“Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza” - 0,42 E
Copia omaggio / anno XIV / aprile 2013
Nel mondo
dei vegani
L’intervista Vicenza Calcio Silvio Orlando
lo scelgo in TV
Il lavoro Simone tiribocchi
GRUPPO FIMAUTO AUTOGEMELLI Concessionarie esclusive BMW e MINI per le province di Vicenza e Verona
Specialisti in Carrozzeria La cura del dettaglio e la rapidità di intervento, insieme a personale altamente specializzato e a strumenti tecnologici di ultima generazione, sono peculiarità che contraddistinguono il servizio carrozzeria messo a disposizione dal Gruppo Fimauto Autogemelli.
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editoriale Gianfranco Sinico
sommario
Europa, Europa! Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-2000 - Editrice Millennium s.r.l. 40.000 copie certificate Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Caporedattore Nicoletta Mai. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Caporedattore economia Elisabetta Badiello. Redazione: Giuseppe Signorin, Francesco Meneghini, Lisa Masiero, Alberto Faedo, Silvia Maculan. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico, Luisa Nicoli. Art director Alessandra Peretti. Grafico Amos Montagna. Stampa: Centro Stampa Editoriale Grisignano di Zocco (VI) Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Alex Bertacche 349 5183614 Aristide Crema 320 0522400 Federico Hanard 335 5293582 Monica Dall’Omo 340 6717242 © 2013 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale e l’uso pubblicitario in altra sede. L’editore è a disposizione dei proprietari dei diritti su eventuali immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione. Questo giornale è stampato su carta certificata FSC. Il marchio FSC identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.
Unione Europea… Doveva giungere il momento in cui si cominciasse concretamente a cedere sovranità, ma non credo che i Padri Fondatori pensassero alla Banca Centrale Europea come organo di riferimento. Non so se il sogno originario dell’Europa Unita troverà la sua realizzazione, se supererà questa ed altre tempeste che si preparano, ma vedo sempre più con tristezza la bandiera europea salire mestamente il pennone a fianco del Tricolore. Nel sito dell’Unione Europea spiegano che “Le 12 stelle in cerchio simboleggiano gli ideali di unità, solidarietà e armonia tra i popoli d’Europa”. Invece pare che lo sport preferito dagli stati membri sia quello di mettersi in ginocchio a vicenda, invocando il dio euro, il cui simbolo, a parer mio, potrebbe a buon diritto sostituire le dodici fragili stelle della bandiera. Qualcuno sussurra che, in ossequio alla ragion di stato, molti tragici episodi connessi al secondo conflitto mondiale abbiano incontrato lunghi e complici silenzi, con la verità sepolta in un vecchio armadio: meglio non urtare la sensibilità di governi commensali, un tempo feroci nemici. Così succede che un vecchio toscano, uno dei pochissimi superstiti della strage di Sant’Anna di Stazzema (560 civili sterminati dai nazisti nel 1944, in gran parte bambini, donne e anziani), ignorata dagli uffici giudiziari tedeschi, scriva una lettera al presidente della Germania Joachim Gauck e che questi si presenti insieme al nostro Napolitano nella piccola cittadina versiliese. Prima di testimoniare ai residenti le precise e innegabili responsabilità della disumana vicenda, i due hanno reso un commosso omaggio ai morti: tenendosi per mano (chi ha detto qualche giorno fa “Non abbiate paura della tenerezza!”?), hanno sostato a lungo davanti alla stele che ricorda l’eccidio, perché quei morti non erano di parte, ma erano gli innocenti conterranei di entrambi. Ecco, questo è stato secondo me un gesto da vera Europa, di quelli che mi hanno restituito antichi sentimenti, purtroppo poco evidenziato da giornali e televisioni, occupati con lo spread e con le diffide di Moody’s.
Inchiesta Il lavoro lo scelgo in tv
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L’INTERVISTA Silvio Orlando
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focus Nel mondo dei vegani
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arzignano Si parte con l’ospedale
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Chiampo Verso le elezioni
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Montecchio Arriva il garage storico
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brendola Chi sfiderà Renato Ceron? zermeghedo La storia di nonno Africa
Speciale Primavera: rinnoviamo la nostra casa LONIGO Una città sempre più rosa sarego Il ritorno del chiosco
ov vicest tinen o
a e arica r e b
barbarano Enrico suona alla Scala calciO a 5 61 Atletico in vista del traguardo A2 calcio 61 Le strade dell’Almisano per la Seconda
Comunicato preventivo per la diffusione di messaggi politici elettorali nelle elezioni amministrative del 26 e 27 maggio 2013. Ai sensi della Legge n.28del 22.02.2000 e successive modificazioni e per gli effetti della Delibera n.57/07/CSP dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. La SOCIETÀ EDITRICE MILLENNIUM S.r.l. dichiara di aver depositato un documento analitico, a disposizione di chiunque abbia interesse a prenderne visione, presso gli uffici della propria redazione siti in P.zza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) - tel. 0444 450693. Le richieste di inserzioni, con gli specifici dettagli relativi alla data di pubblicazione, alla consegna dei materiali per la stampa, al soggetto richiedente ecc., dovranno pervenire all’ ufficio di cui sopra almeno 4 giorni lavorativi prima della data richiesta per la pubblicazione.Tutti i messaggi politici elettorali, devono recare l’indicazione del committente e la dicitura “messaggio elettorale”. Saranno pubblicati tutti gli annunci pervenuti nei termini indicati nel rispetto delle condizioni stabilite nel documento analitico. Editrice Millennium, Corriere Vicentino
sport e dintorni
vipera con garbo
Stefano Canola
Elisabetta Badiello
La magia dei bottoni
S
ognavo un negozio di bottoni. Quelle scatole di cartone incastrate l’una sull’altra sui ripiani, con incollati sul dorso bottoni di ogni colore e forma, materiale e dimensione. Quando pensavo a che cosa avrei fatto da grande mi si illuminavano gli occhi immaginandomi dietro il bancone del negozio “Silvello” di Corso Italia, a Valdagno. Un giorno sarebbe diventato mio e avrei potuto sbizzarrirmi con tutte quelle forme e quei colori. La vita però mi ha condotta altrove, verso altre scelte. Lontana da quel luogo magico che ancora conservo tra i ricordi. Oggi difficilmente gli spazi urbani suggeriscono professioni suggestive ma più spesso è la Tv a fornire proposte allettanti. Gli stimoli giungono via etere a solleticare adolescenti che faticano a immaginare il loro futuro. Lasciate le vecchie, rassicuranti professioni come il bancario (ormai estinto), l’avvocato (in crisi d’identità) o magari il medico (attività di difficile accesso anzi, quasi impossibile) o ancora il giornalista (mai come in questo periodo in forte ribasso), la tv commerciale ha imposto all’immaginario collettivo una serie di professioni che hanno la stuzzicante prerogativa di non richiedere, almeno in apparenza, abilità particolari. Un abbaglio su tutti: garantire denaro, visibilità e, soprattutto, aprire la porta al successo! Come dire: vincere facile! Velina, tronista, figurante o opinionista, comparsa televisiva, sapientino per i quiz, cuoco in video, rimane solo l’imbarazzo della scelta. Una miriade di figure nuove, le cui competenze non sempre sono chiare. Che il mondo del lavoro stia cambiando è un dato di fatto ma la realtà virtuale dello schermo televisivo non sempre offre possibilità concrete. Il successo facile, la fama aleatoria e la ricchezza molta e subito, dovrebbero far diffidare dalle lusinghe. In fondo, accedere a uno spazio tv è come vincere la lotteria.
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19”72
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anni, per un record mondiale nell’atletica, sono un’era geologica. Tanto più nella velocità pura, quelle gare che affascinano tutti e si decidono in un soffio. Ne sono passati di muscoli d’ebano sui tartan del pianeta tra il 1979 e il 1996, dotati da mamma Natura di fibre più adatte a fermare il cronometro qualche centesimo prima, ma quel numero magico resisteva, incredibilmente scritto da un bianco, a Città del Messico. Pietropaolomenneadabarletta, tutto d’un fiato come si presentava lui stesso, ha aggiunto a quel capolavoro altri 200 metri fenomenali, come quelli che gli hanno regalato l’oro olimpico a Mosca nel 1980 con una rimonta impossibile. Non era mai rilassato, neanche subito dopo una vittoria: sempre polemico con qualcuno, sempre carico, già pronto per la corsa successiva, in pista o fuori. Forse era questo il suo segreto, simbolo di un’Italia fondata sul sacrificio e sul lavoro quotidiano: nessun avversario è imbattibile se ci credi fino in fondo, ogni sfida merita di essere affrontata. Quanto ci manchi, Pietro.
Zio Diego Martinello è tornato sulla panchina del Lonigo (Promozione) nove anni dopo i fasti della serie D. Sembra siano stati decisivi i rinforzi promessi dalla dirigenza biancoceleste al tecnico di Noventa per la prossima stagione: Ricky Perlotto in difesa e Andrea Martini in attacco.
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interno 8
Piccolo Skerno
Alberto Fabris
Scandalo!
Lino Zonin
Intanto siamo qui, nella palude, navighiamo a vista nel tedio malsano dei rituali polverosi destabilizzati dall’elefante nella cristalleria, ovvero i famosi e/o famigerati Grillini. Forse proprio quest’elefante, per bocca del proprio Leader Maximo ha provocato uno smottamento a valle del linguaggio politico, ormai ci si manda allegramente ‘affanculo senza ritegno né contegno, ci si insulta direttamente o attribuendo alle madri e sorelle altrui comportamenti disdicevoli, non si finge neanche di rispettare ruoli o istituzioni, tutto è passibile di insulto, avversari giornalisti presidenti parlamentari elettori (altrui) magistrati, nessuno si salva. Dunque mentre basisco inorridito da tali oltraggi al senso civico di una nazione evidentemente allo sbando, dove nulla più fa scandalo e, dunque, nulla più ha valore, accade un fatto curioso: Franco Battiato dichiara durante un convegno al Parlamento europeo «Ci sono troie in giro in Parlamento che farebbero di tutto, dovrebbero aprire un casino». Effettivamente dall’autore di notevolissime e altissime liriche sorrette da pomposissime e coltissime partiture, un’uscita così da Bar Sport suona (è il caso di dirlo) piuttosto come dire, pesantuccia. La cosa curiosa però è stata la reazione: sdegno, riprovazione, minacce di denuncia a tutela della dignità delle donne, cori unanimi e trasversali richiedenti dimissioni dall’incarico in regione Sicilia, insomma un’iradiddio. E io mi sono chiesto, ma che ha detto di più e di peggio di quello che ho ascoltato in questi giorni? Perché solo lui si è preso contumelie bipartisan e scomuniche cosmiche? Semplice, lui non era autorizzato, i protagonisti vecchi e nuovi della scena vecchia e nuova si possono insultare finché vogliono fra di loro, ma se un “estraneo” osa, scandalo! Lo trovo profondamente ingiusto e antisportivo, in un impeto di solidarietà ripesco nella mia polverosa discoteca un vecchio cd e comincio a cantare. Cuccurucucu Paloma ahia iaia - iai cantava...
La cerimonia
Vinicio Trend
Proprio in questi giorni in cui la Chiesa ha cambiato le regole, cercando nello stesso tempo anche di seguire gli antichi riti e codici, si impone una riflessione sulle cerimonie e gli eventi. Anch’essi seguono delle regole ben precise: una cerimonia segue sempre una forma e una sostanza, che hanno a che vedere con la personalità del cerimoniere stesso. Ogni cerimonia è intrisa di questo: carattere e figura del cerimoniere. Ci sono rituali semplici, agresti, che sanno di
prati verdi e rive del mare, e ci sono cerimonie eleganti, che odorano di musica jazz e piume di struzzo, come esistono eventi moderni, dove lo style shabby chic si unisce al minimal e all’amore per il design. La regola è sempre una sola: la cerimonia e il gran maestro cerimoniere sono un tutt’uno, parte uno dell’altra, ed è così che la storia di ogni evento va raccontata.
Corriere Vicentino |
8 | Opinioni
Claudione Claudio Lippi! Chi era costui? Scherzo, so tutto di Claudione nostro, “nato a Milano il 3 giugno 1945, cantante, produttore discografico e conduttore televisivo italiano”, come spiega l’insostituibile Wikipedia. Se faccio finta di non conoscerlo è per il gusto di usare un incipit manzoniano (non capita spesso, sapete, di usare incipit manzoniani) e anche perché la carriera di questo biondo giuggiolone sembra fatta apposta per diventare bersaglio di qualche piccolo skerno. Ha cominciato come cantante ai tempi della preistoria televisiva, lanciato da dinosauri come Mike Bongiorno e Pippo Baudo. Poi ha tentato di fare il discografico - con scarso successo, pensate che il suo socio in affari era “Cipollino” Massimo Boldi - e infine si è riciclato come presentatore. Ha avuto innumerevoli alti e bassi, passando più volte la barricata tra la tv pubblica e quella arcoriana, litigando di qua e di là e alternando successi (brevi) a periodi di oblio (lunghi). Un giorno, quando Teo Teocoli se ne andò sbattendo la porta prima che cominciasse la diretta di “Mai dire gol”, quelli della Gialappa’s presero letteralmente il primo che passava e il primo era lui, Claudione nostro, che si trovò sotto i riflettori senza neanche saperlo e proprio per la sua aria così naturalmente stranita bucò il video e divenne una star. Poi naturalmente il successo passò e vennero altri tempi bui, rischiarati da qualche tenue lampo di notorietà. L’ultimo è di qualche mese fa, quando lo hanno messo accanto ad Antonella Clerici per controllare se i fornelli della “Prova del cuoco” funzionano. Lui sta lì, ride e se la spassa. Come ha detto qualcuno, sempre meglio che lavorare.
sex in vicenza info@corrierevicentino.it Cari Elena e Paolo, ce l’ho messa tutta ma proprio non ce la faccio: o io o il gatto! Era già da un paio di anni che la mia fidanzata insisteva, perché prima di vivere assieme aveva sempre avuto gatti in casa, perché la casa senza gatti è vuota... insomma, alla fine ho ceduto e due mesi fa è arrivato un batuffolo nero. Bello, bellissimo, ma da allora esiste solo il gatto! Lo sta viziando, non lo sta educando e lui si sente padrone della casa: il divano è diventato suo e ormai anche il letto. Questa convivenza diventa sempre più difficile: capisco tutto, ma trovarmi la notte abbracciato al gatto invece che alla mia fidanzata proprio no! Che faccio?! Andrea di Montecchio Elen
Caro Andrea, prendi in mano la situazione prima che sia troppo tardi. Anzi, più che la situazione, riprenditi divano e letto e fai capire bene al gatto a chi appartengono, perché il prossimo passo è che decida il programma tv da guardare la sera. Te lo dico per esperienza diretta: le donne gattofile non conoscono limiti e i gatti, come ben sai, sono dei grandi approfittatori. Stabilisci dei paletti, riprendi il controllo della casa e... buona fortuna! Elena
Feisbuc girl Film preferito Trainspotting Hobby Correre Cibo preferito Pizza Di cosa non puoi fare a meno... Di dire ciò che penso
Nome Fabiana Barra Età 16 anni Vive a Cornedo Vicentino Situazione sentimentale Single
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o P ao l Caro Andrea, ti confesso che sull’argomento ho un’ipersensibilità conclamata, della quale non riesco e non voglio prescindere. A me i gatti non piacciono affatto. Sono doppi, tripli, fintamente indipendenti, graffiano senza motivo e non ti danno affetto in maniera disinteressata come i cani. Quindi sono da tenere alla larga. Venendo a te, hai tutta la mia comprensione. Avvisa la tua fidanzata che questo è un problema serio e lo deve risolvere lei e in fretta. Il padrone del divano?! Ma per noi uomini divano+Sky è un binomio assoluto, quindi che vada da qualsiasi altra parte ma non sul divano. In bocca al lupo Andrea (magari ci finisse il gatto...). Paolo
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L’ Oroscopo
Ghiotto in manette, dopo che la Guardia di Finanza ha scoperto che aveva rubato il famoso gratta e vinci da un milione di euro.
di Mago Merlino
Co Ang me eli Jo si s no A rg tav lfa e a d no M ent 31/ ro 10/ Il ario il fr 19 tra B eez 70 sl er er? oc go o, gl ch io e 17 co /1 nf 2/ us 19 io 36 ne !
