Fare n. 60 - GIUGNO 2023 con Speciale Premio Estense

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Dicembre 2020

Giugno

Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998

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Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015.

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ISSN 2785-3071

in questo numero:

In questo numero:

AGENDA 2030 ONU

ASSOCIAZIONE

L’attività di Confindustria Emilia per uno sviluppo sostenibile

L’Assemblea privata conferma Presidente Valter Caiumi

PREMIO MASCAGNI 2020

FARETE

Trentadue storie di tenacia, impegno e cultura d’impresa

La decima edizione in scena il 6 e 7 settembre a BolognaFiere

PREMIO ESTENSE

TREND 2030

Aquila d’Oro 2020 ex aequo a Pablo Trincia e Concetto Vecchio

Presentata l’indagine sulle opportunità dei distretti industriali

ANNI DI FARETE

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FARE 60 GIUGNO 2023
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Reboot è il Centro di Competenze per l’Economia Circolare che supporta le aziende nella riduzione delle emissioni di CO2, attraverso tecniche, analitiche, regolatorie, legislative e finanziarie. Promuoviamo il recupero di materia e l’efficienza energetica. GARCAMBIENTE GENERARE. PRESERVARE. EVOLVERE. VIA ANNA FRANK, 6A CARPI (MO) | T: +39 059 9128865 | E: garcambiente@garcspa.it

numero 60 giugno 2023

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EDITORE

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via San Domenico, 4 - 40124 Bologna

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DIREZIONE E REDAZIONE

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ART DIRECTOR

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PUBBLICITÀ

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Presidente

Valter Caiumi

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Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posizioni di Confindustria Emilia che comunque li ritiene un contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione

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sommario magazine Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana focus di Valter Caiumi 5 vita industriale di Marco Taddei, Laura Ansaloni, Silvia Conforti, Raffaella Mazzali, Marianna Saguatti e Generoso Verrusio 7 Le imprese riunite confermano Presidente Valter Caiumi di Raffaella Mazzali 83 La relazione del presidente Valter Caiumi 85 I trend da conoscere per orientare la crescita delle imprese di RM 97 Tutto pronto per Farete 2023 di Marianna Saguatti 104 news emilia di Marco Taddei, Raffaella Mazzali e Marianna Saguatti 109

Cari Colleghi, sembra passata un’eternità, invece che pochi mesi, da quando ci siamo ritrovati lo scorso 12 maggio per l’assemblea privata a Palazzo Albergati. Subito dopo quell’appuntamento si è consumata una vera calamità naturale che ha toccato alcuni nostri territori e quasi metà della nostra regione, coinvolgendo centinaia di migliaia di nostri concittadini. Purtroppo, si è trattato di un evento mai avvenuto prima in queste dimensioni, almeno per la nostra memoria. L’area colpita è vastissima: dal ravennate alla provincia di Forlì-Cesena, coinvolgendo tutto l’appennino romagnolo fino al bolognese.

Qualche numero può dare solo un’idea approssimativa del disastro: 350 milioni di metri cubi d’acqua caduti nella zona più colpita, di oltre 800 chilometri quadrati, 100 comuni coinvolti, 23 fiumi e corsi d’acqua esondati, altri 13 che hanno visto superamenti del livello d’allarme, migliaia di frane (376 le principali) tra collina e montagna. Sono 15 le persone decedute; decine di migliaia quelle che hanno dovuto abbandonare le case, di cui una parte, nel tempo, è riuscita a rientrare; centinaia le fabbriche e le aziende ferme.

La Romagna ha filiere strategiche per l’economia italiana e non solo: ortofrutta, vino, surgelati, allevamenti, con oltre dieci miliardi di euro di export all’anno. È un impatto pesantissimo da sopportare per la nostra regione.

Si parla di questa alluvione come di un “nuovo terremoto”, e certamente noi ricordiamo il terrore, il dolore, la fatica di 11 anni fa. Ma per certi versi, questa è una situazione ancora più dura e perfino peggiore, perché è stagnante e lenta, rendendo faticosa e incerta la ripartenza. Ci troviamo in una vera e propria palude, reale quanto metaforica, e dobbiamo attendere sia che defluiscano le acque sia che si prendano decisioni dal punto di vista politico e istituzionale; pur con la stessa accelerazione per ripartire, non avremo gli effetti immediati del post terremoto.

La nostra terra è l’Emilia insieme alla Romagna e l’unione farà ancora una volta la forza, dandoci il coraggio di rialzarci. Noi possiamo fare molto, contribuendo agli aiuti e tante imprese sono già in prima linea. Ma, oltre al lato finanziario, cerchiamo di portare la nostra collaborazione e apertura per consentire alle imprese e ai cittadini il ripristino il più veloce possibile delle condizioni di vivibilità e sicurezza.

Siamo un territorio straordinario, lo sappiamo bene. Ancora una volta dovremo, e possiamo farlo, darne un’ulteriore dimostrazione. Ancora una volta ripartiremo sfruttando, anche ora, il nostro carattere, il nostro Dna e la capacità di fare rete tra persone e imprese.

Anche in questi momenti dobbiamo sapere guardare oltre, connettendo le nostre intraprendenze. Non ci siamo mai fermati, e non lo faremo neanche questa volta. Fare rete è un nostro vantaggio competitivo, un’opportunità di stringere legami, intrecciare bisogni per costruire il futuro che è nel Dna anche di FARETE, la due giorni di networking di Confindustria Emilia dedicata alle imprese, che vi aspetta il 6 e 7 settembre prossimi per la decima edizione.

Confindustria Emilia Area Centro

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Valter
Consulenza e Soluzioni per la Digital Innovation Risorse Umane Relazione con i clienti Fatturazione Elettronica Gestionale per aziende Industry 4.0 Pianificazione e Schedulazione Logistica di Magazzino Info 051 6229711 www.macrogroup.it info@macrogroup.it

22HBG, TX CONTROL PREMIATO “PRODOTTO DELL’ANNO” AL NAB SHOW

Due soluzioni digitali fresche di presentazione, “TX Control” e “PeperoniAI”, pensate per migliorare la qualità della vita delle persone e ottimizzare le performance dei propri clienti. Sono le ultime novità di 22HGB, tech company ferrarese fondata da Gianluca Busi, partner di realtà di spicco a livello internazionale nel campo della tecnologia e delle telecomunicazioni.

TX Control è un sistema di monitoraggio e controllo a distanza di dispositivi ed è stato premiato come prodotto dell’anno nell’ambito del concorso “Product of the year” dalla giuria del NAB Show 2023 a Las Vegas, negli Stati Uniti, che ne ha apprezzato le funzionalità smart e di intelligenza artificiale.

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per il controllo completo di trasmettitori radio e TV, ma anche sensori, server, gruppi elettrogeni, ricevitori satellitari, link e molti altri”, evidenzia ancora Busi. Nella versione di default, TX Control è una piattaforma cloud “Software as a Service” di semplice attivazione e utilizzo che consente la massima personalizzazione, per rispondere alle esigenze di tutte le tipologie di organizzazione, dalla piccola emittente al grande network.

“TX Control implementa una AI che può affiancarsi ai sistemi cosiddetti ‘mission critical’, offrendo alle emittenti un’arma in più per controllare e diminuire lo spreco di risorse, i malfunzionamenti, i disservizi e i cyber attacchi. È inoltre una delle poche soluzioni sul mercato a non dipendere da hardware e ad essere fornita di default con una app nativa per smartphone iOS/ Android”, sottolinea Renzo Marrazzo, CTO di 22HBG.

dere, ai social media manager, agli utenti che vogliono soddisfare la loro curiosità e molto altro ancora. Questa soluzione rappresenta un’evoluzione della filosofia dell’azienda, che ha dedicato il 2022 allo studio delle opportunità del Web 3, della blockchain e del Metaverso.

CAMPIONATI MONDIALI DI VOLO, AEROPORTO DI PAVULLO ANCORA PROTAGONISTA

“È un onore essere riconosciuti come prodotto dell’anno al NAB”, dichiara Busi.

“TX Control è stato creato da e per professionisti esperti del settore del broadcast e di Internet of Things. La squadra 22HBG

è giovane, ma già da dodici anni fa ricerca e sviluppo su tecnologie innovative che possano aiutare gli editori a ottimizzare performance e costi”.

Presentato lo scorso aprile proprio al NAB in collaborazione con Elenos Group, TX Control monitora costantemente la rete e permette di inviare allarmi personalizzati, producendo report e suggerimenti di ottimizzazione. “Si tratta di una soluzione

Con la app PeperoniAI, invece, 22HBG mira a umanizzare la freddezza dell’intelligenza artificiale. “L’app è tra le primissime in Italia e risponde al bisogno dei clienti di relazionarsi ad altri, per iscritto, con parole adeguate. Si tratta dell’evoluzione di una piattaforma di gestione contenuti che prende come modello di riferimento OpenAI, dalla quale si differenzia per l’impronta empatica”, sottolinea ancora il CEO Gianluca Busi.

Grazie all’utilizzo di un tono formale o informale, PeperoniAI combina l’umore, lo stato d’animo e i sentimenti dell’utente senza snaturarne l’identità. L’app offre diverse categorie come Media, Education, Writing, Marketing, suddivise a loro volta in tipologie di messaggio, dal riassunto di un libro alla scrittura di una poesia, dal copywriting alla curiosità, e in una serie di contenuti che verrà automaticamente potenziata nel corso del tempo. PeperoniAI è destinata a chi ha difficoltà nella scrittura, ma ha necessità di farsi compren-

Ancora una volta Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena, sarà la capitale internazionale del volo; l’Aeroporto “G. Paolucci” ospiterà infatti per quasi un mese, tra agosto e settembre, due eventi di portata internazionale e l’intero territorio si tingerà dei colori mondiali, proponendo al pubblico una serie di appuntamenti irripetibili. Si partirà con l’undicesima edizione del “FAI Sailplane Grand Prix World Final 2023”, il Campionato Mondiale di Volo a Vela, in programma dal 22 agosto al 2 settembre, che rappresenta la massima espressione mondiale di specialità. Non a caso è considerata alla stregua di una Champions League, poiché coinvolge solo i 20 migliori atleti mondiali (ovvero coloro che nel biennio precedente abbiano vinto almeno un mondiale di categoria). Dal 3 al 17 settembre, invece, sarà la volta del Campionato Europeo FAI di Acrobazia, una competizione acrobatica, con cadenza biennale, alternata al Campionato Mondiale di Acrobazia. Saltata l’edizione del 2020, causa pandemia, quella del 2022 rappresenta quindi un’ottima occasione per riprendere l’attività agonistica di specialità, senza tralasciare che sono ben 41 anni che l’Italia non ospita questo tipo di competizione. Due eventi di portata straordinaria che testimoniano ancora una volta come l’attività sportiva aeronautica possa diventare motore trainante per quelle economiche, turistiche e sociali ed elemento vitale per lo sviluppo del territorio nel suo com -

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plesso. Durante il mese delle prove e delle gare, Pavullo, il Frignano, Modena, la sua provincia e la Regione Emilia-Romagna saranno centro di interesse per atleti, sportivi, appassionati delle varie specialità aeronautiche e per tutti coloro che verranno coinvolti nelle due manifestazioni. Contemporaneamente al Campionato sportivo, come già accaduto nel 2019, è stato creato un percorso parallelo: un programma ambizioso e imponente composto da innumerevoli eventi sportivi, gastronomici e culturali, per garantire la partecipazione non solo degli appassionati sportivi, coinvolgendo anche soggetti non legati direttamente al mondo aeronautico.

Tale idea si è rivelata vincente, risultando una caratteristica distintiva importantissima e determinante per la riuscita del format consolidato proprio con i Campionati Mondiali di Volo a Vela categoria 13,5m quattro anni fa.

“Gli effetti di questo lavoro sono stati sorprendenti. Lo straordinario successo dei Mondiali 2019 ha indotto la Federazione Aeronautica Internazionale a prendere l’iniziativa e a chiedere esplicitamente che le due manifestazioni internazionali si svolgessero proprio a Pavullo, utilizzando il medesimo modello di collaborazione globale di soggetti e istituzioni che ha ottenuto un riconoscimento ufficiale e innovativo di consenso e valore. Inoltre, non bisogna dimenticare che la continua crescita dell’infrastruttura, che rende l’Aeroporto di Pavullo un luogo attrattivo per

eventi di livello internazionale, e funzionale al commercio e al turismo, lascia a disposizione per tutta la collettività anche una serie di impianti e strutture che potranno essere utilizzati dalla comunità per la vita sociale quotidiana, anche nelle fasi intermedie dei vari avvenimenti sportivi”, dichiara con soddisfazione Roberto Gianaroli, presidente dell’Aero Club Pavullo.

LA BOTTIGLIA DUE VITTORIE REGISTRATA

ALL’UFFICIO BREVETTI UE

L’Aceto Balsamico di Modena IGP di Agricola Due Vittorie è un prodotto facilmente riconoscibile anche dall’elegante bottiglia, ormai un’icona nel mercato di riferimento e confermato marchio registrato in tutti i paesi dell’Unione Europea.

“Agricola Due Vittorie”, spiega Michele Maletti, responsabile commerciale dell’azienda, “è una realtà che ha stravolto la categoria in quanto ha letteralmente inventato l’aceto balsamico ‘denso’ in un panorama che fino a poco tempo fa conosceva solo il prodotto di massa entry-level e dall’altra parte il l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP a prezzi decisamente importanti.

La forza di Due Vittorie è stata quella di crescere rapidamente, fino a diventare oggi il numero uno in assoluto in Italia nell’Aceto Balsamico di Modena IGP, puntando tutto sull’alta qualità, grazie all’utilizzo di materie prime pregiate, ma garantendo sempre un prezzo accessibile a tutti. La qualità dei prodotti offerti è il principale obiettivo di Due Vittorie e la base del suo operato”.

L’azienda modenese nasce per iniziativa di Davide Maletti, produttore di vino Lambrusco, che realizza a partire dai propri vigneti. Nel 2000

inventa un processo speciale di produzione dell’Aceto Balsamico di Modena. “Il livello superiore raggiunto sia in termini di densità che di profilo sensoriale”, continua Maletti, “lo porta ad affermarsi rapidamente nel mercato ed oggi, secondo gli ultimi dati IRi per la categoria aceto, è a valore il più venduto in assoluto in Italia. Il prodotto che l’azienda realizza, utilizzando come ingredienti solo mosto d’uva cotto (non concentrato), e aceto di vino 100% italiano, ha un gusto inconfondibile, perfettamente bilanciato tra dolce e agro, sia in termini di densità che di profilo sensoriale: è equilibrato, avvolgente, con sentori di mosto cotto, frutta secca e legno ed è caratterizzato da una lunga persistenza. Una eccellenza del made in Italy che si riflette anche nella bottiglia. “Il nostro prodotto di alta qualità”, sottolinea Maletti, “fin dalla nascita della società è confezionato in uno speciale contenitore, da tempo divenuto una rinomata icona sul mercato, e che, come tale, è largamente apprezzato e ricercato dai consumatori”. Questo contenitore è un marchio registrato da Agricola Due Vittorie per tutti i Paesi dell'Unione Europea e, come tale, solo Agricola Due Vittorie ha il diritto esclusivo di utilizzarlo per confezionare e contraddistinguere il proprio aceto balsamico di Modena IGP. Tuttavia, come sovente accade per i marchi divenuti famosi, essi sono oggetto di imitazioni illecite. Ciò è accaduto a volte anche per il contenitore-marchio di Agricola Due Vittorie, la quale ha prontamente reagito contro que-

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Roberto Gianaroli, presidente dell'Aero Club Pavullo

ste illecite contraffazioni.

“Invitiamo i consumatori a diffidare da ogni imitazione del nostro marchio”, ricorda Maletti, sottolineando che l’azienda agirà nelle opportune sedi giudiziarie nel più risoluto dei modi per reprimere ogni eventuale imitazione del suo marchio da parte di concorrenti che cerchino con ciò di sfruttarne illecitamente la rinomanza.

Agricola Due Vittorie ha sede a Modena, con due stabilimenti di 12 mila metri quadri complessivi. Nel 2022 ha raggiunto un fatturato di 8 milioni di euro, occupando 14 dipendenti e con più di 50 collaboratori in tutto il mondo. Ha una capacità produttiva di tre milioni di bottiglie.

Nella sede principale trovano spazio un impianto di imbottigliamento ad elevata automazione, una barricaia per l’invecchiamento da duemila botti e, per la prima volta, un fermentatore per produrre in proprio l’aceto di vino, raggiungendo così il pieno controllo sulle materie prime. È presente, inoltre, uno spazio per l’accoglienza di clienti e visitatori.

ALIAUTO ITALIA CRESCE ALL’ESTERO

Una spinta all’internazionalizzazione: è quanto sta accadendo ad Aliauto Italia, impresa fondata nel 2011, che ha sede a Mirandola, in provincia di Modena, ed è specializzata nella progettazione e realizzazione di banchi prova funzionali e sistemi oleodinamici ad alto contenuto tecnologico.

“Noi di Aliauto ci occupiamo di progettare e fornire sistemi di collaudo funzionali e oleodinamici ad alto valore aggiunto, sulla base delle esigenze dei nostri clienti”, spiegano dall’azienda mirandolese. “Offriamo, infatti, banchi prova su misura per soddisfare le esigenze dei nostri clienti e fornire loro caratteristiche di qualità ad alta tecnologia, precisione e affidabilità, facendo affidamento sulle nostre capacità ed esperienze acquisite con l’attività e l’inestinguibile spinta al miglioramento. Chiarezza, efficacia, pianificazione e controllo dei processi sono qualità fondamentali del nostro modo di lavorare. Cerchiamo sempre opportunità di crescita per noi e per

i nostri clienti in ogni esperienza che facciamo e crediamo fermamente che questo sia ciò che dobbiamo perseguire per fare di Aliauto un punto di riferimento nei test”.

Con queste caratteristiche, a partire dal 2022 Aliauto ha iniziato ad aprirsi al mercato internazionale, in misura maggiore rispetto agli anni precedenti. “Come nel 2019, abbiamo partecipato al BAUMA, la principale fiera mondiale di macchine edili, macchine per materiali da costruzione, macchinari per l’industria mineraria, veicoli e attrezzature per l’edilizia, che si tiene a Monaco di Baviera ogni tre anni. Durante questa fiera, l’anno scorso, non abbiamo portato solo materiale pubblicitario, ma un’intera macchina di nostra produzione, attraverso la quale è stato possibile effettuare test di collaudo in remoto dalla nostra sede, con ottimi risultati”, rilevano ancora dall’azienda. Fiere ed eventi al di fuori del territorio italiano sono diventati esperienze fruttuose e anche il fatturato estero è aumentato, arrivando a toccare il 43% del giro d’affari totale. Sono state consegnate cinque macchine complete (due banchi di collaudo, un banco da lavoro, una lappatrice, un retrofit su banco preesistente di loro produzione) tra Spagna e Arabia Saudita, anche questo mercato in espansione.

Quest’anno gli sviluppi dei contatti commerciali e produttivi hanno allargato ulteriormente l’orizzonte: oltre alla partecipazione alla fiera di Hannover, in Germania, Aliauto è volata anche a CONEXPO a Las Vegas, negli Stati Uniti, dove ha preso contatti per trovare un dealer americano per la rivendita dei propri prodotti negli USA. Importante anche la visita in

Turchia di Matteo Pinca, amministratore delegato di Aliauto Italia, per conoscere questo nuovo mercato, creare nuove partnership, incontrare nuovi clienti e consolidare relazioni già esistenti. Dall’altra parte del mondo, l’azienda mirandolese è stata protagonista della fiera CHANGSA in Cina, insieme al nuovo agente cinese, Loneking, che si occuperà di vendere le macchine in tutto il territorio. “Alla luce di questo nuovo accordo, la nostra idea di espansione internazionale per quanto riguarda la progettazione e produzione di banchi prova oleodinamici sta guadagnando terreno; stiamo infatti andando oltre i confini nazionali ed europei e stiamo cercando di farci conoscere in altri continenti, compresa l’Asia”, afferma Pinca. “Il nostro obiettivo principale ora è strutturare e organizzare meglio le vendite e la gestione interna al fine di garantire che la traiettoria di crescita dell’azienda sia adeguatamente sostenuta”.

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Sopra: Matteo Pinca ed Eros Marchetti, CEO di Aliauto, sotto un banco di collaudo consegnato in Spagna quest’anno

AMMAGAMMA, GLI IMPATTI DELL’AI NEL NUOVO LIBRO DEL PRESIDENTE FERRARI

Quali sono gli impatti concreti e potenziali dell’AI sulla vita delle persone, nei processi delle aziende e all’interno delle comunità più estese? L’AI è un soggetto che prenderà il controllo delle nostre vite, oppure è un oggetto al nostro servizio che occorre imparare a usare con attenzione? A queste domande cerca di dare risposta all’interno del suo nuovo libro “L’intelligenza artificiale non esiste. Nessun senso salverà le macchine”, Fabio Ferrari, fondatore e presidente di Ammagamma, società che sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale per le aziende.

Edito da Il Sole 24 Ore, il volume - disponibile in tutte le librerie e sui tradizionali canali digitali a partire dallo scorso maggio - accompagna il lettore in un viaggio che dura da dieci anni e che ha al centro l’idea di fare dell’AI uno strumento al servizio delle persone.

Tra esperienze e riflessioni maturate sul campo, l’autore pone l’attenzione su alcuni quesiti fondamentali e decisamente centrali in quello che è il dibattito odierno sul rapporto tra uomo e macchina, e cerca di fornire una risposta attraverso un dialogo articolato con alcune tra le voci più autorevoli nel mondo accademico, manageriale e imprenditoriale sulla scena italiana e internazionale. Il libro vede infatti il contributo di Alfonso Dolce, ad di Dolce&Gabbana, Stefano Venier, ad di Snam, Alberto Calcagno, ad di Fastweb, Monica Poggio, ad di Bayer Italia, Alessandra Perrazzelli, vice direttrice generale di Banca d’Italia, Sabina Leonelli, docente di Filosofia e storia della scienza alla University of Exeter, turing fellow presso Alan Turing Institute di Londra, direttrice dell’Exeter Centre for the Study of the Life Sciences, Alberto Mantovani, immunologo e direttore scientifico IRCCS Istituto Clinico Humanitas, Barbara Carfagna, giornalista RAI, Gianna Martinengo, fondatrice e CEO di Didael KTS, Paolo Benanti, una delle voci più autorevoli sul rapporto tra intelligenza artificiale ed etica. La prefazione del libro è affidata a Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia, e la postfazione è a cura di Luciano Floridi,

professore ordinario ed esperto di Filosofia ed etica dell’informazione presso l’Università di Oxford.

Il volume include anche una conversazione con Federico Faggin, padre del primo microprocessore al mondo, e affronta il complesso rapporto che sussiste oggi tra intelligenza umana e artificiale, indagando la contrapposizione tra coscienza e calcolo, utopia e distopia.

Da questo racconto a più voci emerge un quadro articolato e ricco di spunti, in cui etica e mediazione tra cultura umanistica e cultura scientifica ricorrono frequentemente e all’interno del quale si fa strada il pensiero dell’autore: l’intelligenza artificiale non esiste senza l’intelligenza creativa che la elabora. “Creare, interpretare e prendere decisioni sono le nostre abilità distintive, si tratta di deleghe che non dobbiamo concedere alle macchine, nemmeno nel momento in cui le macchine saranno capaci di accettarle. Nel giorno in cui questa ipotesi remota dovesse prospettarsi, maturità e dibattito dovranno averci insegnato a respingerla. L’intelligenza

artificiale non è invulnerabile e, anzi, non è neppure intelligente. Ma dietro di sé ha l’ingegno umano di chi l’ha costruita. Conoscerne le logiche (e i limiti e i divieti) è il primo necessario passo per metterla in condizione di portare valore alle nostre vite”, scrive infatti Fabio Ferrari.

AREM ITALIA ACQUISISCE UNA NUOVA UNITÀ PRODUTTIVA

Un nuovo stabilimento produttivo, che consentirà l’acquisto di macchinari all’avanguardia e lo sviluppo di soluzioni innovative e che, grazie alla vicinanza con la sede storica di San Giovanni in Persiceto, alle porte di Bologna, permetterà di mantenere un controllo diretto sulle produzioni. La recente acquisizione è opera di Arem Italia, punto di riferimento nel campo dell’abbigliamento personalizzato e della produzione diretta di stampe e ricami customizzati e lavorazioni speciali, che destinerà i nuovi spazi alla realizzazione di nuovi tipi di stampe su abbigliamento. Con l’obiettivo di contribuire a un futuro più sostenibile, l’immobile, che attualmente è un classe F, subirà una serie di interventi migliorativi in termini sismici e di autonomia energetica che permetteranno di raggiungere la classe A e il traguardo delle 0 emissioni almeno per l’80/90% dell’anno. “L’inaugurazione dovrebbe avvenire nei primi mesi del 2024. L’acquisto dei nuovi macchinari per stampa e ricamo, che andranno a implementare quelli esistenti, garantirà la nostra leadership, in

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Fabio Ferrari, presidente di Ammagamma

Italia ma anche in Europa, per tutti i servizi per il tessile; le tecnologie avanzate di cui ci doteremo, infatti, permetteranno di offrire un’elevata qualità per i prodotti e per la più ampia gamma di personalizzazioni”, dichiara Riccardo Giovannini, titolare di Arem Italia.

Ogni anno l’azienda destina un budget in ricerca e innovazione per scoprire e creare nuove personalizzazioni per il tessile abbigliamento, specialmente nel campo del cucito e del ricamo, che possano giovare all’ambiente e rendere il servizio di personalizzazione sempre più veloce, economico e di qualità. “Testiamo tessuti, filati, telai e tanti altri fattori che possano dare un impulso maggiore sul mercato di questi servizi, da troppi anni ormai stagnante, e negli ultimi anni stiamo investendo anche in macchinari tecnologicamente avanzati e mettendo a punto tecniche di personalizzazione ‘abbinate’ con laser, alta definizione, merrow border, spesso introvabili sul mercato. Ogni personalizzazione speciale è gestita dall’ufficio campionario, che realizza i test e garantisce la qualità del prodotto al cliente”, continua il titolare di Arem Italia. L’azienda persicetana, che opera principalmente nei settori tessile del lavoro, con workwear e safetywear per le aziende, tessile promozionale per gli eventi e la pubblicità, sportivo e infine nel settore moda, copre i mercati italiano ed europeo e si sta espandendo anche oltreoceano grazie anche all’elevata visibilità acquisita online. Arem Italia è infatti operativa con due siti e-commerce e uno istituzionale, direttamente gestiti da un reparto interno con personale informatico: “Già prima della pandemia puntavamo molto sul digitale e sulla nostra attività online, affiancandola alle fiere in Europa e riscuotendo un buon successo; ma è stato solo dopo il cambiamento dei mercati e l’impossibilità di partecipare fisicamente alle fiere che abbiamo rilevato l’incremento più significativo”, sottolinea Giovannini.

Arem Italia sarà presente a FARETE 2023: “È un appuntamento in cui abbiamo creduto fin dalla prima edizione e a cui da allora prendiamo parte ogni anno, traendo successo e soddisfazione in particolare dagli incontri B2B dell’International Club”, conclude Riccardo Giovannini.

ARETÉ, PUBBLICATO IL PRIMO STUDIO UE SULLE BEVANDE LOW/NO ALCOHOL

Uno studio, il primo a livello europeo, sul mercato delle bevande “low/no alcohol”, che si posizionano come alternative a bassa (o nulla) gradazione alcolica delle bevande alcoliche classiche, voluto dalla DG Agri della Commissione Europea. A condurlo è stata Areté, realtà bolognese specializzata nella valutazione di politiche per il settore agroalimentare.

Come sottolineano dalla società, negli ultimi anni è aumentata in molti Paesi del mondo l’offerta di bevande senza alcol o con ridotto tenore alcolico, vendute e pubblicizzate come in grado di replicare l’esperienza di consumo di birra, vino e superalcolici, per chi non può o non vuole bere la versione alcolica “classica”. Mentre il mercato delle birre analcoliche o a bassa gradazione è già piuttosto consolidato, quello degli altri prodotti “low/no alcohol” è solo agli inizi del suo sviluppo. Un mercato che Areté ha stimato per l’UE in circa 2,5 miliardi di litri e 7,5 miliardi di euro, in gran parte coperto dalla birra. Tra i Paesi UE che trainano il mercato vi sono Francia, Spagna, Germania e Belgio, mentre fuori dall’UE mercati vivaci sono quello australiano, inglese e statunitense.

La birra è di gran lunga il prodotto più venduto, ma in alcuni Paesi sta avanzando anche il consumo di vini dealcolizzati e versioni senza alcol dei distillati più diffusi. Se in valore assoluto questo segmento rappresenta ancora una nicchia di mercato, è notevole la crescita rilevata negli ultimi anni, in un quadro di generale stabilizzazione o riduzione dei consumi di bevande alcoliche.

In Italia il mercato delle alternative “low/ no alcohol” sta muovendo i primi passi e pare meno sviluppato rispetto ad altri Paesi.

Lo studio Areté stima in circa 8 milioni di euro il mercato italiano delle bevande “low/no” alternative ai superalcolici nel 2021 (lo 0,1% del totale della categoria), a fronte dei 78 milioni di quello francese. Cifre ancora più ridotte per i vini aromatizzati, rappresentati principalmente dalle alternative al Vermouth, con vendite stimate in meno di un milione di euro. Se la cava un po’ meglio il vino (parzialmente) dealcolizzato, con un mercato nazionale stimato di circa 30 milioni di euro, nettamente in rincorsa rispetto a Francia (166 milioni) e Germania (69).

I dati Euromonitor International analizzati da Areté fanno però intravedere previsioni di forte crescita nei prossimi anni (+23% di tasso di crescita medio annuo 2021-2026 per i superalcolici “low/no”), in linea con le aspettative di molti operatori, che vedono in questo mercato un grande potenziale per raggiungere nuove categorie di consumatori.

Uno degli aspetti critici, con impatti anche sugli andamenti di mercato, è la normativa. Ad oggi non esiste una definizione legale di “bevanda alcolica” nella legislazione alimentare dell’UE e il quadro normativo può variare in modo significativo da un Paese all’altro e tra prodotti diversi. Queste differenze diventano particolarmente evidenti soprattutto in tema di etichettatura e di denominazioni di vendita autorizzate, ambiti a cui lo studio Areté dedica grande attenzione.

“Guardando all’UE nel suo complesso, il mercato delle bevande ‘low/no alcohol’ è ancora in una fase iniziale di sviluppo e le relative dinamiche sono ancora in gran-

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Enrica Gentile, founder e CEO di Areté

de evoluzione, ma le attese per i prossimi anni sono di crescite complessive a due cifre. In questo contesto, sono di grande importanza l’innovazione tecnologica e di prodotto, ma anche la possibilità di avere un quadro normativo chiaro, a beneficio di consumatori e operatori”, commenta Enrica Gentile, founder e CEO di Areté e project manager per il progetto UE.

STUDIO BARBIERI & ASSOCIATI, NATURALMENTE SOSTENIBILI

Dal 1° gennaio 2024 le imprese interessate dalle previsioni della direttiva europea sulla sostenibilità (CSRD) saranno obbligate a confrontarsi con criteri e strumenti nuovi e diversi.

“Le azioni intraprese dalle aziende in questi anni hanno riguardato soprattutto la sostenibilità ambientale, ma ora anche gli ambiti sociali e di governance racchiusi nella sigla ‘ESG’ dovranno essere oggetto di attenzione da parte del board, e i principi di sostenibilità permeare tutti gli ambiti aziendali”. Parole di Gianfranco Barbieri, partner dello Studio Barbieri & Associati Dottori Commercialisti di Bologna.

“Già in occasione dell’edizione 2022 di Farete avevamo presentato i nostri servizi alle imprese con riferimento agli ambiti sociali e di governance sotto lo slogan ‘Sostenibilità: non solo ambiente. Ribaltiamo l’approccio’. Con ciò non volevamo negare l’importanza del fattore ambientale, ma semplicemente focalizzare la nostra attenzione sui temi che più caratterizzano la nostra professione”, continua Barbieri. “Traendo ispirazione da un filmato del Centre for Science and Environment avevamo

sottolineato l’importanza di guardare ciò che ci circonda, le cose che utilizziamo e quello che facciamo quotidianamente con altri occhi (quelli della sostenibilità).

Se parliamo di gestione aziendale, ciò significa rivedere le strategie, gli obiettivi, i progetti e le azioni in ottica di sostenibilità senza rinnegare, ma piuttosto arricchendo, i principi di buona gestione già adottati; e se parliamo di rapporti sociali, significa andare oltre i semplici servizi di welfare per affrontare i temi del benesse-

re, della cura e della valorizzazione delle persone”, evidenzia ancora il partner dello Studio Barbieri & Associati.

“Quanto ai nuovi progetti dello Studio, coniugando la nostra esperienza di aziendalisti con quella di organizzatori e promotori di eventi culturali, con il supporto del nostro sistema qualità certificato da più di vent’anni e di professionisti di specifica competenza, stiamo ora proponendo alle PMI la realizzazione di eventi conviviali all’insegna della sostenibilità, costruiti con particolare riferimento agli ambiti sociali e di governance, attraverso i quali avvicinarsi al proprio territorio e alla comunità locale coinvolgendo i dipendenti, i clienti, i fornitori, le banche e le istituzioni, e raccontare i propri valori, obiettivi e azioni per la sostenibilità”, prosegue Barbieri. Non solo eventi, ma una preziosa occasione per mettere in campo in modo naturale azioni concrete, quanto misurabili, di sostenibilità. “Ad esempio, incontrare la propria comunità locale per ascoltarne le esigenze e rinforzare l’accreditamento dell’azienda anche al fine di attrarre e mantenere i talenti, avvicinare l’azienda ai dipendenti e alle loro famiglie, rafforzare i rapporti di filiera, facilitare il dialogo con il ceto bancario per migliorarne i rapporti, comunicare la sensibilità dell’azienda verso i temi della sostenibilità e condividere le azioni intraprese e in cantiere, sensibilizzare e coinvolgere i dipendenti e

gli stakeholder a supporto delle azioni da intraprendere per la sostenibilità, misurare e rendicontare le azioni di sostenibilità realizzate grazie all’evento e concedersi qualche ora in leggerezza per lasciare spazio alla convivialità e allo stare insieme”, conclude Gianfranco Barbieri. Per info: www.barbierieassociati.it/sostenibilità-non-solo-ambiente

BERCO, SITO DI COPPARO PIÙ GREEN CON IL NUOVO IMPIANTO FOTOVOLTAICO

Berco, società del Gruppo thyssenkrupp specializzata nella fabbricazione di componenti e sistemi sottocarro per macchine movimento terra cingolate e attrezzature per la revisione e la manutenzione di tali componenti, ha avviato lo scorso maggio insieme a Edison Next, società del Gruppo Edison, un percorso di sostenibilità per il proprio sito di Copparo, in provincia di Ferrara.

In particolare, Edison Next, grazie al contratto PPA (Power Purchase Agreement) on site della durata di 20 anni firmato con Berco, si occuperà della progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione di un impianto fotovoltaico a terra della potenza di circa 7,1 MWp per lo storico e principale stabilimento di Berco, considerato uno dei poli produttivi più grandi al mondo nel suo settore, che si estende su un’area di 550mila metri quadrati e conta circa 1.400 dipendenti.

Il nuovo impianto fotovoltaico coprirà una superficie di 96mila metri quadri totali e sarà costituito da 70 inverter e da 11.600 moduli PV, montati per la maggior parte su strutture a inseguimento monoassiali e per la restante parte su strutture fisse. L’impianto sarà in grado di produrre circa 11.000 MWh all’anno.

L’impianto contribuirà quindi alla riduzione, da un lato, della spesa energetica, e dall’altro dell’impatto ambientale, consentendo di evitare l’emissione in atmosfera di oltre 3.800 tonnellate di CO2 all’anno, pari alla quantità assorbita da circa 115mila piante. La quota di autoconsumo di energia elettrica rinnovabile così auto-

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Gianfranco Barbieri, partner dello Studio Barbieri & Associati

prodotta da Edison Next destinata al sito di Copparo sarà pari a poco più dell’80%. La restante parte non consumata potrà essere accumulata o immessa in rete.

Con questo contratto Edison Next e Berco compiono il primo passo di un percorso che potrà prevedere la realizzazione di ulteriori interventi finalizzati a rendere gli stabilimenti sempre più sostenibili.

“La realizzazione di questo importante progetto è la conferma della nostra precisa volontà aziendale di mantenere una leadership tecnologica non solo di prodotto, ma altresì del processo produttivo”, dichiara Piero Bruno, amministratore delegato di Berco. “Questo attraverso un piano di sostenibilità che ci vedrà operare a 360° su tutti gli aspetti di utilizzo consapevole delle fonti primarie, energetiche ed idriche necessarie alla realizzazione dei nostri prodotti. L’impegno e la cooperazione che ci vede legati a Edison Next per i prossimi anni è per noi motivo di grande soddisfazione e rappresenta un progetto di lungo periodo che ci porterà a raggiungere i più ambiziosi traguardi in termini di emissioni e un’ulteriore conferma della centralità che da sempre il sito di Copparo riveste in tutti i più importanti programmi di crescita della nostra azienda”, continua Bruno.

“Siamo lieti di iniziare un percorso virtuoso di transizione energetica con Berco, realtà industriale che l’estero ci invidia”, rimarca Marco Steardo, direttore industry di Edison Next. “Lo sviluppo di questo impianto fotovoltaico, di taglia significativa, dà un contributo reale e concreto

alla riduzione della carbon footprint dello stabilimento. Il fotovoltaico è una tecnologia ormai matura, consolidata e affidabile, che assicura benefici in termini di riduzione energetica ed emissiva, e aumenta l’indipedenza dalla rete, contenendo l’esposizione alla volatilità dei prezzi. Oggi è la tecnologia chiave, da cui partire, per compiere il percorso di decarbonizzazione. Siamo orgogliosi di poter avviare questo percorso con Berco”, conclude Steardo.

BONFIGLIOLI ACQUISISCE SELCOM GROUP

“L’impatto dell’Industria 4.0, la sempre più evidente pervasività dei sistemi robotici nei processi produttivi e logistici, nonché il trend accelerato dell’elettrificazione dei veicoli di ogni tipo, richiedono una focalizzazione ancora maggiore di Bonfiglioli nello sviluppo di soluzioni meccatroniche, di cui l’elettronica è ovviamente una componente fondamentale”. Con queste parole la presidente Sonia Bonfiglioli commenta il recente accordo per l’acquisizione di Selcom Group da parte di Bonfiglioli Riduttori, punto di riferimento a livello mondiale nel mercato degli azionamenti per macchine di processo e movimentazione industriale, generatori eolici e macchine mobili per l’edilizia, il movimento terra e l’intralogistica.

Con sede a Castel Maggiore, appena fuori Bologna, Selcom è specializzata nella progettazione, produzione e vendita di schede elettroniche, prodotti elettronici, nonché software e soluzioni per clienti dei settori industriale, biomedicale, automotive, intralogistica e home-appliance. Ha realizzato

nel 2022 un fatturato di circa 150 milioni di euro (di cui il 60% di produzione italiana), generando una crescita del 15% rispetto all’anno precedente, nonostante le note difficoltà nel reperimento di materiale elettronico.

“L’operazione trova i suoi fondamenti nella nostra volontà di impegnarci ancora più verticalmente nella progettazione e nella catena del valore dell’elettronica di controllo e di potenza. Inoltre, siamo molto felici che l’acquisizione riguardi un’azienda che oggi vanta importanti diramazioni multinazionali, ma che è nata e si è sviluppata in Italia e in particolare nell’area bolognese; siamo certi che la vicinanza fisica a Bonfiglioli contribuirà ulteriormente a creare sinergie e soluzioni ad alto valore aggiunto per i nostri clienti”, continua Sonia Bonfiglioli.

Selcom Group impiega circa 750 dipendenti distribuiti su quattro stabilimenti produttivi in Italia e due a in Cina, a Shanghai (nel distretto di Qingpu). Con una capacità produttiva di circa sette milioni di unità elettroniche/anno, gli impianti produttivi di Selcom sono in grado di soddisfare richieste di elevati volumi e mix. Inoltre, l’azienda completa la propria proposta di valore con attività di system integrator fornendo sistemi di automazione chiavi in mano su specifica del cliente. Selcom si distingue anche per la propria area engineering, che comprende la ricerca e sviluppo e l’ingegneria di processo per hardware, software e meccanica, nonché la progettazione interna di metodi di test di validazione del prodotto che, insieme ad un elevato livello di servizio e alla stretta

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Sonia Bonfiglioli, presidente di Bonfiglioli Riduttori Il management di Edison Next e Berco, società del Gruppo thyssenkrupp, dopo la firma dell'accordo per la sostenibilità del sito di Copparo

collaborazione con il cliente, completano il posizionamento differenziante della società sul mercato.

“Abbiamo visto in Selcom un’ottima opportunità per Bonfiglioli: è un’azienda con grandi competenze tecnico-elettroniche, sia in termini di progettazione che di processo, assolutamente complementari alle nostre”, afferma Fausto Carboni, amministratore delegato di Bonfiglioli. Selcom Group rappresenta dunque un deciso rafforzamento dell’anima elettronica di Bonfiglioli, che nasce nel 2001 con l’acquisizione della tedesca Vectron Elektronik Gmbh, oggi Bonfiglioli Vectron Gmbh, società del gruppo che progetta e produce azionamenti elettronici per motori elettrici prevalentemente per usi industriali.

BTEXPO - SHOMED, IL 3 E 4 OTTOBRE A MODENA LA TERZA EDIZIONE

Si svolgerà il 3 e 4 ottobre a Modena, presso il quartiere fieristico, la terza edizione di BTExpo - Shomed, la prima manifestazione in Italia dedicata alla filiera dei prodotti e delle attrezzature biomedicali. Secondo i dati di Confindustria Dispositivi Medici, nel 2022 il mercato italiano dei dispositivi medici è stato di 11,6 miliardi di euro tra export e mercato interno, con una crescita del 2,7% rispetto all’anno precedente. Un settore costituito da 4.449 imprese per un totale di 118.837 dipendenti. Si tratta di un tessuto industriale assai eterogeneo, altamente innovativo e specializzato, in cui le piccole aziende, quasi il 94% del totale,

convivono con i grandi gruppi.

“BTExpo - Shomed è stata creata proprio per dare la maggior visibilità possibile a un comparto dalle ampie prospettive di sviluppo (il quarto in Europa con una quota del 10,4% del totale, secondo Medtech Europe) caratterizzato da un’occupazione altamente qualificata e da significativi investimenti in ricerca e sviluppo.

E non è un caso che questa kermesse si svolga proprio in Emilia-Romagna e, nello specifico, sul territorio modenese: a pochi chilometri dal capoluogo della provincia, a Mirandola, ha infatti sede il principale Distretto biomedicale del Paese”, spiegano gli organizzatori.

BTExpo - Shomed nasce dall’esigenza di offrire un evento B2B che porti in fiera uno dei distretti industriali più importanti a livello nazionale e tra i primi al mondo, con l’obiettivo di creare un evento che parta dalla valorizzazione delle aziende del territorio per allargarsi a un orizzonte internazionale. La terza edizione arriva tra l’altro a seguito dei dati positivi di quella del 2022, dove si è registrato un +60% di espositori e un +45% di visitatori provenienti, oltre che da tutta Italia, anche da Regno Unito, Germania e Paesi Bassi.

“L’evento si rivolge a tutti i professionisti che operano all’interno dell’intero ciclo della supply chain delle aziende del settore, partendo dall’ideazione, passando alla progettazione sino alla produzione, unitamente ai consulenti e ai liberi professionisti che affiancano le aziende in tutte queste fasi. Sono tre i temi centrali individuati per la terza edizione: digitalizzazione, sostenibilità e innovazione. E proprio a quest’ultimo tema sarà dedicato l’Innovation Village, un’altra delle novità di questa edizione: un’area appositamente riservata alle startup innovative, realizzata in partnership con ART-ER, che consentirà alle realtà selezionate di godere di uno spazio completamente allestito, essere presenti nel catalogo della manifestazione e godere, durante la kermesse, di uno slot temporale per illustrare i propri prodotti”, spiegano ancora i promotori di BTExpo-Sho-

med.

La due giorni sarà caratterizzata da un ricco programma di incontri, workshop professionali e convegni, accessibili gratuitamente a tutti i visitatori, nei quali saranno discussi i temi di maggiore attualità per il settore.

BTExpo - Shomed è organizzata da ModenaFiere in stretta collaborazione con Confindustria Emilia Area Centro, Confindustria Dispositivi Medici, CNA Modena, LAPAM-Confartigianato, Fondazione Democenter-SIPE, Tecnopolo Mario Veronesi di Mirandola, Confimi Industria Sanità, ART-ER, e con il patrocinio di Comune di Modena, Camera di Commercio di Modena e Regione Emilia-Romagna. Per info: www.bt-expo.it; commerciale@btexpo.it

CAFFÈ CAGLIARI, LINEA HQ E CAPSULE IN ALLUMINIO PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE

La storica torrefazione modenese Caffè Cagliari ha appena lanciato sul mercato la linea HQ - Alta Qualità, dedicata esclusivamente al canale commerciale Ho.re. Ca. Un progetto di restyling nato con l’obiettivo di valorizzare le due miscele alta qualità Superoro e Espresso Bar, che si è evoluto a linea premium attraverso la realizzazione di materiali di servizio e di comunicazione dedicati.

“La qualità dei nostri prodotti è riconosciuta e apprezzata dai clienti di tutto il mondo. Con questo progetto abbiamo voluto attualizzare la linea premium alta pressione ridisegnando il packaging e creando una serie di materiali di servizio dedicati. Il risultato è una linea dal design contemporaneo che valorizza il locale guardando al futuro in un’ottica di sostenibilità. Ciò che invece è rimasto immutato sono le due miscele: la qualità e il gusto di Superoro e Espresso Bar sono sempre le stesse”, racconta Alessandra Cagliari, amministratore delegato di Caffè Cagliari. Nuova grafica per un packaging system dotato di una valvola ad alta pressione che permette una maggiore esaltazione delle qualità del caffè rispetto alle valvole stan-

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CAMPA CELEBRA 65 ANNI DI MUTUO SOCCORSO ALL’INSEGNA DELLA RECIPROCITÀ

Sessantacinque anni di attività al servizio dei propri soci e assistiti. A festeggiare l’importante traguardo nel 2023 è CAMPA, Mutua Sanitaria Integrativa, che dal 1958 offre copertura delle spese sanitarie legate sia ai ricoveri, agli interventi chirurgici e al parto, sia alla prevenzione diagnostica.

