FARE n. 50 - DICEMBRE 2020

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FARE 50 DICEMBRE 2020

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Dicembre 2020

in questo numero: In

AGENDA 2030 ONU

L’attività di Confindustria Emilia per uno sviluppo sostenibile

PREMIO MASCAGNI 2020 Trentadue storie di tenacia, impegno e cultura d’impresa

PREMIO ESTENSE Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015.

Aquila d’Oro 2020 ex aequo a Pablo Trincia e Concetto Vecchio

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Il nostro impegno per il pianeta



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magazine

sommario

Le idee e le proposte degli Imprenditori di Unindustria Bologna

numero 50 dicembre 2020 DIRETTORE RESPONSABILE Raffaella Mazzali

EDITORE FARE S.r.l. via San Domenico, 4 - 40124 Bologna tel. 051 6317111 - fax 051 356118 DIREZIONE E REDAZIONE Confindustria Emilia Area Centro ART DIRECTOR Lorella Luccarini - Confindustria Emilia Area Centro STAMPA LABANTI e NANNI Industrie Grafiche Srl viale Marconi, 10 40011 Anzola dell’Emilia (BO) PUBBLICITÀ FARE S.r.l. via San Domenico, 4 - 40124 Bologna tel. 051 6317111 - fax 051 356118 PUBBLI’ concessionaria editoriale S.r.l. corso Vittorio Emanuele 113 41100 Modena tel. 059 212194 - fax 059 226627 pubbli@pubbli.it FOTO Archivio Confindustria Emilia Area Centro, Francesca Aufiero, Elisabetta Baracchi Gaia Degli Esposti, Max Salani

focus

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vita industriale

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di Valter Caiumi

di Marco Taddei, Laura Ansaloni, Raffaella Mazzali, Marianna Saguatti e Generoso Verrusio

ICT, motore per l’innovazione

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Tenacia, impegno e cultura d'impresa

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Premio Mascagni - La parola ai protagonisti

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Aquila d'Oro 2020, vittoria ex aequo per Pablo Trincia e Concetto Vecchio

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Agenda 2030 ONU, l'attività di Confindustria Emilia per uno sviluppo sostenibile

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"Masterclass for STEAM", il percorso formativo di Confindustria Emilia e Fondazione Golinelli

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Eletti i nuovi presidenti di cinque filiere

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rubrica a cura di Rete ICT

di Raffaella Mazzali

di Generoso Verrusio

di Laura Ansaloni

di Marianna Saguatti

Presidente Valter Caiumi Direttore Generale Tiziana Ferrari

di Marco Taddei

news emilia

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di Marco Taddei e Marianna Saguatti

Sede legale e operativa: via San Domenico, 4 - 40124 Bologna tel. 051 6317111 - fax 051 356118 www.confindustriaemilia.it Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 6858 del 26.11.1998 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento Postale 70% Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015. Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posizioni di Confindustria Emilia che comunque li ritiene un contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione

fare 3 Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana


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focus Cari colleghi, in un anno che non merita di essere commentato, la situazione che stiamo continuando a vivere rischia di assorbire la nostra attenzione, togliendola dalle traiettorie reali. Non possiamo permettercelo. Ed è proprio per questo che dedichiamo l’ultimo editoriale del 2020 all’uomo. Il progresso non può essere a scapito dell’umanità, ma a favore. Per questo vi chiedo di riflettere già nella programmazione delle vostre attività 2021 e oltre, per un impegno sempre maggiore volto alla salvaguardia del pianeta che deve diventare una priorità per tutti: governi, enti pubblici, mondo dell’impresa, società civile. È quanto chiede di fare l’agenda Onu 2030, la strategia globale di riferimento per lo sviluppo sostenibile a livello internazionale, con 17 Obiettivi da raggiungere entro questo decennio. Siamo consci che da questo punto di vista la nostra comunità imprenditoriale non è certamente “all’anno zero”. L’attenzione e la tutela dei nostri collaboratori (e il Covid-19 ne è un esempio) e la responsabilità sociale verso la comunità sono due degli elementi che contraddistinguono il nostro modello operativo. Ciò nonostante, siamo consapevoli dei passi avanti fatti e di quanto ancora occorre fare per il raggiungimento di questi importanti obiettivi per una crescita economica equa, verde e sostenibile, in accordo al Green New Deal negoziato tra Stato e imprese. Come Confindustria Emilia abbiamo fatto un’analisi di valutazione della nostra compliance (siamo stati tra le prime associazioni imprenditoriali a livello nazionale a farlo), in termini di progetti realizzati in chiave di sostenibilità. Dal lavoro sono state individuate 50 iniziative già realizzate nel periodo 2018-2020. Tra i risultati ottenuti spiccano gli 820 tirocini di formazione aziendali, il 70% poi trasformati in assunzioni, le 150 imprese coinvolte in bandi europei che hanno attratto investimenti sul territorio per oltre 45 milioni di euro, i 2 milioni di euro investiti per promuovere la cultura tecnica nelle scuole. Questo inaspettato 2020 ci consegna una consapevolezza ancor più forte delle potenzialità della nostra comunità e dell’importanza delle filiere e del lavorare insieme, con l’auspicio di tornare presto anche alla nostra ordinarietà quotidiana di vita in comunità, colgo l’occasione per fare a voi, alle vostre famiglie e ai vostri collaboratori i miei più cari auguri per un sereno Natale.

Valter Caiumi

Presidente Confindustria Emilia Area Centro

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Marco Taddei Laura Ansaloni Raffaella Mazzali Marianna Saguatti Generoso Verrusio

vita industriale re componenti perfettamente funzionanti e pronti per essere montati in macchina o venduti. Mentre si effettuano questi lavori di post-produzione, la stampante 3D4BRASS ha già recuperato automaticamente la polvere non usata nella stampa precedente e può già cominciare un nuovo ciclo di stampa, accelerando la produttività e snellendo il flusso produttivo”, conclude Ivano Corsini.

3D4MEC FIRMA LA PRIMA STAMPANTE 3D PER OTTONE AL MONDO Ivano Corsini, produttore della prima stampante 3D ottimizzata per la produzione di acciai, ha dato una nuova svolta all’additive manufacturing, trasformando il 23 ottobre 2020 in una data da ricordare. L’imprenditore bolognese, a capo di Autebo e di 3D4MEC, ha realizzato infatti la prima stampante 3D Powder Bed Fusion specializzata nel processo di tutte le leghe d’ottone con percentuale di zinco inferiore al 45% e che non contengono arsenico. 3D4BRASS, questo il nome della stampante, è nata dall’esigenza di Rubinetterie Bresciane Bonomi di creare velocemente componenti funzionali per la validazione di preserie. La curiosità era quella di verificare la fattibilità di questo materiale in ambito additivo. Riuscire a produrre i primi componenti in ottone, quindi, è stata una vera e propria rivoluzione nel mondo della stampa 3D. Rubinetterie Bresciane Bonomi si è rivolta a Ivano Corsini data la sua esperienza nella realizzazione di sistemi di stampa 3D industriali, specializzati nel processo di materiali specifici e dedicati alla produzione di componenti meccanici. “Quando ho ricevuto la richiesta di verificare la fattibilità di leghe di ottone in stampa 3D PBF, ero al corrente del fatto che già in molti avessero provato a svilupparla senza successo. È stata una sfida importante, ma ero determinato a portarla fino in fondo, forte dell’esperienza maturata in questi anni di sviluppo di stampanti 3D industriali specialistiche. Con la stampante 3D4BRASS a tecnologia Powder Bed Fusion (PBF) produci direttamente ottone senza utilizzare altri materiali come la cera o il collante, diversamente da tutti gli altri metodi produttivi utilizzati fino ad oggi. Ecco qual è la rivoluzione”, sottolinea con orgoglio Corsini. Solo grazie alla tecnologia PDF è possibile produrre un componente 100% ottone, fondendo assieme le particelle di polvere che, una volta consolidate, creano componenti con caratteristiche meccaniche idonee

AD CONSULTING E DANISI ENGINEERING IN CAMPO PER IL PROGETTO GAMMA PI

e funzionali ad una produzione meccanica. “I test metallurgici effettuati sui pezzi ottenuti dimostrano che si raggiunge una densità pari o superiore a quella della billetta integra, prima del processo di atomizzazione. Fra tutte le tecnologie additive esistenti, solo la Powder Bed Fusion permette di ottenere componenti con un’altissima resistenza e una precisione di dettaglio fino agli 0.25 mm”, prosegue Ivano Corsini. Le tecnologie come la fusione a cera persa, ad esempio, non sono ideali per una produzione industriale poiché richiedono l’utilizzo di più passaggi produttivi e dispendiosi macchinari e per di più non permettono di produrre geometrie complesse come canali conformati, possibilità che 3D4BRASS, invece, garantisce. “Come funziona la Stampa 3D Powder Bed Fusion? Si parte da un file 3D ottimizzato secondo le regole dell’additive manufacturing in modo da mantenere solo il materiale necessario e ridurre i costi. Una volta caricato il file in macchina, 3D4BRASS produce il componente strato dopo strato, andando a consolidare il materiale solo nei punti strategici, senza spreco. Stampato il componente, non resta che rimuoverlo dai supporti e applicare le opportune post lavorazioni, come la pallinatura o altri trattamenti, per ottene-

Tra i fattori alla base di una efficace progettazione per le Smart City e la Smart Mobility c’è certamente il corretto utilizzo dell’intelligenza artificiale per raccogliere e sistematizzare i dati, grazie ai quali sarà possibile una maggiore personalizzazione e comprensione del comportamento umano. Da queste premesse è nata la partnership per il progetto “GAMMA PI” che vede protagonista AD Consulting Group, realtà modenese che offre servizi di consulenza e soluzioni volti a sostenere e accompagnare le aziende nei loro processi di innovazione e trasformazione digitale, insieme a Danisi Engineering, azienda specializzata in ingegneria, progetta-

Christian Maiolo, executive board AD Consulting

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zione e realizzazione di sistemi telaio e prototipi completi di autovetture dal 2012 presente anche a Modena, Politecnico di Torino e Addfor. Il progetto è ispirato al modello della Modena Automotive Smart Area (MASA), in cui Università, Imprese e Comune condividono, all’interno di un living lab urbano patrocinato dal MIT già dal 2017, infrastruttura smart e strategie di sviluppo per la sperimentazione delle principali tecnologie abilitanti per le imprese automotive. Proprio i numerosi incontri di questi mesi tra i rappresentanti del Politecnico di Torino e dell’Università di Modena e Reggio Emilia hanno permesso di condividere una visione comune di innovazione e operatività che getta le basi per la costruzione di una rete nazionale di alte competenze e servizi messi a disposizione della migliore industria automobilistica nazionale per garantirne la competitività a livello mondiale. Le quattro realtà hanno firmato a settembre un “Memorandum of Understanding” che consentirà lo sviluppo di attività congiunte per i prossimi cinque anni e si impegnano a sviluppare collaborazioni nella formazione, nella ricerca e nella terza missione attraverso periodi di tirocinio degli studenti presso le aziende, svolgimento di tesi di laurea e laurea magistrale, l’attivazione di borse di studio e di dottorato e nella progettazione di corsi di aggiornamento per il personale tecnico delle imprese. L’attività di ricerca verterà sul con-

Marco Fainello, Chief Technical Officer di Danisi.

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trollo di velivoli a bassa quota; sulla gestione anche predittiva di strade e infrastrutture; sul controllo del livello di inquinamento dell’aria, delle acque e sonoro; sullo sviluppo di veicoli interconnessi a impatto zero e sulla creazione di un SimCenter, ovvero un simulatore dinamico e statico. Altri temi di ricerca riguarderanno la guida autonoma, l’utilizzo di droni per il rilevamento e il controllo dei dati e l’implementazione di sistemi di distanziamento sociale. “L’innovazione è un fattore chiave per lo sviluppo di cittadini, imprese ed enti pubblici. Rende le aziende più produttive, la Pubblica Amministrazione più efficiente e le città sempre più intelligenti, sicure e vivibili. Crediamo da sempre che connettere le città e le sue infrastrutture con i propri cittadini ne aumenti il loro valore, fare in modo che comunichino con le persone e le supportino è un valore ancora più prezioso. Proprio in questa direzione si instradano i nostri servizi IoT e IIoT necessari a supportare implementazioni avanzate per il monitoraggio della Smart City e della mobilità intelligente”, afferma Christian Maiolo, executive board AD Consulting. “L’enorme mole di dati generati da dispositivi e veicoli connessi può aiutare aziende e amministrazioni pubbliche a fornire servizi migliori, esperienze sempre più personalizzate e apprezzate. Abbiamo inoltre iniziato un percorso di supporto verso gli atenei con programmi di formazione e di collaborazione e a lavorare con il mondo accademico per realizzare progetti a sostegno delle città e delle persone”, sottolinea Gianfranco Silvestri, senior innovation manager di AD Consulting e responsabile del progetto GAMMA PI per l’azienda modenese. “Per Danisi Engineering, questo accordo consente di rafforzare la collaborazione con il Politecnico di Torino per rendere il progetto Smart City operativo e di mettere a disposizione di tutte le aziende che vogliono sfruttarla, l’opportunità di fare test in aree pubbliche usufruendo di servizi di supporto integrati che costituiscono il core business dell’attività. Infatti da 25 anni Danisi si occupa dell’applicazione delle nuove tecnologie al miglioramento della qualità delle autovetture, del piacere di guida, della sicurezza e della sostenibilità”, afferma Marco Fainello, Chief Technical Officer di Danisi.

ADUANTIR, IL VALORE DELLA CONOSCENZA Come realizzare qualcosa di utile, ma allo stesso tempo che possa essere un aiuto per le persone? Quando si lavora nella logistica internazionale, si ha sempre a che fare con situazioni e spedizioni diverse, con persone e bisogni diversi. Fin dalla sua fondazione, oltre 40 anni fa, Aduantir ha cercato di rispondere a questa domanda, decidendo di partire proprio dall’unione tra unicità e diversità per realizzare il cambiamento. “Ci è parso, quindi, necessario addentrarci all’interno, affinché società e culture che all’epoca ci sembravano estranee e distanti, entrassero a far parte di noi. Ed è qui, che inizia il nostro viaggio. Dall’entusiasmo di un ragazzo di nome Franco, costantemente alla ricerca di qualcosa di nuovo, di rivoluzionario”, spiegano dalla sede bolognese dell’azienda. “Per conoscere ciò che è sconosciuto, una partenza era fondamentale. Nacque così nel 1979, Aduantir Venezuela. Per anni siamo stati il punto di riferimento doganale e logistico per molte persone, più che una semplice società di trasporti. Non abbiamo iniziato per essere i migliori, volevamo solo essere diversi. Volevamo che la nostra comunicazione fosse il più trasparente possibile in modo da riuscire a dare una soluzione personalizzata ad ognuno. Ma per far ciò il nostro viaggio doveva dirigersi verso altre mete, ed è così che nel 1997 nacque Aduantir Italia, seguita da Aduantir Colombia nel 2009”. Ma nel servizio incentrato nell’export dall’Europa al Venezuela, dove era riconosciuta l’affidabilità di Aduantir per lo sdoganamento delle merci, nonostante la crescita le difficoltà da affrontare furono diverse. I problemi maggiori arrivarono nel 2014, quando una crisi sociopolitica colpì duramente il Venezuela, e la primaria fonte di profitto dell’azienda. “Fortunatamente, la presenza locale in un altro paese ci ha permesso di differenziare le soluzioni e ampliare le nostre tratte”, continua l’azienda, “attraverso una riorganizzazione interna, che ci ha spinto ad addentrarci in tutto il mercato latinoamericano. È stato come ripartire da zero. Ma dopotutto, un


AD Consulting

Come stai affrontando il New Normal?

Dall’oggi al domani il tavolo della cucina è diventato una scrivania, il soggiorno una sala riunioni, la tua abitazione è quindi anche il tuo ufficio nel nuovo normale. L’IT della tua azienda deve fare in modo che tutto funzioni, sempre, anche adesso. Te lo ricordi l’ultimo giorno in ufficio? Ti sei chiesto quando saresti rientrato e dalla finestra vedevi persone uscire portando via notebook, monitor e scatole di altro materiale. I tuoi colleghi del reparto IT, nel frattempo, stavano già pensando a quello che li aspettava: una valanga di richieste di supporto, i rischi legati alla sicurezza, la gestione dei sistemi, del cloud (se implementato) come far usare le applicazioni mission critical aziendali da casa (CRM, ERP o altro) i file, tutti gli apparati, gli asset aziendali, i notebook, gli smartphone e i tablet, anche quelli personali da adibire all’uso di applicazioni e file aziendali. Per non parlare poi delle riunioni in remoto, le video chiamate e i sistemi di messaggistica real time: quale piattaforma adottare? Quale la più sicura? Quale la più stabile? Gestisce anche i webinar?

L’emergenza sanitaria e l’incertezza dei tempi ci hanno cambiato e il nostro modo di vivere e lavorare si trasformerà e difficilmente tornerà come “prima”. Stanno evolvendo anche tutti i settori che devono stare al passo con il ritmo del cambiamento tecnologico e sociale. Il cambiamento non è più una scelta, avverrà. La pandemia da Covid-19 ha portato le aziende ad adottare nuovi standard, un nuovo modo di lavorare più agile, più smart. In questo la tecnologia ci è venuta incontro. Fondamentale, per poter competere sul mercato, dotarsi di strumenti flessibili, personalizzabili ed economicamente accessibili; prima ancora è necessario avere la consapevolezza di un approccio corretto, il coordinamento organizzativo per avviare queste fasi di cambiamento. La pandemia ha accelerato, e continuerà a farlo, il processo di trasformazione digitale che diventerà, una volta finito tutto questo, la nuova normalità. Ma quanto siamo stati pronti ad affrontare tutto questo? Le aziende hanno avviato il processo di trasformazione? Come stanno affrontando il new normal o il new working? Per rispondere alla sfida di accelerazione della trasformazione digitale, perché la tua azienda lavori in modo agile, smart e sicuro, partner come AD Consulting mettono a tua disposizione una serie di servizi di consulenza e soluzioni che rispondono alle attuali esigenze di lavoro senza interruzioni, per garantire la continuità operativa della tua azienda e delle persone che ne fanno parte.

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viaggio non è mai totalmente soddisfacente se qualche volta non si aggiungono nuove destinazioni. Ed è stato bello vedere che tutto ciò in cui abbiamo sempre creduto, alla fine si è rivelato il nostro trampolino di lancio. Avere al proprio interno una struttura flessibile, variegata e localizzata è e sarà sempre la nostra più grande forza ed orgoglio”. Aduantir oggi può contare tre sedi (Italia, Colombia e Venezuela), un elemento importante, attraverso il quale si riesce a creare un filo conduttore tra continenti molto distanti, grazie a uno scambio di conoscenze tali da poter ottimizzare l’utilizzo delle risorse e ridurre la percentuale di rischio. Quindi essere nel luogo di spedizione della merce è un valore aggiunto? “Certamente, essere localmente presenti nel territorio, permette di avere una conoscenza approfondita dei locali, di partner di fiducia su cui poter contare, in modo da poter dare un’ulteriore garanzia di tutela a chi ci affida la propria spedizione. Conoscenza e aggiornamento in merito alle dinamiche nell’import ed export, sono elementi fondamentali per realizzare in modo efficiente una spedizione internazionale. L’aggiornamento consente di essere in linea con l’attualità e di conoscere lo stato delle aziende locali operanti nel settore. Questo è un elemento chiave in quanto ci permette di ottimizzare i tempi e limitare gli inconvenienti, rendendo fluida una spedizione: sappiamo come muoverci, quali sono i porti che non si possono utilizzare, quali le compagnie leader, consolidatori affidabili, ascoltando anche quali sono le esigenze degli importatori”, concludono da Aduantir.

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L’AEROPORTO DI BOLOGNA AL SERVIZIO DELLE AZIENDE Anche per l’Aeroporto di Bologna il 2020 si è caratterizzato come un anno di sfide senza precedenti, sfide che purtroppo non sono ancora finite. Dopo i mesi di lockdown, durante i quali l’Aeroporto è comunque rimasto sempre operativo, garantendo il collegamento giornaliero con Roma e il trasporto di materiale sanitario, il traffico è gradualmente ripartito e sono stati portati a termine i lavori di manutenzione della pista già programmati, accorpando a questi interventi anche quelli già previsti per il 2022, anno in cui quindi non si dovrà procedere ad una nuova chiusura dello scalo. In questo periodo particolarmente critico, Aeroporto di Bologna è stato il primo in Italia, e tra i primi al mondo, a ottenere dall’Airport Council International (ACI) World e dall’ACI Europe, l’Airport Health Accreditation, il programma che valuta le misure e le

procedure sanitarie introdotte dagli aeroporti a seguito della pandemia. La sicurezza dei passeggeri e degli operatori è per Aeroporto di Bologna prioritaria e, sin dall’inizio dell’emergenza, sono state messe in campo una serie di misure volte a ridurre al massimo possibile il rischio di contagio tra i passeggeri e i lavoratori dello scalo: la sanificazione intensiva delle aree anche tramite un sistema a frammentazione molecolare, l’installazione di termoscanner di ultima generazione per il rilevamento della temperatura corporea di tutti coloro che accedono al terminal, il posizionamento di erogatori di liquido disinfettante e di barriere di plexiglass sia nei punti di contatto front office del terminal passeggeri, sia tra le postazioni di lavoro dello staff aeroportuale, il sistema brevettato BEST ai controlli di sicurezza, che consente di abbattere l’interazione frontale tra il personale addetto ai controlli e i passeggeri, la dotazione di sistemi di aerazione del Terminal passeggeri e di tutti i locali ed uffici aeroportuali con filtri ad alta efficienza in corrispondenza delle aree a maggior densità di persone, segnaletica e comunicazione continua ai passeggeri su supporti digitali e fisici, canali social, sito web. Anche all’interno della Business Lounge, riaperta a partire dal 1° luglio, sono state implementate una serie di misure volte a garantire il massimo comfort e sicurezza agli ospiti. In particolare, è stata prevista un’apposita segnaletica orizzontale volta al mantenimento del distanziamento nelle aree a maggiore intensità di stazionamento, è stato posizionato un plexiglas protettivo al banco reception, è sempre previsto l’obbligo di mascherina, il gel disinfettante è a disposizione in vari punti della lounge e, in un formato da viaggio, viene proposto in omaggio a tutti gli ospiti. Il servizio bar è sempre disponibile durante gli orari di apertura della sala e, in linea con le disposizioni di legge, viene gestito tramite operatore specializzato su richiesta dell’ospite, non è più previsto il buffet ma l’assortimento è rimasto invariato. Anche le sale riunioni e gli spazi di lavoro sono stati riorganizzati per rispondere alle nuove esigenze, plexiglas protettivi sono stati inseriti sui tavoli di lavoro e la capienza della sala conferenze è



stata ridotta per garantire il corretto distanziamento in occasione di riunioni o eventi. Sempre disponibile il servizio Vip Youfirst con staff dedicato e mezzo privato per il trasferimento a bordo. Per conoscere le speciali condizioni riservate alle imprese e le promozioni in corso è possibile consultare il sito dell’Aeroporto www. bologna-airport.it o contattare la Direzione Business Non Aviation: mazzanti@bologna-airport.it, telefono 051-6479704.

ALFASIGMA, LA FARMACEUTICA ABBRACCIA LA SOSTENIBILITÀ Oltre 395mila euro di investimenti in 20 progetti per le comunità e sei obiettivi di sviluppo sostenibile fissati al 2030. Sono alcuni dei punti salienti del “Rapporto di Sostenibilità 2019” di Alfasigma, realtà bolognese tra i big player del mercato farmaceutico internazionale, presentato lo scorso 12 ottobre nel capoluogo emiliano alla presenza di stakeholder, comunità e territori. Da sempre attenta e focalizzata sulla tutela e la promozione dei diritti umani con una particolare attenzione nei confronti delle comunità che lavorano presso i propri stabilimenti, la responsabilità sociale d’impresa (RSI o Corporate Social responsibility CSR) fa parte del dna di Alfasigma, anzi, ne costituisce una delle caratteristiche distintive. Da anni, infatti, il gruppo accoglie con entusiasmo le aspettative che i diversi attori ripongono nelle imprese, affinché si assumano precisi impegni verso la comunità, la crescita educativa, la cultura e l’ambiente. “La responsabilità sociale ha accompagnato da sempre la nostra storia, ancor prima che Alfa Wassermann e Sigma-Tau si unissero per dare origine a quel che ora siamo”, ha ricordato Stefano Golinelli, presidente di Alfasigma, aggiungendo: “Oggi quindi non facciamo altro che suggellare questa nostra innata caratteristica, rendicontandola e misurandola non tanto per dare ‘peso’ e ‘corpo’ al valore delle nostre azioni, quanto per essere consapevoli di ciò che è stato fatto e impegnarsi sempre di più per migliorare la vita delle persone, dentro e fuori l’azienda”. Particolare attenzione è rivolta ai territori e alle comunità in cui opera sostenendo proget-

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ti e iniziative sociali, culturali e filantropiche. Nel 2019 ha investito oltre 395mila euro per sostenere organizzazioni no profit, culturali e fondazioni, impegnate nelle attività di cura e sostegno ai pazienti, ai bisognosi o al servizio dell’arte in tutte le sue forme. La policy aziendale non prevede mai un finanziamento fine a se stesso: ogni contributo è legato a una precisa progettualità Stefano Golinelli, presidente di Alfasigma e a uno scambio reciproco. A questi si aggiunge la sponsorizza- cio di ricerca e sviluppo fortemente orientato zione di Casa Virtus Alfasigma, inaugurata all’innovazione, come dimostra il piano di a Bologna nel 2019 e pensata per essere un investimenti in tecnologie di circa 60 milioni playground aperto ai ragazzi del quartiere, fi- di euro tra il 2019 e il 2023, e un’estesa azionalizzato a promuovere lo sport come veicolo ne di diagnosi ambientali ed energetiche nel di benessere e socializzazione, oltre che la casa 2018-2019 nelle sedi e negli stabilimenti per per ospitare i giovani talenti della pallacane- mettere in campo un piano d’azione specifico stro provenienti da tutt’Italia. che consenta di recuperare efficienza. Infine, “Un’impresa responsabile crea valore non solo due iniziative molto recenti sono la costituper se stessa, ma per tutti gli stakeholder, in- zione dell’A_MAB il Millennials Advisory clusi dipendenti e comunità locali, con una Board che dà voce ai giovani dell’azienda, e particolare attenzione all’ambiente. Scegliere la formazione di un Diversity & Inclusion di misurarsi ogni anno con un Rapporto de- Committee, per un’organizzazione sempre dicato significa compiere un passo importan- più aperta e inclusiva. te per affermare la centralità e il valore strategico della sostenibilità e porla come punto di riferimento essenziale per disegnare il business del futuro”, ha dichiarato Pier Vincenzo ALS, AL FIANCO DELLE IMPRESE Colli, amministratore delegato di Alfasigma. PER MONITORARE “La pandemia di Covid-19 ci ha posto di fronte a sfide impreviste a cui abbiamo rispo- IL RISCHIO CHIMICO sto con coraggio salvaguardando la salute di dipendenti e interlocutori esterni; ma anche Il rischio chimico in ambiente di lavoro mettendo in campo iniziative importanti per rappresenta un tema critico all’interno delle le comunità in cui operiamo, come la bella aziende. Non sempre, infatti, risulta facile per raccolta fondi che abbiamo destinato a Ca- i datori di lavoro riuscire a identificare i vari ritas per pacchi alimentari alle famiglie biso- fattori che lo compongono, nella maggiognose o il supporto che abbiamo offerto ai ranza dei casi a causa della moltitudine di somedici di medicina generale per i dispositivi stanze e miscele chimiche che si generano dai processi produttivi. Lo sa bene ALS Italia, tra di protezione”. Inoltre, Alfasigma ha individuato sei obiettivi le più grandi compagnie di testing mondiali, tra i 17 Goals dell’Agenda 2030 ONU per lo presente in 65 Paesi con oltre 350 sedi e oltre sviluppo sostenibile (nel dettaglio i Goals 3, 14mila collaboratori (3mila in Europa). ALS 4, 8, 9, 13 e 17) e il lavoro per raggiungere Italia è presente anche in Emilia-Romagna, questi traguardi è già partito con un approc- con il presidio di Bologna.



BALTUR, DA 70 ANNI SEMPRE ALL’AVANGUARDIA

Sin dalla sua fondazione, Baltur si è sempre prefissa traguardi importanti e quest’anno ne ha raggiunto uno particolarmente significativo. Nel 2020 infatti l’azienda di Cento, in provincia di Ferrara, compie 70 anni, confermando la sua posizione di riferimento per il settore riscaldamento, climatizzazione e tecnologie per il clima. La sua storia inizia nel 1950, quando due soci centesi, Giuseppe Ballanti e Ferdinando Tura (Baltur è l’acronimo dei loro cognomi), fondano l’azienda Baltur per la produzione di bruciatori ad uso domestico. Ben presto la domanda in costante aumento li induce a cercare un socio investitore per attuare il passaggio da azienda artigianale ad azienda industriale, ed è così che nel 1960 Ballanti e Tura entrano in contatto con i Fava, imprenditori nel settore delle macchine per pastifici. Augusto Fava, leader riconosciuto e indiscusso della famiglia, intravede subito le grandi opportunità del mercato del riscaldamento in quegli anni di crescente sviluppo nazionale e decide di entrare in società. Dal 1987 la totalità delle quote Baltur è detenuta dalla famiglia Fava, giunta alla terza generazione di imprenditori con l’amministratore delegato e direttore generale Riccardo Fava, nipote di Augusto, dal 1999 alla guida dell’azienda. Nei decenni è stata progressivamente ampliata e perfezionata l’offerta di prodotti e servizi curandone tutti gli aspetti, per raggiungere l’equilibrio tra performance e risparmio, comfort e sostenibilità, al fine di distinguere la Baltur sui mercati per eccellenza, affidabilità e sicurezza. L’internazionalizzazione aziendale, iniziata nei primi anni ‘90 a livello quasi pionieristico grazie alla precisa determinazione dell’allora

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presidente Gianni Fava, figlio di Augusto e zio di Riccardo, è oggi il fiore all’occhiello di Baltur, che propone soluzioni diversificate e all’avanguardia in oltre 60 Paesi. Nel 2000, per consolidare maggiormente la presenza dell’azienda nel mondo, pur mantenendo la qualità dei rapporti e dei servizi tipica di un’impresa locale, e presidiare un mercato di fondamentale importanza quale la Cina, è stato inaugurato l’ufficio di rappresentanza a Shanghai. “Del resto in Baltur amiamo definirci una famiglia che parla tutte le lingue”, sottolinea Riccardo Fava. Dal 2007 Baltur ha compiuto una vera e propria ‘rivoluzione’, convertendo i processi aziendali a logiche e tecniche di Lean Management e Industry 4.0, non solo per ottimizzare e perfezionare la produzione abbattendo gli sprechi e migliorando le performance di processi e servizi, ma anche per gestire l’energia in modo sempre più razionale ed efficace, nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Grazie a questo processo e ad investimenti costanti in ricerca e sviluppo, nel 2015 Baltur ha realizzato il tubo di prova più grande del mondo per bruciatori (normato EN 267 - 676) e, nel 2019, ha inaugurato il nuovo Laboratorio R&D e la nuova Linea Automatizzata per grandi bruciatori. Oggi Baltur è in grado di soddisfare sia l’industria sia il privato attraverso una gamma completa di prodotti per il comfort e la climatizzazione, bruciatori a bassissime emissioni e sistemi termici di ultima generazione, alimentati da energia pulita. Non solo: Baltur ha saputo portare l’originalità dello stile italiano nelle proprie soluzioni industriali e residenziali, coniugando tecnologia e design.


L'attività in un laboratorio di ALS

ALS fornisce servizi tecnici professionali per il settore life sciences (ambientale, alimentare e farmaceutico), energetico e minerario (esplorazione, estrazione, lavorazione e commercio) e per i settori industriali. “La legge sul rischio chimico si è evoluta molto nello scorso decennio, soprattutto alla luce delle cattive esperienze vissute dalle aziende che spesso si sono ritrovate a doversi difendere in tribunale”, commentano dalla sede bolognese di ALS. “L’aggiornamento UNI EN 689:2019, recepimento della norma europea EN 689, definisce una nuova strategia per effettuare misure rappresentative dell’esposizione dei lavoratori agli agenti chimici per inalazione”, continuano da ALS. “La norma presenta infatti importanti novità riguardo alla quantità di analisi chimiche da effettuare per stabilire la qualità dell’esposizione professionale dei lavoratori (come e quanto misurare gli agenti chimici presenti negli ambienti di lavoro) nonché definisce nuovi parametri per la valutazione dei risultati analitici (e come confrontarli con i limiti di esposizione professionale)”. La nuova normativa permette quindi alle aziende di verificare realmente se i lavoratori risultano esposti al rischio e adottare le misure di prevenzione e protezione. A tal proposito è necessario considerare due importanti aspetti nel decidere se aggiornare la propria valutazione del rischio chimico. “Da una parte i controlli: gli enti di controllo, in primo luogo l’azienda sanitaria, richiedono sempre più che l’esposizione sia misurata secondo le tecniche più aggiornate. Infatti, a seguito di verifiche ispettive, emerge di frequente la notizia di aziende risultate mancanti per

David Bevilacqua, nuovo amministratore delegato di Ammagamma

‘Valutazioni del rischio incomplete e non aggiornate’; dall'altra la corretta valutazione del rischio: purtroppo, avendo aumentato di molto i tempi di verifica e misura dell’esposizione, la modifica è stata vista dalle aziende come l’ennesimo onere che porta ben poco valore aggiunto. In realtà la nuova norma dà la possibilità di avere un quadro rappresentativo migliore e maggiore rispetto a valutazioni precedenti”. Inoltre, tra le novità più significative della nuova norma rispetto alla versione precedente, conclude ALS, “c'è l’individuazione della figura professionale del ‘valutatore’ competente in possesso di capacità ed esperienze per l’applicazione della norma secondo l’attuale stato dell’arte dell’igiene industriale. La complessità del processo di valutazione dell’esposizione ad agenti chimici richiede competenze specifiche che consentano di giungere ad una stima rappresentativa della reale esposizione del lavoratore”.

AMMAGAMMA È IL NUOVO NOME DI ENERGY WAY E DAVID BEVILACQUA IL NUOVO AD Energy Way, azienda modenese di data science e intelligenza artificiale, cambia nome e diventa Ammagamma. Questo cambiamento è il segno di una profonda evoluzione che ha caratterizzato l’azienda: nata nel 2013 come startup innovativa che offriva modelli di ottimizzazione in campo energetico, in pochi anni ha ampliato le sue attività, sviluppando soluzioni trasversali ai processi delle aziende,

in tutte le principali industry, dalle Telco alla Gdo, dalle multiutility alle banche. Questa trasformazione non poteva non coinvolgere anche il nome originario, Energy Way, che via via è divenuto sempre meno rappresentativo di questa importante crescita ed evoluzione aziendale. “Nel corso degli anni, ogni nuova sfida ha stimolato il nostro desiderio di guardare avanti, portare innovazione e costruire nuovi strumenti di conoscenza. Ammagamma racchiude l’essenza di ciò che siamo, un’azienda che sogna in grande e che ama sperimentare, ma che lavora con concretezza per migliorare i processi aziendali dei clienti attraverso soluzioni matematiche avanzate”, dichiara il fondatore Fabio Ferrari. Il nuovo brand Ammagamma, presentato ufficialmente lo scorso 22 settembre, racconta la natura dinamica e sperimentale dell’azienda e coniuga il carattere altamente innovativo delle soluzioni proposte con la creatività e la passione che caratterizzano il lavoro del team: oltre 60 professionisti, tra matematici, fisici, ingegneri, sviluppatori, filosofi e artisti, che lavorano ogni giorno per mettere le potenzialità della matematica al servizio delle aziende. Il lavoro di questo gruppo è stato premiato da LinkedIn che ha indicato Ammagamma come una tra le dieci realtà più resilienti in Italia: un’azienda che, durante il periodo di pandemia, è stata in grado di continuare ad attrarre l’interesse di professionisti e stakeholders. Ammagamma richiama il tempo del rock progressivo, in cui la musica si univa ai primi suoni artificiali per liberare nuove visioni, e racconta l’ambizione dell’azienda: stupire e orientare l’uomo verso nuove visioni sociali e produttive sostenibili.

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“Da sempre, il nostro approccio è quello di analizzare le correlazioni forti e deboli che raccontano il mondo intorno a noi, e di generare nuova conoscenza grazie alla matematica applicata. Ma per guidare il cambiamento la tecnologia, da sola, non basta. Servono sensibilità, raffinatezza e intelligenza. Ammagamma è l’espressione di questa visione e identifica la nostra missione: impiegare le potenzialità del pensiero matematico per sviluppare strumenti di conoscenza accessibili a tutti”, sottolinea Ferrari. E le novità per l’azienda modenese non si fermano: David Bevilacqua è stato nominato infatti nuovo amministratore delegato di Ammagamma, lo scorso ottobre. L’annuncio della nuova nomina è arrivato pochi giorni dopo la presentazione del nuovo brand e conferma la rapida evoluzione dell’innovativa società modenese. Il curriculum professionale di Bevilacqua, che era direttore generale della società da febbraio 2020, è caratterizzato da numerose esperienze in importanti posizioni di management in aziende nazionali e multinazionali. “Matematici, fisici, ingegneri, sviluppatori, filosofi e artisti: questo il team di professionisti con cui mi sono quotidianamente confrontato dal mio ingresso in Ammagamma. Sono onorato di poter guidare una realtà italiana così innovativa e stimolante, sia da un punto di vista professionale che umano. I traguardi raggiunti finora sono per tutti noi un incredibile stimolo per continuare a migliorarci, con l’obiettivo di mettere l’intelligenza artificiale al servizio di persone e aziende, trasformando i dati in nuove forme di conoscenza, accessibili a tutti”, afferma il neoamministratore delegato David Bevilacqua.

ANNOVI REVERBERI, BORSE DI STUDIO IN NOME DEL FONDATORE Un concorso che permetterà di assegnare cinque “Borse di Studio Corrado Reverberi”, per premiare l’eccellenza e il merito degli studenti delle scuole superiori e dell’università. È l’iniziativa istituita dalla famiglia in occasione dell’anniversario della scomparsa di Corrado Reverberi, fondatore del Gruppo Annovi Reverberi, avvenuta il 12 novembre 2019: “Abbiamo voluto dare vita a un progetto che lui apprezzerebbe e di cui sarebbe orgoglioso. Quale imprenditore che ha fatto dell’eccellenza italiana un continuo vanto, Corrado Reverberi ha sempre attribuito una particolare importanza all’istruzione e all’accrescimento culturale dei giovani”, sottolinea la famiglia Reverberi. L’obiettivo del concorso, dedicato ai figli dei collaboratori di Annovi Reverberi, è dunque rendere omaggio all’impegno dei ragazzi ed evidenziare come le persone siano davvero uno dei valori fondamentali per il gruppo che, fondato nel 1958 a Modena, nel cuore del distretto metalmeccanico italiano, rappresenta oggi un punto di riferimento nella produzione di pompe a membrana per agricoltura, pompe ad alta pressione per utilizzi industriali e idropulitrici, aspiratori e pompe sommerse per il settore cleaning. “Le persone sono davvero il nostro patrimonio più importante. Ogni traguardo conquistato negli ultimi 60 anni è stato il frutto del forte senso di appartenenza che ci unisce”, dichiarano da Annovi Reverberi. E proprio la capacità di fare squadra dietro lo scudo AR dello storico logo è risultata centrale nel raggiungimento degli ottimi risultati del Gruppo, che chiuderà anche il 2020 con segno positivo.

Il fondatore di Annovi Reverberi, Corrado Reverberi

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La forza crescente di Annovi Reverberi fa inoltre perno sull’innovazione permanente, sulla costante ricerca delle soluzioni più efficienti, sulla capacità di anticipare e accogliere le sfide del mercato; solo alcuni, questi, dei fattori che hanno consentito una crescita costante nel tempo fino ad arrivare agli oltre 200 milioni di fatturato e alla presenza in oltre 100 Paesi al mondo. “Siamo costruttori legati in modo indissolubile all’artigianalità dei nostri prodotti. Abbiamo coniugato la nostra storia con l’ambiente internazionale in cui operiamo, adottando processi all’avanguardia per tecnologia produttiva e progettazione. La presenza in 5 continenti ne è la prova più evidente e conferma il nostro impegno nel cogliere la sfida del nostro tempo, quella del mercato globale”, continuano da Annovi Reverberi, che oggi destina all’estero l’85% della propria produzione. Dopo un 2020 che si concluderà per il Gruppo con l’inaugurazione del nuovo headquarters a Modena e del nuovo centro logistico nella vicina Bomporto, il 2021 vedrà l’inaugurazione dell’“AR Innovation Hub”, un innovativo centro di ricerca e sviluppo e una sala prove all’avanguardia che consentiranno alla storica realtà modenese di accrescere ancora di più la propria competitività sul mercato.

