Trentino Industriale ottobre-novembre 2015

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OTTOBRE | NOVEMBRE 2015 ANNO 56 | N°05

Speciale

Tessile e abbigliamento: un comparto solido e composito

Aziende

Menz&Gasser compie 80 anni e annuncia nuovi investimenti

Vendemmia

Un’ottima annata per la viticoltura di montagna

Serve più tifo intorno alle imprese Il Presidente di Confindustria Trento, Giulio Bonazzi, parla del suo programma e interviene nel dibattito sull’economia locale




Buon segno.

è il segno del gruppo Marangoni. Uno dei pochi al mondo a gestire tutte le attività connesse all’intero ciclo di vita del pneumatico: dai macchinari per l’industria del pneumatico alle gomme per usi industriali, dalla produzione di pneumatici nuovi ai ricostruiti, dai sistemi per la ricostruzione alla distribuzione. è il segno di un’azienda in movimento verso il futuro, continuamente alla ricerca di materiali e tecnologie all’avanguardia. è segno di un grande rispetto per l’ambiente che si concretizza nell’impegno per il recupero dell’energia attraverso lo smaltimento. Ecco perché, se sulla vostra strada c’è Marangoni, è sempre un buon segno.


sommario

03

il punto 7

30

Sensori high-tech da vent'anni

31

Ferrari miglior produttore di bollicine al mondo

Serve una visione di lungo periodo

economia

copertina 9

�Miope chi auspica meno industria in Trentino�

associazione 13

rubriche 9

copertina

13 associazione 14 speciale tessile

49 education 53 internazionalizzazione 55 innovazione

Ottima annata per la viticoltura di montagna

39

Jobs act: via libera agli ultimi decreti attuativi

42

Confindustria vede la crescita

46

Emessi i primi minibond trentini

48

Industria trentina all'Expo

speciale tessile e abbigliamento 14

Un comparto solido e composito

16

Filati su misura

18

55 anni con impegno e passione

21

Crescita continua per Texbond

23

Madre tedesca, gusto italiano

25 aziende 33 economia

La Giunta in visita all'Expo Milano 2015

33

aziende 25

Un nuovo Pizza Center a Borgo Valsugana

26

Da 50 anni in Val di Fiemme

28

Terza generazione, terza giovinezza

29

Un progetto a lungo termine per la Valsugana

education 49

Alternanza formativa e alternanza lavorativa

51

Made ++, scuola per maker

internazionalizzazione 53

USA volano per lo sviluppo

54

Nuovi mercati per il Made in Trentino

innovazione 55

IPSP 2015: vince La Sportiva

56

TedxTrento Salon Dolomiti Assoluto

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04 TRENTINO INDUSTRIALE Anno 56 | N. 5 Ottobre - Novembre 2015

Direttore Responsabile

OTTOBRE | NOVEMBRE 2015 ANNO 56 | N°05

Alessandro Santini Comitato di Redazione

Alessandro Lunelli Roberto Busato Paolo Angheben Pierangelo Baldo Lorenzo Garbari Andrea Marsonet Eduard Martinelli Roberto Pisetta

Speciale

Tessile e abbigliamento: un comparto solido e composito

Aziende

Menz&Gasser compie 80 anni e annuncia nuovi investimenti

Vendemmia

Un’ottima annata per la viticoltura di montagna

Silvia Bruno Primo Bee

Serve più tifo intorno alle imprese

Il Presidente di Confindustria Trento, Giulio Bonazzi, parla del suo programma e interviene nel dibattito sull’economia locale

Direzione, Redazione e Amministrazione

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il punto

07

Serve una visione di lungo periodo L’economia italiana potrebbe essere a un punto di svolta. Lo confermano il Centro Studi di Confindustria, che ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita, e ora anche il Fondo Monetario Internazionale. Il momento resta comunque delicato. Il recupero rischia di essere fragile, se non viene accompagnato da politiche orientate alla crescita delle imprese e al miglioramento della loro competitività. Nelle ultime settimane la nostra Associazione ha partecipato ad alcuni eventi aziendali – di cui diamo notizia in questo numero di Trentino Industriale – per celebrare anniversari e inaugurare nuovi investimenti. Un segnale davvero incoraggiante. Si tratta di aziende che, nonostante la crisi economica, hanno investito decine di milioni di euro e hanno assunto centinaia di lavoratori, dando un contributo fondamentale ai livelli occupazionali delle valli in cui risiedono. Purtroppo sulla stampa fanno più notizia le crisi aziendali, la cassa integrazione e le chiusure degli stabilimenti. Servirebbe invece maggiore consapevolezza sul ruolo del settore industriale locale e sullo stretto legame – anche se talvolta non così evidente – che esiste con gli altri ambiti dell’economia e della società. Ma è anche necessario che chi ha la responsabilità istituzionale definisca una politica industriale di lungo respiro e poi vi si attenga con coerenza. Le imprese hanno bisogno innanzitutto di certezze. A cominciare dalla politica fiscale. Su questo terreno continueremo a spingere, affinché si prosegua nella direzione di una riduzione del carico fiscale per le imprese. Le agevolazioni Irap previste dalla nostra Autonomia negli ultimi anni hanno consentito al settore produttivo di investire in nuovi macchinari e di incrementare l’occupazione. Si tratta di sconti fiscali, quindi, che col tempo rientrano nelle casse pubbliche, grazie alla ricchezza che generano. La politica deve avere una visione di lungo periodo, senza guardare all’immediato o al consenso procurato dalle sue decisioni. Vanno evitate quelle scelte che nel breve accontentano molti, ma che in prospettiva non rappresentano uno stimolo alla crescita del nostro territorio.

Roberto Busato Direttore di Confindustria Trento

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”Miope chi auspica meno industria in Trentino” Intervista a GIULIO BONAZZI, Presidente di Confindustria Trento. di ALESSANDRO SANTINI

PRESIDENTE

vello provinciale. Se venisse a mancare questo apporto, il sistema non reggerebbe. L’economia provinciale ha bisogno di tutte le sue componenti: l’industria, l’artigianato, la cooperazione, il turismo, la cultura… Sono tutte importanti. Guai a pensare di poter fare a meno di una di esse. Il nostro è un mix straordinario che, se ben gestito, può garantire maggiori prospettive di sviluppo al nostro territorio rispetto al resto del Paese. È miope chi auspica un Trentino con meno industria. È sufficiente guardare alle crisi aziendali più recenti: quando un’impresa chiude, gli altri settori non riescono ad assorbirne l’occupazione. Per non parlare del gettito fiscale che viene a mancare al bilancio pubblico. Persino l’Europa si è data l’obiettivo di incrementare la quota di Pil generata dal manifatturiero, portandola dall’attuale 15% al 20% entro il 2020. Monique foto

Bonazzi, nella sua relazione di insediamento all’Assemblea generale di Confindustria Trento dello scorso giugno, Lei ha posto l’innovazione, l’internazionalizzazione e i rapporti con gli Associati come obiettivi prioritari del suo mandato. Innovazione e internazionalizzazione, più che obiettivi li definirei necessità. Non sono più opzioni per un’impresa, come potevano essere dieci anni fa. Oggi chi non si rinnova o non cerca di crescere nei mercati esteri, avrà difficoltà in futuro. La globalizzazione è un processo in corso da anni e non si può fermare. Possiamo solo confrontarci con questa nuova dimensione per cercare di trarne vantaggio. In questo Confindustria Trento può svolgere un ruolo importante a supporto delle imprese. Ad esempio facilitando i rapporti con i centri di ricerca, oppure affiancando le aziende che vogliono esplorare nuove opportunità nei mercati esteri. È anche in quest’ottica che ho posto i rapporti con gli Associati tra gli obiettivi prioritari del mio mandato. Sono convinto che le aziende mediograndi, con la loro presenza internazionale e la loro elevata propensione all’innovazione, possano aiutare quelle più piccole ad affrontare questi percorsi di crescita. Nelle prime uscite pubbliche da Presidente, Lei ha insistito molto sull’esigenza di comunicare meglio il ruolo dell’industria in Trentino. Ritiene che non sia percepito in maniera corretta? Ogni tanto in Trentino riemerge un clima ostile all’impresa. Quasi fosse un disturbo, una presenza sgradita. Eppure un occupato su cinque in Trentino lavora in aziende nostre associate. L’industria produce un quarto della ricchezza prodotta a li-

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copertina

copertina


10 copertina

Come sono i rapporti con il Sindacato? Con le Segreterie provinciali abbiamo un dialogo costante, improntato alla massima collaborazione. In fondo l’obiettivo è comune: fare crescere le imprese per garantire elevati livelli occupazionali. Naturalmente partiamo da punti di vista diversi e talvolta il dialogo, in particolare con alcune sigle di categoria, è più difficile, ma finora siamo riusciti a fare buone sintesi. A livello provinciale possiamo fare molto per rendere il nostro sistema più competitivo. Con il Sindacato possiamo lavorare per incrementare la produttività. Se poi a questa leghiamo i salari, come sta proponendo il Presidente Squinzi sul piano nazionale, otteniamo una soluzione vincente sia per il lavoratore sia per l’azienda, con beneficio per tutto il territorio.

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Quali margini di sviluppo può avere l’industria trentina? Dobbiamo ragionare in termini qualitativi, anche perché il nostro territorio è limitato dal punto di vista orografico. Non ci sono spazi per nuovi insediamenti produttivi di grandi dimensioni. Però possiamo fare molto per consentire alle imprese esistenti di crescere e per attrarre altre aziende, magari ad elevato contenuto tecnologico. Per questo insisto sulle collaborazioni con le università e i centri di ricerca. È solo puntando su temi come l’innovazione, la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico che le nostre imprese possono continuare ad avere successo. In questo chi governa il territorio può fare molto, creando le condizioni di competitività. Penso ad esempio al Polo della meccatronica che, se ben congegnato, può aiutare le imprese a innovare e a crescere.


11

Istockphoto.com

copertina

Che cosa può fare l’ente pubblico per aiutare le imprese? In Trentino possiamo utilizzare gli spazi che ci concede l’Autonomia per migliorare la competitività delle imprese locali. I nostri concorrenti all’estero sono avvantaggiati da minori costi dell’energia, procedure amministrative più snelle, una tassazione decisamente inferiore, per citare solo alcuni fattori che ci penalizzano. Ritengo che le grande sfide dei prossimi anni per la Provincia siano la riduzione della burocrazia a carico delle imprese e un forte contenimento dei suoi costi di funzionamento. Sono sfide perché dovrà vincere molte resistenze, anche al suo interno, e prendere decisioni talvolta impopolari. Ma è l’unica via per consentire alle imprese di continuare a produrre Pil e quindi di alimentare il bilancio pubblico.

Le criticità del nostro territorio? Bisogna assolutamente rafforzare il sistema del credito. La riorganizzazione in corso del sistema bancario e dei confidi deve andare nella direzione di una maggiore massa critica, ma anche di servizi di consulenza finanziaria sempre più specializzati e su misura delle singole imprese. Bisogna affiancare le aziende, in particolare quelle meno strutturate, nell’analisi economica e finanziaria e nella scelta degli strumenti di finanziamento più adatti, tra i molti che oggi sono disponibili. C’è poi il fronte delle infrastrutture da realizzare, come la Valdastico e la Loppio-Busa. Arterie che sono funzionali non solo all’industria, ma anche al turismo e al commercio. Chi le ostacola in realtà porta il nostro territorio all’isolamento e all’impoverimento, non certo alla sua valorizzazione.

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La Giunta in visita all'Expo Milano 2015 I vertici di Confindustria Trento hanno scelto l'esposizione universale per la riunione di settembre. Nel corso della giornata anche la visita al Padiglione Italia, all'Albero della Vita, ad alcuni padiglioni stranieri.

SI

è svolta all’Expo di Milano la riunione di Giunta di inizio settembre di Confindustria Trento. Una location voluta dal presidente Giulio Bonazzi per sottolineare l’importanza della manifestazione per il sistema industriale. Guidati da Bonazzi e dal direttore Roberto Busato, vicepresidenti e membri di giunta dell’Associazione hanno raggiunto in mattinata Piazzetta Trentino, dove sono stati ricevuti dall’assessore al turismo della Provincia autonoma di Trento Michele Dallapiccola e da Raffaele Farella, dirigente provinciale per la promozione e l’internazionalizzazione. Dallapiccola ha dato loro il benvenuto, spiegando il senso della presenza del Trentino a Expo e illustrando le iniziative messe in campo nell’ambito dell’Esposizione universale.

