W l'Agricoltura, Coldiretti Cremona Informa n.8

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Le produzioni, l’ambiente, l’alimentazione

Coldiretti Cremona Informa, Anno V NewsLetter

Informazione on line Giovedì 11/03/2010 – Anno V, Numero 8 ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦

Elezioni Regionali 2010. Coldiretti Lombardia incontra i candidati presidente Federazione. Simone Solfanelli alla direzione di Coldiretti Cremona Origine. Il Tar salva l’etichetta anti-frode dell’olio Progetto didattico. Con Agribenessere tutti a scuola di salute Made in Italy/1. No agli ogm, le ragioni della scelta in un convegno Made in Italy/2. Patate ogm? No, grazie In agenda. Rubrica Epaca / Agricoltura in tv / Mercato di Campagna Amica

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ELEZIONI REGIONALI 2010 COLDIRETTI LOMBARDIA INCONTRA I CANDIDATI ALLA PRESIDENZA Si stanno tenendo in questi giorni a Milano vari incontri, organizzati da Coldiretti Lombardia, con i candidati Presidenti alle prossime elezioni regionali per presentare loro le proposte della principale Organizzazione agricola lombarda in materia di politica agricola ed agroalimentare per la prossima legislatura regionale. Il Presidente di Coldiretti Lombardia Nino Andena ha dichiarato che “Coldiretti ha elaborato un articolato documento di politica agricola ed agroalimentare basato sul proprio progetto per la realizzazione di una filiera tutta agricola e tutta italiana che sarà illustrato ai candidati Presidenti chiedendo loro un esplicito impegno a condividerne i contenuti ed a tradurli in pratica con atti concreti nel corso della prossima legislatura regionale”. Andena ha sottolineato che “il documento di Coldiretti individua precisi obiettivi strategici e sviluppa considerazioni e proposte per raggiungerli affrontando tutti i principali argomenti di interesse agricolo ed agroalimentare ma anche socio-economico e ambientale, come il rapporto operativo con l’Istituzione regionale, la semplificazione amministrativa e la sussidiarietà, la programmazione economico-finanziaria, il Programma di Sviluppo Rurale, la fiscalità regionale, l’accesso al credito, la ricerca e l’innovazione, l’EXPO 2015, l’etichettatura delle produzioni e l’approccio al mercato, la filiera corta e i mercati di Campagna Amica, la promozione dei prodotti e del territorio, la valorizzazione del capitale umano, l’ambiente ed il territorio, le risorse idriche e le agro energie”. Andena ha quindi aggiunto che “abbiamo voluto questo approccio così ampio e trasversale non limitando le nostre considerazioni e proposte ad aspetti di interesse prettamente settoriale perché l’agricoltura rappresenta un fattore strategico non solo per l’economia ma anche per la società e l’ambiente in termini più generali, fattore insostituibile per una vera qualità della vita, tanto più in Lombardia che rappresenta la prima regione agricola d’Italia e una delle prime a livello europeo”.


