ISSN 2785-3071
Dicembre 2020
Aprile
in questo numero:
In questo numero:
AGENDA 2030 ONU
FARETE
L’attività di Confindustria Emilia per uno sviluppo sostenibile
Il 4 e 5 settembre in scena l’11a edizione
PREMIO MASCAGNI 2020
PREMIO ESTENSE
Trentadue storie di tenacia, impegno e cultura d’impresa
Sessant’anni di eccellenza del giornalismo italiano
PREMIO ESTENSE
GENERAZIONI CONNESSE
Aquila d’Oro 2020 ex aequo a Pablo Trincia e Concetto Vecchio
Due incontri di confronto e formazione su uso e abuso di tecnologie digitali
Diamo voce alla comunità
Persone, Imprese, Idee
Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015.
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Blogger'snote
Guardians of the digital age
Il cambiamento è una forza naturale, una legge che segue il corso del tempo. Mentre affrontiamo i mutamenti, ci adattiamo e ci evolviamo. Sappiamo restare all'erta, muoverci nel buio e prevedere la minaccia nel modo più veloce possibile. Tracciamo un nuovo modo di interpretare il servizio di cybersicurezza, attraverso strumenti unici, competenza e passione. Siamo Cybe, i nuovi guardiani dell'Era Digitale.
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Trasformiamo le tue idee attraverso il Regenerative Design for Manufactoring, governiamo tutto il ciclo di vita, dalla sua ideazione e al suo mantenimento analizzando tutti gli impatti, economici, ma anche ambientali e sociali.
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numero 63 aprile 2024
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L’impegno
focus
Cari Colleghi,
in quest’epoca caratterizzata da un’incerta instabilità, i piani aziendali, anche quelli più solidi, vengono messi alla prova da molteplici variabili: la crisi nella catena di approvvigionamento, i rapidi cambiamenti tecnologici e climatici, l’aumento dell’inflazione e il nuovo scenario lavorativo. In questo contesto, è importante essere consapevoli che la nostra comunità sta performando ancora meglio del resto del Paese.
Nel 2022, secondo il Transatlantic Subnational Innovation Competitiveness Index (che confronta 121 regioni in 6 Paesi europei più gli Stati Uniti, analizzati secondo 13 indicatori usati per misurare anche il livello di innovazione), la nostra regione è prima in Italia e ventunesima al mondo per il suo apporto innovativo.
Mi chiedo quanti ne abbiano piena consapevolezza. E riflettiamo sul fatto che questa classifica non contempla l’innovazione tacita lungo la filiera, un’innovazione non codificata, che si genera grazie alla subfornitura e ai suoi collaboratori, e che sappiamo invece avere un ruolo importante nella qualità del prodotto finale. Sul ruolo della subfornitura torneremo presto, con una progettualità concreta di valorizzazione di questa “filiera nella filiera”.
Un altro elemento di attenzione, sempre legato all’innovazione. Da un’indagine sui 2mila CEO nel mondo, emerge che le loro aziende stanno affrontando un elevato grado di cambiamento, ma molti ammettono la mancanza di agilità necessaria per adattarsi. Questa complessità crescente comporta una continua trasformazione delle strategie e delle operazioni, con conseguenti sfide sia per le piccole imprese, per la mancanza di risorse e scale, che per le grandi, per la burocrazia e la mancanza di adeguata flessibilità.
Diventa cruciale trovare la dimensione ottimale per il proprio business. Tra tutte, due sono le leve prioritarie: la formazione e il corretto utilizzo dell’AI.
Investire nella formazione continua, non è una novità, è sempre stato un punto importante, ma oggi diventa una priorità, per promuovere una cultura organizzativa agile e orientata all’innovazione sostenibile. Parlare di AI, nella manifattura, vuol dire automazione dei processi e analisi dei dati, per completare la nostra visione imprenditoriale formulando scenari e supportandoci nell’ottimizzazione dei processi.
Il tema dell’AI generativa applicata al mondo della manifattura sarà al centro di Farete, la nostra due giorni di networking dedicata alle imprese, che torna il 4 e 5 settembre prossimi a BolognaFiere per l’edizione 2024.
Prima, però, ci attende la nostra assemblea privata che si terrà nella consueta sede di Palazzo Albergati, a Zola Predosa, il prossimo venerdì 10 maggio e nel corso della quale avremo il piacere di ospitare Karl Haeusgen, presidente dell’associazione tedesca VDMA, che si confronterà con noi sul ruolo dell’industria manifatturiera europea e sulle strategie per affrontare le trasformazioni in atto.
Valter Caiumi Presidente
Confindustria Emilia Area Centro
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vita industriale
4AUTOMATE, SOLUZIONI INTEGRATE PER AUTOMAZIONI INDUSTRIALI
La forte accelerazione delle richieste di questi ultimi anni in ambito automazione industriale ha fatto emergere quelle aziende fornitrici capaci di offrire soluzioni a esigenze complesse, in modo efficace e in tempi brevi, con le opportune competenze per la corretta gestione dei flussi materiali e informatici.
In questo contesto si inserisce 4automate, azienda di Marano sul Panaro, in provincia di Modena, fondata nel 2017 da Carlo Martinelli, che si è strutturata rapidamente con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento nelle soluzioni integrate per automazioni industriali nei settori della logistica generale, distribuzione intermedia del farmaco ed e-commerce.
Se all’inizio l’azienda sviluppava prevalentemente software per la gestione di magazzini automatici, ben presto si è specializzata nella progettazione, fabbricazione, installazione e avviamento di sistemi integrati di movimentazione merci, con trasportatori a rullo, nastri, elevatori, decision points e soluzioni per fine linea.
“Ci siamo subito resi conto che era necessario completare l’offerta con una parte meccanica e hardware che fosse disegnata e accordata alle nostre logiche di programmazione in modo da gestire il prodotto finale nella sua totalità, senza soluzione di continuità”, sottolinea Martinelli.
“La gestione dei nostri impianti è demandata a Cmanager, la soluzione Warehouse Management System di 4automate, che ha lo scopo di trasformare ordini ricevuti da gestionale in pacchi pronti per essere spediti al destinatario finale”, prosegue il fondatore di 4automate. “Cmanager interagisce con le linee di trasporto 4automate, quali ad esempio i sorter FRANK 4.1, i pallettizzatori Steppy King, gli allestitori automatici FastV4a e SprintV4a, integrando la parte di picking guidato col modulo per android RF MobPick. Inoltre, si interfaccia con i più noti marchi di magazzini automatici, coordinando le movimentazioni dei prodotti fino alla spedizione”, continua Martinelli.
I sistemi 4automate prevedono inoltre verifiche per eventuali integrazioni manuali e controllo incrociato peso prodotto, allo scopo di garantire sempre la corretta evasione dell’ordine; tutte le interfacce utente sono dotate di supporto multilingue e diversi livelli di privilegio per l’abilitazione/ disabilitazione di specifiche funzioni dei programmi. La massimizzazione prestazionale degli impianti 4automate è accompagnata dalla semplicità d’uso rendendo agevole ogni operazione lungo le linee, senza dimenticare l’ergonomia e comfort delle postazioni di lavoro degli operatori. Esperienza, affidabilità, trasparenza: sono questi i principi fondamentali che l’azienda modenese ha sempre seguito in questi anni con l’obiettivo di fornire soluzioni chiavi in mano al passo con le ultime tecnologie disponibili sul mercato, eliminando al contempo le difficoltà dei clienti di interagire con più interlocutori.
tomazione grazie all’introduzione di nuovi prodotti, sia hardware che software, molti dei quali di prossima realizzazione. Tutto questo mantenendo la caratteristica peculiare di 4automate: il ‘fatto su misura’ che ne ha contraddistinto il percorso dalla sua nascita fino ad oggi”, conclude Carlo Martinelli.
ACETAIA GIUSTI ENTRA
NELL’ASSOCIAZIONE LES HÉNOKIENS
Dallo scorso autunno Acetaia Giusti è entrata a far parte dei membri della prestigiosa associazione internazionale Les Hénokiens, istituita per raggruppare e sostenere le aziende familiari bi-centenarie a livello globale. La proclamazione è avvenuta durante l’annuale Congresso dell’associazione, tenutosi a Ginevra, in Svizzera, a fine settembre 2023. A rappresentare la Giusti, il titolare e CEO Claudio Stefani Giusti, il quale rappresen-
ta la diciassettesima generazione della famiglia Giusti e che dal 2005 guida l’azienda con un approccio giovane e fortemente orientato al futuro.
“4automate si sta organizzando per espandere ulteriormente le attività nei settori richiedenti applicazioni fortemente indirizzate all’au-
Fondata nel 1605, Giusti, in qualità di acetaia più antica di Modena, entra così di diritto tra le imprese a conduzione familiare del panorama mondiale, con una tradizione che attraversa quattro secoli di storia italiana e modenese.
“Prima di entrare in Giusti nel 2005, ho trascorso otto anni lavorando come consulente
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Marco Taddei Laura Ansaloni Silvia Conforti Raffaella Mazzali
Carlo Martinelli, fondatore di 4Automate
Claudio Stefani Giusti, titolare e CEO di Acetaia Giusti
aziendale, ho viaggiato per l’Europa specializzandomi in riprogettazione dei processi aziendali per varie grandi aziende”, ha spiegato Claudio Stefani. “Sono appassionato più di ogni altra cosa di persone, antropologia e culture del mondo. Tutto questo, unito a una grande passione per il cibo, mi ha permesso di realizzarmi come individuo nel creare un’impresa con al centro le persone e il loro sviluppo, sia come individui sia come professionisti. È con grande orgoglio che ricevo l’ammissione della nostra azienda all’esclusiva associazione Les Hénokiens, riconoscimento di un percorso lungo 400 anni, e sarà un piacere condividere con tutti i membri storie ed esperienze per continuare nel nostro percorso evolutivo”.
Con l’ingresso tra i membri de Les Hénokiens, l’azienda modenese vuole perseguire con orgoglio e convinzione il motto dell’Associazione stessa “Inscrire la famille et le travail de l’homme dans la durée jusqu’à ce qu’il devienne une culture”, vale a dire “Collocare la famiglia e il lavoro dell’uomo nel tempo fino a farne una cultura”. L’Associazione Les Hénokiens si propone infatti di mostrare l’adattabilità di alcune delle aziende più antiche e competenti al mondo, proponendo risposte alle tante domande che i dirigenti aziendali si pongono per mantenere, sviluppare e tramandare la propria attività alle generazioni future, nelle migliori condizioni possibili. Giusti ha la propria sede in un antico borgo agricolo alle porte di Modena che ospita il cuore della produzione, tra cui un patrimonio di botti storiche del 1700 e del 1800 ancora in attività, e il Museo Giusti, uno spazio dedicato alla trasmissione della storia della famiglia e alla degustazione di quello che viene definito “Oro nero di Modena”. I prodotti di Acetaia Giusti sono inoltre distribuiti in corner dedicati all’interno dei punti vendita La
Rinascente e Eataly, nelle migliori boutique enogastronomiche d’Italia e nelle Boutique Giusti, nuovo format retail lanciato nel 2019, oltre che tramite l’e-shop giusti.com.
ALFASIGMA ACQUISISCE
JYSELECA DALLA BELGA
GALAPAGOS
Europe.
Alfasigma, il gruppo farmaceutico bolognese, ha annunciato lo scorso 31 gennaio di aver completato con successo il processo di acquisizione del business Jyseleca (filgotinib) da Galapagos NV, azienda biotecnologica globale con headquarters a Mechelen, in Belgio, per una cifra massima di 170 milioni di euro. L’operazione rappresenta un importante traguardo per la strategia di crescita internazionale di Alfasigma e fa seguito alla firma dell’accordo annunciata il 2 gennaio scorso e alla lettera d’intenti del 30 ottobre 2023. Con il closing di questa operazione, Alfasigma aggiunge al proprio portafoglio prodotti un farmaco innovativo e specializzato nelle aree gastrointestinale e reumatologica. Inoltre, il Gruppo consolida ed espande la propria presenza nei mercati europei con l’integrazione dell’intero business Jyseleca, comprese le autorizzazioni all’immissione in commercio in Europa e nel Regno Unito e le attività commerciali, mediche e di sviluppo. Ai sensi dell’accordo, circa 400 dipendenti di Galapagos basati in 14 Paesi europei entreranno in Alfasigma per supportare la continuità del business Jyseleca e l’accessibilità ai pazienti. Il business Jyseleca verrà guidato da Michele Manto, già Chief Commercial Officer di Galapagos, che entrerà in Alfasigma in qualità di Chief Commercial Officer Western
“Oggi segniamo un passo importante nel percorso di crescita internazionale di Alfasigma. L’acquisizione di Jyseleca rafforza in modo significativo la nostra presenza in Europa ed è perfettamente in linea con la nostra mission di promuovere lo sviluppo di cure innovative a beneficio delle persone in tutto il mondo. L’anno che si è appena chiuso è stato ricco di cambiamenti e di risultati significativi nel nostro percorso di crescita per diventare un gruppo farmaceutico veramente globale. In un settore come il nostro, dove la tecnologia rimane un asset fondamentale per il successo sui mercati, vogliamo stare al passo mantenendo allo stesso tempo intatti i valori fondamentali e la storia della nostra Azienda. Sono convinto che questo equilibrio sia in grado di offrire ad Alfasigma nuove opportunità di sviluppo per una crescita costante e una presenza stabile nei diversi mercati in cui operiamo”, ha dichiarato Stefano Golinelli, presidente di Alfasigma, commentando l’accordo.
Francesco Balestrieri, CEO di Alfasigma, ha aggiunto: “Siamo entusiasti di dare ufficialmente il benvenuto in Alfasigma ai nuovi colleghi di Jyseleca. L’acquisizione, che comprende un solido programma di Fase 3 volto a estendere l’etichetta Jyseleca a una terza indicazione, rafforza strategicamente il nostro posizionamento nel settore farmaceutico e apre nuove strade per la crescita e l’innovazione. Questa operazione ci permette inoltre di rafforzare il nostro portafoglio nelle aree gastrointestinale e reumatologica, a beneficio dei nostri pazienti. Siamo ora impegnati nel completamento del processo di integrazione in Alfasigma delle attività commerciali, mediche e di sviluppo, preservando al contempo le caratteristiche distintive dell’azienda. Non vediamo l’ora di lavorare con il team Jyseleca per espandere ulteriormente la nostra attività in Europa”.
Alfasigma ha versato al closing dell’operazione un importo di 50 milioni di euro, mentre ulteriori potenziali pagamenti saranno riconosciuti in relazione a milestone commerciali, per un totale di 120 milioni di euro, e alle vendite in Europa, calcolati a cifra singola o doppia. Entro giugno 2025 l’azienda riceverà inoltre fino a 40 milioni di euro da Galapagos per le attività di sviluppo legate a Jyseleca.
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A sinistra, Stefano Golinelli, presidente di Alfasigma
IL “BESTIARIO DI AI”
DI AMMAGAMMA SELEZIONATO
ALL’ ADI DESIGN INDEX 2023
A un anno dalla pubblicazione, avvenuta a gennaio 2022, il “Bestiario di Intelligenza Artificiale” realizzato dalla società modenese di AI Ammagamma (dal 2024 parte di Accenture) è stato selezionato da ADI, Associazione per il Disegno Industriale, per l’ADI Design Index 2023 tra i migliori prodotti e servizi di tutti i settori del design contemporaneo italiano.
In particolare, il Bestiario di Intelligenza Artificiale ha ricevuto il riconoscimento per la sezione “Ricerca per l’impresa”, assieme ad altri 13 prodotti di design, in quanto espressione di innovazione e del fare cultura d’impresa. La selezione di ADI Design Index 2023 completa, con quella del 2022, la rosa dei candidati alla XXVIII edizione del premio biennale Compasso d’Oro, che si terrà quest’anno.
Il progetto, edito da Franco Cosimo Panini Editore, è frutto dell’esperienza decennale di Ammagamma nel campo dell’intelligenza artificiale ed è curato da Francesca Fiocchi, art & visual designer dell’azienda.
Il libro descrive il mondo astratto e complesso dell’AI in maniera tangibile, ironica e sovversiva, con lo scopo di stimolare una nuova percezione e una maggiore consapevolezza su questa tecnologia, rivolgendosi sia agli adulti che ai bambini. Al suo interno sono descritte otto delle principali aree tecnologiche dell’AI, seguendo una logica antica: come nel Medioevo si adoperavano i bestiari per raccontare le verità assolute della fede attraverso la descrizione di animali reali o fittizi, in questo Bestiario Ammagamma racconta il funzionamento e le qualità fondamentali delle tecnologie di AI mediante l’invenzione narrativa e figurativa di otto bestie immaginarie. Le immagini e i racconti aiutano il lettore a comprendere la complessità ma anche la bel-
lezza della tecnologia, grazie ai diversi livelli di lettura, dall’illustrazione e raffigurazione simbolica alla favola onirica, fino ai piccoli testi tecnico-realistici.
“Quando è nata Ammagamma, più di dieci anni fa, il nostro obiettivo era di creare qualcosa di inedito nel mondo dell’innovazione, in Italia. Il Bestiario di intelligenza artificiale è il coronamento di questa ambizione e rappresenta presenta appieno i principi e la visione umanistica dell’AI che ci guidano fin dalla nostra origine. Siamo orgogliosi di poter portare il nostro contributo sulla scena culturale contemporanea, oggi più che mai, grazie a questo importante riconoscimento, e di stimolare un pensiero critico e una maggiore consapevolezza sull’AI nelle generazioni di oggi e di domani”, conclude Fabio Ferrari, fondatore di Ammagamma.
CRISTINA DALLACASA
NOMINATA PRESIDENTE
DELLA SCUOLA EDILE DI BOLOGNA
Cambio al vertice di IIPLE, l’Istituto Professionale Edile di Bologna. A dicembre scorso, infatti, è stata nominata presidente la bolognese Cristina Dallacasa, alla guida dell’azienda di famiglia Costruzioni E. Dallacasa. L’imprenditrice, da sempre coinvolta nelle varie realtà associative del territorio - è stata infatti designata per la nomina dalla sua Associazione di appartenenza, ANCE EMILIA Area Centro i Costruttori di Bologna, Modena e Ferrara - è la prima donna al vertice dell’ente di formazione dal 1947 e succede a Mauro Vignoli, la cui presidenza si è chiusa dopo sei anni.
Già all’interno del collegio sindacale della scuola edile, membro del Centro Studi Ance Nazionale e nel consiglio direttivo di Aidda, associazione che sostiene l’imprenditoria femminile, la neopresidente di IIPLE crede fermamente nel vivere l’associazionismo e nel fare rete sul territorio con gli altri imprenditori, mossa da una forte e particolare passione per il suo lavoro.
“Sono contenta della nomina alla presidenza di IIPLE. Ho sempre cercato di andare oltre i numeri del bilancio e, vivendo quotidianamente il problema della ricerca del personale qualificato e rilevando nel mondo edile
l’incoerenza tra una buona formazione e le esigenze delle imprese, ciò ha rappresentato uno spunto perché mi venisse offerto questo ruolo. Credo tantissimo nella formazione: il nostro settore, infatti, ha subito la fuoriuscita di molti operatori durante la grave crisi trascorsa, mentre non c’è consuetudine da parte dei ragazzi ad affacciarsi al mondo edile. C’è quindi necessità di nuove leve adeguatamente formate”, ha dichiarato Cristina Dallacasa al momento della nomina.
“Un po’ di tensione c’è: IIPLE è una scuola molto importante. Un conto è parlare di formazione e un conto è esserci attivamente ‘dentro’. Io spero di poter dare il mio contributo alla scuola in termini strategici, con un duplice obiettivo: interpretare al meglio le istanze delle diverse anime componenti la compagine societaria ma soprattutto formare nuove leve che, con la loro competenza, possano rispondere coerentemente alle esigenze delle imprese del territorio. Far sì quindi che le maestranze trovino lavoro e le imprese risorse adeguate”, conclude Dallacasa.
IIPLE è un ente bilaterale di formazione che opera sul territorio della Città Metropolitana di Bologna dal 1947. In prima linea nella formazione, nell’informazione e nella sicurezza e prevenzione del rischio di infortuni sul lavoro, è da sempre al passo con i tempi e i cambiamenti del mondo edile, con particolare attenzione alle tematiche più attuali.
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Cristina Dallacasa e Mauro Vignoli durante il passaggio di consegne
ANNOVI REVERBERI, L’ACQUISIZIONE DI G.M. PER CONSOLIDARSI SU SCALA GLOBALE
Il Gruppo Annovi Reverberi, realtà modenese dal 1958 punto di riferimento globale nel settore industriale con la produzione di pompe a pistoni ad alta pressione, pompe a membrana, idropulitrici e motori elettrici, nel mese di dicembre dello scorso anno, ha acquisito una quota di maggioranza delle società Ghirri Motoriduttori, azienda di Formigine, alle porte di Modena, specializzata nella progettazione e produzione di riduttori a vite senza fine, coassiali, epicicloidali, ortogonali e speciali.
L’acquisizione rappresenta un passo strategico per il Gruppo Annovi Reverberi nell’ampliamento della propria gamma di prodotti e nel consolidamento della sua posizione di vantaggio nel mercato industriale. Ghirri Motoriduttori è riconosciuta infatti per la sua eccellenza nella progettazione e produzione di motoriduttori utilizzati in una vasta gamma di settori, tra i quali: ceramico, meccanico, agricolo, nautico, alimentare, pulizia industriale e chimico-farmaceutico.
“Siamo entusiasti di accogliere G.M. Ghirri Motoriduttori nel Gruppo Annovi Reverberi. La loro competenza nel campo dei motoriduttori si integra perfettamente con la nostra missione di fornire soluzioni innovative e di alta qualità e la loro visione di business, orientato al cliente, è del tutto allineata alla nostra. Questa acquisizione ci consente di ampliare la nostra offerta mettendo a disposizione dei clienti un portafoglio più completo di prodotti”, hanno dichiarato Mario e
Stefano Reverberi, rispettivamente presidente e managing director di Annovi Reverberi, commentando l’operazione. Con questa acquisizione, Annovi Reverberi rafforza la propria presenza nel territorio, confermando l’impegno nei confronti della crescita economica locale e dell’assunzione di talenti nel settore meccanico.
La famiglia Ghirri, proprietaria di G.M. Ghirri Motoriduttori, ha così commenta to: “Siamo felici di entrare a far parte del Gruppo Annovi Reverberi composto da aziende con una reputazione globale per l’innovazione e la qualità. Questo ci offrirà nuove opportunità di crescita, soprattutto nel Nord e Sud America e in Asia dove Annovi Reverberi è presente con filiali di stributive e ci permetterà di sfruttare le si nergie per sviluppare soluzioni ancora più avanzate per i nostri clienti”. L’acquisizione di Ghirri Motoriduttori non è l’unica novità in casa Annovi Re verberi che a partire dal 1 febbraio scorso, ha nominato come direttore generale del gruppo Ruggero Ferrari. Nel suo percorso professionale, Ferrari vanta una plurien nale e comprovata esperienza nel settore industriale e la sua nomina, oltre a riflet tere l’impegno continuo di Annovi Re verberi nel rafforzare la propria struttura con una professionalità di alto livello, si inserisce in un contesto di grande cresci ta internazionale e di progetti ambiziosi per il gruppo che mira a consolidare il suo posi zionamento su scala glo bale. Ferrari supporterà e orienterà il team ma nageriale del gruppo affiancandosi alla fami glia Reverberi, implementando strategie innovative e solide per consolidare e potenziare la pre senza del marchio sul mercato internazionale.
Sopra: Ruggero Ferrari, direttore generale di Annovi Reverberi. A sinistra l'headquarter modenese di Annovi Reverberi
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e dei rischi politici. La seconda ha condotto alla fusione di G&C di Pordenone, società punto di riferimento nell’intermediazione assicurativa dei rischi agricoli con particolare specializzazione nel settore vitivinicolo”, prosegue Sidoli.
Parallelamente sono stati acquistati due nuovi immobili che accolgono le filiali di Bologna e Pesaro. A Bologna c’era la necessità di unificare l’operatività di tre distinti uffici e i locali della nuova sede, che sorge in centro storico, hanno assolto a tale esigenza. A Pesaro, la crescita del volume d’affari della filiale ha imposto la necessità di aumentare gli spazi a disposizione.
“Inoltre, a metà del 2022 è stata completata l’operazione di acquisizione di Dynamics 360, società specializzata in attività di risk assessment e risk management”, racconta il CEO, “mentre nei primi mesi del 2023 è stata costituita AIDA Insurance Consulting, una nuova realtà del gruppo, specializzata nella gestione di sinistri complessi e nella redazione di stime funzionali alla predisposizione delle coperture assicurative.
Gli obiettivi del 2024 non sono meno ambiziosi e guardano al completamento del nostro organico e all’adozione di innovative soluzioni informatiche utili a realizzare una migliore gestione delle interazioni interne e a perfezionare la comunicazione esterna con i nostri clienti.
Il nostro organico si arricchirà di una nuova figura, l’HR manager, che avrà la responsabilità di accompagnare e accrescere le potenzialità delle nostre risorse umane con piani formativi mirati oltre che di sviluppare gli strumenti di welfare aziendale di cui siamo già dotati. Sotto il profilo della crescita dimensionale, il nostro piano di sviluppo triennale prevede il raggiungimento di 30 milioni di ricavi alla chiusura del prossimo esercizio. Sono in fase di definizione le operazioni utili al raggiungimento dell’obiettivo e contiamo di dare concretezza anche a questo traguardo. Ad oggi, siamo tra i pochi operatori indipendenti del panorama assicurativo nazionale con una presenza territoriale ben radicata e in continua espansione nel Centro Nord”, conclude Stefano Sidoli.
L’ultima novità della società è la nascita di Area Broker Agricoltura che, capitalizzando le competenze e l’esperienza della società G&C di Dario Soldat, acquisita di recente,
si propone di offrire alle aziende del settore agricolo servizi e prodotti sempre più innovativi e qualificati. La sede della nuova società è a Pordenone e ha uffici operativi nei territori limitrofi di Treviso e Venezia.
ASTRA RESEARCH, FIRMATA PARTNERSHIP
STRATEGICA CON BI-REX
È stata ufficializzata a gennaio scorso la nuova partnership strategica tra Astra Research, pmi innovativa modenese, che oggi impiega oltre 30 specialisti nelle principali aree dell’ingegneria meccanica, dell’industrializzazione e della produzione, e Bi-Rex, uno degli otto Competence Center nazionali istituiti dall’ex Ministero dello Sviluppo Economico, oggi Ministero delle Imprese e del Made in Italy, nel quadro del piano governativo Industria 4.0.
La collaborazione tra Bi-Rex e Astra Research rappresenta un passo significativo per offrire ai clienti una gamma completa di soluzioni integrate per sfruttare al massimo il potenziale derivante dai Big Data. Unendo le forze, l’azienda fondata nel 2008 come spin-off accademico del dipartimento di ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio Emilia e il consorzio pubblico-privato con sede a Bologna, nato con l’obiettivo di favorire l’adozione delle tecnologie abilitanti Industria 4.0 e le operazioni di trasferimento tecnologico delle imprese, in particolare pmi, mirano dunque a fornire servizi e prodotti innovativi che supportino le decisioni aziendali basate su dati accurati e tempestivi.
“La sinergia tra le competenze di Astra Research e Bi-Rex è la chiave di questa partnership. Insieme, stiamo ridefinendo il panorama della simulazione e dello sviluppo prodotto, offrendo ai nostri interlocutori un vantaggio competitivo nel mondo degli affari sempre più orientato ai dati”, afferma Roberto Rosi, CEO di Astra Re-
search.
“La partnership con Astra Research rappresenta un’opportunità importante per ampliare la nostra offerta di servizi e raggiungere nuovi orizzonti nel mondo dell’ingegneria. Astra Research porta una profonda competenza nella ricerca e nell’analisi dei dati, e insieme potremo offrire soluzioni più complete e avanzate ai nostri clienti”, dichiara Stefano Cattorini, direttore generale di Bi-Rex. Bi-Rex raccoglie 60 diversi player ed è composto, nel dettaglio, da 48 imprese di eccellenza operanti in vari settori industriali (tra cui meccatronica, servizi, logistica, finanza, ICT, biomedicale, agro-food, energia e ambiente, automotive, aerospace) e 12 tra enti, istituzioni, università e centri di ricerca. Il competence center offre soluzioni alle imprese attraverso una vasta serie di servizi che includono, tra gli altri, formazione, consulenza, realizzazione di progetti di innovazione 4.0, attività di Test Before Invest legate alla Linea Pilota.
Astra Research, nota per la sua expertise nell’elaborazione avanzata dei dati e nell’analisi predittiva, si impegna a contribuire a una maggiore precisione nella previsione delle tendenze di mercato e nella comprensione dei modelli aziendali. La collaborazione con BiRex, esperto nel fornire soluzioni di visualizzazione dati intuitive e accessibili, permetterà alle aziende di prendere decisioni più informate e tempestive.
“Le due società collaboreranno strettamente per sviluppare nuove funzionalità e servizi che rispondano alle esigenze sempre crescenti del
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Roberto Rosi, CEO di Astra Research, e Stefano Cattorini, direttore generale di Bi-Rex
Da 30 anni specialisti nella gestione dei rischi
Il nostro Gruppo, leader europeo nel brokeraggio assicurativo, opera a livello internazionale con 500 uffici in 50 Paesi.
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mercato. La partnership Bi-Rex e Astra Research è un passo significativo nel perseguire l’eccellenza nell’analisi dei dati e nell’offerta di soluzioni che rispondano alle esigenze sempre crescenti del mercato”, concludono dalle due realtà.
AUTOMOBILI LAMBORGHINI
ELETTA
“MANUFACTURER OF THE YEAR”
Prestigioso riconoscimento internazionale per Automobili Lamborghini che, lo scorso novembre, ha ricevuto il premio “Manufacturer of the Year” nell’ambito dei TopGear.com Awards 2023 della BBC. TopGear ha definito la Casa del Toro “in grado di comprendere il panorama attuale delle supersportive meglio di chiunque altro e capace di intercettare quello che le persone si aspettano non solo dalle vetture, ma dal brand stesso. In poche parole... Lamborghini sembra sempre divertirsi”.
A consegnare il premio a Stephan Winkelmann, chairman e CEO di Automobili Lamborghini, è stato Jack Rix, direttore della rivista TopGear.
“I premi e i riconoscimenti dei media rappresentano un segnale di stima nei confronti delle nostre vetture e di tutti gli aspetti organizzativi della nostra azienda. Essere riconosciuti come costruttore dell’anno da una testata internazionale come TopGear è una testimonianza impagabile dell’approccio a 360° che la nostra azienda adotta nella sua attività quotidiana. A nome di tutto il team Lamborghini, è un onore accettare questo premio da un mezzo di informazione che, già di per sé, rappresenta un’autorità mondiale nell’affascinante e inarrestabile settore automotive”, ha dichiarato Stephan Winkelmann. Nel 2023, anno che coincideva con il sessantesimo anniversario dell’azienda, sono stati diversi i traguardi raggiunti dalla casa automobilistica di Sant’Agata Bolognese. Lamborghini ha infatti presentato al mondo la nuova Revuelto, la supersportiva High Performance Electrified Vehicle (HPEV) V12; ha iniziato le consegne a livello internazionale di Huracán Sterrato, già sold out; ha presentato Lanzador, il suo quarto concept completamente elettrico. Inoltre, nell’ambito Mo-
torsport, ha svelato la vettura da gara LMDh che gareggia nel campionato FIA World Endurance, compresa la 24 Ore di Le Mans, e nel campionato IMSA Weathertech SportsCar che comprende la 24 Ore di Daytona. Un 2023 quindi da record per la Casa del Toro, che ha continuato ad annunciare vendite e risultati aziendali eccezionali, oltre che una vasta serie di nuovi sviluppi tecnologici. Senza tralasciare le numerose iniziative sulla sostenibilità che la posizionano in prima linea nel settore e il forte sviluppo che Automobili Lamborghini sta attuando sulla propria rete di concessionari per accogliere il suo crescente parco auto e la gamma di modelli completamente ibridi che sarà presentata nel 2024 e che includerà un modello Urus PHEV e l’erede di Huracán.
“Lamborghini ha vissuto un’annata sensazionale: con Revuelto è riuscita a far convivere il V12 insieme alla tecnologia ibrida, con Sterrato ha dimostrato che la risposta non si trova sempre nell’aumento della potenza e con
il concept Lanzador ha aperto una finestra su quello che sarà il suo futuro. E, come se non bastasse, gareggerà di nuovo a Le Mans nel 2024. Lamborghini sta vivendo un momento d’oro che speriamo possa continuare ancora per tanto”, ha sottolineato Jack Rix consegnando il premio.
AXYON AI, CHIUSO UN FUNDRAISING
DA 3,9 MILIONI DI EURO
Si è chiuso a gennaio scorso l’ultimo fundraising di Axyon AI, società modenese fintech pioniera nel settore dell’intelligenza artificiale (IA), che ha portato a una raccolta di 3,9 milioni di euro. Il round di finanziamento, guidato dalla società di venture capital statunitense Montage Ventures e che ha visto partecipare anche The TechShop SGR, oltre ad altri angel investors, segna un nuovo capitolo nel percorso di Axyon AI verso la rivoluzione del settore dell’asset management con una tecnologia all’avanguardia basata sull’IA. L’iniezione di capitale consoliderà l’espansione commerciale e le iniziative di sviluppo tecnologico della società modenese, sin dalla sua nascita, nel 2016, all’avanguardia nella fornitura di soluzioni predittive innovative basate sull’IA, favorendo lo sviluppo di ulteriori innovazioni. Il round di finanziamento è costituito da 2,3 milioni di euro di nuo-
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va liquidità, mentre i restanti 1,6 milioni di euro saranno garantiti dalla conversione delle convertible notes emesse nel 2022 e sottoscritte, tra gli altri, dal Fondo Rilancio Startup di CDP Venture Capital, ING Ventures e UniCredit.
“Questo fundraising, grazie alla partnership con Montage Ventures e The TechShop, rappresenta per noi un significativo passo in avanti. La loro fiducia nella nostra visione e il loro ampio sostegno sono fondamentali per accelerare la nostra crescita. Quest’investimento apre per noi un’era di innovazione e di espansione commerciale; non vedo l’ora di lavorare alla realizzazione della nostra mission e per fornire le soluzioni IA più accurate e affidabili per la gestione degli investimenti”, spiega Daniele Grassi, CEO e co-fondatore di Axyon AI.
“Crediamo che l’asset allocation stia attraversando una fase di trasformazione e che l’intelligenza artificiale giocherà un ruolo fondamentale nel plasmare il suo futuro. Axyon AI è ben posizionata per cogliere quest’opportunità, grazie alla sua tecnologia all’avanguardia basata sull’IA che è in grado di offrire opportunità di alpha attraverso ranking di asset e strategie modello sulle loro asset class preferite. Uno dei fattori chiave nella nostra decisione è sicuramente stato l’eccezionale team di Axyon AI, con una profonda esperienza sia nel campo della finanza che in quello dell’IA, unita a un track record di innovazioni di successo. Le soluzioni di Axyon AI dimostrano di essere scalabili e adattabili e quindi in grado di soddisfare le diverse esigenze delle
istituzioni finanziarie. Ciò li rende un partner strategico in grado di evolvere e restare al passo dei requisiti dinamici dell’ecosistema finanziario. Siamo entusiasti di collaborare con Daniele e tutto il team di Axyon AI. Il nostro investimento testimonia la convinzione del potere di trasformazione dell’IA nel settore finanziario, oltre che la nostra fiducia nella capacità dell’azienda di portarla a termine con successo”, aggiunge Todd Kimmel, managing director di Montage Ventures.
“Siamo lieti di investire in Axyon AI e aiutarli a far crescere la loro base di clienti. L’IA rivestirà un ruolo centrale nel processo di investimento di ogni asset manager e si trasformerà in un’industria globale e davvero senza confini: in questo nuovo mondo, Daniele, Giacomo, Jacopo e il loro team sono in una posizione promettente per porsi al centro della scena. Non vediamo l’ora di lavorare con loro e con gli altri importanti investitori, mettendo sul tavolo il nostro peso in termini di IA, unito alla nostra conoscenza del settore fintech e a un supporto costante”, concludono Gianluca D’Agostino e Aurelio Mezzotero, amministratori delegati di The TechShop.
BANCOLINI SYMBOL
DIVENTA SOCIETÀ BENEFIT
Bancolini Symbol, azienda di Villanova di Castenaso, alle porte di Bologna, specializzata in sistemi di identificazione automatica e raccolta dati, ha inaugurato il 2024 con un nuovo statuto aziendale che, dal gennaio scorso, la definisce giuridicamente come azienda non più a solo scopo di lucro, ma anche capace e determinata a creare valore per tutti i suoi stakeholder, l’ambiente e la collettività, entrando così a far parte della sempre più nutrita schiera di Società Benefit.
La forma giuridica di Società Benefit, introdotta in Italia a inizio 2016, si impegna nel conseguimento di obiettivi trasparenti, sostenibili e misurabili attraverso una relazione annuale di impatto, una sorta di bilancio che fotografa le azioni intraprese dall’azienda e, anno dopo anno, i risultati e i miglioramenti in relazione ai propri KPI (Indicatori Chiave di Prestazione) prefissati.
Il nuovo statuto di Bancolini Symbol Società Benefit contiene tre obiettivi. Con il primo, l’azienda si impegna a garantire il benessere di tutti i propri collaboratori, attraverso un modello organizzativo partecipativo, proseguendo sulla strada imboccata due anni fa per diventare un’organizzazione positiva e auto organizzata. L’azienda, infatti, già da tempo ha nominato un Chief Happiness Officer per lo
Il team Bancolini Symbol
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Giacomo Barigazzi, Daniele Grassi e Jacopo Credi, co-founder di Axyon AI
sviluppo di una cultura aziendale positiva che incoraggi la collaborazione, la flessibilità e il benessere delle persone. Il secondo obiettivo riguarda la creazione di valore nel lungo periodo per i clienti. Partendo dai clienti storici e fidelizzati, Bancolini Symbol punta a diventare leva di ispirazione al cambiamento e fonte di contaminazione alla sostenibilità alimentando partnership durature nel tempo e realizzando progetti ad alto grado di affidabilità.
Per finire, il terzo obiettivo è rivolto alla tutela dell’ambiente. L’azienda ha già intrapreso un percorso di alleggerimento della propria impronta ecologica grazie all’impiego di energia 100% green e all’eliminazione della plastica ovunque sia possibile. “Credo fortemente nel potere della formazione e della divulgazione delle informazioni, capaci di creare consapevolezza e innescare azioni sostenibili”, dichiara Irene Castelli, amministratore delegato di Bancolini Symbol. “Lo stato sempre più degradato del mare è una questione a cui tengo particolarmente e intendo dedicare una parte del risultato aziendale alla salvaguardia di questo ormai fragile ecosistema, attraverso il supporto a progetti concreti”, prosegue Castelli. Sempre in tema ambientale, l’azienda intende favorire progetti di economia circolare, senza doversi adeguare alle tempistiche di apparecchiature obsolete, ma anzi concentrandosi il più possibile sulla riparazione delle stesse. Il passaggio a Società Benefit consentirà a Bancolini Symbol di rafforzare ulteriormente il proprio impegno nel percorso di valutazione in sostenibilità aziendale EcoVadis, che aiuta le aziende a gestire
il rischio e la conformità ESG (Environmental, Social and Governance), a raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità e a generare impatto su larga scala. “Si tratta di un percorso impegnativo e costante che può rappresentare una grande opportunità per fare impresa in modo più evoluto e responsabile rispetto al passato, e che coinvolgerà in una spirale virtuosa tutti gli stakeholder dell’azienda”, conclude Irene Castelli.
BUONRISTORO VENDING GROUP CRESCE E SI RAFFORZA
Si allarga la famiglia aziendale del Gruppo Buonristoro, uno dei principali operatori a livello nazionale nel settore della distribuzione automatica di alimenti e bevande. Gli azionisti della storica azienda piemontese Sellmat, quelli della bolognese D.A.EM. e quelli della società milanese Break Point hanno siglato infatti nei mesi scorsi un accordo vincolante che prevede il conferimento delle rispettive quote societarie in D.A.EM., che contestualmente ha mutato la propria ragione sociale in Buonristoro Spa.
La nuova struttura proprietaria verrà trasferita interamente nella società di nuova costituzione S.D. Holding e, per effetto di questi conferimenti, verrà notevolmente ampliato il perimetro operativo del Gruppo Buonristoro, che continuerà ad essere costituito da solide aziende che operano con successo, nei rispettivi territori.
Questa nuova importante aggregazione, che ha dato vita ad un unico operatore del settore, tra i più grandi in Italia, ha radici profonde: la nuova società S.D. Holding, infatti, prende il nome proprio dalle lettere iniziali delle due realtà storiche Sellmat e D.A.EM, che da più di 50 anni operano con successo nel settore della distribuzione automatica, accompagnando le pause di milioni di lavoratori, studenti e consumatori in genere, con dedizione e professionalità.
Franco Pavero che decisero di posizionare i primi esemplari di distributore automatico per bevande calde all’interno di alcune fabbriche e realtà operative in provincia di Vercelli. Nel 1969 Foglia e Pavero rilevano da FAEMA alcuni distributori automatici installati in provincia di Bologna, creando D.A.EM. e, nel 1971, iniziano la collaborazione con Ezechiele Bernasconi, che entra con loro in società. Nel 1991, in provincia di Milano, per iniziativa di Edoardo Macchi nasce Break Point, nel cui capitale sociale entrano successivamente Adriano Foglia e Franco Pavero.
