CREMONESE
TTariffa Ta a R.O.C. Poste Italiane Spa Sp S p Spedizione in abbonamento postale D D. . 353/2003 D.L. ((co (c c (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) a ar r art.1, comma 1, dcb Cremona Au A u Autorizzazione Tribunale dii Cremona 25/07/1951 d n. 33 del Registro n.
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Periodico della Federazione Provinciale Coldiretti di Cremona
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ANNO 63 A n u numero 6 n o novembre/dicembre 09
Coldiretti oldiretti Cremona augura un Natale di pace
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Editoriale
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Ala Ponzone, 8 - III piano Tel. 0372499811
Assuero Zampini Direttore Coldiretti Cremona
Direttore responsabile Assuero Zampini Redattore capo Marta Biondi Hanno collaborato a questo numero Aldo Bellandi, Giuseppe Baini, Francesco Cazzamali, Paola Fraschini, Don Emilio Garattini, Giacomo Maghenzani Mara Malinverno, Dianella Mariotti Pietro Scolari, Damiano Talamazzini Bruno Toscani, Silvia Trevisi
Fotografie Ambrogio Toscani, Mauro Boni
Copertina Bruno Toscani
Progetto grafico e impaginazione UP Uggeri Pubblicità Srl
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Questo mensile è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana "Iniziativa realizzata con il contributo di Regione Lombardia - Direzione Generale Agricoltura
sommario
3 Problemi e prospettive per il futuro della nostra agricoltura 5 Basta speculare sulla nostra terra 6/7 Telethon e preparazione al Natale 8/9/10/11 Politiche Comunitarie 12/13 Latte: le misure per il 2010 14/15 Consorzi Agrari d'Italia e UNCI 16/17 Datori di Lavoro 18/19 Giovani Impresa 20/21 Giornata del Ringraziamento 22 Fiscale: Tremonti Ter 23 Patronato Epaca 24/25 Informazione alle Imprese e Legale 26/27 Servizio utenze irrigue 28/29 Cereali: timida ripresa 31/32/33/34/35 Made in Italy 37/38/39 Associazione Prov. Pensionati
INNOVARSI E’ LA SCELTA OBBLIGATA
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opo i primi incontri con gli Associati volti ad illustrare lo stato di avanzamento della filiera agricola tutta italiana promossa da Coldiretti, progetto che già vede una serie di azioni concrete, riportate in varie pagine di questo Coltivatore, val la pena di ribadire una considerazione ormai divenuta certezza inconfutabile: che l’attuale forma di organizzazione delle filiere agricole a tutti abbia dato profitto, meno che ai produttori agricoli. Ciò porta ad una sola via da percorrere, che è quella di rifondare e riscrivere tutto l’assetto organizzativo del comparto agricolo per ottenere il giusto reddito per le Imprese. Come ricorda il nostro Presidente Nazionale, il crollo dei prezzi agricoli non ha portato alla soluzione del dramma della fame nel mondo, né si è trasferito positivamente sui prezzi al consumo, di fatto ha solo danneggiato la produzione, minacciando la sopravvivenza delle imprese agricole italiane, mentre qualcuno – che non sono gli agricoltori – ne ha tratto beneficio. La riorganizzazione di tutto l’assetto del comparto ovviamente tocca privilegi consolidati, mette in discussione ruoli assunti, sfoltisce rappresentanze …e questo spaventa. Certo è che se, da un lato, tutti dichiarano che questi sono i mali del settore agricolo, dall’altro in tanti cercano di ostacolare il percorso in atto. Tutti sono convinti che il problema sia il reddito delle imprese, ma pochi sono coloro che mettono in discussione l’attuale sistema individuando in esso la prima causa dell’erosione di tale reddito. Coldiretti è accusata di voler proseguire questo cammino da sola. Ciò non corrisponde al vero: i nostri progetti e le iniziative sono aperti a tutti coloro che vogliono cambiare l’attuale situazione, escludendo naturalmente – e rubo di nuovo le parole al nostro Presidente Marini – i perdigiorno e coloro che dietro alla proclamata disponibilità al cambiamento nascondono solo la voglia di sabotare e limitare il progetto per il Paese. L’auspicio è che i più convinti e i più determinati in questo cammino siano i Soci, per la sopravvivenza stessa delle nostre Imprese. Auguro a tutti un felice e sereno Natale. Il Direttore Assuero Zampini
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Problemi e prospettive per il futuro della nostra agricoltura Ci sono momenti, come quello attuale, in cui occorre avere coraggio, occorre rimescolare le carte e cambiare anche il gioco. Non tutti siamo pronti, non tutti abbiamo la giusta determinazione, ma guai a non provarci insieme, guai a non serrare le fila. In questo momento decisivo ci aspettavamo il pieno e completo rispetto degli impegni che il Governo ed il Parlamento hanno assunto nei confronti degli agricoltori italiani. Con lo stanziamento delle risorse necessarie al finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale contro le calamità naturali, la Commissione Bilancio della Camera ha confermato l’impegno assunto dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi davanti a ventimila agricoltori lo scorso 30 aprile nell’ambito della convention Coldiretti. Il provvedimento attende ora l’approvazione della Camera, che proprio nelle prossime ore dovrà pronunciarsi sulla Finanziaria. Siamo grati a tutti coloro che si sono impegnati per questo primo importante risultato per l’agricoltura italiana che consente a centinaia di migliaia di imprenditori di guardare con più speranza al futuro, in un momento di difficoltà economica. Ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte e credo di poter affermare che come Coldiretti la stiamo facendo a tutto campo. La filiera agricola italiana, alla quale stiamo lavorando, è una risposta di lungo periodo per ridare dignità al nostro settore, una scom-
messa possibile. Un progetto che ha portato ad ampliare l’orizzonte delle imprese, anche attraverso strumenti normativi innovativi come la Legge di Orientamento che ha introdotto il concetto di multifunzionalità e ha allargato l’operatività delle imprese agricole dalla produzione alla trasformazione e alla vendita. Una scelta che poggia sul progetto operativo messo in campo dalla Coldiretti che abbiamo chiamato “Filiera agricola tutta italiana” e che, dinanzi alla situazione attuale, è diventato centrale per sconfiggere le due grandi ingiustizie che mettono a rischio la sopravvivenza stessa dell’impresa agricola. La prima è il furto di valore aggiunto ai danni delle nostre imprese. Se i prezzi all’origine sono bassi la colpa non è della crisi internazionale, come qualcuno vorrebbe farci credere, bensì delle distorsioni presenti all’interno della filiera che si avvantaggiano dello scarso potere contrattuale della parte agricola senza che a beneficiarne siano i consumatori. La seconda anomalia consiste anch’essa in un furto, ma stavolta di identità. Sino a quando non ci sarà una chiara identificazione del prodotto attraverso l’etichettatura obbligatoria dell’origine sarà possibile continuare a utilizzare immagini, loghi, slogan che richiamano il made in Italy senza che nel prodotto stesso ci sia un grammo di prodotto italiano e senza che le imprese agricole italiane vedano premiato il proprio lavoro.
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Eugenio Torchio Delegato Confederale
L’obiettivo del progetto per una Filiera agricola tutta italiana è dunque quello di tagliare le intermediazioni ed arrivare ad offrire attraverso la rete dei Consorzi Agrari, cooperative, farmers' market, agriturismi e imprese agricole prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo. Per questo sarebbe oltremodo importante che anche una realtà come il CAP di Cremona valuti con serenità ed attenzione l’opportunità di rientrare in questa rete strategica per il futuro del nostro settore, non isolandosi in modo improduttivo. L’effetto della riduzione dei passaggi e delle intermediazioni con un rapporto più diretto tra agricoltori e consumatori garantirà maggiore efficienza. In questo modo sarà possibile assicurare acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica. Con il progetto per costruire una “filiera agricola tutta italiana” la Coldiretti vuol smascherare il finto Made in Italy e combattere le inefficienze e le speculazioni per assicurare acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori che ad oggi per
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ogni euro speso dai cittadini in alimenti ricevono appena 17 centesimi. Su queste basi, Coldiretti interpreta quindi la situazione attuale come opportunità per proporre al Paese un progetto in favore delle imprese italiane e dei consumatori. Il meccanismo perverso dei bassi prezzi, che provoca effetti devastanti sul tessuto imprenditoriale e sul potere di acquisto dei consumatori, può essere contrastato grazie al progetto che la Coldiretti ha lanciato in tutto il Paese: la costruzione di una filiera agricola tutta italiana firmata dagli agricoltori. Sarà una filiera italiana fino in fondo perché tutti i processi devono avvenire in Italia, dalla produzione agricola rigorosamente Made in Italy alla trasformazione effettuata nel nostro Paese, a vantaggio non solo degli agricoltori, ma di tutta l’economia e dei territori; sarà una filiera firmata nel senso che renda visibile e riconoscibile “l’italianità” nei confronti del consumatore finale, basandosi sulla trasparenza della filiera, sull’indicazione dell’origine in etichetta e sul legame del prodotto con il territorio di riferimento. Auspico, quindi, che tutte le realtà cooperative del territorio cremonese, così importanti nel quadro più generale della realtà agricola ed agroalimentare della Lombardia, valutino con attenzione questa proposta progettuale di Coldiretti e vi aderiscano con entusiasmo e determinazione. La “firma” contraddistinguerà il prodotto agricolo in ogni canale di vendita, sia esso il
SINDACALE farmers’ market o lo scaffale del supermercato o ancora l’export. Insomma un modo per trasferire e rendere riconoscibile al consumatore il valore dell’agricoltura e degli agricoltori italiani nei prodotti alimentari. A livello Cremonese ciò è quanto sta già facendo anche il CIO attraverso l’importante realtà del Consorzio Casalasco del pomodoro. Il progetto di Coldiretti non è un progetto contro qualcuno. E’ un modo di creare più concorrenza, più trasparenza, più potere contrattuale per gli agricoltori, più vantaggi per i cittadini e, soprattutto, per valorizzare e distinguere il vero Made in Italy fatto di agricoltura italiana. Coldiretti sta offrendo un’opportunità all’agricoltura, all’economia, all’Italia. Ecco perché ci sembra appropriato definire il progetto per una filiera agricola tutta italiana “un progetto per il Paese”. Alla politica chiediamo di credere assieme a noi in questo progetto, di investire sui valori distintivi che hanno reso unico il nostro agroalimentare agli occhi dei consumatori italiani e del mondo. Di assicurare competitività e pari opportunità all’agricoltura e di investire nel progetto e sui soggetti che lo stanno interpretando anche superando le emergenze come il ritardo sul finanziamento del Fondo di Solidarietà nazionale, indispensabile per difendere le imprese dalle avversità atmosferiche favorite dai cambiamenti climatici. Di impegnarsi insieme a noi nella lotta alla contraffazione con l’applicazione della legge sulla etichettatura obbligatoria dell’origine su
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tutti i prodotti agricoli e alimentari e continuando l’impegno sulla strada della tutela della proprietà intellettuale e della lotta alla contraffazione e all’agro-pirateria all’estero. Ma soprattutto chiediamo che sia riconosciuto il ruolo strategico del progetto con un incoraggiamento a completarlo velocemente. In questi ultimi mesi ho avuto l’opportunità di conoscere meglio la realtà agricola e agroindustriale della provincia di Cremona. Ho avuto l’opportunità di conoscere moltissimi imprenditori soci di Coldiretti grazie ai numerosissimi incontri che abbiamo organizzato sul territorio per approfondire le problematiche sul tappeto e le proposte di Coldiretti per la loro soluzione. Ho così trovato conferma a quanto già pensavo: a Cremona, come in tutta la nostra regione, disponiamo di risorse strutturali e di risorse umane di grande qualità, di professionalità elevatissime in grado di dare un contributo determinante per il futuro. Il nostro obiettivo è di agevolarne il compito, aiutarle a fare sistema, a fare rete per superare assieme tutte le difficoltà e sono convinto che ce la faremo. Insieme daremo un futuro di maggiori certezze e serenità a tutta la nostra agricoltura e questo è il mio messaggio di speranza e di augurio anche per le imminenti Festività Natalizie. In bocca al lupo e tantissimi auguri a tutti. Il Delegato Confederale Eugenio Torchio
Il progetto per il Paese al centro degli incontri nelle Zone Il progetto per una filiera agricola tutta italiana – con le ragioni, gli obiettivi, le importanti tappe già compiute e le prossime azioni – è stato al centro degli incontri con i Soci promossi nel mese di novembre dalla Federazione nelle Zone di Cremona, Crema, Casalmaggiore e Soresina, con la presenza del Delegato Confederale Eugenio Torchio. Tutti gli appuntamenti sono stati aperti da video “manifesti”, che hanno ripercorso i contenuti e le azioni del progetto per il Paese messo in campo da Coldiretti, la più grande organizzazione agricola europea. La convention del 30 aprile al Palalottomatica a Roma, la mobilitazione di luglio, con un’invasione nelle piazze, alle frontiere, davanti alle industrie, nei centri commerciali – tutti appuntamenti cui
moltissimi cremonesi hanno preso parte – per giungere alla costituzione di Consorzi Agrari d’Italia, alla proposta del Consorzio Latte Italia, alla nascita di Unci Coldiretti: i filmati prima e le parole del Delegato Confederale di seguito hanno mostrato tutta la determinazione di Coldiretti posta nell’impegno di dare potere contrattuale all’agricoltura, facendo valere l'importanza della produzione nei confronti degli altri attori della filiera, realizzando un grande sistema agroalimentare che premi i produttori e offra ai consumatori prodotti che assicurino qualità e salubrità, ad un giusto prezzo. Obiettivi che – hanno ribadito il Delegato Confederale e il Direttore Assuero Zampini – Coldiretti intende raggiungere costruendo una filiera agricola tutta italiana, in grado di trasferire i valori distintivi dell’agricoltura italiana fino al consumatore, capace di garantire che tutti i processi avvengano in Italia, gestiti, per una parte sempre più importante, direttamente dagli agricoltori. Numerosi interventi da parte degli imprenditori agricoli hanno permesso di approfondire l’analisi della situazione dei principali comparti dell’agricoltura IL
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cremonese, analisi sviscerata anche con il contributo del Responsabile dell’Ufficio Economico Pietro Scolari. Il tema della trattativa sul prezzo del latte è stato oggetto di sollecitazioni e istanze giunte dai Soci (ai quali il Delegato ha portato gli ultimi aggiornamenti in merito, chiedendo a tutti un ‘mandato’ forte e convinto). Il valore della battaglia per garantire l’origine in etichetta per tutti gli alimenti è stato più volte ribadito, in primis da molti Soci suinicoltori. Fra i temi trattati si è toccata anche la problematica aperta degli impianti a biogas, che provocano un aumento sproporzionato degli affitti minando la zootecnia provinciale, e la questione dei nitrati, illustrando quanto attuato da Coldiretti per la modifica del regolamento a livello comunitario. In un dialogo franco, a tutto campo, c’è stato spazio per un confronto anche in merito al commissariamento in atto nella Federazione di Cremona. A tal proposito il Delegato Confederale ha ribadito piena disponibilità ad ascoltare la voce di tutti i Soci Coldiretti, invitando al tempo stesso a ritrovare una condivisione che può avere la più solida delle basi: la convinta, comune adesione al Progetto di Coldiretti per il Paese.
