notiziario delle suore di santa marta
Editoriale
In missione
3 Editoriale
17 Carissimo Alberto, sei proprio Grande!
la Redazione
Parola di Dio 4
Vivere nel tempo
Padre Ubaldo Terrinoni
da Rodengo Saiano
18 Roggiano e l’Europa come risorsa... per i giovani
da Roggiano
19 Giornata al Santuario della Madonna della Guardia
Attualità 7
L’abbraccio fra Pietro e Andrea: l’eloquenza dei gesti che cambia la storia
suor Damiana Spignoli
i ragazzi della Terza Media
22 Il mare unisce i paesi che separa
da Chiavari
23 Il premio “Beato Reggio” agli alunni meritevoli
La parola a... Madre Carla 8
Svegliare il mondo!
da Roggiano
24 Betania comunità dalle braccia aperte
Victoria Dominguez C.
26 Natale in Cattedrale...
Spiritualità e carisma 9
Grazie e gioia per 50 anni di fedeltà “ricevuta e donata”
suor Giuliana Merciari
da Ventimiglia
27 È arrivato Natale!
mamma Federica
28 Un’atmosfera di accoglienza
Percorsi di formazione 12 A Betania rinasce la vita e la gioia di esser-ci per la missione
suor Anita Bernasconi
mamma Silvia
29 Carissimo Mondo...
Roberto Ravelli
31 Siamo tornate al nostro paradiso
suor Ana Marìn
34 Come il cerchio...
Frammenti di santità 16
suor Lucia Chiappe
suor Ignazia Bou
35 Piccoli “professionisti” all’opera!
dalla Bovisa
36 Accogliere... ospitare... servire
Notiziario delle suore di santa marta
la Comunità di Castel Gandolfo
39 Un capodanno davvero speciale!
suor Alessandra Fabbrucci
40 La piccola cometa
Via V. Orsini, 15 00192 Roma
Laura Visconti
Pagine aperte
Quadrimestrale Anno LXXXII
42 Un Papa per amico Redazione suor Alessandra F., suor Damiana, suor Francesca, suor Maria Pia, suor Mariana Suore di Santa Marta Via Montenero, 4 - 22063 Vighizzolo di Cantù (CO) Tel. 031.730159 camfede@istitutosantamarta.org Stampa Àncora Arti Grafiche - Milano Progetto grafico In.pagina di Bergamaschi Fabio www.studioinpagina.it
Barbara e Marco
44 Generosità sempre operosa
Madre Carla
46 Se avete coraggio, ascoltate!
suor Damiana
Con l’affetto della memoria 47
suor Angelina Peraboni
Editoriale
La Redazione
La Chiesa non ha paura delle novità altri con cuore aperto, cercando insieme la soluzione migliore. La via più facile sarebbe stata quella di proclamare un principio e di renderlo obbligatorio. Il Papa invece ha addirittura “preteso” che fosse pubblicato l’intero documento finale dei lavori del Sinodo, compresi i risultati delle votazioni e i paragrafi non approvati, per non soffocare i semi di novità emersi dai numerosi, a volte anche molto vivaci, interventi. Un gesto coraggioso, che dovrebbe essere imitato in tutte le assemblee, compiuto non per dividere, ma per aiutare tutti a crescere e per suggerire uno stile e degli atteggiamenti da assumere: mitezza, capacità di ascolto, rifiuto dei pregiudizi, trasparenza, sincerità. Il cammino di riflessione che la Chiesa ha intrapreso sulla famiglia mostra la sua attenzione pastorale e la rivela davvero maestra di umanità in particolare riguardo all’arte dell’accompagnamento. La direzione è tracciata ed è quella della misericordia e del buon samaritano: è la via dell’ attenzione, dell’ascolto e della vicinanza soprattutto verso le famiglie ferite. Una consegna e un impegno per tutti, credenti e non credenti, e in particolare per noi Suore di Santa Marta che, nella nostra missione in mezzo a bambini, ragazzi, anziani e malati, ogni giorno avviciniamo numerose famiglie che vivono situazioni dolorose spesso generate da difficoltà nelle relazioni.
3 Camminando con fede 3/2014
Nell’anno appena iniziato si parlerà molto di famiglia. il Papa le ha voluto dedicare addirittura due Sinodi: uno straordinario nell’autunno 2014 e uno ordinario nell’ottobre prossimo. Oltre alle iniziative proprie di ogni diocesi del mondo, l’anno dedicato alla famiglia sarà arricchito da due significativi appuntamenti: in maggio per la celebrazione della 49a Giornata delle comunicazioni sociali e nel settembre 2015 a Philadelfia negli USA che vedrà la partecipazione di Papa Francesco. Nella fase preparatoria del Sinodo straordinario dei vescovi, tenutosi a Roma nello scorso ottobre, tutte le Chiese locali erano state invitate all’ascolto delle nuove istanze e a inviare i risultati del lavoro svolto. Le sedute del Sinodo hanno visto presente il Papa dalle nove del mattino fino alle sette della sera. “Le famiglie sono cambiate e la Chiesa deve imparare ad ascoltarle e ad accoglierle”. “La Chiesa non deve aver paura delle novità”. Con queste parole Papa Francesco ha aperto i lavori raccomandando a Vescovi, Cardinali e famiglie invitate, di parlare apertamente senza temere incomprensioni o divisioni. L’unità, ha affermato ancora Papa Francesco, non è mai unanimismo: essa si costruisce invece con la maturità per saper difendere le proprie idee e per saper ascoltare quelle degli
Parola di Dio
Vive
Camminando con fede 3/2014
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1. Il tempo in fuga Le meridiane tracciate in bella vista sulle pareti esterne dei monasteri, esposte a Sud, in eleganti linee pittoriche e architettoniche, indicavano al monaco, fino a un recente passato, l’ora precisa del giorno e l’inarrestabile corsa del tempo. Sul quadrante veniva inciso un motto latino a perenne severo monito del religioso: “Fugge il tempo” (fugit irreparabile tempus), “vola il tempo senza sosta” (ruit hora sine mora). Proprio così, scorre rapidamente il tempo come il fiume verso la foce. Tutto nel mondo interiore dell’uomo e intorno all’uomo passa inesorabilmente; tutto gli sfugge senza che possa trattenere qualcosa; tutto è un fluire e uno scorrere a ritmi vertiginosi. L’esperienza quotidiana conferma che ogni realtà che entra nel tempo è soggetta alla triplice legge del logorio, dell’oblìo e della fine. Ogni realtà creata non può essere trattenuta gelosamente, perché scivola come l’acqua tra le dita e presto non si ha più nulla. Ogni cosa sfugge all’uomo con
re nel tempo di Padre Ubaldo Terrinoni
2. Vivere intensamente l’“oggi” Nella dinamica della salvezza, l’“oggi” ha un enorme valore teologico-spirituale e si esplicita in una triplice articolazione ben distinta l’una dall’altra: si ha il krònos, che è il tempo cronologico, scandito dall’orologio; è il tempo misurabile, avvertito nell’avvicendarsi delle stagioni. Vi è poi il kairòs che evidenzia il contenuto del tempo, ciò che l’uomo è capace di realizzare; è il tempo propizio, è l’occasione da non perdere, è l’opportunità felice delle grandi scelte e delle definitive risoluzioni della vita. Vi è infine l’aion o “eone” ed è il tem-
po senza tempo, l’“oggi” senza vespro, cioè l’eternità. Nella pienezza dei tempi, Cristo, incarnandosi, è entrato nel nostro “oggi” e si è rivestito, come noi, di finitudine, di limite, di fragilità, di mortalità. Si è reso presente nel fluire dei giorni, annunciando: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino” (Mc 1,15). Ciò vuol dire che è lui che conferisce completezza, senso e valore al nostro tempo. È appunto per questo che risuona sovente nel suo messaggio il riferimento all’“oggi della salvezza”. “Oggi nella città di David vi è nato un Salvatore” (Lc 2,11); “oggi si è adempiuta questa parola che avete udito con i vostri orecchi” (Lc 4,21); “oggi abbiamo visto cose prodigiose” (Lc 5,26); “oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19,5); “oggi la salvezza è entrata in questa casa” (Lc 19,9); “oggi sarai con me in Paradiso” (Lc 23,43). Qui non siamo più in presenza soltanto di una notazione cronologica, ma soprattutto teologica. Così, l’aforisma oraziano del carpe diem (tratto dalle Odi del poeta latino 1,11,8), non suona come un distorto invito al godimento effimero, ma acquista la giusta interpretazione proprio del contesto cristiano e assume la connotazione di un saggio e urgente imperativo: approfitta del tempo che hai a disposizione, cogli l’occasione che ti viene offerta, vivi intensamente il presente. L’“oggi” diventa la sede della rivelazione e delle segrete ispirazioni divine, il luogo della personale realizzazione, lo spazio acustico dell’ascolto. In definitiva, il poeta latino rivolge un pressante invito a possedere il tempo, senza esserne posseduti.
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una fuga incessante: “come gli uccelli che volano verso terre lontane, come i venti che passano per la nostra regione, come le navi che solcano i mari, come le nubi portate via dal vento, come il fumo che si dilegua, come l’ombra che fugge” (I. Larranaga). La sapienza biblica non perde occasione per mettere l’uomo di fronte al suo senso del limite, della finitudine, della relatività di ogni cosa che lo coinvolge e della condizione effimera della sua esistenza. La vita dell’uomo sulla terra è ‘ebel – afferma il biblico Qoelet – cioè “è fumo, ombra, soffio, nebbia leggera, vapore, vanità…” (Qo 1,2.14; 2,17; 3,20…), è qualcosa di evanescente, di impalpabile; è come alito inafferrabile. “Come ombra è l’uomo che passa; - dichiara amaramente Giobbe -/ la mia esistenza davanti a te è un nulla” (Gb 14,18); “come fiore che spunta e avvizzisce, / fugge come ombra” (Gb 14,2); “sì, sono un soffio i figli di Adamo, - aggiunge il salmista -, / insieme sulla bilancia sono meno di un soffio” (Sal 61,10).
