Corriere Vicentino Febbraio 2012

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Copia omaggio / anno XIII n.2

febbraio 2012

“Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza” - 0,42 E

L’intervista

Francesco Guccini I geni sconosciuti

della porta accanto

Tra passato e futuro

Francesco Guidolin

Come viviamo senza

patente


Pensate che le nostre offic

Ripensateci!


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editoriale di Stefano Cotrozzi

sommario Inchiesta Come sopravvivere senza patente

Come essere credibili? Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-2000 - Editrice Millennium s.r.l. 40.000 copie certificate Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Caporedattori Nicoletta Mai, Marta Massignan. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Caporedattore economia Elisabetta Badiello. Redazione: Federico Gobetti, Roberta Costantini, Alessandra Groppo, Silvia Maculan. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico. Art director Alessandra Peretti. Stampa: Centro Stampa Editoriale - Grisignano di Zocco (VI) Foto di copertina: Alberto Saltini Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Aristide Crema 320 0522400 Federico Hanard 335 5293582 Monica Dall’Omo 340 6717242 © 2011 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale e l’uso pubblicitario in altra sede. L’editore è a disposizione dei proprietari dei diritti su eventuali immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione. Questo giornale è stampato su carta certificata FSC. Il marchio FSC identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.

Lei si chiama Anna Maria Gammeri e di mestiere fa la preside in una scuola di Messina. È appena stata condannata in primo grado a dieci mesi di carcere perché usava un bidello come autista e cavalier servente per la spesa al supermercato. Nonostante la condanna la preside è ancora lì, ben salda sulla sua poltrona, al suo posto come capo di quell’istituto. A doversene andare sono stati gli insegnanti della sua stessa scuola che avevano testimoniato contro di lei nei sette (7) anni durante i quali si è svolto il processo. Quella di Anna Maria Gammeri - scrive Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera - è una storia esemplare, che dimostra come sia urgente mettere mano ad alcune storture inaccettabili nel mondo della giustizia. Nel Vicentino i processi per Iva evasa e frode fiscale sono diventati pane quotidiano per i lettori dei giornali. Nell’ultimo caso, proprio pochi giorni fa, si denunciano 25 milioni di euro sottratti allo Stato e quindi a tutti noi. La preoccupazione di tanti è quella di scoprire cosa succederà agli evasori di tasse e di Iva sorpresi con le mani nel sacco dalla Guardia di Finanza. Oggi gli “evasori” girano ancora con le loro macchine particolarmente costose, anzi organizzano in grandi discoteche belle feste a cui partecipano le stelle dello spettacolo e ne fanno pure pubblicità sui giornali. Il dubbio è se veramente pagheranno per le loro colpe oppure se la passeranno liscia. Qualche mese con la condizionale, magari, che significa non entrare neppure in carcere, e si potranno poi godere in santa pace i milioni di euro accumulati in questi anni di truffe. Come spiegare in una città come Messina, piegata dalla mafia e con una preside come la Gammeri, che esiste la giustizia? E come spiegare ai ragazzi delle scuole vicentine che l’onestà paga e la disonestà invece no, quando fuori dalla scuola possono vedere con i lori occhi che la disonestà alla fine si trasforma in macchine, case e barche? In Cina per l’evasione fiscale si rischia la pena di morte (pag. 85), in Italia è quasi impossibile essere credibili quando si parla di giustizia.

L’INTERVISTA Guccini e Macchiavelli

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focus Il genio della porta accanto

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arzignano Il degrado di via Cavour

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chiampo Gli ultimi produttori di latte

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Montecchio San Pio X diventa una casa per le associazioni brendola I giovani ragazzi dell’oratorio Zermeghedo Sacchiero, nuovo presidente della Pro Loco

LONIGO Il teatro cerca casa noventa Cosa c’è nel futuro dell’Ospedale?

ov vicest tinen o

eaa r a ic r be

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sossano Così sfidiamo facebook

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barbarano Non abbiamo paura dello straniero

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NANTO Medici di base e Pro Loco: no a Despar economia 84 Italiani evasori calcio serie a 88 Guidolin Francesco, esperto in miracoli calcio a 5

L’eterno Marcio, non solo ricordi

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rugby 92 Anche nell’Area Berica qualcosa si muove


Made in vicenza

vipera con garbo

Massimo Parolin*

Elisabetta Badiello

Bacco e le Miniadi

Godersi la vita!

Q

uante volte mi sono sentito rivolgere questa domanda: “ Comandante, se vado a cena e bevo solo due bicchieri di buon vino e un caffè corretto, supero la soglia prevista dal codice?” Difficile dare una risposta netta in quanto ogni individuo ha un differente metabolismo e pertanto i risultati dell’etilometro potrebbero essere diversi in ognuno. Certo è che, stante la gravità delle sanzioni previste dal codice per la guida in stato di ebbrezza, la cosa più sicura sarebbe quella di non mettersi al volante dopo aver bevuto alcolici. Non è certamente con “cuor leggero” che il vigile urbano contesta violazioni di questo tipo, ben consapevole delle conseguenze amministrative e penali a carico del trasgressore. Ma altrimenti non potrebbe comportarsi in quanto la sua preoccupazione deve essere quella di garantire non solo la sicurezza della circolazione ma anche, oserei dire, la serenità della stessa. Chi viaggerebbe infatti tranquillo per le strade sapendo che nelle vicinanze un ubriaco è alla guida? Giusto ricordare pertanto che la soglia oltre la quale ci si trova in violazione è determinata nello 0,5 gr/l ( 0,0 per i neopatentati, minori di 21 anni e altre categorie). Oltre il limite dello 0,8 gr/l non risulta più possibile pagare una semplice sanzione per estinguere l’illecito poichè la violazione costituisce reato. Superata la soglia invece del 1,5 gr/l se l’auto è di proprietà del conducente, la stessa viene addirittura confiscata. A tutto ciò va aggiunta ovviamente la sospensione della patente. Talvolta rifiutar Bacco come fecero le Miniadi non farebbe male né a se stessi… né agli altri!

C’

è chi lo fa perché convinta che “magra è bello” o chi spera di acquisire nuovo vigore dalla perdita di peso. Il percorso è lo stesso: un regime di costrizione alimentare nel tentativo di recuperare la forma “ideale”. Il mio contraddittorio con la bilancia si perde nell’adolescenza causa una robusta costituzione ereditaria. Negli anni la situazione non è migliorata: se a prevalere è la gola, paga la bilancia! Sfogliando i cosiddetti “femminili” sembra che il fenomeno dieta sia ciclico e diffuso. Dopo le feste e in previsione dell’estate quello delle donne a dieta diventa un fenomeno sociale. Si attinge da riviste, dalla rete, o dall’esperienza diretta di parenti e amici. Raramente si ricorre al dietologo nell’illusione che la via verso il dimagrimento possa prendere scorciatoie che preservano dalle sofferenze di un controllo alimentare. Dall’esotica South Beach alla Zona, dalla dieta del sambuco, dell’ananas, della banana mattutina, dello yogurt o, ancora, dei frutti rossi e del Fantino. Dal regime del guerriero a quello deplorevole della privazione che già nel nome ha una promessa fosca e poco rassicurante! Unica certezza l’effetto “fisarmonica” con una conseguenza devastante sull’autostima. Frustrazione e delusione prevalgono sui probabili benefici del calo ponderale. Perché ostinarsi? Forse sarebbe meglio cambiare guardaroba e godersi la vita.

BANDUS alto

*Comandante Polizia locale Ovest Vicentino

QUALE ATTACCANTE, CENTOCAMPISTA e DIFENSORE sogni di allenare?

MAURO MEGGIOLARO ALL. MONTECCHIO Attaccante: A. Matri Difensore: A. Nesta Centrocampista: A. Pirlo

ROBERTO PERLOTTO ALL. MONTEBELLO Attaccante: M. Nassi Difensore: T. Silva Centrocampista: A. Pirlo

PAOLO BEGGIO EX ALL. SAREGO Attaccante: P. Rossi Difensore: G. Scirea Centrocampista: R. Baggio

FELICE SEPE ALL. ARSO Attaccante: E. Cavani Difensore: T. Silva Centrocampista: A. Pirlo


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sport e dintorni

Gianfranco Sinico

Stefano Canola

Qua la zampa, vecchia Cita!

L

BANDUS alto

e ultime festività natalizie si sono portate via alcuni personaggi delle cultura e della storia, alla cui memoria mi inchino. Ma un pensierino lo voglio qui dedicare alla vecchia Cita, anzi Cheetah, la scimmia che accompagnava Tarzan nei film e nella memoria di quei ragazzini che si entusiasmavano alle sue boccacce più che alle moine dell’invadente Jane. Se n’è andata alla veneranda età di ottant’anni. Un pensiero di ringraziamento per quei gioiosi momenti di un’infanzia sognatrice glielo devo, anche se il giorno della sua dipartita vengo a scoprire dalla stampa che non era una scimmietta, bensì uno scimpanzé maschio: nei primi anni trenta affiancò Tarzan in due film con l’olimpionico Johnny Weissmuller. Negli anni successivi si alternarono nel suo ruolo, in film e telefilm, molti scimpanzé: del resto abbiamo bisogno che i nostri miti non tramontino, ma che vivano in un presente perpetuo. Ve lo vedreste un centenario Aquila della Notte misurarsi con Mefisto? Così è stato per Lassie: un esercito di pastori scozzesi lo hanno interpretato dal film con Liz Taylor sino ai telefilm dei giorni nostri. Per non parlare dei pastori tedeschi per Rin Tin Tin. Addirittura, in certi casi, si è ricorsi a più interpreti animali nella medesima pellicola, come nel caso di “Babe maialino coraggioso”: una trentina di porcellini si sono succeduti nella parte di Babe in quanto le riprese del film sono durate mesi e le bestie crescevano a vista d’occhio finendo nella mensa della troupe. Sì, il tempo non può contaminare i sogni, almeno quelli di noi ragazzi. Come i miti, questi animali che ci hanno fatto fantasticare sin da bambini, in realtà non muoiono. E neanche cambiano sesso. Qua la zampa, vecchia Cheetah!

IVAN CERATO ALL. GAMBELLARA Attaccante: S. El Shaarawy Difensore: T. Silva Centrocampista: F. Savi

FABIO FACCIN ALL. ARZIGNANOCHIAMPO Attaccante: L. A. Messi Difensore: G. Chiellini Centrocampista: W. Sneijder

Un calcio alla neve

I

n febbraio è scesa la neve: niente di strano, ma la cosa ha preso alla sprovvista molti, provocando non pochi guai. Non il calcio dilettantistico regionale, dopo le rogne capitate lo scorso anno. Anche se lo stop prolungato a Natale è servito a poco, perché il tempo dispettoso ha dispensato i coriandoli bianchi a Carnevale, l’organizzazione veneta del pallone ha saputo stavolta agire con tempismo, comunicando già il venerdì mattina la sospensione dei turni di campionato a

rischio. Del resto, con previsioni meteo ormai dettagliatissime, era cialtronesco movimentare migliaia di persone sulle strade a perdere la domenica per un sicuro rinvio, o peggio a rischiare ossa e legamenti per l’azzardo di qualche arbitro. I recuperi si possono fare in notturna, nei mercoledì di marzo e aprile. Ricordo con nostalgia un Polisportiva Lonigo – Val Liona del campionato CSI di tanti anni fa: giocammo la sera in una bufera di neve siberian-fantozziana. Non so se il ritorno a casa dei nostri amici fu divertente come la partita. Ma eravamo amatori, e gli amatori possono tutto.

Principesco

Emanuele Filiberto di Savoia è in tv con un programma in cui lavora “a chiamata”, secondo le indicazioni degli spettatori. Sul cattivo gusto della cosa non serve nemmeno parlare: chissà cosa ne pensano i veri lavoratori a chiamata. Anche qualche coro ultrà darebbe utili consigli al principe (“La senti questa voce?...”), io mi limito a suggerire il pugilato. I nostri pesi massimi hanno sempre bisogno di sparring partner volonterosi.

GIUSEPPE SANMARCO ALL. LONIGO Attaccante: L. A. Messi Difensore: T. Silva Centrocampista: A. Aquilani

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Š

Tanto di cappello Gino Miramonti... la favola continua nel


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Viva San Remo

Lino Zonin

Ciabàtto leggero e trasognato tra gli spazi stretti della cucina, schivo le insidie angolari che il tavolo subdolamente propone ogni mattina all’alba, raggiungo la credenza e apro lo sportello per afferrare la confezione celebrativa dei quarant’anni di Nesquik. L’afferro con delicatezza e gratitudine, sta per cominciare un’altra giornata e non c’è motivo al mondo per cui non debba essere percorso da quel sorriso tra l’ineffabile e l’idiota che è proprio del Giusto. Perché proprio così mi sento, un Giusto che ha dormito un sonno lungo e tranquillo e soprattutto non ha guardato San Remo. Perché San Remo è sempre San Remo, cioè una schifezza inguardabile. E io che sono un raffinatissimo teleutente ho bellamente ignorato la baracconata nazionalpopolare guidata da un Morandi che trionfava quando io imparavo i nomi delle suore del mio asilo e che ha avuto come mattatore uno che spopolava quando Morandi si iscriveva alle medie, così mi sono sintonizzato su una televendita finché anche l’unico occhio ancora aperto si è spento. Getto uno sguardo distratto alle edizioni on line dei giornali, San Remo 2012: la scollatura tradisce Belen! Che faccio? Indugio? Mi mostro superiore e passo oltre? Ehm, in fondo San Remo è sempre San Remo...

Vinicio Trend

Artù ha stancato È giunta l’ora di darvi una piccola chicca. C’è una tendenza che sta arrivando alla grande: i tavoli, quadrati o rettangolari, sono cool negli eventi. Da Parigi a Milano, i tavoli rotondi non si vedono quasi più e anche a Vicenza si comincia ad intravedere questo ritorno che prende il nome di country chic. Il tavolo unico, rettangolare, non affollato, che - almeno a me - lascia senza fiato quando lo vedi allestito ma non per l’imponenza, ma perché ti dà l’idea della tradizione, dell’antica tavola veneta che racconta Corriere Vicentino |

una storia. Dove nel mezzo c’è un tripudio di fiori, candele, cristalli e specchi ad arricchire ulteriormente l’immagine del bello. Circondato da sedie di foggia diversa, perché anche le vestine sono dèmodè. Addobbato con tovaglia che arriva fino a terra, magari con dei disegni campestri in modo da esaltare le linee naturali. Oppure anche senza tovaglia addirittura, per attirare tutta l’attenzione sulle posate, ma soprattutto sul tovagliolo di stoffa (mai di carta!) che non deve mai mancare, nemmeno se mangiate una pizza d’asporto nel cartone.. Infine, nel caso abbiate tanti ospiti - ma veramente TANTI ospiti - beh, non vi resta che fare un tavolo lunghissimo...

14 | Opinioni

Dentro el punaro Spero che voialtri, podendo, stè tenti a non vardare “L’Isola dei Famosi”. A mi me toca, par via de ‘sta rubrica de television, e allora me sacrifico e ve conto. La novità più grande de sto ano la xe la mancansa de quela sigalona de la Simona Ventura, passà a romparghe i timpani ai abonati de Sky. Al sò posto i gà messo Nicola Savino: par carità, on bravo toso, ma con la facia da baùco, du oci balotoni sempre sbarà, che pare el gabia appena visto el diavolo. Dal’altra parte del mondo, a darghe bado ai blà blà de Savino, ghe xe quel strafanto de Luxuria, uno (una) che non se gà ancora ben capio cossa che el (la) gà dentro le mudande. Intorno, el solito punaro de gnoche avanti coi anni e de omeni in bilico, on po’ de qua e on po’ de là. Ghe xe la Valeria Marini e la Carmen Russo, tutte e dò fruà come la pelle de daino de la me Punto; e ghe xe anca la Aida Yespica, una delle tante morose del nostro vecio paròn, tutta rimessa a novo e pronta par el prossimo che se farà avanti (magari el ministro Giarda, quello con le recie spanìe). I più vispi tra i omeni pare che i sia Cecchi Paone e Malgioglio, do moroseti sempre drio barufare, e quel mona del Mago Otelma, par ‘na volta senza i catafalchi che de solito lo querze ma che el sèita a parlare al plurale, gnanca el fusse el papa. E Apicella, che sonava el mandolin ai bei tempi delle feste, quando tuto andava ben e la Penisola dei Famosi pareva che la fusse l’Italia.

