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notiziario delle suore di santa marta


Editoriale 3

Editoriale

la Redazione

In missione 19 Rueguen al dueño de la mies 20 Passando per Malmantile

Parola di Dio 4

Vacanze: un tempo per...

don Adriano Moro sdb

Attualità 6

La Missione: frequentare Gesù

suor Damiana

21 Festa a Villa Concordia

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Io vorrei tornare anche solo per un dì...

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Grazie Signore!

le Suore festeggiate

10 25° di Professione

le Suore del Venticinquesimo

12 1° Convegno Nazionale “Amici di Betania”

le Suore della Commissione

14 Servire nella gratuità suor Anita Bernasconi

16 Evangelizzazione in ambito scolastico

Notiziario delle suore di santa marta

suor Anita Bernasconi

Frammenti di santità 18

Madre Irene Re

Leila Siriani

24 Insieme è più bello!

noi di Roggiano

26 A vele spiegate Marta Pasquali

27 La festa del Grazie

Giovanna

28 Sembrando y Creciendo en el tiempo

Maria Antonietta Vivanco Oliva

30 Il sorriso di Gesù nel volto dei fratelli

la Comunità

32 Accade a Puria Valsolda

una mamma e una catechista

Pagine aperte

Percorsi di formazione

la Comunidad

23 Una settimana speciale il tempo della memoria

Spiritualità e carisma

Lorenza Muti

22 De corazón, ¡gracias, querida Familia Religiosa de Santa Marta!

La parola a... Madre Antonia

un Paesano

34 O vergine Maria...

preghiera del Santo Padre in visita alla Madonna della Guardia

35 Con il Santo Padre c’eravamo anche noi... 36 Una presenza luminosa 37 Quando la vita diventa... sinfonia!

suor Cornelia Macina

38 Un’esperienza di vita

Gianna

Via V. Orsini, 15 00192 Roma

40 Un incontro speciale

Quadrimestrale Anno LXVI

42 Una lezione di abbracci

Redazione suor Cecilia, suor Cornelia, suor Damiana, suor Francesca, suor Mariana Suore di S. Marta Via della Colonna, 34 - 50121 Firenze Tel. 055.2478051/2/3 scuolasmangeli@tiscali.it Stampa Àncora Arti Grafiche - Milano Progetto grafico In.pagina di Bergamaschi Fabio

Serena Dugnani

Francesca Valli

44 Eccoci qui!

Vittoria Guglielmi

Con l’affetto della memoria 46 Dolce obbligo di gratitudine 47 Don Giorgio ...un dono grande


Editoriale

La Redazione

Il capro espiatorio T

rantito e non mancano a questo scopo norme e leggi appropriate. Chi delinque deve essere perseguito sia egli cittadino italiano o straniero. Non dobbiamo creare regole speciali: quelle che ci sono, se osservate, ci bastano. Se però i problemi si esasperano, se si fa crescere la paura e il malessere, distogliendo spesso l’attenzione da tanti problemi che urgono, si corre il rischio che attecchisca quella pianta velenosa che si chiama xenofobia. La preghiera a Maria che Dante mette sulle labbra di San Bernardo nel XXXIII canto del Paradiso ci invita a contemplare colei nel cui grembo “si raccese l’amore” e che divenne per noi “di speranza fontana vivace”. Ella ci protegge con bontà e “molte fiate liberamente al dimandar precorre”. Le parole del poeta ci sollecitano, soprattutto in questa Festa dell’Assunzione di Maria, a guardare in alto, a ritrovare nello splendore di Dio che la Vergine Maria ci indica, la sorgente e il fondamento di ogni nostra speranza. 3 Camminando con fede 2/2008

alvolta i mass media, soprattutto internet e televisione ma anche qualche rivista, offrono l’invito a “donare un sorriso a un bambino”, ad un bambino delle zone più povere del mondo. Un messaggio bello che però contrasta con il diffondersi dell’intolleranza verso bambini più vicini a noi, ma anch’essi appartenenti ad una umanità povera: i bambini dei campi rom. L’immagine di una famigliola di zingari portati via da Ponticelli su un’Ape, con bambini tristi e senza sorriso suona, alla luce del Vangelo come una condanna: “Ero diverso da te e mi hai scacciato”. Viviamo in un tempo in cui crescono le insicurezze, le cose cambiano in fretta, la globalizzazione innesca problemi che fanno guardare al futuro con timore; ci sentiamo come minacciati, si è diffusa una paura indistinta che abbiamo bisogno di esorcizzare. Questo provoca un fenomeno ben noto nella storia, quello di scoprire un responsabile, qualcuno su cui proiettare la colpa di ciò che ci rende insicuri e timorosi. Questo ci richiama un rito del popolo ebraico, quello di trasferire le colpe di tutti su una vittima, un capro, il capro espiatorio appunto, che poi veniva scacciato perché morisse nel deserto. È un’immagine profetica di Gesù che diviene il capro espiatorio dell’intera umanità passata, presente e futura. Il suo sacrificio deve disinnescare questa ricorrente e pericolosa ricerca di un colpevole che ferisce gravemente i rapporti umani, uccide la capacità di incontrarsi e di costruire un mondo più umano. Quello che sta avvenendo nella società contrasta con il messaggio del Vangelo. Certamente la sicurezza è un bene che va ga-


Parola di Dio

Vacanze: un tempo per...

di don Adriano Moro sdb

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a vita terrena è essenzialmente un tempo che inizia e che finisce, un tempo in cui si compiono/accadono gli avvenimenti dell’uomo e di Dio. È drammaticamente kronos che non puoi fermare, ma è anche Kairos, tempo di grazia, spazio per un incontro con se stessi e con gli altri, luogo del dono ricevuto e offerto, percezione del già e attesa del non ancora, gioia di vivere… Per Qohelet, (3,1-9) il tempo non è inteso come durata, ma come il luogo dove le lacrime e il riso, il lamento e la danza, il rifiuto e l’abbraccio, l’odio e l’amore, il silenzio e la parola …definiscono i giorni dell’uomo che così manifesta esteriormente la sua vita interiore caratterizzata dalla gioia e dalla sofferenza. Tutti questi momenti appartengono alla vita. (M. Priotto) Madeleine Delbrêl, convertita dall’ateismo, testimone fedele e coerente del Vangelo nel mondo (1904-1964), esprime così la ricchezza e il valore di ogni giorno della nostra vita: “Ogni giorno e’ da vivere. Ogni mattina è una giornata intera che riceviamo dalle mani di Dio. Dio ci dà una giornata da Lui stesso preparata per noi. Non vi è nulla di troppo e nulla di “non abbastanza”, nulla di indifferente e nulla di inutile. È un capolavoro di giornata che viene a chiederci di essere vissuto. Noi la guardiamo come una pagina d’agenda, segnata d’una cifra e d’un mese. La trattiamo alla leggera come un foglio di carta. Se potessimo frugare il mondo e vedere questo giorno elaborarsi e nascere dal fondo dei secoli, comprenderemmo il valore di un solo giorno umano. Solo se percepiamo il valore della nostra vita sapremo dedicarle del tempo, sapremo cogliere l’importanza del riposo della “Vacanza”

Nella Genesi è scritto: “Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto”. (Gn2,3) Dio si riposa, si prende un giorno di vacanza per poter contemplare, entrare in relazione amorosa con ciò che aveva creato, per gustarsi le cose buone e molto buone che aveva fatto. Con la sua parola ci educa a non considerare la vita come qualcosa da consumare, sprecare, ma da gustare e spendere nel vivere in pienezza la relazione con Lui, con noi stessi ,con la famiglia e la comunità. Siamo invitati a superare il concetto di “time is money” per non ripetere ogni giorno a chi incontriamo “non ho un minuto di tempo”. Chi non ha tempo è schiavo delle cose da fare, è “stressato” dalla sua stessa incapacità di mettere in ordine di valore ciò che deve compiere nella sua giornata. Una madre che dichiara di non avere un minuto per sé impoverisce la sua relazione con il figlio perché lentamente si svuota. Così ciascuno di noi quando dice di non aver tempo, rischia di svuotare di senso il dono della vita. Vacanza non è allora un “vuoto” da riempire diventando facili prede di migliaia di agenzie pronte a suggerire programmi e pacchetti di divertimento.

Vacanza: è un tempo per Dio:

mi lascerò attrarre dal suo amore. Perciò, ecco, la attirerò a me la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore (Os 2,16)

è un tempo per l'uomo: troverò il tempo

per dire ti voglio bene a tutti coloro che ho trascurato. Molto belle le parole di Gabriel Garcia Marquez che ci invita a prendere tempo: “…Sempre c’è un


“Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il sole” (Qo 3,1)

“Ho concluso che non c’è nulla di meglio per essi, che godere e agire bene nella loro vita; ma che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro è un dono di Dio.” (Qo 3,12-13)

è un tempo per sé: il riposo, la lettura, la

preghiera, il silenzio, la messa, sono indispensabili per crescere e stare bene con se stessi. Don Bosco, consapevole del valore ma anche del pericolo delle vacanze suggeriva ai suoi ragazzi e ai suoi salesiani alcune attenzioni particolari. Egli partiva dal suo sistema preventivo: “La ricerca del bene dei ragazzi”, usando ragione e amorevolezza.

Invitava ad evitare l’ozio. Lui per primo portava i suoi ragazzi a passeggio per tutto il Piemonte. Con in testa la banda, si fermava nelle varie parrocchie dove veniva ospitato e offriva alla gente spettacoli, giochi e catechesi. Consigliava di frequentare buone amicizie. Proponeva uno stile ordinato di vita (evitare gli sballi). Soprattutto cercava di inculcare una grande gioia: “saltate, correte, giocate, cantate, ma non fate peccati. Un cuore privo di grazia è anche privo di gioia.” Oggi molte realtà ecclesiali offrono ai giovani varie opportunità di servizio in Italia e all’estero. La sensibilità di questi giovani permette anche un serio cammino spirituale e vocazionale. Le vacanze sono una risorsa per tutti ma per essere significative devono essere programmate con particolare attenzione alle esigenze profonde di tutta la persona. “Prenditi... il tempo di ascoltare e di imparare il tempo di vedere la bellezza, il miracolo ed il calore di chi ami, prenditi il tempo per curare le vecchie ferite, tempo per permetterti di crescere e soprattutto prenditi il tempo di essere te stesso e di credere in te…” Chi ama ha tempo per sé, ma nel suo tempo sa anche accogliere l’altro.

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domani e la vita ci da un’altra opportunità per fare bene le cose, ma se sbaglio e oggi e tutto ciò che mi resta, mi piacerebbe dirti che ti voglio bene, e che mai ti dimenticherò. Il domani non è assicurato a nessuno, giovane o vecchio. Oggi può essere l’ultimo giorno che vedi coloro che ami. Perciò non aspettare più, fallo oggi, perché se il domani non dovesse mai arrivare, sicuramente lamenterai il giorno che non hai preso tempo per un sorriso, un abbraccio, un bacio, e che sarai stato troppo occupato per concederti un ultimo desiderio. Mantieni coloro che ami vicini a te, di’ loro all’orecchio quanto ne hai bisogno, amali e trattali bene, prenditi tempo per dirgli “mi dispiace”, “perdonami”, “per piacere”, “grazie” e tutte le parole d’amore che conosci. Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti. Chiedi al Signore la forza e la saggezza per saperli esprimere; e dimostra ai tuoi amici quanto t’importano.”


