Unione - giornale del commercio, turismo e servizi del Trentino

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LUGLIO AGOSTO 2010 Anno XXVII N. 7 - 8

Unione C O N F C O M M E R C I O | GIORNALE DEL COMMERCIO TURISMO E SERVIZI DEL TRENTINO

Direttore responsabile: Walter Filagrana. Direzione amministrazione: 38121 Trento, via Solteri 78, Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Trento. Attenzione: in caso di mancato recapito rinviare all’ufficio TN CMP per la restituzione al mittente che si impegna a corrispondere il diritto dovuto. Contiene I.P.

Le ragioni delle

imprese

DEL Territorio

Fototeca Archivio Trentino Spa

Tutte le novità in attesa dei regolamenti di attuazione

Commercio, la nuova legge

Più attenzione a promozione, qualità ed anche ai centri storici


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Unione Mensile di informazione dell’Unione Commercio Turismo Servizi Professioni e Piccole medie imprese

Sommario LUGLIO AGOSTO 2010

della provincia di Trento

Direzione, redazione e amministrazione via Solteri 78, 38121 Trento Telefono 0461/880111 Fax 0461/880302 www.unione.tn.it info@ucts.tn.it Editoriale

Direttore responsabile Walter Filagrana Hanno collaborato a questo numero Giancarlo Baldi, Giovanni Benaglia, Vlado Benedetti, Franco Camin, Monica Clementi, Fabrizio Cucchiaro, Gianpiero Lui, Tony Marroni, Alfonso Moser, Paolo Mosna, Mattia Zeni Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 424 del 23/1/1984

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Concessionaria esclusiva per la pubblicità Sudtiroler Studio Srl Via Ghiaie, 15 - 38122 - Trento Tel. 0461/934494 - Fax 0461/935706

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FAi - conftrasporto Autotrasporto, le misure urgenti diventano legge

Le ragioni delle imprese del territorio

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Pil delle regioni italiane: cresce il centro, resta il divario nord-sud

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Imprese: lo sguardo è già oltre la crisi

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tasse e tributi

Fnaarc: messa in cantierela 48 «giornata dell’agente 2010»

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Diritti del contribuente: a che punto siamo?

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Un’analisi dettagliata: lo statuto del contribuente credito

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Tiratura: 10.000 copie Questo numero è stato chiuso il 31/08/2010

STUDIO DI BIOLOGIA APPLICATA

CasaClima Network, nasce l’agenzia trentina

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Iscritto al Registro Nazionale della Stampa al numero di repertorio 5.982 in data 8/10/1997 Impaginazione Curcu & Genovese Associati Srl - Trento Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461/362122 - Fax 0461/362170

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PRIMO PIANO

Stampa Litografica Editrice Saturnia snc - Trento Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Si rafforzi il legame con il territorio

INGROSSO

Servizi ICT in Trentino, gli Stati Generali

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Anaci: gli appuntamenti per il prossimo autunno Fiavet

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Prospettive del credito: la crisi e la ripresa

Volere è potere in trentino

PENSPLAN

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Con i mondiali del 2013 nevica ad agosto

Progettare nel presente pensando al futuro

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Alimenta e Halloween animano l’autunno

terziario donna

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RAEE, si mobilita l’Unione con i Comuni energia

Verso una cultura d’impresa femminile ricettivo

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Tipologie ricettive e azioni marketing

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UNAT partner della fiera alberghiera “Hotel 2010”

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5 milioni di euro per il camping a Trento somministrazione e intrattenimento

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Enasco 56

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Commercio trentino, ecco la nuova legge

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Confidimpresa, più attenzione e sostegno per le micro-imprese

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Pane trentino, sintesi di tradizione e innovazione

Trasformare i consumi energetici in business p.e.c.

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La comodità della posta elettronica certificata fiere e manifestazioni

Alcol e minori, serve più educazione dettaglio / aspan

Pensioni, le novità della finanziaria

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Con l’Unione alla borsa del turismo montano

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LUGLIO AGOSTO 2010

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Ed i to r i a l e

Si rafforzi il legame

con il territorio

Cooperazione in crisi d’identità. Bort: «Fare sistema impone chiarezza, trasparenza e impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti»

L’

economia trentina, sul finire di questa stagione estiva, è stata scossa dalle cattive notizie riguardo alla cantina La-Vis e al suo commissariamento. Non è questo il momento di lanciarsi in inutili e inopportuni «l’avevamo detto», che alla vicenda aggiungono soltanto il rammarico di non esser stati ascoltati. L’importante, ora, è cercare di capire gli errori, porvi rimedio e sistemare una situazione che non sembra, purtroppo, localizzata e circoscritta al singolo episodio. La cooperazione - si badi bene - è un valore che difendiamo, da cittadini ancor prima che da imprenditori, previsto peraltro anche dalla Costituzione italiana. Il movimento cooperativo fa parte della storia del Trentino ed è un tratto distintivo del ‘carattere’ trentino e dei suoi valori, al di là di ogni retorico localismo. I casi in cui la cooperazione è diventato qualcos’altro, rinunciando ai propri scopi e ai propri principi, sono per fortuna pochi. Sono circoscrivibili e sotto gli occhi di tutti, prima e dopo il commissariamento di LaVis, o le vicende del caseificio di Fiavè. In questi casi sembra che il cooperativismo sia soltanto il pretesto per accrescere prestigi e potentati e perseguire obiettivi personali (o comunque non mutualistici), mettendo in secondo piano l’attività imprenditoriale vera e propria. L’allontamento dai valori mutualistici e cooperativi è evidente, ma nemmeno il malumore degli stessi soci ha saputo invertire una rotta fallimentare, e questo è un ulteriore segnale d’allarme. Bene ha fatto il presidente Dellai a richiedere un momento di riflessione e di chiarezza; occorre capire e eventualmente correggere i punti deboli del sistema. In particolare serve rivedere i meccanismi di controllo

soprattutto di fronte alla complessità di alcune società cooperative. Ma viene da chiedersi, in mezzo a tanta complessità, quanto sia rimasto dei valori cooperativi originari. Apprezziamo anche l’auspicio con cui il Governatore ha chiuso un’intervista ad un giornale locale sul caso di La-Vis: ritrovare la propria identità e il rapporto con il territorio, «abbandonando – ha detto Dellai – i disegni ‘macro’». Il suggerimento vale per La-Vis ma, a nostro avviso, vale anche per tutte quelle realtà che hanno perso l’orientamento e dei valori cooperativi non hanno più nulla. Ora è giusto che il sistema si interroghi, accetti le critiche e le osservazioni che gli vengono rivolte, senza paura di ammettere i propri errori. Il legame con il territorio, in particolare, va riscoperto e rifondato. Il movimento cooperativo nasce, per certi versi, anche come un movimento territoriale, e tuttora molte cooperative non possono esistere a prescindere dal contesto peculiare in cui operano. Penso alla cooperative agricole, ma non solo.

di Giovanni Bort Presidente Unione Commercio Turismo Servizi Professioni e PMI della provincia di Trento

Legame con il territorio significa anche riconoscere e sostenere il patrimonio imprenditoriale privato, componente preziosa di un sistema integrato. Significa - per fare un esempio molto semplice ma efficace agevolare le sinergie tra prodotti trentini e aziende ricettive e della ristorazione. Ci auguriamo che il caso di La-Vis sia utile soprattutto per cancellare quella dannosa autoreferenzialità che riscontriamo in alcuni soggetti del vario mondo cooperativo trentino. Fare sistema o realizzare la «partnership» - come la chiama Dellai - tra pubblico e privato, impone chiarezza, trasparenza e impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti.

Unione

LUGLIO AGOSTO 2010

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PRIMO PIANO

Le ragioni delle

imprese del territorio

Nasce Rete Imprese Italia: «Obiettivi ambiziosi, ma il nostro Paese - a partire dalle imprese che rappresentiamo - merita un futuro migliore»

L

a lezione fondamentale della “grande crisi” sta nella necessità di una forte rivalutazione delle buone ragioni dell’economia reale e del lavoro. Anche nel nostro Paese e soprattutto nel nostro Paese, queste buone ragioni coincidono largamente con le ragioni di quel sistema di piccole e medie imprese e di impresa diffusa, che così profondamente connota i processi di sviluppo territoriale. Dare risposta a questa esigenza significa costruire opportunità di crescita, di sviluppo, di coesione sociale e territoriale. Dare risposta a questa esigenza è una responsabilità condivisa: delle istituzioni e della politica, delle forze economiche e sociali. Ed è una responsabilità che avvertiamo anzitutto come nostra: di chi pone al centro della propria missione di rappresentanza la relazione stretta tra imprese e territori. Il Manifesto vuole dunque essere il contributo responsabile di un’Italia produttiva che non si arrende alla paura, consapevole delle difficoltà, nuove e pregresse, che occorre affrontare e superare per crescere di più e meglio, per costruire sviluppo e coesione sociale e territoriale. E’ il contributo del “popolo del

fare impresa” che ha ormai preso le misure del nuovo scenario competitivo. Lo ha fatto “cambiando pelle” con ristrutturazioni profonde, silenziose ed anche dolorose. Lo ha fatto dimostrandosi capace di andare oltre l’economia delle “reti corte”; compiendo la transizione dal “lavorare per produrre” (simboleggiato dalla catena del valore con al centro il prodotto) al “produrre per competere” (simboleggiato dalla ragnatela del valore con al centro il consumatore/cliente); aprendosi alla contaminazione tra la produzione ed il mondo dei servizi, dell’artigianato, del commercio, delle reti, del turi-

smo, dell’esperienza e della creatività. Lo ha fatto cercando di coniugare insieme competizione ed efficienza da un lato, e prossimità e coesione sociale dall’altro. Senza soggiacere né all’euforia della “new economy”, né alle suggestioni delle privatizzazioni senza liberalizzazioni e del primato della finanza. E chiedendo, invece, più credito per l’impresa e per l’economia reale. Chiedendo al sistema bancario più apertura e lungimiranza; più collaborazione e più prossimità territoriale. Questo è il “popolo del fare impresa” a cui tutti – e non solo noi che particolarmente lo rappresen-

tiamo – oggi riconoscono una crescente capacità di giocare un ruolo prezioso nel futuro del Paese, tanto sul piano dello sviluppo economico, quanto sul piano della dinamica sociale. Un ruolo nutrito dall’impegno al rischio, al lavoro duro, al merito, alla legittimazione del territorio e delle sue eccellenze, ed aperto ai grandi temi della modernità: efficienza ed innovazione continuata, internazionalizzazione e terziarizzazione. Piccole e medie imprese ed impresa diffusa sono, dunque, tutt’altro che anomalia o contraddizione, eccezione o marginalità rispetto alla modernità. In Italia come in Europa. L’Europa lo ha riconosciuto con lo Small Business Act, fatto proprio anche dal nostro Paese. Ha cioè riconosciuto la necessità di politiche dedicate alle PMI come condizione fondamentale per la loro crescita e, in questo modo, per il loro contributo ad un realistico perseguimento degli obiettivi di Lisbona, per come riletto – proprio alla luce della “lezione” della crisi e delle prospettive del dopocrisi – attraverso le proposte di Europa 2020. Ma il “pensare anzitutto al piccolo” dello Small Business Act non è né un anacronistico ri-

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PRIMO PIANO

pil delle regioni italiane: cresce il centro, resta il divario nord-sud

A livello generale, Pil a +0,7% nel 2010 e +1% nel 2011. Ecco come è cambiato negli anni piegamento su orizzonti localistici rispetto allo scenario difficile ed inquieto della globalizzazione, né l’evocazione di politiche da “riserva indiana”. E’ invece l’impegno a far sì che, ad ogni livello della scala dimensionale, le imprese possano ricercare maggiore efficienza e crescere. Crescere singolarmente ed attraverso aggregazioni di gruppo e di rete, relazioni di distretto e di filiera. Senza “riserve indiane”: né per le PMI, né per i “campioni nazionali”. Questi i principi, i valori ispiratori di buone politiche per le PMI italiane: la tutela rigorosa della legalità e della sicurezza e l’efficienza della giustizia contro ogni forma di criminalità e come fondamentale pre-requisito di crescita e di sviluppo; il pluralismo imprenditoriale – cioè la vitale compresenza di imprese piccole, medie e grandi - come esito e come condizione strutturale di democrazia economica; l’apertura dei mercati e l’attenzione alle ragioni dei consumatori fondate su una concorrenza a parità di regole; l’impegno per lo sviluppo territoriale e per una maggiore competitività dell’intero sistema-Paese. Sono i principi, i valori di un’Italia che – a volte quasi nonostante tutto – mantiene fortissima la voglia di fare impresa. E’ l’Italia dell’economia reale, che intende affrontare sino in fondo il problema del rafforzamento della produttività. Facendo la propria parte e sollecitando l’avanzamento concreto dell’agenda delle riforme. Le riforme istituzionali necessarie per il migliore funzionamento del circuito della decisione politica ed amministrativa. Le riforme economiche e sociali necessarie per un’Italia più ambiziosa: per un’Italia che voglia costruirsi un futuro più prospero e più giusto. I capitoli dell’agenda delle riforme sono, peraltro, notissimi. Qui ed

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LUGLIO AGOSTO 2010

Cresce la ricchezza prodotta dalle regioni del Centro Italia con una quota, rispetto al totale nazionale, che passa dal 21% del 1995 al 21,6% del 2007 e con una previsione al 2011 pari al 22,1%; nello stesso periodo, a dinamiche sostanzialmente stabili sia del Mezzogiorno che del Nord-Est, si accompagna una riduzione della quota di Pil proveniente dal Nord-Ovest che passa dal 32,7% del 1995 al 31,6% previsto per il 2011; un calo complessivo dell’1,1%, dunque, che corrisponde esattamente a quanto “guadagnato” dal Centro anche per effetto di una maggiore presenza dei servizi di mercato che caratterizza questa macroarea; e se il biennio di crisi 2008-2009 ha investito, in particolare, le regioni dell’ex triangolo industriale e quelle più orientate all’export riducendone il Pil, in termini di ricchezza prodotta si conferma il divario Nord-Sud sintetizzato dal dato della regione meno produttiva del Nord, la Liguria, che registra un Pil pro capite superiore di un quarto a quello della regione più produttiva del Sud, l’Abruzzo; in termini assoluti, Val d’Aosta, Lombardia, Trentino ed Emilia Romagna sono le regioni con il maggior prodotto pro capite (in tutti i casi oltre i 32.000 euro), all’estremo opposto Campania e Calabria con meno di 17.000 euro; un gap, quello del Mezzogiorno rispetto al resto del Paese, derivante anche dalle debolezze strutturali di quest’area che, sebbene risulti quella con la maggiore riduzione di Pil nel 2008 (-1,7% rispetto al –1,3% nazionale), è quella che, però, nel 2009, ha limitato gli effetti della crisi (-4,1% rispetto al –5% nazionale). Questi i principali risultati che emergono dal Rapporto dell’Ufficio Studi di ConfcommercioImprese per l’Italia “Aggiornamento delle analisi e delle previsioni del Pil nelle regioni italiane” (il Rapporto è consultabile integralmente sul sito www.confcommercio.it). La prima evidenza di lungo termine è il rafforzamento della quota di Pil proveniente dalle regioni del Centro. Nonostante il prodotto medio per occupato nel macro-settore dei servizi mostri una dinamica piuttosto piatta, nelle aree del Paese nelle quali è preponderante il peso del terziario di mercato, quindi anche a prescindere dalla presenza dei servizi erogati dalla Pubblica Amministrazione, le performance aggregate del sistema economico sono superiori rispetto alla media. Ciò accade anche durante i momenti critici: nel periodo 2008-2011, cioè il periodo recessivo che origina nel 2008, cui segue la debole ripresa del 2010-2011, il Pil del Centro passa in quota sul dato nazionale dal 21,6% al 22,1%, oltre un punto in più rispetto al 1995. La regione con il maggior prodotto pro capite è la Val d’Aosta, che però negli ultimi quindici anni ha palesato tassi di crescita tra i peggiori nell’ambito dei diversi territori. Al secondo posto si colloca la Lombardia, seguita dal Trentino e dall’Emilia Romagna. Poi il Lazio, che supera il Veneto. In fondo alla graduatoria si trovano senza sorprese le regioni del Sud. Lo stacco è notevole in quanto la regione meno produttiva del Nord - la

Il Pil nelle regioni italiane (valori pro capite in euro, anno 2007) Regione Valle d’Aosta Lombardia Trentino A.A. Emilia Romagna Lazio Veneto Friuli V.G. Piemonte Toscana Liguria Marche Umbria Abruzzo Sardegna Molise Basilicata Sicilia Puglia Calabria Campania

Pil pro capite corrente 33.496 33.447 32.438 32.156 30.327 30.268 29.252 28.586 28.439 26.843 26.521 24.505 21.646 20.190 19.885 18.693 17.170 17.106 16.894 16.879

Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat.

Liguria - ha comunque un prodotto pro capite di oltre il 24% superiore a quello della regione più produttiva del Mezzogiorno (l’Abruzzo). La produttività media del Mezzogiorno risulta pari al 56,2% di quella del Nord-ovest, ma spostando il confronto a livello regionale la situazione è anche peggiore: il Pil pro capite della regione meno produttiva (la Campania), non riesce ad andare oltre il 50% del reddito medio di quella più produttiva (la Val d’Aosta). La dicotomia Nord-Sud, quindi, c’è e rimane. La dimensione del crollo delle esportazioni si vede bene dalle riduzioni di Pil tanto nel 2008 quanto nel 2009, che ha interessato le regioni dell’ex triangolo industriale e quelle maggiormente orientate ai mercati esteri, con forte presenza di distretti dedicati al made-in, come nel caso delle Marche. Il Mezzogiorno a causa delle note debolezze strutturali ha perso di più nel 2008, ma la presenza di un’elevata frazione di occupati dipendenti in generale e nella Pubblica Amministrazione in particolare, ha limitato l’impatto della crisi nel 2009. Nel biennio 2010-2011 il Mezzogiorno mostrerà comunque tassi di variazione del prodotto lordo inferiori a quelli della media Italia. Il Lazio, la Toscana, l’Emilia Romagna e la Lombardia dovrebbero rispondere un po’ meglio delle altre regioni in termini di intensità della ripresa, comunque debole, fattore che accomuna tutte le aree del Paese. Anche nel 2011 si dovrebbe confermare la maggiore vivacità del Centro, trainato dalla maggiore presenza di terziario di mercato rispetto al resto dell’Italia.