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Basta speculare sulla nostra terra! L’evoluzione in atto a livello economico rischia di favorire una indiscriminata aggressione al territorio ed all’ambiente, con forti ripercussioni negative per l’agricoltura e per la qualità della vita di tutti i cittadini. Il modello di sviluppo della Lombardia deve invece necessariamente conciliarsi con l’analisi della sua compatibilità sul versante dell’ambiente, del territorio e della tutela del suolo, pena il depauperamento irreversibile di tutte le risorse invece necessarie a garantire il sostegno delle politiche volte a rendere la Lombardia una regione in cui la qualità della vita abbia un vero significato. Per il futuro della collettività lombarda, infatti, insediata nella Regione più industrializzata, la considerazione per la tutela dell’ambiente, del territorio e del suolo diventa strategica sia in termini sociali sia in termini economici. E, considerando che il settore agricolo per primo vive e lavora sull’ambiente e sul territorio, ogni azione volta alla tutela delle risorse naturali diventa azione volta ad assicurarne la possibilità di continuare a svolgere la propria insostituibile funzione economica e sociale. Poniamo, allora, la fondamentale esigenza che la qualificazione dell’agricoltura e del territorio sia adottata a livello politico, l’unico capace di assumere la responsabilità e la guida, superando l’incomunicabilità delle politiche di settore ed anzi di valorizzare le grandi potenzialità di sinergia esistenti in ciascuna di esse. Saremo chiamati a gestire notevoli impatti strutturali e infrastrutturali in conseguenza a diverse opere che nei prossimi anni caleranno sul nostro territorio come il collegamento autostradale Cremona – Mantova. Difendere e valorizzare il nostro ambiente, il nostro territorio, è una condizione essenziale per la collettività e per l’agricoltura. Ma questa valorizzazione del territorio non può essere conseguita se altre politiche tendono a destinarlo sempre più
ad usi alternativi sottraendolo a quelli agricoli. E questa è un’altra sfida che deve vedere mondo agricolo ed Istituzioni insieme e determinati, nel rispetto dei reciproci ruoli, per garantire alle imprese agricole lombarde la disponibilità del bene essenziale e primario da cui dipende tutto il loro lavoro: il “bene terra”, fattore limitato e irriproducibile senza il quale ogni discussione sul futuro della nostra agricoltura, ma anche della qualità della vita di tutti, è priva di ogni senso. La Coldiretti non è mai stata contraria a priori a quegli interventi che possono potenziare il sistema socio-economico lombardo – che serve a tutti – ma rivendica per l’agricoltura un ruolo che deve avere pari dignità con gli altri settori nelle scelte di pianificazione territoriale, riconoscendone la destinazione produttiva e l’utilità socioeconomica. Ma vi sono altre minacce che incombono sul bene terra inteso come insostituibile fattore per lo svolgersi delle attività imprenditoriali in campo agricolo. La sempre crescente richiesta di terreni dovuta alla loro utilizzazione speculativa da parte anche di soggetti esterni al mondo agricolo ha, ad esempio, determinato grandi anomalie e perturbazioni nel mercato degli affitti che sono schizzati a valori del tutto estranei a quelli che dovrebbero essere in funzione di una utilizzazione imprenditoriale del bene terra come strumento di produzione agricola ed agroalimentare da parte soprattutto delle vere imprese agricole ad indirizzo tradizionale. E’ il caso, ad esempio, della loro utilizzazione per la produzione di biomasse a fini energetici non da parte di imprese che in tal modo diversificano opportunamente la loro attività e le loro produzioni, ma da parte di altri soggetti esterni che vi individuano un business scollegato dal ruolo imprenditoriale agricolo, fenomeno attivo in particolare nella nostra provincia, con il rischio di far “fermentare” non solo le produzioni ma anche le vere IL
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imprese agricole. Questa anomalia ha determinato grosse difficoltà per le vere imprese costrette a confrontarsi con costi che non riescono a sostenere e ad ammortizzare. Si tratta di un problema di non poco conto che va ad aggiungersi ad altre anomalie del mercato degli affitti che si sono determinate negli ultimi anni in conseguenza di altre problematiche che portano le imprese ad abbisognare di terreni per rispettare, ad esempio, le normative in materia di spandimento dei reflui zootecnici ed in materia di nitrati. Queste ultime normative, infatti, rappresentano una vera e propria “Spada di Damocle” che incombe sulla nostra agricoltura e sulla nostra zootecnia. Nonostante l’impegno che abbiamo profuso – di concerto con la Regione - sul piano tecnico, nonostante i periodi transitori per l’adeguamento strutturale, nonostante la teorica possibilità di deroghe future (che comunque saranno limitate a casi particolari e limitate anche temporalmente), vi è un serio ed inaccettabile rischio di ridimensionamento della zootecnia e dell’agricoltura lombarda con gravissime conseguenze economiche, sociali ed occupazionali per l’intera regione. Occorre, quindi, una ferma posizione politica da parte delle Istituzioni a livello provinciale, dal Presidente Salini all’Assessore Pinotti, ed a livello regionale da parte dell’Assessore Ferrazzi, che tuteli l’intera nostra agricoltura e che soprattutto metta in evidenza le vere responsabilità sul piano dell’impatto ambientale prodotto dagli altri settori produttivi e nello specifico caso dei nitrati anche dalla collettività civile. Coldiretti Cremona e Coldiretti Lombardia non vogliono e non possono condividere nessuna posizione che possa determinare conseguenze negative per le imprese agricole che – anzi - vanno assolutamente scongiurate. Il Delegato Confederale Eugenio Torchio
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SOLIDARIETA’
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Campagna Amica sta con Telethon Raccolte in Lombardia 2.395 donazioni per 11.975 euro. Giovani Impresa in prima linea Fondazione Campagna Amica, con la collaborazione di Terranostra, Giovani e Donne Impresa, ha affiancato Telethon nella maratona a sostegno della ricerca contro le malattie genetiche. Un importante appuntamento per convogliare tutte le forze all’insegna della solidarietà realizzando Punti Telethon all’interno dei numerosi Mercati di Campagna Amica localizzati in Lombardia e in 14 agenzie BNL, dove è stato possibile aiutare la ricerca conoscendo e acquistando i prodotti del territorio. “Siamo molto soddisfatti di questa esperienza con Telethon - afferma il Presidente Coldiretti Lombardia Nino Andena - e con orgoglio possiamo annunciare che, attraverso le iniziative messe in campo, Fondazione Campagna Amica della Lombardia ha donato a Telethon 11.975 euro, pari a ben 2.395 donazioni. Una cifra importante che rivela anche un forte segnale di attenzione ai prodotti agricoli da parte della popolazione. La genuinità di prodotti sicuri e del territorio è uno stimolo per sensibilizzare i cittadini, nonché consumatori, e coltivare iniziative rilevanti e utili come questa che ormai da anni hanno permesso alla ricerca di raggiungere importanti successi.” In questi anni sono stati fondati tre istituti di ricerca e un laboratorio di ricerca tecnologica, inoltre grazie a Telethon è già stata sconfitta una grave immunodeficienza genetica e presto inizieranno le sperimentazioni cliniche su una malattia neurodegenerativa e su una grave immunodeficienza. Per sostenere questi ambiziosi obiettivi Fondazione Campagna Amica ha scelto di stare con Telethon. Convinto e concreto è stato il sostegno da parte di Coldiretti Cremona: in tutti gli appuntamenti del Mercato di Campagna Amica gli agricoltori hanno raccolto contributi destinati alla maratona
benefica. Sabato 12 dicembre erano in prima linea, in particolare, i giovani imprenditori che, per l’intera giornata, si sono fatti trovare presso la sede della BNL, in corso Campi a Cremona, proponendo l’acquisto di bottiglie di olio,
tti come di altri prodotti adell’agricoltura italiana, con l’intento di assicurare un’offertaa per Telethon. “Tante persone hanno risposto al nostro invito, venendoci a trovare presso la BNL, con-
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tribuendo con una piccola sottoscrizione a finanziare progetti seri, veri, che danno una speranza a chi sta soffrendo – testimonia Armando Tamagni, Delegato provinciale di Giovani Impresa Coldiretti Cremona –. Proprio mentre stiamo accelerando nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana, per restituire redditività alle imprese agricole e dare risposte ai cittadini consumatori, l’impegno a favore di Telethon conferma il ruolo di forza sociale della nostra Organizzazione. Contribuire alla buona riuscita di una delle più importanti iniziative di solidarietà nel nostro Paese P significa infatti riaffermare i principi etici che ccostituiscono parte iintegrante del proge getto economico di Co Coldiretti”.
Alcuni momenti della maratona vissuta a Cremona, presso la BNL, con la partecipazione di Giovani Impresa
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RIFLESSIONI
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Tempo di preparazione al Natale È arrivato l'Avvento. Che tempo opportuno per ringiovanire il desiderio, la nostalgia, l'anelito sincero per la venuta di Cristo! Ecco, sta per arrivare!, ci incoraggia la Chiesa. Cerca l'unione con Dio e riempiti di speranza — virtù sicura! —, perché Gesù ti illuminerà, anche nella notte più oscura, con le luci della sua misericordia. Ora che il tempo della salvezza è vicino, è consolante ascoltare dalle parole di san Paolo che quando si manifestarono la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini, Egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per la sua misericordia (Tit 3, 5). Aprite gli occhi — abbiamo letto nel Vangelo — e levate il capo, perché la vostra redenzione è vicina (Lc 21, 28). Il tempo di Avvento è tempo di speranza. Tutto il panorama della vocazione cristiana, quell'unità di vita che ha come nerbo la presenza di Dio, nostro padre, può e deve divenire una realtà quotidiana. Dobbiamo contemplare Gesù Bambino, nostro Amore, nella culla. Dobbiamo contemplarlo consapevoli di essere di fronte a un mistero. È necessario accettare il mistero con un atto di fede; solo allora sarà possibile approfondirne il contenuto,
guidati sempre dalla fede. Abbiamo bisogno, pertanto, delle disposizioni di umiltà proprie dell'anima cristiana. Non vogliate ridurre la grandezza di Dio ai nostri poveri concetti, alle nostre umane spiegazioni; cercate piuttosto di capire che, nella sua oscurità, questo mistero è luce che guida la vita degli uomini. ATTENDERE CON PAZIENZA: Signore, il nostro è il mondo dell’uomo, un mondo frenetico, sempre più fondato sulla nostra sapienza, sulla nostra programmazione. Non ci interessano più le tue promesse, non sappiamo più attendere, non sappiamo seminare senza preoccuparci se saremo noi o altri a mietere. La tua parola invece è una parola di grande pazienza che sprona ad un’illimitata speranza … chi semina nelle lacrime raccoglierà nella gioia C’è tempo per tutto … per preparare il presepio e l’albero di Natale … per pensare al pranzo di Natale … per acquistare dei regali per le persone che ci sono care … forse per programmare anche le vacanze natalizie. E Lui, il vero festeggiato, rimane sempre fuori dalla porta dei nostri pensieri e dei nostri progetti. Perché non dedicare qualche giorno a noi,
Ai Soci, alle loro famiglie a tutti gli amici e collaboratori Coldiretti Cremona augura
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Buon Natale e felice 2010 Chiusura uffici festività natalizie Si rende noto che, in occasione delle festività natalizie, la Sede di via Ala Ponzone e gli Uffici della Federazione Coldiretti e di Impresa Verde rimarranno chiusi dal 24 dicembre al 3 gennaio compreso. IL
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Don Emilio Garattini Consigliere Ecclesiastico Coldiretti Cremona
per preparare il nostro cuore ad accogliere Colui che è venuto, che viene continuamente nel nostro quotidiano e che verrà alla fine dei tempi? Per un’antichissima tradizione i cristiani celebrano il mistero del Natale del Signore nel cuore della notte, ricordando il silenzio che tutto avvolse quando discese la Parola divina e la Luce brillò dinanzi ai pastori che, mentre erano in veglia al loro gregge, accolsero il lieto annunzio della nascita del Salvatore. Anche noi, nella Notte santa, siamo riuniti per celebrare il mistero del Natale del Signore: mistero della Luce che brilla nelle tenebre, della Parola fatta carne, del Pane disceso dal cielo. Il nostro Dio ha voluto assumere la nostra condizione umana, ha voluto condividere con noi la nostra storia. Il prodigio di questa notte accade anche se tutto attorno a quell’alone di luce che circonda la grotta della natività rimane “notte” e sembra scorrere via con i ritmi di sempre. Ma non è “il fuori” che cambia se prima non cambia il “dentro”. Non varrebbero tutte le luminarie accese a rischiarare il nostro cuore se dentro di noi non abbiamo aperto le orecchie ad ascoltare l’annuncio degli angeli, se non ci siamo stropicciati gli occhi forse pieni di sonno, affinché la Luce vera della gloria di Dio possa illuminarci. Il mistero del Natale, della salvezza che giunge come dono ad ogni uomo, ci aiuti a risvegliarci e a comprendere che tutto parte dal nostro cuore, da dentro di noi. Sol se accoglieremo quel Bambino, saSolo remoo capaci di donare a chi ci circonda c ò che ci ch in questa notte ci viene donato: la ciò LLuuce e la Pace. Luce Disspo Disponiamoci, pertanto, alla contemplazioone e alla comprensione di questo granzione de mistero mi de e lasciamoci riscaldare il cuore da parole di consolazione che risuonedalle rann no in questa Liturgia. ranno
Buon Natale don Emilio
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POLITICHE COMUNITARIE
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PAC E HEALTH CHECK: Paola Fraschini Politiche Comunitarie
COME CAMBIANO GLI AIUTI NEL PERIODO 2010-2013
Il documento sullo Stato di salute della Politica Agricola Comunitaria, approvato dall’Unione Europea lo scorso anno, ha introdotto concetti nuovi relativamente all’agricoltura europea; su alcuni punti gli Stati membri hanno avuto la facoltà di esprimere il proprio parere e di decidere, in maniera indipendente, se applicare o meno alcune regole. Nel corso del 2008, per esempio, tanto si è parlato della possibile regionalizzazione degli aiuti, che avrebbe causato un forte ridimensionamento del valore dei titoli all’aiuto, soprattutto nelle zone, come la nostra provincia, in cui i diritti hanno valore elevato. Di fatto né la forfetizzazione né la regionalizzazione si applicano ed i titoli manterranno il loro valore storico fino al 2013. Entro luglio 2009 gli Stati potevano decidere se anticipare il disaccoppiamento totale nel settore ortofrutticolo; anche questa opzione è stata scartata e quindi rimane in vigore l’aiuto accoppiato per il pomodoro anche nel 2010. A partire dal 2011 sarà applicato il disaccoppiamento totale per pomodoro da industria, pesche e pere da industria, mentre dal 2013 per le prugne da industria. E’ stata confermata la soglia minima di 100 euro per aver diritto agli aiuti. Il 2009 è stato l’ultimo anno di applicazione dell’articolo 69, quindi per il prossimo anno non ci sarà più il premio per i cereali con l’obbligo della conservazione dei cartellini ecc. L’unico obbligo resta quello, per coloro che nel 2009 avevano chiesto il premio per l’avvicendamento, di rispettare la rotazione colturale ed evitare, quindi, il recupero delle somme erogate lo scorso anno. Nel 2010 il pagamento dell’articolo 69 verrà disaccoppiato e porterà ad un incremento dei titoli storici. A partire dal 2010 viene invece introdotto il sostegno specifico (articolo 68) che l’Italia ha scelto di applicare e di cui parleremo in seguito. L’importo assegnato è di 316,25 milioni di euro che deriva da: 144,9 milioni di euro di fondi inutilizzati, da una trattenuta del 10% dei titoli bietola e tabacco, da una trattenuta del 3,8% sul valore di tutti i titoli. Il disaccoppiamento totale nell’health check: PAGAMENTI ACCOPPIATI
IMPORTO ATTUALE
HEALTH CHECK
premio alla qualità del grano duro
40 euro/ha
disaccoppiato nel 2010 Periodo di riferimento 2005-2008
pagamenti supplementari dell’art. 69 del Reg. Ce 1782/2003
seminativi, bovini, ovicaprini, barbabietola
disaccoppiato nel 2010 Periodo di riferimento: 2000-2002
premio per le colture proteiche (fave, favette, pisello proteico, lupini)
55,57 euro/ha
disaccoppiato nel 2012 Periodo di riferimento 2005-2008
aiuto specifico per il riso
453 euro/ha
disaccoppiato nel 2012 Periodo di riferimento 2005-2008
pagamento per la frutta a guscio
120,75 euro/ha
disaccoppiato nel 2012 Periodo di riferimento 2005-2008
aiuto per le sementi
Importo variabile per semente
disaccoppiato nel 2012 Periodo di riferimento: 2000-2002
aiuto per le colture energetiche
45 euro/ha
abolito dal 2010
aiuto alla trasformazione dei foraggi essiccati
33 euro/t
disaccoppiato dal 2012 Periodo di riferimento 2005-2008
Nel 2010, pertanto, ci sarà un aumento del valore dei titoli per il disaccoppiamento dell’articolo 69 (che si stima si dovrebbe aggirare intorno ai 30 euro/titolo) ed una contemporanea diminuzione del valore dei titoli per la trattenuta del 3,8% su tutti i titoli e del 10% sui titoli bietola e tabacco. Oltre a ciò nel 2010 la modulazione degli aiuti sarà pari all’8%. IL
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ARTICOLO 68 Vediamo di seguito una tabella riassuntiva dei premi dell’articolo 68 previsti a partire dal 2010: Settore
Vacche nutrici
Tipologia di sostegno
Premio massimo
Vitello nato da vacche nutrici primipare di razze da carne iscritte ai LLGG
200 euro/capo (sarà circa 190 euro/capo)
Vitello nato da vacche nutrici pluripare di razze da carne iscritte ai LLGG
150 euro/capo
Vitello nato da vacche nutrici a duplice attitudine iscritte nei registri 60 euro/capo anagrafici
Macellazione bovini
Bovini macellati in età compresa tra 12 e 24 mesi, con permanenza minima di 7 mesi in allevamento, allevati in conformità con un disciplinare di 50 euro/capo etichettatura facoltativa ai sensi del Reg. Ce 1760/2000 (sistema di qualità (sarà circa 45 euro/capo) Mipaaf). Bovini macellati in età compresa tra 12 e 24 mesi, certificati ai sensi del Reg. Ce 510/2006 (IGP).
