Si ringraziano tutti i ragazzi che hanno partecipato al concorso e alla ricerca per la disponibilità. Un ringraziamento particolare alla professoressa Mirella Tono per la collaborazione nella ricerca e a Paolo Florio, direttore di TAXI, per l’ospitalità.
Isole di meraviglia
Un progetto del Dipartimento alla Cultura italiana in collaborazione con l’Associazione Giovanile l’Orizzonte.
Le camere di Oltrisarco Una ricerca per verificare gli interessi dei giovani fra i 15 e i 19 anni. Un concorso per riconoscere vecchie passioni e nuove meraviglie. Una pubblicazione per incoraggiare i talenti e far conoscere il quartiere ai suoi abitanti. organizzazione Erica Filippini, Associazione Giovanile l’Orizzonte a cura di Denis Isaia, Erica Filippini ricerca Denis Isaia, Erica Filippini pubblicazione Denis Isaia, Serena Osti giuria del concorso “Isole di meraviglia, Le camere di Oltrisarco”: Erica Filippini, Denis Isaia, Serena Osti, Stefano Milan, Debora Scaperrotta grafica Serena Osti stampa Fotolito Varesco, Ora impaginato con Delicious e Berthold Akzidenz Grotesk su carta riciclata Viprint; tiratura 7.000 copie supplemento speciale a Taxi nr. 4 Mensile di Oltrisarco, Aslago, Maso della Pieve; stampato nell’aprile 2011
L’Orizzonte
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Il nostro obiettivo è formare cittadini attivi e consapevoli. Crediamo molto nei giovani altoatesini, per questo cerchiamo di valorizzare sempre i nostri ragazzi, promuovere le loro passioni e dare loro possibilità di espressione. Con il progetto Isole di Meraviglia, Le Camere di Oltrisarco siamo voluti entrare nel vivo degli interessi e delle passioni delle ragazze e dei ragazzi del quarCHRISTIAN TOMMASINI tiere bolzanino di Oltrisarco. Lo abbiamo VICEPRESIDENTE DELLA PROVINCIA fatto usando le loro camerette come specASSESSORE ALLA CULTURA ITALIANA chio: le foto, i poster, le coppe, le composizioni e le scritte raccontano il meglio della vivacità, della creatività e spesso anche della profondità delle generazioni più giovani. Portare all’attenzione pubblica quei mondi è per noi un modo per incoraggiare la ricerca nei ragazzi e stimolare la conoscenza e lo scambio comunitario all’interno dei quartieri.
Dall’alto verso il basso: San Gerolamo nello studio, Antonello da Messina, 1475; “Dell’historia naturale di Ferrante Imperato napolitano Libri XXVIII. Nella quale ordinatamente si tratta della diversa condition di miniere, e pietre. Con alcune historie di piante et animali; sin hora non date in luce..”, 1599; studiolo di Gabriele D’Annunzio, Vittoriale degli Italiani, 1921-1955.
I luoghi delle meraviglie Denis Isaia curatore del progetto
LUIGI CASSARO PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE GIOVANILE L’ORIZZONTE
Il Centro Giovani l’Orizzonte è un riferimento importante per il quartiere e per i gruppi di ragazze e ragazzi che lo frequentano. Oggi, dopo anni di lavoro, possiamo dire che il Centro non è nostro, ma è dei bambini che vengono a studiare e giocare, degli adolescenti che passano qua il loro tempo libero e delle famiglie del quartiere che nelle sale del Centro festeggiano compleanni e organizzano momenti di festa. Per noi questo è un traguardo importante, raggiunto attraverso un lavoro quotidiano, teso a stabile un rapporto di fiducia e rispetto dei ruoli e dei beni condivisi. Unitamente all’attività di ogni giorno, il Centro Giovani promuove degli eventi di natura sportiva, educativa o culturale volti a stimolare e valorizzare il mondo giovanile. Con il progetto Isole di Meraviglia, Le Camere di Oltrisarco, grazie al contributo in termini di progettazione e sostegno da parte dell’Ufficio Giovani della Provincia Autonoma di Bolzano, siamo voluti entrare nei piccoli musei che i ragazzi e le ragazze costruiscono per avere un’eco della propria esperienza e raccontarla a se stessi e agli altri. Un modo inaspettato per esplorare le dinamiche giovanili e far scoprire al quartiere stesso le inaspettate vivacità che lo abitano. Il lavoro più rilevante di tutti i membri dell’Associazione ed in particolare degli educatori, è tanto quotidiano e silenzioso quanto prezioso. Anche da parte loro, buona lettura.
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La camera, il luogo dove dormiamo, giochiamo, amiamo, leggiamo, ci rilassiamo, ha una storia. E come tutte le storie cambia. Fino agli anni ‘60, le camere da letto erano lontane parenti dell’idea di cameretta con cui oggi abbiamo confidenza. Se non siete parte di una famiglia particolarmente abbiente, è probabile che da ragazzi i vostri genitori o nonni abbiano condiviso lo spazio dedicato al sonno con più fratelli e sorelle. Le loro camere erano dei luoghi che potremmo definire esclusivamente funzionali. Nella stanza da letto non abitavano, d’inverno era freddo e la stanza delle attività, spesso detta la casa’’ era un’altra, quella del focolare, dove la famiglia cucinava, si scaldava e si riuniva. Il resto dell’abitazione era composta da locali accessori poco confortevoli e strumentali alle necessità biologiche, sonno incluso. Se torniamo più indietro ancora nel tempo, anche nel caso di famiglie facoltose la situazione era la medesima. Vivevano nell’agio, con maggiori comodità: camere singole, luoghi riservati, riscaldamento, mobilio e addobbi. Ma, come per i meno fortunati, in camera si dormiva e poco più. La camera-studio, ovvero lo spazio intimo come luogo del racconto personale del mondo, è un fatto di costume successivo. Nasce nel secondo dopoguerra con il benessere diffuso e la cultura di massa. Da quel momento, alle pareti compaiono poster, bandiere, foto, disegni, frasi, stampe e la camera diventa per alcuni giovani una sorta di Stato. Alt, Stop, Keep out, Bussare: lì non si passa o si entra in punta di piedi. Quello è il luogo dell’intimità, degli echi del vissuto, degli stimoli ricercati. Come nei vecchi studioli rinascimentali e nelle Kunst- und Wunderkammern in cui i letterati, i dotti e gli scienziati cercavano di catalogare il mondo, le camerette sono delle vere e proprie isole che riorganizzano il reale secondo criteri personali. Un territorio privilegiato che diviene strumento per conoscere l’ambiente intorno e riplasmarlo secondo i propri interessi, passioni, valori, sofferenze, visioni, desideri, convinzioni. Dentro le camere delle ragazze e dei ragazzi, gli stimoli visivi ripercorrono le esperienze e acquisiscono lo status di piccoli musei: lì gli oggetti hanno un altro e nuovo significato. Alcuni sono archiviati, altri esposti con orgoglio, altri ancora adeguatamente sceneggiati e scenografati. C’è un aspetto di ordine sociale fondamentale nella storia della cameretta. È, come accennato, l’avvento della cultura di massa. Avete presente la forma ad imbuto di un tubo catodico? Può essere presa facilmente come la metafora della comunicazione del ‘900. Pochi a molti. Pochi messaggi rivolti a molte persone: i giornali, la radio, la televisione hanno il potere esclusivo di veicolare poche e controllate informazioni a moltissime persone. Questo meccanismo, come aveva già mostrato il grande schermo qualche anno prima, è la condizione che regge alcune specialità del secolo passato: lo start system, i miti collettivi, i fenomeni pubblici, le ideologie di massa. Negli stessi anni i piccoli musei dei giovani, sono il riflesso delle dinamiche culturali che attraversano la società: la musica, i Beatles, le automobili da corsa, i divi di Hollywood, i paesi lontani, gli sportivi di successo, i simboli politici, sono solo alcuni fra i molti segni che completano le costellazioni mediatiche delle camerette. Così, dal nostro punto di osservazione, lo sviluppo della cameretta è la rifrazione in uno spazio personale, dei successi del benessere materiale e dell’avvento della società di massa. Ora pensiamo al web e ai modelli di comunicazione da esso sviluppati. È ancora così? È ancora il luogo dei pochi che informano i molti? A vedere i due siti di maggior successo Google e Facebook, si direbbe che qualcosa sta cambiando. Il primo è un aiuto a ricercare nel moltissimo, l’altro è un generatore di contenuti
