Emmaus Aprile 2011

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ANNO 5 - N. 1 APRILE 2011 - Piazza Libertà, 2 - 30024 MUSILE DI PIAVE - Tel. e Fax 0421.52308 - E-mail: emmaus.musile@gmail.com

“DIO NON E’ QUEL CHE CREDI” Cari amici, questo nuovo numero di Emmaus che vi arriva per Pasqua vuole dare spazio, oltre che alle varie attività delle nostre parrocchie della Collaborazione, soprattutto al grande interrogativo che riguarda il cammino di fede di ognuno di noi. In quale Dio crediamo? Qual è il volto del nostro Dio? Pasqua ci impone di guardare in faccia a un Dio davvero diverso dalle nostre attese, dalle nostre modalità e dal nostro modo di pensare. Sentite cosa scrisse S. Agostino nel quarto secolo: “Che cosa dunque diremo di Dio, fratelli? Se infatti ciò che vuoi dire lo hai capito, non è Dio. Se sei stato capace di capirlo, hai compreso una realtà diversa da quella di Dio. Se ti pare di essere stato capace di comprenderlo, ti sei ingannato a causa della tua immaginazione. Se dunque lo hai compreso, Dio non è così; se invece è così, non lo hai compreso”. Se crediamo che le nostre parole, le nostre Scritture, le nostre prediche, le nostre sicurezze, le nostre certezze, i nostri dogmi dicano tutto di Dio... allora Dio non è quel che crediamo. Solo di una cosa siamo davvero sicuri: abbiamo una giusta rappresentazione di Dio quando Dio serve la vita dell’uomo e dell’umanità. Quindi ogni rappresentazione di Dio che va contro l’uomo, contro la sua vita, contro la sua umanità, che lo sminuisce o lo distrugge è una falsa rappresentazione di Dio. Scrive il teologo Jean-Marie Ploux: “Meglio essere ateo e servire la dimensione umana dell’uomo che essere un uomo religioso posseduto da una rappresentazione di Dio che deforma lo sguardo sull’uomo e che quindi semina morte. Un Dio degno dell’uomo, un Dio per l’uomo, non può essere altro che un Dio che aiuta l’uomo a diventare più umano e che lo libera da ciò che, dentro di lui o fuori di lui, lo disumanizza.” E’ solo l’amore che rende umano l’uomo e quindi Dio è là dove gli uomini amano, si amano, là dove gli uomini hanno bisogno di amore. L’amore è divino. Cari amici partiamo da qui, dall’amore vero, dall’amore che ama e basta. Abbiamo tutti negli occhi le migliaia di stranieri che arrivano qui in Italia, tutti questi giovani ragazzi che tentano disperatamente di vivere, di lavorare. Troppo facile dire “fuori dalle scatole...”, troppo facile dire “che si arrangino...” troppo facile dire “tornino a casa loro...” “sono tutti delinquenti e non hanno voglia di lavorare”. Ma che cristiani siamo? Ma che volto di Dio abbiamo in mente? Ricordiamoci che alla fine dei tempi saremo tutti, proprio tutti, giudicati solo sull’amore (quello vero) un amore che sa accogliere oltre misura e che sa che in ogni volto (anche nel volto del tunisino, del marocchino, del rumero...) in ogni volto è riflesso qualcosa del volto di Dio. Saremo giudicati sui fatti e non sulle belle o brutte parole! Per questo vi invito alla festa multietnica che organizziamo insieme a tante associazioni e con il patrocinio del nostro Comune di Musile, presso il campo sportivo dell’Oratorio di Musile il 2 giugno: “FRATELLINI E SORELLINE D’ITALIA...” come per dire che le 52 etnie presenti qui a Musile hanno diritto di sentirsi parte della nostra civiltà. Da parte nostra vuol dire fare tutto il possibile per accoglierli con il cuore aperto; da parte loro tutto il possibile per rispettare e condividere la nostra storia e la nostra cultura. Pura Utopia? No, solo Puro Vangelo. Don Saverio

Buona Pasqua a tutti


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