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PRIMO PIANO

oggi, ci preme soprattutto ribadire, sul piano del metodo, l’importanza, ai fini del concreto avanzamento di questa agenda, della ricerca della maggiore convergenza tra le istituzioni, le forze politiche, le forze economiche e sociali. E, sul piano del merito, l’importanza – nel quadro del federalismo istituzionale e fiscale che verrà – della qualità della collaborazione, e di più della cooperazione, tra funzione pubblica ed iniziativa organizzata dei privati, anche ai fini di una decisa semplificazione del sistema amministrativo e della riduzione degli oneri burocratici. Così come della collaborazione, e di più della cooperazione, tra impresa e lavoro. Sono infatti queste virtuose “complicità” – tra pubblico e privato, tra impresa e lavoro – ad essere determinanti, oggi e nel futuro prossimo venturo, per la definizione di una piattaforma delle regole che sospinga, nel nostro Paese, merito e talento, innovazione e produttività, crescita e mobilità sociale, competitività e coesione territoriale. Regole per il controllo rigoroso degli andamenti della finanza pubblica e per la riduzione del de-

bito, ma anche per un sistema di tempi di pagamento più “europei”. Regole per un federalismo che sia occasione di maggiore produttività della funzione pubblica e della spesa pubblica, e di riduzione della pressione fiscale complessiva in parallelo al contrasto e recupero di evasione ed elusione. Regole per un federalismo pro-competitivo e responsabilmente solidale, e che sia così occasione di maggiore crescita e sviluppo per l’intero Paese, a partire dal Mezzogiorno. Regole per il completamento del circuito della flexicurity attraverso la riforma degli ammortizzatori sociali e la qualità dei processi di formazione continua, e per una sicurezza sociale responsabilmente e saldamente fondata sul lavoro, su più lavoro, e che, in questo modo, divenga più inclusiva e finanziariamente più sostenibile. Regole per la valorizzazione del merito e del talento: nella scuola e nell’Università come nel mercato del lavoro. Regole per una piena integrazione tra politica industriale e politica per i servizi, costruita sulla centralità dell’innovazione e degli investimenti infrastrutturali, sulla valorizzazione dell’identità italiana e

sul ruolo propulsivo della risorsaturismo, sulla riduzione del costo dell’energia e sulle nuove opportunità della green-economy. Fare avanzare il cantiere delle riforme, condividere ed applicare queste regole è – ancora una volta – una responsabilità condivisa. E che richiede, in particolare, la volontà e la capacità di sottrarre le scelte alla logica della massimizzazione dei ritorni a breve, alla “dittatura del breve termine”. Per quel che più direttamente ci riguarda, significa anche andare oltre un modello di rappresentanza degli interessi delle imprese troppo frammentato: per classi dimensionali, per logiche settoriali, per anacronistiche appartenenze politiche originarie. Significa, in positivo, ricomporre questa frammentazione per fare anzitutto valere il contributo delle imprese del territorio alla coesione ed alla vitalità collettiva dell’Italia. Da tempo, lavoriamo insieme. Ed è stato un lavoro concreto ed importante. Sappiamo, però, che occorre fare di più e meglio. Di più e meglio per dare voce comune, identità e visibilità, capacità di rappresentanza e di rappre-

sentazione alle imprese del territorio, al “popolo del fare impresa”. E’ questa, oggi, la nostra fondamentale assunzione di responsabilità. Per questo, oggi, pensiamo che sia necessario aprire una nuova fase. Una fase in cui il nostro lavorare insieme assuma forme organizzativamente più stabili e strutturate, acquisisca contenuti programmaticamente più impegnativi, si misuri con obiettivi più ambiziosi. Quelli necessari per un’Italia che, tutta insieme, voglia crescere di più e meglio. Per questo, oggi, nasce Rete Imprese Italia. Questa è, in definitiva, la nostra ambizione: modernizzare la rappresentanza delle imprese per modernizzare l’economia e la società italiana. Vogliamo farlo in nome delle buone ragioni dell’economia reale e del lavoro del nostro Paese. Possiamo farlo, perché realmente rappresentiamo larga parte di questa economia reale. Dobbiamo farlo, perché l’Italia tutta – a partire dalle imprese che rappresentiamo – merita un futuro migliore. ■ testo dell’intervento di presentazione di Rete Imprese Italia di Carlo Sangalli, presidente Confcommercio - Imprese per l’Italia


PRIMO PIANO

Imprese: lo sguardo

è già oltre la crisi

Le aziende italiane crescono di 47mila unità tra aprile e giugno: si consolida la ripresa delle iscrizioni e continua il calo delle cessazioni

S

egnali di fiducia più robusti dal sistema imprenditoriale italiano che ha ripreso a guardare in avanti e a scommettere sul mercato. Si può leggere in questa chiave il dato positivo che emerge dalla rilevazione sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel secondo trimestre dell’anno fotografati attraverso Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta per Unioncamere da InfoCamere – la società consortile di informatica delle Camere di Commercio italiane - e disponibile all’indirizzo www. infocamere.it. Tra l’aprile e il giugno scorso, infatti, il bilancio anagrafico delle imprese italiane è stato positivo per 47.221 unità (lo 0,78% in più). Si tratta del

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Unione

LUGLIO AGOSTO 2010

miglior risultato nel II trimestre degli ultimi otto anni, dopo quello del 2004 (che risultò maggiore di 2.013 unità). Il saldo del trimestre è frutto di un significativo aumento delle nuove iscrizioni, pari a 107.306 unità (9.465 in più rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente) e di una più significativa diminuzione delle cessazioni, scese a 60.085 unità (9.750 in meno di quelle del II trimestre 2009). Il gioco dei due flussi riporta così il tasso di crescita del periodo (+0,78%) ad avvi-

cinarsi ai valori del 2004 e del 2005, superando la serie poco brillante degli ultimi quattro anni. In particolare, è da notare come mentre il flusso delle nuove iscrizioni appare consolidarsi su livelli ‘normali’, quello delle cessazioni stia perdendo il carattere ‘emorragico’ degli ultimi due anni, per ritornare ad un ritmo più fisiologico dei ricambi e delle sostituzioni. Continua infine ad allargarsi - seppure restando in termini numerici molto contenuti - l’area delle imprese a

Tra l’aprile e il giugno scorso il bilancio anagrafico delle imprese italiane è stato positivo per 47.221 unità: il miglior risultato degli ultimi otto anni

rischio chiusura come conseguenza dell’apertura di procedure fallimentari. Nel secondo trimestre del 2010 sono state 3.505 le aziende che hanno portato i libri in tribunale, a fronte delle 2.897 che avevano fatto lo stesso nel corrispondente periodo del 2009, facendo passare l’indicatore di riferimento dallo 0,48 allo 0,57 ogni mille imprese registrate.

IL QUADRO GENERALE Nei due universi presi in esame – l’universo delle imprese registrate prese nel loro insieme e quello delle imprese artigiane - si manifestano le vicende del complesso contesto economico: da un lato la sostanziale stabilità del periodo 2004-2007, dall’altro la turbolenza dell’ultimo triennio che va dagli inizi del 2008 ad oggi. La stessa tabella mostra, inoltre, come le dina-



PRIMO PIANO

Totale imprese 40.251

Tasso di iscrizione 1,67%

Tasso di crescita 0,74%

49.234

2,00%

0,90%

73.618

42.439

1,94%

0,84%

109.599

68.838

40.761

1,81%

0,67%

116.338

76.041

40.297

1,90%

0,66%

2008

112.550

75.681

36.869

1,84%

0,61%

2009

97.841

69.835

28.006

1,61%

0,46%

2010

107.306

60.085

47.221

1,77%

0,78%

ANNO

LE FORME GIURIDICHE In termini assoluti, il bilancio positivo del trimestre è stato determinato principalmente dalle ditte individuali (+22.254 unità) e dalle società di capitali (+16.602). In Un’azienda giovane, naturalmente orientata verso qualità, innovazione e soddisfazione dei clienti. Con un Equipe di oltre 70 persone al vostro servizio.

Cessazioni

Saldi

2003

97.013

56.762

2004

118.217

68.983

2005

116.057

2006 2007

Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese

Nati-mortalità delle imprese per grandi circoscrizioni territoriali Registrate al 30.06.2009 1.610.889

Iscrizioni

Cessazioni

Saldo

NORD-OVEST

29.365

16.180

13.185

NORD-EST

20.325

11.051

9.274

1.200.834

CENTRO

23.682

12.882

10.800

1.283.603

SUD E ISOLE

33.934

19.972

13.962

2.004.473

ITALIA

107.306

60.085

47.221

6.099.799

Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese

termini relativi, queste ultime mostrano inoltre di essere la forma giuridica più dinamica (+1,26% il tasso di crescita trimestrale, in significativo rialzo rispetto alla performance del II trimestre 2009 quando fu dell’1,08%).

LE DINAMICHE TERRITORIALI L’esame dei dati disaggregati in base alle quattro grandi circoscrizioni territoriali ci dice in primo luogo che, almeno in termini di demografia delle imprese, tutte e quattro le circoscrizioni hanno fatto registrare

un tasso di crescita più elevato di quello misurato nel corrispondente trimestre dello scorso anno. I migliori risultati del trimestre si registrano nella circoscrizione Centro che spiega il 22,87% del saldo complessivo, superiore di 1,83 punti percentuali al peso che le imprese

illuminiamo il presente, progettiamo il futuro Azienda certificata ISO 9001:2008 e attestazione SOA

miche dei due universi siano piuttosto diverse e, nel caso delle imprese artigiane, caratterizzate da più ampie oscillazioni. Ancora più marcata la divergenza dei comportamenti nel caso dei saldi. Mentre per il totale delle imprese fra il 2004 e il 2007 il saldo scende del 18,2%, per imprese artigiane invece sale del 4,5%. Per il periodo 2007-2009 (quello più marcato dalle turbolenze della crisi), il saldo delle imprese complessivamente considerate scende del 30,5%, mentre per le imprese artigiane pur restando su valori assoluti positivi diminuisce addirittura del 91,9%.

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PRIMO PIANO

delle regioni che ne fanno parte (21,0%) hanno sul totale delle imprese italiane. Subito dopo viene il Nord-Ovest il cui contributo al saldo (27,9%) supera di 1,51 punti percentuali il peso della circoscrizione (26,4%) sul totale delle imprese italiane. Il Nord-Est in pratica si trova in equilibrio, dato che la differenza fra peso del saldo e peso dello stock è negativo per un valore irrilevante (-0,05%). Il Mezzogiorno, pur sempre in crescita, apporta un contributo al saldo pari solo al 29,6%, inferiore di 3,3 punti percentuali al peso (32,9%) che le imprese delle regioni merdionali e insulari hanno nel determinare il volume totale delle imprese italiane.

LE DINAMICHE SETTORIALI Quantomeno in termini di demografia delle imprese, le variazioni dello stock mostrano che la ripresa è attiva, anche se con una distribuzione settoriale non uniforme. A

differenza del precedente trimestre, infatti, i dati ci dicono che le variazioni degli stock risultano negative solo in tre settori su ventuno, tutti poco significativi per numerosità e del tutto insignificanti per entità (-6 unità in tutto). In termini relativi, otto sezioni su ventuno (energia, alberghi e ristoranti, informazione e comunicazione, attività immobiliari, attività professionali scientifiche e tecniche, noleggio agenzie di viaggio e servizi alle imprese, istruzione, sanità, attività artistiche sportive e di intrattenimento), hanno fatto registrare un tasso di variazio-

ne superiore a quello medio nazionale. Ad esse va il merito di avere concorso più degli altri (per la precisione per il 27,5%) al saldo attivo del periodo, pur rappresentando soltanto il 15,7% dell’universo complessivo delle imprese. In confronto, due settori come le Costruzioni e il Commercio che insieme pesano per il 44,2% sul totale delle imprese italiane hanno generato un saldo attivo pari solamente al 33,9%.

L’ANDAMENTO DEI FALLIMENTI L’andamento delle aperture di procedure fallimentari

nel trimestre, indica come le ‘tossine’ introdotte dalla crisi nell’organismo del sistema delle imprese siano ancora in circolazione e continuino a produrre i loro effetti dannosi. Non tanto sulle imprese – l’indice di fallimento, infatti, resta ancorato a valori estremamente contenuti, in media di poco superiori a 0,5 nuove procedure fallimentari aperte ogni mille imprese registrate – quanto per le possibili ripercussioni sull’occupazione e sul territorio. Ciò detto, analizzando la serie storica dei secondi trimestri degli ultimi quattro anni, si osserva la crescita nel tempo dell’indicatore per tutte le tipologie di forme giuridiche, con un incidenza ovviamente maggiore per quanto riguarda le società di capitale (per le quali, nei quattro anni considerati, l’indicatore è passato dall’1,05 all’1,78 per mille), e per le cosiddette “altre forme”, passate dallo 0,81 allo 0,99 per mille. ■

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TASSE E TRIBUTI

Diritti del contribuente:

a che punto siamo?

Lo Statuto, un riuscito strumento di lavoro che fissa doveri dell’amministrazione e diritti del contribuente, riconoscendo a quest’ultimo varie garanzie, tra cui quella di potersi avvalere di un “Garante del contribuente” a tutela dei suoi diritti.

È

stata la legge 212 dell’anno 2000. Ma tutti, addetti ai lavori e non, la conoscono come lo “Statuto dei diritti del contribuente”, un riuscito strumento di lavoro che fissa chiaramente doveri dell’amministrazione e diritti del contribuente, riconoscendo a quest’ultimo tutta una serie di garanzie, tra cui quella di potersi avvalere di un “Garante del contribuente”, sorta di difensore civico cui sono affidate diverse funzioni di tutela dei diritti. Lo Statuto dei diritti del contribuente non nasce certo ieri. Il primo progetto in materia, presentato alla Camera

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dei Deputati addirittura nel ’90, era articolato, come negli altri che seguirono negli anni, come una proposta di legge costituzionale, che cioè prevedeva la modifica di uno o più articoli della Costituzione, operazione estremamente difficoltosa da portare a termine. Questo aiuta a capire perché i vari disegni di legge finirono tutti in un nulla di fatto fino al ’96, quando ven-

ne presentato dall’allora Ministro delle finanze una proposta di legge ordinaria, destinata poi ad assorbire anche tutti gli altri progetti parlamentari. Durante la gestazione dello statuto, l’amministrazione finanziaria andava intanto compiendo una sorta di rivoluzione, facilitata dall’uso delle nuove tecnologie. Sono gli anni in cui nascono il fi-

La parte, in un certo senso più innovativa, dello Statuto stabilisce dei vincoli per l’amministrazione, che si caratterizzano come diritti del contribuente

sco telematico, la dichiarazione unica, le compensazioni, un sistema di comunicazione con i contribuenti in grado di rendere più trasparente la liquidazione delle dichiarazioni. Inoltre, si introduce l’interpello, si vara l’autotutela, si generalizza il ravvedimento, si porta a regime l’accertamento con adesione, si riforma e si umanizza la disciplina delle sanzioni. L’obiettivo dello Statuto è stato fin dall’inizio quello di creare un momento di mediazione tra Agenzia delle Entrate e contribuenti. La parte in un certo senso più rivoluzionaria, almeno per i parametri italiani dove contribuenti e consumatori vestono spesso i panni delle vittime sacrificali, è sicuramente quella che



TASSE E TRIBUTI

un’analisi dettagliata

lo statuto del contribuente

Capire e saper utilizzare un importante strumento a tutela di cittadini e imprese italiane

stabilisce dei vincoli per l’amministrazione che finiscono per caratterizzarsi come diritti del contribuente. A tutela del quale la legge ha introdotto una serie molto ampia di vincoli, sia nei confronti del Parlamento (chiarezza delle disposizioni legislative, non retroattività delle norme tributarie, “neutralità” dei primi 90 giorni ai fini dell’entrata in vigore di nuovi adempimenti, divieto di decreti-legge per l’istituzione di nuovi tributi) sia dell’amministrazione finanziaria. Questo incrocio di diritti-doveri ha avuto il merito di creare un clima di reciproca collaborazione tra i due “contendenti”. Anche grazie, occorre dirlo, all’impegno profuso dall’agenzia delle Entrate per semplificare il proprio linguaggio, al fine di comunicare in modo chiaro con il contribuente. Il risultato è che i testi prodotti sono ora quasi sempre di facile lettura, scritti con una sintassi semplice e un lessico comprensibile anche ai non esperti di cose tributarie. Un successo si sta rivelando il principio del diritto al-

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Diritto all’informazione È compito dell’amministrazione finanziaria garantire la circolarità delle informazioni, utilizzando ogni possibile mezzo per diffonderle tempestivamente. Circolari, risoluzioni, decreti e ogni altro possibile atto devono essere facilmente reperibili e consultabili da parte del contribuente, anche attraverso un servizio di informazione elettronica gratuito e interattivo. Diritto alla conoscenza degli atti e alla trasparenza L’amministrazione deve fare in modo che il contribuente venga a conoscenza degli atti che lo riguardano, provvedendo a comunicarglieli nel luogo di effettivo domicilio e operando con le dovute cautele perchè del contenuto degli atti ne venga a conoscenza il solo contribuente interessato. Prima di procedere a iscrizioni a ruolo o di negare un rimborso, nel caso sussistessero incertezze l’amministrazione deve invitare il contribuente a fornire i chiarimenti necessari entro 30 giorni dalla richiesta. In ogni caso al contribuente non possono essere richiesti documenti già in possesso dell’amministrazione finanziaria o di altre amministrazioni pubbliche. Diritto alla “rimessione” in termini In caso di eventi eccezionali, imprevedibili o di forza maggiore il ministro dell’economia può autorizzare la sospensione o il differimento dei termini per l’adempimento degli obblighi tributari. Diritto alla chiarezza e alla motivazione degli atti Tutti gli atti di accertamento o liquidazione dei tributi devono essere motivati, indicando le ragioni che l’hanno determinato. Nel caso la motivazione faccia riferimento ad un altro atto non conosciuto e non ricevuto dal contribuente, questo deve essere allegato all’atto che lo richiama, pena l’annullamento dell’atto, salvo che quest’ultimo non ne riproduca il contenuto essenziale. Viene ribadito l’obbligo di indicare negli atti: le autorità a cui ricorrere, i termini e le modalità del ricorso, l’organo competente a riesaminare l’atto in sede di autotutela (organo che peraltro si identifica, come è noto, con lo stesso ufficio che ha emesso l’atto). Diritto all’integrità patrimoniale Una volta accertato in modo definitivo che l’imposta non era dovuta o era dovuta in misura minore di quella accertata, il fisco è tenuto a rimborsare il costo della fideiussione che il contribuente ha dovuto chiedere per ottenere la sospensione del pagamento, la rateizzazione o il rimborso. Tutela dell’affidamento e della buona fede I rapporti tra contribuente e amministrazione sono improntati al principio della collaborazione

e della buona fede. Non possono essere applicate sanzioni al contribuente che ha seguito le indicazioni dell’amministrazione o in relazione a comportamenti derivati da ritardi, omissioni od errori dell’amministrazione o quando la violazione dipende da obiettive condizioni di incertezza sull’applicazione della norma tributaria. Diritto di Interpello Al contribuente che pone quesiti sull’applicazione di disposizioni tributarie ad un caso nel quale sussistano obiettive condizioni di incertezza, l’amministrazione finanziaria deve rispondere entro 120 giorni. Diritti del contribuente sottoposto a verifica Le verifiche esterne devono essere svolte sulla base di esigenze effettive, in modo da recare il minimo intralcio all’attività del contribuente e possono durare al massimo 30 giorni, prorogabili per altri 30 in casi di particolare complessità. Il contribuente che ritiene che i verificatori stiano procedendo con modalità non conformi alla legge può rivolgersi al Garante del contribuente. Garante del contribuente Il “Garante del contribuente” (istituito presso la direzione regionale dell’Agenzia delle entrate) è uno strumento di tutela per i contribuenti e di mediazione tra i cittadini e l’amministrazione finanziaria. È composto da tre membri scelti fra altrettante categorie di soggetti particolarmente vicine ai problemi fiscali: magistrati, docenti universitari, notai (in questa categoria viene scelto il Presidente); dirigenti dell’amministrazione finanziaria o alti ufficiali della Guardia di finanza, a riposo da almeno due anni; avvocati, commercialisti, ragionieri, anch’essi a riposo e indicati dai rispettivi ordini professionali. Il Garante, sulla base di segnalazioni inoltrate per iscritto dal contribuente o da qualsiasi altro soggetto interessato: - può richiedere documenti e chiarimenti agli uffici, tenuti a rispondere entro trenta giorni; - rivolge, a tutela del contribuente, raccomandazioni ai dirigenti degli uffici, richiamandoli al rispetto delle norme dello Statuto o dei termini dei rimborsi d’imposta; - controlla l’agibilità al pubblico degli uffici e la funzionalità dei servizi di informazione e assistenza; attiva l’autotutela; - segnala norme o comportamenti suscettibili di produrre pregiudizio per i contribuenti; - presenta una relazione semestrale al ministro dell’economia e una annuale a governo e parlamento sull’attività svolta, fornendo notizie e dati sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti. Norme interpretative Il ricorso a norme interpretative in materia tri-


