Quale vuole? di David Cronenberg
Stamattina mi sono svegliato chiedendomi come stesse Tina. Be’, sì, è piuttosto instabile, forse anche un po’ ingenua, ma certo non dolce. È una tosta, sa badare a se stessa. Ma c’è qualcosa di profondamente perverso in lei. E quei canini, così voraci, così sexy. Lei sì che sa come mettersi nei guai. Ora sono abbastanza lucido da rendermi conto che la curiosità che Tina suscita in me è legata alla preoccupazione, alla paura. Non solo, devo ammettere che c’è anche una certa gelosia, perché Tina si trastulla con sconosciuti, mentre noi abbiamo avuto una relazione. (Non riesco proprio a togliermi dalla testa la storia del tipo che le è venuto in bocca. Che stronzo!) E riesce benissimo a scatenare quel moto di propagazione ondulatoria inarrestabile senza nemmeno esserne consapevole. Ma di che parlo? Aspettate un attimo. Fatemi alzare e lavarmi i denti. Vediamo. Tina non è reale. Tina è un personaggio di Ciccia di Dave Cooper. Non esiste davvero. Non è umana. Eppure c’è. Ed è proprio in questo che sta la magia di Ciccia, nella creazione di un personaggio che è così vivo, così imprevedibile e così reale, che non si riesce a credere che non abbia una vita al di fuori di Ciccia. Tina è uno di quei personaggi che ti aspetteresti di trovare nella grande letteratura del realismo sociale, un personaggio con quel nocciolo inconfondibile e misterioso che solo la gente vera può avere. Mi viene in mente Madame Bovary, o ancora di più Lolita. Ma è solo un paragone. Tina è Tina. Ovviamente Tina non è l’unico personaggio di Ciccia. C’è anche Martin. L’ossessivo, dipendente, autodistruttivo Martin. Un artista la cui arte, che al momento del nostro incontro era noiosa e banale, viene sopraffatta dalle profondità insondabili dell’eros. Il suo progetto “Erotismo del brutto” è ciò che di meglio può fare da solo, e gli sta creando un sacco di problemi. Non sa che sta per incontrare una creatura che cambierà il suo senso estetico. Alla fine paragonerà Tina a un insetto esotico in via d’estinzione, eppure questa similitudine non sminuirà il desiderio sessuale che lei suscita in lui. Martin si ritiene un filosofo dell’erotismo, Tina lo trasformerà in un pratico dell’erotismo – il che è decisamente diverso.
È la Teoria della scossa di Martin, formulata durante la visione di film porno, a costituire la sua filosofia della tecnologia e del neo-erotismo, una consapevolezza del fatto che ora possiamo sperimentare un erotismo mai esistito prima, che possiamo guardarci e conoscerci in modi prima inimmaginabili. Ma è Tina, col suo corpo – e che corpo! – proteiforme ed elementare a rappresentare l’ingresso di Martin nel mondo reale di Ciccia. Ed è proprio la terrificante constatazione che perderà inevitabilmente quel corpo, quella creatura incarnata, a spingere Martin a scoprire la verità pulsante della definizione di Nabokov dell’arte come un tentativo eterno di catturare ciò che non può essere catturato. Martin vive la “vita autentica” degli esistenzialisti, dichiarandosi totalmente consapevole della natura transitoria della vita, e come ogni artista, cerca di impossessarsi di qualsiasi patetico strumento a sua disposizione per prevenire l’inevitabile. La stessa Tina non è così distante dalla filosofia, nonostante la sua radicata natura terrena È più che consapevole dell’elemento disumanizzante, o meglio, spersonalizzante, insito nel sesso. Della disintegrazione dell’identità individuale che lega il sesso alla morte. Non solo ha un’opinione a riguardo, la dimostra anche all’atto pratico: la metamorfosi durante il sesso rivela il suo vero potere. Per Martin, quello stesso potere si manifesta in una corrosiva relazione che scioglie il guscio che normalmente lo protegge dalla natura repellente e irreale delle interazioni sociali, rendendola insopportabile. L’unica realtà esistente è quella dell’appartamento di Martin – in questo senso Ciccia è un “pezzo da camera” – e solo quando Tina è lì. Tina – divertente, iconoclasta, terrena, spaventosa. E giovane. Fa sembrare Martin, con i suoi trentotto anni, un vecchio. Varca la soglia portando con sé la mortalità di Martin. Non ci sono cedimenti al sentimentalismo in lei, né tanto meno alle convenzioni. Non è interessata alla versione di Martin dell’amore. (Che lui non sia quello giusto per lei, era chiaro sin dall’inizio). Riesce a vedergli attraverso nello stesso modo in cui ha insegnato a lui a guardare attraverso i suoi colleghi. E quindi è lei stessa un’artista, una sorta di terrificante artista performativa. Per lei, sogno, fantasia, sesso, cibo, si compenetrano, e allo stesso modo lei penetra te. Ormai ho finito di lavarmi i denti e sono ancora qui che mi domando come sta Tina. Scommetto che ha bisogno di me. No, no, non è vero, non ha bisogno di me. Non ha bisogno di nessuno. È una di quelle tipe che sanno andare per la propria strada. Ma quale?
capitolo uno
SĂŹ.
