notiziario delle suore di santa marta
Editoriale
In missione
3 Editoriale
19 Con emozione... si parte
la Redazione
da Novate Milanese
22 Gli dei dell’Olimpo fanno tappa a Rodengo
Parola di Dio 4
Chi guarda verso il cielo, si apre a Dio e alla vita
don Andrea Buffoli
Rodengo-Saiano
24 La porta del tempo
suor Francesca Verdorfer
26 Verso un luogo di consolazione
Attualità 7
Le diverse fedi non sono barriere ma ponti fra i popoli
suor Damiana Spignoli
suor Cornelia Macina
28 L’Educandato di Roggiano incontra Papa Francesco
da Roggiano
29 Il Cardinale Scola a Vighizzolo
La parola a... Madre Carla 9
L’evento che ci coinvolge tutte!
Spiritualità e carisma 10 Abbracciando il quotidiano incontriamo la verità e la vita
le Juniores
12 Tanti doni per noi Signore
le Juniores
13 Il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore
le Suore del Venticinquesimo
Percorsi di formazione 16 Il tuo popolo sarà il mio popolo, il tuo Dio sarà il mio Dio
le Juniores
suor Alessandra Fabbrucci
30 Piano Terra... e venne ad abitare in mezzo a noi - Centro estivo 2014
suor Aloysia
32 Ventimiglia: due eventi importanti
dal Seminario di Bordighera
33 CONdividere la strada della vita
da Rodengo-Saiano
34 Una continuità verticale
le educatrici
35 L’arte di Davide Puma entra nella Cattedrale di Ventimiglia
da Ventimiglia
36 Gite all’aperto
da Puria Valsolda
38 Aria di festa a Luco di Mugello
una mamma e una nonna
40 Una scuola per la vita
Notiziario delle suore di santa marta
Mariangela Melica
Frammenti di santità 18
Pagine aperte
suor Emma Casini
42 La seconda volta la scuola parrocchiale “Sacra Famiglia”
Via V. Orsini, 15 00192 Roma
Barbara e Marco
43 Emozioni
Quadrimestrale Anno LXXXII
Redazione suor Alessandra F., suor Damiana, suor Francesca, suor Maria Pia, suor Mariana Suore di Santa Marta Via Montenero, 4 - 22063 Vighizzolo di Cantù (CO) Tel. 031.730159 camfede@istitutosantamarta.org Stampa Àncora Arti Grafiche - Milano Progetto grafico In.pagina di Bergamaschi Fabio www.studioinpagina.it
suor Maria Rossini
44 Parole e segni
una consorella
45 Nella Tua luce la sua pace
Alunni di Roggiano
Con l’affetto della memoria 46
suor Germana Gelmi; suor Augusta Costa; suor Ilaria Barlassina; suor Anastasia Renzoni
Editoriale
La Redazione
Ti saluto Maria
modello di ogni credente
Ti saluto, Signora santa, regina santissima, Madre di Dio, Maria, modello di ogni credente, che sempre sei Vergine, eletta dal santissimo Padre celeste e da Lui, col santissimo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Paraclito, consacrata. Tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene. Ti saluto, suo palazzo. Ti saluto, sua tenda. Ti saluto, sua casa. Ti saluto, suo vestimento. Ti saluto, sua ancella. Ti saluto, sua Madre. E saluto voi tutte, sante virtù, che per grazia e lume dello Spirito Santo siete infuse nei cuori dei fedeli affinché li rendiate, da infedeli, fedeli a Dio. Tra i messaggi che ci giungono da Maria il più prezioso è custodito nelle ultime parole che di lei ci riporta il Vangelo nell’episodio di Cana di Galilea. Maria le disse ai servi e ora le ripete a noi: “fate quello che Lui vi dirà”, cioè ascoltate Gesù e mettete al centro della vostra vita il Vangelo. Papa Francesco ripete in modo insistente lo stesso invito, ci dice di ascoltare “l’annuncio gioioso” del Vangelo di Gesù per rinnovare il nostro in-
contro con Lui. Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo non è per lui perché nessuno è escluso dalla gioia del Signore. Si parla di gioia, la gioia di una fede che si fonda sul rapporto con Gesù. Questo rapporto, come ogni relazione, va tenuto vivo facendo tesoro di molte occasioni che ci vengono offerte a tutti i livelli. Noi credenti abbiamo urgenza di metterci in ascolto delle parole di Gesù per essere attenti a saper leggere i segni dei tempi e imparare il suo stile nel valutare, nel giudicare e nello scegliere. In questo cammino di “ascolto” e di “missione” sentiamoci vicino Maria, la Madre di Dio. Affidiamole il nostro mondo così travagliato, i fratelli, non solo cristiani, che sperimentano la persecuzione fino al martirio senza che si alzino, a livello internazionale, voci di vicinanza e di condanna e invochiamola con fiducia “Regina della pace”.
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Nel cuore dell’estate celebriamo una delle più belle feste della Madonna: quella della sua glorificazione. I segni dell’amore e della fiducia verso la Madre di Dio sono ancora vivi nel popolo. Noi siamo eredi di una tradizione di fede che ci conforta e che dobbiamo impegnarci a trasmettere ai nostri giovani e bambini. I grandi scrittori del passato hanno dedicato bellissime laudi a Maria. Anche San Francesco le ha composte e una delle poche che sono state conservate ci insegna a contemplare la Madre di Dio come abitazione della Trinità, immagine della Chiesa e modello da imitare da ogni credente.
Parola di Dio
Chi guarda vers si apre a Dio e L
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a festa dell’Assunzione di Maria è posta nel pieno del tempo dell’estate: il Signore risorto è presente sempre nella nostra esistenza e, anche nel momento del riposo, ci dice in Maria il destino di luce e di vita che ci attende e verso il quale dobbiamo camminare ogni giorno. Non ci viene raccontato dalla Parola di Dio odierna come Maria è assunta in cielo, ma ci viene detto il grande mistero della Risurrezione che attende ogni uomo che crede al Signore e vede in Gesù il compimento di tutto il suo cammino. Nella prima lettura dal libro dell’Apocalisse si apre il Santuario di Dio: Dio non ha paura ancora oggi di venirci incontro. Non siamo noi ad andare da lui, ma è lui a venirci incontro e ad aprire le porte della vita. Siamo sempre pronti ad aprire il nostro cuore alla sua presenza? Appaiono nel cielo la donna con la corona di dodici stelle e il drago: segno della lotta che ogni giorno siamo chiamati a vivere tra bene e male, tra l’amore donato e ricevuto e un cuore chiuso a Dio e ai fratelli. La lotta c’è ed è cruenta, ma la lettura si conclude con un trionfo cantato da una voce potente e con la donna che fugge nel deserto, dove “Dio le aveva preparato un rifugio…” Un messaggio colmo di speranza: nel nostro quotidiano, nella nostra vita dove lottiamo tra bene e male, Dio ci prepara un rifugio, do-
ve siamo chiamati a dimorare presso di Lui. Questa è la vita che, in Dio, oggi ci viene incontro. Maria per prima con il suo “Eccomi” non ha avuto paura di essere grembo accogliente e dimora pronta per Gesù. Allo stesso modo chiediamo oggi un cuore capace di accogliere la Parola che Dio ci rivolge e che questa parola diventi ogni giorno grembo e custodia preziosa della sua presenza in noi. Nel brano della lettera ai Corinzi, Paolo ci ricorda che in virtù della risurrezione di Cristo tutti noi siamo chiamati alla vita eterna. Attraversando e vivendo la vita fino in fondo e con passione, vivendo “in Cristo”, vinceremo tutto, addirittura come “ultimo nemico” anche la morte. Si delinea nel nostro percorso sempre più a chiare lettere che non siamo “figli di nessuno” ma, custoditi nell’amore di Dio, siamo suoi figli amati e in virtù di questo amore possiamo dire “sì” alla vita. Maria è in tutto questo colei che per prima dice sì alla vita che Dio le affida: Maria fin dall’annuncio dell’angelo non capisce fino in fondo ma si fida, si affida! È la fede che rende Maria pronta ad aprire il cuore, è la fede che apre Maria verso la vita, è la fede che aprirà a Maria la strada verso il cielo. Come lei anche noi possiamo camminare verso questa certezza! Nel vangelo vediamo Maria che inizia, dopo l’annuncio dell’angelo Gabriele, il suo viaggio, metafora di tutti i viaggi dell’anima e del-
la nostra stessa esistenza. Ogni giorno infatti la nostra vita si apre dall’interno all’esterno, dalla solitudine del cuore ai nostri affetti e relazioni più vere. La fretta di Maria ci rivela il suo affidamento e magari anche la sua curiosità verso un progetto, non pienamente compreso, ma dove ci è rivelato che il mistero appartiene a ciascuno di noi e dona senso più vero al nostro cammino. Maria va, portando in grembo il Signore, il “Verbo”; è compito di ciascuno di noi mettersi in cammino portando ai nostri fratelli il Verbo, la parola del Signore, per mostrare come la Parola ci ha visitati e cambia ogni giorno il nostro cuore. “Entrata nella casa”: Elisabetta e Maria custodiscono nel silenzio ciò che sta loro accadendo, quasi a dirci che il mistero di Dio in noi è anzitutto intimità e silenzio, ascolto interiore e custodia. Solo a partire da questo “vissuto interiore” può nascere la reciproca benedizione che le due
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so il cielo, alla vita
di don Andrea Buffoli
Parola di Dio
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donne si donano. Quante volte, specie oggi, il silenzio ci sembra tempo perso: è invece il momento prezioso perché la Parola entri nel cuore e agisca; solo allora le nostre parole saranno vissute e vere. “Benedetta tu”: Sono le prime parole del Vangelo e sono parole di benedizione: l’angelo invitava Maria alla gioia, Elisabetta conferma che Dio dona “benedizione”. Dio dice bene di noi e della nostra vita; la prima parola di Dio sull’uomo non è di accusa o di giudizio ma di bene e di attenzione per la nostra piccola umanità. Gli affetti e le case che diventano luoghi di benedizione, sono i luoghi più autentici e più veri. Dal cuore di Maria nasce la lode; tutte le preghiere più belle nascono intorno alla figura di Maria, il suo cuore in ascolto e in cammino genera preghiera, relazione vera con Dio. E il magnificat rivela anzitutto la fede di Maria: “è Lui che…” nel Magnificat è anzitutto Dio che agisce; la più grande fede non sta nell’esaltare ciò che io faccio per Dio, ma ciò che Lui fa per me, i miracoli che fa accadere ogni giorno nella mia vita. Ancora una volta ci è detto che siamo vivi per un amore che ci è donato e che ci precede sempre, per il quale siamo figli benedetti! Il Dio del Magnificat è un Dio che non sta fermo, con le mani in mano, perché è
un Dio innamorato e chi è innamorato è tutto rivolto all’amato. il Magnificat ci rivela un Dio innamorato dell’uomo: pregando il Magnificat sul far della sera, non dimentichiamo che, fino alla sera della nostra vita, saremo custoditi da questo amore grande di Dio. La scena evangelica odierna si svolge interamente nella casa; e Maria, dice l’evangelista Luca, “rimase con lei circa tre mesi”. Ricominciamo a “fare casa”: permettiamo a noi e alle nostre famiglie che la casa diventi il luogo degli affetti, della verità, dell’affrontare e vivere le gioie e le fatiche, i dolori e le speranze. Così la casa, diventerà anche il luogo della benedizione, della preghiera, della custodia amorosa, talvolta silenziosa, della presenza di Dio che non ha mai paura di fare casa con noi. Dove c’è casa, c’è sempre un padre che ci aspetta a braccia aperte. Da adolescente pregavo in parrocchia una preghiera a Maria di sant’ Ambrogio che inizia così: “O Maria, vogliamo accoglierti in noi come immagine ispiratrice di vita…” A Colei che ispira la nostra vita, a Colei che assunta in cielo ci apre la strada verso Dio, chiediamo il dono di una fede che diventa abbandono, affidamento, cammino, benedizione, lode, fare casa.