Il TASSE Bilancio E TRIBUTI 2009

butaria è ammesso solo in casi eccezionali e con legge ordinaria. Entrata in vigore Le modifiche riguardanti i tributi periodici si applicano solo a partire dal periodo di imposta successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore delle leggi che le prevedono. In ogni caso, le norme non possono imporre ai contribuenti adempimenti che scadano prima di 60 giorni dalla loro entrata in vigore. Non è consentito prorogare i termini di prescrizione e decadenza per gli accertamenti di imposta. Decreti Legge L’istituzione di nuovi tributi non può essere disposta con decreto legge. Chiarezza delle disposizioni tributarie Il titolo di una legge (o atto assimilato) che contiene disposizioni tributarie deve essere esplicito e contenere la citazione dell’oggetto nel titolo stesso. Le leggi che non hanno un oggetto tributario non possono contenere disposizioni in materia, fatte salve quelle strettamente inerenti all’oggetto della legge medesima. Se è necessario richiamare altre disposizioni, sarà doveroso indicare sinteticamente il contenuto della disposizione che si intende richiamare. Se vengono introdotte delle disposizioni che modificano una legge tributaria bisognerà adeguarsi e riportare il testo conseguentemente modificato. Come attivare i diritti dello Statuto Molti dei diritti dello Statuto possono essere attivati dal contribuente, anche rivolgendosi direttamente all’amministrazione. Il contribuente può: - recarsi presso gli uffici finanziari, chiedendo che venga messa a sua disposizione la normativa vi-

gente in materia tributaria (in questo caso gli uffici potranno assisterlo nella ricerca delle norme che gli interessano, eventualmente consentendogli di collegarsi al sito Internet dove la normativa è riportata); - rivolgere all’Agenzia un quesito (interpello) e, nel caso l’amministrazione non rispondesse entro 120 giorni, procedere come da richiesta; - rivolgersi per iscritto al direttore regionale delle Entrate e/o al Garante del contribuente, per segnalare carenze o irregolarità nell’applicazione della normativa, nello svolgimento delle verifiche fiscali, nell’assistenza ai contribuenti, nel funzionamento degli uffici, nell’erogazione dei rimborsi; eccepire per iscritto (e se necessario in giudizio davanti alle Commissioni tributarie) la nullità di atti o cartelle di pagamento mancanti della motivazione o degli altri requisiti prescritti dallo Statuto; - contestare le richieste da parte dell’amministrazione finanziaria, di atti e documenti che sono già in possesso suo o di altre amministrazioni; - contestare sanzioni che gli sono state applicate per avere seguito le indicazioni date all’amministrazione, se la causa del suo comportamento è dovuta a ritardi, omissioni od errori dell’amministrazione o quando la violazione dipende da obiettive condizioni di incertezza sull’interpretazione delle norme; - sapere, in caso di verifica fiscale, le ragioni che l’hanno giustificata; - pretendere che delle sue osservazioni sia dato atto nel processo verbale; - comunicare entro 60 giorni all’Agenzia delle Entrate osservazioni sul verbale di chiusura della verifica rilasciato dagli operatori.

l’informazione e di Interpello. Riguardo al primo, l’amministrazione fiscale ha attivato vari strumenti telematici (web mail, sms, cassetto fiscale e rivista telematica) che hanno consentito di migliorare e velocizzare i canali di dialogo con l’utenza. Quanto al secondo, l’amministrazione ha accolto il bisogno del contribuente di fare chiarezza sulle disposizioni fiscali ed ha ampliato la platea di riferimento dell’Interpello, rendendolo più vicino alle esigenze dei contribuenti. ■

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CREDITO

Prospettive del credito:

la crisi e la ripresa

In un momento ancora incerto, la Banca di Trento e Bolzano fa il punto sugli strumenti messi a disposizione delle imprese

I

due anni appena trascorsi sono stati un periodo molto difficile per l’economia mondiale e le difficoltà hanno interessato senza distinzioni tutti i settori. Ancora oggi, che qualche timido segnale di ripresa sembra manifestarsi, non possiamo certo dire di essere al riparo da sorprese. Per quanto riguarda i settori del commercio e del turismo il consolidamento della ripresa dovrà passare per una rinnovata fiducia dei consumatori ed un rilancio del loro potere d’acquisto. Il settore servizi, invece, può già giovarsi della nuova dinamicità delle imprese che si inizia ad intravedere. Questi due anni hanno mostrato che le soluzioni per fronteggiare la crisi ed uscirne rafforzati, sono principalmente tre: riassetto del debito, ovvero spostare a medio-lungo termine il proprio indebitamento non legato alle immediate esigenze dell’azienda; patrimonializzazione, ovvero rendere l’impresa meno dipendente da fattori esterni dotandola di un patrimonio proprio adeguato; innovazione, ovvero cambiare la propria attività agendo sull’organizzazione dell’azienda, sul ciclo produttivo o sulle modalità di proposta del prodotto sul mercato. Potrebbero sembrare concetti che si adattano alle grandi imprese piuttosto che alle piccole aziende o agli esercizi commerciali, ma a ben vedere non è così. Riassetto del debito, infatti, può significare an-

La presentazione dell’accordo tra BTB e Unione dello scorso febbraio

che trasformare in un piccolo mutuo l’acquisto di qualche pezzo dell’arredamento del negozio che era stato comperato con lo scoperto di conto. Innovazione può significare anche rivedere i criteri di esposizione della merce, rendere la vetrina più accattivante, puntare su un prodotto diverso, magari rinunciando ad un altro che non incontra più il gradimento del cliente. Il sostegno delle istituzioni non è mancato in questi mesi di crisi. A livello nazionale possiamo ricordare la moratoria sul debito delle aziende introdotta con l’Avviso Comune dell’agosto 2009, cui la Banca

di Trento e Bolzano ha prontamente aderito e che ha massicciamente pubblicizzato sul territorio attraverso incontri con le categorie ed una capillare informazione sulla clientela. è così che centinaia di clienti hanno potuto rinviare di 12 mesi la quota capitale dei loro mutui e prorogare fino a 270 giorni la scadenza dei loro debiti a Breve termine. A livello locale, poi, vanno ricordate le varie iniziative patrocinate dalla Provincia Autonoma di Trento, cui BTB ha aderito assieme alle altre maggiori banche locali ed ai Confidi provinciali, ossia le iniziative denominate il Riassetto Fa-

Questi anni hanno mostrato che le soluzioni per fronteggiare la crisi sono tre: riassetto del debito, patrimonializzazione, e innovazione

se I, Fase II e Fase III, nonchè il Prestito Partecipativo. Essi consentono quell’opera di consolidamento del debito e di rafforzamento patrimoniale con riduzione del peso degli oneri finanziari. Da non dimenticare poi l’importante accordo stipulato tra Intesa Sanpaolo e Confcommercio, con cui sono stati stanziati 3 miliardi di euro a favore delle imprese del commercio. Tale accordo è stato fatto proprio da BTB, che si è incaricata di tradurlo in iniziative concrete per il territorio, presentate durante l’incontro tenutosi preso UCTS lo scorso febbraio. Con quell’accordo la Banca ha messo a disposizione prima di tutto la propria competenza nel campo della consulenza alle imprese, prestata in tutto il Trentino grazie ai numerosi sportelli distribuiti sul nostro territorio. In più ha predisposto alcuni strumenti specifici che vanno ad affiancarsi ed a completare gli interventi pubblici. Gli sportelli BTB sono a disposizione degli associati dell’Unione per una consulenza personalizzata sulla loro attività e per la ricerca delle soluzioni migliori per soddisfare i loro bisogni. ■ a cura della Banca di Trento e Bolzano

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PE N SPL AN

Progettare nel presente

pensando al futuro Il ruolo di PensPlan nell’informazione sulla previdenza complementare in Trentino - Alto Adige

P

ensPlan è l’istituto regionale per la previdenza complementare. Istituito con la legge 3 del 1997 PensPlan ha come principale obiettivo quello di sensibilizzare la popolazione dell’esistenza del problema pensionistico/previdenziale. La Regione, nel promulgare questa legge, ha avviato sostanzialmente l’attività di informazione alla popolazione relativa al cosiddetto problema pensionistico e previdenziale.

Il problema pensionistico/ previdenziale L’articolo 38 della Costituzione italiana prevede che sia compito dello Stato mettere in atto delle politiche tali da assicurare ai lavoratori “mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infor-

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tunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.” Dal 1995 il sistema pensionistico italiano è stato oggetto di numerosi interventi, al fine di renderlo sostenibile e di mantenere al contempo il più possibile adeguata la copertura per i cittadini. Lo Stato è intervenuto effettuando tagli alla spesa per la previdenza obbligatoria, rivo-

luzionando il sistema da retributivo a contributivo, modificando l’età pensionabile, i coefficienti di calcolo delle pensioni, nonché le tempistiche legate alle finestre d’uscita, ma al contempo ha tentato di trasmettere un chiaro invito al concetto economico di sussistenza; ogni cittadino deve ritenersi, quanto meno in parte, responsabile del proprio futuro previdenziale. Da

Si ipotizza che per i lavoratori di prima occupazione successiva al 28 aprile 1993 questa forma di risparmio previdenziale potrebbe rappresentare una percentuale variabile tra il 30 e il 40% del reddito post-pensionamento.

qui nasce la decisione di sviluppare un sistema di incentivi fiscali e contrattuali per la costituzione di un fondo pensione complementare che, come dice il termine stesso, dovrà andare ad integrare la pensione obbligatoria erogata dallo Stato. Si ipotizza che per i lavoratori di prima occupazione successiva al 28 aprile 1993 questa forma di risparmio previdenziale potrebbe rappresentare una percentuale variabile tra il 30 e il 40% del reddito post-pensionamento. È facilmente comprensibile come sia importante informare la popolazione di questa problematica. Ancorchè di medio-lungo periodo da tale questione dipende il futuro reddituale – e quindi il benessere e la qualità dello stile di vita – di tutte le generazioni più giovani.



Quanto è stabile il tuo futuro? PensPlan on Tour, il modo migliore pe scoprirlo. PensPlan, progetto sociale per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare a carattere locale, sarà “on tour” in tutta la Regione per proseguire il suo compito di sensibilizzazione ed informazione in materia previdenziale EVENTI PensPlan: 4 SETTEMBRE 2010 - PensPlan on tour Cles, Corso Dante ore 9-13 9 SETTEMBRE 2010 - Serata informativa Malè, Sala del Cinema Teatro comunale – Via Noval, 5 ore 20.30 11 SETTEMBRE 2010 - PensPlan on tour Tione, Piazza C. Battisti ore 9-13 16 SETTEMBRE 2010 - Serata informativa Tione, Sala della Comunità delle Giudicarie - Via P. Gnesotti, 2 ore 20.30 18 SETTEMBRE 2010 - PensPlan on tour Cavalese, Piazza Verdi ore 9-13 23 SETTEMBRE 2010 - Serata informativa Cavalese, Sala della Biblioteca – Via G. Marconi, 6 ore 20.30 25 SETTEMBRE 2010 - PensPlan on tour Rovereto, Via Roma ore 9-13 30 SETTEMBRE 2010 - Serata informativa Rovereto, Aula Magna - Palazzo Istruzione Corso Bettini, 84 ore 20.30

pensplan on tour, la previdenza si mette in moto

Da settembre ad ottobre tanti incontri di informazione sul territorio per approfondire la conoscenza della previdenza complementare e per consulenze gratuite Per la Provincia di Trento è prevista la presenza di PensPlan nelle comunità di valle partendo da sabato 4 settembre fino a metà ottobre con le seguenti tappe: Valli di Non e Sole, Valli Giudicarie, Val di Fiemme, Vallagarina, Alta Valsugana, Bassa Valsugana e Tesino e Valle dell’Adige. La campagna PensPlan on tour prevede la presenza dell’“ufficio mobile della previdenza” a disposizione dell’intera cittadinanza nel luogo di maggiore affluenza del capoluogo il sabato mattina, mentre nel corso della settimana successiva si sposterà nelle principali località della stessa comunità di valle, per offrire informazioni sulla previdenza complementare e per invitare chi fosse interessato ad usufruire del servizio di consulenza previdenziale presso le sedi dei PensPlan Infopoint. L’iniziativa all’interno della comunità di valle prevede inoltre il giovedì sera alle ore 20.30 una manifestazione informativa sulla previdenza complementare. Maggiori informazioni si possono trovare in internet, sul sito di PensPlan, www.pensplan.com o sul sito dell’Unione all’indirizzo www.unione.tn.it.

2 oTToBRE 2010 - PensPlan on tour Pergine Valsugana, Piazza Fruet ore 9-13 7 oTToBRE 2010 - Serata informativa Borgo Valsugana, Sala Rossa – Piazzetta Ceschi, 1 ore 20.30 9 oTToBRE 2010 - PensPlan on tour Trento, Largo Carducci ore 9-13 14 oTToBRE 2010 - Serata informativa Lavis, Sala Convegni della Cantina – Via Nazionale/Piazzale conferimento uve ore 20.30

Segui tutti gli altri eventi online su www.pensplan.com

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L’Assessore regionale alla previdenza complementare, Martha Stocker, e il Presidente di PensPlan Centrum Spa, Prof. Gottfried Tappeiner


PENSPL AN

Attraverso questo “nuovo sistema previdenziale” viene data al cittadino la possibilità di mantenere l’attuale tenore di vita anche dopo il pensionamento: ognuno di noi sarà quindi chiamato a provvedere tempestivamente all’integrazione della pensione pubblica attraverso una forma di investimento aggiuntiva, basata sul ricorso al risparmio previdenziale del secondo pilastro e ove possibile anche del terzo. Il ruolo dei PensPlan Infopoint

Le due sedi informative di PensPlan di Trento e Bolzano rappresentano i principali punti informativi sul territorio. L’obiettivo di essere ancora più prossimi alla popolazione è stato tra i motivi dell’istituzione dei PensPlan Infopoint, sportelli informa-

tivi sulla previdenza complementare, presenti su tutto il territorio della Regione Trentino Alto Adige/Südtirol. Obiettivo comune dei PensPlan Infopoint è quello di offrire ad ogni cittadino un supporto informativo concreto, professionale e del tutto neutrale riguardo al sistema pensionistico ed alle diverse forme di previdenza complementare esistenti. Elemento centrale della consulenza presso il PensPlan Infopoint è il cosiddetto “questionario previdenziale”. Con questo strumento è possibile verificare gratuitamente, insieme ad un operatore

esperto e competente, il proprio grado di copertura previdenziale e quindi valutare le opportunità offerte dalla previdenza complementare. Sono più di 7 mila le persone che negli ultimi 3 anni hanno usufruito di una consulenza previdenziale gratuita. Queste hanno espresso un parere molto buono a favore dei servizi erogati dai PensPlan Infopoint. A dimostrarlo sono gli stessi dati del sondaggio svolto sulla qualità delle consulenze realizzate: gli utenti sono più che soddisfatti, sia per la qualità della consulenza ottenuta che per la competenza mostrata dagli operatori. ■

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I pilastri della previdenza Se la previdenza di tipo pubblico quindi non basta più, occorre pensare per tempo ad una fonte di reddito aggiuntiva che vi si vada ad affiancare. Nell’ambito della previdenza si fa spesso riferimento a “pilastri” sui quali costruire il proprio futuro. Le colonne portanti di questo sistema sono essenzialmente tre: • il sistema previdenziale pubblico e obbligatorio • le forme di previdenza complementare (o integrativa) • il risparmio privato individuale. Proprio il secondo pilastro, quello rappresentato dalla previdenza complementare, è finalizzato alla costituzione di una prestazione pensionistica integrativa, che va ad affiancarsi alla pensione pubblica.

