History, geology, vegetation, flora and fauna between Volterra and San Gimignano, with an itineraries map Storia, geologia, fauna e vegetazione fra Volterra e San Gimignano, con carta degli itinerari
Volterra ASPETTI STORICI E ARCHITETTONICI
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Chi intende andare da Volterra a San Gimignano attraversa un territorio che è stato oggetto di aspre contese fra le due città. Fra l’XI ed il XIII secolo dall’una e dall’altra fazione furono costruiti numerosi castelli e fortezze destinati a proteggere le vie di comunicazione e i villaggi. Le prime lotte per il controllo di quest’area si ebbero con la nascita del comune di Volterra quando i governanti di quest’ultimo vollero controllare la strada che collegava la loro città con la Via Francigena, che passava per San Gimignano. Le scorrerie e le rappresaglie divennero ancora più aspre quando si affacciò sulla scena un terzo contendente: il comune di Monte Voltraio, castello a pochi chilometri da Volterra, che fu a lungo conteso fino a quando i Volterrani lo conquistarono definitivamente. Con la fine del Medioevo e di queste lotte, ai castelli si sostituirono prima i borghi agricoli e poi le ville, di proprietà dei nobili locali, che controllavano vasti appezzamenti agricoli. Percorrendo la strada che è qui indicata possiamo vedere tutti i tipi di insediamenti che si sono alternati nelle varie epoche. Itinerario 1 La strada, come tutte le vie principali (vie maestre) del territorio volterrano, era in buona parte lastricata, il selciato stradale è sopravvissuto ed è visibile solo in alcuni punti: presso la località San Lorenzo e nei pressi della rocca di Monte Voltraio . Monte Voltraio è posto proprio a fianco della via, sulla sommità di una collina da cui era possibile controllare chi la percorreva. Il primo documento che nomina questa località è del 967 quando, alla presenza dell’imperatore Ottone I di Sassonia, vi si riunirono numerosi potenti nobili ed ecclesiastici toscani. Del castello, dove abitavano numerose famiglie nobili, sono rimasti solamente i ruderi, che è possibile ammirare con una piccola deviazione. Sulle pendici della collina, intorno alla Pieve di San Giovanni, esisteva un ampio borgo circondato da mura in pietra. Ai piedi del monte, lungo la strada, troviamo la villa del Palagione , oggi restaurata e sede di un Centro Interculturale. Si tratta di una tipica villa seicentesca, composta dall’edificio principale, provvisto di cappella e di ampie stanze ricche di affreschi decorativi, dove abitava il proprietario, che aveva intorno altri edifici destinati alle attività produttive ed un bel giardino all’italiana. Subito dopo, poco distante dalla strada, la Chiesa
della Nunziata , del XII secolo, oggi abbandonata. Insieme alla poco lontana Chiesa di S. Lorenzo (XIII sec.) , dipendeva dalla Pieve di Monte Voltraio. La via poi attraversa il borgo di Pignano . Toponimo di origine romana, dal XII secolo, è noto come sede di un castello, che venne ripetutamente distrutto durante le guerre fra Volterra e San Gimignano, e di una chiesa dedicata a San Bartolomeo, divenuta pieve quando fu distrutta quella di Monte Voltraio. Nei pressi dell’abitato erano le cave da cui si estraeva il “tufo di Pignano”. Sulla fine del Settecento il castello fu sostituito da una villa costruita dagli Incontri di Volterra, adesso è sede di una fattoria. Una storia simile è quella del borgo di Sensano, posto sul crinale dei Monti Cornocchi.