AttualitĂ
Le diverse fedi non sono barriere ma ponti fra i popoli I
n questi ultimi mesi abbiamo visto cose tremende: donne rapite e distribuite come merce ai vincitori, i cristiani hanno avuto una sorte terribile nel nord dell’Iraq, obbligati a fuggire dalle loro case per evitare una conversione imposta dall’islam totalitario. Abbiamo visto soldati umiliati prima di essere fucilati in massa, giornalisti decapitati. La galleria degli orrori potrebbe continuare! 7 Camminando con fede  2/2014
di Suor Damiana Spignoli
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I campi allestiti in Iraq per i profughi siriani in fuga dalla guerra civile, che è in atto da più di tre anni, sono ora invasi dai fuggiaschi iracheni che scendono dal nord e gli operatori umanitari si trovano in difficoltà sempre più gravi! Dopo un viaggio snervante che li ha decimati, un gruppo sono arrivati fino in Libano! I racconti e le immagini di centinaia di migliaia di profughi, in maggioranza donne e bambini, che cercano rifugio e percorrono centinaia di chilometri, scalzi e senza acqua, in zone desertiche a una temperatura di 48-50 gradi si moltiplicano sui nostri schermi come pure le scene di crudeltà e le barbare uccisioni con il forte rischio di pensarli alla fine come una fiction televisiva. Così cresce la rassegnazione a questo stato di cose e molti oggi dubitano che sia la PACE il FUTURO del mondo. Qualcuno dice che è ora della guerra all’islam che ha cominciato per primo a combattere la nostra civiltà. Non c’è altro da fare? Il Convegno tenutosi ad Anversa in Belgio dal 7 al 9 settembre con il tema “Religioni e culture in dialogo 100 anni dopo la Prima guerra mondiale. La pace è il futuro” ha visto riuniti trecentocinquanta esponenti di Religioni diverse che hanno ribadito che non si può rinunciare alla pace ma che la si deve cercare con fermezza e tenacia. Molte sono state le testimonianze di dolore risuonate nella grande assemblea. Le più toccanti sono state quelle del Patriarca
siriaco Aphrem II, di Vian Dakheel, deputata irachena di etnia Yazida, sul genocidio in atto nei confronti del suo popolo da parte del califfato nascente e quelle dei rappresentanti della Nigeria. La situazione non è facile e non basta gridare pace, pace! Bisogna trovare le vie della pace delegittimando la guerra e la violenza di ogni tipo senza stancarsi di ripetere che chi usa la religione per giustificarle non lo fa perché è credente, ma perché cerca il potere. Il Gran Muftì d’Egitto (non è cosa da poco) ha intimato ai fondamentalisti di non deturpare l’islam: gli estremisti non hanno niente a che vedere con il Corano dove si afferma che il compito di ogni credente è il dialogo! Il mondo musulmano è però una realtà articolata e in gran travaglio. Tutti i presenti si sono trovati d’accordo nel fatto che non si devono chiudere le porte al dialogo anche se si è parlato di totalitarismo islamico, divenuto aggressivo in molte parti del mondo. Dall’incontro di Anversa è comunque scaturito un impulso di fiducia nella pace che è il messaggio profondo di tutte le Religioni. Ma, lo sappiamo, la pace non è dietro l’angolo e il nostro non è tempo di semplificazioni. Ci vuole una ricerca tenace della pace, uno sforzo per comprendere le singole situazioni e riuscire anche a compiere scelte politiche concrete ed equilibrate. Si, la pace non è facile ma non impossibile! È importante anche non rinunciare a chiederla a Dio nella preghiera perché essa si realizzi come ha scritto anche Papa Francesco nel lungo messaggio inviato ai partecipanti al Convegno: “La ricerca della pace e della comprensione attraverso la preghiera può creare legami durevoli di unità e prevalere sulle passioni di guerra”.
La parola a...
Madre Carla
L’evento che ci coinvolge tutte! asso dopo passo ci avviciniamo a un momento importante per la nostra Famiglia Religiosa, oserei dire il più importante, quello della celebrazione del XVII Capitolo Generale. È un tempo che ci vede tutte in cammino ed è bello, nei momenti importanti, riscoprire i mille volti della nostra storia, del nostro Carisma, del nostro andare verso gli uomini cercando di non perdere “la fretta amorosa” di Marta che vuol servire subito il Maestro. La sua infatti non è solo fretta, è fede grande e genuina, quella che la porterà ad esclamare con certezza: “Credo che Tu sei il Cristo il Figlio del Dio vivente”. Quanto è grande questa figura che ci richiama alla semplicità e alla solidità di una fede senza “se” e senza “ma”, perché anche nel dolore la certezza annulla ogni dubbio! Quanto è grande il patrimonio di fede, di amore e di servizio che imitando lei ci ha portato fino qui!
È il momento di fare memoria e di cantare la gratitudine. È il momento di far scorrere i mille rivoli della nostra preghiera, delle nostre offerte, della nostra quotidianità, vissuta in pienezza, perché diventino ruscello d’acqua fresca che fa “rifiorire” ciò che si può inaridire e rimanere senza vita. È il momento della responsabilità e dell’appartenenza: nulla può accadere che non sia vissuto come “nostro” e non tocchi ogni nostra fibra. Dobbiamo essere anche noi capaci di far uscire, al momento giusto, il grido della fede che riconosce il niente anche là dove la morte può far scendere le ombre e seppellire la gioia. Nel lavoro personale e comunitario, nell’impegno di preparazione, di analisi e di confronto realistico e profondo il Signore ci consenta di dare alla Chiesa e per la Chiesa tutto quello che siamo così come il nostro Beato Padre Fondatore sognava. E sia cosi.
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Spiritualità e carisma
Abbracciando il qu incontriamo la Verit Q
uest’anno abbiamo avuto la possibilità di visitare la Cappella Redemptoris Mater insieme a mons. Giuseppe Scotti; da questa visita cogliamo l’opportunità per riflettere sulla nostra identità in rapporto alla giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Il perché si deve al collegamento che mons. Scotti ci ha invitato a fare riguardo alla nostra identità come suore di Santa Marta.
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Come abbiamo voluto esprimere nell’immagine da noi preparata, la nostra identità è un intreccio tra vita di preghiera e azione. Come Edith Stein è stata capace di abbracciare la sorte del suo popolo perché donna contemplativa, così ogni suora di Santa Marta è chiamata ad abbracciare il suo quotidiano, talvolta segnato dall’apparente assenza di Dio. Il nostro essere spose di Cristo seguendo il
cammino fatto da Marta nella fede, ci permette di vedere Dio lì dove Lui “si è nascosto”. Siamo chiamate ad abbracciare “il roveto ardente” nella fatica, perché è lì che ci aspetta il nostro Signore. Siamo capaci di volare dove c’è la necessità perché abbiamo capito che la contemplazione del Cristo nella preghiera ci fa sollecite ai bisogni dell’uomo, proprio come il Buon Samaritano che il P. Rupnik ha voluto segnalare come un modello di sequela del Signore. Sprigionando questo nostro stile di vita nel mondo, arriveremo ai cuori di tanti e tante giovani che cercano il senso della propria esistenza e si chiedono il perché di una scelta di vita come la consacrazione religiosa in un momento storico dove è possibile “fare del bene” senza ricorrere ad essa. A questa ricerca viene incontro il motto della giornata di preghiera per le vocazioni di quest’anno: “Apriti alla Verità porterai la Vita”. È la Chiesa che invita i giovani a un’apertura alla Verità che è Cristo, siamo noi disponibili a renderci provocazione e richiamo per ognuno di loro? Siamo convinte che la freschezza e radicalità del nostro carisma è ancora oggi attraente e attuale, così con il desiderio di renderci provocazione nella Chiesa e nel mondo ricordiamo che siamo presenti nello spazio digitale… www.suoresantamartavocazioni.com
Signore Dio! Inginocchiate, oggi, davanti al tuo altare, ti diciamo con il cuore colmo di fiducia: “dona vocazioni alla tua Chiesa, e alla nostra Congregazione”. Volgi il tuo sguardo con tenerezza di Padre, verso la nostra Famiglia Religiosa, e non permettere che il suo divenire si trasformi in deserto a causa delle nostre miserie. Fa’, Signore, che essa fiorisca per la santità del nostro Padre Fondatore, per la fedeltà di tante consorelle nostre che ci hanno preceduto, e per quelle che, nel silenzio del loro apostolato, fanno della loro vita un’offerta gradita ai tuoi occhi. Fa’, Signore, che le giovani che bussano alle nostre porte, 11 trovino in ognuna di noi, “Betanie accoglienti ed oranti” Dove si respiri lo stesso clima della prima Betania in cui Marta passava ore e ore in intimità con Te. Sveglia in loro la capacità di stupirsi perché, innamorate delle meraviglie della tua Bontà e Misericordia, offrano, nella fedeltà a Te, la loro vita in un servizio accogliente e generoso in favore dei più bisognosi. Amen. Camminando con fede 2/2014
uotidiano à e la vita
le Juniores
Spiritualità e carisma
Tanti doni per noi, o Signore!
le Juniores
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razie Signore perché ci hai permesso di realizzare un nostro sogno, essere pellegrine ad Assisi! Siamo davvero grate alle nostre Madri che ci hanno permesso di vivere questa esperienza per rinforzare la nostra scelta per Gesù, prendendo a modello di santità San Francesco e Santa Chiara. A questi due grandi santi della Chiesa, abbiamo affidato la nostra Famiglia Religiosa, a loro abbiamo chiesto di intercedere per la fedeltà delle nostre carissime Madri e di ogni Suora di Santa Marta sparse nel mondo, perché possiamo tutte noi, ogni giorno diventare vere e gioiose discepole di Gesù Cristo. Abbiamo percorso le stesse strade sulle qualli Francesco e Chiara hanno camminato, questo ci ha fatto sperimentare una profonda gioia e al tempo stesso ha accresciuto in noi la certezza che così come loro anche noi possiamo donare la nostra vita con un amore incondizionato al Maestro. La Porziuncula, la Basilica di San Francesco e di Santa Chiara, le varie chiese che riempiono la città ci hanno fatto vivere in profondo raccoglimento i nostri momenti di preghiera fino a sentire la spiritualità francescana. Questo momento ci ha permesso di fare condivisione tra di noi, consolidando il nostro amore e la nostra appartenenza alla Famiglia Religiosa. Abbiamo tanto pregato per questo mondo bisognoso e povero d’amore, affinché il Signore ascolti la voce di tante anime che gridano per avere salvezza e pace.
