MARZO | APRILE 2012 ANNO 53 | N째3-4
Giovani, facciamo ingranare il futuro Avviate tutte le azioni del progetto Giovani Industriosi di Confindustria Trento
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Stile & Design
sommario
03
editoriale 7
54
Mani, testa e cuore
innovazione
associazione
rubriche 9
associazione
56
9
“Giovani, facciamo ingranare il futuro”
12
Assoservizi ottiene l’accreditamento Fse
14
Sportello con i notai per le reti d’impresa
17
Piccola industria, accordo con BTB
19
Siglato l’accordo con Coface Assicurazioni
20
“La Pec: obbligo o risorsa per le imprese?”
22
“Modelli 231, strumenti di prevenzione”
58
edilizia 60
Dieci anni per il premio “Del Favero”
dossier 27
58 economia
Le opinioni degli industriali trentini sulla congiuntura
64
Nuove opportunità dal continente africano
66
Nuove alleanze per Trentino Export
aziende 24
Aquafil e Dana insieme per la cogenerazione
25
Aria di rinnovamento alla Tecnoclima
68 giovani
49
150 anni per il gruppo Sandvik
51
I&T Servizi da Lecce a Trento
70 società
52
Xpeppers, azienda "Agile" dell’IT
64 internazionalizzazione
Il settore porfido si dà nuove regole
internazionalizzazione
27 dossier
60 edilizia
Tama decolla con il Kaizen
economia
24 aziende
56 innovazione
Openjob più Metis uguale Openjobmetis
giovani 68
Dove c'è Barilla...
società 70
Rapporto Censis 2011: l’Europa detta l’agenda
TRENTINOINDUSTRIALE.COM | MAR-APR 2012
04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 53 | N. 3-4 Marzo-Aprile 2012
Direttore Responsabile
MARZO | APRILE 2012
Comitato di Redazione
Stefano Odorizzi Carlo Odorizzi Roberto Busato Gianni Anichini Pierangelo Baldo Lorenzo Garbari Paolo Angheben Roberto Pisetta Eduard Martinelli
Giovani, facciamo ingranare il futuro Avviate tutte le azioni del progetto Giovani Industriosi di Confindustria Trento
Redazione
Primo Bee Direzione, Redazione e Amministrazione
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ANNO 53 | N°3-4
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Laura Canzian lacanzi@tin.it T 338 7789032 | F 0461 933551 I prezzi indicati vanno maggiorati di I.v.a. L’editore si riserva di valutare di volta in volta la compatibilità con la rivista dei messaggi pubblicati proposti.
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le Banche della comunità
editoriale
07
Mani, testa e cuore Li vediamo così, noi, i nostri giovani. Operosi, preparati e appassionati. E infatti mani, testa e cuore sono i tre elementi che identificano il logo del progetto “Giovani industriosi”, che Confindustria Trento ha lanciato nei mesi scorsi per aiutare i giovani a valorizzare il proprio talento e a fare sentire la propria voce. Al progetto, ormai entrato nel vivo, abbiamo voluto dedicare la copertina di questo numero di Trentino Industriale, che riporta l’immagine della campagna di comunicazione. L’illustrazione parla chiaro. Sono i giovani che devono fare ingranare il loro futuro, perché è solo con il loro contributo che riusciremo a fare ripartire il Paese, riuscendo anche là dove le generazioni precedenti hanno fallito. Mani. Quella della manualità è una dimensione che oggi è trascurata dal sistema scolastico, con programmi di studio ricchi di nozioni ma carenti di esperienze pratiche. Noi vogliamo dare la possibilità di recuperarle, queste esperienze, anche solo limitatamente al periodo estivo, tramite lavori manuali in azienda. Ma il nostro è anche un invito a darsi da fare, provando tutte le strade, senza arrendersi di fronte ai fallimenti. Testa. Giovani, studiate e impegnatevi. Non ci stancheremo mai di ripeterlo. La propria carriera si determina con la preparazione, la fatica e la tenacia. Da parte nostra continueremo a batterci per una società davvero meritocratica, dove siano i migliori ad essere premiati. Nelle aziende è così, altrove purtroppo no. Cuore. Passione, passione e ancora passione. È la benzina che spinge ogni imprenditore, che lo motiva a lottare ogni giorno per raggiungere i suoi obiettivi. Noi vogliamo aiutare i giovani a scoprire le loro passioni e a tradurle in lavori appaganti. Questo vale per chi sogna di diventare imprenditore, ma anche per chi vuole lavorare alle dipendenze di un’impresa. Per questo abbiamo attivato due azioni specifiche, una rivolta alla valorizzazione dei talenti in azienda, l’altra per assistere i giovani con progetti imprenditoriali. In questi ultimi mesi stiamo incontrando molti giovani. Palazzo Stella, la nostra sede, in alcune giornate è popolata di giovani, e questo ci fa davvero piacere. Gli incontri e i focus group che stiamo svolgendo con loro ci stanno dando molti spunti che saranno presto tradotti in proposte concrete, ma ci stanno soprattutto confermando che ci sono molti giovani impegnati e appassionati. È una buona notizia per il futuro di tutti noi.
Paolo Mazzalai
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09 associazione
associazione
“Giovani, facciamo ingranare il futuro” È il titolo della campagna di comunicazione del progetto Giovani Industriosi lanciato da Confindustria Trento. Chiusa la fase di selezione di giovani talenti, è partita la discussione sulla pagina Facebook.
Dal lancio
ufficiale dello scorso novembre in conferenza stampa, di strada ne è stata fatta. Quattro azioni per i giovani, per aiutarli a entrare nel mondo del lavoro – come imprenditori o dipendenti – e per dare loro una voce. Ora è stata lanciata anche la campagna di comunicazione, con un’immagine creata appositamente per il progetto dall’illustratore Alberto Ruggieri, con il coordinamento di Plus Communications.
1. Solidi talenti La prima azione è stata pensata per valorizzare i giovani talenti in azienda. A metà gennaio è stato chiuso il bando di selezione (davvero selettivo) al quale hanno risposto oltre 200 giovani. Sulla base dei CV sono stati quindi convocati un
centinaio di giovani per i colloqui motivazionali, condotti da Confindustria Trento con l’Agenzia del lavoro provinciale. Successivamente è iniziata la fase di matching con i profili richiesti dalle aziende e sono partite già le prime assunzioni.
2. Argentovivo Confindustria Trento ha attivato un desk per la nuova imprenditorialità, situato a Palazzo Stella, a cui si possono rivolgere su appuntamento i giovani aspiranti imprenditori. L’Associazione si mette a disposizione dei giovani con progetti d’impresa. Un pool composto dai professional di Confindustria Trento offre gratuitamente una prima informazione in materia
La pagina Facebook del progetto
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10 associazione
di legislazione, fiscalità, proprietà intellettuale, ricerca, agevolazioni, diritto del lavoro, ambiente e sicurezza. Al desk sono già stati presentati i primi progetti d’impresa, alcuni dei quali sono in fase di definizione.
3. Dire, fare, lavorare L’idea è consentire agli studenti di svolgere lavori estivi in azienda, per crearsi dei risparmi ed entrare in contatto con il mondo del lavoro. Lavorare in azienda, anche solo per un periodo di tempo limitato alle vacanze estive, può voler dire acquisire competenze spendibili in un curriculum e magari farsi conoscere e apprezzare da un’azienda.
Progetto “Giovani Industriosi” Contatti > Confindustria Trento - Area Education
T 0461 360000
education@confindustria.tn.it
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4. Parola ai giovani Confindustria Trento vuole mettere a disposizione dei giovani i propri canali di comunicazione. Quello dei giovani è un tema che va ormai di moda, ma a parlarne è troppo spesso chi giovane non è più. Ecco perché è stato costituito un forum per i giovani, animato dai giovani. L’Associazione mette a disposizione la sua piattaforma e la consulenza scientifica di Nadio Delai, sociologo trentino di fama nazionale che sul tema dei giovani ha lavorato a lungo. Ma i contenuti ce li mettono gli stessi giovani. Negli ultimi mesi sono stati organizzati vari focus group, moderati dallo stesso Delai, con panel costituiti a turno da studenti, associazioni giovanili, genitori, insegnanti. L’obiettivo è stato stimolare la discussione e individuare i temi che stanno in cima all’agenda dei vari gruppi. Parallelamente è stata attivata una pagina su Facebook (www.facebook.com/giovani.industriosi) per stimolare un dibattito online. I giovani che parteciperanno al dibattito (reale e online) saranno invitati all’assemblea generale di Confindustria Trento che si terrà nel prossimo autunno. Le migliori proposte saranno presentate dagli stessi giovani nel corso dei lavori. (as)
12 associazione
Assoservizi ottiene l’accreditamento Fse La società di servizi di Confindustria Trento ottiene l’accreditamento per accedere direttamente ai finanziamenti del Fondo sociale europeo, offrendo così nuove opportunità alle aziende associate.
KLR foto
Assoservizi Srl,
Alberto Taddei
realtà che dai primi mesi sistemi di gestione aziendali, in aree attinenti a del 2011 è divenuta società controllata e colle- specifici settori della gestione aziendale, ammigata interamente da Confindustria Trento, ha nistrativi e produttivi, nonché all’ambito della subito, dalla nomina del nuovo CdA una rior- formazione delle risorse umane”. ganizzazione aziendale in un’ottica di rilancio e Il direttore di Confindustria Trento Roberto di collaborazione di gruppo, ed una svolta ver- Busato spiega che con il 2011 la società è stata so l’implementazione e il raggiungimento degli completamente riorganizzata, con l'obbiettivo obiettivi suggeriti dalla Giunta di Confindustria di aprire nuovi orizzonti e potenziare alcune nonché raccolti direttamente dalla voce degli aree. “Il primo settore ad essere stato preso in esame imprenditori. La società che si rivolge alle aziende associate, – spiega Busato – è quello della formazione, che ma anche a realtà aziendali esterne al sistema è tra i core business dell’azienda, nella consaconfindustriale, come studi professionali ed pevolezza che gli organismi per la formazione enti pubblici, si occupa attivamente di servizi svolgono un ruolo primario per il miglioramenin materia di “Sicurezza nei luoghi di lavoro, to delle attività imprenditoriali”. nel campo della consulenza di direzione e dei Se un’impresa avverte il bisogno di formare i propri dipendenti in una qualsiasi delle molte aree aziendali, dalle discipline più tecniche fino ai corsi per l’apprendimento di una lingua (italiano o inglese), Assoservizi può assolvervi sia tramite un vasto catalogo che rinnova di anno in anno inserendo tematiche relative ad argomenti sempre attuali ed innovativi, sia realizzando singole attività formative o percorsi su misura cercando di soddisfare ogni richiesta che pervenga dai diretti interessati. “L’azienda che ha necessità particolari – continua Busato - ci contatta per esporci i propri fabbisogni formativi e il nostro staff si attiva progettando percorsi mirati alle specifiche esigenze”. Di qui la necessità di crescere ulteriormente e affrontare il percorso di accreditamento al Fondo sociale europeo. Il Fse, che a seguito di un iter articolato certifica lo standard qualitativo dell’ente formativo, verificato dalla Provincia autonoma di Trento su mandato delle istituzio-
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ni europee, mette a disposizione finanziamenti che supportano le aziende per l’aggiornamento delle competenze del proprio personale. “Le società di formazione accreditate – spiega il presidente di Assoservizi Alberto Taddei – non sono molte in provincia di Trento e averlo conseguito è un importante e prestigioso traguardo. Con l’accreditamento non siamo più costretti ad appoggiarci ad altre società per portare le nostre associate a partecipare ai bandi del Fse, ma possiamo accedervi direttamente. Sono bandi provinciali, nazionali ed europei che garantiscono standard di qualità molto elevati nelle attività di formazione che possiamo svolgere per le aziende”. Un ulteriore obiettivo sempre in ambito formativo è quello, che si completerà in corso d’anno, di intensificare i rapporti di collaborazione con le territoriali del Sistema Confindustria presenti nelle province confinanti per favorire la logica di una rete per la formazione che consentirà di ampliare e potenziare l’offerta”. “Molte novità, quindi, su cui investire le nostre energie - conclude Taddei - che ci auguriamo porteranno la nostra società ad essere un fiore all’occhiello per il gruppo Confindustria Trento e che soprattutto daranno nuovo slancio alla nostra attività”. (adb)
Ricordando… Donatella Maniglio Se n’è andata in punta di piedi, con quell’eleganza e quella discrezione che erano il suo tratto distintivo nella vita e nel lavoro.
Donatella Maniglio ci lascia increduli e un po’ più soli. Ma lascia soprattutto il marito Andrea e i piccoli Aurora ed Elia, ai quali i colleghi di Confindustria Trento si stringono affettuosamente.
Donatella era entrata in Associazione nel 1983, a soli 18 anni. Dapprima nella segreteria della Sezione Autonoma dell’Edilizia, aveva lavorato nel servizio Sindacale e successivamente nell’area Studi e Comunicazione. Negli ultimi mesi le era stata affidata anche la segreteria dell’area Marketing. Ovunque si era fatta apprezzare per la disponibilità, la competenza e la professionalità con cui svolgeva il suo lavoro.
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14 associazione
Sportello con i notai per le reti d’impresa Nelle prossime settimane sarà attivata la task force tra l’Associazione e i notai per la consulenza alle aziende associate sulle reti d’impresa.
L’iniziativa
era stata annunciata in occasio- Le aziende potranno quindi ricevere informane del seminario sulle reti d’impresa organizza- zioni sugli strumenti a disposizione (tipologie to da Confindustria Trento lo scorso 25 genna- contrattuali, agevolazioni fiscali, incentivi proio. Roberto Oss Emer, membro di Giunta con vinciali) e una prima consulenza sul progetto delega per le reti d’impresa, aveva anticipato specifico. Gli incontri si svolgeranno su appunl’intenzione di costituire un tavolo con i notai tamento. per fornire alle aziende una prima consulenza Nel corso del seminario di gennaio erano stati ricordati gli elementi principali del contratto di sui progetti di aggregazione. Ora si sta entrando nella fase operativa. D’intesa rete. Ma si era parlato anche di altre forme di con il Consiglio notarile di Trento e Rovereto, aggregazione, come i consorzi. Erano state porl’Associazione comunicherà alle aziende asso- tate, infatti, testimonianze delle reti d’impresa ciate il calendario con cui a Palazzo Stella sarà “Botteghe in rete” ed “Energy4Life”, ma anche possibile prenotarsi per un incontro. Al tavolo del consorzio “Health innovation hub”. siederanno gli esperti dell’Associazione (che trat- Al seminario erano intervenuti anche professiotano non solo del contratto di rete, ma più in nisti e accademici. Il presidente dei notai trengenerale di aggregazioni tra imprese, qualsiasi tini Marco Dolzani aveva infatti inquadrato i profili giuridici del contratto di rete, mentre il sia la forma giuridica) e alcuni notai.
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presidente dell’ordine trentino dei commercialisti, Maurizio Postal, aveva messo in evidenza gli aspetti fiscali e contabili, offrendo soluzioni pratiche per superare alcune criticità dello strumento. Paola Iamiceli, docente dell’Università di Trento e membro di un team che svolge attività di ricerca sulle reti d’impresa anche per conto di Confindustria, ha analizzato il contratto di rete nell’esperienza nazionale. A poco più di un anno dal lancio ufficiale del nuovo strumento per l’aggregazione tra aziende, in Italia si contano più di 300 contratti con oltre 1.600 imprese coinvolte. (as)
Per informazioni: Confindustria Trento - Area Diritto d’Impresa T 0461 360007 /-36 dirittodimpresa@confindustria.tn.it
Vinitaly, export e soddisfazione per il Trentino L'edizione 2012 ha fatto registrare l'incremento degli ospiti provenienti dall'estero. Riscontri positivi per gli 80 produttori trentini e ottimi riscontri per il Padiglione 3 dove si trovava l'area comune degli espositori provinciali.
Ben 140.000 visitatori provenienti da 120 Paesi, bastano questi due dati per fare intendere l'internazionalità della quattro giorni di Vinitaly 2012. Dati che hanno visto l'incremento delle presenze estere, il 35% del totale, una crescita confermata dall'accredito di media provenienti da oltre 45 Paesi (Usa, Germania, Russia in testa), con oltre 2.500 giornalisti in rappresentanza di oltre 170 radio e tv, 105 quotidiani e 110 testate online. Più dei numeri, tuttavia, contano le sensazioni dei circa 80 produttori trentini, che promuovono la nuova formula dei quattro giorni (con inizio di domenica) che ha raggiunto l'obiettivo di valorizzare la presenza di “addetti ai lavori”, buyer, seller, esperti, horeca e media, con ottimi riscontri soprattutto nella giornata di lunedì.