conservazione delle strutture. Sono particolarmente ben riconoscibili la chiesa di San Frediano e la torre del Mastio. Continuando verso San Gimignano, dopo aver attraversato un ampio tratto boscato, la strada passa accanto alla chiesa di San Donato , del XIII secolo. Infine, prima di entrare a San Gimignano, è degno di nota il castello di Montauto , che nel 1186 era di proprietà dei vescovi di Volterra, posto a protezione della Via Francigena. Itinerario 2 Il percorso scende verso la valle dell’Era seguendo il tracciato dell’antica Via Salaiola: si tratta di una delle più belle strade medievali di Volterra che ancora conservano il selciato originale. Dapprima attraversa la necropoli etrusca dei Marmini e poi passa vicino alla bella chiesa di Santa Margherita , del XII secolo. Sul fondovalle attraversa l’abitato di Prato d’Era, per poi risalire l’altro versante della valle in direzione del Monte Nero. Di rilievo è la Villa di Scopicci , da cui si gode un ampio panorama di Volterra e della Valdera, tipico esempio di villa gentilizia di campagna del XVIII secolo. La poco lontana Villa di Ulignano , del XVII secolo, fu costruita dall’ammiraglio Iacopo Inghirami sulle rovine di un antico castello noto già nel 991. La villa, centro nel XIX secolo di una delle più vaste tenute del Volterrano, si presenta con diversi corpi di fabbrica che furono costruiti sfruttando i resti delle abitazioni del borgo sorto intorno al castello. Il borgo di Sensano , da cui si gode di un’ampia visuale sul territorio, spaziando fino agli Appennini e al monte Amiata, era sede di un importante castello volterrano, di cui rimangono i resti della torre e la Pieve dei SS. Ippolito e Cassiano. (A.F.)
San Gimignano
Castelvecchio
Al di là dei Cornocchi inizia il territorio di San Gimignano. Nel medioevo il confine era controllato dal castello di Castelvecchio , costruito su una rupe isolata dalle due profonde valli create dai torrenti che la circondano. La fortezza, nella quale vivevano circa 40-50 famiglie, non presenta elementi artistici di pregio, ma spicca, fra tutti i castelli abbandonati della zona, per l’eccezionale stato di
HISTORY AND ARCHITECTURE As the territory between Volterra and San Gimignano was bitterly contested in antiquity, from the 11th to the 13th century many castles and fortresses were erected by both fractions to protect the roads and villages. The first conflicts began when the newly formed Commune of Volterra decided to guard the roads that connected the city with the Via Francigena (the pilgrims way) that passed through San Gimignano.The invasions and counterattacks intensified when a third rival arrived on the scene: the Commune of Monte Voltraio; a castle just a few kilometres from Volterra contested for many years until it was finally conquered by the Volterrans. At the end of the Middle Ages the castles were transformed into farm villages and then villas owned by local noble families who reigned over large areas of farm land. Along the road indicated below you can still admire many of these historical buildings.
Castelvecchio
Itinerary 1 As many of the main roads in the Volterran territory, this was originally paved , traces of which can still be seen especially in the area of San Lorenzo and at Monte Voltraio . The road runs by Monte Voltraio which dominated, overlooked and guarded its safety. The earliest document that mentions Monte Voltraio dates back to 967 and records a meeting that took place there between Emperor Otto 1 of Saxony, a number of powerful nobles and Tuscan clergymen. The castle which originally housed numerous noble families is now a ruin.On the top of the hill encircling the parish church of San Giovanni there was a large village encircled by a stone wall. At the foot of Monte Voltraio there is the Villa Palagione which has recently been renovated as
a Cultural Centre. A typical 17th century villa with the main building richly adorned with frescoes where the owner resided surrounded by out houses, a chapel and a fine Italian garden. Proceeding a little further stands the abbandoned 12th century Church of La Nunziata . The 13th century Church of S. Lorenzo was under the parish church of Monte Voltraio. The road then leads to the 12th century village of Pignano whose name originates during the Roman Period. The village was once a castle that was repeatedly destroyed during the conflicts between Volterra and San Gimignano. The church dedicated to Saint Bartholomew later became a parish church when the one in Monte Voltraio was destroyed. Near the village there are also the tufa quarries where the tufa of Pignano was once extracted. At the end of the 18th century a villa was built on the site where the castle was stood, by the Incontri family from Volterra . The village of Sensano, situated on the crest of Monti Cornocchi, has a similar history to Pignano. Beyond the Cornocchi, the territory of San Gimignano begins. During the Middle Ages the border line was guarded by the Castle of Castelvecchio erected on an isolated cliff between two deep valleys created by torrential rivers. 40-50 families once lived in the fortress and it is in particularly good condition as compared to many other abandoned castles especially the church of San Frediano and the Mastio tower. Proceeding towards San Gimignano through woodland, the road passes by the 13th century church of San Donato . Just before San Gimignano stands the noteworthy castle of Montauto which belonged to the Volterran Bishops in 1186 and was erected to protect the Via Francigena.
documented as far back as 991. The castle and village was one of the largest estates in the Volterran territory in the 11th century. The villa is made up of several buildings which were built with the remains of the preexisting village. The village of Sensano which offers a breath taking view of the Apennines and Mount Amiata was once a castle although only the tower and the parish church of Saints Ippolito and Cassiano remain. (A.F.)
