LA GOCCIA
apparsa in origine su Hora Cero Extra n.5, dicembre 1958
Non riesco ancora a credere di aver fatto un affare del genere: una casa simile a un prezzo così basso… Il venditore doveva aveva una gran fretta di incassare…
Mi chiamo Julio Luna, e non avrei mai sognato di poter acquistare qualcosa del genere con la mia misera liquidazione… e poi nella zona vecchia di San Isidro, vicino alla piazza…
Questa era la mia casa. Una casa signorile, immersa nel verde, con intorno un parco di alberi secolari.
Forse è un po’ troppo per una persona sola… Che me ne faccio di una torretta e di un parco così grande?
Sta scherzando? In questa casa non serve un giardiniere...
Ma smettila di lamentarti, è l’affare della tua vita: il terreno vale da solo quanto l’hai pagata. Vabbe’, forse è fin troppo vecchia, ma è in ottimo stato e…
...qui servirebbe un becchino!
Lei è il nuovo proprietario?
Sì, perché? Vuole proporsi come giardiniere?
Eh?
Sbalordito dalla risposta, mi girai verso la casa e mi parve che le fosse calata la nebbia addosso. Una nebbia...
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…invisibile ma che sbiadiva i colori, una nebbia che incupiva le ombre, che ne invecchiava i contorni e la rendeva inquietante, ostile e minacciosa… Mi scossi subito da quella visione…
Ehi la prego, aspetti un attimo! Cosa voleva dire?
Si raccontano molte cose sulla casa. Si dice che una volta, ai tempi del tiranno Rosas, una squadra di sicari abbia sgozzato nel salone un’intera famiglia.
E chi lo sa! Ma un bel giorno la casa sembra deserta, nessun segnale di vita. arriva la polizia, fruga ovunque ma nulla, nessuna traccia degli abitanti.
Il mio consiglio è di non rimanere lì dentro neanche un’ora… Quella casa è maledetta!
Ah, allora non le hanno detto nulla. Be’, certo, dovevano vendergliela.
Caro signore, sappia che nel quartiere la chiamiamo la “tomba”. È una casa maledetta, nella quale nessuno vuole abitare.
Molti anni dopo avvenne un altro fatto di sangue, sempre per questioni politiche. La torre, poi, è stata costruita nel 1910, in occasione del Centenario, e da allora…
C’è chi sostiene che all’improvviso qualcosa li ha terrorizzati e che il trauma è stato così forte da farli scappare all’estero. Ma altri, me compreso...
Mentre il tipo si allontanava, rimasi a osservare la “tomba”, il mio acquisto… il venditore non ne aveva fatto parola ma, certo, lavorava per un’agenzia, e aveva fretta di sbarazzarsi di quella palla al piede invendibile.
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Ma… perché?
…sono stati guai per tutti quelli che ci hanno abitato.
Cosa intende dire con “sono stati guai”? Anche loro una brutta morte?
…pensano che siano ancora tutti qui, sepolti da qualche parte. Nella “tomba” c’è “qualcosa”, caro mio, qualcosa di molto, molto maligno…
Avanti, Julio. Non farti impressionare da queste vecchie storie… i fantasmi sono stati mandati in pensione da un bel pezzo.
Dovresti ringraziare che la gente sia fatta così! Non te la sognavi neanche una casa così se non fosse stato per le loro paure.
Il parco sembra una selva dantesca… Ma questo l’avevo già notato quando ero venuto a fare il sopralluogo con il venditore…
C’erano piante parassite ovunque, rovi e tronchi… e i rami erano contorti come un sistema venoso. Non so perché, ma mi tornò in mente quel “…che siano ancora tutti qui, sepolti da qualche parte”. Scossi la testa.
Cercavo di rassicurarmi, ma senza molto successo. Quando avevo visitato la casa con il venditore era mattina, e il parco, selvaggio com’era, mi era parso affascinante. Ora, però, mi sembrava... …un luogo in cui le piante si battevano tra loro con ferocia, in una gara di sopraffazione.
…un corpo in cui affiorava qualcosa di assurdo, di incongruo.
Julio, non pensavo fossi uno che si spaventa così facilmente! Però, diamine, nella facciata della casa c’è qualcosa che non mi torna… e non capisco cosa!
Ho capito cosa c’è di strano... I viticci d’edera coprono quasi tutta la casa, ma evitano la torre! Ecco cosa colpisce della facciata! È tutta ricoperta di edera, tranne la torre.
Eccola lì: non era una reliquia malinconica del passato, impreziosita dal tempo. Ora vedevo un corpo decrepito, morto...
