Corriere Vicentino settembre ottobre 2018

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Copia omaggio / anno XVIII - settembre - ottobre 2018

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EDITORIALE

SUL CARRO BESTIAME di STEFANO COTROZZI

SOMMARIO

L’

autista ferma l’autobus. Scende e gira attorno al mezzo con il cellulare in mano scuotendo la testa sconsolato. Poi fa qualche metro, così da avere nell’obiettivo tutto l’autobus, e comincia a scattare fotografie. “Non mi voglio prendere la responsabilità – urla ad alta voce – di tutta questa gente”. Rimonta sull’autobus e riparte. Destinazione scuole superiori della nostra provincia. Quello che ha fatto l’autista è stato fotografare una situazione che ogni giorno si ripete, anzi da anni succede e nessuno fa nulla per risolverla. Centinaia di ragazzi stipati all’interno dei bus per arrivare a scuola, a Vicenza, Alte, Valdagno. In piedi, ammassati uno contro l’altro senza la possibilità di potersi muovere. Come sardine diciamo noi, come trasporto bestiame sottolineano loro. Vecchi autobus sottodimensionati per il numero di passeggeri, trovare un posto a sedere non è un’impresa, è un miracolo. Un’impresa è riuscire a salire a bordo. Adesso nessuno di noi è un esperto di gestione di mobilità, ma un semplice calcolo, della serva dicevano un tempo, per sapere che tot abbonamenti è uguale ad un tot di studenti in viaggio, all’azienda di trasporti dovrebbero saperlo fare. Perché non provarci, magari una calcolatrice aiuta. E invece… chi non riesce ad entrare deve aspettare un altro autobus, perdendo un’ora di lezione se va bene, due se non trova più la coincidenza. E se per pura sfortuna (toccate ferro, please) avvenisse un incidente, cosa succederebbe? All’italiana a stracciarci le vesti e cercare un colpevole? Non sarebbe meglio evitare di doverci pensare, organizzando un servizio da paese civile? E poi che esempio diamo alle nuove generazioni? Lo stesso che è stato dato a noi… perché i gestori cambiano, ma i problemi non vengono mai risolti. ??

INCHIESTA

Naturalmente bello

8

INTERVISTA 14

Andrea Priante

ARZIGNANO 16

La Cannabis (legale) è arrivata ad Arzignano

MONTECCHIO 26 Per Memoria

CHIAMPO 30

Bruno Gallo: maestro di vita e di calcio

ALTA VALLE 31

La contra’ degli “stradini foresti”

MONTEBELLO 33 Un gialloblu tra i biancorossi

MONTORSO 35 Connessioni supersoniche

SPECIALE CONCIA 37

Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-2000 Bericaeditrice s.r.l. Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Vicedirettore Nicoletta Mai. Redazione: Guido Gasparin, Giuseppe Signorin, Elia Cucovaz, Davide Ghiotto, Carlo Calcara, Davide Martello, Maria Teresa Orlando. Editorialisti Alberto Fabris, Gianfranco Sinico, Francesco

Meneghini e Luisa Nicoli. Art director Alice Molon Foto di copertina Guido Gasparin Stampa: Centrooffset Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Federico Hanard 335 5293582

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4 | SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 | CORRIERE VICENTINO | OPINIONI

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BUFALA LA

FRANCESCO MENEGHINI

IL BICCHIERINO DI TROPPO

io padre ha fatto l’alpino in un piccolo paese del Cadore. Molte volte mi ha raccontato come fosse usanza rinfrancarsi tra commilitoni con qualche bicchierino più o meno clandestino, prima di affrontare le estenuanti guardie notturne a temperature glaciali. Senza nulla togliere al piacere di una o più grappette, il problema sta proprio qui: bere non aiuta a riscaldarsi, anzi. L’assunzione di alcolici, infatti, causa la dilatazione dei vasi sanguigni e, di conseguenza, fa disperdere il calore corporeo più velocemente. Inoltre,

“addormenta” i meccanismi di termoregolazione dell’organismo, lasciandoci soltanto quell’apparente sensazione di tepore iniziale. La grappetta, direte voi a questo punto, sarà inutile nella tormenta, ma è assolutamente efficace a conclusione delle cene più impegnative! Mi spiace deludervi, ma anche questa è una bufala: distillati e amari molto alcolici irritano le pareti dello stomaco, di fatto rallentando la digestione. Accettate dunque questo consiglio: se proprio volete provare a scaldarvi o a digerire in questo modo, fatelo con moderazione.

M

G

OPINIONI RANCORN NF E A I

R

H

o cambiato gestore di telefonia parlare con qualcuno al call center, segua mobile, tutto facile, rapido, sorquesta procedura”. Mi sento Sean Conneridente. Bene. Rincaso e, tutto ry in una spy story. Intasco il bigliettino e contento, consulto la mia applicazione per mi fiondo a casa, mi accomodo in poltrona la gestione delle spese. Perbacco, quanti e leggo: “Scegliere tra le opzioni proposte servizi a pagamento che non mi sono mai dalla voce registrata ‘FURTO E SMARRIsognato di richiedere! Beh, che ci vuole, MENTO’, inserire il seguente numero (…) chiamo il numero magie poi confermare. VerN R E O8 INT co, parlo con una gentile rete subito contattati”. voce e risolvo tutto. Già, Eh?? Devo fingere un che ci vuole? Ci vuole reato per parlare con tanta, tanta perseveranqualcuno dell’assistenza, sono un veterano delza??? Tra lo stupito e l’indignato, còmputo il le chiamate ai call center, numero. Parte la fastidigito, ri-digito, sospiro, digito ancora, tasto due, diosa musichetta che, ALBERTO FABRIS tasto cinque, tasto uno. POTERI PARANORMALI dopo meno di cinque Niente da fare, non riesco secondi, s’interroma comunicare con nessuno. Nessuno. Nespe: “Buon giorno, sono Tizio, mi dica”. Ma come? Niente attesa, niente “digiti suno. Spazientito, torno alla rivendita che uno due tre quattro… ”, niente. Rimango mi ha venduto, appunto, il nuovo abbointerdetto: “Sì… sì, buon giorno… ”. Non namento. Spiego la faccenda, sperando in riesco a non pensare a quello sguardo fisun loro slancio di generosa disponibilità. L’addetto mi guarda fisso, senza espressioso, assente, al quale ora attribuisco poteri paranormali. Perché quelli ci vogliono per ne, poi improvvisamente il suo sguardo si entrare in contatto con un essere umano accende e mi allunga furtivo un bigliettino di un call center entro cinque secondi… accompagnato da un sibillino: “Se vuole

GIANFRANCO SINICO

SIC TRANSIT...

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gni tanto c’è necessità in casa di recuperare posto per nuove esigenze familiari, cosicché capita di intrufolare il naso dentro vecchi armadi in disuso o scaffali poco praticati, per provare a liberarsi di vecchie cose inutili, con il risultato di ritrovarsi fra le mani testimonianze di un’altra vita, quella che non ricordavamo. Così, d’un tratto… questo lo devo tenere, quest’altro è troppo importante, come posso buttar via questo qua… E così la cernita si limita a seppellire solo miseri brandelli di memoria, lasciando che siano in futuro figli e nipoti, demolendo via via l’importanza delle cose, a fare al momento debito la definitiva irreversibile ripulitura. Ricordo che negli anni Settanta, avendo seguito da simpatizzante di Eugenio Scalfari la nascita del quotidiano La Repubblica, avevo accantonato come merce preziosa da collezionista i primi cento numeri del giornale. Durante uno dei ricorrenti traslochi, avevo poi optato per conservarne cinquanta. Era sempre la ragguardevole documentazione di un passaggio storico. Non mancò, successivamente, l’esigenza di far posto a qualcosa, per cui risparmiai i primi dieci numeri. Occuparono per anni una scansia poco praticabile, ma evidentemente indispensabile per un impiego diverso, visto che giunsi alla decisione di salvaguardare il primo numero di Repubblica, risalente al gennaio 1976. Non l’ho più visto da anni. Non so se sia servito a pulire i vetri o ad accendere il fuoco. Evito di chiederlo ai miei familiari, che mi guarderebbero con la consueta espressione di compatimento.

OPINIONI | CORRIERE VICENTINO |SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 | 5


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QUAL È IL LEGAME TRA PESO E SALUTE?

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CHI È D’ACCORDO CON LA NUOVA DIRETTIVA PER IL COPYRIGHT?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha diffuso dati preoccupanti sulle malattie “legate agli stili di vita”, che sono la causa dell’86% delle morti europee, come ictus, diabete, malattie cardiovascolari, tumori. Queste patologie sono determinate principalmente da sovrappeso e obesità, effetto di alimentazione non sana e inattività fisica. Contrariamente a quello che si pensa, ad esempio, le principali cause di tumori sono alimentazione e obesità (30-35%). Solo al secondo posto viene il fumo (25%), seguito da infezioni e inquinamento. Risulta quindi evidente l’urgenza di promuovere stili di vita sani e di contrastare obesità e sovrappeso ritornando al proprio “peso ideale”. La graduale perdita di peso deve essere raggiunta attraverso programmi di attività fisica mirati alla riduzione della massa grassa (e questo è possibile solo con determinate tipologie di attività), abbinate a regimi alimentari sani e corretti. Il “peso ideale”, inoltre, varia da individuo ad individuo. Il fai-da-te è quindi sconsigliato: senza il supporto di professionisti, rischia di non dare risultati duraturi o addirittura peggiorare le condizioni di salute iniziali della persona. “Siamo aggrappati gelosamente alla vita, ma facciamo di tutto per perderla”. Informazioni e consulenza gratuita: Centro Fisico Tel. 0445.490310

La preoccupazione dovuta all’epidemia di polmonite nel bresciano, che ha già causato oltre 500 contagi, 130 ricoveri e tre decessi (senza contare altri casi sospetti, anche recenti) ha avuto un’eco in tutto il Nord Italia e puntato i riflettori mediatici sul batterio che ne è la probabile causa: la legionella. La domanda che in molti si pongono è: nel nostro territorio siamo al sicuro? La risposta è: dipende. L’infezione delle vie respiratorie causata dalla legionella, detta legionellosi o “malattia del legionario”, non si trasmette da persona a persona. Il microrganismo vive nei ristagni d’acqua (tra i 25 e i 40°C) e penetra nel corpo se si inspirano minuscole gocce di queste acque infette (aerosol), come quelle prodotte da spruzzi nebulizzatori o condizionatori d’aria. Nel bresciano, per l’appunto, la legionella sarebbe proliferata all’interno di impianti di raffreddamento industriali non adeguatamente controllati, che avrebbero propagato nell’aria l’aerosol infetto. Prevenire il rischio biologico è un obbligo di legge per le aziende. Anche sul nostro territorio, quindi, è bene che esse sottopongano a controlli e sanificazioni periodiche tutti i propri impianti. Per informazioni: 0444 478406 | e-labo@e-labo.it

Il 12 settembre scorso il Parlamento Europeo ha approvato la nuova Direttiva per il Copyright. L’intento è quello di aggiornare le regole già presenti ma che risalgono al 2001, epoca in cui Internet era totalmente diverso da come lo conosciamo oggi. Le reazioni delle varie fazioni interessate non si sono fatte attendere. A favore della norma si sono schierate soprattutto le società coinvolte nel mercato musicale italiano, come SIAE e FIMI. Secondo loro le nuove regole, se approvate, porterebbero un maggior introito a editori, autori e artisti, riuscendo così a ristabilire una certa stabilità economico-finanziaria nell’ambiente musicale. Al contrario, chi si è scagliato contro questa legge sono soprattutto le grosse società informatiche, come Facebook e YouTube. Queste ultime sostengono che un maggiore controllo da parte di entità sovranazionali rischierebbe di avvicinare troppo il Web ai meccanismi dei media tradizionali, regno di accordi di licenza e regolamentazioni. In sostanza, vedono nella nuova legge una seria minaccia alla libertà di espressione online. La palla ora è passata al Consiglio Europeo: la norma dovrà essere discussa nei negoziati fra Unione e Stati membri nei prossimi mesi.


