Marzo 2011

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COMMERCIO ELETTRICO IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO

FEDERAZIONE Distributori e produttori a confronto FEDERAZIONE Web TV e formazione on line ECONOMIA I prezzi delle materie prime frenano la crescita

COMMERCIO COMMERCIO ELETTRICO ELETTRICO

DISTRIBUZIONE Solidarietà per l’Africa dal mondo elettrico DOSSIER Veicoli commerciali IMPRESE Soluzioni per la mobilità elettrica EVENTI SolarExpo

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Marzo 2011

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EDITORIALE

Che qualcosa si muova nell’ambiente del materiale elettrico è certo e la dimostrazione vivente è il Presidente Ferrari, il quale, nell’incontro annuale con i fornitori, ha ribadito una posizione netta nei confronti di ANIE, dichiarando irricevibile quel “No!” secco che è stato la risposta alle legittime richieste rivolte dalla distribuzione. Non si è trattato di una rottura, ma ha avuto tutta l’aria di una garbata minaccia, volta a favorire un confronto: per essere ascoltati e lavorare insieme per lo sviluppo del sistema. D’altronde FME, la propria rinata vitalità continua a dimostrarla. Un altro mattoncino alla casa comune è stato messo con la nascita di una nuova Associazione regionale, quella sarda, mentre, a sentire il Presidente, altre stanno per formarsi. La Federazione si prepara, insomma, a ripagare il mercato della fiducia accordata, come dimostrano i dati positivi snocciolati da Ferrari, i servizi ed i progetti strutturati, non ultimo il progetto Web TV che impegnerà noi di Commercio Elettrico nell’operazione. I segnali di ripresa di inizio anno sono confermati, il mercato ha ripreso a crescere sull’onda del fotovoltaico, che rimane anche quest’anno trainante. Rimangono alcuni nodi da sciogliere ed è auspicabile che le due principali Associazioni, produttori e distributori, possano ritrovare il clima collaborativo già sperimentato sui temi strategici e di lungo periodo. Se poi il Governo, che sempre promette di dare attuazione vera al Piano Casa, si decidesse a farlo per davvero… Antonio Bernardi

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Anno 2, N.2

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COMMERCIO ELETTRICO

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Duro intervento del Presidente di FME Giampaolo Ferrari che alla platea dei produttori snocciola le lagnanze della categoria dei distributori

IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO

è una pubblicazione Edizione Speciale S.r.l. Via Ariberto 8, 20123 Milano Tel 02 581404 – Fax 02 58140444 E-mail: mail@edizionespeciale.it www.commercioelettrico.com REA 1686261 – P.I. 03580420960 Capitale Sociale 100.000,00 euro i.v. Anno 2 N° 2 – Marzo 2011

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Comitato di Redazione Antonio Bernardi, Giancarlo Profeti

Grafica e DTP Davide Candiani, Andrea Piomboni

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Ufficio Vendite e Pubblicità tel: +39 02 581404, fax: +39 02 58140444 mail: ufficiovendite@commercioelettrico.com

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DISTRIBUZIONE La saga dei Giaffreda continua: la new generation è già al comando Il vuoto lasciato in agosto da Antonio, fondatore e capitano vincente della più grande azienda di distribuzione in Toscana colmato dall’avvento di figli e nipoti. Daniele è il nuovo front-man di Mef

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È tempo di Energy! Uno strumento ad alto contenuto energetico per aggiornare, informare e, soprattutto, restare in contatto con i propri clienti

Ufficio abbonamenti Edizione Speciale Srl Tel: 02 581404 abbonamenti@commercioelettrico.com

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Solidarietà per l’Africa dal mondo elettrico Un piccolo contributo per lo sviluppo e il miglioramento delle condizioni di vita in alcuni villaggi del Senegal

Stampa CPM - Casarile (MI) Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, disegni, fotografie non saranno restituiti anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione dell’editore. L’editore e gli autori non potranno in alcun caso essere responsabili per gli incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’utilizzo improprio delle informazioni contenute. L’IVA è assolta dall’editore ai sensi dell’art. 74 – 1° comma – lettera C del DPR n. 633/72 e successive modifiche. Ai sensi dell’art. 13 D.lgs 196 del 30/06/2003 il destinatario può avere accesso ai suoi dati, chiederne la modifica o la cancellazione come previsto dall’at. 7 del D.lgs 196/2003, oppure opporsi al loro utilizzo scrivendo a Edizione Speciale S.r.l. o telefonando a Edizione Speciale S.r.l. TEL. 02 581404. Numero registrazione presso il Tribunale di Milano: 156 del 31/03/2010 Iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione N° 11208 - ISSN 0329-3479

Web TV e formazione on line, FME scopre nuovi orizzonti Il Direttore di Commercio Elettrico interviene alla convention federale per illustrare gli strumenti che si stanno aggiungendo alla tradizionale rivista, per rendere sempre più coinvolgente il rapporto con l’intera filierale sorgenti luminose a basso consumo esauste

Segreteria Amministrativa Paola Pasqualini

Condizioni di abbonamento Italia annuale: euro 70 Estero zona 1 e 2 annuale: euro 140 Estero zona 3 annuale: euro 200

“Visible fee” addio I produttori non dovranno più rendere espliciti all’acquirente i costi della raccolta e smaltimento dei RAEE

Coordinamento Editoriale Gabriele Brocca Romanin

Agenti: Lombardia, Piemonte, Liguria Francesco Sena mail: francesco.sena@commercioelettrico.com cell: +39 335 8152626, tel/fax: +39 011 710292 Emilia Romagna, Lombardia (BS, LO, CR, PV, MN) Alessandro Martinenghi mail: amartinenghi@commercioelettrico.com cell: +39 335 5258146 Triveneto Paolo Simeoni mail: paolo.simeoni@commercioelettrico.com cell: +39 335 7887092, tel: +39 0422 495967 fax: +39 0422 460066

I grossisti sono con Ferrari, pronti a nuove battaglie Dalla richiesta del rispetto dei ruoli ai produttori, alla ridiscussione delle marginalità: queste le aspettative di una categoria che vuole tornare a contare grazie ad una Federazione nuovamente attiva

Redazione redazione@commercioelettrico.com

Hanno collaborato Luca Bernardi, Susanna Bernardi, Domenico Bracone, Roberto Corti, Giancarlo Emanuel, Elisa Pastorino, Massimo Poletti, Mauro Zola

Avanti il confronto con ANIE, ma basta con i diktat Il Presidente di FME ribadisce la centralità del ruolo dei distributori, ipotizza la nascita di “private label”, ritiene che Metel debba essere corretto e potenziato

Direttore Responsabile Antonio Bernardi Direttore Editoriale Maurizio Gambini maurizio.gambini@commercioelettrico.com

FEDERAZIONE Cari produttori, vi spiego cosa c’è che non va

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EVENTI SolarExpo punta sulle aree tematiche Torna il tradizionale appuntamento a Verona con la Mostra Convegno internazionale su energie rinnovabili e generazione distribuita

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Sfruttare il potenziale dell’efficienza Tredici fiere internazionali di alto profilo tecnologico propongono, nella cornice dell’Hannover Messe 2011, un’interazione intelligente tra i settori industriali

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IMPRESE Come affrontare la gestione del rischio credito

LA COPERTINA

Poche regole per dedicare la massima attenzione ad un elemento fondamentale del patrimonio aziendale, senza improvvisare

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Migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni Nuove soluzioni per la visualizzazione dei consumi elettrici e la gestione dei carichi: un sistema semplice e pratico per venire incontro alle esigenze di utenti sempre più attenti ai consumi e al risparmio, economico ed ambientale

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Crescere guardando ad Oriente Una nuova strategia di potenziamento della presenza nei Paesi dell’Europa orientale e consolidamento della presenza sui mercati tradizionali nel futuro di RS Components

Abbigliamento tecnico: ora si pensa anche all’intimo dell’installatore Nella ricerca di nuovi sbocchi, geniale l’idea di Uniko, che ha trasferito nel mondo del lavoro la ricerca e le tecnologie fin qui applicate agli sportivi. Risultato: maggior benessere e, soprattutto, la garanzia di qualità del Made in Italy

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SOMMARIO

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Soluzioni per la mobilità elettrica L’aumento della popolazione mondiale, la sempre più scarsa disponibilità di risorse naturali e i cambiamenti del clima globale stanno costringendo la popolazione a rivedere vecchie abitudini

ECONOMIA 26

I prezzi delle materie prime frenano la crescita

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Nell’ultimo anno il prezzo del rame ha subito un rialzo del 52,8 per cento, toccando i 10.000 dollari per tonnellata. Anche per le materie plastiche si segnalano incrementi decisamente sostenuti

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Ma quando mi paghi? Secondo un’indagine effettuata da ANIE presso le imprese associate risulta che l’86% delle aziende del settore ha riscontrato ritardi nei pagamenti: oltre 150 giorni in media il differimento da parte dei committenti pubblici

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La ricerca di nuovi mercati: sfida per le piccole imprese Presentato recentemente il Settimo Rapporto UniCredit sulle Piccole Imprese, dedicato quest’anno alla sfida della globalizzazione e della scoperta di nuovi mercati quali strategie di rilancio per il Paese e le PMI

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RUBRICHE 7

NEWS

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Dossier VEicoli commerciali

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PROPOSTE

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stampa tecnica

Anno 2, N.2

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Barbara Frei, Country Manager e Amministratore Delegato di ABB Italia

Giovenzana International: avventura a lieto fine in Dubai

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Per quanto riguarda il nostro Paese, nel 2010 ABB Italia ha registrato ricavi per 2.462 milioni di euro, in aumento del 16 per cento rispetto all’anno precedente (2.116 milioni di euro) e ordini per 2.242 milioni di euro, con una leggera flessione del 2 per cento sempre rispetto al 2009 (2.297 milioni di euro). Il valore relativo all’ordinato generato dal business corrente (2.037 milioni di euro) è peraltro in netta crescita (+16 per cento), se confrontato con lo stesso dato 2009, anno in cui ABB Italia aveva registrato due grandi ordini nel settore dell’oil & gas che hanno influenzato il confronto con il 2010. La redditività è aumentata e la percentuale di export sui ricavi si è attestata al 56 per cento, mentre i dipendenti totali in Italia al 31 dicembre 2010 sono 5.550, di cui 5.368 permanenti. Nel 2010 il peso relativo sui ricavi delle cinque divisioni operative di ABB, risulta essere il seguente: Low Voltage Products, 30 per cento; Process Automation, 25 per cento; Discrete Automation & Motion, 13 per cento; Power Products, 24 per cento; Power Systems, 8 per cento. Nel commentare questi risultati, Barbara Frei, che nel luglio del 2010 ha assunto il ruolo di Country Manager e Amministratore Delegato di ABB, ha dichiarato: «ll 2010 è stato caratterizzato da ricavi in crescita e ordini sostanzialmente stabili: dietro il dato dell’ordinato leggiamo una forte accelerazione in questi ultimi mesi del secondo semestre. Abbiamo assistito ad una decisa ripresa dei business correnti e ad un ritorno ai livelli del 2008 per quanto riguarda le attività a ciclo breve, in particolare nei prodotti di bassa tensione e nel business della divisione Power Systems. A fronte di una stabilità nella percentuale di ricavi legati alle attività di export, registriamo una crescita complessiva di circa il 15 per cento sul mercato italiano, con un consolidamento del nostro impegno e della nostra presenza nel comparto delle energie rinnovabili, primo tra tutti il settore del solare che ha generato rilevanti opportunità per tutte le nostre divisioni, sia per quanto riguarda la fornitura di prodotti e servizi specifici, sia per la realizzazione di impianti. Continuiamo a vedere nell’automazione e nell’energia le tendenze che hanno guidato il nostro 2010 e che prevediamo possano rafforzare ulteriormente per il 2011 le nostre attività di breve e medio periodo. Oltre a questi cardini, l’attività che ci vede protagonisti sul mercato italiano è certamente l’efficienza energetica, tema sul quale stiamo concentrando la nostra attenzione e attivando partnership importanti».

NEWS

ABB Italia: un 2010 in crescita

Avventura poco piacevole, ma per fortuna con finale positivo, quella occorsa alla Giovenzana International durante la recente esposizione denominata “The Power Behind The Middle East Energy Industry”, svoltasi all’inizio di febbraio in Dubai. La fiera, alla quale hanno partecipato un’ottantina di aziende italiane, ospitava anche un intero padiglione dedicato alle concorrenti cinesi. Girando in quella zona, Massimo Giovenzana ha avuto l’amara sorpresa di scoprire che un’azienda cinese ammira talmente i suoi prodotti da aver copiato integralmente una serie di commutatori a camme. E per rendere ancora più professionale la taroccatura, gli asiatici hanno persino posto il marchio Giovenzana sul prodotto. Non basta: hanno anche copiato il catalogo, ovviamente traducendolo in cinese, con tanto di codici e riferimenti. La Giovenzana International ha ovviamente presentato denuncia agli Enti qualificati (UL, IMQ e Ghost) e la stessa azione è stata promossa presso il CCC cinese, visto che il marchio Giovenzana è registrato anche in quello Stato. Da parte loro, gli organizzatori della Fiera si sono dimostrati molto reattivi e sensibili alla protesta dell’azienda italiana. Verificata la veridicità della frode, nel giro di pochi minuti hanno chiuso lo stand dei taroccatori ed hanno cortesemente invitato i rappresentanti dell’azienda a lasciare l’esposizione. Anche il sito Internet ha subito la stessa sorte. Massimo Giovenzana al proposito ha dichiarato: «Occorre meditare sulla difesa dei nostri prodotti e marchi fatta da uno Stato nel quale eravamo, pur avendo una filiale locale, puramente ospiti. Ma mi domando: in Europa, e soprattutto in Italia, saremo stati tutelati in egual misura».

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Fape: festeggiati i vent’anni, nel ricordo di Nicola Zippo

Festa di compleanno per la Fape di Andria, socio pugliese del consorzio Gewa Italia. I vent’anni sono stati celebrati da Dina, Agata, Giuseppe e Salvatore Zippo, cioè dai figli di Nicola Zippo, fondatore dell’azienda. Per l’occasione è stata scelta una location vicina al famoso Castel del Monte, che la Fape ha potuto e voluto personalizzare grazie al proprio know-how. È così che i circa 190 ospiti hanno potuto vedere, raggiungendo il Castello, che la struttura era stata ulteriormente impreziosita grazie agli effetti luminosi creati proprio da Fape. Celebrare un compleanno importante, per un’azienda distributrice significa comunque pianificare il futuro e non semplicemente tagliare un traguardo. La serata è stata, infatti, il trampolino di lancio ideale per precisare quelli che vogliono essere gli obiettivi e i progetti futuri aziendali. Come sempre accade in momenti come questo, è stata anche l’occasione per stringere mani, abbracciare amici: che nel caso di una realtà della distribuzione come Fape corrispondono a installatori e, ovviamente, a tutto il personale. Nicola Zippo aveva evidentemente immaginato che tutto questo dovesse succedere; ma non aveva però pensato che questa incredibile serata sarebbe stata dedicata a lui. I due decenni dell’importante azienda pugliese sono stati splendidamente riassunti e raccontati da un video, che ha commosso tutti, partendo dalla foto dell’inaugurazione nell’ormai lontanissimo 1990 e facendo poi una carrellata tra promozioni, eventi, viaggi, fiere, iniziative, comunicazione, cambiamenti. Infine, non poteva che essere così, la torta, al taglio della quale ha presenziato anche la moglie di Nicola Zippo.

Philips: continua l’impegno per un futuro più sostenibile

Annuciato da Royal Philips Electronics un investimento, entro il 2015, di 2 miliardi di euro in innovazioni verdi per un continuo miglioramento dei processi produttivi nei suoi tre settori strategici (Healthcare, Lighting e Consumer Lifestyle). L’impegno del Gruppo olandese nel proporre soluzioni e prodotti sostenibili ha permesso di raggiungere già un’incidenza del 38 per cento dei “Green Products” sul fatturato globale (rispetto ad un’incidenza del 31 per cento nel 2009). «La sostenibilità è parte integrante del DNA aziendale e driver del nostro modo di fare business», afferma Rudy Provoost, Chairman del Philips Sustainability Board e CEO di Philips Lighting. «Raddoppiando il nostro investimento nelle innovazioni verdi entro il 2015, riconfermiamo l’ambizione di essere sempre più un’azienda leader nell’health and well-being, offrendo soluzioni significative che migliorano la qualità della vita delle persone nel pieno rispetto dell’ambiente e della società». L’incremento dell’incidenza dei “Green Products” sul totale del 2010 è stato raggiunto grazie ad un’applicazione sempre più determinata dell’approccio EcoDesign, che permette di sviluppare prodotti a minor impatto ambientale nel ciclo di vita complessivo dei prodotti. Il settore Lighting ha contribuito, nel 2010, a circa la metà del fatturato “green”, con il lancio di soluzioni innovative come la lampadina da 12 W EnduraLED, in grado di sostituire il classico bulbo ad incandescenza da 60 W.

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I convegni CEI sono un utile momento per l’aggiornamento professionale degli operatori del settore su temi di attualità quali le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la mobilità elettrica, oltre alle novità normative CEI relative all’evoluzione dell’impianto elettrico nelle unità abitative. GE Energy Industrial Solutions (già GE Power Controls) è sponsor degli eventi CEI pianificati per il 2011. La società sarà presente in tutte le tappe previste a calendario: a partire da Milano (8 marzo), Firenze (6 aprile), Roma (20 aprile), Padova (12 maggio), Torino (25 maggio), Bari (8 giugno), Catania (22 settembre), Bologna (29 settembre) e Cagliari (20 ottobre). Nel corso dei Convegni CEI, occasione qualificata di incontro, GE Energy Industrial Solutions sarà presente con il proprio personale, disponibile per approfondire le tematiche che verranno affrontate nel corso degli eventi e presentare le soluzioni GE come, ad esempio, la gamma di prodotti per il fotovoltaico, quelle ad alte prestazioni per la distribuzione, la protezione e il controllo dell’energia in bassa tensione, le soluzioni per il terziario e il residenziale e la mobilità elettrica.

Palazzoli: un’immagine ancora più forte

Per migliorare e rafforzare l’immagine dell’azienda in termini sia di percezione visiva, sia di espressione semantica del marchio nel suo complesso, Palazzoli – storica azienda bresciana produttrice di sistemi elettrici di qualità per il mondo industriale, navale e per il terziario – ha rivoluzionato il marchio che ha identificato l’azienda, con piccole variazioni nel corso del tempo, sin dalla sua nascita, avvenuta oltre un secolo fa. Un marchio che puntava soprattutto sulla forza del nome del fondatore, Federico Palazzoli, personalità divenuta quasi leggendaria per le straordinarie qualità di imprenditore e di uomo. L’azienda è ora intervenuta “raffinandone” complessivamente l’aspetto grafico, in modo da renderlo visivamente più pregnante e accattivante, e arricchendolo con l’introduzione di una “P” stilizzata di grande effetto, posta prima del nome Palazzoli e inscritta in un cerchio disegnato con filo sottilissimo. La “P” è opera del Maestro Marcello Morandini, artista italiano contemporaneo di straordinario talento, capace di spaziare con pari padronanza ed efficacia espressiva tra design, architettura e arti visive. Auto esplicativa, percettibile visivamente in modo semplice e immediato, simbolicamente forte, gradevole, molto caratterizzata e di facile memorizzazione, la nuova “P” di Palazzoli si prevede che presto diventerà familiare ed entrerà nell’immaginario collettivo al punto da poter “vivere da sola”, essere cioè utilizzata con pari efficacia evocativa in alternativa al marchio Palazzoli. «La grande evoluzione strategica che Palazzoli sta mettendo in atto», afferma il Presidente, ingegner Luigi Moretti, «è tutta all’insegna di una fusione equilibrata tra la continuità con i valori e i successi della storia dell’azienda, e l’introduzione di elementi fortemente innovativi, in grado di interpretare con tempismo le nuove esigenze del mercato di oggi e del prossimo futuro. Le migliorie apportate al logotipo si inseriscono perfettamente in questa strategia: il nome Palazzoli, con la sua carica evocativa e con la sua spiccata caratterizzazione di marchio di alta qualità e di baluardo per la sicurezza, rimane immutato in tutto, nel font come nei colori, conservandolo proprio come si è sedimentato nella memoria di clienti, partner, e degli operatori tutti del settore. Ad esso abbiamo però aggiunto una “P”, con un duplice intento: da un lato “suggerire’” le tante valenze qualitative del marchio Palazzoli (Prestazioni, Produttività e innovazione, Protezione, Prestigio, Potenza, Perfezione), di alcune delle quali la “P” è appunto la lettera iniziale; dall’altro aumentare la riconoscibilità, la carica di freschezza e di attualità, il piacere visivo del marchio nel suo complesso, dando inoltre ad esso quella maggior duttilità di utilizzo, oggi necessaria per l’impiego in tutte le condizioni e su tutti i supporti che la tecnologia ci offre».

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NEWS

GE Energy Industrial Solutions: impegno per la formazione

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Siemens: una nuova piattaforma di engineering per l’automazione

BTicino: incontro con architetti e costruttori edili

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La divisione Industry Automation di Siemens ha presentato la nuova piattaforma di engineering Totally Integrated Automation Portal, framework per l’automazione industriale che unifica tutti gli strumenti applicativi di automazione in un unico ambiente di sviluppo. La nuova piattaforma permette agli utenti di sviluppare e mettere in funzione i sistemi di automazione velocemente ed in modo assolutamente intuitivo e, di conseguenza, di risparmiare tempo di engineering, riducendo le costose integrazioni dei differenti pacchetti software. Di facile utilizzo e progettato per garantire la massima efficienza, il Totally Integrated Automation Portal è adatto sia per gli utenti che lo usano per la prima volta, sia per gli utenti più esperti. Dalla configurazione e programmazione fino alla messa in funzione, rappresenta il punto d’incontro per tutti i prodotti e strumenti di automazione offerti dal portafoglio Totally Integrated Automation del Gruppo, come per esempio i nuovi software di automazione Simatic Step 7 V11, per controllori Simatic, e Simatic WinCC V11, per HMI Simatic e per i processi di visualizzazione delle applicazioni. Per sviluppare in modo ottimale la piattaforma, negli ultimi anni Siemens ha studiato le tecnologie software più moderne ed i concetti utente più innovativi presenti sul mercato, nonché i requisiti dei suoi clienti in tutto il mondo. L’utilizzo di un unico ambiente di sviluppo del software, in grado di gestire controllori programmabili, periferiche, drive ed HMI, offre un alto livello di efficienza durante tutto il progetto di automazione. Inoltre, la gestione dei dati richiede un minimo dispendio di tempo: è sufficiente, infatti, immettere i parametri di controllo, i blocchi, la dichiarazione dei tag o i messaggi una sola volta per renderli disponibili agli utenti, il che consente un significativo risparmio in termini di costi per l’engineering del software in un qualsiasi progetto di automazione.

Nello scorso mese di ottobre, nella prestigiosa sede del Museo Nazionale del Cinema-Mole Antonelliana a Torino, BTicino ed Elettrogruppo ZeroUno, con il patrocinio di Turn, Associazione torinese di giovani creativi, hanno organizzato un incontro con architetti, designer e costruttori Edili. La grande partecipazione, oltre 150 ospiti in maggioranza architetti, designer ed interior designer, opinion leader nell’ambito della creatività, nonché di qualificati imprenditori immobiliari, ha segnato il successo dell’iniziativa. La serata è stata l’occasione per BTicino per presentare le nuove frontiere del suo sistema domotico, da oltre 10 anni diffuso in Italia, con le sue funzioni di sicurezza, risparmio energetico, multimedialità e comfort. La qualificata platea di professionisti del design, ha fornito alla società un’opportunità unica per presentare anche la sua più recente offerta di linee civili, in grado di supportare coerentemente la costante evoluzione del mondo del progetto. Come la nuova linea Axolute Eteris che, con la sua planarità rispetto al muro e il suo rigore formale, attualizza lo stesso concetto di punto di comando e reinterpreta le modalità di progettazione dell’installazione elettrica. Il successo della manifestazione è stata ulteriormente ribadita dall’interesse suscitato nella platea dalle soluzioni proposte e si è concretizzato nelle numerose richieste di chiarimento su aspetti tecnici e formali. Per dare seguito all’interesse, sono già stati programmati successivi incontri di approfondimento. In conclusione, la serata chiara e luminosa, ha dato agli ospiti la possibilità di approfittare di una splendida vista sulla città dalla terrazza panoramica della Mole Antonelliana.

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Cari produttori, vi spiego cosa c’è che non va

Qualora non fossero state chiare le intenzioni della FME rinnovata, nell’incontro del 31 gennaio il Presidente Giampaolo Ferrari ha colto l’occasione per un utile ripasso. Certo non si può dire che l’imprenditore a capo della Federazione abbia usato giri di parole per dire agli “amici” fornitori quel che va bene e quel che non va bene, in un rapporto logicamente e dolcemente condannato a funzionare, ma nel quale i grossisti si sentono sminuiti quando non annullati nel loro ruolo. E a volte, quando vengono considerati, lo sono loro malgrado. Il titolo dell’incontro, d’altronde, già lasciava intendere che non sarebbe stata la classica occasione per lo scambio di strette

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Duro intervento del Presidente di FME Giampaolo Ferrari che alla platea dei produttori snocciola le lagnanze della categoria dei distributori

di mano e di sorrisi: “Quando il gioco si fa duro, è il momento di cambiare le regole”. Dove per “gioco duro” Ferrari intende la crisi che attanaglia tutti, ma che a suo avviso viene più scontata dai distributori, e dove per “cambio delle regole” si riferisce ai rapporti tra produttori e distributori. L’ingegnere ha comunque spiegato: «Non vogliamo contrapposizioni, ma che il gioco si sia fatto duro credo sia totalmente condivisibile, ed è appunto in tale situazione che insieme dobbiamo trovare il modo per poterci mantenere sul mercato». Prima di dedicarsi agli industriali, però, Ferrari ha pensato ai suoi. Presentando le novità di un Consiglio che lui definisce “di

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to ai produttori. L’inizio è stato esemplare: «Mi pare ci siano talmente tante disattenzioni da parte della maggioranza dei fornitori che, se noi le applicassimo ai nostri clienti, li perderemmo tutti». Ed ha spiegato che i numeri imposti ad inizio anno dagli industriali riguardano esclusivamente i loro obiettivi, che spesso non corrispondono alle previsioni di andamento sul mercato. Poca cura allo stato del magazzino dei distributori e scarsa memoria per le forzature dell’anno precedente. Ferrari ha così scandito altre note dolenti: «Condivisione del territorio, analisi del mercato, formazione dei nostri uomini, presenza sui nostri punti vendita, presentazione dei nuovi prodotti e gestione provvigionale o i premi alle vostre agenzie o ai funzionari di vendita che, se fuori zona dalle nostre sedi, diventano dei concorrenti». Il capo della FME ha voluto salvare i pochi che a suo avviso agiscono correttamente, poi però ha aggiunto che, nella maggioranza dei casi, i produttori sono presenti sulla clientela direttamente, definendo le condizioni, vendendo direttamente, saltando la distribuzione, e solo quando ritengono di non averne interesse, forse per dubbi sull’incasso, si appoggiano al distributore, con margini che, dice Ferrari: «Tante volte non servono nemmeno a coprire i costi logistici». La requisitoria del Presidente ha assunto toni quasi sarcastici: «Le vendite di questo tipo rappresentano la dannazione del nostro mercato perché diventano di riferimento per tutti e ci costringono ad abbassare il prezzo anche di ciò che si vende al banco; non esiste, cari signori, che il distributore paghi di più la merce del proprio cliente». Per poi riprendere duramente: «Manca la coerenza, pur di non perdere ordini siete disposti a tutto; vi è almeno servito a spostare quote di mercato?».