BALUGANI INVENTA L’ADDOLCITORE KOMPACT Lo slogan di Balugani è “la migliore acqua per il miglior caffè espresso” e così come le novità nelle torrefazioni non mancano mai, neppure l’azienda di Malborghetto di Correggio, in provincia di Ferrara, fa mancare le proprie. Con la sua divisione trattamento acqua è riuscita, infatti, a diventare in pochi anni un punto di riferimento nazionale nel settore specifico dei pubblici esercizi, come bar, pub e ristoranti, che utilizzano addolcitori d’acqua automatici per la qualità dell’acqua e la salvaguardia delle proprie attrezzature dal calcare. In particolare, l’addolcitore d’acqua è uno strumento indispensabile nel mondo del caffè espresso. La corretta qualità dell’acqua, uscita e regolata dall’addolcitore, consente di far effettuare alla macchina del caffè la migliore


estrazione della sostanza ed offrire un’ottima qualità di espresso alla clientela. Ma il lungo periodo di lockdown ha spinto i tecnici e gli esperti commerciali di Balugani a sviluppare e a dare forma a nuovi progetti. Ad esempio, è sempre stato un problema, già nella fase di progettazione dei mobili e delle postazioni per l’erogazione e somministrazione delle bevande, il problema dello spazio fisico in cui inserire le attrezzature divenute oramai necessarie, come addolcitori d’acqua per abbattere il calcare o sistemi filtranti per togliere e sopprimere impurità presenti nella rete idrica. Qui entra in gioco Balugani, che ha creato una nuova linea di addolcitori d’acqua a controllo volumetrico automatico, adatta per tutte quelle locazioni che necessitino di un sistema di addolcimento dell’acqua concreto ma che abbiano spazi molto ristretti per la collocazione di tutte le attrezzature di servizio. “Si è giunti a questo risultato”, spiegano dall’azienda, “operando tecnicamente sulla meccanica e la programmazione del software della valvola elettronica dell’addolcitore, e si è adottato un cabinato esterno di minore ingombro. Questa nuova linea chiamata KOMPACT mantiene in sé le caratteristiche tecniche e costruttive già in uso nella gamma di addolcitori d’acqua Balugani, ossia un dispositivo antiallagamento di serie e la prerogativa di avere dei kit appositi da installare, a disposizione della clientela, per la disinfezione delle resine o per il prelievo di acqua addolcita con apposito rubinetto per vari utilizzi. Ovviamente, anche questa nuova serie di addolcitori è stata realizzata nel rispetto delle

norme di sicurezza elettrica ed alimentarietà e conformità alle direttive CE”. Un altro progetto ha riguardato lo sviluppo di una serie di strumenti che aiutino l’operatore a migliorare il controllo delle macchine usate. Un addolcitore d’acqua, generalmente, funziona con l’apporto di sale in pastiglie, che inserito nel cabinato dell’addolcitore consente il corretto funzionamento anticalcare. È necessario monitorare continuamente il livello del sale per far funzionare correttamente il prodotto. “Ed ecco studiato e prodotto un apposito allarme sonoro e visivo”, proseguono dall’azienda, “che avverte l’operatore e lo sollecita al riempimento. Si è poi realizzato il progetto di un controllo remoto che consente di poter alloccare dove meglio si crede un apposito modulo di controllo, dotato di tastiera e display indicante il funzionamento dell’addolcitore d’acqua, collegato via cavo a quest’ultimo, il quale potrà essere collocato anche lontano dall’ambito di lavoro dell’operatore”.

BENVIC ACQUISISCE LA MAGGIORANZA DI LUC & BEL Non si arresta la crescita del Gruppo Benvic nel settore medicale dopo l’ingresso nel capitale di Investindustrial. Il gruppo francese, presente in Italia a Ferrara e a Modena e protagonista a livello europeo nel compound di PVC e nella produzione di biopolimeri ecologici, ha annunciato infatti lo scorso settembre l’acquisizione della maggioranza di Luc & Bel, realtà industriale di Carpi, in provincia di Modena, specializzata nella progettazione e

realizzazione di componenti di eccellenza per dispositivi medici rivolti alla grande clientela internazionale. Con questa acquisizione da un lato Benvic rafforza ulteriormente il proprio posizionamento nel settore medicale; settore che vede il Gruppo già presente, in seguito all’investimento, realizzato nel 2019, con Modenplast, azienda che opera nella produzione di formulazioni, tubi e tubolari per uso medicale con sede a Modena. Dall’altro, questa operazione consentirà a Luc & Bel di accelerare il percorso di crescita sfruttando le molte sinergie che si instaureranno con la stessa Modenplast e la presenza internazionale del Gruppo Benvic. Fondata nel 2012, Luc & Bel si avvale di tecnologie all’avanguardia e di un team dall’esperienza più che trentennale per offrire una gamma di prodotti medicali di alta qualità che spazia dai singoli componenti ai dispositivi completi in base alla necessità di ciascun cliente e al settore specifico: infusione, emodialisi, cardiochirurgia e trasfusione. Luca Ferrari, fondatore di Luc & Bel, rimane amministratore delegato della società e socio di minoranza insieme al resto del management team, garantendo così la continuità nella gestione e nello sviluppo futuro. “Siamo entusiasti di essere entrati a far parte del Gruppo Benvic, questa acquisizione rafforzerà ulteriormente il posizionamento di Luc & Bel a livello internazionale. Continueremo a lavorare garantendo ai nostri clienti gli elevati standard che ci contraddistinguono e, sfruttando le nuove sinergie che creeremo insieme a Benvic, proseguiremo il nostro percorso di crescita”, ha dichiarato l'amministratore delegato di Luc & Bel commentando l’operazione. “Siamo felici di proseguire il nostro percor-

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CIERRE, DUE GENERAZIONI E MEZZO SECOLO NELLA PRODUZIONE ELETTRONICA

Il fondatore di Cierre, Renato Chiavieri

Offrire le soluzioni più adatte ad ogni azienda per diventare un punto di riferimento in ogni ambito: dalla progettazione alla produzione, dall’organizzazione del lavoro alla logistica. È la filosofia alla base dell’attività di Cierre, impresa di Serravalle, in provincia di Ferrara, che quest’anno festeggia dunque i suoi primi cinquant’anni di storia aziendale. Fondata da Renato Chiavieri l’1 febbraio 1970 l’azienda, che mantiene un management di impronta familiare, è giunta alla seconda generazione con i figli Beatrice e Dario e i fratelli Alberto e Paolo. Nata come ditta artigianale e operativa nelle lavorazioni elettroniche in genere, in locali di 100 metri quadri, in breve tempo Cierre ha esteso l’area di intervento alla produzione di schede elettroniche, operando come terzista in conto lavoro per aziende a livello locale. “Negli anni ’80 abbiamo integrato i processi offerti verso il settore cablaggi elettrici di segnale e di potenza, introducendo inoltre la tecnologia della resinatura dei cavi. In quegli anni è stato costruito un nuovo edificio di 400 metri quadri, che occupava una ventina di addetti, e si sono avviate produzioni per Saab, Chloride e Faac”, racconta il plant manager di Cierre, Paolo Chiavieri. “Nel decennio successivo abbiamo aggiunto il settore dei moduli e dei quadri di potenza, che completa la filiera produttiva, e realizzato un nuovo sito di 1.000 metri quadri arrivando a occupare una quarantina di addetti, tra diretti e indiretti”, prosegue Chiavieri. Gli anni 2000 hanno portato alla certificazione del sistema qualità alla norma ISO 9001 e all’ampliamento dei locali fino agli

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attuali 6.000 metri quadri, mentre i collaboratori dell’azienda arrivano a superare le 100 unità. “Abbiamo integrato una serie di servizi quali la progettazione elettronica, la gestione evoluta del conto lavoro e conto deposito, la gestione Kanban e Freepass”, continua il plant manager di Cierre. Nel 2007 l’azienda di Serravalle ha avviato un servizio specifico di insourcing per la produzione dedicata di Ups all’interno del sito Emerson Chloride di Castelguelfo, in provincia di Bologna, e iniziato a operare secondo la logica di Lean Production nei processi di fabbricazione. Nel 2010 ha conseguito la certificazione UL sulla produzione di cavi e cablaggi destinati ai mercati di Stati Uniti e Canada e nello stesso periodo anche la certificazione ambientale ISO 14001. “Diventare un punto di riferimento per i nostri clienti, costituire una risorsa, lavorare al loro fianco assecondando i loro bisogni e superando le loro aspettative con una strategia orientata alla sinergia e alla completezza dell’offerta basata sulla progettazione e produzione di schede elettroniche, cavi, quadri elettrici e assemblaggi di potenza, sino alla prestazione di servizi ad alto valore aggiunto. Questa è la mission di Cierre che ci ha guidato in questo primo mezzo secolo di attività aziendale. Grazie alla capacità di seguire i clienti nella crescita dei volumi produttivi e della complessità tecnologica e al rapporto di fiducia che riusciamo a instaurare con loro siamo in grado di costruire partnership durature e di valore. Dal 1970 ad oggi sono stati oltre 350 i collaboratori che hanno lavorato in Cierre, 200 i fornitori coinvolti e 230 i clienti che hanno scelto Cierre. A tutti loro va il nostro ringraziamento per questi "50 anni di storia”, conclude il fondatore Renato Chiavieri.


so di crescita con Luc & Bel a solo un anno di distanza dalla nostra prima acquisizione nel settore medicale. Il PVC svolge un ruolo fondamentale in questo comparto ed è per questo che puntiamo ad essere sempre più presenti a partire proprio dall’Italia. Siamo certi che Luc & Bel, grazie al suo modello di business altamente tecnologico e innovativo, porterà un valore aggiunto al nostro gruppo e alla nostra clientela”, ha aggiunto Luc Mertens, amministratore delegato di Benvic. Dall’ingresso di Investindustrial nel capitale della società, avvenuto nel 2018, l’operazione conclusa a settembre rappresenta la settima acquisizione del Gruppo Benvic in Europa. Di queste sette, quattro hanno avuto luogo in Italia, in particolare in Emilia-Romagna, regione nella quale Benvic vanta un solido radicamento produttivo avendo rilevato nel 2018 l’azienda Vinyloop di Ferrara e l’anno seguente Plantura, sempre a Ferrara, e Modenplast.

ALLA BERARDI BULLONERIE ARRIVA LA QUINTA GENERAZIONE Una generazione dopo l’altra, per continuare e migliorare il lavoro della precedente. All’interno del Gruppo Berardi Bullonerie, azienda specializzata nel settore del fastener, la storia continua a scriversi così. “Con immenso piacere vi informo che, come da programma, sono entrati in azienda gli altri due figli di mio fratello Francesco: Anastasia e Cesare Augusto. Anastasia lavora nella divisione marketing mentre Cesare nella

divisione logistica. Bernardino, lo conoscete già, è nella divisione tecnico/commerciale. In un momento così particolare conto sulla loro buona volontà e sul loro entusiasmo per portare avanti insieme a voi tutti la storia di questa ‘famiglia’, la nostra Berardi”: è in questo modo che, nel settembre scorso, il presidente Giovanni Berardi, che guida l’impresa bolognese, ha comunicato ai dipendenti la novità. Berardi Bullonerie è un’azienda distributrice di viteria e bulloneria da sempre distinta per l’elevata qualità del servizio offerto ai clienti. Fondata nel 1919 da Giulio Berardi, inizia l’attività in un piccolo negozio in Piazza Maggiore a Bologna. Nel 1960 il negozio diventa azienda di distribuzione e trasferisce la propria attività in un grande magazzino attrezzato. Il 1984, con il trasferimento in un magazzino di 4.500 metri quadrati con circa 15 mila articoli in stock, è l’anno che segna l’entrata di Berardi Bullonerie nel novero delle grandi aziende italiane distributrici di viteria e bulloneria. Nel gennaio 2003 l’azienda si trasferisce nell’attuale sede di Castel Guelfo, in provincia di Bologna, organizzando un magazzino semi automatizzato di 10.000 metri quadrati, 45 mila articoli presenti a stock (130 mila in anagrafica) e oltre un milione di righe spedite ogni anno. I fratelli Giovanni e Francesco Berardi, scomparso nel 2014, hanno determinato la svolta dell’impresa bolognese, rendendola un gruppo manageriale grazie all’acquisizione di tre aziende italiane (Vibolt, Vitman e VIBF Fasteners) e alla costituzione nel 2017 di una società marocchina, Berardi Maroc. I due fratelli hanno consolidato l’azienda, rafforzando parallelamente la loro capacità competitiva sul mercato nazionale con l’apertura di 12 filiali. Oggi la crescita continua sempre più in partnership con il mondo dell’industria, estendendosi anche sul mercato internazionale, con un diverso approccio legato ai nuovi modi di affrontare la gestione del lavoro. La chiave di volta è lo sviluppo, da una parte, del-

Cesare Augusto, Anastasia e Bernardino Berardi con lo zio e presidente Giovanni Berardi

la gamma dei prodotti presenti in magazzino, offrendo un servizio tecnico customizzato, e dall’altra della divisione logistica, che conta oltre 400 servizi di logistica integrata. Nelle fasi di passaggio generazionale è facile trovare in azienda due generazioni, con persone che si trovano in fasi differenti dei loro cicli di vita, in termini di motivazione, successo e soddisfazione professionale. Le imprese familiari che riescono ad arrivare alla terza generazione sono il 13%, solo il 4% arriva alla quarta generazione. Il Gruppo Berardi è andato oltre, essendo tra le poche aziende a poter vantano una quinta generazione in azienda. “La nostra impresa è un patrimonio dinamico, un processo in continua evoluzione volto a conquistare il futuro, dove la tutela del know-how e delle relazioni umane si coniuga con energia, vivacità, reattività, innovazione per garantire un modello di business che risponde alle esigenze attuali non perdendo il patrimonio storico: la bulloneria. Vastità di gamma e servizi logistici sono il nostro prodotto”, sottolinea il presidente Giovanni Berardi. E così l’azienda si arricchisce di tre giovani nuove firme che continueranno a scrivere la storia dell’impresa Berardi.

BOMPANI DONA IL FRIGORIFERO CULT PER SOSTENERE IL CINEMA ITALIANO Da Gianni Amelio a Monica Bellucci, dai premi Oscar Alex Gibney e Gabriele Salvatores a Ferzan Ozpetek, da Stefania Sandrelli ad Alessandro Gassman e ancora i due vincitori della Coppa Volpi Luca Marinelli e Ariane Ascaride, i direttori della Mostra del Cinema di Venezia e del Festival di Cannes Alberto Barbera e Thierry Fremaux: sono solo alcuni dei 105 grandi nomi del cinema italiano e internazionale che lo scorso anno alla Mostra del Cinema hanno autografato il frigorifero retrò ‘Scrivimi’ dell’azienda Bompani, storico marchio modenese del settore degli elettrodomestici. L’effetto ardesia del frigorifero lo trasforma in una vera e propria lavagna su cui scrivere, annotare, disegnare, sbizzarrirsi coi gessetti. Questa #OperaUnica è stata messa all’asta nei mesi scorsi sulla piattaforma charitystars.com con un obiettivo: sostenere il cinema italiano,

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grazie alla Fondazione Ente dello Spettacolo. È proprio questo che ha convinto Marco Bizzarri, presidente e CEO di Gucci, a partecipare all’asta benefica e ad aggiudicarsi l’originale pezzo unico, alla cifra di 12.500 euro, dopo numerosi rilanci: “È un momento difficile per la cultura. La vita delle arti, di tutte le arti, è stata sconvolta dalla pandemia: si tratta di un settore vitale per l’Italia, per la nostra identità nazionale. Abbiamo bisogno di arte, di teatro, di cinema adesso più che mai. Per questo ho deciso di dare un contributo personale a questa iniziativa, offrendo un piccolo segnale per la ripartenza a partire dai più giovani e ricordarci che il mondo dello spettacolo tornerà presto a regalarci bellezza e verità”. Il ricavato dell’asta, infatti, andrà a supportare la crescita professionale di tre giovani talenti in questo settore, finanziando l’ampliamento delle loro competenze e l’apprendimento di nuove skill. “Abbiamo deciso di mettere a disposizione il nostro frigorifero ‘Scrivimi’ per questa iniziativa benefica per sostenere ancora una volta lo stile italiano, in questo caso il cinema”, precisa Enrico Vento, CEO di Bompani. “La nostra azienda, così come il nostro cinema e la Fondazione Ente dello Spettacolo, portano nel mondo la bellezza italiana, una bellezza che non si ferma nei luoghi d’arte ma è raccontata anche dal nostro ricco tessuto produttivo che ha sviluppato grandi eccellenze fatte di passione e competenza. Vedere oggi il nome di Marco Bizzarri, presidente e CEO di Gucci, associato a questa iniziativa conferma ancora di più la bontà della nostra scelta”, conclude Vento. L'attrice Laura Chiatti firma il frigorifero ‘Scrivimi’

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BONFIGLIOLI CONSULTING, LA RIVOLUZIONE DIGITALE IN UN VOLUME Un approccio metodologico che integra il miglior modello organizzativo Lean con le strabilianti opportunità offerte dalle tecnologie abilitanti Industry 4.0: questo il focus del libro “Lean Digital, la via italiana alla fabbrica 5G” firmato da Michele Bonfiglioli, amministratore delegato di Bonfiglioli Consulting, e Umberto Mirani, amministratore delegato di Digibelt, a cura della giornalista socioeconomica Maria Cristina Origlia. Il volume, che è stato presentato lo scorso 3 novembre in una conferenza stampa digitale dalla sede di Confindustria Emilia, è edito da Guerini Next ed è un testo di largo respiro che, dopo aver analizzato i cambiamenti macroeconomici degli ultimi vent’anni, spiega come il mondo manifatturiero italiano possa recuperare efficienza e competitività grazie a una trasformazione digitale basata su una scelta consapevole delle tecnologie abilitanti da innestare su processi robusti, flessibili e snelli al servizio del business e del valore per il cliente. Senza trascurare le sfide che le aziende hanno dovuto affrontare negli ultimi mesi e che le attendono nei mesi futuri. “In Italia, Covid-19 ha inferto alle piccole e medie imprese italiane una perdita di fatturato considerevole che ha causato un impatto significativo sull’economia del Paese. Allo stesso tempo, la pandemia e le relative misure restrittive hanno accentuato sempre più i trend di passaggio al digitale. Solo le imprese in cui la digital transformation era entrata a tutti i livelli e in tutti i reparti, sono riuscite a tener testa al lockdown senza riportare perdite”, sottolinea Michele Bonfiglioli, autore del libro e amministratore delegato di Bonfiglioli Consulting, società bolognese che lavora per offrire soluzioni predittive di organizzazione aziendale funzionali alla crescita dell’impresa. Come rilevato da una ricerca di McKinsey sull’evoluzione del mercato globale, realizzata tra marzo e maggio 2020, si è assistito a una corsa alla digita-

lizzazione in tutti i settori, tanto da stimare un balzo in avanti di aziende e consumatori di ben cinque anni in circa otto settimane. La possibilità di gestire a distanza le attività, di raccogliere ed elaborare in tempo reale i dati, di essere interconnessi all’interno e all’esterno del perimetro aziendale, resa possibile dalle tecnologie abilitanti ha permesso alle PMI di adattarsi al mercato, cambiare rapidamente le strategie di business, diversificare le attività, rispondere ai bisogni dei clienti e consumatori. Nonché garantire al personale continuità di occupazione e condizioni di lavoro in sicurezza. “Siamo convinti che la trasformazione digitale sia permanente e che il Lean Thinking possa esserne il volano, attraverso un crescente orientamento ai processi, al miglioramento continuo, alla massima attenzione alla misura e all’analisi dei dati, alla conoscenza distribuita in tutta l’azienda, nonché al coinvolgimento delle persone che prevede necessariamente lo sviluppo di nuove competenze e un nuovo approccio al lavoro. Il rischio, altrimenti, è quello di finire per digitalizzare anche gli sprechi”, continua Bonfiglioli. Il libro si conclude con sei casi di aziende che hanno già messo in campo la trasformazione digitale e che si avviano a diventare fabbriche 5G tra le quali Automobili Lamborghini dove la robotica è al servizio dell’uomo, Exor International che entro il 2020 completerà la


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sperimentazione 5G nella sua fabbrica Digitale 4.0 e Philip Morris, esempio di strategia in totale controtendenza che dopo aver intrapreso la strada della diversificazione, ha deciso di rifocalizzarsi sul suo business di sempre.

NASCE BONFIGLIOLI ACADEMY, L’EVOLUZIONE DEL DIGITAL RE-TRAINING Il mondo del lavoro sta affrontando l’impatto delle tecnologie digitali e le persone non possono essere lasciate sole davanti al cambiamento. Partendo da questa presa di coscienza, il Gruppo Bonfiglioli, convinto che le nuove competenze accrescano il valore del capitale umano e la competitività dell’azienda, due anni fa ha messo in campo il proprio metodo per sviluppare le competenze 4.0, il Bonfiglioli Digital Re-Training. Oggi, l’evoluzione del Digital Re-Training è la Bonfiglioli Academy, una nuova piattaforma di E-learning, frutto di un percorso all’interno del sistema Regione Emilia-Romagna, in partnership con FAV (Fondazione Aldini Valeriani) per il supporto formativo e con FIOM-CGIL Emilia-Romagna. Come spiegano dal gruppo bolognese fondato nel 1956 e presente in 80 Paesi, “la tecnologia ha cambiato il paradigma della formazione, ma il processo di ‘imparare facendo’ rimane alla base dell’apprendimento permanente: come conservare ed inserire questo processo nella tecnologia che, soprattutto in questo 2020, ha dimostrato di essere imprescindibile? La Bonfiglioli Academy è la risposta a questa esigenza”. “Bonfiglioli Academy è una piattaforma per tutte le nostre persone, che offre corsi Bonfiglioli personalizzati, ma anche la possibilità di

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Intitolazione Via Cav. Clementino Bonfiglioli: da sinistra Sonia Bonfiglioli, presidente di Bonfiglioli Riduttori, Giampiero Falzone, sindaco di Calderara di Reno, e Fausto Carboni, CEO di Bonfiglioli Riduttori

accedere ad una library con contenuti esterni, fruibile anche mobile con un’applicazione disponibile su tutti i dispositivi mobili”, continuano dal gruppo Bonfiglioli. La piattaforma è disponibile on-line ed è stata pensata sia per rispondere alle esigenze dettate dalle restrizioni Covid che rendono difficoltoso se non impossibile riunire in un unico spazio tante persone, sia per dare massima libertà di fruizione della formazione in ogni momento. Elemento rilevante di questa iniziativa è l’utenza di Bonfiglioli Academy: la piattaforma coinvolgerà anche più di 1.000 operai degli stabilimenti italiani ai quali, una volta terminate le traduzioni linguistiche, potranno aggiungersi anche tutti i loro colleghi del mondo. Nella Bonfiglioli Academy il concetto di “imparare facendo” diventa Learning by (virtual) Doing, producendo Life – Long – Learning, cioè l’apprendimento permanente; perché le persone devono avere la possibilità di sviluppare le competenze necessarie per gestire e dominare la tecnologia secondo il concetto de “l’uomo al centro”, concetto che anima le scelte aziendali e strategiche del Gruppo, come il nuovo stabilimento EVO, che il 20 ottobre scorso ha ospitato la presentazione di Bonfiglioli Academy. “Luogo e data non sono casuali: 92 anni fa, infatti, nasceva il nostro fondatore Clementino Bonfiglioli e oggi, con orgoglio, celebriamo l’inaugurazione della “Via Cav. Clementino Bonfiglioli”, la via che porta a EVO, intitolata all’imprenditore e all’uomo il cui spirito continua ad animare i passi del Gruppo nel presente e nel futuro”, eviden-

ziano ancora dal quartier generale bolognese. “Eccellenza, innovazione e sostenibilità sono i driver che guidano la nostra crescita come azienda e come team, e rappresentano la garanzia della qualità dei prodotti e dei servizi che offriamo ai nostri clienti”, concludono dal Gruppo che progetta, fabbrica e distribuisce di una gamma completa di motoriduttori, motori elettrici, riduttori epicicloidali e inverter in grado di soddisfare le esigenze più complesse nei settori dell'automazione industriale, delle macchine mobili e dell'energia rinnovabile.

CAMST E GRUPPO HERA, INSIEME PER LA SOSTENIBILITÀ Camst e Gruppo Hera hanno siglato lo scorso settembre un protocollo d’intesa per collaborare su progetti indirizzati a favorire l’economia circolare e migliorare la qualità della raccolta differenziata, riducendo la quantità di rifiuti prodotti. L’accordo, che avrà la durata di due anni, inizialmente riguarderà i punti di ristorazione situati nella provincia di Bologna poi gradualmente il raggio d’azione sarà esteso ad altri territori. I numeri coinvolti sono importanti: sul territorio nazionale sono 130 milioni i pasti preparati ogni anno da Camst, mentre quindicimila sono le persone che vi lavorano. Il Gruppo Hera metterà a disposizione tutta la propria esperienza in campo ambientale: è il primo operatore nazionale per rifiuti trattati e nel 2019 ha superato il 64% di raccolta differenziata in media, con più di 180 comuni e 3,2 milioni di cittadini serviti; inoltre è stata la prima utility, e la seconda società in Italia, ad entrare a far parte della Fondazione Ellen MacArthur, che raccoglie le realtà più attive su scala globale nella transizione verso l’economia circolare. Hera e Camst iniziano una collaborazione su progetti pilota specifici, in particolare nel campo della mobilità sostenibile e della sostenibilità ambientale: il rifiuto organico prodotto nei punti di ristorazione potrà essere utilizzato per la produzione di biometano e compost nell’impianto del Gruppo Hera a S. Agata Bolognese, in provincia di Bologna, mentre gli oli vegetali esausti (quelli che rimangono al termine delle


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Francesco Malaguti, presidente di CAMST, e Stefano Venier, amministratore delegato del gruppo Hera siglano l'accordo

preparazioni alimentari, ad esempio gli oli di frittura o quelli utilizzati per conservare gli alimenti) raccolti in modo differenziato potranno essere destinati alla produzione di biodiesel, grazie alla partnership siglata dalla multiutility con Eni. Inoltre, saranno realizzati punti per la ricarica elettrica dei veicoli e le due realtà collaboreranno anche per lo studio dei migliori materiali da utilizzare in alternativa alla plastica monouso, coniugando la sicurezza alimentare con il minor impatto ambientale possibile, e per progetti di riciclo della plastica utilizzata nei punti di ristorazione. Sono previste anche azioni volte a ridurre lo spreco e il riutilizzo dei pasti non consumati e Hera fornirà supporto sulle modalità di raccolta differenziata e il trattamento dei rifiuti prodotti. “La transizione verso un’economia circolare è una sfida prima di tutto culturale, fatta di tante azioni messe in campo con continuità. Questa intesa con Camst ne è un esempio virtuoso. Due grandi realtà che collaborano per portare avanti il cambiamento. La nostra economia è ancora troppo lineare, basti pensare che, a livello mondiale, su tutto il materiale classificato come rifiuto, solo l’8,6% viene riutilizzato. Il percorso è senza dubbio complesso e le aziende come Hera e come Camst hanno l’obbligo di dare l’esempio per tutelare l’ambiente e le generazioni future”, dichiara Stefano Venier, amministratore delegato del Gruppo Hera. “Le partnership tra imprese, costruite su principi, valori e obiettivi condivisi che mettono al centro le persone e il pianeta, sono fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030. Ogni giorno centinaia di migliaia di persone usufruiscono dei nostri

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servizi di ristorazione e facility. Il nostro impegno è rivolto a far sì che le nostre attività abbiano un impatto positivo sull’ambiente e generino valore per la collettività. Questo accordo rappresenta un passo importante in questo percorso”, sottolinea Francesco Malaguti, presidente di Camst.

UN ANNO DI LAVORO PER IL TEAM DI ESPERTI DI CAVOUR CORPORATE FINANCE Sette top manager che hanno ricoperto ruoli apicali in aziende di medie e grandi dimensioni e che, quindi, hanno acquisito competenze e conoscenze specifiche in diversi settori industriali: sono il team di Industry Experts, che ormai si è ambientato nel percorso di attività come consulenti industriali nelle operazioni di M&A di Cavour Corporate Finance, l’M&A boutique bolognese. Il progetto di costituire un team di Industry Experts era allo studio da tempo, e progressivamente ha preso corpo con l’individuazione di un gruppo di top manager, con i quali esistono rapporti consolidati e relazioni di lunga data. Gli Industry Experts, nonostante questo 2020 piuttosto complesso, hanno avuto e continueranno ad avere in futuro un ruolo chiave nell’assunzione e nell’esecuzione di quei mandati che richiedono competenze altamente specializzate e qualificate in settori industriali specifici, presupponendo una puntuale comprensione del business, una individuazione più focalizzata dei target ricercati dalle controparti, ed una valutazione accurata di tutti i fattori chiave nella fase di due diligence di business.

I professionisti hanno potuto già mettere a disposizione il loro know-how e le loro relazioni maturate in settori come il Food & Beverage, il Luxury & Fashion, il Retail & Consumer Goods, la Meccanica e l’Elettronica, l’ICT, la Logistica, consentendo a Cavour di presentarsi sul mercato come una realtà dove si combinano competenze finanziarie, industriali, manageriali e accademiche. I sette professionisti sono: Giovanni Scarlini, Industry Experts Mechanics & Various Industries; Sandro Gozzi, Industry Experts Food & Beverage; Matthew Cook, Industry Experts Sport, Sport Lifestyle, Fast Fashion, Footwear & Retail; Giovanni Giunchedi, Industry Experts Luxury & Fashion; Maurizio Miano, Industry Experts Information & Communication Technology; Domenico Netti, Industry Experts Software & Logistics; Patrizio Beruschi, Industry Experts Acquisition Financing. Il team di Industry Experts costituirà nei prossimi anni uno degli asset principali della Cavour, insieme al network di partners e corrispondenti esteri, al brand consolidato in oltre 30 anni di attività, i rapporti privilegiati con i Private Equity. Soprattutto le relazioni con i Private Equity potranno beneficiare dell’apporto delle competenze e conoscenze tecniche ed industriali di questi professionisti, che porteranno valore aggiunto nell’individuazione e selezione dei target sia per le acquisizioni che nella dismissione degli investimenti. Oltre a questi sette nuovi professionisti, Cavour Corporate Finance già da alcuni anni annovera fra i propri Industry Experts: Mario Maestroni, che ha maturato una lunga esperienza in aziende ad alto contenuto tecnologico come Olivetti, General Electric, Honeywell, Sasib, CIR, sia in Italia che negli Usa,


EMMEGI FESTEGGIA 50 ANNI CON LA MENZIONE D’ONORE AL 26° PREMIO COMPASSO D’ORO ADI Emmegi, azienda del gruppo Voilàp holding, festeggia 50 anni di attività e riceve la prestigiosa “Menzione d’onore” nel corso della cerimonia di premiazione del XXVI Premio Compasso d’Oro ADI, svoltasi all’ADI Design Museum di Milano. Il premio è stato consegnato da Luciano Galimberti ad Andrea Anesi, product development and marketing director di Emmegi, e Antonino Potenzano, design team manager di Voilàp holding. Ad affascinare e convincere la giuria internazionale della ventiseiesima edizione del Premio è stata Fusion 4H, saldatrice orizzontale a controllo numerico per la saldatura di profili in PVC, selezionata nel volume dell’ADI Design Index 2019 ed esposta in mostra al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano e alla Casa dell’Architettura di Roma. “Un grande risultato motivo di orgoglio per tutto il nostro gruppo e in particolare per il Centro Stile & Design, diretto dal designer di fama internazionale e nome importante nel settore automotive Donato Coco che quotidianamente opera a favore dei brand del gruppo coniugando nell’innovazione e sviluppo dei nuovi prodotti i valori di qualità, sicurezza, bellezza ed ergonomia”, dichiara Piero Valentini, Voilàp holding industrial business unit director. Fusion 4H, con il suo spettacolare impatto coreografico è la dimostrazione che si può essere potenti, innovativi, efficaci e, nello stesso tempo, belli. Anche in produzione. Una rivoluzione ‘culturale’ che vede Emmegi in prima linea nel sublimare i concetti di efficienza e bellezza in prodotti dagli elevati standard di design nella ferma convinzione che una persona, quando lavora in un bell’ambiente e con macchine emozionanti, lavora meglio. La “bellezza al servizio dell’innovazione”, evidenziano dall’azienda. Un riconoscimento importante per l'impresa modenese che nel 2020 festeggia i 50 anni di attività. La storia di Emmegi, infatti, è cominciata nel 1970 a Carpi, in provincia di Modena, quando il fondatore Giuseppe Caiumi iniziò a progettare e costruire macchine. Oggi Emmegi è diventata un punto di riferimento mondiale nella progettazione, produzione e distribuzione di sistemi per la lavorazione di profili in alluminio, leghe leggere e PVC ed è parte del gruppo Voilàp holding. Quest’ultimo offre tecnologie al servizio delle Smart City ed è una realtà presente globalmente in oltre 60 Paesi che si serve di otto stabilimenti produttivi per una forza lavoro totale di oltre 1.500 unità e un fatturato complessivo che nel 2019 ha superato i 300 milioni di euro.

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oltre a ex Jugoslavia e Far East; Federico Laschet, che ha maturato oltre 25 anni di esperienza come general manager di società industriali in Europa e negli Stati Uniti, fra cui i gruppi Piovan, Coopbox, CCPL, Socotherm, Fabbri Vignola, acquisendo una particolare specializzazione nel rilancio di aziende manifatturiere e nello sviluppo di reti di vendita internazionali per la grande distribuzione e per diversi settori industriali (plastica, packaging, robotica, elettronica industriale, Oil &Gas, elettrodomestici).

C.O.C. FARMACEUTICI ACQUISISCE TUBILUX PHARMA Nasce in campo oftalmico un CDMO (Contract Development and Manufacturing Organization) tutto italiano, tra complementarietà dell’offerta e integrazione di competenze e tecnologie. Il 30 settembre scorso è stata infatti perfezionata da C.O.C. Farmaceutici, azienda di Sant’Agata Bolognese, in provincia di Bologna, specializzata nella produzione e nel riempimento in conto terzi di dispositivi medici e farmaci a uso oftalmico e inalatorio e di cosmetici, l’acquisizione di Tubilux Pharma. L’azienda di Pomezia, alle porte di Roma, fondata nel 1941 sviluppa e produce in conto terzi farmaci - liquidi, in gel o sospensioni per la cura dell’occhio. L’acquisizione rafforzerà la presenza in campo oftalmico di entrambe le aziende, alle quali darà un notevole vantaggio competitivo, con promettenti opportunità di sviluppo in Europa, nel mercato M.E.N.A. e negli Stati Uniti. La comune esperienza in campo oftalmico agevolerà l’integrazione delle competenze e l’incontro delle culture aziendali. Anche uno sguardo ai rispettivi mercati conferma la complementarietà delle due aziende, con C.O.C.

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Farmaceutici più forte in Italia e in crescita nel 2019. Nello stesso anno, C.O.C. Farmanel mercato M.E.N.A. e Tubilux Pharma in ceutici ha avviato un importante piano di inEuropa, con una piccola ma significativa pre- vestimenti per il rinnovo e l’ampliamento dei senza negli Stati Uniti grazie allo stabilimento due stabilimenti produttivi di Sant’Agata Bodi Pomezia approvato da FDA. lognese e Rovereto sul Secchia, in provincia La propensione alla ricerca e allo sviluppo di di Modena, che ne ha aumentato la capacità Tubilux Pharma, il know-how scientifico e le produttiva di oltre il 70%. dotazioni dei suoi evoluti laboratori contribuiranno a fare del nuovo gruppo industriale il primo CDMO italiano per lo sviluppo, la COMECER, HI-TECH FARMACEUTICO produzione e il riempimento in conto terzi di farmaci e di dispositivi medici oftalmici, IN CRESCITA TRA EXPORT E SINERGIE ma anche nasali, respiratori e ad uso topico. Grazie all’unione con l’azienda di Pomezia Consolidare l’export e rafforzare di pari passo nasce dunque una solida realtà industriale la presenza sul territorio nazionale, anche tratutta italiana, un partner farmaceutico tra i mite sinergie e acquisizioni. primi a livello europeo, con 500 dipendenti, È questa la strategia di Comecer, azienda di un fatturato annuo di 80 milioni di euro e Castel Bolognese, in provincia di Ravenna, 33 linee produttive tra riempimento e con- fondata a metà degli anni Settanta, che svifezionamento su 3 stabilimenti, due dei quali luppa e produce sistemi ad alta tecnologia per autorizzati da AIFA e uno approvato da FDA. il trattamento asettico e il contenimento nelle La guida del gruppo sarà affidata all’ammi- industrie farmaceutiche e della medicina nunistratore delegato di C.O.C. Farmaceutici, cleare. Enrico Folchini, che commenta così l’acqui- I prodotti Comecer, che dal 2019 fa parte sizione: “Si tratta di una unione con un signi- del gruppo canadese ATS Automation Tooficativo vantaggio strategico e competitivo, ling Systems, quotato alla Borsa di Toronto per noi e per i nostri partner. L’integrazione e specializzato nella fornitura di soluzioni industriale e commerciale delle due società nell’automazione industriale per aziende maconsentirà al Gruppo di consolidare e svilup- nifatturiere di tutti i settori produttivi, sono pare la propria presenza in Italia e all’estero, conosciuti e utilizzati in ospedali, universiper cogliere le promettenti opportunità di tà, centri di ricerca, aziende farmaceutiche e crescita internazionale. Il nostro obiettivo per grandi gruppi industriali di tutto il mondo. i prossimi cinque anni è realizzare una crescita “La mission di Comecer è progettare e reaconsistente; intendiamo inoltre aumentare la lizzare sistemi che aumentino continuamente visibilità sul mercato delle due aziende, foca- la precisione e la sicurezza per i tecnici, i rilizzarci sulla ricerca e sull’implementazione cercatori e i pazienti. La nostra azienda opera di nuove tecnologie e lavorare sul migliora- nel settore del radiofarmaceutico attraverso la mento dei processi industriali per soddisfare produzione di sistemi di schermature e attrezle crescenti esigenze dei clienti”. Nata nel 1990, C.O.C. Emiliano Spagnolo, head of business development di Comecer Farmaceutici annovera tra i propri clienti multinazionali e grandi gruppi industriali, ma anche piccole e medie aziende farmaceutiche. Nel 2016 è stata rilevata dal fondo di private equity Aksìa Capital IV, che ha giocato un ruolo fondamentale per la crescita globale degli ultimi anni, portando il fatturato annuo da 26 a oltre 41 milioni di euro


zature per applicazioni speciali, sia per grandi gruppi industriali sia per enti di ricerca; nel settore del farmaceutico con la produzione di isolatori e sistemi di riempimento e dispensazione per il trattamento di sostanze tossiche-sterili da utilizzare negli ospedali, nelle università e nell’industria farmaceutica; infine nel settore della medicina rigenerativa tramite la produzione di attrezzature per la manipolazione, espansione e produzione di prodotti classificabili nell’ambito delle terapie avanzate”, spiegano dall’azienda. Comecer realizza circa il 55% delle vendite sul mercato delle apparecchiature radiofarmaceutiche, dove i sistemi di shielding specializzati dell’azienda sono utilizzati dai clienti per la produzione, la gestione e la distribuzione di radiofarmaci per la diagnosi e il trattamento terapeutico di numerose patologie, tra cui varie forme di tumori e disturbi cardiovascolari. Il resto delle vendite deriva da apparati utilizzati per processi asettici e per il confezionamento di prodotti farmaceutici specializzati, oltre che dalla produzione di apparecchiature isolanti ed incubatori utilizzati nella produzione di medicinali per terapie avanzate e terapie cellulari rigenerative che utilizzano cellule di pazienti per far crescere nuovi tessuti. Con due siti produttivi a Castel Bolognese e Joure, in Olanda, e sedi a Philadelphia (Stati Uniti), Dubai (UAE), Mumbai (India) e Taipei (Taiwan), Comecer commercializza i propri prodotti in oltre 100 Paesi in tutto il mondo attraverso una rete di vendita diretta e grazie ad alcune partnership tecnologiche per lo sviluppo congiunto di nuovi prodotti. Il consolidamento nell’export va di pari passo con la crescita sul territorio nazionale, come spiega Emiliano Spagnolo, head of business development: “Comecer dopo l’acquisizione da parte del gruppo canadese ATS Automation sta rafforzando la strategia di presenza sul mercato e sul territorio, mirando a ulteriori target per possibili sinergie e acquisizioni. Siamo fiduciosi che il mix tra valori imprenditoriali locali e strategie da multinazionale porterà il Gruppo a consolidare questi valori di crescita”. “Lo scorso 11 settembre il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha visitato il nostro Headquarters di Castel Bolognese. Siamo stati onorati della sua visita e dell’interesse manifestato per la nostra tecnologia e per i piani di crescita in Italia”, concludono da Comecer.