Bonazzi ha evidenziato la necessità di una coesione sempre maggiore tra gli stakeholder del sistema trentino, premessa imprescindibile al successo delle operazioni di maggiore respiro. La delegazione è stata poi condotta in visita al Padiglione Italia dal direttore marketing e commerciale Marina Geri, infine all’Albero della Vita, questa volta accompagnata da Giancarlo Turati, presidente della Piccola Industria di Confindustria Brescia e consigliere del consorzio “Orgoglio Brescia” che ha costruito l’opera. La riunione della Giunta si è svolta nel primo pomeriggio presso lo stesso padiglione, dopo la sosta per il pranzo al Ferrari Spazio Bollicine. Al termine dei lavori, la visita ai padiglioni stranieri più rappresentativi dell’Esposizione.

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associazione

associazione


14 speciale tessile e abbigliamento

speciale tessile

Un comparto solido e composito Intervista a LORENZO DELLADIO, presidente della sezione Tessile e Abbigliamento di Confindustria Trento. di SILVIA BRUNO

Monique foto

PRESIDENTE

Delladio, quali sono le caratte- fashion, confezionando capi di vestiario, accessoristiche del settore tessile e abbigliamento in ri, calzature, articoli sportivi per l’outdoor estivo e invernale. Anche la distribuzione sul territorio Trentino? In Trentino il settore – e così la sezione di riferi- non risponde a logiche di sistema. Insomma, se mento per le associate a Confindustria Trento – è di distretto non si può parlare, si può ben dire rappresentato da un gruppo di importanti realtà che il comparto in Trentino è solido e composito, produttive di vario tipo e dall’attività estrema- e che la cifra comune delle aziende che lo costimente diversificata. Vi sono imprese di grandi di- tuiscono è la giusta inclinazione all’innovazione. mensioni come pure piccole unità; chi opera nel settore tessile, producendo filati e tessuti in fibre In che termini? naturali e artificiali, chi nell’abbigliamento e nel In primo luogo in quelli, più stretti, legati alle caratteristiche del prodotto e alla tipologia dei processi. In maniera diversa, evidentemente, tutte le realtà del settore hanno trovato – e non smettono di ricercare – tecnologie in grado di rendere più efficienti i processi di lavorazione; oppure più appetibili, e dunque più competitivi, i prodotti sul mercato. Creatività, inventiva, passione, sono parole chiave dell’imprenditoria che sa trovare le rime per rispondere al cambiamento in atto. Non si innova tuttavia soltanto adottando una nuova linea di prodotto o acquistando un macchinario più evoluto: si innova investendo sulla formazione, anche quando costa fatica, intervenendo sull’organizzazione, implementando un’area strategica, invertendo le tradizionali logiche di distribuzione. Insomma, c’è modo e modo anche di internazionalizzare. Esatto. È possibile che le forme tradizionali di presidio dei mercati esteri non siano per tutti la soluzione più appropriata. Nel caso della mia azienda, ad esempio, abbiamo scelto di abbandonare la strada degli importatori e di affidarci, in tutta Europa, a un reticolo di agenzie e di rappresentanti su provvigione. A livello centrale

Lorenzo Delladio

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15 speciale tessile e abbigliamento

il lavoro è certamente maggiore, ma i risultati to in primo luogo, abbiamo scelto di favorire le lo giustificano. E poi abbiamo rinforzato l’area relazioni tra imprenditori con un calendario di commerciale e il reparto vendite, agganciando riunioni di sezione itineranti, ospitate di volta in ai sales manager degli junior in affiancamento. volta presso uno stabilimento diverso, anziché in L’ampliamento delle risorse destinate alla com- Associazione. Ci rendiamo conto che spesso non mercializzazione e all’internazionalizzazione conosciamo davvero a fondo le caratteristiche e deve peraltro divenire una strategia comune a le potenzialità delle produzioni degli altri assotutte le aziende del settore in Trentino, che oggi ciati: una più profonda condivisione potrebbe all’estero vende soprattutto calzature e abbiglia- invece generare ipotesi di collaborazione, di allemento, ricavando dalle esportazioni poco meno anza, di filiera inedite e feconde. di un terzo del suo fatturato. A proposito di fatturato, può tracciare l’andamento del settore in Trentino? Il 2014 si era chiuso con dei buoni risultati congiunturali, sia sul fronte del fatturato che della produzione, a recuperare completamente la flessione registrata nel 2013. Di segno ancora diverso sono i dati del primo semestre del 2015, anche se molte aziende confermano l’andamento positivo dei mesi precedenti. È bene che queste realtà possano essere di traino per quelle che hanno perso la fiducia nella propria capacità, che non credono di essere in grado di proporre qualcosa di nuovo. Proprio nell’ottica di valorizzare le contaminazioni tra gli attori del sistema in Trentino, e delle aziende associate a Confindustria Tren-

I numeri del settore in Trentino Con 15 imprese e oltre 1200 dipendenti, il settore tessile e abbigliamento pesa per il 4% sul totale dell’industria manifatturiera in Trentino. Si tratta in prevalenza di imprese di dimensioni medio – grandi: quasi la metà del totale è controllato da capitale locale. Le esportazioni fruttano alle aziende del settore oltre il 29% del fatturato. La merce che esce dai confini nazionali è destinata per l’83% al mercato europeo e in primo luogo a Croazia, Germania, Francia e Austria. Dopo i positivi risultati congiunturali conseguiti nel 2014, la prima metà dell’anno in corso è stata contrassegnata da un rallentamento.

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16 speciale tessile e abbigliamento

Filati su misura Il balzo in avanti di Eurotexfilati: una società trentina che ha fatto della creatività, della versatilità e dell'intraprendenza gli ingredienti di una ricetta di nicchia che piace ai mercati mondiali

DAI

macchinari di uno stabilimento della pic- – il cosiddetto “industrial” – è infatti dedicato alla cola zona industriale di Pietramurata ai ponti lavorazione di filati di nylon e fibre di poliestre delle imbarcazioni di altura che solcano l’Ocea- impiegati per la realizzazione delle due parti di no Atlantico: i percorsi della produzione trentina cui una corda si compone: l’anima e il rivestiseguono traiettorie e destinazioni che hanno il mento esterno. “Che però non andiamo mai a combinare – precisa Walter Perini, amministrafascino dell’esotico e dell’avventuroso. L’azienda, in questo caso, è Eurotexfilati Srl: real- tore di Eurotexfilati Srl –. La nostra impresa ha tà produttiva dell’Alto Garda con 22 dipendenti scelto di collocarsi in una nicchia di mercato del e un fatturato previsto per l’anno in corso di 8 tutto particolare: a valle della materia prima, a milioni di euro (+8% rispetto al 2014, esattamente monte del prodotto finito. In questo modo abcome era stato allora rispetto all’anno precedente). biamo evitato di entrare in competizione con un Il prodotto è il semilavorato impiegato per costru- grosso numero di realtà, che sono ad oggi nostre ire corde e gomene destinate al settore nautico e clienti (o che potrebbero divenire tali)”. agricolo. Uno dei due principali rami d’azienda Il successo della strategia di Eurotexfilati è dovuto a più fattori. In primo luogo alle caratteristiche del prodotto di partenza: un filato di seconda scelta, scartato da altri perché, per diverse ragioni, oramai privo delle caratteristiche volute. “Recuperiamo le bobine che altre aziende non utilizzano più, e ricondizioniamo il filato con lavorazioni di assemblaggio che rispondono a criteri precisi, individuati sulla base della richiesta del cliente”. All’esperienza dei responsabili della produzione è affidato il compito di creare la perfetta alchimia tra le materie prime disponibili, componendo nel giusto connubio il numero esatto di unità, nelle caratteristiche desiderate. Cruciale, in questo filone di attività, è pure l’apporto delle migliorie studiate a livello di ricerca e sviluppo. Fiore all’occhiello dell’azienda è infine il tipo di servizio offerto, improntato a una flessibilità possibile solo per una struttura snella com’è quella di Eurotexfilati: “Siamo in grado di esaudire qualsiasi commessa in pochi giorni – continua Perini –, ma il magazzino non esiste. Produciamo su ordinazione e su misura (di qui l’uso del marchio Ecobraid), eppure le macchine non si sono mai

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fermate”. L’attività di Eurotexfilati poggia sugli equilibri di un sistema che non può permettersi sbavature, tanto più nel caso del più redditizio filone del textile: “Due terzi dei 350mila chili di materiale in transito ogni mese – spiega ancora Perini – sono destinati al solo trading, ovvero alla commercializzazione verso i settori dell’automotive e dell’abbigliamento”. Aquafil è il fornitore principale, i clienti sono in tutto il mondo. Merito di una strategia di internazionalizzazione perseguita con convinzione a partire dal 2013, quando i soci da trent’anni sul mercato tessile hanno deciso di cambiare rotta. Eurotexfilati crea, quasi dal nulla, un’area commerciale che la porterà a essere leader di mercato nella produzione di semilavorati per corde nell’area del Mediterraneo. Oggi, insieme a Ivo Perini (titolare dell’azienda con Umberto Trentini), vi operano sei persone, selezionate per curare, anche in ragione delle proprie conoscenze linguistiche e della propria cultura di provenienza, precise aree di riferimento: “Abbiamo collaboratori di nazionalità indiana, siriana, ucraina, tra l’altro di età media inferiore ai trent’anni. Fatturiamo il 65% all’estero: in Eu-

ropa soprattutto in Polonia, Spagna e Portogallo, Slovacchia ed Estonia. Fuori dei confini europei per lo più in Pakistan, Senegal, India, Ucraina e Russia. E proprio per massimizzare i risultati delle relazioni con la Russia è allo studio, nel prossimo futuro, l’apertura di un polo logistico in loco. Insomma – conclude Perini – non attendiamo il cliente, ma lo andiamo a cercare: dove ci sono delle difficoltà, ci sono dei possibili business. Basta saperli cogliere”. (sb)

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55 anni con impegno e passione Azienda tessile trentina caratterizzata da un management esclusivamente femminile, Calze Gm Sport ripercorre le proprie vicende storiche e traccia il proprio futuro.

LA

storia di Calze Gm Sport ha inizio a Trento nel 1960, anno in cui Giorgio Montagni sviluppa un'intuizione frutto della sua innata passione per lo sport: la calza tecnica; un prodotto che allora, nell’Italia in cui si poteva vincere la maratona olimpica anche senza scarpe, non esisteva. Importa dall’Inghilterra i primi macchinari tessili Bentley in grado di eseguire la lavorazione dell'interno delle calze in spugna. La prima sede storica dell'azienda è nella ex mensa dell'aeroporto Caproni di Trento dove, quando piove, si devono svuotare i secchi d'acqua che filtra dal tetto. La produzione è interamente curata da donne operaie. L'idea di una calza sportiva tecnica Made in Italy, per sostituire i tradizionali

Elisabetta Montagni

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calzettoni in maglia a coste lavorata a tre ferri, diventa così realtà. Il passo successivo, per mettere a punto un prodotto di eccellenza, è collaborare con i migliori atleti. Nell’estate del 1965, Giorgio decide di salire sulla Marmolada con uno zaino colmo di calze per lo sci alpino, una scarpinata da Pian Trevisan al Rifugio Castiglioni. Ci sono gli azzurri dello sci alpino in ritiro per gli allenamenti estivi. Quella prima campionatura portata lassù suscita stupore e interesse per la possibilità di collaudare la curiosa guaina riccioluta che ammortizza il contatto del piede con lo scarpone. A tavola, dopo l’allenamento, con gli scarponi Munari master doppia tomaia e i calzettoni ad asciugare al sole, si getta il primo


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seme per delle collaborazioni concrete tra la squadra azzurra e i migliori produttori di abbigliamento per lo sci. Per trent’anni – da Franco Nones ad Alberto Tomba – Calze Gm Sport fa parte del Pool Sci Italia come fornitore ufficiale ed esclusivo delle squadre nazionali di sci nordico e sci alpino, collezionando – tra l’altro – otto medaglie d'oro olimpiche e altrettante coppe del mondo. La gamma si estende a sempre più discipline sportive, invernali ed estive, contando sempre sulla collaborazione dei migliori atleti. Con gli anni Ottanta comincia a entrare in azienda la seconda generazione e si rivedono profondamente le logiche della produzione, si fa sistema con i distretti italiani della calza. I macchinari meccanici sono progressivamente sostituiti con quelli elettromeccanici. A metà degli anni Novanta l'azienda elabora e deposita il brevetto per le prime “calze a struttura anatomica differenziata asimmetricamente per il piede sinistro e destro”. Sono i primi anni degli sponsor globali, colossi che, con un unico marchio, vestono gli atleti da capo a piedi. Calze Gm Sport riceve offerte molto allettanti per orientare la propria produzione di qualità esclusivamente verso la private label. L'azienda tuttavia preferisce non rinunciare alla propria identità, scelta che si rivelerà quanto mai lungimirante quando, nel corso del decennio successivo, le multinazionali delocalizzeranno la produzione verso oriente. Il passaggio di secolo è caratterizzato dall'innovativa offerta di materiali e filati sintetici, frutto della ricerca dei grandi gruppi della chimica, che stravolgono sia le logiche produttive sia le modalità di impiego dei prodotti da parte degli sportivi. Per Calze Gm Sport è l’occasione per aprire la ricerca verso soluzioni tecnologiche inesplorate e per trovare nuovi presupposti per affermare l’eccellenza del prodotto. Si sviluppano prodotti per ambienti estremi, Calze Gm partecipa alla conquista da parte di tutte le 14 vette oltre gli 8.000 e a spedizioni di ricerca in Antartide. Si afferma una sempre maggiore consapevolezza ambientale: in azienda si mette a punto e si adotta il protocollo “Love our planet” e si sancisce la scelta di conti-

nuare a produrre solo in Italia e di farlo secondo standard certificati all’interno di una filiera di sistema, nella quale il sapere non è secondo alla capacità produttiva. Oggi, con Giulia ed Elisabetta Montagni, il ruolo delle donne è ancora centrale per l’azienda. Le collaborazioni con i tester più qualificati quali, per citare un’eccellenza del territorio trentino, Aquila Basket – Dolomiti Energia, continuano. “La sfida del presente – racconta Elisabetta – è su più fronti. Le nuove tecnologie stimolano una continua ricerca e sperimentazione sul prodotto. La possibilità di utilizzo di filati sempre più performanti, anche di origine naturale ma storicamente estranei all’abbigliamento sportivo, quali ad esempio il cashmere, offre nuove occasioni ad una realtà produttiva come la nostra, proprietaria di un know how consolidato. Il processo di internazionalizzazione deve essere attuato valorizzando l'eccellenza artigianale del Made in Italy e promuovendo la nostra identità di azienda specializzata. La diffusione di una cultura di prodotto, mettendo a punto strumenti e campagne per rendere il consumatore finale sempre più consapevole, è e sarà un elemento sempre più imprescindibile.”