I 3 reality vip piu’ longevi 1 - Isola dei famosi - 9 edizioni 2 - Ballando con le stelle - 8 edizioni 3 - La fattoria - 4 edizioni



sex in vicenza info@corrierevicentino.it Cari Elena e Paolo, frequento un ragazzo da tre mesi e ne sono innamorata persa. Anche a lui piaccio ma non riesco a capire quanto. Mi spiego meglio: sono sempre io a cercarlo, sono io che lo chiamo e che propongo le uscite. Forse corro troppo, ma dopo tre mesi desidererei qualcosa di più. Non che a San Valentino mi aspettassi un trilogy e neppure un mazzo di rose, ma almeno un sms per farmi capire che mi stava pensando... Devo continuare a cercarlo o provo ad aspettare che sia lui a fare la prossima mossa? Elen

Feisbuc girl Nome Maria Mamaliga età 19 anni vive a Vicenza Situazione sentimentale Single Lavoro Studentessa

Cosa di cui non puoi fare a meno Shopping Sogno nel cassetto Girare il mondo Piatto preferito Insalata russa Sport Palestra Musica Commerciale Idolo Belen Rodriguez

a

Cara Marta, ma tu a San Valentino un sms gliel’hai spedito? Mi pare di capire di no. Non ti preoccupare, con molta probabilità il tuo colombo in amore non gli ha dato il peso che gli stai dando tu (gli uomini pensano molto meno e fanno pensieri molto meno complessi!) ma se il cuore ti dice di fare qualcosa falla. Se ti dice di chiamarlo chiamalo, se ti dice di uscire con lui escici. Se ti dice di scrivergli un sms d’amore scriviglielo. L’amore non è una gara di resistenza e non vince chi non esprime i suoi sentimenti o chi risponde invece di chiamare. Vivi il tuo amore più che puoi e buona fortuna.

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Terremoto a Verona. Nella notte tra il 24 e il 25 gennaio scosse di terremoto hanno colpito il nord Italia. Le scosse più forti sono state registrate a Verona.

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Fr At ance ten sc to o R ai ut lad ell ri i 14 in /6 Elsa ca /1 F Qua orne sa 95 r l 4 . con che p o 7/5 la fi roble /194 glio min 8 lanz o a. Lady Gag a 28/3/19 86 Cerchiam o

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ro nc a C

Cara Marta, il vecchio adagio dice che “chi fugge in amore vince”. Non è proprio sbagliato ma neanche completamente vero. Se uno tira troppo la corda e l’altro si stanca di correre, la logica conclusione è un bel rompete le righe. È evidente che in questa fase quella che corre sei tu, non c’è niente di male. Però tra qualche tempo le cose, per poter funzionare, devono cambiare e si deve iniziare a correre in due. Io non sono un romantico, però credo che un sms a S.Valentino lo spedirei. Secondo me dovresti lasciare la presa ed aspettare: spesso in pochissimo tempo si capiscono tantissime cose...

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di Mago Merlino L

o

il post più letto del mese

L’ Oroscopo

e eon

P ao l



LONIGO

BAD BOYS

No alle slot machine

La festa dei cattivi ragazzi

01/02 – Il sindaco è categorico e non vuole nuove sale da gioco a Lonigo. Tre sono già aperte in città e la richiesta per una quarta pende in Comune. Boschetto però è consapevole dei danni che il gioco d’azzardo può causare nelle persone e non vuole altri mini casinò in paese.

09/02 – Arzignano – Uno a petto nudo che mostra muscoli e tatuaggi, l’altro con il faccione di Al Pacino in Scarface stampato sulla maglietta. Uno è il re del foto ricatto, l’altro dell’evasione fiscale. Fabrizio Corona e Andrea Ghiotto, martedì 6 marzo festeggeranno inseme all’Excite House Club di Vicenza il 41° compleanno del faccendiere arzignanese.

C R E S PA D O R O

Miss Canarino

07/02 - Il canarino più bello del mondo canta a Crespadoro. Walter e Marco Tagliapietra hanno vinto anche quest’anno con il loro campione il titolo di miglior canarino del mondo ai Mondiali 2012, che si sono svolti in Spagna. Il canarino vincitore è un esemplare di “Isabella fattore giallo”, di colore giallo, che per i propri canoni di bellezza e portamento si è distinto tra gli altri 26.700 in gara.

ar z ignan o

Ospedale addio

31/01 – Si allontana sempre di più l’ipotesi della costruzione del nuovo maxi ospedale unico di Arzignano-Montecchio. Il motivo sarebbero i costi troppo elevati. La Crite (Commissione regionale per l’investimento in tecnica ed edilizia) ha confermato i 50 milioni di euro già assegnati all’Ulls 5 per la costruzione del nuovo polo ospedaliero, ma recentemente ha mostrato un orientamento più positivo verso una spesa di 10 milioni per i lavori di adeguamento e modernizzazione degli ospedali già esistenti di Montecchio e Arzignano.

p o j ana

Stupro inventato

14/02 – Un magrebino di trent’anni l’aveva picchiata nel tentativo di violentarla. La ragazza di diciotto anni aveva raccontato questo alla madre che l’aveva vista arrivare a casa piena di botte. In realtà si era inventata tutto: aveva solo litigato con il fidanzato con cui si era scambiata dei manrovesci non di poco conto. Beata gioventù...

Una festa per soli vip che suggella l’amicizia tra i due uomini, probabilmente amici perché condividono il duro destino di chi forse è troppo furbo per vivere nella legalità. Ghiotto ha dichiarato: “Che c’è di male nel fare una festa? Del resto compio gli anni ogni anno, no?”. D’altronde i ragazzacci dovranno pur sfogarsi dallo stress di maxi multe, processi e aule giudiziarie...

un mese di notizie in Breve e v asi o ne

09/02 – Nel 2011 in tutto il Vicentino sono stati scoperti 118 evasori totali, ovvero persone completamente sconosciute al fisco. Sempre in provincia hanno rilevato 214 milioni di euro di Iva dovuta allo stato e 405 milioni di evasione. Solo sommando questi due dati si arriva a 620 milioni di euro evasi.Per quanto riguarda i reati fiscali a Vicenza sono state denunciate 221 persone con 228 violazioni. In tutto il Veneto invece le Fiamme Gialle hanno accertato 3,5 milioni di “base imponibile” sottratta al pagamento delle imposte e 430 milioni di iva evasa. Inoltre, gli evasori totali scoperti sono stati 712, per oltre 1 miliardo di euro non incassati dallo Stato. I denunciati per frode fiscale sono stati 797.

Corriere Vicentino |

18 | Notizie in breve


Ladri di alcolici

stran o ma v er o

13/02 - Due uomini si sono presentati al “Cash & Carry”, supermercato di merce all’ingrosso, come normalissimi clienti. Con tranquillità hanno preso il carrello, si sono riforniti di una cinquantina di bottiglie di alcolici di marca e poi con molta nonchalance sono usciti e hanno caricato la merce in macchina. Senza pagare i circa 850 euro della spesa. I dipendenti del negozio si sono accorti troppo tardi che i due erano usciti senza pagare e quando hanno dato l’allarme i “tizi” erano già scappati. Che dire… di sicuro con tutti quelle bottiglie avranno fatto una gran bella festa.

Tasso alcolico da record 12/02 – Chiampo - 3,72% di tasso alcolico, al limite del coma etilico. Un uomo di origine indiana è stato fermato dalla Polizia Locale mentre guidava il suo scooter in evidente stato di ebrezza, trasportando con sé anche un connazionale. L’uomo era talmente ubriaco che non è stato nemmeno in grado di soffiare per eseguire l’alcol test. È stato così accompagnato cal pronto soccorso di Arzignano dove hanno rilevato il tasso alcolico da record.

Il sindaco offre i caffè 16/02 – Montecchio Maggiore – In occasione del suo quarantesimo compleanno, il sindaco di Montecchio Maggiore Milena Cecchetto ha offerto il caffè… a tutti. Infatti in ogni bar del centro storico del paese 40 avventori hanno potuto gustare un caffè offerto dal sindaco. 40 caffè pagati come le candeline spente dalla Cecchetto. L’iniziativa è stata gradita da molti cittadini, atri ne hanno approfittato per “scroccare” un caffè e qualcun altro invece, polemicamente, ha insistito per pagare la propria consumazione.

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i n c h i e s ta

Sopravvivere

senza patente

pagine a cura di: federico gobetti Laura tozzato francesco meneghini Marco ferrari enrico corato Roberta costantini lino zonin stefano cotrozzi

Quando si parla di patente ritirata, subito viene in mente la guida in stato di ebbrezza. E in effetti i dati parlano chiaro: nel 2011, a fronte di 217 patenti ritirate per eccesso di velocità, sono ben 1.197 i guidatori sorpresi con un tasso alcolemico troppo elevato, nella sola provincia di Vicenza. In Italia, poi, il 58% degli incidenti è causato dall’alcol. Il Corriere Vicentino vi porta nel mondo di chi vive senza patente, scoprendo una realtà variegata: da chi ha avuto problemi con il codice della strada a chi, per scelta o per opportunità, la patente non l’ha mai presa.

Trionfa il modello anglosassone

I

l responsabile del Ser.t (Servizio per le tossicodipendenze) di Montecchio Maggiore, Valerio Mecenero, spiega il ruolo di questo ente nei casi di patenti ritirate per guida in stato di ebrezza o sotto sostanze stupefacenti. “Il primo controllo lo fa la Commissione Patenti di Vicenza, per verificare se la persona “beccata” è in condizione o no di guidare. Poi il Ser.t effettua una seconda analisi per capire se il guidatore è un alcolista o un bevitore anonimo”. Quante analisi sono state svolte nello scorso anno?

Nel 2011 sono state verificate 90 persone fermate per guida in stato di ebbrezza. La gran parte si sono rivelati bevitori occasionali. Qual è stato il tasso alcolico più alto riscontrato? Un uomo con 2,8 grammi/litro. In caso di dipendenza da alcol, come si procede? Si offre un supporto terapeutico psicologico e farmacologico per uscire dalla dipendenza. I risultati quali sono? Le persone ci “ricascano”? Di solito no. Chi entra in cura difficilmente ritorna a essere alcolista.

Com’è cambiata la situazione negli ultimi anni? Diciamo che di questi tempi ci sono più persone trovate ubriache o drogate alla guida perché ci sono molti più controlli rispetto a pochi anni fa. È cambiato anche il modo di bere? Sì, assolutamente. Noi italiani di fondo abbiamo uno stile “mediterraneo” nel bere: qualche bicchiere a pasto in compagnia. Si sta però imponendo, soprattutto sui più giovani, il modello “anglosassone”, ossia non bere quasi niente durante la settimana e tantissimo nel fine settimana.

Vero e falso Se ho bevuto e il veicolo che guido non è mio non possono confiscarmelo. VERO, ma in tal caso è previsto il raddoppio della durata della sospensione della patente, da un minimo di 2 a un massimo di 4 anni. Se supero 0,5 g/l di alcool ho commesso un reato perseguibile penalmente. FALSO, fino a 0,8 g/l si va incontro “solo” alla sanzione amministrativa di sospensione della patente e detrazione punti, oltre a un’ammenda da 500 a 2000 €. Sono neopatentato fino al 21° anno d’età. FALSO, è fino a 3 anni dopo il conseguimento della patente di guida B. Se mi fermano, posso rifiutarmi di fare l’alcoltest. FALSO, o meglio chi si rifiuta viene punito come se superasse 1,5 g/l (decurtazione di 10 punti, ammenda da 1500 a 2000 €, sospensione patente da 1 a 2 anni e arresto da 3 a 12 mesi). Dopo l’alcol test risultato positivo, il conducente viene condotto in ospedale per un ulteriore accertamento ematico. FALSO, i risultati dell’etilometro sono più che sufficienti ed hanno valore legale. Le multe per guida in stato d’ebbrezza aumentano quando il reato è commesso dopo le ore 22 e prima delle ore 7. VERO, aumentano da 1/3 alla metà.


C’era ancora il Boom

U

n sabato sera passato al Boom e una ragazza conosciuta al bancone del bar. Uno, due, tre drink offerti nella speranza di un bacio o, magari, di qualcosa di più. Poi a fine serata, Luigi, oggi 40enne, si mette in macchina. Mentre gli amici litigano sulla stazione radio da ascoltare, una paletta alzata alle Alte li blocca. Mitra in mano, torcia puntata in viso e il soffio nell’etilometro. Tasso alcolico 1.2 e patente ritirata per un mese. Era il 1998: Geri avrebbe lasciato di lì a poco le Spice Girls e la lira occhieggiava ancora dai nostri portafogli. Ti aspettavi quella paletta alzata? Assolutamente no. Di ritiri della patente se ne sentiva parlare ma la legge era diversa. Il limite era di 0.8 e il ritiro massimo era di un mese. Beh, ti è andata bene... Insomma. Prima di quell’anno, la sanzione prevedeva solo la multa e il ritiro. A me, invece, è spettata tutta una trafila di esami e visite mediche. In cosa consistevano? Esami di ogni genere e poi si doveva comparire davanti a una commissione di quattro medici. Finiva uno con le domande e iniziava l’altro. Sembrava un interrogatorio. Un incubo di un solo mese però. Magari! Certo, dopo un mese mi è stata restituita la patente ma poi ci sono stati gli esami medici per più di un anno e 900 mila lire di multa. Non sei più tornato al Boom? No, da allora quando esco resto solo qui in paese. Ho troppa paura. Pensa che conservo ancora il boccaglio in cui ho soffiato quella sera.

Il mojito traditore

L

a cena era stata organizzata per il mio compleanno: tre amici, quelli di sempre a

Jesolo. Eravamo stati attenti, una bottiglia di bianco in tre e poi il passaggio in centro a Vicenza per lasciarne uno a casa. “Dai beviamo un mojito prima di andare a letto, qui lo fanno buonissimo”. E vada per il mojito, mi son detto. Non ho bevuto altro, lo giuro. Un minuto dopo ero fregato. L’amico in macchina con me non poteva guidare perché di mojitos se ne era bevuti tre. Ci viene a prendere la sorella e lì comincia la mia avventura di sei mesi senza patente. La mia fortuna? Una moglie che non lavora e che ogni giorno dopo aver portato i bambini a scuola mi accompagnava in ufficio nella zona industriale di Arzignano. Per muovermi, tanta bicicletta perché da noi i servizi pubblici sono un miraggio. I sei mesi sono anche passati veloci, bene o male ci si adatta a tutto. Il colpo di coda è arrivato alla fine. Devo partire per gli Stati Uniti e rinnovare il passaporto. Alla Questura, la sorpresa: non mi possono dare l’ok perché non ho ancora pagato la multa al posto della pena. Il problema è che la multa, a causa di un errore del giudice che si è trasferito in un altro tribunale, non la posso pagare, anzi non me la lasciano pagare. Io in America ci andavo per un viaggio di piacere, immagino cosa debba essere per un rappresentante che non può prendere la macchina ma neanche l’aereo…

Corriere Vicentino |

21 | Inchiesta

Mi faccio 3 giri d’Italia

U

na serata d’estate più allegra del solito al Blackstone Festival. Poco più di un chilometro da percorrere per arrivare a casa, un posto di blocco a cinquecento metri dal garage. Il finale è fin troppo scontato: patente ritirata e maxi multa. “Le regole sono regole – ammette sorridendo Enrico –. Ci sarà stata anche un pizzico di sfortuna ma ho certamente sbagliato”. Sei mesi senza patente non sono pochi, soprattutto se ci si sveglia ad Altissimo e si lavora ad Altavilla. “Parenti e amici si sono subito resi disponibili per darmi una mano – continua Enrico –. Non sarebbe stato un problema trovare qualcuno disposto a darmi uno strappo, ma in quella situazione c’ero finito io e quindi ho deciso che me la sarei cavata da solo”. Enrico recupera una vecchia bicicletta da un vicino e decide che quei 70 chilometri al giorno li farà pedalando. “Mai avuto la passione per la bici, anzi, era uno degli sport che mai mi sarei sognato di praticare, ma la vita è imprevedibile…”. Sei mesi senza patente sono 8.400 km sul sellino della bici, come correre tre Giri d’Italia. “Parto la mattina presto con borraccia e zaino e arrivo ad Altavilla in circa un’ora e un quarto. La parte più dura è il ritorno: un’ora e mezza di pedalata nel traffico, dopo una giornata di lavoro la eviterei volentieri. In un mese ho perso 5 chili e sono decisamente più in forma. Questa esperienza fa bene al corpo e alla mente… ma non ho dubbi: riconquistata la patente non vorrò più salire su una bici”.


