notiziario delle suore di santa marta
Editoriale 3 Editoriale
la Redazione
In missione 22 Il “viaggio” di una reliquia
le Suore di Santa Marta del Libano
24 Giornata indimenticabile a Genova
Parola di Dio 4 Andiamo a cercarlo
Card. Silvano Piovanelli
suor Cornelia Macina
26 Angiolini... verso nuovi orizzonti... ovvia!!!
Attualità 6 L’umiltà è ancora una virtù
don Adrio Cappelletti
La parola a... Madre Carla 8 Il coraggio di sperare e decidere
le giornaliste Angioline
29 Se volete allora potete
Marìa Elena Makrigianis
30 Cevo e... sempre più in là!!!
suor Rosalba Bernareggi
32 La chiamata di Gesù a Tommaso: “Tu mi appartieni, seguimi”
Chile
35 “Gli amici di Betania a Roma”
Spiritualità e carisma 9
Grazie Tommaso Reggio
la Comunità di Genova
10 Excelsior altri venticinque anni di scalata…
le Suore del Cinquantesimo
37 Borsa di studio Tommaso Reggio 38 “Barbara” il Carnevale dei bimbi libanesi
Card. Angelo Sodano
la Comunità di Trivandrum
Pagine aperte
suor Lucia Pittameglio
13 Un dono di Dio
le Suore della Comunità
39 Esperienza del Paradiso
12 Un dono prezioso
Irene Guidi
40 Decimo anniversario della Beatificazione del Vescovo Tommaso Reggio
Percorsi di formazione 16 Convegno Scuola dell’infanzia
suor Anita
17 Profeti di speranza la preghiera diventi vita
Notiziario delle suore di santa marta
suor Anita
un insegnate
41 Genova 21 novembre 2010
Noemi Lunati
42 Che Dio vi benedica oggi e sempre
Douglas Henrìquez Olivares
43 Scampanio festoso
Patrizia Renzoni
45 Una domenica di gioia!
Frammenti di santità 21 suor Saveria Valsecchi
Via V. Orsini, 15 00192 Roma
Daniele M.
46 Eccesso d’amore!
don Giuliano Boniotti
47 Far felici gli altri
Quadrimestrale Anno LXVIII
Con l’affetto della memoria Redazione suor Alessandra F., suor Damiana, suor Francesca, suor Maria Pia, suor Mariana Suore di S. Marta Via Montenero, 4 - 22063 Vighizzolo di Cantù (CO) Tel. 031.730159 camfede@istitutosantamarta.org Stampa Àncora Arti Grafiche - Milano Progetto grafico In.pagina di Bergamaschi Fabio
48
suor Elisabetta Di Bucci - suor Lucia Margheri suor Uliva Maltinti - suor Modesta Mari suor Alessandra Manzoni
49 Madre carissima 50 Il ricordo commosso della comunià di Sesto Fiorentino 51 Ricordando Suor Modesta
Editoriale
La Redazione
Natale è una festa difficile
3 Camminando con fede 3/2010
Natale è una festa difficile. Perché prima di tutto è una festa da ascoltare. Incontrando tante storie di uomini e donne concrete, ci si imbatte in una descrizione del cuore che ci colpisce. Esso è come un grande deserto spazzato da sibili taglienti di un vento superbo. Stira e distende la sua stessa aria perché non ha più ostacoli da abbattere. Il nostro cuore è il suono di questo vento fastidioso e ingombrante che ha occupato uno spazio meticolosamente svuotato. E allora ci chiediamo: dove troverai casa per nascere, Uomo-Dio della Speranza? E allora forse ci ricordiamo che Tu sei nato dall’incontro di un soffio di vento caldo e gravido di vita (il tuo Spirito Santo) e il sussurrare deciso di un Sì di una terra senza ostacoli, ancora Vergine. Il tuo vento ha “giocato” nel vuoto della sua disponibilità, è dilagato nello spazio libero del suo cuore. E sei nato Tu. Sei nato da un incontro d’amore, da una relazione nuziale. Se questo ha permesso a un Dio di prendere il volto di un bambino, tendiamo l’orecchio perché diventi occhio e sentendo il vento avvicinarsi cominciamo a vedere i volti della proposta: un Vento che si fa carezza, un Vento che si fa abbraccio, un Vento che si fa ascolto, un Vento che si fa silenzio, un Vento che si fa sorriso e pianto. E noi, polvere della terra, siamo argilla da plasmare. E diventiamo a nostra volta carezza, abbraccio, ascolto, silenzio, sorriso e pianto. E il Natale continua perché Dio ripete il miracolo della sua nascita e continua perché trova noi pronti ad ascoltare. Facciamo silenzio questa notte e ascoltiamo il Vento che spazza la nostra terra. Ognuno di noi ripeta dal profondo del suo cuore: sei Tu, parlami.
Parola di Dio
Andiamo a M
Camminando con fede 3/2010
4
entre tutto è immerso in un profondo silenzio, nel cuore della notte, il Verbo, “rivolto verso Dio e che è Dio”, si è fatto carne. A tutti coloro che lo accolgono, “dà il potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12). È il centro del mistero che si celebra a Natale. Non si tratta di un mito e neppure di una ideologia: il Messia, Signore e Salvatore, è nato in un dato giorno, in un determinato luogo. Nulla viene detto della sua nascita, ma si vede Maria, la sposa verginale di Giuseppe, occuparsi lei stessa del bambino. Isaia, il profeta dell’annuncio messianico per eccellenza, ci offre un inno splendido, che canta una grande luce per quanti camminano nelle tenebre, simbolo del nulla e della morte. La gioia viene dipinta con due immagini vigorose, la mietitura e la vittoria militare: come si gioisce quando si miete, come si esulta quando si divide la preda. Il motivo della gioia è dovuto alla liberazione dall’oppressione, come al tempo di Madian, quando il giudice Gedeone liberò Israele dalla mano pesante di questi nomadi. La venuta di Dio nel nostro mondo spezza quelli che sono i simboli della schiavitù: il giogo, la sbarra sulle spalle, il bastone dell’aguzzino. Ma il vertice della gioia è il dono “per noi” di un bambino, che viene solennemente intronizzato come nuovo sovrano. I titoli regali che gli vengono attribuiti hanno un contenuto molto concreto per Israele, perché rappresentano le funzioni di corte caratteristiche del re, ma a cui si accompagnano specificazioni eccezionali, anzi divine: Consigliere
ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace (la pace non avrà fine sul trono di David e sul regno: è la pace messianica!). È ormai – ci direbbe san Paolo – “l’apparizione della grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, è la manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo” (Tito 2,11.13). Dio si fa conoscere attraverso la sua grazia, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini: l’apostolo assicura che la salvezza messianica è estesa, oltre Israele, a tutta l’umanità. Qui, dal Natale, si guarda in anticipo alla croce, alla dedizione di Gesù per noi [egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità]. Natale come discesa di Dio nella povertà è solo l’avvio per ciò che si compirà sulla croce e nella Pasqua. Gesù inaugura un popolo puro, riscattato da ogni iniquità, che gli appartenga, zelante nella sua risposta all’Amore. “Quis non amantem redamet? “= Come non riamare chi ci ha amato tanto? Ognuno sa come concretizzare quel “riamare” in un gesto. Non basta certo baciare la statuina di Gesù Bambino nel presepio! Il Cristo allora è il re pacifico che muore per salvarci; è il Dio-uomo che ha sentito la fatica, che ha avuto sete, che è passato attraverso la sofferenza fisica provando anche l’esperienza radicale dell’uomo, la morte, per recuperare l’intero essere umano alla sua divinità. In questo senso la nascita del Cristo è il punto di partenza e di direzione della
cercarlo
di Card. Silvano Piovanelli
Torniamo indietro, andiamo a cercarlo: l’abbiamo tutti perduto da secoli, e non piangiamo più come la madre che per tre giorni lo cerca affannosa! Il nostro è un correre dietro al vento, né più sappiamo per quale ragione continuare a vivere ancora: a partorire, a sperare, a vivere! Senza di lui non abbiamo più Dio, né più fratelli possiamo sentirci: è divenuta la casa un deserto, “Sion è tutta un triste deserto!”. La stessa madre ci prenda per mano, Signore, piccoli e grandi, fedeli e atei: lei che è la madre di tutti i credenti ci sveli dove e come trovarti. Amen. (P. David Maria Turoldo)
5 Camminando con fede 3/2010
storia: è l’unico evento in grado di darle un senso; è l’unico evento che può conferirle la sicurezza di gravitare verso la vita e non verso la morte. Fuori di questo mistero, usando le parole di Pascal, c’è solamente l’assurdo (Gianfranco Ravasi). Dio è venuto. È qui. E di conseguenza, tutto è diverso da quello che a noi appare. Il tempo, che era stato fino ad ora un flusso senza fine, è divenuto un evento che imprime silenziosamente ad ogni cosa un movimento in un’unica direzione, verso un traguardo perfettamente determinato. Noi siamo chiamati, e il mondo è chiamato insieme a noi, a contemplare in tutto il suo splendore il volto stesso di Dio (Karl Rahner). “Mentre noi celebriamo la nascita del nostro Redentore, scopriamo che con essa celebriamo la nostra origine” (San Leone Magno). La nascita di un bambino cambia la vita di una famiglia. La nascita di Gesù, come e quanto cambia la mia vita ? Il Natale ci sottolinea che la maternità e la vita sono un dono divino, che la presenza dei figli in una famiglia segna il continuarsi della vita, ma soprattutto manifestano la novità dell’amore di Dio che non si è ancora stancato dell’uomo e dà origine a creature sempre nuove. “Ecco dono del Signore sono i figli, è sua grazia il frutto del grembo” (Sal 127,7). E questo dono “del Figlio” sempre… fino all’età matura, come ci racconta Luca: “Gesù quando cominciò il suo ministero, aveva circa trent’anni ed era figlio, come si riteneva, di Giuseppe” (Lc 3,23).
Attualità
L’umiltà è anco L
Camminando con fede 3/2010
6
a nostra è una società per molti aspetti positiva, ma uno dei suoi lati deboli è quello di percorrere la strada della proposta del modello del più forte, del vincente ad ogni costo. E se non si sta al gioco si è considerati fondamentalmente dei falliti. Nella società dei vincenti vengono scalzate le virtù che una lunga tradizione ha sempre considerate come cardine di una civile convivenza, quali l’onestà, la sincerità, la solidarietà. In particolare non sembra esserci spazio per l’umiltà considerata una rinuncia, una forma di passività, una sconfitta nella lotta della vita. L’umile non conta nulla, è un signor “nessuno”. In realtà l’umiltà è una serena consapevolezza del valore di sé, libera da ogni svalutazione come da ogni esaltazione. Ci si accoglie e ci si considera per quello che si è. L’umile non è per nulla una persona remissiva, sottomessa, che china il capo, che si accontenta e si adatta senza fiatare alle angherie dei prepotenti. È al contrario una persona che lotta, che ci tiene alla propria dignità e la difende appassionatamente. Per l’umile vivere significa creare e alimentare rapporti profondi, ispirati e vivificati dall’amore. Per questo è un non violento, una persona di pace, che rispetta, dialoga volentieri, si mette in discussione. Serve il fratello, non si serve del fratello o delle amicizie come piedistallo per esaltare se stesso. Accoglie la verità dell’altro, si rallegra sinceramente della sua gioia, non è invidioso di quello che non è suo. Sa pure che nella lotta della vita si può qual-
che volta perdere, ma questo non lo blocca nel suo cammino. “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”, dice Gesù. Dio è umile. Non ha mai ricattato nessuno, né ha cercato di sedurre le persone con la sua “parlantina”. Come è umile Gesù altrettanto è umile il Padre di cui egli è il volto umano con e per noi. Dio è umile al punto da scegliere di essere talmente non appariscente da rischiare di apparire non esistente. Non si manifesta con segni eclatanti, ma talmente discreti che soltanto un credente autentico riesce a. cogliere La sua onnipotenza si manifesta nell’Amore che è tenerezza, dono di sé, offerta di totale libertà all’uomo a cui affida la piena responsabilità della propria vita e della storia. La Madonna è l’icona perfetta di questa umiltà di Dio. Per questo può cantare: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva… Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”. Papa Benedetto XVI, nell’omelia della S. Messa davanti alla Santa Casa di Loreto il 3 settembre 2007, rivolgendosi ai ragazzi e ai giovani, così parlava dell’umiltà:«Ma che cosa rende davvero “giovani” in senso evangelico? Questo nostro incontro, che si svolge all’ombra di un Santuario mariano, ci invita a guardare alla Madonna. Ci chiediamo dunque: come ha vissuto Maria la sua giovinezza? Perché in Lei è diventato possibile l’impossibile? Ce lo svela Lei stessa nel cantico del Magnificat: Dio “ha guardato l’umiltà della sua serva”.
ra una virtù
di Don Adrio Cappelletti
alla prepotenza e al successo a ogni costo, all’apparire e all’avere, a scapito dell’essere. Di quanti messaggi, che giungono soprattutto attraverso i mass media, siamo destinatari! Bisogna essere critici, bisogna essere vigilanti! Quella dell’umiltà non è dunque la via della rinuncia, ma del coraggio. Non è l’esito di una sconfitta ma il risultato di una vittoria dell’amore sull’egoismo, della grazia sul peccato. Seguendo Cristo e imitando Maria, dobbiamo avere il coraggio dell’umiltà; dobbiamo affidarci umilmente al Signore perché solo così potremo diventare strumenti docili nelle sue mani e gli permetteremo di fare in noi grandi cose.