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LA SPORTIVA ® is a trademark of the shoe manufacturing company “La Sportiva S.p.A” located in Italy (TN)

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Crescita continua per Texbond Con il tessuto non tessuto Texbond è ormai tra i leader europei per la produzione di fibre sintetiche. Innovazione, tecnologia e organizzazione gli ingredienti del successo.

UN’IDEA

innovativa, un costante aggiornamento dei processi, un’organizzazione moderna e qualificata: non è un caso se Texbond Spa è oggi fra i colossi europei nell’industria delle fibre artificiali. Nello stabilimento di Rovereto – 33mila mq di superficie, coperti per la metà – il polipropilene si trasforma in tessuto non tessuto destinato principalmente al settore igienico, medico, agricolo, edile. “Abbiamo avviato l’attività alla fine degli anni Ottanta – spiega Giuseppe Gaspari, titolare dell’azienda –. Non erano noti, al tempo, i van-

taggi del prodotto: un compromesso tra carta e tessuto tradizionale che porta le qualità dell’uno e dell’altro. Oggi si tratta invece di un prodotto diffusissimo, soprattutto nel mercato dell’incontinenza, che è anche il nostro core business. Con il progressivo invecchiamento della popolazione la richiesta di forniture è peraltro in costante aumento”. Texbond serve i principali produttori mondiali di assorbenti e pannolini per bambini, donne e anziani, ai quali fornisce il semilavorato essenziale. I rotoli di tessuto non tessuto sfornati dagli impianti dello stabilimento sono impiegati

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però anche altrove: per la protezione delle colture intensive, all’interno dei sedili e nei motori delle automobili, per l’abbigliamento di medici e infermieri. Il 60% del fatturato viene dall’estero: dagli Stati membri, in primo luogo; e poi dai paesi dell’est europeo, dal Nordafrica, perfino dal Connecticut. “Del resto – spiega ancora Gaspari – l’insediamento in Trentino, sull’asse del Brennero e alle porte dell’Europa, venne valutato proprio nell’ottica di favorire la logistica delle esportazioni. Ancora oggi il numero di aziende che possiamo considerare competitor sul territorio dell’Unione non supera la decina di unità”. L’azienda, che chiuderà il 2015 con un fatturato complessivo di 40 milioni di euro (nel 2014 erano stati 36) continua a mantenere un ruolo primario nel panorama internazionale grazie alla lungimiranza degli investimenti in ricerca e sviluppo (circa il 2,5% del bilancio annuale). L’innovazione tocca il prodotto, elaborato anche in sintonia con gli input di fornitori e clienti e in costante dialogo con il dipartimento di ingegneria dei materiali dell’Università di

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Trento, come anche i processi: a poco più di venticinque anni dalla fondazione, a Rovereto è in funzione la quarta generazione di impianti. Pari aggiornamento è richiesto alle risorse umane: “In totale siamo in 67, e ciascuno, per il suo ruolo, ha una formazione coerente e articolata – continua Gaspari. La struttura è moderna: il coordinamento delle aree è affidato a profili di alto livello, che rispondono alla direzione generale di Cristina Parisi. Io mi occupo della strategia e delle relazioni industriali”. E moderna è pure la sensibilità al tema della sostenibilità ambientale: “Non emettiamo alcun tipo di scarto – chiarisce il titolare –. Siamo in grado di riciclare il 99% di quello che produciamo. Il resto lo vendiamo a chi lo trasformerà in altri prodotti di consumo, come cassette per la frutta, contenitori di plastica, bobine…”. Quanto al futuro, si cercheranno le condizioni per nuovi spunti di crescita: “Potremmo valutare un ulteriore investimento sul territorio – anticipa Gaspari –. Oppure un’alleanza con un competitor estero, per assumere dimensioni tali da consentire nuovi progetti di sviluppo”. (sb)


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Madre tedesca, gusto italiano Passato, presente e futuro di Bugatti Srl, storico marchio di abbigliamento che non smette di rinnovarsi e che anche per questo è presente in sessanta paesi nel mondo.

GIUBBOTTI, impermeabili, cappotti: presente a Pergine fin dal 1961 per volere del suo fondatore, Friedrich Wilhelm Brinkmann, l’azienda Bugatti fa parte oggi di una holding europea che vanta prestigiose realtà industriali internazionali e brand di successo. Il marchio Bugatti, nel tempo, si è sempre più posizionato come brand rivolto ad un consumatore europeo ed è presente in oltre sessanta paesi nel mondo. L’investimento nella

ricerca e produzione di capi di abbigliamento, rispondenti alle esigenze di un compratore internazionale in forte cambiamento, sono oggi le priorità dell’azienda. La continua evoluzione del mercato d’abbigliamento ha spinto la società a investire nella ricerca di nuovi materiali e modelli soddisfacenti ai gusti e alle richieste di un consumatore moderno e dinamico, per esempio attraverso la collaborazione con

Aquafil scrive mezzo secolo di storia arcense In ottobre il gruppo Aquafil ha festeggiato i 50 anni di attività, organizzando due giornate di “porte aperte” per i dipendenti e i loro familiari e un incontro con i dirigenti ed ex dipendenti, alla presenza delle autorità locali e provinciali. Fondata nel 1965 da Carlo Bonazzi e partita con pochi dipendenti, l’azienda oggi è uno dei maggiori player mondiali nel settore delle fibre sintetiche. Il gruppo – guidato da Giulio Bonazzi, presidente e amministratore delegato – fattura oltre 500 milioni di euro e conta circa 2.800 dipendenti, con 16 stabilimenti localizzati in otto paesi e tre continenti. Nel solo Trentino Aquafil e le sue controllate occupano circa 800 addetti. Nel corso della celebrazione la Giunta comunale di Arco ha insignito Carlo Bonazzi dell’onorificenza al merito del Gonfalone d’argento, con la seguente motivazione: ”Per la lunga attività industriale che il gruppo, da lui fondato, ha mantenuto sul territorio e per il grande contributo che, attraverso questa azione imprenditoriale, egli ha dato allo sviluppo economico arcense”. Intervenendo ai festeggiamenti, il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Alessandro Olivi, ha sottolineato come Aquafil sia “un’azienda che conosce bene il valore sociale del fare impresa”, come dimostra lo speciale legame che ha sviluppato con il territorio dove è nata e cresciuta.

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l’impresa Goretex per lo sviluppo di materiali tecnologicamente avanzati da impiegare nelle produzioni. Inoltre, gli investimenti effettuati nella logistica e nella distribuzione dei prodotti

Ricordando... Piero Zamboni Se n'è andato Piero Zamboni, un collega che ha lasciato il segno nell’Associazione Industriali di Trento. Un dirigente impegnato e apprezzato che ha vissuto tutta la sua vita professionale all’interno di quel “Sistema Confindustria” che ha profondamente amato, condividendone con grande passione l’attaccamento ai valori del mercato, della competizione, dello sviluppo e della libertà, ma anche l’attenzione e la disponibilità verso gli associati e i colleghi di lavoro. Entrato in Associazione a soli 22 anni, si è occupato da subito di tematiche fiscali e tributarie, fino a diventare dirigente del Servizio Economico e Tributario di Palazzo Stella. Nei 35 anni di servizio è stato anche segretario della Sezione impianti a fune di Confindustria Trento, seguendo in prima persona le aziende e le problematiche del settore. È stato anche membro del collegio sindacale di importanti imprese trentine. Dopo il pensionamento ha continuato a collaborare per alcuni anni con l’Associazione e con il consorzio Assoenergia. “Chi ha lavorato con lui – spiega il direttore di Confindustria Trento Roberto Busato – lo ricorda per la grande professionalità e la carica di umanità che sapeva mettere nei rapporti con le aziende associate, prendendosi a cuore i loro problemi. Lo ricordiamo anche per il suo forte impegno nel sociale, svolto con altruismo e riservatezza, come solo le persone generose sanno fare”. (pb e as)

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permettono oggi all’impresa di essere presente sui punti vendita dei clienti in maniera puntuale e tempestiva. Queste strategie hanno aiutato negli anni a incrementare la presenza sul territorio dei modelli fabbricati a Pergine e permette oggi un importante sviluppo commerciale dell’azienda e un rilevante consolidamento del rapporto con i clienti. Nonostante una situazione economica negativa, che si va protraendo da diversi anni e che ha visto il settore in forte difficoltà e cambiamento con diverse chiusure e ridimensionamenti, l’azienda

Gli investimenti effettuati nella logistica e nella distribuzione oggi permettono all'impresa di essere presente nei punti vendita in maniera tempestiva.

ha continuato a mantenere un posizionamento stabile, se non addirittura lievemente in crescita, proprio grazie agli investimenti continui, che sono stati riconosciuti e apprezzati sia dai negozianti che dai consumatori. “Va sottolineato – precisano dall’impresa – che sebbene il contesto territoriale e nazionale non sia sempre di supporto allo sviluppo aziendale, la Bugatti di Pergine opera e cresce grazie anche al coinvolgimento, alla dedizione e all’intento collaborativo di ogni singola persona presente in azienda. Il clima, ormai familiare, creatosi in tanti anni di lavoro e i buoni rapporti con la casa madre tedesca permettono di affrontare questa congiuntura difficile con una forte dose di ottimismo”.


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Un nuovo Pizza Center a Borgo Valsugana Celebrato l’ampliamento dello stabilimento di Gourmet Italia, azienda associata a Confindustria Trento e acquisita da Dr. Schär, leader del senza glutine: garantiti nuovi posti di lavoro.

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milioni di euro: a tanto ammonta l’investimento operato in Valsugana da Gruppo Dr. Schär e che ha per protagonista l’azienda associata Gourmet Italia. Nei giorni scorsi, la proprietà ha celebrato il completamento del progetto di ristrutturazione avviato lo scorso anno con la costruzione di nuovi capannoni industriali destinati allo stoccaggio e giunto oggi a compimento con la messa a regime dell’impianto per la produzione di pizze gluten free, segmento in notevole crescita in tutto il mondo. Il nuovo stabilimento di Borgo Valsugana, che vanta un volume di 27mila metri quadrati, è il risultato di un investimento che ha anche permesso una politica di nuove assunzioni, raggiungendo quota 120 dipendenti. “La tappa odierna – ha dichiarato Hannes Berger, amministratore delegato del Gruppo Dr. Schär – rappresenta l’evoluzione di un percorso che il Gruppo ha iniziato nel 2013 con l’acquisizione di Gourmet Italia. In questi anni abbiamo investito sia in risorse umane che in tecnologia, oltre che sul territorio, per continuare a offrire e garantire ai nostri clienti e consumatori prodotti di alta qualità. La scelta di centralizzare la produzione di pizze surgelate in un unico stabilimento ci permette, infatti, di rispondere alle esigenze di un mercato in continua crescita ma sempre più competitivo in modo ancora più performante”. Producendo circa 4mila pizze surgelate senza glutine in due cicli produttivi di otto ore, il Pizza Center avrà una capacità produttiva tale da riuscire a rispondere alle esigenze dei mercati di tutti i paesi in cui è presente il Gruppo. “Siamo molto orgogliosi di questo nuovo stabilimento, che coniuga una tecnologia produttiva all’avanguardia e

una manodopera specializzata. Due componenti che si uniscono per dare al consumatore finale un prodotto di qualità con un’anima artigianale – ha affermato Ulrich Ladurner, fondatore e presidente del Gruppo Dr. Schär –. La decisione presa dall’azienda di espandersi si è rivelata quella giusta, i nostri stabilimenti lavorano alla massima capacità e questo ci ha permesso di aumentare, oltre che il fatturato, anche il numero di personale”. Materie prime italiane, una filiera produttiva controllata e certificata, macchinari tecnologicamente avanzati e un personale altamente specializzato sono le caratteristiche del Pizza Center, ultimo investimento di un’azienda che, nonostante la congiuntura economica internazionale, sta continuando a crescere e a investire: il 2014 si è chiuso con un fatturato di 260 milioni di euro; i dipendenti sono più di mille in tutto il mondo.

