Alla scoperta del latte di montagna dell’Alto Adige Escursioni ai masi
contadini dei nostri soci
Oswald Stimpfl
Alla scoperta del latte di montagna dell’Alto Adige Escursioni ai masi
contadini dei nostri soci
Avvertenze Tutte le informazioni sono state attentamente verificate, tuttavia non possono escludersi imprecisioni o cambiamenti, per esempio degli orari o dei giorni di chiusura. Si consiglia quindi di telefonare preventivamente per accertare l’apertura del maso prescelto. L’autore e l’editore declinano ogni responsabilità in merito alle escursioni, per lo svolgimento delle quali è raccomandabile munirsi sempre di cartine topografiche aggiornate o di consultare il sito www.trekking.suedtirol.info. Ringraziamenti Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di questo libro. Ai nostri soci, alle contadine e ai contadini che si sono resi disponibili prendendosi del tempo per conversare con l’autore e rispondere alle sue domande, al marchio Gallo Rosso dell’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi nella persona di Hans J. Kienzl, e naturalmente a Oswald Stimpfl, il nostro autore, a Hermann Gummerer e al team di Folio Editore, che hanno accolto il nostro progetto concretizzandolo con entusiasmo.
R e f e r e n Z e fo t o g r af i ch e Foto di copertina: Lüch de Survisc, © Oswald Stimpfl Archivio Latte Montagna Alto Adige Soc. Agr. Coop.: pp. 10, 11, 128 Le foto alle pagine di seguito indicate sono state cortesemente messe a disposizione dai rispettivi masi: pp. 33, 34, 73 in basso a destra, 74, 75, 105 in basso a destra, 118 destra, 123 in alto a destra. Tutte le altre foto sono di Oswald Stimpfl. L EGEN D A
Quest’azienda si fregia del marchio di qualità Gallo Rosso, sotto il quale l’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi riunisce 1600 masi tradizionali sparsi in tutto l’Alto Adige. Le tre attività garantite dal marchio – “vacanze in agriturismo”, “osterie contadine” e “sapori del maso” – sono sinonimo di qualità ed esperienze autentiche. www.gallorosso.it
Punto di partenza Tempo medio di percorrenza Lunghezza del percorso Dislivello Stagione e clima consigliati © Oswald Stimpfl e Latte Montagna Alto Adige Soc. Agr. Coop. 2013 Traduzione dal tedesco: Giovanna Ianeselli Revisione: Elena Righi Coordinamento editoriale: Folio Editore Vienna – Bolzano Progetto grafico: no.parking, Vicenza Prestampa: Typoplus, Frangarto Printed in Italy www.mila.it
Indice
PREFAZIONE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 IMPEGNO E PASSIONE. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 STORIA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Aree di approvvigionamento del latte . . . . . . . . . . . . . . . 12 1 Il Greinhof sul lago di Resia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 Il Rameishof a Pramaggiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 L’Inner-Glieshof a Mazia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 Il Rainalterhof sopra Tarces . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Il Niederhof a Martello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 Il Niedermairhof sul Monte Sole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 L’Außerstauderhof presso S. Leonardo in val Passiria . . . . . . . . . . 8 Il Christlhof presso S. Martino in Passiria . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 La Oberglanegg-Alm in alta val Passiria . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Il Wegleithof in val d’Ultimo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Il Beimsteinhof a Verano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12 Il Wargerhof a Meltina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 L’Oberfahrerhof sull’altopiano del Salto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 L’Haflingerhof a S. Genesio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Il Wieserhof a S. Martino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 L’Ebnicherhof presso Soprabolzano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 L’Oberpfaffstallerhof presso Collalbo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 L’Unichhof presso Aldino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 Il Bayrlhof a Nova Ponente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 Il Koflerhof a Tires . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 Il Fronthof ad Aica di Fiè . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Il Lüch de Survisc a La Valle/La Val . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 Il Mersahof a Corvara . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 L’Oberhof a Riva di Tures . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 L’Untereggerhof a Riobianco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Il Gönnerhof a Perca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 Il Niedristhof a Sopranessano presso Perca . . . . . . . . . . . . . . . . 28 L’Oberredensbergerhof presso Rasun . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 Il Bergerhof ad Anterselva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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curiosando nel menU. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 126
PREFAZIONE Care lettrici, cari lettori, amiche e amici dei nostri contadini! Da dove viene il latte di montagna, materia prima essenziale per gli squisiti prodotti lattiero-caseari locali? Chi non conosce l’Alto Adige, non compie escursioni in montagna o non abita nelle immediate vicinanze di un maso si è sicuramente già fatto questa domanda. La nostra cooperativa Latte Montagna Alto Adige conta circa 3300 soci, contadini di tutta la provincia che con grande impegno e passione gestiscono i propri masi, lavorano i campi, si occupano del bestiame e conferiscono quotidianamente il latte appena munto. Con questo libro vorremmo presentarvi il “Mondo Mila” e i nostri soci, invitandovi a visitare di persona, con una piacevole escursione, i loro masi. Ne abbiamo selezionati una trentina, rappresentativi di tutte le zone dell’Alto Adige, in modo tale da poter illustrare le differenti realtà del paesaggio montano. Qui vivono e lavorano, sempre a stretto contatto con la natura, gli infaticabili contadini a cui dobbiamo il nostro latte delizioso, l’oro bianco delle Alpi. Vi auguriamo dunque buon divertimento alla scoperta del latte di montagna dell’Alto Adige! Joachim Reinalter, presidente di Latte Montagna Alto Adige Soc. Agr. Coop.
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Impegno e passione Mattina, ore 5.15: Monika Gamper esce dal suo maso, l’Hof Platzair, situato a 1400 metri di quota a S. Martino al Monte in Venosta. Un rapido sguardo alla valle, 800 metri più in basso, e poi via nella stalla a mungere, rimuovere il letame, foraggiare... Verso le 8 il lavoro è concluso e il latte viene spedito a valle con la funivia. Nello stesso modo inizia in Alto Adige la giornata di 5135 contadini. E l’ingranaggio della filiera lattiero-casearia si mette in moto. Le autocisterne delle dieci latterie sociali raggiungono quotidianamente anche i masi più isolati. Una frequenza straordinaria rispetto a molte altre regioni d’Europa dove la raccolta del latte avviene soltanto ogni due o tre giorni! La molla dell’economia lattiero-casearia sono proprio le latterie sociali: organizzate secondo un ordinamento cooperativo, appartengono ai soci, ossia ai contadini stessi. Anche se nel territorio provinciale si contano 70 caseifici e 60 malghe, il 99 per cento del latte munto – oltre 370 milioni di chili all’anno – viene consegnato alle cooperative. Le piccole aziende agricole con meno di 15 vacche, che da sole non riuscirebbero a sopravvivere sul mercato, si affidano infatti a loro per i processi di lavorazione e commercializzazione. Un’operazione vincente, considerato che i latticini dell’Alto Adige sono amati e apprezzati a livello locale, sul territorio nazionale (principale mercato) e sempre di più anche oltre confine. La latteria sociale più grande della provincia è senza dubbio Latte Montagna Alto Adige, con oltre 3200 soci che arrivano a conferire un quantitativo di latte pari quasi al 60 per cento dell’intera produzione altoatesina. Ha assunto questa denominazione nel 2013, dopo la fusione delle due cooperative Mila e Senni, già accomunate da un lungo percorso di crescita condiviso. I due marchi sono però stati mantenuti, in quanto garanzia di qualità ormai consolidata per una vasta gamma di prodotti: yogurt, formaggio fresco e da taglio, mascarpone, latte fresco e a lunga conservazione, latte privo di lattosio, burro e panna fresca. I contadini altoatesini sanno bene che la quantità di latte da loro prodotta è irrisoria rispetto al mercato mondiale. Lavorano in condizioni difficili e non possono competere con i latticini a basso costo di grandi aziende che operano in zone più favorevoli. Per questo le latterie sociali puntano sulla qualità. Insieme alla Federazione Latterie Alto Adige hanno strutturato un severissimo sistema di controllo e rinunciato volontariamente all’utilizzo di mangimi geneticamente modificati.
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Finora la strategia ha dato buoni risultati: il prezzo corrisposto per il latte è molto al di sopra della media europea. Ciononostante i contadini devono fare i conti con un lavoro gravoso e costi di produzione alti. La maggior parte di loro integra gli introiti con attività secondarie al maso o presso altri datori di lavoro, ma quasi sempre “l’anima contadina” prevale: con entusiasmo e orgoglio per il proprio mestiere falciano i campi, mungono gli animali e fanno ogni sforzo per ottenere latte di ottima qualità. Ognuno di loro vorrebbe essere il migliore. Ma sul podio ogni anno c’è posto per una sola persona, a cui la Federazione Latterie Alto Adige conferisce il titolo di “Miglior fornitore di latte della provincia”. Nella primavera del 2013 il riconoscimento è andato alla famiglia Gamper di S. Martino al Monte in val Venosta. Chissà che non facciate anche voi, cari lettori, un salto al Platzair o ad altri masi contadini, mettendovi in cammino – come caldamente raccomandato in questo volumetto – sulle “tracce” del latte di montagna dell’Alto Adige. Guido Steinegger, redattore capo di “Südtiroler Landwirt”
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Storia Mila La storia di Mila inizia nel 1962. Alle ore 14 del 17 marzo 1962 i rappresentanti di 10 latterie si riunirono all’Hotel Spondigna per fondare, alla presenza del notaio Peter von Ehrenstein, le Latterie riunite della Val Venosta. Due gli obiettivi delle Latterie riunite della Val Venosta: primo, utilizzare come centrale del latte della nuova cooperativa il Centro di pastorizzazione latte Val Venosta già esistente a Bolzano e di proprietà delle latterie di Parcines e di Rablà; secondo, costruire un nuovo centro di lavorazione a Spondigna (in val Venosta). Il 28 ottobre 1963 all’assemblea generale i soci erano intanto diventati 30. Essendo ormai presenti latterie di molte località dell’Alto Adige, Johann Laimer e Rudolf Zadra – rispettivamente presidente e direttore delle Latterie riunite della Val Venosta – decisero con l’ap-
Cronaca 1962: 10 latterie della val Venosta fondano le Latterie riunite della Val Venosta.
1974: Inizio della costruzione del nuovo stabilimento Mila a Bolzano, in località Campiglio sulla sponda sinistra dell’Isarco.
1963: Alle Latterie riunite della Val Venosta successivamente ribattezzate Latterie dell’Alto Adige / Südtiroler Molkereien aderiscono 30 aziende. Durante l’assemblea generale venne approvato il termine Mila (Milch = Mi, latte = la) che da allora dà il nome all’azienda Mila Latterie Alto Adige Soc. Coop. s.r.l.
1976: Le latterie di Bolzano e val Venosta sospendono l'attività. 1977: Inizio della produzione di latte fresco, panna, burro e ricotta a Bolzano (in via Campiglio 13/A, oggi via Innsbruck 43) e nascita del primo yogurt con il marchio Mila. Oggi nello stabilimento di Bolzano vengono prodotti yogurt, latte fresco, panna fresca, latte UHT e burro.
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poggio di 28 soci su 30 di dare alla cooperativa un nome nuovo, privo di riferimenti geografici. Dalle lettere iniziali di Milch e latte nacque la nuova denominazione: Mila, un nome destinato a raccogliere nel tempo sempre crescenti successi.
Centro Latte Brunico (Senni) Il 20 aprile 1949 nacque una cooperativa lattiero-casearia, la Centro Latte Brunico Soc. Agr. Coop., con sede nell’omonima località. Il bacino di raccolta del latte in val Pusteria si estende da San Sigismondo a Villabassa e comprende le sue vallate laterali: val Badia, val di Tures, valle Aurina, valle d’Anterselva, val Casies e valle di Braies. Nel 1953 sorse un primo centro di lavorazione del latte proprio in centro a Brunico. La costante crescita delle forniture di latte indusse la cooperativa, già nel 1967, a progettare la realizzazione di un nuovo e più grande centro di trasformazione, sempre a Brunico. E dopo due anni e mezzo di lavori, nel novembre 1974, venne infine inaugurato il nuovo centro. Con la sua attività, la cooperativa ha creato negli anni un’ampia gamma di prodotti lattiero-caseari, tutti commercializzati con il marchio Senni, in particolare formaggi e mascarpone.
Milkon Alto Adige Milkon Alto Adige era una cooperativa di secondo grado, fondata nel 1997 e costituita da Mila Soc. Agr. Coop. e Centro Latte Brunico Soc. Agr. Coop. (Senni).
Cooperativa Südtiroler Bergziegenmilch Nel giugno 2006 è stata fondata la Südtiroler Bergziegenmilch Soc. Agr. Coop. La cooperativa conta un totale di 19 soci distribuiti fra la val Passiria, Campo Tures, San Lorenzo e Naz/Sciaves. La gamma di prodotti spazia dal latte fresco di capra allo yogurt di latte caprino fino al formaggio caprino.
Latte Montagna Alto Adige Il 1° gennaio 2013 con la fusione delle cooperative MILA e SENNI è nata la cooperativa di primo grado Latte Montagna Alto Adige Soc. Agr. Coop.
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Aree di approvvigionamento del latte
Stabilimento Bolzano Stabilimento Brunico
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Il Greinhof sul lago di Resia La venosta è caratterizzata dai contrasti: in alcuni tratti la valle percorsa dall’Adige è fiancheggiata da svettanti massicci montuosi – come ad esempio i ghiacciai innevati del gruppo dell’Ortles o le cime non meno imponenti delle Alpi venoste –, mentre intorno al lago di resia con il suo campanile “sommerso” la vista spazia su un ampio paesaggio. La meta della nostra escursione si trova sulla sponda sud-occidentale del lago. il greinhof è adagiato su prati al limitare del bosco, in posizione tranquilla e leggermente sopraelevata rispetto allo specchio lacustre, a 1566 metri di altitudine. nelle vicinanze passano la strada poco trafficata che collega S. valentino alla muta con Belpiano e roia, ma soprattutto la ciclabile della val venosta e svariati sentieri. L’osteria del maso è frequentata tutto l’anno dagli escursionisti e, nel periodo estivo, anche dagli amanti della bicicletta.
COSA OFFRE Il MASO Kassian Plangger, il nonno dell’attuale proprietaria, acquistò il greinhof negli anni ’30. il vecchio maso contadino, costruito circa quattro secoli prima, si trovava allora poco più in basso dell’edificio attuale, vicino alla riva del lago. Con la realizzazione del grande bacino artificiale nel 1949-50, i fertili prati pianeggianti furono inghiottiti dall’acqua e rimasero soltanto quelli ripidi, situati più in alto. Fu un duro colpo per i contadini del greinhof. La nipote di Kassian, veronika Plangger, aveva appena 16 anni quando il destino tornò ad abbattersi sulla sua famiglia. il 25 novembre 1980, di ritorno dalla festa patronale di S. Caterina protettrice di Curon venosta, una macchina precipitò nel lago di resia. tra i sei passeggeri, che morirono tutti annegati, c’erano anche i suoi due fratelli. Pochi anni dopo, con la morte del padre, lei e sua madre Aloisia si sono trovate a dover gestire il maso da sole. nel 1988 veronika si è sposata e nello stesso anno ha deciso con il marito Walter Stecher di costru costruire un nuovo maso poco più in alto, su un terreno
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pianeggiante, dove oggi vengono allevati una quindicina di bovini, tra cui nove vacche da latte e alcuni capi giovani, diverse capre, maiali e polli. Il conferimento del latte avviene giornalmente presso il punto di raccolta a S. Valentino alla Muta. Uno dei quattro figli ha già concluso la Scuola professionale per l’agricoltura “Fürstenburg” a Burgusio. D’inverno lavora in Austria presso una società di impianti di risalita, d’estate nel maso dei genitori. L’avvicendamento nell’azienda agricola sembra dunque garantito. Nel frattempo è stata aperta anche la già menzionata osteria, i cui proventi contribuiscono a far quadrare il bilancio. Si è infatti sparsa la voce che Veronika Plangger è un’ottima cuoca. Gli ospiti, sempre numerosi, apprezzano la sua cucina semplice e genuina a base di canederli di vario tipo, gnocchi, arrosti e gulasch, il pane di segale fatto in casa con lievito madre secondo la tradizionale ricetta venostana, l’ampia scelta di torte, succhi e verdura dell’orto. Di produzione propria sono anche le patate e i cavoli cappucci con cui vengono preparati i crauti. Per dedicarsi all’azienda agricola Walter Stecher ha abbandonato il suo lavoro da falegname. Tutti gli arredi in legno del maso sono però opera sua, comprese le pannellature dell’accogliente Stube per gli ospiti.
Come arrivare Al margine settentrionale del paese di S. Valentino alla Muta lasciare la strada statale svoltando verso ovest, quindi seguire le indicazioni per Belpiano per ca. 2 km fino a raggiungere, sulla destra, l’accesso segnalato al Greinhof. Greinhof, famiglia Stecher, Curon 1, 39027 Curon Venosta, tel. 0473 634574, aperto da Natale a Pasqua e da metà giugno a inizio ottobre, chiuso il mer
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Il campanile “sommerso” Nei pressi di Curon Venosta, dal lago di Resia spunta vistoso e inaspettato un campanile. Questo soggetto plurifotografato è tutto ciò che rimane dell’antico abitato di Curon. Per ottenere energia elettrica nel 1949 fu realizzata una diga. Le vecchie case contadine e la chiesa che si trovavano nell’area del nuovo bacino furono fatte saltare in aria – ad eccezione del campanile – e i fertili prati e campi circostanti furono inondati. La documentazione fotografica esposta nel museo di Curon illustra la storia della diga, così come la distruzione e la ricostruzione dei paesi Resia e Curon. Museo Alta Val Venosta, Vecchio municipio, Curon Venosta, tel. 0473 633127
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Intorno al lago di Resia Su una bella pista ciclabile, che è anche un comodo sentiero adatto a tutta la famiglia, si può fare il giro del lago. Nella parte orientale il percorso procede pianeggiante lungo la sponda lacustre, mentre in quella occidentale prosegue tra prati e boschi in leggero saliscendi.
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Informazioni in breve Parcheggio della stazione a valle della cabinovia Belpiano (1502 m) ca. 4-5 ore ca. 15,5 km 200 m Escursione facile ma lunga, diverse possibilità di ristoro lungo il percorso
Fa gola a tutti! Con i suoi sapori veri ed intensi lo Stelvio soddisfa gli amanti del formaggio anche più esigenti. Nasce giorno per giorno dal latte freschissimo degli alpeggi di montagna ed è tuttora l�unico formaggio dell�Alto Adige ad essere D.O.P. – ovvero, d�origine protetta. Questo marchio significa alta qualità, autenticità, tradizione e garanzia di provenienza. È una storia di successo che si riscrive da quasi un secolo, ed è un�invito a farne parte.
Lo Stelvio.
T r a d i z i o n e e Pa s s i o n e www.mila.it
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Il Rameishof a Pramaggiore Poco sopra Burgusio, in Alta Venosta, su una soleggiata pendice montuosa esposta a sud con una splendida vista sulle Alpi Venoste e sul gruppo dell’Ortles, il più elevato massiccio altoatesino, troviamo il piccolo abitato di Pramaggiore: pochi masi contadini, tra cui il Rameishof, due hotel, una minuscola chiesetta e la stazione a valle di una seggiovia. Il Rameishof ha radici antichissime. Già intorno al 1159 sono menzionati un pascolo e un maso in prato maiore, ossia su un prato piuttosto ampio situato a una certa altezza. La famiglia Thöni, da cui discendono gli attuali proprietari, si è trasferita qui solo nel 1938. Il nonno Anton era originario di Burgusio e si guadagnava da vivere facendo lo stradino. Cresciuto in una famiglia contadina numerosa, ereditò soltanto una casetta in paese, senza terreno, perché i campi furono suddivisi tra i suoi fratelli. Quando nel 1938 il Rameishof a Pramaggiore fu messo in vendita, dato che il suo proprietario era celibe e senza eredi, Anton Thöni decise di acquistarlo insieme a sei ettari di terreno agricolo e di trasferirvisi con la famiglia per gestirlo.
Cosa offre il maso Tra il 1957 e il 1963, con grande impegno e molto lavoro, il Rameis hof fu completamente rimesso a nuovo. Le prime camere per gli ospiti vennero approntate già nel 1964, mentre la carrozzabile per Pramaggiore venne realizzata soltanto nel 1972 in concomitanza con l’apertura del comprensorio sciistico di Watles. Fino a quel momento, ospiti e bagagli raggiungevano il maso situato a 1740 metri di altitudine con il trattore lungo una ripida carrareccia. Nel 1981, su un terreno di proprietà accanto al Rameishof, fu costruito l’hotel Kastellatz, e nel 1990 Stefan Thöni, che ormai da due anni aveva preso le redini del maso paterno, fece fabbricare una nuova stalla. Infine, nel 1994 l’abitazione originaria è stata abbattuta e al suo posto ora sorge un edificio che a prima vista non sembra affatto parte di un’azienda agricola. Oggi Stefan e la moglie Monika raccontano con orgoglio e soddisfazione la loro vita al maso insieme ai tre figli.
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Sono a disposizione degli ospiti quattro appartamenti e una camera, arredati per lo più in legno di larice locale, con l’aggiunta di qualche elemento in legno antico naturale. La colazione può essere consumata in un apposito ambiente, dove vengono serviti prodotti del maso gustosi e genuini: latte, uova, yogurt, marmellate, burro e formaggio di malga, quasi sempre anche torte fatte in casa. Fondamentali per tutto ciò sono i 25 bovini, tra i quali si contano diverse manzette e 11 vacche di razza Bruna; il latte appena munto viene portato ogni giorno a Bolzano per essere conferito alla cooperativa. Dai maiali allevati in proprio si ricavano lo speck e la carne per il fabbisogno del maso. L’energia elettrica necessaria viene autoprodotta in modo ecologico grazie a un impianto fotovoltaico che immette nella rete 18.000 KW all’anno, mentre la produzione di acqua calda viene garantita da una caldaia a pellet. Molto apprezzata dagli ospiti è la possibilità di utilizzare la bella area wellness dell’hotel Kastellatz, gestito dal fratello di Stefan. Gli impianti di risalita sono a due passi, per cui durante la permanenza al maso sciatori ed escursionisti possono dimenticarsi della macchina.