Una kermesse che i nostri produttori hanno interpretato come più “professionale” e che ha dato modo di avviare contatti con i tanti operatori che hanno visitato gli stand, con riscontri positivi per l'area “comune” degli espositori provinciali lanciata nel 2011 e progettata dall'architetto Michelangelo Lupo. L'area istituzionale del Trentino - organizzata dall'Assessorato all'Agricoltura, Foreste, Turismo e Promozione della Provincia autonoma di Trento, dalla Camera di Commercio, da Trentino Marketing e da Trentino Sprint - ha funzionato bene, registrando molta attenzione grazie anche alle degustazioni, organizzate nella nuova saletta “dedicata”, che hanno fatto segnare il tutto esaurito. Ottimi feedback anche dagli assaggi al banco mescita Trentodoc, a quello dei vini del territorio e a quello dell'Enoteca provinciale, che hanno fatto riscontrare – secondo i sommelier che hanno avuto il contatto con il pubblico – maggiore attenzione e richiesta di informazioni rispetto agli anni scorsi. Identiche sensazioni per Trentino Grappa, rappresentata da 29 produttori trentini, che ha saputo ritagliarsi un suo spazio con i propri distillati.
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17 associazione
Piccola industria, accordo con BTB Siglato il terzo accordo tra Piccola Industria di Confindustria Trento e Btb-Intesa, che porterà 100 milioni di finanziamento per le piccole e medie imprese.
In un momento
in cui le aziende segnalano crescenti difficoltà nei rapporti con le banche, a causa di restrizioni del credito e dell’inasprimento delle condizioni, per le piccole e medie imprese trentine si aprono nuove ipotesi di accesso al credito. L’accordo tra la Piccola Industria di Confindustria Trento e la Banca di Trento e Bolzano (gruppo Intesa) - sancito nell’ambito dell’operazione da 10 miliardi di euro condotta a livello nazionale dal gruppo Intesa San Paolo - prevede che l’istituto di credito metta a disposizione delle Pmi che operano sul territorio un plafond di 200 milioni di euro, equamente ripartiti tra le province di Trento e Bolzano. L’erogazione del credito non sarà indiscriminata: l’intervento di Banca di Trento e Bolzano andrà a sostenere le aziende che investono nella formazione del personale, nelle reti d’impresa, nell’efficienza energetica. A differenza delle precedenti, l’intesa – formalizzata nel mese di febbraio a Bolzano e a marzo a Trento – vincola dunque i prestiti al carattere strutturale delle iniziative promosse dalle aziende. I settori per cui si disciplina l’accesso al credito sono stati individuati sulla base dell’efficacia promessa in termini di crescita e di innovazione: si va dal sostegno ai progetti di qualificazione dei dipendenti all’incentivo delle buone pratiche legate al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, passando per la valorizzazione delle alleanze tra imprese, nella forma dell’acquisizione (nel caso in cui un’azienda sana inglobi una realtà in difficoltà), o in quella della rete (già posta in essere in provincia di Trento in 15 occasioni, e in via di definizione in un’altra decina di casi). Affiancata dagli specialisti di Mediocredito, Ban-
ca di Trento e Bolzano esaminerà i business plan delle aziende che chiederanno liquidità, per poi individuare le forme di finanziamento più adeguate. Confindustria Trento, dal canto suo, opererà un monitoraggio costante dell’andamento dell’accordo, onde verificare la migliore ricaduta delle misure.
La Banca di Trento e Bolzano attiva un plafond di 200 milioni di euro per le piccole e medie imprese del Trentino - Alto Adige. Saranno finanziati i progetti per la crescita dimensionale e l'innovazione. Diversamente si opera nei confronti delle piccole e medie imprese che i mutui di riassetto al credito non hanno fino ad oggi risollevato e per le quali si profila la chiusura: in questo caso Btb immagina soluzioni di accompagnamento verso la cessazione, con l’obiettivo primo di ridurre le conseguenze per imprenditori e lavoratori. L’accordo è stato firmato dal presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Trento Alessandro Benedetti e dal direttore generale Btb Nicola Calabrò. Alla firma è seguito un incontro con gli imprenditori in cui sono intervenuti, oltre a Benedetti e Calabrò, Paolo Mazzalai, Presidente di Confindustria Trento, Mario Marangoni, presidente Btb, Gian Luca Ajolfi, responsabile Imprese Btb, Antonio Gezzele, responsabile triveneto Mediocredito Italiano e Sergio Anzelini, direttore Confidimpresa Trentino. (sb)
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Siglato l’accordo con Coface Assicurazioni Per le aziende associate a Confindustria Trento saranno disponibili nuovi strumenti per la tutela del credito commerciale. di PIERANGELO BALDO
Durante
il seminario “Gli strumenti per la tutela del credito commerciale” che si è svolto lo scorso 21 marzo nella sede di Confindustria Trento, è stato tra l’altro presentato l’accordo sottoscritto con Coface Assicurazioni Spa, primario attore del settore che opera da oltre 60 anni con gli strumenti del credit management. L’incontro è stato aperto da un intervento del presidente dell’Associazione Paolo Mazzalai, che ha posto l’accento sull’importanza di una gestione oculata del credito commerciale da parte delle imprese. Queste ultime si trovano talvolta a fungere da “banca” al cliente, a maggior ragione in uno scenario negativo come quello attuale, con una grave crisi di liquidità del sistema e un’oggettiva difficoltà a incrementare le proprie linee di credito a breve presso gli istituti bancari. Antonella Vona, responsabile Marketing e Comunicazione di Coface, ha sviluppato un’interessante e aggiornata panoramica della situazione del credito commerciale e dell’analisi del rischio, raffrontando la situazione italiana con quella degli altri Stati Ue e dei paesi in via di sviluppo. Luca Pasquali, Agente generale Coface, ha invece analizzato più nel dettaglio gli strumenti che l’impresa può utilizzare per cautelarsi da possibili insolvenze o comunque ridurre il rischio commerciale. Un’interessante testimonianza aziendale è stata portata da Maurizio Vicari di Cartiere del Garda Spa, azienda che da molti anni utilizza sistematicamente l’assicurazione del credito commerciale. Il presidente del Comitato piccola industria Alessandro Benedetti ha rimarcato l’importanza di poter disporre di informazioni sulla solvibilità dei clienti e di strumenti per la gestione e l’assicurazione del credito anche per le piccole imprese, per le quali “incidenti di percorso” o insoluti di
importo elevato possono avere conseguenze gravissime. L’accordo tra Associazione e Coface, operatore presente in tutto il mondo e in grado di fornire alla clientela un servizio completo, personalizzato o modulato a seconda delle esigenze, è finalizzato a consentire alle aziende di poter accedere a informazioni tempestive online con un rating di affidabilità del cliente, consulenze efficaci, strumenti alternativi alla fideiussione bancaria, strumenti per ridurre il rischio di insolvenza. E ciò potendo contare su una scontistica sul listino standard, pacchetti personalizzati, riduzione dei costi di istruttoria per le pratiche di assicurazione crediti, azzeramento delle spese di istruttoria per polizze fideiussorie per cauzioni, con la possibilità di poter incontrare i referenti Coface anche in incontri organizzati presso l’Associazione.
Per informazioni: Confindustria Trento - Area Economia d’Impresa T 0461 360007 /-24 economico@confindustria.tn.it
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“La Pec: obbligo o risorsa per le imprese?” Sono stati illustrati in un seminario organizzato da Confindustria Trento opportunità e dubbi sull’utilizzo del nuovo strumento della posta elettronica certificata. di FIAMMETTA NICOLETTI
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ha avuto luogo un ulteriore approfondimento relativo alle peculiarità della Posta Elettronica Certificata. Lo scorso 1° febbraio, infatti, ha avuto luogo un seminario di taglio pratico che ha illustrato ai numerosi presenti le modalità di utilizzo di questo nuovo strumento affrontando con i partecipanti quesiti e problematiche riscontrate con il suo impiego. Il relatore, Tomaso Santi – amministratore delegato di Nei Spa, società di servizi delle associazioni industriali del Triveneto e di altre territoriali – ha ricordato che con lo sviluppo massiccio dell’informatica e di internet sono nati nuovi strumenti di comunicazione che hanno messo in crisi il concetto tradizionale di documento cartaceo comportandone la smaterializzazione e creando un nuovo tipo di documento: il documento informatico, che per essere equiparato al documento tradizionale ed avere l’efficacia di una scrittura privata deve essere sottoscritto con firma elettronica avanzata, qualificata o digitale. La casella di posta elettronica certificata (Pec), regolata da apposita normativa e rilasciata da un gestore autorizzato, consente di scambiare messaggi e documenti allegati con la massima sicurezza e con lo stesso valore legale della raccomandata con ricevuta di ritorno e può essere utilizzata per la trasmissione di tutti i tipi di informazioni e documenti in formato elettronico consentendo di certificarne la provenienza, l’invio, l’integrità, l’avvenuta consegna, la data e l’ora del messaggio scambiato tra il gestore di Pec del mittente e quello del destinatario. Oltre alle caratteristiche di semplicità ed immediatezza della posta elettronica comune, la Pec offre: garanzia di sicurezza nella trasmissione, identificazione certa del mittente del messaggio,
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possibilità di legare in maniera certa ed opponibile a terzi la trasmissione del messaggio con il documento trasmesso. Il servizio di Pec si rivolge a tutti, dalle pubbliche amministrazioni al privato (cittadino o azienda) con un sistema capace di generare risparmi sul piano economico e di facilitare i rapporti sia tra privati che tra privati e pubblica amministrazione. Si utilizza prevalentemente in tutti quei casi in cui si vuole avere la certezza che un documento arrivi a destinazione avendo nel contempo prova opponibile dell’invio e della consegna (contratti, fatture, convocazioni, cedolini paga, ecc.). I punti di forza del sistema sono: economicità (abbattimento dei costi derivanti dagli strumenti tradizionali: raccomandate, fax, ecc.), semplicità e rapidità di utilizzo (non necessita di nuovi strumenti; si utilizzano le consuete piattaforme per la
La Pec offre: garanzia di sicurezza nella trasmissione, identificazione certa del mittente del messaggio, possibilità di legare in maniera certa ed opponibile a terzi la trasmissione del messaggio con il documento trasmesso. gestione della comune posta elettronica), comodità (è utilizzabile da qualsiasi postazione di lavoro con la possibilità di invio della posta a più desti-
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Posta elettronica certificata e firma digitale natari azzerando i tempi di consegna ed evitando code agli sportelli), valore legale (alle ricevute di avvenuta consegna è riconosciuto il pieno valore legale rendendole opponibili a terzi in caso di contenzioso), impossibilità di spam e controlli antivirus da parte dei gestori, interoperabilità delle comunicazioni con tutti i gestori Pec. Per l’utente l’unica differenza dalla tradizionale posta elettronica è che ad ogni invio di un messaggio corrispondono delle ricevute che ne attestano l’invio e la consegna al destinatario. In realtà, dietro a queste ricevute c’è un sofisticato sistema tecnologico ed organizzativo a garanzia delle trasmissioni di posta elettronica certificata; tutta l’infrastruttura tecnologica e la gestione del servizio Pec effettuato da operatori certificati, sono costantemente sotto il controllo e la verifica tecnica dell’ente preposto (Digitpa) per la completa tutela dell’utilizzatore della Pec. È importante segnalare che la Pec certifica che in un dato momento è stata inviata una certa comunicazione unitamente agli eventuali allegati senza tuttavia certificare il contenuto degli allegati stessi; la certificazione del contenuto del documento si effettua tramite la firma digitale e la marca temporale che la Pec non sostituisce. In particolare: solo inviare o ricevere email Pecto-Pec garantisce la validità legale della Pec e del suo contenuto. Come per le normali email, la casella di posta va periodicamente controllata ed a tal fine è possibile, al momento dell’attivazione del servizio, indicare un indirizzo email normale, sul quale verrà inviato un messaggio che avvisa dell’arrivo di un’email Pec, oppure attivare un alert tramite Sms al proprio numero di cellulare. Al termine dell’esposizione, nella quale sono stati approfonditi anche i temi della marcatura temporale dei documenti informatici e della firma digitale ed è stata illustrata la possibile evoluzione di tali strumenti, sono stati chiariti – nel corso di un vivace dibattito – i dubbi, le perplessità e le incertezze dell’uditorio che ha molto apprezzato la chiarezza e la linearità dell’esposizione del relatore.
L’impresa con un clik Il 77% delle società trentine ha un proprio indirizzo di posta elettronica certificata (P.E.C.)
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L’iniziativa è promossa dalla Camera di Commercio I.A.A. di Trento e dalla Provincia Autonoma di Trento in collaborazione con le associazioni imprenditoriali di categoria.
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“Modelli 231, strumenti di prevenzione” Si è tenuto a Palazzo Stella un seminario sulla responsabilità delle aziende prevista dal Dlgs. 231/2001, con un focus sulle violazioni ambientali. di PAOLO ANGHEBEN
Il tema
impone di soffermarsi su profili di re- coinvolgimento emotivo, dimostrano come il meccasponsabilità e di rischio per le imprese. Purtroppo di nismo di estensione della responsabilità dalle persorischio nelle sedi penali, come ha ricordato il vice- ne alle imprese che quest’ultime rappresentano sia presidente di Confindustria Trento Antonello Briosi ormai entrato a pieno titolo tra gli strumenti di ordinaria applicazione da parte dei giudici. aprendo i lavori. Il problema posto dalle disposizioni normative con- Quale può essere la via d’uscita rispetto alla piena siste nel fatto che le violazioni contestate penalmente identificazione tra l’impresa ed i suoi esponenti di ai vertici aziendali vengono simultaneamente adde- vertice? La legge ne prospetta una soltanto, cioè l’adobitate all’impresa, perché si presume che la condotta zione di modelli di organizzazione e controllo che sia in qualche misura riconducibile alle ordinarie po- – se correttamente applicati – possono fungere da sallitiche aziendali. Questo perché si ritiene che l’impre- vacondotto per l’impresa. sa abbia assunto impropriamente dei rischi eccessivi Essi possono costituire un’occasione preziosa per rio per converso ne abbia sottovalutato la portata nel condurre in una cornice unitaria – costruita all’insecaso di comportamenti incauti o negligenti, rilevanti gna della massima essenzialità – quella molteplicità ad esempio in ambito infortunistico ed in campo di spezzoni sparsi che già troviamo all’interno delle organizzazioni aziendali, spesso perché le norme ambientale. Le società si trovano dunque esposte con il proprio li hanno imposti, con difficoltà di coordinamento patrimonio, ma non solo: le conseguenze sull’attività tutt’altro che trascurabili. commerciale possono essere pesantissime se soltanto Una condizione va rispettata: non più quintali di cardovessero trovare applicazione le cosiddette misure ta con interi cataloghi di buone azioni e di buone in“interdittive” che vanno dall’impossibilità di contrat- tenzioni, bensì un sistema di controllo assolutamente tare con le pubbliche amministrazioni, al divieto o essenziale nel presidiare gli snodi fondamentali ed i revoca di finanziamenti pubblici fino alla sospensio- rischi reali dentro i processi aziendali. ne di autorizzazioni e licenze e persino dell’attività di Questo significa agire in modo che la prevenzione diventi parte integrante del “fare impresa”. business tout court. Le recenti sentenze sui casi ThyssenKrupp e amianto- La chiave di lettura, con cui Confindustria Trento Eternit, pur attenendo a particolari vicende di forte guarda al tema dei Modelli 231, in definitiva, tiene unite tre essenziali idee di fondo: - prevenzione, come obiettivo da raggiungere in misura più incisiva per quanto attiene al governo dei rischi naturalmente connessi all’esercizio di qualsiasi attività d’impresa; - integrazione, come criterio guida che salvaguarda quanto è già presente all’interno delle nostre strutture e lo proietta in una logica unitaria; - essenzialità, sul piano delle forme, cioè meno declamazioni e più sostanza.
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Aquafil e Dana insieme per la cogenerazione L’intesa realizzata dalle due aziende di Arco prevede l’utilizzo del calore in eccesso prodotto dagli stabilimenti di Aquafil per scaldare gli ambienti di Dana.
