Visitando Vittorio Veneto IV stralcio

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VISITANDO VITTORIO VENETO quarto stralcio Azioni di Valorizzazione per Serravalle Nord

Partecipazione al “Progetto strategico regionale per la rivitalizzazione dei centri storici e urbani e la riqualificazione delle attività commerciali. Ex Dgr n. 2741 del 24.12.2012”

Promosso da Comune di Vittorio Veneto A cura di Centro Studi USINE

Partner commerciali Bianca e Volta Ceis - Centro Italiano Solidarietà Elettromeccanica Braido Fuoritempo Hostaria Via Caprera Oreficeria Aurelio De Nardi Ristorante Antica Vittorio ­— La Rustica S.r.l. Salvador Diego

Partner strategici Ascom Vittorio Veneto BCC Prealpi — Banca di Credito Cooperativo Comitato Via Caprera Comitato Festeggiamenti Santa Giustina FIN.POL.srl



visitando vittorio veneto / QUARTO STRALCIO


INDICE

Soggetto promotore

Comune di Vittorio Veneto Partner commerciali Bianca e Volta Ceis - Centro Italiano Solidarietà Elettromeccanica Braido Fuoritempo Hostaria Via Caprera Oreficeria Aurelio De Nardi Ristorante Antica Vittorio ­— La Rustica S.r.l. Salvador Diego Partner strategici Ascom Vittorio Veneto BCC Prealpi — Banca di Credito Cooperativo Comitato Via Caprera Comitato Festeggiamenti Santa Giustina FIN.POL.srl

Gruppo di lavoro

IL PROGRAMMA VISITANDO VITTORIO VENETO

Ideazione, coordinamento generale e cura del documento Centro Studi USINE

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Visitando Vittorio Veneto. Una infrastruttura di servizio al commercio, al turismo, alla cultura e al riuso urbano

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Modelli di lavoro

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Primo stralcio

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Secondo stralcio

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Terzo stralcio

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Apparati progettuali ASPROSTUDIO / Vittorio Veneto-Verona Workshop “Villard European Cohesion” Lettura fotografica Nico Covre Contributi Tipografia Bianca e Volta Federico Pilotto Progetto grafico Laura Bolzan

Il presente documento è stato redatto ad aprile 2013, in occasione della partecipazione al “progetto strategico regionale per la rivitalizzazione dei centri storici e urbani e la riqualificazione delle attività commerciali, ex Dgr n. 2741 del 24.12.2012”

VISITANDO VITTORIO VENETO / QUARTO STRALCIO 06

Un programma per Serravalle Nord

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Lettura fotografica del contesto

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Lettura urbana del contesto

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Processo partecipativo tra i parner

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Ambiti urbani d’intervento

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Strategia e azioni progettuali

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Modalità di governo

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Preventivo di spesa

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IL PROGRAMMA visitando vittorio veneto


01

VISITANDO VITTORIO VENETO. UNA INFRASTRUTTURA DI SERVIZIO AL COMMERCIO, AL TURISMO, ALLA CULTURA E AL RIUSO URBANO La città di Vittorio Veneto ha in corso un inevitabile processo di cambiamento, diremmo meglio “metamorfosi”, destinato a traghettarla in una condizione che, di qui a breve, diverrà evidente e ne caratterizzerà l’aspetto per i prossimi decenni. Con tale consapevolezza l’Amministrazione Comunale ha scelto di attivare alcuni programmi strategici capaci di valorizzare un paesaggio urbano, quello appunto di Vittorio Veneto, che presenta chiare diversità rispetto ad altri insediamenti limitrofi, nei quali è già esploso il fenomeno già noto al dibattito internazionale con il termine di “città diffusa”. Tale termine porta con sé significati che vanno ben oltre la perdita di qualità formale della città stessa ed evoca situazioni che anche il recente successo letterario di Aldo Cazzullo, “Outlet Italia. Viaggio nel paese in svendita”, ha saputo ben rappresentare: un centro urbano deve il suo successo contemporaneo non più al prevalere di singole caratteristiche ma ad un sapiente equilibrio di scelte urbane, commerciali, logistiche e d’accoglienza unite sotto un unico “logo”. E proprio perché “il tempo libero non si vende, ma lo si conquista”, altrettanto un centro urbano non va svenduto con logiche dirette; va invece promosso attivando sforzi corali tra tutti i soggetti, pubblici e privati. L’avvio del programma integrato “Visitando - Nuovo Sistema di Visita della Città” nel 2003 rappresenta l’effetto delle scelte sopra richiamate ed intende proseguire negli anni fino al suo completamento. Il programma VISITANDO si pone quindi come nuova nuova infrastruttura di servizio al Sistema del Commercio al dettaglio. Se infatti le in-

frastrutture vengono comunemente invocate a gran voce come elemento imprescindibile della crescita del sistema industriale, analogamente la presenza di qualità urbana diffusa è sinonimo di crescita dei consumi commerciali, e quanto più la prima caratterizzerà le aree a vocazione d’accoglienza tanto più i secondi avranno segno positivo. Ciò in quanto il sistema del commercio non è in grado di bastare a sé stesso, ma invece diventa efficiente ed efficace nei casi in cui la città che lo sostiene è presente. Con Visitando tale processo virtuoso di riqualificazione urbana, capace di trascinare con sé il sistema del commercio al dettaglio, trova oggi in Vittorio Veneto un caso studio di grande importanza. Infatti il Sistema di Visita rappresenta il miglior strumento di sinergia tra settore commerciale e luoghi urbani, perché innanzitutto rende il singolo esercizio commerciale di vicinato un vero e proprio “info point” a servizio dell’utente.

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Il programma Visitando Vittorio Veneto


I tre percorsi di visita proposti dal programma Visitando legano i tre centri di Vittorio Veneto

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Il programma Visitando Vittorio Veneto


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MODELLI DI LAVORO

Nel 2003 la proposta di programma per un “Nuovo Sistema di Visita della Città” emerge nel corso del progetto di ricerca denominato “Piani e Vuoti”, appoggiato dal Comune di Vittorio Veneto, promosso operativamente da Centro Studi Usine e condiviso da un gruppo di lavoro allargato cui partecipano decine di cultori della materia, professionisti, docenti universitari e progettisti di fama internazionale. Il lavoro di ricerca prodotto, innovativo nei suoi principi ispiratori e negli strumenti di attuazione dello stesso, sviluppa un’analisi approfondita del modello urbano locale, dei fatti storici, culturali ed urbanistici che lo hanno caratterizzato in passato e che oggi lo rappresentano. Esso infatti mira a rivelare e comunicare con chiarezza il paesaggio urbano che la città presenta, a riaccendere i riflettori sugli ambiti degradati ed a costituire un prodotto di offerta integrata dedicato al cittadinoconsumatore, al visitatore ed al turista stagionale, in cui quest’ultimi possano spostarsi con “passo privilegiato” lungo percorsi caratterizzati da un’ “alta riconoscibilità” e da “regole comuni di segnalazione ed informazione”. Ne consegue un “progetto strategico”, che esce dalle logiche manutentive della città e si confronta con le logiche di “rilancio” e “nuova organizzazione” della stessa. Visitando ha avviato la messa a regime di tre percorsi di visita interamente indipendenti dal flusso veicolare consolidato. Una volta completati essi rappresenteranno per il territorio vittoriese una “infrastruttura complessa” capace di far comprendere con estrema facilità agli utenti (cittadini, visitatori e turisti) un patrimonio omogeneo e non fram-

mentato, rimesso in gioco seguendo atteggiamenti progettuali contemporanei, con l’ambizione di dare avvio ad un nuovo percorso di qualità della socialità pubblica, del progetto urbano e dell’offerta commerciale. In dettaglio il programma complesso si fonda su due modelli distinti: il modello di definizione e il modello di rappresentazione.

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Il programma Visitando Vittorio Veneto

Modello di definizione La definizione di un nuovo assetto turistico-commerciale per la città di Vittorio Veneto orienta le proprie intenzioni a partire da alcuni assunti: — ottenere un disegno integrato di scala urbana in cui il turista possa spostarsi con “passo privilegiato” — definire dei percorsi ad alta “riconoscibilità turistica” — strutturare l’offerta secondo il “Principio dell’Alternanza” — mettere in gioco sia i caratteri della “città storica” sia gli spazi della “città contemporanea” — stabilire delle regole comuni e variabili per la collocazione degli elementi di segnalazione turistica. A partire da ciò, e riconoscendo che la città di Vittorio Veneto ha palesato in questi anni una notevole vocazione ad imporsi come punto di riferimento turistico pur non rispondendo ancora con una strutturazione organica della propria capacità d’offerta, si è sviluppato il percorso d’analisi allargato alla morfologia del territorio locale, allo sviluppo urbano ed agli eventi storici che hanno determinato le condizioni attuali. Tale condizione di “città a cavallo della pianura e della collina” impone di definire un approccio per


gradi al nuovo assetto turistico. Devono essere messi in gioco prima gli “ingressi contemporanei” (caselli e viadotti autostradali) e poi i singoli “nodi” componenti del tessuto turistico. Nei primi è fondamentale offrire suggestioni ed informazioni volanti, percepibili anche a velocità d’auto; nei secondi risulta più stimolante allargare il campo informativo anche alle linee di paesaggio limitrofe ed al contesto creato dal monumento principe. Proprio la conoscenza dello sviluppo storico-urbano della città di Vittorio Veneto, caratterizzato dal costante avvicinamento dei due nuclei originari di Ceneda e Serravalle a partire dal XIX secolo, e consolidati nel nuovo centro cittadino risultato dagli sviluppi del XX secolo, rende di facile lettura la collocazione e distribuzione degli elementi monumentali nel tessuto della città. Tutti i singoli fatti monumentali si concentrano lungo la direttrice nord-sud/sud ovest, in corrispondenza del piede delle colline e della traccia infrastrutturale della ferrovia. Fuori da tale direttrice sono ovviamente presenti altri elementi monumentali della città, e non di minore importanza, legati però a fatti storici “eccezionali” ed ancor oggi indipendenti. L’unione urbana tra i nuclei sociali di Ceneda e Serravalle determina quindi i due percorsi ad alta “riconoscibilità turistica”: — Percorso storico-monumentale Esso racconta la città dal suo interno, mettendo in evidenza ciò che è stato “nella” città. Si compone di fatti monumentali legati alla forte presenza ecclesistica (chiese e monasteri), alla ricchezza museale (collezioni di pittu-

ra, musei,…) e alle attività pubbliche e private (fontane monumentali, piazze, palazzi cittadini). Il percorso inizia in Piazza della Cattedrale a Ceneda e si conclude alla Chiesa di Santa Giustina. Per facilitarne la comunicabilità esso è definito percorso dei tre centri. — Percorso storico-infrastrutturale Esso racconta la città dall’esterno: andando ad occupare i bordi della città costruita, lì dove la città di Vittorio Veneto ha mosso i suoi primi passi andando ad insediare le infrastrutture vetero-industriali (la ferrovia, lo stabilimento bacologico, la galleria antiaerea, la torre piezometrica, le vecchie mulattiere, i 12 ponti, area Italcementi a Serravalle, …). Tale percorso si intende completamente ciclopedonale, a totale riparo delle auto. Anche questo percorso prende avvio dal Parco di Villa Papadopoli a Ceneda e si arresta in prossimità dei 12 ponti della Ferrovia a Salassa. Attualmente il percorso è intercluso a causa dei manufatti dimessi, per i quali l’insediamento dello stesso potrebbe rappresentare l’occasione un intervento di totale riqualificazione. Per la sua collocazione tale percorso viene definito percorso ai margini. Il terzo percorso: — Percorso ambientale Esso si svolge lungo la direttrice nordsud definita dal fiume Meschio e rappresenta quindi il percorso del verde urbano. Esso esiste oggi quasi per intero ma non appare integrato ad una visione turistica generale. È sede di un patrimonio industriale dismesso costituito da opifici, setifici e stabilimentiper la produzione di cementi ed inerti. Viene qui definito percorso del verde.

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Il programma Visitando Vittorio Veneto


Modello di rappresentazione Il progetto del sistema informativo turistico per Vittorio Veneto parte da un presupposto di base: creare un efficace mezzo per rendere la visita della città non soltanto stimolante, ma anche semplice, chiara ed articolata. Non semplici cartelli informativi sulle facciate degli edifici principali, con laconiche informazioni storiche, quanto un sistema integrato che ri-rappresenti la città nella sua complessità e nella sua articolazione. Il progetto dunque ha voluto spostare la sua attenzione non tanto ai punti ritenuti notevoli del tessuto urbano, quanto ai percorsi stessi e alla loro interazione con il sistema urbano. Le linee che congiungono palazzi, chiese, spazi verdi ecc.. diventano il mezzo con cui ri-rappresentare nel suo complesso la città, la sua conformazione, e le sue interazioni tra storia, paesaggio e società. In questa ricerca di una semplice struttura modulare, isolata o composta, presente nei punti strategici a fungere da cerniera-segnale di un luogo a forte connotato artistico ed ambientale, sono i percorsi a diventare elementi fisici: una serie di punti sul terreno che marcano i tragitti da percorrere, guidando il visitatore in una passeggiata tra i vari ambienti urbani e tra gli elementi che li compongono.

La parte informativa, tradizionalmente svolta da sintetici pannelli apposti sulle facciate degli edifici ritenuti rilevanti, viene delegata invece a stazioni informative che organizzano la comunicazione in un’ottica più complessiva: non questo o quel edificio quanto piuttosto un’area intera del tessuto urbano descritto attraverso i suoi elementi e le relazioni che intercorrono tra loro.

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Il programma Visitando Vittorio Veneto


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PRIMO STRALCIO REALIZZATO NEL BIENNIO 2006-2007 CON FONDI DERIVANTI DA UN BANDO REGIONALE VINTO NEL 2004 E ALTRI FINANZIAMENTI COMUNALI

Nel luglio del 2004 il Comune di Vittorio Veneto decide, in partnership con l’ASCOM mandamentale locale ed il Centro Studi USINE, di definire le linee guida operative necessarie alla attivazione pratica del “Nuovo Sistema di Visita della città”. L’occasione di fare un primo passo verso la concreta realizzazione del progetto è fornita dalla pubblicazione di un Bando della Regione Veneto denominato “Programma Comunale di intervento per la valorizzazione e la rivitalizzazione del centro storico (art. 10, comma 1, lett. c), d.lgs. 114/1998”) e finalizzato a finanziare interventi per la valorizzazione e la rivitalizzazione dei centri storici e del tessuto commerciale al dettaglio. Il Comune di Vittorio Veneto partecipa a tale selezione con il progetto denominato “Nuovo Sistema di Visita – I° Stralcio” e vince piazzandosi al I° posto in graduatoria su 104 progetti presentati. Le attività d’esordio del “Nuovo Sistema di Visita della Città” rappresentano il primo risultato costruito del percorso di ricerca ed analisi, non certo concluso, attivato per dotare la città di Vittorio Veneto di un’infrastruttura contemporanea che riesca a gestire in forma congiunta i bisogni di un turista consapevole, il rilancio della città dal punto di vista culturale e le necessità operative del Sistema del Commercio al dettaglio. Sono interventi che intendono essere il più rappresentativi possibili; se infatti il By-Pass di San Gottardo ha permesso di collegare l’area di Ceneda con quella di Serravalle, storicamente divise, via da Milano, fino ad oggi in totale stato di degrado, rappresenta la naturale prosecuzione della pista ciclabile nel centro storico di Serravalle e luogo nel quale sperimentare nuovi modelli di risparmio energetico.

Le attività del primo stralcio sono state dunque:

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Il programma Visitando Vittorio Veneto

Interventi di vera e propria opera pubblica — intervento 01/a consolidamento versante San Gottardo; — intervento 01/b posa del By-Pass San Gottardo lungo il percorso dei margini; — intervento 02 riqualificazione di Via F. da Milano lungo il percorso del verde; Attività di comunicazione finalizzata al perseguimento degli obiettivi del bando regionale — definizione della grafica coordinata e d’immagine del programma; — progetto e registrazione del marchio; — realizzazione del portale web di riferimento; — realizzazione del video informativo sulle alle attività svolte nel I° stralcio; — definizione degli apparati di testo (italiano-inglese) relativi alle stazioni d’ambito del percorso dei tre centri; — posizionamento stazioni informative e pollicini; — attivato il portale web www.visitandovittorioveneto. it per monitorare tutte le fasi di lavoro e mettere a disposizione in forma digitale i fascicoli informativi legati alle stazioni del percorso dei tre centri. In tutti gli interventi è prevalso un atteggiamento progettuale privo di falsi storicismi, libero nel far dialogare materiali riferibili a diversi periodi storici, attento ai valori della Storia ma altrettanto risoluto nel proporre spazialità assolutamente contemporanee. Il linguaggio applicato indaga quindi il “principio di identità dei luoghi”.


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Il programma Visitando Vittorio Veneto


Realizzazione del “By-Pass San Gottardo” Tale opera ha permesso di attivare la realizzazione del Percorso ai Margini proposto dal Sistema e, di conseguenza di ricominciare a pensare uniti i percorsi che un tempo univano il centro storico di Ceneda al centro storico di Serravalle. Il linguaggio adottato propone un punto di equilibrio tra paesaggio naturale e paesaggio costruito, nel luogo in cui finisce la natura ed inizia la città. Ciò genera senso di appartenenza a quel luogo, un intreccio che coinvolge tutto. L’opera realizzata non rappresenta un attraversamento veloce ma, bensì, uno spazio che “rallenta il tempo”, fedele all’Architettura come Arte del Permanente e capace di stimolare la volontà di ri-appropriamento del margine collinare di un tempo. È quindi un’opera-simbolo, che trova nel parapetto la sua immagine più dirompente. Il “nastro scultoreo” infatti è fortemente connesso ai valori formali-ambientali dell’intorno; la geometria di taglio delle cortecce al sole, realizzata al laser su lamiere di cor-ten, filtra e proietta ombre sul piano del legno alterandone la regolarità e stimolando l’esperienza di una condizione sospesa tra natura e artificio. Luminosità e permeabilità conferiscono un valore tattile al progetto, le relazioni di spazio del percorso un valore di Paesaggio.

A riprova del fatto che l’Architettura “nasce dai bisogni reali” (R. Masiero) va ricordato che tale oggetto non rappresenta un semplice vezzo formale di progettazione ma si è imposto come risposta felice ad un vincolo normativo imposto da RFI – Rete Ferroviaria Italiana di proteggere il percorso ciclopedonale con una protezione avente un’altezza non inferiore ai 2 ml.

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Il programma Visitando Vittorio Veneto


Riqualificazione di Via Francesco da Milano Tale tracciato storico consentiva un tempo lo sbocco al fiume degli orti conclusi posti a protezione delle ville nobiliari ed ora, a intervento concluso, rappresenta la naturale prosecuzione della pista ciclabile nel centro storico di Serravalle. I tratti distintivi di tale intervento sono rappresentati dal forte equilibrio tra elementi contemporanei (i nuovi punti luce collocati al margine del sedime, prototipati espressamente per il progetto e dotati di fonte luminosa a led a basso consumo energetico; le panchine a correre rivolte verso il fiume) ed elementi già presenti in situ. Tra essi il fondo stradale in ghiaia di Sarone rappresentava una pre-esistenza da mantenere, consolidandolo al fine di garantire un’adeguata resistenza ad azioni meccaniche e di dilavamento.

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Il programma Visitando Vittorio Veneto


Posa di stazioni informative lungo il percorso dei tre centri e regole progettuali per la differenziazione Tra offerta culturale ed offerta commerciale Partendo dal convincimento che attraverso la diffusione diversificata, la copiosità e la capillarità dell’informazioni e dei servizi offerti è possibile attivare una logica di network, idonea a garantire il successo di un sistema turistico contemporaneo, il progetto non si limita alla consueta individuazione di una cartellonistica di servizio, ma persegue una più profonda analisi del tessuto, della storia e delle potenzialità turistico-commerciali della città di Vittorio Veneto. Esso trae quindi spunto dalla definizione dei tre percorsi sopra delineati per dare una nuova “forma fisica” agli strumenti di orientamento posti a servizio dell’utente cittadino, visitatore, turista. Tale forma si concreta in moduli aventi dimensioni e funzioni differenti: — Stazione informativa. Tale elemento ha lo scopo di riassumere l’informazione d’ambito. Il modulo avrà struttura autoportante in lamiera di alluminio verniciato nelle sue parti fisse e stampato nelle sue parti eventualmente sostituibili in fase di esercizio del sistema. — Marcatore a terra. Tale elemento definisce i “percorsi” attuando un sistema detto a “Pollicino”. Il singolo elemento è costituito da una piastra in acciaio con attacco a terra a vite e marchiata dal logo del Sistema di Visita.

