L'opera degli enti partecipati
Dentro la Pasotti Cottinelli Insieme hanno vinto il Covid quasi miracolosamente Partiamo da loro. Franca, Teresa, Emilia, Elisa… e tutte le altre ospiti (principalmente donne) della Rsa Pasotti Cottinelli. Non solo nomi e volti, ma anche storie di vita, talvolta centenarie, che intrecciano le vicende personali con quello che è stato di Brescia e dell’Italia nel secolo scorso. Ce le stanno raccontando per telefono da settimane, spinte dal desiderio di riaffacciarsi al mondo, ma al tempo stesso grate di essere protette e accudite come a casa. Diventa concreto nelle loro parole e nelle loro emozioni lo spirito che da sessant’anni anima gli spazi di via delle Grazzine. Nel 1963 prese avvio l’attività della Casa di Riposo, gestita direttamente dalla Congrega in esecuzione delle volontà dei fratelli Cottinelli per l’amata casa di villeggiatura della loro
famiglia. L’edificio, che risale alla fine del Seicento, è una villa padronale affacciata su un vasto giardino ed è posta in una zona di Brescia che sino a pochi decenni fa era aperta campagna. In un passaggio della biografia di Giuseppe Tovini, Agnese – una delle figlie del Beato bresciano e Confratello della Congrega – racconta dell’amicizia con i nove figli del signor Luigi Cottinelli e dei giochi nella casa delle Grazzine: «Ci si divertiva un mondo, con molta semplicità, senza complicazioni od artifici. La loro anziana cugina Elvira ci guidava affettuosamente come di tutti sorella maggiore, con pieno consenso dei genitori; i nostri ben sapevano che dai Cottinelli non dovevamo che imparare. Nel loro giardino il gioco preferito era il Passo del Gigante. Noi
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