Attualità
L’abbraccio fra Pietro e Andrea: l’eloquenza dei gesti che cambiano A la storia di suor Damiana Spignoli
Camminando con fede 3/2014
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Istanbul una Festa di S. Andrea davvero particolare quest’anno! Infatti dodici Vescovi del Sinodo hanno concelebrato la Divina Liturgia con il Patriarca Bartolomeo alla presenza di Papa Francesco! “Oggi il mondo ha bisogno di risposte e di speranze e solo insieme possiamo darle ai po-
Il desiderio di Gesù, espresso anche in prossimità della sua passione, “Che siano uno perché il mondo creda” era stato il motto del pellegrinaggio che entrambi avevano compiuto a Gerusalemme nel maggio scorso, sempre sulle orme dei loro predecessori. Ora, a partire da una benedizione e dal linguaggio dell’amore che il mondo si attende, è come se quel messaggio evangelico fosse completato. Anche l’immagine del Papa che sta nella Moschea blu senza scarpe, con il capo chino e le mani giunte che richiama un gesto dal sapore antico: quello di togliersi le scarpe per pregare come per rendere il piede più soffice per non schiacciare la terra sacra della preghiera e dell’incontro dei cuori, vuole essere segno del rispetto di ogni ricerca sincera dell’unico Dio. L’unità non è sottomissione né omologazione, ma docilità e obbedienza allo Spirito! Siamo in cammino verso la piena comunione e già possiamo vivere segni eloquenti di un’ unità reale, anche se ancora parziale. Certo le difficoltà non mancano in questo cammino di unità che riguarda anche le Chiese orientali e quelle della Riforma. L’ecumenismo però non è una moda e nemmeno un segno dei tempi, ma sta nella volontà del Signore Gesù ed essere ecumenici fa parte dell’essere cristiani e noi chiediamo nella preghiera che questa volontà presto sarà realizzata!
7 Camminando con fede 3/2014
veri, ai giovani, ai disoccupati, alle vittime dei conflitti e al creato saccheggiato e devastato”. L’unità dei cristiani infatti non è fine a se stessa ma perché il mondo creda! È questa la convinzione ribadita da Francesco e da Bartolomeo anche durante il loro incontro a Istanbul. E questo viaggio non può che infondere nuova linfa alle relazioni con le Chiese Ortodosse, nel solco del cammino tracciato dai predecessori. Un nuovo passo che potrà avere effetti positivi anche sul grande Concilio di queste Chiese fissato per il 2016. Quando Papa Francesco, al termine della preghiera ecumenica nella chiesa di San Giorgio al Fanar, sussurra a Bartolomeo: “Vi chiedo di benedire me e la Chiesa di Roma” il tempo sembra sospendersi per qualche istante. Il primo ad essere sorpreso è lo stesso Bartolomeo che, davanti a quel capo chino, compie il gesto più spontaneo tra chi si stima e si vuole bene: quello del bacio con la mano ad accarezzare Pietro. Un gesto storico, pari forse solo all’abbraccio tra Paolo VI e Atenagora nel 1964 a Gerusalemme! Bartolomeo e Francesco “smussano” così un millennio di incomprensioni e mostrano al mondo che credere nello stesso Dio significa avere la capacità di non pensare al passato, di non custodire una memoria sterile, ma di preservare la fede per costruire il futuro.
La parola a...
Madre Carla
Svegliare il mondo!
Camminando con fede 3/2014
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L’
appello che Papa Francesco ha rivolto ai religiosi: “svegliate il mondo!” risuona nel cuore di tutte noi Suore di Santa Marta in questo anno dedicato alla vita consacrata. Ci stupisce un po’ e ci costringe a pensare a quanto la Chiesa, oggi, si aspetta da noi. Sì, la Chiesa invita proprio noi a svegliare il mondo! Nessuno pare più adatto di noi ad assolvere questo compito: la causa della fede, della certezza, della speranza è la nostra ragione di vita; nessuno può essere così libero per acco-
gliere ciò che la gente porta in cuore e dare un senso alla vita, al dolore, alle situazioni di difficoltà che tutti stiamo attraversando. Ci viene chiesta una “qualità” di vita che ancora può attrarre le persone sempre più confuse e più scettiche e… solo la bontà, la semplicità, la purezza, la trasparenza e l’entusiasmo per la propria vocazione possono ancora creare interrogativi e sorprendere i cuori. Ci è chiesto di passare dall’interiorità più profonda, all’impegno apostolico più intenso, o come direbbe il Beato T. Reggio “dalla propria cella alle strade del mondo come creature libere e intrise di Dio”. Non è una novità!… Adesso, però, è l’ora di “uscire” dal sonno delle nostre giornate non sempre così colme di Dio e della passione per l’uomo, per partecipare a questa rinascita. Questa situazione di precarietà della vita religiosa oggi, paradossalmente,può diventare la condizione più ideale. Non tocca a noi infatti “risolvere” gli immensi problemi del mondo, ma è compito nostro conservare la pace e credere che Dio non tarderà a prepararci la strada. “Svegliare il mondo”, quindi, è “aprirci” a ciò che lo Spirito ci dirà in questo anno, senza perderci in facili pessimismi o in calcoli umani sterili e miopi.
Spiritualità e carisma
Grazie e gioia
di Suor Giuliana Merciari
per 50 anni di fedeltà ‘‘ricevuta e donata’’ bello condividere con voi la gioia e i sentimenti che hanno accompagnato i giorni del “grazie e della Festa” per i 50 anni dell’infinita fedeltà che ci è stata donata dal Signore e per la nostra piccola, fragile fedeltà che Lui ci ha permesso di donargli! Siamo molto grate alla Famiglia Religiosa per averci regalato questo tempo speciale ricco di aiuti spirituali, di fraternità, di amicizia, di condivisione, che ci ha fatto sentire forte la
vicinanza delle sorelle e di tutte le persone care che ci hanno accompagnato, quelle che sono ancora sulla nostra strada e quelle che sono già arrivate a Casa. Il ritrovarci insieme, nei luoghi dove abbiamo fatto i primi passi della nostra vita di consacrazione, ci ha commosso, e ha fatto riemergere fresco il desiderio di riconsegnare la nostra vita al Signore, ha fatto ringiovanire i nostri sogni! Siamo state aiutate dalle parole della Madre Generale che, molto fraternamente e molto concretamente, ci ha invitato a considerare i nostri 50 anni di donazione al Signore e di servizio ai fratelli come un bene grande da “conservare donandolo” attraverso la disponibilità a passare, con gioia, il “testimone” continuando ad essere, nella Congregazione e nella Chiesa, una presenza significativa, capace di accompagnare con l’affetto fraterno e la preghiera coloro che prenderanno il nostro posto. Madre Lilian ci ha accompagnato, con molta delicatezza, consegnandoci
9 Camminando con fede 3/2014
È
Spiritualità e carisma
Camminando con fede 3/2014
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la pagina di Gv 15,7-17 su cui confrontare lo stile della nostra esistenza, “non c’è amore più grande che dare la vita…”; il dare la vita come il Maestro è la caratteristica, la prerogativa, la condizione del discepolo… Che possa essere così per tutte noi: lo abbiamo chiesto con il desiderio e con la preghiera! Il Prof. Montuschi ci ha proposto di prendere “consapevolezza” dei nostri 50 anni di fedeltà, perché “i segni di ieri esistono ma hanno bisogno di essere interpretati”: consapevolezza della chiamata e della risposta collocati nella totalità della nostra vita; ci ha portato a rivivere quasi emozionalmente il momento della prima chiamata accompagnandoci a vedere, con una chiarezza diversa, la continuità di senso della prima risposta, prendendo consapevolezza di noi attraverso i segni della tenerezza, della bontà, della gratitudine. Don Claudio Doglio, commentando la “Gaudete in Domino” ci ha fatto gustare, con una maturità diversa, l’invito alla gioia di Paolo VI. Don Mario Rollando, ha accompagnato i giorni degli Esercizi regalandoci meditazioni stupende sui “banchetti di Gesù” nel Vangelo di Luca. Ci ha fatto toccare col cuore il volto umano di Dio, ci ha fatto sentire tutta la sua tenerezza che viene incontro alla nostra fragilità. Ha saputo illuminare quasi di luce nuova il valore dell’accoglienza, dell’ospitalità. Ci ha fatto sentire a Betania, in quella casa dove Gesù va perché ha bisogno di essere ospitato e dove Marta “si prende cura del suo patire umano”. Abbiamo desiderato che davvero le nostre Betanie possano trovarsi “lungo il percorso del patire umano”, nella consapevolezza che “è il Signore che ci ospita e ci rende ospitali”. È stato emozionante tornare nei luoghi del nostro Noviziato. Poco è rimasto della casa di allora, ma il cuore si è rallegrato nel riconoscere quel viale (ora
non più costeggiato dalla siepe di rosmarino), che ci ha visto giovani, che ha raccolto tanti nostri desideri, tanti dubbi, tanti sogni… Nella casa di Velletri e di Castelgandolfo abbiamo gustato l’accoglienza e l’ospitalità di Betania, una tradizione che non si è mai interrotta e nella quale ci riconosciamo! Accompagnate dalla nostre Madri siamo andate a visitare l’Abbazia di Farfa. Contemplando la bellezza impressa in quelle pietre che conservano l’eco della storia dell’Abbazia e dei monaci che l’hanno abitata, abbiamo desiderato che le impronte lasciate dal nostro passaggio su questa terra possano essere solo segni di bene! Conserviamo nel cuore come un tesoro i messaggi raccolti nella bellissima esperienza dei giorni di festa trascorsi nella nostra casa di Roma: • Partire, come agli “inizi” contando solo sulla tenerezza di Dio, chiedendogli il coraggio di andare oltre la fatica del presente, oltre la nostra fragilità. • Credere che gli anni donati al Signore sono un “capitale” che permette di toccare, di abitare con consapevolezza la vita. • Credere che l’età non impedisce di scrutare l’orizzonte per leggervi le strade sempre nuove che il Signore vorrà indicarci, perché con Lui è sempre mattino! • Godere della consapevolezza che è tempo di liberarsi delle cose che non servono e di investire tutte le energie in termini di autenticità, semplicità, bontà, tenerezza, condivisione, accettazione, gioia… 50 anni fa abbiamo dato la nostra disponibilità al Signore come un atto di fiducia, ora viviamo nella consapevolezza che Qualcuno ci ha chiamato e ci aiuta a trovare la pienezza della vita e la pace.
per tutte Suor Giuliana Merciari
Camminando con fede  3/2014
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Percorsi di formazione
A Betania rinasce Q di esser-
uesto tempo di preparazione al XVII Capitolo Generale che si celebrerà a Roma nel 2015 ha avuto un contesto e un avvio molto ricco:
La chiusura del Sinodo straordinario dei Vescovi provenienti da ogni parte del mondo che hanno portato a Roma la voce delle loro chiese particolari per aiutare le famiglie di oggi a camminare sulla via del Vangelo, con lo sguardo fisso su Gesù.
