LatuaAssociazione 2017 speciale Assemblea

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Anno II - Numero 2 - marzo 2017 Pubblicazione edita da Confindustria Ancona Via Roberto Bianchi - 60131 Ancona Direttore Responsabile: Filippo Schittone - Foto: archivio Confindustria Ancona Testi a cura di Maria Giovanna Gallo, impaginazione e grafica Lara Diamante Stampa: Tecnoprint New srl - Reg. Tribunale di Ancona n. 10 del 19/10/2016

Newsletter

CENTRO NORD/02305/10.2016

SPECIALE ASSEMBLEA PUBBLICA 2017 Imprenditori in movimento: la 71esima Assemblea Pubblica di Confindustria Ancona si è svolta il 21 febbraio presso la Clabo spa di Jesi, alla presenza del presidente nazionale Vincenzo Boccia. La nostra newsletter è interamente dedicata all’evento, durante il quale sono stati presentati i risultati di un’indagine sull’imprenditoria marchigiana. Imprenditori provati, che soffrono di solitudine e vivono in un territorio marginalizzato ma che nonostante tutto, trovano la forza di reagire e trovano in loro stessi le energie necessarie a rilanciare la sfida, pienamente consapevoli del ruolo che svolgono nella comunità locale.

La sintesi della relazione del Presidente Claudio Schiavoni “Il tempo passa scandito dalla regolarità dei secondi ma noi lo viviamo come se il quotidiano fosse regolato da improvvise accelerazioni o impreviste frenate” un incipit rivolto in particolar modo ai colleghi imprenditori quello del Presidente di Confindustria Claudio Schiavoni, che vuole condividere con loro la sua personale esperienza da presidente di un’associazione, un impegno che ha voluto onorare con “onestà intellettuale, senza lesinare energie, anteponendo sempre agli interessi personali quelli della nostra categoria, da troppo tempo esposta a venti di guerra senza la necessaria attenzione ed il legittimo rispetto che chi produce e dà lavoro dovrebbe meritare da parte dello Stato”.

Il quadro nazionale e la situazione locale

Schiavoni parla di una classe dirigente del Paese “incapace di interpretare il mondo che cambia, dimenticando le priorità e le urgenze assolute a cui occorre dare risposte”. “Negli ultimi trent’anni si è fatto di tutto per scoraggiare gli imprenditori: dal punto di vista del business quotidiano, con burocrazia e impedimenti; dal punto di vista della percezione, si è legittimata l’idea che creare ricchezza in questo Paese

fosse quasi diventata una colpa”. Un flash sulla situazione a livello locale stigmatizzando in particolare i nodi della eccessiva tassazione a carico delle imprese e del ritardo infrastrutturale cronico che aumenta sempre più la marginalizzazione del nostro territorio, “Ci sono ancora amministratori locali che vedono nell’industria un problema, che usano la leva dei tributi locali per recuperare risorse che forse potrebbero essere recuperate con una gestione più efficace ed efficiente. Il caso del Comune di Senigallia è emblematico: da un lato dichiara che l’industria non è gradita; dall’altro, sugli stabilimenti industriali gli aumenti previsti per la TARI sono di circa il 33% rispetto al 2016 e addirittura del 44% rispetto al 2015”. “Restiamo un territorio che paga un gap pesantissimo per la debolezza delle proprie infrastrutture. Per questo abbiamo sentito il bisogno di dichiarare la nostra amarezza nel prendere atto del fallimento del progetto dell’Uscita Ovest che avrebbe collegato il Porto di Ancona con l’Autostrada A14 e non abbiamo gioito per la sigla del protocollo sul Lungomare Nord. Noi stiamo pazientemente aspettando che

la Quadrilatero diventi finalmente un’opera viaria compiuta e ci piacerebbe anche avere un aeroporto efficiente e in grado di accorciare le distanze dal resto del mondo.