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Da 50 anni in Val di Fiemme A fine settembre il taglio del nastro del nuovo centro logistico di Eurostandard a Molina di Fiemme. Previsti altri 3 milioni di investimenti nei prossimi tre anni.

EUROSTANDARD

festeggia i cinquant’anni di vita inaugurando le primizie dell’ultima tornata di investimenti: tra il 2013 e il 2015 l’azienda trentina radicata in val di Fiemme ha stanziato 11 milioni di euro per la realizzazione del nuovo centro logistico di Molina di Fiemme e per l’acquisizione di nuovi macchinari, automazioni e stampi per lo stabilimento di Tesero. A fine settembre, davanti a centinaia di persone, il taglio del nastro, nel corso di uno spettacolare evento al quale hanno preso parte anche gli assessori provinciali Alessandro Olivi, Mauro Gilmozzi e Michele Dallapiccola, e Ilaria Vescovi, vicepresidente di Confindustria Trento, cha ha plaudito alla esemplare tenacia di Marisa Zeni, Ilaria Vescovi amministratore delegato dell’azienda. e Marisa Zeni La storia di Eurostandard inizia nel 1965, quando il padre di Marisa, Antonio, decide di aprire lo sta- aziendale erano realizzati in Italia, un terzo all’estebilimento di Panchià per produrre casse portabotti- ro. Oggi il rapporto è esattamente rovesciato, frutto glie per l’acqua minerale e le bibite. Agli inizi degli di una politica indirizzata all’internazionalizzazioanni ottanta, al crollo del mercato delle bottiglie in ne intrapresa già alcuni anni prima della crisi ecovetro, l’impresa decide di diversificare, iniziando a nomica. Così Eurostandard ha affrontato la crisi: produrre raccordi in polietilene per la realizzazio- differenziando la presenza sui mercati e registranne di reti di trasporto di gas combustibili, acqua e do fatturati in crescita. fluidi in pressione: da trent’anni è questo il core Nel 1998 ha aperto la consociata Eurostandard Chibusiness dell’azienda di Tesero. le in Sudamerica, nel 2005 in Malesia la EuroMega I raccordi di Eurostandard si vendono in tutti i Manufacturing, nel 2013 l’ultima nata Eurostandard continenti: fino al 2009 due terzi del fatturato Nordic, in Lettonia, per i mercati dei paesi baltici e della Russia. Oggi l’azienda fattura oltre 13 milioni di euro, con una capacità produttiva che utilizza oltre 1700 tonnellate di polietilene per realizzare raccordi da 20 a 630 millimetri di diametro. Negli ultimi due anni l’impresa ha investito 11 milioni di euro per raggiungere l’obiettivo di raddoppiare la capacità produttiva. Il piano industriale 2013-2016 prevede ulteriori investimenti per 3 milioni di euro.

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Terza generazione, terza giovinezza Menz&Gasser festeggia gli ottant’anni dalla fondazione e annuncia importanti nuovi investimenti per il futuro: nelle scorse settimane le celebrazioni presso lo stabilimento di Novaledo.

OTTANT’ANNI

fa era una fabbrica di marmellate sull’orlo del fallimento, oggi è un colosso nella trasformazione della frutta, specialmente nella produzione di confetture e semilavorati di frutta di alta qualità, ed è leader europeo delle confetture in monoporzione per l’industria alberghiera: con circa mille clienti in quasi 50 paesi in tutto il mondo, Menz&Gasser vende prodotti a marchio, ma lavora anche come terzista per grandi società come Barilla, Buitoni, Mila, Coop Italia, Parmalat, Alitalia. Lana, 1935: un curato di provincia suggerisce a due amici - Mathias Gasser e Hans Menz – di rilevare una piccola attività altoatesina del settore alimentare. Gasser e Menz raccolgono la sfida e danno l’abbrivio a una storia di successo. Nel

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1974 lo stabilimento viene trasferito in Trentino, a Novaledo (a Lana si mantiene una sede amministrativa, mentre a Verona è aperto uno stabilimento di produzione del semilavorato industriale). Il passato recente parla del consolidamento di un piccolo impero, pur a fronte del grave episodio occorso nella notte del 31 dicembre 2002, quando un terribile incendio distrugge lo stabilimento. L’azienda continua a produrre in Veneto e Lombardia appoggiandosi ad altre strutture fino al completamento, nel 2007, dei lavori di ricostruzione deliberati grazie al contributo di Trentino Sviluppo all’indomani dell’incidente. Da quel momento, Menz&Gasser insegue il salto di qualità con una strategia di investimenti che la porterà all’installazione di linee produttive all’avanguardia e all’ampliamento della superficie produttiva (entro il 2016 le dimensioni dell’intero complesso sfioreranno i 36mila mq). Di quest’anno è il progetto per la realizzazione di un impianto di trigenerazione a biomassa vegetale vergine. Oggi Menz&Gasser conta oltre 200 dipendenti e fattura 120 milioni di euro l’anno (solo dieci anni fa erano 20). A guidare l’impresa è Matthias Gasser, nipote del fondatore, che in occasione dell’evento organizzato lo scorso settembre per celebrare l’anniversario ha voluto ringraziare la sua famiglia per il cammino di successo percorso fino al presente. Nella due giorni di porte aperte, lo stabilimento di Novaledo ha accolto centinaia di visitatori: autorità, fornitori, collaboratori, dipendenti e familiari. L’amministratore delegato ha anche illustrato un nuovo importante piano di investimenti: accanto all’ampliamento citato, si parla del l’acquisto di nuove linee e macchinari di produzione ad alta tecnologia, del potenziamento del reparto di ricerca, dello sviluppo di nuovi prodotti.


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Un progetto a lungo termine per la Valsugana Silvelox Europe Spa, azienda controllata dalla bresciana Seip, verso il recupero di una realtà industriale trentina che rappresenta un'eccellenza nel mondo. Già assunti i primi cinquanta dipendenti.

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quattro mesi dall'affitto del ramo d'azienda di Silvelox Spa e dalla ripresa delle attività produttive, Silvelox Europe Spa, azienda interamente controllata dal gruppo industriale bresciano Seip, stila un primo bilancio positivo. Gli impegni sono stati rispettati e sono state confermate le aspettative di chi, ha creduto nella solidità del progetto presentato dal gruppo, sostenendo fortemente il recupero di una realtà industriale trentina che rappresenta un'eccellenza nel mondo. "Abbiamo già assunto 50 dipendenti – afferma Silvano Lamberti, presidente di Seip e di Silvelox Europe – e il trend del portafoglio ordini ci fa essere ottimisti per la riassunzione in tempi brevi di tutti gli altri ancora sostenuti dagli ammortizzatori sociali. Siamo stati favorevolmente sorpresi dalla reazione del mercato, sia quello domestico che internazionale, che riconosce a Silvelox il valore competitivo più importante per un'azienda:

Silvano Lamberti

l'unicità e la non replicabilità del prodotto. Questo ci ha permesso di riallacciare in tempi brevi i rapporti con tutti i partners commerciali e di tornare ad essere protagonisti nei cantieri più prestigiosi del mondo". Silvelox Europe Spa ha già presentato una proposta irrevocabile per l'acquisto del ramo d'azienda, il cui valore è congruo alle necessità dei concordati preventivi, confermando la volontà da parte di Seip di intraprendere un progetto industriale di lungo termine e fortemente legato al territorio.

Fatturato e occupazione in crescita per Manica Spa Dopo un 2014 chiuso con un +14% che ha portato l’azienda ai 43 milioni di fatturato del 2014, realizzati per un 40% all’estero, anche per il 2015 Manica sta realizzando un trend positivo. L’acquisizione di importanti commesse ha indotto l’impresa ad attivare, a partire dallo scorso 1° settembre, il ciclo continuo, lavorando a pieno ritmo anche il sabato e la domenica. La misura ha comportato l’assunzione di sei nuovi collaboratori: “Ma da inizio anno – precisa Giulia Manica, che dell’azienda è tra gli amministratori – abbiamo assunto anche altre figure professionali, per un totale di 15 nuove assunzioni considerando anche il personale interinale”. Questo trend positivo consente a Manica di continuare a investire in nuovi impianti e nuovi prodotti, come pure nelle infrastrutture: “Quest’estate – prosegue Manica – abbiamo sostenuto un importante investimento nella sostituzione di tutte le restanti coperture in cemento amianto, continuando sulla strada della sostenibilità ambientale”.

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Sensori high-tech da vent'anni Optoi, nata come spin-off dell'allora Istituto di ricerca scientifica e tecnologica Itc-Irst, ha festeggiato il ventesimo anniversario presso la sede di Gardolo.

COMPIE

vent’anni, Optoi: azienda high-tech trentina che progetta e produce sensori microelettronici in silicio, microsistemi, sistemi elettronici smart di misura. Nata nel capoluogo nel 1995 a seguito di una vincente attività di spin-off dell'Istituto di ricerca scientifica e tecnologica Itc-irst (ora Fbk), con cui l’azienda ancora oggi collabora proficuamente, Optoi ha incentrato fin dalla sua costituzione il proprio core business sulle attività di packaging microelettronico, per le quali è in grado di offrire una qualificata ed apprezzata competenza che le ha permesso di crescere rapidamente e di ottenere la fiducia da parte di realtà multinazionali e di piccole e medie aziende nazionali ed estere, attive nell'ambito dell'innovazione tecnologica e della miniaturizzazione di prodotto. Parallelamente allo sviluppo e al miglioramento continuo delle attività di packaging microelettronico, Optoi progetta e produce – grazie anche alle partnership in atto con Istituti di Ricerca europei, Università e Silicon Wafer Foundries internazionali – sensori in silicio, microsistemi, sistemi elettronici Smart e dispositivi microelettronici Mems standard che commercializza attraverso la

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sua rete vendita. Optoi inoltre progetta e realizza dispositivi microelettronici custom su specifiche della clientela per conto e in accordo con le aziende clienti. L’azienda è operativa in diversi ambiti e settori applicativi (industriale, ambientale, aerospaziale, medicale, component replacement e altri) e fornisce consulenza e assistenza per lo sviluppo di soluzioni innovative microelettroniche nell'ambito del controllo di processo, del controllo qualità, dell'automazione industriale e dei sistemi di sicurezza, nonché in quelli della visione artificiale, medicale, biomedicale, ambientale ed aerospaziale. Nel 2001 Optoi ha conseguito la certificazione del proprio Sistema Qualità in accordo con le norme Iso 9001:2000. Dal 2005 ha trasferito le proprie attività produttive presso lo stabilimento di Gardolo, a pochi chilometri dalla Fondazione Bruno Kessler Fbk con i la quale è in essere un'importante collaborazione strategica concernente la ricerca pura e quella applicata, sia in ambito tecnologico produttivo che in quello metodologico per lo sviluppo di nuovi protocolli di progettazione e di testing.

Alfredo Maglione e Roberto Busato


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Ferrari miglior produttore di bollicine al mondo Alla Vintners' Hall di Londra, davanti al gotha delle bollicine mondiali le Cantine Ferrari sono state incoronate “Best Sparkling Wine Producer of the Year”.

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più importante competizione internazionale dedicata alle bollicine – The Champagne and Sparkling Wine World Championships 2015 – ha incoronato le Cantine Ferrari “Best Sparkling Wine Producer of the Year”. Lo straordinario riconoscimento ha visto primeggiare l’azienda trentina sugli altri due finalisti, le maison de Champagne Charles Heidsieck e Louis Roederer. Grande soddisfazione anche per il Ferrari Perlé Trentodoc, icona dello stile della casa, premiato come Best Italian Sparkling Wine. La competizione, che ha riunito alla Vintners' Hall di Londra il gotha delle bollicine mondiali, è organizzata da Tom Stevenson, autorità internazionale nel campo, con la collabo-

razione della Master of Wine Essi Avellan e di Tony Jordan. Stevenson ha ribadito l’eccezionale risultato dei Ferrari Trentodoc, che hanno ottenuto ben nove medaglie d'oro, affermando che “Ferrari ha stabilito un record che potrebbe non essere mai eguagliato, e men che meno superato”. Il riconoscimento arriva a pochi giorni dalla nomination di Ferrari a The Best European Winery per i Wine Star Awards di Wine Enthusiast, l'importante premio del magazine americano che sarà annunciato a fine 2015. Un'ulteriore conferma della straordinaria vocazione del territorio trentino e della sua viticultura di montagna alla produzione di bollicine di eccellenza.

