Corriere Vicentino giugno 2018

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Copia omaggio / anno XVIII - giugno 2018

Verreste qui in vacanza?


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EDITORIALE

LA RIVINCITA DELLE NOSTRE MONTAGNE di STEFANO COTROZZI

T

SOMMARIO INCHIESTA

i allacci bene le pedule, controlli che il tappo della borraccia sia ben chiuso per non rovesciare l’acqua nello zaino, alzi lo sguardo verso le vette e parti.

Verreste qui in vacanza?

La montagna la conosci bene, è quella dietro casa tua, quel sentiero lo hai già fatto un sacco di volte. È mattina presto ed hai già calcolato che per pranzo sarai già su, in rifugio per goderti il premio della scarpinata; un bel piatto di bigoli con l’arna, tanto le calorie le avrai già perse camminando.

Alberto Carletti. Otto anni col segno “più”

Il sentiero si inerpica, gli alberi ti fanno ombra mentre il sole sale alto. Ogni tanto incroci qualche volto conosciuto, un saluto, una ciacola e poi affretti il passo per arrivare in tempo. Il rifugio è già pieno quando arrivi, ti fanno sedere ad un tavolo con altre persone che non hai mai visto, saluti e ti rendi conto che sei l’unico della zona, che gli altri avventori arrivano dall’Emilia, dalla Lombardia e che c’è anche un tedesco che non capisce perché se ha chiesto lasagna non ha ricevuto il pasticcio ma delle tagliatelle larghe. Turisti arrivati il giorno prima, altri che stanno attraversando le nostre montagne, persone che hanno percorso chilometri e chilometri per godere di luoghi appena al di fuori di una delle valli più industrializzate d’Italia. La cosa ti sorprende, eppure un tempo non era così.

INTERVISTA

ARZIGNANO

Facce da StrArzignano

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MONTECCHIO 25

Talent(o) mondiale

CHIAMPO

Imprese da cinquantenni

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ALTA VALLE

Italiatuttotondo: 29 Secondo round

Nel passato, quando il turismo era un evento per una famiglia, da Durlo a Recoaro era un brulicare di gente che si godeva le vacanze, spesso un mese tra le montagne, qualcuno con i nipotini per godersi il fresco. Poi, con il tempo, la scelta è stata di dedicarsi all’industria. Un po’ alla volta i turisti sono spariti: il cambio dei costumi, lo iodio per i bambini... e mentre le spiagge si riempivano, le nostre montagne si svuotavano. Recoaro è l’emblema di quello che sarebbe potuto essere (le terme, la conca di smeraldo, le piste da sci, il Cantagiro) e di ciò che non è stato.

La forza del campione

Però oggi, dopo averle snobbate, c’è un ritorno alle località più vicine. La riscoperta della montagna con le ciaspole in inverno, le gite domenicali, il ritorno nei luoghi raccontati dai genitori. Ed ecco che le nostre montagne rinascono, in una forma differente, ma rinascono.

SPECIALE CONCIA 35

Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-2000 Bericaeditrice s.r.l. Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Vicedirettore Nicoletta Mai. Redazione: Guido Gasparin, Giuseppe Signorin, Elia Cucovaz, Davide Ghiotto, Carlo Calcara, Davide Orsato, Maria Teresa Orlando. Editorialisti Alberto Fabris, Gianfranco Sinico, Francesco

Meneghini e Luisa Nicoli. Art director Alice Molon Foto di copertina Enrico Corato Stampa: Centrooffset Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicitĂ : Federico Hanard 335 5293582

MONTEBELLO 31

MONTORSO

Il ritorno del prof

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© 2018 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale e l’uso pubblicitario in altra sede. L’editore è a disposizione dei proprietari dei diritti su eventuali immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione.


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BUFALA LA

FRANCESCO MENEGHINI

“E

l ga propio on serveo da gaìna”: non so voi, ma durante l’infanzia avrò sentito e usato a mia volta questa espressione quasi quotidianamente, per apostrofare le persone, eufemismo, meno brillanti. Eppure alla luce delle ricerche degli ultimi anni, pare che tale frase sia più adatta a un complimento, o quasi. Diverse università sparse per il mondo (tra cui quella di Padova, dove di galline se ne intendono) hanno evidenziato come questo diffusissimo pennuto (ce ne sono più di 19 miliardi al mondo!) sia tutt’altro

STRANI COMPLIMENTI che mal equipaggiato. Già da 5 giorni di età, i pulcini sanno fare semplici addizioni e sottrazioni. Gli adulti possiedono cognizione del tempo e una rudimentale capacità logica e di previsione degli eventi. Inoltre utilizzano un sistema di interazioni sociali complesso: ogni membro del “pollaio” è cosciente del proprio status sociale e di quello degli altri, arrivando in alcuni casi a cercare di manipolare il comportamento di altri membri con l’inganno! Pensateci la prossima volta che vedrete un bel pollo becchettare con aria smarrita.

G

OPINIONI RANCORN NF E A I

R

L

a mia idea di domenica mattive, famigliole accaldate e cani abbana: seduto al tavolino del bar, ianti. E questo è solo l’inizio, d’ora in cappuccino e cornetto, oppure, poi marce non competitive, bicicleta seconda dell’ora, spritz bianco diste, saggi di danza, palestre in piazza, setante. E dolce far nulla, chiacchiere moto, auto da rally, arrampicate su senza direzione o sostanza: è questa pareti finte, partite di basket, scacchi, la domenica mattina ideale, un dolspiagge finte, notti bianche. Mentre ce transito dal lungo osservo la rumoroN R E O8 INT sonno all’atteso pasto. sa kermesse, d’imSoprattutto d’estate è provviso un’onda di bello, soprattutto nelricordi mi porta nel la quiete del mattino… tempo sospeso delle quiete?? ma quando domeniche assolate e mai! il mio Comune, desolate nella piazza come tutti i Comuni, della mia città: non da anni ha un solo scosuccedeva niente, ci ALBERTO FABRIS po: riempire le domesi muoveva pigraTROPPA FATICA niche dei concittadini mente, ostentando in ogni modo, in ogni caso, sempre e quel giusto mix di noia e attesa mencomunque. Dunque questa mattina tre il nulla ci trascinava verso l’ora del un tizio urla nel microfono di fronte pranzo. Ecco, egregio Sindaco, spetad uno sparuto gruppo di ciclisti, urla tabile Assessore, lancio una proposta: perché ci sono i premi da ritirare, l’asuna bella domenica dedicata al Nulla sessore troneggia a fianco degli espoAssoluto, all’inattività più totale. Con nenti tipici di queste matinée festapremiazioni incluse: primo premio a iole e sudaticce: Pro Loco, Sponsor, chi non si presenterà neanche a riticittadini in improbabili tenute sportirarlo, troppa fatica.

GIANFRANCO SINICO

POLENTA. E BACALÀ.

È

praticamente una istituzione della nostra terra vicentina, con una storia secolare in cui si rincorrono uomini di mare, mercanti avveduti, leggende di cucina, appassionati estimatori: polenta e bacalà. Le disquisizioni si concentrano sul merluzzo del nord, quel pesce bastone lasciato a mummificare al vento delle isole baltiche, oggetto di valutazioni e di indicazioni per l’utilizzo fra le pentole. Pochi, a dire il vero, dedicano qualche attenzione alla polenta, che tradizionalmente è accostata al bacalà e che in genere registriamo in secondo piano, subalterno al pur succulento pesce. Sbagliando. Perché, se il principe di questo piatto è appunto sua maestà il Bacalà, la regina madre è proprio la Polenta. Non per niente, a casa nostra, si parla proprio di “polenta e bacalà”, mai di “bacalà con polenta”: la pietanza sovrana è la polenta. È una sorta di sogno che prende forma e che da secoli accompagna, spesso senza alcun contorno, le mense dei contadini, dopo un rituale che attraversa le stagioni, dopo aver seminato uno ad uno i chicchi di grano, dopo aver atteso, dopo aver zappato, dopo aver pregato, sunato, sgabotato, scaolato, macinato, sfarinato, pazientemente menato, voltato fora… Ecco questa luna colorata e fumante prorompere sul panaro e richiamare a tavola, con il suo profumo, gli accoliti affamati, quasi ad una festosa pagana comunione da condividere. Non ho più sentito quel festoso effluvio, inequivocabile segnale di fine cottura. Chissà… forse non c’è più la farina di un tempo. Neanche la fame.

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La cellulite è l’ultima conseguenza, ma anche quella più visibile, di un’alterazione che non è superficiale ma si sviluppa nello strato più profondo della cute. L’ipoderma contiene la nostra riserva di energia ma diversi fattori - soprattutto comportamentali o ambientali come alimentazione scorretta o la sedentarietà - provocano un accumulo di grasso e quindi l’ingrossamento degli adipociti. Questa è la causa scatenante di diverse reazioni che si verificano a catena: adipociti ingrossati provocano maggiore pressione e trasudazione dei capillari, la conseguenza immediata è il ristagno di liquidi e l’alterazione del tessuto, ed ecco che compare la cellulite con la pelle “a buccia d’arancia”. Non si tratta quindi di un inestetismo superficiale che può essere risolto con sistemi classici o limitandosi all’applicazione di creme anticellulite. Per contrastare in modo definitivo la cellulite localizzata e rimodellare il corpo è necessario intervenire con protocolli che agiscono in profondità utilizzando l’azione sinergica di più tecnologie.

Da qualche giorno è entrato in vigore il nuovo regolamento europeo sulla privacy, abbreviato con il nome GDPR (General data protection regulation). L’UE ha varato questo provvedimento per garantire a tutti i cittadini il diritto alla tutela dei propri dati personali nei confronti di chi li raccoglie e li utilizza. In primis le aziende. Si tratta di una normativa complessa, ma la sostanza è questa. Ogni volta che forniamo un dato personale (nomi, contatti, foto, riferimenti fiscali, bancari, professionali) dev’esserci garantita un’informativa completa riguardo chi e perché vi avrà accesso, il diritto a modificarlo, cancellarlo, ecc., la sicurezza da furti e usi impropri. Questo richiede alle aziende di adeguarsi. In primis, ogni supporto per la conservazione di dati personali (rubriche, anche quella dell’internet banking, archivi fiscali e non, elenchi di clienti e fornitori, software di qualsiasi tipo) devono essere catalogate e gli accessi protetti. Non adeguarsi comporta sanzioni fino al 4% del fatturato.