Il ruolo di Confindustria per le industrie e per il Paese

Ribadisce il ruolo di Confindustria come “determinante per il futuro delle nostre industrie e del nostro Paese”. Due elementi: “Se la Legge di bilancio prevede 20 miliardi di risorse nei prossimi 3 anni a sostegno del sistema industriale, è merito anche di Confindustria. Con un paziente lavoro è stata capace di ottenere il potenziamento degli incentivi per la produttività al fine di rafforzare la contrattazione di II° livello, di contribuire in maniera determinante al Piano Industria 4.0 ed ottenere misure quali l’iperammortamento al 250%, di rafforzare gli incentivi a sostegno di Ricerca e Innovazione e a favore degli investimenti. Ha ottenuto anche la riduzione dell’IRES dal 27,5% al 24%”. Si rivolge direttamente al Presidente nazionale Boccia plaudendo al Patto per la Fabbrica “che chiama noi tutti di Confindustria e le Organizzazioni Sindacali ad una grande responsabilità.

CN/AN093/2008

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relazione Schiavoni

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L’industria 4.0 renderà più competitive le nostre aziende ma determinerà una nuova selezione nel mondo del lavoro I rapporti con i Sindacati

Un richiamo anche alla stagione del rinnovamento contrattuale “Crediamo che quanto condiviso con i Sindacati sia un buon accordo: ha creato le premesse per un confronto sereno e costruttivo; ha introdotto nella contrattazione nazionale argomenti nati dalla contrattazione aziendale e quindi già sperimentati; ha colto le esigenze delle nostre aziende in ordine al contenimento dei costi. Contestualmente si impegna a soddisfare le differenti esigenze dei lavoratori valorizzando tutte le potenzialità del Welfare e di tutte le sue strumentazioni”.

Industria 4.0: la digitalizzazione necessaria e l’impegno della Regione

“L’industria 4.0 renderà più competitive le nostre aziende ma determinerà una nuova selezione nel mondo del lavoro. Anche le Marche e la nostra provincia sono focalizzate su questo nuovo orizzonte, ma sappiamo bene che per diffondere efficacemente il paradigma 4.0 occorre superare molti ostacoli. Il 90% delle aziende sotto 50 dipendenti e l’80% di quelle al disotto dei 100 dipendenti sono ritenute a bassa digitalizzazione”. Ma il vero problema è il gap culturale: nelle fabbriche ci sono generazioni di lavoratori che fanno fatica a usare strumenti digitali. Guardiamo con attenzione e fiducia alle iniziative che la Regione Marche, in primis grazie all’impegno e alla determinazione dell’Assessora alle Attività Produttive, Manuela Bora, sta mettendo a punto per sostenere il nostro mondo rispetto a questo tema.

La formazione: il coinvolgimento delle imprese

Strettamente collegato è il tema della Il tema della formazione verso il 4.0 per il quale Schiavoni auspica “una forte azione di coordinamento a livello territoriale per fare in modo che le risorse finalizzate alla formazione, pubbliche e private, confluiscano efficacemente in un progetto organico capace di stimolare attivamente le tante imprese marchigiane. Occorre una strategia complessiva di rilancio dell’offer-

ta formativa professionalizzante che punti alla diffusione delle competenze necessarie. È sempre più necessario valorizzare la partecipazione e il contributo delle imprese nella definizione dei fabbisogni formativi, nella progettazione e realizzazione dei percorsi.

La Cittadella delle Tecnologie a Jesi

“Stiamo dedicando energie al progetto della Cittadella delle Tecnologie proposto all’opinione pubblica in occasione dell’Assemblea di fine 2014. Vorrei essere chiaro in merito: per noi la Cittadella delle tecnologie non è un’operazione immobiliare. Al contrario, la Cittadella delle Tecnologie intende proporsi come modello concreto di ibridazione del know how tecnologico e luogo in grado di favorire la “contaminazione positiva” tra tutti gli attori della manifattura intelligente: università e centri di ricerca, Knowledge companies e tutti gli attori ed operatori del settore tecnologico, dell’innovazione e dell’economia della conoscenza.

