CREMONESE
Tariffa R.O.C. Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, dcb Cremona Autorizzazione Tribunale di Cremona 25/07/1951 n. 33 del Registro
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Periodico della Federazione Provinciale Coltivatori Diretti di Cremona
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ANNO 63 numero 4 luglio/agosto 09
SPECIALE OPERAZIONE VERITĂ
Imponente mobilitazione a tutela del made in Italy
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Editoriale
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Ala Ponzone, 8 - III piano Tel. 0372499811
Assuero Zampini Direttore Coldiretti Cremona
Direttore responsabile Assuero Zampini Redattore capo Marta Biondi Hanno collaborato a questo numero Aldo Bellandi, Francesco Cazzamali Paola Fraschini, Giacomo Maghenzani Mara Malinverno, Dianella Mariotti Pietro Scolari, Damiano Talamazzini Bruno Toscani, Silvia Trevisi
Fotografie Ambrogio Toscani, Mauro Boni Alberto Gazzina, Giacomo Maghenzani
BELLICOSO O PAVIDO?
Copertina
Quale caratteristica è migliore per tutelare gli agricoltori?
Ambrogio Toscani, Mauro Boni
Progetto grafico e impaginazione UP Uggeri Pubblicità Srl
Pubblicità UP Uggeri Pubblicità Srl C.so XX Settembre, 18 - Cremona Tel. 0372 20586 - Fax 0372 26610 www.uggeripubblicita.it
Stampa Tipografia Pizzorni Tariffa R.O.C. Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 dcb Cremona, Autorizzazione Tribunale di Cremona 25 luglio 1951 n. 33 del Registro Pagamento assolto tramite il versamento della quota associativa
Questo mensile è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
sommario 3 La forza di un progetto 4/5 Latte , Decreto per l'origine in etichetta Da pag. 6 a pag. 17 SPECIALE MOBILITAZIONE Da pag. 18 a pag. 25 LE MOTIVAZIONI DELLA MOBILITAZIONE 26/27 Fiscale: produzione di energia elettrica 28 Datori di Lavoro 29 Politiche Comunitarie: Art.68 30 Patronato Epaca 31 Compensazione campagna 2008-09 32/33 Donne Impresa, l'impegno continua 34 Notizie utili 35/36/37 Associazione Pensionati 38 Centro estivo al Campagnino
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n questo momento di forte mobilitazione, fra tutti gli articoli usciti per illustrare quanto attivato da Coldiretti, mi è stata consegnata la fotocopia della risposta che il Direttore di un giornale provinciale ha dato ad un lettore e, benché nel testo non facesse nomi, mi sono accorto di essere oggetto dei suoi pensieri. Dalla fotocopia, non essendo un lettore di tale quotidiano, ho appreso di essere considerato bellicoso e di essere un ostinato difensore dell’Organizzazione che ho l’onore di essere stato chiamato a dirigere. La cosa mi ha fatto piacere (anche se nel contesto era posta in modo negativo), in quanto: 1. che il Direttore tenga alla propria Organizzazione mi pare scontato, e oltretutto doveroso 2. almeno per il sottoscritto, essere definito bellicoso non è un’offesa: lo considero, invece, un complimento, un requisito spesso necessario – soprattutto in certi contesti – nel costante impegno, che appartiene ad un Direttore, di tutelare i propri Associati e quindi l’Organizzazione che da essi è promossa. Purtroppo troppo spesso il fatto di svolgere il proprio mestiere con convinzione, e determinazione, è motivo di critica. Invito chi dispensa tali giudizi ad evitare chi fa del servilismo o chi, anziché “bellicoso” (ma io preferisco dire “agguerrito”), si dimostra pavido. Sempre in merito all’accusa di difendere la propria Organizzazione, dopo un attento sondaggio, ho verificato che chi ha criticato il sottoscritto, mai, nella sua veste di direttore di un quotidiano, ha consigliato ai propri lettori di leggere altri giornali, per meglio essere documentati o essere aggiornati su altre posizioni. Questo, in base alle sue critiche, è sbagliato. Invito il direttore in questione, pertanto, qualora abbia la fortuna che gli consegnino una fotocopia del mio editoriale, a non tutelare solo il suo giornale ma ad aprire i propri lettori ad altri mezzi di informazione. In merito al “bellicoso” voglio concludere dando una rassicurazione: questa caratteristica mi contraddistingue nella trattativa sul prezzo del latte e di tutte le produzioni agricole, così come nel confronto relativo ad ogni tematica che stia a cuore dei nostri Soci, operando con tenacia e dedizione. Del resto, non è colpa mia se non mi sento una pecora: se così fosse, non potrei certamente svolgere appieno il mio lavoro ed i primi a criticare sarebbero i Soci di Coldiretti. Chiudendo, un’ultima considerazione: meglio bellicoso, che arrogante.
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SINDACALE
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La forza di un progetto
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l nostro progetto per la realizzazione di una filiera agricola tutta italiana, firmata dagli agricoltori, ha vissuto nel mese di luglio alcuni fondamentali passaggi. La grandissima mobilitazione alla quale Coldiretti ha dato vita, nei giorni 21-22 e 23 luglio – nata dall’esigenza di denunciare la grave situazione economica delle aziende agricole e del settore primario e quindi di chiedere atti concreti ed immediati –, si è dimostrata una straordinaria prova di autorevolezza, tale da ottenere gli attesi, importanti, risultati. Alcuni passaggi segnano, in maniera inconfutabile, il successo della mobilitazione di Coldiretti. In primo luogo mi riferisco alla netta presa di posizione assunta dalla Regione Lombardia che, come espresso dal Presidente Formigoni di fronte a un’autentica marea di bandiere gialle che sventolavano davanti al Pirellone, ha deciso di schierarsi pienamente a sostegno del progetto di Coldiretti, appoggiando tutti i punti del documento presentato dalla nostra Organizzazione, che evidenziavano la necessità di ottenere l’origine obbligatoria in etichetta per tutte le produzioni agricole, il divieto all’uso di caseine, caseinati e proteine nella fabbricazione dei formaggi (che è la semplice affermazione, per noi ovvia ma per altri purtroppo non assodata, che il formaggio dev’essere fatto a partire dal latte!), nonché la volontà di porre in campo una serie di azioni concrete volte a favorire il ‘filo diretto’ tra produttore e cittadino. Con una lettera indirizzata al Ministro per le Politiche Agricole, il Presidente e la Giunta di Regione Lombardia hanno così appoggiato, senza tentennamenti, una serie di richieste che puntano a creare le condizioni perché si faccia strada una filiera autenticamente italiana, con le nostre facce e la garanzia che solo il vero made in Italy può dare. E’ senza dubbio un segnale positivo. Un’altra conquista ottenuta attraverso la mobilitazione è il fatto che, in maniera indiscutibile, queste giornate di presidi e di incontri con i cittadini hanno svelato appieno l’inganno che oggi si attua a danno di produttori e consumatori. Attraverso i presidi alle frontiere Coldiretti ha testimoniato quale incredibile quantità di prodotti entri quotidianamente nel nostro Paese: alimenti di ogni tipo, in arrivo da chissà dove e spesso trasportati in condizioni di
dubbia igiene, destinati ad essere spacciati per italiani, perpetrando un vero e proprio furto d’identità dei nostri prodotti made in Italy, e un conseguente “furto economico” per le nostre aziende agricole, costrette a competere in concorrenza sleale con prodotti esteri spacciati per nazionali Altro risultato essenziale è stato il rafforzato dialogo con i cittadini-consumatori. La presenza al Centro Commerciale di Assago ci ha permesso di toccare con mano (sia attraverso l’incontro con le Associazioni dei Consumatori, sia rivolgendoci direttamente alle tante persone presenti nel supermercato) il grandissimo sostegno che le famiglie italiane possono e vogliono dare al nostro progetto. Chi era ad Assago ha avuto la piena, assoluta, percezione di quanto il lavoro che Coldiretti sta portando avanti sia condiviso – anzi, quanto sia auspicato – dai cittadini consumatori, che con convinzione chiedono trasparenza, sicurezza alimentare, piena informazione e dunque autentica libertà nel poter scegliere quali alimenti portare in tavola. La mobilitazione di Coldiretti – imponente nelle sue modalità, nella partecipazione, e al tempo stesso nella forza delle sue ragioni – ha dato al Ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia, presente accanto agli agricoltori al valico del Brennero, un massiccio sostegno, nell’impegno di presentare al Parlamento il decreto che sancisce l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta per latte a lunga conservazione e per tutti i prodotti lattiero caseari, e vieta l’impiego di polveri di caseina e caseinati nella produzione dei formaggi. I visi e le voci di centomila agricoltori, che si sono mobilitati per tre giorni ai valichi, ai porti, davanti a industrie e centri della grande distribuzione, così come presso le sedi istituzionali, hanno rappresentato per il Ministro un appoggio determinante. Questo ‘pressing’ non verrà meno, finché quanto previsto dal Decreto non sarà pienamente sancito ed applicato. Siamo consapevoli che l’iter non sarà facile, dacché la lobby degli industriali è potentissima e non mancherà di ostacolare, come ha fatto finora, questo vitale provvedimento. Quello compiuto dal Ministro Zaia è un passo importante, ma sappiamo che la strada è ancora lunga: dal canto nostro, sapremo fare pressione a tutti i livelli, a partire dall’interno della maggioranza di Governo, perché il decreto sia condiviso in Parlamento, IL
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Roberto R b t D De A Angeli li Presidente Coldiretti Cremona
venga votato e diventi realtà. Coldiretti è pronta a tornare in mobilitazione, se sarà necessario, per portare avanti un percorso il cui traguardo finale è, naturalmente, veder riconosciuto l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta per tutte le produzioni della nostra agricoltura. In qualità di Presidente di Coldiretti Cremona voglio esprimere il più convinto ringraziamento a tutti gli agricoltori del nostro territorio che hanno preso parte a queste memorabili giornate di mobilitazione, ben consapevoli del valore e del significato di questa iniziativa. Ho visto intere famiglie manifestare, per tre giorni consecutivi, contribuendo a dare “massa” e credibilità alla nostra azione. A tutti loro va il mio grazie sincero, insieme alla mia amicizia. Dispiace invece dover rilevare che altri agricoltori, magari che rivestono un ruolo nella Federazione in qualità di membri dell’Assemblea di Coldiretti, abbiano scelto di non presentarsi agli appuntamenti con la mobilitazione, o abbiano opportunamente ‘dosato’ la loro partecipazione. Dispiace anche che quanti si sono affrettati a chiedere l’unità del mondo agricolo non abbiano invece operato con la stessa determinazione e prontezza per garantire il pieno sostegno, in primo luogo in termini di partecipazione personale, alla mobilitazione. All’indomani di un’iniziativa che mi sento di definire storica – sia per l’adesione che per i risultati ottenuti – vorrei solo dire che il mio rammarico, rispetto a coloro che hanno scelto di non presentarsi, non è tanto per ciò che questi agricoltori non hanno dato, ma per quello che non hanno ricevuto dalla straordinaria prova di forza, di unità d’intenti, di chiarezza degli obiettivi e capacità di realizzarli, che Coldiretti ha saputo dare e che numerosissimi agricoltori cremonesi (credo almeno un migliaio) hanno voluto condividere.