COOPERATIVA BILANCIAI INAUGURA IL NUOVO POLO TECNOLOGICO Oltre 1,5 milioni di euro d’investimento per il completamento del nuovo Polo Tecnologico. Cooperativa Bilanciai continua ad investire e lo fa puntando su ricerca e innovazione con l’obiettivo di consolidare la propria posizione a livello nazionale e internazionale, nella progettazione e realizzazione di strumenti di pesatura. Sintesi concreta di questo impegno è il nuovo Polo Tecnologico inaugurato lo scorso 22 ottobre, nella storica sede di Campogalliano, alle porte di Modena. La nuova area si estende su una zona di 2.800 metri quadrati e ospita quattro divisioni strategiche: il LAT, Laboratorio Accreditato di Taratura; il reparto dedicato alla fabbricazione di celle di carico che ne produce circa 25mila ogni anno; lo spazio di assemblaggio dei terminali elettronici, che, insieme, costituiscono il luogo in cui nasce il ‘cervello’ della maggior parte dei sistemi di pesatura di ultima generazione; infine, il reparto AWI, Automatic Weighing Instruments, dove si fabbricano strumenti completamente automatici che misurano la massa di un prodotto senza l’intervento di operatore. Insieme le quattro aree, in cui operano 32 persone (19 uomini e 13 donne), su un totale complessivo di 230 dipendenti nella sede di Campogalliano, rappresentano un unicum a livello mondiale: un concentrato di tecnologia, valorizzato da una grande esperienza professionale, che continua a rafforzarsi e che ha permesso a Cooperativa Bilanciai di consolidare le proprie posizioni sul mercato dei sistemi di pesatura e di essere, negli anni ’90, tra i pionieri nel passaggio, epocale per il settore, dai sistemi analogici a quelli totalmente digitali, e ora, punto di riferimento del mercato per capacità d’innovare, flessibilità e versatilità. “Oggi per l’intero Gruppo di Cooperativa Bilanciai è un giorno che ha anche un forte valore simbolico. Con l’inaugurazione del Polo Tecnologico abbiamo tangibilmente confermato la nostra volontà di sostenere l’innovazione e lo sviluppo dei prodotti e di riaffermare i valori

che da sempre ci connotano. Dare lavoro di qualità, produrre soluzioni all’avanguardia e creare le condizioni migliori possibili per assicurare un futuro alla nostra cooperativa e a quanti oggi vi lavorano. Il traguardo tagliato oggi è il frutto di una storia speciale, iniziata nel 1949 e proseguita con successo per merito della passione, della caparbietà e della competenza di tante persone che hanno saputo interpretare al meglio i principi che ispirano il mondo cooperativo”, sottolinea il presidente di Cooperativa Bilanciai, Enrico Messori. All’inaugurazione, alla quale ha fatto seguito una visita all’interno del nuovo Polo Tecnologico, hanno partecipato, tra gli altri, i sindaci di Campogalliano e Modena, Paola Guerzoni e Gian Carlo Muzzarelli e il presidente della Camera di Commercio di Modena, Giuseppe Molinari. All’appuntamento non ha voluto mancare nemmeno il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. A fare da guida accanto al presidente Enrico

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Messori, a sottolineare l’importanza del lavoro delle persone all’interno di Cooperativa Bilanciai, i responsabili delle aree del Polo Tecnologico: Morena Casali, responsabile Laboratorio LAT044; Luca Massarenti, responsabile reparto Eurocell; Rossano Pedrazzi, responsabile reparto elettronico; Francesco Paolillo, responsabile reparto pesatura e prezzo (AWI). L’azienda vanta una presenza capillare in tutto il mondo attraverso consociate e tramite una vasta rete di distributori. Cooperativa Bilanciai è attiva in numerosi ambiti, dal settore dei trasporti a quello delle cave, dal petrolchimico al siderurgico, dal food all’agricoltura sino ai rifiuti e all’impiantistica. Una presenza molto diversificata che ha permesso alla cooperativa di Campogalliano di distinguersi per la realizzazione di sistemi che consentono, con la stessa precisione, di pesare i componenti di una ricetta galenica o dei vagoni ferroviari. Tra le curiosità anche la pesatura di un elefante, la taratura di uno strumento per pesare gli orsi presenti in un parco in Canada, ma anche la messa a punto di un sistema che consente di individuare il baricentro di un motore di una Formula 1 e la creazione di un apparato che in tempo reale ci dice come cambia il peso delle gomme di un’automobile durante una competizione.

CRIF E FONDAZIONE GOLINELLI LANCIANO IL PROGRAMMA I-TECH INNOVATION 2021 Investimenti per 1,6 milioni di euro rivolti a 13 startup innovative nei settori Life Science/ Digital Health, Fintech/Insurtech e FoodTech/Agritech. Sono quelli messi in campo da CRIF, azienda globale specializzata nel settore del fintech e insurtech, e Fondazione Golinelli, holding filantropica che con il suo incubatore-acceleratore G-Factor è diventata un punto di riferimento nell'ambito delle life sciences, attraverso il programma “I-Tech Innovation 2021” che prevede tre distinte ‘Call for Innovation’, dedicate ai tre settori strategici a livello nazionale. La recente emergenza sanitaria ha messo a nudo uno dei punti di maggior ritardo del nostro Paese: l’aggiornamento tecnologico e informatico delle infrastrutture, l’innovazione tecnologica dei sistemi produttivi di beni e

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servizi e l’insegnamento della cultura digitale a scuola, non sono ancora sufficienti per competere ai massimi livelli su uno scenario internazionale. I-Tech Innovation 2021 si pone come obiettivo di favorire nell'immediato la creazione di una nuova imprenditorialità ad alto contenuto innovativo e tecnologico, investendo sui settori di eccellenza italiani, e nel lungo periodo mira a contribuire a colmare il grave ritardo dell'Italia sulle nuove tecnologie e il digitale. “Oggi è quanto mai necessario dare un input importante e massiccio all’innovazione e allo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali, che possano offrire e usufruire delle innovazioni valorizzandole e integrandole con le proprie peculiarità. Dobbiamo innestare il digitale e l’alta tecnologia in maniera convergente in startup operanti nei settori di eccellenza dello sviluppo economico del nostro Paese, scoprendone in maniera attenta e peculiare il genius loci, restando però sempre aperti alle connessioni a livello internazionale e con una visione globale. Dobbiamo investire in qualcosa di nuovo e di nostro, che solo noi sappiamo e possiamo esprimere”, afferma Andrea Zanotti, presidente di Fondazione Golinelli. “Per quanto le idee siano per loro natura senza un luogo fisico, in realtà sono come un seme che prima o poi va messo a terra per essere coltivato. Questa iniziativa, alla quale CRIF partecipa con grandi aspettative ed entusiasmo, mira a dare alle idee un terreno fertile in cui crescere, fornendo un supporto a 360 gradi che sfrutti tutta la nostra esperienza e le nostre risorse, partendo dai settori fintech e insurtech fino ai temi del FoodTech e Agritech”, dichiara Carlo Gherardi, amministratore delegato di CRIF. “Al fine di trasformare l’alto potenziale di giovani, scienziati e innovatori in realtà imprenditoriali in grado di affermarsi sul mercato con successo, abbiamo deciso di investire risorse finanziarie importanti e di proporre un’offerta integrata di infrastrutture, percorsi formativi di eccellenza e know-how specialistici, uniti a un'ampia e dinamica matrice di network scientifici, istituzionali, finanzia-

ri, professionali e imprenditoriali, nazionali e internazionali”, spiega Antonio Danieli, direttore generale di Fondazione Golinelli e amministratore unico di G-Factor. Le call saranno gestite da G-Factor, dalla promozione alla selezione, fino all’erogazione del programma di accelerazione, con il supporto tecnico di Digital Magics, incubatore di startup leader in Italia. Le 13 startup selezionate, la cui lista sarà pubblicata ad aprile 2021, parteciperanno a un programma di mentorship e supporto allo sviluppo dei loro modelli di business della durata di otto mesi, che prevede giornate di formazione in presenza a Bologna alle quali si alternano incontri di mentoring a distanza.

CSAI, UNA NUOVA VISIONE DELLA LEGGE 231-2020 Il decreto legislativo 231 dell’8 giugno 2001 è una norma della nostra Repubblica che disciplina la responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato. A distanza di quasi 20 anni, CSAI, società di consulenza bolognese che offre supporto in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, passa al setaccio il suo modello organizzativo. “Sappiamo che rappresenta un complesso organico di principi, regole, disposizioni, schemi e procedure organizzative, funzionale al monitoraggio delle attività a rischio, allo scopo di prevenire la commissione dei reati, anche tentati, da esso previsti”, sottolinea Marzia Zambelli, presidente di CSAI. “Ma dopo quasi 20 anni dall’emissione dobbiamo impostarne una revisione sostanziale della pratica. In quanto modello organizzativo, dev’essere sempre più integrato con tutto il processo aziendale, per diffondere una cultura della giusta responsabilità in tutti i collabo-


FILATURA PAPI FABIO COMPIE 130 ANNI

Filatura Papi Fabio, punto di riferimento nel mondo della filatura, festeggia il 130° anno di vita. Tutto ha inizio nel 1890, quando il giovane Vittorio Papi avvia la sua attività di filatore di lana a Faenza, in provincia di Ravenna; nel 1897 si trasferisce con una nuova sede sull’appennino emiliano, a Gaggio Montano, con un impianto, meccanizzato e innovativo per l’epoca, che produce filati di lana venduti con profitto fino a Bologna. Dopo la sua prematura scomparsa, il figlio Oreste prende le redini della piccola impresa e dimostra presto uno spiccato senso imprenditoriale e una grande abilità nel commercio. Alla sua morte, la vedova Palmira Mati prosegue con tenacia il faticoso cammino a capo dell’impresa, consolidando le posizioni acquisite dal marito, lottando con i concorrenti presenti sul territorio e con la forte crisi del ’29; nel 1933 entrano in azienda i due figli che, in poco tempo, danno nuovo impulso all’attività costruendo un reparto di tintoria e uno di tessitura con i nuovi telai jacquard. Al sopraggiungere della Seconda Guerra mondiale la produzione viene sospesa dal settembre del 1943 fino al termine del 1944. Cessata la guerra, Vittorio e Fabio continuano a dirigere l’impresa fino alla fine degli anni ’60, quando è tempo di un nuovo cambio generazionale con l’ingresso in azienda dei due rispettivi figli, Oreste e Francesco, che portano ulteriore innovazione: si cominciano a produrre filati per tessitura e maglieria e tessuti semplici e operati, la rete commerciale viene completata in Italia e si inizia anche a esportare in alcuni Paesi europei. Questo meraviglioso equilibrio finisce nel 1973 quando muore Vittorio. Il figlio Oreste manifesta la volontà di staccarsi dalla società paterna, lasciando solo lo zio Fabio e il cugino Francesco che, aiutato dalla valida collaborazione della moglie Marilena, prende in mano le redini dell’azienda. La produzione si specializza sempre di più nella creazione di filati pregiati e speciali per maglieria e tessitura, ancora oggi alla base della strategia aziendale portata avanti dalla quinta generazione, rappresentata dal figlio Fabio e dalla sua consorte Serena Barbieri, parti attive nella direzione dell’azienda, ma con specifici focus: il primo impegnato nella creazione e gestione di una nuova e più completa rete commerciale, la seconda nella

gestione ed approvvigionamento delle pregiate materie prime per realizzare i filati richiesti dalla clientela mondiale più qualificata nel settore della moda. Oggi nello stabilimento di Gaggio Montano sono occupati circa 60 dipendenti per una produzione annua di oltre 1,5 milioni di chili di filati cardati e pettinati di alta gamma per maglieria, tessitura e calzetteria attraverso l’utilizzo delle migliori materie prime: dal cashmere alla seta, alle più fini lane merino australiane e alle altre fibre tessili nobili naturali. “La nostra azienda è dotata dei più moderni impianti industriali e di macchinari tecnologicamente all’avanguardia; un’equipe selezionata di stilisti esterni, coadiuvata dal personale tecnico e commerciale interno, è costantemente allo studio per anticipare le richieste in continuo mutamento di una clientela sempre più esigente. Le collezioni sono frutto della vocazione aziendale per la ricerca e l’innovazione e si distinguono per l’eccellente qualità delle fibre di lana finissima, seta, cashmere, per l’abilità tecnica delle maestranze, per la straordinaria gamma colori moda e per il qualificato servizio stock service”, evidenziano dall’azienda. Oggi, il fatturato di Filatura Papi Fabio, che ha superato i 20 milioni di euro, deriva per oltre il 40% dall’estero (in particolare dai mercati di Usa, Hong Kong, Giappone, Corea del Sud, Cina, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna e Portogallo), mentre il restante 60% viene realizzato sul mercato domestico grazie ai migliori partner della maglieria italiana, molti dei quali produttori per le più rinomate maison di alta moda mondiali. “L’anniversario dei 130 cade nel difficile periodo della pandemia, che ci ha costretto alla sospensione dell’attività nel pieno della stagione di vendita e a ripensare la nostra strategia per le nuove esigenze di mercato, investendo a 360° per una riorganizzazione interna improntata alla massima flessibilità di servizio al cliente, all’insegna dell’innovazione di prodotto con nuove soluzioni tecniche per rendere i nostri filati pregiati idonei alla creazione di capi con nuove performance per il consumatore finale. Importante oggi il tema dell’ecosostenibilità: abbiamo realizzato una gran parte della collezione partendo da materie prime totalmente tracciabili sia per quanto riguarda fibre vergini sia per fibre pregiate riciclate quali cashmere e lana, con conseguente risparmio di risorse naturali ed energia. Il vero tesoro della Papi è rappresentato dalle persone che compongono la nostra meravigliosa squadra di lavoro, con le loro grandi competenze tramandate nel tempo e sempre attente a nuove sfide”, afferma Fabio Papi, CEO dell'azienda.

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Marzia Zambelli, presidente di CSAI

ratori”. In tutte le indagini sul benessere dei lavoratori, il ruolo della sicurezza nel valutare la positività di un posto di lavoro ha un ranking molto elevato, ben superiore al trattamento economico. E questo non significa essere chiusi o poco creativi. Anzi. “Come dice il creatore di Netflix, Reed Hastings, lavorare in un ambiente innovativo è più produttivo se alle regole si sostituiscono il forte senso di responsabilità e una visione etica messa effettivamente in pratica”, riprende il suo ragionamento Zambelli. “Dovremmo perciò arrivare a un’impostazione culturale diffusa dei contenuti della 231, in modo che ogni operatore sappia quali siano gli ambiti e i limiti consentiti per l’attività”. Il modello di controllo rimane basato su tre principi fondanti: determinare, in tutti coloro che operano internamente e in nome dell’azienda, soprattutto nelle aree a rischio, la consapevolezza di poter incorrere, in caso di violazione delle disposizioni, in un illecito suscettibile di sanzioni penali e amministrative, nei confronti propri e dell’azienda; ribadire che i comportamenti illeciti sono fortemente condannati dall’azienda perché (anche nel caso in cui possa trarne vantaggio) sono contrari, oltre che alle disposizioni di legge, anche ai principi etico-sociali cui intende attenersi nello svolgimento della propria mission; consentire all’azienda, grazie al monitoraggio sulle aree a rischio, d’intervenire tempestivamente per prevenire o contrastare la commissione di reati ed illeciti.

“Dobbiamo abituarci a una visione diversa dell’organizzazione per affrontare le sfide che ci aspettano. Per molte imprese innovare sarà un mantra indispensabile e molto più forte che in passato”, conclude Marzia Zambelli. “Se l’organizzazione dovrà assomigliare, sempre citando il CEO di Netflix, sempre meno a un’orchestra sinfonica e sempre più a un gruppo jazz, integrando regole e improvvisazione, allora la condizione perché la 231 mantenga un ruolo chiave nel contesto operativo è che sia del tutto integrata con il sistema di gestione, condivisa con i collaboratori e quindi contribuisca a costruire la nuova cultura delle imprese”.

IL PRIMO BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ DI DIERRE GROUP Dierre Group ha recentemente pubblicato il suo primo Bilancio di Sostenibilità. Nonostante il momento di incertezza economica e sociale dovuto alla seconda ondata di contagio del Covid-19 l’azienda modenese specializzata nella produzione di protezioni antinfortunistiche, sistemi di movimentazione e robotica industriale non molla di un centimetro e continua a dimostrare il suo impegno concreto per migliorare le proprie performance. “Abbiamo pubblicato il primo Bilancio di Sostenibilità, frutto di una particolare attenzione all’impact investing. Il documento rispecchia fedelmente la nostra politica di responsabilità etica e sociale che è stata così ufficializzata in un’ottica di totale trasparenza e condivisione”, rimarcano da Dierre Group.

“Un passo importante per un percorso di impegno e di attenzione verso le tematiche di sostenibilità, verso i nostri clienti, l’ambiente che ci circonda, le nostre persone e il nostro territorio, per comprendere e quindi gestire al meglio i nostri impatti rendendo il nostro business sempre più competitivo”. All’inizio della pandemia da Coronavirus il Gruppo Dierre, che conta 10 stabilimenti nelle regioni maggiormente colpite (Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto), ha riconvertito la propria produzione per fornire ogni tipo di barriere, pannelli e schermi divisori anti-contagio. Questi schermi anti Covid-19 permettono di combattere la diffusione del virus e di proteggersi, adesso e in futuro, contro ogni tipologia di contagio virale a trasmissione aerea. In poco tempo Dierre ha saputo rinnovarsi creando una rete di società, accomunate dalla stessa passione per la qualità e l’eccellenza, che le hanno permesso di consolidare la propria leadership sia in Italia che in Germania, vantando una notevole diversificazione della produzione: dalle protezioni perimetrali e modulari a quelle bordomacchina, dai robot cartesiani e antropomorfi alle cabine di insonorizzazione industriale, sistemi di protezione e postazione operatore, e poi ancora sistemi lineari, conveyors lines, profili in alluminio e relativi accessori. Una vasta gamma di prodotti applicabile ai più svariati settori, come il Packaging, il Ceramico, l’Alimentare, l’Automotive, il Farmaceutico, il Nautico e l’Elettronico che evidenzia come la versatilità di questa azienda sia un fattore vincente per affrontare ogni sfida di mercato. “Obiettivo futuro? Continuare a crescere per conquistare nuove quote di mercato anche all’estero ed essere riconosciuti come il principale operatore nel settore delle protezioni e delle componenti per macchine automatiche”, concludono da Dierre Group.

CALL FOR INNOVATION “SAAR” SOLO UNA DELLE NUOVE SFIDE DI EASY RFID Una soluzione basata sulla gestione logistica dei rifiuti radioattivi utilizzando l’RFID come risorsa fondamentale per il tracciamento e l’identificazione. È l’innovativa tecnologia che è

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valsa a Easy RFID, realtà nata nel 2014 ad Argelato, in provincia di Bologna, specializzata nella produzione, implementazione e R&D nel campo della tecnologia RFID, un posto tra le dieci finaliste della Call for Innovation “SARR – Soluzioni avanzate per i rifiuti radioattivi”, lanciata da Sogin lo scorso 17 giugno con il supporto di Digital Magics. “È stata una enorme soddisfazione arrivare tra le realtà finaliste della Call di SOGIN per la gestione logistica dei rifiuti radioattivi”, dichiara orgogliosa Barbara Moratti, CEO di Easy RFID. “Purtroppo non ci siamo aggiudicati il premio, ma il nostro progetto è stato molto apprezzato soprattutto per lo studio delle problematiche dell’utilizzo di apparecchiature elettroniche in zone potenzialmente inquinate dalle radiazioni gamma. Il nostro team ha lavorato compatto e con rinnovato entusiasmo”, aggiunge il direttore tecnico Corrado Moratti. Come spiegano dall’azienda, la tecnologia RFID consente di salvare, accedere da remoto, rilevare automaticamente in tempo reale i dati scritti nel chip contenuto nel transponder, o tag. L’uso di RFID permette una rilevazione dei dati univoca grazie al codice nativo non modificabile presente in ogni chip; è proprio quest’univocità a rendere possibile la realizzazione di tutti i controlli declinati sino al dettaglio del singolo oggetto o persona. Tutti i settori, produttivi e non, sono potenziali fruitori di questa tecnologia: è utilizzata quotidianamente anche in maniera inconsapevole, ad esempio, prendendo un autobus oppure facendo degli acquisti ai grandi magazzini. L’innovativa Easy RFID risponde ogni giorno a richieste per progetti nei più svariati settori ed è in grado di fornire sia il tag più performante per l’applicazione richiesta che tutte le infrastrutture hardware necessarie.

La nuova camera anecoica di Ente Certificazione Macchine

“Mettiamo a disposizione dei nostri clienti tutta l’esperienza maturata nella gestione dei dati e nella codifica e stampa legate al mondo RFID; inoltre, siamo in grado di fornire le integrazioni strutturali agli impianti di produzione per introdurre e implementare la tecnologia RFID in linee produttive preesistenti”, sottolinea Barbara Moratti. Oltre ai settori trainanti di punta del fashion e dei rifiuti, di enorme attualità è l’integrazione dei tags nei DPI di protezione individuale. I sistemi RFID consentono infatti sia di controllare che i lavoratori siano sempre dotati dei dispositivi richiesti per le proprie mansioni, sia di verificare la sostituzione dei DPI per obsolescenza, ma anche di monitorare gli accessi e i percorsi sui luoghi di lavoro. Per quanto riguarda i progetti in fase di sviluppo, Easy RFID, affiancata da un player di grande rilievo del mondo dell’ecologia e controllo degli sprechi, sta studiando la possibilità di ridurre l’utilizzo degli imballi di polistirolo nel settore alimentare utilizzando una confezione riutilizzabile taggata per rendere responsabile l’ultimo utilizzatore dello smaltimento corretto. “Si tratta di un progetto seguito con particolare dedizione visto l’impatto positivo a livello di riduzione dell’inquinamento di questi supporti.

ENTE CERTIFICAZIONE MACCHINE INAUGURA IL NUOVO STABILIMENTO Corrado Moratti, direttore tecnico di Easy RFID

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Ente Certificazione Macchine, da oltre vent’anni punto di riferimento nell’attività di certificazione, testing, ispezione e forma-

zione, chiude il 2020 con due importanti traguardi: l’inaugurazione del nuovo edificio, sede della divisione dispositivi medici, e l’ampliamento del laboratorio di prova accreditato ISO 17025. Sempre attenta alle esigenze di un mercato in continua evoluzione, ECM investe quotidianamente impegno e risorse per accrescere la propria gamma di servizi, assicurando elevati standard di efficienza e professionalità. All’interno dell’ampliato complesso di Valsamoggia, in provincia di Bologna, due edifici gemelli dedicati alle attività di testing e certificazione, trovano spazio moderni uffici, spazi per accogliere i clienti, una sala dedicata ai corsi e alla formazione del personale, nonché un’ampia area di laboratorio, equipaggiata con le attrezzature e le strumentazioni più avanzate per l’effettuazione di test di compatibilità elettromagnetica, sicurezza elettrica e attività di debug su prodotti, dispositivi e macchinari. Tutti gli spazi e le attività sono organizzati nel pieno rispetto delle normative anti-Covid, per garantire massimi livelli di sicurezza per il personale, per i clienti e per i collaboratori e, più in generale, per chiunque entri in contatto con l'azienda. “Questo ampliamento si inserisce all’interno di un progetto di crescita che ci ha portato negli ultimi anni ad estendere i nostri settori di competenza, ottenendo sempre maggiori accreditamenti come Organismo Notificato e Laboratorio di Prova accreditato”, spiega il direttore di Ente Certificazione Macchine, Luca Bedonni. Tra le novità all’interno del laboratorio di prova, la più significativa è senza dubbio l’installazione della camera anecoica di ultima generazione: un ambiente in laboratorio privo di interferenze elettromagnetiche


EI-LAB, IL LABORATORIO DI ENERGY INTELLIGENCE COMPIE 10 ANNI Festeggia i primi dieci anni di attività “ei-LAB”, il centro di sperimentazione sulle tecnologie del fotovoltaico di Energy Intelligence a Fiorano Modenese, in provincia di Modena, nato con lo scopo di sviluppare software all’avanguardia per rendere gli impianti fotovoltaici sempre più efficienti. Realizzato con il patrocinio della provincia di Modena, del comune di Fiorano Modenese, di AESS-Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile e dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ei-LAB ha aperto nel tempo numerose collaborazioni con centri di ricerca, università e giovani startup innovative, in Italia e all’estero, e ha portato nel 2013 alla nascita della stessa Energy Intelligence di San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna, realtà che sviluppa soluzioni tecnologiche per la gestione intelligente dell’energia, grazie alle attività di perfezionamento del software di monitoraggio degli impianti alla base della sua piattaforma. Costituito da un impianto fotovoltaico a terra, della potenza complessiva di 100kW, il laboratorio è suddiviso in undici sottocampi caratterizzati da differenti tecnologie per monitorare, a parità di irraggiamento e condizioni ambientali, le diverse rese ed efficienze. “L'attività del laboratorio è tuttora fondamentale se pensiamo alle nuove direttive europee del Green Deal. Come testimonia la stessa scelta del nome, Energy Intelligence si pone al crocevia tra competenza digitale e competenza energetica”, afferma Luca Bonzagni, amministratore delegato dell’azienda. In un territorio come quello dell’Emilia-Romagna, e della Pianura Padana più in generale, caratterizzato da grandi superfici industrializzate, la tecnologia del fotovoltaico su copertura è la risposta alle sollecitazioni europee, verso un modello sostenibile di autoconsumo industriale. “Le aziende più competitive sapranno avviare un percorso di

a disposizione delle aziende, per testare i propri dispositivi elettrici ed elettronici dal punto di vista della compatibilità elettromagnetica. All’interno di questa struttura è possibile effettuare prove e misurazioni in condizioni controllate, al fine di valutare le emissioni elettromagnetiche dei prodotti e macchinari testati. Grazie alle avanzate strumentazioni di cui è dotata, la camera anecoica di Ente Certificazione Macchine è in grado di assicurare elevate prestazioni con importanti vantaggi

transizione energetica e convertire il proprio status da ‘consumatore passivo’ a ‘prosumer’, iniziando a produrre con il fotovoltaico una parte consistente dell’energia per l’autoconsumo”, spiegano dall’azienda bolognese. “La digitalizzazione dei flussi energetici interni ed esterni alle imprese è un elemento chiave nel percorso di transizione, perché permette di migliorare l’efficienza degli impianti, del ciclo produttivo e degli stessi edifici. La quota di energia green incorporata nei prodotti, inoltre, diventerà a breve uno degli elementi distintivi sul mercato: il prodotto a bassa intensità energetica è più green, dunque più competitivo. La gestione digitale dei flussi energetici permette poi uno sviluppo anche nell’ambito della mobilità elettrica, che vedrà l’affermazione del luogo di lavoro come centro di ricarica per eccellenza, e l’ultima frontiera nel percorso di transizione energetica è costituita dalle Comunità Energetiche, ora possibili anche in Italia, che consentiranno di ottimizzare la gestione dell’energia di un intero distretto industriale”, continuano da Energy Intelligence. “Un percorso che dovrà essere accompagnato dalla presenza di sistemi digitali sempre più sofisticati, in grado prima di tutto di tenere monitorati i flussi di energia con costanza e, successivamente, di prendere decisioni in tempo reale sulla loro destinazione, grazie a sistemi di intelligenza artificiale e a transazioni certificate. Per questo motivo Energy Intelligence continua l’attività di sperimentazione con il suo ei-LAB, con un nuovo progetto di ricerca in collaborazione con l’Università di Bologna dedicato all’IA applicata ai flussi energetici, proponendosi come guida e supporto alle imprese che intendono avviare la propria transizione energetica”, concludono dal quartier generale bolognese.

per le imprese; maggiore precisione dei risultati, tempistiche ridotte per l’esecuzione delle prove, con conseguente riduzione dei tempi di attesa, nonché la possibilità per i clienti di seguire da remoto, in diretta, le attività di testing e vedere i risultati in tempo reale, grazie ad un innovativo ed esclusivo software. Queste nuove avanzate attrezzature vanno a potenziare e ampliare la già vasta gamma di servizi di testing offerta da ECM, specializzata in prove di sicurezza, qualità e performance in

accordo ai maggiori standard internazionali e attività di debug per la risoluzione di eventuali problematiche. “Il nostro obiettivo è consolidare il ruolo di ECM come organismo notificato e laboratorio di prova accreditato sia a livello locale che internazionale, continuando a garantire servizi sempre più efficienti, per far sì che siano messi in commercio e in attività soltanto prodotti e macchinari sicuri, a tutela del mercato”, conclude Luca Bedonni.

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EUROSYSTEM AL FIANCO DEI CLIENTI NEL CONTROLLO DELLE PERFORMANCE AZIENDALI “È una grande soddisfazione vedere quanto abbiamo fatto per i nostri clienti e quanto possiamo ancora aiutarli nell’essere competitivi in un mercato sempre più variabile. Arrivati verso la chiusura di questo anno intenso, ci guardiamo indietro e siamo orgogliosi di quanto realizzato e dei progetti in essere”. Sono le parole di Gian Nello Piccoli, chief executive officer del gruppo Eurosystem di Villorba, in provincia di Treviso, che in questi ultimi mesi ha affiancato le aziende in un momento di grandi sfide, in cui la tecnologia ha avuto un ruolo dominante come facilitatore di processi e cambiamenti. In questo 2020 il Gruppo, con filiali anche a Bologna e Ferrara, ha infatti investito in nuove soluzioni e nel potenziamento di quelle esistenti: i software Industria 4.0 per dotare i reparti produttivi delle automazioni e della flessibilità necessaria a rispondere alle variabili di mercato; il controllo di gestione per un controlling personalizzato in base alle proprie esigenze; la cybersecurity per creare consapevolezza nelle aziende su come proteggersi; il controllo accessi in azienda, per dare una risposta concreta all’emergenza sanitaria ma anche per chi ambisce ad un’organizzazione aziendale di alto livello. E infine la business analytics, per trasformare i dati in informazioni strategiche. In quest’ambito Eurosystem ha deciso di fornire ai clienti una soluzione integrata per l’analisi economico-finanziaria dell’azienda che risponde all’esigenza normativa sulla crisi d’impresa, il cui nuovo Codice entrerà in vigore il 1° settembre 2021. Questo provvedimento richiede alle imprese l’adozione di strumenti di gestione previsionale e di procedure di allerta per certificare il grado di solidità finanziaria e prevenire crisi di insolvenza. A questo scopo la normativa ha definito degli “indicatori di crisi”, che costituiscono un sistema di allerta. “La soluzione proposta da Eurosystem restituisce tabelle e grafici capaci di descrivere le performance economiche e riportare gli indicatori. In questo modo, non solo risponde all’esigenza di una normativa ormai prossima, ma offre uno strumento per affrontare con consapevolezza i momenti di incertezza:

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dge visitatori, registrare gli ospiti, gestirne le generalità rispettando la normativa privacy e la riservatezza delle informazioni raccolte. Permette inoltre di controllare ed estrapolare in qualsiasi momento il registro delle presenze di fornitori e collaboratori abituali nonché di quelli occasionali, in linea con le disposizioni di salute e sicurezza previste per le aziende. Il software custom sviluppato da F.T.P., azienda informatica di stanza a Formigine, Gian Nello Piccoli, chief executive officer del gruppo Eurosystem in provincia di Modena, è permette di ridefinire la strategia aziendale, come un codice genetico: progettato su misupotenziando le analisi finanziarie in ottica ra per ogni singolo cliente. “Il nostro lavoro”, prospettica e previsionale e quelle sui dati conspiegano da F.T.P., “è animato da un’etica ecosuntivi e storici. Adeguamento al Codice della logica: ridurre gli sprechi attraverso l’automacrisi e dell’insolvenza d’impresa, meno rischi zione dei processi, ottimizzando e rendendo per CFO e direzione, responsabili del rischio più sostenibile l’organizzazione”. d’impresa, la possibilità di generare analisi in La reception all’interno di un’azienda ha un totale autonomia. Sono questi i vantaggi della ruolo fondamentale. È il punto di colleganostra soluzione dedicata ai clienti che hanno mento tra l’azienda stessa e il mondo estercapito l’importanza di analizzare i dati azienno costituito da clienti, fornitori e potenziali dali, non solo per avere informazioni sull’annuovi dipendenti. “È lo spazio in cui comindamento attuale, ma anche per saper prevedecia a prendere forma l’immagine aziendale e re l’andamento futuro e agire in anticipo per quindi il valore del brand. È importante saper raggiungere gli obiettivi predefiniti. Il nostro creare sin da subito quelle condizioni ottimali scopo, come Eurosystem, è offrire consulenza che ti portano a concludere un affare, e a voler e soluzioni che, a partire dal sistema gestionatornare da quel cliente o fornitore”, continuale, permettono un controllo maggiore su tutno dalla società modenese. te le attività aziendali, e in particolare, dato il Il ruolo di receptionist negli ultimi anni si è periodo storico, sull’andamento finanziario”, costantemente evoluto aggregando sempre conclude Gian Nello Piccoli. più compiti e mansioni. L’idea innovativa di Per info: marketing@eurosystem.it F.T.P. vuole permettere a questa figura professionale di dedicarsi alle proprie attività aziendali a maggior valore aggiunto, e incaricare Smart Hospitality nella gestione di quella “SMART HOSPITALITY”, parte di attività dedicate all’ammissione degli LA NUOVA SOLUZIONE ospiti in azienda contribuendo in maniera proattiva a dimostrare reattività ed efficienza FIRMATA F.T.P. anche nella fase di accoglienza. Un assistente receptionist che alleggerisce il “Smart Hospitality è la soluzione flessibile e carico di lavoro della reception aziendale regi- personalizzabile che integra le tecnologie nei strando e monitorando gli ingressi e le uscite, processi aziendali. Parliamo di uno strumento gestendo l’anagrafica degli ospiti ed evitan- tecnologico innovativo di Digital Transformado tempi di attesa per i visitatori. Si chiama tion conforme secondo il paradigma dell’In“Smart Hospitality” ed è la nuova soluzione dustria 4.0, che agevola il nostro lavoro e partecnologica per le aziende realizzata da F.T.P. tecipa alla semplificazione delle procedure e che permette di attribuire e consegnare i ba- dei processi. Incorpora e presuppone misure


tecniche e di sicurezza adeguate; è studiato sulla base delle esigenze della realtà aziendale e delle normative europee di sicurezza e privacy dettate dal GDPR. Grazie a Smart Hospitality gli ospiti in azienda potranno registrare il loro accesso e la loro uscita autonomamente notificando direttamente il proprio referente interno. La reception a sua volta è poi in grado di avere una panoramica aggiornata in tempo reale che riporta i riferimenti e le informazioni necessarie delle visite, costruendo una cronologia di registro filtrabile sulla base di eventuali future indagini”, concludono dal quartier generale di F.T.P.. Per info: commerciale@ftpsrl.it

NASCE FARINI 14, IL PROFUMO DI GALLERIA CAVOUR È nato Farini 14, profumo d’ambiente, fragranza elegante e sofisticata, che si diffonde nella prestigiosa porzione di Galleria Cavour a Bologna, che entrando da via Farini 14, si estende fino alla boutique Tiffany da un lato e Prada dall’altro. È nel profumo che Galleria Cavour si rigenera, assumendo nuove forme d’eleganza e fascino; rievocando, grazie a essenze sapiente-

mente abbinate, i sapori e le atmosfere di un tempo lontano: quando la città di Bologna, cuore del sapere Occidentale, ammaliava per bellezza, storia e cultura. È così che ora Galleria Cavour accoglie i propri ospiti: con una fragranza sospesa tra passato e futuro. Il profumo è stato disvelato lo scorso 30 settembre nel corso di una serata dedicata, a cui hanno partecipato i brand che compongono il celebre tratto di Galleria Cavour, insieme ai loro elegantissimi ospiti. Una festa all’insegna dell’arte e della cultura, arricchita da un percorso gastronomico-olfattivo che, oltre alla presenza di Susanna Messaggio, moderatrice e madrina dell’evento, ha visto la partecipazione di Vittorio Sgarbi che, nella sua veste di critico d’arte, ha tenuto un’eccellente lectio sulla Storia del Profumo nell’Arte. Farini 14 è il coronamento di un obiettivo pensato da tempo, fin da quando, ormai un anno fa, Gioia Martini, avvocato e imprenditrice attiva nel settore immobiliare, ha acquisito la predetta porzione di Galleria Cavour, incastonata nel cinquecentesco meraviglioso Palazzo Vassé Pietramellara. “Uno dei miei primi propositi, è stato quello di rendere la passeggiata in Galleria Cavour ogni giorno più piacevole e memorabile. Da qui l’idea di creare un profumo in grado di cogliere e diffondere l’essenza di Galleria, di questo luogo in cui il suo essere nasce da lontano e si dilata in un presente nel quale l’eleganza e il lusso si intrecciano in una dimensione in cui l’antico fa da vetrina al nuovo e viceversa”, ha annunciato così Gioia Martini la creazione di Farini 14, frutto di una accurata ricerca. Ad aver dato vita a questa inedita fragranza, Mauro Malatini, “naso” di importanti brand nazionali e internazionali. “Farini 14 è un profumo unico, creato per esprimere al contempo l’aspetto di una città ricca di storia e sapere nelle sue note di incenso, zafferano e laudano; il ricordo di una avvolgente e giocosa accoglienza attraverso le note di vaniglia, mandorla e caramello, per evolvere infine con l’oud e l’ambra grigia, l’oro nero che arriva dal mare, essenza della preziosità e della raffiGioia Martini, Susanna Messaggio e Vittorio Sgarbi alla serata di presentazione di Farini 14

natezza”, descrive così Mauro Malatini la creazione che lo ha visto co-protagonista. “Dopo mesi di confronti, studi, ricerche, dedizione e molto impegno, grazie all’estro del mastro profumiere, Mauro Malatini, ho deciso di dar vita a un profumo identitario testimone di un passato, ricco di storia, di talenti e di socialità, che ho raccontato in ‘Farini 14 un profumo una città’ un taccuino di pensieri ad esso dedicato.” A contribuire allo sviluppo di questo innovativo progetto vi è la partecipazione della casa editrice Minerva, curato personalmente da Gioia Martini, con il contributo di Sergio Barducci, arricchendo cosí il percorso culturale che ha accompagnato la realizzazione del profumo con frammenti di storia, aneddoti, idee e citazioni illustri.

GRUPPO FABBRI PREMIATA “BEST PACKAGING 2020” Gruppo Fabbri, realtà industriale di Vignola, in provincia di Modena, specializzata nella produzione e vendita di macchine e film per il confezionamento alimentare, si è aggiudicata, con il progetto “Nature Fresh”, lo storico “Oscar dell’Imballaggio” 2020 per la categoria della “Innovazione Tecnologica”. In particolare, il progetto comprende quattro diverse avvolgitrici a elevata produttività e a funzionamento “hybrid”, ossia in grado di sfruttare appieno le potenzialità sia dei film plastici tradizionali, sia dell’innovativa pellicola certificata compostabile “Nature Fresh”, ufficialmente introdotta sul mercato all’inizio di quest’anno. Il premio è stato consegnato durante l’evento RE-ECONOMY SUMMIT nella sede de Il Sole 24 Ore, con la seguente motivazione: “Significativa la versatilità prestazionale della macchina che permette il confezionamento tanto con pellicole estensibili tradizionali, quanto con il film Nature Fresh - il primo al mondo certificato compostabile, adatto al confezionamento automatico, quanto manuale. La macchinabilità è quindi ottimizzata e permette il confezionamento ed etichettatura di diverse tipologie di supporti”. Nature Fresh, pellicola a base dei polimeri BASF Ecovio® ed Ecoflex®, è certificato come idoneo anche alla compostabilità domestica.

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per il confezionamento in modalità MAP e skin, ampliatasi ulteriormente grazie alla recente acquisizione di CAVECO, leader nella realizzazione di termosigillatrici e linee automatiche per il dosaggio e il confezionamento alimentare con una storica posizione sul mercato sia domestico che internazionale.

IL GRUPPO KIWA CRESCE E ACQUISTA CREI VEN Nature Fresh abbina ottime qualità estetiche (trasparenza, anti-appannamento) a un’ottimale presentazione del prodotto: è così in grado di garantire prestazioni equivalenti alle pellicole in PVC plastificato e una migliore trasmissione del vapore acqueo rispetto ai cling film tradizionali. Le confezionatrici Automac NF, oltre a ottimizzare il ciclo macchina del film, permettono di abbinare Nature Fresh a etichette e vassoi altrettanto compostabili; sono inoltre compatibili con tutti gli altri film stretch proposti da Gruppo Fabbri (PVC plastificato, film a base PE, film BIOBASED) o presenti sul mercato. “Oggi più che mai, preservare l’ambiente, conservare gli alimenti ed evitare gli sprechi sono parte del DNA di Gruppo Fabbri. Questi sono i fattori che quattro anni fa hanno portato all’ideazione del progetto Nature Fresh, che in seguito ha anche ottenuto il riconoscimento dell’Unione Europea. Ma sono anche la promessa presente e futura che vogliamo mantenere nei confronti dei nostri clienti e di noi stessi: il riconoscimento di oggi indica che stiamo percorrendo la strada giusta, confermata anche dal numero rapidamente crescente di applicazioni per il confezionamento di prodotti freschi (frutta e verdura, carne e pesce) di clienti italiani ed esteri”, dichiara soddisfatto l’amministratore delegato del Gruppo, Stefano Mele, che aggiunge: “Siamo orgogliosi di questo premio, un’altra pietra miliare nella storia di Gruppo Fabbri e della nota ‘Packaging Valley’ modenese, nel cui territorio operiamo da più di 70 anni”. Oltre ad applicazioni in avvolgimento stretch (basti pensare ai marchi Elixa e Automac) Gruppo Fabbri si distingue anche con una specifica offerta di macchine e pellicole

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Il Gruppo Kiwa Italia, specializzato nel settore delle certificazioni, ispezioni e prove, ha annunciato lo scorso ottobre di aver acquisito la maggioranza del Laboratorio CREI Ven di Padova, fondato nel 1995 e operante prevalentemente nel settore elettrico. Il laboratorio, inizialmente nato come consorzio di diritto privato senza fine di lucro da un gruppo di primarie aziende venete, aveva come obiettivo l’erogazione di servizi di ricerca industriale destinati al mondo delle imprese. Tuttavia, nel tempo le attività di ricerca sono state ridimensionate, mentre i servizi hanno riscontrato un interesse via via crescente. Infatti, inizialmente rivolti ai propri membri, sono stati estesi in un secondo momento anche ad aziende terze, mediante la trasformazione di CREI Ven in società consortile. Ad oggi, con l’entrata di Kiwa Italia nel capitale sociale di CREI Ven, la compagine societaria si arricchisce ulteriormente di conoscenze e competenze, iniziando un nuovo capitolo della sua storia. Con questa operazione, in linea con gli obiettivi di crescita del Gruppo Kiwa Italia, la cui sede centrale è situata a Granarolo dell’Emilia, in provincia di Bologna, prosegue l’azione di consolidamento nel settore dell’energia, soprattutto quella prodotta da fonti rinnovabili, già avviata con l’acquisizione della società Moroni&Partners avvenuta nell’agosto del 2019. Infatti, tra le attività svolte da CREI Ven meritevoli di attenzione, ci sono proprio i servizi dedicati alla sostenibilità. Il laboratorio di energie rinnovabili CREI Ven esegue prove e verifiche per la connessione degli impianti di generazione dell’energia rinnovabile, ad esempio per le applicazioni

fotovoltaiche, eoliche idroelettriche o termiche. Questo va ad integrare le attività del Laboratorio Kiwa dedicato al mercato solare ribadendo il ruolo chiave del Gruppo nel guidare il settore TIC nello sviluppo delle energie rinnovabili. Dunque, con l’ingresso di CREI Ven nel Gruppo, Kiwa Italia si arricchisce di competenze, risorse ed esperienze necessarie allo sviluppo e alla crescita di lungo periodo, sia a livello nazionale che internazionale. “L’acquisizione di CREI Ven ci fornisce l’opportunità di completare il nostro portafoglio di servizi e tecnologie, permettendo di offrire ai nostri clienti, e più in generale al mercato, sempre alla ricerca di partner affidabili, il valore aggiunto di una proposta di attività realmente completa, unica nel panorama delle Società TIC in Italia”, ha sottolineato a conclusione dell’operazione, il presidente del Gruppo Kiwa Italia Mariella Pozzoli. Per facilitare il processo di integrazione tra le diverse società del Gruppo, alla guida di CREI Ven, in qualità di presidente, è stato designato Giampiero Belcredi, COO dell’intero Gruppo e vicepresidente di Moroni&Partners, che ha aggiunto: “Siamo lieti di dare il benvenuto al team di CREI Ven nel Gruppo Kiwa. L’esperienza del Laboratorio CREI Ven, maturata in decenni di attività, contribuirà alla nostra continua crescita e alla diffusione dei nostri servizi”. Advisor dell’operazione è stato lo studio legale e tributario Liberati Tittaferrante & Associati.


