notiziario delle suore di santa marta
Editoriale
In missione
3 Editoriale
22 Il consiglio pastorale
la Redazione
Parola di Dio
da Novate Milanese
23 Genova non è solo il Ponte Morandi è anche... Paganini
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Santa Marta donna che serve e che ama
da Genova
don Paolo Dondossola
26 Miniolimpiadi
Attualità 6 Nelle nostre mani l’alba delle nuove generazioni
suor Maria Pia Mucciaccio
Ricordare e... vivere 8
La Catechesi
Mons. Tommaso Reggio
Serena Dugnani e Rosanna Natolo
30 Grazie!!!
suor Maria Rossini e comunità
31 Amici di Betania a Pisa
Anna Maria del gruppo Betania
32 Classi quinte: che spettacolo!
da Bovisa
34 Cuore di mamma
Spiritualità e carisma 10 Canteremo in eterno le tue meraviglie
suor Adriana Gajardo e le consorelle del 50° e 25°
12 Mi abbandono alla fedeltà di Dio oggi e sempre (Sal 52,10)
suor Smini, suor Loren, suor Emilia e suor Carla
suor Eliana Martinelli
37 Omelia e saluto di don Marcello alle Suore di Novate
da Novate
40 “Diversi da chi?”
Roberta Di Lieto, insegnante
42 “Una bella storia” specialità genovese
14 Sotto le ali della Divina Provvidenza
44 Ventimiglia una sosta di preghiera
suor Jeeva e suor Sneha
da Genova
16 25 anni di grazia e fedeltà
46 Festa della famiglia
suor Teresa Camilo Bueno
suor Annetta Conte
18 Un cammino verso l’interiorità...
48 Chiavari: tutti al mare
le Juniores
Alessia D’Errico, una mamma
La parola a... Madre Carla 20 La bussola
Notiziario delle suore di santa marta
50 Come se vedessero l’invisibile
suor Teodolinda Cappelletti
suor Karem Cavierese Ortega
Pagine aperte
Frammenti di santità 21
da Chiavari
52 Con vivo e vibrante affetto
Edoardo Del Tenno
Via V. Orsini, 15 00192 Roma
54 Quante stelle nel cielo a Vimodrone
Quadrimestrale Anno LXXXVII
55 Alla Madre Superiora
suor Maria Rossini
Redazione suor Alessandra F., suor Damiana, suor Maria Pia, suor Mariana, suor Stefania Suore di Santa Marta Via Montenero, 4 - 22063 Vighizzolo di Cantù (CO) Tel. 031.730159 camfede@istitutosantamarta.org Stampa Àncora Arti Grafiche - Milano Progetto grafico In.pagina di Bergamaschi Fabio www.studioinpagina.it
il Sindaco di Sesto Fiorentino
56 Qui non c’è più
Margherita Bernoni
Con l’affetto della memoria 57
suor Maria Filippi; suor Dionisia Brolis; suor Cecilia Ferrari; suor Lucia Pittameglio
58 Carissima Suor Cecilia
suor Adriana
Editoriale
La Redazione
Ri-partire dal cuore del 2019 flette sul significato profondo del termine è possibile cogliere una sfumatura positiva, in quanto opportunità di riflessione, di discernimento, di evoluzione. Allora… al termine di queste vacanze forse è bene augurarci buon anno di crisi, nel senso di buona crescita personale. L’estate 2019… è stata una bella opportunità per vivere appieno questa capacità di metterci in comunicazione e di entrare in sintonia con gli altri, ma anche e soprattutto con se stessi. La comunicazione è un viaggio che ognuno di noi intraprende e attraverso il quale non solo domanda e risponde ma soprattutto stringe legami, sancisce appartenenze a qualcuno, si mette in sintonia. Ogni comunicazione è un’amicizia, un patto d’alleanza, è uno stile di vita. È il tesoro prezioso che il Signore benedice e che nella preghiera, rende ancora più ricco di ascolto, silenzio e riconoscenza. In questa estate forse abbiamo avuto anche l’occasione per vivere meglio e rinnovare la sintonia con il Signore, per ascoltare bene cosa ha da dirci Lui, il regista della nostra vita. Forse ci siamo ritagliati qualche momento in più di silenzio, di ascolto della sua voce e di preghiera… forse abbiamo sentito il suo amore come musica di sottofondo nelle nostre relazioni e questo ci ha resi più capaci di vivere meglio, perché solo Lui sa trasformare i rumori in suoni melodici! Forse abbiamo vissuto questa sintonia col grande regista della nostra vita in più occasioni: dal contatto con la natura ai viaggi/pellegrinaggi di vario genere, dal silenzio del nostro cuore e delle nostre occupazioni alla beatitudine di un corso di esercizi spirituali… Tutta ricchezza!, tutta grazia di Dio! Sia la carica per quella marcia in più di cui abbiamo bisogno per ripartire con slancio, con fiducia, con speranza… A tutti, grandi e piccoli, l’augurio per mantenersi in sintonia con le persone, l’ambiente, il lavoro, il Vangelo, la cultura, i problemi del nostro mondo contemporaneo… Buona ripresa!
3 Camminando con fede 2/2019
Se il cuore è il motore della nostra vita, l’estate è il tempo per farla ri-partire con una marcia in più. Ormai l’estate 2019, il periodo più ricco di attese e di speranze, il culmine dei nostri sogni… ha iniziato la sua fase di discesa: i sogni e i ricordi stanno lasciando campo alle realtà quotidiane. Estate!, che per i ragazzi/giovani ha voluto dire inizialmente tempo di bilanci… dell’anno scolastico terminato per fermarsi e fare una verifica su com’è andata, cosa si è imparato, cosa resta nella mente e nel cuore, le tante esperienze vissute, il cammino di crescita sul piano umano e sociale. E poi finalmente giorni di estate carichi di emozioni, a volte anche un po’ contrastanti: impazienza, felicità, voglia di ritrovarsi e di raccontare le proprie avventure, ma anche, perché no, segnati da un po’ di malinconia per le vacanze che voleranno via come il vento! È stato bello osservare persone che si sono rincontrate, magari inaspettatamente, persone dai volti sorridenti e distesi, che si sono raccontate, abbracciate, commosse… È bello pensare e credere che questa sintonia e desiderio di creare legami profondi possa accompagnare sempre ogni uomo, in ogni età della vita, in ogni situazione, in ogni tempo... Già… sintonia, una parola dal suono dolce il cui significato intrinseco è proprio “accordo di suoni”. “Sintonizzarsi” cioè mettersi sulla stessa lunghezza d’onda, armonizzare i propri pensieri e sentimenti con quelli degli altri. Allora proviamo ad immaginare al rientro da queste vacanze il mondo delle persone che ci stanno intorno come un’orchestra, i nostri vicini come le note sul pentagramma e i nostri colleghi come gli strumenti che danno voce alla loro sinfonia. Ogni nota è necessaria, ogni strumento importante: spartito e strumento devono intonarsi l’uno all’altro per poter dare vita all’armonia scritta sulla partitura. Certo può succedere che, per diversi motivi, si possa stonare, si possano attraversare momenti di stanchezza e di crisi che non devono però spaventare. “Crisi” vuol dire infatti passaggio; spesso investito di valenza negativa, ma se si ri-
Parola di Dio
Santa Marta donna che serve e che ama di don Paolo Dondossola
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le “nostre” attività vanificando la preziosità ntriamo nelle letture tratte dal libro deldello “spirito di servizio” che Gesù ci ha inla Genesi (18, 1-8) e dal Vangelo di Luca segnato. (10, 38-42) e proposte dalla liturgia di questa Santa Marta ha capito la “lezione” e ha così Celebrazione Eucaristica che ci vede radunati imparato il vero “servizio” da rendere ai fraper far festa con le Suore di Santa Marta. telli per assomigliare sempre più all’amato Per vivere bene il nostro incontro con la fiMaestro. gura di questa Santa, nominata più volte nel Nel brano evangelico della riVangelo, e che ha avuto l’onore surrezione di Lazzaro. (Gv 11, di ospitare nella sua casa il Divi«Maria ha 19-27) possiamo trovare la prono Maestro, con il quale ha avuscelto la parte va della maturazione della sua to un rapporto speciale, vorrei fede. sottolineare due aspetti: il sermigliore che Gesù davanti alla tomba di Lazvizio e l’amicizia. non le sarà zaro dichiara: “Io sono la resurMarta ha vissuto la presenza tolta» rezione e la vita…chiunque vive di Gesù mettendosi a “servire”, e crede in me non morrà in eteruno degli atteggiamenti più imno. Credi tu questo?” e Marta con sicurezportanti dei seguaci del Maestro: imparare a za risponde dimostrando una fede forte: “Sì, mettersi con umiltà a servizio degli altri. Un Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio servizio che deve sgorgare dal cuore con moldi Dio che deve venire nel mondo!” ta semplicità e familiarità. Gesù ribalta la laIl rimprovero che Gesù le aveva fatto: “Mamentela di Marta “non ti importa nulla che ria ha scelto la parte migliore che non le sarà mia sorella Maria mi abbia lasciata sola a tolta”, cioè quello dell’ascolto della Parola di servire?”, in un rimprovero verso di lei. Dio, ha aiutato Marta a rimettersi in gioco. Non è forse questo il “dolce” rimprovero che Noi forse non abbiamo questo coraggio perqualche volta Gesù rivolge anche a noi? ché siamo arroccati nelle nostre convinzioni Il servizio è importante se nasce dal cuore, è tanto da non lasciarci neppure sfiorare dalla qualcosa di te che metti davvero a disposizioParola di Dio. Marta invece si è lasciata done degli altri. cilmente correggere dalla Parola ed ha ricoPuò darsi che anche noi, come Marta, talvolta nosciuto in Gesù il Cristo, fonte di vita. siamo permalosi, autoreferenziali, gelosi del-
prire il bene che hanno nel cuore e a donarlo con generosità? Quando il Beato Tommaso Reggio ha avuto l’intuizione di fondare la Famiglia Religiosa delle Suore di Santa Marta aveva ben chiara l’idea di come dovevano essere le “sue” Suore. Le ha pensate perché le loro comunità fossero un luogo d’incontro, un luogo nel quale le persone, incontrandole, potessero sentirsi accolte, amate e accompagnate, divenendo a loro volta capaci di accoglienza e dedizione. Tutti noi qui presenti chiediamo al Signore, per intercessione di Santa Marta, due doni: vivere quotidianamente nelle nostre comunità la fraternità e l’accoglienza e prestare con generosità il nostro servizio mettendoci in attento ascolto della Parola di Dio, Parola che incoraggia, rigenera e corregge. Auguri!
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È per questo che questa donna è un esempio da imitare per vivere un servizio a completa disposizione degli altri. Un secondo aspetto che non si può non evidenziare è quello dell’amicizia e della familiarità. La casa di Marta è la casa accogliente. Quando Gesù faceva visita ai fratelli di Betania si sentiva davvero “a casa”. Che cosa insegna a noi, alle Suore di Santa Marta, ma anche alla Chiesa di oggi che porta il peso della storia e quello di essere una grande istituzione, questa “amica” di Gesù? Come sono le nostre comunità e i nostri ambienti religiosi e parrocchiali? Cosa percepisce la gente quando ci incontra? Quale messaggio trasmettiamo? Quello di una istituzione fredda, imprigionata nell’osservanza delle regole, oppure quello di una famiglia che sa accogliere non per sfruttare ma per accompagnare, per aiutare le persone a sco-
Attualità
Nelle nostre mani l’alba delle Q
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chiede ad ogni costo di saperci impegnare uando sorge l’alba non sempre si è deper il bene delle nuove generazioni che ci sti e solleciti a contemplarla. È piuttovengono affidate, consapevoli che in questo sto un fatto naturale e quasi scontato, che a viaggio non si è soli e che occorre sfuggire la volte tocca marginalmente o neppure sfiora tentazione dell’isolamento. se non si ha una vena di consapevolezza del Dice bene Papa Francesco nell’enciclica Amosuo spuntare. ris Laetitia al cap. 7: “L’educazione è uno L’alba delle nuove generazioni è nelle nostre scambio di vita (mente, cuore, sentimenti) mani, in quelle di tutti… di tutte quelle persotra più persone, educare non è ne che hanno a cuore il formarsi un travasare nell’altro le prodi coscienze oneste, libere, caTutti, prie idee, le proprie esperienze, paci di volare alto. quindi, siamo le proprie convinzioni, ma aiuCi sono idee, valori che non educatori… tare ciascuno a ricercare, nella tramontano mai, ci sono storie libertà, la verità di se stessi, per da tramandare, ci sono battiti ieri come oggi, realizzare la propria vocazione. da comunicare ma senza grida anzi oggi Educare, dunque, è affrontare altisonanti, ci sono impegni inc’è più bisogno un “viaggio insieme” che ha bisoderogabili per tutti… piccoli e di ieri! gno di una direzione di marcia grandi, genitori ed insegnanti, e di una meta da conseguire. I politici e gente comune, pedagenitori che hanno dato la vita ai loro figli sogogisti di fama ed educatori sconosciuti. no innanzitutto chiamati a dare le ragioni per Tutti, proprio tutti, ciascuno nel proprio ruocui è bello e vale la pena di vivere.” lo e situazione, ciascuno con le sue intuizioni Un capitolo ricco di indicazioni pedagogie risorse offriamo alle nuove generazioni un che per i genitori ma che richiama tutti noi, modello che si impone e impone la sua ricsoprattutto noi educatori, alla responsabilità chezza di vita. verso le nuove generazioni, all’educazione e Tutti, quindi, siamo educatori… ieri come ogalla formazione dell’umanità futura… gi, anzi oggi c’è più bisogno di ieri! Si è e si Se vogliamo che la luce illumini le nostre diventa educatori oggi nella misura in cui digiornate, la nostra epoca, non dobbiamo veniamo una presenza di sostegno, di accomperdere di vista l’alba di queste nuove genepagnamento, di guida, anche se forse sono razioni, capaci di portare novità, freschezza da reinventare i metodi e i percorsi, ricercare e vitalità. nuove risorse… È un impegno, una sfida, un incoraggiamenTutti siamo chiamati ad educare, a prenderci to a procedere, un augurio per tutti, ma socura, ad entrare nella logica del servizio che
di suor Maria Pia Mucciaccio
nuove generazioni facciamoci trovare assonnati o assopiti… Il nostro cuore e il nostro operare sia sempre dalla parte dell’alba delle nuove generazioni e sappia scommettere ed investire su di esse con la forza dell’amore, ricordando le parole di don Bosco: “L’educazione è un fatto del cuore.” Allora mettiamoci all’opera per questo nuovo anno scolastico 2019-20 perché sia fecondo di nuovi germogli di attese e di speranze! Il grande Maestro benedica e sostenga tutti gli operatori del campo educativo!