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INCHIESTA

Naturalmente

BELLO

di STEFANO COTROZZI, GUIDO GASPARIN E MARCO ALESSANDRI

Luoghi che non ti aspetti, natura rigogliosa, scorci mozzafiato. L’Ovest Vicentino cela contesti naturali di eccezionale pregio. Bastano uno zaino e due scarponcini per restare a bocca aperta. L’AMAZZONIA IN CASA NOSTRA C’è un luogo, a Sant’Urbano di Montecchio Maggiore, che per caratteristiche è lontano anni luce da tutto ciò che lo circonda. È un luogo fatto di canyon, forre, pozzi naturali, anfratti e scivoli di terra; un luogo in cui le piante hanno dovuto adattarsi, spingendosi sempre più in alto alla ricerca della luce del sole. Questo labirinto di roccia e di terra sono “Le Spurghe”, che si sviluppano sul Monte Costi, a pochi passi dalla frazione collinare di Montecchio. 8 | SETTEMBRE - OTTOBRE

2018 | CORRIERE VICENTINO | INCHIESTA


INCHIESTA L’ambiente naturale delle Spurghe è qualcosa di straordinario. In questa zona, come accade nei dintorni, ci si aspetterebbe di trovare dolci declivi erbosi o boschi. E invece, non appena ci si addentra, si viene catapultati in un luogo surreale, dove è la verticalità a farla da padrone. Un luogo da scoprire con le dovute precauzioni, sia perché si trova in terreni privati, sia perché nasconde molte insidie dovute proprio alla sua conformazione. Nelle Spurghe non è difficile perdersi, così come non è difficile imbattersi in profonde cavità o in tratti rocciosi pericolanti. Perché le Spurghe sono in continuo, lentissimo, ma costante movimento: ciò è dovuto al fatto che lo spesso strato superficiale di arenarie poggia su un sottile strato di tufi ed argille che lo separano dalla sottostante base calcarea. Un equilibrio instabile che, complice l’azione dell’acqua, ha comportato la frattura delle arenarie e il loro scivolamento verso valle. Ecco perché quando ci si avventura nel misterioso mondo delle Spurghe si è circondati da grattacieli di roccia separati uno dall’altro da profonde fratture e intervallati da cavità che scendono nel ventre della terra, come il “Buso del Mistro” o il “Buso delle Strope”. È il regno delle felci, delle liane e degli alberi, che per raggiungere la luce del sole hanno sviluppato altissimi fusti. Qui pochi animali, come il tasso e la volpe, hanno saputo adattarsi e non è raro incontrare le loro tane scavate alla base delle pareti rocciose. Le Spurghe sono tutto questo e molto di più, un’Amazzonia in casa nostra: un luogo che sembra sia stato catapultato qui da un altro continente e che per questo non smette di affascinare chi lo frequenta. (Si ringrazia per la collaborazione il prof. Claudio Beschin)

LA QUERCIA SOTTO CHIAVE Chissà quanti tramonti romantici, quante proposte di matrimonio, quanti pic nic tra amici, quante serate a vedere le stelle distesi su una coperta ha visto quella bellissima quercia. Ma anche ragazzi che quel giorno non avevano proprio voglia di andare a scuola o semplici amanti delle passeggiate hanno trovato ristoro sotto le sue fronde. Adesso non è più possibile: il terreno che circonda la pianta e da cui si può godere una vista spettacolare, è stato recintato. Non si può più entrare. I proprietari abitano lì vicino, dove Santa Margherita è già Roncà, sullo spartiacque tra la provincia di Verona e quella di Vicenza. Basta scendere qualche curva e arrivare in contrada Mozzarelli: lì si possono incontrare i residente mentre raccolgono l’uva durella. “Grande annata

questa, qualità e quantità”, ci fanno sapere con il sorriso. Appena si parla della grande quercia si rabbuiano: “Vede, per anni sapevamo che la gente entrava nella nostra proprietà e si godeva il panorama, non c’era niente di male. Poi abbiamo cominciato a trovare dei rifiuti abbandonati, ma era un fatto sporadico. Quando l’abbandono dei rifiuti è diventato costante, abbiamo anche messo dei cartelli, ma niente da fare. C’era anche chi ne approfittava per farsi il barbecue e chi accendeva il fuoco a ridosso della pianta, fino a quando qualcuno l’ha proprio incendiata, inserendo dei pezzi di legno in un incavo del fusto e dando loro fuoco. Sono dovuti intervenire i pompieri per spegnere l’incendio. La pianta è sopravvissuta, ma a quel punto abbiamo detto basta. Ci siamo stufati della maleducazione della gente e quindi abbiamo deciso di recintare il terreno e non avere più problemi”. Adesso la grande quercia, punto di riferimento per intere generazioni, rimane lì da sola, forse un po’ triste di non essere più un punto di ritrovo in cui assaporare panorami mozzafiato. Un cancello la divide dai maleducati, che non capiscono che il bello va preservato.

“CIAPARE I FRESCHI” Una delle località naturalistiche più suggestive della Valle del Chiampo è senza dubbio il “Laghetto di Campodalbero”. Nel territorio del comune di Crespadoro, risalendo la INCHIESTA | CORRIERE VICENTINO | SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 | 9


INCHIESTA

I PRÀ DEL FALDO

strada che dalla rinomata località Ferrazza porta verso la frazione di Campodalbero, qualche minuto prima di raggiungere il paesino e precisamente a 656 metri sul livello del mare si arriva a contrà Molino. Durante la bella stagione, questo luogo richiama moltissime persone alla ricerca di una tregua dalla calura che morde il fondovalle e la pianura per la presenza di un bellissimo laghetto, arricchito da un’area attrezzata per pic nic dove è possibile anche accendere il fuoco per cucinare sul posto. L’acqua è cristallina e poco profonda, per cui non è raro trovare persone che si immergono per rinfrescarsi. Pochi passi più in là c’è una grande cascata, dove sembra quasi d’obbligo scattare fantasiosi selfie e suggestive foto paesaggistiche destinate sicuramente a finire su Instagram. Il laghetto di Campodalbero è un luogo forse un po’ nascosto e sconosciuto ai più, ma nemmeno così tanto: durante le ferie estive, e specialmente nelle settimane centrali di agosto, per trovare parcheggio e un tavolo libero per sostare bisogna arrivare all’alba, ma… ne vale assolutamente la pena!

10 | SETTEMBRE - OTTOBRE

2018 | CORRIERE VICENTINO | INCHIESTA

Il Monte Faldo è un rilievo vulcanico di poco superiore agli 800 metri di altitudine, che un tempo erano abbastanza per poter emergere dalle acque dell’antico mare tropicale che ricopriva questo territorio. Nelle zone intorno alla cima, la lava che allora si raffreddava a contatto con l’aria assume oggi forme e colori davvero particolari, dal grigio al rosso e fino al blu. A ridosso della cima del Faldo, nel versante che si affaccia in direzione di Alvese, frazione di Nogarole Vicentino, si apre una enorme distesa semipianeggiante, che sembra essere nata da una dolce e lenta colata lavica sul fianco della montagna. Un luogo immerso nel silenzio della natura, che ogni volta lascia a bocca aperta tutte le persone di passaggio e che offre una vista spettacolare sulle Piccole Dolomiti. Questi sono i “prà del Faldo”, ma la località è conosciuta anche come la “campagnola de Dordo” perché un tempo il proprietario era Giovanni Repele detto “Dordo”, originario della contrà Conte a Marana di Crespadoro. Giovanni Dordo possedeva questa “campagna” e anche i casoni dove il bestiame che pascolava trovava rifugio durante la notte. Questa famiglia era considerata benestante per l’epoca: aveva talmente tante vacche che riusciva a produrre in loco il formaggio, senza dover portare il proprio latte al caseificio turnario. Ma come succedeva spesso, il capofamiglia era anche “padrone” e gestiva le sue proprietà senza consultare i figli: Giovanni si prestò come garante per un cugino che aveva aperto un negozio a Verona e a seguito del fallimento fu costretto a vendere tutto per onorare i debiti. A comprare questa distesa di prati furono allora i fratelli Verda, che vivevano poco distante, in contrà Rondini.


INCHIESTA

UN PERCORSO PER DUE COMUNI Sono l’abitato di Agugliana e la piana della Campagnola le mete del percorso escursionistico “Mario Filotto”, che unisce i territori di Montebello Vicentino e Zermeghedo. In circa due ore, partendo da Piazza Italia a Montebello e transitando per il cimitero di Zermeghedo, si raggiunge il piccolo ma estremamente affascinante altopiano situato sulle propaggini meridionali dei Lessini. Lungo questo sentiero non mancano gli incontri con le testimonianze della storia. Poco dopo la partenza, infatti, si sfiorano Villa Miari e il Castello dei Maltraverso, per poi attraversare i vigneti dove nasce il vino Durello, patrimonio di tutta questa zona ad alta vocazione vitivinicola. Dopo aver lasciato il cimitero di Zermeghedo, il sentiero sale nel bosco per poi raggiungere una zona coltivata ad ulivi, attraversare Contrà Guarda e raggiungere la frazione di Agugliana, incastonata in una verde conca dall’inconfondibile fascino bucolico. Per i più esperti il ritorno può essere affrontato lungo il sentiero attrezzato “Antonio Ponato”, di carattere alpinistico, che termina in Piazza Marconi a Gambellara.

che offre tratti nel bosco e altri su spazi aperti, con splendide vedute panoramiche sulla Valle del Chiampo e oltre. Non manca l’incontro con l’acqua, come avviene nella valletta in cui si trova il luogo denominato dell’“Omo Morto” per via di un’antica leggenda secondo la quale proprio in quel punto, dopo essersi dissetato al ruscello, morì un viandante. E non manca l’incontro con l’arte e la storia religiosa, grazie al passaggio davanti alla chiesetta dei Santi Marcello ed Anna, riconducibile ai secoli XIII-XIV. Il sentiero natura fa insomma scoprire le principali bellezze naturalistiche di Montorso e… senza fare troppa fatica.

STORIA E GEOLOGIA Alla scoperta del “sasso moro” – le rocce vulcaniche basaltiche utilizzate anticamente nella costruzione delle case – e della chiesetta di San Marcello. Sono questi i punti forti del sentiero natura “S. Marcello” a Montorso che, partendo dalle ex scuole di Ponte Cocco, disegna un percorso ad anello sulle colline che circondano il paese. Un’escursione semplice, che si affronta in circa due ore, e INCHIESTA | CORRIERE VICENTINO | SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 | 11


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È

partita. La stagione del nuovo corso targato Renzo Rosso ha finalmente preso il via. Dopo un’estate di ricorsi, ripescaggi mancati e sentenze non ancora chiuse tra B e Lega Pro, con diversi rinvii al campionato, il L.R. Vicenza ha iniziato il suo cammino nel girone B domenica 16 settembre in casa contro la Giana Erminio. Una vera festa, anche se è mancata la vittoria, in un Menti tinto di biancorosso che si è rifatto il look per l’occasione. Perché il patron della Diesel e della “OTB”, Only The Brave, ha voluto voltare pagina a 360 gradi e riportare i colori del Lane e il suo nuovo marchio presenti ovunque al Menti. Con gigantografie a ricordare i protagonisti del passato e uno sguardo che guarda lontano, al futuro. Per cancellare così delusioni, amarezze, preoccupazioni e timori che il fallimento aveva portato con sè. Il L.R. Vicenza è ripartito per cercare di ricostruire. Un mix tra il Bassano che è stato, qualche elemento del Vicenza che si è salvato ai play-out la scorsa stagione e una serie di volti nuovi arrivati a rinforzare una squadra chiamata se non a vincere subito ad essere comunque protagonista. I quasi 7mila abbonati sono il segnale che il il popolo biancorosso ci crede. La società sta cercando di coinvolgere gli

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industriali e le categorie economiche del territorio. “E le prime risposte stanno arrivando”, ha detto Renzo Rosso alla presentazione del L.R. Vicenza in piazza dei Signori. Nell’occasione ha ricordato anche le tante difficoltà e i numerosi ostacoli che la società ha dovuto affrontare per ripartire. Ma gli oltre 1500 arrivati in piazza a salutare il nuovo corso sono stati un segnale importante. Il patron della Diesel si è emozionato. Perché si vive di emozioni. A lui i tifosi chiedono di rinascere. E di riportare i colori biancorossi sui palcoscenici che meritano 116 anni di storia. La società posa le basi forti sul Bassano, confermati il tecnico Giovanni Colella e il direttore sportivo Werner Seeber tra gli altri, il settore giovanile resta affidato all’esperto Michele Nicolin e a portare ulteriore esperienza e professionalità è ritornato il direttore generale Paolo Bedin, già alla Lega Calcio di serie B negli ultimi anni. Il presidente resta Stefano Rosso, figlio del patron, in un assetto societario destinato ad essere modificato e allargato quanto prima. “La nostra società diventerà un simbolo, un punto di riferimento – ha detto Renzo Rosso –. Io sono con voi, sono uno di voi. Arriveremo dove tutti assieme vogliamo arrivare, non voglio guidare una famiglia, ma una città”.


INTERVISTA

di STEFANO COTROZZI

Andrea Priante

La vita che mi spetta La storia vera del bancario che rischiò di perdere se stesso per salvare i suoi risparmiatori

La vita che mi spetta

Andrea Priante, 37 anni, giornalista vicentino, è inviato del «Corriere del Veneto», quotidiano regionale del «Corriere della Sera». Si occupa soprattutto di cronaca nera e giudiziaria. La vita che mi spetta è il suo primo libro.