Attualità

La Missione: frequentare Q

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uante volte si è detto, scritto, sentito e letto che nella Chiesa si è tutti missionari e che la Missione rappresenta la ragion d’essere della Chiesa e quindi di ogni cristiano. Ma la Missione non si improvvisa; non solo quella ad gentes, ma anche quella intorno a casa, fatta qui e ora necessita di una preparazione, presuppone un percorso formativo. Si possono individuare tre capisaldi, tre pilastri della missione: frequentare Gesù, conoscere le persone cui desideriamo parlare di Gesù, parlare loro con le parole di Gesù. Frequentare Gesù è acquistare la sua mentalità per poter agire sul suo esempio: questo deve essere il nostro intento. È quindi necessario sfogliare e rispogliare il vangelo, leggerlo e rileggerlo finché non diventi vita della nostra vita. Solo la familiarità assidua con Gesù ci può formare, preparare alla Missione. La sua efficacia infatti è proporzionata alla frequentazione continuata, intensa e amorosa di Gesù. Dobbiamo imparare a guardare con gli occhi di Gesù, ad amare con il cuore di Gesù, a parlare con le parole di Gesù. È necessario domandarci: come si è comportato Gesù con i bambini, con i lebbrosi, con le donne, con i peccatori, con i farisei, con i nemici, con i ricchi, con i potenti? Se seguo Gesù e sono con Lui, sono inviata come Lui perché unica è la Missione: quella del Figlio che si fa fratello di tutti perché tutti

conoscano la verità di essere figli amati dal Padre. Gesù è il pellegrino apostolico che insegna ai discepoli con l’esempio, li invia a due a due perché devono testimoniare l’amore che è sempre dell’altro. Non devono portare nulla perché la via che porta ai fratelli è la povertà. “In dono avete ricevuto, in dono date”: la povertà è strettamente legata alla gratuità del dono. Anche San Paolo, il grande missionario la cui opera è offerta dal Santo Padre come riflessione per tutta la Chiesa proprio quest’anno, afferma scrivendo ai Corinzi che la sua unica ricompensa è predicare il Vangelo. “Io sono la vite, voi i tralci, il tralcio staccato dalla vite non dà frutto, anzi muore. Solo il tralcio attaccato alla vite porta frutto” ha affermato Gesù. Senza di Lui non siamo capaci di fare nulla di bene. Egli ci consegna un nuovo comandamento:” Rimanete nel mio amore, sarete miei discepoli e porterete molto frutto”. Non posso non andare con la memoria del cuore ad un grande missionario, mai uscito dalla sua Liguria, il Beato Tommaso Reggio, nostro Fondatore, che si è nutrito del vangelo e che passava lunghe ore in preghiera davanti a Gesù Eucaristia. Alle prime Suore raccomandava di “immergersi in Dio” per divenire capaci di


di suor Damiana accogliere ogni persona e di chinarsi sull’uomo bisognoso, allora come oggi, non di cose ma di attenzione e di amore.

Gesù Mi piace riportare qui un “decalogo” letto tanto tempo fa su una rivista missionaria:

Senza il “soggiorno” presso il Signore non si dà vera missionarietà perché non è possibile collaborare con Lui nella realizzazione della sua opera di salvezza. Essere missionari è: • Restituire speranza ai disperati • Ridonare gioia agli afflitti • Infondere coraggio agli inermi • Offrire una presenza amorosa e disinteressata con discrezione di modi e grandezza di intenti come MARIA”

“Essere missionario è dare e dire Gesù dopo averlo accolto e ospitato in sé nell’ascolto e nell’accoglienza della sua parola, in molta e continuata preghiera. Solo l’ascolto e l’accoglienza di Dio nella fede infatti rendono fecondo il tempo e l’impegno umano.

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La parola a...

Madre Antonia

Io vorrei tornare anche solo per un dì... L’

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eco di questo canto è dentro al cuore e non posso non commuovermi pensando agli scauts che davanti alla bara di Don Giorgio Basadonna hanno cantato: “Portami tu lassù, Signore, dove meglio Ti veda, portami tra il verde dei tuoi pascoli lassù, per non farmi scendere mai più!” Credo che il Signore abbia proprio ascoltato questa preghiera e abbia portato Don Giorgio lassù dove un po’ “già” viveva: infatti nel suo stile di vita, nel suo dire, nel suo avere dentro sempre guizzi inauditi di giovinezza, c’erano già “respiri” di Paradiso! Era innamorato della vita perché gli piaceva davvero molto…, anche da “vecchio” sapeva goderla, assaporarla e sapeva cogliere il “bello”, il nuovo, il vero anche nelle piccole banali occasioni quotidiane. Viaggiava sempre leggero, senza molte esigenze; teneva però il suo zaino invisibile pronto per metterci dentro il “carico” delle creature che incontrava: i loro sogni, le loro speranze, le ansie, le sofferenze… Tante persone vicine e lontane dalla Chiesa “contavano” su di lui perché sapevano che egli poi avrebbe “deposto” nel suo zaino i loro pesi per affidare e offrire tutto e tutti al Signore del tabernacolo che “conosce e scruta i cuori”. Stava ore in preghiera, fermo, assorto: riprendeva così l’energia tanto da non mancargli mai e… dopo tanta adorazione diventava ancora più determinato e sicuro nel riprendere la strada. Camminava così accanto a tutti, ma forse… sempre con mezzo passo avanti! Quante volte gli ho chiesto aiuto, consiglio, conforto! Sentivo che voleva molto bene alla nostra Famiglia Religiosa e, nei momenti difficili, la saggezza di un uomo di Dio com’era lui, mi ridava speranza. Sapeva essere presente, ma in modo discreto, umile, pronto a trovare il buono e il bello nelle pieghe più tortuose dell’esistenza; con la sua aria disinvolta andava al “midollo” delle cose e, senza essere impietoso non faceva “sconti” alle pigrizie,

alle infedeltà, alle ingiustizie, ma… se le portava nel cuore e “faceva penitenza”. È stato cittadino a pieno titolo di questa terra che ha amato e conosciuto con l’ansia di vedere, scoprire, esplorare… Sì esplorare secondo lo stile del vero scaut che vede anche negli angoli più nascosti la “voglia” che Dio ha di regalare bellezze agli uomini. Per lui, libero di una libertà pura, pacata, che non ha bisogno di proclami perché è segno di appartenenza al Dio che tutti e tutto libera, vale quel bellissimo verso di Gibran: “Sei libero davanti al sole del giorno, sei libero davanti alle stelle della notte e sei libero quando non c’è né sole, né luna, né stelle”. Don Giorgio aveva alto il senso della dignità dell’uomo, di ogni uomo e godeva molto quando “scopriva” che la nostra Famiglia Religiosa sparsa nel mondo era attenta ai bisogni degli ultimi, dei più disgraziati, dei “piccoli”. Spesso quando mi confrontavo con lui, con la sua testimonianza, con i suoi bellissimi scritti ho capito che il bene arrivava inaspettato, dopo “cammini di purificazione”, alle creature che, come don Giorgio amano, offrono, pregano e accendono luci sempre… Capace di digiunare lungamente e di godere allo stesso tempo delle gioie della tavola, sempre pronto alla sana ironia con la quale sapeva “smorzare” i realismi troppo crudi… riusciva a dare serenità e gioia senza nulla togliere alla verità, senza mai minimizzare o ignorare i problemi. Abbiamo avuto un dono grande e già ci accorgiamo di quanto fosse “presente” in mezzo a noi. La riconoscenza non trova parole né le può inventare. Sono certa che “lassù” nella valle ridente, dove cammina a passo veloce, si girerà ogni tanto per rassicurarci e ripeterci che se stiamo vicine “al Signore delle cime” nulla ci mancherà. Grazie don Giorgio anche di questa certezza che hai seminato nel mio cuore e in quello di tante Suore della mia Famiglia Religiosa.


Spiritualità e carisma

Grazie Signore! C

che in India e in Italia ci hanno seguito da vicino, le persone e i sacerdoti che ci hanno accompagnato e tutte le nostre consorelle con cui abbiamo condiviso gioie e sofferenze. Il nostro grazie in particolare è rivolto alla carissima Madre Antonia che ci ha accolte e custodite in questa Famiglia Religiosa dove desideriamo vivere con coerenza, impegno, fedeltà e gioia la nostra scelta di appartenere al Signore per sempre. Suor Mini, Suor Soosamma, Suor Poli, Suor Sini, Suor Thressia, Suor Bindu, Suor Sindu

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on il cuore colmo di gratitudine desideriamo dire il nostro “grazie” al Signore per il “Sì” che abbiamo pronunciato con la nostra Professione Perpetua il 25 maggio 2008 a Roma nella Parrocchia di San Gioacchino, durante la celebrazione Eucaristica presieduta da Sua Eminenza Rev.ma Card. Angelo Sodano. Il Signore ci ha chiamate nella sua vigna per essere le Sue Spose e poter così servire i fratelli, specialmente i più bisognosi del suo amore e della sua misericordia. La nostra Famiglia Religiosa ci ha accompagnate con tanta cura in questo cammino di crescita per giungere a rispondere alla chiamata del Signore nella pienezza della nostra libertà e con la consapevolezza di chi ha scoperto un tesoro e volentieri lascia tutto per possederlo. Dall’India siamo giunte a Roma presso la Casa Generalizia della nostra Congregazione, dove abbiamo vissuto un tempo intenso di formazione umana, spirituale e religiosa. L’approfondimento della Sacra Scrittura, della Consacrazione Religiosa, della Storia della nostra Famiglia, della spiritualità del Beato Tommaso Reggio e una migliore conoscenza di noi stesse, ci hanno arricchito in modo straordinario dandoci così la possibilità di vivere in pienezza il Progetto di Vita che il Signore ha pensato per ciascuna di noi. Sono tante le persone a cui vogliamo esprimere la nostra gratitudine: i nostri genitori, le Madri


Spiritualità e carisma

° 25 di Professione

le Suore del Venticinquesimo

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elebrare “venticinque anni” di consacrazione religiosa è innanzitutto fare memoria delle meraviglie che il Signore ha operato nella vita di ciascuna di noi e della tenerezza di Dio che, lungo i giorni della nostra esistenza, ci ha fatto fare esperienza della sua fedeltà. L’amore che Lui ha riversato nei nostri cuori è diventato speranza che ha permesso, attraverso il “sì” di ogni giorno, di diventare “piccole luci” di speranza per il mondo. È stato bello per noi vivere questa tappa significativa “nell’anno paolino” per ripercorrere insieme all’Apostolo delle Genti “la nostra rinascita”, cioè “la gioia della continua conversione a Gesù”. Il soggiorno romano ci ha riservato tempi di forte ricarica spirituale e di contemplazione artistica per le numerose bellezze. Abbiamo ripercorso i luoghi cari alle prime comunità cristiane: le quattro Basiliche patriarcali, gli Scavi di San Pietro, le catacombe di San Callisto. Ancora forti esperienze spirituali, quando ci siamo recate in pellegrinaggio al Santuario del Divino Amore e ad Assisi. E poi tutto il fascino e la bellezza del meraviglioso complesso dei Musei Vaticani, dell’Archivio della Fabbrica di S. Pietro… Ma ci siamo anche fermate a riflettere, ad ascoltare, a meditare… recuperando, mediante gli interventi del prof. Montuschi e di don Cirignano, quella pace interiore che ci ha richiesto di guardare il nostro passato per verificare il

percorso di oggi e rinnovare il desiderio di un cammino futuro verso la piena realizzazione della comunione con Dio. E se la nostra gratitudine va a tutte quelle persone che ci hanno accompagnato lungo il cammino, un GRAZIE speciale va soprattutto a Madre Antonia e a Madre Carla che hanno preparato questo “eccezionale itinerario venticinquennale” per noi, conclusosi con la grande Festa del 25 luglio a Roggiano, al termine del corso di Esercizi Spirituali. Mentre ringraziamo tutta la nostra Famiglia Religiosa per la molteplicità dei doni che ciascuno ha ricevuto personalmente e in comunità, rinnoviamo la nostra preghiera e il nostro grazie al Signore.


