Bilancio sociale 2020

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L'opera degli enti partecipati

Nel nome di Vittoria...

L'Istituto Razzetti offre un'articolata accoglienza Vittoria Razzetti (1834-1912) da domestica presso una famiglia del cremonese trovò la propria vocazione nella carità. Il suo fu un percorso biografico accidentato: precarie condizioni di salute le impedirono di farsi suora, come desiderava, ma il decisivo incontro con la fondatrice delle Ancelle santa Maria Crocifissa di Rosa la spinse ad aprire un ricovero per ragazze a rischio e bambini abbandonati. L’opera di Vittoria, iniziata negli anni dell’unità d’Italia, continuò con l’aiuto di numerosi benefattori bresciani e con il supporto delle suore Ancelle che ne proseguirono il cammino, con la loro presenza, sino al 1984. Dagli esordi il carisma della fondatrice ha conosciuto molteplici traduzioni. Nel 1919 si ebbe la formale

costituzione in ente morale dell’Istituto. La parola orfanotrofio non lo rappresenta più, ma la medesima attenzione alla persona, che ispirò la Razzetti, è mantenuta in servizi e denominazioni aggiornate e nuove, che si conglomerano sotto il nome di Istituto Vittoria Razzetti Onlus al numero 30 di via Milano. «Vittoria – si scriveva in occasione del centenario dell’istituto – pur senza avere gli strumenti per teorizzare quanto osservato nella quotidianità, credeva nel rapporto individuale e nel progetto sul singolo caso, idea che ci accompagna anche oggi». Per effetto di una variazione nello statuto concordata con la Diocesi, dal 2015 la Congrega – che ha seguito da vicino le vicende dell’istituto fin dalla sua nascita – esprime ora tutti e cinque i componenti del consiglio di

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