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Nel 2012
Giulio Bonazzi e Rino Tarolli
sull’Alto Garda peseranno 500 tonnel- occasione della firma dell’accordo parlano chiaro. Attraverso una rete di tubature che collega le due late di anidride carbonica in meno. È questo uno dei benefici dovuti all’accordo stret- centrali, 40 metri cubi d’acqua transitano ogni ora to a fine febbraio tra Aquafil e Dana, partner di da Aquafil a Dana alla temperatura di 80 gradi: un’alleanza che si profila virtuosa in termini di abbastanza per consentire a Dana di rinunciare sostenibilità ambientale e di risparmio energetico a 240mila metri cubi di gas metano all’anno, per una riduzione di emissioni nocive pari a 500 toned economico. I due colossi dell’industria trentina, anche e ne- nellate. Valori che raddoppieranno nel 2013, quancessariamente in virtù della prossimità degli do è previsto il secondo step del progetto: allora stabilimenti (entrambi hanno sede nella zona saranno 500mila i metri cubi di metano risparindustriale di Linfano, ad Arco), hanno convenu- miati, per un abbattimento di oltre un migliaio di to sull’opportunità di condividere l’impianto di tonnellate di anidride carbonica. cogenerazione dell’uno attraverso un sistema di Non a caso, il progetto è valso il Premio Energia Trentino 2011, conferito nell’ambito del Premio teleriscaldamento collegato all’altro. Il progetto prevede che il calore in eccesso gene- Ambiente Euregio al “miglior progetto trentino in rato dall’impianto di cogenerazione di Acquafil materia di utilizzo razionale dell’energia e di pronella produzione delle fibre di nylon vada a ri- duzione di energia da fonti rinnovabili”, perché scaldare ambienti di lavoro e impianti tecnologi- “esempio di collaborazione multiaziendale basato ci di Dana, multinazionale americana del settore sull’analisi dei fabbisogni e delle disponibilità di due diverse industrie che, essendo limitrofe, posautomotive. I dati illustrati da Rino Tarolli, presidente di Dana sono ottimizzare l’impiego delle risorse energetiItalia, e Giulio Bonazzi, presidente di Aquafil, in che e diminuire complessivamente i consumi, i costi e le emissioni in atmosfera”. La messa in opera della rete di teleriscaldamento è costata 110mila euro: somma che si prevede di ammortizzare in 10 mesi. Per Dana il taglio dei consumi verrà dalla contrazione dell’uso della propria caldaia, poiché l’acqua bollente acquisita è in grado di riscaldare l’80% dell’intera area produttiva dello stabilimento. Aquafil, dal canto suo, risparmierà tanta energia quanta ne è stata fino ad oggi necessaria al raffreddamento della stessa acqua bollente ceduta. La strada è segnata. La speranza dei vertici delle aziende, espressa da Tarolli e Bonazzi, è che altri impianti di produzione confinanti possano giungere a condividere le stesse sinergie. (sb)
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Aria di rinnovamento alla Tecnoclima Il fondatore Alfonso Vescovi passa il testimone ai figli. Ilaria diventa amministratore delegato di Tecnoclima, mentre Giulio fa decollare Tc Energia, nuova azienda del gruppo con base a Mosca.
settimana è Ilaria Vescovi il nuovo amministratore delegato di Tecnoclima Spa. Dopo quasi quarant’anni, il fondatore Alfonso Vescovi lascia il timone dell’azienda alla figlia, già presidente di Confindustria Trento dal 2007 a metà 2011. Il figlio Giulio gestisce invece una nuova società autonoma con sede a Mosca, la Tc Energia, con 12 dipendenti russi, di cui 4 ingegneri. Il patron si ritira, ma lascia nelle mani di coloro che sono cresciuti in azienda e che assieme a lui hanno contribuito a farla crescere. Un passaggio di testimone nel segno della fiducia e della continuità. Un nuovo punto di partenza, non un punto di arrivo.
A Ilaria e Giulio, Alfonso Vescovi consegna un’azienda da 20 milioni di euro l’anno per lo stabilimento produttivo principale di Pergine Valsugana, più 3 milioni della controllata russa. Ilaria Vescovi si trova al vertice di un’impresa fortemente internazionalizzata (il 70% del fatturato proviene dall’export) con una lunga tradizione e la solida impostazione valoriale dell’azienda a conduzione familiare. Alfonso Vescovi avviò l’attività nel 1973, quando vantava già un’esperienza consolidata nel settore. Dopo la fine della guerra aveva iniziato a lavorare con un diploma di perito industriale meccanico: primo impiego alla ditta Winter, foto: Matteo Rensi
Da qualche
Da sinistra: Ilaria, Alfonso e Giulio Vescovi
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dove si producevano caldaie. Alla Winter Vescovi realizzò subito un progetto tutto suo, una stufa a combustione forzata che il ministero dell’Agricoltura volle per i suoi uffici romani. La Winter fu poi assorbita dalla Bini di Rovereto (industria meccanica che produceva forni per pasta e pane), che ad Alfonso offrì presto incarichi importanti. Sotto la sua gestione la Bini moltiplicò i fatturati nel settore della produzione areotermica. Poi accadde qualcosa. Le idee di Alfonso Vescovi erano buone e numerose. Troppo promettenti per un lavoro da dipendente. Così, quando all’inizio degli anni 70 Alfonso incontra l’industriale Giordano Riello, non si lascia scappare l’occasione e fonda la Tecnoclima Spa. È il 1973 e l’azienda trova sede a Pergine. Circa il 30% del capitale è di Vescovi, il restante 70% di Riello. Sull’esperienza di Vescovi il marchio cresce con soluzioni innovative adattandosi ai cambiamenti del mercato e rivolgendosi all’estero. Tecnoclima si specializza nella produzione di apparecchiature per il riscaldamento, trattamento e condizionamento ad aria, termoventilazione, essiccazione e recupero di calore. E quando, alla fine degli anni 90, a Vescovi si presenta la scelta di vendere la sua quota o acquistare le quote mancanti, l’imprenditore sceglie con coraggio di investire. D’accordo con i figli, prende i risparmi di famiglia e acquista. La strada è quella giusta, se è vero che negli anni 2000 l’impresa si rivolge con sempre maggior successo all’estero e si impone come leader del settore. Tecnoclima occupa oggi un’area di 40mila metri quadrati, è altamente specializzata, si serve delle tecnologie più avanzate con 300 modelli di prodotti esportati in oltre 40 Paesi per il riscaldamento e condizionamento di ambienti industriali, civili, agricoli, residenziali e per impieghi di emergenza. Classe 1930, a 81 anni Vescovi si ritira e passa il testimone a Ilaria. Sarà lei a decidere, con lo sguardo fuori campo del patron dell’azienda pronto a mettere a disposizione dei figli esperienza e giudizio. Ilaria lavora con il padre da
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foto: Matteo Rensi
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22 anni. Giulio da 18. Adesso tocca a loro. E proprio con l’attività di Giulio si guarda al futuro con ottimismo. Il mercato russo è strategico. L’ex Unione Sovietica è un Paese immenso dove in inverno le temperature scendono diverse decine di gradi sotto lo zero e dove c’è tanto bisogno di scaldare. Giulio si è trasferito a Mosca per seguire da vicino l’incursione sul nuovo mercato, in grandissima espansione. I prodotti Tecnoclima per il riscaldamento di grossi siti industriali stanno avendo molto successo. Un’importante commessa è stata da poco ottenuta per un valore di 1,6 milioni di euro per la realizzazione di grandi strutture. Si tratta di 22 megacondizionatori da 5 metri di altezza per l’Altaivagon di Novoaltasik, azienda della Siberia sudoccidentale. Il marchio conta 9mila dipendenti. I condizionatori Tecnoclima saranno posizionati al di fuori degli stabilimenti per scaldare gli interni e dovranno funzionare a una temperatura di 35 gradi sottozero. Per mettere a punto i nuovi macchinari i dipendenti russi di Tecnoclima hanno lavorato 58 ore alla settimana. Passione e coraggio, come insegna Alfonso Vescovi. (adb)
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a cura di: Primo Bee Alessandro Rigoni Alessandro Santini coordinamento di Silvia Oliva
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Indagine semestrale sul “sentiment” delle imprese
I. In sintesi II. Il quadro congiunturale generale 1. L’attuale fase economica 2. L’evoluzione a breve dell’economia 3. Le performance attuali delle imprese 4. L’indice di soddisfazione 5. Le performance a breve 6. L’indice di ottimismo 7. Focus: istituzioni e scelte per affrontare la crisi
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sommario
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IMPIANTI PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA RISORSE RINNOVABILI IDROELETTRICO FOTOVOLTAICO
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In sintesi L’indagine sul sentiment degli imprenditori trentini – svolta da Confindustria Trento con la Fondazione Nord Est e il sostegno di Mediocredito del Trentino Alto Adige – relativa al secondo semestre 2011 evidenzia un trend negativo in ulteriore ribasso rispetto a quanto emergeva dai risultati della rilevazione dello scorso luglio. Quasi due imprenditori su tre (61%) esprimono una valutazione di flessione circa l’andamento dell’economia trentina, mentre sono in sensibile calo anche i giudizi di stazionarietà (35%). Preoccupa inoltre, che solo il 4% del campione abbia colto qualche segnale di miglioramento. Con riferimento agli altri ambiti territoriali considerati le valutazioni di flessione interessano particolarmente il contesto nazionale (80%) e in misura solo leggermente più contenuta l’economia del Nord Est (70%), mentre per l’economia internazionale, nonostante un raddoppio di giudizi di flessione, prevalgono ancora i giudizi di crescita (44%) o di stazionarietà (27%). Le previsioni per i prossimi mesi non lasciano intravedere significativi cambiamenti di rotta rispetto alle valutazioni di consuntivo del decorso semestre: le aspettative di flessione (49%) prevalgono ancora in modo deciso rispetto a quelle di crescita, a conferma che gli imprenditori trentini del campione non si attendono nel breve periodo un miglioramento del trend congiunturale. A livello aziendale i giudizi degli imprenditori trentini evidenziano un quadro contraddistinto da una prevalente normalità, anche se i giudizi negativi prevalgono nettamente rispetto a quelli positivi. A soffrire maggiormente sono gli ordini, mentre solo le vendite all’estero si mantengono su livelli soddisfacenti, segnando addirittura un lieve miglioramento rispetto al semestre precedente. Le attese a breve circa l’andamento dei singoli parametri aziendali evidenziano come, in un contesto che vede prevalere nettamente aspettative di stazio-
narietà, si riscontri una maggioranza delle previsioni negative rispetto a quelle positive, fatta eccezione per le vendite all’estero. L’approfondimento dell’indagine si è focalizzato sull’attuale difficile fase congiunturale. In particolare, al panel degli imprenditori trentini è stato chiesto di esprimere una valutazione sui principali protagonisti del contesto economico-istituzionale sui quali riporre maggiore fiducia per affrontare la crisi. Le risposte hanno evidenziato come il livello di fiducia prevalente sia riposto nei piccoli-medi imprenditori, nel Presidente della Repubblica, nel Governo e nelle associazioni imprenditoriali. In particolare, per quanto riguarda la nomina del Governo tecnico, due imprenditori su tre considerano obbligata la scelta di conferire l’incarico a Mario Monti vista la mancanza di alternative politiche percorribili, la quasi totalità auspica comunque che esso arrivi a fine legislatura, anche se solo il 25% condivide le scelte fino ad ora operate. Gli imprenditori trentini ritengono che l’attuale sistema elettorale debba essere modificato prima delle prossime elezioni: le alternative sono a favore di un modello proporzionale (51%) e, in misura minore, di quello maggioritario (36%). Alla domanda circa il contributo che possono apportare le principali istituzioni internazionali al superamento dell’attuale fase recessiva, le risposte si concentrano sul ruolo determinante dell’Unione Europea e in misura nettamente inferiore su quello del Governo italiano e del Fondo Monetario Internazionale. Infine, l’indagine ha cercato di cogliere il contributo dell’euro nell'arginare la recessione degli ultimi anni. Il 60% degli imprenditori intervistati ritiene che la moneta unica europea abbia svolto un’azione positiva nel contrastare gli effetti della crisi e che i problemi dell’economia italiana non dipendano dall’euro. Un terzo del campione, pur esprimendo perplessità sull’euro, ritiene che un ritorno alla lira sarebbe comunque troppo rischioso.
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Il quadro congiunturale generale
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In deterioramento l’economia mondiale…
Il quadro economico globale ha subito una sensibile battuta d’arresto a partire dalla metà dello scorso anno, soprattutto a causa dell’accentuarsi della crisi dei debiti sovrani, dal rallentamento dei Paesi emergenti, dagli effetti delle politiche di bilancio restrittive e dal peggioramento delle ragioni di scambio causato, in particolare, dai rincari delle materie prime. Inoltre, l’instabilità dei mercati finanziari, con la conseguente caduta del valore delle azioni, ha determinato un aumento della sfiducia facendo ridimensionare i piani di spesa di famiglie e imprese.
…e in Italia una nuova fase recessiva
Il Pil italiano è tornato a diminuire nel terzo e quarto trimestre dello scorso anno, rispettivamente dello 0,2% e dello 0,7% in termini congiunturali, determinando una fase di recessione tecnica che si ha appunto nel momento in cui il prodotto interno lordo è di segno negativo per due trimestri consecutivi. L’uscita da questo trend non dovrebbe avvenire prima del 2013, almeno stando alle più recenti previsioni del Centro Studi Confindustria (CSC) che indicano per l’anno in corso una contrazione dell’1,6%.
L’attività delle imprese
Nell’ultimo trimestre del 2011 l’attività industriale si è indebolita e anche i giudizi degli imprenditori sul trend congiunturale e sulle prospettive di breve termine sono peggiorati. Nel contempo la redditività operativa delle imprese è rimasta invariata e l’autofinanziamento è diminuito. In particolare, le condizioni di contesto in cui operano le aziende hanno determinato una contrazione della domanda, accompagnata da crescenti tensioni sui mercati finanziari, con conseguente difficoltà di accesso al credito e diminuzione della liquidità. In particolare, i dati Istat relativi al mese di gennaio, indicano un calo della produzione industriale del 2,5%
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in termini congiunturali, mentre la contrazione tendenziale, nello stesso mese, risulta pari al 5%.
Permangono deboli i consumi delle famiglie…
Nel corso del 2011 la dinamica dei consumi delle famiglie è stata quasi piatta (0,6%), in rallentamento anche rispetto ai già contenuti livelli del 2010, mentre per l’anno in corso è attesa un’ulteriore diminuzione pari all’1%. Tale contrazione sarà determinata presumibilmente dall’attesa riduzione (-1,4%) del “monte retributivo reale”.
…fiacchi anche gli investimenti
La domanda per investimenti fissi lordi è aumentata dell’1,1% nel 2011, dimezzando il risultato del 2010, mentre le attese per l’anno in corso, stimate dal CSC, dovrebbero segnare una contrazione del 4,8%. Nel consuntivo dello scorso anno gli investimenti sono stati sostenuti dalla spesa in macchine e mezzi di trasporto, mentre in controtendenza sono stati gli investimenti in costruzioni (-2%). Per il 2012, le previsioni di Confindustria indicano, per le stesse voci, un calo pari rispettivamente al 4,5% e al 5,1%. A condizionare le scelte di investimento contribuiscono fattori quali il ridotto utilizzo della capacità produttiva, la bassa redditività e le difficoltà di ac(*)
cesso al credito. In particolare, gli investimenti nelle costruzioni risentono del calo sia della componente pubblica, dovuta ai tagli decisi per ridurre il deficit, sia di quella residenziale dettata, in particolare, da una crescente difficoltà di accesso ai mutui ipotecari.
L’export perde colpi
La diminuzione della fiducia dovuta alla crisi dei debiti sovrani, le politiche di bilancio più restrittive e la frenata dei mercati emergenti hanno determinato una contrazione della dinamica delle esportazioni italiane. Infatti, secondo il CSC l’export ha segnato nel 2011 una crescita del 4,2%, in netta contrazione rispetto al 12,2% dell’anno precedente, allorquando la domanda estera era stata il principale sostegno al miglioramento del trend dell’economia italiana. Per l’anno in corso le previsioni indicano un aumento delle esportazioni pari allo 0,2%, in netta contrazione rispetto all’andamento degli ultimi anni. Sul fronte delle importazioni, invece, alla crescita registrata lo scorso anno (+2,3%), si dovrebbe contrapporre una contrazione dello 0,2% nel 2012. Queste dinamiche, hanno provocato nel 2011 l’aumento del passivo della bilancia commerciale, risultato pari all’1,5% del Pil, mentre per il 2012, le stime del CSC indicano una riduzione del disavanzo (0,2%) dovuto soprattutto alla crescita anemica delle importazioni.
Fonte: Centro Studi Confindustria, Scenari economici, Dicembre 2011; Banca d’Italia, Bollettino Economico, Gennaio 2012; Istat, Statistiche Flash, Marzo 2012.