FORMIGONI ALL’INCONTRO CON COLDIRETTI LOMBARDIA “Più agricoltura, più ambiente, più coinvolgimento di Coldiretti per restare protagonisti in un mondo che cambia mantenendo fermi i nostri valori, la nostra cultura e le nostre tradizioni”. Con queste parole l’On. Roberto Formigoni ha chiuso il suo intervento all’incontro con i Dirigenti di Coldiretti Lombardia che si è svolto mercoledì a Milano. L’intervento di Formigoni è seguito a quello del Presidente di Coldiretti Lombardia Nino Andena che ha illustrato una sintesi dell’ampio documento di politica agricola ed agroalimentare che la Coldiretti ha predisposto quale contributo propositivo per la prossima Legislatura regionale. Andena si è soffermato sul progetto di Coldiretti per una filiera tutta agricola e tutta italiana chiedendo al Presidente Formigoni di condividerlo e di sostenerlo, per poi richiamare i principali problemi ancora sul tappeto e che dovranno trovare con la prossima Legislatura regionale una definitiva soluzione, come l’applicazione della direttiva nitrati, la difesa del territorio dall’urbanizzazione e dalle infrastrutture, un secco rifiuto agli OGM e l’istituzione di una vera cabina di regia per EXPO 2015 che veda protagonista il mondo agricolo. Andena ha lanciato a Formigoni una precisa proposta, invitandolo ad assumersi direttamente una “super-delega” all’Agricoltura che riunisca anche le competenze ambientali e sanitarie legate alle attività agroalimentari, creando una squadra di lavoro composta da specialisti sulle diverse materie. Formigoni ha risposto: “Considererò attentamente la proposta di Coldiretti di assumermi direttamente questa delega particolare poiché potrebbe rappresentare una delle innovazioni che intendo recare alla politica regionale nella prossima legislatura facendo “esplodere” la collaborazione e l’integrazione reciproca al fine di fare politica non solo per la gente ma con la gente”. Quindi ha dichiarato: “Conosco bene la forza dell’agricoltura, la forza degli imprenditori agricoli e la forza di Coldiretti, capaci di fare squadra e di tenere duro nei momenti di difficoltà. Condivido pienamente l’obiettivo di difesa del vero made in Italy agroalimentare e il progetto di Coldiretti per una filiera tutta agricola e tutta italiana che merita il pieno sostegno della Regione, così come condivido la posizione di buon senso di Coldiretti sugli OGM”. Il Presidente Andena ha concluso l’incontro facendo omaggio al Presidente Formigoni di una tessera della Fondazione Campagna Amica di Coldiretti, quale primo passo concreto di una ancor più stretta collaborazione reciproca.

DELEGAZIONE DEL PD ALL’INCONTRO CON COLDIRETTI LOMBARDIA Il candidato PD Filippo Penati si è collegato telefonicamente con i Dirigenti di Coldiretti Lombardia riuniti oggi a Milano portando il suo saluto e anticipando la sua condivisione al documento di politica agricola ed agroalimentare predisposto da Coldiretti quale contributo per la prossima Legislatura regionale, riconoscendo il grande ruolo svolto da Coldiretti come componente attiva della società lombarda. All’incontro erano presenti Carlo Porcari, capogruppo PD in Consiglio regionale e candidato alle prossime elezioni, e Gianfranco Concordati, Consigliere PD uscente. Il Presidente di Coldiretti Lombardia Nino Andena ha quindi illustrato a Porcari e a Concordati una sintesi dell’ampio documento di politica agricola ed agroalimentare che la Coldiretti ha predisposto. Andena si è soffermato, in particolare, sul progetto di Coldiretti per una filiera tutta agricola e tutta italiana chiedendone la condivisione ed il sostegno, per richiamare i principali problemi sul tappeto. Concordati ha dichiarato: “Ritengo molto importante l’incontro odierno perché ancora una volta dà modo di apprezzare la capacità propositiva di Coldiretti che in ogni occasione sa anche avanzare concrete proposte innovative non limitandosi a denunciare i singoli problemi ma indicando anche precisi percorsi per risolverli”. Porcari, entrando nel merito delle tante questioni sollevate da Andena, ha precisato: “Fosse per me sottoscriverei oggi il documento che avete presentato poiché ne condivido totalmente i contenuti, ma sono certo che anche il Presidente Penati, così come ha anticipato telefonicamente, apprezzerà il vostro pregevole contributo per la prossima Legislatura”. “In particolare - ha aggiunto Porcari - apprezzo la vostra autonomia ed il vostro approccio, tutt’altro che settoriale, rivolto a tutta la società e l’economia della Lombardia. Su nitrati, OGM e territorio porremo le questioni esattamente come suggerito da Coldiretti poiché si tratta di ragionare non in termini ideologici ma in termini di analisi dei reali svantaggi che certe scelte potrebbero determinare sul piano economico ed ambientale”. “E’ tempo - ha concluso - che su queste vicende di interesse collettivo non si ragioni più in termini di presunti vantaggi o risparmi immediati, ma in termini di consapevolezza dei reali costi futuri non solo in senso economico che si andrebbero a determinare a carico della nostra collettività”.


