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Tariffa R.O.C. Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, dcb Cremona Autorizzazione Tribunale di Cremona 25/07/1951 n. 33 del Registro
LOMBARDIA EXPO TOUR
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Periodico della Federazione Provinciale Coldiretti di Cremona
Coltivatore
ANNO 68 numero 4 settembre/ottobre 14
Domenica 12 ottobre a Cremona
Convegno “Dalle stalle lombarde ai grattacieli di New York il Made in Italy alla sfida dei mercati”
...e il più grande Mercato di Campagna Amica mai visto in città
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Direzione, Redazione, Amministrazione Via G. Verdi, 4 - I piano Cremona - Tel. 0372499811 Direttore responsabile Tino Arosio
Redattore capo Marta Biondi
Hanno collaborato a questo numero
Marco Benedini, Giacomo Maghenzani Dianella Mariotti, Maurizio Inzoli Andrea Ragazzini, Damiano Talamazzini Ambrogio Toscani, Bruno Toscani
Progetto grafico e impaginazione UP Uggeri Pubblicità Srl
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Tipografia Pizzorni Tariffa R.O.C. Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 dcb Cremona, Autorizzazione Tribunale di Cremona 25 luglio 1951 n. 33 del Registro Pagamento assolto tramite il versamento della quota associativa
Questo mensile è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
sommario 2 Embargo russo, gravi danni 3 Prezzo del latte il cambiamento necessario 4/5 Lombardia Expo Tour tappa a Cremona 7 Forum di Cernobbio 9 Associazione pensionati dal 10 al 15 Speciale PAC 16 No alla centrale a Bertonico 17 Nutrie, dalla padella alla brace 19 Fotovoltaico, Spalmaincentivi 20/21 Datori di lavoro 22/23 Fiscale 24 e 29 Dal territorio 27 e 30 Campagna Amica
Embargo russo gravi danni per l’agricoltura
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mbargo russo: complessivamente si stima che, solo per l’Italia, siano state bloccate spedizioni di prodotti agroalimentari per un valore di circa 200 milioni di euro tra ortofrutta, carni, salumi, formaggi. L’esportazione di prodotti lattiero caseari italiani in Russia è stata pari a 45 milioni di euro nel 2013, tra i quali un peso rilevante è rappresentato da Grana Padano e Parmigiano Reggiano, per un totale di circa 15 milioni. Si Roberto Moncalvo Presidente Coldiretti aggiungono le perdite indirette, che hanno portato al calo dei prezzi sul mercato interno. Rilevanti sono anche le esportazioni di formaggi freschi per un importo di 13 milioni di euro come le mozzarelle che sono state escluse dagli aiuti, peraltro ora sospesi per l’intero comparto, con la decisione della Commissione europea “di porre fine all’ammasso privato per i formaggi” che era stato introdotto, per un massimo di 155mila tonnellate, per contrastare i danni subiti dai produttori europei in seguito all’embargo russo. Fortemente penalizzati dal blocco delle esportazioni verso la Russia appaiono il settore dell’ortofrutta, per un importo di 72 milioni di euro esportati nel 2013, e quello delle carni, per 61 milioni di euro. Grazie al pressing di Coldiretti, si è finalmente giunti alla pubblicazione del regolamento che riapre le misure eccezionali per i produttori ortofrutticoli danneggiati dall’embargo, ma sono passate ben tre settimane dalla sospensione del precedente provvedimento UE per il sostegno delle produzioni ortofrutticole, senza che vi fossero misure per contrastare le difficoltà registrate sui mercati. Come si ricorderà, il provvedimento per l’embargo russo era stato sospeso dall’Ue il 10 settembre per eccesso di richieste e per la necessità di alcune verifiche, con la Polonia che aveva presentato l’87% del totale delle richieste. L’Italia aveva richiesto solo lo 0,27% del totale, ovvero 458.864 euro, per 1.326 tonnellate di prodotto. Oltre a problemi di carattere burocratico che hanno frenato la presentazione delle richieste italiane, risulta palese come le indennità di ritiro siano molto appetibili per paesi con costi di produzione bassi, la Polonia ad esempio, mentre risultino meno interessanti per i paesi, come l’Italia, che hanno costi di produzione elevati. Il nuovo provvedimento – sottolinea la Coldiretti – non è retroattivo e non copre pertanto le tre settimane di fermo e non aumenta delle indennità in funzione dei costi di produzione. Si tratta di aspetti negativi che ne pregiudicano l’efficacia. Vengono riaperti i termini di presentazione per le domande di sostegno a partire dal 30 settembre, fino al 31 dicembre (a meno che i quantitativi fissati non siano raggiunti prima), suddividendo le risorse tra i diversi Stati e i diversi prodotti, per evitare distorsioni nell’utilizzo delle risorse. E’ grave il fatto che – sottolinea la Coldiretti - le risorse siano state ricavate dai margini del bilancio Ue destinato all’agricoltura che viene di fatto penalizzata due volte, una prima volta per la chiusura di un mercato interessante, una seconda volta con un sostegno ricavato a scapito dello stesso settore. Va evidenziato che per tutte le produzioni italiane ai danni diretti si sommano quelli indiretti, dovuti alla perdita di immagine e di mercato provocata dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in italy, ma anche la possibilità – come denunciato a più riprese da Coldiretti – che vengano dirottati sul territorio nazionale i prodotti agroalimentari di bassa qualità di altri paesi, che in Russia non trovano più uno sbocco, venendo a rappresentare una ulteriore concorrenza sleale nei confronti del vero Made in Italy.
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EDITORIALE
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PREZZO DEL LATTE: IL CAMBIAMENTO NECESSARIO
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e stalle lombarde sono senza un prezzo di riferimento per il latte dal mese di giugno, quando è scaduto l’accordo sottoscritto con Italatte Spa. Da luglio in poi nessuna industria ha più pagato i 44,5 centesimi di euro in vigore sino al 30 giugno e si è aperta una brutta stagione dove ogni industria ha imposto agli allevatori prezzi notevolmente inferiori a quel livello mettendo a serio rischio la loro sopravvivenza. E’ stato finora impossibile giungere ad un accordo simile a quello in vigore fino a metà anno che consentisse una giusta remunerazione del latte alla stalla. Fin qui la brutta cronaca di una triste stagione di contrattazione senza risultati. Ma il tema è un altro e non è assolutamente di natura tecnica. Cosa deve accadere perché un prodotto di punta della nostra agricoltura e del nostro agroalimentare come il latte possa essere pagato al giusto prezzo e non invece secondo i canonici criteri che spesso si rifanno a rituali in uso per le cosiddette commodity? Cosa deve accadere per porre fine alla condizione in cui gli industriali, quando il prezzo concordato è più basso dei valori del mercato, si trincerano dietro l’accordo sottoscritto (si veda la situazione dell’autunno-inverno dello scorso anno) e quando invece la situazione è rovesciata si appellano ai valori internazionali per ridurre il prezzo pagato agli allevatori dei nostri territori? Deve accadere una piccola rivoluzione innanzitutto culturale, mandando
in pensione i vecchi meccanismi che appartengono ad altre stagioni. In altre parole deve vincere un nuovo metodo che parte da una diversa considerazione. E’ l’intera filiera che deve ripensarsi. Bisogna capire se gli industriali e la distribuzione organizzata hanno il coraggio di riconoscere che anche per loro il valore sta nel fatto di avere un latte eccellente come quello italiano, che può essere trasformato in formaggi eccellenti come quelli italiani, che possono essere venduti al prezzo giusto ai consumatori italiani e ai consumatori del mondo intero, che fanno la corsa per gustare le nostre produzioni. Solo se questo avviene si può cambiare rotta e dare un presente e un futuro ad ogni soggetto della filiera. Diversamente è un incontro di pugilato, dove uno per “vincere” deve fare male all’altro! Solo se si capisce (cari industriali e cara distribuzione) che senza questo patrimonio, che si chiama vero made in Italy, prima o poi tutti sono destinati a morire. Prima uno, poi l’altro e poi l’altro ancora. Eppure si fa fatica a far passare questo cambio di rotta. E allora assistiamo ai piccoli cabotaggi, o peggio ancora ad operazioni di falsificazioni e truffe, che ancora qualcuno pensa di attuare in assenza di regole per tutti che identifichino l’origine dei prodotti agroalimentari. Che sconfitta per gli italiani leggere notizie di sequestri di cagliate impor-
Paolo Voltini Presidente Coldiretti Cremona
tate, spesso in condizioni di carente sicurezza alimentare, pronte ad essere trasformate in formaggi che arrivano sui banchi di vendita con il marchio italiano! E allora quella parte sempre più importante di industriali e della grande distribuzione che ha capito che così non si va da nessuna parte deve fare la differenza indicando il percorso che Coldiretti – insieme agli italiani – non manca di richiamare. Deve saper dire che il Grana Padano – per fare un esempio a noi caro – è un valore per tutti, per gli agricoltori che fanno il latte e lo trasformano con le loro cooperative, per gli industriali che lo trasformano e per la distribuzione che lo commercializza. Deve saper dire che il prezzo va suddiviso correttamente tra tutti i soggetti della filiera. Deve saper espellere dal sistema chi con pratiche illegali devia da questa strada. Deve mettere in gioco tutta l’autorevolezza possibile per dire che si deve arrivare subito all’origine in etichetta. Solo così si cambierà pagina e un futuro sarà garantito a tutti.