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Verso una cultura

d’impresa femminile

La presidente di Terziario Donna Trento sottolinea l’assenza, in provincia di Trento, di uno strumento indispensabile: il Comitato camerale per l’imprenditoria femminile

M

ettere in luce l’eccellenza dell’imprenditoria femminile del terziario. Era questo l’obiettivo del premio «Fare creativo per vincere», istituito dai gruppi di Terziario Donna del Nord Est, la cui cerimonia di premiazione, individuati i progetti meritori, si terrà entro l’inizio di autunno. L’occasione del premio era venuta dopo che l’Unione Europea aveva deciso di dedicare il 2009 alla creatività; occasione colta al volo da alcuni gruppi di Terziario Donna del Nord Est per diffondere (come si legge nelle motivazioni del bando) “azioni positive” di orientamento alla leadership al femminile, la cultura del merito, per costruire massa critica, elemento pervasivo del miglior fare al femminile, e una cultura di rete poichè le imprenditrici del Terziario sono portatrici di una cultura delle relazioni. «Crediamo moltissimo – ci dice Rita Matano, presidente di Terziario Donna Trento – nell’idea di rete e di mettere insieme la piccola imprenditorialità femminile e le risorse attive sul territorio. Il premio è aperto sì alle associate ma anche alle imprese non associabili, appartenenti ad altri settori, proprio per sottolineare questo atteggiamento trasversale, requisito indispensabile per la promozione della cultura di impresa

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al femminile». Chiusi i termini per la partecipazione e in vista della cermionia di premiazione, è possibile fare un bilancio di questa esperienza? «Abbiamo sentito l’esigenza di creare un clima propositivo e proattivo, di buona pratica, con le nostre associate, per il piacere di sviluppare le capacità di dialogo e di fare sistema; il Premio è stato innanzitutto l’occasione

per confrontarsi, per mettere in moto quella circolazione delle idee che è alla base dei processi di crescita e sviluppo. Si tratta di un territorio ancora inesplorato, e il Premio rappresenta una delle prime iniziative in tal senso: abbiamo avuto progetti soddisfacenti e, soprattutto, abbiamo iniziato un percorso nuovo che noi sicuramente continueremo a percorrere ma che ci auguriamo possa essere continua-

«L’esperienza dei Comitati camerali nelle altre Province sta dimostrando la loro estrema utilità. Essi aiutano ad accrescere e a coltivare la consapevolezza di una cultura dell’imprenditorialità femminile»

to e ampliato anche da altri soggetti». Il riferimento, nemmeno troppo implicito, è ai Comitati camerali, istituiti in quasi tutte le Camere di commercio italiane e ancora assenti in provincia di Trento? «Diciamo, senza polemica, che l’esperienza dei Comitati camerali in altre province sta dimostrando la loro estrema utilità, anche in iniziative di questo tipo. Essi aiutano ad accrescere e a coltivare la consapevolezza di una cultura dell’imprenditorialità femminile. Oltre a questo, però, mettono in campo anche una serie di azioni e strumenti che promuovono e tutelano l’imprenditorialità femminile. Le imprenditrici trentine sentono l’esigenza di essere sostenute e tutelate, per non finire - come siamo oggi - all’ultimo posto nel tasso di femminilizzazione delle imprese in Italia: 19% contro la media italiana del 23,4%, secondo i dati Unioncamere del 2008. Siamo al penultimo posto. Per questo chiediamo attenzione e politiche mirate di incentivazione». Ad esempio? «Chiediamo di avere anche sul nostro territorio quegli strumenti che hanno dimostrato di saper dare energia e vigore all’imprenditorialità di genere femminile, per esempio attraverso finanziamenti e agevolazioni, ma soprattutto attraverso momenti di formazione, sportelli di orientamento e informazione, approfondimenti. Attività che poi non sono altro che gli


TERZIARIO DONNA

Comitato camerale, questo sconosciuto (ai trentini) Sono 98 i Comitati camerali per l’imprenditorialità femminile istituiti presso le 109 Camera di commercio d’Italia. Ci sono 11 coordinamenti regionali che hanno coinvolto di più di 1.000 professioniste. Il Trentino, assieme a pochissime altre province, nonostante le continue e ripetute sollecitazioni, è ancora privo di un Comitato. Ai sensi del Protocollo d’intesa tra Ministero e Unioncamere, il Comitato ha l’obiettivo di promuovere suggerimenti nell’ambito della programmazione delle attività camerali, che riguardino lo sviluppo e la qualificazione della presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria; deve promuovere indagini conoscitive sulla realtà imprenditoriale locale, anche con studi di settore, per individuare le opportunità di accesso e di promo-

obiettivi dei comitati camerali. In particolare sarebbero utili sistematici rapporti territoriali sul settore, un osservatorio che curi e diffonda i dati sulle imprese guidate da donne». La pubblica amministrazione, in questo senso, costituisce un buon esempio? «Devo notare con rammarico RRS side pag che il mezza proposito del GovernaRRS side mezza pag tore Dellai - fissato addirittura nel documento programmatico per la XIV legislatura - di introdurre il ‘quoziente rosa’ (del 33%) nei cda delle società

zione delle donne nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria in particolare; deve realizzare iniziative per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile, anche tramite specifiche attività di informazione, formazione imprenditoriale e professionale e servizi di assistenza manageriale mirata. Ha il compito anche di attivare iniziative per facilitare l’accesso al credito ed avvicinare le imprenditrici alle fonti di finanziamento, per curare la divulgazione delle iniziative e delle attività di ricerca e studio sullo Sviluppo Locale promosse dalle Camere di Commercio e di attivare un sistema di collaborazioni con enti pubblici e privati che sul territorio sono impegnati nella promozione delle pari opportunità e che svolgono attività di promozione e sostegno all’imprenditoria femminile in generale.

pubbliche, è stato ripetutamentura d’impresa femminile: sate disatteso, anche nella recenranno questi i temi più urgente stagione di nomine importi dei prossimi mesi? tanti. Ci auguriamo che la rotta «Certamente, ma dobbiamo venga invertita e si inizi a dare tenere sempre in prospettiva compimento alle politiche per due grandi temi sui quali l’iml’eliminiazione delle differenze prenditoria femminile e il terdi genere nel mondo del lavoziario del nostro Paese saranno ro e dell’economia. Anche pertenuti a confrontarsi: il passagché vediamo, nei momenti di gio generazionale e l’integraRRS side mezza pag congiuntura negativa, che le zione delle imprenditrici imimprese al femminile, pur famigrate. Due realtà sulle quacendo le debite premesse, reali si gioca il futuro di una parte giscono meglio. Ciò fa ben spesempre più importante nel sirare per il futuro». stema economico. Dovranno Comitati camerali, cda, culessere fatte serie politiche di

Rita Matano, presidente di Terziario Donna Trento. A fianco, il logo del premio Fare creativo per vincere.

sostegno, poiché sono fenomeni che dovranno essere governati e non potranno essere lasciati a sé. La mia impressione è che oggi non ci sia la giusta attenzione a questi temi; ed è un errore, poichè le potenzialità dell’imprenditoria femminile sono molte e potranno risultare decisive per l’economia del Paese. La cerimonia di premiazione di Fare creativo sarà l’occasione per fare il punto su questi temi con l’intervento delle più qualificate esperienze a livello nazionale». ■

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RICET TIVO

Tipologie ricettive e

azioni marketing

Dal Consiglio UNAT, un rinnovato impulso a favore dei sindacati di categoria e alcune valutazioni in merito alla promozione on line

L

o scorso 13 luglio si è riunito il Consiglio direttivo UNAT. L’incontro ha avuto come tema principale la ratifica dei sindacati di categoria previsti dall’art. 3 dello Statuto. Si tratta di un’azione fortemente voluta dai consiglieri UNAT per poter garantire la maggior rappresentatività possibile alle varie tipologie di ricettività facenti parte dell’Unione Albergatori del Trentino e riconosciute sotto la sua egida. In tal modo, ossia attraverso il formale riconoscimento delle peculiarità che contraddistinguono queste sotto-categorie, sarà per esse più facile portare avanti le proprie istanze e prerogative e dare loro una concreta attuazione. Nel dettaglio, sono stati ratificati i seguenti sindacati: Affittacamere, Residence - RTA - Cav (Rescasa Trentino), Appartamenti turistici (Trentino Appartamenti), Gestioni alberghiere connesse con l’albergo, Alberghi per la gioventù, Grandi alberghi, Bed & Breakfast, Rifugi, Villaggi turistici. Oltre a queste ratifiche si è anche provveduto a costituire il sindacato delle Strutture ricettive per anziani e quello Multiproprietà. In ossequio a quanto previsto dall’articolo 8 dello Statuto, e su proposta del Presidente, il Consiglio UNAT ha poi determinato gli ambiti di operatività delle Sezioni territoriali. In coda alla riunione, uno spunto molto interessante lo ha

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Unione

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Fulvio Pitscheider, consigliere UNAT della Sezione Val di Fassa

«La fortuna del Trentino non la fanno le grandi catene alberghiere bensì le piccole e adorabili strutture gestite direttamente dai proprietari che in quelle mura hanno messo la loro vita e il loro lavoro»

dato la lettura ai colleghi consiglieri da parte di Fulvio Pitscheider (Consigliere UNAT della Sezione Val di Fassa) di una missiva da questi inviata a Enzo Iori e Andrea Weiss (rispettivamente Presidente e Direttore APT Val di Fassa), a Tiziano Mellarini e a Maurizio Rossini (rispettivamente Presidente e Direttore Marketing di Trentino S.p.A.). La prima parte della lettera verteva sulle osservazioni fatte da Pitscheider in merito alla gestione di deskline, la nuova linea di vendita online adottata da Trentino Spa e recepita anche dall’Apt Val di Fassa. Egli fa notare di aver dovuto aderire, seppur controvoglia, al nuovo sistema deskline: in caso contrario la sua struttura non avrebbe goduto della visibilità sui portali collegati a questo programma subendone sicuramente un danno. Al momento dell’adesione il sistema prevedeva la possibilità di scegliere tra due distinte modalità di vendita: “diretta on-line” oppure “su conferma”. Successivamente però veniva unilateralmente ufficializzata la variazione del sistema di ven-


RICET TIVO

dita portandolo alla vendita diretta on-line per tutte le strutture. Tutto ciò senza nessuna preventiva autorizzazione da parte delle aziende che avevano scelto l’altra modalità. Queste aziende sono state dichiaratamente messe in secondo piano quando invece il portale di Trentino SpA dovrebbe promuovere il Trentino tutto senza discriminare una o l’altra attività. Il Booking Center Trentino SpA, essendo un ufficio di matrice provinciale, non dovrebbe dare precedenza ad alcuno se non rendendosi complice di concorrenza sleale e di favoritismi. Pitscheider ha dovuto amaramente constatare che gli operatori turistici si trovano a dover subire senza essere interpellati certe scelte che paiono fatte a pura tutela non dei nostri albergatori bensì del potenziale cliente. Un altro argomento trattato da Pitscheider nella lettera riguarda un progetto di promocommercializzazione rivolto ai mercati di Polonia e Rep. Ceca ed indirizzato esclusivamente ai titolari di alberghi 3s o 4 stelle. Al riguardo, egli non ritiene giustificato un investimento di € 300.000,00 per promuovere solamente 4 APT d’ambito che a loro volta promuovono solo 4 alberghi ciascuna, sostenendo che Trentino S.p.A. dovrebbe fare promozione per l’intero territorio trentino con le sue specifiche e i suoi prodotti. Anche la limitazione all’adesione ai soli alberghi 3s o 4 stelle non riscuote il favore di Pitscheider che è convinto che anche bellissime strutture di categorie più basse siano senz’altro in grado di servire chiunque in modo eccellente. La fortuna del Trentino, chiosa infine Pitscheider, non la fanno le grandi catene alberghiere bensì le piccole e adorabili strutture gestite direttamente dai proprietari che in quelle mura hanno messo la loro vita e il loro lavoro. Il testo integrale della lettera è consultabile sul sito di UNAT www.unat.it. ■

UNAT partner della fiera alberghiera “Hotel 2010”

A Bolzano dal 25 al 28 ottobre 2010. Una preziosa occasione per conoscere nuove tendenze e prodotti di settore “Hotel 2010”, fiera internazionale specializzata per Bolzano – Nonostante la congiuntura economica alberghi e gastronomia, nuovamente in scena a non sia stata delle più favorevoli per il mondo del Bolzano, luogo in cui regna una combinazione turismo e dell’ospitalità alberghiera, Hotel 2009 ha unica fra la cultura gastronomica mitteleuropea e registrato 16.850 visitatori e 523 aziende, con un quella italiana. Dal 25 al 28 ottobre 2010 Fiera Bolbuon grado di soddisfazione per il 98,9% dei visizano aprirà i padiglioni per un pubblico sempre tatori intervistati». più settoriale ed interessato a carpire le novità del Grazie alla sua location e alla sua struttura, “Hotel” mondo dell’ospitalità alberghiera. è un appuntamento imperdibile per le aziende Il Trentino Alto Adige, fiore all’occhiello dell’ospiche vogliono essere presenti sul mercato del settalità turistica nazionale ed europea, apre le sue tore alberghiero e gastronomico. Gli espositori ne porte alla 34esima edizione di “Hotel”, la manifesono convinti: Georg Oberrauch, Direttore Filiale stazione fieristica organizzata da Fiera Bolzano dal BZ di A. Loacker & Figli Snc afferma: “Insieme alle 25 al 28 ottobre 2010 per avvicinare gli specialisti fiere ISM e Anuga di Colonia, la Hotel di Bolzano è della gastronomia e dell’industria di settore interun punto fisso del calendario fieristico del marchio nazionale all’hotellerie altoatesina. Il settore alberLoacker. Seguendo il principio “pensa globale, agighiero dell’Alto Adige, infatti, risulta essere ai primi sci locale” intensifichiamo con questa partecipaposti di gradimento dei clienti per servizio, qualità zione il rapporto diretto e il dialogo con gli operadella cucina e capacità di coniugare attenzione al tori altoatesini e italiani”. dettaglio e calore verso l’ospite, in un mix che ragAnche l’edizione 2010 sarà ricca di iniziative collategiunge altissimi vertici qualitativi. rali: dalla presenza dell’HGV e dei Giovani AlbergaRealizzata con il sostegno di HGV e di UNAT - Uniotori (HGJ) all’appuntamento con le mostre a tema ne Albergatori del Trentino, “Hotel 2010“ è divisa dedicate alla gastronomia di alta gamma, dai conin sei aree distinte che affrontano i temi più caldi vegni dedicati alle tendenze del settore al tema di per l’hotel del XXI secolo: cucina e tavola, interni e grandissima attualità della eco sostenibilità. decorazioni, costruire e rinnovare, wellness, manaL’appuntamento è dunque dal 25 al 28 ottobre gement e comunicazione, gastronomia. 2010 a Fiera Bolzano, dove ospitalità ed enogaTematiche affrontate con i maggiori esperti e con stronomia si incontrano per presentare le proprie la presentazione delle novità più interessanti da eccellenze in occasione della 34esima edizione di parte delle aziende. “Hotel”. «Hotel è diventata negli anni un punto di riferimento per il settore e gli operatori del comparto mostrano sempre un grande interesse nei confronti della manifestazione. Lo INFORMAZIONI E BIGLIETTI dimostrano i nuOMAGGIO su www.unat.it meri dell’edizione passata – dichiara Tutti i dettagli della manifestazione sono pubReinhold Marsoner, blicati sul sito dell’Unione Albergatori del TrenDirettore di Fiera tino www.unat.it. Vi ricordiamo che la nostra segreteria ha a disposizione biglietti omaggio per i soci, prenotabili direttamente on line dal Unione sito www.unat.it fino ad esaurimento scorte.

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FAITA

5 milioni di euro

per il camping a Trento Le valutazioni di Faita Trentino sull’ipotesi di un campeggio nel capoluogo: un investimento faraonico, sulla pelle di chi?

L

o scorso 9 giugno si è riunito il consiglio direttivo di Faita Trentino. Tra gli argomenti all’ordine del giorno anche il tanto chiacchierato campeggio che dovrebbe sorgere nel capoluogo trentino in località Ghiaie, su input dell’assessore comunale Maestri. Come è noto, il Comune di Trento ha da tempo commissionato ad un consulente esterno uno studio di fattibilità che si è tradotto in un corposo documento progettuale. Detto per inciso, l’ammontare totale della spesa di realizzazione è nell’ordine dei 5 milioni (!) di euro. Un importo che a Faita Trentino pare decisamente sproporzionato in rapporto a ciò che si vuole realizzare. Un imprenditore privato non si sognerebbe mai di avventurarsi in un investimento del genere in quanto non avrebbe (ed è facile dimostrarlo) un sufficiente ritorno economico. Com’è pertanto possibile che un Comune lo possa fare senza grosse difficoltà? Il fatto è che la Provincia eroga contributi nell’ordine dell’80% della spesa agli enti locali che vogliono realizzare un campeggio in Trentino. La stessa Provincia però ad un privato che volesse realizzare la medesima iniziativa non concederebbe neppure uno striminzito 20%. A nostro giu-

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dizio, lo ribadiamo da anni e non ci stancheremo mai di ripeterlo, tutto ciò al lato pratico si traduce inevitabilmente in una sorta di concorrenza sleale che il pubblico può attuare nei confronti del privato. Si tratta di una disparità di trattamento che di fatto costringe molti imprendito-

ri a tenere chiusi nel cassetto tante valide iniziative che non troveranno mai concreta attuazione. Viceversa, i Comuni hanno gioco facile nel realizzare investimenti che però rischiano di rivelarsi delle cattedrali nel deserto. Al di là delle buone intenzioni che sicuramente non mancheranno

Un imprenditore privato non si sognerebbe mai di avventurarsi in un investimento del genere in quanto non avrebbe (ed è facile dimostrarlo) un sufficiente ritorno economico

all’amministrazione comunale di Trento, Faita Trentino ritiene che il progetto contenga invero una forte matrice politica. Ciò lo si riscontra soprattutto nell’esigenza che il Comune capoluogo ha di dover dare una concreta risposta alle continue e quasi petulanti istanze dei camperisti trentini che da tempo chiedono un rimessaggio adeguato per qualità e dimensioni. Questo aspetto è stato anche molto recentemente rilevato dalla stampa locale, anche con numerosi servizi fotografici relativi ai quasi cinquanta camper sostanti (o bivaccanti?) nei parcheggi dell’area “ex Sit” e “Sanseverino”, occupando cadauno almeno 3 stalli riservati alle autovetture e creando così an-


FAITA

A fianco, un’assemblea di Faita Trentino. L’Associazione ha espresso la propria posizione in merto all’idea del Comune di Trento di creare un campeggio nell’area delle Ghiaie (zona evidenziata in giallo nella foto della pagina accanto)

che non pochi problemi di parcheggio agli automobilisti trentini. Ad ogni buon conto, i consiglieri Faita hanno comunque esaminato la summenzionata bozza di progetto del “campeggio Trento” e ne hanno rilevato alcune criticità, che vengono di seguito riportate. - il preventivo di spesa non è sufficientemente analitico e soprattutto non vi è alcun accenno a voci che sono fondamentali per il bilancio di un

campeggio, quali ad esempio “tariffa rifiuti” e “marketing strategico ed operativo”; - non è prevista alcuna area ricreativa né una piscina; - la viabilità prevista all’interno del campeggio è cervellotica ed obbliga a lunghe attese nelle fasi di check in e check out; - l’accesso al rimessaggio interferisce pesantemente con l’area del campeggio; - appare congruo che il realizzando campeggio abbia 100 piazzole (15 minipiazzole

e 85 piazzole standard) e non vengano previsti bungalow (la ricettività in letti potrebbe essere concentrata nell’edificio da adibire ad ostello; in alternativa si potrebbe pensare di fare un bar/ristorante/pizzeria con eventuale affittacamere ai piani superiori). è opportuno ricordare che Faita Trentino nei mesi scorsi aveva già avuto modo di confrontarsi in più occasioni con i redattori del “progetto campeggio Trento”, fornendo loro verbalmente numerosi sugge-

rimenti, pareri ed indicazioni. Purtroppo si riscontra che nessun suggerimento e nessuna indicazione fornita sono stata effettivamente recepiti nel documento attualizzato del progetto. In ultima analisi, l’intero investimento proposto non appare economicamente sostenibile e comunque non riscontra l’interesse di Faita Trentino. Una presa di posizione che Faita ha già provveduto a formulare per iscritto anche all’assessore Maestri. ■


SOMMINISTRAZIONE E INTRAT TENIMENTO

Alcol e minori,

serve più educazione

Buratti: «Ci vuole l’impegno di tutti: gli esercenti non possono farsi carico da soli di un’emergenza così complessa e diffusa»

I

l mese di agosto è stato foriero di provvedimenti normativi che hanno interessato anche le attività di somministrazione, mi riferisco all’entrata in vigore della nuova legge provinciale sul divieto di somministrare e vendere alcol ai minori di 18 anni e sulle modifiche al Codice della Strada. Le questioni alcol e minori e sicurezza stradale sono state già affrontate da tempo e seguite negli anni dalla nostra categoria tuttavia, prima di esprimere alcune considerazioni sulle novità legislative, mi preme ribadire in premessa un convincimento e cioè che non è certo con i divieti assoluti e con la tolleranza zero che si possono risolvere le due emergenze. Anzi, i divieti da soli servono a poco e rischiano di produrre effetti contrari rispetto all’obiettivo che si intende raggiungere. Sulle due tematiche che, per certi versi, vanno di pari passo abbiamo sempre sostenuto come anziché reprimere, sia necessario coinvolgere, informare, educare e responsabilizzare tutti i soggetti interessati. Per quanto attiene alla problematica del consumo di bevande alcoliche da parte dei più giovani, ricordo che in tempi ancora lontani, nel 2003, la nostra è stata la prima Associazione di categoria che ha adottato una campagna

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di sensibilizzazione dedicata ai più giovani, rivolgendosi direttamente ai ragazzi, coinvolgendo tutti i pubblici esercizi operanti sul territorio provinciale e che, successivamente, ha voluto impegnare anche gli esercenti, proponendo loro una formazione per la preparazione di cocktail analcolici per un “servizio responsabile”, andando quindi ben oltre i meri interessi commerciali e, seppur nel loro piccolo, assumendosi la propria parte di responsabilità sociale. Siamo sinceri, sull’emergenza alcol e minori, gli esercenti sono stati spesso demonizzati, a torto, come unici colpevoli di questa diffusa abitudine del bere smodatamente, ma non possiamo certo pensare di essere l’unico soggetto che si fa carico di un’emergenza così complessa, così diffusa. Apprezziamo quindi lo sforzo fatto con la nuova legge provinciale che ha voluto affrontare questo delicato problema con un approccio il più possibile integrato e non soltanto proibizionistico.

