notiziario delle suore di santa marta
Editoriale
In missione
3 Editoriale
18 EXPO... una settimana da leccarsi le dita
la Redazione
Parola di Dio
gli Alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado
21 Sorprese
suor Irene Tealdi
4
Attesi, amati e perdonati
22 Piccolo miracolo di Natale
Don Carlo Silva
Attualità 7
2015... Cosa resterà nel nuovo anno
Viviana Abbondio
La parola a... Madre Carla 10 Anche a noi tocca migrare
Spiritualità e carisma 9
Una promessa che si rinnova ...da 60 anni
un’amica delle Suore
14 “Ti ho amato d’amore eterno per questo ti conservo ancora pietà”
Rosmy Kunnummel
16 Beato Tommaso Reggio Fondatore delle Suore di Santa Marta
una Suora di Santa Marta
Frammenti di santità 17
suor Dorotea Bruzzo
Simona Franceschini
24 Un presepe un po’ speciale
suor Francesca Verdorfer
25 Un capodanno davvero speciale
mamma Valentina
26 La porta è aperta a tutti
suor Anita
28 I bambini raccontano Tommaso Reggio
suor Damiana
30 Accendiamo il Natale
suor Adriana
31 Mai arrendersi, nasce un piccolo gruppo di Amici di Betania anche a Vighizzolo
da Vighizzolo
32 StraSantaMarta ...un successo stratosferico!
un’ex Alunna
34 Una storia, un Sogno... che si rinnova ogni anno!
suor maria Pia Mucciaccio
36 Con affetto incommensurabile
una mamma
37 Concerto in onore del Beato Tommaso Reggio
la Comunità di Genova
38 Festa di Natale
40 Istituto Santa Gemma questa scuola è uno... spettacolo!
Notiziario delle suore di santa marta
da Bovisa
Pagine aperte
Via V. Orsini, 15 00192 Roma Quadrimestrale Anno LXXXIII
la Comunità di Trivandrum
43 Ti auguro tempo
Redazione suor Alessandra F., suor Damiana, suor Stefania, suor Maria Pia, suor Mariana, suor Alice Chennamkulath Suore di Santa Marta Via Montenero, 4 - 22063 Vighizzolo di Cantù (CO) Tel. 031.730159 camfede@istitutosantamarta.org Stampa Àncora Arti Grafiche - Milano Progetto grafico In.pagina di Bergamaschi Fabio www.studioinpagina.it
Elli Michler
44 Lettera di don Mauro
don Mauro
46 Armoniosamente
Roberto Gobbo
Con l’affetto della memoria 46
suor Gabriela Zamora
47
Suor Gabriela Zamora
47
Suor Gabriela
Editoriale
La Redazione
Vinci l’indifferenza e conquista la pace Il disimpegno personale e collettivo che ne consegue è una minaccia al bene comune e in particolare alla pace che è uno dei beni più preziosi dell’umanità. Gesù stesso ci insegna con la sua vita e la sua Parola a essere misericordiosi. La misericordia è infatti nel cuore di Dio e non può quindi non essere anche nel cuore di tutti coloro che si riconoscono nell’unica grande famiglia dei suoi figli. Così anche noi siamo chiamati a fare dell’amore, della misericordia e della solidarietà un vero programma di vita, “a riconoscere come l’indifferenza si manifesti nella nostra esistenza e ad adottare un impegno concreto per contribuire a migliorare la realtà in cui vive a partire dalla propria famiglia, dal vicinato, dall’ambiente di lavoro”. Il Papa conclude così il suo Messaggio: “Affido queste riflessioni, insieme con i migliori auspici per il nuovo anno, all’intercessione di Maria Santissima, Madre premurosa per i bisogni dell’ umanità, affinché ci ottenga dal suo Figlio Gesù, Principe della pace, l’esaudimento delle nostre suppliche e la benedizione del nostro impegno quotidiano per la nascita di un mondo fraterno e solidale”. Questa preghiera sia l’augurio che ci scambiamo in questo inizio d’anno che desideriamo per tutti sereno e benedetto da Dio!
3 Camminando con fede 3/2015
Così Papa Francesco ha intitolato il suo messaggio in occasione della 49a Giornata Mondiale della pace. Il Pontefice ci invita a custodire le ragioni della nostra speranza nonostante le guerre, le azioni terroristiche con le loro tragiche conseguenze, le persecuzioni di interi popoli per motivi etnici e religiosi in molte regioni del mondo, tanto da far pensare che sia in atto una “guerra mondiale a pezzi”. Alcuni avvenimenti dell’anno appena trascorso sono però un invito a superare il male e a non abbandonarsi alla rassegnazione e all’indifferenza. Il Giubileo della Misericordia, a cui sarà dedicato il 2016, è però un invito a pregare e lavorare perché ogni uomo di buona volontà, soprattutto ogni cristiano, possa maturare “un cuore docile e compassionevole capace di testimoniare la misericordia”, di perdonare e di donarsi, avendo a cuore i membri più fragili della società e la salvaguardia del bene comune. Purtroppo però spesso chiudiamo il cuore e in noi prevale l’indifferenza che in questi ultimi tempi sta assumendo dimensioni globali sfociando nel fenomeno della “globalizzazione della indifferenza”.
Parola di Dio
Attesi, amati e L
a misericordia è uno dei cardini del Vangelo di Luca; all’inizio annuncia il tema con il Magnificat e il Benedictus, poi lo sviluppa in un triplice discorso: • La misericordia di Gesù… …quale stile che lo caratterizza nel suo annuncio ai poveri; nei miracoli quali istruzioni per i discepoli; nei racconti di guarigione dove l’oggetto della misericordia sono soprattutto gli emarginati della vita religiosa, per trovare il suo culmine nel momento della passione: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”, “Oggi sarai con me nel paradiso”.
Camminando con fede 3/2015
4
• La misericordia del Padre… …che si manifesta nel cap. 15 con le tre parabole della misericordia: la pecora perduta, la dracma smarrita e il padre misericordioso. • La misericordia come atteggiamento del discepolo… …“siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso” è l’invito di Gesù ad imitare il Padre di cui Egli rivela la bontà. Questa misericordia si fa concretezza nella compassione, nell’utilizzo solidale delle ricchezze, nell’esercizio della giustizia.
Il buon samaritano (Lc 10,25-37) Sulla strada che scende da Gerusalemme a Gerico camminano un sacerdote, un levita ed infine un samaritano. Ciò che ci si sarebbe aspettato viene sconfessato. La suspense si trasforma in sorpresa: il sacerdote passa accanto al ferito e lo supera senza prendersi cura di lui. Anche il levita fa esattamente la stessa cosa, provocando nel ferito la delusione, per ben due volte, di un soccorso sempre negato. Al sopraggiungere del samaritano Gesù stesso dice che “alla vista del malcapitato ne ebbe compassione”, lasciando tutti noi con grande stupore, perché sappiamo che non solo tra samaritani e giudei non corre buon sangue, ma addirittura che i Samaritani hanno rifiutato Gesù. E Gesù sceglie come eroe della sua parabola proprio un samaritano che cura le ferite con i medicinali del tempo: olio e vino; i due denari lasciati avrebbero poi assicurato al ferito almeno due settimane in albergo. Quale differenza tra il samaritano, il sacerdote e il levita! Sorge inevitabile nell’animo di ognuno di noi la seguente domanda: come è possibile oggi passare dal racconto fittizio ad una reale vita cristiana? Come difendersi dal rischio di vivere la vita cristiana come puro moralismo e rimanere di fatto lontani dal sentire e vivere come Gesù? Lo scopo di Gesù non è quello di presentarci un eroe, cerca invece di farci entrare nella
pelle del ferito, nell’esperienza traumatica di quest’uomo, senza volto e senza nome. Se il samaritano è solo un membro dell’umanità, senza identità, la parabola ci interroga sull’identità del nostro prossimo. È questa la chiave di lettura e di comprensione: l’identità del prossimo non più a partire dal donatore ma a partire dal beneficiario. A partire dalla misera situazione di una vittima si decide chi è il tuo prossimo, non da una definizione teorica. È il capovolgimento di prospettiva: quando mi trovo in una condizione di indigenza, qualunque sia la mia identità, aspetto che un altro si riconosca prossimo per me! Solo chi ha fatto sulla propria pelle l’esperienza di essere un ferito soccorso può diventare un samaritano! Solo se si entra nella pelle di quell’uomo si comprende che cosa sia essere abbandonato e salvato. Se non si comprende la solitudine e la sofferenza dell’altro non posso mai essere prossimo. Quali e quante parole di speranza siamo soliti dire a chi bussa alla porta del nostro cuore? È questa la porta da varcare: passare da luoghi dove tutto è organizzato, ma forse senz’anima, a luoghi dove l’affetto dell’olio lenisce il dolore e la presenza del vino sutura le piaghe. Di fronte a chi vedo in difficoltà sono preso dalla fretta di chi ha cose sempre più importanti da fare, o spingo il mio passo per accorgermi del mio prossimo, per essere attento alle sue necessità, per accoglierlo nella mia vita e prendermi cura di lui? E perché ciascuno di noi possa fare esperienza della misericordia di Dio che non si stanca
5 Camminando con fede 3/2015
perdonati
di Don Carlo Silva
Parola di Dio mai di perdonare, preghiamo con quelle parole espresse da Papa Francesco nella preghiera per il Giubileo della misericordia:
“Signore Gesù Cristo Tu che ci hai insegnato ad essere misericordiosi come il Padre celeste, mostraci il tuo volto pieno di amore che liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro, l’adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura, che fece piangere Pietro dopo il tradimento e assicurò il Paradiso al ladrone pentito, che fa sentire ogni uomo atteso, amato e perdonato da Dio…”
Camminando con fede 3/2015
6
Chiediamogli di trasformarci nella Sua misericordia: i nostri occhi possano essere davvero misericordiosi, capaci di vedere oltre il male e le apparenze; il nostro cuore possa aprirsi alle necessità del prossimo e donare parole che consolano, rassicurano, perdonano e valorizzano il bene e il buono che c’è in ogni uomo, parole sempre tendenti al bene e alla comunione e mai di giudizio escludente o di condanna; le nostre mani misericordiose diventino operose nel fare il bene, nell’accogliere, curare, servire e donare. Allora sarà davvero un anno di grazia e di gioia autentica!
