Novembre 2013 inserto mostra foto

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L’Annunciazione nell’arte sacra di tutti i tempi è uno dei temi più rappresentati. Come incipit della fase nuova e definitiva della storia della salvezza, fa da porta d’ingresso a tutto il tempio dei Misteri del Signore. È atrio e nartece insieme per entrare a meditarli sulla base del primo “Sì”, anticipato dal Figlio al Padre e, quando pronunziato da Maria, ignara ma predisposta dalla Trinità al suo, già in quello contenuto. CARIT ITAS AS VE RITAS UN

Dinanzi a tali inimmaginabili scenari che la pietà cristiana, elaborandola lungamente nella contemplazione, ha trasmesso alla fede riflessa nella mariologia, l’accostarsi e il sentire degli artisti si sono fermati estatici e, per l’unicità dell’evento, partendo soprattutto da Lc 1,36-38, hanno modulato il racconto evangelico con delicatezza ed espressività, da rendere quasi al vivo quel momento benedetto dell’incontro e del colloquio tra l’angelo Gabriele e la vergine Maria. Colori suffusi e delicati, movimenti e staticità della scena, ambientazione e prospettive degli sfondi, intreccio degli sguardi e del dialogo, espressività dei volti e venerabilità rispettosa e reciproca delle persone fanno della rappresentazione dell’Annunciazione uno specchio dei sentimenti che l’artista vuole stimolare nell’osservatore. Non meno plastici, anzi con variazioni dinamiche rese possibili dalla tridimensionalità naturale per le figure, i complessi scultorei, che ancor più rendono al vivo la narrazione lucana. Questo in Occidente e con le forme legate a quell’espressionismo naturalistico, in qualche modo limitante le inesauribili ricchezze del mistero. L’Oriente, sempre mistico e teologico, sulla scia anche di una produzione letteraria circolante sin dall’antichità circa aspetti della vita di Maria, ha trasmesso, e da prima, più simbolici messaggi e alti contenuti che fanno dell’iconografia del “fiat” una piacevole sorpresa spirituale. Dar conto delle Annunciazioni presenti nella nostra Diocesi è stata una felice intuizione, nata all’interno di quel laboratorio di idee e di iniziative, che è il Museo d’Arte Sacra di Oppido Mamertina, ispirato ancora una volta dal cammino di fede della Comunità, per dar forma in piena perfetta sintonia al patrimonio, eredità dai padri, e all’attualità dei percorsi contemporanei. Lo spunto, infatti, è stato offerto dalla cerimonia di erezione nella Cattedrale del Santuario Maria SS. Annunziata il 15 agosto di quest’anno. Passare dal Sagrato del Duomo, dopo l’atto solenne e storico della lettura della Bolla, dalla Piazza alle Sale del Museo dove, con alacrità e coinvolgimento operativo, erano stati allestiti i pannelli della Mostra, è stato come continuare il clima di preghiera, andando di meraviglia in meraviglia in un ideale pellegrinaggio nelle Chiese della Diocesi donde le opere provenivano e, nell’osservare or questo or quell’altro particolare, ripercorre uno sprazzo di fede mariana che ha attraversato i secoli e resta stimolo ai devoti. Il successo dell’idea si sarebbe confermato nei mesi successivi per cui il tempo espositivo, opportunamente, è stato dilatato fino a dicembre. L’ora solenne di una sera si è così trasformata in prolungata allargata occasione di arricchimento spirituale e, perciò,