7 Camminando con fede 3/2010
“Quanto più sei grande, tanto più umìliati, così troverai grazia davanti al Signore; perché dagli umili Egli è glorificato”, ci dice Ben Sir, il saggio (Sir 3, 18); e Gesù nel Vangelo, dopo la parabola degli invitati a nozze, conclude: Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato». Questa prospettiva indicata dalle Scritture appare oggi quanto mai provocatoria per la cultura e la sensibilità dell’uomo contemporaneo, dove l’umile è percepito come un rinunciatario, uno sconfitto, uno che non ha nulla da dire al mondo. Invece questa è la via maestra, e non solo perché l’umiltà è una grande virtù umana, ma perché, in primo luogo, rappresenta il modo di agire di Dio stesso. È la via scelta da Cristo, il Mediatore della Nuova Alleanza, il quale, “apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil. 2,8). Mi sembra di scorgere in questa parola di Dio sull’umiltà un messaggio importante e quanto mai attuale per chi vuole seguire Cristo e far parte della sua Chiesa. Il messaggio è questo: non seguite la via dell’orgoglio, bensì quella dell’umiltà. Andate controcorrente: non ascoltate le voci interessate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all’arroganza e alla violenza,
La parola a...
Madre Carla
Il coraggio di sperare e decidere “S
Camminando con fede 3/2010
8
e l’inverno è così freddo, potrà essere lontana la primavera?” Così affermava uno scrittore inglese. Mi pare che queste parole servano a dirci che quando sperare può sembrare l’atteggiamento di chi vive fuori dalla realtà, proprio allora è necessario essere creature di speranza e avere il coraggio di sperare. Tale coraggio però, a mio giudizio, ne chiede un altro: quello di avere la forza e la determinazione di operare scelte con una volontà tenace e inderogabile per realizzare il proprio ideale. Ciò tuttavia può accadere soltanto se la scintilla del bene rimane accesa sempre… anche per quel tanto che basta per illuminare le piccole grandi scelte di ogni giorno. Dov’è però quel “di più” che può fornirci energia e luce minuto per minuto? Che cosa ci serve per non rassegnarci a una passività che spegne la passione per la vita e per la nostra missione? C’è una sorta di disincanto pericoloso che rischia di sorprenderci e di infiltrarsi nel nostro quotidiano e di piegarci… alla banalità! In un mondo nel quale “esisti se ti guardano”, forse è necessario, anzi indispensabile sentirsi guidati, visitati, amati da un Dio che è novità perenne e ci sostiene nel rimanere dignitosamente nell’ombra occupate a fare il bene! Sì, da lui scaturisce la forza di rimanere nell’ombra per chi sceglie la strada dell’operatività, per chi ha un chiaro progetto di vita e investe in qualcosa di grande anche se non ne vede risultati immediati. Si parla continuamente del disagio della modernità, si parla del malessere del benessere…: l’ansia per la propria salute, la cura del proprio
corpo, i mille desideri che diventano bisogni insopprimibili…, forse tutto questo potrà essere superato dalla scelta della essenzialità, dalla riscoperta del sacrificio che fatto per amore ci riconsegna alla gioia di vivere! E’rimasto nella mia memoria il dialogo di un uomo con uno psichiatra, a proposito di un persona amica: “Se vuole che il suo amico stia bene, deve aiutarlo a “dare” ciò che ha e ciò che può. Perché l’uomo per star bene deve dare”. “Perché”, obiettò l’interlocutore, ”per star bene è necessario dare?”. Rispose lo psichiatra con queste parole: “Non lo so, so soltanto che questa è la legge della vita”. Il senso della nostra esistenza, infatti, sta proprio in questo essere nella vita impegnati a dare vita! A uno, ad alcuni, a molti… Vivi se dai vita! Tocca a noi far passare nella nostra missione apostolica quello stile di vita essenziale che ci fa creature felici che sprizzano gioia da tutti i pori e superano la “depressione” o i momenti cioè di scoraggiamento e di stanchezza perché attingono alla fonte fresca rigenerante del Vangelo. Noi siamo le persone che da quando il nostro buon Dio ci ha chiamate, abbiamo visto e creduto alla sua Parola e ci siamo accorti di essere creature segnate da un preciso cammino che attende di essere compiuto. Il Signore indica a ciascuna il primo movimento di un percorso, l’avvio positivo, un piccolo passo, un primo gradino e il bene possibile oggi in qualsiasi situazione. Ma poi occorre il coraggio della fedeltà quotidiana, capace di suscitare nel nostro cuore una risposta sempre più fresca, più vera, più convinta: allora la nostra vita sarà un’esplosione di gioia senza fine!
Spiritualità e carisma
Grazie, Tommaso Reggio la Comunità di Genova
N
nel cuore di tutti i presenti e si è resa tangibile nella preghiera del pomeriggio e nella condivisione delle esperienze vissute dai vari gruppi degli Amici di Betania. La presenza della Madre Generale, Madre Carla Roggero, che ha fatto all’intera Comunità di Genova un regalo bellissimo e significativo, la reliquia del Beato Reggio, ha reso ancora più completa la festa. I vari gruppi, prima di partire, hanno condiviso il desiderio di tenere sempre viva, nel cuore, questa esperienza e di impegnarsi, come faceva il Beato Tommaso Reggio a rendere straordinarie le cose ordinarie. La Comunità di Genova ringrazia ed affida al Beato tutte le riflessioni e i desideri di bene dei convenuti, perché Lui provveda a rendere sempre più salda la nostra fede e più credibile il nostro operare per il Signore Gesù.
9 Camminando con fede 3/2010
ella gioiosa ricorrenza del decimo anniversario della Beatificazione del nostro fondatore, il Beato Tommaso Reggio, la Comunità di Genova ha lanciato un invito a quanti lo conoscono a partecipare alla festa in Suo onore per rendergli lode. Con gioia, stupore e meraviglia, la stessa Comunità ha visto accorrere tante suore e amici di Betania che, con il coro di Novate Milanese, hanno creato un clima, un’atmosfera, non solo di famiglia ma di comunione nell’unico ideale, nello spirito che ci ha fatto sentire tutti in cordata: “Andate anche voi chiamati ad un’unica missione per la chiesa e per il mondo. Il Signore abbonderà in grazie, rischiarerà la mente, scuoterà il cuore e farà conoscere chiaramente le sue vie”. La presenza spirituale, la parola del Beato Tommaso Reggio forte e incisiva è penetrata
Spiritualità e carisma
Excelsior altri venticinque anni di scalata... le Suore del Cinquantesimo
14
Camminando con fede 3/2010
10
settembre 2010: rieccoci a Roma, nella città eterna, per festeggiare il cinquantesimo di professione religiosa, strette intorno all’immagine rasserenante di Maria, la Madre divina, che ci addita amorevole, nella fedeltà al Signore, la gioia vera, la consolazione perfetta, l’appagamento totale. Ognuna di noi esprime col sorriso, velato di commozione più intensa, il desiderio che ci accomuna, ora come da Postulanti: gustare la bellezza di essere consacrate al Signore, all’Amore divino che, con tenerezza, continua a guidarci per i suoi sentieri. Abbiamo un po’ il fiatone, ma non ci arrestiamo; ci sono ancora tratti di parete piuttosto scivolosi, alternati ad angusti terrazzini di roccia, ci sono strapiombi e crepacci, ma… a ben guardare, non mancano gli appigli, su, su… consorelle! Guardiamo in alto, non dobbiamo temere la vertigine, perché la “verticalità” ormai ci appartiene… il capo cordata è Lui, la guida di cui ci possiamo fidare. Tre consorelle ci hanno precedute, sono andate avanti, hanno raggiunto il Tabor, ma ci sono ancora accanto nella vita interiore. Noi ci siamo tutte: Suor Lucia, Suor Rachele, Suor Francesca, Suor Maria, Suor Adriana, Suor Vittoria, Suor Claudia, Suor Tommasa, Suor Bernardetta, Suor Chiara, Suor Domenica, Suor Cecilia, Suor Aloisia, Suor Elisabetta. Appena riunite, ci siamo “scrutate”; si è trattato di un sguardo sereno, profondo, subito mutato in scandaglio confortante: sotto qualche ruga “nuova”, oltre le lenti, abbiamo scoperto lo stesso entusiasmo, la gioia della donazione, immutata, giovane, piena, segno di un tesoro che il tempo non può intaccare.
Che bello, allora, cantare insieme “…e su e su che si cammina, verso la luce noi ci involiam”. Le note, scaturite quasi per magia a Roma e poi nell’aria rigenerante e profumata di Velletri, ora sono più che mai parte della storia di ciascuna di noi, sono fibre dell’anima, lumi della mente, scintille del cuore. Il nostro primo “sì” è lontano solo nel tempo oggettivo, perché ogni giorno, continuando a salire, rinnoviamo la nostra “sequela Christi”, con la dedizione di una sposa, presente nel silenzio, come nella melodia corale, preziosa nell’umiltà del servizio, appagata nell’obbedienza. L’incontro con la nostra carissima Madre Generale e, a seguire, con Padre Terrinoni e il Professor Montuschi, ci ha ricordato che la scalata continua in cordata e che anche il mosaico della vita va terminato con una serie di tessere non facili, forse, da incastrare, ma… ormai la mano è abile, perché l’occhio “vede”, il cuore “sente” che l’opera finirà nelle mani di Chi, in principio, l’ha voluta. E sarà preziosa ai suoi occhi. Diciamo dunque ancora con Sant’Agostino, come nel venticinquesimo: “et inquietum est cor nostrum donec requiescat in Te”, ma cantiamo anche a voci spiegate “fiat voluntas tua”, perché il modello è Lei, l’Ancilla Domini, Lei che ha ospitato la vita per sconfiggere la morte. A questo punto desideriamo ringraziare la nostra carissima Madre Generale, Madre Carla Roggero, per averci donato alcuni giorni di fraternità da vivere nella gioia della fedeltà tra conferenze e pellegrinaggi verso mete care al cuore di tutte, raggiunte con un pulmino messo a nostra disposizione. Qui l’accoglienza ha toccato il livello di eccellenza.
Camminando con fede 3/2010
11
Ringraziamo anche Madre Antonia, Madre Lilian, Suor Vittoria, Suor Patrizia e tutte le consorelle appartenenti alla comunità di Roma che ci hanno accolto e hanno organizzato per noi una festa straordinaria, come sanno fare le Suore di Santa Marta. Grazie a tutta la Congregazione
che si è fatta presente con uno scritto via e-mail. Ora, su, su… Consorelle tutte dell’Italia, dell’America Latina, dell’India e del Libano “rallegriamoci” i nostri nomi sono scritti in cielo. Su, Su… Excelsior… nell’azzurro di quassù, la luce sta fugando le nubi!
Spiritualità e carisma
Un dono P prezioso
di suor Lucia Pittameglio
Ventimiglia
Camminando con fede 3/2010
12
enso di fare cosa gradita inviando a tutte le consorelle le fotografie che ricordano gli oggetti usati dal Padre Fondatore. Il bellissimo terrazzo di Casa Madre, dove si sosta volentieri e il caldo non si sente, perché è arieggiato dal vento del mare. Tazza e zuccheriera usate dal Padre Fondatore. Rubinetto, voluto dal Padre Fondatore, dove tutta la popolazione di Ventimiglia alla quale era stata tolta l’acqua dalla Francia veniva ad attingere con il suo permesso. Con i lavori di ristrutturazione si è ritrovata la roccia con il rigagnolo proveniente dalla sorgente. Teca del Padre Fondatore inserita nella pietra sacra dell’altare della Cattedrale, dove Egli celebrava. Il ritrovamento è stato fatto da alcuni giovani che, nello sgombrare un magazzino e nel trasportare il marmo dell’altare, hanno “scoperto” una scatola con le reliquie del Martire Barnaba, dell’Apostolo Tommaso e del protomartire Stefano, autenticate dalla seguente firma †Thomas. Le reliquie attualmente si trovano nella Casa Madre, dono del Parroco della Cattedrale, don Luca Salomone. Pietra sacra nell’altare di Casa Madre dove ha celebrato il vescovo †Tho Reggio 1878.
