numerozero/012011
marketing⁄copywriting⁄grafica⁄3d⁄web⁄illustrazione⁄design⁄ricerca
ComunicAzione è un progetto di Tangherlini srl
”lei ha buon gusto!“ ”...sono un pubblicitario!“ Web/bello o utile? Marketing/è già 3.0 Illustrazione/un gioco di specchi che uccide la creatività 3D/rendering una nuova conquista in comunicazione
JON HAMM “Donald Drape
Italia 1931
sommario
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Web
bello o utile?
ci sono due modi per valutare la qualità di un sito web
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Marketing è già 3.0
nel corso degli anni il marketing si è evoluto
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Focus
il potere dei consumatori e le emozioni del brand man
può un cambio di font modificare la percezione del brand?
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Illustrazione
un gioco di specchi che uccide la creatività tempi duri per le tradizionali librerie di immagini
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3D
rendering, una nuova conquista in comunicazione il rendering non è più solamente una tecnica minore della fotografia
woman
children
hit your TARGET
increases the sales of your product
Il design dei refrigeratori a boccione, una bella scoperta.
A volte risulta difficile immaginare che un oggetto possa essere diverso da come siamo abituati a vederlo. Osservarlo con occhi “nuovi” significa creare una relazione alternativa tra forma e funzione. Il Design è riuscito quando l’osservatore ha una sensazione di stupore e meraviglia. La nostra proposta, relativa agli erogatori di acqua, punta a superare i limiti estetici del classico boccione “a vista”, attraverso una copertura semitrasparente d e l l a p a r t e s u p e r i o re e d u n a fo r m a p a r t i c o l a r m e n t e s e m p l i f i c a t a .
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numerozero/012011
editoriale
marketing⁄copywriting⁄grafica⁄3d⁄web⁄illustrazione⁄design⁄ricerca
ComunicAzione è un progetto di Tangherlini srl
”lei ha buon gusto!“ ”...sono un pubblicitario!“ Web/bello o utile? Marketing/è già 3.0 Illustrazione/un gioco di specchi che uccide la creatività 3D/rendering una nuova conquista in comunicazione
JON HAMM “Donald Drape
Ho collaborato per tanti anni, in qualità di illustratore, con le più prestigiose testate italiane, ho sfogliato con ansia per cercare le mie prime immagini pubblicate e mi sono arrabbiato quando la stampa o i testi non rendevano giustizia al mio lavoro. Quasi mai mi sono soffermato a leggere quella pagina che sta tra l’indice ed i contenuti: l’editoriale. Ho sempre pensato che fosse poco utile al giornale. Ora tocca a me. Scrivere non è mai stato il mio punto forte e a volte ho bisogno di un foglio e una matita per visualizzare i concetti che non riesco a esprimere con le parole. Proverò, comunque, a spiegare questa nuova iniziativa della nostra Agenzia di comunicazione. La copertina del numero zero è un omaggio alla serie televisiva “Mad Man”, ambientata nella New York degli anni sessanta, la serie è tratta dalla vita di alcuni pubblicitari che lavorano per l’Agenzia Sterling Cooper di Madison Avenue e si concentra sul suo direttore creativo Don Draper. Proprio una sua risposta a chi gli diceva di avere buon gusto: «sono un pubblicitario!» ha colpito la nostra immaginazione e l’abbiamo utilizzata come titolo di questo numero zero di ComunicAzione.
In quel periodo, che ha visto la nascita delle più importanti Agenzie di comunicazione del mondo, il “pubblicitario” era avvolto da un’aura di mistero, organizzava interminabili riunioni notturne e lavorava ai bozzetti fino alle 3 del mattino per soddisfare le esigenze di clienti sempre più pretenziosi. Non sappiamo ancora quale sarà la frequenza di pubblicazione del nostro giornale: se le uscite saranno poche vorrà dire che avremo incrementato il numero dei nostri clienti. Tratteremo argomenti legati al nostro “sistema operativo”: marketing, copywriting, grafica, 3d, web, illustrazione, design ed ogni altro argomento che riterremo utile per spiegare il mondo della comunicazione. Qualora abbiate la necessità di inviarci feedback, suggerimenti o richieste scriveteci pure all’indirizzo: tangherlinisrl@tangherlini.it.