L’operazione ha consentito di unire realtà imprenditoriali che fin dalle origini hanno condiviso una visione del settore basata sull’importanza del servizio erogato, sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale, con una particolare predisposizione all’innovazione tecnologica.
All’atto dei conferimenti, il fatturato consolidato supera i 180 milioni di euro, con più di 40.000 clienti serviti e oltre 100.000 distributori installati. Il Gruppo gestisce oltre 400 milioni di erogazioni annuali, con più di 1.200 tra dipendenti e collaboratori. Questo passaggio storico permetterà ad aziende già affermate sul mercato di proiettarsi verso il futuro con una nuova e più efficiente struttura societaria, in grado di interpretare al meglio le numerose e impegnative sfide del settore. Il Gruppo manterrà la propria vocazione all’innovazione tecnologica e ambientale, alla ricerca della soddisfazione di clienti e consumatori, con una particolare attenzione per i propri dipendenti e collaboratori.
Sellmat è stata fondata nel 1963 da Adriano Foglia e
CAMST COMBATTE
LO SPRECO ALIMENTARE
NELLE SCUOLE
Lo Sprecometro, un’app ideata e sviluppata nell’ambito dell’Osservatorio Waste Watcher International su cibo e sostenibilità, entra nelle mense scolastiche attraverso un progetto educativo esclusivo promosso e organizzato da Camst group, società bolognese tra i principali player in Italia nel mercato della ristorazione collettiva, e curato dal team di progettazione di Sprecometro.
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L’app, nata dal lavoro congiunto del Dipartimento di Scienze e Tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna e Last Minute Market, impresa sociale spin-off accreditata dall’Alma Mater, si propone di generare consapevolezza e conoscenze utili per indirizzare persone e gruppi alla riduzione dello spreco alimentare, all’adozione di diete sane e all’uso sostenibile delle risorse naturali.
“La nuova funzionalità dello Sprecometro rileverà lo spreco alimentare nelle mense ed è stata studiata appositamente per Camst group. Attraverso questa app si entrerà nelle scuole per promuovere l’educazione alimentare direttamente con le classi, gli insegnanti e le famiglie; lo Sprecometro consente infatti non solo di misurare l’impronta ambientale di ogni grammo di cibo gettato via, ma anche di fruire di contenuti educativi fondamentali per riconoscere il valore del cibo”, sottolinea Andrea Segrè, fondatore e direttore scientifico della campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero e professore ordinario di economia circolare e politiche per lo sviluppo sostenibile all’Università di Bologna.
In particolare, il progetto promosso da Camst Group, prevede che agli istituti scolastici venga fornita l’app con una sezione a loro dedicata, nella quale gli insegnanti possono iscrivere le proprie classi e iniziare così il monitoraggio alimentare. Saranno misurati automaticamente, in grammi, gli sprechi attuati dalle singole classi, e ne verrà valutato l’impatto, in termini di impronta idrica e
carbonica, sull’ambiente. In base ai risultati ottenuti, agli insegnanti saranno poi forniti materiali informativi, video, schede e quiz, che potranno utilizzare per sensibilizzare i bambini sul tema per prevenire gli sprechi e potenziare le buone pratiche di educazione alimentare. Il database degli alimenti sul menù di Camst group, inoltre, verrà aggiornato con la stima degli impatti ambientali - CO2 e H2O - dei piatti proposti nelle mense delle scuole. Questo servirà ad abituare anche i più piccoli a compiere scelte alimentari consapevoli e far loro comprendere la portata dell’impatto ambientale che un atto quasi inconsapevole, come quello di gettare via il cibo, può provocare.
“Da sempre la nostra azienda è impegnata in concrete attività di educazione alimentare all’interno delle scuole; Camst non si limita, infatti, a gestire i servizi di ristorazione, ma supporta le scuole e le famiglie attraverso tanti progetti con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema del contrasto allo spreco alimentare. Siamo convinti che, attraverso lo sviluppo di una maggiore consapevolezza sul valore del cibo e sugli effetti negativi che il suo spreco può avere per l’ambiente e per noi stessi, si possano raggiungere obiettivi importanti quali quello dello spreco zero. L’importanza di agire sulle nuove generazioni ci spinge quindi a mettere in campo quante più azioni educative possibili che vadano in questa direzione”, evidenzia Mattia Grillini, vicepresidente di Camst Group.
CEA ESTINTORI OTTIENE
LA CERTIFICAZIONE TÜV PER LA PARITÀ DI GENERE
È con un sorriso che Patrizia e Rossella Amadesi, rispettivamente presidente e vicepresidente di CEA Estintori, realtà fondata nel 1967 dai loro genitori Laura ed Ermete, accolgono la notizia del riconoscimento della certificazione TÜV di conformità alla norma
UNI/PdR 125:2022, che attesta l’efficacia del sistema di gestione per la parità di genere dell’azienda che dirigono.
“Questo riconoscimento rappresenta il culmine di un lungo cammino imprenditoriale, in cui inclusione, attenzione e rispetto per le persone e per la genitorialità sono stati sempre principi fondamentali della filosofia aziendale, radicati ben prima che diventassero argomenti di ampio dibattito”, spiegano Patrizia e Rossella Amadesi.
Incorporando l’eredità della madre Laura, che agli esordi dell’azienda di Castenaso con la sua visione pionieristica di welfare aziendale creava un ambiente familiare cucinando personalmente per i dipendenti, CEA ha dimostrato come il rispetto e l’attenzione alle relazioni umane siano essenziali per creare un senso di appartenenza, fedeltà e attrazione. “Già in tempi non sospetti, CEA aveva istituito la possibilità per le mamme di utilizzare un servizio di asilo nido, testimoniando l’attenzione verso l’equilibrio tra vita professionale e personale, rafforzando ulteriormen-
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Mattia Grillini, vicepresidente di Camst Group
Patrizia e Rossella Amadesi con i genitori Laura e Ermete, fondatori di CEA Estintori, assieme allo staff
TRE DECENNI DI INNOVAZIONE: CABLOTECH HA SPENTO 30 CANDELINE
Cablotech, azienda di Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, specializzata in soluzioni custom per tutte le esigenze di cablaggio di prodotti e semilavorati elettronici ed elettromeccanici, ha celebrato nel 2023 il trentesimo anniversario.
L’azienda, fondata nel 1993 in un garage domestico, nei suoi primi trent’anni di attività e storia ha dimostrato di saper affrontare con tenacia e determinazione le sfide derivanti dalla crisi economica, distinguendosi nel settore dei cablaggi, grazie a un costante impegno verso l’innovazione e la modernizzazione.
L’inizio di questa avventura imprenditoriale risale al novembre 1993 quando il fondatore Valter Golfieri, allora dipendente della Stern Weber, azienda produttrice di strumenti odontoiatrici, porta a casa i primi disegni, con l’appoggio del datore di lavoro Baldissera che gli dà la possibilità di iniziare a creare il primo nucleo di quella che oggi è diventata Cablotech. “Abbiamo iniziato a occuparci di cablaggi nel garage di casa. Molto presto, però, questo garage ha iniziato a starci stretto ed ecco che nel 1995 abbiamo deciso di trasferirci ad Ozzano dell’Emilia, in quello che fu il primo vero capannone aziendale”, racconta Massimiliano Golfieri, attuale direttore generale dell’azienda e figlio di Valter, scomparso recentemente. Sempre nel 1995, in seguito a un aumento della mole di lavoro, Valter Golfieri lascia il suo impiego precedente per dedicarsi a tempo pieno all’azienda di famiglia e si effettuano le prime assunzioni di personale: tre giovani collaboratrici che ancora oggi, a distanza di 30 anni, sono in Cablotech. L’anno 1999 costituisce un’ulteriore pietra miliare aziendale: Cablotech decide di compiere il “grande passo” e di passare dall’essere in affitto in uno spazio di 600 metri quadrati ad acquisire il primo capannone di proprietà di 2.000 metri quadrati.
Il periodo tra il 2012 e il 2015 segna una fase di crescita costante, con l’istituzione dell’ufficio tecnico e l’introduzione di nuovi servizi tramite CAD, migliorando poi l’interazione con i clienti e ottimizzando le proposte commerciali. Tra il 2016 e il 2017, l’azienda deposita il proprio logo in Italia, mentre gli investimenti in strutture e attrezzature modernizzate proseguono, spinti da
“E così, nel gennaio del 2000, ci insediammo in quella che ancora oggi è la nostra sede principale, in Via Umbria 6, a Osteria Grande. Un investimento che si confermò essere positivo, poiché gli anni dal 2000 al 2008 furono di grande crescita sia dal punto di vista del fatturato sia da quello degli investimenti”, continua Golfieri.
Nel 2012, dopo un periodo di recessione innescato dalla crisi dei mutui subprime, Cablotech partecipa alla sua prima fiera in ambito internazionale, la Swisstech di Basilea, in Svizzera. Grazie a questo approccio al mercato, già dalla fine del 2012, la situazione migliora e il lavoro torna a crescere in modo talmente esponenziale che, proprio in quegli anni, l’azienda ha la necessità di acquistare altri 1.000 metri quadri di capannone.
una crescita sostenuta. Nel 2018 una società di consulenza viene incaricata di ridisegnare il layout produttivo dei capannoni, con la stesura del progetto definitivo nel 2019.
“La vera sfida, anch’essa vinta, fu portare avanti i lavori di rifacimento della sede aziendale senza interrompere la produzione, la gestione delle commesse e senza intaccare la soddisfazione dei clienti. Guardando l’operazione a distanza di cinque anni, posso dire che la gioia più grande arriva ancora oggi, tutti i giorni, quando clienti, consulenti, fornitori, partner e collaboratori entrano a visitare la nostra azienda e si rendono conto di quanto sia a misura d’uomo e pensata per essere un ambiente produttivo e positivo”, spiega con orgoglio il direttore generale. La ristrutturazione modernizza il modo di lavorare, tramite l’introduzione di magazzini automatici e trasformazioni digitali. Nel 2021-2022 l’azienda rinnova la sua identità con un nuovo logo e sito web, adottando il modello organizzativo 231 e implementando un sistema MRP (Material Requirements Planning).
“In questi primi trent’anni di dedizione, passione e innovazione, ci siamo affermati come punto di riferimento nel nostro settore. Guardiamo al futuro con la determinazione di chi sa che ogni traguardo raggiunto è solo un nuovo punto di partenza. Insieme, con impegno e condividendo sfide e traguardi, continueremo a costruire un domani ricco di successi. Perché la storia di Cablotech è ancora tutta da scrivere”, conclude Massimiliano Golfieri.
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Massimiliano Golfieri, direttore generale di Cablotech
te l’impegno a supporto della genitorialità”, continuano le sorelle Amadesi. Nonostante il settore antincendio sia a larga maggioranza maschile, CEA ha fin dall’inizio promosso le pari opportunità, come dimostra la significativa presenza femminile in ruoli apicali, dalla presidenza alla direzione, dalla sicurezza alla qualità, dalla produzione all’assistenza tecnica, sempre con un occhio di riguardo nella protezione delle lavoratrici in dolce attesa. Ieri come oggi, le neomamme in CEA possono contare sulla riassegnazione del proprio ruolo e lavoro post-partum e sulla possibilità di richiedere orari part-time, mentre entrambi i genitori possono accedere a congedi parentali.
Il rispetto dei criteri UNI/PdR 125:2022 per la parità di genere rappresenta la conferma dell’impegno iniziato nel 1967, periodo in cui in Italia prendevano vita le prime rivendicazioni per i diritti delle donne. Questo risultato sottolinea l’attenzione CEA nel costruire una cultura aziendale inclusiva e rispettosa delle persone. Grazie a questa consapevolezza, CEA Estintori riconosce oggi i frutti delle sue politiche: rispetto agli obiettivi della linea guida UNI/PdR 125:2022, che richiedono indicatori (KPI) con un minimo del 60%, CEA ha ottenuto un eccellente 87%. Un successo che testimonia l’efficacia delle azioni intraprese per promuovere l’equità sul lavoro (KPI al 70%), la tutela della genitorialità (KPI al 90%) e l’eliminazione di ogni ostacolo, anche culturale, che limiti l’accesso e la crescita professionale in base al genere (KPI al 75%).
“Gli alti indici ottenuti sono la prova che l’integrazione tra un solido impegno per la parità di genere e una gestione attenta alle dinamiche umane porta a risultati tangibili che non solo migliorano il benessere dei dipendenti, ma rafforzano anche la posizione competitiva dell’azienda sul mercato. L’investimento CEA nelle relazioni umane, dunque, va visto non come un mero adempimento ma come una strategia aziendale vincente, che ha permesso di raggiungere standard di eccellenza riconosciuti a livello nazionale. CEA Estintori si conferma un modello di riferimento, dimostrando che la crescita sostenibile e l’innovazione sono frutto di una visione che considera le persone come cuore pulsante dell’impresa”, concludono Patrizia e Rossella Amadesi.
CMS VIDEO, GLI SPECIALISTI DELLA COMUNICAZIONE
AUDIOVISIVA DIGITALE
È una storia di successo, che dura da oltre trent’anni, quella di CMS Video, digital factory operante nel settore della comunicazione audiovisiva digitale. Fondata nel 1988 dai fratelli Maurizio e Sandro Mazzanti, l’azienda, che ha sede a Budrio, in provincia di Bologna, nel corso degli anni è diventata un
alle riprese per eventi e manifestazioni, fino alle dirette televisive e in streaming. Tra i suoi clienti ci sono emittenti televisive nazionali e locali, aziende, enti e istituzioni.
punto di riferimento nel settore. “Fin dalla nostra fondazione, ci siamo costantemente impegnati per adattarci alle nuove tecnologie e tendenze del settore. Siamo partiti con le produzioni televisive, ma ormai da anni la rete è diventata il principale strumento attraverso cui diffondiamo i nostri prodotti e gestiamo numerose soluzioni per una vasta gamma di clienti”, dichiara Maurizio Mazzanti, amministratore delegato di CMS Video.
Dal 1992, l’azienda si è specializzata nei servizi video digitali, seguendo sia la produzione di contenuti che la gestione di servizi tecnici, come, ad esempio, le riprese di eventi. L’azienda bolognese è stata pioniera nell’integrare il video digitale con il web, offrendo servizi di comunicazione che si sono dimostrati all’avanguardia. La chiave del suo successo sta nell’abilità di utilizzare le peculiarità del video con la potenza degli strumenti digitali e la flessibilità della rete. In particolare, CMS Video progetta e realizza prodotti su misura per soddisfare tutte le esigenze dei clienti: dagli spot pubblicitari ai programmi televisivi, dai filmati istituzionali e promozionali
“Il video è lo strumento di comunicazione per eccellenza. Quando realizziamo un video, consideriamo attentamente tutti gli aspetti: dal messaggio alla realizzazione, al modo in cui sarà fruito e, non ultimo, ai costi. E non ci occupiamo solo di produzione di contenuti: all’ultima edizione di Farete abbiamo presentato la nuova versione del nostro sistema di digital signage TV Store, che permette la gestione remota di contenuti audiovisivi per la comunicazione in negozi e luoghi pubblici attraverso display digitali e monitor. Un prodotto ideato e sviluppato interamente dalla nostra azienda, che sta avendo successo e di cui siamo particolarmente orgogliosi”, continua Maurizio Mazzanti. La comunicazione video digitale è uno dei settori che sta avendo uno sviluppo esponenziale e si colloca tra i più importanti settori industriali a livello mondiale. “CMS Video è una testimonianza di come, anche in settori ad alta specializzazione e rapida evoluzione, l’adattamento costante alle nuove tecnologie e l’attenzione ai bisogni dei clienti possono portare al successo piccole realtà imprenditoriali del nostro territorio. La rivoluzione digitale è in atto e noi siamo pronti a viverla insieme ai nostri clienti, con competenza ed esperienza, offrendo soluzioni innovative che incontrano le esigenze sia di aziende sia di istituzioni”, conclude Mazzanti.
COCCHI&COCCHI FIRMA
IL REBRANDING
DI FRANCIOSI
È stato presentato alla fine dello scorso anno il progetto di rebranding di Franciosi, storica concessionaria del marchio Renault e Dacia, nata a Mirandola, in provincia di Modena, nel 1982 e presente oggi con varie sedi e officine autorizzate in un territorio che va da Modena a Ferrara. La cura del progetto è
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stata affidata a cocchi&cocchi, agenzia modenese di branding e comunicazione strategica che dal 2006 accompagna le piccole e medie imprese del b2b nel percorso di rebranding, curando riposizionamento strategico, identità visiva, strumenti di comunicazione.
Nel corso del 2023, Franciosi ha sentito forte il bisogno di rinnovare la propria identità visiva e di comunicare il cambiamento intrapreso: non più solo una concessionaria, ma un consulente e un fornitore di servizi a supporto di un mondo della mobilità in continua evoluzione. Nasce da questa necessità comunicativa il nuovo payoff dell’azienda: “Più di una concessionaria”. Un payoff capace di raccontare all’utente che Franciosi non è più “solo” un luogo dove comprare una nuova auto, ma anche e soprattutto uno spazio dove ricevere ascolto e consulenza per destreggiarsi all’interno di molteplici proposte, dall’acquisto al noleggio, dalle tipologie di finanziamenti alle diverse proposte di assicurazione fino a tutte le fasi del post-vendita.
“Affiancare Franciosi nel progetto di rebranding ci ha subito fatto capire una cosa: l’azienda è caratterizzata dalla forte identità di chi l’ha fondata, i fratelli Franciosi, e si è sempre appoggiata su uno spirito d’impresa rilucente. A noi è spettato il compito di ravvivare quello spirito d’impresa, non perderne nemmeno una goccia di luce e farne la base del progetto di rebranding. Franciosi ha le idee chiare: in un mercato, come quello dell’auto, dove tutto corre veloce, i gusti cambiano in fretta e comprare una macchina nuova non è più l’unica possibilità, le concessionarie non possono permettersi di restare ferme a concetti, forme,
idee e proposte obsolete. Serve pensare a come accompagnare le persone verso la soddisfazione dei loro bisogni”, spiega Gloria Cocchi, brand strategist di cocchi&cocchi.
“La nuova identità visiva di Franciosi ha il compito proprio di trasmettere questi concetti. Il nuovo simbolo è una bussola, lo strumento capace di guidare e supportare chi si affida a Franciosi verso le scelte più adatte alle sue esigenze. La nuova brand identity di Franciosi veicola la promessa, i valori, la visione dell’impresa e dà valore ai servizi e ai prodotti”, racconta Davide Cocchi, art director di cocchi&cocchi. Il rebranding di Franciosi è stato presentato nel corso di un evento che ha coinvolto tutte le persone, oltre un centinaio, che lavorano per l’azienda. Si è trattato di un momento speciale, durante il quale il team dirigente ha mostrato il nuovo brand mark e la direzione intrapresa, coinvolgendo tutti e tutte verso il raggiungimento di obiettivi comuni. “A tale proposito il materiale corporate e il manifesto che abbiamo realizzato contribuisce a raggruppare tutte le persone interne ed esterne sotto una bandiera comune. La strada è tracciata, non resta che percorrerla insieme”, conclude Gloria Cocchi.
CERTIFICAZIONE DI ECCELLENZA
PER IL CONSORZIO COLIBRÌ
Prestigioso riconoscimento per otto strutture appartenenti al Consorzio Colibrì che, al termine di un percorso iniziato nel 2021, possono erogare i propri servizi e prestazioni con una consapevolezza in più sulla qualità e la sicurezza dei propri servizi sanitari riconosciute dai valutatori di Accreditation Canada. Le strutture che hanno ricevuto la certificazione sono state: Clinicadomicilio, Ospedale Ai Colli, Ospedale Villa Baruzziana, Ospedale Villa Bellombra, Ospedale Santa Viola, Società Dolce, Villa Ranuzzi e Villa Serena. Un traguardo giunto al termine di un lungo e faticoso processo di misurazione di standard qualitativi e organizzativi da parte di Accreditation Canada, organizzazione senza scopo di lucro che dagli anni ‘60 si occupa di accreditamento internazionale di servizi sanitari e socio-sanitari. Nello specifico, Accreditation Canada ha valutato l’intero percorso del paziente-residente in tutti i processi di erogazione dei servizi delle strutture aderenti al progetto, coinvolgendole nella loro interezza e incontrando anche i partner, i pazienti-residenti e i loro familiari. Il percorso di accreditamento all’eccellenza è un’evoluzione continua verso il miglioramento. Un risultato che apporta benefici in chiave di più salute e maggiore sicurezza a tutta la comunità di cura, il personale, i pazienti e le loro famiglie, ma anche al territorio, le istituzioni, i partner e i fornitori.
Questo accreditamento è fonte di grande soddisfazione per il personale delle strutture del Consorzio Colibrì, guidato dal presidente Claudia Sabatini e dall’amministratore delegato Averardo Orta.
“Il nostro Consorzio tre anni fa, in piena pandemia, ha scelto di intraprendere il complesso percorso di accreditamento d’eccellenza secondo lo standard Accreditation Canada per garantire ai propri pazienti e utenti la massima qualità clinica e assi-
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UNA GRANDE REUNION PER FESTEGGIARE I 60 ANNI DI COOPERATIVA BILANCIAI
La tradizionale festa di fine anno, nel 2023, si è trasformata per Cooperativa Bilanciai in una grande reunion per celebrare i suoi primi sessant’anni di attività con la forma giuridica della cooperativa. Un evento tanto semplice quanto sentito, durante il quale a prevalere sono stati gli abbracci, le vigorose strette di mano e i tantissimi aneddoti raccontati da alcune figure storiche dell’impresa di Campogalliano, in provincia di Modena, davanti a una platea gremita, composta da lavoratori, soci di ieri e di oggi.
È stata l’occasione per ricordare insieme una storia formidabile fatta di numeri, di crescita, di progressiva internazionalizzazione, il cui motore propulsivo è sempre stato costituito dalle persone, dalla loro capacità di interpretare al meglio i valori dell’impresa cooperativa e il legame con il territorio. Una serata ricca di aneddoti che, ripetuti oggi, hanno il sapore d’altri tempi e che a qualcuno possono apparire sbiaditi, ma che in Cooperativa Bilanciai continuano a far brillare gli occhi perché scandiscono una storia unica che ha permesso all’azienda di Campogalliano di guadagnarsi un ruolo da protagonista a livello nazionale e internazionale nel settore dei sistemi di pesatura di precisione.
dell’azienda sono stati scelti dodici messaggi pubblicitari, uno per mese, utilizzati per presentare i prodotti di punta. Immagini che, anche in questo caso, rivelano il cambio dei gusti estetici e delle scelte grafiche che alternano foto dei prodotti a disegni nei quali si cerca di sintetizzare l’unicità di quanto realizzato dall’azienda di Campogalliano.
“Ritrovarsi con alcune delle persone che hanno costruito con tenacia, passione e competenza una realtà che, per molti aspetti, ancora oggi rappresenta un unicum nel mondo dell’impresa è stato emozionante. Molti di loro, quando sono entrato in Cooperativa Bilanciai nel 1995, erano colleghi a cui guardavo con ammirazione. Ancora oggi dobbiamo ringraziarli perché hanno seminato bene e hanno permesso, grazie a radici solide e profonde, di far crescere la Cooperativa di cui ho l’onore di essere presidente”, ha sottolineato Enrico Messori, presidente della Società Cooperativa Bilanciai.
“All’inizio la totalità dei lavoratori era di Campogalliano, fatta eccezione per un paio di figure amministrative che venivano da fuori, da Modena, dalla città. Noi ci sentivamo orgogliosamente diversi, eravamo quelli di campagna con tanta voglia di lavorare e rendere la società più equa”, racconta Mirco Gibertini che in Cooperativa Bilanciai ha iniziato a lavorare nel 1966 diventando, tra l’altro, il primo studente lavoratore dell’azienda. Durante la serata, oltre a ripercorrere le tappe più significative dell’evoluzione dell’azienda che oggi a livello di gruppo vanta 461 collaboratori, 243 dei quali in Italia, e un fatturato consolidato di oltre 85 milioni di euro (più di 48 milioni per l’Italia), è stato presentato il tradizionale calendario da tavolo distribuito poi attraverso le consociate e le filiali presenti in dieci Paesi. Quest’anno per sottolineare l’evoluzione nel tempo
La festa che ha celebrato i 60 anni dell’azienda è stata anche l’occasione per Cooperativa Bilanciai di rinnovare una tradizione che prosegue ormai da oltre dieci anni e che allarga l’orizzonte al nucleo familiare di chi lavora all’interno dell’impresa di Campogalliano: sono state infatti consegnate le borse di studio per i figli dei lavoratori della cooperativa che hanno conseguito il diploma o la laurea nel 2023. Per l’anno da poco concluso, i giovani premiati, tutti con un’età compresa tra i 19 e i 24 anni, sono stati nove. “Dare un riconoscimento a chi ha conseguito il diploma o la laurea è un incentivo ad affrontare con passione e determinazione il percorso di studi da cui dipenderà, almeno in parte, la possibilità di realizzarsi nel mondo del lavoro e non solo. Con questo riconoscimento non vogliamo premiare un giovane per il voto che ha ottenuto durante il percorso scolastico o all’università, ma per gli sforzi che ha fatto per raggiungere un obiettivo. Proprio come avviene nel mondo del lavoro: non premiamo la perfezione, ma il raggiungimento degli obiettivi che, insieme, definiamo ogni anno”, ha concluso il presidente Messori.
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Enrico Messori, presidente della Società Cooperativa Bilanciai
stenziale e contribuire, come sanità pubblica di diritto privato, al miglioramento dell’offerta metropolitana. Sono stati verificati quasi 900 indicatori. L’entusiasmo e l’abnegazione di tutti i nostri collaboratori confermano la bontà di quella decisione che ci proietta al confronto diretto e paritetico con le strutture più avanzate del mondo”.
“Vorrei congratularmi con il Consorzio Colibrì per il risultato raggiunto a seguito della visita di accreditamento e per il continuo impegno per l’eccellenza dei servizi offerti ai cittadini nel territorio bolognese. Si apre una nuova e importante fase di lavoro volta a portare ulteriori miglioramenti della qualità e la sicurezza delle cure offerte dal gruppo regionale”, afferma Yuliya Shcherbina, responsabile dello sviluppo europeo di Accreditation Canada.
Questo percorso giunge a compimento con il massimo risultato anche se la filosofia del Consorzio è quella di continuare a impegnarsi per fornire a utenti e pazienti un’offerta sanitaria sempre più soddisfacente, all’altezza di bisogni di salute sempre più complessi.
CRIT: IL PROGETTO ONE4ALL FINANZIATO DALL’UE CON 6 MILIONI DI EURO
Promuovere la trasformazione degli impianti di produzione, in particolare delle PMI, verso l’industria 5.0 rafforzando la loro resilienza in caso di cambiamenti imprevisti. È questo l’obiettivo del progetto europeo
ONE4ALL, sviluppato dal centro di ricerca modenese CRIT, specializzato nell’analisi di informazioni tecnico-scientifiche e in attività di sviluppo di progetti di ricerca, assieme a dieci partner da otto Paesi europei.
ONE4ALL è promosso dalla Commissione Europea all’interno del Programma Horizon Europe ed è finanziato per circa sei milioni di euro, di cui due destinati ai partner italiani del consorzio composto da tre università, quattro società di ingegneria, un technology provider, due aziende del settore agroalimentare-chimico e da una società specializzata in soluzioni ambientali.
“Il settore manifatturiero fornisce all’economia dell’UE un contributo rilevante e strategico, ma eventi recenti come la crisi sanitaria globale e le tensioni geopolitiche hanno messo in luce la necessità di aumentare la flessibilità e l’agilità delle industrie manifatturiere e di promuoverne l’adattamento tecnologico e la transizione digitale per affrontare meglio crisi impreviste, evitando così interruzioni della produzione”, spiega Marco Baracchi, direttore generale di CRIT.
Il progetto ONE4ALL nasce proprio per sviluppare soluzioni robotiche flessibili che favoriscano processi produttivi più efficienti, innovativi e adattabili.
“In questa prima fase stiamo elaborando moduli di produzione cyber-fisici riconfigurabili (RPCM), costituiti da robot mobili collaborativi e auto-configurabili, ai quali sono incorporati dispositivi IIOT per il monitoraggio e l’interconnettività in tempo reale”, continua Baracchi. “Per dimostrare l’efficacia di queste soluzioni tecnologiche innovative, incentrate sull’uomo e sulla sostenibilità, i cobot verranno testati direttamente sul campo in due scenari specifici, entrambi fortemente influenzati dalle perturbazioni di mercato e dal contesto sociale: Madama Oliva (leader in Italia nella
lavorazione delle olive da tavola fresche) per l’agroalimentare, e Orifarm (società danese che opera nella distribuzione internazionale di farmaci) per il settore chimico. Per facilitare l’interoperabilità dei componenti, tutto il progetto avrà un approccio open-source. I moduli fisici e i processi saranno replicati digitalmente tramite digital twins e controllati da un sistema di intelligenza artificiale”. La seconda fase del progetto consisterà nel facilitare l’integrazione e la comprensione per gli utenti finali, promuovendo l’adozione di protocolli informatici senza restrizioni e garantendo la sicurezza e la professionalità degli operatori umani. Per sfruttare appieno il potenziale delle tecnologie sviluppate, lo specifico programma di formazione adattiva per l’up-skilling digitale avrà un ruolo fondamentale nell’agevolare la forza lavoro nella transizione verso l’industria 5.0.
“CRIT ha svolto un ruolo attivo durante la fase di scrittura del progetto ONE4ALL e collaborerà con i dieci partner internazionali nello svolgimento di diverse attività per tutta la durata del programma, il cui termine è fissato per il 2026. In particolare, CRIT è responsabile delle attività di comunicazione e diffusione del progetto, dell’organizzazione di eventi informativi e convegni tecnici per massimizzarne i risultati, favorirne la replicabilità e per la standardizzazione della metodologia sviluppata”, conclude il direttore generale Marco Baracchi.
CUBBIT LANCIA DS3 COMPOSER, SOLUZIONE CLOUD DI ULTIMA GENERAZIONE
Cubbit, la startup bolognese primo enabler europeo di cloud storage geo-distribuito, ha annunciato a novembre scorso la prima fase di lancio di DS3 Composer, una soluzione cloud di nuova generazione che rimette il controllo dei dati nelle mani di MSP (Managed Service Provider), reseller, system integrator ed enterprise, consentendo loro di creare in pochi minuti il proprio cloud storage sovrano, iper-resiliente e 100% S3 compatibile.
La piattaforma si basa sulla tecnologia DS3, un cloud object storage geo-distribuito, già adottato da oltre 200 aziende e MSP in tut-
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Marco Baracchi, direttore generale di CRIT
ta Europa. La nuova soluzione consentirà ai partner di Cubbit di offrire ai propri clienti un’esperienza cloud completamente personalizzabile, combinando tutti i vantaggi dell’on-premise e dei servizi cloud tradizionali e mitigando al contempo le sfide associate: total cost of ownership (TCO), resilienza, protezione ransomware e controllo sul dato.
“DS3 Composer consente alle aziende di beneficiare di un cloud storage premium, completamente personalizzabile e flessibile, con un controllo end-to-end sui dati e sull’infrastruttura e un risparmio sui costi tra il 50 e il 90% rispetto al cloud storage tradizionale e alle soluzioni on-premise”, spiegano dalla società bolognese.
A differenza del cloud storage tradizionale, DS3 Composer utilizza la tecnologia DS3 di Cubbit che aggira la necessità di archiviare i dati in pochi data center centralizzati, permettendo così che i file vengano cifrati, frammentati e replicati su più sedi geografiche all’interno di reti geo-delimitate scelte dall’utente stesso. Questo permette di rispondere alle necessità specifiche di sovranità digitale di ogni Paese, come ad esempio il Clarifying Lawful Overseas Use of Data Act, noto come Cloud Act, che ha implicazioni significative per le organizzazioni con un’impronta globale, le quali devono rivalutare urgentemente le proprie strategie di archiviazione e gestione dei dati.
“Le aziende europee stanno affrontando sempre più sfide, dai costi imprevisti ai ransomware, dalla conformità al GDPR alla sovranità digitale. Cubbit risolve questi problemi semplificando la gestione dei dati. Il nostro obiettivo è quello di consentire agli MSP, ai system integrator e alle grandi organizzazioni di creare il proprio cloud personalizzato. I clienti di Cubbit potranno godere
di una vera esperienza cloud, mantenendo il controllo completo su dati, infrastrutture e costi”, afferma Enrico Signoretti, VP product&partnership di Cubbit.
La nuova soluzione di Cubbit offre funzionalità come la multitenancy granulare, chargeback e fatturazione, la possibilità di accedere ai dati da punti di accesso pubblici o privati e l’opzione di abilitare la protezione dei dati zero-trust. La tecnologia geo-distribuita di Cubbit è inoltre progettata per allinearsi con i sempre più importanti obiettivi di sostenibilità, estendendo la durata dell’hardware di archiviazione, riducendo i rifiuti elettronici e minimizzando l’impatto ambientale.
lia. Best seller dell’azienda svizzera, CS 5460 di Curaprox contribuisce non solo a mantenere in salute tutta la bocca, ma presenta anche un’estetica cool, con 36 varianti colore. E per tutti i prodotti è così. Colori vivaci, estetica pop, sapori inediti qualificano i prodotti a marchio Curaprox che hanno alla base tre caratteristiche fondamentali: accettabilità, ossia il gradimento da parte del consumatore, efficacia, risultato di un approccio scientifico rigoroso, e a-traumaticità, cioè l’assenza di traumi grazie a una pulizia delicatissima di denti e gengive. Nello sviluppo dei propri
Inizialmente DS3 Composer è stato reso disponibile a un gruppo selezionato di partner e clienti in tutta Europa, tra cui Leonardo, uno dei più grandi player al mondo nell’aerospace, difesa e sicurezza. “Grazie all’adozione della tecnologia di distribuzione geografica granulare del dato, saremo in grado di affrontare il trend di crescita dei dati archiviabili - triplicati al 2026 - che genererà un parallelo aumento di rischi, costi e complessità legati alla loro gestione”, evidenzia Carlo Cavazzoni, head of computation R&D di Leonardo.
CURAPROX, SCIENZA
E INFORMAZIONE
PER LA CURA DELLA BOCCA
L’ultimo nato è uno spazzolino con 5.460 setole ultrasottili, uno degli articoli più iconici e rappresentativi di Curaprox, brand della multinazionale svizzera Curaden, protagonista da mezzo secolo nel settore oral care, che dal 2019 ha una filiale a Bologna, Curaprox Ita-
prodotti di altissima qualità, Curaprox adotta da sempre un approccio olistico all’insegna della prevenzione, con l’obiettivo di garantire un’igiene orale che sia efficace e, allo stesso tempo, una coccola quotidiana straordinaria. La scelta di investire sull’Italia e nel capoluogo emiliano-romagnolo, in particolare, è spiegata da Paolo Saggiorato, country manager di
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Paolo Saggiorato, country manager di Curaprox Italia
Curaprox Italia: “È stata una svolta importante, quella del 2019. Dopo molti anni in cui l’azienda ha presidiato il mercato italiano attraverso una partnership locale, la nostra casa madre svizzera ha deciso di costituire Curaprox Italia, per intraprendere un percorso orientato all’eccellenza in tutti i principali asset del brand. L’obiettivo non era solo di vendere prodotti di altissima qualità, ma di diffondere una vera cultura di prevenzione della salute della bocca e stabilire solide collaborazioni con i professionisti dell’igiene orale e con partner autorevoli, portatori di valori affini a quelli del brand”.
In effetti la mission dell’azienda è educare alla prevenzione e corretta igiene orale, perché è scientificamente dimostrato che la salute orale è importante per mantenere sano tutto il nostro organismo: prendersi cura della nostra bocca, porta d’ingresso di virus e batteri, è fondamentale e possiamo farlo solo con gli strumenti corretti. “In Curaprox abbiamo la sana presunzione di non vendere solo dei prodotti, seppur magnifici, ma di contribuire positivamente alla salute di tutti coloro che ci scelgono”, conferma Saggiorato. “Vogliamo continuare la nostra collaborazione con le università, per mantenere alto il profilo scientifico e l’innovazione che caratterizzano il nostro brand”.
Contemporaneamente si punta molto sulla educazione. “I nostri prodotti sono premium e nella nostra mission c’è tutta la parte educational, per insegnare come usare al meglio i nostri prodotti, in particolare spazzolini e scovolini”, ricorda Saggiorato. “Per noi è importante rendere la pulizia dei denti un’esperienza piacevole, perché solo così si può favorire una sana igiene orale”.
E per far arrivare al consumatore finale questo messaggio, la multinazionale svizzera lavora in stretto contatto con gli studi dentistici e almeno diecimila farmacie sparse sul territorio italiano. “Curaprox ha scelto come canali esclusivi di vendita la farmacia e la parafarmacia, perché crede fermamente nella professionalità del farmacista. Diverse evidenze scientifiche ci dimostrano come la salute della bocca sia strettamente legata a quella dell’organismo in generale. Se il consumatore finale spesso sottovaluta l’importanza dell’igiene orale, un professionista può realmente capire la differenza e contribuire a fare educazione”, conclude Saggiorato.
DOORWAY, SOTTOSCRITTO L’AUMENTO DI CAPITALE
Doorway SB Società Benefit, fintech innovativa con sede legale a Bologna che opera nel Venture Capital per supportare tech entrepreneur, ha annunciato lo scorso gennaio l’ingresso di Fondo Rilancio Startup di CDP Venture Capital SGR, Francesco Caio e altri investitori protagonisti della finanza nella propria compagine sociale. La società fintech che abilita l’investimento diretto in Venture Capital da parte di investitori privati e corporate, attraverso una piattaforma tecnologica autorizzata Consob e Banca di Italia, con specializzazione nell’area tech (AI, healthtech, fintech), ha portato a termine un aumento di capitale con versamenti per complessivi 2.316.200 euro, di cui 101.115,30 destinati al nominale (che raggiunge i 569.640,56 euro) e 2.215.084,69 di sovrapprezzo. CDP Venture Capital SGR, con il Fondo Rilancio, entra nella società convertendo il finanziamento effettuato nel 2021 per 550.000 euro. Altri 1,76 milioni di euro, complessivamente, sono stati sottoscritti da investitori del calibro di Francesco Caio, Alberto Grignolo, già COO di Yoox, Alessandro Bonfiglioli, Enrico Donati, Giorgio De Giorgi, Piercarlo Gera, già senior managing di Accenture, Marco Occhetti e Pietro Saccomandi di Leonteq, Buono & Partners, Maddalena Marchesini, Paola Elena Lanati e Angels4Women, associazione composta da Business Angel che investe in startup fondate da donne ad elevato potenziale di crescita. “Questa operazione testimonia la fiducia degli investitori e di soci di spessore nei confronti della società e delle sue potenzialità. Grazie a questo aumento di capitale Doorway potrà accelerare nella costruzione di un’economia innovativa, sostenibile e inclusiva mediante la leva dell’investimento privato in iniziative ad alto contenuto innovativo e tecnologico, selezionate per la
qualità della crescita di valore, dell’impatto sociale, della sostenibilità e dell’attenzione alla parità di genere”, commenta Antonella Grassigli, CEO di Doorway, business angel dell’anno 2021 e vincitrice del premio “Woman Of The Year 2023” agli ultimi FinTech Awards.
La notizia dell’aumento di capitale ha fatto da sfondo al primo evento organizzato da Doorway, il 23 gennaio scorso a Milano, con il nuovo format di confronto fra aziende innovative e investitori di prestigio.
“Innovate&Invest - where innovators meet investors: #01 Empowerment the Future of AI” è stato il tema della serata. Al centro della scena Francesco Caio, un protagonista assoluto del mondo della finanza ed esperto di digitalizzazione con esperienza di amministratore delegato di multinazionali, pubbliche e private, in Italia e all’estero, tra cui Cable & Wireless, Avio e Poste Italiane,
nonché consulente per i governi inglese e italiano nella definizione delle politiche industriali per lo sviluppo delle reti a banda larga.
Le imprese innovative sono state rappresentate da Fantix.ai, una delle punte di diamante nel settore dell’Intelligenza Artificiale e dei Big Data, che sta sviluppando un motore di conoscenza federato che consente alle imprese di ottenere risposte cruciali sui loro clienti, con la presentazione del team e delle attività della startup che ha concluso a febbraio una campagna di fundraising sulla piattaforma Doorway.
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ECOVILLAGGIO DI MONTALE, ECCO LA NUOVA CICLOPEDONALE
Il 2024 porta con sé una novità importante per i cittadini di Montale, frazione del comune di Castelnuovo Rangone, in provincia di Modena, e per tutti coloro che si troveranno a transitare in questa area.
Si tratta del completamento, in Ecovillaggio di Montale, del circuito pubblico delle ciclabili che permette di collegare la zona “Montale2” e la zona Vandelli. In questo contesto, l’ecoquartiere svolge un ruolo centrale e strategico nel ricongiungere le due aree di Montale e, a sua volta, Castelnuovo Rangone a Montale.