Un dono di Dio
di Card. Angelo Sodano
Decano del Collegio Cardinalizio
C
13 Camminando con fede 3/2010
are Sorelle di Santa Marta, Dieci anni son passati da quella radiosa domenica del 3 settembre del Grande Giubileo del 2000, che ha visto l’esaltazione all’onore degli altari dell’Arcivescovo di Genova, il Venerato Mons. Tommaso Reggio, Fondatore della vostra benemerita Congregazione Religiosa. Da tanto tempo voi attendevate quel giorno e finalmente sul sagrato della Basilica di S. Pietro il compianto Papa Giovanni Paolo II riconosceva le virtù eroiche del vostro Fondatore. Con Mons. Reggio il Papa proclamava Beati altri quattro insigni uomini di Chiesa: il Papa Pio IX, il Papa Giovanni XXIII, il sacerdote francese Guillaume-Joseph Chaminade e il monaco benedettino belga Columba Marmion. “Cinque personalità diverse, diceva il Papa durante l’omelia, ciascuna con una sua fisionomia ed una sua missione, tutte accomunate dall’anelito alla santità… Il loro amore a Dio ed ai fratelli, concludeva il Papa, sia luce ai vo-
Spiritualità e carisma stri passi in quest’alba del nuovo Millennio”. Molto solenne fu tutto il rito della Beatificazione, nel solco della grande tradizione liturgica romana. Anch’io ebbi allora l’onore di concelebrare la S. Messa con il Santo Padre, insieme all’allora Arcivescovo di Genova, il Card. Dionigi Tettamanzi e numerosi altri Vescovi, fra i quali il compianto Mons. Pasquale Macchi, Mons. Giacomo Barabino, allora Vescovo di Ventimiglia e Mons. Alberto Careggio, allora Vescovo di Chiavari. V’era pure il Vescovo di Valparaiso, Mons. Gonzalo Duarte, e cioè
Camminando con fede 2/2010
14
il Vescovo della diocesi ove avvenne il noto miracolo necessario per la Beatificazione. Fra i Cardinali che assistevano v’era pure l’allora Decano del Collegio Cardinalizio, il Card. Joseph Ratzinger, oggi nostro amato Sommo Pontefice. La liturgia applica un inno di lode ai Santi Pastori della Chiesa, che con la santità della loro vita e con la sapienza della loro parola hanno guidato il nuovo popolo di Dio, anche nei momenti più difficili della sua storia. Come l’autore del Siracide cantava la grandezza e la bellezza del sommo
Sì, anche oggi è cosa degna e giusta elevare al Signore il nostro Te Deum di ringraziamento per il dono che ci ha fatto con la vita e la testimonianza cristiana di Mons. Tommaso Reggio. Voi conoscete bene la vita attraverso le varie biografie che sono state scritte nei suoi riguardi. Bello è soprattutto l’ultimo libro a lui dedicato l’anno scorso da Angelo Montonati dal titolo emblematico “Mai stanco per Dio”. Io ho avuto l’onore di scrivervi una prefazione, ricordando le parole del Papa Giovanni Paolo II nel momento della glorificazione del nostro Beato: “Fu uomo di fede e di cultura e, come Pastore, seppe farsi guida attenta dei fedeli in ogni circostanza. Sensibile alle molteplici sofferenze e povertà del suo popolo, si fece carico di un aiuto tempestivo in tutte le situazioni di bisogno. Proprio in questa prospettiva egli diede inizio alla Famiglia Religiosa delle Suore di Santa Marta, affidando ad esse il compito di prestare il loro aiuto ai Pastori della Chiesa, soprattutto nel campo caritativo ed educativo”. Gli anni in cui visse il nostro Beato furono assai duri per i cattolici. Egli però non si scoraggiò, ricordando le parole di S. Agostino: “I tempi siamo noi. Come noi saremo, saranno i tempi in cui la Provvidenza ci ha posto”. Con questa visione di fede, consacrò tutta la sua vita al servizio della Chiesa, fino alla veneranda età di 83 anni, allorquando il Signore venne a chiamare a sé quel suo servo buono e fedele. Le sue ultime parole nel silenzio della casa dei marchesi Stella di Triora ben riassumono lo spirito soprannaturale della sua vita: “Dio solo mi basta. Il Signore così volle e così sia. Sia sempre fatta tutta la volontà di Dio.” Ora, dal cielo egli interceda su tutti noi e ci conceda di vivere fedelmente la nostra vocazione cristiana e di consacrarci totalmente alla diffusione del Regno di Cristo nel mondo di oggi. E così sia!
15 Camminando con fede 2/2010
sacerdote del Tempio di Gerusalemme, possiamo così applicare a Mons. Tommaso Reggio le parole ispirate del Siracide, che vedeva nel somme sacerdote del Tempio un grande segno dell’amore di Dio verso il suo popolo. Un dono che spingeva Israele ad adorare e ringraziare il Signore e che invitava a glorificare l’Onnipotente dicendo:“Ora benedite il Dio dell’universo, che compie in ogni luogo grandi cose, che ha agito con noi secondo la sua misericordia. Il Signore ci conceda la gioia del cuore e ci dia la pace nei nostri giorni, per tutti i giorni futuri!”. Siano questi i sentimenti che ci portino oggi ad elevare un inno di ringraziamento al Signore per il dono che sempre ci fa, inviando alla Sua Santa Chiesa dei santi sacerdoti, guide sicure del popolo di Dio. Care Sorelle il Beato Tommaso Reggio ci chiama poi a meditare su un invito rivolto da Gesù ai suoi discepoli. È l’invito alla fede nella Provvidenza di Dio, che sempre veglia sui suoi figli: “Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno”. È l’invito poi a non mettere il cuore nelle cose di questo mondo: invito più che mai pressante anche per i Pastori della Chiesa. È l’invito a vigilare, per rimanere sempre pronti alla venuta del Signore, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese. È l’invito ad essere amministratori fedeli e saggi dei doni che Dio ci ha dato. È quasi la descrizione, l’identikit della figura del Pastore ideale della Santa Chiesa di Dio, di quella figura che vediamo ben rappresentata da quel grande Pastore che fu il Vescovo di Ventimiglia e poi Arcivescovo di Genova, in un’epoca difficile della storia d’Italia e della vita della Chiesa. Care Sorelle di Santa Marta, in ogni Santa Messa il celebrante all’inizio del Prefazio invita i presenti a ringraziare il Signore dicendo: “Rendiamo grazie al Signore nostro Dio” ed i presenti rispondono in coro: “È veramente cosa degna e giusta!”
Percorsi di formazione
Convegno Scu L’
Camminando con fede 3/2010
16
aggiornamento per le Insegnanti della scuola dell’Infanzia si è svolto a Roggiano il 16-17 ottobre, con la guida della Dott.ssa Luisa Pelizzari, in un clima di ascolto, di intensa collaborazione e di apprezzamento per la proposta. Interessante e necessario il commento al DPR del giorno 11/02/10 riguardante “lo sviluppo delle competenze e gli obiettivi di apprendimento della Religione cattolica nella Scuola dell’Infanzia”. Era indispensabile la lettura delle indicazioni ministeriali e la loro applicazione, perché l’impegno primario è quello della Evangelizzazione rivolta non solo ai piccoli, ma indirettamente, attraverso di loro, alle famiglie che hanno bisogno di parole di verità nel loro compito educativo. È stata sottolineata l’importanza delle attività in ordine all’insegnamento delle Religione cattolica perché offrono occasioni per lo sviluppo integrale della personalità dei bambini, aprendoli alla dimensione religiosa e alla riflessione sul loro patrimonio di esperienze. I TRAGUARDI sono distribuiti nei vari campi di esperienza che vengono così integrati: NEL SÈ E NELL’ALTRO il bambino ha la possibilità di scoprire nei racconti del Vangelo la persona e l’insegnamento di Gesù per sviluppare un positivo senso di sé e sperimentare relazioni positive con gli altri. NEL CORPO IN MOVIMENTO il bambino riconosce nei segni del corpo l’esperienza religiosa e manifesta la propria interiorità, l’immaginazione e le emozioni.
NEI LINGUAGGI CREATIVITÀ ESPRESSIONE riconosce alcuni linguaggi simbolici e figurativi per esprimere il proprio vissuto religioso. NEI DISCORSI E PAROLE impara termini del linguaggio cristiano per sviluppare una comunicazione significativa anche in ambito religioso. NELLA CONOSCENZA DEL MONDO osserva con stupore il mondo riconosciuto come dono di Dio Creatore per sviluppare il senso di responsabilità nei confronti della realtà, abitandola con fiducia e speranza. Dopo questa parte introduttiva la relatrice è passata ad una lettura del Natale nella Sacra Scrittura e nella tradizione per poi lavorare in gruppo per la formulazione di 3 Unità di Apprendimento: • La storicità del Natale • Il Natale è luce • Il Natale è dono. Il punto di partenza per la stesura dell’UA è sempre stata l’attività, cioè quello che fanno i bambini. E può essere: La lettura di un’opera d’arte e gustarla; l’ascolto di un canto del Natale; la lettura di un passo del Vangelo; la preghiera; la riflessione sul passo letto; la drammatizzazione; l’esecuzione di un lavoretto e in questo caso del presepe o dell’albero; la scoperta di parole chiave del testo; l’osservazione della realtà e del mondo per sentirsi coinvolti e solidali. Si sono poi collegate le attività con i campi di esperienza e si sono individuati gli obiettivi formativi corrispondenti per condurre
uola dell’infanzia • i passi della preghiera per imparare ad amare con quell’amore con cui siamo amati da Dio; • i passi dell’appartenenza all’opera e all’attività che svolgete. È così bello e importante sentirsi parte di una comunità che offre molteplici benefici; ci fa sentire riconoscenti, ci permette di interagire con gli altri, ci offre sostegno e guida, con un semplice sguardo accogliamo e siamo accolti”. (Da un manoscritto attuale) Ancora tanti auguri, perché in questo Natale lasciamo tanto spazio al Signore perché ci illumini sulla verità e grandezza del Mistero dell’Incarnazione.
di Suor Anita
17 Camminando con fede 3/2010
il bambino al raggiungimento dei traguardi. L’obiettivo generale che la scuola si pone in questo periodo di Avvento è: - educare il bambino al senso dell’attesa della venuta di Gesù e prepararlo a vivere il Natale come festa della letizia dei cuori, della gioia delle famiglie, del godimento della vita. Aiutarlo a vivere qualche impegno per sperimentare il senso del dono e della solidarietà. Ed ora un augurio a tutte le Insegnanti della scuola dell’Infanzia: Portate avanti l’impegno dell’Evangelizzazione, percorrendo ogni giorno piccoli passi, ma senza venire mai meno: • “i passi del bene nella quotidianità, attraverso la comprensione, l’accoglienza di ogni persona; • i passi dello stupore di fronte ai bambini e al bello che proponete; • i passi del rispetto, vedendo in ciascuno qualcosa di prezioso; • i passi della serenità e della gioia che rendono più leggero ed incisivo ciò che pensiamo e facciamo; • i passi della fiducia in ciò che costruiamo e in ciò che rimane da costruire, con abbastanza coraggio e abbastanza pazienza;
Percorsi di formazione
Profeti di spe la preghier Incontro della Madre Generale, Madre Carla Roggero, con le Responsabili delle Comunità e delle Scuole
“D
Camminando con fede 3/2010
18
i fronte alla gravità degli eventi del nostro tempo, con il cuore e la mente invasi da preoccupazioni che accorciano il respiro” siamo invitate in questo mondo ad essere Profeti di Speranza. Con queste parole Madre Carla apre il suo intervento e si rivolge alle Responsabili delle Comunità e delle Scuole, sollecitando tutte a prendere consapevolezza di questo, per diventare “instancabili nel bene anche nell’oscurità dell’esistenza, perché il Regno di Dio è in mezzo a noi”. Essere “Profeti di speranza” è un itinerario denso che va letto lentamente, centellinando ogni paragrafo, ogni espressione, ogni parola, soffermandosi con sguardo interiore su ogni indicazione. È necessario individuare nel discernimento le linee di tendenza personali e comunitarie, quelle positive e quelle negative, per attuare, con l’aiuto dello Spirito, un progetto personale e comunitario di vita spirituale. La Parola ci aiuterà a fare verità su di noi, ad aprirci all’incontro con Dio, con noi stessi, con gli altri:
con Dio per riconoscere che siamo amati, perciò amiamo, riversando sugli altri un Amore ricevuto; con noi stessi, per riconoscere le nostre potenzialità e i limiti che con l’aiuto dello Spirito Santo possono diventare esperienze di salvezza; con gli altri per introdurci nella bellezza delle relazioni con mitezza, semplicità, purezza che sono il rovescio dell’arroganza, dell’intolleranza, della doppiezza. Su questa direzione si realizza la felicità personale e comunitaria. Cercare di presentare brevemente in questo articolo il contenuto ricchissimo delle relazioni di Padre Guccini sulla preghiera, che ci hanno introdotte alla proposta della Madre, non è per me molto semplice, mi sento inadeguata, perché temo di semplificare un discorso ricco e di non riuscire a dire in modo significativo quanto ci è stato comunicato. Dirò senz’altro le cose di cui sono convinta e che è necessario vivere. Sollecitate da Padre Guccini ci siamo messe in ascolto dello Spirito, convinte di dovere
Roma 23-25 ottobre 2010
ranza era diventi vita
di Suor Anita
to tutto ciò che riguarda il mistero della salvezza. Siamo già salvati per grazia del Battesimo, dobbiamo diventare ciò che siamo, realizzando in concreto la nostra santità nel quotidiano, senza la presunzione di salvarsi da sé. Il Capitolo Generale del 2009 ha fornito linee preziose per un rinnovamento della nostra vita. Essere profeti di speranza richiede a noi una Fede retta, una Speranza certa e una Carità perfetta, come ci ha insegnato il nostro Padre Fondatore che ha incarnato nella sua vita queste virtù, coinvolto in pieno nei 19 Camminando con fede 3/2010
ricevere da Dio quanto è necessario per un cammino di rinnovamento. In quei giorni di preghiera , di ascolto, di dialogo e di riflessione abbiamo accolto nella Parola quello che Dio stava mettendo nei nostri cuori e che avremmo portato poi nelle nostre Comunità. Ora è compito di tutte accogliere la proposta “Profeti di Speranza”, non con lo spirito del “tu devi”, ma come bisogno di un itinerario spirituale che dà indicazioni importanti per la nostra vita consacrata. A noi tutte tocca pregarlo, accoglierlo, viverlo con umiltà, verità, entusiasmo, obbedienza per qualificare la nostra vita religiosa, convinte che tutto deve partire dalla preghiera. Viviamo questa proposta non con lo stile vecchio della legge e di un moralismo arido che rischia di mettere nel rigore dell’osservanza il segreto della santità, ma con l’invito nuovo dello Spirito che dà a tutte la grazia per accogliere la Parola che ci rende liberi. Perciò come ritrovare la strada giusta? Ritornare allo Spirito Santo che fa accadere nel nostro vissu-
Percorsi di formazione
Camminando con fede 3/2010
20
problemi del suo tempo. Portiamo dentro di noi il fuoco che Tommaso Reggio ha acceso nel nostro cuore e rispondiamo con la vita a quanto la Madre ci dice: “È tempo non di teoria, ma di concretezza”, quindi con il coraggio di essere profeti di speranza, viviamo la nostra vocazione santamente e questo vuol dire non avere una vita comoda. La Madre si chiede se c’è un punto sintesi al quale tutto può essere ricondotto e dal quale è possibile partire e indica alcune piste da seguire: Far diventare vita vissuta quanto è scelto comunitariamente. Fare spazio a Dio nella nostra vita e mettere nelle sue mani ogni nostra scelta. Far sì che la vita diventi preghiera e la preghiera vita. Giocare la vita nella pienezza dell’amore che è dono dello Spirito. Valorizzare la Comunità, le risorse e le potenzialità delle consorelle, accogliendo i limiti che sono sempre perdonati e colmati dallo Spirito. Il nostro fare spazio a Dio, che è l’impegno prioritario di quest’anno, si deve modellare sullo stile di Gesù. Tutta la sua vita era orientata al Padre in un’incessante offerta e ascolto. Anche per noi la preghiera deve diventare puro ascolto di Dio che ha parole di vita eterna. Dobbiamo pregare con continuità e intensi-
ficare la preghiera nei momenti importanti, nelle scelte, nelle difficoltà, nelle tentazioni e nelle incomprensioni, nelle prove, proprio come ha fatto Gesù. Per fare spazio a Dio nella preghiera, non è sufficiente quello che già facciamo, perché nei momenti di emergenza bisogna fare di più, con una generosità più grande. Solo dalla preghiera può scaturire amore, quello che lo Spirito ci dona. Alziamo lo sguardo, Gesù ci invita alla serenità, ci vuole testimoni di gioia e profeti di speranza. Ma come fare in queste situazioni di emergenza nel mondo e nella vita religiosa? Rispondere a questo è faticoso, preferiamo lamentarci e vivere nell’agitazione e nel malcontento. Ma se proprio vogliamo fare come ci dice il Signore, chiediamogli di liberare il nostro cuore da ogni forma di incoerenza e di scontentezza per vivere nella serenità e nella pace, perché questa è gioia vera. Purifichiamo il nostro sguardo e guardiamo al tanto bene e bello che ci circonda. Guardiamo a noi, alla nostra Congregazione, a quanto il Signore è riuscito a compiere in tutti questi anni anche attraverso di noi. Ogni fatica è un’occasione per crescere e rafforzare la fede che si raffina nella prova. La logica che ci deve condurre non è quella di questo mondo, ma è quella suggerita dallo Spirito, perciò affidiamoci a lui che apre il nostro cuore alla Fede e all’incontro sempre più intimo con Dio, ricompone in unità la nostra vita spesso frammentata, ci risolleva dagli sbagli nei quali incorriamo. In Lui troveremo la pace, la luce, la gioia e potremo essere profeti di Speranza, per orientare verso Dio l’oggi del mondo, attraverso la testimonianza di una comunione totale e immediata con Dio e con i fratelli. Chiediamo perciò ogni giorno a Dio di riversare nel nostro cuore l’amore per i fratelli e di mettere nel loro cuore l’amore per noi.