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l'Europa investe nelle zone rurali PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura http://ec.europa.eu/agriculture/rurdev/index_it.htm
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EVENTO
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LOMBARDIA EXPO TOUR
Grandissimo appuntamento domenica 12 ottobre a Cremona Tocca a noi. Dopo le tappe a Brescia, Bergamo, Pavia, Milano, Como, Monza e Mantova, tocca a Cremona, città della musica e di tante eccellenze agro-alimentari, accogliere il Lombardia Expo
Tour, iniziativa promossa da Regione Lombardia in sinergia con la Coldiretti Regionale, per valorizzare i contenuti di Expo 2015 nelle 12 province lombarde. L’appuntamento a Cremona – fissato per
LOMBARDIA EXPO TOUR Domenica 12 ottobre a Cremona
domenica 12 ottobre – si preannuncia importante e ricco, sia nei contenuti che nelle proposte e attività. Sono vari i momenti ai quali stiamo lavorando:
Il convegno.
Nella provincia che, da sola, garantisce il 10% del latte munto in Italia, la tavola rotonda – accolta dalla CCIAA Cremona, in sala Maffei, con avvio dalle ore 10.30 – verterà sul tema “Dalle stalle lombarde ai grattacieli di New York, il Made in Italy alla sfida dei mercati”. Sono previsti relatori di grandissimo spessore: il Ministro Martina, il Presidente della Regione Maroni, l’Assessore Fava, il Presidente di Coldiretti Lombardia Prandini, il Direttore Consorzio Grana Padano Berni, il Sottosegretario Expo Sala. Dopo il saluto del Sindaco Galimberti e del Presidente di CCIAA Auricchio, i lavori saranno aperti dal Presidente di Coldiretti Cremona Paolo Voltini e saranno trasmessi in diretta streaming. Nei giorni in cui questo Coltivatore si chiude, stanno proseguendo i lavori tesi a garantire un appuntamento memorabile, fin dal suo avvio (ma le anticipazioni si fermano qui).
Il mercato di Campagna Amica.
Dalle ore 9 alle 19. Lungo i Corsi Verdi, Campi, Garibaldi il più grande Mercato di Campagna Amica mai visto in città, con 70 aziende agricole da tutta la Lombardia e le fattorie didattiche
Ore 21. Presso il Teatro Ponchielli, concerto a km zero di Davide Van De Sfroos dedicato a storia e cultura dei territori
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Per l’intera giornata di domenica, dalle ore 9 alle ore 19, il mercato degli imprenditori agricoli di Coldiretti ‘invaderà’ le vie del centro. Si partirà dal tratto più centrale di corso G. Verdi (all’altezza dell’incontro con via Capitano del Popolo), per proseguire lungo Corso Campi e approdare in Corso Garibaldi. Saranno presenti ben 70 gazebi gialli in arrivo da tutta la regione, con i prodotti dell’agricoltura lombarda, garantiti da Campagna Amica. Ai ‘nostri’ agricoltori è affidato il compito di stare in prima linea, raccontando le eccellenze dell’agricoltura Made in Cremona, Crema,
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Casalmaggiore, Soresina. Assicuriamo una giornata ricca di qualità, bontà e divertimento, fra sapori (ci sarà la vendita diretta, ma anche la possibilità di sostare e degustare alcuni piatti proposti dalle aziende) e musica (con la marching band).
La scuola.
Lungo il percorso, sarà presente l’Istituto di Agraria Stanga (con i plessi di Crema e Cremona, e con la Scuola Casearia di Pandino), con gli allievi, gli insegnanti, i prodotti, eventuali laboratori e il racconto di una realtà che è tra i vanti del nostro territorio e che riscuote sempre maggiore attenzione (e adesioni) fra i giovani prossimi all’iscrizione alla scuola
superiore. Sarà l’occasione per un focus dedicato ai giovani e alle loro scelte nell’ambito scolastico e professionale.
La fattoria.
In corso Giuseppe Garibaldi, in una cornice di bandiere gialle, nascerà un’autentica ‘fattoria a cielo aperto’, con l’obiettivo di raccontare la vita, le attività, i protagonisti (a tal proposito, stiamo lavorando a una grande sorpresa per tutti i bambini!) della vita e del lavoro in campagna. Saranno in prima linea le fattorie didattiche di Coldiretti Cremona, chiamate a proporre laboratori e giochi. E per i bimbi non mancherà un piccolo ricordo della loro partecipazione alla giornata.
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Il concerto.
La giornata-evento prevede una chiusura in musica con lo spettacolo di Davide Van De Sfroos, che sta portando il progetto “Terra&Acqua di Lombardia” in tutte le province. Domenica 12 ottobre l’appuntamento è alle ore 21 al Teatro Ponchielli, per un concerto di cui Van De Sfroos è direttore artistico e conduttore, che attraverso musica, immagini e momenti di narrazione di fatti storici, aneddoti e leggende, promuoverà e valorizzerà la storia e la cultura dei diversi territori. (Per ulteriori informazioni sul concerto, aperto al pubblico, è possibile consultare il sito http://www.itinerarifolk.com/expo-tour.php).
Il programma, la cronaca e le immagini della tappa cremonese del Lombardia EXPO Tour sono su www.cremona.coldiretti.it, il sito di Coldiretti Cremona. IL
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MADE IN ITALY
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IL 17 E IL 18 OTTOBRE A CERNOBBIO IL XIV FORUM INTERNAZIONALE DELL’AGRICOLTURA E DELL’ALIMENTAZIONE L’edizione 2014 del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti con la collaborazione dello studio Ambrosetti, si terrà a Villa d’Este a Cernobbio, sul lago di Como, dal 17 al 18 ottobre. Il Forum, giunto alla quattordicesima edizione, costituisce l’appuntamento annuale dell’agroalimentare Made in Italy che riunisce i maggiori esperti, opinionisti ed esponenti del mondo accademico, nonché rappresentanti istituzionali, responsabili delle forze sociali, economiche, sindacali e politiche nazionali ed estere. L’edizione di quest’anno si apre alle ore 10,00 di venerdì 17 ottobre e si chiude alle 14,00 di sabato 18 ottobre in una due giorni dedicata a “La via italiana alla crescita sostenibile” in cui si susseguiranno presentazioni di ricerche innovative su temi di attualità curate dalla Coldiretti insieme a Censis e Ixè, approfondimenti ed indagini esclusive, esposizioni e mostre in anteprima assoluta e qualificati ed autorevoli interventi.