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Spiritualità e carisma

1° Convegno Nazionale

“Amici di Betania” I

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l giorno 13 aprile 2008 si tenuto a Genova il primo incontro nazionale degli “Amici di Betania”. La Vicaria Generale, Madre Carla Roggero, ha partecipato come delegata della Madre Generale in visita apostolica in Libano. Erano presenti una ventina di suore e quarantasei laici in rappresentanza di sedici Comunità. All’inizio dell’incontro la Madre Vicaria, salutando i presenti, ha parlato della positiva esperienza già in atto in Cile e ha espresso la gioia per la realizzazione di questo primo ritrovo in Italia. Le varie esperienze vissute dai gruppi sono state esposte da un laico o da una suora durante l’incontro moderato da un Amico di Betania. Coloro che non hanno ancora avviato questo cammino hanno ascoltato e condiviso per comprendere meglio come dare inizio al Progetto nella loro realtà. Significative sono state le testimonianze dei laici che già condividono l’approfondimento della Parola di Dio, della vita di Tommaso Reggio, dei suoi scritti e le iniziative di apostolato ispirate al nostro carisma. Il momento di preghiera davanti alla tomba del Beato è stato vissuto con intensa partecipazione. È seguito il pranzo, nella calda accoglienza della Comunità di Genova e la gioia di stare insieme si è unita al desiderio di conosce-

re meglio l’esperienza già in atto. Non sono mancati sentimenti vivi di commozione e di ringraziamento verso le Suore di Santa Marta per aver offerto un’opportunità così preziosa. Nei gruppi che periodicamente già si incontrano, sono cresciute la generosità, l’amicizia e la solidarietà. La condivisione della Parola e l’insegnamento di Tommaso Reggio accrescono la gioia di proseguire il cammino intrapreso con maggior impegno. La forte appartenenza al gruppo è stata più volte espressa e questo sicuramente è un auspicio affinché altri gruppi “fioriscano” e il carisma del Beato sia sempre più diffuso e condiviso con quanti avviciniamo nelle nostre realtà di apostolato.

le Suore della Commissione


GENOVA 13 APRILE 2008… RISONANZE sicuramente tutto il tempo e le risorse per progredire e migliorare anche i nostri incontri con tutte le comunità. Un immenso GRAZIE, a voi tutte carissime suore di Santa Marta, per averci regalato una così bella giornata e soprattutto per averci fatto conoscere e averci accolto nella vostra preziosa Famiglia di Betania. Luciana e Alessandro Novate Milanese

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na volta raggiunta la casa delle suore, accoglienza, familiarità, naturalezza, raccoglimento e tanta tanta fede e pace nelle parole e nei gesti sono state respirate ad ogni istante da tutti i partecipanti sia suore che laici. Ammirevole, inoltre, il desiderio grande di confronto e di far partecipi gli altri della propria esperienza, appena nata o già consolidata, con un ottimismo ed un entusiasmo davvero contagioso che apriva il cuore e spronava, chiunque ascoltasse, a continuare e ad impegnarsi con nuovo slancio in questa Famiglia di Betania che con la grazia del Signore cresce e si allarga per il mondo. A parer nostro, forse una giornata sola è stata un po’ poco rispetto a tutta la voglia di dialogo, di richiesta di suggerimenti ed aiuti che abbiamo percepito. Comunque siamo solo all’inizio ed abbiamo

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Giornata intensa e splendida sin dalle prime ore passate in automobile a scambiarci confidenze, idee, pareri, esperienze e testimonianze di fede scaturite dai cuori e dalle menti di 2 coppie di sposi ed una suora con una spontaneità ed una semplicità davvero sorprendenti.

on l’invito delle suore di Santa Marta, partecipiamo da quattro anni al gruppo “AMICI DI BETANIA” e sentiamo che ci aiuta nel nostro cammino di fede. Abbiamo avuto la fortuna di condividere la giornata a Genova dell’incontro nazionale dei gruppi “AMICI DI BETANIA” è stato un dono grande non solo per l’accoglienza propria dello stile e del carisma delle suore di Santa Marta, non solo per l’amicizia che ci ha legato subito, ma soprattutto per l’ascolto delle testimonianze e delle esperienze di fede vissute con l’aiuto del BEATO TOMMASO REGGIO questo ci ha toccato profondamente e spronato a vivere con più coerenza. Lo spirito del beato Tommaso Reggio ci ha illuminati specialmente quando ci siamo riuniti per la preghiera davanti al bellissimo sarcofago, è stata grande la commozione, perché ci siamo sentiti un po’ “mandati” da lui per regalare insieme alle suore di Santa Marta i suoi messaggi di fede e di servizio. Questa giornata è pensabile sia ripetuta, perché ci ha messo tanto entusiasmo e tanta gioia. Grazie per questa esperienza, vogliamo continuare in questo cammino insieme al gruppo degli “AMICI DI BETANIA” per conoscere ed amare di più Gesù, per servire con impegno e gratuità, per costruire anche noi un pezzetto di chiesa. Roberto e Francesca Novate Milanese


Percorsi di formazione

Servire nella È

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sempre un dono di Dio, un’occasione unica quella di compiere un cammino di riflessione, di preghiera, di lectio sotto la guida della Madre generale, del prof. Montuschi e della Dott.ssa Costacurta. Tutto è gratuità: è un grande privilegio poter fare una simile esperienza di incontro, di aggiornamento che aiuta ad allargare il cuore per vivere ed aiutare a vivere con più autenticità nelle nostre case. Al termine dell’incontro si dimenticano le fatiche e si coglie solo gioia, entusiasmo, gratitudine, per la ricchezza dei doni ricevuti, per il benessere che il lavoro personale e di gruppo ha creato e si parte rimotivate, per portare avanti il progetto comunitario di evangelizzazione. Il tema proposto “servire nella gratuità” è stato sviluppato ampiamente sotto vari aspetti. La persona che vive la gratuità è libera da ambivalenze affettive, cioè da pregiudizi che generano il lamento; libera da categorie contrattuali di un dare per avere, è invece consapevole di quello che ha perché “il conto in banca” è ricco di tanti doni che ciascuno deve far circolare tra gli altri. È importante poi chiederci come agire nella gratuità. Posso fare le cose per paura del giudizio dell’altro o per il senso del dovere, perché la mia coscienza me lo chiede e io, agendo così, mi acquisto una “carta di credito” per sentirmi tranquilla. Oppure agisco per far contenti gli altri, in questo caso sono legato alla risposta degli altri che, di fronte allo stesso servizio, ora sono entusiasti ora sono indifferenti. Oppure agisco gratuitamente e mi sento felice per quello che ho fatto e per la

gioia che io ho dato agli altri, senza attendere il contraccambio. Questo è il benessere che devo coltivare dentro di me ogni giorno, indipendentemente dagli eventi, dalle persone, dai successi o dagli insuccessi, per godere la pienezza del significato di qualunque azione e viverlo nella condivisione. La gratuità è stata letta dalla Dott.ssa Costacurta attraverso la presentazione di alcuni passi biblici: il salmo 86, il profeta Elia e la vedova di Sarepta, la straordinaria figura di Rachele nel dono della vita per la vita, la chiamata dei 12 apostoli in Matteo,10. Dio manifesta la sua gratuità in ogni gesto ed intervento fino ad arrivare a Gesù che si fa pane per noi. Anche noi dobbiamo agire allo stesso modo, imitarlo e amare con amore gratuito come Egli ama, perché gratuitamente abbiamo ricevuto,


gratuità

amore non solo per Israele, ma anche per me e per te, per tutti. Anche noi, come Israele, a volte ci sentiamo sconsolate e cediamo al lamento anzichè fidarci delle promesse di Dio. Nella preghiera chiediamo al Signore che ci aiuti a cambiare vita davvero, a dare senso alla nostra consacrazione. Come? Amando la nostra consorella e le persone che Dio ci affida con amore gratuito, generoso, semplice e “senza sentirne il peso, portiamole sulle nostre spalle come fanno le mamme di vari paesi” È questo un progetto non solo individuale, ma comunitario. Insieme sicuramente diventiamo capaci di vivere la vita e perderla senza trattenere nulla: questo avviene solo se ci lasciamo conquistare da Cristo, unica passione della nostra vita. 15 Camminando con fede 2/2008

quindi gratuitamente dobbiamo dare, senza lasciarci prendere da forme di protagonismo, dal desiderio di essere in prima fila e gratificate. Dove si ama regna Dio e c’è la gioia, c’è il paradiso, coma diceva il nostro Padre Fondatore: “due paradisi io vi do” ed è così, già qui e ora, ma solo se viviamo il nostro carisma di accoglienza e di servizio in un dono totale verso tutti, all’interno delle nostre comunità e nelle varie forme di apostolato. La Madre ha chiuso il Convegno con un momento di preghiera, ispirandosi ad alcuni passi di Isaia che inneggia a Dio per quanto ha fatto per Israele, anche quando si lamenta perché si sente abbandonato. Il Signore conferma il Suo amore e dice: “Ti ho scolpito sulle palme delle mie mani, mai ti dimenticherò”; espressione commovente se pensiamo che Gesù porta nelle sue mani i segni del suo

di Suor Anita Bernasconi


Percorsi di formazione

Evengelizzazione in ambito scolastico È

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importante tenere sempre presenti le linee progettuali del Capitolo del 2003: “Lasciarsi Evangelizzare da Cristo e dare il primato all’educazione della Fede nella quotidiana missione educativa, assistenziale e sanitaria perché la formazione integrale dell’uomo si realizza nell’incontro con Cristo”. La commissione scuola ha cercato sempre di prestare attenzione a questa consegna e di offrire alle scuole strumenti e occasioni di incontro, di formazione con esperti qualificati perché i nostri ambienti educativi rispondano in modo efficace alle attese della Chiesa, della famiglie, del territorio. Il compito dell’Intercapitolo del 2006 era soprattutto quello di verifica del raggiungimento degli obiettivi programmati durante il Capitolo e l’invito a operare comunitariamente un’analisi del percorso fatto riguardo al Pro-

getto di Riforma che mira particolarmente a privilegiare e potenziare l’evangelizzazione con l’apertura alla realtà della Chiesa e del territorio. È necessario prestare attenzione al linguaggio del mondo d’oggi per facilitare il passaggio della “Buona notizia”, attraverso una formazione umana, spirituale e professionale delle suore e dei laici che operano nelle nostre scuole a tutti i livelli, perché siano capaci di una relazione educativa efficace. La strategia proposta dal Capitolo e condivisa da tutte è quella di stendere un progetto di Evangelizzazione, tenendo presenti allievi, docenti, genitori e collaboratori. Nell’incontro di Chiavari nel dicembre 2007, con il Prof. Cattaneo si è cercato di trovare risposte adeguate nell’azione educativa che non deve limitarsi a fornire conoscenze, ma deve condurre l’alunno alla positiva costruzione di sé e della vita, nell’orizzonte di una formazione integrale. Nell’incontro di Roggiano nel giugno 2008, è stato presentato da varie scuole il progetto sperimentato nel secondo quadrimestre; alcune hanno scelto come priorità la verifica, altre la progettazione e la pianificazione, partendo dalla classe prima con le linee metodologiche e didattiche che dovrebbero differenziare una scuola dall’altra. Sono emersi molti elementi comuni nei vari documenti della sperimentazione, relativamente agli obiettivi e all’analisi dei bisogni: l’accoglienza, la cono-


ROGGIANO 21-22 GIUGNO 2008 di Suor Anita Bernasconi

È importante, come ha sottolineato il Prof. Cattaneo e come è stato anche ribadito dal responsabile del servizio IRC dell’Arcidiocesi di Milano, creare alleanze educative tra scuola, famiglie, parrocchie, servizi sociali, associazioni del territorio e stringere un patto educativo per leggere insieme i bisogni dei ragazzi onde evitare di trasmettere messaggi discordanti e non coerenti. Pertanto l’aspetto importante dell’autonomia è quello di costruire legami con le altre istituzioni per promuovere insieme il benessere e il successo scolastico degli studenti perché crescano felici e capaci di relazioni positive, di dialogo costruttivo, di scelte significative e di orizzonti di bene nelle realizzazione di quel progetto che Dio ha scritto nel cuore di ciascuno. Ringraziamo Madre Carla che ha seguito il Convegno con indicazioni chiare e preziose e con la raccomandazione di coinvolgere non solo i docenti, ma anche ogni Comunità. Manteniamo vivo il desiderio di annunciare Cristo, cuore dell’evangelizzazione e ripetiamo anche noi come gli apostoli: “Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato”.

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scenza della Parola e degli altri saperi, la trasversalità della Parola con le altre discipline, l’apertura ai valori, l’azione formativa intenzionale, la promozione umana cristiana, la testimonianza e l’attenzione particolare alle situazioni di fragilità. La centralità della persona è risultata il punto di vista privilegiato, riconosciuta in tutte le sue dimensioni costitutive, sollecitata a crescere, sostenuta nelle difficoltà del cammino all’interno di un’organizzazione scolastica che mira all’acquisizione dei valori. In un secondo lavoro di gruppo il compito assegnato dal Prof. Cattaneo era l’elaborazione di un progetto comune di evangelizzazione da inserire nel Curricolo di Istituto analogo per le scuole dello stesso grado. L’ultimo incontro con il Professore è stato dedicato interamente alla presentazione delle “linee guida” per l’elaborazione del Curricolo di Istituto che ogni scuola dovrà costruire nella collegialità perché sia espressione della comunità educante attenta a leggere i bisogni del territorio, delle famiglie e degli alunni. Il Professore ha valorizzato il lavoro dei vari gruppi perché ricco di stimoli che saranno da lui rielaborati per la stesura del progetto di Evangelizzazione.


