AGOSTO | SETTEMBRE 2013 ANNO 54 | N°04
“Abbandoniamo il pensiero debole per un pensiero forte” Le richieste di Confindustria Trento dal palco dell’Assemblea Generale 2013
Speciale metalmeccanica
Il presidente di Sezione, Giovanni Coletti: “Aziende radicate sul territorio”
Internazionalizzazione Il vicepresidente Lorenzo Delladio spiega la strategia dell’Associazione
Innovazione I risultati della collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler
Dominio dell’intero processo
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sommario
03
editoriale 7
54
aziende
Tra 60 giorni un nuovo Governo in Trentino
copertina 9
I protagonisti dell'Assemblea 2013
11
"Confindustria, casa dell'economia reale"
15
Bilancio 2012 positivo per l'Associazione
16
"La priorità assoluta è la semplificazione"
18
Scelte aziendali per contrastare la recessione
21
Trentino, Europa, mondo: la traiettoria dello sviluppo
24
Premiati i pionieri dell’industria trentina
26
Associati da oltre cinquant’anni
56
I divani Gyform in Cina e in Russia
58
Umana in crescita del 20% in Trentino
internazionalizzazione
rubriche
60
Più attenzione alle esigenze delle imprese
62
Nuovi servizi per l’internazionalizzazione
63
Formazione al giro di boa
64
L’agroalimentare trentino negli Usa
65
La nuova frontiera dell’export
education 66
Formazione per i manager
67
Strumenti e incentivi all’occupazione giovanile
associazione 9
copertina
30
30 associazione
Quaranta progetti per l'innovazione aziendale
33
Confindustria Trento premiata per il cloud
41 speciale metalmeccanica
35
Il manifatturiero al centro
38
Assoservizi per il passaggio generazionale
54 aziende 60 internazionalizzazione 66 education
Crescita costante per Blm in Trentino
edilizia 70
La proposta dell’Ance: un piano Marshall per l’edilizia
giovani
speciale metalmeccanica
72
A Mosca per promuovere la giovane imprenditoria
74
In equilibrio tra sindacati e politica
76
Le proposte di Inet al Festival
41
"Un settore dinamico e vitale per il Trentino"
44
Leader nazionali nella galvanica
72 giovani
47
Turbine idrauliche per impianti "green"
49
Proiettati nel mondo e legati al territorio
78
Perché Robinson Crusoe non basta più
78 innovazione
52
Il capitale umano la risorsa chiave
80
Uno showroom dedicato all’innovazione
70 edilizia
innovazione
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2013
04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 54 | N. 4 Agosto - Settembre 2013
Direttore Responsabile
AGOSTO | SETTEMBRE 2013 ANNO 54 | N°04
Alessandro Santini Giovanni Coletti Roberto Busato Paolo Angheben Pierangelo Baldo Lorenzo Garbari Andrea Marsonet Eduard Martinelli Roberto Pisetta Redazione
Silvia Bruno Primo Bee
“Abbandoniamo il pensiero debole per un pensiero forte” Le richieste di Confindustria Trento dal palco dell’Assemblea Generale 2013
Internazionalizzazione Il vicepresidente Lorenzo Delladio spiega la strategia dell’Associazione
Innovazione
Direzione, Redazione e Amministrazione
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Speciale metalmeccanica
Il presidente di Sezione, Giovanni Coletti: “Aziende radicate sul territorio”
I risultati della collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler
elaborazione: graffiti2000.com - foto: Monique Foto
Comitato di Redazione
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editoriale
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Tra 60 giorni un nuovo Governo in Trentino In queste settimane stiamo vivendo un’estate molto calda, con la colonnina del mercurio su valori elevatissimi. Ma anche l’autunno che ci aspetta sarà caldo. Anzi, molto caldo. Sia per ragioni economico-sociali, che per ragioni politiche. A giugno, a Levico Terme, nel corso della nostra Assemblea annuale lo avevamo anticipato. Durante l’Assemblea privata avevamo illustrato i risultati degli interventi di riorganizzazione dell’ultimo anno in Associazione, che hanno portato un’importante riduzione dei costi di gestione. I risparmi conseguiti negli ultimi anni ci hanno consentito di potenziare i servizi alle imprese e di introdurre uno sconto sulle quote associative 2013, per essere ancora più vicini ai nostri associati in una fase difficile che non accenna a migliorare. Durante la sessione pubblica ci eravamo rivolti direttamente a chi si candida a governare la Provincia per i prossimi cinque anni, chiedendo un’analoga attenzione ai problemi delle imprese, che richiedono risposte concrete in tempi brevi. L’impressione, invece, è che oggi la politica – quella provinciale, come quella nazionale – viva lontana dai problemi del mondo reale. Non abbiamo guardato indietro, non ci siamo soffermati su analisi retrospettive fini a se stesse, magari per dirci quanto siamo stati bravi finora. Abbiamo preferito concentrarci sulle scelte che riteniamo indispensabili per il futuro del nostro territorio e del sistema produttivo, da cui dipende in buona misura il benessere di tutti i cittadini. Alla classe politica abbiamo presentato richieste e proposte concrete (tra le quali moderni strumenti di welfare per i lavoratori delle aziende, una semplificazione della burocrazia per le imprese, il completamento della cablatura in fibra ottica delle zone industriali, nuovi collegamenti stradali interni e verso l’esterno), ma dopo alcuni distinguo generici, ha prevalso il silenzio da parte di partiti e singoli candidati. In questi giorni assistiamo a fibrillazioni nelle potenziali alleanze e vorticosi valzer sui nomi dei candidati. Però non vediamo programmi politici chiari, non sentiamo risposte alle nostre sollecitazioni. Solo generiche prese di posizione. Ci sono ancora 60 giorni, che speriamo siano utilizzati dai candidati per esprimersi chiaramente su quello che proporranno. Siamo convinti che le domande che abbiamo posto serviranno alla nostra categoria per comprendere meglio gli scenari che si profilano sull’orizzonte vicino. Ma serviranno anche a tutti i cittadini del nostro territorio per una scelta elettorale consapevole e motivata.
Paolo Mazzalai
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | AGO-SET 2013
09 copertina
copertina
I protagonisti dell'Assemblea 2013 Molti gli ospiti e tanti i temi trattati a Levico Terme all'assise annuale degli industriali trentini. Ospite d'onore il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.
tenuta il 21 giugno presso il PalaLevico di Levico Terme l’Assemblea generale 2013 di Confindustria Trento. “Più industria, più lavoro, più benessere” il titolo scelto dal presidente Paolo Mazzalai per l’assemblea di metà mandato. Oltre 700 persone hanno assistito alla parte pubblica dell’assise degli industriali trentini, aperta dalla lettura della relazione del presidente, che ha parlato del ruolo di Confindustria, del contesto nazionale e delle sue emergenze, rivolgendosi poi alla politica locale. Mazzalai ha individuando le quattro priorità della prossima amministrazione provinciale nella riduzione della spesa pubblica e nella semplificazione amministrativa; nel potenziamento del sistema del welfare; in nuove infrastrutture in partnership con i privati; nei rapporti con l’Università e con il mondo della ricerca e della cultura. Il presidente di Confindustria Trento ha poi presentato la nuova Giunta per il biennio 2013-14 con un simpatico filmato con note Jazz. Giulia Manica è intervenuta in qualità di portavoce dell’intera squadra. Alla relazione del presidente Mazzalai ha fatto seguito l’intervento di Sergio Arzeni, direttore del Centro per l’imprenditorialità, le Pmi e lo sviluppo locale dell’Ocse, che dal suo osservatorio internazionale ha parlato di politiche per lo sviluppo, osservando come le aziende italiane scontino uno svantaggio competitivo iniziale per i livelli di tassazione, costo dell’energia, condizioni di accesso al credito, ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione. È quindi intervenuto l’assessore provinciale all’industria, artigianato, commercio e cooperazione Alessandro Olivi, che ha portato il saluto della
Giunta provinciale all’assise confindustriale, e ha rammentato le idee-guida alla base della riforma degli incentivi, ricordando come, nonostante la contrazione delle risorse pubbliche, la Giunta provinciale abbia “allocato a favore delle imprese circa 150 milioni di euro ogni anno, che hanno consentito di accompagnare la quasi totalità delle imprese disposte ad investire sul territorio e di lasciare spazio a massicci interventi di sistema, a dimostrazione della ferma volontà di valorizzare e sostenere la pluralistica vitalità innovativa del nostro tessuto imprenditoriale”. I lavori sono quindi proseguiti con una tavola rotonda moderata da Andrea Cabrini, direttore di Class Cnbc, alla quale hanno partecipato Antonello Briosi, presidente del Gruppo Metalsistem, Fabrizio Resmini, country manager di Sandvik Foto: MoniQue Foto
Si è
Giorgio Squinzi e Paolo Mazzalai
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Foto: MoniQue Foto
La tavola rotonda
Foto: MoniQue Foto
Italia Spa e Mauro Scaccianoce, Ad di Siemens Transformers Spa. Il dibattito è stato introdotto dalla proiezione delle interviste realizzate tra un gruppo di associati di Confindustria Trento: Giulio Deflorian, (Mobilificio Deflorian Iginio Srl), Giovanna Flor, (Bauer Spa), Elisabetta Montagni, (Calze Gm Sport Srl) e Marisa Zeni, (Eurostandard Spa), che hanno raccontato le esperienze delle proprie aziende in termini di impatto della crisi, di azioni messe in campo per contrastarne gli effetti, delle difficoltà e dei bisogni quotidiani, di attese e prospettive future. Resmini, Briosi e Scaccianoce hanno portato le loro esperienze di uomini d’azienda quotidianamente chiamati a rapportarsi con un contesto
Giulia Manica
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economico che la recessione ha reso sempre più impraticabile. I lavori si sono conclusi con un’intervista di Cabrini al presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. “Le testimonianze della tavola rotonda – ha detto – mi confermano che la situazione dell’economia trentina è migliore della media nazionale”. Il presidente nazionale degli industriali ha voluto sottoscrivere tutti i temi toccati dalla relazione di Mazzalai. Ha dunque parlato di semplificazione normativa e burocratica, costo del lavoro, sblocco del pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione, Iva, Imu, crescita, politica europea e nazionale. Nel primo pomeriggio dello stesso giorno, al PalaLevico si era celebrata anche la parte privata dell’Assemblea, aperta dal resoconto dell’attività del primo biennio di presidenza. Gli associati hanno eletto in quell’occasione i tre nuovi vicepresidenti dell’associazione per il prossimo biennio – Giulio Bonazzi, Lorenzo Delladio e Giulio Misconel – per poi procedere all’approvazione dei bilanci consuntivo e preventivo e della delibera che introduce, a partire dal 2014, il nuovo sistema di calcolo del contributo. A chiudere la parte privata dell’Assemblea, come di consueto, la cerimonia di premiazione dei "pionieri dell’industria trentina" e delle aziende associate da oltre cinquant’anni. Il presidente Mazzalai, affiancato dal presidente di Confindustria Squinzi, ha consegnato il riconoscimento a Guido Bertò, Umberto Zanoni, Fratelli Berti Legnami Srl, Italcementi e Sif Impianti Funiviari Lusia Spa. Infine il sorteggio dei voli aerei e degli iPad destinati a quattro tra i giovani presenti in sala.
"Confindustria, casa dell'economia reale" Nella sua relazione, il presidente di Confindustria Trento Paolo Mazzalai si è rivolto alla politica presentando le proposte degli industriali trentini.
La relazione del presidente di Confindustria Trento Paolo Mazzalai si è aperta con una metafora del difficile momento congiunturale: “Le favole non insegnano ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini questo lo sanno già. Le favole insegnano che i draghi possono essere battuti. Anche noi abbiamo i nostri draghi: la disoccupazione, la recessione, la rassegnazione delle persone, i privilegi ingiustificati ed i modi di pensare superati. Noi però siamo fortunati: sappiamo che possiamo batterli. Non solo perché ce lo dicono le favole, ma perché qualcuno effettivamente lo fa. Per questa ragione oggi voglio concentrarmi sulle cose da fare”. Perché, ha continuato Mazzalai, “se chiudono le aziende, chiude il Trentino”.
Il presidente Mazzalai si è quindi soffermato sul ruolo di Confindustria, che ha definito “la casa dell’economia reale” che opera ogni giorno per “fare progredire il territorio in cui viviamo, le nostre famiglie, i nostri giovani”. Nel concreto l’Associazione ha ricercato un confronto costruttivo con l’amministrazione pubblica, un dialogo con il sistema del credito e in particolare sul tema della finanza, Mazzalai ha voluto ricordare anche il progetto dei cosiddetti “minibond di Laborfonds” nati da “un’idea di Confindustria Trento, lanciato lo scorso anno e che si sta traducendo in opportunità concreta”. Mazzalai ha anche richiamato l’impegno dell’Associazione per i giovani e in particolare il progetto
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“Giovani Industriosi”, che ha portato all’assunzione di più di cento giovani con un innovativo modello di flexsecurity, nonché gli interventi volti a favorire le opportunità di lavoro estivo nelle aziende per gli studenti. Con un breve ma pregnante passaggio sul contesto nazionale, Mazzalai ha rimarcato come: “L’industria italiana è da tripla A. Perché siamo la settima potenza manifatturiera mondiale e la seconda europea”. Così come la sua principale organizzazione di rappresentanza: “Confindustria è da tripla A. Perché è autonoma, apartitica, agovernativa”. Alla politica nazionale Mazzalai ha ricordato le tre emergenze drammatiche: lavoro, fisco, lotta all’evasione, ma soprattutto ha posto l’accento sulla norma dei “concordati in continuità” definiti come: “uno schiaffo all’etica, una vergogna nazionale. Diciamo le cose come stanno: è uno strumento che consente di non pagare i debiti ai propri creditori e di continuare la propria attività in maniera indisturbata”. Alla politica locale, alla prossima amministrazione provinciale che uscirà dall’appuntamento elettorale di fine ottobre, Mazzalai ha chiesto una particolare attenzione per il sistema produttivo, che ha focalizzato in quattro priorità: la riduzione della spesa pubblica e la semplificazione amministrativa; il potenziamento del sistema del welfare; nuove infrastrutture (in particolare il completamento della Valdastico) in partnership con i privati; nuovi rapporti con l’Università e con il mondo della ricerca e della cultura. “Riteniamo prioritario il contenimento della spesa pubblica – ha detto il presidente -, soprattutto per la parte corrente, e il conseguimento di efficienze che consentano di raggiungere più obiettivi con meno risorse. Non è efficiente la riorganizzazione, che abbiamo visto finora, delle società controllate dalla Provincia. Che sono numerose. In tema di riorganizzazione delle società controllate dalla Provincia erano previste fusioni ed incorporazioni. Oggi poco si è visto. Per quanto riguarda la riorganizzazione interna alla Provincia, il progetto ha portato a una riduzione del numero dei dipartimenti, servizi e uffici.
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Peccato che il numero dei dirigenti sia rimasto invariato. Temo che questo progetto – almeno nella versione attuale – non contribuirà al taglio della spesa corrente che la Giunta provinciale aveva previsto nella Finanziaria 2013”. Poi il riferimento alle inefficienze del sistema: “Chiediamo una semplificazione burocratica, che passi anche per l’atteggiamento dei dipendenti della pubblica amministrazione, i quali devono saper andare oltre la mera funzione di autorizzazione e controllo – pur legittima – e riuscire a risolvere i problemi dei cittadini e delle imprese. Lo sviluppo del territorio deve avvenire con la diffusa consapevolezza che “fare impresa“ è un valore. Usiamo poche norme, chiare, uniformi sul territorio. Questo è il migliore contributo allo sviluppo che un’amministrazione possa dare”. Mazzalai ha poi trattato il tema del potenziamento del sistema del welfare: “Il Trentino ha una delega che si può rivelare strategica per contrastare la disoccupazione, a partire dal quella giovanile. Sono stati costituiti gruppi di lavoro per elaborare l’assetto dei nuovi ammortizzatori sociali transitati nelle competenze della Provincia dopo l’Accordo di Milano del 30 novembre 2009. Anche in questo caso – ha raccomandato il presidente di Confindustria Trento – dovrà essere adottato un approccio innovativo, che tenga conto delle mutate condizioni socio-economiche. In particolare vogliamo una cassa integrazione che sia strettamente collegata ad un processo di aggiornamento professionale del lavoratore o che lo coinvolga nella realizzazione di attività socialmente utili. Non possiamo tollerare che la cassa integrazione diventi un’occasione per svolgere altri lavori, magari in nero”. Quanto al tema del sistema infrastrutturale in Trentino, “un tema a lungo dibattuto, ma mai concluso, spesso accompagnato da toni e visioni ideologiche, non fondate su elementi tecnici”, Mazzalai ha ammonito: “La riduzione della disponibilità di risorse economico-finanziarie della nostra Autonomia induce oggi un processo di profonda revisione delle priorità e delle entità degli interventi possibili. Partiamo dal progetto Metroland e dalla sua sostenibilità. Le prime richieste ed i primi dubbi li aveva già manifestati Ilaria Vescovi dal palco di Rovereto.
Foto: MoniQue Foto
Oggi chiediamo di riconsiderare il progetto, ridimensionarlo in modo adeguato”. E sulla Valdastico Nord: “Non si può ignorare il fatto che i nuovi collegamenti stradali, in corso di realizzazione nel Veneto, modificheranno i flussi di traffico anche in Trentino. Confindustria Trento auspica una decisione urgente per la realizzazione di questo importante collegamento stradale. Decisione che tenga conto delle varie esigenze viabilistiche, incluse quelle della Valsugana. Parliamo anche dei principali interventi stradali a completamento della rete provinciale, oggi importantissimi per le nostre valli, ma chiusi in un cassetto del Palazzo, per scarsità di risorse. Potrebbero essere realizzati in Project Financing con le nostre imprese, con indubbi vantaggi sulle tempistiche delle realizzazioni e con la responsabilizzazione del sistema imprenditoriale”. In relazione al piano provinciale per l’infrastrutturazione telematica del territorio, Mazzalai ha ricordato di aver chiesto, al momento del proprio insediamento, che il collegamento con la fibra ottica di tutte le zone industriali del Trentino fosse completato: “Oggi - ha detto - l’opera non è ancora terminata. Continueremo a tenere monitorato l’avanzamento dei lavori, perché siamo convinti che anche da questo progetto dipenda la competitività delle nostre imprese”. Sui rapporti con il mondo della ricerca e della cultura, il presidente di Confindustria Trento ha incalzato: “Riteniamo che l’Università abbia il dovere di creare ricadute sulla comunità. Quella stessa comunità che genera le risorse del bilancio provinciale che alimentano il bilancio dell’Ateneo Trentino. Ciò non va a scalfire l’autonomia del nostro Ateneo. Anzi, potrebbe emanciparlo sempre più dai trasferimenti del bilancio provinciale. Oltre all’Università, il nostro territorio ospita mol-
ti centri di ricerca di eccellenza, il cui valore è riconosciuto a livello internazionale. L’innovazione è il vantaggio competitivo che il Trentino può giocarsi nella sfida globale tra territori. L’innovazione è la sua ricchezza, il suo petrolio. Vanno favorite le collaborazioni con il sistema produttivo, anche mediante incentivi per i docenti e i ricercatori che lavorano con le imprese. Il progetto di polo della meccatronica a Rovereto è un’opportunità per fare qualcosa di innovativo nella collaborazione tra formazione, ricerca e produzione. Auspichiamo che l’ateneo trentino decida di aderire a questo progetto con un presidio diretto di ricerca e didattica sulla meccatronica a Rovereto. Scuola e università devono assumere un ruolo più responsabile nell’orientamento dei giovani agli studi. Continuare ad ignorare la domanda di competenze del sistema produttivo è deleterio, oltre che anacronistico”. E in riferimento a Mart e Muse: “Siccome riconosciamo l’eccellenza e le potenzialità dei nostri musei, auspichiamo una revisione della loro missione. Ossia non limitata alle grandi mostre, ma con un ruolo attivo nella produzione di cultura e di saperi, che potrebbero contribuire a rendere il nostro territorio catalizzatore di talenti e di risorse dall’esterno. Chiediamo ai futuri amministratori che tengano conto di questo anche negli atti di indirizzo con cui assegnano le risorse finanziarie al mondo della Cultura e dell’Università”. Mazzalai ha concluso il suo intervento affermando che: “Molte delle cose elencate ve le avevamo già suggerite o chieste in occasioni precedenti. E sono state ascoltate solo in parte o per nulla. Credo che oggi il tempo sia scaduto. Non lo diciamo noi, ma le condizioni sociali, economiche e finanziarie del mondo che ci circonda. Basta giochi! E ci auguriamo che, questa volta, sia proprio così”.