Condividiamo la nostra esperienza perchè vogliamo rendere participe ognuna di voi della nostra gioia di essere Suore di Santa Marta. Perché nutrite dall’esempio di vita dei santi e di molte persone che vivono la fede con tanto entusiasmo ed eroismo possiamo anche noi diventare luce per gli altri, e non dimenticare mai che il nostro Padre Tommaso ci voleva sante ad ogni costo.
“Rapisca, ti prego, o Signore, l’ardente e dolce forza del tuo amore la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo, perché io muoia per amore dell’amor tuo, come tu ti sei degnato morire per amore dell’amore mio”. (Preghiera Absorbeat, San Francesco)
25° di professione religiosa
Il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore
le Suore del Venticinquesimo
così che la nostra anima “esplode” nel ringraziamento per venticinque anni di fedeltà a Dio. Egli ha camminato insieme ad ognuna di noi; è canto di abbandono fiducioso nel vedere che Lui cammina davanti a noi certe che l’opera che ha iniziato non rimarrà incompiuta. Siamo giunte a Roma, dieci suore, pronte a vivere questa bella esperienza, dopo tanti anni che non ci vedevamo: Cile, Italia, India, Libano, ancora insieme per rinnovare il nostro Sì! Esprimiamo la nostra profonda gratitudine anche alla carissima Madre Carla e a tutta la nostra Famiglia religiosa. È questo il sentimento che esprime il nostro cuore al termine di un periodo ricco di esperienze, di “vita” vissuta nuovamente insieme, in sintonia e nella condivisione piena di emozioni, storie e riflessioni. Siamo state accolte con tanta gioia e non è stato difficile per noi sentirsi “a casa”. Madre Lilian a cui va un grazie speciale, ci ha guidate passo dopo passo proprio lì, nel luogo del nostro vecchio caro Noviziato! E sorpresa ancor più bella, Madre Carla ci ha dato la possibilità di andare a Querceto di Sesto Fiorentino, dove abbiamo la nostra casa di riposo e dove abbiamo potuto riabbracciare colei che ci ha accolto e guidato nei primi passi tra le Suore di Santa Marta, la nostra cara Madre Maestra, suor Francesca Castrezzati; ci aspettava e non vedeva l’ora di rivedere le sue care figliole! Davvero un incontro bellissimo! Abbiamo vissuto con gioia ed entusiasmo i pellegrinaggi ad Assisi, a Montecassino, a Subiaco,
la visita alle Basiliche Maggiori di Roma, alla Città del Vaticano, fino all’Angelus in P.zza San Pietro, per ascoltare la parola di Papa Francesco ed esultare davvero con tanta gente! Sono stati significativi e molto importanti per noi i momenti di riflessione guidati da Madre Lilian, da Padre Terrinoni, da Padre Vernaschi e dal professor Montuschi. Il prezioso lavoro individuale, la condivisione nel gruppo di tutto ciò che per noi è stato significativo in questi 25 anni, hanno contribuito a renderci ancor più consapevoli del grande dono della Consacrazione religiosa e di come il Signore ha operato prodigi nella storia di ciascuna. Abbiamo desiderato condividere un pomeriggio anche con Madre Antonia, che ci ha guidate nei primi anni di Juniorato. E per concludere, a Roggiano, per gli Esercizi Spirituali guidati da Mons. Manetti, Vescovo di Montepulciano. Anche le sue meditazioni ci hanno aiutato a gustare quanto sia bello e importante per la nostra vita stare in relazione con Gesù, sempre! Il 21 luglio con una solenne celebrazione eucaristica, ancora una volta noi dieci suore abbiamo rinnovato la gioia di appartenere al Signore e rinsaldata la speranza di proseguire per ancora venticinque anni di fedeltà!
Appunti… per sempre Il percorso biblico che ci è stato proposto da Padre Terrinoni, ci ha fatto riflettere sulla chiamata, libera iniziativa di Dio, sulla consacrazione, sua opera e suo dono e sul progetto d’amore che
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Lui prepara per ciascuno di noi, sua “creatura unica e irripetibile”. Il suo amore investe tutta la nostra persona e tutto di noi è importante, il lavoro, gli affetti, le delusioni, le fatiche, le gioie… È Lui la nostra ragione di vita. Sostenute da questa certezza ci rendiamo disponibili ad essere dono, a vivere la nostra consacrazione in un’ottica di gratuità, di reciprocità, con un’apertura piena nei confronti dell’altro. La donazione deve essere generosa ed esige coraggio e sacrificio; se si è in profonda comunione con il Signore sappiamo che tutto ciò è scontato. Si ama con l’amore che dona Lui e con un amore intensamente umano, con la nostra componente psicologica e la sua componente divina. Nell’esperienza dell’amore ciascuna di noi consegue l’armonia della propria persona e realizza pienamente se stessa. Anche il professor Montuschi ci ha accompagnate in questo far memoria dei nostri 25 anni di consacrazione religiosa. Far riemergere vissuti, sentimenti, volti che appartengono alla prima chiamata e rivedere questo bagaglio del passato con gli occhi di oggi, così da definire questa tappa come tempo di beatitudine. Innanzitutto ci deve animare l’atteggiamento di consapevolezza, legato al vissuto di questi anni. Da esso poi scaturiscono parole come gratitudine, fedeltà, gioia, comunione, misericordia, cammino, sacrificio, perdono. Per noi ricordare i 25 anni significa anche riflettere su segnali particolari: • la chiamata che è diversa dall’inizio essendo maturata con noi • la risposta personale, anche questa sempre in crescita, attraverso il rapporto con noi stesse, con Dio e con le consorelle • la gratitudine, sentimento esaltato nel Vangelo, è l’espressione della nostra consapevolezza di un dono ricevuto • il guardare oltre, vuol dire essere consapevoli di quello che noi vogliamo essere, quale direzione dare ancora alla nostra vita, progettare, dunque, in impegni personali. Un aspetto che ci ha molto coinvolte è stato quello dei rapporti con gli altri. Spesso ci sentiamo condizionati e siamo portati ad assumere due
comportamenti: rassegnazione o accettazione. Nella rassegnazione si soffre sopportando, invece è bene dire la propria opinione in un momento di serenità; è bene essere ascoltati anche se non si arriva ad un accordo. Se non reagiamo diamo all’altro un grande potere. Nell’accettazione invece, si prende atto che sta succedendo qualcosa di sgradevole. Qui scatta l’autostima, il dialogo interiore, un modo di sentire che ci educa interiormente ad avere sentimenti positivi e a governare gli stati dell’IO. Padre Vernaschi ci ha guidate ad approfondire e gustare ancor di più la frase suggerita da Madre Lilian e da noi accolta con entusiasmo: “il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore”. Riconosciamo la voce di Maria, che è tutta protesa a far grande Colui che ha fatto per lei meraviglie. Come altre donne dell’Antico Testamento: Miriam, Debora, Giuditta, Anna canta la salvezza per mano di Dio e la realizzazione di una promessa per Israele. Il Magnificat è portatore di questa grande promessa. C’è un’azione continuativa da parte di Dio: ha fatto – fa – farà. Maria che si sente tra gli anawin, i poveri del Signore, rilegge gli eventi del passato e quello che sta avvenendo in lei. Anche noi, ogni volta che cantiamo il Magnificat cantiamo la speranza in Dio. Da Maria impariamo cosa vuol dire fare memoria: ascolto della Parola nel proprio cuore, dialogo con la Parola perché continuamente mi coinvolge. Dunque cosa è per noi far memoria in questo preciso momento? È un ritorno allo spirito di Betania, è un ripensare al modo con cui Dio si è fatto presente nella nostra vita, è un rileggere la chiamata nella consapevolezza che tutto è grazia. Contemplare Maria nel suo Sì, quello iniziale e quello pronunciato nei momenti belli e difficili vissuti con Gesù e per Gesù, sotto la croce sicuramente ha fatto memoria delle parole profetiche dell’anziano Simeone. Questo atteggiamento della Madre del Signore suscita nel cuore ammirazione e incoraggiamento: il Sì degli inizi, ripeterlo ancora oggi nella consapevolezza, è il Sì a tutti gli aspetti della vita; gradualmente Dio ci ha purificato e continua a farlo. È un invito: il Sì ad assumere come modello Maria, con l’attenzione a Dio e all’umanità.
25° di professione religiosa Suor Maria AlejandraRojas Suor Giuseppina Giordano Suor Francesca Verdorfer Suor Noha Haddad Suor HindHaddad Suor Antonietta Casalino Suor Luciana Dotto Suor KusumamKottackal Suor LussikuttyVattamthottiyil Suor Regi Edasseri
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Il tuo popolo sar
rà il mio popolo il tuo Dio sarà il mio Dio le Juniores
ncora una volta abbiamo potuto godere di un tempo carico dei doni del Signore nello Juniorato e siamo molto grate alla nostra famiglia religiosa che non ci lascia mancare nulla, anzi, possiamo affermare di sentirci come le “pupille degli occhi” e questi giorni di formazione, preghiera e riposo vengono a confermarlo. Abbiamo cominciato il percorso di quest’anno approfondendo la lettura del libro di Rut; Madre Antonia ci ha presentato la vicenda di questa donna in un modo che senz’altro ci ha permesso di andare “oltre” la vicenda raccontata; ci siamo sentite interpellate nella ricerca di una risposta radicale, nella donazione di noi stesse in un modo totale, proprio come Rut fece nei confronti di sua suocera. Il lavoro però non si è fermato qui, abbiamo potuto godere delle riflessioni proposte da Mons. Gero alle suore che facevano gli Esercizi e in un modo tutto particolare, il Signore ci ripeteva con altro linguaggio le stesse parole che nel mattino ci aveva sussurrato nel cuore. Abbiamo anche lavorato con il quinto capitolo dell’Evangelii Gaudium cercando collegamenti con la nostra Regola di Vita.
Come negli anni precedenti la nostra Madre Generale ha organizzato per noi una giornata per conoscere degli elementi della cultura italiana; quest’anno siamo andate a Milano per scoprire l’altro volto della città, quello dell’arte. Abbiamo visitato la Chiesa di S. Ambrogio, Santa Maria delle Grazie, il Duomo e il castello degli Sforza con il museo che si trova all’interno. È stata fu una bellissima giornata terminata nella contemplazione di un’ opera carica di profondità spirituale: la Pietà Rondanini di Michelangelo Abbiamo concluso questo “tempo di grazia” con gli Esercizi Spirituali, tempo per il riposo nel Signore e per la crescita nell’intimità con Lui. A Lui chiediamo per la nostra famiglia religiosa la luce necessaria per vivere intensamente questo momento storico di preparazione al Capitolo Generale, affidando a Maria Santissima le intenzioni dei nostri Superiori. Vogliamo vivere nell’oggi della nostra famiglia religiosa così come ha vissuto Rut con una dedizione totale e radicale in modo che ogni popolo sia il nostro popolo e dove il Signore ci invia fiorire e fare del bene.