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Con il successo riscosso delle piattaforme streaming il comparto discografico italiano e mondiale ha ricominciato a vedere il segno “più” nei bilanci dopo anni bui, in cui il calo vertiginoso delle vendite dei dischi lo aveva portato ai minimi storici. Fruire della musica su Internet è ormai la normalità sia tra i giovani sia tra i meno giovani che tra YouTube, Spotify e affini ricoprono circa il 50% del mercato musicale. Lo streaming però ha portato con sé conseguenze sul piano “etico” che si riflettono sulla categoria che, in termini di guadagno, viene più penalizzata della digitalizzazione della musica: gli artisti. Quante volte abbiamo sentito le persone ammettere tranquillamente: “Io la musica la scarico da Internet”?. La tendenza degli ultimi anni è infatti quella di “sminuire” il valore della musica relegandola a semplice “servizio”. Sarebbe più corretto invece considerare la musica come un prodotto. Un prodotto che nasce come “idea” e si realizza grazie al lavoro di artisti, musicisti, produttori, tecnici, uffici stampa e discografici. Quello del musicista è un lavoro e, in quanto tale, è giusto che venga pagato. Supportare il nostro artista preferito comprando i suoi dischi, facendo un abbonamento ai servizi streaming e (soprattutto) andando ai suoi concerti significa permettergli di continuare ad offrirci la musica che ci piace. Purtroppo mettere “mi piace” ai suoi post su Facebook non basta…


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INCHIESTA

Verreste qui in vacanza? di STEFANO COTROZZI, GIUSEPPE SIGNORIN, GUIDO GASPARIN, DAVIDE ORSATO E MARCO ALESSANDRI

C’erano una volta la pista da sci a Campofontana e le finali del Cantagiro a Recoaro Terme. Strutture ed eventi capaci di attirare migliaia di turisti. Ma il settore turistico nell’Ovest Vicentino non vive solo di ricordi sbiaditi. Lo dicono ad esempio i numeri record di Montecchio Maggiore e del Santuario di Chiampo e lo testimonia la riscoperta della montagna. DA MURANO A MARANA La piccola frazione di Marana di Crespadoro, che porta il nome della montagna “regina” dell’alta valle del Chiampo, è stata per gran parte del secolo scorso un’ambita meta di villeggiatura anche per l’alta borghesia e nobiltà veneziana. Le nostre montagne erano conosciute dai “villeggianti” come un luogo dal clima asciutto e pulito, ideale “par ciapare le arie” o “i freschi”, come si usava dire una volta. Tra l’ottobre e il dicembre del 2017, con l’hashtag #VenezianiaMarana, la pagina facebook della biblioteca di Crespadoro ha pubblicato, a puntate, una serie di foto raccolte da Francesco Zanconato proprio sulle vicende di alcuni signori veneziani che trascorsero le loro vacanze nei primi anni del Novecento a Marana. In particolare si racconta del dott. Attilio C., medico veneziano classe 1851, che verso la fine nel XIX sec. visitò l’alta valle dove mandava in convalescenza molti suoi pa8 | GIUGNO

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zienti. In questa esplorazione si innamorò proprio del piccolo borgo, Marana, incastonato a pochi passi dalla cima della montagna, tanto da iniziare a trascorrervi le vacanze estive con la moglie e i tre bimbi. Anno dopo anno i villeggianti crescevano, quasi tutti veneziani, e quasi tutti alloggiavano presso l’albergo “Il Tiglio”, in piazza: avvocati, dottori, conti e contesse con al seguito maggiordomi e cameriere, pure parenti e amici provenienti dal Piemonte e anche dal Belgio. Aria pulita, spensieratezza, camminate, giochi e divertimenti animavano la piccola frazione, coinvolgendo sia gli illustri ospiti sia gli abitanti. Le montagne vicentine soffrirono molto durante le due guerre, prima per le bombe austriache e poi per i rastrellamenti durante la resistenza. Dopo la seconda guerra mondiale i nipoti del signor Attilio tornarono ininterrottamente a Marana fino al 1956, ma a causa della temporanea indisponibilità dell’albergo per la partenza per il Canada dei gestori storici, la famiglia Repele, tutto cessò. Il ritorno della famiglia di veneziani da allora divenne


INCHIESTA occasionale, un richiamo nostalgico a quel paesino incantato che aveva il fascino della gioia, dei giochi e delle escursioni nella natura della loro infanzia.

la montagna in inverno qui a Campofontana non è morta, se viene nei fine settimana si accorgerà che si popola di ciaspolatori che rendono ancora viva questa zona”. La neve è tornata e con lei gli sportivi, anche se questa volta per uno sport differente.

L’OASI DI DURLO

LA “GRAN RISA” DELLA VALLE DEL CHIAMPO Oggi rimangono dei tristi tralicci sulla cima della montagna. Chi non lo sa non immaginerebbe mai che un tempo quei tralicci erano lo scheletro di uno skilift che a Campofontana è stato il sogno di tanti neofiti dello sci. “Lo skilift lo abbiamo inaugurato nel 1967 – racconta Romano Peloso -: con altri due amici siamo andati a Trento da una ditta specializzata nel campo, lo abbiamo ordinato e l’anno dopo funzionava perfettamente. A quei tempi la neve durava tre mesi ed eravamo diventati la pista di riferimento per la Val D’Alpone e la Valle del Chiampo. Erano piste esposte a nord quindi la neve era anche di qualità poi, vent’anni fa, abbiamo chiuso. Sempre meno neve, alla fine si sciava solo un paio di fine settimana all’anno. Non ci conveniva più tenere aperti gli impianti tra controlli, tasse e radiografie della struttura. Ma i primi tre anni… andavamo come missili, tanto che poi abbiamo anche deciso di aprire un ristorante per dare ristoro agli sciatori: “La nube d’argento”, che oggi purtroppo è chiuso. Campofontana era già un luogo frequentato dai vacanzieri, in estate era pieno di turisti mentre in inverno non veniva mai nessuno. Per questo ci è nata l’idea. La strada non è quella di adesso, era una specie di mulattiera, dove passava a malapena un furgoncino. Ma da Arzignano o Chiampo la gente non si perdeva d’animo e ogni fine settimana riempivano le piste. Giuseppe Foletto era il maestro e dirigeva la scuola: era difficile trovare posto alla lezioni durante certe giornate. Attorno a questo sport c’era un’euforia incredibile, qui tutti praticavano lo sci da fondo e quello da discesa era la novità. Avevamo già cominciato a pensare di realizzare una seconda pista da cima Lobbia, per fortuna ci siamo fermati… adesso non avrebbe più avuto senso, ma al tempo da Vicenza e Verona venivano qui ad allenarsi per le gare. Oggi però

“È dal 1800 che la mia famiglia ha aperto il primo locale a Durlo, un’osteria. Da allora siamo sempre stati in mezzo alle attività di ristorazione e dell’hotel”, racconta Virgilio Caliaro con il sorriso. Si sta avvicinando la stagione estiva e loro, con l’hotel e il residence La Betulla, sono già pronti al periodo più intenso dell’anno: “A luglio e agosto si ‘fa’ la stagione, due mesi intensi durante i quali abbiamo spesso il tutto esaurito. L’hotel attuale lo abbiamo costruito nel 1988, oramai ha una trentina d’anni, ed ha sempre avuto un buon flusso di turisti. Non abbiamo conosciuto periodi di crisi, abbiamo investito nella piscina che guarda verso le montagna e in altre strutture per offrire uno svago ai nostri clienti. Un tempo, parlo degli anni Sessanta, i turisti restavano qui un mese in vacanza, spesso anche due. Oggi le abitudini sono cambiate, spesso abbiamo un turismo mordi e fuggi, il fine settimana per ricaricare le pile. In estate la gente si ferma una o due settimane, ma i tempi lunghi dei turisti oramai sono un ricordo lontano”. “Non c’è un’età precisa - continua Caliaro -, chi viene qui lo fa per un motivo: pace e tranquillità. Chi viene in vacanza a Durlo vuole passeggiare tra i boschi, godersi la pace delle montagne, cercare sapori genuini. Da noi non c’è tanto, ma tutto l’indispensabile sì. Arrivano da vicino, da Arzignano, Chiampo, Vicenza e Verona, ma abbiamo anche degli habitué della Lombardia e anche degli stranieri, principalmente dalla Francia e dall’Inghilterra. Proprio oggi è partita una comitiva di tedeschi. Non è

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INCHIESTA ancora una stagione fortunata, piove praticamente ogni giorno, e quando succede non vediamo arrivare i turisti. Adesso speriamo che arrivi il bel tempo stabile. Durante l’inverno la gente non viene molto, magari solo per mangiarsi una pizza, ma la stagione la chiudiamo a settembre con le squadre di calcio che vengono in ritiro da noi per affrontare la stagione sportiva con forza. L’aria di Durlo fa bene agli sportivi! Momenti di crisi? Sì, questa mattina, ho aperto la bolletta dell’IMU… il problema sono le tasse altro che…”.

LA RECOARO CHE NON C’È PIÙ «Un’ora sola ti vorrei, io che non so scordarti mai». Le note risuonavano esattamente cinquant’anni fa, davanti all’imponenza liberty delle Fonti Centrali, mentre il grande orologio fatto di fiori teneva conto del tempo che passava. Era la finale del Cantagiro del 1968, la prima delle cinque disputate a Recoaro Terme. La canzone è quella degli Showmen, il successo di quell’estate. Seguiranno molte altre hit: solo l’anno successivo si esibirà Lucio Battisti con «Acqua azzurra», azzecatissima in un contesto termale. È la seconda giovinezza di Recoaro dopo la Belle Époque, in cui regine e intellettuali venivano a «passare le acque». Per fare due nomi: Margherita di Savoia e Friedrich Nietzsche, che nel 1881 scriveva al suo sodale Peter Gast «Recoaro, come paesaggio, è una delle più belle esperienze e questa sua bellezza io l’inseguita prodigandovi con zelo e fatica. La bellezza della natura, come ogni altra bellezza, è gelosa, e vuole che si serva lei sola». Ere dell’oro che sembrano non poter tornare: nel 2018 ogni tentativo di rilanciare il turismo (ovviamente in modo diverso rispetto al passato) è giunto a un’impasse. Tutte le fonti minori, fonte Franco, fonte Giuliana, fonte Capitello, sono chiuse e fanno la fortuna dei fotografi a 10 | GIUGNO

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caccia dei «luoghi abbandonati», tema che sui social riscontra un certo successo. Quelle Centrali hanno visto cambiare diversi gestori. Tre anni fa si era presentata una cordata campano-calabra, la cosa sembrava fatta ma poi è sfumata nel nulla. L’anno scorso si è trovata una soluzione «in-house» con un gruppo di imprenditori della zona, giudicata soddisfacente dalla Regione, che del compendio ha la proprietà. Ma il rilancio vero e proprio è ancora al di là da venire e quello di farne un resort sportivo che possa soddisfare il bacino dell’Alto Vicentino rimane ancora un sogno. Fumata nera, invece, sulle piste da sci. Paradossalmente, quello che è stato uno degli anni più nevosi dell’ultimo decennio è stato il primo a vedere gli impianti di risalita chiusi e non ci sono ancora rassicurazioni per il prossimo inverno. Quello che è certo è che la montagna, soprattutto d’estate è frequentatissima: gli avventori arrivano dai comuni limitrofi e sono talmente numerosi da intasare località come Campogrosso. Ma è un’opportunità che non viene colta fino in fondo: a guadagnarci sono pochissimi, anzi. I gestori del rifugio a 1450 metri d’altezza si sono a ragione lamentati, l’autunno scorso, del furto continuo dei taglieri di legno, da parte di clienti che non si facevano scrupoli a portarseli a casa.