Ribadiamo quindi, ancora una volta la nostra disponibilità a partecipare, per quello che ci compete, alla realizzazione di campagne di sensibilizzazione per i più giovani ed iniziative analoghe a quelle già ideate per gli imprenditori ma, allo stesso tempo, vogliamo vedere il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e privati che, a vario titolo, sono interessati a questo problema sociale. La seconda novità riguarda le modifiche al Codice della Strada, parte di queste peraltro già interessavano le aziende di pubblico esercizio e dell’intrattenimento e svago. Il qualità di dirigente di Fipe esprimo comunque apprezzamento sulla riforma, rispetto alla sua precedente formulazione, in quanto il provvedimento contiene maggiori limiti sia per i cittadini, sia per gli imprenditori. è quindi da apprezzare che sia stato aumentato il numero dei soggetti che gestiscono l’alcol per i quali sono previste le restrizioni, così come è accet-

tabile la logica con cui queste sono state impostate. Intenso è stato, infatti, il lavoro politico svolto dalla nostra Federazione, per arrivare alla formulazione di norme che non penalizzassero eccessivamente i nostri imprenditori, come ad esempio l’ipotesi di chiusure anticipate per tutti gli esercizi, e l’ acquisto di strumenti (etilometri) il cui costo si aggira intorno a centinaio di euro. Ma anche su questa questione, riteniamo ci sia la possibilità di pensare a nuove proposte: infatti come Fipe continueremo a lavorare a livello europeo per la stesura di una direttiva che preveda l’obbligatorietà di sensori all’interno delle automobili in grado di bloccare l’accensione del motore se il conducente è in uno stato psicofisico alterato. Una soluzione che, per esempio, negli Stati Uniti è già legge. Un’ultima considerazione, quando si parla di sicurezza stradale si parla spesso di abuso di alcol, come fattore primario di incidenti, le indagini e i dati in realtà dimostrano dinamiche e cause diverse, per questo siamo convinti della necessità di agire sui veicoli e sulle strade che percorriamo ogni giorno. Ci appelliamo anche alla sensibilità dei nostri politici locali, invitandoli a valutare tali soluzioni. Giorgio Buratti Presidente Associazione Pubblici Esercizi del Trentino



DET TAGLIO

Commercio trentino,

ecco la nuova legge

Gli obiettivi del legislatore: evitare speculazioni e coinvolgere operatori, addetti e Comuni nella programmazione commerciale. Novità per orari, aperture domenicali e grandi superfici di vendita

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opo tre giorni di impegnativa discussione alla fine dello scorso mese di luglio il Consiglio provinciale ha approvato la nuova legge provinciale sul commercio. A dieci anni dall’entrata in vigore della L.P. 4/2000 (con la quale era stato recepito il decreto Bersani) pubblica amministrazione e categorie economiche hanno condiviso l’opportunità di procedere ad una innovativa riforma della regolamentazione del comparto commerciale. Un tema che l’Associazione dei commercianti al dettaglio ha seguito fin dall’inizio con il coinvolgimento dei propri organi direttivi. Giunta e Consiglio dell’Associazione, infatti, si sono riu-

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niti più volte per esaminare assieme ai tecnici dell’Unione sia la proposta che il disegno di legge in merito al quale sono state presentate, in due diversi momenti, le osservazioni che la categoria ha ritenuto opportuno effettuare. Nella predisposizione delle principali linee guida che caratterizzano la nuova legge ci si é naturalmente dovuti uniformare al quadro normati-

vo ed istituzionale di riferimento, come il piano urbanistico provinciale per quanto riguarda la pianificazione commerciale; la nascita delle Comunità di valle alle quali é affidato un ruolo centrale nel governo del territorio trentino; la direttiva relativa ai servizi nel mercato interno (c.d. “direttiva Bolkestein”) che impone la rimozione di ostacoli alla libera circolazione dei

Giunta e Consiglio dell’Associazione si sono riuniti più volte per esaminare sia la proposta che il disegno di legge in merito al quale sono state presentate le osservazioni della categoria

servizi se non giustificati da particolari motivazioni quali la sanità pubblica, la protezione dell’ambiente, la tutela dei consumatori; i rilievi dell’Antitrust nei confronti di restrizioni, divieti o limiti che possono incidere sulla libera concorrenza, sull’accesso al mercato e sulla libera esplicazione della capacità imprenditoriale. L’applicazione di gran parte della nuova legge provinciale sul commercio (n. 17 del 29 luglio 2010, pubblicata sul B.U. n. 31 del 3 agosto scorso ed in vigore dal giorno successivo) avverrà con l’emanazione delle disposizioni attuative (regolamento e delibere). L’Associazione, in particolare tramite i suoi Organi rappresentativi, sarà pertanto chiamata ad un ulteriore sforzo di verifica e di proposta in occasione della predisposizione dei regolamenti attuativi del-


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DET TAGLIO

Piffer: «flessibilità e dialogo, la sfida che ci aspetta» olivi: «Vogliamo far nascere un commercio trentino»

Le dichiarazioni dell’Assessore provinciale al commercio Alessandro Olivi e del Presidente dei commercianti al dettaglio del Trentino Massimo Piffer. L’Assessore provinciale al Commercio Alessandro Olivi spiega a l’Unione le linee guida seguite nella stesura della nuova legge. Una riforma che lascerà molto spazio ai protagonisti del settore commerciale: gli operatori e gli addetti, prima di tutto, ma anche le amministrazioni comunali che saranno chiamate ad attuare una programmazione commerciale in linea con la propria vocazione. «Questa riforma – ci dice l’assessore Olivi – risponde ad una esigenza molto forte, dalla duplice natura: da una parte modernizzare il settore commerciale, per renderlo più vicino alle esigenze dei consumatori introducendo elementi di flessibilità e di innovazione ma anche, nel contempo, riportare il commercio al centro delle politiche pubbliche, in termini di sviluppo economico delle comunità». «In questi ultimi anni abbiamo assistito, purtroppo, ad pericoloso, indisioso, connubio tra programmazione commerciale e spinte di carattere speculativo. Riportare il commercio al centro vuol dire restituire agli operatori, agli attori, che vivono nel commercio e che fanno impresa, un ruolo più diretto e più pregnante. Fatte queste premesse, la legge ha un forte impatto innovativo in alcuni ambiti: innanzitutto sul tema della della programmazione commerciale. Abbiamo previsto maggiore libertà ai comuni per le superifici medio-piccole, ma abbiamo vincolato le grandi superfici di vendita ad una azione regia provinciale. Proprio qui ritengo che risieda la novità più importante di questa riforma. Abbiamo visto nascere centri commerciali

la legge che, dal punto di vista operativo, sono i necessari strumenti di riferimento per una corretta applicazione delle nuove disposizioni. Preme in questa sede riportare comunque in estrema sintesi alcune di quelle che riteniamo le principali innovazioni introdotte dalla nuova legge provinciale sul commercio. I settori merceologici vengono formalmente portati da

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in maniera disorganizzata, distorta, eccessiva, anche grazie ad un eccessivo lassismo normativo che ha condotto ad operazioni più orientate alla speculazione immobiliare che alla qualificazione del tessuto commerciale che, anzi, spesso veniva depauperato dallo spostamento di licenze dai centri storici. Abbiamo voluto mettere la parola fine a questo tipo di sviluppo. D’ora in poi sarà la Provincia a fare programmazione di sistema, ispirata a limitare – e per i primi anni sicuramente con molta rigidità – nuovi centri di grandi dimesioni. Il requisito principale, inoltre, sarà la qualità, sotto qualsiasi punto di vista: dalla riqualificazione del patrimonio esistente all’impatto ambientale, dalla sostenibilità sociale alla qualità architettonica e all’efficienza energetica». «Un’altra parte della legge – prosegue l’Assessore – valorizza anche la qualità dei centri storici, i luoghi dove la gente non si sfiori ma si incontri, dove vengono privilegiate le relazioni umane, comprese quelle vitali dello scambio commerciale. Dobbiamo aiutare i centri storici e coordinarli nell’ottica di una promozione comune. Abbiamo già introdotto il potenziamento del ruolo dei Consorzi, il tema delle botteghe storiche, i

2 a 3: alimentare, non alimentare e misto. Per quanto riguarda gli esercizi di vicinato la soglia minima é stata elevata per tutti i comuni a 150 mq (attualmente é di 100 mq nei comuni con meno di 10.000 abitanti e 150 mq solo per i comuni maggiori).

finanziamenti ai comuni per la riconoscibiltà e il tracciamento dei centri commerciali naturali. A queste si aggiunge una norma molto importante: mentre le grandi superfici di vendita fuori dal cento storico devono essere assoggettate ad una rigida programmazione, nel centro storico, previo nulla osta dalla Provincia, le stesse potranno insediarsi con più facilità, poichè portanno costituire una opportunità in più per la qualificazione e la promozione dei centri storici». Anche le novità su aperture domenicali ed orari, per l’assessore Olivi, vanno considerate all’interno di un’idea di maggiore flessibilità e maggiore autonomia: «Prima una legge aveva la pretesa di codificare a monte una disciplina sugli orari che costringeva i comuni a negoziare con la Provincia lo status particolare. Noi abbiamo preferito una legge quadro entro la quale collocare distinzioni nella tipologia di offerta turistica. I Comuni saranno più liberi di scegliere, in presenza di alcuni requisiti, le proprie strategie di offerta commerciale e turistica. Inoltre, le deroghe possono avere una valenza territoriale; potranno cioè interessare esclusivamente il centro storico e gli esercizi contenuti entro il suo limite».

Le medie strutture di vendita sono differenziate in 3 soglie limite: da 150 a 300 mq per i comuni con meno di 5.000 abitanti; da 150 a 400 mq nei comuni compresi nella fascia da 5.000 a 10.000 abitanti; da 150 a 800 mq per i comuni con più di 10.000 abitanti. Per le medie strutture

di vendita viene inoltre abolita l’attuale programmazione commerciale ed il loro insediamento sarà disciplinato esclusivamente da “criteri di programmazione urbanistica del settore commerciale”. L’attivazione di grandi strutture di vendita (GSV) é ammessa solamente con at-


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Alessandro Olivi, assessore al commercio della Provincia Autonoma di Trento e Massimo Piffer, presidente dei commercianti al dettaglio del Trentino. Nella pagina a fianco, il consiglio direttivo dell’Associazione

«Vorrei – conclude Olivi – che si potesse parlare di un modello trentino di commercio, che non deve omologarsi per forza a quanto accade altrove in Italia. È un’idea di commercio diversa, in cui noi crediamo fortemente. Vogliamo aprire un canale di partecipazione agli operatori ed attori coinvolti direttamente nel mondo del commercio. Vogliamo meno speculazione e più qualità, meno centri commerciali e più valorizzazione dei centri storici». Flessibilità e dialogo: sono queste secondo il presidente dell’Associazione dei commercianti al dettaglio del Trentino, Massimo Piffer, le parole d’ordine per affrontare i grandi cambiamenti a cui il settore andrà incontro nei prosssimi anni. «Va dato atto all’Assessore Olivi – dichiara Piffer – che, come anticipato poco dopo il suo insediamento, ha portato a termine la revisione della legge che disciplina il commercio trentino in tempi relativamente brevi. Una riforma importante per un comparto che non ricordo aver avuto momenti difficili come quello che sta attraversando, che dura ormai da parecchio tempo e che purtroppo non evidenzia ancora decisi segnali di ripresa». «è vero – prosegue il presidente Piffer – che la legge necessita ora di provvedimenti attuativi per essere applicata: regolamenti che in particolare per quanto riguarda la programmazione di urbanistica commerciale, ma non solo, rivestono notevole rilevanza e possono incidere in modo sostanziale sull’orientamento che la norma andrà ad assumere. In occasione di questo passaggio, naturalmente, l’Associazione sarà particolarmente attenta». «Pur avendo evidenziato, come categoria, alcune perplessità sui contenuti della recente

tribuzione di contingenti che saranno fissati dalla Provincia ogni 5 anni. E’ stata eliminata la possibilità di concentrazione di più esercizi com-

riforma, devo anche affermare che abbiamo condiviso la filosofia di fondo: dalla limitazione delle aree destinate alla grande distribuzione, alla flessibilità per piccola e media distribuzione, dalla valorizzazione dei centri storici alla parte relativa agli orari dei negozi, che tanto clamore ha suscitato sui media locali ma che consente, in sostanza, agli operatori di concordare le aperture con i rispettivi comuni in relazione alle effettive esigenze della categoria. Sempre tenendo presente che eventuali aperture in deroga, come con la precedente normativa, sono facoltative». «Oggi anche le norme devono adeguarsi alle esigenze del periodo: in campo economico - e la distribuzione commerciale ne é un esempio concreto - i cambiamenti avvengono in tempi estremamente rapidi e le disposizioni regolamentari, con una loro maggiore flessibilità, che non vuol dire deregolamentazione, devono prevedere ed acconsentire alle imprese una loro maggiore autonomia decisionale e di iniziativa. E da questo punto di vista va dato atto all’Assessore Olivi di aver operato in tale direzione. Ritengo infatti che per la categoria sia un’occasione di crescita dal punto di vista imprenditoriale oltre che di stimolo per la ricerca di maggiori sinergie tra l’Associazione, i Consorzi degli operatori e la Pubblica amministrazione locale». L’Associazione ha seguito fin da principio l’intera elaborazione della legge sul commercio: «Il percorso di revisione – spiega Piffer – é sta-

merciali al fine di ottenere un unico esercizio risultante dalla somma delle singole superfici. E’ stata inoltre modificata in maniera sostanziale la de-

to effettuato in collaborazione con l’Assessore Olivi e con i funzionari dell’Amministrazione provinciale che si sono resi sempre disponibili a confrontarsi con l’Associazione. Nella predisposizione della nuova norma si sono dovuti tenere presente i contenuti della così detta “direttiva Bolkestein” (o direttiva servizi), recepita in Italia con il decreto legislativo 59/2010, che, in estrema sintesi, pone come obiettivo l’eliminazione delle barriere allo sviluppo del settore dei servizi per il cui raggiungimento prevede la semplificazione normativa e amministrativa della regolamentazione e, in particolare, delle procedure e delle formalità relative all’accesso e allo svolgimento delle attività di servizio». «Ciò nonostante – conclude il presidente dei commercianti al dettaglio – sono dell’opinione che quella appena approvata sia una legge che può contribuire ad equilibrare e migliorare la distribuzione commerciale della nostra provincia. Prevede infatti una maggiore flessibilità per piccola e media distribuzione mentre, per quanto riguarda le grandi superfici, fino ad oggi nate in alcuni casi grazie all’utilizzo di “scappatoie normative”, si prevedono maggiori possibilità nell’ambito dei centri storici, dove possono servire da interessante polo di attrazione, mentre particolare cautela sarà prestata alla loro apertura nelle periferie dei centri abitati.

finizione di “centro commerciale al dettaglio”: si considera ora tale un insieme di almeno 2 esercizi che oltrepassano la soglia di superficie delle me-

die strutture di vendita, che sono dotati di spazi comuni anche scoperti ed in ogni caso i parcheggi. Maggiore flessibilità é stata


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CONFIDIMPRESA, PIù ATTENZIONE e sostegno per le MICRO-IMPRESE

La vicepresidente Zanon: «Anche le realtà minori dovranno avere la possibilità di accedere a finanziamenti e contributi» deliberata per gli orari dei negozi: oltre ai comuni ad economia turistica (che avranno la possibilità di apertura domenicale e festiva dei negozi tutto l’anno) la Provincia ha previsto anche i comuni “ad alta e media attrazione commerciale” nei quali le aperture domenicali e festive degli esercizi commerciali (naturalmente facoltative) sono stabilite dai consigli comunali comunque per periodi non superiori rispettivamente a 9 e 7 mesi. I comuni ad economia turistica sono individuati in base a “caratteristiche” che stabilirà la Provincia; quelli ad alta e media attrazione commerciale potranno classificarsi come tali sulla base di “parametri” che la Provincia dovrà determinare con apposito provvedimento legislativo. ■

Dopo aver rinnovato, a luglio, i propri rappresentanti e dopo il fisiologico rallentamento dovuto alla stagione estiva che ha visto operatori e addetti del commercio e del turismo impegnati a tempo pieno nell’offerta turistica trentina, Confidimpresa si appresta, con l’arrivo dell’autunno, ad affrontare i prossimi mesi che saranno - a detta di molti analisti - ancora molto critici per le imprese, dal punto di vista dei rapporti con il credito. «Il cambio della guardia – ci dice Elisabetta Zanon, vicepresidente dell’Associazione dei commercianti al dettaglio e vicepresidente di Confidimpresa – è avvenuto a luglio e questo non ha permesso di organizzare un programma strategico prima dell’inizio della stagione estiva. Naturalmente Confidimpresa è sempre presente, accanto alle imprese e accanto al loro bisogno di assistenza nel mondo del credito e dei finanziamenti, che è lo scopo stesso per cui esiste». Elisabetta Zanon tra il presidente Massimo Piffer e il vicepresidente Giorgio Degrandi

«L’impegno è trasversale a tutti i settori che compongono il board di Confidimpresa e dovremmo agire affinchè differenze che non hanno ragione d’essere vengano rimosse. Ma il vero obiettivo dovrebbe quello di riequilibrare il sistema dei contributi e delle agevolazioni sui finanziamenti anche per quelle realtà più piccole, le microimprese, che sono la stragrande maggioranza del nostro tessuto economico e all’interno del quale rivestono un ruolo decisivo». «Un altro punto – prosegue Zanon – sul quale dovremmo agire sarà anche l’informazione, per potenziare un sistema di comunicazione che sia efficace, completo e capillare».


