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Il Colore parla di Te Esther Fenizia Galdo Francesco Ascione
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Il Colore parla di Te Esther Fenizia Galdo Francesco Ascione
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Il Colore parla di Te di Esther Fenizia Galdo Francesco Ascione Opera di copertina “Composizione” di
Giulia Fulli
ISBN 978889887039
2020 COM Srl Publishing and Communication Edizione
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V.
SOMMARIO I.
Carattere del colore. Colore-spazio, colore-tempo
III.
Dentro i colori primari e complementari Caratteristiche del colore colore e comunicazione
II.
IV.
A proposito della ricerca
Significato dei colori arancione azzurro beige bianco blu bordeaux celeste fucsia giallo grigio lilla marrone nero rosa rosso senape turchese verde verde acido verde oliva verde petrolio viola
7
13
14
15
111 112 114 116 118 120 122 124 126 128 130 132 134 136 138 140 142 144 146 148 150 152 154
VI.
VII.
Color meaning azure beige black blue brown burgundy fuchsia gray green green blue light blue lilac lime mustard olive green orange pink red turquoise violet white yellow
Esempi di letture cromatiche
Conclusioni
Bibliografia e filmografia
156 156 158 160 162 164 166 168 170 172 174 176 178 180 182 184 186 188 190 192 194 196 198
200 203
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V.
SOMMARIO I.
Carattere del colore. Colore-spazio, colore-tempo
III.
Dentro i colori primari e complementari Caratteristiche del colore colore e comunicazione
II.
IV.
A proposito della ricerca
Significato dei colori arancione azzurro beige bianco blu bordeaux celeste fucsia giallo grigio lilla marrone nero rosa rosso senape turchese verde verde acido verde oliva verde petrolio viola
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111 112 114 116 118 120 122 124 126 128 130 132 134 136 138 140 142 144 146 148 150 152 154
VI.
VII.
Color meaning azure beige black blue brown burgundy fuchsia gray green green blue light blue lilac lime mustard olive green orange pink red turquoise violet white yellow
Esempi di letture cromatiche
Conclusioni
Bibliografia e filmografia
156 156 158 160 162 164 166 168 170 172 174 176 178 180 182 184 186 188 190 192 194 196 198
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I Carattere del colore Colore-spazio Colore-tempo Federico Borromeo, nel secolo diciottesimo, nota che “i colori sono quasi parole che, percepite dagli occhi, penetrano nell’animo non meno delle voci percepite dalle orecchie”. Kandinsky, agli inizi ventesimo secolo, scrive che “il colore, come la parola, è una risonanza interiore”. “Il giallo, quando viene guardato direttamente, in una forma geometrica qualunque, rende l’uomo irrequieto, lo punge, lo eccita e rivela il carattere della forza espressa nel colore, che opera nell’animo in modo arrogante ed esasperante. Questa proprietà del giallo, colore che tende alle tonalità chiare, la si può portare a un tale livello d’intensità, da rendere il colore insopportabile all’occhio e all’animo. Intensificandosi in questo modo, il giallo risuona come una tromba acuta suonata sempre più forte o come una fanfara al timbro più alto. Il giallo è un colore tipicamente terreno.
Non è possibile che il giallo arrivi a certe profondità. Messo a confronto con lo stato d’animo dell’uomo, può agire come raffigurazione colorata della demenza, ma non della melanconia. 7
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O della follia cieca, del delirio... Oppure somiglia alla folle dissipazione delle ultime forze dell’estate nell’acre fogliame autunnale, dal quale l’azzurro esula e sale al cielo”.
Il colore è linguaggio, dunque strumento di comunicazione, dal primo apparire dell’uomo delle caverne ( i graffiti preistorici ne sono testimonianza inequivocabile) e offre, più di altri linguaggi, la possibilità di penetrare nella personalità dell’individuo, liberi da censure più o meno volontarie. Il linguaggio verbale, essendo volontario, è pilotato: per dare un’immagine di sé predeterminata (all’innamorato, all’insegnante, al datore di lavoro) o per raggiungere un risultato desiderato (concludere un affare, evitare una punizione). È facile mentire.
Il linguaggio cromatico è quasi sempre involontario perché perlopiù inconscio: l’immagine di sé si compone decifrando i colori di cui ci si circonda (per affinità o per contrasto). È molto difficile mentire.
Il cromatismo psicologico, acquisita la chiave interpretativa, è uno strumento privilegiato di lettura della personalità dell’interlocutore.
Un’applicazione molto interessante del cromatismo psicologico è nell’indagine del rapporto uomo-tempo e uomo-spazio. Ogni personalità è definibile cromaticamente e dal colore deriva un preciso rapporto spazio-temporale. I colori sono luce; la luce varia col tempo (alba, tramonto, notte) perciò il colore varia col passare del tempo (una rosa di colore rosa al mattino può diventare lilla nel pomeriggio e di notte è nera).
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Così la personalità è in rapporto variabile col tempo: IL RAPPORTO COL TEMPO DI CIASCUN INDIVIDUO
VARIA IN RELAZIONE AL COLORE DELLA PERSONALITÀ.
I colori sono luce; la luce si propaga nello spazio e lo invade perciò il colore riempie e modella lo spazio: IL RAPPORTO CON LO SPAZIO DI CIASCUN INDIVIDUO
VARIA IN RELAZIONE AL COLORE DELLA PERSONALITÀ. Esiste una relazione tra colore e profondità: il colore freddo ha un effetto regressivo, il colore caldo un effetto emergente o progressivo; lo stesso vale per il rapporto tra colore e volume: il colore freddo produce un effetto di compressione, il colore caldo di dilatazione. È, perciò, possibile parlare di dimensione apparente, sia dello spazio che degli oggetti, in dipendenza del loro croma. È certamente nota ai più la “prospettiva aerea” di Leonardo da Vinci, che si avvaleva dell’effetto regressivo del blu per allontanare indefinitamente lo sfondo dei suoi dipinti.
I colori di cui la persona si circonda o che adopera, sia per affinità che per contrapposizione, sono strumento di lettura della personalità e, dunque, strumento di individuazione delle modalità di approccio allo studio degli allievi da utilizzare efficacemente nel rapporto interrelazionale docente-discente. 9
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O della follia cieca, del delirio... Oppure somiglia alla folle dissipazione delle ultime forze dell’estate nell’acre fogliame autunnale, dal quale l’azzurro esula e sale al cielo”.
Il colore è linguaggio, dunque strumento di comunicazione, dal primo apparire dell’uomo delle caverne ( i graffiti preistorici ne sono testimonianza inequivocabile) e offre, più di altri linguaggi, la possibilità di penetrare nella personalità dell’individuo, liberi da censure più o meno volontarie. Il linguaggio verbale, essendo volontario, è pilotato: per dare un’immagine di sé predeterminata (all’innamorato, all’insegnante, al datore di lavoro) o per raggiungere un risultato desiderato (concludere un affare, evitare una punizione). È facile mentire.
Il linguaggio cromatico è quasi sempre involontario perché perlopiù inconscio: l’immagine di sé si compone decifrando i colori di cui ci si circonda (per affinità o per contrasto). È molto difficile mentire.
Il cromatismo psicologico, acquisita la chiave interpretativa, è uno strumento privilegiato di lettura della personalità dell’interlocutore.
Un’applicazione molto interessante del cromatismo psicologico è nell’indagine del rapporto uomo-tempo e uomo-spazio. Ogni personalità è definibile cromaticamente e dal colore deriva un preciso rapporto spazio-temporale. I colori sono luce; la luce varia col tempo (alba, tramonto, notte) perciò il colore varia col passare del tempo (una rosa di colore rosa al mattino può diventare lilla nel pomeriggio e di notte è nera).
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Così la personalità è in rapporto variabile col tempo: IL RAPPORTO COL TEMPO DI CIASCUN INDIVIDUO
VARIA IN RELAZIONE AL COLORE DELLA PERSONALITÀ.
I colori sono luce; la luce si propaga nello spazio e lo invade perciò il colore riempie e modella lo spazio: IL RAPPORTO CON LO SPAZIO DI CIASCUN INDIVIDUO
VARIA IN RELAZIONE AL COLORE DELLA PERSONALITÀ. Esiste una relazione tra colore e profondità: il colore freddo ha un effetto regressivo, il colore caldo un effetto emergente o progressivo; lo stesso vale per il rapporto tra colore e volume: il colore freddo produce un effetto di compressione, il colore caldo di dilatazione. È, perciò, possibile parlare di dimensione apparente, sia dello spazio che degli oggetti, in dipendenza del loro croma. È certamente nota ai più la “prospettiva aerea” di Leonardo da Vinci, che si avvaleva dell’effetto regressivo del blu per allontanare indefinitamente lo sfondo dei suoi dipinti.
I colori di cui la persona si circonda o che adopera, sia per affinità che per contrapposizione, sono strumento di lettura della personalità e, dunque, strumento di individuazione delle modalità di approccio allo studio degli allievi da utilizzare efficacemente nel rapporto interrelazionale docente-discente. 9
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La PERSONALITÀ ROSSA, ad esempio, ha valenze precise di DECISIONE, PASSIONE, INTRAPRENDENZA; tenderà, quindi, a invadere lo spazio nel quale si inserisce; ha bisogno di spazi ampi, perché si espande, ma la dilatazione è razionalmente individuabile perché propositiva, dunque misurabile: la personalità rossa risulta quindi DOMINANTE, PROPOSITIVA e AFFIDABILE (carattere della regalità).
La personalità rossa non è affiancabile facilmente, perché invasiva e prevalente (non si può mettere un oggetto rosso troppo vicino ad altri oggetti di colori caldi perché entrerebbero in conflittualità), tende a circondarsi di ascoltatori e a focalizzare su di sé l’attenzione: riempie tutto lo spazio e se ne sente padrone incontrastato.
Un ALLIEVO ROSSO va considerato come ELEMENTO TRAINANTE della comunità e quindi sensibilizzato alla funzione, perché ne acquisti coscienza. Va, altresì, responsabilizzato al rispetto degli spazi altrui, perché potrebbe essere soffocante per i compagni eterocromatici e antagonista per quelli isocromatici.
La PERSONALITÀ BLU ha valenze di RIFLESSIVITÀ, ISOLAMENTO e ASCESI; tenderà, quindi, a isolarsi e ascoltare, senza confrontarsi con lo spazio materiale; è indifferente all’ampiezza dello spazio in cui si inserisce perché la dimensione nella quale si espande è quella interiore: la personalità blu risulta RECETTIVA, tendente all’ISOLAMENTO, RASSERENANTE (carattere della spiritualità). La personalità blu è facile da affiancare, si adatta facilmente a ogni tipo di compagnia, ama ascoltare, si nasconde, non è propositiva, ma accogliente e comprensiva: INTERIORIZZA, dà PACE. 10
La scelta del blu è segno di un rapporto di perfetto equilibrio con lo spazio, nel totale isolamento. La persona si sente immersa nello spazio infinito del mondo e possiede lo spazio infinito del pensiero e dello spirito.
Un ALLIEVO BLU va considerato elemento di grande RISORSA INTERIORE e va aiutato a scoprire la vastità del suo spazio mentale e spirituale e spinto a farsi spazio all’esterno e conquistare posizioni emergenti.
Risulta a questo punto interessante lo studio del rapporto docente-discente, correlato inevitabilmente all’ambiente e ai tempi di interazione, utilizzando il parametro del colore.
Acquisire questa chiave di lettura offre la possibilità di agire sull’allievo in maniera più diretta ed efficace, facendo perno sullo specifico delle necessità individuali di inserimento e di dialogo.
Naturalmente questa potrebbe divenire un’arma di condizionamento dell’interlocutore, pertanto, come in ogni realtà sociale, occorre avere chiara nella mente la finalità primaria dell’insegnamento: far sì che ciascun allievo scopra e potenzi al massimo le sue capacità in armonia con il proprio sistema di valori, nella consapevolezza e nella condivisione. Fra i tanti, ecco un esempio di applicazione del linguaggio cromatico a un uso psicoincentivante. Un allenatore di football americano fece dipingere di blu lo spogliatoio della sua squadra per ottenere il massimo della distensione dei suoi giocatori durante l’intervallo delle partite, ma l’anticamera era dipinta di rosso perché il colore contribuisse a trasformare in una eccitante sferzata di energia le sue brevi arringhe prima di entrare in campo. Se consideriamo gli artisti e il loro mondo, il riferimento è immediato. Gli artisti sono persone e, come tali, esprimono sé stessi 11
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La PERSONALITÀ ROSSA, ad esempio, ha valenze precise di DECISIONE, PASSIONE, INTRAPRENDENZA; tenderà, quindi, a invadere lo spazio nel quale si inserisce; ha bisogno di spazi ampi, perché si espande, ma la dilatazione è razionalmente individuabile perché propositiva, dunque misurabile: la personalità rossa risulta quindi DOMINANTE, PROPOSITIVA e AFFIDABILE (carattere della regalità).
La personalità rossa non è affiancabile facilmente, perché invasiva e prevalente (non si può mettere un oggetto rosso troppo vicino ad altri oggetti di colori caldi perché entrerebbero in conflittualità), tende a circondarsi di ascoltatori e a focalizzare su di sé l’attenzione: riempie tutto lo spazio e se ne sente padrone incontrastato.
Un ALLIEVO ROSSO va considerato come ELEMENTO TRAINANTE della comunità e quindi sensibilizzato alla funzione, perché ne acquisti coscienza. Va, altresì, responsabilizzato al rispetto degli spazi altrui, perché potrebbe essere soffocante per i compagni eterocromatici e antagonista per quelli isocromatici.
La PERSONALITÀ BLU ha valenze di RIFLESSIVITÀ, ISOLAMENTO e ASCESI; tenderà, quindi, a isolarsi e ascoltare, senza confrontarsi con lo spazio materiale; è indifferente all’ampiezza dello spazio in cui si inserisce perché la dimensione nella quale si espande è quella interiore: la personalità blu risulta RECETTIVA, tendente all’ISOLAMENTO, RASSERENANTE (carattere della spiritualità). La personalità blu è facile da affiancare, si adatta facilmente a ogni tipo di compagnia, ama ascoltare, si nasconde, non è propositiva, ma accogliente e comprensiva: INTERIORIZZA, dà PACE. 10
La scelta del blu è segno di un rapporto di perfetto equilibrio con lo spazio, nel totale isolamento. La persona si sente immersa nello spazio infinito del mondo e possiede lo spazio infinito del pensiero e dello spirito.
Un ALLIEVO BLU va considerato elemento di grande RISORSA INTERIORE e va aiutato a scoprire la vastità del suo spazio mentale e spirituale e spinto a farsi spazio all’esterno e conquistare posizioni emergenti.
Risulta a questo punto interessante lo studio del rapporto docente-discente, correlato inevitabilmente all’ambiente e ai tempi di interazione, utilizzando il parametro del colore.
Acquisire questa chiave di lettura offre la possibilità di agire sull’allievo in maniera più diretta ed efficace, facendo perno sullo specifico delle necessità individuali di inserimento e di dialogo.