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Frammenti di santità Ricordando Suor Emma Casini Formata umanamente, attenta alle necessità degli altri, fino alle sfumature. Lavorava con tanto amore e sapeva fare molti sacrifici, riservando agli altri le finezze della sua carità. Portamento austero e composto, era chiamata “la badessa”... suor Agata Pancrazi
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Suor Emma Casini passata alla casa del Padre il febbraio 2007
In missione
Con emozione...
da Novate Milanese
si parte
Dai finestrini dei pullman i bambini adocchiano due bellissime fatine. Via via che i bambini, genitori e qualche super nonna scendono dal pullman, delle voci gentili e cordiali ci accolgono e ci salutano, sono proprio loro: le fatine del parco! Sembrano proprio delle fate vere: hanno le ali, indossano
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enerdì 30 maggio tre pullman carichi di bambini, di adulti e tanta allegria, puntualissimi, partono alla volta di Colle Incanto, un bosco didattico in provincia di Brescia. Il viaggio è stato un po’ lungo, anche perché quel giorno c’era sciopero dei mezzi, ma in poco più di due ore siamo arrivati!
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gonnelline di tulle, brillano e hanno pure la bacchetta magica! Che stupore sui volti dei bambini! Sono così emozionati nel vederle e le scrutano con attenzione, per la serie “non è vero ma ci credo” le fate esistono solo nelle favole eppure ora, qui davanti a noi ce n’è una vera, in carne ed ossa. Le fatine ci hanno subito divisi in due gruppi e ci hanno chiesto aiuto: la fatina Rosetta Malvetta è stata rapita da un mostro pericolosissimo, bisogna assolutamente trovarla perché lei custodisce le chiavi dell’orto dei folletti; se i folletti non possono entrare nell’orto non possono mangiare. I bambini sembrano davvero molto dispiaciuti eh… sì! Decidono senza esitazione di aiutare la fata a trovare Rosetta Malvetta e la chiave dell’orto. Pieni di entusiasmo e coraggio, nessuno sembra spaventato dall’idea del mostro, i bambini
seguono la fata in un sentiero un po’ stretto, stando attenti a non scivolare. Lungo il cammino la fata ci racconta certe curiosità su alcune piante e fa divertenti indovinelli ai bambini, finché ad un certo punto “eccola, guardate, è lì” grida una vocina piena di orgoglio; infatti, legata ad un albero, c’è proprio la fata Rosetta Malvetta. I bambini tagliano la corda per liberare la fata, sono convinti di trovare anche la chiave dell’orto e invece che delusione, il mostro se l’è portata via! Nooo! I folletti hanno fame, ora come si fa? La fata ha subito un’idea: “forza bambini, andiamo alla ricerca del mostro!” Distribuisce a ciascuno un po’ di polverina magica (non si sa mai) e via che si riparte… “Bambini, annusate, questa è puzza di mostro” dice Rosetta Malvetta. “È vero”, commentano divertiti i bambini, storcendo il naso; “che schifo!” sghignazzano. “Di
In missione mangiare è stato un po’ faticoso, corrono e scappano dappertutto, ma come possiamo pretendere di tenerli seduti quando davanti agli occhi hanno un prato verde meraviglioso? Nel pomeriggio le fatine ci mettono al lavoro: colla e carta, per decorare dei vasetti che poi ci siamo portati a casa e, colpo di scena finale, per chi lo desidera, un trucco da fata o da folletto; ormai i bambini si sono perfettamente calati nella parte: fanno magie e preparano pozioni. Purtroppo però la giornata volge al termine e, con un po’ di dispiacere, giunge l’ora di tornare a casa. Le fatine ci salutano con affetto e ci ringraziano per l’aiuto offerto loro. Ciao fatine, ci vediamo alla prossima missione!
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là, di là dobbiamo andare”, continua la fata e infatti in un prato grandissimo, nascosto dietro ad un albero, eccolo lì, è proprio lui, il mostro bruttissimo, vestito con un mantellaccio un po’ strappato e con un cappuccio in testa. I bambini affrontano il mostro con coraggio, fiduciosi nella polverina magica che la fata aveva loro regalato. Spaventato nel vedersi attaccato da così tanti bambini, il mostro fugge via lasciando cadere un sacco che, guarda un po’, contiene proprio quello che stiamo cercando: la chiave! Che bello vedere la felicità e la soddisfazione dei bambini per avercela fatta: saltano, applaudono, urlano. Evviva! Evviva!, hanno aiutato i folletti che ora possono mangiare e allora via tutti verso l’area pic-nic, perché anche le nostre pance cominciano a brontolare! I bambini sono così esaltati per l’avventura appena vissuta che tenerli seduti a tavola per
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Gli dei dell’Olimpo fanno tappa a Rodengo da Rodengo-Saiano
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li allievi della classe Quinta della Scuola Casa San Giuseppe di Rodengo Saiano (BS) hanno concluso il loro percorso scolastico con una divertente commedia sui miti e gli eroi dell’Antica Grecia… Entusiasmo, simpatia e tanta allegria: un girotondo di emozioni messo in moto dagli alunni della classe Quinta della Scuola Casa San Giuseppe di Rodengo Saiano (BS) durante lo spettacolo che ha sancito la fine dell’anno scolastico 2013-2014. Vivaci e spiritosi come sempre, i ragazzi hanno dato vita a un intenso lavoro teatrale diretti dal bravissimo Alberto Vanoglio, esperto in Educazione alla teatralità e già coordinatore in passato di altri spettacoli organizzati dall’Istituto. Gli alunni hanno messo in scena una divertente commedia sull’antica Grecia, coinvolgendo il pubblico in sala con battute, balletti e canti ispirati ai principali miti ed eroi dell’Ellade, interpretati con disinvoltura dai piccoli attori in erba. In particolare, il mito di Paride che consegnò il pomo della discordia alla dea Afrodite, funesta premessa della guerra di Troia, o il furto del fuoco commesso da Prometeo per farne dono agli uomini e per questo punito da Zeus. E ancora, il mito di Pandora che, sempre disobbedendo al padre degli dei, aprì il vaso da
cui uscirono tutti i mali del mondo, come la vecchiaia, la gelosia, la malattia, la pazzia ed il vizio, che si abbatterono sull’umanità. E poi il celebre mito di Minosse, il feroce Minotauro, metà uomo e metà toro, ucciso da Teseo nel labirinto di Cnosso da cui potè uscire grazie al filo di Arianna. Insomma, un dedalo di leggende, eroi e creature mitologiche, ma anche uno spettacolo organizzato con cura e attenzione, nel quale gli alunni si sono esibiti con simpatia e spontaneità. Si è chiuso così, in un’atmosfera distesa, un percorso scolastico durato cinque anni, scandito da interessanti iniziative e novità, caratterizzato dalla costante collaborazione tra l’istituto, gli insegnanti, gli allievi e i genitori, secondo la storica tradizione della scuola Casa San Giuseppe di Rodengo Saiano, da sempre impegnata a realizzare progetti educativi e didattici significativi per la formazione dei suoi alunni. I valori alla base dell’istituzione rimangono lo spirito di amore e di fratellanza che portano a promuovere la classe come gruppo, a incentivare i legami fra i suoi componenti e a costruire la scuola come luogo di accoglienza, coinvolgendo gli alunni stessi al fine di ottenere una partecipazione più ampia e un benessere cognitivo e sociale.
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La porta del Q
uest’anno la nostra Scuola di Genova ha approfondito il tema della bellezza e ogni classe lo ha sviluppato all’interno della propria attività didattica. Le classi terza e quarta Primaria hanno partecipato alla V edizione dell’iniziativa “La Porta del tempo” organizzata dal Museo Diocesano di Genova. Quest’edizione ha avuto il titolo “Il senso del colore”, l’obiettivo è stato quello di far scoprire ai bambini la bellezza della propria città, attraverso i colori, i monumenti e le opere d’arte.
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Gli alunni, condotti da una guida appassionata e competente, si sono immersi in secoli dove la vita sociale e politica era caratterizzata fortemente dalla cultura cristiana; la gente viveva, pensava, lavorava con un profondo senso religioso per cui tutto, anche la più piccola e invisibile scultura doveva dare lode a Dio creatore. Protagonisti sono stati i colori che lungo i secoli sono stati soggetti a cambiamenti nell’utilizzo e nel significato. Nel Medioevo ad esempio i palazzi genovesi avevano le facciate con bande nere e bianche per sottolineare la ricchezza dei proprietari. Nel Rinascimento erano riccamente decorate da soggetti che ricordano l’età romana. Il verde, simbolo del rinnovamento e della speranza, utilizzato nei dipinti in cui Maria è rappresentata col Bambino, segno che Lei genera la Vita; il blu stranamente odiato dai romani e dimenticato per secoli, riappare nel Medioevo e diventa il colore privilegiato del mantello della Vergine Maria; il giallo utilizzato per rappresentare l’inganno, il tradimento, così Giuda appare con il mantello giallo; il rosso colore per eccellenza usato per il mantello di Gesù, indica la divinità. All’interno del Museo, poi, i bambini hanno visitato anche una sezione che raccoglie raffinati tessuti e paramenti sacerdotali usati durante le funzioni dell’anno liturgico. Questa produzione in seta rese la città di Genova famosa in tutta Europa. Ancor più affascinante è stato entrare in una stanza illuminata solo durante la visita che accoglie 14 grandi teli quaresimali dipinti nel
tempo
di suor Francesca Verdorfer Genova
1538 su tessuto di lino tinto con blu indaco, considerati tra gli antenati del moderno jeans. Blu di Genova infatti, col tempo è diventato blue jeans. Questi teli venivano esposti nelle grandi chiese e rappresentanto la passione di Cristo. Diventavano così la Bibbia dei poveri come lo furono per secoli, dipinti ed affreschi. La visita poi si è conclusa seduti intorno ad un tavolo speciale, quello di una bottega d’arte del Medioevo. Così i bambini hanno potuto scoprire l’origine dei colori, quali elementi naturali venivano utilizzati per produrli e poi anche loro hanno provato come i nostri avi a dipingere una lettera… guarda caso una B, come BELLEZZA. Eh sì, sono state ore ricche di immagini, di scoperte, di notizie sorprendenti che hanno fatto esclamare ad ognuno: “CHE BELLO!” Camminando con fede 2/2014
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Verso un luogo di I
preparativi fervono in ogni ambiente dell’Istituto creando nuove atmosfere di gioia mentre l’aspetto delle stanze cambia, i vetri splendono di colori invitanti e festosi; l’attesa del grande giorno si avvicina… Poi finalmente arriva l’ul-
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timo giorno prima delle vacanze e iniziano i saluti cinguettanti, gli auguri gridati con gioia tra una porta e l’altra… i saltelli veloci alle auto con borse e pacchetti. Noi suore pensiamo subito agli impegni ec-
consolazione
di suor Cornelia Macina
un sorriso lieve; io senza dir nulla, sono passata di camera in camera regalando una carezza, un bacio, un sorriso, una piccola sosta silenziosa capace di esprimere più di mille parole. La mia considerazione ora va a tutte le suore presenti a Villa Tommaso Reggio, le suore sane e quelle malate, tutte sono persone speciali. Le suore infermiere ed assistenti sanno bene che non si può risolvere ogni problema con le cure mediche, ma la loro attenta e amorevole presenza, prima ancora del guarire con le medicine, mette in opera il “curare”. Infatti, la sofferenza delle suore malate è consolata, prima ancora che dai farmaci, dalla presenza affettuosa, gentile e premurosa di consorelle meravigliose che fanno dell’evento esistenziale della malattia altrui, un loro impegno costante nel prendere a cuore ogni suora dando coraggio e sostegno, aiutando la vita e mantenendo viva la speranza. È bello veder attive le suore malate nella gioia di poter rendersi utili realizzando manufatti e soprattutto mi riempie di speranza la loro operosità orante; anche in carrozzina continuano a lavorare per quel che la sofferenza loro permette e mi meraviglio vedendole piene di energia spirituale, anche se quella fisica vien meno e sono consapevoli della gravità del proprio stato. In alcune camere il silenzio diventa grido perché i fiorellini sul tavolo dicono gesti d’amore dove tutto prende forma di croce e la vita si mostra in tutta la sua fragile precarietà. Vorrei trarre un insegnamento da queste considerazioni: quello di riuscire ad abbandonarmi a Dio con fiducia nel momento della prova. Torno in Comunità con gli occhi pieni di luce per aver visto Gesù nelle mie consorelle sofferenti e centro su di Lui la mia attenzione pensando che, quando la croce si fa più pesante, Lui sarà la nostra forza.