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Pane trentino, sintesi di

tradizioneeinnovazione

Bonafini: «Finalmente il pane ottiene visibilità grazie esclusivamente alle proprie qualità e specificità alimentari»

F

inalmente al pane viene riconosciuto il suo giusto valore, sia qualitativo che come prodotto culturale della tradizione». Esprime soddisfazione il presidente dell’Associazione panificatori del Trentino, Emanuele Bonafini, commentando i dati sul consumo di pane in Trentino presentati dal quotidiano Il Trentino ad agosto. «Il pane è un prodotto di base nel consumo delle famiglie trentine – dichiara Bonafini – e riveste un ruolo di particolare importanza nell’alimentazione quotidiana. Il pane è sinonimo di cibo, carico di simboli ma anche di concretezza. Vedere riconosciuto il duro lavoro dei nostri operatori è senz’altro motivo di soddisfazione». La crisi si fa sentire trasversalmente in tutti i settori ed in tutti i comparti; il risultato in controtendenza sui consumi di pane, prodotto tipico della tradizione trentina, non può certamente invertire il trend ma è un segnale incoraggiante che dà fiducia. «Siamo contenti – prosegue Bonafini – di questa attenzione che viene riservata ai panificatori trentini poichè sta a significare che i nostri operatori hanno avuto ragione nel mantenere alta la ricerca della tradizionalità nella produzione di questo alimento. La

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panificazione è un’arte che vive sia di tradizione, ovvero di un forte radicamento sul proprio territorio, sui suoi valori e sulla sua cultura, sia, dall’altra parte, di innovazione, perché la tecnologia aumenta efficienza e qualità sia del prodotto che delle condizioni di lavoro». «A differenza di tanti altri prodotti della filiera alimentare trentina, il pane riscuote ancora interesse da parte delle famiglie. Siamo soddisfatti anche che, per una volta, il pane ottenga visibilità grazie esclusivamente alle proprie qualità e specificità alimentari e non, come succede spesso

anche pretestuosamente, grazie ad altri argomenti». «Ricordiamo che il settore della panificazione dà lavoro a molte persone (solo a Trento si stimano circa 200 addetti) e che a tutt’oggi sarebbe in grado di assorbire ulteriore forza lavoro. Gli operatori si mantengono sempre al passo coi tempi cercando di mantenere inalterate le tecnologie di produzione a livello tradizionale e artigianale. La tradizione, infatti, molte volte riesce a tamponare e vincere sulle grandi iniziative pubblicitarie che le aziende industriali sono in grado di adottare per la promozione dei propri pro-

In provincia di Trento il settore della panificazione dà lavoro a molte persone e, a tutt’oggi, sarebbe in grado di assorbire ulteriore forza lavoro

dotti; prodotti che molte volte sono solo surrogati del pane. La maggior parte dei nostri panifici sono artigianali e riescono a presidiare in maniera capillare l’intero territorio provinciale». L’Associazione panificatori del Trentino svolge un ruolo importante di collegamento tra i vari panificatori, di tutela sindacale ma anche di formazione, grazie alle molteplici iniziative di cui si fa protagonista. La politica sindacale dell’Associazione si articola attorno a tre grandi principi: tradizione, istruzione e innovazione: «Tradizione – spiega Bonafini – perché manteniamo inalterate le tecnologie di produzione del pane tipico trentino. Istruzione, perché i nostri panificatori devono seguire e accontentare la variabilità dei gusti dei propri clienti; per questo l’Aspan punta molto sulla scuola dell’Arte bianca di Rovereto. Innovazione, perché gli operatori, per poter dare qualità al prodotto artigianale, hanno bisogno di tenersi aggiornati sulle tecnologie più moderne e sulla costante crescita professionale e qualitativa degli ambienti in cui operano gli addetti. I nostri operatori riservano molta attenzione al gusto ed alla fragranza, e ci fa piacere sapere dell’aumento dei consumi del pane che risulta essere un prodotto naturale e genuino, accessibile a tutti». ■


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CasaClima Network,

nasce l’agenzia trentina

La sezione di Trento, nata all’interno dell’Associazione Grossisti e PMI del Trentino, si rivolge a imprese e professionisti del mondo edile attenti alle più moderne tecniche di costruzione e risparmio energetico

L

’attenzione al risparmio energetico, alle nuove tecnologie di costruzione degli immobili, al contenimento dei consumi e all’aumento della sostenibilità ambientale sono tutti temi entrati ormai a pieno titolo nel dibattito economico tanto locale quanto nazionale ed europeo. Ma proprio ai vertici, europei e mondiali, dei «buoni esempi» su questi argomenti c’è CasaClima, l’Agenzia istituita dalla Provincia Autonoma di Bolzano per garantire la costruzione di immobili ad altissima efficienza energetica. Come tutte le buone idee, alla base c’è una sostanziale semplicità: utilizzare la scala di efficienza energetica degli elettrodomestici (classe A, B, C, eccetera) per classificare anche gli edifici e istituire un organismo super partes che garantisca l’effettiva corrispondenza con la classe attribuita, dal progetto fino alla sua esecuzione finale. Il successo di CasaClima (che rappresenterà l’Italia come predetto energetico all’expo di Shanghai) è stato esportato anche in altre realtà extra provinciali, e questa esperienza ha condotto alla creazione di una rete di agenzie - direttamente in contatto con quella di Bolzano - in tutto il mondo. La prima è CasaCli-

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ma Network - Trento, costituita il 5 luglio scorso e che ha, in questi primi mesi di avvio, l’Associazione Grossisti e Pmi del Trentino come sede di riferimento. Il presidente è Norbert Lantschner, presidente anche di CasaClima Bolzano, mentre i vicepresidenti sono Piergiorgio Fracchetti e Renato Calcari. Proprio a Calcari, rappresentante dei grossisti di mate-

riali edili, abbiamo chiesto di illustrarci la nuova Associazione e le sue finalità. «L’idea – spiega Calcari – è quella di esportare il progetto CasaClima anche nella provincia di Trento, fornendo assistenza agli enti pubblici e alle istituzioni, nonchè ai privati coinvolti nel settore delle costruzioni: dai rivenditori di materiali edili fino ai progettisti, ingegneri ed architet-

Il cubo di ghiaccio di Artingegna 2010 Nell’ambito dell’edizione 2010 di Artingegna, la fiera dell’Artigianato di Rovereto, nel cortile dell’ex Catasto di via Carducci, dal 10 settembre al primo ottobre, CasaClima Network - Trento (rappresentata in Vallagarina da Ezio Vanzo ed Emiliano Leoni) posizionerà due blocchi di ghiaccio da un metro cubo. Uno senza alcuna protezione, l’altro in un piccolo modello di casa ad alta efficienza energetica. Se la fine del primo appare scontata, così non sarà per quello rinchiuso nella ‘casaclima’: «un edificio sostenibile – spiegano gli organizzatori – non disperde il calore d’inverno ma nemmeno il fresco d’estate. Il cappotto termico, infatti, è utile in tutte le stagioni». I visitatori sono invitati a scommettere sul volume che il cubo di ghiaccio avrà alla fine della manifestazione.

ti. L’agenzia di Trento si porrà come tramite tra chi desidera ottenere la certificazione CasaClima e l’Agenzia di Bolzano, facilitando la compilazione delle pratiche, offrendo consulenza specializzata, proponendo momenti formativi». «La suddivisione dell’Associazione – spiega Calcari – segue quella delle future comunità di valle: per ciascun territorio, infatti, è presente un consigliere. Tra i nostri obiettivi c’è anche la diffusione della cultura e dell’informazione sulla certificazione CasaClima, soprattutto presso le amministrazioni locali. In questi giorni infatti siamo impegnati nelle visite a rappresentanti istituzionali per cercare di sensibilizzare anche gli amministratori sui vantaggi delle costruzioni ad alta efficienza energetica». L’adesione all’Associazione è


INGROSSO

ni (progettista), Roberto Miorelli (costruttore) e Norbert Lantschner, presidente dell’Agenzia CasaClima. «Queste case – ci dice Lantschner – sono l’equivalente di autovetture di tipo ‘euro 7’, non ancora previste dalla normativa in vigore ma estremamente avanzate dal punto di vista dell’efficienza energetica. Oltre al comportamento del singolo, occorre che le strutture siano in grado di offrire il massimo comfort abitativo possibile associato a tecniche di costruzione che garantiscano consumi contenuti di prodotti energetici. In prospettiva, non possiamo permetterci di con-

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Norbert Lantschner e i fratelli Miorelli mostrano orgogliosi la targa CasaClima sull’edificio di Arco. A fianco, Paolo Mondini, Lantschner e Renato Calcari alla presentazione di CasaClima Network - Trento

tinuare a costruire con le modalità attuali. Basti pensare, ad esempio, che l’isolazione minima di una finestra richiesta dalla legge italiana è quella che la Svezia prescriveva nel 1975. Abbiamo molto terreno da recuperare e in quest’ottica anche i Comuni dovrebbero fare la loro parte, incentivando, come possono, le tecnologie costruttive migliori». «è fondamentale l’informazione perchè se i cittadini sono coscienti delle possibilità e dei vantaggi di una costruzio-

ne certificata sapranno condizionare il mercato: chi costruisce case con certificato - per dire - ‘Y’ avrà sicuramente più difficoltà ad essere competitivo». Ed è proprio all’insegna dell’informazione che CasaClima Network - Trento ha compiuto i primi passi: nei giorni scorsi, infatti, il sindaco di Rovereto ha sottoscritto un accordo con CasaClima in vista della revisione, in autunno, dei regolamenti edilizi comunali. ■

plus

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libera e rivolta a chi opera nel settore delle costruzioni; occorre aver seguito il corso base sulla certificazione (oppure prendervi parte entro 180 giorni dall’iscrizione), organizzato dalla stessa Associazione. CasaClima Network - Trento è nata da poco ma è già molto attiva: sarà ad Artingegna, la mostra dell’Artigianato di Rovereto (vedi box) con l’originale prova del cubo di ghiaccio, e ha inaugurato la prima CasaClima classe «B» dell’Alto Garda, in via Santa Caterina ad Arco, alla fine di agosto. Erano presenti, oltre allo stesso Calcari, Roberto Brescia-

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Autotrasporto, le misure urgenti diventano legge Il voto favorevole della Camera recepisce gli esiti del confronto, durato quasi 7 mesi, tra Governo, committenza e autotrasporto Unatras, cui aderisce Fai Conftrasporto, commenta il recente provvedimento che ha convertito il decreto legge sulle ‘disposizioni urgenti’ per il settore dell’autotrasporto. «Il Provvedimento – si legge nella nota – mira a garantire ai cittadini ed ai consumatori il rispetto di regole essenziali in materia di sicurezza sociale e di circolazione fornendo certezze tanto alle imprese della committenza quanto a quelle del trasporto. L’Intesa è stata condivisa da tutte le cinque Confederazioni di R.ETE. Imprese Italia (Casartigiani, CNA, Confartigianato Imprese, Confcommercio, Confesercenti), da tutte le principali Confederazioni del Movimento Cooperativo e da tutte le Federazioni più rappresentative dell’autotrasporto». «Sarebbe ingeneroso – prosegue il comunicato – non riconoscere il grande impegno profuso dal Ministro Matteoli, dal Sottosegretario Giachino e dai loro collaboratori per rendere operativi gli impegni assunti con la categoria». Nella seduta dello scorso 4 agosto, la Camera dei Deputati ha definitivamente convertito in legge il Decreto che inizialmente prevedeva norme sul servizio pubblico di trasporto marittimo, nel quale sono state successivamente inserite le disposizioni urgenti per l’autotrasporto. «Le disposizioni normative, che nel loro complesso puntano alla valorizzazione degli accordi di settore fra vettore e committenti ed incidono sulla copertura dei costi minimi di esercizio all’interno del corrispettivo dei servizi di trasporto, consentono un’azione diretta del vettore effettivo nei confronti di tutti coloro che hanno ordinato il trasporto; prevedono dei tempi massimi ed inderogabili di pagamento (salvo accordi di settore); stabiliscono dei tempi massimi di attesa per il carico e lo scarico della merce; impongono una verifica sulla regolarità contributiva dei vettori all’atto della stipula dei contratti; danno una migliore definizione della corresponsabilità dei soggetti della filiera del trasporto e contengono anche una specifica disciplina dei pallets». Ecco nel dettaglio le novità più importanti.

Costi minimi

Con un’importante modifica viene previsto che anche nei contratti di trasporto stipulati in forma scritta si tenga conto dei costi minimi di esercizio, che garantiscano il rispetto dei parametri di sicurezza. Questi costi minimi verranno individuati con accordi volontari di settore (tra la maggioranza delle Associazioni dei vettori presenti in Consulta ed una o più organizzazioni associative dei committenti), che dovranno essere stipulati entro 9 mesi dall’entrata in vigore dalle nuova disposizione (cioè entro giungo 2011). Con tali accordi potranno, in caso di contratti di durata o quantità garantite, prevedersi delle deroghe all’applicazione dei costi minimi di esercizio, nonché alle norme in materia di responsabilità condivisa, scheda di trasporto,

tempi di pagamento e anche per l’azione diretta del vettore.

Tempi di pagamento

Viene stabilito che il pagamento dei corrispettivo di trasporto debba avvenire entro 60 giorni dalla data di emissione della fattura (che il vettore ha l’obbligo di emettere entro la fine del mese di svolgimento dei trasporti). A differenza di prima (con tempo di pagamento a 30 giorni), il nuovo termine non è derogabile per volontà delle parti, ma solo mediante i richiamati accordi di settore.

Tempi di carico e scarico

Viene inserito un nuovo articolo con cui si chiarisce che il tempo di attesa del vettore al carico non può essere superiore a 2 ore. Altrettante due ore vengono previste quale tempo massimo di attesa allo scarico a destinazione.

Corresponsabilità vettore-committente

Viene chiarito che, in caso di trasporto effettuato sulla base di un contratto non scritto, le istruzioni sulla corretta esecuzione del trasporto devono trovarsi a bordo del mezzo, contenute all’interno della scheda di trasporto o nella documentazione equivalente o allegate a quella ad essa equipollente, altrimenti scatta la corresponsabilità del vettore e del committente per due tipi di violazioni commesse dal conducente: l’eccesso di velocità ed il superamento dei tempi di guida e di riposo.

Azione diretta

Per garantire il pagamento del corrispettivo al sub-vettore viene stabilito che quest’ultimo ha la possibilità di agire in giudizio per il mancato pagamento della prestazione di trasporto direttamente nei confronti di tutti coloro che hanno ordinato il trasporto. Questa disposizione vuole raggiungere l’obiettivo, che a prescindere da quanti sono i soggetti che si sono alternati nella filiera del singolo trasporto, viene sempre garantita la possibilità di richiedere il pagamento, citando in causa tutti i soggetti della filiera.

Gestione dei pallets

Per porre fine alle numerose questioni sorte negli anni in materia, è stato ora disposto che il vettore, al termine dell’operazione di trasporto, non ha nessuno obbligo di gestione e di restituzione dei pallets utilizzati (cioè degli imballaggi o delle unità di carico o movimentazione della merce). Se il committente e il destinatario della merce si sono accordati per la riconsegna dei pallets, il vettore non risponde del rifiuto di restituzione da parte del destinatario (nemmeno in caso di restituzione di pallets di qualità o numero inferiore rispetto a quanto concordato). Il vettore ha comunque diritto ad un compenso per ogni prestazione accessoria eseguita.

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SERVIZI

ICT in Trentino,

gli Stati Generali

L’Associazione Attività di Servizio ha partecipato alla giornata di approfondimento sul settore dell’informatica e telecomunicazioni

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a grande sfida che attende tutti i mercati, sia locali sia nazionali, è quella della competizione internazionale; con l’avvento di internet, la caduta delle barriere doganali, la moneta unica (per la Comunità Europea) sono improvvisamente cambiate le “regole” della competizione: il livello si è alzato passando da quello della singola azienda a quello di sistema territoriale. All’interno del sistema, la governance è fattore davvero strategico ed il ruolo della Pubblica Amministrazione è quello di regista del sistema stesso. Ciò non significa affatto che le imprese non abbiano più un ruolo fondamentale e gli imprenditori possano sgravarsi della responsabilità di operare delle scelte e di assumersi dei rischi, significa che nella distinzione precisa dei ruoli, di fronte ad un competizione che è davvero globale, alle imprese spetta un ruolo operativo, alla Pubblica Amministrazione un ruolo strategico. I grandi player internazionali (India e Cina su tutti) mostrano come, al di là di ideologie varie, oggi uno Stato per avere successo deve muoversi unito e coordinato, in maniera sinergica. Se quanto sopra scritto ha un senso, il sistema Trentino non è esente da queste nuove

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sfide e la Provincia, in prima persona il governatore Lorenzo Dellai, ha da tempo messo in atto alcune azioni che tendono a verificare la possibilità di costruire un vero e proprio Sistema che comprenda tutto il territorio provinciale, ipotizzando la costruzione dei Distretti. Il termine distretto oggi è abbastanza usato ed abusato così come avviene per il Sistema, ma ci fu chi studiò

alla fine del 1800 la struttura di territori che diventavano una vera filiera di un settore produttivo, concorrendo all’unisono alla positiva competizione all’interno dei mercati di riferimento. Lo studioso che cominciò a teorizzare il Distretto fu Marshall. Il distretto, secondo il concetto marshalliano, si configura davvero come un intero territorio che diventa quasi una

«Occore fare insieme per fare di più, meglio ed a minor costo, per competere però sui mercati internazionali e non per giungere ad una spartizione del mercato interno del Trentino»

“enorme catena di montaggio” in cui le varie parti di un prodotto vengono assemblate giungendo da locazioni diverse. Un distretto può nascere per vocazione naturale, ovvero perché in una certa area nel tempo si è sviluppata una industria legata ad un mercato ben definito (il distretto della sedia di Pordenone o della lana di Biella) oppure perché la Pubblica Amministrazione ha deciso di insediare, in un determinato territorio, una ben determinata tipologia di produzione (il distretto aerospaziale sorto alle porte di Roma), favorendo gli insediamenti con contributi, agevolazioni bancarie, ecc. L’analisi svolta dalla nostra PA ha portato ad individuare alcuni mercati quali strategici per il Trentino: l’energia elettrica, il turismo, l’ICT (ovvero informatica e telecomunicazioni). Per approfondire davvero la situazione e non produrre uno dei tanti progetti “calati dall’alto” la Provincia, attraverso la società Informatica Trentina Spa, ha organizzato una importante giornata di riflessione e confronto il 7 giugno presso l’aula magna della facoltà di Giurisprudenza intitolata: «Stati generali dell’ICT in Trentino». La giornata, che è stata assai interessante, ha visto l’attività svolgersi attorno a tavoli di confronto cui si sono alternati i più importanti nomi dell’informatica e delle telecomunicazioni sia


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SERVIZI

Un momento del tavolo delle Associazioni durante gli stati generali dell’ICT trentina. A destra, Stefano Chelodi, vicepresidente dell’Associazione Attività di Servizio

in campo nazionale, sia internazionale. A far da moderatore erano chiamati esperti e docenti universitari che da anni seguono l’evoluzione di questo settore o, forse potremmo dire, di questi settori. Nella mattinata ci si è concentrati sul livello internazionale del mercato e sui suoi scenari per poi scendere su quello nazionale ed infine calare la riflessione sul territorio trentino. Dato il titolo scelto per il convegno (Stati Generali dell’ICT in Trentino) che evocava gli Stati Generali convocati durante la Rivoluzione Francese (ovvero tutti gli appartenenti ad ogni classe sociale o casta che fosse), molta attenzione è stata posta nel coinvolgere la struttura produttiva (del settore ICT) del Trentino; un lungo lavoro di preparazione e di confronto sui dati e sugli indicatori di questo settore ha contraddistinto l’impegno delle Associazioni di categoria, che sotto la guida del prof. Gianfranco Camussone dell’Università di Trento, hanno contribuito a definire il ritratto vero del Trentino dell’ICT. Nella tavola rotonda in cui erano impegnate le Associazioni di categoria si sono confrontati il presidente degli artigiani Roberto Delaurentis, il presidente della categoria della Associazione Industria-

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li Fulvio Rigotti, il vicepresidente della Attività di Servizio dell’Unione Commercio Turismo Attività di Servizi, Stefano Chelodi e, in rappresentanza della Cooperazione, il presidente di Informatica Bancaria ing. Passerotti ed il neo presidente di Informatica Trentina, Paolo Spagni. Tutti gli esponenti delle categorie hanno messo in luce l’importanza di collaborare in maniera sempre più convinta, sia che ciò possa avvenire dentro un contenitore reale come un distretto industriale, sia che ci si limiti alla creazione di una sinergia reale tra le imprese. Il vicepresidente Chelodi, richiamando i concetti di Marshall, ha sottolineato come oltre alla volontà di creare un distretto deb-

ba di pari passo crescere una cultura in tal senso. In poche parole fare insieme per fare di più, meglio ed a minor costo, per competere però sui mercati internazionali e non per giungere ad una spartizione del mercato interno del Trentino. Particolare interesse ha destato l’intervento del presidente di Informatica trentina che ha posto l’accento sul ruolo fondamentale che la Società di Sistema (Informatica Trentina) ha nel favorire e far crescere un distretto che sia davvero in grado di competere nei mercati internazionali che ha indicato come vero obiettivo di un’azione in tal senso. Ha chiuso la giornata l’intervento del presidente Lorenzo Dellai che ha rimarcato

l’importanza di questo settore e l’impegno di questa Amministrazione nel creare le condizioni affinchè il Trentino possa diventare un vero protagonista nell’ICT, ma - ha sottolineato il Governatore un’azione di tal livello ha senso per costruire una struttura produttiva in grado di aggredire i mercati nazionali ed internazionali, non certo per spartire tra gli attori locali la “torta” degli investimenti in ICT della PA. Quindi una volontà reale, vera, di costruire un distretto, ma ancor più un sistema che sappia essere un protagonista nelle sfide di questo settore tanto strategico, negli anni a venire ed in grado di offrire ai giovani occupazione ,crescita professionale e prospettiva. ■

FNAARC: MESSA IN CANTIERE LA “GIORNATA DELL’AGENTE 2010”

Il presidente nazionale Corsi, sarà sabato 6 novembre a Trento Salvo imprevisti dell’ultima ora, sabato 6 novembre p.v., presso la sala Pluriuso al piano terra dell’Unione in via Solteri 78 a Trento, si svolgerà la “Giornata dell’Agente 2010”. Giornata particolarmente interessante per la presenza del Presidente Nazionale, Adalberto Corsi, del Vice Presidente dell’ENASARCO, avv. Agostino Petriello, dei Vice Presidenti Nazionali FNAARC, dei funzionari dott. Antonio Morelli e dott. Luigi Strazzella, nonché di altre personalità del mondo politico provinciale. Quest’anno ci sarà una novità interessante rappresentata dalla premiazione degli associati FNAARC che possono vantare un’anzianità d’iscrizione all’associazione di oltre 20 anni.