Sorpasso d’amore Uno spinello di troppo

P

er la patente di Luigi la droga è stata fatale. Uno spinello, la sera a cena e... Quando ti hanno fermato? Il giorno dopo nel pomeriggio. Mi hanno fatto il test della saliva. La presenza di cannabis nell’organismo dura fino a 24 ore, quindi ho capito subito che ero nei guai. Quando sei risultato positivo ti hanno fatto fare altri test? Sì, abbiamo lasciato la macchina lì dov’era e mi hanno portato in ospedale per il test delle urine. Una settimana dopo ho avuto i risultati: mi hanno detto che può rimanerne traccia anche fino a 38 giorni dopo, perciò puoi immaginare: se avevo fumato la sera prima… Eri lucido quando ti sei messo alla guida? Non avrei mai guidato se non fossi stato in grado di farlo. L’effetto della cannabis sul cervello non supera le 4 ore. Anche il verbale della polizia locale non parlava di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, però gli strumenti dicevano il contrario. Cosa è successo dopo? Essendo neopatentato è prevista la sospensione della patente per 1 anno e 4 mesi, ma ho fatto subito ricorso e fortunatamente dopo qualche mese me l’hanno ridata. Come hanno reagito in famiglia? È stato difficile, mi consideravano un drogato. E poi i giudici, l’avvocato, e qualcuno mi doveva sempre scarrozzare in giro perché ero a piedi… non è stato facile. Dopo quello spinello ne hai fumati altri? Assolutamente no!

q

uando si dice una prova d’amore. I protagonisti sono Chiara di Montecchio Maggiore e il fidanzato Marco. Marco ha perso 10 punti della patente per te Chiara. Cosa è successo? È capitato quando avevamo da poco cominciato a frequentarci. Ero andata a trovarlo a casa sua e al momento di salutarci lui ha voluto scortarmi con la sua auto. La sua apprensione era dovuta al fatto che la mia auto era molto vecchia e temeva che potesse rompersi per strada. Quindi come avete fatto? Lui mi seguiva, arrivati in tangenziale abbiamo cominciato a fare delle gare di sorpasso fra di noi. La strada era vuota, era molto tardi. Ad un certo punto lui mi supera un’ultima volta e poco dopo una pattuglia ci ferma. O meglio, ferma lui, perché quando accosto anch’io la Polizia mi dice di andare e così vado a casa ad attenderlo. Cosa era successo? Gli hanno dato una multa salatissima per eccesso di velocità, 30 km sopra il limite con il ritiro della patente per un mese e decurtazione di 10 punti. Per fortuna non gli hanno sequestrato l’auto. Lui lavorava a Padova, i genitori o il fratello lo portavano alla stazione alla mattina e lo venivano a riprendere. In quel mese ovviamente andavo io a prenderlo quando uscivamo.

Era il primo aprile

È

successo qualche anno fa, il 1 aprile. Uno scherzo? Purtroppo no! Stavo tornando a casa dal lavoro, di fretta. Erano già le otto di sera, stanco morto, ho fatto un doppio sorpasso in curva. In realtà era una semicurva visibile, ma andavo anche a forte velocità… ed ecco i carabinieri. “Calma e sangue freddo” cercavo di ripetermi... Niente alcool test, non ce n’era bisogno, ma patente ritirata per un mese. E io? Un magone nello stomaco, ma mi sono subito mosso per trovare una soluzione. Il problema era il lavoro. La sede non è troppo lontana da casa mia, circa 15 km, ma la mia famiglia non era disponibile a farmi da taxi e non ci sono mezzi pubblici. Avevo accumulato molti giorni di ferie, e quindi ho chiesto le vacanze. Il periodo però non era dei più consoni per uno che fa il mio mestiere. Il mio datore di lavoro mi ha dato invece un’ottima alternativa: un appartamento da condividere con un collega straniero, in un paese vicino alla sede di lavoro. E così mi sono ritrovato a vivere solo! Direi che l’esperienza è andata molto meglio del previsto. Alla fine mi hanno ridato la patente il 1 maggio, esattamente un mese dopo… Una sera che diluviava sono tornato a casa dal lavoro guidando. Solo pochi chilometri, in bici mi sarei affogato e nessuno poteva darmi un passaggio… Ma mi raccomando, acqua in bocca! foto di Roberto Padoan


Fregato per due volte

F

rancesco se fosse il protagonista di un film western sarebbe “Il recidivo”; se di un film romantico, dividerebbe la scena con la sua co-protagonista femminile, la patente. La trama? Il tira e molla amoroso tra Lui, il classico uomo che preferisce gli amici all’amore, e Lei, la tipica donna che ama tirarsela andando e venendo. Una storia dagli alti e bassi che vede la prima separazione nel 2004: Francesco esce con gli amici, beve troppo e, ubriaco, non si accorge che la sua Lei, la patente, gli viene soffiata da due rivali in divisa. Un mese di separazione: lui fa il bravo e lei ritorna con la promessa di un “per sempre”. Ma si aggiunge la passione per lo snowboard, per il “baiting” ( le bevute in baita) e il far mattina con gli scarponi da sci ancora ai piedi. Un weekend in Trentino, ancora i postumi del capodanno, e il fascino dell’ennesimo rivale in divisa si porta

via la sua amata patente. Per quanto tempo, questa volta, ancora non si sa. “Sembra una barzelletta, un brutto scherzo” dice Francesco, oggi 29enne. Ma in casa nessuno ha riso: se il padre ha accolto la notizia con una rassegnazione da far invidia a Buddha, la madre è passata dal silenzio alle minacce di espatrio definitivo dal nido famigliare e la sorella ha risposto trovandogli un avvocato. “Mia madre la prima volta voleva mandarmi dagli alcolisti anonimi, mentre stavolta mi ha fatto trovare le valigie alla porta. Fortunatamente le ho fatto cambiare idea, ma se dovesse ricapitare, oltre alla macchina e alla patente, perderei anche la casa”. La scocciatura maggiore però è essere ritornato a dipendere da altri per gli spostamenti e soprattutto per il lavoro. Dal suo paesino nel veronese a Montecchio Maggiore. In totale, 60 km. Parentado e affini si sono mobilitati per incastrare gli impegni in piani

Senza patente si può

n

on occorre aspettare che ti ritirino la patente per restare senza macchina. Basta, la patente, non prenderla. E non è detto che uno non possa lo stesso vivere, crescere, affermarsi. Prendiamo Luca Lazzari, da più di vent’anni tra i protagonisti della vita pubblica leonicena: consigliere comunale, vicesindaco, assessore alla cultura e al bilancio, fondatore di un movimento civico. Ebbene, Luca non ha mai avuto l’automobile e ciò non gli ha impedito di lavorare, di coltivare un hobby complicato come quello del giornalismo - scrive da anni sul Gazzettino e su altri periodici - e, appunto, di intraprendere una brillante carriera nella pubblica amministrazione locale. “Le do subito una notizia clamorosa – esordisce Luca Lazzari – anch’io sto per cedere. Mi sono iscritto a una

scuola guida, sto studiando il codice stradale e ho pure fatto qualche uscita in automobile. Ci metterò del tempo, perché non ho fretta, ma alla fine temo che dovrò rassegnarmi e passare nelle file della maggioranza automobilistica”. Come mai così tardi? All’inizio è stato perché soffrivo di

foto di Roberto Padoan

e strategie da far invidia a Machiavelli. “Se i miei lavorano, posso contare sulla mia fidanzata, suo padre e un mio cugino. Ma il magone e il nervoso rimangono. E viste le recenti leggi, mi sa proprio che avranno lunga vita”. mal d’auto. Ho sempre abitato in centro e quello che mi serviva lo trovavo senza problemi anche a piedi. Se dovevo andare fuori città, prendevo i mezzi pubblici oppure qualche amico mi dava un passaggio. Poi col tempo, quella di non avere la macchina è diventata per me una specie di sfida controcorrente, in sintonia con il mio carattere di bastian contrario. Dite che non si può vivere senza auto? Ebbene, io vi dimostro il contrario. Questa scelta ha avuto un costo? A pensarci bene sì, mi ha impedito di cogliere qualche opportunità in più, ma non mi lamento. Ho deciso in piena autonomia ed è andata bene così. Adesso però sta per cedere. Un po’ perché non sono più un ragazzino, un po’ per motivi di famiglia, sento la necessità di potermi muovere con maggior autonomia. Anche se dovessi prendere la patente – cosa per adesso niente affatto scontata – continuerò a usare i mezzi pubblici e a battermi perché funzionino meglio.


guccini &

Macchiavelli di Dario Borlandelli

Non solo

H

anno pubblicato sei romanzi gialli insieme e si apprestano a scrivere il settimo. Sono Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli. Due montanari, entrambi innamorati di Bologna, la città che li ha accolti e adottati, ma prima di tutto due amici. Li abbiamo incontrati a Pavana, il “buen retiro” di Francesco.

chitarra e canzoni.

Guccini coltiva assieme all’amico macchiavelli un’autentica passione,

Francesco come è nata l’idea di scrivere un romanzo insieme a Loriano? Nasce da una storia vera, un fattaccio avvenuto a Pavana intorno agli anni ’30 in cui il prete del paese fu trovato morto nella gora di un mulino. Avevo pensato di scriverne una storia, soltanto che io non ero un giallista e ho raccontato questa storia a Loriano chiedendogli di scriverla. Loriano, e poi? L’idea era buona. Chiesi un parere a un editor della Rizzoli, gli mandai una traccia e mi disse: “Sì, ho capito tutto, è una bella storia, ma poi a chi lo vendiamo dopo questo romanzo, ai minatori in Belgio?”. E mi liquidò. Poi Antonio Franchini, un editor della Mondadori, durante una cena ci ha esortato a provare… e in dieci anni siamo arrivati al sesto romanzo... Loriano, cosa volevi fare da grande? Ah, io ho sempre sognato di fare lo scrittore. Si narra che hai iniziato a scrivere, durante la scuola media, piccoli racconti erotici che vendevi ai tuoi compagni... Se vuoi chiamarli erotici, chiamali erotici, per me erano pornografici...

la letteratura.

Francesco, tu invece volevi fare lo scrittore… Sì, assolutamente, era il mio desiderio da bambino. E trent’anni fa dicevi di voler tornare a Pavana da dove eri partito e ci sei riuscito. Forse troppo tardi, ma alla fine ce l’ho fatta... E oggi hai dei rimpianti? Mah, una cosa che volevo fare, e che ormai probabilmente non farò mai, è il disegnatore di fumetti... Ho fatto lo sceneggiatore, ma mai il disegnatore. Sono cose che avrei dovuto coltivare da ragazzo. Ho fatto però anche due finti ex voto: uno ce l’ha Vincenzo Mollica e l’altro Peppe Caporale. Corriere Vicentino |

24 | Intervista


A proposito di Mollica, su internet gira anche un tuo schizzo sul suo Ipad... Un Ipad? Cos’è un Ipad? Un dispositivo portatile per leggere libri, per guardare film, ascoltare musica… Ahhh, (ride) sì, sì, può darsi allora! Quando è stata l’ultima volta che avete pianto? Francesco - Ah, non mi ricordo mica! Anzi, ora che ci penso... al funerale di mio fratello, poco prima a quello di Renzo (Renzo Fantini, per tanti anni manager di Guccini ndr) e prima ancora a quello di mia mamma. Queste sono state le ultime volte, perbacco. Loriano - Anche io ricordo i pianti dei funerali, quello di mio padre e quello di mia mamma. Quest’ultimo in particolare perché è stata una perdita improvvisa, un’incidente stradale e mi ha dato molto fastidio. Francesco, se avessi la possibilità di incontrare i tuoi genitori anche solo per cinque minuti, cosa diresti loro? Ah, cinque minuti non basterebbero. Anzitutto farei vedere a mio padre questa casa che è molto cambiata da allora. L’abbiamo rimessa a posto, gli chiederei se gli piace, gli farei vedere questo o quel lavoro che abbiamo fatto. Poi vorrei rivedere tutti i miei nonni del mulino, loro inconsapevoli e io invece consapevole di essere ritornato a vederli, ma ragazzo come ero allora. Vorrei fare del-

le domande che allora, troppo giovane, non ho mai fatto. Un lettore di gialli alla fine di un capitolo deve sempre chiedersi “cosa succederà dopo”. Che progetti avete per i prossimi mesi? Francesco, il tuo libro è in uscita, mi pare di aver letto in rete che si intitola “Un altro giorno è andato”... Eh no! Gliel’ho proibito! Avevo pensato inizialmente a “Quando al cinema pioveva” come titolo. Sai quando al cinema durante la proiezione del film si sentiva sgranare la pellicola, con quel rumore

Corriere Vicentino |

25 | Intervista

simile a quello della pioggia quando cade... ma poi abbiamo deciso un altro titolo che però adesso non ricordo... (ride) E tu Loriano? Io invece sto ultimando un romanzo che devo consegnare a breve, credo che uscirà in autunno poi con Francesco verso aprile ci organizzeremo per iniziare a scrivere un’altra storia di Marco Gherardini. Nel frattempo ci dovrete sopportare in un paio di premiazioni in primavera, poi vedremo…


focus

Zebre stradali vicentine

“Il pedone ha sempre ragione” ci insegnano a scuola guida. Purtroppo, però, non è sempre così: ogni anno sulle strade europee muoiono circa 8 mila pedoni. Abbiamo girato le strade vicentine soffermandoci sulle strisce pedonali e confermiamo: gli automobilisti sembrano non notare le strisce sull’asfalto e la vita da pedone non è facile. a cura della redazione

B

asterebbero 35 secondi e invece, cronometro alla mano, ci rendiamo conto che attraversare una strada provinciale all’ora di punta non è affatto facile! Prima di riuscire a passare dall’altra parte della carreggiata passano ben 3 minuti e circa 40 automobili. Ma come? Il pedone non ha la precedenza? Le auto non dovrebbero fermarsi? Eppure la legge stabilisce, per gli automobilisti trasgressori delle zebre stradali, una multa da 154 euro e la decurtazione di otto punti dalla patente. Non dovrebbe bastare questo per fermare gli automobilisti alla vista di un pedone? “La sanzione per il mancato rispetto delle strisce pedonali è in assoluto la

più difficile da assegnare – spiegano al comando di polizia locale di Arzignano – perché il vigile deve essere sul posto e, si sa, quando c’è il vigile tutti si comportano bene. Gli attraversamenti pedonali più pericolosi sono quelli nei pressi delle scuole, ma in questi casi assicuriamo sempre la presenza di un agente.” Nonostante questi accorgimenti, anche nelle nostre strade i pedoni non hanno vita facile: i comandi di polizia locale della nostra provincia garantiscono la presenza di un vigile per tutelare i pedoni nelle zone più rischiose ma, nonostante ciò, ogni anno rilevano incidenti e danno sanzioni a causa del mancato rispetto delle zebre della strada.

Curiosità Il 31 ottobre 2011 la Gran Bretagna ha festeggiato i 60 anni delle strisce pedonali. In Italia, invece, gli attraversamenti pedonali fanno la loro comparsa nel secondo dopoguerra, ma il loro riconoscimento definitivo avviene con il Codice della Strada del 1959. Fino a quella data, infatti, gli attraversamenti pedonali erano demandati a regolamenti comunali, per cui potevano essere segnalati in modi diversi, a volta anche bizzarri.

Arzignano

15 pedoni coinvolti in incidenti 6 sanzioni per il mancato rispetto delle strisce pedonali

Lonigo

15 sanzioni per sosta su passaggi pedonali sanzione per mancata precedenza del pedone

1

Montecchio

6 incidenti che coinvolgono pedoni 4 sanzioni per il mancato rispetto delle strisce pedonali

Noventa Non ci sono state sanzioni o incidenti causati dal mancato rispetto delle strisce pedonali (Dati riferiti al 2011)

Cosa dice la legge

Con la riforma del 2010 il Codice della strada italiano si è allineato agli altri regolamenti europei per quanto riguardail comportamento che gli automobilisti devono tenere nei pressi di un attraversamento pedonale. Il codice della strada (articolo 191) impone all’automobilista di lasciar passare i pedoni anche quando quest’ultimi si accingono ad attraversare. L’automobilista ha l’obbligo di fermarsi anche quando si trova davanti un pedone che ha già iniziato ad attraversare le strisce (prima era sufficiente rallentare). In ogni caso per i trasgressori sono previste una sanzione di 154 euro e la decurtazione di 8 punti dalla petente (che diventano 16 nel caso dei neopatentati).