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prattutto per chi opera nel campo dell’educazione. Non perdiamoci d’animo se qualche volta l’alba è oscurata da grigie nuvole che preannunciano precipitazioni devastanti. Dobbiamo avere il coraggio di credere che, al di là del grigiore della burocrazia odierna e delle mutevoli leggi e norme che tenterebbero di soffocarci, noi non ci arrenderemo mai! Non disattendiamo questa emergenza educativa! Abbiamo il coraggio, fiduciosi, di attendere l’alba nuova che sorgerà. Non
Ricordare e... vivere
La Catechesi
Catechismo... catechismo senza riposo
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o studio del catechismo non dovrebbe cessare mai poiché è dal catechismo che gli uomini imparano a “regolare i loro mutui rapporti secondo carità e giustizia; catechismo dunque e catechismo senza riposo. Senza riposo coloro che devono insegnarlo, senza riposo i giovani e i bambini che devono apprenderlo; tutti dovrebbero studiare catechismo, se non lo conoscono”. Gran parte dei mali che affliggono la società, pensa e afferma Tommaso Reggio, derivano dalla perdita della fede e dall’ignoranza della religione che si riscontra, più o meno, in tutte le età e in tutte le classi sociali. Secondo lui “è necessario rifare cristiano il mondo” mediante lo studio delle verità religiose; non basta professare la fede cattolica, ognuno deve anche essere istruito nella dottrina cristiana. Tommaso Reggio si preoccupa di dare un testo fondamentale di catechismo, e ritocca quello già in uso “per renderlo rispondente alle esigenze del suo tempo”, ben sapendo che la difficoltà maggiore non sta tanto nella scelta del testo, quanto piuttosto “in chi lo insegna, nel modo di insegnarlo per far sì che molti, tutti se possibile, accorrano ad apprenderlo”. Ai parroci spetta il compito di trovare i mezzi per radunare numerosi i fanciulli al Catechismo, non devono però usare alcuna costrizione perché, in questo caso, “sarà opera vana, dannosa anzi, poiché li priva forse di qualsiasi insegnamento religioso”. I parroci, invece, “studieranno i tempi, i luoghi e gli allettamenti più opportuni al fine di attirare i fanciulli e di persuadere i genitori e i parenti tutti che, se vogliono i loro ragazzi buoni, non esiste mezzo più efficace di questo: inviarli, anzi condurli loro stessi al catechismo”.
Il bambino, infatti, ha bisogno di un insegnamento che lo veda partecipe e l’adulto di cose sostanziali ma esposte con chiarezza e semplicità: quello che è importante in questo insegnamento non è tanto la scienza, ma il sapere che è la “vera fede quella che ci salva”. Il compito di “custodire la fede ed esserne maestri agli altri” è tipico dei sacerdoti, ma anche di ogni cristiano perché ciascuno è partecipe del sacerdozio regale di Cristo. Anzi, proprio i laici, in molte circostanze possono agire meglio del sacerdote; la loro parola giunge là dove quella del sacerdote non può arrivare e sono accolti dove i sacerdoti sarebbero cacciati. I laici quindi devono essere istruiti per poter a loro volta diffondere il messaggio cristiano, obbligo ancor più grande per chi è chiamato al matrimonio e deve procurare la vita eterna a coloro ai quali dà la vita temporale.
Identità del catechista • Si impegna per Dio e da Dio solo attende il premio. • Insegna con passione, qualunque sia l’esito delle sue fatiche. • Usa dolcezza, perché la parola che dispensa è la Parola di Dio. • È capace di catturare la simpatia dei ragazzi e di coinvolgerli. • È consapevole che non deve trasmettere solo una scienza perché è “la vera fede quella che salva”. • È convinto che l’ostacolo maggiore non sta nella difficoltà del testo, ma in chi insegna. • È coerente nel testimoniare con la vita quanto insegna. • Mette al primo posto l’ascolto della Parola.
Ripercorrendo tutta la vita di Tommaso Reggio e conoscendo la sua incalzante attività di apostolo, appare evidente che ogni suo passo è scandito dall’urgenza evangelica: “La carità ci spinge” e “Guai a me se non predicassi il Vangelo”. A soli 23 anni fa parte della Congregazione del B. Leonardo da Porto Maurizio, il cui scopo è la formazione biblica dei sacerdoti. Entra anche nella Congregazione degli Operai Evan-
gelici o Franzoniani, i quali si occupavano di promuovere la cultura cristiana e di istruire ed educare ai principi evangelici la popolazione; i suoi membri infatti, si dedicavano al catechismo delle donne e dei fanciulli nei quartieri più poveri; si preoccupavano anche del catechismo “notturno”, cioè impartito nelle primissime ore del mattino agli operai prima che questi si recassero al lavoro e a coloro che si vergognavano di pregare con gli altri perché troppo poveri. Oggi li chiameremmo “barboni”. A Tommaso Reggio, nei primi anni di sacerdozio, viene assegnato il compito di vicerettore dell’oratorio dei fanciulli in S. Giovanni di Pré, incarico che consisteva nell’insegnamento del catechismo, nella preparazione ai sacramenti e nelle confessioni. La zona di S. Giovanni di Pré ospitava la parte più povera della popolazione e, essendo vicina al porto, presentava non facili problemi riguardo alla moralità e al buon costume. FONTI ARICHIVISTICHE: ARCHIVIO SUORE DI S. MARTA Tommaso Reggio. Ai catechisti Tommaso Reggio. Lettere pastorali Circolari Tommaso Reggio. Omelie Tommaso Reggio. Ai Laici. Esercizi Verbali delle Missioni della Congregazione dei Franzoniani
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Tommaso Reggio teme una scienza, uno studio non sostenuti dalla fede ed è convinto che l’insegnamento del catechismo e lo studio della religione deve procedere di pari passo con gli studi “liberali e l’apprendimento delle scienze umane”. Suggerisce quindi ai catechisti di: • Usare un linguaggio chiaro e semplice, • Utilizzare brevi e chiare spiegazioni che mantengano viva l’attenzione, • Evitare il chiasso e mantenere l’ordine, • Distribuire i premi ai più diligenti, • Avere pazienza, tanta pazienza per vincere le difficoltà che nascono dalla superficialità e dalla vivacità dei fanciulli, • Avere autorevolezza, non autoritarismo, perché i ragazzi amino ascoltare.
Spiritualità e carisma
Canteremo in eterno le tue meraviglie di suor Adriana Gajardo e le consorelle del 50° e 25° Santiago
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di quelle. Abbiamo potuto toccare con mano on grande gioia e profonda riconoscenl’infinita bontà e misericordia del Signore maza una parola che vogliamo e possiamo nifestata in tanti gesti e doni. dire in questa ricorrenza così speciale per ciaIl nostro grazie si rivolge prima di tutto alla scuna di noi è GRAZIE! nostra carissima Madre Carla per la sua dediUn GRAZIE che si estende dall’inizio del nozione e preoccupazione per la stro cammino fino ad oggi e nostra crescita umana e spiridal quale sorge la nostra viva ...essere tuale, e particolarmente la ringratitudine per gli innumeregraziamo per la sua affettuovoli doni ricevuti dalla bontà nella Chiesa sa vicinanza. Vogliamo anche di Dio durante questi cinquanpietre vive esprimere la nostra profonda ta e venticinque anni di consache annunciano riconoscenza verso Madre Ancrazione al Signore. al mondo tonia per il fecondo lavoro forConstatiamo che veramente mativo portato avanti quando l’amore di Dio è sempre granla vita nuova è stata Madre Generale. de e fedele: Lui ha guidato la del Vangelo E come non essere riconoscennostra storia e la nostra vita ti verso Madre Lilian? A Lei un secondo i suoi piani e le sue sincero e affettuoso ringraziamento per ogni promesse senza mai venir meno! aiuto e per la sua disponibilità alla volontà di Seguire il Signore non è stata una decisione Dio. Grazie ad ognuna delle consorelle che ci che abbiamo preso una volta, cinquanta o hanno accompagnato e sostenuto nel nostro venticinque anni fa. Per grazia di Dio è stacammino di fedeltá nelle diverse comunità ta per noi una scelta che si rinnova ancora dove il Signore ci ha inviato a svolgere la nogiorno dopo giorno, nel quotidiano delle nostra missione. stre vite, come ben ricorda Papa Francesco La nostra memoria viva e riconoscente si rinel suo messaggio per la giornata della Vita volge adesso verso le Madri che si trovano già Consacrata. Molte sono le grazie che riceviain paradiso: Madre Ignazia, Madre Ermelinmo dalla nostra Famiglia Religiosa, grazie che da, Madre Emilia, Madre Leonarda, Madre ci spingono a crescere nella fedeltà al Signore Celestina... e come non ricordare le nostre e i giorni trascorsi a Valparaìso sono stati una
“
lezza della donazione a Dio per essere nella Chiesa pietre vive che annunciano al mondo la vita nuova del Vangelo. Vogliamo terminare con un bellissimo pensiero tratto dalla esortazione apostolica “Gaudete et Exsultate” (n. 169). Lo facciamo nostro perché sia stimolo permanente per ciascuna di noi in questo nuovo periodo della vita.
Si tratta di non avere limiti per la grandezza, per il meglio e il più bello, ma nello stesso tempo di concentrarsi sul piccolo, sull’impegno di oggi.
”
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carissime Madre Letizia, Madre Paola, Madre Ambrogia, Madre Pia? Sono state maestre che con i loro consigli, insegnamenti e soprattutto con i loro esempi di vita hanno contribuito alla nostra crescita risvegliando e rafforzando in noi l’amore incondizionato verso Gesù. La loro testimonianza di vita ci ha aiutato a scoprire, passo dopo passo, la bel-
Spiritualità e carisma
Mi abbandono alla oggi e sempre (Sal 52,10)
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l termine di questa tappa della nostra vita e avendo pronunciato il nostro SI definitivo al Signore ci nasce dal cuore esprimere in queste righe l’immensa gratitudine verso Dio e la Famiglia Religiosa per quanto ci hanno donato di vivere in questo tempo di grazia. Siamo arrivate un anno fa a far parte della Comunità di Roma e, fin dal primo momento, abbiamo capito che apparteniamo ad una sola ed unica famiglia: ci siamo sentite come a casa con l’accoglienza, l’affetto e la cura di ogni sorella verso di noi. In questo tempo le parole dell’apostolo Paolo hanno risuonato con forza nelle nostre menti e nei nostri cuori: “Così come il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo... noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo” (Cfr 1Cor 12,12-13). Abbiamo vissuto l’esperienza della fraternità e interculturalità nel periodo dello juniorato a Roggiano, esperienza forte che ci ha arricchito come persone e unito tra di noi. Questa bella esperienza ci ha accompagnato durante tutto questo periodo di formazione e ci permette d’innalzare a Dio una lode per essere membri così diversi, ma parte di un’unica famiglia, con lo stesso spirito che si trasmette dovunque e un solo cuore che batte dappertutto per Gesù. “Scienza delle scienze è conoscere Gesù Cristo”. In modo particolare, in quest’anno, abbiamo avuto la possibilità di approfondire mediante lo studio i fondamenti della nostra fede e la sua ricchezza nel vissuto come Chiesa. Insieme a questo abbiamo avuto l’opportunità di conoscerci meglio tra di noi vivendo gran parte del tempo insieme, di conoscere altre re-
altà nella condivisione con suore di altre Congregazioni che, come noi, desiderano con tutto il cuore seguire Gesù secondo il loro carisma. Dopo la grande solennità della Pasqua, il Signore che non si lascia mai vincere in generosità ci ha dato la possibilità di visitare e conoscere i luoghi più significativi della vita del nostro Padre Fondatore e della nostra Famiglia Religiosa. In questi luoghi abbiamo toccato con mano fin dove può arrivare un cuore che si lascia amare fino in fondo da Gesù. Abbiamo vissuto insieme alle sorelle incontrate momenti di fraternità e in modo particolare sono stati significativi per noi gli incontri con le suore ammalate che ci danno esempio di donazione e pazienza. Quest’anno abbiamo sentito in modo particolare la presenza amorevole del Signore che cammina accanto a noi: in alcuni momenti è stato Lui stesso, in altri in persone concrete… Non possiamo dimenticare: vicinanza, tenerezza, consigli, ascolto delle nostre Madri. In modo particolare ringraziamo Madre Carla e Madre Lilian che sono state due pilastri in questo cammino e che ci spingono ancora con la loro testimonianza di vita a donarci con gioia e amore al Signore. Il nostro GRAZIE rimane una piccola parola di fronte a tutto quello che abbiamo ricevuto. Porteremo nel cuore i ricordi di tanti momenti e la nostra gratitudine durerà per sempre. Adesso tocca a noi dare quello che gratuitamente abbiamo ricevuto per la santità della Chiesa e per il bene di quelli che il Signore ci vuole affidare. Ancora GRAZIE SIGNORE sei stato proprio grande con noi!!!
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fedeltĂ di Dio
di suor Smini, suor Loren, suor Emilia e suor Carla
Spiritualità e carisma di suor Jeeva e suor Sneha
Sotto le ali della Divina Provvidenza
Trivandrum
“Chi ho io nei Cieli? Fuori di te, nessun altro io bramo sulla Terra”. (Sal 73,25)
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rima che nascessimo nel grembo di nostra madre il Signore ci ha conosciuto, ci ha santificato, ci ha plasmato con le sue mani, rimanendo sempre con noi, ci ha custodito come pupilla dell’occhio, nella pienezza del tempo ci ha chiamato per diventare le sue spose, ci ha insegnato la sua volontà e ci ha benedetto per offrirci nelle sue mani con la Professione Religiosa. Il Signore ci ha donato tanti beni e talenti. Noi abbiamo anche tante debolezze e difetti ma sappiamo che nel momento in cui li deponiamo davanti al Signore Lui ci trasforma in forti strumenti nelle sue mani. Dopo cinque anni di formazione siamo arrivate alla Professione con gioia e gratitudine. Abbiamo deciso di lasciare genitori, fratelli, parenti e amici, solo per diventare aiuto e sostegno per gli altri. Abbiamo lasciato tutto quello che avevamo per seguire il Signore con le mani vuote e alleviare le sofferenze del popolo. Abbiamo deciso di abbandonare ciò che possedevamo in questo mondo ed entrare in comunità per servire il Signore nei fratelli. Abbiamo offerto a Dio la nostra vita come una lampada che arde per diventare luce per gli altri. Siamo arrivate davanti all’altare per la prima Professione con la consapevolezza che solo con la sua Grazia possiamo dare senso alla nostra esistenza. Il 27 maggio nella casa di formazione a Trivandrum abbiamo emesso i Santi Voti durante la Celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Mons. Soosapakiam, Vescovo di Trivandrum, che con amore di Padre durante l’Omelia ci ha detto come si deve essere quando ci si consacra a Dio nella vita religiosa. “Solo se diventiamo “zero” possiamo godere una relazione profonda con Cristo e proseguire con speranza anche nei momenti in cui dobbiamo attraversare la valle oscura.”