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questione d’etÀ
Ragazzina ricatta l’amante cinquantenne Ricorda molto “Lolita” di Nabokov la vicenda che ha coinvolto una se dicenne di Schio e l’uomo separato con cui ha avuto una storia. Quan do lui ha tentato di chiudere la re lazione, lei gli ha chiesto 340 euro, minacciando di andare a denunciar lo per stupro. Spaventato dal ricat to, si è rivolto ai Carabinieri e lei è stata arrestata. Ora però l’indagato è lui: la ragazza aveva quindici anni quando lui l’ha “sedotta”.
Non rubano l’auto, solo le ruote
furti
Almeno non si sono portati via tutto, ma solo qualche pezzo. Magra consolazione per due resi denti di Brendola che una matti na hanno trovato le loro auto pri ve delle quattro ruote. Durante la notte, un gruppo di ladri le aveva smontate e portate via.
Complici involontari Un venerdì notte, a Vicenza, un ragazzo ha chiesto una mano a due passanti perché non riusciva a mettere in moto la macchina, e loro l’hanno aiutato spingendola. In realtà l’auto era di un pensiona to della zona, e il giovane la stava rubando. Per fortuna una vicina del proprie tario ha assistito alla scena e ha avvisato la polizia. Quando ha sen tito arrivare la volante, il ragazzo è sceso dalla macchina ed è fuggito a piedi.
Il vigile finto entra in servizio A Castelgomberto è arrivato un nuovo agente: è silenzioso, immobile e di plastica. Il Comune ha deciso di assumere la sagoma a grandezza reale di un vigile urbano, e di spostarla in varie vie del paese per impedire agli automobilisti di correre. Ovviamente la sagoma non può multare nessuno, ma da lontano sembra un vero agente, perciò tutti rallentano.
un mese di notizie in Breve
a cura di Lisa Masiero
Il caso della sposa bambina Questo matrimonio non s’aveva da fare. Il tribunale di Vicenza ha bloc cato la richiesta di un trentunenne marocchino di portare sua moglie in Italia, perché la ragazza aveva quin dici anni quando si sono sposati in Marocco, loro paese d’origine. Lei aveva il permesso del padre, ma per la legge italiana serve l’autorizza zione del Tribunale per permettere ad un minore di sposarsi. L’uomo ha fatto ricorso, perché altrimenti dovrebbe aspettare che lei compia diciannove anni perché il loro ma trimonio venga riconosciuto anche in Italia.
arzignano
Andrea Ghiotto in manette Alla fine tutti i nodi ven gono al pettine, e anche Ghiotto ha dovuto fare i conti con la giustizia. Secondo l’accusa, il fa moso gratta e vinci da un milione di euro di marzo 2011, non lo avrebbe comprato lui ma un suo amico. Ghiotto lo avreb be però convinto a inte starlo a sua madre, Rosa Vestali, per ingannare l’Erario. Scoperto il trucco, Ghiotto è stato arrestato dalla Guardia di Finan za. Le indagini riguardavano an
Corriere Vicentino |
12| Notizie in breve
che usura, estorsione e ricettazio ne di beni contraffatti, tra cui un falso Rolex.
s t r a n e s c o p e rt e
Trova un pezzo di dito nella cassetta postale Ormai per posta arriva di tutto, e a qualcuno capita di imbattersi anche in un pezzo di dito: è successo ad un residente di Monselice. Sfogliando un dépliant pubblicitario di tosaer ba, ha trovato un’unghia con un pez zo di dito attaccato. L’uomo ha subi to avvisato i Carabinieri, che hanno portato il reperto al pronto soccorso, dove hanno scoperto che la falange amputata apparteneva ad un india no di Cornedo, che per lavoro distri buisce volantini pubblicitari con la sua bicicletta.
amore spray
Bassano tappezzata In due notti, armate di bomboletta spray e sagoma di cartone, hanno spruzzato 150 cuori rossi su mura storiche, panchine, portoni e co lonne del centro di Bassano. Le au trici del misfatto sono due studentesse uni versitarie diciannoven ni che poi, spinte dai genitori, sono anda te dai Carabinieri a confessare. Qualche cittadino ha apprez zato l’idea e si è fatto foto grafare accanto ai cuori, mentre le ragazze sono state denunciate per imbrattamento aggravato.
m a n i b u c at e
Spende 7.000 euro col bancomat dello zio Un giovane Lupin che ruba in casa dello zio, il ventiquattrenne che ha messo in atto un procedimento in fallibile: entrare di nascosto in casa del parente, prendere il bancomat, e leggendo dal cellullare il codice pin, spendere a volontà e, infine, rimettere tutto in ordine. Ma dopo trenta prelievi e 7.160 euro spesi in tre mesi, allo zio qualche dubbio è venuto, e il ragazzo è stato beccato.
vicentini
Altro che magnagatti Guai a chi ci chiamerà ancora vicen tini magnagatti. A ottobre partirà a Vicenza il primo corso per diploma re i volontari che curano le numero sissime colonie di gatti sparse per la provincia. Gattare e gattari saranno
quindi formati professionalmente, e istruiti sulla sanità, sull’alimen tazione animale e sull’igiene pub blica. Chi supererà la prova finale, otterrà il patentino e l’iscrizione all’Albo dei gattari.
5a
...solo
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i n c h i e s ta
Il lavoro lo scelgo in tv
Il numero di ragazzi che si iscrivono agli istituti alberghieri - ma anche alle scuole di musica e di danza - continua a crescere, di pari passo al boom delle trasmissioni televisive che riguardano gli stessi ambiti. Inevitabile osservare una relazione fra questi due fenomeni. di Giuseppe Signorin, Francesco Meneghini e Jacopo Xompero
F
Professione cuoco
Fresco di vittoria del Premio De.Co. Severino Trentin, il C.F.P. Reffo di Tonezza continua a crescere, sia in qualità che in quantità. “Negli ultimi tre, quattro anni – sottolinea la preside Silvia Cortiana – il numero delle domande è aumentato vistosamente, ma il processo è graduale da una decina di anni ormai, in pratica da quando abbiamo aperto. Nel 2003 avevamo solo due classi prime, ora sono quattro, e le iscrizioni sono passate da 160 a 240. Secondo lei ha influito il fenomeno dei talent? Non ho un riscontro diretto. Credo siano più importanti il passaparola e l’esperienza degli ex allievi, soprattutto per una realtà come la nostra, dove l’esperienza del convitto fa la differenza. Penso che nella scelta prevalga la propensione individuale. Tutto il resto, tv inclusa, può servire a confermare e a rafforzare le scelte. È cambiato lo “studente tipo”, rispetto a una volta? In passato la maggior parte dei ragazzi proveniva da famiglie attive nel campo della ristorazione. Adesso non è più così: molti ragazzi vengono da famiglie estranee a questo mondo, ma coltivano il sogno di fare il cuoco, che probabilmente sì, almeno in parte è alimentato dai programmi tv. Ma quelli che arrivano fino in fondo sono spinti da una passione vera. Corriere Vicentino |
La crescita di domande è un fenomeno che riguarda anche un altro affermato istituto, la Scuola di Ristorazione Dieffe di Lonigo. “Il numero di classi per gli istituti professionali – ci spiega il preside, il prof. Luciano Gatti – è prestabilito dalla Regione. Abbiamo provato ad aumentare il numero di studenti per classe, ma oltre una certa soglia, di 20-25 ragazzi, non è proprio possibile andare, soprattutto per le attività di laboratorio”. Quando ha avuto inizio questo boom? Più che un boom si tratta di un trend che coinvolge il nostro istituto da circa tre anni. Gli anni scorsi rimaneva sempre qualche posto libero, fino all’ultimo; ora, invece, almeno per le classi prime, siamo già al completo. Il fenomeno delle trasmissioni televisive gioca un ruolo importante in questo trend. È un fenomeno che tutto sommato fa piacere, ma la professione del cuoco poi è tutta un’altra cosa. I ragazzi lo scoprono presto, già durante gli stage. Non si tratta solo di preparare un piatto; e anche se fosse, non si tratta solo di preparare un piatto per quattro persone, ma magari per 100. È ben diverso. Lo stimolo che viene dalla tv comunque è positivo, e soprattutto costituisce una sfida per migliorare l’offerta qualitativa, perché tutti vogliono proporre qualcosa in più.
14 | Inchiesta
Lorenzo Battistello, il cuoco del GF È nato a Breganze e si è diplomato alla Scuola alberghiera di Merano, ma i più lo conoscono per aver partecipato alla prima storica edizione del Grande Fratello, nel 2000. Poi la trottola delle ospitate e delle serate in discoteca in giro per l’Italia, e la grande chance con Mezzogiorno di cuoco, assieme a Cesare Cadeo, esperienza purtroppo interrotta prima del previsto. Da lì un periodo di silenzio, fino all’incontro con Stefania, medico oftalmologo che lavora a Barcellona, dove da qualche anno si è stabilito anche lui. In mezzo un’esperienza come giocatore di poker sponsorizzato. Cosa ne pensa del fenomeno dei cuochi in tv? Ormai i cuochi sono le rock star del terzo millennio... Basta pensare a come vengono presentati: tatuaggi, copertine di riviste fashion, programmi tv.... Fra un po’ inizieranno con le ospitate in discoteca, com’è capitato a me dopo il Grande Fratello... In America ci sono gruppi di cuochi che aprono i concerti rock cucinando sul palco a ritmo di musica e lanciando poi il cibo alla gente... Ma questo fenomeno in fondo mi piace, fa parte della società e del continuo cambiamento delle mode... Per lei l’esperienza televisiva cos’è stata? Un aiuto? O piuttosto un ostacolo? La TV è stata un passaggio importante della mia vita. Direi fondamentale. Un’esperienza che nel bene o nel male mi ha aiutato a essere quello che sono... Com’è stato il suo percorso professionale dopo l’esperienza del Grande Fratello? Da un lato sono stato aiutato, ma dall’altro sono stato anche messo molto sotto i riflettori della critica... Si tratta di un equilibrio difficile. Diciamo che il Grande Fratello ti apre molte porte, ma poi, se non sei in grado di gestirti, la caduta fa ancora più male... Adesso che fa? Adesso gestisco una caffetteria panetteria a Barcellona, dove vivo. Si chiama Lievitozero. Sono tornato a fare il mio mestiere, insomma.
H
Talenti non da talent
Ha già lavorato in ristoranti di Verona e Padova; poi la prima trasferta, in Svizzera, per finire qualche tempo dopo oltremanica, partecipando all’apertura di un ristorante londinese; oggi cucina a Venezia, a due passi da Piazza San Marco, con la prospettiva di lavorare a New York e richieste da Dubai. Sono due le cose che stupiscono sentendo parlare Christian Lorenzato: la calma con cui racconta la sua sfolgorante carriera e il fatto che sia nato nell’89. Come se non bastasse, da qualche giorno può vantare una medaglia d’oro individuale e un argento a squadre ottenute ai Campionati Italiani di cucina con il Team Veneto Chef. 24 anni e una carriera che farebbe in vidia a molti… il tuo segreto? Ho sempre nutrito una grande passione per la cucina, fin da quando ero molto piccolo. Dopo aver frequentato l’istituto alberghiero ho subito iniziato a lavorare, e credo che il segreto per continuare a crescere in questo mestiere sia fare tanta pratica e viaggiare, senza paura di spostarsi. Cosa pensi dei tanti programmi di cucina che si vedono in tv? Corriere Vicentino |
Secondo me non hanno molto senso, in quanto si tratta di pura finzione, per fare spettacolo. Si preparano piatti in pochi minuti per rispettare i tempi televisivi, mentre io per lavoro entro in cucina alle 9 del mattino ed esco la sera tardi. Se ti chiedessero di condurre un program ma televisivo, come lo vorresti? Non vorrei andare in uno studio televisivo, vorrei che fossero le telecamere ad entrare in cucina. Solo lì si riesce a capire come lavora un vero cuoco. Bisognerebbe poi partire dalle basi della cucina, spiegando come preparazioni complicate in realtà siano accessibili a tutti. Cosa consiglieresti ad un aspi rante chef? Gli direi di studiare, far pratica e continuare a spostarsi. Purtroppo la cucina non è solamente improvvisazione e fantasia, come si vuol far credere in tv, ma richiede anche conoscenze tecniche, tanto tempo e tanta fatica.
15 | Inchiesta
A scuola di musica Se i programmi di cucina spopolano, i talent musicali non sono da meno. “La nostra valle ha una concentrazione di musicisti o aspiranti tali altissima – ci raccontano Francesco Bellato e Severo Cardone, dello Shoegaze Studio di Arzignano. Ed è un trend in costante crescita, sicuramente anche a causa dei talent. Ci sono tanti ragazzi che vorrebbero fare il musicista come lavoro, e questo è piuttosto paradossale, in un momento in cui l’industria discografica è sempre più in crisi… Ci sono le mode anche per i lavori: ai tempi delle serie tv con gli avvocati, negli anni 80, tantissimi si iscrivevano a Giurisprudenza per esempio… Nell’ambiente dei musicisti i talent sono visti piuttosto male. I ragazzi, anche se ne sono influenzati, difficilmente lo ammettono. Magari i cantanti, nel bene o nel male, ne risentono di più. I talent riguardano quasi esclusivamente il canto. Il più simpatico è stato un ragazzino di 12 anni, che ce l’ha detto chiaro e tondo, appena è arrivato: sono qua per la trasmissione di Gerry Scotti, Io canto. Altri invece vengono spinti dai genitori; può essere che siano i genitori ad avere un debole per i talent… A noi comunque non cambia niente la motivazione: basta ci sia la passione”.
U
“Più che il fenomeno talent da noi si è sentito l’uragano Ghiotto - ci racconta Luca Pellizzaro, direttore e insegnante di basso elettrico di AltraMusica, associazione culturale di Montecchio Maggiore - perché Irene insegna qui. In realtà ha influito più sull’umore che sul numero di iscritti… Tutti speravano che con la sua visibilità sarebbero arrivate flotte di cantantesse alla ribalta, ma così non è stato. O meglio... Ora si sa che lei insegna e il suo nome dà pregio e credibilità ai nostri progetti. È quello su cui puntiamo sempre. Irene è l’esempio di chi si fa in quattro, lavora ogni giorno e alla fine ce la fa. Non è l’esempio di chi sfonda senza avere un background”. Ma i programmi tv influiscono sugli iscritti? Diciamo che come scuola abbiamo il 50% degli iscritti che frequenta i corsi di canto, e questo la dice lunga… Tutti si credono cantanti, ormai, perché lo dice la tv, ma pochi sanno veramente cosa vuol dire cantare e fare musica. Ecco perché noi non li facciamo mai cantare sulle basi e dal vivo hanno tutti una band che li accompagna, proprio per far passare l’idea che comunque la musica è fatica, oltre che svago.
Non basta esibirsi
Una vita scandita a colpi di “arabesque” e “pas assemblè”. Maria Vittoria Feltre, di Montebello Vicentino, è ormai un’affermata ballerina; lo dimostra il successo ottenuto dall’ultima rappresentazione, sotto la regia di Loris Petrillo, de “Il lago dei cigni”, portato in scena con la compagnia Opus Ballet. Cosa pensi quando vedi alla TV tutti questi giovani che ten tano di “sfondare” con i talent show? Alcuni tecnicamente sono molto bravi e dotati, altri provengono da scuole prestigiose. Hanno a disposizione insegnanti che sono tra i migliori… …quindi non ci si può improvvisare ballerini, per ottenere un rapido successo? Assolutamente no. Il ballo è un’attività che richiede duri allenamenti e grandi sacrifici. La differenza, tra il ballo che vediamo in TV e quello che va in scena in teatro, sta nel risultato che si vuole ottenere. Nei “talent”, dove il target e lo scopo sono differenti, si cerca di far emergere di più il talento personale che il significato del ballo.