Mirco Tangherlini
web
Ci sono due modi per valutare la qualità di un sito web Il primo parte dal presupposto che la cosa più importante è la funzionalità finalizzata alla presentazione chiara delle informazioni; il secondo invece valorizza di più l’estetica e ricerca un mix emozionale tra le immagini e la grafica. Alcuni progettisti del web cercano l’armonia estetica, mentre altri si concentrano di più sulla navigazione; in realtà è essenziale curare entrambi i fattori. Se un sito web presenta le informazioni in maniera chiara ma è brutto o non è in linea con il marchio del cliente, quasi sicuramente non sarà apprezzato dai navigatori; allo stesso modo, se un bel sito non è facilmente accessibile le persone faranno fatica ad utilizzarlo. In sostanza, i progettisti dovrebbero ottimizzare sia la forma che la struttura di navigazione. Contenuti facilmente reperibili e una forma grafica intuitiva che fa da canale tra l’utente e le informazioni sono i
due elementi che permettono a chi visita un sito di potersi muovere agilmente tra le pagine e apprezzare al tempo stesso la bellezza della struttura. Infine, l’uniformità dello stile di un sito è importante per fare in modo che il navigatore riconosca ogni pagina come appartenente al sito: dovrebbe quindi esistere un tema o uno stile coerente in tutte le pagine per contribuire a tenere insieme la struttura d’insieme.
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web / Bello o utile?
Anche se ti diranno che i siti in Flash non si indicizzano, non crederci. Ormai da alcuni anni, infatti, i motori di ricerca riescono a leggere i file realizzati con questa tecnologia. Prova a cercare su Google “filetype:swf grafica”, troverai tutti i file Flash che contengono la parola “grafica”. Google è inoltre in grado di leggere anche i link posizionati all’interno di un sito Flash e comunque offre diversi consigli sul come ottimizzare al meglio il proprio lavoro per raggiungere quanto desiderato. Uno dei suggerimenti più interessanti è quello di realizzare più pagine che contengano il sito anziché un unico filmato. È comunque sempre utile offrire una versione html del sito per soddisfare ogni esigenza dell’utente.
Logo Rappresenta l’identità istituzionale di un’azienda, tutti gli strumenti di comunicazione lo contengono e vengono progettati rispettandone i colori e lo stile. Anche nel sito internet quindi c’è sempre un’area, generalmente la parte superiore della pagina, che contiene il logo e il nome della società. Questo spazio dedicato dà visibiltà al brand e gli conferisce il ruolo di garante per tutti i contenuti del sito; infine, la presenza del logo in ogni pagina serve ai navigatori per comprendere il sito come una struttura unica. Menu di navigazione Il menu può avere uno sviluppo verticale lungo il lato della pagina oppure una disposizione orizzontale, in ogni caso per un buon controllo della navigazione dovrebbe essere posizionato il più possibile nella parte superiore della pagina ed essere anche molto intuitivo. Contenuto Il contenuto del sito è fondamentale: un visitatore potrebbe entrare e uscire da un sito anche in poche frazioni di secondo se non riesce a trovare ciò che sta cercando, o perchè le informazioni non ci sono oppure perchè sono troppo difficili da trovare. I contenuti principali dovrebbero essere subito visibili e le informazioni richieste
raggiungibili in pochi clic per non far perdere tempo ai visitatori. Piè di pagina Situato nella parte inferiore della pagina, il piè di pagina di solito contiene il copyright, i contatti e le informazioni legali, così come alcuni link alle sezioni principali del sito. Il piè di pagina è il confine che separa i contenuti dalla parte inferiore della finestra del browser, quindi è utile anche per indicare agli utenti che si trovano in fondo alla pagina. Risoluzione dello schermo Data la varietà di risoluzioni dei monitor, l’aspirazione dei web designer è quella di progettare siti che consentono una visione ottimale al maggior numero di persone possibile. Oggi la maggior parte degli utenti ha una risoluzione di almeno 1024*768 pixel. Rimane una nicchia del 2-7% di visitatori a 800*600 pixel, ma le statistichee dicono che dal luglio 2006 il numero di utenti che utilizzano questa risoluzione sta diminuendo. Questo significa che quando questi utenti avranno sostituito la propria risoluzione tutti i siti avranno risoluzione 1024*768 pixel? Non è proprio così, alcuni portali mantengono ancora un layout a 800*600 pixel mentre altri stanno migrando ver-