FEDERAZIONE

forte spessore e di totale rappresentatività”. Dopo di che è passato ai risultati del 2010, commentandoli e sottolineando il fatto che la distribuzione ha ottenuto buoni risultati, che però sono fortemente condizionati dal prezzo dei cavi e dal sorgere della nuova stella del fotovoltaico. Visto che il passato è …passato, ha poi dato un’occhiata alle previsioni per il 2011: «Il mercato tradizionale soffrirà ancora, il comparto delle costruzioni è ancora fermo; il settore industriale è sì in lenta ripresa, ma lontano dai livelli del 2008». Anche sul fotovoltaico Ferrari si è mostrato estremamente cauto: «Sarà ancora protagonista, ma durerà poco; di conseguenza, attenti agli investimenti troppo forti». Altri campanelli d’allarme suonano per la distribuzione, secondo il Presidente: «Non dimentichiamo gli altissimi rischi sui pagamenti; il sistema bancario non aiuterà di certo. Per nostra natura imprenditoriale, però, non possiamo essere pessimisti, dovremo fare tutti la nostra parte e farla al meglio nell’interesse del Paese, delle nostre aziende e, soprattutto, degli uomini e donne che lavorano con noi». Ferrari ha poi parlato specificatamente dell’azione della FME. Cominciando dal quadro delle Associazioni regionali, che è in marcia verso il completamento. Da poco è nata l’Associazione in Sardegna: «Mancano all’appello Triveneto, Emilia, la fascia adriatica centrale e la Calabria; molti soci di FME risiedono in quelle Regioni e non siamo distanti dal pensare che presto faranno parte anche loro di altrettante regionali». Non si ferma a questo il lavoro della Federazione. Ferrari annuncia la costituzione del Centro Studi, che lavorerà su tematiche o progetti e si avvarrà della collaborazione di commissioni appositamente costituite. Ha proposto anche il coinvolgimento dei produttori in un comitato allargato. Ma è il rapporto con le Istituzioni, nota dolente del passato, uno dei nodi che Ferrari vuole sciogliere al più presto: «Non possiamo continuamente essere ignorati anche su problematiche di grande rilievo che riguardano la sicurezza ed il risparmio energetico, ma aggiungerei inoltre che, attraverso nuove normative e agevolazioni fiscali, lo Stato potrebbe beneficiare di un ritorno significativo, eliminando gran parte dell’evasione fiscale». Per questa battaglia Ferrari si guarda intorno e cerca alleati. Uno ritiene di averlo già individuato in Angaisa, mondo idraulico, con cui già si è avviato un dialogo importante. Poi il Presidente è entrato nel discorso più inerente al tema della mattinata e si è rivol-

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Insomma, Ferrari ha voluto esternare l’esasperazione dei grossisti ed ha così scandito i ruoli. Per i produttori: «Produzione, ricerca e promozione». E per i distributori: «Commerciali, logistici e finanziari». Ed ha voluto sottolineare come l’industria stia già assumendo i dati positivi della distribuzione nel 2010 come punto di riferimento per determinare i numeri del 2011, ai fini di un maggiore utile. E si è chiesto allora se non sia il caso che l’industria consideri qualche risorsa in più nei listini per favorire anche i numeri dei distributori. Inquietante il dubbio che Ferrari si è posto a questo punto: «Tante volte mi domando se ci considerate una categoria pensante o solamente uno strumento da utilizzare a vostro piacere». Ed è così che la nuova unità di categoria è stata fortemente, suo malgrado, favorita da questi problemi. Ai quali si aggiunge l’avanzare indomito della GDO. «Credo», afferma Ferrari, «che si debba chiarire reciprocamente quale atteggiamento avere». Identificati i problemi, il Presidente ha posto sul tavolo alcune proposte. Passando dal rispetto dei ruoli e dalla collaborazione. I costi ne sono un esempio. Se ora variano tra il 21 ed il 22 per cento, «non sarebbe», dice Ferrari, «vergognoso confrontarsi su un 24 o 25 per cento. Quando mai abbiamo sentito fare questi discorsi? Abbiamo, invece, sentito spesso delle vostre necessità che dobbiamo assolutamente capire». A questo punto Ferrari, mostrando la pallina gialla che è ormai diventata un classico dei suoi interventi, ha affermato che gli imprenditori hanno scelto di delegare ad ANIE la risposta a questi problemi, avendo così più facilità nel dare una risposta negativa. Chiede, quindi, incontri bilaterali e precisa che non sarà più accettata la trattativa con l’Associazione Industriali su questa tematica: «Ribadisco che avvieremo direttamente, con i singoli fornitori, un’attività che dovrà garantire l’inizio di un cambiamento, per ritrovare linee comuni che garantiscano, alla distribuzione, una corretta politica commerciale e di comportamento sul mercato». Si è poi arrivati ad una delle tematiche nuove su cui Giampaolo Ferrari insiste molto, ma che non trova orecchie disposte ad ascoltare in ambito industriale: le statistiche. «La Federazione», spiega, «determinerà, in relazione a studi allargati ai comparti interessati, le quote di crescita o diminuzione presunti, per cui non si andrà più a confrontaci su numeri ipotetici, ma su dati che avranno una solidità di riferimento. Su questi numeri ogni azienda

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della distribuzione, ogni consorzio farà le proprie valutazioni sugli accordi da definire con il fornitore». Insomma, i distributori, che abitualmente forniscono le loro statistiche ai produttori, non ne ricevono in cambio. «Abbiamo necessità di avere anche i vostri dati: quanto vendete sul mercato totale, quanto vendete alla distribuzione. Non è più possibile che i dati siano espressi solamente da noi. Si è avviato con ANIE un programma che avrebbe dovuto portare entro lo scorso anno ad un risultato, siamo in alto mare; perché? Non voglio fare considerazioni pesanti, le lascio a voi. Certo è che non volete essere trasparenti: gli unici dati li pretendete da noi, sia del mercato generale, sia all’interno delle nostre aziende, dove chiedete non solo fatturati, ma composizione degli stessi, divisi per territorio, filiali, per prodotto, ecc; se non si avvia un processo comune, la Federazione chiederà ai soci di non dare più alcun dato del nostro mercato». Come ulteriori proposte di collaborazione con la Federazione, Ferrari ha poi annunciato il desiderio di avviare con i produttori un rapporto più stretto, che si concretizzerà in due direzioni: «La prima come fornitore partner: saranno coloro che ci offrono collaborazione in tutte quelle attività che ci vedono confrontarci con la nostra filiera; che faranno parte delle nostre commissioni; che si presteranno ad attività di formazione congiunta; che veicoleranno attraverso i nostri supporti tutto ciò che vogliono presentare al mercato; che organizzeranno incontri con la distribuzione su specifici argomenti. Il fornitore partner godrà di vi-

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alla realtà delle consegne, ai pesi, agli ingombri, ai volumi dei prodotti». Dunque la Federazione chiede ufficialmente ai produttori di colmare questi vuoti entro l’anno, minacciando che si arriverà a stabilire una penale basata sull’efficienza, che ogni distributore potrà chiedere al proprio fornitore inadempiente. Ferrari non ha dunque smentito se stesso, né il modo di gestire la Federazione che ha palesato sin dal suo primo discorso. Ha dimostrato, dati alla mano, che la categoria si muove risoluta tra le difficoltà e che i dati parlano di un buon lavoro. Per quel che riguarda la Federazione poi ne dimostra i progressi, anche in questo caso dati alla mano. Più che le Associazioni regionali, i meriti sono relativi alle novità delle commissioni, alla ricerca di alleanze, alla creazione di strutture comunicative. Ferrari si è circondato di una buona compagnia ed ora sarà interessante vedere quanto sarà preparato questo esercito a difendere le durissime parole pronunciate alla platea dei fornitori. Giancarlo Emanuel

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sibilità su ogni nostro strumento di comunicazione, interno ed esterno». La seconda figura presentata da Ferrari è quella da lui definita di fornitore sponsor, cioè: «Coloro che vorranno partecipare in maniera più massiccia a singoli eventi, manifestazioni. congressi, con un’attività specifica che si andrà a definire». Il Presidente è poi passato a parlare di Metel, del quale FME è proprietaria al 45 per cento. Anche in questo caso, ha voluto fornire un proprio contributo critico: «Siamo ben lontani da un funzionamento allargato e, soprattutto, da una presa di coscienza da parte di molti fornitori a tal riguardo». Secondo Ferrari è necessario un maggior uso di Metel da parte di tutti: «Perché le nostre aziende hanno necessità di migliorare la propria logistica senza intervenire su costi spettanti ai fornitori; ne abbiamo già abbastanza dei nostri. Ma le vostre carenze ricadono su di noi; pochi sono i fornitori che rispettano la filiera di Metel, dall’ordine alla fattura, ed anche molti che lo utilizzano normalmente presentano buchi importanti che si ripercuotono sulle nostre gestioni. Mi riferisco ai codici a barre, all’aggiornamento dei listini in tempo reale evidenziando gli articoli in esaurimento, alla correttezza delle conferme d’ordine, oggi troppo generiche e non rispondenti


Avanti il confronto con ANIE, ma basta con i diktat

Presidente Ferrari, è soddisfatto della platea che ha ascoltato le sue parole? «Sì, c’era tutto il nostro mondo. Con la rappresentanza della Federazione in tutto il suo Consiglio. Con i tanti soci che hanno partecipato e che sono arrivati anche da lontano. E poi i produttori. Il 95 per cento del fatturato era qui».

Il Presidente di FME ribadisce la centralità del ruolo dei distributori, ipotizza la nascita di “private label”, ritiene che Metel debba essere corretto e potenziato

I produttori sapevano che sarebbero stati sgridati, ma sono venuti ugualmente... «Per sapere le novità. Sgridati, comunque, no. Però, secondo me, è importante fare ragionamenti forti e duri. Io credo nella chiarezza. Abbiamo dei problemi, abbiamo proposto delle soluzioni. L’importante adesso è muoversi, non stare a guardare. Abbiamo bisogno di fare piccoli passi, ma di iniziare a vederli». Si dice che certe accuse è inutile muoverle tutte le volte, tanto si sa chi sono i soliti colpevoli... «La necessità, comune a tutti, è quella di fare scelte, dei passi, di confrontarsi. Servono dei tavoli di discussione dove quelli che sono d’accordo marcino insieme in una direzione. Poi ci sono le multinazionali, ma qui il discorso è diverso. Con loro è più difficile dialogare. Però, se c’è volontà di perseguire certi obiettivi, noi siamo pronti». I toni sono stati sufficientemente duri? «I toni diventano duri quando c’è un mercato apparentemente positivo, visti i dati di crescita, ma in realtà è negativo, perché tutto il settore tradizionale sta arretrando. L’effetto dell’aumento del prezzo delle materie prime non è dovuto ad una capacità nostra. Ci confrontiamo con un mercato difficile, soprattutto sui pagamenti. Con i fornitori che invece li impongono a breve. Dove il costo delle materie prime è in aumento, dove si chiedono

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Una delle reazioni della platea dei produttori è stata: perché lo dite a noi? Ditelo all’ANIE! «L’ANIE è stata per noi un interlocutore importante. Con loro, negli ultimi due anni, abbiamo fatto passi in avanti su alcuni degli argomenti. Però non si può, di fronte ad un problema di una delle due parti, dire “no”, senza ragioni e senza motivo. La risposta negativa è stata esagerata perché so che alcune aziende erano in sintonia con noi; quindi, evidentemente, qualcuno ha forzato la mano. Perciò, ben venga l’ANIE come primo interlocutore. Però non possiamo accettare un’altra volta un “no”. Se ci sarà un chiarimento, torneremo a confrontarci, magari in maniera diversa, magari con i consorzi. Ma lo faremo». La sua pallina gialla è tornata in vista. Ma non rischia di invecchiare? “No. Vuole indicare la necessità del nostro settore di avere delle risorse. Non possiamo chiudere un anno con numeri sempre vicini allo zero e assistere alla distruzione del nostro mercato. Anche noi abbiamo decine di migliaia di dipendenti, responsabilità enormi e non siamo mai ascoltati perché i problemi sono solo quelli del produttore. Oggi, invece, il mondo è di chi vende, non di chi produce, purtroppo». Lei ha lanciato un anatema: guardate che diventiamo produttori! «Certo, assolutamente». Quando potrebbe essere concreto? «Si sta già avviando per molte imprese». Fino a che punto vi potreste spingere? “Si potrebbe andare anche molto forte. Riteniamo che con la professionalità che sta aumentando nelle nostre imprese possa diventare pericoloso, per il produttore, prendere sotto gamba questo argomento; perché ci sono già prodotti che potremmo veicolare senza grossi problemi. Grazie alla nostra forza del banco. Ed è almeno il 60÷70 per cento per una certa tipologia di prodotti che rappresentano dal 5 al 10 per cento del nostro fatturato». Dal suo discorso pare di capire che ci sarebbe voglia di qualche piccola correzione di rotta in Metel... «Considero Metel uno strumento straordinario. Si tratta però di capire se è un’azienda

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che deve operare con un suo obiettivo di crescita autonoma e indipendente o se è un’azienda di servizio per ANIE, Arame e FME. Al momento non ci sono contrapposizioni. Tutti abbiamo un obiettivo principale. Si tratta però di chiarire. Ad aprile scade il mandato triennale, quindi avremo noi la Presidenza. Ritengo che sarà il momento opportuno per fare dei chiarimenti, con l’obiettivo di rilanciare al massimo Metel: che per me è uno degli strumenti più preziosi che abbiamo». Chi sarà il vostro candidato Presidente? Un manager, un distributore? «Non ci siamo preoccupati più di tanto del nome, perché ci sono tante persone che potrebbero ricoprire questo ruolo. Per adesso non lo so». Parliamo dell’organizzazione FME. Ha dato la notizia della nascita dell’Associazione regionale della Sardegna... «Sì, è successo a fine gennaio. L’organizzazione sta crescendo. In due anni si è passati da uno scetticismo iniziale ad un entusiasmo sorprendente. Il vuoto attuale nella fascia adriatica non è un problema di volontà, ma di incidenza di distributori che hanno sede in altre regioni e filiali sulla costa. Quelle regioni (Marche, Abruzzo, Molise, n.d.r.), andranno accorpate ad altre, studieremo come farlo. Creeremo una sorta di federalismo dei grossisti».

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addirittura anticipi di pagamento, mentre l’andazzo ora parla di 150 giorni. Ricordiamoci e ricordiamo che noi gli installatori li aiutiamo».

Intanto il Consiglio si sta ingrandendo. Si sente più tutelato? «C’è sintonia, c’è identità di vedute. C’è un Consiglio che è molto unito, compatto e allargato. Arriveremo a più di venti componenti. Ora c’è un gruppo che lavora nell’interesse della distribuzione. Ed ha una rappresentatività nazionale, con figure di grande spessore». Infine, una domanda all’imprenditore: come è iniziato il 2011? «Non male. Gennaio ha i soliti dieci giorni di chiusura, ma rispetto all’anno scorso va bene. Credo che il 2011 porterà dei buoni risultati. Anche se la preoccupazione è veramente forte. I conti li dobbiamo fare come se non ci fosse il fotovoltaico, perché il giorno che il fotovoltaico non ci fosse più, e il mondo dei cavi venisse snaturato dal rame che crolla, potremmo veramente trovarci in una situazione preoccupante. Cauteliamoci e non facciamoci sorprendere». G.E.

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I grossisti sono con Ferrari, pronti a nuove battaglie

Ferrari ha lanciato il sasso, ma non ha certo nascosto la mano. Gli industriali hanno commentato in diverse maniere le sue parole, ma ora la patata bollente torna in mano all’ANIE; vediamo come ha reagito il popolo del Presidente alla levata di scudi in difesa dei commercianti. Ma Ferrari ha anche parlato della rinascita di una Federazione organizzata. «Le parole del Presidente mi sono piaciute», risponde Luigi Biasini, Presidente dell’Associazione regionale del Lazio. «Me le aspettavo. Noi abbiamo iniziato perifericamente, nella nostra regione, un percorso che nella riaffermazione del programma ha ancora più convinzione». Stefano Minali, manager del consorzio Gewa è d’accordo con Ferrari: «Ha ripetuto parole già dette. Con rinnovata determinazione per andare in una direzione. Il problema è che il ruolo della distribuzione deve essere riconosciuto e considerato: credo sia un problema di larga portata e non si possa risolvere in una giornata. Bisogna trovare le opportune soluzioni. Credo però che il Presidente sia sulla strada giusta per trovarle». Per Aldo Brigliano, titolare della DME e past President in Federazione: «Il messaggio del Presidente va nella direzione della richiesta di un passo indietro che si chiede ai fornitori. Bisogna comunicare tra di noi per fare marginalità insieme. Certo è che quando fa riferimento all’ANIE non ha tutti i torti. Io credo che i fornitori abbiano tutto da guadagnare dalle sue proposte».

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«Forti», vengono definite da Ombretta Coda, di MC Elettrici, le parole del leader dei grossisti: «Il fatto di ritrovare un nuovo livello di partnership con l’industria», aggiunge, «dove le crescite tengano conto anche delle giacenze dei magazzini, delle opportunità perse sul mercato che magari si possono riprendere insieme. Un rapporto più stretto con l’industria per me è importante. Non si tratta, comunque, di parole nuove, visto che erano già state pronunciate in ottobre, quando fu rieletto. Se le ha dovute ripetere un motivo c’è. Ci sono diversi partner che tengono ben presente l’esigenza del distributore, poi c’è chi continua a svilire il prodotto andando a svendere, regalando merci, facendo omaggi, creando turbative del mercato. Non c’è più una politica basata sul senso comune. Insomma ci sono produttori che tengono conto delle nostre esigenze, altri che sono inflessibili. Chi è inflessibile, penso abbia i tempi contati». Tesi condivisibili, anzi da supportare, anche secondo il consigliere Bruno De Guio: «Parole importanti, soprattutto nel rapporto tra fornitori e distributori. Bisogna lavorare per recuperare un po’ di margine. La vendita diretta non è più sostenibile. Bisogna far recuperare parte del fatturato alla nostra distribuzione. Evitare che certi prezzi che fanno alcuni produttori direttamente sul mercato diventino prezzi di riferimento per il mercato stesso e che rovinino il nostro margine e la nostra clientela». De Guio, però, ci tiene a fare dei distinguo per

Dalla richiesta ai produttori del rispetto dei ruoli, alla ridiscussione delle marginalità: queste le aspettative di una categoria che vuole tornare a contare grazie ad una Federazione nuovamente attiva

Aldo Brigliano DME

Luigi Biasini AMEL Lazio

Christian Giaffreda ATUDME Toscana e Umbria

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FME e ANIE dialoghino per il bene comune

il banco degli imputati: «Solo i grandi. Sono loro i punti di riferimento. Alcuni vanno sul mercato con prezzi nettamente inferiori a quelli che valgono per noi nell’approvvigionamento. Se si continua così dovremo impuntarci e cercare di seguire il fornitore che ci darà la possibilità di lavorare. Private label? La vedo molto difficile. Potrebbe essere per chi vende prodotti minori, non per chi tratta solo prodotti principali». Apprezzamento anche da Vittorio Alfieri, Presidente dell’Associazione Regionale campana: «Ferrari ha portato avanti quelli che sono i veri nostri problemi. Il discorso con i fornitori è importante, bisogna cambiare. Il momento è difficile. Grazie al fotovoltaico e alle altre attività siamo riusciti quest’anno a salvare il nostro bilancio. Bisogna però guardare al futuro. Le nostre aziende devono rimanere sul territorio e solo con gli aiuti dei fornitori possiamo farlo. Siamo schiacciati dalle loro politiche commerciali. Spero che con l’aiuto dei consorzi e del nostro Consiglio si possa portare avanti un risultato positivo per tutti noi». Alfieri riconosce che la cosiddetta “predica” ai produttori non sia una novità: «Non vogliono ascoltare. Non è nel loro interesse e non lo vogliono fare. Bisogna fare qualcosa. Ferrari ha anche parlato di private label come possibilità di diventare un po’ più autonomi». Ed anche Christian Giaffreda, delegato dell’Associazione Toscana-Umbria approva: «Parole positive quelle del Presidente: che trovano il nostro totale appoggio. Si sta parlando di una riforma non solo della Federazione, ma anche dei rapporti che interessano tutta la filiera. Argomenti che

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ci stanno a cuore perché vanno ad incidere sui numeri di ogni azienda». Anche i toni duri hanno convinto l’esponente toscano: «Se pensiamo alla grande mole di lavoro svolta negli anni passati e ai risultati, a volte poco soddisfacenti, che sono stati ottenuti, allora si capisce perché si senta il bisogno di toni decisi, ovviamente sempre all’interno di una partnership con i nostri fornitori e con i clienti. Questa Federazione, così strutturata, può davvero essere un’opportunità. Se i rapporti nella filiera della distribuzione sono giusti, sicuramente i risultati si vedranno per tutti gli attori partecipanti». Infine, per il Presidente Ferrari le parole di uno dei più assidui e carismatici leader della distribuzione, grande protagonista in Meridione: Domenico Tavarilli: «Condivido da sempre i principi espressi dal nostro Presidente e cioè: non è corretto che le nostre strutture investano sempre di più per guadagnare sempre di meno. Servono nuove regole per stare correttamente sul mercato. Regole che armonizzino l’attività dei diversi attori oggi presenti; regole che evitino, soprattutto, la sovrapposizione di attività e di uomini, che si traducono in una grande diseconomia di sistema. Occorre, con semplicità e chiarezza, riprogettare i ruoli e le attività secondo il principio di “chi-fa-che-cosa”». Tavarilli spiega anche perché è la Federazione l’unica arma attraverso la quale essere ascoltati: «Bisogna esprimere quella forza e quel senso di appartenenza alla nostra categoria che nel passato non è certo stata una nostra prerogativa. Il cambiamento dipenderà essenzialmente dalla nostra capacità di

Vittorio Alfieri AMEC Campania

Bruno De Guio MEB

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Per Luca Biancolin, Country Manager di Hager, i risultati presentati da Giampaolo Ferrari, relativi all’intero comparto del settore elettrico, sono confortanti. «Credo che il 2010 sia stato un anno importante e che il fotovoltaico abbia dato un grande stimolo, e soprattutto supporto, per quanto riguarda la ripresa del nostro mercato. Credo che anche il 2011 andrà in questa direzione. Contiamo molto sugli investimenti per l’edilizia, perché questo è il nostro mercato. Vediamo in ripresa anche l’industriale: sicuramente darà un grosso contributo». Riguardo alla “tirata di orecchie” che il Presidente ha dato ai produttori, Biancolin fa un’analisi dettagliata. Partendo da un presupposto: «L’ingegner Ferrari ha lanciato una provocazione. Ed ha fatto bene: serve per costruire insieme. Lui parla da esponente della Federazione ed è giusto che ci sia un dialogo con ANIE per creare presupposti e basi per il dialogo e la collaborazione. Mi è piaciuta l’idea lanciata per creare partner e sponsor della Federazione: un’occasione per mettersi intorno ad un tavolo a discutere. È una bella iniziativa, occorre portarla avanti con determinazione da parte di entrambi». Biancolin è rimasto, infine, interessato dalla novità della Web TV. «Anche quest’idea è interessante», conclude, «per far giungere agli installatori i risultati e le novità del nostro mercato. E per farlo evolvere. Questo è il futuro, che non implicherà, comunque, la scomparsa della carta stampata».

Domenico Tavarilli ACMEI Sud

Stefano Minali Gewa

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Valorizzare gli elementi di confronto Il meeting di FME è stato l’occasione per la prima uscita ufficiale di Maria Letizia Mariani, da poche settimane General Manager di Philips Lighting Italia. Per lei il difficile compito di sostituire lo stimato Aldo Bigatti: «Confermo, è la mia prima uscita in pubblico. Sono su questo mercato da poco più di tre settimane. Questo meeting è stato una prima occasione per avere un’impressione del mercato, delle dinamiche, delle problematiche e tematiche su cui ci si concentra. Sicuramente qui si prospetta una grande opportunità, quindi il fatto che ci siano degli elementi di confronto in questo momento attivi, sono il segnale delle opportunità del mercato. Bisogna erogare valore verso l’utente finale. Un valore che i clienti sono disposti a riconoscere e che è la risposta di alcuni dei problemi che stiamo oggi discutendo». Maria Letizia Mariani è rimasta favorevolmente impressionata anche dalla notizia della prossima nascita di una Web TV di settore: «È un

coesione, dalla nostra volontà di portare avanti con credibilità e compattezza i nostri bisogni, fino in fondo e con determinazione. Solo se sapremo esprimere un rapporto paritario e di forza equivalente potremo essere presi veramente in considerazione e ottenere un confronto paritetico. In caso contrario, ci sarebbero come al solito tante belle enunciazioni prive di seguito. Il passato insegna». Uno degli argomenti cari a Tavarilli è da sempre quello della marginalità. «Prima o poi dobbiamo fissare una soglia minima di redditività al di sotto della quale nessuno deve andare, oppure smettiamo d’investire, poiché non ne vale la pena. È un dato di fatto che la nostra quota di mercato gestito è in calo; quando si dice che il transfer-order è un incentivo verso il mercato, vuol dire che qualcuno pensa che un 30% del mercato che noi stiamo intermediando oggi deve passare a loro. Sarebbe molto bello se il transfer-order fosse un vero aiuto; per noi, invece, c’è solo il rischio finanziario e un margine assolutamente inadeguato ai nostri costi». Tavarilli mette poi altra carne al fuoco: «È fondamentale dare un nuovo ruolo alle agenzie, che vuol dire riscoprire e riqualificare quella che era l’attività istituzionale di una volta. Significa che l’agenzia deve schierarsi a fianco della distribuzione e non come diretto concorrente; significa

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progetto eccellente. Un modo attuale per entrare in contatto, comunicare, mantenere gli allineamenti, creare informazioni, momenti di scambio. Un modo per avvicinare chi non utilizza strumenti di questo tipo, ad un uso della tecnologia di contenuto, di valore e di efficacia. Sarà uno strumento utile per la formazione. È uno dei modi per accorciare il tempo di trasmissione delle informazioni. La velocità di proposizione diventa un elemento fondamentale nel nostro settore e la formazione elemento imprescindibile».

Maria Letizia Mariani Philips Lighting Italia che l’agenzia non deve permettere che l’installatore faccia una prima trattativa con la stessa e poi, con un prezzo già fatto, metta in concorrenza la distribuzione per un ulteriore sconto. Serve ridisegnare la politica degli extra sconti». G.E.

Giusto rispettare la filiera, ma ne parlino ANIE e FME Per Bernardo Bonetti, il Direttore commerciale di Scame, il Presidente della FME ha ragione a bacchettare gli industriali. Lo ha anche detto al termine della riunione, prendendo la parola davanti ai propri colleghi ed ai distributori: «Condivido le parole del Presidente Ferrari, anche perché la mia azienda da anni pratica i comportamenti virtuosi che la distribuzione richiede. Non lo facciamo per piaggeria, ma perché siamo convinti che sia l’unica maniera per portare avanti una partnership leale con i grossisti. Trovo, invece, non condivisibile l’idea di escludere ANIE, anche se attraverso la nostra Associazione i risultati non arrivano velocemente: le regole, comunque,

si discutono tra Associazioni. Ho apprezzato anche le parole su Metel. Scame si è adeguata, offrendo ai nostri partner tutti gli standard previsti dai tracciati, al cento per cento. Anche questo è uno strumento di filiera».

Bernardo Bonetti Scame

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“visible fee” ADDIO

Direttore, qual è ora la situazione relativa al “visible fee”? «Ad oggi, salvo nuovi emendamenti che dovranno seguire l’iter parlamentare, la possibilità offerta nel D.Lgs. 151 del 2005 ai produttori di separare dal prezzo del prodotto i costi di smaltimento, il “visible fee”, è decaduta in data 13 febbraio. Questo significa due cose: - che il produttore dovrà inserire nel prezzo del prodotto i costi di smaltimento dei rifiuti, quindi internalizzarli; - che la distribuzione non sarà più obbligata a renderlo visibile, anche nel caso che taluni produttori (ma, non penso accada), in assenza di sanzioni amministrative, continuino in tal senso». Erano state, però, avanzate proposte per una proroga della scadenza al 2013? «È vero. Era stato presentato un emendamento da parte delle industrie per parametrare la scadenza a quella dei “grandi elettrodomestici bianchi”, ma il Governo non l’ha accettata. Ricordo che FME ha sempre chiesto l’internalizzazione del “fee” a quei produttori che avevano scelto una strada differente, per tutte le difficol-

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tà che esso aveva creato alla filiera, posizione che è stata ribadita nell’incontro dello scorso 31 gennaio». Che cosa accadrà, quindi, ai RAEE per quanto riguarda il loro ritiro? «Per ora le leggi sono queste ed a queste ci dobbiamo attenere: il ritiro, per poi recuperare tutto quanto è possibile, oggi è demandato ai consorzi, che prelevano i RAEE dalle isole ecologiche alimentate da varie fonti, tra cui la distribuzione, che ne ha titolo ed obblighi derivanti dal Decreto attuativo 08/2010, n. 65 sulla “semplificazione”. La normativa RAEE s’inserisce nelle Direttive ambientali che la CE sta emanando e che continuerà ad emanare. Questo significa per la distribuzione e per tutta la filiera elettrica prendere coscienza e consapevolezza che queste Direttive ricadranno sul Sistema Paese e sulla filiera, con tempi di attuazione che si stanno accorciando, ma che per il Sistema Paese sono lunghi, basti pensare che una Direttiva del 2002 è stata recepita nel 2005, applicata nel 2010 e, tutt’oggi, non è ancora a regime». Quali novità bisognerà aspettarsi sul fronte europeo? «L’atteggiamento dell’Europa è “chi inquina paga”: quindi, le pressioni verso il mondo industriale per una “produzione pulita” sono alte, come purtroppo sono forti e condizionanti le lobby del mondo produttivo e, mi passi il termine, in questo anche i distributori sono visti sino ad oggi dall’Europa come una “filiera che contribuisce all’inquinamento”, anche se hanno dovuto sottostare a disposizioni quali la “raccolta semplificata” in Italia. Nella commissione di febbraio la CE ha deliberato una serie di indirizzi che continueranno nella prossima commissione di marzo e che, a breve, dovranno trovare l’assenso politico del parlamento europeo. Solo allora conosceremo la profondità della nuova

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Come previsto dal D.Lgs. 151/2005, a partire dal 13 febbraio 2011 per tutte le apparecchiature elettroniche, tranne i grandi elettrodomestici (frigoriferi, condizionatori, lavatrici, lavastoviglie, ventilatori, apparecchi per la cottura, ecc.), non sarà più possibile indicare esplicitamente all’acquirente, al momento della vendita di nuovi prodotti, i costi sostenuti per la raccolta, il trattamento, il recupero e lo smaltimento dei RAEE. I produttori pertanto non dovranno più rendere espliciti all’acquirente i costi della raccolta e smaltimento dei RAEE, rinserendoli quindi nei prezzi dei prodotti. In merito a questa novità, abbiamo sentito il Direttore di FME, Giancarlo Profeti.