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Latte, decreto per l’origine in etichetta Grande vittoria per la mobilitazione di Coldiretti
FOTO DI AMBROGIO TOSCANI
di Marta Biondi “E’ un importante primo risultato della nostra mobilitazione a difesa del Made in Italy dalla stalla alla tavola, che ha impegnato migliaia di allevatori ai valichi, ai porti, davanti agli stabilimenti industriali, nei punti vendita della grande distribuzione e nelle sedi istituzionali”. Con queste parole il Presidente della Coldiretti Sergio Marini ha dato voce alla soddisfazione dell’agricoltura italiana all’indomani della presentazione ufficiale, da parte del Ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia, del decreto sull’obbligo di indicare l’origine in etichetta per latte e derivati. Il Decreto (presentato il 23 luglio 09) obbliga a specificare l’origine del latte impiegato nel latte a lunga conservazione e in tutti i prodotti lattiero caseari, e vieta l’impiego di polveri di caseina e caseinati
Martedì 21 luglio: manifestazione di Coldiretti davanti al Pirellone
nella produzione di formaggi. Si stabilisce chiaramente – precisa la Coldiretti – che il formaggio si fa con il latte e non con le polveri, regolamentando inoltre l’impiego di semilavorati industriali (cagliate) nella produzione di formaggi e mozzarelle (impiego che dovrà essere indicato in etichetta). Oggi – testimonia la Coldiretti – tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri, senza indicazione in etichetta, e la metà delle mozzarelle non a denominazione di origine viene da latte o addirittura cagliate straniere all’insaputa dei consumatori. Si tratta di un inganno che è finalmente destinato a finire. L’Italia, leader europeo nella qualità, ha il dovere di svolgere un IL
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ruolo di leadership a livello comunitario, dove porteremo il provvedimento fino in fondo. Per Coldiretti l’impegno per ottenere l’indicazione obbligatoria in etichetta del luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti prosegue: con il latte a lunga conservazione e i formaggi non a denominazione di origine, mancano ancora all’appello, infatti, la carne di maiale, coniglio e agnello, la pasta, le conserve vegetali. Con l’obiettivo di condividere la valutazione in merito alla mobilitazione messa in atto, che ha condotto all’importante conquista del decreto, si è svolta venerdì 24 luglio a Roma l’Assemblea nazionale della Coldiretti, che ha riunito con il Presidente nazionale Sergio Marini tutti i Presidenti delle Federazioni provinciali e regionali, per decidere le prossime azio-
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FOTO DI MAURO BONI
Presidio di Coldiretti, guidato dal Presidente Nazionale Sergio Marini, al valico del Brennero
ni, nel segno del Progetto Coldiretti per il Paese. “Con la nostra mobilitazione di oltre centomila agricoltori, abbiamo ottenuto un primo e grande risultato – ha detto il Presidente Marini parlando all’Assemblea Nazionale – che va nell’interesse degli imprenditori agricoli, ma soprattutto dei consumatori e della trasparenza e competitività dell’intero sistema Paese. Un sincero ringraziamento va al Ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia, che ha presentato il decreto, e a tutte le forze dell’ordine, dalla guardia di Finanza ai Carabinieri dei Nas, dai servizi doganali alla Polizia di Stato, delle quali abbiamo potuto apprezzare anche in questa occasione la grande professionalità”. Il grande risultato ottenuto ha portato la Coldiretti “a sospendere momentaneamente” una mobilitazione che, nei giorni 21-22 e 23 luglio, ha letteralmente invaso valichi, porti, piazze, stabilimenti industriali, centri commerciali e sedi istituzionali. Nelle pagine che seguono ripercorriamo – in primis attraverso le immagini dei numerosissimi protagonisti – una straordinaria settimana vissuta nel segno della tutela e promozione dell’autentico Made in Italy. IL
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20 luglio: mobilitazione ai nastri di partenza Conferenza Stampa – Incontro con i Parlamentari e i Consiglieri Regionali del territorio – Consiglio Direttivo riunito con la partecipazione dei vertici della Provincia – Cronaca dei numerosi incontri messi in campo da Coldiretti Cremona, tesi ad illustrare le motivazioni dell’Operazione Verità e i contenuti del Progetto di Coldiretti per il Paese Conferenza stampa presso la Sala Mercanti della CCIAA di Cremona
sidente di Coldiretti Cremona –. Salvo che quando vi è uno specifico obbligo di legge, in etichetta non viene mai indicata l’origine dei prodotti agricoli impiegati e i prodotti agroalimentari vengono commercializzati come italiani anche se realizzati dalle industrie di trasformazione con prodotti agricoli provenienti da tutto il mondo”. De Angeli ha aggiunto che “Industria e gdo acquistano prodotti “L’operazione-verità per l’agroalimentare italiano”, lanciata da Coldiretti su tutto il territorio nazionale, è scattata martedì 21 luglio. Nel giorno che ha preceduto e preparato l’imponente iniziativa, si sono susseguiti a Cremona gli incontri tesi ad illustrare le ragioni e gli obiettivi della ‘operazione verità’ ai Parlamentari, ai Consiglieri regionali eletti nel nostro territorio, oltre che, naturalmente, alla stampa. Anche i vertici dell’Amministrazione Provinciale sono stati pienamente informati in merito all’iniziativa in occasione della riunione del Consiglio Direttivo della Federazione, cui hanno preso parte il Presidente della Provincia Salini e l’Assessore all’agricoltura Pinotti. La giornata di lunedì 20 luglio si è aperta con l’incontro con la stampa, presso la Sala Mercanti della CCIAA di Cremona. “I prezzi del nostro latte, dei nostri suini e bovini, dei nostri cereali sono ormai al di sotto dei costi di produzione – ha esordito il Presidente De Angeli – mentre dall’estero giungono quantità incredibili di prodotti anonimi che fanno concorrenza sleale alle nostre produzio-
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Un momento dell’incontro con i Parlamentari eletti nel nostro territorio
ni deprimendo i prezzi all’origine, senza peraltro alcun beneficio per i consumatori. Per questo Coldiretti chiede che vengano resi pubblici i dati riguardanti tutte le importazioni, a partire da latte, derivati lattiero-caseari, caseine e cagliate”. “Molte filiere agroalimentari italiane sono sempre più confuse ed indistinte sugli scaffali delle catene della distribuzione organizzata – ha aggiunto il PreIL IL
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agricoli a prezzi mondiali e poi vendono prodotti agroalimentari a ‘prezzi italiani’ sfruttando il valore aggiunto dell’immagine del vero made in Italy agroalimentare e questa vera e propria anomalia del mercato, determinata anche da normative non trasparenti che permettono di far entrare prodotto dall’estero senza dichiararne l’origine ai fini della trasformazione industriale, innesca un sistema di competitività distorto e impedisce al consumatore italiano di effettuare la propria scelta in libertà, una libertà
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che può essere assicurata solo da una corretta informazione sull'origine dei prodotti agricoli e sui passaggi nella filiera”. “Tutto questo – ha concluso De Angeli – ha ingenerato una gravissima crisi che sta interessando le imprese agricole e zootecniche italiane, alle quali non viene riconosciuta una equa remunerazione delle loro produzioni e che quindi non riescono più nemmeno a coprire i costi di produzione saliti a livelli insostenibili, mentre paradossalmente nessun vantaggio ricade neppure sul consumatore finale. La situazione è tale da mettere concretamente a rischio la tenuta del settore agricolo e
zootecnico dell’intero Paese e quindi la possibilità per i consumatori di disporre di un vero Made in Italy agroalimentare che solo una filiera tutta agricola e tutta italiana può garantire”. Coldiretti ritiene che la soluzione a questa crisi senza precedenti passi necessariamente per la costruzione di una filiera agricola tutta italiana, che sia in grado in tutti i settori senza deroghe o eccezioni di distinguere il prodotto nazionale, introducendo più trasparenza e più concorrenza sul mercato. Compito di rendere note alla stampa le prime iniziative previste nell’ambito della mobilitazione è toccato al Direttore Assuero Zampini, che ha enunciato il
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programma previsto nella prima giornata di mobilitazione. Ripercorriamo, nelle pagine che seguono, tutte le tappe in questione. Ai Parlamentari eletti nel nostro territorio, incontrati nel pomeriggio, è stata consegnata un approfondito documento, dal titolo decisamente esplicito: “Dal 20 luglio Coldiretti mette in campo la sua forza per il riconoscimento della filiera agricola tutta italiana per: il latte e i prodotti lattiero-caseari; la carne suina; l’ortofrutta, l’olio d’oliva e il grano”. Sono stati consegnati anche vari dossier dedicati alla situazione dei settori che compongono la nostra agricoltura. (m.b.)
Consiglio direttivo di Coldiretti Cremona, incontro con i vertici dell’Amministrazione Provinciale Alla vigilia della grande mobilitazione a tutela del Made in Italy Alla vigilia della grande mobilitazione per l’agroalimentare italiano si è riunito a Grumello, presso l’agriturismo Locanda San Martino, il Consiglio Direttivo della Federazione Provinciale Coldiretti di Cremona, allargato ai Segretari di Zona e ai Capi servizio della Federazione, al quale sono intervenuti il Presidente della Provincia di Cremona Massimiliano Salini e l’Assessore provinciale all’Agricoltura e Ambiente Gianluca Pinotti. Per il Presidente di Coldiretti Cremona Roberto De Angeli è stata l’occasione per illustrare agli Amministratori del territorio il Progetto di Coldiretti per il Paese ed annunciare l’appuntamento con l’Operazione Verità. De Angeli ha esposto ai vertici provinciali gli obiettivi della filiera agricola tutta italiana, evidenziando la situazione relativa al prezzo del latte, le difficoltà del comparto suinicolo e degli altri comparti produttivi, giungendo quindi a comunicare obiettivi e tappe del piano di mobilitazione di Coldiretti, teso al raggiungimento di un equo prezzo del latte e alla tutela di tutte le imprese agricole italiane.
Incontro tra il Consiglio Direttivo di Coldiretti Cremona e gli Amministratori Provinciali, alla vigilia della mobilitazione
Nel suo intervento, l’Assessore Pinotti ha tracciato gli obiettivi che l’Assessorato provinciale all’Agricoltura e all’Ambiente si pone nel prossimo periodo al fine di potenziare il peso dell’agricoltura cremonese in ambito provinciale, regionale e nazionale, dando al settore primario visibilità e soprattutto risposte concrete, atte ad affrontare le tematiche in corso. Il Presidente provinciale Salini, nel suo intervento, ha ribadito la volontà della Provincia di essere momento di ascolto delle istanze dei diversi comparti produttivi, nonché efficace supporto agli IL I
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stessi. Salini si è detto aperto al confronto e alle valutazioni delle progettualità che le forze sociali e Coldiretti porranno in campo. Ha evidenziato in maniera particolare il ruolo che la Provincia dovrà rivestire nella manifestazione dell’Expo nel quale Cremona, patria dell’agroalimentare, dovrà avere un ruolo centrale, essendo l’appuntamento focalizzato sul tema della nutrizione nel mondo. L’incontro – ha sottolineato il Presidente di Coldiretti Cremona – è servito ad instaurare un rapporto che dovrà continuare, affrontando tutte le tematiche fondamentali per la nostra agricoltura e la nostra economia (la direttiva nitrati, il problema diabrotica, ecc.), con incontri successivi e con un rapporto costruttivo e costante.
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21 luglio 2009: scatta l’operazione verità Cremona in prima linea al valico del Brennero e al Pirellone Il colore giallo, simbolo della Coldiretti, ha dominato per giorni alle frontiere come nel cuore delle principali città italiane. L’operazione-verità, annunciata da Coldiretti nel segno del “progetto per una filiera agricola tutta italiana firmata dagli agricoltori”, è scattata martedì 21 luglio, all’alba, con grandissima partecipazione su tutto il territorio nazionale. Oltre 1.500 soci di Coldiretti nella mattinata hanno dato inizio al presidio presso il valico del Brennero dove, assieme alle Forze dell’Ordine, hanno verificato il contenuto dei TIR che entrano nel nostro Paese trasportando prodotti agricoli ed agroalimentari destinati ad essere venduti senza che il consumatore ne possa conoscere la provenienza. Da Cremona, ben prima del sorgere del sole, sono partiti cento agricoltori (poi raggiunti, nel pomeriggio, dal Presidente De Angeli, dal Direttore Zampini, da altri allevatori e funzionari, in arrivo dalla manifestazione svoltasi nella stessa mattinata nel cuore di Milano, davanti al Pirellone), per farsi trovare al fianco del Presidente nazionale Sergio Marini, che ha guidato il presidio al valico. Al Brennero è intervenuto anche il Ministro dell’Agricoltura Luca Zaia che ha dichiarato piena condivisione della mobilitazione, garantendo il proprio impegno personale per sostenere con urgenza un provvedimento nazionale che sancisca l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti i prodotti, come richiesto da
Presidio al valico del Brennero: intervenendo al fianco del Presidente Marini, il Ministro Zaia ha annunciato la presentazione ufficiale del decreto che sancisce l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta per latte a lunga conservazione e prodotti lattiero-caseari (e vieta, nel contempo, l’impiego di polveri di caseina e caseinati nella produzione di formaggi)
Coldiretti. Il decreto, come ormai è ben noto, è stato presentato dal Ministro pochi giorni dopo, giovedì 23 luglio. L’operazione-verità scattata alle fronIL
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tiere ha immediatamente portato grandi (e gravi) conferme alla denuncia di Coldiretti: al Brennero sono state rilevate cagliate in arrivo dalla Germania dirette a Ravenna (in camion conservanti in condizioni di dubbia igiene), prosciutti provenienti dalla Repubblica Ceca in viaggio verso Modena, pomodori e peperoni olandesi destinati al Triveneto, ma soprattutto – hanno testimoniato gli allevatori di Coldiretti Cremona raggiunti telefonicamente – cisterne di latte di diversa provenienza in viaggio verso tutta la Lombardia, soprattutto Brescia e Milano, ma anche verso la nostra provincia, come pure verso noti gruppi industriali italiani di altre regioni. Dalla Lituania – ha rilevato la Coldiretti – giungeva una cisterna di latte Uht, già pronto in buste recanti la dicitura italiana “latte intero”, pronto per il mercato nazionale. Si aggiungano svariati camion pieni di fiori olandesi, in viaggio per Napoli e per tutta la Campania, e persino concentrato di succo d’arancia diretto a Messina. Una serie di allarmanti scoperte che ha dimostrato la necessità di ottenere, prima possibile, l’indicazione obbligatoria dell’origine dei prodotti alimentari in etichetta, così da porre un concreto argine a quel fiume di latte e di prodotti agroalimentari stranieri che, ogni giorno, valica le nostre frontiere e finisce negli scaffali di tutta Italia, magicamente trasformato in Made in Italy. (m.b.)
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La denuncia: ogni giorno
dalle frontiere 3,5 milioni di litri di latte diventano italiani “Dalle frontiere italiane passano ogni giorno 3,5 milioni di litri di latte sterile, semilavorati e polveri di caseina per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori”. E’ quanto ha denunciato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini al valico del Brennero, scelto per la mobilitazione a difesa del latte e dei formaggi veramente italiani con la partecipazione di migliaia di allevatori provenienti da tutte le regioni italiane, dove si sono verificati blitz in numerosi punti strategici. Le migliaia di allevatori giunti da Veneto, Friuli, Lombardia, Piemonte, Emilia, Toscana, Umbria, Marche, Puglia e Campania, ma anche da Ragusa in Sicilia, sono stati impegnati per tre giorni nel presidio in frontiera con l’obiettivo di sapere “cosa arriva e dove va a finire”. In Italia, secondo i dati snocciolati dal Presidente Marini, alla frontiera “in un anno sono arrivati ben 1,3 miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori”. A rischio – ha detto Marini – ci sono 43 mila stalle, quasi 200 mila occupati e oltre 22 miliardi di euro di valore generato dalla filiera nel settore lattiero caseario che rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano. La situazione di crisi delle stalle è comune in molti Paesi Europei ma l'Italia, tra i grandi Paesi produttori (Germania, Francia e Spagna), è l’unico dove la Commissione Europea ha rilevato un aumento dei prezzi al consumo per latte e formaggi, secondo i dati a febbraio 2009. Nel nostro Paese – ha precisato Marini – il latte viene pagato in media agli allevatori italiani 0,31 euro al
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Parte del foltissimo gruppo di imprenditori agricoli cremonesi presenti al Brennero
litro, mentre sugli scaffali arriva a 1,35 con un ricarico del 350 per cento dalla stalla allo scaffale. Oggi il latte agli allevatori italiani viene pagato meno di venti anni fa. Noi – ha aggiunto il Presidente della Coldiretti – non chiediamo IL
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risorse aggiuntive allo Stato, ma semplici regole di buon senso per dare la possibilità ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli e agli allevatori di distinguere il vero prodotto Made in Italy dal falso.