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clesiali e alle esigenze comunitarie cercando di organizzarci per riuscire a rendere proficuo il tempo vacanziero che ci è donato, e subito, al primo posto, mettiamo il viaggio a Querceto… iniziando a pensare quando e come poter realizzare la visita alle nostre consorelle ammalate. Questo appuntamento per me è carico di ricordo e di amorevole attenzione perché quando mi trovo a contatto con la realtà drammatica di alcune degenze, spuntano in me interrogativi e pensieri di fronte ai quali vengono meno le parole. All’arrivo, trovo sempre un’accoglienza piena di affettuosità sorprendente anche con le suore più giovani che conosco poco e mi sembra quasi di trovarmi ad un incontro di amicizia dove la comunicazione diventa abilità nel cogliere messaggi di fraterna condivisione. Il loro saluto implicitamente diventa invito ed accompagnamento ad iniziare il giro di visita ascoltando lo stato di salute di ogni suora. Questa volta, ad un certo punto ho perso il gruppo e mi son trovata sola con suor Saveria che mi ha parlato con occhi luminosi e felici, molto più espressiva con me di quando era a Milano. Temendo di non fare in tempo, ho cercato subito suor Carmela Labriola la seconda suora di Santa Marta che ho conosciuto, verso la quale ho molta gratitudine e poi mi son sentita attratta da un modo insolito di visitare come passare da un posto all’altro, senza parole in una specie di incanto meditativo… Passando da una camera all’altra sentivo la presenza nascosta di Dio, del suo silenzio d’amore fra le mura dove il dolore non è di passaggio, ma si è seduto e tiene queste mie sorelle sulla croce della loro malattia nell’attesa di preparare loro l’abito glorioso della festa che le attende. Le più sofferenti le ho viste con gli occhi socchiusi ed
Viciomaggio
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L’Educandato di Roggiano incontra Papa Francesco da Roggiano
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rande emozione per l’Educandato “Maria SS. Bambina” di Roggiano che sabato 10 maggio ha raggiunto Roma per incontrare Papa Francesco e assistere al suo discorso sull’importanza della scuola nella sua missione educativa verso gli studenti e di dialogo urgente con la famiglia. Più di cento rappresentanti dell’Istituto di Roggiano (alunni di ogni fascia d’età, famiglie, docenti e collaboratori scolastici) hanno condiviso un’esperienza significativa di relazione insieme a oltre 300 mila persone provenienti da tutta Italia. In aggiunta, i nostri pellegrini hanno approfittato per visitare l’incantevole Capitale e la sua preziosa memoria storico-artistica.
Il Cardinale Scola a Vighizzolo l giorno 15 giugno, festa della SS. Trinità abbiamo avuto la gioiosa sorpresa della visita del Card. Angelo Scola. Essendo la Comunità Pastorale “Madonna delle Grazie” un po’ in “periferia” rispetto alla grande diocesi di Milano non siamo abituati a visite così importanti, ma questa lo è stata, per la motivazione e soprattutto per il messaggio che il nostro Pastore ci ha lasciato. La motivazione: vedere da vicino i lavori di restauro della Chiesa parrocchiale che, per sua decisione, sono stati eseguiti con il contributo della Curia, segno di benevolenza, di attenzione e partecipazione alla vita spirituale e alle necessità della comunità. Il messaggio: lo prendiamo dalla sua stessa voce. «Sono lieto di essere presente proprio in questa celebrazione della solennità della SS. Trinità, festa in cui ritroviamo la radice profonda della nostra fede. È una gioia particolare che si aggiunge al desiderio di potervi incontrare. Don Carlo Carubelli mi ha informato delle difficoltà di varia natura che avete incontrato, momenti difficili che però non hanno spento la vostra gioia. E siamo chiamati a compiere un salto di qualità coniugando insieme questi tre elementi: Dio, gli altri, la propria persona. E poi essendo vicini alla festa patronale dei Santi Pietro e Paolo, la Comunità pastorale presenta la bellezza di impostare la vita seguendo Gesù. Festa patronale e solennità di oggi ci aiutano ad affrontare i problemi concreti e contingenti. Ritorniamo alle letture: il roveto che brucia e che non si consuma è immagine di un mistero inaccessibile: Unità e Trinità. Questo Dio così
di suor Alessandra Fabbrucci
Vighizzolo di Cantù
santo, così diverso da noi ci viene incontro nel nostro bisogno. Pregare insieme è allora uno scopo bello, affascinante per la nostra vita. Su questi due misteri sono stati fatti due Concili: Trinità e Incarnazione. E noi oggi ci occupiamo così di Dio? Che peso ha Dio nella mia giornata? Nella mia vita? Anche noi siamo messi alla prova da continue difficoltà e problemi: intreccio di nuove culture, crisi economica… ma Dio è circolazione permanente di amore, da cui tutto proviene. Il Padre ama il Figlio e il Figlio ama il Padre e questa circolazione d’amore è lo Spirito Santo. Senza lo Spirito Santo l’unità sarebbe intaccata, perché è da lì che proviene tutta la creazione: Dio mi crea con amore e per amore. Allora tutta la nostra vita può essere riassunta in questa frase: Dio è con me, è con te, per tutta la vita… e per amore Dio si è fatto vicino a noi! In questo mistero d’amore è bello comportarci da uomini liberi e renderci liberi… questo è il rapporto filiale con Dio. E allora ci rivolgiamo a Dio con la stessa tenerezza di figli e se partecipiamo alle sue sofferenze parteciperemo alla sua gloria. L’amore appassionato, con cui questa Trinità si alimenta, ci guidi!». È stata una visita breve, ma molto significativa che ha lasciato nel cuore di tutti un segno di unione nella grande famiglia della Diocesi e una più sicura vicinanza di Dio, attraverso il suo Pastore.
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e ve di suor Aloysia
Vighizzolo
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ra i vari tempi e momenti che costituiscono l’anno scolastico quello dell’estate presenta una grande opportunità, tanto che il periodo estivo viene considerato un tempo per eccellenza. D’estate i ragazzi hanno tempo per conoscersi meglio, per collaborare, per divertirsi, per creare. “E venne ad abitare in mezzo a noi ” è la frase evangelica che darà tenore a tutta un’estate, in continuità con il percorso estivo degli ultimi due anni. Il confronto diretto tra la Parola di Dio e l’esperienza umana ha messo al centro
prima le parole umane PassPartu, poi il corpo Every-body, e infine Piano Terra. La casa è stata l’immagine di un cammino che è durato tutta l’estate; siamo entrati in una casa, che abbiamo fatto sempre più nostra e ogni settimana ci siamo impegnati a vivere uno dei suoi ambienti. Quest’anno i verbi quotidiani dell’abitare sono stati in riferimento al Vangelo e al modo in cui Gesù ha abitato in mezzo a noi. È Lui l’uomo nuovo che ha ristabilito il Piano di Dio sulla terra. Abitare con stile è stata la proposta fatta ai ragazzi perché nessuno si lasciasse vivere, ma ciascuno fosse protagonista della sua vita per crescere secondo la forma propria del Vangelo. Nel logo “PIANO TERRA” i protagonisti sono i ragazzi, hanno delle matite in mano segno di attività e di creatività; è il contributo personale di ciascuno nel proprio
Centro estivo 2014
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Piano terra
nne ad abitare in mezzo a noi ventura, a Bellagio navigando per 2 ore sul battello, alla Madonna del Ghisallo, al Parco acquatico di Concorrezzo, ad Acquaworld, a Leolandia e Minitalia, parco di divertimenti e di conoscenze; per concludere questo meraviglioso periodo, non poteva mancare Ondaland parco acquatico all’aperto. I ragazzi hanno vissuto serenamente questo periodo estivo, felici e sempre entusiasti delle proposte che venivano indicate. Un ringraziamento a coloro che hanno collaborato e messo a disposizione tempo, fantasia e creatività per riuscire ogni anno a far vivere ai ragazzi momenti intensi e piacevoli.