Giornata, quindi, particolarmente densa di appuntamenti importanti tenuto anche conto che la categoria non sta attraversando un momento propriamente felice. Fra gli argomenti ricoprirà particolare interesse il recepimento della c.d. Direttiva europea “Bolkenstein” e la creazione di un Ente Bilaterale che si occuperà della formazione professionale. Sarà possibile agli intervenuti porre domande di approfondimento. Il programma verrà comunque dettagliato sull’invito che sarà spedito a tutti. Gli agenti di commercio sono quindi preavvisati ed il presidente, Sergio Porcelli, si aspetta ed è convinto che ci sarà grande partecipazione.


SERVIZI

ANACI: GLI APPUNTAMENTI per il prossimo autunno

FIMAA: SI STAMPerà A TRENTO IL NUOVO PERIODICO NAZIONALE

Seminari, corsi e molto altro. A settembre un convegno sul rapporto con il fisco

Proseguendo con l’attività di aggiornamento professionale, il Direttivo dell’ANACI ha messo in agenda per quest’autunno alcuni importanti eventi che per loro natura risulteranno essere di notevole interesse per la categoria. Andiamo con ordine. Venerdì 17 settembre è in programma, presso la sala conferenze del MART di Rovereto, il convegno «L’amministratore di condominio e il fisco: un rapporto alla pari? Diritti e doveri nella reciprocità». L’ incontro vedrà la partecipazione dell’avvocato Maurizio Villani, della Guardia di Finanza, rappresentata dal maggiore Attilio Elia e dall’Agenzia dell’Entrate di Trento con la partecipazione di Laura Bonfanti. L’evento, organizzato da ANACI Trentino - Alto Adige/Südtirol in collaborazione con le sezioni provinciali di Trento, Bolzano e Merano, coinvolgerà gli amministratori di tutta la regione e delle province confinanti. Si tratta di un contraddittorio tra l’avvocato e Guardia di Finanza su un ipotetico controllo fiscale durante il quale verranno fornite da parte del legale utili indicazioni sul comportamento che il controllato deve assumere in rapporto alle eventuali contestazioni. Saranno presenti, inoltre, Pietro Membri e Andrea Finizio, rispettivamente presidente e segretario nazionale ANACI; i moderatori saranno Giuseppe Merello, tesoriere nazionale ANACI, e Antonio Pazonzi, segreterio generale SACI. Proseguendo, nei mesi successivi un ex funzionario dei Vigili del Fuoco di Trento terrà un corso completo di aggiornamento sull’antincendio. Infine il Direttivo, per i primi mesi del prossimo anno, ha deliberato di effettuare una sessione straordinaria di esami di recupero per coloro che, avendo frequentato gli ultimi corsi, non sono riusciti a superare la prova finale ed avere quindi il diploma di amministratore immobiliare ANACI. Come si vede gli appuntamenti sono tutti impegnativi e di alto profilo, quindi la parola ora passa agli associati che dovranno dimostrare, attraverso la presenza, se tali iniziative raccolgono o meno il loro gradimento.

2010

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È di questi ultimi mesi la notizia che il periodico della FIMAA, fino ad oggi denominato “FIMAA NEWS”, cambierà editore ed anche nome che sarà “MEDIARE”. La cosa passerebbe forse inosservata se non fosse che per il prossimo anno dell’impaginazione, della stampa e della distribuzione si occuperà la casa editrice trentina Curcu & Genovese Associati Srl. L’appalto, infatti, è stato vinto da Curcu e Genovese che sono riusciti a sbaragliare l’agguerrita concorrenza nazionale. Una bella soddisfazione per l’azienda trentina che così facendo ha saputo far valere la propria professionalità e serietà su tutti i contendenti. Questo risultato si tramuterà, gioco forza, anche in un considerevole aumento di immagine per la FIMAA trentina visto che il presidente, Severino Rigotti, sarà addetto al controllo di tutte le fasi editoriali per conto della Federazione Nazionale. Non ci resta quindi che augurare a tutti buon lavoro.

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FIAVE T

volere è potere

«Nessuno è cosi bravo da poter fare da solo e neanche la politica potrà frenare scelte che nel tempo saranno reputate ovvie»

Roberto Mori, presidente di Fiavet Trentino

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Unione

LUGLIO AGOSTO 2010

L’unione fa la forza: concetto elementare. In realtà la sua applicazione risulta tutt’altro che facile. Siamo individualisti e, normalmente, non lavoriamo per avere le condizioni adatte a sviluppare collaborazioni e sinergie. Lavoriamo per gli altri solo quando con un processo culturale maturato nel tempo individuiamo la strada per migliorare una condizione singola stemperata in un’obbiettivo di gruppo. A livello nazionale si potrebbe fare tanti esempi. Preferiamo riempirci la bocca di illusioni: “…in una recente conferenza stampa il Ministro Brambilla dava per confermate le previsioni del Ministero con 12 milioni di italiani partiti a luglio e 22 milioni in partenza ad agosto ed incrementi su ogni nicchia del settore turismo. Dati falsi per Federconsumatori che hanno generato immediatamente due comunicati stampa, il primo in data 21 luglio ed il secondo in data 13 agosto, indirizzati al Ministero del Turismo. Non solo Federconsumatori ma anche la Fiavet ha affermato che la forte stagnazione dei consumi ha dimezzato il budget di spesa delle famiglie italiane per le vacanze e che in quasi tutte le realtà i dati del turismo organizzato, rispetto al 2009, sono diminuiti del 10% e i fatturati del 15%.” Avremmo bisogno invece di conoscere la realtà per procedere in modo realistico, motivante, aggregante per raggiungere obbiettivi comuni in un contesto, quello del turismo, che è importante per il nostro paese per l’occupazione, lo sviluppo sociale, culturale e cosi via. L’incoming Italia, come si sa, avrebbe bisogno di maggiore coordinamento e sostegno per consentire a tutte le componenti, pubbliche e private, di dare il meglio. Anche nella Provincia di Trento avremmo bisogno di maggiore collaborazione tra pubblico e privato demagogia a parte. Dialogare non è facile ma è necessario e questo dovrebbe spingere a volere fare di piu. Il privato pecca quando si dimostra diviso mancando di obbiettivi comuni, ma è in termini culturali che deve crescere anche attraverso l’impegno di un sindacato di categoria catalizzatore che crede nel processo aggregativo: Fiavet sta lavorando su questo impianto. La politica, che interviene in modo marcato nelle pubbliche necessità, dovrebbe dimostrare la sua forza attraverso una maggiore apertura, lungimiranza e propositività per contribuire all’aggregazione anche attraverso lo strumento legislativo. Organizzare le Apt dotandole di soldi pubblici per operare in modo coordinato è una cosa buona, mentre chiamarle private è una roba da “re nudo”(secondo la famosa fiaba scritta dal danese Hans Christian Andersen) e lo capiscono anche i bambini oltre ad essere offensivo per chi opera realmente nel privato sudando i risultati positivi come, purtroppo subendo quelli negativi.

Nessuna polemica ma al privato, quello vero, i risultati negativi non sono oggetto di ricapitalizzazione. Credere che da sole, le APT, potranno mantenersi fino a diventare autonome in termini economici(sono passati solo… nove anni da quando la politica le ha lanciate nel mondo del “privato e i risultati dicono che sarebbe opportuno che lasciassero quell’area) è velleità. Un giorno o l’altro, finalmente, si arriverà alla ragionevole conclusione che è necessario capire che solo attraverso la collaborazione con il mondo dell’intermediazione e del tour operating, a livello nazionale e internazionale, ma cominciando con rinnovato vigore da quello provinciale giusto per fare prove reali scaldandosi i muscoli, si potranno ottenere i migliori e realistici risultati per vendere il prodotto del territorio trentino facendo cultura e qualità. Con internet siamo caduti tutti in una grande illusione. “La rete” ci ha cambiato la vita, in modo positivo, certo, ma ha generato anche grandi pericoli e illusioni reali. Internet deve essere controllato e interpretato, aiuta, offre nuove opportunità anche alle APT e alla politica che si illude di fare tutto da sola ma non eliminerà l’essere umano, e mi riferisco al professionista del mondo che rappresento, dotato di ragione, sentimento e professionalità forgiata nel tempo e presente sul territorio, assicurato (cosa di non poco conto) disponibile ad essere responsabile di ciò che propone e vende offrendo una consulenza qualificata oltre a essere disponibile a crescere con il crescere delle opportunità: internet non diventerà mai cosi bravo anche perché dietro internet c’è, guarda caso, sempre l’uomo… La notizia negativa e che la politica, con l’ultima legge sul turismo, emendata, ha raffreddato gli entusiasmi mettendo sempre e comunque al centro le APT “privatizzate”…lasciando a distanza quella rete di professionisti che occupano territori in modo capillare che a costi ragionevoli, e tutti sanno dell’importanza di dominare i costi, e con grande professionalità potrebbero mettere in vendita un territorio formidabile, in questo caso quello del Trentino, generando notevoli economie di scala. Quella positiva dice che nessuno è cosi bravo da poter fare da solo e neanche la politica potrà frenare scelte che nel tempo saranno reputate ovvie. Onestà intellettuale, cultura e lungimiranza, che sono di questo pianeta, troveranno la strada maestra dello sviluppo ragionevole e condiviso per dare spessore al vecchio e sempre valido adagio che recita: “volere è potere”. Roberto Mori Presidente FIAVET Trentino


IN TRENTINO

Con i mondiali del 2013

nevica ad agosto

Così si presenta la prossima stagione invernale fiemmese, mentre già si lavora ai preparativi per i campionati di sci nordico

A

Predazzo, alla metà di agosto, c’era la neve. Nessun miracolo, a dire il vero, ma la intelligente intraprendenza degli artefici della promozione locale che hanno approfittato del clou della stagione estiva per presentare ai tanti turisti presenti in valle la prossima stagione invernale, la numero 43. Il filo della serata, presentata dall’albergatore Claudio Delvai e promossa con il contributo anche dell’Unione, era idealmente teso tra due grandi eventi: gli albori del turismo bianco, nel lontano 1967, e i mondiali del 2013 che faranno della Val di Fiemme la capitale dello sci nordico e per i quali sono già iniziati i preparativi. In mezzo, ha ricordato Delvai ripercorrendo la storia del turismo invernale della valle, ci sono le grandi esperienze dei primi mondiali del 1991 e di quelli del 2003. Nel corso della serata si sono alternati sul palco di piazza Italia autorità e protagonisti del turismo della valle, a cominciare dai Maestri di Sci che

Musica e neve d’agosto, il contorno della festa di promozione della stagione invernale che a Predazzo ha riempito di turisti la centralissima piazza Italia, in attesa del grande evento dei mondali di sci nordico del 2013

- in una perfetta tenuta invernale - hanno offerto ai molti turisti alcune specialità tipiche. Tra gli ospiti, oltre all’Assessore al turismo di Predazzo, Ele-

na Gianmoena, anche il campione Franco Nones, capace di conquistare un successo iridato in una disciplina (la 30 km) dominata dagli atleti finlandesi e russi. La serata è stata l’ottima occasione per veicolare l’offerta turistica invernale della Val di Fiemme a chi già conosce le bellezze della stagione estiva. Molto suggestiva la cornice dell’evento che ha saputo creare un «piccolo inverno» in pieno agosto: ai piedi del palco, infatti, una striscia di neve opportunamente popolata di slitte, sci, scarponi e fiaccole ha fatto da contorno ideale. ■

Corsi di formazione con l’Unione L’Unione intende organizzare corsi di formazione obbligatori per HACCP, Primo Soccorso, RSPP (Sicurezza) e Antincendi presso le sedi territoriali di Fiemme e Fassa. Gli interessati, titolari, soci o collaboratori che intendono partecipare a detti corsi possono rivolgersi presso le nostre sedi di Cavalese, Predazzo e Pozza di Fassa per la compilazione del modulo di iscrizione. Ci si può rivolgere a Piergiorgio Brigadoi o a Giordano Dellantonio, ai numeri di telefono 0462/341774 (Cavalese), 0462/760054 (Pozza di Fassa) o 0462/500087 (Predazzo).

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IN TRENTINO

Alimenta e Halloween

animano l’autunno

Prosegue la marcia di avvicinamento ai due eventi. Dal 17 al 19 settembre e il 30-31 ottobre a Rovereto con l’Unione

D

a uno a tre giorni, la seconda edizione di Alimenta, nelle piazze del centro storico di Rovereto, si annuncia come un evento di grande risonanza: il 17, 18 e 19 settembre 2010, infatti, l’Unione Commercio e Turismo organizza la seconda edizione di Alimenta - il Festival del buon mangiare e del buon vivere, un’iniziativa completamente dedicata al gusto dove si incontreranno gli operatori specializzati del settore e il pubblico dei consumatori al quale sarà offerto di riappropriarsi del piacere di gustare alcuni dei prodotti di qualità tipici della nostra tradizione enogastronomica, educandosi allo stesso tempo al loro riconoscimento attraverso la percezione sensoriale. «L’ evento ha come obiettivo la valorizzazione dei prodotti e dei produttori di carni salumi e prodotti agroalimentari del Trentino, una vetrina per promuovere il territorio attraverso le sue tradizioni» ricorda Massimo Zenatti, presidente dei macellai del C10 ed ideatore di Alimenta. La kermesse alimentare sarà accompagnata da appuntamenti culturali quali visite guidate nel centro storico della città, laboratori per bambini e adulti, cena-spettacolo, allestimenti a cura del gruppo Donne impresa dell’Associazione artigiani del C10, degustazioni tematiche con i prodotti esposti nel mercato del gusto. Alla manifestazione parteciperanno an-

Massimo Zenatti, l’ideatore di Alimenta

che gli associati della Macelleria Tipica Trentina e tante altre sorprese sono in cantiere grazie alla creatività di Cinzia Zandonai, cui l’Unione ha affidato l’organizzazione ed il coordinamento dell’evento. Unione al lavoro anche per allestire la festa Shopping aspettando Halloween, in programma il 30 e 31 ottobre 2010 con tutti i negozi aperti anche di domenica. «Dopo il successo delle precedenti edizioni, per l’edizione 2010 stiamo preparando parecchie novità ed un programma in grado di atti-

rare in città il pubblico delle grandi occasioni, sempre con l’intento di favorire gli acquisti e far lavorare i negozi cittadini» ricorda il presidente dell’Unione Mariano Modena. Per questo abbiamo già lanciato la campagna pubblicitaria e realizzeremo anche una brochure, all’interna della quale saranno evidenziate le iniziative dell’evento (artisti, eventi, riduzioni sulle entrate ai musei, ecc.) e tutti gli sponsor che vorranno sostenere l’evento. Invitiamo tutti gli operatori ad attivare proprie inizia-

Modena: «Stiamo preparando parecchie novità ed un programma in grado di attirare in città il pubblico delle grandi occasioni»

tive, piccoli eventi all’interno dei propri negozi, che saranno pubblicizzati e contribuiranno ad arricchire il programma del week-end, dedicato alla festa di Halloween (zucche, streghe, maghetti, dolcetto e scherzetto, ecc.). Il volantino verrà stampato in 20 mila copie e sarà distribuito in tutti i punti vendita che aderiranno all’iniziativa, ai musei, in conferenza stampa, al mercato settimanale ed in occasione di altre manifestazioni di grande richiamo in Trentino. Per chi lo desiderasse, è possibile (come per gli anni scorsi) acquistare uno spazio pubblicitario sul volantino ufficiale della manifestazione». Coordinatrice è sempre Cinzia Zandonai, alla quale tutti gli operatori possono rivolgersi direttamente per proporre iniziative ed attrazioni in linea con il tema dell’evento (tel. 338/4170957 – e-mail: cinzia.zandonai@virgilio.it). ■

Unione

LUGLIO AGOSTO 2010

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IN TRENTINO

RAEE, si mobilita

l’Unione con i Comuni

In Vallagarina incontro tra il presidente Modena e i rappresentanti roveretani alla ricerca di un’intesa sul conferimento dei rifiuti