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La Beatificazione di Paolo VI in cui è risuonata una parola tanto semplice quanto sincera ed importante di Papa Francesco: “Grazie! Nostro caro e amato Papa Paolo VI! Grazie per la tua umile e profetica testimonianza di amore a Cristo e alla sua Chiesa”. Al Grazie di Papa Francesco uniamo il nostro Grazie perché Paolo VI ha sempre guardato a noi, Suore di S. Marta, con particolare predilezione,
15 ottobre 2014
la vita e la gioia -ci per la missione di suor Anita Bernasconi
Gli Esercizi Spirituali con la partecipazione di tutte le Superiore dell’Italia, Libano, India, con la presenza del Consiglio Generalizio d’Italia e del Consiglio di Delegazione dell’America Latina, dettati da Mons. Rolando in modo così profondo, ricco e coinvolgente. Il 50° di Professione religiosa di 8 Consorelle, concelebrato da Sua Em. Rev. ma il Cardinal Sodano, da Mons. Rolando e da Padre Vernaschi. Insieme abbiamo cantato l’inno di ringraziamento e partecipato all’Eucarestia che è il più grande ringraziamento per il dono della perseveranza in questi anni da parte di tutte le suore presenti a Roma e in tutte le Comunità. Il Cardinale ci ha invitate alla gioia con le parole di Paolo VI: “Non dovrà mai cessare la gioia di aver scelto questa via”. In questo contesto straordinario e significativo, poiché il cuore era aperto all’ascolto e a ri-
cevere la parola a lungo preparata e meditata, la Madre Generale, Madre Carla Roggero ha incontrato tutte le Superiore per comunicare le indicazioni necessarie e preziose per i lavori comunitari. Così ha esordito: “Ci stiamo preparando all’apertura del XVII Capitolo Generale che sarà celebrato nel 2015, nell’anno dedicato alla vita consacrata. Non c’era circostanza migliore per vivere questo momento importante della nostra Famiglia religiosa. È tempo di grazia, tempo per interrogarci con coraggio”. Nelle parole della Madre, nel tono della voce, nella partecipazione del cuore si leggeva un unico desiderio: che ogni suora potesse vivere questo tempo con responsabilità personale e comunitaria, nella preghiera, nell’ascolto di quanto lo Spirito suggerirà. Leggiamo bene questo tempo per capire quello che il Signore ci sta chiedendo e preparando. Sentiamoci guidate da Lui, dalla sua Parola. La recente CONSULTA ha offerto materiale prezioso per i LINEAMENTA, in cui si evidenzia chiaramente il clima delle nostre Betanie con la presenza di fragilità e problemi, ma anche di risorse per “uscirne”, attraverso un cammino di purificazione del cuore e della vita, conservando dentro di noi “l’inquietudine” spirituale di ricercare il Signore sempre, l’inquietudine di annunciarlo con coraggio, l’inquietudine dell’amore verso ogni fratello o sorella.
13 Camminando con fede 2/2014
sostenendo il carisma che il nostro Padre Fondatore ci ha lasciato. È bello riconoscere la sintonia spirituale che arricchiva il nostro animo e lo apriva verso orizzonti di apostolato sempre più vasti. Fu un rapporto che continuò incessantemente per quasi 40 anni, fino alla fine della sua vita, con un’attenzione paterna, unita al desiderio di offrire alla nostra Comunità religiosa occasioni di crescita spirituale, di verifica e di sensibilità ecclesiale.
Percorsi di formazione
Camminando con fede 3/2014
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Lavoreremo comunitariamente sui 4 ambiti emersi dalla Consulta: SPIRITUALITÀ, FORMAZIONE, COMUNIONE, MISSIONE e ci interrogheremo: • dove siamo • dove dobbiamo arrivare • che cosa fare concretamente per rinascere a vita nuova. Cercheremo di vivere questo tempo di preparazione in un clima di fraternità, di speranza, di unità, pur nella diversità delle nostre letture, scoprendo nella vita quotidiana la presenza di Dio che ci guida ad operare per la sua gloria, per il bene della Chiesa e di quanti avviciniamo, rispondendo ai loro bisogni, nel cammino della nuova Evangelizzazione. Dovremo innanzitutto rivitalizzare la nostra vocazione, indirizzandola all’unum necessarium e interrogarci: “Io veramente cerco il Signore?”
“A BETANIA RINASCE LA VITA E LA GIOIA DI ESSER-CI PER LA MISSIONE”, è il tema proposto dal Consiglio Generalizio per il Capitolo. Ognuna senz’altro ripete a se stessa: “Io desidero esser-ci nella mia Comunità perché vivo il senso di appartenenza. Indipendentemente da situazioni e problemi, ci sono, mi impegno, posso contare sulle mie sorelle e loro possono contare su di me e offro al mondo il dono di una vita vissuta nella gioia perché piena di Dio. Tutto parte da un desiderio di ricerca di Dio, di costante conversione, di cambiamento, di accettazione delle proprie negatività e di una fede grande nell’amore incondizionato di Dio. Grande è la gioia di esserci per tenere vivo nella Chiesa il carisma di fede, accoglienza e servizio, per portare agli uomini la cultura del Vangelo e irradiare la gioia.
fare a meno di questi testimoni eccezionali della trascendenza dell’amore di Cristo. Ciò equivale a sottolineare come l’autentico rinnovamento della vita religiosa sia di capitale importanza per il rinnovamento stesso della vita della Chiesa e del mondo. Desidero – dice il Papa – aiutarvi a continuare il vostro cammino di seguaci di Cristo e stimolarvi a procedere con maggiore sicurezza e con fiducia lungo la strada che avete prescelto”. Il nostro Padre Fondatore, il Beato Tommaso Reggio ci segua in questa consegna così importante, ricevuta dalla Madre Generale e ci aiuti a custodire la preziosa eredità che ha lasciato alla nostra Congregazione. Buon lavoro a tutte!
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I Lineamenta, opportunamente studiati ed elaborati, forniranno contributi per la formulazione definitiva del Tema del Capitolo e dell’Instrumentum laboris che guiderà le Capitolari nella seconda fase del Capitolo. Ecco perché la Madre raccomanda a tutte le Comunità un serio impegno nell’analisi, verifica, scelte di proposte concrete per portare un nuovo slancio e orientamento a tutta la vita e all’attività della Congregazione. Per concludere mi piace fare riferimento a Paolo VI che nell’Esortazione apostolica “Evangelica testificatio” conferma il pensiero e il desiderio di Madre Carla e ha il coraggio di dire che la Vita Consacrata ha “un posto di elezione nella vita della Chiesa per il fatto che permette di conformarsi più profondamente al genere di vita di Cristo. La Chiesa non può
Frammenti di santità Sempre carissima È con tutto l’affetto del mio cuore riconoscente che le faccio i migliori auguri per la sua nuova missione! Dio le faccia sentire in ogni momento il suo provvidenziale aiuto! Per questo la mia fiduciosa preghiera. Certe dell’aiuto della nostre care Madri ormai vicine all’Onnipotente, seguiamo con fiducia, “coraggio”, fede e tanto amore la divina volontà. Con tanto, tanto riconoscente affetto grazie di tutto… Dio sia sempre con lei Suor Lucia Chiappe
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Suor Lucia Chiappe passata alla casa del Padre il 5 aprile 2012
In missione
Festa del Beato Tommaso Reggio
21 novembre 2014 da Rodengo Saiano
Carissimo Alberto, sei proprio Grande! ggi, per tutti noi della scuola, è stata una giornata bellissima, illuminata anche dal sole e da un cielo limpido. Il pensiero dominante sei stato tu. Alle ore 10.30 ci siamo trovati tutti in Chiesa per pregare e per ricordare il Padre Fondatore delle nostre Suore, il Beato Tommaso Reggio. Abbiamo pregato e cantato bene; dopo un momento di riflessione silenziosa, Suor Valeria ha annunciato solennemente che, d’accordo con tutte le Maestre, il premio “Tommaso Reggio” veniva assegnato agli alunni della classe IV come riconoscimento per essere sempre stati vicino a te, in tutti i modi a noi possibili come: portare a casa i compiti preparati con cura dalle insegnanti, mantenersi in contatto diretto, telefonicamente e per iscritto, dedicare un po’ di tempo per giocare, quando le condizioni lo permettevano, … soprattutto pregando tutte le mattine affinché il Signore ti dia sempre forza, coraggio, serenità e conforto. Grazie Alberto, tutto questo è avvenuto per merito tuo. Tu ci hai dato l’occasione di esprimere
questi doni che il Signore ci ha regalato. La tua forza, il tuo coraggio e la tua volontà costante di superare tutte le difficoltà relative alla malattia, per tornare con noi, a scuola, è per tutti noi un “grande” esempio e un richiamo costante a fare sempre il bene, tutto il bene che possiamo e a farlo “fiorire intorno a noi”, proprio come raccomandava il Beato Tommaso Reggio. Sei forte Alberto, un compagno davvero speciale, lontano con il corpo ma vicino con la mente e con il nostro cuore di bambini. C’è chi dice che i bambini sono troppo piccoli, troppo ingenui per capire le prove che la vita riserva per tutti, ma chi lo dice non ha visto te, il tuo sorriso, il tuo entusiasmo nell’imparare, la tua voce gioiosa al telefono quando ti chiamiamo! Alberto, noi ti aspettiamo sempre! Ti auguriamo di guarire presto e di tornare a studiare, a giocare, a lavorare, a divertirti, … insomma, a vivere con noi. Sentici sempre vicini! Ciao Alberto, un abbraccio affettuoso dai tuoi compagni e dalle tue insegnanti.