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Nella pagina accanto, dall’alto verso il basso in senso antiorario: Turquoise Marilyn, Andy Warhol, 1962; tradizionale camera da letto padronale; famiglia davanti alla televisione, 1958; tubo catodico; camera di una ragazza; esempio di pagina Facebook; grafico adattato da “La coda lunga”, C. Anderson, 2006; stanza server.
attraverso gli utenti: la patria del produttore-consumatore o prosumer come qualcuno ha iniziato a dire. Allora, se lo sviluppo della camera era legato alla cultura popular a sua volta inchiodata ai mezzi di comunicazione di massa, è possibile oggi porsi la domanda su quale sia il destino della cameretta come spazio esperienziale, nel momento in cui il web e la connessione di rete insidiano da vicino i modelli di costruzione e diffusione del sapere. Ovvero, ed arriviamo al punto che ha mosso parte di questa ricerca, la domanda che ci siamo posti è se i nativi digitali, la generazione dei nati negli anni ‘90 e cresciuti in un mondo tutto-connesso, usano gli stessi modelli di organizzazione delle esperienze e generazione del senso che usavano i loro pari età anche solo dieci o vent’anni prima. Per provare ad abbozzare una risposta, è il caso di approfondire le conseguenze della digitalizzazione. Chris Anderson, direttore della edizione americana della rivista Wired, nel 2006 dà alle stampe “La coda lunga”. Il saggio si impone da subito come uno studio fondamentale per la comprensione del passaggio dalla produzione e distribuzione di massa pre-digitale a quella digitale. Il fatto che Anderson abbia dedicato gran parte del suo libro al mercato musicale facilita il nostro compito. Fra tutte le attività giovanili e le mitologie della seconda metà del ‘900, la musica gioca un ruolo di assoluto protagonista. Niente come la musica ha veicolato messaggi ed emozioni ad un pubblico tanto vasto. La musica è il primo strumento della globalizzazione dei contenuti: a partire dagli anni ‘50 i giovani italiani, come quelli tedeschi o francesi, ascoltano i Beatles, i Rolling Stones, i Pink Floyd o i Sex Pistols. In quelle melodie spesso scardinate trovano le ragioni per costruire la propria identità e organizzare le rivendicazioni. Dissolta nell’industrializzazione l’istituzione comunitaria che sino ad allora aveva tenuto le redini dei destini, le voci che arrivano dall’altra parte dell’Oceano o della Manica, anche se incomprensibili, fanno breccia nel cuore di chi le ascolta. Ma abbandoniamo la storia della cultura giovanile e torniamo ad Anderson. Dice in estrema sintesi lo studioso americano: nell’era analogica un produttore di dischi poteva inserire sul mercato un numero tutto sommato limitato di album. Troppo costosa e troppo ridotta la domanda di piccole produzioni e nicchie musicali per essere sostenute. Meglio produrre, ossia stampare, distribuire e stoccare solo ciò che si consuma: il mercato pre-digitale è fatto di poche hit, la famosa top 100 che costituisce da sola oltre l’80% delle intere vendite. È la struttura della comunicazione ad imbuto che abbiamo già descritto, quella univoca, in cui pochi e famosi parlano attraverso le casse o gli schermi a molti. La curva economica di questo processo è stretta perché concentrata su pochi prodotti che fanno il mercato. Cosa cambia con la digitalizzazione? La smaterializzazione della produzione e della distribuzione ritarano il sistema. Dal momento che conservare un brano o un intero album su un supporto digitale ha un costo irrisorio, lo stesso prodotto può essere mantenuto nell’offerta commerciale. La prospettiva è disorientante, ma molto più vicina a noi di quanto siamo disposti ad immaginare. La curva economica non è più composta dalle sole poche e notissime hit e dai restanti pezzi che seguono il flusso di ascesa e obsolescenza dei prodotti. La coda lunga è l’insieme di quelle nicchie (pochi noti a pochi) che sommate l’una all’altra stanno guadagnando terreno e pareggiando i conti con il sistema di produzione e di distribuzione analogico. La digitalizzazione facilita i processi: quelli di produzione, i cui costi diventano accessibili e quelli di distribuzione, che si limitano all’archiviazione su un supporto rigido di una serie di file da distribuire in rete. Facciamo un esempio: un gruppo di giovani musicisti compone un pezzo, lo registra in un piccolo studio o con sistemi semiprofessionali di discreta qualità, lo postproduce autonomamente con il proprio computer e lo distribuisce attraverso un canale telematico. Il tutto con dei costi ampiamente accessibili. Se poi i musicisti sono dei dj dediti
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all’elettronica, allora il gioco dal punto di vista economico, è ancora più alla portata. Se l’ipotesi è realistica, è probabile che ad ascoltare i pezzi che il nostro gruppo o il nostro dj ha caricato in rete, saranno in pochi e ad acquistarlo ancora meno. Ma è la somma dei pochi su pochi che interessa, perché in un mondo in cui l’accessibilità ai beni secondari si allarga sempre più e, su base mondiale, la classe media continua a crescere, quei pochi uno sull’altro diventano tanti. A partire da una prospettiva strettamente economica ed efficacemente pragmatica, la teoria di Anderson ridisegna l’impianto dei meccanismi di creazione e circolazione della cultura. Quali riscontri ha questa tesi ha sulla camera? Oggi o in un domani molto prossimo, è possibile che la camera sia altrove, nei computer, nei notebook, in un hard disc remoto o nei cellulari sempre connessi che ci portiamo appresso? O ancora da un’altra prospettiva, è immaginabile che, come le recenti vicende suggeriscono, in Occidente il benessere subisca una contrazione e quindi si debbano ripensare i modelli di abitare, vivere, convivere e dunque anche le forme delle camerette? Per ora sappiamo che la digitalizzazione accompagnata da una progressione della mobilità giovanile - altra questione di capitale importanza per verificare le dinamiche che ci aspettano - mette in ombra lo spazio. Le foto o i testi che inseriamo su Facebook sono fisicamente residenti in qualche server in California o chissà dove. Poco importa perché ad essi possiamo avere accesso in qualsiasi momento, che ci si trovi in Cina o in Sicilia. Allora le camere dei ragazzi, ossia i mondi e le mitologie individuali, potrebbero essere rintracciabili altrove, in prima battuta nelle reti di link e tags che costellano il web. Un immaginario, immateriale e pubblico che ha come prima fonte la relazione e la costituzione di gruppi di interessati. È così? La risposta è difficile e contiene riflessioni differenti. Ciò che abbiamo visto con questo progetto, è che la smaterializzazione della camera corrisponde alla creazione di una rete relazionale che dal web tende a uscire verso il mondo fisico. Allora l’auspicio è che la ricostruzione di un territorio comune grazie al web, lungi da guardare malinconicamente alle comunità premoderne, sia un’opportunità ma per incoraggiare reti generative in grado di costruire sistemi di condivisione del senso e nuovi modelli di solidarietà, anche a scapito di qualche isola o di qualche meraviglia.