so risoluzioni maggiori o verso soluzioni ibride. Questo perché la bassa risoluzione in alcuni casi pone dei vincoli pesanti sullo spazio grafico disponibile, i siti web 2.0 hanno molte spaziature e usano font grandi, per questo potrebbe essere difficile far stare tutto in 800*600 pixel. Le basse risoluzoni comunque non sono destinate a scomparire, soprattutto per il nuovo fenomeno degli accessi al web tramite “dispositivi di massa” come palmari, cellulari e Tv che richiedono risoluzioni specifiche. Nell’era degli smartphone e degli strumenti innovativi (iPad) si dovrebbe tenere in massima considerazione anche questo segmento in crescita. Attuali fonti certificano che oggi il 35% degli accessi ad internet avviene proprio da cellulare. Questo richiede un duplice lavoro di ottimizzazione del sito, che deve essere fruibile sia dai monitor ma anche dai piccoli schermi della telefonia mobile. Anche le informazioni inserite dovranno adattarsi a queste piattaforme, testi di corpo elevato e concisi, immagini estremamante ottimizzate per un caricamento più veloce.
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Jakob Nielsen è sicuramente il nome più ricorrente tra gli studiosi di usability. Nielsen arriva a stilare 10 principi generali per l’usability: 1/informare costantemente gli utenti sulle azioni che stanno svolgendo; 2/utilizzare il più possibile un linguaggio comune a quello di riferimento degli utenti; 3/fare in modo che l’utente abbia sempre il controllo sul contenuto informativo del sito; 4/mantenere un aspetto coerente in tutte le pagine; 5/ridurre al minimo eventuali condizioni di errore per l’utente; 6/utilizzare una struttura del sito schematica in modo che gli utenti possano trovare immediatamente i percorsi interni desiderati; 7/assicurare risposte rapide agli imput degli utenti; 8/mettere sempre in primo piano il contenuto informativo del sito, evitando inutili orpelli decorativi; 9/ad ogni eventuale errore dell’utente deve sempre corrispondere una risposta capace di aiutarlo a ripristinare una situazione ottimale di navigazione; 10/facilitare l’utente nella navigazione e nella fruizione di ogni parte del sito, dedicandogli spiegazioni e aiuti.
marketing
Nel corso degli anni il marketing si è evoluto La frontiera della comunicazione oggi apre le porte al Marketing 3.0, la tendenza che interesserà creativi e comunicatori e con grandi opportunità per le aziende. Tempo fa, durante l’epoca industriale, quando la tecnologia era rappresentata dai macchinari industriali, il marketing aveva il compito di vendere beni di prima necessità per consumatori bisognosi di tutto. I prodotti erano concepiti per servire un mercato di massa e per consentire al maggior numero di persone possibile di acquistarli, quindi si puntava sulla standardizzazione e sulla riduzione dei costi di produzione. La “Model T” progettata da Henry Ford rappresenta l’emblema di questa strategia, disse Ford: “Ogni cliente può avere una macchina verniciata di qualsiasi colore purché sia nero”. Questo è il Marketing 1.0 o l’era di mercato “prodottocentrica”. Il Marketing 2.0 è figlio dell’età dell’informazione e della tecnologia.
Il compito del marketing non è più così semplice, i consumatori sono ben informati e possono facilmente confrontare diverse offerte di prodotti simili. Gli utenti finali differiscono notevolmente nelle loro preferenze, il marketing deve riuscire a segmentare il mercato e sviluppare un prodotto perfetto per un mercato specifico. I consumatori sono più esigenti perché i loro bisogni e desideri sono spesso soddisatti e possono scegliere tra una vasta gamma di beni e di alternative. Gli operatori di marketing devono quindi “toccare” la loro mente e il loro cuore.