Frammenti di santità Una testimonianza del tuo amore Valparaiso, 25 gennaio 1982 Quello che mi accingo a scrivere qui Signore, deve essere un canto di ringraziamento alla Tua bontà e alla Tua Misericordia. In essa brilla come luce consolatrice e gioiosa la Tua presenza. Per questo Ti amo, Dio mio; il mio cuore si è sentito fortemente dominato da misteriosi percorsi di amore, insperati e tali da lasciare il cuore pieno di stupore… Quello che desidero scrivere qui, è il riassunto delle tue meraviglie nella mia vita, perché mai più alberghi in me questa indifferenza, che è solo frutto di superbia. Ti amo Signore. Per un soffio la mia vocazione si è salvata, e però adesso vedo che tu mi chiamasti fin dalla mia infanzia. Dio mi ha amato e mi ha dimostrato il suo amore sin dalla mia infanzia. Mi ricordo di avere avuto una fede chiara e semplice, fede di bambina, però rivestita di profondità. E questo è merito dei buoni sacerdoti e religiosi che operavano in parrocchia, e alla mia famiglia, nella quale mai si mise in disparte la fede. La si viveva in modo semplice, senza grandi elevazioni. Con questa fede non servivano che le parole semplici della vita di una famiglia povera, priva di lusso. Mio padre era un uomo onesto di sofferenza. Dio la mise alla prova e le darà il suo premio. Una famiglia come tante altre. I primi pensieri di vocazione frullavano vagamente nella mia mente già dalla mia infanzia. Apparvero nitidamente intorno agli undici anni, nel 1946; era un’idea confusa. Divenne invece realtà nel 1949 (a 15 anni) quando conobbi le religiose di Santa Marta. Sentii che il mio posto era lì. Qualcosa nella mia vita che io non potrei definire se era grazia.
Suor Saveria Valsecchi passata alla casa del Padre l’11 giugno 2000
21 Camminando con fede 3/2010
grande bontà , allegro e lavoratore. Mia madre una donna che conobbe la
In missione
Il “viaggio” di un L
a reliquia del nostro amato Padre Fondatore, di cui la Madre Generale ci ha fatto dono durante la sua visita in Libano, nel dicembre scorso (v. Camminando con fede n. 3/2009) è già da tempo nella nostra cappella di Sehaile, custodita in una originale teca dorata. Le fanno compagnia altri quattro Santi: Santa Teresa di Gesù Bambino, San Pio X, San Camillo de Lellis, la Beata Maria Savina Martire. L’occasione per solennizzarne la collocazione è stata la visita, avvenuta nel mese di aprile scorso, del fratello di Suor Teodolinda, Don
Camminando con fede 3/2010
22
Adrio Cappelletti e del suo amico Don Tommaso Lentini. Il giorno 28 aprile, durante la Celebrazione solenne dei Vespri proposti dalla liturgia nella festa del Beato Tommaso Reggio, presieduti dal Vescovo di rito latino Mons. Paul Dahdah, alla presenza dei due sacerdoti, delle ospiti della Casa di Sehaile e di tutte noi Suore delle due Comunità, abbiamo “ scoperto” l’originale reliquiario, opera di un famoso artigiano libanese, che ha conosciuto le Suore di santa Marta tramite Suor Alice Chami. Il nuovo Nunzio Apostolico, Mons. Gabriele Caccia,
aveva assicurato la sua presenza disdetta poi da Lui personalmente, all’ultimo minuto, essendogli sopraggiunto in concomitanza un impegno istituzionale. Alla celebrazione è seguita un’agape fraterna durante la quale i due sacerdoti italiani hanno potuto scambiare con il vescovo alcune opinioni e avere chiarimenti sulle Chiese di vari Riti presenti in Libano e sul dialogo interreligioso. Il reliquiario, in questo anno, ha “viaggiato” molto, perchè ogni volta che facciamo festa lo portiamo a Jal-el-Dib. L’occasione più solenne è stata la celebrazione in parrocchia del decimo anniversario della Beatificazione del nostro Padre Fondatore avvenuta il 3 settembre 2000 in San Pietro. Nelle due chiese che costituiscono la parrocchia dell’ospedale, Mar Takla e Mar Abda, rispettivamente l’11 e il 12 settembre, abbiamo solennemente celebrato, con una grande partecipazione di popolo, questa ricorrenza. La reliquia e il ritratto del Beato Tommaso Reggio sono stati esposti alla venerazione dei fedeli durante una solenne celebrazione Eucaristica in Rito Maronita. Durante l’omelia il Padre Benoit Richa, carmelitano libanese, ha tracciato un efficace e completo exursus sulla figura del Beato Ve-
Libano
scovo, riuscendo a coinvolgere tutta l’assemblea. Noi Suore di santa Marta delle due Comunità abbiamo animato la Celebrazione ed evidenziato, nella introduzione e nella preghiera dei fedeli, alcuni aspetti significativi della Fondazione della nostra Famiglia Religiosa. Facendo seguito a questa iniziativa il Parroco, durante il primo Consiglio del nuovo anno pastorale, ha proposto di ricordare il Beato Tommaso Reggio ogni mese. Gli accordi dettagliati saranno presi nelle prossime riunioni del Consiglio parrocchiale. Noi otto Suore, piccolo seme della nostra Congregazione in Medio Oriente, siamo molto felici di parteciparvi questi avvenimenti e vogliamo ringraziare ancora la Madre Generale per il bellissimo dono che ci ha fatto.
23 Camminando con fede 3/2010
na reliquia
le Suore di Santa Marta
In missione
Giornata indim D
Camminando con fede 3/2010
24
opo dieci anni dal giorno della beatificazione del nostro Padre Fondatore Beato Tommaso Reggio, domenica 21 novembre 2010, ci siamo incontrati in tanti nella casa delle nostre carissime Suore, a Genova, dove abbiamo trovato la… festa in ogni angolo della casa e della scuola, nelle sale colorate preparate con tavole imbandite e fiori rosa ovunque… La giornata è iniziata con l’arrivo di molte suore insieme agli Amici di Betania, parecchi conoscenti e simpatizzanti affezionati, provenienti da diverse case con i Pullman che hanno fatto sosta in Piazza Manin dove ogni gruppo ha avuto possibilità di salire verso il Righi sui pullmini che le nostre suore avevano messo a disposizione. Ma la gioia dell’arrivo ha reso agili gambe e cuore di molti, specialmente noi del gruppo milanese… che siamo andati su a piedi allegramente, di scala in scala fino all’ingresso del nostro Istituto, spalancato, invitante e festoso. Già nel viale d’entrata ci ha colti di sorpresa una statua grande del beato Padre
seduto autorevolmente in mezzo ad un’aiuola fiorita. Sembrava ci stesse aspettando! È una scultura che invita a proseguire il cammino e dà speranza mentre la porta di casa si apre per accoglierti! L’incontro tra noi suore è stato molto gioioso, affettuoso, grato e carico di emozioni: dalla sala del ristoro siamo passati in cappella accomodandoci e stringendoci… tuttavia i posti non bastavano per cui abbiamo infilato agevolmente le scalette di lato, salendo velocemente in cantoria – libera – perché i cantori del Coro Sacra Famiglia, venuti da Novate Milanese, si erano posizionati all’ingresso della cappella. La Concelebrazione della S. Messa presieduta dal Rev.do Mons. Ruggero Della Mutta Abate di S. Maria in Carignano, è iniziata infatti con il loro canto, magistralmente guidato dal M Lorenzo Casali. Un coro di qualità, che ha dato solennità a tutto.
menticabile a Genova
di Suor Cornelia Macina
Bovisa - Milano
ra adorante ben preparata, alla quale è seguito un breve silenzioso pellegrinaggio sfilando per pochi minuti davanti al P. Fondatore e subito dopo è iniziata, come eco di tanto vissuto, l’espressione di diverse testimonianze che hanno rafforzato la fede e incoraggiato tutti nel proprio cammino spirituale. La giornata si è conclusa con un dono-ricordo che le suore di Genova, a nome della Madre Generale, hanno messo nelle mani di ogni persona che ha partecipato a questo evento decennale. Dal cuore nasce un immenso GRAZIE al Buon Dio per la santità del nostro fondatore Beato Tommaso Reggio e alle carissime suore che stanno accanto a Lui, pronte ad ospitare ogni creatura che varca la soglia della Sua casa.
25 Camminando con fede 3/2010
Le parole dell’omelia sono state un edificante ritratto del Beato Tommaso Reggio! L’ascolto ha preparato il cuore ad una gioia più intima e profonda di pregare, affidandosi alla protezione di un Padre così premuroso e santo. Infatti ognuno di noi, mantenendo il giusto raccoglimento, con affettuosa devozione, è passato nella cappella attigua sostando alcuni minuti accanto al monumento dove Egli riposa. Poco dopo, uscendo dalla cappella, Suor Annetta si è premurata d’invitare i diversi gruppi, indicando ad ognuno di recarsi dove era già stato predisposto il pranzo con il nome di ogni gruppo. Ciascuno si è sentito amato e ristorato in questo momento di fraterna convivialità nella casa del Padre. Abbondante e vario, preparato con cura, il cibo offerto con tutte le attenzioni dalle suore della casa e dalle persone, amiche di Betania. L’intervallo è trascorso in un lampo visitando la scuola “abbigliata” a festa con un mercatino colorato e stupendo all’ingresso che faceva brillare gli occhi di tutti… Il clima festoso e amorevole che si respirava nell’aria, ha preparato il secondo ingresso del pomeriggio in cappella per un’ora di preghie-
In missione
Angiolini... verso
O Camminando con fede 3/2010
26
vvia! Ancora per quest’anno scolastico i nostri Angiolini, contraddistinti dai colori dell’arcobaleno, si sono dati da fare per raccogliere quelli che ancora e “un facevano parte della banda!” Ma andiamo per ordine, altrimenti “e ci si confonde”, mentre è noto a tutti come la città di Firenze sia stata e sia rinomata in tutto il mondo, e un si fa per dire, per l’accoglienza. Del resto il Conservatorio a pieno titolo è nel centro dell’enclave fiorentina e pertanto, come è ormai tradizione dei cosiddetti “Angiolini”, che ad osservarli bene tutto paiono fuorché angeli…, dalle nostre parti è usanza e costume accogliere chi “llè rimasto ancora fori”… Sabato 2 ottobre festa degli Angeli Custodi le silenziose mura conventuali e le strade limitrofe si sono animate di gridolini che come palloncini salivano verso il cielo: erano gli Angiolini che, guidati dai loro insegnanti, si dirigevano con l’entusiasmo e il vociferare proprio dell’età verso l’austera, ma sempre accogliente Chiesa di S. Maria Maddalena de’
Pazzi, all’interno della quale vi erano genitori e nonni che attendevano con trepidazione coloro sui quali riponevano e ripongono i loro sogni e le loro speranze. Padre Sandro ha celebrato l’Eucarestia ricordando la figura degli Angeli Custodi che dal Cielo quotidianamente proteggono grandi e piccini. Al termine della S. Messa alunni, genitori, suore… (a proposito: da i’norde e sono scese la superiora della Comunità di S. Marta del Conservatorio, Suor Anita e la nuova Preside, suor Cristina! Le quali, in occasione del 150esimo anniversario dell’unità d’Italia, dopo aver appreso le leggi “asburgiche” del Lombardo Veneto, come il Manzoni, sono giunte nella capitale del Granducato a risciacquare i panni in Arno)… ed insegnanti sono tornati a scuola per dar fuoco alle polveri: ovverosia giuochi tra grandi e piccini. Infatti la novità di questo inizio anno scolastico è stata la fattiva e attiva presenza dei genitori e nonni che hanno partecipato in prima persona alle varie “tenzoni” sportive organizzate dal professore di Educazione Fisica. Non solo, al termine delle gare, tutti gli Angiolini hanno costruito un grande puzzle sul tema “…verso orizzonti nuovi!” ed hanno espresso le loro speranze per il futuro su un “megacartellone” colorato. Lo spirito accomunante dell’attività ludicosportiva è stato un breve, ma significativo, (perché ricco di valori quali l’altruismo, la solidarietà, l’amore per il prossimo) racconto, scritto dalla Maestra della Classe Quinta della Scuola Primaria, il cui protagonista è un non meglio identificato Angiolino, ma ben riconoscibile nei volti di tutti gli alunni del Conservatorio S. Maria degli Angeli che hanno partecipato alla Festa dell’Accoglienza.