Itinerary 2 This itinerary descends the Era Valley along the remains of the ancient Via Salaiola road, one of the most beautiful Medieval roads of Volterra which still preserves its original paving stones. The walk begins at the Etruscan burial site, the Marmini past the beautiful 12th century church of Santa Margherita down the hill to Prato d’Era and up the other side of the valley towards Monte Nero. The Villa di Scopicci which offers a panoramic view of Volterra and the Era Valley, is a typical 18th century country estate. The nearby 17th century Villa di Ulignano was built by Admiral Jacopo Inghirami on the ruins of an ancient castle
Pieve della Nera
ASPETTI GEOLOGICI E MORFOLOGICI
GEOLOGY AND MORPHOLOGY
Dopo la fase culminante della prolungata tettonica compressiva che condusse all’innalzamento della catena appenninica, la Toscana meridionale fu interessata, a partire dal Miocene medio-superiore (circa 12-10 milioni d’anni fa), da una tettonica di stile distensivo. Nella zona compresa tra Volterra e S.Gimignano essa determinò la formazione di due grandi bacini di sprofondamento subparalleli: il Bacino di Volterra-Val d’Era e il Bacino della Val d’Elsa, due estese fosse tettoniche allungate in direzione NW-SE e separate tra loro da una serie continua di rilievi di età più antica (la catena Iano-Montagnola Senese-Monticiano-RoccastradaM.Leoni,) nota in geologia come Dorsale MedioToscana. La prolungata subsidenza che queste aree subirono dal Miocene superiore a tutto il Pliocene inferiore (ovvero tra 10 e 3 milioni d’anni fa) le rese inizialmente sede di ampi bacini lacustri (in cui si depositarono sedimenti per lo più grossolani come conglomerati, marne e argille con strati di lignite) che successivamente furono invasi dal mare. Nonostante la comune origine, la storia geologica delle due aree si sviluppò con caratteri eterogenei. La Dorsale Medio-Toscana rappresentò una vera e propria barriera orografica che impedì quasi sempre la comunicazione tra i due bacini determinando in ciascuno di essi un’evoluzione sedimentaria di tipo diverso. Così, quando durante il Messiniano (circa 6 milioni di anni fa) il mare fece per la prima volta il suo ingresso nella zona, non riuscì a penetrare ad oriente della Dorsale (ovvero nel Bacino della Val d’Elsa) salvo che in episodi limitati e circoscritti. Di conseguenza, mentre in Val d’Elsa si conservava per lo più un ambiente di tipo lacustre, nel bacino di Volterra si succedevano episodi marini e lagunari con deposizione di argille e precipitazione evaporitica di gesso (dal quale ebbe talora origine l’alabastro) e, in condizioni particolari, di salgemma. Nel Pliocene inferiore (5-3 milioni di anni fa), mentre il Bacino della Val d’Elsa si trovava in fase di emersione, il mare invase profondamente il Bacino di Volterra dando luogo (soprattutto in Val d’Era) alla deposizione di potenti spessori argillosi. Nel Pliocene medio (3-1,8 milioni di anni fa), infine, il Bacino di Volterra fu interessato dal completo e definitivo ritiro del mare. Col progredire di tale fenomeno la sedimentazione in questa zona si sviluppò in acque sempre meno profonde e fu pertanto caratterizzata dalla deposizione progressiva di sabbie e di calcari arenacei (la stratigrafia del colle di Volterra testimonia esemplarmente il succedersi di tutte le fasi sedimentarie del Pliocene). Nello stesso tempo il mare occupava l’area della Val d’Elsa determinandovi la deposizione di estesi spessori di sabbie gialle riccamente fossilifere.