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ambiente. Il colore delle matite rappresenta la “personalizzazione” e l’insostituibilità del proprio apporto. Altre caratteristiche dei ragazzi al centro del logo sono i sorrisi e le teste verso l’alto. La gioia del Vangelo contraddistingue lo stile dell’abitare di chi è discepolo di Gesù che venne ad abitare in mezzo a noi. La sagoma della casa non lascia intravedere le stanze ma lascia spazio alla fantasia del costruire. Una grande parete gialla indica lo spazio umano fra cielo e terra che contiene un “piano” quello di Dio. È una parete luminosa che immaginiamo dipinta su un muro bianco Dio ci vuole così, liberi d’intervenire sul nostro mondo, di abitarlo solo come noi siamo capaci di fare. Tutti gli anni seguiamo le proposte che ci vengono suggerite dalla FOM, molto valide sotto tutti i punti di vista. Aiutano i ragazzi a riflettere soprattutto nel momento della preghiera e dell’approfondimento della Parola, ad apprendere e a divertirsi con il giocone che allieta la giornata, con le storie animate, dove sono protagonisti i ragazzi stessi, i laboratori artistici ed infine, perché no!, le gite. Quest’anno ci siamo recati in val Imagna nel Parco Av-
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Ventimiglia:
dal Seminario
Bordighera
due eventi importanti I
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l giorno 9 marzo 2014 il nuovo Vescovo di Ventimiglia-Sanremo, Mons. Antonio Suetta, ha fatto il suo ingresso ufficiale nella Diocesi entrando solennemente nella Cattedrale di Nostra Signora Assunta in Ventimiglia. È stato accolto con gioia dall’Arcivescovo Metropolita Mons. Angelo Bagnasco, dai Vescovi di Savona, Monaco e Nizza e dal Vescovo cappuccino del convento di Sanremo, da una cinquantina di religiosi e da cento sacerdoti, con una ventina di diaconi permanenti. Presenti anche molte autorità, civili e militari, la corale diocesana, il corpo bandistico di Ventimiglia, molti rappresentanti di associazioni cattoliche e di volontariato e un’immensa folla di popolo festante. Mons. Suetta è un giovane vescovo, nativo della provincia di Imperia e viene dal rettorato del Seminario di Albenga. Sua prima preoccupazione, infatti, è stato il Seminario situato a Bordighera sulla via Aurelia e intitolato a Pio XI. Da qualche anno, benché funzionan-
te per l’accoglienza di molte iniziative e attività diocesane, nonché per la presenza di numerosi gruppi che si susseguono durante la bella stagione e non solo, compresi gruppi di disabili accompagnati da molti volontari, per la vicinanza e comodità del mare, mancava nel seminario la prerogativa principale, cioè la preparazione di giovani vocazioni al sacerdozio che, in questo luogo appositamente preparato, trovassero un ambiente e dei formatori idonei alla formazione umana, spirituale e pastorale per svolgere il futuro ministero nella Diocesi. E quest’anno il Seminario riapre i battenti a ben sei seminaristi, tra cui un diacono, gioiosi e pronti per iniziare o continuare il loro cammino. Saranno guidati dal nuovo rettore don Ferruccio Bortolotto e accompagnati dalla preghiera affettuosa di tante persone che fanno parte direttamente o indirettamente della vita del Seminario. Questo evento è una grande gioia per la Diocesi perché riaccende le speranze per il futuro di questa Chiesa locale e vogliamo affidarlo al nostro fondatore, il Beato Tommaso Reggio, per quindici anni Vescovo di Ventimiglia, che proprio nel Seminario profuse le sue energie migliori e, per il quale, fondò la nostra Congregazione di Suore di Santa Marta, che dal lontano 1878, accompagna con attenzione e affetto materno le giovani vocazioni al sacerdozio, perché sull’esempio dell’evangelica Marta, ricevano sempre accoglienza e servizio.
da Rodengo-Saiano
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la strada della vita inalità di questa “Associazione” è la Solidarietà Sociale il cui progetto giocoeducativo ha un programma che permette agli Educatori di coinvolgere gli alunni di ogni età nell’educazione stradale e nel rispetto di semplici regole che la strada ci impone di seguire.
Gli alunni della Scuola “Casa San Giuseppe” di Rodengo Saiano, hanno partecipato a questo progetto con entusiasmo, curiosità, vivacità… divertendosi e lasciandosi coinvolgere in pieno. Vediamoli, “a spasso con le regole”…
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Una continuità verticale
le educatrici
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Istituto Santa Marta di Viareggio comprende anche la Sezione Primavera che accoglie i bambini di età compresa tra 24 e 36 mesi. Gli spazi della sezione sono organizzati per farsi contesto motivante alla crescita, ambiente educatore, all’interno del quale ogni elemento assolve a una sua funzione. In questa prospettiva, hanno il compito di offrire ad ogni bambino il necessario per la sua crescita e il sufficiente per soddisfare le sue esigenze. Ogni bambino ha necessità di trovare nel suo ambiente-nido motivi di attività, di gioco e di lavoro, un luogo dove esprimere se stesso e i propri ritmi di apprendimento senza essere turbato, bloccato o sollecitato dai ritmi imposti dall’adulto, un luogo per esercitare la sua progressiva autonomia, operando con le cose e con i simboli. La sezione è il luogo in cui vengono accolti i bambini ad inizio giornata e dove vengono condivisi i momenti di routine. È arredata con tavoli per attività individuali e attività di gruppo ed è strutturata in spazi/zona per permettere sia una fruizione libera da parte dei bambini a seconda dei loro interessi sia un’attività guidata e strutturata da parte dell’educatore. I bambini della Sezione Primavera, una volta alla settimana, si uniscono al gruppo dei piccoli della Scuola dell’Infanzia collaborando ad un progetto comune che si svolge durante tutto l’anno scolastico: la
Viareggio
continuità verticale è un valore aggiunto di grande rilevanza, rappresentando un processo strutturato che impegna le educatrici della Primavera e le insegnanti della Scuola dell’Infanzia attraverso più momenti dedicati al fine di facilitare il passaggio graduale dei piccoli al mondo dei “più grandi”, registrandone le attività e gli obiettivi raggiunti in corso d’anno, condividendo questo importante percorso di avvicinamento al mondo dell’infanzia anche con le famiglie dei piccoli. Tale continuità si realizza anche attraverso i momenti di festa che vedono il coinvolgimento dei bambini della sezione Primavera, dei bambini della Scuola dell’Infanzia e dei genitori. Il progetto della Sezione Primavera, infatti, vuole coinvolgere nello stesso modo i bambini, i genitori e le educatrici, per sottolineare che la scuola non è solo un luogo esclusivo per il bambino, ma anche per gli adulti, uno spazio in cui potersi incontrare per parlare insieme di educazione e di proposte educative.
In missione da Ventimiglia
L’arte di Davide Puma uce, santità, purezza. Sono gli elementi che l’opera di Davide Puma, raffigurante il Beato Tommaso Reggio, trasmettono a chi la osserva. Una sensazione di pace e serenità davanti ad un quadro che riassume le capacità tecniche di un artista ormai di fama internazionale, scelto da Don Luca Salomone per raffigurare il Vescovo ventimigliese, fondatore della Congregazione delle Suore di Santa Marta. Le colombe che volano innanzi all’immagine vogliono essere il simbolo delle suore che da fine Ottocento operano nella città come “ancelle” di pace e di fede. Nel mese di giugno, alla presenza della Madre Generale delle Suore di Santa Marta, del neosindaco Enrico Ioculano, dell’assessore Gabriele Campagna, è stata celebrata dal vescovo Monsignor Suetta e da Don Luca Salomone una liturgia di benedizione dell’opera
nella Cappella della Casa Madre delle Suore, prima della sua collocazione in Cattedrale. “Mi ha dato molte emozioni dipingere questo quadro – ha spiegato Puma – mi sento profondamente legato a Tommaso Reggio ed è come se l’incarico di raffigurarlo fosse arrivato direttamente da lui. Ho iniziato la mia carriera artistica a Genova, città dove lui fu Vescovo, e ho una casa a Triora davanti al luogo in cui è morto. Sono segni”. Puma, quarantatreenne, che vive da qualche anno nella città di confine, non a caso è stato chiamato per rappresentare la figura del Beato. I suoi dipinti sono presenti in diverse gallerie in Italia e all’estero. Dal 2014 è entrato a far parte della collezione permanente del Museo d’Arte Contemporanea di Catania.
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entra nella Cattedrale di Ventimiglia
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Gite all’aperto È
finalmente arrivata l’estate e l’anno scolastico è ormai giunto al termine. Le giornate si allungano, l’aria profuma di sole e cresce la voglia di trascorrere più tempo all’aperto. Nel giardino dell’asilo Don Andrea Bay di Puria Valsolda, risuonano le voci dei bambini, tra giochi all’aperto e belle canzoncine c’è posto anche per apprendere tante nuove cose. “La fattoria” è stato il tema principale sviluppato quest’anno; le Suore hanno insegnato ai nostri piccoli la vita e le caratteristiche di molti animali attraverso musiche, storie e poesie, hanno insegnato loro i versi di ogni bestiola e ciò che questi animali possono offrire all’uomo sotto forma di cibo. Le mete scelte per le gite all’aperto hanno avuto proprio il fine di far “toccare con mano” ai bimbi ciò che avevano appreso in classe. La mattina della prima uscita il cielo era coperto di nuvole
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grigie, ma la spensieratezza, la curiosità e il divertimento dei bambini nel vedere caprette, mucche e cavalli hanno reso quella giornata piacevolmente calda e luminosa… Non importava avere i piedini umidi, era talmente bello correre dietro agli animali e sentirli “parlare” tra di loro. La visita al maneggio di Porlezza ha riacceso la vivacità dei bambini; dopo un giretto a cavallo c’era già chi si sentiva un fantino provetto, qualcun altro, invece, è risultato un po’ più timido e timoroso, ma l’entusiasmo ha regnato sovrano nel cuore di tutti! Come accade ogni anno, ormai è diventata davvero una sorta di tradizione, c’è stata la tanto attesa visita al Parco S. Marco. Qui i bambini saltellando allegramente da una fontanella all’altra hanno osservato pesciolini e tartarughe che sguazzavano nell’acqua. Quasi intimiditi gli animaletti si nascondevano sotto
da Puria Valsolda
giallo per fare rientro all’asilo, mentre salutano con le loro piccole manine. Accompagnare i bambini in queste avventure è davvero una forte emozione; se si osservano i loro visini attenti, i loro occhi curiosi, i loro sorrisi sinceri, i loro gesti genuini, i loro giochi allegri non si può, credetemi, restare indifferenti, non si può non sentire spuntare sul viso un sorriso spontaneo, non si può non sentire accendersi nel cuore una sincera speranza di pace… Grazie bambini!