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Come arrivare Provenendo da Malles, raggiunto il conoide della Malser Heide lasciare la strada statale e svoltare verso Burgusio; seguendo le indicazioni per Pramaggiore, salire per ca. 7 km fino al Rameishof. Rameishof, famiglia Thöni, Pramaggiore 12, 39024 Malles Venosta, tel. 0473 830282, www.thoeni.it
L’abbazia benedettina di Monte Maria Ben visibile da lontano, l’abbazia benedettina di Monte Maria si erge in posizione dominante poco sopra Burgusio. Questo convento fortificato, fondato dai conti di Tarasp intorno al 1200, era posto a controllo della via per il passo Resia. L’imponente costruzione, d’un bianco luminoso, colpisce per la sua compattezza e l’alta facciata austera, che la fanno sembrare più una fortezza che non un convento. Se non ci fossero i campanili a cipolla potrebbe anche ricordare un monastero tibetano. Per secoli Monte Maria è stato il centro culturale e spirituale dell’alta val Venosta. Qui, intorno al 1390, il monaco Goswin finì di compilare la sua cronaca, preziosa testimonianza per la storia medievale del Tirolo. Monte Maria è raggiungibile dalla strada per Slingia e Pramaggiore. Il cortile del convento e la chiesa abbaziale sono liberamente accessibili. Consentito soltanto durante i vespri e su prenotazione è invece l’ingresso alla cripta decorata da splendidi affreschi romanici con influssi bizantini, tra i quali spicca la nota raffigurazione degli angeli risalente al 1160 circa. Chi non riuscisse a vederli, potrà comunque farsene un’idea dettagliata grazie agli efficaci materiali audiovisivi mostrati nel museo del convento. Moderni alloggi per ospiti e pellegrini. Abbazia benedettina di Monte Maria, Museo di Monte Maria, tel. 0473 843980, www.marienberg.it
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A GIT Intorno al Watles Dietro Pramaggiore, tra pascoli soleggiati, spicca il Watles con i suoi 2558 metri di altitudine. Una piacevole escursione ad anello, piuttosto lunga (ca. 12 km) ma priva di difficoltà, consente di girare intorno al monte e offre splendidi scorci sulle Alpi Venoste, i gruppi del Sesvenna e dell’Ortles e, molto più in basso, sulla val Venosta. Lasciata la macchina alla stazione a valle della seggiovia del Watles (possibilità di parcheggio), ci facciamo comodamente trasportare a 2150 metri di quota, mentre la vista spazia su un panorama mozzafiato. A questo punto inizia l’escursione vera e propria: seguiamo dapprima il segnavia 3 e poi il 4A fino al lago del Prete, e da lì procediamo in leggera salita fino a una forcella tra il Watles e il Piz Minciùns (segnavia 4). Poi si continua in discesa attraverso un bosco di larici (segnavia 9A) fino alla Oberdörfer Alm (2060 m, malga con possibilità di ristoro, due ore dalla partenza). Dopo esserci rifocillati, proseguiamo verso ovest guidati dal segnavia 8,
fino a incrociare il sentiero n. 8A che, con un bel percorso pianeggiante, in discesa soltanto nell’ultimo tratto, ci riporta alla stazione a monte della seggiovia, accompagnati in lontananza dall’Ortles incappucciato di neve e ghiaccio.
Informazioni in breve Stazione a monte della seggiovia Watles 4 ore ca. 12 km 620 m Facile escursione
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L’Inner-Glieshof a Mazia Circondato da un magnifico ambiente montano, il paesino di Mazia è situato nell’omonima valle, ancora relativamente incontaminata, che tra Silandro e Malles si insinua tra gli imponenti massicci delle Alpi Venoste. Nella testata di quest’ultima, a 1824 metri di altitudine, in un avvallamento protetto tra i prati, si trova l’Inner-Glieshof. Al maso è stata attribuita la denominazione di Erbhof (maso avito), perché il complesso a vocazione agricola è in possesso della famiglia Heinisch da oltre 200 anni, da quando cioè nel lontano 1795 fu acquistato all’asta da un avo degli attuali proprietari. Ne fa parte anche una piccola cappella dal campanile a punta, costruita nel 1934 e dedicata a S. Sebastiano.
Cosa offre il maso L’attività agricola e la gestione di un albergo come base per gli alpinisti hanno da sempre caratterizzato il Glieshof. Nel corso degli anni l’isolata val di Mazia è stata scoperta e frequentata da un numero sempre crescente di escursionisti e famiglie. Anche per questo nel 1989 il maso venne ampliato e la proprietà suddivisa: a Manfred Heinisch toccò l’albergo, al fratello Reinhard il maso e il terreno agricolo. Fu costruita una nuova abitazione con tre confortevoli appartamenti per ferie in cui trovano posto fino a 12 ospiti. Circa 20 ettari di prati e pascoli appartengono al Glieshof, dove sono allevati maiali, polli, svariate manzette e 16 vacche da latte, la cui produzione viene conferita giornalmente alla cooperativa a Bolzano. Le famiglie che si occupano rispettivamente dell’azienda agricola e dell’albergo sono legate da una storia non comune: dopo la maturità Cornelia aveva trovato lavoro come segretaria in un paese della valle, finché un bel giorno sua sorella, nel frattempo sposatasi con Manfred, l’albergatore del Glieshof, la convinse a lasciare l’impiego per fare la cameriera nell’attività di famiglia. Fu così che Cornelia conobbe e si innamorò di Reinhard, il contadino del Glieshof. Oggi i due fratelli vivono a due passi l’uno dall’altro con le rispettive mogli-sorelle. Cornelia è l’angelo del focolare e ha una grande passione per i fiori, come non può fare a meno di notare chiunque d’estate passi davanti alla sua casa. Nel corso dell’anno nell’agriturismo si avvicendano ospiti
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provenienti tanto da nord quanto da sud delle Alpi: durante l’inverno la struttura è frequentata da scialpinisti provenienti dalla Svizzera, dall’Austria e dalla Germania meridionale, nel periodo di Natale e di Capodanno arrivano per lo più ospiti italiani, mentre in estate la tendenza torna a invertirsi. Chi soggiorna qui può gustare molti prodotti del maso: uova fresche a colazione, speck, Kaminwurzen e verdura dell’orto, oltre a pane fatto in casa, succhi freschi e marmellate.
Come arrivare Al margine orientale del paese di Tarces, dalla statale si diparte la strada per la val di Mazia. Raggiunto il paesino omonimo, proseguire per 6,4 km fino al maso Inner-Glieshof. Inner-Glieshof, famiglia Heinisch, Mazia 127, 39024 Malles Venosta, tel. 0473 842659, www.inner-glieshof.it
I balivi di Mazia Su una collinetta davanti al piccolo paese di Mazia si scorgono la cappella di S. Martino, risalente all’XI secolo, e le rovine dei castelli di Mazia di Sopra e di Sotto. Nel primo si insediò, nel XII secolo, un ramo della famiglia dei conti di Tarasp proveniente dal vicino Cantone dei Grigioni, i cui membri assunsero il titolo e la funzione di balivi di Mazia. Nel XV secolo la residenza principale fu trasferita nel vicino castel Coira presso Sluderno e i due castelli vennero trascurati. Personaggio di spicco fu Gaudenzio di Mazia, conte di Kirchberg, che diede lustro al casato quando nel 1487, in qualità di comandante supremo delle truppe tirolesi, sconfisse i Veneziani e riconquistò Rovereto. Alla sua morte la famiglia si estinse e tutti i possedimenti passarono nelle mani dei conti Trapp, compresi i due castelli di Mazia, ancor oggi di loro proprietà assieme a castel Coira.
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Salita al Piz Lun Il Piz Lun (2324 m) è la “montagna di casa” di Mazia, una bella cima panoramica facilmente accessibile (segnavia 13) da cui si gode di una splendida vista su tutte le montagne venostane.
Informazioni in breve Mazia (1576 m) 2.5 ore fino alla vetta, 4 ore in totale ca. 11 km 740 m Facile sentiero
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Escursione in val di Mazia Il Glieshof è collegato alle malghe circostanti mediante un itinerario ad anello che inizia dal parcheggio del maso: seguendo il segnavia 1, sulla sinistra orografica del torrente, attraverso un bosco rado si arriva alla Innere Matscher Alm (2050 m). In questa malga d’estate vengono prodotti, con il latte di una sessantina di mucche, oltre 4000 kg di formaggio e 700 kg di burro. Proseguiamo ora sul versante opposto della valle lungo un tratto dell’Alta Via della val Venosta (segnavia 7), godendo dei magnifici panorami che ci si aprono davanti. Oltrepassata la Matscher Alm (possibilità di ristoro) continuiamo fino a incrociare il sentiero n. 8, sul quale facciamo ritorno all’Inner-Glieshof.
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Informazioni in breve Parcheggio del Glieshof 3 ore ca. 8,5 km 470 m Facile sentiero
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Il Rainalterhof sopra Tarces Questa escursione ci avvicina al peculiare paesaggio venostano del Monte Sole presso Sluderno, caratterizzato da un clima arido-stepposo. Camminando lungo un Waalweg attraversiamo un bel bosco e forre profonde, poi seguiamo il corso di un torrente fino a raggiungere soleggiati pascoli alpini e il borgo di Monteschino. Durante il percorso facciamo una sosta all’antichissimo insediamento del Ganglegg, da cui si gode tra l’altro una splendida vista panoramica. La nostra meta, il Rainalterhof, si trova sopra Tarces, una frazione del comune di Malles, su un versante che si estende all’imbocco della val di Mazia a 1400 metri di altitudine. Fa parte del borgo di Monteschino, un piccolo agglomerato composto da antichi masi contadini con tetti a scandole e moderne costruzioni coperte di tegole rosse.
Cosa offre il maso Il toponimo Monteschino, in tedesco Muntetschinig, deriva dal latino e significa “pascolo montano che appartiene a Tarces”. L’edificio più antico del Rainalterhof è documentato a partire dal XIV secolo. Accanto ad esso nel 2004 la famiglia Frank, proprietaria del maso, ha fatto erigere una grande costruzione moderna, all’interno della quale trova spazio anche un ampio appartamento per ferie che può accogliere fino a cinque persone. Ad eccezione del periodo di Ferragosto, quando la clientela è prevalentemente italiana, gli ospiti provengono per lo più dall’area tedesca. Per gli avventori dell’osteria al piano terra è stata allestita un’accogliente sala da pranzo rivestita in legno. Dalla terrazza antistante la casa si gode di una magnifica vista sull’innevato gruppo dell’Ortles e sull’Alta Venosta. Al maso vengono allevati una cinquantina di capi di bestiame, per la maggior parte di razza Bruna, tra cui una ventina di vacche da latte che trascorrono l’estate all’alpeggio. Nella stalla si trovano anche diversi maiali che forniscono la materia prima per lo speck e le salsicce fatte in casa. Uno dei figli, macellaio di professione, mette a disposizione le sue competenze nelle fasi di lavorazione. La mamma Margarethe sta volentieri ai fornelli e prepara gustosi piatti della cucina tradizionale, comprese alcune specialità ormai proposte di rado, come ad esempio gli gnocchi di crauti e il Mus cosparso di
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burro fuso. I crauti, accompagnamento di molte pietanze, così come il pane di segale, vengono preparati in casa. Il menu è talvolta arricchito da piatti a base di cervo e di capriolo.
Come arrivare A Tarces lasciare la statale della val Venosta (SS 40) imboccando la strada per la val di Mazia; percorsi 3,8 km girare a sinistra in direzione di Monteschino, poi dopo 1,1 km di nuovo a sinistra fino al maso, situato poco sotto la strada. Rainalterhof, famiglia Frank, Monteschino 39, 39024 Tarces, tel. 0473 831764, reinalterhof@gmail.com
Il Ganglegg Sul pendio montuoso sopra Sluderno si estende il Ganglegg, un insediamento fortificato risalente alle età del Bronzo e del Ferro. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce imponenti strutture difensive spesse fino a 2,5 metri, così come resti di edifici. L’antica superficie insediativa è eccezionalmente ampia. È probabile che qui sorgesse un importante complesso abitativo che controllava e influenzava tutta l’alta val Venosta. Poco distante, su un dosso esposto, si trovava un’area sacrificale per roghi votivi, dove nel corso di circa 600 anni sono stati immolati migliaia di animali, per lo più bovini, capre, pecore e suini. Popolato per molti millenni, il Ganglegg fu definitivamente abbandonato solo alla fine dell’età romana, poi cadde in rovina, venne ricoperto dalla vegetazione e fu utilizzato come pascolo. Il termine “Gangl” indica, tra l’altro, un luogo recintato e sicuro dove radunare e rinchiudere il bestiame.
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S. Vito sul Col di Tarces A Tarces, sulla sommità di una collina che domina la valle, si trova l’antichissima chiesetta di S. Vito con il campanile romanico e il muro di cinta. Secondo la leggenda, in tempi remoti qui sorgeva un paese che un giorno venne completamente sepolto da un’immensa frana. Fu distrutta ogni cosa, chiesa e campanile compresi. I contadini si crucciarono soprattutto per le campane, che avevano un suono meraviglioso. Perciò si misero a cercarle scavando con tenacia, finché uno di loro ebbe fortuna. Ma nella concitazione del momento gli sfuggirono queste parole sacrileghe: “Finalmente vi ho trovate, maledette!”. Fu così che le campane sprofondarono nella terra per sempre. A volte, nelle notti di luna piena si sente ancora un fievole din don. Al di là della leggenda, è un fatto che scavi archeologici effettuati sul Col di Tarces abbiano messo in luce antichissimi insediamenti. Per fare il giro del colle su un bel sentiero panoramico occorrono ca. 45 minuti. Punto di partenza è il parcheggio presso il cimitero di Tarces, sulla strada statale della val Venosta, segnavia “Bichlsteig”, 2,7 km di lunghezza, quasi sempre pianeggiante.
Posto di ristoro Il “Cavallino bianco” a Sluderno è un albergo di lunga tradizione; la bella terrazza panoramica è ideale per una buona merenda o un caffè con un dolce tipico. Burggasthof “Al Cavallino Bianco”, via Merano 3, 39020 Sluderno, tel. 0473 615300, www.burggasthof.com, chiuso il lun
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GIT A castel Coira passando per il Ganglegg Partendo dal centro di Sluderno, lungo la via crucis saliamo sul rilievo che sovrasta il paese, il roccioso Monte Calvario con il suo imponente gruppo della Crocifissione. Seguendo le indicazioni “Leitenwaal” (segnavia 18), costeggiamo il canale irriguo e, in 45 minuti, raggiungiamo il sito archeologico di Ganglegg (accesso libero). Proseguiamo poi in leggera salita sul sentiero n. 17. Fiancheggiando un altro canale, il percorso si snoda attraverso un bosco di pini neri dai tronchi possenti finché, sul versante opposto della valle, non piega nuovamente in direzione di Sluderno (n. 17). La vista sull’Alta Venosta, sulla cittadina di Glorenza cinta da mura e sul gruppo dell’Ortles innevato è fenomenale. Superiamo il fragoroso torrente e i tratti esposti in sicurezza su ponti e passerelle e, dopo due ore buone di cammino, raggiungiamo castel Coira. Questo maniero testimonia il mutevole rapporto con i vicini svizzeri: eretto sotto i vescovi di Coira, passò infatti
ben presto nelle mani dei loro avversari, i signori di Mazia. In seguito i conti Trapp – che possiedono il complesso dal 1504 e che ancora oggi lo abitano nei mesi estivi – trasformarono la fortezza in una sontuosa residenza rinascimentale. Castel Coira, tel. 0473 615241, www.churburg.com, ingresso 8 €; per la visita (solo guidata) calcolare ca. 2 ore, per tornare a Sluderno altri 10 minuti
Informazioni in breve Sluderno (933 m) 2,5 ore 7 km 370 m Facile sentiero
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Il Niederhof a Martello La val martello è un solco stretto e profondo, lungo circa 30 chilometri, che da Coldrano in val venosta si protrae fino alle cime coronate di ghiaccio del gruppo del Cevedale. nella sua parte centrale, leggermente più larga, a 1350 metri di altitudine è situato il paese di martello. Da qui si estendono ripidi pendii prativi sui quali sono sparsi, fin quasi al limite del bosco, i masi di Waldberg con la meta della nostra escursione. Benché si trovi a 1650 metri di quota, il niederhof (lett. maso inferiore) – come già si intuisce dal nome – è quello posto più in basso. rispetto alla stretta stradina che si inerpica fino allo Stallwies, il più elevato dei masi di Waldberg, il vecchio niederhof è collocato poco sotto mentre il nuovo niederhof è ad essa prospiciente.
COSA OFFRE Il MASO il vecchio niederhof fu eretto già nel 1555. Composto da casa d’abitazione e fienile-stalla con tetti in scandole, il complesso si annida sul ripido pendio sotto la strada d’accesso. Al suo interno fino al 1953 era ospitata anche la scuola elementare della frazione di Waldberg. Oggi vi è custodita un’interessante collezione di antichi attrezzi da lavoro (visibile su richiesta), che consente di farsi un’idea di quanto dura e difficile fosse in passato la vita contadina in questa zona. nel 1980 fu ultimato il nuovo niederhof nel quale sono stati ricavati l’appartamento della famiglia e otto stanze per gli ospiti. Circa dieci anni dopo, Josef maschler ha preso le redini dell’azienda paterna che gestisce coadiuvato dalla mo moglie marlene. Dopo l’aggiunta di una nuova stalla e di un fienile, è arrivato il momento di lavori più impegnativi: l’abitazione è stata spostata in un nuovo annesso in parte in muratura e in parte in legno realizzato con la tecnica del Blockbau, e le otto camere sono state trasformate in tre confortevoli ap appartamenti per vacanze. Del 2006 è il piccolo fabbri fabbricato per la lavorazione della carne degli animali alle allevati al maso e alla malga nel pieno rispetto delle esigenze della specie. i prodotti derivati (carne fresca,
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speck e Kaminwurzen) vengono poi venduti direttamente sul posto, nei mercati contadini, al mercatino di Natale e durante la Festa delle fragole. I clienti abituali ricevono, previa prenotazione, pacchetti di carni miste. Al Niederhof ci sono una ventina di bovini (tra vacche da latte, vitelli e buoi), maiali, pecore, capre, un pony, conigli, gatti, polli e un mansueto cane di nome Jimmy. Dell’azienda fa parte anche un posto di ristoro. In tavola arrivano molti prodotti del maso, tra cui un saporito formaggio di montagna, uova, latte, pane, marmellate e succhi che gli ospiti dimostrano di apprezzare. Nella stagione estiva, da maggio a settembre si avvicendano turisti tedeschi e italiani, questi ultimi soprattutto nel mese di agosto. Durante il periodo natalizio e le vacanze di carnevale la zona attira escursionisti, amanti del fondo e recentemente anche ciaspolatori.
Come arrivare Da Coldrano in val Venosta imboccare la val Martello fino a Ganda, poi dirigersi verso Martello (paese) e proseguire per 5 km su una stretta stradina asfaltata. Niederhof, famiglia Maschler, Waldberg 222, 39020 Martello, tel. 0473 744534, www.niederhofmartell.com, non ha giorno di riposo
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Posto di ristoro Un punto di ristoro molto frequentato, che propone una cucina tirolese gustosa e genuina, è il già menzionato albergo Stallwies. L’area giochi, lo stagno con anatre e il minizoo ne fanno un paradiso per i piccoli ospiti. Berggasthaus Stallwies, Waldberg 1, 39020 Martello, tel. 0473 744644, www.stallwies.com, in inverno chiuso il gio
Le fragole della val Martello La val Martello è famosa per le sue eccellenti fragole di montagna, che a questa altitudine (900-1800 m) sviluppano un sapore unico. Mediante una serie di pannelli informativi e stazioni tematiche il Sentiero altoatesino delle fragole, lungo circa 8 km, racconta la storia di questi piccoli frutti e la loro importanza per la val Martello. Il percorso di ca. 2 ore parte dal Centro Visite del Parco Nazionale dello Stelvio “Culturamartell” e tocca masi con vendita diretta, posti di ristoro, caseifici di montagna, un vecchio mulino contadino perfettamente funzionante e il consorzio. Dépliant e cartina scaricabili da internet dalla pagina web del Comune di Martello: www.gemeinde.martell.bz.it
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GIT Il Sentiero del contadino di montagna a Waldberg Sul versante soleggiato della frazioncina di Waldberg, un percorso tematico collega tra loro cinque masi, mettendone in luce gli aspetti più caratteristici. Lungo il Sentiero del contadino di montagna attraversiamo un paesaggio molto variegato con uno dei più grandi boschi continui di cembri dell’Alto Adige e, oltrepassato un mulino per cereali abbandonato, giungiamo ai masi tipici. L’itinerario
è accompagnato a tratti da un corso d’acqua incanalato in tronchi incavati, il cosiddetto “Kandlwaal”, ancora oggi utilizzato dai contadini per l’irrigazione dei campi. Sulla sommità del Suachbichl, una bella collina panoramica, l’“osservatorio” costituito da una piattaforma circolare accessibile illustra le numerose montagne circostanti.
Informazioni in breve Parcheggio presso il Niederhof (1650 m), tabellone informativo ca. 3 ore 7 km 400 m Facile sentiero
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Il Niedermairhof sul Monte Sole Il soleggiato versante settentrionale della val Venosta tra Malles e Parcines presso Merano, denominato Monte Sole, si distingue nettamente dai prospicienti pendii boscosi per i campi ripidi e la vegetazione scarna. In bella posizione panoramica nella frazione di Trumsberg, sopra Castelbello, si trova la meta della nostra escursione. In origine Trumsberg era un minuscolo agglomerato costituito da tre masi ed è quindi probabile che il toponimo derivi dal romancio tre umens (lat. tres homines), tre vassalli. Documentato già nel XIII secolo, oggi il Niedermairhof è proprietà della famiglia Kaserer. La sua economia si basa sull’allevamento del bestiame, la produzione di latte, la vendita diretta di prodotti agricoli e la gestione di un’osteria.
Cosa offre il maso La vita contadina sul Monte Sole è sempre stata difficile: le pendici montuose e i campi sono alquanto scoscesi per cui gestire un maso diventa ancor più faticoso. A causa degli scarsi proventi, negli anni della Grande depressione (1929-1935) il Niedermairhof fu messo all’asta ben cinque volte prima di essere acquistato dal nonno dell’attuale proprietario. L’osteria ha aperto i battenti circa 30 anni fa, ma già in precedenza i pellegrini che dalla valle si recavano al piccolo santuario di S. Martino al Monte erano soliti fare una sosta al maso, posto a metà strada. Un tempo il paesino di S. Martino era una meta di pellegrinaggio molto frequentata: il santo è infatti un importante patrono del bestiame, imprescindibile fonte di sostentamento per i contadini. Nel frattempo gli insediamenti sul Monte Sole sono accessibili mediante strade e funivie. Se fino a qualche anno fa i campi venivano irrigati grazie a un ingegnoso sistema di canali, i Waale, oggi la quantità d’acqua necessaria è garantita da moderni impianti a pioggia. Con una precipitazione media annua di circa 500 mm (più bassa che in Sicilia!) la produzione agricola sarebbe altrimenti impensabile. Al Niedermairhof appartengono sei ettari di terreno. Vengono allevati bovini di razza Grigio Alpina, oltre a maiali, pecore, conigli, galline e pavoni. Parte delle vacche da latte trascorre i mesi estivi all’alpeggio in Alta Venosta, a Clusio, dove viene prodotto il saporito
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formaggio di malga che in autunno non manca mai nelle merende al tagliere. I restanti bovini vengono invece condotti alla malga del maso, situata a quota più alta rispetto ad esso. La cucina è il regno della signora Annemarie. Stare ai fornelli le piace molto, il che – come lei stessa sostiene – è una condizione indispensabile per preparare dei piatti gustosi. La carne utilizzata è quella degli animali allevati in proprio, lavorata a regola d’arte dal figlio Reinhard, che per molti anni ha fatto il macellaio e sa perfettamente quale sia il pezzo ideale per un tenero arrosto di manzo o di agnello. La verdura proviene dall’orto, i Paarl, panini di segale a coppie, sono fatti in casa come anche i crauti. Altri prodotti del maso sono lo speck, i Kaminwurzen e la carne di manzo essiccata. Nei giorni di sole è un piacere sedere sulla terrazza riparata dal vento davanti alla casa; se invece il tempo non è clemente, ci si può rifugiare nelle accoglienti Stuben rivestite in legno.