During the Upper Miocene phase (about 12 million years ago) when the Apennine range emerged, two large basins in the area between Volterra and S.Gimignano were formed: the Volterra Era Valley Basin and the Elsa Valley Basin ; two extensive tectonic valleys stretching from NW-SE and seperated by an earlier range of hills,(the IanoMontagnola Siena-Monticiano-Roccastrada-M.Leoni range) geologically known as the Mid-Tuscan Ridge. Between the Upper Miocene and the Mid-Pliocene (between 10 and 1,8 million years ago), prolonged subsidence in these areas formed large lake basins (in which sediments such as conglomerates, marne and clay containing lignite were deposited) which were successively invaded by the sea. Despite a common origin, the geology of the two areas developed heterogeneous features. The MidTuscan Dorsal formed an orographic bar that impeded a link between the two basins bringing about a diverse sedimentary evolution in each basin. About 6 million years ago when the sea inundated the area, the Elsa Valley basin was minimally invaded and largely preserved its lake deposits while the sea deposited clay,chalk and rock salt in the Volterra basin. During the lower Pliocene (5-3 million years ago) the Elsa Valley was in the phase of emersion when the Volterra basin was totally inundated by the sea (particularly the Era Valley) forming thick, heavy clay deposits. During the mid-Pliocene ( 3-1,8 million years ago) the sea finally ebbed away from the Volterra basin leaving continually shallower sediments such as sand and arenaceous limestone (Volterra still retains the successive sedimentary phases of the Pliocene era). In the Elsa valley the sea left extensive and thick deposits of yellow sandstone rich in fossils.
Monte Voltraio
Itinerario 1 Volterra - Monte Voltraio - Pignano - Fattoria di Castelvecchio - S.Gimignano Panorama del paesaggio e della morfologia tipici delle argille plioceniche. Area di distacco della grande frana argillosa che nel 1887 provocò lo sbarramento del Torrente Era Morta determinando la formazione del cosiddetto “lago del Esame della Palagione”, tuttora esistente. struttura geologica del Monte Voltraio: potenti stratificazioni di sabbie e calcari arenacei del Panorama sul vasto Pliocene medio. affioramento delle Argille del Fiume Era Morta, successione sedimentaria del Miocene sup. costituita da argille e argille sabbiose contenenti gessi, conglomerati, sabbie e travertini e originata in ambienti deposizionali compresi tra la fase evaporitica e quella di “lago-mare”. Tracce dei depositi gessosi e delle trascorse ricerche di alabastro nell’area sottostante Casa al Fumo, Estesi affioramenti di presso S.Anastasio. travertino (“tufo di Pignano”), roccia grigio chiara o bianco giallastra, talora cariata e cavernosa, talvolta friabile e farinosa, largamente impiegata nell’antichità per la realizzazione di gran parte delle celebri urnette cinerarie etrusche o per notevoli interventi architettonici nell’edilizia monumentale di età romana o nell’architettura Borgo sacra medievale della zona di Volterra. di Pignano, interamente edificato utilizzando il tufo locale che qui raggiunge il massimo spessore Dorsale Medio-Toscana: di circa 60 m. affioramento di argille con calcari silicei “palombini”, formazione di origine alloctona
Cascatelle della Nera
cronologicamente riferibile al Cretacico inf. (140Giacimento fossilifero presso la 100 m.a.). Fattoria di Castelvecchio: in un grande vigneto adiacente alla Fattoria affiorano sabbie gialle ricche di fossili di Lamellibranchi (soprattutto del genere Ostrea) ben conservati e di grandi Poggio del Comune e area di dimensioni. Castelvecchio: vastissimo affioramento di Calcare Cavernoso, roccia grigio scura di origine evaporitica datata al Trias sup. (Norico-Retico: circa 200 m.a.) depositatasi in un ambiente di mare sottile sotto forma di una potente successione carbonatico-solfatica (banchi di anidrite intercalati da dolomia grigio scura) che, in seguito alla successiva esposizione in superficie, ha subìto la dissoluzione e l’asporto della componente solfatica ad opera delle acque meteoriche riducendosi ad un calcare grigio scuro noto come calcare “cavernoso”. Fenomeni morfologici nel calcare cavernoso: profilo profondamente incassato dei due corsi d’acqua che si uniscono sotto le rovine di Fenomeni morfologici nel Castelvecchio. calcare cavernoso: la “Grotta della Tana” presso Fenomeni morfologici il Podere Castagneto. nel calcare cavernoso: il piccolo ma bellissimo cañon lungo il Botro ai Buchi nei pressi del Podere Affioramento di travertini compatti, Pugiano. biancastri e ben stratificati datati al Pleistocene inf. (1,7-0,8 m.a.) e ritenuti di probabile origine lacustre per la loro posizione stratigrafica sottostante ad un livello argilloso-sabbioso contenente Predominio della “facies”sabbiosa del lignite. Pliocene medio che conferisce alla morfologia di questa zona un dolce aspetto collinare reso ancora più suggestivo dalla presenza di intense ed estese coltivazioni di viti ed olivi. Itinerario 2 Volterra - P.d’Era - Ulignano - Sensano - Campore - Castelvecchio - S.Gimignano Ripide balze sabbiose e caratteristici mulini nella valle situata a destra dell’antica “via salaiola”. Diffusa presenza di frammenti gessosi e alabastrini e resti di piccole cave di alabastro nella pineta a destra della strada nei pressi di Ulignano. Il rilievo cupoliforme di Monte Nero, imponente ammasso di rocce ofiolitiche (qui rappresentate prevalentemente da basalto, roccia di origine magmatica resto di un’antica crosta oceanica) profondamente inciso nel suo versante N dal corso del Torrente Strolla che vi ha prodotto una stretta valle caratterizzata da aspri dirupi e da pittoreschi salti d’acqua. La tradizione locale vuole che anticamente dal Monte Nero si estraesse “Cascatelle della Nera”: luogo di grande l’oro. suggestione paesaggistica dal quale si può risalire il corso del Torrente Strolla osservando con facilità interessanti affioramenti di lave basaltiche a cuscini (“pillow lavas”). Resti di piccole escavazioni di magnesite presso Ricerche di minerali di rame nelle Sensano. Dorsale Medioofioliti del Botro dei Molini. Toscana: volgendosi verso Volterra vasto panorama che dal Monte Amiata (a sinistra sullo sfondo), passando per le Colline Metallifere e la regione boracifera di Larderello, si spalanca (a destra) sul settore N del Bacino di Volterra-Val d’Era spaziando infine sulla piana di Pisa, sui Monti Pisani e sulle retrostanti Alpi Apuane. Si può notare agevolmente l’effettiva estensione longitudinale del grande bacino (si osservi l’immenso mare di argille plioceniche della Valdera) che appare limitato nella sua sponda occidentale dalla serie di rilievi (qui ben visibili) di Montecatini Val di Cecina-Casciana Terme, parte settentrionale della cosiddetta “Dorsale peritirrenica”. (A.M.)
ASPETTI FLORISTICI E VEGETAZIONALI Itinerario 1 In funzione della distribuzione della vegetazione, l'Italia fa parte di due grandi regioni fitoclimatiche: quella mediterranea e quella centroeuropea, l'una con accentuata secchezza estiva (vegetazione potenziale di latifoglie sempreverdi), l'altra con temperature medie più basse e senza aridità estiva (vegetazione potenziale di latifoglie decidue: querce e faggio). Lago del Palagione
Itinerary 2 Volterra - Prato d’Era - Ulignano - Sensano Campore - Castelvecchio - S.Gimignano Steep sandy cliffs and characteristic mills in the valley on the right of the ancient “via Salaiola” An extensive area of chalk and alabaster road. deposits and the remains of alabaster quarries in the Pine wood and to the right of the road at The dome-shaped hill of M.Nero Ulignano. (mostly made up of basalt, a magmatic rock, the remains of an ancient ocean crust) deeply carved by the Strolla river whose flow has produced a deep valley of steep cliffs and charming water falls. It has been said that gold was extracted from Monte “Cascatelle della Nera”: a Nero in antiquity. beautiful landscape which can be admired following the Strolla river banked by pillow lavas. Remains of a small magnesite quarry at Sensano. Search for copper minerals at the Botro dei Molini. Mid-Tuscan Ridge: looking towards Volterra you can admire a splendid view of the gently rolling hills, the boraciferous area of Larderello, the stretch of level ground of Pisa, the Pisan hills and the Apuan Alps. (A.M.)