Buongiorno. Sono John. Come sta?
...
Bene, signor DeSerres, la chiamo da parte di Tappeti puliti&Co. per offrirle solo per questo mese
un vantaggiosissimo tasso iniziale, e...
Pronto?
Uhm, non male. Schiacciavo un pisolino.
Gelato? Salsa all’aglio?
Oh, in che senso ... ?
E un gelato così umm... dolce che ti fa venire una carie ?
Lo dice adesso, ma la sorprenderebbero gli effetti che un ambiente domestico in condizioni impeccabili ha su ...
Le imperfezio del mio appartanmiento mi danno conforto... ho fi nito p accettare i deirfetti.
Ah, capisco ... assolutamente, non è un problema. E nemmeno le macchie lo sono...
John, permettimi di essere
sincero. Vivo da solo, non ho amici. Sai che me ne importa della macchie Anzi ...
Ma magari le potrebbe interessare...
Tanto sono in bolletta. Grazie comunque, John. Stammi bene. Va bene. A risentirla.
Gelato.
Coff
o t a l Ge
Ho cercato di dimenticarmi di lei e del tempo passato insieme, ma a quanto pare serve solo a ingigantire la sua importanza. Pi첫 cerco di non pensarci, pi첫 esige disperatamente la mia attenzione. Ormai sono passati tre lunghi anni. Devo fare qualcosa. Ho intenzione di esorcizzare quel sordido episodio riportandone ogni minimo dettaglio e isolando alcuni momenti-chiave.
A quanto ricordo, volevo guadagnarmi da vivere raccontando storie attraverso parole e immagini. Storie per bambini, un affettuoso tributo alle splendide opere con cui ero cresciuto e che avevano ispirato il mio immaginario.
In realtà, quegli anni passati a proporre libri erano serviti a qualcosa ... gli editori con cui avevo accuratamente coltivato i rapporti mi chiedevano spesso di illustrare le stronzate banali e melense di altri scrittori.
Ecco come epaesrsoarveogloelamrime egniotrenaptriev. o La nott di idee originali.
Ma anni e anni di clamorosi fallimenti nel tentativo di conquistare l ’interesse degli editori avevano logorato la mia risolutezza ed esaurito l’entusiasmo.
Poi arrivò la lettera. Era la risposta a una richiesta di finanziamento che non ricordavo nemmeno di aver fatto.
In uno dei miei rari momenti di ottimismo, avevo fatto domanda per un sussidio dell ’ufficio canadese per le belle arti per un’esposizione di opere provocatorie ed erotiche.
Mi veniva facile e quindi non ero mai a corto di lavoro.
Avevo richiesto fondi sufficienti per i materiali da lavoro, modelli, attrezzi di scena, più vitto e alloggio (in modo da poter rifiutare il lavoro commerciale per un periodo di otto mesi).
A suo tempo, pensai di avere un po’ esagerato, e invece eccolo lì - un terzo della somma richiesta, e l’impegno a versarmi il resto in due rate successive!
Avevo un po’ perso per strada lo slancio per quel dai tempi del liceo, e sapevo bene progetto, ma sapevo che da qualche parte dentro di me Non dipingevo che avrei dovuto riprenderci la mano - i muscoli avrei trovato le energie per produrre qualcosa che fosse atrofizzati avevano bisogno di un po’ di allenamento. di impatto, vista la generosa opportunità.
Avevo deciso di non scegliere modelle professioniste. Nella mia visione dell’eros non c’era posto per finzioni patinate. Mi interessavano donne reali, sicure di sé, con meravigliosi difetti.
Lasciami s
tare.
Più facile a dirsi che a farsi ...
Ti piacciono le ciccione?! Ti credi
Dovevo trovarne una con qualche meraviglioso difetto ...
simpatico?!
e Pil epnrsimi odichesesmeir a raccontoariqau?est st bello. Alla larga,
Oh, quelle dannate trecce ...
soSncousuan, anrotnisvtorareeimdi icshtieudrebvaortsie mtai,peohtmr .e..bbe interessare posare per me. Non devi decidere subit o, qui c’è il mio numero.
Uh-huh.
Non penso che quella di puntare proprio le donne meno sicure di sé sia stata un decisione consapevole, ma alla fine andò proprio così. Avvicinare donne che abitualmente erano avvicinate da uomini non proprio “puri di cuore” era inutile.
“L’erotismo del brutto”, dipinti di Martin DeSerres. Quelli delle gallerie andavano in sollucchero per stronzate simili.