nuovi orizzonti... ovvia!!! le Giornaliste Angioline
Conservatorio S. Maria degli Angeli
• Quanto sarà grande il cielo? • Dove andrà a dormire il sole? • E chi accenderà le stelle? Si chiedeva. Poiché era un bambino curioso e molto coraggioso, decise di mettersi in viaggio per scoprire cosa ci fosse al di là del muro…
27 Camminando con fede 3/2010
Nel paese di CONSERVATOLANDIA viveva un bambino di nome Angiolino. In effetti era davvero un posto magnifico, non mancava proprio nulla: spazi verdi per riposare, tante cose da mangiare, scuole in cui studiare e amici con cui giocare! Un possente muro di cinta circondava, però, il paese e impediva di vedere cosa ci fosse al di là. Nessuno se ne occupava, nessuno aveva mai desiderato uscire da quel luogo incantato, dove sembrava non mancare niente… Ogni sera Angiolino si sedeva in giardino e osservava l’orizzonte, ma, ovviamente, vedeva solo il grande muro. Poi alzava lo sguardo al cielo e lo contemplava mentre da celeste chiaro diventava blu scuro…
In missione GIOCO DEI TAPPI 1-2 primaria Così dette inizio al suo viaggio. Non sapendo cosa lo aspettasse, iniziò con piccoli passi: uno dopo l’altro… uno dopo l’altro… GIOCO DEL CAMERIERE 3-4 primaria Chi avrebbe immaginato un viaggio così lungo e pericoloso? Dopo aver attraversato fiumi e monti, Angiolino, affamato e stremato, incontrò brave persone che vollero unirsi a lui. Lo ospitarono, gli offrirono del cibo e insieme proseguirono il viaggio. Riuscire ad attraversare la palude senza far cadere i viveri non fu cosa semplice… GIOCO DELLA PALLA IN FRONTE 5 primaria-1 secondaria Proseguendo il viaggio Angiolino vide luoghi sconosciuti e incontrò nuovi compagni che lo seguirono nell’impresa. Giunto in un labirinto
Camminando con fede 3/2010
28
di vetri e specchi, vide una sfera di cristallo: “la sfera della conoscenza”. Portarla con sé avrebbe arricchito il suo sapere! ma come era opaca! Angiolino e i suoi compagni capirono che solo l’unione di 2 menti pensanti e 2 cuori pulsanti, avrebbero acceso la luce della sfera. Si misero a coppie e provarono a trasportarla… GIOCO BANDIERINA-SPAZZOLA 2-3 secondaria Ormai il gruppo di avventurieri desiderosi di conoscere nuovi orizzonti era molto numeroso. Se ne aggiunsero altri e altri ancora. Per l’ultima prova occorreva infatti l’aiuto di tutti: prendere la “bandierina dell’amicizia” Solo collaborando ci sarebbero riusciti. L’unione fa la forza… CONCLUSIONE Il superamento delle difficoltà aveva trasformato Angiolino e i compagni di viaggio in veri amici. Finalmente Angiolino raggiunse la meta. Era arrivato al mare, un’immensa distesa d’acqua che non aveva mai visto. Si sedette e, in compagnia dei nuovi amici, contemplò il sole che si tuffava nel mare. Ecco un nuovo, meraviglioso orizzonte. Se fosse rimasto all’interno delle mura non l’avrebbe visto. La forza di volontà, la conoscenza, l’unione e l’amicizia, valori che Angiolino aveva scoperto nel suo viaggio, sono la chiave per raggiungere nuovi orizzonti. E c’è sempre un orizzonte nuovo da scoprire…
Se volete allora potete
di Marìa Elena Makrigianis
utti gli anni è abitudine, in vicinanza del Natale, che le sorelle della Casa del Nino Santa Marta che appartiene alla Congregazione delle Suore di Santa Marta, ci inviti ad un raduno per ringraziare e condividere la gioia del Natale insieme alle autorità di FUNI (associazione per il futuro del bambino) e al reparto di pediatria dell’ospedale italiano di Buenos Aires. È un momento dell’anno molto atteso che ci permette di commentare gli obbiettivi raggiunti nel corso dell’anno e di gioire dello spirito di lavoro e di gioia con cui le Suore portano avanti il compito di dare educazione e salute, promuovendo con ciò un enorme sviluppo sociale in questa zona che necessita di tanti interventi. Vicino all’Hogar funziona il Centro di Salute “Mons. Tommaso Reggio” con più di 13.000 cartelle cliniche aperte perché si dà attenzione ai bambini come a tutto il gruppo familiare. A ciò partecipano i medici e coloro che hanno ottenuto una borsa di studio del dipartimento di pediatria dell’ospedale italiano, coordinati dal professore Oscar Garcia. L’attività del centro di salute è complessa e l’organizzazione richiede un grandissimo sforzo. La preparazione dei professionisti e la continua supervisione di suor Nora attestano che tutto funziona per il meglio. Si respira un clima di armonia, anche questo rende positivo il lavoro. L’essenza della nostra missione condensa la filosofia del
dottor Carlos Giannantonio il quale considerava che il pediatra deve avere una formazione integrale, che comprenda lo scientifico, lo psicologico, l’antropologico-sociale e le capacità di relazione. È nostra missione lavorare anche all’interno della famiglia perché considerata cellula fondamentale della società. Dal 2008 è iniziato un progetto, elaborato dalle Suore che lavorano in questo Centro, nato dalla esigenza di dare un futuro sicuro ai piccoli che curano. Con l’aiuto e il contributo dell’associazione FUNI, dal 2009 si è realizzato questo progetto creando delle borse di studio FUNI. Si incominciò a dare otto borse di studio ai ragazzi in difficoltà, offrendo del denaro mensile amministrato dalle Suore. Dal 2010 è desiderio raggiungere altri ragazzi con 48 borse di studio. Il Piano di borse di studio di FUNI permetteranno a tanti bambini di realizzare i propri sogni in una zona dell’Argentina così povera come è Derqui. Questo progetto realizzato con le Suore di Santa Marta aiuta i giovani a integrarsi nella società con il lavoro e l’educazione, allo stesso tempo saranno fermento per la costruzione di famiglie sane e ben integrate.
29 Camminando con fede 3/2010
T
coordinatrice del FUNI - Derqui
In missione
Cevo e... sempre più di Suor Rosalba Bernareggi
U
no zaino in spalla, un bastone da viandante e… il desiderio di “andare” possono portare lontano. Ragazzi della Scuola Santa Gemma di Milano, animatori dell’Oratorio San Luigi della Bovisa, suore entusiaste e… un instancabile prete, Don Giacomo, sono partiti insieme per una
Camminando con fede 3/2010
30
meravigliosa avventura a Cevo, in Valsaviore. Sì, siamo partiti… per una vacanza di divertimento, condivisione, fraternità; tempo prezioso che ha alimentato la nostra vita: pregare insieme, giocare sotto secolari pini, mangiare alla stessa mensa, aiutarsi nelle corvè e poi… “faticare” su salite impervie per spingersi sui pendii dell’Adamello fino al Rifugio Prudenzini, alla Malga Corti… ma soprattutto per raggiungere mete rigeneranti per lo spirito. Abbiamo compiuto così simbolicamente il pellegrinaggio verso “Santiago di Compostela”, scandito da tappe significative: l’inizio della mattinata con la riflessione sulla Parola
in là!!! che coinvolge tutti noi: ragazzi, animatori ed educatori. Vogliamo continuare questo cammino… e insieme al Signore spingerci per i suoi sentieri affascinanti e imprevedibili, fermarci a dissetarci alle sue fontane, sfamarci alla sua mensa, per realizzare il desiderio di una vita vissuta in pienezza: noi con gli altri nel progetto di Dio.
31 Camminando con fede 3/2010
di Dio, l’ora delle Stelle prima di coricarsi… il giorno del Sacramento della Riconciliazione. E… come non portarsi dentro quelle celebrazioni della Messa nella nostra cappella o nello scenario stupendo delle cattedrali della natura tra pini e abeti che sembrano sorreggere la volta del cielo! Dobbiamo ringraziare veramente il Signore che ci ha dato la sua parola spezzata e il suo pane eucaristico ogni giorno, attraverso il dono del nostro prete in mezzo a noi. Da qui vogliamo ripartire… da questo campo esperienziale a Cevo per andare “sempre più in là”, verso un “Oltre”
In missione
La chiamata di Gesù Pietà, fede, cultura e arte nella Betania di Valparaiso
“Tu mi
L’
Camminando con fede 3/2010
32
ultima tappa del sentiero apostolico percorsa in terra cilena dalle nostre messaggere, Suor Andreina Macalli e Suor Renata Vivenzi, è stata in Valparaíso, porto principale della nazione che accolse amorevolmente i primi gruppi missionari delle Suore di Santa Marta, invitate dai Vescovi per evangelizzare nelle loro diocesi. La Reliquia del Beato Tommaso Reggio è stata venerata nelle 12 Betanie di questa lunga e stretta fascia di terra benedetta dal Signore, in quest’anno delle celebrazioni del Bicentenario della sua liberazione nazionale. Nell’osservare con gli occhi del cuore il pavimento del grande e accogliente cortile che dà accesso alla bellissima e storica Cappella, vediamo impresse le orme delle prime pioniere: Madre Ignazia Ongaro, Madre Ermelinda Rollero e delle prime missionarie, dove furono ospitate nelle prime notti, accolte
amorevolmente dalle Suore Adoratrici. Dopo 14 anni tutta la grande opera apostolica-educativa passò alla Congregazione delle Suore di S. Marta. Ricordi vivi e storici che fanno rabbrividire e cadere in ginocchio per ringraziare il Beato Tommaso Reggio che presentò al Padre, come avvocato e Protettore: Il Progetto Apostolico per le sue figlie di Santa Marta. La celebrazione realizzata in Valparaíso il 20 agosto in omaggio al Beato Tommaso Reggio si svolse in due momenti storico-religiosi, emotivi e artistici. Al Mattino: la Cantata. Nel pomeriggio: La consegna del Premio Beato Tommaso Reggio agli alunni dei nostri undici collegi cileni. La presenza della Delegata, Madre Alejandra, del suo Consiglio e delle due messaggere italiane, Suor Andreina e Suor Renata, crearono il clima che meritava l’evento.
a Tommaso:
dal Chile Valparaiso
appartieni, seguimi” mio stare qui è quella di alimentare l’anima mia di Te, Gesù, prima di cominciare a vivere. Gesù… vieni nella mia barca… Dimmi verso dove io debba navigare per giungere al porto”. Dobbiamo essere fedeli: Guardiamo il Cristo! Il suo esempio ci guiderà! Egli ci ha chiamati “amici” per amare e servire e non per essere serviti. Dobbiamo essere come Lui! Altri aspetti della sua vita sono stati religiosamente rappresentati; la sua nascita, la Fondazione della Congregazione, il viaggio a Triora, ecc… L’ultimo di essi che coronò l’Opera della sua esistenza terrena, rappresentata in modo reale e commovente fu: La sua Morte… Solo Dio mi basta. Ancora Josip Pavez, dapprima seduto in una poltrona accompagnato da un sacerdote, una infermiera e da alcuni piccoli che piangevano ai suoi piedi; poi fu deposto in un lettino umile ove cantò il riassunto della sua vita: Solo Dio me Basta!