culturale. Che tutto sia avvenuto all’ombra e accanto alla Cattedrale, non è puro fatto logistico. L’Annunziata riempie di sé la Madre delle Chiese della Diocesi mentre il saluto angelico “Ave, Maria” è onnipresente nei locali, interni ed esterni dell’Episcopio, timbro inequivocabile di in Pastore, devotissimo mariano, s. e. mons. Giovanni Canino. Quell’ “Ave” – più classico che teologico – tradotto, ha dato titolo alla Mostra “Gioisci, o piena di grazia”: una variante legittima di quel “Rallegrati” che si spera entri definitivamente nella liturgia e nella familiarità ordinaria nella recita della prima preghiera mariana. La Mostra ne ha dato il segnale. Raccoglierlo sarà compito di quanto i progetti, che vogliamo sviluppare intorno e a partire dal Santuario, sapranno incidere, se realizzati con la collaborazione piena generosa calda, propria del popolo oppidese che ha nell’Annunziata la Casa e la Mamma della sua tenace e ammirevole devozione mariana, dal Gemellaggio con Nazareth il 5 novembre scorso ora maggiormente votata a trarre nuovo impulso e purezza. Oppido Mamertina, 21 novembre 2013 Presentazione della Beata Vergine Maria

+ Francesco MILITO Vescovo di Oppido Mamertina-Palmi

Nel Museo Diocesano di Oppido-Palmi una Mostra fotografica dedicata alla Madonna annunciata La mostra, dal titolo “Gioisci, o piena di Grazia”, è stata organizzata in occasione dell’ erezione a Santuario di Maria SS Annunziata della Cattedrale di Oppido Mamertina, avvenuta il 15 agosto 2013 con una della solenne liturgia presieduta da S.E. Mons. Francesco Milito, Vescovo di Oppido M.-Palmi. Essa, che si sarebbe dovuta chiudere il 15 ottobre, verrà invece prorogata fino al 24 novembre 2013. Il taglio del nastro è avvenuto la sera di Ferragosto, a cura dello stesso Vescovo, che, dopo avere visitato la mostra, ha espresso pieno apprezzamento per l’iniziativa ed il “racconto” di Fede che scaturisce delle immagini. Alla sua inaugurazione, nei locali del Museo Diocesano, erano presenti, inoltre, il direttore del Museo Diocesano, ing. Paolo Martino, e il rettore del nuovo Santuario, don Letterio Festa, il direttore dell’Ufficio liturgico Diocesano, Don Elvio Nucera, numerosi Sacerdoti, Autorità civili e un folto pubblico. La mostra, che ha riscosso interesse da parte della Comunità diocesana e anche dei cultori della materia, si è posta come obiettivo principale la valorizzazione


del patrimonio artistico custodito nelle chiese della Diocesi, in parte ignoto al grande pubblico. Con questa iniziativa si è data la possibilità di fruire della bellezza di opere non sempre visibili, cercando di fare avvicinare sempre più persone alla conoscenza dell’arte sacra, nonché quella di creare momenti di riflessione, su uno dei temi più raffigurati dell’arte cristiana, l’Annunciazione a Maria, che sta all’origine del culto mariano, e sul significato di una delle devozioni più sentite dalla pietà popolare. Organizzata per la prima volta, la rassegna • fig. 1- Ambito calabrese sec. XIX, fotografica intende illustrare l’iconografia Madonna annunciata,olio su tela, dell’Annunziata attraverso una selezione Oppido M., Museo Diocesano significativa delle opere esistenti nelle chiese del territorio della Diocesi di Oppido - Palmi. Si tratta di opere di vario genere: dipinti, sculture lignee e marmoree, suppellettile sacra, vetrate e portoni. Ad apertura troviamo lo splendido dipinto della Madonna Annunciata, (fig. 1) unica opera non fotografata appartenente all’esposizione permanente del Museo, che è anche l’Icona della stessa mostra. L’opera, di un autore anonimo del XIX secolo, presenta su uno sfondo scuro, l’immagine della sola Madonna, colta nell’atto di leggere dall’improvvisa apparizione dell’angelo, di cui si intravede sul lato sinistro la mano reggente un giglio. L’espressione serena e sottomessa della Vergine rivela la sua disponibilità • fig. 2 - A. Testa (1841), ad accettare senza riserva la proposta Gruppo dell’Annunciazione, dell’arcangelo Gabriele, mostrando piena legno scolpito, dipinto, fiducia in Dio, rappresentando un modello Oppido Mamertina, Chiesa Cattedrale per tutti i credenti. Il percorso prosegue con l’esposizione di interessanti sculture lignee, tra cui il gruppo scultoreo di Arcangelo Testa, l’artista napoletano, a cui mons. Coppola commissionò l’opera nel 1840 (fig. 2). Non meno interessanti, tra i manufatti più recenti, le vetrate delle chiese di Polistena, eseguite su disegno di Marino Tigani e Giuseppe Niglia. Di questa galleria fotografica, fanno parte, inoltre, alcuni scannelli di statue marmoree del XVI secolo, che artisticamente rappresenta uno dei periodi più fecondi per la Calabria. Periodo dominato dagli apporti provenienti da Napoli, ma soprattutto da Messina, dove sono state realizzate Pag. 4