Ferrari è il brindisi della 67ma edizione degli Emmy Awards Brindisi italiano, Trentodoc per la precisione, per le star della televisione e del cinema americano, che hanno scelto Ferrari per festeggiare la 67esima edizione degli Emmy Awards, tenutasi il 20 settembre a Los Angeles. Gli Emmy Awards sono gli Oscar della televisione: appuntamento seguito ogni anno in diretta da 20 milioni di persone. Il Ferrari Brut Trentodoc è stato servito a tutti gli ospiti che, dopo la premiazione, hanno proseguito la serata all'esclusivo Emmy Awards Governors Ball, il più grande gala dinner d'America: circa 4mila persone sedute in una cena orchestrata dallo chef Wolfgang Puck, dove si è brindato ai vincitori, fra cui Peter Dinklage (Game of Thrones), Jon Hamm (Mad Men), Viola Davis (How to Get Away With Murder – Le regole del delitto perfetto) e Bill Murray (Olive Kitteridge). “Siamo davvero orgogliosi di aver portato un tocco di italianità in questo fantastico evento – ha detto Matteo Lunelli, presidente della cantina trentina –. È un grande onore vedere tante star internazionali brindare ai loro successi con il nostro Ferrari Brut”. Matteo e Alessandro Lunelli hanno partecipato alla serata e hanno brindato con i vincitori al Governors Ball.

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Alessandro Lunelli, Regina King e Matteo Lunelli


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Ottima annata per la viticoltura di montagna I produttori trentini associati a Confindustria Trento tratteggiano l'andamento della vendemmia 2015: interessanti le prospettive garantite da una stagione quasi perfetta sotto il profilo climatico.

BUONA,

eccellente, perfetta. Le sfumature di giudizio oscillano, condizionate magari anche da una maggiore propensione alla cautela, in un senso, da un ottimismo più marcato, nell’altro. Il segno positivo è tuttavia un dato condiviso: i primi riscontri della vendemmia 2015 prefigurano risultati soddisfacenti; non ai livelli dell’annata strepitosa registrata nel 2013, mai e poi mai a quelli della performance controversa dello scorso anno. I primi elementi, recepiti mentre la raccolta è ancora in corso, parlano di un aumento della produzione in termini quantitativi pari al 12-

15% rispetto al 2014. Merito di una straordinaria estate, caratterizzata dall’assenza quasi totale di parassiti, ma soprattutto da una bassa piovosità e da una elevata illuminazione. Il grande caldo ha indotto i produttori di uve base spumante ad anticipare l’avvio della vendemmia: tutti gli altri hanno mantenuto le tradizionali tempistiche di abbrivio, ma hanno preferito stringere i tempi in fase di raccolta, anticipandone la conclusione anche di due settimane, a costo di rinunciare a qualche grado zuccherino. “Abbiamo dato avvio alla raccolta il 18 agosto – spiega Marcello Lunelli, vicepresidente e eno-

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RUZZENENTE


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logo Cantine Ferrari – con circa dieci giorni di anticipo rispetto alla normalità. Vi era qualche preoccupazione legata all’acidità, che in prima battuta temevamo potesse avere valori fuori della norma: timori svaniti con l’andare della vendemmia e con l’aumentare della quota, a ulteriore conferma che la viticoltura di montagna tipica del Trentino e caratterizzante la Trentodoc, grazie all’escursione termica e al raffreddamento notturno, garantisce i migliori risultati anche in annate molto calde”. Quella che per Stefano Pisoni, titolare dell’omonima Cantina, è stata “una tra le migliori vendemmie dell’ultimo decennio” ha scontato semmai qualche difficoltà in termini di approvvigionamento idrico, soprattutto nelle zone collinari: “Siamo molto contenti perché la stagione è stata particolarmente favorevole: il sole è uno tra gli elementi più importanti per fare raccolti di qualità. Qualche pioggia in più non avrebbe guastato, soprattutto per i vitigni più marginali, ma piuttosto

che un’annata come quella del 2014 preferiamo di gran lunga quanto accaduto in queste settimane. I quantitativi sono nella media del lungo periodo: certamente in aumento rispetto all’anno scorso quando, per raggiungere lo standard di qualità che ci interessava, abbiamo sacrificato una buona parte della produzione”. Di vendemmia “quasi perfetta” parla Fabio Maccari, direttore generale del Gruppo Mezzacorona cui fa capo l’azienda associata Nosio Spa: “I volumi sono abbondanti, ma senza eccessi: per i bianchi si parla di un aumento del 15%, viceversa la produzione di teroldego si attesta sulle qualità dell’anno passato. In generale la qualità è veramente eccellente, e la sanità dell’uva è ottimale. La pioggia sopravvenuta in fase di raccolta ha risolto perfino le problematiche di stress idrico riscontrate in tutte le zone”. Anche Luigi Togn, interpellato al giro di boa della raccolta della sua Azienda Vinicola Gaierhof, conferma che l’uva raccolta è bella e sana. Ma non manca di

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sottolineare che le premesse avevano fatto intendere che la quantità di grappoli vendemmiati sarebbe stata maggiore di quanto poi rilevato. “Del resto – spiega – anche l’anno scorso la vendemmia si era rivelata più scarsa delle pur magre attese. Dobbiamo dire però che il Trentino non avrà mai più i record di uva di un tempo: un po’ perché stiamo gradualmente passando dalla pergola al filare (e questo vuol dire produrre di meno), un po’ per via dei sistemi di lotta integrata adottati, nella nostra provincia, fin dal 1991. Allora si decise di eliminare gli insetticidi e di aumentare i controlli sui residui dell’uva, del vino in cantina, del vino imbottigliato. Preferire un prodotto molto vicino al biologico significa anteporre l’eccellenza ai numeri, e scegliere, di conseguenza, di rivolgersi a un pubblico più preparato”. Sempre più persone sono interessate all’acquisto di prodotti puliti, liberi da antiparassitari: “Siamo certificati biologici dai primi anni del 2000 – precisa Pisoni –. In virtù di questo impegno siamo stati capaci di rispondere agli input e alle attese di una classe di consumatori particolarmente attenta, disposta a spendere un po’ di più per essere certa di portare a casa una qualità di livello. È così che siamo cresciuti nell’ambito di mercati esigenti, come quelli dei paesi del Nord Europa”. I consumatori più sensibili alla qualità dei vini trentini continuano a vivere negli Stati Uniti: il mercato americano resta il bacino privilegiato delle esportazioni di vini imbottigliati. “Qualche timido segnale di ripresa viene dalla Russia – aggiunge Togn –, mentre preoccupano i mercati inglese e tedesco, oramai improntati a prodotti di prezzo. Continuiamo a pensare che i turisti tedeschi in vacanza in Italia abbiano l’opportunità di conoscere e coltivare la passione per l’agroalimentare italiano, e ne portino a casa un ricordo vivido, ma ci sbagliamo”. Lunelli conferma l’approccio dei consumatori inglesi, più inclini all’acquisto di prodotti ba-

sici: “Soprattutto in Inghilterra, il prosecco aumenta in termini di volume ma non di valore. Sull’isola la distribuzione è gestita da grandi gruppi che hanno in mano le politiche di prezzo e orientano la tendenza verso prodotti indistinti, rischiando la china delle commodity”. Quanto al mercato interno, dall’Italia arrivano segnali positivi, anche grazie al buon andamento della stagione estiva. Ma soprattutto grazie alla diffusione di una cultura del vivere bene e del vivere sano che non demonizza, anzi nobilita, la parte di vini e spumanti. “Come Unione Italiana Vini – spiega Lunelli – e d’intesa con il Ministero dell’agricoltura stiamo lavorando perché il tema del consumo di bevande alcoliche sia trattato in maniera seria ed equilibrata. Il vino deve potere essere considerato alla stregua di qualsiasi altro alimento caratteristico della millenaria cultura enogastronomica italiana: tappa agroalimentare fondamentale di uno stile di vita improntato alla salute e al benessere. Lo stesso dicasi per gli spumanti, che nelle abitudini quotidiane degli italiani diventano sempre più di frequente una bevanda da consumare a pasto e sempre meno il brindisi occasionale di cerimonie ed eventi speciali. “Sulle caratteristiche del vino – conlude Pisoni – si potrà dare un giudizio definitivo quando lo avremo nel bicchiere. Ma non c’è alcuna ragione perché il prodotto non sia all’altezza delle aspettative”. Stando alle premesse, è probabile che i rossi saranno migliori, perché in questi la bassa acidità è gradita. “Il teroldego sarà particolarmente interessante – prosegue Maccari –. Ma nemmeno i bianchi subiranno le problematiche temute all’inizio della vendemmia, per cui si può parlare di un’annata sicuramente di ottimo livello”. Le gradazioni sono buone, e così i profumi, per una qualità che oscilla “tra il buono e il molto buono – aggiunge Lunelli – con punte di eccellenza che emergeranno nei prossimi mesi, quando troveremo certamente delle belle sorprese”. (sb)

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Jobs act: via libera agli ultimi decreti attuativi Il Consiglio dei Ministri vara le riforme di ammortizzatori sociali, controlli a distanza, attività ispettiva e politiche attive. di ANDREA MARSONET, responsabile Area Lavoro e Formazione, Confindustria Trento

A

sei mesi di distanza dal debutto del contratto a tutele crescenti si completa il mosaico del Jobs act: il Consiglio dei Ministri ha approvato gli ultimi quattro decreti attuativi. In totale sono otto i provvedimenti che insieme forniscono un nuovo quadro di regole nel mondo del lavoro e offrono un cambio di prospettiva su diversi aspetti del rapporto di lavoro: instaurazione, gestione, cessazione e relative tutele sociali. Il Jobs act è dunque completato, sia pure solo per ciò che riguarda la “fase 1”: ora scatta una “fase 2” posta nelle mani del Ministero del Lavoro, che dovrà scrivere le misure attuative, fra le quali alcune di grande rilevo, come la definizione dei criteri di esame delle domande di cassa integrazione, gli standard formativi dell’apprendistato, il principio di condizionalità per il diritto ai trattamenti di disoccupazione, solo per citarne alcuni.

Va sottolineato come le nuove disposizioni determinino un aggiornamento dello Statuto dei Lavoratori che sino ad oggi era rimasto immune al cambiamento: all’abolizione dell’articolo 18 per i neo assunti e alla riforma della disciplina delle mansioni ora si affianca la modifica dell’articolo 4 in materia di controlli a distanza. L’intervento del legislatore prova, riuscendoci solo parzialmente, a riportare in linea con l’evoluzione tecnologica una norma ormai “vecchia”, prevedendo la possibilità di utilizzare liberamente e senza autorizzazione gli strumenti che servono al lavoratore per rendere la prestazione lavorativa (tablet, smartphone e badge per esempio), così come l’utilizzazione a fini disciplinari, seppur condizionata, delle informazioni raccolte. Sul versante della semplificazione va rilevata positivamente l’abolizione dell’autorizzazione al

Bonazzi: "Servono politiche che favoriscano investimenti e ricerca" “Il Governo ha dimostrato efficienza e prontezza nell’esercizio delle deleghe affidate dal Parlamento”, è il commento di Giulio Bonazzi, presidente di Confindustria Trento. “Oltre a legiferare in modo rapido, è però necessario scrivere buone norme e su questo il Jobs act ha saputo accogliere alcune importanti istanze del mondo dell’industria. Già con il contratto a tutele crescenti è stata imboccata la giusta direzione. Il mercato del lavoro ha bisogno di strumenti adeguati per affrontare le sfide di un contesto economico profondamente cambiato. Tuttavia non può essere un singolo provvedimento come il Jobs act a rilanciare economia. Abbiamo bisogno di far ripartire il mercato con politiche che favoriscano investimenti e ricerca, accompagnate da un processo di riforme strutturali atteso da tempo: competitività, sviluppo e occupazione ne beneficeranno di conseguenza”.