S. Martino al Monte La semplice chiesetta di S. Martino, situata a 1740 metri di altitudine nei pressi della stazione a monte della funivia, sorge sopra una piccola grotta, nella quale è custodita l’immagine miracolosa del santo titolare. Noto ai più come patrono misericordioso dei soldati che con la spada taglia il proprio mantello per darne metà a un mendicante infreddolito, è da altri associato a un banchetto e festeggiato l’11 novembre mangiando l’oca di S. Martino. Per i contadini di montagna è invece il santo protettore del bestiame. All’interno della chiesa troviamo commoventi ex voto portati dai fedeli in segno di riconoscenza per una grazia ricevuta. Derivando il toponimo della frazioncina da questo santuario “rupestre”, la denominazione corretta dovrebbe essere S. Martino in Monte.
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Come arrivare In auto: da Castelbello seguire per 10 km le indicazioni per Trumsberg. A piedi: dalla stazione a monte della funivia di Laces – S. Martino al Monte percorrere un tratto dell’Alta Via della val Venosta (segnavia 2 e 8) in leggera discesa, 1.5 ore di cammino. Niedermairhof, famiglia Kaserer, Trumsberg 4, 39020 CastelbelloCiardes, tel. 0473 624091 e 349 2593055, aperto dal 1° aprile al 20 dicembre, chiuso il gio, dal 15 giugno al 15 agosto, chiuso anche la dom; la sera è gradita la prenotazione; vendita diretta di carne di manzo affumicata, Kaminwurzen e speck
Sentieri per mountain bike e speed hiking La val Venosta è un paradiso per gli appassionati della mountain bike, che possono scegliere tra un’infinità di itinerari ben segnalati e di ogni difficoltà. Trasportando le bici in quota con la funivia da Laces a S. Martino (in funzione tutto l’anno), si raggiunge agevolmente la partenza dell’Annenberg-Easy-Trail, un percorso downhill molto frequentato lungo 9,1 km con 1110 m di dislivello che prende il nome dal vicino castel S. Anna. È possibile scaricare una cartina con gli itinerari dal sito http://www.laces-martello.it/, tel. 0473 623109. Il sentiero che collega le due stazioni della funivia Laces – S. Martino è dedicato allo speed hiking. A chi ha un buon allenamento nella corsa in montagna, per coprire i 5,2 km e i 1110 m di dislivello occorre meno di un’ora. I camminatori “medi” impiegano invece ca. 3 ore e 20 minuti. Lungo il percorso possibilità di ristoro al Ratschillhof (1285 m), tel. 0473 623622, non ha giorno di riposo
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A GIT Sul Monte Sole in val Venosta Con una suggestiva escursione che da S. Martino al Monte ci porta fino a Castelbello possiamo sperimentare il fascino di questo insolito paesaggio con i suoi campi ripidi, la vegetazione scarna composta da larici, pini neri e boscaglia, e i rigogliosi frutteti nel fondovalle. L’Alta Via della val Venosta (segnavia 2 e 8), realizzata di recente, conduce in discesa leggera su buoni sentieri fino al Niedermairhof. Poi proseguiamo, in discesa costante (segnavia 2 e 4), fino a Castelbello su un sentiero a
serpentine che si snoda attraverso un bosco rado di pini, boscaglie e terreni rocciosi, offrendo splendidi scorci sulla valle. Con il treno della val Venosta (corse ogni 30 minuti) raggiungiamo rapidamente Laces, e in 10 minuti torniamo alla stazione a valle della funivia.
Informazioni in breve S. Martino al Monte, raggiungibile in funivia da Laces 3 ore 8 km scarsi 1200 m in discesa Facile sentiero tutto in discesa
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L’Außerstauderhof presso S. Leonardo in val Passiria Nel punto in cui la conca di Merano si restringe gradualmente verso nord, nel fondovalle si trova il paese di Saltusio. Alle sue spalle, sul ripido pendio che si inerpica fino al roccioso Picco Ivigna, sono abbarbicate le poche case della frazioncina di S. Orsola. Più in alto, nelle radure che interrompono il fitto bosco, si incontrano singoli masi sparsi. Uno dei microagglomerati che occupano il pendio porta il nome di Stauden, e il maso isolato che sorge lì vicino, leggermente spostato verso l’imbocco della valle, è proprio l’Außerstauder (lett. Stauder di fuori), meta della nostra escursione. Un tempo all’attività agricola era affiancata la conduzione di una locanda, trasformata nel 2003, dopo lavori di ampliamento e ristrutturazione, in agriturismo con osteria.
Cosa offre il maso Il paesino di S. Orsola – così come la vicina frazione di Mora – fa curiosamente parte del comune di S. Leonardo in Passiria, sebbene tra i due centri ci sia il comune di S. Martino. Il toponimo tedesco Schweinsteg (lett. ponticello dei maiali) richiama alla memoria la presenza sul Passirio di un attraversamento utilizzato per portare i suini al pascolo. Dell’antica passerella oggi non c’è più traccia e sul torrente si allunga un ponte fisso. Percorrendo la carrozzabile che passa accanto alla chiesetta gotica di S. Orsola e si snoda attraverso ripidi prati e pendii boscosi, arriviamo all’Außerstauderhof. Il grazioso edificio di recente costruzione, che offre un’ampia vista panoramica sulla val Passiria fino alla conca di Merano e alle montagne della val d’Ultimo in lontananza, è situato sopra la strada, mentre il fabbricato rurale si trova al di sotto. Oltre alle 13-14 vacche da latte al riparo nella stalla, al maso vengono allevati maiali, capre e polli. Nella vicina Schießgrubalm gli Altbauer, ossia i “vecchi” contadini del maso che hanno passato le consegne alla generazione successiva, in estate badano a vacche, manzette e capre portate all’alpeggio. Gli ospiti dell’agriturismo hanno a disposizione sei camere matrimoniali. A colazione vengono serviti molti prodotti del maso tra cui latte, uova, succhi di ribes e sambuco, marmellate e pane fatto in
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casa. Escursionisti e gitanti vengono accolti nella Stube o sulla terrazza davanti alla casa e possono rifocillarsi scegliendo tra merende al tagliere a base di speck o formaggio e semplici piatti caldi come omelette o Kaiserschmarrn.
Come arrivare A nord di Saltusio lasciare la strada della val Passiria svoltando a destra in direzione di S. Orsola. Proseguire in salita per 3,8 km; dopo un tornante a destra, sulla sinistra si incontra una piazzola con la stradina pedonale che conduce al maso. Außerstauderhof, famiglia Pichler, S. Orsola 21, 39015 S. Leonardo in Passiria, tel. 0473 645400, www.stauderhof.it (solo in tedesco); agriturismo da Pasqua a Ognissanti; osteria da Pasqua a metà maggio e da metà settembre a Ognissanti
Posto di ristoro Café Restaurant Weinberg, famiglia Demetz, via Chiesa 20, 39020 Rifiano, tel. 0473 241133, chiuso il mar
La scuola pittorica della val Passiria Visitando i paesi della val Passiria, colpisce – soprattutto a S. Martino – il gran numero di affreschi ben conservati che ornano le facciate degli edifici più antichi. Si tratta dell’eredità dell’antica scuola pittorica della val Passiria di impronta tardobarocca, attiva tra il 1719 e il 1845. Tra i suoi artisti di spicco si distinguono Auer e Haller, che realizzarono dipinti e affreschi di carattere sacro e profano, abbellendo chiese e case non soltanto nella loro vallata, ma in tutto il Tirolo. Al margine occidentale del paese di S. Martino è visibile la bella facciata della Casa dei pittori, impreziosita da ricche decorazioni, un tempo sede della scuola come ricorda anche una targa.
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A GIT Sul Waalweg di Caines fino a Rifiano Questa bella passeggiata ad anello parte dal piazzale della chiesa di Caines con un breve tratto in salita per raggiungere un tabellone informativo. Poi il sentiero si dipana attraverso prati e boschi lungo un canale irriguo, il Kuenser Waal (roggia di Caines), fino a raggiungere il paese di Rifiano, dove vale la pena di visitare il santuario della Madonna Addolorata. Lungo la via, fiancheggiata da stele lignee a soggetto reli-
Informazioni in breve Chiesa di Caines, (580 m) ca. 1.5 ore 4,5 km 150 m Facile passeggiata per tutta la famiglia
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gioso, numerose panchine invitano alla sosta e a godersi la splendida vista verso la conca di Merano e il paese di Scena, sul lato opposto della valle. Ăˆ possibile tornare al punto di partenza per la stessa via dell’andata, oppure scegliendo un percorso alternativo attraverso l’abitato di Rifiano e i frutteti circostanti (segnavia 5B, 5 e 21).
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Il Christlhof presso S. Martino in Passiria Dalla conca di Merano, la val Passiria si estende verso nord fiancheggiata dalle cime del Gruppo di Tessa a ovest e dalle Alpi Sarentine a est. Nella sua parte finale, il passo del Rombo (2491 m) e il passo di Monte Giovo (2094 m) consentono di raggiungere rispettivamente la vicina Austria e il territorio di Vipiteno. Sopra S. Leonardo, nel punto in cui la valle si dirige verso ovest, incontriamo il piccolo borgo di Cresta, a circa 1000 metri di altitudine. Chi percorre l’ Alta Via di Merano sa che Cresta è un buon posto per fare tappa. Qui si trova anche il Christlhof, maso contadino e locanda con camere accoglienti e buona cucina. In questo punto dell’itinerario è possibile sia iniziare l’impegnativa escursione che si sviluppa attorno al Gruppo di Tessa sia interromperla per scendere a valle.
Cosa offre il maso Il piccolo borgo di Cresta (1130 m), il cui toponimo tedesco Christl rivela la strettissima relazione col nostro maso, ha una lunga storia. Già nel 1288 viene menzionato un maso tributario Imchristel, che però non è possibile identificare con certezza con quello attuale. Il nome deriva probabilmente dall’onomastico Christian e non ha dunque niente a che fare con “cresta” nell’accezione geografica del termine, come forse ha invece supposto Tolomei. Al Christlhof si respira un’aria nuova da quando Josef (Sepp) Ennemoser lo ha preso in consegna e lo gestisce, validamente coadiuvato dalla compagna Lydia. Accanto al vecchio maso contadino, che intorno al 1900 ne aveva sostituito uno più antico, è stato eretto un bell’edificio suddiviso in tre appartamenti per ferie. Gli escursionisti possono recuperare le forze e rifocillarsi nell’accogliente Stube della locanda, ma anche la terrazza davanti alla vecchia casa invita alla sosta e a godere del magnifico panorama all’ombra di un ampio tiglio. Nel menu si trovano gustose specialità tirolesi. Da provare lo strudel di mele, l’omelette molto simile a un soffice pan di Spagna e lo schwarzplentener Ribl.
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Al maso vengono allevati maiali, polli e bovini. Occupano la stalla circa 6-8 vacche da latte e alcune manzette, che in estate si godono il fresco poco sotto il passo del Rombo. Oltre all’attività di ristorazione e alla vendita del latte, conferito giornalmente al punto di raccolta nella vicina frazione di Pianlargo, contribuisce al bilancio anche l’affitto degli appartamenti per ferie. Sepp è contento che l’Alta Via di Merano passi accanto al maso: sono infatti molti gli escursionisti che fanno sosta al Christlhof, e spesso chi si è fermato per una notte ci torna poi in villeggiatura. Lo stesso Sepp ha percorso più volte la via e sa dare utili consigli, per dirla con parole sue sa dire agli ospiti la “verità”, “perché si può raccontare con cognizione di causa soltanto ciò che si è vissuto personalmente”.
Come arrivare Arrivando da Merano, sulla strada della val Passiria svoltare a sinistra all’altezza della zona artigianale di S. Martino e quindi salire per 6,5 km. Christlhof, Josef Ennemoser, S. Martino in Passiria, tel. 0473 656246 e 347 0424563, christlhof@dfree.it, aperto da Pasqua a fine ottobre, solo in ottobre chiuso il lun
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A GIT L’Alta Via di Merano Questo lungo itinerario si annovera senza dubbio tra i più belli dell’arco alpino. Attraversare gli splendidi territori del Parco Naturale del Gruppo di Tessa, tra zone climatiche e vegetative diverse e panorami mozzafiato, è decisamente un’esperienza indimenticabile. Il sentiero n. 24 si sviluppa a un’altitudine per lo più costante, a ca. 1500 m, ed è adatto a escursionisti con una certa esperienza, una buona condizione fisica e calzature adatte. I pochi tratti esposti sono assicurati mediante catene, funi e parapetti. L’intera via è lunga ca. 94 km, il tempo di percorrenza complessivo va dai sei ai sette giorni. Si può pernottare in vari rifugi e locande di montagna, che per sicurezza è consiglia-
bile prenotare. Chi avesse a disposizione un solo giorno può percorrere un tratto del lungo itinerario, che è possibile iniziare e interrompere in più punti. Una carta escursionistica interattiva e la descrizione dettagliata dei percorsi con l’elenco degli alloggi si trova nel sito www.passeiertal.it/de/wandertippspasseiertal/meraner-hoehenweg/ meraner-hoehenweg-tour
Informazioni in breve Monte S. Caterina in val Senales, (1245 m, Alta Via di Merano Nord), Ulvas presso Moso in Passiria (1369 m, Alta Via di Merano Sud) ca. 94 km ca. 5000 m da giugno a ottobre
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La Oberglanegg-Alm in alta val Passiria L’alta val Passiria è una delle zone più isolate dell’Alto Adige. La strada che la percorre si snoda da S. Leonardo fino a moso e poi si inerpica sempre più su, fitta di curve e tornanti. Superato il paesino di Corvara, cambia versante e continua a salire, serpeggiando tra alti pascoli circondati da una corona di imponenti tremila dalle cime innevate, sempre più su fino al passo del rombo, che collega la val Passiria con l’austriaca Ötztal. La Oberglanegg-Alm, situata a 2062 metri di quota poco sotto il passo del rombo, è un’azienda agricola particolare con una storia interessante. mentre di solito la malga è una sorta di “dépendance” del maso in cui portare il bestiame nei mesi estivi, la OberglaneggAlm è una struttura a sé stante e perciò i suoi animali devono svernare in una stalla della valle.
COSA OFFRE lA MAlgA tutto cominciò nel 1937, quando Josef Pixner acquistò la malga che allora era una modestissima baita. il nome deriva dal glanegghof, un maso collocato sotto il passo del rombo, nelle vicinanze dell’albergo Hochfirst. nel 1953 l’edificio originario venne sostituito da un’altra costruzione e nel 1988 fu inaugurato un posto di ristoro, poiché dopo l’apertura della nuova strada alpina, che passava nelle vicinanze, cominciava ad affluire un numero sempre mag maggiore di escursionisti. nel frattempo, Josef Pixner ha ceduto l’azienda al figlio Franz-Josef. il lavoro è scandito dalle stagioni. All’inizio di maggio, a volte anche più tardi se le condizioni meteorologiche non sono favorevoli, il giovane contadino torna alla malga. Di solito in questo periodo dell’anno la strada del passo del rombo è sgombra, ma in caso di tempeste invernali particolarmente violente, nei punti esposti all’azione del vento è possibile trovare ancora cornici di neve alte anche vari metri. innanzitutto vanno riparati gli steccati, pulite le stalle e approntati i recinti elettrificati. Le prime ad arrivare, nelle zone più basse, sono le capre (una quarantina di capi in tutto), 30 delle quali
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devono essere munte giornalmente. In giugno poi vengono portati al pascolo i bovini, tra cui si contano 25 vacche da latte. Con l’avanzare dell’estate gli animali salgono sempre più in alto, fino a 2300 metri di quota, dove l’erba ha un sapore migliore. Il latte viene conferito a un punto di raccolta lungo la strada, a 1,2 chilometri dalla malga, per essere poi prelevato dagli addetti della cooperativa. Le macchine impiegate per espletare alcuni lavori agricoli durante l’inverno vengono messe al sicuro in una rimessa sotterranea a prova di tempeste e valanghe. L’elettricità necessaria per il funzionamento di pompe, macchinari e refrigeratori è fornita a un costo contenuto da una piccola centrale idroelettrica autonoma. Il punto di ristoro è una fonte di reddito supplementare, garantita dal passaggio, proprio accanto alla malga, di un sentiero escursionistico molto frequentato. La gustosa cucina e la calorosa accoglienza che la famiglia Pixner riserva ai propri ospiti fanno il resto. Cosa c’è di più bello che sedere su una terrazza soleggiata e godersi il panorama assaporando piatti genuini? Nel menu si trovano svariate prelibatezze, come ad esempio Bauernbratl (costine di maiale con patate), arrosto di caprone (cotto solo dopo un’adeguata marinatura), capretto, gulasch, strudel, Sacher, una torta a base di pan di Spagna e una allo yogurt, naturalmente fatto in casa.
Come arrivare Da Moso in Passiria, proseguire per 7,2 km sulla strada del passo del Rombo fino al parcheggio all’altezza del quinto tornante dopo l’albergo Hochfirst (2022 m). Oberglanegg-Alm, famiglia Pixner, strada del passo del Rombo, Corvara / Moso in Passiria, tel. 348 8024400, aperta da giugno a ottobre
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Posto di ristoro Seeber-Alm, famiglia Gufler, tel. 348 0393673, malga aperta da giugno a fine settembre, non ha giorno di riposo
La strada alpina del passo del Rombo Il passo del Rombo è il più elevato valico transfrontaliero dell’Austria e uno dei più alti passi alpini in assoluto. Ci si arriva percorrendo una strada panoramica di suggestiva bellezza. La sua costruzione ebbe inizio già nel 1933 per volontà di Benito Mussolini, ma soltanto nel 1968 la strada a pedaggio poté ufficialmente essere aperta al traffico. Oggi il transito, vietato ai camion, è di norma consentito da metà giugno a metà ottobre, dalle ore 7 alle ore 20. Oltre che dai motociclisti, l’itinerario è particolarmente apprezzato dagli amanti della bicicletta, tanto da essere incluso anche nel percorso della “maratona” ciclistica della Ötztal, appuntamento fisso che ha luogo ogni anno nel mese di agosto e presenta una sfida particolare: il tratto tra S. Leonardo e il valico, lungo circa 30 km, è uno dei più lunghi di salita continua, nel quale si devono superare 1800 m di dislivello. Il passo del Rombo è anche inserito in un progetto stradale transfrontaliero cofinanziato dall’Unione Europea e denominato “L’emozione di Passo Rombo”: in cinque tappe, altrettante sculture architettoniche davvero particolari informano sulla storia, sull’ambiente naturale e sugli aspetti sociali, culturali ed economici delle due valli di confine.
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GIT Escursione al lago Seeber Incastonato ai piedi delle cime ghiacciate che fanno da quinta alla Oberglanegg-Alm e alla val di Seeber, il pittoresco lago omonimo è una meta molto frequentata. Sulla strada del passo del Rombo, oltrepassato l’albergo Hochfirst, al primo tornante giriamo a sinistra in direzione di un parcheggio. Proseguiamo a piedi su una strada interpoderale pianeggiante (segnavia 20A) che, in ca. 20 minuti, ci porta alla vicina SeeberAlm. Dalla malga il sentiero (n. 43) procede in continuo saliscendi attraverso prati montani e, in un’ora scarsa, raggiunge il lago Seeber, con le maestose cime delle Alpi Venoste sempre in vista. Dopo una sosta imbocchiamo il n. 43A e, rimanendo in quota, arriviamo alla OberglaneggAlm; da qui scendiamo al parcheggio (segnavia 20).
Informazioni in breve Parcheggio della Seeber-Alm (1915 m), dalla strada del passo del Rombo, superato l’albergo Hochfirst, svoltare a sinistra al primo tornante ca. 2.5 ore 7 km 350 m Sentiero di media difficoltà
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Il Wegleithof in val d’Ultimo Sebbene a soli 30 chilometri da Merano, indiscusso polo di attrazione turistica, la val d’Ultimo è un’oasi di pace in cui si è conservato ancora molto del mondo contadino delle origini. La percorre un impetuoso torrente, il Valsura, che scaturisce presso il ghiacciaio di Fontana Bianca e attraversa tutte le fasce di vegetazione della valle fino ai vigneti di Lana. I pittoreschi paesini, per lo più situati nel fondovalle, sono tutti intitolati a dei santi: S. Pancrazio, S. Valburga, S. Nicolò e S. Gertrude. Secondo la leggenda un tempo la zona era a tal punto infestata da spiriti e demoni, da indurre gli abitanti a invocare la protezione di potenze celesti. Gli antichi masi contadini della val d’Ultimo, molti dei quali in legno ad incastro (Holzblockwerk) e tetti di scandole, sono sparsi su ripidi ma soleggiati pendii. Uno di questi è il Wegleithof, situato sopra S. Pancrazio lungo la strada d’accesso alla chiesetta di S. Elena, a 1170 metri di altitudine.
Cosa offre il maso La famiglia Kapaurer, proprietaria di questo maso tradizionale sin dal 1746, gestisce l’azienda agricola e propone vacanze in agriturismo. In gioventù l’attuale capofamiglia, Karl, per un certo periodo ha fatto lavori occasionali – carpentiere in estate e collaboratore presso una società di impianti di risalita in inverno – finché, dopo la morte improvvisa del genitore, non è subentrato nell’attività paterna. Tutto ciò che aveva imparato fino a quel punto gli è tornato utile: il maso è stato ristrutturato, ampliato e ammodernato, combinando abilmente vecchio e nuovo. La famiglia contadina vive al primo piano, mentre al pianterreno è alloggiata la mamma, che continua a dare una mano occupandosi anche del grande orto di verdure ed erbe aromatiche. In una piccola casetta di legno con un caratteristico tetto di scandole sono stati allestiti un forno e un ambiente di lavoro. Per gli ospiti Karl ha di recente costruito una dépendance ricavando confortevoli appartamenti rivestiti e arredati col legno del suo bosco. Il grande fabbricato di servizio ripartito in stalla e fienile comincia a sentire il peso degli anni e avrebbe bisogno di qualche miglioria.
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In particolare quest’ultimo dovrebbe essere strutturato in maniera più funzionale, se non addirittura sostituito per venire incontro alle nuove esigenze della produzione agricola. Infatti, mentre decenni fa si coltivava ancora molta segale che veniva poi fatta seccare nel fienile su apposite grate, oggi la gestione dei prati permanenti comporta la necessità di accatastare grandi quantità di fieno. Purtroppo l’investimento necessario in termini di risorse individuali, nonostante i generosi contributi pubblici, è troppo gravoso per l’economia del maso, come sostiene il proprietario del Wegleithof. L’azienda comprende sette ettari di prati e 30 di bosco montano, 20 vacche e vitelli, polli e anatre, a cui si aggiungono diversi gatti, due pony e il cane Jerry. Nei mesi estivi alcuni bovini vengono portati all’alpeggio in due malghe comuni. Un torrente nelle vicinanze aziona i generatori della piccola centrale elettrica privata che fornisce corrente a un buon prezzo. Dal forno escono pane di segale preparato alla vecchia maniera e krapfen contadini con ripieno di semi di papavero per il fabbisogno della famiglia, degli amici e degli ospiti della casa, che possono gustare anche la croccante insalata dell’orto e le erbe aromatiche fresche (acquistabili previa prenotazione anche da clienti esterni); latte, uova, yogurt e ricotta fatti in casa naturalmente non mancano mai.