Le previsioni del Centro Studi Confindustria per l’Italia dicembre 2011 Prodotto interno lordo Consumi delle famiglie residenti Investimenti fissi lordi Esportazioni di beni e servizi Importazioni di beni e servizi Saldo commerciale 1 Occupazione totale Tasso di disoccupazione 2 Prezzi al consumo Retribuzioni totale economia 3 Saldo primario della P.A. 4 Indebitamento della P.A. 4 Debito della P.A. 4 1 4
2010 1,5 1,0 2,4 12,2 12,7 -1,3 -0,7 8,4 1,5 2,1 -0,1 4,6 118,4
2011 0,5 0,6 1,1 4,2 2,3 -1,5 0,9 8,0 2,8 1,9 1,1 3,9 120,3
2012 -1,6 -1,0 -4,8 0,2 -1,3 -0,2 -0,6 8,6 2,2 1,5 4,0 1,5 121,3
Fob-fob, valori in percenutale del PIL; 2 valori percentuali; 3 per ULA; valori in percentuale del PIL
2013 0,6 0,4 1,7 3,6 3,4 0,3 0,2 9,0 2,1 1,7 5,5 0,1 118,0
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1. L’attuale fase economica È ancora un sentiment fortemente caratterizzato da giudizi negativi quello che esprimono gli imprenditori trentini nel trend congiunturale del secondo semestre 2011. Complessivamente i risultati evidenziano un ulteriore deterioramento del ciclo, rispetto a quanto emergeva dai consuntivi della precedente indagine riferita al primo semestre dello scorso anno.
le maggiore di valutazioni negative è però attribuita dal “panel” trentino all’economia italiana. Infatti l’80% esprime un giudizio di flessione, il 18% la considera sostanzialmente stabile e solo il 2% ne intravede una leggera crescita. Va considerato che è dal secondo semestre 2007 che i giudizi di flessione sono superiori a quelli di crescita. La percezione degli imprendito-
In particolare il 61% degli imprenditori trentini intervistati esprime una valutazione di flessione circa l’andamento dell’economia trentina nella seconda metà del 2011 (contro il 35% del primo semestre) e, soprattutto, si fa sempre più consistente la quota di risposte che contemplano un giudizio di “netto calo” (17% contro l’8% della precedente rilevazione). Contestualmente in contrazione sono anche le valutazioni di stazionarietà (35% contro il precedente 47%) e, in misura ancor più preoccupante quelle di crescita: 4% (rispetto al 19% del primo semestre). Da rilevare, inoltre, che il saldo delle opposte opinioni (crescita-flessione) torna a collocarsi su valori prossimi a quelli registrati all’inizio del ciclo recessivo del 2008 (grafico 1 e 2). Anche con riferimento all’andamento economico del Nord Est, i pareri espressi dagli imprenditori trentini, sono in netta prevalenza negativi. Infatti le valutazioni di flessione sono quasi il 70% e quelle di stabilità il 25%, mentre solo il 5% coglie segnali di crescita. La percentua-
ri trentini sul trend dell’economia mondiale è ancora positiva: il 44% esprime infatti, una valutazione di crescita e il 27% di stazionarietà. Rispetto all’indagine precedente si riscontra, tuttavia, un sensibile aumento dei giudizi di flessione (dal 14% all’attuale 29%) che determina una netta contrazione dell’indice sintetico crescita-flessioni: dai 49 punti del primo semestre ai 15 punti del secondo.
GRAFICO 1 Giudizi degli imprenditori sull’attuale fase economica Trentino Nord Est Italia Mondo 0%
20%
in flessione
40%
60%
sostanzialmente stabile
80%
100%
in crescita
Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)
GRAFICO 2 Giudizi sull’attuale fase economica trentina. Confronto tra rilevazioni I trim. 2005 II trim. 2005 III trim. 2005 IV trim. 2005 I sem. 2006 II sem. 2006 I sem. 2007 II sem. 2007 I sem. 2008 II sem. 2008 I sem. 2009 II sem. 2009 I sem. 2010 II sem. 2010 I sem. 2011 II sem. 2011 0%
20%
in flessione
40%
60%
sostanzialmente stabile
80%
100%
in crescita
Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)
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2. L’evoluzione a breve dell’economia Le previsioni degli imprenditori trentini circa l’evolversi del trend dell’economia nei prossimi sei mesi non lasciano intravedere significativi cambiamenti di rotta rispetto alle valutazioni di consuntivo riferite alla seconda metà del 2011. In particolare le aspettative di flessione prevalgono ancora in modo deciso rispetto a quelle di crescita a conferma che la negativa fase congiunturale in atto non sembra destinata a risolversi in tempi brevi. Tale dinamica dovrebbe interessare in misura più contenuta l’economia internazionale per la quale, gli imprenditori trentini, esprimono maggior fiducia sulla capacità di ripresa (grafico 3).
Con riferimento all’economia trentina la percentuale di imprenditori del panel che si attende un’ulteriore contrazione si attesta al 49%, mentre il 41% esprime una valutazione di conferma dell’andamento del decorso semestre. Solo il 10% intravede, invece, una possibile ripresa. Analoghe sono le previsioni riferite all’area del NordEst, per la quale l’evoluzione congiunturale sembra delinearsi in modo non dissimile da quella trentina. Il 50% del campione, infatti, propende per un’ulteriore flessione dell’economia, mentre il 43% prevede un’evoluzione in linea con quella del semestre
precedente. Solo un residuo 7% si sbilancia a favore di una leggera crescita. La situazione è prevista rimanere negativa anche per quanto concerne l’economia italiana. Quasi il 61% del campione indica, infatti, un’ulteriore flessione, il 33% esprime attese di stabilità e solo il 6% ritiene possibile un miglioramento. Per quanto concerne il contesto mondiale, l’outlook assume una connotazione più positiva: il 44% del panel indica una fase di crescita, il 39% si aspetta una riconferma del trend in atto, mentre il 17% ritiene possibile un rallentamento.
GRAFICO 3 Andamento previsto per l’economia nei prossimi sei mesi
Trentino Nord Est
Italia Mondo
0%
20%
in flessione Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)
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40%
60%
sostanzialmente stabile
100%
80%
in crescita
35
3. Le performance attuali delle imprese Nonostante il peggioramento della situazione economica generale percepito dal campione degli imprenditori trentini, le valutazioni sui principali parametri aziendali evidenziano un quadro contraddistinto da una prevalente normalità anche se i giudizi negativi prevalgono nettamente rispetto a quelli positivi. A soffrire maggiormente è il livello degli ordini, mentre solo le vendite all’estero si mantengono su livelli soddisfacenti, segnando addirittura un lieve miglioramento rispetto al semestre precedente (grafico 4).
su quelle negative (28%), è quello delle vendite all’estero. Tale risultato, pur riscontrato in un contesto che vede prevalere i giudizi di stazionarietà (42%), è particolarmente significativo in quanto segna una netta inversione di tendenza rispetto alle valutazioni del primo semestre.
In particolare l’indicatore relativo alla produzione è considerato normale da quasi la metà del “panel” (48%), mentre le valutazioni positive (21%) risultano superiori di dieci punti a quelle negative (31%); in controtendenza rispetto ai valori rilevati nell’indagine dello scorso luglio (grafico 5).
Vendite all’estero
è sul fronte degli ordini però che viene segnalato il peggioramento più significativo: la quota di valutazioni negative, infatti, si attesta al 48%, in netto aumento rispetto al 23% della precedente indagine. Contestualmente si dimezzano i giudizi positivi (dal 47% all’attuale 21%) mentre aumentano al 32% quelli di normalità (dal precedente 25%). Anche con riferimento all’occupazione i giudizi negativi (21%) prevalgono su quelli positivi (16%), tuttavia, la maggioranza assoluta delle opinioni si catalizza su un giudizio di stabilità (63%). L’unico indicatore aziendale rispetto al quale le valutazioni positive (30%) prevalgono, seppur di poco,
L’ utilizzo degli impianti è consi-
derato "nella norma" dal 45% del campione, mentre il 38% lo valuta negativamente. Solo il 17% lo considera su livelli positivi. Anche il giudizio relativo alla giacenza di prodotti finiti è considerato dal campione prevalentemente “nella norma” (62%) o su livelli positivi dal 9%. Il 29% considera in esubero le scorte accumulate.
GRAFICO 4 Giudizi sugli attuali livelli di alcuni parametri aziendali Produzione Ordini Occupazione
Utilizzo degli impianti Giacenza prodotti finiti 0%
20%
negativo
40%
60%
80%
normale
100%
positivo
Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)
GRAFICO 5 Giudizi sui livelli di produzione. Confronto tra rilevazioni I trimestre 2005 II trimestre 2005 III trimestre 2005 IV trimestre 2005 I semestre 2006 II semestre 2006 I semestre 2007 II semestre 2007 I semestre 2008 II semestre 2008 I semestre 2009 II semestre 2009 I semestre 2010 II semestre 2010 I semestre 2011 II semestre 2011 0%
20%
negativo
40%
60%
normale
80%
100%
positivo
Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)
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4. L’indice di soddisfazione
(*)
GRAFICO 6 Indice di soddisfazione. Confronto tra rilevazioni
è un sentiment che vede prevalere le indicazioni negative quello che emerge dall’elaborazione dell’ “indice di soddisfazione” riferito al secondo semestre 2011. Infatti, il numero di “insoddisfatti” si colloca al 39% in calo rispetto al 32% di luglio scorso. I “soddisfatti”, assestati attorno ad una proporzione di una opinione ogni tre, tornano a collocarsi sui valori della seconda metà del 2010. In una posizione di equidistanza tra soddisfatti e insoddisfatti si pone circa il 30% del campione, valore in linea con la tendenza emersa negli ultimi tre anni (grafico 6).
I trimestre 2005 II trimestre 2005 III trimestre 2005 IV trimestre 2005 I semestre 2006 II semestre 2006 I semestre 2007 II semestre 2007 I semestre 2008 II semestre 2008 I semestre 2009 II semestre 2009 I semestre 2010 II semestre 2010 I semestre 2011 II semestre 2011 20%
0%
40%
insoddisfatti
60%
neutri
80%
100%
soddisfatti
Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)
5. Le performance a breve Le attese per i prossimi mesi formulate dagli imprenditori trentini che hanno partecipato all’indagine evidenziano ancora una fase decisamente delicata per le imprese (grafico 7). In particolare il livello della produzione dovrebbe rimanere stabile, sui bassi livelli dello scorso semestre, per il 61% del campione. Anche per gli ordini il 47% si attende, infatti, una situazione di stazionarietà mentre le preoccupazioni per una nuova contrazione (30%) superano quelle positive (23%).
riflette negativamente anche sui livelli di occupazione e sul grado di utilizzo degli impianti. Per questi parametri infatti i due terzi del panel di imprenditori trentini non si aspetta nessun miglioramento rispetto alla già difficile situazione del secondo semestre 2011.
GRAFICO 7 Andamento previsto di alcuni parametri aziendali nei prossimi tre mesi Produzione Ordini Occupazione Vendita all’estero Utilizzo degli impianti 0%
La scarsa fiducia su una possibile ripresa di produzione e ordini si (*)
Maggiore ottimismo viene invece espresso circa le prospettive riferite alle vendite all’estero. Le previsioni positive (27%) superano quelle negative (19%) mentre il 54% del campione ritiene possibile una riconferma del favorevole trend delle esportazioni registrato nella seconda metà dello scorso anno.
20%
negativo
40%
60%
normale
80%
100%
positivo
Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)
INDICE DI SODDISFAZIONE - L'indice di soddisfazione è costruito a partire dai sei quesiti che misurano il livello di soddisfazione su diversi aspetti che riguardano l'impresa (produzione, ordini, occupazione, vendite all'estero, utilizzo degli impianti, giacenze prodotti finiti). Alle modalità delle sei variabili sono stati assegnati i seguenti valori: -1 = "Molto negativo" o "Negativo"; 0 = "Normale" o "Non risponde"; +1 = "Molto positivo" o "Positivo". Sommando assieme le sei variabili si ottiene un indice che varia da -6 (soddisfazione minima) a +6 (soddisfazione massima). I rispondenti sono stati successivamente divisi in 5 gruppi, in base al valore assunto dall'indice costruito: "Molto insoddisfatti" (da -6 a -4); "Insoddisfatti" (da -3 a -2); "Neutri" (da -1 a +1); "Soddisfatti" (da +2 a +3); "Molto soddisfatti" (da +4 a +6).
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6. L’indice di ottimismo(*) Dall’analisi dell’indice di “ottimismo” – sintesi delle previsioni sulle performance aziendali – emerge una distribuzione pressoché uguale tra i giudizi sulle prospettive
per l’industria nell’immediato futuro: 35% attendisti, 34% pessimisti e 31% ottimisti. Una situazione, quindi, di forte incertezza, confermata anche dal confronto con i risultati
della precedente indagine che evidenzia un aumento sia del numero di ottimisti sia dei pessimisti, mentre calano in misura significativa i giudizi di neutralità (grafico 8).
GRAFICO 8 Indice di ottimismo
I trimestre 2005 II trimestre 2005 III trimestre 2005 IV trimestre 2005 I semestre 2006 II semestre 2006 I semestre 2007 II semestre 2007 I semestre 2008 II semestre 2008 I semestre 2009 II semestre 2009 I semestre 2010 II semestre 2010 I semestre 2011 II semestre 2011 0%
20%
pessimisti
40%
60%
neutri
80%
100%
ottimisti
Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)
(*)
INDICE DI OTTIMISMO - L'indice di ottimismo è costruito a partire dai cinque quesiti che rilevano le aspettative su alcune voci che riguardano l'impresa (produzione, ordini, occupazione, vendite all'estero, utilizzo degli impianti). Alle modalità delle cinque variabili sono stati assegnati i seguenti valori: -1 = "In diminuzione"; 0 = "Stazionario" o "Non risponde"; +1 = "In crescita". Sommando assieme le cinque variabili si ottiene un indice che varia da -5 (livello massimo di pessimismo) a +5 (livello massimo di ottimismo). Gli intervistati sono stati successivamente divisi in 5 gruppi, in base al valore assunto dall'indice costruito: "Molto pessimisti" (da -5 a -3); "Pessimisti" (da -2 a -1); "Attendisti" (0); "Ottimisti" (da +1 a +2); "Molto ottimisti" (da +3 a +5).
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7. Focus: istituzioni e scelte per affrontare la crisi 7.1 Fiducia nelle istituzioni e valutazioni sul Governo Partendo dalla constatazione della difficile fase congiunturale, è stato chiesto agli imprenditori trentini del panel,
dei piccoli e medi imprenditori (75%), del Presidente della Repubblica (64%) e del Governo (58%). Inoltre, quasi la metà degli intervistati (48%) esprime fiducia anche nell’operato delle Associazioni Imprenditoriali.
di esprimere quali sono a loro parere i protagonisti del contesto economico-istituzionale sui quali riporre maggior fiducia per affrontare la crisi (grafico 9). Il livello di fiducia maggiore viene espresso per l’operato
GRAFICO 9 Livello di fiducia sull'operato di Istituzioni e Governo Piccoli e medi imprenditori
75%
Presidente della Repubblica
64%
Governo
58%
Associazioni degli imprenditori
48%
Banca Centrale Europea
45%
Regione
38%
Unione Europea
35%
Imprenditori delle grandi imprese
31%
Banca d'Italia
27%
Banche
5%
Borsa
5%
Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)
Va sottolineato però, come il 68% del panel esprima una valutazione condizionata sul Governo Monti, in quanto viene considerata una scelta obbligata dovuta al fatto che la precedente maggioranza non era in grado
di trovare accordi politici per poter approvare quelle riforme non più rinviabili, al fine del risanamento della finanza pubblica e per restituire al Paese nuove prospettive di crescita (grafico 10). Solo il 25% degli intervista-
ti esprime infatti condivisione sulle scelte del governo, mentre il 4% non condivide le scelte finora operate dall’esecutivo. Il 3%, infine, considera il Governo tecnico una scelta inopportuna perchè “nominato” e non eletto.
GRAFICO 10 Valutazioni sul conferimento dell'incarico a Mario Monti di formare il Governo Obbligata, perché non c'erano alternative
68% 25%
Giusta, per le scelte fatte Sbagliata, per le scelte fatte Inopportuna, perché è un Governo non eletto
4% 3%
Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)
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Al fine di superare l’emergenza economica, il 95% degli intervistati auspica che questo Governo arrivi a fine legislatura. Prima di affrontare nuove elezioni, l’88% del panel di imprenditori trentini, ritiene necessario modificare l’at-
tuale legge elettorale, che viene giudicata negativamente da quasi il 90% degli intervistati. In particolare, il 51% del campione è favorevole alla reintroduzione del sistema proporzionale, con la possibilità, quindi, di esprimere preferenze su singoli
candidati, il 36% preferirebbe un sistema elettorale maggioritario, l’11% sceglierebbe un sistema misto fra proporzionale e maggioritario, mentre solo il 2% ritiene che il sistema elettorale vigente non vada modificato (grafico 11).