A rendere solenne e benedetto questo giorno erano presenti 20 sacerdoti, tante suore e giovani in formazione da diverse Congregazioni. Il coro ha cantato come gli angeli nel cielo. In questo giorno abbiamo veramente goduto la presenza spirituale di tutte le Suore di santa Marta che hanno pregato per noi. In questo giorno della nostra Professione abbiamo goduto in modo particolare la dolcezza della fraternitá. Per rendere piena questa festa le nostre consorelle hanno preparato ogni cosa con cura e amore, rendendo evidente la bellezza della vita fraterna. Ricordiamo con cuore grato la nostra Congregazione che ci ha dato gli aiuti per crescere come donne e come consacrate lasciandoci plasmare per essere offerta gradita a Dio. Abbiamo sentito presente la nostra carissima Madre Generale che ci conosce personalmente, ci ama e ci ha dato sempre esempio di semplicitá e umiltá. Anche se lei non era presente in questo giorno siamo sicure che ci porta nel cuore. Siamo grate a Madre Sossy che ha accolto i nostri voti e a Madre Annie che per cinque anni ci ha seguito come una mamma guidandoci con amore a pronunziare il nostro Sì incondizionato al Signore. Se spingiamo lo sguardo in avanti ci rendiamo conto di quello che Dio ci chiede, ma siamo sicure che mai ci mancherà il suo aiuto. “Voglio farmi santo ad ogni costo”, “Dio, Dio solo mi basta” queste parole del nostro amato Padre Fondatore le vogliamo custodire nel cuore e vogliamo correre con entusiasmo cercando sempre la volontà di Dio che ci benedirà donandoci la sua grazia. Grazie per le preghiere delle tante consorelle e chiediamo loro di sostenerci ancora nell’impegno di crescere nella conformitá a Cristo nostro Signore.
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Spiritualità e carisma
25 anni di grazia e fedeltà
di suor Teresa Camilo Bueno
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stato bello ritrovarsi insieme da diverse vari pellegrinaggi e visite culturali che hanno parti del mondo per un periodo di “sosta lasciato un profondo segno di fede nel nostro fraterna” a Roma e a Roggiano in occasione del cuore e ci hanno aiutato ad allargare gli oriz25° della nostra consacrazione a Dio. I giorni zonti. della nostra vocazione e missione. vissuti insieme sono stati veVogliamo esprimere un proramente commoventi perché fondo grazie a Dio per il dono ci hanno fatto rivivere gli anni della vocazione e per questi 25 Che cosa renderò trascorsi nella culla della noanni di consacrazione. al Signore stra amata Famiglia Religiosa. Desideriamo anche esprimere per tutti i benefici Non bastano le parole per racprofonda gratitudine ai nostri che mi ha fatto? contare la calorosa accoglienfamiliari, alle nostre care Maza ricevuta dalle nostre care dri e a tutte le consorelle che Salmo 116 Madri e dalle consorelle. Ci ci hanno manifestato l’amore sentiamo davvero orgogliose e la tenerezza di Dio con il di appartenere a questa Famiglia Religiosa, loro esempio di vita. che Dio ha prediletto in vari tempi e modi per Un grande grazie a tutte! portare il suo annuncio di salvezza. Da sempre Suor Teresa Camilo Bueno la Congregazione ha avuto una premurosa atSuor Leema Maliakkal tenzione per la nostra formazione così anche Madre Annie Maliakkal in questo periodo speciale ci ha preparato un Suor Daisy Nazhoorimattathil itinerario ricco e variato per condurci a godere Suor Mariakutty Kallidayil la bellezza della nostra chiamata. Suor Molly Thannikkappara Durante questa sosta abbiamo approfondito Suor Lilly Puthusseril ancora di più il carisma specifico delle suore Suor Lissy Puthussery di Santa Marta, la vita e l’insegnamento del Suor Chinnamma Orathel nostro Padre Fondatore, e la bellezza di un Suor Lusy Mundamattathil Amore Eterno: Suor Elsy Avanickel • che ci chiama Suor Annnamma Mullanparakal • che ci trasforma Suor Ansamma Menapatupadikkal • che ci fa missione. Suor Rosily Mulavaricka Questa esperienza positiva ci ha aiutato a Suor Alice Chennamkulathu progettare un futuro da vivere confidando Suor Mariyakutty Mundamathil sempre nel Signore e ricercando assiduamenSuor Mary Kulachitara te la “Sapienza” nella preghiera… Suor Seleenamma Kaithakkavil Inoltre il nostro percorso è stato arricchito da
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Spiritualità e carisma
Un cammino verso l’interiorità... le Juniores
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iamo arrivate il 26 luglio nella comunità di Roggiano e dopo qualche giorno abbiamo fatto gli Esercizi Spirituali tenuti da Don Adriano Castagna, che ci ha guidato nella riflessione sulla figura di «Geremia: il prigioniero di speranza». Il padre ci sollecitava a fidarsi di Dio che ci ha chiamato, sia nelle fatiche che nella gioia, perché nella nostra storia si compia la Sua volontà. Dopodiché ci siamo fermate per un periodo di formazione accompagnate da Madre Lilian. Con lei abbiamo approfondito i contenuti della Vita consacrata: spiritualità e santità. Riprendere in mano la Regola di Vita (articoli riguardanti la Formazione) ci ha reso più consapevoli della necessità di una formazione umana, spirituale e culturale. Ci ha dato molta luce anche l’esortazione apostolica Christus Vivit di Papa Francesco, che ci incoraggia a riflettere quale sia il dinamismo che mette in moto una risposta autentica al desiderio di vita che la giovinezza porta con sé e che il Signore non vuole spegnere. A ciascun giovane, nelle circostanze concrete in cui si trova, la Chiesa non ha altro da offrire se non l’incontro con quel Dio vivo che essa continua a sperimentare come amore, come salvezza e come fonte di vita, sapendo che sarà questo incontro a dischiudere nuove possibilità di orientamento per la vita di ciascuno, cioè a diventare chiamata e vocazione. In questo cammino ci siamo chieste cosa sia la vera spiritualità. È la vita nello Spirito cioè la capacità di scendere nella parte più profonda di noi stesse, dove si gioca la nostra posizione esistenziale. Quindi ognuna di noi deve tornare a sentire un bisogno profondo di vita interiore, di pensare la propria vita non a partire dagli eventi ma dalla posizione che vuol assumere davanti a quegli eventi. Alcune riflessioni di Don Fabio Rossini sulle beatitudini ci hanno aiutato a capire meglio come possiamo rientrare in noi stesse per cerca-
re di vivere la nostra somiglianza con Cristo che non è altro che la nostra vera identità. Infatti, le beatitudini sono la vita stessa di Cristo. Lui le ha vissute e per questo il nostro aderire ad esse ci inserisce nella sua vita, ci unisce strettamente a Lui, ci uniforma a Lui. In realtà essere felici significa incontrare Cristo e così tirar fuori questo capolavoro che siamo noi. Abbiamo provato ammirazione quando Madre Antonia ci ha presentato la storia di Giuseppe, il sognatore, perché le riflessioni ci hanno aiutato a illuminare i pensieri e i sentimenti che stavamo approfondendo. Giuseppe un uomo che ci insegna a leggere la vita con tutte le sue storture e ambiguità, con ciò che in essa sembra frutto di ingiustizia e iniquità e che tuttavia fa parte d’un progetto di amore di Dio. Ci siamo sentite privilegiate nel godere un tempo con la nostra carissima Madre Generale, di avere condiviso il giorno della passeggiata a Villa Carlotta, sul Lago di Como, e di aver ascoltato le sue parole invitandoci ad unire la nostra mente e il nostro cuore; cioè i nostri pensieri e i nostri sentimenti perché possiamo discernere meglio la volontà di Dio in ogni momento della nostra vita, specialmente nella piccolezza della quotidianità. Infine possiamo dire che questi giorni sono stati proprio un tempo di grazia nei quali abbiamo goduto la gioia di essere consacrate, abbiamo condiviso esperienze personali, comunitarie e culturali. È stato un bellissimo dono di Dio che ci impegna a seguire la nostra formazione con fedeltà cercando di concretizzare quanto abbiamo potuto riflettere e approfondire. Ringraziamo il Signore, le nostre care Madri e le suore della comunità di Roggiano che ci hanno accolto con grande generosità e spirito di famiglia facendoci sentire a casa.
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La parola a...
Madre Carla
La bussola
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Mi è capitato sotto gli occhi questo scritto che mi ha colpito: è un brano tratto dal libro “Il filo infinito” di Paolo Rumiz. Eccolo: “Che uomini erano quelli che pensarono a salvare l’Europa con la sola forza della fede. Lo fecero nel momento peggiore, negli anni di violenza e anarchia quando le invasioni erano una cosa seria non una migrazione di diseredati, ma ondate violente, spietate, pagane. Li cristianizzarono e li resero europei con la sola forza dell’esempio. Salvarono una cultura millenaria, rimisero in ordine un territorio devastato in preda all’abbandono. Sono i discepoli di Benedetto da Norcia”. È facile, fin troppo facile farci la domanda guardando il presente, l’oggi: “loro, i benedettini, con la sola forza dell’esempio, impedirono la dissoluzione… e noi?…” A volte sembra che, anche adesso, le radici cristiane stiano per “dissolversi” anzi, la politica e l’economia che propongono come unica “stella” della salvezza il profitto, appaiono senza “bussola”. Nell’aria c’è violenza, paura, sofferenza, rabbia… e una sorta di sottile impalpabile dissacrazione… troppa! A volte sembra manchi la luce per “vedere” con occhi liberi da pregiudizi la realtà. Ma, la luce “c’è” e, se ascoltiamo, c’è anche la voce che ci spiega come provare a dipanare questa realtà. Dice il Salmo: “nessuno può resistere alla sua voce”. Sì, è così! Siamo assediati da parole ostili, da gesti carichi di brutalità, da notizie che ci assordano. È vero però che “in ogni cosa c’è una crepa, ma è di là che viene la luce” (Coen).
Bisogna cercarla però la luce credendo che c’è. È il compito di chi crede “svelare” il buono e trovarlo, farlo uscire nella sua incomparabile essenzialità e purezza. È il nostro compito di consacrate, oltre che cristiane, essere salde nella fede, miti ma ferme nel professare i valori che riemergono dalla sorgente inesauribile del Vangelo. Se il Vangelo è entrato veramente nella nostra vita, non possiamo, recitando il rosario ogni giorno, non pensare alla Madonna incinta che “non trova posto”. Nè possiamo saltare quella magnifica pagina che Cristo ci ha lasciato e che non ci dà scampo: “ero forestiero e mi hai ospitato, nudo e mi hai vestito…” C’è un “anello” che lega i nostri buoni propositi e li “aggancia” al confronto con la “realtà” del nostro vivere quotidiano: è la capacità di rendere più “umano” l’ambiente in cui agiamo e viviamo. Custodire le persone, rispettare e amare le differenze (non solo di razza!) accogliere la debolezza, la fragilità, rifiutare ogni razzismo… si può e si deve. Alla domanda: “sentinelle quanto manca all’aurora? “Dobbiamo sapere rispondere con una rassicurazione disarmante “sta per sorgere”. È l’armonia tra noi, con ogni uomo, con il creato intero che farà diventare la risposta credibile. Intravedere la luce è proprio di chi ha accolto l’invito: “a comportarsi in maniera degna del Signore, per potergli piacere e per essere forti e pazienti in tutto” (Cfr. Col 1,96).
Frammenti di santità Dal diario di Suor Teodolinda Cappelletti Roggiano, 4 agosto 1977
Suor Teodolinda Cappelletti passata alla casa del Padre il 6 gennaio 2009
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Nella nostra vita dobbiamo saper cogliere l’essenziale, ciò che nessuno ci potrà mai togliere. Noi subiamo troppo le emozioni del momento, ci lasciamo condizionare dai fatterelli. Cristo deve essere il mio tutto. Solo Lui sa costruire sull’eterno. Ne sono convinta? Viviamo in atteggiamento di docilità e di obbedienza al Padre e allo Spirito. Attenzione a ciò che il Signore chiede a me. Egli ha un progetto, ha un programma di amore sulla mia vita! Devo saperlo cogliere e vivere. Amare il nostro tempo, amare la nostra situazione. Viviamo il tempo dei paradossi, un tempo meraviglioso anche se difficile! Godiamo un po’ di pace, di silenzio, di intimità con Dio. Ascoltiamolo! Essere semplici come i bambini. Il semplice vive l’essenziale nell’umiltà e sa che l’essenziale è Dio. Il semplice è una persona chiara, trasparente. ”Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” e sono ancora i semplici. Il semplice si fida di Dio perché sa che Dio pensa a lui e vive nella pace e nella gioia. Il semplice sa cogliere e crede nella sapienza della croce. Signore che io non complichi la mia vita, che io creda nella tua provvidenza e nella tua misericordia. Tienimi vicino a Te, Signore. Dammi il coraggio di andare avanti, di andare incontro alla vita con grinta, come se fosse, e lo è, una realtà sempre nuova da vivere, da scoprire, da amare. È bello vivere ogni età della propria vita come un nuovo inizio, conservando nel cuore un’esperienza di vita che può diventare utile discernimento, ma con la voglia di ridare alle proprie scelte nuova vitalità, nuove motivazioni, nuovo entusiasmo.