Il Museo della val d’Ultimo L’Associazione del Museo della val d’Ultimo ha raccolto una vasta collezione di suppellettili, attrezzi contadini, documenti, immagini e curiosità provenienti da tutta la valle, ora conservati a S. Nicolò in un piccolo museo che vale senz’altro la pena di visitare. L’esposizione, articolata su più sale, fornisce uno spaccato della vita contadina di un tempo. Informazioni su orari e visite guidate: tel. 0473 790147 o 0473 790374
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COME ARRIvARE Da Lana, poco dopo S. Pancrazio svoltare a destra in direzione di S. elena. Dopo ca. 5 km, in corrispondenza di una fermata dell’autobus, si dirama a sinistra l’accesso al Wegleithof (segnalato). Wegleithof, famiglia Kapaurer, mariolberg 29, 39010 S. Pancrazio, tel. 0473 787079 e 338 7929233, www.wegleit.it
POStO dI RIStORO Lungo la strada provinciale, all’Ortler vengono servite specialità della val d’Ultimo. Hotel restaurant Ortler, famiglia Paris, S. nicolò 17, tel. 0473 790101, www.hotel-ortler.com, chiuso il mer
lA ChIESEttA dI S. ElENA La chiesetta sulla collina isolata sopra S. Pancrazio custodisce sull’altare neobarocco laterale sinistro un piccolo gioiello: la sta statua della madonna in dolce attesa – raro motivo iconografico – per molto tempo meta di pellegrinaggio, in particolare da parte di donne che chiedevano alla madre di Dio la grazia di un figlio o di un parto senza complicazioni. L’oste del vicino albergo ((gasthaus Helener Bichl, tel. 0473 787139, chiuso il lun) ama raccontare la bella storia di una coppia che per tanto tempo aveva desiderato un figlio e che dopo una vacanza nella solitudine della boscosa collinetta di S. elena aveva finalmente ricevuto la tanto agognata benedizione.
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Passeggiata lacustre in val d’Ultimo Il lago di Zoccolo, che occupa il fondovalle da S. Valburga al paesino di Pracupola, è un grande bacino artificiale alimentato dal torrente Valsura. Sulla boscosa sponda meridionale, un comodo tracciato lontano dalla strada invita a fare il giro del lago. Dopo aver attraversato il largo coronamento della diga, ci incamminiamo su un ampio sentiero che, quando il livello dell’acqua è alto, si trova solo pochi metri sopra lo specchio lacustre. Lungo il percorso sono dislocati tabelloni tematici con “Favole” e “Aforismi” di bambini e ragazzi della valle. Passando accanto a un mulino, raggiungiamo il margine occidentale del bacino e seguiamo il corso del torrente Valsura in un bosco rado di abeti rossi. Dietro il borgo di Jaisten continuiamo in leggera salita. Arrivati allo skilift “Albl” attraversiamo il prato e percorriamo il sentiero a monte fino a una centrale di teleriscaldamento. Qui a un bivio ci dirigiamo verso il ponte sul torrente Valsura, che superiamo per proseguire
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sull’altra riva fino a S. Nicolò, dove merita una visita il Museo della val d’Ultimo. Ritorno con l’autobus di linea o a piedi sul versante sinistro della valle, lungo il sentiero dei masi della val d’Ultimo.
Informazioni in breve Diga del lago di Zoccolo (1158 m) segnavia “Seeweg” (sentiero del lago), poi “Ultner Höfeweg” (sentiero dei masi della val d’Ultimo) Andata 2 ore e 20 minuti, includendo il ritorno per il sentiero dei masi 4.5 ore complessive 7,5 o 15 km 250 o 430 m Sentiero di media difficoltà per via della lunghezza
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Il Beimsteinhof a Verano Dalle cime affiancate dei monti meranesi Punta Cervina e Picco Ivigna, un soleggiato altopiano si estende verso sud fiancheggiato dalla val d’Adige, in un susseguirsi armonioso di prati, pascoli e boschi. Circa a metà si trova il paese di Verano, sovrastato da una particolare conformazione rocciosa di colore marrone-rossiccio, il Beimsteinknott o Beimsteinkogel. Ai piedi di questo singolare monumento naturale, dal quale si gode di una straordinaria vista a 360 gradi dal Catinaccio al Parco naturale del Gruppo di Tessa, troneggia il Beimsteinhof, appollaiato a 1290 metri di altitudine. Il maso ha radici antichissime, documentate a partire dal 1369, quando viene menzionato un Ulricus iuxta lapidem ab Feran (lett. Ulrico presso la pietra a Verano, in tedesco “beim Stein”). Nel 1450 è la volta di un certo Cristan bei dem Stain finché, dopo svariati passaggi di proprietà, nel 1907 Ignaz Kröss – bisnonno dell’attuale contadino del Beimsteinhof, suo omonimo – non decide di acquistare il maso, lo ristruttura e vi allestisce una bella Stube foderata in legno. Quest’ultima e la cantina sono gli unici ambienti conservatisi dell’antico edificio, sostituito nel 2007 da una nuova costruzione.
Cosa offre il maso Il complesso, adagiato su ampi prati a ridosso della parete rossastra che sembra proteggerlo, è composto dalla nuova casa d’abitazione,
Posto di ristoro Proprio accanto al maso l’Oberwirt, che si fregia del titolo “Locanda sudtirolese” (www.gasthaus.it), offre una curata cucina tradizionale. Terrazza soleggiata con bella vista panoramica. Hotel Restaurant Oberwirt, famiglia Reiterer & Mittelberger, via Verano 25, 39010 Verano, tel. 0473 278129, www.hotel-oberwirt.com, chiuso il mar, in estate non ha giorno di riposo
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da un edificio di servizio con stalla e fienile, un vecchio annesso e una minuscola chiesetta, della quale la famiglia si prende cura con attenta sollecitudine. La panchina antistante invita alla pace e alla meditazione. L’economia del maso si basa principalmente sull’allevamento: all’azienda appartengono 14,5 ettari di prato oltre a pascoli, bosco e una parte di collina, 17 vacche di razza Bruna, manzette, vitelli, maiali, galline e conigli. Ma al Beimsteinhof anche l’ospitalità è una tradizione consolidata. Durante la guerra vi erano alloggiati i carabinieri, e successivamente nel piccolo annesso hanno trovato posto i valligiani in cerca di refrigerio. Dal 2008 Ulrike e Ignaz Kröss mettono a disposizione degli ospiti due moderni appartamenti ampi, accoglienti e ben arredati. La nuova attività di agriturismo, i cui proventi costituiscono una fonte di reddito complementare, è gestita con impegno ed entusiasmo dai giovani contadini. D’estate arrivano per lo più famiglie, che al maso – lontano dal traffico e tuttavia vicino al paese – possono trascorrere vacanze spensierate. E in compagnia dei tre piccoli Kröss l’atmosfera allegra e vivace è sempre assicurata. In autunno e in inverno è la volta delle famiglie con bimbi piccoli e delle coppie in cerca di pace e tranquillità. Tutti vengono viziati con i prodotti del maso: speck, uova, marmellate e succhi fatti in casa, verdure e piccoli frutti dell’orto.
Come arrivare Si può arrivare da Terlano via Meltina (8,6 km) o da Merano via Avigna (9 km). Chi rispetta l’ambiente utilizza la funivia da Postal (20 minuti a piedi). Beimsteinhof, famiglia Kröss, via Verano 19, 39010 Verano, tel. 0473 278182, www.beimsteinhof.it
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Posto di ristoro Vicino alla Leadner Alm (accesso in macchina possibile solo via Eschio), l’albergo Waldbichl (1530 m) propone una buona cucina casalinga. Terrazza soleggiata, parco giochi per i bimbi, splendida vista. Gasthof Waldbichl, famiglia Laner, via Eschio 11, 39010 Verano, tel. 0473 278113, www.waldbichl.com, chiuso il gio, in estate non ha giorno di riposo
IL Knottenkino A nord-ovest di Verano, accanto al Beimsteinknott si erge un altro dosso roccioso, il Roatstoan (lett. pietra rossa). A picco sulla val d’Adige, è facilmente accessibile a piedi da est. Sulla sommità, a 1465 metri di quota, l’artista Franz Messner ha posizionato una trentina di sedili pieghevoli che ricordano quelli dei vecchi cinema, creando il cosiddetto Knottenkino (lett. cinema sulla roccia), il più originale di tutti i dintorni. La programmazione? Un unico spettacolo non stop, passibile di variazioni continue a seconda dell’ora e delle condizioni meteo, ossia la magnifica vista sulla val d’Adige, sui monti della val d’Ultimo e sul massiccio dell’Ortles.
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A GIT Escursione circolare al Knottenkino Una piacevole camminata attraverso splendidi pascoli montani e un bosco rado per… prendere posto nelle file migliori: non lontano dal Beimsteinhof, accanto all’albergo Zum grünen Baum (chiuso), inizia il sentiero n. 16 che porta fino alla sella di Bruggen e poi, con una breve salita, alla Leadner Alm (possibilità di ristoro, tel. 0473 278136, www.leadner-alm.com, chiuso il lun). Da Bruggen seguendo il segnavia 11 si prosegue fino al Knottenkino e da qui si fa ritorno al punto di partenza percorrendo il sentiero “Schützenbrünnlweg” (n. 14).
Informazioni in breve Parcheggio sopra l’albergo Zum grünen Baum 3 ore scarse ca. 9 km 370 m Sentiero di media difficoltà
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Il Wargerhof a Meltina il monzoccolo è una zona ideale per le escursioni. Su questo altopiano baciato dal sole, a circa 1000 metri di dislivello sulla val d’Adige, si incontrano – da sud a nord – i centri abitati di S. genesio, meltina, verano e Avelengo. La nostra meta si trova a meltina, un paese a vocazione contadina circondato da boschi e radi prati di larici, con una splendida vista verso sud-ovest. Al Wargerhof, annidato su un pendio al margine del paese di meltina, la famiglia götsch gestisce un’azienda agricola e un’osteria. Accoglienti Stuben rivestite in legno e una grande terrazza soleggiata invitano alla sosta e alla convivialità.
COSA OFFRE Il MASO il maso è documentato a partire dal 1520, ma già nel 1444 viene menzionato un certo Ulrich Warker kirchprobst (lett. prevosto), il cui nome si presume abbia origini germaniche. Alcune vecchie fotografie immortalano il fienile coperto da un ripido tetto di paglia e vasti campi di grano al posto dei prati che caratte caratterizzano il paesaggio attuale. Oggi il Wargerhof, com completamente ristrutturato, si presenta come un bel complesso in stile alpino composto dall’antica casa contadina, da una moderna abitazione e da un fienile grande e funzionale. Lavori così consistenti non sarebbero stati possibili se Alexander götsch, il proprietario dell’azienda agricola, non fosse anche titolare di un’impre un’impresa edile: poter contare su mezzi e competenze proprie gli ha consentito di contenere i costi. il maso è circondato da otto ettari di pascoli che si possono lavorare con l’ausilio di macchine agricole. nella stalla ci sono una quindicina di vacche da latte della locale razza grigio Alpina allevate in proprio, tutte ancora con le corna come una volta, quando non era consuetudine tagliarle. in estate il bestiame viene condotto in zone destinate all’alpeggio collettivo presso la Sattlerhütte e la malga möltner Kaser, mentre alcune manzette vanno a prendere i “freschi” in val Senales,
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luogo d’origine del padre di Alexander, che arrivò a Meltina per fare il muratore e vi mise radici. Alexander Götsch, il contadino-imprenditore edile, ha lavorato al Wargerhof sin da ragazzino. Una quindicina di anni fa lo ha poi rilevato insieme alla sua famiglia e ai suoceri in cambio di un vitalizio ai vecchi proprietari senza figli, ampliandolo e rinnovandolo da cima a fondo. Dell’osteria – così come dell’amministrazione dell’impresa edile – si occupa la moglie Kunigunde. Durante la stagione danno una mano anche le tre figlie, altrimenti impegnate con gli studi universitari. La cucina propone piatti tradizionali tirolesi e pietanze di sapore mediterraneo, scelta non scontata in un maso di montagna. Tutta la carne utilizzata – manzo, vitello, agnello e capretto – proviene dagli animali del maso, così come molte delle altre materie prime, rigorosamente di stagione. Quattro confortevoli appartamenti per ferie e due camere matrimoniali, ideali per un soggiorno tranquillo, consentono di ospitare fino a venti persone. La colazione, servita nell’accogliente Stube contadina, prevede varie specialità fatte in casa come torte, pane, burro, marmellata, insaccati e succhi freschi. Appena fuori dall’uscio, gli ospiti hanno a disposizione più di 160 chilometri di itinerari segnalati, tra cui l’antico “Kirchsteig”, il sentiero che conduce alla chiesa.
Come arrivare Da Terlano raggiungere Meltina, quindi svoltare in direzione di Salonetto; dopo 400 metri scarsi, sulla destra si dirama l’accesso al maso. Wargerhof, famiglia Götsch, via Salonetto 12, 39010 Meltina, tel. 0471 668442, www.wargerhof.com, aperto il ven pomeriggio, il sab e la dom; si consiglia di prenotare
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Bollicine ad alta quota A una bella passeggiata sul Monzoccolo dovrebbe seguire una visita alla cantina di spumanti più alta d’Europa. A 1200 metri di altitudine, in cantine profonde e spaziose, la famiglia Reiterer lavora i pregiati bianchi di Terlano, dell’Oltradige e di Salorno con il metodo tradizionale francese, trasformandoli in uno spumante di eccellente qualità, l’Arunda. Nei giorni lavorativi e su appuntamento telefonico, Sepp, Marianne e Michael Reiterer mostrano la loro cantina e propongono degustazioni. Un piacere frizzantino decisamente… all’altezza. Cantina Arunda, tel. 0471 668033, www.arundavivaldi.it
Posto di ristoro In posizione idilliaca, il bell’albergo di montagna St. Ulrich dispone anche di un parco giochi per i bimbi e di una pista per birilli. Gasthof St. Ulrich, famiglia Obkircher, 39010 Meltina, tel. 0471 668056, www.sanktulrich.com, chiuso il lun
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GIT Alla chiesetta di S. Ulrico Su una collina a ovest di Meltina, a 1333 metri di altitudine, si incontra la bella chiesetta di S. Ulrico, proprio accanto alla quale l’albergo St. Ulrich invita alla sosta. Punto di partenza è il parcheggio nel centro del paese,
sopra il Museo dei fossili. Imbocchiamo il sentiero n. 13 che in tre quarti d’ora ci porta alla meta, da cui si gode di un magnifico panorama a 360 gradi. Dopo la visita possiamo rifocillarci nel vicino albergo.
Informazioni in breve Parcheggio in centro paese a Meltina (1137 m), accanto alla caserma dei vigili del fuoco ca. 1.5 ore 3 km scarsi 200 m Facile passeggiata per tutta la famiglia
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L’Oberfahrerhof sull’altopiano del Salto Nel cuore del territorio altoatesino, tra la val Sarentina e la val d’Adige, si erge la dorsale montuosa del Monzoccolo. Sul suo versante meridionale si trova il paese di S. Genesio dal quale l’altopiano del Salto, un ondulato pianoro di prati ampi e radi boschi di larici, si estende verso nord-ovest fino al piccolo borgo di Valas. Nei pressi di quest’ultimo, a ben 1528 metri di altitudine, l’Oberfahrerhof è abbarbicato su un ripido e soleggiato pendio che offre una magnifica vista sulle Dolomiti a est e sulla Mendola e il gruppo dell’Ortles a ovest. L’agglomerato dei Fahrerhöfe si trova su un’area abitata sin da tempi remoti, come fa pensare anche una lapide funeraria romana rinvenuta nei dintorni e inserita nella facciata fronte strada dell’Unterfahrerhof. Il nome deriva dai pini silvestri (in ted. Föhren) che crescono sui pendii aridi e sassosi sopra Valas. Dell’Oberfahrerhof si trova traccia già in un antico documento del 1288, nel quale viene menzionato un ober hof in Vorchach.
Cosa offre il maso Il maso, dal 1896 di proprietà della famiglia Zöggeler, deve il suo aspetto odierno a una ricostruzione integrale realizzata qualche anno fa a sostituzione delle vecchie strutture, e comprende una bella casa tutta addobbata di fiori con una grande terrazza soleggiata, un edificio di servizio e, nel mezzo, un piccolo maneggio dedicato ai cavallerizzi in erba. Sonja e Sebastian Zöggeler sono veri e propri patiti di cavalli, e il loro sei figli non sono da meno. Così la famiglia ha deciso di orientare l’offerta del maso in questa direzione: a disposizione degli ospiti ci sono dieci cavalli e un pony. L’affluenza è buona, incrementata anche dai clienti dei masi dei dintorni che propongono vacanze in agriturismo includendo questa opzione nella loro offerta. Sebastian, coadiuvato dai figli, accompagna gli ospiti nelle passeggiate a cavallo. Ma non finisce qui: oltre alle uscite di lunghezza variabile tra una o due ore e la giornata intera, in programma ci sono anche lezioni per bambini e principianti e gite in carrozza o, nei
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mesi invernali, in slitta. Particolarmente apprezzate sono le settimane estive a cavallo per bambini e ragazzi: cinque giorni di vitto e alloggio, dal lunedì al venerdì, in piccoli gruppi da otto. A ogni giovane partecipante viene assegnato un cavallo, del quale dovrà occuparsi per la durata del soggiorno. Il numero degli ospiti abituali è in continua crescita, e anche d’inverno i clienti non mancano, attirati dalle passeggiate a piedi e con le ciaspole, dalle gite in slitta e naturalmente dalle belle cavalcate in mezzo alla neve. Sui pascoli aperti e soleggiati e tra i prati costellati di larici, grazie all’altitudine, la condizione della neve è quasi sempre buona. Il maso viene gestito in modo tradizionale ed è circondato da 13 ettari di prati. Sebbene il terreno sia a tratti molto ripido – con una pendenza del 40-60% – i bovini di razza tirolese Grigio Alpina, di allevamento proprio, non sono affatto in difficoltà. I prati vengono coltivati il più possibile nel rispetto dell’ambiente, rinunciando a
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fertilizzanti chimici. Dopo due sfalci, già nel mese di agosto il bestiame viene condotto al pascolo: “Fa bene alle mucche che così rimangono sane e danno latte di ottima qualità”, afferma Sebastian Zöggeler. Anche il mangime stoccato in silos è tabù: oltre all’erba e al fieno per foraggiare le bestie vengono utilizzate granaglie miste. Dal latte si ricavano yogurt e formaggio fresco per gli ospiti e per il fabbisogno del nucleo familiare. Dall’orto provengono le verdure come pure ribes, fragole e lamponi che diventano gustose marmellate e ottimi succhi. Gli animali del maso forniscono uova, speck e salsicce. I villeggianti vengono accolti in tre appartamenti moderni e confortevoli, arredati in legno chiaro, in ognuno dei quali sono disponibili 2-6 posti letto.
Come arrivare Da Bolzano via S. Genesio, raggiungere e oltrepassare Valas, in direzione di Meltina, fino al parcheggio Schermoos (ca. 18 km). In alternativa, da Terlano arrivare a Meltina e procedere per 3,5 km in direzione di S. Genesio fino a Schermoos. Da qui proseguire per altri 500 m fino al maso Oberfahrer (segnalato). Oberfahrerhof, famiglia Zöggeler, Valas 16, 39050 S. Genesio, tel. 0471 340084, www.reiterhof-oberfahrer.com
Posto di ristoro A soli 10 minuti dall’Oberfahrerhof, Christian Pircher, oste e cuoco del ristoro di montagna Lanzenschuster, propone specialità tirolesi in versione raffinata servite nelle accoglienti Stuben e sulla bella e ampia terrazza. Berggasthof Lanzenschuster, Valas 48, 39050 S. Genesio, tel. 0471 340012, www.lanzenschuster.com, in inverno e in primavera aperto solo sab e dom, in estate non ha giorno di riposo
Al biotopo Fahrer Vale la pena di fare una passeggiata anche allo stagno Fahrer, a nord di Schermoos, creato secoli fa mediante la costruzione di una piccola diga e ora tutelato come biotopo. Di notevole superficie, è orlato da giunchi e canne palustri e immerso in uno splendido paesaggio di prati e vecchi larici nodosi. Lo stagno, che si presta perfettamente a una piacevole sosta, si raggiunge in pochi minuti imboccando il sentiero n. 17B poco sotto l’Oberfahrerhof.
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GIT Escursione al Giogo di Meltina Dal parcheggio Schermoos imbocchiamo la strada (segnavia 5) che si snoda sul pendio in leggera salita attraverso prati e boschi, mentre la visuale si allarga sempre più, fino alle Dolomiti in lontananza. In ca. 20 minuti di cammino raggiungiamo l’Oberfahrerhof, superato il quale prendiamo a sinistra il sentiero n. 17A. Su questo procediamo verso nord in moderata pendenza e, dopo ca. un’ora, arriviamo al Giogo di Meltina con i suoi ampi prati di splendidi larici e una vista mozzafiato. Una precisazione: a dispetto del nome non si tratta di un passo o di una
sella, bensì del punto più alto della dorsale, segnato da una grande croce di legno. L’escursione è particolarmente consigliata nel mese di aprile, poco dopo il disgelo, quando là dove il terreno è più pianeggiante si allarga a perdita d’occhio un immenso tappeto di crochi: l’abbondanza di fiori bianchi e viola e la varietà del paesaggio rendono la passeggiata un’esperienza unica. Ritorno al parcheggio per lo stesso itinerario dell’andata o lungo il Sentiero Europeo E5.
Informazioni in breve Parcheggio a pagamento Schermoos (1453 m) sulla strada tra Valas e Meltina 2.5 ore ca. 6,5 km 290 m Facile escursione per tutta la famiglia
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L’Haflingerhof a S. Genesio S. Genesio è situato su un ondulato altopiano a nord del capoluogo bolzanino. Quello che un tempo era un tranquillo paesino di montagna, con la realizzazione di una comoda strada d’accesso, si è sviluppato fino a diventare quasi una piccola cittadina. Immutato è rimasto il maestoso panorama sulle Dolomiti, sulla conca di Bolzano e sulla Bassa Atesina. A sud del centro abitato il versante digrada dapprima dolcemente, poi i prati diventano sempre più ripidi e a poco a poco si trasformano in bosco frammisto a rocce affioranti. I pendii più bassi, vicini a Bolzano, sono ricoperti di ordinati vigneti dai quali hanno origine alcuni dei migliori vini altoatesini. I masi sui prati sotto S. Genesio formano l’insediamento sparso di Pittertschol; tra questi, uno dei più antichi e imponenti è l’Haflingerhof.