GRAFICO 11 Tipologia del sistema elettorale preferito Sistema proporzionale
51%
Sistema elettorale solo maggioritario
36%
Misto tra proporzionale e maggioritario Mantenere l'attuale sistema elettorale
11%
2%
Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)
7.2 Ruolo delle istituzioni internazionali nella crisi L’indagine ha cercato di cogliere, inoltre, l’opinione degli imprenditori trentini sulle cause dei gravi problemi finanziari che penalizzano il contesto economico dell’Eurozona, nonché su quali, fra le principali istituzioni inter-
nazionali, potrebbero contribuire con maggior efficacia al superamento dell’attuale fase recessiva. Con riferimento al primo aspetto, quasi l’80% del campione ritiene che i problemi dell’Area euro siano attribuibili principalmente alle politiche fiscali adottate da alcuni Paesi, le quali si sono
rivelate inadeguate rispetto agli obiettivi di contenimento del debito pubblico. Inoltre gli elevati differenziali di competitività esistenti fra i diversi paesi dell’area sono indicati, dal 66% del panel, come un’ulteriore causa delle difficoltà finanziarie registrate nell’Eurozona (grafico 12).
GRAFICO 12 Principali problemi finanziari dell'Eurozona Politiche fiscali divergenti tra i vari Paesi
79%
Livelli di competitività divergenti tra i vari Paesi
66%
molto
Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)
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Con riferimento al ruolo che le varie istituzioni internazionali e nazionali possono avere nella governance dell’attuale crisi economico-finanziaria (grafico 13), il maggior consenso viene
riconosciuto dagli imprenditori trentini del campione all’Unione Europea (53%). A grande distanza vengono individuati come potenziali protagonisti il Governo Italiano
(18%) e il Fondo Monetario Internazionale (15%). Infine, va sottolineato come il contributo degli Stati Uniti al superamento della crisi sia considerato del tutto marginale (2%).
GRAFICO 13 Istituzioni che maggiormente possono dare un contributo al superamento della crisi economico-finanziaria
Unione Europea
53%
Governo italiano
18%
Fondo monetario internazionale
15%
G20
6%
Altre istituzioni
6%
Stati Uniti
2%
Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)
Rispetto alle diverse strategie proposte a livello europeo per contrastare la crisi economico-finanziaria, raccolgono i maggiori consensi (grafico 14) quelle che evidenziano l’opportunità di definire un
coordinamento delle politiche economiche e fiscali sia nell’ambito dell’Area euro (90%) sia, più in generale, nel contesto degli Stati dell’Unione Europea (82%). Un elevato consenso viene, inoltre,
espresso a favore di interventi volti a regolamentare i servizi finanziari (74%) al controllo delle attività dei gruppi finanziari (68%) e delle risorse pubbliche destinate al salvataggio del sistema bancario (54%).
GRAFICO 14 Misure maggiormente efficaci per contrastare la crisi economica (percentuale di pareri favorevoli) Coordinamento delle politiche economiche e fiscali dell'Area euro
90%
Coordinamento delle politiche economiche degli Stati dell'Unione Europea
82%
Regolamentazione degli strumenti finanziari
74%
Controllo delle attività dei maggiori gruppi finanziari
68%
Controllo delle risorse pubbliche utilizzate a sostegno del sistema bancario
54%
Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)
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Nel definire nuove norme volte a regolamentare il funzionamento dei mercati finanziari internazionali, l’Unione Europea, secondo la totalità del panel trentino, dovrebbe impegnarsi in un maggior controllo sui fondi speculativi (100%), e inoltre, dovrebbero essere introdotte norme più ri-
gide finalizzate ad aumentare la trasparenza nel funzionamento delle intermediazioni sui mercati finanziari. Il 92% ritiene opportuno introdurre regole orientate ad arginare con maggior determinazione l’evasione fiscale e le operazioni off-shore, mentre, quattro imprenditori su
cinque, sono favorevoli all’applicazione di una tassa specifica sia sui profitti generati da transazioni finanziarie (81%) sia su quelli realizzati dalle banche (66%). Infine, il 78% considera necessario porre limitazioni agli stipendi degli operatori del comparto finanziario (grafico 15).
GRAFICO 15 Misure che l'Unione Europea dovrebbe intraprendere per regolamentare i mercati finanziari internazionali (% di pareri favorevoli) Maggior controllo sui fondi speculativi
100%
Aumentare la trasparenza dei mercati finanziari
99%
Maggior controllo in materia d'evasione fiscale
92%
81%
Limitazione agli stipendi nel settore finanziario
78%
Tassazione sui profitti delle banche
66%
Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)
7.3 Moneta unica e crisi Un’ulteriore tematica sulla quale gli imprenditori trentini del panel sono stati chiamati ad esprimere la loro opinione ha riguardato il contributo, positivo o negativo, dato dalla moneta unica europea nel contrastare la crisi degli ultimi anni.
Le risposte fornite evidenziano come, oltre il 60% del campione, ritenga che l’euro abbia svolto un’azione positiva nel contrastare la fase recessiva, mentre il restante 40% ritiene che la moneta unica poco abbia contribuito a lenire gli effetti recessivi. Va sottolineato, comunque, come il 61% degli impren-
ditori intervistati nel corso dell’indagine, ritenga che i problemi della nostra economia non dipendano dall’euro, mentre il 35%, pur esprimendo perplessità sulla moneta europea, la consideri pur sempre il male minore rispetto a un possibile ritorno alla Lira, auspicato da solo il 4% del campione (grafico 16).
GRAFICO 16 Giudizi circa l'abbandono dell'euro per un ritorno alla Lira Contrario: l'euro non è la causa degli attuali problemi economici
61%
Contrario: tornare alla Lira sarebbe troppo rischioso Favorevole: l'euro è la causa degli attuali problemi economici
35%
4%
Fonte: Fondazione Nord Est (n. casi 104)
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150 anni per il gruppo Sandvik Il gruppo svedese leader per gli utensili è presente in Trentino con lo stabilimento di Rovereto. In Italia occupa 600 dipendenti e fattura 250 milioni di euro.
Con un fatturato
globale di 10 miliardi di euro e 47mila dipendenti distribuiti in uffici di vendita e 140 stabilimenti di produzione in tutto il mondo, il Gruppo Sandvik ha dato inizio nel 2012 alle celebrazioni per il 150esimo anniversario. La Sandvik fu fondata in Svezia nel lontano 1862 da Göran Fredrik Göransson. Fu la prima azienda al mondo a utilizzare il processo Bessemer, una tecnologia che avrebbe rivoluzionato la produzione dell’acciaio. Oggi il Gruppo è leader mondiale nella produzione di utensili da taglio, nella fabbricazione di acciai e leghe speciali, di macchine e attrezzature per l’industria estrattiva. Quotata alla Borsa di Stoccolma dal 1901, è presente in tutti i principali mercati e Paesi del mondo. In Italia, dove opera dal 1950, fattura complessivamente circa 250 milioni di euro e impegna quasi 600 dipendenti. Anche a Rovereto – dove si trova lo stabilimento trentino – il 2012 è l’anno del 150esimo. “Ci sono pietre miliari che offrono l’opportunità di fermarsi a guardare dove si è arrivati e come. Il nostro anniversario è certamente una di esse”. Sul MeetSandvik, la rivista del Gruppo per gli azionisti e i dipendenti, il presidente Olof Faxander si esprime così per l’occasione. Il numero della rivista, tradotto in 14 lingue, è stato dedicato interamente alla ricorrenza. Ciascuno dei 47mila dipendenti, compresi quelli in forza allo stabilmento roveretano, ha inoltre ricevuto in omaggio il libro illustrato “The Sandvik Journey” (Il viaggio di Sandvik), con la storia dei successi e dello sviluppo del Gruppo dalle origini a oggi. “Il viaggio di Sandvik è stato stupefacente”, continua Faxander nell’editoriale
della rivista. “Voi siete una parte importante di questo viaggio”, ha poi detto rivolgendosi ad azionisti e dipendenti. Nel corso di un secolo e mezzo Sandvik è cambiata radicalmente. Da piccola realtà nata nel cuore della Svezia, l’azienda è diventata un colosso leader nel suo settore. Il volto è mutato sulla base di uno sviluppo continuo e di una continua innovazione, ma i principi cardine sono rimasti gli stessi. “Alcune significative qualità – sottolinea il presidente – sono rimaste inalterate. Tra questi, i nostri valori, il nostro deciso spirito innovativo e soprattutto la nostra costante e provata capacità di cambiare restando al passo con i tempi. Caratteristiche come queste sono correlate tra loro e costituiscono l’anima di
Il presidente Sandvik Olof Faxander
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50 aziende
Sandvik, ciò che ci unisce tutti in ogni parte del mondo”. La capacità di adattarsi ai cambiamenti ha fatto grande l’azienda. “Un’impresa – ha detto Faxander – è come un organismo vivente in costante crescita e adattamento. Se non ci si adatta, si soccombe”. Nel 1962 Sandvik aveva poco più di mille dipendenti dislocati al di fuori della Svezia. Già negli anni 90 erano oltre 25mila. Sono i mercati globali, oggi, a offrire la possibilità di cambiamento. “Ciò che dobbiamo fare ora – ha proseguito – è trasformare Sandvik da azienda svedese con una presenza globale in un’impresa realmente globalizzata in termini di mentalità, presenza, cultura, diversità e opportunità di mercato e carriera”. Per il futuro, a cominciare dal presente, gli obbiettivi sono chiari. Puntare su ambizioni globali mantenendo una presenza locale. Lavorare su mercati chiave, anche molto diversi tra loro, dalle attività estrattive off-shore agli scavi sot-
Fabrizio Resmini, AD e country manager per l'Italia
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terranei fino al settore aerospaziale. Mantenere alta l’attenzione su ricerca e sviluppo puntando all’eccellenza mondiale. Creare cinque nuove business area, muovendo da un presupposto ben determinato: il successo di Sandvik poggia “sulla straordinaria conoscenza che l’azienda vanta in materia di perforazione e scavi meccanizzati, sviluppo e lavorazione dei metalli ed altri materiali”. Una delle cinque business area, denominata Sandvik Mining, ha come obiettivo la leadership globale su prodotti, soluzioni e servizi per le aziende dell’industria mineraria estrattiva, sia per lavori in miniere di superficie che sotterranee in presenza di rocce dure e tenere. Un’altra business area, Sandvik Machining Solutions, nasce per soddisfare il cliente con prodotti e soluzioni avanzate in grado di potenziare la produttività nella lavorazione dei metalli. La terza, Sandvik Materials Technology, offre materiali all’avanguardia e leghe speciali per applicazioni di altissima precisione in particolari nicchie di mercato. Sandvik Construction mette a disposizione prodotti, soluzioni e servizi altamente performanti in aree selezionate del settore scavo e trattamento terra. Infine Sandvik Venture, un vero e proprio incubatore di business focalizzato sulla creazione di un ambiente favorevole in termini di mercato e posizionamento per lo sviluppo di attività difficilmente collocabili all’interno delle altre business area. Su queste basi Sandvik guarda al futuro con ottimismo. “Sono convinto – conclude Faxander – che festeggeremo il duecentesimo anniversario ancora più forti di come siamo ora”. (adb)
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I&T Servizi da Lecce a Trento Trasferendo la sede da Lecce a Trento la softwarehouse pugliese riconosce al Trentino la leadership nell'Ict, grazie alla presenza di aziende e centri di ricerca di eccellenza.
La conferenza stampa nella sede di Confindustria Trento con cui l'azienda ha annunciato il suo arrivo in Trentino
È stato
presentato con una conferenza stampa nella sede di Confindustria Trento l’arrivo in Trentino di I&T Servizi Srl, una delle più importanti realtà informatiche nazionali. Il Gruppo I&T rinforza la sua presenza a Trento trasferendo da Lecce la sede legale della sua più grossa partecipata: I&T Servizi, società che opera nel settore informatico con un valore di produzione 2010 di 15,4 milioni di euro e circa 320 addetti che operano in tutto il territorio nazionale. I vertici dell’azienda, guidata dal presidente Salvatore Lia e dall’amministratore delegato Paolo Cantatore, hanno espresso grande apprezzamento verso il Trentino, definendolo “territorio accogliente, attento allo sviluppo dei sistemi informatici e dei processi evoluti”. Hanno influito positivamente sulle scelte d’investimento dell’azienda anche la presenza di “una Pubblica Amministrazione pronta all’innovazione in ogni settore e punto di riferimento in Europa per le evoluzioni informatiche nell’ambito della sanità,
oltre a una classe imprenditoriale seria, affezionata al territorio e disponibile a collaborare per la creazione di nuovo valore aggiunto”. Gli obiettivi di I&T, già presente in Trentino con I&T Sistemi Srl, società partecipata con un valore di produzione di 3,4 milioni di euro e circa 50 addetti, riguardano lo sviluppo di collaborazioni con il tessuto imprenditoriale che opera nel settore Ict con cui portare in Europa soluzioni competitive di marca italiana. Il Gruppo, che occupa il quindicesimo posto per fatturato (bilancio 2010) nella graduatoria nazionale delle imprese che operano con la Pubblica Amministrazione, svilupperà i suoi progetti di ricerca attraverso la creazione di un polo centralizzato cui faranno riferimento tutte le proprie aziende. Con questa azione I&T consolida la propria presenza e dà l’avvio al nuovo piano di sviluppo a Trento e in tutta l’area padana. Complessivamente il Gruppo occupa circa 700 addetti.
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Xpeppers, azienda "Agile" dell’IT La società applica metodologie Lean allo sviluppo di prodotti informatici. Il risultato è un prodotto che il cliente può seguire costantemente nel suo sviluppo e tempi certi di consegna. di Alessandro de Bertolini
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e sviluppo agile. Si occupa di questo il team di XPeppers, composto da sviluppatori con una esperienza solida e tanta voglia di innovare. “Ci presentiamo come partner o consulenti ideali – spiega Lorenzo Cassulo, regional manager di XPeppers – per tutto quel che riguarda l’e-commerce, le metodologie di sviluppo Agile e le pratiche DevOps”. È questa la triplice offerta del team XPeppers. Nel settore dell’e-commerce “integriamo servizi web – continua Cassulo – con il mondo mobile”. L’esperienza in questo campo è stata messa alla prova con soddisfazione dalla collaborazione con la società Sport Network - Corriere dello Sport. L’insieme di pratiche DevOps consiste invece in una modalità operativa “derivante dai metodi Agili per migliorare la collaborazione e l’integrazione tra il team di sviluppo e gli operatori del sistema sviluppato”. Mentre con il termine Agile si fa riferimento a un metodo di sviluppo software diverso da quello tradizionale. “Nello sviluppo tradizionale di un software – prosegue – il cliente definisce un prodotto agli sviluppatori, i quali, a distanza di tempo, consegnano il programma. Ma nella maggior parte dei casi il progetto prende forme impreviste e a fine lavori non c’è il tempo per modificare il prodotto. Con lo sviluppo Agile, diversamente, il cliente definisce le caratteristiche del prodotto, che viene consegnato per step progressivi attraverso una prima versione, una seconda, una terza e così via. Dalla prima versione si individuano i passi successivi, ogni settimana con una consegna più avanzata, perfezionando il prodotto mediante continui feedback del cliente, in maniera aderente alle sue esigenze. Questo è quello che offriamo. Questo è lo sviluppo Agile”.