Frammenti di santità Settignano, 26 ottobre 1980 Carissima Suor…, Ho letto con vivo piacere la tua lettera che mi ha fatto tornare con il ricordo ai momenti di servizio e di fatica per il Signore e per il bene delle anime vissuti insieme a Settignano. Mentre ti ringrazio dal profondo del cuore ti ripeto i sentimenti di profonda stima e di sincero affetto che ho per te. La tua vita, anche nel ritorno alla missione vicino ai malati, cresca come l’albero del Vangelo e porti frutti abbondanti per quanti incontri nella tua opera che, sono sicura, è animata da una fattiva carità. Il tuo cuore si apra verso tutti con la stessa angolatura del cuore di Gesù. Senti come tuo compito preciso quello di non sciupare nessuna occasione che Dio ti dona per servirlo in chi soffre: non ti mancheranno problemi e difficoltà, ma confida tanto nel Signore, convinta che Lui è la Carità che vince tutto. Camminando con fede 2/2008

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Ti faccio gli auguri più affettuosi per il tuo compleanno e ti assicuro il mio ricordo nella preghiera. Con affetto

Madre Irene Re - Vicaria Generale dal 1991 al 1997 passata alla casa del Padre il 24 ottobre 1997


In missione

Rueguen al dueño de la mies H

aciendo eco de las palabras del mismo Señor Jesús que nos exhorta y dice: “Rueguen al dueño de la mies… que envíe operarios su mies” El equipo de pastoral vocacional convocó a una jornada vocacional zonal los días 20, 21 y 22 de Junio, dividiendo estos encuentros en zona centro sur, cuya sede fue la comunidad de Quinta de Tilcoco, y zona centro norte con sede en Coquimbo. A la invitación acudieron 22 jóvenes de la zona centro sur y 15 de la zona centro norte.

da persona lleva en sí un llamado… por lo tanto la misión de la Pastoral Vocacional es ayudar a la joven a ir clarificando paulatinamente, a la luz del Espíritu Santo, el plan que Jesucristo ha diseñado desde la eternidad para cada una: sea este camino al estado matrimonial, de soltería o de consagración, lo esencial es que cada ser humano, especialmente aquellas jóvenes que participan de los grupos de pastoral juvenil vocacional vayan descubriendo a dónde Dios las llama a servir y a amar mejor. A diferencia de otros años, en la zona centro sur, asistieron también algunos varones a esta jornada quienes están en un proceso de discernimiento acerca de si el Señor los llama a servir a la humanidad desde el sacerdocio y según el espíritu de nuestro Padre Fundador. Agradecemos a Dios porque siempre está llamando y nos invita a ser sembradores de su evangelio.

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Fueron espacios de reflexión en torno al llamado que Cristo dirige a cada persona, to-


In missione

Passando per Malmantile un Paesano

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e colline intorno a Firenze sono incantevoli e spesso rappresentano una delle cartoline più famose dell’Italia anche all’estero. I piccoli borghi antichi poi, incastonati nel verde dei boschi e della macchia mediterranea, sono come piccoli cammei color avorio, che da secoli lasciano incantati turisti e viaggiatori. Pochi hanno la ventura di vedere le splendide albe rosate che, soprattutto nei freddi mattini d’inverno, colorano per pochi attimi le colline fiorentine; uno spettacolo unico e raro, degno solo di chi sa vederlo, gustarlo ed elevare una lode al Creatore. Malmantile è piccolo ed antico, talmente vicina a Firenze da assorbire ormai persone ed attività, ma ancora abbastanza lontano da mantenere intatto il suo silenzio secolare. La cosa più bella e degna di spezzare questa atavica tranquillità, è il vocio dei bambini, soprattutto quelli in età prescolare, che si incontrano tutte le mattine davanti alla Scuola dell’Infanzia S. Pietro, gestita dalle Suore di S. Marta. Qui, come ovunque del resto, i bambini sono considerati tesori preziosi da custodire con cura e far crescere, preziosi perché figli di Dio e perché rappresentano il

futuro. Un futuro che non deve portare solo ai viaggi su Marte, bensì pace, serenità, un futuro che può essere anche ritrovare e preservare ciò che abbiamo, conservare e rilanciare il nostro passato, la nostra cultura, la bellezza e l’arte che ci circonda. Malmantile di giorno è avvolto nel silenzio, la popolazione attiva si sposta per il lavoro nel circondario: Firenze, Prato, Empoli… restano i pensionati a far compagnia al silenzio. La Scuola delle Suore è uno spazio di vita, le risate e i canti dei bambini, l’attività stessa della scuola dell’infanzia ben tenuta e funzionante, offre a tutti noi la sensazione che la vita non è solo lavoro, corsa, ma gioia, allegria e voglia di vivere. Magari tra i bimbi seguiti dalle Suore di S. Marta ci sarà forse qualche visetto con la pelle ambrata o con gli occhi a mandorla, fenomeno forse insolito nelle colline del sapere leonardesco… ma è bello perchè tutti i bambini, in quella Scuola dell’Infanzia, piccola ma importante, nella loro spontanea allegria non portano solo il retaggio del loro passato, ma la speranza nel futuro, perché il sorriso di un bambino dipinge di luce nuova anche le pietre più antiche.


di Lorenza Muti

Festa a Villa Concordia l 23 maggio, nella Cappella di Villa Concordia a Vicchio, è stato celebrato il cinquantesimo della Professione Religiosa di suor Benedetta Ricchiuto. Erano molti anni che non entravo in quella Cappella, la Cappella della mia infanzia. Ripensavo a quel periodo in cui, bambina, avevo vissuto a Villa Concordia: ripercorrevo l’ala ombrosa delle stanze che, aperte, si affacciavano sulla luce del giardino di rose e violette spagnole e più sotto lo spazio, che allora mi pareva immenso, del boschetto in cui a primavera sbocciavano narcisi e tulipani rinselvatichiti; poi l’orto con l’albero delle giuggiole e il dispero. In quel periodo era arrivata suor Benedetta: giovane, piccola, dolce suorina che, preposta alla cucina, lì è rimasta a servizio degli altri: allora, le bambine, adesso le anziane che in questo pomeriggio la circondano e la festeggiano. Villa Concordia era casa vacanza del Conservatorio di Santa Maria degli Angiolini di Firenze, allora Educandato Femminile: un grande, nobile e antico monastero, ricco di opere d’arte accumulate in cinquecento anni di storia, che da Via della Colonna si spinge fino a Via Giusti. Le sue suore, originariamente un ordine di pie donne, erano rimaste in meno di venti e alla fine degli anni cinquanta, furono incorporate da quelle di Santa Marta. Cambiarono le vesti delle Suore e questo è quello che noi bambine e ragazze, più percepimmo; ma la vecchia Madre Teresita Visani, la

Superiora, alta e austera, conservò il suo abito fino alla morte. Veste spagnolesca come il suo nome, di cui ricordo la bianca gorgiera plissettata e inamidata, l’alta cresta della cuffia nera e il vezzo di due buccole d’acqua marina che le ornavano le orecchie: quasi più dama di altri tempi che vera e propria suora. Morì poco dopo in questa Villa Concordia, dove si era ritirata, protetta, curata e amata dalla sua sorella in Cristo suor Vincenza. Molti anni sono passati da allora, un mondo intero è sparito, ma suor Benedetta resta qui, piccola, dolce e amorevole, vera sposa di Cristo che oggi festeggia le sue nozze d’oro. La festa “ufficiale” del cinquantesimo di suor Benedetta era stata preceduta da un avvenimento importante per Vicchio e per la Comunità delle Suore. In occasione della visita pastorale il Vescovo di Firenze card. Ennio Antonelli, si è intrattenuto con le ospiti di Villa Concordia, salutandole con semplicità e simpatia, rimarcando la preziosa opera delle Suore animate dal messaggio evangelico e dal carisma del Beato Tommaso Reggio. Il Cardinale, anche per far festa a suor Benedetta, si è trattenuto a pranzo con la Comunità interessandosi della spiritualità e delle opere della Famiglia Religiosa delle Suore di Santa Marta ed ha gradito molto il dono di una copia della vita del Fondatore scritta dall’Arcivescovo di Milano, card. Dionigi Tettamanzi.

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In missione la Comunidad

De corazón, ¡gracias,

de Valdivia

querida Familia Religiosa de Santa Marta!

“Hasta el pajarillo encuentra casa, y la alondra un nido, donde dejar sus polluelos”. (Sal 84,4)

C

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on la certeza que las palabras son frecuentemente limitadas ya que no logran revelar toda la profundidad de los sentimientos, deseamos por medio de estas líneas manifestar nuestra inmensa gratitud, en primer lugar a Dios, porque sigue cuidando de nosotras, renovando su amor fiel y ofreciéndonos una y otra oportunidad para que nuestra entrega sea cada día más generosa y coherente y luego, a la amada Congregación por otorgarnos el regalo de habitar en una nueva y hermosa casa, firme, segura, a prueba de incesantes y fuertes lluvias, como está ocurriendo precisamente en estos momentos mientras escribimos este sencillo mensaje. Experiencia que nos ha permitido constatar muchas veces cuán grande es la bondad de Dios para con sus hijas e hijos, haciendo realidad lo del salmista en el versículo 4 del Salmo 84 que destacamos arriba: “Hasta el pajarillo encuentra una casa…”con

mayor razón sus hijas por quienes dio su propia vida amándonos hasta el extremo. Gracias, querida familia religiosa, porque sabemos que esto ha sido posible por el granito de arena que cada una de ustedes hermanas ha aportado. Gracias a nuestra querida Madre General y a su Consejo por considerar nuestra petición, gracias a nuestra Delegada, Madre Lilian y al Consejo de Delegación, por su constante apoyo. Por último, expresamos este testimonio de gratitud en nombre también de las hermanas a quienes la voluntad divina quiso regalarles otra casa en este año 2008 y creemos que lo comparten plenamente, repitiendo con el corazón “Pues me alegras, Señor, con tus acciones; yo exclamo al ver las obras de tus manos”. (Sal 92, 5) Nuestra Protectora Santa Marta, a quien celebramos en este mes y nuestro amado Padre Fundador nos ayuden a vivir en lo concreto de cada día la fidelidad al Don recibido, para que sea una realidad permanente en cada una de nosotras la exclamación del salmo citado: ¡Felices los que habitan en tu casa y te alaban sin cesar!


Una settimana

speciale

Prima Liceo

il tempo della memoria

Educandato Maria SS. Bambina di Roggiano offre tutti gli anni con la settimana della flessibilità, la possibilità agli alunni del Liceo, di interrompere le lezioni regolari cinque giorni per dedicarsi all’approfondimento di tematiche importanti. Quest’anno il tema è stato “Il tempo della memoria” dedicato al genocidio degli ebrei , durante la seconda guerra mondiale. L’argomento è stato analizzato sotto vari aspetti e proposto con diverse modalità: con l’ausilio di filmati e di conferenze tenute, oltre che dai nostri insegnanti, anche da esperti invitati per l’occasione. Dopo un’introduzione generale sulla Shoah, siamo andati a visitare la principale sinagoga di Milano, dove abbiamo conosciuto alcune usanze e pratiche della religione ebraica. Abbiamo assistito ad una conferenza riguardante la memoria nella Bibbia, con l’aiuto di un sacerdote. Successivamente è stato esaminato l’antiebraismo e il diario come custode della memoria, facendo riferimento a quello di Anne Frank. L’ultimo giorno di questa interessantissima settimana è stato dedicato all’intervento di un neuropsichiatria, soffermandosi sulla costituzione della memoria. Infine abbiamo parlato della tragedia delle foibe e della musica relativa alla memoria. Il giorno più interessante e stimolante è stato, a parer mio, mercoledì. In quell’occasione ho deciso di parlare in quanto i temi trattati, riguardanti la Shoah, erano sconosciuti rispetto a quelli analizzati nelle altre giornate; infatti ci siamo occupati “dell’oggetto lager” e abbiamo trattato l’argomento dal punto di vista psicologico, sof-

fermandoci soprattutto sulla pedagogia dell’annientamento nazista, utilizzata per la “soluzione finale” nei confronti degli ebrei. Inoltre ci sono stati illustrati alcuni esperimenti condotti nei campi. Durante questa settimana, ho avuto modo di riflettere molto sulle atrocità commesse dai nazisti, ma non riesco proprio a capacitarmi di come un essere umano, sempre che in questo caso possa essere considerato tale, riesca ad uccidere un altro uomo in nome di una superiorità razziale tutta da dimostrare, con una crudeltà tanto efferata, poiché anche il più piccolo essere vivente ha diritto di esistere e di essere libero. La tragedia della Shoah ha un effetto particolare su di me. È difficile da descrivere. Mi fa pensare e ripensare a tutto ciò che hanno subito milioni di persone inermi, colpevoli solo e unicamente di essere nati ebrei. Sono convinta che sia molto importante parlare di questo argomento nelle Scuole, ma non solo in 27 gennaio, data in cui dal 2001 si celebra “La giornata della memoria”, perché non sarebbe sufficiente. Quelle persone sono state private dei loro diritti fondamentali, quali la dignità e la libertà e tutti dobbiamo fare in modo che essi non siano mai più calpestati. Solo così la morte di quegli esseri umani non sarà stata inutile. Dico questo perché mi sono resa conto che sono in molti a non conoscere, o addirittura a negare, la tragedia della Shoah. Credo fermamente che quest’ignoranza sia oltremodo “imbarazzante”. Sarebbe invece plausibile che tutti ricordassero questo dramma per impedire che possa accadere nuovamente.