Cosa offre il maso La frazioncina di Pittertschol occupa una zona fortunata dal punto di vista climatico, la lunghissima frequentazione della quale non stupisce affatto. Già nel 1288 è documentato in quest’area un maso tributario hof ze Piderschol che probabilmente è il nostro Haflingerhof. Nel 1519 viene menzionato per la prima volta un Haffingerhof, e dal 1592 compare il nome attuale. Se un tempo Pitterschol era il granaio di S. Genesio, oggi la situazione è molto cambiata, e vengono seminati soltanto i cereali – e grano saraceno come coltura intercalare – necessari al proprio fabbisogno. Da questi si ottengono pane, torte e piatti semplici ma prelibati come lo schwarzplentener Ribl. All’antico maso contadino, ristrutturato con cura e abitato da Gerda e Franz Plattner con i figli Kathrin, Fabian e Tobias e la nonna Elisabeth, è stato affiancato un moderno edificio, in cui trovano posto anche due appartamenti con balcone riservati agli ospiti. Per via della loro vicinanza alla città di Bolzano, oltre che nei mesi estivi questi alloggi sono molto ambiti anche nel resto dell’anno da visitatori e turisti con interessi culturali. Nella stagione calda godersi la magnifica vista sulle Dolomiti standosene al fresco sotto il pergolato è un vero piacere. Ma è solo quando i Monti Pallidi si tingono di rosso, nel sole del tramonto, e in valle cominciano ad accendersi le
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prime luci della città, che ci si rende conto della posizione davvero unica del maso. Qui i bambini sono i benvenuti e trovano diversi giochi e molto spazio per scatenarsi, oltre a mucche, vitellini, gatti, conigli… L’attività principale del maso è l’allevamento. Il latte delle vacche di razza Bruna viene prelevato giornalmente dal servizio di raccolta della cooperativa lattiero-casearia. Vigneti e alberi di mele occupano i terreni più bassi mentre nel grande orto, del quale Gerda ed Elisabeth vanno assai fiere, crescono tra l’altro insalata, pomodori e fiori. Gli ospiti apprezzano molto i prodotti del maso che arrivano in tavola a colazione.
Come arrivare A Bolzano, all’inizio della statale della val Sarentina (SS 508), imboccare la strada per S. Genesio e proseguire per ca. 7,5 km. Appena in vista del paese, svoltare a sinistra per l’Haflingerhof (50 m, segnalato). Haflingerhof, famiglia Plattner, Pittertschol 2, 39050 S. Genesio, tel. 0471 354311, www.haflingerhof.it
Posto di ristoro All’albergo Langfenn si può gustare una cucina tradizionale tirolese in chiave raffinata, bella terrazza panoramica. Gasthaus Langfenn, famiglia Egger-Hafner, via Langfenn 1, 39010 Meltina, tel. 0471 668218, www.langfenn.it (solo in tedesco), aperto tutto l’anno
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A GIT Sul Sentiero Europeo E5 Il Monzoccolo è attraversato dal sentiero E5 (segnavia bianco-rosso), uno dei più affascinanti tra gli undici itinerari escursionistici europei: con una lunghezza complessiva di ca. 3050 km parte da Pointe du Raz, sulla costa atlantica francese, e arriva a Verona attraversando le Alpi di Svizzera, Germania, Austria e Italia. Il tratto compreso tra Oberstdorf, in Baviera, e Bolzano è considerato il più bello. A chi volesse percorrerne un pezzetto sull’altopiano del Salto, si consiglia di partire dal campo sportivo di S. Genesio e di seguire il segnavia in direzione nord, tra gli ampi e pianeggianti prati costellati di larici. Il percorso, accompagnato da splendidi scorci sulle Dolomiti e sul gruppo dell’Ortles, si conclude alla chiesetta di S. Giacomo e all’adiacente albergo Langfenn. Ritorno per la via dell’andata.
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Informazioni in breve Parcheggio del campo sportivo di S. Genesio (1237 m, a pagamento) ca. 4 ore 12,5 km 420 m Facile passeggiata per tutta la famiglia
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Il Wieserhof a S. Martino La val Sarentina si allunga da Bolzano verso nord per una ventina di chilometri. Stretta gola nel tratto iniziale, si apre all’altezza di Sarentino in un’ampia conca prativa, per diramarsi a Campolasta nelle valli di Pennes e di valdurna. Un paesaggio ampiamente incontaminato e tradizioni ancora molto vive fanno di quest’ultima una meta da non perdere. ed è proprio qui che si trova il nostro maso. Situato a 1600 metri di altitudine, il Wieserhof è uno dei più alti della valle, e chi vi si reca deve amare le montagne e la solitudine. Dal capoluogo altoatesino si imbocca una strada larga e ben tracciata, ma caratterizzata da numerose gallerie e pareti rocciose incombenti che possono avere un effetto minaccioso su chi sia abituato ai paesaggi aperti e pianeggianti. Superato il paese di Sarentino, si svolta in valdurna, una valle piuttosto scura per via della fitta vegetazione boschiva, dove il ripido accesso al Wieserhof richiede all’automobilista una certa destrezza. Una volta a destinazione, lo sguardo può spaziare fino alla vicina Forcella Sarentina, la “montagna di casa” della vallata.
COSA OFFRE Il MASO il bell’edificio del Wieserhof è stato costruito ex novo nel el 1995; prima al suo posto si trovava una modesta caca supola, chiamata dai locali “Wieshäusl” o “Wieshütte” (lett. casetta o capanna sul prato). Al piano superiore sono stati ricavati due graziosi appartamenti per ferie che dal 1997 accolgono i clienti dell’agriturismo. rosa osa Stofner, la padrona di casa, è il classico esempio della grande autoauto stima che caratterizza le sarentinesi. Per gli ospiti ha prepre parato un raccoglitore che contiene utili informazioni sulla val Sarentina, sull’agriturismo, sul maso e sulla famiglia che lo gesti gestisce. nel punto in cui si parla della divisione dei compiti, accanto alla sua foto si legge: “rosa, classe 1964: io sono la contadina e la responsabile del Wieserhof”. e vicino a quella del marito: “michael, classe 1960, è il capo del maso e della stalla. Si occupa delle bestie e lavora nel fienile, nei campi, nel bosco e in malga”.
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Alla piccola azienda agricola appartengono sei ettari di prato, solo quattro dei quali possono essere lavorati con l’ausilio di macchinari. Gli altri due vanno sfalciati a mano, per via del terreno troppo ripido e irregolare. Nella stalla vengono allevate sette vacche da latte e alcune manzette che in estate vengono condotte all’alpeggio nei pascoli di proprietà sotto la Pfnatschalm, presso S. Martino. I proventi della famiglia derivano essenzialmente dalla vendita del latte, dall’allevamento delle manzette e dall’agriturismo. Rosa lavora inoltre in due scuole elementari della valle come addetta alle pulizie. Gli ospiti arrivano per lo più nei mesi estivi, mentre d’inverno sono forse frenati dalle condizioni delle strade – nel sito internet la padrona di casa ricorda di portare le catene –, anche se in realtà il ripido accesso al maso viene pulito dai mezzi spazzaneve.
Come arrivare A Campolasta svoltare in direzione Valdurna; subito dopo il chilometro 7,5 (fermata dell’autobus) sulla destra si dirama la strada in salita che in 2,2 km porta al maso. Wieserhof, Rosa Stofner, S. Martino 15, 39058 Sarentino, tel. 0471 625252, www.wieser-hof.com
Posto di ristoro Tra le poche case del paesino di Valdurna spicca un’osteria di antica tradizione che propone gustose pietanze tirolesi, spaziando dalla zuppa di milza alla selvaggina, senza dimenticare i canederli nelle versioni più svariate. Pfarrgasthof, famiglia Innerebner, tel. 0471 625142, aperto tutto l’anno, chiuso il gio
Artigianato sarentinese In val Sarentina l’artigianato tradizionale è ancora molto vivo; qui vengono cucite le tipiche pantofole (le cosiddette Toppar) e decorati con raffinati ricami di penne di pavone i cinturoni tradizionali, le bretelle e piccoli oggetti in pelle. Dal legno di cirmolo profumato di resina i tornitori ricavano bei piatti, scodelle e altri oggetti d’uso. In diverse aziende dal pino mugo si distilla un olio essenziale utilizzato in campo medico e cosmetico. Per informazioni: Associazione Turistica Val Sarentino, piazza Chiesa 9, 39058 Sarentino, tel. 0471 623091
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A passeggio su un tratto del “Giro della valle� Partendo da S. Martino (1501 m, segnavia 22), questo itinerario si snoda lungo il pendio in leggero saliscendi e, attraverso boschi e prati, sfiorando masi contadini sparsi
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(incluso il Wieserhof), arriva al paesino di Valdurna e al lago omonimo (1600 m). Per il ritorno si consiglia l’autobus di linea (n. 150). Percorso adatto anche alle mountain bike.
Informazioni in breve Chiesa di S. Martino (1501 m) ca. 2.5 ore 8,2 km 450 m Facile sentiero escursionistico
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L’Ebnicherhof presso Soprabolzano Il soleggiato versante meridionale del Renon, la “montagna di casa” dei bolzanini, presenta un’armoniosa coesistenza di paesaggio antropizzato e naturale: prati e campi coltivati, boschetti di castagni, pendii scoscesi coperti da boscaglia inframmezzata da rocce porfiriche di un rosso-violetto e le piramidi di terra, attrazione geologica della valle del Katzenbach, poco sotto Soprabolzano. Su questo versante, in alto sopra la città, l’Ebnicherhof sorge su una terrazza naturale pianeggiante. La posizione del maso è impareggiabile, con una vista davvero unica sulle creste dolomitiche del Catinaccio a est, sulla conca bolzanina con il nastro argenteo del fiume Isarco, fino all’Oltradige e al gruppo della Mendola a ovest.
Cosa offre il maso I grandi masi contadini situati sull’altopiano del Renon possedevano spesso anche un vigneto sui pendii a quota inferiore, dotato di un piccolo fabbricato rurale e una casa d’abitazione. L’Ebnicherhof è nato proprio così: in origine proprietà secondaria di un contadino di Maria Assunta, da ormai quasi due secoli è gestito dalla famiglia Tauferer. La sua posizione – sopra S. Maddalena, nei pressi di Bolzano, a 832 metri di quota – è ottimale per i tipi di vitigni che prosperano a queste altitudini. Con la collaborazione di tutti i membri della famiglia, la piccola azienda agricola si dedica alla viticoltura e all’allevamento, ha una cantina propria, propone vacanze in agriturismo e manda avanti un’osteria alla frasca. Vengono accuditi una ventina di bovini di razza Grigio Alpina, tra cui 10 vacche da latte, oltre a maiali, polli, un cane e diversi gatti. D’estate una parte del bestiame viene portato all’alpeggio collettivo sul Corno del Renon. In passato il nonno Sepp conferiva il latte da vendere a Bolzano con la cremagliera e, dopo la sua chiusura a metà degli anni ’60, con il trattore; oggi è tutto molto più semplice grazie a un comodo punto di raccolta a Soprabolzano. Nel 1998, approfittando dei lavori di ristrutturazione, nella casa è stato ricavato un appartamento per ferie con quattro posti letto. Il maso è molto frequentato soprattutto in autunno, per il rito del
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La ferrovia del Renon Nel 1907 il Renon fu collegato a Bolzano mediante una ferrovia elettrica a scartamento ridotto. Il primo tratto, molto ripido, era dotato di una locomotiva a cremagliera che spingeva i vagoni fino al piccolo abitato di Maria Assunta. Nel tratto successivo, relativamente pianeggiante, la ferrovia procedeva spedita fino a Collalbo. Dopo un grave incidente, negli anni ’60 la cremagliera fu dismessa e rimpiazzata da una funivia, a sua volta sostituita nel 2009 da un moderno impianto trifune a movimento continuo. Oggi è possibile raggiungere Soprabolzano in 12 minuti con tempi di attesa minimi. Il trenino a scartamento ridotto tanto amato dai locali e dai turisti è invece ancora in funzione, e in occasione di eventi particolari vengono persino ripristinate le storiche carrozze del 1907.
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Törggelen, quando un’atmosfera allegra, vivace e conviviale pervade l’accogliente Stube e la grande terrazza panoramica con i tavoli e le panche di legno. in questo periodo tutti i membri della famiglia si danno un gran daffare e portano in tavola i tipici piatti regionali: speck ottenuto dai maiali del maso e affumicato in proprio, formaggio prodotto da una malga in val venosta, dove due delle dieci vacche vengono portate all’alpeggio, e poi Kaminwurzen, tris di canederli, zuppa d’orzo, salsicce con crauti, polpettone, costine con patate, torte e krapfen; su prenotazione anche Schlutzer e Schlachtplatte (piatto misto di carne e insaccati). Per spegnere la sete ci sono i succhi fatti in casa e gli otti ottimi vini di produzione propria, l’orgoglio del giovane Andy. A questa altitudine crescono rigogliosi il müller thurgau, il Pinot nero e la gradevole Schiava. i vini vengono serviti anche in bottiglie da 7/10.
COME ARRIvARE Si può accedere al maso da Soprabolzano tramite una comoda stradina riservata alla clientela. Piuttosto stretto e molto ripido (pendenza 28%) è invece l’accesso da Bolzano via S. maddalena (3 km). ebnicherhof, famiglia tauferer, grumeregg 6, 39054 Soprabolzano / renon, tel. 0471 978264 e 333 2305850
Il töRggElEN, uN’uSANZA ANtICA E AllEgRA nei mesi autunnali, andar per Törggelen è una tipica usanza della zona vinicola altoatesina. in origine vi prendevano parte solo i contadini: nell’ambiente antistante la cantina dove si trovava il grande torchio (ossia il Torggl), il proprietario del maso offriva ai vicini e a chi aveva dato una mano nella vendemmia una merenda per degustare il vino nuovo. non di rado l’allegra compagnia si spostava poi a piedi di maso in maso e continuava ad assaggiare il vino, accompagnandolo con noci, pane, caldarroste e, quando andava bene, salsicce fatte in casa e crauti. Oggi un maso da Törggelen, per riuscire a soddisfare le accresciute esigenze degli avventori, deve offrire di più: Schlutzkrapfen, canederli di vario tipo, costine arrosto, Schlachtplat te, krapfen dolci – il tutto preferibilmente servito in una vecchia Stube rivestita in legno – e un ampio parcheggio proprio fuori dalla porta. La lista dei locali per il Törggelen si può richiedere all’ufficio turistico: www.renon.com, tel. 0471 356100.
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GIT Il Sentiero tematico del Renon Una piacevole passeggiata di un paio d’ore si articola in nove suggestive tappe che corrispondono ad altrettante tematiche significative per l’altopiano del Renon. Il sentiero ben indicato (segnavia 23) si diparte dalla stazione del trenino a Soprabolzano, costeggia le piramidi di terra fino alla chiesetta di S. Giacomo e torna al punto di partenza passando per Maria Assunta. Durante il percorso, una
serie di pannelli fornisce informazioni sulla storia del trenino, l’antica strada degli imperatori, le piramidi di terra, il caratteristico porfido rosso, la scarsità d’acqua, l’antica tradizione dei “freschi” (la villeggiatura estiva dei bolzanini benestanti) e altro ancora. Una miniera di informazioni… non solo per i turisti. Cartina d’insieme su: http://www.renon.com/it/attivita/ escursioni/escursioni-consigliate/
Informazioni in breve Stazione di Soprabolzano ca. 2 ore 5,3 km 230 m Passeggiata di media difficoltà per tutta la famiglia
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L’Oberpfaffstallerhof presso Collalbo L’esteso altopiano del Renon, delimitato dalla val Sarentina e dalla val d’Isarco, ha tre centri principali: Collalbo, Soprabolzano e Auna di Sotto. Il clima gradevole, la splendida vista a 360 gradi e l’ottima esposizione ne fanno da sempre il luogo di villeggiatura estiva dei bolzanini e una meta amata dai turisti. Per raggiungere Collalbo da Bolzano si possono utilizzare la funivia a movimento continuo e poi il trenino a scartamento ridotto, ma anche la panoramica carrozzabile del Renon vale senz’altro un viaggio. L’Oberpfaffstallerhof si trova lungo la strada tra Collalbo e il Corno del Renon, immerso tra i prati a 1300 metri di altitudine. Dalla terrazza soleggiata lo sguardo si spinge fino alle Dolomiti con l’imponente massiccio dello Sciliar in primo piano. Una rete di sentieri escursionistici lunga ben 160 chilometri si dipana sull’altopiano, includendo anche il nostro maso. In inverno le piste del vicino Corno del Renon sono prese d’assalto dai patiti dello sci e della slitta. E dopo un giorno all’aria aperta cosa c’è di meglio che riscaldarsi in un’accogliente Stube contadina, recuperando le forze con gustose pietanze?
Cosa offre il maso Recenti lavori di ristrutturazione e ampliamento hanno dotato il maso di un possente fabbricato di servizio. Alla casa di abitazione è stata aggiunta una veranda vetrata, una sorta di giardino d’inverno, e sul prato accanto all’orto di erbe aromatiche e piccoli frutti hanno trovato posto tavoli di legno per gli ospiti e giochi per i bimbi. Il fulcro del complesso rimane la vecchia Stube con la bella pannellatura intarsiata e la stufa in muratura. Speck e Kaminwurzen, succhi e sciroppi di melissa, menta piperita, lamponi e sambuco sono fatti in casa come quasi tutto ciò che viene messo in tavola. La signora Margit non solo ama stare ai fornelli, ma ha anche una solida formazione professionale e anni di esperienza nella ristorazione, come svelano le deliziose pietanze che escono dalla sua cucina: sfoglie di patate fritte con crauti, Schlutzer, diversi tipi di canederli, Schlachtplatte (piatto misto di carne e insaccati) e krapfen. E la domenica, o su prenotazione, arrosto di manzo, agnello o maiale. Da non perdere l’omelette del
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contadino con speck, cipolla, erba cipollina, pomodorini, panna e scaglie di formaggio, la rosticciata con carne di manzo a listarelle e patate arrosto, l’insalata di manzo con verdure alla julienne ed erba cipollina, e le tagliatelle con porro e speck, per le quali viene utilizzata una speciale miscela di farina di frumento e grano saraceno. Melanie e Manuel aiutano con impegno i genitori; Othmar, il capofamiglia, lavora due giorni a settimana in un consorzio locale per la commercializzazione del bestiame ed è uno specialista di bovini. Perciò non meraviglia trovare nella stalla 15 vacche da latte ad alto rendimento di razza Frisona dal caratteristico mantello pezzato bianco e nero. Le manzette vengono allevate in proprio con i migliori risultati. Al maso ci sono anche polli, conigli, capre nane, gatti, svariati maiali che forniscono l’ottimo speck, e degli ovini non comuni quali le pecore di razza Villnößer Brillenschaf (lett. pecora con gli occhiali della val di Funes) e Blacknose Vallese, oltre a capre di razza Vallesana dal collo nero.
Le piramidi di terra del Renon L’azione erosiva prolungata di pioggia, vento, gelo e acqua di fusione ha scavato il deposito morenico di origine glaciale, creando colonne detritiche alte fino a 20 metri. La maggior parte di esse è sormontata da una pietra che, come un cappello, protegge il materiale sottostante ritardandone il crollo. Sul Renon è possibile trovare piramidi di terra in diversi punti: nei pressi di Soprabolzano, di Auna di Sotto e, appunto, di Longomoso.
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Come arrivare Da Bolzano raggiungere Collalbo e proseguire in direzione Corno del Renon per ca. 3 km fino a giungere in vista del maso (sulla sinistra). Oberpfaffstallerhof, famiglia Oberrauch, via Tann 13, 39054 Collalbo / Renon, tel. 0471 356350 e 349 8792348, aperto dal 1° maggio a fine gennaio e nel periodo di Pasqua, chiuso il lun e il mar; si consiglia di prenotare
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Il Sentiero delle piramidi Longomoso è il punto di partenza di questo itinerario pianeggiante e panoramico che, su passerelle e piccoli ponti di legno, si snoda lungo il pendio sopra le famose piramidi di terra, regalando una prospettiva privilegiata su questo particolare feno-
Informazioni in breve Longomoso, parcheggio vicino all’hotel Spögler (1133 m) 1 ora e 20 minuti 3,5 km 100 m Facile passeggiata per tutta la famiglia
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meno naturale. Un bel ponte coperto sul Finsterbach consente di raggiungere la chiesetta di Maria Saal, nella quale è custodito un insolito affresco raffigurante la Madonna sotto un grande ombrello attorniata dai fedeli in cerca di protezione e difesa.
Dove c’è maso, c’è libertà Agriturismo in Alto Adige
Tuffarsi nella natura, conoscere da vicino il mondo „Gallo Rosso“ e scoprire l’universo dei masi fatto di qualità, genuinità e ospitalità. Agriturismo in Alto Adige è un’esperienza per tutta la famiglia. Per cominciare a sognare, navigate tra i 1500 masi del sito www.gallorosso.it oppure chiedete il nuovo catalogo gratuito.
Gallo Rosso - Agriturismo in Alto Adige, 39100 Bolzano Tel. 0471 999 308, info@gallorosso.it, www.gallorosso.it
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L’Unichhof presso Aldino Il piccolo paese di Aldino si trova in alto, sopra la val d’Adige, immerso in un maestoso paesaggio montano circondato da prati, pascoli e magnifici masi contadini, e sovrastato dal Corno Bianco, la più occidentale delle cime dolomitiche altoatesine. Nel fianco ovest di questa montagna è scavata l’imponente gola del Bletterbach, uno straordinario monumento naturale geologico che è un libro aperto sulla genesi delle Dolomiti. L’ampia e ondulata cintura di prati che da Aldino si estende fino alla forra del Bletterbach e al Corno Bianco prende il nome di “Lerch”. Qui incontriamo l’Unichhof, a 1400 metri di quota, in posizione isolata e tranquilla. Accanto alla casa contadina, all’ombra di tigli, sorbi dell’uccellatore e alberi da frutto, trovano posto la stalla, il fienile e un piccolo annesso, nel quale sono stati ricavati ambienti per la lavorazione dei prodotti e un negozietto dove vengono poi messi in vendita.
Cosa offre il maso Fino a circa metà del XIX secolo, lo spazio oggi occupato dall’Unich hof era suddiviso tra due masi. Gli attuali proprietari custodiscono un documento datato all’anno 1812, dunque al tempo della dominazione napoleonica, nel quale si accenna a un insediamento di due famiglie con un fienile in comune. Nel 1868, dopo un incendio devastante, venne ricostruito soltanto un maso, ora abitato dai discendenti della famiglia Gurndin. La casa con gli ampi e soleggiati balconi in legno decorati dai gerani è stata costruita di recente. Al pianterreno vive la famiglia mentre ai piani superiori sono stati allestiti due spaziosi appartamenti per ferie. I campi di proprietà si estendono fino alla gola del Bletterbach, detta anche “Grand Canyon dell’Alto Adige”, che è ben visibile dal maso. Nella stalla ci sono una trentina di bovini di razza Grigio Alpina (tra cui una ventina di vacche da latte), condotti giornalmente al pascolo sui prati circostanti. Nelle vicinanze crescono lamponi, ribes, uva spina, jostaberry, bacche di sambuco, ciliege, visciole, susine gialle e
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susine blu che vengono trasformati in marmellate e sciroppi, e messi in vendita nel negozietto. Nell’orto si coltivano le erbe aromatiche per gli sciroppi di melissa e menta e il cavolo cappuccio bianco per i crauti. Di recente è stato rimesso in funzione il vecchio mulino per cereali; il giovane contadino Robert Gurndin ha imparato a panificare e ha allestito un forno semi-professionale. Quando l’attività è a pieno regime, vengono utilizzati parecchi sacchi di farina – per lo più ricavata dai cereali coltivati nei campi del maso – per sfornare pane di frumento, di segale, di farro, Schüttelbrot e pane dolce. Tra gli acquirenti, oltre agli ospiti dell’agriturismo, ci sono ormai molti clienti fissi. Il vecchio contadino Hartmann nei mesi invernali ha un secondo lavoro: macella gli animali nei masi dei dintorni. Naturalmente si occupa anche della lavorazione dei maiali dell’Unichhof, da cui vengono ricavate le gustose salsicce fatte in casa e lo speck per il proprio fabbisogno.