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ASSOCIAZIONE PROVINCIALE PENSIONATI COLDIRETTI Costituita dalla Federazione Coltivatori Diretti
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Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Provinciale Pensionati Coldiretti Cremona ha deliberato la convocazione delle
ASSEMBLEE ZONALI ASSOCIAZIONE PENSIONATI COLDIRETTI per l’elezione dei DELEGATI all’Assemblea Provinciale convocata per MODIFICHE STATUTARIE E RINNOVO CARICHE SOCIALI CREMA - 28 OTTOBRE 2014 - ore 9:00 presso UFFICIO ZONA di CREMA - via del Macello, 34 SORESINA - 28 OTTOBRE 2014 - ore 15:00 presso SALA GAZZA di SORESINA - via Matteotti, 4 CREMONA - 29 OTTOBRE 2014 - ore 9:00 presso UFFICIO ZONA di CREMONA - Via D. Ruffini, 28 CASALMAGGIORE - 29 OTTOBRE 2014 - ore 15:00 presso UFFICIO ZONA di CASALMAGGIORE - Via Cairoli, 3 IL PRESIDENTE Giovanni Rota
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Presentate le nuove linee in vista delle semine
La nuova Pac, sala gremita per l’incontro a Cremona
“L’incontro ha dimostrato quanto sia forte Coldiretti Cremona. Sulla Pac che sta definitivamente prendendo forma possiamo dire che non è quella che noi avremmo voluto, ma è senz’altro meglio di quanto si prospettasse nelle prime versioni. E se ciò è potuto accadere
non possiamo nascondere che il merito è stato dalla pressante e qualificata azione che la nostra Organizzazione ha fatto in questi anni a Bruxelles e poi a Roma. Non possiamo sottovalutare i risultati ottenuti nella nostra battaglia per ampliare l’elenco delle realtà che non potranno percepire la Pac futura, a partire dalle banche e dalle assicurazioni. Così come è stato
importante aver convinto il Governo a non impegnare tutte le risorse a disposizione per i contributi accoppiati, aspetto che se fosse stato generalizzato a tutti i comparti avrebbe ulteriormente ridotto il premio base per le aziende. Per il nostro territorio è stato di straordinaria importanza assegnare contributi aggiuntivi alla zootecnia e al pomodoro. Un grande risultato lo abbiamo portato a casa sul totale cambiamento
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della versione originaria dell’agricoltore attivo che percepirà la pac, ancorando questo concetto al principio che la pac è per chi fa l’agricoltore. Non può essere sottovalutato neppure il fatto che avere un budget finanziario ancora importante (tra domanda unica e Psr) per i prossimi anni non era certamente scontato all’inizio del percorso”. Paolo Voltini, Presidente di Coldiretti Cremona, porta questa sintesi dell’incontro che giovedì 18 settembre, in serata, ha raccolto quattrocento imprenditoria agricoli nella sala convegni del Seminario Vescovile di Cremona, sul tema “La nuova Pac”, con l’obiettivo di fare il punto sulla riforma, sulle scelte compiute a livello nazionale, e su come esse si tradurranno nella vita e nel futuro delle imprese agricole nei prossimi anni, dal 2015 al 2020, a partire già dalle scelte che ricadono direttamente sulle semine ormai prossime. Aperto dal Presidente Voltini e dal Direttore Tino Arosio, l’incontro ha visto la relazione di Ermes Sagula, Responsabile C.A.A. Coldiretti Lombardia, che
ha sottolineato iter, obiettivi, strumenti, modelli, facendo il punto su aiuti diretti e scelte nazionali, con focus in particolare sui settori dei seminativi e della zootecnia. “La materia è molto complicata, e purtroppo per niente semplificata. E questo è un grande problema” hanno evidenziato il Presidente e il Direttore
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di Coldiretti Cremona, confermando l’impegno, dopo l’affollatissimo avvio del 18 settembre, “di riprendere ogni aspetto sui territori, con altri incontri, specifici zona per zona, così da assicurare alle imprese la consulenza più puntuale ed efficace”. I nostri uffici sono a disposizione dei Soci per tutte le informazioni e la consulenza del caso.
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LA NUOVA PAC: LE SCELTE NAZIONALI Marco Benedini Resp. Provinciale Servizi Tecnici
In base ai regolamenti comunitari dello scorso dicembre sulla nuova Politica Agricola Comunitaria che ci accompagnerà fino al 2020, gli Stati membri avevano alcune possibilità di scelta sull’applicazione interna della riforma da comunicare alla Comunità europea entro il primo agosto di quest’anno. In Italia il Consiglio dei Ministri del 31 luglio scorso ha approvato un documento “La nuova PAC: le scelte nazionali” che delinea appunto le scelte politiche fatte dal nostro stato per l’applicazione nazionale del primo pilastro della Politica Agricola Comunitaria. Allo stato attuale, quindi, si conoscono le macro scelte in merito alla riforma che riguardano la figura dell’agricoltore attivo, il metodo di applicazione della convergenza interna degli aiuti, l’applicazione della regionalizzazione su una base unica nazionale, le percentuali di pagamento da destinare alle varie componenti del Premio Unico Aziendale, come è stato suddiviso il budget tra i vari pagamenti accoppiati previsti, ma rimangono aperte alcune questioni più sottili di applicazione della riforma che potranno essere chiarite solamente da un emanando decreto ministeriale (di cui ad oggi circola solamente una bozza) e dalle varie circolari applicative che faranno AGEA e, a seguire, i vari Organismi Pagatori Regionali. Vediamo di seguito le principali novità della riforma soffermandoci su quegli aspetti (greening) importanti da conoscere fin da subito perché implicano delle scelte aziendali da mettere in campo già con le imminenti semine autunnali. CHI POTRA’ PERCEPIRE LA PAC: L’AGRICOLTORE ATTIVO Una scelta importante da fare è stata appunto quella di orientare i pagamenti a determinate categorie di soggetti, il reg. comunitario già prevede una lista di enti che non potranno beneficiare dell’aiuto: aeroporti, servizi ferroviari, impianti idrici, servizi immobiliari, terreni sportivi e aree ricreative permanenti, l’Italia ha ampliato questa “lista nera” escludendo anche: • persone fisiche e giuridiche che svolgono attività di intermediazione bancaria finanziaria e commerciale, • società che svolgono attività di assicurazione, • pubbliche amministrazioni ad eccezione degli enti che esercitano attività di formazione e sperimentazione in campo agricolo. Indipendentemente dalle caratteristiche dei soggetti beneficiari, l’Italia ha scelto di applicare due tipi di soglie minime, al di sotto delle quali si è sempre considerati “agricoltori attivi”: • 5000 E per le aziende ubicate nelle zone di montagna o svantaggiate, • 1250 E per le aziende ubicate nelle altre zone (pianura). Al di sopra di questa soglia, per essere considerati “agricoltori IL
attivi” e quindi aver diritto al pagamento unico aziendale, si dovrà rispettare uno dei seguenti requisiti: • essere iscritti all’INPS come coltivatori diretti o Imprenditori Agricoli Professionali (IAP), • possedere una partita iva in campo agricolo con predisposizione della dichiarazione annuale dell’iva (tenere la contabilità). 5 TIPOLOGIE DI PAGAMENTO In base ai regolamenti comunitari, gli Stati membri avrebbero potuto attivare ben 7 tipologie di pagamento, l’Italia ha scelto di attivarne 5 che costituiranno il PUI (premio unico aziendale): 1. PAGAMENTO DI BASE - 58% del massimale nazionale 2. PAGAMENTO ECOLOGICO (GREENING) - 30% del massimale 3. PAGAMENTO AI GIOVANI AGRICOLTORI - 1% del massimale, 4. PAGAMENTO ACCOPPIATO - 11% del massimale 5. PAGAMENTO PER I PICCOLI AGRICOLTORI. PAGAMENTO DI BASE E PRIMA ASSEGNAZIONE DEI TITOLI Con il 2015 e l’entrata in vigore a pieno della riforma, i titoli che attualmente sono in possesso delle aziende agricole cesseranno di esistere. Ad ogni agricoltore attivo che presenterà la domanda unica nel 2015 (deve aver presentato domanda unica nel 2013 o aver chiesto l’assegnazione di titoli dalla riserva nazionale del 2014) saranno assegnati nuovi titoli il cui utilizzo annuale permetterà di percepire il pagamento di base. Il valore di partenza per calcolare il valore dei titoli è il pagamento che l’agricoltore ha ricevuto nel 2014 riproporzionato sulla base del massimale nazionale per l’anno 2015 e della percentuale del 58% da attribuire al pagamento di basa. Si precisa che una delle scelta che potevano fare gli Stati membri era di utilizzare quale calcolo o il valore dei titoli in portafoglio nel 2014 (titoli in proprietà) o il valore dei pagamenti percepiti nel 2014, la scelta italiana è ricaduta sui pagamenti percepiti, garantendo di fatto la futura assegnazione dei titoli agli effettivi conduttori dei terreni (titoli agli affittuari). Il numero dei titoli assegnati ad ogni agricoltore sarà pari al n. di ettari ammissibili che l’azienda avrà a disposizione nel 2015. Questo meccanismo permette di garantire ad ogni percettore di aiuto la propria storicità del premio unico aziendale che verrà trascinata (con gli aggiustamenti dovuti alla “convergenza”) fino a fine riforma. E’ evidente quindi che il numero di ettari in conduzione nel 2015 inciderà notevolmente sul valore unitario dei titoli e potenzialmente potrebbero nascere delle situazioni di speculazione dove, a seguito di una forte diminuzione del numero di ettari, si avrebbe un notevole aumento del valore CREMONESE