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Bilancio 2012 positivo per l'Associazione Approvati il bilancio consuntivo 2012 e il preventivo 2013. Conseguiti importanti risparmi, impiegati nel potenziamento dei servizi. Introdotto uno sconto del 10% sulle quote 2013.
della parte privata dell’Assemblea Generale 2013 il direttore di Confindustria Trento Roberto Busato ha coordinato i punti all’ordine del giorno relativi all’approvazione del bilancio consuntivo 2012, della relazione del collegio dei revisori contabili e del bilancio preventivo 2013. Illustrando i numeri del bilancio consuntivo Busato ha dichiarato: "In sintonia con l'azione avviata negli anni scorsi, anche nel 2012 siamo stati in grado di realizzare risparmi: operazione che ci ha consentito di investire in nuovi servizi per le aziende associate". Oltre a questi importanti risultati, l'Associazio-
ne ha deliberato uno sconto del 10 per cento sulle quote associative 2013. Un'azione decisa in un contesto economico delicato per le aziende, per essere ancora più vicini agli associati, come ha spiegato il direttore Busato. Per il prossimo anno - ha continuato - "continueremo a investire nel potenziamento dei servizi di importanza strategica per le imprese associate". Nell’ambito dell’illustrazione del bilancio dello scorso anno sono intervenuti anche il presidente del Collegio dei revisori contabili Marco Schönsberg e Paolo Foss, della società di revisione Trevor srl. Foto: MoniQue Foto
Nel corso
Il direttore Roberto Busato
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"La priorità assoluta è la semplificazione" Intervenendo dal palco all'Assemblea di Confindustria Trento il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha parlato delle priorità per fare ripartire il Paese.
“Per dirla
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con una metafora ciclistica, rispet- “La priorità assoluta – ha ammonito Squinzi - è la to agli altri competitori europei, è come se i nostri semplificazione normativa e burocratica. Nel noimprenditori facessero una salita dolomitica con stro paese ci sono energie straordinarie, le imprese un cubetto da dieci chili di porfido in tasca”: così coinvolte nella tavola rotonda ne sono l’esempio. il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha Visitando i territori in occasione delle assemblee esemplificato la gravità del caso italiano davanti al generali mi sono fatto il quadro di un Italia strapubblico dell’Assemblea generale di Confindustria ordinaria con un’infinità di capacità e di qualità locali e globali: possiamo veramente fare il salto Trento. “Siamo un paese manifatturiero che ha saputo tra- di qualità, andare a ritrovare la crescita, se ci metsformarsi in una delle grandi potenze economi- teranno nelle condizioni di operare come in un che, il secondo paese manifatturiero d’Europa, il paese normale” secondo al mondo in termini di valore aggiunto Alla richiesta di un giudizio sugli interventi del Gopro capite” ha risposto ad Andrea Cabrini che gli verno in materia di lavoro, Squinzi ha confermato chiedeva se la manifattura potesse essere ancora la il giudizio negativo sulla “riforma Fornero”. “Credo che oggi – ha aggiunto - la priorità assoluta parleva della ripresa. lando di lavoro sia quella di un intervento forte sul costo del lavoro, e per intervento forte intendo la neutralizzazione del costo del lavoro dalla base imponibile Irap. E poi abbiamo perso competitività perché negli ultimi 8 anni la Germania ha diminuito del 2% il costo del lavoro per unità di prodotto e l’Italia l’ha aumentato del 9%: io credo che sia necessario procedere a un intervento forte sul cuneo fiscale, che in Italia sul lavoro è del 53%: siamo ai livelli più alti”: Squinzi ha individuato un’ulteriore priorità nel pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. “Una situazione di inciviltà assoluta – ha chiosato -: oltre 100 miliardi di ritardi nei pagamenti dei debiti non si possono nemmeno commentare”. Il presidente ha ricordato come l’iter per lo sblocco dei fondi fosse partito da un colloquio con il Capo Il presidente di dello Stato Giorgio Napolitano, e come questi si Confindustria, Giorgio Squinzi fosse speso, con un “intervento fortissimo e irrituale”, affinché si andasse in questa direzione. “La nostra richiesta era di 48 miliardi immediatamente – ha ricordato Squinzi -, ovvero i due terzi dei 71
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PalaLevico gremito per l'Assemblea 2013 di Confindustria Trento
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miliardi calcolati da Banca d’Italia al 31 dicembre crescita del 3%: una crescita vera e robusta, capace 2011, poi aumentati a 91 al 31 dicembre 2012, oggi di creare occupazione e posti di lavoro, in particocresciuti oltre i 100 miliardi. Il risultato non ci fa lare per i giovani. Ora tuttavia le proiezioni sono esultare ma è un segnale forte”. in contino peggioramento”. Buoni segnali, secondo il presidente di Confindu- Alla richiesta di dare un voto al Governo, Squinstria, sono pure le prese di posizione del presiden- zi non si è sbilanciato, aggiungendo che apprezza te della Cassa Depositi e Prestiti Franco Bassanini il presidente del Consiglio Enrico Letta “perché il e del ministro all’economia Fabrizio Saccomanni, fatto di riflettere, fare l'inventario e l'analisi dei “che ci lasciano intendere si possa pagare molto di problemi mi sembra un metodo che può essere più, e questo è fondamentale”. anche corretto, purché poi alla fine si prendano le Sollecitato da Cabrini, Squinzi ha poi dichiarato la decisioni vere, perché tutto ci possiamo permettere, propria contrarietà all’aumento dell’Iva e ha auspi- tranne che continuare a ritardare le soluzioni”. cato interventi volti a una rimodulazione dell’Imu sui terreni e sui capannoni. “Ci sono casi nel nostro sistema produttivo – ha rammentato - in cui gli edifici sono parte integrante della produzione: penso al settore dei prefabbricati per cui l’imposta costituisce un onere veramente importante”. Parlando di edilizia, il presidente ha caldeggiato la sua ripartenza, perché il settore “può essere un volano importante per la ripresa, come sta succedendo negli Stati Uniti. L’economia americana è ripartita grazie all’edilizia e all’automobile”. Sulla politica europea dell’austerità che ha guidato sinora la risposta alla crisi, l’affondo: “Non si può continuare su questa linea di solo rigore: l’Europa deve ritrovare lo spirito del Trattato di Lisbona: investire sul futuro, investire il 3% del Pil in ricerca per fare innovazione”. Così l’Italia: “Noi siamo messi un po’ peggio di tutti gli altri. A gennaio Confindustria presentò un manifesto per l’Italia che può e deve crescere, in cui era contenuta una serie di proposte per quello che speravamo sarebbe stato un governo stabile per i prossimi cinque anni. L’obiettivo era di arrivare al 2018 con una
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Scelte aziendali per contrastare la recessione Antonello Briosi, Fabrizio Resmini e Mauro Scaccianoce gli ospiti della tavola rotonda moderata da Andrea Cabrini nel corso dell’Assemblea Generale di Confindustria Trento.
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di Primo Bee
Le esperienze
di uomini d’azienda che quo- talsistem, ha continuato, Briosi, è un’azienda “in tidianamente sono chiamati a rapportarsi con un grado di esportare in paesi ove il costo del lavoro contesto economico che la recessione ha reso sem- è dieci volte inferiore al nostro” e questo è stato pre più impraticabile, hanno animato il dibattito possibile perché, attraverso continui processi di della tavola rotonda, tenutasi durante l’Assemblea innovazione di processo e di prodotto, abbiamo Generale, moderata da Andrea Cabrini, direttore acquisito un know-how tale da permetterci di di Class Cnbc, alla quale hanno partecipato Anto- compensare i differenziali dei costi di produzione. nello Briosi, presidente Gruppo Metalsistem, Fa- Siamo, in altre parole, ha aggiunto il presidente brizio Resmini, country manager Sandvik Italia di Metalsistem, in grado, non solo di difendere Spa e Mauro Scaccianoce, ad Siemens Transfor- le nostre quote di mercato, ma anche di aggredire nuovi mercati con caratteristiche tra loro spesso mers Spa. Antonello Briosi, presidente del Gruppo Metalsi- eterogenee. stem, rispondendo alla domanda del moderatore Sul futuro dell’industria trentina, Briosi ha espressu quali effetti la globalizzazione della crisi ha so una previsione improntata a ottimismo afferavuto sulle strategie della sua azienda, ha sotto- mando che: “Ne usciremo alla grande, soprattutto lineato come la recessione degli ultimi anni si se non abbasseremo la guardia”. configuri sempre più come una transizione che Nel caso di Sandvik Italia – ha raccontato Resmini sta portando a cambiamenti epocali. Oggi la Me- – la strategia si è basata sullo sviluppo di un pro-
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dotto - utensili per lavorazioni di meccanica fine che ci permettesse un posizionamento nella fascia più alta del mercato e per perseguire questo obiettivo abbiamo cercato di valorizzare, quanto più possibile, la professionalità e le competenze delle risorse umane che erano presenti nell’azienda che abbiamo acquisito alla fine degli anni novanta a Rovereto e che già operava nel settore. Certo, ha continuato il country manager Sandvik Italia, la nostra leadership l’abbiamo conquistata con continui e rilevanti investimenti volti ad accrescere il livello qualitativo della nostra produzione. A questo proposito, ha ricordato Resmini, la Sandvik ha Mauro Scaccianoce investito dal 2007 a oggi oltre 25 milioni di euro per lo sviluppo del prodotto e proprio negli scorsi mesi è stato inaugurato a Rovereto un nuovo centro di ricerca. La risposta dello stabilimento di Siemens Tran- cato delle global commodities”. L’azienda di Spini sformers di Spini di Gardolo, al negativo trend di Gardolo, ha aggiunto il manager, pur operando congiunturale degli ultimi anni, ha spiegato l’am- in un high cost country, è l’unico stabilimento ministratore delegato Mauro Scaccianoce, si è ba- - dei ventuno controllati dalla multinazionale Siesato su “una riorganizzazione interna del processo mens nel mondo – a essere parte strategica delproduttivo finalizzato a una riduzione dei costi, la bussines unit per i prossimi tre anni. Siamo focalizzando l’attenzione sulle core competence riusciti, a concluso Scaccianoce, “ha conquistare e introducendo forme organizzative basate sulla una leadership interna al gruppo multinazionale lean production supportata da una struttura di mantenendo le promesse e realizzando gli obiettisub-supplier e andando a sfruttare quanto più vi prestabiliti” anche grazie al costante impegno e possibile i vantaggi comparati disponibili sul mer- alla disponibilità delle maestranze.
Fabrizio Resmini e (a sinistra) Antonello Briosi
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Comunità
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La Camera di Commercio I.A.A di Trento, con la Provincia Autonoma di Trento e in collaborazione con le Associazioni imprenditoriali di categoria, promuove, tramite la propria Azienda speciale Accademia d’Impresa, l’utilizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC) e Firma digitale mediante un servizio gratuito di formazione a distanza.
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Trentino, Europa, mondo: la traiettoria dello sviluppo L’intervento di Sergio Arzeni, direttore del Centro Ocse per l’imprenditorialità, le Pmi e lo sviluppo locale, all’Assemblea Generale di Confindustria Trento. di Paolo Angheben
rappresentanza degli industriali all’altezza della propria tradizione e del proprio ruolo sociale non può di questi tempi che sviluppare un forte radicamento sul territorio di insediamento e nel contempo cercare di collocare i temi e i problemi del territorio in uno scenario ampio: al crocevia, per così dire, dove si incrociano i flussi globali, in primo luogo delle informazioni. Questo sguardo su un orizzonte ampio in effetti chiedeva l’Assemblea 2013 di Confindustria Trento a Sergio Arzeni, direttore del Centro Ocse per l’imprenditorialità, le Pmi e lo sviluppo locale e l’intervento non ha tradito le attese. Dunque, un Trentino proiettato in Europa e nel mondo. Dall’osservatorio privilegiato di Ocse, Arzeni traccia i profili di netta discontinuità tra la situazione italiana (e in particolare del Trentino con la sua speciale Autonomia) e le esperienze migliori reperibili al di fuori dei confini nazionali. Emerge un’idea fondamentale: di fronte all’urto della crisi molte sono le reazioni possibili e non tutte risultano efficaci allo stesso modo. L’esordio dell’intervento pone subito un punto fermo: “C’è un Paese in Europa che ha un tasso di disoccupazione giovanile più basso di tutti: è l’Olanda”. Ciò induce Arzeni a sottolineare il tema del lavoro estivo nelle imprese fin dall’età di 14 anni (in Olanda il 70% dei giovani lo fa). In chiusura il direttore del Centro Ocse ricorda come in Israele un progetto di ricerca e innovazione presentato all’ufficio pubblico del Chief Scientific Officer riceve una risposta entro due settimane, al massimo entro due mesi; se l’Europa, che pure ha aumentato i fondi destinati alla ricerca nella nuova programmazione, dà risposte come minimo dopo due anni, “nel campo dell’innova-
zione sei finito, sono soldi buttati”. Nel mezzo la descrizione di una possibile traiettoria di sviluppo per uscire dall’attuale momento di stallo, di cui vale la pena riprendere i passaggi salienti. - Non c’è più il tempo del lavoro e il tempo dello studio. Bisogna lavorare e studiare tutta la vita: per cui prima si comincia meglio è. - Oggi conta molto la disciplina del lavoro: tradotto significa, per esempio, arrivare in orario, anzi prima. L’impegno nel lavoro comincia infatti dal rispetto delle regole. - L’industria – intendendosi in primo luogo la manifattura – va salvaguardata perché i fatti dimostrano che una moderna economia dei serviFoto: MoniQue Foto
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Sergio Arzeni
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zi tira quando i medesimi supportano e affiancano le imprese. - Urge un riequilibrio nelle regole dalla finanza che riattivi tra l’altro i canali del credito, in particolare a favore delle Pmi che in Europa rappresentano il 98% del totale, producono il 75% dell’occupazione e circa il 60% del valore aggiunto. Nello specifico occorre diversificare le fonti di finanziamento delle imprese, prendendo atto che nell’Eurozona ben l’80% del credito proviene dalle banche. - Nei differenti approcci dei Paesi di fronte alla crisi si trovano segnali importanti anche per noi: così in Svezia si è concesso un differimento nel pagamento di tasse e contributi sociali alle imprese in difficoltà di cassa, ispirandosi al principio che “è meglio che un’impresa non paghi temporaneamente tasse o contributi sociali, piuttosto che muoia”. In Germania, negli ultimi due anni, i termini di pagamento tra imprese si sono ridotti di un terzo, in Italia è accaduto esattamente il contrario e ciò in barba all’European Small Business Act. Il differenziale tra Germania e Italia si gioca molto in realtà sul costo del lavoro che da noi è più alto, con i salari più bassi: per capirsi, negli ultimi dieci anni il costo del lavoro per unità di prodotto è aumentato in Italia del 25% rispetto alla Germania. Germania che – sottolinea Arzeni in uno dei passaggi più illuminanti del
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suo intervento – destina 5 miliardi/anno in politiche attive del lavoro mentre da noi le risorse vengono impiegate quasi per intero in politiche passive del lavoro e dunque si rasenta il paradosso quando si dirottano i fondi dedicati alla formazione professionale a rifinanziare la cassa integrazione in deroga. Questa del passaggio dalle politiche passive alle politiche attive del lavoro è una di quelle riforme strutturali che Ocse ritiene essenziali per l’Italia. In definitiva, “non si può continuare a pagare le persone per stare a casa senza fare nulla o addirittura fare un secondo lavoro”. - Posto che la qualità del capitale umano dipende dalla qualità degli insegnanti, il Trentino si attesta su questo specifico terreno in una posizione di vertice che lo pone allo stesso livello della Finlandia, mentre l’Italia rimane anche qui nelle retrovie (insegnanti pagati il 40% in meno della media degli altri Paesi europei). Questa è una autentica forza per l’apparato produttivo del Trentino. - Oggi, nel mondo globalizzato, hanno grande rilevanza sì l’abbattimento del carico burocratico (possibile per questa via un recupero di competitività pari all’1% del Pil) e certamente l’innovazione, ma insieme a queste ancor di più conta la velocità: mettere in campo risposte efficaci è urgente, fare presto appare davvero la questione fondamentale.
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Premiati i pionieri dell’industria trentina I riconoscimenti sono stati assegnati a due imprenditori associati over 75: hanno ritirato il premio nel corso della parte privata dell’Assemblea Generale di Levico Guido Bertò e Umberto Zanoni.
Guido Bertò
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inizia l’avventura imprenditoriale negli anni Sessanta, quando diventa socio fondatore delle Costruzioni Ices. L’impresa porta a termine i primi lavori nel campo dell’edilizia sull'altopiano della Paganella, nella bassa Valle di Non e nella Piana Rotaliana. Nel frattempo, Bertò riveste ruoli amministrativi e tecnici per altre società operanti nel settore e diventa socio fondatore dell’azienda Autotrasporti Brenta. Dagli anni Sessanta ad oggi, le Costruzioni Ices si
Guido Bertò riceve il riconoscimento dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi
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sono notevolmente sviluppate nel settore dell'edilizia pubblica, dell'edilizia privata e nel settore immobiliare. L’impresa, che inizialmente contava pochi dipendenti, impiega attualmente circa settanta persone, confermandosi come il successo imprenditoriale di una famiglia di Spormaggiore. Dopo sessant’anni di lavoro, affrontati dalla prima e dalla seconda generazione, la società si sente ancora giovane per affrontare le numerose sfide poste dagli scenari attuali.
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Il presidente di Confindustria Squinzi premia Umberto Zanoni
Umberto Zanoni
parte per la Germania in giovane età, esercitando la professione di fresatore e tornitore meccanico. Durante gli anni trascorsi all’estero, si specializza nel settore della costruzione e vendita di macchinari per lavanderie industriali. Forte di queste esperienze, realizza il suo sogno ritornando in Italia: nel 1974 fonda la Lavanderia Industriale Zbm. L’azienda inizia con il lavaggio per il settore alberghiero e ristorativo impiegando dodici dipendenti; negli anni incrementa il suo raggio d’azione nel triveneto. Costituisce quindi una seconda realtà in Val Sarentino per il mercato dell’Alto Adige, occupando altri cinquanta dipendenti. A partire dagli anni Novanta, con grande intuizione, decide di puntare sul mercato sanitario, che prospetta future opportunità di espansione e crescita. In pochi anni Zanoni trasforma l’azienda, dando ulteriore impulso e sviluppo all’attività e portandola fino a 160 dipendenti. Oggi la Lavanderia Industriale Zbm è un’eccellenza del Trentino, tra i leader nazionali del settore.
Premiati anche i giovani Nel corso della parte privata dell'Assemblea sono stati estratti come di consueto alcuni premi riservati ai giovani presenti in sala: ai più fortunati sono andati quest'anno due voli aerei per Francoforte e altrettanti i-pad. Un i-pod è stato donato invece al più giovane della platea, coinvolto nelle operazioni di sorteggio.
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Associati da oltre cinquant’anni Nel corso dell’Assemblea Generale di Levico la premiazione di tre aziende: Fratelli Berti Legnami Srl, Italcementi e Sif Impianti Funiviari Lusia Spa.
Fratelli Berti Legnami Srl -
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Avviata nel 1961 da Girolamo Berti, che in quell’anno aveva rilevato una segheria a Castello di Fiemme, la società è passata dal 2007 nelle mani dei figli, che negli ultimi anni hanno ampliato e innovato il comparto produttivo. La società, da sempre attenta alla valorizzazione della qualità e della provenienza del legno impiegato, ha voluto certificare la propria produzione ottenendo, sei anni fa, il certificato Pefc-Catena di Custodia. Un ramo dell’azienda è dedicato alla carpenteria in legno: a tal proposito, nel 2011, l’azienda ha ottenuto la certificazione Ce quale centro di trasformazione elementi strutturali in legno; l’anno successivo è qualificata come centro di produzione di legno massiccio. Nel gennaio
Perluigi Berti, F.lli Berti Legnami Srl, riceve il riconoscimento dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi
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scorso l’impresa ha acquisito l’attestato Soa per le categorie OS6 classe II° e OS32 classe II°. L’azienda Fratelli Berti Legnami Srl cura e segue direttamente la realizzazione delle strutture, dalla progettazione alla fornitura, trasporto e posa del materiale direttamente in cantiere. “La tradizione e la cultura delle nostre valli – ci spiegano -, e insieme la fortuna di vivere in una cornice di boschi secolari, ci ha permesso fin dai primi passi della nostra attività di valorizzare e utilizzare un materiale dalle caratteristiche e qualità rinomate e riconosciute ormai dall’intero mercato del legno. Una tradizione naturale che intendiamo continuare a perseguire nel tempo e che da sempre è stata un punto fermo della nostra filosofia aziendale”.