INAUGURATI DUE NUOVI LABORATORI DI HPE COXA Attenzione alla formazione post-laurea degli ingegneri, collaborazione con le migliori università del Paese, forte propensione all’innovazione: sono le caratteristiche di HPE COXA, azienda modenese che si occupa di sviluppo prodotto e opera nei settori automotive, motorsport, off highway, automation solution e difesa, fornendo servizi di ingegneria, progetti e prodotti. Come per altre esperienze già in essere (ultima delle quali è stata MEKANÉ, la Scuola di Alta Formazione in High Performance Engineering, inaugurata nel luglio 2019), anche la realizzazione dei due ultimi progetti, presentati il 15 ottobre scorso in azienda, sono in collaborazione con Alma Mater Studiorum Università di Bologna e Università di Modena e Reggio Emilia. Si tratta di “ai LAB”, in collaborazione con Unibo, che si propone di approfondire l’Intelligenza artificiale a diversi settori produttivi, ed è l’occasione per HPE COXA di espandere la propria attività al di fuori dell’automotive. Il laboratorio ha già all’attivo sei ingegneri e anche la realizzazione di alcune applicazioni in diversi campi. Il secondo laboratorio, “e LAB”, in collaborazione con Unimore e Unibo, è già una realtà: i 13 giovani ingegneri scelti per questo percorso sono al lavoro da un anno per disegnare, progettare e costruire un motore elettrico. E il “dimostratore”, l’esemplare unico che è uscito dalle loro mani, parteciperà al Campionato Formula Student, riservato annualmente a team universitari. La presentazione è avvenuta, seguendo tutte le procedure di sicurezza, alla presenza di numerose autorità del mondo istituzionale, imprenditoriale e universitario, tra cui il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, il rettore dell’Università di Bologna Francesco Ubertini, il rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia Carlo Adolfo Porro, e il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Per una realtà come HPE COXA l’afferma-

ambito, e grazie a loro allargheremo il nostro campo di intervento”. “La collaborazione con l’università”, chiarisce Piero Ferrari, presidente di HPE COXA, “è una strada che abbiamo intrapreso da molti anni, e con risultati davvero significativi. Lavorare per l’innovazione, anche per un’impresa che è inserita pienamente nel mercato, significa mantenere costantemente viva la fiamma della ricerca e applicarne i risultati a progetti industriali. Il rapporto con i centri di ricerca diventa un costante reciproco stimolo che contribuisce alla crescita dell’intero sistema”.

IK MULTIMEDIA REALIZZA IL BRACCIALETTO SAFE SPACER Sopra: Il gruppo degli ingegneri dell'e LAB Sotto: il rettore di UNIBO Francesco Ubertini, il CEO di HPE COXA Andrea Bozzoli e il rettore di UNIMORE Carlo Adolfo Porro

zione che il capitale primario di un’impresa è nelle sue risorse umane è diventato un vero e proprio assioma. “Da tempo abbiamo compreso che per essere competitivi nel nostro lavoro dobbiamo non solo selezionare ma contribuire a formare direttamente i laureati che si occuperanno di sviluppare i nostri progetti”, afferma il CEO dell’azienda, Andrea Bozzoli. “E questo è maggiormente valido parlando di temi innovativi come l’e-mobility e l’intelligenza artificiale, che si stanno evolvendo a grande velocità, con implicazioni straordinarie per l’industria e la società”. “Quello dell’Intelligenza artificiale è un settore in forte sviluppo, nei prossimi cinque anni il mondo investirà tre trilioni di dollari per applicazioni di intelligenza artificiale a 360 gradi in tutti i settori”, ricorda Bozzoli. “La motivazione per cui abbiamo deciso di intraprendere questo progetto è che le applicazioni di AI, indipendentemente dal settore di riferimento, si basano su delle competenze non solo informatiche, ma anche ingegneristiche tipiche degli ingegneri che fanno ‘simulazione’. In HPE COXA abbiamo una sessantina di ingegneri specializzati in questo

Un dispositivo indossabile che aiuta gli utenti a mantenere la distanza sociale nei limiti di sicurezza, rilevando con precisione quando altri dispositivi si trovano entro due metri e avvisando l’utente con un allarme visivo, vibrante o acustico. Il suo nome è Safe Spacer ed è la creazione sviluppata da IK Multimedia, azienda modenese tecnologica all’avanguardia nella creazione di prodotti hardware e software per la produzione di musica per iPhone, iPad e Mac o PC, sul mercato da 25 anni e con una vasta esperienza nella creazione di prodotti wireless, app e altre soluzioni per l’audio. Safe Spacer, in attesa di brevetto, è prodotto nello stabilimento interamente di proprietà di IK a Modena per garantire il massimo livello di affidabilità. In un momento come questo, il distanziamento è una necessità che Safe Spacer aiuta a tenere sotto controllo. “La tecnologia a

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GT LINE, 50 ANNI DI VALIGIE PROFESSIONALI

Sono passati cinquant’anni dalla prima valigia, nata dall’intuizione di Giampaolo Tonelli, che da allora, pur rimanendo sempre coi piedi per terra, ha saputo far volare le proprie idee riuscendo a creare una grande azienda. “GT Line è nata nel 1970, quasi imposta dagli eventi, ma in mezzo secolo, con impegno e costanza, si è evoluta diventando una realtà dalle solide basi”, dichiara con orgoglio il presidente dell’azienda di Crespellano Valsamoggia, in provincia di Bologna. Un’azienda con il cuore nel suo passato, l’attenzione al presente e la mente costantemente proiettata al futuro, che si nutre dell’entusiasmo di colui che l’ha creata, della passione della seconda generazione rappresentata dal figlio Massimo, da oltre 30 anni presente in azienda, e dell’impegno di tutti i collaboratori che da sempre credono in ciò che fanno con dedizione e professionalità. E in questi 50 anni la realtà ha superato persino le migliori aspettative: oggi l’azienda è un punto di riferimento mondiale nel settore della valigeria tecnica grazie anche ai tanti brevetti, tra cui il nuovo sistema “Intellirespond”, che utilizza moderne tecnologie digitali per interagire con la valigia ed il suo contenuto. “Le valigie portautensili della linea GT sono le più affidabili sul mercato professionale, mentre i contenitori a tenuta stagna della linea Explorer Cases offrono la massima protezione per il trasporto di costose e delicate strumentazioni per usi civili e militari. Questi prodotti sono infatti costantemente sottoposti a severi test di labo-

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ratorio, per garantirne l’affidabilità e la resistenza di fronte alle più estreme condizioni d’uso”, spiegano dall’azienda. Forte di tre siti produttivi strategicamente dislocati nel mondo, in Italia, in Romania e in Vietnam, GT Line è in grado di soddisfare qualsiasi esigenza di trasportabilità e protezione; tutti i processi produttivi e di assemblaggio sono automatizzati, per garantire i requisiti di massima affidabilità e resistenza. Certificata ISO-9001, l’azienda sviluppa prodotti di alta qualità, sicuri e affidabili nel tempo, a conferma di quanto l’ingegneria e il design “Made in Italy”, uniti a tecniche produttive all’avanguardia, siano sempre più apprezzati in tutto il mondo. E proprio in quest’anno così particolare, caratterizzato da una pandemia di dimensioni inimmaginabili, GT Line celebra il cinquantesimo anniversario della sua fondazione. Un anno, il 2020, in cui si sarebbe dovuto anche festeggiare l’insediamento completo nel nuovo sito industriale progettato per riunire, sotto uno stesso tetto, i 13 capannoni in cui nel tempo si sono estesi i molteplici e articolati processi produttivi. Ma lo spirito d’intraprendenza, che da oltre mezzo secolo caratterizza GT Line, non è certo svanito. “Nonostante le ovvie difficoltà imposte dal momento siamo riusciti a garantire, grazie agli ampi spazi produttivi del nuovo polo industriale, il necessario distanziamento tra gli addetti della produzione; inoltre, le tecnologie di connessione remota, sulle quali nel corso degli anni abbiamo investito numerose risorse, hanno consentito di attuare in tempi brevissimi un’efficace modalità di smart working”, sottolinea Massimo Tonelli, direttore generale di GT Line. “Tutto questo ci ha permesso di assicurare il regolare supporto alla clientela e, al contempo, di salvaguardare la salute dei dipendenti, senza mai interrompere l’attività produttiva, mantenendo salda la nostra posizione di mercato e la tutela degli ‘stakeholders’ e rinnovando, in modo tangibile, il nostro impegno nel continuare ad investire per garantire a tutti un futuro migliore”, conclude Massimo Tonelli.


banda ultralarga offre una precisione dieci volte maggiore del Bluetooth”, spiegano dall’azienda modenese. “Può essere indossato dagli utenti su un braccialetto, un cordino o un portachiavi e presenta un tag ID univoco e una memoria incorporata che consente di tracciare i contatti in caso di esposizione al coronavirus, mantenendo le organizzazioni al sicuro”. “Lo si può considerare un elemento essenziale per la sicurezza di ogni posto di lavoro e organizzazione”, proseguono da IK Multimedia. “In spazi di lavoro come fabbriche, magazzini, uffici e altro, Safe Spacer aiuta i lavoratori a mantenere le direttive sul distanziamento sociale in modo facile e sicuro. Può anche essere utilizzato in strutture aperte al pubblico, come scuole, ospedali, uffici governativi, centri commerciali, grandi negozi al dettaglio e musei, grazie alla possibilità di essere sanificato velocemente e facilmente dopo ogni singolo utilizzo. Inoltre, è disponibile una versione impermeabile che può essere utilizzata anche in hotel, piscine e palestre”. Safe Spacer avvisa automaticamente gli utenti che si trovano entro due metri dagli altri dispositivi, in modo che possano concentrarsi sul proprio lavoro e non sull'ambiente circostante. La possibilità di selezionare tra avvisi acustici, vibrazione e luce a led fornisce un’efficace protezione. “È importante segnalare”, ricordano dall’azienda, “che questo strumento semplifica il monitoraggio della distanza sociale, sia che l’utente abbia un’infrastruttura IT esistente o meno. Si ottengono informazioni sul comportamento dei visitatori o dipendenti, utili a mantenerli al sicuro senza influire sull’attività. Ma tiene traccia della posizione di chi lo indossa solo in relazione ad altre unità, non acquisisce informazioni sulla posizione tradizionale o altri dati sensibili. E solamente i contatti tra dispositivi vengono registrati per potenziali tracciamenti, proteggendoti e proteggendo la privacy”. Safe Spacer si avvale della banda ultralarga (UWB), la stessa tecnologia introdotta nei dispositivi di ultima generazione di Apple, per ottenere una localizzazione precisa tra dispositivi. Le soluzioni UWB esistenti, in genere, richiedono un'unità di ancoraggio per monitorare con precisione la posizione; ma, con l'innovativo sistema senza infrastruttura di Safe Spacer, non è necessario installare alcun hardware aggiuntivo e può essere utilizzato

come dispositivo autonomo e pronto all’uso, riducendo il consumo energetico e aumentando il numero di unità supportate contemporaneamente: ciò gli consente di funzionare per settimane con una singola carica, mantenendo l’operatività del sistema dentro il margine di sicurezza. Per informazioni: www.safespacer.net

ITALPIZZA, DUE PREMI E VENDITE IN CRESCITA Doppio prestigioso riconoscimento per Italpizza, azienda modenese punto di riferimento nazionale nella produzione di pizze surgelate di alta qualità. Lo scorso settembre una campagna di Italpizza è stata premiata come “Miglior Iniziativa Charity” in occasione del Cibus Forum di Parma e l’azienda si è poi aggiudicata il premio italiano “Il Mio Prodotto del Cuore 2020-21” nella categoria Pizze e Piadine, promosso dalla rivista di settore Largo Consumo, in collaborazione con Studio Orlandini. L’iniziativa a scopo benefico premiata come “Miglior Iniziativa Charity” è nata dalla collaborazione tra l’impresa modenese e Fondazione Telethon a sostegno della ricerca sulle malattie genetiche rare. La partnership, anticipata alla fine del 2019, si unisce alle altre nel campo della solidarietà al fine di favorire un impegno solidale e di sensibilizzazione per la raccolta fondi. Il testimonial della campagna è stato il piccolo Nicolò, un bambino di 8 anni affetto da atrofia muscolare spinale di tipo1, una malattia caratterizzata da un’importante e progressiva debolezza muscolare e ipotonia da generazione con perdita dei mo-

toneuroni. Italpizza, proprio nell’ottica della responsabilità sociale e d’impresa, è da sempre impegnata nel sostenere la ricerca scientifica, convinta che il supporto ad attività benefiche e culturali sia un valore aggiunto nell’interesse comune. Il video realizzato ha permesso la vittoria di Italpizza che, però, sottolinea come consideri il traguardo raggiunto solo grazie al sorridente Nicolò. Il piccolo, infatti, si è potuto divertire girando da protagonista le scene della campagna, proprio mentre mangiava uno dei suoi cibi preferiti: la pizza. Il secondo riconoscimento conquistato da Italpizza, il premio “Il Mio Prodotto del Cuore 2020-21”, mira invece a premiare la qualità e la bontà di prodotti di diverse categorie. Infatti, è proprio grazie al cuore, unito all’amore per la tradizione e all’attenzione nella selezione delle migliori materie prime, che l’azienda modenese è riuscita a conquistare la fiducia dei consumatori che l’hanno premiata attraverso il voto diretto. L’ormai famosa Pizza Margherita “26x38” ha vinto nella sezione “Pizze e Piadine”. Giunto alla terza edizione, “Il Mio Prodotto del Cuore” ha visto gareggiare diversi prodotti suddivisi in 28 categorie, da cui sono stati selezionati i rispettivi vincitori, decretati mediante specifici parametri di valutazione: il rapporto qualità-prezzo, la ripetitività degli acquisti, la presentazione dei prodotti e l’intenzione di raccomandarli ad altri. Si tratta di un’opportunità che permette alle aziende di essere tra le principali protagoniste di una delle più importanti indagini tra i consumatori, gli unici che decretano quali siano i migliori prodotti in Italia. La recente emergenza sanitaria non ha fermato l’atteso appuntamento, digitale nella fase delle valutazioni e che, nel pomeriggio del 30 settembre, ha svolto in streaming anche la premiazione. “Ricevere questo premio ci rende molto orgogliosi, essere stati scelti e premiati dai consumatori è per noi non solo una grande soddisfazione, ma la conferma che abbiamo nel cuore i nostri consumatori”, ha affermato Massimo Sereni, direttore commerciale di Italpizza, commentando il riconoscimento conquistato. “Italpizza, grazie al proprio marchio di successo

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‘26x38’, prosegue nella costante crescita delle vendite del mercato italiano a doppia cifra. In questo momento storico, con grande coraggio, abbiamo anche ritenuto di scommettere sul futuro, effettuando un importante investimento di marketing per una nuova campagna pubblicitaria sulle principali TV”, conclude Sereni.

LA SCALA, ALVISE GASTONE BRAGADIN È IL NUOVO PARTNER DI DIRITTO DEL LAVORO Nuovo ingresso tra i partner per La Scala Società tra Avvocati, studio legale fondato nel 1991 che offre ai propri clienti una gamma completa e integrata di servizi legali. È del settembre scorso, infatti, l’annuncio dell’arrivo nel team di Alvise Gastone Bragadin, avvocato impegnato da oltre dieci anni negli ambiti del diritto del lavoro e delle relazioni industriali che rafforza ulteriormente l’area imprese di La Scala nei mesi precedenti già potenziata con nuove practice e ingressi di rilievo. “L’ingresso di Bragadin e l’apertura al diritto del lavoro confermano l’intenzione di La Scala di proporsi ai propri clienti come un interlocutore completo e capace di offrire servizi trasversali nella gamma delle attività specifiche per le imprese, e per le PMI in particolare, sia nelle esigenze ordinarie che straordinarie”, spiegano dallo studio legale. Bragadin ha maturato esperienze nella consulenza e nell’assistenza giudiziale in materia giuslavoristica e sindacale, assistendo in par-

Alvise Gastone Bragadin, nuovo ingresso allo studio La Scala Società tra Avvocati

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ticolare aziende e datori di lavoro, in tutti gli ambiti relativi al lavoro subordinato e alle collaborazioni professionali, tra i quali le cause di impugnazione dei licenziamenti, le cause relative a demansionamento, mobbing e responsabilità solidale del committente. Si è occupato di ristrutturazioni aziendali, con attivazione di ammortizzatori sociali o riduzioni del personale, di operazioni di fusione o di trasferimento di aziende o rami aziendali e di rinnovo di contratti collettivi aziendali. In precedenza, Bragadin ha fornito consulenza legale, contrattuale, in relazioni industriali e assistenza nei rapporti sindacali presso associazioni territoriali di Confindustria in Emilia-Romagna: Confindustria Modena e Unindustria Bologna. Bragadin, che entra con un team di due persone, lavorerà dall’ufficio di Bologna di La Scala, centro nevralgico della rete delle sedi centro-settentrionali dello Studio che, dopo la sede principale di Milano, nel corso degli anni ha aperto uffici oltre che nel capoluogo emiliano anche a Roma, Torino, Vicenza, Padova, Ancona e una seconda sede a Milano. A partire da settembre 2019, La Scala Società tra Avvocati ha avviato un processo di ampliamento dei suoi servizi legali dedicati alle Imprese che ha portato alla costituzione di nuove practice e all’ingresso di professionisti come quello di Michele Massironi, specializzato nel diritto societario e commerciale internazionale, in qualità di responsabile del team corporate. Sono state inoltre avviate nuove practice: la prima dedicata ai crediti Utp, focalizzata sui “crediti problematici” e sul restructuring delle PMI, e coordinata da Niccolò Pisaneschi, entrato come “of counsel” nella sede di Milano;

la seconda di diritto amministrativo affidata a Pierluigi Giammaria, esperto in diritto pubblico dell’economia.

LET IT SHOW!, EVENTI LIVE E STREAMING MADE IN FERRARA

Comunicazione e marketing, allestimenti tecnici, streaming e live, keynote speech e conduzione: oltre 40 figure professionali all’interno di quattro realtà imprenditoriali, ognuna delle quali affermata nel proprio settore, hanno dato vita a Ferrara a una nuova impresa: “Let It Show!”. “È una proposta unica, un aggregatore di competenze che nasce per organizzare e realizzare eventi di ogni genere, in presenza ed in streaming”, afferma Roberto Ferrari, CEO di Stileventi, una delle imprese che compongono il panel della nuova creatura imprenditoriale. “Si tratta di un nuovo modello di business orizzontale, smart e non convenzionale nel concept: un aggregatore di competenze composto da professionisti coordinati da un unico referente, il cosiddetto project leader, per promuovere e comunicare brand, prodotti e messaggi con un nostro metodo emozionale innovativo”. I protagonisti di questa sinergia sono l’agenzia di comunicazione Brain, il service tecnico Ks, la casa di produzione televisiva Pubbliteam e l’organizzatore di eventi Stileventi. Tra gli ultimi e più recenti progetti curati c'è il premio Estense 2020. Let It Show! ha supervisionato la produzione completa di tutta l’edizione sotto ogni aspetto tecnico, organizzativo, comunicativo: dalla diretta della conferenza stampa alla diretta della cerimonia di premiazione del 26 settembre, dagli allestimenti tecnici completi in tutti i luoghi utilizzati alla regia televisiva e live streaming, dalla produzione di contributi video inediti al servizio di social media management, Da sinistra: Roberto Ferrari di Stileventi Group, Gianluca Cestari di Pubbliteam, fino all’organizzazione Ilaria Bigoni di Brain e Francesco Cavicchi di Ks


MIGLIORARE IL TUO LAVORO Ăˆ LA NOSTRA MASSIMA ASPIRAZIONE C.A.V. s.r.l. Azienda leader nel campo dell’aspirazione di polveri particolari, derivate dalla levigatura a secco di stucchi, fondi, nel processo di trattamento delle superfici nel settore Automotive, Legno, Vetroresina, Carbonio, ecc., in ambienti artigianali ed industriali. Le esperienze acquisite sul campo e nel tempo ci hanno permesso di ampliare ulteriormente le competenze relative ad aspirazioni specifiche, quali i materiali compositi ed altro ancora. CAV progetta, realizza ed installa impianti di depolverazione specifici, costruiti su misura, attenta alle necessitĂ del Cliente.


degli eventi collaterali e di gala. “La nostra forza sta nell’offrire servizi integrati, modulari e versatili. Mettiamo a disposizione delle aziende la nostra esperienza maturata anche in ambito televisivo per rispondere positivamente a qualunque richiesta e creare soluzioni impossibili”, sottolinea Ferrari. “Possiamo collaborare coi servizi presenti in qualunque location senza limiti geografici e anche integrarli con le migliori tecnologie di nostra proprietà e, se si vuole ottimizzare l’investimento, si può approfittare anche del nostro Studio Televisivo a San Pietro in Casale, in provincia di Bologna, eliminando così ogni costo di allestimento e trasporto”. “Let It Show!”, racconta ancora Ferrari, “nasce poco prima del lockdown nazionale. Quando, domenica 23 febbraio, è circolata la notizia che le scuole in Emilia-Romagna, a causa della minaccia del Coronavirus, sarebbero state chiuse una settimana in via precauzionale, ho capito che eravamo davanti a qualcosa di inedito che avrebbe scardinato tutte le nostre certezze e i nostri punti fermi. Ho pensato perciò a come reinventare tutto quanto e mi sono detto che, se con Stileventi e Stileformazione avevo già superato la crisi del 2009 e il terremoto del 2012, non mi sarei fatto certo mettere all’angolo da questo virus”. Così è iniziato un percorso nuovo, la nascita di “un’idea per dar vita a qualcosa di straordinario, di unico, di incredibilmente nuovo nel concept”. Insieme a Brain, Ks e Pubbliteam “ci siamo messi attorno allo stesso tavolo virtuale per studiare il mercato, fare briefing su un futuro così incerto, ma per questo stimolante. Quel che ne è uscito è un progetto emozionante, che risponde a tutte le esigenze del momento, creando nuove ed entusia-

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smanti opportunità per i nostri clienti”, conclude Roberto Ferrari.

MAISON M DPI DONA 40MILA MASCHERINE A COMUNE E ARCIDIOCESI Sono quarantamila le mascherine chirurgiche monouso che l’azienda Maison M Dpi ha consegnato lo scorso settembre al Comune di Modena e all’Arcidiocesi di Modena-Nonantola e che, per quanto riguarda l’amministrazione comunale, sono state destinate soprattutto alle esigenze delle strutture educative e scolastiche. A pieno regime, il nuovo comparto dell’azienda modenese, che opererà su una struttura di circa 2mila metri quadrati, produrrà mascherine chirurgiche monouso e dispositivi di protezione individuale FFP2 per circa un milione di pezzi al mese. La consegna simbolica delle mascherine, avvenuta nel Comune di Modena, è stata effettuata da Matteo Spaggiari, amministratore delegato di 1627 Holding, il gruppo che opera nel campo della moda di cui fa parte il progetto aziendale creato durante l’emergenza allo scopo di produrre DM e DPI, insieme a Enrico Carnevali, referente di Banca Generali Modena. Ad accoglierli il sindaco Gian Carlo Muzzarelli che, nel ringraziare, ha sottolineato la generosità di un gesto che denota la grande responsabilità sociale dell’impresa. La consegna nelle mani dell’Arcivescovo, Monsignor Erio Castellucci, si è tenuta invece nel Palazzo Vescovile. Le mascherine saranno consegnate in due tranche: una prima consegna di 20 mila mascherine è già avvenuta, mentre la seconda è prevista per il mese di dicembre. Maison M Dpi è parte del Gruppo che fa capo a 1627 Holding come la storica società Maison M, che dal 1972 progetta, sviluppa e produce linee di abbigliamento femminile e maschile per prestigiosi marchi di moda globali

e per startup, operando esclusivamente nella fascia luxury. “Siamo felici di presentare Maison M Dpi, nuova Business Unit del gruppo, dedicata alla produzione di dispositivi medici di protezione individuale. In questo momento di grande difficoltà, la responsabilità sociale, la sostenibilità e l’etica devono rappresentare le linee guida e il motore per una nuova ripartenza. Con questa donazione intendiamo supportare la nostra comunità e il territorio, nostra risorsa primaria d’investimento e sviluppo strategico. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito con dedizione alla realizzazione di questo importante progetto, in particolare il Consorzio Cics” spiega Matteo Spaggiari, amministratore delegato di 1627 Holding. Maison M Dpi nasce dalla volontà di poter fare del prodotto made in Italy la soluzione alle problematiche di sicurezza sanitaria nazionale venutesi a creare a seguito della diffusione del virus Covid-19. Per le operazioni di certificazione sanitaria, sia per la mascherina chirurgica sia per le mascherine FFP2, sono stati interpellati i migliori laboratori italiani con indirizzo medico-farmaceutico. È nato così ‘’BeSAVE’’, marchio italiano che soddisfa i requisiti sanitari definiti dalle attuali normative, in grado di rispondere tempestivamente alle richieste di dispositivi di protezione individuale con un prodotto interamente made in Italy.

MANPOWERGROUP E PHILIP MORRIS MTB PARTNERSHIP NEL RECRUITING 4.0 Offrire servizi e sistemi avanzati di ricerca e selezione del personale: questo è l’obiettivo per cui nel 2016 è nata la partnership tra la multinazionale Philip Morris MTB, azienda impegnata nello sviluppo di un futuro senza fumo, e ManpowerGroup, multinazionale leader nelle global workforce solutions. La collaborazione strategica trae forza da un valore condiviso e distintivo, ossia la centralità delle persone e delle potenzialità umane, come sottolinea Philip Morris nella pagina careers del sito online aziendale: “Realizzare la nostra sfida sarebbe impossibile senza la passione e le competenze delle persone che


45 ANNI DI ATTIVITÀ E UN NUOVO SITO PER IMAS AEROMECCANICA

Una doppia festa, ovviamente nel più totale rispetto delle norme di sicurezza, ha visto protagonista una realtà importante del tessuto industriale della provincia di Bologna, la Imas Aeromeccanica: la celebrazione dei 45 anni di attività e il compleanno del fondatore Sig. Claudio Paravidino. “In questo anno non semplice per il mondo, non solo sotto il profilo economico, ma anche sociale”, spiegano dall’azienda, “Imas Aeromeccanica ha spento le sue prime 45 candeline e certamente considera questo evento, non un punto di arrivo ma piuttosto un giro di boa”. Situata ad Ozzano dell’Emilia, in provincia di Bologna, su un’area di 18 mila metri quadrati, di cui settemila coperti, Imas Aeromeccanica sviluppa e produce, con una capacità lavorativa di oltre 80 dipendenti, impianti di aspirazione, filtrazione e depurazione dell’aria, curando tutte le fasi del ciclo di lavorazione: dai rilievi alla progettazione, dalla preventivazione alla realizzazione di ogni singolo componente. “Dal 1975 siamo all’avanguardia nella progettazione e realizzazione di impianti di aspirazione dell’aria, di impianti di filtrazione fumi e polveri per la lavorazione del legno, plastica, riciclo di materiali e biomasse. Il nostro obiettivo è di contribuire al miglioramento della qualità del lavoro e dell’impatto della produzione industriale sull’ambiente, offrendo un servizio che rende aziende di tutto il mondo pienamente rispettose delle normative”. Per questo anniversario l’azienda ha voluto regalarsi alcune nuove linee di prodotto e un nuovo sito aziendale: “Abbiamo lanciato una serie di depuratori e depolveratori che aiuteranno, ancora di più, a salvaguardare la salute delle persone negli ambienti di lavoro, purificando l’aria intrisa di particelle pericolose per la salute degli operai. Inoltre, ci siamo regalati un nuovo sito, www.imas.it, con il quale sarà più semplice e immediato poter ottenere tutte le informazioni utili a conoscerci meglio: dai settori nei quali operiamo agli inquinanti che trattiamo alle soluzioni che proponiamo a seconda delle esigenze che i nostri clienti e rivenditori manifestano in Italia e in molti Paesi del mondo”.

“Nonostante la crisi a livello globale”, continua l’azienda di Ozzano, “abbiamo continuato a investire in ricerca e sviluppo, perché crediamo nel progresso tecnico e tecnologico dei nostri sistemi di captazione, filtrazione e depurazione dell’aria negli ambienti produttivi. Quello che questa pandemia sta insegnando a tutti è che il nemico a volte è impercettibile ma terribilmente letale e, noi della Imas Aeromeccanica, con i nostri sistemi dotati di componenti e accessori Atex, cerchiamo di ridurre o eliminare possibili rischi di esplosione negli ambienti di lavoro e far sì che, chiunque operi in un ambiente produttivo, possa farlo senza pericoli di inalazione di sostanze nocive. Prendersi cura di se stessi e dei propri collaboratori è il primo grande obiettivo che ogni imprenditore dovrebbe perseguire nella propria azienda. Da 45 anni investiamo in soluzioni sempre all’avanguardia per restare al passo con il progresso industriale. Nuove lavorazioni, nuovi materiali, nuovi macchinari generano spesso nuovi inquinanti ed è per questo che non ci si può fermare. Riteniamo il nostro anniversario non un punto di arrivo in quanto siamo chiamati a migliorarci quotidianamente per affrontare situazioni nuove con puntualità e competenza”. Questi primi 45 anni hanno dato i loro frutti: la struttura organizzativa dell’azienda bolognese permette di avere sotto il proprio controllo ogni aspetto del processo produttivo, così da garantire i propri impianti di aspirazione, filtrazione e depurazione dell’aria, sia dal punto di vista qualitativo che di installazione, adottando materiali di prima scelta e personale qualificato. Imas Aeromeccanica contribuisce, con i propri impianti, ad una regolamentata emissione di fattori inquinanti in atmosfera, realizzando ovunque Impianti che rispettano le normative vigenti in materia di emissioni industriali in atmosfera. “Siamo una realtà consolidata non solo nel territorio italiano, ma grazie a una fitta e capillare rete di rivenditori e collaboratori esteri e alla professionalità dei funzionari export, i nostri impianti sono installati in molti Paesi a livello mondiale: dai Paesi Arabi alla Russia, dalle Americhe centrale e latina all’Australia, dal Magreb a tutti i Paesi dell’Europa”, concludono da Imas Aeromeccanica.

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lavorano ogni giorno direttamente e indirettamente con noi”. Nella sfida del 2020, gli obiettivi sostenuti da Philip Morris MTB di tutelare i propri dipendenti, adottando misure per far fronte all’emergenza Covid-19, e di sostenere la filiera, attraverso ingenti investimenti e donazioni di materiale sanitario, hanno incontrato la mission di ManpowerGroup, ossia supportare le aziende nella “nuova realtà” che stanno vivendo mettendo a disposizione processi di ricerca e selezione innovativi, soprattutto in chiave digital. Nello specifico, è stato costituito un team dedicato che in modalità remote working, ha sviluppato un network di candidati tecnici su tutto il territorio nazionale tramite l’ausilio di tools digitali e social network. Il processo di selezione è stato suddiviso in due momenti: prima la somministrazione di test per sondare competenze tecniche e trasversali, in seguito la realizzazione di interviste strutturate da parte dei consulenti Manpower specializzati nel segmento automazione e packaging. “La sinergia tra Philip Morris MTB e ManpowerGroup ha permesso la creazione di un flusso operativo innovativo, flessibile e in piena sicurezza grazie al quale gli stabilimenti produttivi sono stati e sono oggi pienamente operativi”, spiegano da ManpowerGroup. Come spesso accade, da una crisi si è generata un’opportunità, un nuovo modo di concepire il lavoro: dal “dove” al “come” al “che cosa”. Il percorso di ManpowerGroup verso soluzioni digitali e innovative, che anticipino le richieste del mercato, ha subito un’accelerazione nell’ultimo anno. Oggi è possibile strut-

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turare un sistema di recruiting 4.0 “industrializzato”, che prevede l’analisi e la valutazione delle competenze tecniche e trasversali richieste attraverso l’ausilio di tool digitali. “La competenza tecnologica ci permette di proporre soluzioni a progetto per ogni servizio legato al mondo delle risorse umane, fornendo un servizio flessibile e di qualità, che pone al centro la persona”, spiega Vittorio Pastorino, Head of Regional Business Unit Centro Nord di ManpowerGroup.

MARCHESINI GROUP, AL VIA IL PROGETTO TALENT GARAGE Marchesini Group ha lanciato negli ultimi mesi il progetto Talent Garage, inaugurando di fatto la sua nuova Academy. Con questa iniziativa, il più corposo investimento del Gruppo finalizzato alla ricerca e alla formazione di giovani talenti sul territorio bolognese e nazionale, viene messa in campo una serie di strutture, iniziative e accordi con scuole e Università finalizzati alla creazione di percorsi di formazione ad hoc per i collaboratori attuali e futuri. Uno dei cardini del Talent Garage è stato l’avvio, nel primo semestre del 2020, di un corposo programma di formazione insieme alla Bologna

Business School, la scuola di management dell’Alma Mater Studiorum, che permetterà a 34 collaboratori di ottenere, alla fine di un corso di 15 mesi, il conferimento del master in Business Administration (MBA). I partecipanti selezionati, che hanno dai 27 ai 48 anni e rivestono incarichi differenti in azienda, si sono aggiunti agli ulteriori dieci collaboratori che hanno già ottenuto un Executive MBA pilota presso la BBS. L’obiettivo di questo progetto, che sarà riproposto dopo la prima edizione, su cui Marchesini Group ha investito oltre 300 mila euro, è formare a tutto tondo i futuri manager della Packaging Valley emiliano-romagnola e lanciare un piano a lungo termine di scoperta del talento e rafforzamento delle competenze, soprattutto quelle legate ad automazione, machine learning e raccolta ed elaborazione dei big data, le tematiche fondanti delle professioni più richieste nei prossimi anni. “I tecnici del futuro non faranno più compiti ripetitivi, affidati piuttosto ai robot e agli algoritmi dell’Industria 4.0. Saranno professionisti con competenze più vaste di quelle richieste in passato e in possesso di soft skills e capacità di decision making. Investire sulla loro formazione vuol dire investire sull’azienda che verrà”, dichiara Valentina Marchesini, HR manager di Marchesini Group. Il progetto Talent Garage sarà supportato da una serie di altre iniziative di recentissima introduzione. Tra tutte, spiccano le borse di studio annuali intitolate al fondatore Massimo Marchesini: un contributo da 400 fino a 4 mila euro a testa per i collaboratori che seguono in autonomia corsi di studio e per i loro figli iscritti o diplomati con merito sia presso scuole superiori con indirizzo tecnico che corsi universitari e master, anch’essi con


indirizzo tecnico, a partire dall’anno scolastico o accademico 2019/2020. Inoltre, si ricordano la recente campagna di Employer Branding, che punta a rafforzare l’attrattività di Marchesini Group nei confronti dei nuovi talenti; la nuova app per il personale, pensata per facilitare l’aggiornamento individuale, la conoscenza delle tematiche welfare e l’integrazione in azienda; una più forte comunicazione dei Welcome Days riservati ai nuovi assunti; infine, un nuovo portale di e-learning, che permetterà ad ogni collaboratore di avere un percorso di formazione mirato in base alle sue competenze e al suo percorso professionale.

A NANOPROM CHEMICALS IL PREMIO “OPEN INNOVATIVE PMI” PER LE MASCHERINE Le mascherine vanno usate, ma non è detto che debbano essere un danno per l’ambiente. Grazie a questa intuizione Nanoprom Chemicals, l’azienda di Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia, specializzata nella produzione di vernici leggere per diversi settori (dai sottomarini, all’aeronautica, alla Formula 1), si è aggiudicata la quarta edizione dell’Open Innovative PMI, il premio che Bernoni Grant Thornthon (“member firm” di Grant Thornton International Ltd, network presente in oltre 140 Paesi nel mondo) assegna annualmente alle innovazioni provenienti dalle piccole medie imprese italiane. Nanoprom ha vinto nella categoria “Sostenibilità Ambientale” con la motivazione ufficiale “per l’ideazione e la realizzazione di mascherine chirurgiche con un impatto nettamente minore rispetto a quelle tradizionali”. L’azienda nasce nel 2011 a Sant’Antonio di Casalgrande su iniziativa dell’imprenditore Gianluca Falleti, specializzandosi nello studio e nello sviluppo di nanomateriali e vernici leggere. Lancia Polysil, prodotto premiato a livello internazionale (Qualitec Award 2011 al Seatec) e tuttora utilizzato in tutto il mondo per la protezione delle superfici a base polimerica (gelcoat e vernici), metalli, leghe e vetro. Oggi, Nanoprom è fornitore primario di vernici leggere e nanomateriali in diversi settori, dall’aeronautica, alla marina, alla Formula 1.

