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Un territorio da valorizzare

Intervista a MIRCO PELLEGRINI, Delegato del Territorio Valli Giudicarie e Val Rendena.

Si dice “Giudicarie e Rendena”, ché se si dovesse fare menzione dei toponimi significativi di un territorio così vasto, e così vario, la lista sarebbe troppo lunga…

La porzione di Trentino assegnata a questa delega è ricca: si tratta di un territorio molto esteso, ma soprattutto di un territorio con caratteristiche e vocazioni diverse, che si colgono, attraversandolo, con il mutare del paesaggio.

Dal Parco Adamello Brenta al Lago d’Idro, dalle mete più popolari del turismo di montagna ai bacini artigianali, quando non marcatamente industriali, passando per le piane coltivate del Bleggio e del Lomaso. Giudicarie e Rendena rappresentano una straordinaria, peraltro tipicamente trentina, complementarietà di identità e settori.

In questo contesto opera circa il 10,1% delle imprese industriali provinciali.

Per lo più lungo la Valle del Chiese, ma anche nella busa di Tione, si è sviluppato negli anni un distretto industriale legato prevalentemente alla metalmeccanica e alla lavorazione del legno, ma anche, naturalmente, al turismo invernale ed estivo, e mi riferisco in questo caso agli impianti a fune. Rispetto al ramo di attività, fa caso a sé e merita di essere menzionata la presenza delle terme di Comano, che influenzano marcatamente l’economia delle Giudicarie Esteriori. Con qualche importante eccezione, le imprese che insistono sui nostri territori sono per lo più di piccole dimensioni e di proprietà locale.

Persone e merci transitano attraverso il territorio, in ingresso e in uscita, con non pochi problemi…

La viabilità è da sempre un tasto dolentissimo per le nostre valli. Diversi, nelle Giudicarie, sono i nodi critici, ma il triste primato appartiene al ponte sul torrente Caffaro, nel comune di Bagolino. La vicenda ha dell’assurdo: le misure adottate in questi anni sono state dispendiose e totalmente inutili. A più riprese, anche a livello istituzionale, la nostra Associazione è intervenuta per favorire una soluzione definitiva. Di poche settimane fa è la notizia che la Provincia di Brescia finanzierà un intervento decisivo: speriamo che sia la volta buona. Altro collo di bottiglia è la circonvallazione di Pinzolo: in questo caso, sempre nelle scorse settimane, la nostra Provincia ha annunciato l’apertura delle buste per l’affidamento dell’appalto. Da ultimo, un’altra strozzatura al traffico che vale la pena di ricordare è sulla statale di Breguzzo, dove un edificio ad angolo rende il passaggio molo difficoltoso, congestionando la circolazione. Sulle infrastrutture virtuali, la situazione è migliorata: da qualche anno le nostre aziende si appoggiano alla fibra, che è oggi disponibile anche per i privati.

Come altre valli e località decentrate del Trentino, anche questo territorio fa i conti con il fantasma dello spopolamento?

A dire il vero, negli ultimi tempi, certamente anche a seguito dell’esperienza Covid, stiamo registrando un movimento inverso. Diverse persone sono venute a lavorare in queste zone alla ricerca di uno stile di vita più sano, di un ambiente incontaminato, di spazi per il benessere del corpo e della mente. Certamente chi cerca di trasferirsi in prossimità delle località turistiche si scontra con il problema dell’alloggio, già evidenziato dai colleghi del Trentino orientale: trovare casa è difficile, perché i proprietari preferiscono affittare per tempi brevi ai turisti, e quando ci si riesce spesso i costi sono insostenibili. Ciò detto, le nostre imprese continuano a non trovare lavoratori. Quando leggo che la disoccupazione giovanile in Italia è arrivata al 27% mi chiedo: com’è possibile che nella mia azienda siamo sotto organico da tre anni? Per risolvere alla radice questo paradosso stiamo lavorando moltissimo, come Associazione e a livello di sistema al fianco delle scuole: mi piace segnalare in questo senso una bellissima iniziativa frutto della collaborazione tra l’Enaip di Tione e tre aziende del posto, che hanno promosso un corso post diploma in robotica industriale, in grado di offrire ai giovani una preparazione di alto profilo adeguata alla domanda di lavoro del territorio.

Non possiamo evitare infine di parlare di energia…

Un problema generale, che qui assume una connotazione diversa, quanto meno in termini di percezione. Il Sarca è il fiume che produce più energia elettrica d’Italia: siamo la parte del Trentino in cui insiste il maggior numero di centrali idroelettriche. Produciamo energia sfruttando le nostre risorse naturali, e poi la paghiamo come se venisse prodotta con il gas russo: è un controsenso particolarmente difficile da accettare per chi vive in queste zone. Il tema del valore dell’indipendenza energetica sollevato da questa emergenza dovrebbe suggerirci di affrontare con coraggio anche un altro nervo scoperto che interessa l’intera provincia di Trento: mi riferisco in questo caso allo smaltimento dei rifiuti e all’opportunità che il Trentino si doti finalmente di un termovalorizzatore. Un tema che merita di essere affrancato da ideologie e opinioni preconcette, e di essere affrontato con competenza e lungimiranza. (sb)

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