Le informazioni inserite nei punti di consultazione sono di varia natura. È rappresentata una mappa dell’ ambito che si stà visitando con indicati edifici, musei e monumenti di particolare pregio, accompagnata da una descrizione bilingue degli elementi osservati. Le stazioni seguono la numerazione del sistema lungo il singolo percorso di visita, e sono dotate di apposita simbologia che permetterà di ricondurre l’ambito di appartenenza della stazione informativa agli esercizi commerciali dell’intorno, attraverso la seguente dicitura: “Orientarsi è semplice. Segui questo simbolo: avrai ulteriori informazioni sui servizi offerti dalla città”. Negli esercizi commerciali che espongono questo simbolo sarà possibile, pertanto, rinvenire materiale informativo d’ambito turistico, commerciale, ricreativo e dei servizi offerti dalla città. In questo modo ciascun esercizio commerciale risulterà parte integrante del sistema di visita, in quanto latore, attraverso l’esposizione di un logo “catalizzante”, delle necessarie informazioni. Più precisamente il visitatore che accede all’esercizio commerciale, che espone il simbolo della stazione di appartenenza, potrà trovare il libretto numerato con le informazioni relative all’ambito limitrofo e collezionando i vari libretti raccolti lungo i percorsi potrà comporre la propria guida della città. Allo scopo, un pratico raccoglitore sarà disponibile in vendita. In questo primo stralcio è stato coperto tutto il tratto del Percorso dei Tre Centri e posate le stazioni in corrispondenza delle due opere edili.

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Il programma Visitando Vittorio Veneto


Lampada “Signo” La lampada “Signo” ha da un lato fornito la migliore risposta alle necessità di dotare i percorsi del Sistema di Visita di un apparecchio illuminante contemporaneo ed a basso consumo energetico, dall’altro ha rappresentato l’occasione prototipale di misurare i futuri orizzonti imprenditoriali in campo contemporaneo da parte di un grosso gruppo produttore di corpi illuminanti; tale gruppo era solitamente affezionato a forme e linguaggi marcatamente storicisti e caratterizzati da un dominio della bellezza formale. Solitamente l’elemento d’arredo urbano assume un ruolo di “dipendenza” dal contesto ambientale già creato, nel senso che in presenza di un tessuto edilizio storico o contemporaneo si tende a porre in opera materiale “in stile”. “Signo” confuta tale condizione, partendo dalla considerazione che l’elemento progettuale invariante tra le due condizioni urbane, storica e contemporanea, è rappresentato dalla “misura”. Con essa possono essere indagati i rapporti geometrici comuni, la suddivisione tra spazi carrabili e spazi pedonali; la misura porta con sè la definizione di spazio e luce, e dalla combinazione complessa dei tre fattori nasce questo progetto ed il termine per definirlo. “Signo” indaga quindi la possibilità di dare una interpretazione luminosa ai rapporti comuni, generare con la luce uno spazio misurato e misurabile, indipendentemente dalle forme culturali del tempo, conferire valore ai manufatti architettonici recuperati ed ordine a quelli realizzati ex-novo. La forma deriva dalla volontà

sopra definita di indagare il punto di incontro tra oggetti urbani già utilizzati sulla “strada” con finalità informative e di servizio (i marcatori delle tratte chilometriche, le luci di servizio lungo i tracciati ferroviari) e nuovi elementi multifunzionali in grado di illuminare, definire ambiti e dividere flussi diversi. Una tale “forma funzionale” definisce un oggetto non impattante, quasi “nascosto”, riconoscibile per il tipo di luce che emette e per la caratteristica di “segnare” un percorso.

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Il programma Visitando Vittorio Veneto


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SECONDO STRALCIO REALIZZATO CON FONDI COMUNALI NEL 2007

Nel corso del 2007 l’Amministrazione Comunale ha promosso di propria iniziativa il II° Stralcio di VISITANDO, sciegliendo con tale opera di completare la riqualificazione della salita alla Chiesetta di San Gottardo, ora maggiormente visitabile in funzione dell’apertura del By-Pass.

L’intervento si limita a completare le funzionalità primarie dell’ambito; vengono posate una nuova illuminazione a correre ed un nuovo corrimano lungo il tratto in salita, riqualificata l’area del sagrato con un parapetto di protezione e collocata una lunga “chaise-longue” corbusiana di sosta alla base del percorso.

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Il programma Visitando Vittorio Veneto


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Il programma Visitando Vittorio Veneto


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TERZO STRALCIO RISULTATO VINCITOREAL BANDO “PROGETTO STRATEGICO REGIONALE DI CUI AL DM 17/4/2008 N.1203 PER LA RIVITALIZZAZIONE E LA RIQUALIFICAZIONE COMMERCIALE”

Risultati attesi Il programma integrato del terzo stralcio di VISITANDO si propone di proseguire nella strada già intrapresa dal Comune con il primo e secondo stralcio, e cioè di attivare alcuni percorsi strategici capaci di valorizzare il paesaggio urbano mediante la realizzazione di nuove infrastrutture a servizio della rete ricettivocommerciale, nonché di attivare una rete di collaborazioni con le associazioni maggiormente rappresentative nell’ambito commerciale, turistico e culturale, costituendo un organismo interdisciplinare a matrice pubblicoprivata che programmi e promuova le manifestazioni più significative, ottimizzando i costi e incrementando i benefici per tutti i soggetti operanti sul territorio. Il proseguimento delle opere di attivazione dei percorsi di visita favorisce la mobilità collettiva ciclopedonale, riduce il traffico veicolare nel collegamento tra i centri cittadini, migliora la qualità ambientale della città, valorizza la fruibilità della città medesima proseguendo nell’attivazione del Percorso dei Margini che consentirà di ri-attivare il bordo collinare tra Ceneda e Serravalle in forma ciclo-pedonale. Particolare interesse rappresenta per l’amministrazione comunale l’ambito degradato e sottoutilizzato connesso all’ex scalo ferroviario cittadino, posto in area centralissima e ubicato tra la traccia ferroviaria ed il sistema collinare del Monte Altare. Esso ha vocazione di luogo creativo, perché coniuga un ambiente paesaggisticamente suggestivo a una destinazione a luogo di “carico- scarico” della cultura, massimamente flessibi-

le, in cui attivare punti d’offerta per il tempo libero sinergici ai presidi scolastici presenti in città. Non sarà quindi solo un “dopo-scuola”, ma un vero nodo di attività integrato alle attività formative primarie ed alla tradizione musicale cittadina.

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Il programma Visitando Vittorio Veneto

Soggetti aderenti I soggetti che hanno aderito al programma di terzo stralcio e che hanno allo scopo sottoscritto un protocollo d’intesa sono: ­— Associazione Commercio Turismo e Servizi di Vittorio Veneto. — Associazione “Vittorio Veneto Città del Benestare”. — Associazione Centro Studi Usine. Altre Associazioni hanno comunque condiviso gli obiettivi del programma integrato e dichiarato di impegnarsi a perseguire nella programmazione della propria attività una convergenza di intenti e di obiettivi, promuovendo iniziative concertate e non concorrenti con le indicazioni del bando. Modalità di verifica e monitoraggio L’organismo di GPI è composto dal legale rappresentante dell’Associazione “Vittorio Veneto Città del Benestare” e dal legale rappresentante dell’Associazione Centro Studi Usine. Esso ha l’obiettivo di monitorare e coordinare l’attuazione del programma integrato di gestione e di riqualificazione commerciale in area urbana centrale di durata triennale, di cui all’azione speciale B) del bando di finanziamento regionale allegato alla D.G.R. n. 3099 del 21 ottobre 2008.


In particolare, l’Organismo di GPI avrà il compito di: — svolgere un ruolo di regia nella realizzazione del programma integrato all’interno del budget assegnato dal programma integrato; — curare il coordinamento e la collaborazione tra i vari soggetti coinvolti nella attuazione del Programma integrato in parola; — informare il Comune di Vittorio Veneto e l’ASCOM degli stati di avanzamento del Programma integrato mediante redazione di report trimestrali, da pubblicare anche nel sito www.visitantovittorioveneto.it; — partecipare agli incontri e alle riunioni eventualmente indette dal soggetto promotore o dall’ Associazione Commercio Turismo e Servizi di Vittorio Veneto per l’attuazione delle singole manifestazioni ricadenti all’interno del programma integrato; — effettuare il monitoraggio e la rendicontazione del programma alla Regione Veneto - Direzione Commercio o a altro soggetto tecnico da questa individuato; — trasmettere alla Regione del Veneto - Direzione Commercio tutti i dati e le informazioni necessarie alla verifica e al controllo dell’attuazione del programma presentato e approvato. I costi di funzionamento sono previsti in Euro 48.000,00, di cuiEuro 4.800,00 a carico del Bilancio Comunale, Euro 4.800,00 a carico del Bilancio dell’Associazione Commercio Turismo e Servizi di Vittorio Veneto e Euro 38.400,00 oggetto di finanziamento regionale. Le modalità con le quali verranno garantiti i rapporti con i soggetti partner e con gli altri soggetti pubblici e privati interessati all’andamento

delle attività sono: — costante collegamento a mezzo mail con i referenti individuati da Comune di Vittorio Veneto e ASCOM; — partecipazione agli incontri e alle riunioni eventualmente indette dal soggetto promotore o dall’ Associazione Commercio Turismo e Servizi di Vittorio Veneto per l’attuazione delle singole manifestazioni ricadenti all’interno del programma integrato; — organizzazioni di incontri e riunioni per organizzare in modo concertato e coordinato gli eventi culturali; — predisposizione di newsletters per informare i soggetti coinvolti nell’attuazione del programma sulle modalità e termini di realizzazione delle attività di competenza. Di seguito vengono riportate le azioni progettuali previste dal terzo stralcio.

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Il programma Visitando Vittorio Veneto


1 Hide modello basico

1

2

3

2 Hide modello corten 3 Hide modello microforato

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Nuovi cestini multifunzione “Hide” VISITANDO continua ad essere motore di innovazione anche in riferimento agli elementi d’arredo urbano. Con questo stralcio, infatti, l’Amministrazione Comunale intende dotare i luoghi urbani del Sistema di Visita e gli ambiti a maggior presenza commerciale di nuovi cestini multifunzione, progettati per effettuare una raccolta differenziate dei rifiuti solidi urbani. Un elemento di arredo urbano moderno, ricerca la propria relazione con il contesto tramite una misura capace di delineare rapporti comuni fra materiali urbani di epoche diverse. Il progetto-prototipo HIDE indaga quindi la possibilità di reinterpretare un elemento secondario nella percezione dello spazio urbano. La forma di HIDE deriva dalla volontà di indagare fino a che punto le necessità funzionali di un tale oggetto posso interagire con altre attività: illuminare, definire ambiti e dividere flussi diversi. Il risultato è un oggetto non impattante, quasi “nascosto”, riconoscibile per i fori che presenta sulla sua superficie omogenea e per la caratteristica di segnare la suddivisione senza lasciare intravedere i rifiuti contenuti. Ogni foro è nato dall’interpretazione formale della gestualità umana in relazione alla tipologia di rifiuto considerata, poichè è la persona la vera “misura” di ogni cosa. Le aperture sugli angoli danno visibilità alle funzioni. La suddivisione in 5 sezioni della “fascia dei contenitori” deriva dall’ottimizzazione della ripartizione dei materiali urbani: carta, imballaggi leggeri, vetro, rifiuto misto, rifiuti urbani di origine animale. Il contenitore è altresì dotato di una “fascia servizi” contenente la raccolta dei mozziconi di sigaretta e un dispenser per sacchettini e

palette. La suddivisione per il rifiuto umido è stata volontariamente ignorata per ovviare a fenomeni di discarica di rifiuti dalle abitazioni limitrofe. La superficie superiore, liberata da ogni apertura, si presta come supporto per l’impressione di una spiegazione in rilievo per l’uso del cestino portarifiuti da parte dei non vedenti. Il modulo base di HIDE (h= 1,05 cm) può essere utilizzato per segnare in modo non invadente punti di riferimento in contesti urbani privi di divisioni (piazze, slarghi,..) e il collocamento della fonte luminosa sulla base consente di avere un’illuminazione radente senza problemi di abbaglio. La sporcizia non viene percepita dall’utente, e le guide semplificano le operazioni di svuotamento. Il tema progettuale proposto con HIDE si compone di una serie di elementi differenti per collocazione e quantità di materiali selezionati: — HIDE 01 contenitore poli o monorifiuto con apertura nascosta, illuminazione notturna e superfici customizzabili, h 1,05 m. — HIDE 02 contenitore polirifiuto con 2 aperture nascoste, illuminazione notturna e superfici customizzabili, h 1,05 m. — HIDE 03 contenitore multirifiuto per il posizionamento contro parete, aperture nascoste sui 3 lati, sistema di svuotamento facilitato, illuminazione notturna e superfici customizzabili, h 1,05 m. — HIDE 04 contenitore multirifiuto per il posizionamento in spazi ampi, aperture nascoste su 4 lati, sistema di svuotamento facilitato, illuminazione notturna e superfici customizzabili, h 1,05 m. — HIDE 05 contenitore multirifiuto a blocco per aree gioco, aperture nascoste, apertura contenitore per svuotamento a scorrimento facilitato, illuminazione notturna, h 0,65 m.

4 Hide — tavola di progetto

4

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Il programma Visitando Vittorio Veneto


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Nuove stazioni informative lungo i percorsi di visita Il modello visivo stradale, caratterizzato dalla presenza delle nuove stazioni informative di VISITANDO, verrà ulteriormente incrementato con questo III° stralcio, in cui verranno messe a dimora tutte le stazioni mancanti lungo il Percorso del Verde.

stazioni lungo il Percorso del Verde Stazione informativa 01 Stazione informativa 02 Stazione informativa 03 Stazione informativa 04 Stazione informativa 05 Stazione informativa 06 Stazione informativa 07 Stazione informativa 08 Stazione informativa 09 Stazione informativa 10 Stazione informativa 11 Stazione informativa 12 Stazione informativa 13 Stazione informativa 14 Stazione informativa 15 Stazione informativa 16 Stazione informativa 17 Stazione informativa 20 Stazione informativa 21

Mulino del ponte Mulino di San Giacomo Filanda Boer Cartiera Gava Lanificio Cini Cartiera Galvani Sega Lioni Setificio SNIA Viscosa Mulino Del Favero Lanificio Torres Magazzini del Meschio Filanda Sbroiavacca Mulino Zava Cartiera Zuliani Cartiera Gentili Cartiera De Mori Spazzolificio Ospedale vecchio Meschietti

Realizzazione del percorso storico-ambientale alla base della collina del Castello Vescovile Premesse Questo ambito, solo in apparenza decentrato rispetto alla città, esprime un proprio carattere bivalente sui fronti della storia e dell’ambiente. E’ su questi due pilastri che si fonda la scelta di far rientrare all’interno del sistema di visita urbano un sito di valore unico e imprescindibile per chi vive e visita la città. Scopo dell’intervento è quello di rompere la distanza fisica e orografica che oggi separa l’ambito del castello vescovile dai centri della città e trarne un nuovo luogo “protetto” ma integrato ad un sistema di attraversamento lineare alla base della collina. Aspetti programmatici Sulla base di un sistema di percorsi storici in parte esistente, in parte da riscoprire e in parte da realizzare ex-novo, il programma d’intervento propone una sostanziale riqualificazione della base del fronte orientale della collina vescovile. Tutto ciò attraverso tre interventi di carattere distinto: — recupero e rifunzionalizzazione del percorso esistente alla base della collina vescovile (tratto sud-est); — riscoperta e restauro del percorso storico di collegamento tra il castello e la sua cinta muraria di sud-est; — realizzazione ex-novo della prosecuzione a nord del percorso esistente alla base della collina e collegamento con via Labbi e con i successivi sviluppi del percorso ai margini. La proposta di riqualificare l’antico percorso agricolo, che ancora oggi si attesta alla base della collina del

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Castello Vescovile e mantiene per tutto il suo sviluppo una traccia parallela all’antico muro a secco di delimitazione dall’ambito, ha come valore fondamentale quello di “sbloccare” un passaggio storicamente intercluso alla città. Tale traccia, infatti, collega il punto finale di Via J.Stella con il punto iniziale di Via Labbi (la vecchia via posta sul retro dell’Ex Ghetto Ebraico) che, se aperta, consentirebbe di aggiungere un altro importantissimo tassello al completamento di un percorso che non solo unirà nuovamente Ceneda e Serravalle in forma “protetta” dalle auto (lo sblocco si caricherà tra l’altro di un forte significato storico) ma anche tutto il sistema collinare ovest del vittoriese. Aspetti progettuali Oggi più che mai la storia esprime quei valori di necessità e perizia che per secoli hanno contraddistinto l’edilizia e l’architettura del territorio. L’occasione di confronto tra una traccia storica, un sito ambientale e un sistema di visita urbano pone al progetto la responsabilità di individuare, innanzitutto, le esigenze e le forme contemporanee di queste stesse necessità e perizia. In continuità con gli stralci di sistema di visita già realizzati, anche per il percorso alla base della collina vescovile si pone la massima attenzione al rispetto dell’esistente e alla sua riqualificazione mediante materiali eco-compatibili. Il volto e la natura contemporanea dell’intervento apparirà al contrario da minimi, ma chiarissimi, segni di architettura e comunicazione urbana (arredo urbano, stazioni informative, ecc) e dalla tecnologia a basso impatto ambientaleed energetico. Sia per la riqualificazione del

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tratto di percorso esistente, sia per l’integrazione ex-novo è prevista una nuova pavimentazione in stabilizzato ecologico rinforzato, al di sotto della quale troveranno luogo tutti gli allacciamenti tecnologici necessari alla sicurezza e alla funzionalità turistico-ambientale del percorso. Trattandosi di percorso ciclopedonale in area collinare, quindi con tratti a pendenza variabile, sono previsti tutti gli apparati sia architettonici che tecnici a garanzia della massima fruibilità di tutti gli spazi di visita. Gli aspetti tecnologici dell’intervento saranno di fatto ridotti all’impianto di illuminazione pubblica a luce led e ad un apposito impianto di sicurezza volto alla protezione di tutto l’ambito vescovile ed in particolare del castello e delle sue pertinenze. Particolare attenzione verrà posta al recupero-restauro dell’antico percorso di collegamento tra il castello vescovile e la base della cinta muraria orientale, percorso probabilmente utilizzato nei secoli scorsi per la “discesa” alla città sia da parte dei membri della Curia sia di tutte le maestranze al suo servizio. Tale percorso, riscoperto grazie all’analisi di foto d’archivio, si sviluppa a zig-zag lungo la linea di massima pendenza del fronte est della collina vescovile e si presenta oggi ancora integro nella sua struttura. Si ritiene certamente recuperabile con sensibili interventi di micro-consolidamento, nuova pavimentazione e nuova illuminazione led che permettano il rispetto e la rivalutazione del tracciato e del suo valore storico.

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Nuovo collegamento ciclopedonale tra l’Ex Scalo Ferroviario e Via Tommaseo (prima attivazione della “Stazione degli Autori”) Premesse Questo ambito centrale della città, confinato tra la traccia ferroviaria ed il sistema collinare, può già oggi definirsi un “Luogo Creativo”. Infatti in quest’area visse Ettore Fenderl, progettista di grandi opere, inventore dei coriandoli e figura che lasciò in dotazione alla città i propri beni immobiliari per dar vità ad un Fondazione assistenziale. Proprio tale fondazione opera da anni all’interno del complesso edilizio che oggi ha assunto il ruolo di “casa delle associazioni” ed è ormai un punto di riferimento per l’attività del tempo libero. Sempre in tale area sono state realizzate le prime opere del “Nuovo Sistema di Visita” della città di Vittorio Veneto, completate con un linguaggio architettonico che rimanda con forza ai valori insediativi naturali e costruiti presenti (la vegetazione fitta, le infrastrutture ferroviarie, …). Infine non va dimenticato che tale area, posta ai margini del complesso collinare del Monte Altare, ha visto nel secolo scorso svilupparsi una fiorente attività termale alimentata dalla presenza di acque salso-bromo-iodiche dai forti principi curativi. Lo scopo è quello di far “esplodere” il carattere sociale che la città già oggi esprime attraverso una capillare presenza di associazioni culturali, di eventi di rilievo nazionale (es. il Festival di Violino ed il Festival Comoda_mente), di scuole e luoghi per la cura.

