Mattone su mattone
La carità trasformata in housing sociale e case popolari è sostanza in continuo divenire Si fa presto a dire casa. Il luogo, per antonomasia, dove sentirsi protetti, a proprio agio, lontani da sguardi indiscreti e vicini agli affetti. Un'aspettativa sancita nelle leggi e nelle dichiarazioni internazionali. Ma risiedere non è abitare e abitare non è vivere con dignità. Su queste sottili ma sostanziali differenze si fonda l’impegno pluricentenario della Congrega per dare sostanza alla carità del mattone: muri, attenzione alle persone, presenza. L’intervento nel settore abitativo, con le sue complessità, significa innanzitutto mettere a disposizione le risorse necessarie a costruire e mantenere nel tempo gli edifici ma richiede anche un considerevole sforzo di gestione sociale delle problematiche. A complemento dell’attività erogativa, più di due terzi del patrimonio
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immobiliare urbano del Sodalizio ha infatti destinazione sociale; si tratta di oltre 450 unità abitative con varia tipologia di impiego e di accesso, ma sempre contrassegnate da condizioni di locazione più favorevoli rispetto ai parametri del mercato. Il resto, oltre ai fondi agricoli in Brescia e Mantova, è composto da immobili a utilizzo abitativo e commerciale, ed è gestito direttamente con la finalità di garantire una adeguata rendita a sostegno delle attività istituzionali. Quindi parafrasando Gabriele D'annunzio e la sua abilità nel comporre parole - immotus nec iners è l'insegna a cui pensiamo - la carità che, per varie esigenze, si tramuta in immobili non può mai stare ferma, perchè le condizioni sociali cambiano e le risorse non devono andare sprecate. Fondamentale anche in questo settore è saper rispondere al mutamento e, per quanto immobili, le case destinate all'housing producono miglioramento nella vita delle persone e nella società. Immobili ma non ferme.