VenDeMMiAt
rice
Hai mai pensato di partecipa re? Diverse volte mi hanno spinto, ma non era ciò che cercavo. Si avvicina molto più al mio sogno una tournèe di venti date con un rinomato regista, piuttosto che diventare famosa in tv. Quella dei talent è una mera esibizione, mancano l’anima e il significato della danza. All’Operà de Paris nel 1600 si esibivano con abiti confezionati per l’occasione e mesi di preparazione. C’è un po’ di mancanza di rispetto per quella che, in maniera più assoluta, è un’arte.
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Silvio Orlando Il mattatore della serata è lui. Non solo come regista e protagonista sulla scena, ma proprio perché senza la sua verve e capacità mimica lo spettacolo non starebbe in piedi. Invece quella al teatro Comunale di Lonigo, dove lo abbiamo incontrato, è una delle ormai 150 repliche de “Il nipote di Rameau” che Silvio Orlando ha portato in giro per l’Italia.
di giovanni salviati
C
ome ha cominciato a recitare? È figlio d’arte? No, sono il primo della mia schiatta. Ho iniziato suonando il flauto, ma costava troppa fatica, e ho dirottato sulla recitazione, che sentivo più consona al mio carattere superficiale e libertino. Negli anni 70 era abbastanza facile iniziare cose nuove. Si facevano cose diverse per rompere schemi, spesso in modo un po’ velleitario. C’era più gente che recitava che spettatori in quegli anni. Di quel fermento, a Napoli siamo rimasti in 4 o 5. Come è avvenuto il balzo al professionismo? Ho fatto 10 anni di gavetta invisibile nelle cantine del teatro sperimentale, pur con professionisti importanti, ma non celebri, come Antonio di Villa. La prima grande occasione è venuta a metà degli anni 80 con Gabriele Salvatores, con uno spettacolo nel teatro dell’Elfo. Nel mondo di oggi dominato dai media, in cui molti sem brano recitare in permanenza, teatro e cinema sono costretti a rivedere il loro ruolo? Questa preoccupazione era più forte negli anni 70 che oggi. Quelli erano anni di preoccupazioni e previsioni apocalittiche: morte del teatro decretata dall’invadenza dell’immagine, spettacolarità diffusa ovunque che avrebbe distrutto il teatro, portatore di un atto basato sulla parola. Cercavamo un teatro che andasse incontro a queste nuove tendenze. Parlo dei Martone e dei Servillo dell’epoca, che avevano bandito la parola e fatto un teatro soprattutto di sintesi visiva. Poi invece si è capita la forza e l’eresia della parola, fatta rinascere tutte le sere. Così il teatro è tornato a essere una scatola piena di parole. Cosa separa il cinema italiano di oggi da quello degli anni 50, quando Cinecittà era il secondo centro di produzione al mondo dopo Hollywood? Il cinema nel dopoguerra era in qualche misura vergine, per chi lo faceva e per chi lo osservava. Venivamo dalla gabbia culturale censoria del fascismo. Poi si è aperto il vaso di pandora della creatività, e il mondo è tornato ad accorgersi dell’Italia, con le sue macerie e le sue meraviglie. E poi c’è stata la casualità fortunata di avere 20 grandi maestri tutti concentrati in quello stesso decennio. Dopo, tutto è stato molto più difficile, con quell’eredità così pesante da gestire. E con l’imbarbarimento della società civile, corsa a inseguire un modello di americanismo all’amatriciana che ci ha fatto perdere la nostra
Corriere Vicentino |
18 | Intervista
identità culturale nel giro di pochissimi anni. Lei ha lavorato con importanti registi, da Salvatores a Mo retti a Pupi Avati. Con quale di loro si è trovato meglio? Bisogna distinguere un po’ tra piacevolezza di lavoro e importanza della collaborazione. Con registi come Salvatores e Luchetti lavorare è molto facile e divertente, con risultati notevoli. Con Moretti il lavoro è duro e ti sembra insensato, ma alla fine l’esito è tale che ti fa dimenticare la fatica. Un attore con la sua personalità di improvvisatore intervie ne nella regia e nella sceneggiatura, modificandola mentre recita nelle varie scene? Può capitare, anche se io spero sempre che il regista abbia le idee chiare, e mi preoccupo quando mi sta troppo a sentire. Il lavoro che faccio io su un personaggio è di scucirlo e ricucirmelo addosso. I più grandi drammaturghi italiani del ‘900? Non ce ne sono tanti. La drammaturgia in Italia negli ultimi anni è sempre stata ancella di registi e attori. Fra i più grandi, penso a quella meravigliosa macchina teatrale che è stato Eduardo De Filippo. Recitando le sue opere capisci come è riuscito a individuare l’humus, la corda dello stare in scena. Non c’è più palco, si è in mezzo alla gente, si racconta un popolo senza mediazioni intellettuali. Venendo al suo spettacolo, da dove arriva la scelta di drammatizzare questo dialo go filosofico di Diderot, “Il nipote di Ra meau”? Che attualità possiede? Mi sembrava che raccontasse molto bene l’Italia di oggi attraverso suggestioni lontane nello spazio e nel tempo. La fatica è stata ridurre un testo che parte come fortemente antiteatrale, senza azione drammaturgica. Ma questo personaggio racconta quello che siamo diventati noi. Cioè tutti cinismo e disillusione, stando a Diderot. Vede una speranza di cambia mento per l’Italia? Sì, se ritroviamo un po’ di senso della dignità. Chiudiamo troppo spesso un occhio su quello che siamo, e gli altri sono ridotti a opportunità di ottenere risultati strumentali. Dobbiamo ricominciare a vederli come fratelli. Com’è recitare con la propria moglie (Maria Laura Rondanini, ndr)? È complicato se fai anche la regia, perché le tematiche della coppia entrano dritte in scena. Per esempio è difficile che tua moglie ti dia ragione subito, e questo come regista è difficile da sopportare. Ma è una fatica bella perché condividi tutto. Come ha trovato il teatro di Lonigo? Mi ha sorpreso il grande contrasto fra esterno anni 80 e interno ottocentesco. Non lo dimentichi più. Vi si recita molto bene. Ha le dimensioni giuste per la prosa. Ti permette di andare di sfumature, accentuando una dimensione intima del recitare. Corriere Vicentino |
19 | Intervista
focus
Nel mondo dei vegani di Lisa Masiero e Guido Gasparin
“S
E
“Sono vegana dal Vegan Fest di Lucca del 2011. Ero già vegetariana dal 2007, quando, per motivi di salute, ho dovuto eliminare gli alimenti mal tollerati dal mio organismo, in primis la carne. Poi ho deciso di capirne di più e da vegetariana sono diventata vegana”. Questo è il percorso che ha seguito Roberta Pileggi, percorso nel quale alle considerazioni salutiste se ne sono aggiunte altre di natura etica. “Essere vegetariani non basta per eliminare la sofferenza animale, e lo stile di vita vegano ha un impatto ambientale ancora minore rispetto a quello vegetariano”, sottolinea Roberta. Sei stata criticata per la tua scelta? No. All’inizio i miei genitori erano preoccupati, ma vedendo che stavo bene e che la mia salute ne guadagnava hanno approvato. E stanno pure provando a diventare vegetariani. Con la mia alimentazione assumo tutti i principi nutrivi necessari, per cui non ho bisogno di alcun integratore. Al ristorante trovi qualcosa da mangiare? I ristoranti vegani sono abbastanza rari, però oggi la maggior parte dei locali offre almeno un piatto vegano (e una pasta al pomodoro si trova ovunque). Molti sostengono che i bambini non possano essere vegani. Non sono d’accordo. L’AND sostiene che le diete vegane ben pianificate sono appropriate per tutti gli stadi del ciclo vitale umano: gravidanza, allattamento, infanzia e adolescenza. Consiglieresti a tutti la tua scelta di vita? Certo, per la propria salute e per rispetto verso gli animali e l’ambiente.
CHI SONO
I vegani seguono una dieta e uno stile di vita che esclude l’uso di prodotti di origine animale come cibo e per qualsiasi altro scopo.
VEGETARIANI VS VEGANI
Il vegetariano non mangia animali, di nessuna specie. Il vegano non mangia animali e nemmeno i loro prodotti: latte, latticini, uova.
Egle ha 29 anni, vive a Vicenza ed è una “cuoca vegan”. Ma è possibile dedicarsi all’arte della cucina e avere a propria disposizione solo un numero limitato di alimenti? “In verità - racconta - ho scoperto la passione per la cucina proprio due anni fa, quando sono diventata vegana. Con cereali, legumi, verdura, frutta e semi oleaginosi, si possono creare piatti ricchi e sempre diversi, di cui anche gli amici carnivori chiedono il bis. Anche il burro, poi, non è un problema. Lo si può facilmente sostituire con l’olio, che è sano e nutriente. Usando i vari tipi di olio (extra vergine di oliva, di girasole, di mais, di semi di lino, di semi di sesamo, di riso e di soia, solo per citarne alcuni) si ottengono sapori diversi e abbinamenti ad hoc per ogni piatto. Ma si possono usare anche margarina e burro di soia”. Egle è una cuoca vegan a domicilio (il suo blog si chiama CucinaVerde) e a settembre aprirà una gastronomia vegan: piatti da asporto realizzati con alimenti 100% vegetali, di stagione, biologici e il più possibile a km 0. Venerdì 22 marzo, Egle ha cucinato per 50 persone: ecco il menù della cena. Antipasti. Hummus (crema di ceci); formaggio vegan; insalata russa. Primi. Riso integrale ribe con lenticchie al curry; couscous integrale con verdure; torta salata con cavolo rosso e panna di soia. Secondi. Arrosto saporito di seitan; tofu e zucca marinati al forno; farinata (frittata di farina di ceci) al porro e rosmarino. Contorni. Ratatouille di patate, rape rosse e cipolla; finocchio, carote e porro saltati in padella al latte di soia; insalata di radicchio rosso, carote, mela e noci. Dolci. Salame al cioccolato; tartufini crudisti (con uvetta, mandorle, anacardi, polvere di carruba e cocco); torta morbida all’arancia; torta “pinza” di pane integrale.
Quanti sono
Nel mondo: non sono disponibili dati statistici globali. Sondaggi e rilevazioni eseguite negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Svezia, in Germania e nei Paesi Bassi fra gli anni 90 e 2000 indicano una percentuale di adulti vegetariani intorno al 5% e di vegani fra lo 0,1% e l’1,6%. In Italia: vegetariani 4,9%; vegani 1,1%. Aumentati di due punti percentuale rispetto alla rilevazione 2012. (dati Eurispes 2013)
L’atleta vegano
L
Luca Calgaro è uno che quando corre fa sul serio: 33 anni, di Santorso, è uno dei top runner tra i vicentini impegnati nelle gare in montagna. Tanto per fare alcuni esempi, quest’anno si è classificato secondo nella staffetta dell’Ultrabericus (36 chilometri su è giù per i Colli Berici) e nel 2011 è giunto undicesimo su 81 atleti al traguardo alla Royal Ultra Sky Marathon nel Parco Nazionale del Gran Paradiso: 54 chilometri con un dislivello positivo di quattromila metri. Fin qui nulla di strano, d’altronde sono centinaia gli atleti che si cimentano con buoni risultati in gare in montagna. Calgaro, che corre per il “Terzo tempo team”, ha però una particolarità: da un anno a questa parte ha deciso di assumere un regime alimentare vegano. Significa niente carne, uova, latte, formaggio e suoi derivati, elementi che solitamente compaiono (e anche abbondantemente) nelle diete degli atleti. “Non ho compiuto questa scelta per questioni animaliste, ma prettamente salutistiche – spiega Calgaro -. Sono
stato introdotto a questo regime alimentare da un altro atleta e mi sono informato sulle correlazioni che molti studiosi ritengono sussistere tra certe malattie e il consumo di carne e di proteine di origine animale. È emblematico il caso del libro “The China Study” del dottor Colin Campbell, che sostiene la possibilità di ridurre drasticamente il rischio di cancro, diabete, malattie cardiache e obesità attraverso l’eliminazione dalla dieta delle proteine di origine animale”. Ma tutto questo come si traduce in termini di prestazioni sportive? Non è plausibile una riduzione del vigore fisico e della resistenza, soprattutto in competizioni così impegnative? “Da quando ho cambiato regime alimentare vado più forte – sottolinea Calgaro – in allenamento mi sento molto più tonico e ho notato sensibili miglioramenti nei tempi delle gare in piano su strada a cui partecipo. Ritengo che la dieta vegana sia ideale per un atleta, ma è certamente difficile trovare un medico dello sport che sostenga le mie stesse convinzioni. Io però mi sento di aver fatto la scelta giusta e i risultati mi stanno dando ragione”.
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ARZIGNANO
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Si parte con l’ospedale di stefano cotrozzi
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arzignano La guerra dimenticata
Altavalle Sarà Unione dei Comuni? Chiampo Verso le elezioni MONTECCHIO Arriva il garage storico BRENDOLA Chi sfiderà Renato Ceron? MONTEbello 100 km nel deserto Zermeghedo La storia di nonno Africa
MONTorso Novità in piazza
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er lui Arzignano non è una novità, qui ha già lavorato come direttore amministrativo dell’Ulss numero 5. Nella città del Grifo c’è tornato ma questa volta come direttore generale, una vera sorpresa per chi partecipava ai toto pronostici in cui il suo nome non appariva neppure. “Beh, devo ammettere che è stata una piacevole sorpresa” ci racconta il neo eletto Giuseppe Cenci che di strada al mattino per venire in ufficio non dovrà farne tanta visto che vive a Montecchio Maggiore. Partiamo subito con una domanda che ci facciamo tutti… ma il nuovo ospedale si farà? Abbiamo avuto un incontro con gli uffici tecnici della Regione - ci spiega Cenci - che ci hanno dato le indicazioni per bandire un concorso di idee e in tempi rapidi lo attueremo. Questa è una formula che ci permetterà di acquisire il progetto vincitore. Quindi l’ospedale si farà? Sì. E si farà a Montecchio Maggiore dove sorge l’attuale struttura ospe daliera? Sì, è stata presa una decisione all’unanimità da parte dei sindaci che quella sarà la sede del nuovo ospedale. Da più parti si sussurra che i soldi non saranno sufficienti, che bisogna cercare degli altri finanziamenti… Abbiamo a disposizione 50 milioni di euro, l’ipotesi è di una spesa di circa 57 milioni. Aspettiamo però a parlarne, la cifra esatta l’avremo dopo il progetto preliminare. Oltre a questo con i ribassi d’asta si scende spesso del 20%. Quindi direi che ci siamo. Quando la posa della prima pietra? Corriere Vicentino |
22 | Ovest Vicentino
Ci sono una serie di tempi tecnici. Che noi sorvoliamo… Va bene, penso che potremo partire con il cantiere verso la fine del 2014, inizio 2015. Quanto tempo per vederlo ultimato? Almeno 5 anni. Cosa succederà dell’ospedale di Ar zignano? Sarà riconvertito, verrà adattato per offrire servizi e funzioni sanitarie che oggi sono disperse sul territorio. Questo, tra l’altro, ci porterà ad un notevole risparmio economico perché abbiamo molti servizi in affitto. Perciò non lo venderete? Se arriva una bella offerta… anche se la decisione di vendere non la può prendere l’Ulss ma solamente la Regione e al momento questa ipotesi non è sul tavolo. Cosa cambierà? Tantissima razionalizzazione; la suddivisione in due sedi era decisamente penalizzante: due pronto soccorso, due mense e potremmo continuare. Tutto ciò ci permetterà di abbattere molti costi.