90 euro/capo
Montoni acquistati, iscritti al LLGG e geneticamente selezionati resistenti 300 euro/capo alla scrapie. Ovicaprino
Montoni di età inferiore o uguale a 5 anni, detenuti in azienda, iscritti al 70 euro/capo LLGG e geneticamente selezionati resistenti alla scrapie. Ovicaprini macellati e certificati ai sensi del Reg. Ce 510/2006 (DOP/IGP).
15 euro/capo
Ovicaprini allevati con un coefficiente di densità inferiore o uguale a 1,0 10 euro/capo UBA/ettaro. Olio di oliva
Olio di oliva prodotto in aziende iscritte ai sistemi di controllo per il rispetto 1,0 euro/kg del disciplinare di produzione ai sensi del Reg. Ce 510/2006 (DOP/IGP) e/o ai (sarà 0.5 euro/capo) sensi del Reg. Ce 834/2007 (agricoltura biologica).
Latte
Latte crudo di vacca prodotto nel rispetto di almeno due dei seguenti 15 euro/tonnellata requisiti qualitativi ed igienico-sanitari: (il premio reale dipenderà - tenore di cellule somatiche (per ml) inferiore a 300.000; da quante aziende - tenore di germi a 30° (per ml) inferiore a 40.000; rispetteranno i limiti) - tenore di materia proteica non inferiore a 3,35%. Tabacco prodotto sulla base di un contratto di coltivazione e consegnato ad una impresa di prima trasformazione tabacco dei gruppi varietali 01, 02, 03 2,0 euro/kg e 04 e che rispettano una serie di requisiti qualitativi.
Tabacco
Tabacco destinato alla produzione di sigari di qualità, prodotto sulla base di un contratto di coltivazione e consegnato ad una impresa di prima trasformazione tabacco delle varietà Kentucky destinato alla produzione 4,0 euro/kg di fascia e che rispetta una serie di requisiti qualitativi. I pagamenti sono concessi per i quantitativi per i quali l’impresa di trasformazione ha corrisposto al produttore un prezzo non inferiore a 4,5 euro/Kg. Tabacco destinato alla produzione di sigari di qualità, prodotto sulla base di un contratto di coltivazione e consegnato ad una impresa di prima 2,5 euro/kg trasformazione tabacco delle varietà Nostrano del Brenta e che rispetta una serie di requisiti qualitativi. IL
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Barbabietola
Barbabietola da zucchero coltivata con l’utilizzo di sementi certificate e confettate. 300 euro/ettaro
Floricolo
Danae racemosa (Ruscus) destinata alla produzione di fronde recise a 15.000 euro/ettaro condizione che i produttori adottino un disciplinare di produzione volontario (massimale di 10.000 riconosciuto dal Mipaaf. euro per produttore)
Avvicendamento
Aiuto ai produttori delle Regioni Centro-meridionali che praticano l’avvicendamento triennale, a condizione che il ciclo di rotazione preveda la presenza, nella 100 euro/ettaro medesima particella, almeno per un anno di colture proteiche o di oleaginose.
Assicurazioni
Contributo a favore degli agricoltori che stipulano polizze assicurative 65% della spesa per il agevolate per la copertura di rischi di perdite economiche causate da avversità pagamento dei premi di atmosferiche sui raccolti, da epizoozie negli allevamenti zootecnici, da malattie assicurazione delle piante e da infestazioni parassitarie sulle produzioni vegetali.
SUPERFICI AMMISSIBILI Le superfici ammissibili all’abbinamento con i titoli per il 2010 sono le medesime del 2009; dal 2011 tutta la superficie agricola sarà considerata ammissibile secondo il seguente schema:
2009-2010
Superfici ammissibili
Superfici escluse
2011
- seminativi (escluse patate e vivai) - prati e pascoli permanenti - oliveti - agrumeti - vigneti - pioppeti imboschimenti (realizzati con i PSR e che hanno dato diritto a pagamenti disaccoppiati nel 2008) -
patate e vivai frutteti superfici forestali usi non agricoli
Tutta la superficie agricola + imboschimenti (realizzati con i PSR e che hanno dato diritto a pagamenti disaccoppiati nel 2008)
-
superfici forestali usi non agricoli
In merito ai pioppeti è in corso di elaborazione presso il Ministero una circolare atta a chiarire definitivamente quali categorie di pioppeto siano da considerare ammissibili all’abbinamento con i diritti all’aiuto. Infine si ricorda che dal 2009, a differenza di quanto avveniva in precedenza, i titoli vengono restituiti alla riserva nazionale quando restano inutilizzati per due anni. Pertanto coloro che non avessero usato alcuni titoli nella domanda unica del 2009 dovranno provvedere obbligatoriamente al loro utilizzo nella prossima campagna, per evitare che questi ritornino alla riserva nazionale.
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Direttiva nitrati Nei mesi scorsi le aziende che eccedevano i limiti di apporti azotati (zootecnici e/o chimici) previsti dalla Direttiva nitrati hanno dovuto presentare, al Comune nel quale è localizzata la sede aziendale, il relativo Piano di Utilizzazione Agronomica. Pertanto un certo numero di aziende, che aveva concimazioni inferiori ai limiti previsti dalla normativa, non ha dovuto presentare nulla, in quanto esonerato. La necessità di presentare un procedimento però potrebbe nascere qualora l’azienda decida di sottoscrivere, per esempio, una convenzione per lo smaltimento dei reflui con un’azienda zootecnica, di effettuare sui propri terreni distribuzione di fanghi, di effettuare colture che richiedono un apporto azotato maggiore. In questi casi chiediamo alle aziende interessate di effettuare le opportune verifiche presso i nostri uffici, che sono disponibili, qualora ci sia la necessità, anche a redigere e presentare il Piano di Utilizzazione dei nitrati. Ricordiamo che comunque le soglie di assoggettabilità al procedimento nitrati sono diverse tra zone vulnerabili e non vulnerabili e più precisamente:
ZONE VULNERABILI REFLUI ZOOTECNICI <1000 kg azoto/anno Da 1001 a 3000 Da 3001 a 6000 >6000
CONCIMI CHIMICI <3000kg azoto/anno Da 3001 a 6000 >6000
ESONERO PIANO PIANO PIANO
ESONERO PIANO PIANO
ZONE NON VULNERABILI REFLUI ZOOTECNICI <3000 kg azoto/anno Da 3001 a 6000 >6000
CONCIMI CHIMICI <6000kg azoto/anno >6000
ESONERO PIANO PIANO
ESONERO PIANO
Si evidenzia, inoltre, il fatto che le aziende che risultano esentate dalla presentazione del piano al comune debbano comunque essere in regola con i volumi di stoccaggio dei propri reflui: gli adeguamenti necessari devono essere realizzati entro il 31 dicembre 2010. Tutto ciò al fine di evitare di incorrere in sanzioni anche pesanti sia amministrative sia penali. Si ricorda, infine, che al fine di rendere valido l’iter dei procedimenti, il piano firmato va presentato al comune dove insiste il centro aziendale, e l’azienda deve detenere presso di sé una copia del procedimento con i relativi allegati (planimetrie, registro delle concimazioni, piano di monitoraggio, CTR).
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- Lamiere forate.
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LATTE: LE MISURE GIA’ PREVISTE PER IL 2010 Pietro Scolari Ufficio Economico
In attesa di un adeguamento del prezzo del latte alla stalla alle attuali condizioni di mercato, facciamo il punto della situazione delle principali misure che coinvolgono il settore lattiero-caseario già previste a partire dal prossimo anno.
La grande crisi che ha interessato il settore lattiero-caseario nel corso del 2009 ha portato la Comunità Europea ad anticipare, per esempio, il pagamento della domanda unica 2009 al 16 di ottobre, oppure a riconsiderare misure di intervento che aveva ormai abbandonate, come il ripristino dell’ammasso del burro e della polvere di latte (la cui scadenza, salvo proroghe, è prevista per il 28 febbraio prossimo) e la reintroduzione dell’ammasso dei formaggi, nonché ad altre misure, più o meno incisive, i cui effetti si concretizzeranno nel prossimo anno. Cerchiamo di farne una breve sintesi. 1. Innalzamento degli aiuti de minimis da 7.500 euro a 15.000 euro per impresa. Questa misura prevede sostanzialmente un’autorizzazione preventiva concessa dalla UE a tutti gli Stati membri affinché mettano a disposizione degli allevatori (in realtà questa misura riguarda tutti i settori agricoli, dal latte alla carne, ai cereali, …) fino ad un massimo di 15.000 € per impresa. Tali fondi dovranno avere una copertura finanziaria da parte di ogni Stato membro. 2. Incremento fino al 10% sui contributi agli investimenti. Questa norma prevede che le imprese agricole con allevamenti che decidono di accedere ai PSR per investimenti aziendali possano ottenere un contributo in conto capitale o in conto interessi (dipendentemente dalla somma spesa per l’investimento) fino ad un massimo del 40%. In realtà la Regione Lombardia ha previsto un innalzamento di cinque punti percentuali del contributo riconosciuto alle imprese che effettuano investimenti, portandolo dal 30 al 35%. 3. Stanziamento di una somma pari a 280 milioni di euro. Questa somma è stata messa a disposizione da Bruxelles con lo scopo di aiutare gli allevatori ad uscire dalla crisi del settore lattiero caseario e dovrà essere erogata entro giugno del prossimo anno. Al nostro Paese di questi 280 milioni spetteranno circa 23 milioni di euro che, se distribuiti in base alla quota posseduta da ciascun allevatore, porterebbero circa 0.2 centesimi di euro per litro latte. Una somma decisamente IL
irrisoria, soprattutto considerando che lo scopo che questo stanziamento straordinario dovrebbe raggiungere è il sostegno al reddito delle imprese lattiero-casearie in difficoltà di mercato. 4. Possibilità di ogni Stato membro di acquistare le quote. Il Regolamento Ce 1140 del 20 novembre 2009, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea del 27 novembre scorso, ha modificato in parte gli articoli n. 78 e 79 del Reg. Ce 1234/07 in merito al superamento della quota e all’applicazione del prelievo sulle eccedenze. Nelle premesse di questo regolamento si legge che “per incoraggiare ulteriormente la necessaria ristrutturazione del settore è opportuno che il prelievo sulle eccedenze a carico dei produttori di latte sia calcolato in base alla quota nazionale previa detrazione delle quote individuali riscattate” ovvero acquistate dallo Stato Membro “a condizione che le quote liberate rimangano nella riserva nazionale nel corso dell’anno … E’ opportuno autorizzare gli Stati membri a utilizzare per la ristrutturazione le entrate supplementari generate grazie a questo nuovo metodo di calcolo”. In pratica questa misura prevede per la campagna in corso e la prossima – 2010/2011 – che il prelievo sulle eccedenze maturate nelle sole consegne di latte è riscosso per il latte commercializzato in eccesso rispetto alla quota nazionale ridotta delle quote individuali per le consegne confluite nella riserva nazionale a decorrere dal 30 novembre 2009 e conservate nella medesima riserva fino al 31 marzo. Le quote oggetto del ritiro da parte dello Stato verrebbero in altre parole accantonate e non considerate nei calcoli di fine periodo al momento della compensazione: in caso di esubero produttivo maturato dai produttori, tale esubero verrebbe destinato per la ristrutturazione del settore. 5. Applicazione della clausola d’emergenza. Sempre il Reg. Ce 1140/09 dello scorso 28 novembre ha modificato l’art. 186 del Reg Ce 1234/07 estendendo la cosiddetta clausola d’emergenza anche al settore lattiero-caseario. Questa misura CREMONESE
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consente alla Commissione europea di poter intervenire in modo repentino con provvedimenti d’urgenza senza l’avallo del Parlamento europeo in momenti di turbolenze di mercato. 6. Fondo per coloro che hanno acquistato quota latte dopo l’entrata in vigore della Legge 119/03. Questo fondo ha una dotazione finanziaria iniziale di 45 milioni di euro ed è stato istituito dalla Legge 33/09. Il Ministero delle Politiche Agricole ed Ismea stanno definendo le modalità e le procedure operative di accesso al fondo. 7. Articolo 68 e premio sulla qualità del latte. Come già noto i premi legati all’articolo 69 verranno rimpiazzati da altri previsti dall’articolo 68, articolo che introduce nuovi criteri per i pagamenti supplementari collegati alla domanda unica a partire dal prossimo anno e fino al 2013 compreso. Per il settore lattierocaseario l’art 68 ha previsto una dotazione annua di 40 milioni di euro da destinarsi agli allevatori di bovini da latte che rispettano determinati requisiti di qualità del latte. Il premio massimo che verrà erogato è pari a 15 euro/ton (per intenderci circa 30 delle vecchie lire al kg.) per il latte prodotto all’interno della quota individuale di ciascuna impresa che rispetta almeno due dei seguenti tre requisiti di qualità del latte: • Tenore di cellule somatiche (per ml.) inferiore a 300.000; • Tenore di germi a 30° (per ml.) inferiore a 40.000;
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• Tenore di materia proteica non inferiore a 3.35% (p.v.). Per poter percepire il premio, il parametro che non rispetta i requisiti di cui sopra deve comunque rientrare in quelli minimali imposti dal DPR 54 ovvero non deve oltrepassare un tenore di cellule somatiche pari a 400.000 (per ml.), non deve superare una carica batterica superiore a 100.00 (per ml.) e deve avere un tenore di materia proteica non inferiore a 3,20% (peso/volume). Per poter percepire il premio tali parametri devono essere rispettati nel corso dell’intero anno. A breve uscirà una circolare esplicativa che dovrebbe dare risposta ad alcuni dubbi interpretativi come, ad esempio, se per carica batterica e cellule somatiche si considerano le medie geometriche trimestrali oppure ogni singolo cartellino che almeno con cadenza quindicinale vengono fatti per la verifica e l’applicazione dei premi o penalità legati alla tabella qualità. Alle misure di cui sopra auspichiamo se ne aggiunga all’inizio dell’anno un’altra, di portata sicuramente maggiore, ovvero l’approvazione a Bruxelles del D.M. sull’origine del latte UHT e di tutti i trasformati del latte, decreto che è stato approvato dal Governo al termine della mobilitazione Coldiretti del luglio scorso. Questa rappresenterebbe sicuramente una svolta nel settore lattiero-caseario, la possibilità per le nostre imprese di veder premiati i propri sforzi per la produzione di un latte sano e di qualità con un prezzo che premi l’imprenditorialità delle nostre aziende.