La nuova ciclopedonale è stata progettata in base ai principi della più innovativa urbanistica sostenibile e si propone tre principali obiettivi. Il primo è di evitare e dissipare le isole di calore: per questo motivo la pavimentazione, in graniglia di marmo bianco, riflette i raggi solari, evitando, con l’aumento delle temperature medie, la formazione delle isole di calore che sono, invece, un problema frequente dell’urbanistica tradizionale. Il secondo obiettivo connesso alla conformazione della ciclopedonale riguarda la raccolta delle acque piovane e quindi l’assenza di ruscellamenti. Il cambiamento climatico ha reso le precipitazioni sempre più irregolari, a volte particolarmente concentrate in poche ore anziché in giorni o settimane. Per questo, creare un’area verde permeabile limitrofa al percorso ciclopedonale diventa utile per mitigare l’impatto dell’evento meteoclimatico acuto; senza dimenticare che la penetrazione dell’acqua piovana favorisce un maggiore nutrimento del suolo e delle falde.
Un terzo principio riguarda la presenza del verde come fonte di cromoterapia e benessere. Nella fattispecie, i percorsi ciclopedonali sono collocati all’interno di aree verdi.
Il colore della vegetazione, notoriamente al centro dello spettro visibile, se associato al bianco (i percorsi ciclopedonali e le palazzine di Ecovillaggio), stimola sensazioni di relax e armonia in coerenza con la biofilia.
In Ecovillaggio tutte le strade interne sono strade chiuse e non si collegano mai; questo è stato progettato per evitare che si formi il cosiddetto traffico di passaggio in una zona prettamente residenziale; tutta la zona inoltre
è soggetta al limite dei 30 chilometri orari per ridurre l’inquinamento acustico e di particolato sottile.
“In generale, scegliere i mezzi di trasporto sostenibili e lasciare l’auto a casa, comporta innumerevoli benefici. Migliora la qualità della salute e della vita, riduce i costi energetici, l’inquinamento atmosferico, valorizza le aree verdi, consente spostamenti in libertà e favorisce una maggiore interazione grazie anche al ruolo sociale di Piazza Pavarotti su cui si affaccia il Centro Servizi con la palestra e le altre attività legate al food, di prossima realizzazione, che promuovono stili di vita sani”, spiegano gli imprenditori di Ecovillaggio di Montale. “Attraverso queste buone pratiche, Ecovillaggio contribuisce attivamente al raggiungimento del goal 11 di Agenda 2030 “Costruire Comunità e Città sostenibili” e al Goal 13 “Lotta al Cambiamento Climatico” a beneficio del territorio e delle persone”, concludono da Ecovillaggio.
PER ELF GROUP AL VIA LA PRODUZIONE DI NUOVE BATTERIE AL LITIO
Pmi innovativa bolognese, fondata nel 2017, e specializzata nello studio e lo sviluppo di nuove tecnologie green. Per Elf Group non sono molti gli anni alle spalle, ma sono invece tante le cose già successe: tra le ultime, da gennaio 2023 il trasferimento in una nuova sede per ingrandire il
laboratorio tecnico, garantendo lo studio più accurato dei prototipi. I nuovi spazi servono anche per installare la prima linea di produzione di batterie al litio, che da giugno 2024 prenderà vita.
“Certamente questa nuova produzione di batterie al litio e mantenere frizzante il mercato del nostro brand ADVANCE con i nostri prodotti di punta è il primo obiettivo a breve termine”, spiega Umberto Gabrielli, classe 1992 e titolare di Elf Group. “Per il medio e lungo termine siamo intenzionati ad ampliare la rete commerciale in alcuni paesi di Europa e Africa, grazie a partnership che si stanno via via consolidando dal 2022. Il rafforzamento della nostra struttura sul mercato italiano è sempre al primo posto ma lo sguardo è volto anche all’estero”.
Le sfide principali per Elf Group sono quelle di portare sul mercato tecnologie sempre più efficienti, sostenibili e di piccole di-
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Umberto Gabrielli, titolare di Elf Group
mensioni; si aggiunge poi l’integrazione crescente dell’IA nella gestione attiva degli impianti. “Le opportunità sono innumerevoli: le comunità energetiche e l’integrazione dell’accumulo saranno sicuramente il frutto maturo da cogliere nei prossimi due anni”, commenta Gabrielli. “Intanto vogliamo condividere le informazioni utili per le aziende: per esempio, nell’incontro Associati per Associati di fine marzo, abbiamo analizzato i vantaggi che le aziende possono avere nel 2024 come, ad esempio, credito d’imposta maggiorato per l’installazione di nuove apparecchiature tecnologiche e per il revamping degli impianti già installati, oltre all’agevolazione IVA al 10%”.
La storia di Elf Group, iniziata nel 2017, si evolve già tre anni dopo con l’acquisizione di Vectron, società storica di Bologna operante nel settore green già dal 1985 come grossista. “È stato un passo importante, supportato anche da Confindustria Emilia”, ricorda il titolare dell’azienda bolognese, “che ha portato Elf a integrare il mercato di Vectron, sviluppando così il suo ramo commerciale e potendo quindi concretizzare i progetti in grembo. Grazie a consolidate partnership di Vectron con produttori del settore green, lo sviluppo dei nostri progetti ha iniziato a prendere forma. Da allora abbiamo collaborato congiuntamente con tre aziende del settore per lo sviluppo dei nostri prodotti principali: inverter, batterie e pannelli solari. Tutti proposti con il nostro marchio ADVANCE, già storico brand Vectron da oltre 20 anni e sinonimo in tutta Italia di qualità e innovazione. Dal 2022 le collaborazioni si sono ampliate, integrando altri produttori al fine di incrementare l’offerta e mantenere sempre alta la qualità”, continua il titolare di Elf Group. “L’evoluzione non riguarda sono solo prodotti innovativi e di qualità, ma anche il costante supporto pre e post vendita, unito alla progettazione, volendo congiunta, che offriamo al cliente sia nel settore industriale che in quello fotovoltaico. La nostra mission è sicuramente quella di portare sul mercato prodotti sempre nuovi, innovativi e di alta qualità, rafforzando le partnership con i nostri produttori ma anche con i clienti che, insieme a noi, fanno crescere il nostro brand”, conclude Umberto Gabrielli.
ELIOR RISTORAZIONE, SOLUZIONI PER OGNI ESIGENZA
DELLE AZIENDE
Tra i cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo del lavoro, di grande rilevanza è quello che riguarda la ristorazione aziendale e collettiva. Perché è sempre più accettato che l’importanza della pausa pranzo sia fondamentale per le persone, tanto che sempre più aziende concepiscono il servizio di ristorazione come welfare aziendale.
Per il gruppo Elior Ristorazione, punta di diamante nella ristorazione collettiva in Italia con diecimila collaboratori, duemila ristoranti e punti vendita in tutto il Paese nei quali serve oltre 106 milioni di clienti ogni anno e un fatturato di 459 milioni di euro, è una sfida importante su cui si è investito molto. “Un primo elemento sono i locali: servono ambienti piacevoli e rilassanti, curati nei minimi dettagli per trasformare la pausa in un’esperienza di relax e benessere”, spiegano dall’azienda con sede anche a Zola Predosa, nel bolognese. “Elior progetta le modalità e gli spazi di ristoro aziendale dedicando la massima attenzione alle persone. Dalle caffetterie green a strutture modulabili, usiamo colori, illuminazione e materiali di arredo naturali e sostenibili pensati per rendere il ristorante aziendale accogliente”. Al centro della ristorazione collettiva c’è ciò che si mangia. Una volta “cibo da mensa” etichettava prodotti di bassa qualità e di scarso gusto. “Il nostro impegno è fare sì che i menù della ristorazione aziendale siano studiati da chef e nutrizionisti per tradurre i principi della Dieta Mediterranea in proposte nutrienti, sane e complete. Usiamo ingredienti di stagione e cotture che ne mantengono intatte le proprietà nutritive e organolettiche. I piatti vengono cambiati ogni giorno, alternando ricette della tradizione e gourmet, per accontentare ogni palato”, evidenziano da Elior. C’è una soluzione per ogni azienda, di qualunque dimensione sia. “Cambia il mondo del lavoro e cambia anche la pausa pranzo. Le nostre proposte? Iniziamo da iColti in Tavola, la linea di ristorazione aziendale innovativa con soluzioni e servizi modulari e flessibili, adatti a ogni esigenza di spazio, numero di dipendenti, modalità di consumo e budget. E, all’esigenza, Food360, il distributore auto-
matico, che garantisce piatti di qualità, equilibrati e completi, a disposizione 24 ore su 24: è facile da usare con l’app JoyFood, che permette a ogni utente di scegliere e prenotare il proprio menù completo personalizzato. Bastano solo 15 metri quadri, una presa elettrica e una connessione internet”, confermano da Elior.
Altra soluzione possibile è il Market iColti in Tavola, l’innovativo concept di ristorazione aziendale agile e flessibile. Piatti equilibrati e completi e la possibilità di arricchire la proposta base con, a scelta, distributori, vetrine per insalate e macedonie freschissime, una cucina professionale per show cooking e piatti express, distributori d’acqua, casse con pagamenti digitali, contanti e ticket. “E, ancora, Gustoso, servizio di ristorazione completo, vario ed esperienziale, ma compatto e senza cucina interna: è la soluzione in linea con la convivialità e il benessere ricercato oggi dalle aziende più prestigiose. Forniamo alle aziende ricette preparate con ingredienti di stagione”. Non manca una proposta per i più piccoli, concludono dall’azienda: “Pulcini&Co, la divisione Elior dedicata ai servizi per l’infanzia, propone la gestione pedagogica e alimentare di asili nido all’insegna dell’equilibrio tra vita professionale e familiare, oltre a servizi di campus estivi per i figli dei dipendenti e a incontri tematici con le educatrici e pedagogiste Elior”.
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IL PIANO BENEFIT 2024
DI EMILIA FOODS
Emilia Foods, azienda modenese, attiva nel settore alimentare dal 2013, conferma il proprio impegno nel miglioramento del welfare aziendale e nel piano benefit per il 2024. Per il secondo anno consecutivo, infatti, ha deciso di fornire un tangibile beneficio diretto ai suoi dipendenti riconoscendo un importo pari a una percentuale della Retribuzione Annuale Lorda (RAL), parificando così l’inflazione ISTAT dell’anno in chiusura.
Emilia Foods è un piccolo gioiello modenese in cui prevale la presenza femminile e dove il benessere dei dipendenti è un valore che viene tutelato. Per sostenere la crescita professionale dei dipendenti, l’azienda ha investito anche in un piano di formazione individuale, promuovendo lo sviluppo delle competenze del personale. A tal proposito, Ivan Manfredi, CEO di Emilia Foods, dichiara: “Anche quest’anno, desideriamo confermare il nostro impegno a favore di tutti i nostri dipendenti. Il nostro obiettivo è quello di parificare l’inflazione e garantire loro un miglioramento della qualità della vita, attraverso un piano aziendale di welfare che costituisce per noi un concreto strumento per incrementare il loro potere d’acquisto”.
Emilia Foods, che ad oggi conta circa 40 dipendenti di un’età media di 35 anni, si posiziona al primo posto nel mercato statunitense, confermando la crescita e la velocità con cui negli anni è stata capace di consolidare la propria autorevolezza dialogando direttamente con i colossi mondiali della GDO. L’azienda modenese prosegue nel proprio percorso di sviluppo sostenibile e, al con-
tempo, si afferma come punto di riferimento nel settore alimentare consolidando i legami con i propri clienti e le parti economiche interessate. Nel corso del 2023, Emilia Foods ha celebrato il decimo anno di attività con un eccezionale evento di team building per rafforzare ulteriormente l’affiatamento tra i propri dipendenti e collaboratori. Nel 2022 Emilia Foods ha chiuso l’anno con un fatturato che raggiungeva i 33,5 milioni di euro, con un incremento percentuale medio negli ultimi anni CAGR del 61% (Compounded Average Growth Rate), dal 2013 al 2022.
Emilia Foods a pochi anni dalla sua nascita è diventata un importante player del frozen food nel mercato statunitense, distribuendo all’interno delle più importanti catene americane, come Walmart, Whole Foods Market, Target, Sprouts e Costco, ricette italiane rivisitate per il mercato estero, sia a marchio privato che a marchio Via Emilia.
“Per Emilia Foods, il know how italiano rimane la base della ricerca e dello sviluppo di nuove idee e nuove proposte ai potenziali clienti internazionali attraverso il lavoro del Food Lab, fucina di innovazione interna all’azienda”, spiega ancora Manfredi. Dal 2022 anche la logistica ha acquisito un ruolo cruciale, rispondendo alle sempre più complesse esigenze dei clienti esteri in modo personalizzato. Guardando al futuro, Emilia Foods ha delineato una strategia ambiziosa volta a rafforzare la sua posizione sul mercato attraverso nuovi e mirati investimenti verso realtà produttive specializzate per offrire prodotti ancora più innovativi e di alta qualità. Questa strategia di investimento riflette l’impegno di Emilia Foods nell’ottimizzare la sua catena di approvvigionamento, implementando tecnologie all’avanguardia e processi produttivi efficienti. Ciò non solo migliorerà la capacità di rispondere prontamente alle richieste del mercato, ma contribuirà anche a garantire standard qualitativi elevati e sostenibilità ambientale.
DUE ACCREDITAMENTI INTERNAZIONALI PER ENTE CERTIFICAZIONE MACCHINE
Il laboratorio di prova di Ente Certificazione Macchine, azienda di Castello di Serravalle, in provincia di Bologna, che da più di 20 anni opera nell’attività di certificazione, testing, ispezione e formazione, ha ottenuto a dicembre scorso un doppio prestigioso riconoscimento internazionale.
In primo luogo, l’Autorità per l’Omologazione della Repubblica di San Marino, per il rilascio di Omologazioni secondo i Regolamenti ECE dell’ONU, ha riconosciuto ad Ente Certificazione Macchine un’importante qualifica nell’ambito dei test per il settore automotive garantendole l’idoneità ad eseguire le prove EMC per veicoli, sistemi, componenti ed entità tecniche per veicoli, secondo la normativa ECE-R10.
Il Regolamento ECE-R10 definisce i requisiti EMC che i componenti e i veicoli devono soddisfare per essere omologati e, di conseguenza, immessi sul mercato europeo e internazionale. L’omologazione ECE-R10 prevede dunque l’esecuzione di test e prove per verificare la conformità ai requisiti di compatibilità elettromagnetica dei componenti elettrici ed elettronici installati sui veicoli a motore.
Forte del riconoscimento della propria competenza, Ente Certificazione Macchine diventa dunque una tra le poche aziende in Italia autorizzate ad effettuare tutte le attività di testing necessarie ai fini del rilascio dell’omologazione ECE-R10.
“Con uno staff di tecnici specializzati e una dotazione di strumentazioni all’avanguardia, tra cui una camera semi-anecoica di ultima generazione, Ente Certificazione Macchine è in grado di eseguire i test EMC su veicoli, sistemi, componenti ed entità tecniche per veicoli, con rilascio del relativo Test Report, indispensabile per ottenere l’omologazione ECE-R10”, spiegano dall’azienda del bolognese.
Dopo il prestigioso riconoscimento in ambito automotive, il laboratorio di Ente Certificazione Macchine ha poi ottenuto un altro importante accreditamento internazionale, continuando nel proprio percorso di affermazione quale ente di riferimento per il mercato
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Ivan Manfredi, CEO di Emilia Foods
europeo e internazionale, richiedendo e ottenendo l’accreditamento come Laboratorio di Prova PJLA n. 121697 ai sensi della norma ISO/IEC 17025 dall’ente di Accreditamento Perry Johnson Laboratory Accreditation Inc. (PJLA). Da oltre 20 anni, PJLA si occupa di verificare che i laboratori di prova e taratura abbiano le competenze per valutare la conformità dei prodotti, attraverso standard internazionali e nazionali.
“L’accreditamento è il riconoscimento formale che garantisce al mercato che il laboratorio sia in possesso di un sistema di gestione qualità solido e in grado di produrre prove valide e tarature affidabili. PJLA concede l’accreditamento a un laboratorio una volta che le competenze tecniche e gestionali soddisfano tutti i requisiti secondo la norma ISO/IEC 17025. Nell’ottica di ampliare la gamma di servizi offerti alle aziende, ECM ha inoltre recentemente ottenuto anche l’accreditamento per effettuare valutazioni di conformità e rilasciare certificazioni di prodotto ai sensi della Direttiva 2014/68/UE Attrezzature a Pressione (PED)”, concludono da Ente Certificazione Macchine.
Alla luce infine dell’entrata in vigore del Regolamento (UE) 2023/1542, che stabilisce un nuovo quadro normativo per la gestione del ciclo di vita delle batterie all’interno dell’UE, ECM ha già iniziato l’iter per ottenere la notifica. Vista la complessità della materia e i rischi derivanti dall’utilizzo delle batterie, ECM mette al servizio delle aziende le proprie competenze e attrezzature per l’effettuazione dei test e delle attività richieste per verificare la sicurezza e la corretta applicazione delle batterie in base alla destinazione d’uso.
FERVI SEMPRE PIÙ SOSTENIBILE, CONFERMATA LA CERTIFICAZIONE ESG
Fervi conferma il proprio impegno per la sostenibilità. Nel 2023 l’azienda di Vignola, in provincia di Modena, attiva nel settore della fornitura di attrezzature professionali, ha infatti incrementato il suo punteggio raggiungendo il 64,48% e confermando il livello AA- della Certificazione ESG (Environmental, Social and Governance) del 2022. In particolare, il miglioramento nel punteggio è collegato alle voci salute e benessere aziendale (76,29%), quality education (63,45%) e pace e giustizia (62,83%). Tutto questo è stato possibile grazie all’ottimizzazione di una serie di procedure interne e a investimenti specifici portati avanti dall’azienda emiliana, punto di riferimento del mercato MRO (Maintenance, Repair and Operations) e delle attrezzature per officina, per il fai-da-te e per i professionisti della manutenzione. L’obiettivo rimane quello di agire in modo concreto su diversi aspetti della vita aziendale e sull’impatto delle varie attività, sia in termini di sostenibilità ambientale, sia di welfare aziendale e governance.
La certificazione ESG, insieme al già ricco palmarès di certificazioni di Fervi come la ISO 45001 relativa ai sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro, la ISO 14001 relativa al sistema di gestione ambientale e la ISO 9001 sul sistema di gestione della qualità dei prodotti (con tutte le varie fasi di verifica e di controllo prima
dell’immissione sul mercato), diventa quindi un importante indicatore di sostenibilità per le imprese moderne, trainando tutta la filiera in un percorso di responsabilità, orientato a far emergere l’affidabilità e l’eccellenza delle aziende più sensibili.
“Continuiamo con orgoglio e soddisfazione il nostro percorso di crescita e miglioramento per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU. Confermare il nostro rating AA- a distanza di un anno è già un risultato, ma incrementare ulteriormente il nostro punteggio ci fa capire che stiamo andando nella direzione giusta. Siamo determinati a continuare in questa direzione, anno dopo anno, garantendo un miglioramento per le risorse aziendali, la sostenibilità ambientale e il sostegno alla comunità”, afferma Guido Greco, CEO di Fervi Group.
E non si ferma nemmeno il supporto che l’azienda modenese darà alle eccellenze del territorio: anche per il 2024 Fervi scende in pista con Aruba.it Racing-Ducati nei mondiali Superbike e SuperSport; dopo le vittorie dell’anno scorso in Superbike con Alvaro Bautista e Supersport con Nicolò Bulega, ha deciso infatti di rinnovare il proprio impegno e il supporto al team campione del mondo.
In particolare, fornirà i propri prodotti come carrelli, arredi modulari e utensili ai meccanici del team per la messa a punto delle potenti due-ruote Ducati Panigale V4 R e Panigale V2, allestendo tutti i box della squadra durante i dodici round che porteranno i due campionati racing sui circuiti di tutto il mondo.
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Camera semi-anecoica ECM per prove di compatibilità elettromagnetica Guido Greco, CEO di Fervi Group
I PREMI EUBIOSIA 2023
DELLA FONDAZIONE ANT
Si è tenuta, a novembre scorso, la XV edizione del “Premio Eubiosia Franco Pannuti”, il riconoscimento che Fondazione ANT riserva alle aziende che la sostengono. Un momento, organizzato col supporto di AdiLife e Vivisol e con la collaborazione tecnica di Buonristoro, dedicato a chi ogni anno consente di offrire assistenza medico-specialistica domiciliare a oltre diecimila malati di tumore e di effettuare migliaia di visite di prevenzione oncologica alla cittadinanza.
È stata anche l’occasione per celebrare il 45esimo anniversario della nascita della fondazione presieduta da Raffaella Pannuti, la quale ha ripercorso i momenti più densi di significato del 2023 e fatto il punto sull’attività: grazie anche a oltre un milione di euro donati dalle imprese che la affiancano, ANT ha assistito gratuitamente a domicilio e in hospice 10.857 malati (oltre 150mila dal 1985 ad oggi) e realizzato 14.290 visite di diagnosi precoce (circa 257.000 dal 2004).
“È straordinario vedere la solidarietà crescere anno dopo anno”, ha commentato durante la cerimonia la presidente Pannuti. “Quello che vediamo accadere qui è un circolo virtuoso, prezioso ed essenziale per l’intera comunità perché è grazie alle risorse del privato, messe a sistema attraverso il non profit, che si può far fronte a emergenze e situazioni che devono avere la precedenza, se vogliamo che l’Italia raggiunga gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile entro il 2030.
L’obiettivo 3, dedicato alla salute e benessere, è tra i primi ad aver bisogno di un impegno
particolare da parte di tutti, perché all’invecchiamento progressivo della popolazione si accompagna una riduzione delle risorse economiche e umane in campo. La soluzione passa da una maggior collaborazione tra pubblico e privato sociale: fronti sui quali ANT sta lavorando da tempo, anche grazie al contributo di aziende e donatori privati sensibili alla causa. Siamo orgogliosi di questo impegno circolare, in cui diamo la possibilità alle aziende di partecipare a un grande progetto, che è quello di Fondazione ANT, a favore della comunità”.
Ospite della serata, tra gli altri, anche l’economista Enrico Giovannini: “La situazione del nostro Paese non è positiva, il recente Rapporto dell’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) mostra l’Italia ‘fuori linea’ rispetto ai 17 obiettivi che ci siamo impegnati a centrare. Infatti, per sei obiettivi la situazione è addirittura peggiorata rispetto al 2010, per tre è stabile e per otto i miglioramenti sono contenuti”.
In questo quadro, gli esempi di collaborazione virtuosa all’insegna di uno sviluppo più equo, come è quella fra ANT e i suoi stakeholder, meritano una risonanza importante: sono aziende manifatturiere grandi e piccole, società del terziario, associazioni di categoria e di volontariato, fondazioni bancarie, enti, scuole e università, gruppi del terzo settore di vario tipo. Le categorie del “Premio Eubiosia Franco Pannuti” sono state: “prevenzione e welfare”, dove sono state raggruppate le aziende che hanno contribuito alla crescita e alla diffusione delle visite di prevenzione oncologica; “supporto alla missione ANT”, con le aziende che hanno contribuito a sostenere i progetti ANT e a mantenerli sempre gratuiti per chi ne beneficia; “fedeltà”, con le aziende che sostengono da anni i progetti ANT consentendone lo sviluppo continuativo; “partnership educative”, dove sono stati segnalati i percorsi di supporto
Enrico Giovannini, economista, e Raffaella Pannuti, presidente di Fondazione ANT
al benessere nelle scuole e nelle università; “ambasciatori della solidarietà”, con le persone e le organizzazioni che si sono distinte per il loro impegno straordinario durante l’anno.
PIMPA SCOPRE L’ITALIA
CON FRANCO COSIMO PANINI
Nata nel 1975 dalla penna di Altan, dal 1994 la rivista e i libri della Pimpa sono pubblicati dalla casa editrice modenese Franco Cosimo Panini. L’ultima avventura della cagnolina a pallini rossi è raccontata nel libro illustrato “Pimpa viaggia in Italia”, un progetto che nasce su iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e si è sviluppato in collaborazione con FCP, con lo scopo di valorizzare e far conoscere la storia, le tradizioni e le bellezze italiane nel mondo, attraverso un personaggio icona della letteratura dell’infanzia.
“Altan firma e illustra una storia inedita che unisce la narrazione alla divulgazione e ci mostra l’Italia con lo sguardo incantato ma allo stesso tempo attento e curioso di Pimpa. Con un ritmo avvincente in un susseguirsi di scoperte e incontri ci accorgiamo di come ogni regione sia connessa all’altra: partendo dalle Alpi e arrivando alle isole, Pimpa viaggia attraverso lo stivale e incontra grandi scienziati e artisti del passato, come Galileo Galilei e Leonardo da Vinci, e i protagonisti di famose opere italiane, come la Gioconda e l’Aida”, spiegano dalla casa editrice modenese. Accompagnata da guide d’eccezione, come le maschere del Carnevale italiano, o la Lupa di Roma, Pimpa visita il Duomo di Milano, la Torre di Pisa, il Colosseo, Pompei, e assaggia le specialità di ogni regione. Anche i paesaggi naturali d’Italia, con fauna e flora tipiche, fanno da scenario alle avventure della cagnolina a pallini rossi e dei suoi amici.
L’albo illustrato “Pimpa viaggia in Italia” è ad oggi tradotto e pubblicato in dodici lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese, arabo, ucraino, greco, polacco, tedesco, giapponese e coreano) ed è in fase di diffusione attraverso la rete di Ambasciate, Consolati e Istituti Italiani di Cultura nel mondo, che promuoveranno l’iniziativa presso il pubblico internazionale di piccoli lettori.
La pubblicazione, accompagnata da una mo-
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GMM HA FESTEGGIATO IL PRIMO MEZZO SECOLO DI ATTIVITÀ
Una grande festa, che nella cornice elegante di Villa Coccapani, a Fiorano Modenese, ha unito storia, successo e partnership durature: è quella organizzata a dicembre scorso da Gmm Group per celebrare in grande stile i primi 50 anni di attività dell’azienda, un pilastro dell’innovazione industriale, capace di investire nella ricerca di componenti meccanici industriali per ogni settore produttivo. Grazie alla vasta gamma di componenti dei migliori brand e all’esperienza acquisita negli anni, Gmm si posiziona stabilmente tra i protagonisti nel settore delle forniture per l’industria. L’evento ha accolto più di 180 persone, tra fornitori, clienti e collaboratori, per celebrare un mezzo secolo di eccellenza industriale. La storia di Gmm, che ha avuto inizio nel lontano 1973, è una testimonianza di imprenditoria di successo e determinazione.
Fondata dall’appena ventenne
Attilio Milani, nel corso degli anni l’azienda ha affrontato una crescita strategica grazie a un costante ampliamento delle competenze e del portafoglio di servizi e prodotti. A partire dal 2016, infatti, Gmm Group ha integrato con successo società chiave nel settore, tra cui BBM Industrial Maintenance, specializzata nei servizi manutentivi taylor-made e nelle attività di manutenzione predittiva, Elettromeccanica Malaguti, focalizzata sul revamping industriale, e Gmm USA, la filiale statunitense situata a Clarksville, in Tennessee.
di sostenibilità e successo”.
Mentre Gmm celebra il suo passato glorioso, continua a guardare al futuro con fiducia. “L’azienda è determinata a rimanere all’apice dell’innovazione industriale, sviluppando soluzioni digitali e sostenibili che contribuiranno a plasmare il futuro dell’industria manifatturiera. Tutto il Gruppo ringrazia la comunità di Fiorano Modenese, i clienti, i fornitori e tutti coloro che hanno contribuito a questo straordinario traguardo”.
Oggi l’azienda opera in tre settori principali: il ceramico, il food & beverage e il biomedicale, con l’obiettivo costante di innovare i processi industriali attraverso soluzioni digitali e sostenibili. Con un’offerta che spazia da componenti e impianti progettati per l’efficientamento energetico, servizi di condition monitoring e audit energetici, fino alla rigenerazione di componenti elettromeccanici secondo i principi dell’economia circolare, Gmm Group si posiziona tra le realtà più multisettoriali e all’avanguardia del nostro territorio.
La celebrazione del cinquantesimo anniversario di Gmm a Villa Coccapani è stata un’occasione unica per esprimere gratitudine ai partner commerciali, ai clienti e a tutto il team che ha contribuito a rendere l’azienda una realtà solida e affidabile riconosciuta a livello internazionale. L’evento è stato caratterizzato da un’atmosfera vibrante, arricchita dalla presenza di ospiti speciali e da discorsi emozionanti. A cominciare dal presidente e fondatore Attilio Milani che ha espresso la sua riconoscenza per il cammino incredibile che l’azienda ha percorso fino a oggi e per il futuro che l’attenderà: “Cinquant’anni di innovazione e crescita sono solo l’inizio. Il Gruppo Gmm continuerà a guidare il settore verso nuovi orizzonti
Intanto Gmm Group si dimostra, una volta di più, azienda attiva nel supporto alle iniziative locali, al rapporto con il territorio e conferma il suo impegno al fianco del calcio giovanile nella comunità spezzanese. Si tratta dell’associazione dilettantistica Gruppo Sportivo Spezzanese che attualmente conta ben 150 bambini tra i 6 e i 15 anni e ogni giorno lavora instancabilmente per promuovere l’attività sportiva come veicolo di crescita personale e di aggregazione.
In un gesto significativo di responsabilità sociale, Gmm Group ha così donato un defibrillatore al campo sportivo parrocchiale, ritrovo per gli allenamenti e le partite, contribuendo a creare un ambiente sportivo più sicuro e pronto a fronteggiare eventuali emergenze mediche. Il contributo dell’azienda, impegnata nel sostegno dell’attività sportiva dei giovani, ma anche nella tutela della sicurezza e del benessere della comunità, rispecchia la propria aderenza ai valori portati avanti dall’associazione sportiva: amicizia, disciplina, rispetto reciproco e formazione. “È stato un orgoglio promuovere questa iniziativa, come persone e come azienda. Siamo sempre attenti a portare avanti progetti concreti che possano valorizzare e proteggere lo sport a sostegno della crescita di giovani talenti”, ha commentato Attilio Milani.
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stra pannellare con contenuti divulgativi che spaziano dalla cucina al design, dallo sport alla natura, si inserisce nell’ambito delle iniziative di promozione integrata dell’Italia prodotte dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ed è stata pensata per raccontare il nostro Paese e le sue eccellenze al grande pubblico internazionale, con un focus sulla fascia d’età 0-6 anni. “Da quasi 50 anni, la Pimpa continua a conquistare i bambini e la proposta editoriale è ampia e diversificata: libri per giocare e colorare, cartonati per piccole mani e letture. Pimpa è anche una rivista mensile con tante storie, rubriche e attività e al personaggio è inoltre dedicato un sito internet”, evidenziano ancora dall’azienda modenese ricordando, inoltre, che la cagnolina a pallini rossi è anche la protagonista di serie animate che vanno in onda su Rai Yoyo. La casa editrice Franco Cosimo Panini porta il nome del suo fondatore che le diede vita nel 1989, dopo la cessione della celebre azienda di figurine creata insieme ai fratelli. Nella sua lunga attività, porta avanti progetti di altissimo valore scientifico e culturale, come la pubblicazione di edizioni in facsimile di preziosi codici miniati e la collana “Mirabilia Italiæ”, la più completa ed esauriente serie di volumi mai realizzata sui principali monumenti del nostro Paese. Ma è anche il luogo dove nasce Comix, oggi l’agenda scolastica più venduta d’Italia con una tiratura di oltre un milione di copie l’anno.
GAIT-TECH LANCIA
LA SUA PRIMA
CAPSULE COLLECTION
Si chiama “Walking on Tech” ed è la nuova capsule collection creata dal designer Diego Dolcini per Gait-Tech, la startup di Carpi, in provincia di Modena, che nel 2021 ha brevettato il rivoluzionario dispositivo per scarpe con tacco alto, altissimo ma anche estremo che potranno essere indossate senza nessun fastidio, il tutto senza aggiungere plantari, plateau, cuscinetti o party feet, ma con uno speciale device biomeccanico integrato all’interno della soletta.
Come spiegano dall’azienda, infatti, “Gait-Tech è un dispositivo brevettato per essere integrato nella soletta durante il processo di assemblaggio della scarpa senza compromettere l’estetica del prodotto finale e senza modificare le fasi di lavorazione della calzatura; inoltre è una soluzione, completamente ‘made in Italy’, certificata da studi scientifici e testato clinicamente”.
A fine 2023 è stata realizzata e lanciata la prima collezione di scarpe, con l’obiettivo di valorizzare la tecnologia brevettata. I cinque modelli, disegnati con l’inconfondibile stile del famoso shoe designer napoletano, pur avendo tacco 105 oppure 80, possono essere indossati senza problemi grazie al dispositivo inserito nella soletta che distribuisce meglio il peso del corpo su tutto il piede armonizzan-
do lo schema del passo e migliorando la postura, la vascolarizzazione degli arti inferiori, l’aspetto fisico in generale.
Le capsule Walking on Tech sono state presentate nella cornice internazionale del concept store 10 Corso Como Milano, famoso per le prestigiose collaborazioni con i brand più innovativi. L’esperienza d’acquisto avverrà in uno speciale corner allestito come un salotto privato per provare la taglia del proprio piede e poi ordinare online il modello prescelto nel negozio fisico. “Per la prima volta in Italia l’acquisto e-commerce avviene in una vera boutique multi-brand dove si mescola l’esperienza diretta dello shopping con la praticità dell’online. Il nuovo metodo si chiama Click&Walk: scegli, provi, clicchi e ti arriva online direttamente a casa”, sottolineano ancora dalla startup modenese.
“Gait-Tech nasce per offrire una nuova tecnologia innovativa ai produttori calzaturieri, valorizzando un componente presente da sempre in tutte le scarpe e rendendolo più efficace per il benessere della persona. Gait-Tech è il primo dispositivo ad essere integrato nella soletta di montaggio durante il processo di assemblaggio della scarpa. Una soluzione progettata e realizzata completamente made in Italy”, evidenzia Diego Dolcini.
“La soletta Gait-Tech è a disposizione dei principali marchi di calzature, quale componente integrabile nel processo di produzione della scarpa, e si caratterizza quindi come uno strumento ‘invisibile’ capace di differenziare il prodotto finale sul mercato, aumentandone il confort e la durata di utilizzo. Un B2B che apre anche al B2C, con il lancio della prima capsule collection in collabora-
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zione con il designer Diego Dolcini nata per valorizzare la tecnologia e per ribadire la missione di Gait-Tech, ossia emergere fra i leader globali impegnati nello sviluppo di soluzioni tecnologiche applicate alla calzatura. Il dispositivo è una parte integrante del Fashion Tech System, e si pone l’obiettivo di migliorare la sensazione di benessere di tutte le persone che indossano calzature con il tacco”, conclude Andrea Goldoni, CEO di Gait-Tech.
DATA-DRIVEN COMPANY, I CONSIGLI DI GIALLOCOBALTO
Le strategie data-driven per migliorare prodotti e servizi sono al centro del dibattito che riguarda gli effetti delle nuove tecnologie. Una delle società esperte in questo settore è Giallocobalto, realtà ferrarese specializzata nel guidare le organizzazioni in percorsi di innovazione, trasformazione digitale e change management. E, infatti, all’ultima edizione di
Ruoli, attività, competenze, relazioni, responsabilità, sono elementi inscindibili dagli individui che compongono qualsiasi tipologia di organizzazione. Indipendentemente dal tipo di trasformazione che si vuole apportare, affinché sia efficace è necessario coinvolgere tutti gli attori aziendali interessati, dai vertici ai reparti operativi. Come? “Organizzando momenti di co-progettazione in cui le persone acquisiscono consapevolezza sul dove si sta andando, sul perché è necessario cambiare e si assumono le responsabilità delle azioni da compiere: solo così si riuscirà a far accettare il cambiamento”, spiega Capatti.
Nel contesto di una trasformazione in un’azienda data-driven, la cultura del dato deve coinvolgere ogni livello aziendale. Solo le aziende che considerano la gestione dei dati un pilastro strategico per decisioni informate possono essere vere aziende data-driven, basando le proprie scelte strategiche sui dati e non su sensazioni personali.
Tuttavia, il viaggio per raggiungere questa condizione non si improvvisa dall’oggi al domani: serve strutturare un percorso a partire dagli obiettivi aziendali, per poi suddividerli in micro-obiettivi che possano permettere di monitorare passo passo la trasformazione in atto.
Smau a Milano, Irene Capatti, experience e service designer e fondatrice di Giallocobalto, ha tenuto uno degli interventi più interessanti dedicato alla trasformazione in data-driven company.
In un panorama aziendale sempre più digitale e competitivo, si parla spesso di trasformazione in data-driven company come elemento fondamentale per il successo a lungo termine. Tuttavia, Capatti fa notare come “questa trasformazione non può avvenire con la sola tecnologia”. Le aziende, infatti, sono sistemi complessi in continua evoluzione, composti da diverse parti interconnesse tra loro al cui centro ci sono innanzitutto le persone.
Del resto, come sottolinea Capatti, “per tracciare un percorso ci servono come prima cosa una destinazione e il punto di partenza”. E questa analisi della situazione è possibile proprio grazie ai dati sia quantitativi che qualitativi, che emergono quando persone di dipartimenti diversi iniziano a confrontarsi tra loro nei momenti di co-progettazione già citati. Capatti porta, quindi, alcuni esempi di trasformazione concreta di processi organizzativi e operativi di aziende in ottica data-driven: una catena di negozi di abbigliamento che necessitava di trovare una soluzione agli elevati costi di trasferimento dei capi invenduti e all’eccessivo carico di lavoro di alcuni uffici; una concessionaria di pubblicità per un gruppo televisivo che aveva bisogno di sfruttare lo storico di dati già in suo possesso per fare previsioni sempre più accurate del futuro; un’azienda operante nel settore della sanificazione e del rischio biologico che voleva digitalizzare alcuni processi cartacei.
Queste e diverse altre realtà sono state aiutate nel tempo da Giallocobalto, applicando e combinando tra loro pratiche e metodologie proprie del Service Design e del mondo Agile, due discipline che mettono al centro il lavoro e la progettazione con le persone: perché, come conclude Capatti, “se non hai i dati sei cieco. Ma sono le persone a far accadere la magia”.
GRANAROLO PUNTA
SU INTERNAZIONALIZZAZIONE E SOSTENIBILITÀ
Internazionalizzazione e sostenibilità: sono queste le parole chiave del 2024 per Granarolo. Il gruppo agroalimentare bolognese sarà infatti protagonista nel corso dell’anno delle più importanti fiere di settore sia nazionali che internazionali: Stati Uniti, Cina, Thailandia, Emirati Arabi Uniti, Vietnam, Australia, senza dimenticare naturalmente l’Europa, saranno le principali mete che vedranno l’azienda bolognese impegnata, per tutto il 2024, a promuovere le eccellenze agroalimentari italiane.
Durante le varie manifestazioni verranno presentate le gamme e le novità di prodotto più distintive, caratterizzate dalla ricerca di elevati standard di servizio, sicurezza e qualità, nonché le novità legate ai nuovi trend di consumo sia in Italia che all’estero. Particolare risalto sarà dato alla gamma Granarolo Benessere High Protein e alla linea ‘alternative meat’ 100% vegetale Unconventional, che ha vinto per due anni consecutivi il riconoscimento Abillion come “il miglior hamburger vegano al mondo” e il Taste Award 2023 come Best Plant-Based Burger nel Regno Unito.
“Con il nuovo piano strategico vogliamo consolidare la nostra presenza sul mercato nazionale e crescere in termini di posizionamento a livello internazionale, forti di prodotti che si distinguono a scaffale e sulla tavola e di una squadra giovane, veloce e focalizzata all’innovazione e alla sostenibilità, attenta ai nuovi stili di consumo, nel nostro Paese come in altri contesti. Il 25% del fatturato di Granarolo oggi arriva dall’innovazione, con un’attenzione non più solo sul prodotto, ma che guarda a fattori sempre più importanti quali il livello di servizio e il packaging”, spiega
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GRAF INDUSTRIES CELEBRA 30 ANNI DI STORIA NEL MONDO DELL’ELETTRONICA
Spegne 30 candeline nel 2024 GRAF Industries, azienda la cui storia in realtà è iniziata nel 1978, in un garage di Nonantola, alle porte di Modena, dove una piccola azienda avvia la sua attività di impianti elettrici, elettronica e software per l’automazione industriale. Da questo primo nucleo artigianale, il 14 marzo 1994 viene fondata GRAF, dall’acronimo che racchiude i soci Guerra, Reggiani, Ansaloni, Ferranti. Attraverso attività di consulenza e fornitura sempre più strette nel corso degli anni si consolidano i legami con aziende di vari settori e GRAF inizia a trasformarsi in una realtà multi business, in cui la diversificazione delle attività si rivelerà strategica.
Contemporaneamente, l’attività di ricerca e sviluppo si rafforza e viene creato un laboratorio R&D che, nel 2002, ottiene dal MIUR l’importante certificazione di laboratorio altamente qualificato, offrendo ai clienti significativi vantaggi.
Nel 2008, con la crisi finanziaria globale che colpisce duramente, il board di GRAF si trova nella difficile situazione di dover scegliere tra il taglio del personale o nuovi investimenti, optando per la seconda, a tutela dei collaboratori.