“È stato uno sviluppo costante e continuo, che negli ultimi quindici anni, con l’avvio dei Piani sanitari collettivi aziendali, è davvero decollato. A fianco dei tradizionali iscritti provenienti dal mondo delle professioni, del lavoro autonomo e dell’imprenditoria, CAMPA ha realizzato convenzioni con circa 650 aziende, banche, enti e cooperative operanti nei vari settori, garantendo la copertura sanitaria integrativa a 45.000 dipendenti aziendali. Proporre una mutualità complessiva tra diverse categorie e generazioni di soci e iscritti ci consente di realizzare pienamente una reale solidarietà e garantire una migliore accessibilità alle cure sanitarie e alla diagnostica”, dichiara il direttore di CAMPA, Massimo Piermattei.

E oggi i numeri dimostrano, senza ombra di dubbio, che la scommessa è stata vinta: “L’eccellenza di CAMPA nel complementare il SSN è dimostrata dalla sua efficacia ed efficienza. In occasione dei 65 anni di attività CAMPA è arrivata a contare 65.000 iscritti. Anche nell’ultimo bilancio approvato la percentuale di restituzione sotto forma di rimborsi e prestazioni è stata pari all’83% dei contributi raccolti”, sottolinea ancora Piermattei.

La CAMPA Cassa Assistenza Malattie Professionisti ed Artisti muove i primi passi negli anni ’50 con lo scopo di tutelare i propri associati basandosi sul principio della reciproca solidarietà. Nasce infatti a Bologna il 7 giugno 1958 dall’idea di 15 soci fondatori come Cassa Mutua per fornire copertura sanitaria alle categorie dei liberi professionisti che non avevano alcuna assistenza e con la riforma sanitaria del 1978 diventa una Mutua Sanitaria Integrativa del

SSN aperta a tutti i cittadini. Mutualità vuole dire reciprocità: tutti sono chiamati a concorrere e tutti potenzialmente sono i destinatari dei vantaggi. Non avendo finalità di lucro, CAMPA fornisce garanzie a costi contenuti, destinando la massima parte delle risorse raccolte a favore degli stessi associati; mette inoltre a disposizione la propria rete di strutture sanitarie convenzionate per consentire ai propri soci di effettuare le prestazioni senza anticipo della spesa e senza liste di attesa. Durante questi 65 anni di vita la società si è evoluta e rafforzata, in un percorso di crescita che l’ha vista espandere la propria attività anche oltre i confini regionali, su tutto il territorio italiano.

“CAMPA taglia il traguardo dei 65 anni di età in piena salute e in continua crescita, senza alcun segnale di stanchezza ma, anzi, in pieno dinamismo, in grado di garantire a tutti i suoi soci e assistiti una ampia ed efficiente capacità assistenziale, che si caratterizza non solo per la qualità delle prestazioni terapeutiche ma anche per la crescente attenzione a iniziative di prevenzione della salute. La mission di CAMPA è infatti la tutela della salute, sotto ogni aspetto, e non solo del singolo ma dell’intero nucleo familiare: quindi il benessere complessivo, lo star bene, di tutti i suoi componenti”, dichiara il presidente di CAMPA Federico Bendinelli.

“Per questo i limiti di accesso alla Mutua tengono conto dell’età dei componenti più giovani della famiglia, cui è riconosciuta la possibilità di associare al proprio piano di assistenza anche i componenti più anziani dello stesso nucleo familiare, senza limitazioni. E sempre per la stessa finalità istituzionale della piena tutela della persona l’assistenza permane qualsiasi sia l’entità del ricorso alle cure mediche, e per tutta la durata della vita. Sono questi essenziali elementi, oltre all’elevata efficienza assistenziale, sotto ogni profilo, che rendono CAMPA una struttura di eccellenza, diversa da qualsiasi compagnia di assicurazione”, conclude Bendinelli.

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Federico Bendinelli, presidente di CAMPA

dard. Un sistema sviluppato da Goglio nel 2006 al quale Caffè Cagliari ha da subito creduto e che ancora oggi risulta innovativo: a differenza delle normali valvole monodirezionali di degassazione, questa valvola lavora ad una pressione molto elevata permettendo di trattenere a lungo, all’interno della confezione, i gas che naturalmente si sprigionano dai chicchi di caffè appena tostati. In questo modo l’aroma si arricchisce ulteriormente offrendo un risultato in tazza eccellente.

Novità anche sul formato: in controtendenza rispetto al mercato, Caffè Cagliari ha aumentato il formato portandolo da 1 kg a 1,250 kg, riducendo così del 25% l’imballaggio del pack. Una scelta che rappresenta un primo passo verso gli obiettivi di sostenibilità in programma nel piano aziendale dei prossimi anni.

La linea di prodotti HQ rappresenta solo una delle innovazioni introdotte nel corso del 2023 da Caffè Cagliari, che nel mese di marzo aveva già ufficialmente presentato le sue nuove capsule in alluminio compatibili con il sistema ad uso domestico Nespresso, disponibili nelle miscele tradizionali Gran Caffè e Gran Rossa per un caffè rispettivamente dolce e avvolgente, intenso e persistente.

Con queste nuove referenze Caffè Cagliari arricchisce l’offerta dedicata agli amanti del caffè monoporzionato, con una proposta che garantisce la massima compatibilità con le macchine ad uso domestico Nespresso e una tenuta superiore, che assi-

cura maggiore freschezza del prodotto. La scelta di realizzare due nuove referenze in capsule in alluminio va verso un’ottica di sviluppo sostenibile: l’alluminio è infatti un materiale riciclabile al 100% che può essere riutilizzato infinite volte senza che perda le sue caratteristiche.

“Una scelta consapevole a sostegno di un prodotto di alta qualità: oltre ad essere più sostenibili, le capsule in alluminio offrono un elevato effetto barriera che protegge il caffè dagli agenti esterni che ne possono alterare la qualità, mantenendo così la freschezza e l’aroma del caffè appena tostato e garantendo di conseguenza un ottimo risultato in tazza”, conclude Alessandra Cagliari.

CAMBIO AL VERTICE IN COMMERCIALE FOND

È una vita dedicata con passione e dedizione alla propria azienda quella di Romano Maletti, che il 30 maggio scorso, in occasione del rinnovo delle cariche del Consiglio di Amministrazione di Commerciale Fond, azienda modenese attiva nel commercio metalli, ha deciso di rinunciare a tutti gli incarichi operativi.

Nato nel 1934, Maletti entra nel 1965 come capo fonderia alle Fonderie di Cadriano, in provincia di Bologna, specializzate nella produzione di getti in ghisa con 70 dipendenti e, nel giro di poco tempo, ne diventa direttore generale entrando anche a far parte della compagine sociale.

Nel 1974 la svolta, quando Maletti fonda, insieme ad altri tre soci, Commerciale Fond, allora piccola realtà dedicata alla commercializzazione di barre in ghisa prodotte mediante colata continua e macchine usate per fonderia. Negli anni seguenti, nonostante alcuni cambiamenti nell’assetto societario dell’azienda, Maletti mantiene la propria quota di azioni.

Nel 1992, a seguito della vendita delle Fonderie di Cadriano, Maletti, all’epoca amministratore delegato del nuovo gruppo di fonderie (Sabiem e Fonderie di Cadriano), decide di lasciare l’attività produttiva per dedicarsi completamente a quella commerciale, entrando nella gestione diretta di Commerciale Fond di cui, ad oggi, rappresenta ancora l’unico socio fondatore.

In particolare, è tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio ‘90 che si delinea l’attuale attività di Commerciale Fond: l’abbandono del commercio di macchine usate per fonderia, per focalizzare il core business sui semilavorati di metalli non ferrosi, da affiancare alla già presente ghisa in colata continua.

Il primo materiale a essere inserito fu l’alluminio, seguito poi dal bronzo, dall’ottone, dal rame e dalle materie plastiche. Inoltre, grazie all’esperienza pluridecennale matura da Maletti nel campo della fonderia, nel 1993 venne introdotto il commercio di fusioni in acciaio e alluminio, prodotte con il metodo della cera persa. Questi sviluppi e la guida lungimirante di Romano Maletti hanno trasformato Commerciale Fond da una piccola azienda composta da quattro soci e un solo dipendente in una realtà che vanta oggi quattro sedi operative dotate di magazzino e centro servizi (a Modena, Milano, Torino e Padova) con una superfice complessiva di 22.600 metri quadrati, di cui 10.000 coperti, 62 dipendenti e 20 agenti di vendita.

“Quest’anno, avendo raggiunto il fatturato consolidato di 39,5 milioni di euro, nuovo record per Commerciale Fond, mi sembra sia arrivato il momento giu-

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Romano Maletti, fondatore di Commerciale Fond
Una buona idea senza una buona tutela è come l’aria. È di tutti. Affida il tuo Know-how a chi sa trasformarlo in valore nel tempo. BREVETTI | MODELLI | DESIGN | MARCHI | COPYRIGHT www.brunacci.eu

sto per portare a termine il passaggio di consegne e lasciare ai miei soci operativi la gestione di un’azienda in ottima salute, che in questi 49 anni mi ha dato grandi soddisfazioni. Rimarrò comunque sempre disponibile a supportare i miei soci, mettendo a disposizione di tutti l’esperienza che ho maturato in 75 anni di attività, 65 dei quali dedicati a coordinare il lavoro dei miei collaboratori”, dichiara Romano Maletti.

CONSORZIO LCS, L’ESPERIENZA INTERNAZIONALE NELLA LOGISTICA INTEGRATA

Un’organizzazione in crescita continua che si è appena affacciata, tramite una consorziata, al mercato del Medio Oriente, dopo aver aperto sedi in Brasile e Polonia. È il Consorzio LCS, che opera da anni nel settore della logistica e che consolida la presenza internazionale attraverso le aziende consorziate che continuano ad ampliare i propri orizzonti, grazie ad un’esperienza e ad una qualificazione riconosciute nel settore.

Il Consorzio LCS, che ha una propria filiale anche a Bologna, offre consulenza e servizi orientati alla logistica integrata, al problem solving e alla terziarizzazione di cicli produttivi e rami di azienda, mettendo a frutto l’esperienza e il know-how acquisiti dagli associati in 20 anni di attività. Settori privilegiati di intervento sono quelli della meccanica, della moda e dell’agroalimentare, dove vengono messe a frutto competenze specifiche e differenti

che tengono conto delle caratteristiche di ogni business. Dall’alto tasso di innovazione tecnologica dell’industria meccanica alla logistica del fashion, che comprende sia servizi automatizzati sia servizi manuali, progettati in maniera personalizzata per l’industria della moda, alla gestione e movimentazione di materie prime, di semi-lavorati e di prodotto finito per primarie aziende del food & beverage. “In particolare, tra le aziende consorziate, la Logi Service vanta un’esperienza approfondita con alcuni tra i maggiori gruppi industriali italiani, a cui fornisce servizi qualificati, e opera su tutto il territorio nazionale ed estero. Service provider accreditato da Stellantis e Marelli per attività di selezione, controllo e recupero di componenti destinati alla produzione, la Logi Service ha saputo seguire, in maniera proattiva, l’evoluzione costante dell’industria e in particolare del settore automobilistico, adottando una strategia di rapidità, efficacia ed efficienza nella risposta alle complesse richieste di un mercato in continua evoluzione, attraverso un sistema organizzativo flessibile e ad alta competenza”, dichiarano dal Consorzio LCS.

Le imprese associate al Consorzio LCS sono dunque specializzate nei vari campi dell’industrial supply chain, per un approccio interfunzionale alla gestione dell’attività del cliente. “L’obiettivo è la garanzia che un prodotto/servizio raggiunga il suo consumatore/fruitore finale nei modi, nei tempi e ai costi desiderati. In ciascun settore di attività, puntiamo a risultati concreti di specializzazione ed efficienza per assicurare l’integrazione e la gestione degli approvvigionamenti, il flusso e il controllo dei materiali e delle informazioni, la qualità dei processi, per il fine ultimo di produrre valore per il cliente”, sottolineano dal Consorzio bolognese, il cui punto di forza deriva dalla sinergia che si crea tra le competenze delle aziende associate, che consente di offrire un ventaglio di specializzazioni funzionali a progettare ed elaborare soluzioni personalizzate e

flessibili per la logistica industriale. “È certo che uno dei fattori competitivi su cui si fonda la buona performance di un’azienda è l’efficace organizzazione dei suoi processi di lavoro, dalla progettazione, alla produzione, fino alla distribuzione di un bene/servizio. Ne deriva che la logistica integrata assume un ruolo fondamentale nel miglioramento di tempi e costi e quindi nella crescita della redditività”, concludono dal Consorzio LCS.

CPC E AZIENDA OSPEDALIERO UNIVERSITARIA DI MODENA INSIEME PER REALIZZARE UN SOGNO

Fare squadra per realizzare un sogno: con questo obiettivo è stata organizzata lo scorso aprile la Charity Dinner per raccogliere fondi a favore del nuovo Blocco Operatorio dell’Ospedale civile di Baggiovara, alle porte di Modena.

L’incontro si è svolto all’interno dell’Innovative Club dell’azienda Cpc di Modena. A fare gli onori di casa è stato Franco Iorio, amministratore delegato del gruppo industriale modenese, tra gli ospiti della serata la dottoressa Micaela Piccoli, a capo della struttura di chirurgia generale d’urgenza e nuove tecnologie dell’ospedale di Baggiovara, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, i rappresentanti dell’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Modena, i maggiori istituti di credito del territorio e, naturalmente, molti imprenditori che non sono voluti mancare per condividere l’iniziativa.

“Sono felice di potere sostenere un progetto così importante che ha valenza non solo locale, ma anche nazionale e internazionale. La struttura di chirurgia generale d’urgenza e nuove tecnologie, coordinata dalla dottoressa Piccoli, è infatti un’eccellenza che siamo orgogliosi di avere sul nostro territorio”, ha dichiarato il numero uno di Cpc aprendo la serata.

“Sono convinto che come imprenditore sia un dovere sostenere la salute e il benessere di tutta la comunità di cui facciamo parte, garantendo a tutti la possibilità di

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essere curati con le migliori tecnologie ed essere assistiti in strutture all’avanguardia. Per questo ringrazio gli imprenditori, le istituzioni e gli istituti di credito che hanno risposto con entusiasmo al mio invito: abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per realizzare questa importante opera, mettendo in campo quel sapere fare che tanto ci contraddistingue per realizzare un vero e proprio progetto di comunità”, ha continuato Franco Iorio rivolgendosi alla platea.

Il nuovo blocco operatorio dell’Ospedale civile di Baggiovara coprirà un’area di 1.100 metri quadri, complessivamente saranno realizzate quattro sale operatorie di elevata metratura, complete di tutti i locali di servizio necessari al loro ottimale funzionamento, in un layout che garantisca percorsi sicuri ed efficienti sia per i pazienti che per gli operatori. Tutte le sale saranno costruite secondo standard ISO5 e allestite in modo modulare per garantirne la massima flessibilità per il loro utilizzo; ogni sala sarà fornita delle più avanzate tecnologie che garantiranno la continuità del percorso del paziente dall’area di induzione e risveglio alle sale operatorie e alla terapia intensiva post-operatoria.

Nel nuovo blocco operatorio sarà presente anche una sala robotica con zona dedicata alla consolle e con la possibilità di ospitare la doppia consolle per permettere attività di training sulla chirurgia robotica. Le dimensioni della sala e la dotazione impiantistica permetteranno l’utilizzo del robot chirurgico al massimo delle sue potenzialità.

Per rendere operativa la nuova struttura sarà necessaria la realizzazione di opere propedeutiche tra cui un reparto di degenza aggiuntivo per i pazienti che verranno curati, comprensivo di venti stanze per la degenza, con due posti letto ciascuna, dotate anche di impiantistica adeguata all’uso per malattie infettive, Covid o similari.

L’importo totale dell’intero progetto prevede una spesa complessiva del valore di 10.400.000 euro, che potrà essere raggiunta anche tramite step successivi di investimenti.

Come donare:

www.aou.mo.it/NBO_Facciamo_Squadra

CPL CONCORDIA PUNTA SU INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ

Non si arresta la crescita di Cpl Concordia, gruppo multiservizi nato nel 1899 a Concordia sulla Secchia, in provincia di Modena, che punta anche a investire sull’idrogeno.

La cooperativa, già attiva da oltre 60 anni nella distribuzione e stoccaggio del gas naturale, si è infatti aggiudicata un appalto, in una gara bandita dalla società Milano Serravalle-Milano Tangenziali (Società del Gruppo FNM), per il progetto esecutivo e la costruzione di cinque stazioni di rifornimento a idrogeno (Hydrogen Refuelling Station – HRS) da realizzare lungo la rete autostradale in concessione che riforniranno auto e camion con il combustibile a impatto ambientale nullo.

Le risorse economiche per realizzare il progetto provengono dal PNRR e dal Piano nazionale per gli investimenti complementari per un totale che raggiungerà i 48 milioni di euro. Il termine previsto per l’esecuzione delle opere è giugno 2026. Le stazioni saranno realizzate presso le aree di servizio lungo le tratte gestite da Milano Serravalle Milano Tangenziali e precisamente nei comuni di Tortona, Carugate e Rho. Lo sviluppo dell’autotrazione a idrogeno favorirà una notevole riduzione dell’inquinamento ambientale. “Essere protagonisti della decarbonizzazione per Cpl significa portare più risorse alla transizione energetica, quindi contribuire con ogni sistema energetico ad abbattere le emissioni”, commenta il presidente di Cpl Concordia, Paolo Barbieri. E lo sviluppo di Cpl continua, anche grazie al finanziamento di 43,3 milioni di euro ottenuto con garanzia Sace, ed erogato da un pool di istituti finanziari composto da UniCredit, in qualità di Banca Agente e Agente Sace, che ha agito con Intesa Sanpaolo come mandated lead arranger, global coordinator, bookrunner e finanziatori, nonché Banco BPM, BPER Banca, BNL BNPPARIBAS, Cassa Depositi e Prestiti e Sanfelice 1893 Banca Popolare.

“La fiducia di cui Cpl gode presso gli istituti di credito ha reso possibile tale operazione e ci sprona ancora di più ad essere una società orientata verso la continua ricerca di soluzioni legate all’attività caratteristica e allo sviluppo dell’energia secondo gli ambiti indicati dal PNRR“, continua Barbieri.

Ma accanto allo sviluppo tecnologico la

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Franco Iorio, amministratore delegato del gruppo CPC

CUBO, GIANNI CUPPINI E LA CONSULENZA MANAGERIALE: 90 ANNI DI STORIA

Un compleanno importante quello festeggiato lo scorso 21 marzo dall’Ingegner Gianni Cuppini, fondatore e presidente di Cubo, storica società bolognese di consulenza aziendale.

“Per me la consulenza è sinonimo di innovazione, ossia studiare nuovi prodotti consulenziali, per migliorare e rendere efficienti ed efficaci le procedure in essere senza creare problemi e generare quindi forti risparmi nei costi e nei tempi di esecuzione”, spiega Cuppini. “Ho due capisaldi nella mia vita professionale a cui tengo molto: la laurea in ingegneria industriale, che mi ha insegnato che per risolvere un problema occorre analizzarlo al massimo dettaglio, e l’essere un consulente manageriale emerito, ovvero essere in grado di analizzare i problemi al fine di ricercare soluzioni migliorative, innovative e affidabili, che, introdotte, permettano di ridurre tempi e costi”.

Conseguita la laurea e terminato il servizio militare come sottotenente, Cuppini viene assunto nel 1961 da una multinazionale americana, dove viene affiancato da due consulenti esterni uno per l’area “tempi e metodi” e l’altro per l’area “programmazione della produzione”, per essere aggiornato sulle nuove metodologie che stavano introducendo. Dopo poco più di due anni i consulenti esterni cessarono la collaborazione e l’azienda creò l’ufficio studi organizzativi che avrebbe continuato il cambiamento organizzativo, per tutta l’area produzione, e la cui responsabilità passo all’ingegnere. Terminata la riorganizzazione delle aree produzione, logistica e personale e non volendo diventare “gestore di tabulati”, Cuppini cominciò a guardarsi attorno e, nella primavera 1969, accettò la proposta di entrare in Orga, la più antica società di consulenza italiana. Il primo incarico affidatogli fu la riorganizzazione dell’area produttiva di un’azienda, sostituendosi al responsabile d’area per approfondire la situazione e studiare i miglioramenti da introdurre, verificare i vantaggi ottenibili e, a procedura attivata, passarla al responsabile per continuarne l’applicazione. Queste modalità non lo convinsero e lo portarono a introdurre la gestione per processi, con l’utilizzo di gruppi interfunzionali.

Al principio degli anni Ottanta fu aperta una filiale di Orga a Bologna per svolgere attività di consulenza, formazione, ricerca e selezione, per tutto il nord-centro Italia. Cubo fu fondata inizialmente per mantenere i rapporti amministrativi con Orga ma nel 1984, a fronte di un cambio di visione nella gestione, l’ingegner Cuppini diede le dimis-

realtà modenese pone sempre forte attenzione al sociale e a valori di solidarietà e inclusione con il territorio in cui opera; da questi obiettivi è nata la collaborazione con Onyvà Cooperativa Sociale, in particolare con l’inaugurazione di Onylab, una nuova unità operativa con sede a Concordia sulla Secchia. Diversi sono i servizi che saranno offerti alle Pubbliche Amministrazioni e alle

sioni e lanciò Cubo come società di consulenza aziendale. “Inizialmente la nuova società era composta da me, da due consulenti (uno per la ricerca e selezione e un giovane ingegnere molto promettente per la formazione e la consulenza) e da una impiegata commerciale”, ricorda ancora Cuppini. “Fu fatto un attacco fortissimo al mercato, che rispose positivamente, permettendo così di introdurre nuovi consulenti e successivamente accorpare la divisione Metodi Bedaux, famosa per aver introdotto l’analisi dei tempi e metodi fin dal lontano 1920”, prosegue il fondatore di Cubo che da alcuni anni non opera più ‘sul campo’, ma continua ad essere in fervida attività scrivendo articoli sulle esperienze Cubo, pubblicandoli su riviste manageriali, e interfacciandosi con i colleghi per momenti di scambio vivo e confronto costruttivo.

Dopo oltre 40 anni di attività, Cubo oggi conta un organico di circa quindici persone che operano nei tre settori, con un brand ormai consolidato in Italia e all’estero. A tal proposito, Cuppini e i suoi consulenti hanno partecipato e continuano a partecipare a congressi in Italia, Germania, Svizzera, Giappone per presentare le nuove teorie sviluppate in Cubo supportate da esempi applicativi.

“Lo spirito di Cubo è quello di voler far crescere il proprio team investendo in formazione, certificazioni e master per implementare le competenze ed essere costantemente aggiornati. Il nostro obiettivo è quello di applicare approcci innovativi al fine di offrire alle aziende un contributo concreto per il raggiungimento di livelli sempre più elevati di performance e competitività”, conclude Gianni Cuppini.

imprese private del territorio: dematerializzazione documentale, elaborazione e gestione dati e, soprattutto, inserimento di persone disabili nel mondo del lavoro. “Seguendo la propria responsabilità sociale d’impresa, Cpl Concordia è guidata dai valori di solidarietà e inclusione e coopera attivamente ogni giorno a favore dell’integrazione sociale, offrendo il proprio contributo per garantire a ogni

essere umano le medesime opportunità, valorizzandone l’unicità e le competenze. Per questo Cpl ha in essere una collaborazione ormai decennale con Onyvà, finalizzata alla progettazione di percorsi di inserimento professionale, volti alla crescita e al reinserimento sociale per la creazione di uno spazio accogliente e inclusivo dedicato alle persone svantaggiate”, conclude il presidente di Cpl Concordia.

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CUBBIT E GRANAROLO, ACCORDO PER LA GESTIONE SICURA E SOSTENIBILE DEI DATI

“La collaborazione tra Granarolo e Cubbit è un esempio di utilizzo del cloud geo-distribuito nel mondo cooperativo. Un nuovo paradigma che garantisce maggiore sicurezza e sostenibilità, in un contesto in cui la gestione dati aumenta in modo esponenziale”. Con queste parole le due realtà bolognesi hanno annunciato lo scorso aprile l’avvio del loro accordo che prevede l’entrata del primo gruppo agroalimentare a capitale italiano, e uno dei più importanti operatori dell’industria alimentare in Italia, nel Next Generation Cloud di Cubbit, la prima rete di cloud storage geodistribuito in Europa dedicata alle aziende.

Cubbit, partner di Gaia-X, è il primo enabler europeo di cloud storage geo-distribuito. Aderendo al programma Next Generation Cloud, Granarolo si dota di un nuovo modello di archiviazione che risponde alle proprie esigenze di gestire grandi quantità di dati e big data in modo sicuro, multipiattaforma e con prestazioni elevate.

Questa nuova tecnologia, nel momento in

cui dovesse essere diffusa sull’intera organizzazione, agevolerà Granarolo nel gestire dati economico-gestionali e i dati relativi alla sostenibilità, dal momento che nei prossimi due anni, anche a seguito dell’adozione della CSRD, sarà necessario avere una misurazione più puntuale di indicatori finora non oggetto di rendicontazione. La digitalizzazione avviata da parte della cooperativa Granlatte e della controllata Granarolo ha orientato verso questa scelta innovativa che rappresenta una piccola rivoluzione, volta a immagazzinare e gestire dati in modo snello, diffuso, con una garanzia in termini di sicurezza, grazie a dati cifrati e frammentati, e un risparmio significativo in termini di costi (fino all’80% rispetto ai servizi sul mercato) e sostenibilità, con particolare riferimento a CO2 prodotta (25kg in meno per ogni TB salvato su Cubbit rispetto a cloud tradizionali) e al riciclo di risorse hardware già presenti in azienda.

“Stiamo sperimentando diverse soluzioni orientate a ridurre il nostro impatto ambientale. Se si pensa che l’impatto mondiale dell’ecosistema ICT si avvicina a 1.500 TWh/anno, che vale circa il 10% del consumo mondiale di energia (1/3 è attribuibile al storage), si comprende come il cloud storage geo-distribuito, per un’azienda grande, internazionalizzata e in crescita come Granarolo, possa costituire una svolta. Siamo a una fase sperimentale, l’auspicio è di poter estendere la tecnologia anche agli oltre 600 soci della cooperativa presenti in 12 regioni italiane, ecosistema ideale per uno storage distribuito come quello della soluzione Cubbit”, commenta il presidente di Granarolo, Gianpiero Calzolari.

“Il fatto che un’azienda di primo piano e con un alto livello di internazionalizzazione come Granarolo decida di aderire alla rete di pionieri

del Next Generation Cloud ci rende entusiasti. Un cloud geo-distribuito è per definizione cooperativo, perché ogni membro della rete contribuisce allo sviluppo del servizio. Anche per questo ci siamo trovati in piena sintonia”, sottolinea Alessandro Cillario, co-founder e co-CEO di Cubbit. “Next Generation Cloud Pioneers è il programma in cui coinvolgiamo aziende che hanno uno spirito pionieristico e vogliono mettersi alla prova. È un nuovo paradigma di cloud, più economico, sicuro e sostenibile”, aggiunge Stefano Onofri, co-fonder e co-CEO di Cubbit.

NSI DIVENTA DILAXIA PER AFFIANCARE LE AZIENDE NELLA ‘DIGITAL GALAXY’

Un ambizioso progetto di riposizionamento dell’offerta e della strategia. È quello avviato nei mesi scorsi dalla digital transformation company bolognese NSI, da oltre vent’anni a fianco delle aziende italiane nel ridisegnare i processi di business e crescere con soluzioni IT personalizzate e prodotti digitali, che con una vision e una mission completamente rinnovate è diventata Dilaxia, una realtà che si propone come nuovo partner in grado di accompagnare le organizzazioni nel viaggio di trasformazione verso la Digital Galaxy, come suggerisce il nuovo nome. Il punto di partenza del processo di rinnovamento ed evoluzione di NSI - ora Dilaxia - è duplice. Da un lato, vi è la consapevolezza che per affrontare lo scenario attuale, incerto, complesso e in costante evoluzione, le aziende non possono più prescindere dai benefici offerti dalle tecnologie digitali; dall’altro, vi sono gli oltre 20 anni di storia dell’impresa nel mondo digitale, che ha visto completati oltre 4.000 progetti di digital transformation per oltre 1.500 clienti. “La trasformazione digitale oggi richiede un profondo ripensamento dei processi e l’ampliamento costante degli orizzonti, non si realizza semplicemente attraverso l’adozione di nuove tecnologie”, osserva il CEO Gianluca Velez.

A partire dal 2002 NSI si è consolidata sul mercato italiano attraverso la declina-

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Sopra: Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo Sotto: il team Cubbit

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zione di un’offerta di consulenza, servizi e prodotti informatici a supporto delle organizzazioni. Oggi, Dilaxia, con una value proposition rinnovata, ha l’obiettivo di valorizzare la forza dei business dei clienti con soluzioni in grado di rafforzarne la competitività. “Dilaxia si pone come partner altamente specializzato in grado di prendersi cura del successo dei clienti rendendo i processi aziendali più agili, intelligenti e sostenibili, e costruisce soluzioni che rendono le organizzazioni proattive, in grado di rispondere in maniera più consapevole alle esigenze del mercato”, continua Velez. “Oggi l’offerta tecnologica a disposizione delle aziende supera di gran lunga la loro capacità di utilizzarla. È necessario che la tecnologia aiuti a sprigionare il potenziale delle organizzazioni creando utilità e generando valore: Dilaxia parte proprio dalla missione di aiutare le imprese a esprimere il proprio potenziale attraverso la tecnologia”.

A partire dai servizi informatici fondamentali come l’assistenza agli utenti, la consulenza e progettazione delle infrastrutture, lo sviluppo software e la protezione dei dati, Dilaxia ha sviluppato un portfolio di soluzioni in grado di accelerare la trasformazione digitale delle aziende, dalla cloud migration, al modern workplace, dalla business intelligence al manufacturing execution system, dalla cybersecurity all’automazione dei processi. Alle solu-

zioni si affiancano i Software as a Service destinati ad aziende private ed enti pubblici, come le piattaforme Forwork Suite, grazie alla quale vengono erogati servizi di sorveglianza sanitaria e sicurezza a 30.000 aziende e 700.000 lavoratori in Italia, e Utopia, un software in cloud pensato per adeguare il sistema di gestione privacy al GDPR per consulenti, aziende e pubblica amministrazione.

Dilaxia, che conta circa 150 collaboratori nelle due sedi di Bologna e Milano e 8 milioni di fatturato, affiancherà al suo percorso di crescita organica una nuova strategia di fusioni e acquisizioni, con l’obiettivo di espandersi anche nel mercato europeo, un processo iniziato nel 2018 con l’apertura del primo branch estero in Albania.

DOYLE MISURA LA FELICITÀ AZIENDALE CON HAPPYX

Doyle, startup innovativa modenese fondata durante la pandemia con lo scopo di realizzare strumenti a vantaggio della sostenibilità aziendale, ha ricevuto recentemente il “Premio Innovazione 2023” da AISOM-AICIM, associazione che supporta le aziende in relazione al loro sviluppo e rinnovamento.

Mantenendo fede al suo status, continua a proporre progetti che mettono al centro l’uomo. Il nuovo servizio, da poco lanciato, misura la “felicità aziendale” delle persone: si chiama Happyx e può alimentare processi decisionali centrati sulle persone e il loro benessere, così che la felicità diventi un obiettivo raggiungibile.

“Le aziende che comprendono il valore delle persone vogliono prendersene cura cercando di aumentare il loro benessere, sia all’interno che all’esterno: mettere al centro i dipendenti e la comunità le rende veramente innovative. Doyle ri-

sponde all’esigenza di attrarre e mantenere talenti attraverso un sistema che la guida nella progettazione di servizi innovativi: la matrice Intelligenza Umana-Intelligenza Artificiale”, spiega Filippo Furini, CEO di Doyle.

Grazie a questo binomio, da sempre guida la startup nella sua attività, è nata la collaborazione con il mondo della ricerca accademica, che ha recentemente sviluppato appunto Happyx, l’indicatore multidimensionale per misurare la “felicità aziendale”.

“Negli ultimi anni il mondo del lavoro si è evoluto come mai prima d’ora. Temi nuovi come ‘work-life balance’ e ‘smart working’ sono entrati prepotentemente nelle vite lavorative delle persone e nelle loro riflessioni. Le aziende, spesso sorprese da fenomeni come le dimissioni improvvise di massa, stanno cercando di capire come intercettare i ‘segnali deboli’ che consentano di anticipare situazioni critiche. Il trend occupazionale ha vissuto un’inversione di tendenza: se prima c’era molta richiesta da parte delle persone nel cercare lavoro, oggi le aziende faticano a trovare figure talentuose da inserire nei propri processi”, continua Furini.

“Happyx nasce dall’approccio tecnologico di Doyle e da quello umano e professionale di un gruppo di ricercatori di Unimore che hanno sviluppato l’algoritmo per misurare la felicità della popolazione aziendale. Creato e testato grazie all’implementazione di modelli statistici avanzati, ha mostrato maggiore imparzialità e capacità predittive rispetto agli strumenti tradizionali per la misurazione del clima aziendale”, afferma ancora il CEO di Doyle Furini.

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Gianluca Velez, CEO di Dilaxia Filippo Furini, CEO di Doyle

DVP VACUUM TECHNOLOGY, 50 ANNI DA PROFESSIONISTI DEL VUOTO

Dal 1973 DVP Vacuum Technology coltiva la scienza del vuoto favorendo l’evoluzione dei processi industriali. Passione, dedizione e capacità di pensare fuori dagli schemi sono da sempre nel dna dell’azienda; da quando il suo fondatore Mario Zucchini, cinquant’anni fa, ha saputo riconoscere un bisogno inespresso e ha avuto poi la capacità di interpretare il prodotto in chiave del tutto nuova. Questa capacità di ascolto e la vocazione all’innovazione sono ancora vive e ben radicate in DVP, oggi guidata con la stessa passione per le sfide dai figli e animata da un team di professionisti del vuoto capaci davvero di fare la differenza.

Il risultato di mezzo secolo di esperienza consolidata nel settore sono pompe per il vuoto e compressori di qualità, affidabili e resistenti, interamente progettati e prodotti nello stabilimento di San Pietro in Casale, in provincia di Bologna, e venduti in tutto il mondo grazie alla presenza di una capillare rete commerciale fatta di due filiali negli Stati Uniti d’America e in Brasile e di rivenditori in tutti i continenti. Pompe per il vuoto e compressori che trovano applicazione in molteplici ambiti industriali, come nell’impacchettamento, nell’imbottigliamento, nell’aspirazione, nella compressione, nel sollevamento, nella movimentazione, nell’ossigenazione, nell’essicazione.

“Siamo una forza industriale con grandi capacità progettuali, produttive e consulenziali. In questi cinquant’anni abbiamo investito in tecnologie e competenze per potenziare le performance dei nostri prodotti e il servizio di assistenza pre e post-vendita”, evidenzia Roberto Zucchini, presidente e CEO di DVP Vacuum Technology. “Nel nostro centro di ricerca e innovazione, DVP LAB, idee e creatività incontrano la conoscenza tecnica dei nostri professionisti e trovano applicazione in proposte risolutive concrete e performanti. Soluzioni tecniche che consolidano la nostra leadership nella capacità di dare puntuale soddisfazione alle specifiche esigenze dei clienti”, continua Zucchini. La progettazione sviluppa e concretizza le soluzioni studiate avvalendosi di moderni sistemi operativi predittivi che permettono di tenere sotto controllo ogni fase e di avere consapevolezza del risultato finale. Gli importanti investimenti intrapresi in

ambito produttivo hanno consentito di attrezzare e potenziare l’area lavorazioni con evoluti sistemi robotizzati. L’azienda ha saputo riorganizzare i processi produttivi implementando un nuovo layout per l’assemblaggio con logica pull-in and just-in-time e un supermarket di produzione, oltre a integrare le singole aree di lavoro con nuove e più strategiche postazioni, dimensionate su misura rispetto al prodotto da assemblare.

Non solo prodotti standardizzati, ma soprattutto customizzati che, nonostante l’elevato livello di personalizzazione, restano competitivi sul mercato perché realizzati in uno stabilimento all’avanguardia tanto efficiente quanto flessibile. “Ciò che ci rende davvero unici, e che ha un valore insostituibile per i nostri clienti, è la capacità di creare una sinergia perfetta tra innovazione tecnologica, progettazione, produzione e consulenza tecnica di alto profilo. Una squadra di tecnici preparati che si pone in ascolto attivo per esaminare caso per caso, comprendere le esigenze dell’interlocutore e trovare soluzioni di valore e personalizzate; soluzioni nuove che nascono sempre da approfondite analisi e rigorose valutazioni tecniche”, conclude Zucchini.

Un anniversario importante, quello dei 50 anni dalla fondazione, che DVP Vacuum Technology ha scelto di celebrare con i propri clienti e partner strategici in occasione della partecipazione alle fiere Hannover Messe e Interpack, vetrine internazionali di riferimento per il settore delle tecnologie del vuoto e del packaging food e non food, tenutesi in Germania rispettivamente ad aprile e maggio scorsi. Per l’occasione, l’azienda ha presentato le ultime novità come la nuova pompa claw VB 315 e la nuova serie di pompe a palette lubrificate con motori in classe di efficienza IE5, ma anche FlexDrive e AdaptShield, device innovativi che assicurando bassi consumi energetici e stress inferiori della componentistica. Soluzioni di vuoto frutto di 50 anni di esperienza per chi desidera processi produttivi più performanti in termini di efficienza, sicurezza, competitività e sostenibilità.

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Roberto Zucchini, presidente e CEO, con i fratelli Marco, DVP LAB director, e Luca, chief information officer, di DVP Vacuum Technology

“Happyx non è welfare aziendale, ma con Happyx si realizza il welfare aziendale. È uno strumento innovativo che ha l’obiettivo di comprendere, attraverso l’analisi di dati reali, rilevati tramite indagini costruite ad hoc che alimentano l’algoritmo, quali sono i principali driver della ‘felicità aziendale’", spiega Paolo Loffi, R&D di Doyle.

“Il primo step consiste nel personalizzare il set di domande sulla base dell’anima dell’azienda: vengono analizzati il contesto in cui opera, le persone che la fanno vivere, le peculiarità che la potrebbero rendere più o meno gradevole e i progetti in corso. I risultati ottenuti permettono poi al management di strutturare politiche di HR e welfare aziendale centrate sulle aspettative di chi ci lavora. Inoltre, la divulgazione di queste informazioni rende l’azienda interessante agli occhi di stakeholder, potenziali investitori, potenziali talenti”, conclude Loffi.

ECA CONSULT ENTRA A FAR PARTE DELLA MULTINAZIONALE SEIDOR

Eca Consult, società specializzata in soluzioni IT per le PMI e partner qualificato SAP, con sede in provincia di Bologna, ha annunciato lo scorso febbraio di essere entrata a far parte di Seidor, società di consulenza tecnologica globale, posizionata stabilmente tra i principali player mondiali con un portafoglio completo di soluzioni e servizi in materia di innovazione, customer experience, ERP, analytics, employee experience, cloud, workplace e cybersecurity.

La multinazionale spagnola Seidor, presente con oltre 8.000 professionisti in 44 Paesi nel mondo, ha scelto Eca Consult per consolidare il suo ambizioso progetto di espansione in Italia, diventando azionista di maggioranza dell’azienda bolognese. Seidor vanta già dal 2019 una presenza diretta in Italia, con una divisione specializzata in tecnologie in ambito formativo. Grazie a questa acquisizione la divisione italiana di Seidor punta a diventare una società di consulenza tecnologica leader in

Italia.

Eca Consult, già software factory di riferimento sul territorio nazionale, ha accompagnato dal 1993 le imprese lungo il processo di transizione digitale ed ecologica con soluzioni gestionali innovative, ERP Industria 4.0 e Smart Technologies. La visione strategica di Eca Consult prevede da sempre la collaborazione con importanti centri di ricerca universitari e ha consentito, nel corso di questi tre decenni, di combinare la reale conoscenza di fabbrica con le nuove tecnologie IoT e di posizionarsi tra i partner emergenti della multinazionale tedesca SAP.

La business unit risultante da questa integrazione si concentrerà sul segmento delle PMI e sarà gestita da Mordano, in provincia di Bologna, mantenendo l’attuale team dirigenziale e continuando a operare come motore di innovazione e di supporto per le imprese del Paese.

“Questa operazione è una grande opportunità per continuare a creare nuove soluzioni per le PMI, con un focus su SAP

Business One, per accompagnare i nostri clienti nello sviluppo del loro business che, insieme alla strategia e alla forza globale di Seidor, sarà la chiave per rafforzare la nostra crescita congiunta”, dichiara Enzo Fresolone, presidente dell’ex Eca Consult, nonché CEO della nuova business unit di Seidor in Italia.

La nuova divisione continuerà, inoltre, a sviluppare le sue trentennali competenze verticali nel mercato delle fonderie. Il software specifico per fonderie, Metal One, creato dall’ex Eca Consult, procede il suo percorso di internazionalizzazione, proponendosi ora sullo scenario mondiale grazie all’autorevolezza di un player globale come Seidor.

Per Carlos Iribarren, direttore di Seidor One, la business unit specializzata in soluzioni integrate per la gestione delle PMI, “l’incorporazione di un attore riconosciuto nell’ecosistema SAP, come l’azienda italiana ECA Consult, ci permette di rafforzare la nostra crescita in questo Paese e, con questa acquisizione, continuiamo anche ad ampliare il portafoglio di soluzioni per i clienti dell’azienda acquisita, con i migliori servizi tecnologici del mercato”.

ECOVILLAGGIO DI MONTALE, IL PRIMO CENTRO SERVIZI AD ALTA EFFICIENZA ENERGETICA

Fare la spesa in un eco-market, allenarsi in una palestra green, vivere un’esperienza all’eco-bistrot e al Ristorante delle Persone. Tutte queste attività tra benessere,

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Carlos Iribarren, direttore di Seidor One, e Enzo Fresolone, CEO della nuova business unit di Seidor in Italia

sport e natura saranno praticabili in Ecovillaggio Montale all’interno e all’esterno del centro polifunzionale ad alta efficienza energetica, in fase di finitura. Un investimento all’insegna della ecosostenibilità, ma anche della socialità in linea con la filosofia dell’ecoquartiere situato a Montale, frazione di Castelnuovo Rangone, in provincia di Modena.

Ecovillaggio nasce nel 2007 dalla consapevolezza e necessità di un cambiamento culturale nel modo di abitare e prima ancora di costruire. Sedici anni fa venivano gettate le basi di una sfida green ambiziosa che prosegue oggi con la costruzione di nuove case ecologiche e del Centro Servizi. Ecovillaggio progetta case che utilizzano materiali bio ed eco compatibili con la vita delle persone e la salute del Pianeta. Il nuovo Centro Servizi sarà il primo edificio in Emilia-Romagna ad uso pubblico costruito nella massima classe energetica

A4 e nZEB (acronimo di Nearly Zero

Energy Building ovvero edifici ad energia quasi zero). Un Centro con attività commerciali che funzioneranno senza ricorrere ai combustibili fossili. Un nuovo format di consumi e acquisti nel rispetto delle persone e delle risorse che la natura mette gratuitamente a disposizione, un luogo d’incontro caratterizzato dalla sinergia tra gli elementi fondanti del benessere: natura, benessere e sport. E, mentre si continua a investire nella sostenibilità, cresce la comunità di Ecovillaggio con 130 alloggi già abitati e altri 16 in fase di realizzazione.

“Durante l’Olocene, il periodo di stabilità climatica sul nostro Pianeta, abbiamo prosperato crescendo come popolazione e benessere; purtroppo, a causa di un utilizzo disequilibrato delle risorse naturali, siamo entrati nell’Antropocene (convenzionalmente databile attorno alla metà del secolo scorso), che è la fase in cui l’uomo con le sue attività ha lasciato un’impronta indelebile sull’ambiente. La produzione e l’utilizzo squilibrato di materiali inquinanti hanno alimentato un circolo vizioso che si ripercuote gravemente sulla salute nostra e sulle prospettive future. Oggi è indispensabile un cambiamento di rotta, che riporti in equilibrio l’utilizzo delle risorse in base alla loro capacità di rigenerarsi. Non possiamo più permetterci di

consumare più di quanto la natura generi in autonomia e di inquinare le risorse dalle quali dipendiamo per la nostra sopravvivenza”, dichiara Silvia Pini, imprenditrice e ideatrice di Ecovillaggio.

La stabilità climatica è un elemento fondamentale per la prosperità sul nostro pianeta. Su questo presupposto agisce Ecovillaggio Montale, seguendo tre specifiche direttive: abbandonare l’utilizzo dei combustibili fossili grazie all’efficientamento energetico, ridurre la produzione di rifiuti preferendo l’utilizzo di materiali riciclati e/o riciclabili, riforestare e regimentare le acque piovane. Su questi tre postulati si basa la progettazione e la realizzazione dell’intero ecoquartiere, con importanti risultati e benefici per il territorio e la collettività. Ad esempio nell’ultimo decennio l’accurata attività di riforestazione in Ecovillaggio ha permesso di assorbire 1.700 tonnellate di CO₂, al fotovoltaico di autoprodurre 600 MWh di energia rinnovabile, evitando emissioni di ulteriori 300 tonnellate di CO₂.

EMMECIQUATTRO, IN 5 ANNI TRIPLICATI PRODUTTIVITÀ E ORGANICO

Continua l’espansione di Emmeciquattro, azienda di Carpi, in provincia di Modena, specializzata nell’installazione e manutenzione di impianti di sollevamento industriale destinati prevalentemente ai settori chimico, meccanico, metallurgico e edile. Negli ultimi cinque anni, l’azienda nata nel 1989 ha triplicato la propria capacità produttiva e il proprio organico, cambiando inoltre la ragione sociale da Sas a Srl.

Nonostante gli eventi che negli ultimi anni hanno fermato e scosso più volte il mercato nazionale e internazionale, in questo quinquennio l’azienda è stata in grado di attrarre ulteriori partner, grazie ai plus di servizi e alle competenze costruite in 34 anni di attività, sempre a fianco della clientela che spazia dall’azienda di piccole dimensioni alla multinazionale. Infatti, Emmeciquattro si dimostra disponibile per manutenzioni straordinarie e ordinarie anche durante le feste nazionali,

e la reperibilità pressoché totale, l’impegno assiduo e la qualità dei controlli continuano a restituire un importante riscontro in termini di soddisfazione del cliente.

L’azienda originariamente fondata da Vito Croce insieme alla moglie Vanda Grossi, è giunta alla seconda generazione rappresentata dai figli Michael e Alex Croce che sono entrati in azienda 15 anni fa, portando continuità all’intraprendenza e alla dedizione dei fondatori.