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Archeologia della cameretta 1950 - 1990 una suggestione visiva
Nella seconda metĂ del ‘900 con l’esplosione della cultura di massa, le camere delle ragazze e dei ragazzi hanno incominciato a riempirsi di oggetti, poster, tecnologie, feticci. Con questa suggestione visiva abbiamo cercato di abbozzare un primo incompleto catalogo dei grandi interessi che hanno mosso raccolte individuali, prese di posizioni, miti e passioni collettive.
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I partecipanti del Concorso le Camere di Oltrisarco
Per verificare i cambiamenti che stanno attraversando gli spazi personali delle ragazze e dei ragazzi, abbiamo lanciato un concorso via Facebook. Di seguito trovate le immagini pervenute e un breve scambio di battute con i partecipanti.
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Michele B.
Perchè il vinile? Mi sono avvicinato al vinile quando ho potuto prendere il giradischi di mio zio. Il vinile ha il fascino di un rito: aprire il disco, pulirlo, far scendere la puntina…una serie di gesti che ti avvicinano ad ascoltare con più attenzione tutti i brani. Con il cd metti su la canzone che ti piace, torni indietro, la riascolti…con il vinile lasci scorrere e scopri qualcosa di nuovo. Suoni? Sì, ho iniziato a suonare la chitarra. Abbiamo anche una band,
Elisa M.
Cosa c’è sulla parete? In quei quadretti c’erano due disegni fatti da mia zia, poi in uno ci ho messo la foto della mia classe dell’anno scorso. Elisa, ma il salvadanaio è pieno? Mezzo :) sto cercando di riempirlo piano piano. I soldi vorrei metterli in banca, più avanti potrebbero servirmi. E i tre cantanti nel poster, chi sono? I Jonas Brothers. Mi piacciono perché sono una famiglia, non sono solo amici. E lavorare in famiglia è difficile…
Viviana L. C.
Hai molte foto di te da bambina. Sono i ricordi della tua infanzia? Sì sono ricordi della mia infanzia e delle tante case che ho avuto: in Puglia, in Calabria, a Trento e poi a Bolzano. E ogni volta ti porti dietro la stessa camera? Sì più o meno da dieci anni. Al di là degli spostamenti, ti piace viaggiare? Sì tantissimo. Mi piace Londra e mi piace Camden Town, dove ci sono molti negozi alternativi. Ci tornerò in vacanza, per ora.
Federico e Massimiliano M.
Siete gemelli? No. La vostra sembra una stanza mobile, avete anche i letti con le rotelle. Sì, dietro i letti ci sono gli armadi. Poi cambiamo spesso la disposizione dei tavoli e dei letti… Perché la bandiera americana? Con mio padre siamo stati un po’ di volte negli Stati Uniti. È un posto che ci piace e abbiamo voluto conservarne un ricordo.
Alessia F.
Alessia cosa vedi dalle finestre? Da una parte vedo Bolzano, ho di fronte il Virgolo, dall’altra il bosco con l’orto… alle finestre ci sto volentieri: d’inverno quando nevica mi piace vedere l’atmosfera, anche del bosco quando piove… quando ero a Innsbruck a studiare all’università, mi mancava stare davanti alla finestra… Ti piace viaggiare? Sì tantissimo, conoscere le lingue e nuove culture è una delle cose più belle.
facciamo cover dei Pink Floyd, il mio gruppo preferito. E il cane? Suona anche lui con te? Beh, da un po’ di tempo quando prendo la chitarra, lei arriva e si mette a dormire davanti all’amplificatore, non ho ancora capito se la annoia o le piace.
E i libri, al prossimo spostamento porterai anche quelli? No, quelli più che altro li prendo a prestito in biblioteca.
Sulla cartina che vedi segno ogni città o ogni stato che visito: ci faccio su una crocetta rossa… Quante sono per ora le croci? Non le ho contate, ma saranno una ventina come minimo… Il posto più bello dove sei stata? Parigi…ma anche il mare dell’Egitto…
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I partecipanti del Concorso le Camere di Oltrisarco
Giovanni C.
Cosa ti piace della tua camera? I modellini delle auto, quelle italiane: la 500, le Ferrari. Sono affascinato dalla meccanica, dalle forme e dal grande lavoro che c’è dietro. Con le auto ti piacerebbe viaggiare? Purtroppo non faccio molti viaggi. Solo in estate mi sposto un po’ da Bolzano, però sì mi piacerebbe andare un po’ in giro per conoscere nuove culture, nuove persone o nuovi modi di vivere…
Tatiana T.
