Dettagli - Storie dal Brasile metropolitano

dettagli FÁBIO MOON GABRIEL BÁ

STORIE dal brasile metropolitano

SOMMARIO 4 – El camino (“La strada”) DETTAGLI

Storie dal brasile metropolitano Per la presente edizione © Comma 22 srl

piazza Roosevelt, 4 40123 Bologna telefono e fax 051-232702 e-mail info@comma22.com www.comma22.com direzione editoriale: Daniele Brolli redazione: Francesca Guerra, Irene Bozzeda traduzione: Daniele Brolli grafica e lettering: Alessandro Micheli Stampa a cura di La Pieve Poligrafica Editore Villa Verucchio S.r.l. - ottobre 2008 isbn 978-88-88960-35-7

11 – Estrela (“Stella”) 21 – Bidonato 29 - Tardi per il caffè 53 – come se 55 – Riflessi I 56 – Riflessi II 64 – All you need is love

Per l’edizione originale: editor: Diana Schutz assistente editor: Katie Moody grafica: Amy Arendts & Lia Ribacchi DE: TALES™ Text and illustrations © 2006, 2008 Fábio Moon and Gabriel Bá.

Introduction © 2006, 2008 Diana Schutz.

All other material, unless otherwise specified, © 2006, 2008 Dark Horse Comics, Inc. All characters featured herein are trademarks of Fábio Moon and Gabriel Bá. All rights reserved.

Dark Horse Books™ is a trademark of Dark Horse Comics, Inc. No portion of this publication may be reproduced or transmitted, in any form or by any means, without the express written permission of Fábio Moon and Gabriel Bá or Dark Horse Comics, Inc.

67 - Qu’est-ce que c’est? (“Che cos’è?”)

75 – Buon compleanno, amico mio!

91 – Sabato 103 – Outras Palabras (“Altre Parole”)

riflessi

Non vorrei risultare scontato, ma…

Immagina di guardarti attorno e scoprire… un altro te stesso, di fianco a te. Immagina di parlare a quest’altra persona, cioè te stesso, e che lui o lei ti risponda, con una voce che è la tua, con parole che potresti aver scelto proprio tu. O forse non avete neanche bisogno di parlare, perché di certo entrambi sapete già esattamente cosa sta pensando l’altro, e ben presto uno di voi comincerà una frase che verrà completata dall’altro. Immagina di vivere tutta la vita con questa persona, che poi saresti tu (o quantomeno qualcuno che potrebbe essere te). Dove finisci tu e dove comincia lui (o lei)? Dove tracci il confine? Oppure... ma lo fai?

I gemelli sono una delle meraviglie della natura. La scienza ci dice che i bambini multipli arrivano con il rapporto di una nascita ogni trentatré. E che solo un quarto di quelle nascite dà alla luce veri gemelli. Diversamente dai gemelli identici, i gemelli dizigotici si sviluppano da due ovuli fecondati che si dividono la pancia della madre ma non il codice genetico. Perciò è rarissimo che i gemelli non omozigoti siano identici, anche se (in senso stretto) non lo sono. E deve essere curioso vedere il proprio riflesso in un’altra persona, in qualcuno con cui hai condiviso praticamente ogni momento, inclusi quei primi, determinanti nove mesi. A pensarci, è proprio… affascinante.

No! Nel mio Non è sogno c’erano una barca. tante donne. È una …una barca Canoa. canoa.

Giusto. nella nebbia?

Allora questo dev’essere il tuo, di sogno.

Sì, solo nei tuoi sogni.

Be’, non è neanche il mio sogno.

Perché pensi che sia un sogno?

Diversi anni fa, la Convention del fumetto di San Diego, la Comic-Con, portò Fábio Moon e Gabriel Bá nel mio mondo. Erano volati lì direttamente da San Paolo, dal loro nativo Brasile. Io non riuscivo a distinguerli. Ancora adesso, a volte non ci riesco. Mi diedero una copia del loro primo lavoro pubblicato negli Stati Uniti, una storia avventurosa che avevano disegnato poco più che ventenni, quando credevano ancora nei supereroi. Nonostante avesse vinto lo Xeric, decisi di ignorare educatamente questa storia, che non era scritta da loro.