“I nostri genitori sono, infatti, i veri protagonisti, operosi e capaci, di questa azienda che dalla fine degli anni Ottanta coniuga tutti i vantaggi di un’impresa familiare, con una gestione imprenditoriale accorta, lungimirante e orientata alla crescita di servizi di qualità. Merito di una grande sinergia e risolutezza verso gli obiettivi, facilmente identificabile nel DNA familiare”, evidenziano Michael e Alex Croce.

Il rinnovamento generazionale è stato determinante per l’ideazione e l’implementazione degli ultimi servizi: la vendita di carroponti, gru a bandiera, impianti sospesi, manipolatori industriali, sia nuovi che usati, e l’allestimento di un reparto di produzione di nuovi impianti.

“Il ‘know-how’ e l’esperienza più che trentennale nel sollevamento e nella riparazione confluiscono oggi nella nuova officina meccanica, dove vengono realizzati progetti customizzati e personalizzati in base alle esigenze di clienti molto diversi tra loro, per dimensione e per settore di appartenenza: dalla meccanica, alla chimica, all’edile, alla logistica. Ciò che però accomuna i clienti di Emmeciquattro è essere imprese alla ricerca di impianti non così facilmente reperibili sul mercato e il trovare una soluzione proprio grazie a questa azienda carpigiana”, proseguono dall’azienda carpigiana.

La gamma di servizi include interventi straordinari, manutenzioni ordinarie, calcolo di vita residua e revamping. “Con Emmeciquattro il sollevamento industriale diventa un servizio chiavi in mano, su misura, flessibile e scalabile nella richiesta di un intervento come di un pacchetto programmato, di una consulenza, una progettazione e vendita d’impianto”, concludono Alex e Michael Croce.

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ENERPLAN, UNO SGUARDO AL MERCATO BALCANICO

Una pluriennale esperienza sul territorio balcanico, che ha recentemente portato al consolidamento della propria presenza in loco con la costituzione di una nuova società di ingegneria, “Enerplan B”, a Banja Luka, in Bosnia-Erzegovina, che va ad affiancare “Enerplan Balkan”, già presente a Belgrado, in Serbia. A vantarla è Enerplan, società di ingegneria con sede a Carpi, in provincia di Modena, impegnata nell’attività tecnica di progettazione e direzione lavori di edifici e impianti industriali quale ausilio alle imprese italiane che vogliano insediarsi nel mercato balcanico.

“Il tema dell’internazionalizzazione si è dimostrato di grande interesse nel corso dei recenti eventi che hanno visto incrementare il dialogo tra Italia e Serbia”, evidenziano da Enerplan. Tra questi, ad esempio, lo scorso 21 marzo si è svolto a Belgrado il più grande Forum economico e scientifico bilaterale tra i due Paesi degli ultimi dieci anni, che ha visto protagoniste più di 150 aziende italiane, tra cui proprio Enerplan, e più di 250 imprese serbe.

L’evento è stato inaugurato dal vicepresidente del Consiglio dei Ministri e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione

Internazionale della Repubblica Italiana

Antonio Tajani e dal presidente della Repubblica di Serbia Aleksandar Vucic. In quell’occasione, il Governo italiano ha dichiarato la forte volontà di incentivare gli investimenti in area balcanica a valle della Conferenza nazionale “L'Italia e i Balcani Occidentali” tenutasi a Trieste il 24 gennaio, che ha avuto l’obiettivo di promuovere il ruolo dell’Italia nei Balcani Occidentali, tra le priorità di politica estera del nuovo Governo. Il presidente Vucic ha espresso invece la convinzione che l’interscambio record di 4,6 miliardi di euro registrato nel 2022 potrà crescere ulteriormente già il prossimo anno. Nel corso del ricco programma di interventi del Forum, poi, sono state analizzate le opportunità di cooperazione economica bilaterale e i relativi strumenti di sostegno finanziario e proposte diverse tavole rotonde di approfondimento su temi quali innovazioni tecnologiche, green energy, transizione energetica, agricoltura sostenibile e infrastrutture.

Le imprese hanno inoltre avuto l’opportunità di partecipare a una serie di incontri bilaterali, ai quali Enerplan ha preso parte come presenza attiva tramite la propria sede di Belgrado.

Sempre in linea con le politiche di investimento nei Balcani promosse dal Governo, poi, tramite Enerplan B l’azienda carpigiana ha recentemente presentato alla città di

Prijedor, in Bosnia-Erzegovina, un progetto da realizzare nella nascente area industriale a matrice green field. “La soluzione progettuale proposta si basa sulla interazione verde e uomo, dove la natura, intesa come verde architettonico, fa da sfondo a divertimento e cultura in un messaggio di forte apertura verso l’attiguo abitato. Nel progetto, che si pone a modello attrattivo per nuovi investimenti industriali, viene sviluppato il concetto di out-door education coniugato con la scuola materna che verrà realizzata sul posto. Aree verdi, attività ginniche all’aperto, aree per relax e meditazione, sono solo alcuni dei temi presentati alla città, a cui vogliamo trasferire un messaggio internazionale, ma con una forte matrice di italian style”, dichiarano da Enerplan.

È disponibile oggi in 150 Eni Live Station in Italia, ma diventeranno 600 entro fine anno, il diesel HVOlution, il biocarburante 100% da materie prime rinnovabili, utilizzabile con motori diesel euro6 (previo controllo nel libretto di manutenzione del mezzo).

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DA ENI IL BIOCARBURANTE 100% DA MATERIE PRIME RINNOVABILI

Eni ha sviluppato la tecnologia EcofiningTM, che consente di trasformare in modo flessibile materie prime di origine biologica in biocarburanti di alta qualità, in particolare l’HVO, utilizzando diversi tipi di cariche, come grassi animali e vegetali di scarto, oli da cucina usati e biomasse di varia natura che non sono in competizione con la filiera alimentare. L’obiettivo della decarbonizzazione per Eni è centrale, un nodo che tiene insieme sostenibilità nel lungo periodo e attività di business. Un percorso che prevede il raggiungimento della carbon neutrality al 2050, in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima e con il percorso tracciato dalle direttive europee.

“Verso il mercato, siamo impegnati nel settore strategico dei trasporti, che è parte fondamentale di questo percorso, per raggiungere la carbon neutrality attraverso un approccio globale. Non solo intendiamo ridurre le emissioni generate lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti, ma ci impegniamo a sfruttare la complementarità di tutte le tecnologie disponibili”, spiegano dall’azienda. “Tutte le nostre iniziative, ricerca e sviluppo, accordi e partnership con altri operatori, convergono nella proposta, sempre più integrata, di un mix di soluzioni che include nuovi vettori energetici come biocarburanti, biometano, idrogeno ed elettrico che, associati a servizi come il car sharing Enjoy, rappresentano il nostro contributo concreto per una mobilità più sostenibile”.

In questo percorso biocarburanti e bioraffinerie giocano un ruolo primario, in quanto forniscono un contributo rilevante al raggiungimento dell’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050. Qui si inserisce HVOlution, l’Hydrotreated Vegetable Oil (HVO) di Eni, il carburante sostenibile contenente il 100% di componente biogenica: è un biocarburante di elevata qualità, che contribuisce al contenimento delle emissioni di gas serra nel settore dei trasporti.

HVOlution utilizzato in purezza, può abbattere fino al 90% le emissioni GHG

(GreenHouse Gas) Well to Wheel, letteralmente dal “pozzo alla ruota”, ossia lungo tutta l’intera filiera logistica e produtti-

va, fino al suo uso finale. A seconda della materia prima impiegata, la riduzione di CO2eq può variare tra il 60 ed il 90%. “Tra i biocarburanti che consentono di ridurre in modo più consistente le emissioni di CO2eq troviamo quelli ‘avanzati’ e quelli prodotti da waste and residues”, avverte l’azienda. “Eni sta sviluppando, in particolare in Africa, gli agri-feedstock, colture come il ricino e la brassica, da cui è possibile estrarre oli vegetali utilizzabili per le bioraffinerie. L’olio è ottenibile anche da scarti e residui dell’industria tessile, in particolare dal cotone. Le coltivazioni di nostro interesse sono presenti in aree degradate, abbandonate o marginali, non in competizione con la filiera alimentare. Attraverso i progetti, valorizziamo queste aree, garantendo entrate stabili e accesso al mercato agli agricoltori”.

Altro aspetto su cui Eni da sempre investe attraverso la ricerca e l’innovazione tecnologica sono le raffinerie. Un esempio sono quelle di Venezia e Gela, che sono state riconvertite in bioraffinerie (Venezia nel 2014 e Gela nel 2019) grazie allo sviluppo di tecnologie sviluppate nei Centri di Ricerca Eni. “Le nostre bioraffinerie lavorano materie prime di origine biologica, oli vegetali, ma anche grassi animali e oli da cucina usati e scarti di lavorazione, e dal 2023 non utilizzeranno più olio di palma, in linea con gli obblighi di legge in Italia e anticipando l’esclusione totale prevista nel 2030 dalla normativa europea”, conclude l’azienda.

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ERIDANIA ENTRA NEL MERCATO DELL’ALCOL

Il gruppo Eridania Italia, dal 1899 punto di riferimento nel mercato italiano della dolcificazione, ha annunciato ad aprile scorso l’ingresso nel settore alcol per il BtoB. L’azienda icona della dolcezza è diventata infatti rappresentante esclusivo in Italia di CristalCo, uno dei maggiori player nella produzione di alcol in Europa. Oggetto del commercio sarà l’alcol etilico, ottenuto

dalla fermentazione di barbabietola da zucchero e cereali.

Il nuovo business rappresenta un ritorno per Eridania e un passo importante nel progetto di integrazione delle attività di zucchero e alcol nel nostro Paese: l’azienda è già leader nel mercato in Italia con una quota del 29% a valore nel totale mercato della dolcificazione e del 34% a volume considerando il solo segmento zucchero. La nuova attività dell’impresa bolognese sarà concentrata su alcune delle diverse destinazioni d’uso dell’etanolo: in particolare, l’alcol commercializzato in Italia da Eridania Italia sarà impiegato nei settori BtoB di food and beverage, nutrition and pharma, profumi e cosmetici.

“Crediamo nell’importanza di un approccio di business integrato tra le attività di zucchero e alcol. Essere rappresentante esclusivo dell’alcol CristalCo in Italia ci permetterà di lavorare per crescere ulteriormente e per aprirci a nuovi potenziali business consolidando sempre di più il brand Eridania”, commenta Alessio Bruschetta, amministratore delegato di Eridania Italia. L’azienda, nata a Genova nel 1899, ha ora a Bologna il suo headquarter, mentre a Russi, nel Ravennate, ha sede lo stabilimento per il confezionamento dello zucchero, uno dei più grandi centri in Europa in grado di confezionare fino a 130 milioni di chilo-

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Alessio Bruschetta, amministratore delegato di Eridania Italia

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“Da anni ci adoperiamo per dare concretezza ai nostri valori lavorando con partner accreditati, al fine di creare sinergie che possano rafforzare la nostra identità di azienda sostenibile. Con la scelta di entrare in un nuovo business, ci impegniamo ancora una volta a garantire la massima qualità ai nostri consumatori e clienti, nel rispetto dell’ambiente e delle persone”, conclude Bruschetta. La sostenibilità, perseguita dal punto di vista ambientale, produttivo, sociale e d’impresa, rappresenta dal 2013 una delle linee guida dello sviluppo di Eridania: l’azienda è da anni attenta a raggiungere obiettivi di sostenibilità aziendale trasversali, dal packaging ai trasporti, dai consumi energetici alle iniziative in campo sociale. Per ribadire il proprio impegno a contribuire a un domani più green e sostenibile, Eridania, che nel 2021 ha ottenuto il riconoscimento di “Marchio Storico di interesse nazionale”, ha lanciato lo scorso anno la campagna “Il futuro chiede dolcezza”, un progetto integrato in materia di sostenibilità ambientale, sociale e di attenzione alla salute delle persone. Eridania

Italia fa parte del gruppo Cristal Union, unico player estero del comparto saccarifero ad avere investito in modo significativo in Italia e uno dei maggiori poli saccariferi comunitari con 9.000 agricoltori soci cooperatori e 11 stabilimenti produttivi. È il secondo gruppo saccarifero francese e il quarto in Europa (secondo nella produzione di Bioetanolo), con un fatturato di circa 1,6 miliardi di euro nel 2021, 2.000 dipendenti e una produzione di 2,4 milioni di tonnellate di zucchero per industria e retail e 7 milioni di ettolitri di alcol e bioetanolo per industria, cosmetica, energia e produzione alimentare. Il Gruppo serve 2.500 clienti in 100 Paesi e distribuisce in Francia i marchi Daddy ed Erstein.

ESPANSIONE GROUP, LE IMPORTANTI NOVITÀ 2023

Il 2023 è certamente destinato ad essere un anno memorabile per Espansione Group, che ha recentemente messo a segno una prestigiosa collaborazione con Essilor Instruments e visto uno storico ricambio generazionale ai propri vertici.

Fondata nel 1981 da Rodolfo Pomar e Morena Gomedi, una coppia nella vita privata così come in quella professionale, nel corso di oltre quarant’anni l’azienda bolognese è passata dalla distribuzione di dispositivi medici allo sviluppo di strumenti sempre più sofisticati per l’impiego della luce modulata a diverse frequenze e della luce pulsata, crescendo fino a diventare una realtà medtech globale nei settori dell’oftalmologia e della dermatologia, con sei brevetti internazionali, migliaia di strumentazioni installate nel mondo e oltre 30 paper scientifici dedicati ai risultati delle proprie soluzioni hi-tech.

“Il successo di Espansione ha origine dagli stretti rapporti di collaborazione che abbiamo maturato con numerosi esponenti della comunità scientifica, che ci hanno consentito di sviluppare tecnologie proprietarie”, evidenzia Alessandro Fier, CEO e presidente, uno dei tre giovani manager che, dopo aver acquistato le quote di maggioranza insieme ad altri investitori privati, dallo scorso gennaio sono alla guida dell’azienda. Insieme a lui, Matteo Corbellino come Chief Marketing & Innovation Officer e Luca Trimigno come Chief Strategy & Corporate Development Officer.

Espansione, infatti, ha negli anni sviluppato e brevettato strumenti sempre più sofisticati. Tra questi, la Light Modulation® Low-level Light Therapy (LM® LLLT), un’applicazione per il trattamento della degenerazione maculare legata all’età, che viene impiegata anche dalla Nasa e che da qualche mese è sottoposta a uno studio che coinvolge sette centri universitari tra Italia, Francia, Gran Bretagna e Turchia. E risale allo scorso gennaio l’annuncio della partnership esclusiva a lungo termine con Essilor Instruments, divisione di EssilorLuxottica, divenuta il distributore ufficiale per il mercato nordamericano dell’intero portfolio di soluzioni attuali e innovazioni

future di Espansione Group.

“L’idea di aprire a un passaggio generazionale al di fuori della famiglia fondatrice è nata dalla volontà di non consegnare al primo offerente il proprio progetto imprenditoriale, nonostante le offerte ricevute, ed evitare di assistere allo smantellamento di un’entità ad alto potenziale come Espansione”, prosegue Fier.

La scelta, dunque, è stata quella di dare il benvenuto, da ottobre 2021, a un giovane team dirigenziale che ha portato con sé una vasta esperienza in strategia, marketing e finanza, insieme a una forte spinta imprenditoriale. Tutti hanno meno di 30 anni e sono stati inseriti nella classifica annuale di Forbes dedicata ai manager under 30 “che con le loro idee stanno favorendo il cambiamento del Paese”.

“L’ambizione di entrambe le generazioni è che Espansione continui ad essere il centro di eccellenza che è sempre stata. Nonostante le sue relativamente umili origini, specialmente in confronto con i colossi dell’industria in cui opera, Espansione è riuscita a farsi largo grazie all’agilità nell’innovare, all’attenzione costante al migliorare iterativamente le proprie soluzioni, imparando dagli sbagli, e alla caparbietà di fare qualcosa di diverso. A questa promettente base, dal nostro ingresso abbiamo unito la capacità di stare al passo con un mondo che mai come oggi cambia alla velocità della luce, unendola alla capacità di veicolare tutto questo con un’attitudine da multinazionale sfruttando il potere di un brand ben costruito, a ogni sua manifestazione”, conclude Alessandro Fier.

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Alessandro Fier, Luca Trimigno e Matteo Corbellino

EUROSETS, L’AD PETRALIA PREMIATO DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA MATTARELLA

Antonio Petralia, amministratore delegato di Eurosets, azienda specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di dispositivi biomedicali con sede a Medolla, in provincia di Modena, ha ricevuto lo scorso 30 marzo a Roma l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dalle mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il riconoscimento è stato conferito a Petralia “per aver realizzato un gesto di solidarietà attraverso la sua attività di imprenditore”. Era infatti il 2021 quando la vita di Saida Ibnou-Bouzid, una giovane donna affetta da una malattia congenita polmonare in attesa di trapianto, prende una svolta imprevista: le sue condizioni di salute si aggravano improvvisamente, e viene ricoverata all’ospedale di Baggiovara. In attesa del trapianto si rende necessaria una stabilizzazione col dispositivo salvavita ECMOLife, prodotto da Eurosets, e già in uso presso il nosocomio modenese, trasportabile e in grado di sostituire temporaneamente le funzioni del cuore e dei polmoni. Nel caso di Saida, il dispositivo è stato utilizzato per supportare le funzioni polmonari gravemente compromesse in attesa del trapianto eseguito a Padova. Da quel momento l’azienda medollese non ha più perso di vista la salute di Saida e Petralia, una volta che la ragazza si è ripresa, grazie al prezioso supporto fornito dagli

assistenti sociali che l’hanno assistita, ha organizzato un incontro nella sede dell’azienda. È così che Saida ha conosciuto il luogo dove prende vita il dispositivo che l’ha salvata e l’amministratore delegato di Eurosets le ha proposto di lavorare nel reparto dove questa tecnologia salvavita viene assemblata.

“È stata per me un’emozione indescrivibile ricevere questa onorificenza direttamente dalle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dedico questa onorificenza a tutte le persone che in questi anni mi sono state vicino e ringrazio per la fiducia che hanno riposto in me, ai colleghi che lavorano in questa bellissima azienda dove oggi lavora anche Saida e per ultimo, ma non meno importante, alla mia famiglia. Da diversi anni Eurosets collabora con istituzioni ed enti territoriali nella realizzazione di iniziative di carattere sociale. È stata dunque una scelta di cuore e d’istinto proporre a Saida di lavorare qui da noi”, ha dichiarato Antonio Petralia. Eurosets, che fa parte di GVM Care & Research, ha sede a Medolla nel cuore del distretto biomedicale italiano. L’azienda attiva nella progettazione e produzione dei dispositivi medici avanzati conta oltre 40 brevetti depositati, 300 dipendenti e sei filiali tra Germania, Francia, Belgio, Cina, Regno Unito e Dubai. Le principali linee di prodotto sono: Cardiopulmonary, dispositivi di ossigenazione e relativi circuiti usati durante l’intervento cardiochirurgico; ECLS Extra Corporeal Life Support, dispositivi per supporto cardiaco e respiratorio; Wound management, dispositivi per la cura della ferita con pressione topica negativa; Orthopaedic Drainage, dispositivi di autotrasfusione del sangue; Chest drainage, dispositivi di drenaggio post operatorio in cardiochirurgia e chirurgia toracica; Surgical Support, dispositivi a supporto del chirurgo nella fase peri-operatoria.

FERVI GROUP, GUIDO GRECO È IL NUOVO AMMINISTRATORE DELEGATO

Nuovo amministratore delegato per il Gruppo Fervi di Vignola, in provincia di Modena, composto da Fervi e dalle controllate Rivit, Ri-flex Abrasives, Sitges e Vogel Germany. Ad inizio maggio 2023, infatti, è stato nominato Guido Greco che fino ad aprile 2023 ha ricoperto anche la carica di amministratore delegato di Rivit. Laureato in Economia all’Alma Mater di Bologna, Greco ha avuto una lunga esperienza in diverse linee di servizio di PricewaterhouseCoopers, dapprima come revisore contabile e successivamente come deal specialyst partecipando a numerose IPO e due diligence anche cross borders, oltre ad aver lavorato un anno in secondment presso gli uffici di PwC UK.

Nel 2012 si è unito ai soci promotori del progetto Fervi, prima con la carica di CFO e successivamente come direttore generale a partire dal 2015. Nel 2018, a seguito della quotazione, è stato nominato investor relator. Da gennaio 2022 ha ricoperto l’incarico di amministratore delegato della neoacquisita Rivit, con l’obiettivo di favorire e accelerare l’integrazione della nuova realtà nel Gruppo.

Questa nomina rientra infatti nel più ampio programma di rafforzamento della struttura manageriale del Gruppo: con l’acquisizione di Rivit, Fervi Group ha raddoppiato le dimensioni e ha occupato un ruolo di maggiore visibilità nel panorama del mercato MRO. Da qui la necessità di dotare la società di un modello organizzativo più robusto attraverso la nomina di un amministratore delegato che supporti il presidente nel perseguimento degli obiettivi aziendali definiti nel piano industriale.

“Ringrazio il presidente e il Consiglio per la fiducia riposta nella mia persona. Dopo poco più di dieci anni dall’inizio dell’avventura in Fervi mi guardo alle spalle e rivedo una piccola azienda di provincia da circa 10 milioni di fatturato, realizzati pressoché interamente in Italia, con 18 dipendenti, che si è evoluta in un Gruppo di quattro società con un fatturato di ol-

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FELISI, 50 ANNI DI BELLEZZA E STILE

Cinquant’anni di collezioni uniche, ricche di stile e contrassegnate da un totale made in Italy, in una delle capitali del Rinascimento italiano, Ferrara. È lì, infatti, che nel 1973 nasce Felisi: inizia come piccolo laboratorio artigianale e si trova oggi a essere un’azienda di alto livello conosciuta in tutto il mondo che, potendo contare sulla fedeltà di una clientela sempre più raffinata ed esigente, ha consolidato la propria presenza, oltre che nei mercati europei, anche negli Stati Uniti e in Asia, in particolare in Giappone. Ci sono mele d’oro nello stemma che appartiene alla famiglia nobiliare ferrarese, ossia lo scudo con l’albero rigoglioso, simbolo della fertilità del territorio. Proprio quell’albero, parte integrante dello stemma è simbolo di futuro, di speranza. “Fa parte della storia del nostro marchio e noi ogni giorno facciamo di tutto per non dimenticarla”, afferma l’imprenditrice Annalisa Felloni, titolare di Felisi. Un’azienda profondamente radicata nella realtà ferrarese, anche se ha portato al suo mondo produttivo l’unicità della lavorazione delle pelli. E lì sono collocati sia il laboratorio sia il sito produttivo, nostri clienti, ma in fondo non siamo mai soddisfatti”. Ecco allora la passione, la tenacia, la testardaggine che fa sì che si voglia sempre fare di più. Forse è proprio questa la chiave del successo. “Se potessi definire il brand Felisi in un parola sceglierei ‘elegante’, perché non ama essere nelle prime pagine dei giornali né tantomeno essere protagonista”, racconta Annalisa Felloni, CEO di Felisi. “Preferisce semplicemente, con eleganza, lasciare che siano i clienti a raccontare i prodotti, anche solamente portandoli sempre con sé”.

a garanzia di un’attenta e diretta supervisione di tutti i processi e di un’accurata confezione degli accessori secondo i più elevati standard qualitativi.

Da sempre l’azienda si fonda su una continua e solida collaborazione con mani esperte nella lavorazione dei pellami. Oggi come ieri il successo di Felisi è fondato sulla pluriennale esperienza delle artigiane che si sono formate all’interno dell’azienda, imparando il mestiere e assorbendone la tradizione come all’interno di una scuola, di una bottega. Per questa imprenditrice ferrarese le leve dell’innovazione stanno nella ricerca continua, che parte proprio dall’osservazione. “I nostri prodotti sono accomunati dalla qualità, dalla passione, dalla ricerca. Il nostro target di riferimento ama prodotti senza tempo. Ambiamo a diventare parte integrante della vita dei nostri clienti”, dice Felloni. Qualità della materia prima, quindi, ma senza dimenticare il capitale umano. Persone che amano costruire: c’è chi lo fa con il progetto, chi con le mani, chi con la voce, chi con l’ascolto. Tre segreti su di noi? Così risponde Felloni: “Siamo grandi lavoratori, siamo sempre grati della fiducia che ci dimostrano i

Negli ultimi anni, nonostante la pandemia che ha assopito il mondo del commercio, le idee nell’atelier sono riaffiorate, “come le margherite in un prato dopo un inverno gelido”, prosegue Felloni, “e così in effetti qualche novità da raccontare c’è”. Ad esempio, è stato inaugurato l’e-commerce attraverso il sito, che sta diventando sempre più un punto di riferimento per i clienti in Europa. “Amiamo definirlo ‘Virtual Boutique’, perché vogliamo che sia un’esperienza di acquisto a 360 gradi e non solo l’ennesimo ‘mordi e fuggi’. Nel sito abbiamo inserito i prodotti che ci contraddistinguono per costruzione, design, innovazione ed è un test quotidiano che ci aiuta a migliorare”. Da sempre espositori al Pitti, qualche stagione fa l’azienda ferrarese ha pensato di presentare una nuova linea che è stata chiamata Felisi Home: una filosofia e un vero e proprio stile di vita che possa accogliere e accompagnare i clienti anche nel mondo living. Cesti, cornici, porta oggetti, e tanto altro che diventano il simbolo di ricordi personali in pieno stile Felisi. In questa collezione le cuciture a mano, il cuoio, il profumo, il calore della pelle sono davvero protagonisti indiscussi. Infine, sembra che anche dai momenti peggiori si possa ricavare qualcosa di positivo: per Felisi è stato un sogno nel cassetto, finalmente portato a termine, che ha per protagonisti gli amici a quattro zampe e per nome Felisi Dogs: tanti prodotti tra collari e guinzagli, cuccia, accessori per il passeggio che erano già stati sperimentati in passato, ma, ora più che mai, sono racchiusi in una vera e propria collezione.

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Annalisa Felloni, titolare di Felisi, riceve la targa da Giacomo Villano, direttore delle relazioni, sviluppo territorio e organizzazione Confindustria Emilia

tre 57 milioni di cui circa il 30% all’estero e oltre 150 dipendenti. Anche per questo considero questa nomina non un traguardo, ma un nuovo punto di partenza per continuare il percorso di crescita del Gruppo e delle persone che ne fanno parte”, dichiara il neoamministratore delegato Guido Greco. “Sono contento e rasserenato che Guido Greco, con la recente nomina ad amministratore delegato, possa mettere a frutto le esperienze e i risultati conseguiti al servizio del Gruppo Fervi con rinnovato entusiasmo e sono altresì confidente che potrà, con efficacia, accelerarne la crescita e la profittabilità negli anni a venire. A Guido e i suoi collaboratori i miei mi -

FLORIM PUNTA SULLA SOSTENIBILITÀ PER IL TRASPORTO PESANTE

Non si arresta il cammino virtuoso di Florim in ambito sostenibilità con un progetto innovativo di e-mobility per il trasporto pesante.

A partire da maggio scorso, infatti, l’azienda di Fiorano Modenese che da oltre 60 anni produce superfici ceramiche per tutte le esigenze dell’edilizia, dell’architettura e dell’interior design, utilizza mezzi pesanti 100% elettrici, realizzati dalla scandinava Volvo Trucks, alimentati con l’energia autoprodotta dagli impianti fotovoltaici

o sei autoarticolati elettrici porterà a una riduzione di circa 560 tonnellate/annue di emissioni di CO2. Il motore elettrico dei veicoli consentirà, inoltre, di avere un minor inquinamento acustico, che si traduce, da un lato, in un ambiente lavorativo migliore per i conducenti e, dall’altro, in un ambiente più vivibile per i residenti nei tratti interessati dal trasporto delle merci. “Florim è la prima azienda ceramica al mondo a promuovere e attuare un piano di mobilità elettrica per il trasporto delle merci. Siamo determinati a ridurre le emissioni di CO2, sia quelle imputabili alla nostra produzione sia quelle generate dai nostri trasporti. Per Florim la collaborazione con Volvo è motivo di orgoglio

gliori auguri per i nuovi successi”, commenta Roberto Tunioli, presidente del Gruppo Fervi.

Il Gruppo è attivo nel settore della fornitura di attrezzature professionali principalmente per l’officina meccanica, l’officina auto, la falegnameria, il cantiere e dei prodotti inclusi nel mercato cosiddetto MRO (Maintenance, Repair and Operations) al servizio dei professionisti della manutenzione e riparazione. L’operatività del Gruppo copre poi anche il segmento di mercato “Do it yourself” (DIY), vale a dire il mercato dei prodotti per il fai-da-te in ambito casalingo e di bricolage, rivolto a hobbisti e in generale soggetti che utilizzano gli utensili Fervi a fini non professionali.

(12,2 MWp di potenza e 64.000 metri quadri di estensione) e di due impianti di cogenerazione.

I primi due trattori Volvo FH Electric 4X2 con sei batterie di trazione (540 Kwh di potenza nominale installata a bordo) vengono utilizzati per il trasporto delle lastre dallo stabilimento di Mordano, in provincia di Bologna, dedicato alla produzione dei grandi formati, a quello di Fiorano Modenese, destinato invece alla lavorazione e logistica.

Ulteriori mezzi full electric si aggiungeranno nei prossimi mesi per arrivare alla completa sostituzione del trasporto a gasolio attualmente in essere. A regime i veicoli percorreranno molteplici viaggi giornalieri e l’intera flotta composta da cinque

poiché ci rende pionieri di un progetto di mobilità elettrica per il trasporto delle merci nel distretto ceramico. Un piano innovativo finalizzato a ridurre il nostro impatto ambientale in una zona che registra alti livelli di inquinamento generati dai veicoli pesanti”, afferma Claudio Lucchese, presidente di Florim.

“Sposiamo la scelta di Florim, certi dell’importanza di percorre insieme il cammino verso la sostenibilità. Innovazione e attenzione all’ambiente sono due dei valori fondamentali che hanno accomunato le nostre aziende, rendendo possibile questo primo importante progetto di elettrificazione”, ha affermato Giovanni Dattoli, managing director di Volvo Trucks Italia.

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Guido Greco, nuovo amministratore delegato del Gruppo Fervi di Vignola

Per rendere operativo il progetto, Florim ha investito anche in apposite infrastrutture interne di ricarica, posizionate nei siti di Fiorano e Mordano, necessarie per garantire l’alimentazione delle batterie, mediante energia autoprodotta. L’identificazione della corretta infrastruttura, ossia colonnine fast charge che massimizzano la produttività dei veicoli, è stata supportata dal team dedicato di Volvo Trucks con il coinvolgimento di partner specifici. I punti di ricarica dei Volvo Trucks si affiancano a quelli presenti per alimentare le auto con motore ibrido plug-in, già parte integrante della flotta aziendale.

FONDAZIONE ANT, AL FIANCO DEI CITTADINI CON IL TOUR DELLA PREVENZIONE

Un giro d’Italia a bordo dei due ambulatori mobili di Fondazione ANT, per portare la prevenzione oncologica gratuita ai cittadini delle grandi città come dei centri meno serviti. È il “Tour della prevenzione ANT”, che la Fondazione ha lanciato in occasione dei suoi 45 anni per ampliare il raggio d’azione dei programmi di diagnosi precoce.

Partito nei mesi scorsi, il Tour interessa molte regioni d’Italia e mira ad offrire ai cittadini l’opportunità di usufruire di visite specialistiche gratuite nell’ambito dei progetti ANT di prevenzione oncologica delle neoplasie della cute, della tiroide, della mammella e del testicolo, grazie alla professionalità degli specialisti ANT e al prezioso sostegno di fondazioni e aziende

sostenitrici.

Oltre a prestare cure domiciliari gratuite ogni giorno a 3.000 malati di tumore, dal 2004 Fondazione ANT Italia Onlus ha offerto visite di diagnosi tempestiva a più di 250.000 persone in 88 province.

La prevenzione oncologica è l’arma più efficace per prevenire il cancro e Fondazione ANT, con il suo operato, ha con determinazione cercato di ridurre le difficoltà legate alla pandemia, causa di rallentamento dei programmi di screening erogati dai SSN, offrendo visite di diagnosi precoce anche per neoplasie non oggetto di screening di massa. A questa oggettiva difficoltà si è tra l’altro aggiunta la crisi economica, che ha portato molte famiglie (l’11% degli Italiani) a ridurre la spesa destinata a visite mediche e accertamenti, come evidenzia il Rapporto Bes Istat 2021. Come sottolineano da Fondazione ANT, le condizioni critiche attuali prevedibilmente produrranno un’ulteriore crescita di questa percentuale.

A questo proposito, anche il Piano Oncologico Nazionale 2023-2027 del Ministero della Salute sottolinea come sia “necessario un rinnovato impegno a favore della prevenzione, del trattamento e della presa in carico e dell’assistenza ai malati oncologici, per evitare che il numero di vite perse a causa delle malattie neoplastiche aumenti nei prossimi anni”, e ancora che “occorre implementare le relazioni con altri portatori di interesse come gli enti del terzo settore (associazioni di cittadini e pazienti) al fine di recepire i fabbisogni degli utenti e condividere azioni finalizzate a garantire non solo un’offerta di qualità, ma anche livelli informativi e comunicativi adeguati alle esigenze dei cittadini”.

Al netto della più pressante attualità, poi, a fare fede in merito alla portata dell’incidenza dei tumori nel nostro Paese - e quindi dell’importanza di agire in modo concreto sul versante della prevenzione - pensano i dati 2022 del report annuale ‘I numeri del cancro in Italia’, che stimano, nei soli 12

mesi passati, 390.700 nuove diagnosi di cancro (nel 2020 erano state 376.600), di cui 205.000 negli uomini e 185.700 nelle donne.

Grazie anche al ‘Tour della prevenzione’, l’obiettivo di ANT nel prossimo triennio è una crescita costante dei programmi di prevenzione oncologica, grazie al contributo di altri benefattori e aziende che credano in questa virtuosa esperienza di solidarietà a favore della salute dei cittadini.

“TRADIZIONE FUTURA”, LA STAMPA ROMAGNOLA IN MOSTRA CON FONDAZIONE FRI

L’arte della stampa romagnola è tra le espressioni meno note del patrimonio artigianale di eccellenza del Made in Italy. Per diffondere la conoscenza del lavoro dei maestri che oggi ne sono eredi e interpreti, Fondazione Fashion Research Italy, l’organizzazione no-profit nata a Bologna nel 2015 per volontà dell’imprenditore Alberto Masotti, ha presentato presso la propria sede, dal 5 maggio al 2 luglio, la mostra “Tradizione futura. La stampa romagnola tra arte e mestiere”.

In esposizione, a riprova dell’evoluzione di questo sapere unico, una raccolta variegata di manufatti, tessili e strumenti di lavoro, oltre a una sezione dedicata al progetto “Foulard d’artista”, testimonianza concreta della dimensione contemporanea del dialogo tra forme espressive complementari: l’arte e il mestiere.

Le otto botteghe coinvolte, parte dell’Associazione Stampatori Tele Romagnole, hanno infatti decorato altrettanti foulard con la tecnica della stampa “a ruggine”. I tamponi in legno di pero necessari a imprimere i decori colorati sul tessuto sono stati intagliati ad hoc per questo progetto con motivi selezionati tra gli oltre 30.000 disegni dell’archivio tessile di Fondazione FRI. Protagonisti in passato delle collezioni di grandi maison, i diversi soggetti sono stati così trasferiti su seta di Ostinelli Seta e arricchiti dei repertori tradizionali di ciascuna stamperia, esplodendo il dialogo tra le due arti senza tempo.

Tramandata nei secoli, questa metodolo-

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gia semplice ma ingegnosa nata per riprodurre gli ornamenti dei tessili più raffinati è presente in molte civiltà in tutto il mondo, a partire dagli Egizi. In Italia è espressione di un territorio specifico - la Romagna, appunto - che lega prodotto e storia, radici e reinterpretazioni, connettendo per natura tradizione e futuro. La stampa a ruggine esprime quindi l’incontro e lo scambio possibile tra mestiere d’arte e contemporaneità e la produzione creativa si trasforma così in produzione culturale, cuore del Made in Italy.

“Vedendo l’arte della stampa romagnola, ho pensato che questo modo di operare dovesse essere preservato, conosciuto e amato da moltissime persone. Ho pensato ai maestri stampatori come a un’isola di resilienza e che la Fondazione dovesse impegnarsi per comunicare l’arte e l’eticità del lavoro artigianale attraverso una mostra che li illuminasse e li ponesse all’attenzione di tanti. È nata anche una bellissima collaborazione, che ha permesso la realizzazione di foulard unici nel loro genere, frutto della sinergia tra l’opera creativa degli artisti della stampa romagnola e i disegni dell’archivio di textile design della Fondazione. Una doppia arte, che ha ad un tempo esaltato e l’heritage del tessile italiano e la secolare tradizione della stampa a timbro”, commenta il Cavalier

Masotti. Tra i valori alla base dell’operato della Fondazione Fashion Research Italy, infatti, la volontà di valorizzare la storia e il saper fare delle manifatture italiane. Al prezioso archivio di disegni antichi e moderni su carta e tessuto, si affiancano oltre 5.000 volumi d’ispirazione catalogati e digitalizzati per la consultazione che costituiscono, insieme a una sezione di oltre 2.000 campioni di tessili, accessori e packaging sostenibili, una risorsa concreta per la crescita delle PMI italiane del comparto moda, favorendo la progettazione di collezioni rispettose dell’ambiente e dei lavoratori. Consulenze e percorsi di formazione mirata le accompagnano, inoltre, nel cammino verso l’innovazione.

GARC REALIZZERÀ IL NUOVO POLO INDUSTRIALE SOSTENIBILE DI KERAKOLL

È stato dato il via libera alla costruzione del nuovo polo industriale di Kerakoll, il diciottesimo a livello globale, che sorgerà nell’area contigua alle strutture già operative del Gruppo nel distretto ceramico: l’attuale stabilimento produttivo e il centro ricerche Kerakoll GreenLab. A realizzar-

lo sarà Garc, general contractor che ha il proprio core-business nelle costruzioni e, in particolare, nella realizzazione di edifici per il settore industriale-manifatturiero. Con questa opera, l’azienda di Carpi, in provincia di Modena, consolida la partnership con Kerakoll, iniziata con l’opera di recupero dell’area tramite attività di bonifica, demolizione e recupero materia. Sul sito rigenerato sorgerà il nuovo polo industriale di Kerakoll.

“Siamo entusiasti di essere parte integrante del nuovo progetto di Kerakoll”, spiega Claudio Saraceni, presidente di Garc SB.

“Garc è determinata a impiegare tutte le sue migliori risorse per realizzare questo importante polo industriale, un modello produttivo innovativo che valorizzi il benessere dei lavoratori e il rispetto per l’ambiente. Come società Benefit, Garc e Kerakoll condividono un’idea di business che crea valore economico attraverso la creazione di valore sociale”.

Situato nel Comune di Sassuolo, in Strada Pedemontana, al confine con il comune di Fiorano Modenese, il nuovo polo avrà una superficie complessiva di oltre 26.000 metri quadri all’interno del terreno di otto ettari acquistato dall’azienda nel 2011. Il completamento del sito è previsto entro il 2025 e rappresenterà un sostanziale raddoppio della capacità di produzione per un investimento complessivo pari a oltre 100

Claudio Saraceni, presidente di Garc SB, e Fabio Sghedoni, vicepresidente di Kerakoll Group

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milioni di euro.

Il nuovo polo industriale comprenderà, infatti, un nuovo stabilimento produttivo dedicato all’intera gamma di prodotti per l’edilizia sostenibile e includerà, oltre ad un magazzino per le materie prime, uno intensivo per i prodotti finiti e un’area servizi con nuovi spazi polifunzionali.

Si prevede che, al 2030, il nuovo stabilimento produrrà un totale di 325 milioni di kg annui di prodotto finito, generando inoltre nuova occupazione: è previsto infatti l’inserimento di oltre 100 persone entro il 2030, in particolare nelle aree di ricerca & sviluppo e produzione.

“Siamo particolarmente orgogliosi di questo nuovo stabilimento”, evidenzia Fabio Sghedoni, vicepresidente di Kerakoll Group. “È un investimento sul sistema Italia, con cui diamo fiducia al nostro Paese e che testimonia ancora una volta l’impegno di Kerakoll per la produzione di materiali per l’edilizia sostenibile e attenti all’ambiente e al benessere delle persone. Con questo nuovo polo industriale vogliamo creare un modello produttivo innovativo per il nostro settore. Abbiamo voluto pensare ad un luogo in cui si lavora e si vive bene, prevedendo anche spazi comuni e dedicati ai servizi, tra cui ambienti dedicati alla formazione e a sala ristoro”. La nuova area avrà anche un impatto per i cittadini ed il territorio, grazie alla riqualificazione estetica di un’area dismessa all’ingresso del distretto ceramico di Sassuolo. Infatti, Kerakoll crede nella riabilitazione e nella rigenerazione degli edifici come approccio sostenibile all’edilizia. Per questo il nuovo stabilimento è stato progettato con criteri ispirati alle tecnologie più innovative, alla sostenibilità ambientale e all’integrazione del verde nell’architettura e nel contesto urbano, in linea con

lo status di Società Benefit. Ad esempio, saranno installati 7.670 mq di pannelli fotovoltaici da 1,6 MW con un risparmio stimato di 840 tonnellate di CO2 annue, verranno realizzati 27.000 mq di area verde con la piantumazione di circa 140 alberi.

GELLIFY, FRANCESCO FERRI È IL NUOVO AMMINISTRATORE DELEGATO

Gellify, innovation factory con sede a Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna, che integra strategia, design e tecnologia supportando l’innovazione delle organizzazioni dalla visione all’esecuzione attraverso la sua “purple way”, ha annunciato lo scorso marzo la nomina di Francesco Ferri in qualità di amministratore delegato. In azienda dal 2021, grazie alla sua pluriennale esperienza manageriale il nuovo AD continuerà ad accompagnare la società nel suo percorso di crescita internazionale e permetterà di incrementare ulteriormente il valore dell’ecosistema Gellify.

Classe ’75, Ferri si è laureato in Economia politica all’Università Bocconi ed è esperto in consulenza strategica e business innovation, con alle spalle ruoli di rilievo nel mondo dell’industria e delle startup. All’età di 28 anni ha fondato Innext, una società di consulenza e change management, avviando così il proprio percorso imprenditoriale. Nel 2004 è entrato nel gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria di Monza e Brianza e nel 2012 ne ha assunto la carica di presidente. Dal 2014 al 2017 è stato vicepresidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Nello stesso 2014 le auto veloci

sono entrate a far parte della sua carriera e Ferri ha assunto il ruolo di procuratore dell’Autodromo di Monza. Già presidente di Lombardia Informatica dal 2018, successivamente diventata ARIA, nel 2019 il manager è stato nominato presidente anche di Assinter Italia, la rete delle società pubbliche ICT.

“Fin dal suo ingresso come managing partner, Francesco Ferri ha continuato a operare come un vero imprenditore, qualità indispensabile per guidare l’ecosistema Gellify. Francesco non solo è persona di mercato, ma è anche un grande leader, con doti di comunicazione fondamentali per mantenere un rapporto forte con il team, sempre più elemento chiave della nostra crescita. Avrà la responsabilità di guidare Gellify alla consacrazione come iniziativa leader dell’innovazione in Italia e all’estero”, dichiara Fabio Nalucci, founder di Gellify.

Con sedi attive in Italia, Spagna e Medio Oriente, l’azienda ha archiviato il 2022 con un valore di ricavi pari a 24 milioni di euro, in crescita del 60% rispetto all’anno precedente, e con un Ebitda raddoppiato rispetto al 2021. La nuova carica di Francesco Ferri si inserisce in continuità con la fase di espansione cross-border di Gellify e con quanto realizzato dall’ex direttore generale Gianluca Giovannetti, che dopo aver guidato l’azienda con successo negli ultimi due anni ha scelto di accettare una nuova sfida professionale.

“Sono davvero onorato per l’opportunità concessami e sono felice di poter coordinare un team di oltre 250 eccellenti

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professionisti, in grado di portare valore aggiunto alla rivoluzione digitale in corso nel nostro Paese, anche grazie all’ecosistema internazionale di Gellify. Il mio impegno come amministratore delegato sarà rivolto alla crescita e al consolidamento della nostra piattaforma di Innovation Advisory, per supportare le aziende nei propri percorsi di innovazione dalla strategia all’esecuzione, utilizzando la potenza della collaborazione con il nostro ecosistema di open innovation”, commenta il nuovo amministratore delegato di Gellify, Francesco Ferri.

GRAF INDUSTRIES, GRANDE SUCCESSO PER IL "GRAF IDEAS CONTEST"

Rispondere alle richieste di un ipotetico committente come risponderebbe un’azienda, valutando pro e contro, costi e benefici, efficacia della soluzione e sforzi per realizzarla. Questa la sfida che Graf Industries, gruppo industriale fondato a Nonantola, alle porte di Modena, ormai 30 anni fa, ha lanciato ad oltre 70 studenti delle classi quarte dell’I.T.I.S Enrico Fermi di Modena e dell’I.I.S. Archimede di Bologna nell’ambito della prima edizione del “GRAF Ideas Contest”, il cui evento finale si è svolto con successo lo scorso 6 maggio presso i due istituti, in collegamento via web.

I ragazzi si erano sfidati lo scorso 14 aprile nella risoluzione di un problema tecnico e industriale creato appositamente per loro da GRAF: progettare un sistema automa-

tico di oscuramento dei vetri finestra tramite pellicola LCD switch, sulla base di temperatura e irraggiamento solare. Per decretare il vincitore del contest, nel corso dell’evento finale i ragazzi stessi sono stati chiamati a presentare i tre migliori progetti di ogni scuola. “L’aspetto peculiare della competizione ‘made in GRAF’ è l’ambizione di stimolare gli studenti a considerare aspetti non solo tecnici o scolastici, ma anche commerciali e produttivi; per questo anche la presentazione dei progetti ha avuto un ruolo chiave nella valutazione finale, in quanto è stato richiesto di convincere il pubblico e la giuria della bontà del proprio elaborato”, sottolineano dalla realtà multibusiness modenese.

La giuria, composta da Alessandro Fabbri della startup Novac, attiva nella progettazione di supercondensatori da affiancare alle batterie dei veicoli elettrici, da Roberto Palazzetti del Politecnico di Milano e da Luigi Rovati, docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha decretato che a spuntarla sugli altri dovesse essere il gruppo dell’Istituto Fermi composto da Alessandro Aprile, Luca Ghiaroni e Luca Malavasi, che ha proposto una presentazione convincente e una soluzione tecnica praticabile ed efficiente.