Aspetti programmatici Il presente programma intende promuovere una generale riqualificazione della stessa, facendola divenire un luogo di “carico-scarico” della cultura e massimamente flessibile, in cui attivare punti d’offerta per il tempo libero sinergici ai presidi scolastici presenti in città; non sarà quindi solo un “dopo-scuola” ma un vero nodo di attività integrato alle attività formative primarie ed alla tradizione musicale cittadina. La scelta di caratterizzare quest’area con una tematica autoriale dedicata in particolar modo al mondo giovanile è determinata dal fatto che gli spazi attualmente adibiti in città a tali funzioni risultano del tutto carenti, obsoleti e non conformi. Infatti: — il Centro Giovani “Città di Criciuma” è decentrato rispetto ai tre centri urbani della città, si trova allocato in ambienti interrati poco accoglienti, bui e sottodimensionati; — la Biblioteca Civica è ospitata all’interno di un villino storico con capacità di accoglienza di massimo 100 persone. È spazio adatto solo a piccole riunioni, presentazioni di libri ed esibizioni musicali per solisti, quindi inadatta per qualsiasi altro tipo di attività contemporanea; — la storica scuola di musica “Corelli” è temporaneamente ospitata all’interno di un ex presidio scolastico che offre ambienti non conformi dal punto di vista acustico e logistico. A ciò si aggiunga il fatto che, a differenza di quanto “percepito”, la città di Vittorio Veneto rimane un polo di riferimento giovanile. Il tasso di abitanti giovani (classe 0-19 anni) residenti in città risulta infatti lie-

1 17.6% la percentuale stimata nel 2021. Fonte Centro Studi Tolomeo, “Scenari per un Polo Integrato di servizi per il tempo libero”, Vittorio Veneto 2007, pagg. 41 2 Fonte Centro Studi Tolomeo, “Scenari per un Polo Integrato di servizi per il tempo libero”, Vittorio Veneto 2007, pagg. 20-21

vemente in aumento 1 ed è parimenti alto il tasso di provenienza da fuori città dei giovani delle scuole superiori 2; ciò a dimostrazione del fatto che la sua storica vocazione non è destinata a calare. Non vi è dubbio che la futura metropolitana di superficie sulla linea Conegliano-Belluno avrà un ruolo fondamentale di nel far vivere la Stazione degli Autori. Molteplici potranno essere le attività presenti al suo interno, commerciali dirette e di servizio: ostello della gioventù, internet space, ristorante-buffet con prodotti a km zero, nuova sede della scuola di musica cittadina, spazio polifunzionale (per piccoli concerti, presentazioni di libri, mostre, seminari e incontri), sale prova musicali, spazi attrezzati per corsi e laboratori (video, scrittura, fotografia, creatività), spazi attrezzati destinati agli incontri dei gruppi giovanili e delle associazioni. Tutte queste facilities potranno connotare il luogo anche all’aperto, dotando l’area di “folies” che inducano l’effetto sorpresa ospiti attività per il ballo ed il teatro all’aperto, sportive informali e di svago. Aspetti progettuali Il programma “Stazione degli autori”, per la sua dimensione e complessità urbana nonché per gli importanti obiettivi sociali che si prefigge, ha imposto una molteplice azione progettuale rivolta alle varie scale: — progettazione di un “master-plan” che definisca il disegno e le vocazioni urbane dell’intera area; — progettazione di fattibilità dei singoli ambiti interni. Obiettivo fondamentale del progetto è quello di sviluppare un pezzo di “cit-

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tà normale”, in cui ritrovare i medesimi elementi spaziali che già connotano il tessuto circostante: un intervento rivolto a far tornare città qualcosa che le si era col tempo “allontanato” e che oggi risulta del tutto “perso” agli effetti del bene pubblico. Questo è il motivo trainante che ha guidato la progettazione generale del master-plan, ovvero la rigenerazione di un’area di altissima centralità urbana e, attualmente, di poverissimo impatto sociale. Dal punto di vista della struttura urbana, se sovrapposta all’impianto generale del sistema di visita, l’ex scalo ferroviario / stazione degli autori rappresenta un nodo: un punto cioè nel quale si incontrano e si integrano un percorso lineare e uno spazio aperto. Rimane di fatto intatta la natura dello scalo, di uno spazio funzionale alla sosta e allo scambio lungo un percorso. Nel caso specifico la sovrapposizione tra percorso ai margini e stazione degli autori si concentra sull’intervento strutturale più importante, ovvero sul nuovo ponte di attraversamento ferroviario che diviene allo stesso tempo elemento di collegamento lineare del percorso ai margini (tratto By-Pass / Via Tommaseo) e elemento cardine dei nuovi spazi didattici a servizio delle attività culturali della stazione stessa. Il ponte si compone di tre grandi elementi, le due rampe di salita, sui fronti est e ovest, e la passerella vera e propria di attraversamento sui binari. Sai per esigenze di funzionalità tecnica che per motivi di economia di progetto, il progetto prevede di realizzare le due rampe di accesso alla passerella parzialmente in

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struttura e parzialmente in terrapieno, in modo tale da giungere ad sviluppo lineare di circa 80m ciascuna, garantire un’opportuna fruibilità al percorso ciclo-pedonale in sommità e offrire altrettanto opportuni spazi didattici al loro interno. Al di fuori del nodo spaziolineare, gli altri elementi che realizzano la stazione degli autori sono il collegamento ciclo-pedonale tra l’ex-scalo ferroviario e via Tommaseo (prosecuzione nord del percorso ai margini), il recupero dell’ex-magazzino dello scalo merci come nuovo spazio culturale polivalente, la realizzazione del nuovo parcheggio a servizio della stazione ferroviaria e del centro urbano (lato città) e del nuovo ostello della gioventù a servizio del turismo e degli eventi culturali (lato collina). Come prima attivazione del programma “Stazione degli autori” è prevista la realizzazione del percorso di collegamento ciclo-pedonale tra l’ex-scalo ferroviario e via Tommaseo e del parcheggio. Il primo, in continuità con i restanti tratti di percorso ai margini già realizzati, prevede la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale a carattere turistico e ambientale, posto alla base del fronte collinare e dotato di tutti gli apparati tecnici e impiantistici necessari alla fruibilità e alla sicurezza. La particolarità di questo tratto, trovandosi in ambito ferroviario, è il contestuale recupero del cosiddetto “binario morto” che si sviluppa per circa 150m sul lato est del fascio binari dello scalo. La traccia dei binari dimessi diverrà pertanto parte del disegno della pavimentazione caratterizzando il percorso per tutto il suo sviluppo in-

terno all’area dell’ex scalo ferroviario. Il piano di calpestio del percorso verrà realizzato in stabilizzato ecologico rinforzato con ghiaia di sarone per una larghezza media di circa 3m, mentre gli eventuali riempimenti laterali verso la ferrovia o verso i confini delle proprietà private verranno realizzati con ghiaia spezzata di natura locale. Gli interventi tecnologici, come per l’intero sistema di visita caratterizzati per minimo impatto ambientale e basso consumo energetico, prevedono un impianto di illuminazione pubblica a luce led posto sul lato est del percorso. Lungo tutto il fronte ovest, in adiacenza alla ferrovia, è prevista la realizzazione di un’opportuna struttura di recinzione invalicabile di altezza non inferiore ai 2m. Il parcheggio prevede l’attivazione di 99 nuovi posti auto, per circa un terzo a diretto servizio della stazione ferroviaria e per i restanti due terzi a servizio del commercio in tutta l’area del centro città. La viabilità prevede accessi sia dal fronte principale della stazione che da via Fenderl. La volontà di non conferire al parcheggio un valore unicamente tecnico-funzionale, bensì di integrarlo nel masterplan architettonico della stazione degli autori, ha portato ad un disegno che non cancelli le tracce del vecchio scalo ferroviario, conservando a raso ove possibile i binari dimessi esistenti. Parallelamente, gli stalli delle auto sono accorpati secondo figure che rimandano ai vagoni merci dello scalo ferroviario e collocati, pur rispettando i necessari requisiti di funzionalità, in ragione del disegno generale. 05- diffusione dei fascicoli informativi cartacei per il sistema del commercio.

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Piazza Foro Boario era in origine chiamata “Prato di San Marco” e poi “Piazza del mercato” perché per secoli fu sede di un fiorente mercato, soprattutto di bestiame, “fuori delle mura” di Serravalle (sul muro che chiude il versante meridionale della piazza sono ancora visibili i ganci ai quali venivano legati gli animali). Nel 1674 venne qui eretto il cippo (A) monumentale che ricorda l’istituzione o il ripristino nel 1666 del “libero mercato” da parte del podestà veneziano Giacomo Contarini, cippo che ora si trova sul lato orientale della piazza, in prossimità del fiume Meschio. L’adiacente chiesetta di San Giuseppe (B) conserva al suo interno, sul soffitto, un dipinto di Pietro Pajetta (1845-1911) datato 1883 e raffigurante San Giuseppe nella gloria del paradiso; essa era in passato officiata dai Padri Barnabiti, che qui vicino avevano un collegio in cui studiavano i figli delle famiglie nobili serravallesi. Il complesso di costruzioni che costeggiano il versante nord della piazza viene tuttora comunemente chiamato “Ospedale Vecchio” (C) perché ospitava appunto l’ospedale civile fino al suo trasferimento, avvenuto nel 1977, alla nuova sede aperta nel 1972 in località “Costa”. Esso inglobava l’antico “ospedale” della Confraternita dei Battuti, che si era stabilita presso la Porta sud della terza cerchia muraria di Serravalle probabilmente già dalla fine del XIII secolo o all’inizio del successivo. Poco però è rimasto della costruzione originaria, la quale venne infatti sostanzialmente sostituita da quella realizzata nel 1851 dall’architetto Giuseppe Segusini di Feltre (1801-1876). Tale edificio, che con i suoi elementi “goticheggianti” intendeva forse richiamare la struttura precedente, venne poi più volte rimaneggiato ed ampliato, sempre nel corso dell’Ottocento e nel secolo successivo, sia verso il fiume Meschio che nella parte occidentale e meridionale. Il lato ovest del complesso, verso la “Torre dell’Orologio”, è stato nel 1985 ulteriormente ristrutturato, su progetto dell’architetto Toni Follina, per potervi ospitare un istituto scolastico. Lungo il lato orientale della piazza scorre il Meschio, fiume che ha contribuito in modo determinante alla crescita economica di questa zona in quanto, oltre ad essere fondamentale per l’agricoltura, vi ha reso possibile anche lo sviluppo di varie attività “industriali”. Lungo il suo corso sono infatti sorti nel tempo opifici ed officine di ogni tipo, per la lavorazione dei cereali, dei tessuti, della carta, del legno, del ferro e della calce... Esso si caratterizza per la costanza della temperatura delle acque, che si aggira sugli undici gradi, la quale ha reso Serravalle celebre per la produzione delle armi bianche. Il suo corso si compone di un canale principale con dei rami paralleli, dove la portata della corrente viene notevolmente ridotta tramite un’interessante opera di ingegneria idraulica eseguita alla fine del XVI secolo, dopo l’esondazione del 1521.

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L’edificio che chiude il lato meridionale di questa piccola piazza è stato per secoli sede della Scuola della Confraternita di Santa Maria dei Battuti (A), così chiamati perché, tra le altre pratiche penitenziali, compivano una processione pubblica in cui si percuotevano con un fascio di cordicelle terminanti in nodi, detto “disciplina” o flagello, da cui deriva il loro stemma ed il nome, appunto, di “Battuti”, “Disciplinanti” o “Flagellanti”. Tale Confraternita, particolarmente devota alla Vergine Maria, era un’organizzazione laica che si dedicava all’assistenza dei bisognosi, provvedendo, presso l’”ospedale” e l’attiguo Oratorio, alla loro “cura materiale” e “spirituale”. La Confraternita di Santa Maria dei Battuti di Serravalle, il cui primo statuto, come quello di altre Confraternite della zona, risale al 1313, scelse dunque, probabilmente già dalla fine del XIII secolo, di stabilire la propria sede in questo luogo, presso la Porta meridionale della città e quindi vicino al borgo esterno alle mura, frequentato dai ceti più poveri. Della costruzione originaria rimane però ben poco: l’edificio venne infatti più volte rimaneggiato nel corso dei secoli, soprattutto nell’Ottocento quando, soppressa la Confraternita con decreto napoleonico (1806), il suo patrimonio passò alla “Congregazione di Carità” di Serravalle e la sua sede venne occupata dall’ospedale civile, realizzato nel 1851 dall’architetto Giuseppe Segusini (1801-1876) sostanzialmente sostituendo la costruzione precedente, richiamata forse negli elementi “goticheggianti” dell’esterno, ed ampliato poi, anche nel corso del secolo successivo, sia verso il fiume Meschio che nella parte meridionale ed occidentale. L’Oratorio dei Santi Lorenzo e Marco (B) venne eretto in concomitanza con l’ospedale adiacente, verosimilmente alla fine del XIII secolo o all’inizio del successivo. L’aspetto esterno, sobrio anche se ingentilito da alcuni elementi “goticheggianti” aggiunti anch’essi probabilmente nel corso dei restauri ottocenteschi, non lascia immaginare la ricchezza decorativa dell’interno, quasi completamente ricoperto di affreschi realizzati nel corso della prima metà circa del XV secolo da diversi artisti, riferibili alla cosiddetta “pittura gotico devozionale”. Questa cappella subì varie vicissitudini nel corso dei secoli, la più clamorosa delle quali fu il suo utilizzo nel 1797, durante l’occupazione delle truppe napoleoniche, come cucina da campo; inoltre, nel secolo successivo vennero ampliate le finestre, con la perdita di parte della decorazione interna, e l’ultima campata fu forse manomessa per la realizzazione dell’adiacente “Torre dell’orologio” (C). L’antica “Porta San Lorenzo”, infatti, un tempo “Porta Inferiore” della terza cinta muraria di Serravalle, venne demolita durante i lavori per la sistemazione della strada voluti dal Governo Austriaco tra il 1817 ed il 1830, e fu poi sostituita, tra il 1835 ed il 1846 circa, con l’attuale, detta appunto “Torre dell’Orologio”, dal passaggio più ampio per rispondere meglio alle nuove esigenze di traffico.

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Lungo questa via, un tempo detta “Cal Granda” poi via “Regina Margherita” ed ora dedicata ai “Martiri della libertà”, si possono ammirare alcune delle più belle residenze signorili di Serravalle, espressione del periodo di maggior agiatezza e vivacità culturale della città, tra i secoli XV e XVI. Sulla piazzetta si affaccia lo splendido Palazzo Sarcinelli (A), fatto costruire nella prima metà del Cinquecento dai nobili Sarcinelli e passato poi di proprietà alle famiglie Filomena, Carnielutti e Sartori; qui abitò Lavinia, figlia di Tiziano Vecellio (che soggiornò più volte nel palazzo), la quale nel 1555 aveva sposato un Sarcinelli. Lungo lo stesso versante della via, andando verso nord, si incontrano poi: Palazzo Minucci con la Chiesa di Santa Croce (vedi stazione n. 15), Palazzo Sanfiori Comuzzi Marino (B) (XV secolo), dalla facciata originariamente affrescata, fatto costruire dalla famiglia Sanfiori che prima abitava nella casa medievale sull’altro lato della strada; poi Palazzo Filomena Marchi Vascellari Faganello (C) (XIV-XV secolo), con tracce di decorazione ad affresco sulla facciata, realizzato nel 1489 su una precedente costruzione a carattere gotico, ancora in parte visibile, e rimaneggiato poi nel 1734; infine, adiacente alla piazza, Palazzo Piazzoni (D) (XV-XVI secolo), anch’esso originariamente affrescato, “ridotto” nella sua parte settentrionale durante i lavori di ampliamento e riassetto della piazza (1566-1578 circa). Sull’altro versante della via si trova Palazzo Pancetta (E): fatto costruire da Antonio Pancetta “De Venetiis” ed ultimato nel 1539, esso poi passò alle famiglie Altan e Serafini; sulla sua facciata sono ancora visibili gli affreschi monocromi, attribuiti alla scuola del Pordenone (XVI secolo). Adiacente, vi è Casa Sanfiori (F), la cui origine pare risalire addirittura al XII secolo, più volte poi rimaneggiata nel corso del tempo; quindi Palazzo Brocca (G) (XVI-XVII secolo), che apparteneva ad una famiglia di eccellenti orafi ed argentieri, della cui costruzione originale rimane solo la facciata verso la “Cal Granda”. Dopo l’ex “Piazza dei Grani”, ora Minucci, ed il Teatro Sociale di Serravalle, attualmente dedicato a “Lorenzo Da Ponte” (vedi stazione n. 15), si incontra Palazzo Gajotti Arrigoni Rova (H) (XV-XVI secolo), la cui facciata venne affrescata da Lodovico Chio nel 1522, ed infine Palazzo Racola Troyer (I) (XV-XVI secolo), che comprende due unità originariamente distinte, entrambe di proprietà della famiglia Racola De Fontanellis e passate poi alla famiglia dell’ingegner Francesco Troyer (1863-1936), fondatore del Museo del Cenedese, il quale nel 1913 ne curò il primo restauro; questo palazzo si distingue per la splendida facciata di impronta “gotica veneziana”, decorata dal pittore Dario da Treviso (che sotto il poggiolo ha lasciato la sua firma e la data 1469).

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Il lato orientale di questa piazza è dominato dall’imponente facciata di Palazzo Minucci De Carlo (A), con l’adiacente Chiesa della Santa Croce (B), alla quale è direttamente collegato dall’interno. Esso venne eretto alla fine del Cinquecento per volontà di Minuccio Minucci (Serravalle 1551 Monaco di Baviera 1604), diplomatico della Santa Sede, incaricato della Segreteria di Stato Vaticana in Germania, Arcivescovo di Zara. Il fastoso palazzo fu poi acquistato, nel 1849 circa, da Giuseppe De Carlo, dal quale passò al nipote, Giacomo Camillo De Carlo (Venezia 1892 – Vittorio Veneto 1968). Ufficiale di cavalleria, pilota, eroico combattente nella prima guerra mondiale ed attivo anche nella seconda, agente segreto, Podestà di Vittorio Veneto, diplomatico… Camillo De Carlo raccolse nel corso della sua vita avventurosa ed errabonda innumerevoli opere d’arte ed oggetti preziosi, creando una collezione eclettica ed unica nel suo genere, inserita in un arredo pervaso dall’estetica “dannunziana” e dallo spirito del decadentismo novecentesco. Egli ha infine voluto, con l’istituzione della “Fondazione Minuccio Minucci”, che tutto fosse mantenuto intatto dopo la sua morte, come testimonianza del proprio gusto e della propria epoca, e trasformato in un museo, per il pubblico godimento. Sull’altro lato della strada si trova lo storico Teatro Sociale di Serravalle (C), oggi dedicato a “Lorenzo Da Ponte”, il celebre librettista di Mozart. La sua costruzione, realizzata su disegno dell’architetto Giuseppe Segusini (1801-1876), venne iniziata nel 1842 ma si concluse solamente nel 1879; di questo progetto si conserva oggi solo la facciata. L’interno originario poteva vantare, nell’atrio, nella sala e nel ridotto, dipinti di Pietro Pajetta (1845-1911), autore anche del sipario, opere che però sono purtroppo andate perdute. Dopo varie vicissitudini, cambi di proprietà e di gestione, nel corso degli anni Cinquanta del Novecento il teatro subì una totale ristrutturazione per essere trasformato in “Cinema Rossini”; i recenti lavori di restauro (2002) lo hanno infine riportato alla sua funzione originaria. Sul fianco sud del teatro si apre la piazza ora dedicata a Minuccio Minucci (1551-1604) ma che in origine si chiamava Piazza dei Grani, perché sede del mercato dei cereali, ed era rialzata al centro per facilitare il carico e lo scarico delle merci. In fondo a questa vi è la Loggia dei Grani (D), luogo del “mercato coperto”, che venne costruita nel 1896 su un progetto, datato 1858, sempre del Segusini ma poi modificato dagli ingegneri Marco Torres e Domenico Pellatis. Da questa piazza si apre uno scorcio panoramico sul Colle di Sant’Antonio, così denominato dalla chiesetta omonima qui arroccata; su questo si intravedono ancora alcuni tratti delle antiche mura (E) di Serravalle, più volte rimaneggiate nel corso dei secoli, le quali risalivano la collina fino alla “Rocca del Montesel”, per poi ridiscendere e congiungersi più a nord col complesso difensivo del Castrum.