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di Leila Siriani


In missione

Insieme è più bello! di Noi di Roggiano

a nome di tutti i partecipanti e organizzatori

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maggio 2008: seconda tappa del cammino “Insieme è più bello!” Nel verde parco dell’Educandato Maria SS. Bambina, abbellito dai vivaci striscioni di ogni scuola, anche quest’anno abbiamo gareggiato in amicizia, il nostro slogan: “Sportivamente… con grande cuore” ha veramente

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caratterizzato il clima festoso e allegro con cui abbiamo vissuto questa indimenticabile giornata. Alle scuole di Chiavari, Genova, Milano, Vighizzolo quest’anno si sono uniti gli allievi del Conservatorio Santa Maria degli Angeli di Firenze, che si sono inseriti nel grande gruppo con simpatia, senza difficoltà. Eravamo davvero in tanti: noi 503 alunni della scuola secondaria di I°, numerosi docenti che ci accompagnavano, un buon numero di alunni delle superiori col compito di arbitrare le varie gare, e i genitori che da ogni scuola si sono uniti per fare festa con i propri figli, anche loro stupiti di fronte a tanta armonia. L’avvio stato caratterizzato da una suggestiva sfilata, preceduta dalla fiaccola olimpica e dai labari delle singole scuole, ciascuno portato da tre alunni, poi il benvenuto della preside, la preghiera dello sportivo e l’alza bandiera al canto dell’inno di Mameli, accompagnato dalla mini banda musicale degli alunni di Roggiano. Dopo questa toccante esperienza, vissuta in rispettoso silenzio, siamo passati al grande frastuono: richiami all’altoparlante che annunciavano l’inizio delle singole prove e i risulta-


riusciti a fare tutte le gare all’asciutto nel meraviglioso parco di Roggiano: mentre nei paesi attorno la pioggia scrosciava insistente, a noi in certi momenti è stato regalato anche qualche raggio di sole. Da noi il diluvio è arrivato solo al momento delle premiazioni, che sono avvenute in palestra, per l’occasione vivacizzata dagli urli dei ragazzi, che tifavano per i compagni premiati, e dai variopinti colori delle magliette che caratterizzavano ogni scuola: verde Firenze, arancione Chiavari, azzurro Genova, giallo Milano, rosso Vighizzolo e fuxia Roggiano. Un grazie speciale agli organizzatori, in particolare alle presidi che hanno fatto la proposta, alle suore di Roggiano che ci hanno ospitato e soprattutto ai docenti di Scienze motorie, che hanno creduto in questa iniziativa e hanno investito tempo ed energie affinché tutto fosse organizzato al meglio e ci sono proprio riusciti.

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ti; agli schiamazzi di chi faceva il tifo e si divertiva nel verde, il tutto col sottofondo di una bellissima musica che le casse diffondevano ovunque. Le gare hanno entusiasmato tutti, soprattutto chi riusciva ad arrivare in finale e magari anche a vincere: vortex, pallavolo, calcetto, percorso, salto in lungo, velocità, staffetta… anche quest’anno non c’è stato il tempo per i giochi pomeridiani: orienteering, palla prigioniera e castellone, rispettivamente per le classi terze, seconde e prime. Il tempo minacciava pioggia ma la Provvidenza ha spinto in là le nuvole e noi siamo


In missione

A vele spiegate

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ono passati ormai un po’ di giorni ma ancora si parla dello spettacolo “A vele spiegate” presentato dai bambini della scuola primaria lo scorso mercoledì 28 maggio presso il Teatro Fumagalli di Vighizzolo. Un vero successo che ha visto come “protagonisti speciali” i bambini di quinta sc. primaria, impegnati nelle vesti dei personaggi greci dell’Odissea, insieme a tutti i compagni delle varie classi della scuola primaria che hanno messo in scena con speciali coreografie e grande impegno il celebre poema epico di Omero. I bambini si sono impegnati per diverso tempo provando e riprovando i passi dei diversi balletti con cura e grande attenzione per… non perdere il ritmo e per raggiungere il miglior risultato possibile. E così è stato nella sera del 28 maggio quando gli oltre 70 bambini del mare hanno ondeggiato per formare il Mediterraneo più bello e più azzurro, le sirene hanno incantato davvero gli spettatori, i marinai hanno dato prova di grande coraggio, gli dei facevano invidia all’Olimpo, le pecore erano un gregge degno di lode e proprio tutti – narratori, servitori, vento, Circe, ancelle, mostro - hanno meritato un caloroso e sincero applauso. Lo spettacolo ha chiuso il progetto educativo portato avanti nelle classi della scuola primaria

di Marta Pasquali Insegnante della Scuola Primaria

a livello interdisciplinare durante l’intero anno scolastico. Guidati dalla figura dell’eroico Ulisse, i bambini hanno riflettuto su temi importanti quali il coraggio e il desiderio di conoscere sempre cose nuove, dimostrandosi particolarmente sensibili e realizzando lavori molto belli. Ma lo spettacolo è stato soprattutto occasione per tutti i bambini per socializzare, per apprendere l’importanza di aiutarsi a vicenda, per sperimentare le proprie abilità al di fuori della classe e per cimentarsi con impegno da protagonisti in un’impresa “importante”. È stato bello inoltre vedere la partecipazione di molti genitori che con impegno ed entusiasmo hanno collaborato, offrendo ciascuno un contributo importante per la buona riuscita dello spettacolo. Cosa resta alla fine? Dopo qualche giorno dal termine del grande impegno, ripensando a quanto realizzato, rimane accanto a un po’ di stanchezza, un piacevole senso di soddisfazione e i bambini portano nel cuore il ricordo di una bella esperienza che gli ha insegnato a “spiegare le vele” e a prendere il largo con coraggio ogni giorno fidandosi di chi li guida alla scoperta del nuovo.


La festa del Grazie gni esperienza che termina, specialmente se è stata intensa e coinvolgente, lascia, oltre che il ricordo piacevole e gioioso, anche un po’ di malinconia. È stata questa anche la sottile sensazione che ha accompagnato la Festa del Grazie, momento corale che chiude, tradizionalmente, l’anno della Scuola dell’Infanzia della nostra Comunità parrocchiale. Durante la Santa Messa delle ore 9.30 di domenica 8 giugno, sono stati tanti i grazie da rivolgere: innanzitutto al Signore che ha accompagnato con la sua protezione questi mesi di scoperte e di giochi, ma anche alle insegnanti, ai genitori e a tutte le persone che hanno collaborato per rendere sempre più accogliente e formativa, per i piccoli, la permanenza a scuola. Dopo la Santa Messa, partecipata e animata da canti e preghiere dei piccoli alunni, la festa ha trovato ulteriore occasione di incontro e di gioia nella consegna dei diplomi e nel successivo rinfresco. I bambini dell’ultimo anno, accompagnati dai genitori e dalle insegnanti hanno festeggiato la fine della loro esperienza alla Scuola dell’Infanzia con un momento conviviale presso la sede della

Protezione Civile di Madonna dell’Olmo. “Una giornata memorabile è stata, nei giorni scorsi, quella del 29 maggio – sottolineano le insegnanti – che ci ha visto, con i genitori, accompagnare i bambini in gita scolastica al castello di Grinzane Cavour. Là, in perfetta sintonia con il progetto didattico attuato quest’anno, i personaggi di Autunnolo e di Primaviola, ci hanno condotti alla scoperta del castello e della magia delle stagioni. I nostri bimbi hanno partecipato ad attività interattive di osservazione, disegno e gioco ed hanno realizzato un bellissimo libro illustrato sulle quattro stagioni da esporre a scuola. Dopo l’itinerario panoramico tra vigneti e castelli di Langa, i gitanti hanno fatto tappa ad una torroneria locale per una piacevole degustazione. A fine giugno le vacanze aspettano i piccoli, o almeno chi non le ha ancora anticipate, ma chi è rimasto a giocare avrà modo anche di fare nuove esperienze tra cui la visita alla biblioteca parrocchiale per prendere confidenza con i tanti libri della sezione bambini.

di Giovanna 27 Camminando con fede 2/2008

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In missione

Sembrando y Creciendo E

s un honor ser parte de este gran equipo humano que conforma una Unidad Educativa del INSTITUTO SANTA MARTA caracterizada por su excelencia pedagógica y su capacidad para educar a la luz del evangelio. Es un placer ver el brillo de las alumnas nuevas que se maravillan con la infraestructura del colegio, con su limpieza y pulcritud, la alegre y cariñosa acogida por parte de las alumnas antiguas, el cariño de sus profesores, la preocupación de su personal auxiliar y la

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amabilidad de nuestras queridas religiosas de Santa Marta. Es también motivo de orgullo mostrar nuestro colegio con todas sus dependencias a los nuevos apoderados que conf ían en que sus hijas iniciarán una trascendental experiencia educativa cristiana. ¿Cuál es el rango distintivo del Instituto Santa Marta? Primero que todo, este es un colegio de Iglesia que nos da la oportunidad a docentes, administrativos, auxiliares, padres y apoderados y a nuestras queridas alumnas a ser discípulos de Cristo, es decir optar por seguirlo y en este caminar, encontrarse con la mirada de Jesús, transformando la vida, orientando el Ser y el Saber hacer. Este año 2008 recibimos a las primeras alumnas de Pre-Kinder y Kinder, nuevos apoderados y nuevas y hermosas dependencias que se ajustan a sus necesidades de desarrollo evolutivo. Aquí crecerán como delicadas flores en un gran jardín, pues todas son acogidas como en Betania, es decir, un lugar de encuentro que dará respuesta a las necesidades formativas humanas y espirituales. Cada carita de esas pequeñas niñas es un alma que se cultivará con amor, y nosotros los docente ofrecemos al servicio de ellas todos los dones que Dios nos ha dado a cada uno de los que integramos esta hermosa familia educativa.


en el tiempo di Maria Antonieta Vivanco Oliva

Profesora Instituto Santa Marta Integrante Grupo Laical “Amigos de Betania” Curicó

Este año nuestro lema es: “Asimilemos a Cristo en nuestra vida para servir con amor” es por eso que con mucha humildad, solicito en nombre de todos a nuestra Santísima Virgen que como madre piadosa nos ayude a cumplir esta misión.

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ué reconfortante es constatar cómo se multiplican los esfuerzos por parte de la comunidad religiosa y el Centro de padres y Apoderados para lograr contar con modernas instalaciones; estas son: Parvulario, Biblioteca, Casino, sala de Pastoral y multiuso. El día 07 de mayo, con la presencia de nuestro Obispo: Monseñor Horacio Valenzuela Abarca, Madre Lilian Doll, consejeras, hermanas de comunidades vecinas y autoridades religiosas y del ámbito educacional, se llevó a cabo la bendición e inauguración del nuevo pabellón “Monseñor Tomás Regio” y el Parvulario “Santa Marta” que acoge a 120 pequeñitas día de la bendición e inauguración de las nuevas dependencias de nuestro Establecimiento. Agradecemos a Dios que siempre nos asiste con su providencia a través de las hermanas de Santa Marta que nos transmiten día a día el espíritu del Beato Tomás Regio. Nuestro Padre fundador, nos invita a vivir una tarea evangelizadora a través de la educación y en esto, estamos todos comprometidos.


In missione

Il sorriso di nel volto la Comunità di Derqui

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e attività apostoliche di Derqui non hanno tregua. Vi raccontiamo alcune di queste nella gioia della condivisione. Un gruppo di adolescenti e giovani guidati dalle Suore, hanno organizzato un incontro nell’Hogar Santa Marta per una nuova nascita nel Cristo Risorto e per dare una testimonianza evangelica per le strade della comunità di Caacupè. I loro messaggi di fede e di autenticità cristiana hanno scosso la coscienza di tutti. Sappiamo bene che la vera gioia del cuore è frutto della preghiera, quindi il primo momento è stato dedicato al Signore vittorioso della Pasqua per attingere dalla sua luce la

grazia del sorriso e diffonderlo nelle strade del rione. Coraggio giovani, siete la speranza della Chiesa del nuovo millennio! Un’altra attività che realizziamo ogni mese insieme ai genitori dell’Hogar Santa Marta e agli adulti del rione “Monterrey”, è l’incontro di pastorale familiare guidato dal movimento “Homini”. Questo movimento è formato da docenti dell’Università Cattolica di Buenos Aires, esperti in temi inerenti l’evangelizzazione della famiglia. I genitori partecipano in modo costruttivo ed interattivo e si lasciano coinvolgere dai docenti grazie anche alla metodologia e ai mezzi ultra moderni che essi utilizzano. Sensibilizzata anche da queste tematiche, la famiglia riesce a vivere in maniera più profonda quei momenti molto importanti per i propri figli. Dopo due anni di seria preparazione infatti, sessantaquattro adolescenti di Caacupè sono stati ammessi alla Prima Comunione nel giorno di Pasqua. Raccolti e coscienti del momento che stavano vivendo, insieme a tutta la comunità in festa per loro, irradiavano dai volti gioia vera, quella che solo il Signore “Pane di Vita” può donare.