Ritorno dalla morte di giuseppe signorin
G
iovedì 29 novembre 2013. Giovanni Tres si sveglia e va a comprarsi un paio di scarponi da montagna, una delle sue passioni. Da quel momento in poi non ricorda più nulla, si deve affidare alla memoria degli altri – la moglie, i figli, i medici. A quanto pare, dopo essersi comprato gli scarponi è tornato a casa e si è preparato per un giro in bici. Un’altra delle sue passioni, la più grande. 50-60 km, come al solito, per tenersi in allenamento. Ma di quel giro, come dei successivi due mesi passati in una stanza di ospedale, fra Vicenza e Arzignano, non gli rimane traccia. Gli dicono che è finito contro un camion, in via dell’Industria, vicino al distributore della Esso. Ma le dinamiche dell’incidente non sono chiare. Giovanni ha sempre
avuto una salute di ferro, non riesce a capire come può essere andato a finire contro un camion da solo. Difficile si sia trattato di un malore. Magari si è semplicemente distratto. Da quel momento l’inferno: venti giorni di coma farmacologico, poi il risveglio, senza sapere più chi sia. Una vita passata fra bar e ristoranti – al momento gestisce il Bar Il Pirata – senza sapere più neppure il nome degli ortaggi. All’ospedale gli facevano vedere una zucchina e non sapeva cosa fosse. Piano piano la ricostru-
zione, fisica e psicologica. Quando lo rimandano a casa non riesce neanche a camminare. Deve imparare tutto da capo. Lo portano tre giorni a settimana al San Marco di Verona, dove il lavoro degli specialisti lo rimette gradualmente in sesto. Ora Giovanni è guarito, sta bene. Qualche difficoltà ancora con la memoria, ma è tornato alla normalità. Il primo ricordo che ha della sua nuova vita riguarda il ritorno a casa dall’ospedale, quando ha chiesto al figlio di portare ad aggiustare la bici - quella dell’incidente - per rimontare in sella…
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Il luogo ideale dove prendersi cura di sé È la ricerca di un equilibrio fra mente e corpo a fare da filo conduttore alle attività della famiglia Tibaldo, attività solo apparentemente diverse ma tutte legate da una stessa filosofia basata sul concetto di vivere bene. “Trent’anni fa – racconta Giancarlo Tibaldo – ho fondato la mia azienda e l’ho chiamata Sirio, come la più brillante delle stelle del cielo notturno. Dalla lavorazione delle imbottiture di lana e cotone, assieme ai miei figli Luca e Vittorio, siamo passati al settore del materasso finito riuscendo non solo ad allargare progressivamente il mercato, ma a diventare un punto di riferimento con prodotti sempre innovativi per il rilassamento e la qualità del sonno”. Corpo abbiamo detto, ma anche spirito. E così Giancarlo Tibaldo da anni investe nella cultura curando un museo della scienza e della comunicazione: un’eredità importante per i giovani e le generazioni future che avranno modo di conoscere gli strumenti utilizzati dai propri avi. Ora il progetto Sirio Life chiude il cerchio. Nell’hotel, ristorante e centro benessere è possibile trovare un antidoto allo stress e intraprendere un percorso di rivitalizzazione della persona. Un’alimentazione corretta e naturale, con particolare attenzione al biologico e con uno spazio dedicato ai celiaci, i trattamenti del centro benessere e i corsi dedicati alla meditazione, alle tecniche di respirazione e al miglioramento personale fanno di Sirio Life il luogo ideale dove prendersi cura di sé. Il tutto grazie alle mani esperte di professionisti altamente qualificati.
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arzignano
La guerra dimenticata di enrico corato
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oche parole, essenziali, incise su una lapide di pietra: “Bertoldo Ottorino, caduto ad Henni 23 ottobre 1911”. È affissa alla parete della chiesa di Ognissanti di Arzignano, nel cortile antistante Villa Mattarello, storico luogo di commemorazione dei figli della Città del Grifo caduti in guerra per la patria. Curiosamente questa lapide è in posizione isolata, quasi in un angolo. Una storia dimenticata, ma grazie alla Commissione cultura istruzione e identità veneta del Comune di Arzignano e a “La guerra dimenticata”, una mostra itinerante, ora ne sappiamo un po’ di più. “Lo spunto per riscoprire questo capitolo della nostra storia viene da questa lapide misteriosa – ci spiega Antonio Lora, presidente della Commissione cultura – e abbiamo scoperto che in realtà tutta la guerra italo-turca è praticamente sconosciuta. Al Museo del risorgimento di Vicenza, ad esempio, non hanno alcuna documentazione, mentre hanno la Grande guerra, pur essendo successiva”. La campagna di Libia, combattuta tra il settembre del 1911 e l’ottobre del 1912, vide il Regno d’Italia alla conquista delle regioni nordafricane della Tripolitania e della
Cirenaica, che appartenevano all’Impero ottomano. “Dalle pagine de La Provincia di Vicenza di quegli anni – continua Lora – sappiamo che i soldati arzignanesi schierati in Libia furono una ventina, tutti classe 1888, cui si aggiunge il tenente Antonio Frizzo, addetto alla scorta del Generale Caneva, comandante in capo del corpo d’armata. L’unico che non riuscì a tornare fu Ottorino Bertoldo, bersagliere dell’11° Reggimento, 8ª compagnia, caduto nella battaglia di Sciara el Sciatt, la più sanguinosa per l’esercito italiano”. Apparteneva anche lui alla classe 1888, probabilmente era nato ad Arzignano, dove viveva la sua famiglia, e aveva un negozio di biciclette in località Ponte di Mella. Alla sua prematura scomparsa, con il compianto dell’intera cittadinanza, l’amministrazione
comunale promosse raccolte di fondi e sottoscrizioni per sostenere la famiglia, rimasta nella povertà. Per rendere onore a questo giovane, oggi con la collaborazione del Gruppo Bersaglieri della Valle del Chiampo si pensa ad un restauro di questa lapide storica che merita di tornare all’antico splendore. Corriere Vicentino |
26 | Ovest Vicentino
Scosse e boati
di lisa masiero
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el bel mezzo del pomeriggio della festa della donna, il Vicentino trema. E dieci giorni dopo, trema di nuovo. Nessun danno, ma in entrambi i casi l’epicentro è vicino ad Arzignano. Dobbiamo preoccuparci? La preoccupazione – ci spiegano i geologi Umberto Pivetta, Rimski Val vassori e Sarah Silovich – non può che essere uguale a quella di ieri e a quella di domani. Il nostro territorio è sismico in senso stretto. Negli ultimi dieci anni sono state registrate, in un raggio di 20 km intorno ad Arzignano, 15 scosse con magnitudo tra 1,7 e 3,4. È normale, ma dopo i terremoti dell’Aquila e dell’Emilia, l’attenzione mediatica è maggiore. I due terremoti sono correlati? Entrambi appartengono al medesimo distretto sismico, compreso tra le tre zone sismogenetiche di ThieneCornuda, della pianura dell’Adige e del Monte Baldo. Oltre alla scossa anche un boato. Il rumore, che si può manifestare come un boato, è causato dalle onde sismiche, che si propagano dall’ipocentro (la zona sottoterra in cui il terremoto ha origine) alla crosta superficiale, e quindi all’atmosfera.
In missione... vicino casa iamo abituati ad associare alla parola “missione” soprattutto territori lontani. Ma questa lontananza, per un religioso, è soprattutto una lontananza dalla fede. Per “nuova evangelizzazione” s’intende infatti innanzitutto evangelizzare di nuovo paesi come il nostro, che dalla fede pare proprio essersi sempre più allontanato. Non è strano quindi che 30 missionari –
che partissero per andare a scuola. The e biscotti da condividere e poi un momento di preghiera. L’imbarazzo e la diffidenza dei primi giorni si sono trasformati in partecipazione, tanto che al momento degli addii ai ragazzi è quasi dispiaciuto, perché si erano abituati e affezionati alla presenza di noi religiosi”. Suor Maria ci descrive anche come sia stata organizzata una simpatica campagna pubblicitaria per l’evento: i giovani del posto si
20 frati e 10 suore – provenienti da varie parti del nord Italia, si siano recati per due settimane, dal 3 al 17 marzo, in diversi paesini della provincia di Udine. Quattro di questi missionari – due frati e due suore – vengono da Chiampo; una, suor Maria, che abbiamo incontrato, dall’Istituto socio-educativo San Giuseppe di Arzignano. “Un’esperienza nuova – ci racconta piena di gioia. Grazie alla collaborazione di tante persone, abbiamo organizzato diversi tipi di incontro: per esempio è stata allestita una tenda vicino alla stazione, con tavolini e sedie, in cui ci si incontrava ogni mattina con gli studenti, prima
sono messi a girare in macchina con gli altoparlanti per annunciare la presenza dei missionari e le numerose iniziative in corso. Messe, adorazioni eucaristiche, confessioni, visite agli ammalati e alle famiglie, incontri con i più giovani, con le coppie, concerti (presenti anche il gruppo dei The Sun, sabato 9 marzo). “Abbiamo ascoltato tantissime testimonianze, alcune delle quali commoventi, come quella di un’anziana signora, vedova ma piena di vita, che ci ha raccontato la gioia del suo matrimonio: 60 anni vissuti a fianco del marito, accogliendolo ogni sera cantando, quando rincasava dal lavoro”.
di giuseppe signorin
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Corriere Vicentino |
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arzignano
Concia: quarti in italia di Lisa masiero
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risi o no, la concia locale è al quarto posto della classifica per l’export tra le industrie italiane. C’è poco da stupirsi, se si pensa che il distretto veneto è tra i più grandi al mondo: formato da 482 imprese, si estende per 130 kmq, e comprende Arzignano e l’area del Chiampo da Crespadoro a Montebello, da Montorso a Zermeghedo fino a Montecchio Maggiore. Con un totale di 8.350 addetti, le concerie della zona esportano per un totale di 1,9 miliardi di euro, in 112 paesi diversi, tra cui Cina, Germania, Usa, Svizzera e Spagna. Unic, l’Unione Nazionale Industria Conciaria, commenta positivamente la notizia. “La concia italiana - spiegano
- riesce a resistere alla crisi soprattutto grazie all’esportazione del prodotto finito, ossia la pelle lavorata. In Italia invece, oltre alla crisi economica, le industrie devono affrontare anche altre difficoltà, tra cui l’elevata tassazione, il difficile accesso al credito, gli insoluti dei clienti. Inoltre, in Europa i costi ambientali che le imprese devono sostenere sono molto più alti rispetto a quelli di altri paesi. La strategia dei conciari consiste nel puntare alla qualità del prodotto. Le pelli migliori al mondo sono quelle europee, ma vengono acquistate in gran parte da paesi extraeuropei. Riuscire a tenere queste pelli in Europa, per farle trattare dalle nostre concerie, andrebbe a vantaggio di tutto il mercato comunitario”.
In mostra le opere in pelle degli studenti Grande successo per il concorso “Conciati nel tempo” organizzato dall’Unic, con il patrocinio di Lineapelle. Hanno partecipato anche le classi del secondo e del terzo anno delle scuole medie di Arzignano, Chiampo e Montorso. Realizzando opere in pelle che sono poi state esposte al Teatro Mattarello di Arzignano. Alla fine i ragazzi sono stati premiati per la creatività e la tecnica dei lavori.
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La prima pietra
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ercoledì 27 marzo il sindaco Gentilin ha dato il via ai lavori per le piscine di Arzignano. Il progetto del Parco dello Sport prevede la realizzazione di una struttura con due piscine coperte, parco solarium con piscina estiva scoperta, palestra, zona benessere e ristorante bar. Nel piano è compresa anche la riqualificazione degli impianti esistenti per tennis e calcetto. Un’opera dal costo complessivo di oltre 7 milioni di euro, che sarà pronta per la primavera dell’anno prossimo.
Associazioni
Donatori stranieri
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ll’interno dell’Ulss 5, le donazioni di sangue da parte di immigrati extraeuropei sono passate dalle 6 del 2002 a 96 nel 2011, dato in aumento ma ancora scarso. “Abbiamo identificato alcune possibili barriere alla diffusione della donazione presso gli stranieri – commenta il dottor Massimo La Raja, responsabile del Centro Trasfusionale dell’Ospedale di Arzignano – tra cui risulta evidente la mancanza di un’adeguata informazione”. Tra le iniziative introdotte per incoraggiare le donazioni spicca la traduzione in lingua Punjabi di una parte del materiale informativo, per facilitare ai tanti residenti indiani la comprensione delle modalità di controllo medico che accompagnano ogni donazione.
Arzi Vip
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n pò di trucco, un bel naso rosso, un camice tutto colorato, un sorriso sempre stampato sulle labbra e una valanga inarrestabile di entusiasmo e simpatia contagiosa. Sono i clown di corsia dell’associazione VIP Viviamo In Positivo, oltre 3 mila in tutta Italia. Dal 2012 è nata una sede anche ad Arzignano con il nome di “ArziVip”, un gruppo affiatato di 20 clown-volontari che puntualmente si recano tra le corsie dell’ospedale di Arzignano e Valdagno e alla casa di riposo Scalabrin, per portare gioia e momenti positivi a degenti e familiari.
Società
Pazzi per la Regina
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el 2012, trentacinque concittadini hanno abbandonato il paese per trasferirsi all’estero, e tra questi, dodici hanno scelto come meta il Regno Unito. Secondo i dati del registro comunale dell’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, un terzo degli emigranti ha tra i 17 e i 33 anni. In totale, sono 1.250
gli arzignanesi sparsi per il mondo. Negli ultimi cinque anni, solo in nove hanno scelto di rientrare in patria.
Eventi
Memorial Pietro “Pippo” Carlotto
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uarantotto anni di vita dedicati a una passione, il calcio: conosciuto e amato da tutti, Pippo era il factotum della J.F. Kennedy. Gestiva il magazzino, riordinava lo spogliatoio, sistemava maglie e palloni. Per ri-
cordarlo, la squadra di villaggio giardino ha organizzato un torneo per giovedì 25 aprile. I quattro team che si sfideranno sono Kennedy, ArzignanoChiampo, Crespadoro e ChiampoArso. L’appuntamento è alle 14.30 allo stadio di via Marco Polo.