I produttori non dovranno più rendere espliciti all’acquirente i costi della raccolta e smaltimento dei RAEE

Giancarlo Profeti, Direttore FME

Direttiva che dovrà essere recepita poi dal Governo italiano. Purtroppo, solo nell’applicazione potremo far sentire tutto il nostro peso, intervenendo sul Ministero preposto. Contemporaneamente, e da tempo, stiamo lavorando per indirizzare le commissioni CE, attraverso Confcommercio (unico organo accreditato), affinché il distributore non diventi un centro libero di stoccaggio del mercato (con tutti i doveri e gli oneri), cosa che ad oggi abbiamo impedito con la norma “uno contro uno” e la specifica di “rifiuto proveniente da ambito domestico”». Elisa Pastorino

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Web TV e formazione on line, FME scopre nuovi orizzonti

La comunicazione come fattore stimolante di una nuova stagione di sviluppo per il settore del commercio elettrico. Ne ha parlato, durante la convention di FME, Antonio Bernardi, Direttore del mensile Commercio Elettrico, organo ufficiale della Federazione, ma non solo.

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Il Direttore di Commercio Elettrico interviene alla convention federale per illustrare gli strumenti che si stanno aggiungendo alla tradizionale rivista, per rendere sempre più coinvolgente il rapporto con l’intera filiera

«Noi», spiega Bernardi, «siamo impegnati, a fianco della Federazione, a sostenere, con nostri mezzi e competenze, ogni processo, favorendo un confronto dialettico tra gli operatori, anche in presenza di interessi contrastanti. Possiamo dar voce alle istanze che vengono dagli operatori, portarle anche al di fuori del nostro mercato, nelle sedi istituzionali, nelle Associazioni, nel mondo economico in genere». Commercio Elettrico nasce come giornale di riferimento della distribuzione, ma evidentemente sta allargando i propri orizzonti. «La nostra base di utenti», aggiunge Bernardi, «dovrà necessariamente contenere anche il mondo degli installatori, dei progettisti, degli Enti e delle Istituzioni ai diversi livelli». Ecco, dunque, l’apparire di nuovi strumenti comunicativi: «Nell’ambito di una progressiva diversificazione delle strategie di comunicazione B2B, l’utilizzo di applicazioni audiovisive via Web rappresenta una nuova frontiera in rapido sviluppo. Secondo un rapporto del Politecnico di Milano a proposito di TV digitale, i canali on demand (ovvero quando l’utente può scegliere cosa e

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FEDERAZIONE

quando vedere) rappresentano il 71 per cento del totale dei canali TV». Tra questi, la Web TV è certamente il sistema più innovativo: «Perché è in grado di unire, anche dal punto di vista della comunicazione aziendale, la flessibilità degli strumenti Internet con l’efficacia di un canale televisivo dedicato agli operatori di settore». Certo è, come ampiamente dimostrato a qualsiasi livello e in qualsiasi settore, che un nuovo strumento non ne uccide un altro: «La rivista tradizionale rimane un mezzo insostituibile, sia perché culturalmente è ancora uno strumento con cui gli operatori acquisiscono informazioni, sia per la sua peculiare capacità di approfondire temi e riflessioni in un rapporto diretto con il lettore». Parliamo dunque della Web TV di Commercio Elettrico: «I criteri che sono stati utilizzati per definire la struttura di fruizione sono stati improntati alla semplicità ed alla razionalizzazione delle informazioni. Oltre ai tipici pulsanti che sono comunemente presenti in tutti i siti, abbiamo inserito un richiamo ai due partner, Commercio Elettrico e FME. Sempre attivo sarà il canale “news”, con le informazioni più recenti. Gli altri canali riguarderanno i video degli interventi della Federazione e delle Associazioni regionali, mentre, per quanto riguarda i produttori, si potranno inserire video istituzionali, presentazione prodotti, brevi corsi di aggiornamento e/o formazione, tutto il materiale video pubblicato sul sito commercioelettrico.com. Altrettanto vasta sarà l’offerta per fornitori di servizi, consorzi, installatori e distributori,

per i quali ci saranno presentazioni di case history, soluzioni tecniche, normative, fiere ed eventi, aggiornamenti legislativi e formazione». Insomma, un programma ambizioso che impegnerà molto la struttura di Commercio Elettrico, ma che coinvolgerà anche l’intera filiera. Antonio Bernardi è tutt’altro che spaventato dalla partnership appena nata tra il suo Gruppo editoriale ed FME: «Non si può dire che collaborando con la Federazione ci si annoi, anzi; stiamo, infatti, lavorando sul progetto formazione e su come la Web TV possa avere un ruolo importante nella divulgazione dei contenuti. Il Presidente Ferrari ne ha già dato notizia e prevediamo di poter presentarne un’anteprima al mercato già nella prossima primavera. La velocità con cui cambiano le condizioni di mercato e nascono nuove opportunità è tale per cui la tempestività con cui si riesce a distribuire formazione in modo tradizionale è oggi una criticità, cui occorre dare risposta». Dunque si parla anche di formazione, applicata allo strumento Web televisivo. Spieghiamoci meglio: «La formazione on line è già una realtà, ma non ha ancora raccolto il riconoscimento che merita. Forse per il modo con cui viene prodotta o per il sistema di distribuzione che viene adottato. Noi pensiamo che un’Associazione di categoria, come è la Federazione, debba presentare proposte e soluzioni. Noi di Commercio Elettrico abbiamo già dato la nostra disponibilità a collaborare». G.E.

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I prezzi delle materie prime frenano la crescita

Nell’ultimo anno il prezzo del rame ha subito un rialzo del 52,8 per cento, toccando i 10.000 dollari per tonnellata. Anche per le materie plastiche si segnalano incrementi decisamente sostenuti

Tabella 1

indice ponderato dei prezzi delle materie prime sul mercato internazionale di interesse per le imprese anie (variazione %) 2010/2009

Il Servizio Studi di Confindustria ANIE rileva come i segnali rialzisti nei prezzi delle materie prime impiegate nel processo produttivo dalle imprese elettrotecniche ed elettroniche si siano intensificati nell’ultimo periodo. In conseguenza di tali tendenze, le quotazioni hanno raggiunto e superato per diverse commodity i livelli pre-crisi, esprimendo massimi storici. È questo il caso del rame che ha toccato il 3 febbraio quota 10.000 dollari per tonnellata, un prezzo più elevato delle stesse attese formulate solo pochi mesi prima. Particolari tendenze al rialzo hanno inte-

26 Anno 2, N.2

ressato anche le materie plastiche, che hanno condiviso gli andamenti dei derivati petroliferi e risentito in alcuni casi di scarsità dell’offerta. Le previsioni per il 2011 non lasciano presagire un’inversione di tendenza, ma indicano un’ulteriore crescita dei prezzi delle materie prime, come testimoniato anche dai primi dati di inizio anno, ad esempio per l’acciaio. Tali andamenti sono riconducibili in parte alla repentina ripresa dell’attività industriale nei principali mercati, in particolare asiatici, che ha spinto nuovamente la domanda di input produttivi.

Metalli

31,7

Gomma

32,3

Acciaio

5,1

Rame

52,8

Stagno

57,8

Zinco

37,7

Piombo

27,9

Alluminio

32,7

Nichel

52,8

Petrolio greggio

37,4

Fonte: elaborazioni Servizio Centrale Studi Economici ANIE su dati LME

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a cura della Redazione

Prezzi medi di listino dei polimeri in italia (variazioni %)

Tabella 2

2010/2009 PA 6

39,8

PA 6.6

43,0

Policarbonato

19,5

LDPE (Resina base)

35,4

LLDPE (Butene)

33,0

LLDPE (Ottene)

20,5

HDPE (Stampaggio)

22,0

HDPE (Soffiaggio)

21,9

HDPE 80

21,5

HDPE 100

20,5

HDPE (Film)

24,1

HDPE (Monofili)

25,0

PET

28,0

PBT

7,0

POM

8,8

PMMA

8,2

PP (Omopolimero)

47,5

PP (Copolimero eterofasico)

46,5

PP (Copolimero random)

28,9

PS (Cristallo)

37,0

PS (Antifurto)

36,0

PS (Espandibile)

20,2

PVC (Sospensione)

13,4

PVC (Emulsione per paste)

2,4

PVC (Acetato copolimero 90/10)

5,3

SAN

24,0

ABS*

35,1

Resina Poliestere Isoftalica

5,8

Resina Poliestere Ortoftalica

7,8

ECONOMIA

Il mercato delle materie prime è stato interessato nell’ultimo decennio da profondi cambiamenti, legati principalmente all’ingresso dei Paesi emergenti nello scenario internazionale. Alcuni di questi Paesi, soprattutto la Cina, rivestono un ruolo importante non solo dal fronte della domanda, ma anche come produttori ed esportatori di materie prime. Per questi motivi si sono indeboliti equilibri consolidati da decenni, con conseguenze importanti in termini di stabilità e di continuità. A tali dinamiche si sono associati anche rilevanti fenomeni speculativi nei mercati finanziari. In presenza di listini deboli, le commodity hanno in alcuni casi assunto il ruolo di beni rifugio, attirando ingenti capitali. Tale situazione ha contribuito ad accrescere la volatilità delle quotazioni. Al tempo stesso, la concentrazione dei siti produttivi di alcuni materiali in territori circoscritti ha dato impulso nell’ultimo anno a speculazioni dal lato dell’offerta e a comportamenti di carattere monopolistico da parte di alcuni attori. È questo il caso della Cina, che ha minacciato vincoli all’esportazione delle cosiddette “terre rare”, di cui è il principale produttore mondiale, largamente impiegate in diverse lavorazioni high-tech. «Le recenti tendenze nel mercato delle materie prime industriali hanno prodotto rilevanti ripercussioni per le imprese elettrotecniche ed elettroniche», ha dichiarato il Presidente di Confindustria ANIE, Guidalberto Guidi. «Il primo e importante effetto si identifica nell’aggravarsi degli oneri dal lato dei costi. Le crescenti tensioni nel mercato delle materie prime hanno conseguenze estremamente negative sui margini aziendali, già fortemente compromessi dalla crisi». «Inoltre, nell’ultimo periodo», ha precisato il Presidente Guidi, «i fornitori di materie prime hanno spesso richiesto la riduzione dei tempi di pagamento, facendo valere la propria forza contrattuale. Ciò aggrava la gestione operativa delle imprese, che si trovano ad affrontare una costante carenza di liquidità». «In un’ottica di maggiore periodo», ha concluso il Presidente di Confindustria ANIE, «la costante erosione delle risorse disponibili potrebbe impattare negativamente sugli investimenti più strategici, fra cui quelli rivolti all’innovazione e alla crescita su nuovi mercati».

* comprende ABS stampaggio e ABS estrusione Fonte: elaborazioni Servizio Centrale Studi Economici ANIE su dati CCIAA

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La saga dei Giaffreda continua: la new generation è già al comando

Il vuoto lasciato in agosto da Antonio, fondatore e capitano vincente della più grande azienda di distribuzione in Toscana, colmato dall’avvento di figli e nipoti. Daniele è il nuovo front-man di Mef

La sede della Mef, a Firenze

Dalla scomparsa di Antonio Giaffreda, avvenuta il 6 agosto scorso, il vertice di Mef, big toscana e nazionale della distribuzione elettrica, è cambiato. La perdita e il dolore sono enormi, ma tutto resta nella tradizione familiare, anche se sostituire un personaggio così carismatico non è facile per nes-

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suno. L’azienda vedeva impegnati sul campo i due fratelli (Antonio ed Emilio), le mogli (Vanda e Margherita) e i quattro figli. Tutto resta tale, come detto, a parte il grande vuoto lasciato da Antonio, il “Granduca di Toscana dell’elettrico”. Ora il Presidente del C.d.A. è Leonar-

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Mef nel 1985, avevo 19 anni, come magazziniere. Poi sono stato banconista e rappresentante, in giro per la Toscana, fino al 1994. Presi la mia zona con un fatturato da 500 milioni e la lasciai a tre miliardi di lire. A quel punto rientrai in sede come responsabile degli agenti. Poi diventai Direttore vendite e, infine, Direttore commerciale con responsabilità sugli acquisti». Antonio Giaffreda ha sempre puntato molto sulla seconda generazione e da oltre dieci anni lavorava per garantire continuità all’azienda attraverso lo sviluppo e la formazione dei quattro figli/ nipoti, ognuno secondo capacità e ruoli; ed il ricordo, nelle parole del nipote Daniele, è molto importante: «È stato un grande, non c’è bisogno che lo ribadisca. Ha creato questa azienda da un’idea, un sogno. Oggi Mef chiuderà il 2010 intorno ai 124 milioni di euro di fatturato, con 26 filiali, 400 dipendenti e 50 agenti. È leader in Toscana con oltre il 30 per cento di quota di mercato. Antonio era l’Inzaghi dell’imprenditoria: al punto giusto nel momento giusto, un fiuto unico. Non basta: era di grande umanità, famoso in tutta Italia, socio fondatore della società consortile Findea. Innato il suo senso della gestione dei rapporti umani, sempre capace di mediare, di risolvere i problemi con il dialogo. Commercialmente era un artista: riusciva a far dire agli altri quel che lui desiderava. Non ricordo che abbia litigato con qualcuno. Di vere crisi per la nostra azienda non ce ne sono mai state. Lo scorso anno, quello peggiore e non per colpa nostra, si è registrata una limitazione dei danni. Il suo primo pensiero era la tutela dei lavoratori: non abbiamo chiuso filiali, né fatto cassa integrazione; né, ovviamente, licenziato nessuno. All’insorgere della crisi c’è stato un richiamo generale alle responsabilità, sono stati limitati gli straordinari e gestite in maniera più oculata le ferie. Così, a fine 2009, mentre il mercato nazionale chiudeva a meno quindici, Mef era a meno dieci. Per me era un secondo padre e negli ultimi dieci anni gli sono stato tantissimo accanto».

DISTRIBUZIONE

do, suo figlio, che lo ha affiancato per oltre vent’anni nel lavoro quotidiano. Gli Amministratori Delegati sono tre: oltre a Christian (l’altro figlio di Antonio), i due nipoti, Daniele e Luca. Senza dimenticare la forte, fondamentale e continua presenza in azienda dei cofondatori Emilio e Vanda, da sempre al fianco di Antonio, rispettivamente come Amministratore e Direttore amministrativo. Ecco, dunque, la seconda generazione dei Giaffreda, conosciamola meglio. Luca, quarantuno anni, due figli, ragioniere, è entrato in azienda nel 1989 come addetto all’ufficio bolle, poi magazziniere e successivamente, dal 1991, con l’apertura della filiale di Pontedera, occupandosi dell’organizzazione e della gestione logistica di tutti i punti vendita aperti in Toscana e fuori. Oggi, che si occupa anche delle Risorse Umane, conosce gli uomini che lavorano in Mef uno a uno, evidenziandone le qualità e curandone la formazione professionale. Leonardo, quarant’anni, sposato e tre figli, anch’egli ragioniere, è entrato in Mef insieme a Luca, nel 1989, passando dal magazzino all’ufficio bolle, per poi dedicarsi dal 1995 al Controllo di Gestione e alla parte CED, settori in cui Mef ha fatto da apripista al mercato. Oggi segue la Pianificazione & Controllo e la parte Finanziaria. Christian, trentasei anni, è entrato in Mef nel 2002 seguendo un percorso diverso: prima part-time, occupandosi del settore Qualità, per permettersi di terminare il processo formativo che, dopo la laurea e il dottorato di ricerca, lo ha portato ad ottenere una docenza presso l’Università degli Studi di Firenze. Oggi è a tempo pieno in azienda ed è responsabile del Controllo Interno, l’applicazione e la modifica di processi e procedure volte all’ottimizzazione delle risorse e alla caccia agli sprechi. Ma è, per ruolo, Daniele il personaggio mediaticamente più esposto. Quarantaquattro anni, sposato, due figli, ragioniere, per hobby ha il calcio (tifoso Juve) e la palestra. Ha giocato a calcio tra i dilettanti (attaccante). Ci tiene a sottolineare il suo passato da paracadutista nella Folgore: «Dove ho conosciuto e fatto miei quei valori che si chiamano disciplina, rigore e rispetto. Che mi piace applicare anche in azienda». Il percorso aziendale di Daniele è davvero esemplare: «Sono entrato in

Prima, dunque, c’era un leader dal carisma immenso. Vediamo quindi come si presenta ora Mef. Ovviamente, ancora e sempre nel segno dei Giaffreda. «La prima cosa che abbiamo fatto all’indomani della scomparsa di Anto-

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nio», spiega Daniele Giaffreda, «è stata contattare il personale per affermare che Mef c’è e va avanti. Ha dei progetti in essere e da iniziare. Importanti per crescere ancora; perché siamo condannati a farlo. Siamo fra le prime realtà nazionali nel settore della distribuzione di materiale elettrico. Nello specifico stiamo avviando una grande evoluzione organizzativa di alcuni reparti, che servirà per consolidare la nostra leadership. Ci sono progetti su tutte le aree: vendite, acquisti, amministrazione. Ovviamente già condivisi con Antonio, erano sue idee. Lui ci ha insegnato che ci sono tre categorie di imprenditori: quelli che vedono, quelli che non vedono e quelli che prevedono. Lui era della terza. Sempre alla ricerca di idee per andare avanti. Marketing e Formazione sono alla base dei nostri successi, non ci siamo fermati neppure lo scorso anno, quando il momento era difficile, avvalendoci anzi di un “facilitatore” interno. Le persone del resto sono la parte più importante di una società e per Mef, che fa dello slogan “L’azienda dei valori. Il valore delle persone” il proprio motto, la loro crescita rappresenta il bene comune». Ora il mercato in crisi vive un’evoluzione davvero impensabile fino a un paio d’anni fa. C’è stata l’irruzione del fotovoltaico, per molti una panacea. Anche Mef gli presta sempre maggiore attenzione. «Vi abbiamo dedicato del personale, ma non basta. Dobbiamo coinvolgere e allargare la base. Tutti devono essere pronti a questo fenomeno che trascina con sé molti altri settori. Per noi, finora, c’è stata un’incidenza più bassa rispetto alla media nazionale. E quindi in questo contesto possiamo solo crescere». Restano, invece, importantissime, altre tematiche per le quali Mef ha da sempre una particolare attenzione. «In Toscana abbiamo dieci showroom di illuminotecnica, diciotto specialisti, dieci responsabili di negozio: possiamo dire che questo è uno dei nostri cavalli da battaglia. I LED ci hanno tenuti in alto nell’illuminotecnica, senza farci perdere quote e volume, più o meno alla pari rispetto all’anno scorso. Ma il nostro core business resta il materiale elettrico; e poi l’automazione, anche se la nostra è una regione poco industrializzata. Siamo molto impegnati anche

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con domotica, efficienza energetica, fonti rinnovabili». Daniele Giaffreda parla della Toscana e dunque un’occhiata va data alla copertura del territorio. Mef è un simbolo della regione, ma lo scorso anno, per la prima volta, c’è stata un’uscita dai confini. «Abbiamo aperto a Perugia, siamo usciti dalla regione acquisendo un’azienda da otto milioni di euro. Questo significa che anche in Umbria vogliamo crescere e acquisire quote. Per adesso, a Perugia, abbiamo fatto la squadra, ora vedremo i risultati. Altre regioni? Mai dire mai, ma con un passo per volta. La Toscana è coperta bene, ci siamo in ogni provincia, anche con più filiali. Per crescere, quindi, è evidente che bisogna uscire dalla regione».

La seconda generazione Giaffreda. Da sinistra a destra, Leonardo, Luca, Daniele e Christian Giaffreda

Il tutto, ovviamente, crisi permettendo... «Siamo tutt’altro che fuori dalla crisi. C’è un mercato che è “dopato” dal rame e dal fotovoltaico. Se togliamo questi due argomenti, i risultati sono quelli che sono. Non si è fuori dalla crisi, anche se noi siamo tornati ai livelli del 2008, e questa è una bella soddisfazione». E comunque va detto che da ogni evento negativo vanno tratti insegnamenti positivi.

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Le banche, croce e delizia degli imprenditori, ovviamente condizionano. «Con loro non c’è stato alcun problema. Anche se continuiamo ad esser costretti a far da banca ai clienti, oggi ancor di più. L’atteggiamento che hanno le banche nei confronti del sistema mercato costringe, infatti, a fare sempre di più i loro sostituti. E questo è impegnativo. La regolarità dei pagamenti è peggiorata negli ultimi due anni, sia per l’incasso, sia per la percentuale in crescita degli insoluti, dei contenziosi, delle pratiche affidate ai legali. Riusciamo a restare, con grande attenzione, nei limiti di guardia; siamo rigidi ma da sempre, attenti. Ai miei, per estremizzare il concetto, dico che devono essere prima ancora che venditori dei credit manager. Conoscere bene i clienti dal punto di vista finanziario. Bravi a conoscere i clienti e bravi nel recuperare il credito». Guardiamo ora al futuro. «Per il 2011 mi aspetto una grossa crescita sul mercato del fotovoltaico: dai mega-impianti ai medio-piccoli, dove noi potremo dire la nostra: lì cercheremo di migliorare». Si uscirà dalla crisi? «No, continuerà il lento processo di selezione. E sarebbe meglio se fosse più veloce. Il mercato italiano è ancora troppo polverizzato, ma io non vedo bene neppure un modello alla francese: qui ci sono differenze importanti tra una regione e l’altra. Sarà dunque un anno nelle mani del fotovoltaico, che servirà ancora a coprire qualche pro-

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blema. Certo, riprenderà l’industriale, già qualche avvisaglia c’è. I magazzini sono stati razionalizzati, non svuotati, concentrando i fornitori, recuperando efficienza nella gestione, aumentando le rotazioni». Ha parlato di fornitori. Come si stanno comportando, nei vostri confronti, in tempo di crisi? «Hanno ben capito che è cambiato tutto. Loro sono fondamentali; vanno rispettati e con loro si trovano le soluzioni; noi non abbiamo mai cercato lo scontro, ma sempre il dialogo». E la Federazione? Antonio Giaffreda ci credeva. Ci sono stati grandi cambiamenti. Funziona? «L’associazionismo è stato da sempre un punto focale per Antonio, socio fondatore nel 1978 e vicepresidente di Findea, come ricordato, ma anche promotore di iniziative in questo senso a carattere nazionale. E Mef continua a crederci come e più di prima: Leonardo, dopo essere stato co-fondatore e presidente di AGIME (Associazione Giovani Imprenditori Materiale Elettrico) e di Findea Giovani, è entrato a far parte del C.d.A. del consorzio, alle cui assemblee dei soci partecipo attivamente anche io, mentre Christian è stato nominato delegato per la Toscana nella rinata FME, oltre a partecipare con me alle attività dell’Associazione regionale ATUDME. L’associazionismo a livello regionale serve molto. Ad esempio, abbiamo ottenuto il listino servizi, la gestione del credito: risultati importanti, anche se da consolidare. Si fa fronte comune su alcuni temi nei confronti dei fornitori. Insomma, in Toscana ci si parla e questo ci aiuta ad essere efficaci. A livello nazionale vedo un fenomeno, invece, più lento, più macchinoso, però ci interessa molto: è in atto un cambiamento, vediamo che cosa succederà. Mi aspetto, a livello politico, che conti di più e che ci supporti in determinate questioni. Temi importanti da affrontare ce ne sono».

DISTRIBUZIONE

«Abbiamo rivisto l’organizzazione per recuperare efficienze che si erano perse. Il mercato che tirava aveva nascosto tante magagne. La crisi ci ha mandati a rivedere ulteriormente i costi, ottimizzare gli investimenti, rivedere processi, mettere in pista progetti di evoluzione organizzativa che vanno in direzioni precise: un compito in cui ci hanno aiutato anche tutti i nostri collaboratori, attraverso un sistema di azioni di miglioramento che tiene in considerazione e sviluppa le idee e i suggerimenti di chiunque lavori in Mef. Noi, del resto, da 15 anni facciamo formazione ad ogni livello, dalla proprietà fino all’ultimo arrivato. Formazione tecnica e comportamentale».

Giancarlo Emanuel

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Ma quando mi paghi?

Il fenomeno dei ritardi nei pagamenti si ripercuote negativamente sull’attività d’impresa, pregiudicando operatività e risorse disponibili. Questo è ancor più vero in una fase congiunturale critica come l’attuale, in cui i ritardi nei pagamenti appesantiscono notevolmente gli oneri a carico delle imprese. Sono particolarmente colpite le piccole e medie aziende, che risentono dei maggiori vincoli finanziari e strutturali. Il problema acquista maggiore rilevanza quando il ruolo di debitore è assunto dalla Grande Committenza in mercati strategici come l’energia, i trasporti e le comunicazioni e dalla stessa Pubblica Amministrazione. Nel mese di novembre 2010 il Servizio Studi di ANIE ha promosso un’indagine rapida quali/ quantitativa fra le imprese, con il principale obiettivo di offrire una “fotografia” dei ritardi nei pagamenti sperimentati dagli operatori elettrotecnici ed elettronici soci della Federazione. L’indagine ha inteso, in particolare, valutare allo stato attuale consistenza e modalità del fenomeno dei ritardi nei pagamenti per le imprese e la sua evoluzione in tempi recenti. L’analisi si è, inoltre, posta l’obiettivo di individuare operatori più o meno virtuosi e di attuare un sintetico confronto fra il nostro Paese e quelli europei ed extraeuropei. Le imprese ANIE nella morsa dei ritardati pagamenti La quasi totalità (86 per cento) delle imprese elettrotecniche ed elettroniche operanti nei settori strategici dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni che hanno preso parte all’indagine, dichiara di aver riscontrato nel corso del 2010 ritardi extracontrattuali nei

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Secondo un’indagine effettuata da ANIE presso le imprese associate risulta che l’86% delle aziende del settore ha riscontrato ritardi nei pagamenti: oltre 150 giorni in media il differimento da parte dei committenti pubblici

Le principali caratteristiche del campione di imprese

Distribuzione % del campione d’imprese per dimensione aziendale Piccole imprese 32%

Grandi imprese 21%

Medie imprese 47%

Distribuzione % del campione d’imprese per collocazione geografica Sud e Isole 10% Centro 5%

Nord Ovest 55%

Nord Est 30%

Fonte: Servizio Centrale Studi Economici ANIE

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Imprese che hanno riscontrato ritardi nei pagamenti 86%

ECONOMIA

Ritardi medi di pagamento riscontrati dalle imprese ANIE in Italia, anno 2010 numero di giorni per tipologia di attore, risposte multiple

160 140 120 100 80 60 40 20

Committenti trasporti

Committenti energia

PA locale

Committenti comunicazioni

0 PA centrale

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Imprese che non hanno riscontrato ritardi nei pagamenti 14%

Clienti pubblici

I ritardi dei pagamenti nell’Unione Europea Da un breve confronto con le dinamiche che le imprese elettrotecniche ed elettroniche italiane si trovano ad affrontare fuori dai confini nazionali, seppur in presenza di criticità nell’ottenimento dei pagamenti nei termini contrattuali, si evidenzia il primato negativo per ritardi del mercato nazionale. In Europa, oltre la metà delle imprese (56 per cento) non ha riscontrato ritardi nei pagamenti, una percentuale ben diversa da quella evidenziata nel nostro Paese, dove il fenomeno sembra purtroppo aver assunto i caratteri di pratica usuale. I ritardi medi sperimentati dalle imprese elettrotecniche ed elettroniche italiane con i clienti privati al di fuori dei confini nazionali si avvicinano ai 30 giorni (45 giorni era il corrispondente dato evidenziato nel mercato domestico). Quando si verifica un ritardo nei pagamenti, risulta in ogni caso particolarmente difficile ottenere il riconoscimento

Imprese ANIE che hanno riscontrato ritardi nei pagamenti in Italia, anno 2010 numero di imprese in % sul totale

Clienti privati

pagamenti. Solo il 14 per cento segnala, al contrario, di non aver sperimentato forme di dilazione nel saldo delle fatture da parte dei propri clienti. Guardando al numero medio di giorni extracontrattuali di ritardo nei pagamenti per tipologia di attore, emergono dalle risposte delle imprese maggiori difficoltà nell’interazione con i clienti pubblici: in media oltre 150 giorni di ritardo nei pagamenti, mentre l’analogo dato per i clienti privati è vicino ai 45 giorni. Più in dettaglio è la Pubblica Amministrazione locale a mostrare una maggiore propensione alla dilazione dei pagamenti. Fra i Grandi Committenti, sono in particolare gli operatori nel settore dei trasporti ad evidenziare ritardi più accentuati (pari a circa 60 giorni). Il fenomeno dei ritardi nei pagamenti nel nostro Paese è accentuato anche dalla gestione degli interessi. La quasi totalità delle imprese ANIE che ha preso parte all’indagine (88 per cento) non ha, infatti, visto riconosciuto il pagamento degli interessi. Analoghe percentuali si riferiscono nel dettaglio per tipologia di attore pubblico e privato, nei diversi settori dell’energia, trasporti e comunicazioni. Nell’ultimo biennio (anni 2009-2010), per le imprese del campione, la situazione relativa ai ritardi nei pagamenti, complice la crisi ed i suoi effetti sulla liquidità, ha visto un drastico peggioramento, a fronte di una situazione già critica (per quasi il 70 per cento delle aziende intervistate). Il 30 per cento delle imprese che hanno preso parte all’indagine dichiarano una situazione stabile, mentre nessun operatore ha segnalato un miglioramento. È questo un elemento particolarmente critico in una fase di forte contrazione dei margini come l’attuale.