Prezzo del latte, rotta la trattativa - E’ mobilitazione Nella serata di giovedì 17 dicembre, mentre questo giornale andava in stampa, a Milano si è rotta la trattativa sul prezzo del latte. Dopo un primo incontro tra le OO.PP. agricole regionali e Assolatte, avvenuto venerdì 11 dicembre a Milano presso la sede di Unioncamere Lombardia, il negoziato era stato aggiornato, appunto, al pomeriggio di giovedì 17 dicembre. Sul tavolo c’era la legittima richiesta, rivolta da Coldiretti ad Assolatte, di considerare i positivi mutamenti intervenuti a livello di mercato. Alla luce anche della repentinità di tali mutamenti, si chiedeva la disponibilità a definire un prezzo per 4 mesi, cioè fissato sino al 31.03.2010, che tenesse conto in particolare della rimuneratività garantita dagli aumenti di prezzo fatti registrare dai formaggi DOP. All’appuntamento del 17 dicembre Assolatte si è presentata con un atteggiamento di chiusura che ha impedito qualsiasi passo avanti. La proposta rivolta ai rappresentanti dell’agricoltura – proposta di portare il prezzo di un litro di latte a 31,4 centesimi! – è apparsa da subito per ciò che era: una proposta inaccettabile, vergognosa. La rappresentanza agricola ha quindi lasciato il tavolo del negoziato, decidendo di aprire una mobilitazione forte, immediata, a tutela del reddito – della sopravvivenza stessa – delle imprese agricole. Mentre questo giornale va in stampa si sta dunque aprendo, fin dalle prime ore di venerdì 18 dicembre, il presidio degli agricoltori lombardi davanti all’industria Ambrosi di Brescia. Immediatamente mobilitata, l’intera struttura della Federazione Coldiretti Cremona, insieme agli agricoltori, si è invece diretta davanti agli stabilimenti Parmalat di Collecchio, per effettuarne il blocco, insieme a colleghi e agricoltori di Parma. Coldiretti Cremona darà pronta comunicazione ai Soci in merito ad ogni aggiornamento, attraverso gli altri nostri canali di informazione.
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CONSORZI AGRARI D’ITALIA La holding degli agricoltori italiani Il sistema dei Consorzi Agrari – che sviluppa un fatturato di 3 miliardi di euro su 1300 punti di vendita, ai quali fanno riferimento 300mila imprese agricole e un numero crescente di cittadini interessati dall’acquisto di prodotti alimentari genuini della filiera agricola italiana e di giardinaggio – è il grande protagonista di “Consorzi Agrari d’Italia, la holding degli agricoltori italiani. Nasce un gigante che interessa quasi un’impresa agricola su tre, leader incontrastato nella gestione dei cereali con il 20 per cento della produzione nazionale, nella commercializzazione di mezzi tecnici per l’agricoltura con il 25 per cento dei trattori venduti, e garantisce l'alimentazione ad un animale allevato su dieci, presente, anche con esempi di eccellenza, in attività industriali e nella distribuzione alimentare. Un gruppo attivo dal campo alla tavola attraverso il quale passa un chicco di grano italiano su cinque, destinato a finire come pane o pasta sulle tavole dei consumatori, ma che vende anche un trattore sui quattro al lavoro nelle campagne italiane. L'avvenuta costituzione della holding denominata “Consorzi Agrari d’Italia”, società consortile per azioni, è stata resa nota al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio della Coldiretti. La holding partecipata già da 23 Consorzi Agrari, di proprietà degli agricoltori, ha un capitale sociale di 4 milioni di euro ripartito tra i soci con quote e scaglioni in funzione del fatturato e una governance secondo il modello duale che prevede un Consiglio di Sorveglianza ed un Consiglio di gestione.
Le priorità di intervento - Rafforzare la rete, creando dei “poli” territoriali su obiettivi condivisi (primo passo nella razionalizzazione del sistema dei Consorzi Agrari) - Creare un soggetto forte in grado di guidare le attività obiettivo del piano industriale - Disporre di capacità finanziaria adeguata a sostenere le attività
Alla holding fanno capo quattro diverse società attive, rispettivamente, nel trading, nella gestione dei punti vendita, nella trasformazione industriale e nella gestione del patrimonio immobiliare. Presidente del Consiglio di Sorveglianza è stato nominato Luigi Gruppi, Presidente del Consorzio Agrario di Milano e Lodi, mentre Presidente del Consiglio di gestione è Pierluigi Guarise, Direttore del Consorzio Agrario Lombardo Veneto. “Consorzi Agrari d’Italia” persegue quattro principali obiettivi: • La creazione di una rete efficiente di servizi su tutto il territorio nazionale, a partire dal sud, di tipo tecnico-commerciale, finanziario, logistico ma anche nelle nuove energie agricole; • La modifica delle relazioni industriali
Valorizzazione della filiera seminativi Per la valorizzazione della filiera seminativi sono state individuate alcune aree di business, ovvero: 1. Trading grano duro, tenero, mais, altri cereali 2. Mangimifici 3. Sementifici a) costituzione sementi b) moltiplicazione sementi 4. Trasformazione produzioni (pasta, vino, olio…)
accrescendo il peso degli agricoltori; • La concentrazione dell’offerta e la commercializzazione delle produzioni, per aumentare il valore aggiunto degli agricoltori; • Una presenza diretta sul mercato di prodotti agroalimentari “firmati dagli agricoltori” e il rafforzamento di una rete distributiva integrata partendo dai punti
La rete distributiva Obiettivi strategici sul fronte della distribuzione sono: 1. Procedere alla valutazione e successiva realizzazione di una o più piattaforme logistiche-distributive da realizzarsi anche in joint con le insegne della grande distribuzione nazionale ed europea 2. Procedere alla valutazione e successiva realizzazione di una rete distributiva a marchio proprio (in franchising) basato sulla Vendita Diretta Organizzata.
La Vendita Diretta Organizzata Rispetto ai Farmers’ Market tradizionali, la Vendita Diretta Organizzata offre alcuni importanti vantaggi Nella gestione: - Contenimento della manodopera: personale condiviso - Condivisione delle attrezzature tecniche nei pv (frigoriferi, bilance, banchi, ecc.) - Condivisione di veicoli e logistica - Comunicazione e marketing collettivo - Minori vincoli autorizzativi Nell’offerta al consumatore: - Maggior assortimento di prodotti offerti - Superamento dei problemi si stagionalità o quantità - Libertà di orario di apertura - ECR Efficient Consumer Response - Marchio e certificazioni che comunichino e garantiscano i valori dell’iniziativa Il tutto conduce a: - fidelizzazione del cliente - abbattimento delle barriere di accesso per i prodotti agricoli: anche produttori molto piccoli possono partecipare - possibilità di operare su molti mercati Il modello organizzativo della VDO prevede: - una società titolare del format e del marchio - società di gestione dei singoli punti vendita VDO, in franchising
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vendita esistenti. Le aree di business della società sono state individuate nella razionalizzazione delle attività della rete Consorzi Agrari, nella realizzazione di una rete distributiva per le produzioni firmate dagli agricolto-
ri, nelle nuove energie, nel credito e nelle assicurazioni e nella filiera dei seminativi con particolare riferimento al trading di grano duro, tenero, mais, altri cereali, alle attività industriali di mangimifici, sementi e a quelle di trasformazione delle
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produzioni (pasta, vino, olio, ecc). “E’ una grande opportunità per l’agroalimentare italiano. Gli agricoltori si candidano a diventare protagonisti del proprio futuro” ha affermato il Presidente della Coldiretti Sergio Marini.
UNCI-COLDIRETTI Obiettivo: realizzare la più grande centrale cooperativa agroalimentare a livello nazionale Nel segno del Progetto Coldiretti per il Paese, è nata Unci-Coldiretti, Associazione Nazionale delle Cooperative Agricole e di Trasformazione Agroindustriale aderenti all’Unci, con l’obiettivo di realizzare la più grande centrale cooperativa agroalimentare a livello nazionale. Il nuovo soggetto associativo rappresenta la cooperazione che fa crescere le imprese e abbraccia appieno l’idea di dar vita ad “una filiera agricola tutta italiana firmata dagli stessi agricoltori, che renda visibile e riconoscibile l’italianità nei confronti del consumatore e distingua l’intero prodotto agricolo autenticamente Made in Italy, basandosi sulla trasparenza della filiera, sull’identificazione dell’origine in etichetta e sul legame del prodotto con il territorio di riferimento”. A guidare la nuova associazione sarà Mauro Tonello, Vicepresidente della Coldiretti, eletto Presidente all’unanimità dall’Assemblea. “Tra gli scopi dell’Unci-Coldiretti – ha detto Tonello nella sua relazione – promuovere il consolidamento e lo sviluppo della cooperazione agricola e della trasformazione agroindustriale in tutte le sue
forme avvalendosi anche delle strutture territoriali dell’Unci e della Coldiretti. Ed inoltre, l’assistenza, la rappresentanza e la tutela degli organismi associati. La cooperazione identifica appieno la valorizzazione delle istintività territoriali, delle tradizioni e delle specificità locali. Con la costruzione di una filiera tutta italiana si sarà in grado di tutelare il consumatore, basandosi sulla trasparenza della filiera, sull’indicazione dell’origine in etichetta, sulla diversificazione dei prodotti e sul legame del prodotto con il territorio di riferimento. Sono, questi, gli elementi chiave per arginare lo strapotere della grande distribuzione e il meccanismo delle vendite sotto costo che provoca effetti devastanti sul tessuto imprenditoriale e sul potere di acquisto dei consumatori”. “In questo quadro - ha detto il Presidente Unci on. Luciano D’Ulizia - le cooperative agricole rappresentano i soggetti fondamentali per la costruzione della filiera agricola tutta italiana, con particolare riguardo all’aggregazione dell’offerta, alla trasformazione del prodotto italiano e alla valorizzazione
boni¿ca amianto cemento
delle imprese agricole. Lo stesso concetto di socio-coimprenditore si sposa perfettamente con quello di coltivatore diretto, perché entrambi finalizzati ad una attività socialmente rilevante per riconquistare valore per la produzione. Il coltivatore non solo produce ma commercializza e matura una coscienza imprenditoriale. Una collaborazione importante, quella realizzata tra l’Unci e la Coldiretti, basata sulla condivisione di obiettivi per una vera ed autentica cooperazione agroalimentare. Mauro Tonello, nato a Codigoro (Ferrara) il 9 aprile 1960, imprenditore agricolo, conduce a Codigoro un’azienda di 150 ettari, coltivata con produzioni estensive a indirizzo orticolo e cerealicolo. Come imprenditore agricolo, è sin da giovane impegnato negli organismi di rappresentanza della categoria. Nel 1992 viene eletto alla presidenza di Coldiretti Ferrara, nel 1999 diviene presidente di Coldiretti Emilia Romagna, la maggiore organizzazione agricola regionale con 45 mila aziende associate. Due anni dopo entra in consiglio e in giunta nazionale di Coldiretti dove è ora vicepresidente.
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DATORI DI LAVORO
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VIDEOSORVEGLIANZA IN AZIENDA Dianella Mariotti Politiche del Lavoro e Contrattualistica
Come si concilia il bisogno di sicurezza e controllo delle aziende con la privacy dei dipendenti
La sicurezza è un bisogno sempre più forte e sentito nelle aziende, difatti spesso ricorrono all’installazione di sistemi per la videosorveglianza per motivi di controllo: di accessi, movimentazioni, processi produttivi, ma anche di sicurezza quali: intrusioni, furti e danneggiamenti. Il Garante per la privacy, in un provvedimento del 2004, ha stabilito le regole da rispettare nelle attività di videosorveglianza effettuate nell'ambito dei rapporti di lavoro. A livello aziendale quindi si devono osservare due tipi di prescrizioni: quella di carattere generale e quella di carattere specifico, per la tutela dei lavoratori. Nel merito delle misure di carattere generale, l’autorità Garante per la protezione dei dati personali è intervenuta con significativi provvedimenti individuando 4 principi da osservare affinché la videosorveglianza sia legittima, cioè:
liceità, necessità, proporzionalità e finalità. Il provvedimento in particolare stabilisce: * che l’installazione di telecamere è lecita solo se è proporzionata agli scopi che si intendono perseguire; * che gli impianti di videosorveglianza devono essere attivati solo quando altre misure siano insufficienti o inattuabili; * che l’eventuale conservazione delle immagini deve essere limitata nel tempo; * che i cittadini devono sapere sempre e comunque se un’area è sottoposta a videosorveglianza. Relativamente alle misure specifiche nell’ambito dei rapporti di lavoro il Garante ha ribadito il principio che, se si intende utilizzare tale tecnica sul luogo di lavoro, va tenuto conto che lo Statuto dei Lavoratori vieta l’uso di impianti e di apparecchiature per finalità di controllo a distanza dei lavoratori e, nel caso in cui il loro impiego risulti necessario per altre finalità, prescrive alcune garanzie. In particolare ha stabilito che occorre osservare le garanzie previste dall'art. 4 della legge n. 300/1970 (Statuto dei lavoratori) per il quale è inammissibile l'installazione di sistemi di videosorveglianza in luoghi riservati esclusivamente ai lavoratori ovvero non destinati all'attività lavorativa (ad esempio bagni, spogliatoi, docce, locale degli armadietti e luoghi ricreativi). Mentre ammette l’uso di impianti e di apparecchiature di videosorveglianza se richiesti da esigenze organizzative e produttive, oppure da esigenze di sicurezza sul posto di lavoIL
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ro, ma dai quali possa derivare anche il controllo a distanza dei lavoratori (cioè l'attività espressamente vietata dalla legge) ad una condizione che vi sia il preventivo accordo con le Rappresentanze Sindacali aziendali, oppure, in mancanza di accordo, a seguito di specifica autorizzazione della Direzione Provinciale del Lavoro. La Direzione Provinciale del Lavoro, al fine del rilascio della propria autorizzazione, dovrà provvedere a svolgere un sopralluogo per verificare, in particolare, se l’angolo di ripresa delle telecamere sia o meno compatibile con il divieto sancito dall'art. 4 della legge n. 300/1970 ed eventualmente indicherà le prescrizioni da osservare. Infine, va ricordato che per quanto riguarda gli aspetti sanzionatori il punto 7 del citato provvedimento generale del Garante precisa che l'illecito o non corretto uso delle immagini porta all'inutilizzabilità delle stesse, all'adozione di un provvedimento di blocco e divieto del trattamento da parte dell'Autorità e ad analoghe decisioni adottate dall'autorità giudiziaria civile e penale, ovvero all'applicazione delle sanzioni amministrative o penali previste dal Codice della privacy. Tutto ciò premesso … attenzione ai “controlli disinvolti”.
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DATORI DI LAVORO
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PROSPETTO INDENNITÀ SPECIALI SPETTANTI AI SALARIATI AGRICOLI CONTEGGI DI FINE ANNO 2009 valore Q.le
€
0,2157
INTERESSENZA LATTE abbattimento Q.li
3.672 €
350,00
casa
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103,29
orto
€
17,04
RITIRO LATTE BERGAMINO/CAPO BERG./CAPO OP.