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La consegna del premio a Domenico Susca, Italcementi Spa
Italcementi - Presente in 22 Paesi, con 19mila dipendenti, il Gruppo Italcementi è il quinto produttore di cemento a livello mondiale. Da oltre un decennio persegue una strategia fondata sull’impegno per lo sviluppo sostenibile: è socio fondatore della Cement Sustainability Initiative (il focus group del World Business Council for Sustainable Development dedicato al cemento) e fa parte del Global Compact, l’iniziativa promossa dall’Onu con l’obiettivo di salvaguardare la sostenibilità dei processi di crescita economica. La politica ambientale rappresenta quindi uno dei valori centrali della mission del Gruppo, e il ripristino delle cave e la conservazione della biodiversità si inseriscono nelle azioni adottate per raggiungere questo ambizioso scopo: un esempio
è la cava di Ponte Oliveti, a Lasino. La Sicurezza rappresenta un altro dei valori fondamentali per Italcementi. Il Gruppo ha recentemente approvato una “Politica per la Sicurezza” all’insegna del motto “Sicurezza: uno stile di vita”. I risultati non sono mancati: in questi anni Italcementi ha ridotto di oltre l’80% l’Indice di frequenza degli infortuni nei propri impianti e ha ottenuto la certificazione ambientale ISO 14001 per tutti i siti produttivi in Italia. Anche per quest’aspetto la cementeria di Sarche di Calavino è un caso esemplare: lo scorso maggio i lavoratori hanno infatti festeggiato i tre anni senza infortuni. Un successo che testimonia il continuo impegno dell’azienda sul tema della sicurezza e che si concretizza grazie al coinvolgimento in prima persona di tutti i dipendenti.
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Sif Impianti Funiviari Lusia Spa –
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L’impresa possiede e gestisce sei impianti di risalita nella zona Moena - Passo Lusia, che con quelli della vicina zona di Bellamonte costituiscono il comprensorio sciistico Ski Area Alpe Lusia, ed è proprietaria di tre rifugi (il più noto è lo Chalet Valbona). La realizzazione dei primi impianti risale al 1968; a partire dagli anni Novanta, con l’ingresso di nuovi soci e sotto la presidenza di Guido Guadagnini, sono stati realizzati invece i primi impianti per la produzione di neve e si è provveduto alla sostituzione e l’ammodernamento di parte degli impianti preesistenti. Nel 1999 ha assunto il timone della società l’imprenditore fassano Umberto Anzelini. Da allora
La premiazione di Umberto Anzelini, Sif Impianti Funiviari Lusia Spa
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si è condotto a termine il completamento della seggiovia Piavac e della pista corrispondente, ed è stato totalmente ricostruito lo Chalet Valbona, affinché sia fruibile anche agli escursionisti che lo raggiungono a bordo della telecabina Ronchi Valbona. Nel corso del 2008 inoltre la società ha investito oltre venti milioni di euro nella sostituzione dei vecchi impianti, realizzando un unico impianto denominato “Ronchi - Valbona - Le Cune”. La società conta oggi oltre quattrocento soci. “Se ancora oggi esiste – spiegano – bisogna tuttavia ringraziare quei venti pionieri che nel 1962 l’hanno costituita, credendo fortemente nella necessità di creare una zona sciistica necessaria per uno sviluppo turistico ed economico del territorio”.
nord invest trentino alto adige
Di Lorenzo Chizzola
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Quaranta progetti per l'innovazione aziendale Presentati i risultati della collaborazione tra Confindustria Trento e Fondazione Bruno Kessler per l'innovazione nell'industria trentina.
A tre anni
dalla firma dell’accordo di collaborazione, Confindustria Trento e Fondazione Bruno Kessler hanno tracciato, nei giorni scorsi, un bilancio dell’attività. I risultati sono stati presentati in conferenza stampa dal presidente Fbk Massimo Egidi, dal vicepresidente di Confindustria Trento e di Fbk Giulio Bonazzi, dal responsabile Ricerca e Innovazione di Confindustria Trento Alessandro Santini e dal delegato Fbk per i rapporti con l'industria Paolo Gregori. Presenti il direttore di Confindustria Trento Roberto Busato e il segretario generale Fbk Andrea Simoni. L’accordo era stato siglato il 18 maggio 2010 con l’obiettivo di favorire la collaborazione tra ricerca e impresa, tramite progetti di innovazione e attività di trasferimento tecnologico. L’accordo prevedeva, come punto di partenza della collaborazione, il distacco di un delegato di Fbk in Confindustria Trento. Paolo Gregori (Area innovazione di Fbk), è quindi entrato nella struttura di Confindustria Trento presso l’Area Ricerca e Innovazione, dove opera tutt’oggi visitando le aziende e portando imprenditori e manager nei laboratori di Povo. Dal 2010 ad oggi della partnership Fbk-Confindustria Trento hanno beneficiato un centinaio di aziende associate a Palazzo Stella. Una
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quarantina di questi contatti hanno portato ad attività concrete di collaborazione, nella forma di progetti finanziati, consulenze specialistiche, service tecnologici e alta formazione. Anche grazie a questa attività, il numero di progetti di Fbk con aziende associate a Confindustria Trento negli ultimi tre anni è cresciuto in modo rilevante, passando dai 6 progetti su commessa diretta del 2010 ai 12 del 2011 e ai 13 del 2012. A questi si aggiungono tre progetti europei vinti da Fbk in cordata con aziende associate, due progetti Esa (European Space Agency) e un progetto Mise (Ministero dello Sviluppo Economico). In generale, l’azione di collaborazione di Fbk su progetti con l’industria locale (compresi gli spinoff, le newco e le aziende non appartenenti a Confindustria Trento) è cresciuta numericamente nel corso dell’ultimo triennio. Alcuni esempi di progetti di innovazione realizzati nell’ambito della partnership: - “Software evoluti di simulazione e controllo per interfaccia uomomacchina” con Marangoni Meccanica - “Sistemi multimediali innovativi per la didattica e l’apprendimento” con Edizioni Centro Studi Erickson - “Sistema hardware-software per il management dei parametri Leed” con Far Systems – Gruppo Tosoni - Progetto europeo Digespo, che coinvolge, fra le altre, anche l’azienda trentina El.Ma
Un momento della conferenza stampa
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- I progetti europei Dihra ed Eu-Bridge, che coinvolgono, tra le altre, anche due aziende trentine associate (Domoticarea e Pervoice) sui temi della domotica e del riconoscimento vocale e traduzione automatica del parlato. Nel caso di collaborazioni su progetti europei e internazionali, come negli esempi sopra citati, parallelamente agli obiettivi di progetto, si sviluppa una importante apertura alla internazionalizzazione delle imprese partner, perché durante il progetto di ricerca applicata si collabora costantemente con gli altri partner di diversi paesi, aumentando l’attitudine alla collaborazione internazionale ed entrando a contatto con un network globale. Su questa azione si concentrerà l’impegno futuro nella collaborazione fra Fbk e Confindustria Trento, per coinvolgere un numero sempre maggiore di aziende del territorio sui progetti internazionali, anche in vista del nuovo programma europeo di finanziamento ai progetti di ricerca (Horizon 2020) che inizierà nel 2014 e sarà incentrato sulla fattiva collaborazione fra enti di ricerca e aziende. L’attività di innovazione non si è basata solo sui rapporti con le singole imprese, ma sono state realizzate anche alcune azioni di sistema che hanno coinvolto più imprese sullo stesso progetto. È il caso dello sviluppo sperimentale di una piattaforma interattiva, implementata negli smartphone degli sciatori, per il controllo e la sicurezza sulle piste da sci. Il progetto è in fase di sviluppo, dopo la prima sperimentazione della scorsa stagione invernale. Il progetto è portato avanti da Fbk con la Sezione impianti a fune di Confindustria Trento e le Forze dell’Ordine che prestano servizio sulle piste. Un altro progetto interaziendale, finanziato da un bando provinciale, ha riguardato lo sviluppo di tecnologie e soluzioni innovative per la sicurezza stradale integrata e ha visto la partecipazione di oltre
venti aziende associate a Confindustria Trento, Fbk, l’Università di Trento e altri centri di ricerca locali. L’interazione con l’Associazione industriali ha contribuito anche a mettere in contatto Fbk con le imprese del sistema nazionale di Confindustria. Sono state organizzate visite a Povo di varie delegazioni imprenditoriali: Piccola Industria di Confindustria Trento, Piccola Industria di Confindustria Verona, Giovani Imprenditori di Confindustria Vicenza, Confindustria Mantova, rete d’impresa “Rete Formazione” (costituita dalle associazioni industriali di Trento, Verona, Padova, Vicenza, Rovigo, Mantova e Bologna). Le visite hanno già portato ad alcuni studi di fattibilità per progetti di innovazione dei processi e dei prodotti delle aziende coinvolte. L’azione di knowledge transfer verso le aziende del territorio per diffondere la cultura e la capacità di gestire l’innovazione si è tradotta anche in iniziative di alta formazione. È il caso del bando nazionale di Fondimpresa (Avviso 3/2011), che finanziava progetti di innovazione per piccole e medie imprese manifatturiere. Il progetto “Green Lab – Innovazione per le Pmi”, proposto da Fbk come ente attuatore e formatore, in collaborazione con Assoservizi Srl (società di servizi di Confindustria Trento) e Siav (società di servizi di Confindustria Veneto), è stato finanziato da Fondimpresa e si è concluso nei giorni scorsi dopo un anno di attività. Cinque Pmi trentine hanno aderito complessivamente con 40 dipendenti in formazione, per sviluppare assieme a Fbk piani di innovazione tarati sulle esigenze aziendali nell’ambito della sostenibilità ambientale e dell’efficientamento energetico. Questi temi sono anche al centro della collaborazione attivata recentemente da Fbk e Confindustria Trento con Federchimica, per offrire servizi di consulenza specialistica e alta formazione per le aziende trentine.
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Confindustria Trento premiata per il cloud Confindustria Trento finalista al premio "Cloud Innovation Awards" indetto dall'Osservatorio Cloud & Ict as a Service del Politecnico di Milano.
Si è
svolto lo scorso mese di giugno a Milano il Convegno di presentazione dei risultati della Ricerca 2013 dell’Osservatorio Cloud & Ict as a Service. L'incontro - promosso dall’Osservatorio Cloud & Ict as a Service della School of Management del Politecnico di Milano - ha costituito un'occasione di confronto e analisi della situazione attuale dell’utilizzo del Cloud Computing nel mercato italiano. La Ricerca 2013 ha coinvolto i responsabili informativi di grandi imprese e Pmi con l'obiettivo di quantificare e monitorare lo stato di diffusione delle soluzioni Cloud, identificare i benefici e analizzare le barriere alla loro adozione, nonché censire i casi di successo dell'applicazione delle metodologie Cloud agli assetti Ict delle realtà economiche italiane. In quest'ultimo ambito, l’Osservatorio ha indetto la seconda edizione del Cloud Innovation Award, iniziativa diretta ad aziende e utenti di grandi e piccole/medie dimensione e pubbliche amministrazioni che hanno già attivato iniziative in ambito Cloud, e volta a sostenere la cultura dell’innovazione in ambito Cloud, premiando le aziende che si sono maggiormente distinte
nell’innovare i propri processi o le proprie infrastrutture Ict attraverso strumenti Cloud. Relativamente a tale iniziativa, a cui anche Confindustria Trento ha partecipato con il suo progetto di innovazione Ict che già da qualche anno sta portando avanti al proprio interno. "Ci fa molto piacere questo riconoscimento - spiega il direttore di Confindustria Trento, Roberto Busato - che suggella un percorso iniziato due anni fa con l'introduzione di un Crm per i rapporti con gli Associati e continuato negli ultimi mesi con la virtualizzazione del nostro sistema informatico e l'adozione di tecnologie cloud". Confindustria Trento è stata inserita fra le 15 aziende finaliste del concorso, che ha visto premiate realtà aziendali importanti come Barilla, Moby, Sky Italia, Eni, BrainCare e Ntv. "Oltre a migliorare la qualità dei nostri servizi - conclude Busato - questo progetto per noi rappresenta una sperimentazione a beneficio delle aziende associate. In altre parole, siamo una sorta di laboratorio di soluzioni e tecnologie informatiche che, una volta testate con successo, proponiamo alle imprese per incrementarne la competitività".
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Stampa della Provincia APP realizzata dall’Ufficio ia “Incentivi PAT” è la nuova e alle imprese gli incentiv dini citta ai e scer cono far autonoma di Trento per vari settori pubblici dai ione osiz disp a si omiche mes le sostegno delle attività econ are in un unico luogo tutte PAT” ti darà modo di trov incentivi della Provincia. “Incentivi one. Sono moltissimi gli gazi navi di ma siste plice informazioni con un sem lti e alla tipologia ivisi in base a chi sono rivo raccolti, catalogati e sudd igazione più adatto a te! Buona Nav llo que are trov che d’intervento… Non resta
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Provincia autonoma di Trento
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Il manifatturiero al centro Dieci Confindustrie regionali del Centro-Nord, tra cui la federazione del Trentino-Alto Adige, hanno organizzato un evento per parlare dell'importanza del manifatturiero per l'Italia e l'Europa.
Le dieci
Confindustrie del Centro-Nord insieme per un nuovo manifatturiero. Con l’ambizione di aprire un dibattito sul tema dello sviluppo futuro del Paese, le principali associazioni industriali regionali si sono date appuntamento a Venezia il 3 luglio per un confronto che ha visto protagonista, tra gli altri, Gary Pisano, professore di Business Administration all’Harvard Business School. Pisano è uno dei massimi esperti al mondo di “back to manufacturing”, il ritorno alla manufattura che sta risollevando l’economia americana. Il convegno dal titolo “Il nuovo manifatturiero: un progetto di crescita industriale per il Paese”
è stato organizzato e promosso dalle Confindustrie di Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, e Veneto con il contributo della Banca Popolare di Vicenza. Il manifatturiero è l’asset più importante dell’economia italiana, l’unico in grado di trainare la ripresa. Ma per raggiungere questo obiettivo è necessario difendere la base industriale del Paese e investire nella “nuova manifattura”, portando la rivoluzione digitale nelle fabbriche e creando nuovi e più efficienti sistemi per produrre, innovare, distribuire. Per questo tra gli ospiti era presente Gary Pisa-
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no: gli Stati Uniti hanno già iniziato a percorrere con decisione questo sentiero, ottenendo fin da subito risultati importanti sia in termini occupazionali che di crescita del prodotto interno lordo. Il docente di Harvard ha illustrato la filosofia alla base del “back to manufacturing” statunitense, sul quale stanno investendo l’amministrazione Obama e le imprese americane. Ad aprire i lavori il padrone di casa, presidente di Confindustria Veneto, Roberto Zuccato, che ha tenuto una relazione introduttiva. A seguire, dopo lo speech di Pisano, la tavola rotonda moderata da Sebastiano Barisoni, di Radio 24, legata alle potenzialità del nuovo manifatturiero, con la partecipazione di Maurizio Marchesini (Marchesini Group), Adolfo Guzzini (I Guzzini), di Gianluigi Viscardi (Gosberg), di Alberto Baban (Tapì) e di Stefano Micelli, autore di "Futuro Artigiano" e professore all’Università Ca' Foscari di Venezia. A concludere i lavori Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria. “Il momento eccezionale che sta vivendo l’economia italiana – spiega Paolo Mazzalai, presidente di Confindustria Trento – richiede iniziative dal carattere straordinario. Dobbiamo unire le forze e le idee: solo così possiamo sperare di fare tornare a pieno regime il motore dell’industria
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nazionale. All’Italia da troppo tempo manca una politica industriale. Noi vogliamo dare il nostro contributo, offrendo una vision che passa necessariamente da un vero rilancio della manifattura. Quella manifattura che assembla design, tecnologia, digitale e distintive competenze ed abilità manuali. Abbiamo invitato Gary Pisano perché ci porti l’esperienza degli Stati Uniti, che questo percorso lo hanno già intrapreso con successo. In tempi difficili come questi è importante prendere esempio da chi sta trovando soluzioni positive a problemi comuni”.
Mazzalai: "Vogliamo dare il nostro contributo, offrendo una vision che passa necessariamente da un vero rilancio della manifattura. Quella manifattura che assembla design, tecnologia, digitale e distintive competenze ed abilità manuali”.
Palma & Associati - Foto Tonina, Cassa Rurale di Mezzocorona
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Assoservizi per il passaggio generazionale La società di servizi di Confindustria Trento offre agli imprenditori uno strumento per gestire una fase complessa della vita aziendale. Abbiamo approfondito il tema con Giacomo De Candia, consulente di direzione.
Giacomo
De Candia, il tema del passaggio Esattamente, perché dalla migliore gestione del progenerazionale è cruciale in tutte le aziende di fa- cesso discende il benessere di tutti i lavoratori. La miglia, siano esse di grandi o piccole dimensioni. guida delle persone è un aspetto imprescindibile: ci In quale occasione si è reso conto che il processo vuole sensibilità, trasparenza, rispetto, un presidio costante della motivazione dei collaboratori, che può trarre beneficio da un sostegno esterno? Anni fa, un imprenditore volle che lo consigliassi a appartengono alla famiglia o meno. Se in azienda proposito del percorso del figlio, prossimo alla con- le cose non vanno bene, magari proprio a causa di clusione del ciclo di studi. Mi chiese se era opportu- un conflitto esistente tra la generazione entrante no inserirlo immediatamente in azienda, o se non e la generazione in carica, il rischio che corre il fosse meglio spingerlo a fare esperienze diverse. Io, lavoratore è altissimo. La proprietà deve essere conche mi occupavo di consulenza di direzione e for- sapevole che porta sulle spalle la responsabilità di decine, centinaia, anche migliaia di famiglie… di una fetta di comunità e di territorio.
Rete Formazione: percorsi itineranti sull’innovazione Si intitola “Persone & Aziende per l’Innovazione” il progetto di percorsi
itineranti sul tema dell’innovazione coordinato da Assoservizi nell’ambito dei rapporti con le società partner di Rete Formazione. La proposta formativa offre agli imprenditori che vi aderiranno, insieme alla ricchezza dei contenuti degli interventi tradizionali, l’opportunità di confrontarsi con gli omologhi di altri territori e di visitare aziende e strutture d’eccellenza. Gli appuntamenti saranno promossi a partire dal prossimo autunno. www.reteformazione.it
In che modo si sviluppa l’intervento? Lavoriamo sulla convivenza tra generazioni: si tratta di una fase che spesso dura a lungo. Far crescere un giovane significa aiutarlo a mettersi nella condizione di gestire in modo positivo l’azienda. Da parte nostra, curiamo le modalità attraverso le quali la generazione entrante si “allena” a fare le cose: si precisano gli obiettivi, si costruiscono i piani di azione e si individuano eventuali ostacoli al loro conseguimento. Questo consente di chiarire le capacità, la passione e la determinazione del giovane, al fine di valorizzarne le caratteristiche. La generazione in carica assume un ruolo caratterizzato dalla capacità di delega e dal monitoraggio costante dei risultati.
mazione comportamentale, scelsi di affrontare per la prima volta questo tema importante accanto alla famiglia. Fu così che misi a punto i nuovi “attrezzi” di questa particolare declinazione dell’attività. Mi Un case history particolarmente evocativo? resi conto, fin da allora, che il tema toccava sì la Potrei citare il caso di un’azienda che stiamo segenerazione entrante, ma anche la generazione in guendo ancora oggi. Da una parte, la generazione in carica: due fratelli, gemelli, dalle caratteristiche carica. E non solo. estremamente diverse e però complementari; il priSi riferisce ai collaboratori d’azienda che non ap- mo, più operativo; il secondo, visionario e creativo, capace di intravedere il business nel medio termine. partengono alla famiglia?
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39 Giacomo De Candia, consulente Assoservizi
Dall’altra la generazione entrante: i figli dell’uno e dell’altro, che avevano seguito le orme dei padri esasperandone le differenze, senza però sviluppare il legame affettivo che aveva consentito ai genitori di mantenere l’armonia e di riconoscere, nella combinazione degli approcci, la forza dell’azienda. Con il nostro supporto, la famiglia ha potuto esaminare le criticità della situazione e riscontrare i rischi del percorso intrapreso. Si è compreso che l’obiettivo principale, in quel dato momento, era ripristinare l’unità della famiglia (dunque dell’azienda) e definire un progetto strutturato che valorizzasse i profili professionali in sintonia con i bisogni dell’impresa.
Assoservizi propone un'area dedicata e incontri con aziende interessate ad approfondire il tema.
Per informazioni
Assoservizi Srl – Area consulenza strategica T 0461 935050 F 0461 390127 direzione@assoservizi.tn.it
Il concorso su ambiente e sostenibilità. Partecipa anche tu! Al concorso possono partecipare privati e persone giuridiche (imprese, comuni, associazioni, istituzioni, scuole,...) residenti o con sede legale in Tirolo-Alto Adige-Trentino.
2013
Tirol · Südtirol/Alto Adige · Trentino Sponsor principale
Possono essere presentate idee, proposte di miglioramento, progetti, nonché in generale attività e provvedimenti svolti finora in termini di tutela ambientale. Termine di adesione è venerdì 1 novembre 2013 Valore complessivo premi Euro 7.000 Premi ed iniziative ulteriori: Da parte dello sponsor principale APRIE verrà conferito un “Premio Energia Trentino” del valore di Euro 2.000, per il miglior progetto in materia di utilizzo razionale dell‘energia e/o di produzione di energia da fonti rinnovabili, presentato da privati, società, scuole o enti del Trentino. Informazioni: www.ambientetrentino.it - Tel. 0461 26 16 56 oppure www.transkom.it - Tel. 0471 28 90 87 Un progetto comune dell‘Abteilung Umweltschutz/Tirol, dell‘Agenzia provinciale per l‘ambiente/Alto Adige, Agenzia provinciale per la protezione dell‘ambiente/Trentino e la Transkom Sas.
col sostegno di
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Buon segno.