Nel marzo del 2012 sui giornali comparve la notizia del misterioso suicidio di Gabriele Andriotto, funzionario di una piccola banca della provincia di Rovigo. La sua auto venne ritrovata sulle rive del Po, all’interno il portafoglio e gli abiti ripiegati con cura. Dopo alcuni giorni, mentre ancora si scandagliava il fiume alla ricerca del corpo, familiari e amici si videro recapitare le sue lettere d’addio. Una decisione, quella di farla finita, difficile da comprendere, perché Andriotto aveva una vita tranquilla e all’apparenza perfetta: un lavoro ben retribuito, l’impegno nel volontariato, una moglie, una figlia ormai grande. Sette mesi dopo i giornali tornarono a occuparsi del caso, perché il bancario venne ritrovato dai carabinieri: aveva simulato il suicidio e si era nascosto in un trullo fra gli ulivi del Salento, dove viveva come un eremita, cibandosi di ciò che trovava. Per qualche giorno la notizia tenne banco sui quotidiani, tra chi lo definiva un eroe, un novello San Francesco che aveva avuto il coraggio di mollare tutto per rifarsi una vita, e chi lo considerava un vigliacco per aver abbandonato la famiglia. Scritto con uno stile a metà fra biografia e romanzo, pagina dopo pagina il libro svela i retroscena di un’esistenza tutt’altro che perfetta: il matrimonio naufragato da tempo, l’amore per un’altra donna, il castello di bugie. Ma soprattutto spiega il vero motivo della sparizione: un segreto che affonda le radici nell’attacco alle Torri Gemelle e nel tentativo disperato di “salvare” centinaia di clienti della banca, che si erano fidati di lui, dal crollo globale delle Borse che seguì l’11 settembre.

Andrea Priante

Il giorno del mio suicidio è marzo e pare estate. Il sole si specchia sul Po, deciso a coccolare Adria e gli altri paesini a ridosso del fiume. Qualcuno direbbe che un sabato così luminoso sia un buon giorno per morire. Io, almeno, lo penso.

«Dovevo scegliere: rinunciare a ciò che ero realmente, oppure salvarmi. La notte mi chiedevo come sarebbe stato. Fantasticavo di poter urlare la mia rabbia, piangere se stavo male o ridere fino a farmela sotto, fregandomene dell’opinione degli altri. E soprattutto sognavo di piantarla con le bugie. A mia moglie, ai clienti della banca, alle persone che incontravo. Era diventato un pensiero fisso».

IL FU GABRIELE ANDRIOTTO

ISBN: 978-88-98605-80-4

E 14,00

La cronaca nera è adrenalinica, per un giornalista può diventare vera passione. Ogni mattina ti svegli e non sai che storia dovrai raccontare. La cronaca nera ti permette di confrontarti con persone e situazioni incredibili. Andrea Priante, montecchiano doc, anzi di San Pietro, sottolinea, da anni è firma di punta della nera e giudiziaria del Corriere del Veneto. Ogni mattino segue i casi più interessanti della nostra regione per poi raccontarli nelle pagine del suo giornale. Nel marzo del 2012 segue la storia di un suicidio ad Adria in provincia di Rovigo. Una notizia marginale, relegata a poche righe nei giornali, la storia di un bancario molto noto nel paese che ha deciso di farla finita. Gli abiti ben piegati, l’automobile parcheggiata vicino al Po, i sommozzatori che scandagliano il fiume alla ricerca

14 | SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 | CORRIERE VICENTINO | INTERVISTA

di un corpo che però sembra sia stato inghiottito dall’acqua. Dopo qualche giorno ai famigliari arrivano delle lettere d’addio. La notizia si ferma lì.

Ma non è finita... No, anzi la notizia diventa importante perché dopo otto mesi Gabriele Andriotto viene ritrovato dai Carabinieri, per pura casualità, in un trullo in Puglia dove viveva come un eremita cibandosi di quello che offriva la terra.

Dopo il suo ritrovamento riesci ad intervistarlo? No, lui non parla con nessun giornalista, non si fa neanche fotografare, ma la sua storia mi colpisce molto.


INTERVISTA

Perché? Tutti nella vita abbiamo pensato almeno una volta di scomparire. È la versione più estrema del “mollo tutto e apro un chiringuito”, un bel richiamo al “fu Mattia Pascal”.

Cosa hai fatto? Non l’ho mollato per due anni. Mi sono appostato fino a quando non sono riuscito a trovarlo, anche se con difficoltà, perché non lavorava più in banca: stava collaborando con un’associazione di volontariato. Quando lo vedo gli propongo di scrivere un libro, ma lui mi dice secco di no. Alla fine riesco ad ottenere il suo numero di cellulare. Torna a vivere ad Adria e per due anni lo stalkerizzo insistendo continuamente, ma alla fine mi arrendo: penso che evidentemente questa non era la mia storia.

Però il libro lo hai scritto… Gli invio un ultimo messaggio per dirgli che non lo avrei più disturbato e a sorpresa lui mi dice: “Ok, andiamo avanti”. A quel punto cominciamo ad incontrarci periodicamente e lui inizia a confidarsi e ad aprirsi. Mi racconta come è uscito da una società iperconnessa simulando il suicidio, rinunciando al cellulare, indossando occhiali da sole e berretto per non farsi riprendere dalle telecamere mentre in bici va a prendere il treno a Ferrara per poi arrivare nel Salento. Di come ha vissuto otto mesi con un euro al giorno, della natura circostante, di come ha sistemato il trullo con il materiale che trovava in una discarica abusiva, perché voleva vivere come un eremita, non come un barbone.

colpa delle Torri Gemelle. È una vita d’inferno per dieci anni, ma riesce a farla franca. I soldi aumentano nei conti dei clienti, ma proprio quando ha ripianato quasi tutto il colpo di scena: viene scoperto da un cliente.

E qui decide di scappare... Qui è interessante, perché racconta come si possano innescare tutta una serie di eventi in una persona normale, apparentemente solida, in un mondo buio dove non c’è via di scampo. Lui pensa al suicidio, ma alla fine decide di azzerare tutto. Dalla vita non puoi scappare, ti raggiunge anche in un trullo disperso nel Salento, ma ti offre anche una seconda chance.

Lui infatti torna ad Adria... Si, ha scoperto la bellezza della solitudine, ha imparato a dire la verità, ad avere il coraggio delle proprie responsabilità. Ha chiesto scusa ai suoi clienti, ma tutti hanno capito. Alla fine lui non ha intascato un centesimo. Ad Adria, durante la presentazione del libro, lo hanno lungamente applaudito. Gabriele Andriotto è un uomo che ha vissuto tre vite: quella delle bugie, quella della libertà e della solitudine e infine quella di essere se stesso all’interno della società, dove oggi si è ricavato il posto che gli piace.

Ma perché ha fatto tutto questo? Stiamo parlando di un ragioniere con un ottimo lavoro in banca, stimato da tutti, impegnato nel volontariato e con una famiglia perfetta. Tutto però era solo apparenza. Voleva riprendersi la vita che gli spettava, che aveva sempre sognato, ma che la quotidianità gli aveva tolto. Il matrimonio era oramai finito da anni e in banca aveva costruito un castello di bugie per salvare i soldi dei clienti dell’istituto di credito che si fidavano di lui dopo l’11 settembre.

Si era intascato i soldi? No, anzi, si sentiva responsabile per tutte le persone che si erano fidate di lui. Così reinveste i soldi delle loro azioni che erano rimasti, recupera quelli persi per

Andrea Priante

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LA CANNABIS (LEGALE) È ARRIVATA AD ARZIGNANO di DAVIDE MARTELLO

Una delle poche tabaccherie che ha deciso di vendere la cannabis light è “La Vigna”, il cui gestore spiega: “Credo che la legge sia sufficientemente chiara: l’importante è che la cannabis non venga esposta tra i tabacchi e che non venga equiparata a essi. Le forze dell’ordine hanno disposto diversi sequestri in varie tabaccherie che la vendevano, ma hanno poi sempre restituito tutto senza alcuna sanzione. La verità è che comunque non si tratta di un mercato particolarmente rilevante: tra i miei clienti non ci sono consumatori abituali, ma per lo più curiosi (di tutte le età e condizioni) che la vogliono solo provare per curiosità. In fin dei conti è pur sempre un surrogato della vera e propria cannabis, senza alcun effetto particolare. Molta gente pensa: alla birra analcolica preferisco l’acqua!”.

Avete voglia di una canna? Ora potete fumarvela senza problemi. Più o meno. Dalla fine del 2016, infatti, è possibile acquistare legalmente la cannabis light, anche se la legge non chiarisce se sia lecito fumarla. Abbiamo chiesto ai tabaccai di Arzignano come questa novità stia cambiando il loro lavoro. “Abbiamo scelto di non proporre la cannabis light perché al momento la normativa è poco chiara e temiamo le conseguenze legali della vendita spiega il personale della tabaccheria “Il Campanile” -. Sulle confezioni di cannabis light è addirittura scritto che il contenuto non può essere fumato, per dare un’idea di quanto la situazione sia confusa”. “La stessa Federazione Italiana dei Tabaccai ha raccomandato prudenza nella vendita del prodotto a causa dei

dubbi su cosa sia consentito e cosa no. Inoltre non siamo particolarmente favorevoli alla legalizzazione di una sostanza del genere”, confermano i gestori dell’edicola-tabacchi “Del Corso”. Anche la tabaccheria “Villaggio Giardino” ha preferito la prudenza: “Non pensiamo sia moralmente sbagliato vendere la cannabis light, ma le tabaccherie sono luoghi delicati, dove si vendono prodotti sensibili come le sigarette o i gratta e vinci. Abbiamo preferito non correre alcun rischio. Peccato, perché diverse persone ce l’hanno chiesta”.

Con la Legge 242/2016 sono stati legalizzati la produzione e il commercio di alcune varietà di canapa, una pianta che può essere utilizzata in molti ambiti (tessile, edilizio, alimentare) e le cui infiorescenze, se fumate, danno il noto effetto rilassante. Attenzione però: in commercio si possono trovare le infiorescenze che contengono una quantità minima di THC, il principio attivo che porta all’effetto drogante vero e proprio (che deve essere inferiore allo 0,6%). Nei negozi si trova quindi la cannabis light, che non ha effetti psicotropi ma solo rilassanti, a differenza della cannabis illegale, in cui la concentrazione di THC è circa dell’8%.

CARLO ALBERTO ZAINA (Avvocato) Sulla vendita della cannabis light si è creato un dibattito fuorviante, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di fumarla. In realtà la legge autorizza la produzione di alcune qualità a basso contenuto di THC e non vieta espressamente di fumarle e ciò che non è vietato va considerato lecito. GUIDO NOALE (Presidente provincia Vicenza della Federazione Italiana Tabaccai) La FIT ha sconsigliato alle tabaccherie di procurarsi la cannabis light poiché i rivenditori non possono vendere surrogati del tabacco, pena la revoca della licenza: la legge non chiarisce se la cannabis rientri in questa categoria e quindi abbiamo preferito mettere in guardia gli aderenti alla categoria. GIANNI ZINI (Direttore SerD ULSS 8) Il Consiglio Superiore di Sanità ha espresso dei dubbi sulla vendita della cannabis light, perché non si conoscono bene gli effetti di lungo termine. Ad esempio non si sa con precisione che conseguenze potrebbe avere nelle persone in gravidanza o che assumono farmaci. È una sostanza che va quindi tenuta sotto osservazione e regolamentata, anche se regolamentare non equivale necessariamente a proibire.

16 | SETTEBRE - OTTOBRE 2018 | CORRIERE VICENTINO | ARZIGNANO


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LE GALLINE

DEL CONTE

di DAVIDE MARTELLO

Anche le leggende muoiono ma, se sono leggende vere, qualcosa di loro rimane. È quello che è successo al Conte Fiocchi, autentico mito della Valle del Chiampo: ex imprenditore conciario, dilapidatore di ricchezze senza rimorsi, clochard per scelta, amante del buon vino e protettore degli animali, morto poco più di un anno fa in un incidente stradale. Il Conte Fiocchi non era certo un conformista e non lo è neppure la sua eredità. Poco dopo la sua morte, i volontari di Gattoovest, un’associazione di “gattari” che si occupa di proteggere e curare i gatti randagi, hanno visitato la baracca dove viveva, per verificare le condizioni degli animali che il Conte teneva con sé. Hanno trovato 15 gatti e un centinaio di volatili da cortile, tra cui oche, galline e anatre. L’arrivo dei volontari ha scatenato il fuggi fuggi degli animali, tra i quali c’era anche una chioccia che, scappando, ha lasciato dietro sé un nido con 11 uova. Una dei volontari di Gattoovest, Marcellina Zorzanello

ventati in poche settimane dei rumorosi galletti e quindi Zorzanello, per risparmiare al vicinato i loro concerti mattutini, ha dovuto affidarli a delle fattorie. Le 3 galline sono invece rimaste e da qualche mese hanno iniziato a deporre le uova che vengono poi messe a disposizione di un Gruppo di Acquisto Solidale di Arzignano, i cui membri possono ora godere dell’inaspettata eredità del Conte Fiocchi. di Arzignano, ha deciso di occuparsi delle uova e di provare a farle schiudere. Le ha sistemate in un vaso per fiori con sopra una lampada, per tenerle al caldo, e le ha tenute nel suo garage affollato dai gatti recuperati dall’associazione. Ha poi infilato tra le uova delle spugne umide, per mantenere l’umidità necessaria, e due termometri, per controllare la temperatura. L’esperimento è andato a buon fine e pochi giorni dopo 10 uova si sono schiuse e ne sono usciti 10 pulcini (3 femmine e 7 maschi), i primi eredi dello zoo del Conte Fiocchi. Purtroppo, i 7 pulcini maschi sono di-

Luigi Dal Maso – noto a tutti come il Conte Fiocchi – è stato un personaggio molto amato e conosciuto nelle zone di Arzignano e Chiampo. Diventato benestante come gestore di una conceria, ha poi sperperato le sue ricchezze in una vita da dandy in giro per l’Europa. O almeno così era quanto lui stesso sosteneva nei suoi racconti durante le frequenti visite ai bar della zona. Dissipati i suoi averi, si era stabilito in una baracca a Chiampo (nonostante l’Amministrazione gli avesse proposto delle dimore più dignitose), dove dava riparo anche a molti animali randagi. È morto il 9 agosto del 2017 a 77 anni, investito da una macchina mentre si spostava in bicicletta nella zona di Zermeghedo.