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116,00 annuo
VALORE LATTE PER TRATTORISTI
€
0,3175 al litro
PARTI
€
4,00
FECONDAZIONE ARTIFICIALE
€
4,00
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GIOVANI IMPRESA
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Giovani Impresa Assemblea Nazionale
Giacomo Maghenzani Segretario Giovani Impresa
“Un progetto per te, che ha bisogno di te”
Martedì 1 e mercoledì 2 dicembre, presso la Sede confederale a Palazzo Rospigliosi, si è svolta l’Assemblea Nazionale di Coldiretti Giovani Impresa dal titolo significativo: “Un progetto per te che ha bisogno di te”. La prima dopo l’assemblea generale di Coldiretti del 30 aprile scorso al Palalottomatica a Roma, quando fu lanciato il progetto per la creazione di una filiera agroalimentare tutta italiana e firmata dagli agricoltori. Il colpo d’occhio della splendida sala delle Statue gremita di giovani in rappresentanza di tutte le regioni italiane è stato notevole. La significativa partecipazione di molti neo delegati provinciali e regionali è stata la dimostrazione tangibile di come i giovani di Coldiretti intendano proseguire con rinnovata vitalità e impegno la missione per diventare protagonisti nella società per lo sviluppo dell’agricoltura italiana. La relazione introduttiva di Donato Fanelli, Delegato Nazionale, è stata centrata sul ruolo chiave dei giovani per il successo del progetto Coldiretti. In tal senso Fanelli ha affermato che i Giovani di Coldiretti devono diffondere la cultura della filiera agricola italiana e farsi promotori dello sviluppo del progetto in tutto il nostro Paese, pena il fallimento stesso del progetto. Devono in altre parole essep re i protagonisti del passaggio epocale da produttore a imprenditoree agricolo, dove l’innovazione tecnologica, l’originalità imprenditoriale e la capacità dii affinare sempre più la propriaa nprofessionalità, possano diventare la normalità dell’operare. Se Coldiretti, ha proseguito Fanelli in ea un passaggio, contribuisce a creare la rete tra le imprese, i giovani devono contribuire a creare reddito. Il successo del progetto Coldiretti passa inevitabilmente da una forte responsabilizzazione dei giovani nel veicolare le finalità, nel farsi promotori dei mercati di Campagna
Amica, nel contribuire alla realizzazione della VDO (Vendita Diretta Organizzata), anche attraverso l’uso di strumenti innovativi come il Web e l’ e-commerce. Il Segretario Organizzativo di Coldiretti Dr. Vincenzo Gesmundo ha ulteriormente rimarcato la valenza del progetto Coldiretti, sottolineando come l’operato e la progettualità messe in campo siano state funzionali a onorare il patto associativo con le imprese. Questo è un passaggio fondamentale in quanto il venir meno, il tradire questo patto, è per qualsiasi organizzazione di rappresentanza la morte inevitabile. Coldiretti, in modo coerente, può vantare di aver elaborato un progetto democratico per il Paese al cui successo tutti possono contribuire. Crescere nella rappresentanza, soprattutto nella filiera: è questo lo slogan, la sfida lanciata ai giovani dal Dr. Gesmundo, potendo contare su alcuni strumenti gestionali tra cui il Consorzio Fidi Coldiretti, che nel 2009 ha mosso qualcosa come 602 miliardi di euro a favore delle imprese agricole! Certo la tensione va mantenuta molto alta anche per tutta la politica agricola, dove ad esempio per quanto riguarda i PSR l’Italia potrebbe essere costretta a restituire entro marzo 2010, 1 miliardo di euro di fondi non spesi per inefficienze e ppesantezze burocratiche. Quin il lavoro prosegue, costante, Quindi con rinnovato impegno. La giornata conclusiva è stata cara ratterizzata, oltre che dai puntuali
e significativi interventi del Segretario Generale Franco Pasquali, di Arianna Giuliodori, già Segretaria Nazionale di Giovani Impresa e di Toni De Amicis, Direttore generale di Fondazione Campagna Amica, anche da autorevoli rappresentanti di importanti realtà economiche del nostro Paese: Maria Cristina Rocchi, Presidente Consorzio Agrario di Siena, Mauro Tonello, Presidente UNCI Coldiretti (l’Associazione Nazionale delle Cooperative agricole e di trasformazione agro-industriale aderenti all’UNCI), Marco Crotti – Presidente CIO (Consorzio interregionale ortofrutticoli), Carlo Barnaba - Agrimercato di Bari. Durante l’assemblea è stata inoltre allestita un’esposizione di prodotti alimentari provenienti da tutte le Regioni, dove i giovani hanno potuto spiegare le caratteristiche ed offrire consigli utili per gli acquisti. Nell'occasione, insieme all'esposizione dei prodotti immancabili del Natale con il vademecum per il loro acquisto, sono state presentate le previsioni sui consumi delle specialità di Natale e Capodanno e le iniziative della Coldiretti per consentire acquisti nel rispetto della tradizione. L’assemblea è stata chiusa in modo significativo con un “Question Time”, attraverso il quale i giovani dirigenti hanno potuto confrontarsi con il Presidente Confederale Sergio Marini; l’occasione è stata inoltre propizia per il Delegato Nazionale Donato Fanelli, per dare ufficialmente il via alle iscrizioni al premio Oscar Green 2010 per le imprese più innovative.
La componente più dinamica dell’agricoltura italiana In Italia sono quasi centomila i giovani under 35 che hanno scelto di porsi alla guida di aziende agricole che rappresentano la componente più dinamica dell'agricoltura italiana. Secondo l'indagine della Coldiretti le aziende agricole dei giovani under 35 possiedono, infatti, una superficie superiore di oltre il 54% alla media (9,4 ettari rispetto alla media nazionale di 6,1), un fatturato più elevato del 75% della media (18.720 euro rispetto alla media nazionale di 10.680) e il 50% di occupati per azienda in più. Inoltre, le giovani leve della campagna hanno una maggiore propensione al biologico (3,7% delle aziende rispetto alla media nazionale di 2,1%), ma incontrano qualche difficoltà nell'acquisto del capitale terra che solo nel 54% dei casi è in proprietà rispetto al 74 per cento della media nazionale.
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GIOVANI IMPRESA
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Incontro tra i giovani imprenditori e l’Assessore provinciale all’agricoltura “Nell’ambito dell’attività di Coldiretti Giovani Impresa abbiamo ritenuto importante fissare un primo incontro con il nuovo Assessore provinciale all’Agricoltura e Ambiente Gianluca Pinotti, con l’impegno reciproco di dare avvio ad un confronto, costante e costruttivo, sulle principali problematiche agricole e sulle prospettive di sviluppo”. Con queste parole – rivolte ai numerosi giovani imprenditori agricoli raccolti giovedì 12 novembre, alle ore 21, presso l’Ufficio Zona di Cremona –, il Delegato provinciale Armando Tamagni ha aperto l’incontro promosso da Giovani Impresa con l’Assessore Pinotti. “La sinergia, l’informazione e il rapporto continuo con gli attori della vita politica, istituzionale e sociale di questo Paese sono fondamentali per portare certezza e futuro all’agricoltura italiana e di conseguenza allo sviluppo della società. L’impegno che, nonostante il perdurare della crisi, manteniamo per questa scelta di vita spesso non facile, dimostra l’attaccamento e la passione per un lavoro che deve necessariamente crescere in termini economici, di consensi e di valenza sociale – ha esordito Tamagni –. Questa sera non vogliamo presentare l’elenco delle
cose che non vanno, come farebbero i giovani di altre Organizzazioni Agricole, invocando l’intervento risolutore della politica. Questa sera, proprio in virtù della consapevolezza delle problematiche che interessano l’attività agricola, vogliamo proporre di instaurare un rapporto di sinergia, individuando obiettivi comuni. In modo serio, senza proclami, vogliamo mettere a punto un metodo di lavoro che possa concretamente portare a risultati positivi da perseguire assieme, pur mantenendo le rispettive competenze ed ambiti di operatività”. Due, in particolare, gli argomenti portati dai giovani imprenditori a questo primo tavolo di confronto: la questione nitrati (con la proposta di promuovere insieme un evento a Cremona su questa tematica essenziale, dalla cui corretta soluzione dipende il futuro stesso della zootecnia lombarda) e la gestione del territorio e difesa del suolo (con l’affermazione che, anche in provincia di Cremona, si sta assistendo ad una costante sottrazione di terreno all’attività agricola). Attraverso interventi e filmati, i giovani imprenditori hanno voluto inoltre presentare all’Assessore i contenuti e gli obiettivi del pro-
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getto di Coldiretti per una filiera agricola tutta italiana, firmata dagli agricoltori. Un progetto già ben noto all’Assessore Pinotti, dal quale sono giunte parole di ferma condivisione del percorso avviato da Coldiretti e di forte impegno nella tutela del made in Cremona e made in Italy, “produzione d’eccellenza che parte dall’origine, dalle nostre stalle e dai nostri campi”. Dagli interventi avviati dall’Amministrazione Provinciale per supportare gli imprenditori agricoli negli adempimenti burocratici, così come nell’accesso a contributi e finanziamenti, al deciso lavoro messo in campo per garantire che la terra resti all’agricoltura (di fronte, ad esempio, ai sempre più frequenti tentativi, in atto anche a Cremona, di speculazioni per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili), l’intervento dell’Assessore è stato a tutto campo. Ci si è salutati, a fine serata, confermando la volontà di incontrarsi periodicamente, per verificare il cammino compiuto e fissare, insieme, i successivi obiettivi. Incontro tra i giovani imprenditori agricoli, con il Direttore Assuero Zampini, e l’Assessore provinciale Gianluca Pinotti
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IN PRIMO PIANO
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Giornata provinciale del Ringraziamento Festa grande a Cappella de’ Picenardi di Marta Biondi Domenica 22 novembre a Cappella de’ Picenardi, con la regia di Coldiretti Cremona e dell’Amministrazione Comunale, si è tenuta la Giornata provinciale del Ringraziamento. E’ stata una domenica di grande festa, che ha legato fede e impegno, passione per il lavoro dei campi e attenzione alla comunità. Gli agricoltori – insieme alle loro famiglie, all’intera comunità, ai rappresentanti del territorio e delle categorie economiche – si sono raccolti nella Chiesa Parrocchiale dedicata a San Pancrazio, per la Santa Messa, concelebrata da Mons. Giuseppe Perotti e dal parroco don Giuseppe Bettoni. Nella Chiesa vestita a festa, con fiori e prodotti dell’agricoltura raccolti intorno all’altare, hanno preso posto i tanti partecipanti. Accanto al Sindaco Raffaele Leni c’erano i rappresentanti di Coldiretti – il Presidente di Coldiretti Lombardia Nino Andena, il Delegato Confederale Eugenio Torchio, il Direttore di Coldiretti Cremona reAssuero Zampini –, insieme al Vice Preosi fetto dott. Emilia Giordano e a numerosi Sindaci dei vicini Comuni, tutti con fa-
scia tricolore. Le principali istituzioni del territorio erano presenti con il Vice Presidente della Regione, Gianni Rossoni, il Presidente della Provincia Massimiliano Salini, l’Assessore provinciale all’agricoltura Gianluca Pinotti, il Vice Sindaco di Cremona Carlo Malvezzi. Al gran completo anche la rappresentanza delle Forze dell’Ordine. Il mondo economico aveva i volti,, in pprimis,, del Presidente della Camera di
Commercio Gian D i Auricchio A i hi e ddell PPresidente id t A Domenico Apa Riccardo Crotti. I celebranti hanno aperto la Santa Messa evidenziando l’importanza di ritrovarsi in preghiera, per rendere grazie al Signore IL
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dei doni della terra. Monsignor Perotti ha richiamato le parole del Papa, che in occasione della Giornata Nazionale del Ringraziamento ha incoraggiato gli agricoltori a proseguire con decisione nell’impegno per lavorare la terra e “salvaguardare l’ambiente, risorsa preziosa affidata alla nostra responsabilità”. Momento fondamentale della celebrazione è stato l’offertorio, con la consegna, da parte degli agricoltori, di cesti ricolmi dei prodotti della terra, affidati ai sacerdoti, quale segno della gratitudine dell’agricoltura e della promessa di condividere il frutto del proprio lavoro con le persone meno fortunate della comunità. Dopo il saluto dei rappresentanti istituzionali (che, pressoché all’unisono, hanno evidenziato l’importanza, soprattutto in
Le fotografie, scattate da Mauro Boni, raccontano la Giornata di festa vissuta a Cappella de’ Picenardi
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un momento di crisi economica come quello che si sta vivendo, di ripartire dai valori dell’agricoltura italiana, che sa garantire qualità e salubrità) e della Coldiretti (che, per bocca del Presidente Andena, ha ribadito il primato dell’origine e dell’identità, cardini del Progetto di Coldiretti per il Paese), è seguita la benedizione dei trattori, raccolti nel cortile della scuola, in una cornice di bandiere gialle. La giornata è proseguita con il pranzo sociale presso il Teatro Comunale, occasione per arricchire il dialogo con i rappresentanti del territorio in merito al futuro della nostra agricoltura, alle
IN PRIMO PIANO
proposte e ai progetti messi in campo. Si è aperto quindi un pomeriggio di giochi e passeggiate in carrozza, interamente dedicato ai bambini del paese. L’impegno alla solidarietà ha trovato conferma anche nella “raccolta Telethon”, cui rso Coldiretti si è dedicata nel corso he della Giornata, presso lo stand che ei accoglieva la mostra-mercato dei prodotti di Campagna Amica. “A nome di Coldiretti Cremonaa ringrazio tutti i partecipanti a questo appuntamento per noii così importante e così sentito – ha evidenziato il Direttore Zampini –. Uno speciale plauso va ai
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Sindaci del territorio, presenti in massa, a testimonianza di quanto i Comuni debbano e vogliano essere i nostri primi alleati nella battaglia a tutela del made in Italy, che unisce imprenditori agricoli e cittadini”.
Numerosi ed autorevoli rappresentanti del territorio e dell’economia hanno accolto l’invito della Coldiretti e del Comune di Cappella de' Picenardi prendendo parte alla Giornata Provinciale del Ringraziamento IL
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FISCALE
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TREMONTI TER Silvia Trevisi Ufficio Fiscale Impresa Verde
Agevolazioni Irpef/Ires per acquisto di macchine e attrezzature agricole
Ammesse anche le società agricole (di capitali) che hanno optato per la determinazione del reddito su base catastale La “Tremonti Ter” ha introdotto un notevole vantaggio fiscale per l’acquisto di attrezzature e macchinari in agricoltura. L’agevolazione consiste nella deduzione dal reddito imponibile ai fini IRPEF o IRES del 50% del costo della macchine agricole e attrezzature nuove, acquistate nel periodo compreso tra il 1° luglio 2009 e il 30 giugno 2010 ed utilizzate come beni strumentali. Il bene deve essere acquisito a titolo definitivo, non è ammesso il conto visione, ed è prevista la revoca dell’incentivo qualora il bene sia ceduto prima del secondo periodo successivo all’acquisto. Al contrario è escluso lo sgravio sull’IRAP. La deduzione dal reddito a fronte di acquisti di nuovi macchinari compete a tutti i soggetti che rientrano nel REDDITO D’IMPRESA e cioè a tutte le società, escluse le società semplici, che determinano il reddito in base al bilancio. Il costo deve essere calcolato al netto di eventuali contributi in conto capitale. Dalla formulazione della legge sembrava che tutti coloro che determinano il reddito su base catastale (reddito agrario) ne fossero esclusi in quanto i beneficiari
Z.B. COPIA
ammessi sono solo coloro che generano ai fini fiscali un reddito d’impresa. La circolare 44/E del 27/10/2009 dell’Agenzia delle entrate chiarisce che le Società in nome collettivo, le società in accomandita semplice e le società a responsabilità limitata che hanno i requisiti per optare per il reddito catastale possono comunque usufruire dell’agevolazione in quanto per natura il reddito prodotto è comunque un reddito d’impresa. In questo caso la deduzione comporterà una perdita fiscale in quanto la metà del costo del bene strumentale sarà certamente più elevata del reddito domenicale e agrario rivalutato. Il recupero della perdita è ammesso entro il quinto periodo d’imposta successivo. L’agevolazione spetta inoltre a tutte le imprese agricole (ditte individuali e società semplici) che pur rientrando naturalmente nel reddito agrario svolgono attività tassate come reddito d’impresa: - attività agrituristica anche se si è optato per la determinazione forfetaria del reddito; - attività di allevamento eccedentaria;
- attività connesse di trasformazione dei beni anche se determina con il forfait; - attività connesse di prestazioni di servizi anche se si determina con il forfait; - attività di coltivazione di prodotti vegetali per la parte eccedente. E’ ovvio che essendo tutte attività secondarie, esistenti perché a monte esiste un’attività agricola (tassata su base catastale) principale e prevalente, la deduzione del costo deve essere proporzionale alla reale incidenza sul reddito d’impresa. Il caso più frequente che si può verificare è l’acquisto di un macchinario ad esempio un trattore da parte di un’azienda che oltre all’attività agricola esercita anche attività connessa per la prestazione di lavorazione ad altri. In questo caso il trattore acquistato è utilizzato da entrambe le attività. Bisogna calcolare la percentuale di ricavi (fatturato) dell’attività connessa sul totale dei ricavi ed applicarla al 50% del costo del trattore per calcolare correttamente la deduzione del reddito d’impresa.