“Siamo molto orgogliosi di questo riconoscimento”, commenta Gianluca Falleti, fondatore e titolare dell’azienda, “perché rende merito a un progetto sul quale abbiamo investito notevoli risorse, fin da quando è iniziata la pandemia da coronavirus. Decidemmo, a suo tempo, di investire in ricerca sulle mascherine, per creare indipendenza produttiva e innovazione. Gli sviluppi di questi mesi sono stati tanti. Il riconoscimento ricevuto si riferisce alle nostre mascherine chirurgiche monovelo, che in quanto tali hanno un impatto ambientale quattro volte minore rispetto a quelle tradizionali, oltre ad essere più leggere e a garantire un maggiore comfort nella respirazione. La riduzione di materiale per le nostre mascherine è possibile grazie alla ricerca che abbiamo realizzato sui materiali, sviluppando una mascherina certificata CE in poliestere e cellulosa, anziché in polipropilene come quelle tradizionali”. Le novità da Nanoprom Chemicals non finiscono qui. Sempre in tema di mascherine, l’azienda reggiana ha sviluppato un “francobollo antivirale” che permette al personale sanitario (medici, infermieri) di indossare solo le mascherine FFP2 senza un’ulteriore mascherina chirurgica. Le FFP2 sono infatti definite “mascherine opportuniste”, perché non fanno entrare virus e batteri ma lasciano uscire tutto. Di qui la necessità, normalmente, di associarle alle mascherine chirurgiche. Il “francobollo” Nanoprom, invece, essendo trattato con una speciale vernice antibatterica e antivirale già certificata dal Tecnopolo di Mirandola (MO), permette di non dovere utilizzare la mascherina chirurgica, con il risultato di maggiore leggerezza per chi la indossa (0,5 grammi contro 3,5

grammi) e un impatto ambientale otto volte inferiore rispetto a una protezione tradizionale. “La nostra ricerca sulle mascherine non si ferma tanto che sono imminenti altre importanti novità su questo tema. Attualmente, come Nanoprom siamo in grado di produrre 2,5 milioni di mascherine al mese e prosegue la nostra promozione valida in tutta Italia, che mette a disposizione le mascherine al prezzo di 0,40 centesimi l’una (anziché i 0,50 centesimi del prezzo ‘politico’) e, per le famiglie, gratis dal terzo figlio in poi”, conclude Falleti. Per ulteriori informazioni: vendite@nanoprom.it

NBI, SMART WORKING FINO AL 60% DELLE ORE DI LAVORO Un accordo per la sperimentazione dello smart working per il personale degli uffici di Bologna e Milano. È quello sottoscritto a settembre scorso da NBI, l’azienda bolognese specializzata in ingegneria impiantistica e in manutenzione di grandi impianti tecnologici, 100% Gruppo Astaldi, che occupa oltre 200 dipendenti tra Bologna, Milano, Roma, Massa e Lucca e il sindacato Fiom Cgil di Bologna. Partito con due giorni a settimana, dallo scorso 26 ottobre lo smart working in NBI ha raggiunto fino al 60% delle ore di lavoro, in pratica tre giornate settimanali. L’accordo

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INCICO FESTEGGIA 40 ANNI DI PROGETTI E INNOVAZIONE È stato un convegno-tavola rotonda, aperto da una relazione di Alessandro Bratti, direttore generale dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del ministero per l’Ambiente, il modo scelto da Incico, società ferrarese di ingegneria multidisciplinare, per celebrare al meglio la ricorrenza del quarantennale dalla sua costituzione. Al Castello Estense di Ferrara, il 25 settembre scorso, si è tenuta infatti una mattinata di confronto e approfondimento sui temi della sostenibilità ambientale dell’impiantistica, nei settori dell’Oil & Gas, dell’energia e della petrolchimica a cui hanno preso parte una nutrita e qualificata platea di manager e decision maker delle realtà più significative dell’impiantistica italiana e importanti interlocutori istituzionali, tra i quali Gian Luigi Zaina, vicepresidente di Confindustria Emilia Area Centro, e amministratori delegati e presidenti di aziende del calibro di Eni Rewind, del gruppo Api-IP, di Lyondellbasell, Novamont e Technip. Ma non è stato il solo modo, perché per con la casa editrice “Le immagini” di Ferrara è stato pubblicato il volume “Quarant’anni di Incico fra ingegneria e storia” che raccoglie, in equilibrio tra testi e immagini, le principali tappe con le quali uno studio professionale, dalla provincia, è diventato una delle realtà più brillanti e dinamiche del panorama nazionale delle società di ingegneria. “La redazione del libro che celebra i 40 anni della nostra storia”, spiega Giovanni Monini, CEO di Incico, “è stato, per me, un processo emozionante. Innanzitutto, perché ho ripercorso la carriera professionale di mio padre Serafino a partire dagli anni ‘60, ancor prima della nascita di Incico fino a tutte le tappe che hanno segnato l’esperienza mia e dei miei collaboratori. Ma anche perché mi sono reso conto di quanto la storia della nostra ingegneria portasse impressi i caratteri stessi dello sviluppo della industria e dell’impiantistica e, con essa, dei cambiamenti sociali di tutta la società italiana in questi anni”. Incico è stata fondata a Ferrara nel 1980 da Serafino Monini, che diede vita a una società di ingegneria attiva nel settore industriale, principalmente per la progettazione civile e strutturale. Nel 2003 nacque Incico Spa allo scopo di fornire servizi di ingegneria

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multidisciplinare sia nel settore energetico sia in ambito impiantistico e industriale. Nato dalla fusione di due società di consolidata esperienza, l’una specializzata nella progettazione civile e strutturale, l’altra operante in ambito elettro-strumentale, l’azienda, nel 2019, dopo una fase di intensa crescita della sua capacità produttiva e di innovazione dei suoi processi di progettazione, ha operato un piano di radicale riorganizzazione, strutturandosi in tre grandi divisioni: Plants, Green e Infrastructures. Il vasto campo dell’impiantistica rappresenta per Incico il settore storico di eccellenza, dove la sua ingegneria multidisciplinare è presente ininterrottamente da 40 anni. Nel settore green, Incico vanta una consolidata esperienza e utilizza gli strumenti e le piattaforme più innovative per la progettazione. Fare ingegneria in questo settore, dall’oil&gas all’energia, dal petrolchimico alla chimica fine, dalla industria manifatturiera a quella farmaceutica, significa misurarsi tout-court con una continua domanda di innovazione: innovazione del prodotto, dei processi, e quindi anche nella progettazione degli impianti stessi. Anche l’ingegneria delle infrastrutture è investita pienamente da questo processo di crescita e innovazione attraverso la decisa affermazione di processi multidisciplinari integrati 3d, 4d e 5d tipici dell’approccio BIM. Incico, da sempre orientata a sistemi integrati e innovativi della progettazione, si è fatta trovare pronta per questo cambiamento e ha intensificato la sua attività e i suoi servizi, aprendosi a nuovi mercati e a nuove collaborazioni industriali. “Credo che oggi ci troviamo a un nuovo punto di snodo, di svolta del nostro sistema, dettato da una emergenza climatica ed ambientale ormai inconfutabile e, paradossalmente accelerato, dalla emergenza sanitaria che ci ha investito in questo lungo anno. È questo il momento in cui diviene indispensabile orientare il nostro impegno professionale e le nostre competenze verso il tema della sostenibilità, mettere al centro della nostra attenzione e del nostro lavoro un nuovo modello di sviluppo, basato sui principi di una economia circolare, che deve accompagnare la ripresa di cui abbiamo tutti disperatamente bisogno”, conclude Giovanni Monini.


sottoscritto prevede fasce orarie di reperibilità (10-12 e 15-17), piena gestione flessibile del tempo nelle rimanenti ore, nelle quali il dipendente ha diritto a disconnettersi e a non rispondere al telefono, e il contributo mensa del valore attualmente previsto. La strumentazione informatica per gli smart workers come pc, stampanti, consumabili (ad esempio il toner), carta può essere fornita dall’azienda. Durante questo periodo di sperimentazione del lavoro agile in NBI si stanno svolgendo anche monitoraggi periodici per individuare tutte le criticità che dovessero emergere, nonché le possibili aree di miglioramento. “Lo spirito generale del progetto pilota avviato in NBI è quello di una accresciuta autonomia di gestione da parte dei dipendenti del loro tempo lavorativo e personale, supportata anche da una formazione specifica che tutti gli smart workers hanno condotto negli scorsi mesi”, fa sapere l’azienda bolognese. NBI sviluppa soluzioni integrate e EPC di sistemi complessi e impianti tecnologici d’avanguardia: dalla progettazione alla costruzione, collaudo, messa in servizio fino a manutenzione e gestione per i settori sanità, infrastrutture, direzionale-commerciale, industria. “Nelle manutenzioni impiantistiche NBI risponde a tutte le esigenze legate alla gestione e conduzione di impianti attraverso una struttura dedicata, vantando un’esperienza particolarmente significativa in ambito ospedaliero e in generale nella gestione specialistica di asset tecnologici e utilities”, continuano dal quartier generale di Bologna. Oggi NBI ha in portfolio ordini per circa 161 milioni di euro. Tra i lavori in corso ci sono la realizzazione degli impianti tecnologici in alcuni lotti del progetto infrastrutturale Quadrilatero Marche-Umbria, lavori di completamento impianti nella Metropolitana di Napoli, la realizzazione di una nuova unità nell’Ospedale Careggi di Firenze, il multiservizio di manutenzione di sei ospedali e 87 strutture non ospedaliere dell’Ausl-Irccs di Reggio Emilia, servizi di gestione, conduzione e manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti gli edifici e degli impianti fissi dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, servizio di gestione, conduzione e manutenzione full-risk ordinaria e straordinaria negli

edifici e impianti fissi dell’Ospedale San Luca di Lucca e dell’Ospedale Apuane di Massa e Carrara, manutenzione e riqualificazione di diversi impianti dedicati ai servizi acquedotto, fognatura, depurazione, gas, ambiente gestititi dalla multiutility Iren nei comuni in provincia di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e in alcuni comuni in provincia di Mantova.

PAOLO CASTELLI FIRMA PER IRIS CERAMICA GROUP SEVENTYONEPERCENT Si chiama Seventyonepercent ed è il nuovo brand del Gruppo Iris Ceramica dedicato alla progettazione di nuove soluzioni d’arredo nel settore wellness&bathroom nato grazie alla partnership strategica con Paolo Castelli, azienda bolognese punto di riferimento nel settore del global contracting, dall’hotellerie haut de gamme al luxury retail. L’ambizioso progetto ha l’obiettivo di realizzare inedite proposte di arredo bagno per un pubblico sempre più esigente e alla ricerca di un design autentico e distintivo. Un’esclusiva interpretazione della stanza da bagno, votata alla cura del corpo e della mente, in cui la ceramica dialoga con altri materiali di grande pregio dando vita a creazioni uniche che coniugano tecnica e artigianalità con il più raffinato design made in Italy. Integrazione ed equilibrio sono tra le parole chiave che identificano la filosofia del nuovo brand e ne sintetizzano i valori fondanti: la sala da bagno assume infatti una nuova identità e diviene espressione di un luogo di rigenerazione esclusivo e da “vivere”. Integrazione, come virtuoso mezzo di contaminazione tra ambienti che si completano e si fondono in

concept abitativi flessibili e contemporanei; equilibrio, come driver principale per lo sviluppo di un prodotto all’avanguardia che mixa innovazione, tradizione, dettaglio artigianale, qualità estetica e funzionalità. Globe, Inspiration, Suite e Thirties: sono quattro le linee che compongono la collezione di lancio e che offrono una gamma di soluzioni dal forte valore estetico e dalle sinuose geometrie. Una filiera produttiva artigianale, con progettazione e ingegnerizzazione 100% emiliana, supporta la produzione di Seventyonepercent, a testimonianza della costante volontà di rilancio economico del territorio e delle sue risorse che, da sempre, accomuna Iris Ceramica Group e Paolo Castelli. “L’amicizia e la collaborazione tra Paolo Castelli e Iris Ceramica Group, oltre a mettere in evidenza le reciproche potenzialità tecnico-produttive, evidenzia un altro elemento chiave, intangibile, quello del design, fondamentale per la competitività dei prodotti, rispetto sia all’efficienza nel processo di produzione, sia alla risposta del mercato”, afferma Paolo Castelli, CEO dell’omonima azienda. “Il ‘buon’ design diventa quindi il fattore che facilita la traduzione di questo potenziale in forme utili al mercato e in grado di anticipare nuovi codici stilistici. Nell’industria emiliana c’è molto design, tuttavia, la percezione che ne è sempre derivata è solo un aspetto quasi esclusivamente estetico, conclusivo al ciclo di produzione. Iris Ceramica Group e Paolo Castelli capovolgono i fattori di questa equazione dimostrando come il sistema filiera sia vincente per esaltare al massimo questo know-how”, conclude Castelli. Seventyonepercent ha fatto il suo debutto in anteprima mondiale negli spazi del nuovo flagship store di Iris Ceramica Group, situato

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Stefano Ghesini, Italy PM Sales Director, Giovanni Tacconi, PM General Manager, e Marco Castiglione, PM Export Sales Director

nel centro storico di Milano, tra il Duomo e Piazza Cordusio, una location prestigiosa in una città vetrina per eccellenza del design internazionale e del mondo manifatturiero.

NUOVO ASSETTO COMMERCIALE PER LA DIVISIONE PM PM Oil&Steel, realtà modenese di spicco nel campo delle gru idrauliche per autocarri e piattaforme aeree, ha annunciato lo scorso 10 settembre la nomina di Stefano Ghesini come responsabile vendite per l’Italia, con il compito di consolidare i rapporti commerciali già esistenti e ampliare i principali canali di distribuzione per le gru PM. Ghesini vanta un’approfondita conoscenza del prodotto. Muove i primi passi nel settore delle gru occupandosi dello sviluppo della rete commerciale in una piccola azienda del Reggiano per dare il via, successivamente, alla storica collaborazione con PM, che dura oltre 12 anni e passa attraverso una crescita professionale molto importante: gli viene affidata la responsabilità della gestione dei mercati francesi, spagnoli, medio orientali, dell’est Europa, africani e americani e proposta un’esperienza da resident per seguire al meglio la gestione della filiale americana. “Sono orgoglioso di ritornare nella famiglia PM, che negli ultimi anni ha investito in innovazione, qualità e servizio. Sono fiducioso e convinto che con la mia esperienza ultradecennale nel settore delle gru idrauliche costruirò sempre più solide e durature relazioni con i clienti, sviluppando strategie di vendita e attività che contribuiscano a rafforzare il marchio PM in Italia”, dichiara Stefano Ghesini. Contestualmente, l’azienda ha confermato la

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scelta di Marco Castiglione come responsabile vendite per l’estero, ruolo che ricopre con successo già da diverso tempo con il compito di sviluppare nuove strategie commerciali e raccogliere le esigenze del mercato per rispondere in maniera sempre più efficace alle richieste. La grande esperienza di Marco Castiglione è frutto degli oltre 17 anni di lavoro all’interno di PM Oil&Steel, che gli hanno permesso di arricchire il proprio bagaglio tecnico e ampliare la conoscenza dei mercati internazionali. Negli anni Castiglione si è occupato della gestione dei mercati esteri sviluppando e consolidando in particolare la rete commerciale dei mercati europei, australiani e neozelandesi, e ha seguito l’importante progetto di sviluppo di una nuova rete commerciale nel Regno Unito, con un’esperienza da resident a capo di un team di lavoro dedicato. “Sono grato all’azienda per l’incarico che mi è stato assegnato e che ho accettato subito con la giusta motivazione ed entusiasmo. Negli anni, grazie anche all’aiuto dei miei collaboratori, ho avuto la possibilità di costruire

un’importante rete commerciale basata su solide relazioni professionali che passano anche attraverso rapporti umani. Nel tempo molti clienti sono diventati amici e compagni d’avventura, affrontando insieme come una vera squadra momenti di difficoltà ma anche importanti successi, che hanno reso PM uno dei punti di riferimento a livello mondiale nel campo gru su autocarro”, dichiara Marco Castiglione. “Siamo contenti di avere alla guida del reparto vendite Stefano e Marco, professionisti esperti e di talento. Credo con convinzione che porteranno, grazie alla loro vasta conoscenza del prodotto e dei mercati, un importante contributo per lo sviluppo del piano commerciale nei prossimi anni. Sono fiducioso che insieme continueremo a fornire il servizio attento che i clienti si aspettano da PM”, conclude il direttore generale PM Giovanni Tacconi.

PROGEA GROUP ENTRA A FAR PARTE DI EMERSON Come annunciato da Emerson (NYSE: EMR) lo scorso ottobre, Progea, azienda con sede centrale a Modena, fornitore punto di riferimento nel settore dell’internet of things industriale (IIoT), dell’analitica degli impianti, dell’interfaccia uomo-macchina (HMI) e delle tecnologie di controllo di supervisione e acquisizione dati (SCADA), entra a far parte della società mondiale di tecnologia e ingegneria che fornisce soluzioni innovative per i clienti del settore industriale, commerciale e residenziale.


INDACO PROJECT, 25 ANNI DI ATTIVITÀ E UNA NUOVA SEDE ‘DEMO’ Un quarto di secolo è un traguardo di tutto rispetto per un’azienda, ma per Indaco Project, realtà bolognese che progetta e produce soluzioni software e hardware per la digitalizzazione e l’automazione dei processi di lavoro, è un nuovo punto di partenza. “Con i nostri magazzini automatici, rilevazione presenze, controllo degli accessi, gestione del personale, controllo avanzamento produzione e gestione commesse ci rivolgiamo a tutti gli ambiti aziendali”, spiega Antonio Marzo, fondatore e amministratore delegato di Indaco Project. “Il 2020 è stato indubbiamente un anno complesso e pieno di sfide: abbiamo cambiato d’abito e ci siamo trasferiti in una nuova sede a Castel Maggiore, alle porte di Bologna, e oggi l'obiettivo è di trasformarla in ‘Azienda Demo’”. “Ci definiamo Azienda Demo perché la nostra sede, oltre ad essere il cuore dove si realizzano tutti i progetti, ha l’obiettivo di mostrare la concreta applicazione dei nostri prodotti. Siamo noi i primi a testare e a mettere in pratica i sistemi che sviluppiamo”, commenta Marzo. “Il visitatore può verificare tutte le soluzioni Indaco Project, che sono pensate e progettate per velocizzare i processi aziendali, ottenere risparmio economico, azzerare sprechi o permettere una migliore organizzazione interna”. Visitare Indaco Project è un vero e proprio percorso dimostrativo. All’arrivo in azienda, l’accesso è gestito dai sistemi di controllo apertura varchi in grado di riconoscere le persone autorizzate: non solo i dipendenti tramite utilizzo del badge ma anche fornitori abituali o visitatori con specifiche abilitazioni. Se il visitatore è occasionale e la visita è stata programmata, grazie al sistema SESAMO gestione visitatori e alla reception virtuale, i dati della persona saranno stati preventivamente inseriti all’interno del gestionale e si potrà procedere con una semplice autoregistrazione. “All'ingresso il visitatore dovrà innanzitutto misurarsi la temperatura corporea: sarà sufficiente avvicinarsi al nostro Termoscanner che comunicherà i dati esatti rilevati e se la mascherina è indossata in modo corretto”, illustra ancora Marzo. “Entrando, sulla sinistra, si trova l’area accoglienza dove fa bella mostra di sé il nuovissimo AK. Avvicinandosi, una simpatica animazione accoglie il visitatore: ‘Ciao, io sono AK e tu? distribuisco oggetti sanificati’. Infatti, AK fa parte della linea PSM ed è il nuovo distributore che sanifica gli oggetti prima dell’erogazione”. Utilizzando il proprio smartphone è possibile riconoscere e riservare gli articoli contenuti nel dispenser, dopodiché basta presentare un QR Code e, senza il verificarsi di alcun contatto, ritirare l’oggetto preventivamente sanificato da lampada UV-C, come pure

l’ambiente in cui è custodito. L’altro distributore automatico è il TomWork, capostipite delle PSM per la distribuzione dei dispositivi di protezione individuale (DPI). “Ad oggi, rinnovato esteticamente e arricchito di nuove funzionalità tecnologiche, viene utilizzato per consegnare in automatico ai dipendenti i DPI, la cancelleria ad uso aziendale e per controllarne i consumi. Per vedere e provare tutte le altre PSM, di cui TomWork vanta la paternità, è sufficiente percorrere alcuni gradini ed entrare nello showroom ricavato accanto all'area di produzione dove vengono assemblate le macchine”. “Il valore aggiunto di queste soluzioni è la potenza del software e la loro modularità”, continua l’amministratore delegato. “Grazie alle PSM si possono gestire DPI, prodotti per il pronto soccorso, palmari, chiavi per carrelli elevatori, computer, lettori barcode e attrezzature. Ogni macchina può essere personalizzata e ospitare prodotti anche molto diversi tra loro per forma e dimensioni, mentre il software sovrintende alla loro corretta gestione”. Uscendo dall’area produttiva e, risalendo le scale, si raggiunge l’open space dove giovani ingegneri e softwaristi lavorano ai gestionali. Oltre al software delle PSM, Indaco Project sviluppa software per il controllo accessi e per la gestione del personale. È possibile vedere come ogni dipendente utilizzi il gestionale ND24 per monitorare il proprio cartellino presenze, per gestire in autonomia appuntamenti, richieste di ferie/permessi, nota spese: tutti dati che, integrati alle timbrature registrate dai marcatempo, verranno elaborati per la realizzazione della busta paga. All’uscita dell’azienda, accanto ad un cancello in prossimità del punto di raccolta, si trova infine EvaPlan, un sistema che permette di gestire con precisione e sicurezza la lista dei presenti durante eventuali evacuazioni del personale in caso di emergenza.

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L’aggiunta delle capacità di Progea nell’analitica, nella visualizzazione industriale e nell’IIoT si svilupperà attorno al portafoglio di software integrati e di controllo di Emerson per le applicazioni di automazione della produzione, delle infrastrutture e degli edifici, permettendo ai clienti di semplificare i sistemi completi di controllo dei macchinari e degli impianti affidandosi a un unico partner. Quest’acquisizione contribuirà a colmare un divario critico nelle tecnologie del cliente, abbattendo i costi complessivi di proprietà e riducendo le barriere che si creano lavorando con diversi fornitori, per una completa riuscita della trasformazione e dell’integrazione digitale. “L’acquisizione di Progea rafforza la nostra capacità di fornire un pacchetto integrato per il controllo, la visualizzazione e l’IoT ai clienti, per aiutarli a migliorare l’efficienza generale delle apparecchiature e accelerare il processo di trasformazione digitale”, dichiara Lal Karsanbhai, presidente esecutivo dell’attività Automation Solutions di Emerson. “La capacità e l’esperienza di Progea nella visualizzazione e nell’analitica dei macchinari e al livello degli impianti fornisce ai clienti una soluzione flessibile e scalabile per le loro applicazioni del controller logico programmabile (PLC) nei mercati discreti e ibridi”. Attiva da 30 anni nella produzione di piattaforme SCADA/HMI/MES per la supervisione industriale, fin dagli esordi Progea ha scelto di porre alle basi del proprio sviluppo aziendale la tecnologia di prodotto, il servizio alla clientela e la qualità e serietà aziendale. Realtà di primo piano nel mercato internazionale dei produttori di piattaforme software per l’automazione, il gruppo vanta una presenza internazionale in continua espansione; oggi Progea coinvolge circa 55 persone distribuite tra la sede centrale di Modena, gli uffici regionali di Milano e Padova, le sedi in Germania, negli Stati Uniti e in Svizzera, da dove si coordina la distribuzione internazionale. Progea è riconosciuta per l’innovazione nei prodotti software, considerati un punto di riferimento per migliorare la produttività, ridurre i costi operativi e ottimizzare le operazioni in tutti i settori del campo dell’automazione, compreso il settore automobilistico, di automazione degli edifici, manifatturiero, farmaceutico, energetico, petrolifero e del gas, delle infrastrutture, dell’acqua e delle acque reflue.

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PULSAR ENGINEERING TRA LE “IMPRESE VINCENTI” 2020 DI INTESA SANPAOLO Ben quattromila candidate ma solo 144 selezionate, tra cui anche Pulsar Engineering, azienda di Castel Maggiore, in provincia di Bologna, specializzata in soluzioni e tecnologie applicate alla movimentazione. Stiamo parlando di “Imprese Vincenti” 2020, iniziativa organizzata da Banca Intesa San Paolo con l’obiettivo di identificare e promuovere le eccellenze del sistema produttivo italiano, nel mondo delle Pmi. “Per la nostra azienda è sicuramente gratificante essere stati individuati e selezionati su un numero così ampio di candidati. Inoltre, la valutazione di come l’azienda è stata giudicata dall’esterno, mediante parametri oggettivi, ci rafforza nel consolidamento del nostro modello imprenditoriale”, commentano dall’azienda. Nonostante l’emergenza Coronavirus, sono molte le imprese che hanno risposto positivamente all’invito di partecipare all’iniziativa, lanciata a gennaio e giunta alla seconda edizione: Imprese Vincenti ha raccolto quest’anno, sul proprio sito, l’autocandidatura di circa 4.000 imprese, rispondenti ai requisiti richiesti per poter partecipare al programma. Ne sono state selezionate 144, attive in vari settori produttivi e, novità di quest’anno, anche nel terzo settore. Le Imprese Vincenti dell’edizione 2020 sono state individuate sulla base dei fattori di successo che le rendono “campioni” del proprio territorio, con particolare attenzione all’impatto sociale e alla capacità di generare valore

in termini di sostenibilità, innovazione, investimenti sul proprio capitale umano, capacità di programmare il passaggio generazionale, internazionalizzazione, legame con il territorio e con le proprie filiere produttive. La selezione non si è limitata, quindi, a categorie merceologiche predefinite, ma si è aperta all’orizzonte più traversale dei distretti industriali tipici del proprio territorio di radicamento. Ne emerge un gruppo di imprese capaci di esprimere ante-Covid una crescita media del fatturato del 18%, una crescita dei dipendenti del 20% e un ROE medio del 34%. Sono peraltro imprese che, anche in questa difficile fase, si stanno impegnando per mantenersi sul mercato, per adeguare i propri modelli di business al contesto e per sostenere il proprio business. Pulsar Engineering è nata nel 1989 a Castel Maggiore, nel cuore della regione Emilia-Romagna, la “packaging valley” d’Europa. Qui, grazie a una lunga tradizione tecnica e meccanica sviluppatasi nei secoli, sono sorte aziende che oggi sono leader mondiali nel packaging e nella movimentazione di prodotto. Ed è quello in cui si contraddistingue l’azienda bolognese: engineering, produzione, realizzazione di soluzioni di movimentazione e trasporto per i settori del packaging, tissue e automation, a cui si aggiunge la produzione di macchine automatiche speciali, di confezionamento, di alimentazione e smistamento per il settore del tissue. Fortemente attiva nella ricerca di soluzioni innovative, Pulsar Engineering ha depositato numerosi brevetti e sono molti i riconoscimenti ottenuti, che testimoniano la vocazione dell’impresa verso la sperimentazione e l’innovazione.




RDS PARTNERS, GLI ESPERTI DELLA FINANZA AGEVOLATA Essere promotori dello sviluppo economico fornendo servizi di consulenza che vadano oltre le aspettative dei clienti. Questa la mission di RDS Partners, giovane società di consulenza con sede a Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna, specializzata nel settore della finanza agevolata e nello sviluppo delle startup. Dal punto di vista operativo la società, diretta dai due soci fondatori Daniele Ciardulli e Remo Zaccarini, supporta le imprese nel reperimento delle risorse economiche e finanziarie sulla base di strumenti regionali, nazionali e comunitari al fine di poter competere in un mercato globale e stimolare investimenti strategici. Ciardulli, laureato in economia e finanza, specializzato in direzione aziendale all’Università di Bologna, ha iniziato la carriera lavorativa nel settore automotive, affermandosi successivamente come consulente di finanza agevolata, campo in cui opera dal 2012. Nel 2014 ha costituito, insieme a Zaccarini, la RDS Partners di cui è direttore commerciale e CEO e ha frequentato un corso di perfezionamento post-laurea in finanza d’impresa presso la Luiss Guido Carli. A inizio 2020, poi, ha completato un master di secondo livello in circular economy management alla Luiss Business School di Roma. Zaccarini, laureato in ingegneria dell’automazione all’Università di Ferrara, ha invece iniziato la carriera lavorativa nel settore agroindustriale e gode di una vasta esperienza nel campo della finanza agevolata in cui opera dal 2010. In RDS Partners è direttore tecnico e amministratore delegato. “La nostra attività”, spiegano dall’azienda, “abbraccia l’intero tessuto imprenditoriale, coinvolgendo le aziende manifatturiere, agricole, informatiche, cinematografiche, sociali. Siamo specializzati nella richiesta di incentivi comunitari con una particolare attenzione ai progetti di innovazione, afferenti sia all’alveo della digitalizzazione sia al circular economy action plan, cardini dello sviluppo economico dei prossimi decenni”. La corretta interpretazione dei futuri scenari economici è un fattore fondamentale per selezionare e valorizzare progetti all’avanguardia che garantiscano la generazione di nuove

festività natalizie propone alle aziende un’iniziativa di kit packing. “Come tanti altri in questo periodo, l’emergenza ci ha spinti a dare nuovo valore alle nostre attività. Desideriamo mettere a disposizione l’esperienza del meals packing per non lasciare nessuno indietro e tendere la mano a chi malauguratamente diventa vittima del disagio alimentare Remo Zaccarini e Daniele Ciardulli, soci fondatori di RDS Partners sul territorio. Siamo pronti conoscenze e il consolidamento del tessuto per ripartire, con una ventata di novità: un economico europeo. La collaborazione con nuovo modo di vivere la Rise Against Hunger i principali atenei del territorio e con im- Experience e celebrare un momento di gioia, portanti player industriali garantisce a RDS dedicando un piccolo spicchio del proprio una formazione continua e l’integrazione di tempo a un evento di confezionamento non competenze didattico-operative per erogare al convenzionale di kit alimentari, da destinare cliente una consulenza completa attraverso la ad associazioni del territorio che si occupano di distribuzione porta a porta. Parola d’ordisinergia di professionalità multidisciplinari. “La passione che riversiamo sui progetti e ne: ‘Merry Christpack!’”, dichiarano da Rise l’affidabilità che garantiamo nella predisposi- Against Hunger. zione delle richieste agevolative sono i nostri Le donazioni finanziano, dunque, l’acquisto principali driver di successo. Durante le fasi di dei prodotti alimentari, e i kit, pensati per analisi e redazione cerchiamo di approfondire garantire una percentuale del fabbisogno e valorizzare ogni sfumatura innovativa con alimentare di una persona per un periodo di l’ambizione di traslare, su carta, la complessità due settimane, vengono prodotti con l’aiuto e l’organicità progettuale. La cura del detta- di volontari. Come spiegano dall’organizzaglio è una condizione necessaria per garantire zione bolognese, l’intento del progetto è ofuna consulenza sartoriale al fine di ottimizza- frire uno strumento di sostegno in grado di re le percentuali di successo agevolative, come consentire ai beneficiari di destinare le proprie affermava Leonardo Da Vinci, emblema in- disponibilità anche al di fuori del solo ambito alimentare. “L’obiettivo è mettersi al servizio discusso dell’innovazione. I dettagli fanno la di una rete di enti già operanti sul territorio: i perfezione e la perfezione non è un dettaglio”, kit, che potranno ovviamente essere personaconcludono i due soci fondatori. lizzati con gadget donati dall’azienda, verranno infatti consegnati alle Associazioni scelte dal donatore o dai propri dipendenti, che ne

RISE AGAINST HUNGER PAROLA D’ORDINE “MERRY CHRISTPACK!”

Una iniziativa solidale, pensata per contrastare fame e povertà in Italia attraverso il supporto alle famiglie che a causa dell’epidemia e delle successive misure di contenimento hanno visto inaspettatamente messa a rischio la propria stabilità economica. È il nuovo progetto di Rise Against Hunger, organizzazione no profit con sede a Castel Maggiore, alle porte di Bologna, che in occasione delle

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gestiranno in autonomia la distribuzione”, sottolineano da Rise Against Hunger. Per l’Associazione si tratta di un progetto al suo esordio, che arriverà nel tempo ad acquisire un ruolo stabile nel panorama delle attività e a rappresentare un riferimento consolidato e continuativo per i propri partner. “Crediamo si tratti di un modello utile a mantenere solida la relazione con dipendenti e stakeholders, che promuove la condivisione dei valori etici e sociali a favore di una forma di solidarietà attiva. Un’iniziativa in grado di generale valore sostenibile anche all’interno del business”, concludono da Rise Against Hunger. L’evento potrà essere organizzato presso la location scelta dal donatore o presso il magazzino dell’Associazione. In entrambi i casi l’organizzazione degli spazi, così come l’adozione dei dispositivi di protezione, garantiranno il totale rispetto dei protocolli di sicurezza in essere. Le donazioni in favore del progetto godono degli incentivi fiscali previsti dal Decreto Cura Italia per le erogazioni liberali effettuate nel 2020 da persone fisiche e titolari di reddito d’impresa a sostegno delle misure di contrasto dell'emergenza Covid-19. Per maggiori informazioni: www.riseagainsthunger.it

RONCUCCI&PARTNERS SI AGGIUDICA IL BANDO USAID Nell’ambito del programma INVEST di USAID (Agenzia statunitense per la cooperazione internazionale), Roncucci&Partners si è aggiudicata un bando di gara internazionale per lo sviluppo di un progetto pilota mirato a supportare 25 imprese italiane che si sono rese protagoniste nella lotta contro il Covid-19: aziende riconvertite o che hanno potenziato la propria produzione, ma anche startup e realtà imprenditoriali che hanno ideato risposte innovative per fronteggiare l’emergenza. Il programma INVEST è parte del più ampio intervento americano “USAID’s Covid-19 Response in Italy”, con il quale gli Stati Uniti hanno deciso di supportare il nostro paese nel fronteggiare la pandemia, sia dal punto di vista sanitario sia dal punto di vista del sostegno alla società civile e al settore privato. Nello specifico, il progetto INVEST intende

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sbloccare il potenziale del settore privato italiano mettendo a disposizione un ammontare complessivo di dieci milioni di dollari per la consulenza e trenta milioni di dollari di finanza, a sostegno delle imprese italiane che “abbiano varato o intendano varare progetti di ricerca, sviluppo e produzione di terapie, vaccini, attrezzature e forniture mediche tese a fronteggiare il virus Sars-Cov2”. “Il nostro progetto”, spiegano dalla società di consulenza bolognese Roncucci&Partners, “è risultato vincente tra una cinquantina di offerte. Il valore della consulenza che verrà erogata alle 25 aziende nazionali è di un milione di dollari. Crediamo sia stata premiata sia la qualità dell’offerta tecnica presentata, sia la storia della nostra società e la sua competenza in ambito di consulenza aziendale e di internazionalizzazione”. “A influire positivamente sul risultato finale c’è anche la collaborazione con la Regione Emilia-Romagna”, sottolineano ancora dall’azienda, “che ci ha visto impegnati nella valutazione e selezione dei fornitori di dispositivi sanitari e nella creazione di un database delle aziende italiane attive nella lotta alla pandemia di Covid-19. L’attività seguita negli scorsi mesi per conto della Regione, tramite la società in house ART-ER, si è rivelata quindi propedeutica per la gara INVEST e ha certamente contribuito a raggiungere questo importante obiettivo”. Il progetto prevede l’assistenza individuale alle aziende selezionate, che riguarderà problematiche legate alla produzione, ma anche aspetti organizzativi, legali, commerciali e finanziari. L’obiettivo finale è quello di rendere queste aziende più competitive, e maggiormente preparate nell’affrontare nuove emergenze future. Ogni azienda verrà analizzata e seguita singolarmente, attraverso la elaborazione

di dettagliati report che verranno via via valutati dall’agenzia federale americana. In questo modo, le aziende verranno messe sia nella condizione di migliorare i diversi aspetti produttivi e gestionali, sia di risultare maggiormente appetibili per investitori americani e internazionali, l’altro obiettivo del programma INVEST. Attiva dal 1961, USAID è un’agenzia indipendente del governo federale degli Stati Uniti, il cui scopo primario è quello di offrire un sostegno diretto alle nazioni del mondo, promuovendo obiettivi di politica estera che riguardano la crescita economica, il commercio, la prevenzione dei conflitti e l’assistenza umanitaria. Per USAID è la prima volta in Italia con un progetto simile. L’ipotesi è di replicare questa iniziativa, in Italia ma anche in altri paesi. Roncucci&Partners, con le proprie sedi in India, Brasile, Sudafrica, oltre che Serbia e Tunisia, ha dato la propria disponibilità a valutare progetti simili in questi paesi.

CASA RESIDENZA ANZIANI SAN PETRONIO, LA SICUREZZA AL PRIMO POSTO Garantire la sicurezza dei propri ospiti rispetto alla pandemia, studiando costantemente assetti e prassi via via più dettagliati. È il nobile obiettivo di San Petronio, una struttura socioassistenziale bolognese totalmente privata che accoglie complessivamente 100 anziani. La struttura, all’interno della quale convivono due realtà assistenziali, la Casa di riposo e la


Casa residenza per anziani, si distingue per gli elevati standard di qualità nell’assistenza degli ospiti, resi possibili dall’impiego e dall’impegno di oltre 70 risorse, i cui sforzi sono oggi più che mai fondamentali nella gestione dell’emergenza sanitaria. “Dallo scorso febbraio abbiamo continuamente ricercato il confronto con le istituzioni, che ci hanno supportato in maniera significativa. Sono state utilizzate strategie dettate da regolamenti, Dpcm e decreti regionali e, soprattutto, moltissimo buonsenso e forte senso di responsabilità da parte di tutte le risorse, per fare tutto il possibile per tenere fuori dalla struttura questo terribile virus”, dichiara Maria Serena Angelini, a capo del CdA della struttura San Petronio. “Al fine di prevenire il contagio, nostro malgrado e ben consapevoli dell’importanza dei rapporti umani, fin dallo scorso 22 febbraio abbiamo da un lato contingentato gli ingressi dei visitatori e dall’altro, per preservare il contatto con l’esterno, attivato servizi di collegamento audio e video e fornito ai familiari l’accesso a una App, estensione della nostra cartella socio-sanitaria informatizzata, con la quale è possibile visualizzare informazioni in tempo reale sullo stato di salute del proprio parente”. Anche all’interno della struttura sono state applicate buone prassi per favorire il distanziamento sociale e la compartimentazione delle due realtà presenti, replicando attività e servizi in modo da coinvolgere tutti i residenti senza però creare assembramento. A livello clinico, il personale sanitario ha elevato da subito l’attenzione sui possibili campanelli di allarme su una possibile alterazione dello stato di salute, operando rilevazioni quotidiane multiple dei parametri vitali e segnalando eventuali sintomi rivelatori. A livello ambientale, poi, è stata individuata all’interno dell’edificio una zona atta all’isolamento di eventuali casi sospetti, creata con logiche tipiche dei reparti ospedalieri, con percorsi interni differenziati finalizzati alla prevenzione delle contaminazioni, all’interno della quale ogni paziente viene trattato come potenzialmente infetto, utilizzando prassi e dispositivi di protezione adeguati. “Elemento di distinzione ed eccellenza è che all’interno di questo spazio l’ospite usufruisce dei medesimi servizi di fisioterapia, intrattenimento, animazione e collegamento con l’esterno attraverso audio e videotelefonate di cui usufruirebbe al di fuo-

INFISSI GOLDONI, DA 50 ANNI SPECIALISTA DEI SERRAMENTI

Cinquant’anni e non sentirli: per i soci della Infissi Goldoni di Mirandola, in provincia di Modena, che festeggiano quest’anno l’anniversario numero 50 dall’apertura dell’attività, questo è un obiettivo importante, ma solo uno dei tanti che si considerano prioritari. È stata però l’occasione per ringraziare pubblicamente fornitori e clienti che hanno contribuito al successo dell’azienda che dal 1970 opera nel mercato dei serramenti. Non sono mancate le difficoltà: impossibile dimenticare la pesante crisi economica iniziata nel 2008 e, soprattutto, il disastro e la distruzione che il terremoto ha provocato nel 2012, colpendo, in modo più duro che altrove in Emilia-Romagna, proprio la bassa modenese. “Abbiamo reagito”, spiegano dall’azienda, “così come tutta la comunità di queste zone, dovendo affrontare la ricostruzione completa dell’azienda. E lo stiamo facendo ancora adesso, con questo nuovo colpo, la pandemia di Covid-19, che ormai da troppi mesi ha toccato tutto il mondo”. La sede di Infissi Goldoni si estende su un’area complessiva di settemila metri quadri, fra stabilimento e uffici, e l’organico aziendale è composto da 22 dipendenti. Grazie all’esperienza maturata nel corso degli anni, l’azienda si colloca in una posizione di assoluto rilievo nella costruzione e installazione di serramenti, con una produzione di qualità sia per i materiali impiegati sia per le tecnologie e la competenza e serietà nelle risposte alla clientela. Per soddisfare le nuove richieste provenienti dal mercato, la gamma dei prodotti si è notevolmente ampliata e diversificata, soprattutto sul fronte industriale: oltre alla fornitura e posa di serramenti in alluminio, ferro, legno-alluminio e alle facciate continue e strutturali, Infissi Goldoni si è specializzata anche in chiusura di capannoni industriali e di complessi di medie e grosse dimensioni, come grandi magazzini o centri direzionali, in camere sterili per attività biomedicali (pavimenti, controsoffitti, pareti e infissi) e di strutture e sistemi a utilizzo bancario, per la sicurezza passiva delle sedi e degli accessi. “Per la fabbricazione di tutti i nostri prodotti vengono utilizzati materiali di prima qualità, e questo è garantito in primis da un’attenta politica di scelta dei fornitori, molti dei quali sono con noi da moltissimi anni e con cui abbiamo costruito un rapporto di fiducia e di partnership che ci consente la più totale sicurezza rispetto alla realizzazione dei lavori”, proseguono da Infissi Goldoni. “Per riuscire ad ottimizzare la costruzione dei vari prodotti abbiamo anche investito in tecnologie, quali programmi per computer come Autocad, Fp_pro e in macchinari industriali, per riuscire ad ottenere un processo produttivo più sicuro e privo di errori. Il tutto nel rispetto delle normative di legge vigenti e con materiali di qualità certificati: infatti la Infissi Goldoni si propone come fornitore di prodotti finiti certificati secondo le più recenti norme europee”, concludono dall’azienda di Mirandola.

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ri”, sottolinea Angelini. Un ruolo importante nel controllo dell’esposizione e della trasmissione del virus è ricoperto dalla formazione, che viene erogata con modalità differenti: fin dai primi giorni dell’emergenza, l’azienda ha affidato a un pool di professionisti interni la raccolta e la codifica delle buone prassi utilizzate quotidianamente nella gestione dei vari processi aziendali, per poi elaborare momenti formativi condivisi con il personale della struttura. “Oggi triage, distanziamento, dispositivi di protezione e barriere di plexiglass sono parte della quotidianità di familiari e consulenti che accedono alla struttura”, conclude Angelini.