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lavoro all’estero per i cittadini italiani, ma nel complesso l’obiettivo dichiarato dal Governo non sembra raggiunto, specie con l’introduzione di nuovi oneri e sanzioni in materia di salute e sicurezza e l’eliminazione di alcuni meccanismi di gradualità nell’assolvimento degli obblighi in materia di collocamento obbligatorio. Capitolo ammortizzatori sociali: il decreto appena varato introduce importanti elementi di novità, che comporteranno un ripensamento delle logiche che sino ad oggi hanno accompagnato le strategie di gestione delle crisi da parte delle imprese. Parliamo del supermento della cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività e della stretta sulla durata massima complessiva del ricorso agli strumenti di integrazione salariale, che passa da 36 a 24 mesi nell’arco di un quinquennio, non più fisso ma mobile. Per quanto riguarda gli oneri è stato introdotto un meccanismo “bonus malus” che implica una contribuzione addizionale crescente legata alla durata degli ammortizzatori sociali richiesti dall’impresa. Corrispondentemente si prevede una positiva riduzione generalizzata del 10% sul contributo ordinario. L’intento perseguito è quello di scoraggiare il ricorso prolungato alla cassa integrazione, ordinaria e straordinaria, così come al contratto di solidarietà, che sebbene sia destinatario di alcune norme di favore, viene ricondotto pienamente alla disciplina della cassa integrazione, sia per quanto riguarda gli oneri a carico dell’impresa, sia soprattutto per la misura di integrazione a favore dei lavoratori. Luci ed ombre quindi, i cui effetti andranno attentamente valutati. Altro decreto “strategico” quello sulle politiche

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attive (tematica sulla quale il Trentino ha già fatto passi importanti), nel quale troviamo un condivisibile rafforzamento dei meccanismi di condizionalità che subordinano la percezione dei sostegni economici alla ricerca attiva di una nuova occupazione ed alla fattiva disponibilità a partecipare ad iniziative formative e di riqualificazione, oltre che ad accettare offerte di lavoro “congrue”. Non si può fare a meno di notare che nel solo decreto di riforma delle politiche attive, si prevedono circa 15 provvedimenti attuativi, sottraendo di fatto elementi per una valutazione a 360 gradi. Concludendo, non c’è dubbio che ci si trovi di fronte ad una vera Riforma del lavoro, da tempo attesa e con potenzialità applicative importanti. Ora il processo va completato con determinazione, anche attraverso ulteriori strumenti, a cominciare dalla conferma degli incentivi contributivi per nuove assunzioni e stabilizzazioni a tempo indeterminato. Anche la prossima legge di stabilità dovrà dimostrare di scommettere sull’industria, nella speranza che gli effetti delle norme appena varate possano essere misurati in corrispondenza di un periodo favorevole di ripresa economica, non limitato ad uno “più zero virgola”. Confindustria Trento seguirà inoltre attivamente, da vicino e con grande attenzione le modalità con cui queste partite verranno giocate sul territorio della nostra Provincia, che esercita importanti deleghe specifiche. Per gli Associati, oltre ad assicurare la quotidiana consulenza, verranno organizzati un seminari dedicati alle recenti novità legislative.


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Confindustria vede la crescita Il Centro Studi di Confindustria, nelle sue consuete previsioni autunnali, ha rivisto al rialzo le stime del Pil: +1% quest'anno e +1,5% nel 2016. di PRIMO BEE, Centro Studi Confindustria Trento

“È

uno scenario economico mutato durante l’estate che nel suo complesso risulta più favorevole all’economia italiana”, quello che emerge dal Rapporto di Previsione che il Centro Studi Confindustria ha presentato lo scorso mese di settembre (Scenari Economici n. 24). Muovendo proprio da queste considerazioni gli economisti di Viale dell’Astronomia hanno rivisto al rialzo le stime di crescita elaborate all’inizio dell’estate, anche se le previsioni continuano a essere prudenti, in quanto l’attività produttiva si mantiene su livelli modesti e il trend congiunturale nazionale “risplende più di luce riflessa che per meriti propri”. La risalita, infatti, è sostenuta soprattutto dai fattori esterni particolarmente favorevoli: prezzo del petrolio, tassi di interesse, cambio dell’euro. A ciò si aggiungeranno nel 2016 migliori condizioni del credito.

Family Day 2015 Lo scorso 19 settembre si è svolta la seconda edizione del Family Day di Confindustria Trento, giornata dedicata ai dipendenti dell’Associazione e alle loro famiglie. In occasione del centenario della “grande guerra”, sono state organizzate alcune visite a Folgaria a Forte Cherle e, a Lavarone, al cimitero austroungarico di Slaghenaufi e al Forte Belvedere. Per il pranzo tutti a Vezzena, alla Baita dei Cacciatori del Comune di Levico Terme. Nel pomeriggio visita a Malga Fratte – sempre sull’altopiano – dove i più piccoli hanno giocato con gli animali e sono stati intrattenuti dal casaro, che ha mostrato le tecniche di preparazione del formaggio e della ricotta.

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In rialzo le stime del PIL A fronte di questi mutamenti delle variabili di contesto, il Csc stima incrementi del Pil italiano dell’1,0% quest’anno e dell’1,5% nel 2016 (le stime di giugno indicavano una crescita pari, rispettivamente, allo 0,8% e al 1,4%) e ciò permetterà all’economia italiana di segnare il primo progresso dopo tre cali annuali consecutivi, con una contestuale riduzione cumulata del nostro prodotto interno lordo pari al 4,9%. Inoltre, l’ampiezza del recupero stimato per quest’anno è la più robusta dal 2010, quando si era avuto un progresso dell’1,7% sull’anno precedente. Si va dunque delineando – sottolineano gli esperti di Confindustria – l’uscita dell’economia italiana dal lungo trend recessivo che, iniziato nel 2008, si è protratta fino all’autunno del 2014, con l’esclusione della breve fase di inversione di tendenza a cavallo del 2010-2011.

Occupazione in aumento La riforma del mercato del lavoro, gli sgravi contributivi e la riduzione dell’Irap, hanno avuto un ruolo importante nel catalizzare la fiducia delle imprese e delle famiglie. Le prime hanno ricevuto un segnale concreto di miglioramento del contesto competitivo. Le seconde hanno visto risalire l’occupazione, con la creazione di posti in prospettiva più stabili. A tale proposito nel Rapporto viene sottolineato come, nei primi sette mesi del 2015, le nuove assunzioni a tempo indeterminato siano cresciute del 35,4% rispetto allo stesso periodo del 2014 e siano stati siglati 787mila contratti con decontribuzione. Questi primi importanti risultati ottenuti dalle misure sul lavoro sono la riprova che, con i giusti incentivi, l’Italia reagisce nei modi e con l’intensità necessaria per intraprendere un nuovo sentiero di crescita.


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Consumi in ripresa Il Csc prevede che la spesa delle famiglie aumenti dello 0,9% nel 2015 e dell’1,5% nel 2016. Il recupero della spesa nel biennio di previsione sarà sostenuto dall’incremento del reddito disponibile delle famiglie consumatrici, grazie al calo dei prezzi del petrolio e degli altri beni energetici, all’incremento delle retribuzioni (+1,2% quest’anno e +0,7% il prossimo, contro il +0,2% e il +0,7% dell’inflazione), all’aumento del numero di occupati (+0,9% e +1,0%), all’ulteriore progresso del credito alle famiglie e alla maggiore fiducia sulle prospettive economiche del Paese. Un freno invece potrebbe venire dalla ricostituzione di più alti livelli di risparmio a scopo precauzionale.

Segnali positivi anche per gli investimenti Anche gli investimenti, stando alla previsione degli analisti di Confindustria, tornano ad aumentare nel 2015 e accelerano nel 2016: +1,2% e +2,7% rispettivamente. Il principale sostegno viene dalla spesa in macchinari e mezzi di trasporto (+4,0% quest’anno e +3,8% il prossimo); nel comparto delle costruzioni, invece, è previsto un ulteriore

arretramento nel 2015 (-1,4%) e un recupero di pari entità nel 2016 (+1,5%). Preoccupante rimane però la distanza rispetto al picco pre-crisi, che si colloca ancora intorno ai 30 punti percentuali.

Import più dinamico dell’export Nello scenario Csc le esportazioni di beni e servizi, dopo un +2,6% nel 2014, aumenteranno a prezzi costanti del 4,1% nel 2015 e del 3,9% nel 2016. La crescita delle importazioni, pari all’1,8% nel 2014, accelererà al 5,0% quest’anno e si attesterà al 4,2% nel 2016, a conferma del rafforzamento della domanda interna. Di conseguenza, l’export netto fornirà un piccolo contributo negativo al Pil, per la prima volta dopo cinque anni, pari a -0,1 punti percentuali nel 2015, e di nuovo positivo nel 2016 (+0,1%).

Crescita ancora fragile e modesta Nonostante i segnali e le aspettative più positive, se comparate a quelle formulate fino a qualche mese fa, gli economisti di Confindustria non si lasciano andare a un ottimismo di maniera ma, anzi, tendono a sottolineare come l’intensità del recupero della nostra economia rimanga fragile

Le previsioni del CSC per l'Italia settembre 2015 (var. %) parametri

2013

2014

2015

2016

Prodotto interno lordo Consumi delle famiglie residenti Investimenti fissi lordi Esportazioni di beni e servizi Importazioni di beni e servizi Saldo commerciale 1 Tasso di disoccupazione 2 Prezzi al consumo Retribuzioni totale economica 3 Indebitamento della PA Debito della PA

-1,7 -2,9 -5,8 0,5 -2,3 2,2 12,1 1,2 1,0 2,9 128,5

-0,4 0,3 -3,3 2,6 1,8 3,1 12,7 0,2 0,8 3,0 132,1

1,0 0,9 1,2 4,1 5,0 3,1 12,2 0,2 1,2 2,8 133,0

1,5 1,5 2,7 3,9 4,2 3,5 11,8 0,7 0,7 2,1 132,6

Fob-fob, valori in percentuale del PIL; 2 valori percentuali; 3 per addetto; 4 valori in percentuale del PIL Fonte: Centro studi Confindustria – Scenari Economici n. 24, settembre 2015

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Un nuovo impianto di cogenerazione in val di Fiemme L’iniziativa Porte Aperte in Segheria, ospitata a Ziano di Fiemme presso l’Azienda Segagione Legnami Spa della Magnifica Comunità di Fiemme, è stata a inizio settembre l’occasione per l’inaugurazione di un nuovo impianto di cogenerazione a biomassa legnosa. L’impianto produce energia elettrica e termica dalla combustione controllata del cippato, limitando al minimo le emissioni inquinanti in atmosfera. L’energia elettrica viene immessa in rete e venduta al Gestore dei servizi energetici, mentre l’energia termica viene interamente utilizzata in azienda per il funzionamento dei forni di essicazione e per alimentare l’impianto di teleriscaldamento. In questo modo si risparmiano metano e gasolio con una fonte energetica rinnovabile prodotta sul posto. Parole di soddisfazione per l’iniziativa sono state espresse dallo Scario Giacomo Boninsegna e dall’Amministratore Unico della Segheria Stefano Cattoi.

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e modesto rispetto al terreno perduto nel corso delle due profonde e consecutive recessioni che si sono succedute dalla seconda metà dello scorso decennio. A tale proposito evidenziano come il livello del Pil rimanga, ancora inferiore dell’8,9% nei confronti del massimo pre-crisi, del 4,7% rispetto al precedente picco (secondo trimestre del 2011) e risulti pari a quello del primo trimestre 2000 (misurato in valori costanti). Ecco perché la strada del recupero appare, secondo il Csc, ancora lunga e irta di ostacoli in assenza di politiche economiche in grado di fornire nuovi, significativi e concreti stimoli alla crescita.



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Emessi i primi minibond trentini Varate le prime emissioni di obbligazioni da parte di aziende trentine a valere sul Fondo strategico regionale. In forte crescita le emissioni di minibond su tutto il territorio nazionale. di LUCA RIBAGA, Finanza d’Impresa, Confindustria Trento

SI

sono recentemente concluse le prime emissioni Le recenti emissioni sul Fondo strategico regionale di obbligazioni sul Fondo strategico regionale da confermano localmente il trend di crescita dell’utilizzo dello strumento obbligazionario già riscontrato parte di alcune aziende trentine. Un gruppo di imprese variegato per dimensioni e a livello nazionale. I dati pubblicati dall’Osservatorio settore economico ha portato a termine con successo del Politecnico di Milano evidenziano, 123 emissioni il percorso che consente di utilizzare le rilevanti ri- di valore inferiore a 50 milioni di euro, da gennaio sorse finanziarie messe a disposizione dal comparto 2013 ad agosto 2015 per un totale di 1.132 milioni di trentino del Fondo, partito con una dotazione ini- euro, con un trend di crescita importante. ziale di 107 milioni. Tra le aziende emittenti spicca- Un dato interessante emerge anche dall’analisi della no i nomi di Gpi Spa, Cartiere Villa Lagarina Spa, dimensione delle aziende emittenti e consente di Nosio Spa , Marangoni Meccanica Spa ed Expert sfatare l’idea che i minibond siano uno strumento utilizzabile esclusivamente da grandi aziende: il 40% System Spa, mentre altre emissioni sono in itinere. Il Fondo è stato costituito allo scopo di consentire delle emissioni per importi fino a 50 milioni, sono alle aziende del territorio di finanziarsi a medio- state effettuate da realtà imprenditoriali con volume lungo termine per sostenere progetti di sviluppo e d’affari inferiore ai 25 milioni di euro. investimento, tramite strumenti finanziari non tra- “La disponibilità di una pluralità di strumenti finanziari, tra cui anche quello rappresentato dai dizionali, tipicamente minibond.