Attualità
2015...
di Viviana Abbondio
Cosa resterà nel nuovo anno “S
7 Camminando con fede 3/2015
ono qui, davanti a voi, non come un nero, non come un bianco, non come un arabo, non come un ebreo. Sono qui davanti a voi, in piedi, non come un musulmano, non come un cristiano, non come un ebreo o un agnostico. Sono qui non tanto come un cittadino d’elite, non come un nobile né tanto meno come un qualsiasi ricco ereditiere. Tutto questo non è un gioco, e proprio per questo non vi parlerò con il fervore di un supporter di una squadra di calcio…
Camminando con fede 3/2015
8
Parlo a voi come un cittadino francese, come un cittadino che si sente libero, come un cittadino che lotta per una vera eguaglianza, per la libertà. Se la parola “fraternità” sembra oggi desueta o senza un significato reale, quello che abbiamo dimenticato, fuggito dalla nostra memoria, è che la Francia non è un paese… …la Francia non è una catena di montagne, non è un clima o un insieme di fiumi. La Francia non è nemmeno un popolo o una nazione: la Francia prima di tutto è una madre, una mamma… responsabile della sua eredità, protettrice del suo oggi e delle speranze di domani. Che cosa prevale quando la patria è in pericolo, quando la sua unità, la sua integrità è compromessa? Il comportamento da seguire non è forse quello di decretare prima lo stato d’allerta e poi di muoversi, di riunire tutte le forze, indipendentemente dal colore della pelle, dalla religione, di chiamare le nuove generazioni, le sole capaci di dare nuova vita? E se è una guerra che ci vuole per farci ricordare che la nostra epoca ha un’anima… …sappiate che la mondializzazione, il dramma ecologico, la crisi economica e finanziaria, la tentazione e facilità dell’estremismo,
l’incapacità dell’Europa di mostrarsi come un modello, sono altrettante battaglie da combattere. Queste battaglie, queste sfide non potranno essere vinte né affrontate se non da uomini e donne che lavorano, vivono, lottano e credono insieme. Non potremo risolvere i problemi della nostra epoca se non insieme. Noi, tutti noi, abbiamo valori differenti, ma simili nelle loro intenzioni; abbiamo lo stesso desiderio di cambiare, e di cambiare in meglio. Noi, tutti noi, siamo responsabili di fronte ad una sconfitta, siamo responsabili di fronte ad una caduta, perché nessuno ha il potere, da solo, di risolvere tutti i problemi. Questa è un’epoca inedita, che ci è data da vivere, un’epoca dove ci è data la possibilità di reinventarci, un’epoca dove ci è data l’opportunità di riscrivere la nostra storia insieme, immaginare un avvenire attualmente incerto; un’epoca dove, anche a pena di morire, ci è ancora chiesto di essere capaci di sognare di nuovo. Non è a una categoria socio culturale o a un colore di pelle specifico a cui mi rivolgo, ma a qualcosa che troppo spesso manca o si perde lungo la strada… …mi rivolgo a un cuore!”
Attualità 21 Novembre 2015… Belgio, Bruxelles, livello di allerta 4 (massimo)… “Minaccia imminente!” Il mondo si è fermato. Molti respiri si sono rotti, tante lacrime si sono versate, silenzi hanno inondato le strade, gli animi, le giornate e hanno mascherato i nostri cuori. Poche parole ancora echeggiano nelle strade, sottovoce si fanno strada tra la folla, tra la gente che in silenzio si osserva e trova la stessa luce negli occhi di chi ha a fianco… …unità, condivisione, solo insieme. La grandezza di un nuovo sogno, di un nuovo domani, di una nuova speranza ci reclama. È questo stesso desiderio di unità, di unione, di condivisione, che si fonde, cresce e si nutre delle nostre differenze, delle difficoltà, delle nostre paure, della giustezza come della giustizia, e ci apre agli occhi e al cuore un ideale di pace e di dignità. È questo sogno per un nuovo domani, che nasce dall’oggi, che ci vuole uniti nella diversità e che ci vuole diversi nell’unità, per entrare a testa alta in questo nuovo anno.
9 Camminando con fede 3/2015
Questo estratto, tradotto da un libro di Abd Al Malik (rapper francese), racconta, forse in maniera leggera ma allo stesso tempo intensa, del cuore, dell’anima della Francia e del Belgio, in questi ultimi mesi. Venerdì 13 Novembre 2015… Francia, Parigi. Stade de France… le strade di Parigi (10e et 11e arrondissements)… Théâtre du Bataclan… Davanti ai nostri occhi rivediamo le scene trasmesse, riviviamo quanto non avremmo voluto provare, ripensiamo a quelle parole che risuonavano e echeggiavano sulle pagine dei giornali, nei nostri cuori, nelle voci di chi anche lontano era vicino e viveva tutto come in un mondo parallelo. “Paris est une fête!” Riascoltiamo e rivediamo, pochi istanti dopo quanto non ci si sarebbe mai aspettato, una pensionata di 77 anni, Danielle Mérian, lanciare e diffondere un messaggio di speranza alla società francese… “Fraternizziamo e viviamo con 5.000.000 di musulmani che esercitano la loro religione liberamente, gentilmente e con rispetto. E noi, insieme, ci batteremo contro i 10.000 barbari.”
La parola a...
Madre Carla
Anche a noi tocca F
Camminando con fede 3/2015
10
orse quest’ora che stiamo vivendo sarà ricordata nella storia come una delle più complesse anche delle più tragiche. È vero comunque che questa è l’ora nella quale ciascuno rischia di sentirsi inadeguato e impotente ma soprattutto impaurito. Superare questo stato d’animo che i telegiornali e tutti i mezzi di comunicazione ci trasmettono in modo martellante, non è facile. Spesso in “tempo reale” facciamo il giro dei focolai di guerra nel mondo e ci ritroviamo storditi dalle ipotesi, dalle analisi, dai dibattiti…. Alcune immagini però si fissano dentro inesorabilmente: chi può cancellare dal cuore e dalla mente i bambini in braccio alle madri che scendono dai barconi…? E i bambini morti? Proviamo allora fortissima una sensazione di dolore, di fastidio di fronte alle nostre braccia “corte”. Il respiro si fa pesante e la domanda sale inesorabile: che possiamo fare? È certo che ciascuno di noi può e deve, nel contesto in cui opera, essere attento per soccorrere là dove la situazione lo richiede e secondo le reali possibilità. Ma c’è qualcosa di più che ci viene chiesto, qualcosa che va oltre “il fare”. Il compito più pesante, più urgente che Dio ci chiede oggi forse è quello di diventare “MIGRANTI” anche noi! Sì, proprio così! Migrare in cerca di una luce incomparabile che è la “Sua luce”! Talvolta infatti il volto confuso e triste, con il quale ci aggiriamo, dice che non troviamo un senso a tutto quello che accade, dice che non siamo in ascolto di Dio. È chiaro però che se in tempi oscuri come questi non facciamo trasparire la sua luce, non contagiamo nessuno!
Senza questo “migrare” quotidiano verso una maggiore interiorità, rischiamo di diventare parolai o peggio solo banditori di un Vangelo che non incarniamo. È adesso il momento di “essere credibili” di contagiare gli altri con la LUCE che riceviamo da Lui. È tempo di “migrare”, di andare verso la luce ogni giorno, verso uno stile di vita più sobrio, più essenziale, più libero. È tempo di “migrare” per essere trasparenti e far passare la luce. La luce infatti non “impone” i colori, li scopre, li ravviva, ridà loro la tonalità che hanno sempre avuto! Chi “migra” però abbandona tutto: non si può migrare carichi di cose, di sicurezza, di autonomia, del bagaglio con tutto ciò che riteniamo indispensabile… e ci impedisce di camminare, di muoverci con agilità, di guardare avanti… Dice la Scrittura: “Guardate a Lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti” (Sal. 34). “Saremo raggianti” perché sappiamo andare ogni giorno alla “fonte” della luce che ci rende capaci di incrociare gli altri, quelli che ci vivono accanto ogni giorno, per offrire loro l’opportunità di “far fiorire” dentro la loro vita la speranza vera. “Migrare” ogni giorno verso una preghiera più intensa, un silenzio più cercato, una essenzialità che diventa esigenza impellente: è necessario essere capaci di “illuminare” e dare senso ad ogni momento… Mettiamoci in cammino e diventiamo “migranti di Assoluto”.
Camminando con fede  3/2015
migrare
11
Spiritualità e carisma
Una promessa che 22 Novembre 2015… …60 anni sono ormai passati dal 22 Novembre 1955, che persino a scriverlo, sembra così lontano. Un 22 Novembre, che accompagna la mente e i pensieri là dove, da molto tempo, non si osava arrivare. I pensieri e i ricordi volano lontano, e questo 22 Novembre piano li riavvicina e ne ravviva i colori, i toni. Quelli che sembravano sbiaditi contorni di una vita, di una fede… sono invece, delicate sfumature, cambi improvvisi di colore che parlano… …parlano di volti, di luoghi; raccontano pianti e sorrisi; danno senso a una vita, e scaldano, ancora una volta, il cuore. 60 anni sono passati, migliaia, se non milioni di passi, di volti, di sguardi, si sono incrociati.
Camminando con fede 3/2015
12
Molti hanno camminato insieme; altri hanno condiviso, seppur indelebili, pochi istanti; uno solo è sempre stato vivo, presente. Uno Solo... Che come ogni giorno, ogni settimana, ogni anno, si fa sempre più intenso, si rinnova delicatamente e fortemente. 60 anni fa una voce squillante, a tratti incerta, faceva echeggiare: “Io suor Mariana prometto...” Ed è questa promessa di amore, di fede, di fedeltà e unicità, che si rinnova ogni anno. Ieri, come oggi ancora, questa voce, questa promessa, questo cuore c’è e desidera farsi sentire.
si rinnova
di un’amica delle Suore
...da 60 anni È una promessa che non cede, che a volte cade e che grazie a Lui si rialza.
…una comunione, perché c’è un solo Sì, una sola promessa, una sola persona, Lui!
È una promessa che non perde tono, che a volte incespica e che grazie a Lui trova, ogni giorno, nuova forza e energia.
Lui che scalda nei momenti freddi; Lui che illumina anche le notti più oscure; Lui che irradia il nostro cuore in ogni singolo istante ed è la ragione più vera e semplice della nostra vita.