Naturalmente questa potrebbe divenire un’arma di condizionamento dell’interlocutore, pertanto, come in ogni realtà sociale, occorre avere chiara nella mente la finalità primaria dell’insegnamento: far sì che ciascun allievo scopra e potenzi al massimo le sue capacità in armonia con il proprio sistema di valori, nella consapevolezza e nella condivisione. Fra i tanti, ecco un esempio di applicazione del linguaggio cromatico a un uso psicoincentivante. Un allenatore di football americano fece dipingere di blu lo spogliatoio della sua squadra per ottenere il massimo della distensione dei suoi giocatori durante l’intervallo delle partite, ma l’anticamera era dipinta di rosso perché il colore contribuisse a trasformare in una eccitante sferzata di energia le sue brevi arringhe prima di entrare in campo. Se consideriamo gli artisti e il loro mondo, il riferimento è immediato. Gli artisti sono persone e, come tali, esprimono sé stessi 11
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attraverso scelte cromatiche precise che possono diventare parametro veicolare di uno studio alternativo della Storia dell’Arte, per la comprensione profonda dell’artista nella complessa sfaccettatura delle componenti psicologico-socio-culturali che fanno di ciascuno un unicum in strettissima correlazione di essere e comporre.
II A proposito della ricerca La ricerca Colore e Comunicazione inizia nel 1974, grazie alla Storica dell’Arte Esther Fenizia Galdo. Negli anni ‘80 si avvale della partecipazione del Prof. Bigiero, docente di ingegneria alla Sapienza di Roma ed esperto di grafologia. Nel 1995 viene pubblicata da MUSIS (Museo delle Scienze e dell’Informazione Scientifica) all’Università La Sapienza. Nel 2007 nasce la collaborazione con Francesco Ascione, Dottore in Statistica e studioso di Sociologia.
Dal 1974 al 1998 sono stati intervistati 13.000 interlocutori, l’80% dei quali studenti di liceo classico. Nel 1997 sono state intervistate 6.000 persone tramite canali digitali. Dal 1998 al 2007 sono stati intervistati 3.000 docenti di scuole di ogni ordine e grado. Dal 2007 al 2012 sono stati intervistati 2.000 utenti in locali pubblici e luoghi molto frequentati. Il risultato di queste interviste ha consentito di validare le ipotesi della ricerca. Le conclusioni sono state schematizzate e semplificate nella presente pubblicazione, nel capitolo 4, in lingua italiana e, nel capitolo 5, in lingua inglese.
Nel 2015, grazie alla collaborazione con l’Ingegner Roberto Galdo, è stata pubblicata un’app che si chiama Emozioni, prodotta da 8bitpills, disponibile su Play Store.
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attraverso scelte cromatiche precise che possono diventare parametro veicolare di uno studio alternativo della Storia dell’Arte, per la comprensione profonda dell’artista nella complessa sfaccettatura delle componenti psicologico-socio-culturali che fanno di ciascuno un unicum in strettissima correlazione di essere e comporre.
II A proposito della ricerca La ricerca Colore e Comunicazione inizia nel 1974, grazie alla Storica dell’Arte Esther Fenizia Galdo. Negli anni ‘80 si avvale della partecipazione del Prof. Bigiero, docente di ingegneria alla Sapienza di Roma ed esperto di grafologia. Nel 1995 viene pubblicata da MUSIS (Museo delle Scienze e dell’Informazione Scientifica) all’Università La Sapienza. Nel 2007 nasce la collaborazione con Francesco Ascione, Dottore in Statistica e studioso di Sociologia.
Dal 1974 al 1998 sono stati intervistati 13.000 interlocutori, l’80% dei quali studenti di liceo classico. Nel 1997 sono state intervistate 6.000 persone tramite canali digitali. Dal 1998 al 2007 sono stati intervistati 3.000 docenti di scuole di ogni ordine e grado. Dal 2007 al 2012 sono stati intervistati 2.000 utenti in locali pubblici e luoghi molto frequentati. Il risultato di queste interviste ha consentito di validare le ipotesi della ricerca. Le conclusioni sono state schematizzate e semplificate nella presente pubblicazione, nel capitolo 4, in lingua italiana e, nel capitolo 5, in lingua inglese.
Nel 2015, grazie alla collaborazione con l’Ingegner Roberto Galdo, è stata pubblicata un’app che si chiama Emozioni, prodotta da 8bitpills, disponibile su Play Store.
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III Dentro i colori primari e complementari In questo capitolo si espone il significato dei colori primari, rosso, giallo, blu, e complementari, arancione, viola e verde, nella specificitĂ del croma e in rapporto allo spazio e al tempo.
Tutti gli altri innumerevoli colori sono la risultanza della interazione di questi sei.
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COLORE E COMUNICAZIONE
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III Dentro i colori primari e complementari In questo capitolo si espone il significato dei colori primari, rosso, giallo, blu, e complementari, arancione, viola e verde, nella specificitĂ del croma e in rapporto allo spazio e al tempo.
Tutti gli altri innumerevoli colori sono la risultanza della interazione di questi sei.
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COLORE E COMUNICAZIONE
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IV Significato dei colori
In questo capitolo si espone il significato da attribuire a 22 colori esaminati. La reazione al colore può essere di gradimento o di negazione e diventa una chiave di lettura della personalità.
Si costruisce così un “Arcobaleno” individuale, dal quale esplorare la personalità.
Il test dell’Arcobaleno della personalità può essere eseguito scegliendo tre colori preferiti e poi tre colori invisi. È necessario indicare un ordine di gradimento e di negazione tra i colori. Il significato dei sei colori indicati, considerati congiuntamente, darà una chiave di lettura della personalità del soggetto. La possibilità di individuare esattamente i colori graditi o invisi è, ovviamente, limitata dalla palette presa in considerazione in questa pubblicazione. Resta aperta la possibilità di costruire le sfumature, rendendosi gradualmente consapevoli della composizione dei vari colori e delle sovrapposizioni cromatiche che possano rappresentare le diverse personalità.
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Arancione Chi ama l’arancione è solare e vive la vita con grande entusiasmo. Mette passione e coinvolgimento nelle sue attività. È socievole, vuole conoscere gli altri e farsi amare. Con la sua allegria regala gioia e amore. È molto comunicativo ed è portato a esprimere i suoi sentimenti. Il suo spirito libero viene limitato solo dall’incontro con l’altro. Persegue i suoi obiettivi con apprensione. Tende a essere in ritardo e a rincorrere il tempo con ansia. È creativo nell’amore.
Chi non ama l’arancione non vuole essere coinvolto in situazioni di forti emozioni. Non ama rivelare la sua passionalità e tende a respingerla per sé. Tende a mostrarsi freddo nei confronti degli avvenimenti, ma solo perché non ama comunicare il suo io interiore. Difficilmente esterna i pensieri in maniera calorosa e talvolta potrebbe apparire insensibile. Non cerca compagnie numerose.
Chi sceglie l’arancione come terzo colore ha desiderio di socializzare e di collaborare al benessere di chi incontra. Ha una buona dose di creatività e razionalità, che si bilanciano reciprocamente. Tendenzialmente è ottimista. I problemi che incontra non smorzano mai completamente il suo entusiasmo. Persegue con discreta energia i suoi obiettivi.
Chi rifiuta l’arancione come terzo colore tende, quando possibile, a tenere per sé le proprie emozioni. Esercita un controllo inconsapevole sulla condivisione di sentimenti e passioni. E’ portato a riflettere attentamente prima di affidarsi all’istinto. Non si lascia coinvolgere facilmente in attività corali, nelle quali rischia di mettere in gioco l’emotività. Il desiderio di riservatezza prevale su quello di partecipazione.
Chi sceglie l’arancione come secondo colore attribuisce una grande importanza al rapporto interpersonale, cui dedica molte energie. Grazie alla sua allegria riesce facilmente a socializzare ed è disposto a spendersi per gli altri. Non ha difficoltà a esprimere i suoi sentimenti e a percepire quelli altrui: risulta perciò una persona amorevole. Coltiva i propri interessi con passione ed entusiasmo e oscilla tra il desiderio di razionalità e la necessità di libertà.
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Chi nega l’arancione come secondo colore preferisce non esternare le proprie passioni, che rimangono, comunque, relegate nella sfera dell’intimo. Difficilmente condivide le sue paure o i suoi entusiasmi. Nell’affrontare i problemi considera pericolosi sia un’eccessiva razionalità che un’incontrollata libertà. Appare facilmente insensibile o superficiale, ma in realtà ha solo difficoltà a rivelare il suo profondo.
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Azzurro Chi ama l’azzurro confida nel proprio mondo interiore e ama condividerlo con gli altri, perché ha fiducia nella bontà dei suoi pensieri. È di buona compagnia, sa ascoltare e interagire. È una persona pacifica e ama la quiete; tuttavia, accetta di partecipare alle attività che gli vengano proposte, purché siano serene. Ha una visione ottimista della vita. Propenso alla ricerca di valori spirituali.
Chi sceglie l’azzurro come secondo colore ha un buon rapporto con il suo mondo interiore e lo condivide senza difficoltà. Sta bene da solo e anche in compagnia: il suo equilibrio psichico gli consente di sentirsi sempre a suo agio. Più propenso alla pace che alla competitività. Sa organizzare il proprio tempo in maniera armoniosa. Non ha bisogno di grandi spazi, perché li ritrova anche dentro di sé.
Chi sceglie l’azzurro come terzo colore attribuisce al mondo interiore una discreta importanza. Sta male in un’atmosfera non serena. È capace di ascolto e di accoglienza, sempre nel rispetto delle proprie necessità. Ama perlopiù scegliere la visione ottimista della vita. Preferisce un confronto disteso a uno aggressivo.
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Chi non ama l’azzurro non considera significativo il mondo interiore e non attribuisce all’ascolto un valore determinante nei rapporti interpersonali. Non ama restare fermo a lungo: la sua interazione con gli altri è attiva e deve portare a risultati concreti. La solitudine risulta fastidiosa o noiosa. Considera la condivisione dei propri pensieri inutile, se è solo passatempo.
Chi nega l’azzurro come secondo colore non considera fondamentale il suo mondo interiore e non sente il bisogno di condividerlo. Cerca il suo equilibrio nel rapporto con gli altri, con i quali costruire realtà concrete e riconoscibili. Troppo silenzio potrebbe essere fastidioso. Non ama lasciar scorrere il tempo senza organizzarlo. Desidera misurare gli spazi in cui muoversi, per poterli adoperare interamente.
Chi nega l’azzurro come terzo colore non riconosce al mondo interiore un ruolo di primo piano; si affida piuttosto alla realtà oggettiva delle cose. Quando può fare a meno di ascoltare, preferisce essere propositivo. Non può stare fermo per troppo tempo, perché ritiene che operare sia più utile che riflettere. Non ama la solitudine e il silenzio.
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Beige Chi ama il beige è aperto all’incontro perché cerca il contatto e il sostegno degli altri. I suoi rapporti con la gente sono cordiali ma molto riservati: difficilmente vanno in profondità per il timore di essere troppo coinvolto. Conta sulle sue convinzioni ma ha bisogno che siano convalidate dai suoi interlocutori. Desideroso di farsi accettare, mette in gioco le sue capacità comunicative.
Chi sceglie il beige come secondo colore gradisce stare in compagnia senza necessariamente approfondire i rapporti. Ha una visione positiva della vita, ma con momenti di insicurezza. Ha piacere nel sentirsi compreso e nel vedere condivise le proprie opinioni. Esprime volentieri il suo pensiero, ma non ha una estrema necessità di autoaffermazione. Non è portato alla competizione aggressiva, quanto piuttosto a gareggiare con sé stesso.
Chi sceglie il beige come terzo colore non disdegna la compagnia degli altri, anche se non ne ha un estremo bisogno. Talvolta si interroga sulla propria autostima e in quei momenti cerca la gratificazione degli interlocutori. Se necessario, esprime il suo parere senza difficoltà. Non si tira indietro dal partecipare al dialogo, per uno spirito innato di servizio nel sociale.
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Chi non ama il beige sembra non cercare negli altri alcuna conferma dei suoi pensieri e delle sue azioni. Generalmente è un tipo sicuro di sé; vuole incidere negli eventi e non accetta di avere un ruolo secondario. Non ama le situazioni poco significative e poco coinvolgenti. L’incontro e il contatto con gli altri non è particolarmente necessario: dedica il suo tempo solo ai pochi che godono della sua stima. Si dimostra piuttosto determinato, ma non sempre cordiale.
Chi nega il beige come secondo colore è discretamente sicuro di sé. Si sente autonomo nei giudizi e nelle azioni e persegue i suoi obiettivi in maniera abbastanza determinata. E’ mosso da una moderata ambizione e dal desiderio di incidere. Non sempre avverte il bisogno di relazionarsi con gli altri, anzi, talvolta teme che possano diventare un fastidio.
Chi nega il beige come terzo colore sa fare a meno della presenza e del contatto con gli altri, almeno per un po’. Quando serve, è in grado di agire in autonomia e con determinazione. In fondo, avere un ruolo di secondo piano nelle situazioni lo infastidisce: ha bisogno, moderatamente, di mostrare le sue capacità e di sentirsi importante.
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Bianco Chi ama il bianco ha una visione della vita positiva e aperta a tutte le possibilità. Si mette in gioco volentieri anche con un pizzico di temerarietà. Ha fiducia nelle sue capacità e non si lascia intimidire da ostacoli o contrapposizioni. Si sente libero di intraprendere sempre nuove avventure. Riconosce le regole ma non se ne sente oppresso. Non vuole stare in ombra, nemmeno un poco. E’ una persona cordiale.
Chi sceglie il bianco come secondo colore non ha timore a mettersi in gioco perché individua nella vita sempre nuove sfide. Ha fiducia nelle sue capacità, sulle quali conta per far fronte ai problemi della vita. Si propone con serenità nel dialogo. Accetta la condivisione conservando spazi di grande autonomia. Ama essere riconosciuto come persona valida. Ha un atteggiamento generalmente ottimista.
Chi sceglie il bianco come terzo colore, insieme agli altri interessi che lo guidano, resta aperto alla possibilità di nuove sfide. Ha piacere a essere considerato positivamente e per questo non si tira indietro nei rapporti sociali. Riesce a trovare gli aspetti positivi della vita e conserva una discreta autonomia nell’organizzare lo spazio e il tempo delle sue attività.
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Chi non ama il bianco non gradisce mettersi in gioco perché vede facilmente i pericoli che lo circondano. Cerca di proteggersi scegliendo con cura le attività in cui cimentarsi. Intraprendere un’avventura è molto difficile. Adopera con prudenza solo le capacità di cui si sente veramente sicuro. Essere protagonista gli crea difficoltà, perché si vede troppo esposto. Chi nega il bianco come secondo colore preferisce non mettersi in gioco e valutare con attenzione le situazioni da vivere. Preferisce non esporsi se non comprende chiaramente le situazioni. Non rischia il dialogo con persone di cui non si fida. Rifugge da un atteggiamento ottimista a priori. Chi nega il bianco come terzo colore preferisce non affrontare troppo spesso nuove sfide. Si propone con parsimonia nelle relazioni sociali. Gradisce farsi conoscere un po’ per volta, conservando la possibilità di tirarsi indietro da amicizie che non apprezza. Condivide con prudenza il proprio vissuto. Non sempre disposto a trovare il lato positivo della realtà. 119
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Blu Chi ama il blu è riflessivo, si affida al proprio mondo interiore e lo arricchisce costantemente, con letture e approfondimenti. E’ un ottimo ascoltatore, disposto ad accogliere l’altro in ogni momento. Non invade lo spazio altrui perché sta bene con sé stesso. Ama la tranquillità e la pace. Quando svolge un’attività, usa tutto il tempo necessario, con serenità. Per lui la solitudine è un’occasione per pensare. Agisce dopo aver riflettuto e seguendo i principi in cui crede.