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FOTO DI AMBROGIO TOSCANI
21 luglio 2009:
in duemila al Pirellone per l’operazione verità Trecento cremonesi presenti all’iniziativa, con vacche e maialini Martedì 21 luglio, nella prima giornata di mobilitazione, mentre centinaia di agricoltori convergevano da tutta Italia sul valico del Brennero, in Lombardia le bandiere della Coldiretti invadevano un altro fondamentale scenario: il cuore della città di Milano. Nel capoluogo lombardo, per l’intera mattinata, oltre 2.000 agricoltori provenienti da ogni provincia della Lombardia hanno manifestato davanti al Pirellone, sede della Regione, per sostenere le proposte che Coldiretti ha individuato a difesa del Brindisi al gusto di latte per il Presidente della Regione Lombardia
made in Italy agroalimentare e per garantire qualità, sicurezza, trasparenza e scelte d’acquisto consapevoli al consumatore. Capitanavano il presidio il Presidente di Coldiretti Lombardia Nino Andena e il Direttore regionale Eugenio Torchio. Massiccio il contributo di Coldiretti Cremona: cinque pullman sono partiti alle 7 dalle Zone della provincia, così come varie automobili, portando oltre trecento cremonesi davanti al Pirellone, a sostenere – con bandiere e cartelli – le richieste consegnate agli amministratori lombardi. La foltissima delegazione cremonese, guidata dal Presidente De Angeli e dal Direttore Zampini, aveva anche il compito di condurre nel cuore di Milano gli ospiti più attesi della mattinata: le mucche Onestina e Italiabella (“con il vero latte italiano vogliamo la mozzarella”) e i maialini Italo e Arturo (“per un prosciutto italiano e sicuro”). La presenza degli animali è stato un modo efficace per evidenziare il grave rischio che oggi si corre: quello di vedere le stalle italiane chiudere (a causa dei bassissimi prezzi La vacca Onestina, condotta a Milano da Coldiretti Cremona, è arrivata fin sotto il Pirellone
FOTO DI MARTA BIONDI
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Il Presidente di Coldiretti Lombardia Nino Andena e i Presidenti provinciali Roberto De Angeli (CR), Carlo Franciosi (MI – LO), Giancarlo Colombi (BG), Giuseppe Ghezzi (PV), Alberto Marsetti (SO) e Fernando Fiori (VA), insieme ad altri Dirigenti lombardi, sono poi stati ricevuti dal Presidente del Consiglio regionale Giulio Achille De Capitani, dal Vice Presidente Enzo Lucchini, dall’Assessore regionale all’Agricoltura Luca Ferrazzi, dal Presidente della IV Commissione Attività produttive Carlo Saffiotti e da un nutrito numero di Consiglieri regionali ai quali hanno consegnato la documentazione predisposta da Coldiretti e chiesto con forza l’impe-
gno del Consiglio regionale. Dalla Giunta Regionale la delegazione Coldiretti ha ricevuto un documento nel quale vengono condivisi i punti fissati da Coldiretti per la tutela del made in Italy. Queste, in sintesi, le richieste di Coldiretti: • rendere obbligatoria l’indicazione in etichetta dell’origine territoriale del latte a lunga conservazione e di quello impiegato per le produzioni casearie; • rendere obbligatoria l’indicazione nell’etichetta dei formaggi, come le mozzarelle, e dei latticini, delle sostanze quali le cagliate prelavorate utilizzate come ingredienti nonché la loro origine territoriale; • vietare l’uso di caseine, caseinati e proteine concentrate del latte nella fabbricazione dei formaggi; • rendere pubblici i dati relativi alle importazioni di latte dall’estero, oggi non liberamente conoscibili da parte dei cittadini-consumatori; • creare le condizioni affinché si utilizzino prodotti locali da parte delle mense scolastiche, degli ospedali e, in generale, della ristorazione collettiva pubblica. • riconoscere il valore dei Mercati e dei punti di vendita diretta Campagna Amica • estendere il diritto allo “spazio scaffale” per i prodotti della filiera agricola tutta italiana. (m.b.)
FOTO DI GIACOMO MAGHENZANI
riconosciuti ai prodotti agricoli alla stalla, mentre lievi-tano i costi di produzione, oltre che i prezzi al dettaglio),, privando l’economia italiana di una voce fondamentale e, soprattutto, togliendo alle famiglie italiane la possibilità di portare in tavola formaggi, prosciutti, e ogni altro alimento autenticamente made in Italy, garantiti fin dall’origine (da chi, come gli agricoltori di Coldiretti, vuole “metterci” la firma e la faccia). Verso le ore 12, il Presidente della Regione Roberto Formigoni è sceso dai suoi uffici per portare il proprio saluto ai partecipanti alla manifestazione. Formigoni ha dichiarato convinta condivisione delle ragioni della mobilitazione di Coldiretti ed ha annunciato il suo personale impegno affinché l’intera istituzione regionale metta in campo con urgenza tutti i provvedimenti di propria competenza. In particolare, Formigoni ha detto di aver predisposto una dettagliata lettera, inviata al Ministro Zaia e a tutto il Governo, per sollecitare i provvedimengine ti nazionali necessari ad indicare obbligatoriamente l’origine in etichetta. La chiusura dell’incontro è stato un brindisi a base di buon latte fresco lombardo, mentre la mucca Onestina dava il suo contributo e si lasciava tranquillamente mungere sotto gli occhi di tutti i presenti.
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22 luglio: presidiati gli stabilimenti che importano latte e derivati dall’estero.
Coldiretti Cremona da LAT-BRI
Mercoledì 22 luglio, seconda giornata di mobilitazione. Mentre decine di migliaia
di agricoltori presidiavano le frontiere dal Brennero al Frejus, dal Tarvisio a Ventimi-
glia, mentre la mobilitazione si allargava ai principali porti del Paese, nelle stesse ore in Lombardia venivano attivati tre presidi presso gli stabilimenti lombardi appartenenti al Gruppo Parmalat e presso lo stabilimento di LAT-BRI. “La scelta è caduta su alcune industrie che maggiormente si distinguono a livello nazionale per le importazione di latte e derivati dall’estero – spiega Pietro Scolari, Responsabile provinciale dell’Ufficio Economico –. Coldiretti Cremona è stata in prima linea nel presidio LAT-BRI di Usmate Velate (Monza-Brianza)”. Qui, già dalle 7 del mattino, una delegazione cremonese, capitanata dal Presidente De Angeli e dal Direttore Zampini e affian-
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cata da Dirigenti e Soci della Coldiretti di Milano e Lodi, ha manifestato davanti allo stabilimento, evidenziando – con slogan e cartelli – il paradosso che vede l’industria italiana pretendere di acquistare il latte a prezzi mondiali per poi rivedere i prodotti a prezzi italiani. Coldiretti Cremona è tornata a ribadire la necessità di ottenere prima possibile l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta: “Solo attraverso l’indicazione obbligatoria della terra d’origine dei prodotti si tuteleranno imprenditori agricoli e consumatori – ha evidenziato Scolari – oggi egualmente danneggiati dall’inganno che vede entrare quantità incredibili di latte, cagliate, carne, frutta, e via dicendo, destinati ad essere lavorati dalle industrie e poi spacciati come prodotti made in Italy”. Il presidio è proseguito per ore: solo a fine mattinata imprenditori agricoli e trattori hanno lasciato l’ingresso dello stabilimento di Usmate Velate. Sempre nella mattinata ad Albano S. Alessandro (BG) più di cinquecento Soci Coldiretti ed una quarantina di trattori hanno letteralmente bloccato lo stabilimento della LACTIS (Gruppo Parmalat) e l’adiacente strada provinciale. In contemporanea un presidio di Coldiretti prendeva vita
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Presidio di Coldiretti Cremona allo stabilimento Lat-Bri di Usmate Velate.
anche davanti allo stabilimento Carnini (Gruppo Parmalat) di Villa Guardia (Como), con centinaia di allevatori, bandiere e trattori. La mobilitazione di Coldiretti
si preparava intanto alla ‘terza giornata’: in serata Coldiretti annunciava una nuova grande iniziativa, tutta rivolta alla grande distribuzione. (m.b.)
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23 luglio: mucche ‘in visita’ ai supermercati Coldiretti Cremona con oltre duecento agricoltori al Carrefour di Assago “Via dagli scaffali il falso made in Italy” e “Latte, formaggi, cereali, carne, salumi, verdura, olio, frutta, fiori, vino: gli Italiani lo fanno meglio”: con magliette rigorosamente gialle e queste scritte in bella mostra, decine di migliaia di allevatori hanno invaso giovedì 23 luglio i supermercati e ipermercati di tutta la Penisola, per chiedere con forza l’obbligo di indicare la provenienza degli alimenti in etichetta e la netta distinzione sugli scaffali del vero prodotto italiano rispetto a quello falso, dando così la possibilità ai consumatori di compiere scelte consapevoli e quindi autenticamente libere. E’ questa la sintesi della terza giornata dell’Operazione Verità per l’agroalimentare italiano lanciata da Coldiretti su tutto il territorio nazionale, a sostegno del progetto per una filiera agricola tutta italiana firmata dagli agricoltori. In Lombardia gli agricoltori di Coldiretti hanno fatto rotta sul Centro Commerciale di Assago Milanofiori e l’ipermercato Carrefour: oltre 1.500 soci, provenienti da tutte le province lombarde – con maglietta gialla d’ordinanza – hanno pacificamente invaso le corsie del centro commerciale, per incontrare i consumatori, dialogare con loro e distribuire volantini per spiegare come dal campo alla tavola i prezzi lievitino, moltiplicandosi in Pacifica “invasione” di Coldiretti al Centro Commerciale di Assago.
media per cinque volte, mentre le imprese agricole sono costrette a chiudere. Erano oltre duecento gli imprenditori agricoli cremonesi che hanno voluto essere presenti anche a questa terza, decisiva giornata di mobilitazione. La delegazione cremonese ha portato nel piazzale del supermercato, anche le mucche Onestina e Trasparenza che, docili e disinvolte, si sono lasciate guidare tra la folla pronte a visitare il centro, alla ricerca di latte e formaggi veramente italiani. Per la gioia dei bambini, c’era anche un simpatico asinello. Analoghe iniziative si sono svolge in tutta la penisola, riguardando gli ipermercati in pressoché tutte le regioni. “I blitz nei supermercati messi in atto nell’ambito dell’Operazione Verità – ha evidenziato Roberto De Angeli, Presidente di Coldiretti Cremona – vogliono denunciare il fatto che solo un prodotto su tre di quelli venduti nella grande distribuzione italiana è realizzato con prodotti agricoli italiani, ma nessuno lo sa”. “Gli inganni del finto Made in Italy – ha proseguito De Angeli – riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle non a denominazione di origine, che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere”.
FOTO DI AMBROGIO TOSCANI
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I numerosissimi cittadini incontrati (sia direttamente, che attraverso i responsabili delle Associazioni di consumatori) si sono detti pienamente d’accordo con l’iniziativa di Coldiretti, ribadendo l’importanza di conoscere pienamente l’origine dei cibi che si portano in tavola.
“Per ogni prodotto agricolo realizzato nei campi o negli allevamenti situati in Italia – ha aggiunto il Direttore Assuero Zampini – si sviluppa un Made in Italy alimentare cinque volte più grande tra contraffazioni e imitazioni. A fronte di 20 miliardi di export Made in Italy nel mondo, ci sono altri 60 miliardi generati da prodotti che non hanno mai visto il nostro Paese. Per questo chiediamo l’indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta. E per questo Coldiretti è impegnata nella realizzazione di una filiera agricola tutta italiana, un grande sistema agroalimentare che premi i produttori e offra ai consumatori prodotti di qualità e a un prezzo giusto”. Rivolgendosi ai numerosissimi agricoltori presenti e ai cittadiniconsumatori, il Presidente di Coldiretti Lombardia Nino Andena ha evidenziato che: “Siamo qui oggi anche per sottolineare direttamente ai cittadini l’irripetibile qualità e sicurezza delle nostre produzioni agricole ed agroalimentari Made in Italy, messe a rischio da importazioni incontrollate di prodotti che poi vengono venduti come fossero italiani ma senza l’indicazione dell’origine in etichetta”. Andena ha evidenziato che “si tratta di una vera e propria battaglia comune per avere regole certe, trasparenza, sicurezza, qualità, tutela del made in Italy, giusto reddito per gli imprenditori e prezzi equi per i consumatori”. Anche i consumatori – e le loro rappresentanze presenti all’iniziativa – si sono tutti dichiarati a favore di un provvedimento che obblighi l’indicazione dell’origine in etichetta e di una netta evidenziazione e separazione sugli scaffali della grande distribuzione organizzata dei prodotti Made in Italy da tutti quelli
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che invece vengono dal resto del mondo. A fianco del Centro Commerciale è stato allestito un punto di distribuzione del vero ed ottimo latte lombardo che è stato degustato ed apprezzato da molti cittadini. Gli agricoltori della Coldiretti si sono poi messi a caccia di prodotti che sembrano Made in Italy ma che non lo sono. Il risultato è stato un carrello pieno di latte UHT, prosciutti, mozzarelle, salumi con nomi in italiano ma senza indicazione d’origine. Il presidio di Assago si è quindi collegato in diretta telefonica con il Presidente nazionale della Coldiretti Sergio Marini che nella mattinata, insieme a moltissimi altri imprenditori, era a Roma in Piazza Montecitorio per sostenere presso le sedi istituzionali nazionali le richieste della Coldiretti. Marini ha invitato ancora una volta tutti i presenti a continuare con determinazione questa grande battaglia per la trasparenza, la sicurezza e la qualità, nell’interesse non solo del mondo agricolo, ma di tutto il Paese. (m.b.)