In missione da Novate Milanese
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Il consiglio pastorale, a nome di tutta la comunità parrocchiale della Sacra Famiglia, desidera ringraziare voi: suor Maria, suor Angela, suor Serafina e suor Hani e, con voi, tutte le consorelle che Vi hanno preceduto in questi 57 anni di ininterrotta presenza nella nostra parrocchia. Era infatti il 5 novembre 1962 quando le prime tre suore di Santa Marta iniziano la loro attività educativa presso la appena costruita scuola materna che verrà poi inaugurata ufficialmente il 21 aprile 1963 dall’Arcivescovo Card. Montini. Da allora, le suore della congregazione di Santa Marta che si sono avvicendate in Sacra Famiglia, hanno dedicato tutta la loro energia a favore del bene più prezioso per il futuro di una comunità cristiana: la crescita spirituale, morale e materiale dei propri bambini. In questi anni moltissimi nostri figli e nipoti sono stati affidati alle vostre cure nella certezza che dalla vostra premura educativa ed al vostro esempio avrebbero imparato le prime e basilari regole del vivere sociale che non può mai prescindere dal rispetto per l’altro e dall’attenzione ai suoi bisogni. E di questo instancabile servizio tutti noi vi siamo riconoscenti. Grazie anche per tutto l’impegno che avete dedicato al rapporto con le famiglie dei nostri bimbi; sono tanti genitori che hanno goduto della vostra amicizia, del vostro sostegno, del vostro incoraggiamento di fronte alle difficoltà familiari e alle sfide educative di sempre. Grazie per il lavoro svolto in oratorio, nella catechesi, nella preparazione delle celebrazioni liturgiche, nei momenti di festa; per tutta la collaborazione che a vario titolo avete prestato ai nostri sacerdoti. Grazie infine per la grande testimonianza di fede che avete offerto al cammino personale di ciascuno di noi, soprattutto attraverso l’esempio concreto di come una vita di totale donazione al Signore debba quotidianamente nutrirsi della preghiera personale, della partecipazione all’Eucaristia per poi incarnarsi in una carità senza limiti. E ora che le suore ci lasciano cosa rimane? Rimane il bene da loro seminato in tutti questi anni. Le suore di Santa Marta ci passano idealmente il testimone per invitarci a continuare quella fondamentale opera educativa che loro hanno finora portato avanti. Tocca a noi laici crederci fermamente e continuare a far crescere quel seme, così come tocca ad ogni genitore trasmettere ai propri figli quella fede e quell’amore che a sua volta ha ricevuto. La Sacra Famiglia di Nazareth accompagni vostro nuovo cammino non facendoVi mai mancare la Sua amorevole protezione. Vi auguriamo tutto il bene possibile per il vostro futuro confidando che, anche se lontane, continuerete a vegliare sulla nostra comunità parrocchiale con la preghiera, custodendoci nel vostro cuore, consapevoli che anche noi faremo lo stesso per voi.
da Genova
Genova non è solo il Ponte Morandi è anche... Paganini Da “Misteri per orchestra” di Filippo Facci
A Nicolò Paganini mancava tutto ciò che sembrava indispensabile per una qualsiasi carriera: era brutto, magrissimo e spettrale, […] i capelli neri, gli occhiali neri, i vestiti neri, goffo nei modi, d’aspetto malaticcio[…] burlesco nel suo inchinarsi come un burattino dell’inferno. Eppure c’era qualcosa di grandioso nella drammatica smoderatezza di questo musicista spuntato dai carruggi genovesi, l’unico in grado di imprimere nella storia della musica un segno che nessuno avrebbe più potuto ignorare. Le esagerazioni e le caricature del periodo romantico sono note, ma lo sono anche le descrizioni che di lui fecero critici e compositori generalmente sobri: Schubert, che nell’ascoltarlo ebbe una crisi di pianto, disse: «Durante l’adagio ho sentito cantare un angelo». Chopin parlò di «perfezione assoluta». Liszt lo definì «insuperabile». Schumann ammise che «mai fu dato di ascoltare un fenomeno del genere». Meyerbeer concluse che «dove terminano le nostre facoltà razionali, incomincia Paganini».
Un gelido illuminista come Ludwig Rellstab così descrisse un concerto a Berlino del 1829: Ieri Paganini ha suonato per la prima volta. È stato accolto con un applauso moderato e molti tradivano troppo chiaramente un’antipatia verso di lui, disprezzato […] Ma poi, dopo il primo assolo, esplose un fragore al cui confronto ogni ovazione deve essere considerata debole. Fu un’esultanza quale raramente si è sentita in un teatro, e mai nelle sale da concerto. La partecipazione crebbe. Il suo adagio non è che una piangente melodia, ma mai in vita mia ho sentito piangere in questo modo. Che cosa sono mai tutte le musiche per violino suonate sinora? Non sapevo che la musica potesse creare suoni del genere. Non appena si levò il trillo finale fu come se l’applauso di prima non si fosse neppure sentito, non poteva neppure essere paragonato con questo. Le signore si sporsero dalla galleria, gli uomini montarono sulle sedie per vederlo e invocarlo. Non ho mai visto i berlinesi comportarsi così.
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Chi era Nicolò Paganini?
Ascoltando Paganini ….riflessioni dei ragazzi
L’iniziativa
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Dopo aver presentato ad ogni classe il grande violinista genovese e averlo fatto “gustare” un po’, ci è nata l’idea di continuare a proporlo con un po’ di ascolti. Partendo dalla scuola Materna fino alla 3a media… abbiamo selezionato piccoli ascolti (5 o 6 minuti!) da “sentire” insieme. Cosi, scuola Elementare alle 8:20 del mercoledì, scuola Media alle 11:00 e scuola Materna quando avevano lezione. L’obiettivo: far gustare e conoscere un po’ la grande musica italiana. Consapevoli del rischio di riuscire solo ad annoiare o peggio ad imporre l’ascolto… ci siamo mossi cercando di “non chiedere nulla” in cambio. L’ascolto… (solo dopo febbraio) procede bene… 5 o 6 minuti e dopo una brevissima presentazione lasciamo poi anche un piccolo spazio perché chi vuole “esprima” un suo pensiero. Abbiamo informato anche i genitori… che tentiamo di “realizzare un sogno”. I pensieri che ne sono usciti sembrano confortarci e invitare a procedere. L’anno prossimo proporremo un altro grande musicista italiano. Se uno solo dei nostri alunni andrà a cercarsi un bel suono di violino per risentire qualcosa, sarà già un grande successo che ci gratificherà. Così come ci gratifica sentir dire: “Sa che sono andato a cercarmi quel libro?!” È troppo dire che così nel nostro piccolo pensiamo di “promuovere” un po’ di cultura?
F ra tutti quelli che abbiamo sentito, mi è piaciuta in particolare la “Sonata per chitarra” uno strumento che Paganini ha sempre tenuto segreto, anche se aveva un talento spettacolare. Mi è piaciuto sentire una nuova versione della sua musica con uno strumento diverso dal violino. A nche il concerto mi ha affascinato: è stato molto orecchiabile, armonioso e tutti lo ascoltavano con piacere perché la musica non può essere noiosa. A me, sinceramente, è piaciuto di più il concerto con il solista violinista. Questo concerto mi piace per il favoloso e melodico dialogo tra orchestra e solista. Paganini è famoso per le sue capacità di inventare battute sul momento… questo artista è stupendo! D urante l’ascolto dei due brani, ho provato due differenti emozioni: nel primo il brano era molto lento quindi mi ha dato una sensazione di tristezza, malinconia; nel secondo invece, ho provato una sensazione di gioia e di felicità. D i Paganini ammiro il suo genio e la sua creatività nel creare musiche così complesse. Ha mostrato apertamente se stesso e questa è una cosa che ammiro di lui. D urante gli ascolti ho provato stupore e ammirazione perché questi musicisti sono arrivati ad un livello altissimo grazie alla loro tenacia e alla loro grinta. H o provato molta stima e invidia quando ho sentito i suoi brani e questa settimana “il violinista” suonava così bene che mi sembrava fosse Paganini.
In missione M i piace molto ed è molto interessante! Mi piacerebbe che il prossimo anno si ascoltasse Verdi. Ho scoperto molte cose su Paganini che prima non sapevo. Le emozioni che ho provato erano incredulità e inquietudine in alcuni momenti.
D urante l’ascolto dei suoi brani, in alcuni momenti, provavo una sensazione di calma, tranquillità; in altri momenti (per esempio quando sembrava che suonassero due o più violini) provavo agitazione, ma allo stesso tempo felicità e “pienezza”.
È stato molto emozionante, la musica ti trasportava in un’altra dimensione, mi ha ipnotizzata… Bello, bello davvero!
Q uando ascolto Paganini sono contento perché mi fa piacere che un genovese sia diventato così famoso. Gli alunni della Scuola Secondaria di I° grado di Chiavari
INFORMAZIONI MANDATE AI GENITORI Chi era Paganini? A questa domanda sapranno rispondere (tra un po’ di tempo) gli alunni della Scuola Materna, della Primaria e della Secondaria di I° grado. Come mai? Abbiamo pensato di far ascoltare a tutti gli alunni qualcosa di bello di un grande musicista italiano (c’era solo l’imbarazzo della scelta!) Paganini era genovese e quindi cominciamo da lui… perché è bene in questi tempi che Genova non sia soltanto la “città del ponte Morandi”.
Qual è l’obiettivo? Far conoscere almeno un pochino la Grande Musica. È un sogno? È bello però anche sognare perché tutti sappiamo che i sogni fatti insieme si avverano! Quali rischi non vogliamo correre? Annoiare gli alunni. Esagerare con le richieste. …Vogliamo soltanto che tutti i nostri alunni a giugno abbiano gustato un pochino Paganini… è troppo?
La Scuola Materna, Elementare e Media di Chiavari
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Cosa faremo? • Inizialmente presenteremo la biografia dell’autore, un piccolo filmato e… un ascolto • Un giorno alla settimana dedicheremo 5/10 minuti a un ascolto insieme per gustare un po’ della sua musica • In ogni classe continuerà il lavoro di approfondimento, a “dosi giuste” secondo la fascia d’età.
In missione
Miniolimpiadi 24 Maggio 2019. Entrando dal portone dell’Istituto Santa Gemma di Milano viene da sorridere: lo sguardo si perde ad osservare il giallo delle magliette che si spostano qua e là accomunando ragazzi e insegnanti. Dalla presidenza esce lo stendardo con lo stemma della scuola portato da Suor Chiara: un insieme di emozioni attraversa i cuori di tutti. Orgoglio, gioia, allegria, entusiasmo, desiderio di partecipare e vincere, timore di non essere all’altezza delle prove e di deludere compagni e docenti, tensione… è il giorno delle Miniolimpiadi! Atteso, immaginato, preparato da tempo, finalmente è arrivato, ci siamo! Gli insegnanti iniziano a fare l’appello,
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veniamo divisi per classi: le magliette gialle si distribuiscono ordinatamente nell’atrio e sfilano verso l’uscita della scuola ammirate da genitori, fratelli, nonni. Un saluto dai finestrini dei pullman e davvero l’avventura ha inizio. Ad attenderci a Como, in un bellissimo campo sportivo, le magliette rosse dei padroni di casa: i ragazzi dell’Istituto Santa Marta di Vighizzolo! Prendiamo posto sugli spalti nell’area a noi assegnata, ma si fa fatica a stare fermi e seduti, abbiamo voglia di parlare, ridere, conoscere gli altri, valutare la loro forza sportiva, fantasticare sull’esito delle gare. Poi accade come una magia: a poco a poco tutta la tribuna si accende di colori diversi e
di Serena Dugnani e Rosanna Natolo Bovisa - Milano
Finalmente iniziano le gare! Quando sentiamo chiamare il numero stampato sulle nostre pettorine, veniamo immediatamente travolti da un vortice di emozioni diverse: la tensione e l’ansia si mischiano al desiderio di riuscire a dare il meglio di noi durante la prova, mentre l’adrenalina mette a dura prova il nostro sforzo per rimanere calmi e concentrati. Dagli spalti sentiamo qualcuno che a gran voce ci incita, e questo ci infonde coraggio e ci dà conforto, anche se allo stesso tempo fa nascere in noi il timore di fallire e di deludere
le nostre speranze e quelle altrui. Insieme a noi gareggiano dei nostri compagni di classe e altri coetanei provenienti da scuole diverse. Ciascuno guarda l’altro con sospetto. Tutti conosciamo bene i sentimenti che stiamo provando, ma cerchiamo di nasconderli dietro a una risata evidentemente nervosa e a un atteggiamento ostentatamente sicuro. Intanto con lo sguardo studiamo le potenzialità dei nostri avversari: ipotizziamo la loro forza fisica, valutiamo a occhio la loro altezza e scommettiamo sulla loro resistenza. Poi ripassiamo più volte mentalmente le varie fasi della prova che ci attende. Via! In un baleno tutti i pensieri svaniscono e in testa rimane un unico tormentone: “Dai! Forza!”. Poi, d’un tratto, proprio mentre stiamo disputando la gara, il groviglio di emozioni e sensazioni prende di nuovo forma dentro di noi: speranza di vincere, timore di sbagliare, occhi puntati addosso, tentativo di emulare i campioni dell’atletica, desiderio di superare e di superarsi.
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al rosso e al nostro giallo si aggiungono il rosa e l’arancione. Tutti i ragazzi delle scuole delle Suore di Santa Marta sono arrivati al campo, è il momento attesissimo della sfilata! Ci riversiamo sulla pista e noi, magliette gialle, essendo stati i padroni di casa della precedente edizione, apriamo il colorato e festoso corteo, emozionati e orgogliosi di avere un compito tanto importante. La fiaccola viene accesa al centro del campo: siamo emozionati, anche un po’ commossi e capiamo che lo sono anche le suore e i nostri insegnanti. Qualcosa di speciale ci unisce, un affetto sincero ci invade il cuore in questi attimi. Silenzio. Sembra incredibile che possa accadere in mezzo a tanti ragazzi, in un giorno in cui non c’è scuola. Recitiamo tutti insieme una preghiera, la preside di Vighizzolo ci saluta con gioia spronandoci a vivere con pienezza e senza risparmiarci questa giornata di festa dell’amicizia e dello sport.