È il segno del gruppo Marangoni. Uno dei pochi al mondo a gestire tutte le attività connesse all’intero ciclo di vita del pneumatico: dai macchinari per l’industria del pneumatico alle gomme per usi industriali, dalla produzione di pneumatici nuovi ai ricostruiti, dai sistemi per la ricostruzione alla distribuzione. È il segno di un’azienda in movimento verso il futuro, continuamente alla ricerca di materiali e tecnologie all’avanguardia. È segno di un grande rispetto per l’ambiente che si concretizza nell’impegno per il recupero dell’energia attraverso lo smaltimento. Ecco perché, se sulla vostra strada c’è Marangoni, è sempre un buon segno.
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speciale metalmeccanica
"Un settore dinamico e vitale per il Trentino" Intervista a Giovanni Coletti, vicepresidente di Confindustria Trento e presidente della sezione Metalmeccanica.
CAVALIER
Coletti, qual'è l’andamento del comparto in Trentino? Il comparto della meccanica sta soffrendo meno rispetto ad altri comparti economici. Soffre meno soprattutto chi ha investito fortemente in ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e in tecnologie innovative. Il trend congiunturale del settore nel 2012 è stato contraddistinto da un incremento del 4,5% dei livelli di produzione, mentre il fatturato ha segnato un modesto +0,5%. Il primo trimestre dell’anno in corso ha, invece, evidenziato una variazione tendenziale negativa con riferimento al fatturato (-3,4%), mentre la produzione è risultata pressoché stazionaria. Va sottolineato che, nonostante i risultati positivi registrati nell’ultimo biennio, il settore non è riuscito a recuperare le gravi perdite subite nella fase recessiva, a cavallo fra il 2008 e 2009.
e di attrarre nuovi investimenti. C’è più di una ragione, ancora oggi, perché anche un’azienda di grosse dimensioni voglia innestare la propria attività sul nostro territorio, che – non dimentichiamolo – occupa una posizione strategica anche sotto il profilo geografico. Tali condizioni vanno approfondite e implementate, per fare del Trentino un’isola di eccellenza nelle politiche industriali. Quali sono le conditio sine qua non dell’attrattività del territorio? Una pubblica amministrazione ricettiva ed efficiente, capace di offrire risposte celeri e adeguate alle giuste rivendicazioni di chi fa impresa. Strategie di sistema lungimiranti, che sostengano chi investe in innovazione, ricerca e sviluppo. In questo stesso sen-
I casi di Subaru e Whirlpool alimentano lo spauracchio della fuga delle multinazionali dal nostro territorio. È un processo senza ritorno? Non credo. I recenti episodi ci ricordano semmai quanto sia importante alimentare un sistema economico e sociale in grado di preservare gli insediamenti storici
Giovanni Coletti
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so, proficue relazioni con il mondo della ricerca, nell’ottica di una più stretta collaborazione nella sperimentazione di soluzioni innovative, e ancora – nei rapporti con il sistema scolastico e universitario - una maggiore condivisione dei fabbisogni formativi e professionali delle imprese. Le competenze della manodopera sono un presupposto fondamentale della competitività delle imprese… Senza dubbio. Per questo sostengo che, nella progettazione dei corsi di laurea come nella stesura dei piani formativi, sia opportuno non tralasciare le previsioni di sviluppo del panorama economico locale. è il caso, ad esempio, del Polo della Meccatronica. Senza contare che la presenza di un solido nucleo di manodopera specializzata in un dato territorio è di per se stessa fattore del suo appeal. Sempre in tema di formazione, altro dato cruciale per la tenuta della competitività delle imprese del territorio è la promozione di politiche attive del lavoro capaci di garantire una costante riqualificazione del personale. Anche e soprattutto in un momento storico come questo, gli ammortizzatori sociali devono restare l’extrema ratio, tanto quanto alla chiusura degli stabilimenti dobbiamo poter
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preferire la riconversione della produzione. Sotto il profilo delle politiche del lavoro, c’è inoltre la necessità di ricorrere a risorse che siano anche flessibili, fungibili, disponibili e proattive. In che misura il sistema trentino corrisponde a questo tipo di parametri? Come detto, alcuni approcci sono certamente vicini alle aspettative del comparto industriale. Qualche mese fa accanto alle parti sociali ed economiche del territorio, Confindustria Trento ha siglato un protocollo d’intesa con la Provincia autonoma di Trento in cui si profilano nuove azioni per promuovere la produttività e la competitività delle imprese, dunque per innescare processi di crescita dell’economia e dell’occupazione. In quel documento si fissano le priorità attese dal governo provinciale: investimenti infrastrutturali, un piano di miglioramento dell’Amministrazione, politiche per la formazione, il lavoro, la ricerca, l’innovazione, l’energia, le Ict e la green economy. Il settore metalmeccanico resta il principale volano dell’economia, su scala provinciale oltre che nazionale. Un bene per la comunità che si misura anche al di fuori dei valori del Pil.
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Gli industriali trentini hanno sempre creduto nel valore sociale della propria attività. Mi riferisco in primo luogo al welfare aziendale, dunque alla tutela del lavoratore e del benessere della sua famiglia: l’attenzione per una migliore condizione di lavoro è un aspetto importante e da implementare.
Il tema è caro anche a Confindustria Trento, che proprio nelle scorse settimane ha ottenuto la certificazione dello standard Family Audit. Sono molti inoltre gli imprenditori associati che non perdono occasione per realizzare iniziative di solidarietà, soprattutto sul proprio territorio. (sb)
La metalmeccanica trentina In Trentino il settore metalmeccanico può contare su 172 imprese con 9.156 dipendenti, con un peso percentuale sul totale dell’industria manifatturiera pari, rispettivamente, al 42,4% e al 41,1% (dati della Camera di Commercio e riferiti alle aziende con oltre 10 dipendenti). Anche questo settore, al pari dell’intera struttura industriale locale, è caratterizzato da una prevalenza di aziende piccole: il 75% delle unità locali, con il 35% degli occupati, è, infatti, ricompresa nella classe 10-50 dipendenti, mentre le aziende della classe 51-100 dipendenti sono il 24 (il 14% del totale) e occupano un quinto della forza lavoro totale del settore. Le aziende con oltre cento dipendenti sono venti (12% del totale) ma, in termini occupazionali, assorbono ben il 45% dei dipendenti del settore. Per quanto concerne la proprietà delle aziende va evidenziato come il 64% del totale sia controllato da capitale locale, un quarto da capitale nazionale, mentre le aziende straniere e/o multinazionali sono il 10% e occupano quasi il 30% del totale della forza lavoro impiegata. Il valore del fatturato per dipendente è pari a 238mila euro (il valore medio del settore manifatturiero è di 300mila euro). Va evidenziato, inoltre, che l’incidenza delle esportazioni sul fatturato e pari al 54,6%, valore particolarmente elevato considerando che tale rapporto per l’intero comparto manifatturiero si colloca al 39,8% (i dati, di fonte Cciaa, sono riferiti al 2010). La sezione metalmeccanica di Confindustria Trento, che rappresenta il tessuto connettivo dell’intera struttura produttiva locale, è quella prevalente sia per numero di aziende (19% del totale) sia per numero di dipendenti (24% del totale) e si presenta fortemente composita per tipologia di attività produttiva. Tra le tante produzioni significative del settore si possono citare quelle dell’impiantistica industriale e civile, della carpenteria leggera nelle sue forme tecnologicamente più avanzate, quelle dei componenti per autoveicoli e quella degli impianti di climatizzazione. In questo settore figurano inoltre aziende leader in comparti che vanno dall’elettronica alla meccanica di precisione, dalle macchine utensili agli elettrodomestici, dalla serramentistica alla produzione di facciate continue, dal trattamento, depurazione, filtrazione dell’aria e più in generale all’applicazione di tecnologie avanzate nel campo ambientale. (pb)
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Leader nazionali nella galvanica La Galvanica trentina e Gal.Tre sono tra le realtà più importanti del settore. Le commesse non mancano, ma i clienti ritardano i pagamenti. di Alessandro de Bertolini
Offrire
al cliente un servizio a 360 gradi il più alle lavorazioni di avvenire sempre nelle migliori possibile completo con una costante innovazione condizione operative secondo i più alti standard sui prodotti, un continuo ammodernamento dei qualitativi”. macchinari, un’attenzione particolare all’ambien- Al timone della società ci sono Remo, Giampaolo Rella ed Enrico Citroni. Giampaolo ed Enrico te e una gestione accurata delle risorse umane. Si presenta così La Galvanica Trentina Srl, azien- rappresentano la seconda e la terza generazione. da roveretana leader nelle lavorazioni galvaniche Fondata dai fratelli Alberto, Eraldo e Livio Rel(rivestimento delle leghe metalliche con materiali la nel 1936 in un vecchio scantinato nel centro vari con fini estetici, anticorrosivi e funzionali) storico di Rovereto, La Galvanica Trentina opera ininterrottamente da quasi ottant’anni nel comper il trattamento e il rivestimento dei metalli. I servizi che offre? Zincatura elettrolitica di varie parto dei trattamenti superficiali elettrochimici e tipologie, stagnatura, doratura, argentatura, niche- chimici. “Il reparto manifatturiero in Italia – spielatura e cromatura lucida o satinata ma anche pu- ga Remo Rella – è cambiato molto negli ultimi litura superficiale, verniciatura a polvere, cromata- anni. Ormai il settore è delocalizzato in Cina e zione dell’alluminio, fosfatazione del manganese, in altri Paesi emergenti. Per riuscire a prevalere deidrogenerazione e sigillatura. “Tutte le lavora- dobbiamo proporre soluzioni sempre nuove, altazioni eseguite – fanno sapere dall’azienda – sono mente tecnologiche e dagli eccellenti profili qualirealizzate seguendo le normative Uni-Iso e sono tativi. Solo così possiamo differenziarci offrendo il garantite da apposite rilevazioni di spessore, mi- nostro valore aggiunto. I cinesi propongono prezzi sure di resistenza alla corrosione e testi di aderen- più bassi ma qualità scadenti. Per questo continuza secondo normativa. Su richiesta del cliente si iamo a innovare. Ed è questo che ora (e in passeguono capitolati aziendali specifici, misurazioni sato) ci consente di mantenerci su valori sempre e test di ogni tipo. La Galvanica Trentina opera un crescenti. Non è un caso se anche in questi mesi continuo monitoraggio dei processi, consentendo stiamo lavorano a un impianto di ultima genera-
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zione per il trattamento di nichelatura, ramatura metalli da trattare, del trasporto a Rovereto (dove e stagnatura”. avvengono i trattamenti) e della riconsegna a lavoInnovazione, quindi, come antidoto contro la cri- ro finito. Per questo incidono molto sull’economia si. “Finora – continuano Remo e Giampaolo Rel- aziendale i costi dei trasporti. “Siamo penalizzati la – non abbiamo patito difficoltà e continuiamo – sottolineano – dall’aumento del costo carburanti. a lavorare bene”. A Rovereto, La Galvanica Tren- Offriamo infatti al cliente un servizio completo di tina conta una quindicina di dipendenti stabili ritiro e consegna della merce”. più un’altra decina con contratti interinali. “Ma Sin dalle origini, come oggi, La Galvanica Trentiil nodo della matassa è che molti non pagano na lavora esclusivamente per conto terzi. Di qui o pagano in ritardo. Non mancano le commesse. la necessità di garantire la massima professionaMa è spesso difficile ottenere dai committenti il lità assieme a standard qualitativi elevati con un dovuto”. servizio a 360 gradi. Per garantire un’offerta comI mercati esteri aiutano, ma l’80% del fatturato pleta l’azienda si appoggia sulla consociata Gal. dell’azienda è riferito al mercato italiano. “Lavo- Tre, anch’essa con sede a Rovereto (con un’area di riamo con i più grossi colossi del Paese – spiegano 6mila metri quadrati di cui 4mila coperti), dotata padre e figlio – come la Fiat, Agb e altri gran- di tre impianti per la verniciatura a polveri terdi partner in quasi tutti settori: dall’automobile moindurenti di metallo ferroso e non. Anche Gal. all’arredamento, dalla meccanica al comparto de- Tre possiede tutte le più moderne certificazioni gli impianti di risalita e via dicendo. All’estero sulla qualità e sul processo produttivo. ci muoviamo discretamente bene con l’Austria, la “Per il futuro – concludono Remo e Giampaolo Svizzera, la Francia e la Svezia”. – puntiamo a una maggior presenza sui mercati La sede principale de La Galvanica Trentina si tro- esteri”. Anche grazie all’esperienza personale di va nella zona industriale di Rovereto, disposta su Remo, socio fondatore di Assogalvanica (Associaun capannone di 2mila metri quadrati a cui si zione italiana industrie galvaniche) e ancora oggi aggiungono altri 2.500 metri di piazzali per il ma- consigliere nazionale, le due società (La Galvanica teriale da stazionare. Nella maggior parte dei casi, Trentina e Gal.Tre) sono da anni leader sul mercal’azienda si occupa del ritiro presso il cliente dei to italiano.
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46 informazione pubblicitaria
Sicurezza e certificazione sugli impianti di aspirazione Normativa ATEX 94/9/CE e EN 1127-1
La tipologia di costruzione dei
operative che potrebbero condur-
vasta esperienza negli ambiti di
gruppi filtranti Atex realizzati da
re all'evento esplosivo e l'adozione
applicazione della direttiva Atex.
TAMA SPA consente di utilizzare,
delle conseguenti azioni preventi-
Questo le permette di offrire un
per un'idonea protezione contro le
ve e protettive.
servizio di analisi, consulenza
esplosioni, i dispositivi conformi
Ma se da un lato le conoscenze
e progettazione in tutte quelle
alla normativa Atex 94/9/CE e EN
sui pericoli legati all'utilizzo di gas
situazioni in cui è necessario
1127-1.
e vapori infiammabili sono state
considerare la possibilità di forma-
Le direttive ATEX fissano i requisiti
ampiamente sviluppate e appro-
zione di atmosfere potenzialmente
che devono essere soddisfatti
fondite nel tempo, anche perché
esplosive a causa di polveri com-
per garantire la sicurezza degli
da sempre associate al rischio di
bustibili. In virtù di una profonda
ambienti ove è presente il rischio
incendio e di esplosione, quelle
conoscenza delle metodologie
di atmosfere potenzialmente
relative alle polveri e al loro
progettuali nell’ambito della
esplosive.
utilizzo nell'industria sono
direttiva Atex, Tama è in grado di
La movimentazione e l'utilizzo
state, e sono tutt'oggi, di difficile
fornire le soluzioni impiantistiche
industriale di sostanze polverulenti
diffusione. Sono spesso sotto-
che meglio coniugano gli aspetti
possono dar luogo a fenomeni
valutate proprio per la tipica feno-
normativi con quelli legati alla
esplosivi al di là dell'esplicita clas-
menologia associabile alle polveri
produzione, adottando i sistemi di
sificazione di pericolosità loro attri-
che possono manifestare la loro
protezione più adatti al contesto
buita: infatti qualsiasi materiale
pericolosità improvvisamente al
di utilizzo e fornendo all’utilizzato-
solido combustibile finemente
variare delle usuali condizioni
re le conoscenze necessarie per
suddiviso e disperso in aria
operative.
interagire con tali sistemi.
può provocare, se innescato,
Il rischio della possibile esplo-
un'esplosione. Per la tipica feno-
sione di polveri combustibili può
menologia esplosiva associabile
essere presente in tutte le attività
alle polveri che, apparentemente
industriali in cui esse vengono
innocue, possono manifestare la
manipolate come ad esempio:
loro pericolosità improvvisamente
- Lavorazione del legno
ed inaspettatamente al variare
- Industria alimentare
delle condizioni di utilizzo, solo
- Industria farmaceutica
un'attenta e scrupolosa analisi
- Industria delle materie plastiche
dei rischi, insieme ad uno studio
- Lavorazione dei metalli
TAMA SPA
approfondito dei pericoli intrinseci
- Industria tessile
via dell’Industria, 11
legati alla specifica sostanza, pos-
Unitamente alle competenze spe-
38012 Mollaro di Taio (TN)
sono consentire l'identificazione
cifiche in materia di disposizioni
www.tama.eu
delle possibili cause e condizioni
ambientali, Tama ha maturato una
tama@tama.eu
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47 speciale metalmeccanica
Turbine idrauliche per impianti "green" La Tamanini Hydro di Mattarello (Trento) progetta e realizza turbine idrauliche per impianti idroelettrici. Impegnata sul fronte dell'innovazione, l'azienda cerca nuovi mercati esteri.
Producono
turbine di tipo Pelton, Francis e Kaplan. In pratica, quasi tutti i tipi di turbine idrauliche utilizzate negli impianti per la produzione di energia idroelettrica in una fascia di prodotto che comprende macchine che vanno dai cinquanta chilowatt ai tre megawatt di potenza. Cioè, dagli impianti più piccoli ai più grandi a seconda dell’altezza del salto compiuto dall’acqua. Ma, soprattutto, ogni tipo di lavorazione avviene in casa. Tamanini Hydro, azienda di Trento con una decina di dipendenti, si occupa di progettazione, produzione e installazione di turbine idrauliche e impianti idroelettrici. Tutto avviene in-house. Attraverso una continua innovazione tecnologica e un costante miglioramento del prodotto, le macchine e le apparecchiature sono interamente progettate e costruite nello stabilimento di Trento, in Salita ai Dossi 5, in funzione delle caratteristiche idrauliche dell’impianto cui sono destinate. Nell’ufficio progettazione lavorano cinque persone e altrettante alla produzione. Lo stabilimento stesso, non a caso, è sostenuto da una fonte di energia rinnovabile che, “come soluzione innovativa – precisano dall’azienda – si inserisce ottimamente in un contesto mondiale di crisi energetica che necessita di diminuire drasticamente e in breve tempo l’inquinamento ambientale e i gas serra. Rivolgiamo l’attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale, sia per quanto riguarda il processo industriale interno, sia per il prodotto finale dell’azienda, trattandosi di impianti per la produzione di energia a impatto zero”. Agli standard odierni, che vedono presente il marchio Tamanini Hydro in molte regioni di Italia e in differenti Paesi europei ed extraeuropei, l’azienda è giunta dopo un percorso lungo maturato con
esperienza e professionalità. L’impresa fu fondata più di cento anni fa nel settore metalmeccanico. Poi, alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, Tamanini approda nel mercato delle centrali idroelettriche attraverso lo studio di prototipi di piccole turbine idrauliche. A partire dal 1965 ha inizio un processo produttivo che porta l’azienda alla realizzazione e installazione di oltre duecento impianti idroelettrici in Italia e all’estero. “Precisamente – spiega Silvia Tamanini – abbiamo installato ad oggi 207 impianti, di cui 63 in Trentino. Dall’ordine alla consegna, dal montaggio alla manutenzione, seguiamo tutto noi”. Amministratori
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della società sono Luciano e Stefania, rispettivamente il papà e la sorella di Silvia, che è invece responsabile del settore marketing. “Lavoriamo molto – continua Silvia – con le amministrazione pubbliche, soprattutto i Comuni, con le aziende municipalizzate e anche con società private. Ma in quest’ultimo ambito è un po’ più difficile muoversi. Infatti, per l’installazione delle nostre centrali interveniamo principalmente sulle acque dei fiumi e dei torrenti, per le quali è necessaria una concessione idroelettrica”. L’attività di Tamanini Hydro si concentra in prevalenza dove si trovano risorse idriche. Nel nord Italia soprattutto, ma anche in altre regioni e all’estero. “Siamo interessati a mercati vicini e lontani. Prestiamo molta atten-
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zione al Sud Africa, dove ci sono buone possibilità a livello idrico e pure in centro America. Concentrandosi sui mercati extraeuropei, vorremmo aprire in futuro delle sedi all’estero”. Nonostante la crisi, le commesse non mancano. “Il nostro – sottolinea – è un settore particolare”. Un settore di nicchia, un settore verde. “Sentiamo anche noi la crisi, ma stiamo procedendo bene. Gli impianti che installiamo sono impianti ‘verdi’, non alterano l’ecosistema, producono energia pulita e soprattutto fanno risparmiare al cliente poiché consentono di ottenere energia a costi minori”. Sulla base di recenti commesse e di alcuni importanti progetti in corso, Tamanini Hydro sta già lavorando a nuove soluzioni. “Non possiamo mai smettere di investire in ricerca e sviluppo – conclude Silvia Tamanini – soprattutto in un comparto come il nostro. L’innovazione è necessaria. Ci muoviamo in questa direzione al nostro interno ma anche creando rapporti di partnership verso l’esterno con importanti interlocutori. Collaboriamo da una decina di anni con l’Università di Padova, dove abbiamo finanziato un dottorato di ricerca e attualmente anche un progetto per la sperimentazione fluidodinamica sulle turbine”. (adb)
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Proiettati nel mondo e legati al territorio Le Officine Marcante (Marcante Fondi e Marcante Serbatoi) hanno clienti in tutto il mondo, ma non rinuciano ad un legame forte con il territorio e con le associazioni locali.