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24 luglio:
Assemblea Nazionale Marini: “Dopo il grande risultato della presentazione del decreto, sospendiamo momentaneamente la mobilitazione” “Abbiamo deciso di sospendere momentaneamente la mobilitazione dopo il grande risultato della presentazione ufficiale del Decreto sull’obbligo di indicare l’origine in etichetta per latte e derivati e sul divieto dell’uso delle polveri per la produzione di formaggi”. Lo ha annunciato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel corso dell’Assemblea Nazionale celebrata venerdì 24 luglio a Roma, presso il Centro Congressi Rospigliosi. Rivolgendosi ai Dirigenti Coldiretti di tutto il Paese, riuniti in Assembla (Coldiretti Cremona ha preso parte all’importante appuntamento con il Presidente provinciale Roberto De Angeli), il Presidente Nazionale Marini ha dunque
Manifestazione in Piazza Montecitorio, giovedì 23 luglio. Gli allevatori della Coldiretti, guidati dal Presidente Sergio Marini, hanno preparato “formaggio senza latte”, denunciando come l’uso delle polveri, al posto del latte, rappresenti un rischio concreto
comunicato la decisione di togliere tutti i presidi ai valichi di frontiera e nei
porti lungo l’intera penisola. “Con la nostra mobilitazione di oltre centomila agricoltori abbiamo ottenuto – ha detto il Presidente Nazionale – un primo e grande risultato che va nell’interesse degli imprenditori agricoli, ma soprattutto dei consumatori e della trasparenza e competitività dell’intero sistema Paese. Un sincero ringraziamento va al Ministro delle Politiche Luca Zaia che ha presentato il decreto e a tutte le forze dell’ordine, dalla guardia di Finanza ai Carabinieri dei Nas, dai servizi doganali alla Polizia di Stato, delle quali abbiamo potuto apprezzare
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anche in questa occasione la grande professionalità”. Durante una mobilitazione durata tre giorni gli agricoltori della Coldiretti hanno collaborato con le forze dell’ordine alle verifiche dei prodotti alimentari provenienti dall’estero nei valichi del Frejus, Tarvisio, Brennero e Ventimiglia, ma anche nei porti di Venezia, Ancona, Ravenna, Palermo, Salerno, Brindisi, Bari, Oristano, Olbia e Porto Torres. Sono stati moltissimi gli incontri con rappresentanti istituzionali a livello locale, regionale e nazionale. Tra le tante iniziative messe in campo, giovedì 23 luglio vi è stato l’appuntamento in Piazza Montecitorio: qui gli allevatori hanno preparato, con tanto di caldaia, del “formaggio senza latte”, denunciando come l’uso delle polveri rappresenti un rischio concreto (dopo che la Commissione Europea ha dato il via libera, a partire dal primo gennaio 2009, all’incorporazione fino al 10 per cento di caseina e caseinati nel formaggio, al posto del latte). Una delegazione della Coldiretti guidata dal Presidente Marini è stata ricevuta a Montecitorio dal Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, che ha dato piena adesione alle motivazioni della mobilitazione della Coldiretti, dicendo di “condividerne spirito, filosofia e ragioni”, e assicurando la propria disponibilità a sostenere operativamente L’Assemblea Nazionale di Coldiretti riunita venerdì 24 luglio a Roma, presso il Centro Congressi Rospigliosi.
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le iniziative della Coldiretti, favorendo l’iter parlamentare dei provvedimenti per la tutela e valorizzazione del vero Made in Italy. Il Decreto presentato dal Ministro per le Politiche agricole, in sinergia con quello della Salute, è un importante risultato, perché obbliga a indicare l’origine del latte impiegato nel latte a lunga conservazione e in tutti i prodotti lattiero caseari – sottolinea la Coldiretti –, al tempo stesso viene vietato l’impiego di polveri di caseina e caseinati nella produzione di formaggi. Una conquista fortemente attesa anche dai cittadini-consumatori. Secondo l’indagine Coldiretti-Swg la quasi totalità dei cittadini (98%) considera, infatti, necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti, per colmare una lacuna ancora presente nella legislazione comunitaria e nazionale.
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Intervento del Presidente Sergio Marini in Assemblea Nazionale
Il pressing della Coldiretti ha portato all’obbligo di indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca, all’arrivo dal primo gennaio 2004 del codice di identificazione per le uova, all’obbligo di indicare in etichetta, a partire dal primo agosto 2004, il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, all’obbligo scattato il 7 giugno 2005 di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco, all’etichetta del pollo Made in Italy per effetto dell’influenza aviaria dal 17 ottobre 2005 e all’etichettatura di origine per la passata di pomodoro a partire dal 1° gennaio 2008. Dal primo di luglio è arrivato anche l’obbligo di indicare l’origine delle olive impiegate nell’extravergine, ma molto resta da fare per oltre il 50% della spesa. Mentre si seguirà da vicino l’iter del decreto riguardante il latte a lunga conservazione e i formaggi non a denominazione di origine, proseguirà l’azione tesa a togliere dall’anonimato anche carne di maiale, coniglio e agnello, conserve vegetali e pasta. “Il risultato ottenuto in questa occasione conferma la validità della nostra battaglia per la trasparenza – ha assicurato il Presidente confederale Sergio Marini – e ci stimola a continuarla per ottenere l’obbligo di etichettatura per tutti gli alimenti nell’interesse delle imprese, dei consumatori e dello sviluppo del Paese”. (m.b.)
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Le motivazioni della mobilitazione Molte filiere agroalimentari italiane sono sempre più confuse ed indistinte sugli scaffali delle grandi catene della distribuzione organizzata: salvo che quando vi è uno specifico obbligo di legge, in etichetta non viene mai indicata l’origine dei prodotti agricoli impiegati e i prodotti agroalimentari vengono commercializzati come italiani anche se realizzati dalle industrie di trasformazione con prodotti agricoli provenienti da tutto il mondo. Prodotti agricoli acquistati a prezzi mondiali e poi prodotti agroalimentari venduti a “prezzi italiani” sfruttando il valore aggiunto dell’immagine del vero “made in Italy” agroalimentare. Questa vera e propria anomalia del mer-
cato è determinata anche da normative non trasparenti che permettono di far entrare prodotto dall’estero senza dichiararne l’origine ai fini della trasformazione industriale, innescando così un sistema di competitività distorto. Tutto questo impedisce al consumatore italiano di effettuare la propria scelta in libertà, una libertà che può essere assicurata solo da una corretta informazione sull'origine dei prodotti agricoli e sui passaggi nella filiera. Ma tutto questo ha anche ingenerato una gravissima crisi che sta interessando le imprese agricole e zootecniche italiane alle quali non viene riconosciuta un’equa remunerazione delle loro produzioni e che quindi non riescono più
nemmeno a coprire i costi di produzione saliti a livelli insostenibili. Paradossalmente, nessun vantaggio ricade nemmeno sul consumatore finale. La situazione è tale da mettere concretamente a rischio la tenuta del settore agricolo e zootecnico dell’intero Paese e quindi la possibilità per i consumatori di disporre di un vero “Made in Italy” agroalimentare che solo una filiera tutta agricola e tutta italiana può loro garantire. Coldiretti ritiene che la soluzione a questa crisi senza precedenti passi necessariamente per la costruzione di una filiera agricola tutta italiana, che sia in grado in tutti i settori senza deroghe o eccezioni di distinguere il prodotto na-
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zionale, introducendo più trasparenza e più concorrenza sul mercato. In particolare, i temi che caratterizzano l’azione e il progetto Coldiretti per la filiera agricola tutta italiana sono: • la carenza di informazioni per il consumatore sulla reale natura e provenienza del prodotto acquistato; • la mancanza di trasparenza lungo la filiera; • la richiesta di assunzione di responsabilità da parte della grande distribuzione affinché renda evidente e distinguibile sugli scaffali il prodotto italiano e non, per porre fine alla truffa ai danni dei consumatori che acquistano in buona fede un falso Made in Italy.
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LA SITUAZIONE DEL SETTORE LATTIERO-CASEARIO Il settore lattiero-caseario rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano e di quello lombardo: 43 mila imprese, quasi 200 mila occupati e oltre 22 miliardi di euro di valore generato dalla filiera nel Paese; 6.000 imprese, oltre 30 mila occupati e oltre 7 miliardi il valore generato dalla filiera in Lombardia. “Numeri” importanti ai quali deve aggiungersi anche il contributo insostituibile in termini di tutela del suolo, protezione dal rischio idrogeologico, mantenimento del paesaggio e della biodiversità. E’ un settore che si sviluppa su tutto il territorio nazionale in maniera diffusa e radicata, in particolare nelle aree più fragili del Paese e della Lombardia: in molte zone montane o svantaggiate, infatti, non esiste un’alternativa valida alla zootecnia da latte. La situazione in cui versano oggi le nostre stalle è gravissima e non è di certo imputabile né alla crisi finanziaria internazionale, né tanto meno a un calo della domanda. I consumi interni, infatti, reggono: gli italiani, in altri termini, continuano a comprare e consumare prodotti lattiero caseari, pagandoli come o più di ieri. Il mercato del settore lattiero caseario italiano vive paradossi che stanno mettendo in drammatica difficoltà le imprese agricole. I prezzi alla stalla risultano strutturalmente in contrazione e al di sotto dei costi di produzione e questo accade soprattutto per una grave mancanza di trasparenza che confonde il prodotto italiano, rendendolo indistinguibile, dando spazio a importazioni indiscriminate in un flusso crescente che sta sistematicamente facendo chiudere le nostre stalle e mettendo in pericolo il nostro territorio, le sue bellezze e la genuinità dei suoi prodotti. Per ogni litro di latte prodotto negli allevamenti delle nostre Regioni, ce n’è altrettanto importato dall’estero senza che il consumatore ne sappia niente e
SPECIALE MOBILITAZIONE quindi possa scegliere in maniera consapevole. La dimensione del fenomeno, in costante crescita, minaccia prima gli allevatori e poi i consumatori. Sono a rischio le imprese, la filiera, la genuinità e la sicurezza alimentare del prodotto italiano! E ciò nonostante sia dimostrato che i nostri allevamenti siano i più sicuri e controllati d’Europa: ogni mese, infatti, nelle stalle vengono effettuati mediamente da 8 a 12 controlli, circa uno ogni 4 giorni, che garantiscono sicurezza alimentare e qualità del latte italiano. Siamo convinti dell’importanza dei controlli a vantaggio della sicurezza dei consumatori. Vorremmo, però, che il nostro primato venisse pubblicamente riconosciuto e chiaramente indicato. Cosa che oggi non è possibile, impedendo ai consumatori una scelta consapevole. Ciò è consentito dalla normativa comunitaria e nazionale che non dà rilevanza alle informazioni sull’origine del prodotto, fatta eccezione per il latte fresco. Questa situazione di non trasparenza permette a molte industrie di trasformazione e, purtroppo, anche ad alcune importanti cooperative, di importare latte dall’estero e trasformarlo poi in prodotto “italiano”, innescando così un sistema di competitività distorto a scapito delle imprese agricole che non vedono riconosciuto il valore del loro prodotto e dei consumatori che pagano molto per un prodotto indifferenziato e del quale non solo non si conosce l’origine, ma neanche il processo produttivo e gli standard di sicurezza alimentare a questo collegati. Il Ministero della Salute e il Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali, sono oggi in possesso di dati sulle importazioni dai Paesi comunitari, che non vengono resi pubblici, impedendone di fatto la conoscenza da parte dei consumatori. L’Agenzia delle Dogane, inoltre, è in possesso dei dati sulle importazioni dai Paesi extra comunitari. C’è da segnalare, infine, che vengono importati, oltre al latte trattato a lunga conservazione, anche prodotti semi-lavorati: cagliate, polvere di latte, caseine e caseinati. Questi prodotti vengono poi utilizzati, senza che il consumatore lo sappia, per IL
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produrre formaggi fusi senza latte, ma con sostanze da questo derivate, alle quali vengono normalmente aggiunti additivi che possono determinare effetti negativi per la salute del consumatore.