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Lettera al nostro compagno
In missione
Roggiano e l’Europa come risorsa... per i giovani da Roggiano
G
iornata Europea all’Educandato “Maria SS. Bambina” di Roggiano: martedì 14 ottobre gli alunni delle medie, delle classi 4a e 5a della Scuola Primaria e del Liceo delle Scienze Umane sono stati visitati da Dario Lodi, ingegnere nucleare inviato dall’Unione Europea presso le scuole. Che cos’è l’Unione Europea? Come funziona dal punto di vista amministrativo? La questione nucleare ci riguarda ancora? Tutto questo, con molto altro, è stato argomento di discussione
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tra gli studenti e l’ingegnere. Di particolare importanza la domanda posta dagli alunni del Liceo: “è un bene che l’Italia rimanga nell’Unione Europea o è meglio seguire la proposta di certe campane politiche che ci vogliono fuori?”. Secondo Dario Lodi è davvero utile la partecipazione italiana alla vita europea: soprattutto i giovani possono trovare in questo contesto risorse e opportunità di istruzione, formazione e lavoro. Si tratta di imparare ad individuarle, magari con l’aiuto della Scuola.
Giornata al Santuario
della Madonna della Guardia
i ragazzi della Terza Media Istituto Santa Marta Genova
Siamo partiti da piazza Manin e dopo circa un’ora di viaggio in pullman, tra musica, giochi e qualche urlo di troppo, siamo arrivati a destinazione: la cima del Monte Figogna. Qui, molti anni fa, precisamente il 29 agosto 1490, la Madonna apparve ad un umile pastore, Benedetto Pareto e gli chiese di costruire una cappella sul monte. Egli esitò perché molto povero, ma Maria lo rassicurò dicendogli che lo avrebbe aiutato lei. Quando il buon pastore lo comunicò alla sua famiglia fu deriso, nessuno credette alla sua storia. Lui allora decise di lasciare perdere. Il giorno dopo si arrampicò sopra un albero, cadde. La caduta lasciò conseguenze gravissime; Pareto rischiava la morte. Infermo nel letto, il pastore ricevette
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iamo la classe terza media dell’Istituto Santa Marta di Genova e vogliamo raccontare l’incredibile esperienza vissuta da noi studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado in occasione dell’inaugurazione di questo anno scolastico. Giovedì due ottobre, infatti, abbiamo trascorso una giornata di condivisione presso il Santuario della Madonna della Guardia nell’entroterra genovese situato nel comune di Ceranesi. È stata un’esperienza veramente eccezionale! Insieme abbiamo vissuto momenti di divertimento e soprattutto di riflessione sui temi cari al nostro Istituto come il tema dell’accoglienza, della fraternità e della condivisione.
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ancora la visita della Madonna che lo rimproverò dolcemente, lo guarì immediatamente e lo invitò di nuovo a costruire la cappella. Da quel giorno Benedetto girò per tutte le valli genovesi chiedendo offerte per l’edificazione della chiesetta. Da allora il culto della Madonna del Monte Figogna si diffuse rapidamente; prima fu costruita una piccola cappella poi, visto la notorietà e la devozione, fu costruita un imponente santuario in ricordo di questo miracolo. Appena scesi dal pullman, noi tutti siamo rimasti subito incantati dal panorama: era possibile ammirare nello stesso tempo mare e monti, incredibile! Da un lato la città con i suoi palazzi, strade, ponti, industrie e dall’altro la tranquilla campagna, i prati, le dolci colline e montagne appenniniche che circondano la nostra stupenda regione. Davanti a noi un bellissimo prato era pronto ad accoglierci. Un vero e proprio paradiso! Qui subito abbiamo iniziato a giocare, a correre e scherzare, a fare merenda, ragazzi della scuola media e scuola elementare, sentendoci tutti quanti parte di un unico e forte gruppo, con la voglia comune di stare insieme, di confrontarci e d’imparare l’uno dall’altro.
È questo, prima di tutto, che noi alunni abbiamo imparato e stiamo imparando nella nostra scuola: saper condividere e soprattutto accogliere l’altro in un clima di amicizia e disponibilità reciproca. Intorno alle 10 circa, guidati dagli insegnanti, siamo entrati in Chiesa per partecipare alla Santa Messa. Tra stupore ed ammirazione abbiamo visitato l’impressionante struttura, rimanendo colpiti dalle mille storie racchiuse dentro queste mura. Il sacerdote dopo averci salutato e ringraziato per la visita, ci ha subito raccontato la “storia” della Madonna della Guardia e ha voluto spiegarci perché Maria ha scelto un uomo modesto e povero per l’edificazione della cappella invece di un uomo genovese ricco, affermato e famoso nell’ambito cittadino. Noi ragazzi abbiamo capito che non è importante essere ricchi, belli e famosi per essere veramente felici, ma è fondamentale essere “ricchi” dentro al nostro cuore, ricchi di umiltà, semplicità e buoni sentimenti nei confronti del prossimo. È importante imparare ad accogliere, in modo particolare le persone più deboli, più bisognose, più sfortunate di noi, sentirci tutti uguali e pensare che la diversità è ricchezza personale.
In missione giocato e scherzato all’aria aperta, ma soprattutto abbiamo vissuto un’esperienza carica di insegnamenti positivi, fondamentali per la nostra crescita. Alle 16 circa siamo arrivati in Piazza Manin dove c’erano i nostri genitori ad accoglierci. Eravamo sereni, soddisfatti e “carichi” di entusiasmo e buoni propositi per la nuova avventura scolastica che ci attende quest’anno. Noi ragazzi speriamo che esperienze così uniche come questa si ripetano presto, perché siamo fermamente convinti che anche “fuori” dalla scuola è possibile imparare. Vogliamo quindi ringraziare di cuore la nostra Preside per averci dato la possibilità di vivere questa esperienza carica di emozioni e di grandi e significativi messaggi.
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Il sacerdote ha sottolineato, inoltre, che oggi il pericolo più grande che può inaridire la nostra anima è l’indifferenza, l’individualismo, la paura del diverso, il desiderio di prevalere sugli altri. Dopo queste importanti riflessioni, messaggi che noi custodiremo con molta cura nel nostro cuore, siamo tornati sul piazzale e abbiamo condiviso il pranzo. Nel pomeriggio abbiamo visitato il famoso presepe permanente e noi ragazzi della scuola media, insieme ai nostri insegnanti, ci siamo soffermati ad osservare con attenzione l’ambiente naturale circostante. Verso le 15, stanchi ma felici, ci siamo preparati per il ritorno. Abbiamo trascorso una giornata veramente unica! Ci siamo divertiti insieme, abbiamo
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Il mare unisce i paesi che separa da Chiavari
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l mare unisce i paesi che separa”: questa frase accompagnerà alunni ed insegnanti dell’Istituto Santa Marta di Chiavari durante tutto l’anno scolastico. Il mare quindi sarà protagonista di diverse attività e di momenti di riflessione che ci porteranno a prendere in considerazione i diversi aspetti della “grande distesa blu”: un luogo pieno di vita e che ispira un senso di libertà, ma che nasconde tra le sue onde, storie di coraggio, avventura, passione e purtroppo, talvolta, disperazione. Il mare è anche cantato nei salmi “Gioiscano i cieli, esulti la terra, risuoni il mare e quanto
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racchiude” (Sal. 96). Dio infatti si è talmente impegnato nella creazione che i singoli elementi non possono non cantarlo in un immenso concerto di cui Egli è il coreografo. In questo concerto il mare fa la propria parte per mostrare, a suo modo, la magnificenza di Dio. Tutto questo è il mare. Attraverso alcune mappe concettuali del lavoro che svolgeremo, abbiamo messo in comune le nostre esperienze, le nostre letture e il nostro entusiasmo per trasmetterlo agli alunni di ogni ordine di scuola perché guardino questo meraviglioso dono del creato con occhi pieni di stupore e di gratitudine.
Il premio “Beato Reggio” da Roggiano
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novembre, Educandato di Roggiano: grande festa per l’attribuzione del Premio “Beato Tommaso Reggio”, fondatore della congregazione delle suore di S. Marta, agli alunni che, nei vari ordini di studio, si sono distinti non solo per le capacità scolastiche e il profitto ma soprattutto per le qualità personali: accoglienza, solidarietà, generosità, umiltà e disponibilità nello spirito cristiano del dono.
Hanno ricevuto il premio borsa di studio: per la scuola primaria Gaia De Lorenzo e Ester Savio; per la scuola secondaria di primo grado: Davide Panighini e Nicole Torres; per il Liceo delle Scienze umane Nicolò Mantovani. Auguri a questi alunni, modello e ispirazione per tutti gli studenti dell’Educandato, e complimenti di cuore alle loro famiglie che li hanno cresciuti con amore fecondo.