una notevole quantità di esemplari per le chiese calabresi. Qui operavano artisti come Antonello Gagini (Palermo 1478-1536), e Giovan Battista Mazzolo (attivo dal 1513-1550), che, con botteghe ben organizzate, hanno ricoperto un ruolo fondamentale per la scultura cinquecentesca. La visita alla mostra diventa dunque un’occasione e un’opportunità di riscoperta o, soprattutto per i giovani, di conoscenza del passato, della storia religiosa, culturale e artistica del proprio territorio, attraverso la visione delle testimonianze d’arte sacra.

Le origini del culto dell’Annunciazione Maria, in quanto Madre di Dio, viene venerata dalla Chiesa con un culto speciale. Ella, fin dagli inizi, è stata considerata una figura centrale nella storia della salvezza, e questo giustifica l’ampia devozione, espressa in varie forme, dedicatale da parte dei fedeli. Il culto tradizionale, incoraggiato dalla Chiesa cattolica dopo il Concilio di Trento (1543-1563), ha avuto un notevole incremento a partire dal Seicento, culminando nel 1854 con la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione. Nel XX secolo, il ruolo della Madonna è stato meglio definito dal papa Paolo VI, che lo ha posto in una più esatta relazione con la visione cristologica e trinitaria: Maria è la “serva del Signore”, l’unico titolo mariano che si trovi nel Nuovo Testamento. In virtù di questo, la festa dell’Annunciazione, celebrata come solennità dalla Chiesa cattolica il 25 marzo di ogni anno, è stata ricondotta a Cristo, diventando Annunciazione del Signore, non più a Maria. «Eccomi, sono la serva del Signore», sono, appunto, le parole che la Vergine dice all’Arcangelo Gabriele, inviato dal Signore, quando le appare nella sua casa a Nazareth, per annunciarle la futura nascita di Gesù, generato dallo Spirito Santo. Maria, che fino a quel momento stava leggendo, inizialmente rimane turbata da tale apparizione e si chiede il senso del saluto dell’Angelo («Gioisci, o piena di grazia, il Signore è con te»), ma, dopo le spiegazioni di quest’ultimo, finisce con l’accettare docilmente il volere divino («avvenga • Malecore G. inizio sec. XX, di me quello che hai detto»). Madonna annunciata, Proprio da tale episodio, narrato cartapesta modellata, dipinta, nel Vangelo di Luca (1,26-38), trae Sant’Eufemia d’Aspromonte, origine la devozione alla Madonna Chiesa di Maria Santissima del Carmine Annunciata. Pag. 5