Marcante
Fondi Srl e Marcante Serbatoi Srl: con sede ad Ala, in via Alessandro Volta, le due società svolgono progetti con partner e committenti di tutto il mondo, dall’Europa agli Stati Uniti dai Paesi Arabi all’Africa. In mano alla famiglia Marcante, sono gestite dalla prima e dalla seconda generazione con quasi una decina di persone della famiglia impegnate nelle attività d’impresa. Complessivamente le due società danno lavoro a una trentina dipendenti più molti collaboratori legati all’indotto del ciclo produttivo e di commercializzazione. Marcante Serbatoi produce filtri in pressione per la depurazione (a sabbia, resine, carbone), serbatoi e silos di stoccaggio, tubazioni, scambiatori di calore, serbatoi per Gpl, serbatoi stoccaggio per acqua a uso irrigazione o antincendio utilizzando come materia prima acciaio al carbonio e acciaio inox. Marcante Fondi produce invece fondi bombati e tronchi di
cono per la costruzione di serbatoi e altre lavorazioni utilizzando l’intera gamma di acciaio al carbonio ma anche molte tipologie differenti di acciaio inox. Sui serbatoi realizzati l’azienda esegue varie procedimenti in base alle richieste dei clienti, dalla saldatura ai controlli di qualità, dalle ispezioni ai trattamenti termici e di verniciatura. I prodotti che escono dagli stabilimenti Marcante sono per la maggior destinati al settore del trattamento delle acque in generale sia a livello industriale sia civile. Moltissimi gli utilizzi possibili, anche di fuori del comparto acque: centrali per il teleriscaldamento, dissalatori, depuratori, componenti per i siti con piscine, terme e altre destinazioni con usi differenti come silos per inceneritori. “Non abbiamo un prodotto standard ma diversifichiamo moltissimo i nostri lavori sulla base delle richieste che ci vengono rivolte” spiega Lucia Marcante, responsabile in azienda del settore commerciale e figlia di Giuseppe.
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Assieme al fratello Francesco, Giuseppe è il fondatore dell’attività. Entrambi sono ancora oggi ai vertici delle aziende, dopo una storia di oltre mezzo secolo, quando i due fratelli dettero inizio all’impresa nel 1961. “Tra le nostre prerogative – continua Lucia – abbiamo sempre posto la qualità. Nel tempo sono stati acquisiti macchinari d’avanguardia, per permettere lavorazioni più mirate, e mezzi in grado di movimentare grandi ingombri. Con i 20mila mq dell’attuale sito industriale, le Officine Marcante possono garantire al cliente la massima flessibilità nella gestione logistica dei prodotti. Ne è passato di tempo dalla iniziale attività artigianale, dalla movimentazione manuale dei carichi, che davano impiego a pochi operai. Ma la costante è sempre rimasta l’impegno nella qualità costruttiva e l’attenzione al cliente, per essere in grado di fornire ancora oggi prodotti che sono garanzia di questo importante percorso in un pezzo di storia del nostro territorio”. Nel Duemila Marcante Fondi ha voluto certificare la propria struttura organizzativa e il ciclo produttivo con il marchio di qualità Uni En Iso 9001:2008. Marcante Serbatoi, allo stesso modo, si serve per la produzione esclusivamente di materiali certificati, condizione indispensabile per la tracciabilità richiesta dalle normative più recenti. Anche Marcante Serbatoi è certificata dal Duemila Uni En Iso 9001:2008. Stesso atteggiamento contraddistingue la famiglia Marcante nella considerazione dei macchinari di entrambe le società, che sono sottoposti costantemente a controlli, programmi di manutenzione, rinnovamenti. E nei confronti del personale, altamente qualificato e orientato periodicamente a percorsi
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di aggiornamento. “L’azienda – continua – ha sempre dato grande importanza alla scelta e alla valorizzazione dei propri collaboratori, ritenendo che solo un team affidabile e professionale possa permettere di vincere le sfide poste dal mercato attuale. All’interno dell’azienda è infatti impiegato personale qualificato, che viene formato e aggiornato costantemente, per garantire degli elevati standard produttivi e gestionali”. Altro punto fermo sono la fiducia e il rapporto con il cliente. “Sul rapporto di fiducia col cliente – sottolinea Lucia Marcante – abbiamo costruito le nostre aziende e il nostro nome. Le grandi opportunità che abbiamo avuto in passato e che continuano rinnovarsi in questi anni sono nate proprio così, magari a dispetto del prezzo dei prodotti della concorrenza, che però non garantiva all’acquirente la stessa fiducia che viene riconosciuta a noi. Allo stesso tempo, cerchiamo di essere molto chiari e non intraprendere un lavoro se non siamo assolutamente convinti di portelo assolvere con la massima professionalità”. Ultimo prerogativa, la forza del territorio. “Da quando l’azienda è stata fondata – conclude Lucia – la direzione ha ritenuto fondamentale condividere il proprio percorso con il territorio e con le realtà associative presenti. Da anni le Officine Marcante sono sponsor delle principali associazioni sportive della zona. Inoltre, sempre nell’intento della valorizzazione del tessuto socio-economico circostante, sono state attivate nel tempo varie collaborazioni con enti formativi, dal locale Istituto comprensivo, agli istituti professionali e tecnici, alla Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Trento”. (adb)
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Il capitale umano la risorsa chiave Per Siemens Transformers Spa fatturato aumentato del 10% negli ultimi due anni, con ricadute positive sull'occupazione.
“La
chiave del nostro successo risiede sicuramente nelle diverse capacità e formazioni culturali dei nostri collaboratori. Oltre quindici nazionalità sono rappresentate nella nostra realtà”. Secondo Mauro Scaccianoce, amministratore delegato di Siemens Transformers Spa, la qualità del capitale umano è il fattore primario dello sviluppo della società, specializzata nel settore dei trasformatori di potenza a partire da 15 Mva fino a 150 Mva. Negli ultimi due anni Siemens Transformers ha visto il fatturato crescere più del 10% all’anno e ciò ha comportato anche un ingente aumento dei dipendenti con evidenti ricadute sull’economia locale. Nello stabilimento di Trento, ubicato dal 1986 nella Zona Industriale a nord della città, sono attualmente impiegati oltre 170 collaboratori “e questo numero – continua Scaccianoce - è destinato ad aumentare ulteriormente nei prossimi anni”. Le unità prodotte da Siemens Transformers sono normalmente destinate ad impianti di produzione di energia elettrica del tipo idroelettrico, termico, eolico, a sottostazioni di distribuzione primaria di Società produttrici e distributrici di energia
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elettrica, oppure a grandi impianti industriali quali raffinerie, fabbriche di prodotti chimici, acciaierie. “Siemens vende i suoi eccellenti prodotti e servizi in più di 70 paesi, in tutto il mondo. Nel corso degli ultimi anni – spiega Scaccianoce - Siemens Transformers ha sviluppato una presenza sempre più rilevante sul mercato italiano e su diversi mercati d’esportazione quali l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa. Nell’ultimo periodo siamo riusciti a introdurci anche negli Stati Uniti e in Canada. Oltre i 3/4 del nostro fatturato derivano dalle nostre attività in paesi esteri. Come detto, la nostra presenza nel mercato italiano è fondamentale, ma naturalmente giorno per giorno siamo chiamati a rapportarci con un mercato ormai globalizzato”. Proprio la presenza di attori oramai più che globale - quindi una situazione competitiva tremendamente difficile – insieme alla for-
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te erosione dei prezzi che caratterizza in questo momento di crisi nazionale e internazionale la situazione attuale del settore, impongono fermezza e determinazione nella gestione del lavoro: “È il momento, ancora una volta - aggiunge l'amministratore delegato - di ridurre i costi, ottimizzare il prodotto e per ognuno di noi fare giornalmente con gioia il così detto “extra mile”. Impegnarsi dunque, a tutti i livelli, per dare gambe alla crescita. Migliorare la logistica, aumentare la capacità produttiva, e non solo con l'incremento del numero dei dipendenti: tra il 2008 e il 2009 Siemens Transformers Spa ha affrontato un importante investimento per ampliare la propria sede. Oggi la proprietà si sviluppa su una superficie di circa 15mila metri quadrati coperti dove trovano spazio gli uffici e lo stabilimento di produzione: reparti di produzione, sale prove per l’esecuzione di tutte le prove di accettazione e di tipo speciali richieste dalle norme internazionali e dai capitolati dei clienti, magazzini di stoccaggio per i materiali, aree di stoccaggio per i prodotti finiti. Ricerca e sviluppo sono molto importanti nella business unit della società. "In particolare tali attività sono gestite da casa madre e Trento partecipa alla comunità con due risorse dedicate a tempo pieno. Le sfide di Siemens Transformers per i prossimi anni - continua Scaccianoce - si chiamano: cost-reduction e
market-widening. Qualche sacrificio in più oggi per noi tutti implica una chance in più per il successo di domani". C’è infine bisogno di nuove strategie nelle relazioni con gli interlocutori del territorio. A partire dai rapporti con la pubblica amministrazione: "Stiamo cercando di rafforzare i nostri rapporti con l’ente pubblico – conclude l’amministratore delegato -, dato che in questa situazione di grande difficoltà per tutti, siamo convinti che potremo trovare la giusta collaborazione e mutua soddisfazione".
Continua la solida crescita del Gruppo Luxottica Luxottica ha chiuso il secondo trimestre con un fatturato record di 2.018 milioni di euro, in crescita del 9,4% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, e con un margine operativo del 18,4%, anche questo il miglior risultato nella storia della società. Nel primo semestre del 2013, il fatturato e' aumentato a 3.882 milioni di euro (+7,6% a parita' di cambi). ''Siamo orgogliosi di annunciare un secondo trimestre da record - ha commentato Andrea Guerra (nella foto), chief executive officer di Luxottica - e di avere conseguito ancora una volta risultati di eccellenza superando il traguardo di due miliardi di euro di fatturato netto e stabilendo il record del margine operativo a 18,4%. Un conto economico al quale si aggiunge una generazione di 200 milioni di euro di free cash flow, un ulteriore miglioramento rispetto al risultato già eccezionale del 2012''.
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Crescita costante per Blm in Trentino Adige Spa, azienda trentina del Gruppo Blm di Cantù, continua a crescere. In giugno ha organizzato il consueto Open House.
Quattromila
mq di esposizione diffusa li”. Non a caso, nel 2012 Adige e Adige-sys hanno aperti all’ospitalità di più di 300 aziende in realizzato oltre l’80% del fatturato all’estero, e due settimane, per oltre la metà provenienti in particolare negli Stati Uniti, in Brasile, sui mercati orientali e nel resto d’Europa, dove il dall’estero. I numeri dell’Open House del Gruppo Blm, even- gruppo ha aperto negli anni numerose filiali di to organizzato presso gli stabilimenti di Adige e vendita e assistenza tecnica. Adige-sys a Levico dal 6 al 20 giugno scorso, par- L’Open House di giugno è stata dunque l’occalano di una formula efficace e di un’azienda che sione per illustrare la varietà dei prodotti messi mantiene integro l’appeal sui mercati mondiali. a punto dal Gruppo, ma soprattutto la completa Per il Gruppo Blm di Cantù (che oltre alle so- padronanza e l’efficacia di un processo integracietà trentine Adige e Adige-sys comprende la to in cui le macchine dialogano per ottenere il capogruppo comasca Blm Spa), l’esposizione di migliore risultato. “Facciamo un esempio semfine primavera è un tradizionale appuntamento plice – continua Arighi -: poniamo il caso che biennale organizzato per dare piena visibilità ci si chieda di fornire i dispositivi necessari a ad un approccio produttivo che non ha eguali curvare e a forare dei tubi in acciaio. Possiamo nel mondo. “A livello internazionale – spiega fare in modo che la macchina adibita alla curLuca Arighi, direttore di Adige Spa – siamo il vatura trasferisca alla macchina di taglio laser solo gruppo in grado di realizzare l’intera gam- le informazioni necessarie affinché quest’ultima ma di macchine utensili necessarie alla lavora- calcoli senza errore, e dunque senza scarti, la zione dei tubi. Possiamo incontrare competitor posizione corretta dei fori”. più grandi nella produzione di un singolo mac- Altra caratteristica peculiare delle realtà del chinario, ma nessuno, come noi, ha un’esperien- Gruppo Blm è la convivenza e l’integrazione di za che si estende a tutte le tecnologie disponi- più tecnologie – dell’elettronica, dell’informatibili. Ed anche sul singolo macchinario la nostra ca, della meccanica, del laser e dell’automazioleadership tecnologica ci consente di battere la ne – che fanno di Adige Spa una tipica azienda concorrenza di colossi di dimensioni ecceziona- meccatronica. Di più: un’azienda meccatronica
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menti degli ultimi dieci anni, dall’inaugurazione del capannone di Adige-sys alla riqualificazione energetica e al rinnovamento dell’edificio che, in Adige, ospita le aree dedicate ai clienti. In tema di ricerca e sviluppo, è dello scorso dicembre inoltre la sottoscrizione di due accordi negoziali con la Provincia autonoma di Trento: quest’ultima ha stabilito di erogare un contributo a supporto dell’attività di ricerca delle due società; Adige e Adige-sys si sono impegnate a loro volta a incrementare i propri livelli occupazionali. E nuovi, concreti programmi di ampliamento sono alle porte. (sb) particolarmente attenta alle politiche industriali promosse sul territorio. “Siamo fortemente interessati allo sviluppo di una filiera della meccatronica che valorizzi e presidi in particolare il segmento della formazione” spiega il direttore dello stabilimento di Levico, sottolineando come il Gruppo punti da sempre sulla qualità e sulle competenze dei collaboratori, a tutti i livelli. “Un quinto dei dipendenti - spiega ancora Arighi - è laureato in una disciplina tecnica e i reparti della produzione impiegano oramai quasi soltanto periti; inoltre, oggi c’è bisogno di collaboratori che alle competenze tecniche sappiano abbinare la padronanza delle lingue, oramai essenziali nelle relazioni con clienti provenienti da tutte le parti del pianeta”. La collocazione sul territorio trentino di Adige e Adige-sys e i rapporti positivi con gli interlocutori locali (dall’amministrazione provinciale al Comune di Levico) ha offerto al Gruppo possibilità di crescita altrove impensabili. In una recente intervista, il legale rappresentante del Gruppo, Pietro Colombo aveva dichiarato, a chi gli chiedeva che differenze riscontrasse tra l’attività di Cantù e quella sul territorio trentino: “Qui la Lega Nord ha parlato molto, ma non ha mai concretizzato nulla. Lì invece, provincia autonoma, hanno poteri enormi e sostengono davvero le imprese, non chiedono loro solo soldi. Qui se ne parla, là s’è fatto”. Che molto si sia fatto, in Trentino, da parte del Gruppo Blm lo testimoniano i principali investi-
Bim incontra il design
In concomitanza con l’Open House di giugno, il gruppo Blm ha lanciato un concorso di idee per l’elaborazione di nuovi oggetti, coinvolgendo due istituti italiani di eccellenza: l’Istituto Europeo di Design e la Domus Academy, entrambi di Milano. I prodotti elaborati sviluppano le possibilità offerte dalla lavorazione delle forme tubolari applicando le tecniche rese possibili dai macchinari del Gruppo Blm, spaziando dai manufatti di uso quotidiano ai concept più avveniristici.
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I divani Gyform in Cina e in Russia L'azienda di Vigo Rendena cura da sempre i rapporti con l'estero, con risultati importanti. Realizzato un nuovo showroom "energy zero".
Spiccata
propensione all’export, ricerca di standard qualitativi di eccellenza, una sapiente conduzione familiare e tanta attenzione all’utilizzo di energie rinnovabili. Questi gli elementi che contraddistinguono Gyform Srl, l’azienda di Vigo Rendena che non conosce momenti di crisi e che decide di investire quasi due milioni di euro nella ristrutturazione e nell’ampliamento della propria sede. Gyform, specializzata nella produzione di divani e poltrone in pelle e tessuto, ha terminato in queste settimane i lavori del nuovo sito. Nei prossimi mesi è prevista la presentazione dello stabilimento: edificio modernissimo, a Vigo Rendena, che unisce alla cura del dettaglio l’impiego di materiali pregiati e la rispondenza ai più elevati parametri energetici. A settembre è prevista l’inaugurazione ufficiale dello showroom. La nuova costruzione è “energy zero”, in grado cioè di utilizzare pochissima energia per il suo funzionamento seguendo criteri costruttivi all’avanguardia. Per il riscaldamento è in funzione un impianto geotermico (sono stati eseguiti sette
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fori nel terreno della profondità di 125 metri) e il riscaldamento dell’acqua è garantito da 260 pannelli solari. “I lavori – spiegano Fabrizio Gasperi e Valeria Caola, marito e moglie, soci e amministratori dell’azienda – sono iniziati nel 2011. Abbiamo demolito il vecchio stabilimento per realizzare una struttura completamente nuova dove trovano posto un ampio showroom di mille metri quadrati distribuito su due piani con sala riunioni, servizi e coffee-room, oltre a due magazzini e un deposito pelli per altri mille metri complessivi. In totale, la costruzione aggiunge 2mila metri quadrati coperti ai 4.500 di cui già disponevamo. La progettazione e l’assistenza lavori sono state garantite dallo studio Mps di Tione, con la direzione lavori dell’ingegnere Walter Paoli, mentre la scelta dei materiali per le finiture e il design degli interni sono stati curati da nostra figlia Alessia, designer, da poco entrata in azienda”. La facciata esterna è rivestita con una lega speciale di rame e zinco. Il prodotto che ne deriva è un materiale che cambia aspetto in modo suggestivo e unico quando esposto agli agenti atmosferici, dove la tonalità cromatica ossidata appare calda e intensa”. Un colpo d’occhio notevole nel cuore della val Rendena. All’interno, uno showroom all’insegna della contaminazione tra architettura, arte e design. “Sembra quasi di entrare in una galleria d’arte, con spazi che perdono la loro connotazione commerciale, lasciando che il visitatore sia conquistato dall’atmosfera calda e accogliente, data dall’utilizzo di materiali naturali quali il legno e la pietra. Un contesto elegante destinato a ospitare le collezioni dell’azienda ma anche punto di incontro e formazione per clienti, architetti e designer”. Inoltre, viene “offerta la possibilità anche al cliente privato di visitare la fabbrica, toccando con mano i materiali di qua-
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lità, seguiti da personale specializzato in grado di consigliare al meglio le soluzioni per qualsiasi tipo di esigenza”. A Vigo Rendena – dove lavorano una ventina di persone, tutte della valle, con qualifiche e mansioni specializzate – Gyform svolge l’intero ciclo produttivo: progettazione, realizzazione e commercializzazione di divani e poltrone di alta qualità destinati a un mercato di nicchia. Alcune competenze sono esternalizzate. “Ci appoggiamo a terzisti – spiegano Fabrizio e Valeria – al fine della ricerca dell’eccellenza e per avere la garanzia di evadere le commesse nei tempi previsti. Solo chi è altamente specializzato in singole mansioni può garantirci livelli elevati di qualità. Tuttavia ogni lavorazione rientra in ditta per l’assemblaggio, i controlli di qualità e le spedizioni”. All’azienda rendenese si rivolgono personaggi celebri (Bill Clinton e Bill Gates in passato, recentemente la star della musica pop tedesca Udo Jürgens) e clienti da tutto il mondo. “Realizziamo l’80% del fatturato all’estero, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti – continuano Fabrizio e Valeria – ma puntiamo a espanderci a breve su nuovi mercati. Proprio in questi mesi stiamo ottenendo importanti commesse dalla Russia e abbiamo già realizzato le nostre prime consegne in Cina. A seguito di alcune recenti missioni in India e in Brasile, si stanno aprendo nuove opportunità che ci lasciano ben sperare.” Del resto, quella dell’export è per Gyform una vocazione. Quando, alla fine degli anni Cinquanta, Guido Gasperi (padre di Fabrizio) fondò l’azienda a Vigo Rendena si rese conto subito della rilevanza dei rapporti con gli altri Paesi. “Da sempre – continuano gli amministratori – dedichiamo grande attenzione alle fiere
internazionali, in particolare al Salone del Mobile di Milano, al quale abbiamo partecipato per 45 anni ininterrotti, e al Salone del Mobile di Colonia”. In Italia e all’estero Gyform è sinonimo di qualità. Ogni dettaglio è curato nel particolare. Oltre ai reparti produttivi, a Vigo Rendena si trova un’area di ricerca e sviluppo per l’ingegnerizzazione dei prodotti e dei prototipi. Gyform collabora con affermati architetti e designer che studiano nuove soluzioni costruttive depositandone i brevetti. Nel segno della qualità avviene anche la scelta dei legnami per la costruzione dei telai (solo legno massiccio) e delle imbottiture per i cuscini (in piuma d’oca o poliuretano espanso a quote differenziate). I pellami e i tessuti sono prodotti esclusivamente in Italia. La costruzione del nuovo showroom si inserisce proprio in questo quadro: mostrare al cliente in una sede adatta, elegante e curata la qualità dei prodotti Gyform. “Questo ci dà la possibilità di poter invitare i nostri clienti a vedere in anteprima le nuove collezioni godendo di un’atmosfera suggestiva. Inoltre organizzeremo dei meeting con i nostri agenti per formarli e prepararli. Diamo spazio anche a importanti artisti che con le loro opere d’arte valorizzano i nostri prodotti. In questo periodo nello showroom sono esposti alcuni quadri del trentino Fulvio Bernardini, in arte Fulber: i suoi tributi alla corrente Pop Art, dai colori accesi, si sposano perfettamente con l’arredamento moderno. L’impegno di questi ultimi due anni è stato notevole, ma ora siamo soddisfatti di ciò che è stato realizzato e auspichiamo che questo difficile momento per l’economia dia dei segnali di ripresa quanto prima”. (adb)
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Somministrazione in crescita del 20% in Trentino Con una forte presenza nella metalmeccanica trentina, Umana registra una crescita della somministrazione di lavoro nell'Ict e nell'hotellerie e ristorazione.