Corriere Vicentino |
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I nostri clown ci aspettano tutti in piazza ad Arzignano il 18 maggio per la “Giornata del naso rosso”, dalle 10 alle 19, e assicurano un sabato di divertimento, colore ed allegria con truccabimbi, balli, bolle di sapone, palloncini, mercatino e, sorpresa delle sorprese, l’ambulaclown! “Per la prima volta la nostra città farà da palco a questa manifestazione di livello nazionale - ci spiega Annalisa Marchesini, n arte “Dinamite”, socio ArziVipil cui scopo è quello di far conoscere la clown-terapia e il pensiero positivo, sostenere la formazione dei volontari e le missioni nei paesi in via di sviluppo. Ci teniamo a sottolineare che è l’unico momento di raccolta fondi organizzato a livello nazionale per la nostra associazione”. Un’ottima occasione per tutte le famiglie per passare un sabato in allegria con i bambini, cosa stiamo aspettando?
a lta va l l e
Sarà UNIONE?
di ENRICO CORATO
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empi duri per i piccoli comuni montani, che in effetti proprio piccoli non sono: il numero di abitanti è basso ma il loro territorio è molto esteso, e ciò significa costi molto alti ad esempio per raggiungere le contrade più lontane con il pulmino della scuola e per la pulizia delle strade quando nevica. Tuttavia sui quattro comuni dell’Alta Valle del Chiampo sembra soffiare un vento di novità. “Il personale che abbiamo non basta, le assunzioni sono bloccate e il patto di stabilità non lascia respiro – spiega
Mirella Piazza, sindaco di San Pietro Mussolino –. Entro fine anno tutti i comuni sotto i 3000 abitanti dovranno integrare le funzioni e i servizi e lo scorso settembre una legge regionale ha individuato le Unioni montane come involucro ottimale per questa associazione fra comuni”. “Dopo diversi incontri tra sindaci, assieme a Chiampo abbiamo proposto alla Regione di istituire l’Unione dei comuni montani dell’Alta Valle del Chiampo, staccandoci dall’ex Comunità montana Agno-Chiampo – rivela Valeria Antecini, primo cittadino di Altissimo –. Un ambito territoriale più a nostra misura, facilmente gesti-
Il primo VIGILE di DAVIDE DALLA BARBA
“A
h, fai il giornalista adesso, l’ultima volta che ti ho visto andavi alle medie ed ero io che scrivevo gli articoli su San Pietro per i giornali!”. È iniziata così l’intervista a Lino Dalla Gassa, primo, unico e ultimo vigile urbano di San Pietro Mussolino. Me lo ricordavo in divisa, con i baffi a ma-
nubrio e la Fiat Uno targata Polizia Municipale, pronta a scattare in caso di bisogno. Ora che è in pensione, si tiene in forma andando in bicicletta, lavorando nell’orto e facendo il nonno del suo primo nipotino. Per vent’anni è stato il vigile del pa ese. Le manca? Certo, ho tanti amici e tanti bei ricordi. Erano anni di enormi cambiamenti urbanistici, industriali e sociali. Avevo iniziato a lavorare in conceria, poi anche se la paga era la metà, ho scelto di fare il vigile urbano a Chiampo, finché nel 1981 ho saputo
Mi chiamavano bonariamente Serpico
bile e che ci permetterebbe di venire incontro alle necessità del territorio con le nostre forze, senza gravare ulteriormente sui bilanci comunali”. “In realtà lavoriamo insieme già da tempo per vari aspetti, e siamo molto simili per territorio, popolazione ed esigenze – prosegue il sindaco di Nogarole, Mario Negro Marcegaglia –, mentre i comuni della valle dell’Agno hanno caratteristiche diverse e superano tutti i 5000 abitanti, eccetto Brogliano. Chiampo non ha necessità di integrare le funzioni amministrative con altri comuni, ma partecipa comunque all’Unione montana nello spirito della collaborazione”. “Questo è il percorso che ci è sembrato più ragionevole, ora attendiamo il parere della Regione – conclude Giampietro Dalla Costa, sindaco di Crespadoro –. Negli ultimi tempi da Venezia sono arrivate direttive diverse e confuse, speriamo si faccia chiarezza. In ogni caso noi la nostra parte l’abbiamo fatta, siamo preparati e andiamo avanti in questa direzione”.
che serviva un vigile per San Pietro. Ho vinto il concorso e per 20 anni sono stato il vigile del paese. All’inizio com’è stato? L’impatto è stato abbastanza traumatico. Era dura far rispettare il codice stradale a un paese che era abituato a essere più libero da questo punto di vista. Forse è un po’ esagerato, ma in strada sembrava davvero il far west... Non ero solo vigile: svolgevo diverse mansioni in Comune e per qualunque problema di origine sociale, come ad esempio casi di alcolismo e fughe da casa, venivano le famiglie a chiedermi aiuto. A San Pietro tutti hanno un sopran nome, lei ne aveva uno? Bonariamente mi chiamavano Serpico, dal film del ’73 in cui il protagonista era un poliziotto di New York di nome Serpico. Amavo il mio lavoro e lavoravo di giorno e di notte.
chiampo
Verso le ELEZIONI di marco nardi
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ono alle porte le elezioni amministrative di maggio e a Chiampo si respira già un certo fermento. Così siamo scesi in piazza per raccogliere le opinioni dei chiampesi, non su chi sarà il primo cittadino tra i candidati che si sono proposti, ma per scoprire quali sono le priorità che secondo loro la nuova amministrazione dovrebbe affrontare. Queste le risposte dei cittadini, un centinaio scelti a campione per rappresentare tutte le età. Il 30% ritiene che i giovani siano una risorsa molto importante. Per questo motivo chiede di trovare un sistema che li coinvolga nelle asso-
Viola Parise
Vorrei un’am ministrazione che riuscisse a stimolare la cittadinanza.
Elia Sammartin
Vorrei dare più visibilità allo sport, con maggior spazio anche per gli sport minori.
Bruna Pomari
Vorrei che fosse dato spazio ai giovani e che venissero incentivate le attività commerciali.
ciazioni e nella vita amministrativa, oltre a un luogo di ritrovo che possa fare da stimolo per la crescita e lo sviluppo della creatività. Il 15% vorrebbe la riqualificazione della piazza, sia strutturalmente sia portando vitalità nel centro del paese. Entrando nel dettaglio: nuove panchine, più spazi verdi e sistemazione della pavimentazione. A pari merito troviamo la richiesta di riqualificare la viabilità: strade, percorsi pedonali e parcheggi. Mettere in sicurezza le carreggiate e risolvere il problema della viabilità nella Strada Provinciale 43 sono un’esigenza molto sentita, così come la richiesta di nuovi marciapiedi e il miglioramento del sistema dei parcheggi
Giovanni Repele
nell’area centrale e semi centrale. L’incentivazione del commercio si prende un’altra buona fetta dei re sidenti, ossia il 10%, a pari merito con il desiderio di uno snellimento degli aspetti burocratici. Il tema sociale si aggiudica invece il 5%. Le persone chiedono di valorizzare le famiglie, gli anziani, le donne attraverso centri di ascolto o comitati dove le persone possano parlare e condividere i propri problemi. Il tema scuola è prioritario per il 5%. I cittadini chiedono una riqualificazione delle scuole attraverso la sistemazione delle strutture scolastiche. Un 5% si concentra sulla salvaguar dia dell’ambiente e, per finire, un altro 5% sulla cultura.
Maurizio Priante
Vorrei una piazza partecipata e vitale.
Vorrei un aiuto
concreto per gli an ziani e le famiglie.
Filippo Santi
Vorrei un paese meno cementificato e maggiore spazio per i giovani.
Lorena Mettifogo
Vorrei un centro d’ascolto per le famiglie, le don ne e gli anziani.
Faustino Terragnolo
Vorrei che fossero stimolate e incorag giate le iniziative giovanili.
Tommaso Bertacco
Vorrei iniziative che in centivassero la cultura.
Dorina Gianesini
Vorrei una piazza nuova e viva e un incoraggiamento a frequentarla.
Matteo Lovatin
Vorrei un sostegno ai gio vani per l’inserimento nel mondo del lavoro, anche attraverso la valorizza zione dell’aspetto locale.
chiampo
Un’idea per i Mistrorighi di Nicoletta Mai
L
ocalità Mistrorighi ha trovato una sua identità architettonica. L’identità storica, invece, di certo non le è mai mancata, con quella piccola pieve nata in tempi lontani come oratorio per la famiglia Mistrorigo e aperta ai viandanti che attraversavano questi territori per passare dalla provincia vicentina alla veronese. È stato proprio per valorizzare questo luogo che il Comitato Mistrorighi, in collaborazione con il Comune e la Parrocchia, ha pensato di indire un concorso di idee. In una rosa di 22 progetti arrivati anche da altre regioni, è risultato vincitore quello elaboratoro dall’architetto Diego Nori as-
R
sieme all’architetto Paola Cervo e ad Alberto Saltini. “Il nostro intento principale – spiega l’architetto Diego Nori - è stato quello di unificare spazialmente gli elementi che caratterizzano questo luogo, ovvero le due chiese e il monumento alla Madonna con l’Alpino, in una sorta di sagrato comune, lasciando contemporanemente godere del panorama che si gode da quassù verso la valle. Gi spazi per la sagra, per una piastra polifunzionale, per i concerti all’aperto e per i parcheggi sono stati disposti attorno al “sagrato comune” senza mai sovrapporsi ad esso e gli stessi percorsi carrabili che li collegano, pur penetrando all’interno dell’area, non intersecano mai questo spa-
zio se non eccezionalmente in caso di matrimoni o funerali”. Fruibilità dell’area, riservatezza e raccoglimento sono le linee guida del progetto e del volto che in futuro potrebbe avere località Mistrorighi. Ma adesso cosa accadrà? Si passerà dalla carta al cantiere? “Il progetto vincitore è quello che maggiormente rispettava le esigenze contenute nel bando e ha dato degli ottimi spunti per quando si passerà alla concretizzazione dell’opera – afferma il presidente del Comitato Mistrorighi Dario Panato -. Ora però viene la parte più difficile, il reperimento delle risorse. Sicuramente sarà un progetto a stralci e partiremo dall’area sportiva, per la quale c’è maggior richiesta”.
Vespa Club... sempre in movimento!
aduni, gimkane, gare di cross e accelerazione. Quest’anno poi la partecipazione ai campionati italiani e alla 1.000 km di Mantova, oltre alle tradizionali gite
domenicali nei luoghi più suggestivi del vicentino e del veronese, e le vacanze in vespa. Sempre in movimento i soci del Vespa Club Chiampo, che ha definito buona parte del program-
ma di quest’anno, per l’arrivo della bella stagione. Il ritrovo del Club è ogni primo giovedì del mese al bar Vignaga di Chiampo. f.m. chiampo@vespaclubditalia.it
Noi ci mettiamo la faccia per Antonio!
RENATO ADAMI – Dirigente industriale Sostengo Antonio Boschetto perché credo di conoscerlo da sempre; è corretto, onesto, non cerca alibi, è disponibile per la gente e unisce alla sua grande esperienza doti di umiltà che lo onorano.
RENZO BOSCHETTO – Funzionario ULSS 5 Sostengo la lista Boschetto Sindaco anzitutto perché a rappresentarla c’è una persona competente che dà garanzia alla continuità amministrativa della macchina comunale; inoltre per la presenza di tanti giovani che porteranno una ventata di novità, freschezza e fantasia. Una lista che sarà capace di un’azione di rinnovamento nella continuità.
CESARE PRIORI – Ragioniere Commercialista Mi piace lo spirito di disponibilità verso un nuovo gruppo di persone che potrà crescere ed essere punto di riferimento per i prossimi anni. Ha poi dimostrato grande entusiasmo nell’affiancare le scelte del consiglio di amministrazione, ottimizzando la collaborazione tra amministrazione comunale e il Centro Servizi Assistenziali S. Antonio – Ipab Chiampo, attraverso la garanzia di tutto il sostegno possibile alla scuola materna Zanella e con il supporto all’attivazione di nuove prestazioni assistenziali del Centro Servizi Territoriali.
I.P.
Dopo uno slalom tra mille difficoltà e ostacoli, durato cinque anni, preferisco ricordare le tante soddisfazioni venute soprattutto dall’apprezzamento espresso da singole persone per essere riuscito a contribuire a risolvere piccoli e grandi problemi individuali, familiari o aziendali. I momenti più importanti sono stati quelli vissuti in mezzo alla gente, superando barriere e distanze e condividendo momenti di gioia, di allegria, ma anche momenti di partecipazione al dolore e alle difficoltà. Abbiamo voglia di continuare per un altro mandato, prima di appendere la fascia tricolore al chiodo, per dare alla comunità quello che non siamo riusciti a dare per limiti oggettivi e soggettivi in questo mandato. Dare un volto nuovo a Chiampo, una migliore viabilità, spazi maggiori per i giovani, sostenere il tessuto economico, valorizzare il volontariato, dedicare maggiore attenzione al mondo della scuola: questi sono i nostri obiettivi! Ma la più grossa ambizione personale è quella di contribuire a far nascere un nuovo gruppo politico, fatto di persone serene, disinteressate, concrete e sincere, che facciano dell’etica e della trasparenza le principali connotazioni del proprio agire. Chiampo si merita un’Amministrazione Comunale all’altezza del compito che l’attende. Facciamo in modo che accada!!! Antonio Boschetto
RENATO ROSSETTO – Commerciante Apprezzo le qualità di Antonio Boschetto nel tessere una squadra nuova e molto interessante. Sono convinto che sosterrà le piccole attività valorizzando il tessuto economico del paese.
STEFANO SINIGAGLIA Geometra libero professionista La professionalità e l’esperienza maturate nella figura di primo cittadino saranno determinanti testimoni di consegna alla nuova generazione che si insedierà al timone della nuova amministrazione nell’intento di conferire e ridare splendore alla nuova città di Chiampo.
DARIO ANTONIAZZI Direttore After Sales Concessionaria auto “Quando il mare era calmo tutte le navi mostravano eguale maestria nel navigare” affermava Shakespeare. Oggi il mare non è più calmo, ma in tempesta continua. Perché una nave continui a viaggiare in serenità dovrà avere una mappa nautica dettagliata, che segnali le secche e i pericoli della navigazione, dovrà fissare un proprio traguardo e dovrà dotarsi di una bussola per poter mantenere la direzione. Per questo Chiampo ha bisogno di un “Capitano” di grande esperienza e professionalità. Antonio Boschetto è, in questo periodo, l’unica persona in grado di farlo.
montecchio
Garage storico di Giuseppe Signorin
È
prevista per metà maggio l’inaugurazione del “Garage storico magazzini comunali di Montecchio Maggiore”, presso la sede dei magazzini comunali di via Pelosa. L’iniziativa nasce dalla volontà del sindaco Cecchetto e della sua amministrazione di preservare un patrimonio che testimonia l’operato del Comune dal dopoguerra a oggi. Il Comune possiede infatti alcuni veicoli che, pur essendo in buone condizioni, non vengono più utilizzati, in quanto sono stati sostituiti da mezzi più moderni e funzionali. Tra i veicoli che finiranno in mostra nel nuovo Garage storico ci saranno diversi autocarri, motocarri, rulli compressori e spazzatrici stradali dal dopoguerra
ai giorni nostri. Diverse anche le attrezzature – vecchie lanterne segnaletiche, cartelli stradali, pompe idrovore, ecc. – al momento inutilizzate perché superate da normative in materia di sicurezza. “Il Garage storico ha più significati – ci spiega l’assessore Claudio Beschin -. Il primo è conservare: da cittadino mi piaceva molto in passato vedere i mezzi in azione, e credo sia un dovere e un’opportunità permettere di metterli ora in mostra. Un altro significato del Garage è educare, in particolare quegli studenti che verranno accompagnati e potranno imparare come si svolgevano un tempo certe operazioni. Il terzo è confrontare: attraverso la conoscenza di questi mezzi si potrà confrontare il
in intento ilio Besch , 1970: Att to ecologico ca e ec or C at er Alte op servizio di o su il e a compier
passato con il presente, e così riuscire a interpretarlo meglio”. Sono già in atto i preparativi per la gestione dello spazio: per le visite guidate saranno appositamente formate e preparate le guide del museo Zannato; il garage sarà dotato di appositi pannelli esplicativi e potrebbe ospitare anche altri mezzi, che il Comune sta cercando di recuperare per arricchire la collezione.
Il maestro di montecchio di Guido gasparin
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Montecchio Maggiore era il “maestro” per antonomasia, un maestro non solo perché faceva l’insegnante di terza, quarta e quinta elementare, ma perché per moltissimi suoi allievi si è rivelato una guida fondamentale nel cammino della vita. Giovanni Stefanello, classe 1917, si è spento serenamente, lasciando però un grande vuoto nella comunità castellana. La sua è stata una vita da romanzo, segnata profondamente dagli orrori della seconda guerra mondiale. Catturato dai tedeschi il
10 settembre 1943 a Ragusa, rifiutò di arruolarsi per la Repubblica Sociale Italiana e finì come prigioniero prima nel campo di concentramento di Beniaminowo, in Polonia, e poi nei massacranti campi di lavoro di Witzendorf, Sandbostel, Fallingbostel e Berger - Belsen in Germania. Una lunga odissea che lo portò a conoscere il compagno di prigionia Giovannino Guareschi, lo scrittore e giornalista che dopo la guerra sarebbe diventato famoso con il suo “Don Camillo”. Un rapporto di amicizia, quello tra Stefanello e Guareschi, che dopo il ritorno alla libertà continuò soprattutto in forma epistolare.