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L’APPRENDISTA GENIALE di GIUSEPPE SIGNORIN

VINTAGE IN PIAZZA di DAVIDE GHIOTTO

Due giorni dedicati alla vendita di abbigliamento vintage nel centro di Arzignano. Si chiama “Arsenico e vecchi merletti. Vintage e non solo…” il progetto portato avanti dall’Inner Wheel di Arzignano (l’associazione femminile del Rotary Club) e la Cooperativa Insieme. Le due associazioni sabato 20 e domenica 21 ottobre in via Broli esporranno e venderanno abiti di seconda mano per finanziare progetti di solidarietà per la cittadinanza. In questa edizione saranno protagonisti anche piante officinali e prodotti per l’estetica. Saranno infatti presenti due consulenti di bellezza, che nella giornata di sabato offriranno un servizio di trucco con i loro prodotti.

Si chiama “L’apprendista geniale” e la sua autrice è un’artista sempre più eclettica partita da Arzignano in direzione Roma ormai parecchi anni fa e oggi uno dei personaggi principali de “L’allieva”, serie TV in onda su Rai1. Parliamo di Anna Dalton che, oltre a essere una bravissima attrice, ha da poco debuttato come scrittrice con Garzanti, storica casa editrice che ha deciso di puntare sul suo primo romanzo, in cui racconta di una ragazza con il sogno di fare la giornalista. Il 19 settembre il suo tour di presentazioni ha fatto tappa ad Arzignano e, in occasione del suo ritorno nel paese di origine, le abbiamo fatto qualche domanda. Dalla recitazione alla scrittura: com’è stato il passaggio?

Sono due mestieri completamente diversi, per cui mi sono preparata in modi diversi. Tre anni di Accademia e cinque anni di Facoltà di Lettere. Lo studio non è sufficiente, certo, ma è utile per sapere da dove iniziare. “L’apprendista geniale” è un libro di sogni: il tuo si è realizzato? Pubblicare un romanzo per Garzanti è sicuramente un grande traguardo. E ad ottobre andrà in onda su Rai1 la seconda stagione dell’“Allieva”. Sono tanti i sogni che ho realizzato, ma ce ne sono tantissimi ancora da realizzare Un tema importante del libro è l’amicizia... La protagonista del libro, Andrea, va a vivere e studiare in un college prestigioso che si trova in una piccola isola di Venezia. Partirà sola, ma lì troverà un gruppo di amici che la aiuteranno nel suo percorso. E per lei saranno fondamentali. Tante le presentazioni: come ti sembra questa nuova avventura? Ho presentato il libro in varie città, tra cui Mestre, Trieste, Vicenza, Verona, Roma e anche in Sardegna! È molto bello confrontarsi con chi ha letto il libro e sapere cosa ne pensa. Ma presto mi dovrò rimettere a scrivere per il seguito de “L’apprendista geniale”. E allora non ci resta che augurarle un buon lavoro e aspettare!

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IL MIRACOLOSO RITORNO ALLA VITA di GIUSEPPE SIGNORIN

Studioso e ricercatore di storia del territorio vicentino, Silvano Fornasa, di Castelgomberto, ha appena pubblicato per i tipi di Marsilio un libro decisamente originale: “Il tempo di un respiro. Il miracolo del ritorno alla vita in terra vicentina”. Oggetto della sua indagine un fenomeno di devozione popolare che attraversò i secoli dal tardo Medioevo fino alle soglie dell’età contemporanea in Europa e in parte anche nel nord Italia. Parliamo della credenza, piuttosto scioccante per la mentalità moderna ma comprensibile se rapportata al periodo in questione, del momentaneo ritorno alla vita dei bambini nati morti o morti alla na-

scita senza aver ricevuto il battesimo. “Sorsero in Europa santuari del ‘ritorno alla vita’ - spiega Fornasa -. Qui, davanti ad un’immagine sacra o ad una reliquia ritenuta miracolosa, veniva esposto il bambino nato morto o spirato appena dopo la nascita, prima di aver potuto ricevere il battesimo. Agli occhi di parenti e fedeli raccolti in preghiera, la creatura tornava momentaneamente in vita, giusto il tempo necessario a ricevere il battesimo, garantendosi così una sepoltura in terra consacrata”. In questa ricerca si parla anche di Arzignano, dove il 28 settembre il libro è stato presentato nel Cortile di Casa Mistrorigo.

“Esattamente. La ricerca si è infatti concentrata sulla diocesi di Vicenza, dove sono stati individuati 25 eventi miracolosi di temporaneo ritorno alla vita, relativi a diverse località fra cui Arzignano. Proprio in questo paese, l’aspetto più interessante è stata la scoperta di uno specifico santuario del ritorno alla vita, quello della ‘Madonnetta dei Frati’, dove per una ventina d’anni venivano portati i bambini morti senza battesimo, dal paese e da fuori, per la momentanea miracolosa resurrezione”.

PARROCCHIE SICURE di MARIA TERESA ORLANDO

Piccoli furti e atti di vandalismo non risparmiano neanche le parrocchie, che sono un ambiente sensibile frequentato quotidianamente sia da giovani che da anziani: non solo perché all’interno delle parrocchie ci sono monumenti e opere artistiche di valo-

re che potrebbero essere una preda facile e golosa per i ladri, ma anche perché esse sono un punto di ritrovo per i diversi quartieri, dove i volontari si alternano nelle feste o sagre che sono il fulcro della vita sociale del comune. Con il progetto “Parrocchie sicure” il Comune di Arzignano vuole cercare di evitare che certi fatti accadano in un periodo in cui “i microcrimini all’interno degli ambienti parrocchiali - racconta il presidente del Consiglio comunale Enrico Marcigaglia - sono in aumento. L’idea è semplice ed efficace: grazie ad un contributo del Comune pari al 70% del costo, le parrocchie si pos-

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sono dotare di un impianto di videosorveglianza privata. Questo sarà un deterrente per i bulletti di quartiere che non potranno più creare danni e un’arma preziosa in mano agli inquirenti nel caso di qualche furto. Le parrocchie – continua Marcigaglia – hanno un valore importante per la nostra comunità e pertanto devono essere protette e sicure”. Le due Unità pastorali hanno aderito all’iniziativa promossa dal Comune di Arzignano: 23 telecamere dai primi di dicembre entreranno in azione negli oratori, canoniche, spazi giovanili oltre che, naturalmente, nelle chiese di tutto il territorio arzignanese.


50 ANNI

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A TINTE GRANATA di CARLO CALCARA

Lo sport, soprattutto il calcio, è sempre stato parte integrante del tessuto di Tezze. Anche prima che, cinquant’anni fa, nascesse l’A.S.D Calcio Tezze. Valbruna prima, Olimpia poi, il calcio da queste parti ha provato a fiorire con diversi nomi. Ma solo uno è rimasto. Chiunque sia passato, calcisticamente parlando, dalle parti del Campo, sia pure per poco tempo, ha sicuramente avuto a che fare con uno dei pilastri fondanti dello spirito granata: “El ponta”. Armando Piacentini nel 1968 diede il proprio prezioso contributo alla nascita della squadra, una longeva militanza che dura da mezzo secolo.

Come nasce l’idea della squadra? “Ho sempre abitato qui - racconta proprio Armando Piacentini, presidente del Calcio Tezze ed ex calciatore -, spostandomi in diverse città e squadre all’inseguimento del goal. Vicenza, Schio, Valdagno, Rovereto, Malo, sono solo alcune delle squadre in cui ho avuto il piacere di giocare. Poi nel 1968 da una consulta con l’allora sindaco Giacometti e Don Giovanni Allegri è emersa la necessità di trovare una destinazione al campo che era stato dell’Olimpia. È nato quindi un nuovo sodalizio sportivo, che mi sono offerto subito di aiutare, rinunciando

anche alla possibilità di un campionato Interregionale a Conegliano.” Dal rischio ruspe al campo. Quante soddisfazioni in 50 anni... “Tante davvero! Dalla Terza Categoria siamo riusciti, una promozione alla volta, a raggiungere il campionato di Eccellenza. Un risultato arrivato nella stagione 1999/2000. Ma la cosa più importante, secondo me, sono prima di tutto i rapporti umani. Il risultato sportivo fa piacere, certo, ma per me conta di più divertirsi. È così che ho sempre visto il calcio.”

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TRI SPORT IS MEGL CHE UÀN! di CARLO CALCARA

Cosa ci può essere di meglio per un amante dello sport di poter praticare tre discipline insieme? Forse è proprio questa idea che sta spingendo sempre più appassionati di tutte le età a intraprendere il duro cammino del triatleta. Ad Arzignano è appena nata una squadra che punta ad aiutare la crescita nella provincia di questo sport e che porta il nome di una campionessa che ha deciso di mettere la sua passione e la sua esperienza a disposizione degli atleti. “Nel gennaio del 2018 è ufficialmente partita l’avventura del Martina Dogana Triathlon Team - racconta proprio Martina Dogana, pluricampionessa italiana di triathlon e tra le fondatrici della neonata formazione -, una squadra nata con l’idea di diffondere questa disciplina in tutte le sue forme. Il nostro obiettivo è quello di far conoscere questo sport in maniera trasversale. Tutti possono praticare il triathlon, dai più giovani

ai più ‘maturi’. I requisiti di base sono: riuscire a fare almeno una vasca (25 metri) a nuoto, saper andare in bicicletta e, naturalmente, correre. Per partire ci vogliono solo tanta voglia di mettersi in gioco e di fare fatica! Poi la resistenza si allena, così come la tecnica. Abbiamo un team di allenatori e istruttori certificati e altamente preparati, io stessa ad esempio sono istruttore Fin (Federazione Italiana Nuoto) e Fitri (Federazione Italiana Triathlon). Inoltre abbiamo stretto accordi con strutture sportive come piscine e palestre per gli allenamenti indoor nel periodo invernale e con centri medici e professionisti legati al mondo dello sport per creare una cultura sportiva e supportare al massimo gli atleti iscritti. Al momento abbiamo una quarantina di atleti tesserati Fitri, con due atlete professioniste, ossia io e Irene Coletto, che ha deciso di gareggiare con i nostri colori. Da settembre poi

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sono partiti dei corsi di avviamento al triathlon riservati al settore giovanile, dai 6 ai 16 anni, con l’obiettivo di partecipare con i piccoli triatleti alle gare della stagione agonistica 2019. Si tratta di allenamenti specifici di nuoto, bici, corsa e preparazione atletica, che saranno tenuti nelle tre sedi di Arzignano, Malo e Cornedo. Soprattutto grazie al lavoro con i giovani vogliamo diffondere il nostro credo di uno sport intriso di valori da rispettare. Il triathlon è uno sport in cui c’è grande competizione, ma allo stesso tempo grande rispetto per l’impegno e la fatica degli altri, per questo abbiamo un codice etico con cui vogliamo combattere ogni forma di doping e di slealtà civile e sportiva. Sono valori che secondo noi dovrebbero accompagnarci sempre, sia nell’attività sportiva che anche nella vita quotidiana”.


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GOL E PALLA AL CENTRO PER LA SOLIDARIETÀ di STEFANO TESTONI

Calcio e solidarietà sono binomio forte nell’ovest vicentino grazie al Torneo Graziano Peretti quest’anno giunto alla sua nona edizione. Una kermesse calcistica riservata alle giovani promesse con tanti gol e ottimo spettacolo sui campi ed emozioni fuori dal rettangolo di gioco col cuore di tanti appassionati che hanno contribuito alla ricerca. Più di 3000 gli euro raccolti con le donazioni su Facebook, un modo nuovo per stare vicino a quelle famiglie che necessitano di aiuti importanti per fare crescere nel migliore dei modi figli con problemi di autismo. Applausi per l’Inter tornata a vincere il torneo e applausi alla solidarietà. E il prossimo anno ci si ritroverà per festeggiare i dieci anni del torneo, che stagione dopo stagione aumenta il bagaglio tecnico e la qualità con arrivi importanti e tanti giovani talenti che un domani potrebbero chissà magari calpestare palcoscenici di importanza mondiale. “Quello di quest’anno

“Quest’anno abbiamo avviato anche la raccolta fondi su Facebook per continuare a dare aiuto alle persone bisognose affinchè possano vivere nel migliore dei modi - spiega Lorella Peretti, vicepresidente della Fondazione Peretti -. Siamo soddisfatti di quanto abbiamo fatto e di quanto faremo ancora, perchè la fondazione Onlus intitolata a mio padre Graziano non smette mai di lavorare e continua a farlo per tutto l’anno”.