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Il vantaggio della committenza è notevole. “I nostri clienti – spiega Mario Lanzillotta, amministratore di XPeppers – sono molto soddisfatti nel verificare sul campo che l’applicazione delle metodologie Agili ha prodotto una maggiore efficienza e produttività, oltre a una maggiore qualità del software. In particolare, i manager sono interessati agli aspetti della metodologia di produzione, che consente un vero e proprio monitoraggio del progetto e il controllo sullo stato e sui tempi, riducendo i rischi di anomalie e lo stress del rilascio”. La sede trentina di XPeppers, a Trento in via Oss Mazzurana, è una società del gruppo ProNetics, gruppo privato di aziende attive nel settore dell’information technology. Orientati da sempre sull’uso di tecnologie e prodotti open source, il gruppo vanta rapporti di partnership con RedHat, Alfresco, BlackDuck, Lucid Immagination. “Il gruppo Pro-Netics Spa – continua Lanzillotta – è una holding presente da oltre dieci anni nel mercato dell’information technology, solida realtà nel campo della system integration. Ha creato dapprima il marchio
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Sourcesense a Roma, Milano e Londra. Ha dato accogliere la ricerca industriale che conta sui vapoi spazio e seguito la commercializzazione di lidi riferimenti offerti dalla presenza dell’univerprodotti open source in ambito enterprise. E in- sità, dai centri di ricerca, dalle imprese fruitrici fine ha costituito XPeppers, realtà dedicata alla di servizi e da una politica industriale dell’amdiffusione delle metodologie Agili, presente a ministrazione provinciale fortemente orientata Milano e a Trento”. a sostenere l’innovazione e la ricerca”. Nelle strategie aziendali del gruppo, la presenza Ai risultati incoraggianti fin qui ottenuti, XPepdi XPeppers a Trento non è casuale. “Con la pre- pers è giunta con la forte convinzione che il lasenza in Trentino di XPeppers – prosegue Lanzil- voro di squadra sia il vero valore aggiunto. “Lalotta – si è voluto far convergere le esperienze di vorare in XPeppers – conclude Cassulo – significa innovazione di prodotto e tecnologia maturate essere team. Significa condividere le esperienze, in un polo di ricerca dedicato a settori specifici le difficoltà e le soddisfazioni. Le metodologie quali l’e-commerce, il semantic web ed il mobi- Agile esaltano nel gruppo le capacità del singolo. le. Un polo di ricerca dell’eccellenza tecnologica Una delle nostre modalità di lavoro preferita è basato sui principi Lean e le metodologie Agile”. formare un team misto che coinvolga gli svilupIl Trentino, in questo senso, come contesto ide- patori del cliente con cui condividiamo il noale per la crescita dell’azienda. “È questo un ter- stro modo di lavorare. Per fare questo occorrono ritorio – conclude – con grande propensione ad passione, competenza e umiltà”.
RWA Architetti al Fuorisalone 2012 con ReLuxO è stata un successo la partecipazione di RWA Architetti al Fuorisalone 2012, presente a Milano con un'esposizione presso Fazioli in corso Monforte. Molte le personalità intervenute all'evento di presentazione della collezione ReLuxO. Oltre al patron Ruffo Wolf hanno partecipato - tra i molti partecipanti - Armando Branchini, segretario Generale della Fondazione Altagamma, Andrea Cancellato, direttore della Triennale di Milano, Daniela Mainini, presidente del centro Studi Grande Milano, Gianmarco Moratti, Stefano Pillitteri e Danilo Rea, che ha tenuto un concerto in onore di ReLuxO.
ReLuxO, lightening the future
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Openjob più Metis uguale Openjobmetis Una nuova società nata dall’esperienza di due marchi storici del mercato delle agenzie per il lavoro. Il gruppo diventa così il quarto player nazionale.
Dall’inizio
del 2012 il panorama delle agenzie per il lavoro si è arricchito di Openjobmetis Spa, che nasce dall’integrazione delle storiche Openjob Spa e Metis Spa, del loro know-how e dell’esperienza peculiare che le contraddistingue da oltre 10 anni. Ad oggi è il quarto player del settore, con una presenza capillare in tutta Italia attraverso una rete di 130 filiali. Presente a Trento dal 2004, con la filiale di piazza Venezia, Openjobmetis si pone come vero e proprio partner per le imprese, in grado di selezionare le risorse umane più idonee a soddisfare le diverse esigenze produttive, grazie a una profonda conoscenza della realtà locale e del mercato, punto di partenza per una gestione efficace, professionale e customizzata delle risorse umane. I servizi offerti alle aziende vanno dalla somministrazione alla ricerca e selezione, dall’inter-
Rosario Rasizza, amministratore delegato di Openjobmetis
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mediazione al supporto alla ricollocazione. Da sempre Openjobmetis crede fortemente nella forte valenza strategica della specializzazione. Da qui si sviluppa la strategia aziendale che ha portato alla nascita delle sei divisioni specializzate, fiore all’occhiello di Openjobmetis, create ad hoc per soddisfare le esigenze di specifici settori di attività che richiedono una gestione particolarmente oculata e complessa delle risorse umane: Industriale, Sanità, I&CT, Diversity Talent, Gdo-Retail, Banca e Finanza. Gli specialist a disposizione del cliente sono professionisti di settore in grado di selezionare e formare figure professionali ad alto livello di complessità, con l’obiettivo di fornire un servizio altamente customizzato e perfettamente in linea con le richieste formulate. La divisione Industriale, ad esempio, seleziona e fornisce alle aziende operai specializzati altamente qualificati, figure “rare” spesso difficilmente reperibili sul mercato, quali saldatori a tig o mig, tornitori, carpentieri, tubisti, ma anche figure con competenze più generiche, come manutentori e operai generici. La divisione Sanità è in grado di ricercare, selezionare e somministrare figure professionali operanti in ambito sanitario (infermieri professionali, Oss, Asa, Ota e medici), garantendone la professionalità e l’immediata disponibilità. L’universo dell’Information & Communication Technology è invece il campo d’azione degli specialisti della divisione I&CT, nata per soddisfare la sempre più crescente richiesta da parte delle aziende di personale esperto in ambito It, dai programmatori agli sviluppatori di software. La divisione Diversity Talent lavora con l’obiettivo di trasformare la “diversità” in “opportuni-
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tà”, mettendo a disposizione delle aziende un team di esperti in grado di selezionare e gestire risorse appartenenti alle categorie protette (legge 68/99), personale in mobilità, Cig, over 45 e giovani al primo impiego, offrendo al tempo stesso consulenza a livello giuridico e amministrativo. Infine, la consulenza e i servizi offerti dalle divisioni Gdo e Banca e Finanza mirano a risolvere le esigenze in termini di risorse umane delle aziende operanti rispettivamente nel canale della grande distribuzione organizzata e retail e dell’universo amministrativo, bancario, finanziario e assicurativo. Completa il quadro la società controllata Seltis Srl, specializzata in attività di ricerca e selezione di profili middle/top management ed executive, principalmente attraverso la metodologia dell’head hunting. “Essere dei veri e propri partner per le aziende, e non dei semplici fornitori, è da sempre il nostro modus operandi – commenta Rosario Rasizza, amministratore delegato di Openjobmetis – Per questo non ci limitiamo ad erogare dei servizi, ma cerchiamo di conoscere, approfondire ed interpretare le singole esigenze maturate dalle diverse aziende che si rivolgono a noi per la gestione delle risorse più preziose, quelle umane. Alla base c’è sicuramente la volontà di instaurare un rapporto di fiducia reciproca, obiettivo che perseguiamo sia con i clienti storici che con le aziende con cui lavoriamo per la prima volta. Il resto lo fanno la nostra professionalità e la nostra specializzazione”.
Ricordando… Bruno Frizzera È scomparso lo scorso febbraio Bruno Frizzera, il più noto dei fiscalisti trentini, la cui fama si impose ben presto anche a livello nazionale. Frizzera ha dedicato la sua lunga vita professionale alla divulgazione della scienza tributaria, sostenendo da sempre che un buon sistema fiscale deve basarsi su due fondamentali pilastri: la semplicità e la chiarezza. E coerente a questi due principi ha lavorato, in stretta collaborazione con Il Sole-24 Ore, per creare un settore editoriale specialistico noto come “Sistema Frizzera”, che da oltre cinquantanni rappresenta l’esperienza di maggior successo nazionale in campo tributario. Proprio a Trento Frizzera ha costituito una sede aziendale della casa editrice de “Il Sole 24 Ore”, finalizzata alla pubblicazione di testi in materia fiscale. Presente fin dall’inizio con la sua azienda all’interno di Confindustria Trento, Frizzera ha ricoperto per lunghi anni cariche rilevanti in ambito associativo, come Revisore Contabile e come membro del collegio dei Probiviri.
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Tama decolla con il Kaizen Dopo quattro mesi di “cantiere” la produttività è salita del 37%, i semilavorati sono diminuiti del 75% e il magazzino si è ridotto del 17 per cento. Tutto grazie al metodo Kaizen. di DAVIDE MODENA
Prima per
fabbricare un filtro industriale occorrevano due settimane, ora sono sufficienti tre giorni. La capacità produttiva è salita del 37% mentre i semilavorati presenti in azienda si sono ridotti del 75%, liberando ben 1.300 metri quadrati di capannone, riutilizzati ora per nuove opportunità commerciali. Non è passato lo tsunami, nello stabilimento Tama di Taio, ma il vortice virtuoso del Kaizen, metodo che stimola un processo di miglioramento continuo. Quattro mesi di cantiere Gemba Kaizen, promosso dall’azienda con il supporto di Trentino Sviluppo e Kaizen Institute Italy, hanno già portato risultati importanti, rappresentando un caso esemplare anche per altre realtà trentine. "L’esperienza di Tama insegna che abbiamo tutte le potenzialità per uscire dalla crisi, a condizione che gli imprenditori abbiano questa voglia di mettersi in gioco, questo coraggio, questa innovazione che parte sempre dal cervello prima di tradursi in tecnologie e macchine", ha sottolineato Alessandro Olivi, assessore all’Industria, Artigianato e Commercio della Provincia autonoma di Trento, intervenendo alla giornata di “cantiere aperto” presso lo stabilimento di Mollaro. Non è una realtà in crisi, Tama. Tutt’altro. Acronimo di “Tecnologie Avanzate Miglioramento Ambientale”, dal 1985 Tama Spa progetta e realizza impianti di aspirazione e depurazione dell’aria. Oggi presso la sede di Mollaro (Taio) dà lavoro a circa 50 dipendenti, oltre ad una quindicina di persone impiegate nelle sedi estere di Lione (Francia) e Barcellona (Spagna). Il fatturato negli ultimi sei anni è praticamente raddoppiato, passando dai 5,3 milioni di euro del 2005 ai 10 milioni del 2011. Le esportazioni pesano per il 35% sul volume d’affari complessivo.
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Pur godendo di ottima salute Tama ha voluto mettersi in discussione avviando un processo di miglioramento continuo, trovando nel metodo Kaizen lo strumento ideale. "È un percorso che affonda le sue radici nel 2008 – ricorda Giovanni Coletti, presidente di Tama – quando a seguito di un’analisi interna all’azienda ci siamo chiesti quali opportunità potevano esserci per noi negli anni a venire. La risposta che ci siamo dati è che la crisi deve essere vista come un’opportunità, l’occasione per mettersi in gioco ripensando quello che si fa e come lo si fa. Abbiamo valorizzato le persone, più che i muri, creando gruppi di lavoro autonomi che ora stanno gestendo il cambiamento. Un processo che trae la sua forza dal basso, non imposto dai vertici aziendali". Ed i risultati, in meno di quattro mesi di Gemba Kaizen, grazie anche alla condivisione maturata in azienda e al coinvolgimento a tutti i livelli, non si sono fatti attendere. La riduzione del tempo necessario per la lavorazione dei prodotti, passato in media da 2 settimane a 3 giorni (-70%), ha portato ad un aumento della produttività pari al 37%, mentre il valore del semilavorato, che deve essere stoccato in attesa di una successiva lavorazione, occupando grandi spazi, è sceso del 75%. Crollo anche del valore delle materie prime e componenti a magazzino, passato da 1,2 milioni di euro ad appena 800mila euro (-33%). La migliore attribuzione dei costi di commessa e la possibilità di creare una pianificazione affidabile ha poi portato dal 70% al 97% la corrispondenza tra le ore timbrate e le ore effettivamente lavorate (+27%). Più spazio e risorse disponibili hanno dato gambe, in Tama, ad una nuova iniziativa imprenditoriale. Prima dell’avvento di Kaizen in Tama,
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Coletti (a sinistra) con Roberto Busato, direttore di Confindustria Trento
l’attività di Ecotrentino riguardava infatti la lavorazione del taglio lamiera in conto terzi, annoverando tra i suoi clienti anche Tama. Oggi produce tubazioni, raccorderia e componentistica ed è di fatto un’azienda autonoma con un proprio mercato ed una propria clientela.
Non solo Tama In quattro anni di progetto Kaizen, Trentino Sviluppo ha avviato 13 cantieri GembaKaizen, coinvolgendo 32 aziende e circa 200 persone in settori diversi: meccanico, agroalimentare, funiviario, ma anche quello dei servizi alla persona, il sanitario ed il lapideo-estrattivo. Sono stati inoltre realizzati, anche in collaborazione con altre realtà del territorio, seminari e giornate informative con testimonianze di aziende locali che hanno sposato questa filosofia, e visite di benchmark presso aziende che hanno partecipato al progetto. Particolarmente efficace si è rivelata anche la formula del cantiere multiaziendale, con il coinvolgimento di aziende medio-piccole assieme a realtà più strutturate e complesse. Nelle aziende coinvolte si è riscontrato un aumento della produttività compreso tra il 10 e il 50%, una riduzione del lead time (tempo di attraversamento) fino al 75%, una riduzione fino al 40% degli spazi
occupati ed un contenimento del 50% dei difetti riscontrabili sul prodotto.
Kaizen Institute Italy partner di Confindustria Trento È stato sottoscritto un accordo tra Confindustria Trento e Kaizen Institute Italy per fornire all’industria trentina consulenza e formazione sul Kaizen. L’obiettivo è un recupero di efficienza a doppia cifra, come dimostrano i numeri delle aziende trentine che hanno avviato progetti Kaizen, particolarmente utile in un momento di crisi. Confindustria Trento (tramite la sua società di servizi Assoservizi Srl) sta infatti visitando diverse realtà industriali associate per una presentazione della metodologia e per un primo check aziendale. La partnership con Kaizen Institute Italy si avvale anche della collaborazione di Trentino Sviluppo. Per informazioni: Confindustria Trento, Area Ricerca e Innovazione T 0461 360000 innovazione@confindustria.tn.it
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Il settore porfido si dà nuove regole Standard minimi di qualità, prezzi di riferimento, stop alle lavorazioni esterne: il porfido trentino volta pagina. Presentate a Fornace le nuove regole per una “Filiera di qualità”.