In missione Al traguardo, il più delle volte, si rimane delusi: il risultato è sempre inferiore a quello stimato e i nostri avversari hanno ottenuto dei tempi nettamente migliori. Qualcuno però esulta e questo è commovente anche per gli altri. Al termine delle proprie prove, ci si può rilassare sugli spalti e godersi le gare da spettatore. Questo è davvero un bel momento: assistere dal vivo a delle competizioni è molto coinvolgente ed emozionante. Ognuno di noi, naturalmente, sostiene il colore della propria maglietta, i propri compagni: si improvvisano cori, si intrecciano paro-
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le in rima, si coordina una ola, si scommette sulla propria merenda. Tutto questo infonde un profondo senso di unione. È bello riconoscersi parte di una stessa scuola ed è doveroso sostenere chi ne fa parte, a prescindere dall’età o dalle proprie simpatie. Rosso, rosa, arancione, giallo. Il podio prende vita e di volta in volta le maglie colorate si mescolano secondo differenti combinazioni. Certo, ciascuna scuola vorrebbe aver vinto tutto, o almeno aver guadagnato un gradino, anche l’ultimo.
Applausi, abbracci, urla di trionfo. Le Miniolimpiadi si sono concluse (e purtroppo senza la promessa gara dei professori, che ci aveva tanto incuriosito, ma che forse avrebbe messo a disagio i nostri insegnanti, i quali infatti sono ben contenti che non venga disputata).
A piccoli gruppi ci avviamo verso i pullman che ci attendono. Sulle piste un po’ di polvere e le nostre impronte già spazzate via dal fresco vento di questo maggio un po’ ballerino. Ma nel cuore che cosa resta? Lì c’è il desiderio di ritornare, di rivedersi, di riprovare a giocare insieme, ma poi c’è anche qualcos’altro… è la sensazione di sentirsi a casa, di stare bene in mezzo a tutti quegli insegnanti, ragazzi e genitori che provengono da scuole diverse. Questo significa che a Roggiano, Chiavari, Vighizzolo e Milano tutti camminano nella stessa direzione e conservano il medesimo modo di esprimersi, proprio come avviene in ogni famiglia. Grazie quindi a chi, anche in queste occasioni, attraverso il suo carisma ci ha insegnato a vivere nella gioia e nella condivisione: il nostro beato Tommaso Reggio.
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Ma questo non è sempre possibile e, a pensarci bene, è giusto e bello così. Il momento delle premiazioni, infatti, è davvero speciale, perché, se da una parte fa nascere un sentimento di invidia tra i partecipanti, dall’altra mette in risalto il significato vero e profondo del fare sport, che naturalmente non è quello di conquistare più vittorie possibili. In quei momenti, quando la giuria chiama e premia, chi rimane seduto ad applaudire e a sorridere inizia a maturare dei pensieri che mai avrebbe ritenuto di considerare. Pensa alle magliette arancioni, e le ringrazia, perché sono arrivate da Chiavari e hanno affrontato un lungo viaggio per la gioia di condividere questa giornata; pensa a quanti hanno vinto la gara di resistenza, e li guarda con grande ammirazione, perché gli hanno dimostrato che cosa siano la costanza e la tenacia; pensa ai ragazzi premiati nella gara di velocità, che gli hanno fatto prendere consapevolezza dei propri limiti e così gli hanno insegnato ad essere più umili; poi pensa alle squadre che hanno vinto la staffetta e capisce che lavorare insieme crea unione e fa crescere; infine pensa alle presidi che consegnano le medaglie ai propri alunni, e nel gesto di una carezza con cui li salutano, capisce che cosa sia la tenerezza.
In missione
Grazie!!! L
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a giornata del “GRAZIE” alle Suore di Santa Marta per i 57 anni di presenza nella Scuola Materna Parrocchiale “SACRA FAMIGLIA” in Novate, è giunta oggi Domenica, 7 luglio 2019. La chiesa ornata a festa: rose bianche sull’altare, alla Madonna, al Crocifisso: cantori già presenti e già impegnati nell’ultima prova, persone che entrano frettolose e attente a lasciare liberi gli inginocchiatoi bianchi riservati alle religiose… Arrivano le tre suore, accompagnate dalla rappresentante della Madre Generale, e altre Consorelle dalle comunità vicine e con loro, le Autorità civili, i rappresentanti del Consiglio pastorale e delle numerose associazioni: Amici di Betania, Unitalsi, San Vincenzo, Terza età, Volontariato, Apostolato della preghiera… a testimoniare quanto sta a cuore la Scuola Materna e le molteplici attività della Parrocchia. Ai rintocchi delle 10 il parroco Don Marcello, preceduto dai chierichetti, sale all’altare per celebrare la Santa Messa: preghiamo bene, insieme, a lungo, commossi. Seguono gli interventi preparati e spontanei, gli applausi calorosi, i doni con sorpresa, la condi-
di suor Maria Rossini e comunità Novate Milanese
visione dell’abbondante rinfresco, gli abbracci amicali… tutto intriso di gratitudine per la presenza laboriosa, edificante, continua (57 anni) delle Suore. Nel cuore di ciascuno fioriscono due sentimenti: festosa riconoscenza e sofferenza per il distacco. Si ripete continuamente:”Vogliamo far festa alle suore, ma sentiamo dolore per la loro partenza”. È proprio così per i parrocchiani, per noi suore e anche per me. Sono stata per poco tempo con voi qui a Novate, ma è stato sufficiente per godere la vostra affettuosa stima, manifestata in fretta, di corsa: saluto, sorriso, sguardo, attenzione, cura e premura, buon esempio, rispetto, tutto fatto velocemente, per esprimere amicizia, gioia, amore, umanità perciò il GRAZIE è reciproco. C’è un modo per ricordare e rivivere il bene ricevuto e donato: la preghiera dell’ AVE MARIA. Infatti nella seconda parte a Lei Madre di Dio, chiediamo di pregare per noi, adesso e ogni giorno, nei momenti di gioia e nelle giornate di dolore e preoccupazione. Così nel suo cuore di Mamma ci ritroviamo ancora tutti sempre e… in pace.
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ggi è sabato, 22 giugno, dopo tante incertezze, è scoppiata l’estate! Noi, gli amici pisani di Betania, ci siamo ritrovati per il consueto incontro di preghiera e di riflessione. Come sempre siamo stati accolti dalla gentilezza e dalla cordialità delle nostre Suore, nella fresca quiete della loro Casa. Questo è l’ultimo incontro prima della sosta estiva e i saluti e gli auguri sono stati più calorosi del solito, nell’attesa di riprendere i nostri incontri nel prossimo settembre. Oggi abbiamo meditato la seconda parte del “Padre nostro”, accompagnati da Maria Santissima. La Superiora, Suor Anita, ha preparato cinque temi di riflessione e di preghiera, corrispondenti ai cinque versetti del Padre nostro. È stato un modo originale di fermare il cuore e il pensiero sulla preghiera insegnataci da Gesù. Viene ora spontaneo ripercorrere col pensiero i mesi trascorsi. Il filo conduttore è stata la recita del Santo Rosario, arricchito da temi di riflessione: • l’invito alla santità con il commento sulle Beatitudini;
di Anna Maria del gruppo Betania Pisa
• la meditazione sui momenti dell’Ascensione, preceduta e conclusa da una preghiera a Maria, invocata come “Donna di casa”, titolo insolito, ma tanto vero e profondo; • la richiesta di doni, ciascun dono motivato da un’ampia riflessione in corrispondenza a ciascuno dei Misteri Gaudiosi; In dicembre poi abbiamo pregato in preparazione al Natale e in Quaresima abbiamo seguito la Via Crucis e la lettura dei “Dieci consigli di Papa Francesco” con il relativo commento. Frequentemente Suor Anita ha richiamato pensieri e scritti del Beato Tommaso Reggio. Come sempre, queste soste di riflessione e di preghiera sono accolte e sentite come nutrimento e sostegno. Soste che non riusciamo a realizzare pienamente nelle nostre giornate, soste che sono popolate, nella preghiera, dal ricordo e dall’abbraccio con nostri fratelli anche lontani. Inoltre momenti in cui possiamo realmente condividere con gli amici presenti le gioie e le sofferenze della nostra vita.
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Amici di Betania a Pisa
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on è una novità che i bambini della scuola primaria dell’Istituto Santa Gemma di Milano abbiano il teatro musicale nel sangue”. Fin dalla classe prima infatti seguono un percorso formativo musicale che li accompagna all’ascolto dell’Opera Lirica attraverso i progetti di “Opera Domani”. La partecipazione dei bambini è sempre molto attiva e sentita a dimostrazione del positivo impatto educativo che il programma di formazione musicale, frutto di metodologie innovative, ha senza dubbio sui bambini. Di grande importanza è da sempre lo spettacolo di Natale, un vero e proprio musical che sviluppa i temi valoriali dell’anno scolastico in corso: nel dicembre 2018 i bambini delle classi terze, quarte e quinte hanno sostenuto uno spettacolo totalmente originale, scritto e pensato dai ragazzi di quinta insieme alla docente Paola Bertassi, in collaborazione con il team di docenti, dal titolo “Christmas I care”. Il lavoro intenso sulla preparazione di questo spettacolo ha messo in evidenza molti talenti fra i ragazzi: chi per la recitazione, chi per il canto o la danza, altri per l’impegno e la responsabilità dell’organizzazione tecnica. Un vero e proprio compito di realtà davvero ben riuscito, se si pensa alla grande autonomia che i ragazzi hanno mostrato nel corso dello spettacolo. E allora perché non ripeterlo? Ed ecco che proprio quest’anno la docente Paola Bertassi ha pubblicato per edizioni
Curci “Rigoletto a scuola”: un laboratorio ben organizzato finalizzato alla messa in scena di una versione del “Rigoletto” di Giuseppe Verdi davvero particolare. Molti gli spunti per coinvolgere i ragazzi, dalla realizzazione di canzoni RAP, liberamente ispirate alle arie più celebri, alla rielaborazione del copione dove sono state affrontate molte tematiche fra le quali il Cyber Bullismo. Un lavoro coinvolgente per i ragazzi che hanno affrontato con grande serietà, ma anche con moltissimo divertimento, l’allestimento dello spettacolo che non ha patito del lungo ponte pasquale e, anzi, li ha restituiti pronti e “gasati” per la rappresentazione del 5 maggio. La possibilità di far vivere esperienze teatrali all’interno della scuola è un’occasione forte per tanti ragazzini che faticano ad uscire dal “guscio”: con un sapiente lavoro di squadra, valorizzando le unicità di ciascuno, una semplice recita diventa un’occasione imperdibile per mettere in gioco se stessi senza ansia e timore (se non un po’ di brivido da “prima della prima”) per essere liberi di “essere” (perché tanto è “finzione”!)… e per cominciare a credere nelle proprie capacità. Magari non per tutti è così, ma certamente lo è per molti bambini. Non tutte le scuole sono dotate di uno spazio teatrale attrezzato come l’Istituto Santa Gemma di Milano: certamente una fortuna per i bambini e i ragazzi che la frequentano e una grande risorsa per la didattica di tutto il team di docenti.
Milano
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spettacolo!
da Bovisa
In missione
Cuore di ma N
el mese di Maggio dedicato a Maria ricorre anche la festa della Mamma e noi abbiamo festeggiato le nostre venti mamme della casa di riposo a Castelgandolfo. Pensando alla Vergine Maria, Madre di Gesù, abbiamo messo in rilievo le sue virtù umane: mamma, educatrice, formatrice, accompagnatrice di suo Figlio Gesù dalla nascita alla sua donazione totale sulla croce. Ecco il grande ruolo di ogni mamma: accogliere e accompagnare il figlio dalla gestazione alla maturità umana e spirituale. Ogni mamma è l’incarnazione dell’Amore del Padre per ogni creatura che nasce. “MAMMA” è anche la prima parola che si balbetta e l’ultima sulle nostre labbra… Nel pomeriggio del 12 maggio sono venuti i familiari delle nostre ospiti che, elegantissime e gioiose, si lasciavano “coccolare”.
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È stata poi proposta una riflessione sulla maternità di Maria che si è conclusa con una preghiera per tutte le mamme. Anche i figli presenti hanno pregato e cantato per la loro mamma che ha donato a ciascuno un cuore fatto da loro stesse con l’invito ad essere segno di amore per tutti.
Preghiera corale delle mamme: Carissimi figli, carissimi tutti, in questa fase della nostra vita diventiamo sempre più deboli ed insicure, smarrite e dubbiose, fragili e limitate, abbiamo quanto mai bisogno di sperimentare la comunione con i Santi, con i nostri cari che sono in Dio, realtà molto consolante per la nostra vita breve. Solo la Fede ci può consolare ed aprire alla speranza di una vita di amore che sarà per sempre. Con il Battesimo abbiamo ricevuto questa grazia come dono scaturito dalla morte e Resurrezione di Cristo Gesù. Amen
Di seguito riportiamo alcune preghiere commoventi composte personalmente da qualche mamma:
. a non mi sente “La mia mamm a nti e allor Così pensano ta esta lettera? perché scrivo qu ché credo Io la scrivo per e lei è fermamente ch erchè è nella qui presente p santi”. comunione dei
Castelgandolfo
“Cara mamma prega pe r me il Signore perché possa trasformare le mie debo lezze in offerta. Però con il pa ssare degli anni sento più forte il mio affetto verso i miei cari. Mi raccomando prega pe rché ci vogliamo sempre bene ”
“Cara m am il mio ca ma tu conosci rattere u n po’ difficile, prega il S ignore perché m ett e nelle m a nel mio cuore ie compren parole bontà e sione”.
“Cara Mamma, ti prego , chiedi al Signore di aiutarmi ad ascoltare le persone che ho vicino : i loro dubbi, le loro preoccupa zioni, e ad accettare serenamen te ogni giorno la mia scarsa capacità di badare a me stessa”. e a, prega per m “Cara Mamm se ricordare le co affinché possa m ccesse nella ia belle e buone su non fermarmi lunga vita e di ebolezze e solo sulle mie d esta fase della povertà che qu sé”. vita porta con
a, prega per “Cara Mamm sa superare me perché pos istezza, i momenti di tr rcando di di solitudine ce il sorriso offrire agli altri vere… che vorrei rice aiutami tu!”
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“Cara Mamma ti ringrazio per quanto mi hai donato con tanto amore. Pur nella grande povertà in cui vivevi non mi hai mai fatto mancare nulla. Fa’ che io abbia la stessa fiducia nel Signore ogni giorno… Tu mi hai generato alla vita e mi hai trasmesso con la tua vita anche la tua grande Fede in Dio. Ti ringrazio ma prega affinchè mi prepari bene ad incontrare Gesù”.