LA SITUAZIONE DEL SETTORE SUINICOLO La filiera suinicola italiana è contraddistinta da una numerosa presenza dei prodotti IGP e DOP che la rendono unica al mondo. Ma da ormai 5 anni gli allevamenti di suini italiani soffrono una crisi che ha raggiunto aspetti drammatici tanto da essere messa in serio rischio la sopravvivenza delle stesse imprese agricole di allevamento e gioco forza di tutta la filiera che da esse viene generata. La filiera è basata sulla produzione di un suino “grasso” di almeno 160 kg e di nove mesi di età, alimentato con rigidi disciplinari da cui si ottiene una carne matura atta ad essere trasformata nelle più ricercate specialità gastronomiche che il mondo ci invidia e purtroppo ci copia. Nonostante il fatto che la produzione suinicola italiana venga per il 70% trasformata nei salumi della tradizione italiana, i prezzi dei maiali sono strutturalmente in contrazione e ben al di sotto dei costi di produzione. Tutto ciò accadde per una chiara ed incontestabile mancanza di trasparenza nella formazione dei prezzi lungo la filiera. Un dato su tutti: su 100 euro pagati dal consumatore italiano, il 44% va alla distribuzione, il 43% al trasformatore/ stagionatore/ macellatore e solo il 13% resta all’allevatore. Il valore del prodotto delle imprese agricole è pari a 2.3 milioni di euro; il valore della produzione cresce del 300% all’uscita dell’industria, raggiungendo la cifra di 9,3 milioni di euro, di cui il 79% rappresentato dall’industria dei salumi e degli insaccati. In questi ultimi giorni è stato siglato un accordo con i macellatori per portare più trasparenza nelle contrattazioni del prezzo dei suini. L’accordo prevede la definizione della fase esecutiva della commissione unica per la determinazio-
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ne del prezzo dei suini con l’impegno di aggiornare i contratti di consegna facendo riferimento alla quotazione della commissione stessa. Sono previste declaratorie diverse tra suini dop e altri, trasparenza dei dati e delle informazioni con pubblicazione degli stessi in un sito dedicato. Si sono poste le basi per la definizione di una commissione unica anche per quotare i suinetti e i tagli di carne. Infine è stata decisa una data per la quale far partire una sperimentazione “in bianco” per arrivare a un modello per la valutazione delle carcasse propedeutico per definire i livelli qualitativi dei suini e premiare chi veramente investe in qualità. La Coldiretti si è fatta promotrice di questa iniziativa da subito – anzi, ne è stata l’artefice – , ben consci che comunque questi erano piccoli passi. Il vero obiettivo che ci siamo posti è quello rappresentato dall’obbligatorietà di indicare l’origine del suino in tutte le preparazioni della salumeria e della carne fresca, perché italiano è solo il prodotto che è fatto con prodotto agricolo italiano, senza se e senza ma. La normativa nazionale e comunitaria non prevede l’obbligatorietà delle informazioni sull’origine del prodotto agricolo, come viceversa avviene per la carne bovina. Questa situazione permette a molte industrie nazionali di importare carni di suino per poi denominarle come prodotto “italiano” o, con opportuni accorgimenti in etichetta, evocare la tradizione italiana. Caso emblematico è quello relativo alle cosce di maiale. Ebbene, i dati statistici sulle importazioni ci illustrano una situazione paradossale: in Italia si consuma solo un prosciutto su tre fatto con suini nazionali! Il problema sta nel fatto che il consu-
matore è quasi sempre ignaro di ciò, anzi, è convinto di mangiare un prosciutto delle colline dell’Italia centrale o della tradizione contadina della Pianura Padana. Tanto più importante la conoscenza dell’origine dei suini è per i tagli della carne fresca che a detta degli esperti rappresenterebbe, qualora ben frollata, un prodotto per la preparazione di piatti di alta qualità; del resto quella carne proviene da un animale sottoposto ad un rigido disciplinare di produzione che assicura la massima qualità. Orbene, il consumatore deve poter sapere se sta mangiando una arista di un suino allevato in Italia. Tutto ciò può essere possibile se all’interno della distribuzione ci fossero ben distinte le due filiere, quella italiana che parte dal suino allevato e super controllato, in Italia e quella estera. Ecco perché il progetto di Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana rappresenta l’unica risposta strutturale per la salvaguardia dell’intero comparto e non un palliativo buono solo per buttare sabbia negli occhi degli allevatori.
i Coldiretat? Cremon ! E T N E S E PR Alcuni componenti della foltissima delegazione cremonese presente alla manifestazione nel cuore di Milano.
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LA SITUAZIONE DEL SETTORE ORTOFRUTTICOLO L’Italia è il primo produttore in Europa di frutta ed ortaggi freschi con quasi 255 milioni di quintali di prodotto e un valore di 11,4 miliardi di euro. Ciononostante importiamo dall’estero significative quantità di prodotti (pere, pesche nettarine, patate, … ), dal Cile, dalla Turchia, dall’Egitto e da altri Paesi europei ed extracomunitari. L’ortofrutta italiana è riconosciuta come la più sicura da sempre, con il record di oltre il 99% di campioni controllati regolari (Fonte: Ministero della Salute). Per l’ortofrutta fresca vige l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del prodotto, ma questa regola viene sistematicamente disattesa non solo nei mercatini rionali, ma anche nei punti vendita della grande distribuzione organizzata, per mancanza di reali controlli, con un danno per le imprese agricole e
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un inganno ai consumatori. Ad esem- Anche nel caso dell’ortofrutta la forbila corretta etichettatura dei prodotti pio, nell’ultimo anno si è registrato un ce dei prezzi si allarga dal campo alla ortofrutticoli. aumento del 22% delle importazioni di tavola, come per tutti gli altri prodotfrutta. ti agricoli. Un esempio sono le carote, In pratica, i prodotti ortofrutticoli stra- oggi quotate 0,36 euro/chilogrammo ai nieri diventano “italiani” perché sugli produttori, ma che vengono pagate dai scaffali mancano le etichette e i cartel- consumatori 1,30 euro/chilogrammo con lini con l’indicazione della provenienza. un ricarico del 3.330%. Inoltre, il fenomeno dell’importazione Occorre quindi: che si verifica all’inizio della raccolta • rendere pubblici i dati sulle importa- L’Italia produce il 70% del proprio fabbidel prodotto italiano porta conseguenzioni di ortofrutta dai Paesi comuni- sogno di grano duro (40 milioni di quintali) e il 45% del grano tenero (32 mitemente a deprimere di riflesso il prezzo tari ed extra comunitari; e la valutazione di qualità del prodotto. • procedere a sistematici controlli sul- lioni di quintali). Importa, quindi, il 30% del grano duro (20 milioni di quintali) e Così facendo si impedisce ai consuil 55% del grano tenero (43 milioni di matori di fare scelte consapevoli, di quintali). Il valore generato dalla procapire quali prodotti siano di stagione duzione nazionale è pari a 1 miliardo di nel nostro Paese, e si compromette la euro per il grano dusicurezza ambientale, ro e 650 milioni per il in quanto si impedisce grano tenero. il possibile acquisto di Solitamente le inprodotti locali, che perProseguiamo nella "cronaca" della presenza di Coldiretti Cremona a Milano dustrie agroalimencorrono meno chilometri tari sostengono che per raggiungere il punsono obbligate ad to vendita, immettendo acquistare “qualità” meno emissioni di gas dall’estero perché il serra nell’atmosfera. nostro prodotto non Dal 1° di luglio scorso è la garantisce in terentrata in vigore l’abom di proteine. Ma mini lizione degli standard c considerando che tra minimi di qualità per 26 i primi Paesi esportaprodotti ortofrutticoli t figurano il Mestori (tra cui zucchine, albis e l’Ucraina, dove sico cocche, ciliegie, melon non esistono assoni,…), con il conseguente l lutamente le nostre rischio per il consumatost stesse norme sanitare di acquistare prodotti rrie questa affermarie, di scarto a prezzi elevati zzio appare quanto zione e per i produttori di sum meno poco credibile bire una concorrenza e viene da chiedersi sleale da parte di Paese il concetto di quasi che non adottano gli lit applicato dall’inlità stessi standard qualitatidu dustria sia lo stesso vi da primato che gli itach il consumatore si che liani offrono da sempre.
LA SITUAZIONE DEL GRANO
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aspetta quando acquista pasta e prodotti da forno. Allo stesso modo le caratteristiche qualitative e gli standard sanitari che le industrie di trasformazione richiedono al prodotto italiano non si riscontrano nelle produzioni provenienti dai paesi terzi (Messico, Ucraina, Siria). Ad esempio, sul prodotto importato, in merito alla sicurezza degli alimenti, non sono eseguite analisi riguardanti la contaminazione radioattiva e da residui di fitofarmaci utilizzati nei paesi di provenienza, ma banditi dalla normativa dell’Unione Europea. Inoltre tali importazioni, concentrate in particolari periodi dell’anno, proprio in concomitanza con la campagna di raccolta del grano, sono vere e proprie azioni speculative finalizzate all’abbattimento del prezzo del grano italiano. L’attuale sistema di formazione dei prezzi, tramite le borse merci delle Camere di Commercio, non premia il prodotto di qualità: in pratica il grano viene pagato allo stesso prezzo, a prescindere dalle sue caratteristiche qualitative, con un effetto deprimente sui prezzi per i produttori nazionali. Al fine di tutelare il consumatore finale ed evitare speculazioni sul mercato del grano italiano, occorre quindi: • rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine territoriale del grano tenero e duro; • effettuare le analisi delle caratteristiche qualitative e sanitarie sulle produzioni importate; • pubblicare i dati relativi alle importazioni, al fine di garantire la tracciabilità delle produzioni; • revisionare l’attività borsistica delle Camere di Commercio; • disporre di un sistema di stoccaggio
SPECIALE MOBILITAZIONE differenziato per lotti omogenei di produzione che valorizzi la qualità.
LO STRAPOTERE DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE ORGANIZZATA (GDO) La GDO rappresenta oggi una vera e propria strozzatura nel passaggio degli alimenti dai campi alla tavola. Cinque grandi piattaforme di acquisto trattano sul mercato in condizioni di quasi monopolio. Formule contrattuali vessatorie, vendite sottocosto, promozioni (ad esempio il “3x2”), mettono a rischio le condizioni di competitività della produzione italiana di latte, formaggi, mozzarelle, insieme a tutti gli altri prodotti del nostro straordinario patrimonio agroalimentare. Occorre che l’autorità garante della concorrenza e del mercato verifichi se, come noi riteniamo, la GDO operi in abuso di posizione dominante e con prevaricazione delle centinaia di migliaia di imprese agricole che non hanno nessun potere contrattuale per opporsi a una sorta di diritto di accesso, pagando dazi per l’ingresso sul mercato. La GDO deve assumersi la responsabilità verso i consumatori, in attesa di avere un quadro normativo più chiaro per quanto riguarda le informazioni dell’origine, di adottare comportamenti
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trasparenti, separando i prodotti autenticamente italiani da quelli ottenuti a partire da materie prime importate. Chiediamo di verificare le condizioni delle nuove autorizzazioni commerciali, riservando scaffali dedicati ai prodotti italiani tipici e territoriali per renderli finalmente riconoscibili e chiaramente distinti. Diciamo NO a marchi del falso Made in Italy, a pubblicità ingannevoli e occulte, a operazioni commerciali sottocosto che non evidenziano quanto effettivamente viene pagato agli agricoltori e qual è il margine vero della Gdo.
LA MOBILITAZIONE DI COLDIRETTI Coldiretti ha quindi deciso di organizzare una grande mobilitazione a difesa della filiera agricola tutta italiana, articolata in una serie di significative iniziative in tutta Italia. La mobilitazione ha voluto essere: • una prova di forza e un momento di riscatto per i nostri imprenditori, schiacciati da prezzi diventati insostenibili rispetto ai costi di produzione, che condannano a morire l’agricoltura e la zootecnia italiana, minacciando la qualità dei prodotti agroalimentari “Made in Italy”; • un’operazione trasparenza nei confronti dell'opinione pubblica sull’origine dei prodotti e la sicurezza alimentare; • un messaggio forte alle Istituzioni, chiamate a dare una risposta certa a garanzia del Made in Italy agroalimentare.