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dei titoli di base. Il regolamento comunitario prevede che per queste situazioni di “guadagni insperati” gli Stati membri possano decidere in merito, e l’Italia sembra orientata (si legge nella bozza del Decreto Ministeriale) a far confluire nella riserva nazionale il 50% dell’aumento di valore dei titoli a seguito delle diminuzioni delle superfici dichiarate dal 2014 al 2015. Da precisare inoltre è che nel conteggio dei pagamenti percepiti non entreranno a far parte i pagamenti di cui all’art. 68 che continueranno ad avere un aiuto accoppiato: è l’esempi del latte, che ora gode di un pagamento di cui all’art. 68 ma continuerà anche in futuro ad avere un aiuto accoppiato. REGIONALIZZAZIONE E CONVERGENZA INTERNA In merito alla regionalizzazione, la scelta nazionale è ricaduta su una regione unica a livello nazionale. La valutazione di questa scelta è da farsi congiuntamente alla scelta del modello di convergenza interna, infatti la scelta Italiana di applicare il cosiddetto “modello irlandese” ha permesso di mantenere, fino a fine riforma, una differenziazione importante tra il valore dei titoli che saranno assegnati alle varie aziende sulla base del premio che le stesse hanno percepito nel 2014, differenza che andrà via via a convergere verso un unico valore nazionale a fine riforma (2020). Ma vediamo nel dettaglio cosa prevede il modello di convergenza irlandese: • I titoli di ogni agricoltore non potranno diminuire a fine riforma di oltre il 30% rispetto al suo valore unitario iniziale, • Nell’anno 2019 nessun titolo avrà un valore unitario più basso del valore medio unitario nazionale, • Gli agricoltori che ricevono meno del 90% del valore medio unitario nazionale otterranno un aumento graduale, pari ad un terzo della differenza tra il valore medio unitario nazionale e il 90% del valore medio unitario nazionale al 2019. Quindi il concetto è che si andrà tutti verso un valore unitario nazionale (chi in aumento chi in diminuzione) ma anche a fine riforma rimarranno delle differenze tra il valore dei titoli dei singoli agricoltori. GREENING Il 30% del massimale deve essere destinato al pagamento per le pratiche ecologiche, a fissare questa percentuale è lo stesso regolamento comunitario che non lascia possibilità di scelta agli Stati membri. La scelta nazionale è stata invece quella di legare proporzionalmente il pagamento ecologico al pagamento di base; questo significa che aziende con un importo alto del valore dei titoli di base percepiranno anche un pagamento ecologico alto e viceversa. Quindi il pagamento ecologico è strettamente legato al pagamento del titolo di base al punto che se un’azienda non possiede titoli di base non potrà nemmeno percepire il pagamento per il geening. I vincoli che ogni azienda deve rispettare per ottenere il pagamento “verde” sono essenzialmente 3 e sono uguali in tutto la Comunità Europea con scarsa possibilità di manovra per gli Stati membri: 1. DIVERSIFICAZIONE DELLE COLTURE 2. MANTENIMENTO DEI PRATI PERMANENTI 3. PRESENZA DI UN’AREA DI INTERESSE ECOLOGICO DIVERSIFICAZIONE DELLE COLTURE Questo impegno prevede tre vincoli in funzione della superfiIL
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cie aziendale a seminativo: • Sotto i 10 ettari nessun vincolo, • Tra 10 e 30 ettari obbligo di fare almeno 2 colture di cui la maggiore non superi il 75% della superficie, • Oltre i 30 ettari obbligo di tre colture di cui la più importante non superi il 75% della superficie e la minore occupi almeno il 5% della superficie a seminativi. Si precisa che per “diversificazione” non si intende “rotazione”, cioè il vincolo del greening impone solamente che in azienda ci siano 2 o 3 colture con le percentuali sopra indicate, ma che le stesse possano continuare ad essere coltivate tutti gli anni sulle medesime superfici. Esistono alcune deroghe all’applicazione della diversificazione: • se più del 75% della superficie a seminativo è utilizzata con produzioni di piante erbacee da foraggio, colture sommerse, o è tenuta a riposo a patto che la restante superficie coltivata non superi i 30 ettari, • se, sulla base dei confronti delle fotografie aeree delle superfici dichiarate in domanda unica, la totalità dei seminativi viene investita con colture diverse. Per colture diverse si intende un genere diverso, quindi l’orzo è diverso dal frumento ma il grano tenero è dello stesso genere del grano duro e quindi sono considerati la stessa coltura. Da precisare anche che in caso di doppia coltura nello stesso anno si tiene in considerazione la coltura che occupa il ciclo colturale più lungo. MANTENIMENTO DEI PRATI PERMANENTI Tale obbligo non è applicato azienda per azienda ma a livello nazionale, cioè la superficie a livello nazionale dei prati e pascoli permanenti non può diminuire di oltre il 5% rispetto alla superficie che queste colture occupavano nel 2012. Il singolo agricoltore ha comunque l’obbligo di mantenere il prato permanente se questo è collocato in una “zona ecologicamente sensibile” (es. aree natura 2000), mentre dovrà chiedere autorizzazione ad AGEA sull’eventuale conversione del prato nelle altre aree. AREE DI INTERESSE ECOLOGICO Le aziende con una superficie a seminativi altre i 15 hanno l’obbligo di destinare il 5% della superficie a seminativo ad “aree di interesse ecologico”. Tali aree sono elencate nel reg. 1307/2013 lasciando la possibilità agli stati membri di attivarle tutte o meno; l’Italia ha scelto le seguenti: • terreni lasciati a riposo • terrazze • elementi caratteristici del paesaggio (siepi, filari, alberi isolati, bordi di campi, stagni, fossati, muretti in pietra) • fasce tampone • ettari agroforestali che ricevono o hanno ricevuto un sostegno dal PSR • fasce di ettari ammissibili lungo le zone periferiche delle foreste • superfici con bosco ceduo a rotazione rapida • superfici con colture azotofissatrici. Ognuna di queste tipologie di EFA (dall’inglese: ecological focus area) ha dei coefficienti di ponderazione e dei fattori di conversione che permettono di tradurre in superficie utile ogni singola area. In considerazione della scarsa importanza che, CREMONESE
Coltivatore
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SPECIALE PAC
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nei nostri areali, rivestono gli elementi caratteristici del paesaggio o le terrazze o ancora le fasce tampone, il concetto di aree interesse ecologico si traduce essenzialmente in superfici a riposo o in colture azotofissatrici. Queste ultime sono state introdotte durante il negoziato comunitario sulla riforma e hanno migliorato di molto la possibilità di approcciarsi ai vincoli del greenig per le aziende cremonesi. Bisogna però tener presente che le colture azotofissatrici (medica, soia, pisello, ecc.) hanno un coefficiente di ponderazione pari a 0,7; questo significa che un ettaro di medica o di soia viene considerato, ai fini delle EFA, solamente 7000 metri quadrati. Quindi se un agricoltore vuole ottemperare all’obbligo delle EFA solamente con le colture azotofissatrici dovrà destinare a queste almeno il 7,15% della superficie a seminativo. Sia le colture azotofissatrici che il riposo sono considerate delle normali colture ai fini delle percentuali della diversificazione delle coltura spiegata precedentemente. Anche per le aree di interesse ecologico vale la regola dell’esonero sopra descritta per la diversificazione colturale e cioè che qualora più del 75% della superficie a seminativo è utilizzata con produzioni di piante erbacee da foraggio, colture sommerse, o è tenuta a riposo a patto che la restante superficie coltivata non superi i 30 ettari, non sussiste l’obbligo di lasciare il 5% della superficie a EFA. Per i primi due anni di applicazione della riforma, il mancato rispetto del greenig comporterà solamente il mancato pagamento dello stesso, mentre nel 2017 la non osservanza del greening implicherà, oltre al mancato pagamento del premio ecologico, anche una penalità aggiuntiva del 20% del greening che passerà a 25% negli anni successivi.