L’ON. SAVINO PEZZOTTA: CONDIVIDO IL PROGETTO DI COLDIRETTI Il candidato UDC alla Presidenza della Regione Lombardia Savino Pezzotta ha incontrato oggi a Milano i Dirigenti di Coldiretti Lombardia. Il Presidente di Coldiretti Lombardia Nino Andena ha sintetizzato all’On. Pezzotta l’ampio documento di politica agricola ed agroalimentare che la Coldiretti ha predisposto quale contributo per la prossima Legislatura regionale, soffermandosi sul progetto di Coldiretti per una filiera tutta agricola e tutta italiana per poi richiamare i principali problemi ancora sul tappeto. L’On. Pezzotta ha quindi dichiarato: “La mia storia è una storia di vicinanza concreta al mondo Coldiretti perché ci accumunano gli stessi valori. Condivido il vostro progetto identitario ed oggi ritengo che la politica debba definitivamente sancire la centralità del ruolo dell’agricoltura per dare prospettiva al Paese non soltanto sul piano economico ma soprattutto su quello ambientale e della qualità della vita”. “Per questo - ha aggiunto - la mia vicinanza a Coldiretti ed alle sue proposte non è strumentale ma consapevole e ritengo che bisogna impegnarsi concretamente per rendere sempre più appetibile questo settore ai giovani tornando a valorizzarlo economicamente e culturalmente”. Pezzotta ha poi sottolineato che “Anche le proposte di filiera corta avanzate da Coldiretti sono strategiche in quanto propongono una dimensione storica e culturale del territorio che va oltre ai prodotti che vi si realizzano, ed è per questo che il territorio va difeso e sostenuto in tutte le sue componenti, dalla pianura alla montagna evitandone sprechi, degrado ed abbandono”. Infine l’On. Pezzotta si è soffermato su altri due temi centrali proposti da Coldiretti: la Cooperazione e la questione OGM. “La Cooperazione - ha detto è fondamentale poiché identifica l’unico strumento in grado di mantenere vivo il passaggio da una economia politica ad una economia civile dove oltre agli aspetti relativi allo scambio di beni divengono fondamentali gli aspetti relazionali, la collaborazione ed i valori umani”. Sugli OGM Pezzotta ha detto: “Mi inquietano più del nucleare perché, sebbene io non abbia certezze al riguardo, temo che la loro introduzione sancirebbe un monopolio deleterio per tutti ma in particolare per i Paesi poveri e per le economie di sussistenza, distruggendo inoltre le peculiarità produttive e culturali dei popoli e dei territori”.

MADE IN ITALY: IL TAR SALVA L’ETICHETTA ANTIFRODE DELL’ OLIO Il TAR del Lazio ha rigettato la richiesta di sospensiva del Decreto ministeriale, attuativo della normativa comunitaria sull’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine dell’olio vergine ed extravergine di oliva, presentata con ricorso da alcune organizzazioni di rappresentanza dei frantoiani e delle imprese di commercializzazione dell’olio. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che i Giudici amministrativi hanno ritenuto che la fondamentale finalità di assicurare la piena tracciabilità dell’olio di oliva, che è alla base del Decreto ministeriale, prevale rispetto all’esigenza prospettata dai ricorrenti di non avere a proprio carico ulteriori adempimenti burocratici, quali quelli relativi alla predisposizione di specifici registri, cui non sarebbero tenuti gli olivicoltori che vendono direttamente al consumatore finale. Inoltre il TAR non ritiene peraltro che sottolinea la Coldiretti - tali adempimenti burocratici siano in grado di ledere la concorrenza tra le imprese del settore oleario, secondo quanto scritto nell’ordinanza del 9 marzo. Vale la pena di ricordare che il danno ai consumatori e alle imprese agricole italiane causato dal falso Made in Italy a tavola, in Italia e all’estero, dovuto alla vendita di prodotti alimentari pagati come italiani senza esserlo è stimato in 70 miliardi e riguarda in Italia due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all’estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta e oltre un terzo della pasta che è ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all’insaputa dei consumatori. Secondo l'indagine Coldiretti-Swg la quasi totalità dei cittadini (97%) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti, per colmare una lacuna ancora presente nella legislazione comunitaria e nazionale, ma in Italia la metà della spesa è ancora anonima. Il pressing della Coldiretti ha portato all'obbligo di indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca, all'arrivo dal primo gennaio 2004 del codice di identificazione per le uova, all'obbligo di indicare in etichetta, a partire dal primo agosto 2004, il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, all'obbligo scattato il 7 giugno 2005 di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco, all'etichetta del pollo Made in Italy per effetto dell'influenza aviaria dal 17 ottobre 2005 e all'etichettatura di origine per la passata di pomodoro a partire dal 1 gennaio 2008. Dal primo di luglio è arrivato anche l'obbligo di indicare l'origine delle olive impiegate nell'extravergine.