Chi sceglie il blu come secondo colore ha una spiccata tendenza all’approfondimento interiore, dal quale parte per costruire la sua identità. E’ un buon ascoltatore, accogliente e disponibile al confronto. Non si lascia trascinare in dialettiche aggressive. Il rapporto col tempo è disteso; tende a non sovraccaricarsi di impegni, per riuscire a svolgere tutte le sue attività. La solitudine non è una dimensione di difficoltà, perché diventa spazio di riflessione e di ricarica interiore.
Chi sceglie il blu come terzo colore ha una sensibilità interiore non trascurabile, che sempre emerge accanto alle altre sue qualità. Piuttosto che provocare tensione, al momento opportuno preferisce tacere e ascoltare, anche se ritiene di poter contribuire positivamente al dialogo con la sua opinione. Ci tiene a ritagliarsi anche qualche momento di rilassamento, al riparo dalla confusione. 120
Chi non ama il blu rifugge dalla riflessione e dall’isolamento. Non ama ascoltare; accoglie con difficoltà le problematiche altrui. La vita sedentaria lo mette in difficoltà. Il silenzio lo stanca. Non ama lo scorrere del tempo lento e vuoto. Pragmatico piuttosto che idealista.
Chi nega il blu come secondo colore è incline piuttosto alla risoluzione di problemi pratici che teorici. Ascoltare gli altri gli costa una certa fatica. La riflessione non lo coinvolge più di tanto e la solitudine gli viene rapidamente a noia. Non ama lasciar scorrere il tempo senza impegnarsi in attività produttive.
Chi nega il blu come terzo colore non si lascia troppo coinvolgere dall’approfondimento interiore: preferisce la vita attiva. Non sempre è disposto ad ascoltare gli altri, perché non trova abbastanza produttivo il confronto unicamente dialettico. Non ama esprimere quanto avverte nel profondo e nelle conversazioni rimane sull’impersonale. 121
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Bordeaux Chi ama il bordeaux è portato alla riflessione con una tendenza per la complessità e la profondità. Vive bene nelle situazioni “pastose”, travasando l’una nell’altra diverse esperienze, come mischiando su una tavolozza diversi colori. E’ deciso e molto fiducioso nel valore del suo pensiero. Generalmente la sua attività intellettuale matura in solitudine. Ama il confronto e la condivisione che considera sempre una nuova esperienza. E’ un riflessivo, ma non un teorico.
Chi non ama il bordeaux non gradisce le complicazioni e i percorsi non lineari. Organizza la propria vita in modo semplice e si sente oppresso in situazioni che lo coinvolgano troppo. Predilige un linguaggio diretto e chiaro. Ama la compagnia di persone simili a lui. Ha fastidio di essere considerato punto di riferimento. Il confronto con gli altri deve sempre rimanere sul piano dello scambio sereno di opinioni.
Chi sceglie il bordeaux come terzo colore conserva sempre uno spazio di riflessione nell’approccio con la realtà. Non si ferma alla prima impressione, ma è portato a indagare ulteriormente per scendere in profondità. La conoscenza è per lui un bilanciato rapporto fra azione e pensiero. Non si tira indietro dalle situazioni problematiche e sa superarle con soluzioni operative.
Chi nega il bordeaux come terzo colore non mette le emozioni al primo posto nella vita. Preferisce ragionare sul dato reale piuttosto che su ipotesi teoriche. Se può, evita il coinvolgimento in situazioni problematiche e in conversazioni poco lineari. L’indagine psicologica lo mette a disagio. Ama sentirsi sereno.
Chi sceglie il bordeaux come secondo colore considera la riflessione una condizione importante per la conoscenza di persone e situazioni. Non rinuncia all’approfondimento nelle diverse esperienze, dalle quali è portato a trarre risposte su cui meditare. Nello scambio intellettuale non disdegna la condivisione, che vede come possibile nuova conquista. Ama trovare una corrispondenza fra il mondo interiore e le realtà che vive.
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Chi nega il bordeaux come secondo colore tende a sentirsi bloccato nelle situazioni complesse. Cerca la compagnia di persone serene e disposte al confronto, non portate alla prevaricazione. Tutto ciò che non è facilmente spiegabile gli appare trascurabile o non degno di molta attenzione. Piuttosto pratico che meditativo. Preferisce evitare il coinvolgimento in forti emozioni.
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Celeste Chi ama il celeste ha un’interiorità che si confronta continuamente con la realtà. Coltiva il suo mondo spirituale, ma ha bisogno del contatto con gli altri. E’ di buona compagnia, ma non ama ascoltare a lungo perché gli piace proporre anche la sua opinione. Ha una visione serena della vita; non gradisce la complessità perché è portato a dare soluzioni semplici ai problemi. Lo spazio e il tempo sono per lui dimensioni che si dilatano.
Chi sceglie il celeste come secondo colore è guidato in buona parte dalla sua sensibilità. Le considerazioni che derivano dal suo mondo interiore sono una parte importante della sua riflessione. Condivide volentieri i suoi pensieri, ma non quelli più profondi. Cerca istintivamente gli aspetti positivi della vita, ma non può fare a meno di un certo realismo. Sa essere di compagnia. Non è vincolato strettamente agli orari e agli spazi in cui si trova.
Chi sceglie il celeste come terzo colore fa affidamento anche sulla sua sensibilità nel rapporto con gli altri. Non manca nella sua riflessione ciò che scaturisce dal suo mondo interiore, ma condivide i suoi pensieri senza andare in profondità. Quando vuole sa ascoltare ed essere di compagnia. Sa trovare sempre nello spazio e nel tempo il suo angolino confortevole.
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Chi non ama il celeste non ritiene utile fermarsi a considerare il mondo spirituale. Non sceglie come compagnia persone che manifestino attenzione all’astratto. E’ portato a trasmettere energia piuttosto che emozioni. Ha una visione concreta della vita e cerca di ottenere risultati riconoscibili. Fa attenzione allo scorrere del tempo. Non è facilmente ottimista. Chi nega il celeste come secondo colore non affida alla sensibilità le sue scelte. I sentimenti e le emozioni sono poco significativi nel prendere decisioni. Preferisce considerare gli aspetti concreti delle situazioni, delle quali vede lati positivi e negativi. Non si lascia indirizzare da valutazioni astratte. Ascolta solo quando lo ritiene necessario per una corretta valutazione del reale. Chi nega il celeste come terzo colore non si sente attratto da situazioni di contemplazione e di solitudine. Preferisce il movimento alla stasi. Quando può, evita la compagnia di persone poco dinamiche. Si ferma ad ascoltare solo quando è proprio necessario, ma non a lungo. E’ più adatto alla sua personalità proporre soluzioni piuttosto che assecondare le indicazioni altrui. 125
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Fucsia Chi ama il fucsia ama vivere situazioni complesse, che diano un po’ di mistero alla vita. Ha un carattere forte e gli piace imporre la sua visione del mondo. E’ difficile da affiancare come interlocutore perché è indipendente e imprevedibile. Le considerazioni altrui gli sembrano spesso banali. Gli piace uscire dagli schemi: non sopporta sentirsi condizionato. Piuttosto creativo.
Chi non ama il fucsia non ama le complicazioni che sfuggano al controllo. Non gradisce la compagnia di persone poco sincere o reticenti nell’esprimere i propri pensieri. Non desidera essere coinvolto in situazioni poco serene e tralascia di interessarsi dei problemi altrui. Anche i propri cerca di affrontarli con debito distacco. Le situazioni che può decifrare lo rassicurano.
Chi sceglie il fucsia come terzo colore accetta con interesse situazioni non del tutto razionali. Oscilla fra creatività e concretezza. Ha bisogno di avere nella sua vita momenti di complessità per cimentarsi a investigare e sciogliere nodi. Il rapporto con gli altri non è sempre facile, se non trova spazi e tempi di autonomia.
Chi nega il fucsia come terzo colore sceglie, quando possibile, amici semplici e sinceri. Non ama inserirsi in contese o problematiche altrui, se si accorge di non poterle risolvere. Trova faticoso partecipare a discussioni non finalizzate alla risoluzione serena di un problema. Preferisce percorsi lineari a quelli non del tutto comprensibili.
Chi sceglie il fucsia come secondo colore trova interessanti le situazioni complesse, delle quali apprezza tutti gli aspetti. Non lascia facilmente che siano gli altri a indicare la strada da seguire, perché non sa frenare il suo carattere risoluto. Gli schemi troppo rigidi lo fanno sentire legato. Ha bisogno dei suoi tempi e dei suoi spazi di creatività.
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Chi nega il fucsia come secondo colore non è attratto da situazioni complesse quando non riesca a governarle. Preferisce la compagnia di persone spontanee. Fa volentieri a meno, quando possibile, di farsi coinvolgere dalle problematiche altrui. Con gli amici ama sentirsi compreso, anche quando non vuole dire ciò che pensa.
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Giallo Chi ama il giallo è libero, vivace, allegro, inafferrabile. Non vuole essere vincolato dalle regole: vuole fare le sue scelte in libertà. Ama gli spazi ampi, dove potersi muovere a piacimento. E’ un tipo creativo, curioso e intuitivo. E’ portato a svolgere molte attività contemporaneamente e anche se rischia di non riuscire a fare tutto, questo non gli crea disagio. Difficilmente è puntuale, ma non se ne preoccupa, perché sa di essere sempre una compagnia piacevole.
Chi non ama il giallo rifugge da situazioni sregolate o spericolate. Ha bisogno piuttosto di regole dalle quali sentirsi protetto. Non si abbandona alla fantasia, che considera inaffidabile. Ha bisogno di spazi misurabili nei quali muoversi in maniera tranquilla e di una scansione organizzata del tempo. Propenso a conservare il mondo così com’è, perché non gradisce i cambiamenti.
Chi sceglie il giallo come terzo colore ha fra i suoi talenti la creatività, che si riconosce in ogni sua attività. Ha bisogno sempre di conservare un angolo di libertà, anche all’interno di regole riconosciute valide. Non ama e non può passare inosservato. La fantasia è uno dei suoi strumenti di comunicazione.
Chi nega il giallo come terzo colore preferisce le regole all’improvvisazione. Diffida della fantasia. Non si affida al caso molto volentieri. Preferisce spazi che può misurare e prendere impegni che riuscirà ad assolvere nei tempi giusti. Non ama rapporti superficiali. Teme che l’eccessiva libertà possa portare alla sregolatezza.
Chi sceglie il giallo come secondo colore ha una forte vena di creatività, di cui permea tutte le attività con moderazione. E’ vivace e sicuro dei suoi pensieri. Non si sente rigidamente vincolato dalle regole. Diventa, anche senza volerlo, punto di attenzione, grazie alla sua fantasia trascinante. A volte può isolarsi per avere più spazio intorno a sé e quindi il suo rapporto con gli altri è discontinuo. Quando in lui questo colore “prevale”, non si crea il problema della puntualità.
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Chi nega il giallo come secondo colore non ha molta confidenza con la fantasia; preferisce fidarsi di regole verificate, che lo mettano al riparo da difficoltà ingestibili. Si sente più a suo agio in spazi misurabili, nei quali muoversi con tranquillità. Rifugge dai rapporti occasionali o saltuari. Tende a non affidarsi al caso. Fa attenzione agli orari. Non ama le novità.
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Grigio Chi ama il grigio non vuole mettere in discussione la sua visione della realtà, per non rischiare di riconoscersi nel torto. Non è portato ad assumere posizioni decise. Tende a nascondere sé stesso e i propri sentimenti, anche quando ha argomenti interessanti da proporre. Preferisce non farsi coinvolgere. Ama la quiete e il rigore. Ritiene utile solo ciò che è essenziale. Discreto nelle amicizie. Non ha bisogno di grandi spazi né di molta compagnia.
Chi non ama il grigio ha sempre voglia di mettersi in gioco. Prende posizione nelle discussioni, sa mostrare i suoi sentimenti, vuole una vita coinvolgente e stimolante. Non vuole restare nell’ombra e talvolta potrebbe risultare invadente. Ama la compagnia e mal sopporta gli spazi chiusi. Spesso, quello che per altri è “un momento di relax” per lui è tempo sprecato.
Chi sceglie il grigio come terzo colore ha bisogno, di tanto in tanto, di rifugiarsi nel suo spazio privato, dove sentirsi protetto da ingerenze nella sua vita. Aspetta di essere convinto prima di accordare la sua amicizia. Preferisce non prendere posizioni di punta a meno che non sia necessario. La riservatezza è una delle caratteristiche della sua personalità.
Chi nega il grigio come terzo colore non rinuncia mai del tutto a mostrare la sua personalità e la sua originalità. Quando lo ritiene necessario, sa prendere posizione e mettersi in discussione. Apprezza la compagnia degli altri, ma evita gli incontri poco stimolanti.
Chi sceglie il grigio come secondo colore è una persona riservata che non ama mettersi in mostra. Mantiene una posizione di secondo piano nelle discussioni, perché non ama prendere posizioni nette. Preferisce la quiete ad una vita dinamica. Portato a considerare l’essenziale, anche nella scelta delle amicizie. Sta bene in compagnia di sé stesso. Ama ritagliarsi dei piccoli spazi per la riflessione.
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Chi nega il grigio come secondo colore non ama stare nell’ombra. Ha bisogno di vivere una vita piena, dinamica e non banale. Si lascia coinvolgere dalle sfide e dalle novità. Se può dire la sua in una discussione, lo farà. Ama confrontarsi col mondo perché sa che ogni nuovo incontro può arricchire la sua vita. Non ha paura di mettersi in gioco.
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Lilla Chi ama il lilla manifesta una delicata sensibilità d’animo. Per lui gli affetti sono importanti, ma non li ostenta. E’ proteso alla scoperta di sé e degli altri senza la necessità di scavare troppo a fondo nei pensieri. Un po’ di mistero rende la sua vita più gustosa, a patto che non sia troppo difficile da risolvere o pesante da sopportare. Pensa al futuro senza dimenticare ciò che per lui è importante nel presente. Capace di contatti empatici.
Chi non ama il lilla manifesta il timore di essere indagato nel profondo. Non è proteso alla scoperta di sé e degli altri perché non gradisce svelare tutti i misteri del carattere. Preferisce stabilire contatti chiari basati sullo scambio alla pari. Non ama gli spazi ristretti né le amicizie troppo invadenti. Cerca di allontanare la malinconia e questo potrebbe farlo apparire, erroneamente, superficiale.
Chi sceglie il lilla come terzo colore non disdegna la considerazione psicologica della personalità, ma non è il suo principale interesse. Ha piacere di essere compreso, ma non si fa un problema se poi questo non accade. Capace di attenzione alla sensibilità altrui quando lo ritenga necessario. Non teme la solitudine, purché non sia prolungata.