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PAGAMENTO PER I GIOVANI AGRICOLTORI L’Italia ha deciso di attivare il pagamento aggiuntivo per i giovani agricoltori utilizzando l’1% del massimale, tale premio equivale ad un aumento del valore dei titoli del 25% da applicare ad una superficie massima di 90 ettari e per i primi 5 anni dall’insediamento. Per giovane agricoltore si intende una persona che non abbia ancora compiuto i 40 anni di età e che si sia insediato in azienda da meno di 5 anni. Il premio aggiuntivo di cui sopra, nel caso in cui il giovane agricoltore si sia già insediato in azienda prima della riforma, sarà erogato per gli anni rimanenti da quando si è insediato al raggiungimento del quinquennio. PAGAMENTI ACCOPPIATI Dopo un lungo negoziato nazionale tra le varie regioni, l’Italia ha deciso di destinare l’11% delle risorse per finanziare alcuni settori con premi accoppiati alle produzioni. I settori produttivi su cui andrà a ricadere il premio sono 3 e le misure di intervento saranno ben 17. La maggior parte delle risorse, ben il 49,3%, è andato alla zootecnia, mentre i seminativi si sono accaparrati il 34,3% suddiviso tra riso, barbabietola, pomodoro da industria e soia al nord e grano duro, proteaginose e leguminose da granella al centro sud Italia. Per riassumere le varie misure di intervento e avere un quadro generale di come sono state suddivise le risorse dei premi accoppiati si veda la seguente tabella dove, gli importi ad ettaro o a capo sono stimati in base alle superfici ed ai capi attuali. Quindi gli importi unitari che saranno pagati agli agricoltori potrebbero subire variazioni i funzione delle superfici investite e ai capi allevati potenzialmente beneficiari del premio.
Misure
E/capo/ha
Plafond
%
Piano zootecnia Misura 1.1
Settore zootecnia bovina da latte
56,0
74,6
17,5%
Misura 1.2
Settore zootecnia bovina da latte in zona montagna
40,0
10,0
2,3%
Misura 2.1
Vacche nutrici
202,0
40,5
9,5%
Misura 2.2
Capi bovini macellati 12-24 mesi
46,0
66,4
15,6%
Misura 2.3*
Bovini di età compresa 6-8 mesi
[8]
[5]
Misura 3.1
Ovini
12,0
9,5
2,2%
Misura 3.2
Agnello IGP
9,9
5,5
1,3%
Misura 4
Settore bufalino
20,0
4,0
0,9%
210,5
49,3%
10
2,3%
Totale piano zootecnia Piano seminativi Misura 1.1
Piano proteico NORD
97
Misura 1.2
Piano proteico e frumento duro CENTRO
30,0
7,0%
Misura 1.3
Piano proteico e frumento duro SUD
55,4
13,0%
Misura 3
Riso
120
22,6
5,3%
Misura 4
Barbabietola
325,0
17,1
4,0%
Misura 5
Pomodoro da industria
160
Totale piano seminativi IL
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Coltivatore
11,2
2,6%
146,3
34,3%
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Misure
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E/capo/ha
Plafond
%
Piano colture permanenti Misura 1.1
Premio “base” Olivo
78
43,8
10,3%
Misura 1.2
Premio aggiuntivo Olivo
70
13,2
3,1%
Misura 1.3
Premio olio olivicoltura con rilevante importanza economica, territoriale e di qualità
130
13,0
3,0%
Totale piano colture permanenti
70,0
16,4%
Totale generale
426,8
100%
*misura attualmente fuori budget
PAGAMENTO PER I PICCOLI AGRICOLTORI Si tratta di una semplificazione amministrativa che consente di pagare in modo forfettario agricoltori che sono sotto una determinata soglia di pagamenti. Dopo aver presentato la domanda per il primo anno agli agricoltori verrà comunicato, dagli organismi pagatori l’importo del premio annuo e l’eventuale possibilità di optare per il regime dei piccoli agricoltori da farsi entro il 15 settembre 2015. IMPORTI MINIMI DEI PAGAMENTI La soglia minima di importo per poter beneficiare del pagamento unico aziendale è stata fissata in E 250 per i primi due anni della riforma (2015 e 2016) e a 300 E per gli anni a seguire. Sotto tali importi annui di pagamento non sarà consentito presentare la domanda di premio. RIDUZIONE DEI PAGAMENTI Si tratta di una norma che prevede dei tagli dei pagamenti diretti se questi superano una determinata soglia. Nel dettaglio
l’applicazione nazionale prevede di tagliare del 50% l’importo che eccede i 150.000 E del premio di base e porre un tetto massimo a 500.000 E sempre del premio di base. Le riduzioni sopra descritte si applicano però al solo premio di base dal quale prima si dovranno sottrarre le spese sostenute nell’anno civile precedente per salari e stipendi legati all’esercizio dell’attività agricola compresi le imposte, gli oneri sociali sul lavoro e i contributi previdenziali e assistenziali pagati dall’imprenditore per la propria posizione e quella dei suoi famigliari. Come si accennava all’inizio, si è in attesa della pubblicazione del decreto ministeriale e delle vari circolari applicative da parte degli Organismi Pagatori, che consentiranno di chiarire anche tutti quegli aspetti legati ai passaggi aziendali, affitti, compravendite ecc. E’ evidente che di fronte a una riforma così complessa, ogni azienda dovrà fare le proprie valutazioni in funzione del comparto produttivo in cui opera e della convenienza o meno a porre in campo determinate colture. Gli uffici Coldiretti sono a disposizione per tutti i vari approfondimenti e per supportare le aziende nelle loro scelte.