Attenti a queste strisce! MONTEBELLO

O MONTEBELL

MONTECCHIO

CHIAMPO

Qui a lato quattro esempi di attraversamenti pedonali strani o poco sicuri nei nostri paesi: poca cosa se confrontati a quello nei pressi della stazione di Lugano, in Svizzera, il peggiore d’Europa secondo l’Eurotest 2010. Molto scarso sotto il profilo della sicurezza, della visibilità e dell’accessibilità per gli utenti disabili, questo attraversamento, lungo ben 27 metri, si trova fra via san Gottardo e via Genzana, dove bus e automobili svoltano per raggiungere il parcheggio della stazione. LUGANO

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focus

Il genio della porta accanto

Di loro non si sa molto, il loro nome magari non vi dice nulla perché, tra Grande Fratello e Sanremo, non se ne parla mai. E nel silenzio loro continuano a lavorare con dedizione, con risultati scientifici che all’estero fanno scalpore ma che i media nostrani, intasati da soubrette e talent show, ignorano. Sono loro i ”cervelli” che il mondo ci invidia.

di stefano canola, francesco meneghini e roberta costantini

Licheni: spie dell’ambiente 100/100 al liceo scientifico a Noventa, 110 e lode nella laurea triennale a Padova, 110 e lode e bacio accademico nella specialistica in Biologia a Trieste, 6/6 eccellenza nel Dottorato a Berna. Il fantastico curriculum del 28enne leoniceno Francesco Dal Grande si è arricchito in gennaio col premio “Mason Hale Award”, vinto a Bangkok grazie alla sua tesi svizzera, ritenuta la migliore del mondo nello studio dei licheni. Le nostre università faranno a gara per averla… Dall’Italia non ho ricevuto alcuna proposta. Il punto critico, per il nostro Paese, è la gestione del sistema: tagliare sulla ricerca come si è fatto negli ultimi anni significa ucciderla. E poi il concetto di meri-

to non sempre viene usato per far selezione. Quello che faccio è prima di tutto la mia passione, per questo preferisco lavorare dove i giovani ricercatori sono visti come una ricchezza piuttosto che un problema. Ho avuto anche un’offerta dagli Stati Uniti: per ora sta nel cassetto, tra qualche anno si vedrà. Il presente è in Germania. Un contratto di tre anni con l’Istituto di Ricerca sul Clima di Francoforte, dove mi occupo di genetica applicata alla simbiosi lichenica. Questo studio si sta affacciando sul panorama scientifico internazionale, in quanto i licheni possono essere usati come indicatori della qualità dell’aria e più in generale della salute di un ecosistema. Il sequenziamento del loro genoma sta svelando molti segreti su quali siano i meccanismi utilizzati per adattarsi ai cambiamenti climatici o far fronte all’inquinamento. La lichenometria invece ha fornito dati importanti che confermano il surriscaldamento del pianeta. La distruzione o la modifica degli habitat minaccia un milione di specie viventi da qui al 2050. Al fianco di Francesco c’è Garima, la fidanzata indiana anch’essa biologa. Scienziato d’eccellenza e cittadino del mondo. Prima o poi anche l’Italia si accorgerà di lui. Corriere Vicentino |

29 | Mente Locale

Le rocce delle nostre montagne Lo incontriamo nel suo mondo, all’interno del Museo Civico di Montecchio Maggiore. Nella sua voce si sente ancora forte la curiosità di bambino che gli ha

fatto scoprire la passione per la natura. Matteo Boscardin che, nonostante abbia pubblicato oltre un centinaio di lavori mineralogici, continua a definirsi un appassionato, ci racconta della sua instancabile attività di ricerca e di come potremmo imbatterci in un minerale che porta il suo nome... Dunque è ufficiale: esiste la boscardinite! Ebbene sì. Un’equipe di ricercatori


dell’Università di Pisa ha deciso di attribuire questo nome a una nuova e rara specie minerale scoperta di recente. Per me è un grandissimo onore e un riconoscimento dei meriti divulgativi. Quando è nato questo amore per i minerali? A 10 anni, esplorando delle vecchie miniere nella mia Lusiana, rovistando in un mucchio di carbone ho trovato una piccola pietra luccicante, un autentico te-

soro per un ragazzino curioso come me. Quella è stata la scintilla che ha accesso in me l’interesse per le scienze naturali. Interesse che non si è più esaurito... Nel ‘54 mi sono trasferito a Milano per lavorare come tecnico chimico, continuando però a frequentare il Museo di Storia Naturale milanese e varie associazioni di collezionisti ed esperti e fondando poi il Gruppo Mineralogico Lombardo.

Ci parli dell’attività al Museo di Montecchio. Da quando sono ritornato a Vicenza negli anni 80 ho iniziato a collaborare con il Museo, del quale sono stato consulente scientifico. Oggi con i membri l’Associazione Amici del Museo manteniamo attivo il laboratorio di ricerca. Inoltre svolgo attività divulgative e didattiche su mineralogia, botanica e ambiente, anche presso scuole, associazioni e musei.

2300 circa, anche se nell’immaginario comune siamo abituati a pensare solo alla più diffusa, la mantis religiosa. Hai scoperto delle nuove specie? Ho descritto due nuove specie e ora sto lavorando su altre, anche se recenti studi sulla genetica hanno messo in dubbio l’attuale criterio di classificazione basato sull’aspetto esteriore. Si deve quindi mettere ordine nella classificazione prima di aggiungere pezzi nuovi. Nel 2010 hai esposto al Parlamento Europeo. Sì, con alcuni colleghi ho pubblicato una monografia sulle mantidi del Mediterraneo, descrivendo la loro presenza nella

zona e il loro stato di salute. Abbiamo poi stilato una prima lista rossa delle specie a rischio di estinzione ed i risultati sono stati molto preoccupanti. Ovvero? L’Italia ha un disperato bisogno di tutelare il suo territorio, anche nei tasselli più minuti, per garantirsi un futuro. Purtroppo fare ricerca oggi è difficile ma rimane l’elemento fondamentale per risolvere questa situazione. La mantide religiosa dopo l’accoppiamento uccide il compagno. E tu, che tipo di donna ami? L’accoppiamento tra due mantidi è un gioco letale di abilità. La femmina cerca di divorare il maschio, il maschio di amarla senza venire decapitato. Amo le donne dal carattere deciso ma cerco di essere abbastanza scaltro da non perdere la testa.

Attenti alla mantide Roberto Battiston, arzignanese doc, complice la passione per le donne decise e il kung fu, è diventato uno dei trenta esperti di mantidi al mondo. Oggi, dopo avere girato il globo con le sue spedizioni, vanta la carica di responsabile sia dei Musei Civici di Valstagna che del Museo di Speleologia e Carsismo presso le Grotte di Oliero. Quando è nato il tuo amore per le mantidi? Gli insetti mi hanno da sempre affascinato e intimorito ed è stata proprio questa paura che mi ha spinto a studiarli. Ma l’amore è nato quando ho deciso di catturarne una. Catturarne una? All’università mi affascinava il Tang Lang Quan, un’arte marziale che imita il combattimento della mantide religiosa, così ho voluto catturarne una per osservarla da vicino; ho voluto guardare la “maestra” dal primo banco. Cosa studi delle mantidi? Tutto, come si comportano, quali relazioni hanno con gli altri animali e con l’ambiente. Quante specie ne esistono al mondo?

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Arzignano

Ovest vicen tino arzignano 36 Così sono finito a pulire le strade

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crespadoro Arriva la biblioteca chiampo Gli ultimi produttori di latte

Montecchio Una casa per le associazioni

brendola I giovani ragazzi dell’oratorio gambellara La miss è... Vitaminica.tv zermeghedo Il nuovo presidente della Pro Loco

Il degrado di via cavour di alessandra groppo

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meno di cinquanta metri dalle piazze di Arzignano c’è una via che gli abitanti della zona definiscono “il ghetto”. È via Cavour, una strada che si presenta abbandonata, sporca e con una fila di edifici diroccati. “Via Cavour è una vergogna per Arzignano - ci racconta Carla Munaretto residente della via e rappresentante del disagio -. Paghiamo le tasse come abitanti del centro storico ma ci sembra di abitare in zona industriale. Qui regna il degrado assoluto: edifici crollanti, un deposito-cantiere e una discarica a cielo aperto”. Quali problemi presenta la via? “Innanzitutto la sporcizia: chiunque passa di qua getta immondizia nel cortile di uno stabile storico, lo stesso stabile che, oggi, è un deposito merci. Tutte le mattine, poi, veniamo svegliati dai camion che vengono a raccogliere il materiale edile. Anche la viabilità non è il punto forte della zona: l’incrocio di via Lamarmora con via Cavour è molto stretto e altamante trafficato. Infine c’è il problema dell’abbandono degli edifici: alcuni sono già crollati e un terzo, mesi fa, ha preso fuoco”. Avete cercato di risolvere la situazione? “Abbiamo provato a raccogliere delle firme e a dialogare con l’amministrazione comunale ma non abbiamo avuto risposte: sono 15-20 anni ormai

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che via Cavour è abbandonata”. Cosa chiedete? “Vorremo solo sapere quali sono i progetti che riguardano la zona e quanto dobbiamo ancora aspettare per vedere una via decente”.

IL COMUNE

Proteste alla mano abbiamo sentito l’assessore all’urbanistica Umberto Zanella che ci ha assicurato che la zona verrà presto sistemata. Via Cavour sembra una zona periferica e gli abitanti lamentano sporcizia e rumori. Sinceramente non sapevamo della sporcizia e della presenza di un cantiere-deposito ma ora che mi avete elencato i disagi di questa via posso assicurare che verificherò la situazione e troverò una soluzione. Ma non ci sono allora progetti di sistemazione dell’area oggi deposito? Quella è l’area ex Meneghini, in par-


te è già stata edificata e il progetto iniziale prevedeva la costruzione di altre soluzioni abitative di cui, però, ora non si sente la necessità. I cantieri sono fermi per mancanza di fondi. Parliamo poi della viabilità. Anche qui sono previsti miglioramenti: sicuramente verrà fatto un marciapiede su via Lamarmora e il

transito delle auto sarà migliorato. Cosa ci dice, invece, degli edifici che crollano? Purtroppo il PAT prevede, per gli edifici storici come quelli collocati in via Cavour, solo la ristrutturazione straordinaria, che è un intervento costoso e poco vantaggioso per i proprietari. Stiamo perciò preparando una variante del piano per far sì che non ci siano limitazioni, ma incentivi e libertà. Contiamo di presentare il PAT entro la fine dell’anno, ma sull’effettiva sistemazione dei ruderi, purtroppo, dobbiamo solo sperare nelle buone intenzioni dei proprietari”.

Una zona da riciclare di enrico corato

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a zona industriale. Viavai intenso, produzione, lavoro e meta ogni giorno di migliaia di persone. La difficile situazione economica ci costringe a ripensare il mondo del lavoro, e questo oggi significa possibilità di cambiare, di rinnovare, di migliorare. Devono averlo ben capito Alberto Cosaro, Amalia Mazzetto e Federico Onofrio Vasta, tre studenti di architettura dello IUAV di Venezia che per il loro progetto di urbanistica hanno scelto di studiare le zone industriali della Valle del Chiampo, con particolare attenzione all’inquinamento, cercando di immaginare come si potrebbe riqualificare la zona. Il titolo dice già tutto: “Ri-ciclare città – death and life”. “Abbiamo iniziato prendendo in considerazione la situazione ambientale di Arzignano - spiega Amalia - ma ben presto ci è stato chiaro che le stesse considerazioni erano ripetibili anche per il territorio circostante. La vallata dispone di potenzialità ambientali e paesaggistiche che non possono più essere sfruttate, anche per i livelli considerevoli di inquinamento dei suoli”. “Non avevamo dati precisi continua Alberto -, l’ARPAV stava compiendo rilevamenti proprio nel momento della nostra ricerca, tuttavia abbiamo constatato, non senza sorpresa, che l’elemento più presente è il Corriere Vicentino |

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cromo, seguito da metalli e idrocarburi”. “All’estero si ricorre spesso alla fitodepurazione - ci spiega poi Federico che sfrutta le capacità di alcune piante di accumulare e degradare le sostanze organiche e inorganiche presenti nel terreno. È una soluzione forse poco rapida, ma che permetterebbe di risolvere il problema”. La loro indagine non si ferma qui. “Prendendo in considerazione i monitoraggi della qualità dell’aria, notiamo che dal 1996 al 2010 c’è stato un notevole miglioramento - prosegue Amalia - ma si potrebbe fare di più. Gli attuali livelli di inquinamento sono dovuti in gran parte alle auto, per cui dopo aver studiato i flussi di traffico nelle varie zone industriali abbiamo ipotizzato la realizzazione di una linea tramviaria che ripercorre la vecchia ferrovia tra Chiampo e Altavilla, mentre con due linee di bus si potrebbero aumentare i servizi all’interno del tessuto urbano”. “Le amministrazioni locali hanno comunque parlato della realizzazione di un tram che colleghi i vari comuni – rivela Federico – ma per i tempi che corrono l’idea è stata messa da parte”. “Lungo l’arteria principale percorsa dalla tramvia – conclude Alberto – abbiamo ipotizzato il recupero e riciclo delle aree dismesse e dei capannoni vuoti: una volta avvenuta la fitodepurazione del suolo, potrebbero diventare aree ricreative e zone verdi che permetterebbero di valorizzare il volto paesaggistico della vallata”.


Arzignano

Costruiamo IL NOSTRO FUTURO Tre nuovi giovani promettenti di Arzignano

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l Made in Italy come filosofia di produzione, costante equilibrio tra tradizione e innovazione che ha fatto del Veneto un punto di riferimento per definire il concetto di qualità. Ce ne parla Paolo Storti, arzignanese di 27 anni, che con il fratello Filippo ha lanciato Manostorti, il suo nuovo marchio di alta maglieria. Com’è nata l’idea di creare un vostro marchio? Lavorando da sempre nella maglieria di famiglia abbiamo acquisito grande conoscenza del settore, producendo per marchi di alta moda. Il desiderio di lanciare una nostra linea di abbigliamento c’è sempre stata, così abbiamo creato il marchio e aperto un negozio in centro a Vicenza. Perchè il nome Manostorti? È nato dalla fusione del nostro cognome con “mano”, un termine tecnico che indica la sensazione tattile che si ha maneggiando un tessuto. Descrive perfettamente il nostro approccio, dove la qualità e il confort dei materiali hanno un ruolo di primo piano. Come procede l’attività? Qualcuno mi ha dato del pazzo per aver iniziato il progetto in un periodo economico come questo, ma tutto sommato sta andando bene. Il fatto curioso è che nonostante la crisi facciamo fatica a trovare nuovo personale desideroso di imparare il mestiere.

B

erlino è diventata una vera e propria Mecca dell’arte e crocevia di personalità artistiche. È proprio lì che ha deciso di spostarsi Giulio Frigo, arzignanese classe ‘84, per proseguire la sua avventura nell’arte contemporanea. Come è nata la tua passione per l’arte? Tutto è iniziato grazie alla mia passione per il disegno. All’inizio mi divertivo a ridisegnare i fumetti che preferivo. In seguito ho cominciato ad appassionarmi al mondo del writing, infine mi sono avvicinato alla storia dell’arte e dopo aver frequentato l’Accademia ho iniziato ad occuparmi di arte contemporanea. Perchè trasferirsi proprio a Berlino? Principalmente per una ragione: la possibilità di poter lavorare in uno spazio grande ad un prezzo accessibile in un ambiente culturalmente stimolante. Berlino è una città che offre molti spazi per gli artisti: basta uscire dallo studio per vedere mostre o incontrare artisti provenienti da tutto il mondo. Pensi che l’arte contemporanea sia poco valorizzata in Italia? Purtroppo è così. Credo ciò sia dovuto alla percezione di una frattura tra arte del passato e arte del presente. L’arte contemporanea è solitamente vista con sospetto dalla gente. Bisognerebbe riflettere sul fatto che l’arte è sempre stata contemporanea...

foto di Mario Ciamaritano

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enetica, termine che oggi ci sembra di fantascienza ma che rappresenta la nuova frontiera della ricerca, che un giorno cambierà il nostro modo di vivere. Di questo si occupa l’arzignanese Alessandro Albiero, che ci racconta la sua attività di ricerca e lo strano percorso che lo ha portato nel mondo della bioinformatica. Come ti sei avvicinato alla scienza? Dopo aver preso il diploma all’istituto alberghiero ho lavorato per 5 anni in fabbrica. Un giorno ho voluto tentare la strada dell’Università ed oggi, a 35 anni, sto per terminare il dottorato. La mattina lavoro in un’azienda di analisi, e il pomeriggio in un laboratorio presso l’Università di Padova. Poi la sera in pizzeria, perché c’è il mutuo da pagare… Spiega a noi profani di cosa ti occupi esattamente. Le nuove tecnologie permettono di analizzare in dettaglio il dna di piante e animali, producendo una grandissima mole di dati. Il mio lavoro consiste nell’elaborare questi dati tramite dei potentissimi computer, come per comporre i pezzi di un enorme puzzle. Studiando il dna umano sarà possibile capire le cause di mali come i tumori. Da bravi veneti poi abbiamo già sequenziato il genoma della vite... forse un giorno il gusto del vino si deciderà in laboratorio.

di francesco meneghini

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Arzignano

Per pagare il mio errore PULISCO LE STRADE di francesco meneghini

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na serata passata con gli amici, tra le chiacchiere un bicchiere tira l’altro, il buon

vino e l’amaro, e poi la sciagurata decisione di mettersi al volante. “Quando sei alterato non pensi alle conseguenze, non sai che la tua vita potrebbe cambiare in un solo istante”. Poi i lampeggianti della Polizia, l’alcool test e le pesantissime conseguenze. Ce lo racconta Paolo (nome di fantasia), arzignanese che ha imparato dai suoi errori e ha trovato un modo di riscattarsi lavorando per la sua comunità. Com’è cambiata la tua vita dopo

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quel giorno? Avendo un tasso alcolemico superiore a 1,5 al momento del controllo, oltre alla sospensione della patente e la confisca del veicolo, era prevista una condanna a 6 mesi di arresto, diventati poi 4 patteggiando. Una simile condanna ti cambia la vita, non puoi immaginare lo sconforto che ho provato, anche perché volendo commutare l’arresto con una pena pecuniaria avrei dovuto sborsare circa 30.000 euro, e per me che faccio l’operaio si tratta di una cifra astronomica. E poi hai scoperto dell’esistenza di un’altra possibilità… Il mio avvocato mi ha parlato della possibilità di sostituire la pena deten-

tiva con lo svolgimento di lavori socialmente utili. Per me è stata davvero una grande opportunità: l’arresto mi avrebbe letteralmente distrutto la vita, invece in questo modo posso pagare per la stupidaggine che ho fatto prestando un servizio utile per il mio comune. Che tipo di lavoro svolgi? Per 2 ore al giorno, 3 giorni a settimana mi occupo di manutenzione e raccolta rifiuti lungo le piste ciclabili, sulle strade e nei giardini pubblici. Due ore di lavoro sostituiscono un giorno di arresto, quindi presterò servizio per circa 9 mesi. Le reazioni della gente che ti vede al lavoro? Occhiatine, qualche risatina, certa gente mi guarda anche un po’ in cagnesco, ma ho ricevuto anche sostegno e gesti di apprezzamento, come un anziano che si è fermato ad aiutarmi a raccogliere rifiuti. L’agente della Polizia Locale che segue il mio percorso è stato chiaro: “Ricordati sempre perchè sei qui”.