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mma
di suor Eliana Martinelli
In missione Queste sono le preghiere che presentiamo a voi care Mamme che pensiamo in Paradiso… Vi ringraziamo per tutto quello che ci avete donato in vita ma soprattutto perché siamo certe che da lassù ci aiutate a prepararci a raggiungervi in cielo. Un bacio a voi tutte dalle vostre figlie “Le Sognatrici”. I figli, ricevendo l’invito per questa festa, avevano espresso il desiderio di condividere la cena con le proprie mamme. Con un po’ di… acrobazie, perché la sala da pranzo non è molto grande, le suore sono riuscite a sistemare in modo che ogni mamma potesse cenare al tavolo con il proprio figlio e con la propria famiglia di origine. Anche se un po’ stretti e sparpagliati in qua e in là tutti sono rimasti molto contenti e sorpresi per l’accoglienza ricevuta nella nostra Betania.
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Omelia e saluto di
da Novate
don Marcello
alle Suore di Novate durante la S. Messa di ringraziamento del 7 Luglio 2019
to e stanno svolgendo nella nostra comunità parrocchiale, nella scuola dell’Infanzia e anche nella nostra città. Vogliamo ringraziare il Signore per il dono della vita e domandargli di parlare nuovamente al cuore dei giovani perché possano e sappiano rispondere con il loro “Sì” alla sua chiamata, chiamata alla vita di speciale Consacrazione, chiamata a una vita spesa bene
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A
bbiamo pregato nel salmo responsoriale che il Signore è bontà e misericordia! Dobbiamo continuamente chiamarlo alla nostra memoria, al nostro cuore che il Signore è bontà e misericordia. Siamo qui a rendere Grazie per la vita consacrata a LUI! Rendere GRAZIE al Signore per il lungo servizio che le Suore di Santa Marta hanno svol-
In missione nell’amore per Lui e per il prossimo perché davvero sappiano conoscere e vivere il progetto che il Signore ha su ciascuno di loro. Questo saluto, CARE SUORE, è il GRAZIE GRANDE per la vostra presenza e la vostra luminosa testimonianza. Mi permetto di salutare il neo Sindaco e l’ex Sindaco che in questi anni hanno vissuto momenti belli nella nostra comunità e oggi sono qui in rappresentanza della comunità Civile a pregare insieme per il dono della vita consacrata, e per la lunga presenza delle suore qui a Novate. Sono andato a cercare nella storia della parrocchia, storia che non è lunga, ma importante.
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Nel lontano 1° novembre del 1961 veniva posata la prima pietra della Scuola materna: Don Mansueto l’aveva voluta fortemente, come ha voluto fortemente la presenza delle Suore nelle nostre attività parrocchiali. E così a distanza di un anno, il 5 novembre del 1962, giungevano le prime tre suore della Congregazione di S. Marta che sono sempre state tre ed hanno iniziato con 40 bambini e, in seguito con un numero sempre maggiore. Adesso è il momento per dire che le Suore hanno sempre avuto ben chiaro il PROGETTO che DIO ha pensato per loro: quello di prendersi cura dei piccoli e di chi è nel bisogno. Un bimbo della scuola dell’Infanzia necessita della presenza di una madre e voi siete state LO SGUARDO MATERNO di Dio nei confronti dei bambini e di tutta la comunità. Spesso capita di riflettere e guardare il volto di Dio che non è solo ”paterno” ma anche materno e io lo posso riconoscere in voi, nel vostro volto, nel vostro modo di agire, nel vostro “esserci” sempre. Sì, è possibile essere sguardo e volto materno di Dio, ma solo se siamo vicini a LUI. Il Beato Tommaso Reggio, vostro Fondatore, ha sempre sottolineato “IL MIO BENE, IL NOSTRO BENE E’ STARE VICINO A DIO”. Lui non ha mai cercato il consenso umano nella sua vita, ha vissuto con grande fatica quando da Vescovo ha guidato la chiesa di Genova, sempre cercando la volontà di Dio. Ripercorro il cammino molto breve che ho condiviso con voi: nove anni. Penso che in questo tempo abbiate sempre cercato la volontà di DIO, anche quest’anno che è stato lungo e travagliato. Ricordo gli incontri che la Madre Generale ha avuto con me, prima di dare la comunicazione ufficiale che le suore avrebbero lasciato definitivamente Novate. È stata una decisione dolorosa, faticosa ma la scelta è stata fatta con
anni mi sono detto: “Io al loro posto non ce la farei.” GRAZIE SUORE per la fede in quel Gesù cui avete donato la vostra vita. È bello dare la vita a Gesù, nel matrimonio, nel sacerdozio… penso a Claudio che a settembre entra in seminario: è il primo giovane di NOVATE della parrocchia “Sacra Famiglia”. Gli anziani mi ricordano che don Mansueto ha chiesto con insistenza questa grazia per la comunità. Vi ringrazio per la cura che avete dato ad ogni bambino… qui ci sono persone con i capelli grigi che sono cresciute tra le vostre braccia. Salutandoci vi affidiamo il compito grande: portateci nella vostra preghiera. Pregate per la nostra comunità, per noi, per Novate affinchè, per grazia del Signore, possa germogliare e maturare in ciascuno di noi il seme della carità e della misericordia da voi seminato nei lunghi anni trascorsi insieme.
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fede: “CERCARE LA VOLONTÀ DI DIO”. In questi anni l’avete sempre cercata e vi ha spinto a vivere la carità non solo con i bambini ma con gli uomini e le donne che avete incontrato: una carità silenziosa che non ha cercato il pulpito per far risuonare l’affetto, la cura, l’attenzione, la misericordia verso le necessità del mondo. Credo sia proprio questa la caratteristica fondamentale della vostra patrona Santa Marta. Penso appunto a S. Marta, che noi ben conosciamo, che non ha mai fatto mancare nulla al fratello Lazzaro, alla sorella Maria, a Gesù, agli Apostoli. Tutti noi condividiamo la convinzione che la vostra vita apostolica nella nostra comunità sia stata l’EREDITÀ della carità e della misericordia sostenuta dallo spirito di fede e di abnegazione lasciata a voi da Santa Marta. Solo la fede permette di essere a servizio fino a dimenticare se stessi. Quante volte in questi
In missione
“Diversi da chi?” “C
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he cosa significa essere diversi al giorno d’oggi?” “Perché non sono come me?” “Che cos’hanno di diverso?” Queste sono solo alcune delle domande che ci pongono i bambini, attenti e curiosi osservatori di tutto ciò che li circonda. Parlare di “diversità” e di disabilità è un compito molto delicato e impegnativo, soprattutto se si ha a che fare con i bambini. Senza contare che la società di oggi ci espone a molteplici forme di “alterità”, di differenze più o meno evidenti. È compito privilegiato delle famiglie e della scuola aiutare i bambini a incontrare le diversità, conoscerle, ri-conoscerle come realtà diverse dalle proprie e accoglierle. Dall’incontro con l’altro nasce sempre un’occasione di arricchimento e di confronto. Da queste riflessioni si è sviluppata l’idea delle insegnanti delle classi seconde della scuola primaria dell’istituto Santa Gemma di creare dei momenti in cui i bambini avessero la possibilità di relazionarsi con un gruppo di ragazzi diversamente abili. L’occasione di realizzare questo progetto ci è stata data dal CSE (Centro Socio Educativo) Spazio Aurora, gestito dalla cooperativa Spazio Aperto Servizi, in collaborazione con la responsabile del servizio Margherita Monaco e l’educatrice Valeria D’Antuono. Il progetto si è articolato in sei incontri, tre per ciascuna delle due sezioni, nel corso dei quali un gruppo dei sei ragazzi del CSE, accompagnati dall’educatrice Valeria, e i bambini hanno collaborato alla realizzazione di tre conosciutissimi giochi in “versione maxi”: il gioco dell’oca, domino e twister. Il primo incontro è iniziato con una presentazione da parte dei ragazzi e un gioco di conoscenza con un gomitolo di lana, il “gioco della ragnatela”, durante il quale ciascun bambino ha detto il proprio nome e una qualità che lo rappresentava. Al termine della propria presentazione ogni bambino lanciava il gomitolo di lana a un altro e così via
di Roberta Di Lieto, insegnante
Bovisa - Milano
fino a creare una vera e propria ragnatela. In seguito, la classe è stata divisa in tre gruppi, ognuno dei quali “supervisionato” da due ragazzi del CSE, impegnati nella realizzazione vera e propria dei giochi attraverso l’utilizzo di tempere, cartone e altro materiale di recupero. Il secondo incontro è servito per terminare, sempre a gruppi, la realizzazione dei giochi. Nel terzo incontro bambini e ragazzi hanno giocato ai giochi creati insieme. All’incontro finale hanno partecipato le due classi seconde e la classe 4a A. Non sono mancati risate, momenti di dialogo e di grande tenerezza come il saluto finale tutti in cerchio e uno scambio reciproco di “doni”. I bambini delle seconde hanno preparato una “scatola dei ricordi”, all’interno della quale hanno messo disegni, messaggi e pensieri relativi all’esperienza vissuta. I ragazzi hanno regalato agli alunni e alle insegnanti un segnalibro con le loro firme e con sopra riportato questo messaggio: “Tu non sei come me, tu sei diverso, ma non sentirti perso! Anch’io sono diverso e se metto le mie mani con le tue certe cose le saprò fare io, certe cose le saprai fare tu ed insieme ne sapremo fare di più! Ma perché non siamo uguali? Perché vuol dire che tutti e due siamo unici e speciali!”. Questo messaggio racchiude l’essenza del progetto e il cuore del lavoro educativo. Siano bambini, ragazzi “normali” o speciali, il vero insegnamento è questo. La scuola è il luogo di incontro, di apertura, di formazione e di inclusione perché dopo tutto ognuno di noi è diverso e ognuno di noi è speciale: dobbiamo solo avere l’occasione di sperimentarlo e viverlo nella nostra quotidianità. Grazie ai ragazzi del CSE, all’educatrice e ai bambini che con i loro sorrisi, le loro parole e la loro allegria contagiosa ci hanno fatto crescere e ci hanno fatto respirare l’aria della vera “buona scuola”.
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“Una bella storia” specialità genovese da Genova
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INGREDIENTI: una borsa di vivacità, fantasia e creatività a gogò, voglia di divertirsi, capacità di collaborare, amore allo stare insieme…più una manciata di accessori per mare, piscina, escursioni, montagna. Mescolare bene ogni giorno e la gioia quotidiana è servita. “Una bella storia” è stata la motivazione condivisa da un bel gruppo di ragazzi della scuola primaria e da una quarantina di piccoli della scuola dell’Infanzia per il Centro estivo 2019. “Una bella storia” gestita, guidata da animatori, suore e colleghi laici ha riempito con mille iniziative la giornata dei bambini. Iniziative su misura dei gruppi, giochi d’acqua, prove di taekwondo, laboratori di pittura, creazione di giochi, giornata a Villa Serra, al Porto antico, al Parco di Nervi. Le voci dei ragazzi e dei bambini hanno riempito la casa, la scuola di Genova ad ogni livello, dalla scuola dell’infanzia al boschetto, dal refettorio al campetto di calcio, dalla piscina al pranzo nel giardino interno. Medaglia d’onore del centro estivo è stata la super iniziativa dei tre giorni a Champoluc, a 1568 m. s.l.m., in Val d’Ayas, alla Baita dell’Orso, di proprietà dei Cappuccini. Emozione incontenibile, irrefrenabile, novità dell’esperienza lontano dalla famiglia, dormire nel sacco a pelo in una stanza odorosa di legno, con una visuale mozzafiato delle montagne, stanza condivisa con compagni, compagne, autogestione delle piccole faccende casalinghe, personali, pranzo e cena in una sala a dimensione familiare, raccolta.
Un programma nutrito per Champoluc, snodato tra camminate in salita, pranzo sul prato, area di Plan de Villy, a quota 2000 m., attraversamento del ruscello nel bosco a ritmo di saltelli da un bordo all’altro a mo’ di prova delle personali agilità, lunghe ore al parco giochi attrezzatissimo! Film, partite a carte, racconti, chiacchierate con il parroco chiudono la giornata. Tre giorni a Champoluc rimangono nel cuore emozionale dei ragazzi, giorni che essi possono sfogliare nel ricordo delle emozioni intense, delle bellezze a portata di mano. Movimento, compiti, riflessioni, palloncini d’acqua, giochi in piscina per tutti, portano velocemente alla conclusione nel giorno 26, con infiniti “ciao”, “arrivederci”. Con abbracci felici, nostalgici, a loro insaputa, i ragazzi e i bambini lasciano la scuola Santa Marta con la promessa di un altro Centro estivo come quello appena concluso.
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Ventimiglia
di suor Annetta Conte
una sosta di preghiera I
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l gruppo “Amici di Betania” di Ventimiglia si è trovato insieme molto numeroso per un pomeriggio di preghiera. Il clima festoso e accogliente ci ha messo subito nella disponibilità all’ascolto. Per rendere più ricco questo momento di preghiera, è stata messa in rilievo la devozione mariana del Beato Tommaso Reggio, devozione da lui tanto amata e consigliata come un valido aiuto per incontrare Gesù e sentirlo come guida nel nostro cammino. Quanto fervore e forza spirituale! Tommaso Reggio dava spazio in ogni sua giornata alla preghiera del Rosario e il pensiero alla Vergine era presente in ogni sua attività e impegno apostolico affidando a Lei tutto il suo essere e operare. Soleva ripetere: “Maria sia sempre nel nostro cuore e sulle nostre labbra”.
In una sua omelia ci addita la Vergine come Maestra di fede: “…la Vergine Santa sull’esempio suo ci ammaestri a fare ciò che Dio vuole”. Maria è maestra di fede perché con semplicità e abbandono ha creduto alle parole del Signore, non gli ha posto quesiti o limiti, non ha chiesto spiegazioni, ma si è affidata abbandonando la propria vita nelle mani del Signore. Proprio per questa singolare comunione Maria può essere la nostra guida nella pratica della fede. “Il devoto di Maria è l’uomo della fede pura, anzi egli vive di fede”. Possiamo dunque ripetere con Tommaso Reggio: “Maria ci genera alla fede, anzi è vera Madre alla nostra fede”. Per aprire il cuore alla fede è importante saper ascoltare; per non interrompere il colloquio
La presenza di Madre Carla ci ha incoraggiato e con la sua parola ha suscitato fervore e gioia invitandoci non solo a continuare con entusiasmo il cammino di fede, ma a diventare testimoni credibili dell’amore del Signore nello spirito del Beato Tommaso Reggio portando a tutti il carisma delle Suore di Santa Marta. Successivamente il gruppo “Amici di Betania” si è nuovamente ritrovato per confermare ufficialmente la loro appartenenza al gruppo, impegnandosi con la solenne promessa a vivere lo spirito del Beato Tommaso Reggio.