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Coltivatore
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SERVIZI TECNICI
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CENTRALE IDROELETTRICA DI BERTONICO (LO)
Andrea Ragazzini Servizi Tecnici
Coldiretti cremona dice NO Ecco perchè
La società Edison ha presentato un progetto per la realizzazione di una centrale idroelettrica sul Fiume Adda in comune di Bertonico (LO) per la produzione di energia elettrica “pulita”. Ad oggi il progetto è al vaglio degli uffici deputati alla Valutazione di impatto ambientale (VIA) del Ministero dell’Ambiente e il suo iter è quasi nella fase conclusiva; sono scaduti il 1° ottobre 2014 i termini per presentare osservazioni da parte dei soggetti interessati. I Comuni interessati sono per la Provincia di Lodi: Bertonico, Turano, Castiglione e Cornaleto. Per la Provincia di Cremona sono: Gombito, Ripalta Arpina, Montodine, Moscazzano. L’impianto, da 5.824 kilowatt, verrebbe realizzato poco a valle del ponte che collega le province di Lodi e Cremona, vicino alla confluenza del fiume Serio nell’Adda, prevede una diga di quasi tre metri di altezza, un taglio dell’ansa di 200 metri e la costruzione di due canali: uno per convogliare le acque invasate (un invaso totale di 660.000 metri cubi) all’interno del sistema di turbine della centrale per sfruttare la forza dell’acqua che verrebbe poi scaricata sull’altro lato dell’ansa e uno (costituito da una conca di navigazione) per permettere il passaggio delle imbarcazioni. È chiaro a tutti, ed anche ai proponenti il
progetto, che un’opera di queste dimensioni ha notevoli impatti sull’area interessata, dagli elaborati di progetto questi impatti vengono mitigati, minimizzati e si garantisce non avranno ripercussioni significative sulle realtà esistenti, ma sia gli amministratori locali che le aziende agricole e i cittadini sono preoccupati perché non esistono altri casi simili che possano tranquillizzare e dire come si comporterà il Fiume una volta che verrà sbarrato il suo corso. Nella documentazione depositata presso il Ministero dell’Ambiente dalla Edison, si ammette che “risulta verosimile la possibilità di innalzamento della falda” legata all’aumento del livello dell’Adda per oltre 5 chilometri e del Serio per più di 4 chilometri. Ovviamente poi lo studio dei proponenti si affretta a concludere che “l’effetto indotto sarà di modesta entità e del tutto compatibile con le attuali oscillazioni piezometriche”. Facciamo fatica a credere che sarà così soprattutto quando al volume di invaso artificiale si sommerà una piena del Fiume Adda. La stessa Autorità di Bacino del Po (AIPO) ha espresso perplessità e non si è pronunciata con un parere ritenendo lo studio presentato carente di documentazione e di modelli di simulazione che tengano conto di tutte le dinamiche fluviali.
L’area in esame risulta essere oggetto di fenomeni di dissesto imputabili principalmente a eventi di esondazione e i territori comunali di Bertonico, Gombito e Montodine sono a rischio elevato R3 con “possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni agli edifici, alle attività economiche e al patrimonio culturale”. Mentre il comune di Ripalta Arpina ha un livello di rischio ancora più elevato. Di fronte a questo scenario Coldiretti non è rimasta in silenzio ed ha preso subito contatti con i propri associati interessati dall’opera, con i Sindaci, la Provincia di Cremona e la Regione Lombardia per capire come poter far fronte a questa situazione pericolosa. Naturalmente e prima di tutto siamo al fianco delle nostre aziende agricole che hanno nella zona alcuni impianti di sollevamento dell’acqua ad uso irriguo e soprattutto hanno i terreni aziendali che rischiano di finire allagati con l’innalzamento della falda. In accordo con i soci, gli amministratori e la Provincia di Cremona abbiamo presentato le nostre osservazioni perché questo tipo di progetto possa essere bloccato per gli eccessivi rischi che impatterebbero su un territorio dove insistono da secoli attività produttive significative inserite in un contesto ambientale ad elevato valore naturalistico.
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SERVIZI TECNICI
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NUTRIE: DALLA PADELLA ALLA BRACE SOSPESO IL PIANO PROVINCIALE DI CONTROLLO
Viste le recenti modifiche alla legge 157/92 apportate con la Legge 11 agosto 2014 n°116, con particolare riferimento all’art.2, la specie “nutria” è stata esclusa dal campo di applicazione della legge sulla caccia ed è stata dichiarata specie nociva al pari di ratti, topi, talpe ed arvicole. In questo modo la nutria viene di fatto esclusa dalla disciplina di protezione dettata dai vari articoli della legge sulla tutela della fauna selvatica e sulla caccia (legge 157/92), tra cui quello che regola la possibilità di fare dei piani di controllo (art.19), da cui discendono le corrispondenti normative regionali e, conseguentemente, i piani provinciali. La provincia di Cremona, così come altre province lombarde, ha sospeso in virtù di quanto sopra esposto il Piano provinciale di controllo oggi vigente, di conseguenza sono sospese sul territorio provinciale tutte le attività di controllo
autorizzate. Ciò significa che chiunque sia autorizzato a controllare la presenza di questo roditore, ai sensi del piano provinciale, deve sospendere ogni attività di controllo. Questa situazione assurda porta ad uno stallo delle operazioni di contenimento dell’animale e seppure si intravedono altre possibilità di intervento simili a quelle messe in atto nelle attività di
disinfestazione dei topi sia di iniziativa privata che pubblica (ordinanza sindacale) queste hanno implicazioni e problematiche che non sono di facile soluzione. Coldiretti sta lavorando assieme alle istituzioni affinché questa situazione di stallo si risolva al più presto perché si possa giungere ad una soluzione definitiva del problema nutrie.
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Fotovoltaico, SPALMAINCENTIVI Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge del 11 agosto 2014 n.116, che ha convertito il Decreto Competitività (DL del 24 giugno 2014 n.91), è legge la norma che rimodula gli incentivi riconosciuti alle energie rinnovabili. Dal 1 gennaio 2015, gli incentivi per l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici installati e funzionanti, di potenza nominale superiore a 200 kW, saranno rimodulati a scelta dell’operatore, che potrà optare tra le seguenti tre alternative: 1. la tariffa è erogata per un periodo di 24 anni, decorrente dall’entrata in esercizio degli impianti, ed è ricalcolata secondo le percentuali di riduzione illustrate nell’Allegato 2 della Legge del 11 agosto 2014 n.116: • 12 anni residui > riduzione incentivo pari al 25% • 13 anni residui > riduzione incentivo pari al 24% • 14 anni residui > riduzione incentivo pari al 22% • 15 anni residui > riduzione incentivo pari al 21% • 16 anni residui > riduzione incentivo pari al 20% • 17 anni residui > riduzione incentivo pari al 19% • 18 anni residui > riduzione incentivo pari al 18% • oltre 19 anni residui > riduzione incentivo pari al 17% 2. l’incentivo è erogato in 20 anni e rimodulato secondo modalità P i ù vda a l oindividuare r e a l l a t u aentro i m p rile s1° a ottobre 2014 con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico. I calcoli saranno effettuati simulando l’adesione di tutti gli operatori e
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ponendosi come obiettivo un risparmio di 600 milioni di euro all’anno per il periodo 2015-2019, rispetto all’erogazione prevista con le tariffe vigenti. 3. La tariffa incentivante è erogata in 20 anni e ridotta, per il periodo residuo di incentivazione, di una percentuale proporzionale alla potenza dell’impianto: • 6% per gli impianti da 200kW a 500kW; • 8% per gli impianti da 500kW a 900kW; • 10% per gli impianti di potenza nominale superiore a 900 kW. Gli operatori devono comunicare la propria scelta al GSE entro il 30 novembre 2014. In caso contrario verrà applicata automaticamente la terza opzione. Per le tariffe onnicomprensive erogate ai sensi del quinto Conto Energia (DM del 5 luglio 2012), le riduzioni si applicano alla sola componente incentivante (calcolata secondo l’art. 5, comma 2, del DM 5 luglio 2012). Ma alcune novità sono previste già nel 2014: dal secondo semestre dell’anno, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) erogherà le tariffe incentivanti per gli impianti fotovoltaici installati e in funzione con rate mensili costanti, in misura pari al 90% della producibilità media annua stimata di ciascun impianto ed effettuerà il conguaglio, in relazione alla produzione effettiva, entro il 30 giugno dell’anno successivo.