TOTALE EMISSIONI

123 MINIBOND

1132 MILIONI €

Volume totale (emissioni ≤ € 50 mln) 1.200 1.000 800 600 400 200

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Osservatorio Minibond, Politecnico di Milano – School of Management Aggiornamento: settembre 2015

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Valore emissioni (mln €)

Valore cumulato emissioni


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Fatturato emittenti (emissioni ≤ € 50 mln)

7%

≤ € 2 mln

13%

tra € 2 mln e € 10 mln tra € 10 mln e € 25 mln

17%

tra € 25 mln e € 50 mln

17%

tra € 50 mln e € 100 mln

17%

tra € 100 mln e € 500 mln

4%

Osservatorio Minibond, Politecnico di Milano – School of Management Aggiornamento: settembre 2015

minibond, è sicuramente positivo per il tessuto imprenditoriale italiano” è il parere di Alessandro Lunelli, delegato di Giunta per il credito e la finanza d’impresa di Confindustria Trento. “Il confronto dell’azienda con soggetti terzi investitori circa la sostenibilità dei propri piani di crescita non può che rendere maggiormente consapevoli le aziende dei propri punti di forza e di debolezza e costituire fattore di ulteriore crescita”. Anche Borsa Italiana, tramite Anna Marucci, responsabile del segmento Fixed Income Markets, fornisce notizie di un interesse crescente delle aziende italiane nei confronti dei minibond. “I minibond si stanno affermando sempre di più come fonte di finanziamento non bancaria e sempre più società scelgono di quotare le proprie obbligazioni sul mercato ExtraMot Pro di Borsa Italiana, che conta oggi 133 strumenti. La quotazione di minibond è un’opportunità di visibilità nei confronti degli investitori professionali, ai quali Borsa Italiana garantisce l’informativa e la trasparenza tipiche di una piattaforma MiFid compliant. Oggi, inoltre, le società possono anche raccontarsi alla comunità finanziaria tramite il nuovo portale ProLink.”

I servizi di Confindustria Trento a supporto delle aziende emittenti associate Confindustria Trento ha predisposto, di concerto e con l’approvazione della Sgr che gestisce il Fondo strategico regionale, un percorso pratico ed ha convenzionato le figure chiave del percorso, per garantire all’Associato: - supporto di professionisti competenti, selezionati ed esperti del settore - costi certi - affiancamento di Confindustria Trento per tutto il percorso

Per informazioni Confindustria Trento, Finanza d’Impresa ribaga@confindustria.tn.it T. 0461 360000

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Industria trentina all'Expo Sono molte le realtà industriali, coordinate da Confindustria Trento, che hanno partecipato all'Esposizione Universale di Milano con una presenza negli spazi del Trentino.

I CONTI

si faranno, come sempre, alla fine: ma il target dei 20 milioni di visitatori che i promotori fissavano alla vigilia è stato superato. Del vento favorevole che ha accompagnato l’Expo nel secondo trimestre ha beneficiato anche il Trentino, che proprio all’inizio di agosto ha aperto il proprio spazio di rappresentanza lungo il Cardo nord, in una posizione di grande visibilità a due passi dal Padiglione Italia e dall’Albero della Vita, simbolo dell’esposizione milanese. Così i tre pinnacoli di dolomia, la cui struttura interna è stata realizzata con maestrìa e contenuto tecnologico anche da Adige Spa (Blm Group) di Levico Terme, hanno dominato lo spazio esterno, affacciato sulla via ad elevato transito pedonale. Il back office è invece stato allestito presentando un esempio dell’offerta territoriale e dei cosiddetti Special Sponsor. Con questa denominazione si sono alternati settimanalmente i partner economici che hanno deciso di affiancare il loro brand a quello

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della Provincia di Trento e delle Dolomiti. Le aziende, o gruppi di aziende trentine, partecipanti all’Expo sono stati principalmente parte del mondo industriale, grazie al coordinamento offerto da Confindustria Trento, e di quello cooperativo. Nel corso delle settimane di presenza sono state realizzate innumerevoli attività di animazione, sia offerte dalla Provincia (cori di montagna, gruppi folkloristici, associazioni, ecc.), sia proposte dagli Sponsor, con indubbia ed innegabile visibilità. È il caso, ad esempio, della cabina degli impianti delle Funivie di Madonna di Campiglio, esposta per 20 giorni all’ingresso della piazzetta. Questi i nomi e le rispettive date di presenza degli Special Sponsor “industriali”: Sezione Impianti a Fune di Confindustria Trento: 7-13/8 e 23-29/10 Sistema Termale Trentino: 21-27/8 e 11-17/9 Pastificio Felicetti: 18-24/9 Dolomiti Fruits: 9-15/10 (rbo)


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Alternanza formativa e alternanza lavorativa Con il forte contributo di Confindustria Trento, in Trentino l'alternanza formativa è stata applicata sin dal 2003, con una prima sperimentazione a livello nazionale, ai corsi per il conseguimento del diploma professionale di MARIA CRISTINA POLETTO, Area Education Confindustria Trento

L’AVVIO

del nuovo anno scolastico è occasione per iniziare un ciclo di interventi su Trentino Industriale, che avranno l’obiettivo di focalizzare e valorizzare le esperienze ed i progetti che puntano a rafforzare il rapporto tra scuola e impresa. Il ruolo delle imprese cresce in particolare nell’ambito della progressiva implementazione del modello dell’“alternanza scuola-lavoro”. Similmente a quanto tradizionalmente caratterizza il mondo tedesco, sono due le tipologie di alternanza scuola-lavoro, che la recente legge “La buona scuola” ha rafforzato. L’alternanza formativa, offerta dagli istituti secondari superiori e dagli istituti professionali e l’alternanza lavorativa, che si sviluppa nell’ambito del sistema duale previsto dall’apprendistato di primo livello per l’acquisizione della qualifica o del diploma. Con il forte contributo di Confindustria Trento, che promuove sistematicamente lo sviluppo sul territorio di professionalità adeguate ai fabbisogni formativi dei processi produttivi, in Trentino l’alternanza formativa è stata applicata sin dal 2003, con una prima sperimentazione a livello nazionale, ai corsi per il conseguimento del diploma professionale. Il quarto anno, successivo alla qualifica, che viene attuato in sinergia con le imprese mediante progettazione e realizzazione congiunta, prevede un periodo di formazione in impresa fino ad un massimo del 50% dell’intera durata corsuale. Oggi sono 40 i percorsi realizzati dai Centri professionali del territorio nei vari settori, frequentati da circa 800 studenti. La metodologia e le modalità dell’alternanza sono impiegate inoltre per la progettazione di particolari percorsi personalizzati nell’ambito della fre-

quenza del triennio dell’istruzione e formazione professionale e, dal 2006, nei percorsi post-diploma di Alta Formazione Professionale-Its, i cui programmi hanno la durata di quattro semestri e prevedono il praticantato in azienda per oltre il 40% del monte ore complessivo di ciascun corso. L’alternanza ha l’obiettivo di creare un vero raccordo tra scuola e lavoro. In Trentino come in tutto

L'alternanza ha l'obiettivo di creare un vero raccordo tra scuola e lavoro. In Trentino è un modello che si sta sviluppando anche nelle scuole secondarie di secondo grado

il Paese, essa è un modello che si sta sviluppando anche nelle scuole secondarie di secondo grado, che in anni recenti hanno avviato progetti pilota di alternanza scuola-lavoro curriculare, con attività dentro e fuori la scuola. Nei progetti più complessi si prevedono orientamento, incontri formativi con esperti esterni e stage, questi ultimi anche nella modalità extracurricolare nel periodo estivo.

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education rubrica

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Con un disegno di legge complessivo, che la Provincia Autonoma di Trento ha intenzione di predisporre entro la fine dell'anno per l’aggiornamento della legislazione provinciale anche con riferimento alla “Buona scuola”, saranno sviluppate

ulteriori modalità per rendere effettiva l’alternanza negli istituti di istruzione secondaria. Una grande scommessa per il sistema scolastico e formativo e la prospettiva di un forte impegno per le imprese.

I docenti degli istituti tecnici si aggiornano in Adige

L’idea è nata durante un Comitato tecnico scientifico all’Istituto tecnico tecnologico Buonarroti di Trento: organizzare una giornata di aggiornamento per i docenti facendo loro incontrare la realtà tecnica di Adige Spa. Proposta subito condivisa anche dalla dirigenza dell’Itt Marconi di Rovereto. Così, il 10 settembre 2015, una trentina di insegnanti dei due istituti tecnici hanno trascorso un’intera giornata con i progettisti e i responsabili produttivi di Adige, la realtà del Gruppo Blm che a Levico sviluppa e produce sistemi per il taglio dei metalli con il laser e le lame a disco. I relatori aziendali, attingendo al proprio lavoro e alla propria esperienza, hanno fornito ai presenti una nutrita serie di spunti tecnici: come nasce un nuovo prodotto integrando le diverse specializzazioni, quali strumenti di progettazione e quale componentistica sono utilizzati, con quali metodi e strumentazioni è garantita l’eccellenza delle macchine prodotte. Un quadro – per molti versi inaspettato – di una realtà industriale tecnicamente complessa inserita nella competizione globale. La giornata era cominciata con un collegamento in diretta audio-video con l’aula magna dell’Istituto Marconi, dove si stava celebrando l’inizio dell’anno scolastico alla presenza del vicepresidente della Provincia, Alessandro Olivi. Particolarmente suggestivo il parallelo tra l’aula del Marconi, gremita di studenti, e la sala meeting di Adige, affollata di professori. Al termine dell’incontro, i docenti e i referenti aziendali hanno dialogato sulle possibilità per rafforzare la collaborazione fra scuola e impresa nella formazione dei futuri periti tecnici a beneficio della loro spendibilità professionale, auspicando di poter in futuro approfondire i temi trattati.

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Made ++, scuola per maker Presentato a Rovereto il percorso di Manufacturing Designer: un progetto innovativo e all'avanguardia che avrà sede all'interno del Polo Tecnologico di Rovereto.

È

stato presentato a Rovereto nei giorni scorsi un nuovo percorso scolastico medio superiore – quello di Tecnico progettista manifatturiero (Manufacturing Designer) – che nasce dalla collaborazione e dall’intesa tra due istituti trentini che hanno saputo coniugare l’esperienza nella formazione con la forte spinta all’innovazione e il continuo confronto con le esigenze del mondo manifatturiero industriale e artigianale: il Cfp Centro Moda Canossa e il Cfp G. Veronesi. Il percorso è arricchito dalla collaborazione con il Muse, il Fablab del Muse, Progetto Manifattura, Trentino Sviluppo, Fondazione Museo Civico di Rovereto e la Fondazione Nord Est, che ne garantiscono la costante evoluzione, la qualità dei docenti e l’eccellenza delle esperienze di tirocinio che saranno proposte agli studenti in Italia e all’estero. Made++ è un percorso innovativo e all’avanguardia che rappresenta una novità nell’offerta formativa italiana e che avrà sede all’interno del Polo tecnologico di Rovereto. La giornata inaugurale si è articolata in due momenti: il primo caratterizzato da una tavola rotonda dal titolo “Innovazione e sviluppo: quando la scuola fa la differenza”, a cui ha partecipato in qualità di membro della giunta esecutiva di

Confindustria Trento Mirco Cainelli, a fianco di Josef Nierling, Ad di Porsche Consulting, Fabio D’Agnano di Fondazione Nord Est e curatore della Maker Faire di Roma, Livia Ferrario, dirigente generale del Dipartimento della conoscenza della Provincia autonoma di Trento e Alessandro Olivi, vicepresidente della Provincia Successivamente si è inaugurata l’aula 3.0: un’aula modulare dotata di strumenti di prototipazione e modellazione. Il motto della scuola è “think, Design, Make” in onore al metodo adottato, il Design Thinking, seguendo le più attuali tendenze della didattica nelle migliori scuole tecniche del mondo, ma soprattutto seguendo la vocazione dei due istituti di formare lavoratori che siano veri problem-solver, ovvero capaci di trovare soluzioni innovative a bisogni reali del sistema produttivo e aziendale. Il percorso è rivolto a tutte le ragazze e i ragazzi di età uguale o superiore ai 14 anni; la figura del Manufacturing Designer è quella di un creativo di tipo tecnico-digitale, figura adatta ad una molteplicità di settori artigianali e industriali quali: meccatronico, moda, accessoristica, interni, arredamento, elettrodomestici e medicale. Le possibilità lavorative future sono riconducibili agli ambiti della tradizione del Made in Italy relativi all’innovazione tecnica e alla qualità estetica; arricchiti con le abilità derivanti dalla connessione internet e dalle nuove funzionalità di elaborazione dati e interattività.