33 Camminando con fede 3/2010
LA CANTATA La composizione musicale abilmente intrecciata con gli aspetti più importanti della vita del Beato, consideriamo che fu una meravigliosa Opera d’Arte. Non mancarono momenti di silenzio per la riflessione personale e comunitaria motivati da pensieri santi del Beato, mentre scendeva il sipario. Un velo di mistero invadeva l’ambiente e le anime di tutti i presenti. Una Luce che conduce a Te… Gesù: Questo fu il primo tema presentato. Nella penombra del teatro apparve nello scenario con lo sfondo del Beato, una grande lampada che venne in seguito animata dalle alunne della danza classica-religiosa. Delicata e mistica scena! Voglio essere Santo, altro tema: il giovane Josip Pavez, nell’opera personaggio del Beato Tommaso Reggio, cantò il testo accompagnato da una melodía classico-religiosa che emozionò il pubblico! Amare e servire: Josip Pavez, imitando il Beato Tommaso Reggio, con gesti samaritani, circondato da bambini, giovani e adulti poveri, cantò il tema: Amare e Servire. “Lo farò con tutta la mia anima, Gesù! Come Tu donasti la vita per l’umanità, offrirò tutto me stesso affinchè nella mia stanchezza, altri riposino nel tuo Cuore!” Vieni nella mia barca… Gesù! “La notte ha lasciato cadere le sue reti sopra gli uomini. La Luna da lassù non comprende. La causa del
In missione
Camminando con fede 3/2010
34
IL PREMIO BEATO TOMMASO REGGIO Nel pomeriggio si svolse la seconda parte del Programma: la Consegna del Premio Beato Tommaso Reggio agli alunni dei nostri collegi, meritevoli della premiazione. Una cinquantina di Suore, docenti, alunni e loro genitori pervenuti dalle varie città del Cile, hanno partecipato alla cerimonia. La Reliquia del Beato dal suo magnifico tronetto richiamava alla pietà comunitaria. La cerimonia ebbe inizio alle ore 15 con la partecipazione del coro di Valparaíso che, dopo il saluto cordiale del suo Direttore, ha intonato gli inni nazionali: cileno e italiano. In seguito, la superiora della comunità, Suor Marcella Rodriguez si rivolse al pubblico per salutare, motivare e porgere felicitazioni agli alunni e ai loro genitori per l’impegno, la costanza e la fede nel raggiungere la meta da molti desiderata, ma non da tutti raggiunta. Seguendo la data di fondazione, furono invitati, alunni e alunne sul palco accompagnati dalla loro Superiora e Preside per ricevere il magnifico e simbolico diploma, consegnato da Suor Andreina e da Suor Renata che in quel momento rappresentavano il Beato Tommaso Reggio, che premiava i suoi migliori seguaci
nella fede, nella cultura, nella bontà e nella perseveranza nel bene. Con queste virtù Egli desiderava formare i suoi giovani diocesani. Prima che il Coro intonasse l’Inno dei Collegi Santa Marta come conclusione della Cerimonia e della giornata, Suor Andreina e Suor Renata hanno ringraziato la Comunità di Valparaíso e le altre Betanie presenti, lasciando un messaggio augurale alle famiglie cilene per le feste del Bicentenario che si celebreranno in settembre, mese della Patria. L’ultimo e commovente applauso al Beato Padre Fondatore fu nel momento in cui Suor Marcella Rodríguez consegnava la Reliquia alle carissime Suor Andreina e Suor Renata dopo di avere percorso tutte le Comunità Educative di Santa Marta del Cile per ritornare al suo posto d’onore nella Casa della Delegazione di Santiago intronizzata dalle due messaggere italiane. Giornate indimenticabili che il Signore ricompenserà con le sue Grazie e doni, inviando nuovi membri alla Chiesa e alla Congregazione per evangelizzare il suo popolo in cammino.
“Gli amici di Betania” L’ a Roma
di Irene Guidi
una mamma - Querceto
va l’arrivo nella prima mattinata alla stazione Termini dove ci aspettava un bus a due piani scoperto per effettuare un bel giro turistico della città eterna da un punto di vista decisa-
35 Camminando con fede 3/2010
8 maggio scorso un gruppo di genitori e alunni della scuola di Santa Marta di Sesto Fiorentino, si è recato con la preziosa guida di Suor Marta e di Suor Maria a Roma, per trascorrere una giornata piacevole e raccogliersi in preghiera nella Casa generalizia delle Suore di Santa Marta. Il programma, con la partenza all’alba prevede-
In missione
Camminando con fede 3/2010
36
mente insolito. Il tempo atmosferico non era stato dei migliori nei giorni precedenti, ma come siamo saliti sul bus, un timido sole ci ha salutato e ci ha accompagnato per tutto il tour. Divina Provvidenza! Abbiamo così preso posto all’aperto ognuno con il suo foulard viola, nostro segno di riconoscimento e omaggio alla città di Firenze. Durante il giro in pullman era prevista poi una sosta con discesa a San Pietro per visitare la basilica e le tombe dei Papi. La fila di turisti correva lungo tutto il colonnato di Bernini, ma noi con i nostri bambini ed esortati dalle nostre care suore, non ci siamo scoraggiati e tra una chiacchiera, un morso ad un panino e una corsa dei bambini a rincorrere i piccioni, il tempo è passato piacevolmente. L’interno della basilica, nonostante un po’ di affollamento, è sempre suggestivo e ha suscitato in noi e anche nei più piccoli forti emozioni, così come la visita alla tombe dei Papi, durante la quale anche i più piccoli volevano conoscere ogni dettaglio sulla personalità e le opere dei Pontefici. È stato spontaneo soffermarsi in un momento di raccoglimento e preghiera davanti al sepolcro di Giovanni Paolo II. A quel punto si era fatta l’ora di pranzo e abbiamo improvvisato un picnic sui gradini del colonnato. Poi alla ricerca di un caffè e siamo ripartiti con il pullman scoperto verso la zona in cui si trova la Casa generalizia a Roma. L’accoglienza delle Suore di Santa Marta nella loro Casa è stata davvero eccezionale. Prima di tutto siamo rimasti molto colpiti dalla bellezza e dalla cura del luogo. Si respirava nei corridoi luminosi un’aria di pulizia, di serenità e di pace davvero ristoratrice. In una bella sala ci avevano preparato una ricchissima merenda con ogni sorta di bevande, dolci e salati. I bambini hanno potuto scorrazzare liberamente nel bel giardino, anch’esso curatis-
simo e pieno di fiori e di profumi. Poi è giunto il momento di raccoglierci in preghiera nella luminosa cappella, guidati dalla parola del Beato Tommaso Reggio ai laici: “Come Maria strumenti nelle mani di Dio”, (Ai Laici , Vol. Miscellanea, pag. 92; pagg. 114-115). Ogni famiglia ha riflettuto, meditato, rivisitato il proprio vivere mettendolo accanto a Maria nostra Madre, ha ricevuto in dono una corona del Rosario con l’immagine del beato Tommaso Reggio. Madre Lilian ha accompagnato con il suono i nostri canti, concludendo così la gioia di questo incontro. Dopo la preghiera ci siamo recati nella stanza che raccoglie le reliquie e gli scritti del Beato Tommaso Reggio. Madre Antonia ci ha illustrato come Tommaso Reggio ha dato veramente tutto se stesso per Dio… è stata una visita davvero interessante e suggestiva. Dopo giochi e merenda, abbiamo salutato le Suore che ci hanno così premurosamente ospitato, ringraziandole calorosamente, in particolare per tutto il tempo che sono state con noi. Ci siamo poi diretti verso la più vicina fermata del pullman turistico e qualcuno ha preferito fare una passeggiata per le vie del centro, altri hanno ripreso il bus verso la stazione. Ma tutti hanno riportato a casa, quella sera, uno splendido ricordo che terranno nel loro cuore, insieme alle preghiere a Maria e alla bellezza di Roma, vista con occhi nuovi. Parola di romana…
Borsa di studio
Tommaso Reggio
Alunni delle Scuole di S. Marta che hanno ricevuto il premio TOMMASO REGGIO Decimo Anniversario della sua Beatificazione anno 2000 - 2010.
GIORGIA BUSI - TOMMASO RATTO Sc. Primaria NICCOLÃ’ BAMBINA Sc. Secondaria
Bovisa ALESSANDRO NEVOLA - BEATRICE LENTO Sc. Primaria PIETRO SCANNAVINO - DANIELE RICCIO Sc. Secondaria
Firenze BACATI ELENA - NARDI MATTEO Sc. Primaria TALINI GIOVANNI - CIONI GIULIA Sc. Secondaria
Ventimiglia BERRO ARTION - SGRO ANTONINO Sc. Primaria
Vighizzolo COLOMBO RITA - TAGLIABUE LUCA Sc. Primaria NOVATI AURORA - CAMPANIELLO GIULIA Sc. Secondaria
Roggiano TISBO SARA - GUIDETTI FRANCESCA Liceo DELLA MADDALENA MARTINA - VESCO GIORGIA Sc. Secondaria PIERALBERTO COLOMBO Sc. Primaria
37 Camminando con fede 3/2010
Chiavari
In missione le Suore della Comunità
“Barbara” il Carnevale dei bimbi libanesi Sehaile
Q
Camminando con fede 3/2010
38
ui in Libano il Carnevale si festeggia il 4 dicembre, nel giorno del ricordo di Santa Barbara. I bambini mascherati suonano alla porta di casa dei vicini e degli amici e cantano una filastrocca che richiama la storia di Santa Barbara, ricevendo in cambio una monetina e dei dolcetti. Quest’anno le Suore della Comunità di Sehaile, con il valido aiuto di amici e parenti, hanno organizzato un ritrovo con un bellissimo programma per i bambini della zona. Domenica 5 dicembre, giornata piena di sole, alle ore 16 i partecipanti sono stati accolti con musica e canti, nel salone festosamente addobbato e “immatricolati” per facilitarne il riconoscimento nella consegna dei premi. I bambini divisi in gruppi omogenei per età, sono stati poi impegnati in varie attività manuali: colorazione, preparazione delle mascherine, collage con vari materiali. I quattro lavori più belli di ogni categoria sono stati premiati da un’“imparziale” Giuria composta dalle Suore della Comunità di Jal el Dib e da due signore. I bimbi sono stati poi intrattenuti con il racconto interattivo della vita di Santa Barbara che la
tradizione vuole uccisa dal padre perchè cristiana e disobbediente alla sua volontà che la voleva sposata. Per sfuggire all’ira del genitore Barbara fuggì di casa travestita. È per questo che si commemora la sua festa mascherandosi. È seguita poi la sfilata delle maschere durante la quale i bimbi sono stati invitati a presentarsi alla Giuria, anche facendo dei mimi che illustravano il loro travestimento, tra gli applausi dei genitori e parenti. Superato l’imbarazzo della scelta, la Giuria si è pronunciata e ha consegnato nove premi, tre per ogni gruppo di età. La festa, che ha visto presenti una sessantina di bambini, si è conclusa donando a tutti l’immagine di Santa Barbara, un ricco sacchetto di dolci gentilmente offerto, come pure i premi assegnati, da generosi “ amici di famiglia”, e con la degustazione di un delizioso e caldo “Kamoh”, dolce tradizionale a base di grano e arricchito di uva passa, noci, mandorle e pistacchi. È stata davvero una bella esperienza anche perchè, soprattutto nella fase preparatoria, ha visto coinvolti genitori, parenti e amici e, come sempre, il Buon Dio che, regalandoci una calda giornata di sole, ha reso tutto più facile.
Esperienza del Paradiso ieci anni fa il nostro amato Padre Fondatore è stato elevato tra la schiera dei Beati. L’intera Congregazione tutt’ora prova un’immensa felicità per questo indimenticabile avvenimento ed eleva un inno di ringraziamento verso Dio e verso il nostro Fondatore, inno che nasce dal cuore di tutte noi. Oggi, tre settembre 2010, la Comunità di Trivandrum è particolarmente gioiosa e grata a Dio, perchè ha potuto celebrare questa ricorrenza tanto importante per tutte noi con la stessa intensità di allora. Abbiamo cercato di realizzare nel miglior modo possibile quello che ci ha suggerito la Madre Generale con tanto amor: tre giorni di preghiere come preparazione alla festa, la veglia di preghiera e la Messa di ringraziamento. Radunate presso il Signore unendoci spiritualmente alle consorelle sparse nelle varie parti del mondo, nel medesimo giorno e ora ci siamo sentite davvero vicine a tutte e abbiamo provato una commozione forte e una gioia grande. In quel momento abbiamo pregato per la Casa Generalizia, la culla della nostra Famiglia Religiosa, per la nostra cara Madre e le consorelle che svolgono il loro apostolato dall’est all’ovest della terra: Italia, Chile, Argentina, Brasile, Libano, Messico ed India.
Ringraziamo il Buon Dio per gli innumerevoli benefici dei quali riusciamo a godere per l’intercessione del Beato Tommaso Reggio. In quest’occasione abbiamo cercato di dedicare più tempo alla lettura degli scritti del Beato Fondatore specialmente di quella lettera che Lui ha scritto solo per le sue figlie di cui abbiamo contemplato la ricchezza e la bellezza. Durante la preghiera abbiamo chiesto una speciale grazia al Beato Tommaso Reggio per noi tutte, perchè riusciamo a mettere in pratica quello che raccomanda nei suoi scritti. Abbiamo ringraziato per il dono delle nostri Madri che hanno speso e spendono ancora la loro vita per il bene della nostra Congregazione, in modo particolare di Madre Carla che con ogni mezzo sollecita ciascuna consorella a vivere la spiritualità del nostro Padre Fondatore e a respirare l’atmosfera dei primi tempi della nostra Famiglia Religiosa. Abbiamo ricordato con gratitudine Madre Antonia che ha speso la sua vita per il bene di ogni consorella e anche le altre Madri che le hanno precedute, in quel momento non erano lontane dai nostri cuori. Con profonda gratitudine.
la Comunità
Trivandrum
39 Camminando con fede 3/2010
D
Pagine aperte un insegnante
Decimo anniversario della Beatificazione del Vescovo Tommaso Reggio
Scuola Primaria Genova
D
Camminando con fede 3/2010
40
omenica 21 novembre 2010, in un clima famigliare di accoglienza e amicizia ci siamo riuniti intorno alle suore per festeggiare insieme il decimo anniversario della Beatificazione del Vescovo Tommaso Reggio, le cui spoglie mortali riposano nella cappella dell’Istituto di Genova. Personalmente è stata un’esperienza arricchente e formativa. Ho potuto ritrovare tante suore con le quali ho passato, in questi dieci anni, momenti indimenticabili. Con alcune ho mantenuto contatti perché è nata un’amicizia legata all’affetto e alla stima reciproca; per altre è stata una gradita sorpresa riverderle. Ritrovarci a Genova, nella casa dove abbiamo condiviso gioie e fatiche è stato emozionante… un saluto a una, un abbraccio ad un’altra e poi gli inevitabili fiumi di ricordi. Altrettanto bello è stato trascorrere un po’ di tempo con le suore della Comunità di Genova., tutte prese dai preparativi perché l’accoglienza non trascurasse nessun dettaglio. Ogni giorno ci vediamo ma ognuno è preso dalle proprie mansioni e impegnato nei propri settori, ci si limita ad un saluto e un breve scambio di parole. In questa occasione inve-
ce, se pur affaccendati per la buona riuscita della giornata, abbiamo avuto il tempo di stare un po’ insieme con gioia e soprattutto di pregare un po’ insieme. Altro motivo di riflessione personale è stata la cordialità e la riconoscenza delle persone, che non finivano di ringraziare. Molto spesso diamo tutto per scontato e invece un “grazie” rende meno pesanti le fatiche e può cambiare radicalmente ogni situazione. Al mio rientro a casa ero stanco, ma contento di aver fatto questa bella esperienza di condivisione e di festa, che ripeterei volentieri. Genova, 21 novembre 2010
Genova
di Noemi Lunati Genova
21 novembre 2010 l tempo, sempre piovigginoso, oggi partecipa alla commemorazione del 10° anniversario della Beatificazione del nostro Tommaso Reggio, concedendoci una tregua. Anche mio marito, che ha seri problemi di salute, ha deciso di accompagnarmi alla Santa Messa, che si terrà nella Chiesa dell’ Istituto Santa Marta, ed io sento in cuore una particolare gioia! Arriviamo che in chiesa ormai non ci sono più posti a sedere. Sr Alojsia e Sr Elena, che conoscono i problemi di salute di mio marito, ci accompagnano nella cantoria, dove c’è ancora posto e si gode la veduta di una chiesa gremita.