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marketing / È già 3.0
Il Marketing 3.0 è come un triangolo che si regge su tre lati-principi: il marchio, il posizionamento e la differenziazione o identità di marca. Agli occhi del consumatore finale la marca è inutile se si basa solo sul posizionamento.
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Nel Marketing 2.0 vale ancora la regola che il consumatore è fondamentale, anche se alcune aziende lo considerano come un bersaglio passivo delle campagne di comunicazione.
vicino la vita dei consumatori, travolti da cambiamenti sociali, economici e ambientali: le malattie diventano pandemie, la povertà aumenta e l’ambiente è sempre più in pericolo.
Questa era la prospettiva del Marketing 2.0 o era di mercato “cliente - centrica”.
Le strategie di Marketing 3.0 danno risposte alle persone per aiutarle ad affrontare le questioni globali e considerano i consumatori ad un livello superiore. In parallelo, le aziende si diversificano prima di tutto nei loro valori, più che nei loro prodotti.
Oggi assistiamo al sorgere del Marketing 3.0 o era di mercato “valori - centrica”. Sempre più spesso infatti le persone sono alla ricerca di soluzioni ai loro tentativi di rendere il pianeta un posto migliore. In un mondo pieno di confusione si fideranno di aziende che prendono posizione su temi quali giustizia sociale, economica e ambientale. I consumatori cercheranno non solo funzionalità, ma anche appagamento dello spirito nei prodotti e nei servizi che scelgono di acquistare.
Il Marketing 3.0 è come un triangolo che si regge su tre lati-principi: il marchio, il posizionamento e la differenziazione (o identità di marca). Agli occhi del consumatore attuale, la marca che si basa solo sul suo posizionamento non ha abbastanza forza.
A differenza della visione “cliente - centrica”, il Marketing 3.0 mira quindi anche a soddisfare lo spirito del consumatore.
Si potrebbe infatti avere una chiara percezione di un brand, ma non necessariamente un chiara visione della sua presa di posizione nella società in cui opera.
Le aziende in questo momento hanno grandi missioni e valori che puntano a proporre soluzioni per affrontare i problemi della società.
Il posizionamento è una semplice affermazione che serve ai consumatori per riconoscere il prodotto e la sua funzione in maniera immediata.
Il Marketing 3.0 eleva il concetto di marketing fino all’area delle aspirazioni umane, dei valori e dello spirito e parte dal presupposto che i consumatori sono esseri umani complessi, le cui speranze e bisogni non primari devono essere assolutamente presi in considerazione. In tempi di crisi economica globale, il valore del Marketing 3.0 riguarda da
Ecco perché è importante anche l’elemento differenziazione, che rappresenta il DNA del marchio e che ne riflette la vera integrità. In pratica la differenziazione è la prova che il marchio mantiene ciò che ha promesso e quindi si comporta in maniera coerente agli occhi dei consumatori.
La differenziazione, che è sinergica al posizionamento, creerà automaticamente una buona immagine di marca. Nell’era del Marketing 3.0 solamente un triangolo completo è attendibile e per questo competitivo sul mercato. In ballo c’è la credibilità del marchio e la possibilità di rispettare il “patto” con i consumatori che si rispecchiano nella marca. Una marca coerente raggiunge infatti l’anima dei consumatori, riuscendo ad emozionarli e coinvolgerli. Il valore di ogni brand dovrebbe fare appello ai bisogni emotivi delle persone e andare oltre le caratteristiche funzionali del prodotto (che comunque non devono deludere!). Si può quindi affermare che il triangolo del Marketing 3.0 ha a che fare con la mente, il cuore e lo spirito delle persone.