Fonte: Servizio Centrale Studi Economici ANIE

degli interessi e questo si verifica trasversalmente alla tipologia di cliente coinvolto. Con riferimento ai Paesi europei, vengono indicati come più virtuosi Germania, Regno Unito e Malta, mentre, al contrario, si riscontrano maggiori difficoltà in Spagna, Grecia e Romania. A differenza di quanto riscontrato nel nostro Paese, dalle indicazioni delle imprese non si evidenzia un peggioramento del fenomeno dei ritardi nei pagamenti nell’ultimo biennio, ma una situazione di sostanziale stabilità (per il 70 per cento delle imprese del campione). Il peggioramento dei ritardi in tempo di crisi sembrerebbe, dunque, pregiudicare, quale onere aggiuntivo e ostacolo all’attività ordinaria e straordinaria aziendale, soprattutto le

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imprese che operano principalmente in Italia rispetto ai competitor europei. I ritardi dei pagamenti nei Paesi extraeuropei Per quanto riguarda i Paesi extraeuropei, la situazione dei ritardi nei pagamenti per le imprese elettrotecniche ed elettroniche italiane sembra decisamente peggiorare rispetto al contesto europeo. Il 70 per cento delle imprese del campione ha evidenziato nel 2010 fenomeni di dilazione nei pagamenti. Su tale dato si riflettono peculiarità che variano da nazione a nazione ed una diversificazione nei mercati di sbocco in cui si trovano a operare le imprese. Anche nei territori extraeuropei i ritardi sono stati riscontrati soprattutto da parte dei clienti pubblici e, in caso di ritardo, risulta comunque estremamente difficile ottenere il pagamento degli interessi. Vengono indicati come più virtuosi Stati Uniti, Svizzera e Israele, mentre, al contrario, le maggiori difficoltà si hanno in Algeria, Egitto, Marocco, Siria e Qatar. In alcuni di questi Paesi i ritardi nei pagamenti degli attori pubblici possono arrivare a superare i 200 giorni. Dalle indicazioni delle imprese che hanno preso parte all’indagine non si evidenzia, anche al di fuori dei confini europei, un peggioramento del fenomeno nell’ultimo biennio, ma una situazione di stabilità (per circa il 70 per cento del campione). Le principali conseguenze per le imprese Dal quadro emerge che le imprese, strette nella morsa di pagamenti dilazionati e condizionate al tempo stesso da una difficile congiuntura, hanno subito rilevanti conseguenze sia nella gestione ordinaria, sia, elemento più critico, nelle scelte strategiche. In particolare, per arginare le sofferenze nel breve periodo, le imprese si sono viste costrette a ritardare a loro volta i pagamenti ai fornitori (per quasi l’80 per cento del campione) ed a rivolgersi, accrescendo l’indebitamento, agli Istituti di credito (più del 60 per cento). È stato segnalato, inoltre, un incremento degli oneri, finanziari e non, che si va ad aggiungere ad una situazione già precaria. Un ulteriore elemento di elevata criticità (segnalato dal 30 per cento degli operatori) è dato, in conseguenza alle minori risorse disponibili, dalla contrazione degli investimenti previsti, fattore molto rilevante in quanto pregiudica le traiettorie di sviluppo futuro dell’impresa e la sua stessa sopravvivenza. «Il fenomeno dei ritardi nei pagamenti si ripercuote negativamente sull’attività d’impresa, pregiudicando operatività e risorse disponibili» ha commentato Maria Antonietta

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Imprese ANIE che hanno riscontrato ritardi nei pagamenti in Europa, anno 2010 numero di imprese in % sul totale

Imprese che non hanno riscontrato ritardi nei pagamenti 56%

Imprese che hanno riscontrato ritardi nei pagamenti 44%

Imprese ANIE che hanno riscontrato ritardi nei pagamenti nei Paesi extraeuropei, anno 2010 numero di imprese in % sul totale

Imprese che non hanno riscontrato ritardi nei pagamenti 29%

Imprese che hanno riscontrato ritardi nei pagamenti 71%

Fonte: Servizio Centrale Studi Economici ANIE

Portaluri, Direttore Generale Confindustria ANIE. «Questo è ancor più vero in una fase congiunturale critica come l’attuale, in cui i ritardi nei pagamenti appesantiscono notevolmente gli oneri a carico delle imprese. Sono particolarmente colpite le piccole e medie aziende, che risentono dei maggiori vincoli finanziari e strutturali. Il problema acquista maggior rilevanza», ha precisato Portaluri, «quando il ruolo di debitore è assunto dalla Grande Committenza in mercati strategici come l’energia, i trasporti e le comunicazioni e dalla stessa Pubblica Amministrazione». a cura della Redazione

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Come affrontare la gestione del rischio credito

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per tutti: i rapporti con i clienti (ordini, consegne, reclami, assistenza, ecc.) sono tutte azioni legate una con l’altra e finalizzate ad evitare di dare motivo di insoddisfazione al cliente e, quindi, di sentirsi autorizzato a non rispettare i pagamenti concordati. La sesta, ma non l’ultima, è di credere fermamente che la corretta gestione del credito sarà sempre più di fondamentale importanza per il futuro dell’impresa, non solo per migliorare la gestione economico/ finanziaria interna ed essere più autonomi possibile, ma anche per poter dimostrare agli Istituti di credito ed ai fornitori quanto siamo affidabili, quanto cioè la nostra affidabilità abbia valore. Quest’ultimo punto sarà sempre più centrale nei rapporti commerciali del futuro. Morale della favola: basta improvvisazione ed impariamo a proteggere il nostro patrimonio aziendale facendoci aiutare da chi la materia la conosce molto bene e non si basa solo sulle “teorie”.

IMPRESE

La necessità di “innovare” per essere al passo con i tempi ed affrontare con serenità le future sfide del Mercato Globale, è decisamente per tutte le imprese un imperativo. Mentre i prodotti tradizionali rappresentano ancora lo “zoccolo duro” dell’attività dell’impresa, s’intravede un interessante nuovo mercato per i prodotti così detti “low cost” e per quelli fortemente innovativi. In questo scenario, la gestione del Rischio Credito non poteva certamente rimanere al palo. Inoltre, il cambiamento nei rapporti Banca/Impresa, a seguito della crisi del sistema finanziario mondiale e dell’introduzione di Basilea 2 e 3, hanno evidenziato la fragilità della struttura patrimoniale di moltissime aziende. L’aver sempre privilegiato la “vendita” all’utile o al margine, non è più considerata una strategia vincente. Poiché, tuttavia, le modalità di pagamento sono sempre più una delle principali componenti della vendita, l’azienda deve convincersi che questo non è più un elemento da trascurare o improvvisare, ma al quale dedicare la massima attenzione e competenza. La prima regola è di dotarsi, al proprio interno, di una o più persone ben “preparate” sulla materia Rischio Credito. La seconda è quella di attribuire ad ogni cliente un rating ed un fido massimo accordabile. Per fare questo, è buona norma farsi aiutare da un’Agenzia Specializzata. La terza è di attivare un sistema che tenga sotto controllo giorno per giorno la vita economico/amministrativa/finanziaria del cliente o fornitore ed anticipi eventuali problematiche. La quarta è di avere all’interno una procedura ben definita per trattare gli insoluti. La quinta è quella di dirigersi verso il concetto di “azienda unica”, tutti per uno e uno

Poche regole per dedicare la massima attenzione ad un elemento fondamentale del patrimonio aziendale, senza improvvisare

a cura di Domenico Bracone Fox & Parker Group

Per non sottovalutare i clienti Nell’ottica di una costante innovazione e con il preciso intento di seguire il cliente in tutte le problematiche relative alla gestione del credito in Italia e all’estero, Fox & Parker Group, da specialista, presenta sul mercato tre nuovi prodotti: - FCRB Fox Credit Risk Bureau, la “Centrale Rischi” di Fox & Parker, con dati ufficiali e Business Payment Experiences Community; - FOXPANEL Light + FCRB, il monitoraggio sistematico ed integrato con FCRB del portafoglio clienti/fornitori; - FOXPANEL, la completa e specialistica piattaforma esistente sul mercato per la gestione del credito commerciale in azienda.

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La ricerca di nuovi mercati: sfida per le piccole imprese

Internazionalizzazione, esportazione e scoperta di nuovi mercati più dinamici sono le grandi opportunità che le piccole imprese possono e devono cogliere per rilanciare l’economia del Paese. Con 6.000 interviste a piccoli imprenditori italiani clienti UniCredit ed un questionario ad oltre 200 Associazioni di categoria e Confidi, il settimo Rapporto sulle Piccole Imprese: “La ricerca di nuovi mercati: la sfida delle piccole imprese fra cambiamento e tradizione”, tasta il polso alla vitalità e reattività di quei circa 5 milioni di imprese con meno di 50 addetti attualmente operanti in Italia, e ne evidenzia le possibilità di crescita grazie alla ricerca di nuovi mercati. Il questionario, in particolare, tocca un ricco ventaglio di temi: dall’innovazione alla collaborazione tra attori di territorio, dalla strategia di impresa all’internazionalizzazione, dal rapporto banca/impresa al ruolo di Confidi e Associazioni di categoria. L’analisi si articola su tre filoni di approfondimento, partendo dalle leve a disposizione delle piccole imprese per affrontare la sfida dei mercati esteri: la valorizzazione del territorio, inteso come patrimonio conoscitivo, naturale e produttivo, l’innovazione e la rete tra imprese. Internazionalizzazione e competitività dei territori sono, infatti, aspetti fortemente complementari: il Made in Italy nasce, cresce e si sviluppa a livello locale ed è dal forte radicamento locale che trae la propria forza a livello globale.

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Presentato recentemente il Settimo Rapporto UniCredit sulle Piccole Imprese, dedicato quest’anno alla sfida della globalizzazione e della scoperta di nuovi mercati quali strategie di rilancio per il Paese e le PMI

La congiuntura economica Nonostante tra aprile e maggio 2009 fossero emersi i primi segnali di ripresa per l’Italia, anche se in misura meno vivace rispetto agli altri Paesi, nel secondo semestre 2010 si osserva un rallentamento della ripresa. Le statistiche evidenziano peraltro il differente passo della domanda interna rispetto a quella estera: a fronte di ritmi contenuti di recupero per investimenti e consumi privati, le componenti dell’interscambio commerciale confermano, invece, il contributo positivo delle esportazioni nette. L’indice di fiducia I risultati dell’indagine UniCredit sulla fiducia dei piccoli imprenditori effettuata tra giugno e settembre 2010 confermano il perdurare di una situazione d’incertezza, legata probabilmente al protrarsi delle difficili condizioni che da più di un anno caratterizzano il contesto dell’economia globale. Rispetto al 2009, l’indice di fiducia sintetico scende di due punti, passando da 93 a 91. Resta alto il divario tra i giudizi espressi sui 12 mesi passati e quelli sui 12 mesi futuri: 78 per i primi, 104 per i secondi, valore quest’ultimo analogo a quello registrato nel 2007, anno pre-crisi. Uno dei risultati più interessanti riguarda la maggiore fiducia espressa dagli imprenditori che svolgono attività internazionale, segno di maggiore solidità di impresa. L’indice di fiducia sui 12 mesi futuri

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Il ruolo chiave della domanda estera Dall’analisi emerge il ruolo chiave della domanda estera, sia rispetto alla domanda interna del settore privato, che risulta debole a causa della scarsa crescita demografica e dei problemi connessi anche in termini di redistribuzione del reddito, sia rispetto alla componente pubblica, vincolata dalla necessità di risanamento del debito. Nel lungo periodo, la crescita dell’Italia dipende, dunque, dalla capacità delle aziende di conquistare quote di mercato crescenti a livello globale, soprattutto nei Paesi emergenti ad alto tasso di crescita. Superare le criticità Dal confronto internazionale emerge come l’Italia sia ben posizionata dal punto di vista dello scambio di beni e servizi: siamo al settimo posto fra i paesi esportatori. Tuttavia, l’indagine conferma come i vincoli dimensionali comportino alcune criticità, tra cui la polarizzazione su un numero limitato di mercati di sbocco, specie per gli operatori più recentemente affacciatisi sull’estero (il 47,8 per cento delle imprese opera su un solo mercato e il 21,8 per cento su due). Prevalgono, inoltre, strategie di globalizzazione a “medio raggio”: più del 70 per cento delle esportazioni è rivolta verso i mercati maturi dell’Europa occidentale. Occorre dunque aumentare la presenza sui mercati emergenti: non solo Cina e India, ma anche i più vicini mercati dell’Europa centro orientale, che tra il 2001 e il 2009 hanno contribuito per due terzi alla crescita complessiva dell’export italiano. La piccola dimensione delle imprese italiane potrebbe essere un ostacolo per il prossimo futuro se non fosse accompagnata da un cambio di prospettiva. A fronte della profonda metamorfosi dello scenario globale, occorre avviare un processo di rafforzamento del tessuto produttivo che consenta di partecipare con profitto ai nuovi equilibri del commercio internazionale, orientati sempre di più verso mercati non solo geograficamente più lontani. In quest’ottica, la patrimonializzazione è un aspetto chiave, su cui esistono ampi spazi di miglioramento. I dati rivelano vi sia ancora un utilizzo eccessivo della leva finanziaria: il 58,5 per cento delle imprese internazionalizzate presenta una leva superiore al 75 per cento.

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Da soli è sempre più difficile farcela Nonostante l’individuazione di controparti commerciali costituisca il primo e forse più importante scoglio nei processi di internazionalizzazione, i risultati dell’indagine mostrano come il primo approccio ai mercati esteri sia avvenuto in maniera autonoma, ovvero servendosi del passaparola fra imprese, della ricerca su Internet, o partecipando a fiere di settore. Anche per quanto riguarda l’operatività ordinaria, il ricorso a soggetti esterni appare ancora limitato, vuoi per una innata tendenza al “fare da sé”, vuoi per una mancata conoscenza di iniziative e servizi dedicati. La sfida dei mercati internazionali richiede modelli organizzativi diversi, che siano in grado di limitare le criticità poste dalla frammentazione del sistema produttivo e che parallelamente possano essere di stimolo per l’adozione di innovazioni di prodotto e di processo. Per ovviare ai vincoli posti dalla piccola dimensione da più parti, vi è un deciso richiamo a dare vita a reti di imprese, necessarie a far massa critica e consolidare il posizionamento competitivo sui mercati internazionali.

ECONOMIA

registrato dalle aziende internazionalizzate è, infatti, pari a 107, superiore di ben 6 punti rispetto alla fiducia espressa dalle aziende non internazionalizzate.

Filiere globali, Confidi e Associazioni di categoria Come rilevato dall’indagine Unicredit, la partecipazione a filiere globali consente alle realtà di piccole dimensioni di affacciarsi (direttamente o indirettamente) sui mercati esteri con maggiore autonomia, contenendo al minimo l’impatto degli elevati costi fissi associati ai processi di internazionalizzazione. Purtroppo, la partecipazione a reti di impresa appare ancora limitata: il 20,5 per cento delle imprese internazionalizzate intervistate dichiara di appartenere ad un distretto ed il 16,7 per cento ad una filiera globale. Appena l’8,5 per cento di-

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chiara di appartenere a entrambe queste forme di rete. Sempre in un’ottica di concertazione tra attori del territorio, importante è anche il ruolo di Confidi. Come emerge dall’indagine UniCredit, durante la fase più acuta della crisi i Confidi hanno reso più trasparente lo scambio di informazioni tra banca e piccola impresa, grazie ad un effetto di segnalazione (positivo) che si è sommato alla tradizionale fornitura di garanzie accessorie. Parimenti strategiche risultano essere le Associazioni di categoria, non solo nell’ambito della consulenza e della formazione dei propri associati, ma anche nei processi di internazionalizzazione. I risultati di una seconda indagine rivolta specificatamente ad Associazioni di categoria e Confidi confermano per entrambi un ruolo di interlocutori qualificati. Il sistema bancario La piena valorizzazione di benefici dell’appartenenza ad una rete richiede il contributo del sistema bancario, soprattutto per quanto riguarda le modalità di valutazione del merito creditizio sotto il profilo della componente relazionale/qualitativa, particolarmente importante nel caso delle piccole imprese. Inoltre, per fornire pieno supporto ai processi di internazionalizzazione delle piccole imprese e mitigare i rischi di razionamento del credito, occorre una conoscenza specifica dei mercati di sbocco esteri e delle procedure economiche e bancarie lì prevalenti, conoscenza che nel sistema creditizio solo banche internazionali sono in grado di possedere. La rete estera delle banche italiane internazionalizzate rappresenta un’importante leva strategica da sfruttare, una vera e propria “porta di accesso” ai mercati esteri. Su cosa puntare Gli operatori italiani si distinguono sui mercati mondiali per una produzione unica, non replicabile all’estero e di qualità estremamente elevata. Per vincere la sfida dei mercati globali è dunque indispensabile puntare sul “Made in Italy”, ovvero su caratteristiche quali la creatività, il design, l’artigianalità industriale, che consentano alle imprese di realizzare beni quasi “su misura” per i clienti, anche in settori high tech come la meccanica o i mezzi di trasporto. In un’era in cui la globalizzazione sempre più influenza la competitività e la struttura industriale dei Paesi, le sfide cruciali per il futuro sono essenzialmente: - il miglioramento del rapporto qualità/ prezzo, puntando sulla qualità del prodotto italiano;

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- la conquista della nuova e numerosa classe di consumatori benestanti di Paesi emergenti grazie alle produzioni di beni di consumo di fascia medio/alta. Non è necessario andare lontano, si può puntare, ad esempio, sui mercati dell’est Europa e del bacino del Mediterraneo; - le strategie di marketing e comunicazione, chiave per upgrading strategico delle aziende. Le imprese che hanno reagito alla crisi hanno, infatti, adottato due strategie principali: - è proseguito l’upgrading qualitativo avviato prima della crisi, pur con un maggior controllo dei costi; - circa la metà delle piccole imprese internazionalizzate sembra aver introdotto forme di upgrading strategico, ovvero un approccio più elaborato ai mercati. Il ruolo della banca e delle istituzioni I risultati dell’indagine sulle piccole imprese confermano l’importanza di un rapporto stabile con la banca, specie se internazionalizzata, in un’ottica di reciproca trasparenza e informazione. Dal canto suo, la banca deve offrire prodotti e servizi mirati, per ridurre i costi fissi associati ai processi di internazionalizzazione. Per quanto riguarda le istituzioni pubbliche a supporto dell’internazionalizzazione, è fondamentale un maggior coordinamento e razionalizzazione dei diversi soggetti, con una regia governativa forte. Per ridurre costi e tempi degli interventi è, inoltre, auspicabile il coinvolgimento dei privati e la sussidiarietà orizzontale. a cura della Redazione

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È tempo di Energy!

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Maurizio Gambini

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group, è un nuovo strumento per consolidare il rapporto con il cliente. Dunque, un’iniziativa in grado di portare, come abbiamo già sottolineato, vantaggi reali, concreti e tangibili per tutti gli attori del mondo elettrico, seguendo un percorso di crescita di numero in numero, grazie anche agli spunti ed ai suggerimenti provenienti dal mercato, per arrivare ad essere uno strumento da vivere tutti insieme da protagonisti con passione ed energia, un vero punto di riferimento per il proprio lavoro quotidiano. In occasione dell’Energy Night è stato anche presentato il Calendario 2011 Maurigroup, dodici emozionanti scatti, immortalati dal fotografo Emanuele Sironi, che hanno fatto da cornice all’evento. L’appuntamento è ora con il numero di marzo, che sarà presentato in occasione dell’ Energy Day, un appuntamento mensile che si svolgerà presso ogni filiale Maurigroup nel giorno della distribuzione del catalogo Energy. I clienti saranno invitati a gustare una colazione speciale, a base di caffè, brioches e “offerte extraordinarie”. Una carica energetica forte e davvero unica!

N°01 GENNAIO 2011

Energy Night, una vera e propria festa all’insegna delle emozioni, dell’informazione e dell’energia che ha coinvolto clienti, fornitori e dipendenti di Maurigroup

N°02

Anche nel 2011 Maurigroup prosegue nel suo impegno per lo sviluppo del rapporto commerciale con i propri clienti e fornitori attraverso attività strategiche e di comunicazione mirate. E rientra in questo percorso la nuova pubblicazione Energy, il cui primo numero è stato presentato in occasione dell’Energy Night, un evento tenutosi lo scorso 26 gennaio sul palcoscenico del Live di Trezzo sull’Adda (MI): una vera e propria festa all’insegna delle emozioni, dell’informazione e dell’energia che ha coinvolto clienti, fornitori e dipendenti della società. Un trionfo d’energia, condiviso con oltre 500 partecipanti tra balli, performance artistiche e musica. Energy nasce con un preciso obiettivo: fissare un appuntamento mensile che generi sinergie positive sia tra le molteplici attività che il gruppo, presente in Lombardia ed Emilia Romagna, intraprende, sia tra tutti gli attori del mercato, dal produttore all’installatore, per innescare un circolo virtuoso fatto di vantaggi reali, concreti e tangibili. Vuole, inoltre, essere un momento di confronto quotidiano per aggiornare, informare e, soprattutto, restare in contatto con i propri clienti, che possono così cogliere opportunità, promozioni, novità, informazioni normative, corsi di formazione e tanto altro ancora. Essere informati è, infatti, oggi uno dei presupposti fondamentali per poter affrontare a testa alta una competizione che diventa di giorno in giorno sempre più serrata; per questo, l’informazione di Energy sarà sempre mirata e puntuale, sia sulle tendenze di mercato, sia sui nuovi prodotti. Ma questa pubblicazione non è solo un comune catalogo promozionale per i clienti: è anche un calendario dinamico di attività da costruire insieme con i fornitori, un palcoscenico attraverso il quale far conoscere i prodotti, le novità, le iniziative che possano soddisfare le esigenze e le attese dei clienti. Infine, per la rete commerciale di Mauri-

Uno strumento ad alto contenuto energetico per aggiornare, informare e, soprattutto, restare in contatto con i propri clienti

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Solidarietà per l’Africa dal mondo elettrico

Rudimentale, ma efficiente installazione di un impianto fotovoltaico su un’abitazione

Il progetto Carlo Zangarelli nasce dalla volontà del gruppo Energia per lo Sviluppo di Pontassieve, con il sostegno logistico del gruppo donatori di sangue Fratres di Pontassieve e la gestione operativa della cooperativa Lama Development & Cooperation di Firenze, di impegnarsi in un progetto di solidarietà internazionale, contribuendo allo sviluppo ed al miglioramento delle condizioni di vita in alcuni villaggi del Senegal, favorendo processi di crescita che coinvolgano direttamente la popolazione beneficiaria. Tre sono gli elementi fondamentali del progetto: - energy. Energia come elemento base per lo sviluppo di tutti gli altri settori (educazione, sanità, agricoltura, ecc.); - empowerment. Ovvero “dare potere” alle popolazioni beneficiarie, trasferire loro competenze tramite percorsi di formazione: “insegnare a pescare”; - environment. Promuovere uno sviluppo

Un piccolo contributo per lo sviluppo e il miglioramento delle condizioni di vita in alcuni villaggi del Senegal

che sia non solo nelle mani dei beneficiari, ma che abbia anche caratteristiche di rispetto dell’ambiente. Il progetto vedrà coinvolti alcuni villaggi nel Nord del Senegal, presso la comunità di Merina Dakhar, dipartimento di Tivaouane, e la comunità di Ndande, dipartimento di Kebemer, in un territorio principalmente costituito da savana e tendente alla desertificazione. Economia del territorio Le principali attività economiche dei villaggi sono l’allevamento e l’agricoltura stagionale di coltivazioni pluviali come miglio, sorgo, soia ed arachidi. Nei periodi dove non vi sono attività agricole da svolgere, molti uomini lavorano fuori dai villaggi nel piccolo commercio e come muratori. Il reddito della famiglia media è basso, ma quasi mai ad un livello da non permettere la sussistenza alimentare. L’accesso a molti servizi (sanità, istruzione, elettricità, trasporti, ecc.) è notevolmente ristretto non solo dall’offerta scarsissima, ma anche dall’indisponibilità di risorse liquide da parte delle famiglie. Una larga parte dei redditi locali è dipendente dalle rimesse provenienti dagli emigrati. Servizi esistenti Il Senegal presenta una forte disparità di servizi e di qualità della vita fra aree urbane e rurali. In queste ultime, molti dei servizi di base sono carenti o addirittura inesistenti. Per quanto riguarda le strade, solo quella statale è asfaltata. Molti villaggi sono raggiungibili solo con carretti trainati da asini e con auto fuoristrada. Gli abitanti dei villaggi periferici devono percorrere molti chilometri a piedi per arrivare ai vil-

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Obiettivi del progetto Il progetto Carlo Zangarelli si prefigge i seguenti obiettivi: - aumentare l’offerta di servizi a beneficio delle popolazioni locali e delle fasce maggiormente escluse; - ridurre l’esclusione energetica attraverso l’incremento dell’accesso alle energie rinnovabili (fotovoltaico) nei villaggi; - generare attività economiche autosostenibili che offrano i servizi di cui sopra, attraverso l’instaurazione di dinamiche di social business, con generazione di reddito a ricaduta locale; - creare e rendere operativa un’impresa

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Organizzazione del progetto Gruppo Energia per lo Sviluppo Pontassieve Gruppo Fratres Donatori di Sangue Pontassieve Cooperativa Lama Development & Cooperation, Firenze Con il supporto di: CNA Pontassieve Sansone S.r.l., Pelago (FI) Pelletterie Rosano, Pontassieve (FI) Chelli S.r.l. SEA soc.cons.rI, Pontassieve Flexalighting V, Pontassieve Solaris S.r.l., Milano Associazione Sunugal, Milano

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laggi più grandi, dove si trovano i mercati, l’ambulatorio distrettuale e le scuole secondarie, e dove passano i collegamenti via autobus con il resto del Senegal. Le scuole primarie sono abbastanza presenti nei vari villaggi, tuttavia sono sprovviste dei servizi più basilari (elettricità, acqua corrente). Il tasso di abbandono degli studi è ancora molto alto. I servizi sanitari sono molto carenti, soprattutto a livello decentrato. Nei villaggi sono presenti le Cases de Santé, piccoli centri sanitari poco forniti ed anch’essi spesso privi di elettricità ed acqua corrente. Possono, inoltre, offrire solo alcuni medicamenti di base a pagamento. L’infermiera, in genere una donna del villaggio che ha ricevuto una formazione ostetrica di base, lavora a titolo puramente volontario. I ricavati della vendita dei medicinali permettono a questa figura di acquistarne di nuovi. Per malattie vere e proprie, dall’influenza alla malaria, ci si deve spostare ai Postes de Santé, ambulatori più organizzati presenti nei villaggi più importanti. Molti villaggi sono dotati di acqua corrente, cosa che spesso ha reso obsoleto l’uso del pozzo del villaggio, di difficile gestione. Tuttavia, l’acqua ha un costo abbastanza elevato per i redditi familiari medi, e non può essere utilizzata per l’agricoltura. Solo il 10% dei villaggi è allacciato alla rete elettrica nazionale, in genere quelli adiacenti alla strada statale, lungo la quale passa la rete di distribuzione ad alta tensione. Il prezzo dell’elettricità risulta in ogni caso proibitivo per la maggior parte degli abitanti. Nei villaggi non raggiunti dalla linea elettrica, alcune famiglie hanno installato alcuni rudimentali sistemi fotovoltaici che riescono a supportare alcune lampadine. Questi impianti sono spesso finanziati grazie alle rimesse degli emigranti.

di diritto senegalese formata da migranti di ritorno e da soggetti locali, che abbia come attività principale l’installazione di impianti fotovoltaici e permetta la realizzazione di impianti per servizi pubblici con il finanziamento dei fondi raccolti da Energia per lo Sviluppo e dal Gruppo Fratres di Pontassieve. Seguirà, quindi, un’attività di cofinanziamento dell’installazione di impianti fotovoltaici presso le abitazioni degli abitanti dei villaggi, che potranno finalmente godere dell’elettrificazione nella propria casa. Attività Nella prima parte del progetto sono state sviluppate le seguenti attività: - selezione del gruppo di installatori senegalesi e di un tutor di affiancamento; - corso di installazione di impianti fotovoltaici presso la sede del consorzio SEA (Sistemi Energetici Alternativi) di Pontassieve e visita di alcuni siti dove sono in costruzione installazioni fotovoltaiche. Corso di formazione sulla gestione di impresa organizzato da CNA Pontassieve; - installazione di un impianto fotovoltaico per la Case de Santé di Santhiou Mour; - installazione di un impianto di illuminazione pubblica alimentato da fotovoltaico nella piazza centrale di Ndiah da Te, punto di socializzazione del villaggio; - installazione di un impianto di illuminazione pubblica alimentato da fotovoltaico nella piazza centrale di Daraay Sode, che alimenterà anche la scuola; - installazione di un impianto fotovoltaico per la Case de Santé di Ndiaye Thioro. Elisa Pastorino