CAMBIO ALLA GUIDA DELLA FEDERAZIONE

Simone Solfanelli nuovo Direttore di Coldiretti Cremona Simone Solfanelli, toscano, 51 anni, da oggi è ufficialmente il nuovo Direttore della Federazione Coldiretti di Cremona. Coniugato, padre di due figli, Solfanelli è da sempre al lavoro in Coldiretti: dipendente presso la Federazione di Firenze, poi vicedirettore a Pistoia, ha all’attivo l’incarico di Direttore ad Ascoli Piceno, Siena, Arezzo, Pisa–Livorno, Macerata. Il neo Direttore ha sottolineato la propria volontà di incontrare presto Soci e struttura, uniti nell’impegno di operare al meglio – al fianco del Delegato Confederale Eugenio Torchio – nel segno del grande progetto per il Paese che Coldiretti sta conducendo, teso a costruire una filiera

agricola

tutta

italiana,

un

grande

sistema

agroalimentare, che garantisca reddito ai produttori e offra ai consumatori prodotti di qualità ad un prezzo giusto. “In un momento di indubbia difficoltà per l’agricoltura, Coldiretti, la prima Organizzazione agricola del Paese, propone un progetto operativo, che ha l’obiettivo di sostenere il reddito degli agricoltori, coinvolgendo la rete dei consorzi agrari, le cooperative, i farmers market, gli agriturismi e tutte le imprese agricole in un percorso che sta realizzando una filiera tutta agricola e tutta italiana, capace di offrire prodotti agroalimentare al cento per cento italiani, firmati dagli agricoltori, ad un giusto prezzo – rimarca il Direttore Solfanelli –. In quest’ottica si inserisce la nostra battaglia per vedere riconosciuto l’obbligo di indicazione d’origine in etichetta su tutti i prodotti alimentari. Così come

l’impegno per

un’agricoltura libera da ogm, nella convinzione che il valore aggiunto del prodotto italiano stia nella sua unicità, distintività, nel legame con il territorio, in quella qualità che è garantita dalle facce e dal lavoro degli agricoltori italiani”. In sinergia con il Delegato Confederale Eugenio Torchio, il Direttore Solfanelli assume la guida di una Federazione che conta attualmente circa 5.700 soci, radunando più di 2500 aziende agricole che danno lavoro in provincia a quasi 8000 addetti. Nel campo dei servizi alla persona, l’Organizzazione registra ogni anno contatti con oltre 12.000 cittadini. “Do massima disponibilità e mi aspetto la collaborazione di tutti – evidenzia il Direttore – nell’impegno di far sì che la Federazione di Cremona provi ad essere quella Federazione efficace, moderna, che i Soci si aspettano, una realtà all’avanguardia sul piano dell’efficienza e della capacità di svolgere pienamente il proprio ruolo di autorevole forza sociale inserita a pieno titolo nella collettività cremonese”.


Con Agribenessere tutti “a Scuola di Salute” Sono sempre più numerose le adesioni al progetto di Educazione alla Campagna Amica: dagli incontri con gli agricoltori alle visite al Mercato di Campagna amica, dalle giornate in fattoria alle lezioni sulla filiera tutta italiana, proseguono i percorsi rivolti ad alunni e studenti del territorio