Chi nega il lilla come terzo colore non considera importante indagare nella personalità, ma non rifiuta di farlo, quando è necessario. Preferisce dialogare in maniera esplicita piuttosto che lasciare alla libera interpretazione degli altri i suoi pensieri. Ama custodire i suoi sentimenti e le sue emozioni al riparo dalla curiosità. Non è attratto da situazioni poco chiare.
Chi sceglie il lilla come secondo colore ha nella sua sfera d’attenzione gli aspetti nascosti dell’io: non se ne lascia condizionare, ma non li ignora. Gradisce che qualche angolino della propria vita rimanga da scoprire, perché trova accattivante un pizzico di mistero. E’ una persona sensibile ed è disposta alla condivisione empatica. Talvolta questa sensibilità potrebbe essere scambiata per debolezza; in realtà, chi contempla il lilla nel suo arcobaleno è portato a crearsi fugaci momenti di isolamento.
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Chi nega il lilla come secondo colore non ha nella sua sfera di attenzione gli aspetti nascosti dell’io: non sente il bisogno di svelare tutti i misteri del carattere. Non gradisce rapporti interpersonali troppo invadenti o troppo problematici. Il voler allontanare la malinconia potrebbe farlo apparire, erroneamente, superficiale. Non ama l’isolamento.
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Marrone Chi ama il marrone ha una spiccata propensione a vivere in compagnia, perché in essa vede il suo mondo. La presenza degli altri lo rallegra e lo fa sentire vivo. Ama condividere le proprie esperienze e i propri affetti. Dimostra nella vita di ogni giorno la ricchezza dei suoi valori con sincerità e passione. Ama riempire tutto il proprio tempo di attività utili.
Chi non ama il marrone ha un carattere forte e ama assumere il ruolo di protagonista. La presenza degli altri lo infastidisce se è troppo pressante. Non ama condividere le proprie sensazioni né mostrare in maniera evidente i propri affetti. Desidera custodire la sua sfera privata al riparo da interferenze esterne, al punto da sembrare, talvolta, insensibile. Seleziona con cura le sue attività.
Chi sceglie il marrone come terzo colore è una persona piuttosto brava a socializzare. La presenza della gente è importante e arricchisce la sua vita. Gradisce il consenso degli altri. Quando lo ritiene necessario, è pronto a condividere le problematiche di chi gli è accanto e a dare una mano. Cerca di utilizzare il tempo in maniera costruttiva.
Chi nega il marrone come terzo colore non ama particolarmente la vita di gruppo. Sta bene con sé stesso e non ha grande desiderio di condividere i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Ha bisogno di avere spazio intorno. Preferisce ordinare i suoi impegni secondo uno schema, piuttosto che affidarsi al caso.
Chi sceglie il marrone come secondo colore si trova bene insieme alla gente. Ha piacere di condividere le proprie esperienze e i propri affetti perché vede negli altri il completamento del suo mondo. Coltiva e rispetta il valore dell’amicizia. E’ disponibile a farsi carico di problematiche sociali alle quali rimane fedele malgrado le difficoltà. Non ama perdere tempo.
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Chi nega il marrone come secondo colore preferisce assumere un ruolo da protagonista piuttosto che da gregario. Ha bisogno di spazio attorno a sé, perciò è portato a tenere gli altri a debita distanza. Non ama esternare i propri sentimenti. Organizza il proprio tempo in maniera da far fronte a tutti gli impegni ordinatamente.
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Nero Chi ama il nero ha un atteggiamento molto fermo nella vita, perché è molto convinto del suo pensiero. Difficilmente accetta ipotesi di cambiamento. Affronta la vita in maniera risoluta e manifesta grande determinazione nelle scelte. Si rifugia con piacere in sé stesso, per riflettere da solo. Spesso ritiene l’ascolto poco proficuo e, allora, la comunicazione con gli altri è a senso unico. Detesta essere giudicato. Chi sceglie il nero come secondo colore ha un carattere deciso, oscillante fra il volersi imporre e il volersi nascondere. Ammette cambiamenti nella vita, ma solo per sua decisione. In relazione al primo colore scelto può essere portatore di molta energia, oppure propenso alla rinuncia. La solitudine è una delle sue dimensioni, che custodisce consapevolmente. Chi sceglie il nero come terzo colore conserva in ogni situazione la forza per imporre, almeno in parte, la sua volontà. Accoglie i cambiamenti con circospezione, meglio se decisi in prima persona. Non disdegna la solitudine né il silenzio. Ama conservare segreta una parte di sé.
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Chi non ama il nero è aperto alla vita, attivo e ottimista. Non è certo un pigro e la noia è forse la sensazione che detesta di più. Rifugge le situazioni che appaiono misteriose o non facilmente decifrabili. Non ama star solo né stare nell’ombra. Desidera comunicare con gli altri e sa mettersi in gioco: l’ascolto e il confronto sono sempre occasione per imparare qualcosa di nuovo. E’ pronto ad accogliere diverse possibilità e spesso cambia idee, comportamenti e abitudini. Chi nega il nero come secondo colore è piuttosto attivo e ottimista. Desidera una vita piena e non ama restare in disparte, ma capisce quando è il momento di fare spazio agli altri. E’ aperto alla comunicazione, sa ascoltare, mettersi in gioco e confrontarsi. Non ama la solitudine né la compagnia di persone poco sincere. Accetta di cambiare idee e comportamenti se ne intravede la necessità.
Chi nega il nero come terzo colore mantiene sempre, almeno in parte, una filosofia ottimista. Riesce abbastanza bene ad aprirsi con gli altri, quando lo ritiene necessario, mentre la solitudine prolungata lo infastidisce. Quando è possibile spezza la routine e si lascia coinvolgere in esperienze nuove, relazioni sociali e occasioni di confronto.
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Rosa Chi ama il rosa possiede valori forti ed è consapevole delle proprie capacità, ma non ama ostentarle. E’ sensibile e desidera l’attenzione degli altri perché ha bisogno di tenerezza. Ama ricevere calde e cordiali dimostrazioni di affetto. E’ importante non farlo sentire ignorato o non amato: questo lo rattristerebbe, ancor più che innervosirlo. Non gradisce le situazioni ambigue, che creano un disagio evidente. Sa offrire agli altri il suo tempo e accoglierli nei suoi spazi.
Chi sceglie il rosa come secondo colore indica la consapevolezza della necessità di un mondo affettivo. L’attenzione degli altri è una premessa importante nei rapporti, a patto che sia rispettosa della sua spiccata sensibilità. Protegge con decisione i suoi sentimenti. Non gradisce le situazioni ambigue. La sotterranea presenza di un carisma di leadership rende la persona abbastanza intransigente e insofferente di chi ignori le sue necessità.
Chi sceglie il rosa come terzo colore rivela un desiderio insopprimibile di tenerezza, anche se non sempre ha il coraggio di manifestarlo. Aspetta piuttosto che siano gli altri a comprendere le sue necessità. L’attenzione degli interlocutori predispone positivamente alla comunicazione. La sensibilità d’animo, anche se nascosta, fa comunque capolino negli atteggiamenti quotidiani. I sentimenti vengono condivisi solo con i pochi da cui si sente compreso. 138
Chi non ama il rosa non si lascia andare ai sentimenti e appare poco sensibile anche a quelli altrui. Non si lancia in manifestazioni di affetto e rifiuta le smancerie. Questa durezza può essere reale, ostentata o dovuta a una forma di timore. Non si aspetta molto dagli altri e vuole difendersi dalle delusioni. La disattenzione degli altri non lo intimidisce. Chi nega il rosa come secondo colore non si fa governare dai sentimenti. Protegge il proprio intimo, tenendolo nascosto. Fa volentieri a meno di mostrarsi tenero o affettuoso, perché questo lo metterebbe a disagio. Non dimostra grande sensibilità nei confronti delle necessità altrui e in genere si aspetta dagli altri lo stesso trattamento. Chi rifiuta il rosa come terzo colore ha sempre un leggero timore nel dire quello che prova. Preferisce non mostrare il suo affetto in pubblico. Se necessario, sa agire mettendo da parte i sentimenti. Dipendere troppo dagli altri lo fa sentire a disagio.
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Rosso Chi ama il rosso ha un carattere deciso. Ha un atteggiamento propositivo nella vita, perché ha fiducia nelle proprie capacità. Tende a essere dominante: occupa e riempie lo spazio che ha a disposizione; programma e scandisce i tempi. E’ razionale, rigoroso, puntuale e affidabile. La consapevolezza delle sue capacità lo porta a mettersi a disposizione degli altri e a essere una guida, anche spirituale. Queste doti lo rendono carismatico e affascinante.
Chi non ama il colore rosso non ama assumere il ruolo di leader. Tendenzialmente insicuro, cerca conferma delle sue capacità. Non è portato a razionalizzare. Non incline a organizzare i propri impegni e i propri spazi in maniera ordinata. Si sente a disagio se viene individuato come punto di riferimento, perché non ama sentire su di sé la responsabilità di un gruppo.
Chi sceglie il rosso come terzo colore esprime una solidità di base del carattere: è deciso, ma non necessariamente propositivo. Sa essere affidabile e puntuale. Se necessario, mette a disposizione degli altri le proprie capacità. Non ama essere leader, ma sa di esserne capace. La componente razionale del suo pensiero lo aiuta a organizzare tempi e spazi.
Chi nega il rosso come terzo colore manifesta la preferenza a non mettere in gioco pubblicamente i propri talenti. Il ruolo di leader è lontano dalle aspirazioni; solo quando è proprio necessario si lascia coinvolgere in operazioni organizzative, ma per un tempo limitato. Fare ordine nella propria vita costa sempre una certa fatica.
Chi sceglie il rosso come secondo colore rivela un carattere abbastanza deciso. Risoluto e propositivo, chi ama il rosso mette volentieri a disposizione degli altri le proprie capacità. Organizza razionalmente lo spazio e il tempo. Il lato “rosso” della sua personalità gli consente di essere affidabile e puntuale. Sa assumersi le sue responsabilità e diventare punto di riferimento in un gruppo. Si fa apprezzare per i suoi talenti.
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Chi nega il rosso come secondo colore manifesta un carattere non molto deciso né competitivo. Farsi carico delle problematiche collettive non è fra i suoi desideri principali. Non ha aspirazioni da leader. Farebbe volentieri a meno di mettere ordine nelle sue attività e nelle sue cose. Essere al centro dell’attenzione gli crea qualche difficoltà.
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Senape Chi ama il senape ha una personalità complessa: si fida di sé, ma vuole mettere alla prova di continuo la sua persona, i propri pensieri e le proprie azioni proponendoli a chi incontra. Ama affrontare e vivere situazioni diverse, anche le più varie, adattandosi alle necessità. Apprezza l’incontro con gli altri a patto che non sia troppo vincolante o invadente. Si crea molti impegni, talvolta anche troppi.
Chi non ama il senape non sopporta situazioni poco definite, nelle quali non si manifesti chiaramente la sua personalità. Non gradisce non essere riconosciuto. Si infastidisce se le sue competenze non ricevono la giusta considerazione. Non ama mettersi continuamente alla prova, dal momento che sa di possedere qualità di cui essere soddisfatto. Il tempo e lo spazio devono essere organizzati in modo del tutto personale.
Chi sceglie il senape come terzo colore gradisce un po’ di complessità nella vita, ma non tale da creare degli ostacoli insormontabili. La sua autostima fa continuamente i conti con una certa riservatezza che tende a nascondere i lati di creatività presenti nella personalità. Ha bisogno di un proprio spazio nel quale verificare la bontà dei pensieri e delle azioni. Non disdegna di condividere parte della sua vita.
Chi nega il senape come terzo colore non è attirato da situazioni complesse. Sceglie la compagnia di chi sappia apprezzarlo, ma se non viene compreso non ne fa un dramma. Non ha necessariamente bisogno di far emergere la sua personalità in modo prorompente: l’importante è che non sia letta in maniera sbagliata.
Chi sceglie il senape come secondo colore ha una personalità con risvolti enigmatici. All’autostima fa da contraltare una certa reticenza a mostrarsi. Sa farsi largo in situazioni anche complesse, cercando di calcolare i rischi. Non rinuncia mai completamente al suo spazio, perché non ama condividerlo del tutto. E’ portato a indirizzare chi gli è attorno senza necessariamente esigere un risultato.
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Chi nega il senape come secondo colore non gradisce non essere compreso facilmente. Le situazioni complesse lo mettono a disagio, perché teme di non potersi liberare delle problematiche altrui. Ama la libertà, ma non quando diventi solitudine. Il rapporto con gli altri deve essere solo di confronto, mai di scontro, perché non sopporta essere contrastato. Ha bisogno di spazi da organizzare per rendersi riconoscibile.
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Turchese Chi ama il turchese ha una visione molto positiva della vita. Ha una grande ricchezza interiore e una decisa autostima. E’ accogliente e propositivo. Condivide con gli altri tutto sé stesso, ma è riservato nella sfera sentimentale. E’ un interlocutore gradevole e coinvolgente. Si muove con disinvoltura in ogni spazio, illuminandolo con la sua presenza. Riesce a coordinare molte attività. Serenamente determinato: persegue i suoi obiettivi con tenacia ma senza affanno.
Chi sceglie il turchese come secondo colore affida alla propria personalità il segreto del successo. Si sente portatore di bellezza, sia fisica che intellettuale, ma non adopera i suoi talenti in maniera aggressiva. Ama ascoltare e farsi ascoltare, ma non ha bisogno necessariamente di imporsi. E’ sicuro di essere ritenuto una persona positiva, perché tale si sente. Tende a esaminare e risolvere i problemi, con serenità ed energia.
Chi sceglie il turchese come terzo colore sa avvalersi di una discreta autostima nei rapporti interpersonali. Non ha difficoltà a esprimere i suoi pensieri o a intervenire in prima persona, qualora si renda necessario. Conserva in ogni situazione una buona opinione di sé e una visione positiva della vita. Non si lascia scoraggiare nella risoluzione di problemi anche complessi. Risulta facilmente una persona gradevole. 144
Chi non ama il turchese è infastidito da una visione troppo ottimistica della vita. Ritiene i valori spirituali eccessivamente considerati nell’economia dei rapporti. Non è amante di lunghe meditazioni ma nemmeno di amicizie spensierate. Non ama mettere in mostra né i suoi pensieri, né la sua persona. Preferisce la concretezza e la sobrietà a una superficiale autostima. Chi nega il turchese come secondo colore non ama dare di sé una visione di superficie. Sente distrattamente, se proprio deve, le problematiche altrui, perché tende a risolvere prima le sue. Questo potrebbe trasformarsi in desiderio di imporsi. In tal caso, è portato piuttosto a operare e indirizzare gli altri. Tende ad accantonare i problemi complessi per affrontarli con nuovi dati oggettivi. Non sempre è di buona compagnia.
Chi nega il turchese come terzo colore non affida il successo solo a talenti innati. Considera il carattere una delle componenti del dialogo, ma sicuramente non la principale. Ascoltare, per lui, è difficile. In ogni caso, preferisce essere concreto e operativo, piuttosto che riflessivo a lungo. Ritiene che i problemi si risolvano sul campo, non in teoria. 145
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Verde Chi ama il verde è una persona ottimista, con una forte autostima: nella vita si sente un protagonista e vuole proporsi come tale. La consapevolezza del suo valore come persona lo porta a essere attivo, a coltivare i rapporti umani, ad autoaffermarsi, ma anche a dare agli altri: è disponibile allo scambio e questo facilita l’aggregazione in un gruppo. A volte può comportarsi in modo egoista: ha bisogno dei suoi spazi inviolati e di gestire il suo tempo a piacimento. Opera con creatività, rimanendo comunque fedele ai suoi ideali.