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Comfort, massime prestazioni e costi ridotti

Questo è quanto si chiede ad uno strumento indispensabile per il lavoro della distribuzione. Ampia l’offerta sul mercato per tutte le situazioni e le dimensioni dei materiali da trasportare, con un occhio anche all’ambiente

Roberto Fumarola, Direttore del Mercato Italia di Fiat Professional

Giovanni Portanova, Brand Manager LCV di Renault

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Non c’è stato il salto in avanti che tutti si auspicavano, ma il mercato del veicolo commerciale l’anno scorso è comunque salito del 6,2 per cento rispetto a un 2009 che possiamo tranquillamente definire disastroso, con le vendite ferme al livello più basso degli ultimi 11 anni. In totale sono stati 186.738 i mezzi da lavoro venduti, grazie soprattutto ad un primo trimestre molto positivo (più 26 per cento) favorito dagli incentivi. Esaminando il mercato per segmenti, da notare il più 61,4 per cento fatto segnare dai minicargo e il 10 per cento d’incremento dei furgoni di grandi dimensioni con Massa Totale a Terra di 3,5 tonnellate. Tra i vari marchi, da segnalare i brillanti risultati di Fiat Professional, con 82.229 veicoli venduti, e un miglioramento del 13,87 per cento, il che porta la quota di mercato del primo costruttore nazionale al 44,03 per cento. Anno positivo anche per Iveco, che con il solo Daily ha raggiunto una quota dell’8,17 per cento. Per quel che riguarda, invece, i marchi stranieri, si delinea un vero dominio francese, con in prima fila Peugeot, che con 14.772 furgoni venduti conquista una quota del 7,91 per cento, con una crescita rispetto al 2009 del 9,45 per cento. Al secondo posto Citroen, con il 7,18 per cento, e al terzo Ford, che se pure fa qualche passo indietro rispetto al passato, mantiene un buon 6,10 per cento

del totale. È in crescita, invece, Renault, che migliora le vendite dell’8,55 per cento e raggiunge il 5,51 per cento di quota di mercato, mentre Volkswagen si ferma al 4,47 per cento e Nissan al 3,8 per cento. Ultime due piazze, almeno tra i marchi maggiori, per Mercedes Benz (3,74 per cento di quota) e Opel (3,15 per cento). Fiat Professional si gode, dunque, un assoluto primato che nel 2010 è ulteriormente cresciuto, con il Ducato che si conferma il commerciale più venduto in Italia con 23.700 consegne (e una crescita del 14 per cento). «Abbiamo lavorato bene», commenta il Direttore del Mercato Italia Roberto Fumarola, «sfruttando tutte le opportunità per raggiungere una quota importante. Grazie soprattutto al Ducato, che è un veicolo eccezionale, così come Doblò e Fiorino, che sono cresciuti di molto, a dimostrazione di come nella distribuzione urbana ci sia sempre più bisogno di piccoli veicoli, capaci di muoversi agilmente nel traffico». Fiat Professional ha investito molto nelle trazioni alternative. «Soprattutto sul metano», prosegue Fumarola, «che è una forma di alimentazione pulita, economica e disponibile. Ci lavoriamo da anni e l’abbiamo portato su quasi tutta la gamma. Del resto l’orientamento delle aziende verso questi mezzi, anche dopo la fine degli incentivi, sta crescendo, per evi-

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Dossier Veicoli commerciali

Emissioni zero Se si va a spulciare tra le novità annunciate dai costruttori, si trovano frequentemente proposte ad emissioni zero. Peccato che, per ora, si tratti in gran parte di prototipi o, comunque, di furgoni che devono in pratica essere assemblati su misura, con le ovvie conseguenze sul prezzo. C’è un’unica eccezione, che non a caso mantiene poco meno del 70% del mercato europeo degli elettrici, il Piaggio Porter. Certo, si tratta di un’alternativa poco appetibile per chi deve trasportare quotidianamente grandi quantitativi di merce, ma i 5.000 pezzi già venduti stanno a dimostrare che la soluzione offerta dall’azienda di Pontedera, preziosa per chi deve muoversi in ambito urbano senza fare caso a i divieti, funziona. Scendendo nel dettaglio tecnico, la versione più recente del Porter è stata dotata di un nuovo motore elettrico, con circuito di eccitazione separata, di un driver di controllo rivisto e di nuovi cablaggi e software per la trasmissione. Il tutto per una gestione più efficiente dell’energia disponibile, oltre che per ottenere un’indicazione più precisa della velocità e degli altri parametri per la gestione e la manutenzione. Il che si traduce anche in un funzionamento più fluido, soprattutto in partenza, con la ripresa diventata più morbida e controllabile. Il Porter Electric Power 96V è equipaggiato con un selettore di velocità di marcia che gli permette di raggiungere i 110 km di autonomia, con una velocità massima di 57 km/h e una potenza di 11 kW. I tempi di ricarica delle batterie sono particolarmente contenuti; l’operazione può essere effettuata sia da una presa da 3 kW, sia da una domestica da 1,5 kW. Il normale ciclo di ricarica di 8 ore può essere sostituito da una ricarica rapida, che richiede soltanto due ore, rendendo il veicolo immediatamente operativo in caso di urgenze. Porter Electric Power di Piaggio tare limitazioni nella circolazione ed essere più in linea con le Direttive ecologiche». Volti soddisfatti anche in casa Renault. «Abbiamo chiuso l’anno con circa 10.000 mezzi immatricolati, quindi un buon miglioramento rispetto all’anno precedente», spiega Giovanni Portanova, Brand Manager LCV. Cosa vi aspettate per questo 2011? «Nel primo semestre credo continueremo a soffrire, mentre speriamo in una crescita sostanziosa nella seconda metà dell’anno. La nostra previsione è che in totale in Italia si venderanno circa 185.000 veicoli commerciali, con un 5,7 per cento in più rispetto al 2010». Con un aumento di volumi anche per Renault? «Sì, puntando sull’ampiezza della gamma, che va dalle derivate da autovetture come la Clio o la Twingo Van fino al Trafic, che è il leader tra i furgoni leggeri di produzione non italiana. E poi crediamo molto nel nuovo Master, disponibile in oltre 350 versioni, che già dispone dei motori Euro 5 con oltre un anno di anticipo rispetto alla scadenza imposta dalla legge. Inoltre, abbiamo investito molto nel programma PRO+, che riguarda circa il 50 per cento dei nostri concessionari e che mira ad alzare gli standard qualitativi proprio nei confronti della clientela professionale».

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La crescita della rete è anche l’obiettivo di Opel. «Sappiamo di avere un prodotto competitivo», spiega Alessandro Renda, di recente nominato Responsabile veicoli commerciali, «ma dobbiamo riorganizzarci meglio per quanto riguarda i concessionari. Anche in questo campo siamo però sulla buona strada. Il primo obiettivo per il 2011 è di far crescere le nostre quote, arrivando in totale a 7.000 immatricolazioni». Quali iniziative intraprenderete per favorire la crescita? «Il primo step riguarda i dealer; circa il 50 per cento ha già un’ottima competenza riguardo ai mezzi da lavoro, mentre la restante metà deve migliorare. Lo si vede bene dalle quote di mercato, che in alcune zone raggiungono anche il 12 per cento, mentre in altre si fermano al 2 per cento. Dobbiamo relazionarci meglio con la clientela, far conoscere i nostri prodotti come Movano e Vivaro, che per caratteristiche e prestazioni valgono i migliori concorrenti. In questo ci aiutano molto i Business Center che stiamo creando, scegliendo tra le concessionarie che hanno mostrato una vocazione maggiore nella vendita dei veicoli commerciali».

Alessandro Renda, Responsabile veicoli commerciali di Opel

Mauro Zola

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Citroen: un successo targato Jumper

Furgone multifunzione Jumper

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L’offerta Citroen per chi deve trasportare volumi importanti di materiale è focalizzata sul Jumper, furgone multifunzione di buon successo anche in Italia (in particolare grazie all’approccio commerciale aggressivo del marchio), che fa parte della famiglia, oggi più che mai sulla cresta dell’onda, che comprende anche il Ducato di Fiat Professionale e il Boxer di Peugeot. Sviluppati insieme, sono anche costruiti tutti nello stabilimento italiano Sevell. Tra i maggiori pregi del Jumper, oltre alla linea, che fin dal lancio dell’ultima versione, avvenuto nel 2006, si presenta moderna e funzionale, possiamo certo inserire la varietà di una gamma che copre in pratica tutte le esigenze del piccolo trasporto. Per quel che riguarda le dimensioni del vano di carico, si va dagli 8 metri cubi della versione a passo corto e tetto basso, fino ai 17 metri cubi di quella con dimensioni maggiori. Inoltre, per necessità specifiche, è possibile anche ricorrere ai telai, su cui montare, ad esempio, box in lega leggera, che portano il volume trasportato oltre i 20 metri cubi. Stessa ampia scelta per le motorizzazioni, tra cui spicca un moderno propulsore Euro 5 (con filtro antiparticolato di serie) da 3 litri di cilindrata, declinato in due potenze, 145 e 155 CV. A questo, sempre per chi ha esigenze di muoversi in centri urbani soggetti a limitazioni, si aggiunge una versione con filtro antiparticolato del 3 litri Euro 4 da 160 CV. Completa il quadro un interessante 2,2 HDi, con potenza di 100 o 120 CV. Per il resto l’impostazione è piuttosto tradizionale, con freni a disco abbinati ad ABS ed EBD, un cambio a 6 marce (a 5 sul 100 CV), sospensioni a ruote indipendenti davanti e paraboliche sul retrotreno. Molto curati gli interni, in particolare i sedili e le dotazioni. Completano il quadro delle offerte Citroen la multispazio Berlingo, che nella sua ultima versione può trasportare 3,3 o 3,7 metri cubi di merce in funzione del passo e dispone di diverse soluzioni motoristiche da 75 a 110 CV, e il furgone leggero Jumpy, adatto a trasporti piuttosto veloci essendo da poco equipaggiato con un Diesel Euro 5 da 163 CV, che completa una gamma piuttosto interessante. In questo caso, la capacità di carico varia tra i 5 e i 7 metri cubi, a seconda della configurazione scelta. Tra le motorizzazioni, oltre a quella già citata, può rivelarsi interessante per la distribuzione il 2 litri da 120 CV, disponibile anche con filtro antiparticolato. Un discorso a parte merita la furgonetta Nemo, ancora una volta progetto comune tra PSA e il Gruppo Fiat, rivelatosi un successo oltre le aspettative. Con un volume di carico di 2,5 metri cubi e una lunghezza complessiva di 3.864 cm, la Nemo si è dimostrata subito molto adatta per lavorare in città, dove riesce a scivolare agevolmente nel traffico pur mantenendo capacità da vero furgone, diventando così tra le scelte preferite degli artigiani così come dei piccoli corrieri. Attualmente le motorizzazioni sono soltanto due, un 1,4 benzina, più adatto alla versione per il tempo libero, uscita in un secondo tempo e risultata assai gradita sia in Francia, sia in Italia, e un 1,3 Diesel con iniezione diretta Common rail di ultima generazione, capace di sviluppare 75 CV.

Molto adatto per lavorare in città il veicolo Nemo

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Fiat Ducato

Doblò passo lungo

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Fiat Professional: attenzione alle trazioni alternative

Un primato meritato quello di Fiat Professional, costruttore che non soltanto dispone di una gamma completa, che può contare su eccellenze assolute, ma che è anche quello che più di ogni altro ha investito sulle trazioni alternative, mettendo a disposizione una gamma completa di furgoni, dal piccolo Fiorino al Ducato, alimentata a metano. E proprio dal Ducato è necessario partire, dato che si tratta del furgone più venduto in Italia, un successo che continua fin dal 2006, anno in cui venne presentata questa nuova versione, studiata apposta per portarsi ai vertici della categoria. Una posizione confermata dalla funzionalità della cabina, ma soprattutto dalla struttura stessa che, pur se poggia su di un telaio scatolato, come gran parte dei concorrenti, propone uno studio nuovo delle dimensioni del vano di carico, con una verticalizzazione delle pareti che porta una maggiore attitudine al carico rispetto alle dimensioni totali. Non a caso il Ducato nella sua versione più grande, in una lunghezza di 6,3 m (con altezza di 2,76 m) riesce a contenere ben 17 metri cubi di materiale, con in più una soglia di carico di appena 580 mm. La stessa versione, ma con il tetto 20 cm più basso e un volume utile di 15 metri cubi, è una tra le tante che può essere equipaggiata con il motore Natural Power: il costruttore torinese, quindi, ha scelto una soluzione monovalente, che cioè punta tutto sul metano e riserva appena un piccolo serbatoio di emergenza per la benzina, scelta necessaria per evitare tentazioni ad autisti un po’ pigri nel cercare il distributore giusto. Si tratta di un 3 litri con iniezione elettronica sequenziale fasata, con doppio impianto di elettroiniettori specifici per metano e benzina, cui si aggiunge il turbocompressore con intercooler, abbastanza per sviluppare una potenza di 136 CV e, soprattutto, una coppia di 350 Nm dai 1.500 g/min. Per quel che riguarda i Diesel, in attesa delle nuove versioni Euro 5 previste per la seconda metà dell’anno, si può scegliere tra un 2 litri Multijet con 100 o 120 CV, oppure un 3 litri da160 CV e con una coppia eccellente di 400 Nm. L’altro best seller assoluto di Fiat Professional è la nuova generazione della furgonetta Doblò, che grazie a particolari innovativi come le sospensioni posteriori Bi link è davvero un furgone da record, sia per la portata, che può raggiungere i 1.000 kg, sia per il volume di carico che, a seconda delle versioni, varia da 3,4 a 4,2 metri cubi, ma soprattutto per la gamma, che comprende due diversi passi, due altezze e un pianale cabinato, ottima base per trasformazioni. Anche il Doblò è naturalmente disponibile con alimentazione a metano: il propulsore è in questo caso un 1,4 litri, che, in barba alla cilindrata ridotta, è in grado di sviluppare, grazie alla stessa meccanica adottata sul Ducato, 120 CV, con una coppia di 206 Nm ad appena 2.000 g/min. Tra le alternative, un 1,3 Multijet a 16 valvole, in grado di sviluppare 90 CV, con filtro antiparticolato e sistema “start & stop” di serie, e disponibile anche in configurazione Euro 5. Per chi cerca maggiori prestazioni, sono a listino un 1,6 e un 2,0, sempre Multijet, in grado di sviluppare rispettivamente 105 e 135 CV, con il primo che può essere abbinato ad un interessante cambio robotizzato a 5 marce con sistema di comando elettroidraulico.

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Ford: il Transit dei record sempre ai vertici del gradimento

Transit Econetic

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Il suo sostituto arriverà a breve, ma forse proprio per questo Ford Transit può rivelarsi un acquisto azzeccato, dato il prezzo conveniente cui viene offerto l’attuale modello.Non a caso da sempre il modello di punta del colosso statunitense, lo storico furgone si trova costantemente ai vertici del gradimento dei clienti italiani. I motivi sono tanti, primo fra tutti l’ampiezza di una gamma che non ha in pratica rivali, dato che si tratta del primo esempio di furgone proposto con trazione sia anteriore, sia posteriore (a sua volta suddivisa tra ruote singole o gemellate), un’innovazione che soltanto in quest’ultimo anno è stata ripresa da qualche concorrente. Restando in ambito tecnico, le caratteristiche del moderno Transit affondano le radici nella tradizione che l’ha portato ad essere il furgone più venduto nel mondo: sono un buon esempio le sospensioni McPherson sull’anteriore, con molle a rapporto variabile, che sull’asse posteriore sono sostituite da balestre e ammortizzatori a gas, mentre i freni sono a disco, con tanto di ESP a richiesta. Il cambio è a cinque marce per i modelli base, a sei marce per i più potenti, con la leva ben posizionata sulla plancia, che è stata rivista da poco e, quindi, si presenta moderna e funzionale. I motori fanno parte della gamma Duratorq, che non prevede ancora versioni Euro 5, ma cui può essere abbinato il filtro antiparticolato. Le due ultime aggiunte al lungo elenco di possibili soluzioni sono il 3,2 litri Diesel con iniezione diretta Multipoint, abbinata all’alta pressione del Common rail, che sviluppa ben 200 CV, e il 2,3 litri a benzina e GPL, una scelta alternativa molto efficace, dato che la potenza resta di 145 CV ed i vantaggi in termini di costo al km diventano allettanti. Per la distribuzione il giusto mezzo è però rappresentato dal 2,2 TDI, che riprende la soluzione Multipoint più Common rail e garantisce una potenza di 140 CV, con una coppia di 350 Nm già a 1.800 g/min. Lo stesso motore è disponibile anche con 85, 110 e 115 CV. Altra alternativa quella rappresentata da un 2,4 litri, sempre Duratorq, con potenze di 100, 115 o 140 CV. La scelta tra i due dipende molto dall’uso (il primo è abbinato ad una trazione anteriore, il secondo ad una posteriore) e dal privilegio accordato alla coppia oppure alla brillantezza. Per quel che riguarda la gamma delle versioni furgone, questa presenta davvero opzioni infinite, con l’incrociarsi delle motorizzazioni, dei passi e delle trazioni (per i più esigenti c’è anche una versione a 4 ruote motrici); ci limiteremo, quindi, a segnalare i due estremi, che sono rappresentati dal furgone S H1 a trazione anteriore, con volume di carico di 6,55 metri cubi, e dal Jumbo a trazione posteriore, che raggiunge i 14,3 metri cubi. Naturalmente, a questi vanno aggiunti i possibili allestimenti sulle versioni cabinate. Sempre dal catalogo Ford può rivelarsi utile anche l’opzione Transit Connect, pratica furgonetta a sua volta in via di restyling, che parte da una base piuttosto semplice (sospensioni indipendenti davanti, freni a tamburo dietro), ma si rivela ottima alla guida e piuttosto comoda. Uno solo il propulsore, da 1,8 litri (in tre livelli di potenza: 75, 90 e 110 CV), due i passi e, quindi, i volumi di carico: 2,8 e 3,7 metri cubi. Transit Connect

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EcoDaily è l’unico furgone a poter contare su di un robusto telaio a longheroni

Eco Daily elettrico

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Iveco: Daily, un campione di robustezza

Quando si parla di veicoli commerciali robusti, c’è un nome che svetta su tutti gli altri, quello dell’EcoDaily di Iveco, che oggi è rimasto l’unico furgone a poter contare su di un robusto telaio a longheroni, che permette di affiancare alla normale versione con peso totale a terra di 3.500 kg addirittura una da 7.000 kg, in pratica con capacità di carico di 4.140 kg, superiore a quella di un autocarro di piccole dimensioni. Non è un caso, quindi, che l’EcoDaily sia per definizione il veicolo più venduto in configurazione cassone fisso o ribaltabile, ma ciò non toglie che possa rivelarsi prezioso anche come furgone, in particolare se si devono trasportare manufatti pesanti. La robustezza è però soltanto una delle caratteristiche vincenti del “piccolo camion”, che anche in questo caso unico tra i concorrenti, può contare già su motorizzazioni di serie in regola con lo standard EEV; si tratta di un tre litri disponibile in due livelli di potenza, partendo da 140 CV, con una coppia molto interessante, di 350 Nm dai 1.250 g/min, ma ancora più interessanti sono le prestazioni che garantisce la versione da 170 CV, che può contare su di una ripresa a dir poco eccezionale, oltre che su di un impatto ambientale che si avvicina molto a quello del futuro Euro 6, risultati ottenuti grazie a un’iniezione ad alta pressione Common rail di seconda generazione. In alternativa è disponibile un 3 litri Euro 4 in due livelli di potenza, cioè con 146 e 176 CV, e un 2,3 litri utile per i modelli destinati ad incarichi meno gravosi, per cui le potenze variano da 96 a 136 CV. Completa la gamma una versione a metano, ancora da 3 litri, una soluzione molto interessante per chi deve effettuare spesso consegne in città e, quindi, deve fare i conti con norme restrittive sugli accessi; inoltre, la tecnologia monovalente adottata da Iveco garantisce 136 CV di potenza e una coppia soddisfacente di 350 Nm già da 1.500 g/min. La catena cinematica viene completata con cambi manuali a 5 o 6 marce, oppure con l’automatizzato AGile, appositamente sviluppato da ZF. Per le sospensioni, sull’anteriore si tratta di una soluzione a ruote indipendenti con ammortizzatori telescopici idraulici e molle a balestre trasversali (in alternativa è anche possibile scegliere l’accoppiata barra di torsione e barra stabilizzatrice), mentre sul posteriore si possono avere sospensioni paraboliche, semiellittiche o anche pneumatiche (il che è consigliato per le versioni furgone). L’impianto frenante è a disco su tutte e due gli assi, con l’aggiunta di ESP. Per quel che riguarda la gamma, si divide in tre grandi famiglie: la mini comprende tutte le versioni con M.T.T. di 3.300 kg e rappresenta l’ideale per il piccolo trasporto. Il passo successivo è rappresentato dai Midi, cabinati a ruota posteriore singola da 3.500 kg. Il quadro si completa con i Classic, cioè EcoDaily con ruote posteriori gemellate e massa totale a terra che parte dai 3.500 kg per arrivare ai già citati 7.000 kg. Passando al vano di carico, si parte con la versione 3.000 (sono i mm del passo), che ha un volume di carico di 7,3 metri cubi, mentre il top è rappresentato dal modello con passo di 3.950 mm, che può trasportare un volume pari a 17,2 metri cubi. Più che per tutti gli altri concorrenti, per l’EcoDaily ha valore l’opzione allestimento: su una base così solida si possono impiantare strutture davvero capienti.

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Mercedes Benz: Sprinter rispecchia il fascino della Stella Un livello tecnico elevato ed un’eccellente cura dei dettagli caratterizzano lo Sprinter

Recentemente rinnovato il furgone Vito

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Non è un caso se lo Sprinter di Mercedes Benz è tra i più apprezzati furgoni per la distribuzione. Merito di un livello tecnico elevato, di un’eccellente cura dei dettagli e anche del fascino immutato della Stella. Per quel che riguarda la gamma, è decisamente completa e include versioni con capacità di carico comprese tra i 7,5 ed i 17 metri cubi. La trazione è posteriore (oppure integrale per usi particolari), l’impianto frenante a dischi, con Adaptive ESP che garantisce sicurezza in ogni condizione, le sospensioni prevedono ruote indipendenti sull’anteriore e balestre paraboliche sul posteriore. Ma il pezzo forte è senza dubbio la dotazione motoristica all’avanguardia, basata su di una gamma di propulsori Euro 5 da poco rivisti per ridurre consumi ed emissioni. Si tratta, in pratica, di un solo motore a quattro cilindri, l’OM651, proposto in tre configurazioni. Si parte con 95 CV a 3.800 giri/min e coppia massima di 250 Nm da 1.400 a 2.500 giri/min. Con lo step successivo i cavalli diventano 129, sempre a 3.800 giri/min, mentre la coppia sale fino a 305 Nm. La più potente delle tre versioni dispone, invece, di 163 CV, con una coppia massima di 360 Nm. Il tutto abbinato ad un pratico cambio a sei marce. A questi si aggiunge un tre litri, sei cilindri a V, in grado di sviluppare 190 CV, con una coppia di 440 Nm, oltre a due motori ecologici molto interessanti per chi deve lavorare in ambito urbano, affrontando quindi forti limitazioni agli accessi. Nel primo caso si tratta della versione NGT, alimentata a metano, anzi, a benzina e a metano, trattandosi di un veicolo bivalente, che quindi dispone di due diversi serbatoi, che uniti danno un’autonomia di ben 1.200 km. Il motore scelto per la trasformazione è un 1,8 di cilindrata, con compressore a cinghia, in grado di sviluppare, sia a benzina, sia a metano, 156 CV di potenza massima, con una coppia di 240 Nm. Lo Sprinter NGT è disponibile anche in versione monovalente, che raggiunge gli standard EEV; in questo caso il serbatoio di benzina è ridotto a 15 litri, da utilizzarsi soltanto per le partenze e per le emergenze. In questa versione, lo Sprinter è più leggero del gemello bivalente di circa 65 kg. A questo presto si aggiungerà la versione LGT, alimentata a gas liquido; come nel caso del metano, il motore ha una potenza di 156 CV e una coppia massima di 240 Nm. I clienti particolarmente attenti al risparmio possono ordinare il pacchetto Blue EFFICIENCY, che comprende la funzione Start/Stop, pneumatici con bassa resistenza al rotolamento, pompa del servosterzo ECO, indicatore della marcia consigliata e motore ottimizzato. Merita un cenno anche l’altro furgone del costruttore tedesco, il Vito. Sempre a trazione posteriore, è stato da poco completamente rinnovato, sia nella linea, sia nella meccanica. Il motore, lo stesso dello Sprinter, è disponibile in tre varianti, cioè con 95 CV, e consumi fermi a 7,7 l/100 km, 136 CV e 163 CV. Restano disponibili anche il sei cilindri a V (224 CV, coppia massima di 440 Nm) e il sei cilindri a benzina (258 CV di potenza). A tutti i quattro cilindri è abbinato di serie il cambio a sei marce ECO Gear. Altra grande novità della nuova serie del Vito è rappresentata dall’assetto, che se pure poggia di base su soluzioni già conosciute, e cioè ruote indipendenti, con montanti telescopici sull’anteriore e con bracci obliqui sul posteriore, in realtà vede riprogettati tutti i componenti per migliorarne le reazioni. Ma i vantaggi maggiori sono quelli meno visibili ad una prima occhiata: il nuovo sistema delle sospensioni ha, infatti, portato ad un incremento della massa totale a terra, che ora parte da 2.800 kg, e ad un aumento del carico utile che, a seconda delle versioni, può arrivare fino a 1.000 kg.

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Oltre ad un prezzo concorrenziale, l’Interstar offre una gamma completa

NV200, unisce a dimensioni da multispazio una distribuzione dei volumi più vicina a quella di un furgone vero e proprio

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Nissan: economia e qualità

In attesa di poter commercializzare la nuova versione del suo furgone multiuso, che si chiamerà N400 e deriverà dal progetto comune con Renault e Opel, Nissan continua per il momento a tenere in catalogo l’Interstar, presentato nel 2003 insieme ai gemelli Master e Movano. All’indubbio incentivo rappresentato da un prezzo concorrenziale, l’Interstar aggiunge una gamma abbastanza completa, che per le versioni furgone parte dagli 8 metri cubi di volume utile del modello con passo di 3.078 mm, ai 13,9 metri cubi di quello con passo di 4.078 mm e altezza di 2.716 mm. Le motorizzazioni sono tutte Euro 4, basate sul 4 cilindri da 2,5 litri di derivazione Renault. Tre i livelli di potenza, 100 CV (coppia di 260 Nm), 125 CV (coppia di 300 Nm) e 150 CV (coppia di 320 Nm), in questo caso con filtro antiparticolato, accessorio ormai indispensabile per muoversi nei maggiori centri urbani. Si tratta di un onesto Common rail con turbocompressore e intercooler, competitivo nei consumi e buono nelle prestazioni. Per il resto, l’Interstar è un furgone a trazione anteriore, con sospensioni indipendenti davanti e balestre in acciaio a foglia singola dietro. Sempre dalla produzione Renault, Nissan pesca il Primastar, furgone leggero caratterizzato da una linea ancora oggi, a dieci anni di distanza dal lancio, decisamente innovativa. Dal punto di vista funzionale sono disponibili due passi e altrettante versioni in altezza, che portano a quattro la disponibilità delle volumetrie (5, 5,9, 7 e 8,3 metri cubi). Ancora due, 1.000 o 1.200 kg, le portate. Le motorizzazioni per il momento sono tutte Euro 4; due di queste, la più potente, il 2,5 litri 150 CV già descritto per l’Interstar e la versione da 115 CV del due litri che equipaggia il resto della gamma, dispongono del filtro antiparticolato di serie. È, invece, un’esclusiva Nissan l’originale furgonetta NV200, che a dimensioni da multispazio unisce una distribuzione dei volumi più vicina a quella di un furgone vero e proprio. Di impostazione molto tradizionale, con freni a tamburo posteriori, mentre gli anteriori sono a disco, sospensioni McPherson sul primo asse e a ponte rigido sul secondo, è disponibile in un’unica configurazione furgone, che ha un volume utile di 4,2 metri cubi. Le motorizzazioni sono un 1,5 Diesel dCi di derivazione Renault, disponibile anche in regola con la normativa Euro 5, in grado di sviluppare 86 CV, e un 1,6 benzina da 109 CV. Per chi necessitasse di una furgonatura gran volume, Nissan ha da proporre anche due piccoli camion, come il Cabstar e l’Atleon. In entrambi i casi si tratta di mezzi con cabina avanzata e telaio a longheroni, che in Italia vengono per lo più impiegati con allestimento cassone, almeno per quel che riguarda il Cabstar, e che invece possono rivelarsi funzionali anche per il trasporto misto e urbano. In particolare il Cabstar, che per le ridotte dimensioni si rivela agile, può disporre di un motore da 2,5 litri, con a scelta 110 o 130 CV, e un 3 litri da 150 CV. La massa totale a terra parte da 3.200 per arrivare fino a 4.500 kg. L’Atleon è, invece, un vero e proprio camion, con però una versione da 35 quintali, che può essere equipaggiata con lo stesso 3 litri del Cabstar.

