Luciano Bottaro

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Luciano Bottaro Copyright © 2011 XXXX © per l’edizione italiana Comma 22 srl

Piazza Roosevelt, 4 40123 Bologna Tel/fax 051232702 comma22.com direzione editoriale Daniele Brolli redazione Federica XXX grafica e lettering Francesca Guerra isbn 978-88-6503-074-5 Stampa a cura di La Pieve Poligrafica editore Villa Verucchio ottobre 2011

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IL MAGNIFICO BOTTARO

Un Maestro del Fumetto europeo. Un grande confezionatore di sogni che diviene tale cedendo al fascino dei giornalini colorati della sua infanzia. Un lettore che si adopera, da perfetto autodidatta, a realizzare nuove storie con i propri mezzi, sfidando la contrarietà paterna verso un’attività ritenuta insensata, un mestiere visto addirittura con sospetto, secondo una percezione diffusa nella società italiana del secondo dopoguerra. Al chiuso di una soffitta, isolato dal resto del mondo, a tu per tu con i fogli di carta da disegno e con l’inchiostro di china, il giovanissimo Luciano Bottaro dà corpo ai suoi desideri. Adolescente riesce già a vendere le proprie storie. Come possibili interlocutori individua gli editori sul mercato, prima quelli vicino casa, poi quelli della prestigiosa Milano di Arnoldo Mondadori, della Alpe di Giuseppe Caregaro, di Renato Bianconi. Sono gli imperi editoriali di albi per ragazzi più floridi della penisola, quelli che nei decenni Cinquanta e Sessanta totalizzano decine di migliaia, in qualche caso centinaia di migliaia di copie di venduto per ogni fascicolo in distribuzione. Avendo ben presto tanti interlocutori da soddisfare, in Italia e anche in Francia, Bottaro è spinto a creare molti personaggi diversi, affinché ogni editore abbia i propri. Si mette alla prova anche con le star di Casa Disney, e dopo un approccio del tutto personale si allinea con i più grandi cartoonist disneyani di oltreoceano, ispirandosi alla grafica di Carl Barks e di Floyd Gottfredson. Da solo o con collaboratori sia occasionali, sia costanti, Bottaro si costruisce una carriera artistica di grande prestigio. Lo fa sulle testate per ragazzi più importanti della scena italiana: «Topolino», «Corriere dei Piccoli», «Il Giornalino»… Ma fonda anche riviste più impegnative per un pubblico “cresciuto”, come Redipicche o Whisky & Gogo, accompagnandosi ai due soci del leggendario Studio Bierrecì, che ha la cittadina rivierasca di Rapallo come quartier generale. Con la sua grande forza creativa, con l’inconfondibile personalità che ne pervade l’intera opera, con l’immenso seguito di pubblico che a livello planetario ne legge le storie, Bottaro è l’artista perfetto per inaugurare una collana dal titolo che è tutto un programma: “I Magnifici”. È una rassegna, con note biografiche e critiche, dei più importanti e amati autori di Fumetto italiano. La struttura antologica di ciascun volume consente l’inserimento nei sommari anche di storie rare e introvabili, addirittura pubblicate una sola volta per uscire di scena

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subito dopo. Lo sono anche alcuni episodi di questo primo volume su Luciano Bottaro, non più disponibili da mezzo secolo. Nelle pagine seguenti, sfilano così personaggi assai conosciuti come Pon Pon, Pepito, i Postorici, ma anche altri che sono stati trascurati negli ultimi decenni, come l’elefante Oscar Nasolungo, il topo fuorilegge Gambacorta, lo sceriffo Piper Miopi, il militare Gio (o Joe) Polpetta, la piccola sognatrice Lola e il suo gatto nero Otello. Di molte storie presenti in sommario non esistono più le tavole originali, né gli impianti per la stampa in off-set usati per le loro prime pubblicazioni. Perciò, sono state sottoposte a un lavoro di paziente restauro direttamente le pagine degli albi, Luciano Bottaro osserva Reg Smythe, creatore di Andy unico materiale disponibile, dopo essere Capp, mentre disegna il suo personaggio. state scansite. Particolarmente degne di nota sono le tre storie ricavate da Oscar - Strenna estiva 1961, pubblicata a Milano da Angelo Fasani: un albo al quale Bottaro teneva moltissimo perché stampato in via eccezionale tutto a colori, come nessun editore “minore” aveva osato fare prima di allora. Era un tempestivo, benché isolato tentativo studiato da Fasani per rispondere all’iniziativa di Arnoldo Mondadori, che aveva appena inaugurato, all’inizio di giugno di quell’anno, la quadricromia per il suo «Topolino». Questo passo ambizioso avrebbe definitivamente sbaragliato la concorrenza degli altri libretti tascabili per ragazzi, sottoposti da quell’estate a un’emorragia di lettori dalla quale non si sarebbero più ripresi. Fasani, tipografo, prima ancora che editore, intendeva dimostrare che la sua azienda poteva competere con il colosso mondadoriano permettendosi di adottare a suo piacimento una costosa quadricromia. Anche se il prezzo fuori mercato della Strenna estiva 1961 (150 lire) avrebbe fatto di questo albo speciale un esperimento senza seguito, questa uscita è importante perché per la prima volta spinge Bottaro (che realizza quasi da solo i contenuti, con l’aiuto di Carlo Chendi per alcune sceneggiature e di Guido Scala, Carlo Bracci e Marco De Sogus per alcuni disegni) a decidere quali colori avranno le sue tavole. Nascono in tale circostanza quei particolarissimi cromatismi, tutt’altro che banali, che molti anni dopo spingeranno il Maestro di Rapallo a indicare, in modo ancor più preciso e “radicale”, vignetta per vignetta, i colori delle sue tavole per Disney o per «Il Giornalino». Il magnifico Carnevale bottariano ha inizio. Buona lettura!