Umana
continua a crescere nella provincia trentina: lo confermano i dati relativi alla prima metà del 2013, che registrano un aumento del 20% delle assunzioni in somministrazione attraverso Umana, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “Un segno positivo, a poco più di un anno dall’apertura della nostra filiale di Trento - commenta Maria Raffaella Caprioglio, presidente di Umana - che testimonia l’apprezzamento per il nostro servizio delle aziende del trentino”. Nei primi sei mesi del 2013 la filiale Umana di Trento, assieme a quelle di Rovereto e Riva del Garda già operative da molti anni, ha infatti selezionato e inserito diverse centinaia di persone presso le aziende clienti, in netto aumento rispetto al 2012. “La somministrazione è oggi più che mai uno strumento indispensabile per permettere alle aziende di essere competitive - continua la dottoressa Caprioglio -. Di questo sono convinte sia le imprese che le istituzioni, come confermato anche dalle ultime novità normative, che non hanno pena-
Caprioglio: " La somministrazione è oggi più che mai uno strumento indispensabile per permettere alle aziende di essere competitive. Di questo sono convinte sia le imprese che le istituzioni".
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lizzato la somministrazione, ma anzi ne hanno facilitato l’utilizzo: il lavoro in somministrazione si conferma così la migliore forma di buona flessibilità oggi a disposizione delle imprese”. Umana ha tra i propri clienti aziende appartenenti a tutti i settori, ma in Trentino collabora in particolare con aziende del settore metalmeccanico, alle quali fornisce soprattutto disegnatori/ progettisti meccanici, operatori macchine controllo numerico/Cnc, manutentori ed altri tecnici specializzati, ma anche impiegati commerciali, soprattutto per il mercato estero. In crescita inoltre le richieste di personale da parte di aziende del settore Ict: trattandosi di un ambito molto specifico, basato su innovazione continua e professionalità altamente specializzate, Umana ha istituito un’apposita Area Specialistica Ict, composta da personale dedicato con approfondita conoscenza del settore. Le assunzioni di Umana si confermano numerose anche nell’hotellerie e nella ristorazione, che Umana gestisce attraverso l’Area Specialistica Turismo&Ristorazione, che ha proprio in Trentino alcune delle sue collaborazioni più importanti. All’offerta di Umana (somministrazione di lavoro a tempo determinato e indeterminato, ricerca e selezione del personale, formazione, outplacement) si è poi aggiunta l’opportunità di inserire giovani in apprendistato attraverso la somministrazione: “Si tratta di una preziosa opportunità di “flessibilizzare” l’apprendistato, rendendolo più facilmente utilizzabile per le imprese, attraverso il nostro supporto nella pianificazione del percorso e del piano formativo individuale, nella verifica dei requisiti, nella attivazione e gestione del percorso e nel tutoraggio” conclude la presidente Caprioglio.
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Più attenzione alle esigenze delle imprese Intervista a Lorenzo Delladio, vicepresidente neoeletto di Confindustria Trento con delega all’internazionalizzazione.
Vicepresidente
Delladio, in che misura e che dovrò togliere qualche mezza giornata di termini l’esperienza maturata dalla sua azien- lavoro alla mia azienda, ma sono altrettanto da sui mercati esteri la favorirà nel ruolo as- convinto che ci si debba mettere a disposizione del territorio, se ce n’è il bisogno, dal momento segnato? Sono assolutamente convinto che la mia espe- che negli anni passati quello stesso territorio ti rienza personale di imprenditore che guida una ha dato tanto. azienda tutt’oggi in crescita, che esporta oltre l’80% della propria produzione in ben 74 pae- Quali le priorità sul piano politico e in termisi, potrà essere di grande aiuto all’interno del ni di servizi a sostegno dell’internazionalizzaprogramma internazionalizzazione di Confin- zione delle aziende associate per il biennio? dustria Trento. Per questo ho accettato l’invito Il primo obiettivo, a una settimana dalla mia del presidente Paolo Mazzalai. Mi rendo conto nomina ufficiale, è stato quello di incontrare il governatore Alberto Pacher e il suo staff per porre le basi di una collaborazione tecnico-politica che ritengo essenziale e fondamentale per il corretto funzionamento del sistema di aiuti e incentivazioni all’internazionalizzazione delle aziende trentine. Il governatore si è dimostrato assolutamente disponibile e ha dato mandato ai suoi dirigenti affinché si rendano attivi da subito a recepire le esigenze che abbiamo messo sul tavolo. Ho chiesto velocità nell’intervento e semplificazioni sia nelle interpretazioni delle leggi sia nella stesura delle domande di contributi. Abbiamo condiviso l’opportunità di decisioni politiche dinamiche quanto le aziende moderne, che non hanno altra scelta per restare sul mercato globale, sempre più difficile e competitivo. Quali i servizi specifici su cui preferireste puntare? Le priorità del mondo delle imprese sono estremamente chiare. Su molti di questi fronti Confindustria Trento si sta muovendo con l’ausilio di uno staff di esperienza e serietà - l’area internazionalizzazione della sua società di servizi As-
Lorenzo Delladio
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soservizi – in sintonia con l’attività di Trentino Export. Agli associati offriamo già consulenza in tema di certificazione dei prodotti per l’esportazione, marchi e brevetti, finanziamenti provinciali, nazionali pubblici (Finest) e privati (istituti bancari), europei e internazionali, e ancora assistenza per la contrattualistica internazionale,
Le priorità del mondo delle imprese sono estremamente chiare. Su molti di questi fronti Confindustria Trento si sta muovendo con l’ausilio di uno staff di esperienza e serietà - l’area internazionalizzazione della sua società di servizi Assoservizi – in sintonia con l’attività di Trentino Export.
Poiché la formazione garantisce alle imprese un presidio delle conoscenze e un costante aggiornamento, continueremo a promuovere attività formative di eccellenza. Da questo punto di vista, va ricordato che si sta svolgendo a Palazzo Stella il percorso “Management per l’internazionalizzazione d’impresa” avviato da Assoservizi a primavera, per cui il riscontro in termini di adesioni e di soddisfazione dei partecipanti è più che confortante: gli interventi hanno coinvolto fino ad oggi una ventina di aziende. Del resto, le docenze sono state affidate ad esperti del settore estremamente competenti e la selezione dei temi trattati nel corso delle azioni risponde alle priorità individuate e a una precisa analisi dei fabbisogni rilevati presso le stesse imprese.
Come Confindustria Trento intende coordinarsi con le altre strutture per l’internazionalizzazione attive sul territorio, da Trentino Export a Trentino Sviluppo, con il nuovo Sportello unico per l’internazionalizzazione? Ad oggi viene concordato il processo di condivisione di un progetto territoriale unitario che offra risposte e benefici concreti alle imprese è ancora in corso. Come detto, il dialogo con le parti interessate è stato avviato con l’intenzione la normativa estera, le problematiche fiscali e di pervenire al più presto a una sintesi efficace doganali. Palazzo Stella è pure un punto di rife- e feconda. Da parte nostra, sosteniamo con forrimento nel supporto per le analisi di mercato, za il valore delle esperienze acquisite in tanti la ricerca di partner all’estero, l’organizzazione anni di lavoro: il nuovo assetto dovrà dunque di incontri B2B, l’intermediazione linguistica, la tener conto delle professionalità in essere, che partecipazione alle fiere internazionali, l’assi- non devono in nessun modo essere disperse. stenza nella concretizzazione di accordi di ven- Sono certo che perverremo al più presto a una dita e post vendita. Un tema particolarmente soluzione che garantisca il migliore equilibrio delicato è quello delle missioni all’estero, che dei contributi degli attori coinvolti e la più incivanno gestite prestando estrema attenzione ai siva azione a favore delle imprese trentine. (sb) profili e alle esigenze delle singole aziende. Abbiamo messo a punto un questionario che ci consenta di capire, in questo senso, quali sono le attese e le prospettive delle nostre imprese. Confindustria Trento intende continuare a puntare sulla formazione all’internazionalizzazione delle aziende associate?
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Nuovi servizi per l’internazionalizzazione Le certificazioni dei prodotti per l’esportazione, proprietà intellettuale ed industriale, brevetti, modelli, marchi, copyright, domain names e misure anticontraffazione. di Nicolò Andreini, Area Internazionalizzazione di Assoservizi Srl
Confindustria
Trento, per il tramite di Asso- Altro pre-requisito per l’accesso in molti mercaservizi, nel bimestre giugno-luglio 2013 ha organiz- ti esteri risiede nell’opportunità a che l’azienda zato oltre venti incontri di consulenza individuale proceda per tempo alla registrazione del proprio a vantaggio di altrettante aziende trentine su due marchio e/o brevetto, al fine di assicurarsi, rispetmacro-temi prioritari per l’internazionalizzazione: tivamente, di poter utilizzare il proprio logo e di da un lato, le certificazioni dei prodotti per le poter proteggere il proprio prodotto innovativo esportazioni e, dall’altro, proprietà intellettuale e da eventuali emulazioni. Comunemente, infatti, il industriale, brevetti, modelli, marchi, copyright, marchio di imprese o il loro prodotto viene copiato, con conseguenti evidenti danni in seno alla domain names e misure anticontraffazione. stessa azienda per l’attività in Italia come all’estero. Confindustria Trento, per il tramite di Assoservizi, ha intenzione di puntare nel medio periodo Le nuove competenze di sull’assistenza individuale sui due macro-temi citati. L’Area Internazionalizzazione, in collaborazioAssoservizi a sostegno ne costante ma non esclusiva con alcune strutture dell'internazionalizzazione delle professionali tecniche, fornisce a tariffe scontate e aziende associate: la società di vantaggiose, assistenza su ogni tipologia di certificazione per l’esportazione, marchi, modelli, breservizi di Confindustria Trento vetti, ecc., fino all'affiancamento nella procedura offre alle imprese le consulenze di ottenimento della documentazione stessa da parte degli enti preposti, così come nella modunecessarie all'accesso sui mercati listica di richieste di rimborso di parti dei costi esteri. sostenuti legge provinciale 6/99 sugli Aiuti per l’Internazionalizzazione delle Imprese). Si tratta di nuove competenze, accanto a quelle Sapere se e quali certificazioni i prodotti trenti- tradizionali, con cui Assoservizi, su mandato di ni debbano o meno avere per accedere ai singoli Confindustria Trento, si propone di sostenere l’inmercati esteri di interesse è chiaramente uno dei ternazionalizzazione delle aziende associate. pre-requisiti per l’esportazione. Infatti, ciascun Paese ha le proprie certificazioni dei prodotti, obbligatorie o comunque a volte opportune. Così, in Per informazioni: alcuni mercati il prodotto può accedere solo se è Assoservizi Srl - Area Internazionalizzazione in possesso di certificazioni necessarie, pena l’inaT 0461 935050 dempimento di contratti firmati e relativi perdite, F 0461 390127 penali e costi di dogana. In altri Paesi, il possesso estero@assoservizi.tn.it di certificazioni, seppure non obbligatorio, può facilitare la vendita del prodotto.
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Formazione per l'export al giro di boa Ottimi risultati per il primo bimestre del percorso formativo sull’internazionalizzazione di Assoservizi e Confindustria Trento. In partenza la sessione autunnale su fiscalità e dogane.
Nel bimestre
giugno-luglio 2013, il percorso “Management per l’internazionalizzazione d’impresa” ha visto 19 aziende per sessanta partecipanti complessivi impegnati in sette moduli formativi tenuti da docenti di alto livello provenienti da diverse regioni italiane. Si sono affrontati, con soddisfazione delle imprese, i seguenti temi: la contrattualistica internazionale in generale, secondo diversi approcci; vendita internazionale ed Incoterms; credito documentario e garanzie internazionali; assicurazione dei crediti per l’export; distribuzione e agenzia internazionale. Due moduli sono stati ricalendarizzati in autunno, su richiesta delle aziende: quello su made in, marcatura Ce e certificazione dei prodotti per l’export, che sarà tenuto il 17 ottobre da Antonio de Capoa; e quello che vedrà il 29 ottobre Gabriella Reniero e Francesco Casucci intervenire sulla tutela dell’innovazione (marchi, brevetti, ecc.). Ad essi si aggiungeranno i corsi su: gli accordi di collaborazione e joint venture, di Eugenio Bettella il 18 settembre; e le reti d’impresa per l’internazionalizzazione, di Paolo Angheben e Alessandro Santini il 15 novembre. Nel trimestre settembre-novembre,
il percorso sarà poi dedicato agli aspetti doganali e fiscali connessi all’internazionalizzazione. Il 26 settembre, Franca Delle Chiaie tratterà le novità introdotte dalla Legge di stabilità 2013 nella gestione degli adempimenti relativi alle operazioni sia dentro che fuori l’Ue. Ennio Vial il 3 ottobre si occuperà del check-up fiscale del gruppo multinazionale e il 26 novembre affronterà le convenzioni contro le doppie imposizioni. L’8 ottobre, Michela Magnani, Maurizio Cicciù e Marco Strafile tratteranno la gestione del personale italiano all’estero; il 24 ottobre, Roberto Curcu affronterà il tema della territorialità Iva della cessione dei beni e delle prestazioni di servizi; il 20 novembre Paolo Giovannini relazionerà sui prezzi di trasferimento infragruppo. Concluderanno il ciclo una serie di moduli di comunicazione e marketing d’avanguardia in lingua inglese, che potranno essere tenuti anche presso le aziende interessate su richiesta. Si ricorda che il percorso formativo “Management per l’Internazionalizzazione d’impresa”, organizzato e promosso da Assoservizi Confindustria Trento, è destinato alla formazione di tecnici di impresa su argomenti focali per l'internazionalizzazione, e si compone di corsi dal contenuto autonomo. Ciascuna azienda può partecipare ai soli moduli di proprio interesse, che sono fra l’altro finanziabili per il tramite di Fondimpresa, Fondirigenti e/o fondi inter-professionali.
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L’agroalimentare trentino negli Usa Al Fancy Food 2013 di New York lo stand collettivo trentino con Casearia Monti Trentini Spa, D&D Trentino Srl e Menz & Gasser Spa. di Giorgio Zagonel, Trentino Export
Dal
30 giugno al 2 luglio si è svolta la 59a edizione della Fiera Internazionale Summer Fancy Food a New York, maggiore evento del settore food & beverage di tutto il Nord America. Come negli anni passati, Trentino Export vi ha partecipato con uno stand collettivo di aziende trentine del settore, seguito in prima persona dalla coordinatrice del consorzio export di Palazzo Stella, Giovanna Arlanch. La fiera Fancy Food è uno dei più importanti appuntamenti fieristici mondiali per il settore degli alimentari e delle bevande. Quest’anno, hanno partecipato all’evento fieristico newyorkese oltre 2.400 espositori provenienti da 80 paesi del mondo e 17mila tra rivenditori specializzati, ristoratori, rappresentanti di catering, supermercati e giornalisti. Allo stand collettivo trentino hanno partecipato Casearia Monti Trentini Spa, D&D Trentino Srl e Menz & Gasser Spa. I riscontri ottenuti sono stati molto positivi e probabilmente maggiori degli anni passati, in considerazione della sempre maggiore attenzione del consumatore medio americano ad una alimentazione sana e di qualità. “La fiera Fancy Food negli Usa è il più importante evento espositivo Usa del settore agroalimentare” ha sottolineato Giovanna Arlanch, che
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ha poi aggiunto: “è ormai da sei anni che partecipiamo a questa fiera e lavoriamo con gli Usa; dopo gli ottimi risultati passati, siamo sempre più convinti e decisi nel continuare la penetrazione e il consolidamento delle eccellenze agroalimentari trentine in questo mercato. Le potenzialità per le eccellenze agroalimentari del nostro territorio ci sono tutte, qualità, tradizione e specificità sono caratteristiche senz’altro apprezzate su un mercato altamente selettivo e high level oriented come quello americano”. Gli Stati Uniti, infatti, rappresentano oggi il secondo mercato di sbocco per le esportazioni trentine, dopo la Germania, con una variazione percentuale sul totale dell’export 2011 pari al 6,7% e un valore pari all’11,6% del totale export della Provincia autonoma di Trento. Nello specifico, il mercato statunitense per le eccellenze agro-alimentari trentine non risente della crisi e nel 2012 l’export totale negli Usa ha superato i 375 milioni di euro (fonte Istat), con un trend in continua crescita. Se, come sembra, in futuro sarà ratificato il trattato di libero scambio Usa - Unione Europea, le già ottime possibilità per il settore agroalimentare della notra provincia sul mercato americano avranno un notevole sviluppo. Trentino Export e le sue aziende associate non vogliono perdere tale opportunità.
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La nuova frontiera dell’export In crescita le esportazioni italiane – e trentine - in Thailandia e nel sud-est asiatico: territori dalle grandi potenzialità commerciali.
Trentino Export,
braccio operativo di Con- le dei rapporti bilaterali è dimostrato dall’andamenfindustria Trento per l'internazionalizzazione, nella to dell’export italiano, cresciuto nel 2012 del 22,5% continua ricerca di nuovi mercati per l’industria (toccando il massimo storico di 1.470 milioni di euro trentina ha rivolto la sua attenzione alla Thailandia, - dati Istat) e quasi raddoppiato rispetto ai dati del nell’ultimo decennio in forte e continua crescita. Av- 2010. Risulta chiaro quindi il potenziale di crescita valendosi della collaborazione di professionisti in delle nostre esportazioni in questo Paese, di circa 70 loco e con il collaudato metodo che ad una prima milioni di abitanti. fase di sondaggi di mercato ed organizzazione di in- Nel 2012 l’export trentino verso la Thailandia è stacontri Business to Business, affianca il sostegno alle to di oltre 24 milioni di euro, a conferma di un aziende nella fase post B2B e l’assistenza nello start- continuo aumento dell’interscambio commerciale up, Trentino Export si propone, quindi, di sostenere, tra la nostra Provincia e l’area del Sud-Est Asiatico. aumentare e consolidare le esportazioni trentine an- A riguardo basti pensare che le esportazioni totali delle aziende trentine in Thailandia sono più che che verso questo mercato. Negli ultimi mesi con l’ausilio di Trentino Export, raddoppiate rispetto al 2011 ed il trend per il 2013 è Menz & Gasser Spa (confetture e marmellate) e D&D in crescita (fonte Istat). Trentino Srl (sottolii, sottaceti e sughi pronti), in se- I principali settori di esportazione sono quello dei guito ad approfonditi sondaggi di mercato, hanno macchinari e delle apparecchiature di precisione e svolto vari incontri Business to Business in loco, che quello dei prodotti chimici. Il settore agroalimentare hanno permesso di conoscere la realtà economica comunque sondato con successo da Trentino Export thailandese e di stringere primi importanti contatti offre ottime possibilità per le eccellenze trentine. La volontà del consorzio di Palazzo Stella è quella di con imprese locali del settore agroalimentare. Il mercato del Sud-Est Asiatico grazie ad una conti- trovare sempre nuovi sbocchi per le esportazioni nua crescita, all'emergere di una nuova classe me- trentine. Partendo da Bangkok, l’obiettivo è queldia e a importanti investimenti in infrastrutture, ha lo di allargare gli orizzonti a Indonesia, Malaysia grandissime potenzialità ed una continua crescita e Vietnam, senza trascurare paesi emergenti come della domanda sia di beni di investimento che di Myanmar e Cambogia. Un mercato ormai globale richiede strategie globali e sempre nuovi orizzonti di consumo. Sotto il profilo economico-commerciale, il potenzia- business. (gz)
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education
education
Formazione per i manager L'avviso 1/2013 di Fondirigenti finanzia la formazione per i manager.
Attraverso
il fondo interprofessionale Fondirigenti, Confindustria e Federmanager promuovono la formazione dei dirigenti e lo sviluppo del capitale umano nelle aziende. L'Avviso 1/2013 mette a disposizione un contributo aggiuntivo per la presentazione di Piani
Fondimpresa informa: nuovi Avvisi con contributo aggiuntivo per Pmi e imprese con lavoratori in Cig
forzare la crescita manageriale delle Pmi con la realizzazione di interventi sui seguenti asset: innovazione organizzativa, internazionalizzazione, alleanze strategiche, credito e finanza. L’opportunità è destinata esclusivamente alle Pmi aderenti a Fondirigenti. Per ogni piano, il finanziamento massimo ammissibile è di 20mila euro. I piani formativi sono finanziabili fino all’esaurimento delle risorse e sono rivolti ai dirigenti e ai co.co.pro. Le azioni possono svolgersi in azienda (in aula, coaching, on the job, visite di studio ed e-learning) o fuori sede (voucher).