Nel 2009 nasce così GRAF Synergy, che trasforma GRAF da fornitore a produttore di macchine CNC, ma la vera svolta avviene nel 2012, quando l’azienda introduce per prima una tecnologia che rivoluzionerà il processo produttivo delle finestre in PVC realizzando la prima e unica saldatrice CNC al mondo che elimina completamente il cordone di saldatura dall’angolo finestra. “Da questa intuizione nasce il brevetto V-Perfect, la rivoluzionaria tecnologia per realizzare finestre dall’effetto estetico mai visto prima che permette ai serramentisti di produrre nuovi tipi di finestre con combinazioni di materiali fino allora impossibili da realizzare a basso costo. Parallelamente GRAF avvia la produzione di distributori di carburante per il gas metano. Grazie all’esperienza, agli investimenti e all’impegno dei ricercatori interni, GRAF diventa uno tra i player più performanti del settore: è attiva nel metano, metano liquido (LNG) e biogas, nelle tecnologie per il trattamento dei gas tecnici e anche nell’idrogeno per autotrazione”, racconta Giampaolo Ferranti, CFO dell’azienda.
nifatturiere: GRAF Sinergy attiva nella produzione di macchine a controllo numerico per la lavorazione del PVC, in particolare serramenti, e GRAF Gastech, tra i principali produttori di componenti per stazioni di servizio gas metano, sistemi di liquefazione del metano LNG, compressori e colonnine per idrogeno uso autotrazione. Le altre quattro business unit sono dedicate invece ai servizi sia interni che per il mercato esterno: GRAF Enterprise è la software house che sviluppa applicazioni per semplificare i processi aziendali; GRAF Elettra si occupa di manutenzione e ampliamento di unità produttive; GRAF Automation sviluppa le componenti elettroniche e i software per il funzionamento dei macchinari e GRAF Inventa è il laboratorio di R&D da cui si sviluppano tecnologie, processi e prodotti.
Nel 2008 GRAF fatturava meno di 10 milioni, oggi il volume d’affari supera i 100 milioni, in costante crescita.
”Per rispondere alle esigenze di un mercato sempre più ampio e internazionale, la crescita occupazionale di GRAF ha superato i 350 dipendenti, senza contare le varie aziende coinvolte nell’indotto. Anche gli spazi di lavoro sono progressivamente cresciuti, fino a oltre 42.000 mq coperti di aree produttive, più 3.000 di uffici e laboratori, tra le province di Modena e di Bologna, ma anche all’estero, con una società controllata in Canada, la cui nuova sede in Ontario è stata inaugurata ad aprile, e un ufficio di rappresentanza in Uzbekistan”, spiega ancora Ferranti.
Arriviamo ad oggi, quando la realizzazione di un impianto fotovoltaico da quasi 2 megawatt di potenza nello stabilimento GRAF di San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna, e l’introduzione delle nuove celle di collaudo per compressori e gas tecnici segnano il rafforzamento dell’impresa verso la produzione a impatto zero dell’energia necessaria ai propri processi produttivi. Crescita e diversificazione delle attività culminano nella scelta di rinominare GRAF come capogruppo di realtà diversificate. Nasce nel 2021 GRAF Industries, con sei business unit, di cui due ma-
“GRAF è molto attiva poi nelle collaborazioni con scuole e università, per diminuire il gap tra la preparazione dei ragazzi e le reali esigenze del mondo del lavoro. Siamo attivi già nelle scuole medie, attraverso laboratori di robotica, mentre nelle scuole superiori e di formazione post-diploma, oltre a finanziare laboratori di approfondimento delle materie STEM e accogliere stagisti, abbiamo realizzato il format ‘GRAF Ideas Contest’ che mette in competizione vari Istituti Tecnici delle province di Modena, Bologna e Verona. Infine, siamo attivi con le università, offrendo a laureandi e neolaureati la possibilità di approfondire temi dell’innovazione tecnologica, seguire progetti di alto livello e, per chi lo vorrà, di unirsi a noi”, evidenzia ancora Ferranti.
“Nel prossimo futuro l’impegno è quello di proseguire con lo sviluppo a livello di personale e di business, mantenendo quel forte legame col territorio che ha ispirato GRAF nel sostenere la comunità locale, anche attraverso il supporto economico ad associazioni di volontariato e pubblica assistenza. Puntiamo a rafforzare il tratto distintivo della diversificazione del business come chiave di successo, per bilanciare imprevisti e fluttuazioni dei mercati”, conclude Giampaolo Ferranti.
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Tre dei soci di GRAF: Mario Mormile, Giampaolo Ferranti e Gianfranco Ferranti, davanti a una macchina GRAF Sinergy
arnie degli allevamenti e nelle sedi del Gruppo, oltre a open day aperti a tutti presso le aziende agricole dei soci della filiera coinvolti, con visite agli alveari e alla stalla e laboratori sul latte e sul miele.
Altro tema, da sempre caro al Gruppo bolognese è quello della sostenibilità. Granarolo è infatti la prima azienda ad ottenere “Approved By Conapi Bees”, lo standard di sostenibilità per imprese a misura di api, il primo protocollo volontario ambientale redatto da Conapi - Consorzio Nazionale Apicoltori insieme all’ente d’ispezione e certificazione CCPB, nato per siglare la sinergia tra aziende virtuose e agenti impollinatori, uniti insieme per la diffusione e la tutela della biodiversità.
Approved By Conapi Bees è l’unico marchio che attesta la virtuosità di buone pratiche a livello aziendale e il percorso di consapevolezza intrapreso dalle imprese verso l’ambiente, la biodiversità, le persone e le comunità attraverso il monitoraggio e la misurazione dei comportamenti etici verso l’ecosistema, le api e gli impollinatori, con la sensibilizzazione e il coinvolgimento dei dipendenti.
Nel 2023 il Gruppo Granarolo ha avviato la collaborazione con Conapi per un progetto unico e distintivo, che prevede l’attuazione di un disciplinare di azioni strutturali nei pressi di alcuni degli allevamenti del Gruppo e la collocazione di alveari in stalle di soci-allevatori della filiera Granlatte-Granarolo.
Dall’inizio dell’anno Approved By Conapi Bees è comparso anche su milioni di confezioni Tetra Rex delle referenze di Latte Granarolo Biologico intero e parzialmente scremato. All’installazione delle arnie presso i soci-allevatori seguirà anche la collocazione di alveari presso le sedi Granlatte-Granarolo e un corso di formazione sull’apicoltura aperto ai dipendenti del Gruppo. Nel corso del 2024 sono previsti biomonitoraggi sulle
HANSA TMP TRA LE VINCITRICI DEL PREMIO INNOVATORI
RESPONSABILI 2023
Hansa Tmp, realtà modenese dal respiro internazionale attiva sul fronte dell’oleodinamica, è stata protagonista alla cerimonia del Premio Innovatori Responsabili 2023, che si è tenuta a fine anno scorso a Bologna, presso la Fondazione Golinelli, alla presenza dell’assessore regionale allo sviluppo economico, green economy, lavoro e formazione, Vincenzo Colla.
Hansa Tmp ha conquistato il riconoscimento nella categoria “Lavoro, imprese e opportunità” con il progetto “EcoFiliera Italia”, che prevede la riorganizzazione della propria supply chain attraverso la scelta di fornitori locali con cui condividere idee, processi e innovazione.
“Si tratta di un progetto partito nel 2021 con l’obiettivo di efficientare la filiera di supply chain sia locale che a livello più ampio, andando a ridurre l’impatto ambientale delle CO2 in tutta la filiera”, spiega Silvia Pecorari, VP strategic development & operations
dell’impresa modenese, che da oltre 40 anni produce e distribuisce in tutto il mondo prodotti oleodinamici.
“Abbiamo partecipato a questo premio per valorizzare questo progetto, perché crediamo sia particolare il fatto di acquisire più dell’80% del materiale delle lavorazioni sul territorio emiliano-romagnolo e poi esportare questo materiale, una volta aggiunto il nostro know-how e le nostre lavorazioni, in oltre 64 Paesi nel mondo”, continua Pecorari. “In questo modo riusciamo a portare nel mondo la conoscenza meccanica e oleodinamica di quella che viene chiamata l’hydraulic valley italiana che si trova proprio nella nostra regione. Siamo particolarmente soddisfatti dell’andamento di questi ultimi due anni, soprattutto per la grande partecipazione dei fornitori. Hanno capito l’importanza di fare rete e nella collaborazione ognuno mette il meglio del proprio know-how, con il risultato di garantire un prodotto d’eccellenza riconosciuto ovunque”, continua la VP di Hansa Tmp. “Ultimo, ma non meno importante, questo progetto ha anche permesso di aumentare i posti di lavoro nelle aziende della filiera di oltre una quarantina di unità”, conclude Silvia Pecorari.
Dal 2015 a oggi, il premio, istituito dalla Regione Emilia-Romagna, ha valorizzato le esperienze più significative realizzate da imprese, liberi professionisti, scuole e università, in linea con gli obiettivi indicati dall’Onu con la strategia regionale per l’Agenda 2030. Dalla prima edizione sono stati candidati oltre 750 progetti, realizzati in ogni angolo della regione.
In questa edizione è stato introdotto per la prima volta il premio speciale CER, in attuazione della legge regionale sulle comunità energetiche, pensato per valorizzare le realtà che hanno attivato iniziative di comunicazio-
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Filippo Marchi, direttore generale di Granarolo.
Filippo Marchi, direttore generale di Granarolo
L'assessore Vincenzo Colla consegna il Premio Innovatori Responsabili a Silvia Pecorari, VP strategic development & operations di Hansa Tmp
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ne, partecipazione e animazione dei territori rivolte ai potenziali membri di Comunità energetiche responsabili, per favorirne la diffusione in Emilia-Romagna.
“Anche quest’anno i progetti hanno messo in evidenza”, ha commentato l’assessore regionale Vincenzo Colla, “quanta creatività e innovazione ci siano all’interno della nostra regione. Come già nelle precedenti edizioni, le iniziative presentate hanno confermato l’approccio trasversale rispetto alle diverse dimensioni della sostenibilità, evidenziando una crescente attenzione verso la ricerca di soluzioni orientate all’innovazione digitale e al miglioramento dell’impatto dei propri prodotti e servizi”.
L’HOTEL COSMOPOLITAN DI BOLOGNA
INAUGURA LA CAMERA GREEN
La nuova frontiera della sostenibilità è firmata dall’Hotel Cosmopolitan di Bologna: si chiama “Room Zero” ed è una camera di cui viene certificato l’abbattimento delle emissioni di CO2. Frutto della collaborazione con Turtle, spin-off dell’Università di Bologna, il progetto è operativo da dicembre scorso. Oltre a godere dei benefici degli investimenti effettuati, la Room Zero prevede un dettagliato monitoraggio delle emissioni di CO2. Al termine del pernottamento, l’impatto residuo delle Room Zero verrà infine compensato attraverso carbon credits certificati dalle realtà produttive partner: “Vaia Cube”, startup trentina nata dopo la
Agostino Scialfa, imprenditore e presidente della Filiera Turismo e Cultura di Confindustria Emilia
tempesta Vaia che nel 2018 distrusse il patrimonio forestale delle Dolomiti, e “Blue Valley”, azienda veneta di produzione ittica sostenibile.
L’Hotel Cosmopolitan ha intrapreso un percorso di riduzione degli impatti ambientali, diminuendo i consumi energetici e idrici della struttura attraverso investimenti impiantistici e diminuendo la produzione di rifiuti. Entro il 2024, grazie a questi investimenti, l’hotel conta di poter tagliare il 50% delle emissioni che produceva nel 2020, abbattendo in totale circa 160 tonnellate all’anno di CO2. Se si considera l’acquisto di energia elettrica rinnovabile, l’abbattimento raggiunge il 95%. Per contabilizzare e rendicontare i risultati in campo ambientale, il Cosmopolitan redigerà nel 2024 il primo bilancio di sostenibilità.
“Abbiamo anticipato l’ingresso in quello che sarà il mercato dei titoli di compensazione e che verrà regolamentato da quest’anno”, spiega Agostino Scialfa, imprenditore e presidente della Filiera Turismo e Cultura di Confindustria Emilia. “Da tempo abbiamo scelto la via della sostenibilità e ci siamo trasformati in Benefit Company. Crediamo nell’evoluzione del concetto stesso di azienda, integrando nel nostro oggetto sociale, oltre agli obiettivi di produrre utili, anche la mission di avere un impatto positivo sul territorio, sulla società e sulla biosfera”.
Fare turismo di qualità azzerando il proprio impatto ambientale entro il 2027: questo l’obiettivo del Cosmopolitan, international business hotel a quattro stelle, fondato nel 2009, che ha scelto la via della sostenibilità nel settore alberghiero. Nato da una partnership avviatasi nel 2020 con l’Università di Bologna attraverso la misurazione delle emissioni e la programmazione di un pacchetto di investimenti green, l’ambizioso progetto ha visto coinvolti tutti gli stakeholder sul territorio e si pone anche come strumento di sensibilizzazione verso gli stessi clienti. Partendo dai soli distributori di
acqua gratuiti a disposizione degli ospiti, infatti, sono già state risparmiate annualmente due tonnellate di plastica, mentre il potenziamento della raccolta differenziata in collaborazione con Hera e con il Comune di Bologna, ha permesso di ridurre drasticamente i rifiuti ai piani e negli spazi comuni. Sul fronte del consumo energetico, il nuovo impianto fotovoltaico di 100 kilowatt soddisferà il 20% del fabbisogno elettrico dell’hotel, mentre riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria sono elettrificati con un efficiente sistema a pompe di calore.
“Stiamo investendo anche nelle risorse umane. Welfare aziendale, formazione e adeguamenti salariali sono fondamentali per la competitività delle aziende, soprattutto in anni in cui il nostro lavoro è ormai considerato marginale o di ripiego. Dobbiamo ridargli valore e onore”, conclude Agostino Scialfa.
HPE GROUP CELEBRA
CINQUE ANNI DI MEKANÉ
Mekané: cinque anni di sapere e innovazione. Era, infatti, il 2018 quando vide la luce questo progetto pionieristico, originale per il tipo di cooperazione proposta e attuata dai protagonisti, le Università di Bologna e di Modena e Reggio Emilia e HPE Group. Da allora, la Scuola di alta formazione in High Performance Engineering ha formato oltre 60 ingegneri altamente specializzati attraverso più di 270 ore di formazione erogate da circa 40 docenti afferenti alle università coinvolte.
Per celebrare questo importante anniversario, lo scorso 5 dicembre si è tenuto, presso la sede di HPE Group, un evento organizzato dall’azienda modenese per confermare l’attenzione e l’impegno a mantenere ben saldi i legami con le Università di Bologna e di Modena e Reggio Emilia, e un’occasione per fare un bilancio dei risultati di questi anni di attività.
Presenti all’incontro, oltre a un’ottantina di giovani ingegneri dell’azienda laureati a Unibo e a Unimore, anche il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, che ha aperto l’incontro, il Generale Davide Scalabrin, Comandante dell’Accademia Militare di Modena, ac-
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INNOVA FINANCE FESTEGGIA 15 ANNI E SI ESPANDE SU TUTTO IL TERRITORIO
Quindici anni di crescita ininterrotta. Dal 2008, quando fu costituita, al 2023, anno di festeggiamenti per i tanti obiettivi raggiunti: Innova Finance, realtà specializzata in finanza agevolata, ha celebrato il 4 dicembre scorso a Palazzo di Varignana, sulle colline di Castel San Pietro, in provincia di Bologna, i primi tre lustri di attività proiettata verso il radicamento sempre più forte su tutto il territorio nazionale. La società bolognese, in quindici anni di attività, ha affiancato oltre 8.300 imprese, per un totale di più di 1,2 miliardi di contributi pubblici ottenuti.
L’evento ha richiamato ospiti come il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, rappresentanti delle principali associazioni di categoria, a partire da Confindustria Emilia, e del Bologna Football Club, di cui la società emiliana è sponsor. Insieme a loro, gli oltre 100 dipendenti e i quasi trenta agenti commerciali dislocati nelle varie regioni.
Tre lustri di successo sono l’occasione per fare il punto sul percorso fatto fino ad ora e per progettare l’ulteriore sviluppo. “Nel 2009 Innova Finance chiuse l’anno con un fatturato di nemmeno 400 mila euro, nel 2023 ha raggiunto ricavi per 14,5 milioni.
Da quando è nata ha affiancato nella ricerca di risorse pubbliche oltre 8.300 imprese in tutta Italia, gestendo più di 1.200 bandi per un totale di 24.500 progetti di investimento, accompagnando negli ultimi anni anche enti della pubblica amministrazione”, spiegano dalla società.
Numeri che costituiscono semplicemente una tappa e che sono il risultato della strategia di espansione messa a punto dai tre soci e amministratori della società: Francesco Lombardi, direttore tecnico, Elena Udristioiu, direttrice finanziaria, Piergiorgio Zuffi, direttore commerciale. Il merito va anche al team di Innova Finance, costituito in prevalenza da giovani laureati, con un’età media di 33-35 anni, che rappresenta il vero punto di forza della società bolognese e che quest’anno è destinato ad ampliarsi. È previsto, infatti, per il 2024 un piano di assunzioni di altri venti giovani professionisti (tra ingegneri, economisti e laureati in discipline Stem) al quale si accompagna il reclutamento di altri trenta agenti. Risorse necessarie per sostenere il programma di espansione, che ha già portato all’apertura di sedi anche a Montemurlo, alle porte di Prato, a Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, e a Milano.
di squadra, in base a un modello che rende tutti utili nella stessa misura. “Le persone sono da sempre un elemento fondamentale per la crescita dell’azienda”, spiega Elena Udristioiu. “Un team di talento, motivato e ben formato può fare davvero la differenza. Per questo investiamo nel benessere dei nostri dipendenti, creando un ambiente di lavoro stimolante e inclusivo”.
I dipendenti possono infatti usufruire di un piano di welfare aziendale, che da quest’anno sarà agganciato anche alla valorizzazione e al riconoscimento del merito, per avere voucher o rimborsi relativi a varie esigenze: si va da quelle legate alla salute alle spese per l’istruzione, dalle attività ricreative e culturali all’assistenza a familiari anziani o disabili. La società da sempre incoraggia anche il pensiero creativo all’interno delle aziende, per creare nuove opportunità di crescita. “Adesso guardiamo al futuro con la volontà di consolidare l’autorevolezza e l’affidabilità dell’azienda. Questo grazie alla qualità e al talento dei nostri collaboratori”, dichiara Piergiorgio Zuffi. Con l’apertura della sede di Lamezia Terme, Innova Finance ha scommesso sulle potenzialità delle regioni meridionali. “Attualmente, siamo impegnati a replicare il nostro modello vincente nel Centro-Sud. Siamo convinti, infatti, che lo sviluppo del sistema imprenditoriale passi anche, se non soprattutto, dal corretto sfruttamento delle risorse che vengono messe a disposizione dal governo nazionale e dall’Unione Europea: questo vale per il PNRR, per i programmi di coesione sociale e per tutti gli incentivi pubblici”, conclude Francesco Lombardi.
Innova Finance dà grande valore al capitale umano, sul quale investe costantemente con programmi di alta formazione, e al lavoro
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Francesco Lombardi, direttore tecnico di Innova Finance
compagnato per l’occasione da una decina di giovani ufficiali e allievi, e i Magnifici Rettori Giovanni Molari e Carlo Adolfo Porro, coinvolti insieme al CEO di HPE Group, Andrea Bozzoli, e al direttore scientifico di Mekané, Enrico Sangiorgi, in una tavola rotonda intitolata: “Mekané: la collaborazione tra impresa e università come asset fondamentale per la specializzazione delle competenze nella Motor Valley”.
Il progetto per la realizzazione di Mekané ha visto un investimento complessivo di oltre 500 mila euro, tra costi vivi delle lezioni e costi sostenuti per la creazione degli spazi dedicati alle attività di formazione, i Box Lab, strutture sviluppate seguendo il modello della Circular e della Green Economy, realizzate per il 70% con materiali di riuso e progettate per essere autosufficienti sotto il profilo idrico per l’80% e sotto quello energetico per il 90%.
L’obiettivo del progetto è la formazione in tempi record di profili professionali altamente specializzati nei settori di interesse dell’azienda, in particolare quelli dell’automotive, del motorsport e dell’off-highway. L’ambizioso traguardo è stato raggiunto attraverso l’organizzazione di corsi tenuti esclusivamente da professori ed esperti nei rispettivi campi d’azione e dedicati a piccoli gruppi di ingegneri, per facilitare il trasferimento tecnologico e la contaminazione delle competenze. Tra le tematiche oggetto dei corsi particolare rilevanza è stata posta su elettrificazione, Intelligenza Artificiale ed elettronica di potenza, tecnologie che rappresentano per l’azienda un volano strategico per lo sviluppo futuro.
HPE Group, come segno tangibile del valore di questa collaborazione e della comune
visione per il futuro dell'innovazione tecnologica, ha voluto donare agli atenei due NFT (Non Fungible Token), opere digitali basate su tecnologia blockchain. Le opere, non native digitali, sono state fisicamente realizzate da Giuliano della Casa, noto artista modenese.
“Con questo evento abbiamo voluto ringraziare le Università per il significativo contributo di questi anni. Le partnership con gli atenei, così come gli investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo, realizzate prevalentemente attraverso la partecipazione a progetti europei e collaborazioni con grandi realtà multinazionali, come STMicroelectronics, rappresentano per l’azienda strumenti strategici di sviluppo. I nostri ingegneri hanno competenze verticali di altissimo livello che provengono direttamente dalle università; questo si traduce in un vantaggio e competitivo di grande rilevanza per noi e, più in generale, per il territorio della Motor Valley”, sottolinea Andrea Bozzoli, CEO di HPE Group.
SICUREZZA SUL LAVORO, IMAS AEROMECCANICA
IN PRIMA LINEA DAL 1975
Sicurezza sul luogo di lavoro e salvaguardia dell’ambiente dovrebbero rappresentare un impegno globale al fine di garantire il quotidiano vivere in un ambiente sano e protetto. Imas Aeromeccanica, azienda di Ozzano dell’Emilia, alle porte di Bologna, specializzata nella progettazione e realizzazione di Impianti di aspirazione dell’aria, di Impianti di filtrazioni fumi e polveri per la lavorazione del legno, plastica, riciclo di materiali e biomasse, dal 1975 è in prima linea per la salvaguardia e la tutela della salute dei lavoratori sui luoghi
di lavoro attraverso la fornitura di Impianti di filtrazione aria e altri equipaggiamenti idonei alla depurazione degli ambienti di lavoro in Italia e nel mondo.
“Noi di Imas Aeromeccanica da sempre abbiamo rivolto molta attenzione ai sistemi di sicurezza degli Impianti proposti. Tutti i prodotti sono garantiti e certificati in conformità alle Direttive Tecniche applicabili (DIR 2006/42/CE, DIR 2014/34/UE, DIR 2014/30/UE, ecc.) e vengono fabbricati internamente con lavorazioni e materiali controllati e rintracciabili in ogni step produttivo. Produciamo sotto il controllo della qualità diversori e pannelli per lo sfogo delle esplosioni, dotando così i nostri impianti di sistemi di protezione ATEX, certificati con Attestato di Esame CE del Tipo nr. EUM110-ATEX-0298”, spiegano dall’azienda. Saldatura, sbavatura, smerigliatura, molatura: termini “tecnici”, che possono risultare incomprensibili ai più, e si riferiscono ad alcune delle lavorazioni meccaniche che ogni giorno vengono effettuate in molti stabilimenti produttivi italiani ed esteri che possono generare inquinanti particolarmente dannosi per la salute delle persone che lavorano in questi stabilimenti e per l’ambiente nel momento in cui vengono immessi nell’atmosfera.
“Le statistiche relative agli incidenti sul lavoro o all’ascesa dei tassi di inquinamento ambientale possono essere drasticamente ridotte attraverso una serie di accorgimenti dei quali ogni azienda dovrebbe dotarsi, tra cui i sistemi di captazione, aspirazione e filtrazione dell’aria. Un impianto di aspirazione e filtrazione aria, con adeguati filtri e sistemi di sicurezza, aiuta a prevenire l’inalazione di sostanze e particelle dannose che, se inalate per molti anni, generano patologie
Una valvola di non ritorno
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I partecipanti all’incontro organizzato da HPE Group
degenerative estremamente pericolose per la salute dei dipendenti. Quando si lavora con sostanze metalliche particolari, alte concentrazioni possono creare pericolose condizioni di esplosività ed è bene farsi consigliare da professionisti con competenze specifiche in grado di valutare la rischiosità delle lavorazioni e suggerire gli accorgimenti da adottare al fine di evitare conseguenze irreversibili per le persone e per l’ambiente”, evidenziano ancora dall’azienda di Ozzano dell’Emilia.
“Tutti i nostri processi aziendali adottano un sistema di gestione della qualità certificato EN ISO 9001:2015. I pannelli di rottura fungono da dispositivi di sfogo della sovra-pressione generata da una eventuale esplosione e costituiscono il sistema di protezione ATEX noto come ‘venting’. I test eseguiti e gli studi curati all’interno del nostro ufficio tecnico di ricerca e sviluppo ci consentono di commercializzare prodotti dotati dei requisiti di sicurezza necessari a prevenire e contenere il rischio esplosioni, nel rispetto delle prescrizioni della Direttiva 94/9/CE – ATEX. Questo impegno aziendale viene mantenuto per dare continuità alla strategia aziendale, da sempre attenta alle esigenze e alla costante soddisfazione dei propri clienti”, concludono da Imas Aeromeccanica.
HERA E INALCA, MENZIONE SPECIALE PER “BIORG”AL PREMIO INNOVATORI RESPONSABILI
Menzione speciale nell’ambito del ‘Premio Innovatori Responsabili 2023’, nella categoria ‘Transizione ecologica’ per l’impianto per la produzione di biometano e compost realizzato a Spilamberto, alle porte di Modena, da Biorg, la NewCo nata dalla partnership tra Herambiente (Gruppo Hera), primo operatore in Italia nel settore ambiente, e la società Inalca (Gruppo Cremonini), realtà di Castelvetro, in provincia di Modena, punto di riferimento nazionale nella produzione di carni e nella distribuzione di prodotti alimentari. Il premio, giunto alla tredicesima edizione, è promosso della Regione Emilia-Romagna e valorizza l’impegno del sistema imprenditoriale verso la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile attraverso l’innovazione di processi, sistemi,
partenariati, azioni formative, tecnologie e prodotti.
Grazie a un investimento complessivo di circa 28 milioni di euro e all’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, partendo dalla raccolta differenziata dell’organico e dai reflui agroalimentari l’impianto produce ogni anno, a regime, 3,7 milioni di metri cubi di biometano, combustibile 100% rinnovabile destinato al settore trasporti, e circa 18 mila tonnellate di compost. In particolare, il metano green viene prodotto dalla digestione anaerobica di rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata effettuata prevalentemente a Modena e provincia, dagli scarti derivanti dal processo di lavorazione dell’industria agroalimentare locale e dal processo produttivo delle carni di Inalca. Una volta raffinato, diventa biometano e può essere destinato all’autotrazione, favorendo la decarbonizzazione della mobilità con conseguenti benefici sulla qualità dell’aria. “Innovazione e responsabilità verso l’ambiente, e quindi verso la comunità, sono i principi che hanno spinto il Gruppo Hera, tramite
la controllata Herambiente, a promuovere questo ambizioso progetto in collaborazione con Inalca. A Spilamberto, senza spreco di suolo, abbiamo realizzato un impianto che dà nuova vita agli scarti, trasformandoli in carburante 100% rinnovabile e in fertilizzante. L’impianto rappresenta quindi un grande esempio di economia circolare perché consente, oltre al recupero energetico, anche quello di materia”, evidenzia Paolo Cecchin, amministratore delegato di Biorg e direttore produzione di Herambiente.
“La realizzazione di questo impianto con una società dotata di know-how e tecnologie di eccellenza come Hera, consente a Inalca di incrementare ulteriormente la produzione di biometano, una fonte energetica rinnovabile particolarmente importante nel settore della mobilità sostenibile. Non solo: grazie all’integrazione con l’impianto di compostaggio, Inalca è in grado di valorizzare la sostanza organica derivante da questo processo nei propri sistemi agricoli, secondo un modello produttivo circolare che consente di azzerare gli scarti e migliorare le performance ambientali della fase di allevamento, creando allo stesso tempo più valore per la filiera zootecnica”, conclude Giovanni Sorlini, presidente di Biorg e responsabile sviluppo sostenibile di Inalca.
INTERPUMP HYDRAULICS:
POSATA LA PRIMA PIETRA
DEL NUOVO HEADQUARTERS
Un’area di 62.000 metri quadri per un investimento totale di circa 30 milioni di euro: il nuovo headquarters di Interpump Hydraulics, realtà globale nella progettazione e produzione di prodotti oleodinamici per veicoli industriali, sorgerà a Sala Bolognese, in provincia di Bologna, all’insegna della crescita, dell’innovazione e della sostenibilità.
La prima pietra è stata posata simbolicamente lo scorso 30 gennaio da parte di Enrico Lo Greco e Paolo Cleopatra, rispettivamente presidente e vice presidente di Interpump Hydraulics, alla presenza di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, ed Emanuele Bassi, sindaco del Comune di Sala Bolognese. Il nuovo complesso industriale, a partire dal 2025, accoglierà
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Paolo Cecchin, amministratore delegato di Biorg e direttore produzione di Herambiente
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tutto l’organico delle attuali sedi di Bologna e Calderara di Reno, alle porte del capoluogo emiliano.
24.000 metri quadrati saranno occupati dallo stabilimento, tra uffici e produzione, con ampi spazi dedicati alle aree verdi e un’importante superficie utile per garantire future espansioni.
“L’investimento nel nuovo headquarters è stato fortemente voluto e riveste un ruolo importante nel nostro piano di crescita internazionale. La realizzazione di questo complesso industriale permetterà oltre all’ampliamento della capacità produttiva anche un’appropriata sistemazione del nostro personale, con l’ambizione di creare un ambiente di lavoro piacevole e aggregativo. La nuova sede accoglierà anche un reparto R&D ulteriormente rafforzato, dal momento che l’introduzione di nuovi e innovativi prodotti è determinante nel mantenimento di una posizione di leadership nel nostro settore di riferimento. Solo così possiamo continuare a crescere e consolidare le relazioni storiche con i più noti costruttori di veicoli industriali e con tutti i nostri clienti. Tutto ciò con la massima attenzione alla sostenibilità ambientale, al fine di tutelare il futuro della nostra comunità e del nostro pianeta”, dichiara Enrico Lo Greco, presidente e CEO di Interpump Hydraulics. Rispetto alle attuali sedi di Calderara di Reno e Bologna, vi sarà un aumento di oltre il 30% dell’area occupata mentre il reparto R&D vedrà un potenziamento della struttura per prove sperimentali con un incremento del 50% rispetto all’attuale.
Alle più moderne tecnologie verrà inoltre affiancato un importante impianto fotovoltaico con una potenza totale di 1.806 kWp e una produttività stimata di 2.300.000 kWh/ anno.
L’headquarters sarà pronto ad accogliere fin dalla sua inaugurazione circa 300 dipendenti, con l’obiettivo di aumentare questo numero nei prossimi anni con spazi già progettati in questa direzione.
Il nuovo moderno impianto sarà dedicato allo sviluppo e produzione di prese di forza, pompe, distributori e altri componenti idraulici mentre le attività legate ai cilindri oleodinamici rimarranno nell’attuale sede di Faenza, in provincia di Ravenna, nella quale sono in corso lavori di ammodernamento ed efficientamento in un’ottica di investimenti a 360° su tutti i segmenti aziendali. Il percorso che porterà alla realizzazione della principale sede produttiva e commerciale di Interpump Hydraulics si è reso possibile grazie al continuo supporto di Interpump Group, gruppo al quale l’azienda appartiene.
IRIS CERAMICA GROUP, A FEDERICA MINOZZI
IL “CEO ITALIAN AWARDS 2023”
È Federica Minozzi di Iris Ceramica Group, eccellenza a livello internazionale nel settore dell’industria ceramica, uno dei CEO alla guida di aziende italiane e internazionali più innovativi e di successo del 2023. A stabilirlo la famosa rivista economica Forbes Italia e Business International, la knowledge unit di Fiera Milano, che le hanno attribuito il prestigioso riconoscimento “CEO Italian Awards 2023” per la categoria Design. La premiazione ha avuto luogo lo scorso 30 novembre al termine della nona edizione dell’annuale CEO Summit, evento dedicato ai top manager dell’industria italiana che, secondo il ranking della prestigiosa testata, rap-
presentano i migliori amministratori delegati e imprenditori alla guida di aziende italiane e che si sono distinti per competenza, professionalità e audacia nel rendere le loro imprese più competitive sui mercati globali. La CEO di Iris Ceramica Group è stata premiata per la categoria Design in quanto il Gruppo è riuscito a progettare nuove soluzioni in una visione lungimirante che ben valorizza la tradizione artigianale, da un lato, e l’innovazione, dall’altro, nel rispetto dell’ambiente. Nell’aprire nuove strade applicative alla ceramica, il Gruppo Iris, da oltre mezzo secolo, ha infatti finalizzato ogni aspetto del proprio agire con una consapevolezza a tutela della sostenibilità, non solo ambientale ma anche sociale, da sempre presente nel DNA dell’azienda.
Federica Minozzi, CEO di Iris Ceramica Group, riceve il premio CEO Italian Awards 2023
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LABANTI E NANNI, 70 ANNI DI CRESCITA E INNOVAZIONE
ALL’INSEGNA DELLA SOSTENIBILITÀ
Il bilancio dei primi 70 anni di attività è indubbiamente positivo per Labanti e Nanni Industrie Grafiche e Cartotecniche. L’azienda di Anzola dell’Emilia, alle porte di Bologna, ha festeggiato l’importante anniversario alla fine del 2023 presentando un nuovo logo e un ambizioso piano di crescita, che ruota intorno a un packaging sempre più sostenibile, innovativo e smart, progettato “su misura” per le varie esigenze, grazie a tecnologie produttive all’avanguardia e alla grande professionalità del team tecnico produttivo, guidato da un management dinamico e con lo sguardo rivolto al futuro. Il nuovo visual rielabora in chiave contemporanea e iconografica il logo tradizionale, che ha accompagnato l’azienda negli ultimi 20 anni di storia, fino a raggiungere questo importante traguardo. “Settant’anni di attività costituiscono indubbiamente un traguardo importante per un’azienda. Per noi rappresentano anche un punto di partenza e uno stimolo per continuare il nostro percorso di crescita, all’insegna dei valori che ci accompagnano da sempre”, dichiara Fabio Bonacini, amministratore delegato di Labanti e Nanni. “Abbiamo varato un piano industriale triennale che unisce gli obiettivi economici e finanziari con quelli etici, sociali e ambientali. Abbiamo in previsione nuovi investimenti tesi a confermare la nostra leadership nel proporre packaging e soluzioni cartotecniche sempre più ecofriendly, innovative e smart. I nostri piani di crescita passano dalla valorizzazione delle nostre risorse umane, cui dedichiamo attività di formazione e di wellbeing, e dalla costante attenzione alla valorizzazione della sostenibilità economica, sociale e ambientale”.
Con un organico di 105 persone e un fatturato 2022 che si è attestato sui 23 milioni di euro, con un incremento del 25% rispetto all’anno precedente, Labanti e Nanni si conferma operatore di riferimento della cartotecnica e punta sull’innovazione sostenibile per continuare il percorso di espansione.
Il business plan 2023-2025 prevede, infatti, investimenti a sostegno di uno sviluppo che passa sempre più dalla transizione verso un’economia circolare che recupera e riutilizza gli scarti delle materie prime. In ottica industria 4.0, il plant di Labanti e Nanni dispone di impianti di ultima generazione in grado di incrementare la capacità produttiva fino al 30% garantendo i migliori standard qualitativi presenti oggi sul mercato internazionale.
“Tra le novità tecnologiche spicca Roland 708 Evolution Elite. Inserita recentemente e frutto di un investimento di oltre quattro milioni di euro, rappresenta una soluzione unica nel suo genere in Europa per grado di complessità e affidabilità: sono così garantite confezioni estremamente curate, con particolari effetti cromatici e materici, differenziandosi in termini di alta qualità e puntando a prodotti sempre più nobilitati grazie a tecnologie ad alta produttività in grado di offrire un packaging attraente, ma realizzato secondo i più elevati standard industriali”, evidenzia Andrea Fanti, amministratore delegato e direttore commerciale di Labanti e Nanni. Nata nel 1953 come piccola bottega tipolitografica, Labanti e Nan-
Fabio
ni Industrie Grafiche e Cartotecniche è oggi punto di riferimento nella cartotecnica, grazie alla spinta innovativa impressa dal management guidato dal presidente Antonio Bonacini e dagli amministratori delegati Fabio Bonacini e Andrea Fanti. L’idea vincente, che ha portato la realtà bolognese a moltiplicare dipendenti e fatturato negli ultimi 25 anni, è stata la scelta fatta agli inizi degli anni 2000 di diversificare la produzione dalla carta stampata alla cartotecnica, passando attraverso tre acquisizioni di aziende bolognesi che operavano già nel settore del packaging di cartone teso. Nel 2017 è stata inaugurata la nuova sede operativa ad Anzola Emilia che sorge su una superficie di oltre 24.000 metri quadrati. Fortemente orientata alla sostenibilità, Labanti e Nanni Industrie Grafiche e Cartotecniche è stata tra le prime realtà a ottenere la certificazione Eco-print©, garantendo processi produttivi a bassissimo impatto ambientale. L’azienda è, inoltre, dotata delle certificazioni ISO 9001:2015, Catena di Custodia FSC-PFC, è membro del Circuito Sedex ed è in corso la realizzazione del primo Bilancio di Sostenibilità che vedrà la luce nel corso del 2024 unito al Modello Organizzativo 231, alla certificazione 14001 ed EcoVadis (piattaforma che mira a migliorare le pratiche ambientali e sociali delle aziende sfruttando l’influenza delle catene logistiche globali).
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Bonacini, amministratore delegato, Antonio Bonacini, presidente, e Andrea Fanti, amministratore delegato di Labanti e Nanni Industrie Grafiche e Cartotecniche
Da anni Iris Ceramica Group è impegnata nel raggiungimento di precisi SDGs dell’Agenda ONU 2030 e sono ben 17 gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ai quali sta contribuendo concretamente.
“Sono onorata di ricevere questo importante riconoscimento che è testimonianza del nostro impegno nel design di soluzioni inedite frutto di un continuo rinnovamento tecnologico di innovazione sostenibile. Una sfida ambiziosa che si è già tradotta nella realizzazione della prima fabbrica ceramica al mondo concepita e progettata per funzionare a idrogeno verde che entrerà in funzione nel corso del 2025”, ha dichiarato Federica Minozzi, CEO di Iris Ceramica Group, ritirando il premio.
Iris Ceramica Group è punto di riferimento mondiale per il design e per lo sviluppo di superfici naturali in ceramica di alta gamma destinate a soluzioni innovative e progetti di architettura e design. Il Gruppo è presente in più di cento Paesi, con una vocazione ben precisa: reingegnerizzare la ceramica per migliorare l’interazione uomo-ambiente. L’obiettivo è quello di migliorare l’interazione tra le persone e l’ambiente in cui vivono grazie alla ceramica, tra i materiali più nobili e performanti al mondo. Il Gruppo, che ha l’headquarter a Fiorano Modenese, conta circa 1.500 dipendenti nel mondo con sei stabilimenti in Italia tra le province di Modena e Reggio Emilia, e due siti produttivi all’estero, in Germania e negli Stati Uniti.
L’URGENZA DI SALVARE IL MARE
NEL PRIMO DEI “NEXT ACTION’S DAYS”
DI JAB
Si è tenuta nei mesi scorsi a Cattolica, in provincia di Rimini, la tavola rotonda “Sea You Later”, primo degli appuntamenti “Next Action’s Days” dedicati ai goals dell’Agenda Europea 2030 per lo sviluppo sostenibile realizzati da Jab.
Jab è una società con focus nella comunicazione d’impresa, nata a Bologna nel 2018 dalla volontà di Jessica Abbuonandi e impegnata nella progettazione e nello sviluppo di soluzioni innovative con l’obiettivo di aiutare imprenditori, startup e PMI a potenziare il proprio business.
Jab ha portato allo stesso tavolo diverse voci, creando un confronto tra istituzioni locali e attori economici della Riviera Romagnola per affrontare le attuali proposte attuative e i possibili impatti sull’economia e sul turismo del territorio.