La tua collezione di burrocacao… E’ iniziata anni fa, quand’ero più piccola, ora ne ho un buon numero. Ci sono anche dei rossetti e degli smalti. Se dovessi dire perché ho iniziato, non saprei... non c’è un vero e proprio motivo, è stata una cosa che è avvenuta così, quasi per caso. Ora quando mi capita ne compro di nuovi. Ne hai uno preferito? No, però sono fissata con il cocco ed è quello che uso maggiormente.
Da dove hai fatto la foto? Ti sei arrampicata da qualche parte? Per la prospettiva dall’alto? Ho preso una scala e l’ho scattata da lì.
In quanti siete in stanza? La dividiamo in due, io e mio fratello minore. Prima eravamo in tre, poi abbiamo fatto dei lavori in casa e mia sorella si è spostata in un’altra camera. Con mio fratello condividiamo i computer e la scrivania, anche i poster decidiamo insieme quali attaccare alle pareti. Che ci fanno i teschi con la carica dei 101? Ahhh, il letto era di mia sorella, quando è rimasto a me, mi sono rimasti anche i dalmata.
Mentre sulla bacheca, cosa appendi? Sono gli articoli di giornale in cui ci sono anch’io. Quelli della squadra di calcio o con la classe quando abbiamo vinto una gara di matematica. Poi ci sono altre cose per la scuola, il calendario, i promemoria, gli appunti…
Da dove viene la coppa? L’ho vinta con il Poetry Slam. Sai cos’è? Lo faccio con un amico, una specie di cabaret. Diciamo che siamo gente di teatro. Tutti i pupazzetti che vedi nella coppa, anche quelli li abbiamo vinti alle gare. Invece nel contenitore in cima all’armadietto cosa c’è? Reminescenze dell’infanzia, diorami di greci e antichi egizi. Una delle foto che hai inviato è scattata dall’alto. Ti piace la vista
della tua stanza dall’alto? Come ti senti lassù? Dormo in alto, ma alla fine non ci passo neanche molto tempo. Non spendo molte ore a contemplare la mia stanza, ma mi piace abbellirla.
Francesco C.
Elia L.
Sofia C.
A chi è dedicato il cuore? A nessuno in particolare, per ora… Neanche alla rana? No, Froggy sta bene così.
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Questa mappa sintetizza i presupposti storici che hanno mosso la nostra ricerca. Attraverso la storia della cameretta è possibile leggere alcuni passaggi fondamentali dei nostri tempi e delineare i profili delle questioni future. In particolare, la mappa segnala la nascita della “cameretta” come luogo di organizzazione di mondi individuali e le sue trasformazioni alla luce dei nuovi sistemi di comunicazione.
la camera: una storia dei nostri tempi
1950 dall’economia premoderna all’industrializzazione (industria pesante)
cultura orale comunità ristretta famiglia patriarcale mobilità ridotta vita fuori casa
CULTURA ORALE
luogo del sonno privo di comfort in condivisione
1950/1990
1990
dal boom all’economia dei servizi (industria degli oggetti)
dalla new economy alla crisi (industria dei contenuti)
XVIII-XX secolo: processo di istituzionalizzazione (museo pubblico) museo individuale
studioli, kunst- e wunderkammern luogo di studio, catalogazione e organizzazione del mondo visibile
presenza di addobbi e decorazioni luogo di non attività
CULTURA ANALOGICA
CULTURA DIGITALE
globalizzazione comunicazione connessione privacy cellulare internet
musica consumismo ideologie individualismo cultura giovanile riforma del diritto di famiglia idea di tempo libero ...
iperconsumismo polarizzazione delle risorse crisi del lavoro consumo produzione distribuzione
spazio individuale spazio di esperienza luogo di comfort
decrescita nuovi ecologismi cultura della felicità
mobilità globale viaggi low-cost
dov’è la camera oggi? virtuale? (Facebook) portatile? (cellulare/smartphone)
sfera pubblica
vita rurale coincidenza fra sfera pubblica e sfera privata
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cultura di massa
coincidenza fra sfera pubblica e sfera privata network & società
nobiltà e borghesia sfera privata
l’individuo
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I partecipanti del Concorso le Camere di Oltrisarco
Martina C.
Martina quanti vestiti hai? Tanti… una quarantina…poi una settantina di maglie… e circa trenta paia di scarpe… Di chi sono i testi delle canzoni? Quello dietro al letto è di Lady Gaga… quello vicino allo specchio è di "quando, quando, quando"… mentre quello sullo specchio è di Nesli. Il font strano sul muro l’hai inventato tu? Sì, li ho scritti tutti io di getto… Tu in piedi sul comodino con i tacchi
Peter D.
Come hai vinto le medaglie e le coppe? Quasi tutte con la squadra di pallamano e con la scuola. La chiesetta rossa è un salvadanaio? E’ quella che sta in cima a Laives? No, è un souvenir che mi ha portato una volta mio fratello da una gita.
Martin D.
Birra, feste e Harry Potter, sono le tue passioni? Sì, quello e la pallamano. Cosa c’è nelle scatole nere? Roba di ogni genere, ricordi dell’infanzia…un po’ di tutto. E l’immagine in basso a sinistra con i tre monti? Quello è lo stemma della Costa Rica. Ho fatto uno scambio di studio, sono stato lì per circa quattro mesi…è un bel posto.
Leta B.
Di dov’è la bandiera? Del Kosovo, un nuovo stato che c’è solo da tre anni. È da lì che vengo. Perché i colori europei? Perché mi piace viaggiare. Ho sottolineato le città dove sono stata e dove vorrei andare. Mi piacerebbe andare un po’ più in giro. E i disegni? Mi affascinano i volti, a volte cerco di disegnare, ma i risultati sono quello che sono… E le tue chitarre? Belle da guardare o da suonare? Da guardare, ma anche
Melinda F.
Che cos’è quel cartello? Uno dei regali delle amiche per il mio compleanno… Ti hanno fatto una festa a sorpresa? Sì, sono entrata a casa e loro erano d’accordo con mia mamma… Sotto la scrivania cosa ci fanno tutte quelle scatole? Scarpe, scarpe di mia sorella…con i tacchi… Inviti spesso le amiche a casa tua? Molto spesso…riposiamo, ci prepariamo per la discoteca, chiacchieriamo…
e i testi scritti su muro e specchio: cosa rappresenta? Non saprei… ispirazione…
da suonare. Io sono autodidatta. Da due anni cerco di imparare da sola… La lampada resta sempre accesa? Sì, quasi sempre…quando vado a scuola devo spegnerla. Ma la sera è accesa… anche quando dormo.
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I partecipanti del Concorso le Camere di Oltrisarco
Lorenzo V.
Parlaci della tua stanza e di cosa ti piace...Mi piace tantissimo fare foto. Quelle sulle bacheche mi ricordano bei momenti o persone che non vedo più. I foulard invece sono quelli degli scout. Ne ho dei più strani, dal Galles, dalla Grecia, dalla Spagna. Anche quello è un modo per ricordarmi di persone che ho incontrato in giro per il mondo. E la bandiera del Brasile? Quella semplicemente mi piace.