Un paio di mamme che fanno parte del Gruppo di Betania, mi tirano per il cappotto. Non posso fare a meno di abbracciarle e baciarle. Sento che condividono la mia gioia. La S. Messa, cuore della giornata, è una preghiera esultante, accompagnata da un ottimo coro. Dopo la funzione è bello andare a rendere grazie sulla tomba del Beato Fondatore. Sono assorta in preghiera, quando Suor Rita mi chiede di voltarmi per vedere chi c’è: è Sr Alessandra Fabbrucci, la fondatrice del nostro Gruppo di Betania. Ci abbracciamo con gioia, poi preghiamo in silenzio. Io chiedo al Beato il dono delle vocazioni per la Congregazione delle Suore di Santa Marta. Osservo la statua sulla tomba del Beato e sembra mi sorrida.
41 Camminando con fede 3/2010
I
Pagine aperte
Che Dio vi benedica oggi e sempre V
Camminando con fede 3/2010
42
i saluto nel nome del Signore Gesù per comunicare a voi il mio profondo ringraziamento, per le vostre suppliche e preghiere, che avete innalzato per intercessione del vostro santo patrono. L’incrollabile fede delle suore di Santa Marta e di tutta la comunità educativa della scuola Santa Marta di Coquimbo, hanno reso possibile il mio sorprendente ricupero, dopo essere stato in fin di vita. Una sera, finito il mio lavoro, ho preso la macchina per tornare a casa e mentre guidavo per la ruta 5, autostrada che mi portava dalla Serena a Coquimbo, ho perso conoscenza, in questo stato ho attraversato strade, semafori, ho incontrato altre macchine, chissà quante persone miracolosamente non ho investito. Dopo un po’ di metri sono andato a sbattere frontalmente contro una palma. E sono rimasto vivo. Soltanto Dio sa perché! La mia figlia, maestra nella vostra pregiata scuola, con molta fede, ha comunicato alla preside di questa disgrazia che stava vivendo, non soltanto lei, ma anche i miei altri due figli, la mia sposa, mia madre, i miei nipoti e tutta la mia famiglia. Di fronte a questa tragedia, mia figlia chiese preghiere e dalla scuola, con tanto fervore, si sono alzate incessanti suppliche per i momenti così critici che ho dovuto vivere. Sono stato tre giorni in condizioni gravi nelle Unità di Cure Intensive (UCI) del l’ospedale traumatologico dei carabinieri a Santiago; 26 giorni ricoverato a novembre dell’anno scorso, impedito di viaggiare. Poi ho dovuto ancora ricoverarmi 16 giorni, per il mio precario stato di salute e per i quattro interventi chirurgici subiti, ma pian piano mi sono ripreso. In tutti questi momenti, dolorosi e difficili, ho sentito la presenza di Gesù, fin dal primo minuto,
nei diversi interventi subiti, quando ero in sala operatoria, sempre mi sono sentito accompagnato da una grande pace interiore e dalla certezza che c’era “qualcuno” che intercedeva per me, davanti a Dio Padre. Non esiste altra spiegazione. Le mie sofferenze, con il passare dei giorni, diminuivano sempre di più. Ho meditato tanto, e credo che solo per miracolo, per grazia di Dio, sono ancora in vita e con tanti nuovi progetti per il futuro. Le preghiere delle suore e di tante altre persone unite alla loro comunità educativa, sono state, senza dubbio, le vie per intercedere per me davanti a Dio, mediante il Beato Fondatore delle suore di Santa Marta. Quella domenica mattina, dopo la Santa Messa, celebrata nella cappella della vostra scuola, appoggiato sulle mie stampelle, decisi di andare personalmente a ringraziarvi. Il fatto di essere lì, nella casa del mio Signore era un’opportunità per poter esprimere i miei sentimenti di riconoscenza. Quando vi ho incontrate e vi ho guardato negli occhi, non ebbi più dubbi, voi siete state le interceditrici, mediante la preghiera, la fede, la speranza, la gioia e la bontà, davanti a Dio Padre, alla sua eterna misericordia verso questo suo umile servo. Da casa mia, v’invio grandi benedizioni, vi auguro un buon esito nella vostra difficile missione educativa e vi saluto con grande ammirazione, per la vostra vocazione di servizio e d’amore, soprattutto verso quelle persone che hanno più bisogno. Che Dio vi benedica oggi e sempre.
di Douglas Henrìquez Olivares
Coquimbo - Chile
Scampanio festoso ella splendida cornice del paesaggio di Gussago, domenica 29 Agosto, si sono svolti i festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario di professione religiosa di Suor Francesca Peroni: un traguardo importante e pieno di significati… Suor Francesca ha voluto condividere le emozioni di questa importante ricorrenza con tutte le persone a lei più care. Potevamo mancare noi maestre?… Conosco Suor Francesca dal 2005, anno in cui è cominciato il nostro sodalizio lavorativo,
Viciomaggio
ma soprattutto un cammino quotidiano fatto di impegno, obiettivi e traguardi condivisi. Così io e Sara, mia collega, dopo un lungo viaggio in treno in un assolato sabato di agosto, abbiamo raggiunto la località bresciana di Gussago… Tante le immagini indelebili e piacevoli che rivivono nei ricordi, tante le emozioni vissute durante quei giorni trascorsi a Brescia… Negli occhi ancora le immagini del suggestivo paese natale di Suor Francesca: il verde delle dolci colline che contrastava l’azzurro del
43 Camminando con fede 3/2010
N
di Patrizia Renzoni
Pagine aperte
Camminando con fede 3/2010
44
cielo terso, i vigneti degradanti, la maestosità del castello, il santuario della Madonna della Stella che spiccava imponente nel sericeo paesaggio collinare. Negli occhi ancora l’immagine della maestosa chiesa di S. Maria Assunta di Gussago… tutto sembrava parlare di festa in quel mattino di domenica di fine agosto: i parrocchiani che affollavano la piazza, il calore dei parenti più prossimi che si stringevano attorno a Suor Francesca, lo scampanio festoso delle campane… Negli occhi ancora l’immagine di un’atmosfera emozionata ed emozionante durante la cerimonia religiosa: emozione e commozione che è sfociata inarrestabile quando è stata ricordata suor Rosa, sorella di Suor Francesca, con la quale ha condiviso la vocazione religiosa, scomparsa per una malattia nel 1997. Il
ricordo di Suor Rosa scalda ancora il cuore di tutti i compaesani, per l’abnegazione e l’amore con i quali ha obbedito, nel corso degli anni, al messaggio evangelico di Santa Marta. Negli occhi ancora l’immagine di una convivialità calda e complice attorno ad una tavola riccamente imbandita nello scenario fiabesco delle colline bresciane. Negli occhi ma soprattutto nel cuore il pensiero del cammino percorso da Suor Francesca e da tutte le Suore di Santa Marta: silenziose testimonianze di un messaggio di semplicità e abnegazione quotidiani… Vorrei concludere riportando la significativa frase di Tommaso Reggio che ha rappresentato al meglio il clima di questa importante giornata: “…Chiamate, volerete dove necessità urge, mai dimenticando di sorridere…”
Una domenica di gioia!
di Daniele M.
22 agosto 2010
elebrazione del 50° di professione Religiosa fra le Suore di Santa Marta. Una domenica di gioia attraverso le parole e la testimonianza di Daniele, il nipote di suor Lucia! Suor Lucia Bartolomeoni celebra il suo 50° anno di Professione Religiosa tra le suore di Santa Marta. Ci troviamo a Sant’Andrea in Caprile, Lucca, città natale di suor Lucia: la magnifica giornata è impreziosita dalla gioia e dal calore di tutti i parenti e cari amici che si sono riuniti per festeggiare suor Lucia, una persona eccezionale che, con la sua infinita dolcezza e devozione, riesce a mantenere saldo lo spirito d’amore in famiglia.
L’introduzione alla Santa Messa emoziona tutti; con le sue parole ripercorre i suoi 50 anni di consacrazione, facendo memoria del meraviglioso operato del Signore, della fedeltà, del Suo amore, delle persone che la Divina Provvidenza le ha posto accanto. Conclude con le parole del Fondatore della Congregazione, il Beato Tommaso Reggio: “È troppo felice chi serve il Signore”. L’immenso amore nel Signore e l’incondizionata fede, infatti, fungono d’ausilio e da filo conduttore per tutta la Santa Messa, come si può notare dalle letture tratte dal libro del profeta Isaia (66,18b-21) e dalla lettera agli Ebrei (12,5-7.11-13). La splendida voce del coro accompagna la Messa, a conclusione della quale il parroco, a nome di tutta la Parrocchia di Sant’Andrea, dona a suor Lucia una icona della Madonna col Bambino. La giornata prosegue in festa con un meraviglioso pranzo tra parenti e amici.
45 Camminando con fede 3/2010
C
Pagine aperte di Don Giuliano Boniotti
Eccesso d’amore
Brione - Brescia
I
Camminando con fede 3/2010
46
l 15 agosto 2010 nella chiesa parrocchiale di S. Zenone a Brione, Brescia, due sorelle gemelle hanno festeggiato il loro 50° anniversario di consacrazione religiosa nell’Istituto delle Suore di Santa Marta. Le religiose sono nate a Brione, all’ombra del campanile, infatti la loro casa natale è vicinissima alla chiesa, anzi una volta era la casa del Parroco. Suor Maria e Suor Domenica, accompagnate dai parenti, hanno fatto solenne ingresso nella Chiesa, sostando davanti al Battistero, per ricordare la loro prima consacrazione a Dio nel Battesimo e ringraziare il Signore per il dono della vocazione religiosa. La terra di Brione ha dato diverse vocazioni all’Istituto di Santa Marta, fondato dal Beato Tommaso Reggio. All’offertorio le “Suore gemelle” hanno portato all’altare due lampade accese e hanno rinnovato con profonda commozione la Professione Religiosa, promettendo di continuare a credere all’Amore del Cristo. Il sacerdote celebrante ha ricordato che tutti i cristiani sono chiamati a riconoscere Cristo luce della nostra vita. Tutti chiamati a rispondere con una vita che si fa dono, offerta di sé, come hanno realizzato le due sorelle in 50 anni di vita consacrata. Più accogliamo Cristo in noi più lo conoscia-
mo, e più ci scopriamo portatori di qualche dono particolare che ci permette di rendere presente nella vita della Chiesa e del mondo, una delle qualità di Cristo. La vita di consacrazione è una risposta d’amore. La religiosa scopre di essere amata da Lui e rispondere con l’amore, all’Amore che chiama. «Noi abbiamo conosciuto l’Amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto» (1Gv. 4,16). È nell’amore che nasce la sequela di Cristo. La vita religiosa è nata «per un eccesso d’amore» (Eusebio di Cesarea). Io e la comunità parrocchiale ringraziamo il Signore per voi e con gioia grande facciamo festa con voi. E vogliamo ricordare i vostri genitori che vi hanno trasmesso la fede cristiana, e tutti quelli che vi hanno aiutato a crescere nella vocazione e vi hanno accompagnato sulle tracce di Gesù.
Far felici gli altri ue uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d’ospedale. A uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul letto per un’ora ogni pomeriggio, per aiutare il drenaggio dei fluidi dal suo corpo. Il suo letto era vicino all’unica finestra della stanza. L’altro uomo doveva restare sempre sdraiato. Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore. Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto. Ogni pomeriggio l’uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori dalla finestra. L’uomo nell’altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e i colori del mondo esterno. La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto. Le anatre e i cigni giocavano nell’acqua mentre i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo. Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c’era una bella vista della città in lontananza. Mentre l’uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l’uomo dall’altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena. In un caldo pomeriggio l’uomo della finestra descrisse una parata che stava passando. Sebbene l’altro uomo non potesse sentire la
banda, poteva vederla. Con gli occhi della sua mente così come l’uomo alla finestra gliela descriveva. Passarono i giorni e le settimane. Un mattino l’infermiera del turno di giorno portò loro l’acqua per lavarsi e trovò il corpo senza vita dell’uomo vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno. L’infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo. Non appena gli sembrò appropriato, l’altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra. L’infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo. Lentamente, dolorosamente, l’uomo si sollevò su un gomito per vedere per la prima volta il mondo esterno. Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra vicina al letto. Essa si affacciava su un muro bianco. L’uomo chiese all’infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico morto a descrivere delle cose così meravigliose al di fuori di quella finestra. L’infermiera rispose che l’uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro. “Forse, voleva farle coraggio” disse. Vi è un’immensa felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione. Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata. Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare. Oggi è un dono, è per questo motivo che si chiama presente. Ciao.