IL TURISMO DELLA FEDE Il Santuario di Chiampo è una realtà ampia, varia e affascinante, tanto da attirare ogni anno, insieme alle numerose persone che lo frequentano abitualmente, una media di oltre 500 gruppi di circa 50 pellegrini l’uno, per un totale superiore alle 25.000 presenze. Non solo devoti cristiani in cerca di uno spazio di spiritualità, ma anche gente qualsiasi o appartenenti ad altre religioni con il desiderio di visitare le bellezze del luogo. Vengono da tutta Italia, anche dal sud, magari all’interno di viaggi organizzati che prevedono diverse tappe nella nostra regione. E non mancano nemmeno gli stranieri, provenienti soprattutto da paesi europei come Germania e Slovenia. Il


INCHIESTA Santuario rappresenta un buon motore per l’economia di Chiampo, in particolar modo per i ristoranti che nei giorni di festa si trovano nei paraggi tante persone. Chiamato “la piccola Lourdes”, il Santuario ospita al suo interno una riproduzione della Grotta dei Pirenei realizzata dal beato Claudio nel 1935. L’idea dell’opera era scaturita dalla richiesta, con annessa donazione, di una signora sposata con un chiampese, e inizialmente la grotta era destinata agli studenti del seminario per i momenti di preghiera e raccoglimento. Solo in seguito è diventata meta di pellegrinaggio per tutti, specialmente per chi non può, a causa di vari motivi, recarsi a Lourdes, e allora trova in questo luogo speciale il clima adatto per pregare e affidarsi all’intercessione della Vergine Maria e del beato Claudio. Nel Santuario ci sono inoltre: la chiesetta antica (la “Pieve”), con una statua della “Madonna con il Bambino” datata 1480; la Chiesa Nuova con i mosaici dell’artista e teologo Marko Ivan Rupnik; la Via Crucis; il Museo con le opere del beato Claudio, minerali, animali imbalsamati e opere provenienti da ogni parte del mondo.

IL TURISTA INCIVILE Nei giorni in cui l’afa colpisce senza pietà la pianura, l’unica speranza è cercare un po’ di fresco in collina o più su, in montagna. Durlo, Campodalbero, la Piatta, Altissimo, Nogarole e Marana sono mete molto gettonate per una passeggiata nel verde e poi fermarsi per un bel picnic all’aria aperta. “Nel nostro territorio abbiamo diverse aree attrezzate per il picnic, molto utilizzate specialmente nei weekend della bella stagione”, spiega Enrico Corato, vicesindaco di Nogarole. “Addirittura ci sono alcuni gruppi che per assicurarsi di trovare libero il posto arrivano la mattina molto presto. Si tratta in gran parte di famiglie con bambini, che vogliono passare qualche ora in amicizia e lasciare che i più piccoli si divertano in mezzo alla natura”. Sin qui tutto perfetto, ma c’è il rovescio della medaglia. “Nella maggior parte dei casi questi gruppi sono educati, hanno il massimo rispetto del luogo che li ospita e per questo saranno sempre i benvenuti. Il problema è che a volte alcune persone incivili lasciano poi sul posto interi sacchi di spazzatura, ovviamente indifferenziata, chiusi alla buona o mezzi aperti, come se qualcuno dovesse passare a pulire”. E in questi casi che si fa? “Passare a controllare per tutta l’estate è impossibile, oltre che assurdo. Di solito sono i passanti che ci avvisano, anche dopo qualche giorno, quando ormai gli animali notturni hanno già lacerato i sacchi per rovistare tra i rifiuti, attirati dall’o-

dore del cibo. E mi chiedo: è così faticoso portarsi a casa qualche sacchetto e poi riporlo la sera davanti alla porta di casa? Mi pare una questione di buon senso: qualcuno fa chilometri per trovare un bel posto, e poi ha il coraggio di abbandonare lì i propri rifiuti. Mah…”.

I RECORD CASTELLANI

Montecchio Maggiore da pochi giorni ha una carta in più da giocare sul fronte del turismo. È un’area camper nuova di zecca, realizzata dal Comune all’incrocio tra via Salvo d’Acquisto e via Monte Grappa. Sei stalli di sosta attrezzati con due colonnine elettriche munite ciascuna di tre prese di corrente. Tutta l’area è illuminata e sorvegliata da due videocamere per la sicurezza di chi la utilizzerà e per evitare accessi abusivi. La zona è accessibile a pagamento, attraverso sistema POS con l’utilizzo di carte di credito o bancomat. La tariffa è di 3 euro ogni 12 ore e la sosta massima consentita è di 48 ore. Tutto questo per dare un’ulteriore spinta ai numeri del turismo montecchiano che risultano già eccezionali. Secondo quanto elaborato dal Consorzio Vicenzaè su dati dell’Ufficio Statistica della Regione del Veneto, nel 2017 gli arrivi in città (ossia il numero di clienti ospitati negli esercizi ricettivi) hanno infatti registrato un +24,58% rispetto al 2016. La crescita riguarda soprattutto gli arrivi degli stranieri, in prevalenza dall’Estremo Oriente, che hanno fatto segnare un +44,97% rispetto al 2016. Ottime notizie anche sul fronte delle presenze (numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi): +11,18% rispetto al 2016. Dati che, sia per gli arrivi sia per le presenze, superano di gran lunga quelli complessivi provinciali, che rispetto al 2016 nel primo caso segnano un +14,35% e nel secondo un +8,17%. Insomma, dai numeri sembra proprio che Montecchio Maggiore sia la capitale turistica dell’Ovest Vicentino. INCHIESTA | CORRIERE VICENTINO | GIUGNO 2018 | 11


VICE

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BIANCORO A Z N

SPORT

di LUISA NICOLI

ROSSO

N

asce una nuova era. Quella del Vicenza Calcio targato Renzo Rosso. Il patron del Bassano e della Diesel è il nuovo proprietario della società. Che dopo 116 anni di storia gloriosa ha rischiato di sparire. Così con il 9 marzo 1902, nascita dell’ACIVI Associazione del Calcio in Vicenza, resterà nella memoria dei tifosi anche il 31 maggio 2018, quando mister Diesel, con la sua holding OTB ovvero “Only the Brave”, solo i coraggiosi, è diventato ufficialmente il proprietario del Vicenza. Dopo due aste di aggiudicazione andate deserte e un esercizio provvisorio, avviato il 18 gennaio dopo 12 | GIUGNO 2018 | CORRIERE VICENTINO | SPORT

l’istanza di fallimento, che si è chiuso proprio grazie all’assegno da 1 milione 100 mila euro versato da Renzo Rosso. Una cifra che ha consentito di ripagare l’intero ammontare del debito sportivo, ovvero stipendi dei calciatori in primis, nonché le spese legate alla gestione dal 18 gennaio alla data di apertura delle offerte il 29 maggio in tribunale a Vicenza. Il patron della Diesel ha acquisito il ramo d’azienda, quindi utilizzo del Menti, colori sociali, settore giovanile, trofei e storia, non il titolo sportivo che comunque la squadra biancorossa ai play-out era riuscita a conservare. “Siamo lieti di apprendere il responso positivo del Tribunale in merito alla nostra entrata nel Vicenza Calcio. Sarà per noi un impegno lungo e faticoso perché vogliamo provare a unire tutta la provincia di Vicenza: dai tifosi, agli imprenditori, alle istituzioni. Stiamo lavorando con i professionisti per gestire questa trasformazione nel migliore dei modi e formulare una strategia e un piano interessanti per tutte le parti e per tutti i tifosi. All the best. Renzo Rosso”. Queste le prime parole del patron della Diesel. Di più nei giorni scorsi non è trapelato. E mentre scriviamo si rincorrono le voci: da Bassano arriveranno a Vicenza tra gli altri il direttore sportivo Werner Seeber e il tecnico Giovanni Colella. Per il dg si parla di Paolo Bedin, vicentino doc, direttore generale della Lega Calcio di serie B. Di certo c’è che l’acquisizione del ramo d’azienda e non del titolo sportivo ha fatto decadere i contratti in essere in casa Vicenza. E quindi liberi tutti. Con

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SPORT la tifoseria che ha rivolto un grande grazie a Nicola Zanini e Giorgio Sterchele, che sulla panchina biancorossa nel momento più difficile del campionato e poi a fine stagione allo spareggio hanno centrato la salvezza. Nicola Zanini, 34 anni, vicentino doc, cresciuto nel Vicenza Calcio prima di una lunga carriera professionistica da calciatore e tornato in biancorosso da allenatore del settore giovanile, ha vissuto in un anno un’esperienza che ne vale 10. “E me la tengo stretta anche dal punto di vista personale – dice – è motivo di orgoglio aver salvato il Vicenza ai play-out, come aver vinto uno scudetto. Per noi e anche per i tifosi. Sul campo non siamo retrocessi, indipendentemente da tutto il resto, e non siamo usciti dai professionisti con 116 anni di storia. Che poi il titolo sportivo sia quello del Bassano sono tecnicismi. Certo mi piacerebbe ricevere una chiamata da Renzo Rosso, ma non è un problema. Ho fatto il mio lavoro e sono contentissimo di come è finita. Se qualcuno avesse bisogno sono qua. Altrimenti in bocca al lupo e forza Vicenza. Renzo Rosso è il futuro del calcio di oggi. Quello amarcord, di piccole cittadine che tirano avanti, dispiace dirlo, ma è destinato a morire piano piano. Ci vogliono progetti ambiziosi, imprenditori capaci, pianificazione, programmazione. Quanti allenatori e giocatori sono passati per Vicenza negli ultimi 15 anni, conquistando successi altrove? Forse non erano tutti così scarsi. Oggi risposta migliore per il Vicenza di Renzo Rosso non poteva esserci, porterà grandi riflettori su una città e una squadra che se li merita”. E Nicola Zanini poi apre il libro di questa stagione. “È stato un anno molto particolare. E da vicentino allenare la squadra della propria città e nelle condizioni societarie in cui si trovava non è stato facile. Ho passato tante notti in bianco. E ho dovuto mediare tra il vivere a Vicenza e stare in panchina. Perché finita la partita abitando qui non potevo chiudere. Ma sono abituato ad affrontare la vita a testa alta e sarà sempre così, preferisco essere in prima linea che seduto sul divano. Per questo ho accettato di tornare in panchina ai play-out. Ma l’ho fatto perché ho visto nei ragazzi la voglia di riscatto. Altrimenti avrei rinunciato ai soldi piuttosto che tornare solo per due partite. Da fuori è facile giudicare, ma ragazzi di 22/23 anni lontani da casa, senza soldi, senza società... non è stato semplice. Però ce l’abbiamo fatta. Tutti insieme. E con il sostegno di una tifoseria straordinaria. Come Savoini allo spareggio di Ferrara? Savoini è stato il mio allenatore nel settore giovanile, per

&

ZANINI me un orgoglio. Come lui faccio fatica a dirlo, sicuramente era una situazione difficile”. E il ringraziamento speciale è per la moglie Valentina e il piccolo Nicolò di 7 anni. “Erano con me anche a Santarcangelo. Mi sono sempre stati vicini. Nicolò è tornato con il pullman della squadra dopo la salvezza. Si è goduto la festa con noi. Non ci sembrava vero”.

SPORT | CORRIERE VICENTINO | GIUGNO 2018 | 13


INTERVISTA

ALBERTO CARLETTI OTTO ANNI COL SEGNO “PIÙ” di MARIA TERESA ORLANDO

Negli ultimi otto anni, da quando cioè ha preso in mano le redini della società, Agno Chiampo Ambiente non ha mai presentato un bilancio in rosso. L’azienda, che navigava in acque non buone, da allora si è sempre distinta per una gestione oculata delle risorse e tutto ciò senza mai ritoccare le tariffe a carico dei Comuni soci. Il Presidente Alberto Carletti, assieme agli ex consiglieri Carlo Dal Cengio e Vittore Balbo e agli attuali Romina Gasparoni e Gloria Dal Ferro (quest’ultima appena subentrata), è l’artefice degli ottimi risultati ottenuti dalla società che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti per 22 Comuni tra Ovest Vicentino e Valle dell’Agno.