Per il Gruppo GRAF, a coordinare l’evento erano presenti Denis De Grandis, R&D manager di GRAF Inventa Department, Gian Luca Fontana, communication manager, Maicol Picchi, technical engineer - testing department, e Chiara Buttitta, chemist - chemical department. Il gruppo vincitore è stato premiato con una somma donata da GRAF Industries e premi in denaro sono stati destinati anche alla scuola prima classificata, l’istituto Fermi di Modena, rappresentata dalla dirigente Stefania Giovanetti e dalla docente Anna Maria Prandini, e al miglior gruppo della scuola seconda classificata, l’istituto Archimede di Bologna, formato da Pietro Bassini, Elia Gangi e Alessio Occari. Una menzione speciale è stata poi attribuita al gruppo del Fermi formato da Si-

mone Baldrani, Yasser Rizki e Leonardo Roma, che ha proposto un progetto molto originale.

“Oltre ai premi, ai vincitori verrà data la possibilità di svolgere uno stage estivo in azienda, per lavorare assieme ai tecnici di GRAF a due progetti di ricerca premiati dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Emilia-Romagna: uno dedicato a un innovativo sistema di stampa 3D, l’altro dedicato a una nuova tecnologia per il taglio e la marcatura laser”, dichiarano da GRAF Industries.

Il contest va a completare il grande impegno di GRAF per la formazione, l’orientamento scolastico e la promozione dell’istruzione STEM. In particolare, GRAF sostiene laboratori didattici presso le scuole medie, collabora con le scuole superiori e partecipa al Comitato di indirizzo del Corso di Laurea in Ingegneria Elettronica del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” di Unimore.

IL GRUPPO GHEDINI CRESCE ANCORA

Continua a premere sull’acceleratore Gruppo Ghedini, concessionaria bolognese presente da oltre 50 anni sul mercato con quattro sedi distribuite nel territorio tra Bologna e Ferrara.

“Abbiamo ampliato i nostri brand aggiungendo Opel, Citroen e Peugeot attraverso l’acquisizione del ramo d’azienda bolognese di Campani Group e le due sedi in via del Carrozzaio e quella in via Caduti di Amola a Bologna”, annuncia la titolare Stefania Ghedini. “Con questa operazione, dal primo gennaio del 2023, siamo diventati l’unico concessionario a Bologna che rappresenta la galassia del brand Stellantis. Andremo così a rappresentare tutti i brand, ad eccezione di Ds”.

La visione di Gruppo Ghedini è quella di non fermarsi alla vendita, ma di diventare partner dei propri clienti trovando insieme a loro la soluzione di mobilità più adatta alle loro esigenze.

“La nostra offerta si arricchisce dei brand Opel, Peugeot, Citroen, oltre ai già presenti Fiat, Lancia, Abarth, Alfa Romeo,

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ALCUNE AZIENDE CHE SI AVVALGONO DELLA NOSTRA PROFESSIONALITÀ I

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HD SLIPPERS, UNA STORIA DI COLLABORAZIONE E SUCCESSO

“Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, riuscire a lavorare insieme è un successo”, disse Henry Ford. Ed è stato esattamente così per i fondatori della HD Slippers di Sasso Marconi, alle porte di Bologna, Sergio Roveri e Bruna Faenza, che lo scorso anno hanno celebrato quarant’anni di attività, durante i quali hanno sempre rappresentato per i propri collaboratori un grande esempio sia a livello professionale che umano. “A entrambi i fondatori va il merito di quanto ottenuto in questi anni, perché dietro a un’impresa di successo c’è sempre una decisione coraggiosa e persone che hanno lavorato con tenacia e determinazione per costruirla”, dichiarano infatti da HD Slippers. Roveri e Faenza hanno avviato l’attività con l’obiettivo di progettare e produrre guarnizioni per i principali settori industriali del territorio emiliano-romagnolo e hanno visto, con il passare degli anni, la propria area operativa estendersi prima a tutta l’Italia e poi all’Europa. Oggi HD Slippers può contare su un parco clienti distribuito in tutti i continenti e, gestita da tecnici specializzati, progetta e produce sistemi di tenuta di alto livello qualitativo per soddisfare le domande di personalizzazione, qualità e velocità di consegna che provengono da un mondo industriale in frenetico sviluppo.

“Il primo passo del percorso di sviluppo dell’azienda è la stipula, prima realtà in tutta la regione, nel 1983, di un contratto di distribuzione con Parker Hannifin, divisione Seals”, spiegano dall’azienda. HD Slippers si adatta rapidamente alla nuova configurazione, che vede produzione e distribuzione convivere e integrarsi a vicenda per offrire le migliori soluzioni di tenuta senza mai perdere il focus sul controllo qualitativo del processo e del prodotto finito.

“La nostra anima qualitativa è stata poi ulteriormente enfatizzata e migliorata quando nel 1995 Caterpillar ci ha riconosciuti come fornitore omologato. Da quel momento in HD Slippers la qualità è realmente percepita come un valore aggiunto, nei processi, nelle parti documentali, nei pezzi finiti, nella mentalità”, continuano dal quartie generale di Sasso Marconi.

Tre anni dopo, HD è tra le primissime realtà del settore a ottenere la certificazione ISO 9001 per produzione, progettazione e distribuzione di sistemi di tenuta, oggi considerata un valore reale, mentre nel 2007 si dota di nuove macchine a controllo numerico estremamente versatili che, grazie alle competenze interne già maturate, danno all’azienda la possibilità di proporsi come fornitore tempestivo e di supporto alle problematiche tecniche e alla realizzazione in tempi rapidi di soluzioni di tenuta anche complesse.

“Nel 2016 siamo stati gli unici partecipanti dall’Italia al DAC Parker, il meeting dei principali distributori europei; da quell’anno non ne abbiamo perso uno, anche al fine di sviluppare un’approfondita conoscenza del management Parker, di grande utilità nelle decisioni di carattere strategico”, evidenziano ancora da

HD Slippers.

Risale invece al 2020 l’onore e l’orgoglio di annoverare nel proprio organico una Stella al merito del lavoro. Il riconoscimento ufficiale a Giulio Gamberini, pilastro storico dell’azienda, conferisce a tutto lo staff la percezione del lavoro improntato alla dedizione, allo spirito di servizio e all’impegno continuo verso i colleghi, i clienti e i fornitori, che dopo quattro decenni di lavoro, nel 2022 porta HD a entrare a far parte del Gruppo Bianchi Industrial.

“L’operazione ha reso possibili innumerevoli opportunità di sinergie, la moltiplicazione delle competenze, l’ampliamento dei know-how, crescita ed evoluzione, diversità che creano una proposta sul mercato di grande unicità, completandosi e arricchendosi non solo all’interno della divisione sistemi di tenuta ma in tutto il gruppo”, concludono con orgoglio da HD Slippers.

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Jeep, Fiat Professional. Garantiamo affidabilità, professionalità, passione per il mondo automobilistico oltre alla competenza di tutto il personale, per offrire quotidianamente la miglior assistenza e consulenza in tutte le fasi di pre e post vendita”, continua Ghedini.

Motivo di orgoglio è anche l’acquisizione del mandato di Dr automobili, il marchio italiano prodotto a Macchia d’Isernia, in Molise, che ha più che triplicato i numeri nel 2022. Altro fiore all’occhiello è Ghedauto veicoli industriali, concessionaria esclusiva Iveco per le province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Repubblica di San Marino.

“Si amplia così l’offerta che, stando ai numeri, ci rende unici sul territorio. Senza mai dimenticare la qualità e l’attenzione alle esigenze dei nostri clienti”, continua Stefania Ghedini.

Dopo la nuova acquisizione, il percorso avviato dal Gruppo intende quindi aumentare le offerte, puntualmente accompagnate da un ampio ventaglio di servizi. Non solo. “Qui da noi, la visita del cliente non si ferma all’acquisto o al noleggio. Il cliente, infatti, potrà venire a trovarci anche nelle nostre officine, o approfittare dei servizi di pratiche auto presso la nostra agenzia Luna o al nostro ristorante con cucina tipica Matinée cafè (Casa Ghedini). Si tratta quindi di un percorso vero e proprio, con tante occasioni di contatto con i nostri clienti. Rispetto a prima, ci sono tante nuove richieste ed esigenze. E potenziare il servizio, così come abbiamo fatto, consente di trovare risposte intelligenti e tempestive alle necessità dei nostri clienti”, conclude Stefania Ghedini.

Soddisfatto della nuova acquisizione anche Riccardo Fracassi, responsabile operativo e nipote di Stefania Ghedini: questa svolta, infatti, consentirà alla stessa realtà di presentarsi sul territorio come l’unica concessionaria Stellantis. Assistenza e innovazione si rivelano alcuni degli ingredienti principali con cui il Gruppo Ghedini, oggi, guarda verso le sfide del futuro, con l’affidabilità costruita negli oltre 50 anni di storia, affermandosi sempre di più come punto di riferimento per Bologna e per i bolognesi.

GRUPPO HDQ, UN OPEN DAY PER RACCONTARE AI GIOVANI

Avvicinare le nuove generazioni al mondo della meccanica per ricercare sul territorio i migliori talenti e individuare le professionalità tanto ricercate, dimostrando ai giovani come passione e volontà siano valori fondamentali per poter crescere e cogliere le opportunità che il futuro ci presenta. Questi gli obiettivi con cui il Gruppo HDQ, realtà di Mirandola, in provincia di Modena, punto di riferimento nell’ambito della meccanica di precisione e della produzione di automazioni industriali nei settori del packaging alimentare, farmaceutico e biomedicale, ha ospitato lo scorso 14 aprile gli studenti diplomandi dell’Istituto mirandolese Galilei per un tour guidato tra le aziende del Gruppo.

“La giornata si è rivelata una preziosa occasione per introdurre i ragazzi alla realtà

imprenditoriale e avvicinarli al mondo del lavoro. Oggi più che mai è necessario investire sui giovani, per riuscire a mantenere e accrescere ulteriormente quanto abbiamo creato in oltre 40 anni di attività”, commentano dal Gruppo HDQ.

Attivo dal 1980, anno di fondazione della società Di Quattro, il Gruppo si è negli anni sviluppato e grazie ad una forte vocazione all’innovazione, a sistematici investimenti in ricerca e sviluppo e a un dialogo dinamico, propositivo e longevo con i clienti si è ben presto affermato nella meccanica di precisione sia per la produzione e lavorazione di componenti, sia per la fornitura di gruppi meccanici e sistemi assemblati. Oggi il Gruppo è composto da oltre 170 persone e compete sul mercato con l’ambizione di crescere e fare sempre meglio in ciascuna delle tre aziende consociate: Di Quattro, che si occupa di progettazione, realizzazione e collaudo di macchine automatiche e sistemi per il packaging; Meccanica Di Quattro, specializzata nella tornitura, fresatura, saldatura ed elettroerosione di manufatti in acciaio inox, alluminio e titanio per la produzione di componenti meccanici; A Uno Tec, che progetta e produce macchine automatiche a marchio proprio per l’assemblaggio di dispositivi medicali in materiali plastici, con specializzazione nei settori di terapia infusione e dialisi.

Gli studenti coinvolti nell’open day hanno avuto l’opportunità di visitare i diversi stabilimenti lungo un percorso guidato all’interno del processo produttivo per osservare, a partire dalla lastra di acciaio, tutte le lavorazioni necessarie alla realizzazione di un componente meccanico, seguendolo dalla produzione in officina fino al controllo finale presso il reparto del controllo qualità. Il tour degli studenti è poi

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MONDO DELLA MECCANICA
IL
Stefania Ghedini, titolare di Gruppo Ghedini

proseguito nell’officina dedicata alla realizzazione delle macchine automatiche, principale destinazione finale del componente meccanico visionato nel suo percorso di lavorazione in officina. Dopo aver assistito al test tecnico finale, che precede la spedizione al cliente del modulo assemblato, i ragazzi hanno raggiunto l’ultima tappa del percorso guidato, l’area di sviluppo di A Uno Tec, le cui complesse automazioni hanno destato in loro il massimo interesse. “Lo scopo di questo viaggio era quello di mostrare ai giovani cos’è un’azienda meccanica del 2023 e quali sono le sfide che deve affrontare per stare sul mercato. Abbiamo bisogno di persone appassionate e intraprendenti, che abbiano voglia di mettersi in gioco mettendo da parte i pregiudizi, perché le officine meccaniche moderne oggi offrono tante possibilità di crescita professionale per i giovani; basta saperne cogliere le opportunità”, concludono dal Gruppo HDQ.

ING. FERRARI PUNTA SU GIOVANI E FORMAZIONE

Ing. Ferrari, azienda specializzata in costruzioni, impianti e service manutentivo fondata nel 1917 a Modena, e Randstad, multinazionale attiva in ricerca, selezione e formazione di risorse umane, hanno avviato lo scorso maggio sul territorio modenese un progetto congiunto dedicato ai giovani e allo sviluppo delle loro competenze tecniche.

Nei mesi scorsi si è tenuto nella sede di Ing. Ferrari un corso dedicato ai giovani, incentrato sulla formazione per le attività manutentive svolte dall’azienda negli in-

terventi che quotidianamente offre ai propri clienti: manutenzioni sugli impianti di condizionamento, riscaldamento e su impianti antincendio di diversa natura, nonché la completa gestione degli interventi ordinari e straordinari.

Il progetto ha coinvolto giovani dai 18 ai 21 anni, selezionati da Randstad, che sono stati formati da docenti sia esterni che interni all’azienda con l’obiettivo di sviluppare competenze trasversali per permettere loro l’ingresso nel mondo del lavoro. Le attività formative sono state gestite da personale aziendale altamente specializzato nelle varie discipline: frigoristi, elettricisti e ingegneri esperti del settore.

“Ciascuna giornata formativa è stata organizzata su macro-temi teorici e pratici che costituiscono il core business aziendale, sulla base di una puntuale analisi interna della business unit del service. Ai ragazzi sono stati presentati progetti attualmente in essere, in modo da potersi confrontare con prove pratiche e schemi il più possibile realistici. Dopo le ore in aula gli allievi hanno potuto mettere in pratica quanto imparato attraverso delle simulazioni a rischio zero: all’interno della sede aziendale sono state ricreate delle aree manutentive che permettessero di effettuare prove in campo dei concetti appresi in aula”, spiegano dall’impresa modenese.

Di fondamentale importanza per l’intero progetto è stato l’approccio, in buona parte di carattere digitale. Dal punto di vista teorico, infatti, Ing. Ferrari ha scelto di organizzare le lezioni in aula con l’ausilio di strumentazione digital e rendendo più interattive possibili le spiegazioni. L’azienda modenese ha scelto di offrire ai giovani una visione del mondo del lavoro e una base di sviluppo delle proprie competen-

ze in maniera trasversale, consentendo, anche a chi ha preso parte a indirizzi di studio molto teorici, di essere immerso a 360 gradi in maniera concreta all’interno delle dinamiche lavorative; gran parte del progetto è stato svolto direttamente all’interno degli ambienti aziendali, grazie all’aula presente, denominata appunto “Academy”, a sottolineare l’importanza che i progetti di formazione rivestono all’interno della realtà stessa.

“I giovani sono una risorsa fondamentale e per la nostra azienda è importante avviare percorsi di crescita e specializzazione per chi entra per la prima volta nel mondo del lavoro. Il progetto con Randstad dà il via al primo di una serie di progetti di formazione e sviluppo di competenze tecniche curati dalla nostra Academy aziendale”, evidenzia Pietro Ferrari, presidente di Ing. Ferrari.

Al termine del percorso, i partecipanti sono stati valutati da esperti del settore dal punto di vista tecnico e delle soft skills, arrivando alla selezione di quattro candidati con i quali è iniziata una collaborazione. Ad oggi, i giovani manutentori sono operativi nelle sedi dei clienti di Ing. Ferrari, mettendo in pratica quando appreso nelle settimane di formazione.

IQC: LE COMPETENZE

Una proposta innovativa per rispondere all’esigenza di trasformare le competenze delle persone in un valore concreto, documentato e leggibile dal mercato. È il

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DIVENTANO VALORE CONCRETO CON IL DIGITAL BADGE

ICF & WELKO FESTEGGIA 50 ANNI DI ESPERIENZA E CURA DEL DETTAGLIO

Mezzo secolo di una storia fatta di traguardi raggiunti e affidabilità, certificati dalle referenze di clienti storici e da un patrimonio consolidato di competenze, testimoniate da decine di installazioni ed esperienze di successo per alcuni dei marchi più prestigiosi al mondo. A spegnere 50 candeline nel 2023 è ICF & Welko di Maranello, in provincia di Modena, al centro di un distretto industriale innovativo e famoso per le sue eccellenze, dall’automotive, alla ceramica, al food, che dal 1973 opera nel comparto delle macchine e degli impianti con competenze specialistiche su ogni singola fase di processo per i settori ceramico, alimentare e chimico offrendo soluzioni chiavi in mano 100% customizzate.

“La ricorrenza è molto importante per la nostra azienda. Si tratta di un traguardo, ma non di un punto di arrivo: noi guardiamo sempre avanti, abbiamo sempre nuovi obiettivi da raggiungere”, commenta con orgoglio Roberto Magnani, amministratore delegato di ICF & Welko.

Tra i punti di forza della realtà modenese spicca l’alto livello di flessibilità sia interna, in termini di gestione dei processi, sia nei confronti dei propri clienti. L’elasticità multidisciplinare dell’azienda è resa possibile dalla sua diversificazione operativa, che le consente di migrare esperienze e soluzioni tra differenti contesti industriali, trasferendo vantaggi applicativi che generano innovazioni di processo. “Operiamo in modo multidisciplinare, ponendo sempre la soluzione al centro. I nostri tecnici coniugano competenza ingegneristica e attitudine ‘artigianale’, immergendosi completamente nella realtà concreta del progetto”, conferma Magnani.

ICF & Welko è dunque in grado di individuare rapidamente sistemi che rispondano efficacemente alle più svariate esigenze, proponendo impianti fortemente customizzati e a ridotto impatto ambientale e di consumi energetici. “Andiamo oltre il concetto di ‘su misura’: analizziamo a fondo ogni singolo contesto e realizziamo con attitudine da sartoria tecnologica soluzioni specifiche per il modello di business e le performance richieste dal cliente”, evidenzia ancora l’amministratore delegato dell’azienda. La visione di ICF & Welko si basa infatti su quattro punti cardine: ascoltare il cliente, progettare soluzioni affidabili, costruire impianti produttivi adatti e adattabili a ogni contesto, ottenere performance e risultati.

“Abbiamo costruito impianti in tutto il mondo e oggi cerchiamo di arrivare anche laddove non siamo ancora presenti. Abbiamo alle spalle 50 anni di esperienza e di competenze acquisite sul campo,

Digital Badge, una soluzione costituita da un’immagine digitale attivabile con un click, pensata per mostrare informazioni riferite all’identità di una persona, alle competenze che ha acquisito e all’organizzazione che le dichiara.

“Questa configurazione grafica e tecnologica, arricchita dalla registrazione dei dati

che hanno reso l’azienda solida e un punto di riferimento per tanti clienti, che ancora oggi rinnovano la loro fiducia verso di noi, affidandoci continuamente nuovi progetti. Il nostro è un approccio ingegneristico specifico e la cura del dettaglio, la rapidità di esecuzione e l’orientamento proattivo al risultato sono le componenti essenziali della nostra offerta, che mira a proporre soluzioni adeguate allo scenario, ottimizzando efficacia e resa dell’investimento, senza sprechi, ovunque nel mondo”, continua Magnani.

ICF & Welko oggi è in forte crescita, sia in termini di fatturato, sia di portafoglio clienti e di occupazione: “Per questo motivo guardiamo con interesse a figure professionali che abbiano la nostra stessa visione, quella di un mondo aperto e accessibile, e cerchiamo persone competenti, appassionate, che abbiano voglia di crescere professionalmente e umanamente. Le aziende sono fatte di persone e sono i loro talenti a fare la differenza. Le idee migliori emergono da donne e uomini competenti e motivati, che lavorano in team con il cliente”, conclude l’amministratore delegato dell’azienda.

in blockchain, consente di rappresentare le informazioni relative a percorsi formativi, aggiornamento professionale e competenze acquisite rispondendo a requisiti di veridicità e trasparenza”, confermano dalla bolognese IQC – Italian Quality Company, attiva nell’offerta di servizi integrati a supporto del business.

Il potenziale offerto da questo strumento e la sua crescente diffusione hanno portato IQC, insieme alle organizzazioni coinvolte nell’utilizzo della piattaforma di digital badging C-Box®, a costituire il Digital Badge Stakeholder Table (D.B.S.T.), condividendo riferimenti rispetto agli elementi tecnici e metodologici con cui creare e ri-

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lasciare DB affinché siano oggetti digitali credibili, intellegibili ed efficaci, da porre al servizio dei vari attori a livello nazionale e internazionale. Il risultato di questa attività ha portato alla redazione di uno standard pre-normativo che trova espressione nella PdR UNI 136:2022, alla quale i Digital Badge di IQC sono i primi e gli unici a essere conformi.

Oggi il mercato del lavoro è caratterizzato da un forte impulso verso la digitalizzazione e da un elevato tasso di dinamicità e imprevedibilità. Secondo l’UE, il 77% delle aziende ha difficoltà a trovare lavoratori con le competenze necessarie, mentre il 45% degli intervistati di uno studio condotto dal Politecnico di Milano ha cambiato lavoro nell’ultimo anno o ha intenzione di farlo entro il prossimo a causa delle scarse opportunità di crescita professionale. Per affrontare tali sfide, il 2023 è stato dichiarato l’Anno europeo delle competenze.

“È in questo contesto che la formazione diventa un investimento indispensabile per l’andamento di un’azienda in termini di competitività, resilienza e crescita del valore. Tuttavia, investire sul capitale umano rappresenta un costo, a cui spesso corrisponde un ritorno di difficile misurazione. Per questo motivo è necessario dotarsi di strumenti in grado di valorizzarne e metterne in trasparenza gli esiti”, sottolineano da IQC.

La possibilità di condivisione sui social e altri canali digitali dei Digital Badge, tra l’altro, permette di aumentare la visibilità di persone e organizzazioni e la loro rappresentazione nella piattaforma facilita, per le aziende, l’analisi delle informazioni

offrendo un supporto al processo di selezione e gestione delle risorse. Come spiegano da IQC, in Italia il Digital Badge è già stato adottato da realtà come i fondi interprofessionali Forma.Temp e For.Te., che lo rilasciano ai lavoratori che portano a termine i percorsi formativi finanziati; una scelta che, unita alla creazione di uno standard pre-normativo, dimostra certamente l’importanza che gli operatori economici e sociali attribuiscono a questo strumento ai fini di accorciare il mismatch fra domanda e offerta di lavoro.

ITALPIZZA, COMPLETATO L’ACQUISTO DI ITALGELATO

Continua lo sviluppo strategico nel mondo del surgelato di Italpizza, realtà modenese specializzata nella produzione di pizze surgelate. L’impegno dell’azienda, tramite la propria Holding DreamFood, si è concretizzato nel mondo dei gelati: la società ha infatti acquisito lo scorso febbraio la maggioranza di Italgelato, importante realtà industriale con stabilimento produttivo nel vicentino, ma quartier generale a Modena, di cui già da anni deteneva un’importante quota di minoranza. Italgelato, che ha sede a Camisano Vicentino, in provincia di Vicenza, è specializzata nella produzione di gelati di alta qualità destinati prevalentemente all’esportazione ed è in particolare un punto di riferimento nella produzione di gelati multilayer, ossia di un mix tra gelato e dessert composto da diversi strati di biscotti e gelati in vari

gusti, ai quali vengono unite diverse salse in grado di offrire ogni volta al consumatore un’esperienza unica. L’azienda veneta ha chiuso il 2022 con un fatturato di 11 milioni euro, di cui il 70 per cento proveniente dalle quote export; lo stabilimento di 7.000 metri quadrati ha una capacità produttiva annua di 40 milioni di coppe in pet con tappo a vite da 300/400g e occupa 60 lavoratori.

“Dopo la recente acquisizione da parte nostra del gruppo Mantua Surgelati di Castelbelforte, in provincia di Mantova, che dispone anche di un ramo gelati, la decisione di acquisire il controllo di Italgelato è diventata strategica. Siamo riusciti così a creare sinergia tra le due realtà, questo ci consente di ampliare la gamma di offerta per un altro prodotto, simbolo del made in Italy, e complementare al mondo della pizza surgelata”, dichiara Cristian Pederzini, presidente di Italpizza.

Fondata nel 1991, l’azienda modenese specializzata nella produzione di pizze surgelate oggi sviluppa un volume d’affari di 300 milioni di euro, di cui il 60 per cento sui mercati esteri ripartito in 56 Paesi in tutto il mondo. Ha una capacità produttiva di oltre 435 milioni di pizze ogni anno sia a marchio proprio, sia con marchio dei principali retailer al mondo e impiega oltre 1.500 addetti.

“Con queste due nuove realtà produttive il ramo gelato del nostro Gruppo potrà sviluppare un volume totale di affari di circa 25 milioni di euro in modo predominante all’estero e, grazie alla presenza di due

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stabilimenti, per un totale di 11.000 metri quadrati, avrà una capacità produttiva di 40 milioni di vaschette e 35 milioni di monoporzioni ogni anno, dando lavoro a circa 100 lavoratori”, conclude il presidente di Italpizza.

ITALTECNO, GRANDE ATTESA PER IL 12° CONGRESSO MONDIALE “ALUMINIUM TWO THOUSAND”

È tutto pronto per l’appuntamento del convegno mondiale “Aluminium Two Thousand”, evento biennale che riunisce “Aluspecialisti” da tutto il mondo

tecnologie speciali per le leghe leggere in favore di ecologia e zero sprechi.

È dal 1990, con cadenza biennale, che più di 80 relatori Aluspecialisti altamente qualificati provenienti da aziende, università e associazioni di oltre 30 Paesi si danno appuntamento per presentare a un pubblico specializzato e internazionale le tecnologie e le applicazioni più innovative nel campo dell’alluminio.

A ideare questo congresso internazionale è stato Walter Dalla Barba, CEO di Italtecno, azienda di Fiorano Modenese, a pochi chilometri da Modena, presidente di Interall e di Aluminium Two Thousand World Congress. “Negli anni Ottanta, partecipando ai congressi internazionali

di estrusione, fonderia, fusione, finitura e trattamento delle e acque reflue. A seconda degli argomenti, sono convocati tecnici di aziende di estrusione, anodizzazione, verniciatura e fonderia di alluminio, ma anche economisti, come il professor Cesare Garzia dell’Università Bocconi, che esporranno le loro analisi sull’andamento e le prospettive sia del settore dell’alluminio sia della congiuntura economica generale. “Si parlerà dei differenti ambiti di applicazione degli estrusi, di problematiche delle leghe usate per i vari settori e dell’impiego dell’alluminio in architettura, nell’automotive, nei trasporti, nella bigiotteria e nell’arredamento”, continua Dalla Barba. “Tra l’altro, al Salone del

quest’anno particolarmente atteso, perché si è dovuto annullare quello del 2021. Dal 19 al 23 settembre 2023, al Royal Hotel Carlton di Bologna, si terranno tre sessioni parallele per tre giorni interi di approfondimento di tutti gli argomenti nei dettagli, i cui papers saranno esaminati dal comitato scientifico del convegno, al fine di selezionare gli studi e le ricerche più innovativi, le più recenti applicazioni industriali e i casi di studio più interessanti. Si terrà anche una sessione speciale sui mercati, in particolare Paesi Europei, Turchia, Nord America, Brasile, Argentina, Medio Oriente e area del Golfo, Cina, Taiwan, Tailandia e India. E ci saranno focus sull’applicazione di nanotecnologie nell’industria dell’alluminio e sulle nuove

dedicati ai trattamenti superficiali e alle tecniche di estrusione, mi sono chiesto perché all’alluminio fosse riservato soltanto un posto fra i tanti, nonostante sia il terzo elemento dopo l’ossigeno e il silicio e il metallo più utilizzato, dopo il ferro, per la fabbricazione di milioni di prodotti”, spiega Dalla Barba. “Così, ho deciso con un socio di organizzare un congresso dal titolo Aluminium Two Thousand nel 1990. Fin dalla prima edizione, che ebbe oltre 200 presenze, abbiamo compreso di aver colto nel segno, tanto che siamo arrivati alla dodicesima edizione”.

L’evento, che da tempo ha trovato sede a Bologna, è diventato un momento d’incontro insostituibile per tutti gli operatori del settore dell’alluminio, in materia

mobile abbiamo visto quanto l’alluminio stia diventando di tendenza nel design dei mobili sia in casa sia in ufficio. Sarà dato ampio spazio alle tecnologie innovative, in combinazione con la ricerca universitaria. Dal 2003, infatti, abbiamo costruito rapporti con l’International Conference on Extrusion and Benchmark (ICEB), il più grande evento in Europa legato ai più recenti sviluppi sulla tecnologia di estrusione e alla sua analisi tramite simulazione FEM, e dalla sesta edizione ne ospitiamo l’appuntamento, a cui intervengono ricercatori di vari Paesi, che prima si svolgeva in alternanza fra Bologna e Berlino”. Per leggere l’elenco preliminare dei titoli e degli speaker e per iscriversi: www.aluminium2000.com

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Walter Dalla Barba, CEO di Italtecno Un ponte realizzato in alluminio

MARCHESINI GROUP ACQUISISCE L’AZIENDA MILANESE M.A.R.

Una nuova acquisizione che fa salire a otto le aziende del milanese che compongono la vasta compagine societaria di Marchesini Group in Lombardia, regione seconda solo all’Emilia-Romagna, dove ha sede il quartier generale del gruppo a Pianoro, in provincia di Bologna, in quanto a presenze produttive sul territorio. È anche una conferma di come il tessuto imprenditoriale lombardo sia un partner ideale per quello della Packaging Valley emiliana, dove si concentra il principale indotto europeo delle macchine per il confezionamento di prodotti farmaceutici e cosmetici.

La nuova azienda che entra a far parte di Marchesini Group è M.A.R., società di Lainate, alle porte di Milano, specializzata nella realizzazione di macchine per il riempimento di liquidi e polveri in flaconi di vetro e plastica, in siringhe, carpule e altri contenitori per il settore farmaceutico. L’operazione allarga ulteriormente il ventaglio di tecnologie a disposizione di Marchesini Group per il confezionamento di prodotti del mondo Pharma.

Fondata nel 1967 da Silvio Pravettoni, M.A.R. si è distinta per aver realizzato, alla fine degli anni ’70, una delle prime linee al mondo per il confezionamento di prodotti farmaceutici dotata di sistema di pesatura in condizioni sterili. L’aset -

ticità del processo produttivo, requisito imprescindibile quando si confezionano prodotti come vaccini e antitumorali, poi distribuiti nelle farmacie e negli ospedali, è rimasta uno dei marchi di fabbrica di M.A.R. che, come da tradizione di Marchesini Group, resterà nella sua sede attuale operativa, a difesa della continuità aziendale e degli standard di qualità del prodotto finale.

“M.A.R. manterrà la sede di Lainate, la sua struttura organizzativa e il personale dedicato, con volontà però di crescere assumendo tecnici e progettisti”, spiega Pietro Cassani, amministratore delegato di Marchesini Group che, a seguito dell’operazione, diventa anche amministratore unico di M.A.R. “La sua gamma di prodotti dedicata al riempimento di polveri e riempimento liquidi, anche in ambiente asettico, rappresenta un’opportunità di arricchimento della proposta di linee complete offerta da Marchesini Group in particolare attraverso Corima, la nostra azienda specializzata nelle tecnologie che impiegano soluzioni robotizzate in grado di garantire massima precisione in ambienti a contaminazione controllata. Le sinergie si allargano poi alle società del Gruppo come CMP Phar. ma per l’ispezione dei processi e come le lombarde SEA Vision, Auteco e Dott. Bonapace per, rispettivamente, la produzione di sistemi di visione e raccolta dati, l’automazione dei processi e le macchine di laboratorio”, prosegue Cassani.

“M.A.R. possiede un portafoglio clienti di grande valore. In questa unione,

mi piace definirla così, con un partner importante come Marchesini Group, portiamo in dote sia le nostre referenze che il nostro saper fare lombardo, particolarmente apprezzato durante gli anni della pandemia, quando abbiamo risposto a tante richieste di tecnologie per il confezionamento di vaccini anti-Covid e altri prodotti biologici”, aggiunge Nicola Di Biase, già storico direttore generale dell’azienda lombarda, oggi nominato procuratore.

MARGOTTA FIRMA IL FRAMEWORK ESG FOR SMALL BUSINESS

Da una attenta analisi di mercato svolta lo scorso anno da Margotta, società di consulenza aziendale con sede a Casalecchio, alle porte di Bologna, è emerso che per le PMI italiane la redazione del bilancio di sostenibilità è ormai obbligo o necessità, vuoi per cogenza normativa, per rispondere a un nuovo standard imposto dalla propria supply-chain, o ancora per una propria necessità (ad esempio, accesso al credito bancario, politiche di assunzione, rinnovo contratti, punteggi premianti in gare d’appalto e bandi).

“Tuttavia, attualmente sul mercato non esiste la possibilità di strutturare un percorso ESG analitico-quantitativo, finalizzato alla redazione del primo bilancio di sostenibilità. Da questo reale fabbisogno

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Pietro Cassani, amministratore delegato di Marchesini Group

abbiamo studiato e sviluppato un nuovo prodotto: il framework ESG di riferimento ‘for small business’, le cosiddette PMI”, osservano da Margotta. Si tratta di uno strumento che prevede un approccio quantitativo e analitico, pensato appositamente per le piccole e medie imprese con un’offerta scalabile che tratti il bilancio di sostenibilità come la destinazione di un percorso strutturato, personalizzabile e modulare sui temi ESG.

“In sintesi, il framework ESG prevede questo processo: le Margo-checklist permettono di evidenziare i punti di forza e debolezza dell’azienda, che il nostro configuratore ESG tramuta in una roadmap ESG, finalizzata eventualmente alla redazione del primo bilancio di sostenibilità”, spiegano ancora dalla società bolognese.

Più nello specifico, Margotta propone in primo luogo una gap analysis tramite le Margo-checklist. “Si tratta di uno strumento sviluppato per effettuare una diagnosi completa sui temi ESG, in raccordo con gli standard di rendicontazione del bilancio di sostenibilità (i GRI: Global Reporting Iniziative). In questo modo l’azienda ha la possibilità di conoscere i propri punti di forza e di debolezza sulle singole aree, i moduli, in cui si scompongono i temi Environmental, Social e Governance. Inoltre, poiché i singoli moduli si raccordano ai GRI, l’azienda è anche in grado di conoscere quali politiche, informazioni, e dati deve colmare o implementare per poter redigere il primo

bilancio di sostenibilità”, evidenziano da Margotta.

In secondo luogo, Margotta ha costruito un proprio configuratore ESG, proponendo moduli specifici per ciascuno dei tre temi. Uno strumento costituito da un insieme di moduli la cui somma, di per sé, rappresenta una versione preliminare di ciò che adeguatamente strutturato può diventare il bilancio di sostenibilità. Il configuratore ESG permette di definire la roadmap più adeguata per l’azienda, indipendentemente dalla volontà effettiva di redigere il bilancio di sostenibilità, in termini di tempi, costi e modalità. A questo punto l’impresa può terminare la roadmap con la redazione del primo bilancio di sostenibilità, che sarà la risultante della somma distribuita nel tempo dei moduli già implementati.

“Il vantaggio della modularità del framework ESG di Margotta è triplice: permette di scomporre il bilancio di sostenibilità in moduli più facilmente affrontabili dalle PMI italiane, le quali possono acquistare un singolo modulo, una porzione, o l’intera roadmap ESG; inoltre, permette di sfruttare a pieno i punti di forza dell’azienda, che molte volte nemmeno sa di avere. Infine, permette di interpretare la roadmap ESG come un percorso non fine alla redazione del bilancio di sostenibilità, bensì come uno strumento analitico di miglioramento continuo dei temi ESG”, concludono da Margotta.

MARPOSS CRESCE NELLA E-MOBILITY CON MESYS

Il Gruppo Marposs, realtà di riferimento a livello mondiale nella fornitura di strumenti per la misura, l’ispezione e il testing in ambiente di produzione, con sede a Bentivoglio, alle porte di Bologna, ha annunciato lo scorso aprile l’acquisizione di MeSys, azienda tedesca che da oltre 30 anni è specializzata in sistemi di misurazione senza contatto e senza radiazioni per materiali piani molto sottili e flessibili. Attraverso questa operazione, la multinazionale emiliana punta a essere sempre più protagonista della E-Mobility, integrando il suo portfolio di tecnologie per l’industria automotive, con nuove applicazioni specifiche per la produzione degli elettrodi e dei separatori impiegati nelle batterie agli ioni di litio (Li-Ion). Grazie ai dispositivi sviluppati da MeSys sarà possibile ampliare la gamma di soluzioni dedicate al processo di produzione delle celle batterie consolidando la strategia che ha permesso a Marposs di diventare sempre più competitiva nel settore E-Mobility, soprattutto grazie ai sistemi avanzati per il test elettrico, di durabilità e di tenuta delle celle, dei moduli e dei pacchi batteria delle auto.

Gli strumenti di misura sviluppati da MeSys adottano una tecnologia a ultrasuoni per il controllo in linea delle operazioni di spalmatura, calandratura, estrusione,

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Luca Pollarini e Luca Cinelli, Senior Sustainability Consultant di Margotta Misura in linea di elettrodi durante il processo di coating/drying

IMEVA, 45 ANNI DI LAVORO DI SQUADRA

“Quarantacinque anni di storia, durante i quali la crescita, l’innovazione e il successo della nostra azienda non sono mai stati il frutto del contributo di un singolo, ma l’importante risultato di una grande lavoro di squadra”. Con queste parole Paolo Campioli, amministratore delegato di Imeva, commenta il 45° anniversario della società fondata il 16 marzo 1978 e oggi attiva nell’ambito dell’impiantistica industriale (vapore, acqua, fluidi diatermici e altri fluidi), in particolare per i settori food & pharma, hvac & termotecnica, automotive, ceramico, chimico e oil & gas, produzione di energia, ospedaliero. Da sempre, il lavoro di squadra di Imeva, il cui anniversario coincide con un importante processo di espansione aziendale, si basa sullo sviluppo di relazioni di successo e partnership con clienti e fornitori. “Desideriamo continuare a costruire la nostra storia lavorando con ambizione, impegno e tanto entusiasmo. Anche nel 2023 la sfida di Imeva continua, con l’intento di sviluppare al meglio le attività strategiche della società, aumentando competenza, flessibilità e cultura organizzativa del lavoro”, sottolinea l’amministratore delegato dell’azienda, che ha festeggiato la ricorrenza con una cena in un contesto informale, in linea con lo spirito di squadra che contraddistingue Imeva.

L’occasione è servita per ricordare la nascita dell’azienda, concentrarsi sul presente e sull’attuale fase di sviluppo e maturità e porre un focus sul futuro, con l’intenzione di dare continuità a un progetto caratterizzato da una cultura imprenditoriale ben definita e consolidata nel corso degli anni.

Nata dall’intuizione di Gianni Campioli e Giampaolo Armaroli, Imeva è oggi gestita dai tre soci Paolo Campioli, Massimo Lombardi e Manuel Armaroli. L’impresa modenese occupa 18 persone tra soci e dipendenti - la metà under 40 -, e vanta un parco clienti distribuito su tutto il territorio nazionale e collocato in prevalenza nella zona emiliano-romagnola, un territorio che negli anni si è modificato ed evoluto fino a divenire culla di eccellenze industriali e cuore manifatturiero d’Europa.

rivestimento e laminazione dei materiali della cosid¬detta ‘converting industry’ (lamine di metallo, carta, tessuti, film plastici, gomma, etc.). I sistemi a ultrasuoni misurano senza contatto e senza alcuna contaminazione parametri come lo spessore, la densità, il peso e l’umidità di fogli e pellicole. Inoltre, grazie all’integrazione con

Il team di Imeva è in grado di affiancare il cliente in ogni fase della progettazione e realizzazione degli impianti, a partire dai rilievi dimensionali, dallo studio preventivo e dalla selezione dei componenti. “Siamo in possesso delle necessarie conoscenze tecniche e di software dedicati, che consentono di effettuare calcoli plausibili e operare scelte idonee. Inoltre, è nostra cura fornire consulenza pre e post-vendita e un servizio di customer care che si occupa di soddisfare le esigenze del cliente, sia per quanto riguarda i prodotti che i servizi”, dichiara Campioli. Imeva, infatti, si avvale di competenze specializzate per le quali il lavoro in team è fondamentale e che si affiancano ai clienti per analizzare le loro esigenze e sviluppare le soluzioni tecnologiche più adeguate. “Nel settore industriale le competenze tecniche all’avanguardia sono fondamentali per emergere in un ambito dove la tecnologia ha preso il sopravvento e dove le imprese, in modo particolare, si trovano a gestire impianti e processi sempre più complessi e connessi tra di loro. Il tema riguardante l’energia è attuale in tutto l’ambito industriale e richiede sempre maggiori competenze che necessitano di aggiornamenti continui in quanto l’evoluzione industriale in tale ambito è repentina. Per questo continueremo gli investimenti utili e necessari all’azienda e in modo particolare sulle risorse umane, nella convinzione che le competenze tecniche siano un valore aggiunto più che necessario per fare oggi impresa”, evidenzia Paolo Campioli.

Proprio in quest’ottica, ormai da diversi anni Imeva ha avviato una collaborazione con gli Istituti tecnici di Modena: “Intendiamo fare il possibile per massimizzare e valorizzare l’integrazione tra scuola e mondo del lavoro e anche in futuro saremo disponibili a portare avanti tutti i progetti condivisi fino ad oggi: rimarremo aperti agli stage, all’alternanza scuola-lavoro, alle docenze mirate da parte dei nostri collaboratori sugli argomenti più attinenti al mondo industriale e alla formazione su gruppi di studenti svolta direttamente in azienda”, conclude l’amministratore delegato Paolo Campioli.

le tecnologie di proprietà Marposs, come sonde confocali, sensori laser e telecamere, sarà possibile sviluppare nuove soluzioni per la misura e l’ispezione ottica delle superfici.

“L’acquisizione di MeSys si inserisce nell’ambito di un processo che abbiamo intrapreso nel 2016, con l’obiettivo di svi-

luppare una gamma completa di soluzioni dedicate al settore della mobilità elettrica. L’industria automotive è sempre stata uno dei nostri mercati di riferimento e in questi anni abbiamo investito impegno e risorse per anticipare l’evoluzione di questo comparto e mantenere la stessa competitività con tecnologie e soluzioni innovative”,

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Giacomo Villano, direttore delle relazioni, sviluppo territorio e organizzazione di Confindustria Emilia, consegna la targa la targa a Paolo Campioli, amministratore delegato di Imeva

“Grazie al Gruppo Marposs entriamo in una dimensione più grande e competitiva, che migliorerà i nostri prodotti e le future capacità di sviluppo. Crediamo che la reputazione di Marposs servirà da volano di crescita per MeSys e grazie alla presenza globale del Gruppo potremo portare i nostri sistemi di misurazione anche in altri mercati finora irraggiungibili”, commenta Eva Knorr, managing director di MeSys. Le applicazioni Marposs spaziano dalla misura di precisione di componenti meccanici prima, durante e dopo il processo di lavorazione, ai controlli dei processi e delle condizioni della macchina utensile, dai controlli di tenuta per tutti i settori industriali, a linee automatiche di montaggio e controllo. Il Gruppo è fornitore primario dei maggiori costruttori automobilistici, che sta supportando nella transizione verso la mobilità elettrica, così come dei settori aerospaziale, biomedicale, dell’elettronica di consumo, dei semiconduttori e del vetro. L’accordo con MeSys permetterà tra l’altro a Marposs di acquisire nuove competenze, creare sinergie e sviluppare opportunità nei settori della ‘Converting Industry’, dove tradizionalmente non è presente.

MOTORI MINARELLI E FANTIC MOTOR ECCO “ISSIMO CITY”, IL PRIMO SCOOTER ELETTRICO

Un mezzo 100% elettrico e made in Italy, pensato per muoversi agevolmente in città. Si chiama “Issimo City” ed è il primo scooter elettrico del brand Fantic Motor, che ha portato avanti l’ambizioso progetto con Motori Minarelli. E proprio nel Plant 2 dello stabilimento di Calderara di Reno dell’azienda bolognese, dopo l’anteprima mondiale lanciata in Eicma a novembre 2022, è stato celebrato lo scorso aprile l’avvio di produzione della nuovissima soluzione green. La cerimonia ha coinvolto i dipendenti delle due aziende che hanno partecipato alla realizzazione del progetto e ha visto anche la partecipazione di diversi ospiti e istituzioni quali l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Emi-

lia-Romagna, Vincenzo Colla, il vicesindaco della Città Metropolitana di Bologna, Marco Panieri, e il sindaco di Calderara di Reno, Giampiero Falzone.

“È stata una giornata da ricordare, che sancisce un nuovo punto di partenza e che segna l’inizio di una transizione ecologica sempre più fondamentale”, sottolinea il direttore generale di Motori Minarelli, Vittorino Filippas. Nel Plant 2 dell’azienda bolognese sono state allestite due nuove e modernissime linee di produzione dedicate alla green mobility con una capacità produttiva di 200 veicoli al giorno, che per il primo anno garantirà a Fantic una produzione di circa 20.000 veicoli elettrici. La linea destinata a Issimo City prevede 18 postazioni di lavoro e due presse, presto ampliate con marcatura automatica.

Tutte le postazioni di lavoro presentano conduzione guidata della sequenza delle attività da svolgere. La linea, destinata ad essere implementata con tutti i controlli qualitativi di serraggio, è collegata al gestionale aziendale per garantire l’avanzamento degli ordini di produzione. A bordo linea vi è una visual board, sulla quale vengono riportate le informazioni produttive e qualitative in tempo reale. Alla fine del ciclo produttivo avviene la mappatura completa del veicolo: il motore, l’inverter, il cruscotto e la batteria.

“Issimo City vanta un design innovativo e originale, caratterizzato da un pregevole telaio a traliccio in alluminio e dalle due grandi ruote da 16’’. Il diametro generoso è una caratteristica fondamentale per un utilizzo in sicurezza, superando agilmente gli ostacoli cittadini come rotaie e dissesti stradali”, evidenzia ancora il direttore generale di Motori Minarelli.