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Come arrivare Da Aldino proseguire in direzione Lerch o Bletterbach per 2,5 km, poi imboccare a destra la strada d’accesso al maso (segnalata). Unichhof, Robert Gurndin, Lerch 21, 39040 Aldino, tel. 0471 886747 e 348 0663589, robert.gurndin@rolmail.net
Posto di ristoro Dopo la “conquista della vetta”, seduti all’aperto ai tavoli della Gurndin-Alm, possiamo recuperare le forze gustando piatti tradizionali. Gurndin-Alm, tel. 330 765083, www.gurndinalm.com, malga aperta da maggio a ottobre, non ha giorno di riposo
La gola del Bletterbach Nessun altro luogo dell’Alto Adige presenta una varietà floro-faunistica e geologica pari a quella di queste propaggini dolomitiche. Varie fasce vegetazionali si susseguono dal fondovalle atesino (200 m) fino al Corno Bianco (2315 m), la cui cima calcarea sovrasta i boschi tra la val d’Ega e la trentina val di Fiemme. Una fitta rete di percorsi consente di esplorare a piedi questo affascinante paesaggio. Un’esperienza imperdibile è l’escursione attraverso la stretta gola del Bletterbach, che dal 2009 è patrimonio naturale dell’UNESCO. Percorrendo il sentiero didattico sul fondo o passeggiando in alto, in corrispondenza del margine superiore della forra, la struttura geologica della montagna diventa perfettamente leggibile. Dedicare un po’ di tempo al Centro visitatori e all’interessante percorso multimediale renderà la gita ancora più appassionante. Centro visitatori GEOPARC Bletterbach: ingresso € 4, importo restituito a chi partecipa all’escursione guidata giornaliera delle ore 10.30. Lerch 40, 39040 Aldino, tel. 0471 886946, www.bletterbach.info, dal 1° maggio al 31 ottobre, ogni giorno 9.30-18.00 Museo GEOlogico a Redagno di Sopra: orari di apertura v. GEOPARC; prenotazione visite guidate tel. 0471 887144
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A GIT Sul Corno Bianco Benché esposta e dominante, la cima (2315 m) può essere conquistata da sud con una facile e breve escursione ad anello: dal parcheggio del passo degli Oclini seguire il sentiero ben segnalato, lastricato nella parte iniziale, che in un’ora porta alla croce di vetta. Nell’ultimo breve tratto prima del pianoro sommitale bisogna arram-
picarsi su facili roccette. Dall’alto il panorama è decisamente maestoso e si scorge già la prossima tappa, la Gurndin-Alm (1954 m), una malga adagiata tra gli alpeggi ai piedi del monte, dove si arriva in 40 minuti attraversando una fitta distesa di pini mughi e prati fioriti.
Informazioni in breve Passo degli Oclini, parcheggio nei pressi dell’albergo Jochgrimm (1989 m), accesso da Aldino passando per Nova Ponente o da Bolzano per la val d’Ega 2 ore 4,7 km 390 m Facile sentiero, attenzione alle roccette in prossimità della vetta
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Il Bayrlhof a Nova Ponente il paese montano di nova Ponente si estende in posizione aperta e soleggiata, a 1360 metri di quota, su un altopiano con vista sui gruppi dolomitici del Latemar, del Catinaccio e sul Corno Bianco. Adagiata tra prati ampi e panoramici, pascoli alpini e splendidi boschi, si trova la nostra meta. il Bayrlhof (1380 m) vanta una lunga storia. nel Xvi secolo viene menzionato un Hof Traudtsam zu Kofflach che, nel 1601, compare come Peirl. Un documento attesta che il Trautsamhof, jetzt Peyrl (lett. trautsamhof, ora Peyrl) è stato venduto nel 1630, e un’iscrizione ancor oggi leggibile sopra la porta d’ingresso ricorda che è stato ristrutturato nel 1753. Dopo vicende alterne e svariati passaggi di mano, nel 1947 il maso è stato acquistato dalla famiglia Kofler, e dal 1997 è gestito da Walter Kofler, l’attuale proprietario.
COSA OFFRE Il MASO Dal 2002 il Bayrlhof propone con successo vacanze in agriturismo, accogliendo gli ospiti in quattro confortevoli appartamenti – tre nel sottotetto della casa d’abitazione della famiglia contadina e uno nel vecchio maso attiguo, da poco rinnovato – per un totale di 18 posti letto. essendo molto vicini al comprensorio sciistico di Obereggen, gli alloggi sono molto ambiti anche nella stagione invernale. Le famiglie che d’estate vengono in villeggiatura al maso possono stare tranquil tranquille: oltre a un’area attrezzata con scivolo, altalena e trampolino ela elastico davanti alla casa, sui prati circostanti c’è tanto spazio per scatenarsi lontano da strade e altri pericoli, e i bambini troveranno nei quattro piccoli Kofler compagni ideali per giochi e scorribande. Al maso vengono allevati bovini di razza grigio Alpina dal passo sicuro e perfettamente adattati all’ambiente montano, come anche maiali, polli e conigli. Prima del matrimonio monika ha lavorato come segretaria e contabile, competenze che ora può ben sfruttare nella gestione
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dell’agriturismo, mentre suo marito Walter si occupa principalmente dell’azienda agricola. I bei prati di proprietà, tutti nelle vicinanze, non sono troppo ripidi e possono essere lavorati con l’ausilio di macchinari. Nella stalla si trovano in media una quindicina di mucche e altrettanti vitelli; durante l’estate i capi giovani vengono condotti agli alpeggi comuni, mentre le vacche pascolano nei prati circostanti. Il latte viene portato giornalmente al maso vicino per essere poi conferito alla cooperativa a Bolzano; può inoltre essere acquistato dagli ospiti dell’agriturismo così come le uova e la verdura.
Come arrivare Per la val d’Ega (SP 72) in direzione di Nova Ponente. Ca. 3 km prima del paese imboccare sulla destra la strada d’accesso al maso (asfaltata e segnalata). Bayrlhof, famiglia Kofler, Rio Nero 9, 39050 Nova Ponente, tel. 0471 610185, www.bayrlhof.de
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Posto di ristoro La semplice osteria accanto alla chiesetta di S. Elena offre cucina sudtirolese e uno splendido panorama. Jausenstation Kreuzhof, Rio Nero 7, Nova Ponente, tel. 0471 610171, non ha giorno di riposo
La chiesetta di S. Elena Situata in un luogo di rara bellezza, la chiesetta di S. Elena custodisce autentici tesori storico-artistici che valgono senz’altro una visita. Fondata probabilmente nel XII secolo, presenta un notevole ciclo di affreschi della Scuola bolzanina databili intorno al 1400. All’interno, sulla volta a botte della navata, sono raffigurati i quattro evangelisti con i rispettivi simboli, mentre sulle pareti sono state messe in luce Storie dell’infanzia di Gesù e Storie della vita di Maria. Sulla controfacciata si trovano infine i Ss. Elena e Sebastiano, un’Annun ciazione e i vescovi Ulrich e Wolfgang. Secondo la leggenda sotto la chiesetta sarebbe sepolto un tesoro d’argento. Questa credenza popolare si basa sul fatto che nei dintorni veniva estratto minerale argentifero; la vera ricchezza, in realtà, sono i bellissimi affreschi e lo splendido panorama. Nel campanile risuona la campana più antica di tutta la zona, colata intorno al 1400.
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A GIT Escursione alla chiesetta di S. Elena Il percorso ha inizio a Nova Ponente, in corrispondenza della fermata dell’autobus poco sotto l’hotel Pfösl. Percorriamo la breve strada fino all’hotel, che oltrepassiamo per imboccare a sinistra il “Panoramaweg”. Proseguendo per un tratto nel bosco in direzione sud-est, dopo aver attraversato la strada asfaltata arriviamo al Bayrlhof. Il sentiero si snoda tra boschi e prati con una
magnifica vista a 360 gradi su Sciliar, Catinaccio e Latemar a est, Corno Nero e Corno Bianco a sud e il massiccio della Mendola a ovest. Sulla sinistra, in cima a una collinetta scorgiamo la piccola chiesa di S. Elena che si raggiunge girando a sinistra in corrispondenza del primo maso dopo il Bayrlhof. Ritorno al punto di partenza lungo la stradina “St.-Helena-Weg”.
Informazioni in breve Nova Ponente, fermata dell’autobus al bivio per l’hotel Pfösl 1.5 ore 5,8 km 160 m Escursione ad anello facile e appagante
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Il Koflerhof a Tires Nella bassa val d’Isarco, a pochi chilometri da Bolzano, la suggestiva val di Tires si allunga a est fino al Catinaccio, uno dei più bei gruppi montuosi dell’Alto Adige, con gli svettanti torrioni dolomitici che arrivano a sfiorare i 3000 metri. Proprio ai suoi piedi, sul versante soleggiato, sorge il paesino di Tires circondato da un paesaggio da cartolina. Il Koflerhof, abbarbicato sul pendio prativo al margine superiore del paese, è in una posizione davvero spettacolare: davanti al maso si apre una vista maestosa sull’abitato, sulla valle e sulle cime a ovest, mentre dietro ad esso si ergono imponenti le cime e le pareti rocciose del Catinaccio, parte del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio dichiarato dall’UNESCO patrimonio naturale dell’umanità.
Cosa offre il maso Il territorio di Tires è stato abitato fin da tempi antichissimi, e anche il Koflerhof affonda le sue radici in un passato remoto. Il nome deriva da “Kofel”, voce dialettale che significa “altura” e rimanda alla posizione panoramica del maso. Dal 1759 di proprietà della famiglia Knolseisen, è gestito con impegno e passione immutati. Per Norbert – di professione carpentiere – quello di contadino è un secondo lavoro, al quale però dedica ogni minuto libero. La fienagione viene effettuata durante le ferie, nei fine settimana e nelle lunghe sere estive. I prati non sono tutti in prossimità del maso: uno è a S. Cipriano, un altro si trova verso il passo Nigra, presso Plafetsch. Un’ulteriore fonte di guadagno è costituita ora come allora dalla produzione di latte, anche se attualmente nella stalla ci sono soltanto quattro vacche. Da più di 30 anni la famiglia Knolseisen coltiva la tradizione dell’ospitalità, e dal 2002 sono a disposizione degli ospiti – per lo più germanici – due moderni e confortevoli appartamenti ubicati nella casa di recente costruzione. Per la gioia dei bambini ci sono capre, anatre, polli, gatti, un pony, maiali e vitellini e, tra il piccolo parco giochi e il prato circostante, tanto spazio per scatenarsi. Chi ama camminare apprezza la posizione strategica del Koflerhof. Nelle sue immediate vicinanze passano infatti svariati sentieri: uno di questi porta ad Aica di Fiè passando per l’albergo Schönblick, un altro al Wuhnleger, un altro ancora alla chiesetta di S. Sebastiano. Dal maso, lungo il “Kirchsteig” è possibile raggiungere Tires in pochi minuti.
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Come arrivare Da Tires centro proseguire per ca. 2 km verso est fino all’incrocio presso la chiesetta di S. Cipriano, quindi svoltare a sinistra e poi di nuovo a sinistra, passando davanti all’hotel Patissenhof (segnalato al bivio); poco oltre, sulla sinistra si trova la strada d’accesso al Koflerhof. Koflerhof, famiglia Knolseisen, via Ober 15, 39050 Tires, tel. 0471 640042, www.koflerhof.bz.it
Il Centro visite Sciliar-Catinaccio La vecchia segheria azionata ad acqua presso il rio Ciamin e la casetta d’abitazione del segantino sono state trasformate nel Centro visite del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio. Al piano superiore un video racconta la genesi delle Dolomiti. Pannelli illustrativi e la guida del parco spiegano l’importanza del bosco come fattore economico nella società contadina. L’attrazione principale è senza dubbio l’antica “sega veneziana” tuttora funzionante. Quando la lama, azionata dall’energia idraulica del rio Ciamin, strepitando e stridendo riduce un tronco in assi, non si può fare a meno di rimanere stupiti della tecnica semplice ed efficiente, oltre che dell’ingegnosità del tempo. Centro visite Sciliar-Catinaccio, tel. 0471 642196, www.provinz.bz. it/naturparke, da giugno a ottobre; dimostrazione funzionamento della sega: ogni mer alle ore 11, 15 e 16.30
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Al laghetto Wuhnleger Tires si trova sulla trafficata strada per il passo Nigra. Per gli automobilisti ormai le Dolomiti non hanno più segreti. Perciò chi voglia godersi il Catinaccio in tutta tranquillità dovrebbe lasciare la macchina e fare due passi, ad esempio fino al Wuhnleger, dove il massiccio dolomitico si specchia in un piccolo laghetto bordato di larici. E quando al tramonto il Catinaccio/Rosengarten (lett. giardino delle rose) si tinge di un rosso intenso, si può rivivere l’incantesimo di re Laurino. Secondo la leggenda, il re dei nani avrebbe lanciato una maledizione sul roseto
Informazioni in breve Parcheggio Bagni di Lavina Bianca ca. 2 ore ca. 6 km 300 m Facile sentiero
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che l’aveva tradito: nessuno avrebbe potuto vederlo più fiorire, né di giorno né di notte. Si dimenticò però del crepuscolo, ed è proprio quello il momento in cui le sue rose ancor oggi tornano a risplendere. Come si arriva al Wuhnleger: dal parcheggio presso Bagni di Lavina Bianca (accesso da S. Cipriano), su una larga strada forestale punteggiata di panchine che invitano alla sosta. Dal laghetto i sentieri nn. 4, poi 4B e 6, passando per la chiesetta di S. Sebastiano, portano di nuovo al punto di partenza.
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Il Fronthof ad Aica di Fiè All’imbocco della val di Tires, un soleggiato terrazzo naturale sulla destra orografica ospita il piccolo abitato di Aica di Fiè. Qui accoglienti osterie invitano alla sosta e a questa altitudine, favoriti dal clima mite, crescono gli ultimi filari di vigne e di alberi da frutto. Dopo le serpentine iniziali, la strada che dalla val d’Isarco si inerpica fino a Tires prosegue per un tratto in piano lungo il fianco montuoso. Proprio qui è situato Aica di Fiè, poche case contadine e una zona residenziale più recente raccolte intorno alla chiesetta e a un’osteria. Al margine meridionale del paese, tra ripidi prati e vigne ordinate si staglia il Fronthof, un imponente e antichissimo maso.
Cosa offre il maso Le prime tracce di insediamento in questa zona risalgono alla protostoria. Nei dintorni sono stati rinvenuti strumenti in selce, fibule in bronzo, una stele e una necropoli romana. La presenza di quest’ultima, considerato che in epoca romana le aree sepolcrali erano spesso situate lungo le vie di comunicazione, fa ipotizzare che da qui passasse già allora una strada di collegamento tra la val di Fassa e la val d’Isarco. Alcuni masi, tra cui l’Unterpsenn, il Federer e il Finger, presentano strutture murarie risalenti all’Alto Medioevo. Il Fronthof, in particolare, è uno dei più grandi masi contadini dell’Alto Adige ancora conservati risalente al periodo gotico e realizzato interamente in pietra. Degni di nota, oltre al portone d’ingresso con lo stemma lapideo, sono i possenti archi e pilastri in arenaria delle cantine. Tali elementi lasciano supporre che un tempo l’edificio fosse adibito anche a scopi di rappresentanza, forse in quanto sede di un cancelliere di tribunale. Del maso fanno parte i prati circostanti e una decina di vacche da latte, oltre a manzette di razza Grigio Alpina che in estate vengono condotte all’alpeggio ai piedi dello Sciliar. Il Fronthof è una meta molto popolare per il Törggelen, rito gastronomico autunnale a base di piatti tipici, castagne e vino novello. Nella grande Stube rivestita in legno o sulla terrazza soleggiata sopra la casa con vista sulla conca di Bolzano, le specialità della cucina contadina sono a dir poco squisite: zuppa d’orzo, Schlutzer, canederli di
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formaggio e di speck, salsicce fatte in casa con i crauti, costine arrosto, merenda al tagliere a base di speck e formaggio, krapfen dolci e castagne arrosto, il tutto accompagnato da succhi di lampone, melissa e menta fatti in casa e dagli ottimi vini di produzione propria. Nelle domeniche di marzo e aprile il menu di mezzogiorno propone invece una cucina primaverile leggera. Un ettaro di terreno è coltivato a Zweigelt, Sylvaner, Pinot nero, Kerner, Pinot bianco e Sauvignon. Il giovane contadino del maso si è formato alla Scuola professionale per la viticoltura di Laimburg – a quanto pare con profitto, come dimostrano i riconoscimenti ottenuti dai suoi vini. I crauti così come lo speck e i Kaminwurzen sono fatti in casa. Questi ultimi possono anche essere acquistati direttamente al maso. L’appartamento per ferie con sei posti letto è occupato per lo più da clienti fissi provenienti dalla Germania.
Come arrivare Percorrere la val d’Isarco fino a Prato all’Isarco e deviare in direzione di Tires; proseguire fino ad Aica di Fiè e seguire i cartelli indicatori per ca. 500 m fino al maso.
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Fronthof, famiglia Kompatscher, Aica di Sopra 5, 39050 Fiè allo Sciliar, tel. 0471 601091, www.fronthof.com. In marzo e in aprile aperto la dom a mezzogiorno; in settembre nei giorni feriali a mezzogiorno; in ottobre e novembre aperto mer-dom dalle ore 12, la sera solo su prenotazione; chiuso il lun e il mar
Castel Presule Il sontuoso maniero fu eretto per volere di Leonardo di Fiè all’inizio del XVI secolo. Personalità tra le più complesse del suo tempo, fu capitano del Tirolo, amico intimo dell’imperatore Massimiliano e si sposò per ben tre volte con donne appartenenti a potenti famiglie nobiliari. All’interno del castello, accessibile con visita guidata, sono visibili, oltre a una bella collezione di armi e armature che entusiasma soprattutto i bambini, alcuni ambienti signorili e pregevoli dipinti. Per informazioni: tel. 0471 601062, www.schloss-proesels.it
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Il Sentiero dei masi Attraverso un paesaggio rurale e antropizzato molto vario, da castel Presule (segnavia “Oachner Höfeweg”) arriviamo fino alla chiesetta di S. Caterina, situata tra Aica di Fiè e Tires. Lungo il sentiero si incontrano monumenti ben conservati di interesse storico-artistico, imponenti masi contadini, vigneti e frutteti immersi in un ambiente florofaunistico molto ricco. La vista spazia a ovest ben oltre la conca di Bolzano fino alle montagne in lontananza, e
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ad est fino alle Dolomiti con il maestoso Catinaccio. L’itinerario può essere percorso anche parzialmente. Broschure informative nel sito internet del Fronthof.
Informazioni in breve Parcheggio presso castel Presule (856 m) ca. 4-5 ore ca. 8 km 140 m Facile sentiero, molto caldo in estate
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Il Lüch de Survisc a La Valle/La Val il piccolo paese ladino di La valle si trova in Alta Badia, ai piedi delle cime di Fanes, tra cui spiccano le “montagne di casa” – la Cima nove, la Cima Dieci e il il Sasso della Croce. il moderno e vivace “carosello” sciistico, a cui la vallata deve la sua fama, non è ancora penetrato fin qui. Perciò chi è in cerca di una vacanza tranquilla e immersa nella natura, in questo centro abitato da 1300 anime, circondato da masi contadini sparsi e viles (i caratteristici insediamenti ladini), è nel posto giusto. nella parte alta del paese, non lontano dalla vecchia chiesa, di cui rimangono solo il campanile e alcuni resti murari, si incontra il Lüch de Survisc (1475 m). gli ospiti di questo maso situato su una collina al limitare del bosco troveranno una cucina tipica locale e tanti sentieri escursionistici nelle vicinanze. in ladino la zona si chiama ians.
COSA OFFRE Il MASO ill complesso è stato ristrutturato qualche annoo fa. Un’invitante osteria ha preso il posto del fienile, ricostruito poco distante insieme a una grande stalla. La vecchia casa, restaurata in stile tradizionale con il tetto in scandole e un mare di fiori colorati alle finestre e nel giardino, è un vero piacere per gli occhi. manfred, ed, il contadino del maso, e suo padre Federico si occupano dell’azienda agricola. Con 20 vacche da latte, svariate manzette, pecore e maiali il lavoro certo non manca. Ciò garantisce anche all’osteria il rifornimento di carni di ottima qualità. Dal campo arrivano le patate e i cavoli cappucci per i crauti fatti in casa, dall’orto erbe aromatiche, insalate, cipolle e l’irrinunciabile papavero per i dolci. Da lamponi, ribes e fiori di sambuco si ricavano ottimi succhi. Poiché l’altitudine non consente di coltivarle in proprio, le mele vengono invece acquistate e poi spremute al maso. Una volta al mese si fa il burro e le scorte vengono congelate; la ricotta utilizzata come ripieno per vari tipi di pasta fresca è preparata ogni giorno mentre il formaggio è fornito da un caseificio.
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Il menu, opera della signora Annamaria, privilegia una cucina semplice e tradizionale a base di minestra d’orzo, speck, Kaminwurzen, canederli di tutti i tipi, gulasch con polenta, Schlutzkrapfen, salsicce della casa, costine e Schlachtplatte (piatto misto di carne e insaccati) così come i Crafuns da segra (una specie di krapfen vuoti fatti con la farina di segale e di grano), i deliziosi Turtres (i “Tirtlan” della val Pusteria) e i Cajinci arestis (frittelle farcite con patate, spinaci, ricotta o crauti, anche in versione dolce con semi di papavero e marmellata).