Gesù to dei fratelli terminali, in questi incontri ritrovano la fede, la pace e la forza per vivere le loro situazioni così dolorose. Se la fede è la ricchezza del nostro credere, l’Eucaristia è la sorgente d’amore che unisce i cuori dei suoi fedeli rendendoli in un’unica famiglia, tutto ciò che facciamo deve contribuire ad inserirla sempre più nel Corpo Mistico di Cristo Redentore, cioè la Chiesa.

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Infine, ogni seconda domenica del mese, alle ore sedici, viene celebrata la Cena Domini per gli ammalati, Le Suore infermiere accompagnate dal gruppo dei laici che formano Il ministero del alivio percorrono il rione per avvicinare coloro che sono impediti di assistere da soli alla santa Messa, preparata per loro nella cappella di Nostra Signora di Caacupé. Persone non vedenti, altre con malattie


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Accade a Puria I

l giorno 18 maggio 2008 la nostra comunità della Valsolda si è trovata in festa nel Santuario della Caravina perché il Signore ha chiamato sedici fanciulli accanto a sé e si è fatto cibo per loro. L’incontro con Gesù nell’Eucaristia è una tappa importante del loro cammino di vita cristiana a cui collaborano anche le Suore di Santa Marta. I ragazzi si sono preparati con gioia e trepidazione a questo momento. Attraverso questa bellissima esperienza dei nostri figli, Dio ci faccia il dono di riscoprire la nostra fede, per crescere anche noi insieme a loro in un gioioso cammino di amore e di maturazione. Auguro a questi ragazzi che la partecipazione alla mensa del Signore li renda più consapevoli del Grande dono di amore con cui Dio circonda la loro vita!

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L’attività apostolica delle Suore, come ben sappiamo, si svolge anche nella Scuola dell’Infanzia che nei mesi estivi propone esperienze nei dintorni. Anch’io ho partecipato alle uscite estive e sono rimasta stupita nel vedere i nostri bambini coinvolgersi in questa bella esperienza, occasione anche per trovare refrigerio in questa calda estate! Al Santuario della Caravina, dove siamo tornati anche con i piccoli perché è il centro di devozione della nostra valle, è stato bello sentire le vocine dei bambini e vedere quella curiosità nell’accendere le candele e pregare insieme; il presepio accanto al Santuario, che è sempre molto bello, ha incuriosito i bambini ammirati dal passaggio della luce che rappresenta il giorno e la notte.


Valsolda una mamma e una catechista La seconda uscita è stata alla Casa di Riposo di Porlezza dove i bambini hanno regalato ai nonni una bella mattinata allietandoli con canzoncine, con il saggio di ginnastica e pregando con loro: i volti degli anziani segnati dal tempo si sono distesi in un caldo sorriso. Non è mancata la visita al Parco di San Marco dove abbiamo potuto vedere con meraviglia i pesci rossi… più grandi del mondo! Abbiamo goduto dello stare insieme e delle splendide giornate che il Signore ci ha regalato. Grazie alle Suore e ai nostri bambini così carichi di allegria!!!

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O Vergine Maria, che dall’alto del tuo Santuario vegli su questo popolo a Te devoto, benedetta sei Tu fra le donne e benedetto è il Frutto del tuo seno Gesù. Per l’umiltà del tuo cuore Dio Ti ha scelta come Madre del Figlio suo incarnato, e per il coraggio del tuo animo ti ha chiamata ad essere partecipe della croce sulla quale il tuo Figlio moriva. Così, per espresso volere di Lui, tu sei divenuta Madre nostra. Sii sempre benedetta, o Madre di Dio e degli uomini. A Te volgiamo il nostro sguardo di figli, a Te ricorriamo con fiducia incrollabile; a Te confidiamo le gioie e le pene nostre, delle famiglie, della società, della Chiesa. Tu guarda, accogli, illumina e consola ciascuno. Insegnaci ad ascoltare il tuo Figlio Gesù e a fare quello che Egli nel suo Vangelo ci dice, per testimoniarlo con la coerenza della vita, restando liberi dalle suggestioni del mondo e aperti sempre alle interiori mozioni dello Spirito. A Te, Santa Vergine della Guardia, all’inizio del nuovo millennio, la Città di Genova rinnova il suo affidamento, memore delle sue avite tradizioni di limpida fede, di intraprendenza operosa, di magnanima carità. Rendi sicuro il nostro cammino, salda la speranza, capace di comprensione e di perdono la vita. Aiutaci ad essere veri discepoli di Cristo, ad amare la Chiesa, ad essere messaggeri lieti del Vangelo, sapendo che la fede è sorgente di civiltà e di bene per tutti. Preghiera composta e recitata dal Santo Padre in occasione della visita alla Madonna della Guardia Genova, 18 maggio 2008


le Suore di Campora

Con il Santo Padre c’eravamo anche noi... S

Infine anche suor Ansamma ha avuto il suo momento di grande gioia ed emozione: con due ragazze del CAI, infatti, ha partecipato all’incontro dei giovani col Santo Padre in Piazza Matteotti. Accolto tra canti, danze, preghiere e testimonianze, il Papa ha mostrato tutta la sua gioia soprattutto quando, con un lancio spettacolare di coriandoli, i giovani hanno affidato a ciascuno di questi una particolare intenzione di preghiera e di ringraziamento. Benedetto XVI ha manifestato il suo compiacimento nell’apprendere che molti giovani genovesi sarebbero partiti verso Sydney per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù. Giornate di intense emozioni per noi Suore e per i ragazzi che vengono ospitati nel nostro Centro. Genova con la sua accoglienza entusiasta ha rivelato il suo sincero amore al Papa che ha accolto l’invito a visitarla. È stato l’abbraccio del Popolo di Dio al suo Pastore. Per tutto ciò non ci resta che dire il nostro grande GRAZIE!

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uor Anna, suor Leelamma e suor Ansamma in tre diversi momenti hanno potuto incontrare il Santo Padre durante la sua recente visita in Liguria. Suor Anna insieme a quattro bambini del CAI e a tanti altri delle parrocchie del Vicariato ha potuto vedere il Papa nel santuario della Madonna della Guardia. Molti i fedeli, grandi e piccoli lo attendevano, grande il desiderio di avvicinarlo, di toccargli la mano. Anche suor Anna quasi spinta da una forza interiore, si fa strada tra una gomitata e l’altra per raggiungere le transenne soprattutto perché Derik e Monica la sua sorellina possano stringere la mano del Papa. Una forte stretta di mano col dolce Cristo in terra, tanta emozione e anche Derik stende la mano al Papa. “Papa ti voglio bene!” sono le parole semplici che Derik riesce a dire al Papa, aiutato da suor Anna, viene ricambiato dal Santo Padre che stringe quella manina nera, rispondendo, con un dolce sorriso: “Grazie”! Monica guarda e lacrime di commozione bagnano il suo volto. La stessa fortuna è capitata a suor Leelamma che aveva il compito di rappresentare tutte noi Suore all’incontro dei religiosi col Santo Padre a Genova. Anche lei ha potuto stringere le mani a Sua Santità come tanti altri religiosi e religiose convenuti per l’occasione. Il Santo Padre ha mostrato tutta la sua simpatia e l’affetto verso le persone consacrate, salutandole ha esortato “alla testimonianza personale e comunitaria nella quale convergono vita spirituale, missionaria, pastorale e dimensione culturale.”


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Una presenza luminosa

di G.L.

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…a due mesi dalla morte di don Giorgio, questa affermazione, che ho attinto da uno dei suoi numerosi libri, mi aiuta a rompere il ghiaccio e a superare il silenzio della sua assenza terrena! La sua presenza sacerdotale, la sua persona è stata un dono per moltissimi (lo abbiamo constatato anche durante il suo funerale…) e tra questi ci sono anch’io che ho potuto condividere con lui una larga fetta della mia vita consacrata: trent’anni, nei quali ho avuto la gioia di “camminare” alla luce della sua presenza esemplare, dei suoi scritti carichi di umanità e ricchi di provocazioni esistenziali, dei suoi richiami e dei suoi consigli mirati sempre al rispetto e all’ascolto della singola persona. Confesso che fatico a fare l’elenco dei benefici ricevuti: sono così tanti che rischierei di dimenticarne alcuni! Non è esagerato parlare di lui come un amico, un padre spirituale, un santo sacerdote dispensatore di gioia e costruttore di certezze che gli venivano dalla sua lunga familiarità col suo Signore: l’ho visto più volte inginocchiato a pregare a lungo senza segni di stanchezza; qui stava il suo segreto: attingere dal Signore per riversare su tutti noi a piene mani, con pazienza e con un certo santo umorismo che ti disarmava e allo stesso tempo ti ricaricava! Come non ricordare almeno alcune tra le sue numerose “ricette” per vivere nella gioia: trovare ogni giorno cinque minuti per ringraziare il Signore di ogni suo dono… su 96 quarti d’ora che ci sono in un giorno, almeno uno si può regalare al Signore non aspettarti niente da nessuno, dai tutto a tutti e chiedi tutto a Dio. …E ciascuno di noi potrebbe ricordarne altre, io mi limito a queste, meno personali; ma non rinuncio ad aggiungere una testimonianza diretta, che mette in luce la delicatezza del suo animo e la tenerezza del pastore, che pur dis-

“Nel mistero della storia di ciascuno, certe persone… sono momenti di luce che restano accesi per sempre!” (don Giorgio Basadonna)

sentendo dalle mie decisioni, non esitava a scrivere: “…dunque è finito un periodo e se ne apre un altro nella stessa direzione e con lo stesso spirito. Io non smetterò di starle vicino, come ho sempre fatto perché la mia stima per lei non diminuisce!” Ora che è venuta meno questa presenza amica con cui confrontarsi e alla quale chiedere consiglio, pur se la comunione spirituale continua, il vuoto è incolmabile e mi è compagna solo la fede nella Presenza di un Altro che don Giorgio continua ad additarci dal bel Paradiso di Dio! L’ultima lezione che ha voluto lasciare a tutti noi, l’ho attinta dal suo testamento: una “esplosione” di Gioia, di umiltà profonda, dimentico di sé per fare spazio ancora una volta al Suo Dio che ha sempre amato e che ci ha insegnato ad amare e a “godere” come lui stesso ripeteva! Il suo life motive era legato alla parola GRAZIE: bisogna saper ringraziare il Signore che fa grandi cose nella nostra vita… sempre!!! A volte mi pare quasi di vedere il suo sorriso benevolo e incoraggiante… e vado avanti, accompagnata dalla certezza che, come ho già detto all’inizio: “…nel mistero della storia di ciascuno, certe persone sono momenti di luce… che restano accesi per sempre!” GRAZIE don Giorgio… per il grande dono di sé che ha arricchito oltre misura anche la mia vita di consacrata!


Quando la vita diventa... sinfonia! di suor Cornelia Macina

ruolo nel migliore dei modi, ci invita ad impegnarci per far sì che la nostra espressione sia intonata. Egli ci chiama a rendere la nostra vita strumento utile e ben accordato nella sua sequela, mezzo intonato ed efficace nella misteriosa orchestra in cui la nostra diversità, a volte motivo di apprensione e disagio, possa in Lui, Maestro di armonia, essere motivo di gioia perché traccia della sua multiforme infinita bellezza. Resta l’invito a far sì che la musica delle nostre giornate e della nostra vita sia intonata al Suo progetto e accordata con gli altri strumenti per essere segno di comunione e testimonianza gioiosa del suo amore.