è stato un torneo davvero di qualità importante - spiega Luca Balduzzo, responsabile organizzativo -, abbiamo visto tanti giovani talenti e vedere la tribuna del Dal Molin colma di tifosi per le finali è stata una grande soddisfazione per tutti noi. Tutte le partite sono state molto equilibrate: nel girone di Trissino la partita finale tra Inter e Atalanta ha deciso il primo e l’ultimo posto, questo per far capire quanto fosse equilibrata. Grazie a tutti i volontari che per tre giorni hanno lavorato incessantemente perchè tutto fosse al top, grazie poi a Paolini per averci portato anche la cantera del Barcellona. Ora pensiamo alla decima edizione, ci saranno altre sorprese”. Per la cronaca sportiva la vittoria dell’Inter grazie all’1 a 0 in finale contro il Torino, 50 minuti densi di adrenalina e un colpo perfetto dei nerazzurri di mister Chivu che farà crescere i suoi giovani talenti, sognando il triplete...

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BENTORNATA SERIE A

GIOCO ARCAICO

di STEFANO TESTONI

di DAVIDE GHIOTTO

L’attesa è finita, otto anni dopo l’ultima volta i biancorossi del Real Futsal Arzignano tornano nel massimo torneo nazionale con la voglia e la determinazione di restarci a lungo, consapevoli che nell’anno da matricola sarà tutto fuorchè facile ma desiderosi di regalare e regalarsi nuove gioie nel mondo del futsal. Dopo la splendida cavalcata nella scorsa serie A2 culminata col successo nella finalissima play off coi cugini del Carrè Chiuppano in un PalaTezze d’altri tempi, ora sarà sempre più difficile ma non impossibile. Conferma quasi totale della squadra vincitrice dello scorso anno, e tre le facce nuove che si apprestano a regalare emozioni al PalaTezze. Tra i pali un giovane Mateus Pozzi farà coppia col navigato Loris Urbani che meritava una chance nella massima serie. In avanti un pivot di fisico come Paulinho sfiderà la concorrenza interna di Amoroso e Houenou per una maglia da titolare, scelta ampia per il riconfermatissimo mister Stefani che aspetta gol pesanti dal trio berico. In mezzo al campo poi una grande novità non solo per Arzignano, ma per il calcio a

5 tricolore in generale, perchè sarà la prima volta nel Bel Paese dell’estroso brasiliano Jhonatan Henrique, pronto a regalare numeri sulle corsie laterali come già visto nelle sfide amichevoli pre campionato. Queste le facce nuove per uno scacchiere che partirà come sempre dalla monumentalità dell’immenso Marcio che a 51 anni sarà in prima fila in serie A. Confermati anche Murga, Tres e Salamone col giovane Rosa che scalpita per portare la sua Tezze nel palcoscenico più importante del futsal. Squadra che vince non si cambia dunque per il presidente Sgaggero, che non pensa solo alla massima serie, ma anche al mondo giovanile che si allarga di anno in anno e che conterà quest’anno quattro squadre. Alle confermate under 19 e under 17, nella scuola calcio a 5 ci saranno due baby team con tanti campioncini che cercheranno di imparare tutto dai propri allenatori. Ma l’Arzignano non si ferma e studia un progetto ambizioso e solidale per portare ragazzi portatori di handicap in campo a giocare un vero e proprio campionato. Un sogno, questo, che vale quanto una serie A.

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Riappropriarci dei gesti che ognuno di noi possiede alla nascita e che col passare del tempo abbiamo perso in favore di movimenti impostati e ripetitivi. Questo è l’obiettivo di Movimento Arcaico, un metodo sviluppato negli ultimi 20 anni e che sta prendendo piede in tutta Italia. Raffaella Olivieri, di Arzignano, ha voluto prendere la lezione del movimento arcaico e applicarlo al mondo dei bambini, facendo nascere così il suo progetto: Gioco Arcaico. Come ti sei avvicinata al Movimento Arcaico? Ho sempre sofferto di dolori alla schiena e, cercando qualche soluzione, mi sono imbattuta in questo metodo. Mi sono informata e ne sono rimasta affascinata. Per cui ho partecipato ad alcuni corsi e ora sono un’istruttrice, anche se non si finisce mai di studiare e di perfezionarsi. Quanti anni hanno i bambini che partecipano alle sessioni di Gioco Arcaico? I bambini hanno fra i 5 e gli 11 anni. Sono bambini ancora piccoli che possono sviluppare la loro gestualità senza imposizioni esterne. Nel Gioco Arcaico infatti non è importante


ARZIGNANO la tecnica nell’esecuzione dell’esercizio, quello che conta è muoversi. Ancora meglio se a contatto con la natura. Come si svolge una sessione di Gioco Arcaico? Cerco sempre di portare i bambini in mezzo alla natura e lì lasciarli liberi di muoversi e giocare perché è proprio il gioco libero quello che più manca a questi bambini. Fra le ore

passate seduti sui banchi di scuola e pomeriggi impegnati in attività e sport non riescono mai ad avere un momento per sfogarsi liberamente. Perché consiglieresti di partecipare? Perché sapersi muovere liberamente è la base di tutto. Il Gioco Arcaico aiuta la coordinazione motoria e perciò può essere un ottimo propedeutico per lo sport in generale.

TAEKWONDO VINCENTE E ALTRUISTA di DAVIDE GHIOTTO

L’Accademia Taekwondo Lupi Veneto conferma per il secondo anno la sua iniziativa di inclusione attraverso lo sport. Ripartono infatti i corsi di ParaTaekwondo dopo l’esperienza estremamente gratificante nella stagione scorsa. “Attualmente i ragazzi con disabilità fisica che partecipano sono una decina - commenta la presidentessa Francesca Conzato -. La volontà dell’Accademia è quella di far gareggiare qualcuno di loro nella specialità Forme. Crediamo molto in questo progetto, tanto che il nostro Direttore Sportivo Gianluca Tolomelli è stato nominato Responsabile ParaTaekwondo per la Regione Veneto”. Questa attività che coniuga sport e sociale va ad unirsi ad un’altra iniziativa che l’Accademia Lupi porta avanti. Un progetto in collaborazione con il Centro Arcobaleno del Dr. Zanolini, grazie al quale ragazzi con disagi psichici vengono reinseriti nella comunità e prendono parte alla vita sociale e sportiva di Arzignano.

Alessandro Biolo dei Lupi di Arzignano, classe 2004, dopo la vittoria e il bronzo al torneo europeo G1 in Austria, e l’Oro, l’Argento e i due bronzi ai campionati italiani, è stato convocato al raduno per la formazione della nazionale di Taekwondo. Alessandro, alla terza convocazione in azzurro, a dicembre sarà quindi in Spagna dove prenderà parte al campionato europeo categoria Cadetti.

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MONTECCHIO MAGGIORE

PER MEMORIA di DAVIDE GHIOTTO

“Per memoria” è il titolo del diario che Adolfo Giusti, classe 1922, scrisse di ritorno dalla terribile esperienza che aveva vissuto da soldato durante la Seconda Guerra Mondiale. Quel diario, che per anni era stato dimenticato sotto il peso del tempo che passa, è tornato utile a Lorenzo Schiavo e a Matteo Taietti la scorsa estate. Grazie a quel diario Lorenzo ha potuto esaudire il sogno che suo nonno Adolfo non fece in tempo a realizzare: tornare sui luoghi della guerra, in tempo di pace. E così è partito, insieme all’amico videomaker Matteo, per un viaggio fra Italia e Germania che nell’agosto del 2018 ha toccato 13 tappe in 15 giorni. “Prima del viaggio abbiamo passato tutto il mese di luglio a organizzare le tappe seguendo le indicazioni contenute nel diario - spiegano i due ragazzi -. Alcune informazioni mancanti abbiamo dovuto cercarle all’Archivio di Stato di Verona ma poi siamo riusciti a delineare una successione di tappe che ci avrebbe permesso di toccare i luoghi più importanti della vita di Adolfo”. Prima tappa Bonaldo di Zimella, luogo di nascita del nonno, poi Tarvisio, dove aveva svolto la leva militare,

fino in Germania, dove era stato internato, e infine il ritorno a Padova. “Avevamo deciso solo le tappe di questo viaggio, nessuna prenotazione né per il pernottamento né per gli spostamenti. Eravamo solo noi due, la macchina e l’attrezzatura video”. Sì, perché Lorenzo e Matteo hanno ripreso tutto quello che è successo durante il loro viaggio. Paesaggi, interviste ed emozioni che faranno parte di un video documentario che vorrebbero presentare il 27 gennaio, Giornata (neanche a dirlo) della Memoria. “Durante il tragitto abbiamo visitato posti e conosciuto persone che ci hanno aiutato a ricostruire la storia della guerra e di conseguenza quella di Adolfo. Siamo stati molto fortunati perché senza il contributo di alcune di queste persone non avremmo potuto fare un’esperienza così profonda”. Una delle persone che li ha aiutati nel loro cammino è stato Güenther Heydemann, famoso storico dell’Università di Lipsia, che non si è limitato

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a incontrarli: “Abbiamo contattato il prof Heydemann dall’Italia via mail e lui si è subito dimostrato molto felice di aiutarci. Ci ha ospitati per la notte a casa sua, ha esaminato i documenti sulla storia di Adolfo e ci ha dato indicazioni sulle tappe successive. È stato un bellissimo incontro, sia dal punto di vista storico che umano”. Lorenzo e Matteo hanno documentato la loro avventura pubblicando ogni sera sulla pagina Facebook “Storiedadiffondere” un video-riassunto della giornata appena trascorsa. “Era un modo per tenere aggiornate le persone che ci hanno sostenuto in questi mesi. Molti hanno anche partecipato alla raccolta fondi che abbiamo lanciato per affrontare le spese del viaggio, così dovevamo in qualche modo ripagarli della loro fiducia e supporto”. Il 20 agosto la loro avventura si è conclusa con una grande festa fra amici e parenti a Montecchio. E ora? “Stiamo visionando tutto il materiale girato, circa 9/10 ore, e stiamo lavorando sulla sceneggiatura. Speriamo di pubblicare il documentario (di cui non svelano il titolo, ndr) e di avere la possibilità di farlo vedere a più persone possibile. Perché vogliamo che il nostro lavoro serva a tutte le generazioni che non hanno vissuto la guerra a non commettere gli stessi errori”.


MONTECCHIO MAGGIORE

IL TRIONFO DI RICHARD di DAVIDE GHIOTTO

Non tutti i “talent” musicali passano per la tv. Alcuni esistono da ben prima dell’esplosione mediatica di questo genere di show televisivo. Uno di questi è il Rovere d’Oro, concorso di esecuzione strumentale e vocale che si tiene a San Bartolomeo al Mare (IM) da 31 anni. La sezione dedicata ai giovani talenti di questo premio internazionale ha visto quest’anno trionfare Richard Bortolan, che ha 15 anni, vive a Montecchio e suona il pianoforte. Perché hai deciso di partecipare a questo concorso? Frequento il secondo anno dell’indirizzo musicale al Liceo Pigafetta e alcuni professori mi hanno spinto ad inviare la mia candidatura. Senza il loro sostegno non avrei mai pensato di poter gareggiare e vincere un premio così importante. Che brani hai portato? Ho portato brani di Bach, Mozart, Prokofiev e Schubert. I giudici hanno valutato la tecnica e l’espressività delle nostre esecuzioni e poi hanno decretato i vinci-

tori per le varie categorie. Ti aspettavi di vincere? Assolutamente no. Prima di me si sono esibiti alcuni pianisti russi e asiatici che erano davvero bravissimi. Il momento della premiazione è stato piuttosto divertente perché i giudici hanno cominciato ad annunciare i nomi partendo dagli ultimi classificati e il mio nome non arrivava mai. Alla fine sono stato nominato primo classificato per la categoria A. Come hai vissuto questa esperienza? È stato un momento bellissimo. Ho conosciuto colleghi di altre nazionalità con cui è stato utile confrontarsi sulle nostre

passioni comuni. Poi è stato molto emozionante suonare l’Improvviso Op.90 n.3 di Schubert sul sagrato del Santuario di Nostra Signora della Rovere in apertura all’arpista Floraleda Sacchi. Quando hai iniziato a suonare il pianoforte? Mi è sempre piaciuta la musica e, in particolare, mi ricordo che mi dilettavo a suonare ad orecchio con la tastierina giocattolo che mi avevano regalato i miei genitori. Poi, due anni e mezzo fa, ho cominciato a prendere lezioni di pianoforte e mi sono iscritto al Liceo Pigafetta. Non avendo mai imparato la teoria, ho dovuto trascorrere tutto l’anno della terza media a prendere lezioni private per poter passare il test d’ingresso”. Hai partecipato a moltissimi concorsi e vinto altrettanti premi. Per il futuro? Il prossimo obiettivo è, ovviamente, finire il liceo, che mi sta impegnando molto. Poi, sicuramente, vorrei continuare a coltivare questa mia passione, riuscendo magari ad entrare al Conservatorio per continuare gli studi.