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le ninfee e le piante, ma non appena spuntava una pinna si sentiva rimbombare “Guarda come è bello quel pesce rosso e bianco!” “Guarda quello come è grosso!”. Anche lo staff del Parco era divertito e, per premiare l’allegria dei nostri bimbi, ha deciso di offrire un buon gelato fresco a tutti, mamme e Suore comprese, così da concludere davvero in dolcezza quella bella giornata! L’ultima gita che ho il piacere di raccontare è anch’essa ormai una tradizione: si tratta della visita al Santuario della Caravina di Cressogno, in Valsolda. Il nostro parroco, don Cesare, ha accolto come sempre, col suo solito calore, grandi e piccini: i bimbi si sono seduti ai piedi dell’altare e quest’anno don Cesare ha raccontato loro la storia della nascita del Santuario. Mamme e Suore si sono unite ai piccoli in una preghiera commossa e hanno ascoltato con emozione le loro vocine innocenti cantare… poi eccoli tutti sul pulmino
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Aria di festa
a Luco di Mugello N
ella Chiesa dei santi Pietro e Paolo, a Luco di Mugello, hanno ricevuto la Prima Comunione sedici bambini. Un giorno emozionante che ha coinvolto tutta la comunità di Luco, un ricordo che rimarrà impresso nei nostri cuori per sempre. Un ringraziamento speciale va a Suor Marietta e a Don Alessio che in questi anni hanno aiutato i nostri bambini ad avvicinarsi a Dio
Domenica
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in questo momento così importante della loro formazione religiosa. Un ringraziamento particolare va anche ai genitori che hanno partecipato attivamente ogni domenica alle lezioni di catechismo, durante le quali hanno condiviso con i loro figli l’importanza della presenza di Dio nelle nostre famiglie e del suo grande amore verso tutti noi.
una mamma
Domenica
29 giugno 2014
È
stata una giornata di grande festa a Luco di Mugello iniziata con le celebrazioni per la festa dei santi Pietro e Paolo, patroni del paese e proseguita poi con una cena a scopo benefico svoltasi presso i locali della Polisportiva Luco-Grezzano, alla quale hanno partecipato circa 250 persone e il cui ricavato è stato devoluto interamente alla Scuola materna “San Giuseppe”. Già dal pomeriggio in molti si sono recati al campo sportivo “S. Bini” per assistere ad un’emozionante esibizione degli sbandieratori di Castel San Barnaba e ad uno spettacolo di falconieri molto apprezzato dal pubblico presente e soprattutto dai bambini. Un grazie di cuore va a tutti gli organizzatori e alla popolazione di Luco che come sempre, ha risposto con partecipazione e sensibilità, dimostrando grande affetto per la Scuola materna “San Giuseppe”, ricchezza dell’intera comunità.
una mamma
l mese di luglio è stato per trenta bambini, dai tre ai sette anni, un tempo veramente solare. Improntate, sull’amicizia e sulla gioia, tantissime esperienze hanno favorito lo stare bene insieme. Le attività offerte dalle nostre Suore hanno consentito alle famiglie di avere un “luogo sicuro e accogliente” per i propri figli che altrimenti, per ragione di lavoro, non avrebbero trovato una sistemazione. Le molteplici attività hanno consentito escursioni alle vicine fattorie, al fiume, all’aviosuperficie. Il clima è stato sereno e collaborativo per adulti e piccini, nella consapevolezza di avere ricevuto un servizio impagabile. Grazie Suore per tutto questo e… per altro ancora!
una nonna
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Campo Solare
luglio 2014
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I
In missione
Una scuola per C
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ome una pellicola di un vecchio film trascorrono le immagini di un anno colmo di soddisfazioni e di esperienze condivise insieme ai nostri piccini e alle loro famiglie. I quattro elementi Aria Acqua Terra e Fuoco, progetto entusiasmante di quest’anno scolastico, ci ha permesso di cogliere e approfondire aspetti di vita che agli occhi dei bambini sono apparsi quasi magici. Gli esperimenti, le uscite didattiche, il laboratorio espressivo-teatrale hanno permesso a tutti noi di costruire momenti di aggregazione e di continuo apprendimento per noi e
per i nostri bambini. Non sono mancati i momenti di festa soprattutto quella conclusiva, il giorno dedicato alla famiglia, ed è così che l’ 8 giugno abbiamo dato vita ad un evento indimenticabile. Tutto ha avuto inizio dallo spettacolo in aria di aquiloni giganteschi che ballavano in un cielo terso e fra i tanti uno spiccava più di tutti come una stella luminosa anche di giorno con l’immagine del nostro Beato Tommaso Reggio, Fondatore della Congregazione delle Suore di Santa Marta, che da lassù avrà protetto tutte quelle famiglie unite nella fede, nella solidarietà, nell’amicizia verso il prossimo. A pilotare il filo da terra, così come succede nella nostra scuola, c’è la nostra Suor Luisa che come sempre si dimostra promotrice e sostenitrice instancabile di iniziative costruttive e piene di vita. Nella stessa giornata molti momenti giocosi divertenti hanno visto coinvolto i genitori in giochi di gruppo, il cui premio finale sono state senza dubbio le grasse risate di tutti i bambini che tifavano a squarciagola per le proprie famiglie. Ma nel mio cuore forse più di tutti i momenti vissuti resta impresso, come un calco, senza dubbio la data del 10 maggio 2014, giornata
la vita
di Mariangela Melica
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in cui la Scuola Italiana ha incontrato nella Capitale Papa Francesco. È difficile descrivere l’emozione dell’attesa dell’incontro, non solo per me ma anche per tutte le famiglie insieme alle nostre suore che con grande sacrificio, ma con altrettanta gioia hanno partecipato ad un evento unico e irripetibile, non solo a carattere di festa, ma con uno scopo ben preciso e cioè mettere al centro la scuola! Un’occasione che è diventata un forte monito per noi e per tutta la società italiana circa la priorità sociale culturale e politica da dare alla scuola e ad ogni singolo allievo, ad iniziare sin dalla tenera età. Le parole di Papa Francesco come acqua fresca hanno dissetato una folla di grandi e piccini; la sua preghiera è andata dritta al cuore di ognuno di noi come pure il suo auspicio a fare della scuola un cammino ricco di tanti ingredienti per uno sviluppo continuo che educhi al vero. Insomma è stata un’esperienza che ha segnato senza dubbio il nostro bagaglio di vita. Sarà difficile compensare in futuro vissuti simili a quelli che vi ho descritto, ma collaborando e partecipando alla vita delle Suore di Santa Marta posso solo aspettarmi nuove sorprese che arricchiranno il nostro spirito.
Pagine aperte
La seconda volta la scuola parrocchiale “Sacra Famiglia” di Barbara e Marco Novate Milanese
P
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erché abbiamo scelto per la seconda volta la scuola parrocchiale “Sacra Famiglia”? Sembra ieri quando per la prima volta affidavamo nostro figlio nelle mani di persone estranee alla famiglia. Con timore ed un po’ di apprensione stavamo compiendo un passo di crescita per noi e per nostro figlio, aprendolo al mondo e staccandoci da lui. Era il primo giorno di scuola materna! La scelta caduta sulla scuola dell’infanzia Sacra Famiglia non è stata casuale, un po’ per legami famigliari ma soprattutto perché Scuola cattolica, per noi elemento imprescindibile della nostra vita. Fin da subito abbiamo compreso che nostro figlio era affidato a mani sapienti che con decisione e tenerezza, competenza e comprensione ci affiancavano nella crescita di Tommaso.
Potevamo contare su occhi che sapevano intravedere i talenti nascosti in quella miniatura di uomo. Ma anche su cuori allenati alla pazienza di veder crescere e maturare ogni bimbo con il proprio ritmo e che hanno insegnato anche a noi la pazienza di saper attendere anche quando la preoccupazione o la voglia di vedere cambiamenti si faceva impellente. Il cammino fatto anche da noi negli anni di scuola materna di Tommaso ha reso scontata la scelta di iscrivere anche Margherita, la sorellina, alla stessa scuola. E i tratti salienti del percorso fatto con Tommaso si sono ripetuti anche con Margherita. Cammini fatti a volte anche di fatiche, come tutti i cammini di crescita, ma caratterizzati sempre dalla fiducia e dalla certezza di avere dei riferimenti sicuri con cui confrontarsi e che si sono fatti compagni di strada della nostra famiglia per cinque anni, condividendo con noi le gioie ed i dolori che abbiamo incontrato sulla strada. Un passo di Vangelo a noi caro è quello di Matteo che dice “Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.” E questo è lo spirito che caratterizza l’incontro tra i nostri piccoli e tutto il personale della scuola, dalla Direttrice, alle insegnanti, alla cuoca e a tutti i volontari che in qualche modo collaborano con la scuola. Grazie per tutto l’amore con cui avete accolto i nostri piccoli Gesù!
Emozioni emozione fortissima Metto il piede sul treno che porta ad Arezzo per raggiungere Viciomaggio. E subito ritornano alla mente i 15 anni giovanili vissuti nel ruolo di insegnante, prima e poi responsabile del Centro Riabilitativo. Rivedo consorelle nei vari impegni, ricche di umanità e sapienza evangelica; e con noi i numerosi collaboratori, creativi e pazienti, le maestre generose e molto preparate che si alternano con dottori, terapisti, leaders aggiornati… soprattutto i bambini abbracciati, amati. È la mia lunga esperienza, spesa tutta a favore di minori in difficoltà, secondo il progetto “CRESCERE INSIEME” della nostra scuola integrata.
3 maggio 2014:
un sogno realizzato È sera! Seduta davanti al televisore ascolto che Paolo VI sarà dichiarato “beato”. Sono così felice che esclamo: “È il Papa della mia città e alla sua beatificazione io ci vado”. O a Brescia o a Roma, io desidero essere presente e partecipe all’inno della gioia di tanti bresciani. Paolo VI, per le Suore di S. Marta, è il Papa della vita, il Cardinale Protettore della Congregazione e l’amico di tutte noi, fin dal 1940. Era allora Madre Generale, Madre Fortunata Pinelli (cugina della mia mamma) e il futuro Papa Montini era segretario di Stato. Un’amicizia che trova l’espressione più affettuosa nelle parole del Papa: “Ma voi, Suore di S. Marta, sapete che ogni giorno io prego per voi?!” (31/05/1978 centenario della nostra Fondazione).
di Suor Maria Rossini Fabbrica
23 maggio 2014, Fabbrica:
la venerazione verso la “Madonna del latte”
Da anni, la processione va verso il piccolo Santuario in fondo al paese per riporre il quadroscultura della Madonna (’400-’600) in terracotta e tela, restaurato dai Maestri dell’Arte in Firenze. Visito con frequenza il Santuario per pregare con gli angeli che sorreggono l’effigie di una Madonna, opera di grande valore e oggetto di culto popolare da secoli. È bello il sorriso di questa Madre di Dio, che sembra dire: “Sono qui, sempre, sono la Mamma di tutti!”.
7 giugno 2014:
con Papa Francesco il rosario della sera La recita del rosario, raccomandata da tutti i Pontefici, da secoli è devozione “evangelica, ecclesiastica”. Per papa Francesco è anche “tempo di serenità e distensione” perché afferma: “sento la Madonna seduta accanto a me… Insieme preghiamo”. Per questo, anch’io quando recito il rosario, sento che la Madonna è seduta vicino a me, lei ascolta, certo mi aiuta a pregare e a meditare. Da lei mi vengono veri momenti di pace e di speranza.
e ogni sabato mattina:
l’Eucarestia ai malati
La desiderano alcuni anziani e questo servizio è da sempre assicurato da noi Suore. Gesù entra nelle loro case dove c’è la disponibilità dell’ascolto ed anche il loro preciso bisogno di conforto. Questa è la “periferia” di Fabbrica, luogo indicato da Papa Francesco ai cristiani. Dove le Suore di S. Marta da quasi 70 anni prestano il loro servizio.