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D

avanti ad un’orchestra in azione, siamo sempre colti da meraviglia e spontaneamente attiviamo le nostre antenne per far scivolare le note vibranti di musica col loro prezioso carico di vita nel nostro cuore ed estasiarci. Così la musica, riesce a sciogliere le nostre riserve e il nostro gelo, fa cadere i paraventi e le maschere, addolcendo le punte più spinose della vita. In questi ultimi tempi, in fatto di musica, sono riuscita ad andare oltre le programmazioni e gli intenti propriamente “didattici”, provando stupore per la sua benefica azione oltre l’utilizzo scolastico. Infatti, ascoltare musica per scegliere brani, imparare canzoni, studiare spartiti…è lavoro funzionale a un servizio… mentre invece, entrare nella musica come mezzo di preghiera e di elevazione spirituale, è esperienza di vita! Musica come meditazione, come preghiera, musica per scoprire la gioia di sentirsi in armoniosa combinazione con elementi diversi, ma concordi in una grande creazione musicale, è Vita e Gioia di Vivere! È bella la musica nella quale mille e più strumenti si accordano in armonia! Nelle nostre comunità possiamo essere elementi di accordo e giuste assonanze perché ci sia vera musica. Ma occorre lasciarsi guidare docilmente dal Direttore di ogni Bellezza, il Maestro universale. Egli, che ha scritto per noi uno spartito su cui cantare e danzare il nostro


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Un’esperienza di M

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i chiamo Gianna, sono un’insegnante della Scuola dell’Infanzia delle Suore di Santa Marta di Querceto, ho vissuto il mio ruolo in pienezza per sei anni; ora per motivi personali devo lasciare questa Scuola dove ho fatto delle esperienze splendide attorniata da rispetto e tanto affetto. La cosa che, fra le tante altre, ha lasciato in me segni di stupore è anche questa. La prima volta che partecipai al lancio della Corona del Rosario rimasi impressionata dalle tante emozioni che un evento, apparentemente semplice, potesse muovere in un “essere umano adulto”, talvolta incapace di assaporare persino le gioie e i dispiaceri quotidiani, perché troppo impegnato a “correre”, lavorare, pulire, e chi più ne ha più metta. Quell’esperienza mi insegnò, prima di ogni altra cosa, l’importanza della semplicità e del saper gioire di essa. Guardando i bambini e stando vicino a loro percepii il loro entusiasmo, la loro contentezza, la loro speranza;

dalle loro domande capii quanto quel gesto fosse stato importante per loro e quanto fosse carico di aspettative: nel loro piccolo, umile, semplice, spontaneo e sincero cuore, ognuno di loro sperava che quella corona arrivasse… lontanissimo. E Ravenna per i nostri piccoli era davvero “lontanissimo”!!! Ancora più sorprendente fu la felicità e il senso di pienezza che provai quando, dopo aver risposto al telefono, mi ritrovai a parlare con una signora di Ravenna. Con la voce rotta dalla commozione mi diceva che la nostra Corona era “atterrata” nel suo giardino e ne era stata molto sorpresa e ancor più entusiasta perché aveva bisogno di un segno di speranza! Questo evento mi è rimasto nella testa e soprattutto nel cuore; credo di averlo raccontato a centinaia di persone: adulti, bambini adolescenti, parenti, amici, credenti e non, ed ogni volta leggevo stupore nei loro volti, ma anche serenità e condivisione e questo mi ha sempre fatto sentire orgogliosa, ma soprattutto fortunata di aver vissuto una simile esperienza. Per la chiusura del mese di maggio di quest’anno il lancio della Corona non era previsto, ma in considerazione del fatto che per me è stato l’ultimo anno di insegnamento nella Scuola Santa Marta le Suore hanno deciso di accontentarmi e assecondare la mia richiesta (talvolta devo ammettere un po’ insistente) di riprovare questa esperienza con bambini e genitori. Il giorno prescelto per far volare la nostra preghiera è stato il 4 giugno. Davanti alla fila dei bambini, inse-


di Gianna

vita

tano. Le aspettative di noi adulti svanivano anche se sono convinta che tutti, come me, nel proprio cuore hanno sperato di essere in errore, e in effetti, ci siamo sbagliati. Dopo pochi giorni è arrivata una telefonata, la più attesa di tutto l’anno… veniva da Modena. Eh sì!!! La Corona del Rosario partita dalla Scuola dell’Infanzia di Sesto Fiorentino è atterrata in una coltivazione di frutti a Modena!!! È seguito un fax che diceva: “È arrivata a noi la benedizione della Vergine Santa e siamo felici di unirci a voi nella recita della preghiera che ci avete inviato”. L’entusiasmo seguito ha riempito ognuno di noi e il sentire la gioia delle persone “prescelte” per ricevere un simile dono è la conferma di quanto sia immenso il bisogno di sperare, di credere, ma soprattutto della preghiera, l’unica capace di accorciare le distanze e di portare un segno di sicura speranza laddove la forza (o forse la debolezza) dell’uomo non è in grado di arrivare. Di questa e di tantissime altre esperienze GRAZIE!

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gnanti e Suore c’era una futura insegnante dell’Asilo Nido che portava la Corona. La camminata, diretta alla statua della Madonna, è stata arricchita dai canti a Maria e dalla recita del Rosario con la scelta dei Misteri in accordo al lavoro fatto durante l’anno con i bambini. Quando siamo arrivate di fronte alla statua della Vergine, il nostro gruppo si era arricchito della presenza di numerose Suore: l’atmosfera si è caricata di emozioni e di aspettative nella preghiera fatta insieme da adulti e piccini. Alla fine della recita del Rosario è stato dato il via al lancio della Corona e con questa dei palloncini dei bambini: per un attimo il cielo si è riempito di colori che diventavano sempre più uniformi man mano che salivano verso l’azzurro. In questi attimi c’è stato silenzio da parte di chi guardava a bocca aperta l’allontanarsi lento e armonico dei palloncini e, mormorio da parte di chi esprimeva un’ultima speranza su quel viaggio. Purtroppo però il vento era poco e la nostra corona sembrava non farcela ad andare lon-


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di Serena Dugnani

“L’uomo è fatto per il bene che intuisce, per il sommo bene, Dio che lo ricompenserà.” (Tommaso Reggio)

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Un


incontro speciale uando, qualche anno fa ormai, ho conosciuto le Suore di Santa Marta e i loro ragazzi, mi ha da subito affascinato la figura del loro fondatore, il Beato Tommaso Reggio. Ogni mattina incontravo il suo sguardo dal quadro che è posto all’ingresso dell’Istituto Santa Gemma di Milano e mi domandavo quale fosse la sua storia e cosa quest’uomo potesse dire a me e alla mia vita. Con il tempo ho iniziato a conoscere la figura di Tommaso Reggio grazie ai racconti delle suore, ai libri a lui dedicati e agli incontri degli Amici di Betania, che fondano la loro unione proprio nella volontà di seguire l’insegnamento del Beato Arcivescovo di Genova. Poiché sapevo che il monumento funebre con le spoglie di Tommaso Reggio è custodito nella casa delle Suore di Santa Marta di Genova, avevo il grande desiderio di poter pregare in questo luogo, sulla sua tomba. Questo sogno si è potuto realizzare domenica 13 aprile 2008 grazie al primo incontro nazionale degli Amici di Betania organizzato a Genova. La giornata che ho potuto vivere con le suore e gli amici del gruppo è stata davvero speciale e trascorsa in un clima sereno di condivisione e amicizia. I diversi gruppi si sono incontrati attraverso alcuni rappresentanti di laici e suore per fissare le linee comuni del cammino e condividere quanto già è stato realizzato finora. La giornata è stata scandita da diversi momenti: durante la mattina i partecipanti all’incontro sono stati accolti dalle suore con affetto e cordialità e, dopo il saluto di Suor Carla, Vicaria della Madre Generale, hanno

presentato i loro gruppi, le attività svolte e i progetti futuri. Nella parte centrale della mattina si è svolto il momento che più attendevo: la preghiera davanti alla tomba di Tommaso Reggio che è stata resa ancor più significativa dall’intervento di Suor Maria che ha illustrato il significato dei bassorilievi che affiorano dal marmo a testimonianza della storia e del carisma della famiglia religiosa fondata dal Beato. Questo per me è stato il centro della giornata, il momento più intenso, perché ha lasciato spazio alla preghiera e al dialogo personale e raccolto con il Beato Tommaso Reggio che diceva che il pregare è proprio “un incontro da persona a persona, da amico ad amico”. Le suore hanno poi offerto agli amici laici un festoso pranzo a cui è seguito, nel primo pomeriggio, uno spazio dedicato ad interventi e testimonianze che si è concluso con la presentazione del progetto Incontrarsi a Betania da parte di Suor Imelda e la preghiera a Tommaso Reggio. La S. Messa ha concluso la domenica trascorsa insieme e il quadro donato dalle suore con l’immagine di Gesù tra Maria e Marta ci ha lasciato il segno di un cammino che continua. “Il nostro cuore anela a un bene che lo sazi appieno e non lasci più nulla da desiderare che sia dunque infinito, che sia Dio stesso” (Tommaso Reggio): ciascuno di noi è tornato alle proprie realtà quotidiane con la consapevolezza di non essere solo, ma di fare parte di un gruppo di amici che desiderano lasciarsi guidare da un Padre come Tommaso Reggio che ci insegna a coltivare desideri di Infinito.

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Una lezione di M

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i chiamo Francesca Valli e ho due figli iscritti al Santa Gemma di Milano. Per otto anni ho rappresentato i genitori della scuola primaria in Consiglio d’Istituto, avventura che si è conclusa nel giugno di quest’anno con la promozione – meno male! – del più piccolo, al termine della quinta. Si chiama Jacopo il mio piccolo e spero si faccia onore anche alla secondaria di primo grado, ovviamente ancora qui, in questa scuola della Bovisa da cui in gloria è appena uscito suo fratello maggiore. Matteo, per la cronaca. Alla riunione di Consiglio di giugno avrei voluto verbalizzare il mio ringraziamento e proporre una riflessione, concludendo un ciclo che è stato anche mio. Il tempo incalzava, molti i punti all’ordine del giorno... no, non era quella l’occasione. Così, rientrando a casa, ho cercato il modo di far giungere ugualmente alla “mia” scuola tutto quello che avevo nel cuore a chiusura di questa esperienza. E le parole, o meglio l’incipit, me le ha suggerite un giornalista del Corriere, Giangiacomo Schiavi, che mesi addietro aveva con garbo commentato la lettera di un’insegnante milanese. Il pezzo partiva appunto col titolo “Una lezione di abbracci” e dal contrappunto di battute tra maestra e commentatore emergeva il profilo di una bimba di dieci anni che con timidezza infinita aveva chiesto proprio questa singolare lezione alla sua insegnante. Ripropongo anche a voi le parole che ho poi dedicato in una lettera a Suor Stefania Benini, che nella nostra scuola rappresenta la Primaria. Suor Stefania è stata anche insegnante del mio Teo e l’affetto verso di lei è particolare. Ma è attraverso di lei che ho voluto rendere omag-

gio a un fare diffuso, che mi ha visto testimone nel tempo. Qui al Santa Gemma, dove il carisma dell’Accoglienza penetra parole e atti, ho salutato il mio “tempo Primario” così: Cara Suor Stefania ieri sera in Consiglio non ho avuto modo di uscire come avrei voluto dal ruolo che è stato mio per otto anni, quello di rappresentante della Primaria. Troppi gli argomenti e tutti pressanti. Lo faccio ora e se mi permette sull’onda di una lettera pubblicata dal Corriere poco tempo fa. Le lascio agio di leggerla, unitamente al commento di Giangiacomo Schiavi. Nessuna retorica, per fortuna, ma il messaggio è forte. È proprio da questa lettera pubblicata che parto per commentare quello che di grande i nostri bambini hanno qui presso di Voi, e attraverso i nostri figli noi stessi, genitori. L’abbraccio che arriva a loro e a noi di conserva è quotidiano. È un’accoglienza vera, fatta di gesti e non solo, di attenzione che si concretizza in ascolto e ricerca, pazienza e attesa lungimirante. Grazie Suor Stefania, perchè nessuno qui tra i nostri figli avrebbe mai avuto motivo di richiedere “una lezione di abbracci”, che sono invece e di fatto il patrimonio che i bambini e noi porteremo nella nostra storia. La prego di trasmettere questo messaggio a tutte le sue Colleghe, a riconoscimento del grande impegno comune.


abbracci E grazie ancora, oggi, qui, a Suor Giuseppina della Materna, la prima a insegnare a noi e ai ragazzi l’Accoglienza, e poi a Suor Carla e a Suor Teodolinda, a suor Andreina che ora è a Roggiano mentre noi continuiamo a contare

sul sorriso di Suor Imelda e di Suor Cristina. Attraverso di loro e insieme a loro capisco che accompagnare i piccoli in un abbraccio è un gioco complesso, che riesce solo se i grandi si tengono le braccia gli uni con gli altri, con fiducia e ogni giorno. Il mio affetto a Voi tutte

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Da parte mia, la promessa di una presenza costante, un po’ transfuga magari, e con un pizzico di rimpianto nel cuore.

di Francesca Valli


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Eccoci qui!

di Vittoria Guglielmi

a nome di tutti i suoi ragazzi

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inalmente, di nuovo insieme! Nell’anno scolastico 1980, trenta “formichine laboriose” di sei anni, iniziarono la loro avventura scolastica nell’Istituto Santa Marta di Ventimiglia. Lì ad attenderli colei che noi tutti teniamo ancora e per sempre nei nostri cuori: Suor Rosanna Parola. Il 29 marzo 2008, dopo 28 anni, eccoci tutti, di nuovo insieme in quella medesima aula con lei, la nostra prima, grande, dolce, forte, unica maestra! È stato divertente rincontrare tutti i “vecchi” compagni di classe, ormai giovani uomini e donne di 34 anni, molti accompagnati da fidanzati,mariti, mogli, genitori e pargoli: rasserenante constatare di stare tutti bene e di essere dei “bravi ragazzi”. Semplicemente meraviglioso, emozionante e a tratti commovente, avere finalmente davanti ai nostri occhi ancora fanciulli, la nostra maestra-mamma-amica!