Chi non ama il verde non ha desiderio di mettersi in mostra perché non è vanitoso. Non si lascia andare facilmente a un ottimismo ingiustificato. Interagisce con gli altri con parsimonia. Non sente il bisogno di condividere sempre i propri pensieri. Non cerca l’apprezzamento altrui, perché non si aspetta di essere sostenuto nelle sue decisioni. La natura esercita su di lui un fascino limitato.
Chi sceglie il verde come terzo colore è disposto a trovare il lato positivo della vita. Sa di avere buone capacità di interazione con gli altri e non si tira indietro quando può dare il suo apporto creativo in un gruppo. Si piace e generalmente risulta gradevole anche agli altri, se non eccede nell’autopromozione. Ha bisogno di essere apprezzato. Non gradisce critiche al suo operato. Qualche volta non rispetta la puntualità se intravede priorità diverse dagli impegni presi.
Chi nega il verde come terzo colore non sempre riesce a essere ottimista. Può anche fare a meno del confronto con gli altri. Non eccede nell’autopromozione. Non prova il bisogno di mostrare i suoi pensieri e non si sente trascurato se non riceve apprezzamenti. Il rapporto col tempo è talvolta conflittuale.
Chi sceglie il verde come secondo colore ha una visione positiva della vita ed è consapevole delle proprie capacità. L’incontro con gli altri diventa spesso occasione di presentazione di sé e quindi di autopromozione. E’ una persona dinamica e propositiva. Diventa facilmente l’anima di un gruppo, grazie anche alle sue capacità creative e di affabulazione. Non ama essere messo da parte e fa fatica a seguire percorsi segnati da altri. Preferisce scegliere liberamente i tempi e i modi del suo operare.
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Chi nega il verde come secondo colore preferisce la compagnia di poche persone a quella di gruppi numerosi. Non ama salire sul palcoscenico, perché si sentirebbe indifeso; è più incline a un confronto interpersonale. Non ama gli specchi. Il rapporto stretto con la natura non è essenziale. Preferisce, quando possibile, tenere per sé i propri pensieri.
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Verde acido Chi ama il verde acido si considera piacevole e ama proporsi agli altri. Per esprimersi al meglio ha bisogno di un pubblico ma non necessariamente della sua approvazione. E’ soddisfatto di sé e della sua creatività, che è un elemento fondamentale della persona. Non gradisce essere contraddetto. Si crea molti impegni ma non se ne sente vincolato: sugli obblighi prevale il desiderio di libertà.
Chi sceglie il verde acido come secondo colore ha un buon rapporto con sé stesso, ha piacere di essere osservato e non ha difficoltà a mettersi in comunicazione. Ha bisogno di conservare spazi per la sua creatività, che talvolta prende il sopravvento su altri aspetti del carattere. Si muove fra i suoi impegni con disinvoltura. Il desiderio di libertà è una caratteristica di non secondaria importanza.
Chi sceglie il verde acido come terzo colore ha fra le sue caratteristiche la creatività, che lo spinge a organizzare attorno a sé gli spazi necessari a esprimersi. Non rifugge il dialogo né il lasciarsi osservare, a patto che siano rispettate le sue necessità. Talvolta avrebbe bisogno di mettere più ordine fra i suoi impegni. Il suo sogno nel cassetto potrebbe essere un palcoscenico o una sala di esposizione. 148
Chi non ama il verde acido ha fastidio delle situazioni di grande teatralità e non ama mostrarsi senza difese. Vuole tenere i suoi talenti al riparo da sguardi invadenti e da interferenze. Troppe persone intorno lo mettono in difficoltà. Troppi impegni lo farebbero confondere. Ha bisogno di un binario su cui muoversi, per sentirsi sicuro. Non ama l’improvvisazione né l’approssimazione. Chi nega il verde acido come secondo colore non ha un rapporto del tutto facile con sé stesso. Non ha piacere di essere osservato; ha bisogno, di tanto in tanto, di interrompere la comunicazione con gli altri. Non gradisce che la creatività prenda il sopravvento su altri talenti. Ha bisogno di regole chiare che siano rispettate anche dagli altri. In compagnia conserva sempre un certo riserbo. Organizza i suoi impegni con ordine.
Chi nega il verde acido come terzo colore tralascia volentieri la creatività a favore della concretezza operativa. Dialoga con prudenza, cercando di evitare compagnie poco sincere o problematiche. Preferisce non essere sotto osservazione, soprattutto quando si accorge che potrebbe essere frainteso nei suoi talenti. Non è molto vanitoso.
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Verde oliva Chi ama il verde oliva ha una buona dose di autostima, ma non ama mettersi in mostra in pubblico. La sicurezza di sé, tuttavia, lo spinge a cercare il rapporto con le persone, poche alla volta, perché ha fiducia nella ricchezza del dialogo. L’incontro con gli altri è gradevole se alla pari. Disposto a mettersi in gioco per sperimentare le sue capacità. Affronta gli impegni in modo elastico dando la priorità ai preferiti.
Chi non ama il verde oliva detesta essere frainteso. Preferisce la solitudine a una compagnia superficiale o distratta. Fa affidamento sui suoi talenti e non gradisce che vengano ignorati o mal interpretati. Non ama le situazioni poco definite, nelle quali possa essere messo in secondo piano. Rifugge la compagnia di persone poco affidabili. Non ama essere adoperato. Il tempo, per lui, è un valore da far fruttare.
Chi sceglie il verde oliva come terzo colore trova nella sua personalità risorse utili alla comunicazione. Ha bisogno di esprimere le sue opinioni esclusivamente come proposte, perché rifugge dalla conflittualità. Tuttavia è disponibile a condividere i suoi talenti nel rispetto assoluto della privacy.
Chi nega il verde oliva come terzo colore potrebbe essere deluso dal mancato apprezzamento degli altri, ma questo non gli impedisce di stimare i suoi talenti positivamente. Se può, evita le situazioni poco chiare, nelle quali potrebbe rimanere nell’ombra. Non ama il tormento interiore. Predilige persone chiare e non invadenti.
Chi sceglie il verde oliva come secondo colore bilancia il desiderio della comunicazione con quello della privacy in modo equilibrato. E’ sicuro di sé ed è disposto a mostrarsi qualora ne veda la positività o l’utile. Ha un approccio agli altri rispettoso e così lo pretende per sé. E’ disponibile a condividere i suoi talenti, purché non sia costretto a mostrarsi troppo.
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Chi nega il verde oliva come secondo colore non gradisce essere frainteso. Ha una discreta fiducia nelle sue capacità: non vuole mettersi in mostra, ma nemmeno essere ignorato. Ha piacere di stare in compagnia moderatamente, a patto che sia con persone capaci di apprezzare i suoi talenti. Le situazioni poco definite non lo soddisfano. Troppi impegni, organizzati in maniera disordinata, lo mettono in difficoltà.
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Verde petrolio Chi ama il verde petrolio ha una buona autostima, sia dal punto di vista fisico che intellettuale, e non teme di farsi conoscere. Propone la sua persona e il suo pensiero. E’ un interlocutore gradevole e stimolante. Ama stare in compagnia e avere spazi adeguati all’affermazione di sé. Discretamente creativo. Ama approfondire le problematiche sia generali che quotidiane. Quando sceglie un’attività si fa guidare dal gusto. Tendenzialmente ottimista.
Chi non ama il verde petrolio è molto prudente nel lasciarsi scoprire. Non ha molta confidenza con i suoi talenti e preferisce sperimentare da solo, prima di mostrarsi in pubblico. Anche nei momenti di riposo non ama perdere tempo. Le sue attività devono sempre avere un risvolto utile. Si mette in discussione facilmente e non fa scelte avventate. Considera l’ottimismo come una pericolosa evasione dai problemi.
Chi sceglie il verde petrolio come terzo colore conserva sempre la sicurezza di sé, anche in situazioni complesse. Sa di poter fare affidamento sui propri valori e sui propri talenti e se ne serve come sostegno del proprio agire. Ha piacere di farsi vedere e apprezzare, ma non se la prende se ciò non accade. Ha una discreta facilità di comunicazione, senza sentirsi obbligato a partecipare.
Chi nega il verde petrolio come terzo colore non si fida fino in fondo dei suoi talenti e, perciò, tende a mettersi in discussione facilmente. Non è importante per lui essere considerato un punto di riferimento, né essere apprezzato dagli altri. Distingue la sfera del sentimento da quella dell’azione. Sceglie con attenzione le sue attività e i tempi per attuarle. La creatività latente non deve interferire con la razionalità.
Chi sceglie il verde petrolio come secondo colore ha una discreta autostima e fiducia nelle sue possibilità. Accoglie con garbo e simpatia l’interlocutore, consapevole di essere a sua volta gradevole. Disponibile a proporsi come modello; non ha difficoltà a mostrarsi in pubblico e a esprimere la propria opinione. Considera la realtà da diversi punti di vista, anche con l’aiuto della sua creatività. Ha una visione positiva della vita.
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Chi nega il verde petrolio come secondo colore non gradisce molto essere scoperto nella personalità. L’interlocutore provoca sempre momenti di fastidio, se si avvicina troppo al suo profondo. Non desidera proporsi come modello, perché non ama assumere il ruolo di protagonista. E’ normale, per lui, mettersi in discussione, per valutare la crescita della persona. Non si abbandona a una visione troppo ottimista della vita.
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Viola Chi ama il viola ha una personalità complessa. Ama indagare, ma non vuole essere indagato. E’ portato all’introspezione e ha una buona empatia. Ha una spiccata sensibilità al bello e alla profondità della vita. Il suo è un carattere schivo: preferisce sottrarsi agli sguardi altrui, per osservare il mondo liberamente. Ha bisogno di controllare i suoi spazi. Il tempo per lui è importante e questo lo rende puntuale senza difficoltà. Nella scelta delle amicizie è molto selettivo.
Chi sceglie il viola come secondo colore ha tra le componenti del suo carattere la tendenza all’introspezione. E’ un attento osservatore ma non ama molto essere indagato nel profondo. Sceglie con cura le sue amicizie. Per la sua riservatezza ha bisogno di momenti di solitudine e di spazi tutti suoi. Preferisce le attività intellettuali a quelle fisiche. Non ama correre né essere frettoloso. Chi sceglie il viola come terzo colore non disdegna momenti di introspezione da coltivare in solitudine. Non ama svelare completamente la sua personalità, perciò tende a conservare angolini segreti. Si ferma con piacere ad osservare le persone intorno a lui. Il tempo che scorre non gli crea ansia. Non lo impensierisce doversi muovere in spazi piccoli. 154
Chi non ama il viola teme il confronto con persone o situazioni complesse. L’inconscio o il mistero lo mettono a disagio. Non ama mostrare il suo io profondo: teme conversazioni troppo intime o di carattere filosofico. Preferisce argomentazioni di tipo razionale, che rimangano estranee al suo vissuto. Tende a trovare risposte e soluzioni facilmente classificabili. Preferisce spazi che siano ordinati simmetricamente. Chi nega il viola come secondo colore non gradisce l’introspezione né la violazione della sua privacy. Fa volentieri a meno di partecipare a conversazioni di carattere filosofico o intimo. Non ama essere contraddetto. Tende a evitare situazioni poco lineari per scegliere quelle più facilmente controllabili. Spazi troppo ordinati o completamente liberi possono costituire entrambi motivo di disagio. L’eccessiva stasi lo mette in difficoltà e non cerca la solitudine. Chi nega il viola come terzo colore non ama mostrarsi come un libro aperto: se possibile, preferisce tenere per sé il proprio io interiore. La simmetria lo rassicura e tende a evitare situazioni troppo complesse. Non è attratto dall’indagine psicologica. Fa volentieri a meno di esporre il suo vissuto attraverso conversazioni di carattere filosofico, preferendo argomentazioni razionali. 155
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V
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Color meaning Liked
Azure
Those who love azure rely on their inner world and want to share it with others, because they feel confident in their thoughts. They are pleasant company, good in listening and taking part in conversations. They love peace and quiet, but they agree to participate in various activities, as long as serene. They have an optimistic view of life. They are inclined to search for spiritual values.
Those who choose azure as the second color feel comfortable with their inner world and share it with no difficulty. Either on their own or in company, their mental balance allows them to be always at ease. They prefer peace to competition. They know how to organize their time with harmony. They don’t need large spaces around them, because they find space within themselves.
Those who choose azure as the third color give moderate importance to the inner world. They feel uncomfortable in a not relaxing atmosphere. They know how to welcome and listen to other people, always respecting their own needs. They generally choose an optimistic view of life. They prefer a calm debate to an aggressive one. 156
Those who don’t like azure consider the inner world to be irrelevant. They don’t attach a particular value to listening to other people. They don’t like to stop for too long: their human relationships are dynamic and must lead to concrete results. Loneliness becomes boring and annoying. They consider useless to share their thoughts if it’s just a leisure activity. Those who refuse azure as the second color don’t consider the inner world to be very much important; sharing it is quite worthless. They look for balanced relationships, oriented to realize something concrete and recognizable. Too much silence could be annoying. They don’t like to let time flow without organizing it. They want to measure the space around them, to use them fully.
Those who refuse azure as the third color don’t assign a primary role to the inner world; they rather rely on the practical and objective reality. When they can avoid listening, they prefer to make proposals. They can’t stop for too long, because they believe that acting is better than thinking. They don’t like isolation and silence. 157
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Beige Those who love beige are willing to meet other people, because they look for closeness and support. Their relationships are friendly, but very reserved: they hardly go into depth for the fear of being too much involved. They rely on their believes, but these should be confirmed by others. They are willing to be accepted and so take advantage of their communicative skills. Those who choose beige as the second color like the presence of others without necessarily deepening relationships. They have a positive view of life, but with moments of insecurity. They are pleased to see that other people understand them and share their opinions. They gladly express thoughts, but don’t need to assert themselves. They are not inclined to aggressive competition and prefer to compete with themselves.
Those who choose beige as the third color are quite pleased to have company, but this is not a strong need. Their self-confidence is sometimes shaky and so they look for support by others. If necessary, they express opinions with no difficulty. They are ready to discuss and confront with other people, since they have an innate spirit of social service.
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Those who don’t like beige seem not to need any support on their thoughts and actions. Generally, they are self-confident; they want to weigh on the events and don’t accept to play a secondary role. They dislike not very significant and involving situations. The presence and closeness of others is quite useless to them: they dedicate their time just to a few esteemed people. They prove to be rather determined, but not always friendly. Those who refuse beige as the second color are fairly self-confident. They consider themselves to be independent in their decisions and pursue their goals in a quite determined way. They are driven by a moderate ambition and by the desire to be important. They don’t always need to be in company, on the contrary, sometimes they fear to get annoyed. Those who refuse beige as the third color can do without the presence and closeness of others, at least for a while. When necessary, they are able to act in an independent and determined way. Ultimately, playing a secondary role annoys them: they have a moderate need to show their skills and to feel important.