Una nuova sfida

Il Presidente approfitta dell’assemblea per lanciare una nuova sfida, che vede le grandi imprese manifatturiere associate in Confindustria che si possano stabilmente relazionarsi con quelle di dimensioni più piccole, per condividere modelli organizzativi, per affiancarle nell’introduzione delle tecnologie abilitanti, per consentire a chi è in filiera di acquisire modalità e processi organizzativi coerenti. La sfida è lanciata a tutti gli imprenditori in sala e anche al Presidente Boccia a cui si rivolge direttamente: “Caro Presidente, questo è un possibile Patto tra gli oltre centocinquantamila imprenditori associati a Confindustria che riscoprano, proprio attraverso il nostro Sistema Associativo, il valore dell’essere appartenenti

ad una casa comune e del network di oltre 230 associazioni presenti sull’intero territorio nazionale.

Il processo di unificazione

Schiavoni chiude il suo intervento affrontando il tema del processo di unificazione in atto: “In questi anni di impegno associativo ho dedicato gran parte delle mie energie ad un obiettivo già dichiarato da chi mi aveva preceduto nell’incarico: promuovere insieme alle altre Associazioni Territoriali del nostro sistema di rappresentanza nelle Marche un progetto che facesse di Confindustria un modello di razionalità, efficienza ed efficacia. E’ aumentata la consapevolezza che l’associazionismo deve mutare pelle se vuole essere soggetto di sintesi e rappresentanza delle tante istanze di una parte significativa della società, capace di contribuire allo sviluppo economico e sociale e alla modernizzazione del Paese. Al pari del sottoscritto anche i Colleghi Presidenti delle altre Territoriali nelle Marche hanno sentito questa necessità; così ci siamo rimboccati le maniche per delineare una nuova Confindustria 4.0 che fosse confacente alle necessità tipicamente marchigiane. Non siamo ancora giunti al traguardo finale; siamo però ragionevolmente fiduciosi, più di quanto possa apparire dalla cronaca economica di alcuni quotidiani. Vi annuncio, pertanto, che per Confindustria Ancona, se avremo il supporto ed l’approvazione degli organi direttivi e dei nostri Soci, questa Assemblea Pubblica sarà l’ultima nella quale ci presenteremo come associazione di rappresentanza territoriale a livello provinciale. Con i Colleghi di Ascoli Piceno e di Pesaro Urbino abbiamo già condiviso un piano di azione che ci consentirà nel giro di poche settimane di costituire una nuova unica Associazione Territoriale. È un progetto aperto, dove tutti avranno pari dignità e voce. Auspico che tutti insieme si possa tagliare il nastro di avvio di questa nuova Associazione per condividere il percorso fin dal primo istante.

Ci siamo rimboccati le maniche per delineare una nuova Confindustria che fosse confacente alle necessità tipicamente marchigiane

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dai giornali

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l'indagine

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In prevalenza di sesso maschile (73%), età media circa 50 anni, diplomato, titolare di un’azienda con meno di 10 dipendenti nel settore della meccanica e del fashion, mediamente poco orientato all’estero: questo l’identikit dell’imprenditore medio marchigiano che emerge dalla ricerca effettuata nel mese di settembre 2016 da Daniele Marini, professore all’Università di Padova e Direttore Scientifico di Community Media Research. Una ricerca che ha interessato 605 imprenditori su tutta la regione Marche, appartenenti in prevalenza al settore manifatturiero in piccola parte al settore dei servizi alle imprese (100 casi). Ne emerge un quadro di un sistema produttivo caratterizzato da una diffusa presenza di piccole imprese che fanno i conti con una crisi molto pesante e non del tutto esaurita, in cui si fa fatica ad intuire la nuova direzione. In modo sintetico si identifica il carattere dell’imprenditore attraverso 5P