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Opel: Movano, un esempio di versatilità

È il nuovo Movano il fulcro attorno a cui oggi ruota l’intera proposta Opel di veicoli da lavoro, almeno in attesa che con la fine dell’anno entri in listino la furgonetta frutto della collaborazione con il Gruppo Fiat. Per il momento, i clienti del costruttore tedesco possono contare su di una gamma davvero versatile, anche per la possibilità di scegliere per il Movano sia la trazione anteriore, sia quella posteriore. Il progetto sviluppato in comune con Renault ha dalla sua una serie di caratteristiche accattivanti, come l’altezza da terra del piano di carico di appena 563 mm nei modelli con trazione anteriore, oltre alla porta scorrevole laterale larga 1.270 mm (tranne che nella versione con passo di 3.182 mm), mentre i due battenti posteriori hanno un’altezza di 1.820 mm, il che consente di caricare con facilità blocchi delle dimensioni di un europallet. Per migliorare, invece, il comfort di viaggio, le sospensioni posteriori a balestre possono essere sostituite da una soluzione pneumatica. In funzione delle necessità possono essere scelti modelli dagli 8 metri cubi di volume utile, con portata di 994 kg (solo con trazione anteriore), fino ai 17 metri cubi, con portata di 1.151 kg (soltanto con trazione posteriore e ruote gemellate). In alternativa, sono disponibili di serie anche due versioni gran volume con furgonatura in alluminio e capacità rispettivamente di 20 e 22 metri cubi. Anche il Vivaro, il furgone leggero di Opel, deriva da un progetto comune con Renault. Recentemente rivisto in alcuni particolari estetici e nella configurazione dell’abitacolo, reso più moderno e funzionale, con una linea esterna che dopo quasi un decennio è sempre molto gradevole, il Vivaro ha sempre riscosso buoni consensi. La gamma comprende due altezze, altrettanti passi e tutto ciò che deriva dall’incrocio di queste combinazioni, che lo portano a trasportare da 5 ad oltre 8 metri cubi di carico utile. Per chi opera nella distribuzione, molto interessante il motore da 2,5 litri che condivide con il Movano e che è dotato di filtro antiparticolato, mentre per il 2 litri, di cui si aspetta la versione Euro 5, la versione da 120 CV di potenza (con coppia di 290 Nm) può essere abbinata al cambio robotizzato EasyTronic. Ultima opzione, lo stesso 2,0 che si ferma però a 90 CV e che rappresenta un buon investimento per chi bada soprattutto all’economia di esercizio. In attesa della nuova multispazio, termina la sua eccellente carriera il Combo, furgonetta che fin dal suo esordio, nel 1994, ha avuto bisogno soltanto di qualche aggiustamento. Al di là di una linea piuttosto tranquilla, si tratta di un mezzo proposto in una sola configurazione furgonata, con vano di carico di 2,76 metri cubi e tre motorizzazioni: un 1,3 Ecotec da 75 CV; un 1,7, sempre Ecotec, che raggiunge i 101 CV di potenza massima; un interessante 1,6 a metano, con 94 CV e un ottimo bilanciamento tra costi e benefici (a patto che nella zona in cui si opera sia presente un distributore di metano). Pur avendo subito il passare del tempo, il Combo, in particolare oggi che viene offerto a condizioni economiche favorevoli, può rappresentare un buon investimento.

Movano è il fulcro attorno cui oggi ruota l’intera proposta Opel di veicoli da lavoro

Vivaro è stato recentemente rivisto in alcuni particolari estetici e nella configurazione dell’abitacolo, reso più moderno e funzionale

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Peugeot Partner

Boxer, un furgone molto richiesto da grossisti e distributori

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Peugeot: Partner, la prima delle furgonette

È stata la prima multispazio a presentarsi sul mercato insieme alla gemella Berlingo, quindi la Partner (che nella precedente generazione in Italia si chiamava Ranch) può contare su di un curriculum unico, oltre che su di una nuova serie presentata nel 2008 e dotata l’anno scorso delle prime motorizzazioni Euro 5. Nella sua più recente configurazione, la Partner furgone è proposta in due differenti passi, con volume di carico rispettivamente di 3,3 e 3,7 metri cubi e con la possibilità di avere una portata maggiorata, che fa raggiungere al carico utile gli 847 kg. In più può essere aggiunto un passeggero, portando il numero dei trasportabili a tre. Completa la dotazione motoristica, pur se si basa su di un solo propulsore un 1,6 HDi Common rail; l’entry level è rappresentato dalla versione da 75 CV, cui fa seguito quella portata fino a 90 CV, che può essere ordinata anche con filtro antiparticolato oppure in regola con la normativa Euro 5. Al vertice della piramide sta un 110 CV, con coppia di 240 Nm a partire dai 1.750 g/min. Alla Partner è stata affiancata con successo nel 2007 la furgonetta Bipper, che va a toccare una fascia di mercato che richiede mezzi agili, di piccole dimensioni, che sappiano ben destreggiarsi nel traffico. In questo senso sia il Bipper, sia i suoi gemelli Citroen Nemo e Fiat Fiorino, sono maestri; con una lunghezza complessiva inferiore ai 4 metri sono, infatti, in grado di trasportare 2,5 metri cubi di materiale. Unica la soluzione per quel che riguarda il propulsore (a meno che non si voglia ricorrere all’opzione alimentata a benzina) e cioè l’ottimo 1,3 Multijet, già in versione Euro 5 e dotato di sistema “start & stop” di serie (che consente di spegnere il motore al semaforo semplicemente mettendo in folle e di ripartire in automatico schiacciando la frizione e reinserendo la prima marcia): la potenza è di 75 CV, la brillantezza assicurata. Il modello del Leone più richiesto da grossisti e distributori è, però, naturalmente il Boxer, altra collaborazione tra i francesi di PSA e il Gruppo Fiat, la cui ultima incarnazione è entrata in servizio nel 2006. Aspettando che a metà anno vengano lanciati i nuovi motori Euro 5, oggi la dotazione comprende un onesto 2,2 HDi, che può sviluppare 100 o 120 CV, e un più brillante 3 litri da 160 CV, che può anche essere richiesto con filtro antiparticolato. Passando al vano di carico, la particolare configurazione scelta, cioè con pareti laterali il più verticali possibile, permette di raggiungere ottimi risultati, arrivando fino ai 17 metri cubi, partendo dagli 8 della versione base. Per chi ha bisogno di qualcosa in più ci sono sempre le versioni cabinate da allestire: un ventaglio di possibilità in questo senso può essere consultato direttamente nelle concessionarie Peugeot. Per trasporti veloci, anzi, molto veloci, segnaliamo anche il furgone leggero Expert, che da qualche mese è ordinabile anche con il motore Euro 5 da due litri e 163 CV. Per il resto, come i gemelli Jumpy e Scudo, l’Expert ha due passi e due configurazioni di tetto, trasporta fino a 7 metri cubi di merce e dispone di motorizzazioni da 90 a 136 CV, anche con filtro antiparticolato.

Anno 2, N.2

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Renault: gran volume di serie con il Master

Renault Master

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Capienza record per il Nuovo Renault Master, che è ad oggi l’unico furgone che può essere ordinato direttamente in concessionaria in configurazione Gran Volume, cioè con struttura in alluminio e volume di carico di 20 o 23 metri cubi. Una soluzione utile per chi deve trasportare materiale non troppo pesante, ma piuttosto ingombrante. Il tutto reso possibile dall’idea di base della nuova generazione di Master, per cui il costruttore francese ha scelto una strada poco convenzionale, che prevede sullo stesso modello sia la presenza della trazione anteriore, sia di quella posteriore. Naturalmente per l’utilizzo nella distribuzione ad essere preferita è la prima opzione, ciò non toglie che, in funzione del materiale trasportato, possa rivelarsi utile anche la possibilità di poter contare sulla trazione posteriore, con ruote singole sul secondo asse, che aggiunge funzionalità nel caso il carico sia sbilanciato verso la parte posteriore del mezzo. Per la gamma, oltre al già citato Gran Volume, proposto con la sola trazione posteriore, si va dagli 8 metri cubi del passo corto con trazione anteriore, fino ai 17 metri cubi per cui, però, occorrono la trazione posteriore con ruote gemellate. In tutti i casi l’abitacolo appare particolarmente curato, con sia il sedile del guidatore, sia il piantone dello sterzo che possono essere facilmente regolati per guidatori di tutte le altezze. L’intero cruscotto ha una forma ergonomica, che facilita un’immediata confidenza da parte del conducente, che può, inoltre, disporre di numerosi vani portaoggetti. La guida poi è resa facile quanto quella di un’autovettura dal servosterzo di serie, mentre per quel che riguarda il cambio si può scegliere tra un sei marce e un robotizzato, sempre a sei marce, riservato però alle versioni con motorizzazione Euro 5. A garantire un ottimo comfort di marcia in ogni condizione contribuiscono anche le sospensioni anteriori a ruote indipendenti. Per quanto riguarda la funzionalità in cantiere, sono da rilevare il ridotto raggio di sterzata, che parte dai 6 metri. Il motore è un moderno 2,3 Common Rail, con turbocompressore e intercooler, disponibile sia in configurazione Euro 4, sia in quella Euro 5; tre le potenze disponibili e cioè: 100 CV, con coppia di 285 Nm a 1.500 g/min; 125 CV, con coppia di 310 Nm; oppure 150 CV, nel qual caso la coppia sale fino a 350 Nm. Tra le caratteristiche migliori del propulsore, l’ottima resa, che permette con un uso accorto di restare sotto i 10 litri per 100 km. L’impianto frenante, oltre che su dischi generosi, può contare sull’aggiunta di un sistema ESP di ultima generazione, in grado di regolare la propria funzione in base al carico trasportato; non mancano ABS, ripartitore elettronico della frenata e assistente alla frenata d’emergenza. In alternativa, nel catalogo Renault sono presenti l’eterna Kangoo, la furgonetta più venduta d’Europa, dall’anno scorso anche in versione Maxi, la cui capacità di carico arriva fino a 0,46 metri cubi, oppure il furgone leggero Trafic, che, a seconda del passo, può contenere dai 5 agli 8,3 metri cubi di materiale. Mentre per la Kangoo sono già disponibili i primi motori Euro 5 e un’interessante versione a GPL, per il Trafic si tratta ancora di Euro 4, ma con filtro antiparticolato di serie.

Kangoo, ora disponibile anche in versione Maxi

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Gamma veicoli commerciali Volkswagen

Caddy, arma vincente per il costruttore tedesco

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Dossier Veicoli commerciali

Volkswagen: comfort e risparmio con il nuovo Caddy

Al centro dell’attenzione per quel che riguarda i veicoli commerciali Volkswagen va messo prima di tutto il Caddy, che sempre più si sta rivelando un’arma vincente per il costruttore tedesco. La furgonetta è, infatti, tra le preferite in Europa, dove staziona stabilmente tra le tre più vendute, e ancora di più è cresciuto il suo successo con la messa in listino della nuova gamma in cui è stata rivista innanzitutto l’estetica. Il nuovo Caddy riporta chiaramente tutti i geni del design Volkswagen, rifacendosi sia alle autovetture, sia soprattutto al Transporter. Ma è in generale l’intera struttura della multispazio ad essere stata riprogrammata, a partire dalle motorizzazioni: i quattro motori Diesel, con rispettivamente 75, 102, 110 e 140 CV, sono completamente nuovi e poggiano su un’iniezione diretta Common rail che è andata a sostituire il precedente sistema a pompa iniettore; tutti hanno il filtro antiparticolato di serie e possono essere abbinati al cambio DSG o alla trazione integrale 4Motion (di serie sul 110 CV). I due motori con potenza di 75 e 102 CV possono essere richiesti anche in versione Blue Motion Technology, cioè con “start & stop” e recupero dell’energia in frenata; in questo caso si raggiungono risultati davvero eclatanti, come i 4,9 litri per 100 km in ciclo combinato fatti registrare dal TDI da 102 CV, pari al 21 per cento in meno rispetto alla precedente versione. Nella gamma sono presenti anche due motorizzazioni a benzina, con potenza rispettivamente di 86 e 105 CV, oltre al già utilizzato motore 2,0 EcoFuel a metano, con potenza di 109 CV. Tra le altre novità di allestimento la più interessante è l’adozione del sistema ESP di serie su tutti i modelli. Il trattamento Blue Motion Technology, di cui ha usufruito il Caddy, può essere applicato anche al Transporter, lo storico furgone che fin dal 1947 rappresenta il biglietto da visita di Volkswagen e che l’anno scorso ha visto debuttare la generazione T5, rivista nell’estetica e nella tecnologia. A partire dai propulsori, tutti Euro 5: il 2,0 Common rail che a scelta può disporre di 84, 102 o 140 CV e l’eccellente biturbo, sempre due litri, che raggiunge i 180 CV, fin troppi per l’uso nel mondo della distribuzione. Tra gli altri plus, il sistema ESP di serie, le sospensioni evolute, che sul posteriore prevedono molle miniblock e ammortizzatori separati, la possibilità di avere sia la trazione integrale 4Motion, sia il cambio automatizzato DSG. Per la gamma si parte da un furgone da 5,8 metri cubi e si arriva fino ai 9,3 metri cubi della versione con passo di 3.400 mm e tetto alto. Ultima opzione, un po’ sottovalutata in Italia, quella del Crafter, che completa degnamente la gamma, partendo da una capienza di 7,5 metri cubi, per arrivare fino ai 17 metri cubi della versione passo lungo con sbalzo; a queste si aggiungono naturalmente le versioni cabinate, ottime per allestimenti più capienti. La meccanica riprende molte soluzioni già usate sullo Sprinter di Mercedes Benz, il cui sviluppo è stato comune e parallelo, ad eccezione dei motori che, per il momento, restano Euro 4 e vanno da un 2,5 litri da 86 CV fino allo stesso propulsore, ma in grado di sviluppare 163 CV.

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Migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni

Grazie al sistema domotico My Home di BTicino è oggi più facile risparmiare energia. È, infatti, possibile realizzare soluzioni abitative dall’elevato comfort, utilizzando l’energia e il calore che realmente servono, e migliorare la classificazione energetica dell’edificio, accrescendone anche il suo valore economico. La consapevolezza del consumo aiuta il risparmio Numerosi e autorevoli studi hanno dimostrato che visualizzare i consumi porta gli utenti a modificare le proprie abitudini ed a intervenire in caso di un eccessivo utilizzo o di un funzionamento non ottimale degli impianti. Si ritiene che la conseguenza di tale atteggiamento proattivo possa portare ad un risparmio del 10÷15 per cento, a tutto vantaggio dell’ambiente e del proprio portafoglio. La visualizzazione dei consumi Grazie all’utilizzo di interfacce ad hoc e misuratori di energia elettrica, il sistema di visualizzazione consumi My Home segnala i consumi di elettricità, gas, acqua e i dati provenienti dai sistemi centralizzati di contabilizzazione del calore.

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Ciò consente di fornire al cliente dati istantanei, relativi ai consumi, direttamente sul proprio touch screen, tramite chiare rappresentazioni grafiche e tabelle che ne facilitano l’interpretazione. Non solo, impostando un valore tariffario indicativo, è possibile ottenere anche una valutazione economica del consumo. Nel caso sia produttore di elettricità e acqua calda sanitaria, il cliente può visualizzare, su touch screen, anche i parametri relativi alla produzione dell’impianto fotovoltaico o solare termico. Con pochi e semplici passaggi, infatti, l’utente è in grado di selezionare il tipo di consumo da verificare, la tipologia di visualizzazione (istantanea o grafica) e il periodo (giorno, mese, anno), informazioni utili a ridurre sprechi e malfunzionamenti, oltre che per ottimizzare al meglio il rendimento dei propri impianti. I dispositivi per la visualizzazione possono essere integrati direttamente sul Bus dell’impianto di automazione/termoregolazione My Home. La visualizzazione dei consumi può essere realizzata anche da un impianto autonomo rispetto a quello domotico dell’abitazione: in questo caso deve comprendere anche un alimentatore e un touch screen separati.

Nuove soluzioni per la visualizzazione dei consumi elettrici e la gestione dei carichi: un sistema semplice e pratico per venire incontro alle esigenze di utenti sempre più attenti ai consumi e al risparmio, economico ed ambientale

Il sistema di visualizzazione consumi My Home segnala i consumi di elettricità, gas, acqua e i dati provenienti dai sistemi centralizzati di contabilizzazione del calore

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Dispositivi di misurazione e visualizzazione del sistema

L’interfaccia può essere installata in scatole da incasso, dietro a dispositivi di tipo tradizionale o anche nei quadri, senza però occupare uno spazio su guida DIN. Misuratore energia elettrica a tre ingressi per toroidi Il dispositivo misura fino a tre linee distinte, collegando al massimo tre toroidi agli appositi ingressi. I dati vengono visualizzati su touch screen attraverso il Bus. Le funzioni di elaborazione e contabilizzazione previste sono: - consumo istantaneo di massimo 3 linee; - consumi cumulati su base oraria degli ultimi 12 mesi, su base giornaliera degli ultimi 2 anni, su base mensile degli ultimi 12 anni. Queste funzioni si applicano anche alla valutazione dei dati di produzione. Il dispositivo, per l’installazione in quadri e centralini, occupa un solo modulo DIN ed ha in dotazione un toroide con l’apposito cavo di collegamento. Gestione controllo carichi I dispositivi gestiscono la potenza assorbita dai carichi controllati, scollegandoli in caso di sovraccarico rispetto alla potenza massima contrattuale, e consentono di visualizzare su touch screen il consumo della linea controllata. Il sistema rende possibile impostare le temporizzazioni per attivare i carichi ad orari prestabiliti, anche tramite touch screen. Il sistema controllo carichi:

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- gestisce la massima potenza impiegata, scollegando automaticamente, in caso di sovraccarico, gli elettrodomestici meno importanti; - visualizza su touch screen il consumo istantaneo e cumulato su base oraria, giornaliera, mensile; - consente di disabilitare o riabilitare, tramite i touch screen, le priorità configurate in base alle esigenze mutate del cliente; - permette di verificare sui touch screen il corretto funzionamento dei carichi, mediante la misurazione della corrente differenziale assorbita; - consente la gestione oraria dei carichi.

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Interfaccia conta impulsi Il dispositivo rileva, calcola ed elabora le informazioni provenienti da contatori dotati di uscita ad impulsi (acqua, gas, ecc.), rendendole disponibili sul Bus per la visualizzazione su touch screen. Le funzioni di elaborazione e contabilizzazione previste sono: - valori numerici sul consumo istantaneo, giornaliero, mensile, medio giornaliero per ogni mese, totale degli ultimi 12 mesi; - grafici di consumo giornaliero, mensile e per gli ultimi 12 mesi; - consumo in diverse unità di misura (m3, l, kWh, ecc.) e l’equivalente in valuta (euro, $, £, ecc.); - consumo derivante da sistemi di contabilizzazione del calore; - produzione di energia elettrica; - produzione di acqua calda.

Il sistema fornisce al cliente dati istantanei relativi ai consumi direttamente sul touch screen

Funzione gestione carichi La centrale di controllo, mediante il toroide esterno, misura la potenza assorbita dai carichi connessi e la confronta con il valore preselezionato in fase d’installazione (con potenze comprese tra 1,5 e 18 kW, con tolleranza fino +/- 20 per cento). Ad ogni apparecchio da controllare è associato un attuatore, che riceve le informazioni dalla centrale di controllo e provvede a sconnettere il carico dalla rete in caso di sovraccarico. La sequenza di scollegamento degli attuatori è definita in fase d’installazione con una semplice operazione di configurazione da effettuare a bordo degli stessi dispositivi. La centrale permette di gestire fino a 63 livelli di priorità e un numero di dispositivi in funzione della corrente di alimentazione disponibile. Ad esempio, nel caso in cui forno, boiler e lavatrice siano i carichi controllati tramite attuatori, il frigorifero, di cui non si vuole assolutamente interrompere il funzionamento, sarà collegato alla rispettiva presa

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senza attuatore, garantendo quindi il suo costante funzionamento. In caso di sovraccarico, il primo apparecchio a sconnettersi sarà quello ritenuto meno importante in una sequenza stabilita dal cliente. Naturalmente, l’utente può in qualsiasi momento riattivare l’apparecchio sconnesso agendo direttamente sul pulsante dell’attuatore o tramite il touch screen. Nel caso in cui permanga il sovraccarico, la centrale riabilita il funzionamento del carico selezionato manualmente, ma scollega i successivi carichi meno importanti sino al rientro dal sovraccarico. Touch screen e attuatori segnalano visivamente se il carico è attivato o momentaneamente distaccato. Configurando gli attuatori del sistema gestione controllo carichi, anche in modalità automazione, è possibile impostare attraverso i touch screen delle temporizzazioni per attivare i carichi ad orari prestabiliti ed evitare così i sovraccarichi od utilizzare tariffe biorarie più convenienti. Funzione di visualizzazione e diagnostica La centrale di controllo carichi è in grado di misurare anche il consumo della linea controllata attraverso il toroide in dotazione. I dati vengono visualizzati su touch screen attraverso il Bus. Le funzioni di elaborazione e contabilizzazione previste sono: - consumo istantaneo della linea controllata; - consumi cumulati su base oraria, giornaliera, mensile, per gli ultimi 12 mesi. Grazie all’attuatore con sensore è possibile visualizzare i consumi e la diagnostica (utilizzando un toroide supplementare) del carico controllato. Dispositivi del sistema gestione carichi Centrale controllo carichi Il dispositivo misura la potenza assorbita dall’impianto elettrico e comanda lo stato degli attuatori per prevenire il rischio di stacco del contatore elettrico. La centrale gestisce fino a 63 elettrodomestici o carichi elettrici per fase, misura correnti e tensioni ed elabora i dati per fornire informazioni di energia e potenza. Le funzioni di elaborazione e contabilizzazione previste sono: - consumo istantaneo della linea controllata; - consumi cumulati su base oraria per gli ultimi 12 mesi, su base giornaliera per gli ultimi 2 anni, su base mensile per gli ultimi 12 anni, archivio profili di consumo degli ultimi 12 anni. La centrale per l’installazione

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in quadri e centralini ha un ingombro di un solo modulo DIN. Attuatore 16 A con sensore di corrente Il dispositivo, un modulo DIN per l’installazione in quadri e centralini, dispone di un sensore di corrente integrato per la misura dei consumi del carico controllato (consumo istantaneo e 2 totalizzatori di energia resettabili in modo indipendente) per la gestione sia di energia, sia di automazione. In modalità gestione energia, consente la misura della potenza assorbita dal carico, dell’energia e della corrente differenziale (attraverso la connessione di un toroide esterno). Attuatore 16 A Il dispositivo, 1 modulo DIN per l’installazione in quadri e centralini, è un attuatore in grado di svolgere funzioni sia di gestione energia, sia di automazione. Attuatore 16 A da incasso Realizzato per essere installato in supporti delle serie Living, Light, Light Tech e Axolute, è destinato alle funzioni di automazione e/o gestione energia. Il dispositivo dispone di un pulsante locale per la forzatura del carico e di LED di segnalazione.

La centrale di controllo carichi fornisce informazioni sul corretto funzionamento degli apparecchi

La gestione energetica dell’edificio Il sistema domotico di BTicino dispone di numerose altre funzioni coordinate per la gestione energetica dell’edificio, tra queste ricordiamo: - termoregolazione a zone, per riscaldare solo quando e dove serve, risparmiando fino al 30 per cento dei consumi. Grazie a questa funzione è possibile scegliere la temperatura di ogni stanza a seconda della funzione e del momento della giornata in cui la si utilizza. È possibile, inoltre, non riscaldare gli ambienti che al momento non vengono utilizzati. L’attivazione dell’impianto tiene, infine, in considerazione il calore prodotto dal sole e l’eventuale apertura di finestre (funzione opzionale). Grazie alla funzione di termoregolazione a zone, l’utente risparmia e l’edificio può guadagnare una classe energetica; - gestione dell’illuminazione: per spegnere o regolare la luce in funzione della presenza di persone e della quantità di luce naturale presente nell’ambiente. Una soluzione che consente al cliente di godere del massimo comfort visivo, con un grosso contributo al risparmio energetico che, negli ambienti del terziario, può andare dal 55 al 75 per cento. Luca Bernardi

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Qualità, Prestazioni, Design. Ancora una volta il meglio da Reer

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Crescere guardando ad Oriente

Klaus Göldenbot, Regional General Manager EMEA di RS Components

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Alla luce dell’ottimo trend di crescita che ha caratterizzato la prima metà del suo anno fiscale 2011, con vendite che sono cresciute del 23 per cento, RS Components ritiene di avere ancora margini di miglioramento sul mercato europeo, che, dal mese di maggio 2010, è gestito secondo un approccio “regionale”, ovvero con un’unica struttura in grado di proporre a tutti i clienti, indipendentemente dal loro Paese di provenienza, l’accesso ad un’offerta più ampia e alla qualità del servizio di assistenza che caratterizza, in tutto il mondo, il Gruppo. La nuova struttura logistica può contare su 2.000 addetti, su magazzini locali con centinaia di migliaia di prodotti ed effettua 40.000 consegne al giorno. Per tutti i clienti in Europa è possibile accedere alla più ampia gamma dei componenti offerti da RS Components (che negli ultimi 20 mesi ha introdotto 68.000 nuovi prodotti) ed a sofisticati servizi on line di supporto alle scelte dei progettisti. Il mercato dell’Europa continentale assume, quindi, un’importanza strategica per il Gruppo, con il 25 per cento delle vendite, e rappresenta una base fondamentale per poter sfruttare

Una nuova strategia di potenziamento della presenza nei Paesi dell’Europa orientale e consolidamento della presenza sui mercati tradizionali nel futuro di RS Components

la crescita delle economie emergenti dell’Est europeo. Puntare ad Est Proprio nell’ambito della nuova strategia di sviluppo europeo, RS Components ha annunciato in un recente incontro con la stampa internazionale a Berlino ed a Parigi il lancio della propria offerta on line in tre nuovi Paesi: Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, con la personalizzazione completa dell’offerta, con siti Web nelle lingue locali e prezzi espressi nelle valute nazionali. Alcune ricerche condotte dalla società hanno dimostrato come il mercato della distribuzione nell’Europa centrale ed orientale abbia un potenziale superiore al miliardo e mezzo di euro. Inoltre, alcuni requisiti fondamentali per la penetrazione in questi mercati, quali l’infrastruttura del mondo dell’industria, sono già in essere in molti Paesi. Questi dati hanno, quindi, confermato che era arrivato il momento ideale per entrare ad Est con quel medesimo modello di business che ha dato ottimi risultati in tutti i Paesi dell’Europa occidentale. «La strategia di regionalizzazione che

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RS Components, appartenente al Gruppo Electrocomponents plc, è un importante distributore di prodotti Elettronici, Elettromeccanici e Industriali, con oltre 1,5 milioni di clienti in tutti i continenti. Il Gruppo è presente con sedi operative in 27 Paesi e, grazie a 17 magazzini, è in grado di distribuire una gamma di oltre 500.000 prodotti: dai semiconduttori ai componenti optoelettronici, dagli utensili elettrici agli indumenti e accessori per la protezione e la sicurezza. L’ampia offerta di prodotti e l’eccellenza del servizio assicurano soluzioni rapide e vantaggiose in qualsiasi ambito: dalla ricerca e sviluppo, alla pre-produzione, dalla manutenzione alla riparazione.

L’importanza dell’e-commerce La rilevante crescita delle vendite in Europa è guidata dall’e-commerce, che in alcuni mercati arriva fino al 70 per cento delle transazioni, offrendo la possibilità di scelta tra una più ampia gamma di prodotti, consentendo ai clienti di sfruttare servizi innovativi quali il Purchasing Manager (un servizio gratuito che consente ai clienti di gestire l’intero processo di acquisto on line, riducendo così i costi amministrativi) e permettendo al distributore di raccogliere indicazioni sui desideri del cliente, per migliorare la disponibilità dei prodotti.

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abbiamo attuato lo scorso anno ha avuto un incredibile successo», ha spiegato Klaus Göldenbot, Regional General Manager EMEA di RS Components. «Per questo il prossimo passo da fare consiste nella costruzione di un business solido nell’Europa orientale. La nostra offerta nei confronti della clientela europea è davvero unica ed omogenea: eccellenza nel servizio e massimo impulso all’ampliamento del nostro assortimento di prodotti e soluzioni industriali. Per questo, il nostro prossimo obiettivo è diffondere questo modello e ottenere ottimi risultati anche nell’Est, dove contiamo di diventare entro cinque anni il partner di riferimento nell’ambito della distribuzione di alto livello». I nuovi siti Web, lanciati all’inizio di gennaio, offrono oltre 500.000 soluzioni per qualunque esigenza, dai prodotti di elettronica a quelli di manutenzione, tutti con disponibilità immediata e pronti per la consegna in 24 ore. In pochi giorni, hanno già ricevuto molte registrazioni on line, richieste di informazioni ed anche ordini, che sono stati immediatamente processati e spediti dal magazzino di Bad Hersfeld, in Germania. Inoltre, lo sviluppo delle attività nell’est Europa viene supportato localmente da un team marketing e vendite, in modo da garantire ovunque il medesimo livello elevato di servizio e la rapidità nella consegna. Nei prossimi mesi, ha annunciato il top management, l’azienda farà altri importanti annunci relativi all’ampliamento della propria presenza nell’Est europeo, con l’ingresso in altre nazioni.