Come arrivare Dalla strada della val Badia, a Pederoa deviare in direzione di La Valle; raggiunto il centro abitato, oltrepassare la chiesa e, poco prima della caserma dei vigili del fuoco, seguire a sinistra l’indicazione “C´ians”. Dopo il terzo tornante, in corrispondenza di una stalla nuova, girare a destra per il maso. Lüch de Survisc, famiglia Vallazza, C´ians 13, 39030 La Valle, tel. 0471 843149 e 339 7992784, aperto tutto l’anno, solo su prenotazione
Piccolo dizionario ladino Padre: pere; madre: uma; rosso: cöce; croce: crusc; neve: nëi; pioggia: plöia; sole: sorëdl; prato: pre; bosco: bosc; rocce/montagna: crëp
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Le chiese di S. Genesio e S. Barbara L’antico nucleo di La Valle ebbe la sua prima parrocchiale dedicata a S. Genesio nell’anno 1382. Quando nella seconda metà dell’Ottocento sempre più case furono edificate in prossimità del fondovalle, anche il centro del paese fu spostato in basso e dotato di una nuova chiesa, l’odierna parrocchiale ultimata nel 1874. Il vecchio edificio sacro venne abbattuto nel 1935. Si salvò solo il campanile gotico, alla cui demolizione si era opposto un contadino dei dintorni, non per tutelare un monumento storico, ma per timore che le macerie rimanessero sul prato di sua proprietà. A lui si deve quindi la conservazione della torre campanaria, in cui è stata allestita una mostra che racconta la storia dell’antica parrocchiale. Poco lontano si incontra un’altra chiesa dal passato interessante, quella di S. Barbara, costruita nel 1491 probabilmente dai minatori che lavoravano il minerale di ferro proveniente dal Monte Pore attraverso la vicina Valparola. È inoltre documentato che nelle vicinanze un tempo veniva estratto minerale argentifero. La chiesetta della santa, patrona dei minatori, sorge isolata su una collina. Il luogo fu scelto perché le campane della vecchia parrocchiale, che era situata in un avvallamento, si sentivano poco. Degno di nota l’affresco della Crocifis sione sulla parete esterna. La cappella si raggiunge in pochi minuti dai masi di Tolpëi, attraversando i prati su un pittoresco sentiero fiancheggiato da frassini.
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A GIT Sul Gran Pizat Nelle immediate vicinanze del maso, dal parcheggio segnalato di C´ ians parte un itinerario piacevole in un ambiente estremamente vario. Il sentiero (segnavia 5) si dipana in pendenza leggera e costante attraverso i prati e, passando davanti ai masi di Biëi, si dirige verso il bosco, attraversato il quale si arriva alla Furcela da C´ ians, un antichissimo valico per S. Vigilio di Marebbe. Da qui, con una breve salita raggiungiamo la cima del Gran Pizat (1939 m), il punto più alto
Informazioni in breve Parcheggio di C´ians, 0,5 km sopra la chiesa parrocchiale di La Valle 2.5 ore 6,5 km 480 m Facile sentiero escursionistico
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dell’escursione, accompagnati da un bel panorama sulle creste dolomitiche e sulla val Badia. Il percorso (segnavia 5B) prosegue ora in discesa fino a uno stagno che nelle cartine è stato promosso a “lago” (Lé da Rit). Accanto a una croce di legno, un tavolo e delle panche invitano alla sosta. Dopo aver fatto merenda, ci rimettiamo in cammino (segnavia 6) e, superata la frazione di Runch, torniamo al punto di partenza (segnavia “Weilerrundgang”, poi 5).
Ricoetvtaa nu
Finalmente pronto! Dove il buono diventa migliore, il tempo è indispensabile. Gliene abbiamo dato, terminando così ciò che la natura ha iniziato in maniera così straordinaria negli alpeggi dell'Alto Adige. E adesso dopo sei mesi, durante i quali ha maturato il suo aroma pieno e saporito, è pronto.
Il ˝nuovo˝ ALTA BADIA.
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Il Mersahof a Corvara trasversale della Pusteria, la val Badia ha inizio nei dintorni di Brunico e si estende a sud verso le Dolomiti. Dopo una strettoia iniziale, all’altezza di S. martino la valle si allarga aprendosi su splendidi panorami: pendii coperti da radi boschi di larici e paesini adagiati tra i prati sullo sfondo delle svettanti cime dolomitiche. Sia in estate sia in inverno questo tratto della valle è molto animato: l’Alta Badia è infatti diventata una zona turistica di prim’ordine. Ai piedi del Sassongher (2665 m), la “montagna di casa” di Corvara, a 1558 metri di altitudine si trova uno dei pochi masi ancora rimasti in questa zona, il mersahof. Ormai quasi tutti i contadini dell’Alta Badia hanno infatti ceduto alle lusinghe dell’industria turistica, trasformando le proprie aziende agricole in strutture ricettive.
COSA OFFRE Il MASO L’insediamento rurale, di vecchia data, è circondato dai prati migliori di questo tratto di valle. Quando i contadini del mersahof – Pepi, classe 1937, e la moglie elsa, classe 1941 – parlano dei tempi andati non riescono a nascondere una profonda commozione: allora nella valle il turismo era modesto, non c’erano funivie né skilift, e le macchine erano pochissime. Dei quattro figli nessuno ha proseguito l’attività paterna: tre sono maestri di sci e il quarto gestisce il rifugio marmotta sul Pralongià, comprensorio sciistico ed escursionistico a sud-est di Corvara. Pepi accudisce quattro o cinque vacche da latte e alcuni vitelli, che in estate possono pascolare sui ripidi prati dietro la casa, e ogni giorno elsa con un piccolo fuoristrada porta il lat latte al vicino punto di raccolta prima del paese. A lei compete anche l’accoglienza degli ospiti – di varia provenienza, molti dei quali clienti fissi, alcuni ormai da decenni –, alloggiati in sei semplici camere per un totale di dodici posti letto. il latte e le uova servite a
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colazione sono naturalmente quelli del maso, mentre lo speck è prodotto da un contadino dei dintorni. Chi desideri una vacanza rigenerante all’insegna della tranquillità e della semplicità, qui troverà quello che cerca. Anche un panorama all’altezza delle aspettative: dal pendio soleggiato lo sguardo oltrepassa il paesino di Corvara fitto di hotel e si spinge oltre, sui prati solcati dalla strada che serpeggia verso il passo di Campolongo, sui boschi intorno al Col Alt, sul profilo frastagliato del Gruppo di Sella, sul Sassongher e infine, a nordest, sulle pareti rocciose del Sasso della Croce – un’incredibile concentrazione di montagne per un paesaggio da cartolina! D’estate c’è la possibilità di grigliare sul prato o in giardino, e in inverno viene messo a disposizione un ambiente per depositare gli sci. La zona wellness? A portata di mano: è sufficiente uscire di casa e immergersi nella natura, respirando a pieni polmoni l’aria di montagna pura e profumata. Proprio davanti al maso passa inoltre il sentiero per Colfosco.
Come arrivare A Corvara imboccare la strada per il passo Gardena, dopo 50 m girare a destra e proseguire in salita per 700 m, dapprima sulla via Sassongher e poi, svoltando a sinistra in corrispondenza di Villa Anita, in direzione di Merscia. Mersahof, famiglia Pezzedi, Merscia 27, 39033 Pescosta / Corvara, tel. 0471 836125 e 338 8801364
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GIT Da Corvara a Colfosco Un facile e panoramico itinerario circolare sul versante soleggiato della valle ci conduce al paesino di Colfosco. Punto di partenza è il ponte sul rio che, scendendo da passo Gardena, separa la frazione di Pescosta da Corvara. Percorriamo la comoda passeggiata lungo il corso d’acqua e, dopo 200 m, giriamo a destra imboccando il sentiero che si innesta ad angolo acuto (segnavia 4A). Attraversato l’insediamento di Pescosta, proseguiamo verso il Mersahof. Da qui, in
leggera salita attraverso i prati (segnavia 10), raggiungiamo Colfosco (1638 m), godendo di una splendida vista sulle torri del Sella. Quest’ultimo tratto del percorso è dotato di illuminazione notturna. Visitata la parrocchiale barocca, ci rimettiamo in cammino (segnavia 4) scendendo fino al parcheggio degli impianti di risalita, al margine meridionale del quale incrociamo il sentiero “Tru do l’ega” che ci riporta al punto di partenza.
Informazioni in breve Ponte a Corvara (1520 m) ca. 1.5 ore 4 km 160 m Facile passeggiata per tutta la famiglia
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L’Oberhof a Riva di Tures A est di Campo tures, una piccola valle si allunga fino ai tremila innevati del gruppo delle vedrette di ries. nella sua parte finale si trovano il paesino di riva, adagiato in un’ampia conca, e, poco più sopra, all’imbocco della valle dei Dossi, l’agglomerato Hofer con l’Oberhof. È molto probabile che in origine esistesse un unico insediamento, attestato già nel Xiii secolo, successivamente ripartito tra due strutture autonome, l’Unterhof e l’Oberhof; quest’ultimo, che con i suoi 1680 metri di quota è uno dei masi più alti della valle, è menzionato già nel ’600.
COSA OFFRE Il MASO Dopo vari passaggi di mano, nel 1884 il maso è stato acquistato da georg Auer, bisnonno di David, l’attuale proprietario. Con l’ampliamento della strada d’accesso dalle valli di tures e Aurina, la zona è stata aperta al turismo, affermandosi nel tempo come destinazione interessante. D’inverno gli ospiti possono contare su un piccolo comprensorio sciistico e su un anello per il fondo lungo 15 chilometri, d’estate su una fitta rete di sentieri escursionistici. Circondato dai massicci rocciosi del Collalto e del Collaspro, dal monte nevoso e dal monte magro, il paesino di riva si trova nel cuore del Parco naturale vedrette di ries-Aurina. già negli anni ’70 l’Oberhof disponeva di un modesto alloggio per i turisti. in seguito alla costruzione del nuovo maso nel 2006 ha ottenuto con il marchio gallo rosso (garanzia di qualità per l’agriturismo in Alto Adige) “quattro fiori”: l’’Unione Agricoltori e Coltivatori Diret Diretti Sudtirolesi ha voluto premiare così l’eccellenza dell’offerta che assicura un’esperienza unica a stretto contatto con la natura. Basta uno sguardo per intuire che il proprietario ha un rapporto partico particolare con il legno: i balconi sporgenti, i frontoni, i grandi portoni, gli steccati, i giochi per i bimbi – tutto è in legno massiccio, compreso l’arredamento dei due grandi appartamenti per ferie, con una ca capienza complessiva di 12 posti letto. David Auer,
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oltre che contadino, è infatti anche falegname diplomato. Nell’officina allestita accanto al maso realizza arredamenti e mobili su misura per una clientela proveniente per lo più dai dintorni. L’attività principale rimane però l’azienda agricola, nel gestire la quale la famiglia Auer, molto legata al territorio, mette grandissimo impegno. In stalla ci sono cinque vacche da latte e diverse manzette, che in estate vengono condotte ogni giorno ai pascoli di proprietà nella valle dei Dossi. Il latte viene raccolto quotidianamente dalla cooperativa lattiero-casearia e conferito nello stabilimento di Brunico. Per la gioia dei piccoli ospiti, al maso ci sono anche polli, gatti, conigli e, in un recinto apposito, vivaci e docili caprette nane. I bambini hanno a disposizione anche un bello spazio attrezzato con altalene, uno scivolo, una corda per arrampicarsi, una giostrina, un trampolino elastico, una grande buca per la sabbia, e poi carriole, palette, palloni da calcio, trampoli… In caso di pioggia, la fornitissima stanza dei giochi è
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un ottimo diversivo. I molti clienti fissi sono per lo più tedeschi e italiani, anche se grazie a internet la clientela sta diventando sempre più internazionale, come rivela la presenza, tra gli altri, di ospiti brasiliani e neozelandesi.
Come arrivare Da Campo Tures percorrere per 11 km una comoda strada di montagna fino a Riva; entrati in paese, oltrepassare la chiesa e proseguire per 1 km fino all’Oberhof. Oberhof, famiglia Auer, Oberhof 11a, 39032 Riva di Tures, tel. 0474 672582, www.oberhof-rein.it
PostI di ristoro La Durra-Alm (2095 m) è una baita caratteristica sulla via dell’andata, con una bella terrazza e una splendida vista (tel. 349 4949480, non ha giorno di riposo). La frequentata Knuttenalm / malga Dossi (1922 m) si trova in fondovalle e dispone di una grande terrazza di legno (tel. 335 6508309, www.knuttenalm.it, non ha giorno di riposo).
Le cascate di Riva Pur non essendo le più alte dell’Alto Adige, le tre cascate nella gola di Tobl presso Campo Tures sono di sicuro le più spettacolari. Le masse d’acqua del rio di Riva precipitano con parecchi salti tra le pareti rocciose. Dal centro del paese parte una passeggiata facile e varia che nel tratto iniziale si dirige verso valle lungo la riva del torrente Aurino, poi lo attraversa e si addentra nella gola del rio di Riva (segnavia 2). Passando davanti alle cascate spumeggianti il percorso si inerpica fino alle rovine di castel Kofel e alla cappella di S. Francesco (1172 m). Questa parte dell’itinerario è stata concepita come sentiero di meditazione: le dieci stazioni, realizzate da artisti locali intrecciando arte e natura, invitano alla sosta e alla riflessione. Sulla via del ritorno prendiamo la deviazione per la pensione Toblhof (fermata dell’autobus, tel. 0474 678009, aperto tutto l’anno, chiuso il mar, www.toblhof.it), raggiunta la quale attraversiamo via Riva e scendiamo verso valle (segnavia 2A). Tempo di percorrenza: 3 ore; dislivello: 300 m
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A GIT Nella valle dei Dossi La valle dei Dossi, circondata da imponenti cime che includono diversi tremila, si allunga da Riva di Tures verso nord-est. Compiere escursioni in questa zona è un vero piacere: sentieri comodi e privi di difficoltà, orientamento intuitivo, salite mai troppo faticose, e tutt’intorno una splendida natura ricca di prati, torrenti e fiori di ogni tipo sullo sfondo di vette innevate; inoltre, a metà percorso, un’accogliente malga per la sosta. Punto di partenza della nostra escursione è il grande parcheggio che si raggiunge da Riva, procedendo per 1 km in direzione della valle dei Dossi. Da qui imbocchiamo sulla sinistra il sentiero n. 1 (non prendere la carrareccia) e, in un’ora buona di cammino, saliamo fino alla Durra-Alm. Dopo una sosta ristoratrice alla malga, attraverso bei prati fioriti proseguiamo verso valle (segnavia 1A) fino alla Knuttenalm/ malga Dossi, e da qui torniamo al
parcheggio lungo la strada che segue grossomodo il corso del torrente.
Informazioni in breve Parcheggio poco dopo Riva 3 ore 7,5 km 470 m Facile escursione
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L’ Untereggerhof a Riobianco Nei pressi di Lutago, dalla valle Aurina si dirama un’idilliaca valletta. La strada che la percorre si inerpica tortuosa fino a raggiungere un vasto pianoro prativo, dove una manciata di case è raggruppata intorno alla chiesa gotica, a 1334 metri di altitudine. Sullo sfondo le Alpi della Zillertal formano un’impressionante barriera di tremila, tra cui il Gran Mèsule, la Cima di Campo e il Monte Corno, perennemente incappucciati di neve e ghiaccio. Nel punto in cui, venendo da Lutago, la strada della valle esce dal bosco, il paesaggio si apre su soleggiati pendii prativi e su un versante, in posizione isolata a 1364 metri di quota, si scorgono gli Eggerhöfe. L’arco d’ingresso in pietra, la scala di granito, le volte ogivali e i muri storti tradiscono la veneranda età dell’Untereggerhof. La bella decorazione floreale e la cura per i dettagli nell’arredamento riflettono l’amore dei proprietari per la cultura contadina.
Cosa offre il maso L’Untereggerhof è esemplificativo della ciclicità tipica dell’economia montana: al maso appartengono due malghe – la Untereggeralm e la Obere Untereggeralm –, in cui il bestiame trascorre i mesi caldi. La prima si trova a 1789 metri di quota, mentre la seconda (lett. Unter eggeralm superiore) è situata più in alto, a 2135 metri di altitudine, in una zona pianeggiante cui deve il suo secondo nome, “Ebene” (lett. piana). All’inizio dell’estate una ventina di bovini, tra cui 10 vacche da latte, sono condotti alla malga inferiore, dove rimangono per tre settimane; vengono poi trasferiti alla malga superiore per circa sei settimane finché, verso la fine dell’estate, quando i pascoli alti sono ormai “brucati”, non ridiscendono a quote più miti, e da lì, in autunno, al maso. Piuttosto complicato è il conferimento del latte: dalla malga superiore, priva di strada d’accesso, i bidoni devono essere trasportati a valle con una teleferica. Poi con la macchina si raggiunge un’altra malga e da lì si scende in paese, dove passa l’autocisterna della cooperativa.
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La Untereggeralm si rannicchia in posizione protetta ai piedi di un’imponente collina, dove è stata costruita nel 1975 dopo essere stata distrutta per ben due volte da una valanga, negli inverni del 1917 e del 1937. Dal 1992 è dotata di una strada d’accesso che consente ai proprietari di raggiungerla in auto. A Riobianco, accanto al maso c’è un annesso suddiviso in quattro confortevoli appartamenti, affittati per lo più a ospiti fissi tedeschi, ma di recente anche a clienti italiani e dell’Europa dell’Est.
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Come arrivare Poco prima di entrare a Riobianco, svoltare a destra per il maso (segnalato) e proseguire per ca. 900 m. Untereggerhof, famiglia Kirchler, Riobianco 5A, 39030 Valle Aurina, tel. 0474 680095
La parrocchiale di Riobianco La chiesa gotica dedicata a S. Giacomo è un autentico gioiello storico-artistico che custodisce affreschi della scuola di Pacher e un prezioso altare a portelle del 1516, nello scrigno del quale si trova la statua dell’apostolo Giacomo con bordone e conchiglia, attributi del pellegrino. Sull’esterno dei battenti sono dipinti due “santi dell’acqua”: il traghettatore Cristoforo nel fiume (a sinistra), e il soldato romano Floriano in armi (a destra). Sulla predella sono rappresentate la Nascita di Cristo e la Strage degli innocenti. In corrispondenza del lato nord dell’altare si trova inoltre un arredo sacro ormai raro: un tabernacolo gotico in marmo databile intorno al 1500. La parete esterna della chiesa è decorata con un enorme affresco di S. Cristoforo, patrono dei viandanti.
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GIT Alla Gögealm Dai dintorni di Riobianco parte una bella escursione diretta alla Gögealm (2027 m, segnavia 24). Il percorso segue l’andamento della valle su un largo sentiero forestale, in salita costante, attraversa un bel bosco, lambisce vivaci torrenti e supera la Trattenalm (1880 m, possibilità di ristoro) fino a raggiungere un’ampia conca sopra il limite della vegetazione arborea. In quest’ultima parte dell’itinerario, accompagnati da panorami mozzafiato sulle cime della Zillertal, attraversiamo anche la profonda forra scavata dal rio Tratten. La Gögealm, con area giochi e una cappella dedicata alla Madonna della Neve, è un frequentato posto di ristoro situato su un ampio pascolo; raggiungibile in due ore di cammino, è aperta da metà giugno a metà ottobre (famiglia Niederkofler,
tel. 349 2388979). Ritorno per la via dell’andata.
Informazioni in breve Parcheggio in fondo alla strada per Riobianco, presso la cosiddetta “Ledohousn-Alm”, 1415 m ca. 3.5 ore 9,5 km 610 m Facile sentiero
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Il Gönnerhof a Perca Al margine orientale della conca di Brunico, la val Pusteria forma un leggero gradino naturale su cui si estende il paese di Perca. A sud dell’abitato si erge maestoso il Plan de Corones, popolare e frequentatissimo comprensorio sciistico, mentre a nord, sulle pendici soleggiate che gli fanno da quinta, il paesaggio è caratterizzato da prati e campi punteggiati di masi contadini e piccoli insediamenti. In uno di questi, in posizione panoramica, si trova la nostra meta. Lontano dalla trafficata strada di transito che corre nel fondovalle, a 1100 metri di altitudine, il Gönnerhof costituisce insieme a poche altre proprietà il paesino di Montevila (in ted. Wielenberg), attestato già nell’XI secolo come locus Welinberc. Nel XV secolo compare nelle fonti documentali anche il Gönnerhof, allora Genner, in qualità di maso tributario di Michael Pacher, celebre pittore e scultore originario di Brunico.
Cosa offre il maso Il grande complesso è oggi gestito con passione e oculatezza dalla famiglia Steiner: Rosi (Rosamaria), Martin e i loro tre figli. La sua tradizione ricettiva risale agli anni ’70, quando venivano affittate alcune camere. Oggi a disposizione degli ospiti, in un annesso moderno e spazioso, ci sono due confortevoli appartamenti di ca. 50 m², mentre un terzo, ristrutturato di recente, si trova nella vecchia casa. Dal grande prato antistante, bordato di alberi da frutto e cespugli di piccoli frutti, la vista sulla val Pusteria, su Valdaora, sulla Croda del Becco e sul Picco di Vallandro è semplicemente mozzafiato. C’è anche tanto spazio per rilassarsi al sole sulle sedie a sdraio, oltre che un’area giochi e una casetta per i bambini. In un piccolo edificio indipendente – accanto al vasto orto con un ricchissimo settore di erbe aromatiche – sono alloggiati i nonni che danno ancora una bella mano. Al Gönnerhof vengono allevate una quindicina di vacche da latte e parecchie manzette, come pure polli e maiali, e, per la gioia dei piccoli ospiti, non mancano conigli nani, porcellini d’India, gatti e un cane. Gran parte del latte prodotto viene
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conferito giornalmente alla cooperativa a Brunico. Con il restante quantitativo si ottengono burro fresco, Graukäse, formaggi teneri, da taglio ed erborinati per gli ospiti dell’agriturismo e i clienti della Gönneralm, la malga di proprietà situata a 1983 metri di altitudine. Sono fatti in casa anche lo speck e i Kaminwurzen che arricchiscono
IL Maso delle erbe Hauser A due passi dal Gönnerhof si trova il Maso delle erbe Hauser, che dal 2010 ha sede in un edificio fatto di tronchi di abete rosso. Qui la famiglia Huber si dedica completamente alla coltivazione e alla lavorazione di erbe aromatiche e officinali. Nel giardino, accessibile tramite visite guidate (a pagamento), se ne contano più di 50 specie. I prodotti del maso – tisane, grappe, sale, unguenti e molto altro ancora – possono essere acquistati nel negozietto interno. Maso delle erbe Hauser, Montevila 20, Perca, tel. 0474 401092, www.kraeuterhof.it
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la colazione insieme ad altri prodotti del maso, come ad esempio le prugne e le succose mele Florina, che a questa altitudine crescono ancora bene. La maggior parte degli ospiti è germanica e prenota con largo anticipo. La vicinanza degli impianti di Plan de Corones rende il Gönnerhof appetibile anche d’inverno. Così l’attività agrituristica è diventata per il maso un’importante e irrinunciabile fonte di guadagno.