Dotato di batteria standard da 2,2Kwh che può essere integrata fino a 4,4 kWh, Fantic Issimo City garantisce un’autonomia totale di 72 km secondo ciclo WMTC, che salgono ad oltre 140 km in caso di doppia batte-

ria. La produzione è stata avviata in quattro diverse colorazioni: neon green, fantic red, night blue e matt grey.

“La sensibilità delle persone verso una mobilità più sostenibile accelererà ulteriormente la domanda di mobilità leggera. Fantic Motor e Motori Minarelli non vogliono farsi trovare impreparate all’opportunità che questa sfida ci presenta. Infatti, già dal 2023 il 50% della produzione di veicoli sarà interamente elettrico”, conclude Vittorino Filippas.

“La Regione Emilia-Romagna ha creduto da subito nel progetto elettrico di Fantic, che ha rilanciato lo storico marchio bolognese Motori Minarelli. Non a caso, grazie a un piano industriale serio che guarda all’innovazione sostenibile e crea nuova occupazione, l’azienda è fra i beneficiari della legge regionale 14 sull’attrattività. Per questo oggi siamo particolarmente lieti di poter salutare il lancio ufficiale della produzione del nuovo scooter 100% elettrico”, ha dichiarato l’assessore Vincenzo Colla in occasione dell’avvio della produzione di Issimo City.

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Da sinistra: Giampiero Falzone, sindaco di Calderara di Reno, Vittorino Filippas, direttore generale di Motori Minarelli, e Vincenzo Colla, assessore alla sviluppo economico della Regione Emilia-Romagna
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NANOPROM, LE TECNOLOGIE INNOVATIVE PER LA SOSTENIBILITÀ

La via green dei trattamenti di finitura delle superfici, per fabbricare prodotti industriali di design senza danneggiare l’uomo e l’ambiente. Si chiama “Nalucoat” ed è il nome dell’innovativo trattamento per la finitura dei materiali, ma anche della startup benefit nata dall’unione del knowhow di due imprese, l’emiliana Nanoprom Chemicals e la lombarda Leba 1974, specializzate rispettivamente in vetrificazione a freddo delle superfici, oggi impiegata da società aerospaziali e team di Formula 1, e in trattamenti di finitura su alluminio. Nata nel 2023 dai fondatori delle due aziende, Gian Luca Falleti e Ivan Bonvi-

funzionale, a bassissimo spessore, a base di biossido di silicio, abbondantemente presente in natura”, dichiara il CEO Gian Luca Falleti.

Con il processo Nalucoat (basato sul brevetto Nanoprom Chemicals concesso in esclusiva) l’obiettivo è di rivoluzionare il settore dei trattamenti estetici dell’industrial design, proponendo un’alternativa green ai processi attuali, ad alto impatto ambientale e sulla salute. Inoltre, a differenza dei trattamenti tradizionali, che richiedono sotto-processi invasivi generando difettosità superficiali, il processo Nalucoat riduce fino al 50% gli scarti derivanti delle attuali tecnologie produttive. Attraverso una tecnologia realmente rispettosa di uomo e ambiente, Nalucoat riduce l’impronta carbonica e, grazie alla riciclabilità dei componenti su cui è applicato il trattamento, consente alle aziende che lo impiegano di compiere la transizione verso l’economia circolare.

per renderla anallergica, flessibile e indossabile. I suoi fili, infatti, senza trattamenti o con i trattamenti tradizionali, creerebbero irritazioni al contatto con la pelle. In Nanoprom abbiamo invece verificato che, grazie a un nostro brevetto, il ‘vetro liquido’, è possibile applicare il tessuto di carbonio anche a un indumento, come appunto una giacca”, conclude Gian Luca Falleti.

RISKONE® INTANGIBLE, LA VALUTAZIONE D’IMPRESA

FIRMATA NCG

ni, a cui si aggiunge il ricercatore Claudio Mingazzini, Nalucoat opera con il preciso scopo di eliminare dai trattamenti di finitura l’utilizzo del cromo, uno dei più pericolosi agenti inquinanti. La cromatura, infatti, viene applicata a un’infinità di oggetti di uso quotidiano per migliorarne l’estetica ma rende i materiali non più riciclabili.

“La tecnologia adottata da Nalucoat consiste in una vetrificazione a freddo della superficie che, abbinata all’utilizzo dell’alluminio, materiale riciclabile, consente di associare estetica e sostenibilità ambientale. Si tratta di un rivestimento estetico e

L’azienda emiliana ha già collaudato con successo le proprie tecnologie in una serie di applicazioni sfidanti, dalle imbarcazioni ai satelliti. Tra queste, anche una giacca al 100% in carbonio, ideata a partire dai brevetti e dalle tecnologie sul vetro liquido, che attraverso un rivestimento a bassissimo spessore introduce diverse funzionalità uniche.

“I vantaggi resi possibili dalla fibra di carbonio sono molteplici: è più leggera (meno di 500 grammi compreso il tradizionale rivestimento interno), è anti-caldo nonostante il colore (un elegante nero in carbonio che al sole si scalda meno di una giacca bianca in tessuto), è impermeabile ma traspirante e davvero eccezionale in termini di antimacchia”, evidenzia Falleti.

Una buona organizzazione aziendale può tradursi in un incremento del 30% rispetto al valore tradizionale di un’impresa. Questo il presupposto che ha portato all’ideazione di RiskOne® Intangible, un nuovo metodo di valutazione d’impresa nato in casa NCG, storica società di consulenza specializzata nell’offerta di servizi di consulenza organizzativa a supporto delle imprese che opera anche in Emilia-Romagna, con sede a Bologna.

Come sottolineano dall’azienda, “il tema degli asset intangibili sta diventando sempre più rilevante e la strategia per il futuro delle realtà medio-grandi è aggregarsi e crescere per competere in mercati sempre più complessi e internazionali”. In questo contesto sempre più aziende, anche picco-

L’idea è stata sviluppata dall’imprenditore sassolese insieme al suo team di ricercatori. “Finora sono sempre mancate resine adatte a incapsulare la fibra di carbonio Alberto

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Mari, fondatore e presidente di NCG

LB OFFICINE MECCANICHE FESTEGGIA I SUOI PRIMI 50 ANNI

Il 2023 rappresenta un traguardo importante per l’intero Gruppo LB Technology: 50 anni fa nasceva infatti a Fiorano, in provincia di Modena, nel cuore del distretto ceramico, LB Officine Meccaniche, oggi riconosciuta in tutto il mondo semplicemente come LB. Dopo mezzo secolo di attività, si può senza dubbio parlare di una storia imprenditoriale italiana di successo che ha portato nel mondo il saper fare e la capacità di evolvere rimanendo fedeli a se stessi e al proprio territorio. Una storia industriale che ha saputo creare valore nel tempo, trovando il coraggio di cambiare e svilupparsi grazie anche all’ingresso del Club Deal strutturato da Astraco e al CEO, Ingegner Corrado Fanti, alla guida di LB da ottobre 2020. “Questo “new deal” ha portato a una riorganizzazione della governance, al rafforzamento del management team, alla diversificazione del business in nuovi settori e nuovi mercati, a un’incessante innovazione di prodotto e allo sviluppo di nuove soluzioni impiantistiche con deposito di brevetti, come l’ultima tecnologia LB Hybrid per la preparazione degli impasti ceramici”, spiegano dall’azienda, punto di riferimento mondiale nella progettazione e realizzazione di impianti per il trattamento delle polveri nel settore ceramico, ma non solo.

In concomitanza con questo importante anniversario, LB Technology ha pubblicato il suo primo bilancio di sostenibilità di gruppo, il secondo per la sola LB, che rimarca come gli importanti risultati economico-finanziari ottenuti nel 2022 siano stati affiancati da una sensibile evoluzione della strategia nella gestione delle tematiche ESG (Environmental, Social e Governance). Sostenibilità, ricerca e innovazione tecnologica, automazione, pre-

sidio dei mercati e servizio al cliente hanno continuato a guidare l’attività dell’azienda permettendole di chiudere l’esercizio 2022 con un incremento del 45% del fatturato consolidato, salito da 45 a 65 milioni di Euro. Il mercato ceramico italiano ha rappresentato circa la metà dei ricavi e ha fatto da traino a questo importante sviluppo, avendo LB Technology partecipato a quasi tutti i più importanti investimenti impiantistici realizzati dalle aziende del comprensorio. Sui mercati esteri, le commesse più importanti si sono concentrate prevalentemente negli Stati Uniti, in Spagna, Turchia, India e Colombia.

Al risultato 2022 di LB Technology hanno contribuito anche le consociate Sermat e Barcom: quest’ultima, acquisita nel marzo 2022, ha visto i suoi ricavi crescere da 6,8 a 10 milioni di Euro, beneficiando delle sinergie di gruppo.

Risultati frutto del grande lavoro di squadra portato avanti dal CEO Corrado Fanti che afferma: “Il 2022 ha mantenuto le nostre aspettative, con un’ulteriore accelerazione della decisa ripresa avviata nel 2021 e un trend positivo che si è protratto anche nel corso del primo trimestre 2023. È plausibile ritenere che questa forte domanda di investimenti tecnologici nel settore ceramico rallenterà nel secondo semestre del 2023; per questo, continuiamo a perseguire una strategia di diversificazione della nostra attività, ampliando il raggio d’azione anche ad altri settori manifatturieri, tra cui quello dei premiscelati e dei fertilizzanti che nel 2023 arriveranno al 50% dei ricavi, così mantenendo il fatturato dell’anno in corso in linea con i brillanti risultati del 2022”.

le, vengono valutate per delle acquisizioni ed entra in gioco il tema del valore.

“Il valore di un’impresa è complesso da individuare: esistono tre fasi che andrebbero percorse per effettuare una valutazione completa: la valutazione patrimoniale finanziaria e reddituale ‘classica’, quella degli asset intangibili ‘specifici’ come marchi, brevetti e brand e infine, secondo noi,

la valutazione degli asset intangibili organizzativi”, dichiara Alberto Mari, fondatore e presidente della società fondata nel 1997.

RiskOne® Intangible nasce dunque con lo scopo di calcolare in maniera oggettiva l’impatto degli asset intangibili organizzativi, permettendo così di monetizzare il valore di una organizzazione azienda-

le. “È uno strumento supportato da dati scientifici e basato su oltre trent’anni di esperienza, con centinaia di diagnosi organizzative condotte e ricerche effettuate in collaborazione con vari consulenti e aziende, università, enti di certificazione e imprenditori”, sottolinea Mari. L’innovativo strumento, sviluppato anche grazie agli anni di esperienza con UMIQ,

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il servizio di Confindustria Emilia nato per fornire un supporto all’innovazione organizzativa delle imprese associate tramite visite e strumenti di autovalutazione, utilizza specifici algoritmi e analizza 11 ambiti organizzativi e 49 asset intangibili che fanno da driver per fotografare lo stato dell’organizzazione e consegna una analisi dettagliata dei punti di forza e di debolezza dell’azienda in questione. I risultati ottenuti sono riassunti con estrema semplicità di lettura e comprensione tramite grafici, percentuali e colori.

“Siamo convinti che si tratti di una interessante novità di grande utilità per investitori e addetti ai lavori, che potranno affiancare ai metodi tradizionali di valutazione d’impresa un aspetto tanto importante quanto strategico quale è il valore della propria organizzazione. Inizieremo entro l’anno a proporre eventi sul tema e pubblicheremo riflessioni e analisi man mano che procederemo nell’utilizzo. Il tutto, come sempre, nella speranza di aiutare gli imprenditori a rafforzare le organizzazioni del nostro territorio avendo chiari gli obiettivi e le priorità su cui lavorare. Per tutti gli associati a Confindustria Emilia è possibile effettuare gratuitamente la diagnosi UMIQ Intangible basata su RiskOne Intangible”, conclude Mari. Per info: www.valoreorganizzazione.it

LEONARDO PESCE

NUOVO CEO

DI PANARIAGROUP USA

L’edizione 2023 di Coverings, il Salone internazionale dedicato alle superfici ceramiche e in pietra che si è tenuto dal 18 al 21 aprile scorsi negli Stati Uniti e al quale hanno partecipato oltre 20.000 visitatori tra costruttori, sviluppatori real estate, distributori, retailer, architetti e professionisti del design, è stata l’occasione per Panariagroup, nome d’eccellenza internazionale nella produzione e distribuzione di superfici ceramiche di alta gamma con sede a Finale Emilia, in provincia di Modena, per annunciare la nomina del nuovo CEO di Panariagroup USA, Leonardo Pesce.

Alla fiera di Orlando, Florida, il gruppo modenese, tramite i brand Florida Tile, Cotto d’Este, Blustyle, Panaria Ceramica e Lea Ceramiche, ha presentato la propria offerta di superfici, frutto di stile e altissimo know-how tecnico che hanno reso l’azienda un solido punto di riferimento internazionale.

“La partecipazione a Coverings rappresenta un’opportunità importante per rafforzare i rapporti commerciali con gli Stati Uniti e il Canada, mercati strategici per Panariagroup e, più in generale, una tappa significativa in un percorso di crescita che guarda con ottimismo ad un ulteriore sviluppo dell’export oltreoceano”, spiegano dall’azienda. Questa fiera è stata anche, come si diceva, il primo importante appuntamento ufficiale per la presentazione a clienti e stakeholders del nuovo CEO di Panariagroup USA, Leonardo Pesce, il quale supervisionerà tutte le operazioni della business unit americana, che oggi fattura più di 150 milioni di dollari.

Con oltre 20 anni di esperienza in aziende del settore ceramico nel mercato americano, e comprovate capacità nello sviluppo e nel lancio di strategie di espansione aziendale che hanno portato a risultati di successo in diverse e complesse condizioni di mercato, la nomina di Leonardo Pesce alla guida di Panariagroup USA rappresenta un altro passo importante della società emiliana verso il presidio sempre più strutturato e in costante evoluzione del mercato americano.

“Siamo orgogliosi di presentare i nostri prodotti su una piazza internazionale così importante. La partecipazione a Coverings è una tappa importante della nostra esperienza negli Stati Uniti, poiché ci permette di rinforzare la nostra presenza sul mercato americano, sempre più rilevante per la nostra strategia di export. Con la presentazione di Leonardo Pesce come nuovo CEO di Panariagroup USA, abbiamo voluto consentire alle attività statunitensi del Gruppo di operare in modo sempre più coordinato e coeso per valorizzare al meglio l’importante investimento che l’azienda ha effettuato sugli Stati Uniti in

questi anni e consolidare il grande potenziale di sviluppo commerciale che questo Paese offre per la nostra crescita futura su scala globale”, commenta Emilio Mussini, presidente di Panariagroup.

Dal 1974 Panaria produce pavimenti e rivestimenti per interni ed esterni in gres porcellanato tradizionale, laminato e monoporosa di alta qualità, in grado di soddisfare appieno le più attuali esigenze dell’abitare. Per l’azienda modenese ogni cosa è pensata e realizzata nel massimo rispetto per l’ambiente: dalla concezione architettonica degli stabilimenti produttivi, in

perfetta armonia con il territorio, fino alle accurate procedure di controllo di ogni fase di lavorazione.

PIÙSICUREZZA, AL FIANCO DELLE IMPRESE PER IL LAVORO SICURO

“Il campo prove di PiùSicurezza è un progetto che nasce per le aziende del territorio imolese e bolognese principalmente per l’addestramento al lavoro sicuro. Da sempre sosteniamo anche eventi gratuiti per lo sviluppo della cultura della sicurezza e, dopo il grande successo del seminario dell’anno scorso, proporremo nuovamente un evento dedicato a HSE manager, RSPP e consulenti delle aziende del nostro territorio”. Così Mauro Ferri, presidente dell’azienda con sede a Imola, in provincia di Bologna, specializzata nell’erogazione di corsi di formazione e addestramento dedicati alla sicurezza del lavoro, intro-

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Leonardo Pesce, CEO di Panariagroup USA

duce il seminario tecnico con simulazioni pratiche programmato per il 29 settembre 2023.

L’appuntamento, organizzato grazie anche alla proficua collaborazione con Genesi, (ex Somain Italia), produttore di dpi e attrezzature per lavori in quota e in ambienti confinati, mira a essere un’occasione per fare un riepilogo dei criteri tecnici e, soprattutto, per toccare con mano e vedere in uso attrezzature e dpi specifici per il lavoro in quota.

“Nel maggio 2022, con il nostro evento sul tema degli ambienti confinati abbiamo attivato nei progettisti di una importante azienda metalmeccanica l’idea che produrre macchinari già predisposti per un accesso in sicurezza e un facile salvataggio sia una cosa che si può e si deve fare: per noi una grande soddisfazione”, sottolinea il presidente di PiùSicurezza.

Risale invece a maggio scorso l’ampliamento della compagine sociale dell’azienda grazie all’ingresso di Apice, da vent’anni attiva nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro, che ha tra l’altro reso possibile un gradito ritorno all’interno del Consiglio di Amministrazione di PiùSicurezza, quello di Stefano Manara, tra gli ideatori del progetto del campo prove PiùSicurezza e oggi socio di riferimento di Apice.

“Si tratta di un arricchimento per la nostra realtà, che potrà così avvicinare meglio le pmi target di riferimento del nuovo socio, in particolare quelle del comparto dell’agricoltura, dell’edilizia e della metalmeccanica, che più sono interessate alle attività di addestramento in campo”, evidenzia

Ferri.

PiùSicurezza prevede un decennio di ulteriore miglioramento e sviluppo delle proprie attività anche grazie alla realtà virtuale: “È uno strumento interessante, che può aiutare i lavoratori a contestualizzare in un ambiente virtuale quanto appreso durante l’addestramento pratico ‘reale’; una sorta di passaggio dal ‘particolare’ al ‘generale’. Il nostro dna ci porta a proporre ai clienti di aggiungere ai propri corsi, tipicamente di sola formazione teorica, una esperienza di realtà virtuale, che consente ai lavoratori di migliorare la percezione del rischio e di mettere in pratica le nozioni teoriche apprese, il tutto senza modificare format e docenti normalmente scelti dalle aziende”, conclude Mauro Ferri.

PORRINI E RISE AGAINST HUNGER, 10MILA PASTI PER I BAMBINI AFRICANI

Porrini e le imprese del suo Gruppo da sempre pongono tra i propri valori il rispetto delle persone e l’impegno per la responsabilità sociale. In quest’ottica, hanno organizzato il 13 maggio scorso, in collaborazione con l’organizzazione internazionale no profit Rise Against Hunger, presso l’area del Logistic Park a Campogalliano, in provincia di Modena, un’attività benefica basata sull’assemblamento di razioni alimentari da destinare ai Paesi dell’Africa Sub-Sahariana.

“Obiettivo 4 dell’Agenda 2030 è ridurre

la fame nel mondo nei prossimi 15 anni. Abbiamo deciso di essere parte attiva di questa sfida globale e solidale coinvolgendo i dipendenti, accompagnati da familiari e amici, in una gara di solidarietà”, spiega Massimo Porrini, CEO dell’azienda. “Creando una filiera logistica, abbiamo supportato Rise Against Hunger nella sua campagna sociale e trasformato i nostri collaboratori, per un giorno, in veri e propri operatori umanitari sul campo. Il progetto consisteva nel mettere insieme razioni alimentari con semplici ingredienti in modo da rispondere al primo ed impellente bisogno umanitario. La partecipazione all’evento è stata numerosa e sono stati realizzati più di 10mila pasti”. E Porrini continua: “I pasti verranno distribuiti nelle scuole e ciò rappresenta un valido motivo per consentire ai bambini di frequentarle garantendo loro salute, educazione e un ambiente protetto”. Con questa iniziativa Porrini, insieme a Rise Against Hunger, ha sostenuto la scolarizzazione nei paesi più poveri e ha offerto l’opportunità ai bambini di accedere all’istruzione migliorando le loro possibilità di futuro e contribuendo al progresso delle loro comunità.

“L’adesione di Porrini Group al nostro programma di scolarizzazione, destinato alle comunità dell’Africa Sub-Sahariana ci entusiasma e inorgoglisce”, commenta Nicola Bitetti, delegato di Rise Against Hunger. “Siamo sicuri che insieme potremo fare tanta strada e raggiungere con il nostro aiuto tanti bambini desiderosi solo di un futuro migliore”.

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NEW VBC, CINQUANT’ANNI DI STORIA SEMPRE AL PASSO CON I TEMPI

La storia di New VBC affonda le proprie radici in un paesino della bassa modenese, Novi di Modena, dove il 3 giugno del lontano 1973, in una casa di campagna, i quattro soci fondatori Luciano Veroni, Gianni Bellesia, Sante Cavalli e Memmo Benatti unirono le proprie forze per dare vita a una piccola realtà manifatturiera specializzata in lavorazioni conto terzi con macchine utensili.

Sono state la forza di volontà e le competenze distintive dei quattro soci a consentire all’azienda, con il passare del tempo, di ampliare il ventaglio delle proprie attività iniziando ad occuparsi anche di carpenteria metallica e di saldatura, per crescere ed evolversi fino a divenire una realtà consolidata del territorio e celebrare, nel 2023, il cinquantesimo anniversario della propria fondazione.

A cinque decenni di distanza, infatti, New VBC conta una ventina di dipendenti e 2.000 metri quadrati di area produttiva coperta all’interno dei quali, per rispondere alle necessità dei propri clienti, racchiude più reparti produttivi. Tra questi, quello dedicato al taglio laser, con un laser fibra di ultima generazione servito da un magazzino automatico, in grado di tagliare acciaio inox fino a 20 mm, acciai al carbonio fino a 25mm e leghe d’alluminio fino a 30 mm; quello delle macchine utensili, con centri di lavoro verticali a tre assi, con corsa massima di 3.300 x 600 x 600, un centro di lavoro a cinque assi con corsa massima di 2.200 x 600 x 600, un tornio a controllo numerico con utensili motorizzati, torni paralleli e frese tradizionali; il reparto dedicato alla deformazione della lamiera, con presse piegatrici a controllo numerico per lunghezze fino a 3.000 mm e calandre; quello preposto alla finitura superficiale, con levigatrici, satinatrici e sabbiatrici dedicate alla lavorazione dell’acciaio inox e dell’alluminio; quello della saldatura robotizzata, con un impianto di saldatura IGM, un diametro di rotazione di 1.500 e una lunghezza saldabile di 2.700 mm; quello della saldatura manuale, che occupa operatori patentati, 14 WPQR e un coordinatore di saldatura.

A guidare l’azienda sono oggi due soci: il fondatore Gianni Bellesia e Cristian Cavalli, figlio del fondatore Sante. “In questi anni il mercato è profondamente cambiato e New VBC è stata in grado di evolversi con lui, per rispondere alle sempre più esigenti richieste dei clienti. Ci siamo specializzati nella lavorazione degli acciai inossidabili creando un reparto dedicato dove, per diminuire le possibilità d’in-

Ancora una volta Porrini è in prima linea nella partecipazione a iniziative solidali con un approccio coinvolgente e concreto che rappresenta la peculiarità di tutte le sue attività aziendali. L’azienda ha da poco scavalcato il traguardo dei 30 anni. Fondato nel 1991, grazie all’intraprendenza e allo spirito d’iniziativa di Massimo e Gilberto Porrini che decidono di costituire un’impresa capace di essere

quinamento, non vengono lavorati acciai al carbonio. In un mondo sempre più attento alla customizzazione del prodotto, poi, abbiamo la possibilità di fornire anche piccoli lotti di produzione. La nostra forza sta nella capacità di unire all’interno di un’unica realtà reparti produttivi differenti, riuscendo a fornire ai clienti il prodotto finito limitandone i tempi di attraversamento”, dichiara Cristian Cavalli. Appoggiandosi a fornitori locali di consolidata esperienza, infatti, New VBC è in grado di consegnare al cliente, con propri mezzi o utilizzando vettori operanti sull’intero territorio italiano, il manufatto comprensivo di trattamenti superficiali quali elettrolucidatura, decapaggio, sabbiatura, zincatura, brunitura e verniciatura. Una particolare attenzione, poi, viene rivolta all’innovazione tecnologica di macchinari e software dedicati: “Solo per citare le ultime innovazioni introdotte, quest’anno New VBC ha sostituito un centro di lavoro con cambio pallet, il software gestionale di produzione per l’ottimizzazione del flusso produttivo e ha introdotto un nuovo Cad Cam per la programmazione dei macchinari”, continua Cavalli. Oggi, con cinquant’anni di esperienza alle spalle, l’azienda modenese è pronta a confrontarsi con sfide del mercato sempre nuove, offrendo quotidianamente soluzioni innovative alle richieste dei clienti. “Questo 2023 sarà un anno di festeggiamenti e non possiamo che augurarci altri 100 di questi giorni!”, conclude Cristian Cavalli.

riferimento nell’ambito dei trasporti, oggi il Gruppo Porrini è costituito da cinque aziende complementari, operanti nell’ambito della logistica e dei trasporti che insieme formano il Global Logistic Provider ad alta specializzazione. Il punto di forza del gruppo è la capacità, grazie alla sinergia di aziende con specifiche competenze tecniche e professionali, di collaborare in maniera trasversale per

l’organizzazione e la gestione dei servizi attraverso l’assistenza immediata, il problem solving e l’attitudine ad accompagnare il cliente verso soluzioni ad alto valore aggiunto orientate alla maggior efficienza. Anche per questo, il gruppo è passato da 20 milioni di lire ad inizio attività a 20 milioni di euro di fatturato; ad oggi, tra lavoratori diretti e indiretti, ci sono 400 persone che lavorano quotidia -

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Gianni Bellesia e Cristian Cavalli

namente. Fanno parte del Gruppo In.Carico, che si occupa di deposito, logistica e handling; Consorzio 4PL, che attraverso le proprie consorziate si pone come interlocutore di servizi contrattualizzati da appalti certificati; Incaricotech, che si occupa di consulenza logistica, vendita e assistenza di magazzini verticali automatici; Caramella Multimedia che, oltre a essere agenzia di comunicazione, offre il supporto informatico alle aziende del Gruppo.

PROGETTO SISMA, IL TELAIO ANTISISMICO

SI METTE IL CAPPOTTO

Nel 2019 tre amici con competenze eterogenee nel campo dell’edilizia decidono di unire le proprie forze per raggiungere un obiettivo comune: realizzare un sistema in grado di migliorare contemporaneamente la sicurezza sismica e l’efficienza energetica delle strutture esistenti. Nascono così Progetto Sisma e il cappotto antisismico Resisto 5.9, nome scelto per ricordare le vittime del violento terremoto che ha colpito l’Emilia nel maggio del 2012.

“Il nostro intento era quello di creare un prodotto standardizzato e industrializzabile che potesse facilitare il lavoro di progettisti ed imprese nel miglioramento sismico degli edifici esistenti”, spiega Cristian Teneggi, amministratore delegato di Progetto Sisma.

All’iniziativa si unisce presto un quarto socio e, dopo una fase di incubazione

come startup innovativa nel Tecnopolo di Mirandola, la società vive un repentino processo di crescita che la vede trasformarsi in PMI, ampliare il team inserendo professionisti giovani e qualificati e trasferirsi nella nuova sede di Fiorano Modenese, nel distretto ceramico in provincia di Modena. Oggi, a distanza di quattro anni, Progetto Sisma fornisce i propri sistemi integrati di miglioramento sismico ed energetico in tutta Italia e può contare su una rete di partner consolidata.

“Il successo di Resisto 5.9, ora disponibile nella versione Tube, è dato dall’elevato grado di libertà progettuale che offre. Destinato a strutture esistenti in muratura e a telaio in cemento armato, il sistema è costituito da tre componenti principali: il telaio antisismico, il pacchetto di isolamento termico e la finitura esterna”, spiegano da Progetto Sisma.

“Il telaio antisismico in acciaio prezincato è composto da montanti, traversi e diagonali di controvento provvisti di prefori e intagli a passo fisso che rendono il sistema modulare. Ciascun profilo viene collegato a quelli adiacenti per garantire la continuità degli elementi di rinforzo e l’ancoraggio alle pareti è di tipo chimico. La soluzione predefinita per l’isolamento termico consiste nell’utilizzo di pannelli di polistirene espanso sinterizzato (EPS), applicati in blocchi sagomati e battentati per favorire gli incastri e caratterizzati da scanalature che consentono di ridurre lo spessore del pacchetto. Per la finitura esterna sono previste diverse soluzioni, dal cappotto tradizionale alla facciata ventilata, fino all’integrazione di pannelli fotovoltaici”, proseguono dall’azienda di Fiorano.

I vantaggi del cappotto antisismico sono molteplici. Venendo disegnato in funzione del progetto strutturale, sulla base di un rilievo con laser scanner, il sistema consente di ridurre le lavorazioni in cantiere e di evitare gli scarti. Inoltre, l’opera richiede tempistiche analoghe a quelle di un normale sistema a cappotto e

non è invasiva perché si interviene solo all’esterno. Resisto 5.9 Tube non è l’unica novità proposta da Progetto Sisma, che quest’anno ha presentato anche Octoplus e Sismagrid. Il primo è un sistema di protezione dei nodi trave-pilastro non confinati per strutture in cemento armato; il secondo è una rete antiribaltamento in acciaio e a basso spessore, installabile senza la necessità di rimuovere l’intonaco esistente.

Le attività di ricerca e sviluppo rappresentano il cuore pulsante di Progetto Sisma, che da alcuni anni collabora con la Fondazione Eucentre di Pavia e l’Università Federico II di Napoli, tramite le quali sono state condotte le campagne sperimentali sui sistemi ideati dall’azienda. Sul futuro Progetto Sisma ha le idee chiare: continuare a investire nella ricerca, penetrare in modo capillare in tutto il territorio italiano ed espandersi in mercati attenti al rischio sismico come Turchia, Serbia, Croazia, Slovenia e Germania.

RONCUCCI&PARTNERS: NUOVA SEDE A MIAMI PER VALORIZZARE IL MADE IN ITALY

Guardando ai recenti cambiamenti che hanno interessato i rapporti tra i principali attori sullo scacchiere internazionale e contemporaneamente ai mercati di maggiore interesse per le aziende italiane, gli Stati Uniti rappresentano oggi più che mai un mercato di riferimento per intavolare opportunità di espansione e crescita del business.

Forte di questa consapevolezza, la società di consulenza bolognese Roncucci&Partners ha investito sul territorio americano e deciso di aprire a Miami, in Florida, una nuova sede operativa, attraverso la creazione di una nuova società di diritto americano: Roncucci&Partners North America Inc. “Si tratta di un’altra tappa di crescita e potenziamento, che arriva dopo il successo delle due sedi in Italia, Bologna e Milano, e di quelle estere presenti in Paesi economicamente e politicamente complessi quali Serbia, India, Brasile, Tunisia e Sudafrica. A guidarci costantemente nel

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I quattro soci di Progetto Sisma: Marco Gambarelli, Andrea Venturelli, Cristian Teneggi e Andrea Dallari

nostro agire quotidiano è la nostra mission aziendale: supportare strategicamente le imprese desiderose di espandere la propria attività a livello internazionale”, dichiarano dalla società di consulenza. La localizzazione geografica di Roncucci&Partners North America Inc. è stata scelta in virtù della posizione strategica di Miami, uno dei poli logistici più importanti degli Stati Uniti. “La Florida è una porta d’accesso privilegiata alle Americhe ed è uno Stato in continua crescita economica e demografica. Qui le aziende italiane sono un’eccellenza mondiale in svariati settori, dal biomedicale al navale, dall’arredamento al design, senza dimenticare i settori dell’aerospace e della logistica. E questi presupposti rendono la nuova sede la scelta ideale per guidare le imprese in un percorso di internazionalizzazione ed export all’interno del mercato nordamericano. Gli Stati Uniti inoltre sono un potenziale mercato di sblocco per le aziende non soltanto italiane, ma anche per tutte quelle che qui vogliono aprire una propria subsidiary, che si tratti di uno stabilimento produttivo o commerciale, sostenendo e rafforzando la loro presenza in loco”, continuano da Roncucci&Partners.

Il mercato americano, tuttavia, è competitivo e complesso; lo sviluppo commerciale al suo interno richiede tempi medio-lunghi e investimenti importanti. Per questo motivo l’approccio deve essere necessariamente supportato da metodi consolidati: “Serve una strategia di medio-lungo termine lungimirante, che definisca con

chiarezza e precisione tempi, costi, attività e responsabilità, così da rendere l’impresa consapevole delle scelte compiute. Ma con la giusta preparazione e l’adeguato approccio metodologico è possibile fare affari negli USA con successo”, chiariscono dalla società bolognese.

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North America Inc., tra l’altro, è attiva anche sui mercati canadese e messicano che, seppur per ragioni differenti, sono sbocchi importanti per le aziende italiane. Da lì, infatti, è possibile rivolgere il proprio sguardo sia ai rispettivi mercati interni sia agli USA.

“Dopo 22 anni di consulenza per l’internazionalizzazione e di accompagnamento di oltre 800 aziende in circa 60 Paesi esteri, la nuova sede a Miami è a tutti gli effetti l’espressione del nostro impegno costante e persistente nel fornire servizi di alta qualità a supporto dell’espansione internazionale delle aziende”, concludono da Roncucci&Partners.

SAFETYKLEEN PUNTA

SUL WELFARE COME STRUMENTO DI CRESCITA

Diversi studi ormai riconoscono il rapporto di causa-effetto tra felicità e produttività sul posto di lavoro ed è anche per questo che Safetykleen, gruppo multinazionale specializzato nel settore del lavaggio pezzi e del trattamento delle superfici, ha deciso di investire in maniera convinta nel benessere dei propri dipendenti per raggiungere i propri obiettivi di crescita. Negli ultimi due anni, infatti, l’azienda presente anche sul nostro territorio con una sede a San Cesario sul Panaro, in provincia di Modena, ha introdotto diverse iniziative di welfare aziendale che possano portare maggiore soddisfazione tra i collaboratori, maggiore produttività per raggiungere gli obiettivi di crescita e anche un maggiore

livello di retention di talenti e dipendenti. Uno dei primi progetti riguarda lo smart working, ad esempio, il modello organizzativo che prevede la possibilità di lavorare da casa al quale, secondo i dati del Politecnico di Milano, nel 2019 in Italia solo il 4,8% dei lavoratori aveva accesso ma che a partire dal 2020, con la diffusione dell’epidemia di Covid, è diventato un termine e un modo di lavorare molto diffuso tanto che a settembre 2020 il 35% dei lavoratori italiani ha iniziato a lavorare da casa. Anche una volta terminato lo stato di emergenza, che aveva obbligato i dipendenti della sede centrale di Pero, in provincia di Milano, e il personale di back office di tutte le filiali ad operare in smart working, Safetykleen ha deciso infatti di adottare ufficialmente un modello ibrido che prevede fino a 12 giorni di smart working al mese per quei dipendenti che, per tipologia lavorativa, possono svolgere la propria attività a distanza. “In questo modo, l’azienda spera che i suoi dipendenti possano essere facilitati nel trovare un miglior equilibrio tra vita lavorativa e vita personale, oltre anche a evitare spese di trasporto e relative emissioni”, osservano da Safetykleen.

Un’altra iniziativa è stata poi legata al buono pasto, lo strumento di welfare forse più conosciuto: da gennaio 2023 tutti i dipendenti di Safetykleen hanno diritto a un buono pasto di 5 euro per ogni giorno di lavoro in presenza presso sede o filiale. “Si tratta di un investimento importante e oneroso, forse la più grande iniziativa rivolta ai dipendenti Safetykleen finora”, spiegano dall’azienda. “L’obiettivo di questo contributo è quello di far pesare ancora meno ai dipendenti i giorni di presenza in ufficio, già limitati dall’introduzione dello smart working , e aumentare il loro livello di soddisfazione”.

Infine, visti gli aumenti dei costi in un periodo di forte inflazione come questo, Safetykleen ha deciso di offrire un buono carburante di 100 euro a ogni dipendente che non beneficia di una macchina aziendale. Consapevole che molti dei suoi dipendenti hanno dovuto sostenere costi maggiori per la mobilità degli ultimi mesi, Safetykleen ha deciso di rispondere con un piccolo gesto di supporto a questo

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Giovanni Roncucci, presidente di Roncucci&Partners

aumento.

“I nostri dipendenti sono la nostra più preziosa risorsa e sono loro che ci aiuteranno a raggiungere i nostri obiettivi di crescita. Investire in welfare aziendale significa investire nel proprio futuro e Safetykleen ha deciso di avviare il 2023 con il piede giusto”, commenta il direttore delle risorse umane, Diego Bellini.

SITE TRA I PROMOTORI DEL PROGETTO DISTRETTO ITALIA

C’è anche la bolognese SITE, specializzata nell’impiantistica industriale, tra i soggetti coinvolti nel progetto nazionale Distretto Italia, che riguarda la formazione e il lavoro e che vede la partecipazione di oltre 30 grandi imprese italiane unite per creare nuove opportunità di lavoro per i giovani. Il progetto è entrato nella fase operativa con tre linee di azione: orientare i giovani nelle scelte di studio e di lavoro, formarli e inserirli nelle aziende. Quattro le Scuole dei Mestieri che prepareranno i primi tecnici da inserire nelle aziende. Sono i corsi, organizzati su tutto il territorio nazionale, per posatori di fibra ottica, responsabili di cantiere e impiantisti elettrici, che prevedono cinque settimane di formazione e poi l’avvio al lavoro, e il corso per programmatori software, della durata di 20 settimane.

Il piano d’intervento di Distretto Italia è

stato presentato lo scorso aprile nel corso dell’evento “Insieme diventiamo futuro”, che si è tenuto presso il Campus ELIS a Roma e ha visto la partecipazione del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, del Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, e degli amministratori delegati delle aziende che aderiscono al progetto.

Promosso dal Consorzio ELIS, Distretto Italia coinvolge scuole e istituti tecnici superiori su tutto il territorio nazionale e vede la partecipazione di 34 soggetti tra imprese, agenzie del lavoro e altri enti: oltre a SITE, Autostrade per l’Italia (Gruppo che presiede il Semestre di progetto del Consorzio), A2A, Adecco, Bain & Company, BNL BNP Paribas, Boston Consulting Group, Cisco, Confimprese, Enel, Engineering, Eni Corporate University, Ferrovie dello Stato Italiane, Fincantieri, FMTS Group, Fondazione Cassa Depositi e Prestiti, Generali Italia, Gi Group, Gruppo FNM, Made in Genesi, ManpowerGroup, Milano Serravalle-Milano Tangenziali, Open Economics, Open Fiber, Orienta, Poste Italiane, Randstad, Skuola.net, Soft Strategy, Synergie, TIM, Trenord e Umana.

Distretto Italia nasce innanzitutto per offrire a giovani, tra i 16 e 30 anni, l’opportunità di orientarsi nella scelta dello studio e della professione. In particolare, vuole contrastare il fenomeno dei Neet, tre milioni di giovani che in Italia non studiano e non lavorano, ovvero una persona

su quattro nella fascia d’età 15-34 anni. Il dato più alto nelle statistiche dell’Unione Europea (23,1%) contro una media del 13,1% per i 27 Paesi dell’Ue.

Accanto alle Scuole dei Mestieri, finalizzate alla formazione e all’inserimento nel mondo del lavoro, Distretto Italia prevede altre due linee di intervento. Da una parte, Scuola per la Scuola, ovvero attività di orientamento attraverso PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento). In collaborazione con istituti scolastici e università, i programmi di Scuola per la Scuola prevedono percorsi di orientamento organizzati con più aziende contemporaneamente.

La terza linea d’intervento è Officine Futuro, percorsi di orientamento per gli studenti, che avranno a disposizione anche una piattaforma digitale di gaming, appositamente sviluppata all’interno del progetto. Officine Futuro si rivolgerà però anche a docenti e genitori, che svolgono un importante ruolo di supporto nelle scelte di studio e di lavoro dei giovani.

SOLUZIONI, FOCUS SU SOSTENIBILITÀ E TUTELA DEL PATRIMONIO INFORMATIVO

Sostenibilità e governo del patrimonio delle informazioni aziendali. Sono i due ambiti nei quali Soluzioni, società di consulenza di Imola, in provincia di Bologna, che si propone come fornitore di servi-

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Da sinistra: Eugenio Borghi, sales & marketing director, e Simona Ravoni, general administration and recruiting talents director di SITE, insieme a due studenti Elis
TRADIZIONE FUTURA F.FRI Fondazione Fashion Research Italy 5.5–2.7.23 Bologna La stampa romagnola tra arte e mestiere Maggiori informazioni su www.ffri.it Biglietti disponibili su www.vivaticket.com Sostenuto da Con il patrocinio di Un progetto di Media Partner

ORPLAST CELEBRA 40 ANNI DI ATTIVITÀ

Dedizione al lavoro, professionalità ed etica. Sono i principi sui quali, da quattro decenni, si fonda l’attività di Orplast, realtà bolognese specializzata nella progettazione e produzione di shopping bags personalizzate, sacchi industriali, materiali e soluzioni di packaging, che nel 2023 celebra quarant’anni dalla propria fondazione.

Nata il 17 maggio del 1983 dalla lungimiranza di Primo Ori, che alla fine degli anni Cinquanta, con la scoperta della plastica, diede vita anche ad altre due aziende a conduzione familiare, Forplast e Nuova Sarmaplastik, negli anni Novanta Orplast è passata sotto la guida di Claudio e Viscardo Brusori. “Da quarant’anni operiamo nella realtà produttiva del territorio emiliano e ci rivolgiamo al mercato italiano ed europeo con la produzione di sacchi in plastica per l’industria manufatturiera e shoppers per il retail. Riteniamo che i dettagli, soprattutto quelli estetici e visivi, che contribuiscono all’affermazione e al riconoscimento di un marchio, siano molto importanti e richiedano di essere veicolati attraverso prodotti di qualità. Per questo il nostro approccio al lavoro è di tipo artigianale, per realizzare progetti unici e su misura delle esigenze dei nostri clienti”, dichiara Claudio Brusori, titolare e responsabile commerciale dell’azienda bolognese. Nel corso degli anni è stata la creatività, unita alla flessibilità e alla sperimentazione continua, a permettere a Orplast di soddisfare le continue richieste del mercato con prodotti su misura e nuove strategie di produzione e vendita: “Siamo costantemente impegnati ad aggiornarci per essere pronti ad accogliere le innovazioni del settore e per individuare soluzioni sempre nuove”, evidenzia Claudio Brusori.

Nell’ottica di un sempre maggiore rispetto per l’ambiente, il settore del packaging ha assistito anche a un’importante innovazione dei materiali, fino ad arrivare al polietilene riciclato al 60% e al materiale compostabile. Soprattutto, rispetto al passato, è profondamente mutata la visione del ciclo di vita della plastica, un ciclo di vita che non si esaurisce più come un tempo e che la vede trasformarsi non più in un rifiuto, ma in materia prima.

“A questo proposito, in parallelo alla nostra produzione, nel 2017 abbiamo avviato un progetto ecosostenibile, ‘Upcycle Design’, che prevede la realizzazione di borse, arredi e oggetti promozionali con materiali di riuso derivanti da scarti di lavorazione di tende da sole e tessuti”, continua Brusori. Upcycle Design nasce dall’intento di Orplast di contribuire direttamente, come azienda e come individui, alla salvaguardia dell’ambiente e dalla volontà di realizzare manufatti e prodotti compatibili con le esigenze ecologiche. Il progetto, realizzato in collaborazione con cooperative sociali del territorio, ha anche un’importante valenza etica, consente all’azienda di contribuire ad aumentare l’attenzione delle realtà industriali verso le tematiche ambientali e contestualmente di sensibilizzare il cliente a fare scelte in un’ottica di sostenibilità.

“Upcycle Design è il nostro primo passo di avvicinamento alle questioni relative all’ecologia e alla sostenibilità ambientale, un passo che traccia e definisce un percorso che vogliamo continuare a percorrere affinché il nostro impegno sia costante nel tempo e possa riguardare anche altri aspetti della nostra attività. Per ottenere questo obiettivo, però, è necessario che le aziende per prime sposino la nostra filosofia aziendale”, dichiara Claudio Brusori. Come spiega il titolare dell’azienda, dopo quarant’anni di attività, ancora oggi ad animare l’operato di Orplast è la voglia di sperimentare e di mettersi in gioco, ma soprattutto è il desiderio di sfidare e smantellare la demonizzazione della plastica a cui abbiamo assistito negli ultimi anni. “In occasione del nostro quarantesimo anniversario, un grazie particolare va ai nostri clienti, ai nostri fornitori e all’associazione di Confindustria Emilia Area Centro per il supporto alla nostra crescita professionale”, conclude Brusori.

In occasione dell’anniversario l’azienda ha rinnovato il proprio sito web e creato un e-commerce dove è possibile vedere tutti i prodotti della linea Upcycle Design e non solo.

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Viscardo e Claudio Brusori

zi innovativi, integrati e di alta qualità nell’ambito della prevenzione e gestione dei rischi aziendali, ha progettato nei mesi scorsi due nuove linee di azione per assistere le imprese.

“Sustain + Ability”, questo il nome del primo progetto, è una gamma coordinata di servizi di consulenza e formazione, per consentire alle aziende di governare in concreto gli obiettivi di sostenibilità e di poter rafforzare la propria capacità di creare valore e competere sui mercati d’interesse. “DataVerso - protezione e governance per il patrimonio delle informazioni”, offre invece servizi di consulenza e formazione dedicati alla tutela e alla valorizzazione delle informazioni aziendali, inclusi gli adempimenti normativi correlati. Entrambi i servizi sono caratterizzati dall’approccio unitario aziendale e sono coordinabili in base alle specifiche esigenze di ogni impresa, grazie alle esperienze e alle competenze multidisciplinari dei consulenti.

dichiara Francesco Bassi, presidente di Soluzioni.

“Il progetto Sustain + Ability fa riferimento a un percorso articolato in sei fasi principali e fondato sulla valorizzazione dei punti di forza già esistenti in azienda. Per illustrare il progetto e le fasi principali in cui si articola, Soluzioni ha organizzato un programma di sette webinar gratuiti della durata di circa un’ora, che si è concluso il 27 giugno scorso”, prosegue Bassi.

“Un efficace processo di creazione di valore richiede la valorizzazione e la tutela del patrimonio informativo aziendale, ambito di riferimento del progetto DataVerso”, evidenzia Roberto Ballanti, responsabile dell’area gestione e sicurezza delle informazioni di Soluzioni.

“Solo una gestione adeguata delle informazioni in tutte le fasi (acquisizione ed elaborazione dei dati, organizzazione e classificazione dei flussi informativi, diffusione selettiva delle informazioni ai destinatari interessati, flussi informativi per

tuare, riguardo il governo e la tutela del patrimonio informativo, le scelte più funzionali per coniugare in modo unitario il supporto al raggiungimento degli obiettivi di performance e l’assolvimento degli obblighi normativi, tra i quali si segnalano quelli previsti dalla recente norma sul Whistleblowing”, conclude Roberto Ballanti.