Provati

L’82% vede la ripresa non prima di un anno e mezzo e 1 imprenditore su 2 vede un andamento sostanzialmente costante, sia per l’economia del territorio che per la proprio impresa. Le percentuali di chi vede il futuro in netta crescita sono irrisorie (2%). Ciò fa sviluppare istintivamente nell’imprenditore un sentimento di difesa: tra le leve strategiche per aumentare la competitività la riduzione dei costi (43,1%) viene prima dell’apertura verso i mercati esteri e dell’investimento nuovi prodotti (30%) e in nuove tecnologie (27%). Relativamente all’apertura verso i mercati esteri è da evidenziare come per gli iscritti a Confindustria questa sia decisamente superiore alla media: solo il 39% dichiara

di rivolgersi solo al mercato domestico contro il 60% delle Marche e il 40% degli iscritti rivela un’apertura sostenuta (ovvero oltre il 20% del fatturato realizzato da relazioni commerciali con l’estero) contro un 23% di media regionale. Non stupisce dunque che l’indice di fiducia sul futuro risulti negativo per il 42% del campione e positivo solo per il 21%. Da sottolineare come la maggior positività verso il futuro sia manifestata ancora una volta dagli iscritti al Sistema Confindustria.

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Provati, P Periferici, e Prossimità

L’imprenditore oggi vive la sua professione come stressante (al primo posto) ma subito dopo come gratificante, e anche se si sente solo e spesso invidiato, mantiene forte il suo ruolo sociale: da un lato dichiara di sentire una forte responsabilità verso i collaboratori dall’altro ribadisce il profondo radicamento sul territorio. Ma chi apprezza maggiormente il lavoro dell’imprenditore? Sicuramente i dipendenti e la popolazione del territorio - anche se nelle Marche il dato è inferiore alla media nazionale – e meno le istituzioni pubbliche: circa il 70% ritiene di non essere stimato positivamente dalle istituzioni.

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l'indagine

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Privatistici

Gli imprenditori tendono a considerare la necessità che la “famiglia” continui ad esercitare un ruolo centrale: quasi il 60% ritiene che la strategia migliore per la continuità dell’impresa sia mantenere la proprietà all’interno della famiglia e solo il 7% ritiene di aprire a capitali di terzi inserendo manager esterni. Per aumentare la competitività si preferiscono altre strade quali l’aggregazione: già messa in atto da quasi il 17% del campione è comunque largamente prevista per il futuro (40%). Meno gettonata la ricapitalizzazione dell’azienda: una minoranza (6% ) ha già investito in tal senso e il 7,3% lo farà prossimamente. Solo 1 imprenditore su 3 sta riflettendo se realizzarlo. In sintesi possiamo dire che l’indice di “apertura competitiva” è mediamente basso: 1 imprenditore su 2 nelle Marche è restio a coinvolgere nell’azienda forze esterne: sono leggermente più positivi all’interno del campione gli imprenditori meccanici e quelli della provincia di Ancona.

Periferici

5P

Emerge dall’indagine una forte percezione di marginalità della nostra regione rispetto al contesto nazionale. Quasi il 60% del campione ritiene che il nostro territorio conti poco o niente sotto il profilo economico. La percentuale sale quasi al 90% se parliamo del peso politico. Una marginalità molto più accentuata della nostra regione rispetto ai dati relativi al Centro Italia

Privatistici, , Pragmatici à.

Prossimità

Pragmatici

Oltre il 60% degli intervistati considerano l’essere imprenditore più come un mestiere che come una vocazione: in questo le Marche si discostano non poco dalla media nazionale che vede una seppur leggera prevalenza della visione dell’imprenditore come una vocazione (52%). Una visione dunque più pragmatica che idealistica, più accentuata nella componente maschile, tra i più giovani e tra coloro che vengono dal lavoro dipendente. Pragmatismo che, se collegato anche all’aspetto privatistico del carattere, può essere anche interpretato come la tendenza dell’imprenditore marchigiano a trovare all’interno di se stesso e della propria azienda, più che all’esterno, le forze per continuare a stare sul mercato

In una situazione di incertezza, aumenta il bisogno di prossimità, ovvero di sapere che si può contare su qualcuno. In questo contesto l’indagine ha cercato di indagare anche il ruolo delle associazioni di categoria, soprattutto in vista della prossima aggregazione del sistema Confindustria nelle Marche. In linea

generale le aggregazioni tra associazioni sono considerate positivamente da oltre metà del campione. 3 imprenditori su 4 sostengono che per fornire servizi adeguati un’associazione dovrebbe avere un’unica forte regia centrale e mantenere un presidio capillare sul territorio.