Presidente, qual è la ricetta che ha permesso di conseguire questi risultati? Abbiamo messo in campo soprattutto importanti azioni di efficientamento che hanno consentito la riduzione di costi rilevanti. Da otto anni a questa parte l’attenzione nei confronti delle spese inutili è stata massima, ma allo stesso tempo abbiamo investito su 14 | GIUGNO 2018 | CORRIERE VICENTINO | INTERVISTA

altri versanti che riteniamo estremamente importanti e che permettono a medio e lungo termine di ottenere grandi benefici, anche sotto l’aspetto economico.

Quali? Ad esempio l’educazione ambientale nei confronti delle giovani generazioni, perché è agendo sui più piccoli con attività mirate che possiamo creare una società che sia domani più consapevole dell’importanza ad esempio della raccolta differenziata.

A proposito di differenziata, come è messo il territorio che voi gestite? Viaggiamo attorno ad una media del 70%, ma siamo convinti che si possa fare meglio. Spesso i rifiuti domestici non vengono differenziati correttamente e purtroppo si assiste ancora al fenomeno dei rifiuti abbandonati. Comportamenti insensati, perchÊ fanno aumentare i costi di smaltimento e perchÊ sul territorio esiste una rete molto efficiente di ecocentri co-


INTERVISTA munali, senza contare il servizio gratuito di ritiro a domicilio degli ingombranti che assicuriamo per alcuni Comuni. Per questo continueremo con i progetti di comunicazione e sensibilizzazione dedicati a questo fronte.

Il progetto di fusione con Alto Vicentino Ambiente come prosegue? Stiamo ultimando la fase di studio preliminare economico-finanziaria. Quando sarà pronta, la sottoporremo ai soci, che avranno l’ultima parola in merito all’avvio effettivo o meno della fusione con la società di Schio.

Torniamo ai numeri del bilancio 2017… L’utile al netto delle imposte è stato di quasi 600.000 euro su un fatturato complessivo di quasi 16 milioni di euro. Da tenere conto che l’assemblea dei soci ha deliberato la divisione degli utili secondo le quote spettanti ai diversi Comuni. Ritengo sia un segnale di fiducia

nei confronti dell’azienda, considerata solida e quindi in grado di generare utili anche il prossimo anno. Ai Comuni soci abbiamo inoltre restituito 990.000 euro provenienti dalla vendita di materiali recuperabili.

Avete in previsione investimenti? Certamente. Stiamo impiegando molte risorse nel rinnovo del parco mezzi. Quest’anno ne acquisteremo 10, per un investimento complessivo di 900.000 euro. Avere mezzi moderni significa maggior sicurezza per gli operatori, un servizio più efficiente e un maggior rispetto per l’ambiente in quanto inquinano meno.

Cosa auspica per il prossimo futuro? Il proseguimento di un dialogo costruttivo con i Comuni soci. Sono molte le sfide che ci attendono, tra cui quelle legate alla difesa dell’ambiente e ai cambiamenti climatici. Bisogna agire con una voce unica e compatta per affrontarle con autorevolezza e competenza e per vincerle.

INTERVISTA| CORRIERE VICENTINO | GIUGNO 2018 | 15


ARZIGNANO

FACCE DA foto di Club Fotografico Arzignano e Team strArzignano

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ARZIGNANO

NUOVA VITA PER L’ORGANO di GUIDO GASPARIN

Ancora oggi lo chiamano affettuosamente “l’organo delle uova”. Il motivo è presto spiegato: nel 1943, quando fu installato nella chiesa di Pugnello, il parroco don Ernesto Alba pagò le 50.000 lire pattuite grazie alla vendita delle uova e dei bachi da seta prodotti dai parrocchiani, che così espressero il proprio atto di fede. L’organo era stato infatti commissionato come ex voto alla Madonna per ringraziarla del ritorno in paese degli uomini partiti per la guerra: uno strumento della prestigiosa ditta Mascioni, per la precisione il numero 576 della produzione, trasportato dal Ponte Salviati fino alla chiesa tra due ali di folla su un carro trainato dai buoi. L’organo però sentiva ormai il peso del tempo e soprattutto della polvere che vi si era depositata. E allora alcuni mesi fa i parrocchiani non ci hanno pensato due volte: nuovamente uniti per il loro organo, un gioiello di 18 registri, 1246 canne, 2 tastiere da 58 tasti, una pedaliera da 30 radiale concava. Una volta avuta la sicurezza che la Parrocchia potesse sostenere la spesa di 16.000 euro, in accordo con don Giovanni Inbonati han-

Patrizia Dal Maso, Mariangela Fochesato, Stefano Franco e Giovanni Fanton

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no contattato i Mascioni, che dal 19 febbraio al 3 marzo lo hanno completamente restaurato e accordato, sostituendo anche il motore: operazioni concluse sotto la supervisione di don Bruno Stenco, nel frattempo diventato parroco di Pugnello. In prima fila, per prestare il proprio aiuto nelle operazioni, l’organista titolare della parrocchia Stefano Franco, l’organista titolare della Pieve di Chiampo Giovanni Fanton, la responsabile del coro parrocchiale Mariangela Fochesato e la parrocchiana Patrizia Dal Maso. “I lavori di restauro – ricordano – si sono svolti nei giorni più freddi dell’anno e non poteva essere acceso il riscaldamento della chiesa per non compromettere le delicate fasi dell’accordatura. Il rapporto tra la Parrocchia e questo strumento è da sempre strettissimo e la dimostrazione sta anche nella grande partecipazione al concerto inaugurale dello scorso 5 maggio”. “È sicuramente uno strumento di grande pregio – sottolinea Giovanni Fanton - e, ora che ha compiuto 75 anni conservando i pezzi originali, di-

venta tutelato dalle Belle Arti. Fenomenali sono soprattutto i suoi timbri scuri, che ben si adattano alla chiesa che lo ospita”. “Si è giunti alla decisione di iniziare il restauro del nostro organo – ricorda don Giovanni Inbonati - tenendo conto del grande significato affettivo che ci legava a questa opera voluta, sostenuta, realizzata dalle generazioni che ci hanno preceduto. Si sono creati un sentire comune è una sicurezza a livello economico che ci hanno permesso di iniziare il cammino, pur con le comprensibili tempistiche delle varie procedure richieste, per far rivivere nella sua bellezza questo capolavoro dell’arte organaria. Il merito di questo traguardo va condiviso con ogni membro della comunità”.


ARZIGNANO

UNA DOCCIA DI CELEBRITÀ PER I GENIETTI DEL “PARISE” Una squadra di 22 studenti dell’Istituto Comprensivo si è classificata seconda a livello nazionale con un’idea per ridurre gli sprechi d’acqua delle famiglie. di ELIA CUCOVAZ

Un’invenzione che permetterebbe alle famiglie di Arzignano di risparmiare 800 mila litri di acqua al giorno. Tanta quanta ne basterebbe per riempire quotidianamente la piscina comunale. Una grande idea nata fra i più giovani, che è valsa ad una squadra di innovatori dell’Istituto Comprensivo “Parise” un piazzamento a livello nazionale. I 22 partecipanti al progetto, dalla quinta elementare alla terza media, si sono qualificati infatti al secondo posto su 150 squadre partecipanti al premio “Oltre la robotica” nell’ambito della “First Lego League Italia”. Un riconoscimento che li ha portati fino a Roma, nella sede della Camera dei Deputati, a ricevere un premio dal Ministero dell’Istruzione e della Ricerca. Ma qual è stata la loro invenzione? C’è chi sostiene che le idee migliori vengano sotto la doccia. In questo

caso l’idea è la doccia. Una doccia innovativa che interrompe il flusso nel momento in cui si prendono in mano il sapone o shampoo. E che inoltre convoglia l’acqua usata in una cisterna dove può essere riutilizzata per lo sciacquone del water. È la “Robotic Shower”, che secondo i calcoli dei ragazzi permette abbattere di oltre il 50% il consumo di acqua, con un risparmio di circa 60 euro l’anno a famiglia. L’idea è arrivata ragionando sul tema di quest’anno della competizione - l’acqua appunto - partendo dallo stimolo del dirigente scolastico Pier Paolo Frigotto: “È possibile ridurre lo spreco delle acque dolci?”. First Lego League è una manifestazione mondiale tra squadre di ragazzi dai 9 ai 16 anni che devono confrontarsi con “Lego mindstorm”: la “robotica a mattoncini” proposta dalla più famosa azienda mondiale

di costruzioni. L’obiettivo è quello di promuovere nelle scuole la cultura scientifica e avvicinare gli studenti al mondo dell’automazione. Al contempo, attraverso il lancio di un tema ogni anno diverso, i partecipanti sono stimolati a misurarsi con questioni ecologiche, economiche e sociali. Il concorso “Oltre la robotica” è una competizione parallela, che dà rilievo agli aspetti di esemplificazione, innovazione, originalità. I ragazzi sono stati coadiuvatidai professori Bruno Bruna dell’associazione Connessioni Didattiche e Lucia Grieco, animatrice digitale dell’istituto, oltre che dal preside Frigotto. Hanno dovuto inoltre raccontare il loro lavoro in un video di 3 minuti, realizzato con la collaborazione di Marco Gaio. Il biglietto del treno per recarsi a Roma a ritirare il premio è stato donato ai 22 studenti dall’associazione Amici del cuore Ovest vicentino onlus.

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ARZIGNANO

IN MISSIONE PER CONTO DI DIO di GIUSEPPE SIGNORIN

Classe 1962, di Isola Vicentina, Luigi Fontana, per tutti “don Gigi”, è entrato in seminario a Vicenza giovanissimo, a 11 anni, perché voleva essere come il cappellano del suo paese. Dall’ottobre del 2016 è co-parroco dell’Unità Pastorale Arzignano Centro, ma da quella prima media del 1973 a oggi ne ha vissute di esperienze. Il padre che gli viene a mancare ancora 18enne, e quel gesto del vescovo Onisto che ancora si ricorda, quando va a trovarlo in camera per parlargli e consolarlo, dicendogli che deve continuare a suonare la sua chitarra anche per il papà andato in cielo. E poi i sei anni in Brasile, dal 2000 al 2016, come sacerdote diocesano “fidei donum”, in missione per conto di Dio, per dirla alla Blues Brothers, in un

certo periodo anche con le comunità indigene del luogo. “Dal Brasile mi porto a casa due cose: la consapevolezza che anche per noi sacerdoti è importante fare vita di comunità insieme e la convinzione che accontentarsi del necessario aiuta a lasciare più libero il cuore”. Ordinato prete il 31 maggio del 1987 (ha da poco festeggiato i 31 anni di attività), don Gigi è stato a Breganze, a Piazzola sul Brenta, a San Vito di Leguzzano e a Valli di Fimon, oltre ad aver svolto il servizio di vice-rettore delle scuole medie in seminario. Oggi affronta il suo nuovo incarico ad Arzignano con grinta e determinazione. “Con l’Unità Pastorale la presenza del prete è inevitabilmente minore, nelle singole realtà, ma penso che quest’alternanza di persona-

lità diverse come siamo noi quattro - don Mariano, don Edoardo e don Davide, oltre a me - possa essere anche una ricchezza per i fedeli, e possa stimolare tutti i battezzati a tirare fuori energie nuove per vivere la propria missione in maniera piena”. Che cosa l’ha colpita di Arzignano? È una città ricca, che sembra non avere grossi problemi. Ci sono poi tante persone di nazionalità diverse, c’è bisogno di un gran lavoro per l’integrazione. Una cosa particolarmente bella riguarda il pullulare di iniziative e associazioni caritatevoli e di solidarietà. Un brano del Vangelo a cui è particolarmente legato? L’episodio dei discepoli di Emmaus, quando si dice che Gesù entrò in casa per rimanere con loro. Mi dà grande fiducia, perché Gesù non è un Dio distante, ma un Dio che cammina insieme a noi.