Giada D.
Il quadro con i delfini…da dove arriva? È un ricordo dell’infanzia, l’ho scelto quando avevo sei anni… Ti piace seguire la moda? Sì…ma in maniera equilibrata… quel che serve… Della pallavolo, non si vede nulla della tua stanza. Dove sono tutti i ricordi legati a questa tua passione? In parte nel computer e in parte in camera. Ho una palla firmata dalle atlete della nazionale e dietro al letto c’e un grandissimo loro poster.
Sirin A.
TV o PC? Mi piace sia guardare la tv che stare davanti al computer a volte faccio contemporaneamente tutte e due le cose… E i gadget? Accumulo una discreta quantità di collane e braccialetti che compro in città. Tendo a conservare molte cose, nella casetta di legno ci sono i giocattolini delle patatine Pringles quelli di una volta…poi ho molti pupazzi e giocattoli, mi piacciono, mi fanno sentire una del loro mondo :)
Jessica G.
Una domanda: dicci qualcosa dei peluches…Ho una discreta collezione di peluches che ho accumulato da quando sono nata ad oggi. Alcuni hanno diciotto anni mentre altri sono più recenti… Ne hai uno preferito? La coccinella, quella me l’hanno regalata quando sono nata… Dormi solo con quella? Son tutti con me, mi fanno compagnia, ogni tanto mi metto anche a parlare con loro…
Sofia P.
Sofia, come si chiama il gatto? Cipo, come un orsetto che avevo da piccola. Dorme con te? No, non lo voglio. Il letto invece da dove arriva? L’ho visto in un film, mi piaceva l’ambientazione e l’ho copiata: tende, letto, tutto…
Fa il paio con il mappamondo rosa? No, quello me lo hanno regalato molti anni fa. Ora è rotto, ma una volta stava sulla scrivania. È stata la mia prima idea di geografia. Quando lo accendevo pensavo all’ampiezza del mondo…il mondo era oltre l’Italia, vedevo gli altri stati e mi dicevo che avrei voluto visitarli tutti.
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I partecipanti del Concorso le Camere di Oltrisarco
Anna B.
Sbagliamo o ti piace la fotografia? E’ una mia grande passione, una cosa che amo e che mi rilassa! Penso che sia uno dei tanti modi per vedere ciò che ci sta attorno in modo diverso e personale. Parliamo di soldi, il salvadanaio è pieno? C’è quello che rimane dalla paghetta settimanale. Aggiorno spesso il mio piccolo conto in banca con i soldi ricevuti a feste o compleanni, cerco di lasciarlo fruttare il più possibile. Cosa vorresti farci? I soldi li terrò per
l’università, non sono moltissimi ma di sicuro saranno un aiuto nelle spese. Ti piace studiare il tedesco? Parecchio, per questo sono al liceo linguistico, trovo che sia una lingua difficile ma interessante. Sono stata più volte in Germania, i tedeschi vengono spesso descritti in modo negativo, ma quando li frequenti scopri persone generose e affezionate alla famiglia. Mi piacerebbe studiare in Germania, magari in una città come Berlino.
Francesca M. M.
Cosa sono quelle scritte sui mobili? Sono delle frasi che mi piacevano e che hanno un significato per me. I tuoi genitori che dicono? Non erano proprio contentissimi…mia mamma ha provato a farmele cancellare ma, sono fatte con il pennarello indelebile! Alla fine non si sono arrabbiati più di tanto perché la camera è mia, non credo sia un grosso problema. Quando hai iniziato? A parte la scritta sul ponte del letto mezza sbiadita, che
ho fatto parecchi anni fa, sono tutte recenti. Mi andava di personalizzare un po’ di più la mia camera. In foto non si riescono a vedere. Cosa dicono? Quella sulla mensola sopra al comodino dice "the most beautiful things in life aren’t things." "Le più belle cose nella vita, non sono le cose." Questa mi piace molto, perché le cose che amo di più non sono quelle materiali, ma sono i ricordi, i bei momenti passati e le emozioni.
Eleonora A.
Che musica ascolti? Dal rock più classico fino all’heavy metal più pesante, soprattutto quello degli anni ‘70 e ‘80: Led Zeppelin, Deep Purple, Queen, Aerosmith, Bon Jovi, Guns’N’Roses, Iron Maiden, Metallica, Megadeth ecc… Com’è la tua settimana fra musica, chitarra e concerti? Esci molto? A dire il vero la mia settimana è più incentrata sulla scuola, esco ogni tanto con gli amici, ma nulla di speciale. Che libro stai leggendo? The Heroin
Diaries: un anno nella vita di una rockstar allo sbando… (non è affatto istruttivo ma è divertente). Quei disegni di tatuaggi sono i tuoi? Te li sei fatti veramente? Tatuaggi non ne ho e non credo che ne farò mai uno, almeno non presto.
Cosa sono quei segni con le mani? È una guida ai simboli heavy…satan fingers e roba così… alla fine è ironico hanno messo anche la mano di spiderman… ll disegno l’hai fatto tu? No, l’ho trovato su internet, magari avere tutta quella fantasia! Ti piace suonare, ma di cd se ne vedono pochi…Non ne ho molti in camera, e comunque non sono tutti. La musica la tengo sul computer.
E Jimi Hendrix. Non è un idolo un po’ datato? Non è proprio il mio idolo, è un personaggio. Forse è datato, ma resta una gran persona. Oggi non c’è nulla dello stesso spessore? Probabilmente ci saranno, magari hanno meno spazio mediatico… magari non li conosco, io Hendrix l’ho conosciuto tramite la musica.
Ti piace il bricolage? Ho iniziato con mio padre. Lui se la cava molto bene con i lavori manuali. Poi alle medie ho seguito un corso per falegnameria. Ora con la scuola non è che abbia molto tempo, però prima ci dedicavo spesso il mio tempo libero. Ho fatto delle casette di legno, un aeroplano, dei mulini. Negli ultimi anni invece mi piace andare in montagna, seriamente. Cioè? Beh, non la solita passeggiata con la famiglia, ma la fatica…quando
posso ci faccio un giro, con la bici in montagna più bassa, poi dove non si riesce, a piedi. La passione me l’ha trasmessa un professore a scuola. Un giorno mi ha proposto un percorso di arrampicata. Poi abbiamo fatto una gita di classe e la passione si è fatta sempre un po’ più seria. Il letto l’hai rifatto per far la foto o lo rifai ogni giorno? Per la foto.
Andrea G.
Emanuele B.