Pignano
Itinerary 1 Volterra - Monte Voltraio -Pignano - Fattoria di Castelvecchio - S.Gimignano Panoramic view and the typical morphology of The great clay slip the Pliocene clay hills. dammed the Era Morta river and created the lake The geological known as “Lago del Palagione”. structure of M. Voltraio: layers of sand and sandy limestone dating to the mid-Pliocene phase. Panoramic view of the clay hills surrounding the Era Morta river; sedimentary layers of the upper Miocene: clay and sandy clay deposits containing chalk, conglomerates, sand and travertine. Traces of chalk deposits and alabaster below the Extensive Casa al Fumo at S.Anastasio. travertine outcrops ( “tufa of pignano”), light grey or yellowy-white in colour used in antiquity by the Etruscans to create the well-known cinerary urns, by the Romans in architecture for monumental constructions and during the Middle Ages in the construction of churches in Volterra. The village of Pignano is entirely built in local travertine which has a maximum thickness of 60 m. Mid-Tuscan Ridge: clay and silicious limestone outcrops, formations of allochthonous origin of the lower Cretaceous phase (140-100 million years ago). Fossilferous deposits at the Fattoria di Castelvecchio: in a large vineyard near the farm there are outcrops of yellow sand rich in well-preserved Lamellibranchiata fossils some of which are very large. The area of Castelvecchio: large outcrops of cavernous limestone, a dark grey,spongy -looking stone of evaporitic origin of the Upper Trias (Noricum- Reticum: about 200 million years ago). Morphological phenomena of cavernous limestone: two deeply embanked rivers which unite below the ruins of Castelvecchio. Morphological phenomena of cavernous limestone: the “Grotta Morphological della Tana” at Pod.Casagneto. phenomena of cavernous limestone: the small but beautiful canyon along the Botro ai Buchi at the Compact white Travertine Pod. Pugiano. outcrops dating back to the lower Pleistocene phase (1,7-0,8 m.a) probably of lake origin due to their stratigraphic position at a clay-sandy level Prevalence of sandy “facies” containing lignite. of the mid-Pliocene phase which form a landscape of gently rolling hills adorned with extensive stretches of vines and olive groves.
L’area tra Volterra e S.Gimignano si colloca in una zona di transizione dove fattori quali la topografia, la morfologia, l’impatto antropico, la natura geologica, il tipo di suolo, giocano un ruolo fondamentale nel determinare la fisionomia e spesso la composizione specifica della vegetazione. Tali fattori, insieme al clima, permettono l'insediarsi in questo territorio, sia di formazioni tipiche delle aree calde della regione mediterranea con elementi floristici delle zone costiere (versanti collinari più vicini al mare, versanti esposti a Sud e con suoli superficiali), sia di formazioni di caducifoglie tipiche delle zone centroeuropee (versanti Nord con suolo profondo e forte umidità edafica e valli con inversione termica). Anche per questo il paesaggio del Volterrano risulta estremamente vario e articolato con ecosistemi distinti che si susseguono a breve distanza. Durante il percorso si alternano vegetazione ripariale lungo i corsi d’acqua a Salice Bianco e Pioppo nero, relitti di castagnete da frutto (coltivazione arborea diffusa fino ai primi del Novecento, successivamente quasi abbandonata per la diffusione di un cancro sulle piante di Castagno), boschi misti sempreverdi - caducifoglie dove spiccano la presenza dell’Orniello (Fraxinus ornus) e della Roverella (Quercus pubescens), boschi e macchie sempreverdi a dominanza di Leccio (Quercus ilex), Corbezzolo (Arbutus unedo), Lentisco (Pistacea lentiscus) e altre specie della flora mediterranea resistenti all’aridità estiva, querceti caducifogli a dominanza di Cerro (Quercus cerris) e Roverella. Da segnalare la presenza diffusa di fruttiferi selvatici quali Sorbi (Sorbus domestica), Meli (Malus sylvestris), Peri (Pyrus pyraster), Ciliegi (Prunus avium), nonchè interessanti aspetti delle complesse relazioni tra gli organismi vegetali; come la diffusione del Vischio quercino (Loranthus europeus) su esemplari di Roverella e Cerro. Tale pianta semiparassita differisce dal vischio comune per i rami legnosi e bruni e la caducità delle foglie. Effettua la fotosintesi ed assorbe dalla pianta ospite acqua e sali minerali; particolarmente bello in inverno ricoperto da frutti giallo-dorati. Solo in piante vecchie ed indebolite