Proseguono gli incontri di educazione alla Campagna Amica proposti da Coldiretti nell’ambito del progetto didattico “Agribenessere…a Scuola di Salute”. Tante le attività e vari i temi presentati agli alunni per l’anno scolastico 2009-10, tenendo conto dei molteplici interessi, e delle diverse fasce d’età, dei giovani interlocutori. Gli incontri con gli imprenditori agricoli di Giovani Impresa e Donne Impresa (nell’ambito del percorso “W l’Agricoltura”), le lezioni dei membri dell’Associazione Pensionati (protagonisti di “W la Tradizione”), le giornate in agriturismo, in fattoria didattica o le uscite al Mercato di Campagna Amica (il tutto nel segno della proposta Km zero), le lezioni sul progetto di Coldiretti per il Paese e sul valore dell’etichettatura (nei percorsi La Filiera tutta italiana e L’etichetta, nostra alleata), i consigli del benessere (nell’ambito del percorso Altolà Obesità!), e ancora l’attenzione all’ambiente (con la Scuola di Energia, il percorso Educare alla sostenibilità, ma anche le lezioni dedicate al tema Sorella Acqua): ecco, in sintesi, le principali proposte rivolte alla classi, il cui elemento comune è l’invito – agli alunni e, con loro, anche a genitori e insegnanti – a riscoprire il valore di uno stile di vita sano, che coniughi corretta alimentazione, regolare attività fisica e naturalmente l’incontro con il mondo rurale, capace di offrire il verde della campagna, i sapori della dieta mediterranea, le attività e le storie che uniscono tradizione e modernità. “Il progetto prevede, in primo luogo, un dialogo con gli imprenditori agricoli – chiarisce Giacomo Maghenzani, Segretario di Giovani Impresa e coordinatore dell’iniziativa –. Per bambini e ragazzi anche quest’anno si rinnova la preziosa occasione di conoscere una professione in cui la passione, l’esperienza e la tradizione familiare si accompagnano all’innovazione, lo spirito imprenditoriale, la capacità di rigenerarsi, rispondendo alle esigenze dei cittadini e prendendosi cura dell’ambiente”. Alcune agili guide, distribuite agli alunni, fanno da supporto alle attività. L’incontro fra alunni e agricoltura parte dalla lezione in classe, per proseguire attraverso “uscite” divertenti e istruttive: a seconda del percorso scelto, sono previste giornate in fattoria o in agriturismo, visite a musei della civiltà contadina, sopralluoghi presso impianti idrici o in aziende che hanno scelto la via della multifunzionalità puntando sull’agro-energia (con impianti a biogas o biomasse, pannelli fotovoltaici, ecc.). Fra le ‘uscite’ più gettonate, c’è la mattinata al mercato di Campagna Amica, con la possibilità di conoscere gli agricoltori impegnati nella vendita a km zero: grazie al fiorire di questa esperienza in tutto il territorio provinciale, le classi possono scegliere la “piazza” più vicina alla propria scuola, optando tra Cremona, Crema, Soresina, Casalmaggiore e Pandino.