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Per approfondire la ricerca sugli interessi dei giovani ai nostri giorni abbiamo organizzato delle discussioni aperte a piccoli gruppi, secondo la tecnica del focus group. Durante gli incontri abbiamo preso nota delle parole tematiche ripetute con maggior frequenza: dall’unica citazione che ha ricevuto ad esempio la parola videogioco, alle quaranta riservate al social network facebook. i risultati del focus group sono a pag. 22
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Dizionario brevissimo degli interessi dei ragazzi
AMICI
ARIA APERTA
ASSOCIAZIONISMO
Il testo e le pagine grafiche che seguono, sono il resoconto di una ricerca sugli interessi e le passioni delle ragazze e dei ragazzi di Bolzano fra i 15 e i 19 anni. Lo studio è stato condotto parallelamente al Concorso Le Camere di Oltrisarco con il metodo del focus group. In tre differenti riunioni abbiamo invitato gruppi ridotti di ragazze e ragazzi a scegliere alcune immagini fra le molte proposte e a discuterne in gruppo senza il timore di approfondire, confrontarsi, contraddirsi, cambiare opinione. Per la restituzione dei risultati abbiamo deciso di indicare alcuni percorsi tematici per parole chiave.
(*) Marco dice: “quando ero piccolo passavo il giorno al parco a giocare ora vedi tanti ragazzini anche di 10 anni che passano il pomeriggio in facebook.’’ Gli fa eco Luca: “Mia sorella è sempre su facebook io alla sua età ero sempre in giro.” Marco rafforza: “I social network sono un problema, e poi a me facebook non piace perché perdo troppo tempo.’’ Mirco rileva la contraddizione: “Dai, ti piace ci vai sempre.’’ Marco conferma: “È una contraddizione, per me è un’invenzione stupida’’ Mirco: “Perché non ti togli?’’ Marco: “Perché ormai lo usano tutti. Poi mi faccio delle grandi risate su facebook.’’
CALCIO FACEBOOK
Nel 1963 esce con il titolo Ciao Amici la prima pubblicazione italiana dedicata esclusivamente al mondo giovanile. Sono passati oltre quarant’anni, ma la forza delle amicizie resta invariata. Soprattutto nei questionari l’indicazione non lascia spazio ai dubbi: andare in giro con gli amici, chiacchierare con gli amici, fare shopping con gli amici, giocare con gli amici. Fra gli oltre 50 ragazzi ascoltati, solo quattro segnalano di non avere una compagnia, gli altri indicano nella maggior parte compagnie miste, spesso anche molto numerose, di 20, 30 ragazze e ragazzi.
ad alimentare, soprattutto, ma non unicamente nel mondo maschile, i giochi d’azzardo. Il poker e le scommesse fanno la parte del leone. Il primo in rimonta sul secondo che, perlomeno nei focus group da noi condotti, sembra aver terminato la sua fase propulsiva. “Noi abbiamo iniziato quando c’era la moda, inizi con una poi perdi, allora giochi per poter tornare su, ma quando vinci non ti fermi”. Che ci siano dei pericoli è noto anche ai ragazzi: “se riesci a regolarti è bello.” Sono le ambiguità che segnano ogni dipendenza: “la domenica stai su ‘diretta’ a vedere i risultati di tutte le squadre, ti bruci tutto il fine settimana perché ci sono partite a tutte le ore’’ “è arrivato lo psicologo in classe, non ci ha seguito niente, però dopo un po’ abbiamo smesso” “ora gioco una schedina alla settimana”. La moderazione, supposta o incosciente tocca ad altri dirlo, è anche parte del poker: “se non rischio molto so che posso andare abbastanza avanti”. Per chi gioca, la prospettiva è quella di guadagnarsi qualcosa: “con il poker mi mantengo il sabato sera” e magari diventare dei professionisti perché: “tutti i miei amici giocano, ma più che altro per divertirsi” o ancora: “la gente gioca per passarsi la serata, non tutti vogliono necessariamente vincere”.
L’idea di passare del tempo all’aria aperta, fermarsi su una panchina a chiacchierare, fare shopping, invitare un amico a casa, giocare a calcio, o più semplicemente uscire con gli amici, è forte di connotazioni positive. Unica eccezione la discoteca e più in generale il sabato sera, argomento che suscita opinioni conflittuali. Il fatto che si sia condotta la ricerca all’interno di una struttura aggregativa di tipo associativo, dovrebbe far sorgere qualche dubbio, ma, anche quando siamo andati oltre le mura del Centro Giovani, il risultato non è mutato. Oltre l’80 per cento dei giovani intervistati frequenta una associazione sia essa di natura giovanile, sportiva, sociale, culturale. Una conferma positiva per gli investimenti pubblici in questo settore e un ulteriore segno della ricerca di aggregazione che rimane, a nostro avviso, uno dei tratti distintivi e certamente il dato più positivo della nostra ricerca.
POLITICA
Vissuto ovunque: sui campi da pallone e quelli improvvisati, sul computer e le console per giocare da solo, con gli amici o online con più o meno sconosciuti, sulla televisione per incoraggiare la passione per il tifo o sperare di vincere qualche euro con le scommesse. La contraddizione: nel pensare questo progetto, avevamo ipotizzato che la digitalizzazione dei prodotti immateriali come la musica, i documenti, i libri, le comunicazioni, potesse avere una influenza visibile sulle forme dei desideri dei cosiddetti ‘nativi digitali’. Ossia, ci eravamo detti, è possibile che la generazione che nasce con un computer in mano e cresce costantemente collegata alla rete, stia costruendo una mitologia giovanile differente da quella sino ad oggi nota. Da quanto emerso nei focus group il rapporto con facebook - il social network che meglio di qualunque altro servizio rappresenta la socializzazione dei rapporti attraverso il web - non è ancora pienamente assorbito. Nei nostri incontri, facebook ha largamente preso il sopravvento sugli altri argomenti forte di una contraddittorietà evidente agli stessi protagonisti della chiacchierata (*). Facebook è uno strumento in piena ascesa e probabilmente non ancora assorbito. Molte fra le discussioni riportano alla luce alcune prime perplessità sui telefoni cellulari, che chi ha vissuto gli anni ‘90 ricorda con un sorriso. Moltissimi ragazzi usano facebook per intrattenersi al posto della più classica televisione, come una sorta di desktop animato: io entro il pomeriggio quando accendo il computer e poi lo lascio lì e lo guardo di tanto in tanto.” “A volte ti dicono di usare la e-mail, ma facebook è più veloce”. Alle criticità di chi lo vede come una perdita di occasioni di svago all’aria aperta con gli amici, si aggiungono quelle relative alla scarsa privacy di un mondo “tutto-connesso”: “a volte ti taggano su foto che i genitori non dovrebbero vedere.” In conclusione
struttura della società. Il conto torna anche con le immagini delle stanza. Fra tutte quelle che avete visto sinora e quelle che vedrete nessuna porta il segno di un partito. Restano alcuni fievoli riferimenti culturali di ampio respiro: la pace o la bandiera americana. Ma i racconti principali sono altri e si rifanno tutti ad un quotidiano piuttosto circostanziato: gli articoli dei giornali in cui si è presenti, le foto con le amiche e gli amici, la bandiera del paese di origine, i piccoli universi personali. Non è detto che l’assenza di un interesse politico, da non confondersi con la prospettiva politica, sia necessariamente un male. Noi abbiamo cercato di capirlo indagando i sogni dei ragazzi.