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agli alunni meritevoli
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Betania comu dalle braccia I
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l cielo di Osorno vestito di azzurro e adornato di alcune nuvole ci indica che la pioggia si è ritirata e che d’ora in poi avremo giorni intensi e caldi… Sembra il tempo atmosferico, ma in realtà è il tempo del cuore degli “Amici di Betania” che piano, piano incominciano ad arrivare… dal Nord, dal Sud, dal centro, tutti arrivano ad un punto determinato, la cima del monte Pilauco dove troviamo la casa di ritiro che ci accoglierà per tre giorni chiamati “BETANIA”. Di lì possiamo vedere tutta la città di giorno e quando raggiunge la sera, contempliamo lo scintillio delle luci che la illuminano e la fanno risplendere ai nostri occhi. L’incontro di quest’anno è davvero speciale perché celebriamo dieci anni della nostra fondazione.
Questi giorni che trascorreremo insieme saranno carichi di momenti di studio, ma anche di ricreazione. Oggi come oggi in Cile, le comunità degli “Amici di Betania” si sono consolidate nei propri luoghi di origine attraverso il lavoro missionario svolto nei diversi ambienti dove hanno deciso di servire. Mantenendosi fedeli alla voce del Pastore, fanno vita la chiamata ad uscire, a non rimanere chiusi nella sicurezza che offre ad ognuno la comunità, ma guardare oltre, fuori nelle periferie, perché è lì dove vive Cristo, il Cristo del Beato Tommaso Reggio, il Cristo di Madre Teresa di Calcutta, il Cristo di San Alberto Hurtado; un Cristo che soffre, ma che al tempo stesso dona speranza, incoraggia e chiede con forza a tutti una risposta generosa e compromettente.
Ogni membro delle nostre comunità fa sua l’attitudine di Marta verso il Maestro: quella di venirle incontro… Sì, con il cuore pieno di gioia apriamo le nostre braccia e ci mettiamo in cammino verso chi ha bisogno di noi: bambini, giovani, anziani, formando in questo modo come un tessuto silenzioso di amore e donazione che arriva agli altri, come le gocce di rugiada arrivano al timido fiore che spunta all’alba. Insieme abbiamo imparato che l’Evangelo irrobustisce e arricchisce la nostra anima. Sappiamo bene che anche il nostro amato Beato Tommaso Reggio beveva a questa fonte e nei suoi scritti ci invita con forza ad “Amare la Parola e a sentire fame di essa”. Il nostro incontro è stato segnato dalle parole: uscire, andare incontro, accogliere, servire… Queste sono alcune delle parole tanto menzionate, sia nei testi come anche nella condivisione; parole che indicano i frutti raggiunti in questi dieci anni di vita; ma che allo stesso tempo si manifestano come una chiara risposta da parte nostra alla chiamata di Sua Santità papa Francesco, di fronte alla quale nessuno può rimanere indifferente. Laici, religiosi, sacerdoti, tutti siamo chiamati ad essere costruttori di una società diversa, ma questo a partire dalla nostra vita; donando agli altri un
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messaggio evangelizzante con la gioia di chi si sa figlio amato per un Dio che è Amore, la gioia che nasce nel profondo dell’anima dell’uomo che anela l’incontro con il suo Signore. La comunità di Osorno ci ha regalato in questi giorni di poter condividere esperienze, gioia, tristezza, ma anche un bel paesaggio. Suor Doralisa Ponce, la nostra coordinatrice nazionale, Suor Clara Verdugo, superiora della comunità di Osorno e membro della commissione nazionale, insieme alla comunità di laici ci hanno fatto sentire anche nei più piccoli dettagli l’accoglienza e il servizio. In questo modo abbiamo potuto godere di giorni di preghiera e di lode in ogni luogo dove ci siamo recate e dove abbiamo sentito che di fronte a tutta la bellezza del creato non ci resta che dire Grazie al Signore per ogni cosa che ci dona, ma ci fa anche dire Grazie a voi che avete condiviso con noi questi giorni. Nel ritorno a casa ognuno di noi porta con sé un bagaglio di ricchezze, ma porta anche l’impegno e la responsabilità di continuare a lavorare per arrivare ad essere laici come quelli che il Beato Tommaso aveva descritto, in modo di collaborare allo sviluppo delle nostre comunità incrementando il lavoro che insieme realizziamo ovunque sia necessario per essere: Betania, comunità dalle braccia aperte.
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unità aperte
di Victoria Dominguez C.
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Natale in Cattedrale... da Ventimiglia
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uest’anno per la recita Natalizia, la scuola dell’infanzia dell’Istituto Santa Marta di Ventimiglia, ha raggruppato i piccoli con le loro famiglie nella Cattedrale della città. Il tutto è cominciato con la processione dei bimbi dal fondo della cattedrale, marciando sulle note di un’Ave Maria cantata dal vivo da una ex alunna, oggi quindicenne, Irene Latronico. Raggiunta la postazione sulla gradinata dell’altare, i piccoli hanno eseguito due canti dal vivo accompagnati alla tastiera da Lorenzo Spinella, al violoncello da Giulio Cozzari e al flauto traverso da Francesco Spinella.
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Don Luca Salomone ha poi fatto un discorso di riflessione sul Natale. L’apoteosi è stata quando al gruppo dei bimbi si sono aggiunti una trentina di genitori per cantare tutti insieme la ninna nanna di Giovanotti “per te”. Un momento di intensa commozione. Il tutto è stato preparato e diretto dalla pianista Angelica Murante con l’ausilio fondamentale delle maestre Paola Truffelli, suor Angela e Suor Gracy. Al termine, sulla piazza, il club motociclisti “Jaques Maggioni” ha movimentato la serata conclusasi con un buffet offerto dalla scuola.
È arrivato Natale!
di mamma Federica
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Natale durante l’Avvento, che ha visto coinvolti i nostri bimbi e le loro famiglie con un impegno settimanale e con la proposta di aiutare i più bisognosi, perché Natale sia anche e soprattutto ritrovare i valori che Nostro Signore, facendosi bimbo in una mangiatoia, ci ha insegnato! Buon Natale a tutti!
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arrivato Natale alla Scuola dell’Infanzia “Sacra Famiglia”! Lo si respira in ogni angolo, e lo si vede nei volti sorridenti dei nostri bimbi, nelle foto appese alle finestre, nei preparativi per la recita e per il presepe… quando poi si fanno le cose insieme tutto è più bello! E così le mattinate passate in laboratorio con le altre mamme sono diventate un’occasione per conoscersi meglio e per condividere l’emozione di questo momento così importante dell’anno! Emozione che è diventata gioia pura per i nostri bimbi nel momento in cui hanno potuto consegnare alle insegnanti ed a Suor Eugenia le statuine ispirate a tutti i popoli del mondo, costruite anche da loro, e vedere che il presepe diventava sempre più bello e più grande! Molto bella è stata anche la preparazione al
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Un’atmosfera di accoglienza di mamma Silvia
Novate Milanese
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l 29 novembre è stata una giornata importante per la scuola dell’infanzia Sacra Famiglia: era l’“Open day”, cioè il giorno in cui le famiglie che intendono iscrivere i propri figli nella nostra scuola possono venire a visitarla. L’affluenza è stata senz’altro soddisfacente: molte mamme insieme ai loro bambini sono venuti a conoscerci. Ad accogliere queste nuove famiglie oltre al personale educativo (educatrici e coordinatrice), l’amministratore, il parroco c’erano anche alcune di noi, mamme che, credendo nei valori di questa scuola, hanno voluto dare testimonianza della loro esperienza. Le educatrici e le mamme hanno accolto le famiglie che per la prima vol-
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ta sono entrate nella nostra realtà, facendo fare loro un giro nella scuola per conoscere gli spazi (aule, salone, cucina, laboratori, palestra, refettorio, bagni), ma soprattutto per parlare con loro, rispondere alle loro mille domande, dubbi e incertezze. Penso che senz’altro la presenza delle educatrici sia stata indispensabile per presentare la scuola da un punto di vista pedagogico e didattico, ma credo anche che la presenza di noi mamme sia stata fondamentale per tranquillizzarle sul fatto che nella nostra scuola i bambini respirano un’atmosfera serena, di accoglienza e di rispetto.
Carissimo Mondo...
di Roberto Ravelli
ex alunno
Il tema era quello della celebrazione della festività del Natale e di come lo si festeggia nei vari continenti del globo. Si parte dall’America, dove ci si dimentica cosa sia questa grande festa perché troppo indaffarati nella ricerca dei regali e nel consumismo sfrenato, passando per l’Africa, dove le dittature militari dei signori della guerra negano la possibilità di accogliere Gesù Bambino nei cuori, attraversando l’Asia, dove i grandi sono troppo preoccupati dai loro affari per ricordarsi del Natale che i loro figli vorreb-
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“L’
Attesa” del Natale, per gli alunni della Scuola “Casa San Giuseppe” è terminata il 19 dicembre 2014 con un’esplosione indescrivibile di gioia e di entusiasmo nel comunicare, con vivacità e originalità, ai genitori e alle autorità presenti, ciò che loro avevano scoperto facendo “il giro del mondo” con lo spettacolo di Natale intitolato “Carissimo Mondo…” È stata una bella esperienza poter vedere i bambini delle varie classi impegnati in canti, scenette e tanto spirito natalizio.