Sta tutto
in 12 articoli e quattro prospetti allegati. Estremamente conciso, com’è lo stile degli operatori del settore. Ma rappresenta una piccola “rivoluzione” nel comparto lapideo trentino. È il regolamento per la “Filiera del porfido di qualità”, presentato a Fornace da Mariano Gianotti e Diego Laner, rispettivamente presidente del Distretto del porfido e delle pietre trentine ed amministratore unico dell’omonima società che ne è il braccio operativo, alla presenza dell’assessore provinciale Alessandro Olivi. Il regolamento rappresenta il primo passo per la costituzione di una rete di Distretto. L’adesione alla filiera è volontaria, le singole aziende avranno tempo fino a giugno, ma stringenti saranno gli impegni assunti: il rispetto di standard di qualità, codificati nelle caratteristiche tecniche della materia prima e dei singoli prodotti e dalla previsione di una forchetta di tolleranza sugli scarti; prezzi minimi di riferimento, per evitare un’eccessiva concorrenza “intestina” sul prezzo; l’obbligo di controlli, di formazione del personale e di misure per la sicurezza. Ed ancora il divieto di dare all’esterno le lavorazioni del grezzo, che dovranno rimanere in azienda o essere affidate ad imprese della filiera. A gestire il tutto, controlli compresi, sarà un nuovo organismo, il Tavolo operativo di filiera, che si avvarrà dell’Ente sviluppo porfido (Espo) quale soggetto gestore di filiera. Un ulteriore deciso passo in avanti verso una maggiore qualità ad un prezzo adeguato, che consenta la crescita delle aziende e dell’intero comparto del porfido trentino. Questi gli obiettivi del regolamento di “Filiera”, che rilancia un impegno recentemente certificato dall’Osservatorio nazionale distretti italiani che pone proprio il Distretto del porfido e delle pietre trentine al primo posto
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nel ranking nazionale per “qualità della vita”. “È un momento di svolta – ha sottolineato Alessandro Olivi, assessore all’Industria, Artigianato e Commercio della Provincia autonoma di Trento – perché per la prima volta alcuni stimoli che la Giunta provinciale aveva voluto racchiudere in un Atto di indirizzo, nell’agosto scorso, sono state recepite dal protagonismo delle imprese e dalle parti sociali, che hanno codificato una serie di regole condivise, chiare, attente anche ad un processo di fedeltà ai valori del territorio e delle istituzioni, che sono il presupposto indispensabile per fare uscire il comparto da un potenziale isolamento e dal rischio di frammentazione”. “Credo non ci sia un solo motivo - ha concluso Olivi - per non aderire ad una filiera di questo tipo, che individua importanti obiettivi alti e di prospettiva. Ritengo infine un atto di responsabilità non scegliere scorciatoie, non pensare di vivere ancorati a rendite di posizione, ma immaginare che se ognuno condivide un pezzo di questa catena con gli altri, è l’intero sistema che si rafforza”. “Per la prima volta proponiamo agli operatori una filiera del porfido di qualità - ha ribadito Diego Laner, presidente di Trentino Sviluppo e amministratore unico del Distretto del porfido e delle pietre trentine Srl – che significa maggiore qualità del prodotto, prezzi adeguati, regole precise, un’importante spinta alle aggregazioni e alle sinergie. Spero che questo progetto abbia un’adesione molto alta tra le aziende: solo così saremo tutti più forti. Sono convinto che raggiungeremo gli obiettivi, anche perché questo è l’ultimo treno: non ci sarà un’altra possibilità, qui ci giochiamo il nostro futuro”. Un concetto ripreso da Mariano Gianotti, presidente del Distretto del porfido e delle pietre trenti-
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ne, che ha ricordato come circa 20mila persone vivano in Trentino grazie al porfido e al suo indotto. “La battaglia del grezzo ha portato ad una competizione commerciale al limite della demenzialità – ha riconosciuto Gianotti - con un prezzo di vendita che scende anche sotto al prezzo di costo. È evidente come in questo panorama la qualità diventi del tutto incerta. Il regolamento rappresenta l’occasione per voltare pagina, forti del fatto che spesso nel mondo il porfido trentino è più noto delle Dolomiti, dal Canada ad Hiroshima”. Altre sollecitazioni, nella stessa direzione, sono venute dai rappresentanti di categoria: Marco Stenico, vicepresidente di Confindustria Trento, Roberto De Laurentis, presidente dell’Associazione Artigiani e Mario Bertolini in rappresentanza del sistema Cooperazione. Di marchi e iniziative di qualità ha parlato Andrea Angheben, direttore di Espo, l’Ente Sviluppo Porfido con sede ad Albiano, che è entrato nel merito delle singole disposizioni contenute nel regolamento. Quello presentato dal Distretto del porfido e delle pietre trentine, frutto di un percorso partecipato che ha coinvolto i diversi attori del sistema, è il regolamento per la “Filiera del porfido di qualità”. Il documento, che costituisce il primo passaggio concreto per la costituzione di una rete di Distretto, è stato redatto da un gruppo di lavoro coordinato da Diego Laner e che comprendeva due rappresentanti delle associazioni di categoria di industriali ed artigiani, due persone indicate dai comuni della val di Cembra e due membri designati dalle organizzazioni sindacali. Primo obiettivo di filiera è la qualità. Non solo di prodotto, ma anche aziendale, e di processo, certificando il prodotto dall’estrazione fino alla posa in opera, con la creazione di un marchio specifico di riconoscimento. Viene posta anche la massima attenzione al rispetto delle norme e dei regolamenti attualmente in essere, compreso i disciplinari cava o gli accordi sottoscritti con le parti sociali, creando un sistema eticamente e socialmente avanzato. Importante infine lo sforzo per favorire gli scambi di materiale fra tutti i soggetti della filiera senza
nessuna prevaricazione, e l’obbligo di lavorazione del materiale con maestranze proprie o in alternativa con soggetti facenti parte della filiera. Questo per creare valore aggiunto a tutto il sistema e a valle della filiera, rispettando i prezzi minimi di vendita e di interscambio fra gli aderenti. (dm)
I punti forti del regolamento Qualità aziendale. Rispetto delle normative ambientali, normative sociali e contributive ed ad un orientamento sempre più forte all’adeguamento a normative ambientali di tipo volontario, tra cui EMAS ed EcoLabel; è raggiunta anche attraverso la formazione permanente delle maestranze e degli imprenditori. Qualità della materia prima. Rispetto dei criteri identificativi della qualità della materia prima e delle tolleranze, con i relativi controlli, Ad ogni categoria di grezzo viene assegnato un prezzo che determina a sua volta il prezzo del prodotto finito. Qualità di prodotto. Marcatura CE e rispetto delle regole del marchio “Porfido trentino controllato”. Qualità di posa in opera. Rispetto delle regole in materia di lavoro, verificato in parte mediante controlli, in parte mediante autocertificazioni di lavori eseguiti nel rispetto delle procedure convenzionali, rispetto dei prezzi minimi, etc. Qualità dei servizi. Creazione di un apparato di servizi tecnici e logistici coordinato ed efficiente. Accesso alla Filiera. Obbligatorio impegnarsi a lavorare i semilavorati con proprie maestranze o, in alternativa, cedere il materiale solo ad aziende facenti parte della Filiera medesima. Per farlo le aziende adottano un sistema (software) per equilibrare il rapporto prezzo/qualità di grezzo e prodotto finito, garantiscono la correttezza della circolazione del materiale grezzo ed adottano i prezzi di riferimento indicati nello stesso regolamento. Controlli sulle caratteristiche minime di semilavorati e grezzo. Effettuati con cadenza almeno annuale dall’organo di controllo, tollerano una percentuale di scarto fisiologica del 10%. In caso di contenzioso possono essere effettuati anche a chiamata. Tavolo operativo di garanzia. Organo di controllo composto da 4 persone esterne al mondo produttivo diretto del porfido, composto oltre che dal rappresentante di Espo, soggetto gestore della Filiera, da un rappresentante delle Amministrazioni Comunali più rappresentative del porfido, da un rappresentante di Confindustria e da un rappresentante dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese. Le nomine saranno convalidate dal Tavolo di Coordinamento. Segreteria operativa. Ruolo svolto dall’Espo (Ente sviluppo porfido) che dovrà verificare periodicamente il rispetto del regolamento e dei requisiti da parte delle aziende aderenti. Agenzia per la gestione dello scarto. Figura tra gli intenti programmatici. Contributo determinante nell’attivazione della Agenzia sarà dato dal parere dei frantoisti locali da riunire in apposito gruppo di lavoro.
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Dieci anni per il premio “Del Favero” Vince il Premio Nicola Realis Luc. Le Torri di Trento Sud e l’Housing Sociale trentino al centro della decima edizione del concorso indetto da Ance Trento. di GIOVANNI SBETTI
“Con l’aiuto
dei giovani laureati e dei profes- all’ing. arch. Nicola Realis Luc con la tesi “Recusori relatori delle tesi vincitrici del Premio Ito Del pero del patrimonio edilizio pubblico degli anni Favero è stata mantenuta alta l’attenzione sui temi 70: il caso delle torri di Villazzano Tre” discussa ai quali tutt’oggi il legislatore nazionale e provin- presso la facoltà di Ingegneria di Trento. ciale, gli operatori del settore dell’edilizia e l’opi- Realis Luc ha ricevuto un premio di 6mila euro e nione pubblica nel complesso attribuiscono molta la “Livela d’argento”, simbolo della Sezione, opera importanza”. Queste sono state le parole del presi- dell’orafo trentino Mastro 7. dente di Ance Trento arch. Enrico Garbari a com- L’assegnazione del premio assoluto al lavoro di mento del percorso intrapreso nel gennaio 2001 tesi svolto da Realis Luc sotto la guida dei reladal Premio Ito Del Favero, il concorso promosso tori prof. Giorgio Cacciaguerra e prof. Maurizio da Ance Trento, la Sezione Autonoma dell’Edilizia Costantini ha “dato il la” agli interventi del prof. di Confindustria Trento, per il quale lo scorso 8 Giorgio Cacciaguerra e dei progettisti delle torri marzo è stata celebrata la cerimonia di premiazio- di Trento Sud , l’arch. Marcello Armani e l’ing. ne della decima edizione. Luciano Perini i quali hanno discusso circa le riUn Premio che dalla prima edizione (gennaio sposte al fabbisogno abitativo che oggi potrebbero 2001) alla decima edizione (gennaio 2010) ha visto essere offerte da una tipologia abitativa “a torre”. la partecipazione di 142 giovani laureati presso le Ad altre due tesi risultate meritevoli è stato assefacoltà di Ingegneria, Economia e Giurispruden- gnato un premio di 2mila euro ciascuna. Si tratta za dell’Università di Trento. Un concorso che ha della tesi dell’ing. Federico Larcher “Validazione rinforzato l’incontro e il confronto tra l’industria sperimentale dei sensori memscon phase II per dell’edilizia trentina e l’Università di Trento. il monitoraggio degli edifici in cemento armato” Aspetti quali la riqualificazione, l’utilizzo del le- discussa presso la facoltà di Ingegneria con il regno come materiale strutturale, le più efficienti latore prof. Daniele Zonta e correlatore Davide tecniche di pianificazione urbanistica e di pro- Trapani e di quella dell’ing. Matteo Moretton gettazione, il comportamento sismico degli edifici, “Sul comportamento meccanico di collegamenti a l’utilizzo di materiali innovativi e l’edilizia sosteni- scomparsa per le strutture in legno. Indagine nubile sono stati indagati a fondo. merico sperimentale” discussa presso la facoltà di La cerimonia di consegna dei riconoscimenti ai Ingegneria con relatore il prof. Maurizio Piazza vincitori è avvenuta nell’ambito dell’incontro “Le e correlatori prof. Andrea Polastri e ing. Albino risposte al fabbisogno abitativo in Trentino: dalle Angeli. torri di Trento Sud all’housing sociale” con il qua- Il premio speciale di 3mila euro, “Premio del Dele sono state evidenziate da un lato le risposte pro- cennale”, è stato consegnato all’ing. Maria Cristigettuali e architettoniche del passato e dall’altro le na Grillo per la tesi “Metodologie di progettazione politiche di housing sociale con le quali il settore sostenibile per impianti termali: il caso di studio pubblico sta interpretando le diverse caratteristi- di Comano” discussa presso la facoltà di Ingegneche del mercato immobiliare di oggi. ria con relatori i prof. Paolo Baggio e prof. AntoIl premio per la miglior tesi è stato consegnato nio Frattari e correlatore prof. Alessandro Prada.
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Da sinistra: Moretton, Realis Luc, Grillo e Larcher
Un premio, quest’ultimo, introdotto con la decima edizione per una tesi di laurea sui temi dell’edilizia sostenibile. Su questo tema sono stati sviluppati anche i lavori dei laureati in Economia Manuel Azzoni, Fiorenzo Biscaglia e Stefano Travaglia che, seguiti dal prof. Alessandro Lanteri della Facoltà di Economia dell’Università di Trento, che hanno presentato un lavoro di tesi sul protocollo di sostenibilità ambientale Leed e ai quali la Commissione Giudicante del Premio ha ritenuto di assegnare una menzione particolare “per la qualità del lavoro e l’approfondita analisi condotta”. Alla cerimonia di consegna dei premi hanno partecipato i vincitori con i propri familiari, i relatori delle tesi e la Commissione giudicante formata dal prof. Marco Tubino, preside della facoltà di Ingegneria dell’Università di Trento e presidente della Commissione, il prof. Paolo Collini e prof. Luca Nogler, rispettivamente presidi di Economia e di Giurisprudenza e gli imprenditori nominati da Ance Trento ing. Giovanni Debiasi e geom. Andrea Basso. Presenti anche i familiari dell’ing. Ito Del Favero. In particolare, la figlia Donatella, che ha ricordato la figura del padre ed il messaggio di fiducia che sempre sapeva trasmettere ai giovani. Ha anche consegnato ai vincitori una pergamena in
cui vengono ricordati gli alti valori morali che hanno caratterizzato l’operato dell’ing. Del Favero come uomo, come imprenditore e come persona pubblica. Enrico Garbari, presidente di Ance Trento, si è soffermato sui valori dell’impegno e del merito che con il Premio vengono valorizzati. Tali valori, ha ribadito il presidente dei costruttori industriali edili, “devono continuare a costituire le basi dei nuovi assetti organizzativi che in questa difficile situazione congiunturale le imprese stanno perfezionando al fine di ridare futuro alla propria attività economica”. Per parte sua il prof. Tubino ha illustrato le modalità di selezione delle numerose tesi che hanno concorso al Premio e ha evidenziato come esso abbia in effetti costituito un forte elemento di collaborazione tra mondo delle imprese e mondo universitario. L’apprezzamento per le nuove modalità con le quali è avvenuta la premiazione, ovvero l’inserimento della stessa all’interno di un più generale evento dedicato all’approfondimento di temi indagati dalle tesi vincitrici, è stato unanime. In particolare la bontà dell’iniziativa è stata evidenziata dagli stessi relatori del convegno. Un evento che ha fatto da cornice alla premiazio-
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ne e ha permesso di approfondire anche tecnicamente attraverso le relazioni della presidente di Itea Spa Aida Ruffini e del presidente di Tecnofin Trentina Spa Fabio Ramus lo stato dell’arte degli strumenti che il comparto pubblico intende porre in atto per sostenere il mercato dell’housing sociale, con particolare riferimento al Fondo immobi-
liare all’uopo destinato che la Provincia autonoma di Trento intende attivare. Strumenti che, come ha avuto modo di sottolineare l’assessore provinciale alle Politiche sociali Ugo Rossi intervenuto all’incontro, necessitano, per l’efficacia degli stessi, della convinta adesione ed utilizzo dei medesimi da parte dei costruttori industriali edili trentini.
Il piano provinciale per l’housing sociale Il convegno organizzato in occasione del decimo “Premio Ito Del Favero” ha costituito l’occasione per entrare in maggior dettaglio nella questione dell’housing sociale e in particolare nell’illustrazione delle prospettive dell’istituendo fondo immobiliare chiuso. Ne ha parlato il presidente di Tecnofin Trentina Spa Fabio Ramus. Dopo aver ricordato quanto previsto dal Piano nazionale di edilizia abitativa con l’istituzione - da parte di Cassa Depositi e Prestiti, Associazione Fondazioni Bancarie e ABI – del Fondo investimenti per l’abitare (Fia), il cosiddetto “fondo dei fondi” destinato ad intervenire nelle iniziative di housign sociale territoriali, il presidente Ramus si è in particolare soffermato sui contenuti dell’articolo 4 bis della legge provinciale 15/2005 e successive modifiche. Su tali basi Tecnofin Trentina è stata incaricata dalla Giunta provinciale di elaborare uno specifico progetto per la costituzione di un fondo trentino per l’acquisizione e realizzazione di un primo stock di 500 alloggi da locare a canone moderato. L’investimento stimato raggiunge i 110 milioni di euro, che nelle scelte compiute con il piano dovrebbero essere tutti in linea capitale, senza dunque ricorrere alla leva finanziaria. Il lavoro svolto ha anche comportato la definizione di una bozza di regolamento del Fondo, cioè dei criteri di funzionamento del medesimo. Quanto alle prospettive si tratta ora di selezionare con gara una Sgr (Società di gestione del risparmio) che avrà il compito di reperire i capitali necessari alla concreta attivazione del fondo. Ramus ha definito questi ultimi con il termine “capitali pazienti”, per sottolinearne l’attitudine ad accettare una remunerazione contenuta durante la vita del fondo, salvo recuperare poi attraverso le plusvalenze che potranno essere realizzate in sede di liquidazione del fondo stesso. Tra i quotisti è data per scontata la presenza di Cassa Depositi e Prestiti, nonché direttamente o indirettamente della stessa Provincia autonoma di Trento. Quest’ultima dovrebbe inoltre intervenire con un contributo annuale al fondo sostanzialmente pari alla differenza tra il canone di mercato ed il canone moderato che sarà praticato nei confronti dei destinatari degli alloggi. Secondo il presidente di Tecnofin l’iniziativa, che potrà trovare concreto avvio entro l’anno, rappresenta certamente una sfida impegnativa: si tratta di acquisire e realizzare buone case, a prezzi contenuti ed equilibrati, in un’ottica attenta all’ecosostenibilità, senza eccessivo consumo di territorio e, come detto, con il ricorso a quotisti anche esterni. Ramus si è detto peraltro fiducioso che la sfida possa essere vinta rendendo così possibile il raggiungimento di due obiettivi precisi: la soddisfazione di un bisogno prioritario per la comunità e la concretizzazione di un aiuto all’economia ed in particolare ad un comparto edile che è pesantemente condizionato dalla crisi in atto.