SOGNI
resta l’evidenza di una percezione tutto sommato innocua. Niente di male o particolarmente pericoloso, solo un passo in avanti nella promozione di un reale che per scoprirsi ha bisogno di sentire sempre il proprio eco. Chiosa Maria: in generale è farsi gli affari degli altri e mettere in pubblico la propria vita’’.
MUSICA
POKER E SCOMMESSE
A degli interessi che salgono corrispondono anche interessi che scemano o cambiano forma. Niente meglio della musica ha rappresentato nella seconda metà del ‘900 i giovani. Dalla rivoluzione alle passioni, la storia di almeno tre generazioni è legata a doppia mandata alle trasgressioni del rock o alle dolcezze del pop. Nelle nostre chiacchierate, la musica ha avuto un ruolo minore, soprattutto se escludiamo qualche passione individuale e il fenomeno Lad Gaga, citato prevalentemente a seguito della discussione sui talent show. Del pragmatismo dei ragazzi abbiamo detto. Esso sembra far da contraltare ad una società infantile, che loro stessi vivono attivamente, ma verso la quale nutrono molti dubbi. Sullo sfondo la fanno da padrone ancora i grandi mezzi ed eventi di massa: i talent show, il calcio. Sono questi
Non ce ne è segno. La generazione che ha vissuto attivamente gli anni ‘60 e ‘70, ossia quella più legata a nostro avviso al costume della cameretta, sulla scorta dei blocchi ideologici del ‘900, era mossa da forti passioni politiche. Siamo sicuri che se avessimo proposto lo stesso focus group, quaranta o cinquanta anni, la parola politica sarebbe emersa fra i punti salienti del dibattito. Invece nulla. Resta da constatare un’assenza dal panorama degli interessi anche di una idea di mondo politicamente attrezzata. Come più avanti abbiamo cercato di spiegare, ciò che emerge è un processo di orientamento piuttosto disilluso. Nessuna discussione sui massimi sistemi, sui modelli di insegnamento o circolazione della cultura, anche quella quotidiana, o sulla
Tanti, ma anche pochi. Sono quelli più comuni, tramutati direttamente dalla mitologia dei media di massa: il calcio, la danza, il canto. Grandi sogni lontani e percepiti come tali. Da questo punto di vista è come se la televisione si sia palesata come luogo a parte, presente certo, ma lontano, più vicino al sogno infantile da abbandonare con la saggezza di chi matura, piuttosto che al desiderio a portata di mano. La sua influenza vive di riflessi. E il sogno si sbiadisce innescando un doppio e opposto movimento: più che a diventare calciatore, si pensa a sopravvivere con le scommesse o con il poker, più a che immaginare un futuro di fama, si alimenta il coraggio di scelte pragmatiche. Al sogno si guarda con scetticismo: troppo semplice da manovrare per essere vero o troppo melmoso per essere penetrato: “si sa, lì si va avanti per raccomandazioni, è sempre così da quando c’è vita, in Italia poi…” C’è accordo su questa prospettiva: “Cosa credi, anche nel calcio: pensi che Maldini se non fosse stato figlio di un calciatore noto avrebbe avuto le stesse opportunità?” La sentenza lascia qualche dubbio, ma la cornice che inquadra il disegno del mondo è chiara. Allora meglio concentrarsi su altro: andrò a studiare economia, dicono che ci sia più lavoro…anche i soldi sai…ormai non è che girino più di tanto…’’ Di fronte a questa caduta delle ambizioni non c’è da demoralizzarci: se la società che voleva portare il paradiso in terra ha prodotto il sistema attuale in grado di dare a tutti un cellulare, ma incapace di produrre lavoro, forse il pessimismo dei realisti è una posizione da valutare con più fiducia.
TELEVISIONE E INTERNET
Da sottolineare l’integrazione fra televisione e internet, il tema meriterebbe una ricerca specifica, ma la sensazione è che si sia creata una potente corrispondenza fra queste piattaforme di comunicazione, capaci di aumentare la capacità persuasiva e spostare attenzioni e consumi. Da questo punto di vista, la promessa liberatoria di internet sembra in parte subire lo scacco di potenti gruppi mediatici. Il risultato è una riduzione della pluralità e un accentramento delle attenzioni, a scapito della curiosità e dell’esplorazione. È questa una constatazione che dovrebbe essere luogo di approfondimento, riflessione pubblica e attività didattica.
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Una selezione dell’andamento delle discussioni durante i focus group. Con il simbolo | abbiamo indicato i salti di prospettiva rispetto al tema, con il simbolo la continuità dell’argomentazione.
Approfondimento La panchina « focus group La montagna
La discoteca giovedì in poi si passano le giornate « dal a dirsi cosa si fa il sabato - anche le mie
la panchina è un posto dove passiamo molto tempo.
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sbattimento - siamo stati scioccati « troppo da piccoli quando ci portavano con il Grest | ci vai una volta per andare a slittare | io ci vivo in montagna e non mi piace | io spero diventi il mio lavoro.
L’aria aperta giocare a calcio è un modo per stare « anche all'aria aperta non so quanti bei paesaggi ci
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La musica X-Factor tutti cantano ballano o suonano « dopo - da quando è nato Amici è di moda | per me
saranno in futuro - io lo trovo importante - però ti prenderesti la Porsche da quattrocento cavalli se potessi - sì certo sono due passioni incompatibili ma siamo appena agli inizi di alcune tecnologie.
è molto importante così come sono importanti i testi | io quando posso vado ai festival di musical metal in Germania con la tenda.
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Il calcio Gli alcoolici ragazze non interessa | beh il calcio « alle è evidente che ci piaccia | mi piacerebbe « vanno di moda. guadagnarmi da vivere con il calcio, ma Twilight «
il prossimo anno vado a studiare economia che dicono dia buone offerte di lavoro | noi abbiamo perso interesse per il calcio, prima guardavi la partita per tifare la tua squadra ora la guardi per vedere chi ha segnato | è lo sport nazionale | qua a Bolzano fanno tutti calcio perché c’è poco da fare, quando ci si trova con gli amici la domenica pomeriggio andiamo a giocare a calcio.