Il punto di partenza è stato la legge “Salvamare”, del giugno 2022, che tra gli scopi enunciati ha la riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, l’installazione di dissalatori e di sistemi di raccolta alla foce dei fiumi per intercettare la plastica prima che arrivi in mare e, non meno importante, quello di consentire ai pescatori di portare a terra la plastica recuperata con le reti. Purtroppo, però, a due anni dall’approvazione mancano ancora i decreti attuativi e gli elementi legislativi che servono a identificare e prevedere i punti di sbarco nei porti e le modalità di smaltimento. Dopo l’intervento di Omar D’Incecco, per Fondazione Marevivo ETS, che ha raccontato come è nato il proposito di creare la Legge “SalvaMare”, è intervenuta anche Francesca Biondo, direttrice generale di Federpesca, che auspica che il ruolo dei pescatori nel recupero di rifiuti dal mare venga ufficialmente riconosciuto e magari incentivato, ad esempio tramite un aumento delle licenze di pesca, pur rispet-
A sinistra: Jessica Abbuonandi, fondatrice di Jab
Sotto: i relatori della tavola rotonda "Sea You Later"
tando le stringenti normative italiane in termini di gestione responsabile degli stock ittici. A moderare il dibattito è stato chiamato Giuseppe Prioli, biologo marino per MARE Soc. Coop.: “I temi trattati sono di importanza vitale per l’economia, la sostenibilità ambientale e la nostra salute. Oltre ad applicare le leggi, occorre lavorare per farle conoscere: in questo senso, la divulgazione permette di far comprendere a tutti l’importanza di certe norme e sensibilizzare i cittadini nei confronti della tutela dell’ambiente”. È un punto su cui insistono anche i gestori degli stabilimenti balneari, che si definiscono “i custodi del mare”: al convegno sono intervenuti, all’interno del parterre dei relatori, Roberto Baldassarri, presidente della Cooperativa Bagnini Cattolica, e Mirella Masi per SIB-Confcommercio Cattolica. Entrambi hanno parlato soprattutto degli interventi che cercano di promuovere per tutelare il mare e la spiaggia, a cominciare dalle iniziative di sensibilizzazione e di educazione ambientale per i propri ospiti, passando dalle attività che svolgono a proprie spese come la creazione di dune artificiali durante la stagione invernale per difendere la costa dall’erosione, nonché tutte le pratiche per rendere ecosostenibile uno stabilimento.
A conclusione della tavola rotonda, è intervenuto Alessandro Belluzzi, vicesindaco e assessore al turismo e alla pesca del Comune di Cattolica, che ha raccontato gli ultimi progetti realizzati: il primo è la riqualificazione dell’area portuale, in particolare della darsena in cui sono presenti le imbarcazioni dei pescatori, per migliorare la qualità del loro lavoro, ma anche l’impatto ambientale. Presso la Marina di Cattolica è stato inoltre installato “Seabin”, una nuova tecnologia consistente in un cestino in grado di catturare i rifiuti galleggianti in acqua, costituiti per lo più da plastica.
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ANGELICA FERRI PERSONALI
“CEO DELL’ANNO 2023
LE FONTI AWARDS”
“CEO dell’anno, eccellenza dell’anno innovazione & leadership eventi, business &wedding”: è il riconoscimento de “Le Fonti Awards 2023” che ha ricevuto Angelica Ferri Personali, presidente e amministratore di Villa La Personala, l’antichissima dimora situata a San Giacomo in Roncole, in provincia di Modena.
Di proprietà dei conti Ferri Personali, la villa oggi, completamente ristrutturata dopo il terribile terremoto che l’ha colpita nel 2012, è luogo d’accoglienza straordinario nella Motor Valley modenese ed essa stessa ‘motore’ di eventi, progetti in rete e iniziative per valorizzare il contesto culturale, sociale e produttivo in cui è immersa.
La cerimonia di consegna del prestigioso titolo si è tenuta lo scorso 30 novembre nella sede di Borsa Italiana a Milano, prima tappa di un tour che ha portato e porterà “Le Fonti Awards 2023” a Hong Kong, Londra, New York, Dubai e Singapore, a conferma della solida vetrina internazionale che caratterizza Le Fonti, realtà che valorizza i brand attraverso una comunità, certificata e focalizzata al business, di oltre 10,5 milioni di persone. “È un riconoscimento inaspettato, che mi rende orgogliosa per l’intenso lavoro fatto in questi anni, in cui l’azienda e il team hanno dovuto affrontare il terremoto, gli anni del Covid e, ora, un’economia che pare aver ti-
rato il freno. Interpreto l’essere stata scelta come un segnale che stiamo operando sulla strada giusta”, ha dichiarato Angelica Ferri Personali durante la cerimonia di premiazione.
E a chi le chiedeva quali siano le tre caratteristiche fondamentali per un CEO, Angelica Ferri Personali ha risposto senza esitazioni: “La flessibilità, per saper cogliere i cambiamenti e rispondervi in maniera adeguata e veloce, la resilienza, perché occorre persistere nelle scelte di cui si è convinti, e la capacità di saper scegliere i propri compagni di viaggio, perché con i collaboratori si fa squadra e si cresce insieme”.
Tra i prossimi obiettivi di Villa La Personala c’è la volontà di prendere il largo a livello internazionale, puntando su nuovi mercati come quello americano, perché Food Valley, Motor Valley, Biomedical Valley, ma anche shopping e wellness sono i punti di forza di questa meravigliosa zona d’Italia. “E in questo progetto ci crediamo moltissimo. Oggi, infatti, vedo una rinascita del nostro territorio proprio grazie al turismo; crediamo infatti che l’Emilia abbia sotto questo aspetto un richiamo internazionale fortissimo”, conclude Angelica Ferri Personali.
LA VALLE TRASPORTI
LANCIA L’ACADEMY
PER FORMARE I FUTURI AUTISTI
La Valle Trasporti, azienda fondata a Ferrara nel 1989 che gestisce circa 2 milioni di chilometri di servizi di trasporto pubblico locale nel bacino ferrarese e di trasporto scolastico in 16 comuni fra cui il capoluogo, ha avviato, in collaborazione con l’Agenzia per il lavoro Generazione Vincente e con l’Autoscuola Cavour, una nuova scuola di formazione.
Il corso finanziato, della durata di 168 ore complessive, ha preso il via lo scorso 5 febbraio e ha l’obiet-
tivo di formare aspiranti autisti sprovvisti dei necessari titoli abilitanti alla guida, in modo da soddisfare la crescente domanda di operatori d’esercizio e offrire alle persone con età maggiore di 24 anni una sicurezza occupazionale attraverso un percorso professionalizzante.
Il progetto, perlopiù finanziato dal fondo formativo di riferimento di Generazione Vincente, con conseguente abbattimento dei costi per i candidati per effettuare il percorso per il conseguimento delle Patenti D, DE e della Carta di qualificazione conducente-CQC, ha visto collaborare in partnership il responsabile commerciale di Generazione Vincente, Giacomo Bergamaschi, insieme ai titolari di La Valle Trasporti, Domenica La Valle, e dell’Autoscuola Cavour, Maurizio Mantovani, per portare avanti questa iniziativa formativa ad alto valore aggiunto per il territorio ferrarese e tesa al concreto inserimento lavorativo a partire da aprile 2024. Per affrontare l’emergenza legata alla scarsità di personale qualificato di guida di autobus, criticità sempre più evidente anche nel territorio emiliano-romagnolo, La Valle Trasporti si è affidata al gruppo di Bergamaschi e al network dell’agenzia GEVI per l’organizzazione del corso, un’agenzia del lavoro già operante da anni nel settore dei trasporti per la formazione di manodopera specializzata. “Siamo un’azienda storica del territorio nel trasporto persone, operiamo perlopiù nel settore dei trasporti pubblici e abbiamo sviluppato negli anni efficaci servizi di qualità, sostenibili, efficienti e certificati. Questo è un progetto in cui crediamo molto perché pensiamo possa farci acquisire nuove e giovani risorse, professionali e motivate, su cui fondare nuovi business e offrire ai clienti servizi sempre più affidabili e sicuri”, sottolinea Mimma La Valle.
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Angelica Ferri Personali, presidente e amministratore di Villa La Personala, premiata come CEO dell'anno 2023 da Le Fonti Awards
“Questa Academy per la formazione di autisti di autobus è un’interessante opportunità per chi sta cercando un lavoro qualificato”, continua Giacomo Bergamaschi, “e noi di Generazione Vincente, attivi da 26 anni nel settore delle Agenzie per il Lavoro, sappiamo offrire servizi innovativi su tutto il territorio nazionale, garantendo elevati standard di soddisfazione delle aziende clienti e dei lavoratori, che avranno notevole successo in termini di placement in quanto la formazione è oggi sempre più un elemento chiave del processo di recruiting”.
“Essere partner di questa iniziativa”, conclude Maurizio Mantovani dell’Autoscuola Cavour che opera dalla metà degli anni ’80 tra le province di Bologna e Ferrara, svolgendo attività di formazione per il conseguimento di ogni tipologia di patente e pratiche connesse, “è per noi un grande motivo di soddisfazione. Mettiamo a disposizione la nostra professionalità per nuovi autisti, una grande occasione per agevolare delle persone a trovare un’occupazione con un percorso formativo che sposa il valore sociale dell’essere autista di pubblici servizi”.
MAKROS, GRANDE SUCCESSO PER LA GIORNATA DEDICATA
ALLA PROTEZIONE DEGLI ARCHIVI
Una giornata di studi dedicata alla protezione e conservazione del patrimonio archivistico, vissuto spesso come inferiore rispetto ai beni culturali, quando ai beni culturali afferisce, per legge, a tutti gli effetti (dl 42 del 2004). Se ne è parlato lunedì 29 gennaio, al Salone d’Onore della Pinacoteca Nazionale di Ferrara, a Palazzo Diamanti, nell’ambito dell’evento “La conservazione intelligente del patrimonio archivistico degli Enti. Con particolare riferimento ai Comuni”, organizzata e sostenuta da Makros, azienda ferrarese punto di riferimento internazionale nella conservazione e tutela del patrimonio, e Comune di Ferrara. Una collaborazione pubblico-privato salutata con grande soddisfazione anche dall’assessore regionale alla Cultura e Paesaggio, Mauro Felicori, che ha ben spiegato nei saluti come le aziende abbiano un ruolo fondamentale per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico di cui lo stesso pubblico
può beneficiare. Parole confermate dal sindaco, Alan Fabbri, che ha espresso soddisfazione per la collaborazione “in cui noi, come Amministrazione, abbiamo creduto da subito”. Suddivisa in due sessioni, una culturale e una scientifica, la giornata si è snodata attorno al concetto di conservazione, che racchiude in sé quello di protezione. Se nella prima il focus è stato sul valore degli archivi per la costruzione del pensiero, nella seconda sono stati affrontati temi come il costo del restauro, l’apporto della tecnologia, l’organizzazione degli spazi per la fruizione, la velocità di accesso come prerogativa di buone prassi e servizio alla democrazia. “Se conservare il patrimonio, a partire dai documenti, è premessa per consentire la fruizione e divulgazione della conoscenza, conservarlo in buona salute significa dotarsi di locali e contenitori idonei, sani, puliti. Significa mettere nella disponibilità della digitalizzazione, affatto alternativa o sostitutiva. Significa anche, nei casi dei musei, nei cui depositi sta l’80 per cento delle opere d’arte, potere garantire rotazioni nelle esposizioni di quadri come sculture o suppellettili senza dover ricorrere a restauri o restyling tanto costosi quanto disincentivanti. Significa di evitare di accatastare in scatoloni o archivi aperti e barcollanti, esposti al pericolo. Significa salvaguardare la proprietà intellettuale di ogni opera in ogni sua forma”, spiega Massimo Luise, fondatore e CEO di Makros, inventore e detentore di sei brevetti, tra cui Blockfire, contro il fuoco, oggi abbinato ad altri contro i danni da acqua e batteri.
Il tema non chiama in causa solo la cultura, ma anche la tecnologia e la scienza. Citata è stata l’alluvione che a maggio 2023 ha colpito la Romagna, con le immagini nel fango di volumi antichi e il loro ricovero in celle frigo. “Un salvataggio temporaneo, che farà i conti con lo scongelamento, quando il tempo di ricollocarli tornerà. Quando? Dove? E in che percentuale torneranno fruibili? Evitare o limitare la dispersione del patrimonio è possibile? Sì, grazie alle moderne tecnologie e intelligenze, che consentono di realizzare opere d’arte che proteggono altre opere d’arte attraverso la combinazione di competenze: biologiche, informatiche, chimiche, fisiche, architettoniche, umanistiche”, rimarca ancora Luise.
Presente un pubblico altamente specializzato di critici e amministratori: sovrintendenze, tribunali, una quarantina di comuni da tutta Italia. “Ho messo il cuore oltre l’ostacolo, credendo che la collaborazione pubblico privato vada sollecitata ed esercitata. E credendo nel valore sociale delle imprese, come Makros, che devono fare e sostenere la cultura”, conclude Massimo Luise.
GRANDE SUCCESSO PER L’EVENTO PEOPLEMEP CHE DIVENTERÀ ANNUALE
Il successo della prima edizione di PeopleMEP, tenutosi a novembre scorso, ha convinto gli organizzatori a pensare a un appuntamento annuale a cui saranno invitati oltre un centinaio di imprenditori. L’idea è nata dopo i riscontri positivi del decennale nel 2022: MEP, agenzia di marketing e comunicazione di San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, ha voluto celebrare la propria communi-
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ty, composta da oltre 100 tra imprenditori e professionisti, con un evento ad hoc.
Prima di essere un’occasione di networking, PeopleMEP è un elemento fondante della cultura aziendale: un concetto che sintetizza valori e competenze su cui l’agenzia vuole basare i rapporti che costruisce con persone e imprese. L’evento nasce con l’obiettivo di generare relazioni nella propria community: partner, clienti, fornitori e persone che ruotano intorno all’universo MEP.
La suggestiva location dell’O2 Oxygen di Bologna ha fatto da cornice a un appuntamento incentrato sul tema delle persone come figure centrali nel contesto lavorativo, affrontato insieme a tre speaker d’eccezione: Giuseppe Caliccia, docente presso l’Università degli Studi di Firenze, che ha parlato di employer branding; Giulia Lapertosa, founder della piattaforma Carriere.it e indicata da Forbes tra i 100 under 30 italiani leader del futuro, che ha parlato di formazione in azienda; Enrica Tiozzo, esperta di brand advocacy e senior client officer di Ipsos Italia, che ha toccato il tema della desiderabilità del brand.
Gli interventi hanno permesso di fare luce su tematiche cruciali nella vita di un’impresa nell’attuale contesto storico-economico, il tutto a partire da dati e ricerche che ne hanno dato una forte connotazione pratica. “Si è trattato di un’occasione unica, non solo perché è stato possibile ascoltare le parole dei professionisti riguardo alle strategie di acquisizione dei talenti, del ruolo chiave della formazione aziendale e delle nuove leve valoriali che i brand integrano, o dovrebbero integrare, nei propri messaggi di comunicazione, ma anche per confrontarsi direttamente con gli esperti,
grazie a un momento dedicato alle domande dal pubblico, che ha offerto ulteriori spunti e riflessioni da portare nella propria attività quotidiana”, commenta Lorenzo Visci, CEO e fondatore di MEP.
“Siamo felici di aver riscontrato una partecipazione così numerosa, segno che abbiamo affrontato tematiche interessanti, ma soprattutto che gli ospiti sul palco hanno portato punti di vista di grande valore. Abbiamo ricevuto ottimi feedback per l’opportunità di relazione che, dopo gli speech, imprenditori e professionisti hanno potuto cogliere davanti a un bicchiere di spumante. Per MEP organizzare eventi è strizzare l’occhio al proprio passato, ma l’appetito vien mangiando e visto l’apprezzamento delle aziende che vi hanno partecipato, abbiamo deciso di rendere #PeopleMEP un appuntamento annuale”, conclude Visci.
Per i partecipanti è stata un’ulteriore occasione di rafforzamento del legame con l’agenzia di marketing e comunicazione di Bologna. Tutti i presenti hanno potuto indossare l’elemento fondamentale del dress code della serata, ossia i calzini brandizzati MEP, e chi non li aveva si è messo in gioco vincendoli al momento, con l’obiettivo di partire (o ripartire) con il “piede giusto”.
Nel 2024 dunque si replica con nuovi ospiti, temi, occasioni di networking tra imprese e professionisti e, sicuramente, qualche nuova soluzione creativa che rafforzerà ulteriormente il rapporto nella community dell’agenzia.
NANOPROM PUNTA
A UN “PIANO MATTEI”
PER I METALLI
Nanoprom Chemicals, azienda chimica che detiene il brevetto della “vetrificazione a freddo” grazie al suo Polysil™ e che produce tecnologie per diversi settori, dall’aeronautica alla nautica, dalla MotoGP alla Formula1, ha ricevuto a inizio febbraio una
delegazione giapponese del mondo aerospace.
Una rappresentanza dell’Ibaraki Space Support Centre del centro spaziale di Tsukuba, in Giappone, ha infatti ricambiato la visita fatta da Nanoprom a Tokyo nel dicembre scorso. Nella sede aziendale emiliana ha preso il via un rapporto di collaborazione che potrà avere importanti sviluppi per perseguire un obiettivo decisamente green: arrivare a sostituire gran parte dei componenti in alluminio, metallo ‘energivoro’ e costoso, con il più efficiente, leggero, economico e sostenibile magnesio.
“Un piano Mattei per il metallo”, lo definisce il fondatore e presidente di Nanoprom, Gian Luca Falleti, sottolineando l’importanza del traguardo raggiunto. “La delegazione giapponese ci ha presentato tecnologie molto interessanti sviluppate per l’utilizzo del magnesio. In particolare, hanno realizzato un brevetto grazie al quale si evita che il metallo bruci, ma esso, a oggi, non risolve la criticità legata alla forte corrosione, che impone quindi una frequente sostituzione dei componenti realizzati con questa tecnologia. Il nostro brevetto, invece, con l’applicazione di Polysil™ sul magnesio, incorpora alle componenti realizzate in questo materiale molteplici qualità”,
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Lorenzo Visci, CEO e fondatore di MEP
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spiega ancora Falleti.
Innanzitutto, prosegue il presidente, “la durata dei componenti viene moltiplicata in modo esponenziale, perché Polysil™ funge da coating anticorrosione. Poi, il magnesio vetrificato a freddo può essere riciclato al 100%, mentre se viene trattato con altre vernici nella maggior parte dei casi diventa un rifiuto speciale”. Nel corso dell’incontro, il COO di Nanoprom, Luciano Macera, ha spiegato: “Prima d’ora, questa tecnologia non era mai stata portata in Europa.
I suoi sviluppi sono tantissimi. Dobbiamo, infatti, tenere presente che diversi componenti in alluminio, metallo costoso e molto energivoro dal punto di vista dell’estrazione, possono essere sostituiti dal magnesio arricchito di certe caratteristiche, ossia la non infiammabilità e la durata.
Consideriamo anche che questo minerale è molto più leggero dell’alluminio, economico e di facile reperibilità, dal momento che è presente in abbondanza nell’acqua marina. Può essere estratto con il solo impiego dell’energia elettrica, che a sua volta può essere prodotta tramite fonti rinnovabili. Quindi, si tratterebbe di portare avanti un progetto 100% green basato su una fonte (l’acqua marina) pressoché inesauribile”.
A parte le componenti per le competizioni sportive nella Formula 1, nella MotoGP e qualche sporadica applicazione automotive, dove il magnesio è già impiegato per via delle sue caratteristiche di leggerezza e le sue performance rispetto all’alluminio, si possono immaginare diversi impeghi nel settore dell’automotive e del trasporto ferroviario.
“Non a caso componenti in questo materiale sono attualmente in fase di sperimentazione negli efficientissimi treni Shinkansen Serie L0 ad alta velocità del Giappone.
Non possiamo nascondere una grande soddisfazione per questa collaborazione: ci sono le basi per fare nascere una sorta di Piano Mattei per i metalli, arrivando a rimpiazzare tanti componenti di alluminio con il magnesio, riducendo enormemente la dipendenza delle nostre industrie da altri Paesi”, conclude Gian Luca Falleti.
NIMAX ACQUISISCE
LA MAGGIORANZA DI NEMESIS
“Un’acquisizione che rappresenta un passo fondamentale per la nostra azienda”. Con queste parole Nicola Montanari, CEO di Nimax, ha commentato l’operazione con cui nel novembre scorso l’azienda bolognese, punto di riferimento per i costruttori di linee industriali e per le aziende che necessitano di sistemi di codifica e marcatura, ispezione e controllo ed etichettatura nei propri processi produttivi, ha infatti acquisito la maggioranza qualificata della modenese Nemesis, player chiave nella progettazione e produzione di pesatrici industriali in linea, con un fatturato generato per il 75% sui mercati esteri.
Riccardo Neri, attuale CEO di Nemesis, continuerà a guidare l’azienda anche dopo l’acquisizione, portando avanti il ruolo che fu del padre, Maurizio Neri, il quale fondò l’attività nel 1976 e che, con l’aiuto del figlio, ha saputo fare crescere sino a diventare un marchio riconosciuto a livello internazionale per la fornitura di soluzioni software e hardware per la verifica dinamica del peso.
Questa operazione, infatti, rafforzerà il ruolo di entrambe le aziende poiché porterà alla condivisione del know-how, delle reti commerciali e permetterà di ottimizzare sia i servizi che i centri di costo con conseguenti vantaggi economici. Un’ottima opportunità di crescita sia per le due aziende che per i territori in cui si trovano le attività produttive. Nimax ha saputo conquistare il mercato italiano con un’ampia gamma di soluzioni capaci di ridurre i costi di produzione e i tempi di fermo-linea dovuti alla manutenzione ordinaria e straordinaria, e con un know-how acquisito in oltre 50 anni di esperienza nei settori food, beverage, farmaceutico e life-science, mentre Nemesis si è accreditata
sul mercato internazionale con prodotti innovativi a basso consumo energetico.
“Siamo entusiasti di avere l’intero team di Nemesis e Riccardo Neri, che riteniamo una figura chiave per la sua profonda conoscenza tecnica e commerciale del settore, nel nostro percorso di sviluppo e consolidamento sui mercati esteri. Questa operazione ci permetterà di diversificare ulteriormente le nostre attività e di accrescere la nostra presenza nel settore, portando a bordo competenze di alto livello. Crediamo che la collaborazione sinergica tra le due aziende aprirà significative opportunità di crescita e innovazione per entrambe le parti coinvolte. Al contempo, ci consentirà di fornire ai nostri clienti, composti da produttori e OEM (Original Equipment Manufacturer), servizi ancora più competitivi e all’avanguardia”, evidenzia ancora Montanari.
“Siamo entusiasti di diventare parte del Gruppo Nimax e di contribuire alla sua crescita; la collaborazione tra le nostre due aziende promette di aprire nuovi orizzonti e di potenziare ulteriormente le nostre capacità. Continueremo a servire i nostri clienti con dedizione e qualità, mantenendo la nostra identità e la nostra leadership nel settore”, sottolinea Riccardo Neri.
“Teniamo a precisare che i benefici che ne trarranno le aziende saranno condivisi con il nostro team attraverso le attività di welfare a cui Nimax presta grande attenzione. Il benessere dei nostri collaboratori, infatti, è una priorità che ci ha portato a sviluppare progetti molto interessanti fra i quali, ad esempio, l’apiario aziendale sul tetto con webcam live, la palestra, una giornata con le biciclette del bike-sharing di Bologna”, conclude il CEO di Nimax, Nicola Montanari.
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Nicola Montanari, CEO di Nimax
NOVA ELEVATORS LANCIA CODE, L’INNOVATIVA PIATTAFORMA ELEVATRICE CABINLESS
Dopo il successo riscosso alle fiere Interlift e GEE, fa il suo debutto sul mercato CODE, la piattaforma elevatrice di ultima generazione di NOVA Elevators. Si tratta di un’innovativa piattaforma elettrica senza cabina, progettata per l’installazione all’interno di edifici privati e residenziali.
Come spiegano dall’azienda di Crevalcore, in provincia di Bologna, che produce mini ascensori dal 1992, “la funzionalità si unisce armoniosamente al suo look moderno ed elegante, trasformando l’homelift in un vero e proprio oggetto di design. Grazie alle soluzioni estetiche ricercate e completamente panoramiche, CODE diventa il protagonista di qualsiasi ambiente domestico. L’homelift risulta un’ottima soluzione sia per nuovi edifici sia per edifici esistenti, in quanto richiede solamente 5 centimetri di fossa (installabile anche in appoggio realizzando un gradino di 5 centimetri), eliminando la necessità di intraprendere opere edilizie consistenti”. La piattaforma è completamente personalizzabile con una vasta gamma di finiture, permettendo all’utilizzatore di scegliere materiali e colori che si integrino perfettamente con il proprio stile di arredamento.
Tutte le funzioni sono a portata di mano, grazie al display touch screen e all’app dedicata per smartphone, con possibilità di gestire illuminazione, messaggi di benvenuto e sfondi.
“CODE nasce per garantire il massimo della sicurezza e del comfort, grazie a sistemi brevettati come la pedana con bordo sensibile anti schiacciamento e il corrimano smart, che funge da elemento illuminante e meccanismo di attivazione grazie al sistema di sensing integrato.
Infatti, dopo aver selezionato il piano tramite il touch screen, è sufficiente accostarsi o appoggiarsi al corrimano per attivare la movimentazione della piattaforma. Anche la chiamata del miniascensore ai piani è gestita tramite un sistema smart a sfioramento che attiva la piattaforma dopo aver accostato la mano al riquadro sensibile sulla struttura”, continuano da NOVA Elevators. A livello estetico, CODE si presenta con un
vano panoramico su tre lati e vetrature ad altezza porta che donano grande leggerezza e luminosità all’ambiente. Le porte stesse, automatiche a doppio battente, sono completamente vetrate e dotate di motori estremamente silenziosi integrati nel portale. “L’estetica si pone al servizio della tecnologia, con tutti i componenti meccanici contenuti all’interno del totem centrale, ottimizzando gli ingombri e rendendo la pedana ancora più ampia grazie agli spazi ricavati lateralmente. Questa configurazione conferisce alla piattaforma un aspetto uniforme ed elegante, nascondendo agli occhi degli utilizzatori tutti i meccanismi interni. Inoltre, l’assenza di un quadro elettrico al di fuori del vano e la meccanica compatta facilitano le operazioni di manutenzione di qualunque tipo”, sottolineano ancora dall’azienda di Crevalcore. Il miniascensore è stato progettato per minimizzare la potenza assorbita e i consumi: presenta infatti un’elevata efficienza, riducendo significativamente i costi energetici. “Grazie al sistema di trazione a cinghie, l’homelift garantisce una corsa fluida, silenziosa e senza vibrazioni. L’azionamento elettrico con motore brushless rappresenta inoltre una scelta pienamente ecosostenibile e un ottimo investimento a lungo termine, dati i ridotti costi di manutenzione”, concludono da NOVA Elevators.
Per info: www.nova-elevators.com
ONE EXPRESS PRESENTA “RISTORANTONE III”
One Express, il pallet network nato a Bologna nel 2008, lancia il terzo numero della sua collezione esclusiva, “RistorantOne III”. Questo nuovo capitolo, un viaggio goloso tra i prodotti tipici italiani, è un autentico omaggio alle produzioni nazionali, dalle più celebri a quelle ancora poco conosciute, arricchito da curiosità, origini, aneddoti e leggende. Dopo il successo delle prime due edizioni, RistorantOne III celebra il made in Italy, consolidando One Express come un ambasciatore di eccellenza dell’Italia nel mondo. “Questo volume unico nel suo genere, con i suoi racconti e descrizioni di decine di prodotti tipici regionali, cattura l’attenzione dei lettori, portando l’Italia e la sua ricca cultura enogastronomica a un pubblico internazionale”, spiegano dall’azienda.
Editata in doppia lingua (italiana e inglese) per favorirne la fruizione anche all’estero o da chi percorre il Paese per lavoro o passione, la guida è un viaggio concepito per esplorare la vastità delle produzioni alimentari italiane, svelando le origini e le particolarità di ogni regione e, addirittura, delle singole aree del territorio nazionale. Dai formaggi pregiati ai salumi artigianali, dalle peculiarità ortofrutticole a quelle vitivinicole, il volume rivela
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prodotti che danno vita ad assaggi indimenticabili e piatti straordinari, con l’obiettivo di omaggiare e sostenere il tessuto produttivo nazionale, rimanendo fedele all’idea alla base della sua genesi, durante il periodo della pandemia.
In particolare, ogni regione apre uno dei venti capitoli dedicati al vasto paniere enogastronomico che la contraddistingue, per poi lasciare spazio ai singoli affiliati che fanno parte del network One Express, ciascuno suggerendo un ristorante per camionisti della propria area operativa che indica i piatti con cui accogliere lavoratori e viaggiatori su strada, ma anche servizi a questi dedicati. “Intorno a una tavola è il momento ideale per condividere storie ed esperienze che ci legano e ci appassionano, condividendo momenti che ci mettono in connessione. Proprio come One Express, sempre connessa. A rendere il tutto ancora più gustoso è un ingrediente speciale, l’amicizia capace di rendere ogni situazione indimenticabile”, sottolinea Roberto Taliani, responsabile marketing e comunicazione di One Express e ideatore della guida. “Un progetto curato da Borderline Agency, agenzia di comunicazione di Bologna, una guida che non avrebbe potuto prendere forma senza il sostegno del network e dei ristoratori che si sono prestati. Un grazie che con piacere estendo anche a DAB Group, Engineering 2K, Interporto Bologna, Natù, ProntoCoffee, Studio Mapee, Tecnoteam, Toyota Material Handling e Vanges che mi hanno sostenuto credendo in questa iniziativa a favore del made in Italy”, aggiunge Taliani.
One Express è dal 2008 il corriere espresso punto di riferimento nazionale per il trasporto di merci su pallet. Con tre hub localizzati in tutto il territorio nazionale (a Bologna, Milano, Napoli) e una fitta rete di collegamento, One Express garantisce consegne in 24, 48 e 72 ore in Italia e in Europa, in base alla destinazione, grazie alla rete sinergica composta da oltre 150 membri tra affiliati italiani e partner europei.
PALAZZO DI VARIGNANA
PORTA LA NATURA
AL SANT’ORSOLA DI BOLOGNA
Il verde si fa terapia per l’anima e per aiutare i percorsi di guarigione. Palazzo di Varignana, elegante resort situato nelle colline bolognesi a Castel San Pietro Terme, ha deciso di sostenere la Fondazione Policlinico
Sant’Orsola attraverso il “Progetto lo spazio che cura”, un’iniziativa che vede protagonisti i terrazzi del 5° piano del reparto di degenza oncologica della struttura ospedaliera. A realizzare il progetto è stato Sandro Ricci, paesaggista di Palazzo Varignana, che ha studiato, pensato e disegnato un’oasi verde per cambiare il volto del reparto degenza di oncologia medica, uno dei più importanti dell’Emilia-Romagna che ogni anno accoglie circa 900 pazienti. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di donare una percezione di benessere grazie a scorci visivi di fioriture o foliage: per questa ragione sono state selezionate ‘essenze vegetali’ in grado di garantire compattezza e cromatismi durante tutti i giorni dell’anno. La scelta della vegetazione è infatti ricaduta prevalentemente su piante a foglia persistente con caratteristiche legate all’epoca e al colore della fioritura creando così piacevoli accostamenti cromatici, macchie di colore uniformemente bilanciate all’interno dei vasi che mutano durante tutto l’arco delle stagioni. “Siamo orgogliosi di poter dare il nostro aiuto per garantire ai pazienti dell’Ospedale Sant’Orsola e ai loro familiari un ambiente più accogliente e sereno. L’idea del ‘Progetto lo spazio che cura’ nasce dalla volontà di portare e condividere un po’ della bellezza che circonda Palazzo di Varignana all’interno dei reparti; un progetto che ci spinge ancora una volta ad ampliare il nostro impegno quotidiano verso ciò che ci circonda, un’altra occasione per lasciare
Carlo Gherardi, fondatore di Palazzo Varignana, e Andrea Ardizzoni, primario del reparto oncologico dell'ospedale Sant'Orsola di Bologna
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un’eredità al futuro”, dichiara Carlo Gherardi, fondatore di Palazzo di Varignana. “Un intervento che può avere effetti importanti. Lo spazio in cui avviene la cura fa parte della cura. Se un paziente oncologico è accolto in un ambiente migliore, i risultati delle terapie sono migliori”, sottolinea il primario del reparto oncologico del Sant’Orsola, Andrea Ardizzoni.
Negli ultimi anni, infatti, sempre più studi dimostrano come la qualità degli spazi di cura e la loro umanizzazione estetica e funzionale abbia un ruolo importante nel favorire la risposta attiva da parte dell’organismo e la capacità di accorciare i tempi di recupero. In questo ambito, il verde costituisce un vero e proprio balsamo per l’anima, contribuendo a contrastare lo stress, migliorare la risposta metabolica, alleviando sia i sintomi psichici che una parte di quelli fisici. Il contatto con la natura apporta numerosi benefici in termini di benessere psicologico, contrasta l’ansia, la depressione e può aiutare ad attenuare il dolore.
“Con questo intervento vogliamo portare l’abbraccio di tutta la città ai pazienti che vivono un momento di particolare fragilità”, conclude il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella.
Questa iniziativa, oltre a Palazzo di Varignana, vede coinvolte altre cinque realtà: Bologna FC, Meliconi, Banca di Bologna, Ersel e CAR, che grazie al loro impegno hanno dato vita a un progetto capace di coniugare in un unico gesto etica, estetica, armonia e solidarietà.
NUOVA BILANCIA WIRELESS
PER LA LOGISTICA FIRMATA PICOTRONIK
Una nuova bilancia a piattaforma wireless, dedicata al mondo della logistica e supply chain, per elevare gli standard operativi. È la prima novità del 2024 creata da Picotronik, azienda di Mirandola, in provincia di Modena, con 30 anni di esperienza nella progettazione e produzione di apparecchiature elettroniche, sensori e software per industria, elettromedicale e IoT.
“Si tratta di un metodo rapido, preciso ed economicamente vantaggioso per la pesatura di autoveicoli, furgoni e camion leggeri. La struttura della bilancia è dotata di un trasmettitore di peso alimentato tramite batteria litio ricaricabile e una piattaforma solida e robusta. Le sue quattro celle di carico IP67 garantiscono precisione ed affidabilità. Il sistema ha quattro bilance indipendenti utilizzabili anche singolarmente, adatte per tutti i tipi di veicoli, facili da usare, senza richiedere apprendimento tecnico”, spiegano dall’azienda mirandolese.
“Caratteristiche che la rendono utile in diversi contesti, quali il controllo del peso del materiale trasportato dai veicoli, realizzando controlli ingresso/uscita merci e verificando il peso di ogni asse o delle varie somme dei pesi. La bilancia è inoltre una soluzione efficace per controllare eventuali sovraccarichi del veicolo, diventando un
elemento chiave per le aziende che operano in settori con elevati standard di conformità”, evidenziano ancora da Picotronik. L’azienda, nata nel 1990 a Mirandola dalla passione per l’elettronica di Luca Dotti, il suo fondatore, ha fatto di innovazione, qualità del prodotto, dedizione al servizio al cliente, flessibilità e gestione totale della filiera il proprio baricentro. Oggi Picotronik conta 43 dipendenti, con un’età media di 38 anni, e un fatturato di oltre 3,5 milioni di euro, con una crescita del 60% negli ultimi tre anni, e lavora nel campo della progettazione e realizzazione di apparecchiature e schede elettroniche in proprio e per conto terzi, ma anche nella realizzazione di celle di carico che si adattano perfettamente a tutte quelle realtà industriali o mediche che devono pesare qualcosa o che devono fare prove di stress.
In un mondo in continua evoluzione la capacità di adattarsi è cruciale. “Negli ultimi anni, ci siamo innovati in molteplici modi”, conferma Luca Dotti, fondatore e presidente di Picotronik. “Abbiamo investito nella ricerca e sviluppo, assunto nuove figure, compiuto due acquisizioni strategiche di aziende della zona, inaugurato un nuovo stabilimento produttivo e creato un’officina di meccanica di precisione interna per ottimizzare i tempi di realizzazione dei particolari meccanici usati nelle apparecchiature che produciamo per noi e per i clienti e una nuova linea di assemblaggio delle schede elettroniche per le campionature e le preserie”, conclude Dotti.
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Nella foto di sinistra, Luca Dotti, fondatore di Picotronik, con il figlio Manuel. A destra, invece, la bilancia a piattaforma wireless
Picotronik sarà presente a SPS, l’evento di riferimento per il settore dell’automazione industriale, che si svolgerà a Parma dal 28 al 30 maggio. L’azienda esporrà insieme al proprio brand Applika, nel padiglione 8, focalizzato sulle tecnologie digitali e sulle innovazioni abilitanti per l’industria. In fiera verrà presentato il lancio di “IoT Master”, il dispositivo industriale che fornisce una serie di canali di comunicazione, potenza di calcolo e un framework applicativo leggero e flessibile per l’interazione tra gli oggetti, i sistemi aziendali e l’applicazione IoT. Applika esporrà le soluzioni software IoT per il monitoraggio dei consumi energetici, per la gestione dei trasporti e dei processi produttivi.
PMG ITALIA APPRODA
A MADRID CON
PMG ESPANA EBIC
Il 2024 inizia con un risultato importante per PMG Italia, Società Benefit certificata B-Corp impegnata da sempre ad offrire servizi di mobilità alle persone più fragili, oltre a realizzare progetti per il bene comune e la responsabilità verso le tematiche dello sviluppo sostenibile. L’impresa bolognese è approdata infatti in Spagna, aprendo a Madrid la Società Benefit PMG Espana EBIC, con l’obiettivo di ampliare il raggio d’azione dei progetti a impatto positivo anche sul territorio spagnolo, prima tappa nella strada dell’internazionalizzazione.
“Siamo molto felici di intraprendere questo nuovo percorso oltreconfine con l’obiettivo di soddisfare il bisogno fondamentale delle persone più fragili di stabilire contatti e relazioni stabili al fine di partecipare attivamente alla vita della società”, commenta Marco Accorsi, presidente PMG Espana e vicepresidente PMG Italia.
Il percorso di internazionalizzazione costituisce un’ulteriore conferma per PMG Italia di essere una Società Socialmente Responsabile e attenta alle nuove generazioni, come confermato dall’impatto generato e dai numerosi riconoscimenti ottenuti.
Intanto, in Italia, PMG continua a mietere riconoscimenti per il proprio operato. È del novembre scorso, infatti, “il riconoscimento
di Società Socialmente Responsabile da parte della Città metropolitana di Bologna, a fronte del nostro costante impegno nell’affermare i valori di società Benefit e di benessere comune, elementi centrali della mission aziendale”, spiega Silvana Fusari, responsabile relazioni esterne di PMG Italia, comunicando che Città metropolitana di Bologna ha inserito la società nella sezione “aziende solidali”. PMG Italia nasce nel 2012 con l’obiettivo di offrire sull’intero territorio nazionale servizi di mobilità dedicati alle persone più fragili. “Abbiamo iniziato con il progetto ‘mobilità garantita’ che, attraverso un innovativo modello di business, si proponeva di concedere in comodato d’uso gratuito veicoli per l’accompagnamento sociale di persone con disabilità e/o non autosufficienti a Comuni ed enti del terzo settore che ne avessero necessità”, spiega ancora Fusari.
L’azienda si è candidata all’Albo con uno dei progetti più significativi per PMG Italia: “Bologna For Community”, portato avanti con l’associazione Io Sto Con…Onlus e Bologna Football Club. “Si tratta di un’iniziativa che prevede il prelievo, il trasporto gratuito e l’accompagnamento, in occasione delle gare casalinghe del Bologna, per persone con disabilità che hanno forti limitazioni a raggiungere lo stadio. Grazie ai nostri pulmini e alla squadra di volontari della Io Sto Con… Onlus, la partita casalinga del Bologna FC diviene così per queste persone un’occasione di socializzazione, divertimento e svago”, illustra Fusari.
“Dal 2020, consapevoli che lo sviluppo e
il benessere di ogni persona non possono prescindere dall’attenzione verso società e ambiente, siamo diventati Società Benefit. Oggi contiamo 15 dipendenti e 80 agenti sul territorio nazionale, nonché una vasta rete di aziende partner e organizzazioni del terzo settore con cui collaboriamo stabilmente. L’accompagnamento sociale resta il cuore della nostra attività, ma nel tempo abbiamo creato diverse iniziative volte a favorire l’equità sociale, l’attenzione al bene comune, la presa di responsabilità verso le tematiche della sostenibilità”, conclude Silvana Fusari.
POGGIPOLINI SBARCA
NEGLI USA, RILEVATA
HOUSTON PRECISION FASTENERS
Un’acquisizione importante che permetterà al gruppo Poggipolini, specializzato in fissaggi critici e componenti innovativi, di sbarcare sul mercato americano e perseguire un posizionamento d’eccellenza a livelli internazionale in settori innovativi e strategici come quelli dell’aerospazio e della difesa. È quella conclusa a novembre scorso dallo storico marchio bolognese che ha ufficializzato di aver firmato l’accordo per rilevare la statunitense Houston Precision Fasteners (HPF), diretto concorrente con trent’anni di attività alle spalle, 70 dipendenti e uno stabilimento produttivo di 5mila metri quadrati a 40 miglia dallo Space Center della Nasa.
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Con sede a Houston, in Texas, HPF è infatti punta di diamante nella produzione di fissaggi critici e speciali, stampati a caldo, e di componenti meccanici di precisione; negli anni si è imposta come supplier di riferimento per i principali gruppi industriali nel mercato statunitense dell’aerospazio e della difesa, come SpaceX, Blue Origin, Boeing, Lockheed Martin, Bombardier Aerospace, Axiom, Northrop Grumman, Bell e da distributori leader della supply chain.
L’integrazione di HPF mira a consolidare la posizione del gruppo Poggipolini come player di rilievo in ambito Aerospace & Defence su scala internazionale e, al contempo, esprime sfidanti sinergie industriali e commerciali utili ad accelerare ulteriormente la crescita in America.
“Siamo felici di dare il benvenuto a Houston Precision Fasteners nella famiglia Poggipolini. L’obiettivo di questa acquisizione è scalare un mercato così strategico come quello americano che oggi rappresenta il nostro core business. Integrando l’esperienza e le soluzioni all’avanguardia di Houston Precision Fasteners siamo pronti a stabilire nuovi standard di settore e a potenziare al massimo le nostre tecnologie”, ha dichiarato Michele Poggipolini, CEO di Poggipolini.