Per approfondimenti: www.soluzioniaziendali.net

“UN MAESTRO DI PRESTIGIO”, IL WORKSHOP DI STILEVENTI E FONDAZIONE PAVAROTTI

“Un Maestro di Prestigio, soft skills per allenarsi a vedere oltre”. Questo il titolo del workshop ispirazionale dedicato ad aziende, manager, imprenditori e leader e organizzato da Stileventi, Fondazione Luciano Pavarotti e Giorgio Fabbri, dove musica e arte del prestigio, supportate dalle più recenti scoperte neuroscientifiche, diventano lo strumento e il modello formativo per potenziare le competenze necessarie nel business attraverso l’eccellenza dell’esperienza del Maestro Luciano Pavarotti. Si tratta di un’esperienza formativa esclusiva e innovativa, recentemente inaugurata nell’ambito del servizio “Associati per associati” di Confindustria Emilia, condotta da Roberto Ferrari, fondatore e CEO di Stileventi Group e Stileformazione ed esperto di mentalismo e arte del prestigio, dal team della Fondazione Luciano Pavarotti e dalla sua presidente Nicoletta Mantovani, e da Giorgio Fabbri, musicista, direttore d’orchestra e formatore.

“La sostenibilità è uno degli aspetti che può incidere maggiormente sul futuro di ogni azienda. Obblighi normativi e richieste del mercato sollecitano sempre più le imprese a un ripensamento dei modelli di business in ottica di sostenibilità. Compito degli amministratori della società non è più solo la creazione di valore per i soci, ma la creazione di un valore che si concretizzi in successo sostenibile, tenendo anche conto degli interessi degli altri stakeholder rilevanti e significativi per il conseguimento della mission aziendale”,

l’attuazione efficace delle scelte effettuate) consente di disporre – nel modo meno oneroso – di vantaggi cruciali per la creazione di valore in ogni azienda, tra cui: supporto informato al processo decisionale, semplificazione e efficacia organizzativa, stakeholder engagement (fondamentale per ogni percorso di sostenibilità d’impresa effettiva)”, segnala ancora Ballanti.

“Per questo motivo, il progetto DataVerso propone una visione d’insieme della gestione delle informazioni per poter at-

“Il Maestro è stato un grande esempio di visionario con la mentalità artistica ma anche imprenditoriale, capace di vedere oltre proprio come gli artisti del prestigio, che sono abili nel guardare ogni cosa da vari punti di vista per trovare soluzioni nuove a problemi vecchi e aprire le porte di innovazione e cambiamento grazie a un atteggiamento consapevole e proattivo, focalizzato sulla creatività e sul pensiero laterale oltre che sul bello, mettendo in pratica tutte quelle soft skills fondamentali nel lavoro ma anche nella vita”, spiega

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Francesco Bassi, presidente di Soluzioni Roberto Ballanti, responsabile dell’area gestione e sicurezza delle informazioni di Soluzioni

E visioni, intuizioni e spunti di riflessione che il Maestro ci ha lasciato in eredità, raccontati dalle persone che gli sono state vicine, sono proprio il focus di questa business experience che, proposta agli associati a Confindustria Emilia con una tariffa agevolata, si articola in diversi momenti. Tra questi, speech formativi e motivazionali tenuti dai trainer in formula plenaria; visita guidata esclusiva alla Casa Museo Luciano Pavarotti, a cura del team della Fondazione; concerto privato con i talenti della Fondazione; convivialità nel ristorante “del Maestro”.

L’obiettivo del workshop è allenare manager e imprenditori a “vedere oltre”, guidati da tre diversi mindset, che sono stati i fattori principali del successo planetario del Maestro Luciano Pavarotti e che si ritrovano nei grandi geni della musica: “Il mindset Bach: vedere oltre facendo focus-specializzandosi”, “Il mindset Mozart: vedere oltre innovando-esplorando”, “Il mindset Brahms: vedere oltre trasformandosi-evolvendo”. Ognuno dei mindset viene approfondito attraverso storytelling sulla carriera professionale di Pavarotti, esplorazione di specifiche strategie imprenditoriali, esperienze interattive in ambito musicale e magico.

“Il Maestro è potuto divenire uno dei più acclamati tenori di tutti i tempi, perché è stato un artista autentico, capace di immaginare e rendere possibile ciò che per altri era inimmaginabile e impossibile: per questi motivi rappresenta un’autentica minie-

ra d’oro di strategie di eccellenza, che possono portare al successo anche il mondo dell’imprenditoria e delle organizzazioni”, commenta Giorgio Fabbri.

“Luciano è sempre stato un precursore, un pioniere; riusciva a ‘vedere oltre’ sospinto da un’innata curiosità e dal desiderio di non accontentarsi e di non ritenersi mai arrivato. Aveva una mente aperta, pronta ad accogliere le nuove idee pur rimanendo fedele a se stesso. Sono molto contenta che, attraverso questo progetto, la carriera e la mentalità positiva di Luciano possano rappresentare una fonte di ispirazione e orientamento per manager e professionisti”, conclude Nicoletta Mantovani.

SWISSLOG, IL REBRANDING RISPECCHIA UNA NUOVA ERA DI LOGISTICA DIGITALE

Una importante operazione di rebranding, pensata per rispecchiare al meglio il proprio posizionamento verso un mondo digitale e dinamico. È quella a cui si è recentemente sottoposta Swisslog, realtà multinazionale con una storica sede anche a Maranello, in provincia di Modena, attiva nel campo delle soluzioni intralogistiche automatizzate. Elemento centrale del rebranding è il nuovo logo, ottimizzato per l’era digitale; la nuova veste grafica del brand, presentata in anteprima al personale dell’azienda lo scorso 9 marzo, come segno di riconoscimento dell’importanza

che le risorse umane di Swisslog ricoprono per la potenza del marchio, fa leva sui punti di forza del logo esistente, di cui l’impresa si è servita in modo sostanzialmente invariato negli ultimi 25 anni.

“Il nuovo marchio digitale rispecchia la direzione verso la quale è volta la nostra attività. Swisslog si sta digitalizzando sempre di più, attraverso le soluzioni che forniamo e il modo in cui vengono implementate e gestite. Siamo orgogliosi di lanciare un nuovo marchio all’insegna del quale promuoviamo il nostro impegno nel settore dell’automazione logistica, conformi alla strategia principale di Swisslog di creare un valore aggiunto per i nostri clienti”, dichiara Antonio Trioschi, CEO di Swisslog.

La forma del nuovo logo si adatta e riflette il mondo digitale di oggi e di domani. Attraverso il movimento, rispecchia la dinamicità implicita nella logistica. È moderno, scattante e proiettato verso il futuro, caratterizzato da una “S” in evidenza, a indicare che Swisslog è un fornitore di soluzioni innovative, basate sui dati e sulla robotica, che detta nuovi standard nell’automazione dei magazzini. Il design riflette anche la personalità audace, sicura di sé e appassionata di Swisslog e delle persone che vi lavorano.

“La strategia di rebranding posiziona ulteriormente Swisslog come player di riferimento nel futuro dell’automazione logistica, ma va ben oltre”, continua Trioschi. “Riflette anche la forza e la competenza del nostro personale. I nostri colleghi sono al

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Roberto Ferrari. Roberto Ferrari, fondatore e CEO di Stileventi Group, Nicoletta Mantovani, presidente della Fondazione Luciano Pavarotti, e Giorgio Fabbri, musicista, direttore d'orchestra e formatore

centro di tutto ciò che facciamo e vogliamo che i nostri clienti siano sicuri di poter contare su Swisslog, per ottenere soluzioni gestite da un team esperto e preparato”. Parte del Gruppo Kuka, fornitore globale di soluzioni di automazione intelligente con oltre 14.000 dipendenti in tutto il mondo, da sempre Swisslog opera per dare forma al futuro dell’intralogistica con soluzioni automatizzate robotizzate, guidate dai dati e flessibili. “Aiutiamo le aziende lungimiranti a ottimizzare le prestazioni dei loro magazzini e centri di distribuzione con sistemi di automazione e software a prova di futuro. La nostra offerta integrata comprende consulenza, progettazione e implementazione di sistemi e assistenza clienti a vita in oltre 50 Paesi”, conclude il CEO di Swisslog, Antonio Trioschi.

TELEIMPIANTI, SI CONSOLIDA LA PARTNERSHIP CON MARCHESINI GROUP

Sempre più aziende scelgono le soluzioni innovative di Telempianti, system integrator fondato a Bologna nel 1974 e operativo su tutto il territorio nazionale, specializzato nella progettazione, installazione e manutenzione di sistemi di comunicazione, di security e soluzioni di building automa-

tion finalizzate al comfort e al risparmio energetico. Tra queste si conferma anche Marchesini Group, colosso di Pianoro, in provincia di Bologna, punto di riferimento internazionale nella produzione di macchine per il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici e alimentari.

“Teleimpianti è nostro partner da molti anni, con loro abbiamo condiviso svariate esperienze: in tutto questo tempo hanno sempre capito le nostre esigenze, fornendoci ogni volta le soluzioni tecnologicamente più avanzate e adatte a soddisfare i nostri bisogni. Il nostro rapporto di collaborazione è cresciuto costantemente nel tempo attraverso un proficuo scambio di informazioni, quesiti e soluzioni. Il comune interesse a risolvere brillantemente le sfide che si susseguono, e che sicuramente continueranno a presentarsi, è alla base della nostra partnership”, spiega Giacomo Gotti, responsabile manutenzione e ambiente di Marchesini Group.

“Negli ultimi anni, la necessità di riorganizzare e semplificare le attività lavorative ha accelerato il piano di razionalizzazione dei sistemi di controllo e gestione (BMS) degli impianti tecnologici a servizio delle diverse sedi produttive. La recente pandemia ci ha messo nelle condizioni di connetterci da remoto con persone, attrezzature e dispositivi di vario genere, per svolgere attività che prima potevamo fare tranquillamente di persona. Questa necessità ha fatto sì che gli investimenti tecnologici fossero rivolti a ottenere una maggiore velocità di risposta, garantendo soluzioni sempre più efficaci di supervisione e controllo a distanza di tantissimi

elementi. Da qui l’esigenza per il nostro gruppo industriale di avvalersi di un partner tecnologico strutturato e certificato per la realizzazione di questi interventi, scegliendo appunto Teleimpianti come system integrator”, evidenzia Gotti.

Le soluzioni offerte e realizzate da Teleimpianti si inseriscono infatti proprio in quest’ottica, consentendo di supervisionare e controllare da remoto impianti a servizio degli edifici, quali climatizzazione, controllo accessi, allarmi e telecamere in modo continuativo e affidabile.

“All’interno della realtà di Marchesini Group abbiamo messo in pratica gli investimenti fatti negli ultimi dieci anni nella ricerca di soluzioni tecniche per la gestione degli edifici e nella formazione del personale tecnico capace di realizzare queste soluzioni e di manutenerle nel tempo”, dichiara Marco Bernardi, direttore generale di Teleimpianti.

“Integrare e armonizzare sotto un’unica piattaforma sia gli impianti elettrici di potenza che quelli per il controllo del condizionamento e riscaldamento significa dare all’utente finale un’unica interfaccia capace di evidenziarne i comportamenti e le criticità, prevedendone i malfunzionamenti e migliorandone la resa. Aggiungere nuovi impianti partendo dalla situazione esistente e uniformarne il controllo con le logiche di gestione predittiva a intelligenza artificiale è una tappa obbligatoria della digital transformation delle imprese”, conclude Bernardi.

TGW, LE TECNOLOGIE PER IL MAGAZZINO DEL FUTURO

Un ambiente protetto, efficiente, capace di adattarsi agilmente ai mutamenti di scenario e quanto più possibile autonomo. È così che TGW, realtà multinazionale di origine austriaca specializzata in soluzioni di intralogistica, magazzini automatizzati e material handling, che in Italia ha sede a Spilamberto, in provincia di Modena, immagina il magazzino del futuro.

“Si tratta in effetti di un progetto concreto, che si basa su tre principi fondamentali: autonomia, machine learning e sosteni-

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Antonio Trioschi, CEO di Swisslog

IL FUTURO DELLA MOBILITÀ PASSA DA TELEPASS.

DAL DISPOSITIVO

ALL’ECOSISTEMA, PER UN SERVIZIO COMPLETO.

Da un dispositivo in auto, il sistema Telepass si è evoluto diventando un ecosistema di servizi per la mobilità urbana ed extraurbana dedicato a privati e aziende.

PER

SEMPLIFICARE

LA MOBILITA’ AZIENDALE NASCE TBUSINESS.

La prima piattaforma rivolta alle aziende che integra tutti i servizi di mobilità per flotta e dipendenti composta da 3 pacchetti differenti per offrire un servizio sempre personalizzato.

Drive

Per pagare in automatico con il dispositivo Telepass:

• Il pedaggio in autostrada con la detraibilità dell’IVA al 100%

• I parcheggi convenzionati in aeroporti, stazioni e fiere con il 2% di cashback

• I biglietti per il traghetto dello stretto di Messina

• L’Area C di Milano per entrare in centro città.

Move

Per pagare in automatico con l’App e il 2% di cashback:

• Strisce Blu, soste in città con calcolo del tempo effettivo

• Carburante, rifornimento con lo 0,5% di cashback

• Ricarica Elettrica, per tutti i veicoli elettrici

• Treni, tutti i biglietti per spostarsi in Italia

• Taxi, prenotazione rapida, senza attesa

• Navi & Traghetti, tutti i biglietti per i viaggi in mare

• Monopattino, Bike Sharing e Scooter Sharing, mezzi elettrici per spostamenti sostenibili in città.

Card

Una carta prepagata nominale collegata al conto di moneta elettronica aziendale per le spese: hotel, ristoranti e tutto il necessario per i viaggi di lavoro, con uno speciale 0,75% di cashback su ogni transazione.

E IN PIÙ, LA FUNZIONALITÀ SWITCH, PER GESTIRE IN MODO SEMPLICE LA MOBILITÀ AZIENDALE E PERSONALE.

SWITCH è la nuova funzionalità con la quale i dipendenti possono utilizzare i servizi di mobilità anche per scopi personali, con addebito diretto sul conto corrente. Una soluzione in grado di offrire il massimo livello per quanto riguarda la privacy a fronte di un effort operativo pari a zero.

Semplificazione, innovazione, risparmio, TBusiness è la nuova mobilità aziendale.

bilità”, sottolinea Andrea Pezzei, business development manager di TGW Logistics Group. È un magazzino al cui interno è ridotta, se non del tutto eliminata, la manodopera nelle operazioni a più basso valore aggiunto elevando, dunque, l’essere umano al ruolo di guida della tecnologia; il magazzino del futuro, poi, è dotato di intelligenza artificiale e machine learning e quindi in grado, nel tempo e con l’esperienza, di migliorare le proprie prestazioni; ed è un magazzino sostenibile, caratterizzato da consumi complessivamente ridotti e capace di essere autosufficiente da un punto di vista energetico e di ottimizzarne il consumo a seconda del carico di lavoro previsto. Per raggiungere questi obiettivi, l’azienda ha sviluppato un serie di soluzioni all’avanguardia. Tra queste, Flashpick, un sistema di picking good-to-person per gestire efficacemente la multicanalità che si basa su un algoritmo che ragiona su righe d’ordine, permettendo di processare simultaneamente ordini sia per il B2C che per il B2B. “Inoltre, tramite l’ultima startup, Plancise, abbiamo elaborato un software che consiglia come allocare in maniera ottimale le risorse nel centro distributivo sulla base della previsione del carico di lavoro futuro”, dichiara Pezzei.

PickCenter Rovolution è invece una soluzione di prelievo robotizzato di singoli pezzi, ad autoapprendimento ed estremamente flessibile, basata sul know-how nei settori della robotica cognitiva e dell’apprendimento automatico. “Grazie all’AI, i robot realizzano il prelievo in maniera del tutto automatica secondo parametri che variano fino ad arrivare alla presa perfet-

ta. Una volta ottenuta questa ‘conoscenza’, il robot aggiorna i suoi parametri e condivide il miglioramento raggiunto con gli altri robot della rete e, se il proprietario lo consente, con tutti i nostri robot in funzione in tutto il mondo. Offriamo però anche una soluzione intermedia, Rovoflex, che unisce il prelievo manuale alla possibilità di attivare dei cobot a copertura di turni in cui non è presente l’operatore umano”, continua Pezzei.

Sull’onda del grande sviluppo dell’home delivery determinato dalla recente pandemia, poi, TGW ha recentemente presentato le proprie soluzioni per automatizzare la spesa online, sia per quanto riguarda il micro fulfillment che per quanto riguarda il nano fullfilment.

“Per il futuro la sfida sarà ampliare ancora il nostro portafoglio, puntando su soluzioni molto scalabili. Spesso ci siamo concentrati su magazzini di medie e grandi dimensioni, ma ora vogliamo andare incontro ai nostri clienti offrendo loro l’opportunità di realizzare progetti avanzati di dimensioni più piccole. In altre parole: un’automazione entry level che coabiterà con soluzioni come AGV e AMR. Infine, dobbiamo elevare i livelli di flessibilità in progettazione per aumentare la possibilità di rimodulazione e riconfigurazione. In questo modo, l’automazione può davvero supportare le aziende ad affrontare l’incertezza costante che caratterizza le moderne supply chain”, conclude Andrea Pezzei.

TOSCHI VIGNOLA, A RITA CUCCHIARA IL PREMIO CILIEGIA D’ORO 2022

Un importante riconoscimento per l’impegno profuso in ambito accademico, scientifico e culturale. È stato consegnato a Rita Cucchiara il prestigioso Premio Ciliegia d’Oro, istituito nel 1981 e promosso ogni anno dal Centro Studi Vignola con il sostegno dell’azienda Toschi Vignola per rendere omaggio a personalità che si siano particolarmente distinte in campo sociale, culturale, impren-

ditoriale, sportivo o umanitario.

“La professoressa Cucchiara si è distinta a livello internazionale per i suoi studi e progetti sull’intelligenza artificiale e le applicazioni in campo industriale, medico e sviluppo tecnologico per la sicurezza. Grazie all’attività accademica presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ha allargato gli orizzonti della ricerca informatica verso nuovi paradigmi di intelligenza artificiale, generando ricadute positive sul tessuto imprenditoriale del territorio e preparando giovani risorse ad affrontare nuovi aspetti in ambiti finora inesplorati”. Questa la motivazione con cui la giuria ha conferito il premio a Rita Cucchiara lo scorso 6 maggio nella Sala dei Contrari del Castello di Vignola alla presenza della sindaca di Vignola, Emilia Muratori, del presidente del Centro Studi Vignola, Massimo Toschi, e delle autorità locali.

“Credo di essere molto fortunata per avere avuto la possibilità di dedicarmi alla ricerca scientifica in temi di frontiera quali quelli dell’intelligenza artificiale, del machine learning e della visione artificiale. Trent’anni fa erano poco più che speculazioni accademiche, ora sono realtà con un grande impatto nella società, testimoniato dai grandi investimenti delle imprese, anche nel nostro territorio. Sono ancora più fortunata per avere la pos-

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Rita Cucchiara, Professore Ordinario Dipartimento di Ingegneria "Enzo Ferrari" di Unimore

STEFAL, UN NUOVO STABILIMENTO PER FESTEGGIARE 45 ANNI DI ATTIVITÀ

Quarantacinque anni di esperienza, la collaborazione con partner affidabili e l’abilità di un team esecutivo altamente qualificato: sono questi i pilastri che caratterizzano l’identità di Stefal, che nel 2023 festeggia l’importante traguardo raggiunto con il trasferimento in un nuovo, più ampio, stabilimento a San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna. “Collaboriamo con imprese italiane e internazionali come punto di riferimento per la progettazione, realizzazione e distribuzione di cablaggi elettrici e assemblaggi elettromeccanici”, racconta il DG Gabriele Gianni. L’azienda fondata nel 1978 da un’idea di Germano Guidotti è oggi guidata dalla seconda generazione con la figlia Rossella, CEO, e il figlio Pier Alberto, responsabile area informatica. Da qualche anno ormai è attiva anche la terza generazione con il nipote del fondatore, Giacomo Gianni, oggi a capo dell’area commerciale.

“La nostra organizzazione può fare affidamento su un ufficio tecnico specializzato, un reparto taglio dotato di macchine di ultima generazione e completamente interconnesse, nonché di una divisione di Ricerca & Sviluppo. Grazie a un ampio ventaglio di competenze consolidate e all’indole flessibile che ci caratterizza, siamo riusciti a costruire una realtà innovativa, tecnologica e affidabile, in grado di garantire qualità e sostegno ai suoi clienti”, sottolinea il team di Stefal.

Nel nuovo stabilimento di San Giovanni sono impegnate 70 persone e i reparti sono stati completamente rinnovati e dotati di attrezzature all’avanguardia; al reparto taglio sono operative 14 macchine automatiche taglia-spela-aggraffa per il cavo unipolare, in grado di lavorare cavi partendo dalla sezione AWG 34; completano la gamma macchine automatiche per il taglio e la lavorazione del cavo multipolare ed i connettori IDC. Tutte le attrezzature sono 4.0 e interconnesse con il sistema di gestione aziendale: attraverso il software è quindi possibile organizzare l’avanzamento del reparto e reperire qualsiasi tipo di informazione relativa al singolo filo. Grande spazio è stato dato anche al magazzino Cavi e materie pri-

me per poter garantire, anche in tempi shortage, un livello di scorte adeguato a supportare le necessità dei clienti. In linea con l’obiettivo di incrementare la sostenibilità ambientale dei processi industriali che Stefal persegue ormai da anni, la nuova sede, che ricade in classe energetica A4, a “Energia quasi zero”, utilizza esclusivamente energia elettrica generata dall’impianto fotovoltaico di ultima generazione. Le strutture dell’immobile sono in materiali isolanti che minimizzano le dispersioni termiche e gli impianti di climatizzazione sono dotati di tecnologie atte a minimizzare le emissioni dei gas in atmosfera. “Il nostro impegno è il raggiungimento dello status di azienda ‘Carbon free’ secondo la roadmap fissata dagli accordi internazionali”, continuano da Stefal.

L’impresa può contare anche su un rapporto ventennale con un’azienda partner in Tunisia che si avvale di 300 addetti: “Siamo in grado di garantire qualità e professionalità alle aziende con cui collaboriamo in settori quali Horeca, automotive, impianti di sollevamento, automazione ed elettronica di potenza. Investiamo costantemente risorse per ottimizzare e modernizzare i diversi processi e tutte le fasi produttive sono tracciate”, evidenziano ancora da Stefal.

Meritevole di particolare attenzione è il reparto di Ricerca e Sviluppo, denominato Rievo, nato nel 2018. Dall’esigenza interna di gestire la movimentazione dei carichi leggeri nelle aree produttive (formate quasi interamente da personale femminile) è nata l’idea di produrre dei sollevatori elettrici a spinta manuale. “Siamo partiti dal semplice sollevamento di scatole”, spiega Gabriele Gianni, “per arrivare a gestire e sollevare qualsiasi tipo di oggetto offrendo ai clienti un reparto tecnico di progettazione e sviluppo in grado di proporre soluzioni ai più svariati problemi. Il nostro punto di forza è proprio l’elevata customizzazione del prodotto”.

In Stefal da sempre si porta avanti un percorso di crescita, ricerca e monitoraggio della produzione, con l’obiettivo di realizzare prodotti sempre affidabili e competitivi. “Siamo una grande famiglia che proietta il suo lavoro verso orizzonti sempre nuovi, trasformando ogni obiettivo raggiunto in una nuova partenza”, conclude con orgoglio Rossella Guidotti. Lo testimonia la crescita costante del fatturato, passato dai 2 milioni di euro del 2002 agli oltre 23 del 2022.

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Da sinistra: Gabriele Gianni, direttore generale, Rossella Guidotti, CEO, e Giacomo Gianni, responsabile commerciale di Stefal

sibilità di condividere e trasmettere le ricerca di frontiera con tanti giovani capaci e competenti che in più di vent’anni sono passati nei laboratori di Unimore e che ora lavorano con successo nel mondo della tecnologia. Questo premio lo devo a tutti loro”, ha affermato Rita Cucchiara ritirando il premio.

“L’evoluzione non si ferma, il progresso tecnologico è un percorso di crescita naturale e irreversibile. Un punto fermo però è che il progresso va utilizzato come opportunità di sviluppo e di miglioramento delle nostre vite - spiega Massimo Toschi, presidente del Centro Studi Vignola - La prof.ssa Cucchiara, con il suo lavoro ha dato un grande contributo all’evoluzione tecnologica, condividendo importanti risultati a livello internazionale e formando nuove generazioni di giovani ricercatori per ambiti ancora inesplorati”.

“È una grande soddisfazione poter premiare una donna come Rita Cucchiara, capace di primeggiare in un settore considerato un dominio in prevalenza maschile - conferma la sindaca di Vignola Emilia Muratori - La prof. ssa Cucchiara ha raccolto risultati e riconoscimenti a livello internazionale. Per il valore dei suoi studi e per il grande impegno profuso nei campi della ricerca e della didattica, rappresenta anche un modello positivo per tutte le giovani generazioni ed è la testimonianza che le cosiddette discipline Stem sono nelle corde delle ragazze così come dei ragazzi e sono fondamentali per il progresso della nostra società”.

L’azienda Toschi è nata nel 1945 a Vignola, in provincia di Modena, dall’idea di Giancarlo e Lanfranco Toschi di confezionare sotto spirito le famose ciliegie per poterle gustare tutto l’anno. Nel corso degli anni l’azienda ha ampliato enormemente la gamma di prodotti che oggi spaziano dall'amarena in sciroppo ai topping per la guarnizione di dolci e gelati, dagli sciroppi ai liquori e alla storica frutta sotto spirito.

TOYOTA MATERIAL HANDLING ITALIA, ACCORDO CON FERROLI SULL’IDROGENO

È stato siglato a maggio scorso l’accordo di collaborazione sull’idrogeno tra Toyota Material Handling Italia e Fer -

roli, società veronese specializzata nel settore della produzione e commercializzazione di prodotti, soluzioni e servizi per il comfort, che è da tempo all’avanguardia sul fronte dell’innovazione, con particolare focus alle tecnologie per ridurre l’impatto ambientale. La competenza di Toyota nell’attività di consulenza strategica in ambito di nuove tecnologie e applicazioni a favore della transizione energetica, ha spinto Ferroli a siglare la partnership per tracciare un percorso verso ambiziosi obiettivi.

Toyota Material Handling Italia, organizzazione di Toyota Material Handling Europe, multinazionale di Toyota Industries Corporation, attiva con stabilimenti in cinque paesi e punto di riferimento in Europa nel settore della movimentazione e logistica delle merci, con la sua Business Unit Engineering & Consulting, affiancherà Ferroli nell’attività di analisi e progettazione di un impianto di produzione di idrogeno verde all’interno del sito Ferroli.

L’idrogeno verde prodotto sarà utilizzato dal Centro Ricerche Ferroli per lo sviluppo e il test di caldaie a idrogeno. In una seconda fase, inoltre, dopo l’avvio dell’impianto per la produzione di idrogeno, Ferroli potrà introdurre mezzi di trasporto di Toyota Material Handling alimentati a idrogeno a supporto delle movimentazioni del proprio Centro Ricerche.

Con questa collaborazione verrà quindi promosso l’utilizzo dell’idrogeno come fonte energetica alternativa nei prodotti e nelle soluzioni per il comfort domestico quali, ad esempio, caldaie, pompe di calore, sistemi ibridi e nella movimentazione e logistica delle merci e dei trasporti.

“La partnership tra Toyota Material Handling Italia e Ferroli ci entusiasma molto, proprio perché le comuni visio -

ni per applicazioni dell’idrogeno negli ecosistemi integrati ci porteranno inevitabilmente a espanderne lo sviluppo commerciale, oltre alle necessarie e preventive attività di engineering e consulting a supporto delle iniziative di R&D”, afferma Leonardo Salcerini, CEO di Toyota Material Handling Italia. “Così come facciamo con altri partner di settori diversi, insieme a Ferroli sfrutteremo le nostre reciproche competenze per promuovere soluzioni per l’intera filiera della movimentazione a idrogeno che va dalla produzione di idrogeno verde alle infrastrutture di distribuzione e rifornimento, all’impiego in mezzi industriali impegnati nelle attività logistiche”. “Come è noto, la transizione energetica rappresenta una delle sfide più importanti per le aziende in tutto il mondo, non solo per rispondere alle esigenze ambientali ma anche per garantire la sostenibilità economica”, evidenzia Riccardo Garrè, CEO di Ferroli. “La nostra azienda è consapevole dell’importanza di questo processo e siamo impegnati a ridurre le nostre emissioni di CO2 e adottare pratiche sostenibili. Dobbiamo concentrare le nostre risorse e gli sforzi su progetti che possano generare un impatto positivo, sia dal punto di vista ambientale che economico. L’importante accordo siglato di concerto con Toyota è la leva di valore che ci consente di raggiungere questo obiettivo, creando un valore aggiunto tangibile per i nostri clienti, i nostri dipendenti e la società nel suo complesso”.

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UNISTORAGE DI UNIMATICA RGI: CONSERVAZIONE DIGITALE ANCHE IN AMBITO SANITARIO

Un sistema in grado di conservare nel rispetto della normativa vigente qualsiasi tipologia di documento, da quelli fiscali o amministrativi fino alla corrispondenza, alle registrazioni audio/video, ai consensi informati, alle immagini diagnostiche e ai referti. Si chiama UniStorage ed è stato sviluppato da Unimatica-RGI, realtà bolognese nata nel 2000 dalla partnership tra il gruppo Logital e l’Università di Bologna specializzata nello sviluppo di applicazioni informatiche e nell’erogazione dei servizi per l’amministrazione digitale. L’azienda, che opera nell’ambito della conservazione digitale da quasi un ventennio ed è uno dei principali conservatori italiani qualificata AgID, vanta un parco di oltre 52.000 clienti fra pubblici e privati e rappresenta un consulente di consolidata esperienza per partner e clienti finali sui temi della digital transformation.

Nello sviluppo di UniStorage, un servizio in modalità Saas basato su cloud privato collocato sul territorio nazionale, Unimatica-RGI ha guardato anche all’ambito sanitario: “La transizione digitale porta evidenti benefici in termini di garanzia di originalità, economicità, sicurezza e

rintracciabilità dei contenuti”, osserva Paolo Vandelli, responsabile conservazione dell’azienda che proprio in questo senso ha avviato un’azione di promozione, focalizzandosi in particolare sul mondo della sanità, per sensibilizzare sui benefici di una corretta conservazione a norma di tutto il materiale sanitario, spesso dimenticato su dispositivi di memorizzazione non conformi alla conservazione pluriennale. “Parliamo, ad esempio, delle immagini diagnostiche che vengono depositate sui sistemi PACS. Queste immagini (relative a lastre, risonanze, tac o altra indagine strumentale) sono a tutti gli effetti documenti informatici originali e, in quanto tali, devono rispettare precise norme di gestione e conservazione. Utilizzare il sistema di conservazione come un nodo DICOM collegato al PACS comporta la possibilità di risparmiare sia spazio disco che eventuali spese legali in caso di vertenze”, spiega ancora Vandelli. Come sottolinea l’azienda, l’integrazione con il sistema RIS PACS consente di trasmettere tutto il materiale prodotto in sede di indagine e relativi referti al sistema di conservazione poco dopo l’elaborazione. In questo modo, l’innovativo sistema offre un duplice servizio: non solo il documento originale viene conservato a norma, in modo da garantirne integrità, autenticità e immodificabilità, ma si ha anche la possibilità di pianificare la rimozione dal sistema PACS delle immagini

al termine di un periodo congruo dalla loro produzione e consultazione per la refertazione, evitando di saturare lo spazio a disposizione e avendo comunque la garanzia di poter recuperare tutto il materiale, sempre scaricabile in pochi clic e consultabile senza tempi di attesa, tramite UniStorage.

“UniStorage diventa in questo modo il sistema di storage di tutta la documentazione di un’organizzazione, consentendo il recupero di quanto conservato sia a livello centrale che a livello periferico, garantendo al solo personale autorizzato l’accesso ai contenuti di propria pertinenza. La gestione delle abilitazioni per utente garantisce quindi l’accesso a una parte o a tutti i documenti conservati, indipendentemente da dove questi siano stati prodotti o refertati. A tutto questo si aggiunge un servizio di supporto operativo e tecnologico formato da un team di brillanti e competenti professionisti”, conclude Paolo Vandelli.

VECTION TECHNOLOGIES

ED EXPERT.AI INSIEME PER DIGITALIZZARE I MANUALI TECNICI

Vection Technologies (ASX:VR1, OTC:VCTNY), società tecnologica internazionale con radici bolognesi punto di

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Il team di conservazione Unistorage di Unimatica RGI Gianmarco Biagi, managing director di Vection Technologies

riferimento dell’INTEGRATEDXR ® , e expert.ai (EXAI:IM), azienda modenese esperta di intelligenza artificiale (AI), hanno annunciato a marzo scorso una partnership per sviluppare una soluzione alimentata da AI per la digitalizzazione dei manuali tecnici. Questo strumento rivoluzionario mira a rendere i manuali tecnici più accessibili e più facili da comprendere, utilizzando una combinazione di tecnologie di extended reality (XR) e di AI per offrire un’esperienza immersiva. Le due aziende, ancora prima dell’annuncio della partnership, avevano iniziato a collaborare ad appalti e richieste di sovvenzioni governative per finanziare lo sviluppo di questa soluzione che vanta la caratteristica, unica nel suo genere, di utilizzare degli avatar per l’interazione uomo-macchina, in grado di fornire agli utenti istruzioni passo-passo e guidarli attraverso il processo di risoluzione dei problemi.

Gli utenti possono interagire con gli avatar utilizzando il linguaggio umano e ricevere risposte accurate alle loro domande. Gli avanzati algoritmi di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) e di deep learning consentono agli avatar di comprendere il linguaggio naturale e fornire risposte accurate. Inoltre, la soluzione è compatibile con i dispositivi di mixed reality (MR), consentendo così agli operatori di identificare i problemi utilizzando la tecnologia MR. La soluzione fornisce istruzioni visive per guidare gli operatori attraverso il processo di risoluzione dei

problemi, riducendo i tempi di attesa.

“Per esempio, si consideri un meccanico che opera su un motore di un’automobile. Invece di consultare costantemente un manuale tradizionale, il meccanico può avvalersi di una soluzione basata sull’AI per accedere al manuale in formato digitale e utilizzare la funzionalità di chatbot della soluzione per fare domande in linguaggio naturale e ricevere risposte accurate. Gli algoritmi avanzati di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) e di apprendimento profondo della soluzione assicurano che la chatbot possa capire le domande del meccanico e fornire risposte pertinenti e accurate. Il meccanico può anche sfruttare la componente XR della soluzione per visualizzare istruzioni passo dopo passo su come risolvere il problema, facilitando una diagnosi e una riparazione rapida ed efficiente”, spiegano dalle due società.

Commenta, inoltre, Gianmarco Biagi, managing director di Vection Technologies: “Siamo entusiasti di collaborare con expert.ai per sviluppare questa soluzione innovativa. La partnership dimostra il nostro impegno nel guidare l’innovazione nel settore. Siamo lieti di impegnarci con entusiasmo nello sviluppo congiunto di questa soluzione, con l’obiettivo di offrire alle imprese strumenti avanzati per aumentare l’efficienza e la produttività, generando un impatto positivo sui loro risultati”.

“L’impegno di expert.ai nell’integrare strumenti di intelligenza artificiale di alta qualità con tecniche innovative che offrono valore, è completamente allineato alla visione di Vection Technologies di concepire l’innovazione come asset strategico per colmare il divario tra mondo fisico e

digitale. Siamo lieti di questa nuova partnership: combinando avatar XR e tecnologie per il linguaggio naturale basate sull’intelligenza artificiale, portiamo sul mercato una soluzione dirompente, allargando i confini della nostra esperienza digitale”, sottolinea Walt Mayo, CEO di expert.ai.

VIS HYDRAULICS ALLARGA IL GRUPPO CON LA MILANESE GBC, DA OGGI VIS COILS

Si allarga la famiglia di Vis Hydraulics, azienda di Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena, produttrice di valvole per l’oleodinamica. Lo scorso aprile, infatti, è stata formalizzata l’acquisizione di Gbc, azienda milanese attiva nella produzione di bobine per elettrovalvole, destinate a diverse applicazioni industriali e in particolare nei settori dell’oleodinamica, pneumatica, elettromedicale, vending, elettrodomestico, gas e automotive. Per completare l’ingresso della nuova arrivata nella struttura di gruppo, Vis ha rinominato Gbc in Vis Coils, ma il quartier generale e l’operatività rimarranno comunque a Inzago, in provincia di Milano. “Siamo molto soddisfatti di aver aggiunto alla nostra famiglia Vis Coils. Con questa

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Walt Mayo, CEO di expert.ai Adamo Venturelli, CEO di Vis Hydraulics

operazione andiamo ad ampliare il nostro ventaglio prodotti con le bobine elettriche, cosa che ci consente di aumentare il nostro tasso di qualità nel settore dell’oleodinamica. Senza contare che l’acquisizione espande la nostra capacità produttiva e rilancia la nostra crescita”, rimarca il CEO di Vis Hydraulics, Adamo Venturelli. L’azienda pavullese è oggi un punto di riferimento internazionale nel settore delle valvole a cartuccia per l’oleodinamica e tra le prime dieci aziende al mondo in questo specifico prodotto di nicchia. Nata nel 2009, l’azienda ha registrato nel 2022 un fatturato di 63 milioni di euro, una quota export pari all’80% e 470 dipendenti, per il 75% donne, con un’età media di 34 anni.

La ricerca è il cuore dell’azienda con una quota del 12% destinata all’R&D. Poi c’è l’Innovation Center, dove lavorano 45 persone: si tratta di ingegneri, progettisti e tecnici che sono il presupposto per il fatturato del futuro perché secondo la filosofia aziendale si va avanti solo con innovazioni di progetto e di processo, e quindi di prodotto.

Per Adamo Venturelli innovare significa anche restituire alla comunità: ed ecco allora le politiche attive di welfare, da sempre il Dna di Vis, che ogni anno destina il 5% del fatturato per iniziative di responsabilità sociale.

“Per noi è importante fare cose concrete, tutti insieme. A Pavullo abbiamo realizza-

to un percorso ciclabile intorno all’aeroporto, l’hangar per il 118 e tante iniziative proposte dagli stessi dipendenti, che tre anni fa hanno deciso di decurtarsi il premio di fine anno per destinare una importante donazione ad associazioni di volontariato. La cosa più emozionante è che nessuno ha chiesto nulla, hanno semplicemente sposato la filosofia raccogliendo oltre 25 mila euro. È un bel segnale che dà conto di quanto un’azienda sia legata al suo territorio”, conclude il CEO di Vis Hydraulics.

PREMIO INDUSTRIA FELIX 2023 A WIENERBERGER

Robert Lang, CEO di Wienerberger Italia, in rappresentanza dell’azienda protagonista internazionale nella fornitura di soluzioni intelligenti per l’involucro edilizio e per le infrastrutture, ha ritirato il Premio Industria Felix durante la cerimo-

nia di premiazione della quarantottesima edizione del riconoscimento riservato alle imprese del Nord-Est Italia.

L’evento si è tenuto lo scorso 14 aprile, presso la Zignago Holding di Fossalta di Portogruaro, in provincia di Venezia, e all’impresa italiana che ha uno stabilimento anche a Bubano, in provincia di Bologna, è stato consegnato il riconoscimento come appartenente alle “migliori imprese per performance gestionale e affidabilità finanziaria Cerved con sede legale nella regione Emilia-Romagna” nella categoria “conduzione Under 40”, ottenendo in aggiunta il prestigioso Sigillo di Qualità Green.

“Un riconoscimento importante per Wienerberger Italia e per la nostra strategia chiara e lineare, che pone al centro del core business la compatibilità tra produzione e salvaguardia del pianeta, improntata sempre più a coniugare ed equilibrare sostenibilità economica, ambientale e sociale”, ha sottolineato Lang. “Questo premio porta la firma di tutti i nostri dipendenti che, giorno dopo giorno, con passione, determinazione e impegno, si pongono obiettivi sfidanti, continuando a credere nei nostri valori cardine e facendosi portavoce della nostra mission aziendale”.

L’evento è stato organizzato da Industria Felix Magazine, trimestrale di economia e finanza diretto da Michele Montemurro in supplemento con Il Sole 24 Ore, in collaborazione con Cerved, Università Luiss Guido Carli, A.C. Industria Felix, col sostegno di Confindustria, con il patrocinio Simest e con le media partnership del Sole 24 Ore e Askanews.

Wienerberger AG è il principale fornitore di soluzioni per materiali da costruzione e infrastrutture con sede legale a Vienna. Fondata nel 1819, ha alle spalle una storia di successo di quasi 200 anni. È l’unica multinazionale che produce blocchi in laterizio per murature, mattoni faccia a vista e tegole in terracotta, sistemi di tubi in ceramica e in plastica, nonché pavimentazioni in terracotta e cemento. È il più grande produttore al mondo di soluzioni in laterizio e la società detiene la posizione di numero uno del mercato nei vari segmenti di business.

Robert Lang, CEO di Wienerberger Italia

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WÜRTH ITALIA CELEBRA 60 ANNI DI “COSE FATTE BENE”

proprie esigenze. Da quel periodo in poi parte quella che è, a tutti gli effetti, una storia moderna, di crescita costante e di continua innovazione di prodotti, servizi, logistica e consulenza.

Da 60 anni a fianco degli artigiani italiani. A celebrarli nel 2023 è Würth Italia, realtà specializzata nella distribuzione di prodotti per la tecnologia di fissaggio e assemblaggio che opera nei settori automobilistico, dell’artigianato e delle costruzioni, ma anche delle installazioni, del legno e molto altro. Curiosamente, all’inizio degli anni ’60 la storia di Würth Italia prende il via da un gelato. Più precisamente, dall’amicizia tra Onorino Soccol, gelataio italiano emigrato in Germania nel dopoguerra, e il fratello di Reinhold Würth, cliente abituale della sua gelateria. Nel 1963, spinto dall’amico e cliente, Onorino entra in contatto con Reinhold Würth, che gli propone di tornare in Italia e provare a vendere i prodotti della sua azienda. In quel momento, la Ferramenta Adolf Würth era un’attività avviata già da nove anni e puntava ad espandere il suo mercato in altri Paesi. Tra questi, anche l’Italia. Soccol coglie subito l’occasione per tornare “a casa” con l’auto carica di viti. Da quel momento, la sua vita cambia completamente. La data da non dimenticare è il 26 febbraio 1963. Quel giorno Reinhold Würth e Onorino Soccol, insieme ad Anton Seebacher, fondano la sede legale e operativa di Würth Italia a Terlano, in provincia di Bolzano, una zona al confine tra Italia e Austria, abitata da una comunità bilingue. Soccol inizia a occuparsi delle vendite, lasciando la parte burocratica in mano a Seebacher. Comincia così a prendere forma la prima figura rappresentativa dell’azienda, quella del venditore. “Il cliente è re e noi siamo i suoi umili servi”, è il motto di Soccol, che si reca quotidianamente dai clienti per vendere, consegnare la merce, consigliarli nella scelta del prodotto più adatto alle

Con i suoi 217 stabilimenti produttivi dislocati in 27 Paesi, il Gruppo Wienerberger ha generato un fatturato globale di 5 miliardi di euro e un EBITDA consolidato di 1 miliardo di euro nel 2022. Da sempre attenta alle esigenze del cliente, offre una vasta gamma di soluzioni per l’involucro, dove la tradizione del laterizio si

Nel 2002 la sede si trasferisce a Egna, dove dal 1977 era già presente un centro logistico e amministrativo. L’espansione in tutta la penisola di Würth Italia, che oggi conta tre centri logistici, più di 220 punti vendita sul territorio nazionale, 3.900 collaboratori e più di 300mila clienti, avviene nel rispetto dei valori fondamentali che hanno sempre caratterizzato la filosofia aziendale, basata sull’impegno e la passione nell’interesse del cliente, il rispetto dei collaboratori, l’attenzione per la qualità, l’eccellenza, il dinamismo e l’innovazione.

“È con grande orgoglio e soddisfazione che festeggiamo oggi i 60 anni di attività in Italia. Si tratta di un traguardo importante nella storia dell’impresa, che ci spinge a essere ambiziosi e a guardare con fiducia il futuro”, dichiara Nicola Piazza, amministratore delegato di Würth Italia. “Würth conserva una fortissima impronta familiare, un tratto distintivo che permea tutta la cultura aziendale. Proprio come una grande famiglia, vogliamo festeggiare l’importante anniversario insieme ai nostri collaboratori e ai nostri clienti, protagonisti assoluti della realtà di Würth Italia”.

I passi compiuti da Würth Italia durante questi 60 anni sono stati molti, tra cui l’adozione nel 2018 del piano strategico di change management, denominato HREvolution (che ha permesso all’azienda di ottenere la certificazione di Top Employers anche nel 2023), lo sviluppo di servizi e soluzioni digitali e di importanti collaborazioni nel mondo dello sport, con Fc Südtirol/Alto Adige, le nazionali italiane di calcio. Inoltre, l’anno scorso Würth Italia ha annunciato di aver sviluppato il proprio Metaverso, un luogo virtuale nel quale, attraverso un’esperienza immersiva, i clienti possono sperimentare le diverse soluzioni offerte dall’impresa.

In occasione dei 60 anni di attività, poi, Würth Italia ha creato una sezione del blog aziendale che ospita contenuti e iniziative con protagonisti i dipendenti e i clienti, che verrà aggiornata per tutto l’anno, e un podcast in sei episodi, “Cose fatte bene”, per condividere le tante le storie avvincenti incontrate lungo il proprio percorso di crescita.

sposa con la tecnologia e l’innovazione per creare una gamma in costante evoluzione. Sul mercato italiano Wienerberger AG si affaccia nel 1997, acquistando lo stabilimento Feltrina di Villabruna di Feltre, in provincia di Belluno. Tra il 1999 e il 2007 sono seguite le acquisizioni di altre importanti realtà industriali a Terni, Gattinara,

in provincia di Vercelli, oltre a quella di Bubano.

Nel 2009 Wienerberger Italia diventa un unico gruppo che ad oggi conta poco meno di 200 operatori e che insieme fornisce assisten-za al cliente su tutto il territorio nazionale, dalla fase di progettazione a quella di cantiere.