È una promessa che parla, che soffre, che vive e, ancora oggi dopo 60 anni dal primo Sì, ha voglia di rinnovarsi, di riconfermarsi e di rinforzarsi.
Oggi, 22 Novembre 2015… “Prometto!”.
È una promessa che oggi è anche una festa, una condivisione, una comunione.
…una condivisione, che oggi, come ieri e come sarà domani, possiamo esprimere alle nostre consorelle e vedere nei loro occhi la stessa luce che vediamo nei nostri.
13 Camminando con fede 3/2015
…una festa, che grazie alla comunità di Vighizzolo, dopo una preparazione “nascosta” fino a quasi all’ultimo momento, vive e si racconta.
Spiritualità e carisma
“Ti ho amato d’amo per questo ti con D
Camminando con fede 3/2015
14
io Fedele, che mi ha scelto per compiere il suo progetto d’amore, mi ha fatto anche percorrere diverse strade, perché questa sua umile serva potesse diventare la sua sposa. Non basterebbe una vita per dire grazie per i doni ricevuti da Dio. Ricordo con gratitudine tutte le persone che mi hanno aiutato durante la mia formazione umana e spirituale, in particolare Madre Carla che mi ha accettato in questa Famiglia Religiosa con tutti i miei limiti, Madre Sossy che ha accolto i miei voti con tante preghiere e offerte e Madre Annie che mi ha condotto per vie giuste, correggendomi sempre con amore. Attraverso la vocazione, che è il dono prezioso che Dio mi ha concesso, sono diventata tutta e solo di Cristo, anzi Cristo mi ha conquistato. Non c’è gioia più grande per me di essere stata sedotta da Gesù. Il giorno della mia Professione il 29 agosto 2015, atteso con tante preghiere è coinciso con la festa di Eufrassiamma, una religiosa del Kerala canonizzata nel 2014. Sono contenta di avere avuto la fortuna di emettere i Santi Voti in questo giorno, perché questa Santa è venerata da una moltitudine di persone proprio per la sua vita esemplare. Infatti ha saputo vivere con fedeltà fino in fondo, facendo ogni cosa solo per amore di Gesù. Durante la sua vita ha cercato di partecipare alle sofferenze di Cristo più da vicino, donando la vita solo per la salvezza delle anime. Come questa Santa anch’io voglio iniziare il mio cammino di consacrazione sulle orme di Cristo, offrendo la mia vita per il bene dei fratelli. Il 29 agosto, alla conclusione degli Esercizi Spirituali, ho fatto la mia Professione. La ce-
lebrazione è stata presieduta da sua Eccellenza Mons. Silvester Ponnumuthan, Vescovo di Punaloor, che ha fatto un’omelia veramente costruttiva basata sul significato della vita consacrata. Ha ricordato che una Religiosa deve essere pronta ad essere crocifissa con Cristo ed essere una fonte di benedizione per tutti. Credo che la mia vocazione sia una risposta al grido e alla preghiera di molti. Come i profeti che sono stati zelanti nello spendere la propria vita per il popolo di Dio, così anch’io voglio diventare una custode vigilante di quanti incontrerò sul mio cammino. “Dio, Dio solo mi basta”! Da queste parole del nostro amato Padre Fondatore capisco che aveva abbandonato tutto quello che possedeva per il Signore, dedicando la sua vita soprattutto ai poveri e diseredati. Lui ha saputo vivere la sua vita attingendo la forza dal Santissimo Sacramento. Il Padre Fondatore mi ha insegnato la santità nascosta nelle piccole cose che aiutano ad avere una profonda unione con Gesù. Con un sentito grazie offro la mia vita davanti a Dio che mi ha benedetto con il dono della vocazione, lo ringrazio perché mi ha unito a queste sorelle chiamandomi a far parte di questa Famiglia Religiosa. Desidero dedicare la mia vita al Signore che mi ha fatto crescere come un virgulto d’ulivo con la sua grazia, per poter accogliere il suo invito a seguirlo da vicino. Con la fede di Santa Marta voglio offrire agli altri il mio umile servizio soprattutto ai più poveri e ai bisognosi. La mia profonda gratitudine va a tutti quelli che mi hanno aiutato in questo cammino!
re eterno servo ancora pieta�
Camminando con fede  3/2015
15
Spiritualità e carisma
Beato Tommaso Reggio Fondatore delle Suore di Santa Marta una Suora di S. Marta Chiavari
breve estratto da “Monsignor Tommaso dei Marchesi Reggio” - 1931
“Genova, 9 Gennaio 1818… Lo vide sbocciare come fiore di serra, Genova la Dominante, una mattina di Gennaio mentre si schiudevano a mazzi nelle serre dei suoi giardini, viole e rose rare.” “Il giorno di poi, 10 gennaio 1818, il Primogenito della nobile famiglia di Giacomo Reggio, era portato nel bel tempio di S. Lorenzo per esser subito rigenerato alla grazia.” “Ventimiglia, 1877… Volse il suo sguardo al Seminario. Languiva miseramente. Facendo tesoro dell’esperienza acquisita a Genova, volle preparare una schiera d’anime elette che sacrificandosi in un lavoro umile, nascosto, provvedessero a tutte quelle che erano le necessità … fondò così le Suore di Santa Marta secondo il suo cuore.” Era il 15 Ottobre 1878…”
Camminando con fede 3/2015
16
Mons. Reggio nella sua vita si è immerso nel contatto con Dio. Quale strumento nelle sue mani ha cercato di diffondere la conoscenza di Gesù a tutti gli uomini, rispondendo in questo modo alle loro attese più profonde. Profeta instancabile di speranza e di pace si è mostrato attento ai bisogni dell’uomo del suo tempo e in particolare si è rivelato un padre dal cuore grande e un educatore autentico. C’è un segreto per diventare santi. Il segreto non è pensare di fare cose grandi e strepitose. La santità è la capacità di stare nell’amore di Dio, nella Sua volontà, stare dove Dio mi vuole, fare quello che desidera da me, adesso, ora, subito, senza rimandare. Ad essere santi si inizia oggi, non domani! “Il tempo è un dono di Dio accordatoci per l’acquisto dell’eterna felicità”. “Il tempo è questo e non altro: il tempo presente che è il solo in nostro potere.”
Frammenti di santità ... ti ricordiamo, cara suor Dorotea, sempre gentile e attenta ai bisogni delle Consorelle, specie per quelle più fragili di salute, dei bimbi e sempre sorridente. Il profumo delle tue minestre, ogni volta diverse, ci accoglieva in refettorio a cena quando la Comunità era riunita al completo. Scrutavi i nostri volti per cogliere la nostra soddisfazione prima che la esprimessimo a parole... Dopo aver servito il pranzo a tutti: bimbi, ragazzi e suore ti trovavamo in Cappella e quando vedevi qualcuna di noi affacciarsi sulla porta ci sorridevi dicendo: Vada, vada a scuola... qui resto io e prego per tutti! Grazie, cara suor Dorotea! Non dimenticarci anche ora che sei nella luce e nella pace di Dio.
Camminando con fede 3/2015
17
Suor Dorotea Bruzzo passata alla casa del Padre il 19 ottobre 2008
In missione
... una da leccarsi le
MILANO 2015
P
Camminando con fede 3/2015
18
oco meno di un mese è passato dal 31 Ottobre 2015, che ha visto chiudersi, nel silenzio della sera, le porte dell’Expo. In anticipo rispetto al grande evento, che aveva aperto le porte a Milano, nei pressi di Rho Fiera, nel mese di Maggio 2015, la Scuola Secondaria di I grado del Santa Marta aveva dedicato in Febbraio una settimana sul tema della nutrizione. Expo… cosa significa? Che derivi forse da termine inglese “exposition”? Il prof. Arnaboldi ci ha brillantemente illustrato la storia di questa fiera mondiale, inaugurata per la prima volta a Londra nel 1851, con lo scopo di far conoscere le bellezze di ogni singolo paese partecipante. L’Expo è un’occasione per condividere tecnologie, innovazioni e scoperte; è un momento per dare vita a progetti architettonici e artistici, come la Torre Eiffel (Parigi) simbolo dell’Expo 1889 o l’Atomium (Bruxelles) simbolo dell’Expo 1958. Quest’anno l’Expo si è tenuto qui, a Milano. Il tema è stato l’alimentazione, l’eccellenza italiana, con lo scopo di invogliare la gente a seguire un’alimentazione sana ed equilibrata, tramite anche alcune iniziative innovative ed ecologiche. Il simbolo dell’Expo 2015 è stato l’Albero della Vita, che affonda le radici in uno dei periodi
artistici più fervidi dell’arte italiana, il Rinascimento, e che è simbolo della Natura Primigenia, la grande forza da cui è scaturito il tutto. L’esposizione ha presentato molti padiglioni, ognuno dei quali adibito ad una nazione, che l’ha costruito secondo usi e costumi del proprio paese. Inoltre, in collaborazione con Disney, l’Expo ha dato vita a una simpaticissima mascotte, Foody, al fine di coinvolgere in questa manifestazione persone di ogni fascia d’età. La preparazione all’Expo al Santa Marta ha visto la partecipazione di diversi personaggi e dato vita a diversi interventi. Il primo intervento, tenuto dal dott. Sergio Casati, ha illustrato l’importanza di un’alimentazione equilibrata, senza eccessi né difetti; ha illustrato i tre principali problemi dell’alimentazione: fame, sprechi e obesità. Ci ha poi illuminato con la spiegazione della definizione “stato di salute” che, come affermato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), non è semplice assenza di malattia. L’80% delle malattie mondiali derivano da problemi di alimentazione. Lo sapevate che l’uomo si è adattato a tutte le condizioni possibili, ma non all’assenza di acqua? Il nostro corpo è formato da più del 68% di acqua! È
settimana dita!