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LE PROPOSTE DI COLDIRETTI La soluzione alla crisi senza precedenti del settore lattiero caseario passa necessariamente per la costruzione di una filiera agricola tutta italiana, che si affianchi a quella tradizionale e che, pertanto, sia in grado di distinguere il prodotto nazionale da tutti quelli attualmente spacciati come tali, introducendo più trasparenza e più concorrenza sul mercato. Per fare questo, però, è necessario porre fine una volta per tutte alle anomalie che oggi, in considerazione delle lacune che si riscontrano nella disciplina normativa del settore, rendono di fatto impossibile una leale concorrenza sul mercato. Paghiamo così le conseguenze dell’assenza di regole che consentano la valorizzazione del prodotto proveniente dalle stalle italiane, rendendo confusa e indistinta l’origine del latte, la composizione del prodotto, la sua qualità e genuinità. Questo impedisce di fatto una scelta consapevole e sicura da parte dei con-
sumatori, le cui sigle hanno aderito con convinzione a questa nostra mobilitazione. Al fine di superare tali anomalie, Coldiretti ritiene indispensabile l’adozione di specifici provvedimenti sul piano normativo ed amministrativo, senza alcun costo per l’amministrazione e per i cittadini, in risposta alle seguenti richieste: a. Rendere obbligatoria l’indicazione in etichetta dell’origine territoriale per tutti i prodotti a cominciare dal latte a lunga conservazione e da quello impiegato per le produzioni casearie, dai formaggi, come le mozzarelle, e dai latticini, dalle sostanze quali le cagliate prelavorate utilizzate come ingredienti nonché la loro origine territoriale; b. Vietare l’uso di caseine, caseinati e proteine concentrate del latte nella fabbricazione dei formaggi; c. Rendere pubblici i dati relativi alle importazioni di latte dall’estero, oggi non liberamente conoscibili da parte dei cittadini-consumatori e disponibili presso il Ministero della Salute (ASL e Uffici UVAC – Uffici Veterinari Adempimenti Comunitari), il
i Coldiretat? Cremon ! E T N E S E PR Continua la ‘carrellata’ di immagini dedicate alla partecipazione di Coldiretti Cremona alla mobilitazione: siamo ad Assago
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Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e l’Agenzia delle Dogane. d. Creare le condizioni affinché si utilizzino prodotti locali da parte delle mense scolastiche, degli ospedali e, in generale, della ristorazione collettiva pubblica. Spetta all’Amministrazione assumere decisioni coerenti, a partire dai bandi di gara per la selezione delle imprese fornitrici, con lo scopo di favorire un consumo sostenibile di prodotto locale, di qualità, legato al territorio e rispettoso dell’ambiente secondo i principi del “Km 0”; e. Riconoscere il valore dei Mercati e dei punti di vendita diretta Campagna Amica quali elementi di concorrenza nelle modalità distributive, di trasparenza e convenienza per il consumatore, di contributo alla crescita delle economie locali e di sostenibilità ambientale. A tal fine è necessario che le Amministrazioni locali favoriscano lo sviluppo dei mercati, promuovano la rete dei punti vendita a “Km 0” e ne valorizzino il ruolo anche con specifici provvedimenti normativi, a vantaggio delle imprese agricole del proprio
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territorio e soprattutto dei cittadini. f. L’estensione del diritto allo “spazio scaffale” per i prodotti della filiera agricola tutta italiana, per valorizzare l’identità dei territori, i loro prodotti e l’intera economia dei distretti locali, attraverso un’azione di forza nei confronti della grande distribuzione organizzata, pretendendo che siano valorizzati i prodotti locali come prerequisito imprescindibile per lo svolgimento della loro attività.
i Coldiretat? Cremon E! T N E S E R P Cremonesi in prima linea a Milano (presso il Pirellone) e al centro commerciale di Assago. Non è stato possibile, naturalmente, pubblicare tutti i volti delle centinaia di cremonesi che hanno dato il loro contributo alla mobilitazione. Chi non trovasse la propria foto tra queste pagine… si consideri in credito, per la prossima iniziativa
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PRODUZIONE E CESSIONE DI ENERGIA ELETTRICA E CALORICA DA FONTI RINNOVABILI – IMPRENDITORI AGRICOLI – TRATTAMENTO FISCALE
Silvia Trevisi Ufficio Fiscale Impresa Verde
Definizione dei nuovi limiti di prevalenza per il fotovoltaico Chiarimenti ministeriali Con la circolare 32/E del 6 luglio 2009 l’Agenzia delle Entrate ha chiarito alcuni importanti aspetti sul trattamento fiscale della produzione e cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili svolta da imprenditori agricoli. E’ da diverso tempo che il legislatore, nel tentativo di promuovere ed incentivare questo tipo di energia, aveva introdotto nella Finanziaria per l’anno 2006 (L. 23/12/2005) un comma che definiva la produzione e la cessione di energia elettrica da fonti rinnovabili agroforestali effettuata da imprenditori agricoli come attività connessa all’agricoltura, produttrice di reddito agrario. Anche le successive Finanziarie per l’anno 2007 e per l’anno 2008 sono intervenute, la prima a riformularne e specificarne la definizione e la seconda ad introdurre la facoltà per la tassazione del reddito nei modi normali. Occorre precisare a quale categoria di energia il legislatore fa riferimento, ammettendo le agevolazioni delle attività connesse: - energia elettrica e calorica derivante da fonti rinnovabili agrofo-
restali (parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura e dalla silvicoltura); - energia elettrica derivante dal fotovoltaico; - carburanti ottenuti da produzioni vegetali provenienti prevalenti dal fondo (bioetanolo, biodiesel, biogas); - prodotti chimici derivanti da prodotti agricoli provenienti prevalentemente dal fondo (biopolimeri, bioplastiche). L’aspetto fiscale qualifica la produzione e la cessione di energia elettrica e calorica, nelle fattispecie sopra descritte, come attività agricole connesse assoggettandole alla tassazione del reddito su base catastale a condizione che esista il requisito della prevalenza del prodotto agricolo utilizzato. Il principio della prevalenza è aspetto fondamentale per tutte le attività agricole connesse che hanno ragione d’esistere proprio perché dipendono da un’azienda agricola principale e prevalente. Bisogna fare molta attenzione a non perdere questo requisito per
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non incorrere nella tassazione ordinaria determinata dalla differenza fra ricavi e costi. Nel caso specifico, la produzione di energia e di carburanti è considerata produttrice di reddito agrario solo se la maggior parte del prodotto utilizzato deriva direttamente dall’attività agricola svolta sul fondo. Se il prodotto utilizzato è il medesimo, il confronto tra la produzione aziendale e gli acquisti da terzi viene fatto sulla quantità, qualora si utilizzino beni di natura diversa, la prevalenza va calcolata confrontando il valore normale dei beni. Nel caso in cui non possa essere fatta una stima (residui zootecnici) la prevalenza viene riscontrata attraverso una comparazione del prodotto finito cioè tra l’energia derivante da prodotti propri e quella derivante da prodotti acquistati da terzi. Nel caso del fotovoltaico il problema della prevalenza e della connessione con l’attività agricola è molto più complesso poiché non è richiesto alcun utilizzo di prodotto agricolo ma la sola istallazione di pannelli. La circolare di ultima pubblicazione chiarisce ogni dubbio in merito. E’ vero che non si utilizzano prodotti agricoli ma la definizione di attività connessa presuppone comunque un’azienda agricola con la coltivazione del fondo. Viene specificato che i terreni di proprietà dell’imprenditore o comunque nella sua disponibilità, devono essere condotti dall’imprenditore stesso ed essere ubicati nello stesso comune o in comuni confinanti dove viene installato l’impianto. Inoltre sono stati introdotti dei limiti alla produzione di energia con il fotovoltaico, oltre i quali non si considera produttiva di reddito agrario ma per la produzione eccedente genera un reddito d’impresa. Il reddito della produzione di 200 Kw di energia genera sempre reddito agrario, in sostanza è stata creata una franchigia nel limite della quale l’attività è sempre considerata agricola connessa. Per gli impianti di potenza nominale superiore a 200 Kw, la produzione eccedente è tassata catastalmente se si verifica almeno uno dei seguenti requisiti: • Entro il limite massimo di 1 Mw, per ogni 10 Kw di potenza eccedente i 200 Kw, bisogna condurre almeno un ettaro di superficie. • L’impianto deve essere di integrazione architettonica o parzialmente integrato. • Il volume d’affari dell’attività agricola esclusa la produzione di energia deve essere superiore al volume d’affari della produzione di energia eccedente i 200 kw, al netto della tariffa incentivante.
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Diverso è il trattamento IVA: non essendo compresa nella tabella A tipica dei prodotti agricoli, la cessione di energia va assoggettata ad aliquota ordinaria del 20%. La contabilità deve essere gestita separatamente da quella agricola ed obbligatoriamente in regime normale. L’aliquota IRAP per le attività, che rispettando i requisiti sono soggette a tassazione catastale, è del 1,9%, mentre per la parte eccedente soggetta a reddito d’impresa, l’aliquota è del 3,9%. Aspetti fiscali differenti caratterizzano i certificati verdi, il servizio di scambio sul posto e la tariffa incentivante. I certificati verdi sono beni strumentali immateriali pertanto la loro cessione va assoggettata ad IVA al 20%. Per le imposte dirette qualora l’imprenditore svolga attività tassata su base catastale viene assorbito dal reddito agrario, se invece l’imprenditore non può beneficiare dell’agevolazione ma produce reddito d’impresa, la cessione dei certificati verdi costituisce plusvalenza tassabile. Il regime fiscale del servizio di scambio sul posto è nuovamente disciplinato dal 2009 con risoluzione 13/E. In sostanza l’imprenditore percepisce periodicamente dal Gestore dei Servizi Elettrici un contributo in conto scambio che assume rilevanza ai fini IVA e per il quale va emessa fattura con addebito aliquota del 20%, mentre sotto il profilo reddituale concorre alla formazione del reddito imponibile solo qualora si rientri nell’ipotesi del regime normale. Infine la tariffa incentivante, erogata per vent’anni, è esclusa dal campo dell’applicazione dell’IVA in quanto contributo a fondo perduto e per l’aspetto reddituale vale il principio sopra esposto che sono assorbite dal reddito agrario qualora l’attività ha i requisiti per essere connessa all’agricoltura, costituiscono contributo in conto esercizio e quindi tassabili nei modi normali nel caso di reddito d’impresa per le persone fisiche e le società semplici e per le società di capitali che non hanno optato per la tassazione catastale. Il Testo Unico delle Imposte sui Redditi prevede l’applicazione della ritenuta del 4% sui contributi corrisposti alle imprese, il settore agricolo non ne è assoggettato.
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DATORI DI LAVORO
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VISITE DI CONTROLLO DEI LAVORATORI IN MALATTIA Ai sensi dell’art. 5 legge 300 del 20 maggio 1970 il datore di lavoro non ha il potere di compiere direttamente gli accertamenti sulla idoneità e sulla infermità per malattia o infortunio del lavoratore dipendente. Il controllo delle assenze per infermità può essere effettuato soltanto attraverso i servizi ispettivi degli istituti previdenziali competenti: INPS o strutture sanitarie pubbliche, i quali sono tenuti a compierlo per iniziativa propria o su richiesta del datore di lavoro. Infatti, il datore di lavoro ha la facoltà di far controllare la idoneità fisica del lavoratore inoltrando, tramite fax, un facsimile predisposto dall’Istituto competente per territorio. La visita medica è effettuata al domicilio indicato sul certificato e può svolgersi tutti i giorni, compresa la domenica ed i Dianella Mariotti Politiche del Lavoro e Contrattualistica
festivi, esclusivamente nell’ambito delle seguenti fasce orarie: mattino dalle ore 10,00 alle ore 12,00 - pomeriggio dalle ore 17,00 alle ore 19,00. Il medico cosiddetto “fiscale”, una volta compiuto il controllo dello stato di malattia, può confermare la prognosi, ridurla oppure accertare il riacquisto della capacità lavorativa. Qualora il lavoratore non venga reperito al suo domicilio il medico lascia l’invito scritto a visita di controllo ambulatoriale per il giorno feriale successivo. Il lavoratore che risulti assente durante le fasce di reperibilità alla prima visita di controllo senza giustificato motivo decade dal diritto al trattamento economico di malattia totalmente per i primi dieci giorni. L’esito della visita fiscale, senza indicazioni diagnostiche, è trasmesso alla Ditta, tramite posta ordinaria, mediamente entro una settimana dalla richiesta dell’accertamento.
500 EURO PER REGOLARIZZARE BADANTI E COLF CLANDESTINE Raggiunta l’intesa fra il ministro del Welfare Maurizio Sacconi e dell’Interno Roberto Maroni nel merito della “regolarizzazione selettiva” per colf e badanti; non è una sanatoria quella prevista da un emendamento del Governo inserito nel decreto legge sulle misure per contrastare la crisi, un articolo composto da 16 commi - “ dichiarazione di attività di assistenza e di sostegno alle famiglie”. I datori di lavoro italiani, dell’Unione Europea o extracomunitari, se in possesso della carta di soggiorno, che alla data del 30 giugno 2009 occupano irregolarmente alle proprie dipendenze da almeno tre mesi colf o badanti, italiane o straniere, potranno regolarizzarle pagando un contributo di euro 500 per ciascun lavoratore, nessuna differenza per nazionalità. Si tratta di una sorta di emersione che li solleva da sanzioni penali, civili ed amministrative conseguenti il rapporto di lavoro irregolare. Ogni famiglia potrà chiedere di mettere in regola una colf e due badanti. Il datore di lavoro per aprire la pratica della regolarizzazione, dopo aver versato il contributo forfettario di 500 euro, dovrà denunciare che il rapporto di lavoro deve essere in vigore almeno da aprile 2009; basta la dichiarazione del datore di lavoro, non sono richieste “prove” particolari, la domanda deve però comprendere, pena l’inammissibilità, l’attestazione di un reddito imponibile non inferiore ai 20.000.= euro annui in caso di famiglia composta da un solo soggetto percettore di reddito e 25.000.= euro annui per un nucleo familiare con più persone che lavorano. Se si chiede la regolarizzazione di una badante occorre fornire IL
la documentazione che prova la patologia o l’handicap, altrimenti niente contratto. Le denunce andranno fatte dal primo al trenta di settembre 2009 e saranno presentate all’INPS per i lavoratori italiani, quelle per i cittadini extracomunitari attraverso il web allo sportello unico per l’immigrazione. L’avvio della procedura di regolarizzazione comporterebbe la sospensione di alcuni procedimenti penali ed amministrativi nei confronti dei datori di lavoro e del lavoratore: lo straniero, nel corso della procedura, non potrebbe ad esempio essere espulso, salvo se colpevole dei reati più gravi previsti dal nostro codice. Naturalmente non sono ammessi alla regolarizzazione gli extracomunitari già colpiti da un provvedimento di espulsione per motivi diversi dal mancato rinnovo del permesso di soggiorno e quelli che hanno riportato condanne, anche con sentenza non definitiva, per uno dei reati previsti dagli articoli 380 (arresto obbligatorio in flagranza) e 381 (arresto facoltativo in flagranza) del codice di procedura penale. Chiunque presenta false dichiarazioni o attestazioni è punito con il carcere da 1 a 6 anni, la pena viene aumentata se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale. CREMONESE
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POLITICHE COMUNITARIE
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ART. 68,
RAGGIUNTO ACCORDO TRA MINISTRO E ASSESSORI Come da tempo si sa, il 2009 è stato l’ultimo anno di applicazione dei premi accoppiati dell’art.69 (seminativi – zootecnia). La riforma di quest’anno ha sostituito l’art. 69 con l’art. 68 fissando all’inizio di agosto la decisione definitiva degli Stati membri sul riparto dei fondi e sui settori di intervento. Si riporta di seguito la tabella che riassume le aree di intervento a partire dalla prossima campagna.