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LUCIANO BOTTARO, ARTISTA

Nell’immaginario di chi è stato bambino negli anni in cui la lettura dei fumetti era la massima evasione concessagli (niente videogame, niente cd, due soli canali televisivi e per giunta in bianco e nero), restano fissate alcune storie a fumetti dai soggetti memorabili, e alcune scene disegnate con grande personalità. Persino qualche stile grafico più efficace e originale di altri si è impresso con forza nella mente del giovanissimo consumatore di fumetti. Forse, addirittura, è giunto a forgiarne il gusto estetico dell’età adulta. Uno di questi autori, influente presso svariate generazioni di lettori, è sicuramente Luciano Bottaro, Maestro riconosciuto del Fumetto Europeo: uno dei talenti comici più originali espressi dalla scena fumettistica del XX secolo, come attestano numerosi riconoscimenti, ottenuti anche in anni recenti, in Italia e all’estero. Copertina dell’albo pubblicitario Fido il canemago, della collana “Dema”, uno dei primi lavori La chiarezza e la comunicatività del tratto di di Bottaro, alla fine degli anni Quaranta. Bottaro, il decoro grafico che spinge in direzione della ligne claire, la sua predilezione per gli scenari complessi e per i quadretti di ampio respiro, il compiacimento per la sadica deformazione dei gommosi interpreti che disegna, la ricerca di complicità col lettore, oltre alla grande capacità compositiva e all’attitudine ad assorbire e far proprie le lezioni grafiche di altri suoi amati colleghi (come Antonio Rubino, Attilio Mussino, Floyd Gottfredson, Elzie Crisler Segar, Carl Barks o Billy DeBeck) sono alcuni fra i tanti segreti nascosti nelle tavole di Bottaro. Sono gli ingredienti che catturano l’attenzione di chi le osserva grazie al mix della loro origi- Una delle prime illustrazioni del giovanissimo Luciano: un’icona votiva realizzata nel 1942, custodita nel Santuanalità, quelli che aprono la porta su orizzon- rio della Madonna di Montallegro, sulle alture di Rapallo. ti nuovi e indimenticabili, un po’ surreali

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e visionari; paesi che vorremmo tornare a visitare appena possibile, dopo la fine della storia di turno. Purtroppo, l’accesso a una buona parte della produzione fumettistica di Bottaro, non è affatto semplice. Se per la maggioranza delle avventure a fumetti realizzate per conto del marchio Walt Disney una nuova lettura è sempre possibile, data la mole di continue ristampe di questi materiali, non altrettanto può dirsi per le storie nate per conto di altri editori, magari piccoli e locali, dalla vita effimera o dalla professionalità discutibile. Così, se per fantasiosi e produttivi disegnatori come Bottaro (ma anche come Giovan Battista Carpi, Luciano Capitanio, Luciano Gatto, Giorgio Rebuffi, Sergio Asteriti, Giulio Chierchini, Tiberio Colantuoni e alcuni altri) è facile farsi un’idea del loro spessore artistico, dell’intelligenza e della simpatia del loro stile grazie agli albi di Topolino e Paperino da loro realizzati, tende a restare avvolta nel mistero un’intera galassia di altri personaggi, fornendo in tal modo solo un’idea monca della bravura e della versatilità di questi cartoonist. Un ufficio sotto casa Nato a Rapallo nel 1931, grande appassionato di immagini sin da piccolo, il giovane Luciano decide di giocare professionalmente la carta del fumetto già all’età di diciotto

Una composizione subacquea del 1949 con uno dei primi personaggi di Bottaro: il Barone Mustaken-Baffen, debitore del Barone di Münchausen, militare tedesco del XVII secolo noto per i suoi racconti inverosimili.

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Il principe Antonio de Curtis, alias Totò, nella sua interpretazione di Pinocchio, marionetta molto cara a Bottaro.