SAI, LA NEWCO TARGATA SIRA INDUSTRIE APRE UNA SEDE IN CAMPANIA Si chiama Sai, Schlote Automotive Italia, si trova ad Avellino ma è nata a Bologna ed è il risultato di un’eccezionale convergenza di investimenti italiani ed esteri. La presentazione ufficiale si è tenuta lo scorso settembre nella suggestiva cornice dell’Abbazia del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino, in Irpinia. Jürgen Schlote, presidente di Schlote, Luigi Mattina, ceo di Bohai Trimet, e Valerio Gruppioni, presidente di Sira Industrie, hanno aperto l’incontro. Alla discussione hanno preso parte anche Maurizio Marchesini, vicepresidente di Confindustria con delega alle filiere e alle medie imprese, Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia e titolare di Adler Group, e Ciriaco De Mita, sindaco di Nusco. A promuovere la joint venture i vertici di Sira Industrie, già presente sull’area irpina con l’azienda del gruppo Sirpress, specializzata nella produzione di stampi e getti pressofusi in alluminio per automotive. Il presidente Valerio Gruppioni nell’operazione ha coinvolto altri due importanti gruppi. Così sotto le insegne della Sai, nel polo industriale di Nusco, alle porte di Avellino, si sono insediati Schlote, azienda specializzata nelle lavorazioni meccaniche di precisione e componenti per telai e trasmissioni di auto, con sede ad Harsum, in Germania e Bohai Trimet, società tedesca del gruppo cinese Baic, attiva nella produzione di componenti per il comparto automotive. Per

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Foto di gruppo all'Abbazia del Goleto a Sant'Angelo dei Lombardi per la presentazione ufficiale di Sai, Schlote Automotive Italia, che si è tenuta lo scorso settembre

conto di Bohai Trimet, Sai eseguirà le lavorazioni meccaniche sui getti pressofusi realizzati da Sirpress che confluiranno negli stabilimenti Magna Pt a Bari, per essere sottoposti ad assemblaggio e distribuzione alle principali case automobilistiche. I numeri dell’operazione Sai sono imponenti: 40mila metri quadrati, di cui 14mila coperti, 150 tra tecnici e operai che verranno formati con stage in Italia e in Germania, cinque linee produttive completamente automatizzate, dieci macchine per ogni linea per un investimento totale di 52 milioni di euro e un fatturato a regime di circa 70 milioni di euro. Il concepimento dell’azienda è avvenuto proprio nei mesi più difficili per l’industria italiana che ha subito un forte rallentamento a causa della pandemia dovuta al Covid-19. È in questo scenario che Sai - Schlote Automotive Italia si impone come eccellenza nel settore dell’automotive, concretizzando una netta inversione di tendenza sull’industrializzazione nazionale nel Mezzogiorno d’Italia e, rispetto all’attuale situazione di mercato la Sai - Schlote Automotive Italia è pronta ad assumere ingegneri, tecnici e operai del posto. Il gruppo Sira Industrie sviluppa la sua attività su tre diverse divisioni: Die Casting Division, Heating Division, Engineering Division. Die Casting Division si occupa di fornitura di getti in pressocolata a ciclo completo e stampi per la pressocolata in alluminio, destinati all’industria meccanica e all’automotive. Heating Division si concentra sulla produzione di radiatori per il riscaldamento realizzati con diverse tecnologie, mentre Engineering Division si dedica alla localizzazione, concezione,

progettazione e realizzazione chiavi in mano di stabilimenti produttivi e unità commerciali. Tre settori presidiati da più di 60 anni dalle diverse aziende produttive e commerciali del gruppo che hanno permesso a Sira Industrie di sviluppare un know-how che ne è l’essenza competitiva. Presente a livello internazionale con una vasta rete di sedi, stabilimenti di produzione e società collegate in tutto il mondo, il Gruppo Sira con la nuova Sai - Schlote Automotive Italia ha come obiettivo quello di effettuare un ulteriore step tecnologico per fronteggiare il maggior fabbisogno dei principali produttori automobilistici, che mai come oggi sono sempre più impegnati in una progressiva riconversione delle motorizzazioni verso il “Diesel Free”, ibrido e/o elettrico.

NASCE SMART INDUSTRY, PARTNER STRATEGICO NELLA PROGETTAZIONE INDUSTRIALE Costruire una squadra di specialisti in grado di rispondere in maniera puntuale alle richieste di un mercato globale e in continua trasformazione. Con questo obiettivo lo scorso 1 ottobre è nato SMART INDUSTRY, brand che racchiude al suo interno due società complementari specializzate nella progettazione industriale: SMARTENGINEERING, che sviluppa da anni progetti nel campo della meccanica e meccatronica per alcuni dei nomi più importanti a livello internazionale nell’ambito Automation, Packaging, Machine Tools, Automotive, Assembly Machine,


colare nel campo della progettazione meccanica e meccatronica e calcolo prestazionale avanzato. Lo staff opera su tre sedi: Ozzano dell’Emilia, alle porte di Bologna, Rovereto, in provincia di Trento, e Mestre. Uno degli obiettivi è quello di continuare a crescere su diversi verDaniele Dall’Olio, ideatore e fondatore di SMART INDUSTRY santi: sul terrie SMARTINNOVATION, specializzata in torio, a livello logistico, ma anche sul mercaformazione e consulenza, e caratterizzata da to, grazie all’implementazione di competenze un approccio metodologico in grado di au- in altri settori. E, infine, puntiamo a crescere mentare le performance aziendali. Due real- dal punto di vista professionale e tecnico, ma tà che nascono con l’obiettivo di allargare le anche di staff e di direzione”, spiega la Presiopportunità di crescita verso nuovi mercati dente, Lia Grandi. attraverso occasioni di partnership con alleati L’altra società del brand è SMARTINNOstrategici in grado di offrire al cliente un pac- VATION, che si occupa di formazione a 360 gradi sugli strumenti Cad. “Si tratta di chetto di competenze verticali completo. “Si tratta di un progetto unico nel suo ge- un’azienda trasversale a tutte le partecipannere: puntiamo alla creazione di un brand ti al brand SMART INDUSTRY che offre commerciale forte, capace di creare sinergie questo servizio sia alle aziende del brand sia con altre società che hanno tecnologie com- alle aziende clienti, con il vantaggio enorme plementari alle nostre, in modo accogliere le di formare personale che fin da subito viene esigenze che sempre più clienti manifestano, affiancato ai progettisti delle aziende, allo scoovvero capacità verticali eccellenti in grado po di lavorare con gli stessi metodi ed essere di sviluppare innovazione”, spiega Daniele produttivi sin dal primo giorno con il vanDall’Olio, ideatore e fondatore di SMART taggio di abbattere da subito le tempistiche INDUSTRY. Centocinquanta ingegneri al- di progettazione dei prodotti che le aziende tamente specializzati, 15mila metri quadrati sviluppano con un miglioramento qualitativo importante derivante dal fatto che utilizzando di spazi produttivi, tecnologie avanzate e test rig, 1.000 ingegneri formati e 230 tecnici specializzati per una media di 280mila ore/anno di progettazione: questi alcuni dei numeri di SMART INDUSTRY. La prima realtà all’interno del nuovo brand è SMARTENGINEERING, società di ingegneria operante sul territorio nazionale e non solo da oltre vent’anni, composta da un team di progettisti esperti affiancati da neolaureati selezionati tra i migliori profili delle università italiane. “Abbiamo deciso di utilizzare il nome smart perché è sinonimo di flessibilità, dinamismo e intelligenza. Siamo una realtà altamente specializzata nell’ambito industriale, in parti-

le stesse metodologie si abbatte la tempistica di comprensione di qualsiasi cosa sviluppata da utenti differenti”, sottolinea il Presidente Paolo Golfarini. Per info: www.sengineering.it, www.sindustry. it, www.smartInnovation.cloud

TEAPAK, NUOVI TRAGUARDI SEMPRE AL FIANCO DELLE PERSONE Dare priorità sempre e comunque alle persone, fare del bene e mirare al loro benessere sia all’interno sia all’esterno dell’azienda. È con questo spirito che TeaPak ha sempre orientato le proprie scelte strategiche, creando valore e impegnandosi a reinvestire nel proprio territorio. Una filosofia ben rappresentata dalla recente realizzazione della nuova sede, completata alcuni mesi fa, e certamente testimoniata dall’importante certificazione Welfare Index PMI che l’azienda imolese, dal 2001 sede europea per la miscelazione, l’imbustamento e l’impacchettamento delle tisane biologiche prodotte a marchio Yogi Tea, ha ricevuto dalle mani del premier Giuseppe Conte lo scorso 22 settembre a Roma. Il progetto della nuova sede, che si sviluppa su oltre 12.000 metri quadri, spicca per le scelte volte a raggiungere elevati standard qualitativi sia per la salute delle persone che per l’ambiente circostante, così come per l’elevata efficienza produttiva. “A pieno regime prevediamo di quadruplicare la capacità produttiva. Si tratta di uno storico traguardo, che significa nuovo slancio e nuove opportunità per la nostra azienda e il nostro marchio. TeaPak e Yogi Tea hanno messo radici a Imola e

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LUALMA ANODICA, TRENT’ANNI TRA ARTIGIANALITÀ E INNOVAZIONE

Tre decenni di crescita e traguardi raggiunti, senza mai perdere di vista il valore della gestione familiare e della cura per i dettagli. A celebrare l’importante ricorrenza è Lualma Anodica, realtà con sede a Imola, in provincia di Bologna, attiva nel campo dei trattamenti estetici per superfici in alluminio e nata dall’unione delle precedenti esperienze nel settore delle famiglie Lelli e Astori e dalla fusione di storie imprenditoriali distinte: una proveniente dal mondo della brillantatura chimica dell’alluminio e anodizzazione di particolari di minuteria, l’altra da quello dell’anodizzazione dei serramenti e profili industriali. “Si può dire che tra la prima e la seconda generazione ad oggi siano passati più di sessant’anni di esperienza”, sottolineano con orgoglio da Lualma Anodica. Grazie a questa unione strategica oggi l’azienda è in grado di garantire un servizio completo per tutti i settori merceologici che utilizzano alluminio anodizzato, tra cui il campo degli accessori e profili per l’arredamento, articoli di design, illuminotecnica, accessori per automotive, articoli balneari, profili per rivestimenti ceramici, box doccia, particolari meccanici per macchine automatiche e packaging. “Realizziamo, tra le altre cose, la finitura estetica del frontale di una tastiera di un'importante azienda giapponese del settore musicale, con elevata qualità”, dichiarano da Lualma Anodica. Mossi i primi passi da realtà a gestione familiare con approccio artigianale, l’azienda è nel tempo cresciuta fino a occupare, oggi, uno staff di 35 persone tra collaboratori a tempo indeterminato,

confermano questa scelta con la nuova sede a ‘chilometro zero’, grazie alla progettazione di Open Project e alla costruzione interamente affidata a Cefla”, commenta Andrea Costa, managing director di TeaPak. Il nuovo stabilimento è stato costruito in tempi record, nonostante l’emergenza Covid-19: “L’ottima collaborazione tra tutti gli attori in

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apprendisti e interinali suddivisi nei vari reparti di produzione e negli uffici. “L’età media degli addetti è molto bassa e puntiamo sempre di più su giovani laureati che possano portare nuova linfa”, sottolineano dall’azienda. Anche se i tempi cambiano e l’adattamento a nuovi sistemi tecnologici e organizzativi è d’obbligo, Lualma Anodica continua a mantenere la vocazione artigianale dei primi anni, caratterizzata dall’attenzione ai prodotti e dalla cura per i dettagli, focalizzandosi allo stesso tempo su un approccio alla produzione e un’organizzazione industriali. Un equilibrio, questo, che in trent’anni le ha consentito di raggiungere importanti traguardi quali la formazione costante del personale; la collaborazione con una locale cooperativa sociale per il coinvolgimento di persone disabili in lavori manuali di agganciamento; gli aggiornamenti continui degli impianti; reparti interni altamente all’avanguardia di pulitura lucida e nastrata per la preparazione della superficie grezza prima dell’anodizzazione; nuovi stabilimenti per aumentare la superficie dei reparti di produzione e magazzino; un nuovo impianto di brillantatura chimica che consente la lavorazione di profili con dimensioni tra le più lunghe del settore nazionale; procedure di avanzamento fasi di lavorazione a barcode, grazie alle quali i clienti possono visionare lo stato di avanzamento dei propri articoli comodamente dal loro pc, smartphone o tablet; l’ottenimento della certificazione di processo Qualanod, oggi riconosciuta e ben apprezzata da tutti i clienti, soprattutto esteri; il riconoscimento Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) della provincia, direttiva europea sulla prevenzione e riduzione dell’inquinamento e dell’impatto ambientale. Lualma Anodica rivolge infatti un’attenzione particolare anche al tema del risparmio energetico tramite l’utilizzo di impianti fotovoltaici e di cogenerazione, che consentono un risparmio economico e, soprattutto, un minore impatto ambientale. “Purtroppo il difficile periodo storico che stiamo tutti vivendo non consente di festeggiare questo importante anniversario in maniera adeguata, confidiamo di poterlo fare il prossimo anno. Nel frattempo, inviamo un ringraziamento di cuore ai genitori Lelli e Astori, che hanno contribuito a rendere possibile questa avventura credendo nei propri figli; un ringraziamento particolare alla clientela e a tutti i collaboratori dipendenti, fornitori, agli istituti bancari, e a tutti coloro che hanno percorso insieme a noi questa strada lunga trent’anni e rinnovato ogni anno la fiducia nel nostro operato. Avanti tutta!”, concludono da Lualma Anodica.

campo ha permesso di completare l’opera nella più stretta osservanza delle norme vigenti a tutela della salute di tutti”, continua Costa. “Il segreto di questo successo è stata la reattività con cui abbiamo congiuntamente creato, messo in pratica e controllato una serie di protocolli speciali per salvaguardare i nostri lavoratori. L’attenzione alla salute, il benessere

delle persone e l’estrema flessibilità sono stati il motore principale di questa avventura”. L’impegno di TeaPak nel dare priorità sempre e comunque alle persone si è tradotto in numerose iniziative nel corso dell’emergenza. “È stato agevolato lo smart working, sono stati messi a disposizione idonei DPI e sospeso il turno notturno per favorire il riposo e il



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benessere psico-fisico. È stata inoltre attivata un’indagine interna per avere informazioni puntuali sul benessere di tutta la squadra e sottoscritta un’assicurazione sanitaria aggiuntiva per tutti i dipendenti. Abbiamo fornito mascherine anche ai familiari e anticipato l’indennità di cassa integrazione. Per noi la filosofia del ‘fare del bene’ è uno stile di vita: ad aprile abbiamo donato alla Fondazione Montecatone Onlus un ventilatore polmonare di ultimissima generazione”, sottolinea il managing director di TeaPak. E ad accendere i riflettori sulle iniziative messe in campo dall’azienda imolese a favore dei dipendenti durante l’emergenza è anche, in particolare, la prestigiosa certificazione Welfare Index PMI di Generali Italia, ricevuta dalle mani del premier Conte. Motivo di orgoglio per TeaPak, che si è distinta tra oltre 4.000 imprese partecipanti, è la menzione speciale ottenuta per la resilienza al Covid-19, assegnata alle aziende italiane, una ventina, “che si sono particolarmente contraddistinte nell’affrontare l’emergenza sanitaria, utilizzando il welfare aziendale come leva per la continuità del business e la fidelizzazione dei lavoratori, offrendo ai dipendenti e alla comunità di riferimento supporto specifico e vicinanza in un momento di grande difficoltà” come spiegato nella motivazione del riconoscimento. “È necessario che si prenda consapevolezza del fatto che le imprese sono fatte di persone: senza di loro l'azienda, e tutto ciò che ruota attorno a essa, si ferma. Il rispetto delle persone e delle loro esigenze deve essere senza dubbio la priorità, sia sul luogo di lavoro che fuori”, conclude Andrea Costa.

TEC EUROLAB ANNUNCIA LA PARTNERSHIP CON TWI TEC Eurolab sigla l’accordo con TWI (TWI-global). La partnership con la società di Cambridge conferma e rafforza il processo di internazionalizzazione del centro di testing di Campogalliano, in provincia di Modena, dal 1990 in grado di affiancare le aziende manifatturiere nella ricerca e ottenimento dei massimi standard di qualità e sicurezza per i propri prodotti e processi grazie alle tre business unit Testing, Certificazione e Formazione, e amplia competenze e tecnologie al servizio dell’industria manifatturiera italiana ed estera. Fondata nel 1946 con oltre 600 membri industriali, quattro sedi in Inghilterra e 14 training hub internazionali, TWI è una società di consulenza indipendente che aiuta le aziende a intraprendere attività di ricerca e sviluppo e innovazione, formazione, certificazione e consulenza in materia di giunzioni, ispezioni, ingegneria della saldatura e tecnologie affini. Con i suoi 12 centri di innovazione e più di 500 ingegneri, TWI fornisce alle aziende associate l’accesso ad altissimi livelli di conoscenza tecnica e alle strutture all’avanguardia, garantendo un’estensione delle loro risorse tecniche. Con personale esperto, la società lavora su progetti di portata

internazionale, fornendo consulenza ingegneristica su soluzioni tecnologiche avanzate relative all’impiego dei materiali, alla loro ingegnerizzazione e alle tecnologie di saldatura e giunzione. Come sottolineano da TEC Eurolab, la necessità di sviluppare prodotti e componenti più sicuri e ad alte prestazioni insieme alla sfida dell’innovazione nella produzione è più che mai pressante e dipende dalla creazione di nuovi materiali e tecnologie. Il centro di testing di Campogalliano e TWI stanno ora lavorando insieme come partner strategici per aumentare la proposta di valore per il mercato manifatturiero italiano ed estero, garantendo i più alti livelli di qualità e sicurezza raggiungibili. Sfruttando i servizi e le competenze reciproche, TEC Eurolab sarà l’Hub tecnologico italiano per TWI. La partnership tra le due realtà consentirà di creare un’offerta in grado di fornire un approccio integrato riguardo alle tecnologie di giunzione e all’additive manufacturing, all’ispezione e all’implementazione dei materiali per i prodotti di molteplici settori industriali. Le elevate competenze abbracciano tutto il processo, dalla ricerca e sviluppo, alla prototipazione, alla messa in produzione, installazione e formazione. Il know-how degli esperti di TWI sarà un asset che arricchirà l’offerta di TEC Eurolab nel mercato italiano e permetterà l’espansione a livello mondiale, andando a coprire interamente le esigenze di tutti i settori dall’aerospace all’automotive, dall’oil and gas all’energy e al general industry. “Siamo orgogliosi di lavorare al fianco di TWI, da sempre legata alle più importanti realtà in ambito manufacturing, istituti di ricerca ed enti istituzionali, per aumentare l’innovazione e l’offerta ai clienti serviti e al mercato di riferimento”, dichiarano da TEC Eurolab.

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INDUSTRIA 4.0: ST SCEGLIE LE SOLUZIONI TECNOLOGICHE DI TELEIMPIANTI Le soluzioni innovative di Teleimpianti, system integrator bolognese specializzato nella progettazione, installazione e manutenzione di sistemi di comunicazione, networking, sicurezza e building automation, sono state scelte da ST Soluzioni Tecnologiche, azienda bolognese attiva nella progettazione e produzione di valvole industriali per i settori automotive, gas e oleodinamico. La necessità di rimanere tecnologicamente competitivi porta con sé uno spirito di innovazione che si traduce in scelte coraggiose. L’integrazione tra l’attività produttiva di ST e le soluzioni di Teleimpianti ha permesso di estendere le funzioni di molti impianti, creando sinergie che vanno oltre il concetto di Industria 4.0. In particolare, Teleimpianti ha realizzato per ST un progetto di integrazione dell’impiantistica speciale, cioè controllo accessi, sicurezza antintrusione, videosorveglianza, rilevazione incendio e sistema di comunicazione aziendale, per migliorare l’efficienza della produzione attraverso l’automazione di tutti quei processi attivabili al verificarsi di condizioni specifiche. “L’impianto antintrusione, il cui compito è quello di generare segnalazioni di allarme per prevenire intromissioni e furti tramite la verifica della presenza umana non autorizzata, ha permesso di attivare altre funzioni utilizzando un’interfaccia software collegata a un pannello di controllo, come ad esempio: l’attivazione di monitor che comunicano informazioni

di performance della produzione, l’apertura di varchi automatizzati e la climatizzazione di aree produttive e uffici, soluzioni di risparmio energetico in funzione della presenza del personale. Analogamente, il sistema di controllo degli accessi è stato ampliato dall’ormai consolidata apertura di varchi interni ed esterni tramite badge, smartphone o tecnologia tipo telepass a un’integrazione sulle linee produttive. Infatti, a seconda dei permessi configurati nel badge di un operatore di macchina, possono essere attivate funzioni differenziate per preservare sia la sicurezza della persona sia l’integrità della macchina stessa; oppure un utente può essere abilitato all’accesso in certe aree aziendali solo con la presenza contemporanea, verificata tramite badge, di un responsabile d’impianto, al fine di evitare falsi allarmi e minimizzare le possibilità di situazioni di rischio”, sottolinea Stefano Sandri, responsabile commerciale di Teleimpianti. “All’interno di ST, la progettazione e il knowhow hanno un ruolo fondamentale. L’infrastruttura server è quindi progettata per garantire ridondanze di ogni tipo sulla sicurezza dei dati e l’impianto di rilevazione incendio ne completa le funzionalità: rileva e spegne tempestivamente possibili incendi attraverso l’utilizzo di gas inerti che preservano le macchine, monitora eventuali allagamenti e, infine, integrato con il sistema antintrusione, restituisce informazioni importanti per la produzione, quali, ad esempio, l’innalzamento della temperatura all’interno dei locali”, continua Graziano Apadula, amministratore delegato di ST. “Senza tralasciare altri importanti aspetti come l’impianto telefonico che, configurato con tecnologia VoIP, garantisce una comuni-

Graziano Apadula, amministratore delegato di ST, e Stefano Sandri, responsabile commerciale di Teleimpianti

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cazione audio-video real time ed essendo integrato con il sistema di gestione del calendario aziendale automatizza le funzioni di centralino, così da consentire all’interlocutore che compone un numero diretto di ricevere un messaggio in caso di assenza della persona e venire informato su quando può ricontattarla. A ciò si aggiungono le innovazioni applicate al sistema audio Evac che normalmente gestisce le situazioni di emergenza. Grazie a un’integrazione software, possono essere diffusi messaggi capillarizzati per dipartimenti senza propagazione indiscriminata della comunicazione”, conclude Sandri.

TOYOTA MATERIAL HANDLING IL FOTOVOLTAICO PER IL MIGLIORAMENTO CONTINUO Un metodo di organizzazione della produzione e di standardizzazione del processo produttivo che assicura un aumento della produttività e il miglioramento sia della qualità che della sicurezza, garantendo costantemente la soddisfazione dei clienti. Si chiama Toyota Production System, conosciuto a livello globale come TPS, e rappresenta il filo conduttore del successo di Toyota Material Handling Manufacturing Italy, realtà nata a Bologna nel 1942 con il nome CESAB ed entrata nel 2000 in Toyota Industries Corporation (TICO), specializzata nella produzione di sofisticati carrelli elevatori esportati in tutto il mondo con il brand Toyota. Ed è proprio nell’ottica del miglioramento continuo che dallo scorso 1° ottobre Toyota Material Handling Manufacturing Italy ha


TECNO DIAMANT CELEBRA IL SUO PRIMO QUARTO DI SECOLO A venticinque anni dalla sua nascita, Tecno Diamant, azienda con base a Formigine, alle porte di Modena, celebra nel 2020 il suo primo quarto di secolo di passione e ricerca nel mondo degli utensili diamantati specializzati per la lavorazione della ceramica. Nonostante quella in corso sia stata un’annata difficile in generale per i mercati mondiali, l’impresa ha continuato a espandersi riuscendo a confermarsi tra le realtà protagoniste del settore. Fondata nel 1995 da Atos Serradimigni, Tecno Diamant compie quest’anno venticinque anni, affrontando la complessa situazione attuale con alcuni cambi al vertice e una rinnovata proposta commerciale. Da inizio anno 2020 l’azienda è stata soggetta a un importante rinnovamento a livello imprenditoriale; il nuovo organigramma aziendale ha visto il riassetto e la nomina del nuovo CdA e il passaggio di consegne della società, oggi gestita da Mauro Serradimigni, figlio del fondatore, insieme ai suoi nuovi soci, Fabrizio Di Marino e Marco Stefani. Fondata e stabilita per anni nel comune di Fiorano Modenese, quest’anno Tecno Diamant ha trasferito la propria sede, inaugurando il nuovo stabilimento di Formigine in via Aldo Moro, rimanendo nel “cuore” del comprensorio ceramico. Ad oggi l’azienda può contare su una nuova struttura più ampia: 1.800 metri quadri adibiti a uffici con la sede centrale, un magazzino logistico e un laboratorio di ricerca. Lo stabilimento situato a Fiorano Modenese, di 1.000 metri quadri, che prima ospitava il magazzino e gli uffici, oggi è stato riconvertito alla produzione di due divisioni: “diamante metallico” e “diamante resinoide” con la novità del 2020: la produzione di Fickert abrasivi per il processo di lappatura di

messo in funzione il secondo step di realizzazione dell’impianto fotovoltaico di fabbrica, per una potenza installata complessiva di 702 kW. L’istallazione dei 2.365 pannelli che compongono l’impianto, che oggi ha un’estensione complessiva di 3.881 metri quadri, pari a oltre la metà della superficie di un campo da calcio, è iniziata nel 2017, contestualmente al completo rifacimento del manto di copertura dell’edificio della produzione. Come sottolineano dall’azienda facendo riferimento ai dati del 2018 diffusi dal GSE, la potenza installata corrisponde allo 0,2% di

superfici ceramiche a campo pieno e in cresta. Studiati e sviluppati all’interno dell’azienda, oggi si propongono come nuova alternativa nel mercato europeo e internazionale, raccogliendo feedback positivi dai clienti. L’azienda può contare su un organico di oltre 70 persone compresa una fitta rete di agenti commerciali che, unite da idee e valori condivisi, ogni giorno si impegnano nel produrre e distribuire in tutto il mondo, attraverso le filiali in Brasile, Polonia, Russia e Spagna, utensili diamantati che sono il risultato di un lungo lavoro di ricerca e progettazione, realizzati in funzione alle specifiche esigenze del cliente. La direzione dell’impresa sostiene che l’innovazione è uno dei “fiori all’occhiello” dell’azienda, poiché vanta un laboratorio di ricerca in costante evoluzione, in grado di rispondere tempestivamente allo sviluppo della tecnologia ceramica. Dietro a ogni utensile diamantato prodotto da Tecno Diamant ci sono anni di ricerca e sperimentazione, condotta dai professionisti presenti in azienda affiancati dagli esperti più esigenti: i clienti. Un elemento di estrema importanza al quale viene prestata particolare attenzione è quello relativo alla sicurezza e alla salute dell’utilizzatore. In primo luogo, vengono realizzati utensili silenziati che abbassano notevolmente i decibel generati durante la lavorazione rendendo così più tollerabile l’impatto acustico per chi lo utilizza. Inoltre, sia per i dischi che per le mole, l’azienda produce utensili ecologici, privi di rame, cobalto e nichel, riducendo così notevolmente l’inquinamento ambientale.

tutta la potenza fotovoltaica installata nella provincia di Bologna. Oggi l’impianto è al terzo posto a livello di estensione tra i fotovoltaici collocati sotto le due torri, dopo FICO Eataly World e BolognaFiere. Con la produzione media annuale prevista di 0,86 GWh di energia rinnovabile, pari a un terzo dell’energia complessivamente utilizzata in un anno dallo stabilimento, la fabbrica contribuirà a livello globale al risparmio di 370 tonnellate equivalenti/anno di CO2. Il progetto si inserisce all’interno di un insieme strutturato di iniziative che Toyota Mate-

rial Handling Manufacturing Italy, certificata ISO 50001 dal 2015, favorisce per portare a termine quanto previsto dalla Toyota Industries Corporation Environmental Vision, che prevede di azzerare entro il 2050 le emissioni di CO2 da tutti i propri prodotti e dalle proprie operations. “Oggi la nostra fabbrica già formalmente compensa il 100% della CO2 prodotta dal consumo di gas metano e di energia elettrica necessari al suo funzionamento. Tale compensazione avviene, per la parte elettrica, mediante l’acquisizione di energia rinnovabi-

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“Da imprenditrice, ma prima ancora da madre di ragazzi che utilizzano il trasporto pubblico, sono molto contenta che il nostro algoritmo riesca efficacemente a raccogliere le informazioni dagli apparati a bordo dei mezzi sviluppati da TPER e trasferirle su una app che TPER aveva già lanciato. Forniamo così uno strumento che reputo prezioso. Saremo gli Ambasciatori di un progetto tutto ‘Made in BO’ che dimostra ancora una volta quanto la collaborazione fra pubblico e privato possa essere fruttuosa. Mi sento non solo soddisfatta, ma anche fiera di aver dato un contributo a risolvere una problematica così sentita in un momento tanto drammatico come quello che stiamo vivendo. La velocità di reazione di TriSolutions, che ha messo a punto l’algoritmo in brevissimo tempo, unitamente alla nostra capacità di coordinare le diverse esigenze tecniche hanno reso tutto possibile. Credo che fare impresa voglia dire proprio questo”, spiega Laura Rossi, CEO di CEDiSS.

le attestata mediante titoli GO rilasciati dal GSE, e per la parte gas acquisendo crediti di carbonio, emessi da progetti ONU e certificati Gold Standard”, afferma l’amministratore delegato Giorgio Polonio. “Siamo però fermamente anche convinti che la strada della auto produzione di energie rinnovabili sia strategica oltre che sostenibile. Ai consumi attuali di energia elettrica, nelle ore diurne dei mesi più soleggiati, la fabbrica infatti è ora autosufficiente. Azioni di monitoraggio strutturato dei consumi energetici con progetti di Building Automation, il progressivo miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici e la conversione sistematica degli impianti esistenti con sistemi a basse o nulle emissioni di carbonio saranno determinanti per preparare la fabbrica che avrà il compito di accogliere le generazioni del futuro”.

TPER E CEDISS, UNO STRUMENTO PER VERIFICARE IL LIVELLO DI CARICO DEI BUS È una sorta di ‘filiera cortissima’, tutta bolognese, quella che ha portato alla nascita del nuovo strumento che consente di ricevere in tempo reale sullo smartphone l’informazione sul livello di carico di passeggeri dell’autobus che sta per arrivare alla fermata. Uno strumento semplice e intuitivo che, con l’ausilio di una chiara grafica che raffigura tre piccoli autobus stilizzati, colorati di verde, arancione o rosso, fornisce una stima di quanti passeggeri sono già sul mezzo in arrivo e quanti su quelli seguenti per consentire all’utente di decidere se magari convenga attendere qualche minuto e salire sull’autobus successivo. Il progetto, già attivo a Bologna e in fase di avvio a Ferrara, è frutto infatti della collaborazione tra TPER, la società di trasporti pubblici nata nel 2012 dalla fusione dei rami-trasporto di ATC, azienda di trasporti su gomma di Bologna e Ferrara, e FER, società regionale ferroviaria, e CEDiSS, realtà di Villanova di Castenaso, alle porte di Bologna, che dal 1981 progetta e realizza soluzioni per la sicurezza, in ogni settore, e che è un consolidato fornitore anche di TPER per software e apparecchiature per la sicurezza a bordo. CEDiSS, a sua volta, ha lavorato al progetto in partnership con un altro soggetto bolognese

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‘doc’, TRIsolutions di Bologna. L’applicativo TRiPeopleCounter produce informazioni visualizzate in tempo reale dall’app “Roger” già attiva da due anni, sviluppata da TPER col partner industriale Pluservice, e già scaricata da oltre centomila persone; una app gratuita, sia in ambito iOS che Android, che fornisce in tempo reale informazioni sugli orari e consente anche di acquistare e validare titoli di viaggio e pagare la sosta in città. “In momenti molto impegnativi come questo, non rinunciamo ad investire in tecnologie a vantaggio dell’utenza, tese al miglioramento di informazione e servizi. L’estensione delle funzionalità di Roger utilizza dati ‘real time’ che sono un patrimonio di conoscenza utilizzabile da TPER anche per valutazioni circostanziate e tempestive sul servizio oltre che per esaminare, nei tavoli dedicati alla mobilità pubblica con la Regione e le Istituzioni del territorio e con l’Agenzia della mobilità, migliorie in sede di programmazione delle corse”, spiega Giuseppina Gualtieri, presidente e amministratore delegato di TPER. Anche attraverso strumenti come Roger, infatti, TPER continua a dispiegare il massimo impegno al fianco delle istituzioni nel monitoraggio e nel potenziamento dei servizi.

VILLA BELLOMBRA, ENTRO IL 2022 LA NUOVA SEDE FIRMATA ING. FERRARI È tempo di grandi investimenti per Villa Bellombra, presidio ospedaliero specializzato nella riabilitazione intensiva, fondato nel 1924, che entro due anni trasferirà la propria sede. Dalla storica palazzina di via Bellombra, dove oggi continua a erogare cure e assistenza a pazienti neurologici e ortopedici, all’innovativo complesso in costruzione nella frazione di Casteldebole, alle porte di Bologna, la cui realizzazione è stata affidata alla società modenese Ing. Ferrari, punto di riferimento nel mondo della progettazione e delle costruzioni. Dopo l’acquisto nel 2019 di apparecchiature robotiche per la riabilitazione, tra le più innovative a livello mondiale, gli investimenti importanti per il presidio ospedaliero accreditato con il Sistema Sanitario Nazionale continuano per aumentare i livelli di benessere psicofisico per i pazienti. Grazie a una struttura funzionale, moderna e dotata di tutti i comfort, la nuova Villa Bellombra sarà in grado di rispondere in modo più complesso e puntuale alle sfide della riabilitazione intensiva. “Investire in questo momento di crisi può


TECNOFILIERE FESTEGGIA VENTICINQUE ANNI DI SUCCESSI

Annoverata tra le realtà italiane più dinamiche sul mercato internazionale dell’estrusione dei laterizi, Tecnofiliere taglia nel 2020 il traguardo dei 25 anni di attività. Un quarto di secolo intenso, di sviluppo tecnologico e sfide imprenditoriali che hanno portato a scelte e cambiamenti talvolta audaci, ma che hanno ripagato l’azienda di Novi di Modena in termini di credibilità e crescita equilibrata; sviluppo, innovazione e successi sono andati in parallelo con l’evoluzione dell’offerta dei prodotti e con la professionalità dello staff aziendale. “La nostra storia è fatta anzitutto di contributi preziosi apportati dai nostri dipendenti, dai clienti e dai collaboratori che insieme hanno costruito l’azienda di oggi e ai quali va un ringraziamento speciale. Vogliamo considerare questo anniversario solo una tappa del percorso iniziato nel lontano 1995, convinti che ve ne siano molte altre da raggiungere, motivati dallo stesso entusiasmo e tenacia. ‘Fare Impresa’ oggi vuol dire serietà, impegno e passione: impossibile farne a meno se si vuole perseguire l’eccellenza e competere con successo”, raccontano i soci fondatori Paolo Pedrielli e Oberdan Panzani. Nel corso di questi 25 anni l’azienda ha sempre messo al primo posto la ricerca per l’innovazione e la qualità dei materiali utilizzati, la meticolosa progettazione delle soluzioni tecnologiche, il costante confronto con la clientela per la personalizzazione dei progetti e la puntuale assistenza post-vendita che non si è mai fermata, nemmeno durante il lockdown: grazie a un’efficiente organizzazione da remoto, il personale è infatti rimasto costantemente a disposizione della clientela per qualsiasi necessità.

apparire avventato, ma la mia famiglia ha fiducia nelle capacità dell’Emilia-Romagna, e di Bologna in particolare, di rispondere con laboriosità e con il consueto ottimismo. Il nostro desiderio è quello di costruire la migliore struttura riabilitativa a livello europeo e per questo abbiamo scelto Ing. Ferrari per re-

“Non vendiamo solo macchine, offriamo un servizio completo. I nostri clienti sanno che possono fare affidamento su di noi in qualsiasi momento, certi di ricevere risposte veloci e risolutive a tutte le problematiche di produzione. Questa è senza dubbio la leva su cui abbiamo fondato tutta la nostra attività e che ci ha permesso di costruire rapporti esclusivi e di fiducia con la clientela in tutto il mondo. Il nostro staff tecnico-commerciale, infatti, si reca regolarmente oltrefrontiera dialogando vis-àvis con il cliente che diventa così un partner dinamico con cui costruire un prodotto su misura”, spiega Paolo Pedrielli– CEO dell’azienda. Da sempre convinta promotrice del ‘Made in Italy’, Tecnofiliere è rimasta sempre attenta alle esigenze del mondo produttivo catalizzandone i bisogni e sviluppando una vasta gamma di soluzioni che oggi costituiscono il patrimonio aziendale. Uno dei principali motori della crescita aziendale è la vocazione all’export da cui proviene più del 90% del giro d’affari, ma la ricerca e la produzione avvengono interamente in Italia. Nell’headquarter di Novi di Modena si sviluppano macchine per i clienti sparsi in tutto il mondo e si gestiscono direttamente i vari step produttivi in modo da raggiungere un controllo accurato dell’intero processo. “Il made in Italy rimarrà competitivo, nell’attuale e complicato scenario, il know-how e il territorio rappresentano due presupposti fondamentali per ripartire, confidando sul bagaglio di valori, capacità, e sul senso di appartenenza ad un grande Paese”, conclude Paolo Pedrielli.

Paolo Pedrielli, CEO di Tecnofiliere

alizzare la costruzione e gli impianti che sono particolarmente complessi. A gennaio 2022 potremo trasferire i nostri collaboratori e le apparecchiature robotiche e iniziare una nuova fase nella storia di Villa Bellombra in vista del suo prossimo centenario dalla costituzione”, ha commentato

Averardo Orta, amministratore delegato del Consorzio Ospedaliero Colibrì. “Il nuovo ospedale privato accreditato si propone come modello unico nel suo genere per la gestione del paziente e la sua riabilitazione. La struttura a piano unico, realizzato a quota terreno, elimina le barriere architettoniche e

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permette a pazienti, ospiti e personale sanitario di accedervi agevolmente. Al suo interno la clinica dispone di aree verdi e un ampio giardino interno ad uso dei pazienti, caratteristica unica per un ospedale. Ciascuna camera dispone infatti di un accesso diretto al giardino, stimolando così il paziente a una ripresa più rapida nelle fasi post-operatorie”, spiegano il direttore operations Marco Giudice e i project manager di commessa di Ing. Ferrari. La struttura ha un ottimo collegamento alla viabilità cittadina, comodità di parcheggio per gli ospiti e ampi spazi verdi a servizio dei pazienti. All’interno, ciascuna camera sarà occupata da 1 o 2 ospiti e dotata di accesso diretto alle aree verdi private, stimolando la ripresa fisica nel processo post-operatorio. La struttura dispone inoltre di vasche e piscine per la riabilitazione, palestre e percorsi salute, oltre a un centro pasti dedicato, a servizio di personale sanitario, pazienti e ospiti. Con una esperienza trentennale nel recupero funzionale di pazienti neurologici e ortopedici, Villa Bellombra è tra i soci fondatori del Consorzio Ospedaliero Colibrì, il primo network in Europa ad essere costituito da 20 strutture sanitarie e socio-sanitarie operanti

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in tutta la regione. “L’investimento in ricerca scientifica, la presenza di un team riabilitativo polispecialistico, la centralità del paziente tra cure e percorsi assistenziali personalizzati e non ultimo l’imponente cambio di sede ci confermano anche per il futuro come oasi d’eccellenza nella riabilitazione in tutta Italia”, concludono da Villa Bellombra.

“DUSK TILL DAWN”, IL NUOVO COCKTAIL PRONTO DA BERE FIRMATO VILLA ZARRI È nato durante lo scorso lockdown, nella primavera 2020, “Dusk Till Dawn” il nuovo cocktail pronto da bere che contiene come ingrediente principale il brandy Villa Zarri, storico marchio di liquori bolognese dalla tradizione centenaria. “Per avere un cocktail sempre pronto per un aperitivo da bere a casa, in famiglia, si inizia a preparare in anticipo qualche porzione di Negroni, che migliora nel tempo nell’attesa di essere bevuto. Da lì è nata l’intuizione di imbottigliare un cocktail “Ready-To-Drink” accessibile a tutti, che pre-

servi un alto livello di qualità con un minimo sforzo da parte del consumatore per preparare il suo cocktail preferito”, spiega Leonida Fini Zarri, fondatore di Dusk Till Dawn. “Dopo varie prove abbiamo deciso di ridefinire il classico superando il dogmatico Negroni composto da Gin, Vermouth e Bitter e sostituendo il Gin con un Brandy Villa Zarri con dieci anni di invecchiamento, donando così morbidezza alla ricetta originale e superando il cocktail tradizionale”, continua Leonida Fini Zarri. Nasce così Dusk Till Dawn: un “Negroni Brandy”, o semplicemente un “Negrandy” per i più sprezzanti. La storia ‘alcolica’ di Villa Zarri è legata a Leonida Zarri che, dopo aver acquistato nel 1940 dalla nobile famiglia bolognese Angelelli la splendida e prestigiosa dimora risalente al 1578, nel 1954 acquisì l’azienda veneta Pilla, produttrice di ottimi brandy liquori e dell’aperitivo Select, di gran moda a quei tempi. Nel 1956 Pilla venne trasferita dal nuovo proprietario nella villa di Castel Maggiore, alle porte di Bologna, che divenne così la sede della nota azienda liquoristica bolognese Oro Pilla. Il giovane Guido Fini Zarri, seguendo il nonno e il padre in questa attività, maturò la certezza che si potesse, anche in Italia, produrre un Brandy di qualità superiore e dalla fine degli anni ’80 iniziò a produrre il Brandy Villa Zarri. “Il Brandy Villa Zarri invecchiato dieci anni


in botticelle da 350 litri di legno di rovere francese limousin, un prodotto completamente naturale, senza aggiunta di coloranti e aromatizzanti, ottenuto dalla distillazione con alambicco charentais di vino trebbiano romagnolo, è il protagonista di questo nuovo aperitivo pronto da bere, e la vasta gamma di prodotti Villa Zarri ci permette di reinventare molti dei principali cocktail in chiave rivisitata”, evidenziano dal marchio liquoristico bolognese. “La scelta dell’etichetta non poteva che ricadere su Massimo Giacon, celebre fumettista italiano, che ha disegnato un’etichetta che con humour richiama gli anni ‘50 e la Cocktail Culture, dando una strizzata d’occhio alla street art contemporanea. Un cocktail definito ‘eretico’ da Francesco D’Errico, autore del retro-etichetta, che con rispetto della tradizione sfida apertamente la tradizione. “Nasce così un nuovo movimento d’avanguardia nel mondo della mixologia: nasce così Dusk Till Dawn”, conclude Martina Fini Zarri, event manager di Villa Zarri e nuova direttrice marketing di Dusk Till Dawn.