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Nuove opportunità dal continente africano Trentino Export è presente nel continente con sue antenne operative. Dal Sudafrica e dal Ghana le soddisfazioni maggiori per le imprese trentine che si affacciano nel continente. di GIORGIO ZAGONEL
Sta crescendo
in Trentino l’attenzione verso i paesi dell’Africa subsahariana e Trentino Export, consorzio per l’internazionalizzazione di Confindustria Trento, guidato da Marco Stenico, ormai da un anno sta promuovendo l’export trentino in quest’area con progetti ad hoc. Nel quadro del progetto di “Asia & Africa” nel mese di febbraio Fae Group e Prime Tech, aziende metalmeccaniche di Fondo in val di Non, hanno svolto fruttuosi incontri business-to-business (B2B), organizzati dal referente del consorzio export di Palazzo Stella per il continente africano Federica Scarso, in Ghana e Sudafrica. Rivolto alle aziende della provincia di Trento associate a Trentino Export e dedicato ai diversi settori dell’industria trentina, il progetto, che prevede un contributo economico da parte del consorzio, si articola in tre fasi che prevedono: sondaggi di mercato ed organizzazione di incontri B2B, sostegno alle aziende nella fase post B2B e assistenza nello start-up. La regione dell’Africa subsahariana, nonostante una brusca frenata dovuta alla recente crisi finanziaria internazionale, è una regione in forte ripresa economica ed una delle aree più dinamiche del pianeta, con tassi di crescita medi del
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Pil secondi solo a quelli dell'Asia. Il Sudafrica, in particolar modo, e il Ghana ne sono, insieme all’Angola, le realtà economiche, nonché politiche, trainanti. Il Sudafrica, come detto, è senza dubbio lo stato più industrializzato, sede principale di tutte le maggiori aziende operanti nell’Africa subsahariana e porta di ingresso privilegiata per tutti i mercati del continente. I punti di forza di quest’area sono la necessità di ammodernare gli impianti industriali con know how europeo, la forte presenza di materie prime, importanti investimenti nell’ammodernamento delle infrastrutture e un continuo e sostenuto incremento della domanda interna. Il mercato, ora, sembra essere fertile anche per le imprese trentine. Tuttavia non poche rimangono le difficoltà. Per questo motivo l’attivazione dell’antenna locale con sede a Johannesburg è un passo importante nella giusta direzione e conferma l’attenzione di Trentino Export per quest’area e per ogni mercato in cui le imprese del nostro territorio abbiano potenzialità di crescita. Si parla molto di internazionalizzazione delle imprese, di export e degli strumenti per attuarlo. Trentino Export con i suoi progetti mirati in questi anni è passato dalle parole ai fatti ed intende aumentare sempre più gli sforzi per sostenere ed ampliare le chance delle aziende trentine in tutto il mondo.
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Nuove alleanze per Trentino Export Sottoscritto con la Camera di Commercio l’accordo con cui le due strutture “faranno squadra” per l’internazionalizzazione delle imprese trentine.
È operativo
il protocollo di intesa tra Trentino Export, cooperativa collegata a Confindustria Trento che dal 1975 promuove l’esportazione dei prodotti delle circa 130 piccole e medie imprese consociate e Trentino Sprint, azienda speciale della Camera di Commercio di Trento, nata allo scopo di favorire i processi di internazionalizzazione delle imprese e di promozione dei prodotti della provincia di Trento. “Vi è sempre stata una collaborazione tra Trentino Export e Trentino Sprint – ha sottolineato Marco Stenico, presidente di Trentino Export – e la firma di questo accordo, suggellando la volontà di proseguire nella strada intrapresa e sostenere sempre più l’export trentino, ne è la riprova. In un mercato
Saranno elaborati progetti di internazionalizzazione e individuate le priorità settoriali di intervento sulla base dei trend internazionali e delle congiunture economiche nazionali e locali. ormai globale, l’export è diventato imprescindibile e il nostro impegno per sostenere le aziende trentine è stato e sarà sempre massimo. Da più parti si parla di fare sistema, in questo caso tra il mondo del privato e quello del pubblico, e questo ne è un esempio concreto”. “La Camera di Commercio di Trento – ha spiegato il presidente Adriano Dalpez – proseguendo nell’impegno storicamente dedicato ai servizi per l’inter-
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nazionalizzazione, ha indicato tra le priorità di intervento per il quinquennio 2009-2014 la volontà di creare le condizioni per un dialogo permanente con le associazioni di categoria e le loro articolazioni. Uno dei nostri interlocutori principali non poteva che essere Trentino Export, soggetto operante da anni a sostegno delle imprese industriali della provincia di Trento”. Le principali linee operative della collaborazione riguarderanno la partecipazione a eventi fieristici internazionali di interesse per l’intero sistema economico trentino e per le sue imprese in particolare; la realizzazione di incoming, workshops ed incontri d’affari con operatori esteri su settori di particolare rilevanza per il comparto economico trentino; l’organizzazione congiunta di missioni di promozione commerciale, di presentazioni Paese, di attività di comunicazione e di ogni altro evento pertinente alle attività di internazionalizzazione del territorio trentino. Di comune accordo, saranno inoltre elaborati progetti di internazionalizzazione e individuate le priorità settoriali di intervento sulla base dei trend internazionali e delle congiunture economiche nazionali e locali, con particolare riferimento ai settori trainanti dell’economia trentina (agroalimentare, vitivinicolo, lapideo, edile, del legno e altri). In un contesto economico in cui sarà imprescindibile puntare sull’export, le due principali strutture del settore in Trentino, con questa intesa e con una conseguente futura pianificazione comune della azioni di sostegno all’internazionalizzazione, dovranno imprescindibilmente fare squadra. Fondamentale sarà una sempre più stretta sinergia tra le forze del pubblico e del privato per affrontare le sfide di un mercato ormai globale e rilanciare l’industria del nostro territorio. (gz)
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Dove c'è Barilla... Visita del Gruppo Giovani all’azienda leader nel mercato della pasta e tra i maggiori player mondiali per molti altri prodotti alimentari. di ALESSANDRO LUNELLI
..c'è casa!
E grazie alla calorosa accoglienza ricevuta durante la recente visita in Barilla, il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Trento si è sentito veramente a casa. È stato il vicepresidente Paolo Barilla ad affascinare il Gruppo raccontando i 130 anni di storia di una grande azienda, che è anche la storia di una famiglia che oggi, con i quattro fratelli Guido, Luca, Paolo ed Emanuela, è giunta alla quarta generazione. Nata a Parma nel 1877, Barilla è oggi tra i primi gruppi alimentari italiani, leader nel mercato della pasta nel mondo, dei sughi pronti in Europa continentale, dei prodotti da forno in Italia e dei pani croccanti nei Paesi scandinavi. Impiega oltre 15mila persone e fattura 4,1 miliardi di euro, e dai suoi stabilimenti escono ogni anno circa 2,5 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, che vengono consumati sulle tavole di oltre 100 paesi, con i marchi Barilla, Mulino Bianco, Voiello e Pavesi. La visita è stata sicuramente unica grazie alla presenza di Paolo Barilla, che con la sua estrema disponibilità e professionalità, ha raccontato al Gruppo Giovani la storia e i valori di una grande azienda familiare, dei suoi punti di forza e delle sue difficoltà. Ci ha raccontato degli anni 70, quando la famiglia decise di cedere
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l'azienda alla multinazionale americana Grace, dell'entusiasmante riacquisizione del '79 e del rilancio degli anni 80 e 90, dove, grazie alla nascita delle televisioni commerciali, nacque prima la notissima campagna pubblicitaria “Dove c'è Barilla c'è Casa” e quindi il famoso brand “Mulino Bianco”. Senza remore ci ha anche raccontato alcuni errori fatti in passato, quando ad esempio - senza conoscere a fondo il consumatore tedesco - Barilla cercò di conquistare il mercato del pane in Germania utilizzando tecniche commerciali e di marketing valide in Italia. Barilla si è imposta nel mondo grazie a un’attenzione costante alla qualità, e per approfondire ulteriormente questi temi, nel 2009 ha fondato il “Barilla Center for Food and Nutrition” in perfetta sintonia con la Mission aziendale “Aiutiamo le persone a vivere meglio, portando ogni giorno nella loro vita il benessere e la gioia del mangiar bene”. L'esposizione è poi continuata a cura di Maria Paola Vetrucci, responsabile coordinamento strategico, che ci ha spiegato vari modelli di business internazionale perseguiti da Barilla, con cenni a nuove opportunità sui mercati emergenti quali quelli asiatici. Abbiamo quindi visitato gli stabilimenti produttivi dove, tra chilometri di spaghetti e milioni di fusilli, abbiamo capito che in questo settore l'efficienza produttiva e il miglioramento continuo sono vitali per poter competere in un mercato globale, sempre mantenendo una qualità di prodotto eccelsa. La visita è terminata con un piacevole pranzo nella mensa aziendale: pasta per tutti!
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Rapporto Censis 2011: l’Europa detta l’agenda Ognuno per sé e Francoforte per tutti: si potrebbe riassumere così il rapporto sulla situazione sociale del Paese. L'Italia appare fragile e isolata. di paolo angheben
Nel quadro
offerto alla presentazione del Rapporto 2011 sulla situazione sociale del Paese, il Censis ci vede così: fragili, isolati, eppur ancora capaci di responsabilità collettiva. A fine anno è tempo di bilanci e di guardarsi dentro per capire dove stiamo andando: coltivare una memoria collettiva e cogliere le correnti di profondità che segnano il presente e prefigurano già il futuro, è sempre questa la lente con cui il Censis guarda al Paese, all’Italia dei nostri giorni. Italia che, nel passaggio storico attuale, sta scontando “una triplice e combinata insipienza: l’aver accumulato per decenni un abnorme debito pubblico che non permette più autonomia di sistema; l’essersi fatta trovare politicamente impreparata a un attacco speculativo che vede nella finanza pubblica italiana l’anello debole dell’incompiuto sistema europeo; l’aver dimostrato per mesi e mesi con-
fusione e impotenza nelle mosse di governo volte alla difesa e al rilancio della nostra economia.” Ad uno sguardo disincantato la società italiana ha finito così per rivelarsi in questi ultimi mesi fragile, isolata, per molti versi eterodiretta. Da Bruxelles, centro delle istituzioni europee, o da Francoforte, sede della BCE, il risultato non cambia: l’Italia appare oggi fuori dai grandi processi internazionali, che al più affannosamente rincorre. D’altro canto, all’interno si consolida sempre più un sentimento di stanchezza collettiva, di non reazione rispetto alle emergenze di casa nostra (caduta dell’occupazione e dei consumi), di inerte fatalismo verso l’apparente insolubilità del problema del debito pubblico. Per non cedere al pessimismo occorre allora guardare ai segnali che dicono di “italiani in recupero di serietà”: oltre il 57% di loro dichiara di essere disponibile a sacrificare in tutEuropean Community
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to o in parte il proprio tornaconto personale per l’interesse generale del Paese e affiora una diffusa insofferenza verso le tante forme di erosione delle regole ad opera del “più furbo” di turno, al punto da far ritenere che questa forma di responsabilità collettiva possa rappresentare la risorsa ultima per l’Italia a fine 2011. Tale istanza – per non rimanere pura velleità – richiede un faticoso lavoro di difesa e valorizzazione dei sistemi della rappresentanza e qui il Censis offre evidentemente anche alle realtà imprenditoriali materia di riflessione per ripensare il proprio ruolo in una temperie storica che ha scosso dalle radici i tradizionali e consolidati modelli della rappresentanza. Il Rapporto osserva come una società che quotidianamente vive di relazioni spesso conflittuali e di irriducibile complessità esprima il bisogno di sedi e meccanismi di rappresentanza, dove le parti possano davvero concorrere ai processi decisionali ad ogni livello: “il vuoto lasciato nella fascia intermedia della società dalla polarizzazione fra il mercato (e il soggettivismo anche etico che esso produce) e la verticalizzazione finanziaria (e i suoi spazi astrali, ma non trasparenti) può essere riempito soltanto dalla rappresentanza”. Del rilancio dei sistemi della rappresentanza su basi largamente innovative e per questo inedite dovrebbe in primo luogo farsi carico la classe dirigente di un Paese, se non fosse che proprio il deficit di una “classe dirigente” come tale riconosciuta diventa sempre di più – secondo il Rapporto 2011 - un fattore endemico della situazione italiana. Nel bel mezzo di una tempesta che si è abbattuta come una scure su tutte le fasce sociali e le categorie, nell’epicentro della crisi sono i giovani quelli che
ne stanno indubbiamente pagando il prezzo più alto: dal senso di esclusione al disincanto il passo è breve. Detto con le parole degli analisti del Censis: “Non sorprende che tra i giovani destinati a vivere un perpetuo presente, ad andare in crisi sia lo stesso concetto di investimento sociale, laddove la società non sembra in grado di garantire alcun ritorno a fronte di scelte e percorsi proiettati al futuro.” Quanto al simmetrico disimpegno dei giovani nella sfera più propriamente economica, deve preoccupare che stia progressivamente perdendo attrattività tra le nuove generazioni anche la figura dell’imprenditore. Alla ricerca di qual-
Umana, nuova filiale a Trento Ha aperto a Trento la nuova filiale dell’Agenzia per il Lavoro Umana: si tratta della terza filiale trentina e della 113esima sul territorio nazionale. La nuova sede è in corso Buonarroti 58 (T 0461 262537 - infotn@umana.it). “Con questa apertura abbiamo voluto avvicinarci alle aziende del territorio, in un momento in cui è chiaro che la flessibilità è una condizione irrinunciabile per restare sul mercato” ha commentato la dottoressa Maria Raffaella Caprioglio, vicepresidente di Umana. “I servizi che proponiamo sono la somministrazione di lavoro (sia a tempo determinato che indeterminato – Staff Leasing), l’intermediazione, la ricerca e selezione di personale, l’outplacement e la formazione: strumenti moderni, legali, tutelanti e in linea con le esigenze del momento socioeconomico che stiamo attraversando. Per le imprese, rivolgersi ad Umana significa potersi affidare ad un partner capace di supportarli nella ricerca di soluzioni flessibili e personalizzate per le proprie esigenze”.
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che luce su un orizzonte dominato dall’incertezza anche nella sfera più strettamente economica, il Censis annota come il 2011 si chiuda con una vera esplosione – a partire da giugno 2011 - del numero dei Contratti di rete in essere (nell’ordine non più ormai di poche decine, ma di diverse centinaia) per trarre dal ricorso massiccio a tale strumento la convinzione che si tratti di un importante driver di innovazione – uno dei pochi disponibili - nel campo delle politiche a sostegno del tessuto produttivo: il carattere polifunzionale degli accordi di collaborazione finora siglati, la molteplicità dei settori produttivi coinvolti (manifatturiero in senso stretto, ma anche servizi alle imprese ed edilizia), la stessa diffusione dello strumento non solo nel Nord produttivo ma anche al Sud del Paese prefigurano un modello aperto di rete, caratterizzato soprattutto dai casi ormai numerosi di incontro fra imprese con specializzazioni e competenze diverse. E in prospettiva a mettere benzina nel motore dello sviluppo potrebbero essere reti più lunghe, via via emancipate da una forte connotazione localistica e quindi capaci di includere fornitori o strutture di ricerca scelte – al di là delle collocazioni geografiche – in funzione di un progetto ambizioso di sviluppo di competenze e di know how. é la medesima “veduta lunga” – rovesciando un’immagine cara a Tommaso Padoa Schioppa – che servirebbe per uscire dallo stallo in cui versa il Paese di fronte alle grandi opere, ferme o sul punto di partenza da anni perché tenute in ostaggio dalla logica Nimby ( acronimo per Not In My Back Yard), che ha preso piede in
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vasti strati della società e trae linfa in primo luogo da carenze di informazione e di dialogo con le comunità interessate. La proposta del Censis – ben lungi dai richiami all’autorità e al facile decisionismo tanto di moda – è quella racchiusa in poche semplici parole: dialogo, ma anche informazione chiara e corretta come cifre di una democrazia partecipativa. La partecipazione potrebbe dunque risultare un fattore in grado di colmare il vuoto prodottosi dentro la società italiana come effetto della polarizzazione decisionale per cui in basso vince il primato del mercato mentre in alto si afferma il dominio dei vertici del potere finanziario. Se “Ognuno per sé e Francoforte per tutti” dovesse infatti essere – come pare - il comandamento del tempo corrente, allora una società complessa come la nostra sarebbe destinata a vivere relegando milioni di persone nel ruolo marginale di “moltitudine affidata a un mercato turbolento e sregolato”, magari lasciando la tenuta dell’ordine minimale a vertici e circuiti finanziari ristretti e non sempre trasparenti: davvero non la migliore delle prospettive all’orizzonte. Il Rapporto Censis 2011 annota infatti, con accenti persuasivi, come sia del tutto illusorio pensare che i poteri finanziari disegnino traiettorie di sviluppo: assecondandone gli impulsi “si possono fare molteplici decreti di stabilità e austerità, ma neppure un tentativo di progetto, piano, decreto di sviluppo”. E ciò per una semplice quanto impegnativa ragione di fondo: che “lo sviluppo si fa con energie, mobilitazioni, convergenze collettive, quindi soltanto se si è in grado di fare governo politico della realtà”.
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