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Un lungo viale fiancheggiato da cipressi conduce alla Pieve di Sant'Andrea (A) di Bigonzo, un tempo circondata da un cimitero, trasferito poi (nel 1869) presso la piccola chiesa di San Giuseppe, lungo la vicina via del Carso. La chiesa è di origine molto antica ma fu ricostruita in modo quasi integrale intorno al 1300 (venne consacrata nel 1303) e subì poi altri rimaneggiamenti nei secoli seguenti. Essa presenta una facciata semplice caratterizzata da una serie di archetti incrociati nel sottotetto, un rosone polilobato al centro e due baldacchini sepolcrali, sorretti da colonne, ai lati; sono inoltre ancora visibili alcuni resti di affreschi, nella lunetta sopra la porta principale e nell’edicola di destra. Sul lato sud vi è la torre campanaria, che risale al XVII secolo, e sul lato nord si trova un piccolo portico rinascimentale, con un’arca della famiglia Piazzoni. L’interno, molto suggestivo, è a navata unica coperta da capriate, con quattro eleganti baldacchini agli angoli sorretti da snelle colonne; esso conserva numerosi affreschi risalenti prevalentemente al XV e XVI secolo (di Antonello da Serravalle, Antonio Zago, Francesco da Milano), alcune opere scultoree (un fonte battesimale con vasca monolitica del secolo XI, due Crocifissi lignei dei secoli XIV e XV, un altare rinascimentale in pietra con statua di Santa Caterina), un tabernacolo ligneo ed un polittico con tele di scuola tizianesca, dipinti attribuiti a Palma il Giovane (1548-1628) ed a Francesco Frigimelica (1560-1649 ca.). Sul retro della chiesa vi è un ampio piazzale; si noti, verso nord, all’imbocco di via Sant’Andrea, Villa Vicentini Breda Beretta (B), grazioso edificio di carattere neoclassico, attuale casa canonica. Al di sopra della piazza un tempo passava la vecchia teleferica (C), di cui sono ancora visibili alcuni piloni, la quale collegava la cava del monte Pizzoch alla vicina “cementeria” (D). Introdotta già nel 1858 dalla “Società delle Strade Ferrate del Lombardo-Veneto e dell’Italia Centrale”, l’industria delle calci idrauliche e dei cementi ebbe un ampio sviluppo nella zona, con l’apertura di più cave ed opifici (questo era detto “officina di sotto”, per distinguerlo da quello di Serravalle, chiamato “officina di sopra”). Lo stabilimento venne diretto e poi acquistato dall’ingegner Ottavio Croze (1810 ca.-1884), il quale è ricordato in un cippo monumentale posto all’ingresso. Qui venne attivata anche la fabbricazione di mattoni, tubi idraulici, piastrelle e quadrelli per pavimenti, tegole piane e decorative, completando così la produzione di tutto il materiale da costruzione utile alla realizzazione delle numerose opere, pubbliche e private, in corso in quegli anni. Nel 1883 il complesso passò alla “Società Italiana Calci e Cementi” di Bergamo che divenne poi, verso il 1927, la “Italcementi - Fabbriche Riunite Cemento - Bergamo”. Notevolmente ampliato ed ammodernato, con l’introduzione delle nuove tecnologie, agli inizi del Novecento, lo stabilimento è attualmente utilizzato come centro di macinazione, insaccaggio cementi e deposito.

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Piazza del Popolo, denominata originariamente Piazza “Vittorio Emanuele II”, venne creata in seguito alla nascita del comune di Vittorio, avvenuta nel 1866, e sorse, come nuovo baricentro tra Serravalle e Ceneda, a metà circa del lungo viale centrale, detto “dei passeggi”, poi “della Concordia” ed infine “della Vittoria”. Gli edifici che la circondano, stilisticamente uniformi, vennero realizzati negli anni ‘80 dell’Ottocento su progetto dell'ingegnere Federico Gabelli (1833-1889) della “Società Veneta per Imprese e Costruzioni Pubbliche”, che operò molto nella creazione del nuovo centro cittadino. Tra questi, sul lato orientale della piazza, vi è il Palazzo Municipale (A), inaugurato nel 1882 alla presenza della Regina Madre Margherita. La piazza fu poi sistemata nella forma attuale nel 1934, su progetto dell'architetto Giuseppe De Min (1890-1962), per volere del Podestà Camillo De Carlo (1892-1968). In quella occasione vennero collocate anche le fontane (B) che andarono a sostituire qui il monumento a Vittorio Emanuele II e nei vicini giardini pubblici quello a Giuseppe Garibaldi, entrambi opera del vittoriese Antonio Dal Favero (1842-1908). Lo stesso architetto De Min aveva progettato, accogliendo anche delle proposte precedenti, un “piano ordinatore” del nuovo centro cittadino che prevedeva lo sviluppo, dietro al Municipio, di un asse perpendicolare a quello tradizionale del viale della Vittoria, destinato alle residenze private; questo nuovo viale, chiamato “del Littorio”, poi via Cavallotti ed infine viale Vittorio Emanuele II, avrebbe dovuto assumere invece una funzione “rappresentativa”, mediante la realizzazione di strutture ad uso pubblico, e terminare in un edificio di carattere religioso-monumentale, mai realizzato. Sulla piazza sorge, tra quattro altissime antenne, il Monumento ai Caduti (C), opera dello scultore Augusto Murer (1922-1985) realizzata con la collaborazione dell'architetto Franco Posocco; esso venne inaugurato nel 1968 in occasione delle celebrazioni per il 50° anniversario della “Vittoria”. Dal lato occidentale della Piazza si possono ammirare i giardini pubblici, ricchi di fiori e piante, dotati di alcune voliere ed ornati di graziose fontane, su una delle quali vi è la scultura "Amplexus in aere" (D) del cenedese Guido Giusti (1850-1935), fusa in bronzo nel 2002 dal modello originale in gesso conservato presso il Museo del Cenedese. Dai giardini una gradinata, su cui nel 1935 è stata posta una lapide (E) dedicata a Giuseppe Garibaldi, conduce alla Stazione Ferroviaria (F), situata volutamente, in asse con i giardini stessi ed il Municipio, nel nuovo centro della città. Essa venne realizzata dalla “Società Veneta per Imprese e Costruzioni Pubbliche”, come le strutture annesse, la strada d’accesso ed il tronco ferroviario Conegliano-Vittorio, inaugurato nel 1879. Al di là della Stazione Ferroviaria si intravedono, inoltre, la chiesetta di San Gottardo e l’omonima Villa (G), poste ai piedi del Monte Altare, il quale è caratterizzato dalla grande croce metallica eretta nel 1953 a memoria dei “Caduti di tutte le guerre”.

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Questo incrocio, attualmente denominato “Largo Bortolotto”, è tuttora conosciuto con il termine “al Bar Alpino” (A). Infatti, in luogo della costruzione che si trova tra le due strade che poi confluiscono in via Antonello Da Serravalle, vi era il caratteristico bar “Alpino”, prima detto “Al pino”, nato come chiosco in cui si fermavano gli operai diretti al vicino cementificio, lungo la via detta allora “delle Fornaci”, e poi divenuto un elegante Caffè. All’angolo tra via Cavour e via Bortolo Gei invece si trovava il monastero di San Girolamo (B), un tempo destinato a convento delle monache Benedettine e poi delle Domenicane, soppresso verso il 1810 ed in seguito utilizzato come abitazione privata, già della famiglia Gei e poi di quella Croze. L’edificio conserva al suo interno il chiostro cinquecentesco, mentre la vicina chiesa di San Girolamo venne demolita nel 1842 per realizzare la strada che congiungeva il “Borgo Inferiore” di Serravalle a quello di “Salsa”. Venne così a formarsi il lungo Viale della Vittoria, in origine chiamato “della Concordia” e prima ancora “dei passeggi”, che fu sistemato ed urbanizzato dopo l'unione di Serravalle e Ceneda, avvenuta nel 1866; esso collegava i due centri storici attraversando una zona fino ad allora sostanzialmente non edificata. Lungo il suo corso sono poi sorte numerose ville, realizzate generalmente tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Molti di questi terreni, infatti, erano stati acquistati dalla “Società Veneta per Imprese e Costruzioni Pubbliche” che si occupava della realizzazione del tronco di ferrovia Conegliano-Vittorio, ed erano poi passati in proprietà di alcuni azionisti della Società stessa, appartenenti prevalentemente a ricche famiglie della borghesia veneziana o padovana. Costoro vi fecero costruire le proprie residenze “di villeggiatura”, le quali presentavano spesso, secondo il gusto del tempo, un esuberante apparato decorativo ed una volumetria anche elaborata, talvolta perfino “bizzarra”, come nel caso qui vicino, al n. civ. 63, di Villa Ivancich Schonborn Serravallo (C). Il viale diventa poi, proseguendo verso nord, via Cavour, un tempo la via “San Girolamo” che attraversava l'antico “Borgo Inferiore” di Serravalle. Essa è costeggiata da gradevoli case, anche antiche, eleganti residenze signorili con ricchi giardini e diverse ville in vario stile, soprattutto “eclettico” o liberty. Tra questi edifici, al n. civ. 111, spicca, per dimensioni e pregio, Palazzo Lucheschi (D). Il complesso si compone dell’edificio che prospetta direttamente sulla strada, dall’elegante facciata, e di due corpi laterali, inseriti in un ampio parco, sul retro, verso il fiume Meschio, al di là del quale la stessa proprietà si estendeva ad alcuni terreni e case coloniche vicini; il palazzo conserva al suo interno alcuni affreschi (“Zefiro e Flora”, “Il Giudizio di Paride”, “Le Grazie disarmano Amore”) realizzati nel 1816 da Giovanni De Min (1786-1859).

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Il borgo compreso tra le attuali via Daniele Manin (prima chiamata via “Salsa”), via Lorenzo Da Ponte (già via “Calcada” o “Calcalda”) e via Beniamino Labbi (detta la “Bella Venezia”), è tuttora comunemente denominato “Ghetto” (A) perché fu a lungo sede di una fiorente comunità ebraica. Presenti a Ceneda già dalla fine del XIV secolo, gli ebrei vi vennero poi espressamente invitati nel 1597, in un momento di grave crisi economica, dal Vescovo MarcAntonio Mocenigo, il quale chiese ufficialmente a “Missier Israel Ebreo da Conegliano” ed ai suoi “eredi, famigliari e fattori” di aprire qui un “banco dei pegni” al fine di contribuire ad aiutare i bisognosi con prestiti e credito. Si formò così il nucleo originario di una piccola colonia che andò crescendo nel tempo, fino ad avere la sua massima prosperità nel XVIII secolo, e che sembra sia stata in genere ben accettata dalla popolazione locale, anche se costantemente sottoposta a controlli, divieti e condizioni. In alcune occasioni tuttavia nacquero delle ostilità nei confronti degli ebrei, che per la loro intraprendenza negli affari venivano visti come una minaccia: nel Seicento per due volte ne fu chiesta l’espulsione e nel 1768 venne proibito loro il commercio di “biade e vini”, divieto per altro revocato già due anni dopo. Tale comunità andò quindi stabilendosi in questa zona, dove già dal 1646 è documentata la presenza di un piccolo luogo di preghiera. La Sinagoga (B) venne poi ricavata nell’edificio all’angolo tra le attuali via Da Ponte e via Manin, ed era accessibile da via Labbi: inaugurata ufficialmente nel 1710, essa rimase in funzione fino al 1910; negli anni ’50 fu smontata e nel 1964 trasferita con tutto l’arredo al “Museo Israel” di Gerusalemme, mentre alcuni oggetti vennero ceduti al “Museo Israelitico” di Venezia. La comunità aveva anche un proprio cimitero, aperto nel 1857 (prima le inumazioni si facevano in quello di Conegliano), ancora oggi esistente in via Cal de Prade, a sud di quello cattolico. A ricordo della permanenza degli ebrei in questa zona, la cui presenza andò progressivamente diminuendo nel corso del Novecento, fino praticamente a scomparire dopo la seconda guerra mondiale, è tuttora presente, su un porticato visibile da via Manin, una lapide (C), datata 1771, la quale riporta, in lettere ebraiche e latine, un versetto della Bibbia: "Tu sei veramente il mio Re e il mio Signore, che ci doni ogni salvezza. Tu hai salvato e dato vigore a Giacobbe". Nella comunità ebraica di Ceneda nacque nel 1749 Lorenzo Da Ponte, il celebre librettista di Mozart. Figlio di Geremia Conegliano e di Rachele Pincherle, entrambi ebrei, venne chiamato Emanuele; convertitasi poi la sua famiglia al cristianesimo, nel 1763 egli fu battezzato dal Vescovo Lorenzo Da Ponte e ne assunse il nome.

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Il lungo Viale della Vittoria, in origine chiamato “della Concordia” e prima ancora “dei passeggi”, venne sistemato ed urbanizzato dopo l'unione di Serravalle e Ceneda, avvenuta nel 1866; esso collegava i due centri storici attraversando una zona fino ad allora sostanzialmente non edificata. Lungo il suo corso sono poi sorte numerose ville, anche pregevoli, realizzate generalmente tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Molti di questi terreni, infatti, erano stati acquistati dalla “Società Veneta per Imprese e Costruzioni Pubbliche” che si occupava della realizzazione del tronco di ferrovia Conegliano-Vittorio, inaugurato nel 1879, ed erano poi passati in proprietà di alcuni azionisti della Società stessa, appartenenti prevalentemente a ricche famiglie della borghesia veneziana o padovana. Costoro vi fecero costruire le proprie residenze “di villeggiatura”, in accordo con le intenzioni dell’amministrazione comunale che contava sull’immagine signorile di questi villini con giardino per contribuire a dare, per fini estetici e sociali insieme, un aspetto quanto più gradevole ed invitante possibile al nuovo centro cittadino. Tali ville, in alcuni casi addirittura circondate da parchi e dotate di altre strutture “di servizio”, presentavano spesso, secondo il gusto del tempo, un esuberante apparato decorativo ed una volumetria anche elaborata, talvolta perfino “bizzarra”. Purtroppo però tanta bellezza non sempre si è mantenuta, per la perdita delle decorazioni e la modifica delle strutture o perché gli edifici sono stati “soffocati” dall’invadenza delle costruzioni più recenti. Tra queste numerose ville citiamo Villa Croze (A), realizzata su un progetto redatto nel 1906 dall'architetto Carlo Costantini. La villa ospitò poi, per volontà del Vescovo mons. Giuseppe Carraro, l’”Opera Diocesana Assistenza Lavoratori ed Emigranti”, il Patronato dell’”Associazione Cristiana Lavoratori Italiani” e l’”Opera Nazionale Assistenza Religiosa Morale Operai”. In seguito essa venne destinata dal Comune a sede di varie associazioni ed attività culturali ed infine, dal 2002, della Galleria Civica d'Arte Medievale, Moderna e Contemporanea "Vittorio Emanuele II", che espone la notevole Collezione "Maria Fioretti Paludetti" raccolta dal professor Giovanni Paludetti (1912-2002) e donata alla sua città natale. Al n. civ. 284 dello stesso viale vi è Villa Brazzoduro Bertorelli (B), la quale fu anche sede del “Circolo Concordia” o “dei Signori”, con una lussuosa sala da ballo; essa inoltre ospitò nel 1936 la prima esposizione pubblica della collezione di reperti relativi alla Prima Guerra Mondiale raccolta da Luigi Marson (1899-1952), la quale andò poi a costituire il nucleo originario del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto, inaugurato nel 1938. Procedendo lungo il viale si incontra inoltre, quasi adiacente alla piazza (al n. civ. 158), la bellissima Villa Chiggiato (C), realizzata nel 1882 su progetto dell’architetto Alvise Motta di Mogliano e circondata da un ampio parco.

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La piccola piazza è intitolata allo scultore vittoriese Luigi Borro (1826-1886), nato in questo borgo e qui ricordato con un busto, opera del suo allievo Carlo Lorenzetti (1858-1945). Essa è abbellita al centro da una fontana (A), posta nel 1823, cara alla tradizione popolare perché vi si sarebbero dissetati i primi soldati italiani entrati vittoriosi in città il 30 ottobre 1918, dai quali prese anche il nome di “Fontana degli Arditi”. Adiacente, ad ovest, vi è un più ampio piazzale dedicato a San Michele ma comunemente chiamato “piazza Salsa”, termine con cui è indicata tale zona a causa delle sue acque salso-bromo-iodico-solforose, rinomate per le loro proprietà curative, le quali la resero famosa soprattutto alla fine del XIX secolo. Per sfruttare le locali sorgenti, nel 1889 vi venne aperto dal dottor Giovanni Coletti (1844-1913), in via “delle Fonti”, uno stabilimento termale (B), in cui si provvedeva all’imbottigliamento delle acque ed alla cura dei pazienti, sia con inalazioni che con bagni. Il complesso fu però utilizzato solo per breve tempo: la sua attività, già in declino dopo il 1910, cessò completamente in seguito ai danni riportati durante la prima guerra mondiale. Nella zona sorsero inoltre diversi alberghi tra cui, sulla piazzetta, l’albergo ristorante “Stella d’Oro”, in origine molto decorato in stile liberty, e, posto a metà circa del vicino viale della Vittoria, il rinomato albergo “Al Cavallino”, che offriva ogni genere di servizio e comodità ed era molto frequentato da turisti e da uomini d’affari, da ricche famiglie veneziane e da stranieri; esso venne abbattuto negli anni ’50 del Novecento per fare posto alla sede della “Standa”, a sua volta poi ristrutturata per ospitare diversi esercizi commerciali. Nella piazza sorge la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo (C), eretta tra il 1838 ed il 1854 da Lorenzo Armellin (1854-1911) su disegno dell'architetto Francesco Lazzari di Venezia (1791-1856), la cui facciata è rimasta incompiuta. Essa conserva al suo interno, con pianta a croce greca, opere di Giovanni De Min (1786-1859): La cacciata degli angeli ribelli, dietro l’altare maggiore; di Pietro Pajetta (1845-1911): una Annunciazione sulla lunetta del coro e gli Evangelisti nelle vele sotto la cupola centrale; e di Antonio Dal Favero (1842-1908): Cristo deposto, scultura collocata sotto la mensa dell’altare di destra. Molto interessante è il vicino borgo di caratteristiche case, tra cui, in cima ad una gradinata, esiste ancora, ormai sconsacrata, la vecchia chiesa di San Michele Arcangelo (D), di antica origine, la quale conserva al suo interno affreschi del XV secolo; essa è affiancata dal campanile con orologio.

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La chiesa di Santa Maria del Meschio (A), già nota come “Madonna della Provvidenza” e prima ancora come “Sancta Maria in Sylvis”, è di origine molto antica ma venne ricostruita nel corso del XVI secolo e poi più volte ampliata ed ulteriormente trasformata nel 1869. Essa ospita sull'altare maggiore, in un'ancona marmorea del 1627 con gli stemmi della Confraternita dei Battuti e del Vescovo Marco Giustinian, la celebre Annunciazione della Beata Vergine Maria, splendida pala lignea dipinta agli inizi del XVI secolo da Andrea Previtali (1470 ca.-1528), allievo di Giovanni Bellini. La chiesa conserva, inoltre, affreschi di Giuseppe Modolo (1913-1987) e di Elio Casagrande (1920-2004), opere scultoree di Arcangelo Zanette (1830-1911) e Pietro Sartori (1856-1930), ed un organo costruito dal De Lorenzi nel 1857. L'imponente edificio che si trova sul lato nord della piazza ospita la "Casa di Riposo" (B) dell’Istituto “Cesana Malanotti”. Il suo aspetto attuale, dalla severa facciata decorata con medaglioni in stucco raffiguranti figure di Benefattori dell'Umanità, è frutto dei rifacimenti che, nel corso del XIX secolo e poi anche all’inizio del Novecento, hanno completamente sostituito la costruzione originaria. In questo luogo si trovava infatti l’“Ospizio per Pellegrini” della Confraternita dei Battuti, documentato nel 1356 ma probabilmente anteriore. Questa Confraternita si caratterizzava per l’esercizio di alcune pratiche penitenziali, la più “scenografica” delle quali era la processione pubblica in cui i confratelli si percuotevano con un fascio di cordicelle terminanti in nodi, detto “disciplina” o flagello, da cui deriva il loro stemma ed il nome, appunto, di “Battuti”, oppure “Disciplinanti” o “Flagellanti”. Tale Confraternita, particolarmente devota alla Vergine Maria, era un’organizzazione laica che, insieme ad altre congregazioni religiose ed alla beneficenza privata, costituiva allora l’unica forma di assistenza dei bisognosi. La sua attività era resa possibile dai contributi economici, anche in forma di lasciti e legati, degli stessi confratelli e dei privati. La Confraternita offriva ogni genere di aiuto ai poveri, vitto ed alloggio ai pellegrini o viandanti, cure agli ammalati o infermi, e quindi utilizzava la propria sede, all’occorrenza, come ricovero, ostello, ospedale, ospizio o lazzaretto. Oltre alla “cura materiale” dei bisognosi, i Battuti si occupavano anche di quella “spirituale”, ed infatti nelle loro sedi gli “ospedali” venivano affiancati da un luogo di culto, in questo caso dalla chiesa di Santa Maria. L'ampia Piazza Meschio si è formata in seguito al trasferimento, nel 1853, dell'antico cimitero antistante la chiesa presso quello comunale di Ceneda, aperto dal 1836. Divenuta così la piazza più ampia di Vittorio, fu spesso utilizzata anche come campo sportivo, per giochi e gare di vario genere. Essa deve il suo nome al fiume Meschio, che scorre sul retro della chiesa, il quale ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo agricolo ed industriale della zona.