Houston Precision Fasteners rappresenta la seconda acquisizione di Poggipolini che nel 2022 ha integrato Aviomec, azienda italiana focalizzata su lavorazioni meccaniche di precisione e sistemi verticalizzati di grande complessità per elicotteri e trasmissioni. “Siamo entusiasti di unire le nostre forze con il gruppo Poggipolini. Fin dall’inizio, la nostra ambizione è stata quella di creare prodotti ad elevata specializzazione che non solo soddisfacessero i requisiti del settore, ma
stabilissero anche criteri di qualità e servizio. Abbiamo numerosi punti in comune con Poggipolini e, insieme, siamo pronti ad accelerare una visione condivisa dell’innovazione”, sottolinea Mark Hahn, CEO di Houston Precision Fasteners. Oggi Poggipolini è uno dei primi dieci player al mondo nel segmento della forgiatura a caldo di fissaggi hi-tech, alle spalle di colossi americani e francesi del settore con fatturati di oltre 2 miliardi di euro. Tra i suoi clienti ci sono Leonardo, Ferrari, GE-Avio, Safran, Mercedes, Boeing, McLaren, Porsche, Lamborghini, Ducati, Bugatti. Il gruppo, che nel 2019 registrava un fatturato di circa 15 milioni di euro e un EBITDA di 2,3 milioni, dopo questa acquisizione prevede di consolidare il fatturato di oltre 40 milioni di euro e un EBITDA superiore ai 10 milioni.
LE STORIE E LE PERSONE DI PONGOFILMS
Pongofilms, casa di produzione modenese da più di 10 anni presente sul mercato audiovisivo, ha sempre avuto una naturale propensione per il racconto delle persone e delle loro storie. Tanti video realizzati riguardano la promozione di prodotti o servizi usando i formati più diversi: video commerciale, animazione, 3D o live streaming, tanto per citarne alcuni. Ci sono però casi dove per raccontare i valori di un’azienda, di chi l’ha fondata e di chi ci lavora quotidianamente, spesso non bastano 30 secondi
come in uno spot. Far conoscere la propria azienda è importante, significa metterci la faccia, così che il cliente o consumatore possa decidere di fidarsi.
“Per questo ci siamo spesso dedicati a un formato che richiede una lavorazione più ‘lenta’, che permetta di conoscere bene l’azienda che si vuole raccontare, così come le persone che ne fanno parte. Un formato che chiamiamo documentario aziendale, perché non ha nulla di diverso da quelli che si vedono in televisione, che riescono a rendere interessante e coinvolgente tanti temi e storie”, spiega il titolare Gabriele Veronesi.
Che prosegue: “Immaginiamo un’azienda che arriva a celebrare i 50 anni della sua fondazione, un’azienda come tante, magari nata a gestione familiare in un piccolo magazzino e poi cresciuta fino a quotarsi in borsa e attrarre capitali stranieri. Per raccontarla sarà indispensabile parlare col fondatore, capire che ambizioni e che paure aveva quando ha iniziato, come ha avuto quell’idea geniale o quell’intuizione, come ha imparato a fare ed essere imprenditore.”
Nella realizzazione di un documentario aziendale, per Pongofilms è importante stabilire un rapporto solido con l’azienda che si vuole raccontare, così da avere tutte le informazioni e trovare la chiave migliore per uno storytelling efficace. “In un mondo come quello di oggi che corre veloce, frammentato su innumerevoli social network e piattaforme, cercare di promuovere la propria azienda con un formato lento può sembrare un controsenso. Invece è proprio questa caratteristica che rende efficace questo tipo di video”, avverte il titolare di Pongofilms.
Il documentario aziendale non ha la finalità di raccontare in modo diretto le qualità di un’azienda, con il rischio di cadere nel concept inflazionato di “azienda leader nel
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proprio settore”; attraverso il racconto di tanti piccoli aspetti o di momenti quotidiani dell’azienda, è come se si aprissero le porte di essa aumentando quindi la brand awareness. È come un’azione commerciale che arriva lateralmente, che ci riporta alla qualità che dicevamo all’inizio: la fiducia.
Chiedere al cliente di acquistare uno dei propri prodotti o servizi richiede fiducia, il modo migliore per farlo è parlare di sé, di cosa c’è dentro all’azienda, con quali ambizioni è stata fondata e come si immagina tra qualche anno. Il documentario aziendale non risponde mai a domande sul perché un certo prodotto sia meglio di quello dei competitor o perché andrebbe comprato. Il documentario aziendale risponde alla domanda del cliente: “Chi c’è dall’altra parte?”; “Da chi sto comprando?”.
“Sul sito di Pongofilms sono presenti vari esempi fatti in questi anni, sono immediatamente riconoscibili perché nel frame iniziale non troverete una macchina sofisticata, un render 3D o delle componenti elettroniche. Quasi sempre c’è una persona seduta su uno sgabello che racconta una storia, la storia della sua azienda e delle sue persone”, conclude Gabriele Veronesi.
AL PROGETTO REGENSTECH
DI REGENESI IL PREMIO “WE AWARD WOMEN EXCELLENCE 2023”
Maria Silvia Pazzi, CEO e founder di Regenesi e founder di Regenstech, startup innovativa femminile e Società Benefit che trasforma i rifiuti tessili civili e industriali in materia prima seconda, grazie ad una tecnologia brevettata unica al mondo, ha vinto il premio “We Award Women Excellence 2023” de ilSole24Ore e Financial Times, per la categoria Open Innovation.
La serata di gala del 30 novembre 2023, “Ispirare il futuro”, ha raccontato grandi storie di donne che hanno saputo ottenere, nonostante un contesto non sempre favorevole, risultati straordinari in vari campi, come affari, leadership, arte, scienza o servizio pubblico. Contribuire al cambiamento e produrre impatti positivi sulla società sono gli obiettivi che accomunano le donne protagoniste del “We Award Women Excellence 2023”,
premio che desidera riconoscere, celebrare e onorare il talento, ispirando altre donne a perseguire l’eccellenza nelle rispettive aree di competenza.
Il progetto Regenstech, nato nel 2019 da un’idea di Maria Silvia Pazzi, ha un obiettivo chiaro e ambizioso: diventare la soluzione tecnologica di riferimento per trasformare i rifiuti tessili industriali e civili in materia prima seconda (MPS), dalla proprietà plastica. Con questo premio, la Giuria de ilSole24Ore e Financial Times ha voluto valorizzare l’esperienza di donne che hanno saputo raggiungere risultati importanti, come quella di Maria Silvia Pazzi, che con la sua startup tecnologica innovativa ha dimostrato risultati tangibili, concreti e con un alto valore sociale.
“Regenstech è frutto dell’intuizione e dell’esperienza maturata con Regenesi, un’azienda nativa circolare e pioniera del green fashion e che agisce proprio nell’ottica di trasformare i rifiuti in bellezza, credendo fortemente nella sinergia tra aziende e realtà diverse. Questo progetto nato nel 2008, non solo si concentra sulla creatività legata all’economia circolare, con l’obiettivo di ridare dignità ai materiali post consumo, ma è anche una realtà in grado di catturare l’attenzione su un tema di grande attualità, avviando un dibattito sociale che coinvolge indistintamente tutti”, spiega Pazzi.
Dopo aver sviluppato oltre 80 formulazioni e aver condotto test approfonditi, Regenstech ha dimostrato l’efficacia e l’affidabilità della propria tecnologia arrivando a compiere importanti passi nel suo percorso di crescita. “Attualmente è in corso un primo round di
finanziamento da parte di nuovi investitori. L’obiettivo è quello di accelerare la transizione sostenibile del settore tessile e moda, attraverso l’utilizzo di un innovativo sistema di trasformazione degli scarti tessili in un materiale unico e versatile, adatto a molteplici applicazioni. Gli investimenti di ricerca e sviluppo sono stati resi possibili anche grazie ai finanziamenti pubblici, che hanno visto nel progetto un’opportunità unica per lo sviluppo di soluzioni sostenibili”, conclude Maria Silvia Pazzi.
Regenesi e Regenstech si concentrano sull’idea di collaborazione tra pari, unendo la tradizione del manufatto artigianale italiano con le tecnologie dei materiali, la collaborazione di designer internazionali e le potenzialità dell’Intelligenza artificiale, che verrà sfruttata nella prossima sfida: dare vita a laboratori di recycling e upcycling nei quali diffondere la cultura della sostenibilità del consumo consapevole.
ROBOQBO E GI GROUP, UN’ACADEMY PER FORMARE
NUOVE ADDETTE ALLA SALDATURA
Saldare non è un “lavoro per soli uomini”, o almeno non lo è in Roboqbo, azienda di Bentivoglio, alle porte di Bologna, punto di riferimento nella progettazione e produzione di impianti per la trasformazione per il comparto food, pasticceria, cosmetico e farmaceutico. In un momento in cui il mercato del lavoro soffre di una grande carenza di competenze, dal bolognese arrivano esperienze virtuose che uniscono la formazione professionalizzante alla creazione di opportunità di lavoro per le donne sul territorio.
Si è infatti conclusa a novembre scorso l’Academy 100% Employability per formare addette alla saldatura a Tig/Mig che l’agenzia del lavoro Gi Group ha realizzato in collaborazione con l’azienda bolognese. Specificamente rivolta alle candidate inte-
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Maria Silvia Pazzi ritira il premio "We Award Women Excellence 2023"
ferma Andrea Pizzamiglio, HR manager di Roboqbo. Nate nel perimetro dell’impegno di Gi Group per il lavoro sostenibile, le Academy 100% Employability sono percorsi formativi gratuiti che vengono realizzati in tutta Italia insieme ad aziende partner per promuovere l’occupabilità delle persone e che garantiscono l’inserimento in azienda al termine del percorso.
le competenze tecniche per lavorare in uno specifico settore e crescere a livello sia personale sia professionale”, evidenzia Elena Sensi, marketing & communication director di Gi Group Holding.
IL SUCCESSO DEL VERMUT DI LAMBRUSCO DI SORBARA
CREATO DA ROTEGLIA 1848
ressate a lavorare nel settore, l’Academy si inserisce all’interno del progetto Women4 di Gi Group volto a favorire l’occupazione femminile in settori tradizionalmente a prevalenza maschile e a valorizzare percorsi di formazione e crescita per le lavoratrici. Attraverso un programma formativo gratuito altamente professionalizzante, le cinque partecipanti hanno potuto acquisire competenze tecniche nella saldatura a Tig/Mig, due tra i procedimenti più utilizzati oggi nelle imprese, sviluppando allo stesso tempo soft skills utili per lavorare e affermarsi in un ambito che offre importanti opportunità di carriera.
Il progetto, gestito congiuntamente da Gi Group e Roboqbo, si è sviluppato lungo oltre 100 ore di formazione teorica e pratica presso la sede dell’azienda. Concluso con successo il programma, le partecipanti sono state assunte in Roboqbo, o in altre importanti realtà del territorio, mediante un contratto di somministrazione a tempo indeterminato con Gi Group.
“Sfida e innovazione: due parole che ci contraddistinguono, qui in Roboqbo, e sono il motore del nostro agire quotidiano; poiché è solo superando i limiti e andando oltre i pregiudizi, che possiamo costruire, partendo da noi stessi, un’azienda migliore e la cultura di un mondo migliore. È con questo spirito che abbiamo sviluppato la nostra collaborazione con Gi Group, con cui abbiamo contribuito a formare figure professionali per lavorare nel settore”, af-
“La formazione è uno strumento chiave nel mondo del lavoro, soprattutto in un momento nel quale le aziende faticano a trovare i profili con le competenze di cui hanno bisogno. Promuovere l’occupabilità delle persone è un elemento cardine del nostro impegno per il lavoro sostenibile, un impegno che vede un’attenzione particolare alla partecipazione delle donne al mondo del lavoro in settori che tradizionalmente vedono una maggior presenza maschile, anche sfatando luoghi comuni e stereotipi. Attraverso il nostro progetto Women4 sviluppiamo sinergie virtuose con le istituzioni e le aziende del territorio, di cui la collaborazione con Roboqbo è un importante esempio, coltiviamo e formiamo talenti permettendo alle persone di acquisire le conoscenze e
Lanciato a giugno dello scorso anno, il primo Vermut di Lambrusco di Sorbara DOC ideato dall’opificio artigianale Roteglia 1848, che si occupa di produzione e vendita di liquori artigianali tipici di Sassuolo, conferma il gradimento anche fuori dall’area locale. Infatti, l’innovativa idea di Andrea Silvestri, socio fondatore di Roteglia 1848, di creare un Vermut sulla base del Lambrusco di Sorbara aveva già riscosso grande successo tra i modenesi, ma grazie all’ultimo Pitti Taste, avvenuto a febbraio 2024, il Vermut Diverso conferma di piacere.
Vermut Diverso nasce in collaborazione con Cantina Paltrinieri attraverso l’uso del lambrusco LECLISSI come base vinosa: su questa la miscelazione di botaniche quali assenzio pontico e gentile, timo, camedrio, camomilla, sambuco hanno creato un vermut fresco e citrino, dove l’acidità e la nota fruttata del vino Sorbara sostengono l’alcolicità e amplificano le sensazioni officinali della parte liquorosa, in un perfetto equilibrio tra freschezza e aromaticità.
I tre soci sono tornati a casa soddisfatti dalla manifestazione che, oltre al grande successo, ha visto il lancio della nuova etichetta di Vermut Diverso: un’etichetta che parla di radici e innovazione, che unisce formato e grafica di vecchie etichette Roteglia 1848 e veste il vermut di storia, colore e stile d’altri tempi, in chiave contemporanea.
“Quando dobbiamo creare una nuova etichetta, apriamo la nostra cassettiera degli anni ‘50, completamente in ferro e composta da 94 cassetti, che con gelosia conserviamo nel nostro storico opificio. All’interno conserviamo tutte le etichette originali, ritrovate, dagli anni ‘20 a oggi. Ci facciamo suggestionare
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Giuseppe Malavasi, amministratore delegato di Roboqbo con il celebre pasticciere Iginio Massari e le cinque partecipanti all'Academy
dai colori, dalle forme e dai disegni e matchando una o più etichette poniamo la base di quello che diventerà non solo un’etichetta, ma un progetto artistico”, racconta Francesca Rivi, socia fondatrice di Roteglia 1848, referente marketing e commerciale per l’azienda.
La storia di Roteglia 1848, infatti, inizia nel 2018 ma affonda le radici ben 176 anni fa. La storica distilleria nasce nel 1848 a Sassuolo, in provincia di Modena, per opera di una famiglia di origini svizzere, abile nel commercio di spezie, nella preparazione di distillati e liquori. Dal Nocino al Sassolino, la produzione di liquori artigianali, infusi alcolici e bagne per dolci, realizzati secondo le antiche ricette, è stata tramandata di padre in figlio fino ai giorni nostri.
Quella maestria e competenza nella creazione di liquori oggi continua a vivere grazie ai giovani soci della Roteglia 1848, una società composta da sassolesi fortemente legati alla storia locale che, con coraggio e perseveranza, continua la tradizione. Passione e innovazione sono gli ingredienti necessari nella produzione di liquori e infusi, realizzati rispettando le ricette tramandate e condividendo la scelta di mantenere una produzione artigianale, di alta qualità, dal sapore genuino.
Ma la storia non finisce qui. Come la falena apposta sull’etichetta del Vermut Diverso, i ragazzi della Roteglia 1848 sono in continua trasformazione: senza dimenticare la storia da cui provengono stanno già lavorando a nuovi progetti, con lo scopo fondamentale di portare l’arte liquoristica sassolese oltre i confini territoriali.
SGS ITALIA, IN PRIMA LINEA
PER LA CERTIFICAZIONE
DEGLI EVENTI SOSTENIBILI
SGS Italia, parte del Gruppo SGS, azienda punto di riferimento nel mondo per i servizi di analisi, ispezione e certificazione, conferma il proprio impegno al fianco delle organizzazioni per la certificazione degli eventi sostenibili.
Il volume di business legato al mercato degli eventi occupa oggi una parte consistente dell’economia globale. Secondo Verified Market Research, una delle principali società di ricerca e consulenza a livello globale,
il mercato dell’industria degli eventi è stato stimato pari a 812,4 miliardi di dollari nel 2023, ed è destinato ad aumentare. Dalle convention aziendali fino alle fiere internazionali, dai concerti ai grandi eventi sportivi fino alle manifestazioni di portata più ridotta, sono richiesti lavoro e risorse in grandi quantità, con un significativo impatto sia a livello ambientale, che economico e sociale. Gli eventi, infatti, influiscono su ambiente ed economia con effetti su diversi fattori, quali consumo di acqua, produzione di scarti solidi, consumo energetico, impatto sulla biodiversità, benessere di dipendenti e fornitori.
“È per questo che lo standard ISO 20121 per la Certificazione del Sistema di Gestione degli eventi sostenibili gioca un ruolo chiave: grazie all’implementazione di un sistema di gestione della sostenibilità, aiuta a stabilire e raggiungere traguardi realistici oltre che a usare politiche e procedure per attuare le migliori pratiche. Lo standard può essere applicato a tutte le occasioni, da una mostra dell’artigianato locale a un evento maggiore, ed è applicabile ai proprietari, agli organizzatori e ai fornitori dell’evento. La certificazione ISO 20121 dimostra l’impegno delle organizzazioni nella promozione delle istanze di sostenibilità anche in questo ambito”, spiega Enrico Wallner, managing director di SGS Italia.
Tra gli eventi a cui SGS Italia ha rilasciato la certificazione “ISO 20121:2012 – Sistema di gestione degli eventi sostenibili”, anche “Farete 2023”, l’appuntamento organizzato da Confindustria Emilia che, per il secondo
anno consecutivo, è stato realizzato e certificato in conformità ai requisiti previsti da questo standard internazionale. “Fare, la società di Confindustria Emilia che mediante il suo ramo eventi gestisce, tra le altre, anche la manifestazione Farete si è affidata a SGS per confermare il proprio impegno nel generare un impatto sociale e ambientale positivo anche nella realizzazione di eventi. Grazie alla certificazione ISO 20121, infatti, dimostra di aver implementato un sistema di monitoraggio delle proprie performance di sostenibilità e lo sviluppo di tecniche che permettono l’utilizzo efficiente delle risorse disponibili”, conclude Enrico Wallner.
Il Gruppo SGS offre servizi che aiutano tutte le fasi della supply chain garantendo sicurezza, efficienza e qualità con più di 99.600 dipendenti e un network di oltre 2.000 uffici e laboratori in tutto il mondo, operando in 13 settori a livello globale. In Italia è presente dal 1915 e può contare su una vasta rete nazionale con 21 sedi operative e laboratori nei quali lavorano più di 700 dipendenti.
INAUGURATO A MIRANDOLA IL NUOVO STABILIMENTO DI SIDAM
Non si arresta la crescita del distretto biomedicale di Mirandola, nel modenese: lo scorso 16 dicembre, infatti, il Gruppo Sidam ha inaugurato un nuovo maxi-stabilimento in via Giacomo Bove 5/7, che si aggiunge al complesso già presente in via Statale Sud. A fare gli onori di casa al taglio del nastro è stato Carlo Bonomi, numero uno di Confindustria nazionale e presidente del Gruppo Sidam. Nel 2015, infatti, Bonomi è entrato nell’azienda biomedicale fondata nel 1991 da Graziano Azzolini, che ancora oggi si occupa di sviluppo di prodotti, affiancando la figlia Annalisa diventata amministratore delegata del Gruppo, contribuendo al rapido sviluppo dell’impresa. Alla cerimonia erano presenti anche numerose autorità, tra le quali il presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi, il prefetto di Modena, Alessandra Camporota, il sindaco di Mirandola, Alberto Greco con l’assessore alle attività produttive Gandolfi, e
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Enrico Wallner, managing director di SGS Italia
la consigliera regionale Palma Costi. Con una superficie che supera i 2.500 metri quadrati, nel nuovo sito produttivo trovano lavoro circa 100 dipendenti che si aggiungono agli oltre 200 del Gruppo già presenti nel primo stabilimento di Mirandola.
“In questi ultimi anni stiamo crescendo notevolmente e con questo stabilimento raddoppieremo la nostra capacità produttiva: e pensare che nel 2015 eravamo in 42. Sono orgoglioso di dire che questo investimento lo abbiamo completamente autofinanziato: forse siamo andati al di là di quelli che erano i nostri piani iniziali, ma abbiamo voluto investire in Italia e in questo territorio e nelle sue competenze, restituendo al distretto mirandolese quanto ci ha dato in tutti questi anni”, ha dichiarato Carlo Bonomi durante la cerimonia di inaugurazione. Nel nuovo stabilimento trovano posto, oltre ai nuovi uffici, anche la modernissima camera bianca, il vero fulcro dell’attività. Sidam, di cui il fondo di private equity lussemburghese Mindful Capital Partners detiene la maggioranza di controllo dal settembre 2020, due anni fa ha rilevato il 100% di Emotec, società con sede a Medolla, sempre in provincia di Modena, attiva nella produzione e commercializzazione di dispositivi medicali monouso e nel packaging secondario per il settore farmaceutico. Nel dicembre 2016 Sidam aveva già acquisito BTC MedicalEurope, azienda specializzata nei prodotti per emo-recupero postoperatorio e nell’oncologia con sedi a Valeggio sul Mincio, nel mantovano, e Nonantola,
alle porte di Modena, incorporandola l’anno scorso. Sidam Group dispone così di un’ampia gamma di prodotti specializzati per moltissimi comparti ospedalieri, dall’oncologia e la preparazione del farmaco alla radiologia, dalla terapia intensiva alla chirurgia ed è attiva nel settore dei radiofarmaci.
“E non mancano i progetti che non guardano al profitto, come lo stent esofageo sviluppato con il Bambin Gesù di Roma per pochissimi casi, qualche decina all’anno; una tecnologia innovativa che certamente non permetterà grandi fatturati ma che può restituire la prospettiva di una vita normale a bambini che altrimenti sarebbero condannati ad una alimentazione per endovena”, spiegano da Sidam.
Oggi il Gruppo copre tutte le fasi aziendali, dalle attività di R&D fino alle attività post-vendita, e lavora con 19 Paesi nel mondo, con la spinta dell’export che continua ad essere il motore della sua crescita: il Gruppo esporta infatti oltre l’80% del proprio fatturato, che nel 2023 prevede di raggiungere quota 32 milioni di euro, e ne investe il 10% in ricerca e innovazione.
SIFIR FIDUCIARIA
TRA I TOP 200 ADVISOR DI ‘WE WEALTH’
Prestigioso riconoscimento per Sifir Fiduciaria, società bolognese con oltre 40 anni di esperienza nel settore della pianificazione e tutela patrimoniale, con una particolare specializzazione nella consulenza legale, fiscale e nella protezione della riservatezza dei clienti, che è stata recentemente inclusa dalla rivista specializzata We Wealth tra i “Top 200 Advisor del Wealth”.
Un autorevole elenco che riconosce i migliori professionisti e società nell’ambito della consulenza per la pianificazione patrimoniale. Secondo We Wealth, l’obiettivo principale delle famiglie con grandi patrimoni è proteggere, far crescere e trasferire la ricchezza in modo sicuro alle generazioni future. Tuttavia, ci sono numerose minacce che possono compromettere questo obiettivo, in particolare durante il passaggio generazionale. Il trasferimento della ricchezza è un momento critico nella vita di un patrimonio familiare e richiede una preparazione adeguata e l’uso degli strumenti corretti; in mancanza di questi, c’è il rischio di una perdita di valore. Leonardo Arienti, vicepresidente di Sifir Fiduciaria, commenta così il riconoscimento: “È un privilegio essere stati inclusi tra i Top 200 Advisor del Wealth da We Wealth, questo premio è il risultato del nostro impegno negli ultimi anni e della dedizione con cui svolgiamo la nostra attività”.
Costituita nel 1981 da Alessandro Arienti, Sifir è un’impresa di famiglia di ridotte dimensioni, fattore che permette alla società di operare come boutique di settore, con particolare attenzione alla personalizzazione dei propri servizi in base alle esigenze della propria clientela. La società è attualmente
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Il taglio del nastro del nuovo stabilimento di Sidam a Mirandola
Leonardo, Alessandro e Lorenzo Arienti
amministrata da Lorenzo Arienti, dottore commercialista, e dall’avvocato Leonardo Arienti i quali, insieme al padre Alessandro, ne sono i rispettivi soci. Per la società operano anche diversi professionisti con elevato grado di specializzazione, onde garantire la massima qualità ed efficienza, operativa e di risultato.
“L’attività di pianificazione patrimoniale offerta da Sifir Fiduciaria comprende una vasta gamma di servizi. L’obiettivo è strutturare, programmare e organizzare il patrimonio dei clienti per favorirne la conservazione, protezione, valorizzazione e trasmissione alle generazioni future. Questo servizio mira a garantire la massima stabilità del patrimonio personale o familiare nel tempo, prevenendo che responsabilità personali, conflitti familiari o questioni successorie ne minaccino la consistenza”, sottolineano dalla società bolognese.
“La società è specializzata nell’attività di wealth planning, cioè di pianificazione patrimoniale e successoria, e le attività svolte da Sifir includono, tra le altre, quelle di amministrazione di beni di terzi (con o senza intestazione fiduciaria), l’incarico di trustee, la prestazione di servizi per le società holding nonché le attività di consulenza nel contesto del passaggio generazionale oltre che nella pianificazione fiscale e successoria”, concludono da Sifir Fiduciaria.
SILTE ENTRA A FAR PARTE DEL GRUPPO FRANCESE
AXIUM PACKAGING
Silte, azienda con sede a Budrio, in provincia di Bologna attiva da oltre mezzo secolo nella produzione di contenitori e chiusure in polietilene, PET e polipropilene, vergine e riciclato, dal 1° novembre scorso è entrata a far parte del gruppo francese Axium Packaging, specializzato nella produzione di packaging in plastica per la cura personale e i mercati alimentari.
Silte, acronimo di Società Italiana Lavorazioni Termoplastiche, con l’aggiunta di una “E” finale per ragioni eufoniche, è stata fondata
nel 1970 dai fratelli Buzzi, in continuazione di una diversa attività familiare che si occupava di inchiostri e colle sin dagli anni ‘20 del secolo scorso. Nel corso degli anni l’azienda emiliana è divenuta un’importante realtà del packaging primario: attraverso un processo di estrusione e soffiaggio per materiali come HDPE e PP e un processo di stiro-soffiaggio per il PET, Silte produce ogni anno oltre 50 milioni di contenitori (essenzialmente flaconi e vasetti), destinati ad un successivo riempimento nei settori della cosmetica, della detergenza, della farmaceutica e della chimica. Oggi Silte è una realtà con 25 dipendenti, che ha raggiunto e superato i 7 milioni di euro di fatturato e che ha acquisito e fidelizzato nel corso degli anni una serie di clienti primari che operano con importanti marchi presso la GDO.
Con questa operazione il gruppo francese Axium Packaging, realtà internazionale con sede a Saint-Etienne, che vanta sei unità produttive in tutta Europa (Acti Pack, Lapac e Loire Plastic in Francia, KKT GmbH in Germania, Actipack in Repubblica Ceca e Silte in Italia), per un fatturato complessivo di oltre 80 milioni di euro e 400 dipendenti, prosegue nella sua crescita per linee esterne, amplia
la propria offerta di imballaggi e consolida la presenza sul mercato italiano. Axium Packaging, inoltre, da sempre attenta alla sostenibilità ambientale e all’utilizzo di materiali riciclati (quattro su cinque delle sue unità produttive hanno già ottenuto tra il 2022 e il 2023 le medaglie Ecovadis bronzo ed Ecovadis argento) applicherà questa filosofia anche a Silte, attraverso l’utilizzo sempre maggiore di materiali riciclati e la programmazione di un percorso di certificazione di qualità, in primis ISO 9001, e successivamente ISO 14001 e ISO 50001, per una migliore gestione ambientale e dei consumi energetici. “L’integrazione di Silte nel gruppo Axium
Packaging si propone come obiettivo lo sviluppo del mercato italiano di riferimento, attraverso una più ampia gamma di prodotti e materiali offerti ai propri clienti, ad esempio tappi in plastica adatti per ogni flacone, in collaborazione con le altre unità appartenenti al gruppo industriale francese”, concludono dall’azienda di Budrio.
SOVERINI OTTIENE
LA CERTIFICAZIONE PER LA PARITÀ DI GENERE
Importante riconoscimento per la storica concessionaria Volkswagen Soverini che, nel mese di luglio 2023, ha ricevuto la certificazione UNI/PdR 125:2022 per la parità di genere.
Fondata a Bologna nel 1961, Soverini nel corso degli anni ‘60 ha acquisito il marchio Audi, seguendo lo sviluppo del gruppo automobilistico tedesco nella Motor Valley. Nel 1996 si è trasferita nella sede attuale in
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Da sinistra: Laurent Vallas, responsabile finanziario Gruppo Axium Packaging e membro nuovo CDA di Silte, Francesco Farneti, socio uscente di Silte, Yves Cury, presidente Gruppo Axium Packaging e presidente nuovo CDA di Silte, Piero Buzzi, socio di maggioranza uscente di Silte, Raffaele Lasciarrea, socio uscente di Silte
SERVOMECH, 35 ANNI DI INNOVAZIONE NEGLI ATTUATORI LINEARI
Il 2024 segna un traguardo importante per Servomech, azienda di Anzola dell’Emilia, alle porte di Bologna, che celebra i suoi primi 35 anni di attività nell’ambito dell’automazione industriale. Fondata nel 1989, l’impresa ha attraversato più di tre decenni di crescita costante, rimanendo fedele alla sua filosofia aziendale di gestione interna completa del ciclo produttivo nel proprio stabilimento.
Servomech si è affermata come punto di riferimento nel settore, specializzandosi in una vasta gamma di prodotti, quali attuatori lineari a vite trapezoidale e a ricircolo di sfere, martinetti meccanici con vite a sfere, martinetti meccanici a vite trapezoidale, rinvii angolari e viti e madreviti a ricircolo di sfere. L’azienda ha conquistato l’apprezzamento non solo in tutta l’Unione Europea, ma anche nei paesi industrializzati in tutto il mondo, potendo disporre di una vasta organizzazione di vendita.
“La chiave del successo di Servomech risiede nella capacità di offrire prodotti di alta qualità per il movimento lineare, mantenendo una flessibilità produttiva e una profonda attenzione alle esigenze dei clienti”, spiegano dall’azienda.
qualitativi costanti, flessibilità, progettazione e produzione anche personalizzata di soluzioni di ultima generazione.
“La mission dell’azienda si basa sull’efficienza dei prodotti offerti, con un focus particolare su soluzioni tecnologiche ad alte prestazioni, garantendo al contempo un risparmio energetico durante l’utilizzo. Il supporto tecnico-commerciale riveste un ruolo fondamentale, con un team altamente qualificato che assiste i clienti nella selezione del prodotto, verifiche, calcoli di durata e disegni, sostenuto da un configuratore on line sul proprio sito internet che semplifica la personalizzazione dei prodotti e il dialogo con i progettisti a livello internazionale”, spiegano ancora dall’azienda di Anzola dell’Emilia.
Una costante di Servomech negli anni è stata quella di dimostrarsi sempre all’avanguardia, anticipando le nuove esigenze di mercato, come nel caso della campagna ‘5 Motivi Per Scegliere Elettrico’. L’azienda, infatti, si impegna da anni verso soluzioni elettromeccaniche moderne, con un forte focus sul risparmio energetico e la riduzione dell’impatto ambientale.
Guardando al futuro e alla globalizzazione, Servomech ha adottato una strategia 4.0, gestendo internamente i processi per ridurre i consumi e l’impatto ambientale. In un contesto in cui la delocalizzazione è stata spesso vista come la soluzione migliore, Servomech ha scelto di rimanere saldamente ancorata al concetto di Made in Italy, garantendo produzione interna, controlli
Via Larga, Bologna, e ha acquisito la società Nino Martelli. Nel 2014 ha ampliato poi la sua presenza acquisendo la concessionaria
Volkswagen V.A.R. Auto di Imola, iniziando a operare anche nel territorio romagnolo.
“In Soverini, da sempre, rivolgiamo particolare attenzione al nostro capitale umano: vogliamo creare un ambiente di lavoro stimolante e aperto, che garantisca prospettive future a tutti i dipendenti e collaboratori, in un clima di rispetto reciproco e di valorizzazione di un luogo accogliente e inclusivo per tutti i nostri stakeholders”, raccontano dall’azienda.
L’obiettivo di Soverini è quello di creare un
“Con una solida base, la strategia per il futuro di Servomech è quella di continuare a crescere, coniugando gli interessi del business con la sostenibilità. Gli investimenti costanti in macchinari di ultima generazione e tecnologie avanzate testimoniano l’impegno dell’azienda nello sviluppo di prodotti innovativi e tecnologie in grado di rispondere alle crescenti esigenze del mercato internazionale”, concludono da Servomech.
posto di lavoro sempre più sano e inclusivo, in cui i dipendenti, che ad oggi, tra Bologna e Imola, sono 69, e i collaboratori riescano a fare squadra per raggiungere risultati che portino ad una crescita senza distinzione di genere.
“A tal fine, ci impegniamo a diffondere la cultura della diversità, delle pari opportunità e della parità di genere, assicurandoci che tutti siano trattati, in ogni momento, con dignità, rispetto ed equità”, continuano da Soverini. La missione aziendale di Soverini si focalizza sulla promozione della diversità in tutti i suoi aspetti, mirando a ottenere un vantaggio competitivo tramite l’approccio trasversale e
collaborativo. Per raggiungere ciò, l’azienda si impegna a monitorare regolarmente l’equità di genere, adottando politiche di gestione del personale per garantire parità nelle opportunità ed eliminare le discriminazioni sul posto di lavoro. Queste politiche aziendali riguardano diverse aree, dall’assunzione alla gestione della carriera, dall’equità salariale alla conciliazione tra vita lavorativa e familiare, fino alla prevenzione di abusi e molestie. “Ci impegniamo a garantire pari opportunità per uomini e donne, promuovendo lo sviluppo professionale in base al merito e alle capacità, assicurando al contempo la parità retributiva. Inoltre, ci allineiamo ai principi
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di equità di genere e ci muoviamo in sintonia con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, nonché con le politiche inclusive promosse a livello nazionale e dall’Unione Europea”, evidenziano ancora da Soverini.
In un’ottica di implementazione e valorizzazione delle responsabilità dei singoli, la società ha istituito un canale di segnalazione “Whistleblowing” a cui rivolgersi qualora si venga a conoscenza o si abbia il sospetto di presunte condotte improprie come, ad esempio, casi di discriminazione e molestie sul posto di lavoro.
“In Soverini sosteniamo il principio di non ritorsione e garantiamo la segretezza dell’identità del segnalante per prevenire qualsiasi forma di rivalsa, discriminazione o qualsiasi tipo di penalizzazione, secondo quanto previsto dalle normative applicabili e dalle best practice nazionali e internazionali in tema di Whistleblowing”, concludono dalla concessionaria.
La politica attuata e le azioni di miglioramento intraprese sono un punto di partenza e rappresentano una tappa importante verso una strategia a lungo termine che vuole valorizzare le persone con le proprie diversità e unicità e innescare un cambiamento positivo nella società.
STEEL SI LANCIA
ALLA CONQUISTA
DEL MERCATO AMERICANO
Steel, azienda di Carpi, in provincia di Modena, specializzata in elettrodomestici di alta qualità, ha ufficialmente varcato l’oceano per entrare nel mercato americano, abbracciando l’opportunità di presentare i propri prodotti negli Stati Uniti e in Canada. L’ingresso nel mercato americano rappresenta una sfida, ma Steel ha adottato una strategia volta a mantenere i principi cardine del marchio: design impeccabile e prestazioni superiori. La scelta di non adattare i prodotti ma, al contrario, proporre ai potenziali clienti la possibilità di dotarsi di elettrodomestici creati in Italia per cucinare esattamente come si fa nel Bel Paese, riflette la decisione di concentrarsi su quella nicchia di consumatori che apprezza il valore del made in Italy e desidera approcciarsi alla preparazione dei piatti con
gli strumenti della tradizione senza rinunciare alle migliori innovazioni tecnologiche e a un design altamente caratterizzante. “Steel ha deciso di mantenere l’essenza autentica del suo brand, evitando così di snaturare l’identità che ha catturato una nicchia di pubblico fedele. Tale scelta di campo è alla base della nostra strategia e secondo me si rivelerà vincente nel lungo termine”, spiega il presidente e CEO di Steel, Auro Po.
L’azienda carpigiana ha rafforzato la propria posizione con recenti investimenti, tra cui la realizzazione di un nuovo stabilimento industriale 4.0 e l’espansione degli spazi produttivi. Come evidenzia ancora Auro Po: “La nostra azienda non ha mai smesso di investire, sia in Italia che all’estero. Abbiamo infatti investito nell’apertura di nuovi show-room in Italia, a Carpi e Roma, Olanda e Germania. La prossima sfida è certamente il mercato americano sul quale nei prossimi anni concentreremo ogni nostro sforzo”. Steel ha adottato un approccio oculato nella selezione dei partner di distribuzione, privilegiando aziende orientate al design e al made in Italy. La certificazione valida sia negli Stati Uniti sia in Canada ha consentito a Steel di avviare contatti con operatori di entrambi i mercati e, al momento, la compagnia collaborerà con un importatore della East Coast americana specializzato in prodotti italiani di alto livello.
“Per rafforzare l’ingresso in questo nuovo mercato stiamo avviando la distribuzione di un forno per pizza domestico, da incasso. La pizza è uno dei cibi italiani per eccellenza e già esistono diversi marchi italiani di produttori di forni pizza da esterno che riscuotono un buon successo negli States. Noi saremo i primi a offrire un forno pizza a
uso domestico per la casa”, sottolinea Attilio Po, sales manager di Steel. “Inoltre, siamo in procinto di lanciare una nuova cucina outdoor in Italia, Europa e America. Negli Stati Uniti, in particolare, esiste un mercato ampissimo di cucine outdoor, ma riteniamo vi sia lo spazio per offrire soluzioni orientate al design, al made in Italy. La nostra collaborazione nello sviluppo di una cucina outdoor con uno dei più importanti costruttori italiani di cucine ci ha portato a realizzare una nuova gamma estremamente pratica con forte appeal al design ed enormemente flessibile nelle soluzioni di arredo”, continua Attilio Po.
“Nonostante le turbolenze dei mercati causate dalla recente crisi Israelo-Palestinese e dalla guerra in Ucraina, siamo comunque riusciti a chiudere inaspettatamente l’anno 2023 con una seppur piccola crescita di fatturato. Crescita fortemente sostenuta dal mercato interno ( +13%) che compensa il calo riscontrati nell’export che tuttavia continua a rappresentare più dell’80% del giro d’affari della Steel”, conclude Auro Po.
TELEIMPIANTI E TOYOTA MHMI, INSIEME PER L’EFFICIENTAMENTO ENERGETICO
In un’era in cui l’innovazione tecnologica guida il progresso sostenibile, Teleimpianti, system integrator fondato a Bologna nel 1974, emerge come partner nel settore dell’automazione degli edifici, collaborando con Schneider Electric per realizzare sistemi di Building Management System (BMS) all’avanguardia. Il caso di Toyota Material Handling Manufacturing Italy (TMHMI), punta di diamante nella produzione di carrelli elevatori per la movimentazione merci, è un esempio lampante di come queste soluzioni siano alla base di una gestione energetica efficiente.
“L’implementazione del sistema BMS di Teleimpianti ha segnato una svolta per l’azienda, consentendoci di avere a disposizione strumenti per perseguire il nostro obiettivo
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Auro Po, Presidente e CEO di Steel
di ottimizzare il consumo energetico, in linea con la nostra visione aziendale di contribuire fortemente ad un mondo sempre più sostenibile. L’efficienza energetica rappresenta un elemento imprescindibile della strategia ambientale del gruppo Toyota”, dichiara Marco Ferioli, esperto di energy management all’interno di TMHMI.
Teleimpianti, con la sua profonda esperienza e competenza nella realizzazione di sistemi di BMS, ha progettato soluzioni personalizzate che si adattano perfettamente alle esigenze di Toyota, permettendo di monitorare e gestire efficacemente l’energia in tutti gli edifici aziendali. Questo approccio ha portato a una riduzione sensibile delle emissioni di CO2 e, di conseguenza, del consumo energetico. L’implementazione di soluzioni su misura ha infatti permesso una contabilizzazione efficiente dei consumi, contribuendo significativamente al rispetto dei requisiti richiesti dal sistema ISO 50001 in vigore all’interno di TMHMI. L’introduzione di sistemi di alert avanzati e l’accessibilità remota hanno ulteriormente migliorato la gestione e il monitoraggio delle infrastrutture.
“L’efficienza energetica rappresenta un elemento imprescindibile della strategia ambientale del gruppo Toyota e con il supporto di Teleimpianti è stato possibile coadiuvare i risultati ambiziosi a cui ambiamo, migliorando al contempo la nostra efficienza operativa. Con Teleimpianti, infatti, abbiamo raggiunto una riduzione del 25% nei consumi di gas, del 36% nell’energia elettrica per la climatizzazione degli uffici e una diminuzione del 25% delle emissioni di CO2”, continua Ferioli.