marketing / È già 3.0
IL POTERE DEI CONSUMATORI Futura
E LE EMOZIONI DEL BRAND Verdana
Può un cambio di font modificare la percezione di un brand? E’ in corso una vera e propria rivoluzione che corre veloce attraverso i social network e i blog e parla le lingue di tutto il mondo. La notizia è la seguente: dopo 50 anni di utilizzo del font Futura (1) Ikea passa al Verdana (2). Il catalogo del negozio di mobili svedesi è il terzo libro più stampato al mondo, dopo la Bibbia e Harry Potter, molte persone considerano il brand l’essenza stessa di una filosofia di arredamento unica, posizionata perfettamente nella mente e nel cuore di ognuna di esse. In un’intervista con la rivista di design svedese Cap&Design, la responsabile dell’Ufficio Stampa Ikea spiega che il motivo del cambiamento è legato alla necessità di uniformare il tipo di carattere tra web e stampa, e renderlo replicabile in tutto il mondo, dall’America all’Asia. Il Verdana (2) è stato disegnato da Microsoft per essere facilmente leggibile su web e nasce quindi per essere di chiara lettura sui monitor; massima leggibilità anche a
piccole dimensioni, grazie al rapporto strategico tra spaziature e altezza dei caratteri, mentre ha una resa non molto aggraziata sui grandi formati stampati. Il Futura (1), al contrario, è un tipo di font progettato per la stampa, originariamente disegnato da Paul Renner e rinomato per un’armonia di stile e di proporzioni che rasenta la perfezione. A detta dei portavoce dell’azienda svedese, non ci si aspettava una reazione così compatta e prorompente appena diffusa la voce che il font sarebbe cambiato per il nuovo catalogo 2010 e sarebbe diventato protagonista di tutta la comunicazione Ikea, dal web alla stampa. Nella nostra analisi di comunicazione, i fattori rilevanti sono almeno due. Il primo, questa esperienza è la prova che il marchio, caricato di valori e di emozioni da parte dei consumatori, diventa brand. Il brand è importante quanto il prodotto nell’immaginario delle persone,
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anzi diventa rappresentante di esso fino a svolgere una funzione “affettiva”: ci si affeziona al brand in quanto elemento integrante dell’esperienza quotidiana e la sua “stabilità” e persistenza sono fattori tranquillizzanti. La relazione emotiva con il brand si attiva in tutte le manifestazioni dell’azienda dal manifesto al punto vendita,
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e la riconoscibilità del marchio è una condizione indispensabile per predisporre i clienti in maniera ottimale all’acquisto. Il secondo fattore che la case history mette in luce riguarda il potere che i consumatori hanno nel mettere in discussione l’immagine che hanno del marchio.
Le persone intervengono attivamente sul brand. Ora, non sapremo come andrà a finire la questione del font Ikea, se effettivamente si tornerà al Futura (1), ma l’imponenza del dibattito attualmente presente sul web è la piena affermazione del potere del consumatore moderno.
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illustrazione
Tempi duri per le tradizionali librerie di immagini Vi è mai capitato di avere la sensazione di trovarvi in una situazione già vissuta? Il déjà vu viene attribuito ad un’alterazione delle funzioni cognitive di riconoscimento, provocando familiarità con quello che vediamo come se lo vivessimo per la seconda volta. Tale situazione si verifica ultimamente sempre più spesso con le immagini utilizzate per le campagne pubblicitarie, quando guardandone una la colleghiamo subito ad un altro prodotto di un’altra pubblicità. La causa devastante di tale insuccesso di massa è la tendenza sempre più frequente ad utilizzare gli archivi di immagini a basso costo, detti microstock. Un “Micropayment stockphotography site” (abbreviato microstock) consiste in una vetrina di immagini royalty free a basso costo, anche a solo un euro, che una
volta acquistate possono essere usate infinite volte e in qualsiasi modo, o quasi. Tempi duri per le tradizionali librerie di immagini che in passato hanno cercato di tutelare il valore di un’immagine con prezzi alti e regolamentando in maniera restrittiva l’utilizzo delle immagini e il diritto d’autore con l’intento di garantire l’esclusività almeno settoriale o addirittura totale. Al contrario, i vari Shutterstock, iStock, Fotolia ecc. hanno al loro interno sezioni che consentono di comprare illustrazioni, icone, fotografie, ma anche video e musica e di applicarle a brochure, cataloghi, siti web, pubblicazioni editoriali, pubblicità locali e video aziendali senza alcuna limitazione.