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di Dio con noi Maria diventa Maestra dell’ascolto. Lei per prima ha capito che a Dio va sempre dato il primo posto, a Lui sempre si deve affidare ogni aspirazione, ogni progetto. Il Vangelo dice che la Madre serbava in cuore ogni cosa meditandola nel silenzio. “A noi parla Gesù e ci dice che il Padre celeste vuole essere anteposto ad ogni cosa, ad ogni persona, a noi stessi. Impariamo da Maria ad ascoltarlo e a mettere in pratica la sua parola: Dio innanzitutto!” Ma Maria è ancora Maestra del silenzio, un silenzio che dona tutto lo spazio all’intimità con Dio, un silenzio che vigila, che attende, che scopre sempre la sua presenza, che accoglie ogni suo desiderio, che conserva tutto nel cuore. (Lc. 2,19) Maria diventa allora l’ispiratrice della pietà, Maestra della pietà colei che ci insegna a pregare in modo umile e confidente. Tutta la grandezza di Maria è proprio in questo farsi da parte, quasi in punta di piedi. Quello che l’ha resa grande è stato l’amore per Dio.
Ci affidiamo a Maria perché benedica il nostro cammino, ci guidi sempre verso il bene e ne conservi in noi il desiderio. Con la parole di Tommaso Reggio, ripetiamo a Dio il nostro grazie e ricorriamo fiduciose alla sua intercessione: “A te… celeste vincitrice l’inno della vittoria… io invoco benedizioni, grazie, fede speranza e carità… che Tu ci converta e ci salvi”. Chiediamo a Maria di aiutarci a portare a termine il progetto che Dio ha su di noi e rendere fruttuosi i talenti che Lui ci ha dato. Al termine della preghiera il nostro cuore è più ricco e colmo di gioia. Ci è donata una nuova vitalità, sentiamo che il nostro sguardo è più ottimista e benevolo perché abbiamo incontrato Gesù.
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Festa
di Alessia D’Errico, una mamma
Velletri
della famiglia C
on la festa della famiglia si sono concluse le attività presso la scuola dell’infanzia “Santa Marta”. Ultimo appuntamento dell’anno, ma non per questo il meno importante. È stato un pomeriggio di incontro per tutte le famiglie della scuola, di arrivederci per alcuni e di “addio” per i bambini che il prossimo anno frequenteranno la scuola Primaria. Visi emozionati e occhi lucidi nascosti dietro gli occhiali da sole, durante la cerimonia della consegna dei diplomi ai bambini che terminano la frequenza della Scuola dell’Infanzia. L’anno che si conclude è stato ricco di emozioni e scoperte offerte dal progetto didattico “COSA FARÒ DA GRANDE?”.
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Durante l’anno scolastico i bambini sono stati guidati dalle insegnanti alla scoperta dei mestieri. La scuola si è trasformata per un giorno in una falegnameria, grazie agli operatori della Falegnameria Belardino che hanno mostrato a tutti i bambini cosa si può ricavare dalla lavorazione del legno. Poi, armati di cemento e mattoncini hanno costruito dei modellini, sotto la guida degli esperti muratori della ditta Giuliani. In un altro momento hanno imparato a impastare con le mani farina, acqua e lievito seguendo le istruzioni del fornaio Alessandro Passeri. Nei prossimi giorni sarà la volta della lavorazione del formaggio: l’allevatore Anna Caliciotti porterà a scuola una pecorella e i bimbi
In occasione della festa della famiglia i genitori hanno potuto visitare l’esposizione e la mostra fotografica, dei lavori svolti da tutti i bambini durante l’anno scolastico. Sono questi i giorni dei ringraziamenti e un meritato grazie va a tutto il personale docente, alle collaboratrici della scuola che con grande impegno, affetto e dedizione, ogni giorno si sono presi cura dei bambini accompagnandoli nella crescita e aiutandoli a valorizzare le proprie capacità. Un sentito ringraziamento è rivolto a tutte le suore, specialmente a Suor Luisa, che gestisce con pazienza e saggezza la comunità, e alla coordinatrice scolastica Mariangela Melica, vulcano di idee e di energia, che mette sempre il cuore in ogni suo compito e attività. Crediamo che l’augurio più bello che si possa fare ai bambini sia quello di far tesoro degli insegnamenti ricevuti e di costruire il proprio futuro, mattone dopo mattone, con la costanza e la passione di un artigiano come hanno imparato da chi guidava i laboratori. Come diceva il Beato Tommaso Reggio, Fondatore delle Suore di Santa, fate fiorire il bene nei vostri cuori e nelle persone che incontrerete durante il cammino della vita. Puntate in alto come i palloncini colorati che avete liberato.
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potranno osservare da vicino le varie fasi di questa laboriosa lavorazione. Da ultimo osserveranno da vicino il lavoro perfettamente organizzato delle api nella produzione del miele. Queste attività si sono svolte all’interno della scuola, che dallo scorso anno dispone di una fattoria didattica che ospita vari animali da cortile sorvegliati da Pippo, un simpatico cagnolino. Sempre nella scuola i bimbi possono sperimentare varie attività agricole grazie alla presenza di un orto didattico, composto da una serra e da spazi per la piantumazione di erbe aromatiche. Per lo svolgimento di questa attività che ha interessato molto i bambini è stata preziosa la collaborazione dei genitori.
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Come se vedessero
l’invisibile
di suor Karem Cavieres Ortega
Genova
I
l tema vocazionale ha come guida la chiamata di Davide. È il percorso che quest’anno abbiamo seguito insieme alle 57 ragazze radunate ad Arenzano nel Santuario di Gesù Bambino di Praga, Seminario Minore dei Padri Carmelitani per trascorrere insieme un tempo di preghiera e di riflessione sulla chiamata e sulla risposta. Io unico come Davide: il mantello, le armi segni d’amicizia, una missione in cui credere, le scelte…
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Abbiamo premesso che la partecipazione a questo incontro comprendeva un interesse più profondo a seguire Gesù lasciando da parte paure e sicurezze che potrebbero fermare per una vera scelta di vita. Le ragazze hanno partecipato molto seriamente alla proposta presentata e hanno chiesto di vivere la liturgia delle ore insieme a noi suore e al momento dell’adorazione Eucaristica, con grande raccoglimento e partecipazione attiva nella preparazione della preghiera: le letture e i canti della Santa Messa del giorno, mettendo a disposizione anche il dono di suonare uno strumento. Non sono mancati i momenti di distensione con passeggiate nella natura, di gioco e di mare che ci hanno permesso di dialogare personalmente con le ragazze più grandi e più specificatamente interessate alla vita Religiosa. Chiediamo al Signore che il piccolo seme che ha seminato nel cuore di ogni ragazza possa germinare in una risposta generosa alla sua chiamata. Ringraziamo il padre Carmelitano, padre Andrea, per la sua disponibilità a far sì che le famiglie religiose possano crescere in vocazioni e santità. Ringraziamo anche la nostra Madre Generale che ci ha permesso di partecipare a questa iniziativa proposta dalle comunità religiose presenti a Genova.
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Pagine aperte
Con vivo e vibran C
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arissime suore condivido anche con voi della redazione il mio personale ringraziamento, già pubblicato su Facebook e condiviso da molte consorelle nella speranza di raggiungere tutte le amate suore che non hanno Facebook. Ed ecco arrivata la memoria liturgica di santa Marta di Betania serva del Signore. Tanti anni fa questo era un giorno importantissimo per noi che frequentavamo la colonia delle suore a Cevo, perché di mattina giungeva da Milano il pullman che ci avrebbe portato a casa dai nostri genitori carico di suore felici e allegre per questa festa e per il riposo meritato in Valsaviore. Io, Emanuele e Federico (che facevamo impazzire per bene le nostre amate suore) ricordiamo con gioia questo giorno. Io in particolare, dal momento che ho scalfito nel mio cuore un ottimo ricordo delle carissime suore, vorrei ringraziare le suore di santa Marta che oggi incarnano vivamente lo spirito di santa Marta. Tutte le comunità che hanno visto le loro suore partire verso altre sedi (Novate Milanese , De Sortis Viareggio, Crescenzago, Masate, Settignano, Luco di Mugello, Fabbrica, Borgo San Lorenzo, Sestri Ponente, Lucca, Castelferro, Genova Villa, San Remo, Reggio Calabria, Castelletto di Cuggiono, Firenze Conservatorio, Cassina Nuova, Malmantile, Campora, Madonna dell’Olmo) hanno sentito il Dio Vivente tra loro, perché le suore di santa Marta sono quelle consacrate che portano il sorriso di Dio tra noi. Quando le suore hanno dovuto lasciare i diversi posti nessuno è rimasto sconvolto per il fatto che delle suore se ne andassero, ma tutti si sono sentiti più poveri e disorientati perché hanno visto quel sorriso Vivente, quel Cristo in mezzo a loro allontanarsi un po’. Per loro e per noi le suore di Santa Marta sono state e sono tutt’ora zie, nonne o sorelle maggiori, spalle sui cui contare nei momenti difficili e persone con
cui gioire. Le suore hanno seminato e seminano con amore. “Alius est qui seminat, Alius est qui metit” (uno è quello che semina, l’altro è quello che raccoglie) (Gv 4, 37). Come disse il Cardinal Martini: “Educare è come seminare: il frutto non è garantito e non è immediato, ma se non si semina è certo che non vi sarà raccolto”. Le suore hanno avuto il coraggio di seminare, a volte sulle rocce, e il seme da loro audacemente piantato sta crescendo. Grazie a tutte le suore che ho conosciuto e in particolare alla comunità di Milano Bovisa, sede nella quale ho incontrato suore di grande spessore morale e suore stupendamente mitiche sempre pronte a farsi in quattro per ogni bambino. Grazie a suor Imelda Tani, Madre Superiora ai tempi in cui frequentavo la scuola materna, che per la Cresima mi ha fatto recapitare un bel biglietto ricco di affetto, grazie a tutte le presidi che mi hanno rimesso sulla giusta via, grazie per questo a suor Cristina, suor Andreina e ultima suor Chiara. Grazie a suor Eliamma che mi ha cresciuto come una madre amorevole alla scuola materna, grazie a suor Paola che sorride ogni volta che mi vede, grazie a suor Giuseppina che mi ha accudito a Cevo, grazie a suor Ani per le amorevoli cure a Cevo e la pazienza nel sopportarci. Grazie a suor Stefania allora Direttrice delle elementari che mi ha insegnato una delle cose più importanti della vita; dopo un rimprovero mi ammoniva dicendo che chi ha la coscienza pulita cammina a testa alta e non teme di incrociare lo sguardo di un’altra persona. Grazie a suor Angela che con pazienza infinita mi ha sopportato, sostenuto e quando necessario punito alle elementari. Grazie a suor Agnese per tutti gli sguardi amorevoli e le infinite fotocopie. Grazie a suor Lucia che mi ha curato innumerevoli volte: la sua ricetta del thè rimane tutt’ora segreta. Grazie Suor Saveria per
tutte le volte che guardandoci dalla portineria ci regalava serenità e dolcezza. Grazie a suor Annunziata per tutta la pazienza che ha avuto con me e per tutte quelle volte che mi ha dato la doppia merenda. Grazie a suor Gabriella che a Cevo è stata amorevole, giusta e nonostante le mie intemperanze mi ha capito, supportato e premiato. Grazie a suor Alejandra cuoca prestata dalla casa generalizia per il nostro soggiorno a Cevo, per tutte le prelibatezze preparate e per tutti i nostri desideri assecondati. Grazie a suor Matilde, cuoca instancabile, per la serenità e dolcezza che trasparivano dai suoi occhi. Grazie a suor Ida, madre superiora, per tutta l’umiltà dimostrata, per tutti gli incoraggiamenti che mi ha dato e per l’umanità che trasparivano dal suo operato, non è facile trovare suore che occupano una carica come la sua disposte a farsi così umili da diventare inservienti in mensa, grazie di aver testimoniato la gioia con la sua fede. Grazie. Grazie a suor Cornelia, anche se l’ho conosciuta solo di vista, ricordo con piacere i suoi alunni che uscivano felici dalla sua classe. Grazie a Suor Rita che con instancabile pazienza mi ha corretto e mi riporta tutt’ora sulla via quando sbaglio, grazie per essere sempre pronta al dialogo. Grazie alle suore di santa Marta che
Milano
hanno scelto ottimi collaboratori laici come i miei insegnanti che spesso sono state la Marta disponibile e docile descritta nel Vangelo, anche se molte di esse hanno lasciato per vari motivi l’istituto Santa Gemma non hanno smesso di insegnare e di portare il carisma di santa Marta nel mondo. Grazie allora a tutte le mie insegnanti pazienti con le quali non sono mancate incomprensioni. Grazie Mariana, Maestra Manuela, Maestro Eugenio, Letizia e Floriana che mi assistevano al doposcuola. Grazie a tutte le suore di santa Marta per essere sempre allegre e per l’infinita fiducia che riponete nella Provvidenza, grazie a tutte per le energie spese per rendere il mondo un posto un po’ più bello e giusto. Nel 1892 il vostro amato fondatore all’età di 74 anni obbedì al Santo Padre e accettò di divenire arcivescovo di Genova, vi auguro di essere come lui che nonostante l’età è riuscito a rispondere alle esigenze del tempo e sono certo che anche voi siete così. «La vera perfezione è una gemma nascosta che sta in tutte le nostre azioni» (Beato Tommaso Reggio). Grazie di essere così stupendamente perfette. Conosco un’ altra umanità che mi fa sperare…
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nte affetto
di Edoardo Del Tenno
Pagine aperte di Suor Maria Rossini
Quante stelle nel cielo a Vimodrone! N
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el 2019 sono stata ricoverata all’Istituto Geriatrico “Pietro Redaelli” di Vimodrone al piano secondo. L’ospedale è una struttura moderna, confortevole, accogliente, ben organizzata, con giardini curati, palestre attrezzate, cappella maestosa invitante all’incontro personale con Dio; ovunque ampie finestre attraverso le quali la preghiera dell’anima accompagna il sorgere del sole e la sera ne ammira il tramonto… qualche volta luminoso. Nei lunghi, bianchi corridoi il passo svelto degli assistenti vivacizza il lento procedere dei pazienti sulle carrozzine… e tutti attenti a lasciare spazio ai grossi carrelli, puntuali per il servizio mensa che offre cibi a scelta, ben cucinati e buoni. A Vimodrone, durante i miei 90 giorni di permanenza per la riabilitazione fisica, ho vissuto un’esperienza duplice e forte… Anzitutto ho conosciuto il DOLORE della sofferenza corporale, morale, spirituale. Ho visto molte persone malate, molto malate e tristi a motivo di non riuscire a dare risposte al “perché” di sentirsi così sole, umiliate, non più autosufficienti e sempre bisognose di aiuto, di conforto. Ho condiviso l’angoscia con l’ascol-
to del cuore, con qualche gesto di tenerezza e con un sentimento di condivisione silenzioso, comprensivo, incoraggiante. Contemporaneamente ho visto voi: terapisti, dottori, infermieri, assistenti, inservienti, volontari… e vi ho trovati sempre attenti alle necessità dei vostri pazienti e a rispondere con umanità, competenza, sacrificio, tenerezza, compassione, umiltà, serenità. Meditando tutto ciò, giorno dopo giorno, ho rivolto suppliche al Signore e alla Madonna per ottenere conforto e sostegno ai malati e, a ciascuno di voi, coraggio e costanza. Ricordiamoci tutti che “il prendersi cura dei malati” trova la risposta unica evangelica, che non si riferisce alle intenzioni ma a gesti concreti della FRATERNITÀ UMANA. È il Signore Gesù che parla a ciascuno e dice «ero nudo, affamato, assetato, malato, forestiero, carcerato tutto quello che avete fatto ad uno di questi “piccoli” L’AVETE FATTO A ME!». Così il Signore della vita e dell’amore, contento del vostro, del tuo impegno quotidiano, la sera accende una stella e... la chiama con il tuo nome. QUANTE STELLE, LA SERA NEL CIELO DI VIMODRONE!