gli Alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado
barda che si occupa di ristorazione a livello nazionale, fornendo cibo a strutture scolastiche e ospedaliere, ha focalizzato l’attenzione su un’alimentazione sana, proponendo alcuni consigli per una dieta varia e semplici regole per tenersi in forma. Insieme a lui abbiamo discusso su alcune malattie dovute a cattive abitudini alimentari, come l’obesità, e abbiamo anche parlato di come lo sport non serva solo per essere “belli” fisicamente, ma aiuti a migliorare la qualità della vita e la propria autostima! 19 Camminando con fede 3/2015
dunque importante introdurre molta acqua, senza però dimenticarsi del glucosio... il nostro cervello ne consuma un etto al giorno!Il corpo umano produce da sé molte sostanze nutritive, ma non tutte quelle di cui ha bisogno, alcune vanno introdotte dall’esterno. Queste, indispensabili, prendono il nome di “Nutrienti essenziali” e si tratta di aminoacidi, di acidi grassi essenziali, di vitamine, di sali minerali e dell’acqua. In un secondo incontro il sig. Roberto Camagni, dirigente di Camst, un’azienda lom-
In missione Grazie all’intervento della psicologa dr.ssa Maria Marconi, abbiamo, infine, scoperto e approfondito la relazione tra emozioni e cibo e come cibo e mente siano alleati per la crescita. Con l’aiuto della prof.ssa Pina, divisi in gruppi, abbiamo cercato alcune informazioni su frutta e verdura, per poi realizzare delle presentazioni al computer, corredate di una breve descrizione, di curiosità e di valori nutrizionali, necessari per ottenere delle “carte d’identità” dei diversi frutti e ortaggi. Con la prof.ssa Ratti siamo partiti per un viaggio virtuale in Bolivia per scoprirne i problemi e le risorse alimentari. E come poteva terminare una settimana sull’Expo, sull’alimentazione, se non con una colazione insieme a scuola? Incontrarsi per fare una colazione sana in compagnia non è un’esperienza di tutti i giorni!
Camminando con fede 3/2015
20
Ci siamo seduti a gruppi e le Proff. hanno iniziato a servirci tovaglioli, bicchieri e cucchiaini; hanno distribuito mandarini, yogurt di ogni tipo e panini freschi da imbottire con vari generi di marmellata. E mentre le ultime briciole di una colazione sana e speciale iniziavano a sparire dalla tavola, in gruppi abbiamo messo “le mani in pasta”… e ci siamo lanciati alla scoperta della preparazione del pane. Una settimana unica, davvero speciale, divorata in un sol boccone!
O
ggi per l’Istituto di Viciomaggio è il dies Domini, per le sorprese e gli agguati di Cristo l’Istituto è sempre in open day. Verso le 9,30 parcheggiano davanti alla parrocchia un pullmino e una macchina. Scende un uomo, va alla bacheca, prende appunti e mentre digita al cellulare il numero letto apre il cancellino che introduce al giardino della parrocchia. Vista la mossa la suora si affaccia al portone per avvertire che il parroco non abita a Viciomaggio. Il signore si avvicina velocemente all’istituto e in contemporanea risponde alla chiamata di don Lamberto a cui dice: “Tutto a posto, mi hanno aperto le suore della Medaglia Miracolosa. Sono un parroco di passaggio”. Con espressione sorridente, di buon anno, chiede, per grazia, una stanza, un locale, per “raccogliere” le idee, per “esprimere” “condividere” suggestioni, sentimenti, propositi scaturiti nella notte del mistero, nel passaggio di staffetta ’15-’16, vissuta alla Porziuncola dal gruppo di giovani adulti della sua parrocchia, che erano con lui e che con occhi in attesa guardavano dai finestrini delle macchine.
Viciomaggio
In un allegro scambio di secondi il parroco, don Mauro, fa il gesto di chiamata ai suoi giovani che, come allertati, escono veloci dalle macchine. Nel frattempo arriva la superiora, suor Rosanna, e accoglie la richiesta. I giovani, come amici puntuali all’attesa, sorridenti, stupiti, beneauguranti, ascoltano la presentazione delle attività dell’Istituto. Sono poi condotti in cappella per la loro sosta esperienziale di preghiera conclusiva. Nel frattempo l’accoglienza si fa domestica, concreta. In una manciata di minuti il tavolo della sala offre panettone, pandoro… I giovani arrivano con il cuore colmo del Cristo vissuto e condiviso e, vedendo il tavolo ben preparato, non trattengono esclamazioni gioiose per la meravigliosa accoglienza. Anche don Mauro mantiene un’espressione di commossa meraviglia. I giovani festeggiano regalandoci espressioni di bontà. Sembra che siano di casa, che il loro passaggio non sia casuale. Sono “I giovani della domenica sera”, impegnati in varie intelligenti iniziative di carità come evidenzia il loro depliant. Don Mauro presenta la sua parrocchia in Montevarchi, nella diocesi di Fiesole e con suor Rosanna si scambiano depliant dell’Istituto Medaglia Miracolosa e ricordi del Padre Fondatore. Dopo due ore e più di amichevole conversazione gli undici ragazzi e don Mauro ci regalano il loro grazie commosso, con un forte abbraccio e un arrivederci!
21 Camminando con fede 3/2015
Sorprese
di suor Irene Tealdi
In missione
Piccolo miracolo
di Natale I
Camminando con fede 3/2015
22
n un discorso tenuto in occasione del S. Natale, Papa Francesco ha affermato che questa festività conduce i fedeli all’incontro con il Signore. Affinché l’incontro risulti autentico è necessario adottare alcuni atteggiamenti che, nel periodo dell’Avvento, ho potuto sperimentare all’interno della scuola “Casa S. Giuseppe”. In primo luogo, è necessaria la perseveranza nella preghiera e, a tal proposito, nelle settimane che hanno preceduto il S. Natale, Don Renato, curato di Rodengo-Saiano, ha preparato il cuore di alunni e insegnanti ad accogliere il grande dono della venuta di Cristo. Grazie alle sue parole i bambini hanno appreso che il vero Natale è nell’animo, non nei regali ricevuti. A qualcuno potrebbero sembrare parole già sentite ma, seppure molto semplici, devono farci riflettere sulla società consumistica in cui viviamo. Don Renato ha fatto percepire il Natale in modo concreto: ha mostrato le carte geografiche della Palestina ponendo attenzione all’estenuante tragitto che i genitori di Gesù sono stati costretti ad affrontare in seguito al censimento indetto da Cesare Augusto. In questo modo il curato ha presentato una Sacra Famiglia dal volto umano e più comprensibile ai ragazzi di oggi. La seconda prerogativa per accostarsi più concretamente alla nascita di Cristo è la carità. Anche su questo aspetto la scuola ha risposto positivamente raccogliendo fondi da destinare alle missioni. Ritengo che sia questa la vera essenza della festività perché, come affermava il giornalista Eric Sevareid, «ci deve essere almeno un giorno all’anno per ricordarci che siamo qui per qualcosa d’altro oltre che a noi stessi». Terzo
di Simona Franceschini
Rodongo-Saiano
elemento per prepararsi al S. Natale è la gioia nella lode del Signore. Chiunque abbia partecipato allo spettacolo, tenutosi il 21 dicembre, nella Cappella della scuola si è certamente reso conto dell’atmosfera gioiosa che si respirava. Lo spettacolo, dal titolo “Un Natale lungo un anno: se gli animali ci spiassero”, voleva trasmettere un forte senso critico ed educativo. I protagonisti, l’asino e il bue presenti nella grotta di Betlemme duemila anni fa, decidono di tornare sulla terra per capire come gli uomini si preparano oggi ad accogliere il Signore e rimangono allibiti di fronte all’aridità dei loro cuori. Come dare torto ai due animali? Il Natale viene percepito da molti come una festa consumistica ed è, in effetti, una forte spinta per l’economia del Paese. Da tempo si è radicata un’idea commerciale del Natale che ha oscurato i valori autentici di questa ricorrenza. Dobbiamo recuperare la vera essenza di questa festa e far si che sentimenti come l’attesa, la speranza e la fratellanza tornino ad essere i veri protagonisti. Non è sufficiente però sentirsi più buoni in occasione delle feste: sono il prima ed il dopo che devono essere vissuti con questo spirito. Il messaggio dello spettacolo è stato proprio questo: con qualche sforzo possiamo percepire il vero Natale nel nostro cuore e possiamo farlo durare tutto l’anno. Le canzoni proposte dalle varie classi hanno voluto contribuire a creare un’atmosfera di gioia. Ed è stata proprio l’allegria a far da comune denominatore alla giornata. Per l’intero pomeriggio i nostri problemi quotidiani sono passati in secondo piano. Forse, senza nemmeno accorgercene, abbiamo preso parte ad un piccolo miracolo di Natale.
Camminando con fede  3/2015
23
In missione
Un presepe un po’ speciale
di suor Francesca Verdorfer
D
Camminando con fede 3/2015
24
omenica 20 dicembre una quarantina di bambini del catechismo hanno messo in scena nella nostra chiesa un presepe speciale per ricordare ancora una volta a tutti noi la bellezza e la grandezza del mistero di un Dio che si fa bambino. Aiutati dai catechisti, hanno voluto dare un messaggio preciso per questo Natale 2015. Gesù, l’Emmanuele, il Dio con noi, non si è fatto nostro compagno di viaggio in quel preciso momento storico, ma continuamente vuole camminare al nostro fianco: ecco la gioia vera del Natale! Dio non si dimentica di noi, chiede di entrare nella storia personale per poterla guidare, orientare, per permettere a tutti di godere della Sua pace, della Sua Tenerezza. La rappresentazione portata avanti con sicurezza dai nostri piccoli attori, è stata arricchita dalla proiezione di immagini relative al passato e al presente, poi da un particolare significativo: un lungo pezzo di stoffa posto sull’altare che divideva la scena del presente rispetto a quella del passato. L’elemento caratterizzante della rappresentazione è stato quello di mettere a confronto una famiglia di ieri, quella di Giuseppe e Maria che attende Gesù, con quella di una coppia di giovani sposi che attendono il primo figlio, simbolo oggi, di quei tanti che sbarcano sulle nostre rive in cerca di serenità, sicurezza e speranza. Durante la rappresentazione le due
Roma
scene vengono messe in parallelo: la ricerca di un alloggio, il rifiuto, l’indifferenza, fino ad arrivare al lieto fine con la nascita dei due bimbi in un posto caldo e protetto, grazie alla generosità di qualcuno. Ancora oggi questa dura realtà sembra dire che l’uomo dopo millenni di storia sulle spalle non ha ancora imparato… ma il Natale ci dona una certezza più grande: se l’uomo si dimentica, Dio no! Ancora oggi Dio viene, chiede al nostro cuore di accoglierlo e, regalo del Natale, noi pure, che facciamo esperienza del Suo Amore, diventiamo accoglienza e conforto per il nostro prossimo. Grazie ai nostri bambini, ai catechisti, a chi ci ha donato il suo tempo e le sue capacità, ai genitori… ma soprattutto un grazie grande a Gesù che ci ha dato la possibilità di fare comunione tra di noi per un messaggio davvero speciale. Buon Natale!