La danza ragazze piace andare a ballare | c’è sempre « alle più gente che non capisce nulla ma è sempre
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- se riesci a regolarti è bello - noi abbiamo iniziato quando c’era la moda, inizi con poco, perdi, allora giochi per poter tornare su, ma quando vinci non ti fermi - la domenica segui la diretta per vedere i risultati di tutte le squadre, stai lì tutta la giornata, ti bruci tutto il fine settimana - è arrivato lo psicologo in classe non ci ha seguito niente però dopo un po’ abbiamo smesso.
Lo shopping «
sempre riesco ad arrivare a prendermi quello che ho messo - tutti i miei amici giocano a poker - se non rischio molto so che posso andare abbastanza avanti | da quando c’è il poker online c’è molta gente che gioca | la sera mi piace giocare a poker.
» Gli animali domestici «
se non leggi ti guardano male | magari le ragazze leggono più dei ragazzi | internet sta togliendo tutto il tempo libero ai ragazzi manca solo che ci tolgano i libri a scuola e ci diano i computer! | ho un amico che passa il giorno a leggere libri di guerra | a me piacciono i libri perché è un modo per evadere la realtà.
» Il poker guadagno va bene, poi basta - con « finché il poker mi mantengo il sabato sera - io quasi
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Le scommesse gioco una schedina alla settimana - io non « ioci prendo mai, il campionato è troppo difficile
» I libri mi piacciono - io personalmente non leggo « non però a tanta gente piace | al liceo scientifico
più invischiata - le raccomandazioni nella danza, nella musica, nel calcio…è sempre così, da quando c’è vita…poi in Italia.
amiche pensano al sabato sera | secondo me è giusto che a diciotto anni si vada a ballare, mia madre, che non poteva andare alla mia età, va ora e non è una cosa normale a quarant'anni | io sono tutti i sabati in discoteca - io non faccio mai risse - a me non piace, non mi piace la musica - per andare a ballare ci vanno almeno venti trenta euro, io se li spendo il sabato poi tutta la settimana sono senza soldi | il sabato sera è l'ultima cosa ballare la gente va su per cercare una ragazza o per sballarsi - a me diverte andare a ballare ma se sono con la ragazza in discoteca finisce a botte - mah, non so che ragazze avete.
Messenger » « sì, ma poco.
Il web « è molto utile perché trovi molto materiale però » occupa troppo tempo. » I giochi di ruolo compagno di classe che è appassio« ionatoho diungiochi di ruolo e passa i fine settimana
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L’automobile me la macchina non interessa - alle « adonne Skype piacciono le macchine - alle donne banda che fa schifo con skype vedi « semalehaieuna piacciono i soldi - alle ragazze piacciono poco. le macchine normali - non me ne frega » niente se ha una Porsche o una Smart per me basta che la macchina cammiHockey ni - mi piacciono le macchine truccate | domenica vado a vedere le partite | fanno a spararsi nei boschi. « latroppo tutti non vedono l'ora di aver la patenpoco a pugni nell’hockey italiano | io te | le donne sono attratte dalle macchine » guardo i risultati la domenica. sportive - dipende da chi ci è seduto in » macchina - certo avere un ragazzo che ha Le sigarette un Porsche o una Punto… - io guardo « Facebook prima il ragazzo. facebook piuttosto che « accendo Il cellulare accendere la tv | mia sorella è sempre su ragazze lo usano più dei maschi - personal« lemente facebook io alla sua età ero sempre in io non lo uso molto - in effetti anche in » giro - i social network sono un problema Lady Gaga classe da me le ragazze scrivono sempre i facebook è un mondo a parte, io ci vado messaggini - io in classe non mi metto a la musica che rappresenta « a- no,mesepiace tutte le sere dalle sette alle nove - a scrivere piuttosto metto una sedia in mezzo e la tira troppo - io penso che se la me non piace perché perdo troppo tempo - dai ti piace ci vai sempre - è una contraddizione - per me è un'invenzione stupida - perché non ti togli? - perché ormai lo usano tutti | a volte ti dicono di usare l’e-mail ma facebook è più veloce | mi piace perché ti puoi fare i fatti degli altri - preferiamo tutti stare all'aria aperta | facebook lo utilizzo per darmi gli appuntamenti con gli amici | a volte ti taggano su una foto brutta - ti taggano su foto che i genitori non dovrebbero vedere - in generale è farsi gli affari degli altri e mettere in pubblico la propria vita.
giochiamo a briscola.
Le chiacchiere « quello è il vero hobby delle ragazze.
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» La televisione la televisione pensi di avere un futuro « con e di poter guadagnare | la tv ti mette paura | io quando ero piccolo uscivo sempre da solo ora c’è timore a lasciar andare in giro bambini da soli | ti passi via la sera se non giochi a poker.
» La notte è più bella, si vive meglio - se non vai « inla notte discoteca c’è più silenzio. »
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possa tirare Lady Gaga - sa suonare molto bene - ha dei vestiti tremendi: presentarsi vestita da carro allegorico per essere ricordati forse non è la scelta giusta - cercare di far tutto il possibile per attirare sguardi è stupido - lei ha adottato la filosofia di vita del "bene o male basti che se ne parli" così ora è la più quotata di tutte.
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Gli amici loro passo il tempo libero - stiamo insieme « con il sabato e la domenica, si va in discoteca e poi si dorme assieme.
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I vincitori del concorso “Le Camere di Oltrisarco”
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La giuria riunita ha analizzato le candidature sulla base dei seguenti criteri: a) la bellezza in sé: scelta dell’arredamento, qualità dello spazio e della luce, armonia compositiva. b) la narrazione degli oggetti: accumulo di oggetti e la loro sceneggiatura, presenza di attrezzature, dispositivi, tecnologie che indicano lavori, attività sportive, passatempi. c) sguardo: la qualità progettuale nella scelta di sequenze, inquadrature, elementi, sensazioni che esprimono un particolare punto di vista comunicando un messaggio.
1
Emanuele Brunello Per il riconoscimento di una passione sincera, coltivata nei differenti aspetti e riproposta con verve creativa e spirito narrativo.
2
Michele Baldo Per il riconoscimento di un’attenzione specifica verso la musica e il suo ascolto, la pulsione collezionistica e la rielaborazione creativa.
3
Francesco Coghi Per il riconoscimento di un vissuto che armonizza il senso di convivenza e ne riconosce con ironia la leggerezza e i piaceri.
Conforti (menzione speciale) * Martina Per la creatività e la libertà nella organizzazione visiva della propria stanza e del proprio immaginario.
Azouz (menzione speciale) * Sirin Per le felici corrispondenze fra l’accumulo di oggetti e ricordi e la pulsione decorativa.