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PATRONATO EPACA
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CONTROLLO PENSIONI: Sotto l’albero di Natale importanti somme "dimenticate" Anche dalle pagine del Coltivatore, come avvenuto nelle scorse settimane sulla stampa locale, richiamiamo l’attenzione sul costante lavoro che, sul fronte del controllo della situazione pensionistica e previdenziale, il Patronato Epaca sta svolgendo, con risultati senza dubbio significativi, a volte addirittura eclatanti. Quello della signora Iolanda di Rovigo, che si è vista assegnare 28mila euro di arretrati a pochi giorni dal suo 91esimo compleanno, è certamente uno fra i casi più rilevanti di pensionati che si sono visti riconoscere importi pensionistici del tutto inaspettati, per un totale di parecchie centinaia di migliaia di euro, che consentiranno di trascorrere un Natale più sereno. Altri esempi ugualmente significativi riguardano una pensionata di Serravalle di Chienti (MC) che, semplicemente rivolgendosi all’Ufficio Epaca di Camerino, si è vista liquidare 19.500 euro netti di arretrati, o l’altro pensionato di Umbertide (PG), con i suoi 20.800 euro e, ancora, un’anziana coltivatrice di Civiglio (CO), con i suoi 12.000 euro. Un bel Natale anticipato è stato garantito anche alla pensionata di Palermo, che ha appena percepito 27.000 euro, alla nonnina di Canicattì (AG) che ne percepirà 16.000, e ad un’altra anziana signora di Valstrona (VB) che ne ha già ricevuti 30.000. Altri casi possono essere menzionati: fra questi, due pensionati di Roverbella (MN) ed un anziano signore di Mantova ai quali, da qui a pochi giorni, saranno liquidati rispettivamente 15.500, 16.100 e 11mila euro. Tutte queste persone, oltre a ricevere le somme arretrate, avranno anche un congruo aumento della pensione in pagamento ogni mese, come le decine di altri pensionati che stanno ricevendo importi appena un po’ più modesti, che si sono rivolti al patronato Epaca ed hanno visto l’INPS accogliere le loro
richieste. I tanti casi citati, ai quali giustamente il nostro Patronato sta dando larga eco in queste settimane, rappresentano i risultati del lavoro certosino di analisi delle posizioni assicurative e delle situazioni pensionistiche degli assistiti messo in atto dagli Operatori Epaca. Un impegno che ha già portato, tra l’altro, al recupero di un importo complessivo di 100mila euro e 60mila euro del tutto insperati a favore di anziani residenti a Padova e ad Ancona. Nella quasi totalità di queste situazioni le persone interessate avrebbero continuato a percepire l’importo della propria pensione ignorando che la stessa, in qualche caso da anni, era pagata con importi non corretti. Un vero e proprio regalo di Natale che assume un valore rilevante all’interno dell’attuale momento congiunturale, che va a privilegiare in moltissimi ca-
Damiano Talamazzini Resp. Provinciale Patronato Epaca
si una categoria, quella dei pensionati coltivatori diretti, che spesso gode di trattamenti pensionistici modesti. Il lavoro della struttura Epaca in questa direzione è ancora in pieno svolgimento e anche nel nostro territorio gli uffici del Patronato sono a disposizione di tutti gli interessati, ai quali rivolgiamo l’invito a contattare i nostri sportelli, per un controllo della propria posizione pensionistica e previdenziale. Ricordiamo le ‘coordinate’ delle principali sedi Epaca (evidenziando il fatto che, in questi giorni, sono cambiati i numeri di fax e telefono delle sedi di Crema e Cremona): Cremona (Via Ruffini, 28 - tel. 0372.732930), Crema (Via Macello, 34 - tel. 0372.732900), Casalmaggiore (Via Cairoli, 3 - tel. 0375.42132), Soresina (Via Matteotti, 12 - tel. 0374.342329).
FOTO DI BRUNO TOSCANI
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INFORMAZIONE ALLE IMPRESE
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Patentini Fitosanitari Per coloro che non avessero ancora provveduto, al fine di velocizzare l’iter per il rinnovo dell’autorizzazione all’acquisto e utilizzo dei prodotti fitosanitari proprio in questo periodo dell’anno che consente maggiore disponibilità di tempo, si prega di attivarsi secondo le seguenti indicazioni: • Verificare la data di scadenza; • Rivolgersi agli Uffici di Zona o alla Sede centrale per compilare la domanda di rinnovo; • Allegare alla domanda di rinnovo i seguenti documenti: – n. 2 marche da bollo da 14,62 euro – n. 2 foto tessera – copia carta d’identità – patentino in scadenza (o fotocopia) – euro 11,10 per il versamento dei diritti di istruttoria all’Amministrazione Provinciale (versamento effettuato da personale Coldiretti).
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Ricordiamo a quanti avessero l’autorizzazione in scadenza nei primi mesi del 2010 che è importante consegnare la documentazione prima della scadenza del patentino, per poter accedere al corso di 4 ore prima della convocazione all’esame. Per coloro che non hanno mai avuto il patentino, o avessero il patentino già scaduto, la procedura è la stessa, con la differenza dell’obbligo di frequenza del corso da 15 ore. I corsi verranno attivati a partire da gennaio 2010. Ai diretti interessati verrà spedita un’ulteriore comunicazione relativa alla data, al luogo di svolgimento, all’orario e alla quota di iscrizione. Ricordiamo ai Soci che sono cambiati i numeri telefonici degli Uffici Zona di Cremona e Crema UFFICIO ZONA DI CREMA: Tel. 0372 732900 - Fax. 0372 732925 UFFICIO ZONA DI CREMONA: Tel. 0372 732930 - Fax. 0372 732940 (dal 21 dicembre)
Segnaliamo che W l’Agricoltura, la trasmissione di agricoltura, ambiente, alimentazione proposta da Coldiretti Cremona su TeleColor e PrimaRete va in onda: - ogni giovedì, ore 20.15 circa, su TeleColor (TeleColor Sat – canale 864 di Sky) - ogni giovedì, ore 20.20 circa, su PrimaRete - in replica la domenica, ore 12 circa, su Telecolor.
La modifica dipende dall’introduzione del centralino VOIP (Voice Over Internet Protocol), che accorpa tutte le linee telefoniche presso la sede di via Ala Ponzone. Per tale ragione anche il prefisso della Zona di Crema risulta essere quello dell’area urbana di Cremona.
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LEGALE
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Diritto di prelazione Prevalenza del diritto di prelazione del coerede coltivatore diretto sull'affittuario (o sul mezzadro) coltivatore diretto del fondo indiviso caduto in successione. Nota e sempre aperta a diverse ipotesi di soluzione è la questione che ci occupa. In due recentissime pronunzie la Corte di Cassazione ha riaffrontato la questione arrivando a risolvere il problema giuridico come segue. Con la sentenza n. 16642 del 19.6.08, la Sez. III Supremo Collegio ha deciso che, in conformità a quanto previsto dall'art. 8 L. 590/65, il diritto di prelazione del coerede coltivatore diretto sia prevalente su quello dell'affittuario (o mezzadro)-coltivatore diretto se la maggior parte dei beni che costituiscono l'eredità non sia ancora stata divisa; e tra questi beni, figura anche quello di cui sia stata venduta la quota non divisa. Mentre nell'ipotesi contraria in cui siano già state compiute divisioni che hanno riguardato la maggior parte dei beni ereditari, se continua a rimanere in comunione tra gli eredi il fondo di cui qualcuno di questi vende ad un terzo una quota, la comunione ereditaria di cura di questi è trasformata in comunione ordinaria, cosicché su tale vendita avrà diritto di prelazione l'affittuario (o il mezzadro) coltivatore diretto del fondo per l'intero suo coerede. Con la sentenza n. 4345 del 23.3.09, invece, la medesima Sez. III del Supremo Collegio analizza il differente aspetto della natura della vendita di una quota indivisa di un fondo ereditario. Ebbene, la Suprema Corte conclude dicendo che se il Giudice della
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causa ritiene che la vendita abbia procurato la sostituzione del compratore all'erede che ha venduto la sua quota ereditaria, allora gli altri coeredi hanno diritto di prelazione su questa vendita se coltivatori diretti. Nella diversa ipotesi in cui il Giudice della causa valuti e ritenga l'acquisto fatto dal terzo come tale, e, cioè, come una semplice compravendita, allora avrà diritto di prelazione il conduttore affittuario (o mezzadro) che sia coltivatore diretto. Come può ben comprendersi, lo spirito delle due decisioni è quello di conservare nell'ambito della famiglia del proprietario del fondo (che nella maggior parte dei casi raccoglie al proprio interno gli eredi) la proprietà del bene se l'erede è coldiretto e se viene venduta dagli altri coeredi una quota non divisa del fondo che fa parte dell'asse ereditario. Qualora il bene sia già stato diviso e, dunque, sia uscita dall'asse ereditario, la prelazione ed il conseguente diritto di riscatto spetterà al conduttore coldiretto titolare di un contratto di affitto. Non dice la Suprema Corte come si risolve la questione nell'ipotesi in cui, ex art. 49 L. 3.5.82 n. 203, in capo al coerede-diretto coltivatore si formi alla morte del capofamiglia proprietario del terreno, e per legge un contratto di affitto della durata di anni 6. Cercheremo di affrontare al meglio questo problema in una prossima occasione.
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Acqua e Agricoltura “sorvegliate speciali”
Le norme ambientali, che regolano l’uso delle acque irrigue in agricoltura, impongono alle nostre aziende notevoli investimenti per l’adeguamento delle strutturali. Nei vari incontri tecnici con operatori a livello provinciale e regionale emerge un dato molto importante: l’agricoltura è una sorvegliata speciale in quanto considerata un potenziale inquinatore dell’ambiente. Alcune disposizioni (leggi, decreti, studi), quali: DEFLUSSO MINIMO VITALE, RIORDINO DEI COMPRENSORI IRRIGUI a livello Regionale, NORMATIVA DEI NITRATI, Studio BACINO DEL PO, impongono all’agricoltura una serie di vincoli che, nel futuro, potrebbero portare le aziende agricole a scelte agronomiche ed economiche molto diverse dalle attuali; tutto ciò si inserisce in un quadro nel quale le aziende sono già penalizzate da un mercato globale che non aiuta di certo, in questo momento, l’attività agricola. Occorre affermare che l’ambiente naturale, per il mondo agricolo, è l’ambiente di lavoro che impegna migliaia di persone: nessuno si permetterebbe di distruggere il proprio habitat lavorativo. I corsi d’acqua, le falde acquifere, il suolo sono elementi di base dell’attività lavorativa. Ci si augura che gli organismi preposti alla pianificazione territoriale prestino attenzione ad altri fattori di inquinamento: cementificazione, espansione abitativa selvaggia, mancanza di depuratori delle acque reflue. Sono tutti temi che la Coldiretti ha ben presente e, attraverso la partecipazione costante e competente nei vari organismi, commissioni, riunioni di settore, conferenze, convegni, tavoli di progetto, ecc., ha portato - e continua a portare - il proprio contributo in difesa dell’attività agricola ed a sostegno di una concezione dell’ambiente tale da salvaguardare la vocazione agricola del
territorio. Si tratta di questioni che sono anche oggetto delle osservazioni portate all’attenzione delle autorità di bacino, relative ad un importante progetto di gestione del territorio del bacino del Po.
Di seguito si riporta una sintesi del documento presentato da Coldiretti Lombardia, alla cui stesura ha contribuito in prima persona Coldiretti Cremona, sempre presente ai forum di approfondimento organizzati dall’autorità di bacino.
OSSERVAZIONI al “Progetto di Piano di Gestione del Distretto idrografico del fiume PO” e alla Valutazione Ambientale Strategica Coldiretti Lombardia condivide i metodi e la struttura del Piano di Gestione nella sua globalità e ritiene che lo sforzo messo in campo dagli addetti ai lavori e dall’Autorità di Bacino del fiume Po, nonostante la tempistica molto limitante, sia meritevole e utile perché ha messo in evidenza criticità, obbiettivi e misure per raggiungerli in un’ottica di bacino - e di concerto con gli attori coinvolti valorizzando finalmente il fiume come risorsa territoriale.
FOTO DI AMBROGIO TOSCANI
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Il Piano di Gestione del distretto idrografico del Po e la Regione Lombardia La Lombardia, la maggior regione agricola italiana, deve il proprio sviluppo agricolo all’abbondanza dell’acqua, la cui presenza e disponibilità ha sempre svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e tecnologico delle aziende agricole. Seppure lo scenario storico, agronomico e agricolo sia profondamente cambiato dal dopoguerra ad oggi, gli ordinamenti colturali irri-
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gui rappresentano sempre più un punto di forza in termini di occupazione e di reddito per le aziende agricole. Se prendiamo poi in considerazione le sfide del mercato globale e dei consumi agroalimentari, possiamo ipotizzare che la richiesta di acqua aumenterà nei prossimi decenni. Come possiamo affrontare questa richiesta del mondo agricolo? Alcuni quesiti Il consumo idrico, sia civile sia industriale, è aumentato a dismisura negli ultimi anni, mentre le dotazioni idriche agricole per l’irrigazione delle colture sono ancora quelle attribuite nelle fasi di costituzione storica dei consorzi. Dato che sia le colture sia le produzioni sono cambiate, perché al mondo agricolo viene mantenuta sempre la stessa dotazione di acqua nel momento di rinnovo delle concessioni d’uso delle acque superficiali? La capacità imprenditoriale agricola potrà rapportarsi al mercato a condizione che possa disporre di mezzi per lo sviluppo delle proprie capacità. Due elementi influenzano le scelte degli imprenditori agricoli: le varie Direttive comunitarie ed i cambiamenti climatici che influiscono. Di essi si dovrà tenere conto per raggiungere: • la qualità dei prodotti, il che implica un maggior uso dell’acqua per favorire un maggior controllo qualitativo e quantitativo delle produzioni “Made in Italy”; • la riduzione dei costi di produzione, il che rende necessario un uso più efficiente dell’acqua, attraverso ammodernamenti strutturali e gestionali dei sistemi irrigui, con l’introduzione di tecnologie innovative.