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Vincenzo Boccia

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Un intervento appassionato quello del Presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia che ha spronato gli imprenditori ad andare avanti e a non perdere la fiducia. “Siamo il secondo Paese manifatturiero d’Europa eppure lottiamo contro una cultura anti industriale: dobbiamo cambiare le cose e riportare al centro l’economia reale”.

Vincenzo Boccia: E’ necessario riportare l’attenzione del paese alla questione industriale “Riportare l’attenzione del paese alla questione industriale” questo il messaggio iniziale del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che ha subito manifestato apprezzamento per la scelta di svolgere l’assemblea all’interno di una fabbrica, luogo in cui lui stesso “si sente a casa”. Si aggancia all’intervento di Marini, riproponendo la necessità di un cambiamento culturale che deve avvenire dentro e fuori le fabbriche e di un cambiamento dimensionale che si incarna nello slogan “Piccolo è una condizione da superare”. E se è vero, come dice Marini, che gli imprenditori oggi sono “provati”, Boccia rilancia: “Un imprenditore non si stanca mai: siamo provati sì, ma non stanchi. Viviamo in una dimensione di incertezza e dobbiamo superare l’ansietà, consapevoli che l’ottimismo è una categoria della volontà e la fiducia è una categoria della ragione. Dunque siamo pessimisti nelle previsioni e ottimisti nelle aspettative. Imprenditori in movimento significa passare da resistere a reagire”. “Siamo il secondo paese manifatturiero d’Europa eppure permane una forte cultura anti industriale, dove lontana è l’idea della legittimazione sociale dell’impresa: Si parla troppo di elezioni e di riforma elettorale e poco dei fondamentali dell’economia”. Boccia richiama ad una stagione della verità e rimarca il coraggio di dire che siamo ancora nella fase di emergenza e che il PIL è calato di oltre 10 punti dal 2008 ad oggi. “Questa consapevolezza nel Paese non c’è - ha dichiarato

il Presidente di Confindustria - come se tutto quanto accaduto non ci riguardasse. Qualche timido segnale di ripresa non risolve quanto abbiamo perso”. Come agire allora? Riportando al centro l’economia reale. “Decidiamo cosa vogliamo realizzare nell’economia reale, poi individuiamo strumenti, poi risorse poi interveniamo sui saldi di bilancio”. Boccia ribadisce la necessità di riaprire il confronto con le banche, ridando valore a quei parametri qualitativi che con Basilea3 sono stati messi in ultimo piano, di spingere su strumenti a livello europeo che aiutino i finanziamenti nelle pmi, di riattualizzare la questione dei pagamenti dalla Pubblica Amministrazione. E di pensare ad un industria ad alto valore aggiunto, ad alta intensità di produttività e di investimenti. E conclude Boccia parlando di 4.0 come non solo la quarta rivoluzione industriale ma l’idea di una società aperta che include e non esclude, che mette al centro le persone; una società dove “l’industria diventa forza del paese e dove Confindustria è ponte tra gli interessi delle imprese e gli interessi del paese”.

Siamo provati sì, ma non stanchi. Siamo pessimisti nelle previsioni e ottimisti nelle aspettative. Imprenditori in movimento significa passare da resistere a reagire”.

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i premiati

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Il riconoscimento per le aziende associate a Confindustria Ancona

E’ tradizione dedicare un momento importante dell’Assemblea per premiare le aziende che sono associate a Confindustria da tanti anni: una fedeltà che testimonia non solo l’affezione al sistema ma anche la vitalità del sistema imprenditoriale del territorio. Alle aziende premiate il riconoscimento da parte del Presidente Schiavoni accanto al Presidente Nazionale Vincenzo Boccia.

Premiati i soci da 25, 35, 50 e 70 anni

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photo gallery

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