ETERN A RT E M I S I A EternArtemisia di Giuseppe Palumbo
Web site: www.eternartemisia.org
Testi e disegni di: Giuseppe Palumbo
Ideazione e direzione creativa: James M. Bradburne
Web design: ondecomunicazione.it
Progetto grafico e lettering: Inventario
Supervisione: Marco Zanichelli
Web solutions: netribe.it
Supervisione editoriale: Daniele Brolli
La pubblicazione è stata pensata per accompagnare la mostra
Comunicazione e promozione: Susanna Holm CSC Sigma
Redazione: Francesca Guerra, Irene Bozzeda, Irma Nori, Giordano Troilo, Enrico Boschi
Ufficio stampa: Catola & Partners
isbn 978-88-88960-38-8
Caterina e Maria de’ Medici: donne al potere. Firenze celebra il mito di due regine di Francia Palazzo Strozzi, Firenze 24 ottobre 2008-8 febbraio 2009 Mostra a cura di: Clarice Innocenti Promossa e organizzata da: Ente Cassa di Risparmio di Firenze con: Fondazione Palazzo Strozzi Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze Opificio delle Pietre Dure Mobilier National de Paris
Ufficio stampa internazionale: Sue Bond Public Relations
© 2008 Giuseppe Palumbo © per la presente edizione
Crediti fotografici: pag. 4 - Collections du Mobilier National, Paris © I.Perquis Piazza Roosevelt, 4 pag. 5 - Foto Lensini, Siena 40123 Bologna telefono e fax 051 - 232702 e-mail info@comma22.com www.comma22.com
ETER N A RTEMISIA G IU SEPPE PALU MB O
Manifattura del faubourg Saint-Marcel, su disegno di Antoine Caron Il Colosso di Rodi (o L’attacco a sorpresa) Lana, seta, argento e oro post 1607 Parigi, Mobilier National
James M. Bradburne
R E MOR TA LI , REG INE ET ERN E Era il 10 luglio del 1559 quando la giovane sposa di Enrico II, re di Francia, si ritrovò d’improvviso vedova. Dieci giorni prima, nella luce del crepuscolo, il suo affascinante e caparbio marito era stato ferito a morte, a soli quarant’anni, in un torneo cavalleresco dalla lancia spezzata del giovane capitano della Guardia Scozzese, che aveva accidentalmente penetrato la sua visiera trafiggendogli un occhio. Questa tragedia, che si dice fosse stata prevista da Nostradamus, lasciava Caterina sola, circondata di nemici – i duchi di Guisa e di Montmorency – intenti a contendersi il controllo di suo figlio, nuovo re di Francia con il nome di Francesco II. Tuttavia l’infanzia di questa donna, che nel 1572 sarebbe stata accusata di aver autorizzato il massacro della Notte di san Bartolomeo, era stata segnata da intrighi e tentativi di assassinio: Caterina sapeva quanto fosse importante mantenere il potere ed esercitarlo. Ma come si proclamava e manteneva il potere nel Cinquecento? Come si riusciva a tenere sotto controllo le ambizioni di una nobiltà prepotente e sediziosa? E soprattutto come poteva una donna, in una società dominata dagli uomini e dalla valentia guerresca, in cui il potere si trasmetteva per via maschile, aspirare all’autorità, sia pure in nome dei propri figli? Attraverso lo spettacolare ciclo di quindici monumentali arazzi, la mostra Caterina e Maria de’ Medici: donne al potere. Firenze celebra il mito di due regine di Francia racconta come due Medici sovrane di Francia, Caterina e poi Maria, si servirono di immagini per
Bernardino Mei Artemisia in procinto di bere le ceneri del marito Mausolo miste ad acqua Olio su tela 1654 ca. Siena, Banca Monte dei Paschi di Siena
legittimare la loro pretesa di governare famiglie e fazioni lacerate dai conflitti. Per rivendicare il diritto alla reggenza di Caterina lungo quello che alla fine fu il regno di tre re di Francia, furono unite in un poema epico composto da Nicolas Houel le storie di due diverse Artemisie dell’antichità, regine in Caria: la regina guerriera che fu tra i comandanti della flotta persiana nella battaglia di Salamina e la sorella e moglie di Mausolo, ricordata per aver eretto il Mausoleo in memoria del marito scomparso. Attraverso la riscrittura di questi due miti, vennero fusi in un’unica immagine il lutto di vedova e la potenza di sovrana di Caterina. I quindici arazzi, che costituiscono il ciclo a lei dedicato, furono portati a compimento sotto la reggenza di Maria, anch’ella rimasta vedova dopo il brutale assassinio del marito Enrico IV nel 1610, per rappresentare un altro, diverso tema: la formazione del principe ideale, suo figlio, il futuro Luigi XIII. Questa mostra offre inoltre l’eccezionale opportunità di ricreare nel nostro presente il mito di Artemisia. Come le storie delle due Artemisie furono riscritte fondendole in un unico, potente simbolo del diritto di Caterina al regno, in questa occasione assisteremo a una doppia riscrittura: uno dei più noti fumettisti italiani, Giuseppe Palumbo, rappresenta il mito dell’Eterna Artemisia, mentre uno dei maggiori autori italiani di letteratura per l’infanzia, Roberto Piumini, ne fa filastrocche e indovinelli in rima per famiglie e bambini. Le due Medici regine di Francia tornano così nella loro città natale per far rivivere nel XXI secolo la storia di due regine dell’antichità. Il filosofo americano Nelson Goodman nel 1980 ha scritto che il museo “deve agire come un istituto per la prevenzione della cecità, per permettere alle opere di operare [...]. Le ‘opere operano’ quando, stimolando la curiosità, rendendo la percezione più penetrante e ampliando le prospettive [...] esse partecipano all’organizzazione e alla riorganizzazione di esperienze, all’elaborazione e rielaborazione del nostro mondo”. La mostra Caterina e Maria de’ Medici: donne al potere – e il fumetto di Giuseppe Palumbo EternArtemisia – aiutano a elaborare e rielaborare il nostro mondo, unendo e celebrando la tradizione culturale di Francia e Italia, riscrivendone la storia comune in un linguaggio che può essere letto con piacere dalla generazione attuale e da quelle future.
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