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Le imprese riunite confermano Presidente Valter Caiumi

Ratificata a larghissima maggioranza la proroga biennale del mandato di Presidenza di Valter Caiumi e dei vicepresidenti Sonia Bonfiglioli e Gian Luigi Zaina fino al 31 maggio 2025

Un incontro ricco di contenuti quello che si è tenuto lo scorso 12 maggio a Palazzo Albergati, a Zola Predosa, in provincia di Bologna, dove centinaia di imprenditori di Confindustria Emilia Area Centro si sono riuniti per l’Assemblea Generale privata delle imprese associate.

Primo degli impegni per i partecipanti è stata la ratifica della delibera del Consiglio Generale del 29 settembre 2022 che aveva proposto la proroga biennale, prevista a norma di statuto a seguito dell’emergenza pandemica, del mandato del Presidente Valter Caiumi e dell’intera squadra di Presidenza composta anche dai Vicepresidenti Sonia Bonfiglioli e Gian Luigi Zaina.

Il mandato di presidenza si prolunga dunque per il prossimo biennio fino al 31 maggio 2025.

Il Presidente di Confindustria Emilia Valter Caiumi, prima dell’esposizione della sua relazione, ha voluto sottolineare che “con l’Assemblea di oggi termina il mio quadriennio di presidenza, un periodo intenso di grandi soddisfazioni, ma anche grandi sacrifici soprattutto personali, con la volontà di non venir meno agli impegni presi con gli imprenditori e al tempo stesso con il mio Gruppo, in un quadriennio dove la pandemia è stata solo uno dei nodi da affrontare e sfidare. Sarà un onore ma anche un grande impegno continuare a lavorare insieme, per i prossimi due anni che dedicheremo

a consolidare le iniziative e far crescere ancora di più la nostra comunità di imprese. Consolidare non per rallentare, ma per gettare basi ancora più solide per la nostra Emilia”.

Dopo la relazione del presidente Caiumi, a disposizione qui nella rivista, il direttore generale Tiziana Ferrari ha presentato il bilancio 2022 dell’Associazione, con i dettagli dell’attività svolta nell’ultimo anno, approvato dall’Assemblea così come il preventivo 2023 e la delibera contributiva 2024 che ha confermato anche quest’anno un significativo taglio

del contributo annuale dovuto dagli associati.

L’ultima parte dell’Assemblea è stata poi dedicata alla presentazione di uno studio svolto da Porsche Consulting per Confindustria Emilia Area Centro che individua, attraverso il matching tra i megatrend economico-sociali e 14 trend industriali che guideranno il business, le prospettive di opportunità dei distretti industriali al 2030. Anche l’approfondimento di questo argomento è nelle prossime pagine della rivista.

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di Raffaella Mazzali
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La relazione del presidente Valter Caiumi

Care Colleghe, cari colleghi,

Grazie per essere qui oggi, un saluto a coloro che sono collegati da remoto.

Prima di concentrarmi sulla relazione di gestione delle attività associative vorrei soffermarmi sul macro-contesto.

Questo 2023 è partito meglio di come ci attendevamo, pur con i suoi problemi, noti a tutti. E osserviamo una buona tenuta anche per il secondo trimestre.

Dal punto di vista finanziario il fattore chiave rimane il ciclo dei tassi e auspicabilmente l’avvicinarsi della fine dei rialzi, che secondo gli analisti potrebbe terminare nel mese di giugno.

Il nostro focus si concentra da una parte sulla tenuta della ripresa economica, dall’altra sulla stabilizzazione dell’inflazione, è ancora presto per parlare di cali. Di ripresa fragile e incerta ha parlato la stessa Banca Centrale Europea in occasione del meeting di Washington organizzato dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca mondiale.

FMI ha tagliato le stime sul PIL per quest’anno al 2,8%, prevedendo quindi la crescita più debole dal 1990, dovuta al netto rallentamento dei paesi avanzati. È chiaro che il rallentamento della crescita di questi paesi è dovuto alle profonde dinamiche di trasformazione in corso.

Partiamo dal fatto che la popolazione mondiale è sempre stata relativamente contenuta e che, negli ultimi 150 anni, ha superato quota 7 miliardi di persone che consumano anche di più in termini pro-capite.

Le società avanzate si trovano oggi davanti all’obbligo di rallentare il modus operandi sin qui adottato per contenere l’innalzamento della temperatura.

I dati ci dicono che il nostro budget residuo di circa 1.500/2.000 giga tonnellate

di CO2, corrisponde a una piccolissima frazione, molto meno del 10% dell’equivalente di petrolio, carbone, gas naturale disponibile. Dovremo fare lo sforzo smisurato di resistere alla tentazione di estrarre questa immensa quantità di combustibile fossile che potrebbe trasformarsi in CO2 e quindi in innalzamento della temperatura.

D’altro canto andranno individuate nuove modalità per misurare e sostenere la crescita dei paesi, legate a nuovi stili di vita, di lavoro e - per le imprese - di produzione.

Come in tutte le cose qualcuno deve partire per primo, se questo è il compito di noi Europei lo percorreremo, ma siamo consapevoli che servono convergenze mondiali per raggiungere risultati concreti.

Ci auguriamo che questo esempio sia da apripista per tutto il pianeta.

Tutti i settori industriali oggi stanno cercando di affrontare questo tema e tutte le filiere sono chiamate in causa.

La filiera della mobilità e dei trasporti, da diversi anni, sta facendo da pilota a questo nuovo modello di vita e di lavoro più sostenibile e più responsabile.

Forse passeremo da auto grandi, di proprietà e a combustione, ad auto mediamente molto più piccole: elettriche e ad idrogeno, condivise e a guida autonoma. Dico forse in tono ironico, perché è un fatto ormai certo, si tratta solo di capire quando.

Le imprese della filiera automotive dovranno cogliere altre vie di produzione diversificandosi, la nostra analisi e il lavoro fatto nel 2019, quattro anni fa, andavano in questa direzione.

Perché certamente resteranno le auto e le moto emozionali a combustione, ma anche in questi segmenti ci sarà una diversificazione delle gamme, e questo lo stiamo già vedendo in opera.

Di pari passo avremo un’ulteriore crescita verso la mobilità virtuale. Cosa che è facile da capire.

Non ci muoviamo più fisicamente ma si muovono la voce e le immagini, e magari attraverso ologrammi la nostra figu -

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ra tridimensionale. Questa è la mobilità virtuale che potenzialmente sostituisce la mobilità fisica delle persone.

Se da un lato la mobilità fisica sarà una mobilità a servizio, dall’altro lato probabilmente si espanderà molto rapidamente un altro tipo di mobilità perché le persone si muoveranno sempre di meno in senso fisico e saranno gli oggetti a raggiungerle.

Questo comporterà per le nostre filiere un cambiamento sostanziale - per altro, in molti campi, già in atto - di tutto quello che riguarda la logistica.

La tecnologia sta sviluppando non solo auto autonome che ci trasporteranno, ma anche oggetti per spostare in maniera completamente automatica le cose.

È probabilmente anche lì che dobbiamo focalizzare la nostra attenzione, per le filiere non solo dell’auto e della mobilità, perché la logistica tocca tutti i perimetri della manifattura.

Vedremo piccoli robot che consegnano la pizza oppure robot postini che consegnano il pacco nella cassetta delle lettere?

Proviamo a proiettarci fra 10/20 anni in una delle nostre città e domandiamoci quali scenari si apriranno.

Ci sarà il paradosso di città che saranno fittamente popolate ma con le strade deserte perché tutto andrà verso una mobilità virtuale?

Oppure potremmo vedere le nostre città svuotarsi e ripopolate le campagne di questi nomadi digitali che essenzialmente lavoreranno da casa?

Questi sono solo alcuni degli interrogativi collegati ai macro-trend, sui quali vorremmo confrontarci insieme al termine dei lavori, per poi lasciare spazio di approfondimento alle singole filiere dal loro punto di osservazione.

Oggi il nostro compito è di invitarvi a riflettere su questi fenomeni, nessuno possiede risposte per un futuro che è, per definizione, ancora da progettare.

Veniamo ora a noi, alla nostra comunità di imprese. Alla data di oggi siamo 3.385, tra imprese e unità operative, e rappresentiamo più di 185mila collaboratori, organizzati in 20 filiere e più di 2mila stabilimenti nel mondo.

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Parlando di digitale, di comunità di progetti, chiudo questo quadriennio alla presidenza, forte di aver dato il mio contributo nella staffetta dei presidenti. Partendo dal consolidamento del programma di mandato di chi mi ha preceduto, abbiamo innovato il modello associativo nella sua dimensione comunicativa, che trova una creazione e implementazione costante della piattaforma digitale, depositaria di tutto ciò che rappresentiamo e offriamo.

Quattro anni fa vi parlavo di Comunicazione Convergente.

Oggi abbiamo uno strumento che non ha eguali nel panorama confindustriale.

Ci diciamo sempre che: le imprese fanno, creano, ma spesso non si sanno raccontare, le pmi hanno un problema di comunicazione, sono troppo forti sul prodotto e troppo deboli sulla gestione della loro immagine.

Le pmi con la nostra piattaforma hanno i loro profili aziendali, tradotti in 5 lingue, e le loro storie vengono condivise con la totalità delle imprese associate.

Nel solo 2022 le news di vita industriale, prodotte e diffuse in tutte le lingue del portale, sono state oltre 700.

Il nostro canale Spotify con la serie di podcast FARE INSIEME fa da cassa di risonanza per lo story-telling ad oggi, di circa 130 imprese, con l’obiettivo di portarci verso numeri sempre più alti: un appuntamento che segna la distintività del fare impresa in Emilia, e dell’importanza che rivestono le persone nelle nostre organizzazioni.

Abbiamo avviato il 5 maggio scorso il ciclo di webinar che abbiamo chiamato Digital in Action, per offrire uno strumento in più, anche in risposta alle vostre dirette sollecitazioni, per approfondire la conoscenza dei tanti strumenti e tecnologie collegate ai più recenti sviluppi dei media, fino alle possibili declinazioni applicative di metaverso e blockchain.

Parlando di storytelling di impresa, e di costanza nel farlo, va anche citata la nostra undicesima edizione del Premio Mascagni che si è tenuta l’11 novembre 2022. Istituito per celebrare le nostre Imprese che crescono e che rilasciano valore a tutta la comunità, il premio ha visto la partecipazione di 32 aziende, raccontate sulle pagine del QN ogni martedì, da febbraio a ottobre. Nel 2022 si è aggiudicato il premio Roboqbo, il cui core business è progettazione e produzione di impianti per la trasformazione degli alimenti.

Le case histories sono straordinarie, ci mettono in luce per il territorio che siamo. Abbiamo ancora cose da fare sulla comunicazione, ma pensiamo di avervi dato spunti e strumenti nuovi in questi quattro anni.

In gennaio abbiamo presentato la seconda edizione dell’Osservatorio di Filiera, che fotografa l’andamento delle aziende nel biennio 20-21 attraverso l’analisi di una serie di indicatori, con un confronto puntuale con il resto del Paese, analisi condivisa con i principali policy makers per favorire l’elaborazione di politiche industriali mirate ed efficaci.

Oggi, alla luce dell’analisi aggiornata, possiamo dire che le nostre aziende mostrano eccellenze importanti e sotto molteplici indicatori si sono dimostrate un passo avanti rispetto al resto del Paese. La manifattura resta il cuore delle nostre aziende,

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ma anche i servizi hanno grande importanza: il ruolo, sempre più strategico, del digitale in questi ultimi quattro anni ha certamente contribuito a questa crescita.

La consapevolezza passa dai numeri:

• il fatturato medio e il numero di dipendenti medi delle imprese superano la media nazionale;

• per oltre il 50% si tratta di aziende esportatrici, con un’incidenza dell’export sul totale del fatturato pari al 36%;

• il 32,6% delle imprese ha ottenuto il punteggio massimo per il livello di innovazione raggiunto.

In una situazione estremamente complessa come quella del biennio 2020-2021, le performance economiche della comunità di imprese di Confindustria Emilia, lette anche in termini di incidenza sul fatturato, consumo di materie prime e componentistica, costi di gestione e costo del personale, hanno evidenziato una capacità di tenuta a fronte dei molteplici elementi di straordinarietà del periodo.

È da evidenziare che, in un territorio noto a livello internazionale per essere una delle culle dell’automazione industriale, nelle aziende con fatturato superiore ai 500 mila euro, l’incidenza del costo del personale (18,1% nel 2021) permane di molto superiore alla media nazionale (pari al

12,8%).

L’importanza delle competenze è un tema caro a tutti gli emiliani.

Ma la nostra assemblea è anche il momento del bilancio delle attività associative. Vengo a condividere alcuni dati del 2022:

• 114 seminari tecnici in un anno, una media di 2,5 momenti ogni settimana sugli argomenti di maggior interesse, che hanno coinvolto oltre 8 mila persone;

• 25.373 risposte ai vostri quesiti e 16.761 pareri scritti.

Il sistema di monitoraggio della customer satisfaction ci dice che nel 2022, su 3.001 questionari compilati, il punteggio medio è di 4,9 in una scala da 1 a 5.

Nel corso del 2022 sono riprese tutte le attività in presenza.

Il 7-8 settembre 2022 si è svolta la nona edizione di FARETE, dopo le restrizioni imposte della pandemia nei due anni precedenti; i numeri di questa edizione (550 espositori, 10.000 visitatori, oltre 90 workshops, 77 operatori internazionali, 44 startup, oltre 40 professionisti da 33 Paesi per le attività dell’area Tax & Legal Global Services) sono il miglior biglietto da visita.

L’appuntamento è ora per il prossimo 6 settembre per superare il traguardo di 10

edizioni, integralmente gestite all’interno, da una squadra di collaboratori motivati che trova anche in questo momento lo spirito di una corretta collaborazione.

La cultura del territorio, per i nostri territori: il 24 settembre 2022 ha avuto luogo la prestigiosa cerimonia di assegnazione del Premio Estense, che dal 1965 premia l’eccellenza del giornalismo italiano, alimentando il confronto sui più importanti temi di attualità e la sensibilità alla responsabilità sociale d’impresa.

Sono stati ben 45 i libri in gara, e la votazione finale ha decretato la vittoria di Marzio Breda; nel corso della cerimonia è stato altresì assegnato il Premio Granzotto alla giornalista Giovanna Botteri.

Il 15 dicembre 2022 siamo tornati in presenza anche per il nostro momento plenario degli auguri di fine anno. La serata, con la prestigiosa collaborazione della Fondazione Pavarotti e dei suoi talenti lirici, ha visto la presenza di oltre 4 mila persone.

Ma fermarci ai momenti aggregativi, per raccontarci questo 2022 che con il bilancio di oggi chiudiamo, sarebbe riduttivo. È stato un anno di consolidamento per le nostre iniziative più recenti, tra cui Export in Action, che dà l’opportunità di avere un export manager a supporto delle politiche commerciali delle nostre imprese; siamo diventati il vostro ufficio distaccato. Study in Action, la piattaforma digitale per la formazione continua di tutti i collaboratori aziendali, e il nostro Desk Sostenibilità, con un’analisi attraverso il questionario che abbiamo sottoposto a tutti i nostri Associati, finalizzata a generare un report di sintesi in ambito sostenibilità. Di questo report mi piace ricordare, qui, un dato su tutti: quasi 40 milioni di euro, in un solo anno, rilasciati direttamente dalle imprese associate a supporto di iniziative di territorio, di comunità. Dalla cultura, allo sport, alla salute.

Proiettiamolo come dato medio, nei prossimi dieci anni. Non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro per far capire a tutti gli interlocutori la potenzialità del motore impresa nella comunità. Un propulsore indi-

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Un altro progetto del 2022 che merita menzione è l’“Albo Circular”, una piattaforma gratuita che si propone di unire domanda e offerta, su scala nazionale.

Primo lavoro di questo tipo in Italia, l’Albo nasce per porsi al fianco delle aziende nel loro percorso verso la sostenibilità; una piazza aperta e in continuo aggiornamento, pensata a supporto di tutte le realtà che offrono o stanno cercando soluzioni “circolari” per il proprio business – come, ad esem-

pio, fornitori di servizi di riciclo, acquirenti di scarti di lavorazione e fornitori di materie prime secondarie – con l’obiettivo di rendere i propri servizi, prodotti e processi produttivi più sostenibili, sia dal punto di vista economico che ambientale.

Albo Circular ospita già al suo interno più di 60 imprese virtuose, che offrono prodotti o servizi in ambito di economia circolare, mettendo particolare cura e attenzione nel ridurre al minimo il loro impatto ambientale.

L’economia circolare e in maggior senso l’applicazione degli ESG non sarà completo senza un progetto di comunità. E su questo la nostra associazione ci darà spazio e modo di accrescere il nostro rating personale nel rating della comunità.

Quattro anni fa nella mia relazione di insediamento parlavo di Intelligenza di Comunità.

Siamo tutti oggi più consapevoli dei perimetri della nostra comunità di imprese, delle sue potenzialità e della sua concretezza. L’unione delle imprese, nel perseguimento delle politiche in linea con gli ESG, assume quanto mai un valore aggiunto strategico e competitivo rispetto ad altri territori.

Nel 2022 abbiamo anche continuato la semplificazione organizzativa del nostro gruppo, e condividiamo la nascita di Hit Servizi Emilia S.r.l., operativa dal 1° gennaio 2023, derivante dalla fusione della società Hit Servizi S.r.l. in Confindustria Servizi Emilia. Le due società coinvolte hanno dato vita ad un’unica società di servizi payroll. La nuova realtà conta su 74 professionisti del settore, che curano il servizio per oltre 280 mila cedolini processati all’anno. Vorrei ringraziare qui la Presidente Enrica Gentile e tutto il consiglio di amministrazione per la loro disponibilità.

Infine, abbiamo prestato attenzione massima alla gestione operativa e siamo orgogliosi di annunciare il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

• ancora una volta la riduzione del 100% sulla quota del bimestre novembre-dicembre 2022, pari a circa 2,4 milioni di euro;

• la delibera di riduzione, già presa in via preventiva, del 50% per l’ultima rata del 2023. La riduzione sarà prevista per tutte le imprese non dimissionarie, in regola con il regime contributivo della delibera 2022 e con il pagamento dei contributi, che concederanno il modello SEPA per i pagamenti e che invieranno all’Associazione, entro il mese di ottobre 2023, la documentazione necessaria per il calcolo del contributo per l’anno 2024;

• inoltre, nell’ottica di dare anche un

fare 93

primo segnale di riduzione permanente, si propone, e lo vedrete tra poco al punto in approvazione, la revisione dell’aliquota progressiva applicata oltre gli 8 milioni di Euro di imponibile contributivo, dallo 0,14% al 0,10%.

Dalla nascita di Confindustria Emilia siamo a 8,5 milioni di euro di riduzioni contributive, senza contare gli allineamenti dei sistemi contributivi iniziali che hanno portato ad un’ulteriore riduzione di un milione di euro l’anno. Siamo quindi a 13,5 milioni di euro di minor gettito contributivo.

Avviandoci a concludere, ripeto un passaggio sul quale abbiamo già riflettuto più volte, ma che dobbiamo continuare a rimarcare.

Nella competitiva economia globale di oggi, la dimensione dell’impresa può fare la differenza tra il successo e la sconfitta. Le imprese troppo piccole possono faticare a competere con le grandi aziende a causa della mancanza di risorse e scale, mentre le imprese troppo grandi possono lottare contro la burocrazia e la mancanza di flessibilità.

Secondo i dati dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), negli Stati Uniti la dimensione media delle imprese è di circa 24 dipendenti, mentre in Europa la dimensione media delle imprese è di circa 10 dipendenti. In Germania, uno dei più grandi paesi industrializzati in Europa, la dimensione media delle imprese è di circa 17 dipendenti. In Italia, la dimensione media delle imprese è di circa 5 dipendenti.

Anche se i nostri numeri, in Emilia, sono ben oltre la media tedesca, siamo ancora troppo piccoli e quindi deboli. Troviamo la forza di unirci lungo le filiere o perderemo vantaggio competitivo, non illudiamoci che la nuova globalizzazione sia un ritorno alla dimensione più piccola.

Infine, con l’assemblea di oggi termina il mio quadriennio di presidenza, un periodo intenso di grandi soddisfazioni ma anche grandi sacrifici soprattutto personali, nel non voler venir meno agli impegni presi con voi e al tempo stesso con il mio grup-

po, in un quadriennio dove la pandemia è stata solo uno dei nodi da affrontare e sfidare.

Sono convinto che alla guida politica di una comunità l’alternanza sia l’elemento sano che alimenta la sua crescita.

L’associazione è già pronta oggi per un passaggio di presidenza.

Per questo, decorso il periodo, ho incontrato il consiglio di presidenza prima, e poi il consiglio generale, rappresentando l’opportunità di valutare una nuova elezione.

All’unanimità dai colleghi di presidenza e poi con il consiglio generale, mi è stato chiesto di prorogare, così come Confindustria proponeva, in via straordinaria per il periodo Covid, il mandato sino al 2025 e gli organi collegiali oggi vi presentano questa ratifica.

Sarà un onore ma anche un grande impegno continuare a lavorare insieme, due anni sono pochi per prendere nuovi impegni rispetto al lavoro fatto. Ma nel caso ratificherete il mandato, l’impegno mio e del consiglio di Presidenza sarà integralmente dedicato a consolidare le iniziative e far crescere ancora di più la nostra comunità di imprese. Consolidare non per rallentare ma per gettare basi ancora più solide alla nostra comunità.

Grazie ai Vicepresidenti, ai colleghi del consiglio di Presidenza e del consiglio generale.

Grazie ai colleghi presidenti e in consiglio delle nostre società di servizio Fondazione

Aldini Valeriani, Hit Servizi Emilia, Nuova Didactica, Liceo Steam International, che gratuitamente anche quest’anno hanno condotto il nostro gruppo al traguardo di oltre 36 milioni di euro di fatturato, contro i 33 milioni di euro dell’anno precedente, contribuendo con la loro competenza a far crescere il nostro perimetro.

Il prossimo momento associativo assembleare ci vedrà insieme a Farete in settembre, ricordatevi che è un momento di conoscenza e di potenziamento del territorio.

Se oggi si parla dell’autorevolezza del modello Emilia, è grazie a chi l’Emilia l’ha costruita, animata e fatta crescere.

Perché la nostra comunità è fatta di tante imprese qualcuna in grande crescita, qualcun’altra che crescerà molto, molto presto, con le persone al centro.

E infine grazie a voi per gli spunti, i contributi, gli stimoli e le sollecitazioni che hanno segnato la vita associativa del 2022, che se è pur vero che ci ha lanciato molte sfide, già non le ricordiamo, perché siamo ormai sul binario di questo 2023 a metà del suo percorso, sempre proiettati in avanti per non perdere nuove opportunità.

Grazie a tutti. Buon Lavoro.

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SICUREZZA RISPARMIO INDACO PROJECT Srl BOLOGNA • MILANO • Italy 051.6166900 • info@indacoproject.it www.indacoproject.it SOSTENIBILITÀ RICONOSCIMENTO AUTOMATICO DELL’OGGETTO USATO TRACCIABILITÀ DELLO SMALTIMENTO CONFORMITÀ ALLA NUOVA NORMATIVA SUI RIFIUTI - R.E.N.T.R i CORRETTO SMALTIMENTO, RICICLO MATERIALI DI VALORE E RECUPERO UTENSILI DA RIPARARE INTELLIGENZA ARTIFICIALE APPLICATA ALLA GESTIONE DEI RIFIUTI IN AZIENDA NEW RELEASE

I trend da conoscere per orientare la crescita delle imprese

Lo studio svolto da Porsche Consulting per Confindustria Emilia offre una visione sulle aree di business più valide nei prossimi anni, partendo da megatrend globali mappati su trend industriali, e individua nove filiere a più alto potenziale di crescita: agroalimentare, automotive, digital, elettronica e meccatronica, energia, macchine, mobilità e logistica, packaging e veicoli industriali

Consigliare le aziende sulla direzione verso cui indirizzare gli investimenti da qui al 2030. Con uno studio pensato per le imprese emiliane ma che si può applicare su tutto il territorio nazionale. A presentare il report, a margine dell’assemblea generale privata di Confindustria Emilia dello scorso 12 maggio, è stato il presidente dell’Associazione, Valter Caiumi, insieme a Josef Nierling, amministratore delegato di Porsche Consulting, la società che ha realizzato lo studio.

“In un contesto economico incerto e critico come quello attuale”, ha spiegato il presidente Caiumi, “abbiamo lavorato insieme a Porsche Consulting per offrire alle imprese una panoramica di quello che il mercato potrebbe offrire loro, se sapranno cavalcare i trend industriali che caratterizzeranno l’economia mondiale e in particolare europea. Con questa analisi vogliamo tracciare una strada, per mostrare come alcuni indicatori di mercato cresceranno nei prossimi anni, a vantaggio di quelle imprese che sapranno cogliere le nuove sfide e investire per rimanere competitive”.

Il report parte dall’analisi e dall’incrocio di sette megatrend globali e 14 trend industriali che guideranno il business del prossimo futuro. Quali sono i megatrends di partenza evidenziati? Secondo lo studio “si tratta di forze strategiche che si manifestano su larga scala e che impatteranno il futuro del mondo”.

E certamente, le analisi predittive sui prossimi anni portano all’attenzione cambiamenti

importanti, come il fatto che si stima che entro il 2030 il mondo sarà più caldo di 1,5 gradi rispetto al periodo preindustriale, per intenderci quello precedente agli anni Cinquanta del Novecento. O il fatto che l’Unione Europea avrà circa 530 milioni di persone, a fronte di 447 milioni del 2022, diventando la terza economia mondiale, con una crescita annua dell’1,4%. Inoltre ci sono previsioni riguardo a quanto impatteremo sul pianeta: le città consumeranno il 6080% delle risorse energetiche e saranno responsabili del 70% delle emissioni globali; il consumo di energia aumenterà globalmente dell’1,7% all’anno; entro il 2030, il numero di dispositivi connessi a Internet raggiungerà i 125 miliardi, contro i 27 miliardi del 2017. In questo mix di cambiamenti, il potere dei paesi sarà determinato sempre di più dalla loro influenza relazionale.

I trend industriali che ne conseguono rappresentano, invece, le direzioni strategiche che guideranno il business nei prossimi anni e possono essere raggruppati in quattro categorie: Mondo Connesso & Digitale (in cui rientrano la digitalizzazione, la new mobility, la sicurezza), Nuovo Ordine Mondiale (in cui ci sono forze come la crescente urbanizzazione e l’individualizzazione), Economia Sostenibile, Persone (in cui spiccano l’invecchiamento della popolazione e i nuovi modi di lavorare).

Mappando i trend industriali sui distretti produttori, il report mette in evidenza come “ci siano importanti opportunità di crescita e sviluppo del business, secondo alcune direttrici. In particolare, sono nove i distretti industriali che potrebbero maggiormente

beneficiare dello scenario macroeconomico che verrà a definirsi nei prossimi anni, sulla base dei mega trend globali: agroalimentare, automotive, digital, elettronica e meccatronica, energia, macchine, mobilità e logistica, packaging, veicoli industriali”.

Ma il valore garantito dall’indagine condotta da Porsche Consulting per Confindustria

Emilia Area Centro risiede nella sua capacità di consigliare dove indirizzare gli investimenti, per le aziende non solo emiliane, ma di tutto il territorio nazionale.

Josef Nierling, amministratore delegato di Porsche Consulting, rileva: “Scenari geopo-

fare 97 assemblea
di RM Josef Nierling, amministratore delegato di Porsche Consulting

Megatrends will generate several industry transformation trends

litici, macro trend e disponibilità di capitali pubblici derivanti dai grandi piani europei hanno creato una finestra temporale unica per rafforzare la competitività dell’industria italiana: abbiamo messo le basi per creare

Infatti, le direttrici principali verso cui dirigersi con maggior priorità per cogliere le opportunità aperte dai trend industriali individuati sono state selezionate per ogni distretto, valutando le tendenze di crescita dei

il distretto automotive, il settore dei veicoli ad alimentazione elettrica (BEV) è quello che presenta le maggiori opportunità da cogliere, considerando la stima per cui arriverà a valere 420,9 miliardi di dollari nel mondo nel 2030, essendo centrale anche per l’agricoltura. Agricoltura che, da una parte, sarà sempre di più a base di energia rinnovabile, tramite biomassa, pannelli solari, eolico, ecc, e dall’altra sempre più “di precisione”, con servizi di ottimizzazione delle attività agricole attraverso interventi mirati basati su dati analitici e sensori: innovazioni e produzioni che si stima varranno oltre sei miliardi di dollari. Ma non solo, gli studi per rendere praticabile la coltivazione verticale, cioè la creazione di un ambiente di coltivazione per colture che utilizzano tecnologie avanzate, al fine di massimizzare i rendimenti e ridurre al minimo l’impatto ambientale, varrà oltre 13,5 miliardi.

Per il distretto dei macchinari industriali, invece, saranno centrali il cluster del packaging sostenibile (con la produzione e vendita di

I 14 Trends Industriali identificati che impatteranno sulle imprese

Digitalizzazione & A.I.

• La copertura della popolazione 5g aumenterà dal 15% al 53% entro il 2025

Sicurezza

• Elevata regolamentazione della privacy Sicurezza informatica guidata dall'intelligenza artificiale

Focus sulla salute

• Il mercato del benessere aziendale raggiungerà gli 87 miliardi di dollari nel 2028 (+65% rispetto al 2020)

Mercato della telemedicina in crescita al 23,5% CAGR

Equilibrio di genere

• Quota in aumento della forza lavoro femminile e dell'attività economica

• Colmare il divario di genere per aumentare il PIL OCSE del +15%

Mondo connesso

• Il numero di dispositivi connessi in tutto il mondo raggiungerà i 125 miliardi entro il 2025, rispetto ai 27 miliardi del 2017

Nuovi modi di lavorare

• Il 54% della forza lavoro preferisce continuare a lavorare da remoto

• Quota del 34% di lavoratori remoti permanenti post COVID-19

Sviluppo dell’ecosistema

• Relazioni poliedriche e strategiche. Condivisione di dati, applicazioni, operazioni e competenze

Invecchiamento sociale

• #persone di età superiore ai 60 anni raggiungeranno 1,4 mld nel 2030 (+55% vs 2015)

New mobility

• 90% veicoli con almeno ADAS –Sistemi avanzati di assistenza alla guida entro il 2030 Km/Passeggero raggiungerà 9,9 tr entro il 2030 (più del +100% dal 2018)

Nuovo ordine mondiale

• La Cina prevede di diventare la nazione con il PIL più grande entro il 2028

• Mondo multipolare con crescente protezionismo

Rivoluz Energetica Sostenibilità

• Il mercato delle energie rinn. dovrebbe raggiungere i 2,15 trilioni di dollari entro il 2025 (rispetto a 1,47 del 2017)

• Aum. quota di energia rinn. dell'UE dal 20% di oggi al 32% nel 2030

Urbanizzazione

con più di 1 milione di abitanti

• Il 60% delle persone lascerà le città entro

il 2050

41 megalopoli (oltre

10 milioni di abitanti)

nel 2030 contro 33

nel 2019

• L'UE ridurrà le emissioni del 55% rispetto al 1990 entro il 2030 Green deal dell'UE per mobilitare più di 1 trilione di euro in investimenti sostenibili

Individualiz zazione

• Il 90% dei consumatori è propenso ad acquistare offerte rilevanti per la persona

• 20% disposto a pagare per prodotti/servizi basati sul DNA

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Digital and connected world
Source: Porsche Consulting
Entro il 2030, il 28% delle persone che vivono in città
Green economy People New world order
Source: Porsche Consulting
Solidali si CAMPA meglio! Per la tua Famiglia o per la tua Azienda. www.campa.it Così diversa da una polizza sanitaria.

By deep diving the impact of Industrial trends on the current value chains (Filiere), 22 promising industrial clusters have been chosen

237,9 miliardi di dollari nel mondo di qui a sette anni) e quello della produzione di energia sostenibile (210,7 miliardi di dollari).

E, fra le principali opportunità da cogliere per chi opera nel settore del digitale, in comune con chi lavora nell’energy, in cima alla lista delle priorità c’è il cluster dei sistemi di accumulo di energia (Energy Storage System), con la produzione e vendita di stazioni di ricarica e sistemi di stoccaggio per ridurre il divario tra domanda e produzione di energia, che cuberà nel 2030 circa 6,8 miliardi di dollari.

Ma presto altri cluster seguiranno: ad esempio, in agricoltura diventerà prioritario orientarsi nella produzione e vendita di pesticidi e fertilizzanti di origine organica e sostenibile, un settore che varrà circa 34,9 miliardi di dollari.

E non dimentichiamo il “new food”: per molti aspetti, attualmente, si è ancora alle prime applicazioni, ma il vento del cambiamento è sempre più veloce e la produzione e vendita di alimenti nuovi, sani e alternativi attraverso nuovi canali, arricchendo l’esperienza dei consumatori e quindi attivando

nuove aspettative e richieste, arriverà a valere 151 miliardi di dollari. Stessa cifra che potrebbe valere il mercato dei nuovi materiali per utensili, attraverso la ricerca e produzione di materiali innovativi per macchinari e attrezzature.

Mentre, spostandoci verso il campo della salute è in grande sviluppo la produzione e vendita di dispositivi intelligenti collegati ai dati raccolti dai pazienti con possibile trattamento da remoto, con un valore che arriverà ai 54 miliardi di dollari; così come il campo dei piani di trattamento personalizzati per i pazienti, abilitati dall’intelligenza artificiale e dall’analisi avanzata (35,5 miliardi di dollari).

E se, per lo più, è ancora in fase di ideazione o di prime prototipazioni la produzione e vendita di satelliti e componenti per creare infrastrutture che consentano operazioni e servizi in orbita, anche se è già certo che diventerà sempre più rilevante, tanto che si stima che al 2030 varrà intorno ai 315 miliardi di dollari, l’integrazione di tecnologia, analisi dei dati e infrastruttura digitale per offrire e fornire servizi intelligenti ai cittadini

(per la gestione intelligente, solo per fare un esempio, del traffico o dei rifiuti) è sempre più attuale e vale, al 2030, 84,8 miliardi. La “nuova logistica”, con la produzione e vendita di soluzioni autonome che svolgono compiti complessi in modo più efficiente, senza intervento umano, potrà valere 18,8 milioni di dollari; mentre sale a 26,2 miliardi di dollari il valore al 2030 di tutto ciò che avrà a che fare con le potenzialità della produzione distribuita e l’ottimizzazione delle catene di fornitura complesse, attraverso la produzione decentralizzata di beni mediante tecnologie digitali, che consente di progettare, produrre e distribuire prodotti su richiesta.

Buone prospettive anche per le attività volte a ridurre l’impatto ambientale delle operazioni di trasporto marittimo (57,8 miliardi) e per quelle di contrasto e di gestione della siccità, uno dei temi che avrà sempre più valore: la produzione e vendita di soluzioni per desalinizzazione, creazione di serbatoi e monitoraggio dell’efficienza del trasporto dell’acqua varranno nei prossimi sette anni 8,6 miliardi.

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Energia Elettronica e meccatronica Digital Automotive Chimica e Farmaceutica Costruzioni e Infrastrutture Agroalimentare Veicoli industriali Salute Packaging (materials) Metalli e materiali compositi Mobilità e logistica Moda e lusso Macchine (inc. packaging) “Filiere” in scope High priority Medium priority Low priority/Already mature Industrial trends Security 20 22 Urbanization 11 13 14 13 11 19 20 02 Silver society 18 10 18 10 11 18 New mobility 11 08 14 11 11 02 14 11 Energy revolution 15 03 01 03 02 02 Health focus 06 18 10 18 10 05 05 Digitalization and AI 12 20 21 13 10 18 09 11 09 13 14 Ecosystem development 20 11 Sustainability 01 17 07 01 03 02 17 05 01 01 16 06 15 05 03 06 06 06 Individualization 7 13 05 05 11
* Battery Electric Vehicles Source: Porsche Consulting Connected World 10 18 20 21 12 20 22 15 08 04 11 New World order 16 21 14 03 02 05 05 New way of working 20 Gender Shift 18 10 18 Industrial clusters Order 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 Industrial clusters BEV* Energy storage systems Sustainable energy prod Precise agriculture Sustainable packaging Sustainable and organic chemicals and materials New food Semiconductors New tooling materials Smart health Shared and auton mobility Autonomous Logistics Distributed production Vertical mobility CO2 value chain Green shipping Drought management Personalized medicine Vertical farming Smart cities Space Economy EPC digital twin $6.8 bn $420.9 bn $6.2 bn $210.7 bn $237.9 bn $170.3 bn $54.1 bn $151.2 bn $151.1 bn $34.9 bn $156.6 bn $26.2 bn $10.8 bn $5.6 bn $8.6 bn $18.8 bn $57.8 bn $84.8 bn $4.9 bn $315.6 bn $13.6 bn $35.5 bn Mkt Value 2030 09 04 15 22 09 09 11 12 02

L'IMPRESA CHE VERRÀ

STUDY TOUR IN SILICON VALLEY

"L’impresa che verrà" è stato progettato per riflettere insieme sulle principali implicazioni strategiche & organizzative collegate all’impatto delle nuove tecnologie così come dei nuovi trends socio economici in atto.

Il viaggio in Silicon Valley offre un’opportunità per condividere le più recenti ed innovative esperienze attraverso una serie di incontri con manager ed operatori economici di alcune importanti organizzazioni, riconosciute come benchmarks d’eccellenza sul tema. In particolare vi sono alcuni filoni principali che hanno accompagnato gli incontri:

• come declinare le tecnologie emergenti in soluzioni operative ed applicabili;

• creare nuovi modelli di business in un mondo globale e multilaterale;

• nuove soluzioni manageriali praticabili per accompagnare l’evoluzione dell’organizzazione;

• tecnologie e pratiche nel dare corso a progetti di Digital Transformation;

• riflettere sulla sostenibilità come asset strategico per modelli di business innovativi.

Il viaggio si sviluppa in 3 fasi:

1. Sessione d’aula per l’introduzione ai contenuti dello Study Tour (3 ore). Il percorso inizia con una sessione formativa in aula per la preparazione del viaggio, al fine di condividere conoscenze ed analisi delle principali tendenze in corso nelle politiche di HR Management in una prospettiva di evoluzione delle organizzazioni. L’analisi dei modelli di business, l’evoluzione dei modelli organizzativi e delle politiche di gestione saranno argomenti affrontati.

2. Settimana di formazione in Silicon Valley (9 giorni). La settimana di formazione in Silicon Valley prevede diversi incontri con operatori economici di grande interesse, attualità ed innovazione. Inoltre si svolgeranno anche una serie di incontri con esponenti autorevoli della comunità professionale italiana presente in Silicon Valley.

3. Sessione d’aula per il follow up dello Study Tour (3 ore). A conclusione del viaggio, una sessione formativa d’aula consentirà di condividere alcune principali riflessioni emerse dal viaggio così, di dare corpo a specifiche eventuali iniziative di approfondimento.

Il periodo previsto per il viaggio è 21 Ottobre 2023 partenza da Bologna per San Francisco e 28 Ottobre 2023 partenza da San Francisco per Bologna.

Silicon Valley L'IMPRESA CHE VERRÀ STUDY TOUR, OCTOBER 2023 Per maggiori informazioni scrivere a: Sara Seghedoni seghedoni@nuovadidactica.it - 059/247906 Tutte le informazioni su: www.nuovadidactica.it/limpresa-che-verra-study-tour-in-silicon-valley CONFINDUSTRIA
SCUOLA DI MANAGEMENT
EMILIA AREA CENTRO

Tutto pronto per Farete 2023

La decima edizione della due giorni di Confindustria Emilia andrà in scena il 6 e il 7 settembre nei padiglioni 16 e 18 di BolognaFiere.

scattato il conto alla rovescia per Farete 2023. L’appuntamento con la decima edizione della due giorni dedicata alle imprese promossa e organizzata da Confindustria Emilia Area Centro è fissato per mercoledì 6 e giovedì 7 settembre nei padiglioni 16 e 18 di BolognaFiere.

Confermando il proprio ruolo di primo piano nella promozione delle eccellenze produttive e dei servizi del territorio e non solo, acquisito e consolidato nelle prime nove edizioni di grande successo avvalorato da numeri in continua crescita, anche quest’anno Farete sarà il luogo in cui le imprese si incontrano, un’occasione concreta per sviluppare opportunità di business e nuove relazioni professionali e una grande vetrina di lavorazioni, produzione, subfornitura e servizi che propongono. La due giorni delle imprese di Confindustria Emilia si confermerà inoltre anche un importante strumento di approfondimento, analisi

e aggiornamento professionale per tutti i partecipanti grazie al ricco programma di workshop tematici (l’anno scorso sono stati più di 90) che andranno a comporre un vero e proprio laboratorio in continua evoluzione e condivisione per la comunità.

La manifestazione si aprirà come di consueto la mattina del primo giorno con l’Assemblea Pubblica di Confindustria Emilia, in programma mercoledì 6 alle 10 con il riconfermato presidente Valter Caiumi che presenterà la propria relazione sul palco prin -

cipale. A seguire, le aziende avranno a disposizione oltre 10.000 metri quadrati di spazi espositivi e l’opportunità di partecipare gratuitamente a un ampio programma di workshop, eventi e momenti di approfondimento.

Ad arricchire la due giorni di networking, la cui passata edizione ha registrato oltre 10.000 presenze, saranno anche quest’anno le aree tematiche, veri e propri spazi fisici pensati per offrire alle imprese partecipanti opportunità di business, di incontro e confronto sempre più strutturate e complete.

Tra queste, l’International Club è l’occasione gratuita, per le aziende manifatturiere associate che espongono a Farete, di incontrare buyers internazionali selezionati direttamente dall’Associazione per sviluppare concrete opportunità di affari a livello internazionale potendo contare,

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È

in caso di necessità, anche su un’assistenza linguistica. L’edizione 2022 ha registrato ben 679 appuntamenti b2b tra 101 imprese e 77 operatori provenienti da 21 Paesi (Arabia Saudita, Camerun, Canada, Danimarca, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Iran, Kuwait, Lituania, Macedonia del Nord, Olanda, Polonia, Regno Unito, Serbia, Singapore, Slovenia, Sudafrica, Svizzera, Tunisia e Turchia).

L’Open Hub è invece lo spazio all’interno del quale Confindustria Emilia organizza incontri b2b tra startup e corporate e numerosi workshop e talk dedicati all’Open Innovation, al trasferimento tecnologico e al mondo delle startup, con focus sul settore manifatturiero, al fine di favorire i processi di innovazione delle aziende associate e fornire loro l’opportunità di fare business ad alto impatto, avviare collaborazioni tecnico/scientifiche, individuare fornitori innovativi e soluzioni di efficientamento produttivo e valutare possibili

investimenti in un’ottica di diversificazione del business. Quarantaquattro startup e oltre 40 aziende hanno preso parte, lo scorso anno, a più di 140 incontri b2b e altrettanto significativi sono stati i numeri riguardanti i workshop tematici che si sono svolti nell’Arena Open Hub, con oltre 300 partecipanti nelle due giornate.

Ancora: il Desk Tax & Legal Global Services mette a disposizione delle imprese che vogliono proiettarsi verso mercati internazionali diversi professionisti esperti in normative italiane ed estere, proponendo consulenze specialistiche one to one in ambito fiscale, legale e societario su specifici Paesi e ospitando tavole rotonde e approfondimenti relativi ai temi attinenti alla contrattualistica internazionale. Lo spazio ha portato a Farete 2022 oltre 40 professionisti esperti in normative di 33 Paesi esteri.

Ultima, ma non ultima, la Borsa del Turismo Industriale, che mira a sostenere il tu-

rismo industriale come innovativa forma di valorizzazione della cultura d’impresa. L’obiettivo della BTI è infatti promuovere i musei aziendali e le imprese quali tappe turistiche fortemente rappresentative del territorio emiliano a operatori esteri e specialisti nell’outgoing: un modo nuovo modo di fare cultura imprenditoriale per il territorio favorendo la riscoperta e la valorizzazione degli impianti industriali e dei prodotti che hanno fatto la ricchezza del nostro Paese. Nel 2022 la BTI ha coinvolto 23 buyers e 45 sellers: da un lato, hanno partecipato agli incontri one to one tour operator e organizzatori di eventi, italiani ed esteri, specialisti nell’outgoing, interessati ad inserire nelle proprie offerte turistiche visite alle aziende, ai musei aziendali e ai siti di archeologia industriale; dall’altro, imprese, strutture ricettive, musei aziendali, tour operator dell’incoming, società di servizi, APT ed enti pubblici.

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6-7 SETTEMBRE 2023

BOLOGNAFIERE

DELEGAZIONE IMOLESE, PROROGATO FINO AL 2025 IL MANDATO DI MARCO GASPARRI

L’Assemblea di Zona Permanente della Delegazione del Circondario Imolese di Confindustria Emilia, che si è riunita lo scorso 24 maggio, presso la cantina Umberto Cesari a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, ha ratificato la delibera del Consiglio Generale di Confindustria Emilia del 29 settembre 2022 che aveva proposto la proroga biennale, prevista a norma di statuto a seguito dell’emergenza pandemica, del mandato del Presidente Marco Gasparri. Il mandato di presidenza si prolunga dunque per il prossimo biennio, fino al 31 maggio 2025. Contestualmente l’Assemblea ha inoltre eletto Stefano Manara come vicepresidente del Circondario Imolese per il quadriennio 2023/2027.

Automobili Lamborghini dal 2016 al 2020, Marco Galliani, amministratore delegato di Profilati, e Averardo Orta, amministratore delegato del Consorzio ospedaliero Colibrì e presidente di AIOP Bologna, sono tra i 25 Cavalieri del Lavoro nominati lo scorso 31 maggio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l’anno 2023. L’onorificenza “al Merito del Lavoro” è una delle più esclusive tra gli ordini cavallereschi e viene conferita ogni anno in occasione della Festa della Repubblica a imprenditori italiani che si siano distinti in vari settori. Istituita nel 1901, è concessa dal Presidente della Repubblica su proposta del Consiglio dell’Ordine presieduto dal Ministro dello Sviluppo Economico. Lo scorso 30 maggio, inoltre, l’Assemblea privata di Confindustria ha dato il via al nuovo Consiglio Generale per il biennio 2023-2025. In quota Confindustria Emilia, insieme al presidente Valter Caiumi, figurano come rappresentanti generali gli imprenditori Stefano Bossi, CEO e GM di Vem Sistemi, per le grandi imprese, e Guido Ottolenghi, direttore generale e amministratore delegato de La Petrolifera Italo Rumena, per le medie imprese, che completano la nostra rappresentanza insieme ai consiglieri Salvatore Bocchetti, owner e CEO di Zaccanti; Marco Checchi, amministratore delegato di Pelliconi & C e presidente della filiera Packaging di Confindustria Emilia; Marco Hannapel, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia; Michele Poggipolini, amministratore delegato di Poggipolini e presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia; Gian Luigi Zaina, socio unico di Della Rovere e vicepresidente di Confindustria Emilia, nell’ambito della Piccola Industria.