Un’attività utile per Comune e condannato

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assessore Enrico Marcigaglia: “Pensiamo che sia giusto e doveroso concedere una possibilità riabilitativa a chi ha sbagliato. Ed il lavoro socialmente utile, come per esempio la pulizia dei parchi e delle aree a verde, rappresenta sicuramente un’attività salutare ed interessante sia per il condannato sia per la città, che ne trarrà sicuro beneficio. Combattere la droga e l’alcol con il lavoro all’aria aperta, pensiamo sia una soluzione semplice, concreta ed efficace”.


Arzignano

I libri di Barbara di alessandra groppo

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diamanti sono i migliori amici delle ragazze, cantava Marilyn Monroe, ma forse non è del tutto vero... L’arzignanese Barbara Maggio ama lo sfarzoso luccichio dei gioielli e degli orologi che vende quotidianamente, ma non rinuncia neppure alla tranquillità della carta e dell’inchiostro. “Ma non sono una scrittrice! – esordisce Barbara. Però ha scritto un libro. In realtà ho scritto due libri e ne ho un terzo in cantiere… Il primo che ho scritto è una raccolta di poesie che si intitola “Dieci gocce d’inchiostro”. Il mio ultimo lavoro, invece, è un romanzo:

si intitola “Le A di Ginevra” ed è il classico romanzo femminile dove si intrecciano lavoro, amicizie e amori. Come è nata questa passione? Scrivo da sempre perché la penna mi da davvero tante emozioni. Ho scoperto questa passione scrivendo bigliettini d’auguri e poesie per le feste di compleanno. Cos’è per lei la scrittura? È un modo per esprimere emozioni e sentimenti. Una finestra per mostrare agli altri ciò che sei veramente. Ha qualche vizio da artista? Odio il computer e i miei libri li scrivo sui taccuini! Mi piace toccare con mano il frutto di anni di lavoro: se fosse per me pubblicherei libri scritti a mano!

Un esempio positivo La giunta Gentilin come esempio di amministrazione di qualità. Grazie agli innovativi servizi web Arzignano Dialoga e Sos Arzignano sindaco e assessori sono stati citati positivamente nel sito www.qualitapa.gov.it, un portale caratterizzato dal marchio “PAQ - Per una pubblica amministrazione di qualità” del Dipartimento della Funzione Pubblica.

Beneficenza Agli ospiti della casa d’accoglienza “Dalli Cani” sono stati donati capi d’abbigliamento ed oggetti per la casa confiscati dalla polizia locale ad alcuni venditori ambulanti abusivi. “Si tratta di merce semplice spiega l’assessore ai servizi sociali Alessia Bevilacqua - ma sicuramente ai nostri concittadini incondizioni di disagio.”


Arzignano

La pista nera di arzignano di SOFIA BERTOLI

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una vera e propria avventura quando ripensano alle prime gare e ai primi fine settimana dove, pur di alloggiare gratuitamente in alberghi durante le competizioni internazionali, accettavano anche di praticare lo sci di fondo. Alcuni di loro hanno percorso la traversata del Monte Bianco, sco-

prendo solo in vetta che nessuno aveva portato la carta d’identità necessaria alla discesa in territorio francese.

uando c’è stata la grande nevicata dell’85 e le scuoLo skilift di Campodalbero le sono rimaste chiuse Per coinvolgere sempre più persoper una settimana, in ne Ezio Stocchiero, altro membro una decina di amici siamo andati a del gruppo, ha perfino comprato nei Castello. Da lì con gli sci siamo partiti primi anni 60 uno skilift fino ad arrivare in piazza Da sx.: Sergio Bruttomesso, Tito Sartori, Leonardo Danieli usato per metterlo in funMarconi. Abbiamo rifatto zione a Campodalbero più volte quel percorso riscontrando un grande che abbiamo denominato: successo con un continuo “La pista nera di Arzignaaumento di partecipanti. no” visto che sembrava di È da questo entusiasmo essere proprio in mezzo iniziale che sono nati i alle montagne su una vera primi sci club. Accanto a pista da sci”. questa prima iniziativa Questa storia, raccontata del Cai sorse anche lo Sci da Enzo Mesiano, è solo Club Arzignano, che si ocuna delle cento che si pocupava esclusivamente di trebbero scrivere per racsci, e che ebbe tra i fautori contare il forte legame tra lo storico maestro Sergio Arzignano e lo sci. Uno Bruttomesso. Fu un periosport che ha visto la città do in cui si intrecciarono del Grifo tra i pionieri in varie associazioni, alcune Italia, con un gruppo di appassionati delle quali cooperano ansempre più numeroso che arrivava cora oggi. alle piste su autobus che arrancavano sulle salite, per poi avventurarsi su impianti di risalita che oggi farebbero rabbrividire i più coraggiosi. Gli inizi Tutto è cominciato dalla passione di alcuni arzignanesi per uno sport che iniziava ad affacciarsi in Italia negli anni 50. Tra questi ricordiamo Giuseppe Foletto che, insieme a Tito Sartori e ad altri amici, organizzavale uscite sulle piste innevate per la stagione invernale del Cai. Di questo primo gruppo di sciatori facevano parte anche Flavio Carradore e Silvano Calderato, che ricordano così i loro primi sci: “Erano in legno di frassina, senza lamine e attaccati solo in punta. Cambiare dopo qualche anno i nostri primi modelli è stato un trauma. Abbiamo dovuto imparare a sciare di nuovo”. Parlano di

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L’Arzignano sci club oggi

o sci club è rinato nel 2003 - ci spiega il presidente Paolo Facci dopo un lungo periodo di assenza. In dieci amici ci siamo attivati per riportare il nome di Arzignano sulle nevi e oggi possiamo contare su 150 soci. Programmiamo gite giornaliere, week end, corsi per grandi e bambini sia di sci sia di snow board per una lunga stagione che finisce ad aprile. Da qualche anno collaboriamo con il Cai di Arzignano e da quest’anno con la snow.be, un’associazione di amanti dello snowboard sempre di Arzignano”. Per contattare lo sci club: arzignanosciclub@virgilio.it

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san pietro mussolino

Nasce la consulta giovani ranno gli eletti e costituiranno il primo direttivo della Consulta. a mesi a San Pietro si aspetChi sono i giovani interessati? ta la nascita della Consulta Tutti i residenti tra i 14 e i 32 anni. Giovani, messa a rischio dai Quali saranno i primi compiti della lunghi tempi burocratici. Consulta? Situazione che però non si è Completati i passaggi buroIl primo gruppo impantanata per poi essere cratici, scelto il nome deldi giovani aderenti dimenticata, ma che l’asla Consulta e definito lo alla Consulta sessore alle Politiche Giofoto di Angelica vanili Stefano Ferrari è riLazzaro uscito a portare avanti. Assessore, ci siamo con la Consulta? Al Consiglio comunale di marzo approveremo formalmente la nascita della Consulta Giovani e diffonderemo la notizia per raccogliere le primissime adesioni. Tra tutti i giovani che si proporranno, infatti, sei sadi davide dalla barba

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Statuto, si faranno le prime elezioni chiamando tutti i giovani del paese. E poi partirà la sua vera funzione: creare un dialogo costante tra Amministrazione e giovani, fondamentale per lo sviluppo del paese. Perché infatti è importante avere una Consulta Giovani? Lo scopo è proprio quello di dare voce ai giovani, coinvolgendoli nelle scelte anche politiche per gestire una comunità. I componenti della Consulta potranno esprimere il loro parere, anche se non vincolante, durante i consigli comunali, potranno promuovere le loro idee, sollevare problematiche, organizzare eventi. Ad esempio, tra i primi progetti si parlerà della volontà di creare un’aula studio sotto le scuole Medie.

a lt i s s i m o

Quella strada da Rifare di enrico corato

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iene da pensare che per gli abitanti di Altissimo non sia mai stato così difficile raggiungere il fondovalle. Salendo al paese da San Pietro Mussolino lungo la Provinciale 44, ad un certo punto si cominicia a vedere la strada in brutte condizioni, con asfalto deteriorato, diverse crepe e il ciglio, in più punti, ceduto. “È l’arteria principale che ci collega al fondovalle - spiega Valeria Antecini, sindaco di Altissimo - e da più di 20 anni non subisce interventi se non in situazioni di emergenza. La pessime condizioni della Provinciale sono un grave disagio per i cittadini e ormai è una questione di sicurezza. Oggi aspettiamo ancora i lavori che dovevano iniziare nel 2005, un progetto da 2 milioni di euro che si è arenato per

il Patto di stabilità”. All’inizio del 2011 il maltempo ha aggravato la situazione con una frana che ha ristretto la carreggiata. “Adesso le corse dell’Ftv - continua il sindaco - e i trasporti necessari per le attività produttive e commerciali locali sono costretti a salire da Molino, strada comunale sistemata di recente non senza sforzi e che ora sta soffrendo dell’aumentato transito”. “Purtroppo, per le ristrettezze economiche cui sono costretti gli enti, la Provincia non riesce di attivare un cantiere da 2 milioni - spiega Mariano Vantin, amministratore unico Corriere Vicentino |

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di Vi.abilità -, tuttavia abbiamo già eseguito con procedura d’urgenza la gara d’appalto per la sistemazione della frana, un intervento da 54 mila euro che inizierà non appena le condizioni climatiche lo permetteranno. La Provincia sta poi valutando l’ipotesi di procedere per asfaltare i punti più degradati, sistemare le scarpate e posizionare nuovi guardrail, per rendere più sicura la strada”.


nogarole

Ricordi da salvare

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n tempi di incertezza più che mai si sente la necessità di riscoprire il passato, per ritrovare valori forti e condivisi. E forse va proprio in questa direzione l’idea di alcuni cittadini di Nogarole di realizzare un nuovo libro sulla storia del paese e delle sue contra-

del 1982 - spiega Manuel Dulmieri, uno dei promotori - ma ci sono altri 30 anni da raccontare e c’è tutto un patrimonio di aneddoti, storie, emozioni che vorremmo recuperare intervistando i nostri anziani e raccogliendo le vecchie foto che tutte le famiglie conservano”. L’idea è coinvolgere Rara cartolina che ritrae la piazza di Nogarole negli anni 30 tutti per dar vita a un’opera che la gente possa sentire vicina, nata dal contributo di ciascuno con cartoline, oggetti di vita quotidiana di un tempo o raccontando esperienze e leggende. E in attesa che nasca anche un’associazione culturale, per approfondire con esperti e studiosi la storia del paese, l’invito a contattare il grupde in collaborazione po va a chiunque conosca Nogarole con l’Amministrazione. e voglia aiutare il progetto con ma“L’unica opera significativa che abteriale o anche solo saperne di più: biamo è “Nogarole piccolo paese”, nogarolepiccolopaese@libero.it. e.c.

c r e s pa d o ro

Arriva la biblioteca

È

quasi tutto pronto per la rinascita della biblioteca di Crespadoro: 800 volumi ritornano alla luce. I lavori di sistemazione dell’edificio municipale infatti hanno permesso di ricavare una stanza al piano terra dove far rinascere il servizio di biblioteca. “Abbiamo deciso - spiega il consigliere Silvia Pellizzari, responsabile dell’attivazione del servizio – di riportare alla luce quella che era la biblioteca, chiusa ormai da una decina di anni perché non c’erano spazi adeguati per ospitarla. Ora stiamo pensando a come organizzare i giorni di apertura considerando anche una disponibilità in fascia quasi serale. Pur essendo piccola, siamo sicuri che il servizio sarà sicuramente apprezzato e utile per gli abitanti e chi vorrà usufruirne”. n.g.


Chiampo

Gli ultimi produttori di latte sono sempre più rigidi… Per sopravvivere come allevatore non basta più una mucca, nelle nostre stalle ci sono rano in ottanta, oggi sono circa un centinaio di bestie. Passione, solo in tre: Giovanni La Scripdedizione e amore: questi sono i sepa, Mariano Lovato e Silvio greti del buon produttore di latte”. Soldà sono gli ultimi produttori di Parliamo del latte, allora. latte di Chiampo. “Le mucche vanno munte due vol“Fino a circa venticinque anni fa te al giorno, al mattino presto e spiega Mariano Lovato - c’era il Conal tramonto, e ogni mucca sorzio dei Produttori di Latte di produce quotidianamente Chiampo con ottanta soci. Per dai 35 ai 40 litri di latte. ragioni economiche, però, Il latte munto, poi, va quel Consorzio ha chiuso portato a una tempee molti iscritti hannoratura di 8 gradi cenpreferito lasciare lla sta tigradi per fermare la l’attività”. Stalla a su di Ma ella riano carica batterica. ConCome mai, cosa n à Lova old to S cluso questo procesè successo? o i Silv so, il latte viene tra“Fino agli anni ’80 sportato al Consorzio - aggiunge Silvio di Crespadoro dove Soldà - le mucche va bollito per divenerano la principale tare burro, formaggio forma di sostentao ricotta”. mento di tutte le Ora siete rimasti solo in tre… famiglie di perifecome vedete il futuro? ria. Quando sono “Siamo gli ultimi rimasti sì - conclusorte le fabbriche, però, dono gli intervistati - e probabilmenmolti padri di famiglia hanno smeste il mestiere del produttore di latte a so di produrre il latte per passare alla Chiampo morirà con noi. È difficile comodità e alla sicurezza del lavoro per i giovani scegliere di sporcarsi le avanti con questo lavoro? in conceria”. mani, di non avere orari e di faticare “Non nascondiamo le difficoltà… Voi non avete mai pensato di molcon le bestie. Purtroppo è un mestierispondono concordi i produttori - il lare? re destinano a sparire”. latte costa sempre meno e i controlli “Assolutamente no! Ci piace tantisdi ALESSANDRA GROPPO

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simo questo lavoro e abbiamo una passione smisurata per le bestie. La stalla è la nostra seconda casa!”. Va bene la passione, ma come si fa ad andare

Nuovi orari per la biblioteca?

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li studenti ne parlano già da qualche mese: a breve la biblioteca comunale dovrebbe estendere il proprio orario e rimanere aperta anche il sabato mattina. “La possibilità di recarsi in biblioteca anche di sabato è una necessità che i giovani del paese ci hanno fatto presente. - spiega il sindaco Antonio Boschetto -. Ora stiamo definendo gli ultimi dettagli tecnici e, probabilmente, il servizio sarà aperto anche il sabato mattina a partire dal mese di aprile”. a.g.

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Chiampo

Dal Maso racconta chiampo di SOFIA BERTOLI

“Q

uanti ricordi! Da dove iniziare?”. Con queste semplici parole Silvio dal Maso ci dice già molto di lui. Fra il canto e lo scalpello, due delle mille passioni del noto commercialista chiampese, spicca l’amore per la storia, un interesse che lo ha portato a ricostruire il passato della Valle del Chiampo. È dello scorso anno infatti la sua ultima ricerca dal titolo: “Il Domino. Chiampo nel 1300”. Quando è nato questo interesse per la storia locale? “L’ho ereditato da uno zio con cui ho iniziato a ricostruire l’albero genealogico della mia famiglia. La curiosità di conoscere i nonni, morti prima che nascessi, è stata la spinta delle prime indagini giovanili. Ho ritrovato cartoline, lettere, vecchi libri in pergamena e ho integrato queste informazioni con racconti di amici e parenti. Questo inestimabile patrimonio cul-

turale l’ho poi arricchito consultando biblioteche, archivi di Stato e parrocchiali del Veneto e dintorni. Così dalle storie dei nonni sono passato a quelle dei bisnonni, dei trisavoli e via via, in un percorso a ritroso, ho raccolto notizie su più di venti generazioni tracciando la storia delle famiglie e anche la storia di Chiampo”. Cosa la incuriosisce di più? “Capire il perché di ogni evento. Verificare i detti e le leggende che si sono tramandate di padre in figlio. Conoscere l’origine dei nostri cognomi e accorgerci, ad esempio, che dal diffuso Rigo, soprannome di Enrico, deriva Rigodanzo, Righetto e Mistrorigo, o che dalla storpiatura del nome Francesco in Cesco si arriva ad avere i Cisco”. Una curiosità nel suo ultimo libro? “Sono state chiarite le origini del Beato Isnardo. Poiché non è possibile che discenda dal casato dei Nardi di Vicenza, perché tale famiglia si è formata dal nome di persona “Nardo” 250 anni dopo la morte del Beato, al-

lora è confermato che il Beato è nato a Chiampo”. Future indagini in vista? “In realtà la mia è un’operazione continua e di ricerche da pubblicare ne avrei tante. Posso anticipare che sto lavorando su un personaggio divenuto famoso alcuni secoli fa, un sacerdote da Chiampo, che ha contribuito a segnare la storia del nostro paese.