Un capodanno davvero speciale li atti di terrorismo accaduti a ridosso delle Festività Natalizie, che si assommano ai numerosi problemi quotidiani che le nostre famiglie devono affrontare in questo periodo di crisi, hanno portato molti di noi a riflettere. Abbiamo sentito la necessità di vivere le Feste Natalizie nel loro vero significato: gioire e pregare ricordando la nascita di Gesù, il Salvatore! Così un gruppo di genitori ha pensato di festeggiare il fine anno in forma semplice, senza sfarzo nè spreco e anche con un momento di raccoglimento. Ne abbiamo parlato con le nostre Suore e si è concretizzata l’idea di realizzarlo a Scuola. Così nel pomeriggio del 31 dicembre alcune mamme si sono ritrovate a scuola per sistemare il refettorio. Per la cena ci siamo servite di un catering (ne abbiamo trovato uno molto economico) in modo da non dover pensare a cucinare e così stare più serenamente insieme. La serata ha avuto inizio con la preghiera, sud-
divisa in cinque brevi momenti: l’offerta dell’anno passato – la richiesta di perdono – il ringraziamento con il ricordo delle persone care che ci hanno lasciato – la lode – preghiere composte e lette da alcuni bambini, a cui ha fatto da sfondo la melodia delle più classiche pastorali magistralmente suonate da Suor Gabriella. Dopo la cena a mezzanotte il brindisi tradizionale e nel giardino il “volo” delle lanterne. La festa è terminata quando esse sono salite così in alto da scomparire alla nostra vista. Momenti come questi ci fanno riflettere perché ci si rende conto che solo riscoprendo l’importanza delle relazioni autentiche e delle cose semplici si trova la gioia vera e la forza per affrontare la complessità della vita quotidiana. A TUTTI AUGURIAMO UN BUON ANNO, SERENO E BENEDETTO DA DIO!
di mamma Valentina
Viareggio
25 Camminando con fede 3/2015
G
La porta I
Camminando con fede 3/2015
26
l 13 dicembre 2015 è ufficialmente iniziato anche nella Diocesi di Genova il Giubileo della Misericordia, l’Anno Santo voluto da Papa Francesco perché i fedeli avvertano la presenza di Cristo, il suo amore che perdona e si offre all’uomo che decide di affidarsi a Lui. L’Arcivescovo di Genova, il Card. Angelo Bagnasco ha aperto la Porta Santa nella Cattedrale di San Lorenzo. Il corteo guidato dal Cardinale, insieme a Mons. Martino Canessa, Vescovo emerito di Tortona, al Vicario Mons. Marco Doldi con molti sacerdoti e religiosi, a cui si sono unite le autorità civili, è partito dall’Abbazia di San Matteo, diretto verso la Cattedrale. In Piazza la folla numerosissima viveva il solenne gesto simbolico dell’apertura della Porta Santa, con intensità spirituale e profonda devozione. Quando la processione, guidata dal Cardinale, è entrata in San Lorenzo, anche i fedeli sono entrati, ma non tutti, perché erano tantissimi ed è iniziata la Celebrazione Eucaristica. Il Cardinale nell’omelia definisce la misericordia che è al centro di questo evento di Grazia: “Il cuore di Dio, il suo amore che si rivela come assoluta fedeltà agli uomini, non è un sentimento vago, un contenitore vuoto da riempire di emozioni e di slanci passeggeri”. Poi pone l’interrogativo: “Dio c’entra con la nostra vita? e la vita di Grazia è davvero ritenuta come la perla preziosa del Vangelo? Cristo è una persona viva da incontrare, oppure è ridotto ad una idea che si può continuamente discutere e ridefinire, secondo lo spirito del tempo o i sondaggi d’opinione?”. Invita tutti i presenti ad esaminare la loro fede e la loro vita, si può anche credere che Dio esista, ma vivere come se Dio non ci sia. “Ecco la prima Grazia dell’Anno Santo: riscoprire la bellezza della fede cristiana, il fascino
dell’abbandono alla Misericordia, di cui Cristo è il volto. È farne un’esperienza rinnovata e intensa, come singoli, come Comunità, come Chiesa”. Mons. Bagnasco invita tutti a varcare la Porta Santa ogni volta che lo desideriamo e sentiamo il bisogno di conversione, di una vita migliore, di propositi di bontà, pace, giustizia, di misericordia da trasmettere agli altri con gesti di benevolenza, aiuto, conforto, perdono e scende anche ad esemplificare i gesti e le opere che possiamo fare perché c’è gente che attende un sorriso, un dono, un servizio, una disponibilità all’ascolto, la condivisione di una pena. Innumerevoli, dice il Cardinale, sono le espressioni di quella misericordia che nasce da Dio e ci sospinge verso i fratelli e noi non possiamo non essere misericordiosi perché siamo “misericordiati“ da Dio. Rivolgendosi poi ai fedeli in Piazza S. Lorenzo, che ha voluto salutare al termine della Santa Messa, ha detto: “Anche la nostra amata Chiesa di Genova ha bisogno di misericordia; sia questo l’anno propizio, il tempo di Grazia perché su tutti e su ciascuno possano scendere i sentimenti di Dio che si trasformino in opere di giustizia, riconciliazione e coraggio per tutti i grandi problemi che l’intero paese vive”. Parlando poi a noi religiosi e religiose il 23 Dicembre, al momento dell’incontro per gli auguri di Natale ci invita a vivere questo Anno Santo della misericordia, a partire dalle nostre Comunità, chiese domestiche, case di accoglienza, di amore reciproco, di dono e si rifà alla sua Lettera pastorale di quest’anno “Tornare a casa”. Esprime l’augurio che il nostro tornare a casa, la sera, dopo una giornata di attività apostolica, nasca da un desiderio vero di incontro. Se non c’è questo desiderio di incontro è perché nella Comunità non c’è una comunione di cuori o perché noi che torniamo abbiamo molte pre-
In missione
è aperta a tutti In questo Anno Santo vogliamo vivere l’appartenenza alle nostre Comunità di Suore di Santa Marta, in modo autentico, nel quotidiano, con gratuità e gioia. Saniamo le nostre relazioni e viviamole con rispetto e serenità nei confronti di tutte. Con l’aiuto dello Spirito Santo dobbiamo riuscire a capire che solo l’accoglienza, il perdono, la misericordia creano il clima di casa e la vera fraternità. Ascoltiamo la parola di Papa Francesco che ci dice come la fraternità è il primo e più credibile Vangelo che possiamo raccontare.
di Suor Anita
Genova
27 Camminando con fede 3/2015
tese che ci impediscono di sentire il calore della famiglia. Una casa, dice il Cardinale, è un luogo dove qualcuno ci pensa, ci aspetta, desidera rivederci. È un focolare di affetti dove ci sentiamo stimati, amati non per quello che facciamo o abbiamo, ma per quello che siamo. Sia sempre un tornare desiderato… perché varcando la soglia ciascuno possa ascoltare le voci più care, vedere presenze amate e possa sentirsi guardato con un sorriso lieto, perché si scaldi il cuore! È come un miracolo. Augura a tutti di gustare sempre la bellezza del ritorno. È solo in questo clima che possiamo vivere intensamente la misericordia reciproca.
In missione
I bambini raccontano Tommaso Reggio Q
uest’anno nella Scuola Primaria abbiamo celebrato la Festa di Tommaso Reggio in modo nuovo e speciale! Infatti nelle due settimane che hanno preceduto il 22 novembre, giorno in cui si fa memoria della morte del Padre Fondatore, in ogni classe abbiamo raccontato la vita del Beato, scegliendo alcuni episodi da lui vissuti e attività intraprese che potevano interessare maggiormente i bambini. Lo scopo di questa scelta era duplice: far conoscere la vita di Tommaso Reggio e allestire una Mostra di disegni nei quali i bimbi la illustravano per farla conoscere anche agli altri. Tutte le classi hanno partecipato con entu-
Camminando con fede 3/2015
28
siasmo alla Mostra, allestita nell’atrio della scuola, che è stata da tutti molto apprezzata. Era bello vedere i bimbi mostrare ai genitori e ai nonni il proprio disegno e quello dei compagni e raccontare l’episodio che vi era rappresentato. Il giorno 23 novembre alle ore 10.30, all’interno di una breve celebrazione in cui è risuonato l’inno al Beato, è stato consegnato il Premio “Tommaso Reggio” all’alunna MICHELLE GIANNECCHINI della classe quinta.
di Suor Damiana
Viareggio
Camminando con fede  3/2015
29
Accendiamo il Natale L
di Suor Adriana
Ventimiglia
a scuola dell’Infanzia e la scuola Primaria insieme hanno acceso il Natale intorno a noi con addobbi e sacre rappresentazioni per richiamare il grande evento che ha cambiato il corso della storia nel mondo. All’interno dello spettacolo è stato riservato uno spazio particolare a una lettera-messaggio rivolta a tutti gli spettatori con lo scopo di mantenere desto il significato del Santo Natale:
Camminando con fede 3/2015
30
Carissimi tutti e tutte, ogni anno il Santo Natale bussa alla porta del mondo e a quella del nostro cuore. Spalanchiamo il cuore e facciamo in modo che il santo Bambino trovi quell’albergo che non trovò a Betlemme. Lasciamolo nascere in noi, nelle nostre famiglie. Tutti ormai conosciamo la scenario del santo Natale: è notte fonda, una stella cometa brilla su una grotta, un bambino tra Maria e Giuseppe. Il divino Bambino non viene da solo: il cielo si riversa sulla terra, una schiera di Angeli, messaggeri di pace, allieta e illumina la santa notte e canta “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama”. I pastori, investiti dalla Luce angelica, accolgono il messaggio e si mettono subito in cammino per conoscere la mirabile notizia.