No agli ogm, scelta economica Coldiretti lavora per la qualità che parte dalla valorizzazione del prodotto agricolo e dal suo legame con il territorio, è certificata all’origine, è resa trasparente al consumatore con un adeguato sistema di etichettatura. Per un made in Italy che ha nell’unicità, nella distintività, il proprio valore aggiunto. Da qui l’impegno ad attuare qualsiasi iniziativa di carattere legislativo o referendario, per mantenere la nostra agricoltura libera da coltivazioni transgeniche. E’ questa la sintesi del messaggio ribadito, forte e chiaro, da Nino Andena, Vicepresidente nazionale e Presidente di Coldiretti Lombardia, ed Eugenio Torchio, Direttore di Coldiretti Lombardia e Delegato confederale di Coldiretti Cremona, venerdì scorso in sala Maffei, presso la Camera di Commercio, alla tavola rotonda dal titolo “Economia agroalimentare sostenibile e di qualità. Contro gli OGM per difendere il reddito in agricoltura”. E’ stata un’occasione di confronto sul tema, promossa dalla prima Organizzazione degli agricoltori del Paese, fra studiosi, consumatori, rappresentanti del mondo economico, alla presenza di una folta platea. La mattinata si è aperta con le relazioni dei ricercatori. Claudio Malagoli, Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo/Bra, ha risposto alla domanda “Aspetti agronomici ed economici degli ogm in campo agro-alimentare, opportunità o rischio?”, evidenziando il fatto che in materia di ogm nell’agroalimentare siamo in presenza di un’incertezza assoluta: nessuno è attualmente in grado di stabilire i reali effetti sulla salute umana e sull’ambiente degli organismi transgenici. “Una cosa è certa: aumentano i rischi, non mantengono le promesse, non determinano grandi vantaggi” ha affermato Malagoli, mostrando – dati alla mano – come le piante ogm non mantengano né le aspettative agronomiche, né quelle economiche, non risolvendo, ad esempio, il problema delle erbe infestanti e non garantendo una produzione superiore alle piante convenzionali. Nel suo intervento, Giovanni Monastra, Coordinatore del progetto “OGM in Agricoltura”, ha richiamato l’attenzione sul problema delle micotossine e del mais BT ed ha evidenziato il percorso e le conclusioni del progetto avviato con il supporto del Ministero per le Politiche agricole teso a studiare la compatibilità tra colture transgeniche e sistema agroalimentare italiano. “In campo socioeconomico è stato evidenziato un potenziale impatto negativo sul sistema agroalimentare italiano – ha evidenziato il relatore –. Gli agricoltori interessati a coltivare gli ogm attualmente in commercio sono una minoranza (18%). La percezione del consumatore italiano è tendenzialmente sfavorevole verso l’impiego dell’ingegneria genetica nel settore agroalimentare”. “In campo agronomico – ha proseguito Monastra –, la produttività del Mais bt (MON810) è simile a quella del convenzionale per quanto riguarda la resa di trinciato integrale”. La sintesi delle relazioni è pubblicata sul sito di Coldiretti Cremona (www.cremona.coldiretti.it). Molte, qualificate voci hanno portato il loro contributo ai lavori. Fra queste, Gianluca Pinotti, Assessore provinciale all’Agricoltura e Ambiente (che ha ribadito la straordinaria valenza del nostro territorio e delle sue produzioni, valenza che non va compromessa sull’onda della frenesia. Da qui l’invito ad attenersi al principio di precauzione, lasciando alla scienza il compito e il tempo di fare le opportune verifiche), le Associazioni dei Consumatori, (c’erano Adoc, Unione Consumatori, Federconsumatori, Adiconsum), il Circolo Ambiente Scienze, Acli Cremona, Slow Food cremonese. Dai vertici Coldiretti è stata ribadita la forte opposizione agli ogm, una posizione che fonda su ragioni economiche, che si riassumono in due domande: se nessuno vuole gli ogm nel piatto (se non c’è un vero mercato), allora perché produrli? A chi giova, realmente, forzare così tanto la mano sulla questione?


Dieci motivi per essere ogm-free 1. Mantenere, valorizzare ed esaltare la varietà dei prodotti agroalimentari 2. Difendere il prodotto italiano dall’omologazione e delocalizzazione territoriale 3. Adottare il principio di precauzione: nessuno attualmente è in grado di stabilire i reali effetti sulla salute umana e sull’ambiente 4. Poter scegliere e conoscere tramite un’etichettatura trasparente ciò che si mangia 5. Rispettare la volontà dei cittadini nelle scelte nazionali ed europee 6. Rispettare produttori agricoli, industrie agroalimentari e grande distribuzione che non vogliono l’introduzione di organismi transgenici 7. Attuare una ricerca scientifica libera e non di parte 8. Difendere l’economia agricola del nostro Paese 9. Difendere la biodiversità presente nel territorio italiano 10. Difendere l’ambiente in cui viviamo.