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Il luogo in cui via Pretorio si incrocia con via Umberto Cosmo (già “Calle Maggiore”, poi via “Re Umberto I”) e via Gerolamo Lioni (già via “Cencenighe”) viene comunemente denominato "Ai tre venti", essendo il punto di incontro di tre strade. Qui sorge l'elegante Palazzo Altan (A), un tempo residenza della famiglia Lioni dalla quale passò, in seguito a matrimonio, alla famiglia d’Althan, poi Altan, e da questa, per eredità dell’ultima contessa, alla famiglia Doro; attualmente è sede di rappresentanza e del Circolo Ufficiali del “Primo Comando Forze di Difesa”. L’edificio, che venne costruito nel XVII secolo, presenta su questo lato, verso via Pretorio, una facciata imponente: corpo centrale con, al piano terra, ampia apertura ad arco a tutto sesto fiancheggiata da due monofore rettangolari, inquadrate da semicolonne d’ordine dorico e con motivo a bugnato, al primo piano balcone ad arco preceduto da un poggiolo, con balaustra a colonnine, che si estende anche alle due monofore rettangolari adiacenti, con davanzale e cimasa aggettante; le due brevi ali laterali, più basse rispetto al corpo centrale e con tetto piano a terrazza chiusa da una balaustra, presentano al piano terra un ampio portone ad arco con il profilo a bugnato e, al piano superiore, una bifora architravata con poggiolo. Il lato opposto del palazzo, verso l’ampio giardino e via Ugo Foscolo, presenta invece un aspetto molto più semplice rispetto al fronte principale e, per il forte cambiamento di pendenza del terreno, si sviluppa su quattro piani. Guardando verso la sommità di via Pretorio, all’incrocio con via Lorenzo Da Ponte e via Jacopo Stella, si può anche ammirare Palazzo Zuliani-Ascoli (B), fatto costruire negli anni 1700-1701 dai conti Zuliani, i fratelli Francesco e Jacopo, come documenta l’iscrizione di una lapide posta sulla facciata, tra le finestre centrali del sottotetto. Estintasi questa famiglia, esso divenne nel 1820 sede dell'Imperiale Reale Commissariato Austriaco e passò poi al Governo Italiano. Nel 1871 fu acquistato dal Vescovo Corradino Maria dei Marchesi Cavriani e poi usato come residenza vescovile. Il Vescovo Manfredo Bellati lo vendette nel 1885 all'avvocato Prospero Ascoli, che ne fece la sua residenza. Nel 1921 esso venne infine acquistato dalla Diocesi di Ceneda ed attualmente è sede della Curia Vescovile. Il palazzo presenta in facciata un arco d’ingresso bugnato, con stemma in chiave di volta, affiancato da due monofore rettangolari per parte; ai piani superiori, sempre allineate sull’asse centrale ed affiancate da monofore, due trifore sovrapposte, entrambe con poggiolo; infine, basse finestrelle sotto il cornicione, retto da mensole. L’interno, riccamente ornato con stucchi, specchi e dipinti, conserva, nel salone del piano nobile, quattro grandi tele attribuite a Gaspare Diziani (1689-1787) o al suo allievo Jacopo Marieschi (1711-1794) e nella stanza ora del Vicario del Vescovo tre tele attribuite ad Egidio Dall’Oglio (1705-1798).

Su questa piccola piazza ora dedicata a San Francesco (A) (già intitolata a Garibaldi e per un breve periodo chiamata anche “Piazza Cappuccini”) si affaccia l’omonima chiesa dei Padri Minori Francescani, sorta nei primi anni del Seicento ma quasi integralmente ricostruita, dopo varie vicissitudini, nel corso del Novecento. Qui in origine si trovava solo l’oratorio dedicato a San Vito, poi incorporato nella nuova costruzione, nelle cui adiacenze vi era un cimitero, utilizzato fino alla metà del Settecento. La chiesa conserva al suo interno sculture di fra Claudio Granzotto (Riccardo Granzotto, 1900-1947), beatificato nel 1994, il quale visse nell'annesso convento dal 1936 fino quasi alla morte. Sul lato ovest della piazza, all’inizio di via Gerolamo Lioni (già via “Cencenighe”), si trova il Monumento (B) realizzato nel 1984 dall'artista vittoriese Daniele Brescacin (1914-1989) e dedicato al padre francescano Massimiliano Maria Kolbe, morto in un lager tedesco il 14 agosto 1941. Al martire polacco è intitolata anche la vicina piazza, che in origine ospitava il “mercato coperto”, demolito negli anni ’50 del Novecento per creare un parcheggio per l’adiacente Teatro Verdi (C), un tempo Teatro Sociale di Ceneda. Realizzato su disegno dell'architetto Giambattista Ellero ed inaugurato il 4 agosto 1825, l’edificio fu ristrutturato tra il 1871 ed il 1874, quando venne decorato da Pietro Pajetta (1845-1911) forse con la collaborazione del padre Paolo (1809-1879) e del fratello Mariano (1851-1923), e poi ancora nei primi anni del Novecento, divenendo splendido anche per la presenza di stucchi, specchi e mosaici. Nel 1934 la proprietà del teatro passò dalla “Società per il Teatro” al Comune di Vittorio Veneto ed esso venne intitolato a “Giuseppe Verdi”. Gravemente danneggiato dal terremoto del 1936, il teatro cambiò poi più volte gestione ed infine venne trasformato in cinematografo, con la perdita o dispersione degli arredi e dei decori interni. Il nuovo Cinema-Teatro Verdi riaprì quindi nel 1956 e nei successivi anni Novanta subì una ulteriore e sostanziale ristrutturazione per essere adattato a “multisala”. Adiacente alla chiesa, verso est, vi è un interessante edificio (D), forse ottocentesco, il quale riporta sulle facciate esterne delle curiose decorazioni a stucco: quelle sul lato rivolto alla piazza sono state interpretate come i simboli dei vari ceti sociali e delle diverse arti o mestieri, mentre nel lato verso via Rizzera, dove un tempo vi era la farmacia Rossi, due medaglioni raffigurano celebri medici dell’antichità: Ippocrate e Galeno. Infine, è da notare la graziosa fontana (E) del 1839, analoga a quella di Piazza Borro a “Salsa”, situata nell'angolo tra via Garibaldi e via Diaz. Lungo quest'ultima, chiamata già via “degli Angeli” e prima ancora via “della Giostra”, si vede il bel palazzo della famiglia Andreetta (F), dal cui balcone tenne un discorso Giuseppe Garibaldi, in visita a Vittorio il 2 marzo 1867.

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L’antico Palazzo della Comunità di Serravalle (A), così chiamato perché sede della “Magnifica Comunità Serravallese”, governata da Venezia, e poi Municipio di Serravalle (1808-1866), sorse nel 1462 sulle fondamenta di una precedente costruzione, probabilmente trecentesca, per volere del Podestà Gabriele Venier e venne completato nel 1476 dal suo discendente Domenico Venier. L’edificio presenta al piano terra un loggiato, rimaneggiato negli anni Trenta del Novecento, ed al piano superiore due trifore ed un poggiolo gotici. La sua facciata è completamente coperta di affreschi attribuiti a Dario da Treviso ed alla sua bottega (XV secolo). Essa reca inoltre numerosi stemmi ed in alto il Leone di San Marco, simbolo della Repubblica di Venezia, in parte scalpellato, in segno di spregio, durante l’invasione francese del 1797. Il Palazzo è affiancato dalla Torre Civica (B), di origini trecentesche, sulla cui facciata si trovano altri stemmi e due quadranti d’orologio: il più alto è stato realizzato nel 1487, quando venne sopraelevata la torre campanaria, mentre quello inferiore (riscoperto solo durante i lavori di restauro del 1993) sembrerebbe risalire addirittura al 1334, e sarebbe pertanto tra i più antichi di questo tipo in Italia ed Europa. Il Palazzo è attualmente sede del Museo del Cenedese, fondato dall’ingegner Francesco Troyer (1863-1936) ed inaugurato nel 1938. Al suo interno, interessante anche per la struttura stessa del palazzo, i suoi affreschi e gli arredi, si conservano numerosi reperti archeologici rinvenuti nel “Cenedese” (termine con cui si intende il territorio compreso, indicativamente, fra i fiumi Piave e Livenza, dalla Val Belluna al Mare Adriatico) e notevoli opere d’arte. Il Museo si estende anche nei palazzi adiacenti: a sinistra, guardando la facciata della Loggia Municipale, nella Casa Bernardini (C) (XV secolo), caratteristico edificio a torre impostato su arcata unica, che già nel XVI secolo fu annessa al Palazzo della Comunità per sistemarvi uffici ed archivi pubblici; a destra, oltre il sottoportico (da cui comincia la caratteristica via Piai, la quale attraversava l’antico “ghetto” degli ebrei), nel Palazzo Torres (D), già Cesana Pesaro (XVI secolo), sede della nuova sezione archeologica del Museo del Cenedese, sulla cui facciata vi è una lapide datata 1502. Di fronte alla Loggia Civica, tra via Roma, l’antica “via Riva”, e la strada statale, si trova Palazzo Todesco (E), già Cesana Bonaccorsi (XV-XVI secolo), più volte rimaneggiato nel corso dei secoli, il quale presenta alte colonne che diventano digradanti sul fianco occidentale per seguire l’andamento della salita lungo via Roma, fino alla stretta e caratteristica “burella” che, sul retro del palazzo, congiunge la stessa via a Piazza della Fontana.

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Ci troviamo nell’antico “Phorum Serravalli”, divenuto nel 1886 circa Piazza Marcantonio Flaminio in onore dell’illustre umanista, poeta e scrittore serravallese (1498-1550). Essa in origine era separata dalla “Cal Granda” e dal Palazzo Municipale da alcuni edifici che furono abbattuti tra il 1566 ed il 1578 circa: Palazzo Piazzoni (A), nell’angolo sud-occidentale, venne allora “ridotto” della sua parte settentrionale, mentre Palazzo Sarcinelli fu completamente demolito. L’aspetto

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Via

Piazza Giovanni Paolo I, comunemente conosciuta come “Piazza Duomo”, è dedicata ad Albino Luciani, Vescovo della Diocesi di Vittorio Veneto dal 1958 al 1969. Essa assunse l’aspetto attuale in seguito ai lavori di sistemazione cominciati nel 1864, quando ne venne livellato il piano, prima in declivio, e fu spostata l’elegante fontana (A) rinascimentale, con ampia tazza monolitica, voluta dal Cardinale Michele Della Torre nel 1555. Domina la piazza l’imponente Cattedrale (B), dedicata alla Beata Vergine Maria Assunta, che fu ricostruita più volte, l'ultima tra il 1740 ed il 1773 su disegno dell’architetto Ottavio Scotti (1680-1756); la facciata venne completata solo nel 1919, su un progetto, che rielaborava quello originario dello Scotti, di Gaetano Moretti (1860-1938) e Domenico Rupolo (1861-1945). All’interno si possono ammirare una cattedra episcopale realizzata nella prima metà del XV secolo per il Vescovo Antonio Correr, due tavole di Jacopo da Valenza (del 1484 e del 1508), notevoli tele del Cinque e Seicento, tra gli altri, di Palma il Giovane (1544-1628) e di Leandro Da Ponte (1557-1622), figlio di Jacopo Bassano, ed affreschi di Alessandro Pomi (1890-1976) e di Pino Casarini (1897-1972); nella cripta sono conservate le reliquie di San Tiziano, patrono della città e della Diocesi, che furono traslate da Oderzo a Ceneda (secondo la leggenda, risalendo contro corrente le acque del fiume Meschio). La chiesa è affiancata dalla torre campanaria (C) romanica, eretta nel XIII secolo, poi sopraelevata e rimaneggiata più volte, sulla quale si trova, sotto l’orologio, lo stemma dei Vescovi Grimani; e dal monumento dedicato a Papa Giovanni Paolo I (D), opera ideata dall’architetto Franco Posocco e realizzata nel 1980 dall'artista Riccardo Cenedese e dal marmista Enzo Masutti. Il palazzo che costeggia il lato meridionale della piazza è sede del Seminario Vescovile (E) (inaugurato nel 1587 dal Vescovo Marcantonio Mocenigo), che fu un importante e prestigioso centro di vita culturale, non solo per i religiosi. Attualmente l’edificio ospita anche l’Archivio Diocesano ed una ricchissima Biblioteca, formatasi nel tempo grazie alle donazioni di studiosi ecclesiastici e laici; il Museo Diocesano d’Arte Sacra “Albino Luciani” che espone, oltre a suppellettili ed arredi sacri, notevoli opere d'arte, provenienti per la maggior parte dalle chiese diocesane; ed il Museo di Scienze Naturali “Antonio De Nardi”, che conserva significative raccolte di geologia, zoologia e botanica. L’ingresso principale all’edificio è situato in “Largo del Seminario”, su cui si affaccia anche, all'altezza dell'incrocio con via Porcia, Palazzo Graziani (F), caratterizzato da fregi ed iscrizioni di epoche diverse infissi nel muro esterno, i quali indussero il Marson (nella sua Guida di Vittorio e suo distretto del 1889) a definirlo “piccolo sacrario d’antichità cenedesi”.

Loggia di Ceneda

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Questo è l’antico Palazzo della Comunità di Ceneda (A), compiuto nel 1537-1538 su progetto “tradizionalmente” attribuito all’architetto Jacopo Tatti detto il Sansovino (1486-1570). Esso conserva nel loggiato al piano terra affreschi eseguiti da Pomponio Amalteo (1505-1588) su disegni del “Pordenone” (1484-1539) e nell'Aula del Maggior Consiglio, al piano nobile, altri affreschi di Giovanni De Min (1786-1859). Qui ha ora sede il Museo della Battaglia, inaugurato nel 1938 in occasione delle celebrazioni per il Ventennale della “Vittoria”: nato con la collezione donata dal dottor Luigi Marson (1899-1952) e poi arricchitosi nel corso del tempo, esso custodisce una vasta raccolta di cimeli e documenti relativi alla Prima Guerra Mondiale. Adiacente alla Loggia Municipale vi è la chiesa di San Paolo in piano (B), detta “San Paoletto”, un tempo chiesetta dell’attiguo cimitero (trasferito nel 1847 in quello nuovo); essa era sede della “Scuola della Buona morte”, la quale si occupava del decoro dei funerali e del seppellimento dei morti, e poi delle Confraternite di “San Filippo Neri” e della “Madonna del Carmine”. Dalla piazza si scorge inoltre, verso ovest, la grande Villa Costantini Papadopoli (C), costruita intorno alla metà dell'Ottocento e poi più volte rielaborata. Essa è circondata da un ampio parco realizzato su progetto dell’architetto Antonio Caregaro Negrin (1821-1898), il quale aveva curato anche la ristrutturazione di tutto il complesso; il giardino in origine era delimitato da un muro di cinta, in gran parte abbattuto nel 1985, sul lato verso la piazza, al fine di aprire la vista prospettica al parco della villa. Il complesso subì nel tempo diversi passaggi di proprietà (dalla famiglia Costantini a quella Lazzaris e poi Morosini, Sormani Moretti, Papadopoli Aldobrandini ed infine al Comune), ristrutturazioni e cambiamenti d'uso (tra il 1917 ed il ’18 fu sede del Comando Militare Tedesco, poi collegio femminile della Gioventù Italiana del Littorio, ospedale tedesco e quindi partigiano, ricovero per gli alluvionati del Polesine nel 1951, poi sede del reparto ortopedico-traumatologico dell’ospedale civile, dal 1976 al 1998 "Casa di riposo per anziani"). Attualmente la vicina "Rotonda" ospita un istituto scolastico e l'ex foresteria è, dal 1977, sede della Biblioteca Civica (D). Tra la Biblioteca e la Loggia Municipale inizia la ripida via Brevia realizzata nel 1506 per collegare meglio la Cattedrale al vicino Castello Vescovile. Deviando a sinistra al primo incrocio di questa strada si raggiunge la collinetta di San Rocco (E), dove sorge il tempietto omonimo fatto costruire nel 1836-40 dal Vescovo Filippo Artico, che qui istituì anche un orfanotrofio; proseguendo dritti, invece, si passa in prossimità dei “Palasi", resti di un antico palazzo in cui, secondo la tradizione, la famiglia Da Collo ospitò nel 1179 Federico Barbarossa. Alla sommità del colle, raggiungibile percorrendo il sentiero della “Via Crucis”, si trova la chiesa di San Paolo al monte, voluta dal Vescovo Marino Grimani tra il 1508 ed il 1517 ma poi in gran parte rifatta.

da

Piazza Flaminio

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Attività di formazione agli operatori del commercio Premessa Numerosi studi epidemiologici dimostrano che esiste una stretta associazione tra salute ed alimentazione. Osservando abitudini alimentari di popolazioni diverse si può notare molto spesso che alcune patologie sono più frequenti presso certe popolazioni, piuttosto che in altre. Se le popolazioni cambiano stile alimentare e di vita, spesso si modificano anche le patologie. Nella maggior parte del mondo ed anche nella realtà locale veneta, le patologie croniche sono in costante aumento. Sovrappeso, obesità e diabete presentano un andamento preoccupante, non solo perché interessano una ampia parte di popolazione, ma anche perché l’età di insorgenza appare sempre più precoce. È noto che tumori e malattie cardiovascolari rappresentano le cause di morte più frequenti ed è altrettanto nota la stretta associazione tra l’esposizione ad alcuni fattori di rischio e tali malattie. Alcuni di questi fattori possono essere posti sotto controllo e quindi modificati attraverso strategie di prevenzione sull’intera popolazione. Un’alimentazione corretta assieme ad un’adeguata attività fisica ed al controllo di altri fattori di rischio quali il fumo e l’alcol costituiscono elementi fondamentali nella prevenzione di queste patologie. Una dieta bilanciata quindi agisce come strategia preventiva efficace. Per poter fare prevenzione attraverso la strategia di popolazione è necessario attivare un complesso sistema che richiede metodi ed interventi articolati, in particolare la costituzione di reti ed alleanze tra diversi soggetti, anche esterni al mondo della sanità.

L’importanza strategica della ristorazione italiana è diventata in questi ultimi tempi veramente evidente a tutti. La ricaduta non solo in termini commerciali, culturali e di immagine, ma anche la potenzialità sotto l’aspetto salutistico, è tale da rendere sempre maggiore l’attenzione delle istituzioni verso questo importante settore. Talchè il significato salutistico di questo settore si può sviluppare attraverso la valenza salutistica della “dieta mediterranea”, nella quale semplicità e gusto si coniugano alla giusta ripartizione dei nutrienti, e la qualità intrinseca di alcuni prodotti (pasta, olio extravergine di oliva, formaggi, vini, pesce, frutta, verdura). Il ristoratore, e più in generale il pubblico esercente, possono acquistare un importante ruolo come educatori alimentari non solo perché possono direttamente incidere sullo stile alimentare delle persone che sempre più numerose usufruiscono della ristorazione fuori casa ma anche perché possono assumere un ruolo di testimonial ed opinion leader in seno alla comunità in cui operano. Progetto di un sistema di garanzia e qualità Sulla base di queste premesse i soggetti promotori del III° stralcio di VISITANDO intendono sviluppare un progetto di promozione di adeguati stili alimentari attraverso una serie di iniziative coordinate: — realizzazione di un apposito “Disciplinare del sistema garanzia e qualità”. Esso conterrà i requisiti e le dichiarazioni che gli aderenti faranno propri nell’ambito del sistema garanzia qualità secondo le modalità precisate nel Regolamento del sistema, per acquisi-

re il riconoscimento previsto dal regolamento stesso. — realizzazione del relativo “Regolamento”. Il Regolamento del sistema garanzia qualità prevede l’adesione volontaria delle aziende (prima i ristoratori e successivamente può essere esteso anche alle imprese agroalimentari, agricole, turistiche agrituristiche e artigiane appartenenti al campo dell’offerta turistica che operano sul territorio) e la verifica sul campo della conformità ai requisiti ed alle dichiarazioni contenute nel disciplinare ed il rispetto del Regolamento da parte delle aziende e il rilascio del Marchio/ Sigillo da parte di un Comitato di Garanzia. Il Regolamento disciplinerà anche la composizione del Comitato di Garanzia Qualità. La verifica del rispetto o meno dei requisiti obbligatori e sul contenuto delle dichiarazioni sarà affidato ad Auditor che opereranno secondo norme internazionali UNI EN ISO sulle verifiche dei sistemi di qualità. — realizzazione di un apposito “Marchio/Sigillo di eccellenza”. Esso sarà rilasciato ai ristoranti ed ai pubblici esercizi che aderiscono al progetto diretti a qualificare l’azienda e i suoi servizi presso l’universo dei potenziali clienti. Il Marchio/Sigillo sarà attribuito all’azienda dal Comitato di Garanzia sulla base dei rapporti di verifica degli auditor. Per essere ammesso al progetto l’azienda dovrà rispettare pochi ma fondamentali requisiti obbligatori diretti ad assicurare che l’azienda assicuri fondamentali garanzie di affidabilità. Il disciplinare conterrà requisiti obbligatori e dichiarazioni facoltative raggruppati in due sezioni dedicate rispettivamente ai prodot-

ti caratteristici dirette a valorizzare la qualità del prodotto e l’affidabilità del servizio e al turismo rurale dirette a valorizzare la struttura ricettiva, il rapporto con il cliente sul posto, l’integrazione con il territorio e gli aspetti ambientali. Lo schema intende prevedere la creazione di un livello di accesso, attraverso il rispetto di requisiti obbligatori e di un livello di eccellenza basato su dichiarazioni facoltative che le aziende rispettano.