VIS HYDRAULICS TRA I FINANZIATORI DELLA PISTA CICLABILE DI PAVULLO Un progetto che vede aziende e associazioni coinvolte in prima persona per realizzare un’infrastruttura a disposizione di tutta una comunità. Succede a Pavullo, comune montano in provincia di Modena, e le protagoniste sono le tante imprese che hanno aderito alla costruzione di una pista ciclabile intorno all’aeroporto. Vis Hydraulics, realtà impegnata nel settore dell’oleodinamica per le valvole a cartuccia, è una delle imprese che aderì al progetto fin dal suo nascere, a marzo 2017: i 12 che lanciarono la sfida di fare insieme qualcosa per la collettività si autodefinirono “First Group”. Ma già nel maggio 2018 erano diventati 65: insieme hanno creato i primi due stralci (1.154 metri) grazie anche ai terreni messi a disposizione da Gabriele Romani e Dante Minelli. Sull’onda dell’entusiasmo, nel 2019 venne lanciato a un appello a unirsi ai “costruttori” per continuare l’opera. E l’invito non è caduto nel vuoto, tanto che in un anno si è potuto

portare a termine una buona tranche di lavori. Infatti, il terzo lotto della pista ciclabile, 792 metri, è stato inaugurato a fine settembre. Questo lotto è stato realizzato dalla Canovi Costruzioni di Lama, e va dalla fornace a via Monte Grappa, con ai lati 110 faretti, installati dalla Pattarozzi & Boncompagni, che rendono la ciclopedonale fruibile anche di sera, con un effetto molto suggestivo. Il tratto si va a unire allo storico percorso a U intorno alla pista (da 880 metri) rifatto in proprio da Vis Hydraulics e inaugurato a fine luglio. “Quello che abbiamo realizzato è importante, ma lo è ancor più la passione, il fuoco che ha bruciato dentro alle persone che l’hanno voluto”: sono le parole pronunciate alla cerimonia di inaugurazione da parte di Adamo Venturelli, CEO di Vis Hydraulics, che fotografano adeguatamente ciò che questo progetto è diventato per la comunità di Pavullo, mettendo in luce uno spirito di squadra tra gli imprenditori locali che non ha eguali in molte altre realtà locali. “Con questa realizzazione, siamo arrivati praticamente all’80% dell’opera”, ha ricordato Sergio Bazzani dello Studio Fundo, che assieme al figlio Gianmarco ha steso il progetto. “Ora mancano solo gli ultimi 730 metri per completare l’anello intorno all’aeroporto. Se continuiamo su questa strada, uniti come abbiamo dimostrato di saper fare, il risultato è assicurato”. Adamo Venturelli, nel suo discorso, ha voluto ringraziare Enac e l’Aeroclub di Pavullo, per la collaborazione prestata ai lavori. E non ha mancato di ricordare che la generosità delle imprese ha portato all’opera anche un plus, non previsto dal progetto iniziale. Poco dopo l’imbocco da via Monte Grappa è stata infatti

realizzata una rotonda funzionale all’innesto del quarto stralcio. È nata anch’essa dall’entusiasmo collettivo ed è stata finanziata dal Rotary Club Frignano, su disegno di Alessandro Rovinalti, amministratore delegato dell’omonima azienda pavullese, che non ha smesso di lavorare al progetto nemmeno durante le vacanze estive, affinché fosse pronto in tempo.

CLEANIUM, LE COLONNINE IGENIZZANTI FIRMATE VOILÀP DIGITAL Una nuova gamma professionale di dispositivi per uso igienico-sanitario, realizzati per aiutare le aziende nei processi di igienizzazione delle mani all’interno dei propri stabilimenti e delle proprie aree produttive. È la linea di prodotti Cleanium firmata da Voilàp Digital, azienda digitale parte del gruppo Voilàp Holding, nata nel 2011 a Limidi di Soliera, in provincia di Modena, che realizza soluzioni software e hardware made in Italy per implementare l’esperienza d’acquisto di qualsiasi punto vendita. Voilàp Digital, in seguito all’emergenza sanitaria causata dalla pandemia Covid-19, si è attivata infatti per portare nel proprio catalogo una nuova gamma di dispositivi per semplificare il rispetto delle nuove normative in termini di igiene e prevenzione nella diffusione del contagio. La gamma di colonnine sanificanti automatiche nasce per accompagnare le aziende in questo periodo e coprire agilmente le nuove esigenze che si sono presentate in seguito alla pandemia. “Adottare

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WIENERBERGER BRICK AWARD ANNUNCIATI I VINCITORI 2020

quotidianamente la buona abitudine di disinfettare le mani più volte al giorno è una pratica indispensabile per preservare la nostra salute e quella delle persone con cui entriamo in contatto nei luoghi di lavoro. Per questa ragione ogni Cleanium è dotato di un erogatore che rilascia la corretta quantità di liquido disinfettante, basta passare le mani sotto al sensore per attivarlo, riducendo lo spreco di gel sanificante e garantendo l’igienizzazione completamente touchless”, spiegano dall’azienda. L’interno dei prodotti della gamma è sigillato per mezzo di una capsula di vetro che, insieme alle semplici procedure di ricarica, permette di mantenere sanificati i dispositivi per tutta la durata della loro vita, assicurando più di 7.000 erogazioni con una sola carica da 3,1 litri. Ogni prodotto della linea è infatti dotato di un display OLED per monitorare i consumi in tempo reale ed è inoltre possibile creare un network di dispositivi per controllare il funzionamento di tutti i dispositivi attraverso l’applicazione Cleanium Cloud Connect. “Il dispositivo entry level, Cleanium One (Cleanium Child per i bambini), è una soluzione versatile e adatta ad ogni tipo di ambiente, dotata di un ampio spazio dedicato alla comunicazione e completamente personalizzabile. Cleanium Smart e Cleanium Wall sono realizzati invece per ambienti più contenuti, caratterizzati da un design funzionale, e disponibili rispettivamente in versione con basamento o per l’installazione a muro. Il top della gamma è sicuramente Cleanium Thermoscan che al sistema di erogazione del liqui-

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do sanificante combina uno scanner termico per la rilevazione della temperatura corporea e la presenza della mascherina”, evidenziano ancora da Voilàp Digital. Il sensore della termocamera CMOS Dual Camera è in grado di misurare la temperatura corporea e la rilevazione della mascherina in meno di 0,2 secondi. Il dispositivo può essere configurato per l’apertura automatica di un tornello o di un ingresso solo nel caso in cui la temperatura rilevata risulti inferiore ad un valore impostato dall’utente e, in questo modo, è possibile automatizzare il controllo degli accessi in azienda e le operazioni di controllo della temperatura. Voilàp Digital ha riservato agli associati di Confindustria Emilia un prezzo agevolato sui prodotti della linea Cleanium. Per info: www.voilapdigital.com/it/categoria/cleanium; ncaiumi@voilap.com

Un concorso architettonico biennale di fama internazionale, pensato per rendere omaggio all’architettura in laterizio moderna e innovativa, capace di dimostrare come i materiali in ceramica vari e diversificati possano essere utilizzati per pareti, facciate, tetti e pavimentazioni. Promosso da Wienerberger AG e pensato per offrire un palcoscenico agli architetti e alle eccellenze architettoniche in laterizio di tutto il mondo, è il “Wienerberger Brick Award”, la cui nona edizione si è conclusa lo scorso 23 settembre con una cerimonia online che ha visto la selezione di sei vincitori per le cinque categorie: Feeling at Home, Sharing Public Spaces, Living Together, Working Together e Building Outside the Box. “L’architettura ha un importante ruolo di mediazione tra le persone e l’ambiente. Nelle aree urbane, in particolare, vediamo la necessità di approcci innovativi e la creazione di ambienti attraenti, residenziali e non”, osserva Heimo Scheuch, presidente del Consiglio di Amministrazione del Gruppo Wienerberger. “L’architettura deve reinventarsi costantemente lavorando con nuove forme, materiali e concetti di utilizzo. Oltre alle aspirazioni estetiche, esistono normative tecniche rigorose e requisiti di qualità sempre più esigenti da soddisfare. Le questioni come la sostenibilità, l’edilizia efficiente dal punto di vista energetico e la riciclabilità, sono tanto imperative quanto evidenti in questi giorni. Allo stesso tempo, l’accessibilità economica degli edifici è un aspetto essenziale da tenere presente”. Quest’anno, 520 architetti in 55 Paesi hanno presentato il numero record di 644 progetti,


BONUS 110%: COSTO ZERO CHIAVI IN MANO, ACCORDO ANCE EMILIA-NOMISMA OPERA

50 dei quali sono stati selezionati per la sessione finale dalla giuria, composta dagli architetti di fama internazionale Helena Glantz, Urban Design (Svezia), Toni Gironès Saderra, Estudi d’Arquitectura Toni Gironès (Spagna), Tina Gregoric, Dekleva Gregoric Architects (Slovenia), Mette Kynne Frandsen, Henning Larsen Architects A/S (Danimarca), Jonathan Sergison, Sergison Bates Architects (Regno Unito). Ad aggiudicarsi il premio di 29.500 euro totali sono stati, per la categoria “Sharing public spaces”, l’Università di Silesia, Facoltà di Radio e Televisione, vincitrice anche del Grand Prize; per la categoria “Living together”, il progetto Prototype Village House; per la categoria “Feeling at home”, Iturbide Studio; per la categoria “Feeling at home”, Can Jaime I n´Isabelle, vincitore del premio special; per la categoria “Working together”, City Archive Delft; per la categoria “Building outside the box”, Maya Somaiya Library. Come negli anni precedenti, Wienerberger, che non ha diritto di voto sulla decisione della giuria, accompagna il concorso di architettura presentando i 50 progetti selezionati, inclusi i vincitori, in un libro dal titolo “Brick’20”, pubblicato in collaborazione con Park Books. Cinque saggi di autori internazionali completano questa panoramica dell’architettura contemporanea in laterizio, che punta i riflettori sui materiali da costruzione in argilla, senza tempo e capaci di adattarsi perfettamente a un’architettura innovativa e lungimirante.

È stato siglato lo scorso 21 settembre l’accordo di collaborazione tra ANCE EMILIA Area Centro, che riunisce i costruttori di Bologna, Ferrara e Modena, e Nomisma OPERA. Nasce così una piattaforma operativa che garantisce, attraverso i superbonus fiscali sulla casa potenziati al 110%, interventi di riqualificazione energetica e sismica realmente a costo zero per le famiglie. Secondo l’ultima indagine di Nomisma, prima del Decreto Rilancio le famiglie potenzialmente interessate alla ristrutturazione della propria abitazione erano stimate in 6,3 milioni, ma con l’arrivo e l’attuazione del superbonus del 110% il target è almeno raddoppiato a 12,5 milioni, pari alla metà delle famiglie italiane. Tuttavia, la riqualificazione energetica e sismica nel mondo dei condomìni e le istanze normative previste dal superbonus presentano una complessità tecnica e un iter procedurale tali da rischiare di non consentire il coinvolgimento delle piccole-medie Imprese, e la diffusione del bonus eccezionale a tutte le famiglie italiane. Per questo Nomisma, società indipendente di consulenza economica, e ANCE EMILIA Area Centro, la più importante associazione di costruttori edili del sistema ANCE della regione, hanno deciso, con un accordo di collaborazione esclusiva per il territorio delle province di Bologna, Ferrara e Modena, di scendere in campo operativamente per la gestione dei processi del 110%, attraverso la nuova intrapresa Nomisma OPERA, che si pone a fianco delle imprese con il ruolo di arranger, coordinatore e garante di processo, con il fine di assicurare ai condomìni e alle famiglie la realizzazione di interventi di riqualificazione energetica e sismica realmente a costo zero. Un risultato di cui il presidente di ANCE EMILIA Area Centro, Giancarlo Raggi, si dichiara soddisfatto: “Sarà un punto di riferimento, altamente qualificato, in un mercato in grande fermento; e una reale opportunità, esclusiva per le Imprese di ANCE EMILIA Area Centro e per i territori, in alternativa ai grandi general contractor”. Il fine comune è, infatti, quello di introdurre le migliori risorse manageriali, tecniche e finanziarie per coordinare la progettazione di interventi più vantaggiosi ed eleggibili dal superbonus del 110%, con la collaborazione delle Imprese più idonee a realizzarli e dei finanziatori in grado di garantire il finanziamento dei lavori e la cessione del credito. La piattaforma operativa supporterà concretamente e contemporaneamente condomìni e Imprese nella gestione di un processo così complesso che, se non opportunamente organizzato e connesso con le esigenze poste dai soggetti candidati alla cessione del credito (check list tecnica, documentale, avanzamento lavori), rischia di vanificare il potenziale del superbonus del 110%. Tutto ciò rappresenta un vantaggio sia per le famiglie, in quanto assicura tutti i benefici previsti dal superbonus del 110% fino alla riqualificazione a costo zero per il condominio, sia per le Imprese perché le sgrava da incombenze tecnico-amministrative necessarie ai fini dell’ottenimento della necessaria cessione del credito d’imposta derivante dagli interventi operati con l’agevolazione del superbonus del 110%.

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ICT, motore per l’innovazione

rubrica a cura di ReteICT

Business Intelligence e Data Mining Google, Amazon e le più grosse company mondiali fanno miliardi grazie all’analisi dei dati raccolti… e noi cosa facciamo? Prendiamo ancora decisioni a “lume di naso”? Il valore dei dati (un tesoro a portata di mano) Fare Business Intelligence (BI) significa cercare, raccogliere, organizzare e interpretare tutti i dati reperibili nel sistema informativo (e nelle fonti esterne disponibili) e trasformarli in informazioni utili per controllare meglio i processi aziendali e accrescere il proprio vantaggio competitivo, rendendo disponibili tutte le informazioni strategiche e statistiche in modo automatico o semi-automatico a chi svolge mansioni direttive o decisionali. Poiché i concetti di “informazione” e di “significato” sono legati strettamente all’ambiente in cui si opera, ogni dato può essere interessante o trascurabile a seconda del tipo di situazione che si desidera analizzare o controllare e la BI ha in genere un duplice utilizzo: • estrazione di informazioni implicite e nascoste (che vengono rese disponibile e utilizzabili), • individuazione di schemi (pattern) che consentono di individuare e descrivere fenomeni statistici.

Questo tipo di attività, già cruciale in ambito scientifico, è diventata oggi fondamentale anche per un migliore approccio alle problematiche commerciali e produttive, dall’analisi delle relazioni con i clienti (CRM) o in ambito risorse umane, fino all'individuazione di comportamenti anomali nei processi industriali.

Per estrarre i dati e valorizzarli non serve un “guru” Il modulo “Business Intelligence e Data Mining” di un ERP è uno strumento che può essere utilizzabile anche da chi non è dotato di specifiche conoscenze statistico-informatiche, e consente di creare dashboard per analisi performanti e consistenti a fronte di grandi moli di dati aziendali.

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A maggior ragione se il modulo è perfettamente integrato con tutto l’ERP, o addirittura nativo al suo interno.

Tramite un menu iniziale di scelta rapida (in cui è possibile scegliere se creare una nuova statistica o caricarne una esistente) si può quindi avere la possibilità di: • organizzare i dati estratti in formato visuale e puntuale grazie a grafici interattivi e griglie pivot, da cui è possibile produrre immediatamente esportazioni in tutti i più comuni formati di reportistica (Excel, xml, testo, ecc.); • avere accesso a un cruscotto di riepilogo delle statistiche generate per semplificare la navigazione tra diverse analisi (è inoltre possibile comandare la visibilità e lo stato dell’invio, per ogni analisi); • creare mail template, formattando oggetto e testo del corpo, da associare all’invio automatico (con opzione di comando invio unificato delle analisi schedulate alla stessa pianificazione temporale per uno stesso destinatario); • impostare la condivisione pubblica o privata delle statistiche per gestire l’eventuale visibilità dei report salvati con tutti gli utenti.


La raccolta e la trasformazione dei dati si può realizzare in modo semplice ed efficace grazie a due caratteristiche fondamentali. 1. Un unico Ambiente integrato permette di ridurre i tempi di sviluppo e raccolta attraverso strutture pronte all’uso, abbattendo considerevolmente i costi di implementazione. 2. Un unico Repository centralizzato per tutte le fonti dati consente di trasformare i dati “grezzi” in dati a valore garantendo l’univocità informativa ed evitando l’effetto Data Jungle. Ancora meglio se il modulo è stato progettato per gestire i dati presenti non solo sul Data Base dell’ERP (Small Data) ma anche su DB esterni (Big Data).

Data Visualization Dashboard (i tipi di cruscotto per guidare l’azienda) L’analisi e la gestione dei dati avvengono attraverso l'uso di strumenti di data visualization e reporting secondo diversi tipi di approcci, per garantirne la maggiore efficacia e condivisione: • report tradizionali: cruscotti statici volti a visualizzare, in maniera sintetica, analisi svolte. Tendono a essere condivisi nei formati più comuni, via e-mail o su portali aziendali (grazie anche a BPM) • dashboard periodiche: cruscotti di visualizzazione dinamici in cui l’utente può interagire con i dati in maniera limitata, per esempio inserendo filtri o compiendo operazioni di drill-down (esplosione del dato). L’aggiornamento dei dati avviene periodicamente, a intervalli differenti a seconda del contenuto specifico, e non necessariamente nel momento stesso in cui la fonte dati viene aggiornata. Gli utenti vengono avvertiti al verificarsi degli aggiornamenti ad esempio tramite BPM • dashboard aggiornate in tempo reale: cruscotti di visualizzazione dinamici in cui l’aggiornamento dei dati avviene in tempo reale, nel momento stesso in cui viene aggiornata la fonte dati

Obiettivi comuni Ogni realtà aziendale può avere il focus maggiore su processi specifici per la propria tipologia produttiva, ma gli obiettivi di tutte le realtà sono in genere i seguenti: • Avere a portata di click una analisi immediata in pochi istanti • Analisi accessibili ovunque e condivisibili • Pieno controllo dei processi (produttivi e gestionali) Nell’esempio seguente lo schema di monitoraggio continuo di una linea di produzione con analisi dei dati in tempo reale.

Campi di applicazioni della Business Intelligence Nel prossimo numero esamineremo alcune applicazioni pratiche dei moduli di Business Intelligence nelle principali aree aziendali: • area Acquisti (analisi fornitori e ordini di acquisto), • area Vendite (analisi portafoglio e ordini di vendita), • area Produzione (pannelli di controllo OEE e CMMS), • area HR-Personale (Analisi per dipendente, funzione, centro di costo, ecc.). Stefano Frascari Centro Software srl – www.centrosoftware.com Immagini di proprietà Centro Software srl

ReteICT è una associazione di imprese del settore ICT promossa da Confindustria Emilia

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premio mascagni Tenacia, impegno e

cultura d’impresa di Raffaella Mazzali

Il lockdown non ha compromesso la testimonianza delle 32 aziende coinvolte nell’edizione 2020 del Premio Paolo Mascagni

N

essuna consegna vis a vis prenditori che con il loro imdella targa a ricordo della pegno, i loro sacrifici, i loro partecipazione al premio, investimenti, con la loro crenessuna foto di gruppo dei atività costruiscono qualcosa protagonisti delle 32 azien- per tutti noi, per il territorio, de coinvolte. La nona edizione del Premio per la società”, ricorda BramMascagni si è svolta, per la prima volta, in billa. “Già l’anno scorso dissi una sala virtuale in cui gli imprenditori si che per fare l’imprenditore sono potuti salutare solo online. Ma, viste le ci vuole impegno e, lasciapremesse di questa primavera, il lockdown e temelo dire, anche una buole restrizioni di tutti questi lunghi mesi do- na dose di pazzia, perché si vute al Coronavirus, la cerimonia avvenuta rischia del proprio, e chi lo lo scorso venerdì 13 novembre ha avuto il fa non ha solo un fine ecosapore della vittoria, non certo della resa. nomico ma c’è un interesse Lo ha ricordato anche Elena Zacchiroli Ma- a fare qualcosa per la colletscagni, moglie di Paolo Mascagni, cui Con- tività. L’Emilia è una realtà di findustria Emilia ha intitolato il premio, per grandi talenti, di imprese che ricordare l’imprenditore scomparso: “Sco- hanno innovato, che hanno prire di essere arrivati a questa cerimonia è mostrato genialità, fantasia e stata una graditissima sorpresa. Parlo a nome molto coraggio. Tutte queste della famiglia e posso dire che siamo molto caratteristiche, in un periocolpiti dal fatto che, anche in queste condi- do come quello che stiamo zioni, siate riusciti a portare avanti, con la vivendo, assumono una vaconsueta dedizione e passione, questa ini- lenza ancora maggiore. È ziativa. Noi partecipiamo sempre col cuore superfluo ricordare come gli www.confindustriaemilia.it e ringraziamo moltissimo Confindustria ultimi mesi siano stati diffiEmilia e Il Resto del Carlino che con questa cili: le aziende hanno dovuto manifestazione, da così tanti anni, tengono fermarsi per qualche tempo e vivo il ricordo di Paolo”. quando sono ripartite hanVincitrice di questa edizione è l’azienda Ca- no compiuto un altro mezzo miracolo”. E soni Fabbricazione Liquori di Finale Emilia, Brambilla conclude: “Ma le difficoltà non in provincia di Modena, che dopo diversi sono finite e la fase di emergenza si sta rianni e alcuni passaggi di mano è tornata di presentando. Il che rende ancora più eviproprietà della famiglia che l’aveva fondata dente il coraggio degli imprenditori, perché nel 1814. Un esempio di coraggio che Mi- continuare l’attività, fare lavorare le persone chele Brambilla, direttore del Quotidiano è determinante per la tenuta di tutto il siNazionale e del Resto del Carlino, ha ripetu- stema. D’altra parte, una delle cose che ha tamente sottolineato nel suo intervento. funzionato in questo periodo di emergenza “Sono orgoglioso della fiducia che ci dà è la sicurezza sui posti di lavoro. I dati conConfindustria Emilia coinvolgendoci in fermano che le aziende hanno avuto pochi questo premio, che ogni anno va agli im- casi di contagio, pur avendo a che fare con

Nona edizione

regole e restrizioni nuove, inedite, che hanno costretto spesso a lavorare in modo diverso”. Ospite della cerimonia di quest’anno, sempre online ovviamente, è stato Federico Rampini, giornalista e corrispondente dagli Stati Uniti per la Repubblica. “Abbiamo voluto, a pochi giorni dal voto americano, avere un’opinione autorevole e approfondita”, spiega Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia, rimarcando l’importanza di ritrovarsi insieme a celebrare l’edizione nu-

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mero nove del premio Mascagni. E, in diretta, con tutti i presenti a fare da testimoni, viene assicurato anche l’importante appuntamento del prossimo anno, il decennale della manifestazione: Caiumi e Brambilla confermano che anche il 2021 vedrà questa formula ritornare sulle pagine del Resto del Carlino, prendendo appuntamento già per il prossimo novembre alla Sala Biagi di Bologna per celebrare l’evento. “Questo è un anno difficile perfino da definire”, continua, poi il presidente di Confindustria Emilia. “È stato lunghissimo e faticosissimo da affrontare. Nessuna crisi, nemmeno le più dure, ci avevano preparato a questo, che però non ha inciso sul percorso del premio Mascagni. Come ogni anno, sulle pagine del Carlino e sul sito online del giornale abbiamo trovato ogni settimana un’azienda che si è raccontata, offrendo la propria esperienza e la propria testimonianza. Così, altre 32 imprese si sono unite al numero delle partecipanti a questa iniziativa, che sono arrivate già a 352”. “L’interesse suscitato dimostra che era corretta la nostra intuizione: mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sulle molte nostre imprese che, nonostante il falcidiare della crisi economica, non rinunciavano a premere sull’acceleratore della crescita. Ognuno a suo modo, ma con un obiettivo importante per tutta la comunità: se l’impresa resiste e cresce è il territorio nel suo insieme che ne trae forza”. E del rapporto tra industria e territorio, un esempio importante è l’agenda Onu 2030. “È la nuova strategia globale di riferimento per lo sviluppo sostenibile a livello internazionale. Promossa dalle Nazioni Unite, approvata nel 2015, è composta da 17 Obiettivi da raggiungere entro il decennio. Qualcuno l’ha definita ‘il Business Pian del secolo’”, spiega Caiumi. “Quelli della sostenibilità e dell’ambiente sono due temi centrali non solo per la società, ma anche per le imprese. Per questo come associazione stiamo lavorando nelle nostre filiere per piani di lavoro dettagliati e applicabili, per ogni gruppo di imprese. Chi inverte per primo il trend acquista vantaggio sociale e competitivo. Noi vogliamo batterci per questo obiettivo. La storia del Premio Mascagni ci insegna che la somma dei singoli sogni ci consegna una grande comunità, che uscirà unita, da questa fase difficile, e proiettata alle sfide del domani”.

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In alto: Giulia Mascagni, Tommaso Mascagni, Elena Zacchiroli Mascagni e Pietro Mascagni. Al centro Michele Brambilla e Valter Caiumi (immagini d'archivio riferite a passate edizioni) Sotto: Pier Giorgio Pola e Paolo Molinari con il premio ricevuto quest'anno


LE ELEZIONI USA E L’EFFETTO BIDEN SULL’EUROPA NELLE PAROLE DI FEDERICO RAMPINI “Sono passati dieci giorni dalle elezioni, ma siamo ancora in campagna elettorale”: inizia così l’intervento online di Federico Rampini, giornalista e corrispondente dagli Stati Uniti per La Repubblica, ospite della nona edizione del Premio Mascagni. Ed entra subito nel vivo: “Mi spiego: il 5 gennaio si voterà in Georgia per assegnare gli ultimi due seggi senatoriali mancanti. Adesso, il Senato è a maggioranza repubblicana per due seggi; c’è, quindi, una modesta speranza per Joe Biden di conquistarlo, nel qual caso avrebbe una buona libertà di manovra per realizzare la sua agenda di governo. Ma sembra piuttosto improbabile. Questo spiega il perdurare di toni elettorali e l’atteggiamento attuale così pervicace di Donald Trump. La situazione, intanto, è assolutamente anomala, senza precedenti, con un presidente sconfitto che rifiuta di accettare il vincitore. Con una serie di conseguenze, a cominciare da un passaggio delle consegne che normalmente dovrebbe essere già in corso, in quanto meccanismo ben collaudato della democrazia americana: quando un’amministrazione perde un’elezione comincia da subito a istruire l’amministrazione entrante su una serie di dossier. Qui invece c’è una totale mancanza di dialogo. Ma veniamo ai numeri, che hanno procurato a Biden una vittoria dimezzata, molto meno ampia di quanto ci si aspettasse, e una vera debacle dei sondaggi. Il che la dice lunga, però, anche su una certa collusione tra le élite progressiste e i media in questo Paese: per quattro anni, è stata raccontata la favola di un’America dove era in corso una massiccia reazione di rigetto contro Trump. Invece, nonostante tutto quello che è successo, dall’impeachment al Coronavirus, Trump ha perfino aumentato i suoi voti, in numero assoluto, ottenendo 71 milioni di voti, in termini percentuali più o meno il consenso raccolto nel 2016. Biden ha fatto meglio di lui, cinque milioni di voti in più, però i repubblicani mantengono la maggioranza al Senato e questo è importantissimo. Il Senato, nell’equilibrio istituzionale americano è perfino più importante della Camera, anche se il sistema è di bicameralismo quasi perfetto. Il presidente ha bisogno del Congresso per governare: tutte le leggi che comportano nuove tasse o nuove spese hanno bisogno della sua approvazione. In più, il Senato ha una prerogativa specifica, ratificare le nomine più importanti del presidente, quindi avrà voce in capitolo perfino nella composizione del futuro governo. Un Senato ancora in mano ai repubblicani significa che Biden dovrà mediare e negoziare quasi tutto, e questo sarà un grosso limite per la vittoria democratica. Passando all’analisi sociale, da segnalare che non c’è stata una vera e propria riconquista del voto operaio; la classe operaia continua a votare per Trump. Biden ha fatto qualche modesto recupero che gli ha permesso di strappare ai repubblicani alcuni stati industriali del

Midwest, Michigan, Wisconsin, Pennsylvania, però, se si guardano nel dettaglio i risultati in questi stati, Biden è riuscito a migliorare le posizioni dei democratici nei ceti medio-alti, mentre il fenomeno dei repubblicani ‘partito della classe operaia’, anche se era già in corso, si è rafforzato molto con Trump. Ma anche la narrazione dominante nei media progressisti di una grande ondata antirazzista, di un determinismo etnico, si è dimostrata infondata, perché non è scontato che gli immigrati debbano per forza votare democratico. Ci sono anche buone notizie, in particolare per l’Europa. Iniziamo col dire che l’unico settore in cui un presidente Usa non ha bisogno di negoziare con il Congresso, perché ha molta libertà di manovra, è la politica estera. Biden è un fervente atlantista, nei suoi 48 anni di carriera politica ha sempre avuto molta attenzione per gli alleati europei, si è molto occupato di politica estera. È ragionevole prevedere che questo sarà un presidente che ricucirà dei rapporti che erano diventati molto tesi. Cosa significa? Dal punto di vista pratico, per esempio, io mi sentirei di prevedere che i dazi che Trump aveva messo su una serie di importazioni europee, colpendo anche prodotti italiani, dai vini ai formaggi fino all’acciaio, hanno i mesi contati. Altri temi su cui Biden ha una certa libertà di intervento sono quelli ambientali: è già stato annunciato che rientrerà negli accordi di Parigi per la lotta al cambiamento climatico, e probabilmente cancellerà tutte quelle azioni a favore delle energie fossili decise da Trump, che erano decreti esecutivi. Anche le politiche di bilancio che verranno messe in atto hanno una ricaduta per le imprese italiane ed europee, perché il mercato Usa è uno dei principali sbocchi e quindi sapere quali sono le prospettive di ripresa è rilevante. La ripresa è in atto, perché Trump aveva applicato delle politiche neokeynesiane di deficit spending, negoziando degli accordi con la maggioranza democratica alla Camera: ci sono state ben quattro maximanovre di spesa pubblica a sostegno delle imprese, delle famiglie, dei disoccupati. L’effetto di queste azioni si è esaurito nell’estate, però hanno prodotto risultati. Il 2020 si dovrebbe chiudere con una perdita intorno al 2,5%, un dato meno catastrofico di quanto ci si aspettava, e il mercato del lavoro si sta riprendendo. Ora, per Biden, il problema sarà che c’è stato un accordo bipartisan per queste manovre nel corso del 2020, ma non è detto che sia replicabile, perché i repubblicani sono propensi a spendere quando sono al governo, ma con un presidente democratico riscoprono l’austerity. Molto dipenderà dalla capacità di negoziazione di Biden, che ha una lunga esperienza, è uomo pragmatico che sa dialogare con l’avversario”.

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premio mascagni

La parola ai protagonisti BIO 5 “Dal 1986 la Bio 5 è pioniera nel garantire alle aziende sicurezza e salute sul lavoro. La parola d’ordine è integrazione di competenze trasversali in materia di qualità delle lavorazioni, sicurezza, ambiente e salute, in un viaggio in cui la cultura della prevenzione diventa un vantaggio di impresa”.

“Il nostro packaging per prodotti dolciari è tra i più ricercati, anche all’estero. In questo periodo, la consegna a domicilio ha fatto sì che le aziende alimentari e i piccoli artigiani continuassero a fare ordini. Oltre alla velocità del servizio, la richiesta è di prodotti sempre più personalizzati e innovativi”.

Angelo Mancini e i figli

Daniele Setti

CASONI “È stato un onore aver riportato a Finale Emilia la proprietà di Casoni Fabbricazioni Liquori, una distilleria fondata qui nel 1814. È un settore difficile e abbastanza saturo, ma 200 anni di storia ci consentono di avere un ‘expertise’ che si fa strada tra i colossi internazionali”. Pier Giorgio Pola

EMILIA FOODS “Partiamo dai prodotti tipicamente italiani e li ‘reinventiamo’ per il mercato estero, sempre lavorando con le eccellenze. Abbiamo iniziato esplorando il mondo, disponibili ad affrontare sfide sempre nuove. Il nostro primo mercato sono stati gli Usa ma oggi siamo pronti a ‘tornare a casa’”.

DZ TRASMISSIONI “Realizziamo gruppi a squadro, che rendono possibile il moto angolare. Si trovano dai teatri ai treni tedeschi, fino alla tecnologia satellitare. Il nostro successo è frutto di oculate scelte imprenditoriali e una capacità costante di innovare ma anche di un parco di fornitori con noi da sempre”. Claudio Pullega

ENTE CERTIFICAZIONE MACCHINE “Siamo un ente indipendente di certificazione, ispezione, testing e formazione. Abbiamo iniziato nel campo delle macchine, per poi ampliarci. Il nostro punto di forza è la garanzia di risposte in tempi certi, nonché un rapporto costante con il cliente e la massima competenza dei nostri tecnici laureati”.

premiomascagni Roberta Frequenza

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BOMBONETTE

Luca Bedonni


ESSETI

F.T.P.

“Produciamo circuiti stampati dal 1979, ma dagli anni 2000 ci siamo orientati su produzioni speciali, delle quali forniamo versioni custom, adattate, assieme alle varie forme di consulenza, sulle specifiche esigenze della clientela, che va dal settore medicale a quello militare e alle telecomunicazioni”.

“La nostra mission è affiancare il cliente nell’attività quotidiana, offrendo soluzioni e progetti chiavi in mano. La sicurezza informatica è un tema importante e la sfida è essere preparati non solo da un punto di vista dell’Information technology, ma anche a livello di processo e di formazione del personale”.

Alberto Zanella

Stefano Talami

F.LLI BENAZZI

GARC “Dal 1975 Garc offre infrastrutture, impianti e servizi, con sempre maggiore attenzione all’ambiente. Da allora, siamo evoluti sommando nuove competenze. Il concetto che lega il passato al presente per noi si esprime nel termine ‘interazione’. Lo scopo dell’azienda è governare la complessità, non inseguirla”.

“Da quasi 50 anni operiamo nel trasporto merci, in particolare di prodotti alimentari, ma anche nel settore legno e nel vitivinicolo. Nel tempo ci siamo innovati, con opere logistiche importanti, per l’attività di stoccaggio. E quasi tutti i nostri mezzi sono green, cioè con propulsori a metano”. Fabiano e Luciano Benazzi

GFC CHIMICA

Andrea Grillenzoni

GRUPPO COIND

“Ci occupiamo di vernici, ma con un’attenzione particolare all’innovazione. Il nostro laboratorio effettua svariate ricerche per tante aziende e il fatto che riusciamo a dare risposte concrete alla clientela ci rende autorevoli sul mercato quando proponiamo prodotti realizzati direttamente da noi”.

“Siamo fra i gruppi meno noti al pubblico ma più diffusi in Italia, perché realizziamo produzioni a marchio del distributore. La torrefazione è stata la base di partenza di Coind, e il caffè è il nostro prodotto di punta, ma operiamo anche nella sanificazione, nella cosmesi e nei prodotti da toilette”.

Dario Cervellati

HYDROPLANTS “Da semplice negozio di piante, nel 1986, abbiamo compiuto il nostro primo passo, specializzandoci nella consulenza progettuale: non ci limitavamo a vendere ma a progettare gli spazi verdi del cliente. Poi abbiamo trasferito lo stesso concetto di servizio sull’outdoor, occupandoci di giardini all’aperto”. Saverio Santi

Luca Cioffi

IMPRIMA

Pantaleo Ingrosso e i figli Federico e Michelangelo

“La nostra azienda è specializzata in etichette durevoli. Non abbiamo prodotti standardizzati, tutto è personalizzato. Abbiamo sempre lavorato per anticipare le richieste della clientela più esigente, investendo in nuovi progetti e macchinari, garantendo ampie possibilità di stampa, taglio e confezione”.

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LOGIKAMENTE “Siamo specializzati nello sviluppo di software finalizzati a migliorare, ma anche a controllare, i risultati offerti dalla produzione, e di soluzioni per la gestione del magazzino, il suo efficientamento e l’ottimizzazione dei processi logistici interni ed esterni alla fabbrica, in ottica Industria 4.0”. Francesca Cavazzuti e Stefano Ciammarughi

MIELE “Dal 1998 abbiamo creato un polo all’avanguardia per lavare e sanificare dagli indumenti delle case di riposo alle tute da lavoro. Le nostre nuove frontiere sono l’analisi microbica, la lotta agli sprechi, in particolare idrici, e la ricerca di un basso impatto ecologico. Il tutto garantito e certificato”. Corrado Girotti e la madre Maria Adelaide Carlotti

MODULA “Il vantaggio dei magazzini Modula è disporre di un software dedicato che si integra nel sistema gestionale e controlla le scorte. Conoscendo le tecnologie elettroniche ho intuito che uno strumento del genere potesse servire alle aziende prima ancora che le imprese stesse potessero rendersene conto”. Franco Stefani

OFFICINE BARBIERI “Produciamo strutture meccaniche medio-pesanti per conto terzi, che in realtà sono prodotti finiti, non una semplice componente. Trasformiamo in prodotto il disegno del cliente: da importanti componenti del Mose di Venezia a macchine per il riciclaggio, alla copertura dello Juventus Stadium”. Dante, Nicola e Annalisa Barbieri

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MAKEITALIA “Abbiamo deciso di condividere le nostre competenze per creare una società di consulenza specializzata in supply chain: aiutiamo le aziende ad arrivare ad una fornitura ineccepibile nella qualità e nel tempo. Siamo cresciuti diventando una realtà unica a livello nazionale grazie a un’alta specializzazione”. Roberto Ferrari, Marcello Carretta e Francesco Tonolo

MINELLI UTENSILI “Da dipendente, nel 1987 con mia moglie e mio figlio decidiamo il grande passo, dedicandoci alla progettazione e realizzazione di strumentazioni di precisione su misura per ogni tipo di clientela. La passione per ciò che si fa è la chiave di tutto, sia quando avevamo quattro clienti sia ora che ne abbiamo più di 80”. Salvatore Minelli e lo staff

MOTOVARIO “Siamo specializzati nella produzione e commercializzazione di motoriduttori e motori elettrici, costantemente impegnati nell’innovazione e nella soddisfazione dei clienti. Apparteniamo a un gruppo internazionale ma siamo protagonisti di una straordinaria storia e di una cultura tutta italiana ed emiliana”. Franco Pacini

PROGEA “La nostra software house ha iniziato nel settore della supervisione industriale. Poi ci siamo concentrati nello sviluppo di una piattaforma di supervisione aperta. Alla base della nostra filosofia vi è sempre stata l’indipendenza dall’hardware, in modo che gli utenti non abbiano vincoli proprietari”.

premiomascagni Paolo Fiorani


QUICK LOAD “Quella dell’automazione è una rivoluzione legata a doppio filo all’evoluzione digitale, che sta investendo ogni forma di produzione. Quick Load non realizza solo isole di automazione, ma ‘pacchetti chiavi in mano’, fatti di macchinari all’avanguardia e delle relative tecnologie di gestione”. Davide Valentini

TIPOGRAFIA ALTEDO

SELETTRA “I nostri prodotti hanno potenza e affidabilità, ma in miniatura. I campi di applicazione sono molto numerosi, dai motori a spalla per il parapendio alle centraline di motoseghe, soffiatori e decespugliatori, passando per moto, minimoto e go-kart. Il nostro valore aggiunto è la qualità italiana”. Sergio Pozzi

TNS

“Il nostro lavoro è comunicare con la carta stampata. Ma abbiamo applicato l’innovazione, puntando a settori di nicchia e realizzando prodotti di alto livello. Ci siamo concentrati sulla progettazione, produzione e confezionamento di prodotti di lusso come cataloghi, packaging e progetti speciali”.

“Operiamo nel campo delle tecnologie di comunicazione applicate ai pagamenti. L’idea vincente fu posizionare dei nodi di copertura provinciali nella rete sconfinata che si stava formando. Poi la multinazionale Tns ha spalancato per noi un futuro legato al wireless e alla penetrazione nei mercati esteri”.

Mattia Trentini

Giovanni Mistè

TREDIGRAPH

TXT

“Tredigraph nasce nel 1999 dal sogno di trasformare la mia passione per la computer grafica in un lavoro a tempo pieno. Oggi siamo undici persone e, nel panorama delle case di produzioni video, ci siamo fatti strada, realizzando con successo video e animazioni per aziende di altissimo livello”.

“Nel 1991, grazie all’informatica, da piccola libreria che commercializza testi scolastici siamo diventati un’azienda con cinque milioni di libri lavorati. Un altro passo è aver aggiunto alla grande distribuzione il retail, cioè ottomila punti vendita. E intendiamo investire molto anche sull’online”.

Vittorio Manzini

Mauro Padovani

VECTION ITALY “Vection è una multinazionale che progetta e produce soluzioni per la trasformazione digitale delle aziende e non ha confini geografici. Le nostre sedi di ricerca e sviluppo sono a Casalecchio e a Bari, quelle produttive a Mumbai, in India, e nelle Filippine, quelle commerciali a San Francisco e a Perth”.