47 Camminando con fede 3/2010 2/2010
D
Con l’affetto della memoria
Roma, 19 luglio 2010 Carissime, nel pomeriggio di oggi, dall’Ospedale Careggi di Firenze, è salita al cielo per incontrare il suo Sposo celeste Suor Elisabetta Di Bucci
Camminando con fede 2/2010
48
nata a Rivisondoli (L’Aquila) il 21 aprile 1935, entrata in Comunità il 4 ottobre 1962, professa dal 29 giugno 1965. Se n’è andata in punta di piedi senza far rumore, così come aveva condotto la sua esistenza, cercando di essere una presenza umile e discreta là dove l’obbedienza la chiamava. Da tempo la sua salute era divenuta precaria e piano piano le sono venute meno le forze e la capacità di continuare il suo servizio che ha sempre svolto con generosità e disponibilità cercando di dare il meglio di sé alla comunità, soprattutto nelle case nelle quali ha saputo essere attenta educatrice assistendo i piccoli nella Scuola dell’Infanzia a Cassinanova, al Villaggio
S. Giuseppe, a Crescenzago, a Bovisasca… o dove ha avuto occasione di manifestare la sua accoglienza agli ospiti nei pensionati di Caprona e di Castelgandolfo. Anche a San Remo e ultimamente a Genova Istituto, nonostante il venir meno delle sue forze, ha cercato di aiutare la comunità attendendo al guardaroba. Quando la sofferenza l’ha visitata lei ha saputo portare la croce offrendo per la Famiglia Religiosa che condivideva ogni sua pena. Affidiamola al buon Dio che sicuramente l’ha accolta nel regno dei miti e pensiamola accanto ai suoi genitori e alle tante consorelle che con lei intercedono per noi presso il Padre. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO
Roma, 25 luglio 2010 Carissime, dalla Casa della Delegazione in Santiago (Cile) ci comunicano che all’alba di stamane ci ha lasciato improvvisamente, per andare nel beato paradiso Suor Lucia Margheri nata a Scarperia (Firenze) il 15 dicembre 1925, entrata in Comunità l’11 febbraio 1948, professa dal 18 dicembre 1950. Suor Lucia aveva chiesto di recarsi in missione dopo pochi anni di vita religiosa: nel 1952 era partita per il Cile ove rimase per ben 34 anni durante i quali rispose con grande generosità e zelo alle molteplici necessità che via via si presentavano ricoprendo le più
diverse mansioni: insegnante, catechista, infermiera e… responsabile in varie comunità. Dal Cile, nel 1986, fu trasferita nella nuova opera del Brasile ove ha trascorso gli altri 24 anni della sua vita e dove ha lasciato il suo cuore missionario. Da poco era a Santiago in Cile per rimettersi in forma e per fare gli Esercizi Spirituali e il giorno prima di morire aveva partecipato all’incontro di spiritualità ascoltando con attenzione e passione le notizie sulla vita del Fondatore. Si era anche commossa più volte esprimendo tutta la sua gioia e la sua gratitudine. Ha lasciato in tutte noi un vuoto grande: il Brasile sente che manca nella sua terra il calore appassionato e mite di un’apostola che, nel silenzio di una dedizione e di una operosità luminosa e feconda, aveva suscitato nel cuore delle “prime” giovani brasiliane il desiderio di essere Suore di S. Marta come lei. Senza saperlo era un’esperta di cuori e dove arrivava la sua presenza carica di zelo, fioriva il bene per la Congregazione, per la Vita Religiosa, per tutti coloro che, poveri e talvolta ai limiti della miseria, ritrovavano in lei la speranza con la possibilità di “guarire” e di sorridere alla vita.
Madre carissima, desidero partecipare al dolore della famiglia di Santa Marta per la morte di Suor Lucia Margheri avvenuta improvvisamente la notta scorsa a Santiago del Cile. Sono P. Gianni Giomo del Pime che ho ricevuto in Brasile Suor Lucia, con le prime Suore di Santa Marta. Ho un ricordo bellissimo del suo entusiasmo missionario, di come s’è buttata dentro al nuovo lavoro; il primo impegno è stato all’ospedale “Cristo Rei”, dopo, quando io stavo per lasciare Ibiporã, c’è stata la costruzione della scuola “Santa Marta”, fino a quando ha avuto il coraggio di aprire un’altra frontiera per la Congregazione in questo immenso paese nell’asilo di Bonito - Mato Grosso del Sud. Più tardi l’ho vista tante volte soffrendo serena quando ha dovuto lasciare la prima linea di lavoro e fecondare tutte le opere con il sacrificio provocatole dal brutto
incidente stradale sofferto in un viaggio per Curitiba. Viveva in costante preghiera sempre più affezionata al suo Brasile. Il Signore l’ha chiamata a sé dal Cile, la terra della sua prima missione, durante il ritiro della comunità così potrà ricevere il saluto di molte sorelle. Io avrò la grazia di pregare per lei in Ibiporà, dove Suor Lucia ha lasciato per lo meno metà del suo cuore. Senz’altro parteciperò alla Messa di suffragio in sua memoria. Ora, sono sicuro di avere in Cielo una sorella e un’amica in più, assieme a tanti che ilSignore ha distribuito lungo la mia vita. Aspetto il giorno di poterla riabbracciare, così come spero di giungere a battere alla porta di lassù, con qualche frutto da portare anch’io, o ceste di dolore e grappoli d’amore, come Suor Lucia deve averli presentati con gioia al suo Signore e Sposo Gesù. Mi ricorderò di pregare per la sua mammina ultracentenaria, che tra il ’90-94 ho visitato più volte a Calci, in Toscana quand’ero in Italia e lavoravo a Genova. Il Signore conforti e consoli, questa mamma forte e buona. Gesù diceva alla sua grande amica, Marta: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà. Credi questo?” “Si: Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo”. Con la fede di Marta e della Chiesa dcesidero per lei, Madre carissima, e per tutte le sorelle ogni pace e bene. Riceva le mie condoglianze e la mia preghiera.
P. Gianni Giomo PIME
Roma, 23 luglio 2010 Carissime, nella mattinata di stamane, dalla Casa di Infermeria in Querceto di Sesto Fiorentino, è partita per il cielo la carissima Consorella Suor Uliva Maltinti e già pensiamo che, purificata dalla sua lunga vita di offerte e di amore, sarà entrata nella beatitudine. Era nata a Migliana, frazione di Cantagallo (Firenze) il 1 maggio 1907. Entrata in Comunità il 14 ottobre 1932, aveva emesso i Santi Voti il 10 giugno 1935. Là dove ha trascorso l’ultimo periodo della sua vita ogni cosa ricorda la sua operosità infaticabile, il suo desiderio di soccorrere ogni necessità, la sua
49 Camminando con fede 2/2010
Ha consumato l’intera esistenza per “far fiorire il bene” anche nel deserto arido di situazioni disperate… Apostola senza “mezzi” per evangelizzare, ha portato il Vangelo ai poveri e ha diffuso l’amore per il Fondatore in modo talvolta sorprendente. Mentre ringraziamo Dio del dono che è stata per noi, chiediamo a Suor Lucia, che ora vive nella pienezza di luce, di aiutarci ad essere capaci, come è stata lei, di un amore forte e tenero per coloro che il Signore Gesù ci fa incontrare. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO
Con l’affetto della memoria voglia di arrivare ovunque ci fosse un bisogno senza lasciare nulla di intentato. Così sono stati vissuti gli anni a servizio della “Misericordia di Sesto F.”, dove la sua presenza è stata tanto apprezzata e amata. Spendersi senza misurarsi e cercare in ogni persona “il bene” per farlo crescere e far sentire ciascuno amato e importante è stato il suo compito nella sua vita. Il buon Dio sicuramente le ha preparato il premio e l’ha accolta tra i giusti cioè tra coloro che come lei in vita lo hanno amato riconoscendolo nelle persone che, sulla strada della loro esistenza hanno bisogno di un buon samaritano. Chiediamole di aiutarci ad essere anche noi innamorate del Signore, generose e umili come è stata lei, nella certezza che questa è la strada per raggiungere la Beatitudine Eterna. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO
Camminando con fede 3/2010
50
Il ricordo commosso della comunità di Sesto Fiorentino Al secolo il suo nome era Delia Maltinti ma, in realtà per tutti era Suor Uliva e si è spenta ieri alla “veneranda età” di 103 anni, nella Villa Tommaso Reggio a Querceto, assistita dalle consorelle della Congregazione delle Suore di Santa Marta. Sestese di nascita, originaria di Querceto, la religiosa era poi diventata un personaggio conosciuto e amato dai sestesi per il servizio svolto alla Misericordia: per oltre 50 anni, dal 1947, infatti
negli ambulatori di piazza della Chiesa si era occupata delle prestazioni infermieristiche, sempre con il sorriso e con grande dolcezza. “Esprimiamo tutta la nostra riconoscenza a Suor Uliva – dice il Governatore della Misericordia Sandro Biagiotti – per quanto ha fatto per la Confraternita con grande slancio e generosità”.
Roma, 21 settembre 2010 Carissime, nel pomeriggio di oggi, ancora una volta, il Signore della vita ha bussato alla porta di Querceto di Sesto Fiorentino per invitare nella sua Casa a partecipare al banchetto dell’amore eterno Suor Modesta Mari nata a Lastra a Signa (Firenze) 6 giugno 1918, entrata in Comunità il 17 agosto 1940, professa dall’8 settembre 1943. La visita dello Sposo è stata improvvisa, ma Suor Modesta era già pronta ad attenderlo: aveva sempre desiderato di lasciare questa terra come se la partenza fosse un semplice arrivederci. Il buon Dio l’ha esaudita… infatti, senza nessun preavviso, si è addormentata e si è risvegliata nel Regno per il quale tanto aveva lavorato e pregato. Lassù c’erano ad accoglierla le tante persone da lei curate nel corpo e nell’anima: sicuramente l’hanno circondata con mille premure, quelle che “avevano imparato” da lei quaggiù.
Suor Modesta ha lasciato sempre un grande rimpianto là dove con serenità e generosità ha svolto il suo lavoro di infermiera, in particolare negli Ospedali di San Gimignano, Luco di Mugello e di Reggio Calabria. Sapeva raggiungere anche le “ferite” dell’anima consolando con la sua attiva e prudente saggezza e con la sua bontà. Precisa e solerte nel rendersi disponibile a quanto l’obbedienza le ha chiesto; anche nella vecchiaia, nonostante la sofferenza di una graduale perdita di vista, è stata di buon esempio e ci ha lasciato il profumo di una vita silenziosa e feconda di bene. Sicuramente nell’intensità della luminosità del cielo, Suor Modesta ritroverà lo splendore della luce perché i suoi occhi possano contemplare il volto del Signore. Invochiamola perché ci aiuti a vivere serenamente anche nei giorni della prova come ha saputo fare lei. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO
È sera, una bella sera nella Casa Generalizia riunite per il Corso di Santi Esercizi e appunto dopo la giornata impregnata d’Amore Trinitario specchio di come dovrebbero essere sempre le nostre Comunità Religiose, la Reverenda Madre Generale ci fa sapere con il dolore sereno nel cuore, che nel pomeriggio gli Angeli di Dio, in poltrona ti hanno sollevato fino nell’azzurro del cielo. Cara Suor Modesta, ti abbiamo conosciuta quando a Roma, proprio in questa bellissima casa eri quasi pronta per il servizio infermieristico e noi giovanissime avevamo tanta stima perché con il tuo silenzio e mitezza nel fare, con il tuo esempio di serenità ci incoraggiavi. Grazie per la tua lunga vita in questa famiglia di Santa Marta, intercedi per noi dal radioso paradiso. Siamo attorno al tuo meritato riposo, pregando.
Tutte le Madri e le Suore
Roma, 28 ottobre 2010 Carissime, oggi dalla Casa di Infermeria in Querceto di Sesto Fiorentino è salita al cielo Suor Alessandra Manzoni nata a Paullo (Milano) il 1 agosto 1917, entrata in Comunità il 9 novembre 1940, professa dall’8 dicembre 1943. È giunta al termine della sua vita terrena carica di anni e di una intensa attività dove, con zelo ed entusiasmo, ha servito il Signore nella fedeltà al carisma di Santa Marta. Suor Alessandra si è dedicata prevalentemente alla cura degli ammalati: a Genova, presso il dispensario antitubercolare, all’ospedale di Poggibonsi e infine presso l’opera della Misericordia di Sesto Fiorentino. Non sono mancate, tuttavia, altre esperienze dove ha manifestato la sua disponibilità e le sue doti di umanità, prima nell’incarico di assistente delle ragazze agli Innocenti poi in quello di responsabile della comunità presso l’Arcivescovado di Firenze. La ricordano ancora con affetto e riconoscenza i molti che hanno
goduto delle sue amorevoli cure, in particolare la popolazione di Sesto Fiorentino dove lei ha svolto per tanti anni il suo servizio a domicilio, avendo a cuore le persone più bisognose e prive di ogni aiuto. Negli ultimi anni trascorsi nella casa di infermeria a causa degli acciacchi della vecchiaia e della malferma salute ha sofferto il distacco da quella realtà, ma sostenuta dalla carità amorevole delle consorelle ha saputo affidarsi nelle mani del Signore che, dopo averla purificata, l’ha accolta nel regno della sua beatitudine. Noi invochiamo la sua protezione perché insieme alle consorelle che ci hanno lasciato ci aiuti ad essere fedeli al DIO che “solo basta”. Aff.ma Madre CARLA ROGGERO
51 Camminando con fede 2/2010
Ricordando Suor Modesta
L’Istituto vostro non crescerà né durerà per soccorsi e aiuti umani se pur ne aveste: ma unicamente poggiato sul vostro spirito religioso e di sacrificio che vi rende degne dell’aiuto di Dio e delle sue celesti benedizioni Il Beato Tommaso Reggio alle sue figlie