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ARZIGNANO

ARZIGNANO FELICE E VINCENTE di DAVIDE GHIOTTO

È stato un maggio particolarmente felice quello appena trascorso per lo sport arzignanese. A partire dal calcio che ha visto due squadre (più una possibole terza) raggiungere la promozione alla categoria superiore; passando per per il basket con l’Under 15 del Garcia Moreno che

ha conquistato il Trofeo regionale di categoria; fino ad arrivare alla danza con la bella vittoria di Andrea Vittoria Bastianello al Torneo Città di Cartura e al Taekwondo trascinato al primo posto nazionale da Alessandra Ilic nella competizione per squadre regionali dell’Olympic Dream Cup di Roma.

L’Arzignano Valchiampo festeggia dopo il 4-3 imposto al Campodarsego in finale play-off. Risultato che permette ai giallocelesti di entrare nella graduatoria dei ripescaggi per la Serie C.

La Prima Squadra dell’US Calcio Tezze, ha concluso il campionato conquistando il gradino più alto del podio della Prima Categoria e quindi il passaggio in Promozione.

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ARZIGNANO

La Prima Squadra dell’ASD Real San Zeno, appena promossa in Prima Categoria.

Alessandra Ilic del Taekwondo Team 2000, prima classificata all’Olympic Dream Cup, torneo nazionale per squadre regionali.

Andrea Vittoria Bastianello dell’Accademia di danza Four Style, Prima classificata al Torneo Città di Cartura.

La squadra Under 15 Gold dell’USD Garcia Moreno si laurea Campione del Trofeo Regionale Oro 2017/18.

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ARZIGNANO

IL CERCHIO SI CHIUDE! di STEFANO TESTONI

Otto lunghi anni per chiudere il cerchio. Otto anni per risalire dall’inferno della serie C1 regionale al paradiso della serie A. Anni difficili costellati da tanto lavoro e tanti sacrifici che in un colpo solo alla sirena finale del 12 maggio scorso sono stati cancellati per far spazio a lacrime di gioia e sorrisi veri, da tramutare in stimoli nuovi per la prossima avventura. “Nell’estate del 2010 tutto era finito - spiega il presidente onorario Mirco Rossetti - ma una persona su tutte voleva che il calcio a 5 ad Arzignano continuasse ad esistere. Quel pazzo era Michele Trolese, figura storica del Grifo dove ha mosso i primi passi nel 1994 come giocatore per poi prendere per mano la parte comunicativa facendo diventare importante a livello giornalistico nel vicentino questo stupendo sport. Molti erano scettici perchè come tutti ben sanno il calcio a 5 non ne veniva fuori bene da situazioni extra sportive, ma assieme a Trutru, Roberto Cazzola e altri amici abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e di ripartire. La scommessa possiamo dire che è stata vinta alla grande”. Otto lunghe stagioni e tanti nemici sportivamente parlando, poi piano piano la faccia pulita del team biancorosso ha portato a sé amicizie e simpatie con tanto di vittorie. “Nella ripartenza io ero il presidente - continua Rossetti - e ricordo benissimo quanta gioia provava qualcuno la sera della nostra sconfitta nella finale promozione al primo anno di serie C1. Quella gioia che per noi era tristezza ci ha dato la consapevolezza per il futuro che tutti avrebbero avuto paura di noi e alla lunga facevano bene ad averne, perchè con un progetto serio ed ambizioso siamo tornati con tanti stimoli a mettere il nome di 24 | GIUGNO 2018 | CORRIERE VICENTINO | ARZIGNANO

Arzignano tra le sedici migliori squadre d’Italia: chi lo avrebbe mai pensato nell’agosto del 2010?”. A fine partita Rossetti chiama a se tutti gli amici della ripartenza, su tutti Colombara, Waldeisen e Campagna che con lui hanno firmato lo statuto della ripartenza, poco distante invece c’è un raggiante e commosso Vladimiro Sgaggero che la presidenza l’ha presa al secondo anno di serie A2 in un passaggio di testimone importante nella sua Arzignano. “Un’emozione del genere non l’avevo mai provata - spiega il numero uno biancorosso sensazioni contrastanti tra loro e una gioia immensa per aver fatto qualcosa di importante che nessuno avrebbe mai immaginato molti anni fa, ma che invece ora stiamo provando sulla nostra pelle. Abbiamo superato tanti ostacoli e tanti muri, sapevamo non sarebbe stato facile in campo tanto meno fuori dal campo, ma piano

piano con l’aiuto di tante persone amiche siamo riusciti a far capire che questo è un modello sano di fare sport, dove il risultato è sì importante ma la crescita umana dei nostri ragazzi lo è di più”. Ripartire non era facile, per farlo servivano sponsor e soldi, fare sport a certi livelli costa sacrifici anche economici e allora ecco che l’Arzignano griffato futsal ha messo in campo la sua passione sportiva per coinvolgere imprenditori che hanno risposto dando fiducia. “Dovrei ringraziarli uno a uno e lo faremo di persona perchè senza di loro questa serie A sarebbe rimasta a lungo soltanto un sogno chiuso nel cassetto. Cercare i partner ad inizio avventura non era facile, per certi versi poteva essere pericoloso ma non abbiamo mollato la presa e siamo riusciti a trovare quella fiducia che qualcuno aveva perso nei nostri confronti. Un grazie con la G maiscuola, sicuri di averli ancora al nostro fianco anche nel nostro ritorno al futuro in serie A”.

La ripartenza: da sx Savegnago (attuale accompagnatore prima squadra), Culpo, Boschetto (vice allenatore), Campagna, Marchetto, Bassi, Colombara, Rossetti (pres onorario) e Tedeschi


MONTECCHIO MAGGIORE

TALENT(O) MONDIALE

di DAVIDE GHIOTTO

Nel 1995 Colin McRae, forse il più iconico rallista della storia, diventava il più giovane pilota ad aver vinto un mondiale. Nello stesso anno nasceva Sofia Peruzzi che si è appena aggiudicata il primo posto al Rally Italia Talent e con questo la possibilità di partecipare al Rally Italia Sardegna, una delle tappe del campionate mondiale di rally. Com’è nata la tua passione per i motori? “Sono sempre stata appassionata di motori, in particolare di macchine da rally fin da bambina. Penso che non avrebbe potuto essere altrimenti visto che mio papà ha partecipato a diversi campionati mondiali e italiani sia come navigatore sia come ricognitore”. Quando hai cominciato a gareggiare? “A 14 anni ho fatto la mia prima gara come navigatrice in una Regolarità Sport e da lì non mi sono mai più fermata. A 18 anni ho conseguito la licenza per i rally e ho cominciato la mia carriera. Tuttora corro nei vari campionati italiani e nei rally di zona

con diversi piloti”. Perché hai scelto il ruolo del navigatore? “Il sedile di destra, anche se si pensa il contrario, è quello che ha in mano la situazione. Il navigatore indica la strada, ha un percorso preciso e cronometrato da rispettare, dà il ritmo con il suo timbro di voce attraverso le note, può fare accelerare o rallentare il pilota in prova speciale ed organizza tutta la parte logistica di un rally”. Qual è la cosa più bella dell’essere navigatore di rally? “La cosa più bella dell’essere navigatore è quella di poter guidare il pilota nella prova speciale creando un rapporto stretto e molto personale con lui. Poi in generale adoro la possibilità che il rally ti dà di vedere posti nuovi che magari da semplice turista non si andrebbero a visitare. Ad Aprile hai vinto il Rally Italia Talent...

cos’è e come sei arrivata a questo grande risultato? “Rally Italia Talent è un Talent di rally organizzato da Renzo Magnani in tutta Italia che ha lo scopo di scoprire nuovi talenti fra i giovani. Si compone di selezioni regionali, semifinali e finali. Pagando una minima tassa d’iscrizione si può partecipare e sperare di vincere il sogno di correre nel mondiale Rally in Sardegna gratuitamente. Quest’anno sono risultata vincitrice fra circa 7.500 persone iscritte”. Cosa ti aspetti da questa esperienza? “Correrò il Rally Italia Sardegna valido come gara del Campionato del Mondo WRC come ufficiale Abarth su Fiat 500 R3T. Mi aspetto prima di tutto tanto divertimento. Cercherò di fare tesoro delle cose sicuramente imparerò e poi spero di poter conoscere tanti campioni mondiali di rally che ho sempre guardato in tv; per me è davvero una grande emozione prendere parte a questo mondiale”. Qual è l’obbiettivo che vuoi raggiungere nel mondo del rally? “Spero di poter continuare a migliorarmi e di fare tanta esperienza. Voglio portare avanti questa mia grande passione arrivando magari un giorno a poterla trasformare in un lavoro.

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MONTECCHIO MAGGIORE

IL PROBLEM SOLVER di DAVIDE GHIOTTO

Otto problemi, ventuno concorrenti e novanta minuti di tempo. Questi i numeri della Finale delle Olimpiadi del Problem Solving, concorso rivolto agli studenti delle scuole elementari, medie e superiori organizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Quest’anno ad aggiudicarsi il posto più alto del podio è stato uno studente della Scuola Media Anna Frank di Montecchio. Si chiama Simone Gervasio, ha 13 anni e vive a Montecchio. Simone è stato scelto dai professori della sua scuola fra i 4 papabili concorrenti che hanno partecipato a delle gare di qualificazione prima di poter ambire al premio nazionale. “Per riuscire ad approdare alla finale nazionale - spiega Simone - ho dovuto partecipare alle 4 gare di qualificazione a livello provinciale e a una gara regionale”. La finale di questa edizione 2018 è stata organizzata nella sede di Cesena dell’Università di Bologna. I ventuno finalisti provenienti da tutta Italia avevano a disposizione

un’ora e mezza per poter risolvere gli 8 problemi pensati per loro dal comitato tecnico-scientifico. “Ho completato e consegnato il test per primo. Non ho nemmeno controllato le soluzioni anche se non ero sicuro della risposta che avevo dato su 2-3 problemi”. Scaduto il tempo, al momento dell’annuncio dei vincitori, erano 3 gli studenti che avevano ottenuto un punteggio di 100/100, “ho vinto io perché ho battuto sul tempo gli altri due ragazzi. - continua Simone - Il secondo classificato ha consegnato circa 12 minuti dopo di me”. Una grande soddisfazione per il giovane Simone ma soprattutto per la sua famiglia. “È stata una bellissima conferma dell’intelligenza che i professori hanno sempre visto in Simone. - afferma la mamma Silvana - È stata anche una piacevole sorpresa vederlo partecipare considerando anche il fatto che all’inizio non avrebbe nemmeno voluto prendere parte alla gara. Lo spirito sportivo non è mai stata una delle sue prerogative…”.

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Dopo la conquista di questo ambito riconoscimento, e del drone messo in palio, Simone dovrà affrontare impegni scolastici più tradizionali come il conseguimento della licenza media e la scelta della scuola superiore, anche se su quest’ultimo non non ha dubbi: “Dopo gli esami ho deciso di iscrivermi al Liceo Da Vinci di Arzignano”. L’indirizzo è scontato: “scienze applicate”.