WEBASTO “Siamo il braccio italiano del gruppo tedesco Webasto, con alta specializzazione in sistemi di climatizzazione. Investiamo nella ricerca sull’efficienza energetica, condizione ormai ineludibile per lo sviluppo industriale, e sulla digitalizzazione delle linee di produzione, in ottica 4.0”.

premiomascagni Gianmarco Biagi

Patrizia Draghetti

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ZADI

ZUFFELLATO TECHNOLOGIES

“Ci occupiamo di componentistica elettromeccanica per il settore automotive e industriale, sviluppando progetti in co-design per i maggiori costruttori mondiali. Cerchiamo innovazione, ma senza scordare la praticità delle tecnologie tradizionali; il miglior equilibrio tra lo stile e la solida efficienza”.

“L’azienda ha solide radici familiari e si occupa da quasi 50 anni di informatica, divenendo partner di fiducia di molte aziende. Con l’industria 4.0, nasce in agricoltura la necessità di garantire la tracciabilità dei prodotti, in un quadro di grande sicurezza della filiera alimentare”.

Renato Bruno e il team

Enrico Zuffellato

Il vincitore

CASONI, “PORTIAMO I VALORI E LA TRADIZIONE DEL NOSTRO TERRITORIO IN TUTTO IL MONDO”

“In un anno così difficile e complicato ricevere questo Premio per noi è innanzitutto un auspicio e un’ulteriore spinta a continuare a mettercela tutta e far sì che il nostro territorio risulti vincente in una sfida così importante. Una inaspettata e graditissima sorpresa che premia l’iniziativa imprenditoriale mia, di Pier Giorgio Pola e della famiglia Fabbri, e tutto il sistema Casoni, tutte le persone che collaborano affinché i nostri prodotti possano avere successo ed essere apprezzati in tutto il mondo”. Queste le prime parole di un emozionato Paolo Molinari, amministratore delegato di Casoni Fabbricazione Liquori, dopo aver ritirato assieme al presidente Pola il premio, consegnato quest’anno direttamente in azienda, sempre nel pieno rispetto delle norme anti-contagio. Una storia lunga oltre duecento anni quella di Casoni, nata nel 1814 dall’iniziativa di due fratelli, Giovanni e Pietro Casoni, che in un piccolo laboratorio a Finale Emilia, in provincia di Modena, iniziarono a distillare liquori e distillati artigianali, tra i quali l’Anicione, un liquore tipico del territorio che aiutava a scaldarsi nelle fredde notti d’inver-

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no, che ha portato avanti la tradizione di Casoni fino ad oggi, con la stessa ricetta originale. “Abbiamo raccolto la sfida rilevando nel 2016 l’azienda, nella cui crescita ha avuto un ruolo di rilievo mio zio, il Cavaliere del lavoro Mario Casoni, ma che dopo diversi passaggi di mano aveva visto la famiglia Casoni, della quale io rappresento la settima generazione, uscire dalla proprietà. Abbiamo così riacquistato la storica distilleria da un’importante multinazionale italiana, riportando la testa dell’azienda a Finale Emilia e cercando di rilanciare il marchio Casoni a livello locale e internazionale, di essere ‘glocal’, portando i valori e la tradizione della nostra provincia e della nostra regione in tutto il mondo”, continua Molinari. Casoni oggi si propone sul mercato nazionale e internazionale dei liquori con una rinnovata brand identity, che rispecchia l’essenza di un’azienda storica ma in continuo fermento. L’impresa occupa 74 dipendenti e nel 2019 ha avuto un fatturato di 34,2 milioni di euro. Nella sede di Finale Emilia di oltre 15 mila metri quadrati, dove si trovano gli uffici, il laboratorio (l’1% del fatturato è investito annualmente in ricerca e sviluppo) e la sede produttiva, si imbottigliano fino a 60 mila bottiglie al giorno e l’area di stoccaggio consente di avere circa un milione di bottiglie pronte per essere distribuite in tutto il mondo, soprattutto in Germania, Regno Unito, Belgio, Spagna, Francia, Stati Uniti (la quota export è del 48%). “I prodotti di Casoni nascono dalla nostra territorialità, sfruttando e traendo vantaggio dalle eccellenze delle nostre zone, come l’Aceto balsamico, il Nocino di Modena, e dalle caratteristiche tipiche, come il clima che è capace di dare stagionature, sapori, profumi e immagini uniche e apprezzate in tutto il mondo”, conclude Paolo Molinari.

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Aquila d’Oro 2020,

vittoria ex aequo per Pablo Trincia e Concetto Vecchio di Generoso Verrusio

E

x aequo, come solo altre tre volte era successo nella storia del Premio Estense: 1965, 1991, 1999. E ora, con la coppia vincente Pablo Trincia e Concetto Vecchio, anche 2020. Nel 1965 avevano vinto Carlo Bo e Alberto Cavallari, nel 1991 Furio Colombo e Alberto Pasolini Zanelli, nel 1999 Paolo Mieli e Giuseppe Pederiali. Con “Veleno” (edito da Einaudi), un’inchiesta su presunti casi di violenza sessuale su minori e satanismo, la cosiddetta vicenda dei ‘pedofili della Bassa’ modenese, e con “Cacciateli!” (edito da Feltrinelli), la vicenda dei migranti italiani in Svizzera a fine anni Sessanta, Pablo Trincia e Concetto Vecchio hanno messo d’accordo la giuria tecnica presieduta da Guido Gentili, direttore editoriale del Gruppo 24 Ore, e la giuria popolare. Alla sesta votazione, con 20 preferenze ciascuno, i due giornalisti l’hanno spuntata sugli altri due contendenti Silvia Bencivelli e Alberto Sinigaglia. Dopo le votazioni del mattino, avvenute per l’emergenza sanitaria da Coronavirus direttamente al Teatro Comunale, sono stati premiati nel pomeriggio di sabato 26 settembre. A consegnare loro l’Aquila d’oro 2020 sono stati il presidente della Fondazione Premio Estense Gian Luigi Zaina e il presidente di Confindustria Emilia Valter Caiumi. “La storia che racconto nel mio libro”, ha rimarcato Concetto Vecchio, “dimostra che è la paura della concorrenza dello straniero ad alimentare l’odio, concorrenza in senso lato, non solo economico. Anzi, è soprattutto una paura identitaria”. “Veleno nasce per puro caso”, ha sottolineato l’ex inviato delle Iene e di Chi l’ha visto Pablo Trincia. “Cercavo una storia per realizzare un podcast seriale ed è arrivata questa. Un amico e collega, Luca Micheli, me l’ha segnalata una sera. Era la storia di una ma-

dre assolta dopo svariati anni dall’accusa di aver abusato dei propri quattro figli. E poi quella di altri 12 bambini allontanati nello stesso periodo dagli stessi operatori sociali e dallo stesso Tribunale dei Minori. Mi ha colpito per tutto. Perché era diversa dalle altre storie, perché saltavano gli schemi logici, perché metteva tanto a disagio su tante cose. Più mi ci sono addentrato, più ne sono stato ossessionato. È una vicenda che sembra uscita da un disegno di Escher”. “L’edizione 2020 del Premio Estense, oltre che per la situazione eccezionale creata dal Coronavirus”, ha affermato Gian Luigi Zaina, “sarà ricordata per la grande impronta digitale che abbiamo impresso. Da quest’anno, per uscire da Ferrara e dare una visibilità nazionale alla nostra eccellenza culturale, abbiamo letteralmente invaso tutti i canali digitali esistenti: Facebook, YouTube, Twitter, Linkedin, Instagram. Senza dimenticare, ovviamente, il rinnovato sito web istituzionale. Ringrazio Guido Gentili, la giuria tecnica e la giuria popolare, oltre a tutti quelli che a vario titolo hanno reso possibile questa straordinaria edizione 2020”. “La quartina dei finalisti, senza nulla togliere agli altri circa cinquanta candidati al premio,

è stata una selezione di assoluto pregio e valore”, hanno affermato i membri della giuria tecnica. “La battaglia così avvincente e accesa fino alla fine ne è la conferma”. “Il Premio Estense è un appuntamento che si rinnova ogni anno con grandi aspettative”, ha chiosato Guido Gentili. “Anche in questa edizione, credo, siamo riusciti a soddisfare una larga parte di quelle aspettative. La qualità della proposta culturale è sotto gli occhi di tutti e ci ripaga dei grandi sforzi organizzativi che sono stati fatti per allestire il premio nonostante il guaio della pandemia”.

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Grandi apprezzamenti sono stati tributati anche agli altri due libri in gara: Sospettosi (edito da Einaudi) e Fffortissimo. (edito da Accademia Perosi). Il libro Sospettosi è pensato per tutti i cultori del sospetto, i retroscenisti e gli abitanti impenitenti delle comode bolle fatte di autoverità e bias cognitivi. Silvia Bencivelli ha scritto questo libro perché sulle sfumature di vero, verosimile e plausibile lotta ogni giorno nel suo mestiere di giornalista scientifica. L’autrice si chiede quali siano le ragioni profonde di questi fenomeni, intervistando persone che hanno fatto scelte contrarie a quelle indicate dalla scienza, e scienziati che ne riflettono con lei. Alla fine, viene il dubbio che il problema non sia da cercarsi nei social network o nello spirito dei tempi. Ma nella nostra comune e fragile umanità. Alberto Sinigaglia, che al giornalismo culturale e alla Stampa ha donato tanto in termini di energia intellettuale, è l’autore di Fffortissimo, una raccolta di 66 cammei-interviste a compositori, direttori di orchestra e ad altri grandi interpreti della scena musicale italiana e internazionale. A Massimo Franco, infine, è andato il 36° Riconoscimento Gianni Granzotto ‘Uno stile nell’informazione’, consistente nella riproduzione in argento della colubrina “La Regina” consegnata al giornalista sul palco del Teatro Comunale dal direttore generale di Confindustria Emilia Tiziana Ferrari. “Il tentativo deve essere sempre quello di non accontentarsi della verità del momento, anche se in qualche modo siamo costretti ad assecondarla per ragioni di tempo. Ma soprattutto bisogna non ritenersi soddisfatti quando una verità somiglia troppo a quella che ci è gradita, e non a una realtà sgradita. In quel caso, approfondire, cercare di capire, mettere in discussione i nostri orientamenti è ancora più necessario per non prendere abbagli e per non fare un cattivo servizio ai lettori”, ha dichiarato Franco sul senso ultimo della professione e a proposito della scrittura giornalistica. All’interno della cerimonia di premiazione dell’Estense è avvenuta la consegna anche di altri riconoscimenti, come il Premio Estense Digital Piazza Nova. Il premio, giunto quest’anno alla sua sesta edizione con la collaborazione di Ibs.it e Feltrinelli, ha visto quasi cento appassionati lettori cimentarsi nelle recensioni dei quattro libri

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finalisti del Premio Estense 2020. I lettori-recensori hanno mostrato interesse per tutti i saggi in concorso, con una predilezione particolare per Veleno di Pablo Trincia, che con 36 recensioni è diventato il libro più recensito in assoluto nella storia del Premio Digital. Quella del 2020, come detto, è stata un’edizione straordinaria per molti aspetti. Tra questi c’è sicuramente quello della partecipazione e del

sostegno di moltissime aziende, amiche storiche del Premio Estense, ma anche di nuovi sponsor che per la prima volta hanno deciso di unirsi al progetto. Main sponsor dell'edizione 2020 del Premio Estense si è confermata BPER Banca, il cui vicedirettore generale vicario Stefano Rossetti è intervenuto sul palco in apertura della cerimonia.


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formazione

Agenda 2030 ONU l’attività di Confindustria Emilia per uno sviluppo sostenibile

L’

Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu che racchiude 17 Obiettivi (Sustainable Development Goals, SDGs) da raggiungere entro il 2030. I 17 Goals riguardano ambiti di sostenibilità economica, ambientale e sociale, e sono a loro volta declinati in 169 traguardi (target), misurati periodicamente dagli uffici statistici dei vari Paesi attraverso un set integrato di oltre 230 indicatori. A differenza delle precedenti strategie dell’Onu, l’Agenda 2030 non si rivolge esclusivamente ai Governi, ma si basa in modo sostanziale sulla collaborazione e le partnership tra il mondo pubblico, le imprese e la società civile. Il raggiungimento dei 17 obiettivi richiede nuovi sforzi alle imprese, ma offre alle stesse anche grandi opportunità di innovazione e sviluppo di prodotti e servizi per nuovi mercati e clienti. Per le singole imprese e per le filiere produttive, infatti, gli SDGs possono rappresentare una leva di innovazione e contributo alla competitività, per esempio in termini di prevenzione di rischi non-finanziari, nuovi approcci gestionali integrati, opportunità di partnership con altri stakeholders e distinzione commerciale rispetto ad altri competitori sul valore aggiunto di prodotti che integrano un valore green e sociale. Sulla spinta di queste importante opportunità per le imprese del territorio Confindustria Emilia ha presentato lo scorso 13 ottobre, nel corso di una conferenza stampa in via San Domenico, la prima edizione della Review “Confindustria Emilia Area Centro per l’Agenda 2030 ONU - 17 Sustainable Development Goals (SDGs)”, una delle

di Laura Ansaloni

prime a livello nazionale sviluppata da una Associazione imprenditoriale. Alla conferenza stampa hanno partecipato il presidente di Confindustria Emilia Valter Caiumi, Walter Sancassiani, Sustainability Advisor di Focus Lab B Corp, società di advisory e ricerca per progetti di innovazione sostenibile multi-stakeholder con la cui collaborazione è stato realizzato lo studio, e Davide Bollati, presidente del Gruppo Davines di Parma, realtà che, dopo la certificazione B Corp ottenuta nel 2016, ha deciso di allineare i propri obiettivi agli SDGs definiti nell’Agenda ONU 2030, proiettandoli nella strategia aziendale. L’obiettivo principale della Review era quello di far emergere un primo quadro conoscitivo aggiornato sui progetti portati avanti da Confindustria Emilia in chiave di sosteni-

bilità integrata rispetto ai 17 Goals dell’ONU, classificando le attività già realizzate e in corso di attuazione. Tutto questo con lo scopo di fornire una base di lavoro per migliorare le strategie dell’Associazione integrando il più possibile criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance, e di garantire un supporto per accompagnare le imprese interessate a intraprendere percorsi di sostenibilità. “È questo il modello di sviluppo che dobbiamo seguire”, ha dichiarato il presidente di Confindustria Emilia Valter Caiumi nel corso della conferenza stampa, “sono obiettivi importanti a cui dobbiamo tendere, senza tralasciare che non rappresentano dei costi, ma anzi possono diventare una grande occasione di crescita e di sviluppo. Perchè sono convinto che l’economa sia importan-

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Punti di forza Confindustria Emilia

Aree di miglioramento Confindustria Emilia

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te, ma la sostenibilità lo sia di più”. Il lavoro di analisi di tipo qualitativo è stato svolto su progetti realizzati da Confindustria Emilia, tra il 2018 e la prima parte del 2020, coerenti con i Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030. In particolare, l’attività di mappatura ha fatto emergere cinquanta iniziative già realizzate o in corso d’essere, caratterizzate da un elevato grado di eterogeneità, sia in termini di complessità che di attori interessati e impatti generati. Tra le attività analizzate spiccano, ad esempio, gli 820 tirocini formativi aziendali svolti tra il 2018 e il 2019 e trasformati, per il 70 per cento, in assunzioni; i due milioni di euro investiti per la promozione della cultura e della formazione tecnica con i vari progetti dell’Associazione; le oltre 150 imprese coinvolte nei bandi europei sull’innovazione che hanno attratto più di 45 milioni di euro sul territorio e l’attività di scouting di startup; i 3.000 dipendenti delle imprese associate coinvolti ogni anno nell’attività di formazione continua e i progetti volti a ridurre l’impatto ambientale negli eventi e nelle procedure quotidiane realizzate da Confindustria Emilia. Nel report emergono chiaramente quali siano i Goals maggiormente interessati dalle cinquanta attività di Confindustria Emilia e che ne caratterizzano i punti di forza. Come risulta evidente, si tratta degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile più rilevanti per il mondo delle imprese: Lavoro dignitoso e crescita economica (SDG 8) con dieci azioni; Imprese, Innovazione e Infrastrutture (SDG 9) con nove azioni; Consumi e produzione responsabili (SDG 12) con sei attività. Subito dopo ci sono altri temi di importanza più indiretta come la formazione (Istruzione di qualità - SDG 4) con cinque azioni, l’energia, il benessere, il clima e la sostenibilità delle aree urbane (SDG 3, 7, 11, 13) con tre azioni ciascuno. La ricerca ha inoltre evidenziato le possibili aree per una futura strategia di miglioramento per l’Associazione tra le quali ad esempio la parità di genere, la partnership per gli obiettivi e la riduzione delle disuguaglianze. “Molto è già stato fatto, ma visto che i prossimi dieci anni saranno strategici dobbiamo usare gli obiettivi Onu come guida per il futuro”, ha concluso Caiumi nel corso del suo intervento.


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formazione “Masterclass for STEAM” il percorso formativo di Confindustria Emilia e Fondazione Golinelli di Marianna Saguatti

U

n percorso formativo residenziale di eccellenza, pensato per avviare un’esperienza di formazione continua dei docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado per la diffusione delle materie STEAM (Science, Technology, Engineering, Art, Math) nella didattica ordinaria e la creazione di una comunità di insegnanti a livello nazionale. È “Masterclass for STEAM”, l’iniziativa ideata da Confindustria Emilia Area Centro e Fondazione Golinelli, presentata nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sede dell’Associazione in via San Domenico lo scorso 6 ottobre e che ha visto la partecipazione del presidente di Confindustria Emilia Valter Caiumi, del presidente di Fondazione Golinelli Andrea Zanotti, del direttore dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna Stefano Versari e del rettore dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna Francesco Ubertini. L’idea alla base del progetto è quella di preparare i partecipanti, insegnanti di area scientifico-tecnologica e umanistica provenienti da tutta Italia, a una progettualità didattica esperienziale, interdisciplinare e coinvolgente, allineandola alle migliori esperienze internazionali e, in un secondo momento, dare avvio a programmi di formazione tra pari, affinché i docenti condividano in modo sistematico metodologie, esperienze e spunti per l’innovazione delle pratiche scolastiche. Masterclass for STEAM prevede una settimana di formazione residenziale che si svolgerà dal 12 al 16 luglio 2021 presso i laboratori di Opificio Golinelli a Bologna e si articolerà in una serie di lezioni magistrali, workshop con attività per piccoli gruppi su sfide concrete in ambito STEAM, visite reali o virtuali a laborato-

ri, aziende o centri educativi sperimentali di eccellenza e testimonianze da alcune scuole europee. La seconda fase del progetto, tra agosto e ottobre 2021, si svilupperà invece con un percorso di giving back alla comunità di insegnanti nell’ambito del quale i docenti coinvolti, supportati da toolkit dedicati e accompagnati da tutor esperti e da formatori, attueranno un programma di formazione dei colleghi sul territorio di appartenenza, che consentirà di coinvolgere indirettamente ulteriori 200 insegnanti e i relativi studenti in tutta Italia. I partecipanti alla Masterclass entreranno così a fare parte di una vera a propria community, la cui attività risulterà essenziale per la condivisione di spunti di riflessione, la promozione delle successive edizioni del percorso e la scalabilità del progetto con il supporto delle sedi territoriali di Confindustria.

“Siamo molto orgogliosi di questa operazione congiunta tra il mondo delle imprese e una fondazione privata, frutto di un ragionamento organico sulla necessità di arricchire la proposta formativa e dare nuova linfa al sistema della formazione pubblica del nostro Paese che l’Associazione sta portando avanti ormai da anni. Con Masterclass for STEAM, Bologna si candida ad essere un polo che parla di cultura tecnico-scientifica al personale docente a livello nazionale. Vogliamo considerare questa edizione come un progetto pilota, sperimentale e innovativo, che potrà essere replicato ogni anno coinvolgendo sempre più docenti, nell’idea e nella speranza che, grazie alla nascita di un network sempre più ampio, possano avviare una proficua contaminazione nei loro territori di appartenenza”, ha dichiarato il presidente di Confindustria Emilia Valter Caiumi nel corso della conferenza stampa.

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“In un momento in cui la velocità dei fenomeni è spesso maggiore della nostra capacità di interpretarli, è necessario un grande impegno a favore di coloro che formano le nuove generazioni e le rendono capaci di affrontare un futuro imprevedibile. L’insegnante ricopre un ruolo cruciale nella società e per questo Fondazione Golinelli si impegna da sempre sul fronte della formazione dei docenti. La preziosa alleanza con Confindustria Emilia sposa perfettamente questo nostro obiettivo con un progetto che contribuisce allo sviluppo del sistema scolastico nel segno dell’interdisciplinarietà e dell’innovazione”, ha evidenziato il presidente di Fondazione Golinelli Andrea Zanotti. “Il 64% dei docenti italiani ha ricevuto una formazione disciplinare specifica contro il 79% di quelli stranieri. Non va bene. Per questo, ritengo essenziale questo tipo di formazione a riverbero per gli sviluppi che potrà avere, tenendo presente che non potremo più fare come se nulla fosse accaduto”, ha commentato il direttore dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna, Stefano Versari, nel corso del proprio intervento. Allineata sull’importanza della formazione tecnica, infine, anche l’Alma Mater Studiorum: “La quota di laureati in discipline tecniche in Italia è inferiore del 10% agli obiettivi europei e più bassa di quella tedesca, rispetto alla quale, però, a noi manca il segmento della formazione terziaria professionalizzante, strategica per il Paese. È arrivato il momento che su questo la nostra regione lanci una sperimentazione a livello nazionale: stiamo lavorando a una proposta in ambito informatico e il primo obiettivo, per ora, è far crescere gli iscritti al corso biennale di meccatronica, che prevede un anno di lezioni tradizionali, un anno di laboratori e uno di stage in azienda”, ha sottolineato il rettore Francesco Ubertini. La raccolta delle candidature per Masterclass for STEAM ha preso il via lo scorso 7 ottobre e si chiuderà il 22 gennaio 2021. Grazie al sostegno di Confindustria Emilia e Fondazione Golinelli i partecipanti selezionati beneficeranno di 20 borse di studio a copertura totale delle spese di formazione, vitto e alloggio.

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Sopra da sinistra: Francesco Ubertini, rettore dell'Università di Bologna e Stefano Versari, direttore dell'Ufficio Scolastico regionale E-R. Al centro: Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia. Sotto da sinistra: Antonio Danieli, direttore generale Fondazione Golinelli e Andrea Zanotti presidente di Fondazione Golinelli


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Geopolitica Imprese& Comprendere per competere In occasione della celebrazione dei 20 anni di attività Nuova Didactica propone una riflessione per aiutare le aziende a comprendere il tempo presente, analizzando la relazione che intercorre tra "Geopolitica e imprese", esaminando come la pandemia sta modificando gli equilibri mondiali e che impatto questo potrà avere sul business delle imprese del nostro territorio.

Franco Mosconi, Professore ordinario di Economia e Politica Industriale all’Università di Parma

Lucio Caracciolo, fondatore e direttore di Limes

Valter Caiumi, Presidente di Confindustria Emila

Emanuela Pezzi, Direttore di Nuova Didactica


N

on è facile comprendere il mondo in cui viviamo mentre l’anno 2020 volge al termine. Innanzitutto, a partire da gennaio la pandemia da Covid-19 ha attraversato da Est a Ovest tutto il mondo, cambiando in profondità i nostri modi di lavorare, di studiare, di rapportarsi agli altri. Ancora: in estate l’Unione europea (Ue) ha finalmente messo a punto, su proposta della Commissione di Bruxelles, una risposta comune per cercare di rimediare ai guasti economici e sociali provocati dal nuovo coronavirus (i 750 miliardi di euro del Next Generation EU, i fondi Sure e Mes, gli interventi della BCE e della BEI). E infine al principio di novembre le elezioni americane hanno portato alla sconfitta di Donald Trump e alla vittoria di Joe Biden e Kamala Harris, che ora hanno il fondamentale compito – all’interno - di attuare un’agenda di governo riformista in un capitalismo caratterizzato da sempre crescenti diseguaglianze e – in politica estera – di riportare gli Usa nei luoghi della collaborazione multilaterale (in primis, con i paesi europei). Se le difficoltà di comprendere il tempo presente sono valide per ogni cittadino, ebbene, esse si fanno particolarmente delicate per le imprese, che sullo scacchiere internazionale devono starci quotidianamente per competere. E questo è certamente il caso delle nostre imprese – quelle emiliane – da tempo leader sui mercati di tutto il mondo in un’ampia gamma di produzioni: da quelle classiche del Made in Italy a quelle ad alta tec-

nologia. Per l’Emilia-Romagna, gli oltre 15.000 euro di export pro-capite (prima della pandemia), uniti al consolidamento della seconda posizione come regione esportatrice del Paese dopo la Lombardia e prima del Veneto, sono lì a dimostrarlo. Ma quella che per semplicità possiamo chiamare come la relazione che intercorre fra “geopolitica e imprese” non appartiene al novero delle scienze esatte: per orientarsi serve una grande capacità di discernimento capace di unire dati (e fatti) con una loro ragionevole interpretazione. Il recente World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale (Fmi, ottobre) traccia lo scenario di riferimento, dal quale occorre partire. Il Pil mondiale diminuirà del 4,4% in questo 2020 per poi risalire del 5,2% nel 2021 (il famoso “rimbalzo” di cui parlano molti osservatori, anche italiani). Ciò è frutto, come accade ormai da molti anni, di due diverse dinamiche. Da un lato, le “economie avanzate”: Pil -5,8% in questo 2020, seguito da un +3,9% nel 2021 (ossia, da un recupero solo parziale). Dall’altro, i “mercati emergenti e le economie in via di sviluppo”: un calo del 3,3% quest’anno, seguito da un ampio recupero il prossimo (+6,0%). Fondamentale poi è la previsione del Fmi sull’andamento del commercio internazionale (volume di beni e servizi): il crollo di quest’anno (-10,4%) sarà seguito da un balzo dell’8,3% nel 2021. Basterà questo per risollevare l’economia europea, italiana e, soprattutto, quella emiliana, che

vanta un elevato grado di apertura? Difficile dirlo ora con certezza. Come ha ricordato all’ultima Assemblea il presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi, “la situazione oggi ci consegna un mondo che resta internazionalizzato ma con perimetri più corti, di questo dobbiamo prenderne atto e immaginare anche opportune correzioni” (18 maggio). Ricapitolando: non siamo difronte a una crisi (solo) economica e finanziaria, com’è accaduto nel 2008. Siamo piuttosto difronte a una concatenazione di eventi di vasta portata e che hanno tutta la forza intrinseca di portarci in territori sconosciuti. Lucio Caracciolo, fondatore e direttore di Limes, quando nell’ottobre scorso ha presentato il nuovo numero della rivista ha espressamente parlato di “Occidenti contro”, giacché – citiamo - nella “molto allargata famiglia occidentale non ci si ama più come una volta”. Ora, basterà la presidenza Biden per far fronte a queste divisioni? La speranza è che il 2021 sia l’anno delle ricuciture dopo gli strappi – politici, economici, sociali – di questo terribile 2020. Franco Mosconi


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associazione

Eletti i nuovi presidenti di cinque

filiere

S

i sono svolte in modalità digitale lo scorso venerdì 27 novembre le assemblee per il rinnovo delle cariche di cinque delle venti filiere di Confindustria Emilia per il periodo 2020/2022: Automotive, Costruzioni e Infrastrutture, Moda e Lusso, Packaging e Veicoli Industriali. Il nuovo presidente della filiera Automotive è Claudio Domenicali, amministratore delegato di Ducati Motor Holding e presidente della Motor Valley dell’Emilia‐Romagna, che entra così nella governance della filiera nella quale era già presente in qualità di delegato aggiunto Andrea Bozzoli, socio e amministratore delegato di HPE COXA. Al vertice della filiera Costruzioni e Infra-

AUTOMOTIVE

di Marco Taddei strutture è stato eletto Gianluca Loffredo, amministratore unico e direttore generale di Archliving, ed entra con il ruolo di delegato aggiunto Guido Ferrari, consigliere delegato e responsabile ufficio legale e logistica di Ing. Ferrari, che affianca nel team Luca Galletti, presidente del Gruppo Galletti, e Paolo Stabellini, presidente e direttore generale di Edilteco. Tre nuovi ingressi nella filiera Packaging per la quale è stato nominato presidente Marco Checchi, amministratore delegato di Pelliconi & C., e sono stati eletti come delegati aggiunti Silvia Bassi, socia e consigliere di B.D.B., e Claudio Brusori, titolare e responsabile commerciale di Orplast, che completano la governance di cui faceva già parte Gianmaurizio Cazzarolli, direttore

MODA E LUSSO

facility e real estate di Tetra Pak Packaging Solutions. Il nuovo presidente della filiera Moda e Lusso è Alessandro Varisco, amministratore delegato di Twinset, che avrà al suo fianco come delegato aggiunto Andrea Carnevali, presidente del Consiglio di Amministrazione e direttore generale di Cadicagroup, oltre al già presente Stefano Bonacini, titolare di Gaudì. Cambio al vertice, infine, anche nella filiera Veicoli Industriali per la quale è stato nominato presidente Leonardo Salcerini, amministratore delegato di Toyota Material Handling Italia e membro dello Steering Commettee South Europe di Toyota Material Handling Europe.

PACKAGING

PRESIDENTE

PRESIDENTE

PRESIDENTE

Claudio Domenicali Ducati Motor Holding

Alessandro Varisco Twinset

Marco Checchi Pelliconi & C.

DELEGATO AGGIUNTO

DELEGATO AGGIUNTO

Andrea Carnevali Cadicagroup

Silvia Bassi B.D.B.

COSTRUZIONI E INFRASTRUTTURE PRESIDENTE Gianluca Loffredo Archliving

DELEGATO AGGIUNTO Claudio Brusori Orplast

VEICOLI INDUSTRIALI

DELEGATO AGGIUNTO

PRESIDENTE

Guido Ferrari Ing. Ferrari

Leonardo Salcerini Toyota Material Handling

Per informazioni ed elenco aggiornato delle imprese nelle filiere cliccare su: www.confindustriaemilia.it/filiere fare 99




In occasione delle Festività Natalizie 2020 Confindustria Emilia, consapevole delle difficoltà quotidiane dei tanti nuclei familiari che vedono accrescere ogni giorno la propria fragilità e precarietà, ha deciso di supportare 1.000 famiglie nei nostri territori. Grazie anche al sostegno delle imprese associate garantiremo loro una doppia fornitura di generi di prima necessità in Dicembre e in Gennaio.

Auguri


Marco Taddei Marianna Saguatti

GRANDE SUCCESSO PER IL CICLO “5PM: INCONTRO CON L'AUTORE” Nell’anno della svolta digitale e dei due vincitori ex aequo, la penna di Repubblica Concetto Vecchio e il giornalista freelance Pablo Trincia, il premio Estense, la vetrina del giornalismo d’eccellenza di Confindustria Emilia, ha continuato il suo processo di innovazione presentando una nuova iniziativa collaterale, dal titolo “5pm: incontro con l’autore”. Il ciclo di quattro incontri, andati in scena con grande successo in diretta streaming sui profili Facebook di Confindustria Emilia e del Premio Estense ogni venerdì dal 20 novembre all’11 dicembre alle 17.00, ha visto gli interventi di giornalisti di valore che, a partire dai loro libri, hanno avuto il compito di approfondire temi di cronaca e di stretta attualità. Protagonisti del ciclo sono stati Antonello Guerrera e il suo libro “Il Popolo contro il popolo”, Tiziana Ferrario con “Uomini, è ora di giocare senza falli!”, Maurizio Pagliassotti e il suo “Ancora dodici chilometri - Migranti in fuga sulla rotta alpina” e Marco Lupis, con “I cannibali di Mao”. “Abbiamo il dovere di interrogarci sull’oggi, ma soprattutto sul domani, per non rassegnarci alla miope gestione dell’ordinario”, sottolinea il presidente della Fondazione Premio Estense Gian Luigi Zaina. “Compito ineludibile della comunità imprenditoriale di cui facciamo parte è fornirci gli strumenti per riprendere in mano il nostro destino alla fine della pandemia. Detto in altri termini, è questo il tempo della cultura, d’impresa ma non solo, e della riflessione alta e ambiziosa. Da questo punto di vista abbiamo a disposizione una miniera inesauribile di relazioni e contenuti con cui arricchire il confronto con il mondo esterno. Questa miniera si chiama premio Estense.

news emilia

La ricchezza del premio Estense è rappresentata dai giornalisti e dai libri che ogni anno meritano l’attenzione della giuria tecnica e popolare. Abbiamo pertanto pensato di continuare, fuori dal periodo canonico del premio, la nostra interlocuzione privilegiata con questi autori”.

PMI DAY, TRE IMPRENDITORI DI CONFINDUSTRIA EMILIA “AMBASCIATORI DELLA CULTURA D’IMPRESA”

tre gli imprenditori che si sono resi disponibili come “ambasciatori della cultura d’impresa”, raccontando la propria esperienza a più di un migliaio di studenti tra Bologna, Ferrara e Modena: Monica Talmelli, alla guida di F.A.M.A.R., si è concentrata sul tema dell’imprenditoria femminile e del cambio generazionale; l’intervento di Michele Poggipolini, executive director di Poggipolini, ha trattato il tema della ricerca e innovazione; Claudio Stefani, amministratore delegato di Giuseppe Giusti Gran Deposito Aceto Balsamico, ha raccontato invece il mondo del marketing e della comunicazione. “L’ambizione che ci anima, resa ancora più forte dalle difficoltà e dalle limitazioni che il periodo di emergenza sanitaria ha imposto a tutti noi, è quella di trasferire ai ragazzi, che un giorno saranno a capo delle nostre aziende, il valore della cultura d’impresa, fornendo loro alcune informazioni sul terri-

Anche quest’anno Confindustria Emilia Area Centro ha partecipato alla giornata nazionale delle Piccole e Medie Imprese, il Pmi Day-Industriamoci, che, giunto alla sua undicesima edizione, si è svolto venerdì 20 novembre dalle 10.30 in forma digitale. L’iniziativa, nata nel 2010 con l’obiettivo di raccontare ai giovani il mondo dell’impresa attraverso visite guidate in azienda, offrendo loro l’opportunità di osservare da vicino la realtà produttiva delle imprese e il loro impegno quotidiano a favore della crescita, alla luce della situaDall'alto a sinistra in senso orario: Alexandra Boeru, Gian Luigi Zaina, zione di emergenza sanitaria Claudio Stefani, Michele Poggipolini e Monica Talmelli si è svolta in una modalità alternativa, rispettando i protocolli di sicu- torio produttivo in cui vivono. Sfruttando le rezza per il contrasto e il contenimento del potenzialità del digitale, il Pmi Day 2020 è Covid-19 e confermando la svolta digita- stato un importante momento di riflessione le avviata in occasione del Pmi Day 2019, e di conoscenza aperto a tutti i giovani che voluta per coinvolgere quanti più studenti hanno voluto partecipare”, dichiara Gian possibile avvicinando il racconto del mondo Luigi Zaina, presidente della Piccola Indudell’impresa a quello dei giovani. stria dell’Associazione. Per le scuole, si è trattato di un’occasione per Anche quest’anno, clou dell’incontro è stato consentire a tutti gli studenti che lo desideil questionario interattivo creato da Confinrassero di partecipare a una dustria Emilia, con il supporto del Dipartiedizione straordinaria che è stata trasmessa in diretta stre- mento di Economia dell’Università di Ferraaming sulla pagina Facebook ra, sulla propria app, nella sezione Scuola e e sul canale YouTube di Con- Territorio, utile a testare la conoscenza che i ragazzi hanno del loro territorio e a dare findustria Emilia. Dopo i saluti introduttivi di informazioni, in funzione delle preferenze e Gian Luigi Zaina, presiden- degli interessi, sul mondo della formazione te della Piccola Industria di per avere un’idea in prospettiva del loro posConfindustria Emilia, sono sibile futuro professionale.

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SULL’APP DELL’ASSOCIAZIONE LE CONVENZIONI PER AZIENDE ASSOCIATE È stata aggiornata di recente la sezione dell’app di Confindustria Emilia dedicata alle convenzioni riservate ai dipendenti delle aziende associate e ai loro familiari. Per accedervi occorre scaricare sul proprio smartphone la app dell’Associazione dal Play Store di Google o da Apple Store e poi, dalla home principale, cliccare su “Convenzioni”. Al primo accesso verrà chiesto di effettuare il login. Per farlo bisogna registrarsi utilizzando le credenziali personali (una mail e una password diverse da quelle utilizzate per accedere al sito di Confindustria Emilia), e indicare nome, cognome e il nome dell’azienda per cui si lavora. Una volta all’interno dell’app sarà possibile consultare tutte le convenzioni presenti e creare la card di sconto da utilizzare per le promozioni di interesse. Per avere la card di sconto digitale occorre inserire il codice accesso: “ConfEmilia2020”. Sarà possibile presentarla direttamente dallo schermo dello smartphone agli esercizi convenzionati. Sono tante le convenzioni interessanti e utili per la salute, la vita di tutti i giorni e il tempo libero: Confindustria Emilia ha stipulato accordi e convenzioni a condizioni vantaggiose e, grazie a un network di partner locali e nazionali molto qualificati, è in grado di proporre una rete di vantaggi composta da numerose offerte in convenzione. A tariffe scontate sarà possibile acquistare corsi di lingua, iscrivere i figli a qualificate scuole, fare la spesa in alcuni negozi selezionati, acquistare capi d’abbigliamento in alcuni outlet aziendali, fruire di cure termali e riabilitative, noleggiare un’auto per le vacanze in Italia e all’estero, acquistare polizze assicurative, fruire di servizi sanitari, acquistare biglietti di ingresso a varie mostre, acquistare biglietti per alcuni spettacoli teatrali e concerti, acquistare tramite una piattaforma digitale pannolini e prodotti per la prima infanzia e ricevere l’ordine direttamente a casa propria. Disponibile sulla app c’è anche un comodo servizio di geolocalizzazione, così da potere

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individuare con velocità e precisione le attività convenzionate che sono nelle vicinanze. Le convenzioni, che variano e aumentano continuamente, saranno di volta in volta aggiornate sul portale di Confindustria Emilia e sulla app. Per ulteriori informazioni è possibile mettersi in contatto con Paola Guidi (Tel. 0516317303, p.guidi@confindustriaemilia.it).

ONLINE L'ALBO FORNITORI DELLA FILIERA SERVIZI PROFESSIONALI È online sulla piattaforma digitale dell’Associazione il nuovo albo Fornitori della filiera Servizi professionali. Si tratta di un progetto fortemente voluto dalle aziende della filiera che vede la luce dopo circa due anni di lavoro, un elenco ragionato e qualificato di cui fanno parte circa 107 sulle 254 imprese complessive che compongono i Servizi professionali. Lo scopo dell’albo Fornitori, la cui utilità è stata evidenziata fin da maggio 2018, con la costituzione della filiera, dal presidente Michele Bonfiglioli, è far emergere le eccellenze e il contributo che ciascuna impresa può dare in termini di servizi, oltre che qualificare le attività della filiera nei confronti degli altri associati in maniera trasversale. La ricerca sull’albo, consultabile online da parte di tutti gli associati, può essere effettuata in ordine alfabetico, per filiera o servizi prevalenti, per parole chiave. Dopo aver selezionato l’azienda cliccando sul nominativo, è possibile accedere direttamente alla scheda azienda e da quella si può arrivare al sito aziendale. “È una grande soddisfazione essere arrivati alla pubblicazione del nostro albo”, afferma il presidente della filiera Servizi professionali, Michele Bonfiglioli. “Vorremmo diventasse

un punto di riferimento per tutte le aziende di Confindustria Emilia e ci auguriamo possa essere percepita la sua utilità e importanza anche all’esterno del nostro sistema associativo. La scommessa, per noi, può iniziare”.

CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA DI FRANCESCO “CHECCO” ZACCARELLI Ha suscitato grande commozione la notizia della scomparsa, lo scorso 1° novembre, all’età di 97 anni, dell’imprenditore edile mirandolese di A&C Costruzioni Francesco “Checco” Zaccarelli, fratello del fondatore di Acea costruzioni Arturo, scomparso un anno fa. Imprenditore di grande impegno, che è stato sempre di esempio per la famiglia e la comunità, Zaccarelli ha scritto, insieme al fratello, la storia delle costruzioni nella Bassa. Tante le manifestazioni di affetto, i messaggi carichi di commozione legati ai molti decenni di presenza nella comunità mirandolese che hanno circondato i familiari: il figlio Stefano Zaccarelli, la nuora Cosetta, i quattro nipoti e la sorella Clizia. I funerali si sono svolti nel duomo a Mirandola.

LUTTO IN CPS COMPANY, ADDIO A STEFANO CASSOLI Il mondo dell’imprenditoria bolognese ha perso, lo scorso ottobre, un protagonista di primo piano. È infatti morto improvvisamente Stefano Cassoli, al vertice del gruppo costituito da Cps Company, Ecocap’s e Nema Automazione, aziende conosciute a livello internazionale, specializzate nella costruzione di macchine automatiche per il confezionamento e attive proprio nel cuore della packaging valley, con sede a Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna. Aveva 62 anni, buona parte dei quali dedicati al lavoro, alla famiglia e alle imprese cresciute intorno alla prima industria fondata a Casalecchio nel 1964 dal padre Paolo, che realizzò la prima macchina automatica per il confezionamento di rotoli igienici, entrata a pieno titolo nella storia dell’industria bolognese del packaging.


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