può provocare la morte del suo ospite. Caratterizzano inoltre il percorso monumentali piante di querce (Roverella, Leccio, Cerro) e suggestivi viali di Cipressi toscani (Cupressus sempervirens). Di notevole interesse i boschi misti di latifoglie decidue a dominanza di Cerro, Carpino nero (Ostrya carpinifolia) Carpino bianco (Carpinus betulus), Aceri (Acer opalus e Acer campestre), nei profondi ed umidi impluvi di Castelvecchio, dove nuclei relitti di Faggio (Fagus sylvatica),disceso fino in basso nei periodi freddi del quaternario, e frequenti piante di Tasso (Taxus baccata), importante elemento relitto della vegetazione sub-tropicale di tipo montano del periodo precedente alle glaciazioni, sono da considerare vere e proprie emergenze floristico-vegetazionali. E’ soprattutto in queste associazioni forestali che, da febbraio ad aprile, prima della completa vegetazione del piano arboreo, si assiste alla fioritura (purtroppo piuttosto effimera) di bellissime specie erbacee, caratteristiche di boschi ad elevata naturalità e complessità biologica. Crochi (Crocus etruscus), Ellebori (Helleborus odorus), Viole (Viola reichembachiana), Anemoni (Anemone nemorosa e Anemone apennina), Hepatiche (Hepatica nobilis), Primule (Primula vulgaris), Gigli (Lilium martogon), Bucanevi (Galanthus nivalis), Orchidee (Orchis mascula e altre), formano un mosaico di colori di rara bellezza. Le superfici forestali hanno subito, nel corso dei secoli, mutamenti in relazione alle attività antropiche; è chiaramente visibile la differenza strutturale tra un porzione di bosco (cerreta) recentemente trattata a ceduo per la produzione di legna da ardere, e un ceduo invecchiato, da molti anni non utilizzato. Proseguendo verso S.Gimignano si incontrano splendidi esempi di leccete, un tipo di vegetazione prima molto più diffuso nella regione mediterranea, oggi spesso trasformato in macchie a causa di tagli ripetuti. Interessante anche la flora sempreverde degli affioramenti calcarei che, pur in un’area ormai interna della Toscana, contengono elementi floristici costieri come il Cisto (Cistus incanus), Fillirea (Phyllirea latifolia), ed altre; bellissima nel periodo autunnale la fioritura di Erica multiflora. Nel tratto tra S.Donato e S.Gimignano è particolarmente evidente una vegetazione intorno ai poderi legata a pratiche colturali parzialmente ancora in uso: piante sparse e piccoli nuclei di maestose querce allevate per la produzione di ghiande, salici (Salix alba sp.vitellina) per legare ed intrecciare, Gelsi (Morus nigra) ed altre specie capitozzate per foraggio o anticamente per la produzione del baco da seta. Itinerario 2 Oltre ai tipi vegetazionali ed agli ambienti già descritti nel primo itinerario, si evidenzia l’affioramento ofiolitico di Montenero , Riserva Naturale dal 1997, con emergenze floristiche che contraddistinguono i suggestivi ambienti rupestri dei versanti settentrionali e la profonda incisione del torrente Strolla, quali ad esempio la Campanula (Campanula medium), il Maggiociondolo (Laburnum anagyroides), Gigli (Lilium bulbiferum) e Felci.
FLORA AND VEGETATION Itinerary 1 There are two types of climates in Italy: mediterranean and central European. The former is very dry in the summer and the latter has a lower summer temperature . The area between Volterra and S.Gimignano lies in a transitional zone where factors such as the topography, morphology, cultivation, geology and variety of soil play an important role in determining the physiognomy and the specific composition of the vegetation.
Ophrys bertolonii
The rivers and streams are lined with white willow , black poplar, chestnut groves planted until the beginning of the 20th century when the chestnut trees were afflicted by a cancer and evergreen woodland of flowering ash (fraxinus ornus), Oak (Quercus pubescens), evergreen woods and scrubs dominated by the presence of Holm oak(quercus ilex), arbustus(arbustus unedo), Mastic (Pistacea lentiscus) and other mediterranean flora resistant to a long dry summer, deciduous oaks mostly Quercus cerris and Quercus pubescens. A widespread presence of wild fruit trees such as Sorb apple trees (Sorbus domestica), Apple trees(Malus sylvestris), Pear trees (Pyrus pyraster),Cherry trees (Prunus avium) and an interesting and complex relationship between the plants; such as the spreading of the Oak mistletoe (Loranthus europeus) mostly on Quercus pubescens and Quercus cerris. This semiparasitic plant differs from the common mistletoe; its branches are more woody and darker and it looses its leaves in winter, it photosynthesises and absorbs water and mineral salts from the host tree and is particularly beautiful during the winter when it blooms with golden yellow fruit. The plant only stifles the host if old or weak. The itinerary also features monumental oak trees (Quercus pubescens, Quercus ilex and Quercus cerris) and avenues of Tuscan Cypress trees (Cupressus sempervirens).