Ancora più interessante è l’effetto economico per l’azienda. Con un payback inferiore a un
anno, l’investimento in queste soluzioni tecnologiche ha dimostrato un ritorno economico eccezionale. Questi risultati sottolineano l’importanza di soluzioni BMS personalizzate nel raggiungere obiettivi di sostenibilità ed efficienza. “Per ottenere questo tipo di risultati la scelta di un partner affidabile come Teleimpianti, con cui mantenere un dialogo sempre aperto e costruttivo, è fondamentale, poiché il valore e l’efficacia di queste soluzioni innovative è una diretta conseguenza dell’attenta analisi e interpretazione delle esigenze aziendali”, conclude Marco Ferioli.
TGW ITALIA
AUTOMATIZZA IL MAGAZZINO DI MESSAGGERIE LIBRI
L’impianto più grande mai realizzato da TGW in Italia. È quello che la multinazionale di origine austriaca specializzata in soluzioni di intralogistica, magazzini automatizzati e material handling, che nel nostro Paese ha sede a Spilamberto, in provincia di Modena, ha completato nei mesi scorsi a Stradella, nel pavese, dando vita a un fulfillment center ad alta automatizzazione per il distributore all’ingrosso di libri Messaggerie Libri.
Questa soluzione innovativa ha già festeggiato il go-live ed è uno dei sistemi di intralogistica più moderni per la commercializzazione di libri in Europa. Grazie ad esso, Messaggerie Libri non è solo in grado di accelerare le proprie forniture, ma può anche migliorare l’efficienza nell’evasione degli ordini e nella gestione dei resi.
Nel grande fulfillment center che copre una superficie di 80.000 metri quadrati, la cosiddetta “città dei libri”, Messaggerie Libri ha inve-
stito oltre 40 milioni di euro. Il cuore pulsante è il sistema FlashPick® con un magazzino a 14 corridoi percorsi da shuttle e dotato di circa 330.000 posizioni di stoccaggio.
“Con la soluzione di TGW ad alta automatizzazione, Messaggerie Libri è in grado di ottimizzare il disbrigo degli ordini e può trarre vantaggi sia da consegne più veloci sia da una maggiore efficienza. Siamo molto contenti di avere guadagnato la fiducia del cliente e di essere stati convincenti in un mercato fortemente competitivo”, afferma Matteo Righini, managing director di TGW Italia.
“La superficie disponibile viene sfruttata in modo ottimale grazie al sistema di stoccaggio dei contenitori a tripla profondità e alla possibilità di impilare i contenitori. Gli ordini arrivano a 32 postazioni di lavoro ergonomiche PickCenter One per il prelievo, mentre un sistema di convogliamento KingDrive® ad alta efficienza energetica e lungo otto chilometri assolve all’interconnessione dei vari settori dell’impianto. La gestione del flusso e dei processi complessi è affidata al TGW Warehouse Software collegato al sistema SAP ERP del cliente”, spiegano ancora dall’azienda fornitrice di soluzioni per l’intralogistica.
“Grazie alle postazioni di lavoro ergonomiche PickCenter One, Messaggerie Libri può passare in modo flessibile tra evasione degli ordini e gestione dei resi, nonché minimizzare le percentuali di errore incrementando al contempo la produttività. I beni di largo consumo sono prelevati manualmente dai pallet, tutti gli altri articoli sono trasferiti alle postazioni di lavoro PickCenter. Gli ordini sono successivamente consolidati nel magazzino shuttle e sono poi caricati su pallet dai
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robot”, concludono da TGW.
Da oltre 50 anni l’azienda di origine austriaca specializzata in impianti ad alta automazione realizza soluzioni per la propria clientela internazionale, dalla A come Adidas alla Z come Zalando. In qualità di integratore di sistema, TGW Logistics si occupa della progettazione, produzione, realizzazione e servizio di complessi centri di logistica, dalla meccatronica alla robotica fino al sistema di comando e al software. TGW Logistics Group ha filiali in Europa, Cina e USA e può contare su oltre 4.400 collaboratori e collaboratrici in tutto il mondo. Nell’esercizio fiscale 2022/23 l’azienda ha registrato un fatturato complessivo di 955 milioni di euro.
TOYOTA MATERIAL HANDLING, INAUGURATO IL NUOVO
RISTORANTE AZIENDALE
Risulta sempre più chiaro a tutti come vincere la sfida nel raggiungimento della neutralità carbonica sia fondamentale per garantire un futuro di prosperità al nostro pianeta. Toyota dimostra da sempre un impegno straordinario nell’immaginare e sviluppare quanto necessario per riuscire in questa sfida. Tutto ciò attraverso il suo costante contributo alla realizzazione di una società sostenibile e inclusiva. In quest’ottica il gruppo Toyota Material Handling ha aderito alla UN Race to Zero, la campagna ombrello delle Nazioni Unite che mobilita tutti gli attori non governativi – imprese, città, regioni e università –con impegni mirati alla neutralità carbonica limitando il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto al periodo preindustriale.
A fronte di questa importante impegno, il 31 gennaio 2024 è stata inaugurata, in presenza delle autorità locali, la nuova struttura destinata alla ristorazione aziendale.
Il fabbricato sviluppato con Camst group, che collabora da anni con Toyota nella gestione del servizio di ristorazione, e progettato dall’architetto Domenico Dieni, è stato selezionato per la rassegna Premio Templum 2023 ed è progettato per essere a tutti gli effetti un edificio a basso fabbisogno energetico ZEB - Zero Energy Building (strutture a consumo energetico zero). Il nuovo risto-
rante aziendale presenta, in un’ottica di benessere aziendale, soluzioni innovative, soprattutto in termini di layout, per offrire una nuova esperienza di consumo alle persone, che avranno a disposizione nuovi spazi per il pranzo. Il ristorante aziendale, sviluppato su due piani, con oltre 350 posti a sedere, è un free flow caratterizzato da isole, che consentono ad ogni dipendente un’ampia scelta. Ed inoltre il servizio di ristorazione in sala è completamente plastic free, con stoviglie riutilizzabili.
Toyota Material Handling Manufacturing
Italy conferma la strategia di crescita attraverso l’incremento progressivo degli investimenti focalizzandosi anche sul miglioramento delle strutture a servizio dei dipendenti, in un’ottica di welfare, inteso come benessere psicofisico delle persone. Un piano di investimenti che da qualche anno è finalizzato anche all’aggiornamento impiantistico della sede dello stabilimento bolognese, che mira, in prospettiva, all’autosostentamento energetico di tutti gli edifici. L’efficienza energetica rappresenta un elemento imprescindibile della strategia ambientale del Gruppo Toyota, da sempre impegnato nel graduale e costante raggiungimento della neutralità carbonica di tutte le strutture in cui svolge le proprie attività.
La distribuzione interna degli ambienti tiene conto del percorso solare per massimizzare gli apporti passivi benefici e gli elevati standard di qualità della luce naturale. Il fabbricato si compone di due volumi: uno disposto su due livelli fuori terra e l’altro da un solo piano sormontato da tetto a verde. Nel corpo di fabbrica principale gli ambienti si dividono tra la zona preparazione e la sala consumo che si sviluppa su due piani,
mentre il volume più basso ospita la porzione più ampia della sala consumo. L’involucro dell’edificio è progettato con materiali altamente isolanti e finestre a bassa trasmittanza termica. Il tetto è dotato di pannelli solari fotovoltaici da 50 kWp per
la produzione di elettricità e per l’alimentazione dell’impianto a pompa di calore. Sul tema impianti, ad alta efficienza energetica, i consumi vengono monitorati tramite il sistema BMS (Building Monitoring System). Il progetto prevede l’utilizzo esclusivo dell’energia elettrica per l’alimentazione delle attrezzature da cucina, eliminando completamento l’utilizzo del gas con un sistema di recupero termico dei fumi di cottura per il riscaldamento delle aree interne.
Attraverso un sistema di filtrazione, sarà possibile riutilizzare l’energia termica, che diversamente verrebbe dissipata attraverso le condotte di evacuazione dei fumi in atmosfera. Il fabbricato è stato realizzato su un’area precedentemente attrezzata a parcheggio prevedendo pertanto una notevole implementazione delle aree trattate a verde con la piantumazione di nuove specie arboree. Durante la fase di costruzione, sono stati utilizzati materiali a basso impatto ambientale e provenienti da fonti sostenibili. L’attenzione è stata rivolta alla selezione di materiali riciclabili e a lunga durata.
Questo progetto mira a raggiungere uno stato di alta efficienza energetica, riducendo drasticamente le emissioni di carbonio associate all’uso dell’edificio. I risultati attesi includono un bilancio energetico positivo su base annua e un modello replicabile per progetti futuri.
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VOLVO ENTRA IN CORRENTE, LO SHARING ELETTRICO DI TPER
Corrente, il car sharing 100% elettrico del gruppo emiliano della mobilità integrata Tper, a cinque anni dal suo debutto, si rilancia valorizzando ancora una volta quelli che da sempre sono i punti di forza di questo servizio di mobilità condivisa: sostenibilità e sicurezza. Corrente ha scelto infatti Volvo Car Italia, con sede nazionale proprio a Bologna, quale nuovo partner automobilistico per il servizio di sharing e, dallo scorso febbraio, ha messo in strada trecento EX30, le nuove vetture 100% elettriche di casa Volvo, scelte da Corrente in quanto rappresentano un evidente upgrade, condotto in perfetta coerenza con quelle che da subito sono state le linee fondamentali del progetto di Tper per l’avvio e lo sviluppo di una sharing mobility che punta a sicurezza e qualità.
Forte dei propri 82.000 utenti, il car sharing Corrente ha oggi una platea di utilizzatori trasversale rispetto alle diverse fasce d’età. Una trasversalità che si è ulteriormente allargata dall’estate scorsa con l’entrata in scena anche di scooter elettrici nella città di Bologna.
Grazie alle nuove Volvo, Corrente è certa di entrare ancora di più nel cuore e nelle abitudini dei territori in cui opera e opererà il servizio, al momento attivo nelle città di Bologna, Ferrara, Imola e Casalecchio di Reno.
Novità importanti sono attese anche per il mondo business: il nuovo upgrade della flotta sarà, infatti, messo a disposizione anche delle aziende con pacchetti di mobility management.
Prosegue intanto l’operazione “Tper3”, il vantaggio riservato ai titolari di abbonamento, mensile o annuale, al trasporto pubblico locale che già da alcuni mesi possono contare su una promozione nell’utilizzo dello sharing, sia auto che scooter: i primi 41 minuti di ogni noleggio sono completamente gratuiti per chi è in possesso di un abbonamento al TPL. Dopo il conseguimento, durante il dicembre scorso, della certificazione per la parità di genere, per un ambiente di lavoro equo e volto alla valorizzazione delle diversità, che dimostra
l’impegno dell’azienda nel tutelare il benessere dei dipendenti, Tper, con questa operazione, dimostra di avere a cuore anche i bisogni e le esigenze dei propri clienti. In occasione della presentazione delle nuove EX30, ha espresso la propria soddisfazione Giuseppina Gualtieri, presidente e amministratore delegato di Tper: “Il nostro approccio di sistema per una mobilità all’insegna della sostenibilità ambientale ci ha portato a puntare da subito su un car sharing 100% elettrico. Siamo la prima azienda italiana di trasporto locale a gestire anche un servizio di sharing a flusso libero ed ecologico. Dopo un’attenta valutazione sul mercato e un lavoro di mesi, abbiamo scelto Volvo quale partner ideale per l’ulteriore sviluppo del nostro sharing Corrente”. “L’accordo con Tper ha per noi una grande importanza perché nasce da una condivisione di valori a favore della sostenibilità e, al di là della territorialità, rientra nella nostra strategia a livello nazionale. Con la nuova EX30, l’auto più compatta e sostenibile mai costruita da Volvo, abbiamo il prodotto giusto per centrare l’obiettivo insieme a Corrente”, ha dichiarato Michele Crisci, presidente di Volvo Car Italia. Tper allarga i suoi orizzonti e prosegue senza sosta il proprio cammino verso una mobilità sostenibile, come dimostrato anche dalla recente inaugurazione di 22 nuovi eco-bus alimentati a metano compresso.
UGO DI IORIO NUOVO MANAGING DIRECTOR DI UNIMATICA, ACQUISITA DA NAMIRIAL GROUP
Si è concluso con successo lo scorso 5 dicembre il processo di acquisizione di Unimatica, realtà bolognese specializzata nella fornitura di soluzioni digitali per processi altamente regolamentati della Pubblica Amministrazione locale e delle assicurazioni, da parte di Namirial Group. “La notizia era già stata anticipata a inizio settembre e ripresa dalle principali testate giornalistiche finanziarie. Ho ricevuto l’incarico di guidare Unimatica nel processo di integrazione con Namirial e ringrazio il CEO di Namirial, Max Pellegrini, e tutto il
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TREDIGRAPH, 25 ANNI DI IMPEGNO, CREATIVITÀ E SUCCESSI
Il 2024 segna un traguardo straordinario per Tredigraph di Spilamberto, in provincia di Modena, che celebra 25 anni di impegno, creatività e successi nel campo delle immagini 3D e delle produzioni video. Un anniversario che non solo ricorda il passato, ma illumina il cammino verso un futuro ancora più ricco di opportunità.
L’avventura ha avuto inizio nel lontano 1999, quando Vittorio Manzini e sua sorella Carlotta hanno condiviso il sogno di fondare un’azienda dedicata al rendering 3D. Con pochissime risorse ma una forte passione, il 9 gennaio è nata Tredigraph, in un modesto ufficio di 12 metri quadri. Il gruppo è cresciuto velocemente con l’ingresso in società di tre giovani appassionati e talentuosi, Alessandro Roli, Marco e Luca Bertini. Guardando indietro, a un quarto di secolo di distanza, Vittorio Manzini riflette con soddisfazione sulla strada percorsa insieme, una strada che ha visto Tredigraph crescere e affermarsi. “Un punto di svolta cruciale è arrivato nel 2006, quando, dopo vari tentativi infruttuosi di proporre animazioni 3D a clienti che non ne percepivano l’utilità, un notissimo e visionario imprenditore della robotica ha compreso il potenziale di questo strumento e, per primo, ha deciso di darci fiducia. La richiesta? Creare un’animazione che rendesse comprensibili e immediate le sue idee che anticipavano di diversi anni i concetti dell’Industry 4.0. Il video è stato un successo e ci ha aperto le porte a moltissime future collaborazioni”.
formazione e innovazione hanno contribuito a posizionare Tredigraph tra le principali aziende italiane nel campo dell’animazione digitale per il settore industriale.
Oggi può contare su un’esperienza solida che mette a disposizione dei propri clienti e su un parco attrezzature molto performante, alimentato per oltre il 98% dal nuovo impianto fotovoltaico da 49 kW completato nel 2023. E qualche numero può dare l’idea dell’impegno dell’azienda modenese: 780 video e animazioni 3D realizzate, 350 sistemi industriali animati in 3D, 460 clienti soddisfatti.
In occasione di questo anniversario, Tredigraph ha ricevuto la visita del sindaco di Spilamberto, Umberto Costantini, che ha voluto festeggiare con l’azienda questo momento, dedicandole parole toccanti e significative: “Tredigraph supporta i suoi clienti nel loro bisogno di far emergere idee e innovazioni; con creatività aiutate le aziende a comunicare nel mondo i loro prodotti, le loro tecnologie; questo è molto importante e diventa un grande vantaggio non solo per voi e per loro, ma anche per tutto il territorio. Per questo sono qui con la fascia tricolore a rappresentare una comunità intera e per dirvi grazie per il vostro lavoro quotidiano”.
Le difficoltà della crisi del 2009 hanno colpito duro, ma Tredigraph ha perseverato, trasformando le animazioni 3D e le video produzioni nell’elemento centrale delle sue attività. Gli investimenti continui in tecnologie all’avanguardia, ricerca e sviluppo,
management team, con il quale ho già iniziato a collaborare, per la fiducia accordatami”, ricorda Ugo Di Iorio, nuovo managing director di Unimatica.
Namirial è nata nel 2000 a Senigallia ed è oggi una multinazionale punto di riferimento nella fornitura di soluzioni software e digital trust services per la digitalizzazione di aziende e di enti della PA. Con un fatturato consolidato di oltre 140 milioni di euro,
Vittorio Manzini commenta con entusiasmo: “Venticinque anni sono un traguardo importante per un’azienda e mi consentono di dedicare a tutti i collaboratori di oggi e di ieri, a tutti i clienti che ci danno fiducia e ai fornitori che ci affiancano, un sincero e affettuoso ringraziamento. I successi ottenuti sono merito di ciascuno e ciascuno deve sentirsene parte. Non una fine bensì un nuovo inizio, più intenso, più consapevole, più maturo, ma sempre illuminato dal faro della passione e dei valori che da sempre mi e ci hanno guidato”.
l’azienda opera oggi in oltre 85 Paesi, impiegando più di 900 dipendenti. Namirial è accreditata come fornitore di servizi fiduciari qualificati ai sensi del Regolamento Europeo 910/2014 eIDAS, ha una rete internazionale di oltre 170 partner strategici, conta oltre tre milioni di clienti in tutto il mondo ed elabora diversi milioni di transazioni ogni giorno. Unimatica, con sede a Bologna e un fatturato di circa otto milioni di euro, con la propria
piattaforma di pagamento consente pagamenti digitali per le assicurazioni e aziende private, oltre a fornire agli enti della pubblica amministrazione il servizio pagoPA e alle loro tesorerie il servizio UniMoney per canalizzare digitalmente ordinativi e reversali di incasso nel rispetto delle normative locali.
Namirial ha acquisito Unimatica da RGI Group, realtà indipendente nelle soluzioni software per il settore assicurativo europeo,
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nell’ambito di un accordo di partnership che ha l’obiettivo di portare sul mercato assicurativo un ecosistema potenziato di soluzioni e servizi con benefici tangibili legati alla trasformazione digitale, grazie alla reciproca integrazione del portafoglio di soluzioni di entrambe le società.
“Namirial ha una significativa esperienza nel mercato assicurativo, avendo supportato con successo le principali compagnie assicurative italiane ed europee nella digitalizzazione delle loro attività. La partnership con RGI ci aprirà nuove opportunità in quanto saremo in grado di raggiungere nuovi segmenti con la nostra vasta gamma di servizi fiduciari digitali.
I nostri sforzi congiunti contribuiranno sicuramente ad accelerare la trasformazione digitale in questo mercato. Cogliamo l’occasione anche per dare il benvenuto a Unimatica in Namirial: crediamo che l’esperienza del suo team darà un grande contributo alla nostra missione di semplificare i processi senza compromettere la conformità, mentre le soluzioni Unimatica arricchiranno ulteriormente il nostro portafoglio di prodotti”, commenta Max Pellegrini, CEO di Namirial.
“I clienti di Unimatica, grazie all’entrata dell’azienda nel gruppo Namirial, avranno molteplici vantaggi, in primis di poter contare su un partner internazionale con un ampio portfolio di soluzioni nell’ambito della trasformazione digitale”, conclude Di Iorio.
GRANDE SUCCESSO
PER L’11a EDIZIONE
DI ISOLA URSA A BOLZANO
Dopo l’appuntamento dello scorso novembre a Torino, Ursa Italia è stata una vera protagonista anche nel contesto della 19° edizione della Fiera Klimahouse a Bolzano, dove il ministro alle Imprese e al Made in Italy, Adolfo Urso, ha tenuto il discorso di chiusura, e che ha visto la presenza di oltre 33 mila visitatori. Qui si è svolta con successo l’undicesima edizione di Isola Ursa, il programma culturale della società attiva nel settore dell’edilizia sostenibile che si è svolto dal 31 gennaio al 3 febbraio scorso. “Nonostante le numerose sfide a cui deve far fronte il settore dell’edilizia, l’atmosfera respirata in fiera tra espositori e visitatori è
stata all’insegna di fiducia e ottimismo”, afferma Thomas Mur, direttore di Fiera Bolzano, ampiamente soddisfatto dei risultati ottenuti da Klimahouse 2024. “Per le aziende innovative, soprattutto nel settore dell’edilizia sostenibile, il futuro riserva grandi opportunità”, prosegue Mur complimentandosi per la valenza del progetto: “Isola Ursa ha dimostrato un impegno esemplare nella promozione di Klimahouse verso i giovani. Grazie al coinvolgimento attivo di studenti, professionisti ed esperti rinomati, Isola Ursa ha contribuito a sensibilizzare sulle sfide del cambiamento climatico e a diffondere un messaggio di ottimismo per il futuro”. D’altra parte, il progetto Isola Ursa, che opera già dal 2018, ambisce proprio a questo. L’iniziativa è volta a promuovere il concetto di sostenibilità ambientale in modo sempre più trasversale tra ogni disciplina e settore e coinvolge attivamente professioni-
sti, studenti, considerati gli attori fondamentali per lo sviluppo sostenibile del futuro, enti e istituzioni in un dialogo costruttivo e formativo sul tema.
“L’obiettivo che ci siamo posti quest’anno, oltre a voler sensibilizzare sulla crisi climatica e su quello che si può fare in edilizia, per cercare di arginarla, è quello di fare in modo che la sostenibilità venga considerata basilare come performance tecnica, al pari di quella acustica e termica, all’interno dei prodotti che bisogna scegliere per qualificare o isolare i nostri edifici”, sottolinea il direttore tecnico, nonché responsabile marketing di URSA Italia, Pasquale D’Andria, in occasione dell’intervista rilasciata durante la fiera di settore Klimahouse. “Infatti, abbiamo portato in fiera il nostro polistirene estruso URSA XPS che quest’anno diventa ECO, perché ci impegniamo a farlo con il 70% di prodotto riciclato. Insieme a questo, le nostre gamme di lana minerale, che vanno ad avere contenuti di riciclato ancora più alti, perché lavoriamo prodotti fatti con vetro da raccolta differenziata per oltre l’85%, ma che non siano neanche emissivi in ambiente di elementi nocivi per l’uomo: quindi prodotti performanti, riciclati e sicuri”.
URSA Italia è un’azienda riconosciuta a livello europeo nella produzione e nella distribuzione di materiali per l’isolamento termico e acustico degli edifici. Specializzata nel settore della lana minerale di vetro e del polistirene estruso (XPS), è presente in oltre 40 Paesi grazie a una rete di 11 stabilimenti produttivi. Recentemente URSA è entrata a far parte del gruppo Etex, azienda industriale che vanta oltre un secolo di esperienza nel settore e ambisce a diventare il nuovo attore globale nelle soluzioni edilizie leggere e sostenibili.
Con l’aggiunta di URSA all’interno del proprio gruppo, Etex arriva a coinvolgere più di 13.500 collaboratori e opera in 140 siti in 45 Paesi del mondo.
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Il nuovo prodotto in polistirene estruso URSA XPS ECO. Dietro da sinistra: Pasquale D'Andria, direttore tecnico e marketing URSA
Italia, Wolfgang Marka, general manager Adria & Italy, Thomas Mur, direttore Fiera Bolzano, Efren Del Pino Iglesias, head of division Insulation URSA, Piero Trezza, direttore commerciale URSA Italia
VOILÀP VIA AL PROGRAMMA
PER RIDURRE DEL 40%
I CONSUMI ENERGETICI
Un ambizioso programma per la decarbonizzazione e l’efficientamento energetico con l’obiettivo di ridurre le emissioni dei propri stabilimenti. È quello realizzato in questi mesi da Voilàp, la multinazionale che progetta e realizza sistemi smart per l’industria e le città, e che ha previsto l’installazione negli stabilimenti di pannelli fotovoltaici, la conversione di tutti gli acquisti energetici a fonti rinnovabili e l’installazione di soluzioni di sensoristica e gestione dati per ottimizzare i consumi energetici dei siti produttivi. Il totale della superficie coperta da pannelli fotovoltaici del gruppo ha superato ad oggi quota 8.000 metri quadrati e, nel corso del
propri consumi.
Nel 2023 è iniziata anche l’installazione di impianti e sensori di domotica che mirano a ottimizzare temperatura, illuminazione e consumi elettrici degli stabilimenti. Il Gruppo sta investendo infatti nelle migliori soluzioni di software, apparecchiature e tecnologie per monitorare in tempo reale il consumo di energia e gas, la gestione della temperatura, la programmazione dell’illuminazione e la gestione di macchinari e apparecchiature in un’ottica di risparmio energetico. Questo percorso, avviato nello stabilimento di Limidi, sarà esteso a tutte le sedi produttive del Gruppo.
“L’industria manifatturiera rappresenta in Italia un importante centro di consumo energetico e la riduzione della sua impronta carbonica è un fattore cruciale per la sostenibilità del nostro Paese. Sono certo che l’ambizioso programma intrapreso in questo
2023, sono stati installati pannelli fotovoltaici nello stabilimento di Limidi di Soliera, in provincia di Modena, per una potenza nominale complessiva di 1,5 Megawatt che hanno permesso di ridurre l’attuale impronta carbonica, i costi operativi e la dipendenza da fonti esterne.
È stata, inoltre, completata al 100% la conversione degli acquisti energetici esterni verso fonti esclusivamente rinnovabili. Grazie a queste due importanti azioni il Gruppo sarà in grado di ridurre del 25% le emissioni scope 1 e scope 2 e garantire agli stabilimenti autonomia energetica per circa il 40% dei
senso da Voilàp porterà grandi frutti e sarà di stimolo e traino perché l’industria italiana si faccia sempre più protagonista del processo di decarbonizzazione”, commenta Valter Caiumi, presidente e amministratore delegato di Voilàp.
Voilàp progetta e realizza sistemi smart per l’industria e le città, basati su elementi hardware e software connessi tra loro per l’acquisizione e gestione dei dati. Punta di diamante mondiale nella ideazione e produzione di macchine per la trasformazione di materiali utilizzati nell’edilizia intelligente e sostenibile, attraverso soluzioni Internet of Things
propone il know how sviluppato nella smart industry per riconfigurare business tradizionali, come il retail, l’edilizia, il DOOH (Digital Out of Home) e la logistica. Con oltre 1.600 dipendenti nel mondo, dieci stabilimenti, dodici marchi commerciali e quartier generale in Italia, il Gruppo ha registrato nel 2023 un fatturato di 390 milioni di euro.
WEBASTO ITALY CONFERMA
IL PROPRIO IMPEGNO PER LA SOSTENIBILITÀ
Webasto Italy, da oltre 50 anni realtà industriale di grande esperienza nella progettazione di sistemi e soluzioni di climatizzazione di alta qualità per veicoli, procede a passo spedito nel suo percorso verso la sostenibilità e la riduzione dell’impronta ecologica complessiva Attraverso l’implementazione del proprio impianto fotovoltaico nello stabilimento di Molinella, in provincia di Bologna, installato sul tetto di uno degli edifici di produzione nel 2022, l’azienda sfrutta infatti l’energia solare generata in loco per alimentare la produzione dei suoi sistemi di gestione termica destinati ai veicoli elettrici.
Con una potenza fino a 500 kilowatt di picco (kWp), l’impianto è in grado di fornire un significativo contributo all’energia necessaria per la produzione dei suoi sistemi di gestione termica per i veicoli elettrici. L’impianto, esteso su una superficie di 5.000 metri quadrati, genera 600 megawattora (MWh) di elettricità annua, sufficienti per coprire il fabbisogno energetico di circa 220 famiglie di quattro persone. Sfruttando l’energia solare, Webasto Italy riduce le emissioni di CO2 di 150 tonnellate all’anno, contribuendo significativamente al risparmio di combustibili fossili. “Desideriamo trasformare le azioni in risultati”, dichiara Patrizia Draghetti, amministratore delegato di Webasto Italy, sottolineando l’importanza di questo passo. “Una fonte di energia rinnovabile, integrata perfettamente nella struttura aziendale, capace di coniugare le crescenti esigenze di risparmio energetico con l’impegno per la sostenibilità ambientale. Webasto Italy incarna questa visione, unendo il progresso tecnologico alla responsabilità ecologica”, continua Draghetti. Ma l’impegno di Webasto non si limita solo
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alla sostenibilità energetica. In linea con la transizione del settore e avvalendosi della sua pluriennale esperienza nella progettazione di sistemi integrati di climatizzazione per veicoli, l’azienda sta investendo in soluzioni avanzate per la mobilità sostenibile. “Il Thermal Management System, un sistema completo scalabile di gestione termica per veicoli elettrici, è un esempio di innovazione e sostenibilità.
Questo sistema ‘all-in-one’ integra la climatizzazione della cabina e del vano passeggeri, della trasmissione e dell’elettronica di bordo, garantendo un’efficienza termica ottimale e riducendo la complessità dei sistemi”, spiega ancora l’AD dell’azienda di Molinella.
Webasto Italy, con il suo centro di competenza, ha anche sviluppato un sistema indipendente di gestione termica delle batterie. Questo sistema, progettato con un approccio plug and play per semplificare l’integrazione nei veicoli, siano essi bus, veicoli commerciali e industriali o macchine movimento terra, assicura il corretto intervallo di temperatura operativa delle batterie di trazione anche nelle condizioni climatiche più estreme. Ciò si traduce in un prolungamento della vita delle batterie stesse, un aumento dell’autonomia del veicolo e tempi di ricarica più brevi.
“Webasto Italy si distingue come un pioniere nell’integrazione di tecnologie sostenibili, dimostrando che è possibile coniugare l’innovazione tecnologica con la responsabilità ecologica nel settore dell’e-mobility. La continua evoluzione di prodotti e strategie aziendali posiziona Webasto come un leader nel promuovere soluzioni eco-compatibili per la mobilità del futuro”, conclude Patrizia Draghetti.
WEEVO E NEXT ECONOMIA PER DIFFONDERE
LA SOSTENIBILITÀ D’IMPRESA
L’importanza della misurazione della sostenibilità e l’adozione di un rating ESG (Environmental, Social, Governance) sta diventando sempre più un elemento cruciale nel panorama aziendale globale. Non ultimo, per il suo potere di comunicazione. In questo contesto, il Manifesto Annuale per la Sostenibilità (MAPS), ideato da Weevo, società di marketing e comunicazione di Vignola, in provincia di Modena, si trova ad essere un complemento al NeXt Index ESG - Impresa Sostenibile®, offrendo alle aziende un framework per la rendicontazione del proprio approccio alla sostenibilità. “Ma cerchiamo di capire perché la misurazione della sostenibilità e l’adozione di un rating ESG sia così importante”, afferma Gabriele Carboni, amministratore di We-
evo SB. “A cambiare tutto è stata la nuova normativa Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) dell’Unione Europea. Questa direttiva impone alle grandi aziende (che superano certi parametri) l’obbligo di redigere un Bilancio di Sostenibilità, evidenziando un cambio di paradigma verso una maggiore trasparenza e responsabilità in termini di impatti ambientali, sociali e di governance. Le aziende di minori dimensioni, pur non essendo direttamente soggette a quest’obbligo, si trovano di fronte a una nuova realtà in cui la sostenibilità diventa un fattore chiave di competitività. Le grandi aziende, infatti, iniziano a valutare l’impatto di sostenibilità lungo tutta la catena di fornitura, influenzando quindi anche i requisiti per le PMI che desiderano rimanere all’interno dei loro network di fornitori. Parallelamente, il settore bancario sta integrando il rating ESG come criterio per l’assegnazione di prestiti, con condizioni di tasso più favorevoli per le aziende con migliori performance in sostenibilità. Di fronte a questa nuova realtà, il rating di sostenibilità acquisisce una doppia valenza: da un lato, come strumento di compliance rispetto ai requisiti normativi e alle aspettative del mercato; dall’altro, come leva strategica per migliorare la propria posizione competitiva e la reputazione aziendale”, prosegue Carboni.
In questo contesto, l’innovativo NeXt Index ESG - Impresa Sostenibile®, sviluppato da NeXt Economia insieme a stakeholder di livello nazionale, offre una soluzione di punta per le aziende italiane. Questo sistema di rating, il primo del suo genere nato in Italia e certificato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, rappresenta uno strumento chiave per le aziende che intendono misurare, comunicare e migliorare il proprio impegno verso la sostenibilità.
NeXt Economia
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Gabriele Carboni, amministratore di Weevo SB
ha scelto di lavorare in Emilia-Romagna in partenariato con Weevo SB, Bio 5 Consulting di Gianluca Mancini e Bolt Consulting di Raffaele Rapaggi, che sono impegnati nel guidare le imprese del territorio verso la sostenibilità sotto il brand NeXt Emilia-Romagna e si collocano come attori chiave in questo scenario, fornendo strumenti, competenze e supporto alle aziende.
“L’adozione di MAPS e del NeXt Index ESG - Impresa Sostenibile® permette alle aziende di comunicare efficacemente il proprio impatto positivo verso l’ambiente e la comunità, di rispondere alle crescenti aspettative di banche, clienti, dipendenti e talenti, e di rafforzare la propria reputazione e fiducia di marca. In ultima analisi, la valutazione ESG non è più un’opzione, ma una necessità strategica per le aziende che vogliono prosperare in un contesto economico sempre più orientato alla sostenibilità”, conclude Gabriele Carboni.
YUPPIES SERVICES
FIRMA IL MODELLO 3D
DELL’EX CASERMA CAVALLERI
È della modenese Yuppies Services il rilievo della “Ex Caserma Cavalleri” di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, effettuato utilizzando le soluzioni tecnologiche più avanzate presenti sul mercato. Attraverso tecnologie digitali 3D di acquisizione e software di elaborazione è stato sviluppato un modello tridimensionale dell’intera struttura, indispensabile per effettuare un’accurata valutazione della vulnerabilità sismica, una diagnosi energetica e un’indagine ambientale.
e impiantistico da restituire in modalità BIM, indagini specialistiche per la conoscenza del sito e dei manufatti, valutazione e vulnerabilità sismica, diagnosi energetica e indagine ambientale”.
Un lavoro per certi aspetti monumentale considerato che la caserma si articola in una pluralità di corpi di fabbrica per un volume complessivo di circa 250 mila metri cubi e con una superficie coperta utile di 114 mila metri quadrati, oltre ad aree esterne destinate a viali, piazzali, aiuole per ulteriori 103 mila metri quadrati circa e spazi con attrezzature sportive per circa 7.700 metri quadrati.
La qualità del risultato ottenuto ha, tra l’altro, convinto la direzione regionale Campania dell’Agenzia del Demanio a presentare un video che esemplifica le varie fasi dell’acquisizione dei dati in occasione dell’ultima edizione del SAIE - Fiera delle costruzioni, progettazione, edilizia,
Cavalleri’ rappresenta la conferma della validità del percorso di sviluppo sul quale abbiamo puntato. Il merito dei positivi risultati che stiamo ottenendo, ci tengo a sottolinearlo, va al gruppo di giovani professionisti che lavorano con noi con grande competenza ed entusiasmo”, commenta Giuseppe Modena, presidente di Yuppies Services.
L’intervento rappresenta il primo indispensabile passo per avviare il recupero, da parte della direzione regionale Campania dell’Agenzia del Demanio, del complesso realizzato negli anni ‘40, caduto progressivamente in disuso dopo che, nel 2004, è stato abolito il servizio di leva. A rendere di particolare utilità e pregio questa parte del lavoro svolto dagli esperti dell’azienda modenese è il prodotto finale consistente in un modello tridimensionale in formato BIM, acronimo di Building Information Modeling.
A portare a termine questo importante intervento è stata la storica e consolidata azienda geminiana specializzata nella progettazione ingegneristica, che si è aggiudicata, insieme alle imprese Benedetti & Partners, AIRIS, Studio Silva e Archeo Modena, l’appalto di ingegneria che prevede la fornitura del “Servizio di rilievo geometrico, architettonico, tecnologico
impianti che si è tenuta a Bari a ottobre scorso.
“Abbiamo investito molto sull’utilizzo di queste soluzioni che dimostrano di essere le più adatte per affrontare, attraverso un unico rilievo di grande precisione, aspetti tra loro fortemente interdipendenti come lo stato dell’arte dei manufatti, la vulnerabilità sismica, la diagnosi energetica e l’indagine ambientale. L’intervento effettuato sulla ‘Ex Caserma
Una soluzione che permette di avere un approccio integrato alla pianificazione, realizzazione e gestione di costruzioni, e che consente un notevole risparmio sui tempi e i costi di realizzazione di un’opera. “Così innovativa e migliorativa rispetto ad altre che, sia a livello europeo che italiano, è diventato il gold standard da adottare per la progettazione. In particolare, nel nostro Paese, a partire dal 2025 per tutte le opere pubbliche sarà obbligatorio restituire alla stazione appaltante il modello BIM della costruzione interessata dall’intervento”, concludono da Yuppies Services.
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World Brush Expo 2024, Bologna al centro del mondo delle spazzole
di Laura Ansaloni
Dal 22 al 24 maggio 2024 Bologna diventerà “capitale mondiale del settore produttivo per le spazzole”. Si svolgerà infatti, per la prima volta in Italia, il World Brush Expo, la fiera mondiale dei produttori di macchine, filamenti e componenti per l’industria delle spazzole e dei pennelli.
In questa intervista Alessandro Acquaderni, presidente di FEIBP (Federazione Europea dei produttori di spazzole, spazzolini, pennelli e scope) e amministratore delegato dell’azienda bolognese S.I.T.Società Italiana Tecnospazzole, illustra le caratteristiche di questo comparto industriale in forte crescita e le novità dell’evento di settore più importante a livello internazionale.
Acquaderni, a settembre 2023 è stato eletto alla presidenza di FEIBP, di cosa si occupa in particolare l’associazione?
FEIBP raggruppa a livello europeo tutti i produttori di spazzole, pennelli e scope di ogni genere e tipologia, sia per uso industriale che personale, quindi, ad esempio, anche i pennelli da trucco o gli spazzolini da denti.
In particolare, l’associazione ha fini di networking per creare opportunità professionali di collaborazione tra chi ne fa parte e, al contempo, sostenere la creazione di gruppi di lavoro specifici per i diversi settori; la federazione, inoltre, si pone come interlocutore primario con tutte le istituzioni europee in materia di legislazione e normativa UE.
Ci può illustrare le peculiarità di questo specifico settore produttivo?
Il settore delle spazzole, a differenza di quanto si possa pensare, è estremante complesso e variegato. Basta soffermarsi un attimo sui molteplici utilizzi che si fanno delle spazzole e che accompagnano ognuno di noi nell’arco della intera giornata, da quando ci alziamo a quando andiamo a dormire; senza tralasciare il loro uso, a livello industriale, in svariati settori, che vanno dal manifatturiero all’alimentare, dall’automotive al sanitario, fino ad arrivare all’aerospaziale. Premesso quindi che questo comparto è fortemente eterogeneo ed è composto da tantissimi e differenti sottosettori, per semplicità possiamo suddividerlo in quattro macrocategorie. In primis, il mercato MRO (Maintenance, Repair and Operation) che nel 2024 raggiungerà, a livello globale, un valore di 430 miliardi di dollari, fino a toccare 482 miliardi nel 2029, crescendo a un CAGR (tasso di crescita annuo composto) del 2,28%. Una parte di questo è rappresentato dal mercato degli abrasivi che, ad oggi, vale 47 miliardi di dollari e che punta a superare i 60 miliardi nel 2029, arrivando a un CAGR superiore al 5%. Al suo interno c’è anche il settore delle spazzole industriali che rappresenta un 4-5% dell’intero mercato degli abrasivi, pari a 2,5-3 miliardi di dollari, e che sta seguendo lo stesso trend di crescita. Ma non c’è solo un utilizzo industriale delle spazzole: esiste anche un importante mercato domestico delle spazzole per la pulizia della casa, un comparto che ha già superato i 30 miliardi di dollari con
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un CAGR al 2,15%. A questo si affianca il settore delle spazzole per igiene personale e dentale che vale 7 miliardi di dollari con un tasso di crescita del 4,5%.
Infine, il settore che sta avendo il maggiore sviluppo: quello dei pennelli per cosmesi e make-up che oggi supera i 2 miliardi di dollari ed è proiettato a un tasso di crescita del 6,8% entro il 2028.
Parliamo quindi di cifre ragguardevoli e di un comparto in forte espansione che a maggio, a Bologna, si ritroverà per il World Brush Expo, la fiera di settore più importante a livello internazionale. Quali saranno le novità di questa edizione?
Il World Brush Expo è la fiera internazionale dei produttori di macchine e componenti per l’industria delle spazzole; la manifestazione ha sempre avuto una cadenza quadriennale e, solitamente, veniva organizzata a Friburgo, in Germania che, assieme all’Italia, è il maggiore produttore del settore in Europa.
Nel 2024, dunque, per la prima volta da quando è nata, WBE si farà in Italia e precisamente presso il quartiere fieristico di Bologna dal 22 al 24 maggio. WBE, che è organizzata dall’European Brushware Federation (FEIBP) in collaborazione con l’American Brush Manufacturers Association (ABMA), è quindi un appuntamento imperdibile per i professionisti del settore. Quest’anno l’evento ospiterà oltre 200 imprese espositrici, su una superficie di circa 20.000 metri quadrati, e accoglierà più di 10.000 visitatori provenienti da tutto il mondo.
Ma la nuova location non è l’unica novità del 2024. Vogliamo infatti aprire le porte della fiera valorizzando il territorio locale: questa manifestazione diventerà infatti sia per gli espositori che per i visitatori un vero e proprio “percorso esperienziale” che non si limiterà al solo momento di visita in fiera, ma proseguirà al di fuori e nei giorni successivi.