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illustrazione / Virtuale o gestuale?
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veloci come quella di utilizzare immagini disponibili nelle librerie in rete, adattando ad esse il nuovo messaggio pubblicitario e riuscire così ad andare subito in stampa, dato che le procedure di acquisto sono velocissime.
A sinistra: la nuova brand image di Cosmetal, azienda che opera nel settore dei refrigeratori di acqua. La scelta di investire in un’illustrazione realizzata ad hoc anziché utilizzare immagini “pronte” (immagini sopra) incrementa la visibilità nel mercato estremamente competitivo e restituisce pregio e professionalità.
La seconda categoria è quella dei professionisti di settore come fotografi, illustratori, musicisti, videomaker che assistono impotenti alla perdita di competitività delle loro creazioni rispetto ad un circuito di librerie che quasi regala immagini, video e musica. In effetti i prodotti personalizzati hanno tempi e costi di realizzazione che non riescono più a competere con chi vende migliaia di volte, a prezzi bassissimi, lo stesso prodotto creativo. La terza categoria che ne fa le spese è quella delle aziende e in generale dei clienti finali che devono comunicare la propria immagine.
Questo nuovo mercato di immagini ha attirato e conquistato tra gli altri anche i “creativi della domenica” che curano personalmente la promozione dei propri prodotti, ma anche a volte grafici professionisti che non hanno tempo, e purtroppo a volte la competenza, per elaborare un’illustrazione a partire da zero.
L’obiettivo di partenza delle aziende è quello di valorizzare la propria identità di marca e di differenziare il proprio prodotto o servizio rispetto ai concorrenti. Purtroppo se lo sviluppo della strategia di comunicazione si basa su un’immagine già utilizzata (a volte anche dai competitor) i fattori differenzianti crollano, e il sogno della storia costruita intorno al brand si sbriciola vanificando gli obiettivi iniziali.
Analizziamo ora le conseguenze negative di tale fenomeno. Come abbiamo già accennato, la prima categoria ad essere coinvolta è quella delle Agenzie creative, che a volte temono il “foglio bianco”, luogo di partenza incontaminato per i progetti più originali. Tempi di consegna sempre più stretti e budget sempre più ridotti inducono la ricerca di soluzioni
Vi sarà capitato, soprattutto durante lo svolgersi di fiere di settore, di constatare che una stessa immagine viene utilizzata per promuovere il prodotto dell’azienda “Pluto” ma anche quello dell’azienda “Pippo”, creando confusione nel consumatore finale che cerca l’esperienza unica di acquisto. Chi potrebbe risollevare l’immagine appiattita del mercato in
questione è un’ipotetica azienda “Topolino” che investendo in una creatività originale diventerebbe subito leader unico nella sua proposta di brand. Da questa prospettiva, una logica lungimirante è quella di cogliere subito il valore dell’originalità, anche se ha un prezzo di partenza più alto; d’altra parte, un’immagine realizzata “su misura” ha una durata infinita, può essere utilizzata in maniera esclusiva, al contrario le immagini “comuni” devono essere abbandonate appena si riscontra il loro utilizzo da parte di qualche competitor. Sarebbe il caso di ricorrere alle immagini microstock solo in quelle situazioni di comunicazione non strategiche e di servizio, oltre che per basse tirature e finalità non professionali.