Il culto dell’annunziata nella Diocesi di Oppido Mamertina - Palmi A Oppido Mamertina, il culto verso l’Annunziata, patrona della città e dell’intera Diocesi, è antico di secoli, probabilmente nato nella Oppido medievale, intorno a un un’immagine miracolosa della Madonna. Di solito coperto, il quadro veniva mostrato senza velo soltanto il 25 marzo di ogni anno e in periodo di pubbliche calamità. Questa venerazione, perché preferita dai Canonici del Capitolo, col tempo ha finito col prendere il sopravvento su quella dell’Assunta, titolare della Cattedrale. Verosimilmente, la sostituzione del culto è avvenuta alla fine del Cinquecento, all’epoca di mons. Canuto (1583-1605), o agli inizi del Seicento, sotto il vescovado di mons. Ruffo (1605-1609). Nel 1606, infatti, è attestata l’esistenza di un altare privilegiato consacrato all’Annunziata e di un’omonima confraternita. La devozione verso l’Annunziata è indubbiamente cresciuta dopo il 1743, anno del miracolo, che pose fine all’epidemia di peste, ed è all’origine della seconda festa in suo onore, istituita, per gratitudine, dal Comune. Inizialmente celebrata nel mese di settembre, quest’ultima fu poi anticipata alla terza domenica di agosto dall’arciprete Loria, e, da quest’anno, definitivamente fissata al 15 agosto. Nell’intera Diocesi, le uniche chiese intitolate a Maria SS. Annunziata sono quelle di Bellantone e di S. Giorgio Morgeto, alle quali si è aggiunto il 15 agosto 2013, il Santuario oppidese, eretto da • Tigani M. sec. XX, mons. Milito. Un tempo, però, ne Vetrata con l’Annunciazione, esistevano di più; parecchie chiese, vetro soffiato, policromo, difatti, dopo il terremoto del 1783, Polistena, Chiesa di Maria non sono state più ricostruite. Santissima del Rosario Tuttavia, la presenza di opere raffiguranti l’Annunciazione testimonia una certa diffusione del culto anche in altri centri diocesani, come Palmi, Polistena, Delianuova, S. Eufemia d’Aspromonte, S. Ferdinando, Palmi, Taurianova e Terranova Sappo Minulio, da dove provengono alcune delle opere esposte nella mostra fotografica, che è stata organizzata in occasione dell’evento suddetto. Pag. 6


L’iconografia dell’Annunciazione La scena dell’Annunciazione, pur basandosi tratto dal Vangelo di Luca (1,26-38), è stata artisticamente rappresentata in modo vario, dipendendo dalla sensibilità dei vari autori, che, nel corso dei secoli, si sono ispirati a questo soggetto. Questo è stato molto utilizzato soprattutto dai pittori: più che nella scultura, infatti, è proprio nella pittura che esso si offre meglio a una ricca, variata e dettagliata rappresentazione del contesto ambientale. Se il contesto dell’annuncio è molto vario, più convenzionali sono invece le caratteristiche concernenti i due protagonisti. L’Arcangelo Gabriele è solitamente rappresentato con grandi ali sulle spalle, piedi scalzi e bionda capigliatura fluente; generalmente indossa una lunga veste bianca e reca un giglio nella mano sinistra, mentre con la destra indica l’alto. La Madonna è raffigurata come una giovinetta, avvolta in una veste rossa e in un manto blu, quasi sempre intenta a leggere un libro di preghiere. Nell’iconografia più tradizionale, l’Arcangelo è raffigurato a sinistra e la Vergine a destra di chi guarda, facendo corrispondere la successione temporale annuncio – concepimento, con la disposizione spaziale, anche se non sono rari i casi i cui questa viene invertita. Alcuni elementi, inoltre, sono sempre presenti: la colomba dello Spirito Santo, il giglio e il libro delle Sacre Scritture, questi ultimi, rispettivamente, simboli della castità e della spiritualità della Madonna.

fondamentalmente sul racconto

• fig. 1 - Siragusa M. (1939), Annunciazione di Maria Vergine, olio su tela, Terranova Sappo Minulio, Chiesa di Maria Santissima Assunta

• fig. 3 - Scuola calabrese sec. XVIII, Annunciazione, tempera su tela, Taurianova, Chiesa del Santissimo Rosario Pag. 7


• fig. 2 - Grio (1820), Annunciazione, olio su tela, Cittanova, Chiesa di Maria Santissima del Rosario