Maurizio Gambini

RS Components ha illustrato i risultati e le prospettive future nel corso di due incontri con la stampa internazionale che si sono tenuti nello scorso mese di gennaio a Berlino ed a Parigi

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Abbigliamento tecnico: ora si pensa anche all’intimo dell’installatore

Giambattista Brocca, responsabile marketing della Uniko

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Nella ricerca di nuovi sbocchi, geniale l’idea di Uniko, che ha trasferito nel mondo del lavoro la ricerca e le tecnologie fin qui applicate agli sportivi. Risultato: maggior benessere e, soprattutto, la garanzia di qualità del Made in Italy

Può un’azienda che in passato ha dedicato le proprie attenzioni a marchi decisamente trendy come Dolce&Gabbana, Brummel, Upim, Coin, Conbipel, Etrò, Pignatelli trovare improvviso interesse per i grossisti di materiale elettrico e per i loro principali clienti, cioè gli installatori? Evidentemente sì. D’altronde basta visitare un magazzino oppure una fiera per trovare, tra cavi e interruttori, l’angolo o gli stand decisamente più accattivanti con tute, maglie, magliette, cappellini e scarpe per chi lavora. Non possiamo dimenticare che un’azienda leader mondiale delle scarpe e, poi, dell’abbigliamento come Timberland iniziò proprio producendo scarpe da lavoro, impermeabili, nel 1960; e che le sue fortune fuori dagli Stati Uniti, proponendo quei modelli da lavoratori come scarpe casual, partirono verso la fine degli anni Settanta proprio in Italia. Però, e qui sta la novità, all’intimo per lavoratori non ci aveva pensato nessuno. O meglio, lo hanno fatto i cinesi, con prezzi certamente accattivanti, ma con qualità discutibile. Il progetto Uniko fa, dunque, riferimento a studi e realizzazioni in risposta alle difficoltà quotidiane di ogni lavoratore. Propone, infatti, un prodotto basato su un tessuto speciale, nel quale uno stra-

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Uniko propone un prodotto basato su un tessuto speciale, che a diretto contatto con la pelle, garantisce protezione e benessere sul lavoro

Per ora maglie e legginG: ma sono in arrivo guanti e calze Giambattista Brocca, Responsabile marketing della Uniko, ci spiega strategie produttive e commerciali di articoli che fanno oggi il loro esordio nei magazzini dei grossisti.

A quali settori rivolgete le vostre proposte? «Stiamo scoprendo, grazie ai feedback dei consumatori, nuove e varie sfaccettature dei benefici che garantiamo. I nostri articoli possono essere utilizzati da ogni lavoratore in qualunque periodo dell’anno ed in qualsiasi circostanza ambientale. I risultati migliori si ottengono dove le condizioni lavorative sono più estreme. Sono ideali per l’elettrico, l’edile e l’idraulico». Finora avete proposto la cosiddetta maglietta. Ma l’intimo è fatto anche di altro… «Il nostro prodotto, dal punto di vista estetico, ha un’immagine esternabile. Dunque non propriamente da intimo, anche se così lo chiamiamo perché è un primo strato a diretto contatto con la pelle. L’immagine è sobria ed elegante. La maglietta è sicuramente l’articolo più venduto. Però non è l’unico della nostra collezione, che prevede 6 articoli, per coprire e proteggere la quasi totalità del corpo. I rivenditori possono gestire, in uno spazio limitato, un numero concentrato di articoli la cui rotazione è nettamente superiore all’abbigliamento da lavoro tradizionale, che vede una gestione molto più complessa, più costosa e che richiede spazi maggiori. Abbiamo, quindi, maglietta a manica lunga e corta, canottiera, lupetto a manica lunga, legging (calzamaglia), fascia proteggi collo. In colori bianco e nero, dalla taglia S alla XXL».

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Per la prima volta si parla di indumenti intimi da lavoro. Come è maturata l’idea di percorrere questa strada? «Anche l’abbigliamento vive una situazione difficile. Uniko ha preferito andare in controtendenza con una linea innovativa per offrire benessere. La prima parte del corpo da proteggere è la pelle. Abbiamo sviluppato un tessuto morbido, resistente e traspirante al quale abbiamo legato, in modo permanente e continuo, la fibra d’argento. A diretto contatto con la pelle, garantisce, per tutta la sua durata, protezione e benefici unici. Spendere cifre esorbitanti per giacche tecniche e poi indossare a contatto della pelle un intimo di bassa qualità non ha senso».

Ma i lavoratori chiedono magliette in regalo, come gadget, anche sponsorizzati… «È vero. Noi pensiamo che i nostri prodotti vengano, invece, scelti per stare e lavorare meglio, ma, soprattutto, per essere indossati sotto qualsiasi abbigliamento. Da qui l’alto potenziale di sell out dei prodotti Uniko. Non occupano posto in magazzino e non necessitano di vendita assistita. Hanno una confezione funzionale ed accattivante, offrono ai rivenditori nuove argomentazioni di vendita e un’ottima opportunità di lavoro, con un investimento minimo». Sono in programma altri articoli? «Sì, proporremo calze e guanti, la maglietta scollo a V ed è in previsione un terzo colore. Troppi articoli creerebbe solo confusione». Quale deve essere il prezzo giusto per un indumento finora trascurato? «Non è il prezzo che fa la vendita, ma è cosa offre. Essendoci argento, non ci può essere un primo prezzo. Ma il rapporto qualità/prezzo è ineguagliabile. Per cui parliamo dell’intimo più costoso che si possa trovare sul mercato, escludendo il griffato. La spesa è comunque accessibile a tutti, addirittura quasi la metà del prezzo dei negozi sportivi per articoli simili, ma meno innovativi». Che riscontri avete avuto sinora? «I primi dati di vendita sono interessanti. Soprattutto per il feedback del consumatore finale che è molto positivo. La crisi fa anche riflettere e riscoprire i valori di base».

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to di argento puro viene legato, in modo permanente, alla fibra tessile. L’argento contribuisce a donare una sensazione di benessere, riducendo la percezione della fatica. Si chiama abbigliamento intelligente e viene scelto non solo per quello che è, ma, soprattutto, per quello che offre: il benessere. I costi alti delle fibre e della materia prima hanno sconsigliato la concorrenza cinese dal cimentarsi nel tarocco. Il prodotto, totalmente realizzato in Italia, è pratico, comodo e duraturo. Può essere utilizzato da ogni lavoratore in qualunque periodo dell’anno per lavorare meglio ed essere più protetto. È antibatterico, antiodore (elimina gli sgradevoli effetti della sudorazione), termodinamico (caldo d’inverno e fresco d’estate), traspirante (sudore all’esterno e effetto asciutto), antistatico, pratico e resistente. Il prodotto ha visto il suo lancio in anteprima esclusiva per il mercato italiano nelle filiali della Sacchi Giuseppe, a partire dallo scorso novembre, ed è presente su tutto il territorio nazionale dall’inizio del 2011. Come conferma il Category Manager Complementi Elettrici dell’azienda pagina220x145.ai 1 24/02/11 17.27 Sacchi, Ivan Mandragola: «il prodotto

La gamma comprende diversi capi d’abbigliamento, tra cui la fascia proteggi collo

sta creando parecchio interesse e, soprattutto, sta riscuotendo un feedback molto positivo da parte dell’utilizzatore finale». Ulteriore conferma arriva dall’agenzia di rappresentanza della Uniko in Lombardia, una delle più importanti e meglio organizzate, la Ramel che, nella persona del suo titolare, Emanuele Dottini, testimonia l’interesse che il prodotto sta suscitando nel mercato dell’elettrico. G.E.

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Per raggiungere una mobilità sostenibile, l’utilizzo dell’elettricità rappresenta la soluzione migliore, essendo questa un’energia più efficiente e sicura di altre: l’efficienza energetica di un’auto elettrica, infatti, è due volte superiore a quella di un veicolo che utilizza un motore a combustione. Inoltre, si tratta di energia sostenibile e a basse emissioni di anidride carbonica, oltre a poter essere generata da centrali eoliche o impianti solari. Utilizzando le proprie batterie come riserve temporanee di energia, le auto

L’aumento della popolazione mondiale, la sempre più scarsa disponibilità di risorse naturali e i cambiamenti del clima globale stanno costringendo la popolazione a rivedere vecchie abitudini

elettriche potrebbero risolvere il problema delle fonti di energia rinnovabile che forniscono elettricità anche quando non è necessario, come di notte. Le batterie dell’auto potrebbero, infatti, essere ricaricate con questo eccesso di energia e più tardi, quando la domanda decresce, immettere di nuovo energia nella rete. Nel mondo sono circa un miliardo i veicoli a motore, che contribuiscono ad un quinto delle emissioni mondiali di CO2. Mercati emergenti, come la Cina, stanno fortemente promuovendo la mobilità sostenibile attraverso i veicoli elettrici, la tecnologia delle batterie e la creazione delle smart grid. Siemens dispone di un portafoglio prodotti che copre l’intera catena del valore della mobilità elettrica, dalle infrastrutture per la generazione e distribuzione di energia alle tecnologie drive e per la ricarica, fino alla power electronics. Il Gruppo tedesco ha lanciato, inoltre, un progetto di elettromobilità, Smart Grid Applications, con lo scopo di collegare gli utenti finali ai sistemi di generazione, trasmissione e distribuzione di energia, attraverso applicazioni intelligenti e tecnologie di comunicazione. Pioniere nell’e-mobility: 105 anni di storia Siemens può contare su una lunga esperienza nell’elettromobilità. All’i-

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Guidare il futuro della mobilità sostenibile Le novità per la mobilità elettrica sono state al centro del Siemens e-mobility day, la giornata organizzata da Siemens che ha visto anche la cerimonia di consegna all’Amministratore Delegato di Siemens Italia, Federico Golla, di una smart electric drive nell’ambito del progetto e-mobility Italy di Enel e Smart. Tra le novità più rilevanti, la gestione del sistema di connessione alla rete delle Smart elettriche del progetto E-mobility Italy, realizzata dal Settore Energy di Siemens Italia, che, in qualità di partner tecnologico del progetto, ha realizzato insieme ad Enel la soluzione, Operation Center. Quest’ultima gestisce l’infrastruttura di connessione alla rete delle Smart elettriche, i contratti, i servizi, compresi quelli dedicati agli utenti, e il controllo della rete. Alla fase sperimentale, nei primi mesi del 2010, in cui un team congiunto di ricercatori Siemens e specialisti Enel ha messo a punto il software, è seguito il rilascio ufficiale della prima release dell’Operation Center. Nei prossimi due anni Siemens supporterà ulteriormente lo sviluppo del sistema, oltre ad occuparsi di tutti gli aspetti relativi alla manutenzione. Novità anche dal fronte del Settore Industry di Siemens Italia, che, sottolineando ulteriormente la forza e la completezza dell’offerta, ha illustrato

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In occasione del Siemens e-mobility day sono state consegnate a Federico Golla, AD di Siemens Italia, alla presenza di Livio Gallo, AD di Enel Distribuzione, e di Vittorio Braguglia, Direttore generale di Mercedes-Benz Italia, le chiavi della Smart Electric Drive che il Settore Energy userà per continuare l’attività di sviluppo del software oltre che come auto di reparto per gli spostamenti fuori sede

i punti centrali della propria strategia per l’e-mobility: dall’approccio alle eCar, che ha già portato alla costituzione di una Business Unit della Divisione Drive Technologies ed alla realizzazione di un primo prototipo Ruf Greenster con prestazioni di guida particolarmente brillanti, fino ai sistemi integrati di gestione del traffico e dei parcheggi, con molteplici funzionalità di collegamento anche all’infrastruttura di rete per la ricarica. Senza dimenticare la già solida presenza sviluppata negli ultimi 10 anni nella fornitura di motori, inverter e unità di controllo per bus e truck ibridi, elettrici e ad idrogeno. Particolarmente rilevante, in questo ambito, un caso di successo italiano come quello del costruttore Rampini, che ha realizzato 7 veicoli elettrici a “emissioni zero”, alcuni dei quali già circolanti in Italia.

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nizio del XX secolo, pioniera in questo campo, costruì a Berlino il primo tram elettrico, la prima metropolitana nella stazione di Potsdam e il primo semaforo elettrico di tutta la Germania. Nel 1905, Wilhelm Siemens, il figlio del fondatore, Werner von Siemens, lanciò Electric Victoria, uno dei primi esempi di auto elettrica a circolare in città. Cinquanta modelli furono utilizzati ogni giorno come eleganti taxi per gli hotel o per le consegne. Le auto potevano raggiungere una velocità massima di 30 km/h, con un raggio di percorrenza di 80 km per carica. Oggi, la società è ancora una volta all’avanguardia nel campo dell’e-mobility come più di un secolo fa, sia che si tratti di auto sportive, come i modelli eRUF, o di moto elettriche, o di essere partner in progetti nazionali o internazionali, che studiano l’integrazione di auto elettriche nelle reti elettriche.

Operation Center L’Operation Center (OC) si pone come obiettivo quello di gestire l’infrastruttura di ricarica e fornire dati grezzi a sistemi esterni che li utilizzano per ulteriori elaborazioni (billing, sistemi di telematica, ecc.) o che gestiscono la rete elettrica cui le unità di ricarica sono connesse. Il sistema permette di controllare l’infrastruttura di ricarica, i relativi utilizzatori e le società coinvolte nel processo della mobilità elettrica (fornitori di contratti di ricarica, gestori dei punti di ricarica, operatori del mercato libero dell’energia, distributori di energia elettrica).

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Inoltre, su un unico sistema possono essere gestite più società e diverse infrastrutture di ricarica; questo significa che il sistema è multi-DSO, multi-service provider e multi-energy vendor. In pratica, con un unico sistema è possibile offrire i servizi dell’Operation Center a più clienti interessati ad entrare nel business della mobilità elettrica, riducendo quindi i costi di manutenzione e di erogazione del servizio. L’OC è anche conosciuto come Clearing House per le sue capacità di inviare i dati relativi alle ricariche ed ai servizi ad esse associati (autorizzazioni, attivazione V2G, consumo, ecc.), ai sistemi dei clienti interessati alla rendicontazione e all’emissione delle fatture. Questo processo di “clearing”, noto soprattutto in ambito bancario, viene realizzato con il fine di permettere l’interoperabilità sull’infrastruttura di ricarica. L’Operation Center, caratterizzato da un’intuitiva interfaccia grafica Web based, sia per gli operatori che per l’utente finale, è concettualmente diviso in tre moduli: Power Grid Control, Infrastructure Management, Contract Management. Power Grid Control Il modulo Power Grid Control s’interfaccia con il sistema di controllo della rete di distribuzione. Questo significa che il sistema di controllo riceverà dall’OC le notifiche riguardanti la presenza di nuove colonnine installate sulla rete, le ricariche in corso e il consumo associato ad ogni colonnina. Il sistema di controllo utilizzerà queste informazioni per le analisi di rete, producendo risultati che potranno essere inviati all’OC. In questa maniera, l’OC riceverà informazioni relative ad eventuali sovraccarichi di rete, allarmi per i quali è necessario intervenire sulle ricariche in corso per modulare il carico connesso (interrompendo delle ricariche o diminuendo la quantità di energia erogata) o anche invertire la direzione del flusso di energia, passando all’assorbimento dell’energia dai veicoli per una sua reimmissione in rete. Questa funzionalità denominata V2G (Vehicle to Grid), insieme alla tradizionale G2V, fornisce all’operatore di rete un ulteriore strumento per la gestione del sistema, consistente nella possibilità di accumulare notevoli quantità di energia elettrica, utile all’ottimizzazione del profilo di carico del sistema

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Le previsioni per l’Italia I veicoli in circolazione in Italia sono circa 36 milioni. Le previsioni al 2020 stimano un numero di auto elettriche variabile tra 1 e 4 milioni, circa il 10% del parco installato. Gli osservatori sono concordi nel ritenere che molto dipenderà dal prezzo del petrolio, dagli incentivi governativi e dall’innovazione tecnologica. e alla massimizzazione dell’energia proveniente dalle fonti rinnovabili, generalmente poco prevedibili e, di conseguenza, facilmente integrabili in rete attraverso efficienti sistemi di “energy storage”. Infrastructure Management Il modulo di gestione permette di operare sull’infrastruttura di ricarica e garantisce un collegamento costante con i punti di ricarica distribuiti, le cosiddette “colonnine”. Oltre alla possibilità di configurare sul sistema le nuove colonnine, questo modulo le localizza sulle mappe digitali (geolocalizzazione), consultabili normalmente attraverso un Web browser. Qui sono presenti tutte le informazioni necessarie all’utente per conoscere l’esatta posizione della colonnina di ricarica, le sue caratteristiche tecniche e la disponibilità ad una ricarica, nonché la possibilità di prenotare la colonnina per un determinato giorno/ora, in modo da essere certi di trovarla libera quando necessaria. Inoltre, sono presenti alcune funzioni avanzate come la possibilità di trovare il percorso verso la colonnina libera più vicina, utilizzando come supporto un iPhone o qualsiasi smartphone dotato di capacità di navigazione su Internet. Le persone che operano sul sistema quotidianamente per monitorare lo stato di erogazione del servizio di ricarica, avranno a disposizione un’interfaccia puramente Web per la gestione dell’infrastruttura. Questo significa poter ricevere, automaticamente o a richiesta, informazioni di diagnostica delle singole colonnine e poterle analizzare, aiutati anche da una funzione di allarmistica integrata, oltre a poter monitorare le ricariche in corso e quelle già terminate. Inoltre, gli operatori interagiranno direttamente sulle colonnine inviando comandi di blocco/sblocco presa, di riavvio della colonnina, di messa fuori servizio/in servizio, di stop/riavvio della ricarica e di aggiornamento software della colonnina. Per quanto riguarda la gestione del processo di ricarica, è stato formalizza-

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Nell’ambito del progetto e-mobility Italy, Enel è responsabile dello sviluppo, implementazione e funzionamento dell’infrastruttura (costituita da oltre 400 unità di ricarica dedicate) del sistema centrale realizzato da Siemens. Daimler fornisce e si fa carico della manutenzione di oltre 100 veicoli elettrici per clienti residenti a Roma, Pisa e Milano

Contract Management Il modulo di gestione dei contratti salva ed utilizza tutte le informazioni relative ai contratti attivi di ricarica. Questo significa che esso consente di gestire i set up dei nuovi contratti con la creazione di tessere RFID, che verranno utilizzate dagli utenti per autenticarsi alle colonnine. Il sistema configurerà le tessere sul proprio database e avvierà il processo di produzione fisica delle tessere, che verranno poi automaticamente inviate a casa del cliente finale dopo pochi giorni. Il sistema permetterà, inoltre, all’utente di richiedere nuove tessere addizionali, gestire i rinnovi di quelle in scadenza (funzionalità disponibile anche in automatico) e bloccare le altre che non si vogliono più utilizzare. Nel momento in cui il cliente richiederà una nuova tessera, verrà automaticamente indirizzato verso un sito di commercio elettronico sicuro per evadere il pagamento ed attivare automaticamente la nuova tessera richiesta. Questo modulo serve anche da suppor-

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to alla parte di gestione dell’infrastruttura nel momento in cui viene richiesta un’autorizzazione alla ricarica. Quando un utente vuole procedere ad una ricarica, deve avvicinare la sua tessera RFID al lettore della colonnina, che ne leggerà i dati e li invierà in real time attraverso un canale cifrato all’OC. Qui, con l’aiuto del modulo di gestione dei contratti, viene verificato che l’RFID utilizzato sia valido ed autorizzato alla ricarica e che venga inviata una risposta affermativa o negativa alla colonnina, la quale automaticamente procederà o meno all’erogazione. Inoltre, una volta connessa la macchina alla colonnina, se l’RFID è stato correttamente autorizzato, è possibile procedere anche ad una seconda identificazione del veicolo, se questo possiede capacità di comunicazione digitali con la colonnina. Da qui l’utente può anche configurare i propri parametri dell’opzione V2G, se attivata, decidendo quando e come l’OC può avviare il prelievo di energia del veicolo, per il quale l’utente sarà remunerato.

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to un protocollo di comunicazione tra le colonnine e l’OC in modo da rispondere in real time alle interrogazioni della colonnina, come la richiesta di autorizzazione alla ricarica, la richiesta dei servizi disponibili e della potenza erogabile dalla colonnina, ed acquisire le letture del contatore presente sulla colonnina ad intervalli prestabiliti configurabili (ad esempio, ogni quarto d’ora). Questo canale di comunicazione è poi cifrato con i moderni sistemi a chiave pubblica e privata, con funzionalità di emissione e revoca dei certificati per le singole colonnine.

Massimo Poletti

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SolarExpo punta sulle aree tematiche

Evento fondamentale per gli operatori del settore delle rinnovabili, torna a Verona, dal 4 al 6 maggio, SolarExpo per presentare le più recenti novità del settore. La dodicesima edizione offrirà quest’anno ai visitatori 11 padiglioni, ricchi di novità tecnologiche, occupati da 1.350 espositori, di cui il 40 per cento provenienti dall’estero. A SolarExpo 2011 saranno in mostra quattro aree tecnologiche, dedicate ai temi di maggiore attualità: Polygen, il technology focus dedicato alla cogenerazione distribuita e alla trigenerazione; PV Supply Chain, dove saranno in

Torna il tradizionale appuntamento a Verona con la Mostra Convegno internazionale su energie rinnovabili e generazione distribuita

mostra tutte le tecnologie dedicate alla filiera del fotovoltaico; l’area CSP - CPV (concentrating solar power), dedicata alle nuove tecnologie di concentratori solari; Ecomove, con l’esposizione di mezzi di trasporto innovativi ed a basso impatto ambientale. Presenti anche cinque aree esterne: area eolico, area CSP, area inverter, area tracker e area dinamica bioenergie, per dare spazio alla grandi tecnologie. I percorsi tecnologici sono pensati per far dialogare al meglio gli espositori con i visitatori ed ottimizzare i contatti business. «Per la prossima edizione di SolarExpo stiamo puntando molto sulle aree tematiche», spiega Sara Quotti Tubi, direttore di SolarExpo e di Greenbuilding. «Abbiamo deciso di focalizzare l’attenzione su particolari tecnologie o filiere, che per loro natura spiccano con decisione nel sempre più vasto panorama espositivo dei pannelli solari. A SolarExpo tutte le tecnologie rinnovabili trovano la loro collocazione; la nostra mission è potenziarle e valorizzarle al massimo». Rinnovabili e architettura sostenibile SolarExpo sarà affiancato dalla quinta edizione di Greenbuilding, la Mostra Convegno internazionale dedicata all’efficienza energetica e all’architettura sostenibile. Due eventi con un’unica vi-

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I numeri di SolarExpo e Greenbuilding L’edizione 2010 di SolarExpo e Greenbuilding ha registrato 1.268 aziende espositrici e società rappresentate, di cui 485 estere (38 per cento), 43 nazioni europee ed extraeuropee presenti, 105.000 m2 di superficie espositiva coperta, 10 padiglioni fieristici. Sono stati 69.500 i visitatori professionali qualificati registrati e 230 giornalisti specializzati intervenuti. I 54 convegni, seminari, corsi ed eventi collegati hanno visto la partecipazione di 415 relatori nazionali e internazionali e 5.320 partecipanti registrati.

Riqualificazione energetica degli edifici storici Nell’ambito di Greenbuilding si terrà anche la terza edizione di Illuminazioni, showroom dedicato all’eccellenza del costruire, che quest’anno sarà focalizzato sul tema della “Riqualificazione energetica degli edifici storici”. «Intervenire sull’edilizia storica, secondo criteri di efficienza energetica e di sostenibilità ambientale è la sfida da affrontare nel prossimo futuro, soprattutto in un Paese come il nostro, primo al mondo per patrimonio artistico e architettonico», sostiene Sara Quotti Tubi. «Le nuove tecnologie possono essere un valido aiuto per raggiungere l’obiettivo di efficientamento dell’edificio, pur rispettandone le caratteristiche storico/architettoniche e noi le mettiamo in mostra in uno showroom dedicato». Il progetto Illuminazioni rappresenta una risposta altamente tecnologica e innovativa alle più attuali esigenze di sostenibilità architettonica. La prossima edizione proporrà le ultime tendenze in tema di diagnosi e studio delle caratteristiche dell’edificio, di prestazioni

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passive dell’edificio, di sistemi attivi e adeguamento funzionale degli impianti, il tutto focalizzato al recupero energetico degli edifici storico/monumentali. Lo showroom sarà realizzato con un approccio innovativo e con uno stile museale, in grado di sottolineare le novità e le tecnologie costruttive d’avanguardia, opportunamente selezionate dal centro studi Greenbuilding. In questo contesto, il visitatore può esplorare tutte le potenzialità delle tecnologie utilizzate nella riqualificazione energetica dell’architettura storica esistente, esposte in un percorso decisamente suggestivo.

EVENTI

sione strategica ed una grande sinergia, per offrire la più completa rassegna di prodotti, tecnologie e soluzioni nell’ambito delle rinnovabili e dell’architettura sostenibile. E proprio per sottolineare il successo di questa sinergia, la manifestazione accende le luci sulle bioenergie, grazie alla contemporaneità con Bioenergy Expo, il salone delle bioenergie, dedicato agli imprenditori agricoli e agli operatori del settore, che dal 2011 diventa annuale ed è organizzato da Veronafiere. «Con la partnership siglata tra SolarExpo e Bioenergy Expo, le aziende del comparto agricolo che operano nel mondo energetico hanno finalmente trovato la loro ideale collocazione nello scenario espositivo delle energie rinnovabili», ha commentato Sara Quotti Tubi.

Italian PV Summit Infine, si rinnova l’appuntamento con la terza edizione dell’Italian PV Summit, la due giorni con i leader mondiali del fotovoltaico, a Verona il 2 e 3 maggio. L’evento, che tradizionalmente anticipa SolarExpo, si distingue per la ricchezza di contenuti tecnici, normativi ed economico/finanziari, con un occhio sempre attento all’andamento del mercato, nazionale e internazionale. Luca Bernardi

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Sfruttare il potenziale dell’efficienza

L’edizione 2011 della Hannover Messe si svolgerà dal 4 all’8 aprile avendo come tema conduttore la “Smart Efficiency”. È, infatti, questo lo slogan all’insegna del quale le aziende espositrici delle 13 fiere internazionali che compongono la manifestazione tedesca presenteranno le tecnologie chiave dell’industria mondiale. «Quello dell’efficienza è ormai da anni un tema dominante nei diversi settori industriali. Ma prende contorni più ampi di fronte alla prospettiva della sua declinazione nei processi industriali. In questo caso occorre, infatti, sommare e utilizzare in modo intelligente singoli potenziali di efficienza. La “Smart Efficiency” collega concretamente

Tredici fiere internazionali di alto profilo tecnologico propongono, nella cornice dell’Hannover Messe 2011, un’interazione intelligente tra i settori industriali

gli ambiti dell’efficienza dei costi, dei processi e delle risorse. Solo questa interazione intelligente può consentire alle aziende di rimanere a lungo sul mercato e di essere competitive a livello internazionale», ha dichiarato Wolfram von Fritsch, Presidente del C.d.A. della Deutsche Messe. «In concreto, questo significa utilizzo dei materiali e dell’energia nel rispetto delle risorse, ottimizzazione dei processi di produzione e gestione attenta ai costi». La Hannover Messe riunisce lungo la catena industriale del valore le tecnologie che possono rendere possibile la “Smart Efficiency”: sono, infatti, di casa innovazioni, sviluppi, nuove tecnologie e prodotti, materiali e processi efficienti. Affrontando i temi centrali dell’automazione industriale, delle tecnologie energetiche, della subfornitura e dei servizi, della tecnica dell’azionamento e della fluidotecnica, la manifestazione propone le tendenze di settore più rilevanti dell’industria. Positive previsioni di sviluppo per l’industria Le imprese industriali hanno sfruttato i tempi economicamente difficili per concentrarsi sulla ricerca e sull’innovazione e, oggi, si propongono al mercato mondiale con nuovi prodotti e soluzioni. Secondo i dati dell’Associazione dei costruttori tedeschi di macchine e impianti (VDMA) di Francoforte sul Meno, la produzione mondiale di macchine registrerà un incremento del 6 per cento nel 2010 e di un ulteriore 8

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Industrial Automation La fiera Industrial Automation presenterà tutti i settori rilevanti dell’automazione industriale, dall’automazione della produzione e dei processi, alle tecniche di automatizzazione generali. Al centro dell’attenzione ci saranno soluzioni mirate per i settori della chimica, della farmaceutica, delle biotecnologie e dell’industria alimentare, oltre che per la lavorazione dei metalli, per l’industria automobilistica, per quella energetica e dell’elettrotecnica. L’area dell’automazione della produzione proporrà l’intera gamma delle soluzioni di automazione in rete, delle innovazioni della meccanica e della tecnica dell’azionamento elettrico. Saranno in mostra anche tecnologie dell’informazione e della comunicazione orientate all’automazione e, quindi, sistemi di comunicazione industriale, hardware e software informatici per l’automazione. L’area espositiva “Robotica & Automazione” offrirà dimostrazioni in tema di robotica mobile, sia per la produzione industriale e il settore pubblico, sia per il settore dei servizi. Energy Energy sarà una vetrina unica nel suo genere per il mix energetico del futuro e proporrà tecnologie per la produzione di energia sia

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da fonti tradizionali, sia da fonti rinnovabili. Grazie alla contemporanea presenza delle quattro fiere internazionali Energy, Power Plant Technology, Wind e MobiliTec, ad Hannover verrà messa in mostra l’intera catena di valore del comparto, in una rassegna che spazierà dalla produzione all’approvvigionamento, alla trasmissione e distribuzione, alla trasformazione e all’accumulo dell’energia, sempre all’insegna della “Smart Efficiency”. Tra gli ambiti tematici di Energy figurano lo Smart Metering, le Smart Grid, gli Smart Building e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per il settore energetico, che saranno raggruppati nel Centro di Eccellenza E-Energy. Importante momento di richiamo sarà la collettiva SuperConductingCity, dove si potranno valutare esempi applicativi della tecnologia dei superconduttori, grazie alla quale è possibile trasportare più facilmente l’energia elettrica. Sarà, inoltre, presente la maggiore collettiva europea sull’idrogeno e sulle celle a combustibile: Hydrogen & Fuel Cells. Le aziende espositrici presenteranno la produzione dell’idrogeno, i componenti per celle a combustibile e soluzioni per applicazioni fisse, portatili e mobili.