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Black Those who love black have a very determined attitude, because they are sure of their ideas. They hardly accept any change. They live a resolute life, certain of their decisions once they have made them. They are glad to be left alone on some occasions, so to have time to reflect. For them, listening to others is not always useful; sometimes, the conversation becomes one way. They hate to be judged. Those who choose black as the second color have a strong character that swings between two wills: imposing and hiding themselves. They sometimes accept changes in life, but just by their decision. Depending on the first chosen color, they could give a lot of energy, or be inclined to surrender. Solitude is one of their dimensions and it is consciously preserved. Those who choose black as the third color always find the strength to impose their will, at least in part. They accept changes with great caution, better if determined by themselves. They are not afraid of solitude and silence. They love to keep a part of themselves secret.
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Those who don’t like black are very active and optimistic. Perhaps being bored is the feeling they dislike the most. They avoid the situations which seem to be mysterious or not easily understandable. They hate being alone or in the background. They are ready to take on challenges and they always wish to communicate with others: through listening and sharing ideas they can learn something new. They are open to different possibilities and often change ideas, behaviors and habits.
Those who refuse black as the second color are quite active and optimistic. They want to have a full life and not to remain uninvolved; however, they understand when it is time to make room for others. They are open to communicate, listen, exchange views and question themselves. They don’t like either being alone or being with insincere people. They accept to change ideas and behaviors if necessary.
Those who refuse black as the third color always keep an optimistic view of life, at least in part. They are quite good at opening up to others, when it seems necessary, whereas a long isolation annoys them. If possible, they break the routine and get involved in new experiences, social relationships and exchanges of views.
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Blue Those who love blue are reflective; they rely on the inner world and enrich it with readings and studies. They are excellent listeners, ready to welcome other people at any time. They respect the space of others because they feel good about themselves. They love peace and quiet. When performing a task, they take all the necessary time, in a calm way. For them, solitude is an opportunity to meditate. They think before acting, always following the principles they believe in.
Those who don’t like blue avoid reflection and isolation. They don’t like to listen; they hardly accept to talk about other people’s problems. Sedentary life can create some difficulty. Silence tires them. They don’t like the slow and empty flow of time. They are pragmatic rather than idealistic.
Those who choose blue as the third color have a considerable sensibility, which always emerges among their qualities. Rather than causing tension, at the right time they prefer to keep quiet and listen, even when they believe they could contribute to the dialog with their opinion. For them, it’s important to have moments of relaxation, far from confusion.
Those who refuse blue as the third color don’t easily get involved in deep reflections: they prefer active life. They are not always ready to listen to others, because they believe that talking without acting is quite unproductive. They don’t like to express deep feelings and tend to keep discussions impersonal.
Those who choose blue as the second color have a strong tendency to inner deepening and their identity is based on their thoughts. They are good at welcoming people, listening to them and exchanging ideas. They are unlikely to be dragged into aggressive discussions. Their relationship with time is serene: they don’t take on too many activities so as to finish all. Solitude is not a bad situation, because it becomes a moment of reflection and inner recharge.
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Those who refuse blue as the second color are more inclined to solve practical problems than theoretical ones. Listening to others is quite a tiring job for them. They don’t find reflection exciting; solitude quickly gets boring. They don’t like to let time pass without carrying out productive activities.
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Brown Those who love brown have a strong preference for living with people, because people are the main part of their world. The presence of others make them feel happy and alive. They love to share their experiences and emotions. Every day they show the richness of their values, with sincerity and passion. They want to fill all their time with useful activities.
Those who don’t like brown have a strong character and love to play a primary role. The presence of other people is annoying to them when it’s too close. They don’t like to share feelings and to show affections. They want to keep their privacy away from external intrusions, almost to the point of seeming insensitive. They select their activities with great care.
Those who choose brown as the third color can socialize quite well. For them, the presence of others is important and enriches life. They like to have other people’s approval. When it seems necessary, they are ready to commit to social problems and give a hand. They try to use their time in a productive way.
Those who refuse brown as the third color are not particularly fond of living among people. They feel good about themselves and have no great desire to share thoughts and feelings. They need to have space around them. Their activities should be organized, not left to chance.
Those who choose brown as the second color love to be in company. They enjoy sharing their experiences and emotions because people fill and complete their world. They respect and cultivate the value of friendship. They are ready to commit to social problems and remain faithful to them despite the difficulties. They don’t like to waste time.
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Those who refuse brown as the second color prefer to play a primary role rather than a subordinate one. They need space around them and so they tend to keep others at a distance. They don’t like to show their feelings. They organize their schedule so as to deal with all commitments, one at a time.
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Burgundy Those who love burgundy are inclined to reflection, with a tendency for complexity and depth. They live well in “rich” situations, mixing together various experiences, just as colors on a palette. They are determined and very confident of their ideas. The intellectual activity generally develops in solitude, but they also love meeting others and sharing thoughts: they know that this could be a new experience. They are reflective people, but not theorists.
Those who don’t like burgundy don’t like complications and prefer linear paths. They organize their life in a simple way and feel oppressed when they are too much involved. They always choose a clear and direct language. They love to be with like-minded people. Being considered reference points in a group would make them feel uncomfortable. Dialogue must remain a peaceful exchange of views.
Those who choose burgundy as the third color always keep a space for reflection in the approach with reality. They don’t stop at first impression: usually they investigate further to go into more depth. Knowledge for them is a balanced relationship between thought and action. They are not afraid to face problematic situations and overcome them with operational solutions.
Those who refuse burgundy as the third color don’t consider emotions utterly important in life. They prefer to discuss about real facts rather than theoretical assumptions. If possible, they avoid getting involved with problematic situations and not linear conversations. Psychological analysis makes them uncomfortable. They love to live in peace.
Those who choose burgundy as the second color consider reflection an important condition for understanding people and situations. They won’t do without deepening their personal experiences, which become new ideas and new matters for reflection. In the intellectual exchanges they are not afraid of sharing their thoughts, to enrich the conversation. They love to find correspondence between inner world and reality.
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Those who refuse burgundy as the second color tend to feel stuck when facing complex situations. They look for people which are peaceful, open to dialogue, not domineering. Everything that can’t be rationally explained is quite insignificant to them. More pragmatic than meditative. They prefer to avoid strong emotional involvement.
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Fuchsia Those who love fuchsia love to live in complex situations, so as to add a little mystery to their life. They have a strong character and like to impose their view of the world. It’s hard to discuss with them because they are independent and unpredictable. Other people’s considerations often seem banal to them. They like to break old patterns: they can’t stand to feel conditioned. Pretty creative.
Those who don’t like fuchsia don’t like complications which can’t be controlled. They don’t like to be with insincere or reticent people. They don’t want to be involved in not relaxing situations or in someone else’s problems. They try to face their own ones with a certain distance too. Understandable situations reassure them.
Those who choose fuchsia as the third color are willing to accept not entirely rational situations. They swing between creativity and pragmatism. In their life they need moments of complexity: they like to investigate and resolve issues. Their relationships with others are not always easy: they must have times and spaces to be autonomous.
Those who refuse fuchsia as the third color choose, whenever possible, simple and spontaneous friends. They don’t like to get involved in other people’s debates or problems, if they see that they can’t solve them. They find it tiring to participate in discussions which don’t aim at the peaceful solution of a problem. They prefer linear paths to not fully understandable ones.
Those who choose fuchsia as the second color find complex situations interesting and enjoy all sides of them. They don’t let others to show the way to follow, because they can’t control their firm character. Too rigid patterns make them feel bound. They need their own times and spaces to be creative.
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Those who refuse fuchsia as the second color are not attracted by complex situations when they can’t control them. They prefer to be with spontaneous people. When possible, they willingly avoid getting involved in someone else’s problems. They like to feel understood by their friends even when they don’t want to tell their thoughts.
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Gray Those who love gray don’t want to call their worldview into question, so that they don’t risk to be wrong. They are not inclined to take determined positions. They tend to hide themselves and their feelings, even when they would have interesting ideas to share. They like to remain uninvolved. They love quiet and rigor. For them, essential things are the only ones that matter. Discreet with friends. They neither need wide spaces nor large groups of people.
Those who don’t like gray are always willing to take on new challenges. They take position in discussions and show their feelings; they want to have an active and exciting life. For them, remaining unknown is annoying; sometimes, they might become intrusive. They love being with people and they can hardly bear closed spaces. It frequently happens that what is “a moment to relax” for others, is wasted time for them.
Those who choose gray as the third color sometimes need to take refuge in a private space, where being protected from interference in their life. They need to be sure before making a new friend. They wouldn’t like to take determined positions, unless really necessary. Privacy is one of the characteristics of their personality.
Those who refuse gray as the third color put a bit of originality and character in everything they do. When it seems necessary, they are able to take position in a debate or put themselves to the test. They like to be with people, but they avoid uninteresting meetings.
Those who choose gray as the second color are reserved by nature and don’t like to attract attentions. In discussions, they stay in the background, because they hate to take determined positions. They prefer a quiet life to a dynamic one. They are inclined to consider essential things, also when choosing their friends. They feel good on their own. They love to keep for themselves some moments for reflection.
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Those who refuse gray as the second color don’t like to remain unknown. They need to live a full, dynamic and not boring life. They easily take on new activities and challenges. If they can contribute to a discussion, they will. They are open to others because they know this will enrich their life. They are not afraid to put themselves to the test.
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Green Those who love green are optimistic people with a high self-esteem: they feel to be the protagonists of their life and so they want to be seen. They are aware of their value and so they try to be active, successful, cultivate relationships, but also give to others: they are willing to exchange experiences and this facilitates the aggregation in a group. Sometimes they could behave selfishly: they need to have their own untouched spaces and they want to manage their time at will. Their work is made with creativity,but remaining faithful to their ideals.
Those who don’t like green have no desire to attract attentions because they are not vain. They are not likely to be guided by an undue optimism. Their relationships are cautious and they don’t always need to share their thoughts. They don’t ask for the appreciation of others, from which they don’t expect to receive support in their decisions. Nature is not much attractive to them.
Those who choose green as the third color are willing to find the bright side of life. They know to have good interaction skills and at the right time they give their creative contribution. They like themselves and they are generally liked by others, if they don’t overdo it on self-promotion. They need to be appreciated. They don’t like criticisms about their work. Sometimes they could not respect commitments, if they set different priorities.
Those who refuse green as the third color are not always able to be optimistic. They could do without interacting with others. They don’t care much about self-promotion. They don’t need to tell their thoughts and don’t feel ignored when they don’t receive appreciations. The relationship with time can be conflicting.
Those who choose green as the second color have a positive view of life. They are aware of their abilities; when they meet someone new, they introduce themselves and make themselves known. They are dynamic and active. They easily become the soul of a group, also thanks to their creative and talking abilities. They don’t like to be excluded and have difficulty in following other people’s instructions. They want to be free to choose the times and manners of their work.
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Those who refuse green as the second color don’t need to be in large groups: they prefer the company of few people. They don’t want to go on stage, because they would feel helpless; a private talk is better for them. They don’t like mirrors. A close relationship with nature is not essential. When possible, they keep their thoughts to themselves.
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Green blue Those who love green blue have a good self-esteem, about both their body and mind, and they don’t fear to be known. They propose themselves and their thoughts. Discussing with them is generally pleasant and interesting. They love to be with people, finding spaces of their own. They are inclined to deepen general issues as well as everyday ones. When they choose an activity, tastes lead them. Basically optimistic and quite creative.
Those who don’t like green blue don’t easily reveal themselves. They are quite unfamiliar with their talents and prefer to test them before showing them to others. They don’t like wasting time, even when resting; their activities must always be of some use. They often call themselves into question and rarely make rush choices. For them, optimism is a dangerous distraction.
Those who choose green blue as the third color always maintain their self-confidence, even in complex situations. They know they can trust their personal values and talents and use them as a support for their actions. They are happy to be seen and appreciated, but don’t care if they are not. They have some communication skills, but they don’t feel obliged to use them.
Those who refuse green blue as the third color don’t fully trust their talents and so they easily put themselves to the test. For them, it is not important to be a reference point or to be appreciated. Their actions are not influenced by feelings. They carefully choose activities and when to carry them out. The hidden creative part of their character must not interfere with the rational part.
Those who choose green blue as the second color have quite a good self-esteem and trust their skills. Their approach to others is kind and friendly; they know how to be pleasant. They don’t fear to be taken as models; appearing in public and expressing their ideas is not difficult for them. They look at facts from different points of view, also helped by their creativity. They have a positive view of life.
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Those who refuse green blue as the second color don’t like that their personality is discovered. They are annoyed by conversations that go too deep into their inner self. They don’t want to be models for other people, because they feel uneasy about playing a primary role. It is normal, for them, to put themselves to the test, assessing their personal growth. Their view of life is never too optimistic.
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Light blue Those who love light blue constantly compares their inner life with the real world. They cultivate their spirituality, but they also need to stay in touch with other people. They are good company, but don’t like to listen for too long, because they wish to give their personal opinion. They have a positive view of life; they don’t enjoy complex situations, preferring to find simple solutions to problems. For them, space and time are expanding dimensions.
Those who don’t like light blue think that is no worth considering the spiritual world. People who have attention in abstract things are not chosen as a company. They are prone to give energy rather than emotions. They have a concrete view of life and try to get recognizable results. They care for the clock ticking. Not easily optimistic.
Those who choose light blue as the third color partly rely on their sensitivity in dealing with others. What develops from their inner world helps to form their reflections, but when they share their thoughts they don’t go into depth. When they want, they know how to listen and to be friendly. There is always, in their times and spaces, a comfortable corner.
Those who refuse light blue as the third color are not attracted by contemplation and solitude. They want to move, not to stand still. When possible, they avoid not dynamic people. They listen to others just when really necessary and not for a long time. Proposing their own solutions is more appropriate to their nature than following someone else’s indications.
Those who choose light blue as the second color are guided by sensitivity to a large extent. The considerations which develop from their inner world are a very important part of their reflection. They are willing to share their thoughts, but not the deepest ones. They are inclined to search for the positive sides of life, but can’t do without some realism. They know to be good company. They are not tightly bound by places and schedules.
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Those who refuse light blue as the second color does not make choices counting on their sensitivity. Feelings and emotions are not very significant in their decisions. They prefer to look at the practical aspects of situations and they see the pros and cons. They are not guided by abstract considerations. They listen to other people just when necessary for a right assessment of the situation.
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Lilac Those who love lilac have a sensitive soul. To them, affections are important but they don’t like to show them off. They are happy to investigate themselves as well as other people, but they don’t need to deepen their thoughts too much. A bit of mystery makes their life tastier, as long as it is not too difficult to solve or hard to bear. They care for the future without forgetting what is important in the present. They are inclined to empathetic relationships.
Those who don’t like lilac express the fear to be looked into depth. They don’t like to reveal all the hidden parts of their personality; similarly, they are not interested in other people’s psychology. They prefer to establish clear relationships, on an equal footing. They avoid narrow spaces or intrusive friendships. They try to drive away melancholy and so they can wrongly appear superficial.
Those who choose lilac as the third color are not afraid of observing human personality, even if it is not their main interest. They like to be understood, but if they are not, this is not a problem. When it seems necessary, they are ready to care about other people’s feelings. They don’t fear isolation, if it is not for a long time.
