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Una profezia al femminile

Parola di Dio

di don Carlo Silva

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Una profezia al femminile

Siamo all’inizio dell’annuncio di un nuovo terrore e stupore che la pietra è già stata divelta, tempo, il tempo della vittoria dell’AMO- che il sepolcro è vuoto… Anzi seduto su quella RE sulla MORTE. grande pietra, assiso come in trono, un Angelo A dare questo annuncio ai discepoli, alla chiesa, dalle vesti lucenti e sfolgoranti, si mette a parall’umanità sono le DONNE, quelle DONNE lare con loro dicendo di conoscere il motivo che avevano seguito Gesù dalla Galilea sino a della loro presenza, di sapere che sono venute Gerusalemme; quelle DONNE che, pur da lon- per cercare il Signore. E continua “non è qui, è tano, non avevano voluto lasciare solo Gesù nel risorto. Anzi, andate a dire ai suoi discepotragitto e nel compimento della li che Gesù risorto li aspetta in sua passione e morte. Galilea”. Così, “all’alba del primo giorno della settimana”, non riuscendo più a trattenere nel loro cuore il grande affetto provato e vissuto «non è qui, è risorto. Anzi, andate a dire Le DONNE si scambiano degli sguardi pieni di interrogativi e però si ricordano delle parole di Gesù: “il terzo giorno risorgerò”. per Gesù, quelle stesse DONNE ai suoi discepoli Si fanno coraggio a vicenda, e con si portano davanti al suo sepolcro. Vogliono vivere e sentire la sua compagnia anche se ormai esaniche Gesù risorto li aspetta la forza di una fede rinnovata si spingono in definitiva ad intraprendere la missione. Ormai denme. Hanno bisogno almeno della in Galilea» tro il loro cuore c’è solo il bisogno, sua presenza corporea. Ma una il desiderio, l’amore di fare quello voce misteriosa, interiore, sem- che l’Angelo aveva loro ricordabra dire loro che Lui, il Maestro, le stia aspet- to. E si avviano loro, DONNE inascoltate, ad tando per affidare loro un compito, una missio- annunciare l’evento della Risurrezione a quei ne speciale, rivoluzionaria per i contenuti e per “benedetti UOMINI”. Ironia della sorte! il metodo dell’annuncio stesso. Stanno muovendo i primi passi, il loro cuore Del tutto assenti sono gli Apostoli, proprio batte forte, si mettono a correre… ma ecco che quelli che avevano lasciato tutto, ma che duran- si fa incontro loro Gesù Risorto. Le vuole rinte i giorni tristi della passione se la sono squa- graziare per avere accettato la missione e per gliata uno dopo l’altro, passando anche attraver- confermare la verità del contenuto del messo il tradimento… ed ora si trovano rinchiusi, saggio stesso: “Salute a voi. Non temete, andate per paura, in quella stanza al piano superiore. pure dai miei fratelli e dite loro che li attendo in “Speravamo” diranno i discepoli in cammino Galilea. Là mi vedranno”. verso Emmaus. Tutto era incominciato in Galilea e ora tutto Comunque sia, arrivate nei pressi del sepolcro ricomincia sempre dalla Galilea. le DONNE si domandano come possono far ro- C’è bisogno di ricostruire la comunità cristiana tolare, da sole, la grande pietra che ostruisce dispersa. l’ingresso alla tomba. Incredule, scoprono con VALE ANCHE PER NOI! Cristo Risorto, no-

Parola di Dio

stra Pasqua e nostra vita, è l’annuncio consegnato a noi che ci siamo raccolti e ritrovati nella “Galilea delle genti” e che dobbiamo impegnarci a trasmettere con gioia. È il nostro debito per l’intera umanità. “Non abbiate paura… Io sono con voi per sempre”. Impariamo da quelle DONNE ad essere inviati come nuovi profeti della salvezza. Impariamo da Maria, la donna del terzo giorno, come ci ricorda don Tonino Bello e preghiamola con le sue parole: Santa Maria, donna del terzo giorno, destaci dal sonno della roccia. E l’annuncio che è Pasqua pure per noi, vieni a portarcelo tu, nel cuore della notte. Non aspettare i chiarori dell’alba. Non attendere che le donne vengano con gli unguenti. Vieni prima tu, coi riflessi del Risorto negli occhi e con i profumi della tua testimonianza diretta. Quando le altre Marie arriveranno nel giardino, con i piedi umidi di rugiada, ci trovino già desti e sappiano di essere state precedute da te, l’unica spettatrice del duello tra la vita e la morte. Esse hanno visto, sì, il trionfo del vincitore, ma non hanno sperimentato la sconfitta dell’avversario. Solo tu ci puoi assicurare che la morte è stata uccisa davvero, perché l’hai vista esanime a terra. Santa Maria, donna del terzo giorno, donaci la certezza che, nonostante tutto, la morte non avrà più presa su di noi. Che le ingiustizie dei popoli hanno i giorni contati. Che i bagliori delle guerre si stanno riducendo a luci crepuscolari. Che le sofferenze dei poveri sono giunte agli ultimi rantoli. Che la fame, il razzismo, la droga sono il riporto di vecchie contabilità fallimentari. Che la noia, la solitudine, la malattia sono gli arretrati dovuti ad antiche gestioni. E che, finalmente, le lacrime di tutte le vittime delle violenze e del dolore saranno presto prosciugate come la brina dal sole della primavera. Santa Maria, donna del terzo giorno, strappaci dal volto il sudario della disperazione e arrotola per sempre, in un angolo, le bende del nostro peccato. Confortaci col vino nuovo della gioia e con gli azzimi pasquali della solidarietà. Donaci un po’ di pace. Liberaci dal bacio della vigliaccheria. Preservaci dall’egoismo. E regalaci la speranza che, quando verrà il momento della sfida decisiva, anche per noi come per Gesù, tu possa essere l’arbitra che, il terzo giorno, omologherà finalmente la nostra vittoria.

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