Corriere Vicentino |
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La guerra mondiale fu un vero spartiacque nella vita di Stefanello. Prima di partire per il fronte era una giovane promessa del Vicenza Calcio, dopo il conflitto divenne invece “il” maestro di Montecchio Maggiore. La sua fu una missione di vita, portata avanti con entusiasmo e dedizione: educare le nuove generazioni per costruire una società migliore. Profondamente lucido anche in vecchiaia, lo si vedeva spesso girare per Montecchio in sella alla sua bicicletta. Non ha mai dimenticato le nuove generazioni: è stato intenso il suo impegno a favore della conoscenza, nelle scuole della provincia, dei drammatici eventi legati alla deportazione, per far sì che l’oblio non coprisse quegli eventi così drammatici e sprezzanti della natura umana.
montecchio
Piero bomber di jacopo xompero
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on Luca Pieropan, “Piero” per tutti, appuntamento al pub davanti ad una “bionda”, birra si intende. Lo scorso anno nessuno ha segnato più di lui nel Veneto e quest’anno prova a ripetersi, al comando della classifica capocannonieri di I Categoria con il Montecchio San Pietro. Lo scorso anno tra campionato e coppa 41 gol in 30 partite… Direi un buon bottino. Quest’anno sto provando a fare il bis, perché come si dice: “L’appetito vien mangiando”. A 16 anni il debutto in serie D… [ride] Terminato l’allenamento con gli allievi, sfido il mio compare a colpire il mister in testa da 40 metri. Al primo tiro, un missile, lo colpisco proprio in testa e lo faccio cadere a terra. Per punizione mi mandarono a giocare con gli Juniores dove, dopo aver impressionato positivamente per 2-3 partite mi mandarono in prima squadra, fino al tanto atteso debutto. Perché scendere in una categoria in
feriore? Ero alla ricerca di nuovi stimoli, dopo un periodo non semplice, con allenatori e presidente, di incomprensioni. Solo ora capisco tutti quei rimproveri. Il tuo idolo? Ce ne sono molti ma se devo sceglierne uno direi, il “Bisonte di Muggia” Dario Hubner… Perché proprio lui? [ride] molti rimangono sorpresi. Lui è il vero goleador, quello a cui passeresti sempre la palla per segnare e sei sicuro che lo farà. Inoltre mi piace per il personaggio che era dentro e fuori il campo: semplice, umile. Negli spogliatoi si fumava la sigaretta e non sdegnava mai un “bicchierino”, diciamo non proprio l’atleta modello. Però quando entrava in campo nessuno, portiere o difensore che fosse, poteva resistergli.
In servizio! di lisa masiero
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n rapporto di collaborazione che dura da anni, quello tra il Comune e i soccorritori di Montecchio, ma che ora è stato ufficializzato con una convenzione. L’accordo prevede infatti che, in occasione di eventi pubblici comunali, i soccorritori garantiscano assistenza di primo soccorso con personale qualificato. La sezione AIS di Montecchio Maggiore è presente nel paese dal 1990, e da allora ha organizzato ben 26 corsi di primo soccorso,
formando almeno un migliaio di persone. Corsi che portano anche nelle scuole medie e superiori della provincia. Un gruppo di volontari, quello di Montecchio, che conta un centinaio di persone attive, tutte disposte a dedicare agli altri il proprio tempo libero. “Questa convenzione – commenta il presidente Diego Schiavo – rappresenta per noi la
Un tatuaggio in particolare? È il gallo Cantastorie di Robin Hood. Quando ero piccolo adoravo lui e la canzoncina: ”Robin Hood e little John va per la foresta…”. Il gallo che fischietta per me rappresenta la spensieratezza che mi ha sempre accompagnato. Il tuo desiderio? Mi piacerebbe, dato che sono maturato, continuare a segnare in una squadra di categoria superiore. Il calcio per me resta sempre una gioia. E magari trovarmi anche una ragazza, ma lì sono ancora il “bocia” che colpiva il mister da 40 metri.
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Giulietta e Romeo
l primo maggio tra danze, balli, spettacoli di falconeria e gare di tiro con l’arco, ci sarà l’elezione di Giulietta e Romeo: la coppia vincitrice vincerà un viaggio in una città romantica. Per diventare i prossimi Giulietta e Romeo c’è tempo fino al 15 aprile: il bando e le istruzioni per l’iscrizione si trovano sul sito del Comune. l.m.
conferma di una collaborazione che continua da anni. Siamo davvero soddisfatti di questo riconoscimento”. Si prospetta quindi un 2013 dall’agenda piena per i soccorritori, come spiega il presidente: “Saremo in servizio non solo alla Mille Miglia e alla tappa di Montecchio del Giro d’Italia; ma anche alla Faida, alla Castellana, alla marcia Spiga d’oro, all’Opera Estate e a molti altri eventi”.
I.P.
La tana del lup...polo
“Siamo un club no profit, iscritto all’Agenzia delle Entrate, abbiamo un regolamento, uno statuto e un codice fiscale”. L’esordio è di una serietà assoluta, da rimanere spiazzati… ma non fatevi ingannare perché la vera anima del gruppo è decisamente un’altra e ci mette poco a venir fuori! E infatti, alla domanda sul perché del nome e sul perché di quei tre puntini di sospensione, rispondono divertiti: “Prova tì a bere 7/8 birre e dopo pronunciare la tana del luppolo senza incricarte a metà. E poi i puntini a metà della parola luppolo rappresentano il nostra santo protettore: San Giuto!” Quelli della tana del lup…polo sono conosciuti da tutti come i “frati”: dato che l’arte della produzione della birra era nel medioevo affidata ai monaci, hanno pensato bene di vestire quei panni… Frati particolari, però, appartenenti a un ordine goliardico più che monastico nato ufficialmente nel luglio del 2003 al patronato S. Antonio di Montecchio Maggiore tra cene, boccali di birra e tanti scherzi tra amici. Il loro motto è “Se ci conosci ci eviti”, anche se in verità si sono rivelati una vera e propria calamita. “ Già dal primo anno di vita del club – raccontano – si sono aggiunti a noi altri gruppi del paese, dalla Valle di Montecchio Maggiore fino ad Alte Ceccato. Ora sono 175 le persone ad avere la tessera gialla del nostro club e una quarantina quelli più attivi, quelli che hanno la tessera oro per distinguersi dai semplici fans, anche se tutti sono importanti all’interno del gruppo”. I loro scherzi hanno fatto la storia e hanno spesso tenuto in scacco i compaesani, ma senza mai oltrepassare il limite e soprattutto per una giusta causa. Se, infatti, la goliardia è l’anima del club, il fine è quello di aiutare gli altri. “Alla cena sociale in occasione del primo anniversario – spiegano - ci siamo posti l’obiettivo di devolvere in beneficenza i fondi raccolti grazie alle nostre performance. E così il nostro sostegno è andato al Gruppo Solidarietà Montecchio o alla Città della Speranza, solo per fare qualche esempio. A luglio di quest’anno il club taglierà il traguardo dei 10 anni. “Se facciamo un bilancio di quello che abbiamo fatto finora – affermano orgogliosi – possiamo dire di essere soddisfatti e questo ci stimola a continuare. Naturalmente ciò è stato possibile grazie al contributo di tutti e questa è l’occasione per un ringraziamento generale”. Se il prossimo 1 maggio sarete alla Faida di Montecchio Maggiore, occhio ai frati della tana del lup…polo!
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Brendola
Chi sfiderà renato CERON? di Giorgio gambin
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resce l’attesa per le amministrative di maggio ma, nel momento in cui andiamo in stampa, l’atteggiamento generale è quello di tenere le bocche cucite. Nessuna conferma è arrivata dai capogruppo di minoranza che abbiamo contattato telefonicamente: ancora troppo presto per Elena Pellizzari e Alessandra Stefani, mentre Gaetano Rizzotto si riserva di valutare la pro-
Comune è la casa di tutti, e anche se non è sempre possibile risolvere ogni problema, ho sempre desiderato che tutti venissero trattati con onestà e trasparenza. Per questo ho sempre cercato un contatto genuino con i cittadini, e credo che questo messaggio sia arrivato. La soddisfazione più grande? Sono stati cinque anni di duro lavoro dal punto di vista amministrativo, ma le gioie più grandi sono arrivate dal rapporto con la gente. A me piace
realizzato un palazzetto dello sport, punto centrale di un polo di aggregazione per famiglie, anziani e soprattutto per togliere dalla strada i giovani, che potranno praticare sport, incontrarsi e stare assieme. Cosa invece avrebbe voluto realiz zare? Avrei voluto coinvolgere ancora di più la popolazione in alcune scelte. Purtroppo la voglia di fare, e di fare tanto, mi ha spinto a tralasciare dei momenti di riflessione. D’altra parte
Le gioie più grandi in questi cinque anni sono arrivate dal rapporto con la gente
posta che ha ricevuto. Il solo candidato confermato per la prossima tornata elettorale è Renato Ceron, il sindaco uscente. Sindaco, se dovesse descrivere con un concetto il suo mandato? Ho sempre cercato di rendere l’amministrazione pubblica un vero servizio al cittadino. Voglio che i brendolani, quando si recano a uno dei nostri sportelli, percepiscano che il
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stare assieme ai miei concittadini, infatti credo che il sindaco non debba starsene rinchiuso in comune a firmare pratiche, ma debba essere il primo a incontrare le persone, per capire i loro problemi. Per quanto riguarda le cose realiz zate? I luoghi di aggregazione e le iniziative per coinvolgere la comunità. Per questo sono felice di aver finalmente
ho cercato di portare a casa tutti gli obiettivi per i quali sono stato eletto, e a parte l’allargamento del centro sociale, ci sono riuscito. Perché ha deciso di ricandidarsi? Le cose fatte in questi cinque anni sono molte, ma vorrei avere l’opportunità di dare il tocco finale ad alcuni aspetti molto importanti, come scuole, asili, centro sociale e impianti sportivi. Vorrei inoltre terminare l’opera di recupero dell’Incompiuta, per poterla restituire alla comunità. Le idee sono molte, e se riusciremo a coinvolgere i cittadini nemmeno le difficoltà economiche di questi tempi potranno fermare i nostri progetti.
Arriva la Casa del Latte
opo il successo dell’acqua, adesso arrivano latte e formaggi. Sarà l’azienda Latterie Vicentine a gestire la nuova Casa del Latte, un distributore automatico, aperto 24 ore al giorno, dove sarà possibile acquistare latte pastorizzato e prodotti caseari freschissimi (formaggi, yogurt ecc.), tutti rigorosamente forniti da
Corriere Vicentino |
produttori della provincia. Il distributore verrà installato proprio a fianco della casa dell’acqua, in via Vivaldi, che dall’attivazione il 14 febbraio ha già erogato 30 mila litri d’acqua. Contemporaneamente la stessa azienda si occuperà di riqualificare l’intera area dei distributori con nuova pavimentazione, arredi urbani e illuminazione.
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100 km nel deserto di ilaria boscardin
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omenico Zanella aveva un sogno: correre la “100 km del Sahara”. Poche settimane fa l’ha realizzato, partecipando a una delle gare più estreme del mondo: quattro tappe nel deserto del Senegal tra i paesaggi mozzafiato del continente nero. Com’è strutturata la gara? Solitamente questa gara si svolge in Tunisia, ma quest’anno è stata spostata in Senegal. I 100 km sono suddivisi in quattro circuiti in paesaggi differenti e si è obbligati a portare dell’acqua, un fischietto, un telo termico e una luce per affrontare eventuali difficoltà. Ha sempre avuto la passione per la corsa?
Ho iniziato a 18 anni, in seguito a un incidente sulla moto da cross e ho continuato per 40 anni. Poi, un anno e mezzo fa, ho subito un incidente d’auto e ho rischiato che mi amputassero il piede. Fortunatamente i medici me l’hanno salvato e la corsa, nonostante il dolore, si è rivelata di nuovo la mia salvezza. Questo sport
lo consiglio davvero a tutti. Nulla ti libera la mente come la corsa. Quando ha deciso di iscriversi? Dopo pochi mesi di allenamento. Per me era un sogno e ora aveva assunto un significato ancora più importante, una sorta di riscatto dopo le numerose difficoltà. Cos’ha provato durante la gara? La competizione è davvero dura ma l’emozione è unica. Nella prima tappa mi ero impegnato per qualificarmi tra i primi, ma poi mi sono concentrato sulla natura e ho iniziato a fare una miriade di foto. Pensa di ripetere questa esperienza? Lo vorrei molto. Questo viaggio si è rivelato bellissimo, soprattutto sotto il profilo culturale: mi ha davvero aperto la mente e permesso di conoscere persone meravigliose.
zermeghedo
Nonno Africa di giuseppe signorin
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e si trattava di mettere in posa qualche metro di pavimento, in qualsiasi parte del globo, Angelo Culpo, alias Nonno Africa, c’era. Era il suo mestiere, il piastrellista, che da quando aveva raggiunto l’età della pensione aveva svolto esclusivamente per Dio, tramite l’associazione Solidarietà Umana. “Io sono piastrellista, i missionari lo sanno. Per questo mi chiamano ogni volta che c’è un asilo, un dispensario, una chiesa da completare. E io corro…” – diceva in un’intervista di qualche anno fa. “Quando partiva si portava sempre dietro metro, calendario e orologio – ci racconta la signora Agnese, compagna di tanti viaggi
-. Erano le sue armi”. 49 le missioni di Nonno Africa, tra Sud Africa, Guinea Bissau, Tanzania, Mali, Guatemala, Cile. L’ultima, la più importante, lunedì 4 marzo. Nonno Africa, volontario cristiano, che ha fatto della sua spiritualità un marchio indelebile, è volato in cielo poco prima di varcare il traguardo dei 90 anni. “Il giorno prima l’abbiamo incontrato a Messa – ci racconta ancora la signora Agnese -. Era in forma, come quando stava per partire per uno dei suoi viaggi”. Tantissimi i ricordi degli amici, come quando la sera, dopo una giornata di lavoro e dopo qualche rilassante partita a carte, ripeteva inesorabilmente: “Tusi, adesso l’orasion”. Non si poteva andare a dormire senza prima aver pregato insieme. Svolgeva il suo
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apostolato anche mentre poggiava le piastrelle per terra: nel pavimento di una chiesa era riuscito a disegnare la corona di un rosario con il marmo”. Padre di quattro figli, ha potuto seguire la sua passione missionaria grazie alla moglie Lucia, che non lo ha mai ostacolato. Non era perfetto, Nonno Africa, ma era un uomo vero, che ha risposto “sì” a una chiamata mettendosi al servizio degli altri.
Angelo Culpo, primo da sinistra, in uno dei suoi primi viaggi.
montorso
Novità in piazza D isco orario in piazza a Montorso Vicentino, per consentire una fruizione migliore dei servizi offerti dagli esercizi commerciali nel cuore del paese. La decisione è stata presa dall’Amministrazione comunale in seguito a
un incontro con i commercianti, che chiedono di risolvere il problema dell’occupazione permanente della quindicina di posti auto presenti in piazza. Si è notato che spesso chi ha
l’intenzione di fermarsi a comprare qualcosa nei negozi del centro è costretto a tirare dritto, proprio per la mancanza di parcheggi liberi. “Abbiamo deciso di introdurre il disco orario – spiega l’assessore al commercio Antonio Tonello – per garantire la rotazione delle auto e aumentare quindi la possibilità di trovare un posto libero per scendere e compiere gli acquisti. Resteranno senza vincoli di orario i parcheggi dietro al Comune e quelli in prossimità delle Poste, che sono comunque vicinissimi alla piazza del paese”. Il Comune intende introdurre il disco orario a partire dalla seconda settimana di aprile. La sosta sarà consentita per un’ora e poi il veicolo dovrà essere spostato. “Con questa soluzione daremo una risposta ai commercianti del paese”, conclude l’assessore Tonello. f.g.
montebello Una nuova bretella
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ono già iniziati da alcune settimane i lavori sul tratto di strada nella zona Gambero. Il progetto, realizzato dal Comune, sarà però finanziato da Bottega Veneta, che nella vicina Villa Schloeder ha trasferito il proprio centro direzionale. I lavori, il cui importo ammonta a circa mezzo milione di euro, permetteranno di realizzare un tratto di strada lungo 300 metri che collegherà la parte di via Gambero che si trova di fronte alla villa con via Giolitti e la rotatoria sulla provinciale 500. “L’idea – spiega il sindaco Fabio Cisco nasce da un accordo tra l’Amministrazione e Bottega Veneta che prevedeva la cessione al Comune di aree destinate a parcheggi. La nuova bretella alleggerirà il traffico nella via esistente, usata dagli automobilisti come scorciatoia tra la ex statale 500 e la regionale 11”. i.b.