NOMINE E RICONSCIMENTI PER GLI IMPRENDITORI EMILIANI

Stefano Domenicali, presidente e amministratore delegato di Formula 1, già presidente della filiera Automotive di Confindustria Emilia dal 2018 al 2020 e presidente e amministratore delegato di

Per il medesimo periodo Fabio Tarozzi, presidente e amministratore delegato di SITI B&T Group, è stato riconfermato come vicepresidente di Federmeccanica con delega ai rapporti con i territori per il biennio 2023-

2025. Infine, Umberto Tossini, chief people & culture officer di Automobili Lamborghini, lo scorso aprile è stato nominato presidente del Gruppo Costruttori Anfia e vice presidente dell’associazione Anfia per il periodo 2023-2026.

DIGITAL IN ACTION, UN CICLO DI 14 INCONTRI SULLA COMUNICAZIONE DIGITALE

Per un’azienda manifatturiera oggi è fondamentale sapere come comunicare e come trasmettere i propri valori aziendali. Il sito web, i social media, le campagne di adv, gli influencer, i blog sono strumenti diversi e tutti essenziali nell’attività di lead generation, ma affinché si trasformino in vere opportunità di business è necessario comprendere il loro funzionamento all’interno di una strategia efficace e omnichannel.

Per questo Confindustria Emilia ha ideato il progetto Digital in Action, un ciclo di 14 webinar suddivisi in tre diversi percorsi incentrati sulla comunicazione digitale, i social network e il personal branding, sul Metaverso e sulla Blockchain e gli strumenti Web3. L’obiettivo è quello di fornire alle imprese manifatturiere emiliane conoscenze adeguate sugli strumenti e le piattaforme di comunicazione, in modo da acquisire un vantaggio competitivo e definire l’unicità dei propri prodotti. Il progetto ha preso il via il 5 maggio scorso con il primo dei sei incontri online, proseguiti fino a metà luglio, sul tema della comunicazione digitale tenuti da Rudy Bandiera, consulente, speaker e formatore per aziende nonché autore di libri su innovazione, digital e comunicazione. A settembre il focus si sposterà poi sul Metaverso, con tre webinar che avranno come protagonista Marco Savini, CEO e founder di Big Rock, mentre tra ot-

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Stefano Manara, vicepresidente, e Marco Gasparri, presidente della Delegazione Imolese di Confindustria Emilia

CONCLUSA LA 4a EDIZIONE DELLO “YOUNG ART AWARD”

È Luca Campestri con l’opera “Artifacts” il vincitore della 4ª edizione dello “Young Art Award”, il riconoscimento promosso e organizzato dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna, che ogni anno premia giovani studenti dei Bienni dell’Accademia, dalla pittura alla digital art.

Il concorso 2023 aveva come titolo “ONE GIANT LEAP. Esplorazioni astronomiche, pianeti lontani e nuove forme di vita. Un sogno o la prossima frontiera?”. Seguendo il filo della storia e delle ultime evoluzioni in campo astrofisico, in questa quarta edizione del Premio YAA è stato richiesto ai giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna di presentare un lavoro che esprimesse la visione dell’Universo astrofisico sulla base del rapporto tra scienza e proprio spazio cosmico personale.

La giuria, presieduta da Alessandro Tiezzi, CEO di Var Prime - Var Group Company, sponsor del concorso, insieme a Danilo Perini, rappresentante di Azimut, e Francesco Ritucci, rappresentante di Adecco, e composta anche dai docenti dell’Accademia Marinella Paderni e Guido Molinari, dai curatori del concorso Vittorio Cavani e Giorgia Sarti, dall’imprenditrice

Roberta Casetti, da Michele Poggipolini, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria

Emilia, e dal giornalista e autore Emilio Cozzi, si è riunita lo scorso 6 giugno per scegliere i primi tre classificati tra le 25 opere finaliste.

“Sono orgoglioso che sotto la mia presidenza si sia sviluppato un progetto artistico di tale rilevanza nazionale. La creazione di una collezione privata è di enorme valore per il territorio, è la dimostrazione che l’impresa italiana può e deve spingersi su orizzonti culturali differenzianti”, ha dichiarato Michele Poggipolini, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia Area Centro.

A vincere la 4ª edizione, che consiste in un premio di 3.500 euro e nell’ingresso nella collezione privata del Gruppo Giovani “Il Cantiere del Contemporaneo”, esposta negli spazi di Palazzo Tubertini a Bologna (sede di Azimut), è stato dunque lo studente Luca Campestri con l’opera dal titolo “Artifacts”, premiata per l’aderenza al tema proposto e la risoluzione visiva e formale adottata che portano ad una sintesi finale di importante spessore.

Seconda classificata Alessia Cincotto con l’opera “Il viaggio verso”, per l’esplorazione e approfondimento della tematica affrontata lasciando nello spettatore un senso di ambiguità sul senso del reale e della finzione. Sul terzo gradino del podio Gianlorenzo Nardi con l’opera “Untitled (building project)”, per la ricerca linguistica sviluppata comprendendo l’esperienza personale e una complessa elaborazione formale estesa su più piani concettuali.

tobre e novembre si approfondiranno i temi della Blockchain e degli strumenti Web3 nel corso di cinque meeting online con Vincenzo Rana, CEO e co-founder, e Simone Dalledonne, Blockchain & business consultant, di Knobs.

Per tutte le informazioni sul progetto Digital In Action, sul calendario dei prossimi webinar e sui profili dei relatori: www.confindustriaemilia.it/digitalinaction

FUTURE IN ACTION, OLTRE 200 INCONTRI PER FUTURI IMPRENDITORI

È stata un grande successo la seconda edizione di Future in Action, il progetto, promosso dall’area Formazione e Scuola di Confindustria Emilia, lanciato a gennaio 2022 allo scopo di fornire aiuto agli studenti e alle studentesse delle scuole superiori che si trovano nel delicato momento di dover valutare quale strada intraprendere per il proprio futuro. Oltre all’orientamento dedicato alla formazione universitaria, l’iniziativa prevede anche l’organizzazione di giornate dedicate all’orientamento al lavoro con l’obiettivo di creare un ponte tra studenti e aziende, al fine di permettere alle imprese di farsi conoscere dai giovani che si apprestano a entrare nel mondo del lavoro e illustrare loro quali siano le opportunità di lavoro e carriera che le proprie realtà aziendali offrono.

L’edizione 2023 ha visto coinvolti i maturandi di Bologna e Modena in oltre 200 incontri conoscitivi con i responsabili delle risorse umane delle imprese. Sono stati oltre 100 i ragazzi e le ragazze degli istituti Belluzzi-Fioravanti di Bologna e Primo Levi di Vignola, in provincia di Modena, a partecipare lo scorso 24 maggio a Bologna e lo scorso 31 maggio

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a Vignola alla seconda edizione del progetto Future in Action - Orientamento al lavoro di Confindustria Emilia. Alle due giornate hanno aderito 22 aziende manifatturiere della provincia di Bologna e 19 della provincia di Modena.

È VENUTO A MANCARE GABRIELE FERRARI

Ha addolorato la famiglia, tutto il personale della Minerva Neon e tutti coloro che lo conoscevano la morte prematura di Gabriele Ferrari, nel marzo scorso. L’azienda era stata fondata da Pietro Ferrari in un garage dove eseguiva le creazioni in vetro soffiato. Da lì nei decenni si è avuta un’escalation fino agli anni Novanta quando, da impresa a carattere familiare, la Minerva Neon si amplia e si trasforma in una società di capitali condotta dai fratelli Ferrari. L’azienda si occupa della progettazione e realizzazione di strutture e coperture destinate anche al residenziale ma soprattutto al settore industriale e GDO, con una specializzazione ormai decennale nelle insegne luminose.

MORTO VALTER GOLFIERI

È avvenuta tragicamente, ad aprile scorso, la morte dell’imprenditore Valter Golfieri, 72 anni, uno dei fondatori della Cablotech. L’azienda è stata fondata nel 1993 e in oltre 25 anni l’azienda ha portato la cultura del made in Italy in numerosi settori industriali, acquisendo un’esperienza consolidata nella realizzazione di cablaggi elettrici custom. Golfieri

era un appassionato cicloamatore ed è morto in un incidente stradale avvenuto a Massa Lombarda, nel ravennate, mentre era impegnato in un giro sulle due ruote con alcuni amici. Era importante per la comunità e a ricordarlo come “uomo buono, generoso e attento” è stato, tra gli altri, il sindaco di Castel San Pietro Terme, Fausto Tinti.

MORTO MAURIZIO ONESTINI

È venuto a mancare, a fine maggio scorso, Maurizio Onestini, fondatore dell’azienda O.P.R. di Ferrara. Onestini è stato protagonista di una lunga stagione che ha avuto inizio nel 1950, lanciando l’attività che ancora adesso è guidata dal figlio Fulvio. L’azienda si occupa dell’allestimento degli stand e ha saputo introdurre nel settore uno spessore creativo in grado di far dialogare il mezzo, lo spazio architettonico e il fine, la comunicazione delle aziende, all’interno degli eventi ai quali decidono di partecipare.

È VENUTO A MANCARE MARCO BENTIVOGLI

È stata una morte improvvisa, a inizio giugno, a togliere Marco Bentivogli alla famiglia e ai dipendenti della Ober, di Granarolo dell’Emilia in provincia di Bologna. Bentivogli era ingegnere, giornalista e imprenditore di grande spessore e con grande dedizione professionale. Tutti i suoi collaboratori lo hanno voluto ricordare promettendo di continuare la traccia da lui segnata verso uno sviluppo dell’azienda nello stile che ha

sempre desiderato. Ober è una realtà che, in oltre sette decenni di presenza sul mercato, fornendo utensili pneumatici portatili, motori pneumatici, sistemi e macchine automatiche, ha saputo raggiungere una posizione di assoluto rilievo sul mercato europeo.

DECEDUTO GIAMPAOLO TONELLI

È mancato ad aprile scorso Giampaolo Tonelli, presidente dell’azienda bolognese G.T. Line. Fondata nel 1970 a Bologna, l’azienda da oltre 50 anni si è specializzata in prodotti e soluzioni di qualità e design per contenitori nei più diversi materiali per l'industria, per campionario, per usi professionali e per assistenza tecnica, oltre a borse, zaini e astucci in sky e cuoio e altro materiale.

DECEDUTO ANGIOLO TINTORI

È venuto a mancare, ad aprile scorso, Angiolo Tintori, dal 1984 a capo di Fren Tubo di Casalecchio di Reno alle porte di Bologna . L’azienda, fin dalla sua fondazione, ha rappresentato un punto di riferimento per la produzione di tubazioni flessibili per impianti frenanti e dal 2000 ha sviluppato anche prodotti a tecnologia avanzata e con caratteristiche tecniche eccezionali.

SONO MANCATI PAOLO VIAGGI

E LA MOGLIE SILVANA

Tra maggio e giugno scorsi sono mancati Paolo Viaggi, imprenditore che nel 1970 ha fondato a Castenaso, Bologna, la Mevi Meccanica Viaggi, e la moglie Silvana. Da oltre 50 anni l’azienda è specializzata principalmente nella produzione di ingranaggi per pompe idrauliche e alberame in genere; il grande know-how maturato unito al continuo investimento tecnologico, permette alla Mevi di fornire con grande flessibilità e reattività un'ampia varietà di prodotti caratterizzati da alta qualità e precisione.

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Gabriele Ferrari Valter Golfieri Maurizio Onestini Marco Bentivogli Angiolo Tintori

SPECIALE EDIZIONE 2023

Le filiere quattro anni dopo Le filiere, quattro anni dopo

Main sponsor

“Come Azimut siamo orgogliosi di sostenere la 59^ edizione del Premio Estense che, con le eccellenze del giornalismo italiano, la qualità e l’autorevolezza del loro lavoro, racconta la realtà nella quale viviamo aiutandoci a interpretare un contesto sempre più complesso. Prendere parte a questa importante iniziativa, promossa con successo da Confindustria Emilia Area Centro e ormai di caratura nazionale, ci dà la possibilità di ribadire l’impegno del nostro Gruppo nel promuovere e riconoscere la centralità della cultura e il valore del dialogo per la crescita della collettività, secondo quella responsabilità sociale d’impresa che da sempre ci contraddistingue e con la quale sosteniamo e partecipiamo allo sviluppo economico e sociale dei territori nei quali operiamo”

Monica Liverani, AD di Azimut Capital Management e Managing Director di Emilia-Romagna, Marche e Umbria; Chief Sustainability Officer di Azimut Holding, da quest’anno mainsponsor del Premio Estense.

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www.azimut.it

EDIZIONE 2023 PREMIO ESTENSE
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numero 60 giugno 2023

DIRETTORE RESPONSABILE

Raffaella Mazzali

EDITORE

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via San Domenico, 4 - 40124 Bologna tel. 051 6317111 - fax 051 356118

DIREZIONE E REDAZIONE

Confindustria Emilia Area Centro

ART DIRECTOR

Lorella Luccarini - Confindustria Emilia Area Centro

STAMPA

LABANTI e NANNI Industrie Grafiche Srl viale Marconi, 10 40011 Anzola dell’Emilia (BO)

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Valter Caiumi

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sommario magazine Le
59° Premio Estense. Designato il poker dei finalisti di Marco Taddei 3 I 69 libri candidati al Premio Estense 6 I quattro libri finalisti 8 Gli albi d'oro 11 Il 28° Premio Estense Scuola all’IIS Aleotti - Liceo Artistico Dosso Dossi di Ferrara 12 Associato all’Unione
idee e le proposte degli Imprenditori di Unindustria Bologna
Stampa Periodica Italiana

59° Premio Estense designato il poker dei finalisti

Saranno Paolo Borrometi, Ezio Mauro, Marcello Sorgi e Gaia Tortora a contendersi l’edizione 2023 dell’Aquila d’Oro. Assegnato a Federico Rampini il 39° Riconoscimento Gianni Granzotto. Sabato 23 settembre a Ferrara la cerimonia di premiazione

Dal Fascismo ai depistaggi e alle trame oscure che hanno segnato la storia del nostro Paese, passando per quello che è probabilmente l’errore giudiziario più clamoroso d’Italia. Sono questi i temi dei quattro volumi selezionati tra i 69 candidati, il numero più alto della storia del Premio Estense, pronti a contendersi l’Aquila d’Oro 2023 che verrà consegnata sabato 23 settembre, al Teatro Comunale “Claudio Abba -

do” di Ferrara, nel corso della cerimonia conclusiva del Premio che dal 1965 premia l’eccellenza del giornalismo italiano e promuove il dibattito sui principali temi di attualità attraverso la lettura. Lo scorso 24 maggio, nel corso della riunione che si è svolta nella sede di Confindustria Emilia a Ferrara, la giuria tecnica del Premio Estense, presieduta da Alberto Faustini, e composta da Michele Brambilla, Luigi Contu, Tiziana Ferrario, Paolo Garimberti, Jas Gawronski, Giordano Bruno Guerri, Agnese Pini,

Venanzio Postiglione, Alessandra Sardoni e Luciano Tancredi, ha dunque designato la quartina finalista: Paolo Borrometi con “ Traditori. Come fango e depistaggio hanno segnato la storia italiana ” (Solferino), Ezio Mauro con “ L’anno del fascismo. 1922. Cronache della Marcia su Roma ” (Feltrinelli), Gaia Tortora con “ Testa alta, e avanti ” (Mondadori) e Marcello Sorgi con “ Mura. La scrittrice che sfidò Mussolini ” (Marsilio). Contestualmente, la giuria presieduta dal presidente della Fondazione Premio

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Estense, Gian Luigi Zaina, e composta da sette imprenditori dei territori di Bologna, Ferrara e Modena (Patrizia Bauer, Luca Cimarelli, Maria Rita Giberti, Paolo Golinelli, Paolo Moscatti, Silvia Pasquali e Giorgio Piacentini), con il parere favorevole della giuria tecnica, ha assegnato il 39° “Riconoscimento Gianni Granzotto. Uno stile nell’informazione” a Federico Rampini che il prossimo 23 settembre sarà premiato con la Colubrina d’Argento.

“La giuria degli imprenditori con parere unanime ha premiato Federico Rampini, il suo modo di raccontare la geopolitica e ciò che accadrà nei prossimi anni, offrendo uno sguardo internazionale al Premio.

Il nostro è un riconoscimento alla carriera e soprattutto allo stile dell’informazione e dunque alla cifra di Rampini”, evidenzia Gian Luigi Zaina, presidente della Fondazione Premio Estense.

Editorialista del Corriere della Sera e già corrispondente de la Repubblica da New York dal 2009, Rampini ha esordito come giornalista nel 1979 scrivendo per Rinascita; è stato vicedirettore del Sole 24 Ore e inviato e corrispondente da Parigi, Bruxelles, San Francisco, Pechino. Ha insegnato nelle università di Berkeley, Shanghai e in Bocconi ed è autore di numerosi saggi, tra cui San Francisco-Milano (2004), L’impero di Cindia (2007), L’oceano di mezzo (2019), Fermare Pechino (2021), Suicidio occidentale (2022). America. Viaggio alla riscoperta di un Paese (2022) e Il lungo inverno. False apocalissi, vere crisi ma non ci salverà lo Stato (2022).

Tornando ai titoli in gara nel Premio Estense, il presidente della giuria tecnica Alberto Faustini, direttore del quotidiano Alto Adige e direttore editoriale di tutti i media italiani del gruppo Sie/Athesia, nel corso della conferenza stampa di presentazione della quartina finalista, ha sottolineato come contribuiscano a raccontare la storia del nostro Paese e di ciascuno di noi. “Attraverso questi 69 libri cogliamo il significato fondamentale del nostro mestiere che analizza questioni italiane, estere, ricordi: dentro questi titoli c’è un po’ tutto della storia di ciascuno di noi che diventa anche storia del Paese attraverso la testimonianza giornalistica”, ha spiegato il presidente della giuria tecnica del Premio

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Estense. “Dal racconto emerge lo stato di salute dell’Italia: Ezio Mauro da cronista storico, scavando nel passato, ci aiuta a capire com’è nato il fascismo in una stagione in cui si sente spesso la parola fascismo e meno la parola antifascismo; Gaia Tortora racconta una vicenda personale che è anche storia italiana di un errore giudiziario e di come un certo tipo di giornalismo ha raccontato o non ha raccontato la vicenda di Enzo Tortora, uno dei volti più popolari del Paese; Paolo Borrometi rappresen-

ta la nuova generazione di giornalisti e ci racconta l’Italia dei misteri, delle grandi trame e lo fa da uomo sotto scorta per le inchieste sulla mafia; Marcello Sorgi narra di una donna sconosciuta, la scrittrice Mura che seppe litigare con il fascismo e contrastare Mussolini. L’autore riesce da giornalista e cronista a raccontarci qualcosa di inedito rendendolo infinito”, ha rimarcato Faustini.

“Il numero record di volumi candidati quest’anno attesta ancora una volta come

il Premio Estense, che coinvolge sempre più scrittori e case editrici, stia ampliando i propri confini, come dimostrano anche le prestigiose media partnerhsip con ANSA, Rai Cultura e Rai Radio1 e la nuova collaborazione con Azimut”, ha aggiunto il presidente della Fondazione Premio Estense Gian Luigi Zaina.

“Come Azimut siamo orgogliosi di sostenere la 59^ edizione del Premio Estense che, con le eccellenze del giornalismo italiano, la qualità e l’autorevolezza del loro lavoro, racconta la realtà nella quale viviamo aiutandoci a interpretare un contesto sempre più complesso. Prendere parte a questa importante iniziativa, promossa con successo da Confindustria Emilia Area Centro e ormai di caratura nazionale, ci dà la possibilità di ribadire l’impegno del nostro Gruppo nel promuovere e riconoscere la centralità della cultura e il valore del dialogo per la crescita della collettività, secondo quella responsabilità sociale d’impresa che da sempre ci contraddistingue e con la quale sosteniamo e partecipiamo allo sviluppo economico e sociale dei territori nei quali operiamo”, ha affermato Monica Liverani, amministratore delegato di Azimut Capital Management, managing director di Emilia-Romagna, Marche e Umbria e Chief Sustainability Officer di Azimut Holding, da quest’anno main sponsor del Premio Estense.

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Al centro, Monica Liverani, amministratore delegato di Azimut Capital Management, managing director di Emilia-Romagna, Marche e Umbria e Chief Sustainability Officer di Azimut Holding, durante il suo intervento alla conferenza stampa di presentazione della quartina finalista Alberto Faustini, presidente della giuria tecnica del Premio Estense Gian Luigi Zaina, presidente della Fondazione Premio Estense Federico Rampini, vincitore del "39° Riconoscimento Gianni Granzotto"

I 69 LIBRI CANDIDATI AL PREMIO ESTENSE 2023

• #ALTREPAGINE. Le letture di chi scrive - Davide Barilli - Oligo Editore

• 40 SECONDI. Willy Monteiro Duarte, la luce del coraggio e il buio della violenza - Federica Angeli - B+C

• A O ADRIANO OLIVETTI UN ITALIANO DEL NOVECENTO Paolo Bricco - Rizzoli

• AL CUORE DELL’ITALIA Giulia Pompili, Valerio Valentini - Mondadori

• AMERICA - Federico Rampini - Solferino

• ASSALTO ALLA LOMBARDIA. Sanità, trasporti, ambiente: tutti i disastri di una classe politica - Michele Sasso - Laterza

• BOOMERS CONTRO MILLENNIALS - Beniamino Pagliaro - HarperCollins

• CALIFORNIA - Francesco Costa - Mondadori

• CINQUE DOMANDE SULL’ITALIA. I dilemmi di un paese inquieto - Paolo Pagliaro - Società editrice il Mulino

• COME GIRARE IL MONDO GRATIS. Un giornalista con la valigia - Enrico Franceschini - B+C

• CRONACHE DEL DISORDINE - Teresa Cremisi - La Nave di Teseo

• DECENNALE. Scritti giornalistici e pubbliche opinioni (2011-2021) - Alessandro Campi - Aguaplano

• DONNE INGANNATE. Il velo come religione, identità e libertà - Giuliana Sgrena - Il Saggiatore

• GABRIEL. Non ho ucciso nessuno - Fabrizio Berruti - Round Robin Editrice

• GIORNALISTI DA MARCIAPIEDE - Gad Lerner, Elena Ciccarello - Edizioni Gruppo Abele

• GORBACEV IL FURBO INGENUO - Pierluigi Franco - Rubbettino Editore

• GRANO. Storie e persone da una guerra vicina - Giammarco Sicuro - Gemma edizioni

• GUERRA E RIVOLUZIONE. Le macerie dell’impero - Carlo Formenti - Meltemi

• I DIMENTICATI - Pietro Del Re - Raffaello Cortina Editore

• I GIORNI DELLA LIBERTÀ - Alessandro Milan - Mondadori

• I LUOGHI DEL DESIGN IN ITALIA - Pierluigi Masini, Antonella Galli - B+C

• IL FANTASMA DELLA NAZIONE. Per una critica del sovranismo - Alessandro Campi - Marsilio

• IL FRONTE RUSSO - Luca Steinmann - Rizzoli

• IL MONDO SOSPESO - Giuseppe Sarcina - Solferino

• IL PARTITO DEGLI INFLUENCER - Stefano Feltri - Einaudi

• IL PRETE INDIGESTO - Riccardo Bocca - HarperCollins

• IL SELVAGGIO DELL’ORINOCO - Sandro Gerbi - Hoepli

• INFLAZIONE - Stefano Feltri - Utet Libri (De Agostini Libri)

• IPOCRISEA - Francesca Ronchin - Compagnia Editoriale Aliberti

• KIEV - Nello Scavo - Garzanti

• L’IMPERO AMERICANO - Giovanna Pancheri - Solferino

• LA GRANDE INCHIESTA DI REPORT SUGLI ANTIBIOTICI - Cataldo Ciccolella - Giulio Valesini - Chiarelettere

• LA GUERRA DEI TRENT’ANNI. 1992-2022. Le inchieste la rivoluzione mancata e il passato che non passa - Filippo Facci - Marsilio

• LA MAGNIFICA PORTA. Un paese chiamato Afghanistan - Duilio Giammaria - Marsilio

• LA MARCIA SU ROMA - Pino Casamassima - B+C

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• LA PACE È FINITA - Lucio Caracciolo - Feltrinelli

• LA RESISTENZA DELLE DONNE - Benedetta Tobagi - Einaudi

• LA RIVOLUZIONE DOLCE DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA - Gael Giraud - Libreria Editrice Vaticana

• LA RUSSIA IN QUATTRO CRIMINALI - Federico Varese - Einaudi

• LA SCORTA DI ENRICO - Luca Telese - Solferino

• LA STRAGE DI BOLOGNA - Paolo Morando - Feltrinelli

• L’ANNO DEL FASCISMO - Ezio Mauro - Feltrinelli

• LE NUOVE GUERRE DEL CALCIO - Marco Bellinazzo - Feltrinelli

• L’INGANNO. Antimafia. Usi e soprusi dei professionisti del bene - Alessandro Barabano - Marsilio

• L’INQUILINO - Lucia Annunziata - Feltrinelli

• L’ITALIA NEL PETROLIO - Giuseppe Oddo, Riccardo Antoniani - Feltrinelli

• L’OSTAGGIO - Enrico Bellavia - Zolfo editore

• MAFIJA. La minaccia russa, tra oligarchi e potere criminale - Pino Scaccia - Round Robin Editrice

• MAGISTRATE FINALMENTE. Le prime giudici d’Italia - Eliana Di Caro - Società editrice il Mulino

• MICHELE FERRERO - Salvatore Giannella - Salani editore

• MURA. La scrittrice che sfidò Mussolini - Marcello Sorgi - Marsilio

• MUSSOLINI IL CAPOBANDA - Aldo Cazzullo - Mondadori

• NET-WAR - Michele Mezza - Donzelli editore

• PESTAGGIO DI STATO - Nello Trocchia - Laterza

• SCRITTORI IN ARMI - Giuseppe Scaraffia - Neri Pozza

• SE MUOIO, SOPRAVVIVIMI - Alessio Cordaro, Salvo Palazzolo - Zolfo editore

• SETTANTA. IL POLIZIOTTO E LA STRAGE NEGATA - Fabrizio Berruti - Round Robin Editrice

• SIAMO TUTTI INFLUENCER - Giampaolo Colletti - Roi Edizioni

• SIENA, LA SUA BANCA E UNA SCOMODA VERITÀ - Tommaso Strambi - B+C

• STORIA MONDIALE DEL LOCKDOWN - Gabriele Crescente - Laterza

• TESTA ALTA, E AVANTI - Gaia Tortora - Mondadori

• TRADITORI. COME FANGO E DEPISTAGGIO HANNO SEGNATO LA STORIA ITALIANA - Paolo Borrometi - Solferino

• ULTIMA FERMATA - Tommaso Labate - Solferino

• UN GIORNO SENZA FINE - Annalisa Camilli - Ponte alle Grazie

• UN PESSIMO AFFARE - Giovanni Bianconi - Solferino

• UNA TRAMA DIVINA - Antonio Spadaro - Marsilio

• UNA VOLTA SOLA - Mario Calabresi - Mondadori

• UNTOLD. LA VERA STORIA DI GIANGIACOMO FELTRINELLI - Ferruccio Pinotti - Round Robin Editrice

• VIVE! STORIE DI EROINE CHE SI RIBELLANO AL LORO TRAGICO DESTINO - Alessandra Sarchi - HarperCollins

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I quattro libri finalisti

TRADITORI. COME FANGO E DEPISTAGGIO HANNO SEGNATO LA STORIA ITALIANA | Paolo Borrometi –Solferino

Una storia, alternativa e potente, del lato oscuro del Paese. Perché tante stragi e delitti in Italia rimangono impuniti? La ricerca della verità è un percorso a ostacoli e in troppi casi, prima ancora di cercare i colpevoli, si è messa in dubbio la credibilità di chi accusava. È accaduto a Giovanni Falcone quando si disse che la bomba dell’Addaura l’aveva piazzata lui stesso e a Paolo Borsellino la cui agenda rossa, misteriosamente scomparsa, sarebbe stata un «parasole». Don Diana? «Era un camorrista». Peppino Impastato? «Un terrorista». La lista dei nomi infangati per distrarre l’attenzione dai delitti è lunga. E la strategia ha un preciso nome in gergo, «mascariamento». Per comprenderne i drammatici effetti, Paolo Borrometi ci accompagna in un viaggio nella storia d’Italia in cui denuncia i traditori, i criminali che mirano a creare confusione nel Paese per raggiungere i propri interessi illegittimi. A discapito della verità. Un reportage giornalistico tra anomalie, depistaggi e buchi neri che parte dallo sbarco degli americani in Sicilia nel 1943 per arrivare ai giorni nostri, passando per le bombe degli anni Settanta e la strategia della tensione: da Portella della Ginestra a via Fani, dall’Italicus al Rapido 904, da Bologna a Capaci e Via d’Amelio, fino all’arresto del latitante Matteo Messina Denaro. Una storia, alternativa e potente, del lato oscuro del Paese.

Paolo Borrometi

Nato a Ragusa nel 1983, laureato in Giurisprudenza, ha iniziato a lavorare al «Giornale di Sicilia» e ha poi fondato il sito di informazione e inchiesta «La Spia».

Oggi è vicedirettore dell’agenzia di stampa AGI, collabora con Tv2000 e altre testate giornalistiche. Per il suo impegno di denuncia, ha ricevuto l’onorificenza motu proprio dal presidente della Repubblica. È presidente di «Articolo 21», collabora con Libera, la Fondazione Caponnetto e con la Cgil.

L’ANNO DEL FASCISMO | Ezio Mauro – Feltrinelli

Ezio Mauro racconta l’anno decisivo della frattura tra due epoche: dopo la guerra, davanti al potere declinante delle dinastie, c’è in Italia l’impeto crescente, violento, del nuovo movimento fascista. È già un potere? «Il 1922 sembrava un anno difficile e violento in un Paese smarrito, e invece era la soglia italiana della dittatura.»

"I fascisti spuntarono pochi minuti prima delle due, protetti dal botto dei petardi nelle vie e nei cortili, mentre i balli erano ripresi dopo il brindisi. Da dentro giungevano le note morbide e i versi innocenti di Abat-jour, ma un colpo di pistola nella strada fermò la musica. 'Aprite, o sarà peggio.' Con centocinquantun bossoli per terra finiva la prima notte di gennaio e cominciava il 1922 italiano, l'anno del fascismo." Nei mesi bui che conducono alla dissoluzione dello Stato liberale Mussolini, con la sua concezione tragica e spettacolare della vita, incrocia lo spirito del tempo: la politica viene ridotta alla sua dimensione fisica, la ritualità soppianta la cultura.

Attorno, un cielo vuoto di stelle spente, in un mondo politico in disfacimento incapace di leggere la società in trasformazione, frastornato dall'eco mondiale della rivoluzione bolscevica e dalla suggestione contagiosa che il mito della Russia irradiava da San Pietroburgo. Lo Stato liberale italiano sembrava esausto e non lo sapeva, incapace di fronteggiare i nuovi fenomeni sociali e politici, come se non rientrassero più dentro le sue categorie antiche. Il re è solo. Tocca a lui riempire la scena istituzionale, Capo per grazia di Dio e volontà della nazione di uno Stato che si frantuma venendo meno ai suoi impegni costituzionali, e giorno dopo giorno si arrende alla furia fascista che lo incalza per soppiantarlo.

Ezio Mauro

Ezio Mauro entra nel mondo della carta stampata nel 1972 collaborando con la “Gazzetta del Popolo” di Torino, occupandosi soprattutto del terrorismo nero degli anni di piombo. Nel 1981 passa a “La Stampa”, dal 1988 lavora per “la Repubblica”. Nel 1990 torna a “La Stampa” assumendo l'incarico prima di condirettore, poi di direttore. Nel 1996 diventa direttore de “la Repubblica”, svolgendo questo ruolo fino al 2016. Ha collaborato con Zygmunt Bauman nella scrittura di La felicità della democrazia. Un dialogo (Laterza 2011) e Babel (Laterza 2015). È autore, tra gli altri, anche di L'anno del ferro e del fuoco. Cronache di una rivoluzione (Feltrinelli 2017), L'uomo bianco (Feltrinelli 2018), Anime prigioniere (Feltrinelli 2019), Liberi dal male (Feltrinelli 2020) e Lo scrittore senza nome (Feltrinelli 2021).

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MURA. LA SCRITTRICE CHE SFIDÒ MUSSOLINI | Marcello Sorgi - Marsilio

Popolarissima scrittrice di romanzi sentimentali ed erotici, rivale di Liala, Mura consegna alle lettrici storie licenziose e smaliziate. Presa di mira da Mussolini in persona, su di lei si abbatterà la censura fascista, consegnandola a un oblio che dura tutt’oggi. Nelle vicende di un’artista libera e «politicamente scorretta», il racconto dell’Italia degli anni trenta, tra moralismo perbenista e la potenza dirompente della letteratura di evasione. Un incidente che forse non fu tale, con il sospetto di un coinvolgimento del duce. Così si chiude l’esistenza di Maria Assunta Volpi Nannipieri, in arte Mura. Varie volte, direttamente o indirettamente, la scrittrice incrociò sulla sua strada Mussolini, ma a segnarla per sempre fu un caso di censura che ha dell’incredibile. Il duce si espose infatti in prima persona ordinando di ritirare dal mercato «con la massima urgenza» un romanzo che a ben vedere anticipava i canoni razzisti da lui stesso imposti di lì a poco. Che cosa provocò quella condanna senza appello? Il carisma che l’aveva resa autrice di punta della casa editrice Sonzogno e seguitissima firma dei settimanali, attraverso cui influenzava pensieri e costumi delle lettrici? O rimase impigliata nelle maglie di un intrigo più grande di lei? È questo interrogativo, tra i tanti nella breve e tumultuosa vita di una personalità fuori dal comune, a fornire a Marcello Sorgi lo spunto per un’indagine dagli esiti ben più fecondi del pretesto iniziale: seguendo gli sviluppi del «caso Mura», si imbatterà in un insospettabile cortocircuito del regime. Tra ingerenze politiche e vicende sentimentali, rivalità letterarie e scherzi del destino, in un crescendo di colpi di scena, l’azione si sposta dalla provincia italiana a una rampante Milano, dalla Parigi di Joséphine Baker alla Roma delle adunate, dall’Africa coloniale alla Sicilia, laddove, insieme all’aereo su cui viaggia Mura, si infrangono le grandiose aspettative sull’esordiente aviazione civile italiana.

Nella riscoperta di questa figura a lungo dimenticata rivivono tutte le contraddizioni di un paese da una parte proteso verso la modernità, dall’altra alle prese con una difficile transizione a una società laica e dinamica.

«Chi vuol studiare la donna italiana dei primi del Novecento dovrà necessariamente partire dai suoi libri»: questo si diceva di Mura, popolarissima autrice di romanzi sentimentali ed erotici, rivale di Liala e protagonista indiscussa della nascente editoria periodica, inspiegabilmente condannata all’oblio. Passione ed erotismo, politica e destino, giornalismo e società letteraria: la clamorosa vicenda di un’artista libera nell’Italia sospesa tra moralismo perbenista ed emancipazione femminile».

Marcello Sorgi

Scrive su «La Stampa», giornale che ha diretto per sette anni. È stato direttore del Tg1 e del Giornale Radio Rai. È autore di un libro-intervista con Andrea Camilleri, La testa ci fa dire (2000), dei saggi Edda Ciano e il comunista (2009), Le amanti del vulcano (2010), Il grande dandy (2011), Le sconfitte non contano (2013), Presunto colpevole (2020) e del romanzo fantapolitico Colosseo vendesi (2016). Con Marsilio ha pubblicato, insieme a Mario Pendinelli, Quando c’erano i comunisti (2020, edizione tascabile 2022).

TESTA ALTA, E AVANTI | Gaia Tortora - Mondadori

Roma, 17 giugno 1983. Gaia, quattordici anni, esce di casa di primo mattino con lo zaino in spalla. È il giorno del suo esame di terza media. Procede spedita verso la scuola e non sa che, poche ore prima, le forze dell’ordine hanno fatto irruzione in una camera dell’Hotel Plaza e arrestato suo padre per associazione camorristica e traffico di droga.

Quando la televisione lo ritrae all’uscita del commissariato, stretto tra due carabinieri, le manette bene in vista, Gaia smette di parlare. Le immagini, invece, non si fermano: fanno il giro di tutte le prime pagine e dei telegiornali. Perché suo padre è Enzo Tortora, uno dei più famosi presentatori della televisione italiana, noto per i modi eleganti, la vasta cultura, un’integrità intellettuale esemplare. In poche ore (e per mesi) Tortora diventa l’oggetto di una violenta gogna mediatica: il coro di intellettuali e giornalisti è quasi unanime, grida «colpevole».

Inizia così uno dei più clamorosi casi di malagiustizia del nostro paese, ma anche un calvario umano che durerà anni, deviando il corso delle vite di tutte le persone coinvolte.

In questo libro Gaia Tortora racconta la sua storia, nella consapevolezza che non sia solo sua: ogni giorno tre innocenti finiscono in carcere per errore, più di mille cittadini l’anno. E i media continuano a comportarsi come fecero con suo padre: titoloni per additare i presunti colpevoli e, quando va bene, trafiletti seppelliti nelle ultime pagine a segnalare l’assoluzione, il proscioglimento, l’errore giudiziario. Condividere il proprio intimo dolore, allora, diventa un modo per combattere contro l’ingiustizia, per impedire che tutto ciò si possa ripetere. E andare avanti, come le diceva suo padre, a testa alta.

Gaia Tortora

Giornalista televisiva, è vicedirettrice del Tg La7 e conduttrice di «Omnibus», primo talk del mattino. Con Solferino ha scritto il bestseller Un morto ogni tanto (2018).

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10 fare Bologna: Via Pio La Torre, 2, 40013 Castel Maggiore / + 39 0516327311 Ferrara: Via Montebello, 33, 44121 / +39 0532 241215 Modena: Via Bellinzona, 27/A - 41124 / +39 059 4228300 info@hitserviziemilia.it Soluzioni per l’Amministrazione del Personale dedicate alle Imprese servizi emilia Libera il tuo talento HR dal carico amministrativo, affidando il PAYROLL all’esperienza e alla preparazione di HIT SERVIZI EMILIA scegliendo il servizio modulare e flessibile a te dedicato.

L’ALBO D'ORO DEL PREMIO ESTENSE

2022 - Marzio Breda: Capi senza stato. I presidenti della grande crisi Italiana

2021 - Francesca Nava: Il Focolaio. Da Bergamo al contagio nazionale

2020 - Pablo Trincia: Veleno

Concetto Vecchio: Cacciateli!

2019 - Francesca Mannocchi: Io Khaled vendouomini e sono innocente

2018 - Federica Angeli: A mano disarmata

2017 - Giovanni Bianconi: L’assedio

2016 - Sabrina Pignedoli: Operazione Aemilia

2015 - Jas Gawronski: A cena dal Papa

2014 - Domenico Quirico, Pierre Piccinin da Prata: Il Paese del male

2013 - Gianluca Nicoletti: Una notte ho sognato che parlavi

2012 - Federico Fubini: Noi siamo la rivoluzione

2011 - Gianni Del Vecchio, Stefano Pitrelli: Occulto Italia

2010 - Benedetta Tobagi: Come mi batte forte il tuo cuore

2009 - Rosaria Capacchione: L’oro della camorra

2008 - Enzo Bettiza: La primavera di Praga

2007 - Cesare De Seta: Viaggi controcorrente

2006 - Aldo Cazzullo: I grandi vecchi

2005 - Pasquale Chessa: Guerra civile 1943 1945 1948

2004 - Ettore Mo: I dimenticati

2003 - Bianca Stancanelli: A testa alta

2002 - Stefano Malatesta: Il grande mare di sabbia. Storie del deserto

2001 - Lucio Villari: Niccolò Machiavelli

2000 - Stefano Lorenzetto: Dimenticati

1999 - Paolo Mieli: Le storie la storia Giuseppe Pederiali: Padania felix

1998 - Fernanda Pivano: Viaggio americano

1997 - Alberto Arbasino: Lettere da Londra

1996 - Raffaele Crovi: Parole incrociate

1995 - Folco Quilici: L’Africa

1994 - Claudio Marabini: Voci e silenzi di Romagna

L’ALBO D'ORO DEL PREMIO GRANZOTTO

2023 - Federico Rampini

2022 - Giovanna Botteri

2021 – Andrea Purgatori

2020 – Massimo Franco

2019 – Lucia Annunziata

2018 – Franco di Mare

2017 – Giovanni Floris

2016 – Antonio Polito

2015 – Lilli Gruber

2014 – Milena Gabanelli

2013 – Giulio Anselmi

2012 – Stefano Folli

2011 – Bruno Vespa

2010

Joaquìn Navarro Valls

2009 – Beppe Severgnini

2008 – Enrico Mentana

2007 – Vittorio Feltri

2006

Giovanni Minoli

2005 – Biagio Agnes

1993 - Alfredo Cattabiani: Santi d’Italia

1992 - Igor Man: Diario arabo

1991 - Furio Colombo: Il terzo dopoguerra

Alberto Pasolini Zanelli: La caduta dei profeti

1990 - Saverio Vertone: Il collasso

1989 - Giorgio Manganelli: Improvvisi per macchina da scrivere

1988 - Ettore Mo: La peste la fame la guerra

1987 - Vittorio Zucconi: Il Giappone tra noi

1986 - Federico Zeri: L’inchiostro variopinto

1985 - Vittorio Sgarbi: Il sogno della pittura

1984 - Giulio Nascimbeni: Il calcolo dei dadi

1983 - Rosellina Balbi: Hatikvà. Il ritorno degli ebrei nella Terra Promessa

1982 - Piero Ostellino: Vivere in Cina

1981 - Ilario Fiore: La Spagna è differente

1980 - Lucio Lami: Il grido delle formiche

1979 - Beatrice Barbiellini Amidei: Carovana di carta

1978 - Gian Carlo Vigorelli: Diario europeo

1977 - Antonio Spinosa: L’ultimo sud

1976 - Giuseppe Longo: Italia dove

1975 - Enzo Biagi: Russia

1974 - Guido Piovene: L’Europa semilibera

1973 - Gianfranco Piazzesi: La svolta dell’America

1972 - Ennio Flaiano: Le ombre bianche

1971 - Carlo Laurenzi: Le rose di Cannes

1970 - Vittorio Gorresio: Roma. Ieri e oggi

1969 - Adriano Buzzati Traverso: L’uomo su misura

1968 - Sergio Maldini: Il giornalista riluttante

1967 - Alberto Ronchey: L’ultima America

1966 - Enzo Bettiza: La nuova cultura tedesca

1965 - Carlo Bo: Siamo ancora cristiani? Alberto Cavallari: La Russia contro Kruscev

2004 – Barbara Spinelli

2003 – Gad Lerner

2002 – Tiziano Terzani

2001 – Ferruccio De Bortoli

2000 – non è stato assegnato

1999 – Sergio Romano

1998 – Mario Cervi

1997 – Guglielmo Zucconi

1996 – Piero Angela

1995 – Enzo Bettiza

1994 – Ugo Stille

1993 – Geno Pampaloni

1992 – Baldassarre Molossi

1991 – Arrigo Levi

1990 – Enzo Biagi

1989 – Egisto Corradi

1988 – Eugenio Scalfari

1987 – Alberto Ronchey

1986 – Enrico Mattei

1985 – Indro Montanelli

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Il 28° Premio Estense Scuola all’IIS Aleotti - Liceo Artistico Dosso Dossi di Ferrara

È

l’IIS Aleotti - Liceo Artistico Dosso Dossi di Ferrara, con il lavoro “Stato di fatto/fatti di Stato”, a vincere il Premio Estense Scuola 2023, ventottesima edizione del riconoscimento promosso e organizzato da Confindustria Emilia Area Centro e Fondazione

Premio Estense, con il contributo di Azimut, Lavoropiù e Ospedale Privato Quisisana.

A seguire, sul secondo e terzo gradino del podio rispettivamente l’IPSSEOA

Vergani di Ferrara con “Le parole che non vi ho detto” e il Liceo Scientifico Alessandro Tassoni di Modena con “Come una guida durante il cammino: nei 75 anni della Costituzione italiana”.

Gli studenti degli istituti superiori di Bologna, Ferrara e Modena che hanno partecipato all’edizione 2023 erano chiamati, come di consueto, a realizzare un elaborato originale e creativo, che poteva assumere diverse forme, dal saggio al video, dalla ricerca al testo illustrato e che, prendendo spunto dall’ultima opera vincitrice del Premio Estense, “Capi senza stato” di Marzio Breda, ne proponesse una rilettura originale con l’approfondimento degli aspetti ritenuti più significativi e importanti.

Gli elaborati vincitori sono stati proclamati lo scorso 26 maggio nel corso della cerimonia di premiazione che si è svolta al Teatro Nuovo di Ferrara e alla quale sono intervenuti il presidente della giuria del Premio Estense Scuola, Andrea Pizzardi, l’Assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Dorota Kusiak, la dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale - Ambito Territoriale di Modena Veronica Tomaselli, il dirigente dell’Ufficio

Scolastico Regionale - Ambito Territoriale di Bologna, Giuseppe Panzardi e Lorenzo Ceroni, funzionario vicario dell’Ufficio Scolastico Regionale - Ambito Territoriale di Ferrara.

A decretare il podio 2023 del Premio Estense Scuola è stata la giuria composta dal presidente Andrea Pizzardi, da Cristina Monzani, dalle docenti Federica Montevecchi e Cinzia Dezi, dagli imprenditori Mariastella Mancini, Annalisa Po e Marco Moscatti.

Dall'alto: il presidente della giuria del Premio Estense Scuola, Andrea Pizzardi, insieme ai vincitori del 28° Premio Estense Scuola, gli allievi dell'IIS Aleotti - Liceo Artistico Dosso Dossi di Ferrara; al centro gli allievi dell'IPSSEOA Vergani di Ferrara classificati al secondo posto e, in basso, i terzi classificati, gli allievi del Liceo Scientifico Alessandro Tassoni di Modena.

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EdizionE 2023

Ce rimonia di Premiazione

savethedate

sabato, 23 settembre 2023 ore 17.00

Ferrara, Teatro Comunale C. Abbado

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