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Il programma Visitando Vittorio Veneto

Corso di formazione Il progetto prevede inoltre la progettazione e realizzazione di un corso di formazione rivolto ai ristoratori e pubblici esercizi disponibili, su argomenti non solo di igiene degli alimenti, ma in particolare sui criteri fondamentali da applicare per promuovere una corretta alimentazione e una adeguata attività fisica. Verranno organizzati incontri individuali tra ristoratore e nutrizionista per realizzare proposte di menù completo, dall’antipasto al dessert, rispettose delle Linee Guide per una Sana Alimentazione per la popolazione italiana (INRAN 2003) ed in sintonia con la tradizione specifica di ogni singolo ristorante. Valutazione da parte del nutrizionista dei menù proposti sotto l’aspetto bromatologico e salutistico.


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Manifestazioni a carattere turistico-commerciale Il presente bando potrà finanziare la prosecuzione di”Victor Sotto Le Stelle”, manifestazione giunta alla decima edizione, nella quale spettacoli di teatro, musica, cultura, cabaret e mostre vengono apprezzate da migliaia di persone provenienti anche dalle province limitrofe il giovedì sera. Inoltre durante il periodo natalizio verranno allestite nella centrale Piazza del Popolo, prospiciente al Palazzo Comunale, circa 20 casette con prodotti tipici, spettacoli nei giorni festivi di gruppi gospel e giocolieri per bambini. Inoltre verrà installata una pista di pattinaggio di mt 20x20.

Nuovo portale internet di VISITANDO Il programma prevede di attuare un principio di razionalizzazione dell’offerta su web, certi che su tale vettore della comunicazione valga il detto “too much information, zero information”. Verranno quindi portati a dismissione i portali web promossi in modo incoerente nel corso degli ultimi anni e convogliate le risorse nell’ unico grande portale “www.visitandovittorioveneto.it”. In esso il Comune avrà la responsabilità di veicolare le informazioni istituzionali e culturali, l’Ascom mandamentale la responsabilità di gestire le informazioni dell’offerta commerciale globale.

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Il programma Visitando Vittorio Veneto


VISITANDO VITTORIO VENETO / quarto STRALCIO


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Un programma per Serravalle Nord

Anche il quarto stralcio di VISITANDO prosegue ad affermare un modello di integrazione tra il sistema commerciale e gli altri elementi che caratterizzano i tre centri di Vittorio Veneto: i loro spazi aperti, i presidi museali e culturali, i viali alberati del passeggio e i portici delle vie storiche. Lo fa in attuazione alla nuova Legge Regionale sul Commercio (Legge Regionale N. 50 del 28 dicembre 2012 - Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto), i cui criteri sono finalizzati a “realizzare forme di coordinamento tra le attività commerciali e i servizi pubblici e collettivi di supporto, mediante partenariati tra soggetti privati, comune e altri soggetti pubblici, realizzare organismi di gestione unitaria e coordinata degli esercizi commerciali, a favorire l’integrazione delle attività” (si veda l’art.7). Il quarto stralcio accende le riflessioni su Serravalle Nord, un’area della città che in piccolo trattiene tutto il carattere del suo insieme: il fiume scorre a metà dei fronti collinari, sulla sua destra il tessuto storico consolidato con le sequenze di capisaldi urbani (uno su tutti il complesso religioso con la chiesa di San Giovanni Battista), sulla sinistra i presidi quasi del tutto dismessi della tradizione industriale laniera. A fare da collante un tessuto commerciale ed artigianale oggi esanime ma con una storia recente di successo (più di 200 attività in meno di 600 metri lineari fino al 1930), da rivalutare e rilanciare con nuovi strumenti. Perché la sua direttrice principale, Via Caprera, e il suo spazio aperto, Porta Cadore, rappresentavano un passaggio verso e da i flussi per le Dolomiti, e oggi torneranno al centro delle strate-

gie cittadine con la prossima apertura del traforo di Santa Augusta che libererà il centro storico dal carico carrabile in transito. Il quarto stralcio di VISITANDO mette in campo una strategia articolata, composta da azioni urbane, altre più strettamente commerciali, culturali, turistiche e di gestione. Le azioni urbane sono finalizzate a dare un nuovo volto ed uso agli spazi aperti generati dai bombardamenti del 4-5-6 Marzo 1945, che sono giunti fino a noi quasi come un biglietto da visita del declino che l’area ha sopportato in questi decenni. Tra esse assume un significato particolare quella che porterà ad intitolare a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino il più grande di questi spazi senza nome, posto di fronte al complesso di San Giovanni Battista. Tali interventi d’opera pubblica andranno a supportare i due maggiori eventi di intrattenimento che già si sono insediati, il Festival “Comodamente” e la Festa “Tutti in strada in Vai Caprera”, ormai tappe consolidate nel calendario annuale e foriere di grandi indotti commerciali per tutta l’area. Gli stessi commercianti sopravvissuti faranno la loro parte, intervenendo direttamente nell’adeguamento dei propri locali in forma diversa e sostenuti da finanziamenti a tasso agevolato messi a disposizione da un istituto di credito locale.

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Visitando Vittorio Veneto/ quarto stralcio


Immagini dei bombardamenti in via Caprera avvenuti il 4-5-6 marzo 1945

Progressione dell’occupazione dei suoli a Serrtavalle nord

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Visitando Vittorio Veneto/ quarto stralcio


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Lettura fotografica del contesto

La lettura fotografica si sviluppa lungo l’asse di Via Caprera e analizza il contesto d’intervento con una serie di scatti che mettono in evidenza le componenti principali dell’area d’indagine. Vengono innanzitutto rappresentate le piazze che costituiscono i due poli estremi della via, ossia Porta Cadore a nord e Piazza San Giovanni con Piazza Borsellino a sud. I successivi scatti raffigurano lo sviluppo della via e ritornano l’immagine di una cortina edilizia la cui continuità è interrotta solamente in alcuni punti, dei veri e propri vuoti, generati dall’esplosione delle bombe sganciate durante la seconda Guerra Mondiale. Fin da una prima lettura emerge la propensione di Via Caprera ad un uso prevalentemente abitativo. Le attività commerciali sono poco presenti e si concentrano prevalentemente alle estremità in prossimità delle piazze, diradandosi man mano che ci si inoltra nel cuore della via. Le numerose serrande abbassate e le insegne sbiadite raccontano tuttavia di un tempo in cui il tessuto commerciale era fervido e fortemente presente: queste tracce si mimetizzano oggi con il contesto abitativo, e molti spazi che erano un tempo ad uso commerciale o artigianale oggi si nascondono per diventare garage o semplici rimesse.

Nord

Emerge così una forte contrapposizione tra gli spazi aperti, costituiti dalle piazze e dai vuoti dislocati lungo la via, e gli spazi chiusi, rappresentati da una successione di serrande abbassate che si distribuisce in maniera quasi uniforme. La riapertura di questi ultime e quindi la riattivazione del tessuto commerciale della via passa necessariamente attraverso la riattivazione di nuovi flussi e una valorizzazione degli spazi aperti. Gli interventi previsti nelle piazze hanno lo scopo di far diventare i luoghi aperti dei veri e propri spazi pubblici, mentre la generazione di nuovi flussi passa anche attraverso la valorizzazione delle immissioni su via Marconi e in particolare tramite l’apertura del collegamento che si accenna su piazza San Giovanni, oggi ostruito dalla torretta dell’Enel, con il fine di riaprire quei passaggi necessari che portano non solo ai punti di accesso della viabilità urbana ma anche ai parcheggi scambiatori, oggi solo in parte esistenti. Tali interventi permetterebbero di creare nuovi circoli di ossigeno in via Caprera, portando un vento nuovo che può anche aver la forza di riaprire quelle serrande ormai da troppo tempo chiuse.

Foto scattate con Canon PowerShot G10 nei giorni 15, 16 e 18 aprile 2013

VIA CON BASSI

VIA CAPRERA PORTA CADORE

VIA ANTONIO CANTORE

VIA VERDE DELLA SCALA

VIA DEL MULINO

PIAZZA SAN GIOVANNI

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Porta Cadore

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Piazza San Giovanni Battista

SLARGO VIA MAZZINI (PIAZZA FALCONE — BORSELLINO)

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Via Caprera

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Vetrine in Via Caprera

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Collegamento tra Via Caprera e Via Marconi

Intersezioni

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Parcheggi scambiatori

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Lettura urbana del contesto

La lettura urbana del contesto di Serravalle Nord è stata affrontata in forma condivisa nell’ambito del workshop intensivo di progettazione Villard European Cohesion, tenutosi a Vittorio Veneto dal 14 al 27 aprile 2013. Serravalle Nord presenta in piccolo le caratteristiche dell’intera città di Vittorio Veneto, con due fasce bene distinte poste sulle rive opposte del fiume Meschio. Il commercio al dettaglio si concentra in riva destra, lungo la fascia di edilizia storica, e può trovare un suo riscatto anche attraverso la riqualificazione della riva sinistra occupata da molte aree industriali dismesse. Di seguito sono riportati una nota di commento dei docenti responsabili ed alcuni elaborati sviluppati dai partecipanti, dai quali risultano evidenti le potenzialità ed il ruolo strategico che l’area potrà tornare ad assumere nei prossimi anni. Il comune di Vittorio Veneto è stato parte attiva di tutto il processo legato alla creazione e messa a punto del workshop intensivo Villard European Cohesion di cui è stato capofila l’università IUAV di Venezia. Coordinatori scientifici del workshop sono Fernanda De Maio e Carlo Palazzolo. Tale workshop finanziato con i fondi LLP Erasmus, ha coinvolto docenti e studenti di 10 scuole di architettura italiane (Alghero/Sassari, Ascoli Piceno/Camerino, Napoli Federico II, Palermo, Pescara/Chieti, Roma Tre, Venezia) di 3 scuole di architettura europee (Paris Malaquais, Patrasso, Lubiana) e dei giovani architetti dell’Ordine degli architetti e paesaggisti di Trapani. Il workshop intensivo Villard European Cohesion rappresenta la tap-

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pa fondamentale del seminario Villard 14 “ Paesaggi strategici: Campi di Battaglia”. Studenti e docenti riuniti a Vittorio Veneto nello storico Palazzo Todesco, indagheranno attraverso l’esercitazione didattica e specifici momenti di confronto – lezioni, conferenze e sopralluoghi - il ruolo che l’architettura e il progetto possono svolgere per svelare potenzialità inespresse di contesti oggi apparentemente marginali, a partire dalle trasformazioni subite all’inizio del secolo scorso, per lo scoppio della Grande Guerra. Obiettivo del workshop è quello di enucleare alcune tecniche progettuali per descrivere e intrecciare al contempo: storia, memorie private desunte dai diari dei soldati, tracce e segni lasciati dalla lunga guerra di posizione come dalle sanguinose battaglie e la bellezza “sublime” e terribile di una successione di paesaggi. Memoriali, cimiteri, ossari, cippi, non meno di boschi, doline, trincee, sentieri, strade, bunker e ripari a tratti ancora visibili in questi luoghi, evocano, infatti, nelle forme inconsapevoli come in quelle più accorte di una retorica a volte un po’ lisa, la storia di quei tragici tempi mentre turisti e amanti della natura trascorrono qui il loro tempo libero, alla ricerca di una quiete ristoratrice. Con il paradosso tra il silenzio di oggi e quel fragore da laminatoio di cui parlava E. Jünger a proposito di altri campi di battaglia di quella medesima guerra, si sono cimentati tra l’altro gli studenti del seminario nel mettere a punto i progetti loro proposti sulle aree di Vittorio Veneto, del Montello e di Noventa di Piave. I progetti che si presentano attraverso le immagini qui riprodotte sono in particolare i progetti elaborati dagli studenti che mettono a fuoco potenzialità inespresse e soluzioni possibili per l’area di Vittorio Veneto Nord.

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Villard European Cohesion — progetto di Cosimo Campani Cinzia De Viti Matteo Persanti

Villard European Cohesion — progetto di Cosimo Campani Cinzia De Viti Matteo Persanti

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Visitando Vittorio Veneto/ quarto stralcio


Villard European Cohesion — progetto di Melina Aarvaniti Pollatou, Anastasios Giannakopoulos, Eleni Kitani, Aikaterini Liarommati, Theodora Mastrogeorgiou, Nikolaos Rekoutis, Alexandra Tiligadi

Villard European Cohesion — Progetto di Laura Parrivecchio, Alessandro Santoro

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Villard European Cohesion — progetto di Gabriella De Luzio

Villard European Cohesion — progetto di Carolina Puppato, Stefano Scalabroni, Silvia Scortichini

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Processo partecipativo tra i parner

Il programma VISITANDO è maturato e cresciuto in un clima di totale condivisione con i portatori di interesse locali (commercianti, associazioni, comitati del luogo e singoli cittadini). Ad essi si è aggiunto il contributo di analisi da parte del gruppo di docenti e partecipanti al workshop intensivo “Villard European Cohesion”, che ha visto coinvolte a Vittorio Veneto 10 scuole di architettura italiane. Il presente programma ha raccolto le istanze emerse nei singoli tavoli tematici e le azioni progettuali che lo compongono hanno il compito di metterle in atto. Così è per le azioni di rinnovo e adeguamento dei propri locali con il supporto di un istituto di credito locale, ed anche per le azioni urbane che l’Amministrazione ha scelto di attuare con forti dosi di pedonalizzazione (cosa quest’ultima di solito non semplice nei centri urbani).

Da questa formula condivisa ci si attende di attivare una rete di collaborazioni con le associazioni maggiormente rappresentative nell’ambito commerciale, turistico e culturale, costituendo un organismo interdisciplinare a matrice pubblicoprivata che programmi e promuova le manifestazioni più significative, ottimizzando i costi e incrementando i benefici per tutti i soggetti operanti sul territorio. La prima fase del programma si è conclusa il giorno venerdi 03 Maggio con la firma dell’accordo di partnership tra tutti i soggetti coinvolti.

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Ambiti urbani d’intervento

Come detto il quarto stralcio del programma VISITANDO si concentra su Serravalle Nord, una parte della città storica caratterizzata da ambiti urbani oggi privi di un progetto o solo di una presenza sufficiente di arredo urbano. Eppure Serravalle Nord rappresenta in tutto e per tutto la porta della città. L’Amministrazione Comunale ha quindi scelto di mettere in gioco tutti gli spazi aperti presenti e di immaginare per essi una strategia coordinata al tessuto commerciale ancora presente ed agli eventi culturali che vi si sono insediati.

Gli ambiti urbani oggetto di intervento saranno: — Porta Cadore, posta all’estremità nord del contesto. Oggi accoglie in forma spontanea un parcheggio per le auto in sosta non permanente. — Area di proprietà pubblica su Via Marconi e passaggio pedonale adiacente oggi intercluso da una cabina ENEL attiva. — Piazza San Giovanni Battista, posta all’estremità sud di Via Caprera. — Slargo su Via Mazzini. Attorno ad essi si aggiungeranno alcuni interventi minori realizzati dai commercianti di Serravalle Nord.

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StrategiA e azioni progettuali

L’idea di futuro per Serravalle Nord trae spunto dalla convinzione che questa parte di città riparte da un nuovo equilibrio tra auto e pedoni, tra carrabilità e pedonalità. Cosa questa realmente a portata di mano, oggi che le aree dismesse della produzione industriale possono mettere a disposizione i propri parcheggi inutilizzati e gli spazi aperti dentro il tessuto della città storica possono tornare a fare i “salotti” di accoglienza.

La strategia generale di VISITANDO – QUARTO STRALCIO è quindi: — riqualificare e pedonalizzare per gradi gli spazi aperti lungo Via Caprera; — attivare una sequenza di parcheggi scambiatori a servizio della residenza e del commercio al dettaglio nelle aree industriali dismesse poste lungo l’asta del fiume Meschio; — riattivare e adeguare i passaggi trasversali di collegamento tra i parcheggi scambiatori e il sistema commerciale di Via Caprera. — sostenere i commercianti rimasti in un percorso di ammodernamento dei propri locali, anche ricorrendo al sostegno agevolato per la microimpresa da parte degli istituti di credito; — incrementare a Serravalle Nord l’utilizzo dei materiali informativi di VISITANDO; — sostenere le azioni culturali complesse e capaci di fare sistema con il tessuto commerciale ancora presente. Di seguito vengono presentate tutte le azioni previste in forma di scheda riassuntiva.

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Azione 01 CAPOGRUPPO GPI

Ambito d’intervento Vittorio Veneto - Serravalle Nord

Tipologia di azione a.1) capogruppo dell’Organismo GPI

Partner attuatore Comune di Vittorio Veneto

Somma investita € 50.000,00

Tempi di realizzazione Dal 01/06/2013 al 31/05/2015

Breve descrizione dell’intervento Il Comune di Vittorio Veneto in qualità di capogruppo sarà il coordinatore dell’organismo GPI.

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Azione 02 Riqualificazione di porta cadore

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord

Tipologia di azione b.2) interventi di miglioramento funzionale dell’arredo urbano e dell’illuminazione pubblica degli spazi urbani, interventi di sistemazione di vie, di aree pedonalizzate, di piazze e spazi pubblici del centro storico e urbano. Partner attuatore Comune di Vittorio Veneto

Somma investita € 149.600,00

Tempi di realizzazione Dal 01/01/2014 al 31/12/2014

Breve descrizione dell’intervento Il Comune di Vittorio Veneto con questo intervento vuole valorizzare l’entrata Nord di Vittorio Veneto, in particolare del centro storico di Serravalle, sistemando l’intera area di Porta Cadore oggi utilizzata a parcheggio.

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Azione 03 NUOVA FERMATA AUTOBUS SU VIA MARCONI E NUOVO INGESSO PEDONALE AL CENTRO STORICO

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord

Tipologia di azione b.1) interventi diretti al miglioramento dell’accessibilità del centro storico e urbano purché strettamente funzionali alle attività commerciali

Partner attuatore Comune di Vittorio Veneto

Somma investita € 74.270,00

Tempi di realizzazione Dal 01/09/2013 al 30/03/2015

Breve descrizione dell’intervento Il Comune di Vittorio Veneto con questo intervento vuole realizzare una nuova fermata autobus su via Marconi e un nuovo ingresso pedonale al centro storico prevedendo sul progetto l’abbattimento dell’attuale cabina Enel ed il suo spostamento.

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Azione 04 Riqualificazione di Piazza san giovanni battista

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord

Tipologia di azione b.2) interventi di miglioramento funzionale dell’arredo urbano e dell’illuminazione pubblica degli spazi urbani, interventi di sistemazione di vie, di aree pedonalizzate, di piazze e spazi pubblici del centro storico e urbano Partner attuatore Comune di Vittorio Veneto

Somma investita € 52.320,00

Tempi di realizzazione Dal 01/09/2012 al 01/10/2014

Breve descrizione dell’intervento Il Comune di Vittorio Veneto con questo intervento vuole riqualificare la Piazza S. Giovanni, area a sud di Via Caprera, migliorando cosi, l’entrata alla Via. Questa azione trova il suo completamento con la realizzazione della sopra riportata AZIONE 03.

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Azione 05 nuova piazza falcone borsellino

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord

Tipologia di azione b.2) interventi di miglioramento funzionale dell’arredo urbano e dell’illuminazione pubblica degli spazi urbani, interventi di sistemazione di vie, di aree pedonalizzate, di piazze e spazi pubblici del centro storico e urbano. Partner attuatore Comune di Vittorio Veneto

Somma investita € 68.760,00

Tempi di realizzazione Dal 01/04/2014 al 30/11/2014

Breve descrizione dell’intervento Il Comune di Vittorio Veneto con questo intervento vuole riqualificare un vuoto creato durante il bombardamento del marzo 1945 ed oggi usato semplicemente come zona parcheggio auto, dando la dignità ed il valore che merita, intitolando inoltre la stessa area “Falcone-Borsellino”.

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Azione 06 AZIONI CULTURALI

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord

Tipologia di azione c.2) azioni di marketing e promozionali. Rientrano in tale voce le iniziative di sviluppo di marchi identificativi della rete d’imprese e del luogo, nonché mostre, eventi e spettacoli se collegati a iniziative di valorizzazione delle attività commerciali. Partner attuatore Comune di Vittorio Veneto

Somma investita € 30.000,00

Tempi di realizzazione dal 01/06/2013 al 30/05/2015

Breve descrizione dell’intervento Il Comune di Vittorio Veneto con questo intervento vuole valorizzare tutte quelle manifestazioni, culturali, spettacoli, mostre, presenti nell’area soggetta all’intervento. Come ad esempio il Festival Comodamente, la Festa di Via Caprera, la maratona Jazz.