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con l’ambiente dimostrano che in questo settore è in atto un cambiamento di mentalità verso mobili durevoli. Un ulteriore passo avanti verso il futuro è rappresentato dai mobili in materiali riciclati. Il design riscopre il legno Dopo un lungo periodo d’ombra con il predominio di acciaio, materiali plastic e composti hi-tech, e dopo essere stato per troppo tempo accostato solo a un tipo di arredamento classico - il legno sta vivendo una seconda giovinezza. Fa di nuovo tendenza. E soprattutto fa di nuovo coppia col design. Facile da lavorare, ecologico e in grado di dare all’ambiente quel calore ad altri materiali sconosciuto, oggi il legno è molto più utilizzato e sta scoprendo anche oggetti e territori in cui prima era poco presente. Non solo tavoli, sedie, letti e sistemi, dunque. Ma anche scultoree chaise longue, vasche da bagno e complementi d’arredo. Una tendenza, quella della “legnomania” in casa, che ha subito contagiato anche i mondi affini, dalla moda all’hi-tech. Qualche esempio? Lo smartphone e gli occhiali da sole, rigorosamente in legno.
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Consigli per un giardino perfetto Dopo un lungo inverno con neve e gelo un po’ ovunque, ora è finalmente primavera ed è tempo di ritrovare il piacere della natura. È possibile piantumare tutte le piante, siano esse coltivate in vaso, con pane di terra o a radice nuda. Questo è il momento ottimale anche per l’impianto delle siepi: servono buche di buone dimensioni, cura del drenaggio, buona terra di coltivo, concimazione e un taglio dei rami, almeno un quarto della lunghezza, per la densità della futura siepe. Per quanto riguarda le rose, le nuove aiuole vanno vangate in profondità e concimate. L’impianto di nuovi tappeti erbosi va effettuato dopo i diserbi e un’accurata lavorazione del terreno. È fondamentale curare i drenaggi: il
ristagno idrico è una tra le maggiori cause delle malattie del futuro tappeto erboso. Per i nuovi prati seminati a settembre, si possono fare delle rullature per compattare il terreno mentre per i vecchi prati è importante asportare con apposita macchina lo strato di feltro (germogli, radici, residui dei tagli, foglie...) e procedere con apposita concimazione a lenta cessione. Se il tappeto è diradato si può effettuare una trasemina e infine distribuire terriccio ad alto contenuto di sabbia silicea. (www.arteverdehabitat.it)
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Sos criminalità Dopo tre anni di flessione, il 2011 ha visto un incremento dei reati del 5,4%, in particolare per quanto riguarda i delitti contro il patrimonio. Gli esperti la ritengono una conseguenza della crisi economica. Secondo i dati forniti dal comando provinciale dei carabinieri, i crimini sono aumentati anche nel vicentino, tra il maggio 2011 e lo stesso mese del 2012 del 7%.
sistemi di bloccaggio, rappresentano un ottimo deterrente all’ingresso da parte di estranei; e l’utilizzo di videocitofoni, catenacci, lucchetti, serrature antieffrazione e spioncini aiuta chi abita la casa ad un controllo maggiore. Detrazioni fiscali La detrazione è del 50% fino al 30 giugno, dopodichè scenderà al 36%.
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Sempre più città Delle Donne
Lonigo Vanzan: in principio la musica
Lonigo Arte in tavola
di Lino zonin
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Sarego Il ritorno del chiosco a Monticello di Fara Sossano Tempo di tagli alla casa di riposo barbarano Giacomin arriva a suonare alla Scala
albettone Municipio: trasloco in vista
onigo non è mai stata una “città delle donne”. Poche le signore che si sono fatte largo nel mondo della politica e delle istituzioni comunali, nessuna a correre per la carica di sindaco. In consiglio comunale ci sono solo quattro donne (su 21, pari alla misera quota del 5%) e in giunta una sola su sei. Ma qualcosa sta cambiando. Due forze politiche - il Partito Democratico e quello di Rifondazione Comunista - hanno recentemente deciso di dare il nome della loro sezione ad altrettante donne che si sono distinte nel campo dell’impegno sociale: sono Maria Sterchele e Catterina Martello, staffette partigiane e attiviste politiche per molti anni a partire dal dopoguerra. Anche la segreteria dei due partiti è oggi al femminile, rispettivamente con Cristina De Toni e Antonella Zarantonello. Altri esempi che si stanno proponendo in città confermano una lenta ma costante inversione di tendenza rispetto al passato. Il consiglio direttivo dell’Addima, l’associazione in difesa dei diritti del malato, è quasi tutto rosa: oltre al presidente Corriere Vicentino |
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Marino Cortese e a Filippo Dai, le altre componenti sono Giuseppina Bonato, Elvira Chioatto, Teresa Ziviani e Adriana Rezzadore. “Le donne hanno maggior predisposizione degli uomini nel campo del sociale - commentano - I maschi sono più portati all’azione e invece qui bisogna anche saper ascoltare e portare pazienza. Noi lo facciamo con tutto l’impegno
che è necessario e siamo convinte di svolgere un ruolo importante a tutela dei pazienti e per il funzionamento del nostro ospedale”. La Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni affari) è per titolo e costituzione un sodalizio tutto al femminile ed è quindi naturale che il presidente della sezione leonicena sia una femmina. Loretta Doro - che in passato ha già avuto esperienza di politica amministrativa come assessore - mette però nel suo lavoro a favore dell’asso-
ciazione un impegno che si distingue per dinamismo e originalità. Un esempio per tutti è il convegno sulle donne candidate alle ultime elezioni nazionali tenutosi in sala convegni alla quale hanno partecipato ben sei concorrenti alla sfida elettorale, due delle quali sono poi state elette al Parlamento. “Io - afferma Doro - di principio non condivido le quote rosa perchè danno come risultato una partecipazione forzata, ma penso che in qualche modo il sistema deve essere scardinato. Le donne hanno preparazione e competenza (nel 2012 si sono laureate più femmine che maschi) e sono pronte in tutti i settori, anche quelli tipicamente maschili, anche se serve un welfare in grado di darci maggiori aiuti sociali. Però si deve fare anche au-
tocritica: dobbiamo avere più coraggio di metterci in gioco e spesso siamo noi stesse a tirarci indietro. Mi sono ritrovata di frequente a partecipare a delle riunioni soprattutto a interesse economico ed essere l’unica donna o quasi perché, anche se invitate, molte colleghe preferiscono mandare il marito o pensano che quelli siano argomenti che non le riguardino. Dobbiamo credere in noi stesse con grinta, dignità ed etica”. Un’altra donna della quale si sente parlare sempre più spesso a Lonigo è Sonia Lo vato. Attiva in politica (è stata candidata alle comunali del 2010 nella Lega Nord) è da tre anni nel direttivo della casa di riposo e da qualche mese a capo dell’associazione Amici di Villa Serena che gestisce il centro diurno di via Fiume.
“Ho un carattere dinamico e socievole assicura Sonia - amo la mia città e penso che Lonigo meriti il massimo dell’impegno da parte di tutti. Certo che, per una donna, emergere nel campo della politica è più difficile e questo è un limite tutto italiano che deriva da una tradizione di preminenza maschile che si fa fatica a superare. Devo dire però che nello svolgere le varie mansioni pubbliche in cui sono impegnata trovo ogni giorno dei riscontri molto positivi e incoraggianti. Sempre più spesso incontro delle persone che si complimentano per il lavoro che sto facendo e questo è uno stimolo per cercare di fare sempre meglio. A loro e agli altri leoniceni do appuntamento alle prossime elezioni comunali, alle quali intendo senz’altro partecipare.” Nell’intervista da noi pubblicata lo scorso mese il sindaco Giuseppe Boschetto auspica che il suo successore sia una donna: da qui al 2015 c’è tempo e le signore sono avvisate.
Ritorno alle ORIGINI
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ono stati in molti, lo scorso sabato 16 marzo, a sentire il richiamo della storia e a partecipare alla particolare “rievocazione” dell’origine della fiera di Lonigo. Dall’odierno santuario della Madonna dei Miracoli ha avuto inizio il viaggio, entrando nel vivo della diatriba tra i monaci custodi dell’antico luogo sacro e la comunità di Lonigo, grazie alle magistrali rievocazioni a opera della compagnia teatrale “L’Archibugio” e alle indicazioni fornite dalle guide dell’associazione culturale “TerreNarranti”. Ponendo particolare attenzione alla
valorizzazione degli aspetti legati allo sviluppo economico, urbanistico e sociale della comunità leonicena nel Rinascimento, dalla periferia al centro storico, il tour ha proseguito verso la zona in cui sorgeva il “castello Calmano”, testimoniato dalla presenza del “torion”, passando attraverso la visita del “palazzo del vino”, per poi concludere il viaggio con un brindisi nella sala dell’ex Bar Borsa. L’iniziativa, proposta dall’Amministrazione comunale e organizzata da Simona Tozzo, mira a diventare un momento di sensibilizzazione verso il patrimonio ricevuto in eredità dal passato, coinvolCorriere Vicentino |
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gendo anche gli istituti scolastici leoniceni che cogliendo appieno la valenza educativa e culturale della proposta hanno partecipato entusiasticamente. s.m. (foto di Michele Sedda)
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In principio è la musica di lino zonin
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e a Lonigo, da qualche tempo a questa parte, è possibile visitare delle mostre d’arte di alto livello e assistere a interessanti festival multimediali il merito è suo, di Matteo Vanzan, trentaquattrenne promotore culturale che dopo aver fatto un po’ di gavetta in giro per il mondo è tornato a casa, ha aperto un’agenzia di spettacolo – la “MV Eventi” – e si sta segnalando in tutto il Veneto per dinamismo e originalità. “L’espressione artistica – spiega – mi interessa a 360 gradi. Il primo impulso mi viene dalla musica, veicolo universale che supera immediatamente ogni tipo di barriera, linguistica, sociale e generazionale. Poi cerco di agganciare altre forme di creatività come la pittura, la scultura, le video installazioni, le performance attoriali”. Un chiaro esempio di questo tipo di accumulo culturale è il New Gene ration Festival che si tiene dal 2011 a Lonigo.
Nelle due edizioni fin qui svolte abbiamo accolto quasi 10 mila spettatori e, cosa non meno importante, il festival ha dato visibilità a molti giovani artisti che operano nel circondario. A seguito di questa esperienza ho concordato con l’assessorato
alla cultura del Comune l’utilizzo per tre anni di palazzo Pisani, adattando l’ultimo piano a spazio espositivo e battezzandolo con il nome “Casa della cultura”. Qui si tengono le mostre d’arte che negli ultimi mesi hanno presentato opere di Guttuso, Rotella, Schifano, De Chirico e altri. Il suo percorso di formazione?
La passione per l’arte l’ho presa dal biberon: mio padre, Hermes Vanzan è un pittore e mia madre, Maria Vittoria Valle, gallerista. Ho fatto il liceo a Noventa e poi ho frequentato la European School of Economics laureandomi in scienze della comunicazione ed economia. Sono stato cinque mesi ad Amsterdam per uno stage alla Eptha Records, un’importante casa discografica e poi per un anno in Australia a perfezionarmi alla Macquarie University. Tornato in Italia ho iniziato a organizzare concerti di musica giovanile con gruppi come Derozer, Punkreas, Vanilla Sky, Linea 77. E dopo la musica, i quadri. Lo sbocco è stato quasi naturale. L’emozione che dà la musica apre le porte alla creatività. L’esempio più recente è la mostra “Furere” che, dopo il debutto a palazzo Pisani, si sposterà al Centro San Gaetano di Padova. Partendo dalla follia e dal lavoro con i pennelli compiuto nei laboratori di salute mentale, si arriva a grandi autori come Salvador Dalì, Max Ernst, Hermann Nitsch e Francis Bacon.
Tris di gemelli
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ono nati il 21 marzo, equinozio di primavera, ma non è solo questo a renderli speciali: un tris di gemelli non capita tutti gli anni, almeno a Lonigo. Alessandro, Lorenzo e Francesco Maffei, da sinistra a destra, sono arrivati in buona salute a far compagnia alla sorellina Beatrice e a movimentare le giornate di papà Giuseppe e mamma Natalia in Via Lore, nella campagna a sud della città. s.c.
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Arte in Tavola di Nicoletta Mai
“L
a prima volta è stata per caso. Mi ero dimenticata di comprare i fiori e così mi sono inventata un centrotavola con i materiali che avevo a disposizione”. Da quel giorno di creazioni ne sono seguite tante altre e oggi Cinzia Boggian è già al suo secondo libro dedicato alle decorazioni per la tavola. “Questa seconda pubblicazione - racconta - avrà una distribuzione nazionale e internazionale. È stata la stessa casa editrice a contattarmi e a propormi di collaborare dopo aver
mondo del cibo e del vino: pasta, riso, caramelle, tappi di sughero... il tutto assemblato con fantasia per dar vita a creazioni divertenti e colorate. “L’ispirazione mi viene spesso da mio figlio, mentre lo osservo giocare” - ci rivela Cinzia. E in effetti la prima sensazione che trasmettono le sue composizioni è di grande allegria. (foto Michele Campesato)
Campioni di pizza visto delle foto dei miei lavori su facebook”. “Le mie sono creazioni semplici ed economiche, facili da riprodurre - continua Boggian che nel 2011 è stata ospite anche alla Prova del Cuoco su Rai 1 -. Il libro Decorazioni gourmet è stato pensato proprio come un manuale, con foto e spiegazioni”. I materiali appartengono al
L’
appuntamento era a Rimini per il campionato Mondiale Pizza. E la pizzeria The brigde è tornata a casa con un bottino davvero ricco: un ottimo terzo posto per la pizza senza glutine e un nono posto per quella tradizionale.
I.P.
Satyagraha e Pueri Cantores insieme per aiutare le bambine indiane “In volo verso la Resurrezione”, 7 aprile ore 17.30, Chiesa Vecchia di Lonigo - Ingresso gratuito Sarà un appuntamento con la grande musica e con la solidarietà quello che si terrà domenica 7 aprile a Lonigo. I “Pueri Cantores” del Veneto, diretti dal Maestro Roberto Fioretto e recentemente definiti dalla critica il miglior coro di voci bianche d’Italia, si esibiranno nello spettacolo “In volo verso la Resurrezione” a sostegno dell’associazione Satyagraha onlus. Il coro svolge la sua attività in vari centri: a Vicenza (con filiali a Lonigo, Creazzo, Montecchio Maggiore e Isola Vicentina) e Venezia (con filiali a Mestre e Carpenedo), ha partecipato a prestigiosi incontri musicali, festival internazionali e ha tenuto concerti nelle maggiori città d’Italia e d’Europa. Ha collaborato con gli Enti Lirici “Arena di Verona”, “Fenice di Venezia”, “Teatro Real” di Madrid ed è impegnato costantemente con l’orchestra del Teatro Olimpico di Vicenza con la quale ha interpretato la Messa di Requiem di Giuseppe Verdi eseguita a Brescia, Vicenza e Rovigo. Ogni anno tiene il tradizionale concerto natalizio in piazza San Marco a Venezia e non sono mancate le partecipazioni a trasmissioni televisive su Rai 1, canale 5 e Rete 4. Satyagraha, invece, è un’associazione vicentina che si occupa, con il sostegno a distanza, del recupero di bambini di strada, orfani e vittime di abusi dell’India del Sud, nello stato dell’Andhra Pradesh, dove sta realizzando un importantissimo progetto: il “Golden Village”, un vero e proprio villaggio di case famiglia per questi piccoli, in un clima di amore, rispetto e crescita. Sono state realizzate due case famiglia per bambini orfani e lavoratori, un consultorio, una scuola elementare e ora è stata attivata una raccolta fondi per la costruzione di una casa di recupero per bambine vittime di abusi. Dati statistici forniti dal “Census of India” descrivono che in un tempo di cinque anni si sono rilevati 78000 aborti di sesso femminile; nella sola Bombay, su un campione di 8000 feti, 7999 appartenevano a femmine. Essere riuscite a nascere femmine nel mondo indiano è dunque già di per sè una fortuna. La casa per queste bambine è al grezzo e le offerte raccolte in occasione del concerto saranno destinate proprio alla sua realizzazione.