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bero festeggiare, giungendo in Oceania, dove lo spirito natalizio è troppo gioioso e poco concentrato su quello che è il vero significato di questa festività. I bambini e i loro genitori hanno compiuto un fantastico viaggio intorno al mondo, seguendo una misteriosa lettera con destinatario il pianeta, scritta da Gesù Bambino che alla fine decide di scegliere l’Europa, in particolare l’Italia e più precisamente la chiesetta della scuola Casa San Giuseppe, come luogo per poter far vivere al mondo intero un vero giorno di Natale. Moltissimi i canti che i bambini si sono impegnati ad imparare, partecipando tutti allo spettacolo con tanta gioia ed entusiasmo. Con questo semplice e divertente spettacolo, ci hanno aiutato a comprendere ancora una volta cosa debba essere il Natale, ovvero non una festa dedicata allo sfarzo, alle luci colorate, al cenone con le pietanze prelibate, o carica di divertimento senza un profondo significato o addirittura una festa dimenticata e ridotta al pari di altre giornate, ma un momento in cui riflettere, pensare alla nostra anima e alla nostra fede cristiana, accogliere Gesù con lo stesso entusiasmo dei pastori di Betlemme, che con il loro animo
umile sono stati tra i primi a riconoscere il Salvatore. Tutti dovremmo imparare da questi bambini che, grazie al loro spirito spensierato e libero dai pregiudizi della società, affrontano seriamente, con serenità e onestà, l’incontro natalizio col Figlio di Dio. Dopotutto è stato proprio Lui a dire “lasciate che i bambini vengano a me” poiché, aggiungo io, sanno veramente dimostrare amore e gioire per ogni piccolo dono del creato.
Siamo tornate al nostro paradiso di suor Ana Marìn
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l 25 Agosto Suor Petra, Suor Elizabeth ed io abbiamo partecipato ad un incontro di ex alunne. L’organizzatrice di tutto questo è stata Miriam Olguin, una ex alunna che insieme alle altre ha manifestato il grande desiderio di incontrare le Suore che negli anni ’70 erano le loro insegnanti e formatrici. Per me è stata una grande sorpresa quella di rivedere dopo quasi quarant’anni tanti volti davvero cari. I ricordi e le emozioni si sono
fatti sentire forti dentro al cuore ritornando su quel tratto di strada: tutte le indicazioni ci riportavano a paesi da noi conosciuti. Ma nello stesso tempo ci sembrava tutto diverso con le strade nuove e asfaltate, nuove costruzioni e non più cavalli usati come mezzo di trasporto bensì macchine che andavano e venivano. L’appuntamento era presso la casa di una delle ex alunne, Laura Sagrado, che purtroppo soffre di Parkinson. A quel punto le emozioni
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sono aumentate man mano che salutavamo ognuna delle ex alunne. Anche loro erano molto emozionate, felici di rivedere noi Suore e non finivano di ringraziarci della nostra presenza. Risate, pianti, abbracci carichi di emozione e di condivisione, dopo tutto, anche per le nostre ex alunne era la prima volta che si incontravano dopo quarant’anni! Ho percepito davvero l’affetto e la gratitudine che loro hanno nel cuore e con le quali ricordano ogni Suora che ha lasciato nella loro vita un’impronta indelebile. Con stupore ho ascoltato i loro racconti, ognuna ha cercato di trasmettere alle proprie famiglie ed anche nell’ambiente di lavoro, l’insegnamento ricevuto dalle Suore. Le ex alunne “Lagunitas”, in questi quarant’anni hanno sempre avuto vivo il ricordo del loro paradiso terrestre “La Laguna”. Molte di loro lì sono cresciute, hanno studiato, giocato e rubato la frutta per mangiarla poi di nascosto, come anche il formaggio che faceva
la signora Margherita e tante altre avventure vissute insieme… Purtroppo un incendio ha distrutto tutto e di questo luogo non rimane più nulla, ma La Laguna ora è dentro di loro, sempre viva e bella come allora. Anzi è un ricordo caro al quale ritornano nei momenti faticosi della vita quotidiana, perché in quel luogo hanno imparato che la pietra angolare della loro fede è Gesù e di questo non si sono mai dimenticate. Hanno ricordato con tanto affetto le parole che spesso diceva loro suor Lucilla: “i poveri, le persone della campagna continueranno ad essere uguali se non si sforzano per valorizzare la loro persona; dovete perciò avere speranza in voi stesse, solo così potrete avere un futuro prospero, raggiungere nuove mete e soprattutto rendere migliore la vita delle vostre famiglie.” È stato davvero bello sentire tutto questo, ma ancora più bello constatare che tutte queste ragazze hanno un lavoro sicuro e che lungo il
In missione chiesa dove tante volte, da bambine ci recavamo per rendere grazie a Dio, ma anche per piangere le nostre pene personali. Dopo il pranzo è arrivato il momento di lasciarci, un saluto pieno di emozioni e di gratitudine a Dio per aver avuto la bella occasione di rivederci. Inoltre ci hanno chiesto di salutare e ringraziare le Suore che sono state a La Laguna e che hanno fatto tanto bene. Posso dire che per grazia di Dio, io e Suor Petra abbiamo avuto la possibilità di sperimentare che abbiamo ricevuto più di quel centuplo che il Signore promette a coloro che donano la vita per gli altri. Quante Betanie sparse nel mondo! Speriamo di poter davvero cogliere l’invito di Papa Francesco e anche quello della nostra carissima Madre Carla a vivere una nuova evangelizzazione, prima di tutto tra noi, per poi uscire verso i nostri alunni, genitori, amici ecc. L’invito è quello di svegliarli per Cristo, di poter gridare come Gesù: Lazzaro esci fuori.
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cammino della vita si sono impegnate a creare famiglie fondate su solidi principi cristiani, tutto questo grazie al bene ricevuto dalle loro Suore. Ci hanno ripetuto che le Suore di Santa Marta hanno lasciato nel loro cuore un segno indelebile. Nell’incontro c’è stato anche un momento di preghiera nel quale sono state ricordate in modo speciale le Suore defunte che avevano lavorato con amore e dedizione in questo luogo, hanno avuto un ricordo anche per le compagne che sono già in paradiso e per quelle che hanno perso la vita in giovane età nell’incidente del lago. Un ricordo particolare carico di affetto e gratitudine si è avuto per il Nunzio Apostolico Mons. Sòtero Sanz de Villalba e per il suo segretario Mons. Piero Biggio; essi avevano una dedizione particolare verso le bambine della Laguna, dando aiuto materiale e spirituale. La domenica ci siamo ancora ritrovate insieme per la Santa Messa, celebrata nella stessa
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Come il cerchio... “D
io ha fatto il mondo rotondo perchè, come il cerchio, sia sempre uguale all’uomo: esso non cambia mai”. Gesù Bambino, se nascesse oggi, verrebbe al mondo ancora in una stalla. Questo lo gridano gli extracomunitari, gli emarginati, i senza tetto, gli alluvionati, ecc. C’è un contesto mondiale di carenza di ogni genere e a seguito di ciò il Papa cerca di sensibilizzare le coscienze in campo mondiale. Manca il contesto principale: l’amore, una realtà che nessuno può negare. C’è da scoprire la pace in noi per saperla donare…
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Riflettiamo su questi valori: - famiglia, centro dello Spirito Santo; - umiltà e perdono; - carità e dono; - bontà e amore; - stima e rispetto: lavoro e servizio; - lealtà e giustizia; attenzione e dedizione; - silenzio e pudore; - tenerezza e dolcezza. Buon Natale dalla Fondazione Ernesto Chiappori Onlus
di suor Ignazia Bou
Latte - Ventimiglia
Piccoli “professionisti” all’opera! A dalla Bovisa delle canzoni, in italiano e attinenti allo spettacolo, sotto la guida di Paola Bertassi che ha curato inoltre il copione e la regia. Le coreografie di tutte le classi (terze, quarte e quinte) sono state realizzate insieme a Eugenio Guidoboni, mentre le scenografie sono state realizzate da Mildred Cordova e Sonia Verga. Il video dello spettacolo, delle prove e del backstage è stato realizzato da Francesca Nami. La regia audio e luci è stata realizzata interamente da alcuni ragazzi di quinta che hanno dovuto seguire il copione con molta attenzione e concentrazione come in un vero spettacolo teatrale. Lo spirito di condivisione e collaborazione dei nostri bambini si è manifestato in modo significativo nella realizzazione di questo bellissimo spettacolo che lascerà uno splendido ricordo legato al Natale 2014. Ma non sarà l’unico ricordo “speciale”: infatti anche quest’anno il CORO SANTA GEMMA ha partecipato alla trasmissione AMBROGINO D’ORO SPECIALE NATALE su 7GOLD. Una serata davvero emozionante per chi ha potuto seguire i nostri bambini in onda la sera della vigilia di Natale. Il coro, seguito da Paola Bertassi, si è comportato con grande professionalità affrontando ore di prove e di registrazione presso gli studi di Assago.