Those who refuse lilac as the third color are not used to analyze people’s character, unless it is really necessary. They prefer speaking clear rather than leaving their thoughts to free interpretations. They love to keep their feelings and emotions away from curious people. They are not attracted by unclear situations.
Those who choose lilac as the second color are interested in the hidden sides of human personality: these are carefully observed, but never influence their behavior. They like to keep unknown some aspects of themselves, because they find some little mystery appealing. They are sensitive people, open to empathy and to share their feelings. This sensitivity might sometimes be mistaken for weakness; actually, those who include lilac in their rainbow sometimes need a moment of solitude.
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Those who refuse lilac as the second color are not familiar with the hidden sides of personality: they don’t need to understand all the mysteries behind a character. They don’t enjoy intrusive or problematic relationships. They want to drive away melancholy and so they could wrongly appear superficial. They don’t like loneliness.
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Lime Those who love lime consider themselves pleasant and like to attract other people’s attention. For fully expressing themselves, they need an audience, but not its support. They are happy with themselves and with their creativity, which is a primary part of their personality. They don’t like being contradicted. They get involved in many activities, without feeling bound: their desire for freedom is stronger than their commitments.
Those who don’t like lime are annoyed by theatrical situations; they don’t like to appear without defenses. They want to protect their talents from prying eyes and interference. They feel uncomfortable when there are too many people around them or too many activities to carry out. They need a path to follow, to feel safe. They don’t like unprepared or inaccurate things.
Those who choose lime as the third color have creativity among their talents; they want to have space around them, so as to express themselves. They are open to dialogue and not scared of attracting attentions, as long as their needs are respected. Sometimes, they should better organize their commitments. Their secret wish could be a stage or an exhibition.
Those who refuse lime as the third color prefer being pragmatic to being creative. They are cautious when communicating with others and try to avoid insincere or problematic people. They are not fond of being looked at, especially when their talents could be misunderstood. They are not vain.
Those who choose lime as the second color are happy with themselves and love to attract attentions. For them, communicating with others is easy. Their creativity needs space, because it could prevail over the other sides of their personality. They carry out activities with total confidence. Their desire for freedom is an important characteristic.
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Those who refuse lime as the second color have not an easy relationship with themselves. They don’t like to be looked at and sometimes need to interrupt communication with others. They are quite reserved. They don’t like creativity to take over other talents. They need clear rules, respected by everyone, and organize their activities in an orderly way.
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Mustard Those who love mustard have a complex personality: they trust themselves, yet they continuously put their thoughts and actions to the test, proposing them to others. They love to face and live various experiences, the most different ones, always adapting themselves. They enjoy meeting new people, unless these become binding or intrusive. They are always involved in many activities, sometimes too many.
Those who don’t like mustard can’t stand unclear situations, where their personality is not evidently shown. They don’t like to be not recognized. They get annoyed if their abilities are not taken in consideration. They don’t want to put themselves continuously to the test, because they already know to have satisfying skills. Time and space must be organized in a very personal way.
Those who choose mustard as the third color appreciate complexity in life, as long as it doesn’t create insuperable obstacles. Their self-esteem has to deal with a quite reserved character, which tends to hide the creative traits they have. They need their own spaces to verify if their thoughts and actions are good ones. They are not afraid of sharing some part of their life.
Those who refuse mustard as the third color are not attracted by complex situations. They spend their time with people who appreciate them, but they don’t matter if this is not the case. They don’t need to show off their character; however, they don’t want to be misunderstood.
Those who choose mustard as the second color have got enigmatic sides in their personality. They swing between self-esteem and some reluctance to show themselves. They are able to move in complex situations, always trying to calculate the risks. They never give up all their spaces because they don’t like to share them all with others. They are inclined to guide other people, even without trying to reach a result.
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Those who refuse mustard as the second color want to be easily understood. Complex situations make them uncomfortable: they fear they can’t get rid of other people’s problems. They love to be free, but not to be alone. They are ready to discuss with others, but not to argue, because they don’t like to be contradicted. They need to organize their spaces so as to be visible.
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Olive green Those who love olive green have a good self-esteem, but don’t like to attract attentions. However, their self-confidence lead them to socialize, with few people at a time, because they believe in the value of dialogue. They are glad to meet other people when this happens on the same footing. They put themselves and their skills to the test. Their activities are carried out in a flexible way, giving priority to the favorite ones.
Those who don’t like olive green hate being misunderstood. They prefer isolation to casual or superficial relationships. They trust their talents, which must not be ignored or misinterpreted. They don’t like unclear situations, where they could remain in the background. They avoid unreliable people and don’t want other people taking advantage of them. They make a productive use of time.
Those who choose olive green as the third color find useful communicative skills in their personality. They give their opinion without imposing it, because they want to avoid conflicts. However, they are ready to share their talents, as long as their privacy is respected.
Those who refuse olive green as the third color could be disappointed by people’s lack of appreciation, but keep the confidence in their talents. When possible, they avoid unclear situations, where they could remain in the background. They don’t like inner struggles. They prefer spontaneous and not intrusive people.
Those who choose olive green as the second color like to communicate, but also to have privacy, in a balanced way. They are self-confident and ready to show themselves, when it could be positive or useful. They respect other people and demand to be respected. They use their talents when they don’t risk to show them too much.
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Those who refuse olive green as the second color don’t like being misunderstood. They are quite self-confident: they don’t want to attract attentions, but they don’t want to be ignored too. They quite enjoy company, but only with people who appreciate their talents. Unclear situations are not interesting to them. Too many activities, badly organized, create some difficulty.
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Orange Those who love orange have a sunny nature and live life with great enthusiasm. In all their activities they put real feeling and passion. They are sociable; they want to know others and to be loved. They are cheerful and people receive their joy and affection. They are inclined to communicate and express their emotions. The presence of others is the only thing that limits their free spirit. Goals are pursued with concern. They tend to be late and to chase time anxiously. Creative in love.
Those who choose orange as the second color give great importance to relationships and dedicate many energies to them. Thanks to their cheerful nature they can easily socialize and, generally, they are ready to help other people. They have no difficulty in expressing their feelings and perceiving the feelings of others; they prove to be lovable. They cultivate their interests with passion and enthusiasm. They swing between a desire for rationality and a need for freedom. Those who choose orange as the third color like to socialize and contribute to the wellness of others. They have a good balanced dose of creativity and rationality. Basically optimistic. The problems they have to face never dampen their enthusiasm completely. They pursue their goals with moderate energy. 186
Those who don’t like orange don’t want to be involved in situations of intense emotions. They don’t like to reveal passions, which they tend to reject for themselves too. They frequently seem cold towards the events, but this is just because they don’t like to communicate their inner self. They hardly express thoughts in a warm way and sometimes they may appear insensitive. They don’t look for large groups of people. Those who refuse orange as the second color prefer not to express passions, which are kept, however, in the private sphere. They hardly share their fears and enthusiasms. When facing a problem, they consider dangerous both an excessive rationality and an uncontrolled freedom. They easily seem insensitive or superficial, but in fact they just have difficulty in revealing their deep feelings. Those who refuse orange as the third color tend to keep emotions to themselves when possible. Feelings and passions are not easily shared, but unconsciously controlled. They are inclined to think carefully before relying on instinct. They don’t easily get involved in group activities, in which they could risk to appear emotional. The desire for privacy prevails over the desire for participation. 187
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Pink Those who love pink have strong personal values and are conscious of their worth, but don’t like to show it off. They are sensitive and wish for attentions because they need tenderness. They love to receive warm and kind displays of affection. It’s important not to make them feel ignored or unloved: they would become sad, more than nervous. They feel uneasy in ambiguous situations. They are ready to offer their time to others and receive them in their spaces.
Those who don’t like pink don’t give way to feelings and don’t look very sensitive to those of others too. They don’t want to appear tender or affectionate. This hardness could be real, due to a form of fear or showed off. They don’t expect much from other people and want to protect themselves from disappointments. When others don’t care for them, they don’t feel ignored.
Those who choose pink as the third color reveal a desire for tenderness which cannot be suppressed; however, they don’t always have the courage to show it and they wish that people understand their needs. In a conversation, the attention of the others is an important element. The sensitivity of their soul, though hidden, is still recognizable in their everyday behavior. Feelings are only shared with the few who seem to understand them.
Those who refuse pink as the third color always have a slight fear to tell what they feel. They prefer not to show their affection publicly. If necessary, they can act putting feelings aside. Depending on other people make them feel uneasy.
Those who choose pink as the second color reveal to have a need for affection. The attention of others is a major condition in relationships, as long as it is respectful of their great sensitivity. They protect feelings with decision. They don’t like ambiguous situations. The underlying presence of leadership skills makes them quite inflexible and intolerant towards those who ignore their needs.
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Those who refuse pink as the second color don’t let themselves be guided by feelings. They keep their deep emotions hidden and protected. They prefer not to look tender or loving; this would make them feel uncomfortable. They don’t prove to be very sensitive to people’s needs and normally they expect from others the same behavior.
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Red Those who love red have a determined character. They show initiative in life, because they trust their abilities. They tend to be dominant, occupying and filling all the available space; time is easily planned and scheduled. They are rational, rigorous, timely and reliable. Their self-confidence drives them to help others and to be leaders, also in a spiritual sense. These qualities make them charismatic and charming.
Those who don’t like red don’t like to take the lead role. Basically insecure, they seek confirmation of their skills. They are not inclined to rationalize. They don’t generally organize schedule and spaces in an orderly manner. When they are seen as points of reference, they feel uneasy, because they don’t like to be responsible for a group.
Those who choose red as the third color express a basic strength of character: they are determined, but they don’t always show initiative. They are able to be reliable and punctual. When necessary, they put their skills at the disposal of others. They don’t like to be leaders, but they know they could be. The rational part of their mind help them to organize times and spaces.
Those who refuse red as the third color don’t like to publicly put their skills to the test. The lead role is far from ambitions. They don’t let themselves to be involved in organizational matters: just when strictly necessary and for a limited time. Putting their life in order is always quite tiring.
Those who choose red as the second color reveal a quite determined character. They show initiative in life and gladly put their skills at the disposal of others. They organize rationally their times and spaces. The “red” part of the personality allows them to be reliable and punctual. They take responsibilities when necessary and become reference points in groups. Appreciated for their abilities.
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Those who refuse red as the second color are not very determined or competitive by nature. Bearing the weight of collective issues is not one of their desires. They have no leadership ambitions. They would gladly do without ordering their activities and things. Being the center of attention creates some difficulty.
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Turquoise Those who love turquoise have a very positive view of life. They have a rich inner space and a strong self-esteem. They are active and welcoming. They are open to speak about everything, but shy about their feelings. Speaking with them is pleasant and engaging. They know how to move through any space, enriching it with their presence. They can easily deal with many different activities. Determined but relaxed: their goals are pursued with decision but no stress.
Those who choose turquoise as the second color entrust the secret of success to their personality. They feel to be bearers of beauty, both physical and intellectual, but they don’t use their talents aggressively. They love listening and being listened, but don’t need to impose their ideas. They are sure to be seen as positive people, because this is what they think to be. They tend to analyze and solve problems, with energy but without worry.
Those who choose turquoise as the third color have quite a good self-esteem, which is useful in relationships. When necessary, they are ready to tell their thoughts or to take action themselves. They keep a good self-confidence and a positive view of life in every situation. They are not afraid of facing problems, even complex ones. They are considered nice people. 192
Those who don’t like turquoise are annoyed by an over-optimistic view of life. They believe that spiritual values are too considered in relationships. They don’t like either long meditations or superficial friendships. They don’t want to attract attention on themselves or on their thoughts. They tend to be practical, reasonable and not too self-confident. Those who refuse turquoise as the second color don’t like to give a superficial idea of themselves. They listen to other people’s problems distractedly, only when they have to, giving priority to their own problems. Therefore, sometimes they have the desire to impose themselves: they become pragmatic and try to influence others. They put complex problems aside, so as to face them with new objective data. They are not always good company. Those who refuse turquoise as the third color don’t entrust their success just to their personality. They consider character to be a component of relationships, but certainly not the most important one. For them, listening is difficult; they want to be practical, not to meditate for a long time. They think problems should be solved in practice, not in theory. 193
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Violet Those who love violet have a complex personality. They love to investigate, but don’t want to be investigated. They are inclined to introspection and have a strong empathy. They also have a heightened sensitivity to beauty and to the depth of life. They are reserved by nature: they don’t want to be looked at, so as to observe the world freely. Their spaces must be under control. Time matters to them and this makes them punctual, without any difficulty. They choose friendships in a very selective way.
Those who choose violet as the second color, among the many aspects of their personality, have a tendency to introspection. They are careful observers but don’t like to be investigated in depth. They choose friendships accurately. Because of their reserved character, they need moments of isolation and spaces of their own. They prefer intellectual activities to physical ones. They don’t like to run or rush things. Those who choose violet as the third color can not do without moments of introspection, enjoyed in solitude. They don’t like to fully reveal their personality, so they tend to keep secret some parts of it. They are glad to stop and watch the people around them. The flow of time doesn’t create any anxiety. Having to move in small spaces is not difficult for them. 194
Those who don’t like violet fear to face complex people or situations. Unconscious and mystery make them uncomfortable. They don’t like to show their inner self: they avoid too personal or philosophical conversations. They prefer rational arguments, far from their personal experiences. They tend to find easily classifiable answers and solutions. They look for symmetrically ordered spaces.
Those who refuse violet as the second color don’t like introspection and invasions of their privacy. They would rather do without participating in philosophical or intimate conversations. They don’t like to be contradicted. They tend to avoid not linear situations and choose more controllable ones. Both too ordered spaces and completely free ones can make them uncomfortable. An excessive stasis creates some difficulty. They don’t search for solitude.
Those who refuse violet as the third color don’t like that their thoughts and feelings are easily understood: if possible, they don’t show their inner self. Symmetry reassures them; they try to avoid too complex situations. They are not attracted by psychological analysis. They would rather do without telling their personal experiences in philosophical conversations; they prefer rational arguments. 195
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White Those who love white have a positive view of life, open to all possibilities. They are willing to take on new challenges, even with a bit of recklessness. Their self-confidence is not intimidated by contrasts and difficulties. They feel always ready to start a new adventure. They recognize rules without being bound by them. They don’t want to live in the shadows, never. They are friendly people.
Those who don’t like white don’t like to take on new challenges because they easily see dangers in them. They want to protect themselves and so they carefully select activities. Starting a new adventure is very difficult. They only use that skills of which they really feel confident. Being the protagonist creates some difficulties to them, because they feel too exposed.
Those who choose white as the third color, along with their other interests, stay open to new possible challenges. They are glad to be considered in a positive way and so they don’t back out in relationships. They know how to find the positive side of life. They maintain some autonomy in organizing the times and spaces of their activities.
Those who refuse white as the third color don’t want to take on new challenges too often. Their relationships with people are cautious. They like to be known gradually, keeping the possibility to back out of unpleasant friendships. Their life experiences are shared with some prudence. They are not always ready to see the glass half full.