3D
Il rendering non è più solamente una tecnica minore e accessoria della fotografia “To render” è un verbo inglese generico nel suo significato letterale, la traduzione è “rendere” e la sua declinazione più utilizzata in grafica, “rendering” appunto, viene tradotta con “processo di rendere”. Il rendering è la tecnica grafica utilizzata per produrre una rappresentazione virtuale di qualità di un oggetto o di un’architettura. La letteratura in merito è relativamente recente, dal 1970 si iniziano a diffondere i primi manuali e trattati di una tecnica ancora sperimentale. Da allora in avanti è diventato oggetto di studio e ricerche sempre più importanti: oggi il rendering è utilizzato per realizzare video, simulazioni o per visualizzare progetti. Ogni innovazione deve però trovare il suo posto, la storia della comunicazione è piena di strumenti rivoluzionari entrati a far parte della vita comune, applicazioni impensabili all’inizio poi divenute indispensabili. Il rendering ha superato, attualmente, la fase di perfezionamento e afferma-
zione, esistono professionisti formati e specializzati che conoscono a fondo i processi e sono in grado di utilizzarlo come valido strumento di comunicazione visiva di altissimo livello. Rispetto ai primi abbozzati tentativi, legati soprattutto ai progetti architettonici e alla pre-visualizzazione di arredi, le applicazioni odierne consentono risultati assolutamente raffinati. Il rendering non è più, quindi, solamente una tecnica accessoria della fotografia, ma ha capacità di espressione propria, tale da poter esistere con valenza di “immagine definitiva” e non solo come “bozza o progetto”. Perchè scegliere il rendering? Da molti considerato (erroneamente) fratello minore della fotografia, il rendering deve confrontarsi con la storia della tecnica fotografica in pubblicità, evolvere da
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3D / rendering una nuova conquista in comunicazione
“immagine approssimativa, utile solo a pre-visualizzare il risultato finito” a “immagine emozionale e completa”. I software 3d oggi sono talmente avanzati da permettere risultati sorprendenti: non è più necessario stabilire un primato tra immagine virtuale e fotografia, sono entrambe necessarie in base agli obiettivi di comunicazione che si vogliono raggiungere. Il rendering per il settore cucine E’ un dato di fatto che l’utilizzo del rendering per le aziende che producono cucine sia in crescita, essendo diventato da qualche anno uno strumento strategico per la vendita. In che modo questa tendenza è legata alle particolarità del mercato? Il panorama dei produttori di cucine è estremamente affollato, frammentato e complesso, posizionarsi in maniera unica rispetto ai concorrenti è diventato arduo ed essere competitivi altrettanto difficile. Il catalogo rappresenta ancora lo strumento principale per promuovere le nuove creazioni e visualizzare i dettagli di gamma. È il rivenditore che sceglie una marca tra le tante che affollano la sua scrivania e quasi certamente proporrà quella più semplice da vendere. Al tempo stesso l’utente finale vuole emozionarsi prima dell’acquisto, vuole percepire gli ambienti, si vuole imaginare seduto a tavola o in piedi davanti ai fornelli. A questo punto la domanda è: quale vantaggio competitivo può portare l’utilizzo del rendering in questo contesto di mercato?
Virtualità dell’immagine: il rendering consente di creare un catalogo con prodotti ancora in fase di progettazione. Un ambiente per ogni stile: ogni tipo di cucina può essere visualizzato in spazi di diversa concezione, prescindendo dai costi e dagli ingombri di un set fotografico.
Oggetti di arredo virtuali: si possono adattare complementi di design mirati ad arricchire lo spazio per un risultato raffinato. Testare il mercato: le aziende possono verificare l’apprezzamento del mercato rispetto a ogni singola composizione e produrre solo quelle che
incontrano i favori del cliente. Flessibilità del processo di lavorazione: è possibile correggere il punto di vista e cambiare le finiture finché non si arriva alla composizione desiderata. Investimento economico: sebbene il rendering abbia costi di lavorazione
propri, rispetto alla fotografia non si dovranno sostenere i costi di un’eventuale location e degli oggetti di arredo; inoltre i prodotti da fotografare non dovranno essere fisicamente fabbricati, trasportati e montati. Budget: i costi del rendering variano in funzione della qualità del prodotto finito, gli elementi che determinano il prezzo finale di uno “scatto virtuale” sono lo studio delle luci e dell’arredamento realizzato da architetti “veri”, la resa dei materiali e dei volumi, la lavorazione al computer dell’immagine in alta risoluzione. Come per ogni altra tecnica grafica, esistono Studi e Agenzie con diverse esperienze e competenze in grado di garantire un risultato finale all’altezza delle aspettative. Il 3d artist è il professionista che si occupa di costruire i modelli in 3d partendo da un disegno tecnico o semplicemente da un’idea del cliente, lavora a stretto contatto con architetti e reparto marketing per un confronto continuo sul “sapore” da dare all’ambiente in base al concept scelto per la campagna. Come capire la qualità del rendering: quando si sfoglia un catalogo di mobili che utilizza ambientazioni tridimensionali, non serve valutarlo con l’ottica del confronto tra reale e virtuale. Le immagini devono valorizzare il prodotto, emozionare, coinvolgere con luci sapientemente impostate e con ambienti ben costruiti. Solo allora avremo un valido strumento di vendita ed il concept sarà funzionale al target, indipendentemente dal fatto che le immagini siano state realizzate in sala di posa da un bravo fotografo o minuziosamente progettate da un artista del 3d.