Paola Fraschini Politiche Comunitarie
ACCORDO REGIONI-MINISTRO SU RIPARTO RISORSE ART. 68 MISURE ACCOPPIATE Vacche nutrici di razze da carne e a duplice attitudine purché iscritte a libri genealogici o a registri anagrafici Bovini in età compresa tra i 12 e i 24 mesi: - allevati secondo un disciplinare di etichettatura facoltativa ai sensi del reg. ce 1760/00 e che riporti almeno le lettere b) e c) dell’art.12 del dm 30.08.00 - certificati ai sensi del reg. ce 510/06 (igp) Ovicaprini: - agnelli e capretti prodotti e commercializzati nell'ambito di sistemi di qualità dop, igp e comunque riconosciuti dall’Unione Europea. - miglioramento genetico di greggi attraverso l'introduzione e il mantenimento di arieti riproduttori iscritti e certificati ai libri genealogici ed ai registri anagrafici e genericamente selezionati per la resistenza alla scrapie Olio d'oliva: - produzione di olio extravergine di oliva dop e igp - produzione di olio extravergine di oliva biologico Lattiero caseario: - produzione di latte di qualità sia per l'uso alimentare sia per la trasformazione casearia; Il latte deve raggiungere almeno due dei successivi tre parametri qualitativi: 1) cellule somatiche non superiori a 300.000/ml; 2) carica batterica non superiore a 40.000 u.f.c./ml; 3) proteina superiore a 3,35% (o 3,30%) p/p Tabacco: - tabacco Kentucky per produzione di fascia di qualità - produzioni di tabacco di qualità, dei gruppi varietali 01 - 02 -03 -04, coltivato nelle zone di produzione riconosciute e oggetto di contratto di coltivazione con un trasformatore riconosciuto Zucchero: - per i produttori di barbabietola da zucchero che utilizzano semente certificata e confettata Floricoltura
MISURE DISACCOPPIATE Avvicendamento: - misure proteiche per le regioni del centro sud (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna + Marche, Toscana, Umbria, Lazio)
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Damiano Talamazzini Resp. Provinciale Patronato epaca
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Tutti i colori dell’arcobaleno
Riportiamo l’intervento della Cooperativa sociale L’Umana Avventura, che ha dato avvio ad una collaborazione con il Patronato nato in casa Coldiretti Da alcuni anni i Comuni della provincia di Cremona sono interessati dalla presenza di cittadini stranieri (6,5% sul totale della popolazione) perlopiù occupati nelle aziende locali come operai generici (35%) oppure nelle numerose aziende agricole come lavoratori (17%). Approfondendo i dati statistici, risulta evidente come la disoccupazione femminile sia particolarmente alta (46%) fra i nuclei familiari in cui l’uomo lavora in ambito agricolo. Una spiegazione di questo fenomeno si ritrova nel fatto che la maggior parte delle donne straniere giunge in Italia esclusivamente per ricongiungersi al marito, pertanto queste tendono a vivere relegate in casa, senza conoscere la lingua italiana; conseguenza di tale situazione è che i contatti con il “mondo esterno” sono limitati a famiglie della medesima etnia creando barriere spesso invalicabili verso la cultura del paese che le ospita. Questa sorta di isolamento tende ad acutizzarsi alla nascita del primo figlio, quando tutte quelle reti di sostegno (parenti e amici), che le donne avrebbero trovato nel loro paese d’origine, qui vengono a mancare. Si aggiunga inoltre che la limitata conoscenza della nostra cultura e dei servizi offerti dal territorio creano sempre più situazioni in cui il marito è chiamato a “mediare” tra ambito familiare e mondo esterno aumentando così lo stato di dipendenza della donna priva di un progetto di vita personale che vada oltre l’allargamento della famiglia. Se si pensa che la madre è il più importante veicolo di trasmissione culturale per i figli, risulta chiara l’importanza di promuovere occasioni d’incontro delle madri immigrate, non solo come aiuto al loro inserimento ed alla loro integrazione, ma soprattutto come atto preventivo, per ridurre fenomeni di emarginazione culturale e sociale dei figli. Il progetto “tutti i colori dell’arcobaleno” si propone di stimolare le madri extracomunitarie ad uscire dalla situazione di isolamento e solitudine valorizzando la maternità come strumento per favorire la loro integrazione nella società. Gli obiettivi del progetto possono essere sintetizzati nei seguenti due punti: sostenere le mamme extracomunitarie nel ruolo genitoriale e favorirne la loro indipendenza e autonomia. Il primo passo che la Cooperativa L’Umana Avventura si propone IL
di fare è quello di individuare due luoghi nel territorio cremonese in cui poter coinvolgere il maggior numero di donne extracomunitarie con bambini di età compresa tra 0 e 4 anni ove poter avviare il progetto. Verrà quindi coinvolta un’equipe composta da diverse figure professionali quali un educatore per adulti, un educatore addetto all’infanzia, una psicologa e un mediatore linguistico- culturale. Con il progetto “Tutti i colori dell’arcobaleno”, s’intende organizzare laboratori ludici creativi con l’intento di coinvolgere insieme madri e bambini valorizzando l’esperienza della maternità come strumento per potersi confrontare, aiutare e per socializzare. Queste attività verranno integrate con momenti di alfabetizzazione per permettere alle donne di poter comunicare fra loro e con gli operatori, ma soprattutto per poter iniziare un percorso di integrazione che, senza tale conoscenza, è loro precluso. Per consentire questi momenti di “apprendimento” prevalentemente riservati agli adulti, gli ambienti saranno organizzati in modo da garantire uno spazio per i bambini in cui verranno proposte attività ludiche ricreative finalizzate a stimolare capacità sociali e di apprendimento mediante l’utilizzo di giochi che permettano lo sviluppo di abilità espressive, psicomotorie, manipolative e creative. In questi momenti i bambini saranno accuditi ed accompagnati nelle attività dall’educatrice addetta all’infanzia. Per quanto riguarda gli adulti, gli interventi tenderanno a valorizzare momenti di confronto e condivisione tra culture di appartenenza favorendo il dialogo interculturale e lo scambio di saperi. Il mediatore linguistico-culturale, la psicologa e l’educatore per adulti si alterneranno in queste occasioni per favorire il dialogo all’interno del gruppo e facilitare le donne a far emergere dubbi, paure, aspettative che l’esperienza di essere madre in un “paese straniero” suscita in loro. Saranno predisposti anche momenti “formativi” durante i quali verranno fornite informazioni utili rispetto all’utilizzo e al funzionamento di servizi disponibili sul territorio. Verranno quindi coinvolte figure professionali che operano in tali servizi (pediatra, ostetrica, assistente sociale…) che possano rispondere in maniera chiara ed esaustiva ad ogni loro domanda. CREMONESE
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Compensazione campagna 2008-09: i primi dati Secondo i dati non ancora ufficiali, la produzione nel taglio della quota B e fino al 100% della quota C non subirà alcun prelievo supplementare
Pietro Scolari Ufficio Economico
In attesa dell’ufficialità dei dati da parte di AGEA in merito alle operazioni di chiusura - restituzione e compensazione - della campagna lattiero casearia 2008-09, riassumiamo alcuni numeri significativi. a. Produzione. Come si evince dalla tabella n° 1 la produzione della scorsa campagna è stata di 10.561.433 tonnellate che, rettificata in base al grasso di riferimento nazionale, è diventata di 10.567.562 tonnellate. PRODUZIONE (rettificata in ton.) 2008-09
2007-08
var. %
10.567.562
10.804.457
- 2,19% Fonte dati: SIAN
Rispetto alla precedente campagna la produzione è diminuita del 2,19%. b. Quota nazionale. Il quantitativo di quota nazionale disponibile, come si evince dalla tabella n° 2, QUANTITATIVO DI QUOTA NAZIONALE 2008-09
2007-08
var. %
10.740.661
10.530.060
2,00%
Fonte dati: AGEA sia per le vendite dirette sia per le consegne, è pari a 10.740.661 tonnellate, ovvero il 2% in più della precedente campagna, frutto dell’incremento di quota assegnato a tutti i Paesi membri della UE a gennaio del 2008 (e che solo recentemente, con la legge n° 33/09, è stato distribuito ai produttori di latte). Il quantitativo nazionale di riferimento per le consegne, a fronte delle mobilità temporanee, è pari a 10.412.532 tonnellate. c. Esubero produttivo. Dalla differenza tra la produzione nazionale consegne (tab. 1) ed il quantitativo nazionale di riferimento per le consegne, otteniamo l’esubero produttivo. ESUBERO PRODUTTIVO campagna
2008-09
2007-08
esubero in ton.
162.785
606.102
esubero in €
45.303* (stimato)
168.678 Fonte dati: nostre elaborazioni su dati AGEA
Ai sensi del comma 2 dell’art. 9 della Legge n° 119/03, deve essere accantonato un 5% dell’esubero nazionale e, di conseguenza, il totale dell’esubero consegne da imputare ai produttori che hanno oltrepassato la propria indicazione produttiva è pari a 162.785 tonnellate. Considerando che l’importo unitario del prelievo supplementare è pari a 0,2783 (Euro/kg.), otteniamo un prelievo imputato di circa 45 milioni di euro, ben al di sotto delle multe totalizzate nelle campagne precedenti. Dai dati riportati sopra è lecito aspettarsi anche una riduzione delle imprese soggette a prelievo, laddove nella campagna 2007/08 furono esattamente1506. Andando a focalizzare l’attenzione in merito all’imputazione del prelievo supplementare alle imprese, penso che si possa affermare con una certa sicurezza che tutti gli importi versati dai produttori per aver oltrepassato la propria quota (dal beneficio B alla C) saranno oggetto di restituzione da parte di AGEA. Del resto così avvenne anche nella campagna 2007-08, con una produzione superiore al 2% rispetto a quella della scorsa campagna e con una quota nazionale disponibile di un 2% in meno rispetto alla 2008-09. Pertanto, gli allevatori che hanno prodotto il proprio beneficio B e coloro che hanno prodotto in quota C ed hanno effettuato i versamenti mensili si vedranno restituire da AGEA dopo la metà di agosto – indicativamente intorno al 20 – quanto versato in eccesso. Resta da capire, quando si avranno i dati ufficiali, fin quanto sarà possibile la compensazione. Pare che anche le imprese che non hanno effettuato i versamenti mensili e non hanno prodotto oltre il 100% della propria quota potranno beneficiare della compensazione “generosa” della scorsa campagna. IL
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DONNE IMPRESA
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Donne Impresa l’impegno continua di Giacomo Maghenzani
VISITA A VILLA TARANTO
Numerosi impegni e varie proposte hanno visto Donne Impresa Coldiretti Cremona in prima linea nei mesi scorsi. Ripercorriamo, in primis attraverso le immagini, alcune ‘tappe’ del percorso condiviso dalle imprenditrici agricole.
INCONTRO CON LA CONSIGLIERA DI PARITÀ A seguito dell'incontro avvenuto tra la rappresentanza di Coldiretti Donne Impresa composta dalla Responsabile Provinciale Barbara Manzoni, dalle Vice Responsabili Emanuela Dilda e Anna Maria Magnani e da Gianpiera Badiini con la Consigliera di Parità della Provincia di Cremona Uliana Garoli e la Segretaria Luana Nicoletti, si sono poste le basi per una collaborazione attraverso la quale condividere obiettivi e azioni finalizzate a valorizzare il ruolo della figura femminile nel mondo del lavoro e, nello specifico, nell’ambito dell’attività agricola, settore trainante per l’economia del nostro territorio. Durante questo primo incontro, è stata accolta con interesse la proposta di aderire all’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale per la promozione di politiche di Parità, promosso dalla Consigliera di Parità con le Istituzioni Pubbliche e le rappresentanze economiche del nostro territorio. Il primo impegno preso è quello di organizzare un convegno per focalizzare l’attenzione sul ruolo emergente della donna nell’ambito della tifunzionalità in agricoltura. multifunzionalità
IL
Durante il mese di maggio Coldiretti Donne Impresa ha organizzato una visita ai giardini botanici di Villa Taranto a Verbania. La giornata, iniziata di buon mattino, è trascorsa in mezzo a splendide fioriture, a numerosissime varietà di piante e arbusti e al cospetto di meravigliosi alberi secolari. L’iniziativa è proseguita con una breve ma molto interessante visita alla chiesa di Madonna di Campagna (XV-XVI sec.), con un gustoso pranzo in agriturismo e una visita all’azienda agricola Floricoltura Ratti, che ha chiuso la piacevole giornata.
