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IL CAMBIAMENTO IN AZIENDA

Dai Flintstones al divano:

l’auto viaggia online

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«Non siamo più ai tempi dei Flintstones». Lo dice Matteo Coghi, della Coghi Auto Srl di Cassano Magnago, che con il fratello Marco ha fatto del cambiamento un must dell’impresa di famiglia. Fondata da nonno Carlo, e poi nelle mani di papà Eros, ora l’azienda è arrivata alla terza generazione. Che, e questo è il primo passo, ha cambiato la gestione aziendale puntando su un refresh dei collaboratori e aff idandosi ad un gruppo di professionisti dentro e fuori l’azienda. Secondo, la digitalizzazione della concessionaria. Ora il sito serve quasi esclusivamente alla vendita, il Crm è diventato strumento strategico (per mappare le scadenze e i bisogni dei clienti ed essere al loro fi anco per soddisfarne qualsiasi esigenza), il digital marketing permette di proporre prodotti diversi e di contattare i clienti con una frequenza maggiore e, infi ne, si lavora sulla reputazione online, che conquisti con le recensioni. A questo servono i workshop itineranti negli Stati Uniti (Las Vegas, New Orleans, Los Angeles e San Francisco) su autoriparazione e processi di vendita ai quali partecipano Matteo, Marco e i loro collaboratori. Si cambia approccio: l’acquisto dell’auto potrebbe essere avvicinato all’acquisto di un cellulare. Si tratta di mettere in fi la tanti piccoli dettagli per poter gestire più auto, più marchi, più clienti che alla Coghi considerano un “bene primario”. Insistendo su quel contatto umano che l’America, invece, sta perdendo: i clienti li si contatta quando hanno tempo di ascoltarti. Terzo passo: i depliant cartacei non esistono più. I clienti visitano sempre meno la concessionaria e le auto si scelgono su internet, così bisogna andare oltre la semplice vendita del mezzo e dare al cliente un’esperienza diversa che dia valore aggiunto all’acquisto tradizionale. L’auto la si acquista comodamente dal divano, la si consegna a domicilio e si forniscono servizi aggiuntivi come fi nanziamenti e assicurazione. «Un modo per controllare il business senza subire il mercato», commenta Matteo Coghi.

Coghi Srl

Via Mario Albino Bonicalza 88 Cassano Magnago

Green e medicale, con lo sguardo al Recovery Fund

Green, economia circolare, tessuti antivirali e antibatterici. Umberto Negri, titolare della Argar Technology con sede a Magnago, amplia gli orizzonti dell’azienda per entrare direttamente nel futuro. Non solo una riorganizzazione interna, come è accaduto a molte imprese, basata sullo smart working e sui rapporti a distanza con agenti e clienti, ma anche e soprattutto una sperimentazione legata al lancio di nuove linee per tessuti di abbigliamento trattati con AVirTex. E’ questa la tecnologia innovativa che unisce un’azione antivirale e antibatterica ad un trattamento water repellent, che impedisce il passaggio delle goccioline attraverso il tessuto (le goccioline sono una fra le principali cause di trasmissione di virus e batteri). Nuovi prodotti, dunque, legati non solo al mondo della sicurezza sui luoghi di lavoro ma anche adatti al settore medicale. È recente, poi, lo sviluppo di un’altra tecnologia con la quale rendere antivirali i tessuti in modo permanente, anche dopo ripetuti lavaggi. Umberto Negri spinge la sua curiosità verso il mondo che verrà: «Abbiamo pensato anche alle tante occasioni che potranno essere generate dai 209 miliardi di euro che l’Italia riceverà con il Recovery Fund. Si tratta di un’opportunità che apre le porte proprio al green (all’aspetto ecologico e di attenzione all’ambiente) e al settore medicale». Da qui ha preso il via un altro progetto targato Argar che prende forma proprio dal bisogno di entrare in un’ottica di economia circolare: una fi liera che unisce produttore del fi lato, Argar, un confezionista e una lavanderia. L’obiettivo è quello di sganciarsi dalla produzione del Far East, «Cina in testa» ricorda il titolare, per potenziare il Made in Italy. In ultimo, anche se non direttamente collegata alle circostanze dell’emergenza attuale, si è rimodulata l’organizzazione commerciale interna.