Il Consiglio di Amministrazione del Fondo Fondimpresa ha nuovamente previsto per le PMI aderenti di minori dimensioni e per le imprese aderenti con lavoratori in cassa integrazione, la possibilità di presentare piani formativi con il sostegno del contributo aggiuntivo del Conto di Sistema. La presentazione delle domande è prevista per la seconda metà di settembre. Assoservizi è in grado di assistervi nella richiesta di finanziamenti per la formazione aziendale, anche a fronte delle numerose novità introdotte da Fondimpresa, in particolare per la condivisione del piano con le parti sindacali e per la compilazione del preventivo e del rendiconto finanziario. Una significativa novità è la possibilità per le aziende di ottenere il contributo aggiuntivo sull'avviso destinato alle PMI anche se hanno presentato Piani a valere su altri Avvisi di Fondimpresa prima del 1° luglio 2012.
formativi condivisi finalizzati a supportare la crescita competitiva e manageriale delle Pmi e a favorire l'occupazione dei manager involontariamente disoccupati. Le azioni previste mirano tra le altre cose a raf-
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Per informazioni: Assoservizi Srl – Area formazione T 0461 935050 F 0461 390127 E-mail fondimpresa@assoservizi.tn.it
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Strumenti e incentivi all’occupazione giovanile L’Agenzia del Lavoro presenta le misure a sostegno degli investimenti per la forza lavoro e per l’occupazione giovanile: iniziative che possono aiutare le aziende a concretizzare una proposta di lavoro.
L’attuale
congiuntura economica rende sempre più ardua la ricerca con successo di un lavoro. Tale difficoltà è particolarmente sentita dai giovani che, terminati gli studi, si candidano per professioni lavorative senza poter presentare una capacità operativa consolidata ed un giusto grado di autonomia. Autonomia che si può acquisire in gran parte solo lavorando. L’Agenzia del Lavoro ha previsto un insieme di attività, di incentivi e di misure di sostegno agli investimenti per la forza lavoro e per l’occupazione giovanile che, se conosciuti, possono aiutare le aziende a concretizzare una proposta di lavoro. Di seguito sono riportate tali opportunità:
- Incentivo all’azienda alla conferma dell’apprendista a tempo indeterminato di 6.000 euro (2.000 € + 4.000 € nel biennio) Condizioni generali come da contratto: - Salario iniziale pari all’80% di quanto previsto per l’apprendistato professionalizzante - Periodo di prova di 4 mesi - 9 settimane di formazione fuori azienda all’anno con modalità e tempistiche concordate tra Agenzia del Lavoro, scuole e aziende - 100 ore formative in azienda nel rispetto delle abilità operative da apprendere
NB: Le aziende interessate ad avere delle candiApprendistato professionalizzante o contratto di dature di giovani lavoratori possono segnalare la mestiere (18-29 anni - 17 se con attestato di quali- propria disponibilità ad assumere direttamente ai Centri per l’impiego o al funzionario incaricato. fica professionale) Incentivo all’azienda di 2.000 euro per l’assunApprendistato di alta formazione e di ricerca zione (1.000 € +1.000 € nel biennio): - del 1° apprendista (18-29 anni - 17 se con attestato di qualifica pro- dell’apprendista in aggiunta a quelli già in azien- fessionale) da - Incentivo all’azienda fino a 4.000 euro per l’as- dell’apprendista licenziato senza responsabilità sunzione in apprendistato di un giovane che propria, da altro datore di lavoro partecipa ai percorsi per Tecnico Superiore (es. È possibile inoltre finanziare, nella misura del 50%, automazione e sistemi meccatronici, energia ed percorsi formativi sperimentali per i figli di artigiaambiente, comunicazione grafica multicanale, ni, imprenditori e commercianti assunti come apecc.) prendisti, che saranno formati come futuri impren- - Possibilità di attivare master di interesse per le ditori, secondo la logica della transizione d’impresa. aziende locali (segnalare alle proprie associazioni di categoria eventuali richieste) Apprendistato per la qualifica e per il diploma - Offerte formative per i giovani che hanno interprofessionale (15-24 anni) rotto il corso di studi dopo il biennio delle scuole medie superiori o al 4° anno del diploma profes- Durata: tre anni per la qualifica, quattro anni per sionale per conseguire il diploma di istruzione il diploma professionale tecnica - Finanziamento della formazione aziendale di - Sono possibili assunzioni di giovani iscritti all’ulti1.500 euro l’anno
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mo anno dei corsi di laurea triennale, magistrale e ro prima dell’inserimento in azienda se non già dei corsi per il dottorato di ricerca preparati. - Durata del contratto, salario e monte ore della formazione saranno definite per ogni percorso dal Ulteriori strumenti da conoscere relativo gruppo di lavoro (Università, Agenzia del Incentivi alle aziende per la formazione indiLavoro, rappresentanti delle aziende, parti sociali). I viduale o collettiva di lavoratori da inserire in contributi alla formazione sono definiti dall’Agen- azienda (a prescindere dall’età) zia del Lavoro - Rimborso alle aziende, fino ad un massimo di 3.000 euro, del costo delle ore di formazione Tirocini di orientamento effettuate, tramite un docente esterno o interLe aziende, in possesso dei requisiti previsti, disponino, per preparare il nuovo lavoratore se questo bili ad ospitare giovani in tirocini di orientamento al verrà assunto a termine per minimo 8 mesi a lavoro della durata massima di 8 settimane, per lavotempo pieno o 12 mesi se a part-time (Interventi ratori inoccupati o disoccupati con qualsiasi titolo di 3.7 e 3.8 del Documento) studio, possono rivolgersi ai Centri per l’Impiego di - Finanziamento, su richiesta del datore di lavoro, competenza. di corsi professionalizzanti organizzati da soggetti formativi accreditati per un minimo di 8 L’Azienda: persone con finanziamento pro-quota per ogni - Concorda con il Centro per l’Impiego un progetto assunto (Intervento 3.9 del Documento) formativo e si impegna a seguire il tirocinante affiancandolo con un tutor per tutto il periodo del Incentivi alle aziende dal Fondo per la valotirocinio rizzazione e professionalizzazione dei giovani - Può riconoscere una borsa di tirocinio (fino a 35 anni) - Le aziende possono identificare temi di ricerca L’Agenzia del Lavoro: da proporre a giovani neo-laureati per la loro at- Provvede alle necessarie coperture assicurative ed tuazione in un tempo massimo di 12 mesi, con effettua le comunicazioni obbligatorie una presenza in azienda di massimo 6 mesi. - Il Centro per l’Impiego provvede alla stesura del Le aziende selezionano i giovani candidati ed progetto formativo e della convenzione di tirocinio i progetti di ricerca vengono finanziati tramite borse di studio o prestiti d’onore a seconda Tirocini formativi dell’indicatore Icef del giovane prescelto Le aziende, in grado di erogare la formazione per - Le aziende possono proporre a giovani, alla risviluppare competenze professionali in ruoli qualificerca di lavoro, dei percorsi formativi di speciacati per l’inserimento lavorativo, possono presentare lizzazione della durata massima di 12 mesi. Il domanda all’Agenzia del Lavoro per l’attivazione di percorso formativo deve prevedere non meno tirocini della durata di 6 mesi. del 40% di formazione teorica ed un massimo di 6 mesi di presenza in azienda. Il giovane ha L’Azienda: diritto ad una borsa di studio o ad un prestito d’onore a seconda dell’indicatore Icef. - Presenta un progetto formativo all’Agenzia del Lavoro - Può prevedere l’erogazione di una borsa di tirocinio Staffetta generazionale È possibile assumere giovani lavoratori fino a 35 L’Agenzia del Lavoro: - Effettua le comunicazioni obbligatorie e provvede anni compiuti, anche in apprendistato per le assunzioni fino ai 29 anni, a fronte della riduzione alle necessarie coperture assicurative - Forma i tirocinanti in materia di sicurezza sul lavo- dell’orario di lavoro dei dipendenti prossimi al
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pensionamento (minimo 12 e massimo 36 mesi) sulla base di accordi sindacali aziendali.
centivi previsti dall’ordinamento statale e provinciale - Deduzione totale ai fini IRAP - Passaggio di conoscenze ed esperienze dal senior al giovane lavoratore
Vantaggi per il lavoratore senior: - Sostegno economico provinciale per coprire completamente la riduzione contributiva e retributiva fino ad un massimo del 50% entro l’im- Incentivi all’assunzione o alla stabilizzazione porto massimo di 7.000 euro annui A titolo esemplificativo si segnalano di seguito alcune delle tipologie di incentivi all’assunzione e alla stabilizzazione di giovani lavoratori previste Vantaggi per il datore di lavoro: - Mantenimento delle agevolazioni contributive e per le aziende dal Documento degli Interventi di politica del lavoro 2011-2013. fiscali previste per l’assunzione del giovane - Mantenimento per le nuove assunzioni degli inGiovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni disoccupati e iscritti in stato di disoccupazione da più di 6 mesi (Tipologia e1)
assunzione a tempo indeterminato
M F
€ 2.000 € 3.000
+ +
€ 4.000 € 5.000
Donne disoccupate fino ai 35 anni assunte per sostituzione di lavoratori assenti per necessità di assunzione a tempo assistenza ai familiari (anziani e non autosufficienti) (Tipologia h9) determinato
da € 3.000 per contratti di almeno 6 mesi a € 5.000 per contratti di almeno 18 mesi
Giovani genitori disoccupati fino ai 30 anni in stato di disoccupazione e iscritti ai Centri per l'Impiego da più di 3 mesi (Tipologia h7/e5)
assunzione a tempo determinato (di almeno 24 mesi)
M F
€ 1.000 € 1.500
+ +
€ 1.000 € 1.500
assunzione a tempo indeterminato
M F
€ 1.500 € 2.000
+ +
€ 2.500 € 3.000
che abbiano svolto attività lavorativa presso un diverso datore assunzione a tempo di lavoro/committente con contratto di lavoro a progetto, determinato collaborazione coordinata e continuativa, contratto di (di almeno 24 mesi) somministrazione, a chiamata, di inserimento o contratto a tempo determinato, per almeno 15 mesi anche non continuativi negli ultimi 3 anni (Tipologia h5/g4)
M F
€ 1.000 € 1.500
+ +
€ 1.000 € 1.500
assunzione a tempo indeterminato
M F
€ 1.500 € 2.000
+ +
€ 2.500 € 3.000
Persone dai 20 ai 30 anni
L’elenco completo degli incentivi è reperibile sul sito www.agenzialavoro.tn.it/aziende/incentivi/incentivi_provinciali
NB: La conversione in legge del Decreto numero 76 del 28 giugno 2013, riguardante anche la promozione dell’occupazione giovanile a livello nazionale, consentirà a breve di avere informazioni sulle misure statali previste che potranno portare ad una sommatoria degli interventi o risultare alternative a quelle locali qui riportate.
Per informazioni sugli interventi telefonare al n. verde 800.264.760 o accedere al sito www.agenzialavoro.tn.it
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La proposta dell’Ance: un piano Marshall per l’edilizia All’Assemblea pubblica dell’Ance il presidente Paolo Buzzetti propone un piano da 70 miliardi entro il 2018. Per il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi “bisogna ripartire dal mattone.” di Lorenzo Garbari, Segretario Ance Trento
Si è svolta
lo scorso 11 luglio presso il Palazzo dei Congressi di Roma l’Assemblea dell’Ance, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, presieduta dal presidente Paolo Buzzetti. È stata una relazione ampia e appassionata quella del presidente Buzzetti di fronte ad un’estesa platea di rappresentanti del mondo delle costruzioni, oltre che del mondo politico. Per Ance Trento erano presenti il presidente Giulio Misconel, il vicepresidente Domenico Rossaro e il Segretario della Sezione Lorenzo Garbari. Sotto la lente la drammatica situazione del comparto delle costruzioni; l’intera filiera ha finora perso 690mila posti di lavoro e sono 11.200 le imprese del settore fallite. Non è mancata quindi la ferma denuncia del fallimento della politica del rigore degli ultimi anni, ma sono state avanzate anche molte proposte e idee per ridare prospettiva e futuro al settore, ritenuto a ragione il motore dell’economia.
Paolo Buzzetti presidente nazionale Ance
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E la “certificazione” di tale verità economica è stata data, nell’intervento di apertura, del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che ha affermato che bisogna ripartire proprio dall’edilizia, mettendo in atto un New Deal per il comparto e per l’intero Paese. Convinti di fare bene, ricorda Buzzetti, i Governi degli ultimi anni hanno seguito la linea più rigorosa di tutti. Tutto il contrario di quello che, nel frattempo, avveniva, non soltanto Oltreoceano, ma anche presso le altre grandi potenze europee. Gli Stati Uniti, in cui si registra un record di occupazione e di crescita del Pil, hanno, fin da subito, fatto il contrario: oltre al sostegno all’industria automobilistica, riportando la produzione entro i confini, hanno sostenuto fortemente l’edilizia, il mercato dal quale era venuta la crisi e la bolla speculativa con i mutui subprime. Abbandonato qualsiasi approccio ideologico, come invece è avvenuto in Italia, dove, peraltro, la bolla immobiliare non c’è mai stata, gli Stati Uniti sono ripartiti proprio dall’edilizia con una grande immissione di denaro a sostegno dei mutui per le famiglie che vogliono comprare casa e prevedendo grandi investimenti in opere pubbliche. Non a caso, il secondo punto del programma di Governo che Obama ha presentato durante la sua rielezione, ricorda Buzzetti, riguarda proprio un piano da 50 miliardi di dollari subito, e molti di più nel corso dei prossimi sei anni, per ricostruire le infrastrutture del Paese. Questo piano ha già prodotto nel 2013 un 30% in più di ordinativi nell’industria dell’edilizia. Il Giappone, con la Abeconomics, è uscito dalla stagnazione ventennale nella quale era caduto puntando su grandissimi interventi infrastrutturali. Analoghi interventi sono stati fatti anche in Gran Bretagna, con 100 miliardi di sterline di inve-
71 Da sinistra Giorgio Squinzi, Paolo Buzzetti, Maurizio Lupi, Filippo Patroni Griffi e Antonio Tajani
stimento. Ma provvedimenti a sostegno dell’industria delle costruzioni sono stati messi in campo con decisione anche dalla Francia e dalla Germania, con mutui agevolati per le giovani coppie. Il nostro Paese, denuncia il presidente Buzzetti, è l’unico che ha adottato una politica di solo rigore, che ha colpito il mondo dell’edilizia in modo particolarmente violento. È quindi giunto il momento di cambiare rotta, con forza di volontà e decisione. Al primo punto sul quale bisogna subito intervenire l’Ance mette i ritardati pagamenti alle imprese. Dopo aver ricordato le azioni e anche gli importanti risultati ottenuti dall’Ance in tale direzione, il presidente Buzzetti ora afferma che bisogna “pagare le imprese tutte e subito”. La seconda priorità riguarda il credito alle imprese, dunque la riattivazione del circuito del credito, per offrire alle famiglie la possibilità di accedere nuovamente al bene casa. In tal senso, insieme all’Abi, l’Ance ha avanzato la proposta di obbligazioni garantite (covered bond) emesse dalle banche per finanziarie i mutui delle famiglie per l'acquisto di abitazioni a elevata efficienza energetica. Per le fasce di popolazione più deboli è inoltre indispensabile istituire un Fondo di garanzia dello Stato sui mutui per l’acquisto di abitazioni. A rendere la situazione dell’edilizia ancora più grave, ha ricordato peraltro Buzzetti, è intervenuta l’Imu, che ha comportato un aumento del prelievo “patrimoniale” del 367%, finendo per bloccare anche il mercato dell’affitto. Bisogna quindi rivedere l’Imu in modo sostanziale, afferma Buzzetti. C’è poi da far partire il grande piano dell’Housing sociale e delle case popolari, di cui ci sarà sempre più bisogno. Deve inoltre essere deciso in fretta un allentamento del patto di stabilità per gli enti locali, attivare velocemente i programmi regionali di opere piccole e medie finanziate dall’Unione europea, e poi programmare i prossimi investimenti all’interno della nuova programmazione 2014-2020. Bisogna quindi sfruttare ogni possibilità offerta dall’Europa, non solo sulle grandi opere di collegamento
internazionale. Serve poi un grande piano di opere infrastrutturali, al di fuori del patto di stabilità interno, in grado di diffondere sul territorio gli effetti positivi che derivano da servizi più efficienti e moderni. In Italia ci sono 30mila scuole a rischio, anche dal punto di vista sismico. Ci sono migliaia di edifici pubblici, a partire dagli ospedali, da mettere in sicurezza e riqualificare energeticamente. C’è, in più, il più grande patrimonio storico artistico del mondo, che il Paese non è in grado di tutelare né, tantomeno, di valorizzare. È necessaria una manovra importante, un vero e proprio Piano Marshall nell’ordine dei 70 miliardi, da realizzare in tempi brevi, per invertire la rotta. Abbiamo studiato i suoi effetti, chiarisce Buzzetti, con l’aiuto del professore Mario Baldassarri. Una simile manovra di rilancio delle infrastrutture sarebbe in grado di sostenere in modo consistente la ripresa e la crescita dell’economia e di determinare un rilevante aumento di occupazione, senza sforare il limite del 3% di deficit fissato dall’Unione Europea. Questa manovra si basa sull’ipotesi di un progressivo recupero del valore degli investimenti in infrastrutture nel corso dei prossimi cinque anni. Aumentando il valore degli investimenti attuali di 5 miliardi di euro nel 2014, di 10 miliardi nel 2015, di 15 nel 2016 e di 20 nel 2017 e nel 2018, si otterrebbe, al 2018, una maggiore crescita cumulata del Pil del 3%, una maggiore occupazione, per circa 423mila unità, la riduzione della disoccupazione dell’1,6% rispetto alle previsioni, un rapporto deficit/Pil ben al di sotto del 3%, una riduzione del rapporto debito/Pil. Il presidente Buzzetti ha quindi chiuso il proprio intervento e l’Assemblea rammentando la lezione di John Maynard Keynes che, nell’affrontare con una visione nuova gli effetti devastanti della Grande crisi del ’29, ammoniva la classe dirigente del tempo, con parole che oggi risuonano attualissime: “Siamo entrati in un circolo vizioso, non facciamo nulla perché non abbiamo denaro; ma è precisamente per il fatto che non facciamo nulla che non abbiamo denaro.”
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giovani
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A Mosca per promuovere la giovane imprenditoria Tra il 15 e il 17 giugno, con una delegazione di giovani imprenditori italiani, Vittorio Marangoni ha preso parte al Summit dei giovani imprenditori del G20.