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Un simpatico extraterrestre, illustrazione preparatoria per il personaggio di Saturnino.

anni, cominciando a collaborare con il giornale didattico «Lo Scolaro» e con l’editore genovese Giovanni De Leo. «Lo Scolaro» è un vecchio settimanale, fondato nel 1912 e destinato soprattutto ai bambini delle scuole elementari, che ne entrano in possesso con la complicità dei loro maestri. Ogni numero de «Lo Scolaro» propone anche racconti umoristici a colori di una sola tavola, muniti di vignette corredate da versi sull’esempio del «Corriere dei Piccoli», che ha bandito sin dall’inizio della sua storia i balloon dalle proprie pagine. Quando, dopo la seconda guerra mondiale, «Lo Scolaro» scampa a morte certa grazie al salvataggio compiutone dal tipografo Iro Stringa, le sue pagine si infittiscono di racconti a fumetti (alcuni li chiamerebbero “protofumetti”). Ciò si deve anche per la presenza di grossi nomi come Giovan Battista Carpi e Giulio Chierchini, che stanno muovendo i primi passi nel mondo dei comics introdotti dal disegnatore e animatore Giorgio Scudellari, del quale Chierchini è stato pionieristico assistente. In questo periodo, Bottaro disegna in uno studio ricavato sotto casa, nei locali dell’ex ufficio della ditta di mobili di suo padre, trasferitasi altrove. Del tutto autodidatta, contatta «Lo Scolaro» cimentandosi con un racconto fantascientifico di taglio realistico, un lavoro che può ricordare alla lontana il Mortimer di Edgar P. Jacobs. È Il segreto del brahmino, disegnato su testo di un certo Garibotti. Poiché l’umorismo è sicuramente più congeniale all’indole dell’autore, Bottaro preferisce investire la sua creatività concentrandosi sulla proposta dell’altro editore presente sulla piazza di Genova, l’intraprendente Giovanni de Leo, col quale siglerà un contratto

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La prima pagina di Saturnino, alieno realizzato per le Edizioni Alpe di Giuseppe Caregaro per l’albo speciale «Evviva il solleone» dell’agosto 1956, facente parte del primo ciclo de Le storie di Cucciolo.

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Striscia originale di Big Tom. Alcuni testi di questa serie sono scritti da Carlo Chendi e Gian Carlo Berardi.

per i primi dodici fascicoli delle avventure marinare del bucaniere Aroldo, in formato striscia. È in questa prima serie comica che la fantasia di Bottaro trova modo di esprimersi per la prima volta senza freni, con le sceneggiature immaginate strada facendo, divagazioni infinite, gag demenziali ispirate a quelle dell’esilarante film di H. C. Potter Helzapoppin’ (1941), distribuito nel dopoguerra, con clamore, anche nelle sale italiane. Nel corso delle varie peripezie comiche di Aroldo, appaiono anche dei diavoli che offriranno lo spunto per essere meglio sviluppati graficamente in seguito, a partire dalla “Grande Parodia” disneyana del 1958 Il Dottor Paperus. Sarà, questa, la prima avventura in costume del ciclo di grande successo della “Disney made in Italy”, dopo l’ormai lontana L’Inferno di Topolino, disegnata da Angelo Bioletto a cavallo fra il 1949 e il 1950. Quando, il 14 febbraio 1951, De Leo ha finalmente definito i dettagli per l’accordo di collaborazione con il giovane Bottaro, resta da rimuovere ancora un ostacolo. Il fumettista non ha ancora raggiunto la maggiore età, che secondo la legge dell’epoca si raggiunge solo a ventun anni, perciò, il contratto con l’editore viene firmato dal padre del futuro Maestro di Rapallo. Dalle clausole del documento si apprende che ogni fascicolo di Aroldo sarebbe stato pagato, al momento della pubblicazione, la cifra non certo favolosa di settemila lire, che però un ragazzo dell’età di Luciano non riusciva certo a guadagnare facilmente, nell’Italia della ricostruzione. In questo primo periodo di attività, per «Lo Scolaro», Bottaro si dà molto da fare, realizzando anche la figura del vagabondo Joe Polpetta, e inaugurando il mondo di funghi antropomorfi che fanno capo a Sor Funghetto, il quale diverrà più tardi Pon Pon (che fa rima con champignon). Alcune brevi storie, o addirittura barzellette, realizzate per De Leo anche negli anni

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immediatamente successivi, saranno ristampate più volte in futuro, nelle pubblicazioni più diverse. Una di queste, Piccola strenna, non datata ma con tavole realizzate nel 1952, oltre a un “cinefumetto” western di Franco Aloisi e a uno comico di Chierchini, presenta una copertina di Bottaro conversa con Jean Giraud, meglio noto con lo pseudonimo di Moebius. Bottaro, due sue brevi storie, Pasquale e le reazioni e Pat Reporter, nonché tre pagine di barzellette bottariane, riunite nella rubrica “Sorridete prego”! Negli anni Cinquanta, e all’inizio del decennio seguente, nascono i personaggi principali di Bottaro: una sterminata lista di storie per portare avanti la quale, l’autore di Rapallo si farà aiutare talvolta dai colleghi Guido Scala e Carlo Bracci, e dallo sceneggiatore ferrarese Carlo Chendi, divenuto rapallese a tutti gli effetti. Più tardi, lavoreranno occasionalmente presso lo studio di Bottaro anche il talentuoso collega Marco de Sogus e (ancora più tardi), saranno con lui gli amici Giorgio Rebuffi, Enzo Marciante, Giancarlo Berardi, Ivo Milazzo, Tiberio Colantuoni. Con Rebuffi e Chen-

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