I Magi, spinti soltanto dalla fiducia in una stella apparsa nel loro cielo, si mettono in viaggio verso l’ignoto, affrontando tutte le difficoltà del momento. La Stella si posiziona su una grotta e i cercatori del Bambino comprendono di essere giunti a destinazione. Offrono doni e, inginocchiati, adorano. Tutti noi adulti, un giorno, abbiamo visto la nostra “stella” e, attirati dal suo splendore, siamo entrati nel cammino della vita con semplicità e con tanto entusiasmo nel cuore. Col trascorrere degli anni, a volte, la luce sembra nascondersi dietro le inevitabili nubi che la vita ci regala. Tocca a noi non arrenderci di fronte alle difficoltà e, come i Magi, insistere per arrivare alla nostra Betlemme, dove siamo sempre attesi dal Divino Bambino, il nostro Redentore che giace nella povertà di una grotta. Nella nudità di quella grotta, palpita la Luce divina che illumina coloro che si prostrano e li riveste di pace, di amore e di gioia. Carissimi, dopo la festa del S. Natale, il “girotondo” dei cuori non finisce. In compagnia del Redentore siamo chiamati a continuare il viaggio. Nelle case e a scuola, abbiamo preparato il Natale: presepi, luci, addobbi vari che tutti conosciamo.Viene, però, il giorno in cui tutti gli addobbi finiscono nel ripostiglio. Attenzione… non mettiamoci anche noi nel ripostiglio, perché c’è buio e manca l’aria. Prendiamoci per mano e camminiamo con Gesù sui sentieri della pace, dell’amore in quest’Anno Santo della Misericordia.
Mai arrendersi
nasce un piccolo gruppo di Amici di Betania anche a Vighizzolo
una simpatizzante
A
mici di Betania, sono una catechista e mamma di due figlie che frequentavano il S. Marta in tempi ormai passati, però all’invito di sr Aloysia per un momento di preghiera sono stata presa dalla curiosità di parteciparvi. È stato un momento bello e significativo, era prima di Natale, l’augurio allegato, in quell’occasione riguardava un pensiero di Mons. Tommaso Reggio in occasione di quella festività. L’appuntamento poi è stato per il 9 gennaio, con un gruppo ancora molto piccolo ma sempre volenteroso di approfondire la conoscenza del Beato Tommaso Reggio. Il video e i discorsi
sulla figura del Beato ci hanno fatto decidere di coinvolgere anche altri ad aggregarsi. Nella Comunità Pastorale di “Madonna delle Grazie” sicuramente si formerà un gruppo numeroso. Ci è già in programma per il mese di maggio/giugno un pellegrinaggio a Genova per visitare i luoghi dove il Beato Reggio ha trascorso parte della sua vita e… perché no, un domani anche a Bussana, Ventimiglia… Sicuramente non mancheremo di partecipare a tutti gli inviti che ci verranno proposti perché li riteniamo utili anche per la nostra formazione. Grazie di cuore per tutte queste opportunità!
31 Camminando con fede 3/2015
Vighizzolo
...un succes P
iù di cinquecento le persone che hanno partecipato alla StraSantaMarta, a Vighizzolo, domenica 10 Ottobre 2015. Ore 08:45… … i partecipanti affollavano il cortile dell’istituto e la via Monte Nero, armati di pettorine, sorrisi e voglia di partire. Grande la carica alla partenza, e ancora più grande all’arrivo. 6… i km percorsi. Centinaia di voci che si sovrapponevano in un unico suono col solo desiderio di iniziare. Migliaia di braccia innalzate al cielo pochi istanti prima del “via” che desideravano arri-
Camminando con fede 3/2015
32
vare sempre più in alto. Milioni di passi che, come un tamburello, scandivano il tempo per tutto il quartiere. Un solo luogo, di partenza e di arrivo, una sola cittadina che si è fermata e si è lasciata avvolgere da colori, suoni e risa: Vighizzolo. Chi si è lanciato in una corsa all’ultimo respiro, chi si è accontentato di vedere i più audaci partire in un allungo infinito, chi ha approfittato per condividere un momento di tranquillità camminando in compagnia. 6 i km percorsi… ma non di solo sport si sta parlando.
StraSantaMarta
so stratosferico! di un’ex Alunna
La XXIV edizione della StraSantaMarta ha rappresentato, una volta di più, un momento per stare insieme. Un momento per condividere una passione, un credo e un sentire comune… l’essere parte di qualcosa che va oltre la semplice presenza a scuola. L’impegno, la dedizione, l’organizzazione, di ogni singolo partecipante, volontario, genitore, bambino, rappresentante scolastico, della
comunità intera, sono stati la chiave di questo successo. A volte, basta un semplice sorriso, una mano tesa, un obiettivo comune, semplice, ma vero, ed anche il cammino più arduo, il percorso più lungo, si trasformano in una esperienza di vita. Un istante da immortalare, da ricordare, da far rivivere e donare a chi ci sta a fianco.
Camminando con fede 3/2015
33
In missione
Una storia, un Sogno... che si rinnova ogni anno! di suor Maria Pia Mucciaccio
È
Camminando con fede 3/2015
34
quasi un incontro storico quello che ogni anno si vive intorno al 22 novembre alla Scuola Santa Marta di Vighizzolo di Cantù, via Montenero, 4. È una data storica, ma soprattutto un anniversario ormai familiare! In questa circostanza, in cui si commemora la morte del Beato Tommaso Reggio, fondatore delle Suore di S. Marta, si è soliti ricordare il Beato con un momento di preghiera che vede tutti gli alunni, insegnanti e famiglie raccogliersi attorno a questa presenza amica, davvero speciale. Quest’anno insieme al Beato Tommaso Reggio abbiamo cercato di scoprire come vivere in pienezza il nostro tempo e di imparare il segreto per diventare santi come Lui. Oggi il sogno da Lui realizzato, le Suore di Santa Marta, non solo ci aiuta a mantenere viva la sua memoria, ma ci pone in un atteggiamento di gratitudine per ciò che Tommaso Reggio è stato per la Chiesa ed è per noi. Un orologio che simbolicamente abbiamo deposto ai piedi del quadro del Beato ha avuto proprio questo significato: ogni attimo vissuto nel bene, ogni momento speso per Dio e per gli altri, ogni tempo in cui ci lasciamo raggiungere dall’amore di Dio, è la strada sicura verso la santità. Così tutti insieme abbiamo pregato il beato Tommaso Reggio chiedendo la sua protezione e benedizione:
Uomo di Dio, che hai accolto la vita come un dono e ti sei lasciato plasmare dalle mani del Padre, insegnaci a vivere i nostri giorni nell’abbandono e nella pace. Tu, che ora vivi nella pienezza dell’Amore, cammina accanto a noi, perché il nostro amore sia fedele, come in Cielo, così in terra! Beato Tommaso Reggio, che hai fatto dei tuoi giorni un cantiere di luce e della tua quotidianità un luogo di salvezza, insegnaci a rendere straordinaria la nostra vita ordinaria. Tu, che ora vivi nella pienezza della Gioia, cammina accanto a noi, perché la nostra gioia sia piena, come in Cielo, così in terra! Uomo di Dio, che hai accolto nel tuo cuore i sorrisi e le lacrime della tua gente, porta a Dio i nostri sogni e le nostre fatiche e affidaci a Lui Tu, che ora vivi nella pienezza della Vita! Amen Ed in questo contesto e clima di raccoglimento le Suore di Santa Marta per mantenere vivo il ricordo del loro Fondatore hanno consegnato 4 borse di studio a 2 bambini di quinta e a 2 ragazzi della media che si sono distinti per l’aiuto dato ai compagni, per la disponibilità, per la correttezza nei rapporti interpersonali ed anche per un atteggiamento di umiltà. 23 novembre 2015 tutto l’istituto Santa Marta è in festa col Beato Tommaso Reggio!
Camminando con fede  3/2015
35
In missione
Con affetto incommensurabile una mamma
Puria Valsolda
D
Camminando con fede 3/2015
36
omenica 11 ottobre nella chiesa di Santa Maria Assunta a Puria Valsolda, in occasione dell’anno dedicato alla vita consacrata indetto da Papa Francesco, è stata celebrata da don Cesare e don Enrico una Santa Messa, per ringraziare le nostre tre suore, che, ormai da diversi anni, aiutano, sostengono ed insegnano nella nostra piccola comunità. Il Comune di Valsolda conta poco più di 1000 abitanti, l’affetto dimostrato alle nostre suore in quest’occasione è stato veramente incommensurabile. C’erano proprio tutti, bambini, genitori, nonni, amici uniti in preghiera per ringraziare il Signore per la presenza ammirevole di queste tre suore nella nostra piccola comunità. Suor Amelia, suor Filippina e suor Luigia, tre doni preziosi che non solo sanno sempre offrire una parola buona di conforto a chi ne ha
bisogno, ma si dedicano personalmente all’educazione dei nostri bambini. E proprio i più piccoli hanno portato alle loro “maestre” in dono un pellegrinaggio a un santuario di loro scelta, a cui tutta la comunità ha partecipato con gioia. Genitori, come me, non possono che riconoscere il grande lavoro svolto da queste tre suore, un aiuto fondamentale per tutti noi, caratterizzato da tanta pazienza, costanza e dedizione. Queste poche righe vogliono essere il nostro profondo, sincero e semplice ringraziamento a suor Amelia, suor Filippina e suor Luigia che hanno avuto la forza e il coraggio di dedicare la propria vita agli altri ed hanno avuto il potere di “svegliare il mondo”, seppur piccolo come il nostro. Un grazie di cuore
Basilica S. Maria Assunta in Carignano 10 Gennaio 2016
“Torniamo a Dio nell’arte, proprio perché l’spirazione del genio è scintilla celeste” T. Reggio
Genova
in onore del Beato Tommaso Reggio
N
ella silenziosa maestosità della Basilica, “avvolte” dalle sempre belle melodie natalizie e non, abbiamo goduto nell’ascolto di Handel, Bach, Perosi, Biset, Gruber, Spergher ed altri compositori che, per motivi di spazio, non stiamo ad elencare, ma non per questo meno importanti; tutte eseguite in modo eccezionale dal maestro Fabrizio Callai. Pareva si materializzassero queste parole del nostro amato Padre Fondatore, infatti tutto intorno a noi, ribadiva “la scintilla celeste del genio” non solo nella musica, ma anche nell’arte di cui ne è un bell’esempio la basilica di Carignano. È stato un pomeriggio ricco di ascolto, di bel-
la accoglienza da parte di Monsignor Mario Capurro che, come ogni anno, ha presentato un aspetto della grande operosità del Beato Tommaso Reggio, evidenziando la sua attualità di pensiero, il suo stile semplice, gentile e lungimirante nel condurre la sua attività come rappresentante della Chiesa in Genova. Non possiamo negare che all’ascolto di queste parole il nostro cuore non sussultasse di gratitudine a Dio per il Padre che ci ha regalato. A fine concerto, insieme alle consorelle di Chiavari, ci siamo intrattenute in affabile dialogo e scambi di auguri con alcuni componenti della Famiglia Reggio presenti all’evento.