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Non solo rendering Un progetto di comunicazione che funziona non può basarsi solo sulle immagini. La nostra esperienza di Agenzia di comunicazione ci ha convinto sul potere del concept, cioè la storia che lega la sequenza di immagini, ad esempio di un catalogo. Se pensiamo alla scrivania del rivenditore di cucine affollata di cataloghi di diverse marche e agli occhi del cliente finale seduto davanti a lui desideroso di immedesimarsi nel sogno della sua nuova cucina, possiamo affermare che il racconto e l’emozione legati alla struttura interna del catalogo rappresentano un tassello fondamentale che definisce in maniera completa il successo di un catalogo di rendering.
tips
Espandi la tua nicchia Offri prodotti e servizi che i tuoi concorrenti non sanno promuovere perchè sono destinati a mercati troppo piccoli. Scopri nuovi mercati, cambia l’offerta utilizzando le seguenti strategie: velocità, servizio, specializzazione.
Cura il contenitore Una buona lettera di direct mail ottiene il 70% degli ordini, una brochure ne ottiene solo il 20% ed un modulo d’ordine raggiunge appena il 10%. Ma nessuno di questi strumenti darà il giusto servizio se la busta non cattura l’attenzione. Prova a personalizzarla con timbri ed indirizzi scritti a mano, usa colori vivaci, rappresentazioni stampate ed altri elementi che la scaldano e la ravvivano.
Sei in cerca di visibilità? Milioni di persone chiacchierano online, ognuna di queste persone potrebbe diventare un tuo cliente. Puoi creare annunci e siti web accattivanti e studiare strategie di marketing mirate, ma l’unico modo per avere visibilità presso i tuoi potenziali clienti è quello di contattarli direttamente. Fissa l’obiettivo di fare almeno un’operazione al giorno per aumentare la tua visibilità. Invia e-mail, messaggi ai gruppi di discussione, tieni conferenze online, carica un opuscolo sui forum giusti. Solo chi agisce ottiene visibilità, non sperare che basti attendere i risultati dalla pagina del vostro sito: fatti trovare!
Redazione
Tangherlini Srl - via Brecce Bianche 27/e - 60131 Ancona - 071.2832374 - 0712802604 - tangherlinisrl@tangherlini.it Hanno contribuito
Elisa Maria Carletti / responsabile marketing / marketing@tangherlini.it Graziano Giacani / art director jr / grafica@tangherlini.it Mirco Tangherlini / art director / mirco@tangherlini.it Andrea Silvi / 3d artist / rendering@tangherlini.it Truong Vinh Thanh / 3d artist / rendering@tangherlini.it Luca Grattafiori / web designer / web@tangherlini.it Valerio Scatassa / graphic designer / grafica@tangherlini.it
Francia 1948
per la progettazione e lo sviluppo dell’identità di marca
Il sistema operativo Tangherlini è un insieme di competenze professionali che interagiscono per un unico scopo, rappresentato dalla strategia di comunicazione personalizzata per il cliente. Siamo concreti e attenti alle dinamiche di mercato, creiamo una spirale di valore che si accresce grazie ad un attento processo di pianificazione. Dall’azienda al mercato e poi ancora dal mercato all’azienda, la partita è una continua sfida finalizzata alla creazione della Brand Identity.
Tangherlini srl via Brecce Bianche 27e - 60131 Ancona Tel. 0712802604/0712832374
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