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ll’istituto Santa Gemma di Milano è ormai tradizione organizzare lo spettacolo di Natale per la scuola primaria: per le classi prime e seconde una recita adatta ai bimbi più piccini mentre per le classi terze, quarte e quinte un vero spettacolo con tanto di copione, coreografie, musiche composte ad hoc per un mix di canto, ballo e recitazione in vero stile musical. Quest’anno ciò che ha colpito è stata la trama suggerita dai ragazzi delle classi quinte, quindi realizzata e sviluppata insieme ai docenti: tematiche importanti inserite in un mondo di fantasia diviso da incomprensioni profonde, un mondo che nel corso della narrazione ritrova un nuovo modo di esistere attraverso l’accettazione del sé e dell’altro. La storia vede protagonisti un pianoforte e un’orchestra sinfonica dove ogni strumento è se stesso ma insieme agli altri si fonde in un unico suono, una sola armonia, un solo cuore. I ragazzi li hanno voluti paragonare al nostro pianeta abitato da etnie, lingue, religioni, usi e costumi differenti nella speranza che, come in un pianoforte, il colore bianco e quello nero vivano insieme in perfetta armonia pur essendo differenti… L’idea, inizialmente suggerita da un famoso brano di Michael Jackson “Black or White”, seguita dal celebre “Ebony and Ivory” di Paul Mc Cartney e Stevie Wonder, ci porta a riflettere sulla diversità fra popoli, sull’incomprensibile eredità di odio razziale che genera guerre assurde e la richiesta di pace nel mondo; i ragazzi delle classi quinte hanno affrontato un lavoro davvero intenso e professionale di riadattamento dei testi
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Accogliere... ospitare... servire
la Comunità
Castel Gandolfo
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l 9 novembre 2014, giorno della Dedicazione della Basilica Lateranense, a Castelgandolfo è stata inaugurata la casa di Riposo “Santa Marta”dopo quattro anni di accurato e intenso lavoro di ristrutturazione realizzato con abilità e tanta disponibilità dalla ditta “Angi Costruzioni” con la preziosa e abile guida dell’Ing. Paolo Cremonini. È stata organizzata una grande festa alla presenza della Rev. da Madre Generale, Madre Carla Roggero, della Madre Vicaria, Madre Lilian Doll, di Madre Antonia Dei, valido e prezioso aiuto per tutto il percorso dei lavori. Hanno reso particolarmente solenne la festa la presenza di S.E. il Card Angelo Sodano, del Sindaco la Sig.ra Monachesi Milva, delle numerose consorelle provenienti dalle comunità di Roma e di Velletri, e di alcune religiose delle Comunità a noi vicine, dei parenti delle Ospiti qui presenti e di numerosi amici. S. E. Card. Angelo Sodano esprime la sua gratitudine per essere presente all’inaugurazione e benedice la casa; il Sindaco Monachesi Milva con la Madre Carla tagliano il nastro e inaugurano così il nuovo complesso che accoglie e dà ristoro alle persone anziane che qui
potranno trascorrere una tappa importante della loro vita. La Rev. Madre Generale saluta tutti gli invitati con queste parole: “Esprimo la mia gratitudine per essere stata invitata ad un momento tanto significativo per questa opera… È una gioia grande per me essere qui e vedere in tutto il suo splendore la casa di Riposo di Castel Gandolfo e ringrazio il Signore perché ci colma sempre dei suoi beni. Desidero riservare un riconoscimento speciale alle persone che hanno diretto e guidato con tanta competenza e abilità i lavori… Un grazie particolare è per suor Marta, la Superiora che con le Suore di questa comunità ha accompagnato e seguito con tanta attenzione e dedizione i complessi e lunghi lavori che, per tanto tempo, hanno chiesto fatica e disponibilità da parte di tutti: Suore e Ospiti. Siamo contente di poter vedere oggi questa casa ben ristrutturata, molto confortevole, in un luogo incantevole, ma voglio soprattutto che questa casa sia davvero accogliente per le persone che vorranno sostare, con l’augurio che possano sempre trovare persone capaci di ascolto, di dedizione generosa e trascorrere così giorni sereni.
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Auguro in particolare alle Suore e al personale di questa casa, impegnate ad accogliere e servire le persone che il Signore ci affida, di vivere quanto il nostro Padre Fondatore ci ha insegnato: “Dio è il più grande bene, il bene per essenza e non si può ricordare questo senza ardere del suo santo amore.” Sia la casa in cui davvero si arde di amore, siano tutte le comunità delle Suore di Santa Marta luoghi di calda accoglienza e sia questo anche il mio “grazie” e il mio augurio per tutti voi. Molto significativo è stato il momento vissuto in Cappella con la Celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Card. Sodano che concelebrava con Don Umberto Galeazzi, responsabile della Vita Consacrata per la Diocesi di Albano e il nostro Cappellano, il Rev. Padre Francesco Eberard. Durante l’omelia il Cardinale si è rivolto a tutti con queste parole: “Noi vogliamo ringraziare il Signore per la testimonianza di carità che ci offrono le religiose di S. Marta con la loro presenza in questa casa di accoglienza. Vogliamo poi pregare perché il Signore continui a benedire la loro opera discreta e silenziosa. Qui, ad Albano, vi sono tante iniziative di assistenza per il prossimo. Vi sono varie Famiglie religiose che con la loro presenza dimostrano l’amore della Chiesa alla comunità locale. La Casa di S. Marta è una di queste presenze che, come il lievito evangelico, vuole permeare la realtà di Castelgandolfo… Fratelli e Sorelle nel Signore, la Parola di Dio che oggi è stata proclamata ci richiama appunto al significato del tempio materiale nella vita di ogni comunità. Questa vostra Cappella sia sempre il centro della Comunità. Qui ogni giorno si rinnova il sacrificio Eucaristico, qui si cantano le lodi del Signore, qui sovente venite per confidare al Signore le vostre pene e le vostre speranze… anche qui come in ogni Chiesa del mondo, c’è la mistica scala che ci mette in contatto con Dio. Dal contatto con Dio potremo
poi avere una spinta per un contatto fraterno con tutti i figli di Dio. È la preghiera comune, che realmente ci unisce e ci affratella. In tal modo la Casa di Dio diventa anche la Casa degli uomini. Un giorno su una vecchia Chiesa di montagna ho visto questa scritta: “Qui si entra per amare Dio, di qui si esce per amare il prossimo”. Un bel programma di vita! Sia cosi per tutti coloro che entreranno ed usciranno dalla Cappella di S. Marta”. Al termine della Celebrazione Eucaristica l’Ing. Paolo Cremonini ha illustrato a tutti i presenti il percorso dei lavori, la metodologia e la tecnica usate per la ristrutturazione dei tre edifici che formano tutto il complesso; esprime la sua gratitudine alla Congregazione e in modo particolare alle persone che hanno collaborato più da vicino con lui: la Madre Antonia e Sr Marta. Ha sottolineato anche con profonda commozione che è stata un’esperienza molto bella, molto diversa da tutte le altre esperienze di lavoro da lui affrontate perché con i responsabili della Ditta Angi, con i vari altri collaboratori e con le Suore stesse è stato possibile armonizzare in modo speciale le varie competenze degli operai fino ad arrivare ad un intesa molto bella accompagnata da rapporti di vera amicizia. La festa d’inaugurazione si conclude con uno squisitissimo rinfresco preparato e allestito dai responsabili dell’“Hotel Castelvecchio” nostri vicini di casa. Veramente hanno dimostrato la loro capacità organizzativa con accoglienza calda e signorile. Sono stati eccezionali in tutto: sia nell’offerta del menu sia nella loro presenza distinta e cordiale. Noi tutti i membri di questa casa di Riposo siamo grate verso la Congregazione che ci ha fatto questo grande dono! Chiediamo al Signore che possiamo essere testimoni della Sua grande bontà e capace di servire ogni persona secondo il carisma della nostra Congregazione.
Un capodanno davvero speciale! di suor Alessandra Fabbrucci Chiavari
quasi la mezzanotte del 31 dicembre 2014. A Chiavari, gli ospiti della Casa per ferie, continuando una felice consuetudine, si sono radunati e, insieme alle Suore scherzando e ridendo, aspettano lo scoccare dell’ora fatidica, quando il conto alla rovescia annuncerà “zero” e brinderanno all’anno nuovo gustando una bella fetta di panettone. Ed ecco, mentre i tappi dello spumante sparano verso l’alto, le note del pianoforte, puro pezzo di arredamento che è in sala, si espandono con forza e grazia intonando: – Tanti auguri a te… tanti auguri a noi! –. Questa magia lascia tutti a bocca aperta perchè nessuno sapeva che il signor Pirondini Franco, ospite con la moglie, signora Cristiana Gustini, per queste vacanze natalizie, è un maestro di musica diplomato al Conservatorio di Parma e appartenente per anni, all’or-
chestra sinfonica del Carlo Felice, teatro di Genova, come suonatore di tromba. Ormai è stato scoperto! E, a gara molti lanciano titoli di canzoni, di colonne sonore famose, di melodie natalizie, che lui esegue puntualmente con grande raffinatezza e senza spartito! L’entusiasmo è alle stelle: dall’ascolto si passa alla partecipazione col canto, ed è ancora una gara tra gli ospiti e le Suore a chi ricorda meglio le canzoni degli anni ‘60 e oltre. A quella meravigliosa serata ne seguono altre due richieste “a furor di popolo” con tromba e pianoforte, mandando in visibilio tutti i presenti. È un’esperienza veramente speciale constatare come la musica sia un linguaggio universale che eleva lo spirito e unisce le persone più diverse in una grande famiglia. Grazie Franco! Ad multos annos!
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La piccola cometa Q
uesto il titolo dello spettacolo natalizio che la Scuola dell’Infanzia Santa Gemma ha messo in scena domenica 14 dicembre. La rappresentazione ha evidenziato quanto la scuola dell’Infanzia sia un luogo di affetti e relazioni, un primo laboratorio di socialità e umanità. I bambini sono stati condotti a prendere coscienza delle proprie capacità ed anche dei propri limiti. Il tema principale è stato quello della diversità. Il voler essere il più bello, il più bravo e il più forte per poter avere un posto nella società è stato rappresentato dalle stelle, che non accettano la diversità della piccola stella con la coda.
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di Laura Visconti
Milano Bovisa
spettatori siamo stati avvolti da una grande tenerezza e dal desiderio di essere migliori. Il cambiamento è possibile. Lo dobbiamo ai nostri figli. Lasciamoci guidare dalla luce della piccola stella con la coda. Abbiamo provato una grande emozione nel vedere i nostri piccoli attori così coinvolti, concentrati e molto preparati. Grazie, carissime insegnanti per averci permesso di piangere di gioia. Il vostro lavoro ha aiutato i bambini ma anche noi genitori.
