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QUI È IL MANAGER CHE GUIDA. SI FA TUTTO DA REMOTO E FUNZIONA

Diventerà sempre più abituale parlarsi in videoconferenze e ci sarà uno sviluppo dell’assistenza in remoto e della realtà virtuale (o realtà aumentata) sempre in ambito digitale

Il fermo delle attività già programmato per festeggiare il Capodanno cinese sono riusciti ad ammortizzare il colpo dell’avanzata della pandemia

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In Cina il lockdown è durato due mesi. Due mesi di fermo totale, in cui tutte le aziende sono state chiuse e le persone non sono uscite di casa se non per fare la spesa. Poi tutto è ripartito, senza elementi di rottura con il pre-Covid. Se l’economia cinese non è stata stravolta dal virus è perché il tessuto industriale del Paese era già pronto al fermo che annualmente avviene in occasione del capodanno Cinese. In pratica, è come se il virus avesse colpito l’Italia prima delle ferie di Ferragosto degli anni ’70.

«Una diff erenza tra Cina e Italia è il tessuto produttivo, che in Italia è prevalentemente medio piccolo – aff erma Daniele Prandelli, imprenditore di Brescia che la-

vora a Ningbo, a meno di tre ore da Shanghai – Il titolare d’azienda italiano è una persona che, nella maggior parte dei casi, ha competenze operative industriali pratiche, ma non manageriali. Questo lo spinge a “mettere le mani” nella produzione e a voler tenere sotto controllo i lavoratori, che preferisce siano davanti ai suoi occhi. Questa concretezza si è sempre mal sposata con i processi di digitalizzazione. In Cina, invece, è diverso. I vertici dell’azienda, spesso e

volentieri, non sanno far funzionare le macchine, ma svolgono attività di management e lo sanno fare anche da remoto, senza dover essere sul posto».

Di sicuro, il Covid ha cambiato il modo di lavorare anche degli Italiani. Prandelli, per esempio, recentemente ha guidato e gestito l’investimento di un gruppo Italiano con l’avvio e l’apertura di un azienda in Cina, senza che nessuno dall’Italia sia mai stato lì. In Cina i settori che maggiormente sono coinvolti nei cambiamenti causati dal Covid sono l’e-commerce e il food delivery. Quest’ultimo, mentre prima del Covid era essenzialmente dedicato alla ristorazione, adesso si è allargato a più settori, compreso l’alimentare. I negozi di alimentari di quartiere hanno visto crescere il proprio volume di vendite proprio grazie al fast delivery. «Per esperienza personale – conclude Prandelli - ritengo che il post Covid vedrà una drastica riduzione degli spostamenti, mentre continuerà a crescere la comunicazione digitale. Diventerà sempre più abituale parlarsi in videoconferenze e ci sarà uno sviluppo dell’assistenza in remoto e della realtà virtuale (o realtà aumentata) sempre in ambito di servizi in remoto». A. Mor.

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