Vittorio
Marangoni, il Summit di Mosca si inserisce in una giovane ma già consolidata tradizione di appuntamenti internazionali…
Dal 2009, la G20 Young Entrepreneurs’ Alliance un network tra i Giovani imprenditori dei paesi più industrializzati del mondo nato su impulso dei Giovani Imprenditori di Confindustria - si dà appuntamento per promuovere l’imprenditoria, condividere proposte comuni di stringente attualità e sottoporle ai Capi di Stato e di Governo riuniti nel G20. Quest’anno il Summit si è tenuto presso il centro tecnologico di Skolkovo, e ha coinvolto 400 giovani di 20 paesi. Io vi ho preso parte con altri 27 giovani imprenditori in rappresentanza del Gruppo Giovani di Confindustria. Nel corso del Summit si è a lungo discusso delle strategie necessarie allo sviluppo dell’imprendi-
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toria come principale soluzione alla disoccupazione giovanile nei paesi di appartenenza e nel contesto globale. A margine dell’evento, la nostra delegazione ha inoltre incontrato Antonio Zanardi Landi, l’ambasciatore d’Italia a Mosca, e il presidente di Confindustria Russia Antonio Torrembini. Quali priorità sono emerse nel corso dell’incontro? Le delegazioni dei Venti hanno portato a Mosca il frutto di mesi di lavoro, nel corso dei quali sono stati individuati temi comuni cruciali per la ripresa economica: il potenziamento delle infrastrutture e dei servizi digitali, ad esempio attraverso la diffusione della banda larga e dell’e-government, il rafforzamento delle capacità innovative e di networking delle imprese, dunque della cul-
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tura imprenditoriale e della responsabilità sociale d’impresa, la semplificazione del diritto societario e del lavoro, a partire dalla riduzione del cuneo fiscale, l’accesso ai finanziamenti, dalla creazione di prodotti finanziari idonei alle diverse fasi di crescita alla regolamentazione di forme di finanziamento innovative. Queste quattro aree prioritarie, unitamente a un gruppo di 20 azioni concrete che riteniamo imprescindibili allo sviluppo, sono state formalizzate nella stesura di un documento, il Final Communiqué, che è stato consegnato ad Alexander Shokin, Chairman del B20 e presidente di Rspp, l’Unione degli Industriali e Imprenditori russi. Nei giorni a seguire le linee proposte sono state recepite nel Summit B20 che ha identificato tra le priorità contro la disoccupazione la creazione di condizioni favorevoli all’imprenditoria. Alcuni assunti sono comuni alla dialettica tra Governo e Associazioni di categoria. Qual è il valore aggiunto dell’intervento del G20 Yea? Lo Young Entrepreneurs’ Alliance Summit è stato promosso per dar voce alla giovane imprenditoria, perché essa conosce meglio di chiunque altro le urgenze che incalzano quanti, nello scenario attuale, si apprestino all’impresa, in Italia come altrove. Ormai lavoriamo in un contesto globale e i problemi affliggono tutti perciò servono azioni coese a livello internazionale. Mi piace ricordare come i Giovani Imprenditori “svolgano tradizionalmente il ruolo di coscienza critica all’interno del Sistema Confindustria e di laboratorio dell’innovazione nei confronti della società civile”. Ritengo che l’opinione dei Giovani debba essere fortemente considerata soprattutto nelle decisioni
che influenzano il futuro, senza contare che nei giovani che oggi si impegnano vi è l’avvenire della classe dirigente del futuro. In questo senso, nello scambio con le delegazioni provenienti dagli altri paesi, ha riscontrato differenze, ad esempio in relazione al contesto? Come detto, le problematiche riscontrate da chi fa impresa sono ovunque le medesime. Tuttavia, la sensazione è che nel nostro paese le opportunità offerte ai giovani siano inferiori che altrove. Non c’è da sorprendersi di fronte a chi, tra le nuove generazioni, si sente in qualche maniera deresponsabilizzato nei confronti del futuro, se nel contempo ai coetanei impegnati non viene data la possibilità di esprimersi e dare il proprio contributo. Vogliamo potere contare di più, anche all’interno del sistema confindustriale. Desideriamo valorizzare il percorso di quanti prima di noi hanno combattuto perché il Gruppo Giovani fosse protagonista nelle scelte che determinano il futuro. Quanto al prossimo futuro, quali sono le intenzioni della G20 Young Entrepreneurs’ Alliance? Ci auguriamo che le raccomandazioni contenute nel Communiqué siano tenute in buon conto dai Capi di Stato e di Governo in vista del G20 governativo di settembre a San Pietroburgo e che si concretizziono in un piano d’azione per il prossimo anno, ma il nostro lavoro non è concluso. Il confronto continua: a livello particolare, nel dibattito sul territorio, e poi a livello nazionale e internazionale in preparazione del prossimo Summit. (sb)
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In equilibrio tra sindacati e politica Dal libro “Industria & Movimento”, l’intervista a Francesco Cristofolini, presidente dei Giovani Imprenditori dal 1975 al 1978.
Prosegue
la pubblicazione “a puntate” del ni, tra il 1975 e il 1978 le viene affidata la guida volume realizzato in occasione del quarantesimo del Gruppo. Si trovò dunque al timone mentre il anniversario del Gruppo Giovani Imprenditori in mare era burrascoso. Trentino Alto Adige. Il direttore del Corriere del A dire il vero io di quegli anni ho uno splendido Trentino e del Corriere dell’Alto Adige Enrico Fran- ricordo: abbiamo creato un Gruppo più ampio, coco dialoga con il secondo presidente del Gruppo eso. Prima, molti di noi non si conoscevano neppure: è stata fatta un’azione di proselitismo, ci siamo Francesco Cristofolini. impegnati nella formazione dei nostri associati ed Ingegner Cristofolini, lei è stato tra i fondatori dei è nata una squadra di amici molto motivata. Una Giovani Imprenditori di Confindustria Trento: bella soddisfazione personale, mi creda. dopo esser stato il primo vicepresidente eletto dalla base, essendosi distinto per l’impegno non- Non lo metto in dubbio, però a sfogliare gli arché l’assidua partecipazione a incontri e riunio- chivi emerge un quadro pesante: la congiuntura economica era decisamente critica, il sindacato era forte e rivendicava maggior potere nella vita delle aziende, il conflitto in fabbrica era acceso. Erano gli anni della Ignis1 con i sindacalisti della Cisnal2 esposti alla gogna, gli anni dei picchetti e pochi mesi dopo il termine del suo mandato ci furono anche gli attentati alle aziende degli allora vertici di Assindustria. Cosa vuole, passando gli anni si conservano i ricordi migliori... Comprensibile. Però quel clima condizionò fortemente l’azione del Gruppo Giovani. Sì, non c’è dubbio, Nelle aziende c’era molta tensione e il sindacato aveva un largo seguito. Il Sessantotto non era molto lontano e si registravano episodi di estremismo che oggi anche buona parte dei sindacalisti definirebbe tali. I picchetti non costringevano solo tutti i lavoratori a scioperare, ma bloccavano le fabbriche, impedendo l’accesso ai fornitori e la spedizione della merce.
Francesco Cristofolini
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Produttore italiano di elettrodomestici. Fa parte della multinazionale statunitense Whirlpool Corporation. Confederazione Italiana Sindacati Nazionali dei Lavoratori.
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Il Gruppo Giovani era stato creato da alcuni amici se non per imprimere una rottura nell’Associazione, almeno per dare una spinta alle novità. Con una regola chiara, però, ben sintetizzata da Mimmo Franco Cecconi: prima siamo imprenditori, poi siamo giovani.
Proteste anti-inquinamento
Quindi? Quindi apertura alle novità, rimanendo tuttavia coerenti con le logiche di mercato. Il sindacato non capiva che tirando troppo la corda si rischiava di rompere il sistema industriale. Ci impegnammo così in una densa attività di formazione nel campo delle relazioni sindacali. Il nostro, insomma, non fu un atteggiamento di chiusura totale, anche se la massima preoccupazione era quella di tenere in piedi le aziende. Un altro fronte di approfondimento fu quello sul terreno che allora definivate la “mediazione politica”. Sì, nelle vertenze sempre più spesso non si era più in due, bensì in tre: azienda, sindacato e politica. Con quest’ultima che magari, preoccupata di raccogliere consenso, non sempre garantiva equidistanza. Ma l’interferenza non si fermava alla fase conflittuale: nelle politiche di agevolazione, infatti, venivano inseriti vincoli che condizionavano le normative aziendali. In altre parole, avete studiato come avere rapporti costruttivi e utili sia con il sindacato, sia con la politica. Lei portò avanti anche una riforma dello statuto del Gruppo Giovani che lo rese più snello nell’apparato decisionale e anche più legato ad Assindustria. All’epoca ben tre componenti della Giunta Esecutiva, massimo organo decisionale di Confindustria Trento, erano Giovani Imprenditori, decidemmo quindi di inserirli “di diritto” nel Consiglio Direttivo del Gruppo. Inoltre Ito Del favero (allora Presidente dell’Associazione) sposò la linea promossa a livello nazionale e stabilì per Statuto che da quel momento in poi il Presidente dei Giovani Imprenditori facesse parte della stessa Giunta. Nello stesso periodo cer-
cammo di valorizzare la nostra presenza a livello nazionale potenziando i rapporti in primis con i colleghi di Bolzano e poi con quelli delle altre regioni. Anche in questo caso un grande ruolo hanno avuto i rapporti personali, ricordo che durante le periodiche trasferte a Roma per le riunioni nazionali, il viaggio in treno diventava occasione per intrecciare relazioni che con il tempo sono diventate estremamente solide. Tutto ciò senza dimenticare quello che potremmo definire il “core business” dei Giovani Imprenditori. Sicuramente si riferisce alla formazione. Su tale versante l’impegno è sempre stato massimo: non solo nei confronti dei nostri associati, come abbiamo appena ricordato, ma anche sul fronte della scuola. Eh sì, sono stati sicuramente anni molto intensi.
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Le proposte di Inet al Festival Idee e capitali internazionali possono essere l’elemento strategico e di svolta che permette di pensare a scenari economici nuovi e prospettive post-austerity. di FRANCESCO ANESI
È possibile
internazionalizzare l’Italia in un periodo di austerity economica, attirando autorevoli investimenti dall’estero attraverso i giovani, portare potenziali investitori nel Sistema Italia e far conoscere capitale sociale e potenzialità del Sistema? Ci chiediamo questo perché i giovani sono stati il focus della “Agenda Mazzalai” e di Confindustria Trento nel 2012, mentre l’internazionalizzazione è il tema principale del 2013. La nostra risposta è “Si”: qui spiegheremo come ci siamo riusciti attraverso tre passaggi importanti, grazie ad una collaborazione tra Università e Comunità, partner economici locali e internazionali, istituzioni e giovani. Come dimostra questo caso concreto, idee e capitali internazionali possono essere l’elemento strategico e di svolta che permette di pensare a scenari economici nuovi e prospettive post-austerity.
nazionale mai raggiunta dal Festival in passato: “è una storia di persone, è una storia del Sistema Trentino ed è una dimostrazione di quanto Trento possa essere una città aperta al dialogo, anche internazionale… Si tratta di una storia costruita dai giovani, dall’attenzione delle istituzioni e da triangolazioni intellettuali impensate, che pongono Trento al centro di un network internazionale che potrebbe essere valorizzato e merita una riflessione pubblica – senza sentirci l’ombelico del mondo e con l’umiltà intellettuale, che è tipicamente trentina”. Il discorso di George Soros a Trento fece aprire gli occhi a molti: “È l’ultima possibilità per l’Europa: abbiamo una finestra di tre mesi”, disse. Il discorso fu ripreso da autorevoli economisti (Mario Draghi, Stiglitz, Krugman, Christine Lagarde) e da tutte le principali testate giornalistiche internazionali (Bbc, Cnn, Wall Street Journal, Financial Times, New York Times, Les Echoes, Handelsblatt, Die Welt, Süddeutsche Zeitung, Reuters, Bloomberg...). Grazie al discorso di Soros, Trento ebbe la visibilità di “capitale economica” e il capitale sociale trentino si moltiplicò, internazionalizzandosi.
George Soros e il Festival dell’Economia 2012 Il quotidiano “Il Trentino”, durante il Festival dell’Economia 2012, pubblicò l’articolo “George Soros sa ascoltare noi giovani” e spiegò come un grande finanziere/filantropo si fosse fidato di giovani e istituzioni, fosse venuto a Trento e avesse dato una visibilità inter-
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Da sinistra: Matteo Lunelli, Paolo Collini, Rob Johnson, George Soros e Francesco Anesi
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Studenti Inet sul palco del Festival dell'Economia 2013
Inet Ysi al festival 2013 Dopo la partecipazione di Soros, quest’anno a Trento è intervenuto Inet. “Da dove verrà il nuovo pensiero economico? Questa è la domanda che Inet e i suoi Giovani Ricercatori si chiederanno a Trento”: sono state queste le parole e l’invito al dialogo, scritto da Jay Pocklington (responsabile dei giovani di Inet) su Huffington Post Italy prima dell’avvio del Festival dell’Economia 2013. Inet (Institute for New Economic Thinking) è un istituto di ricerca interdisciplinare sul nuovo pensiero economico, sostenuto da George Soros, Bill Janeway, Jim Basillie (fondatore di BlackBerry), sei Premi Nobel (Joseph Stiglitz, Akerlof, Heckman, Amartya Sen, Spence, Mirrlees) e grandi istituzioni internazionali (Cigi/Canada, Stiftung Mercator/ Germania, Global Fung Institute/Hong Kong, Cambridge, Oxford). La Inet Young Scholars Initiative è una piattaforma di dialogo sulle questioni economiche e sociali, creata per giovani ricercatori. La comunità, nata nel 2012, è diventata un network globale di 1500 giovani che si interrogano, dialogano con grandi economisti e riflettono, con approccio teorico e pratico, sui problemi delle società moderne. A Trento Inet Ysi ha organizzato tre momenti di incontro durante il Festival, creato tre workshop metodologici in collaborazione con l’Università di Trento, donato tre splendide “Inet Lectures” al Festival dell’Economia (le lezioni sono state date di: Rob Johnson, Inet President; Andy Haldane su “Contro-Riforma del Sistema Bancario” e Perry Mehrling) e 120 borse di studio internazionali
che hanno moltiplicato il capitale sociale italiano e l’investimento nella cultura dei partners del Festival, valorizzando la dimensione universitaria ed i giovani ricercatori. Molti sono stati i momenti di dialogo e di riflessione tra partecipanti, Università e giovani nei giorni del Festival dell’Economia, così ripresi dal Presidente di Inet: “Io credo profondamente che lo spirito di Trento (‘the spirit of Trento’) darà ad ognuno di noi la volontà di superare il blocco, noi non saremo congelati o bloccati di fronte a questi tremendi ostacoli e questo ci permetterà un giorno di guardare indietro alle cattive acque ed alle difficoltà di oggi come transitorie”.
Prospettive? Difficile trovare risposte immediate alla domanda iniziale di Jay Pocklington di Inet. Forse può aiutare in questo la lettura del libro di uno dei fondatori di Inet - “Doing Capitalism in the Innovation Economy” -: Bill Janeway, venture capitalist e co-chairman della Cambridge 800th Anniversary Campaign (la prima campagna con la quale Cambridge University raccolse 2 miliardi di dollari da donazioni di cittadini e aziende per celebrare gli 800 anni di storia e trovare nuove fonti di finanziamento per l’attività di ricerca). Forse Inet, i giovani economisti, l’Università di Trento e la Comunità Italiana stanno creando il futuro partendo proprio dal presente e dalle nuove generazioni di ricercatori. Forse una nuova riflessione inter-disciplinare, inter-generazionale e internazionale è iniziata e potrà fiorire in futuro.
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innovazione
Perché Robinson Crusoe non basta più Diversamente dal modello propugnato dall'eroe di Daniel Defoe, i nuovi desgner sono chiamati a fare i conti con i nuovi presupposti che stanno alla base di qualunque moderna attività di pregettazione. di Renato Troncon, docente di Estetica presso l’Università di Trento
Lo scrittore
inglese Daniel Defoe è stato forse il primo a scrivere, nel 1697 e con il titolo di An Essay Upon Projects, la prima moderna teoria del design e della progettazione. Chiunque abbia anche letto il suo Robinson Crusoe, pubblicato più di vent’anni dopo, nel 1719, difficilmente peraltro se ne meraviglierà, e sarà anzi d’accordo nel considerare che la stessa idea di “spiaggiamento” contenuta nel suo romanzo è, con tutta evidenza, uno straordinario ritratto dei pregi ma anche dei difetti del design come
Andy Warhol, Big Campbells Soup Can
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ancora oggi viene prevalentemente interpretato. È un ritratto dei pregi, perché pratiche tipicamente robinsoniane come il recoup e il riciclo, il “thinking out the box”, la analisi dei bisogni, una analisi Swot in embrione e la fiducia nelle capacità e industriosità umana sono un monumento all’eroismo e dedizione degli uomini, alla loro capacità di improvvisazione e adattamento ad ambienti estremi. Ma è anche un ritratto dei difetti, perché la logica fortunosa di questo paradigma ha a tutt’oggi il sopravvento in molte progettazioni e, anche senza dare troppo retta alle critiche contenute nei saggi di Donald Norman, è abbastanza evidente che la maggior parte degli artefatti quotidiani che ci circondano e nei quali restiamo impigliati sono assemblaggi ingegnosi ma casuali, di fortuna, e non stratificazioni consapevoli del meglio. Soprattutto, e di nuovo sotto il riguardo dei difetti, l’idea di “spiaggiamento” è l’illustrazione del principio primo del design “à la Robinson”, quello della “solitudine”. Il designer Defoe-Robinson operava in nesso a opzioni circoscritte, con riferimenti monoculturali, in quanto unico abitante di un’isola deserta che doveva accordarsi con nessun altro che se stesso e ciò anche dopo… l’arrivo dell’amico Venerdì. Il “successo” di questo “cattivo design” è, purtroppo, sotto gli occhi di tutti noi. Su quali principi costruttivi se non quelli di una “solitudine metodologica” si appoggia oggi per esempio la realizzazione di servizi pubblici infelicemente progettati senza una sola unica prototipazione o “beta version”? Su cosa appoggia la pratica a tutt’oggi corrente e anzi maggioritaria di affidare la soluzione di problemi a team di soli “tecnici”, o al solo committente, o tenendo conto
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dei soli profili giuridici di una questione? Il solo “metodo Robinson Crusoe”, in questo senso, non può più bastare. Diversamente che nel suo modello i designer sono chiamati a sapere non solo quello che già sanno, e che sanno da soli, ma anche quello che sanno gli altri e chiedendo agli altri. È però lo stesso ambiente in cui si è chiamati a progettare a essere oggi cambiato, e i termini isolazionistici “robinsoniani” non lo definiscono più in modo accettabile. L’ambiente della progettazione, oggi, non è solo un ambiente in trasformazione mentre è un ambiente che richiede esso stesso la trasformazione, che chiede di considerare le cose sotto punti di vista il più possibile vari e diversi. È un ambiente che chiede di essere preso sul serio, senza forzature e dirigismi, per poter maturare e divenire così più ricco e per offrire opportunità di mercato e di scambio. Questo diverso design si regge su almeno tre presupposti, interamente nuovi e inevitabilmente sconosciuti a Defoe-Robinson, ovvero sull’idea che una qualunque attività di progettazione deve:
Troncon: "Le implicazioni per il Trentino? Sono molte, soprattutto in vista di quella collaborazione progettuale tra Pubblico e Privato a cui saremo chiamati, superando il favore accordato ai soli marketing e comunicazione". 1. possedere un carattere “supportivo”; 2. facilitare l’orientamento e la leggibilità in un mondo scarsamente prevedibile;
Marcel Duchamp, Bicycle Wheel
3. rendere disponibili informazioni non altrimenti disponibili. Le implicazioni per il Trentino? Sono molte, soprattutto in vista di quella collaborazione progettuale tra Pubblico e Privato a cui saremo chiamati, superando il favore accordato ai soli marketing e comunicazione. Pagine internet usate come depositi di informazioni, ripudio dei social media, progressiva deprivazione percettiva del paesaggio costruito, servizi non pensati in partnership con i loro destinatari hanno finora impedito al Trentino di aggiungere ai propri standard ciò che il design sa aggiungere. È una competizione che non si può perdere, non solo in ragione del successo economico e dell’innovazione che il design garantisce, ma anche in ragione di obiettivi di qualità della vita. E bilanci in calo obbligheranno, volenti o nolenti, a non mancare all’appuntamento.
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80 innovazione
Uno showroom dedicato all’innovazione Al primo piano del Muse, la mostra "Innovare in Trentino" presenta i progetti più significativi di un gruppo di aziende locali.
Arrivano
anche dalle imprese trentine le soltanto così infatti l’innovazione viene capita, idee più originali per promuovere il nuovo percepita e voluta anche dai visitatori e da un ampio pubblico. brand “Muse”. La mostra “Innovare in Trentino” è uno spazio All’interno di questo contesto, lo spazio dedicadedicato alla presentazione dei progetti più signi- to alle imprese diviene un luogo privilegiato per promuoversi e per farsi conoscere, valorizzando lo sforzo di chi crede che la creatività e l’innovazione possano sostenere e promuovere la cultura. Inoltre, la creazione di un vero e proprio brand “Muse” può diventare un elemento chiave Fablab è uno centro di manifattura digitale in cui chiunque può disegnare, e altamente qualificante per le stesse aziende che oppure scaricare dalla rete e modificare, oggetti che poi vengono stampati intendono legarsi ad esso: non solo un’occasione in 3D. L’obiettivo è quello di rendere ogni persona consapevole del fatto di di visibilità internazionale, ma anche un laboraessere un maker/fabber, un creativo in grado di trasformare una qualsiasi torio frizzante di idee e di confronto. Di seguito le aziende che partecipano alla mostra idea in un oggetto o prodotto concreto. (in grassetto le imprese associate a Confindustria FabLab sono presenti in ogni continente: in Italia ne esistono solo tre. Il Trento): Aquafil, Bio Soil Expert, Cold Pharma, Muse Fablab attiverà iniziative e collaborazioni con le Università, le imprese, Cares, Domotica Trentina Fabrica Ludens, LeMur, le Fondazioni, gli enti di ricerca e startup, generando un impatto positivo Opere Sonore, Officine Parisi, Sofcpower, Stefano Benedetti, Tamanini, Tassullo, Trainottiplast, verso la città e il territorio per quanto riguarda formazione, sviluppo e ricerca, Xtensa, Krealine (progetto e coordinamento alleimprenditoria e internazionalizzazione. stimento).
Uno spazio per la digital fabrication
ficativi realizzati da aziende locali: dalle imprese artigiane alle piccole start up informatiche fino a gruppi più strutturati, che emergono a diversi livelli nel campo della ricerca e sviluppo con il territorio nel settore dell’innovazione scientificotecnologica. Un luogo dove le aziende trentine hanno la possibilità di esprimere il proprio potenziale, facendosi al tempo stesso portavoce di questa nuova rivoluzione culturale e scientifica che appartiene al territorio. Un museo, quindi, che in tutti i suoi aspetti, compreso lo showroom, vuole essere luogo di incontro con la gente:
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Palazzo Stella
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