Cara, carissima Suor Rosanna, grazie per l’amore che ha saputo donarci, i suoi occhi ci hanno sempre dato forza, le sue parole insegnamento; lei è per tutti noi nella nostra vita una figura fondamentale. L’abbracciamo trentotto volte!


Con l’affetto della memoria Roma, 10 giugno 2008

Carissime, oggi, dalla casa di Infermeria di Querceto di Sesto Fiorentino, è salita al cielo per l’incontro definitivo con il Signore al quale ha consacrato la sua vita

Carissime, stamane, dalla casa di Infermeria di Querceto di Sesto Fiorentino, serenamente ha raggiunto la beatitudine senza fine

Suor PIERINA TANGA

Suor DONATA CAPPELLINI

nata a Vallata (Avellino) il 19 aprile 1917. Il 21 maggio 1936 era stata ammessa tra le “Angioine” del Conservatorio S. Maria degli Angeli di Firenze, successivamente entrata a fare parte della Congregazione delle Suore di Santa Marta, emise la professione religiosa il 22 aprile 1957. Suora buona, ha passato la sua esistenza prima tra le Suore Angioine e poi nella nostra Famiglia religiosa offrendo a Dio tutta se stessa in umiltà e con grande generosità. È stata una brava cuoca e si è data sempre da fare per cercare di essere attenta ai bisogni di tutte senza riserve e con la cura e l’amore che sosteneva la sua vita intessuta di preghiera semplice e di sinceri gesti di carità. Nella sua lunga permanenza presso il Conservatorio S. Maria degli Angeli ha avuto il dono di condividere il suo servizio apostolico con la carissima sorella Suor Pia. Ci ha lasciato un esempio di fedeltà nelle piccole e grandi occasioni della vita e soprattutto ci ha insegnato a offrire serenamente tutto a Dio che conosce e sa quanto Amore c’è in ogni nostra offerta. Ha trascorso gli ultimi anni nella casa di infermeria, a Querceto, costretta all’infermità da una

penosa malattia che certamente l’ha resa degna di salire, purificata, alle porte del cielo. Ci è caro credere che lì ad attenderla ci fosse la sorella Suor Pia per accompagnarla al banchetto dello Sposo e partecipare insieme alla gioia senza fine. Preghiamo per lei e per tutte le consorelle che ci hanno preceduto perché intercedano per la nostra Famiglia religiosa nuove e sante vocazioni. Aff.ma Madre ANTONIA DEI

Rev.ma Superiora Generale «Desideriamo esprimere le più profonde condoglianze per la scomparsa della cara Suor Pierina Tanga figura operosa e silente che ha scritto u lungo tratto della storia di questo Conservatorio» Consiglio e Amministrazione Conservatorio Santa Maria degli Angeli

nata a S. Michele Agliana (Pistoia) il 2 ottobre 1914, è entrata in comunità il 12 ottobre 1935, ed ha emesso la prima professione il 24 giugno 1938. Il Signore sicuramente l’ha accolta tra le Sue braccia di Padre e le ha preparato il premio riservato ai miti, a coloro che come Suor Donata sanno trasformare la propria vita in un “canto” gioioso e riescono a far godere tutti coloro che li avvicinano. Fin dai primi anni del suo apostolato ha svolto un compito che è risultato subito a lei congeniale, quello di educatrice negli Istituti assistenziali o in scuole materne delle varie nostre opere: a Chiavari, a Genova, a Settignano, a Velletri, a Badia Prataglia, a Castelnuovo …in

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Roma, 4 giugno 2008


Con l’affetto della memoria

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queste ultime case è stata anche responsabile della comunità. Ha amato teneramente i suoi “bambini” specialmente i più bisognosi di affetto, e per loro non ha risparmiato sacrifici e fatiche; ha voluto essere per ciascuno una mamma, e ci è riuscita: lo prova il ricordo bellissimo e commosso testimoniato dai molti che a suo tempo hanno goduto delle sue attenzioni. Questa cara consorella ha saputo donarsi con disinvoltura e generosità anche quando si è presentato per lei il tempo della prova. Pronta all’obbedienza e serena nell’accettazione di ciò che la vita le chiedeva, si è affidata alla volontà del Signore senza lamentarsi mai, anzi accompagnando con la sua bella voce i momenti di serenità e regalando alle consorelle che le erano accanto, espressioni di “buon umore” insieme alla sua preghiera semplice, ma autentica. Affidiamola al Dio che ella ha amato senza riserve per tutta la vita e ringraziamolo per avercela donata. Aff.ma Madre ANTONIA DEI

Dolce obbligo di gratitudine Sento di avere nei confronti di don Giorgio “un debito di riconoscenza”, forse lo stesso che ha condotto qui anche voi, per dargli quel saluto che non abbiamo potuto esprimergli nell’attimo della sua morte. Vogliamo ora assolvere a questo “dolce obbligo di gratitudine” verso un sacerdote vero, un educatore appassionato, un insegnante intelligente, un amico sincero, uno scrittore i cui libri ci hanno detto cose importanti con parole semplici e comprensibili. Le mie parole vogliono dare voce al cordoglio di tutte le persone che gli hanno voluto bene. Non vogliono essere di disturbo al colloquio silente ed orante che ciascuno intrattiene in questo momento con il Signore, con se stesso e con Don Giorgio che ci ha lasciato. Don Giorgio è stato un prete che ha vissuto il suo sacerdozio in un fedele e profondo rapporto con il Signore. Prima di annunciare la fede agli altri, l’ha vissuta lui in prima persona. Conservava nel suo cuore, pur nella molteplicità delle sue occupazioni, “un angolo monastico” in cui unificare tutto se stesso in un rapporto singolare ed affettuoso con il Signore. Don Giorgio era fedele ai suoi momenti di preghiera vissuti in quel silenzio che conferisce efficacia alla parola che si ascolta e alle parole che si dicono. Don Giorgio è stato capace di amare tante persone, senza però

legarle a sé, ma sempre per portarle al Signore. È questo un esercizio difficile: la tentazione spesso è quella di ricondurre l’altro a me, di capire dell’altro soltanto ciò che è assimilabile ai miei pensieri, ai miei gusti, alla mia esperienza, alle mie aspettative. Don Giorgio ha sempre avuto “una amorevole attenzione” al vissuto di ogni persona, una capacità di ascolto infinita. Il suo è stato un rapporto dove la verità era sempre esposta con pacatezza, in un confronto senza condanna, nell’esercizio di virtù semplici ma importanti come: la calma, il rispetto, una pregiudiziale benevolenza, la cordialità, la gentilezza. Tutto nella più grande libertà e sempre con discrezione somma, senza invadenza o ingerenza alcuna. Don Giorgio è stato una persona capace di una grande generosità senza fare mai pesare il suo aiuto. Era incapace, se richiesto di qualcosa, di dire di no. E questo per la Diocesi, gli Scout, per la scuola, per stendere un articolo, per una predicazione a Suore sperse in un monastero tra i monti. Invitarlo era sempre un momento festoso anche se gli era costato un lungo viaggio, ore di macchina, lungo tempo passato al computer per stendere una relazione. Sempre con un sorriso e un umorismo intelligente e benevolo. Queste sue doti e il suo carattere sempre gioioso gli hanno donato una grande schiera di amici, semplici o importanti (vorrei ricordare la sua amicizia con Mons. Macchi e


Don Giancarlo Noè

Don Giorgio …un dono grande Incontrare una persona con cui creare un rapporto spirituale che possa continuare per tanti anni è un dono grande. Io ho avuto questo dono che mi ha dato la possibilità di fare un’esperienza bella e costruttiva. Incontrai don Giorgio a Roggiano nel 1982 e fino a quando ha continuato a frequentare questa Comunità, è stata per me

un’opportunità utile : avere un dialogo aperto, un aiuto costante ed efficace per la mia vita spirituale. Don Giorgio era un punto di riferimento sicuro, discreto ma autorevole. Parlava poco e ascoltava molto, con pazienza e bontà, mi dava sempre una risposta concreta e persuasiva. Posso dire che mi è stato di grande insegnamento di spiritualità e un esempio di vita. In tutto il suo comportamento era di una sobrietà finissima, riservato, semplice e profondo. Mi aiutava a liberarmi da tante cose, era intransigente, non ammetteva mezze misure, usava sempre la parola: “tutto”. Avendo trascorso qui a Roggiano alcune convalescenze, ho avuto modo di conoscerlo abbastanza da vicino, ho potuto capire proprio nella sofferenza la sua inesauribile forza di volontà che si poteva spiegare soltanto per la sua forte personalità. Diceva che dobbiamo accettare tutto dalla vita con umiltà. Pregava tantissimo, anche negli ultimi tempi, quando la sua salute veniva meno, l’ho veduto stare ore in ginocchio con la corona del rosario in mano. Aveva infatti una profonda devozione alla Madonna e celebrava volentieri la santa Messa in suo onore. La presenza di don Giorgio a Roggiano è stata preziosa, rendendosi sempre disponibile, instancabile fino a venire con molta fatica a celebrare con noi la festa del nostro cinquantesimo il 5 aprile. Nell’arco di questi anni, ha tenuto a Roggiano vari corsi di Esercizi Spirituali, celebrato tantissime

sante Messe e tenuto molti incontri di ritiri mensili per la nostra Comunità. Un patrimonio di spiritualità che rimane vivo nel nostro cuore con affetto e gratitudine. Voleva che la Parola di Dio entrasse nella vita di ciascuna con serietà e amore per saperla calare nel proprio quotidiano. Ci richiamava spesso le esortazioni del nostro Padre Fondatore ricordandoci le sue parole: “Dovete farvi sante!” e aggiungeva: “per godere l’Amore di Dio!”. Questo era il desiderio di don Giorgio, aiutarci a perfezionare la nostra vita religiosa, per essere sempre più degne della nostra vocazione. Il ricordo di don Giorgio mi porta ad esprimere questi miei sentimenti di profonda riconoscenza per l’immenso bene ricevuto, per la speranza, per la gioia interiore e per l’amicizia. Grazie, Signore!

Suor Agata

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con lo stesso Paolo VI) che oggi lo ricordano con affetto. Infine Don Giorgio ha avuto una virtù rara: l’umiltà, desideroso di stare sempre in secondo piano anche quando ha occupato responsabilità importanti, nazionali, sovra diocesane. Con un senso della misura e del riserbo davvero rari. Mi piace concludere con la parole che la liturgia ambrosiana ci faceva leggere nella preghiera del Vespero di quel venerdì in cui don Giorgio ci lasciava. Le ho sentite più vere che mai applicandole a lui. “Mesto si muore il giorno, già la notte discende: a te, Signore, che domini il tempo devoto sale nel vespero il canto. Nella tua vigna, o Cristo, ha faticato il servo; ora non puoi negargli la mercede promessa. Tu che mi hai dato il vigore mi doni anche il riposo; da te che sei fedele il premio aspetto nell’ultima sera. Si canti eterna gloria a Gesù Cristo Signore, al Padre e allo Spirito unico Dio nei secoli. Amen.”


Maria, nella sua gloria celeste vede noi, le nostre cose e prova per noi una tenera compassione. Mons. Tommaso Reggio


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