Il Domino

C

atapultandoci nel 1300, in un contesto medievale di piena crisi e cambiamenti, nel suo libro Silvio Dal Maso racconta la storia della Valle Del Chiampo sotto il potere del Domino conte Singofredo d’Arzignano. Ricco di mappe e documenti storici il libro ci fa riscoprire, per non dimenticare, il passato di oltre 700 famiglie, che con le loro vicissitudini hanno dato vita alla nostra società attuale.

Il futuro della cincionela

I

l primo marzo sarà nuovamente sugli schermi televisivi di tutta Italia. Stiamo parlando della “cincionela co’ la rava”, la tipica salsiccia con la rapa gialla di Chiampo che sarà portata alla ribalta nazionale grazie allo chef Antonio Chemello. Alla “Prova del cuoco” di Rai 1 sarranno presentati i bigoli

con il broccolo fiolaro conditi con la cincionela. “L’Amministrazione comunale spiega l’assessore all’agricoltura Francesco Fochesato - ha deciso di valorizzare questo prodotto perché è pressoché sconosciuto al di fuori di Chiampo”. Eppure si dice che la cincionela abbia origini lontane… “Le testimonianze di questo tipico prodotto dalla tradizione contadina risalgono ai primi anni del ‘900. Si chiama cincionela perché è fatta con i cincioli, ovvero i rifili della carne,

Corriere Vicentino |

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a cui viene aggiunta, per allungare il prodotto, la rapa gialla”. Cosa si sta facendo per sostenere questo prodotto? “Al momento stiamo lavorando sulla promozione: il nostro obiettivo è quello di vendere la cincionela anche nei paesi limitrofi”. Progetti futuri? “La sperimentazione! È stato già un successo la minestra riso, verza e cincionela, di cui sono ghiottissimi i giornalisti della Rai, e ora stiamo lavorando su una specialità della tradizione italiana: la pizza!”. a.g.


Il nuo Cor vo sce riere g star e da lie di d 40m ella lla part e ila c natu ra n o deg ell’ass pie st . a li al o ber luto ri mpate ied s ell’a petto mbi ent e.

Ogni anno circa 13 milioni di ettari di foresta scompaiono a causa della deforestazione indiscriminata. La maggioranza degli alberi viene abbattuta per far spazio a pascoli per l’allevamento di sussistenza, ma l’11 per cento del legno ricavato è ancora destinato ad alimentare l’industria della carta. Il Corriere Vicentino ha deciso di non rendersi complice di questo vero e proprio massacro dell’ecosistema, scegliendo perciò di stampare solamente su carta certificata FSC. Il Forest Stewardship Council è il principale organismo di controllo sull’origine del legno e della carta, che vigilando sul corretto uso delle risorse forestali, dalla materia prima a tutte le fasi successive della lavorazione, garantisce la salvaguardia del patrimonio ambientale. Una scelta fatta da Corriere Vicentino soprattutto per voi lettori, che potete sfogliare il nostro giornale sapendo che ogni albero salvato, se potesse, vi ringrazierebbe.

40MILA VOLTE CORRIERE VICENTINO 2 famiglie su 3 lo ricevono direttamente a casa ogni mese. 40 mila copie sono distribuite tra Ovest Vicentino e Area Berica; da Crespadoro a Nanto direttamente nella vostra cassetta delle lettere.

150MILA VOLTE corrierevicentino.it Il nostro sito www.corrierevicentino.it ha raggiunto i 150 mila contatti al mese. Un servizio giornaliero per essere informati sulle ultime notizie della nostra provincia e sulle curiosità del mondo. Diventa fan su Facebook e seguici anche su Twitter! COME ABBONARSI Se vuoi essere sicuro di ricevere il Corriere Vicentino abbonati a soli 5 Euro l’anno compilando questo bollettino.

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montecchio

Neve Una casa per le associazioni addio di laura tozzato

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l progetto entro la fine di quest’anno sarà completato e l’ex scuola in via San Pio X potrà diventare la casa delle associazioni. Gli spazi più grandi al piano terra sono già stati prenotati dal Gruppo anziani e dal gruppo Alpini di Montecchio Maggiore, attualmente ospitati presso l’ex caserma dei Carabinieri in corso Matteotti che il Comune di Montecchio Maggiore ha in comodato d’uso dalla Provincia fino a giugno. Rimangono poi altre 11 stanze libere e, per assegnarle, a breve il Comune pubblicherà un bando per stilare una graduatoria dei gruppi che chiedono di avere una sede gratuita in un posto sicuramente centrale e strategico quali sono le ex scuole di via San Pio X.

“Alcune stanze sono già occupate spiega l’assessore all’urbanistica Gianfranco Trapula -. Il corpo bandistico “Pietro Ceccato” è qui da un paio d’anni, da alcuni mesi si ritrovano i volontari del Centro Caritas della parrocchia di San Pietro e qui è la sede del

Centro Servizi per il Volontariato di Vicenza anche se in realtà deve ancora iniziare ad usarla. Sarebbe poi utile che gli spazi venissero sfruttati al meglio e che tutte le associazioni trovassero qui una loro sede, perciò l’idea è di assegnare un punteggio maggiore ai gruppi saranno disposti a dividere la stanza con altri”. Lo stabile con le bandiere ancora sventolanti in memoria della sua funzione di scuola non è mai stato abbandonato: è stato sistemato il tetto ed è stato eliminato un muro per permettere alla banda di avere uno spazio adeguato per le prove. Sono poi stati sistemati i servizi igienici e l’impianto di riscaldamento e, attualmente, si stanno rifinendo le stanze, la pavimentazione e l’impianto elettrico. “L’edificio è una struttura ancora utile - conclude l’assessore - e molto funzionale, ma non potendo sostenere le spese di tutti gli interventi necessari in una volta sola, abbiamo preferito procedere per gradi. Ora mancano gli ultimi interventi che interesseranno le stanze del Centro Anziani e del Gruppo Alpini”.

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ontecchio ancora una volta in prima linea per portare aiuto. Questa volta alle regioni colpite le socrse settimane dalla forti nevicate. Due, infatti, le squadre della Protezione Civile dei castelli a entrare in azione ad Ancona e in provincia, a Filottrano. I volontari equipaggiati di tutto punto sono arrivati nelle Marche con una lama, una fresa manuale e un furgone super attrezzato per liberare strade e accessi completamente bloccati. Il responsabile della Protezione Civile castellana, Massimo Chiarello spiega: “Siamo stati contattati dal Dipartimento Nazionale Protezione Civile il mercoledì 9 febbraio e il giorno dopo eravamo già pronti a partire. Il lavoro dei nostri volontari si è svolto con precisione ed efficienza: le strade e le case marchigiane erano coperte da mezzo metro di neve. Ad un’ora dall’arrivo i ragazzi erano già in azione per sgomberare strade, accessi alle case e soccorrere le, alcune persone molto malate e che, a causa del maltempo, erano costrette in casa senza possibilità di ricevere cure mediche. In alcuni punti la neve raggiungeva i due metri di altezza”. f.g.


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Il futuro dell’ex discarica di FIAMMETTA BENETTON

L’

attività di deposito rifiuti nell’ex discarica di via Molinetto è stata sospesa nel 2001. La Regione da quel momento diede il via alle attività di controllo della bonifica dell’area, ma con le analisi del 2009 la zona venne dichiarata “non abbandonabile”. Slittò quindi l’inizio dei lavori di recupero ambientale e la bonifica andava proseguita per altri 15 anni. Fu allora che il Comune di Montecchio Maggiore (proprietario dell’area), Agno-Chiampo Ambiente (gestore) e Ciat (che ha le autorizzazioni di

sfruttamento) iniziarono a porsi il problema di “cosa e come fare l’intevento”. Ovviamente le risorse economiche rappresentavano lo scoglio maggiore. E ancora oggi è così, tuttavia i tre enti sembrano aver trovato una buona soluzione. LA DISCARICA IERI “Negli anni ‘50 - spiega Alberto Carletti, Presidente di Agno Chiampo Ambiente - quella di via Molinetto era una cava di ghiaia utilizzata per estrarre il materiale utilizzato a costruire l’autostrada A4. L’immenso buco lasciato su un’area di 100 mila metri quadrati ha portato AIM, nel 1982, a decidere di utilizzarla come discarica per rifiuti solidi urbani”. L’intenzione era quella di poterla restiuire alla società, dopo la dismissione, come parco pubblico. Una sorta di “San Giuliano” (parco in cui si tiene l’Heineken Jammin Festival a Mestre n.d.r) in salsa vicentina. Nel marzo del 1994 il Comune castellano dava incarico all’allora MBS di redigere il progetto per la salvaguardia ambien-

tale della zona, con tanto di alberi e spazi per attività ricreative. LA DISCARICA OGGI “Per fronteggiare le emergenze di bonifica - continua Carletti - la Regione Veneto dispone di un fondo speciale di rotazione. Nell’ottobre del 2011 il Comune ha fatto richiesta di accesso per 7.296.300 di euro. Di questi sono stati messi a disposizione 4.829.300 da restituire entro il 2015. Ora, sulla base di questa disponibilità economica entro maggio dobbiamo presentare alla Provincia il progetto di bonifica definitivo. Il problema però è riuscire a trovare il modo per restituire questi 5 milioni di euro”. Tra le soluzioni vagliate c’è un impianto fotovoltaico che, con un piano di ammortamento di 25 anni, potrebbe dare le risposte sperate. “Non giochiamo questa partita da soli - afferma l’assessore Gianfranco Trapula - ad affiancarci nella spesa ci sono anche i Comuni che aderiscono al consorzio. La somma è ingente ma, con questi presupposti, non ci spaventa”.

Sanremo visto da irene ghiotto

È

stata l’edizione della farfalla di Belen e del sermone di Celentano, ma Sanremo rimane in primis il festival della musica. Dopo che opinionisti vari si sono prodigati nel dire la loro, noi abbiamo chiesto un commento a chi, a Sanremo, non c’è andata per un soffio. Irene Ghiotto, esclusa dalla sezione giovani per questa edizione 2012, si è trasformata per noi nella versione in gonnella del critico musicale Luzzato Fegiz per raccontarci in modo originale della kermesse sanremese. Podio tutto rosa quest’anno. Cosa pensi delle vincitrici? Arisa, splendida voce e brano semplice, Noemi, voce che spacca sem-

pre, Emma, figlia di Maria De Filippi. In generale, le canzoni selezionate com’erano? Ho trovato bellissime “Nanì” di Carone-Dalla, “Pallone” di Bersani e “Canzone per un figlio” dei Marlene Kuntz. Chi avresti fatto vincere? “Nanì” per i big e “Nella vasca da bagno del tempo” di Erica Mou per i giovani. La musica è ancora la protagonista di Sanremo? Sanremo è uno show televisivo dove la musica ormai riveste solo una parte. Da spettatrice comunque mi aspetto e tollero sia il monologo di Celentano che l’intervista alla Ferilli. Corriere Vicentino |

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E la farfallina di Belen? È stata visibile con astuzia e senza volgarità. Trovi che Sanremo sia in declino? Più che Sanremo sono in declino i direttori artistici e i discografici. r.c.



brendola

I giovani ragazzi dell’oratorio A

La rotatoria dell’Orna?

di simone bedin

“N

on importa cosa fare, l’importante è trovarsi”. È questo lo spirito che anima l’oratorio “Noi, insieme!” da poco attivato a Madonna dei Prati dai giovani e dai loro genitori. Dalle 16.30 del sabato pomeriggio sono di media una cinqunatina i ragazzi che si danno appuntamento qui. “L’idea è nata a fine 2010 - spiega Re-

do dell’oratorio, un’esperienza che vorremmo vivessero anche i nostri figli”. Ecco che, con la Parrocchia che ha permesso l’uso della canonica di Madonna dei Prati come punto d’incontro, è partito “Noi, insieme!” . “È un progetto positivo nato dal basso - commenta don Secondo Martin -. Un esempio concreto di collaborazione tra rappresentanze sociali ed ecclesiali”. Cosa fanno i ragazzi? “Ogni sabato possono ritrovarsi per

llora, quando si parte? Per il cantiere della rotatoria di via Orna si aspetterà ancora un po’, fino all’inizio estate. “A marzo - spiega l’assessore Stefano Meneghello - partirà la gara d’appalto per assegnare i lavori”.

Dopo una ventina di incontri con i diretti interessati, tra progettisti, commercianti e chi dovrà subire l’esproprio, finalmente il progetto si può dire concluso. Non è stato facile raggiungere un accordo bonario con chi gravita sull’area, tuttavia l’ostacolo più grande è stato burocratico”. Il cantiere durerà circa tre mesi.

Nella canonica di Madonna dei Prati nata Martinello, maestra, ideatrice del progetto e genitore - dai colloqui con alcuni genitori dispiaciuti del fatto che, una volta conclusa la classe quinta elementare, il bel gruppo creatosi in classe si sarebbe sciolto”. Se ne parlò così con i colleghi, con le catechiste e con i genitori e nacque questa importante iniziativa per far sì che i ragazzi continuassero a ritrovarsi all’insegna “della gioia di vivere e non di vivacchiare”, come dicono i genitori. “Molti di noi genitori - continua Martinello - hanno un ottimo ricor-

chiacchierare, giocare insieme oppure partecipare alle attività culturali, manuali o altro che noi genitori organizziamon nelle varie sale. Per noi adulti, invece, è l’occasione di tornare un po’ bambini...”. Tre sono le regole del ritorvo: rispetto per le persone, rispetto per il luogo e l’ambiente e pulizia dei locali. “Stiamo preparando anche corsi per genitori – conclude Renata Martinello - per affrontare serenamente l’adolescenza, età delicata”, mentre per l’oratorio l’augurio è di ampliarlo e aprirlo ai ragazzi di altre classi”. Corriere Vicentino |

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Un Centro di ascolto

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a Caritas dell’Unità Pastorale di Brendola da qualche tempo ha attivato presso il centro sociale uno sportello di ascolto per quanti hanno bisogno di chiedere aiuto. Il Centro, gestito da volontari che si alternano negli incontri, si occupa della raccolta dei dati e delle informazioni per stabilire le necessità e le successive risposte di aiuto. Il servizio funziona ogni martedì sera dalle 20.30 alle 21.30, preferibilmente su appuntamento al numero della Caritas Parrocchiale 328.2138020.


Gambellara - montebello

E la miss è... VItaminica.tv di Roberta Costantini

I

eri radio, oggi televisione. Vitaminica.tv, figlia della famosa Radio Goccioline, fenomeno di culto degli anni ’70, è diventata oggi l’intrattenimento videomusicale dei pomeriggi vicentini. A capo della nuova ciurma il volto ma soprattutto la voce storica di SteAntonella Maule

fano Sandy Dian che ha convertito il numero civico 9 di via Cavour di Gambellara nella base ufficiale della prima “radio che si guarda” vicentina. Siete la RTL 102.5 della provincia, lo possiamo dire? In un certo senso sì. Siamo nati come radio, ma oggi la radio da sola non funziona. La gente ti vuole anche vedere. E come volto di Vitaminica.tv chi avete scelto? Antonella Maule, altra voce storica di Radio Goccioline, che conduce “Pomeriggio con Antonella” ogni giorno e, negli ultimi mesi, Lisa Fedele con “Fedele di Parola”, rubrica interna al programma di Antonella. Quando andate in onda tv? Tre ore ogni pomeriggio, dalle 14 alle 17, in cui alterniamo musica e attualità. Per l’attualità collaboriamo con l’agenzia di stampa nazionale Prima Press che ci invia le notizie ogni ora. E dove si vede tutto questo? Su Terra Veneta, canale 645 del digitale terrestre, dove accettiamo anche richieste e dediche dagli ascoltatori... come ai vecchi tempi della radio. Un tuffo nel passato non guasta mai. Lo puoi dire. Nel cuore rimarrò un uomo di radio ma sempre con un occhio al futuro e alle novità. Cosa sta anticipando? Non posso dire molto, ma stiamo cercando la nostra testimonial e quale modo migliore se non organizzando un concorso per Miss Vitaminica.tv?