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OB I E T T I V I Per fare questo CreditAgri Italia: Svolge attività di formazione ed informazione in ambito finanziario e ricopre il ruolo di “catalizzatore” delle esigenze imprenditoriali CreditAgri Italia favorisce l’accesso al credito - ordinario e agevolato Concorda con le imprese le azioni per una migliore ed incentiva lo sviluppo attraverso prodotti dedicati ed un gestione finanziaria servizio di accompagnamento e consulenza personalizzata. Pianifica, insieme all’imprenditore, il reperimento ed il miglior utilizzo fontiCreditAgri finanziarieItalia: questo Per faredelle attività di formazione informazione ambito finanziario Svolge Definisce e stipula accordiedquadro con lein banche finalizzati e ricopre il ruolo di “catalizzatore” delle esigenze imprenditoriali ad attivare un ampio sistema di partenariato con prodotti le imprese le azioni per una migliore Concordaed con dedicati in esclusiva gestione finanziaria Fornisce alle banche informazioni certe e certificabili Pianifica, insieme il reperimento ed relative alla all’imprenditore, situazione economica e il miglior patrimoniale utilizzo delle fonti finanziarie dell’impresa agricola valorizzandone le caratteristiche Definisce con e stipula accordi quadro chiave con ledi lettura banchedelle finalizzati Condivide le banche una corretta ad attivare un attraverso ampio sistema di partenariato prodotti imprese agricole un modello di valutazionecon del credito dedicati ed in esclusiva condiviso fondi pubblici di garanziacerte (ISMEA/SGFA/Fondo Veicola Forniscel’utilizzo alle dibanche informazioni e certificabili Centrale Garanzia) relative di alla situazione economica e patrimoniale dell’impresa agricola valorizzandone le caratteristiche Condivide con le banche una corretta chiave di lettura delle
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DATORI DI LAVORO
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ASSUNZIONI CONGIUNTE IN AGRICOLTURA Dianella Mariotti Politiche del Lavoro e Contrattualistica
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 185 dell’11 agosto 2014 il Decreto del 27 marzo 2014 relativo alle modalità con le quali procedere alle assunzioni congiunte in agricoltura.
Pur tuttavia, per poter utilizzare tale strumento è necessario attendere l’emanazione di uno specifico Decreto Direttoriale della DG per le politiche dei servizi per il lavoro, di aggiornamento dei modelli delle comunicazioni obbligatorie (UNILAV) per la cui definizione è previsto un incontro presso il Ministero del Lavoro. La nostra Confederazione, nella logica della semplificazione sempre auspicata, si è già attivata in tal senso. Il 27 marzo 2014 il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha firmato il decreto che definisce le modalità di comunicazione delle assunzioni congiunte in agricoltura. Con la Sua pubblicazione in Gazzetta rende noto le modalità operative. La novità consiste nella possibilità di poter effettuare tra più imprese “assunzioni congiunte” del medesimo lavoratore; praticamente più imprese potranno assumere uno o più dipendenti da occupare presso le rispettive aziende. Il lavoratore, quindi, potrà rendere la propria prestazione a favore dei diversi datori di lavoro con la massima flessibilità e secondo le esigenze di ciascuno di loro. SOGGETTI OBBLIGATI E MODALITA’ DI COMUNICAZIONE Questa modalità di assunzione può essere utilizzata SOLO dalle imprese agricole, incluse le cooperative. Deputato ad ottemperare alle procedure di comunicazione obbligatoria (assunzione - trasformazione - proroga - cessazione del rapporto) sarà uno solo dei soggetti datoriali che fruiranno delle prestazioni del lavoratore.
Quali imprese
Responsabile comunicazione
• appartenenti allo stesso gruppo di imprese • appartenenti allo stesso proprietario • appartenenti a soggetti legati tra loro da vincolo di parentela o di affinità entro il terzo grado • legate da un contratto di rete, quando almeno il 50% di esse siano imprese agricole
impresa capogruppo il proprietario soggetto individuato da specifico accordo scritto da depositare presso le Associazioni di categoria impresa capogruppo
In ordine ai soggetti legati da vincolo di parentela: alle Associazioni di categoria del settore agricolo è affidato il ruolo di depositarie dell’accordo che dovrà essere redatto in forma scritta ed essere sottoscritto dalle Parti in data certa, logicamente precedente alla data di trasmissione della comunicazione obbligatoria di assunzione. Ovviamente, tale atto consente in caso di accesso ispettivo, presso soggetto diverso dal datore di lavoro che ha inviato la comunicazione di assunzione, di poter attestare la regolarità dell’instaurazione del rapporto così evitando la maxi-sanzione per lavoro nero. Il decreto ministeriale, entrato in vigore il 10 settembre, si limita a fissare le modalità di comunicazione al centro provinciale per l’impiego, bisognerà poi capire come andrà formulata la lettera di assunzione; le modalità di gestione del LUL e di ogni altro adempimento conseguente, quali : DMAG, ritenute fiscali e relativi versamenti, erogazione retribuzione netta, etc.., si fa riserva di ritornare sull’argomento una volta ne siano stati chiariti i termini con i competenti uffici Ministeriali; infatti serviranno ulteriori chiarimenti di tipo amministrativo per la sua gestione. La garanzia del lavoratore però è rafforzata, perché tutti i datori, indipendentemente dalla durata della prestazione resa in favore dell’uno o dell’altro, saranno solidalmente responsabili delle obbligazioni contrattuali, previdenziali e di legge. I vari datori di lavoro certamente dovranno coordinarsi tra loro per il rispetto della disciplina dell’orario di lavoro in materia di orario giornaliero, riposi giornalieri e settimanali, ferie. IL
CREMONESE
Coltivatore
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Modello F24 telematico Novità dal 1° ottobre
Maurizio Inzoli Ufficio Fiscale Impresa Verde Cremona
Con l’art. 11 del D.L. 66/2014 convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014 n. 89 denominato “Riduzione dei costi di riscossione fiscale”, si introducono nuove disposizioni in merito al pagamento delle deleghe F24. In particolare dal 1° ottobre 2014 le deleghe di pagamento F24 in formato cartaceo (da presentare presso banche, Poste italiane, Equitalia) possono essere utilizzate solo dai soggetti non titolari di partita iva, che devono versare un saldo pari o inferiore a 1.000,00 euro, senza che sia effettuata alcuna compensazione. Nel caso invece le deleghe di versamento F24 abbiano un importo superiore a 1.000,00 Euro o, indipendentemente dall’importo, utilizzino una
compensazione di un credito; dovranno avvalersi dei metodi di pagamento telematici (quelli messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate: Entratel o Fisconline, oppure servizi forniti da Banche e/o Poste: Cbi o Home-banking). Si ricorda che i soggetti titolari di partita Iva sono tenuti già a partire dal 2007, a presentare i modelli F24 con modalità telematiche.
disposizione dall’ Agenzia delle entrate. Ciò significa che non sarà più possibile presentare i modelli F24 a zero in formato cartaceo presso banche/Poste o in via telematica avvalendosi dei sistemi di home/remote banking offerti dagli istituti di credito o dalle Poste.