PATATE OGM? NO GRAZIE! Le patate sono la produzione orticola più importante in Italia, sia per superficie coltivata che per quantità prodotte, dopo il pomodoro. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti dopo la fine della moratoria Ue con il via libera alla prima patata transgenica e l’annuncio della Commissione Europea di presentare entro l’estate una proposta per far decidere liberamente ai singoli Stati membri se coltivare o meno ogm sul proprio territorio, invertendo l’attuale quadro normativo. In Italia sono 105.640 le aziende agricole che coltivano patate, su una superficie coltivata che nel 2009 è stata di circa 69.000 ettari per una produzione media di 1,7 miliardi di chili, di cui 1,2 miliardi di patate comuni e 4 miliardi di chili di patate novelle. Alla lavorazione industriale vengono destinati circa 2 milioni di quintali ogni anno. Secondo i dati Istat, i maggiori investimenti si registrano in Campania (oltre 12 mila ha), che ha la maggiore produzione di patate (3,5 miliardi di chili tra comuni e novelle); a breve distanza seguono Sicilia (2,2 miliardi di kg) ed Emilia Romagna (1,7 miliardi di kg di patate comuni) e via via tutte le altre 17 regioni italiane. La coltivazione è presente al nord, centro e sud, che hanno condizioni pedoclimatiche diverse e che conferiscono una caratteristica positiva all’Italia, che è quella di avere un periodo di raccolta differenziato tra le diverse aree, nell’arco di 10 mesi, consentendo un’offerta di prodotto fresco quasi tutto l’anno. E’ evidente che per la conformazione morfologica dei terreni e le dimensioni ridotte delle aziende che coltivano patate, non sarebbe possibile evitare in Italia le contaminazioni e sarebbe violata precisa la Coldiretti - la sacrosanta libertà della stragrande maggioranza degli agricoltori e cittadini di avere i propri territori liberi da ogm. Va ricordato che la patata geneticamente modificata Amflora prodotta dalla multinazionale Bayer e modificata in modo d’avere un maggior contenuto di amido, è stata a lungo al centro di una controversia fra l'Efsa (autorità Ue di sicurezza alimentare), con sede a Parma, che ha dato il suo via libera “tecnico”, e le due autorità sanitarie, europea e mondiale, l'Emea (agenzia Ue del farmaco) e l'Oms. La controversia riguardava la presenza nell'Ogm di un gene “marker” che conferisce resistenza a un antibiotico importante per la salute umana. La Commissione Europea ha dato il suo via libera nonostante il fatto che la direttiva Ue 2001/18, relativa al rilascio deliberato di Ogm nell'ambiente, proibisca espressamente l'autorizzazione per gli Ogm contenenti geni di resistenza ad antibiotici importanti per la salute umana. L’interesse delle multinazionali alla patata deriva dal fatto che con circa 322 miliardi di chili, prodotti all’anno la patata si colloca al quarto posto a livello mondiale tra gli alimenti agricoli maggiormente coltivati nel mondo dopo mais, riso e frumento. Con la pericolosa fine della moratoria, in pieno contrasto con la volontà dei cittadini, la Commissione Europea ha però anche annunciato la storica intenzione di presentare entro l’estate una proposta per far decidere liberamente ai singoli Stati membri se coltivare o meno ogm sul proprio territorio. “Sosteniamo e condividiamo la posizione del ministro delle Politiche agricole Zaia - ha detto il Presidente Marini - di avviare la procedura per richiedere alla Commissione europea la clausola di salvaguardia con cui bloccare la commercializzazione e la coltivazione della patata biotech nei nostri territori, cosi come ci impegneremo ad attuare qualsiasi iniziativa di carattere legislativo o referendario per continuare a mantenere il nostro Paese libero da coltivazioni geneticamente modificate”.


RUBRICA EPACA A cura del Patronato Epaca, sulle pagine del settimanale ‘Il Piccolo’ viene pubblicata la rubrica “Dalla Parte dei Cittadini”, nata per rispondere a dubbi e quesiti dei lettori in materia di diritti previdenziali e assistenziali. Riproponiamo gli interventi, a firma di Damiano Talamazzini, Responsabile provinciale del Patronato. (E-mail: epaca.cr@coldiretti.it)