Alcuni artisti hanno dato maggior rilievo alla reazione di Maria, rappresentando l’attimo in cui la ella appare esitante e un po’ turbata dall’annuncio appena ricevuto o quello in cui manifesta la sua sottomissione; altri alla figura dell’Angelo, all’arredo o ai particolari descrittivi; altri ancora hanno inserito nuovi personaggi accanto a quelli principali, per es. Dio Padre, oppure un gruppo di angeli, come nei dipinti di Terranova, Taurianova e Cittanova (figg. 1,2,3). A volte la Madonna è raffigurata da sola, che in questo caso si definisce Annunciata, come nel quadro esposto al Museo Diocesano. Nelle opere della mostra, i vari artisti non sempre si sono attenuti alla tradizione, soprattutto per quanto riguarda la posizione dei due personaggi, i colori e la decorazione delle vesti.

• Bottega di Mazzolo sec. XVI, Base della Madonna del soccorso con particolare dell’Annunciazione, marmo di Carrara scolpito, Scido, Chiesa di San Biagio Pag. 8


Scannelli marmorei con l’annunciazione La possibilità di dividere in due il soggetto dell’Annunciazione, separando così i due protagonisti, ha agevolato la sua ampia diffusione sul retro delle ante di altari lignei a sportelli, sui trittici e sugli scannelli delle statue. Quasi tutti gli scannelli marmorei delle cinquecentesche statue della Madonna, infatti, uscite dalla stessa bottega, quelle fiorentissime di Gagini o di Mazzolo, o comunque di ambito messinese, quale che sia il suo titolo, recano, scolpita a bassorilievo, la scena dell’Annunciazione. Su queste basi, generalmente a prisma ottagonale con facce rettangolari, essa si unisce ad altre scene riguardanti la vita della Madonna, venendo quasi sempre • fig. 1 - Attribuito a Mazzolo G. B. sec. XVI, raffigurata ai lati di quella principale, Scannello della Madonna di Loreto rappresentata sulla faccia anteriore, con Angelo annunciante, con l’Angelo sul lato sinistro e la Vergine marmo di Carrara scolpito, su quello destro, come nella tradizione Melicuccà, Chiesa di Maria Santissima del Rito iconografica. Gli scannelli delle Madonne di Castellace, di Delianuova, di Galatro, di Melicuccà (fig.1), di Scido e di Seminara (fig.2) ripetono, appunto, lo stesso schema, con qualche variazione dei particolari; fa eccezione quello oppidese (fig.3), che presenta la scena per intero.

• fig. 2 - Gagini A. sec. XVI, Scannello della Madonna degli Angeli con particolare dell’Annunciazione, marmo di Carrara scolpito, Seminara, Chiesa di San Marco

• fig. 3 - Bottega messinese sec. XVI, Base di statua con l’Annunciazione, marmo di Carrara scolpito, Oppido Mamertina, Chiesa di Santa Caterina Vergine e Martire Pag. 9


• Conti Consoli S. (1936), Annunciazione (part.), tempera su intonaco, Palmi, Chiesa di Maria SS. del Carmine

Bibliografia Cazzulani G., Il culto di Maria nella Chiesa, Corso di mariologia, Santa Maria della Croce, 2011. Liberti R., Il culto della Madonna Annunziata a Oppido Mamertina, in L’Alba della Piana, 2009. Rullo S., Cronografia vescovile Taurianese e Oppidese, Gioia Tauro, 2002. Rullo S., La vergine Annunziata in Oppido Mamertina, Laruffa Editore, Polistena, 2006. Zuffi, S. Episodi e personaggi del Vangelo, in I Dizionari dell’arte, collana a cura di S. Zuffi, Electa, Venezia, 2004. P. Martino e A. M. Esposito, Museo Diocesano, catalogo illustrato, 2003.


Museo Diocesano Piazza Duomo Oppido Mamertina (RC)

• Bottega messinese sec. XVI, Scannello con l’Annunciazione, marmo di Carrara scolpito, Delianuova, Chiesa di San Nicola Vescovo

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