Introduzione
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l documento descrive il modello organizzativo adottato dalla ASL di Viterbo per ridefinire la rete chirurgica, che, ridisegnata in un’ottica di prossimità e sicurezza delle cure, con il modello dell’equipe itineranti e della centralizzazione della lista d’attesa ha cercato di compensare le difficoltà a garantire le attività durante l’emergenza pandemica. Va ricordato che all’outcome di un intervento complesso concorre sì l’esperienza del chirurgo ma anche l’équipe di supporto, la tecnologia a disposizione, la cooperazione con altri settori ospedalieri. Quindi il mandato era riorganizzare la rete chirurgica interaziendale tenendo saldi tre principi:
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sicurezza delle cure – conoscenza dei parametri che rendono un intervento chirurgico sicuro e che devono essere garantiti
complessità – che significa allocare ogni tipologia di intervento nel setting organizzativo, tecnologico, d’équipe più adeguato ■■ prossimità – laddove possibile, scegliere per l’intervento l’ospedale più vicino alla residenza del paziente. ■■
Seguendo questi caposaldi, l’Asl di Viterbo ha organizzato un sistema tale per cui i casi più complessi vengono eseguiti nell’ospedale hub, dove è presente anche un centro di rescue surgery, mentre quelli meno complessi avvengono in uno degli ospedali periferici, scegliendo in base alle specialità interne e alle caratteristiche. Accanto a questa struttura a rete, anche le liste d’attesa chirurgiche sono state fuse in un’unica lista centralizzata. Un altro aspetto essenziale è l’informatizzazione: è importante infatti che i dati sanitari di un paziente si muovano con lui, in qualunque struttura egli vada. Questi cambiamenti organizzativi sono frutto di un pensiero culturale che coinvolge tutti i professionisti dell’azienda. Per questo sono nate le Comunità di pratica in Azienda: per coadiuvare in maniera importante la Direzione strategica nella fase di attuazione ed implementazione dei modelli teorici condivisi. 1