Abbiamo preparato un ricco programma di iniziative volte a far scoprire tutte le potenzialità del nostro territorio, facendolo “vivere” pienamente; solo così, infatti, i visitatori riusciranno a comprendere le peculiarità di un tessuto imprenditoriale
Il World Brush Expo 2024 è la fiera internazionale dei produttori di macchine e componenti per l’industria delle spazzole e dei pennelli. La manifestazione è organizzata dall’European Brushware Federation (FEIBP) e dall’American Brush Manufacturers Association (ABMA) in collaborazione con BolognaFiere. L’evento, che è l’appuntamento internazionale più importante per i professionisti del settore, ospiterà oltre 200 imprese espositrici in 20.000 metri quadri di spazio e accoglierà circa 10.000 visitatori provenienti da tutto il mondo. Durante le tre giornate sono previsti workshop e seminari tecnici oltre a un ricco programma di eventi collaterali su tutto il territorio bolognese.
Quando: 22-24 maggio 2024 ore 9-18 (venerdì 24 maggio 2024 ore 9-16)
Dove: BolognaFiere – Padiglioni 29-30
Per informazioni: www.worldbrushexpo.com
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che vanno dal manifatturiero all’automotive, dal culturale all’enogastronomico. Ritengo infatti che, oggi più che mai, qualsiasi tipo di fiera, debba essere “integrata” nel territorio in cui viene organizzata e noi abbiamo la fortuna di vivere in una realtà, come quella emiliano-romagnola, che tutto il mondo ci ammira e invidia.
Non mancheranno, poi, nelle giornate di fiera, momenti di confronto e formazione tecnica; è previsto infatti un ricco programma di workshop e seminari su quelli che, ad oggi, sono i temi caldi come ricerca e innovazione, sostenibilità, transizione energetica e andamento dei costi delle materie prime.
WBE sarà inoltre anche l’occasione per affrontare tematiche di carattere finanziario e manageriale che, sempre più spesso, interessano il nostro comparto industriale. Mi riferisco, ad esempio, al ricambio generazionale, specialmente per le piccole e medie imprese, o alle operazioni di M&A e di joint venture tra imprese: oggi più che mai indispensabili, per garantirne la sopravvivenza e facilitarne la crescita. Rispetto alle precedenti, l’edizione 2024 sarà dunque molto diversa e spero che venga recepita, dal nostro comparto industriale, come un modo innovativo di approcciarsi alle fiere di settore.
Dopo il World Brush Expo, quali saranno i prossimi obiettivi del suo mandato come presidente di FEIBP?
Per il mio mandato ho individuato un percorso partendo dal concetto “nessun uomo è un’isola” richiamato dalla poesia di John Donne, e lo voglio sviluppare, nei prossimi tre anni, sotto tre diverse prospettive: la solitudine individuale (nessun leader è un’isola), la leadership aziendale (nessuna azienda è un’isola) e successo di federazioni e associazioni (nessuna federazione è un’isola).
Nel 2023, al congresso di Belfast, abbiamo analizzato il primo aspetto, quello della leadership, e come comunità e associazioni possono essere una soluzione alla solitudine che spesso gli imprenditori si trovano ad affrontare nel momento decisionale.
Il prossimo ottobre, all’assemblea di Ibi -
za, saliremo di livello e analizzeremo questo concetto sotto la prospettiva aziendale: vedremo quindi come le aziende non sono da sole sul mercato, anche se spesso si percepiscono così, e come le associazioni possono essere una soluzione a questo problema. Analizzeremo poi le conseguenze che l’attività di ciascuna impresa ha sul mercato competitivo e rifletteremo sul livello di libertà e responsabilità sociale che devono avere nel loro operato. E, infine, per il terzo anno di questo percorso, eleveremo questo concetto a livello di federazioni: le varie associazioni devono lavorare assieme per raggiungere obiet -
tivi condivisi, mettendo a fattor comune le proprie potenzialità e massimizzando le sinergie per facilitare il networking tra le imprese e le possibili opportunità di incontro e di business.
E proprio ispirandosi a questi principi è nata la collaborazione tra FEIBP e ABMA per l’organizzazione del World Brush Expo 2024, perché nemmeno le manifestazioni devono essere più considerate come “isole a sé stanti”, ma devono essere connesse e integrate al tessuto imprenditoriale, culturale e sociale nel quale vengono organizzate.
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ci porta nel
futuro
di Raffaella Mazzali
Boomers e generazione Z sono incompatibili o possono collaborare? Quali i rischi dell’uso e abuso delle tecnologie digitali per i giovanissimi? E che ruolo possono giocare insegnanti e genitori? A queste e altre domande, sul tema “generazioni a confronto”, hanno risposto gli esperti invitati da Confindustria Emilia a un doppio momento di confronto e di formazione
Grande interesse e moltissimi partecipanti al progetto “Generazioni connesse”, organizzato dall’Area Formazione e scuola di Confindustria Emilia e dedicato a insegnanti, genitori e ragazzi. Al centro del dibattito il tema delle tecnologie digitali incrociato con quello delle nuove generazioni, con l’obiettivo di comprendere un po’ più a fondo le peculiarità dei millennials e degli Z, ma anche di avere qualche consiglio rispetto a come rapportarsi correttamente, adulti e ragazzi, con la rete e con i device che sono ormai parte integrante della vita di tutti.
Il primo dei due incontri, lo scorso 15 febbraio, ha avuto come relatrice Laura Baruffaldi, docente nel dipartimento Leadership, Organizzazione e Risorse umane di SDA Bocconi, con cui collabora dal 2018. Si occupa di leadership, stress management, comunicazione e assertività, e confronto generazionale nei contesti organizzativi. Al secondo incontro, il 21 febbraio, hanno partecipato Vincenzo Velio Degola, psicologo e psicoterapeuta, docente all’Università di Ferrara, dove tiene un corso di Psicologia della comunicazione, e l’ispettrice Lucia Marseglia e il vice sovrintendente Federico Bartolini, del Centro operativo per la sicurezza cibernetica dell’Emilia-Romagna della Polizia Postale.
Laura Baruffaldi: “Accettare differenze, costruire un dialogo: il ponte tra generazioni”
Sono docente universitaria, ho iniziato sei anni fa e quindi mi trovo quotidianamente a contatto con millennial, che sarebbe la mia
generazione, ma le differenze ogni anno si fanno più marcate, e generazione Z. Mi occupo anche di leadership e con gli adulti, in particolare dal 2020, entra prepotentemente in gioco il “problema generazionale”, “queste nuove generazioni, così strane, così diverse, così lontane da noi”. Il rapporto con le nuove generazioni è diventato un hot topic. Il problema non è tanto che se ne parli, ma come se ne parla. Proviamo a mettere qualche punto fermo e poi approfondiremo.
Il primo dato è che dal 2020 ci troviamo per la prima volta al lavoro contemporaneamente con cinque generazioni diverse: silent e boomer, generazione X, millennial e generazione Z. Il secondo è che nel 2030 quelle che oggi sono le nuove generazioni (millennial e Z) rappresenteranno l’80% della forza lavoro.
Allora proviamo a conoscere meglio queste due generazioni. È necessario parlare delle differenze generazionali, perché così capiamo le ragioni che stanno dietro ai comportamenti. Queste le principali caratteristiche dei millenial (19811996): hanno raggiunto maggiore età in un periodo di cambiamenti tecnologici (sono la prima generazione di adolescenti a crescere con smartphone), globalizzazione e crisi economica, quindi con esperienze e comportamenti molto diversi dai genitori. L’uso della tecnologia modella il loro modo di rapportarsi all’acquisto e ai prodotti; sono cresciuti, sia per possibilità tecnologica sia per
poca disponibilità di denaro, con un diverso approccio con la proprietà privilegiando lo sharing e, anche ora, potendolo fare economicamente non tornerebbero indietro; sono molto attenti al proprio benessere, dedicando tempo e denaro all’esercizio fisico e all’alimentazione, e questo loro atteggiamento modifica, a sua volta, le tendenze della società.
I ragazzi della generazione Z (1997-2012) si caratterizzano per la straordinaria capacità di usare la tecnologia, ma proprio per questo sono molto “isolati”, hanno poco sviluppate le soft skill; sono multitasking, capaci di cambiare velocemente la concentrazione da un argomento a un altro, riescono a usare fino a cinque device alla volta; riguardo al rapporto con lo studio (in generale non solo a scuola) amano imparare da soli e preferiscono fare così, non amano imparare da altri; vengono definiti “imprenditori per natura”, studiano senza avere progetti o piani a lungo termine, perché sanno che potrebbero inventare lavori che ora non esistono ancora, visti i cambiamenti sempre più veloci nelle tecnologie e nella società. Entrambe le generazioni sono cresciute in un contesto di grande incertezza. Per i millennials la paura più grande è “terrorismo, guerra, tensioni politiche”, (erano adolescenti nel 2001). Sono stati segnati pesantemente dalla crisi economica del 2007-2008,
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che li ha portati a non credere più che basti lavorare duramente per avere successo, occorre avere fortuna: quindi non interessa un progetto a lungo termine in un posto di lavoro, ma sviluppare competenze oggi per un automiglioramento continuo. Il loro hashtag è Yolo (You only live once) e gli esperti dicono che ansia e apatia siano i loro tratti tipici. Per la Z la paura maggiore riguarda “le malattie, perdere la salute”, erano tra i 18-25 anni durante la pandemia e questa esperienza li ha segnati, li caratterizzano alti tassi di ansia e stress psicologico e fisico.
Veniamo al rapporto con la tecnologia. Entrambe le generazioni sono cresciute in un mondo di gratificazione istantanea, dove si può “pensare” di avere tutto e subito. Ma già da una generazione all’altra c’è un cambiamento: mentre i millennial definiscono lo smartphone un’estensione del sé”, per gli Z questo è proprio “parte della propria identità”, come se non ci fosse più distinzione del sé nel mondo reale e in quello virtuale. La tecnologia, poi, cambia le relazioni e anche le capacità di linguaggio: pensiamo all’uso di emoticon o gif per raccontare uno stato d’animo, risposte standard al posto dell’universo interiore. Influisce anche sulla capacità di attenzione, in continua diminuzione. Si è stimato che, in media, nel 2000 si riusciva a stare focalizzati per 2,5 minuti, che sono diventati 47 secondi oggi e, nel prossimo futuro, saranno 26 secondi. Può sembrare un indice positivo, perché mostra quanto siamo capaci di passare da un device a un altro, da un argomento a un altro. Ma questa velocità ha un costo sulla nostra capacità di “ascolto attivo”, capacità di capire profondamente il verbale e il non verbale delle persone con cui ci stiamo relazionando: ogni volta che ci distraiamo occorre circa mezz’ora per tornare a un buon livello di attenzione. E c’è un altro effetto collaterale: diminuisce la capacità di memorizzazione, non si riesce più a trattenere le informazioni. Si dice che 30 anni fa si riusciva a trattenere il 75% di tutto ciò che
si studiava; oggi tratteniamo il 10%. Perché? “Tanto c’è Internet o ChatGPT”.
Allora, di fronte alla prospettiva di avere tra qualche anno i millennial e i Z ai posti di comando, c’è sicuramente un aspetto positivo, che ha a che fare con tutte le trasformazioni e con l’evoluzione tecnologica in atto. Però ci sono anche costi, che riguardano la crescita delle persone e che adulti diventeranno. Noi che siamo adulti oggi abbiamo delle responsabilità in questo. Le differenze generazionali ci sono: diversa concezione di autorità e di come ci si relaziona, di qual è lo stile di leadership, che attitudine c’è nella comunicazione. Ma la domanda che spesso sento, come chiudere questo gap, come annullare le differenze, non mi sembra quella giusta.
Quello che dovremmo chiederci è “ho visto e ho capito le differenze? E come faccio a valorizzarle?”
Occorre creare spazi e darsi tempo per individuare le differenze e costruire un dialogo. E dobbiamo essere parte integrante del processo. Come ha detto Chip Conley, imprenditore, autore e oratore americano: “Oggi abbiamo cinque generazioni sul posto di lavoro e dobbiamo iniziare a trovare un modo per creare un ponte tra questi confini generazionali. È tempo per noi di cercare di cambiare la fisica della saggezza in modo che fluisca in entrambe le direzioni, dall’anziano al giovane e dal giovane all’anziano. Questa è la nuova sharing economy”. Perché, al di là delle differenze, ci sono punti in comune tra le generazioni: principalmente legati al desiderio di equilibrio, di correttezza, di sfida rispetto a come viviamo la nostra quotidianità, e di essere valorizzati.
Questa società che ci costringe a correre ci sta togliendo la possibilità di fermarsi e dialogare. Bisognerebbe farlo in modo aperto e trasparente rispetto alle aspettative reciproche, non in un’ottica utilitaristica, ma di approfondire i valori che ci caratterizzano e contraddistinguono. Sembra una banalità ma, invece, è molto difficile metterlo in pra-
tica. Occorre volontà, allenamento. Ma in ogni ambito della vita, questo porta valore.
Vincenzo Degola: “Mettiamoci in discussione per essere credibili”
Le nuove generazioni sono sempre state “difficili” per gli adulti. I ragazzi sono perfino antipatici. Si parla oggi di “juvenoia”, crasi tra juvenile e paranoia, a testimoniare la paura e l’ostilità provata da una generazione più vecchia verso una più giovane. “Perché dovrei modificare la mia lettura e l’interpretazione del mondo perché me lo chiede un giovane che, forte delle sue ‘certezze’ mi spiega che sto sbagliando?”. L’antipatia nasce da questo: dal fatto che ci fanno entrare in “dissonanza cognitiva” e dobbiamo metterci in discussione.
Una delle caratteristiche dei giovanissimi è il “bias di conferma”, che porta ad accettare solo le informazioni che confermano ciò che già si pensa e si crede, si impara di più da esperienze che confermano nostre aspettative piuttosto da quelle che le contrastano. Non vale, ovviamente solo per l’adolescenza, ma è tanto più vero in quel periodo, perché sono gli anni in cui la costruzione dell’identità ha bisogno di certezze, di elementi solidi su cui formarsi per affrontare gli assalti dell’instabilità psicologica.
Se introduciamo l’elemento delle nuove tecnologie ci si rende conto di quanto i social, internet, la rete possano essere amplificatori di questo bias. Sono spazi dove ognuno può trovare centinaia di conferme alle proprie convinzioni, anche se sbagliate. Inoltre, la rete permette non solo di soddisfare tutti i bisogni, ma rende bisogni i desideri, e quando il desiderio diventa bisogno la ricerca di soddisfazione si esaspera; diventa il Paese dei balocchi, portando al massimo la confusione tra ciò che si desidera e ciò di cui si ha bisogno. Il bene diventa una vera e propria parte della personalità, ma fa perdere di vista il significato simbolico degli oggetti e della loro collocazione nel tempo, annullando il loro valore per la crescita e per la creatività. I ragazzi della generazione Z vivono nell’epoca di quello che ho chiamato “confermismo”, il bisogno costante di conferme. Nel processo di individuazione e separazione che porta alla crescita dell’individuo, le conferme sono importanti, ma la continua richiesta di conferme porta a una dimensione an-
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siosa, conosciuta anche come Fomo (fear of missing out), cioè la “paura di essere tagliati fuori”. Gli Z pensano di dover essere sempre presenti, sui social, sulla rete, per non perdersi quello che gli altri stanno facendo: in una logica di confermismo, devono controllare il loro essere con gli altri, in una identità non di personalità ma di apparenza. Questo porta a un complesso, che ho chiamato di “e dopo?”: è la difficoltà degli adolescenti nel muoversi o stare nel tempo, nel qui e ora, con un chiaro orientamento e una prospettiva consapevole ben definita, vogliono “tutto subito”, non riescono ad attendere, nemmeno a concepire la noia.
Il nostro compito, in tutto questo? Intanto, renderci conto che la nostra è storicamente la prima generazione che si trova ad avere molte cose da imparare da quella successiva, che ha skill migliori in vari campi, uno per tutti la tecnologia. È una grande sfida, che dovrebbe essere stimolante. Occorre entrare in una logica di cambiamento mentale e non è semplice, perché abbiamo visto quanto la dissonanza cognitiva possa limitare la volontà, la capacità e la competenza di metterci in discussione. Ma è necessario “fare rete”: non possiamo permetterci di essere quella generazione che pretende di avere tutto da insegnare e nulla da apprendere.
Se vogliamo un cambiamento dobbiamo partire da noi, e in questo cambiamento dobbiamo essere credibili e coerenti. La credibilità è una relazione, dobbiamo essere capaci di creare dei “ponti” di continuità, costruire un costante feedback: non possiamo dare regole se siamo i primi a non rispettarle. La coerenza passa anche attraverso l’“umanità”: il genitore, il dirigente, l’insegnante supereroe non funzionano. Non dobbiamo nascondere le difficoltà e anche le debolezze perché, come generazione più anziana, abbiamo skill di “saggezza” che ci permettono di gestire questi problemi, rendendoli anzi momenti di crescita e cambiamento. Ultima cosa: “indicare ma non spianare la strada”. Dobbiamo sostenere e aiutare i giovani, ma anche lasciare loro tempo e modo per fare esperienza e, se succede, sbagliare perché fa parte del crescere in modo sano.
Lucia Marseglia e Federico Bartolini: “Controllo, ma anche ascolto e condivisione”
Ormai da tempo abbiamo costruito un utile rapporto con le scuole, superiori ma soprattutto medie, dove facciamo quotidianamente attività di approfondimento di vari temi, in un’ottica di prevenzione. Ma ci siamo resi conto che è necessario rivolgersi anche ai genitori, per dare conto dei rischi che i ragazzi possono incontrare nel navigare in rete e in particolar modo nei social network. Si tratta di rischi e di comportamenti problematici o pericolosi di cui spesso si sottovaluta la portata.
Noi usiamo abitualmente tanti dei social che frequentano anche i nostri figli, e apparteniamo a una generazione abituata a giocare con i videogame. Sembra tutto innocente, ma queste sono scatole vuote riempite di contenuti che inseriamo noi; senza i nostri contenuti questo mondo non esisterebbe. Sono tante applicazioni diverse ma con lo stesso obiettivo: raccogliere nostri dati e farci fare “traffico”. Dando volontariamente i nostri dati, noi siamo totalmente responsabili di quello che facciamo con queste app e il social è totalmente proprietario di quello che carichiamo. Come adulti possiamo gestire questa responsabilità, non è la stessa cosa per i bambini e ragazzi. Fino a che non hanno un’età ragionevole, dovremmo stare loro vicino per controllare come usano i dispositivi che noi abbiamo messo loro in mano.
Li abbiamo fatti entrare in un mondo da adulti che sembra uno spazio per giochi innocenti, con tecnologie facili da apprendere, a prova di bambino, e infatti i giovanissimi sono maestri nell’usarli, ma sono pensate apposta per creare dipendenza. Occorre spiegare ai ragazzi che, se nel mondo “nulla è gratis”, a maggior ragione è così in rete: le truffe sono a ogni angolo.
Una regola importante nel rapporto con la rete, con i social, con le chat è “non farsi male e non fare male”: non farsi male significa fare attenzione, se non si conosce una cosa si può fare un passo indietro, si può
dire di no, passare oltre; non fare male vuol dire essere consapevoli che dietro le chat, le app, le piattaforme ci sono persone vere e un uso sbagliato può danneggiarle. Il bullismo è sempre esistito ma quando entra in gioco la rete l’amplificazione del danno è enorme. Il rapporto con gli altri, la relazione, la costruzione delle esperienze è molto precaria se fatta in un luogo senza spazio e senza tempo, dove non si vive il risultato dei gesti e delle parole che vengono usate.
Lo stesso problema si vive con l’uso di chat erotiche o con la visione di immagini pornografiche. Si è abbassata moltissimo l’età dei giovani che le utilizza. Aiutiamo i nostri ragazzi a non lasciare che l’affettività e la relazione interpersonale si appiattisca solo attraverso la rete. Ancora più preoccupante se i primi rapporti sessuali avvengono solo virtualmente: i rischi possono arrivare fino all’adescamento o all’uso per diffamazione, ricatto, perfino estorsione, di foto, video e chat a contenuto sessuale che gli adolescenti si scambiano, senza avere chiaro le ripercussioni dei loro gesti.
Un consiglio agli adulti: comprendere che non basta dare regole, comunicare divieti, bisogna essere insieme ai giovanissimi, ascoltare le loro opinioni, rispondere alle domande, offrire conoscenze e a volte accettare le loro migliori competenze. Però, anche insegnare loro qualche accortezza: spiegare l’importanza di non rivelare in rete la propria identità e di come navigare sicuri; aiutarli a comprendere di non accettare di incontrarsi con qualcuno che sia stato conosciuto online e che la propria intimità sessuale non va condivisa sulla rete in alcun modo.
I genitori dovrebbero essere presenti e controllare: usare la cronologia, leggere i messaggi, le mail che inviano o ricevono, stabilire regole nell’uso dello smartphone o tablet (filtri, parental control, orari). Specialmente con i più giovani, si deve far comprendere loro che non è mancanza di fiducia, ma un modo per “imparare insieme” a usare in modo sicuro la rete.
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il 4 e 5 settembre in scena l’11a edizione evento
Si avvicina a grandi passi l’appuntamento con Farete 2024, l’undicesima edizione della due giorni di networking e b2b promossa e organizzata da Confindustria Emilia, un “laboratorio di comunità” che mette in contatto diretto le imprese di varie filiere e dimensioni, facilitando la condivisione di informazioni, esperienze e soluzioni e consentendo di creare relazioni e generare opportunità di business, nazionali e internazionali.
Gli stessi spazi dell’edizione precedente, i padiglioni 16 e 18 di BolognaFiere, ospiteranno mercoledì 4 e giovedì 5 settembre l’evento che, come da tradizione, sarà inaugurato dall’Assemblea Pubblica di Confindustria Emilia, in programma il primo giorno alle ore 10, che quest’anno avrà al centro il tema dell’AI generativa applicata al mondo della manifattura.
Partecipare a Farete 2024 significa entrare a far parte di una rete che lo scorso anno ha coinvolto oltre 450 imprese espositrici e accedere a un programma ricco di eventi collaterali, momenti di approfondimento, tavole rotonde e incontri su temi attuali e d’innovazione, quali la digitalizzazione, la sostenibilità, l’internazionalizzazione. Farete non è, infatti, solo una vetrina di imprese, ma anche uno spazio di formazione e dialogo: la scorsa edizione ha proposto più di 75 workshop tematici che hanno esplorato vari argomenti di interesse e offerto un’occasione di apprendimento e aggiornamento a tutti i partecipanti. Inoltre, dal 2022 Farete ha ottenuto la certificazione ISO 20121 per la gestione sostenibile dell’evento con l’obiettivo di minimizzare gli impatti ambientali, sociali ed economici, coinvolgendo tutti gli stakeholder nelle attenzioni e negli impegni per la realizzazione dell’evento stesso.
Come negli anni passati, per arricchire l’offerta e favorire nuove relazioni b2b internazionali, all’interno di Farete sarà attivo l’International Club, lo spazio gratuito per le imprese manifatturiere associate a Con-
findustria Emilia in cui incontrare potenziali clienti esteri, provenienti da diverse aree del mondo e selezionati direttamente dall’Associazione. Nell’edizione 2023 sono stati invitati 65 operatori internazionali provenienti da 22 Paesi (Arabia Saudita, Bahrein, Bosnia ed Erzegovina, Brasile, Camerun, Cina, Danimarca, Emirati Arabi Uniti, Germania, India, Irlanda, Lituania, Macedonia, Marocco, Oman, Romania, Serbia, Singapore, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica e Svizzera) e organizzati più di 600 incontri b2b con oltre 100 imprese nelle due giornate, che nei mesi successivi hanno generato reali opportunità d’affari. Il Desk Tax and Legal Global Services, con circa 40 professionisti esperti in normative italiane e estere, sarà presente anche a Farete 2024 per fornire alle imprese che vogliono esportare il proprio business consulenze personalizzate one to one su vari aspetti fiscali, legali e societari su specifici Paesi, oltre a promuovere tavole rotonde e approfondimenti sui temi legati alla contrattualistica internazionale.
L’innovazione e la sostenibilità sono altri due elementi protagonisti della kermesse
di Confindustria Emilia attraverso l’Open Hub, che quest’anno si propone di essere un punto di dialogo e scambio per le imprese su come innovare e migliorare la sostenibilità del proprio business trattando argomenti come la responsabilità ambientale, etica e sociale. L’intento è quello di andare “al di là” delle norme e delle direttive focalizzandosi su risultati operativi e pratici che possano aiutare le imprese ad essere più resilienti e in grado di generare maggior valore.
Il turismo è un altro dei punti di forza dell’evento, che comprende anche la Borsa del Turismo Industriale (BTI), l’iniziativa che valorizza il turismo industriale come modalità innovativa di espressione della cultura d’impresa creando nuove occasioni di business. La BTI ha infatti l’obiettivo di far conoscere i musei aziendali e le imprese come attrazioni turistiche tipiche del territorio emiliano a operatori stranieri e specialisti nell’outgoing: nel 2023 alla quinta edizione della manifestazione si sono incontrati 21 buyer esteri, provenienti da numerosi Paesi, e 36 seller in più di 700 incontri b2b.
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Considerando che sono ancora poche le donne che ad oggi lavorano nel mondo della security, sicuramente sono onorata, essendo anche la prima donna certificata in Italia. La Travel Security è ancora un settore che in pochi conoscono ed essermi certificata spinge me e la mia società Omega Srl a sensibilizzare ancora di più le aziende che ancora sono sprovviste di processi e procedure adeguati al fine di tutelare i viaggiatori che lavorano all’estero con qualcuno di certificato. È quindi una bella responsabilità in azienda. Il corso ha confermato le mie competenze e le ha anche approfondite, spero che l’anno prossimo ci siano altri professionisti e soprattutto un’altra donna a portare il cappello da Travel Security Manager!
Ritengo che i punti forti di tutto il corso siano la professionalità dei docenti e l’approfondimento della materia.
Premio Estense, 60 anni
di eccellenza del giornalismo italiano cultura
Il Premio Estense, che dal 1965 celebra l’eccellenza del giornalismo italiano, festeggia il sessantesimo anniversario, un traguardo che riconosce il merito del premio nel promuovere la lettura, la scrittura e l’informazione, e nel fare luce su temi rilevanti, amplificando la voce dei meno uditi. Quando nel 1965 il Presidente degli industriali ferraresi Giorgio Piacentini iniziò a pensare a un premio che evidenziasse l’interesse degli imprenditori della zona per l’arte e la cultura, forse non immaginava ancora il successo che l’iniziativa avrebbe avuto nei decenni a venire. Lo scopo di Piacentini era quello di rinsaldare quel legame tra città e cultura che aveva contraddistinto Ferrara durante il Rinascimento.
Edgarda Piacentini, figlia di Giorgio, e il giornalista e scrittore Gian Antonio Cibotto, colsero immediatamente le potenzialità della proposta del Presidente. Cibotto immaginava un riconoscimento da conferire ai giornalisti, per le proprie raccolte di articoli pubblicati su giornali e riviste, che nel loro insieme riflettessero un aspetto significativo della realtà in cui viviamo. E così l’idea prese sempre più forma e con il definitivo via libera di Gianni Granzotto, grande giornalista, dirigente e scrittore, nacque a tutti gli effetti il Premio Estense. Granzotto, che credeva fortemente nell’iniziativa, rimase a capo della giuria tecnica per ben vent’anni, fino al momento della sua morte nel 1985.
blicati tra il 1° gennaio 2023 e il 21 aprile 2024, che riaccolgono o rielaborano articoli trasmessi dai media.
In occasione di questo importante anniversario, Confindustria Emilia, in collaborazione con la Fondazione Premio Estense presieduta per il quinto anno dall’imprenditore ferrarese Gian Luigi Zaina, sta portando avanti diverse iniziative per onorare la ricchezza cultu-
Il Premio, giunto oggi alla sua sessantesima edizione, è promosso da Confindustria Emilia Area Centro, con il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Emilia-Romagna, della Camera di Commercio Ferrara e Ravenna e del Comune di Ferrara. All’edizione 2024 che ha preso il via lo scorso gennaio con l’apertura ufficiale del bando di concorso, concorrono in gara volumi, pub-
rale del territorio che accoglie il premio. A partire dal mese di settembre, camminando per il centro storico di Ferrara, presso la Rotonda Foschini e sotto il portico del Teatro Comunale “Carlo Abbado”, sarà possibile ammirare un’esposizione di foto storiche che ripercorrono i momenti più salienti dei 60 anni di premio.
La rassegna fotografica non è l’unica novità riguardante la documentazione storica del premio. Nei prossimi mesi saranno consultabili, infatti, sia un archivio online che uno fisico. Nella sede ferrarese dell’Associazione, in Via Montebello 33, verrà creato uno spazio composto da un salottino che accoglierà
di Silvia Conforti
tutte le quartine finaliste dal 1965 ad oggi, e da un lungo corridoio dove, negli orari di apertura della sede, sarà possibile visitare il prezioso archivio contenente documenti, foto e videoregistrazioni delle varie edizioni. Cambiamenti anche sul fronte giuria popolare che, insieme alla giuria tecnica guidata dal Presidente Alberto Faustini, durante la riunione tra le due giurie che precede la cerimonia finale, da tradizione sceglie il vincitore tra la rosa dei quattro finalisti. La giuria popolare, infatti, da quest’anno sarà costituita da un numero variabile tra i 40 e 50 membri e non sarà più composta unicamente da cittadini ferraresi, ma la possibilità di adesione verrà aperta su scala nazionale e base volontaria.
Per raccontare come meritano questi 60 anni di premio, Confindustria Emilia e il Premio Estense, infine, hanno avviato una collaborazione con due studenti del Master in Giornalismo dell’Università di Bologna, Chiara Putignano e Giuseppe Nuzzi, che stanno dando il proprio prezioso contributo nella stesura di un ciclo di articoli che esplorano aneddoti e curiosità sui sei decenni di premiazioni. Appuntamento al prossimo mercoledì 29 maggio per la proclamazione della quartina finalista e del vincitore del 40° “Riconoscimento Gianni Granzotto. Uno stile nell’informazione”. Con la scelta dei quattro finalisti si entra nel momento clou del Premio Estense 2024, che culminerà sabato 28 settembre nella cerimonia finale sul palco del Teatro Comunale di Ferrara, con l’assegnazione della sessantesima Aquila d’oro all’opera vincitrice e della Colubrina d’Oro per il Granzotto, alla presenza di autorità e personalità del mondo imprenditoriale e culturale nazionale.
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Ha debuttato a fine febbraio “Fare Insieme Charity”, lo spin-off del progetto Fare Insieme dedicato alla presentazione di alcune onlus e società no profit, realtà fortemente presenti nei territori di Bologna, Ferrara e Modena e che svolgono un lavoro straordinariamente importante e cruciale per l’intera comunità. Dal mese di marzo, una volta al mese, le loro storie verranno raccontate sul sito e sui social di Confindustria Emilia attraverso un podcast scritto e interpretato da Lucrezia Lanzani, studentessa sedicenne del Liceo Steam Emilia, da sempre interessata a tematiche sociali e che da tre anni presta
attività di volontariato in diverse realtà della sua comunità. Potete trovare tutti i podcast di Fare Insieme, Fare Insieme Startup e Fare Insieme Charity, con i quali l'Associazione da voce alla comunità, nella sezione dedicata della piattaforma digitale (www.confindustriaemilia.it/fare-insieme) e sui profili social dell’Associazione nonché sulle principali piattaforme di ascolto digitali (Spotify, Google Podcast, Apple Music, Amazon Music, Deezer) all’interno dei canali di Confindustria Emilia.
NASCE OPEN MIND & TALK, PER CONNETTERE LE IMPRESE
È stato presentato lo scorso 7 marzo “Open Mind & Talk”, una proposta congiunta di
Confindustria Emilia Area Centro, Confindustria Bergamo e Confindustria Varese, che lancia un ciclo di approfondimenti, viaggi, incontri e confronti alla scoperta degli ecosistemi più innovativi con l’obiettivo di riflettere sulle trasformazioni tecnologiche e sui connessi cambiamenti in chiave sociale e organizzativa del mondo del lavoro e non solo. Nel corso di 12 mesi, da aprile 2024 ad aprile 2025, imprenditrici, imprenditori e manager verranno accompagnati in un percorso che li aiuterà a individuare i nuovi trend e gli scenari di mercato e a conoscere in diretta i luoghi dell’innovazione e le realtà eccellenti, avviando in contemporanea una riflessione a più voci sui profondi mutamenti del modo di lavorare e di relazionarsi legati alla sempre più massiva diffusione delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale. Significativa anche la collaborazione fra le tre Associazioni che condividono la forte impronta manifatturiera e sono impegnate a sostenere le imprese nei percorsi di innovazione e di sostenibilità, abbracciando una visione sempre più globale. Già in calendario oltre 20 iniziative, eventi nazionali e internazionali, talk e confronti sulle eccellenze tecnologiche, digitali, organizzative, di governance e di sostenibilità.
RINNOVATE LE GOVERNANCE DI QUATTRO FILIERE
Si sono svolte nei mesi scorsi, in modalità digitale, le Assemblee per il rinnovo delle cariche di Presidenti e Delegati Aggiunti di quattro delle venti filiere di Confindustria Emilia. Il 15 novembre 2023, l’Assemblea della filiera Salute ha eletto come presidente per il triennio 2023/2026 Marco Fantoni,
direttore generale e amministratore delegato di Sterigenics Italy, e come delegati aggiunti per lo stesso periodo Annalisa Azzolini, amministratore delegato di Sidam, e Luca Spinardi, membro del CdA e direttore operations multisede di Mallinckrodt DAR. Lo stesso giorno, l’Assemblea della filiera Costruzioni e Infrastrutture ha nominato presidente, sempre per il triennio 2023/2026, Fabio Bulgarelli di Ance Emilia. Lo scorso 14 marzo, invece, sono stati nominati delegati aggiunti per il biennio 2024/2026 dalle assemblee della filiera Agroalimentare e di quella della Chimica e Farmaceutica, rispettivamente Simone Samoggia, fondatore e amministratore di Lesepidado, e Felice Lo Faso, CEO di Scam.
L’ACADEMY DI CONFINDUSTRIA
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Gestione dell’innovazione, sostenibilità e europrogettazione non sono solo tematiche di grande attualità, ma anche i tre pilastri su cui si fonda l’Academy di Confindustria Emilia Area Centro, l’iniziativa che coniuga formazione, testimonianze aziendali e lavoro sul campo, con l’obiettivo di preparare profili professionali negli ambiti di consulenza e sostenibilità, a supporto delle imprese del territorio. Durante gli ultimi mesi, i sette ragazzi e ragazze che fanno parte dell’Academy hanno conosciuto diverse realtà im-
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Marco Taddei Silvia Conforti Raffaella Mazzali
CON IL FUTURO
insieme storie di imprese, persone, comunità Ascolta i nostri podcast charity fare insieme Ep. 0
prenditoriali associate, scoprendo da vicino le loro azioni virtuose intraprese in ambito sociale e ambientale: Ammagamma, Chimar, DVP Vacuum Technology, Egicon, Florim Ceramiche, Gellify, IMA, Labanti e Nanni, LB Technology, Marposs, Motor Valley Accelerator, Philip Morris, Sacmi, Schneider Electric, Teapak, Tetra Pak, Trenitalia Tper e Vis Hydraulics. Inoltre, nella sede bolognese dell’associazione, i ragazzi hanno avuto la possibilità di assistere alle testimonianze di Italian Angels for Growth, network di investitori per la crescita di startup innovative; del Consorzio Esperienza Energia, la società che offre servizi di gestione dell’energia; e di Rebrain, B Corp nata per portare la cultura della sostenibilità in azienda, a tutti i livelli. Nei prossimi mesi continueranno le visite aziendali e l’occasione per i ragazzi di conoscere da vicino il funzionamento delle imprese, interagire con i dipendenti e i dirigenti e scoprire le pratiche aziendali volte alla ricerca di soluzioni sostenibili e innovative per affrontare le sfide del futuro e promuovere uno sviluppo responsabile dell’economia e dell’ambiente.
DECEDUTO GIUSEPPE LA VALLE
È venuto a mancare a 87 anni, dopo una lunga malattia, il giorno di Capodanno nella casa di famiglia, attorniato dai propri cari, l’imprenditore Giuseppe La Valle. La Valle ha fondato a Ferrara l’azienda di trasporti che porta il suo nome nel 1989, facendola diventare, dai quattro veicoli iniziali, un punto di riferimento in Italia e all’estero nel sistema del trasporto dei passeggeri. Dagli inizi degli anni ‘90 aveva lasciato alla figlia Mimma le redini dell’impresa. Imprenditore con spirito di innovazione e professionalità, ha testimoniato il legame con il territorio e la comunità, sapendo coniugare doti umane di relazione e rispetto. Nel 2004, su iniziativa del Presidente della Repubblica, aveva ricevuto il titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
SCOMPARSO GIULIANO MUSSINI
È deceduto lo scorso 1° dicembre, all’età di 93 anni, Giuliano Mussini, imprenditore noto in tutto il distretto ceramico come fondatore della Panaria, azienda ceramica con
oltre 50 anni di storia. La prima azienda del gruppo, Panaria Ceramica, risale al 1974. Dal 2010, dopo aver lasciato il testimone ai figli, Giuliano Mussini ha continuato a seguire in prima persona lo sviluppo dell’azienda vedendola crescere sino a diventare una realtà multinazionale che oggi è presente in Italia, Portogallo, Germania, Stati Uniti e India e distribuita in oltre 130 paesi nel mondo. In una nota l’azienda lo ricorda come “uomo di fede e di grande amore per la famiglia e per tutti i dipendenti; la sua grande lungimiranza e le sue capacità imprenditoriali unite a tanta passione e dedizione hanno caratterizzato la sua guida a capo del gruppo”. Anche il sindaco di Sassuolo Gian Francesco Menani lo ha voluto ricordare: “Una persona straordinaria, tra i principali artefici dell’evoluzione della nostra città, da terra depressa nel primo dopoguerra a capitale mondiale della ceramica”.
VENUTO A MANCARE FIANO SETTI
È mancato lo scorso dicembre l’imprenditore di Camposanto Fiano Setti, di 87 anni, che aveva fondato l’azienda di packaging Bombonette, che a Camposanto dà lavoro a un centinaio di persone. Ricordato in paese come uomo generoso e sempre pronto a sostenere la comunità locale, con la passione della poesia e dello sport (fu lui a fondare il locale circolo tennis), Fiano Setti aveva fondato l’azienda nel 1993, dopo aver lasciato il lavoro da dipendente che aveva iniziato dopo il diploma al Corni. La sindaca Monja Zaniboni lo ha ricordato pubblicamente: “Fiano Setti, imprenditore di spicco e cittadino eminente, è stata una persona di grande rilevanza e generosità per la comunità di Camposanto. La sua scomparsa rappresenta una perdita dolorosa per tutti noi, poiché la sua visione lungimirante ha lasciato un segno indelebile nel nostro comune. Fin dagli anni Sessanta, Fiano Setti ha contribuito in modo significativo al progresso economico e sociale di Camposanto e del territorio modenese. Attraverso la creazione di diverse realtà produttive di successo, ha offerto opportunità di lavoro e realizzazione personale a tanti cittadini e tante famiglie, rappresentando un pilastro fondamentale per l’occupazione locale. Le aziende da lui fondate continuano ancora oggi a essere fonte di innovazione e di sviluppo, testimonianza tan-
gibile del suo impegno duraturo e della sua dedizione al lavoro e alla comunità”.
MORTO GIULIANO MALSERVISI
È venuto a mancare a 90 anni lo scorso novembre Giuliano Malservisi, imprenditore famoso come cofondatore di Italeri, marchio italiano del modellismo tra i più noti a livello mondiale. Ne è stato a lungo presidente e amministratore delegato. La sua storia imprenditoriale nasce da una passione, quella che condivideva con Gian Pietro Parmeggiani, fin da ragazzi, per gli aerei e i mezzi militari. Da modellisti esigenti decidono di farne una professione e nel 1962 fondano l’Italstamp e il primo kit messo in commercio, col marchio Aliplast, è un modello in scala 1/72 del caccia italiano Fiat G-55. Dopo una decina d’anni il nome commerciale dell’azienda diventa Italaerei per poi divenire, attraverso una piccola contrazione fonetica, il definitivo Italeri, che nel tempo, da Calderara, è diventata, nel mondo, la Ferrari del modellismo in scala.
DECEDUTO GIANFRANCO CERVELLATI
Cordoglio, nel mondo imprenditoriale ferrarese, per la scomparsa di Gianfranco Cervellati a gennaio 2024. Aveva 77 anni e da un quarto di secolo gestiva, insieme al figlio Dario, l’azienda che aveva fondato, la Gfc Chimica. In azienda è stato ricordato come una persona di forte umanità e dalle significative e indiscusse competenze “con una visione lungimirante e in grado di offrire importanti insegnamenti a tutti i collaboratori”. L’impresa aveva iniziato specializzandosi in pitture e vernici con una forte caratterizzazione nel settore dei prodotti per l’edilizia. Ma Cervellati, tecnico di colorificio negli anni ‘70 e direttore tecnico e commerciale di una ditta di distribuzione di materie prime per colorifici dagli anni ‘80 in poi, aveva voluto dare un’impronta precisa a Gfc Chimica, “facendola diventare il laboratorio di tutte le aziende che non possono averne di propri e un centro di eccellenza capace di collaborare con le più grandi realtà del settore per sviluppare tecnologie di avanguardia applicabili in tempi brevi alle esigenze del mercato”.
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