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MONTECCHIO MAGGIORE

IL VETRO PORTA A PORTA di DAVIDE GHIOTTO

Addio campane stradali, benvenuti bidoncini domestici. A Montecchio Maggiore ci si prepara ad una piccola, ma importante, rivoluzione sul fronte della raccolta differenziata. Grazie ad un accordo tra Comune e Agno Chiampo Ambiente, dal 1° gennaio 2019 si passerà alla raccolta porta a porta del vetro con cadenza quindicinale. Dalle strade spariranno le 63 campane attualmente utilizzate dai cittadini: un cambiamento che porterà in dote numerosi vantaggi. Il primo riguarda la qualità dei rifiuti

raccolti da Agno Chiampo Ambiente: spesso, infatti, nelle campane vengono gettati rifiuti non conformi, che comportano penalità economiche da parte delle aziende specializzate nel riciclo. I bidoncini domestici, che saranno distribuiti secondo giorni e orari indicati in una lettera che verrà inviata a tutte le utenze, permetterà di avere un vetro più “pulito”, quindi di maggior valore. In secondo luogo si avrà un maggior decoro della città e si ridurrà il fastidioso rumore creato dalle bottiglie gettate nelle campane. Infine, il servizio sarà più comodo per gli utenti, che non dovranno più uscire di casa per raggiungere le campane. “Per la nostra città – sottolinea l’assessore all’ambiente della Città di Montecchio Maggiore Gianfranco Trapula – si tratta di un grande passo in avanti nel continuo miglioramento della raccolta differenziata. Le esperienze degli altri Comuni passati al porta a porta dimostrano che con questo sistema il vetro raccolto è sicuramente di qualità migliore”.

ECOCENTRO DI VIA STRADA ROMANA, STOP ALLE CODE

Romana. Questo per ridurre le code di veicoli che spesso si formano nel periodo primaverile ed estivo, quando cioè sono più frequenti i lavori di giardinaggio o domestici in generale. L’accesso, come peraltro avviene già oggi nelle giornate di sabato, sarà consentito alle sole utenze domestiche e vietato a quelle non domestiche.

Il Comune di Montecchio Maggiore ha stretto con Agno Chiampo Ambiente un altro importante accordo che prevede, nei sabati del periodo che va dal 2 maggio al 30 settembre 2019, l’apertura con orario continuato dalle 8 alle 19 del Centro di Raccolta rifiuti Intercomunale di via Strada

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Un’ulteriore novità riguarda la distribuzione dei calendari di Agno Chiampo Ambiente, in cui saranno indicati tutti i giorni di raccolta e le corrette modalità di conferimento del rifiuto vetro: “Il calendario non sarà inviato per posta per evitare i ritardi di consegna riscontrati negli ultimi anni a causa dei disservizi di Poste Italiane”, spiega il Presidente di Agno Chiampo Ambiente Alberto Carletti, che aggiunge: “Le attività commerciali come bar, pizzerie, ristoranti e simili riceveranno presso il loro domicilio l’apposito contenitore prima dell’avvio del servizio”. E se il bidoncino dovesse riempirsi prima del giorno di raccolta? Nessun problema: si potrà continuare a conferirlo anche nei due ecocentri comunali, come avviene già oggi.


CHIAMPO

CHIAMPO - GUINEA BISSAU di DAVIDE GHIOTTO

Dalla ValChiampo alla Guinea Bissau, questo è il tragitto che compirà a metà ottobre un container un po’ particolare. Si chiama #Shoes4Africa il progetto che Samuele

Negro ha ideato insieme all’amico Fra Michael Daniels, missionario francescano in Guinea Bissau. “L’idea è nata per caso chiacchierando con Fra Michael - spiega Samuele. Mi capita spesso di avere delle scarpe da running che non uso più per la corsa, ma che tuttavia sono ancora in ottimo stato per poter essere utilizzate. Mi sono detto: ‘potrebbero servire in Guinea Bissau ai ragazzi di Fra Michael!’”. Così è partita l’iniziativa di raccolta di scarpe da corsa fra i runner dell’Atletica ValChiampo,

che si è espansa tramite il passaparola e i social network. “In poco più di un mese abbiamo raccolto circa 100 paia di scarpe. Il container, oltre alle nostre vecchie scarpe, conterrà materiale per un progetto legato all’agricoltura che sta portando avanti Fra Michael in Guinea Bissau”.

CAMPIONI DI SCRITTURA di GIUSEPPE SIGNORIN

Tutto è iniziato nel 1995 da un’idea 2015, anno in cui sono andato in pendel professor Francesco Celsione. I miei alunni hanno totalizzato otto primi premi, tra cui un primo san, quando insegnava a San Pietro premio assoluto”. Mussolino, con la partecipazione al Premio letterario Internazionale La tradizione è stata poi portata “Giulietta e Romeo” di Montorso Viavanti dalla professoressa Liliana Ruzzene, che quest’anno ha avuto la centino, vinto da una sua alunna di 12 soddisfazione anni, Halima di vedere preElleas (purtroppo demiata col primo premio assoluceduta qualche anno fa). to, sempre allo Quando poi stesso concorso si è trasferito “Anch’io poea Chiampo, il ta”, la II E della professore ha Scuola Seconportato avanti daria di Primo la sua intuizioGrado Istituto ne. “Ho avuto Davide Ceccato durante le premiazioni a Fossò, C o m p r e n s i v o maggio 2018 “A. Faedo”, con alunni premiati la poesia “Solin vari concorsi, ma quello che mi ha dato più soddato di pace”, scritta da Davide Ceccadisfazioni è stato il concorso regionale to (in collaborazione con i suoi compa‘Anch’io poeta’ di Fossò, in provincia gni). “Essere giudicati da un ente terzo di Venezia. Ho partecipato dal 2007 al è importante per i ragazzi, in quanto il

giudizio dei genitori e degli insegnanti è troppo autoreferenziale”, ci ha spiegato la professoressa Ruzzene. Ma le soddisfazioni per i giovani scrittori di Chiampo non sono finite qua. Dalla poesia passiamo all’inglese, più precisamente al concorso “Le Vie d’Europa... sui passi di un autore”, promosso da Diesse Firenze e Toscana e a cui ha partecipato, classificandosi al terzo posto, un gruppo di studenti della stessa scuola coordinato dalla professoressa Alessandra Molon. I ragazzi hanno seguito un percorso di apprendimento sui passi di uno scrittore inglese, quest’anno Arthur Conan Doyle, l’inventore di Sherlock Holmes. “È stata un’esperienza di spessore che ci ha permesso di allargare i nostri orizzonti culturali e di lavorare in team, cosa non semplice, perché costruire insieme le dinamiche e condividere gli entusiasmi è sicuramente più complesso che gestire un progetto individualmente”.

CHIAMPO | CORRIERE VICENTINO | SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 | 29


CHIAMPO

BRUNO GALLO:

MAESTRO DI VITA E DI CALCIO di CARLO CALCARA

Quando si parla di Bruno Gallo, si parla di passione infinita per il calcio. Nato a Vicenza e cresciuto a Longare come uomo e sportivo, è proprio a Chiampo che Gallo ha trovato l’amore. Due volte. Perché se è vero che mister Gallo si era spostato nell’ovest vicentino per motivi matrimoniali, è sul campo vicino alla parrocchia che ha coltivato l’altra sua grande passione. Quella per il calcio e per i suoi ragazzi, in più di quarant’anni da “Maestro di vita e di calcio”, come cita la targa a lui dedicata, posta proprio ai margini di quel rettangolo verde nel 2014, anno del 50° dalla fondazione della squadra che lui contribuì a far nascere. “Insegnava il calcio, un calcio d’altri tempi ormai - ci racconta Andrea Castegnaro, suo ex-atleta e oggi dirigente dell’U.S. Chiampo -, ma soprattutto dava regole di comportamento. Era un grande appassiona-

to di calcio e di Milan. Era un tifoso sfegatato dei rossoneri: il suo idolo era Gianni Rivera, di cui teneva il poster negli spogliatoi. Quando ho iniziato a giocare, intorno ai dieci anni, ricordo che mio padre mi disse che avrei dovuto presentarmi dicendo che tifavo Milan. Io lo guardai stranito, perché in casa siamo tutti fan della Juventus, ma alla fine feci così. Ovviamente Gallo mi prese subito sotto la sua ala e non solo. Finché ha potuto giocava anche lui con noi e nella sua squadra voleva tutti i milanisti e… i più forti! Era anche molto competitivo e faceva durare le partite un po’ a sentimento. Se stava vincendo, finivano regolarmente nei tempi, altrimenti si allungavano fino a che la sua squadra non rimontava, o almeno pareggiava. Ci divertivamo davvero tanto con lui. Era una pre-

senza fissa al campo, dove, finito il turno della mattina alle Fonderie Vicentine, rimaneva fino a sera a prendersi cura di quelli che diventavano un po’ i suoi ragazzi. Se vedeva un ragazzo per strada, lo invitava a venire a giocare. Ma non faceva solo lo “scout”, si preoccupava per loro; a chi non poteva permettersele, comprava di tasca propria anche le scarpe. Con le dovute proporzioni, si potrebbe quasi dire sia stato un Don Bosco di Chiampo.” Una dolcezza che però non metteva solo nel rapporto coi suoi atleti. “Il famoso tè di Bruno Gallo - sorride Castegnero -, era talmente zuccherato da diventare un’icona! Una volta, durante un allenamento, finì per spedire a casa un ragazzo, non ricordo bene per quale motivo. Prima di andare via, però, gli disse di passare per gli spogliatoi a bere un po’ di tè. Il ragazzino disse che preferiva non farlo, perché era troppo dolce per i suoi gusti. Così Gallo gli chiese: ‘E cosa posso fare, metterci le mani dentro e togliere lo zucchero?’ Fu davvero una scena divertente!”


ALTAVALLE

LA CONTRA’ DEGLI “STRADINI FORESTI” di DAVIDE MARTELLO

Sperduto tra le montagne a mezz’ora da Crespadoro, in un posto isolato e lontano dalla vista degli abitanti dei dintorni, c’è un centro per migranti. Ci si potrebbe aspettare che le persone qui ospitate trascorrano le loro giornate senza fare nulla, in attesa degli eventi. La realtà è però diversa. Per arrivare al centro bisogna seguire chilometri di stradine di montagna, attraversando boschi e pascoli e incrociando mandrie di mucche che brucano ai bordi dei sentieri. La struttura si trova nella Contrada Gaiga San Bortolo, un luogo dove prima dell’arrivo dei migranti risiedeva stabilmente una sola persona. Il centro è ospitato in un edifico grande e decrepito, poco adatto ad affrontare gli inverni delle Prealpi ma comunque mantenuto in condizioni accettabili da chi ci abita. Al suo interno vivono 12 persone (tutti uomini provenienti dall’Africa occidentale), assistiti da 7 operatori, mentre i posti letto disponibili sono 23. Nonostante l’isolamento i migranti non sono rimasti con le mani in mano. L’associazione Corallo di Verona che gestisce il centro ha infatti stretto degli accordi con i comuni di Crespadoro e di Selva di Progno per impiegare gli ospiti come manodopera per lavori di pubblica utilità. Al momento il servizio più importante che i migranti forniscono alla comunità è la pulizia delle strade di montagna dei due comuni, un lavoro che senza il loro aiuto sarebbe impossibile da garantire.

Il centro di accoglienza di Crespadoro, in funzione dall’ottobre 2015 e ora abitato da 12 migranti.

Alcuni dei migranti, quando non sono impegnati per i comuni, aiutano gli allevatori dell’area, affiancandoli nella mungitura e nella cura delle mucche. Uno di loro è riuscito anche a fare un tirocinio in una fabbrica della zona. “Mi piace molto lavorare qui, mi ricorda casa mia. Anche mio papà fa l’allevatore e io ho lavorato con lui sin da bambino”, dice Bha, un ragazzo originario del Mali che vive nel centro di Crespadoro. “Non mi pesa abitare in un posto isolato, le montagne sono belle e non farei

cambio con la vita di città”. Quando non sono impegnati nelle loro attività gli ospiti del centro seguono un corso di italiano organizzato dall’associazione, badano all’edificio dove vivono e aspettano gli esiti delle loro domande di asilo, la vera ragione per la quale sono alloggiati in strutture come questa. La risposta alle domande impiegherà mesi ad arrivare, più probabilmente anni, e l’esito è incerto, così come il futuro che aspetta i migranti di Crespadoro.