Per partecipare, c/c bancario intestato a “Satyagraha onlus”- Banca popolare Etica - filiale di Vicenza, IT 13 E 05018 11800 000000106765, o c/c postale 36366748 Causale: casa di recupero per bambine vittime di abusi Info: www.sostegnoadistanza.it cell: 347.4344458
sarego
Il ritorno del chiosco di giovanni salviati
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uando è aperto è di fatto l’unico luogo di aggregazione libera, soprattutto serale, per la gente di Monticello di Fara. A breve avrà di nuovo il suo punto di riferimento, il chiosco. In mancanza di una piazza, è il parco giochi della frazione di Sarego a radunare, nelle sere d’estate, gli abitanti che vogliono ritrovarsi a parlare fra loro o fare una partita a carte, oltre a prolungare l’orario dei giochi dei bimbi su altalene e casette. Tanto che è lì che il Comune ha installato la connessione gratuita pubblica senza fili a Internet. Lo scorso in-
verno, però, un incendio ha distrutto il chiosco che distribuiva alcuni prodotti alimentari per chi voleva bere qualcosa o mangiare un gelato assieme a compaesani o famigliari. Rendendo quindi gli appuntamenti serali ancora più scarni ed essenziali. Per diversi mesi molti
in paese hanno pensato al dolo, fino a che una perizia dei Vigili del Fuoco non ha stabilito che si è trattato di un incendio accidentale. Anche se, essendo di legno, la piccola struttura è stata bruciata interamente, e non si è riusciti a capire l’origine precisa delle fiamme. Ora la Parrocchia, proprietaria del terreno, ha quasi terminato di ricostruire il chiosco, questa volta in muratura e di dimensioni un po’ più grandi. La struttura dovrebbe riaprire in estate, forse già in giugno, sempre con la collaborazione dei volontari dell’Associazione sportiva “La Favorita 94”, che gestiscono l’apertura e la manutenzione del parco giochi.
sossano
Tempo di tagli di federico tosato
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risi è un termine col quale ormai conviviamo da un pezzo, così come con le sue conseguenze, rinunce e tagli
in primis. La situazione è ormai complicatissima anche per le nostre amministrazioni pubbliche e fare i conti con risorse sempre più limitate è all’ordine del giorno. Così capita anche di mettere in atto misure straordinarie, come è successo alla Casa di Riposo Michelazzo. “La particolare congiuntura economica – ci spiega il presidente Antonio Faedo – attualmente comporta un aumento
delle uscite e una riduzione delle entrate. Per far fronte a questa emergenza, i componenti del Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo hanno da una parte rinunciato ai loro compensi e dall’altra contribuito all’acquisto di un veicolo del quale l’ente aveva davvero bisogno”. Insomma si stanno attuando scelte coraggiose in un periodo per nulla semplice dal punto di vista amministrativo. “È vero, specialmente in questo periodo la gestione è alquanto problematica - continua il presidente -. Tuttavia l’intenzione è di non appesantire troppo gli ospiti e le loro famiglie, alle quali tra l’altro va tutta la nostra comprensione. Cerchiamo di metterci del nostro e auspichiamo che anche i sossanesi, nei limite del possibile, contribuiscano a mantenere viva un’istituzione che appartiene all’intera comunità”.
Lonigo In riva al Guà
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ltre 50 pescatori hanno partecipato alla gara di pesca alla trota in fiume svoltasi il giorno della fiera in riva al Guà. Tra i partecipanti, anche il campione di casa, Giuseppe Calgaro, fresco vincitore del titolo provinciale della categoria. L’Amo Club Lonigo era presente alla gara con due squadre,
capitanate dal commissario tecnico Valter Savio. Oltre a Calgaro, gli atleti di punta del club leoniceno sono le “vecchie lenze” Sergio Paganin, Lino Uva e Claudio Tagliaferro. l.z.
barbarano
albettone
E ora alla Casa SCala nuova Si va in E I Scena G sossano
nrico Giacomin, ventiseienne di Ponte di Barbarano, musicista, flauto traverso per la precisione. L’avevamo lasciato nell’ultima intervista tra la sua musica e alcuni concorsi nazionali ed europei. Passi avanti ce ne sono stati nella sua vita: ha avuto buoni risultati in alcune audizioni e ha iniziato a collaborare con importanti orchestre come La Scala di Milano. “È una bella soddisfazione e un grande onore racconta -. Si tratta di un teatro famoso e apprezzato in tutto il mondo ed è una scuola di grandissimo livello.” Obiettivi a breve e lun go termine? Studiare, cercando di portare avanti il perfezionamento tecnico con il mio strumento. Ora sto frequentando il biennio specialistico ad indirizzo didattico per potermi abilitare all’insegnamento del flauto traverso nelle scuole medie. La formazione musicale e personale dura una vita intera. Cosa vuol dire essere un musicista? Tutte le professioni se fatte a regola d’arte siano molto dure. Io però sono fortunato: la mia passione più grande e il mio lavoro coincidono. s.m.
li histriones, compagnia teatrale nata a fine 2011, è pronta al debutto. “La primissima proposta di fondare un gruppo di teatro - racconta Gloria Piroc ca, regista della compagnia - è giunta da Silvio Bertola e da lì ci siamo mossi: prima in cinque e poi allargando il numero dei partecipanti. Essendo i membri tesserati di NOI Associazione, abbiamo immediatamente contattato don Renzo, il quale si è dimostrato entusiasta per l’iniziativa”. Oggi la compagnia è compasta da una ventina di persone, tra cast artistico e tecnico. Il debutto è previsto tra la fine di aprile e i primi di maggio con “L’elisir della bontà”, commedia per bambini di Rosanna Nassimbeni, sottoponendolo ad un rilevante trattamento di riscrittura, per renderlo godibile anche ad un pubblico più adulto. “Sono soddisfatta del lavoro fin qui svolto - conclude Pirocca -. Inoltre vedo nei ragazzi il divertimento di incontrarsi e di mettersi in gioco e questo è un ottimo segnale per il futuro”. f.t.
n attesa del completamento della piazza, atteso per l’inizio di maggio, lo spostamento della sede municipale è imminente. “Siamo stati spinti dall’urgenza del trasferimento, - spiega il sindaco Joe Formaggio - poiché Villa Negri, attuale sede municipale, non è a norma. Il trasloco avverrà dal 10 al 15 aprile, in cinque giorni che creeranno qualche disagio ai cittadini, anche se ciò sarà necessario. L’inaugurazione è prevista per il 20 aprile. Buona parte del piano terra sarà a disposizione della Pro loco, che avrà una sede e una cucina stabile.” Che ne sarà di Villa Negri? “Questa resta un’incognita dell’amministrazione. Bisognerà valutare più ipotesi: costa molto mantenerla, a partire dalla luce e dal riscaldamento di ambienti così grandi. Vedremo più avanti quale sarà il suo futuro.” l.t.
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A cena col cinema
cena col cinema. Questo è il titolo di un evento culinario e allo stesso tempo cinematografico organizzato dalla giovane ma promettente associazione culturale TerreNarranti al ristorante Alla Busa. “Abbiamo pensato di incentrare la serata su questo binomio – ci spiega il relatore Federico Tosato – per cercare di delineare alcuni percorsi che tratteggiassero un abbinamento che in cinematografia esiste da sempre. Una simile
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iniziativa ha mosso la curiosità di tanti, che nel corso della cena hanno trovato appagamento sia nella gola che nella visione, negli interventi e nelle delucidazioni a opera di Slowfood. La scelta è caduta su ventitre film realizzati tra il 1941 e il 2009 e l’autore più citato è stato Allen, poiché nei suoi lavori l’alimentazione contribuisce a fotografare situazioni e personaggi. s.m.
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calcio a5 - calcio
Atletico serie a in vista di stefano testoni
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n Atletico dalla doppia faccia. Quella a metà delusa e felice del girone di andata, coi rossoverdi costretti ad inseguire, e quella super contenta del 2013 con dieci successi in altrettante gare e la rimonta riuscita sull’ex capolista Came Dosson. A mettere la parola fine su una regular season da protagonisti sarà l’atteso derby di Arzignano coi biancorossi di Candeo, una sfida da tripla in schedina che porterà al PalaTezze il pubblico delle grandi occasioni, quello che anni fa festeggiava scudetti e coppe col Grifo. Di quelle notte magiche oggi ci sono i bei ricordi e alcuni protagonisti che saranno l’uno di fronte all’altro per togliersi altre soddisfazioni. In casa Atletico i fari sono puntati sul bomber Amoroso, a bersaglio più di 50
volte in stagione, ma a disposizione di mister Pino Milella c’è un vero e proprio talismano portafortuna, Pablo Ranieri. Scudetto e coppe a Prato, poi i successi col Grifo per finire negli ultimi anni ad alzare trofei con la maglia del Giuriato Vicenza. Entrambi, con Antonelli
protagonista della cavalcata dalla serie A2 alla A1 del Grifo, saranno di fronte ad un monumento del futsal mondiale, Marcio Brancher, capitano classe 1967 sempre in campo a dare
disposizioni ai giovani e a mettere il suo timbro sull’ennesima grande stagione. Duelli da cardiopalma per un finale thrilling, con la speranza di tutti di rivedere in alto un team arzignanese. Numeri Il girone di ritorno Atletico è da dieci pieno, dieci come le vittorie ottenute. Nelle reti fatte e subite, l’Atletico vanta il secondo attacco del girone B con 131 reti fatte e la miglior difesa con sole 44 subite, merito della retroguardia e delle prodezze tra i pali di Sosin, scoperta del mercato di riparazione. Futuro Matrimonio tutto arzignanese? Un’idea per qualcuno balzana ma che porterebbe forza e compattezza nella seconda serie nazionale, sempre che l’Atletico centri la promozione. Vedremo se l’estate porterà al PalaTezze una nuova fusione.
Almisano vuole la secondA di mirco milan
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vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte; 20 goal realizzati e 19 subiti: sono i numeri che fanno dell’Almisano la seconda forza del campionato di terza categoria del girone Verona C. La compagine del patron Incontro, decisa a puntare al salto in Seconda, è guidata in panchina dal giovane mister Stefano Guarda al primo approccio nella categoria. Attaccate le scarpe al chiodo per gli infortuni dopo
una carriera breve, ha accettato questa nuova esperienza. “L’organico a mia disposizione è di qualità assoluta per la Terza - ammette il tecnico. - Con i punti raccolti finora e due partite da recuperare saremmo davanti in tutti gli altri gironi. Purtroppo per noi, la Napoleonica sta facendo un cammino tre punti migliore del nostro e dobbiamo inseguire”. E l’obbiettivo vittoria del campionato? L’obbiettivo chiesto dalla società è il salto di categoria: si può raggiungerlo direttamente Corriere Vicentino |
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evitando i playoff anche arrivando secondi, a patto di mettere almeno 10 punti di distacco tra noi e la terza in graduatoria. Vincere il campionato sarebbe la ciliegina sulla torta e lotteremo strenuamente perché ciò avvenga. Dopo anni da comparse, l’Almisano torna protagonista? La società ci crede. Ha trovato giovani interessanti come Destrini, Lora, Vignaga, Incontro, Pelosato nati nei primi anni ‘90, unendoli ai più esperti come Sartori, Fiorenza, Fattori, Picottin per un mix equilibrato. Un lavoro non facile ma indispensabile per creare un connubio da squadra vincente.
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he arrivasse a Vicenza era destino. Ad ogni sessione di calcio mercato, con una moglie di Rosà, Gloria Zanin miss Italia 1992, il suo nome rientrava nella lista dei papabili. Invece poi non se ne faceva nulla. Fino a gennaio di quest’anno. Così Simone Tiribocchi, romano di Fiumicino, classe 1978, è approdato in maglia biancorossa per cercare di portare esperienza e gol a un Vicenza in lotta per la salvezza. Una lunga carriera la sua, che dall’Ostia Mare e dalle giovanili della Lazio l’ha portato a Pistoia, Empoli, Torino e poi Savoia, Benevento, Siena, Ancona, Chievo Verona, Lecce, Atalanta e Pro Vercelli. Una passione per il calcio che in casa Tiribocchi il piccolo Simone respira da papà Sergio, tifoso della Roma, e tra pallone e karate sceglie il primo. “Così mi picchiano di meno” racconta. Con un sorriso e con un grazie grande così a mamma Stefania e papà Sergio, barista e cameriera alla Camera dei Deputati, che gli hanno lasciato seguire la strada del calcio. “Quando ho cominciato a capire veramente cos’era, non ho mai voluto fare altro – spiega Tiribocchi – se ci sono riuscito è merito dei miei genitori. La scuola non era il mio forte. E mamma e papà mi hanno sostenuto. Anzi, papà ancora oggi quando può mi segue. E pensare che da piccolino volevo fare il macellaio o il benzinaio”. Dopo le giovanili alla Lazio, l’esordio a quasi 17 anni alla Pistoiese Tiribocchi se lo ricorda bene. “Abbiamo perso a Reggio Emilia 2-0. Ho chiesto a mister Clagluna se potevo andare a casa per il mio compleanno e lui mi ha risposto: cosa vuoi festeggiare che abbiamo perso? Ho cominciato così”. Arriva quindi al Torino, poi Benevento, Savoia e Ancona fino alla prima tappa importante a Siena nel 2002. “Abbiamo centrato la promozione in A. Ho segnato 17 gol, anche se ne riportano 16 perché è stata cancellata la partita col Catania. Lì ho trovato il mio “papà” calcistico in mister Papadopulo, si è creato un rapporto bellissimo e anni dopo mi ha voluto a Lecce. In ritiro ricordo che mi disse:
Simone
Tiribocchi quanti gol vuoi fare quest’anno? Me ne aspetto almeno 15, altrimenti smetto di allenare. Dopo la promozione sarei rimasto, ma il Torino, proprietario del cartellino, ha voluto riportarmi alla base”. È il 2003/2004, che Tiribocchi chiude con 38 presenze e 11 gol prima di andare al Chievo. “Un’ottima piazza. Sono stati due anni e mezzo bellissimi”. Nel 2007 arriva al Lecce ed è anche l’anno del matrimonio Gloria Zanin. “Con Papadopulo abbiamo vinto il campionato. E sotto il profilo numerico gli anni di Lecce sono stati i più prolifici: 90 partite e 45 gol. In quel periodo mi sono prima fidanzato e poi sposato. E’ stato come un cambio di passo nella mia testa. Ho trovato più stabilità e più sicurezza. Ho vissuto tutto in modo diverso”. A Lecce nel 2009 non bastano 11 gol però per ottenere la salvezza e dopo la retrocessione, con la moglie lontana dalla sua famiglia a Rosà, accetta la proposta dell’Atalanta. “Sotto il profilo personale a Bergamo sono stati anni importanti. Mi hanno fatto sentire come Maradona a Napoli, con le dovute proporzioni. C’era un feeling speciale con la città e con la gente. La Pro Vercelli? Ci sono andato perché avevo voglia di sentirmi ancora giocatore, però non sono riuscito ad esprimermi, forse caricato da tante aspettative. Con il Vicenza c’erano stati tanti contatti e ora finalmente ci sono, con tanta grinta e passione. Qui mi sento a casa e poi la spinta dei tifosi è fondamentale”. In casa Zanin, dove sono tutti tifosi del Vicenza, ora aspettano i gol del Tir. Che proprio a Travettore di Rosà ha sposato Gloria nel 2007 e che il 5 ottobre dello scorso anno ha festegCorriere Vicentino |
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giato la nascita del piccolo Emanuele. “E’ combaciato tutto. Il bambino e il trasferimento al Vicenza. Mia moglie, che si è appassionata di calcio soprattutto dopo avermi conosciuto, di solito viene allo stadio. E mi ha già detto più volte: hai fatto gol dappertutto. Ora tocca al Vicenza”.
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