37 Camminando con fede 3/2015
Concerto
la Comunità
In missione
Festa di Natale N
el giorno di “CHRISTMAS CALEBRATION” alla Special School di Trivandrum c’erano tutti genitori, parenti, amici e benefattori! Quest’anno la celebrazione del Natale è stata diversa dagli altri anni: i bambini infatti si sono esibiti in modo sorprendente facendo divertire tutti i presenti con le loro simpatiche scenette! All’inizio della Festa il parroco, Rev. Fr. Shaiju, ha presentato il messaggio di Natale: “Gesù deve nascere nel cuore di ciascuno, noi dobbiamo volerci bene nonostante la diversità di razza e di religione”. Dopo un momento di intrattenimento offerto dai bambini, è stata distribuita a tutti la torta, come segno di gioia e di fraternità. Terminato lo spettacolo dei bimbi e il rinfresco Suor Lissy ha espresso il suo ringraziamento a nome di tutta la Comunità delle Suore di Santa Marta.
Camminando con fede 3/2015
38
Si è quindi aperta la Mostra preparata dai bambini sotto la guida di Suor Reeju che ha diretto il laboratorio in cui essi si sono impegnati con entusiasmo preparando tanti oggetti: candele, bastoncini di legno di sandalo, saponette, asciugamani, biglietti e stelle di Natale… Grazie alla generosità dei genitori della Scuola (Special School e Materna) è stato venduto quasi tutto. Le famiglie hanno molto apprezzato questa iniziativa che ha coinvolto tutti i bimbi e hanno incoraggiato le insegnanti a proseguirla. Dopo la rappresentazione teatrale è stato servito Biriyani, offerto da un gruppo di benefattori. Molti visitatori sono venuti per conoscere la scuola e siamo state onorate anche dalla presenza della figlia del Signor Ummenchandy, attuale Primo Ministro dello stato del Kerala. I visitatori si sono complimentati con le Suore
la Comunità Trivandrum
dicendo: “Siamo qui per conoscervi perché abbiamo sentito parlare tanto bene di voi e del servizio che svolgete con competenza, amore e dedizione per questi bambini”. Hanno poi distribuito materiale scolastico (quaderni, penne, matite colorate, gomme…) per la felicità di tutti i piccini. Ringraziamo il Signore ogni giorno del suo intervento nel prendersi cura di questo “piccolo Istituto”. la cui opera rende felici tante persone che sono nel bisogno. È una grande gioia per noi poterci dedicare a questi bimbi. Un sentito grazie va anche alle nostre Madri per la loro generosità e comprensione, a tutta la Famiglia Religiosa e ai numerosi benefattori che si impegnano ad aiutarci in mille modi. Gesù ripete a tutti: “Quello che avete fatto al più piccolo di questi fratelli è a me che lo avete fatto!”
Camminando con fede 3/2015
39
In missione
Istituto Santa Gemma questa scuola è uno... spettacolo! da Bovisa Milano
...O
Camminando con fede 3/2015
40
meglio tre spettacoli: infanzia, I e II primaria, III IV e V primaria e una S. Messa, animata dai ragazzi della scuola secondaria, per prepararci al S. Natale. Sì perché il Natale è un momento importantissimo per tutti noi e un’occasione per vivere e condividere insieme messaggi importanti. Ve ne raccontiamo uno… Istituto Santa Gemma , Milano… 22 dicembre 2015, ore 18… Sala Teatro… classi terze, quarte e quinte della Scuola Primaria… Tutto è pronto: dietro al sipario 150 cuori palpitano per l’emozione… trucco, parrucco, costumi stirati e fiocchi perfetti attendono il “chi è di scena”… i tecnici e gli attrezzisti ripassano gli ultimi appunti scritti sul copione… pochi minuti e si andrà in scena con lo spettacolo tanto atteso: il MUSICAL di NATALE! “IL NATALE DEI GIOCATTOLI” Lo spettacolo scorre facilmente per circa 80 minuti grazie a una storia semplice e diretta e a una regia frizzante che, con qualche “colpo di scena” ben architettato, strappa risate, sorrisi e qualche riflessione: la storia si svolge nella casa di Alice e Matteo, due bambini molto disordinati che vengono costretti dalla mamma, proprio a causa del grande disordine, a portare il loro giocattoli in cantina, un po’ “toy story 3” reprise. I giocattoli non si perdono d’animo e fra tante divertenti proposte, “gag”, canzoni e balletti, decidono di prendere il posto del PRESEPE di famiglia sostituendosi ai classici ruoli delle statuine, sperando
riconquistare l’affetto della mamma e dei due fratellini. Ecco quindi che le BARBIE e le BAMBOLE, le quali si “sfidano” interpretando una celebre canzone tratta dal musical “Wicked” di Broadway, diventano, loro malgrado, le contadine del presepe… i PUFFI colorano “nel blu dipinto di blu” tutto il presepe trasformandosi alcuni in contadini, altri nel laghetto in mezzo al prato… I MINIONS si propongono come pecorelle, i LEGO si occupano della parte “ingegneristica” costruendo la CAPANNA per la SACRA FAMIGLIA, mentre il bue e l’asinello vengono sostituiti da un romantico UNICORNO e da un CANE DALMATA… roba da non credere! I giocattoli, “guidati” da una intraprendente SAILOR MOON, alla fine riescono a rendere il risultato molto credibile grazie anche all’intervento di BABBO NATALE e delle sue infaticabili segretarie che invieranno una STELLA COMETA a completamento del PRESEPE. Gran finale, nel soggiorno di casa, con il PRESEPE di giocattoli, accolto con gioia da Alice, Matteo, mamma e papà dove spiccano chiaramente i temi e i valori del Natale: amore e condivisione in una cornice di magia dove “tutto è possibile”… Ecco fatto: anche i giocattoli hanno avuto il “loro” NATALE… I BAMBINI… TUTTI BRAVISSIMI… ma… TUTTO QUI? Direi di no! Per mettere in scena un musical le tappe sono molte e importanti:
Camminando con fede  3/2015
Santa Gemma Bovisa
41
In missione
Camminando con fede 3/2015
42
in primo luogo bisogna avere una storia e un copione. Ed ecco che la parte importante della nostra storia nasce proprio dal copione, realizzato in classe dall’insegnante di musica che ha fornito spunto e trama di base e i ragazzi della classi quinte che nello spettacolo hanno i ruoli principali. La stesura del copione è avvenuta durante le lezioni di musica del mese di novembre; nel corso della stesura sono “nati” ruoli e personaggi da suggerimenti dell’insegnante e proposte spontanee, oppure costumi di scena che semplicemente spuntavano dagli armadi di casa, come nel caso dell’Unicorno e del cane dalmata… In classe è avvenuta anche la prima lettura del copione con la caratterizzazione dei ruoli grazie anche al programma di musica che, proprio nelle classi quinte, prevede un percorso legato al “suono comunicativo” sia della voce, sia della musica e al supporto dell’insegnante di italiano e storia. In secondo luogo bisogna avere un CORO e un ENSEMBLE: e noi del Santa Gemma siamo proprio fortunati perché disponiamo del CORO SANTA GEMMA. La formazione completa è di circa 90 bambini… per lo spettacolo di Natale quest’anno abbiamo previsto la partecipazione dei coristi delle classi quarte e quinte che hanno quindi avuto il ruolo di ENSEMBLE, canzoni e coreografie. Ma anche in questo caso il lavoro è stato davvero interessante perché la direttrice del coro, la maestra Paola Bertassi, ha scelto un vero e proprio repertorio da MUSICAL… il che vuol dire che alcune canzoni, oltre ad essere coreografate, includevano parti di recitato “a tempo”, cosa non semplice. Inoltre, per fugare ogni dubbio relativo al canto “dal vivo” o in “playback”, ogni canzone è stata adattata nel testo per restare nel tema della storia. Ogni canzone inglese, quindi, è stata adattata in italiano, ma anche le canzoni italiane come per esempio “la bambola”, “Volare” o “la casa” di Sergio Endrigo, sono state riscritte completamente… e, ovviamente, alcune di queste, insieme ai bambini…
Eh si! Insieme ai bambini sono state adattate alcune parti di “Popular” tratto da “Wicked” o “Watch What Happens” da “Newsies” e “La Bambola” di Patty Pravo: in questo modo i bambini hanno potuto conoscere la tecnica di “adattamento” di un testo musicale, rispettando accento metrico e musicale, così come avveniva all’epoca di Carosone con i brani del jazz americano. Il CORO SANTA GEMMA ha preparato 9 nuove canzoni con coreografie utilizzando gli intervalli “lunghi”quelli, dopo pranzo, per capirci, due/tre volte la settimana nei mesi di novembre e dicembre. In terzo luogo bisogna avere un team di insegnanti capaci e validi che possano supportare la parte relativa alle scenografie e al coordinamento delle tante classi, specialmente nelle prove generali dove sono presenti tutte le classi: si sono prodigati per la realizzazione delle scenografie e per dare le linee guida di base a tecnici e attrezzisti in scena. Tutto il team di insegnanti si è poi occupato del “controllo qualità” dei costumi di scena e del trucco. In quarto luogo bisogna “educare” i bambini ad avere un ruolo di responsabilità, oltre che attoriale, anche di gestione del palco, delle scene e della parte tecnica poichè, anche se inizialmente guidati dai docenti, lo spettacolo si deve necessariamente svolgere in COMPLETA AUTONOMIA, ossia senza indicazione alcuna da parte dei docenti. Così come per le classi quinte, anche l’autonomia delle classi quarte e terze, pur se l’impegno in scena è minore, è necessaria come finalità educativa. Lo SPETTACOLO di NATALE, per la scuola primaria dell’Istituto Santa Gemma oltre che ad essere un bellissimo momento di condivisione fra la scuola e le famiglie, è soprattutto un fondamentale impegno educativo sui temi della responsabilità e della condivisione, vissuti, come recita il motto di quest’anno, in completa armonia: ARMONIOSAMENTE.