SERVIZIO UTENZE IRRIGUE Inquinamento delle falde La Coldiretti Lombardia ritiene che il “Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po” debba affrontare anche la questione dell’inquinamento da nitrati in modo più approfondito, non semplicemente limitandosi ad affermare “La Comunità Europea si è posta l’obbiettivo di prevenire e ridurre l’inquinamento delle acque causato, direttamente o indirettamente, dai nitrati di origine agricola”. A tale proposito si rimanda alla relazione, allegata al Piano Strategico Nazionale Nitrati, che recita testualmente “…. rispetto ai superamenti della soglia di 50 mg/l la conoscenza più articolata, derivante da una rete di monitoraggio più estesa rispetto al quadriennio precedente, determina la necessità di avviare studi ed approfondimenti al fine di comprenderne le cause in quanto il fenomeno potrebbe non essere ascrivibile alla presenza di attività agricole significative, ma ad altre cause quali una drastica riduzione delle portate d’acqua, che si verifica soprattutto nel periodo estivo, …….. ed alla presenza di scarichi di impianti di depurazione……”. Importante è anche considerare la criticità della depurazione delle acque reflue urbane: la qualità dell’acqua non può essere considerata “Buona”. Infatti l’Italia è oggetto di infrazione per mancato adeguamento alle leggi comunitarie in materia di depurazione delle acque reflue. Deflusso Minimo Vitale Il Deflusso Minimo Vitale è da considerare Deflusso Minimo Ambientale per il mantenimento di alcune specie che vivono in un particolare ambiente. Succede però che esso venga contrapposto
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all’uso irriguo dell’acqua comportando di fatto la perdita di migliaia di tonnellate di prodotto. Una ridotta produzione agricola non si traduce semplicemente in mancato guadagno per il singolo imprenditore bensì comporta un danno per la collettività in quanto impone l’esigenza di importare derrate alimentari da paesi stranieri, incide sui prezzi al consumo dati i costi notevoli per il trasporto, contribuisce all’inquinamento ambientale, non tutela i consumatori rispetto all’utilizzo di colture transgeniche. Nasce quindi la necessità di agire di concerto con tutte le attività produttive, per una riduzione non lineare dei prelievi che parta da un’analisi accurata di ogni settore e territorio, andando così a risparmiare laddove ciò non avviene o non è ancora stato fatto niente. È importante ricordare una recente sentenza con la quale il Tribunale Superiore delle acque Pubbliche ha stabilito che …. “può essere opportuno individuare Valori del D.M.V. differenti per ciascun mese o stagione dell’anno, anche allo scopo di impedire che i prelievi e le restituzioni siano effettuati in modo di lasciare in alveo una portata residua costante che elimini la variabilità del regime naturale dei deflussi in base alla quale si è formato l’equilibrio, sia fisico che biologico del corso d’acqua”. Riportando alcune parti di questo documento, trasmettiamo ai nostri associati le posizioni che si intendono sostenere per contribuire ad affrontare le varie tematiche in materia di tutela dell’utilizzo dell’acqua e della tutela dell’ambiente. Torneremo sui vari argomenti trattati con maggiore specificità, dando spazio anche ad eventuali consigli, proposte ed osservazioni.
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CEREALI: TIMIDI SEGNALI DI RIPRESA L’anno che sta per terminare sarà ricordato a lungo per gli effetti devastanti sui redditi delle imprese cerealicole, imprese strette nella morsa di elevati costi di produzione e di un prezzo che è ritornato a valori di oltre vent’anni fa di Pietro Scolari L’anno 2009 sarà ricordato a lungo dalle imprese cerealicole cremonesi per le quotazioni dei cereali che sono ritornate a livelli di decenni orsono, per le ridotte rese sia di quelli autunno vernini sia del mais a causa delle avverse condizioni meteorologiche della primavera scorsa e, nel caso del mais, anche per i gravi danni portati dalla diabrotica, nonché per l’elevato costo dei mezzi tecnici per la produzione, concimi chimici in primis, registrati nel corso della scorsa campagna di semina. In merito alle quotazioni dei principali cereali, abbiamo preso a riferimento la Borsa Merci di Bologna ed abbiamo confrontato le quotazioni medie rilevate nel 1990 e quelle a partire dal 1° gennaio fino al 31 ottobre del presente anno.
PREZZI DI ALCUNI CEREALI NEL 1990 E NEL 2009 Prodotto frumento tenero - p.s. 79-80 frumento duro nord - p.s. 80 mais secco orzo - p.s. 62-64 Tab. 1. Fonte dati: CCIAA di Bologna
1990 154,93 201,40 174,56 151,32
2009 150,60 212,23 137,32 130,19
I prezzi dei cereali presi a riferimento sono risultati nel periodo gennaio-ottobre 2009 più bassi rispetto a quelli rilevati nell’anno 1990 (tranne per il grano duro dove si registra un livello di prezzo medio appena superiore nel 2009 rispetto al 1990). Una curiosità sul versante dei costi di produzione: nel 1990 il prezzo medio del gasolio per l’agricoltura era pari a 0,26 /kg. contro un prezzo medio del 2009 di circa 0,83 /kg. Le quotazioni medie di quest’anno sono inferiori di oltre il 35-40% rispetto a quelle registrate nello stesso periodo dello scorso anno, sia per i cereali a paglia (frumento duro e tenero, orzo,…) sia per il mais. I motivi di questa drastica diminuzione che sta mettendo in ginocchio le imprese cerealicole sono diversi e vanno dai buoni raccolti fatti sia nella scorsa campagna che nella presente a livello mondiale, ad una globalizzazione sempre più spinta dei mercati, e, restando in ambito comunitario, anche al cambiamento della Politica Agricola Comune, dove si è passati da un sostegno dei prezzi ad un sostegno del reddito degli agricoltori, senza però prevedere particolari misure atte a stabilizzare e rendere meno fluttuanti i prezzi. “Coltivare cereali al di sotto dei costi di produzione è prima di tutto inconcepibile e insostenibile per un imprenditore – sottolinea Arnaldo Freri, Presidente dell’Associazione regionale produttori cereali e semi oleosi della Lombardia. E’ impensabile che la Commissione Europea non possa prendere in considerazione, di fronte a questa perdurante crisi dei prezzi dei cereali, di intervenire con decisioni importanti a tutela delle imprese cerealicole. Si consideri che una forte riduzione delle semine e dunque dei futuri raccolti potrebbe avere un effetto boomerang sul livello dei prezzi dei cereali stessi, con la conseguenza di mettere in ginocchio la zootecnia sia da latte che da carne, portando ad un effetto domino sui prezzi dei prodotti alimentari e quindi scatenando un incremento degli stessi a scapito dei consumatori. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, la funzione di tutela dell’ambiente che viene esplicitata con il lavoro dei nostri agricoltori e dei nostri cerealicoltori: non effettuare le minime pratiche agricole per contenere i costi potrebbe avere anche degli effetti negativi sull’ambiente che ci circonda e dunque sulla qualità della vita dell’intera collettività”. Guardando ai prossimi mesi vi sono alcuni segnali che inducono ad essere ottimisti per una lieve ripresa delle quotazioni dei cereali, soprattutto del mais. In sintesi questi segnali possono ricondursi: - a fronte di una produzione di cereali attesa di poco inferiore a quella registrata nello scorso anno – le stime FAO parlano infatti di 2.230 milioni di tonnellate nel 2009 rispetto alla produzione record del 2008 con quasi 2.300 milioni di tonnellate – dovremmo assistere ad un incremento dell’impiego di cereali sia per la zootecnia nei Paesi emergenti sia ad uso energetico in Paesi grandi produttori come gli Stati Uniti. Entrando nello specifico della coltura del mais l’USDA prevede che lo stock finale IL
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del 2009/10 diminuirà di circa un 7-8% rispetto all’annata cerealicola precedente proprio in seguito ad un incremento degli impieghi del granoturco (si veda la tabella 2 riportata sotto)
MAIS: DATI PREVISIONALI 2009-10 Dati 2008-09 Stock iniziale 130,75 milioni di ton. Produzione 788,63 milioni di ton. Impiego 775,56 milioni di ton. Stock terminali 143,82 milioni di ton. Tab. 2. Fonte dati: USDA – FAS, novembre 2009
Previsione 2009-10 145,95 milioni di ton. 789,73 milioni di ton. 803,27 milioni di ton. 132,41 milioni di ton.
- la trebbiatura negli Stati uniti è molto indietro rispetto alla media, e, oltre ad una probabile minor produzione, vi sono preoccupazioni sulla qualità del prodotto ancora da raccogliere. - la produzione maidicola in Europa nella presente campagna è stimata in 56 milioni di tonnellate con una riduzione di circa 6 milioni di tonnellate rispetto a quella della campagna precedente. E’ comunque opportuno sottolineare che la grandissima produzione dello scorso anno ha generato importanti volumi di riporto per questa campagna. - la forte contrazione delle quotazioni dei cereali a livello internazionale dovrebbe portare all'abbondono dalla produzione dei terreni marginali e meno produttivi perché economicamente non conveniente. La preoccupazione che possano diminuire drasticamente le superfici coltivate è abbastanza concreta in quanto, stante gli attuali prezzi, permette per lo meno di non produrre in perdita. Proprio per queste motivazioni nei mesi scorsi è stato raggiunto un importante accordo in Emilia Romagna fra la ditta Barilla ed i maggiori produttori e fornitori di frumento duro della regione. Questo contratto prevede, infatti, un prezzo base garantito per i produttori - il cui frumento deve rispettare determinate caratteristiche qualitative – pari a 220 euro alla tonnellata, prezzo che si applica al 30% del prodotto consegnato mentre il restante 70% sarà soggetto alle variazioni delle quotazioni della borsa merci di Bologna con l’aggiunta di un premio stabilito per il raggiungimento degli standard qualitativi previsti. L’obiettivo per la Barilla è quello di incrementare sia la fornitura di prodotto in Italia sia stimolare un miglioramento della qualità del frumento duro ritirato; per i produttori rappresenta una garanzia che almeno una parte del prodotto consegnato potrà essere remunerato ad un prezzo che almeno consenta loro di non perderci.
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Il cielo in una stanza Qualche consiglio per prendersi cura delle ‘stelle di Natale’ dopo le festività di Marta Biondi Con il suo colore rosso intenso (ma ce ne sono anche bianche e rosa) e la disposizione delle foglie che la rende simile a una cometa, è il simbolo ‘floreale’ delle festività natalizie: parliamo della stella di Natale – per i botanici Euphorbia pulcherrima, dal latino “bellissima” –, pianta che nel mese di dicembre ha trasformato in autentici firmamenti le serre della nostra provincia. Ce n’erano oltre diecimila, presso Cascina Ronchi dei fratelli Maria Vittoria, Alberto e Gian Mario Marossi, a Casteldidone. Numerose e davvero splendide le varietà proposte, per consentire agli appassionati di scegliere la stella che meglio risponde ai propri gusti. L’importante – hanno ribadito i floricoltori Marossi, anche a nome di tutti i ‘colleghi’ – è acquistare stelle made in Italy, più belle e più ‘forti’ (perché non hanno subito lunghi viaggi, arrivano fresche dalle nostre serre), contribuendo così a consolidare un settore che in Italia dà lavoro a centinaia di imprese, e che anche in provincia di Cremona vanta esempi d’eccellenza. Ai lettori che hanno acquistato, o ricevuto in dono, una stella di Natale, Coldiretti lancia una sfida: perché non impegnarsi al massimo prendendosene cura, anche terminate le feste? Oltre 20 milioni di stelle di Natale – tante, secondo le stime, sarebbero state acquistate nel nostro Paese per le festività – aspettano e meritano un convinto impegno in tal senso. In proposito, ecco qualche consiglio: posizionate la stella in ambienti ben riscaldati, con temperature non inferiori ai 14 gradi, e luminosi, ricordando che questa pianta non teme la luce del sole diretta nel periodo invernale. Innaffiatela poco, solo quando il terreno è completamente asciutto. Non tutti sanno, ricorda la Coldiretti, che i veri fiori della stella di Natale, pianta originaria del Messico, sono quelli di colore giallo all'interno, mentre le parti di colore rosso sono foglie, che assumono tale colorazione in particolari periodi dell'anno. Queste, per motivi fisiologici, tendono a cadere dopo le feste. La Coldiretti invita, tuttavia, a non scoraggiarsi, tenere presente che la pianta è ancora viva e che è molto importante mantenerla durante il periodo di “stasi” all’ombra, lontana da
FOTO DI BRUNO TOSCANI
luoghi dove possa ricevere luce artificiale, perché si tratta di una pianta "brevidiurna" che fiorisce in conseguenza di un adeguato periodo trascorso con un basso numero di ore di luce. In primavera sarà opportuno effettuare una potatura abbastanza vigorosa e portarla in terrazzo per riporla nelle case verso ottobre/novembre in un ambiente poco luminoso (8 ore al massimo di luce al giorno) al fine di facilitare la crescita di nuove foglie e rami. Un ultimo accorgimento riguarda la concimazione: l’essenza predilige concimazioni a base di potassio e fosforo, soprattutto nel periodo autunno invernale. Così facendo l’anno prossimo avremo ancora la stella di Natale. Dopo di che, orgogliosi del nostro pollice verde, potremo comunque tornare dai floricoltori, per acquistare un’altra sstella, con l’entusiasmo ddi chi vuole concedersi, aalmeno a Natale, tutto il fascino di custodire “il ccielo in una stanza”.
I fratelli Gian Mario, Maria Vittoria e Alberto Marossi con i genitori Serena e Giovanni, nelle serre di Casteldidone IL
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Pandino, debutta il Mercato di Campagna Amica non appartiene al territorio cremonese, ma che la Coldiretti ha comunque voluto includere nell’offerta rivolta ai pandinesi. “I primi incontri sono stati più che positivi. L’affluenza è stata notevole e, di questo, non possiamo che dire grazie ai consumatori, per la loro accoglienza così aperta e familiare. Un ringraziamento sincero va anche agli Amministratori Comunali, per la disponibilità dimostrata e per la convinta adesione al nostro progetto” ha rimarcato Alberto Soragni, presidente di Agrimercato Cremona, l’associazione nata in casa Coldiretti che raccoglie le aziende agricole dei Mercati di Campagna Amica. “Siamo partiti cercando di presentare un buon numero di prodotti. Nel tempo contiamo di ampliare l’offerta, coinvolgendo sempre più aziende agricole – sottolinea Francesco Cazzamali, responsabile Vendite Dirette per Coldiretti Cremona –. Presenze e offerta, naturalmente, seguono la stagionalità dei prodotti: gli stand dell’ortofrutta si vedranno sporadicamente in questo periodo, ma promettono di diventare il grande richiamo del Mercato al ritorno della bella stagione. Cotechini, salumi in genere, formaggi, farine, vino saranno invece i punti forti dei nostri giovedì d’inverno a Pandino”.