I

l presidente dell’Unione di Rovereto e Vallagarina Mariano Modena, d’intesa con la presidente dei Dettaglianti della Vallagarina Giuliana Savoia, ha richiesto ed ottenuto un incontro urgente al sindaco di Rovereto ed ai principali Comuni del comprensorio C10, a nome e per conto dei tanti associati che dal 18 giugno sono alle prese con l’applicazione del Decreto Ministeriale 8 marzo 2010, n. 65, recante modalità semplificate per la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche e elettroniche (RAEE), in attuazione dell’articolo 6 del decreto legislativo n. 151/2005. Detto decreto ministeriale introduce, infatti, a decorrere dal 18 giugno 2010 un importante obbligo in capo ai distributori di apparecchiature elettriche e elettroniche (AEE), che sono tenuti, al momento della fornitura di una nuova AEE destinata ad un nucleo domestico, al ritiro gratuito, in ragione di uno contro uno, della vecchia apparecchiatura che viene sostituita. Il commerciante deve informare i consumatori sulla gratuità del ritiro con avvisi chiari e leggibili. Il provvedimento prevede, inoltre, ulteriori obblighi e adempimenti documentali (comunicazione all’Albo Gestori Ambientali, tenuta di uno schedario di carico e scarico, documento di trasporto

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Unione

LUGLIO AGOSTO 2010

dei RAEE) a carico dei commercianti di apparecchiature elettriche e elettroniche. Detti adempimenti sono stati analizzati a fondo nel corso di un’apposita e partecipata riunione con gli operatori associati svoltasi nei giorni scorsi, nel corso della quale sono emerse alcune importanti criticità. Su tutte l’onere in capo ai Comuni di individuare il “Centro di Raccolta” dei rifiuti da apparecchiature elet-

triche e elettroniche al quale i distributori sono obbligati a conferire i RAEE raccolti entro 30 giorni dal ritiro e, quindi, teoricamente già a partire dal 17 luglio. Appare chiara, di conseguenza, l’urgenza di conoscere la definizione di questi “Centri di Raccolta” al più presto. Nell’incontro richiesto dall’Unione, il sindaco Miorandi e l’assessore all’ambiente Daicampi hanno garantito prov-

Tutti i venerdì di settembre a Rovereto negozi aperti fino alle 22.30 Settembre, mese dei tanti eventi a Rovereto. Oltre alle tre giornate di “Artingegna”, dal 10 al 12 settembre, che torna con la terza edizione (biennale), ci sarà “Alimenta”, organizzata dall’Unione Commercio e Turismo, dal 17 al 19 settembre, poi Oriente Occidente, Educa ed altri ancora. In occasione di queste manifestazioni, l’Unione Commercio e Turismo ha dato parere favorevole alla concessione della facoltà di protrazione serale fino alle 22.30 dell’orario di apertura dei punti vendita al dettaglio nei venerdì 3, 17 e 24 settembre (che va ad aggiungersi all’apertura serale, già prevista, di venerdì 10 e sabato 11 settembre ed all’apertura festiva, per l’intera giornata di domenica 12 settembre). Saranno organizzati momenti di intrattenimento nelle vie e piazze del centro di Rovereto.

vedimenti in merito in tempi celeri ma, al momento di andare in stampa, non ci sono ancora notizie certe. Nel frattempo il presidente Modena ha formalizzato in forma scritta ai Comuni della Vallagarina la richiesta di istruzioni circa le modalità di conferimento dei RAEE che, a seguito dell’entrata in vigore del D.M. 65 08/03/2010, dovranno essere obbligatoriamente ritirati dai commercianti a fronte della vendita di uno nuovo. «Nel contempo comunica, a nome e per conto dei propri associati direttamente interessati agli adempimenti previsti dal D.M. 8 marzo 2010, n. 65 e precedenti normative» - ricordano altresì, a nome degli operatori associati interessati - «l’impossibilità di adempiere agli obblighi previsti da D.M.65 08/03/2010 fino a quando non ci verrà indicato il Centro di Raccolta di competenza delle attività operanti nei singoli Comuni». ■


50&PI ù ENASCO

Pensioni, le novità

della finanziaria

La manovra economica ha introdotto cambiamenti anche in materia previdenziale: dai requisiti anagrafici alle finestre di accesso La recente manovra economica ha previsto degli interventi anche in materia previdenziale. Ecco quali sono i più rilevanti.

Decorrenza pensioni di vecchiaia e di anzianità L’art 12 prevede, a decorrere dal 1° gennaio 2011, la modifica del regime delle decorrenze (finestre) per il pensionamento di vecchiaia e di anzianità. Per i lavoratori dipendenti è prevista un’unica finestra di accesso al pensionamento di vecchiaia e di anzianità, maturata anche con 40 anni di contributi, decorsi 12 mesi dalla maturazione dei requisiti previsti. Mentre per i lavoratori autonomi, la soglia di accesso sale a 18 mesi. Gli iscritti alla gestione separata avranno accesso al pensionamento di vecchiaia e di anzianità secondo le regole previste per i lavoratori autonomi e cioè 18 mesi dalla maturazione dei requisiti. I lavoratori che intendono usufruire dell’Istituto della totalizzazione dei periodi assicurativi per il conseguimento della pensione di vecchiaia o di anzianità accederanno alle prestazioni con la medesima finestra prevista per i lavoratori autonomi (decorsi 18 mesi dalla maturazione dei requisiti previsti). Rimane ferma la vecchia disciplina delle decorrenze per le pensioni in totalizzazione ai

superstiti e per quelle di invalidità (dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda).

Adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita Vengono inoltre fissati i criteri attuativi del principio dell’innalzamento, a decorrere dal 2015, dei requisiti anagrafici previsti per l’accesso alla pensione in relazione all’aumento della speranza di vita calcolata dall’Istat con cadenza triennale. Principio a suo tempo introdotto, dall’art. 22 ter comma 2, del d.l 78/2009 convertito nella legge 102/2009. La predetta disciplina verrà applicata alla pensione di vecchiaia e di anzianità liquidate con qualsiasi sistema di calcolo e a carico di tutte le forme di

assicurazione obbligatoria.

Soci amministratori di società a responsabilità limitata del settore terziario L’art. 12, comma 11, fornisce l’interpretazione autentica dell’art.1, comma 208 della legge n. 662/1996, nel senso che il principio dell’attività prevalente opera unicamente per le attività autonome esercitate in forma di impresa dai commercianti, dagli artigiani e dai coltivatori diretti, i quali vengono iscritti in una delle corrispondenti gestioni dell’Inps. Viene, quindi, ribadito il principio secondo il quale, nel caso di svolgimento di attività autonoma esercitata non in forma di impresa, questa determina l’iscrizione alla relativa gestione previdenziale (gestione separata). Pertanto il socio ammini-

I viaggi e le manifestazioni di settembre e ottobre Le Meridiane di Monclassico: 10 settembre 2010

L’associazione culturale “Le Meridiane” di Monclassico ha dato vita nel 2003 ad un interessante progetto che tende a valorizzare e rilanciare un patrimonio tipico della valle. L’associazione 50&PIù propone ai propri soci e loro amici la gita di una giornata per visitare queste belle opere.

A Rimini per il Gold-Age: 14/18 ottobre 2010

Torna uno degli eventi più importanti della nostra associazione, e lo fa con una edizione davvero ricca e con tante novità. Per la prima volta Rimini ospiterà nel suo Palacongressi dal 14 al 18 ottobre 2010 Gold-Age - “La vita buona”. Per le prenotazioni delle gite sopra riportate rivolgersi alla Segreteria della 50&PIU’ via Solteri 78 tel. 0461/880472 – 880408.

stratore di una Srl del settore commercio che vi presta anche attività lavorativa: - deve essere iscritto alla sola gestione separata di alla L. 335/95, per il compenso di amministratore, se l’attività svolta come commerciante non è abituale e prevalente; - deve essere iscritto sia alla gestione commercianti sia a quella separata se l’attività svolta personalmente come commerciante ha i caratteri dell’abitualità e della prevalenza.

Pensione di vecchiaia delle dipendenti della pubblica amministrazione Il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia delle dipendenti della pubblica amministrazione, oggi pari a 61 anni, dal 2012 passerà a 65 anni. Inoltre, dal 1° luglio 2010 le ricongiunzioni delle posizioni assicurative dei dipendenti pubblici o privati , ad esempio la ricongiunzione della contribuzione dall’Inpdap verso l’Inps, diventano onerose e si applicano le disposizioni previste dall’art. 2 della citata legge n. 29/1979 commi da 3 a 5. Maggiori informazioni presso gli sportelli 50&PIù Enasco o sul sito internet dell’Unione, www.unione.tn.it. ■

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ENERGIA

Trasformare i consumi

energetici in business

Servimpresa Trentino Srl, società del gruppo Confidimpresa, offre un servizio di assistenza su prodotti, tariffe ed impianti energetici

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ervimpresa Trentino Srl, società di servizi di Confidimpresa, offre ai propri associati una consulenza di checkup energetico, per aiutarli a fare chiarezza nella varietà di offerte e tariffe. «Scegliere la migliore fornitura di energia elettrica – ci dice il dott. Andrea Corona, responsabile sviluppo di Servimpresa – grazie alle elevate competenze del team tecnico è il nostro primo obiettivo. Per garantire dei risparmi analizziamo il profilo di consumo dell’utenza e selezioniamo per Aziende, Privati ed Enti le migliori forniture energetiche. Con il supporto di ingegneri e tecnici specializzati, dimensioniamo e realizziamo con la massima cura impianti energetici, offrendo ai nostri clienti soluzioni personalizzate globali “chiavi in mano” per produrre energia pulita ad alto rendimento». «Tutti gli impianti – prosegue Corona – sono accompagnati dal Certificato di Garanzia di Prodotto Pluriennale e Garanzia di Rendimento per 25 anni. Progettazione ed installazione sono eseguite a regola d’arte, per offrire ad ogni cliente soluzioni durature e garantite nel tempo». Come si articola il checkup energetico? «Prima di tutto vi è una valutazione delle caratteristiche e dei fabbi-

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Unione

LUGLIO AGOSTO 2010

sogni energetici dell’impresa, nonché delle condizioni per poter autoprodurre in tutto o in parte l’energia utilizzata; c’è poi la verifica della congruità del consumo energetico corrente, con indicazioni per un possibile miglioramento e l’iImplementazione di un eventuale piano energetico».

«L’obiettivo principale, naturalmente, è ottimizzare i costi energetici in modo da liberare risorse per l’operatività caratteristica dell’azienda; ma cerchiamo anche di offrire possibilità di investimento nel settore della produzione di energia da fonti rinnovabili, utilizzando linee di credito

«L’obiettivo principale è ottimizzare i costi energetici in modo da liberare risorse per l’operatività caratteristica dell’azienda»

dedicate e garantite (con rendimenti fino al 8%) e di consentire il riposizionamento ambientale dell’azienda, perché il mercato premia coloro che dimostrano sensibilità nelle tematiche dello sviluppo sostenibile». Grazie anche alla lunga esperienza di assistenza nei finanziamenti e nei contributi maturata da Confidimpresa, Servimpresa è in grado di fornire una consulenza molto accurata. Un serio ragionamento circa i prodotti energetici, i propri consumi, le possibilità di sviluppo, non sono più un momento accessorio nell’attività di impresa ma entrano a far a pieno titolo nelle variabili della gestione d’impresa. Per questo motivo, l’attenzione dovrebbe essere sempre massima, a prescindere dalle dimensioni o dal settore di appartenenza dell’azienda. Per informazioni sul checkup energetico di Servimpresa Trentino è possibile rivolgersi direttamente alla società del gruppo Confidimpresa (la prima consulenza è gratuita), visitando il sito internet www. servimpresa.tn.it, inviando una mail a info@servimpresa.tn.it oppure rivolgendosi al numero di telefono 0461.277777 o di fax 0461.277727. ■


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ome è noto, in base alla Legge n. 2 del 28 gennaio 2009, le imprese costituite in forma societaria sono tenute a indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) nella domanda di iscrizione al registro delle imprese o analogo indirizzo di posta elettronica basato su tecnologie che certifichino data e ora dell’invio e della ricezione delle comunicazioni e l’integrità del contenuto delle stesse. Tutte le società già costituite hanno invece l’obbligo di comunicare al Registro delle Imprese l’indirizzo di posta elettronica certificata entro e non oltre il 29 novembre 2011. I liberi professionisti che sono in procinto di iscriversi in albi od elenchi devono comunicare ai rispettivi ordini o collegi la propria PEC nel momento stesso dell’iscrizione.

Cosa è la PEC La PEC è un sistema di posta elettronica nel quale è fornita al mittente documentazione elettronica attestante l’invio e la consegna di documenti informatici. La PEC rappresenta il corrispondente elettronico della Raccomandata A/R. In pratica si tratta di uno strumento basato sulla posta elettronica attraverso il quale, al mittente, viene fornita una

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Unione

LUGLIO AGOSTO 2010

Il progetto per le imprese: conoscere e usare le nuove tecnologie

La CCIAA e la PAT in collaborazione con l’Unione organizzano incontri di approfondimento su PEC, Smart Card e gli altri strumenti informatici La Camera di Commercio e la Provincia Autonoma di Trento, assieme alle Associazioni imprenditoriali provinciali, intendono sviluppare un progetto orientato alla diffusione sempre più capillare delle tecnologie digitali e dei servizi on-line nella gestione del rapporto fra impresa e pubblica amministrazione. Punti qualificanti dell’iniziativa sono la pianificazione e programmazione di specifici moduli formativi volti a far acquisire nozioni fondamentali, di natura giuridica e tecnica, connesse all’impiego degli strumenti informatici. In particolare, i moduli formativi riguarderanno: la promozione e diffusione presso le imprese dell’utilizzo della firma

digitale (Smart Card – Business Key) e della Posta elettronica certificata (PEC), nonché degli strumenti per l’accesso on-line alle banche dati camerali (Telemaco Pay); l’illustrazione di alcuni servizi e applicativi predisposti dalla Pubblica amministrazione con l’impiego di queste tecnologie. I moduli formativi, strutturati per argomento, partiranno nei prossimi mesi ed il loro costo sarà a carico degli enti promotori. Le imprese intenzionate a cogliere l’opportunità offerta dal progetto possono contattare gli uffici dell’Unione provinciale (vedi il Notiziario allegato).



POSTA ELET TRONICA CERTIFICATA

prova legale dell’avvenuta consegna del proprio messaggio. La prova legale è rappresentata da una ricevuta elettronica nella quale è riportato l’istante temporale della consegna a destinazione. Le e-mail certificate hanno valore legale e quindi sono opponibili come prove in caso di giudizio.

Utilizzo della PEC La posta elettronica certificata consente l’invio di messaggi la cui trasmissione è valida agli effetti di legge. Per i privati che intendono utilizzare il servizio di PEC, il solo indirizzo valido ad ogni effetto giuridico è quello espressamente dichiarato ai fini di ciascun procedimento con le PA o di ogni singolo rapporto intrattenuto tra privati o tra questi e le Amministrazioni pubbliche. Le imprese nei rapporti tra loro intercorrenti possono dichiarare la esplicita volontà di accettare l’invio di PEC mediante indicazione nell’atto di iscrizione al Registro Imprese. La PEC può essere utilizzata per inviare qualsiasi tipo di informazione per la quale il mittente desidera avere la certezza dell’avvenuta consegna. Un messaggio di PEC è un mes-

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saggio di posta elettronica e come tale può contenere allegati. Tutti possono usare la PEC: le aziende, le pubbliche amministrazioni, le associazioni, i privati. Ad esempio le aziende possono usare lo strumento PEC per comunicare con i propri clienti, con i propri fornitori o con la propria rete di vendita; gli enti pubblici per comunicare al proprio interno, con le altre amministrazioni, con i professionisti e con i cittadini; i privati per comunicare con le aziende, con le pubbliche amministrazioni e anche fra loro stessi. Con una casella PEC è possibile spedire un messaggio ad una casella email tradizionale (non PEC) anche se, in tal ca-

so, il mittente non riceve la ricevuta di avvenuta consegna. Il mittente riceve una ricevuta di accettazione che può essere utilizzata come attestazione dell’avvenuto invio in un ben definito istante temporale (questo tipo di invio potrebbe essere utilizzato, ad esempio, per la spedizione delle fatture). Solo in caso di comunicazione tra due caselle di PEC, il mittente ottiene la ricevuta che attesta l’avvenuta consegna del proprio messaggio e si ha così il corrispondente “digitale” della raccomandata A/R.

I vantaggi della PEC • Economicità: con un costo minimo è possibile inviare un numero illimitato di messaggi;

Le aziende possono usare la PEC per comunicare con la PA, con i propri clienti, con i propri fornitori o con la propria rete di vendita; gli enti pubblici per comunicare al proprio interno, con le altre amministrazioni, con i professionisti e con i cittadini.

• Velocità di consegna: i tempi di consegna sono praticamente azzerati rispetto al canale postale tradizionale; • Semplicità d’uso: una casella di PEC non è nient’altro che una casella di email e come tale viene utilizzata. Non è necessario installare alcun software sul pc dell’utente finale; • Validità legale: le ricevute rappresentano una prova legale opponibile a terzi che il messaggio inviato è giunto a destinazione; • Sicurezza: i messaggi viaggiano su canali sicuri e vengono firmati alla sorgente e verificati a destinazione in modo da garantirne l’inalterabilità; • Assenza virus e spam: il sistema è dotato dei più moderni ed aggiornati prodotti antivirus. Ogni messaggio inviato viene inglobato all’interno di un “messaggio di trasporto”. Quando il messaggio arriva a destinazione viene verificata la firma (e quindi viene controllato che non ci siano state manomissioni durante il percorso) e viene consegnato al mittente. Non appena effettuata la consegna all’interno della casella del destinatario, il server del mittente invia una ricevuta di avvenuta consegna al mittente contenente il riferimento temporale dell’operazione di consegna. ■


FIERE E MANIFESTAZIONI

con l’unione alLa borsa del turismo montano

La B.I.T.M è una rassegna fieristica dedicata al turismo in montagna. Per tre giorni, a Trento, si discuterà delle strategie commerciali e promozionali per programmare la nuova offerta turistica. Anche nell’edizione 2010 sarà fattivamente presente la Regione Abruzzo, attraverso la Camera di Commercio dell’Aquila. L’Unione sarà presente il 25 e il 26, in piazza Fiera, con uno stand aperto a tutti gli associati che, naturalmente, sono invitati. Il workshop internazionale, giornata di contrattazione commerciale riservata agli operatori professionali, avrà luogo presso il quartiere fieristico di Trento Fiere sabato 25 settembre. Sarà l’occasione per proporre la propria offerta turistica ad oltre 60 tour operator provenienti da tutta Europa, Russia, Stati Uniti, Canada, Giappone e Italia. La partecipazione è aperta a aziende turistiche di settore, consorzi di commercializzazione, hotels, parchi naturali e aziende di promozione turistica provenienti da tutta Italia. Il “Salone Vacanze Montagna” avrà luogo nelle giornate di sabato 25 e domenica 26 settembre nella bella cornice di Piazza di Fiera in centro storico a Trento. La fiera aperta al pubblico con ingresso libero, propone un’ampia vetrina nazionale sull’offerta turistica montana sia estiva che invernale, con gli stand dei principali enti pubblici e privati. Inoltre la B.I.T.M. sarà in concomitanza con “Autunno Trentino”, il Festival dei prodotti enograstronomici tipici, che richiama ogni anno migliaia di visitatori italiani e stranieri. L’evento, organizzato dal Comune di Trento, prevede oltre a numerose iniziative culturali e di intrattenimento, l’apertura dei negozi sia al sabato che alla domenica.

Fototeca Archivio Trentino Spa

Dal 24 al 26 settembre Trento ospita l’undicesima edizione di BITM, la rassegna dedicata a chi fa turismo in montagna. L’Unione sarà presente con uno stand

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