Argar Technology

Via Sicilia 61 Magnago

Porte aperte allo show room: meglio che in Fiera

La Art Nova di Besnate si è riorganizzata, ancor prima che lo smart working diventasse una costante del mercato del lavoro, puntando su prodotti sempre più adatti ad abitazioni con spazi ristretti ma multifunzionali. L’Internet of Things è al centro di questa trasformazione: il lavoro da casa richiede ambienti più accoglienti, ma anche dotati di un arredamento che permetta di soddisfare i diversi bisogni di chi ci abita. Da qui i tavoli “Dynamic”, che hanno le dimensioni giuste per ogni scopo (un ibrido tra il tavolo e il tavolino, tra il tavolo per pranzare, lavorare e il coff ee table) e si possono alzare, abbassare e girare intorno ai mobili. Piani per una cena veloce davanti alla tv, per un aperitivo a quattro, per lavori di uff icio o per studiare. “Isole divano” per trasformare un singolo locale in ciò che si vuole. Nello stesso tempo, alla Art Nova si pensa ad un diverso rapporto con i clienti attraverso il racconto - sito, foto, social, video, storytelling – e a un diverso modo, quando si potrà, di accogliere i buyer nello show room aziendale: incontri mirati e selezionati per mostrare i prodotti fi niti ma anche come vengono realizzati. «Penso che questo possa servire di più rispetto alla partecipazione ad una Fiera dove passano migliaia di persone, ma dove c’è contatto fi sico senza “contatto di business”», dice il co-titolare Filippo Piotti. Anche le aziende di retail come la Art Nova, dunque, imparano dal mondo della Moda per tenere alta l’attenzione anche di quei professionisti, come gli architetti, che possono essere interessati ai suoi prodotti. Perché «anche per le piccole imprese non si tratta solo di vendere a Varese, in Lombardia o in Italia, ma di andare ovunque. E l’eccellenza passa anche da un buon piano di comunicazione».

Art Nova Srl

Via Mauri 4 Besnate

Collabroazioni e digitale

E un distretto industriale

Industria 4.0, export, reti informali, bandi e digital marketing: sono queste le armi che sfodera Eleonora Mazzalovo, alla Mem Srl di Castelseprio, per aff rontare la pressione della crisi. Il percorso 4.0, iniziato nel 2019, aveva portato in questa azienda specializzata nel settore dell’oleodinamica macchine connesse, controllo da remoto, magazzini automatizzati, gestionale di produzione e applicazione delle nuove tecnologie all’organizzazione aziendale. Ma l’imprenditrice pensa anche ad altre soluzioni: «Per esempio, la creazione di reti di collaborazioni con altre offi cine per mettere a sistema un processo dove siano assicurate tutte le lavorazioni che possono interessare a un cliente». Meglio ridurre i margini ma conservare il lavoro, magari realizzando un «piccolo distretto industriale» per poter aumentare la propria competitività. Lo sguardo locale, però, si abbina a quello globale nonostante le rigide misure imposte per passare da un Paese ad un altro. Alla Mem Srl si vuole aumentare il giro di aff ari sui mercati esteri. Tanto per cominciare guardando alla Polonia, a Poznan, dove l’azienda ha un solo cliente e ne vorrebbe altri. Altri mercati, non troppo lontani, sono già stati cerchiati sulla cartina «perché l’importante è lavorare. A due passi abbiamo la Svizzera, ma non siamo mai riusciti a intrecciare una relazione con le imprese d’oltreconfi ne», dice Eleonora. Che non dimentica l’importanza di poter sfruttare meglio i bandi pubblici su innovazione e digitalizzazione. Al centro dell’attenzione va lo studio dei propri competitor: cosa lavorano, come sono organizzati e cosa cercano i loro clienti. Per farlo, alla Mem si fa leva sul digital marketing per capire se «ci può essere un interesse diverso nei confronti di quello che produciamo». La rete alla quale punta Eleonora Mazzalovo, però, non è solo quella tra imprese ma anche quella dei social: «Vorrei approfondire le funzionalità di LinkedIn per avere maggiore visibilità».

Mem Srl

Via S. Rocco 841 Castelseprio

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