Festa di Via Caprera Un tempo lungo questa via (come raccontava il signor Gino la memoria storica del quartiere) ogni edificio ospitava un’attività economica. Alla mattina artigiani e commercianti scendevano le scale di casa e aprivan bottega, sulla strada si affacciavano tutte le attività che potevano servire ad una comunità. Era il centro commerciale dell’epoca, crocevia tra il centro cittadino, le borgate e i paesi vicini fino all’Alpago. Ancor oggi la via è una vivace comunità e sta riscoprendo il piacere di vivere la strada. La festa ha favorito nuove amicizie, consolidato le antiche e dato nuovi stimoli a osti,

Festival Comodamente Comodamente nasce per fondere in un unico messaggio i temi della riqualificazione urbana e della cultura contemporanea e offrire quel nutrimento culturale vivo che ormai è diventato un bisogno socialmente percepito. Sono tre giorni di parole, storie, immagini, esperienze, suoni, progetti e sapori per riscoprire spazi urbani abbandonati e sondare i confini dell’ovvio, mettendo in discussione le proprie comodità attraverso un confronto trasversale tra il pubblico e intellettuali, scrittori, scienziati, artisti, giornalisti,

commercianti ed artigiani che hanno scelto questa via per la loro attività.

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Visitando Vittorio Veneto/ quarto stralcio

docenti universitari, imprenditori e politici sui temi della nostra contemporaneità. I dialoghi, gli eventi musicali e le esposizioni d’arte hanno luogo in ambiti dismessi della città, riallestiti su progetto delle facoltà di architettura ed ingegneria italiane con pezzi unici messi a disposizione dalle grandi case del design. Il festival dei dialoghi culturali che da sei anni si svolge a Vittorio Veneto è uno dei centri nevralgici a livello nazionale nella creazione di un pensiero critico per porre una lucida analisi delle tematiche dell’attualità. www.comodamente.it


Azione 07 STAMPA MATERIALE CARTACEO INFORMATIVO

AZIONE 08 BIANCA e VOLTA

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La chiesa di San Giovanni Battista (A) venne eretta nel 1357 e subì poi diversi rimaneggiamenti: tra il 1478 ed il 1484 fu ampliata, nel 1480 le travature a vista del tetto vennero coperte dalle nuove volte a crociera, nel 1483 furono realizzati il rosone ed il portale della facciata, nel 1491 ne venne prolungata l’abside. L’interno è diviso in tre navate con volte a crociera ad archi a sesto acuto su colonne con bellissimi capitelli ornati da bassorilievi. Sul pavimento sono ancora visibili numerose lapidi tombali, appartenenti alle più nobili ed antiche famiglie di Serravalle. Nella “Cappella Galletti”, la prima a destra, si possono ammirare degli splendidi affreschi quattrocenteschi, i quali alla metà del XVII secolo erano stati ricoperti di calce a causa della peste e vennero poi casualmente riportati alla luce nel 1944 durante dei lavori di ristrutturazione. Nell’attigua “Cappella Sanfiori” vi sono altri affreschi di Antonio Zago (fine XV – inizio XVI secolo) ed una Sacra famiglia, attribuita a Francesco Da Milano (XV–XVI secolo), proveniente dall’edificio, poi distrutto, che si trovava di fronte alla chiesa ed in cui sorse nel Trecento l’originario convento. Sono inoltre da notare: la pala d’altare di Francesco da Milano (XV–XVI secolo), una Madonna con Bambino e Santi di Jacopo Da Valenza (fine XV – inizio XVI secolo), diverse opere attribuite a Francesco Frigimelica (1560-1649 ca.) e due tele di Agostino Ridolfi (1646 ca.-1727), con cornici di Andrea Brustolon (1662-1732). Sul lato meridionale della chiesa vi sono il campanile (B) romanico (1427), recentemente restaurato, ed un chiostro (C) rinascimentale, con colonne ottagonali. Il convento (D) adiacente venne eretto tra il 1372 ed il 1387, forse sul luogo di un piccolo cenobio precedente, e poi più volte rimaneggiato. Esso fu abitato dai Frati Minori Conventuali fino al 1769, quando venne soppresso dalla Repubblica di Venezia; passato poi ai Padri Barnabiti, nel 1810 fu soppresso nuovamente da Napoleone; in seguito venne abitato dai Padri Somaschi (1895-1912) e dai Padri Carmelitani (1920-2004). Lo spazio antistante alla chiesa venne a crearsi per l’abbattimento di Casa Turchetto (E), distrutta il 5 marzo 1945 durante un bombardamento aereo che, puntando alla caserma adiacente alla chiesa di Santa Giustina, provocò in questa zona numerosi morti tra i civili. Da qui si ha un’ampia vista del colle di Sant’Antonio, su cui sono in parte visibili i resti della terza cinta muraria di Serravalle la quale, collegando la vecchia “Rocca del Montesel” su questo colle alla “Turris Nigra” su quello di Santa Augusta, attraverso il complesso difensivo del Castrum, chiudeva il passaggio della valle. A nord della chiesa comincia via Caprera, che attraversa l’antico “Borgo Superiore” di Serravalle, compreso tra la “Porta Cadore” a nord ed il Castrum con le sue mura a sud; la via si caratterizzava per una particolare vitalità commerciale, fortemente ridimensionata in seguito all’apertura, nel 1932-33 circa, della “nuova” strada (via Marconi) ad essa parallela, lungo il corso del fiume Meschio.

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L’antica via Riva, ora via Roma, era un tempo, fino a quando tra il 1817 ed il 1830 venne aperta dal Governo Imperiale Asburgico la “Strada Regia Postale”, l’unica strada che attraversava la “stretta” di Serravalle, proseguendo poi nella “Cal Granda”, l’attuale via “Martiri della libertà”. A differenza di questa, caratterizzata da eleganti palazzi con le attività commerciali al piano terra e le residenze signorili ai piani superiori, via Riva presenta costruzioni generalmente più modeste per dimensioni ed aspetto, in cui si trovavano botteghe artigianali di vario genere. Alla metà circa della via si apre uno slargo, detto la “Piazzola”, da cui si possono raggiungere, sul lato orientale, i resti quasi nascosti dell’antica e stretta “Porta dello Spalto” (A), o “Posterla”, uscita secondaria dalla quale, fino alla costruzione della strada sottostante, si scendeva direttamente, lungo la ripida “burella” tuttora esistente, al fiume Meschio. Verso sud il borgo originario era delimitato dall’antica “Porta de Yandre” o “dei Andre” (B), che dopo l’ampliamento dell’abitato perse la sua funzione di difesa e venne in seguito sostituita dall’arco dedicato ad Antonio Grimani, ricordato nella lapide posta sul lato meridionale. A nord invece il borgo era chiuso dall’antica porta detta “Porta Superiore” (C), “Porta San Giovanni” o anche “Porta della Muda”, presso la quale passa il “46° parallelo nord”, che attraversa il vicino Castrum. Sul versante orientale della via si trova l’imponente Palazzo Giustiniani (D) (XV secolo), passato poi di proprietà alla famiglia Racola e quindi Zandonella, il quale reca sull’elegante facciata ancora tracce degli affreschi originari. Sul lato occidentale invece vi sono: Palazzo Manarin (E) (XV secolo), sulla cui facciata sono visibili lacerti di affresco, tra cui lo stemma della famiglia dei proprietari; l’elegante Palazzo Stella (F) (XVI secolo), con lo stemma nella chiave di volta del portone d’entrata; Palazzo Cesana Muzzi “de Riva” (G) (XVII secolo), la cui imponente facciata è ingentilita dalle decorazioni dell’ingresso: esso venne costruito, su impianti precedenti, alla metà del Seicento dall’architetto scultore Francesco Caprioli per un ramo della famiglia Cesana detto “de Riva” per distinguerlo dall’altro, “de Piazza”, che aveva fatto costruire un palazzo appunto presso la piazza; appartenuto poi alle famiglie Minucci, Lucheschi e De Zorzi, l’edificio diventò in seguito sede della Bacologia Mozzi e venne infine ristrutturato, tra il 1975 ed il 1984, a cura dell’architetto Giuliano Lapasini. Adiacente a questo vi è Palazzo Costantini (H) (XVI secolo), di impianto medievale ma poi rimaneggiato, che presenta ben visibili sulla facciata tracce della struttura e della decorazione originarie; al suo fianco, il sobrio Palazzo Casoni (I) (XV secolo), che fu l’abitazione del poeta e giurista serravallese Guido Casoni (1561-1642) e per questo venne detto anche “Albergo delle Muse”.

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Il suggestivo “Castrum” (A) di Serravalle fu costruito in questo punto “strategico” per controllare il passaggio “obbligato” tra la pianura e la montagna e divenne poi il fulcro di tutto il sistema murario di difesa della città che andò formandosi intorno ad esso, sistema che dovette più volte essere ampliato per abbracciare l’abitato sempre più esteso. Documentato dal 1170 ma formatosi su fortificazioni di epoca precedente, il Castrum fu sede della Signoria Caminese fino al 1335 e poi, durante il dominio della Serenissima (1337-1797), per secoli residenza del Podestà qui inviato a reggere Serravalle. L’ingresso al Castrum si trova ai piedi di una imponente torre (B), con uno stretto passaggio pedonale ed il ponte levatoio che permetteva di oltrepassare il fossato esterno. All’interno della sua cerchia muraria, oltre alle costruzioni di carattere “militare” ed al “Palazzo Pretorio”, sorgeva anche una chiesetta dedicata a Santa Margherita, della quale però non è rimasto praticamente nulla. Abbandonato nella seconda metà del Settecento, il complesso in seguito fu anche sfruttato come “cava” di materiale da costruzione e nel 1917 venne in parte “spianato” dagli Austriaci per far posto ad una teleferica. Fu l’ingegner Francesco Troyer (1863-1936) ad occuparsi per primo, nel corso degli anni Trenta del Novecento, del recupero e del restauro di questi antichi resti, ed al suo intervento risale anche l’apertura dell’ampia cancellata (C) sul versante meridionale delle mura, presso la “piazzola” di via Roma. Adiacente al Castrum si trova l’antica “Porta Superiore” di Serravalle, o “Porta San Giovanni”, che chiudeva a nord il borgo originario. Questa era detta anche “Porta della Muda” (D) perché vi si svolgevano le operazioni di dogana e di riscossione dei dazi, elemento fondamentale dell’economia locale. Serravalle infatti, per la sua particolare posizione geografica, era un importante punto di incontro fra le mercanzie provenienti dalla Serenissima e quelle dal Cadore e dai paesi alpini e transalpini, che qui dovevano necessariamente transitare, e quindi vivace sede di scambi commerciali. La Porta è stata poi incorporata dalla “Casa Fighera”, sulla cui facciata meridionale sono ancora visibili i segni dei proiettili sparati nel corso degli ultimi combattimenti della Battaglia di Vittorio Veneto (27-30 ottobre 1918). Dall’esterno di questa Porta, sul lato occidentale, comincia una antica strada (via Sangusè) che, costeggiando parte dei resti delle mura, sale alla località detta “I Con”, la quale si compone di due borghi rurali, i “Con Alti” ed i ”Con Bassi”. Fuori delle mura vi era poi l’antico “Borgo Superiore” di Serravalle, compreso tra la “Porta Cadore” e la Chiesa di Santa Giustina a nord ed appunto il Castrum con la “Porta San Giovanni” a sud.

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Somma investita € 8.000,00

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Partner attuatore Bianca e Volta. Laboratorio di arti grafiche

Duomo di Serravalle

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Il Duomo (A) di Serravalle, dedicato a Santa Maria Nova e sorto sul luogo della chiesa originaria, esistente forse fin dall’inizio del 1300, venne ultimato nel 1779 su progetto dell’architetto Domenico Schiavi da Tolmezzo (1718-1795). L’interno della chiesa, a navata unica con angoli “arrotondati”, conserva numerose opere d’arte: la pala dell’altare maggiore di Tiziano Vecellio (1490 ca.-1576), la pala della Sacra Famiglia di Pietro Pajetta (1845-1911), due grandi tele di Francesco da Milano (XV–XVI secolo), affreschi di Gian Battista Canal (1745-1825) e di Felice Schiavoni (1803-1881); inoltre, pregevoli altari marmorei, tra cui quello del Santissimo Sacramento, con sculture di Marco Casagrande (1804-1880), progettato dall’architetto Giuseppe Segusini (1801-1876), quello della Confraternita dei Battuti, realizzato nel 1645 da Francesco Caprioli (XVII secolo), e quello del Battistero con bassorilievi di Paolo Possamai (1859-1938); infine vi è un prezioso organo di Agostino ed Antonio Callido (1822). Il vicino campanile (B), sormontato da una cuspide ottagonale, risale al XIV secolo, come la chiesa originaria che sembra vi fosse addossata, ma venne in seguito più volte ristrutturato. A fianco del Duomo si apre, verso sud, via Casoni, un tempo detta via Tiera, costeggiata da un suggestivo portico e sulla quale si affacciano notevoli palazzi. Sul retro del Duomo, verso via Calcada, si trovava una delle antiche porte di Serravalle, la “Porta del Terraglio” (1337), purtroppo demolita (insieme all’ultima campata dell’attiguo Palazzo Turchetto) nel 1931 perché ritenuta di ostacolo alla viabilità. Qui ora vi è una monumentale Scalinata (C) fatta realizzare per iniziativa del serravallese Bortolo Gei (1857-1940) nel 1931-32, mentre la statua di Sant’Augusta (D), offerta dalla figlia Olga Gei, vi fu eretta nel 1987. La scalinata conduce al Santuario di Sant’Augusta, tradizionale meta di pellegrinaggi, nella quale si custodiscono le reliquie, rinvenute nel 1450, della martire patrona dei serravallesi. La salita è fiancheggiata da sei cappelle realizzate ex voto nel 1642, come ringraziamento per la protezione della Santa durante l’epidemia di peste del 1630. Lungo il percorso si incontrano inoltre un capitello, affrescato da Elio Casagrande (1920-2004), che ricorda il Miracolo di Santa Augusta e, quasi al termine della salita, una torre. Essa faceva parte dell'antico sistema fortificato di Serravalle, di cui ancora si conservano dei tratti, il quale, sfruttando le caratteristiche orografiche del terreno, circondava e difendeva l’abitato. Dalla sommità del colle Marcantone, infatti, dove si trovava la cosiddetta “Turris Nigra”, scendevano, lungo il ripido costone roccioso, le mura che erano collegate alla “Rocca di S. Augusta” e, a valle, alla “Porta del Terraglio”. Questa cinta muraria poi, passando per la “Porta Inferiore”, risaliva il colle di S. Antonio fino alla vecchia “Rocca del Montesel”, sul monte Cucco, da dove scendeva di nuovo per saldarsi al complesso difensivo del Castrum di Serravalle.

Somma investita € 68.760,00

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord — Via Caprera

Tipologia di azione b.3) interventi volti alla creazione nel centro storico e urbano di spazi polifunzionali destinati ad attività commerciali, culturali, di intrattenimento e di svago.

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Partner attuatore Comune di Vittorio Veneto

Breve descrizione dell’intervento Il presente azione sarà occasione per finanziare la definitiva messa a regime dei fascicoli informativi in forma cartacea corrispondenti alle stazioni informative posate nella città. I fascicoli sono già oggi disponibili on line sul sito www.visitandovittorioveneto.it.

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Via Caprera

Tipologia di azione c.1) interventi di razionalizzazione, omogeneizzazione e coordinamento dei sistemi di informazione ai cittadini-consumatori ed ai turisti.

Tempi di realizzazione dal 01/01/2014 al 31/04/2014

PERCORSO DEI TRE CENTRI

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Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord

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Tempi di realizzazione: dal 01/01/2014 al 31/12/2014

Breve descrizione dell’intervento Il laboratorio grafico in oggetto con questo intervento vuole valorizzare l’immagine dell’attività, soprattutto da un punto di vista estetico sistemando la facciata esterna e inserendovi un’insegna pubblicitaria dell’azienda oggi mancante. E’ previsto inoltre un intervento di rifacimento del terrazzo fronte Via Caprera che oggi presenta problemi di infiltrazioni d’acqua. E con l’occasione sarà sostituito l’attuale parapetto/ringhiera.

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Visitando Vittorio Veneto/ quarto stralcio


AZIONE 09 CEIS

AZIONE 10 ELETTROMECANICA BRAIDO

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord — Via Caprera

Tipologia di azione b.3) interventi volti alla creazione nel centro storico e urbano di spazi polifunzionali destinati ad attività commerciali, culturali, di intrattenimento e di svago.

Tipologia di azione b.3) interventi volti alla creazione nel centro storico e urbano di spazi polifunzionali destinati ad attività commerciali, culturali, di intrattenimento e di svago.

Partner attuatore CEIS – Centro Italiano di Solidarietà Belluno. Onlus. Sede di Vittorio Veneto

Partner attuatore Eletromeccanica Braido

Somma investita € 8.000,00

Somma investita € 8.000,00

Tempi di realizzazione dal 01/01/2014 al 31/12/2014

Tempi di realizzazione Dal 01/01/2014 al 31/12/2014

Breve descrizione dell’intervento Il CEIS è una struttura Onlus che si impegna in attività di solidarietà sociale volta alla promozione dell’Uomo contro ogni forma di disagio, di sofferenza, di dipendenza. All’interno vi è inoltre presente una Cooperativa Sociale che si dedica alla coltivazione di frutteti (mele). Da qui nasce l’dea/interveto di creare all’interno della struttura un punto vendita dei prodotti della terra. Sistemazione area/facciata esterna, arredo di apposita stanza interna con scaffalatura.

Breve descrizione dell’intervento con questo intervento l’attività in oggetto vuole sistemare la facciata esterna del palazzo di proprietà che si affaccia in Via Caprera, una volta al piano terra si trovava il punto vendita e oggi invece il magazzino dell’azienda.

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Visitando Vittorio Veneto/ quarto stralcio


AZIONE 11 FUORITEMPO

AZIONE 12 HOSTARIA VIA CAPRERA

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord — Via Caprera

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord — Via Caprera

Tipologia di azione b.3) interventi volti alla creazione nel centro storico e urbano di spazi polifunzionali destinati ad attività commerciali, culturali, di intrattenimento e di svago.

Tipologia di azione b.3) interventi volti alla creazione nel centro storico e urbano di spazi polifunzionali destinati ad attività commerciali, culturali, di intrattenimento e di svago.

Partner attuatore Fuoritempo, Creazioni in Materiale riciclato.

Partner attuatore Hostaria Via Caprera

Somma investita € 8.000,00

Somma investita € 8.000,00

Tempi di realizzazione Dal 01/01/2014 al 31/12/2014

Tempi di realizzazione Dal 01/01/2014 al 31/12/2014

Breve descrizione dell’intervento Il proprietario dell’immobile in oggetto vuole sistemare la facciata esterna del palazzo che si affaccia in Via Caprera andando a sostituire le serrande e sistemando quelle che sono le attuali vetrine, poco visibili ai passanti.

Breve descrizione dell’intervento L’Hostaria di Via Caprera è uno dei luoghi storici per la ristorazione, da tanti anni presente nella via. In questo luogo i titolari hanno previsto un intervento che porti all’adeguamento dell’impiantistica interna.

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Visitando Vittorio Veneto/ quarto stralcio


AZIONE 13 OREFICERIA DE NARDI

AZIONE 14 RISTORANTE ANTICA VITTORIO. LA RUSTICA srl

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord — Via Caprera

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord — Via Caprera

Tipologia di azione b.3) interventi volti alla creazione nel centro storico e urbano di spazi polifunzionali destinati ad attività commerciali, culturali, di intrattenimento e di svago.

Tipologia di azione b.3) interventi volti alla creazione nel centro storico e urbano di spazi polifunzionali destinati ad attività commerciali, culturali, di intrattenimento e di svago.

Partner attuatore Oreficeria Aurelio De Nardi

Partner attuatore Ristorante Antica Vittorio

Somma investita € 8.000,00

Somma investita € 8.000,00

Tempi di realizzazione Dal 01/01/2014 al 31/12/2014

Tempi di realizzazione dal 01/01/2014 al 31/12/2014

Breve descrizione dell’intervento Con questo intervento l’oreficeria vuole sistemare la facciata esterna del palazzo di proprietà che si affaccia in Via Caprera, migliorando la visibilità del negozio.

Breve descrizione dell’intervento L’attività commerciale in oggetto, collocata proprio a nord di Serravalle con questo intervento vuole sistemare il terrazzo esterno con il rifacimento della pavimentazione. Poiché questo è il primo negozio della via, merita una certa attenzione.