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Tre sono le stelle che fanno a gara per essere scelte dal Signore per annunciare la nascita del suo Figlio. Non sarà, però, Etoile, la stella splendida, né Archibald, la stella puntuale e nemmeno Big Jim, la stella forzuta. Sarà, invece, la Cometa, perché meglio rappresenta tutti coloro per i quali Gesù è nato: gli umili e i semplici. Colui che guida l’Universo, quindi, ha scelto proprio chi sta in disparte, chi non urla, chi non prevarica, per guidarci con la sua scia verso la vera Luce. Noi
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Un Papa per I
l 19 ottobre in piazza San Pietro, gremita più del solito di pellegrini, moltissimi dei quali provenienti da Brescia e da Milano e molte Suore di Santa Marta, Papa Francesco ha proclamato Beato il suo predecessore Paolo VI. L’amicizia della nostra Famiglia Religiosa con Mons. Giovanni Battista Montini affonda le sue radici negli anni cruciali del secondo conflitto mondiale quando egli si serviva della collaborazione di alcune nostre suore per tenere i contatti fra i soldati che combattevano al fronte e le loro famiglie, attraverso la corrispondenza. Nominato Arcivescovo di Milano da PIOXII non interruppe il suo rapporto con noi, anzi Gio-
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vanni XXIII lo nominò Cardinale Protettore della nostra Congregazione. Negli anni del suo pontificato, durante il soggiorno estivo a Castelgandolfo, dove tuttora siamo presenti con una piccola Comunità che si prende cura delle persone anziane, nella festa di Santa Marta (29 luglio) si faceva sempre presente con un dono e un anno venne anche a farci visita personalmente! Quando il 4 novembre 1967 Paolo VI subì in Vaticano un intervento chirurgico, lo assistettero due Suore di Santa Marta, brave ed esperte infermiere, che prestavano il loro servizio in una clinica romana! Come tutte le persone “grandi” che scelgono con radicalità di seguire Gesù Cristo, Paolo VI soffrì molto soprattutto da parte di persone di chiesa, ma fu fedele e non retrocedette
mai dal suo proposito giovanile: “La mia vita passerà rivolta all’alto”. In forza di quella vocazione fu tenace e coraggioso, capace di scelte difficili che talvolta lo resero impopolare, accettò critiche e calunnie che non mancano mai quando si lavora molto e si intraprendono iniziative di successo. La forza di Paolo VI fu sempre la sua capacità di vedere lontano e anche per questo stimava Aldo Moro pure lui dotato di una visione lunga e penetrante. Si trovò a guidare la Chiesa in uno dei periodi più difficili della sua storia. Sotto la guida dello Spirito Santo Papa Paolo VI, oggi Beato, con lungimiranza e tenacia portò a termine il Concilio Vaticano II e contribuì a far crescere nella Chiesa la dimensione universale che cercò di rendere visibile anche con i nove viaggi che intraprese visitando i cinque continenti. A molti di noi sarà certo rimasta nel cuore l’immagine del suo funerale: al centro del sagrato della Basilica di San Pietro sulla bara spoglia solo il Vangelo sfogliato dal vento! Una essenzialità che sintetizza l’intera vita del Beato Paolo VI, vissuta obbedendo, anche a prezzo di incomprensioni e impopolarità, alla propria coscienza e al servizio esclusivo del Vangelo. Noi Suore di Santa Mar-
ta che dobbiamo molto a questo Papa come Congregazione e come figlie, nella svolta epocale che stiamo vivendo, vogliamo come lui “Vedere Dio nel mondo e il mondo in Dio”.
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amico
di suor Damiana
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Generosità O
ggi sono tante e sempre più numerose e drammatiche le povertà che si presentano davanti ai nostri occhi e, come Suore di Santa Marta, per quanto ci è possibile, cerchiamo di condividere le sofferenze che colpiscono tante persone in tanti luoghi anche qui in Italia. Il Consiglio Generalizio, a suo tempo ha fatto la scelta di donare alla Fondazione CASA DELLA CARITÀ “Angelo Abriani” situata a Milano, in Via Brambilla 10, la nostra casa di Castelletto di Cuggiono dove, da diversi anni la Suore non sono più presenti a svolgere il servizio apostolico.
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Con questo gesto abbiamo voluto offrire un contributo a chi si spende, con tanto sacrificio e generosità, ogni giorno per andare incontro alle necessità di tante persone povere e bisognose. Recentemente, durante le numerose e gravi alluvioni che si sono verificate in diversi luoghi del nostro paese, anche la Casa della Carità è stata coinvolta nel fronteggiare tale emergenza e il Consiglio Generalizio ha scelto di destinare un’offerta a questa struttura per andare incontro agli alluvionati. La CASA DELLA CARITÀ è stata fondata dal Cardinal Carlo Maria Martini dieci anni fa quando era ancora Arcivescovo di Milano. Attualmente è gestita da Don Virginio Colmegna, un sacerdote della Diocesi di Milano che per 11 anni è stato presidente della Caritas Ambrosiana e conosciuto da numerose Suore di Santa Marta per la
sempre operosa tutti conoscere l’impegno della Famiglia Religiosa a far si che la nostra carità sia sempre operosa, sovrabbondante di speranza, capace di dilatare lo sguardo della fraternità umana, per superare la povertà operando la giustizia e custodendo la pace.
di Madre Carla
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sua particolare dedizione e vicinanza alle fragilità, alle sofferenze e alle povertà della gente, di qualsiasi provenienza, religione e nazionalità. Riportiamo di seguito la lettera che Don Virginio ha scritto per ringraziare dell’offerta ricevuta, nella certezza che sarà cosa gradita a
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Se avete coraggio,
ascoltate! I
n occasione della beatificazione di Paolo VI ho riletto un bellissimo messaggio alla Gioventù Femminile di Azione Cattolica, da lui pronunciato nel 1960 quando era Arcivescovo di Milano e che ho sempre conservato perché ha segnato la mia vita e le mie scelte. Nell’anno in cui celebro il 50° anniversario della mia Professione religiosa ve ne offro alcuni stralci come dono per conoscere ancora meglio la grandezza di Papa Paolo VI.
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“Dovete sapere che questi nostri anni segnano un periodo di crisi molto gravi, dalla cui soluzione puo’ dipendere la salvezza temporale ed eterna di tanti, tanti nostri fratelli. Due settori specialmente sono minacciati da queste crisi, il settore della religione, il settore dei costumi. Lo vedete anche voi: molta gente perde la fede, anzi spesso si rivolta contro Cristo e la Chiesa. E molta gente perde il buon costume cristiano… Se… voi avete coraggio, ascoltate: io vado cercando una schiera di anime giovanili che si dia generosamente, completamente, a vivere fede e costume cristiano. Ma non superficialmente, a qualche maniera, per qualche tempo soltanto, ma con pienezza, con forza, con gioia. Non così, per abitudine esteriore, ma per volontà propria, profonda, totale. E non solo
di suor Damiana
per sé, o per il piccolo ambiente in cui ciascuna vive, ma per tutti, per il prossimo, per la Parrocchia, per la Chiesa, per il mondo. Ho bisogno… di anime credenti e innocenti, ma forti, veramente forti, come lo sono quelle che mettono tutta la loro confidenza nel Signore. Ho bisogno di anime entusiaste, che vengano ad aiutare il ministero di salvezza che noi Sacerdoti dobbiamo esercitare e che ora esercitiamo con tanta difficoltà. Ho bisogno di gioventù, che viva nel mondo, ma con spirito diverso da quello del mondo. Ho bisogno d’una milizia angelica, che difenda l’altare, la Chiesa, la famiglia cristiana, il lavoro onesto, la società rinnovata. Io vado cercando anime come le vostre! Volete? Sul serio? Per amore di Cristo?... Ma liete? Vivaci? Capaci di tutto? Anche di eroismo? Allora si prova davvero? … Dunque sentite: bisogna riflettere. Primo: l’ora del mondo è grave e decisiva. Secondo: la causa di Cristo è in gioco; e Cristo non interviene direttamente, ma dà la sua Grazia a chi la vuole. Terzo: o si professa sul serio la vita cristiana, e allora è facile e bella; o altrimenti è pesante e insignificante. Quarto: la Chiesa chiama, il Vescovo invita, il Parroco aiuta. Quinto: è possibile, è magnifico.”
Con l’affetto della memoria Roma, 5 dicembre 2014 Carissime, nel pomeriggio di oggi, dall’Ospedale di San Remo è salita al cielo Suor ANGELINA PERABONI
lasciato sempre il ricordo della sua serenità e della suatenerezza amorevole. Ha ricoperto per tanto tempo anche l’incarico di responsabile dicomunità (Cassina Nova, Puria…) dove non ha mai lasciato mancare alle Suore l’attenzione e le cure necessarie per vivere bene il carisma di S. Marta. Quando le forze iniziarono a diminuire lei ha continuato a servire la sua Famiglia Religiosa con dedizione e generosità a Chiavari nel servizio della portineria che ha svolto con
cura e delicatezza. Ha trascorso serenamente gli ultimi tempi della sua lunga vita in Casa Madre a Ventimiglia circondata dall’affetto delle Suore e continuando ad essere una presenza gioiosa nella comunità e a rendersi utile per quanto le forze le permettevano. Affidiamola al Signore e chiediamole di intercedere per noi che abbiamo bisogno ogni giorno della Grazia del Signore per vivere con fedeltà la nostra consacrazione religiosa. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO
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nata a Crescenzago (Milano) il 29 dicembre 1922, entrata in Comunità a Roma il 17 ottobre 1945, professa dal 4 ottobre 1948. Il Signore se l’è presa durante un intervento chirurgico che sembrava dovesse risolversi bene e in fretta. Non è andata così! Il suo cuore non ce l’ha fatta ed è passata nel Regno dei giusti quasi senza accorgersene. Ma Suor Angelina si era preparata ed era pronta per l’incontro con il Signore! Ora gode senz’altro della pace che si è meritata con una vita trascorsa nella fedeltà al suo “Re” e in un servizio generoso alle persone che la Provvidenza le ha fatto incontrare. Mite e buona ha passato molti anni con i bambini della scuola materna (Cassina Nova, Novate, Bovisasca, Saiano, ecc…) dove ha
“Svegliate il mondo! siate testimoni di un modo diverso di agire, di vivere: La vostra vita è profezia.” Papa Francesco
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