EVENTI

per cento nel 2011. Anche l’Associazione nazionale tedesca dell’industria elettronica ed elettrotecnica (ZVEI) prevede, per il mercato mondiale dell’elettricità, una crescita del 6 per cento, sia per il 2010, sia per il 2011. La prossima primavera, le 13 fiere internazionali occuperanno l’intero parco espositivo di Hannover, offrendo ai visitatori una preziosa rassegna internazionale dei settori industriali, proprio nella fase iniziale della ripresa.

Power Plant Technology La progettazione, la costruzione, la gestione e la manutenzione delle centrali elettriche sarà l’oggetto di Power Plant Technology, un’importante piattaforma per la presentazione di innovative tecnologie per unità produttive a carbone, a gasolio, a petrolio, idroelettriche e termoelettriche a vapore. In diversi ambiti tematici quali componenti per centrali, engineering o centrali/centrali di cogenerazione le maggiori aziende del

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comparto esporranno innovative soluzioni per la costruzione delle centrali. Wind Dopo il suo felice debutto nel 2009, ritorna quest’anno, fiera internazionale degli impianti, dei servizi e dei componenti per l’energia eolica, con la presenza sul fronte espositivo dei maggiori produttori mondiali di impianti. MobiliTec La fiera internazionale per le tecnologie di azionamento ibride ed elettriche, gli accumulatori mobili di energia e le tecnologie alternative per la mobilità arricchirà in modo ottimale l’offerta espositiva della manifestazione, presentando le tecnologie per la mobilità del futuro. Digital Factory Come fiera internazionale dei processi integrati e delle soluzioni IT, Digital Factory punterà il prossimo aprile le proprie luci sulle soluzioni di software industriale, soprattutto per la produzione e lo sviluppo dei prodotti e per la loro integrazione nei processi aziendali. ComVac La tecnologia dell’aria compressa e del vuoto ha ormai un ruolo chiave in molti processi produttivi. E questo grazie al fatto che consente di realizzare soluzioni ad efficienza energetica e dei costi che si rivelano vincenti nel contesto competitivo internazionale. Il ComVac proporrà le ultimissime tendenze e gli ultimissimi sviluppi del settore, dalla produzione e dal trattamento alla distribuzione e all’applicazione dell’aria compressa e del vuoto a livello di macchine e sistemi. Industrial Supply Grande importanza sarà attribuita da Industrial Supply all’“utilizzo efficiente dei materiali e delle risorse”, fornendo un importante specchio dell’intera catena di processo del mercato della subfornitura, che riunisce la competenza sia in tema di materiali e tecnologie, sviluppo e progettazione, sia in tema di parti, componenti e sistemi. CoilTechnica Dopo il riuscito debutto dell’edizione 2010, CoilTechnica, che presenta tecnologie per la produzione di bobine, motori elettrici, generatori e trasformatori, amplierà il proprio programma. La sua offerta espositiva comprende componenti e accessori per avvolgimenti, materiali isolanti, tecnica dell’avvolgimento e impianti di produzione, componenti e accessori elettrotecnici, sistemi di prova, di

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Collaborazioni internazionali nella Ricerca & Sviluppo Per il secondo anno consecutivo, la piattaforma Mécafuture, che riunisce 7 poli di competitività francesi della meccanica dei sistemi di produzione e dei materiali, espone a Research & Technology, punto internazionale di riferimento in materia di ricerca, sviluppo e trasferimento di tecnologie della Fiera di Hannover. Questi sette poli ed il cluster di ricerca GOSPI riuniscono circa 1.000 aziende, di cui 772 PMI. I budget totali assegnati ai progetti di R&S in corso raggiungono 1,17 miliardi di euro. Mécafuture organizzerà alla Fiera di Hannover due workshop sui temi dei “Processi robotizzati” e dei “Nuovi materiali e processi legati ai trasporti”, una conferenza stampa, varie presentazioni di aziende e di prodotti, operazioni di networking e incontri one to one personalizzati. Questi ultimi hanno l’obiettivo d’incoraggiare collaborazioni internazionali nel campo della R&S, per partecipare insieme alle gare d’appalto transnazionali ed europee. Gli operatori e le aziende interessate agli incontri personalizzati one to one ed ai workshop organizzati in parallelo il 5 aprile (dalle ore 9:00 alle ore 13:00 nel Convention Centre della Fiera di Hannover, Sale 11 e 12) possono contattare Mme Lotte Andréani (lotte.andreani@ubifrance.fr), responsabile dei poli di competitività presso la Missione Economica Ubifrance in Germania. misura e diagnostici. Al centro dell’attenzione ci saranno ovviamente soprattutto energia ed efficienza energetica. SurfaceTechnology, fiera internazionale delle tecnologie per il trattamento delle superfici, MicroNanoTec, che presenterà la tecnologia dei microsistemi ad orientamento applicativo, le nanotecnologie e la tecnologia del laser per la microlavorazione dei materiali, e Research & Technology, importante vetrina delle nuove tecnologie, completano l’offerta della manifestazione tedesca. Soluzioni metropolitane Anche le iniziative speciali in calendario riprenderanno gli argomenti centrali del concetto di “Smart Efficiency” con un nutrito programma di conferenze, congressi, forum, seminari e workshop. In particolare, il nuovo settore espositivo Metropolitan Solutions, nel padiglione 8, presenterà le innovazioni per le infrastrutture urbane e le grandi città, per offrire alle aziende una tribuna internazionale dalla quale illustrare futuri modelli per le infrastrutture urbane energetiche, idriche, della mobilità e dell’edilizia. Nella cornice della nuova area espositiva verranno illustrati temi di riferimento come, ad esempio, l’approvvigionamento energetico degli agglomerati urbani attraverso reti intelligenti, la creazione di infrastrutture di carico ad ampio raggio, progetti di edifici ad efficienza energetica o innovativi metodi per la produzione di acqua potabile. Mutamento climatico, riduzione delle materie prime, incremento demografico e crescente urbanizzazione rappresentano grandi

sfide per le città di tutto il mondo, soprattutto sul piano delle infrastrutture energetiche, idriche, della mobilità e dell’edilizia. Secondo i dati ONU, nell’anno 2050 sei miliardi di persone, due terzi della popolazione mondiale, vivranno nelle città. Sono soprattutto le cosiddette megacittà dell’area asiatica, ognuna delle quali conta oltre dieci milioni di abitanti, a registrare una crescita particolarmente marcata. Si calcola, ad esempio, che in Cina, entro il 2030, almeno il 60 per cento della popolazione vivrà in zone ad alta concentrazione urbana e industriale. Anche in Europa, comunque, si attribuisce sempre maggiore importanza alla modernizzazione e al mantenimento dei centri urbani. Paese Partner: la Francia Dopo l’Italia nel 2010, la Corea del Sud nel 2009 ed il Giappone nel 2008, la Francia si presenterà ad Hannover in veste di Paese Partner all’insegna dello slogan “Innovazione per uno sviluppo sostenibile”. Un’idea ambiziosa, che permetterà di illustrare la competitività delle aziende francesi in molti settori d’applicazione che costituiscono i temi di riferimento della manifestazione: dall’energia alla mobilità, dall’efficienza energetica alle ecotecnologie e ai materiali. L’eccellenza dell’industria francese sarà illustrata nello spazio appositamente dedicato “Espace Prestige”, che accoglierà, nel padiglione 13 dell’Energia, un programma specifico di animazioni e di presentazioni di alto livello. Roberto Corti

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La ricerca, nel settore della sicurezza degli edifici, negli ultimi anni si sta orientando sempre più verso il concetto di integrazione dei sistemi. Per rispondere alle crescenti richieste di mercato, Urmet Domus, azienda del Gruppo Urmet, ha sviluppato Iperview, un sistema d’integrazione, semplice da installare e configurare, in grado di centralizzare e supervisionare un elevato numero di sottosistemi: rilevazione intrusione, antincendio, videosorveglianza, controllo accessi, gestione hotel, automazione accessi. Progettato in architettura Client-Server, si presenta con una struttura modulare in grado di adattarsi a qualsiasi contesto, dagli impianti di medie proporzioni ai sistemi di grandi dimensioni. Consente di visualizzare, in forma semplificata ed interattiva, lo stato di un sistema locale e/o remoto e contemporaneamente di gestire e configurare le periferiche e i sensori disposti in campo. L’operatore interagisce liberamente con il sistema attraverso pratici ed immediati comandi su mappa grafica interattiva. Questa modalità di rappresentazione rende la lettura e la comprensione degli eventi agevole, puntuale ed efficace. È stato progettato per ridurre i tempi di reazione di uno o più operatori (locali o remoti). La centralizzazione delle operazioni di monitoraggio e di primo intervento, che può essere contemporanea su più siti, rende, infatti, l’identificazione degli eventi critici immediata. In seguito ad un allarme, il sistema prevede il richiamo di un’interfaccia per la gestione automatizzata di un piano di emergenza (da impostare in fase di configurazione), che favorisce un controllo della situazione rapido ed efficace da parte dell’operatore. Offre la massima flessibilità consentendo l’acquisizione automatica delle configurazioni e delle descrizioni dei sensori direttamente dalle centrali installate sul campo. Questa procedura consente di risparmiare tempo durante le fasi di configurazione del sistema.

Bosch Security Systems: rivelatori incendio automatici

Ampliata da Bosch Security Systems la serie 420 di rivelatori incendio automatici con tre nuovi prodotti. La loro efficacia e affidabilità nel rilevamento di fumo è data dall’innovativa tecnologia a doppio raggio di Bosch, che è in grado di misurare la densità di fumo e le dimensioni delle particelle nell’aria, distinguendole, per esempio, da polvere e vapore. Questa tecnologia utilizza un doppio sensore ottico e si basa sulla diffusione di luce emessa da due LED a diversa lunghezza d’onda, uno infrarosso e uno a luce blu. Le tre nuove varianti, il FAP-DO 420 (rivelatore di fumo a doppio sensore ottico), il FAP-DOT 420 (rivelatore multisensore, con doppio sensore ottico e sensore termico) e il FAP-DOTC 420 (rivelatore multisensore con doppio sensore ottico, sensore termico e sensore chimico), utilizzano, come tutti gli altri rivelatori incendio della serie 420, la tecnologia ISP (Intelligent Signal Processing) di Bosch. Questa garantisce che tutti i segnali dei sensori vengano continuamente elaborati da componenti elettronici dedicati, analizzati ed, infine, associati mediante un microprocessore integrato. Oltre ai test d’incendio richiesti dalla normativa EN54-7 (da TF2 a TF5), le nuove varianti sono in grado di rilevare incendi cellulosici aperti (TF1) e incendi causati da combustibile liquido a bassa temperatura e con fumo nero (TF8). Oltre a tutti i rivelatori della serie FAP 420 per il rilevamento di test d’incendio TF1, TF5 e TF8, Bosch offre soluzioni estremamente sicure nell’individuazione rapida d’incendi. La gamma che adesso comprende sette rivelatori, è in grado di coprire tutte le condizioni ambientali possibili, offrendo una soluzione economicamente vantaggiosa per la sorveglianza di aeree a rischio.

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PROPOSTE

Urmet Domus: Integrazione dei sistemi di sicurezza

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Siemens: pannelli operatore industriali

La divisione Industry Automation di Siemens ha esteso la propria gamma di pannelli operatore Simatic HMI con l’introduzione di una nuova serie di dispositivi in grado di offrire prestazioni elevate e funzionalità avanzate di supervisione. I nuovi Simatic Comfort Panel sono disponibili in 2 varianti: touchscreen o tastiera, ed hanno nuovi schermi formato Widescreen da 4”, 7”, 9” e 12” per entrambe le varianti, mentre sono attualmente in sviluppo ulteriori formati Widescreen da 15” e 22”. I pannelli sono configurabili tramite il nuovo software di engineering Simatic WinCC V11, che fa parte della nuova piattaforma Totally Integrated Automation Portal. Sono progettati per l’impiego in ambienti industriali gravosi e montano display a LED di nuova generazione, che assicurano maggiore luminosità ed alto contrasto. Rispetto ai display tradizionali, l’operatore può disporre, quindi, di una visuale più ampia (fino al 40% di schermo in più), che lo facilita nelle operazioni, come nel caso di analisi di diagrammi e grafici complessi.I nuovi Simatic Comfort Panel si affiancano alla già esistente famiglia dei Simatic Basic Panel, la serie di dispositivi ideata per applicazioni di fascia economica. È possibile regolare la retroilluminazione a LED dei nuovi pannelli dallo 0 al 100%, permettendo così non solo un risparmio energetico, ma anche la regolazione della luminosità in funzione dell’applicazione, requisito essenziale, ad esempio, nelle applicazioni del settore navale. È possibile, inoltre, ridurre il consumo energetico attraverso il protocollo standard Profi-energy, gestendo in modo centralizzato il distacco dei carichi superflui oppure registrando i consumi energetici. È possibile via software, ad esempio, spegnere i display dei pannelli in caso di necessità. Tutti i pannelli dispongono di interfacce Profinet, Profibus e per il collegamento di periferiche USB. Grazie a due slot per SD card, possono salvare informazioni preziose su memory card esterna di tipo SD, garantendo l’integrità dei dati completa anche in caso di mancanza di tensione, senza più la necessità di impiegare dispositivi UPS aggiuntivi. Sia i dati della memoria, sia gli archivi o le ricette sono, quindi, preservati da eventuali spegnimenti indesiderati del pannello HMI. È disponibile, inoltre, una nuova funzione per la diagnosi dei controllori Simatic connessi al pannello: le informazioni sulla diagnostica, precedentemente ottenibili mediante un PC o un PG di programmazione collegato in rete, sono ora visualizzabili direttamente a bordo del Simatic Comfort Panel.

Tecnologia IP anche multibrand, prestazioni elevate, design accattivante, in soli 21 cenElvox: timetri di ingombro. Serie Elvox 300E è la soluzione ottimale per impianti TVCC digitali semplici ed effiVideosorveglianza Lacienti. È discreta, s’installa in pochi minuti ed è l’ideale per installazioni in locali pubblici, attiva per piccoli esercizi commerciali, uffici, piccole imprese e installazioni domestiche. Può ricevere, visualizzare e registrare sorgenti video IP di terze parti (telecamere e video impianti server), gestendo le immagini in modo efficiente e versatile grazie alle soluzioni tecnologiche dell’applicativo Elvox by Arteco-Logic, che ne rende l’uso semplice e intuitivo. Questo applicativo consente l’accesso da remoto a dati e immagini in qualunque momento e da qualsiasi località grazie alla funzionalità multi client. Consente la tutela delle immagini in completa conformità e totale rispetto delle norme sulla privacy. È possibile collegare da 4 a 12 sorgenti IP, anche multibrand; l’interfaccia grafica rimane la stessa sia da locale, sia da remoto; la gestione multi server avviene in contemporanea; zoom digitale; registrazione e visualizzazione nativa IP; rilevazione movimenti in motion detection. Per ciascun canale è disponibile la regolazione indipendente di: risoluzione, frame rate, qualità. La registrazione è continua con marcatura eventi (log). Coda pre-evento fino a 10 minuti, 4 modalità di notifica degli eventi (visiva – acustica – email – SMS). È possibile il controllo delle PTZ (Speed Dome) e la visualizzazione tramite Smartphone (S.O. Windows Mobile) e iPhone. Le caratteristiche hardware sono: Hdd 500 GB; 2 porte PS/2, 4 porte Usb 2.0, uscita Vga, 1 porta Ethernet RJ54 da 1Gb.

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L’ultima soluzione proposta da Hager Sicurezza per la difesa e il comfort della casa e delle persone si chiama “easyphone” ed è l’innovativo sistema citofonico senza fili di nuova generazione mono e bi-utenza. Grazie alla più avanzata tecnologia brevettata di trasmissione radio “optwin” (dual-band bidirezionale), offre la massima libertà di movimento in qualsiasi punto della casa ci si trovi e tutta la sicurezza di comunicare ed intercomunicare tra le postazioni in maniera sicura, ottimale e senza interferenze (1 postazione può chiamare fino ad un massimo di 8 postazioni selezionate). La privacy, inoltre, è garantita dalla funzione “segreto di conversazione”, che impedisce l’ascolto da parte di intrusi delle comunicazioni che avvengono tra il citofono e la postazione esterna o tra i citofoni cordless. Il sistema si compone, nella sua configurazione base, di una pulsantiera esterna retroilluminata (dotata di microfono, altoparlante e lettore di chiave transponder integrati), del quadro elettronico che si alimenta dalla rete elettrica o tramite batteria, della postazione interna che comprende la base supporto (da muro o da parete) alimentata dalla rete elettrica e del citofono cordless compatto ed ergonomico, dotato di display LCD e pratico sportellino. Studiato per edifici esistenti o da ristrutturare, il nuovo sistema citofonico rappresenta la soluzione ideale per abitazioni individuali o bifamiliari e può essere implementato in base alle singole esigenze. Pratico e semplicissimo da utilizzare, la sua installazione non necessita della posa di nuovi cablaggi o di costose opere di muratura. Tra i suoi vantaggi, inoltre: la pratica funzione walkie talkie (utile in viaggio o in gita) per comunicare al di fuori della copertura radio del quadro elettronico; la gestione multicontrollo (automazione cancelli, elettroserrature, automatismi porte e garage e illuminazioni) e l’identificazione accessi e citofoni cordless.

Cognex: software d’ispezione superficiale

Lanciato da Cognex Corporation VisionPro Surface, un software di visione per l’ispezione superficiale dei materiali, che combina una rivoluzionaria e innovativa tecnologia visiva di rilevamento e classificazione dei difetti con un’interfaccia utente semplice, che offre prestazioni precise di rilevamento dei difetti, classificazione e valutazione della composizione superficiale durante il processo produttivo. A differenza delle tecnologie di ispezione superficiale tradizionali, che utilizzano l’elaborazione del segnale per il rilevamento dei difetti, il software controlla l’aspetto visivo del materiale. Tramite l’analisi statistica, identifica automaticamente i difetti sulla superficie dei materiali e li classifica in gruppi sulla base della similitudine a livello di contrasto, composizione e/o geometria. Durante la fase di apprendimento l’utente deve semplicemente regolare la sensibilità del sistema e assegnare nomi o valori che permettano di distinguere le varie tipologie di difetti. Durante il processo produttivo il sistema classifica automaticamente ogni difetto sulla base delle categorie definite dall’utente. VisionPro Surface offre: - un software d’ispezione ad autoapprendimento facile da usare; - configurazione “point-and-click” dell’applicazione; - strumenti visivi e ad autoapprendaimento per la classificazione dei difetti; - strumenti di reporting basati su Web per il rilevamento, l’elencazione e la visualizzazione dei difetti semplicemente premendo un pulsante.

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PROPOSTE

Hager Sicurezza: Sistema citofonico senza fili

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Aros: Rinnovato il sito Internet

I cambiamenti di strategia del gruppo Riello Elettronica, annunciati alla fine dello scorso anno, hanno portato Aros ad affrontare una nuova sfida, concentrando tutta l’esperienza maturata nel settore dell’energia esclusivamente nel mercato del fotovoltaico. Con la nascita della nuova divisione solare ci sarà, infatti, un ampliamento e un completamento della gamma Sirio già esistente, con lo sviluppo di inverter con sempre maggiori prestazioni e adatti a rispondere alle richieste di un mercato in continua evoluzione, con l’obiettivo per Aros di diventare il nuovo protagonista sui mercati degli inverter per impianti fotovoltaici. Di fronte a questi importanti obiettivi, tutta l’immagine dell’azienda è stata modificata: dalla rivisitazione del logo, fino ad una nuova campagna pubblicitaria, un nuovo catalogo prodotti e, ovviamente, un sito Internet completamente rinnovato, a partire dal dominio (www.aros-solar.com). Il nuovo website, on line da gennaio, è stato rielaborato sia nella grafica, sia nei contenuti. Un sito semplice e pulito, accattivante ed intuitivo, dove è possibile attingere a tutte le informazioni sull’azienda, sui suoi prodotti e servizi, ed essere costantemente aggiornati sulle novità e sulle attività proposte. Il sito è strutturato in sezioni essenziali, accessibili direttamente dall’homepage: Azienda, Prodotti, Supporto, Punti Vendita, alle quali è stata aggiunta anche un’importante e interessante sezione relativa agli Impianti degli utenti che utilizzano inverter Aros. Gli impianti sono inseriti, previa registrazione, direttamente dall’installatore in pochi e semplici passaggi; una possibilità importante per aumentare la visibilità in rete delle aziende installatrici. La sezione Prodotti è divisa in modo chiaro per categoria e campo di applicazione, con dettagliate descrizioni e le principali caratteristiche tecniche. Grazie ai menu “prodotti correlati” è possibile avere subito una panoramica degli accessori utili al completamento della propria soluzione; inoltre, grazie a collegamenti diretti, trovare la documentazione relativa al prodotto desiderato sarà un gioco da ragazzi. L’area Supporto è sempre studiata per contenere informazioni relative ai contatti con l’azienda, all’assistenza, agli eventi e all’ufficio stampa, al download dei documenti oltre che a tutta una serie di contenuti sul mondo solare. È stato inserito, inoltre, il “bollettino del fotovoltaico”, un costante aggiornamento sulle news più importanti del settore. Il sito, al completamento delle varie fasi di sviluppo, sarà disponibile in cinque lingue (italiano, inglese, tedesco, spagnolo e francese).

Ecolamp: on line con un nuovo look

È on line il nuovo sito Internet www.ecolamp.it di Ecolamp, il Consorzio che, senza fini di lucro, assicura in Italia la raccolta e il corretto trattamento delle sorgenti luminose esauste, come le lampade a basso consumo e i tubi fluorescenti. La nuova grafica e una completa revisione dei contenuti nascono per semplificare la navigazione da parte di diverse tipologie di utenti: operatori del settore (produttori, distributori, installatori e comuni), ma anche cittadini, mondo della scuola, ambientalisti. I temi della normativa sui rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE), del corretto trattamento delle sorgenti luminose esauste, della loro necessaria raccolta differenziata, sono facilmente fruibili, pur consentendo un approfondimento in base agli interessi di ogni navigatore. Il sito ha due differenti menu: il primo, istituzionale, raccoglie gli argomenti generali relativi al Consorzio utili a tutte le categorie di internauti; il secondo è, invece, dedicato alle differenti categorie di utenti, con contenuti specificatamente mirati. Dall’home page sono consultabili i dati di raccolta aggiornati settimanalmente, i centri di raccolta serviti e il numero di missioni. Inoltre, è possibile consultare il data base del Centro di Coordinamento RAEE in cui cercare l’isola ecologica più vicina alla propria abitazione. In evidenza tutti i servizi offerti dal Consorzio: ExtraLamp e Collection Point, dedicati agli installatori di illuminotecnica, ed Ecopoint, il servizio riservato ai distributori aderenti all’accordo tra Ecolamp e FME (Federazione Nazionale Grossisti e Distributori di Materiale Elettrico): appositi minisiti contengono tutte le indicazioni necessarie per accedere a tali servizi gratuiti. Ampia anche la sezione educational, con un minisito sul tour della mostra polisensoriale Lamp & RiLamp e i materiali ideati per la scuola primaria e secondaria di Ecolamp pensa giovane. Agevole risulta l’accesso alle aree riservate per produttori, installatori e distributori, all’interno delle quali sono disponibili contenuti e documenti ad hoc.

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Avnet Abacus: Microsito dedicato ai LED

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Prosegue l’impegno di RS Components, marchio commerciale di Electrocomponents e distributore mondiale di prodotti industriali, per il lancio di nuovi servizi tecnologicamente avanzati con la disponibilità su iPAD della propria rivista eTech. Gli utenti di iPad Apple possono scaricare gratuitamente tramite l’Apple store un’applicazione che permette di visualizzare il magazine firmato RS ovunque si trovino, scoprendo tutte le ultime novità sui prodotti, ampliando e potenziando i contenuti della pubblicazione con ulteriori informazioni e approfondimenti, come foto, animazioni e video, dando così vita ad una vera e propria esperienza interattiva. Dedicato al mondo dei progettisti, dei responsabili tecnici e buyer dell’elettronica, eTech (www.rs-components.com/etech) è una pubblicazione distribuita in tutto il mondo, on line e stampata. Per crearne i contenuti, la società lavora al fianco di esperti e progettisti elettronici per fornire informazioni aggiornate sulle nuove soluzioni nell’ambito delle più svariate applicazioni. Grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia nell’ambito della pubblicazione, l’app eTech per iPad assicura ai lettori contenuti completi di funzioni interattive per tenerli sempre aggiornati sulle ultime novità dal mondo dell’industria.

STAMPA TECNICA

RS Components: informazioni su iPad

Presentato da Avnet Abacus un microsito Web (www.avnet-abacus. eu/lighting) specificamente dedicato all’illuminazione a LED. La nuova risorsa on line offre una vasta gamma di informazioni e strumenti riguardanti tutti gli aspetti dei sistemi di illuminazione: non solo LED, quindi, ma anche interconnessioni, dispositivi di controllo, gestione termica, componenti di potenza e di protezione. Il microsito fornirà un valido aiuto nel processo di selezione dei componenti più adeguati per ogni specifica applicazione di illuminazione a LED, facilitando la rapida realizzazione di soluzioni competitive. Una delle caratteristiche principali del microsito è la funzione “Chiedi a un esperto”, che permette a clienti e progettisti di inviare, via email, direttamente ai tecnici della società, le loro domande riguardanti prodotti e applicazioni. La squadra degli specialisti dedicati ai prodotti per l’illuminazione LED, operanti in varie località europee, è infatti in grado di assistere i clienti nella determinazione delle specifiche per tutti i componenti rivolti a queste applicazioni. Tra le altre risorse presenti nel microsito sono compresi esempi riguardanti varie applicazioni di illuminazione per edifici (interno ed esterno), strade, stadi, oltre all’illuminazione d’emergenza e al digital signage.

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ABB 07 ANIE 26 - 32 Aros 78 Avnet Abacus 79 Bosch Security Systems 75 BTicino 10-56 Citroen 46 Cognex 77 Ecolamp 78 Elvox 76 Fape 08 Fiat professional 47 Ford 48 Fox & Parker 35 GE Energy Industrial Solution 09 Giovenzana International 07 Hager Sicurezza 77 Hannover Messe 72 Iveco 49 MauriGroup 41 Mef 28 50 Mercedes Benz Nissan 51 Opel 52 Palazzoli 09 Peugeot 53 Philips 08 42 Progetto Carlo Zangarelli Renault 54 60 - 79 RS Components Siemens 10 - 66 - 76 SolarExpo 70

INSERZIONISTI

ABBIAMO PARLATO DI...

AROS www.aros.it pagina 6

Azienda Pagina

BPT Italia www.bpt.it pagina 4 Brother Italia S.p.A. www.brother.it pagina 40 BTicino www.bticino.it pagina 39 Elettro Italia www.elettroitalia.it pagina 11 Fanton www.fanton.com pagina 12

Gewiss www.gewiss.com IV copertina Giovenzana www.giovenzana.com pagina 59

Metel www.metel.it III copertina Orieme www.orieme.it II copertina

Panamar www.panamar.it pagina 17 ReeR www.reer.com pagina 59 Riello www.riello-ups.com I copertina Schneider www.schneider-electric.it pagina 5 SolarWorld www.solarworld-italia.com pagina 13 Zeca www.zeca.it pagina 64

Unicredit 36 62 Uniko Urmet Domus 75 Volkswagen 55

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BIOM

WebEDI

STANDARD

indice Qualità

WEDA

Nel settore elettrico la sfida è passare dal costo di 59 euro del ciclo dell’Ordine cartaceo ai 10 euro del ciclo dell’Ordine EDI*

Perchè spendere di più? Chiedici come aumentare l’efficienza della tua Azienda riducendo i costi: Tel 02.34536118 - metel@metel.it *Rapporto 2006-2007 - Osservatorio sulla fatturazione elettronica e dematerializzazione sviluppato dal Politecnico di Milano. school of management - dipartimento di ingegneria gestionale

Metel S.r.l. Via G. Govone 66 - 20155 Milano - Tel. 02.34536118 - Fax 02.34934145 metel@metel.it - www.metel.it



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