L’AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO Egregio Responsabile del Patronato Epaca, desidererei ragguagli in merito alla figura dell’Amministratore di sostegno introdotto dalla Legge n. 6 del 2004. Tale figura è obbligatoria? In caso affermativo, in quali situazioni? La Legge n. 6 del 2004 ha introdotto una serie di modifiche al Codice Civile in tema di interdizione e inabilitazione. La Legge si propone di tutelare i soggetti privi di autonomia limitando al minimo indispensabile le compressioni della capacità di agire. Una delle principali innovazioni riguarda la possibilità, per i soggetti che non sono capaci di provvedere ai propri interessi in misura parziale o totale, di essere assistiti da un amministratore di sostegno nominato dal giudice tutelare. All’interdizione e all’inabilitazione, che non vengono cancellate, si affianca così una nuova possibilità (sicuramente meno rigida) a disposizione del giudice, tesa a tutelare ed assicurare una migliore protezione ai disabili, agli anziani, alle persone che vivono temporanei problemi psichici. L’amministratore di sostegno può essere designato dallo stesso interessato, in previsione di una futura incapacità, mediante atto pubblico o scrittura privata autenticata. Può anche essere nominato d’Ufficio. L’amministratore interverrà non in ogni circostanza, ma solo in quelle che maggiormente potrebbero compromettere l’integrità del patrimonio coinvolto. Nello svolgimento dei suoi compiti, l'Amministratore deve tenere conto dei bisogni e delle aspirazioni del beneficiario e deve informarlo circa gli atti da compiere. Qualora si verificasse un contrasto tra la volontà del beneficiario e quella dell'amministratore di sostegno, o nel caso di scelte o atti dannosi per il beneficiario o di negligenza nel perseguire l'interesse o soddisfare i bisogni o le richieste di quest'ultimo, il beneficiario, il Pubblico Ministero o i soggetti legittimati a fare istanza di nomina dell'amministratore possono ricorrere al giudice tutelare, che adotta con decreto motivato i provvedimenti che riterrà più opportuni. Nel caso alla nomina proceda il Giudice tutelare, la scelta deve ricadere in via preferenziale sul coniuge che non sia separato, sul convivente (il quale può ora promuovere anche l’interdizione e l’inabilitazione), sui genitori, sui figli, sui fratelli e sulle sorelle. La durata dell’incarico può essere a tempo determinato (ma in questo caso il giudice può procedere a proroga) o indeterminato. In ogni caso, e a meno che non si tratti di familiari (comprese le persone stabilmente conviventi), l’amministratore non è tenuto a proseguire la propria attività oltre i dieci anni. L’amministratore deve tempestivamente portare a conoscenza il beneficiario di tutti gli atti che lo riguardano, raccogliendone il parere ed informare il giudice (al quale deve comunque periodicamente riferire) nel caso di dissenso. Il decreto di nomina, comunque per evitare abusi, deve contenere nel dettaglio l’oggetto dell’incarico e gli atti che l’amministratore ha il potere di compiere. L’amministrazione di sostegno può essere revocata o dichiarata cessata, su istanza di parte o d'ufficio dal giudice tutelare, quando l'istituto si sia rilevato inidoneo a realizzare la piena tutela del beneficiario, o se non è più necessario. L’INPS ha inoltre da poco chiarito che, tra le attività che l’amministratore di sostegno può effettuare con l’autorizzazione del giudice, rientra anche quella di delegato nella riscossione dei trattamenti pensionistici di cui il tutelato risulta titolare.


Coldiretti Cremona – Impresa Verde Cremona Sede Provinciale Via Ala Ponzone, 8 – Cremona Tel: 0372.499811 – Fax: 0372.499899 E.mail: cremona@coldiretti.it www.cremona.coldiretti.it

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Via Matteotti, 12 Tel. 0374.342329 - Fax 0374.340104 SORESINA -

(foto scattata giovedì 11 marzo 2010)

Mercato di Campagna Amica, il calendario CREMONA. Al Foro Boario ogni venerdì, dalle ore 8 alle 13. CASALMAGGIORE. In Piazza Turati, il sabato mattina. SORESINA. Tutti i lunedì, dalle 8 alle 13, nella piazza davanti al Palazzo Comunale. CREMA. Prossimo appuntamento, in via Terni, domenica 21 marzo. PANDINO. Il primo e il terzo giovedì del mese, in corso Umberto I

Agricoltura e Ambiente sono in tv W l’Agricoltura, la trasmissione di agricoltura, ambiente, alimentazione proposta da Coldiretti Cremona, va in onda: ogni giovedì, ore 20.15 circa, su TeleColor ogni giovedì, ore 20.20 circa, su PrimaRete in replica la domenica, ore 12 circa, su Telecolor. es

W l’Agricoltura – Coldiretti Cremona Informa Vi dà appuntamento alla prossima settimana Il ‘diario’ in posta elettronica di Coldiretti Cremona è nei siti www.cremona.coldiretti.it e www.lombardia.coldiretti.it


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