Ma i gemelli erano (o meglio, sono) pervicaci. E… non si dimenticano. Tornarono l’anno dopo, e l’anno dopo ancora, fino a che a un certo punto fui costretta a smettere di essere educata… perché ero sinceramente entusiasta del balzo in avanti che aveva fatto il loro stile nel disegno rispetto all’anno precedente. E stavano raccontando le loro storie, storie di vita vissuta piene della passione e delle vibrazioni della loro cultura brasiliana. Storie affascinanti, di amore e sconfitte, di riti di passaggio, sulla giovinezza e sulla ricerca di risposte nella vita.

I gemelli raccontarono una di queste storie in AutobioGraphix, un’antologia che curai nel 2003. Solo allora scoprii che i cognomi che si sono scelti, Moon e Bá, sono il riflesso dei loro differenti spiriti artistici: tanto quanto Fábio e Gabriel sono riflessi l’uno dell’altro.

Il silenzio. la vita vera è così piena di rumore.

Questo apparente paradosso della natura, questo individualismo all’interno dell’identità, si rispecchia in queste pagine, dato che i gemelli hanno vergato i loro segni sia insieme che separatamente. In un caso (o bisognerebbe dire due?), raccontano la stessa storia, uno dopo l’altro. Le differenze sono rivelatrici, ma le somiglianze sono ciò che impressiona di più, e l’effetto complessivo se ci pensate è… affascinante.

Mi sa che hai ragione.

Vi invitiamo a rifletterci sopra.

Diana Schutz marzo 2006

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Prima la canoa e adesso questa scalinata.

Sei tu il capo. È il tuo sogno.

Se è davvero un sogno, allora ogni cosa che c’è qui è simbolica.

E questa scalinata cosa starebbe a simboleggiare?

Su di qua… dovremmo arrivare alla parte del sogno dove ci sono le donne.

Benvenuti sognatori.

Sul serio?

Mi chiamo Ursula, e questo è Pip, l’uccello parlante.

È solo una strada.

Penso che la vera risposta stia in cima.

Uccello parlante?

State sognando.

All’alba dei vostri pensieri.

Dove siamo?

Almeno una ragazza c’è.

Perché siamo qui?

Siete qui a causa di questa porta.

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…?

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Questa porta rappresenta la vostra prossima storia.

Canoa, scale, porta…

Lo so, ma cosa significa tutto questo?

Ma…

Adesso siete confusi… …e non sapete che strada scegliere.

Ma questa porta è stata messa di fronte a voi.

Siete stati sinceri con voi stessi e avete costruito solide fondamenta e questo ha aperto molte strade e molte porte.

…non abbiamo una storia.

Dovete solo attraversarla.

No?

Allora che diavolo ci fate qui?

Pip, avevi promesso.

Non è proprio così.

In realtà è paura.

Quello che fate non piace alla gente perché vi è amica.

Piace proprio per la sincerità che ci mettete dentro.

Porte come questa.

Paura!

La paura porta alla rabbia, la rabbia all’odio, l’odio a…

Vuoi dire che possiamo fare delle storie ambientate nei bar e con gli ubriachi?

Con fate e uccelli parlanti.

Con i sogni.

Pip!!!

Non capisci.

Il pubblico è molto più vasto…

Ma… e per quanto riguarda il Brasile?

Non vogliamo raccontare le solite vecchie storie.

…e diverso.

Guardatevi attorno.

Non siete qui perché avete raccontato le solite vecchie storie…

Guardate quanto si sono già allargati i vostri orizzonti.

…alla solita vecchia gente.

Siete qui perché avete raccontato le vostre storie.

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Un sogno.

Umm…

‘Giorno.

Mi passi un po’ di pane, per favore?

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