ALTAVALLE | CORRIERE VICENTINO | SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 | 31


ALTAVALLE

LE TROTE HANNO PARLATO: IL CLIMA STA CAMBIANDO di DAVIDE MARTELLO

Tempeste, uragani e inondazioni: queste sono le immagini più di frequente abbinate ai cambiamenti climatici del pianeta. In realtà, nonostante le visioni apocalittiche che ci vengono proposte, la gran parte delle modificazioni del clima passa per piccoli mutamenti dei quali in pochi si accorgono. Tra questi ci sono gli allevatori di trote di Crespadoro, che da diversi anni osservano preoccupati i cambiamenti del torrente che alimenta i loro stabilimenti, il Chiampo. “Le trote amano il freddo. Per loro la temperatura ideale dell’acqua è di 14 gradi ma stanno bene anche quando si scende a 2 o a 3. Il problema è quello opposto: quando la temperatura dell’acqua supera i 18 gradi la situazione si fa critica e le trote possono sopravvivere solo per un breve periodo”. Così spiega Antonio Dalla Pozza, gestore del più antico allevamento di trote di Crespadoro, in attività sin dagli anni 60. “Quest’anno la situazione è rimasta sotto controllo grazie alla piovosità di inizio estate che ha rifornito il torrente di molta acqua. La temperatura è andata sopra ai 18 gradi solo in poche occasioni. Molto più difficili sono state le tre estati precedenti, tutte estremamente asciutte”. 32 | SETTEMBRE - OTTOBRE

È dello stesso parere anche Gianantonio Colombara, proprietario dell’allevamento più a monte di Crespadoro, un impianto di ridotte dimensioni dove vengono allevate solo le pregiate trote fario. “Gli ultimi anni sono stati difficili a causa della siccità” – spiega Colombara. “Fortunatamente il Chiampo è un torrente molto freddo in questo punto, grazie alla vicinanza alla sorgente e alla presenza di una fitta vegetazione sulle sue rive che lo protegge dai raggi solari

2018 | CORRIERE VICENTINO | ALTAVALLE

e limita l’evaporazione. Questo ha ridotto l’aumento della sua temperatura e i danni all’allevamento delle trote”. Paolo Tibaldo gestisce un altro degli allevamenti di trote di Crespadoro e racconta delle difficoltà in cui si è imbattuto negli ultimi tempi: “faccio questo lavoro da 23 anni e i cambiamenti del Chiampo sono evidenti. Nei 3 scorsi anni la situazione è peggiorata sensibilmente, portando a una perdita di produzione intorno al 20 – 30%. Il problema è che le scarse piogge non si limitano a ridurre l’acqua nel torrente. Quando il volume del Chiampo diminuisce l’acqua che rimane si scalda ed evapora più facilmente ai raggi del sole, creando un circolo vizioso. Assieme all’acqua evapora anche molto dell’ossigeno in essa presente, senza il quale la sopravvivenza delle trote diventa sempre più difficile. Il cambiamento climatico è già qui, e per noi è sempre più difficile farvi fronte”.


MONTORSO

UN GIALLOBLÙ TRA I BIANCOROSSI di ELIA CUCOVAZ

“Il suo primo amore è il negozio. Poi viene l’Hellas e per terza io…”. Clara Zerbato ci racconta così suo marito: Dino Bertola, 77 anni, da quasi mezzo secolo casolin del centro di Montebello. La sua è - fino a prova contraria - la gastronomia più gialloblù del vicentino. Un cromatismo che al di qua del confine provinciale può creare qualche… scintilla. “Nel 1985, il glorioso anno del nostro scudetto, avevo rivestito tutto l’edificio con questo telo gialloblù” racconta Bertola, che dopo averci accolto in negozio ha aperto le porte del suo magazzino dei cimeli, ci mostra il drappo, religiosamente conservato. “All’epoca più di qualcuno avrebbe cercato volentieri di dargli fuoco” racconta, ridendo. Poco sopra, una foto ricordo autogarfata con i campioni d’Italia di quella mitica stagione. “Ricordo che la squadra è venuta addirittura a trovarmi in negozio, grazie alla mia amicizia con il presidente” aggiunge Bertola, mostrando orgogliosamente un porta-

chiavi coi colori scaligeri dedicato “A Dino, con simpatia” e firmato “Piero Arvedi”. Ma cosa ci fa a Montebello una simile mosca bianca (anzi: gialla e blu)? È una storia di due passioni: quella per il lavoro e per il calcio. “In realtà è stato un caso - ricorda Bertola -. Prima lavoravo a Verona, sempre nel mondo della gastronomia”. Ed è da dietro il banco che ha iniziato a conoscere diverse personalità del calcio cittadino. Tra queste Niels Liedholm, l’allenatore svedese che nel ‘68 aveva riportato il Verona in Serie A. “Era ghiotto di tartufi - ricorda Bertola -. Quando veniva in negozio e ne avevo di belli gli dicevo: ‘Mister, prenda questi che sono adatti a lei’. Ricordo ancora che una volta, tornando mi ha detto: ‘I tartufi erano così così, ma lei come venditore farà strada’”. E così è stato. Perché ad un certo punto il giovane casolin decise di mettersi in proprio. “C’era questo negozio in vendita e mi sono trasferito qui:

era il primo maggio 1970”. E non è stato difficile “integrarsi” tra i rivali sul campo? “Mi sono sempre trovato bene, anche perché ho sempre tenuto separati lavoro e fede calcistica”. La sua fede gialloblù non si è mai sopita negli anni. Ma la passione per il calcio, quella sì si è fatta più tiepida. “Non sono più andato allo stadio da quando hanno deciso di “schedarci” con la tessera del tifoso. E poi oggi ci sono troppi interessi, troppa politica. Mi sembra che sia tutto diverso da una volta”. Può ben dirlo lui, casolin che si presenta ancora con la penna dietro l’orecchio e che nonostante l’età continua a portare avanti il lavoro di una vita. “Anche questo però è cambiato: oggi la concorrenza dei supermercati è troppo forte. Noi resistiamo finché possiamo”. E detto da un butel come lui, c’è da crederci.

MONTEBELLO | CORRIERE VICENTINO | SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 | 33


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CONNESSIONI SUPERSONICHE di MARIA TERESA ORLANDO

La Banda Ultra Larga approda a Zermeghedo grazie ad una convenzione firmata tra Comune e Infratel Italia S.p.a. (società in house del Ministero dello Sviluppo Economico) nell’ambito di un piano di sviluppo promosso dalla Regione assieme allo stesso Ministero. La posa della fibra ottica, in corso in queste settimane in tutto il paese, permetterà a famiglie e aziende di avere a disposizione connessioni ultraveloci, con la possibilità di ricevere e trasmettere dati

ad almeno 30 e fino ad un massimo di 100 Megabyte al secondo. Un bel balzo in avanti per il paese, che così si proietta verso un futuro sempre più interattivo. “Finora – spiega il sindaco Luca Albiero – non avevamo in paese connessioni molto veloci e questo rappresentava un limite sia per i cittadini che per le aziende. Ecco perché portare la banda ultra larga era un obiettivo del nostro programma eletto-

rale proposto ai cittadini. Ora tutto il territorio comunale sarà cablato con la fibra ottica e ciò rappresenterà un vero e proprio scatto tecnologico in avanti per tutta la nostra comunità”.

UN PERCORSO PER UNIRE di MARIA TERESA ORLANDO

Un paese più unito, all’insegna della sicurezza. È a questo che mira l’Amministrazione comunale di Zermeghedo che, in stretta sinergia con la Provincia di Vicenza, realizzerà due nuovi tratti di pista ciclabile e un nuovo attraversamento ciclopedonale lungo la provinciale 31 “Valdichiampo”. Si tratterà di una vera e propria cerniera tra la zona centrale del paese e quella di Oltrechiampo a favore di ciclisti e pedoni. Costo dell’opera 180.000 euro: 110.000

li stanzierà la Provincia e il resto il Comune, in base all’accordo firmato dal sindaco Luca Albiero e dal Consigliere provinciale delegato alla gestione delle strade provinciali Renzo Marangon. Il progetto prevede il proseguimento della pista ciclopedonale di via Segala lungo la SP 31 (sul lato sinistro per chi è diretto verso Arzignano) e il raccordo con il marciapiede di via Marconi, che immette nella zona industriale. A circa metà del nuovo

tratto verrà realizzato l’attraversamento ciclopedonale sulla SP 31 con semaforo a chiamata e, sull’altro lato della provinciale, verrà creato un secondo tratto di pista ciclopedonale che si congiungerà con via Oltrechiampo. “In questo modo – spiega il sindaco Luca Albiero – si creerà un percorso protetto tra i nuclei abitati al di là del Chiampo e la zona centrale del paese. Penso ai bambini che potranno raggiungere in sicurezza le scuole, ma anche ai tanti appassionati di podismo e ciclismo. Senza contare che il nuovo percorso sarà collegato alla pista sovracomunale lungo il Chiampo e permetterà di deviare verso il centro del paese, con tutto ciò che di interessante comporterà dal punto di vista turistico. Ringraziamo la Provincia per il significativo contributo economico”.

CORRIERE VICENTINO | SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 | 35


MONTORSO

UN’AULA TUTTA NUOVA

PER GLI STUDENTI ARTISTI di MARIA TERESA ORLANDO

Scuola di Montorso al top per numero e varietà di laboratori didattici. Accade alla secondaria di primo grado, dove l’ultima nata è l’aula di educazione artistica, realizzata grazie ad un contributo comunale di 7.000 euro utilizzati per l’abbattimento di un muro divisorio, l’acquisto degli arredi e la tinteggiatura. Lo spazio è stato ricavato nell’ala della scuola che era occupata da alcune associazioni, ora trasferitesi in altre sedi. All’istituto “Beltrame” si è venuta così a creare un’intera zona dedicata ai laboratori, dove gli studenti possono sperimentare diverse discipline. Si va dall’aula di musica all’aula video, dal laboratorio di scienze fino a quello di falegnameria e a quello avveniristico di robotica,

dove i ragazzi si cimentano nella programmazione e nel comando di piccoli robot costruiti con i mattoncini Lego. La rimodulazione degli spazi all’interno delle classi è nata da un fenomeno demografico che sembra ormai inarrestabile: “Il calo generale delle nascite – spiega l’assessore all’istruzione Daniela Brunello – determina la diminuzione delle iscrizioni alla scuola. Ciò comporta che anche il numero delle classi diminuisca, ma accolgono fino a 29 alunni, secondo le disposizioni del Ministero. Le classi sono state quindi spostate in aule più grandi, mentre in quelle più piccole sono stati realizzati i laboratori”. Attualmente la scuola accoglie circa

36 | SETTEMBRE - OTTOBREE 2018 | CORRIERE VICENTINO | MONTORSO

160 studenti, divisi in sette classi. “Abbiamo fatto importanti investimenti sulla flessibilità – sottolinea il sindaco Antonio Tonello – per superare il problema delle classi numerose. Ringraziamo il responsabile del nostro ufficio tecnico Giovanni Toniolo per averci permesso di concludere il lavori della nuova aula di arte prima dell’inizio dell’anno scolastico”. “Il ringraziamento va al Comune – conclude il dirigente scolastico Pier Paolo Frigotto – che da un paio d’anni ci ha messo a disposizione tutti gli spazi del plesso per permetterci di sviluppare tutte queste nuove attività”.


NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE

speciale concia

a cura della redazione

A SCUOLA DI SOSTENIBILITÀ PER UNA FILIERA RESPONSABILE La sostenibilità ambientale come scelta di competitività:

crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva occorre pun-

questo il titolo di un convegno promosso in Villa Da Porto

tare all’uso efficiente delle risorse e delle materie prime, a

a Montorso Vicentino da Confartigianato Vicenza in colla-

basse emissioni di carbonio e alla trasparenza, evitando gli

borazione con “Cesar – Formazione e sviluppo” nell’ambi-

sprechi e favorendo un’economia circolare.

to di un progetto sulla filiera responsabile per la valorizza-

“Le nostre aziende – dichiara Adriano Boller, Presiden-

zione del Distretto Conciario vicentino. Primi destinatari

te provinciale della Categoria Concia e Lavorazione delle

gli imprenditori artigiani, sempre più chiamati ad investire

Pelli di Confartigianato Vicenza – devono capire l’impor-

nella sostenibilità perché è questo che richiedono i mercati

tanza delle certificazioni per la tracciabilità della filiera

e le aziende più grandi, le quali hanno ormai l’obbligo di

dei prodotti in pelle, per la loro valorizzazione e per la so-

certificare tutti i pro-

stenibilità

dotti che utilizzano.

Il nostro compito sarà

Durante il convegno, al

quello di supportare le

quale hanno partecipa-

aziende nelle sfide quo-

to anche rappresentan-

tidiane e a lungo termi-

ti di Provincia, Viac-

ne, come abbiamo fatto

qua, Medio Chiampo,

con questo progetto, il

Acque del Chiampo,

quale ci ha fatto sco-

ATO Chiampo, Arpav,

prire una cosa impor-

Consorzio

ed

tante: in molte aziende

Ecam Ricert, si è par-

stavamo già applicando

lato di vari argomenti.

la sostenibilità, ma non

Partendo dal progetto

ne eravamo consapevoli

Arica

ambientale.

“La filiera responsabile”, si è discusso dell’applicazione

e quindi non potevamo comunicarlo. Invece comunicare

della normativa ambientale, dello stato attuale sul control-

questo oggi è un’importante leva competitiva per il busi-

lo delle acque, delle certificazioni attualmente più richieste

ness. E per attivare una comunicazione di territorio che fa

e della direzione in cui sta andando il mercato della pelle.

sempre più parte della richiesta di innovazione e reputa-

Per gli operatori del Distretto Conciario è stata insomma

zione di impresa occorre ascolto e dialogo tra i vari porta-

una grossa opportunità di confronto e apprendimento dal

tori di interesse”. Il convegno in Villa Da Porto va proprio

punto di vista professionale e competitivo, perché per una

in questa direzione.

NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE | CORRIERE VICENTINO | SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 | 37


NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE

UN NUOVO MANDATO PER IL CDA DI MEDIO CHIAMPO Da settembre 2014 Giuseppe Castaman è alla guida di

torizzati, senza più alcun sforamento, cosa che ha consen-

Medio Chiampo spa, l’ente che gestisce tutto il sistema di

tito all’impianto di lavorare sempre a pieno regime senza

depurazione e di acquedotto per la bassa valle del Chiam-

dover imporre limitazioni al conferimento. Anzi, oltre a

po. Quattro anni intensi, dedicati alla costruzione di una

trattare una quantità di reflui maggiore rispetto agli anni

squadra compatta, alla programmazione e agli investi-

passati, l’impianto presenta anche una capacità residua.

menti che certamente non possono mancare quando si

La società svolge un servizio rivolto sia ai cittadi-

tratta di gestire un impianto di depura-

ni che alle aziende. Quali sono le

zione equivalente per capacità a quello

sfide per questi due ambiti?

di una città di 500.000 abitanti. Oggi i

L’impegno è forte in entrambi i casi.

risultati finanziari, tecnici e gestionali

Abbiamo messo in atto un piano di

parlano chiaro: Medio Chiampo è una società in pieno rilancio e proiettata verso il futuro. E non è un caso se lo scorso giugno l’assemblea dei soci, costituita dai comuni di Montebello Vicentino e Zermeghedo, rappresentati dai sindaci Dino Magnabosco e Luca

PER I PROSSIMI TRE ANNI UN FORTE PIANO DI INVESTIMENTI E UN’ORGANIZZAZIONE SEMPRE PIÙ IMPRONTATA AI PRINCIPI DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE

investimenti che nel solo 2017 è stato di 2,6 milioni euro, di cui 1,8 per l’impianto di depurazione e il restante per interventi sulla rete acquedottistica e fognaria. Le nostre priorità sono da una parte garantire ai cittadini la più alta qualità dell’acqua e una rete

Albiero, ha riconfermato la fiducia per

moderna ed efficiente; dall’altra valo-

i prossimi tre anni al consiglio di am-

rizzare il rilancio economico del terri-

ministrazione. Consiglio che risulta

torio, realizzando il duplice obiettivo

composto dal presidente Castaman,

di far lavorare al meglio le aziende e

dal vicepresidente Lorenzo Altissimo

salvaguardare l’ambiente.

e dai consiglieri Monica Battistella,

I prossimi progetti?

Antonio Gennarelli e Laura Tasca.

Gli interventi in programma sono

Un bilancio più che positivo del

molti, tanto che assisteremo nei

lavoro finora svolto e un impe-

prossimi anni a una riorganizzazione

gno per i prossimi tre anni. Qual

dell’area dell’impianto di depurazio-

è la principale soddisfazione?

ne. Ma continueremo a lavorare in-

Senza dubbio l’essere riusciti a fare

tensamente anche sulla gestione. La

in modo di non essere assorbiti dalla

società ha investito molto, in termini

quotidianità e di poter lavorare su una

di risorse economiche ed umane, sul

progettualità di ampio respiro. Ce lo

fronte della qualità e della sicurez-

consentono innanzitutto i bilanci del-

za degli impianti, della formazione e

la società. Lo scorso anno abbiamo visto un aumento del

informazione del personale dipendente. Il nostro model-

fatturato del 20% e abbiamo una capacità di autofinan-

lo organizzativo deve essere l’espressione di una visione

ziamento che ci consente di programmare interventi con-

aziendale improntata non solo al rigoroso rispetto delle

sistenti. Poi ci sono i risultati tecnici, frutto degli investi-

prescrizioni normative, ma anche ai principi della respon-

menti fatti ma anche della continua ricerca e di una buona

sabilità sociale nei confronti di tutti gli interlocutori con

gestione. Da febbraio 2017 ad oggi i valori nei reflui allo

cui l’azienda si trova quotidianamente ad interagire.

scarico si sono mantenuti costantemente entro i limiti au38 | SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 | CORRIERE VICENTINO | NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE


NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE

INNOVAZIONE AL X CONVEGNO AICC L’innovazione tecnologica e scientifica nel settore conciario sarà al centro del X Convegno Tecnico Conciario di AICC. Il 23 novembre, infatti, i Soci dell’Associazione Italiana Chimici del Cuoio si ritroveranno ad Arzignano per quello che sarà l’incontro più numeroso d’Europa, con circa 300 delegati attesi al Teatro Mattarello. Data l’importanza degli argomenti trattati e la presenza di molti esperti internazionali, quello del 23 novembre sarà in assoluto il primo Convegno tenuto in simultanea nella doppia lingua italiano/inglese.

Il dott. Eric Poles, di Silvateam, presenterà uno studio grazie al quale è stato valutato il potere antibatterico di pelli conciate con tannini naturali per la produzione di articoli a diretto contatto con la pelle umana e, di conseguenza, il loro effetto sulla sudorazione, la proliferazione batterica e la produzione di metaboliti.

VALORI COD AGLI SCARICHI

Lo studio presentato dal dott. Jeffry Guthrie-Stra-

L’evento sarà composto da 5 diverse presentazioni di altrettanti lavori tecnici e scientifici; oltre a queste, il X Convegno AICC sarà l’occasione in cui il Presidente uscente Ernesto Pisoni tirerà le fila del suo mandato triennale che è stato caratterizzato da un notevole incremento delle attività dell’associazione a favore dei propri soci. In primis l’istituzione e la creazione di una notevole serie di corsi, seminari e incontri formativi annuali.

chan, di Trumpler, sul COD di prodotti ingrassanti e riconcianti, ed in particolare la possibilità di prevedere valori di COD agli scarichi di loro combinazioni.

RIDUZIONE DEL COD

Il COD visto da un’altra prospettiva, in particolare il dott. Daniel Herta, di TFL, presenterà la possibilità di una sua significativa riduzione nella produzione di pelli Chrome-Free e di avere un COD residuo di più

“Invitiamo tutti i soci a partecipare al convegno per apprendere delle recenti ricerche tecniche e scientifiche del settore conciario, a condividere tutti insieme

CONCIA CON TANNINI

l’importan-

te crescita che l’associazione ha avuto nell’ultimo

triennio

- commenta il presidente Ernesto Piso-

facile biodegradabilità (con un rapporto COD/BOD più favorevole alla biodegradazione).

IMPATTO DELLA BOTTALATURA

L’ing. Adriano Peruzzi, presenterà uno studio dell’impatto della bottalatura sulle caratteristiche chimicofisiche delle che ha portato allo sviluppo di una nuova tecnica di misurazione del contenuto degli ingrassi in sezione delle pelli, basata sull’analisi di immagini ottenute tramite fotomicrografia di sezioni istologiche colorate di pellami.

STAMPA DELLE PELLI

ni -. Molte sono le attività che l’Associazione ha svolto e

Un nuovo avanzamento tecnologico sarà presentato

continua a svolgere progressivamente al fine di soddisfa-

dal dott. Antonello Marchino, di Evolution Tech. In

re le sempre più crescenti richieste di carattere formativo,

particolare si parlerà dell’innovazione delle presse

diffondendo a livello nazionale cultura scientifica specifi-

rotative per la rifinizione delle pelli, che consente

ca del settore conciario”.

una stampa a temperature più basse e con pressioni inferiori, ottenendo così una migliore definizione del

A lato i lavori tecnico-scientifici che saranno presentati durante il Convegno

disegno.

NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE | CORRIERE VICENTINO | SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 | 39


NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE

40 | SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 | CORRIERE VICENTINO | NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE


#LINEAPELLE95 LA FASHION INDUSTRY DEL FUTURO vante anche l’aumento delle aziende in arrivo da India, Giappone e Russia. Aumentano a Lineapelle anche il numero delle aziende espositrici: +4,1%, provenienti da 48 Paesi. Lineapelle, mai come in questa edizione, ha deciso di sottolineare il senso della propria leadership globale costruendo attorno al suo baricentro commerciale una ricca serie di eventi, aprendo il proprio orizzonte al futuro. È il caso, in particolare, della prima edizione di Lineapelle Innovation Square, hub dell’ispirazione e della ricerca dove per tre giorni sono state approfondite alcune tra le più stimolanti e futuribili novità scientifiche e tecnologiLineapelle consolida la propria dimensione di business show di riferimento internazionale per la fashion & luxury industry e apre le porte al futuro dell’area pelle.

che relative al prodotto, alla gestione della produzione, alla formazione. Una scelta vincente, quella di dare vita a Lineapelle Innovation Square, visto il successo di interesse e partecipazione. La seconda edizione è prevista in

Giunta alla 95a edizione (Autunno/Inverno 2019/2020) e svolta a Fieramilano Rho dal 25 al 27 settembre, Lineapelle ha offerto al mercato una fondamentale occasione di confronto e networking, soprattutto alla luce di una congiuntura che ha ribadito di vivere una fase prevalen-

concomitanza di Lineapelle97, a settembre 2019. La prossima edizione di Lineapelle, la numero 96, presenterà la stagione Primavera/Estate 2020 e si svolgerà a Fieramilano Rho dal 20 al 22 febbraio 2019.

temente riflessiva all’interno della quale la fascia medioalta continua a mostrarsi più reattiva. Caratterizzata da una particolare concretezza e propositività, Lineapelle ha accolto un numero di aziende visitatrici in crescita del 2% rispetto alle edizioni precedenti e ha ulteriormente accentuato il proprio grado di internazionalità: il 49% è di provenienza estera, in arrivo da 105 Paesi. Molto significativa la crescita in doppia cifra delle aziende provenienti da Pechino (assenti lo scorso febbraio per la concomitanza del Capodanno Cinese) e dagli Stati Uniti, che hanno ribadito la centralità internazionale di Lineapelle scegliendola come luogo privilegiato di condivisione e confronto in un momento caratterizzato da fortissime e preoccupanti tensioni commerciali tra le due aree. Rile-

NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE | CORRIERE VICENTINO | SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 | 41


NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE

I DATI DEL PRIMO SEMESTRE 2018 Nel primo semestre del 2018 i volumi

del 12,1%, cedendo su base annua il

di accessori e componenti nel periodo

complessivi di produzione della con-

4% in valore. La filiera dei tessuti, dei

gennaio-giugno si confortano con un

cia italiana sono cresciuti del 4,6%,

materiali sintetici e dei succedanei

+3% sul primo semestre 2017. Le mi-

mentre il valore delle vendite è cala-

alla pelle si è confermata al +1%: dato

nuterie metalliche registrano un +7%,

to del 3,8%. Nello stesso periodo le

che rimane positivo, ma in rallenta-

mentre le componenti per calzatura si

esportazioni sono cresciute in volume

mento rispetto al 2017. I produttori

attestano al +2%.

CONFINDUSTRIA SEZIONE CONCIA LA PRESIDENZA A RINO MASTROTTO Rino Mastrotto, che subentra nell’in-

berto Gleria, Riccardo Grotto, Mario

carico a Bernardo Finco, giunto al

Gherardo e, come past president, lo

termine del suo mandato. L’elezione

stesso Finco. “Ho voluto ringraziare

al vertice di Mastrotto è avvenuta

il mio predecessore per la dedizione

con voto unanime dei consiglieri.

con cui ha lavorato in questi anni –

Gli uffici di vicepresidente vanno

ha dichiarato Mastrotto –, svilup-

a Giuseppe Valter Peretti e Luca

pando interessanti progetti, che con-

Pretto. Fanno parte del Consiglio di

tinueranno anche nel corso di questo

sezione anche Massimo Confente,

nuovo mandato. Ora la sfida è guar-

Mirko Lucio Balsemin, Alberto Ca-

dare allo sviluppo della competitività

Il nuovo presidente della sezione

neva, Giobatta Castaman, Francesco

e del business del distretto della Val-

Concia di Confindustria Vicenza è

Dal Molin, Angelo Gerolimetto, Ro-

le del Chiampo e del Bassanese”.

SSIP E ASSOMAC FIRMANO UN PROTOCOLLO D’INTESA SSIP e ASSOMAC uniscono le forze

enti a collaborare sui progetti di co-

sottoscrizione dell’accordo, SSIP si

in nome dell’innovazione. Nel cor-

mune interesse. Tra questi l’applica-

impegna a mettere a disposizione i

so della 95esima edizione di Linea-

zione e la sperimentazione dei nuovi

propri strumenti tecnologici, labo-

pelle il presidente

della Stazione

strumenti legati all’Industria 4.0,

ratori e risorse umane, mentre AS-

Sperimentale Graziano Balducci e

lo sviluppo di processi per il conte-

SOMAC, oltre al proprio personale,

la presidente ASSOMAC Gabriella

nimento del consumo di risorse nel

a fornire eventuali professionalità

Marchioni Bocca hanno siglato un

processo di lavorazione della pelle,

esterne utili allo scopo.

protocollo d’intesa che porterà i due

la tracciabilità di processo. Con la

42 | SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 | CORRIERE VICENTINO | NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE


MEDIO CHIAMPO ACQUA SPECCHIO DEL FUTURO


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NEWS DAL DISTRETTO DELLA PELLE | CORRIERE VICENTINO | SETTEMBRE - OTTOBRE 2018 | 47



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