Primo giorno al Mercato di Campagna Amica in corso Umberto I
di Marta Biondi
E’ stato un debutto fortunato, senza dubbio incoraggiante, quello del Mercato di Campagna Amica a Pandino. Il 19 novembre, in Corso Umberto I, gli stand gialli dei produttori agricoli della Coldiretti hanno ricevuto tanti cittadini-consumatori, che hanno voluto cogliere l’occasione di acquistare prodotti a km zero, in arrivo dalle imprese agricole di Cremona (e, per quanto Altri appuntamenti concerne il vino, dalla campagna Pavese). La presenza del Sincon il Mercato di Campagna Amica daco Donato Dolini – che ha evidenziato l’importanza di offrire alle famiglie prodotti genuini, dall’origine garantita, a prezzi CREMONA. Al Foro Boario ogni venerdì, dalle ore 8 alle 13. convenienti – ha testimoniato la positiva accoglienza riservata CASALMAGGIORE. In Piazza Turati, il sabato dalle ore 8 alle dalla comunità alla proposta partita da Coldiretti Cremona, deore13. stinata a rinnovarsi ogni primo e terzo giovedì del mese, dalle SORESINA. Tutti i lunedì, dalle 8 alle 13, nella piazza davanti ore 8 alle 12.30. al Palazzo Comunale. ‘Pioniere’ del Mercato nelle settimane d’avvio sono state alcune CREMA. Si sta definendo il calendario 2010. aziende note e apprezzate, già protagoniste di altri appuntamenti sul territorio: l’allevamento Mandotti di Scannabue (con i suoi prodotti di bufala), la Corte dei Monaci di Crema (con i salumi), apicoltura Lunghi di Le stelle di Natale di Gianluca Moro (“Vivai Gabriella” di Gallignano) sono state Crema con il miele e gli altri prodotti dell’altra i prodotti più richiesti nel mese di dicembre veare, l’azienda Banderini di Rivarolo del Re, l’azienda Soragni di Costa Sant’Abramo e l’azienda Perini di Casteldidone (le imprese, leader nella produzione di ortofrutta, hanno portato l’ultima verdura e frutta di stagione, a prezzi davvero imbattibili). “Vivai Gabriella” di Gianluca Moro, da Gallignano, ha condotto nel cuore di Pandino fiori e piante, ed in primis le sue ‘stelle di Natale’, perfette per un regalo legato alle festività ormai in arrivo. Da Pavia si è agIn alto: brindisi benaugurante giunto il viticoltore Gianenrico Vercesi, con i con gli imprenditori agricoli Vercesi, Soragni, Banderini e il Sindaco Dolini suoi vini: una produzione che, naturalmente, IL
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Un Festival al gusto di zucca Convegno con Giovanni Rana. Successo per le vendite made in Cremona A chiusura della ‘settimana della zucca’ (sette giorni in cui i ristoratori del territorio hanno saputo privilegiare le specialità a base di questo gustoso frutto della nostra agricoltura), domenica 1 novembre la città di Cremona ha accolto la prima edizione del “Festival della Zucca”. La giornata di festa si è aperta di primo mattino in piazza Stradivari, dove hanno preso posto gli stand dei produttori impegnati nella vendita diretta di zucche (cremonesi, mantovane, ferraresi e piacentine) ma anche di vari prodotti gastronomici, rigorosamente a base di zucca (dai tortelli agli gnocchi, dalle torte alle marmellate, senza scordare biscotti, grissini, pane e l’eccezionale mostarda). Nel cuore della città ha trovato spazio anche una colorata esposizione, con una serie di antiche carriole e carrozze traboccanti delle zucche più grandi e più strane. Il tutto con l’obiettivo di avvicinare i cittadini-consumatori alla conoscenza, e naturalmente all’incontro in cucina, con questo ortaggio. “Le specialità alimentari con la zucca o con la sua farina sono svariate, tra le tante l’utilizzo più ‘nobile’ è quella dei tortelli (nelle diverse versioni, con mostarda, marmellata, amaretti o mandorle) per i quali è necessaria una zucca dolce, compatta, non granulosa e un po’ farinosa. Gettonatissimi sono anche il risotto e le minestre alla zucca, gli gnocchi e il pane, la zucca fritta, al forno o in purè, la crostata di zucca e infine come leccornia i semi tostati e salati”
ha evidenziato Coldiretti Cremona, che è stata tra i promotori dell’iniziativa e tra i protagonisti della giornata, con i suoi produttori in piazza Stradivari e con la partecipazione al convegno di scena in sala Mercanti (Camera di Commercio), una tavola rotonda che ha riunito esperti, appassionati, produttori e consumatori di questo ortaggio, il più grande del mondo, che rappresenta da tempo in Italia una realtà produttiva e gastronomica fortemente radicata sul territorio. L’incontro, moderato da Francesco Cazzamali, Segretario di Terranostra, ha visto, tra gli altri, la partecipazione di Alberto Soragni, Presidente di Agrimercato Cremona, Assuero Zampini, Direttore Coldiretti, degli esperti della Confraternita della Zucca, dell’imprenditore Giovanni Rana, che ha ribadito l’impegno di utilizzare, nei suoi prodotti, sempre e solo zucca made in Italy.
Convegno in Camera di Commercio con la partecipazione dell’imprenditore Giovanni Rana
“Con convinzione abbiamo preso parte a questa iniziativa – ha sottolineato Coldiretti Cremona – tesa a valorizzare un prodotto che, per gusto, convenienza economica, versatilità in cucina, ed anche per l’elevato contenuto in antiossidanti come la vitamina A, merita di essere presente sulle nostre tavole. La nostra provincia vanta una significativa tradizione nella coltivazione della zucca: Coldiretti e Terranostra sono a disposizione per far conoscere aziende, proposte, indirizzi e numeri utili”. (m.b.)
Lo stand di Massimo Perini, produttore di Casteldidone IL
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ASSOCIAZIONE PRODUTTORI APISTICI
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CONCORSO MIELI CREMONESI
GRAN FINALE
di Marta Biondi Giovanni Lucchi per la categoria “melata”, Apicoltura Carletti di Galimberti per la categoria “miele di acacia”, Nicola Biazzi per il “miele di tiglio”, Paolo Azzolini per il “millefiori”: ecco i nomi dei quattro vincitori dell’edizione 2009 del Concorso Mieli Cremonesi, ‘incoronati’ nell’ambito della cerimonia di premiazione svoltasi sabato 14 novembre, presso la fiera di Cremona, all’interno della manifestazione ‘Il BonTà’, salone delle eccellenze enogastronomiche. Con la regia dell’Associazione Produttori Apistici di Cremona – che anche quest’anno ha avuto la collaborazione di Provincia, Camera di Commercio, Coldiretti Cremona e Strada del Gusto – si è così chiusa in bellezza una gara tra apicol-
tori, tutta nel segno della qualità del prodotto, che ha visto la giuria di esperti valutare oltre cento mieli, con quattro categorie principali (le già citate melata, acacia, tiglio e millefiori, che hanno registrato un gran numero di candidature) ed altre categorie comunque premiate alla voce ‘particolarità’ (vale a dire: miele di castagno, tarassaco, millefiori con prevalenza tiglio, colza, girasole, erba medica, amorpha fruticosa). Nel consegnare i numerosi premi, la Presidente degli apicoltori Esterina Mariotti – che aveva al suo fianco Gianluca Pinotti, Assessore provinciale all’Agricoltura, e Giorgio Toscani, Presidente della Strada del Gusto – non ha mancato
I vincitori del Concorso Mieli 2009, premiati dalla Presidente dell’Associazione Produttori Apistici Cremona Esterina Mariotti, dall’Assessore provinciale all’Agricoltura Gianluca Pinotti e da Giorgio Toscani, Presidente della Strada del Gusto IL
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ASSOCIAZIONE PRODUTTORI APISTICI
di evidenziare la grande passione comune agli allevatori di api del nostro territorio che, lasciandosi alle spalle un periodo certamente non facile (si pensi alla moria che, due anni or sono, aveva colpito moltissimi alveari) hanno saputo ricostruire la loro attività ed ottenere mieli ‘made in Cremona’ dall’eccellenza garantita. “Siamo orgogliosi di tutti voi, per la vostra tenacia e per la qualità del vostro quotidiano lavoro e del vostro prodotto – ha esordito Esterina Mariotti –. Vale la pena di ribadire che, ben al di là del puro discorso economico, il nostro impegno ha in primo luogo una impagabile valenza ambientale: ecco perché l’Associazione Produttori Apistici Cremona s’impegna a cogliere ogni occasione per far capire ai cittadini, a partire dai più giovani, l’utilità delle api, laboriosi insetti dal ruolo imprescindibile nell’impollinazione e quindi nella salvaguardia del nostro territorio e del benessere di tutti”. Il Concorso Mieli Cremonesi, ormai giunto alla quinta edizione, rientra nelle attività realizzate nel corso dell’anno dall’Associazione Produttori Apistici della Provincia di Cremona, realtà nata nel 1984 che attualmente, tra amatoriali e professionisti, conta ben 208 iscritti.
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Premiazione di Apicoltura Carletti di Galimberti, per il “miele di acacia”
Giovanni Lucchi, primo classificato nella categoria “melata”
Nicola Biazzi primo nella categoria “miele di tiglio”
Paolo Azzolini ha vinto con il miele “millefiori”
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IN RICORDO
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Cordoglio per la scomparsa del Direttore Silvano Romagnoli All’età di ottant’anni è scomparso giovedì 12 novembre un altro grande protagonista della storia di Coldiretti Cremona: Pietro Martire (ma per tutti Silvano) Romagnoli, Direttore per quindici anni (dal 1975 al 1990) della Federazione di Cremona. Classe 1929, laureato in agraria a Milano nel ’56, entrò poco dopo in Coldiretti. Per oltre vent’anni fu tecnico agricolo della Federconsorzi presso la Federazione Coldiretti di Cremona. Stretto collaboratore di Ernesto Vercesi sul versante sindacale e politico, svolse la sua attività di Direttore negli “anni di piombo”, mentre la Coldiretti, per poter garantire i legittimi interessi dei Soci, acquisiva un ruolo importante nella Democrazia Cristiana. Romagnoli e Vercesi furono tra i primi in Italia a creare l’Associazione Produttori Latte del Cremonese e in Lombardia, in una situazione di mercato difficile per i produttori. “Lo scopo era soprattutto quello di garantirsi una maggior forza contrattuale sul mercato” ricordava Romagnoli in una successiva intervista. Mite di temperamento e dotato di un’intelligenza “contadina” sottile e bonaria, Silvano Romagnoli seppe stabilire con i Soci e con il personale rapporti umani improntati sulla lealtà e cordialità. La Federa-
zione di Cremona, a nome di tutti i Soci, rivolge le più sincere condoglianze alla moglie Adalena, ai figli Piergiulio, Gianmario e Roberto, ai nipoti, fra cui Elisabetta, nostra collega all’Ufficio Caf di Cremona. Silvano Romagnoli, Direttore della Federazione di Cremona dal 1975 al 1990
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ASSOCIAZIONE PROVINCIALE PENSIONATI
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Festa provinciale del Pensionato a Ferrara e Comacchio Con la premiazione dei vincitori del Concorso nazionale di poesia
E’ stata una giornata i nell segno ddell’incontro, ll’i t ddell’arte, ll’ t ddell’amill’ i cizia, della gastronomia e della poesia. La Festa Provinciale del Pensionato – vissuta venerdì 30 ottobre dai componenti dell’Associazione Provinciale Pensionati Coldiretti Cremona – ha avuto quest’anno la suggestiva cornice delle città di Ferrara e Comacchio. Dalla visita guidata alla scoperta del patrimonio architettonico e artistico delle città alla piacevole pausa trascorsa insieme per il pranzo, per giungere all’attesa cerimonia di premiazione dei vincitori e segnalati del Concorso Nazionale di Poesia indetto dall’Associazione, tanti sono stati i momenti memorabili condivisi dai pensionati Coldiretti, ‘capitanati’ dal Presidente regionale Spartaco Mari e dal Presidente provinciale
Giovanni Rota, che avevano al loro fianco il Direttore di Coldiretti Cremona Assuero Zampini, il Responsabile provinciale Epaca Damiano Talamazzini e la Segretaria dell’Associazione Pensionati Maria Luisa Parmigiani. Ripercorriamo la manifestazione attraverso una ‘carrellata’ di fotografie, che mostrano le pp dell’intensa ggiornata. varie tappe
CONCORSO NAZIONALE DI POESIA 2009 I vincitori Medaglia d’argento FERRARONI TULLIO GEREVINI ROSELLA PARMIGIANI FRANCESCA ROTA GIOVANNI ROZZA TRANQUILLA
(Pescarolo) Crotta Adda) (Pizzighettone) (Ticengo) (Vailate)
Segnalati BELLOLI FIRMO BONARDI PIETRO PICCIONI RENATO
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(Romanengo) (Pizzighettone) (Soncino)
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Nonno Day
Grandissima festa finale
FOTO DI MAURO BONI
La strepitosa platea del Nonno Day 2009
di Marta Biondi Una partecipazione davvero da record – con circa seicento bambini, nonni, genitori, insegnanti, raccolti presso il Seminario Vescovile di Cremona – ha caratterizzato la giornata di chiusura del concorso “Nonno day 2009”, promosso dall’Associazione provinciale pensionati Coldiretti, con il supporto della Federazione Coldiretti Cremona. Nel pomeriggio di venerdì 23 ottobre, nella Sala “Santa Maria della Pace” del Seminario, trasformata per l’occasione in un’interminabile galleria di cartelloni, lettere, poesie interamente dedicati
al legame fra nonni e nipoti, ha preso avvio la cerimonia di premiazione del concorso Io e i miei nonni, gran finale della “gara di creatività” che ha visto protagonisti gli alunni delle Scuole dell’Infanzia e delle Scuole Primarie della provincia. “Il Nonno Day è un momento di grande festa, d’incontro fra anziani e bambini, fra generazioni che condividono tanti, importanti momenti della vita, come tutti i nonni e tutti i nipoti sanno bene. Per celebrare in modo originale ed allegro la giornata, cinque anni fa è nato questo concorso che, edizione dopo edizione, ci ha portati a chiedere a tutti gli alunni della IL
scuola dell’infanzia e della scuola primaria di esprimere attraverso una poesia o un elaborato grafico il loro amore per i nonni” ha spiegato Giovanni Rota, Presidente dell’Associazione Pensionati Coldiretti, aprendo la cerimonia con un benvenuto rivolto a tutti i presenti. Accanto a Rota sedeva Antonio Borghesi, Presidente del Cupla Cremona. Ha preso parte all’iniziativa anche Damiano Talamazzini, Responsabile provinciale del Patronato Epaca. Tutti gli intervenuti hanno ribadito il valore di una giornata che ha fatto incontrare anziani e bambini, agricoltura e amore per la natura. CREMONESE
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Il momento più atteso della cerimonia era rappresentato, naturalmente, dalla consegna dei premi, avvenuta con la regia della Segretaria dell’Associazione pensionati, Luisa Parmigiani, e con la ‘complicità’ di un simpatico clown. Tanti ed utili i premi per tutti i bambini: c’erano zainetti e materiale didattico. Terminata la cerimonia di premiazione, il pomeriggio è proseguito con giochi e animazioni (gettonatissimo è stato il ‘trucca-bimbo’, con l’artista Federica che, colori alla mano, dava ai bambini l’occasione di trasformarsi in personaggi da favola) e con un apprezzato rinfresco a base di ‘torte delle nonne’.
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ASSOCIAZIONE PROVINCIALE PENSIONATI
NUMERO 6
I VINCITORI Riportiamo l’elenco dei vincitori del Nonno Day 2009, premiati venerdì 23 ottobre nella Sala “Santa Maria della Pace” del Seminario Vescovile di Cremona:
SCUOLA PRIMARIA CLASSE 1° 1° premio. Scuola Primaria Paritaria “Canossiane” - Cremona 2° premio. Scuola Primaria “Ca’ De Mari” - Gadesco Pieve Delmona (premio per l’impegno posto nel lavoro di gruppo di 1°-2°-3°) 3° premio. Luca Bertoletti – Camisano
CLASSE 2° 1°. Scuola Primaria Paritaria “Canossa” – Cremona 2°. Gabriele Taverna – Casale Cremasco Vidolasco 3°. Arianna Enristi - Pizzighettone e Alessandra Delfino - Cremona
CLASSE 3° 1°. Scuola Primaria Paritaria “Canossa” - Cremona 2°. Scuola Primaria “Ca’ De Mari” - Gadesco Pieve Delmona (premio per l’impegno posto nel lavoro di gruppo di 1°, 2° e 3°) 3. Davide Pozzi - Ticengo
CLASSE 4° 1°. Scuola Primaria Paritaria “Canossa” – Cremona 2°. Scuola Primaria di Casalbuttano, Classi 4° A E 4° B 3°. Stefano Bertoletti (Camisano) e Filippo Azzini (Annicco)
CLASSE 5° 1°. Fattoria Didattica “Il Campagnino” - Pessina Cr. 2°. Chiara Mosconi - Ticengo 3°. Benedetta Bolis - Ticengo
SCUOLA DELL’INFANZIA 1° premio: Scuola dell’Infanzia Romanengo 2° premio: Scuola dell’Infanzia Pessina Cremonese 3° premio: Elisa Bosi – Casale Cremasco Vidolasco
Le immagini raccontano vari momenti della riuscitissima giornata di festa IL
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