Come arrivare Dalla statale della Pusteria, 1 km a est di Perca si dirama la strada per Montevila. Il Gönnerhof si trova poco prima della chiesa, sotto la strada. Gönnerhof, famiglia Steiner, Montevila 1, 39030 Perca, tel. 0474 401152, www.goennerhof.eu
Posto di ristoro Nelle vicinanze del paesino di Vila di Sopra, il Pyramidencafé con la sua bella terrazza panoramica è famoso per l’ampia scelta di torte che la signora Waltraud prepara personalmente e che Norbert serve, su richiesta, anche come tris di assaggi. Jausenstation Pyramidencafé, via Schießstand 2, Vila di Sopra, tel. 0474 401371, www.pyramidencafe.it, chiuso il gio, chiuso da metà a fine giugno e a novembre
La chiesa di Montevila La piccola parrocchiale di fondazione romanica presenta alcune interessanti particolarità. Ristrutturata e ampliata in forme gotiche nel 1529, nel 1875 è stata dotata di un campanile a doppio timpano scalato, insolito per l’Alto Adige, dopo che il vecchio era stato pesantemente danneggiato da un fulmine. Rara è anche la dedica a S. Colomano, santo irlandese venerato come patrono del bestiame e dei pellegrini. Sulla pala d’altare oltre alla Madonna con il Bambino sono rappresentati S. Giovanni Battista e le tre Vergini di Maranza. La leggenda delle tre sorelle Aubet, Cubet e Quere ha molte versioni. Oggi la Chiesa ha messo in dubbio la loro esistenza, escludendole dal novero dei santi degni di venerazione.
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Alla Gönneralm Cosa c’è di più naturale che fare un’escursione alla malga del maso? Raggiunta da Perca la frazione di Vila di Sopra, lasciamo la macchina al parcheggio delle piramidi di terra. Dopo aver dato uno sguardo al tabellone panoramico, ci mettiamo in cammino su un sentiero molto vario (segnavia “Pyramidenweg”) che ci porta in un bosco di pini silvestri sopra Montevila, al cospetto delle impressionanti colonne detritiche di colore bianco-giallastro modellate da pioggia e vento nel deposito morenico accumulato dai ghiacciai
A GIT ca. 13.000 anni fa. Da qui proseguiamo senza difficoltà sulla strada forestale (segnavia 16B) e in 1.5 ore di cammino raggiungiamo la Gönneralm. Chi desideri un percorso più impegnativo può prendere, ca. 500 m dopo le piramidi, una ripida scorciatoia (segnavia 16A, poi 6) che porta alla malga in un’ora. La fatica verrà ricompensata da un’ottima fetta di torta fatta in casa e da una magnifica vista sulle cime pusteresi e i picchi dolomitici. Ritorno al parcheggio per il sentiero n. 6, poi n. 1.
Informazioni in breve Vila di Sopra, parcheggio delle piramidi di terra 3 ore buone ca. 7 km ca. 600 m
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Il Niedristhof a Sopranessano presso Perca Sul versante soleggiato della val Pusteria, nel tratto tra Perca e Rasun, si trovano una serie di grandi masi e piccoli abitati sparsi sulle ripide dorsali montuose che si estendono dalla Rienza fino ai tremila del gruppo delle Vedrette di Ries. Dell’agglomerato di masi di Sopranessano, situato a circa 1300 metri di quota appunto sopra il paesino di Nessano, fa parte anche il Niedristhof. La zona è abitata sin da tempi remoti. Già nel XIII secolo fonti documentali attestano la presenza di un maso, che allora si chiamava Niederaspach. Nel XVI secolo la proprietà venne divisa e per la prima volta compare il nome Nidrist. Dopo alterne vicende l’imponente maso è oggi gestito dalla famiglia Niederwolfsgruber.
Cosa offre il maso Paul, il contadino del Niedristhof, si occupa del maso con otto ettari di prati, della stalla con 15 vacche e della malga dove d’estate vengono condotte le manzette; il latte è conferito ogni giorno alla cooperativa a Brunico. L’osteria, in origine un semplice posto di ristoro aperto nel lontano 1973, è nelle mani della signora Margareth, artefice di piatti deliziosi che solo a nominarli fanno venire l’acquolina in bocca. Per cominciare zuppa d’orzo, diversi tipi di canederli e pane fatto in casa; un abbinamento ideale sono le salsicce con i crauti o l’insalata di cappuccio con lo speck. Poi ci sono patate saltate, omelette, gulasch e, su prenotazione, arrosto di manzo e di vitello. Oltre al tradizionale Kaiserschmarren, la cucina propone un altro delizioso dolce: le gustose frittelle chiamate Niggilan. Le insalate e la verdura vengono dall’orto e i succhi sono fatti in casa. Quella del Niedristhof è una cucina contadina semplice, molto apprezzata dai turisti italiani ma anche dai locali che frequentano l’osteria in bassa stagione per feste aziendali e riunioni di famiglia. È inoltre possibile acquistare direttamente Kaminwurzen e sciroppi di frutta.
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Come arrivare Dalla statale della Pusteria (SS 49), 2 km a est di Perca, svoltare in direzione di Sopranessano e proseguire in salita per 4 km scarsi. In corrispondenza di un tornante a sinistra, imboccare la strada d’accesso al maso. Niedristhof, famiglia Niederwolfsgruber, Sopranessano 2, 39030 Perca, tel. 0474 401163 e 340 1782734, www.niedristhof.it, chiuso da gennaio a metà febbraio, chiuso il lun; si consiglia di prenotare
La chiesa di S. Giacomo La strada per il Niedristhof passa accanto alla chiesa di S. Giacomo a Nessano, la frazione più orientale del comune di Perca. Realizzata nel 1474, si erge isolata in mezzo ai prati e si annovera tra i luoghi sacri tardogotici più belli dell’Alto Adige. Gli affreschi interni, così come l’enorme S. Cristoforo raffigurato sulla parete esterna meridionale, sono opera del celebre pittore locale Simone da Tesido. Chiave presso il sagrestano Josef Durnwalder (via Mair am Bach 4, tel. 0474 401307). Secondo la leggenda, una notte al traghettatore Reprobus capitò di guadare il fiume trasportando sulle spalle un bambino che a ogni passo diventava più pesante, al punto che l’uomo, seppure forte e robusto, rischiò di essere sopraffatto dalla corrente. Giunti sulla sponda opposta, il bambino gli rivelò di essere il Cristo, gli disse che quello che aveva sentito sulle spalle era il peso del mondo e lo ribattezzò Cristoforo (portatore di Cristo). In molte chiese dell’Alto Adige il santo è rappresentato come un gigante.
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Da Nessano ai Redensberger Höfe
In questo itinerario che inizia nel paesino di Nessano, il Niedristhof è di strada. Per la salita scegliamo il sentiero nel bosco, mentre per la discesa quello soleggiato tra i prati. Ci incamminiamo dunque lungo il rio Nessano (segnavia 19), fino a un’ampia e pianeggiante radura, nella quale si trovano i Redensberger Höfe (1379 m). Seguendo il segnavia 4, procediamo sulla strada d’accesso ai masi che si addentra nel bosco fino al punto più alto della nostra escursione (1474 m). In prossimità di una sbarra il sentiero n. 1A comincia a scendere verso il Niedristhof tra prati aperti e panoramici (1336 m, due ore scarse dalla partenza), proseguendo poi (n. 17), sempre in discesa, fino a Nessano.
Informazioni in breve Nessano, ingresso del paese, ponte, bivio “Rauterhöfe-Redensberg” 3 ore scarse 7,5 km 490 m Facile escursione
Alle piramidi di terra Dal Niedristhof parte anche un altro itinerario circolare che, tra prati e boschi, arriva alle piramidi di terra di Vila di Sopra. Il tratto che le costeggia, ripido e accidentato, richiede un passo sicuro. Segnavia: 17, 1A, 1B, “Pyramidenweg”, 1A, 17A, 1A e 17 per rientrare al Niedristhof.
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Informazioni in breve Niedristhof 2.5 ore 6 km scarsi 400 m Escursione di media difficoltà
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L’Oberredensbergerhof presso Rasun Presso Valdaora, nel punto in cui la valle di Anterselva sbocca nell’Alta Pusteria, sulle morbide propaggini del gruppo delle Vedrette di Ries incontriamo l’Oberredensbergerhof (1379 m), in posizione tranquilla e isolata, circondato da prati e boschi con una vista unica sulle vette circostanti. Così come la vicina frazione di Sopranessano, anche questa zona vanta una lunga storia insediativa. Nel 1142 viene menzionato un maso Rodeneperch, il cui nome rimanda ad antichi disboscamenti. Da secoli l’Oberredensbergerhof è proprietà della stessa famiglia, arrivata oggi all’ottava generazione.
Cosa offre il maso Angelika e Andreas Schuster raccontano con grande entusiasmo della propria attività al maso, dove si dividono tra lavoro agricolo e agriturismo. In stalla ci sono una trentina di vacche da latte e diversi capi di bestiame giovane. Andreas si è specializzato nell’allevamento della razza Simmental Svizzera, adatta alla produzione sia di latte sia di carne, oltre che all’ambiente montano. Gli ottimi risultati finora ottenuti sono testimoniati dalla presenza di numerosi diplomi di riconoscimento. In estate il bestiame viene condotto alla malga di proprietà alle pendici del Montone, la “montagna di casa”, dove vengono prodotti burro e Graukäse per il fabbisogno della famiglia, per gli ospiti e per la vendita a clienti esterni. La casa d’abitazione è stata completamente ricostruita nel 2005; in quell’occasione sono stati ingranditi anche i tre appartamenti per ferie con 12 posti letto, che oggi portano i nomi evocativi di Abendrot, Morgenstern e Schwalbennest (lett. crepuscolo, stella del mattino e nido di rondine). L’ultimo è stato così battezzato perché, quando l’edificio era ancora in costruzione, una rondine aveva fatto il nido proprio in quella parte del fabbricato. Per i balconi, il frontone, le travi portanti del tetto, i pavimenti e gran parte dei mobili sono stati utilizzati 300 m³ di legno di larice e abete rosso, provenienti dal bosco del maso, che contribuiscono a creare un’atmosfera calda e accogliente. Gli appartamenti sono sfruttati appieno sia in inverno sia in estate. Le gare di biathlon che si disputano nella vicina Anterselva hanno fatto conoscere la zona in particolare agli ospiti tedeschi; nel periodo di ferragosto la clientela è invece prevalentemente italiana.
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COME ARRIvARE Dalla statale della Pusteria, a valdaora svoltare in direzione della valle di Anterselva; dopo un 1 km, alla rotatoria prima di rasun di Sotto proseguire in direzione di Anterselva e, dopo 1,5 km, girare a sinistra all’altezza di un maso e salire per 1,8 km seguendo le indicazioni “App. Oberredensberg”. Oberredensbergerhof, famiglia Schuster, nove Case 18, 39030 rasun / Anterselva, tel. 0474 496565, www.oberredensberg.it
Il lAgO dI ANtERSElvA Da valdaora, in Pusteria, la valle di Anterselva si allunga fino al gruppo delle vedrette di ries con le cime ghiacciate del Collaspro (3273 m) e del Collalto (3436 m). il paesaggio del fondovalle è punteggiato da diversi paesini per un totale di circa 3000 abitanti. in corrispondenza della testata della valle si trova il pittoresco lago di Anterselva (1638 m), uno specchio d’acqua smeraldina in cui si riflettono i boschi e le cime circostanti. È possibile farne il giro con una facile e appagante passeggiata lunga ca. 3,5 km, per la quale conviene calcolare almeno 1.5 ore. Dal lago una strada si inerpica fino a passo Stalle (2052 m), un piccolo valico alpino che collega la valle con la Defereggental, in territorio austriaco.
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La torbiera di Rasun/ Rasner Möser C’è un posto dove, circondati dal profumo di muschio e sottobosco, possiamo trovare una natura intatta con boschi verdeggianti, prati carichi di fiori, stagni silenziosi, piccoli ruscelli e aria fresca: il biotopo torbiera di rasun, un’area protetta di 23 ettari originatasi dall’interramento di un lago. La parola “r “rasun”, che ha dato il nome alle due località di rasun asun di Sotto e rasun asun di Sopra, è di origine celtica e signi significa “palude”. Un per percorso didattico su passerelle di legno e bei sentieri si dipana attraverso quest’area naturale protetta
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con una flora e una fauna davvero particolari. il sentiero per il biotopo parte da rasun di Sopra e si snoda sempre in piano, lontano dal traffico. ttabelloni abelloni inf informativi ormativi forniscono una panoramica sul mondo animale e vegetale tipico di questo ambiente, sulla rete escursionistica e sulle possibilità di sosta.
INFORMAZIONI IN BREvE Chiesa di rasun di Sopra 1 ora (sufficiente per un breve giro) nessun dislivello Facile sentiero
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Il Bergerhof ad Anterselva L’idilliaca e boscosa valle di Anterselva è protetta verso nord dall’imponente gruppo delle Vedrette di Ries con il Collalto (3436 m) e il Collaspro (3273 m), poste sul crinale alpino principale. Le frazioni di Anterselva di Sopra, Anterselva di Mezzo e Anterselva di Sotto si susseguono in un’ampia conca. Nella testata della valle riluce uno splendido lago dalle acque smeraldine, e una strada stretta si dirige verso il passo Stalle e l’austriaca Defereggental. Il Bergerhof si trova al margine settentrionale del paesino di Anterselva di Mezzo, tra fertili prati ai piedi del versante boscoso. Al maso appartiene anche la Bergeralm, situata più in alto, a circa 1600 metri di quota, dove i bovini vengono portati all’alpeggio nei mesi estivi e dove gli escursionisti troveranno un caratteristico posto di ristoro circondato da magnifiche cime.
Cosa offre il maso L’area occupata dall’Hof unterm Berg (lett. maso sotto la montagna) è con ogni probabilità il risultato di un antichissimo disboscamento, del quale è rimasta memoria in alcuni toponimi di derivazione romana. Nel 1490 viene citato un certo Hans unterm Berg e dal 1782 il maso è proprietà della stessa famiglia che dal 1920, in seguito a matrimonio, ha assunto il cognome Pallhuber. Situato a 1320 metri di quota, il Bergerhof, con il frontone rivestito in legno, i larghi balconi ornati di fiori e il non meno imponente edificio di servizio, trasmette un senso di benessere e orgoglio contadino. Thomas Pallhuber si occupa dell’azienda agricola orientata all’allevamento e alla produzione di latte. In stalla ci sono una trentina di bovini, tra cui 17 vacche da latte, di razza Simmental Svizzera che fornisce carne e latte, e di razza Frisona, solo da latte. I riconoscimenti ottenuti per l’eccellenza del latte sono orgogliosamente affissi nella bacheca davanti alla stalla. La signora Silvia si occupa della casa e dell’agriturismo. Nell’edificio abitato dai proprietari sono stati allestiti anche quattro confortevoli
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e spaziosi appartamenti ideali per famiglie, gruppi e coppie. I bambini troveranno nelle tre piccole Pallhuber delle compagne di gioco e, lontani dal traffico, potranno scatenarsi, giocare e vivere a stretto contatto con gli animali (caprette nane, polli, gatti, conigli, un pony e due cani). Al maso i piccoli ospiti potranno inoltre partecipare alla mungitura delle vacche e dare da mangiare ai vitellini. Nello spazio antistante la casa ci sono un ampio prato per rilassarsi e un’ampia casetta con tanto di stufa a legna, apprezzata da grandi e piccini in occasione di feste e merende. Sono inoltre a disposizione giochi, trattori giocattolo, monopattini, biciclette e, in inverno, slitte e “padelle da neve”. A colazione e a merenda vengono serviti prodotti del maso: latte, uova e yogurt, erbe aromatiche e verdure di stagione, e ancora marmellate, succhi di frutta e miele. Gli appartamenti sono molto ambiti sia d’estate sia d’inverno.
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Come arrivare Da Valdaora procedere per 12 km fino alla frazione di Anterselva di Mezzo, attraversarla e proseguire diritti per ca. 700 m, finché sulla sinistra non si diparte l’accesso (segnalato) al Bergerhof. Bergerhof, famiglia Pallhuber, Anterselva di Mezzo 44, 39030 Rasun / Anterselva, tel. 0474 492467, www.bergerhof.it
Posti di ristoro L’osteria degli Eggerhöfe propone specialità locali come gli Schlutz krapfen, i Pressknödel o il Graukäse, il formaggio grigio prodotto al maso (tel. 0474 493030, www.eggerhoefe.it). Alla Bergeralm, con bella Stube contadina e focolare aperto, si gustano piatti tradizionali tirolesi come salsicce fatte in casa con i crauti e canederli di ogni sorta (tel. 348 8424337). La Schwörzalm offre una semplice cucina locale e una terrazza soleggiata con un panorama insuperabile (tel. 348 8883489).
Biathlon Anterselva è una mecca del biathlon e ogni anno ospita gare di coppa del mondo che attirano decine di migliaia di spettatori. Quando non ci sono competizioni lo stadio, situato nei pressi del meraviglioso lago di Anterselva, è visitabile anche in estate, e offre la possibilità di cimentarsi nel tiro a segno con la carabina. Arena Alto Adige, Rasun / Anterselva, tel. 0474 492390, www.biathlon-antholz.it
Leggende popolari Sul Bergerhof esiste una macabra leggenda in rime dialettali. Una strega malvagia, una Berchta, si intrufolò nella camera di una bimba malata e le disse: “Kathrine, Kathreine, i schliaf durchs Schlisslloch inn – Kathrine, Kathreine, iaz bischi hin”. E la bimba fu trovata esanime nel suo lettino. (“Caterina, Caterina, mi intrufolo per il buco della serratura – Caterina, Caterina adesso sei morta!” Liberamente tratto dagli scritti di padre L. Leitgeb, studioso di storia locale.)
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A GIT Escursione alla Bergeralm e alla Schwörzalm Questo itinerario circolare conduce a due malghe caratteristiche in posizione panoramica, tra prati, stretti sentieri nel bosco e infine nel paesaggio vallivo di Anterselva. Si parte dalla zona degli impianti sportivi di Anterselva di Mezzo, imboccando il sentiero n. 3 per il rifugio Vedrette di Ries. Un ultimo sguardo al pannello informativo per orientarsi e ci mettiamo in cammino. All’altezza degli Eggerhöfe, l’ampio sentiero si inoltra nel bosco e raggiunge la fragorosa cascata del rio della Gola (fin qui 50 minuti). Continuando a salire arriviamo a una radura dove incontriamo, nell’ordine, la caratteristica ed acco-
gliente Bergeralm e la Brennalm; attraversiamo poi il letto detritico del rio della Gola (segnavia 3B) e, in pochi minuti, arriviamo alla Schwörz alm (1680 m, dal parcheggio 1 ora e 40 minuti), da cui si gode una magnifica vista sulla valle di Anterselva. Dietro la malga passa il sentiero n. 10 (“Kornbrenntenweg”), a tratti piuttosto stretto, che scende fino allo Steinzgerhof. Qui deviamo bruscamente in direzione sud-ovest (segnavia 11), oltrepassiamo il Bergerhof e gli Eggerhöfe, finché non incrociamo il sentiero dell’andata (n. 3), lungo il quale facciamo ritorno al punto di partenza.
Informazioni in breve Antholz-Mittertal, Parkplatz bei den Sportanlagen, 1260 m 3 ore e 10 minuti 7,9 km 570 m Facile sentiero
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Curiosando nel menu Alcuni termini per orientarsi tra le proposte di un tipico menu altoatesino. Apfelkiechl: frittelle di mele Bündnerfleisch: carne affumicata simile alla bresaola Graukäse: formaggio maturo dal gusto deciso e piccante, prodotto tipico della val Pusteria Graukasnocken: gnocchi di pane e Graukäse Gröstl o Bauerngröstl: rosticciata di patate e carne di manzo bollita Hauswurst: salsiccia casalinga, bollita e servita con i crauti; è una delle pietanze tipiche del Törggelen Kaminwurzen: salamini secchi, leggermente affumicati, complemento irrinunciabile di ogni merenda che si rispetti Kiachl / Knieküchel: dolci di pasta lievitata, di forma circolare, con una cavità al centro che, dopo la frittura, viene riempita di marmellata Knödel: canederli. Grossi gnocchi di pane secco ammorbidito nel latte, mischiato a uova, farina e speck. Emblema della tradizione culinaria tirolese, vengono proposti in numerose varianti, le più diffuse delle quali con formaggio, spinaci o funghi al posto dello speck Krapfen: dolci di pasta lievitata, a forma di losanga o di mezzaluna, fritti e farciti con semi di papavero, marmellata di albicocche o di mirtilli rossi, zucchero all’anice o altro ancora Leberwurst: salsiccia di fegato di maiale spalmabile Milzschnitten: crostini di milza. Fette di pane bianco spalmate di milza, sovrapposte, fritte e infine tagliate a listelle; da servire in brodo
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Nuier: vino novello, generalmente ancora in fermentazione Omelette: frittata dolce Pressknödel: canederli pressati di formaggio (Graukäse) passati nel burro e serviti in brodo Ribl: “polenta” di mais o di grano saraceno (spesso mescolata a patate schiacciate), abbrustolita, ridotta in grumi e guarnita con mirtilli Schlutzer o Schlutzkrapfen: mezzelune ripiene di spinaci, condite con burro fuso e parmigiano Schmarrn / Kaiserschmarrn: omelette spezzettata, spolverata di zucchero e accompagnata da marmellata di mirtilli rossi; il Kaiserschmarrn – la versione “imperiale” – prevede l’aggiunta di uva sultanina alla pastella Schneemilch: nevelatte. Dolce tipico della val Venosta a base di pane bianco spezzettato, panna, uvetta, rum, cannella e zucchero Schöpsernes: carne di castrato solitamente cotta al forno; tipico piatto autunnale Schüttelbrot: schiacciata di farina di segale, secca e sottile Serviettenknödel: grosso canederlo che viene racchiuso in un telo per essere bollito; si serve a fette condite con burro fuso Spatzln o Spätzle: gnocchetti di farina, uova, latte e, spesso, spinaci; formati mediante un attrezzo simile a una grattugia Speck: il marchio “Speck dell’Alto Adige”, tutelato dalla legge europea, indica un prodotto di carne di maiale poco salato, leggermente affumicato e stagionato per un tempo minimo prestabilito. Assai più raro è il Bauern speck o “speck del contadino”, prepa-
rato con carne di maiale allevato in proprio e stagionato nella cantina del maso. Chi avesse la fortuna di trovarlo in lista, non se lo lasci sfuggire! Tirtlan: specialità della val Pusteria; ravioloni tondi fritti, farciti con crauti, ricotta acida, spinaci o anche con un ripieno dolce Törggelen: dal latino torculum, torchio. Un tempo, i raccoglitori festeggiavano la fine della vendemmia riunendosi nella stanza del torchio, dove consu-
mavano una piccola merenda “innaffiata” dal vino nuovo. Oggi il rito ha assunto un carattere diffuso; “fare Törggelen” significa andar per masi a degustare il vino novello accompagnato da pietanze fredde, caldarroste e succulenti piatti di carne di maiale
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Il 1° gennaio 2013 si è conclusa la fusione tra le latterie Senni (Brunico) e Mila (Bolzano). Entrambe le aziende erano già consorziate, da ormai 15 anni, in una cooperativa di secondo grado fondata nel 1997, la Milkon Alto Adige. La neonata società ha preso il nome di Latte Montagna Alto Adige.
Sono stati mantenuti i due marchi principali Mila e Senni, sinonimi di prodotti lattiero-caseari freschi e pregiati.
La qualità della materia prima è strettamente legata al territorio e ai masi contadini dei nostri soci. Le targhe affisse alle porte delle stalle indicano la provenienza sicura e controllata del latte e riportano il nome dell’azienda che lo lavora.
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