MONTECCHIO MAGGIORE | CORRIERE VICENTINO | MARZO 2018 | 26


CHIAMPO

IMPRESE DA CINQUANTENNI di CARLO CALCARA

Questa storia parla di Gianfranco e Lucio, e anche di Alessandro, Mauro, Claudio, Stefano, Mirko, Alessandro e Raffaello. Ma questa storia parla soprattutto di amicizia, e di fuoco. Quello della passione per l’avventura, che ha spinto questa compagnia di quasi-tutti-cinquantenni della Valchiampo a trovare nuove sfide per festeggiare l’avvenuto atterraggio nel mezzo secolo. “Siamo un gruppo di amici storici, tutti cresciuti insieme negli scout - inizia a raccontarci Gianfranco Lovato, uno dei membri del gruppo -, nella cui tradizione i traguardi importanti si festeggiano con imprese altrettanto importanti. Già per i quarant’anni infatti volevamo festeggiare partecipando alla maratona di New York,

anche se poi non se ne fece quasi niente. Poi quest’anno, con il traguardo delle cinquanta candeline in vista per molti di noi, abbiamo deciso di celebrarlo con un’impresa davvero originale”. Originale e glaciale. “Il 12 gennaio siamo saliti a Cima Larici - ci racconta Lucio Nardi, altro membro del gruppo - dove, sotto la guida di uno di noi che è membro del CAI, abbiamo iniziato a costruire due igloo”. Una volta costruite, le due piccole cupole di ghiaccio hanno accolto sette dei compagni di una vita per una gelida notte. “Costruirli non è stato per niente difficile - racconta infatti Lucio -, anzi, è stato molto divertente. La parte dura semmai è stata dormirci dentro, se si pensa che fuori c’erano 6 gradi sottozero!”. A distanza di quattro mesi il rito si è ripetuto. “Il 7 aprile l’occasione era il cinquantesimo mio e di Lucio - racconta Gianfranco -, e abbiamo costruito un ponte tibetano sul Chiampo, all’altezza di San Pietro Mussolino. Questa volta si è trattato di un pomeriggio appena, perché in quattro ore avevamo allestito il ponte e attraversato il torrente”. Una passeggiata insomma, su corda. In un 2018 che potrebbe riservare ancora sorprese. “Stiamo pensando ad una nuova impresa per la fine

del mese di giugno, per festeggiare un altro neo-cinquantenne - continua Gianfranco, che non si sbottona -. Non posso anticipare nulla, ma se riusciremo a portarla a termine sarà davvero una bella impresa!”. Ma cosa spinge questi ragazzi classe ‘68 a cercare l’avventura? “Voglia di mettersi alla prova, sicuramente - ci dice Lucio -, ma non in mostra. Non vogliamo dimostrare niente a nessuno, ma solo vivere queste esperienze tutti insieme, come se non fossero passati 35 anni da quando eravamo giovani scout. Sono l’amicizia e la voglia di stare insieme che ci spingono. Penso non ci siano tante compagnie come la nostra, ancora così numerosa e affiatata dopo anni”.

CHIAMPO | CORRIERE VICENTINO | GIUGNO 2018 | 27


CHIAMPO

“DA ZERO A 150

INSEGUENDO UN’IDEA” di ELIA CUCOVAZ

Da zero a 150 punti vendita meno di 2 anni e mezzo. E la crescita continua. È la storia imprenditoriale della chiampese Giordana Astegno. Una storia cominciata in India e proseguita tra Usa ed Emirati Arabi prima di approdare in Italia. Una storia con il potere di autoalimentarsi. “Spesso mi capita che le persone si interessino al mio racconto prima che al mio prodotto”. L’inizio è nel 2015, a New Delhi. “Sono sempre stata una creatrice di startup. - racconta Giordana - Trovo un progetto che mi ispira, lo sviluppo, lo porto al top e poi, solitamente, lo vendo. E ricomincio. In quel momento avevo appena venduto l’albergo e l’agenzia di viaggi che avevo creato in India ed avevo in tasca il biglietto per l’Italia”. Proprio quel giorno, però, si è imbattuta in un chiosco dove proponevano una pellicola per ricoprire il telefonino. “Mi piaceva. E me la sono fatta installare”. Non sapeva ancora che il destino era dietro l’angolo. “Quella sera, un

28 | GIUGNO 2018 | CORRIERE VICENTINO | CHIAMPO

uomo nota il mio cellulare e mi si avvicina”. Era il fondatore dell’azienda produttrice della pellicola che Giordana aveva appena installato: “Mobile Outfitters” (www.moutfitters. it). Lui è entusiasta e le dice che ha la stoffa della venditrice. Lei vede il potenziale del progetto. “Seguii il mio istinto - spiega l’imprenditrice - E invece di tornare a casa, quella stessa notte partii per Philadelphia con lui”. Negli Usa vide l’azienda. “Allora era dentro un garage. - ricorda - Oggi sta per quotarsi in borsa”. Si convinse e acquistò la licenza di vendita esclusiva per l’Italia di quella pellicola protettiva in poliuretano (un brevet-

to di derivazione militare) per tutti i dispositivi elettronici. “Spesi quasi tutti i soldi che avevo guadagnato in India, quindi, andai a Dubai e Oman per la formazione tecnica iniziale”. Nell’aprile 2015 rientra in Italia. “Ho installato il primo punto vendita nel negozio ‘Elettrocasa Expert’ di Arzignano che sempre ringrazierò per la fiducia e la lungimiranza nel business che ci accomuna. Ho girato l’Italia alla ricerca di soci ma nessuno all’inizio ci credeva: quindi sono partita da sola”. A dicembre dello stesso anno aveva una rete di cinque punti vendita in franchising. “Di giorno lavoravo nel chiosco e di notte facevo gli ordini. In ottobre ho incontrato il mio socio, Marco Baretta. A dicembre di quell’anno avevamo 40 punti vendita. E nel frattempo era anche diventata mamma. Ma il vero boom l’abbiamo avuto l’anno dopo”. Nel 2017, infatti, i punti vendita sono triplicati e il fatturato è arrivato a quota 4 milioni e mezzo di euro. “Ora i punti vendita in italia sono 150 e ci stiamo espandendo in altri due Paesi: Spagna ed Algeria”. Una storia che ci fa ben sperare: intuito e perseveranza sono ancora gli ingredienti del successo.


ALTAVALLE

ITALIATUTTOTONDO: SECONDO ROUND

di ENRICO CORATO

La scorsa estate ha sorpreso parenti e amici con l’idea di girare l’Italia in bici, da solo. In molti forse non ci credevano, ma lui ce l’ha fatta: 4.200 km percorsi con una media di 200 al giorno, 68 mila metri di dislivello positivo, partenza da casa sua a Nogarole il 30 luglio e ritorno il 26 agosto, un viaggio reso epico dalle foto e video che ogni giorno pubblicava sulla pagina facebook Italiatuttotondo. E ora che sta per ripetere l’esperienza, ve la vogliamo raccontare. “Tanti dicono di aver girato la Calabria, la Puglia o qualche paese europeo durante un’estate ma in realtà si sono sparati 10 mila km in camper: hanno visto la strada e forse qualcosa dallo specchietto retrovisore – ci racconta Mario Fornasa –. Io invece voglio conoscere veramente l’Italia: la bici ti consente di visitare, conoscere la gente e vivere appieno il territorio”. Come è stato il viaggio 2017? Un’avventura in tutti i sensi. Conoscevo le mie capacità di sopportazione nelle gare di endurance fino a 24 ore, ma la vera sfida è pedalare 15

ore al giorno tutti i giorni per 24 tappe. Inoltre ci sono problematiche che non ti aspetti, l’inesperienza ti fa portare chissà cosa invece basta il minimo indispensabile, e poi credevo che viaggiare lungo la costa fosse semplice ma eccetto 600 km lungo l’Adriatico è tutto montuoso, anche al sud. Ci parli dell’itinerario 2017. Da Nogarole ho raggiunto il lago di Cavazzo in Friuli, da lì ho attraversato le Alpi fino in Val d’Aosta e sono sceso in Liguria e giù; a Solofra in Campania mi aspettava un amico. Mi hanno consigliato di attraversare l’Irpinia, bellissima ma altre montagne (ride). Poi Altamura, Matera e tutta la parte occidentale della Puglia, quindi ho risalito la costa adriatica fino a Este, dove gli amici sono venuti a “prendermi” per l’ultima pedalata fino a Nogarole e la sera abbiamo festeggiato nella sagra paesana. E quest’anno? Seguirò il senso orario, 3.800 km previsti: partirò il 21 luglio, salterò le Alpi e mi fionderò direttamente sugli Appennini verso Modena. Punto di riferimento saranno i laghi e il mare, l’acqua

ti da un supporto psicologico fondamentale. Scenderò lungo tutti i parchi naturali più famosi, attraverserò i monti della Calabria fino a Reggio. Lì mi imbarcherò per percorrere la Sicilia meridionale lungo la costa fino a Sciacca, poi direzione Palermo per il traghetto. Il 6 agosto mattina tappa strong 250 km attraverso tutta la Sardegna fino a Budoni, dove la mia famiglia mi raggiungerà in aereo per qualche giorno di vacanza insieme. L’11 di nuovo traghetto per Livorno e da lì Mantova, Valeggio, Riva del Garda e poi Campogrosso, per chiudere in bellezza con le nostre Piccole Dolomiti dove mi aspettano gli amici per tornare insieme a Nogarole. Arriverò il 18 agosto in tempo per la sagra! Come si orienta? Mi sto costruendo con un programma tutte le tracce tappa per tappa con Garmin e Strava, cercando di non perdermi le bellezze lungo il percorso. Con cosa viaggerà? Oltre alla bici un carrellino, borsone ermetico, tenda, materassino, sacco a pelo, telo di plastica come pavimento, 3 cambi da bici non di più, pantavento e un guscio termico. Vedendomi passare col carrellino dietro la bici in tanti mi parlavano in inglese o tedesco, pensavano che fossi straniero anche se avevo in bella vista la bandiera veneta! Cosa significa “Italiatuttotondo”? Mio padre quando scolpisce può fare un bassorilievo o un’opera a tutto tondo. Ecco, da lì l’idea di scoprire l’Italia e viverla in maniera completa, non superficiale.