Those who choose white as the second color are not afraid of taking some risks, because they always see new challenges in life. They are self-confident and trust their skills when they have to face a problem. They easily take part in a conversation. They accept to share their spaces, maintaining a broad autonomy. They love to be considered a valid person. Their attitude is generally optimistic.
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Those who refuse white as the second color prefer not to take on new challenges and carefully assess the risks. They don’t expose themselves if they don’t clearly understand the situation. They avoid discussing with people they don’t trust. When facing a problem, they hardly have an optimistic approach from the start.
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Yellow
Those who love yellow are free, lively, cheerful, uncatchable. They don’t want to be bound by rules: their choices are always independent. They love wide and open spaces, where moving at will. They are creative, curious and intuitive. They carry out many tasks at the same time and when they are not able to finish everything, they don’t care much. They are hardly punctual, but this is not a real problem: they know to be always pleasant.
Those who don’t like yellow avoid uncontrolled and risky situations. They seek rules to feel protected. They don’t indulge in fantasy, which is considered unreliable. They need safe and measurable spaces to move and a clear organization of time. They are inclined to keep the world as is, because they don’t like changes.
Those who choose yellow as the third color have creativity among their talents, which is recognizable in every activity. They always need to keep spaces of freedom, even within the accepted rules. They don’t like and they can’t go unnoticed. Imagination is one of their way to communicate.
Those who refuse yellow as the third color don’t like to take risks; therefore, they tend not to trust chance and imagination. They prefer measurable spaces and try to fulfill their activities in the right times. They don’t like superficial relationships. They fear that too much freedom can lead to chaos.
Those who choose yellow as the second color have a strong creative vein and they use it in every activity, but in moderation. They are lively and trust their thoughts. They don’t feel rigidly bound by rules. They become, even unintentionally, focus of attention, thanks to their vivid imagination. Sometimes they isolate themselves to have more space around and so their relationships are discontinuous. When this color “prevails” over the others, they forget to be punctual.
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Those who refuse yellow as the second color have not much confidence with imagination; they prefer to rely on verified rules, protecting themselves from unmanageable difficulties. They need measurable spaces to move safely. They avoid occasional or irregular relationships. They don’t generally trust to chance; schedules matter to them. They don’t trust innovations.
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Susanna, età: 60-70.
VI Esempi di letture cromatiche Viviana, 20 anni.
Graditi: azzurro, giallo, verde.
Graditi: bordeaux, bianco, viola. Invisi: arancione, giallo, beige.
E’ portata decisamente alla riflessione con una tendenza per la complessità, la profondità, l’analisi. Vive bene nelle situazioni “pastose”, come mischiando su una tavolozza diversi colori. Generalmente questa attività intellettuale matura in solitudine, ma è sicuramente disposta al confronto. E’ comunque decisa e molto fiduciosa nel valore del suo pensiero.
Invisi: nero, grigio topo, rosso.
Si mostra piuttosto fredda, non ama esprimere i propri sentimenti; ha bisogno di regole e agisce in maniera ponderata. Le altre persone sono tenute a distanza, con gentilezza.
Non è molto ordinata e metodica nel fare le cose. Ama sentirsi libera, non vuole essere costretta da regole e tende ad annoiarsi se svolge la stessa attività molto a lungo.
Forse il ribadire il viola e la negazione del giallo rivelano una certa chiusura nelle proprie convinzioni (magari come forma di autodifesa inconsapevole).
Questa persona ha un’intelligenza brillante e ama sfruttare la creatività, la curiosità, l’intuito. Ha fiducia nella bontà del suo pensiero e non ama la riflessione troppo prolungata. Vive con ottimismo.
Egocentrica. Non ama assumersi responsabilità, tanto meno per gli altri. Ha un comportamento vivace, attivo e allegro. E’ socievole e di compagnia. E’ loquace e desidera farsi apprezzare, perciò si fa notare.
Ama muoversi in spazi ampi, con il corpo e con la mente. Il rapporto col tempo è molto personale: nell’affrontare le attività segue la propria scala di priorità e gradimento, pensando di potersi occupare degli altri impegni con calma. Rischia di non essere puntuale e di dimenticarsi di responsabilità e impegni presi. 200
Nel complesso un carattere molto deciso soprattutto per quanto riguarda i propri valori e le convinzioni. Ama realtà sentimentalmente profonde e non rifugge le complicazioni. Non accoglie chiunque, piuttosto si concentra su poche persone e cose che le sono care.
Spazio e tempo: ha bisogno di molto tempo per stare da sola. Il tempo è molto importante per lei, è abitualmente in orario ed esige puntualità. Gli spazi che si riserva non sono ampi, ma sono molto controllati perché focalizza ciò che le interessa.
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Susanna, età: 60-70.
VI Esempi di letture cromatiche Viviana, 20 anni.
Graditi: azzurro, giallo, verde.
Graditi: bordeaux, bianco, viola. Invisi: arancione, giallo, beige.
E’ portata decisamente alla riflessione con una tendenza per la complessità, la profondità, l’analisi. Vive bene nelle situazioni “pastose”, come mischiando su una tavolozza diversi colori. Generalmente questa attività intellettuale matura in solitudine, ma è sicuramente disposta al confronto. E’ comunque decisa e molto fiduciosa nel valore del suo pensiero.
Invisi: nero, grigio topo, rosso.
Si mostra piuttosto fredda, non ama esprimere i propri sentimenti; ha bisogno di regole e agisce in maniera ponderata. Le altre persone sono tenute a distanza, con gentilezza.
Non è molto ordinata e metodica nel fare le cose. Ama sentirsi libera, non vuole essere costretta da regole e tende ad annoiarsi se svolge la stessa attività molto a lungo.
Forse il ribadire il viola e la negazione del giallo rivelano una certa chiusura nelle proprie convinzioni (magari come forma di autodifesa inconsapevole).
Questa persona ha un’intelligenza brillante e ama sfruttare la creatività, la curiosità, l’intuito. Ha fiducia nella bontà del suo pensiero e non ama la riflessione troppo prolungata. Vive con ottimismo.
Egocentrica. Non ama assumersi responsabilità, tanto meno per gli altri. Ha un comportamento vivace, attivo e allegro. E’ socievole e di compagnia. E’ loquace e desidera farsi apprezzare, perciò si fa notare.
Ama muoversi in spazi ampi, con il corpo e con la mente. Il rapporto col tempo è molto personale: nell’affrontare le attività segue la propria scala di priorità e gradimento, pensando di potersi occupare degli altri impegni con calma. Rischia di non essere puntuale e di dimenticarsi di responsabilità e impegni presi. 200
Nel complesso un carattere molto deciso soprattutto per quanto riguarda i propri valori e le convinzioni. Ama realtà sentimentalmente profonde e non rifugge le complicazioni. Non accoglie chiunque, piuttosto si concentra su poche persone e cose che le sono care.
Spazio e tempo: ha bisogno di molto tempo per stare da sola. Il tempo è molto importante per lei, è abitualmente in orario ed esige puntualità. Gli spazi che si riserva non sono ampi, ma sono molto controllati perché focalizza ciò che le interessa.
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Il Colore parla di te - salvato.qxp_Layout 1 21/01/20 22:35 Pagina 202
Francesco, 21 anni
Arancione, bianco, verde Nero, grigio, amaranto
Personalità appassionata e entusiasta; sente il bisogno di condividere i propri amori. Vuole mettersi in gioco e sperimentare tutti gli aspetti della vita. Possiede una buona stima di sé e ha bisogno dell’apprezzamento dall’esterno per sentirsi soddisfatto nella condivisione. E’ un comunicatore, che non ama essere ignorato e crede in quello che vuole comunicare. Non ama le zone d’ombra e le situazioni di secondo piano. Cerca di evitare di trovarsi in condizioni poco governabili, poco chiare, che creano complicazioni esistenziali.
Ha bisogno di uno spazio ampio, pieno di persone, che condividano il suo entusiasmo. Deve avere libertà di movimento e un palcoscenico per essere individuato.
E’ un ritardatario ansioso; ha bisogno di espandere continuamente il suo tempo per riempirlo di sé e di ciò che vuole.
202
VII CONCLUSIONI Il colore è un importante canale di comunicazione.
La comunicazione si serve del colore anche inconsciamente, quindi penetrare nei misteri del linguaggio cromatico significa avere una chiave in più per capire il mondo. E’ pressante perciò la necessità di “studiare le lingue” per aprire finestre su una comunicazione allargata e variegata. Così come la voce si adegua alle necessità espressive, anche il colore cambia in relazione al vissuto emozionale e alle sue esigenze comunicative. Ogni giorno ha il suo colore.
Questo libro vuole essere anche un invito per il lettore a sperimentare il proprio cromatismo e quello degli altri, consapevoli che esso possa cambiare nel corso della vita, in stretta correlazione con gli eventi vissuti.
203
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Francesco, 21 anni
Arancione, bianco, verde Nero, grigio, amaranto
Personalità appassionata e entusiasta; sente il bisogno di condividere i propri amori. Vuole mettersi in gioco e sperimentare tutti gli aspetti della vita. Possiede una buona stima di sé e ha bisogno dell’apprezzamento dall’esterno per sentirsi soddisfatto nella condivisione. E’ un comunicatore, che non ama essere ignorato e crede in quello che vuole comunicare. Non ama le zone d’ombra e le situazioni di secondo piano. Cerca di evitare di trovarsi in condizioni poco governabili, poco chiare, che creano complicazioni esistenziali.
Ha bisogno di uno spazio ampio, pieno di persone, che condividano il suo entusiasmo. Deve avere libertà di movimento e un palcoscenico per essere individuato.
E’ un ritardatario ansioso; ha bisogno di espandere continuamente il suo tempo per riempirlo di sé e di ciò che vuole.
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VII CONCLUSIONI Il colore è un importante canale di comunicazione.
La comunicazione si serve del colore anche inconsciamente, quindi penetrare nei misteri del linguaggio cromatico significa avere una chiave in più per capire il mondo. E’ pressante perciò la necessità di “studiare le lingue” per aprire finestre su una comunicazione allargata e variegata. Così come la voce si adegua alle necessità espressive, anche il colore cambia in relazione al vissuto emozionale e alle sue esigenze comunicative. Ogni giorno ha il suo colore.
Questo libro vuole essere anche un invito per il lettore a sperimentare il proprio cromatismo e quello degli altri, consapevoli che esso possa cambiare nel corso della vita, in stretta correlazione con gli eventi vissuti.
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Il Colore parla di te - salvato.qxp_Layout 1 21/01/20 22:35 Pagina 204
Bibliografia e filmografia Goethe J.W., La teoria dei colori, trad. it. Troncon R., il Saggiatore, Milano, 2008 (ed. orig. Zur Farbenlehre, 1810). Hubel D., David Hubel's Eye, Brain, and Vision, Harvard Medical School, [http://hubel.med.harvard.edu], ultima consultazione: gennaio 2017. Itten J., Arte del colore, trad. it. Monferini A. e Bignami M., il Saggiatore, Milano, 1982 (ed. orig. Kunst der Farbe, Otto Maier Verlag, Ravensburg, 1961). Luce e Colori (documentario), Coronet Instructional Film, 1986, [parte 1: https://www.youtube.com/watch?v=yOnoA3-UIJ4], [parte 2: https://www.youtube.com/watch?v=ADvBfCzU51w], ultima visualizzazione: gennaio 2017. Luce ed Immagini (documentario), Coronet Instructional Film, 1986, [https://www. youtube.com/watch?v=WjONfJqaXU0], ultima visualizzazione: gennaio 2017. 204
L'Occhio (documentario), di Piero Angela, Piero Motta, Italo Burrascano. In "La Macchina Meravigliosa", Rai, De Agostini e NDR International, 1990, [parte 1: https://www.youtube.com/watch?v=gffSRl9qH8E], [parte 2: https://www.youtube.com/watch?v=uQhYseSuzh4], [parte 3: https://www.youtube.com/watch?v=H5Zl7AjC8ow], [parte 4: https://www.youtube.com/watch?v=1GarTpb1sBI], [parte 5: https://www.youtube.com/watch?v=8rnDCv9enDc], ultima visualizzazione: gennaio 2017. Kalloniatis M., Luu C., Color Perception, in "Webvision. The organization of the Retina and Visual System", University of Utah, [http://webvision.med.utah.edu/ book/part-viii-gabac-receptors/color-perception], ultima consultazione: gennaio 2017. Kandinsky W., Lo spirituale nell'arte, trad. it. Pontiggia E., SE, Milano, 2005 (titolo orig. <https://www.moma.org/collection/works/15659?locale=it> Ă&#x153;ber das Geistige in der Kunst, Insbesondere in der Malerei, 1909). KĂźppers H., <http://www.uni-bielefeld.de/lili/kumu/farbenlehre-kueppers/index.html> Kueppers' Theory of Color, [http://kuepperscolor.farbaks.de], ultima consultazione: gennaio 2017. 205
Il Colore parla di te - salvato.qxp_Layout 1 21/01/20 22:35 Pagina 204
Bibliografia e filmografia Goethe J.W., La teoria dei colori, trad. it. Troncon R., il Saggiatore, Milano, 2008 (ed. orig. Zur Farbenlehre, 1810). Hubel D., David Hubel's Eye, Brain, and Vision, Harvard Medical School, [http://hubel.med.harvard.edu], ultima consultazione: gennaio 2017. Itten J., Arte del colore, trad. it. Monferini A. e Bignami M., il Saggiatore, Milano, 1982 (ed. orig. Kunst der Farbe, Otto Maier Verlag, Ravensburg, 1961). Luce e Colori (documentario), Coronet Instructional Film, 1986, [parte 1: https://www.youtube.com/watch?v=yOnoA3-UIJ4], [parte 2: https://www.youtube.com/watch?v=ADvBfCzU51w], ultima visualizzazione: gennaio 2017. Luce ed Immagini (documentario), Coronet Instructional Film, 1986, [https://www. youtube.com/watch?v=WjONfJqaXU0], ultima visualizzazione: gennaio 2017. 204
L'Occhio (documentario), di Piero Angela, Piero Motta, Italo Burrascano. In "La Macchina Meravigliosa", Rai, De Agostini e NDR International, 1990, [parte 1: https://www.youtube.com/watch?v=gffSRl9qH8E], [parte 2: https://www.youtube.com/watch?v=uQhYseSuzh4], [parte 3: https://www.youtube.com/watch?v=H5Zl7AjC8ow], [parte 4: https://www.youtube.com/watch?v=1GarTpb1sBI], [parte 5: https://www.youtube.com/watch?v=8rnDCv9enDc], ultima visualizzazione: gennaio 2017. Kalloniatis M., Luu C., Color Perception, in "Webvision. The organization of the Retina and Visual System", University of Utah, [http://webvision.med.utah.edu/ book/part-viii-gabac-receptors/color-perception], ultima consultazione: gennaio 2017. Kandinsky W., Lo spirituale nell'arte, trad. it. Pontiggia E., SE, Milano, 2005 (titolo orig. <https://www.moma.org/collection/works/15659?locale=it> Ă&#x153;ber das Geistige in der Kunst, Insbesondere in der Malerei, 1909). KĂźppers H., <http://www.uni-bielefeld.de/lili/kumu/farbenlehre-kueppers/index.html> Kueppers' Theory of Color, [http://kuepperscolor.farbaks.de], ultima consultazione: gennaio 2017. 205