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5 aprile 2014:
Pagine aperte
Parole e segni!
una consorella
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ra un giorno di aprile, mi trovavo in un paesino incantevole della Toscana che sembrava appena uscito dal pennello del Creatore. Tutto era tenero come le prime gemme e limpido come il sole che baciandole le schiudeva. Ero in compagnia di una suora anziana. Verso mezzogiorno entriamo nella chiesa parrocchiale (allora le chiese erano sempre aperte) e dopo una breve adorazione a Gesù nel sacramento con la Comunione spirituale, ci sediamo. Eravamo noi due sole. La suora, che conoscevo come persona abbastanza decisa e autoritaria, comincia a parlare… Io l’ascoltavo sorpresa, quasi incredula; la sua voce era calma e il tono sommesso, ma confesso che capivo poco di quanto stava dicendo perché la sentivo molto distante da me! Ricordo però perfettamente una frase che non ho mai più dimenticato e che ho saputo poi essere del “grande” Agostino: “Attenta alla voce che passa, perché potrebbe non passare più”. Questa frase che in seguito ho letto e sentita spiegare da persone qualificate, non è riuscita più a riprodurre in me l’effetto di quel momento. Il messaggio era passato attraverso un intermediario che non avrei mai pensato… La suora si è zittita e io non ho parlato, ma sono sicura che quelle parole sono state uno stimolo ed un aiuto per attuare quanto il Signore mi stava proponendo e che io non riuscivo ad accet-
tare completamente forse perché non ne capivo appieno la portata. Spontanea mi è venuta una preghiera: “Signore, ho pregato, fammi capire meglio quello che vuoi da me”. Intanto dal rosone, alle mie spalle, un raggio di sole, attraversando la navata centrale, va ad illuminare il Cristo Crocifisso sovrastante l’altare maggiore, le vetrate istoriate, illuminate anch’esse dal sole, riflettendo sul pavimento e sulle panche i colori dell’iride producevano dei magnifici arabeschi, uno spettacolo bellissimo, stupendo! E poi il suono delle campane che annunciavano l’Angelus… e dentro una gioia grande e tanta pace che non sapevo spiegarmi, insomma io mi sentivo come immersa in una atmosfera dolcissima che avrei voluto gridarla anche ai sassi. Quell’esperienza è stata per me un segnale del Buon Dio che non ho mai dimenticato e che a tutt’oggi mi è di conforto e sostegno ogni qual volta mi si presentino delle effettive difficoltà o sofferenze sia personali che comunitarie. È vero che il Buon Dio parla anche attraverso i segni, basta saperli vedere!
Nella Tua luce la sua pace
gli Alunni di Roggiano
Oh Signore, ricordati di Suor Melania Consolala nella Tua luce accoglila nella Tua gloria In un riposo soddisfatto e sereno. Aiuta noi nel ricordare la cara Suora che ci ha accompagnato nei momenti felici e nei momenti difficili con la sua attenzione, i suoi consigli, la sua affettuosa vicinanza.
Oh Signore, aiutaci a mettere in pratica i suoi insegnamenti con cuore fermo e dedicato alla sofferenza di chi ci circonda. Ricordaci ogni mattina le parole che Suor Melania ci ha raccomandato: preghiera, fiducia e speranza, con il cuore rivolto sempre alla Madonna. Preghiamo insieme: L’eterno riposo dona a lei oh Signore splenda a lei la luce perpetua. Riposi in pace, amen.
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Oh Signore, ricordaci in ogni giorno di questo nuovo anno scolastico la sua presenza e la sua guida. Ricorda al nostro cuore la sua tenerezza, il suo abbraccio materno, il suo invito costante e sollecito ad essere persone migliori, di cuore, generose e solidali con gli altri.
Con l’affetto della memoria Roma, 28 luglio 2014 Carissime, nel tardo pomeriggio di oggi, dalla Casa di Infermeria di Querceto di Sesto Fiorentino, è salita al cielo Suor GERMANA GELMI
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nata a Zazza di Malonno (Brescia) il 13 luglio 1925, entrata in Comunità il 14 aprile 1949, professa dal 1 novembre 1951. Era giunta a Querceto quando la malattia si era manifestata in tutta la sua gravità e in poco tempo ha terminato il suo cammino per andare incontro al suo Signore. La permanenza nella Casa d’Infermeria è stata per Suor Germana un’occasione di purificazione e di una testimonianza preziosa di saper accogliere con serenità e spirito di fede dalle mani del Signore ciò che Lui aveva preparato per il suo ultimo tratto di strada. Buona e generosa ha amato e curato i bambini che le sono stati via via affidati nelle varie comunità dove l’obbedienza l’ha chiamata, (Firenze, Viciomaggio,Colle Val d’Elsa, ecc.), spendendosi per loro e circondandoli di tante cure. La voglia di servire e di rendersi utile sempre ha sorretto le sue energie e la sua tempra bresciana. Fino all’ultimo ha cercato di servire con tanta generosità la sua comunità della Bovisa dove ha trascorso i suoi ultimi annicircondata dall’affetto delle sue consorelle e dove ha rivelato ancora una volta le doti che sempre l’hanno caratterizzata. Nonostante gli acciacchi della vecchiaia ha continuato il suo servizio in guardaroba con tanta disponibilità
e serenità portando sempre nella comunità pace e serenità. Con semplicità e fermezza ha donato tutto al suo Signore e alla sua Famiglia Religiosa che ha amato senza riserve fino alla fine della sua lunga vita. Affidiamola al Dio della Vita perché interceda per i suoi famigliari e per tutte noi. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO
Roma, 2 agosto 2014 Carissime, nel pomeriggio di oggi, dalla Casa di Infermeria a Querceto di Sesto Fiorentino è salita al cielo Suor Augusta Costa nata a Monticelli Brusati (Brescia) il 07 giugno 1927, entrata in Comunità il 22 ottobre 1948, professa dal 19 luglio 1951. Il Signore l’ha chiamata a sé e l’ha introdotta nellaSua luce piena, dopo una lunga e dolorosa malattia. É arrivata carica di gesti di bontà e di amore seminati
nelle corsie degli ospedali (Roma Sanatrix, Lavagna, Reggio Calabria, Poggibonsi…) dove ha diffuso il profumo del bene, dell’amore semplice e generoso, della dedizione fatta a chiunque ne avesse avuto bisogno. Era facile vederla allegra, capace di ironia e di buon umore: non conosceva il lamento, non sapeva fare altro che cercare come potersi dare di più. Sempre pronta ad offrire, ha conservato questa sua virtù anche nella lunga malattia che l’ha resa poco alla volta immobile e incapace di ogni più piccola autonomia. Nei brevi tratti di lucidità che in alcuni momenti si sono verificati, si è mantenuta com’era: capace di non pretendere nulla. La sua infermità accettata con spirito di fede e in piena conformità alla volontà di Dio è stata una testimonianza preziosa per le consorelle che l’hanno conosciuta e in particolare per quelle che l’hanno accompagnata e seguita con tanta cura e amore durante la sua lunga permanenza a Querceto. Ringraziamo il Signore del dono che è stata Suor Augusta per tutte noi e godiamo con lei e per lei della gioia immensa in cui è sicuramente immersa. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO
Carissime, oggi, dalla casa di infermeria di Querceto di Sesto Fiorentino, è salita al cielo Suor ILARIA BARLASSINA nata a Carugate (Milano) il 26 novembre 1921, entrata in Comunità il 5 giugno 1943, professa dall’11 febbraio 1946. Fin dagli inizi della sua vita religiosa rivelò un grande desiderio di intraprendere un cammino di donazione al Signore in un servizio di carità che andasse incontro,secondo lo spirito del nostro carisma, alle esigenze dei più bisognosi. Infermiera attenta e solerte ha dedicato la sua vita ai malati e nelle opere sanitarie dove è stata richiesta la sua presenza (San Gimignano, Luco, Poggibonsi, Reggio Calabria, Sarno, Querceto, Vicchio…) si è spesa mettendo al servizio dei malati tutta la sua capacità e la sua preparazione. In diversi luoghi la sua presenza è stata nel duplice ruolo di superiora e di infermiera responsabile, lasciando sempre in tutti un buon ricordo. Appassionata alla sua missione ha lavorato così per tanti anni dimostrando sempre tanta generosità e spirito di sacrificio finché le forze glielo hanno permesso. Sempre decisa e determinata, quando non ha più potuto svolgere il servizio di infermiera, ha cercato di rendersi utile là dove l’obbedienza l’ha inviatanon badando agli acciacchi dell’età e volendo servire la sua Famiglia Religiosa che sempre ha amato. Piano piano ha dovuto accettare il venir meno delle sue forze e a Querceto ha trascorso
il suo ultimo tratto di vita. Ha goduto così delle cure amorevoli delle sue consorelle e se n’è andata al suo Signore per ricevere il premio riservato ai giusti. Affidiamola a Lui e preghiamo perché su tutte noi scenda la luce necessaria per camminare sempre in fedeltà e generosità. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO
Roma, 22 agosto 2014 Carissime, comunico che, alle ore 20 di stasera, a Querceto di Sesto Fiorentino, ci ha lasciato la cara Consorella Suor ANASTASIA RENZONI nata a Civitella in Val di Chiana (Arezzo) il 30 luglio 1915, entrata in Comunità il 1 agosto 1934, professa dall’8 dicembre 1936. È difficile rievocare Suor Anastasia senza avere davanti un volto sorridente capace di nascondere l’età nella voglia di vivere e testimoniare sempre con gioia la freschezza giovanile della propria consacrazione ovunque fosse inviata a svolgere il suo servizio apostolico. Di carattere aperto e sereno non aveva difficoltà ad instaurare buone relazioni sia con le consorelle in comunità che nell’ambito apostolico. Inizialmente
si è dedicata all’assistenza educativa dei bambini e delle bambine nei vari collegi di Lucca, Viareggio, Chiavari, dimostrando profonda sensibilità e attenzione per i più bisognosi. In seguito l’obbedienza le ha chiesto un servizio di collaborazione con la parrocchia attraverso l’insegnamento del catechismo ai bambini e la partecipazione ad iniziative religiose per le famiglie o per i gruppi dei giovani. A questo riguardo soprattutto i 17 anni trascorsi a Fabbrica sono stati importanti non solo nella vita apostolica di suor Anastasia ma rimangono indimenticabili anche nella popolazione di Fabbrica che tanto ha apprezzato la presenza di questa religiosa semplice ma con il cuore ricco di bontà. Ha trascorso serenamente gli ultimi anni della sua lunga vita a Querceto continuando ad essere una presenza serena nella comunità e attendendo con gioia l’incontro definitivo con il suo Signore che aveva sempre cercato e amato. Ringraziamo il Signore per il dono di Suor Anastasia che dal cielo continuerà ad amare la sua Famiglia religiosa che ha servito 47 con tanta generosità. Camminando con fede 2/2014
Roma, 20 agosto 2014
“ Non dobbiamo avere paura delle differenze! La fraternità ci fa scoprire che sono una ricchezza, un dono per tutti! Viviamo la fraternità!” Papa Francesco in visita ad un centro di rifugiati
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