ALTAVALLE | CORRIERE VICENTINO | GIUGNO 2018 | 29


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LA FORZA DEL CAMPIONE di CARLO CALCARA

Simone non ha ancora vent’anni, ma è forte e sicuro di sé. Ha una famiglia amorevole con cui vive a Montebello, tanti amici e una brillante carriera nell’hockey messa in pausa. Ah sì, perché Simone “Bobbe” Carraro è momentaneamente costretto su una sedia a rotelle, anche se ogni tanto bisogna accertarsene guardandolo. Perché a sentirlo parlare non sembrerebbe proprio così, anche quando racconta la sua storia. “È iniziato tutto il 13 luglio del 2017 ad un torneo di Splash Volley nel veronese. Entrando nella piscina sono scivolato battendo la schiena e finendo in acqua. I miei amici sono intervenuti salvandomi dal rischio di annegare, ma ho subito capito che la situazione era molto grave. Sono stato portato all’ospedale di Borgo Trento, dove ho subìto un intervento di dieci ore. Entrando ricordo di aver detto a mia mamma che se fossi rimasto così non avrei voluto continuare a vivere. Il giorno dopo mi sono svegliato intubato ma non riuscivo a sentire le gambe, le mani, niente. È stato l’inizio di un incubo, ho passato dieci giorni senza dormire, continuavo a pensare”. Ma Simone è prima di tutto uno sportivo, uno abituato a cadere e rialzarsi. “A Verona ho trovato uno staff meraviglioso, che mi sosteneva soprat-

tutto dal punto di vista umano. Ho passato il mio diciannovesimo compleanno in terapia intensiva tutto intubato ma con la mia famiglia, i miei amici e tanta positività intorno. Abbiamo anche potuto mettere la musica!” È proprio il calore umano, oltre alla sua caparbietà e coraggio, la parte più importante del suo recu-

pero. “Il 21 agosto sono stato trasferito a Vicenza in Unità Spinale, dove ho trovato un gruppo di ragazzi miei coetanei con i quali ho subito legato. Lì ho iniziato a lavorare per tornare in pista, consapevole che fosse una strada lunga e difficile, ma per nulla scoraggiato. Ho pianto tanto, ma non ho mai mollato. Ho ricevuto un sacco di sostegno, dalla mia famiglia e dalla mia ragazza ovviamente, dagli amici e anche dal mondo dell’hockey su pista. Pensa che mi hanno fatto arrivare una maglia autografata fin da Barcellona! La lista delle persone da ringraziare è infinita, sia per la loro vicinanza, che è stata fondamentale in quei nove mesi così difficili, sia per il loro impegno”. Lo scorso 4 maggio Simone è stato finalmente dimesso, e adesso è pronto per un nuovo inizio. “Le mie prospettive sono ovviamente cambiate, per ora. Per fortuna ho una testa che funziona, voglio tornare a studiare e prendere la patente per potermi sentire più indipendente. E poi naturalmente voglio tornare a fare sport! Pensa che pochi giorni prima dell’incidente avevo finito la mia tesina, incentrata proprio sugli sport paralimpici.”

MONTEBELLO | CORRIERE VICENTINO | GIUGNO 2018 | 31


MONTEBELLO

IL RITORNO DEL PROF di GUIDO GASPARIN

UN FUTURO PER LA PIAZZA di MARIA TERESA ORLANDO

I lavori alla rete di distribuzione del gas portano in dote il rifacimento della piazza di Montebello. Il cantiere è a pieno regime e interessa in questa prima fase proprio Piazza Italia. Il restyling dello spazio antistante il municipio consisterà principalmente nell’eliminazione dell’attuale dislivello tra la zona pedonale e la strada. Al termine dei lavori di scavo e di ripristino del manto stradale con nuovi cubetti in porfido, la piazza sarà infatti su un unico livello (con rampe in corrispondenza degli accessi per rallentare i veicoli) e sarà dotata di due canalette per favorire il corretto deflusso delle acque meteoriche. Si presterà quindi a manifestazioni di vario tipo, per valorizzare, secondo il disegno dell’Amministrazione comunale, il cuore pulsante del paese. Anche via 24 Maggio, lungo la quale si sposteranno successivamente i lavori sulla rete del gas, sarà interessata dal completo rifacimento della pavimentazione, così come dei marciapiedi. “L’intero intervento – spiega il sindaco Dino Magnabosco – sarà a costo zero per il Comune. Grazie all’accordo con i responsabili del gestore della rete del gas, sarà infatti completamente a carico dell’azienda, 32 | GIUGNO 2018 | CORRIERE VICENTINO | MONTEBELLO

che al termine dei lavori sulla rete si occuperà anche del completo rinnovamento della piazza e di via 24 Maggio”. LE MODIFICHE AL TRAFFICO Per consentire il veloce proseguimento dei lavori in piazza (chiusa al traffico fino alla loro conclusione), il Comune ha emesso un’ordinanza che dispone fino al 31 luglio alcune modifiche alla circolazione. È stato istituito un temporaneo doppio senso di marcia in via IV Novembre, via G. Vaccari (dall’incrocio con via IV Novembre a quello con Piazza Italia) e in via Marconi (dall’incrocio con Piazza Italia a quello con via San Francesco). Considerata inoltre la dimensione ridotta della carreggiata nei tratti di via Vaccari e via Marconi interessati dal provvedimento, viene istituito, nei medesimi tratti, il temporaneo limite di 10 km/h. “Ci scusiamo con i cittadini per gli eventuali disagi – sottolinea il sindaco - ma si tratta di interventi che non potevano più essere rimandati se non rischiando rotture della rete di distribuzione e che porteranno in dote una pavimentazione sia in piazza che in via 24 Maggio più sicura per gli spostamenti di auto, ciclomotori, ciclisti e pedoni”.

Dopo 45 lunghi anni va alla ricerca della prima classe a cui insegnò e la trova, rinsaldando il legame, più vivo che mai, con le alunne di allora. Era l’anno scolastico 1972/1973 quando il ventiseienne prof. Pietro Clementi, fiorentino di Pontassieve, giunse fresco di prima nomina a Montorso per insegnare italiano alla 1^C, interamente al femminile, della scuola media. Un solo anno all’interno di un’aula ricavata nell’attuale Municipio, allora ancora da ristrutturare, prima di proseguire ancora per un anno la sua carriera professionale al Liceo “Quadri” di Vicenza e poi tornare a Firenze. La partenza da Montorso fu un duro colpo per le ragazze, che si erano affezionate a quel bravo insegnante venuto da lontano. Ma mai si sarebbero immaginate di incontrarlo nuovamente dopo quasi mezzo secolo. È lo scorso autunno quando il prof. Clementi, in vacanza in Veneto, non resiste alla tentazione di tornare a Montorso per cercare notizie sulle sue prime alunne, di cui ricordava ancora tutti i nomi. Si reca davanti al Municipio e le emozioni iniziano a sgorgare. Chiede alla prima persona che incon-

Il Prof. Clementi con le ex allieve Giustina, Raffaella, Lorella, Paola, Mirella, Luigina, Bertilla, Marialucia, Carla, Agnese, Antonella


MONTORSO

INNOVAZIONE E CONDIVISIONE di CARLO CALCARA

tra notizie su questa e quell’altra ex alunna. È fortunato, perché la signora Natalia, che vive in piazza, conosce praticamente tutti e si rende subito disponibile a dargli una mano. Il professore lascia il suo numero e il giorno dopo il cellulare squilla: è proprio un’ex alunna della 1^C! Un’emozione indescrivibile per entrambi e per le 11 ragazze del ‘72/’73 che il 25 aprile si recano a Firenze per incontrare il loro professore. “Siamo rimaste stupite del fatto che ancora oggi si ricorda i vari aneddoti su ognuna di noi – racconta Giustina Zini -, noi che ad ogni festa di classe ricordavamo sempre il ‘bel professore’ dal caratteristico e fascinoso accento toscano. È stato come fare un tuffo nel passato, in quell’anno meraviglioso durante il quale il professor Clementi seppe tener a bada noi ragazze ‘vivaci e schiette’!”. Il tempo scorre, ma i ricordi e l’affetto per un maestro di scuola e di vita non passano mai.

Giovedì 24 maggio Fonderie di Montorso ha presentato il suo primo bilancio integrato ai suoi principali stakeholders. Pur non essendo vincolata dalla direttiva europea sulle informazioni non finanziarie, Fonderie di Montorso ha scelto di dotarsi ugualmente di questo strumento che le consente di collocarsi tra le imprese più innovative. Ad oggi sono infatti soltanto 6000 quelle in tutta Europa ad aver intrapreso questo percorso. Se lo scopo principale di un bilancio integrato consiste nel dimostrare ai diversi stakeholder come l’azienda sia in grado di creare valore nel tempo, alla sua base c’è però la strutturazione e l’esplicitazione di un preciso piano strategico. Fondamentale in questo percorso è stato infatti il lavoro di definizione di una mappa strategica integrata, realizzata assieme alla società di consulenza Mixura, per la definizione di obiettivi e la misurazione dei risultati. La mappa sviluppata da Fonderie di Montorso è innovativa in quanto considera il valore da generare non solo per il cliente, ma anche per tutti gli altri portatori di interesse: dipendenti, fornitori, azionisti, concorrenti, enti di controllo, istituti di credito, associazioni di categoria, comunità locale. Inoltre, il bilancio riporta le performance su tutti i capitali indicati dall’International integrated Reporting council: economico-finanziario, produttivo, umano, sociale - relazionale e naturale. Cinque le linee strategiche individuate: miglioramento dell’ambiente di lavoro, leadership di settore, indu-

stria 4.0, sviluppo della supply chain, tutela dell’ambiente. L’impegno aziendale sui diversi fronti si è tradotto, nel 2017, in significativi risultati: un fatturato di oltre 80 milioni con un valore aggiunto distribuito di oltre 25 milioni (di cui il 74% nella remunerazione degli oltre 400 dipendenti) e con tutti gli utili reinvestiti in azienda, investimenti produttivi, ambientali e strutturali per oltre 6 milioni di euro. “Il percorso che ci ha portato al bilancio integrato ha rafforzato la nostra visione di essere impresa innovativa e punto di riferimento per il settore delle fonderie, anche sotto il profilo sociale e ambientale - afferma la presidente Patrizia Comello -. È sicuramente nostra intenzione continuare ad ampliare la cultura della condivisione, ponendoci come azienda trend setter rispetto all’evoluzione normativa in materia di corporate reporting a livello internazionale”. Intanto la Sda Bocconi ha manifestato il suo interesse e ha già fatto sapere che il caso di Fonderie di Montorso sarà oggetto di studio degli MBA in partenza a settembre 2018.


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NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE

QUANDO LA PELLE È RINNOVABILE Trasforma un prodotto di scarto, la pelle, in un materiale di eccellenza: basterebbe solo questo per definire la concia un’industria sostenibile. Il settore ha però saputo anche creare le condizioni affinché i propri scarti produttivi, anziché rifiuti, diventassero materie prime per altre filiere industriali, adottando sempre più per il proprio sviluppo un approccio “circolare” integrato. Oggi i processi produttivi vengono concepiti ponendo particolare attenzione alle possibilità di riutilizzo dei prodotti, delle materie prime e alla capacità rigenerativa delle risorse prime. di NICOLETTA MAI 22,3% CASCAMI, RITAGLI, POLVERI

23,6% FANGHI

7,5% ALTRI SCARTI SPECIFICI DI SETTORE

ITALIANA RECUPERA OGNI ANNO 125 KM2 DI PELLE GREZZA

7,0% IMBALLAGGI 0,8% ALTRI RIFIUTI

L’INDUSTRIA CONCIARIA

L’84 % DEGLI SCARTI 38,8% BAGNI DI CONCIA

DI PRODUZIONE

È DESTINATO A RECUPERO RAPPORTO DI SOSTENIBILITÀ 2017 - FONTE UNIC

UNA PIATTAFORMA DI RICERCA PER RIDURRE L’IMPATTO AMBIENTALE

nato il processo del calcinaio ossidativo che oggi stiamo applicando assieme a quello tradizionale - spiega il coor-

Il progetto greenLife si è concluso un anno fa, ma i risul-

dinatore del progetto Guido Zilli, del Gruppo Dani -. Il

tati che sono stati raggiunti e gli stimoli che ha saputo

calcinaio ossidativo, sostituendo la calce e i solfuri con ac-

dare sono tuttora molto vivi.

qua ossigenata, consente innanzitutto un miglioramento

Il progetto è stato avviato nel 2014 ed è stato finanziato

della composizione dei reflui, ma anche il recupero delle

al 50% dal programma Life della Commissione europea.

acque di calcinaio per il rinverdimento delle pelli e il riu-

Cinque le aziende della filiera coinvolte: due concerie,

tilizzo delle proteine disciolte, opportunamente lavorate,

Gruppo Dani e Gruppo Mastrotto, l’industria chimica

per fertilizzanti e biostimolanti.