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Visitando Vittorio Veneto/ quarto stralcio


AZIONE 15 SALVADOR DIEGO

AZIONE 16 ASCOM VITTORIO VENETO

AZIONE 17 BCC DELLE PREALPI

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord — Via Caprera

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord

Tipologia di azione a.1) partecipazione al funzionamento dell’Organismo GPI; c.2) azioni di marketing e promozionali, attività di informazione e formazione degli addetti alle attività commerciali, turistiche e del tempo libero ubicate all’interno dell’area oggetto dell’intervento con contenuti attinenti l’ottimizzazione dei rapporti con la clientela e le strategie di vendita e, dall’altro, l’attuazione di interventi capaci di produrre efficaci sinergie di sviluppo della rete delle medesime attività imprenditoriali anche mediante l’introduzione delle moderne soluzioni telematiche per la comunicazione ai cittadini-consumatori ed iniziative di sviluppo di marchi identificativi della rete d’imprese e del luogo, nonché mostre, eventi e spettacoli s e collegati a iniziative di valorizzazione delle attività commerciali.

Tipologia di azione c.2) azioni di marketing e promozionali, attività di informazione e formazione degli addetti alle attività commerciali, turistiche e del tempo libero ubicate all’interno dell’area oggetto dell’intervento con contenuti attinenti l’ottimizzazione dei rapporti con la clientela e le strategie di vendita e, dall’altro, l’attuazione di interventi capaci di produrre efficaci sinergie di sviluppo della rete delle medesime attività imprenditoriali anche mediante l’introduzione delle moderne soluzioni telematiche per la comunicazione ai cittadini-consumatori ed iniziative di sviluppo di marchi identificativi della rete d’imprese e del luogo, nonché mostre, eventi e spettacoli se collegati a iniziative di valorizzazione delle attività commerciali.

Partner attuatore ASCOM Vittorio Veneto

Partner attuatore BCC DELLE PREALPI. Banca di Credito Cooperativo

Somma investita €0

Somma investita €0

Tempi di realizzazione dal 01/06/2013 al 31/05/2015

Tempi di realizzazione dal 01/06/2013 al 31/05/2015

Breve descrizione dell’intervento il partenariato di ASCOM in questo progetto vuole dare un supporto per tutte quelle attività di formazione dei soggetti coinvolti nel commercio realizzando dei specifici corsi di “aggiornamento” come ad esempio nell’area sicurezza negli ambienti di lavoro o gestione delle imprese. L’ASCOM sarà inoltre presente anche all’interno del GPI.

Breve descrizione dell’intervento l’intervento del’istituto di credito vuole essere un sostegno alla micro impresa mediante accensione di finanziamenti a tasso agevolato per le azioni non pubbliche di “Visitando Vittorio Veneto stralcio 04” garantiti da fidejussione rilasciata dal Comune di Vittorio Veneto.

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Visitando Vittorio Veneto/ quarto stralcio

Tipologia di azione b.3) interventi volti alla creazione nel centro storico e urbano di spazi polifunzionali destinati ad attività commerciali, culturali, di intrattenimento e di svago.

Partner attuatore Salvador Diego. Proprietario

Somma investita € 4.000,00

Tempi di realizzazione dal 01/01/2014 al 31/12/2014

Breve descrizione dell’intervento L’intervento prevede una sistemazione della facciata esterna del palazzo che si affaccia su Via Caprera. La particolarità e il pregio di questo intervento sta nella caratteristica del sottoportico. Raro elemento di collegamento pedonale delle due strade ed essenziale al fine di riqualificazione il centro storico e rivitalizzare le attività commerciali.


AZIONE 18 COMITATO VIA CAPRERA

AZIONE 19 COMITATO FESTEGGIAMENTI SANTA GIUSTINA

AZIONE 20 FIN.POL. srl

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord — Via Caprera

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord

Ambito d’intervento Vittorio Veneto — Serravalle Nord — Via Marconi

Tipologia di azione a.1) partecipazione al funzionamento dell’Organismo GPI; c.2) azioni di marketing e promozionali, attività di informazione e formazione degli addetti alle attività commerciali, turistiche e del tempo libero ubicate all’interno dell’area oggetto dell’intervento con contenuti attinenti l’ottimizzazione dei rapporti con la clientela e le strategie di vendita e, dall’altro, l’attuazione di interventi capaci di produrre efficaci sinergie di sviluppo della rete delle medesime attività imprenditoriali anche mediante l’introduzione delle moderne soluzioni telematiche per la comunicazione ai cittadiniconsumatori ed iniziative di sviluppo di marchi identificativi della rete d’imprese e del luogo, nonché mostre, eventi e spettacoli se collegati a iniziative di valorizzazione delle attività commerciali.

Tipologia di azione a.1) partecipazione al funzionamento dell’Organismo GPI; c.2) azioni di marketing e promozionali, attività di informazione e formazione degli addetti alle attività commerciali, turistiche e del tempo libero ubicate all’interno dell’area oggetto dell’intervento con contenuti attinenti l’ottimizzazione dei rapporti con la clientela e le strategie di vendita e, dall’altro, l’attuazione di interventi capaci di produrre efficaci sinergie di sviluppo della rete delle medesime attività imprenditoriali anche mediante l’introduzione delle moderne soluzioni telematiche per la comunicazione ai cittadiniconsumatori ed iniziative di sviluppo di marchi identificativi della rete d’imprese e del luogo, nonché mostre, eventi e spettacoli se collegati a iniziative di valorizzazione delle attività commerciali.

Tipologia di azione c.2) azioni di marketing e promozionali, attività di informazione e formazione degli addetti alle attività commerciali, turistiche e del tempo libero ubicate all’interno dell’area oggetto dell’intervento con contenuti attinenti l’ottimizzazione dei rapporti con la clientela e le strategie di vendita e, dall’altro, l’attuazione di interventi capaci di produrre efficaci sinergie di sviluppo della rete delle medesime attività imprenditoriali anche mediante l’introduzione delle moderne soluzioni telematiche per la comunicazione ai cittadini-consumatori ed iniziative di sviluppo di marchi identificativi della rete d’imprese e del luogo, nonché mostre, eventi e spettacoli se collegati a iniziative di valorizzazione delle attività commerciali.

Partner attuatore Comitato Via Caprera

Partner attuatore Comitato Festeggiamenti Santa Giustina

Partner attuatore FIN.POL.SRL. Proprietaria area lanificio Policarpo

Somma investita €0

Somma investita €0

Somma investita €0

Tempi di realizzazione dal 01/06/2013 al 31/05/2015

Tempi di realizzazione dal 01/06/2013 al 31/05/2015

Tempi di realizzazione

Breve descrizione dell’intervento in qualità di soggetto organizzatore ormai da qualche annodi mostre, eventi e spettacoli in Via Caprera al fine di valorizzare il luogo e le attività commerciali in esso presenti, si ritiene opportuna la presenta del Comitato all’intero del GPI. Oltre che ad organizzare mostre e spettacoli nella zona interessata dalle azioni sopra riportate.

Breve descrizione dell’intervento in qualità di soggetto organizzatore dei eventi e spettacoli in zona Serravalle Nord (parrocchia di Santa Giustina), si ritiene opportuna la presenta del Comitato all’intero del GPI. Oltre che ad organizzare mostre e spettacoli nella zona interessata dalle azioni sopra riportate.

Breve descrizione dell’intervento Il partner sottoscrivere la disponibilità a concedere l’aree esterna di proprietà, oggi in disuso, a luogo di parcheggio durante manifestazioni nella zona. Seguirà una convenzione tra il Comune ed il privato proprietario per regolamentare diritti e doveri.

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Visitando Vittorio Veneto/ quarto stralcio


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ModalitÀ di Governo

L’attuazione del quarto stralcio di VISITANDO è regolata dall’accordo di partnership tra i sottoscrittori e coordinato dall’Organismo GPI, a sua volta composto da Comune di Vittorio Veneto (quale Ente promotore e capofila), Ascom Vittorio Veneto, Comitato Via Caprera, Comitato Festeggiamenti di Santa Giustina. Il suo compito è di: — Svolgere un ruolo di regia nella realizzazione del programma integrato all’interno del budget assegnato dal programma integrato. — Individuare le esigenze dei diversi partner del programma, dei cittadini della zona e dei possibili turisti o visitatori occasionali, evocando quelle che potrebbero rivelarsi azioni future del programma. — Curare il coordinamento e la collaborazione tra i vari soggetti coinvolti nella attuazione del programma integrato. — Indire le riunioni di coordinamento per l’attuazione delle singole azioni progettuali. — Mantenere contatti e essere da supporto ai partner nel rapporto con il partner bancario che contribuisce con un’azione di finanziamento e sostegno alla micro impresa (BCC Prealpi - Banca di Credito Cooperativo). — Essere di supporto nell’espletamento delle pratiche amministrative finalizzate all’acquisizione delle necessarie autorizzazioni per l’esecuzione degli interventi da parte dei partner commerciali (tipo un SUAP speciale per l’attuazione del programma).

— Informare il Comune di Vittorio Veneto ed i partner degli stati di avanzamento del Programma integrato mediante redazione di report trimestrali, da pubblicare anche nel sito www.visitantovittorioveneto.it; — effettuare il monitoraggio e la rendicontazione del programma alla Regione Veneto - Direzione Commercio o a altro soggetto tecnico da questa individuato; — trasmettere alla Regione del Veneto - Direzione Commercio tutti i dati e le informazioni necessarie alla verifica e al controllo dell’attuazione del programma presentato e approvato.

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Visitando Vittorio Veneto/ quarto stralcio


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Il programma Visitando Vittorio Veneto


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Il programma Visitando Vittorio Veneto


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Il programma Visitando Vittorio Veneto


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Il programma Visitando Vittorio Veneto


Fasi di gestione del programma AZIONI 01 COMUNE DI VITTORIO VENETO AZIONE 13 ASCOM VITTORIO VENETO AZIONE 15 COMITATO VIA CAPRERA AZIONE 16 COMITATO FESTEGGIAMENTI SANTA GIUSTINA

Fase attuativa 01 Cronoprogramma

Fase attuativa 04 Tavoli di lavoro

Fase attuativa 06 Feste - pubblicazioni-mostre

Responsabile di fase: Comune di Vittorio Veneto (SOGG. CAPOFILA)

Responsabile di fase: Comune di Vittorio Veneto (SOGG. CAPOFILA) ASCOM Vittorio Veneto Comitato Via Caprera Comitato festeggiamenti Santa Giustina

Soggetto capofila: Comune di Vittorio Veneto

Descrizione: Gestione collegiale del crono programma attraverso incontri di verifica periodica, step intermedi di monitoraggio per definire eventuali strategie. Fase attuativa 02 Contabilita’ Responsabile di fase: Comune di Vittorio Veneto (SOGG. CAPOFILA) Descrizione: Gestione generale contabilità degli interventi. Fase attuativa 03 Questionari Responsabile di fase: Comune di Vittorio Veneto (SOGG. CAPOFILA) ASCOM Vittorio Veneto Comitato Via Caprera Comitato festeggiamenti Santa Giustina

Descrizione: Incontri periodici con i commercianti, ristoratori, associazioni. Fase attuativa 05 Tavoli di verifica

Descrizione: Organizzazione di mostre ed eventuali pubblicazioni sulle attività del programma “Visitando Vittorio Veneto”. Inoltre saranno creati degli eventi prendendo spunto da “Festival Comodamente” e dalla festa “tutti in strada su Via Caprera” per aggregare la gente del luogo, far conoscere all’esterno, le attività realizzate dai vari partner, valorizzare le opere pubbliche del Comune.

Responsabile di fase: Comune di Vittorio Veneto (SOGG. CAPOFILA) ASCOM Vittorio Veneto Comitato Via Caprera Comitato festeggiamenti Santa Giustina Descrizione: Gestione tavoli di lavoro scientifici dell’operazione Visitando Vittorio Venetostralcio 04.

Descrizione: Incontri di verifica per definire il messaggio da trasmettere, costruzione di questionari e/o interviste a commercianti, abitanti, ristoratori, ecc...

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Visitando Vittorio Veneto/ quarto stralcio


13

TAB A Impegni di spesa

ENTI

AMBITO A ORGANISMO GPI FASE 01 REDAZIONE DEL PROGRAMMA

Preventivo di spesa

AMBITO B INTERVENTI STRUTTURALI FASE 02 GESTIONE DEL PROGRAMMA

AMBITO C INTERVENTI DI MARKETING E PROMOZIONALI

TOTALI

TOTALE fasi AMBITO A

capogruppo 01

Comune di Vittorio Veneto (capogruppo)

€10.000,00

€40.000,00

€50.000,00

€344.950,00

€40.000,00

€434.950,00

partner commerciali 02

Bianca e Volta

€8.000,00

€8.000,00

03

CEIS - Centro italiano solidarietà

€8.000,00

€8.000,00

04

Elettromeccanica Braido

€8.000,00

€8.000,00

05

Fuoritempo

€8.000,00

€8.000,00

06

Hostaria Via Caprera

€8.000,00

€8.000,00

07

Oreficeria Aurelio De Nardi

€8.000,00

€8.000,00

08

Ristorante Antica Vittorio

€8.000,00

€8.000,00

09

Salvador Diego

€4.000,00

€4.000,00

partner strategici 10

ASCOM Vittorio Veneto

11

BCC Prealpi - banca di credito cooperativo

12

Comitato “via caprera”

13

Comitato festeggiamenti “santa giustina”

14

FIN.POL.SRL

15

ENEL Distribuzione S.p.a. (partner esterno) totali impegno di spesa

€10.000,00

€40.000,00

€50.000,00

€404.950,00

€40.000,00

€494.950,00

verifica dei massimali quota massimale cofinanziamento generato

€35.000,00

quota massimale cofinanziamento da bando

€50.000,00

differenza di verifica

€200.000,00

€-

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Visitando Vittorio Veneto/ quarto stralcio


TAB B Ripartizione contributi

ENTI

AMBITO A ORGANISMO GPI a carico ente (30%)

AMBITO B INTERVENTI STRUTTURALI

contributo Regione Veneto (70%)

totale impegno di spesa ambito A

a carico ente

AMBITO C INTERVENTI DI MARKETING E PROMOZIONALI contributo Comune di Vittorio Veneto

contributo Regione Veneto (43%)

totale impegno di spesa ambito B

a carico ente (60%)

contributo Regione Veneto (40%)

TOTALI

totale impegno di spesa ambito B

capogruppo 1

Comune di Vittorio Veneto — azione 01/gestione GPI

€15.000,00

€35.000,00

€50.000,00

€50.000,00

Comune di Vittorio Veneto — azione 02/riqualificazione di Porta Cadore

€85.272,00

€64.328,00

€149.600,00

€149.600,00

Comune di Vittorio Veneto — azione 03/nuova stazione autobus su via Marconi e nuovo ingresso pedonale al centro storico

€42.333,90

€31.936,10

€74.270,00

€74.270,00

Comune di Vittorio Veneto — azione 04/riqualificazione di Piazza S. Giovanni Battista

€29.822,40

€22.497,60

€52.320,00

€52.320,00

€39.193,20

€29.566,80

€68.760,00

€68.760,00

Comune di Vittorio Veneto — azione 05/nuova piazza Falcone-Borsellino Comune di Vittorio Veneto — azioni 06/07

€23.000,00

€16.000,00

€40.000,00

€40.000,00

partner commerciali 02

Bianca e Volta

€4.000,00

€ 4.000,00

€8.000,00

€8.000,00

03

CEIS - Centro italiano solidarietà

€4.000,00

€ 4.000,00

€8.000,00

€8.000,00

04

Elettromeccanica Braido

€4.000,00

€ 4.000,00

€8.000,00

€8.000,00

05

Fuoritempo

€4.000,00

€ 4.000,00

€8.000,00

€8.000,00

06

Hostaria Via Caprera

€4.000,00

€ 4.000,00

€8.000,00

€8.000,00

07

Oreficeria Aurelio De Nardi

€4.000,00

€ 4.000,00

€8.000,00

€8.000,00

08

Ristorante Antica Vittorio

€4.000,00

€ 4.000,00

€8.000,00

€8.000,00

09

Salvador Diego

€2.000,00

€ 2.000,00

€4.000,00

€4.000,00

€226.621,50

€ 30.000,00

partner strategici 10

ASCOM Vittorio Veneto

11

BCC Prealpi — Banca di Credito Cooperativo

12

Comitato “Via Caprera”

13

Comitato festeggiamenti “Santa Giustina”

14

FIN.POL.SRL

15

ENEL Distribuzione S.p.a. partner esterno totali impegno di spesa

€15.000,00

€35.000,00

€50.000,00

€148.328,50

€404.950,00

€23.000,00

€16.000,00

€40.000,00

€494.950,00

verifica dei massimali quota massimale cofinanziamento generato

€35.000,00

€148.328,50

quota massimale cofinanziamento da bando

€50.000,00

differenza di verifica

€-

€16.000,00

€199.328,50 €200.000,00 -€ 671,50

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Visitando Vittorio Veneto/ quarto stralcio


TAB C Azioni progettuali

ENTI

AMBITO A ORGANISMO GPI azioni progettuali

AMBITO B INTERVENTI STRUTTURALI impegno di spesa

azioni progettuali

AMBITO C INTERVENTI DI MARKETING E PROMOZIONALI impegno di spesa

azioni progettuali

TOTALE

impegno di spesa

capogruppo 1

Comune di Vittorio Veneto

A.01.01 / capogruppo GPI

€50.000,00

Comune di Vittorio Veneto

B2.01.02 / riqualificazione di Porta Cadore

Comune di Vittorio Veneto

B1.01.03 / nuova stazione autobus su via Marconi e nuovo ingresso pedonale al centro storico

€74.270,00

Comune di Vittorio Veneto

B2.01.04 / riqualificazione di Piazza S. Giovanni Battista

€52.320,00

Comune di Vittorio Veneto

B2.01.05 / nuova piazza FalconeBorsellino

€68.760,00

€149.600,00

Comune di Vittorio Veneto

C2.01.06 / azioni culturali

Comune di Vittorio Veneto

C1.01.07 / stampa materiale cartaceo informativo di Visitando

€30.000,00 €10.000,00

partner commerciali 02

Bianca e Volta

B3.02.01 / rifacimento facciata esterna + insegna pubblicitaria

€8.000,00

03

CEIS - Centro italiano solidarietà

B3.03.01 / creazione punto vendita

€8.000,00

04

Elettromeccanica Braido

B3.04.01 / rifacimento e tinteggiatura facciata esterna

€8.000,00

05

Fuoritempo

B3.05.01 / rifacimento vetrina + sostituzione serrande

€8.000,00

06

Hostaria Via Caprera

B3.06.01 / sistemazioni impianti

€8.000,00

07

Oreficeria Aurelio De Nardi

B3.07.01 / nuovo impianto riscaldamento

€8.000,00

08

Ristorante Antica Vittorio

B3.08.01 / sistemazione pavimentazione terrazzo esterno

€8.000,00

09

Salvador Diego

B3.09.01 / rifacimento e tinteggiatura facciata esterna

€4.000,00

partner strategici 10

ASCOM Vittorio Veneto

11

BCC Prealpi - Banca di Credito Cooperativo

12

Comitato “Via Baprera”

A.12.01 / partecipazione al GPI

C2.12.02 / organizzazione di eventi e spettacoli

13

Comitato festeggiamenti “Santa Giustina”

A.13.01 / partecipazione al GPI

C2.13.02 / organizzazione di eventi e spettacoli

14

FIN.POL.SRL

B1.14.01 / disponibilità aree esterna di proprietà ad uso parcheggio durante le manifestazioni. Segue convenzione tra comune e privato

15

ENEL Distribuzione S.p.a. (partner esterno)

B1.15.01 / miglioramento accessibilità al centro storico mediante spostamento cabina Enel esistente

totali impegno di spesa

A.10.01 / partecipazione al GPI

C2.10.02 / educational con associati C2.11.01 / sostegno alla micro impresa mediante accensione di finanziamenti a tasso agevolato per le azioni Visitando stralcio 04, garantiti da fidejussione rilasciata dal Comune di Vittorio Veneto

€50.000,00

€404.950,00

128—129

€40.000,00

Visitando Vittorio Veneto/ quarto stralcio

€494.950,00



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Il programma Visitando Vittorio Veneto



Il programma VISITANDO, emerso tra i modelli di un progetto di ricerca per la città di Vittorio Veneto, procede nel suo percorso quasi decennale di completamento e giunge alla stesura del suo quarto stralcio in un contesto che non lascia più alcun dubbio al caso. La città è frutto del paesaggio che sa mettere in moto, cioè della capacità di una comunità nel vedere unite le proprie risorse vitali: commercio, turismo, cultura, urbano.


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