Cinghiali / Wild boar (Sus scropha)
Riserva naturale di Montenero Nature Reserve of Montenero
Orchis provincialis
Itinerary 2 As well as the vegetation previously described in Itinerary 1, in the area of Montenero which became a Nature Reserve in 1997 among the rocky landscape in the deep valley of the Strolla torrent flora such as the Campanula (Campanula medium), Laburnum (Laburnum anagyroides), Lilly (Lilium bulbiferum) and ferns thrive.
Caprioli / roe-buck (Capreoulus capreolus)
FAUNA
ASPETTI FAUNISTICI Il territorio tra Volterra e S.Gimignano presenta una altissima biodiversità; complessi forestali per la nidificazione, siepi e vegetazione fluviale come veri e propri corridoi di collegamento, prati, affioramenti rocciosi, fruttiferi sparsi, determinano un ambiente particolarmente ricco per la fauna. Accanto a presenze comuni anche in altre parti del territorio, quali Cinghiale, Daino, Capriolo, Istrice, Tasso, Volpe ecc., si segnalano importanti popolazioni di Rapaci con specie piuttosto rare (Biancone, Falco pellegrino, Sparviere ecc.), più facilmente visibili nei tratti intermedi dei due Itinerari.
From February to April even before the trees bear their leaves the forests are luxuriously carpeted with herbaceous flowering plants such as crocus (Crocus etruscus), Hellebore (Helleborus odorus), violet (Viola rechembachiana), Anemone (Anemone nemorosa and Anemone apennina), Hepatica nobilis, primrose (Primula vulgaris),Lilly (Lilium martogon), Snowdrop (Galanthus nivalis), Orchid (Orchis mascula and others). Cultivation has changed the nature of the forests throughout the centuries; the structural difference between a portion of forest (Turkey oak trees) recently coppiced for fire wood and another left to mature is clearly visible. The area towards S.Gimignano has extensive stretches of Holm oak woods , once wide spread in the mediterranian, have now been transformed into scrub land due to repeated felling. The evergreen flora which flourish on the limestone outcrops are particularly interesting, for although the area is inland, the flora is predominantly coastal i.e. Cistus incanus, Phyllirea latifolia etc. and Erica multiflora which blooms during the autumn. Between S.Donato and S.Gimignano the vegetation is typical farm cultivation: scattered plants and small clumps of large oak trees planted for their acorns, willow trees (Salix alba sp. vitellina) for basket work and binding, mulberry trees (Morus nigra) planted for fodder or originally for breeding silk worm.
Cistus incanus
As the area between Volterra and S.Gimignano is very varied; forests abounding in nesting birds, hedges and river vegetation, meadows, rocky outcrops, scattered orchards etc. wild life happily thrives in this area. As well as wild boar, fallow deer, doe, porcupine, badger, fox etc. there are also many predators some of which are rather rare (Harrier buzzard, Falcon, Sparrow hawk etc.).
Lilium bulbiferum
Ideazione e realizzazione Davide Bettini, Alessandro Furiesi, Angelo Marrucci
The deciduous woodlands are particularly noteworthy and contain Quercus cerris, black Hornbeam (Ostrya carpinifolia), white Hornbeam ( Carpinus betulus), Maple (Acer opalus and Acer campestre), in the deep damp valleys of Castelvecchio Beech (Fagus sylvatica) and frequent Yew (Taxus baccata), an important element of a sub-tropical vegetation.
Fotografie Mauro Barsacchi, Davide Bettini, Damiano Dainelli, Angelo Marrucci Progetto grafico Massimo Gentili Pubblicazione realizzata dal Consorzio Turistico di Volterra Valdicecina Valdera, con il contributo di cui al regolamento CEE 2081/93 obiettivo 2. © 1999 Consorzio Turistico Volterra Valdicecina Valdera