Sant’Egidio un mistero di federico gobetti

È

la storia di un furto vecchio di vent’anni. Un tempo lungo, ma nulla in confronto ai quattro secoli d’età degli oggetti rubati. A raccontarci la storia è Livio Palmiero, il proprietario della tenuta di Sant’Egidio in contrada Asse a Montebello, dove si trova l’omonima chiesetta del ‘600 perfettamente conservata e che ha in mente di affiggere un volantino per ritrovare, con promessa di ricompensa, i suoi oggetti rubati. Nel 1993 alcuni sconosciuti rubarono dall’altare dell’oratorio cinque piedistalli di inestimabile valore. Oggi, nonostante gli La foto dei piedistalli anni, Palmiero è rubati ancora alla ricerca dei ladri. “Offrirò una lauta ricompensa a chiunque potrà aiutarmi a ritrovare quei capitelli il cui valore sta nel far parte dell’altare della chiesa, capolavoro di quattrocento anni che non può rimanere incompleto”. Senza dimenticare che il furto rimane un atto sacrilego e se giustizia non sarà fatta in questa vita, forse ci penserà la legge divina...


zermeghedo

La Pro Loco di sacchiero di teresa bruttomesso

P

arte l’era Sacchiero, alla guida della Pro Loco che da quasi tredici anni si occupa di organizzare le più diverse occasioni di festa in paese. Enzo Sacchiero, pensionato, candidato sindaco ed ex consigliere comunale per più mandati, da qualche mese ne è il nuovo presidente. “Sinceramente - confida Sacchiero non me l’aspettavo, la nomina mi ha sorpreso, ma quando ho visto che il direttivo mi appoggiava e che c’è stata unanimità sul mio nome, mi sono convinto. Un appoggio che non è mai

venuto meno in questi primi mesi. Quanti siete in Pro Loco? Siamo in diciassette tra componenti storici e nuove forze. Siamo un ottimo gruppo, unito e collaudato e voglio puntare proprio su questa intesa per portare avanti le varie iniziative. Ha già pensato per questo 2012? La novità quest’anno è stato il Carnevale, per il resto il programma è provvisorio. Di sicuro non lasceremo il paese sfornito di occasioni. Per quanto riguarda le collaborazioni con le altre associazioni del paese, come va? Fortunatamente abbiamo un forte appoggio dal Consorzio delle Pro Loco

grazie al fatto che io e l’ex presidente Gianluigi Cavaliere ne facciamo parte. Per quanto riguarda poi le associazioni del paese, credo sia importante continuare la collaborazione con tutte e, naturalmente, è fondamentale il rapporto con Comune e Parrocchia.

Montorso

Il G.S. La Contea Q uarant’anni e non sentirli. Precisamente sono quarantatre, ma si sa che da una certa età in poi gli anni si arrotondano per difetto, per sentirsi dire “come li porti bene!”. Sono gli anni della AC Montorso, oggi il Gruppo Sportivo “La Contea”, che per la ricorrenza il 3 giugno presenterà un libro raccolta di foto e racconti dove è narrata la storia di un paese sportivo. “Il gruppo - racconta il presidente Massimo Dalla Chiara - è stato fondato nel 1969 da Giovanni Cielo con una sola squadra di terza categoria di ventenni. La volontà era di creare un ambiente sereno e salutare dovei gio-

vani potessero divertirsi”. Qual è l’ultima novità? “Nel gennaio scorso abbiamo avviato il progetto “Insieme” con le USD di Montebello, Zermeghedo e Gambellara. Si tratta di un gemellaggio dei quattro gruppi per dare ai ragazzi un’occasione in più di confronto e per dividere le spese tra le società”. Qual è la caratteristica de La Contea? “Il nostro gruppo contempla tutti gli sport presenti nel territorio, dalla pallavolo, al basket, al calcio. Siamo un team di oltre 270 persone tra dirigenti, personale e ragazzi. I nostri allenatori svolgono periodicamente corsi di aggiornamento e sono altamente

qualificati”. Quali problematiche avete in un gruppo così numeroso? “Purtroppo abbiamo sempre meno sponsor e ciò potrebbe mettere in difficoltà questo grande gruppo. Fortunatamente qualche azienda locale e il Comune ci stanno dando una grossa mano soprattutto con gli impianti sportivi, ma viviamo principalmente di quote d’iscrizione”. s.b.


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20% 95%

sono le abitazioni che utilizzano attualmente un sistema d’allarme la capacità di un sistema d’allarme di mantenere fuori i ladri grazie alla sua forza dissuasiva

Speciale

Sicurezza 22.542 451 circa 5 milioni

1-31 gennaio: furti nelle abitazioni, furti per i quali sono stati trovati i colpevoli, le abitazioni con esigenze di sicurezza ma ancora prive di misure protettive 2011: anno record per i furti

I furti a Vicenza e provincia nel 2011 hanno visto un aumento del 9,19% rispetto al 2010. È il dato uscito da bilancio annuale fatto lo scorso dicembre da Questura e Forze dell’ordine. È stata l’occasione per il colonnello Michele Sarno, comandante provinciale, per illustrare i dati dell’anno e le operazioni più significative compiute dai Carabinieri, e per fare un confronto, punto per punto, con il 2010. Il dato balzato subito agli occhi è proprio l’aumento, in tutto il territorio provinciale, dei furti: passato dai 12.644 del 2010 ai 13.807 dei primi undici mesi 2011.

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Un aumento legato perlopiù alla crisi,

e al fatto che sempre più persone sono in difficoltà, tanto che è il fenomeno è stato chiamato anche “febbre dell’oro”. Lingotti o gioielli sembrano infatti il bene rifugio prescelto dai ladri qui nel Vicentino come in tutta Italia. Il valore crescente dell’oro, il fatto che sia storicamente uno strumento valido per proteggere i capitali in momenti di incertezza e la facilità nello scambio sono i fattori positivi che lo contraddistinguono.

E le vittime, chi sono?

I ladri puntano prima alle abitazioni e poi alle gioiellerie. Ma anche i supermercati si sono rilevati appetibili, tanto che i furti da loro subiti da gennaio a novembre 2011 sono aumentati del

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7,8%, per un controvalore record di 3 miliardi di euro di refurtiva. Questo è quanto registrato nel Vicentino, che però non viaggia da solo. La situazione è in linea con quello che succede nel resto d’Italia con un +28% di assalti nelle abitazioni. Una situazione che preoccupa dunque tutte le forze di polizia, visto che gli stessi sociologi hanno confermato quanto peso ha sul fenomeno la crisi economica, entrata negli ultimi dodici mesi nella fase più aggressiva.

Il settore

Di fronte a questi numeri, la società di consulenza Frost & Sullivan ha stimato che in Italia saranno investiti, entro il 2015, oltre 1,60 miliardi di euro proprio nel settore sicurezza civile. Questo permetterà una progressiva espansione del mercato italiano della sicurezza passando dai 131 milioni di euro del 2010 a quota 266 milioni di euro nel 2015, con un picco di 326 milioni di euro nel 2012.

Mille occhi sulla città

È l’accordo stipulato qualche settimana fa da Prefettura, Questura, Provincia, sindaci e quattro tra i principali Istituti di Vigilanza della provincia (Civis, Rangers, Sicurezza Valori, Axitea). Il progetto prevede che 400 guardie giurate aiutino a sorvegliare Vicenza e i centri più popolosi segnalando, nel loro giro di sorveglianza, situazioni anomale o sospette alle sale operative di Questura, Arma e Polizia Locale. La sperimentazione durerà tre anni, sarà a costo zero per gli enti pubblici e per le guardie coinvolte la possibilità di corsi di formazione e addestramento. I sindaci coinvolti per ora sono quelli dei comuni di Vicenza, Bassano del Grappa, Schio, Arzignano e Montecchio Maggiore, ma l’accordo punta a coinvolgere anche le altre amministrazioni per creare così un servizio di sicurezza diffuso.


Un’assicurazione per la casa informazione pubblicitaria Che cos’è un’assicurazione per la casa e quando conviene farla? La polizza casa - spiega Alberto De Luca dell’Agenzia Generali - è una copertura del patrimonio contro i rischi che il capitale può correre. È un’assicurazione pensata per proteggere la propria casa da qualunque evento di rischio, da quelli legati alla responsabilità civile a quelli legati a fattori esterni, da furto, incendio, danni a terzi, danni provocati dall’acqua. È bene farla fin da subito, perché un’assicurazione tutela da un rischio che può verificarsi immediatamente dopo l’acquisto o perlomeno è bene avere una polizza base che successivamente si potrà integrare con formule più complete. Che cosa dovrebbe prendere in considerazione una polizza casa ideale? Diciamo che le sue caratteristiche primarie comprendono l’incendio, lo scoppio, l’esplosione e i danni da fumo, quali gas e vapori. Aspetti che poi è consigliabile arricchire con la voce eventi atmosferici, come uragani o tempeste, ed eventi socio politici, come tumulti popolari, sabotaggi o atti vandalici. In quest’ultimo caso sono contemplati anche i furti nel momento in cui i ladri, non avendo trovato nulla da rubare, procurano danni all’abitazione. Ma il furto è assimilabile alla voce atti vandalici? No, il furto è asportazione di beni e nella polizza casa ha una sua voce specifica. E cosa bisogna fare in caso di furto? Per prassi serve la denuncia fatta dal cliente e quella fat-

Assicurazioni Generali Agenzia principale di Montecchio Maggiore

ta dai Carabinieri. Il consiglio poi che noi diamo ai nostri clienti, soprattutto se in casa ci sono cose di valore quali quadri o tappeti, è di crearsi una documentazione, con foto e certificazioni, che poi servirà al momento della perizia. In questo modo si fa un’azione preventiva utile nella valutazione e che velocizza la successiva liquidazione. La copertura del furto deve poi essere accompagnata da sistemi di prevenzione quali impianti di allarme, sistemi di difesa con porte blindate e finestre antisfondamento. Di base però è sempre utile avere una polizza in caso di furto perché, di qualsiasi difesa sia dotata l’abitazione, i ladri professionisti saranno purtroppo in grado lo stesso di entrare. Voi, dunque, che cosa consigliate? Di avere un impianto di allarme generico o collegato a qualche istituto di sorveglianza. È chiaro che se si è dotati di protezione il costo della polizza per furto sarà scontato perché il rischio diminuisce. La polizza non è altro che un’estensione dell’impianto. In generale, per la copertura dei rischi della casa, consigliamo l’incendio, la responsabilità civile, cioè la responsabilità per danni a terzi dovuti dall’edificio o in caso di incendio, scoppio od esplosione, e la RC famiglia, che risponde di tutti i danni provocati da uno dei membri del nucleo familiare.

Diretto dai soci, Alberto De Luca e Andrea Corà, l’agenzia si avvale di un corpo impiegatizio di tre persone e due collaboratori. L’ufficio ha la gestione del portafoglio assegnato dall’agenzia e una nuova clientela affiliata grazie alla competenza delle figure professionali che vi lavorano.


Una casa a prova di ladro Il successo di un tentativo di furto è determinato dal tempo che il ladro ha a disposizione: tutti gli accorgimenti che perciò ne limitano l’azione sono punti a vantaggio della nostra sicurezza. Non è un caso che il decalogo delle forze dell’ordine (www. poliziadistato.it e www.carabinieri.it) contenga, accanto all’invito a una reciproca collaborazione con i vicini di casa, anche il suggerimento di creare dei deterrenti, come la luce accesa in una stanza o la tv in funzione in determinate ore del giorno.

La protezione

A) Di tipo passivo. Sono gli interventi su porte, finestre e portoncini con sistemi anti-effrazione, oppure con sistemi di segnalazione e di allarme. Nelle grandi città, e in particolare nei condomini, il punto debole è la porta

d’ingresso, soprattutto dove ci sono vecchie serrature con chiavi a doppia mappa con oltre 8-10 anni di vita. Vanno poi controllate le cerniere non protette, gli ancoraggi a muro troppo fragili e lo spessore della porta spesso troppo sottile. Le porte si possono anche sostituire con porte corazzate: se la blindata è una porta in legno resa più sicura e resistente, le corazzate sono porte dotate internamente di profilati d’acciaio che arrivano in alcuni casi a spessori di 70mm, hanno una chiusura tecnicamente molto simile alle blindate ma con fori maggiori e pistoni di bloccaggio che arrivano fino ad un numero di 18. Oppure si sceglie l’elettronica, con chiusure blindate e certificate, porte con un corredo di combinatori, lettori di impronte e card a microchip. Ultima innovazione è la radiofrequenza senza contatto, con cilindro elettronico a

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doppio pomolo programmabile. Per terrazzi, balconi o finestre si considerano vetri antisfondamento, inferriate da applicare tra il serramento e il sistema oscurante, persiane di sicurezza. Queste ultime potranno avere rostri antistrappo, cerniere maggiorate antisfilamento e serratura a più punti di chiusura con l’impiego di barre in acciaio speciale al carbonio. Anche per le tapparelle conviene utilizzare modelli rinforzati e per bloccarle si può far ricorso a semplici catenacci da applicare all’interno, oppure a motoriduttori, dove è il motore a fare da blocco, rendendo quasi impossibile il sollevamento manuale. B) Di tipo attivo è la protezione con l’installazione di un sistema d’allarme antintrusione elettronico, realizzato con dispositivi che, in caso di intrusione, mettono in funzione un allarme acustico avvisando una centrale di telesorveglianza oppure direttamente gli organi di polizia. L’impianto può essere con fili oppure a onde radio. Il campo degli impianti antintrusione è avanzatissimo: si possono programmare e consultare a distanza, direttamente da smartphone o tablet, e vasta è l’offerta dei componenti. I sensori, ad esempio, che rilevano i tentativi di intrusione possono essere a microonde e a ultrasuoni, a infrarossi passivi o a contatti magnetici.

I nebbiogeni

Sono sono sistemi facili da installare, a soffitto o a parete, in grado di riempire all’istante l’ambiente con una densa coltre di nebbia, impedendo ai ladri di vedere tutto ciò che sta loro intorno e costringendoli, quindi, ad abbandonare subito i locali. Come nei film...

Luca Dall’Armellina - C.E.I. di Noventa: “Noi consigliamo sempre un minimo di protezione in casa, soprattutto se l’abitazione è isolata. Molte persone scelgono impianti domotici e chiedono sistemi di allarme integrati per avere una funzionalità unica. Quando si studia un impianto si parte, solitamente, dall’interno dell’abitazione, proponendo sensori su infissi piuttosto che barriere o rilevatori. Poi si passa all’esterno, per capire se è necessario coprire aree anche non collegate direttamente all’abitazione, come garage o pompeiane, integrando magari altre esigenze del cliente. Come quando, ad esempio, ci è stato chiesto che allo scattare dell’allarme si accendessero tre potenti fari all’esterno dell’abitazione. Un impianto infatti è sempre personale: si costruisce “su misura” secondo le esigenze del cliente perché l’obiettivo è proteggere la proprietà e non solo la casa”.

Ivan Ghiotto - Ghiotto snc di Monticcello di Fara: “Le persone oggi chiedono una protezione che parta già dall’esterno, per non rischiare di ritrovarsi i ladri in casa, magari durante il sonno. La protezione perimetrale esterna è la più impegnativa, anche se esistono progetti adattabili a tutte le tasche: va studiata bene e vanno usate strumentazioni adatte a resistere agli agenti esterni per non avere poi un impianto che necessita di manutenzioni e controlli continui. In fase di costruzione di una nuova abitazione noi consigliamo sempre di predisporre un impianto nel suo completo, così da poterlo integrare in una fase successiva. Per le abitazioni esistenti invece si lavora su impianti cablati o radio, aggiungendo poi tutto ciò che oggi permette la tecnologia. La gestione attraverso gsm per una interazione con iPhone o con iPad; oppure allarmi integrati con telecamere e con la possibilità di vedere le immagini su telefono o su computer anche lontani da casa, così da capire cosa sta veramente succedendo. Tutto poi può essere abbinato ad un sistema di registrazione delle immagini e alla possibilità di rivederle”.

Pietro Nori – Falle Antifurti di Arzignano: “A prescindere dalla tipologia dell’impianto e dal luogo dove andiamo a operare, un appartamento o una grande casa, un negozio o un’azienda, la parola d’ordine è sempre “garantire protezione”. Noi ci occupiamo di impianti antintrusione da anni e, soprattutto, di videosorveglianza, dai più semplici ai più elaborati, come la nuova tecnologia IP che permette di visualizzare e gestire gli impianti anche tramite telefoni cellulari. Nel valutare l’installazione di un impianto, la cosa importante è creare più ostacoli possibili al ladro, pensando a più apparecchiature in grado di segnalare un’intrusione. La tecnologia del resto oggi permette molto, con l’inserimento e il disinserimento dell’impianto anche tramite lettura biometrica delle impronte digitali, nonché tessere magnetiche, superando le classiche tastiere o chiavi elettroniche”.