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Pagine aperte di Margherita Bernoni
Luco di Mugello
Qui non c’è più A
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nche la comunità di Luco con il suo pastore don Cristian ha seguito la vicenda dolorosa di suor Maria durante la malattia sostenendola con la preghiera e poi ha partecipato con dolore grande alla sua morte. Suor Maria era un’amica dei luchesi per via di quel rapporto instaurato negli anni con una sorta di “gemellaggio” fra le due scuole sia nello scambio di premi per la pesca di beneficenza e molto altro ma soprattutto per la consolidata uscita annuale per la raccolta delle castagne. Quella colorata e pacifica invasione del paese da parte dei bimbi era sempre una festa per tutto il paese e suor Maria a guidare e ordinare le file di grandi e piccini, suscitando l’ammirazione nelle persone per tanta vivacità. Le nostre suore fin dal mattino presto erano pronte ad accogliere con gioia le consorelle di Querceto che avrebbero vissuto una giornata “diversa”, ritemprandosi anche nello spirito. Non potevano mancare tortelli e castagne arrosto per tutti. L’ultima volta che suor Maria è venuta a Luco è stato il ritorno delle nostre suore per partecipare alla Cresima dei ragazzi, a un anno dalla loro partenza definitiva. Poi il repentino declino della sua salute che l’ha condotta alla morte… “Sono in viaggio, pronta a fare la volontà di Dio”. Queste sono le ultime parole pronunciate con un filo di voce ma con lo sguardo vigile, seppure
velato, proiettato oltre, con la consapevolezza di essere prossima di passare dalla Croce alla Luce… È questa l’ultima immagine che ho di lei appena qualche giorno prima della sua partenza per il cielo. E mi piace condividerla con voi, carissime suore e consorelle di comunità, che l’avete sorretta, incoraggiata, consolata e amata durante tutto l’avanzare della sua malattia. E poi, tutte lì, intorno al suo capezzale, ad esprimerle affetto e vicinanza come a sorreggere e sostenere con il proprio sospiro quell’abbandono nelle braccia di Dio col pensiero e il dispiacere per quello che sarebbe successo di lì a pochi giorni. Per le forti sensazioni provate, per l’amabilità e la delicatezza che mi avete trasmesso con il vostro donarvi in una forma di osmosi le une verso le altre, sento il dovere e la gioia, di esprimere un grazie nonostante tutto. Ho un debito di riconoscenza verso tutte le suore, in particolare verso suor Manuela, per avermi permesso di “esserci”. Ora la mente si affolla di ricordi ed emozioni quasi ad esorcizzare la sofferenza per una persona cara che non c’è più. È la stessa sensazione che proviamo quando siamo colpiti negli affetti più cari: non sembra vero! Ancora oggi, tornando a Querceto è difficile pensare suor Maria altrove, ma è vero, qui non c’è più.
Con l’affetto della memoria
Carissime, all’una di questa notte, dalla Casa di infermeria di Querceto di Sesto Fiorentino, è salita al cielo Suor MARIA FILIPPI nata a Pian d’Artogne (Brescia) il 28 ottobre 1942, entrata in Comunità il 15 settembre 1959, professa dal 3 giugno 1962. Il Signore talvolta ci “mette alla prova” e ci chiede in dono le poche forze che abbiamo! Così la malattia di Suor Maria ci ha costretto a “vedere” oltre le nostre difficoltà e i nostri desideri… perché “le sue vie non sono le nostre vie”. Sappiamo che la sofferenza che l’ha accompagnata in questo anno l’ha certamente purificata per l’incontro con il Signore da lei tante volte invocato. Le sue offerte e le sue preghiere sono arrivate a
Roma, 06 luglio 2019 Carissime, nella serata di oggi, dalla Casa Madre a Ventimiglia, è partita per il cielo Suor DIONISIA BROLIS nata a Urgnano (Bergamo) il 2 luglio 1931, entrata in Comunità a Roma il 15 settembre 1953, professa dal 29 luglio 1956. Provata dalla sofferenza e dalla malattia che l’ha resa bisognosa di tutto e di tutti, si è presentata al suo Re accompagnata sicuramente dalle Consorelle che l’aspettavano per intonare il “Veni sponsa Christi accipe coronam”. Sì, Suor Dionisia con la sua mite sapienza, ha reso splendente la corona che si “è ricamata” per tutta la vita. Semplice e operosa si è donata giorno dopo giorno con generosità e naturalezza. Il carisma delle Suore di Santa Marta aveva intriso ogni sua 57 Camminando con fede 2/2019
Roma, 11 maggio 2019
Colui che veglia su di noi: è questa certezza che ci fa riprendere il cammino ogni giorno. Suor Maria ha dato generosamente tutta se stessa fino all’ultimo ad ogni bambino, ha curato con una particolare attenzione anche le famiglie che si affidavano a Lei con spontaneità. Nelle comunità dove è stata chiamata a svolgere il suo servizio (Settignano, Milano Bovisa, Roggiano, Chiavari, Querceto…) è stata una presenza attiva, vivace, creativa; ha sempre costruito rapporti sereni, intensi, caldi di bene e di delicatezze: è stata una “mamma” che si arricchiva con il bene che donava. Il ricordo che ha lasciato “ha profumato” vicini e lontani e ci ricorda che davvero si può far fiorire il bene dovunque siamo nella semplicità del dono quotidiano. Siamo certe che ora, insieme alle tante consorelle che già sono nella beatitudine eterna, intercederà per noi tutte, per la Famiglia Religiosa che ha amato e servito con tanta generosità, in particolare per le Suore della sua comunità di Querceto che l’hanno accompagnata e seguita con tanta dedizione soprattutto nel tempo della dolorosa malattia. Suor Maria continuerà certamente a vegliare su tutti, sui suoi familiari che sono stati a lei vicini fino agli ultimi istanti della sua vita e soprattutto continuerà a chiedere al Signore una benedizione speciale per i suoi bambini e le loro famiglie per i quali ha donato tutta se stessa. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO
Con l’affetto della memoria
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fibra: accogliere e servire con delicatezza e premura era il suo stile naturale, quotidiano. Infaticabile, non conosceva soste, ma non era mai troppo affrettata o irritata, si donava serenamente senza calcolare la stanchezza. Là dove l’obbedienza l’ha chiamata a servire il suo Signore (Castel Gandolfo, Colle Val d’Elsa, Saiano, Genova, Firenze, Chiavari…), Suor Dionisia è sempre stata una presenza buona con tutti, in particolare con i bambini per i quali è stata una “mamma” attenta e premurosa. Ci lascia “lezioni di vita” preziose, quelle che sanno dare soltanto le anime miti in silenzio e che vivono di preghiera e di dono gratuito nella convinzione di non aver mai dato abbastanza. Chiediamole di intercedere per noi quei doni che ci aiutano ad essere “vere” Suore di Santa Marta, in particolare per le suore della comunità di casa Madre che l’hanno seguita e curata con tanta dedizione, e di continuare ad essere anche dal cielo “un angelo” per suo fratello, sua sorella e tutti i suoi cari a lei tanto affezionati. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO
Roma, 23 luglio 2019 Carissime, nel pomeriggio di oggi, dalla Casa di Infermeria di Querceto di Sesto Fiorentino, è salita al cielo Suor CECILIA FERRARI nata a Passirano (Brescia) il 14 settembre 1933, entrata in
Comunità il 4 maggio 1952, professa dal 22 novembre 1954. Da poco tempo si trovava a Querceto per le sue condizioni di salute che si erano quasi improvvisamente aggravate. È sempre stata una Suora intraprendente, semplice e buona: ha vissuto senza pretendere nulla cercando sempre di darsi come poteva e come sapeva fino all’ultimo quando poi le sue forze sono venute meno. Negli Ospedali e nelle Case di riposo dove è stata chiamata a svolgere il suo servizio di infermiera e di caposala (Poggibonsi, Borgo San Lorenzo, San Gimignano, Luco, Paderno…) si è distinta per la sua generosità e la dedizione ai malati e alle persone bisognose di cure. Responsabile di comunità (a Dolceacqua, Cuneo, Sestri Ponente) ha svolto il suo ufficio con competenza, usando le sue doti per il bene delle consorelle tutte. A Saiano dove sono stati celebrati i funerali c’è stata una commossa e sentita partecipazione da parte della popolazione che ha rivelato quanto affetto nutre per le Suore di Santa Marta e in particolare per Suor Cecilia che proprio a Saiano ha vissuto gli ultimi anni della sua vita impegnata a servire il Signore e la comunità con tanta disponibilità. Pensiamola a godere, insieme ai suoi fratelli che tanto ha amato e seguito e alle tante consorelle che l’hanno preceduta, la beatitudine meritata e a intercedere per noi tutte Suore di Santa Marta che ancora siamo in cammino verso la dimora eterna. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO
Carissima Suor Cecilia, te ne sei andata velocemente, senza darci il tempo di salutarti ancora. Ma tu avevi capito con chiarezza che la tua vita terrena stava terminando e con molta serenità ti preparavi all’incontro con lo Sposo. Il giorno, in cui hai ricevuto l’Unzione degli Infermi, hai esclamato con gioia indicibile: “Oggi per me si è aperta la Porta”. Sì, ora per te una nuova terra e un nuovo cielo… Il mare non c’è più. Sei arrivata in porto: le cose di prima sono passate. È il momento della nuova creazione. Passo dopo passo, avevi realizzato la tua esistenza lasciandoti guidare dal cuore buono e generoso. Hai trascorso la tua vita sempre china su ogni tipo di sofferenza. Quando sei tornata a Saiano, in portineria, in turno con me, ti ho visto china sulle tue mani che stringevano la Corona del Santo Rosario. Eri in preghiera. Per noi era una gioia aprire un dialogo fraterno e costruttivo che
Suor Adriana
Roma, 26 luglio 2019 Carissime, nel pomeriggio di oggi, improvvisamente, dalla Casa di Infermeria di Ventimiglia è salita al cielo Suor LUCIA PITTAMEGLIO nata a La Spezia il 10 luglio 1932, entrata in Comunità il 7 marzo 1960, professa dal 3 ottobre 1962.
Infermiera preparata e solerte ha svolto con passione e intelligenza la sua missione tra i malati facendosi apprezzare per la sua dedizione e competenza professionale nelle Case di riposo e nel servizio a domicilio a Cuneo, Sestri Ponente, Sampierdarena, Dolceacqua, Latte… Come Responsabile della comunità ha sempre cercato di organizzare con premura e sollecitudine ogni cosa necessaria alla casa e al bene delle consorelle in ogni comunità dove l’obbedienza l’ha chiamata a svolgere il suo servizio (Latte, Dolceacqua, Querceto). Molto preziosa è stata la sua presenza in Casa Madre dove per diversi anni si è dedicata alla cura delle Consorelle ammalate con tanta generosità e spirito di sacrificio. Da pochi giorni si era spenta la sua sorella che Suor Lucia ha tenuto vicino a sé negli anni della malattia prestandole ogni cura necessaria ma che sicuramente non immaginava di raggiungere così presto. I piani della Provvidenza sono davvero imperscrutabili e ci invitano a riflettere e ad essere sempre
pronti per l’incontro definitivo con il Signore Gesù! Pensiamole insieme nella pace che il Signore dona a chi lo ha servito con fedeltà, certe che Suor Lucia intercederà per noi presso il Buon Dio le grazie che tanto sono necessarie alla nostra Congregazione che lei ha amato e servito con tutte le sue forze e continuerà a pregare per i suoi cari che sempre le sono stati vicini. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO
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ci portava a vivere il quotidiano con entusiasmo sempre nuovo. Tu chiudevi ogni conversazione con questa espressione: “…È così… Andiamo oltre… nella volontà di Dio”. Grazie, Suor Cecilia, per quello che hai testimoniato e per quanto hai donato con generosità. Spuntano tanti germogli di rinascita che si aprono investiti dal sole divino. Ora, dall’immensità del cielo, continua a rimanere china verso la terra per proteggere la nostra Congregazione e tutte le persone che hai amato e ti hanno amata.
Tenete viva la gioia, perché è segno del cuore giovane, del cuore che ha incontrato il Signore. (Papa Francesco)
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