L'aula 3.0 al Polo tecnologico di Rovereto

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USA volano per lo sviluppo In un seminario il punto sulle opportunità di business, gli incentivi e gli strumenti bancari estero-oriented per le piccole e medie imprese trentine di NICOLÒ ANDREINI, Area Internazionalizzazione, Confindustria Trento

IL

9 settembre si è tenuto a Palazzo Stella il seminario "Internazionalizzare negli Usa: volano per lo sviluppo delle Pmi trentine", che Confindustria Trento ha organizzato congiuntamente con Trentino Export Intesa Sanpaolo e American Chamber of Commerce in Italy. Il Forum, al quale hanno partecipato oltre 50 imprese trentine, è stato aperto da Enrico Zobele, vicepresidente di Confindustria Trento con delega all’internazionalizzazione, e da Renzo Simonato, direttore Regionale Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige di Intesa Sanpaolo. Ha chiuso l’incontro Barbara Fedrizzi, presidente di Trentino Export, mentre ha moderato Pierangelo Giovanetti, direttore del quotidiano l'Adige. L'incontro è stato l’occasione per fare il punto sulle opportunità di business, gli incentivi e gli strumenti bancari estero-oriented a vantaggio dell'operatività delle imprese. Intesa Sanpaolo è intervenuta con Fabrizio Guelpa, dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che ha introdotto l'andamento prospettico degli Usa, il cambio dollaro-euro e la potenzialità della domanda per le imprese italiane nei diversi settori. Massimiliano Cattozzi, General Manager Hub Nord, Centro e Sud America, ha presentato i servizi e il supporto che la banca mette a disposizione delle imprese interessate ad operare sul mercato americano. Simone Crolla, Ad di American Chamber of Commerce in Italy, ha approfondito le principali caratteristiche del mercato americano, focalizzandosi sulle certificazioni richieste e sui principali incentivi proposti dagli Stati americani. Ha fornito infine un inquadramento sul Ttip, l'accordo di libero scambio tra Ue e Usa attualmente in fase di negoziazione.

La successiva tavola rotonda ha trattato le strategie aziendali di accesso al mercato Usa. Sono intervenuti gli imprenditori Mirco Pellegrini, socio e Ad di Novurania Spa, Alessandro Marzadro, direttore commerciale dell’omonima distilleria, e Alessio Vulcan, socio di Dolomiti Fruits Srl. Ciascuno ha portato testimonianza dei propri successi negli Usa, indicando pro e contro del mercato. Nel dialogo sono intervenuti Stefano Prandato, nedirettore Area Imprese Trentino Alto-Adige di Intesa Sanpaolo, e Daniele Marcheselli, Desk Americhe – Internazionalizzazione Imprese della banca. L’evento si è concluso con un aperitivo, di networking fra imprese e relatori.

Per informazioni: Area Internazionalizzazione Confindustria Trento T 0461 360000 F 0461 390127 estero@confindustria.tn.it

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internazionalizzazione

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Nuovi mercati per il Made in Trentino Il supporto del team di Trentino Export consentirà alle imprese interessate a questi mercati di affrontare i rischi e aprirsi a nuovi mercati con spalle più robuste. di GIORGIO ZAGONEL, Trentino Export

IL

2015 si sta chiudendo con importanti segnali di un cambio di tendenza per l’economia italiana, dopo anni di recessione. La crescita dell’economia nazionale, vista la perdurante stagnazione della domanda interna, è dovuta però quasi esclusivamente all’aumento delle esportazioni italiane sui mercati esteri. La situazione politica internazionale attualmente non sta aiutando le esportazioni trentine ed italiane e vi sono grosse difficoltà, di natura politica, sui classici mercati di sbocco del nostro export in Nord Africa e Russia. A questo bisogna aggiungere la brusca frenata delle economie dei cosiddetti paesi Brics. Esempio lampante è la Cina, la cui economia seppur ancora con tassi di crescita del Pil notevoli se paragonati a quelli europei, nei prossimi anni potrebbe subire un forte contraccolpo derivante dal crollo del proprio mercato azionario interno. Lo stesso Brasile, che negli ultimi anni è diventato un fondamentale sbocco per il Made in Italy, sta vivendo una situazione interna molto difficile che si riflette sulle sue importazioni, pesantemente influenzate anche dalla continua perdita di valore del Real. Per sopperire a questa situazione Trentino Export ha rivolto le sue attenzioni a nuovi mercati ad alto potenziale di sviluppo e ancora relativamente inesplorati dalle aziende trentine: Australia, Iran e Indonesia. In questi paesi Trentino Export si è già dotata di propri referenti in loco, in modo tale che le aziende trentine interessate a questi mercati possano muoversi con un sostegno professionale a 360 gradi. Con la probabile fine delle sanzioni internazionali l’Iran tornerà a far parte del cosiddetto “mercato globale” e le opportunità di business per le aziende italiane si prospettano molteplici. Mercato storicamente vicino all’Italia ed uno tra i maggiori produttori di petrolio al mondo, dopo anni di sanzioni internazionali necessita

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fortemente di tecnologie e know how. Restare ai margini della partita che il mondo occidentale si appresta a giocare in Iran significherebbe perdere una opportunità fondamentale di cavalcare la crescita globale in questa regione e Trentino Export per questo si è mossa per tempo aprendo con un proprio desk a Teheran. Australia e Indonesia, paesi maggiormente conosciuti e dall’ovvio minor rischio politico, invece offrono ottime potenzialità per l’industria trentina agroalimentare, dei macchinari e della meccanica di precisione. In special modo l’Australia, che in questi anni è rimasta praticamente indenne alla crisi internazionale, è un mercato molto ricettivo per i prodotti trentini di alta tecnologia e di nicchia.

Australia, Iran e Indonesia sono mercati ad alto potenziale di sviluppo e ancora relativamente inesplorati In questi nuovi mercati l’approccio di Trentino Export sarà quello collaudato: una prima fase di sondaggi di mercato e organizzazione di incontri Business to Business, e successivamente un affiancamento delle aziende nella fase post B2B. Il supporto professionale e personalizzato del team di Trentino Export consentirà alle imprese interessate a questi mercati di affrontare i rischi e aprirsi a nuovi mercati con spalle più robuste.

Per informazioni: T 0461 931011 F 0461 933551 info@trentinoexport.it


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innovazione

IPSP 2015: vince a La Sportiva Gli esiti dell’edizione 2015 dell’Industrial Problem Solving with Physics suggeriscono l’opportunità di una riproposta rivolta anche a giovani ricercatori dai curriculum più disparati.

È

tecnica posta dalle aziende. La tempistica ridotta, in particolare, risponde perfettamente alle esigenze delle imprese di ottenere risultati concreti in tempi rapidi. L’esperienza della prima edizione è stata estremamente positiva e le soluzioni tecniche individuate sono andate oltre le aspettative. È un format che andrebbe ampliato ed esteso ad altri ambiti della ricerca”. L’aspetto è stato sottolineato anche da Paolo Gregori, coordinatore scientifico del Polo della Meccatronica per Trentino Sviluppo: “Ogni iniziativa che contribuisce ad avvicinare il mondo della ricerca con quello della produzione è oggi quanto mai necessaria e positiva. Questa lo è in modo particolare perché trae origine da problemi molto concreti, segnalati dalle stesse aziende, e dimostra come anche le competenze apparentemente più teoriche possano in realtà dimostrarsi molto utili nella ricerca di soluzioni innovative applicate a prodotti e processi industriali”. Credits: Giovanni Cavulli

la proposta per lo scarpone da scialpinismo prodotto da La Sportiva Spa a guadagnare la fiducia della commissione di valutazione dell’IPSP 2015 – Industrial Problem Solving with Physics, che ha però evidenziato anche l’interesse delle proposte studiate per rispondere ai problemi sottoposti da Coster tecnologie speciali e Pama: le altre due aziende selezionate tra le otto che avevano partecipato al bando. L’iniziativa è frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Fisica e la Divisione Supporto Ricerca Scientifica e Trasferimento Tecnologico dell’Università di Trento, Confindustria Trento e Trentino Sviluppo – Polo Meccatronica, e intende gettare un ponte tra università e mondo industriale nel segno dello scambio di esperienze, del trasferimento di conoscenza e dello sviluppo di soluzioni innovative personalizzate. “Iniziative come IPSP – afferma Flavio Deflorian, prorettore vicario e al supporto al sistema produttivo dell’Università di Trento – possono essere un primo momento in cui degli studenti, futuri professionisti, incontrano un problema industriale e lo affrontano con impegno. Ma sono anche una occasione per le imprese per confrontarsi con la creatività che è tipica dei giovani“. Con lui Lorenzo Pavesi, direttore del Dipartimento di Fisica dell’Ateneo: “Il Dipartimento apprezza quest’iniziativa perché mette in gioco direttamente la professionalità di giovani fisici in una sfida dove il problem solving dei nostri giovani è messo alla prova di fronte ad un problema di interesse industriale”. Giulio Bonazzi, presidente di Confindustria Trento, ha dichiarato: “Di questa iniziativa ci ha conquistato il fatto che sia stata proposta dagli studenti e che si svolga in una settimana, puntando a risolvere una precisa problematica

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Il team vincitore con La Sportiva


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TedxTrento Salon Dolomiti Assoluto A inizio settembre ai piedi del Cimon de la Pala l’evento per promuovere l’innovazione sociale attraverso la diffusione di idee e esperienze positive.

UN

evento open air, nello scenario unico del gruppo delle Pale di San Martino, tra performance e interventi pensati per essere un momento di riflessione, ma soprattutto un contributo di idee, sulla tematica delle Dolomiti. Si è svolto lo scorso 6 settembre “Dolomiti: Assoluto”, evento del circuito Ted (www.ted.com) organizzato per promuovere l’innovazione sociale attraverso la diffusione di idee ed esperienze positive. L’appuntamento estivo è stato ospitato ai piedi del Cimon de la Pala, nella parte più alta del Parco di Paneveggio. Nella prima metà della mattinata il pubblico ha potuto assistere alla diretta della scalata delle Guide Alpine del Trentino e all’esibizione di Elisabetta Spada, autrice, compositrice e interprete. Di seguito il direttore del Muse Michele Lanzinger ha introdotto la scaletta del programma. Subito sono intervenuti Cristiano Radaelli (“Viaggio in Italia: la sfida di

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trasformare il turismo” il titolo del suo contributo) e Annapaola Rizzoli con Duccio Rocchini che alle Dolomiti hanno rivolto il loro pensiero parlando di “biodiversità estrema nello spazio e nel tempo”. La manovra dimostrativa di recupero di un infortunato in parete del Corpo Soccorso Alpino e Speleologico ha dato inizio alla seconda metà dell’appuntamento, che ha visto protagonisti Cesare Catà, con l’intervento dal titolo “Le parole che cambiano il mondo. Il bisogno di Romanticismo dalle Dolomiti all’Assoluto” e Martina De Gramatica, autrice di una riflessione sull’“identità alpina in movimento”. In chiusura di evento si è nuovamente esibita Elisabetta Spada. Tedx torna a Trento, al Teatro Sociale, il 28 novembre, per affrontare il tema “Il Coraggio di Osare”: la forza delle idee che spinge ad uscire da schemi tracciati e sentieri già battuti.


Legno da conoscere. News e informazioni, aziende e prodotti, mercati e prezzi, immagini e video dal mondo del legno trentino.

Uno spazio web dove vengono diffuse tutte le notizie sul settore del legno trentino. Finalmente il legno ha una storia, un futuro e dettagli da scoprire in modo dinamico e interattivo. • informazioni aggiornate sul settore del legno in Trentino • comunicazioni relative alla vendita del legname in provincia di Trento • novità e prodotti dalle aziende del settore legno trentino progetti comuni e rapporti di collaborazione tra i soggetti che fanno riferimento alla filiera • iniziative per la promozione di progetti imprenditoriali per l’utilizzo e la valorizzazione del legno trentino • analisi, studi e ricerche realizzate sul settore del legno • informazioni sulla fruibilità turistica dei boschi trentini • news, eventi, video e fotografie

Camera di Commercio I.A.A. di Trento – Ufficio Prodotti e Promozione Via S.S.Trinità, 24 – Palazzo Roccabruna – 38122 TRENTO Tel. 0461 887144 – Fax 0461 239853 progetto.legno@tn.camcom.it – www.legnotrentino.it

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO


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Via Degasperi, 77 | 38123 Trento T 0461 360000 | F 0461 933551 www.confindustria.tn.it info@confindustria.tn.it


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