Pagine aperte
Ti auguro tempo Non ti Auguro un Dono qualsiasi ti auguro soltanto quello che i più non hanno Ti Auguro Tempo, per divertirti e per ridere se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa Ti Auguro Tempo, per il tuo Fare e per il tuo Pensare non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri Ti Auguro Tempo, non per affrettarti e correre ma tempo per essere contento Ti Auguro Tempo, Non Soltanto per Trascorrerlo ti auguro tempo perché te ne resti tempo per stupirti e per fidarti e non soltanto per guardarlo all’orologio Ti Auguro Tempo per Toccare le Stelle e tempo per crescere, per maturare Ti Auguro Tempo per Sperare nuovamente e per amare, non ha più senso rimandare Ti Auguro Tempo per trovare te stesso per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come dono Ti Auguro Tempo anche per perdonare Ti Auguro Tempo, tempo per la vita. Elli Michler
Camminando con fede 3/2015
43
Camminando con fede  3/2015
Pagine aperte
44
mostrare di più le piaghe di Cristo Gesù, che la tenerezza di un Bambino che è nato. È stato con un po’ di giovani che mi hanno portato a vivere un giro per Assisi-Viciomaggio con spirito di scoperta e di cercare i segni della presenza di Dio in modo ostinato. E benedetto. La vostra porta si è aperta prima ancora che venissi a suonare… questa è benedizione. Vi auguro buon anno, grazia e pace. Se doveste passare vicino a Montevarchi per qualsiasi motivo, vi prego di venire alla nostra chiesa e Casa Famiglia - Sarete benedette. Fraternamente grato
don Mauro
45 Camminando con fede 3/2015
Gent.ma suor Irene e consorelle, al termine di questo giorno, un po’ speciale, ho desiderato scrivere alcune parole, sebbene ad ora tarda, per dirvi la mia e la nostra gratitudine per la porta aperta di stamani. Già la porta di misericordia a Viciomaggio! Nel pomeriggio sono partito per Firenze per fare una conferenza-testimonianza ad un ritiro di famiglie dedicate all’accoglienza… poi svelto rientrare per la Messa parrocchiale delle 18… poi ancora altri compiti da parroco e ora sono solo nello studio. Già fatto compieta. E allora il desiderio di dirvi grazie per la porta, e per voi sorelle. Con la piacevole sorpresa di una sensazione di comunità unita e concorde. È un dono di testimonianza per l’apertura alla chiesa italiana con il convegno ecclesiale vissuto; con l’apertura all’appello del Papa e del Vescovo Riccardo in aiuto al servizio poveri, senza alloggio notturno, ultimi fra gli ultimi. Sono molto contento. Avevamo fatto una buona esperienza andando ad Assisi a vivere i due giorni di Anno Vecchio e Nuovo, andando a scoprire altre persone e luoghi cari a S. Francesco e, siamo stati benedetti da un degno finale. Nella vostra casa la pagina di san Paolo di oggi domenica dice: “Ringrazio Dio quando mi ricordo di voi nelle mie preghiere.” È questo un bel sentimento per reimparare i sentimenti di Cristo Gesù! Già reimparare i sentimenti buoni e positivi a imitazione di Cristo Gesù! Senza sentirsi nè già arrivati, nè perfetti, nè certo migliori di altri. Nella stagione di Papa Francesco ci siamo rimessi in cammino con il passo degli ultimi, imparando anche dagli ultimi ciò che ci sembrava già di sapere e di vivere. Varcare la porta della Misericordia per scoprire che Dio è più grande dei nostri pensieri, dei nostri progetti e dei nostri dolori passati. Anch’io sono contento di stare con i poveri e in casa/convento siamo circa 36, ogni giorno, qualche giorno è più difficile di altri e pare
Pagine aperte Roma, 25 novembre 2015
Camminando con fede 3/2015
46
In questo anno d’attesa, di tempo che scorre pian piano, con la lentezza d’un vecchio che stanca trascina la mano agli occhi velati dagli anni, in questo stretto passaggio che ha muri alti e robusti e l’intrico d’un labirinto da cui è arduo scappare ecco io cerco la pace e la trovo mentre ti guardo assorta nei tuoi pensieri o quando stringo la mano, ancora piccola e incerta, che afferra salda la mia o quando ti osservo guardare, col vezzo che solo tu hai, le immagini che corrono via con occhi stupiti e incantati come nel primo sguardo, un incanto d’azzurro e di grigio in cui, armoniosamente, il tuo piccolo mondo Roberto Gobbo si incontrò con il mio.
Carissime, da Santiago, casa della Delegazione dell’America Latina, mi è giunta la dolorosa notizia del ritorno alla casa del Padre di Suor GABRIELA ZAMORA MANZO nata a Melipilla (Cile) il 13 novembre 1933, entrata in Comunità il 16 gennaio 1954, professa dal 1 marzo 1957. Suor Gabriela si è preparata all’incontro con il Signore attraverso il cammino lungo e arduo della malattia che l’ha accompagnata per molti anni. Il Signore ha provato la sua fedeltà e adesione piena alla sua volontà che accettò con pazienza e tanto spirito di sacrificio. Giovane Suora e dotata di particolari doti artistiche si è dedicata con entusiasmo, generosità e passione alla missione di educatrice nelle varie scuole dove si è distinta per la sua creatività e operosità (Curicò, Requinoa, Vallenar, Valdivia, Talca, Quinta, Osorno…) Le persone che l’hanno conosciuta la ricordano piuttosto silenziosa ma molto attiva e capace di cogliere tutte le occasioni per parlare di Dio al cuore delle persone. Quando per motivi di salute non è più stato possibile per lei svolgere il suo ufficio di insegnante e di educatrice, ha continuato a servire con dedizione la sua Famiglia religiosa con la preghiera e l’offerta quotidiana sostenendo in particolare le fatiche delle Suore impegnate nella missione educativa che lei seguiva da lontano con tanta attenzione e cura e per le quali pregava quotidianamente tenendo sempre la corona del Rosario tra le mani.
Con l’affetto della memoria
Suor Gabriela Zamora Sorella con molti doni artistici che seppe mettere al servizio delle comunità in cui svolse il suo apostolato; spesso sorprendeva con le sue manualità, che non teneva solo per sè, ma che trasmetteva anche alle sue alunne. Suor Gabriela non era una persona molto estroversa, ma attraverso l’arte manifestava
Suor Brunilda
Suor Gabriela Conobbi la nostra consorella Suor Gabriela Zamora come professoressa d’arte e immagine. Le sue doti per il disegno, la pittura e la manualità la portavano a trasmettere con entusiasmo alle sue alunne tutto ciò che riguardava l’arte. Anni più tardi, quando fu provata da una lunga malattia, io passavo a trovarla e continuava a sorprendermi con le sue abilità artistiche. Nonostante la sua situazione, per quanto le fosse possibile usava le mani, sforzandosi nel disegnare e dipingere biglietti e lavoretti vari con diversi materiali. Per molti anni è vissuta come “Cristo sofferente”; a letto o nella poltrona della sua stanza cercava di accorciare le lunghe giornate con il rosario in mano e con la sua manualità che non abbandonò mai. Attraversò momenti davvero faticosi. Nelle sue condizioni non era difficile comprendere che qualche volta la sua pazienza venisse meno; nonostante questo sapeva riprendersi pensando al suo fiat e alla consegna di sé al suo Cristo, sperando sempre nella gioia della risurrezione futura. Penso che i martiri non siano solo quelli che perdono la vita con una morte violenta, ma credo che molte nostre consorelle provate da lunghe malattie, accettate con sacrificio e silenzio, sono per noi tutte veri testimoni del martirio.
Suor Ana
47 Camminando con fede 3/2015
Suor Gabriela ha via via superato i momenti difficili del suo cammino, ripetendo giorno per giorno il suo Fiat e abbandonandosi totalmente al volere del suo Signore. Le Suore che le sono state vicine hanno condiviso con lei questo lungo cammino di purificazione prestandole le cure necessarie e accompagnandola con delicatezza e affetto sino all’incontro definitivo con il Signore. Preghiamo perché Suor Gabriela possa godere il premio di una vita offerta con generosità e sia per tutte noi un esempio di fedeltà totale al Signore della vita e di amore grande per la Famiglia Religiosa. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO
l’affetto e il servizio, godeva della natura come segno di vita e dono di Dio, specialmente quando le sue consorelle apprezzavano la bellezza dei fiori che solitamente lei coltivava nel giardino di casa. Lo faceva perché considerava questo un’opportunità per lodare Dio con gesti semplici. Nelle scuole dove ha insegnato è ricordata con affetto per la passione che trasmetteva nell’ insegnamento della storia e della geografia; lo faceva con tanto entusiasmo da far gustare a tutti le sue lezioni. Le sue alunne la ricordano anche per la grinta con cui insegnava loro il basket, sport del quale si faceva promotrice in prima persona, ma non solo: lo dirigeva lei stessa. Quando per motivi di salute si allontanò dall’ attività scolastica, continuò ad essere sempre presente con la preghiera e l’offerta quotidiana. Mostrò grande interesse per il lavoro svolto dalle sue consorelle ma anche per le difficoltà che loro incontravano lungo il cammino; nella recita del rosario si ricordava sempre di pregare e affidare a Maria Santissima la missione scolastica. Il Signore la preparò all’incontro con Lui attraverso un cammino lento e non semplice, nonostante questo quelle che l’hanno conosciuta possiamo oggi dire che l’amore del Padre lavorava non solo su di lei, ma anche sui suoi cari. Siamo state testimoni, per anni, della sua preparazione serena e gioiosa in un abbandono quotidiano alla volontà di Dio.
“La Porta Santa è di fatto una Porta della Misericordia. Chiunque varca quella soglia è chiamato a immergersi nell’amore misericordioso del Padre con piena fiducia e senza alcun timore...” Papa Francesco
Camminando con fede 3/2015
48