Ikem, l’industria di biotecnologia e prodotti tecnici per

Il progetto ha anche preso in considerazione il recupero

agricoltura Ilsa, il gestore dei servizi di depurazione Ac-

del pelo per un uso tecnico-agronomico. Trattandosi però

que del Chiampo.

di un recupero che ha senso solo se applicato su scala di-

L’obiettivo del progetto è stato quello di sviluppare un

strettuale, Acque del Chiampo ha avviato a questo propo-

nuovo processo di lavorazione per ridurre l’impatto am-

sito uno studio di fattibilitĂ  economica, tecnica e ambien-

bientale della filiera conciaria attraverso diverse linee di

tale per valutarne la sostenibilitĂ .

ricerca che, partendo dalla sperimentazione su scala in-

Gli orizzonti della ricerca sono aperti e il sito di greenLife

dustriale del calcinaio ossidativo, portasse al recupero dei

www.greenlifeproject.eu è ancora attivo, proprio perchè

bagni e alla valorizzazione dei sottoprodotti.

piĂš che un progetto vuole essere una piattaforma su cui

“Grazie al progetto di ricerca abbiamo internamente affi-

continuare a far convergere idee e proposte”. NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE | CORRIERE VICENTINO | GIUGNO 2018 | 35


NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE

ANCHE L’ECONOMIA CIRCOLARE HA BISOGNO DI REGOLE

I prodotti che vengono ricavati dagi scarti della concia sono altamente efficienti e totalmente compatibili con le

“L’Europa investirà molto nei prossimi anni nel setto-

esigenze di salute e ambiente.

re materie prime-seconde - afferma Paolo Gurisatti,

“Da queste sostanze si ottengono prodotti solidi e liqui-

economista e consigliere della Stazione Sperimentale

di, efficienti a bassissimi dosaggi, adatti per la concima-

di Napoli -. È un settore innovativo che richiede nuove

zione e la stimolazione di tutte le colture. Sono prodotti

competenze di classificazione dei prodotti e dei processi,

che vengono commercializzati in tutto il mondo e il cui

criteri di analisi e certificazione. Trasparenza e tracciabi-

utilizzo è ammesso in agricoltura biologica nel rispetto

lità sono requisiti fondamentali dell’economia circolare,

delle normative italiane ed europee. Inoltre uno studio di

che permettono di passare dalla fase di ricerca a quella di

impatto ambientale approfondito, condotto seguendo le

interesse per gli investitori e quindi di creazione di nuovi

linee guida dell’Unione Europea, Product Enviromental

sistemi di mercato. L’orizzonte strategico della stazione

Footprint (PEF) e Organisation Environmental Footprint

sperimentale, grazie al suo nuovo assetto organizzati-

(OEF), ha evidenziato la grande sostenibilitĂ  dei nostri

vo, è quello di affiancare le aziende nel recupero e nella

prodotti e dei nostri processi in comparazione con i ferti-

trasformazione degli scarti, sia per la fase di studio che

lizzanti convenzionali”.

di certificazione. La nuova frontiera è quella di diventa-

La concia, dunque, come preziosa alleata dell’agricoltu-

re centro di ricerca specializzato a certificare non solo la

ra, grazie a processi tecnologici che hanno come obiettivo

qualitĂ  della pelle e dei processi chimici, ma anche delle

quello di ottenere prodotti in grado di coniugare sempre

materie prime-seconde”.

più efficacia e sostenibilità. “I progetti di ricerca attualmente in corso e gestiti dal no-

DALLA CONCIA ALL’AGRICOLTURA

stro Centro Ricerche interno in collaborazione con le Uni-

Ilsa spa opera nel settore delle biotecnologie per l’agri-

versitĂ  di Padova, Bologna e Venezia, hanno per oggetto

coltura e produce concimi e biostimolanti per l’agricoltu-

lo sviluppo di biopolimeri e la realizzazione di fertilizzanti

ra specializzata e biologica. Le materie prime impiegate

per l’agricoltura di precisione, per il corretto uso dell’ac-

nei processi industriali sono prevalentemente di origine

qua in agricoltura e per l’incremento delle rese anche in

naturale: animale (collagene) e vegetale (erba medica e

presenza di condizioni sfavorevoli per l’agricoltura come

soia).

temperature estreme, siccitĂ , eccesso di acqua, eccesso di

“La nostra principale fonte di collagene è la pelle - spiega

sali nelle acque di irrigazione e cosÏ via. È una ricerca con-

il presidente di Ilsa Paolo Girelli - e ogni giorno, attra-

tinua che ci vede impegnati nel dare un contributo alla

verso i processi industriali di idrolisi termica ed enzima-

necessitĂ  di produrre piĂš alimenti - nel 2050 saremo piĂš

tica, trasformiamo circa 250 tonnellate di rasature e rita-

di 9 miliardi di persone - riducendo l’impatto ambientale

gli di pelli in materie prime per il settore dei fertilizzanti”.

generato dalle pratiche agricole”.

36 | GIUGNO 2018 | CORRIERE VICENTINO | NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE


NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE

NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE | CORRIERE VICENTINO | GIUGNO 2018 | 37


NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE

CONCIA SENZA CROMO

Un impianto pilota per testare tecnologie innovative di CARLO CALCARA

Con il contributo dello strumento finanziario Life dell’U-

vato ed ora è in fase di realizzazione. Si tratterà di veri-

nione Europea, Medio Chiampo sta partecipando, assie-

ficare l’impatto del nuovo polimero di concia sui diversi

me ad alcune aziende e all’Università di Venezia, al pro-

parametri da rispettare nel processo di depurazione e di

getto di ricerca Life 16ENV/IT/00416

considerare se l’innovazione è vantag-

relativo all’utilizzo di tecnologie inno-

giosa anche sul fronte del risparmio

vative in sostituzione al cromo.

energetico. Infatti, più un refluo è biodegradabile, minore è l’energia impie-

L’obiettivo è quello di individuare una

gata per la sua depurazione.

molecola alternativa al cromo, ma anche differente da aldeidi e tannini.

“Siamo molto felici di partecipare a

La ditta GSC Group, capofila del pro-

questo progetto - spiega il presidente

getto, con il supporto analitico dell’U-

di Medio Chiampo Giuseppe Ca-

niversità di Venezia, è l’ideatore della

staman -. Gli investimenti in ricerca

resina; la conceria Pasubio Leather

rappresentano un aspetto fondamen-

si occupa di testarne la sostenibilitĂ 

tale per lo sviluppo del settore e la

produttiva, mentre a Medio Chiam-

loro efficacia è senza dubbio maggiore

po è affidata la sperimentazione e la

quando coinvolgono i diversi soggetti

valutazione della sua sostenibiltĂ  am-

della filiera. Nel caso specifico del pro-

bientale. La sintesi del polimero è stata ultimata ed ora si procederà ai primi test sulle pelli. Per testarne l’impatto a livello am-

LA RICERCA È UN ASPETTO FONDAMENTALE PER LO SVILUPPO DEL SETTORE, SPECIE SE COINVOLGE TUTTI I DIVERSI SOGGETTI DELLA FILIERA

bientale Medio Chiampo ha progetta-

getto in corso, l’impianto pilota che è in corso di realizzazione potrà essere uno strumento importante anche per ulteriori ricerche. Ci permetterà di valutare l’efficacia di eventuali migliorie nei processi depurativi prima della loro effettiva introduzione, oltre a rappresentare un grande valore ag-

to un impianto pilota, ovvero un impianto equivalente al

giunto per la formazione scolastica, chimica e conciaria,

suo depuratore ma in scala. Il progetto è già stato appro-

del nostro territorio”.

38 | GIUGNO 2018 | CORRIERE VICENTINO | NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE


NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE

ASSOMAC: CRESCE L’EXPORT ITALIANO

WELFARE E CONCIA

L’Italia si conferma leader globale

in classifica ha aumentato il proprio

Sette mesi dopo l’adozione dell’ac-

delle macchine per la filiera pelle-

giro d’affari “solo” dell’8,4%. Nel

cordo integrativo provinciale, il

calzature, mentre la rincorsa della

comparto macchinari per la concia il

bilancio è positivo per aziende e

Cina rallenta.

trend è ancora piÚ acuto.

dipendenti. Sono state 85 le impre-

Dal rapporto congiunturale dell’As-

L’Italia, forte di una quota del 69%

se che hanno sottoscritto l’accordo

sociazione dei Costruttori di Tec-

del valore delle esportazioni, cresce

stipulato fra la sezione Concia di

nologie per Calzature, Pelletteria

nell’anno del 13,3% tenendo la Cina

Confindustria e i sindacati lo scorso

e Conceria emerge che nel 2017 il

a debita distanza. I ruoli si inver-

12 settembre. L’intesa introduce una

valore delle esportazioni di macchi-

tono, invece, quando si osserva il

grossa novitĂ : il premio consolidato

nari ha toccato quota 940 milioni di

trend dei macchinari per calzature:

maturato dai lavoratori dipendenti

euro, per un +6,3%, su base annua.

qui è Roma che insegue Pechino. Nel

viene retribuito sotto forma di ser-

Mentre l’Italia, che detiene la quota

campo delle macchine per pellette-

vizi legati al welfare invece che in

del 47% del valore complessivo, è

ria, infine, l’antagonista dell’Italia è

busta paga. Con strumenti welfare

cresciuta del 10%, la Cina seconda

Taiwan.

si intendono per lo più buoni pasto o benzina ma anche viaggi, cultura, benessere. In termini economici l’ac-

LA PELLE È SEMPRE PIÙ SOCIAL

cordo ha sancito un cambio di marcia importante, infatti ai dipendenti

Le pelli passano per il web? Sempre

L’immagine digitale di un brand è

viene riconosciuto un premio del va-

di piÚ! È per questo che Unic ha cre-

sempre piĂš importante per definirne

lore di 1200€ sottoforma di servizi,

ato un progetto finalizzato a dare alle

riconoscibilitĂ  e valore. Veicolarla

cifra piĂš che raddoppiata rispetto ai

aziende del settore concia un approc-

correttamente richiede però un’at-

500€ che si vedevano recapitare in

cio innovativo alla comunicazione.

tenta pianificazione che parte dalla

busta paga. In questi primi mesi la

Tre date, Milano, Santa Croce sull’Ar-

definizione dell’identità aziendale,

novitĂ  ha coinvolto circa 5 mila lavo-

no e Arzignano a cui hanno parteci-

passando per la scelta degli obietti-

ratori della valle del Chiampo ma si

pato, oltre ai relatori, Marianna Ghir-

vi comunicativi, dei destinatari, dei

prevede che nel prossimo biennio i

landa, Head of creative partnership di

messaggi e dei canali da utilizzare.

numeri possano aumentare.

Youtube, e Ilaria Barbotti, presidente

Scelte che richiedono conoscenze

degli Instagramers italia.

specifiche sulla struttura e i meccani-

Il progetto ha voluto evidenziare la

smi dei media digitali.

peculiaritĂ  della comunicazione digitale rispetto a quella tradizionale e fornire gli elementi per individuare le principali leve del digital marketing e il loro ruolo nel concorrere al raggiungimento degli obiettivi aziendali. E poi, per le aziende che ancora avessero dei dubbi, gli strumenti di base per valutare un progetto di comunicazione digitale, scegliendo quelli piĂš adatti a veicolare i propri messaggi in relazione alla propria capacitĂ  di investimento. NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE | CORRIERE VICENTINO | GIUGNO 2018 | 39



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