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DONNE IMPRESA
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FESTA DELLE CROCI A PIZZIGHETTONE Come avviene ogni anno, nel mese di maggio, le imprenditrici agricole della Sezione di Pizzighettone e Formigara sono state in prima linea nel dar vita alla ‘Festa delle Croci’, una giornata di riflessione, preghiera e festa condivisa con le loro famiglie, gli amici, i dirigenti Coldiretti e con l’intera comunità. Ci si è ritrovati domenica 17 maggio presso il santuario di
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imprenditrici agricole, impegnate allo stand di Coldiretti così come nell’allestimento dell’invitante esposizione dedicata ai prodotti del territorio, che ha fatto da corollario al convegno sul tema L’Agricoltura lombarda e le sfide della globalizzazione. Il “coffee break”, a cura degli agriturismi, è stato tutto nel segno dell’invito a gustare i prodotti a km zero.
CHIUSURA DEL MESE MARIANO Come è ormai consuetudine da oltre 20 anni, alla fine del mese di maggio le donne di Coldiretti si ritrovano in un Santuario dedicato a Maria per ringraziarla ed invocare la sua protezione. Quest’anno la ricorrenza è stata organizzata presso il Santuario Laureano – Chiesa di S. Abbondio in Cremona. Don Emilio Garattini, Consigliere Ecclesiastico Provinciale, ha officiato la Santa Messa, mentre il parroco Don Giuseppe ha colto l’occasione per proporre alle imprenditrici un breve percorso storico-artistico della chiesa e della cappella con la Madonna Nera, riproduzione fedele di quella di Loreto.
Sant’Eusebio a Pizzighettone, per la recita del Santo Rosario, seguita dalla celebrazione della Messa, nella quale don Vilmo Realini, parroco di Pizzighettone, ha sottolineato i valori, la dedizione e la devozione di tante famiglie che operano in agricoltura. Terminata la S. Messa, ci si è raccolti nel prato che circonda l’eremo di Sant’Eusebio, per la benedizione delle Croci in legno, poi consegnate dal sacerdote alle imprenditrici e agli imprenditori agricoli. Le lavoratrici e i lavoratori della terra hanno accolto questo dono rinnovando l’impegno di deporre le Croci nei campi, in segno di fede e di fiducioso abbandono alla protezione del Signore.
STAND A KM ZERO ALLA "TRE GIORNI IN PIAZZA" Anche l’edizione 2009 della Tre Giorni in Piazza a Pizzighettone (dal 22 al 24 maggio) ha visto l’importante apporto delle
È INIZIATA LA CAMPAGNA OMBREGGIANTE PER IV° GAMMA Ombreggiante bianco • per serre orticoltura di protezione da corpi • Rete estranei per frontali serre TNT per la • Panno germogliazione anticipata
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NOTIZIE UTILI
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Aiuti pomodoro, pere, pesche, prugne da industria Anno 2008 Si trasmettono gli importi definitivi degli aiuti per l’anno 2008, così come calcolati dal Mipaaf, per il pomodoro, le pere, le pesche e le prugne da industria. I valori sono i seguenti: • L’aiuto del pomodoro (parte accoppiata) è stato fissato in 1.410,187 euro/ha, risultanti dal plafond di 91,923 milioni di euro suddiviso per la superficie coltivata di 65.225,39 ettari. Si ricorda che l’importo indicativo era stato fissato in 1.300 euro/ha. • L’importo definitivo dell’aiuto 2008 per le pere è fissato in 4.006,7776 euro/ha. L’importo previsionale era pari a 2.200 euro/ha, essendo stati coltivati 1.888,55 ha, tra cui suddividere 7,567 milioni di euro. • L’aiuto definitivo 2008 per le pesche è fissato in 2.033,0988 euro/ha. L’importo previsionale era pari a 800 euro/ha, essendo stati coltivati 491,86 ha tra cui suddividere 1 milione di euro. • L’aiuto 2008 per le prugne d’Ente è fissato in 2.604,2983 euro/ha. L’importo previsionale era pari a 2.000 euro/ha, essendo stati coltivati 435,05 ha tra cui suddividere 1,113 milioni di euro.
Contributi Inps, errore nella data di scadenza del secondo versamento Abbiamo verificato che il frontespizio dei contributi Inps, già pervenuti ai nostri Associati, contiene un errore. Viene indicata come scadenza di settembre il giorno 17 anziché il 16. Si tratta evidentemente di un refuso, peraltro prontamente
corretto dall'INPS con apposita circolare. Segnaliamo l’anomalia ai nostri Associati, affinché annotino – come data di scadenza per il versamento dei contributi – il giorno mercoledì 16 settembre.
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ASSOCIAZIONE PENSIONATI
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ASSOCIAZIONE PENSIONATI COLDIRETTI CREMONA
Incontri Zonali
L’associazione Provinciale Pensionati Coldiretti invita i propri Soci aderenti e familiari agli Incontri Zonali che si svolgeranno: • il giorno 11 settembre 2009, alle ore 20,00 presso l’azienda agrituristica“Il Campagnino” Via Campagnino – Loc. Villarocca – Pessina Cremonese • il giorno 18 settembre 2009, alle ore 20,00 presso l’azienda agricola “Galli Giovanni” Via Alleati - Zappello – Ripalta Cremasca • il giorno 25 settembre 2009, alle ore 20,00 presso l’azienda agricola “Gardinazzi Renato” Strada Borciolotta, 1 – F.ne Camminata – Casalmaggiore • il giorno 2 ottobre 2009, alle ore 20,00 presso l’azienda agricola “Parmigiani Pier Giuseppe” C.na S. Eusebio – Pizzighettone
Trascorreremo una festosa serata conviviale in compagnia con musica e danza, all’insegna del buon umore! Vi aspettiamo numerosi!! Per informazioni telefonare alla Segreteria al n. telefonico 0372 / 499811 o presso gli Uffici di Zona.
Pensionati Coldiretti, tour in Cadore e Alto Adige L’Associazione Pensionati Coldiretti Lombardia organizza un tour in Cadore e Alto Adige, fissato per sabato 12 e domenica 13 settembre. Il programma prevede tappe a Cortina d’Ampezzo e Misurina, nella giornata di sabato 12 settembre. Nella mattinata di domenica 13, si partirà diretti al Santuario di Oies (Alta Val Badia), per la celebrazione della Santa Messa. E’ inoltre prevista una breve visita alla città di Bolzano. La quota di partecipazione è di 230 euro. Le adesioni si ricevono entro il 28 agosto. Per tutte le informazioni – e per ricevere il programma dettagliato dell’iniziativa – è bene contattare gli Uffici Zona Coldiretti e la Segreteria dell’Associazione provinciale Pensionati Coldiretti.
Sede in Via Ostiano, 70 26043 Persico Dosimo (CR) Tel. 0372 455646 Fax 0372 455660 E-mail: coopplac@tin.it www.latteriaplac.it
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ASSOCIAZIONE PENSIONATI
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Grande partecipazione alla Festa regionale dei Pensionati
La Festa regionale dei Pensionati si è aperta con la celebrazione della Santa Messa nel Santuario della Madonna del Carmine
di Marta Biondi E’ stata davvero massiccia la partecipazione dei pensionati di Coldiretti Cremona alla sesta edizione della Festa regionale Pensionati Coldiretti Lombardia, svoltasi martedì 30 giugno presso il Santuario della Madonna del Carmine a San Felice del Benaco: oltre cento pensionati, dalle Zone di Cremona, Crema, Soresina e Casalmaggiore, hanno preso parte all’importante iniziativa. A “guidare” la foltissima delegazione c’erano il Presidente dell’Associazione provinciale pensionati Coldiretti, Giovanni Rota, e il Segretario dell’Associazione Maria Luisa Parmigiani. Anche il
Direttore di Coldiretti Cremona Assuero Zampini, il Responsabile provinciale del Patronato Epaca Damiano Talamazzini e il Presidente del Cupla Cremona Antonio Borghesi, accanto ai Consiglieri ecclesiastici don Emilio Garattini e don Primo Pavesi, non hanno voluto mancare a questo appuntamento,
da sempre particolarmente atteso e significativo. Nel complesso, sono stati oltre 600 i pensionati che, da tutta la Lombardia, si sono raccolti nel Santuario dedicato alla Madonna del Carmine, aprendo insieme una giornata che è stata in primis dedicata “alla famiglia”, per ribadire i valori che essa rappresenta e che da sempre troviamo nelle famiglie contadine. Dapprima il Rettore del Santuario ha guidato i partecipanti in una interessante visita, tra storia e devozione. E’ seguita la Santa Messa, concelebrata da Padre Renato Gaglianone, Consigliere Ecclesiastico nazionale, da Don Claudio Vezzoli, Consigliere Ecclesiastico regionale, e dai Consiglieri Ecclesiastici proIn primo piano: le tre coppie cremonesi che hanno celebrato l’anniversario di matrimonio. Alle loro spalle: i sacerdoti, i dirigenti e funzionari di Coldiretti Lombardia e Coldiretti Cremona
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vinciali di Coldiretti Lombardia. Tra i presenti, c’erano il Presidente dell’Associazione Regionale Pensionati Spartaco Mari, il Vice Presidente regionale Ettore Prandini e il Direttore di Coldiretti Lombardia Eugenio Torchio. Ospiti d’onore della festa sono state le tante coppie che nel corso del 2009 festeggiano la ricorrenza dell’anniversario del proprio matrimonio. Per ogni coppia c’era un tributo speciale: una medaglia raffigurante il Santuario della Madonna del Carmine e una pergamena. Coldiretti Cremona ha applaudito, in particolare, tre anniversari “di casa nostra”: i dieci anni di matrimonio del Presidente Giovanni Rota con la moglie Pierina Cò, i trent’anni condivisi da Carolina Benelli e Francesco Dognini, e le nozze d’oro di Amedea Pasini e Antonio Borghesi, felicemente sposati da cinquant’anni. Tutti i partecipanti alla Festa si sono poi trasferiti a Salò, per un eccellente pranzo, seguito dall’escursione in motonave sul lago di Garda. Il foltissimo gruppo dei cremonesi presenti alla Festa a San Felice del Benaco
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CAMPAGNA AMICA
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“Aggiungi un posto a tavola” Campagnino: centro estivo in fattoria didattica “Aggiungi un posto a tavola”: è questo il tema pensato dalle imprenditrici agricole Emanuela e Monica Dilda per l’edizione 2009 del centro estivo proposto in fattoria didattica, al Campagnino di Pessina Cremonese. Per bambini e ragazzi anche quest’anno, nel mese di luglio, si è aperta la possibilità di trascorrere una spensierata, interessante estate in cascina, scoprendo il vero volto dell’agricoltura e dell’alimentazione made in Italy. “Il titolo, ‘Aggiungi un posto a tavola’ voleva essere, in primo luogo, un invito a stare insieme in amicizia, accogliendo tutti. Il centro estivo, anche quest’anno, è stato aperto a tutti i bambini e ragazzi del territorio, ed ha contato tra i suoi
ospiti più attesi anche i ragazzi diversamente abili dell’Ios – spiega Emanuela Dilda –. Al tempo stesso, ispirandoci al progetto di Coldiretti, abbiamo invitato i bambini, e insieme a loro i genitori, ad aprire le porte alla filiera italiana: i prodotti a km zero, acquistati direttamente dagli agricoltori, possono rivelarsi degli amici eccezionali, capaci di regalare gusto, sicurezza e benessere”. Da queste premesse è nato un percorso che ha saputo impostare una vera e propria “educazione alla sana alimentazione” nelle scelte quotidiane, attraverso giochi, laboratori, visite nelle aziende agricole e al Mercato di Campagna Amica. Tra le attività messe in campo segnaliamo il laboratorio del pane (ogni
giorno, con farine dell'azienda agricola, i ragazzi hanno impastato il pane per il pranzo e la merenda), la raccolta di verdure e frutta (anche in questo caso da preparare per poi essere gustate in compagnia), l’incontro con gli animali della fattoria e poi, ogni venerdì mattina, l’attesa ‘uscita’ insieme alle imprenditrici agricole e ad alcune mamme, diretti a Cremona, per scoprire i tanti prodotti del Mercato di Campagna Amica al Foro Boario. Le ‘visite’ al Mercato sono state vissute con entusiasmo e curiosità: i bambini hanno osservato – e prontamente assaggiato – tanti prodotti a chilometri zero presenti agli stand degli imprenditori agricoli, scoprendo dove e come nascono formaggi, yogurt, salumi, marmellate, miele, frutta, biscotti (alcuni dei prodotti in vendita, insieme a riso, vino, salumi, fiori, verdura, legna). Accanto alle attività tipiche di una giornata in campagna, il centro estivo ha offerto momenti ludici e laboratori di riciclaggio (un invito, anche in questo caso, ad amare e rispettare l’ambiente). Tra le proposte c’era anche il laboratorio “facciamo la carta pesta” a cura degli operatori dell'IOS. (m.b.)
Parte dei ragazzi del Centro estivo promosso dal Campagnino, fotografati in occasione della visita al Mercato di Campagna Amica al Foro Boario di Cremona IL
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I prodotti a km zero direttamente dagli Agricoltori ai Consumatori
Tutti gli appuntamenti: A CREMONA Il Mercato è al Foro Boario (nel parcheggio di via Mantova, nei pressi della sede della Croce Rossa), ogni venerdì mattina, dalle ore 8 alle 13.
A CASALMAGGIORE Il Mercato degli Agricoltori è in Piazza Turati, ogni sabato mattina (in concomitanza con il mercato cittadino).
A CREMA Siamo in via Terni, a pochi passi dal distributore automatico di latte, dalle ore 8 alle 12.30, ogni prima e terza domenica del mese.
A OSTIANO L’appuntamento è in Piazza Garibaldi, ogni quarta domenica del mese, dalle ore 8 alle 12.30.
A SORESINA Il Mercato si tiene tutti i lunedì, dalle 8 alle 13, nella piazza davanti al Palazzo Comunale.