Si riepilogano di seguito tutte le casistiche:
I modelli F24 con un importo finale a debito con contemporanea presenza di compensazioni dovranno essere presentati telematicamente anche da parte dei soggetti senza partita Iva. In questi casi, dove gli importi a debito indicati nel modello F24 sono superiori agli importi a credito, la presentazione della delega di pagamento può essere effettuata non solo tramite i servizi
Modello F24 a “zero” per effetto di compensazioni Per tutti i soggetti (con o senza partita Iva) i modelli F24 a “zero” dovranno essere trasmessi esclusivamente mediante i servizi telematici messi a
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FISCALE
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telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate, ma anche attraverso quelli degli intermediari della riscossione convenzionati con la stessa, cioè banche e Poste (servizi di home banking delle banche e di Poste Italiane o di remote banking – Cbi - offerti dal sistema bancario). Modello F24 con debito maggiore di 1.000,00 euro senza compensazioni Come nel precedente caso, l’obbligo di presentazione dei modelli F24 con modalità telematiche è stato esteso ai soggetti non titolari di partita Iva. Come nella situazione precedente, qualora il modello F24 evidenzi un importo a debito superiore a 1.000,00 euro
SETTEMBRE/OTTOBRE - 2014
oppure comprenda più importi a debito che, sommati, danno un saldo finale superiore a 1.000,00 euro, la presentazione della delega di pagamento potrà essere effettuata sia attraverso i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate che tramite quelli degli intermediari della riscossione convenzionati con la stessa, cioè banche e Poste. Modello F24 cartaceo
Con l’occasione si ricorda che questi nuovi limiti si aggiungono a quelli già previsti da altre disposizioni vigenti in materia, ovvero l’obbligo di presentazione con modalità telematiche per i titolari di partita Iva, i limiti alla compensazione dei crediti IVA e dei crediti di imposte dirette, il divieto di compensazione di crediti di imposte erariali, in presenza di debiti erariali iscritti a ruolo e non pagati superiori a 1.500,00 euro.
Il modello F24 cartaceo potrà essere utilizzato soltanto dai soggetti non titolari di partita iva e solo se lo stesso presenta un saldo – senza alcuna compensazione – pari o inferiore a 1.000,00 euro.
CONTRIBUENTE NON TITOLARE DI PARTITA IVA Tipologia versamento F24 a “Zero” con compensazione F24 con debito e con compensazione F24 con debito superiore a 1000 Euro senza compensazione F24 con debito inferiore o pari a 1000 Euro senza compensazione
Tipologia di modello (dal 1° ottobre 2014) Home banking Servizi Agenzia Entrate o Remote Banking
Cartaceo NO
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CONTRIBUENTE TITOLARE DI PARTITA IVA Tipologia versamento Versamento di imposte, contributi, premi assicurativi… (art.17 D.Lgs. 241/1997) Versamento con compensazione orizzontale con Credito Iva superiore a 5000 Euro F24 con debito e con compensazione F24 a “Zero” con compensazione
Tipologia di modello (dal 1° ottobre 2014) Home banking o Servizi Agenzia Entrate Remote Banking
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DAL TERRITORIO
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Le imprese giovani a San Bassano C’erano anche i giovani imprenditori agricoli di Coldiretti Cremona – con il loro invito a portare in tavola il vero Made in Italy – tra i protagonisti dell’ottava edizione del “San Bassano Expo 2014”, appuntamento che domenica 14 settembre ha accolto nel cuore di San Bassano (in piazza Mons. Frosi e lungo via Roma) una ‘galleria’ volta a raccontare le produzioni, lo sport, la gastronomia, la bellezza del territorio. “Abbiamo risposto volentieri all’invito che ci è stato rivolto dagli organizzatori, prendendo parte all’iniziativa – sottolinea Carlo Maria Recchia, delegato di Coldiretti Giovani Impresa Cremona –. E’ stata un’occasione per incontrarci, e per rafforzare il dialogo con i consumatori, mostrando tutto l’impegno e tutta l’attenzione alla qualità che stanno dietro i nostri prodotti, e rinnovando l’invito a scegliere il vero Made in Italy, e a pretendere che sia riconoscibile, a partire dall’origine in etichetta”. Nella foto il delegato di Giovani Impresa Carlo Maria Recchia con Lorenzo Chiozzi, presidente della Sezione di San Bassano, e Roberto Agazzi presidente della sezione FormigaraPizzighettone.
Il vero Made in Italy al Podere Ombrianello Il cibo Made in Italy – buono, sicuro e garantito dagli agricoltori – è stato sotto i riflettori al Podere Ombrianello a Crema, dal 22 agosto al 4 settembre. ‘Ospiti’ alla festa del Pd, gli stand gialli degli imprenditori agricoli di Coldiretti hanno dato vita a un’area dedicata alle eccellenze dell’agricoltura del territorio, dal pane ai formaggi, dai salumi a miele e pappa reale, e poi prodotti di bufala, pasta e farine al grano monococco, frutta e verdura, il tutto rigorosamente a km zero, accanto alle specialità italiane portate dalla Bottega Italiana. In alcune serate sono stati presenti anche agricoltori di altre province e regioni, portando i vini dell’Oltrepò Pavese, la bre-
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saola artigianale della Valchiavenna, l’olio extravergine d’oliva dalle Marche. “Molti italiani (4 su 10, secondo i dati Ixè) durante l’estate non si lasciano sfuggire la possibilità di visitare frantoi, malghe, cantine, aziende, sagre, agriturismi o mercati degli agricoltori dove acquistare prodotti alimentari genuini e tipici – ha detto Coldiretti Cremona –. Con la presenza dei nostri gazebi nelle feste e sagre che si svolgono sul territorio, vogliamo offrire a tutti i buongustai l’occasione di fare un acquisto a km zero, garantito dagli agricoltori”.
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CAMPAGNA AMICA
NUMERO 4
SETTEMBRE/OTTOBRE - 2014
La zucca di Cenerentola?
È al Mercato di Campagna Amica!! A Crema il “festival della zucca”, omaggio al prodotto di stagione Persino Cenerentola, che com’è noto era fanciulla di modeste abitudini, avrebbe avuto l’imbarazzo della scelta, se domenica 28 settembre fosse capitata al Mercato di Campagna Amica a Crema, nella sua ricerca di una zucca destinata a trasformarsi in carrozza. Forse avrebbe puntata sulle zucche giganti (ce n’era una di quasi 200 chili), che di per sé evocavano la carrozza da fiaba deputata a condurre la principessa al ballo di corte. Avrebbe potuto essere attratta dalle forme e dai colori delle tante zucche ornamentali, o essere conquistata dalle più piccole e prelibate, come la “delica” e la “bertina piacentina”. O magari avrebbe reso omaggio alla tradizione cremonese, scegliendo la “violina”, la cui forma singolare richiama i capolavori di Stradivari.
“Abbiamo voluto vivere questa uscita straordinaria del Mercato di Campagna Amica a Crema, raccontando la bontà
e la versatilità del prodotto di gione. E’ stato il nostro modo ringraziare i tantissimi cremaschi fin dall’inizio, hanno ben accolto
staper che, e si
sono appassionati al nostro Mercato di Campagna Amica” spiega Barbara Ferrari, dell’azienda agricola Bredina di Costa Sant’Abramo, in prima linea con il marito Alberto Soragni nell’organizzazione del “Festival della Zucca”, vissuto in via Terni a Crema. Le zucche erano in vendita a un prezzo “di favore” e c’era un’oasi riservata alle degustazioni. Tra le ricette particolarmente apprezzate: la torta salata “zucca e ricotta”, ma anche “zucca e blu di bufala” (con il formaggio offerto dall’azienda Gerardo da Izano dei fratelli Massari). E se la zucca per una giornata è stata regina del Mercato di Campagna Amica, l’appuntamento è stato naturalmente occasione per fra scoprire e apprezzare anche tutti gli altri eccellenti prodotti della nostra agricoltura.
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CASTELLEONE In via Garibaldi, il sabato
PIZZIGHETTONE Al “Torrione del guado”, il giovedì
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Via Terni, la 1° e la 3° domenica del mese
(Evento: domenica 26 ottobre Una domenica del cavolo)
PANDINO In via Umberto I, il 2° e il 4° lunedì del mese (+ alcuni eventi)
LA BOTTEGA DI CAMPAGNA AMICA è a Cremona, in via Buoso da Dovara, 4
LA BOTTEGA ITALIANA
è a Crema, in via del Macello, 16
Ogni variazione o aggiornamento viene segnalato sul sito di Coldiretti Cremona, all’indirizzo www.cremona.coldiretti.it
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l'Europa investe nelle zone rurali PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura http://ec.europa.eu/agriculture/rurdev/index_it.htm
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