Come mai non c’è edera sul muro della torre?
Quel ramo si è mosso…
Ehi! Fermo là!
Sì, c’era un intruso. Lo chiamai ma scappò via. Gli corsi dietro.
All’improvviso, proprio vicino a me…
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Si dirige verso la torre!
Cosa ci fa lei qui?
Fermo!
Cosa diavolo ci stava facendo, qui? Sembra una fossa…
Mi diede uno spintone…
...e scappò via a velocità incredibile.
Un biglietto da visita! Gli è caduto quando mi ha urtato…
Aveva scavato una fossa nei pressi della torre, sul fondo si agitava un grosso bruco bianco. Ma la mia attenzione fu attratta da qualcos’altro.
Sherlock Time! Che strano nome...
Ho messo il biglietto in tasca e ho scrollato le spalle. Dopo tutto, cosa c’era di strano a trovare un intruso in una casa rimasta abbandonata per mesi?
Sarà stato un barbone, oppure un ladro che scavava un buco vicino alla torre per nascondere la refurtiva. Quell’incidente non mi avrebbe certo fatto rinunciare a prendere possesso della mia proprietà.
Che buio qua dentro... hanno sbarrato le finestre... sicuramente per non far entrare i ladri...
Smettila con questi strani pensieri, stai per entrare per la prima volta nella tua casa. Casa tua, Julio! La tua casa!
Il salone, arredato con pesanti mobili in stile coloniale…
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Aprirò le finestre e…
Cos’è? Sembra un lamento…
…puzzava di chiuso, muffa: c’erano fin troppe ombre per i miei gusti. Decisi di dissiparle subito, volevo vederci meglio.
No, è la tenda… E non era un lamento, si tratta solo di una porta mossa dal vento.
Mi avvolse qualcosa di gelido. Pensai si trattasse di un lenzuolo.
julio, non perdere la calma, non comportarti come un moccioso… E apri la finestra.
Qui c’è troppo buio e i racconti di quel vecchio…
…ti hanno scombussolato. Calmati e comportati come se fossi ancora in ufficio. Visto che a quest’ora, per trent’anni della tua vita, eri lì.
Cos’è questo rumore? Sembra una goccia...
Fu allora che cadde la goccia…
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Sì, sono gocce… e cadono qui. Forse sopra c’è una perdita!
Eppure non piove da giorni. Dev’essere un tubo rotto…
Le gocce continuavano a cadere lente, ritmiche e cadenzate come i secondi di un orologio ignoto. Ecco! Mi sa che la perdita è qui.
Ma… no! Non può essere!
Si era formata una pozza e continuavano a cadere. Scure. Rossastre.
Vengono dall’alto, dal soffitto!
Sangue! Questo è sangue!
Ho l’impressione di essere spiato...
Alla luce tremolante dell’accendisigari, le ombre presero forma...
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E le gocce continuavano a cadere senza tregua, spingendomi a ripensare...
gli oggetti inanimati sembravano fin troppo morti… Lo aveva detto il vecchio che gli abitanti della “tomba” sono tutti sepolti qui da qualche parte...
Calma, Julio! Non perdere la testa.
Non saprei dire perché, ma la vista del soprammobile in frantumi mi tranquillizzò. Non c’è dubbio che questo sia sangue, ma che ci fa qui del sangue? Finirò per andare fuori di testa dalla paura!
È sgradevole e terribile, ma a qualcuno doveva toccare prima o poi… Julio Luna hai avuto in sorte di far luce sulle misteriose sparizioni degli occupanti della “tomba”!
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Li hanno sepolti nell’ammezzato. Potrei andare subito a far denuncia alla polizia, ma non avrei altro da mostrargli che una macchia di sangue.
Devo ritrovare un cadavere… se non tento almeno di scoprire qualcosa di più finirò per sentirmi un vigliacco.
Però prima di salire voglio essere certo… certo che non ci sia nessun altro…
È la torre… molto strano che il salone sia così pieno di mobili e suppellettili e che qui non ci sia nulla…
Una camera da letto... piena di polvere e di tarme… dovrò dargli una bella ripulita…
Ispezionai la vecchia camera: niente. Tornai nel salone e le gocce continuavano a cadere a ritmo incessante. Mi diressi verso un’altra porta e l’aprii.
Adesso posso anche salire a esplorare il piano di sopra.
Ma non mi sono soffermato a rifletterci più di tanto: avevo la testa occupata fino all’orlo da quel gocciolio inarrestabile. Da un’altra porta entrai in sala da pranzo e poi in cucina. Frugai ovunque.
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Questa dovrebbe essere la stanza sopra al salone.