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Area beri ca

lonigo

Il teatro leoniceno cerca casa di lino zonin

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sarego Dieci anni da sindaco

NOVENTA Cosa c’è nel futuro dell’ospedale? sossano Così sfidiamo facebook

Orgiano Al lavoro per la natura Pojana Sicurezza: arrivano le telecamere

barbarano 78 Non abbiamo paura dello straniero

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l teatro Comunale non basta da solo a soddisfare la passione per la prosa che sta interessando un numero sempre crescente di giovani leoniceni. Se da un lato l’ottocentesco contenitore accontenta chi vuole assistere a degli spettacoli di alto livello, dall’altro non può, per ovvi motivi di costi, accogliere le esigenze di chi cerca spazi nei quali provare la messa in scena e poi rappresentare il lavoro finito. Fa eccezione la scuola di teatro organizzata dalla direzione del Comunale. In questo caso il costo per l’uso dello stabile viene coperto dalla retta di iscrizione. A Lonigo e dintorni ci sono delle soluzioni alternative che però, per un motivo o per l’altro, si rivelano insufficienti.

nanto / Castegnero Medici di base e Pro Loco contro l’insediamento Despar

IL VERDI

Il principale tra i teatri disponibili è l’ex cinema Verdi della parrocchia, una sala capace di contenere circa 600 spettatori che però da parecchi anni è praticamente chiuso. “La legge che disciplina l’agibilità dei luoghi per i pubblici incontri è molto severa - spiega l’arciprete don Vittorio Montagna - Per mante-

Corriere Vicentino |

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nere la massima capienza del Verdi dovremmo compiere degli interventi strutturali complicati e molto costosi. Da una prima stima si può dire che occorrono circa 800 mila euro per rendere perfettamente funzionale la sala. Attualmente un impegno del genere non è nelle nostre possibilità e bisogna dunque attendere tempi migliori. La sala è invece agibile così com’è per accogliere eventi che non coinvolgano più di 90 spettatori. Con questo presupposto viene ogni tanto concessa per incontri pubblici e qualche piccolo spettacolo”. Chiedere alla pubblica amministrazione di dare una mano al parroco per sistemare il Verdi è, con questi chiari di luna, francamente impossibile. Villa Mugna spende già molto per tenere attivo il Comunale e non è in grado di sottrarre altre risorse al magro bilancio comunale.


GLI ALTRI SPAZI

La ricerca di altri spazi teatrali ci porta sui colli. Al convento di San Daniele c’è un teatrino di in centinaio di posti che ogni tanto, lontano dalla stagione fredda, accoglie qualche recita. “Noi lo usiamo anche d’inverno, per le prove, imbottendoci di maglioni precisa Paolo Marchetto, uno degli attori della Compagnia dell’Orso che proprio dai frati ha preparato gli ultimi spettacoli – Per noi però va bene così, almeno abbiamo un posto fisso in cui trovarci. Certo se ci fosse un teatro pubblico a disposizione sarebbe meglio sia per noi che per i colleghi delle altre compagnie. Il Comunale ha dei costi inaccessibili per i gruppi amatoriali. Noi siamo riusciti ad entrarci due volte, pagando la retta stabilita dal Comune, ma di usarlo per le prove non se ne parla nemmeno. Forse, nei mesi caldi, quando è praticamente chiuso, potrebbe essere più facile concederlo alle compagnie”. Anche a villa San Fermo i padri Pavoniani possiedono un piccolo spazio scenico nel quale si esibisce la scuola di teatro interna al liceo Pavoni. Un teatrino semi abbandonato si trova a Bagnolo e uno ben funzionante è attivo ad Almisano. Qui si rappresentano spesso commedie e adattamenti di fiabe per bambini. “Finora noi non siamo riusciti a trovare il modo di esibirci a Lonigo, proprio per la mancanza di spazi alternativi al Comunale - aggiunge Giovanni Florio, presidente della compagnia Archibugio, associazione teatrale leonicena che si è specializzata in allestimenti legati alla ricerca storica – Lavoriamo molto a Orgia©

Compagnia dell’Orso La compagnia Archibugio (foto Bruno Rana)

no e siamo stati da poco a Legnago, dove i teatri funzionanti, compreso il prestigioso Salieri, che può essere considerato un “fratello” del Comunale di Lonigo, sono addirittura sei. Qui da noi il bisogno di avere una

sala polivalente per prove e recite penalizza non solo le compagnie teatrali ma i ragazzi in generale. Penso agli attivisti della Consulta Giovanile, anche loro sempre in cerca di un centro di aggregazione”.


lonigo

Chiude Ceccozzi caffè amaro di stefano canola

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n caffè è un piacere, se nun è ‘bbono che piacere è? Nino Manfredi lo diceva di una nota marca, in una vecchia pubblicità: Dante Ceccozzi l’ha sempre pensato, del suo caffè. Ora la tostatrice tace, la porta della Bottega all’ombra del Torrione è chiusa. Dopo quasi 60 anni nella torrefazione, è arrivata anche per lui l’ora della pensione. “Lascio con rammarico, sarei rimasto ancora un paio d’anni dietro al bancone – spiega il commerciante leoniceno, classe 1934. – Mi dispiace soprattutto non aver avuto modo d’insegnare il mestiere a qualche ragazzo.” Cosa c’è di speciale nel suo mestiere? “Il segreto è nella tostatura, se ti scappa un attimo devi buttare tutto. Ci vuole tempo per imparare, non si fa dall’oggi al domani. Una caffetteria si distingue per questo e per i consigli che può dare ai clienti, andando incontro ai loro gusti”. Per esempio? “La schiuma: più ce n’è, più scadente è il prodotto. A qualcuno il caffè piace energico, altri amano il gusto morbido: per tutti trovavo la risposta giusta scegliendo tra le diverse varietà, Brazil piuttosto che Etiopia, San Paolo o Guatemala. Importante far passare poco tempo tra la macina dei chicchi e il consumo”. Il suo era un caffè da 50 centesimi la tazzina?

“Io lo vendevo a quel prezzo perché di degustazione si trattava, ma a confronto di quello che a volte viene servito nei bar a 1 euro ne valeva 2. Il bar propone una marca, che ovviamente sarà decantata come la migliore: io proponevo il Crema Caffè Ceccozzi, 100% arabica”. Peschiamo tra i ricordi del passato… “Tanti anni nel negozio di Via Zara, dove avevo una tostatrice da 8 kg: quando funzionava l’aroma si spandeva per chilometri, se il vento tirava da Nord lo sentivano fino a Bagnolo. Poi, dal 1997, nella bottega in Piazza San Marco con la macchina da 1 kg, la tostatrice da tavolo. C’è chi veniva apposta da Altavilla o Brendola, chi ne spediva qualche sacchetto agli amici di Torino. L’alpinista Mario Vielmo preferiva invece il tè verde in foglie, varietà Japan. I clienti

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affezionati sono rimasti perplessi alla notizia della chiusura”. Ci sarà un futuro per la torrefazione a Lonigo? “Perché non aggiungere questa dotazione al Caffè Borsa, quando riaprirà? Sarebbe una particolarità in più e un’opportunità per i prossimi gestori per attirare pubblico”. E mi raccomando: se lo incontrate per Lonigo… non invitatelo a bere un caffè al bar.

Una nuova sede per il Cai

opo una serie di soluzioni poco felici, finalmente la sezione del Cai ha una sede adeguata al suo prestigio e al numero di iscritti. Si trova in viale della Repubblica, al primo piano dell’ex bocciodromo. L’hanno messa a posto gli iscritti, lavorando per mesi e spendendoci dei soldi, ottenendo in cambio dal Comune nove anni di affitto gratis. La nuova sede è bella, spaziosa e funzionale. Tra gli altri pregi, ha quello di togliere dal centro le auto di chi andava in gita alla domenica e intasava i parcheggi per tutto il giorno. l.z

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L’indiana più bella vive a Lonigo di silvia maron

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n macchina, mentre guido verso la sua casa, ripercorro con la mente gli stereotipi delle reginette di bellezza: il sogno di sfondare nel mondo dello spettacolo, la moda... Ma quella che devo incontrare non era la solita miss e questo scompagina un po’ le carte. Joyti Rall ha vinto nel 2011 la fascia di miss India Italia, ceduta quest’anno a una ragazza di Reggio Emilia. A dispetto del nome e del colore della pelle, Joyti è una comunissima ragazza italiana, che mangia pizza e pasta, indossa jeans alla moda, si è diplomata con buonissimi voti alla scuola superiore e che come moltissime sue coetanee appartiene purtroppo al mondo dei di-

soccupati. Perché hai deciso di partecipare al concorso? “Per gioco, e non certo per intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo. Preferisco lavorare seduta dietro a una scrivania piuttosto che stare sotto i riflettori”. Come ti trovi a Lonigo? “Il primo periodo è stato difficile. Oggi per i giovani stranieri l’inserimento è più semplice rispetto a quello che ho affrontato io. Per superare quel brutto momento mi sono dedicata allo studio, portando a casa molte soddisfazioni in ambito scolastico.” Hai mai pensato di tornare in India? “Ho rivisto il mio paese una sola volta, da quando sono arrivata qui con i miei genitori. Se non riuscirò a trovare lavoro, potrei tornare in India dove ho una casa e un pezzetto di terra”. Prima si salutarci, guardiamo le foto dove indossa gli abiti tradizionali e penso che sembra una principessa uscita da un romanzo di Salgari. Intanto mi parla di matrimonio come di un’unione duratura tra un uomo e una donna, del valore della famiglia, del rispetto, anche nel modo di vestire, del corpo femminile. Insomma, una ragazza occidentale ma non troppo!


lonigo

Maglia nera all’incrocio

di lino zonin

È

difficile trovare tanti elementi di pericolosità concentrati in un solo posto come nell’incrocio tra la circonvallazione sud di Lonigo e via Turati. In quel punto nero, probabilmente il più critico di tutta la viabilità cittadina, c’è di tutto: due strade, una di grande scorrimento, l’altra di collegamento con la periferia, che si intersecano a raso; una segnaletica sia verticale che orizzontale insufficiente; la presenza nelle vicinanze di una scuola con conseguente attraversamento pedonale degli studenti. Il risultato di questo stato di cose è inevitabile: incidenti a catena, alcuni gravi come quello che poco prima della fine dell’anno ha visto coinvolte tre vetture, carambolate l’una sull’altra proprio nei pressi dell’incrocio. La manutenzione e gli interventi strutturali di questo tratto di strada sono a carico della Provincia. Il Comune di Lonigo ha segnalato da tempo la necessità di porre rimedio

alla situazione di pericolo esistente e l’amministrazione provinciale ha mosso i primi passi per realizzare una rotatoria che risolverebbe gran parte dei problemi. “Il progetto è già pronto da tempo e nel corso di un incontro svoltosi qualche mese Vicenza fa ci è stato illustrato dai tecnici della Provincia - spiega l’assessore alla viabilità Franco Rebesan - Poi sono sopravvenuti i soliti problemi finanziari legati al patto di stabilità e la cosa si è fermata”. Il Comune ha qualche difficoltà ad insistere con Vicenza perché l’Amministrazione provinciale ha di recente speso oltre 200 mila euro per asfaltare la circonvallazione ovest che ormai era giunta al limite della percorribilità. Il problema di via Turati è però molto serio e sarebbe necessario intervenire per evitare il verificarsi di altri incidenti.

Macaco ammaccato

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l blocco di cemento che funge da rotatoria alla fine di via Zara mostra con orgoglio le ferite di tante battaglie. E’ li da decenni a prendere botte da quelli che arrivano “lunghi” e non riescono a schivarlo. Nonostante gli acciacchi resta al suo posto così com’è, anche perché nessuno ha mai pensato di dargli una sistemata oppure di sostituirlo con qualcosa di più adatto. E allora, a dare il benvenuto a chi entra in centro da sud, continua ad essere il macaco ammaccato. l.z.

Il quartiere 170

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isteri della toponomastica. Nel quartiere di Contrà alla Fiera, in via Battisti, gran parte delle case sono contrassegnate da un solo numero, il 170. Si chiama così il bar che si incontra appena entrati nel borgo e lo stesso numero si trova nel serpentone di appartamenti che chiude il lato ovest del rione. In tutto, nove entrate, contrassegnate con le lettere dalla “A” alla “I”. E la gente, anche per dimenticare le questioni legali nate qualche tempo fa attorno alla lottizzazione, ha già battezzato questo posto “Quartiere 170”. l.z.

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Aspettando

la 526 Fiera di Lonigo 2011 Q 350 espositori 8.000 ca. presenze a

uasi tutto pronto per l’edizione 2012 della Fiera di Lonigo. Nella tradizione di una manifestazione che ha superato da un po’ le 500 edizioni, si inseriscono ogni anno le novità che la rendono ogni anno stimolante e al passo con il cambiare delle stagioni. “Le previsioni per questa edizione sono molto buone - ci dice il consigliere Luca Piccotin -, una controtendenza visto la situazione critica che stiamo attraversando, tra tanta incertezza e sfiducia. Le richieste di presenza a Lonigo sono molte, tanto che abbiamo pensato di creare uno spazio nuovo installando un soppalco all’Ippodromo. Perché l’obiettivo della manifestazione rimane sempre unico:

giornaliere

Corriere Vicentino |

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dare spazio alle nostre imprese”. E quali saranno le novità di questo 2011? “La prima sarà “Golosissimo”, un evento per dare spazio ai prodotti tipici della nostra Italia in programma già la domenica precedente, il 18 marzo, e che ripeteremo anche nei giorni di fiera in piazza XX Settembre, così che il clima della manifestazione abbracci anche la parte nord della città dove sarà ospitato il mercato. Confermano poi la loro presenza i gemelli di Abensberg, con lo stand della birra. Quest’anno sembra che arriveranno con bilici enormi per non rischiare come lo scorso anno di finire la birra già in una notte. Ci sarà ancora il salone della Viticoltura, dando spazio all’Istituto Trentin che ha attivato il corso di enoviticoltura. Inseriremo una seconda corte enogastronomica e infine, nel padiglione Oro della terra leonicena, avremo la novità delle nostre De.Co grazie al Consorzio “Vicenza è”: dal mandorlato, al riso, ai salumi… chissà che piano piano non riusciamo ad ottenere una “sopressa di Lonigo”.


Quando era la Lonigo dei Cavalli L

a fiera di Lonigo ha una lunga tradizione che ogni anno si ripercorre partendo dalla vicenda miracolosa accaduta nel 1486 alla chiesa di Madonna. Da lì e dall’antica Fiera della Madonna del 25 marzo si è passati all’Antica e rinomata Fiera della Madonna e dei Cavalli di Lonigo, fiera cavalli per eccellenza diventata poi

l’odierna Fiera di Lonigo. Sono molte le cartoline storiche che dall’800 in poi testimoniano l’immagine di una città rinomata per il mercato dei cavalli. Le corse cavalli che si dispuntavano qui erano considerate, per tutta la seconda metà dell’800, le migliori del Regno Lombardo Veneto. Lo splendore è durato fino agli anni Sessanta o, come racconta il sin-

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1849 arriva daco di Lonigo Giuseppe Boschetto: “Fino all’avvento dei cavalli a vapore”. La diffusione dell’automobile e il sempre minor utilizzo del cavallo come mezzo di lavoro e trasporto ha fatto calare l’attenzione e l’importanza della Fiera. “Fino a sessant’anni fa - continua il sindaco - i cavalli erano molto importanti a Lonigo, utilizzati nel lavoro sui campi, nel trasporto delle merci e nelle manifestazioni. Per questo era stato costruito l’Ippodromo, quale “Circo per le corse dei cavalli” dove si trasferirono le gare che prima si svolgevano lungo le attuali via Roma e via Zara”. “I piloncini di pietra - aggiunge il consigliere Luca Piccotin - che oggi vediamo nella rotatoria davanti al Duomo un tempo erano lungo la strada e servivano per legare i cavalli. Li abbiamo recuperati a ricordo proprio di questa tradizione”. “Tutta l’area - racconta il sindaco aveva allevamenti di cavalli: Lonigo

e il Basso Vicentino, ma anche il Padovano e il Basso Veronese. I fratelli Valle di Lonigo avevano un contratto di trasporto del sale per il quale impiegavano fino a settanta cavalli. Era un’attività enorme al tempo. Il cavallo aveva veramente un risvolto economico importantissimo, insieme anche agli allevamenti di asini e muli necessari nelle piccole e medie aziende e in collina”. Poi, intorno agli anni Sessanta, la Fiera dei cavalli si è trasferita a Verona. Cos’è successo? Verona vi ha portato via la manifestazione? “Certo che no! - continua il sindaco - È una vecchia voce questa. Verona ha trovato semplicemente un modo nuovo per portare avanti questa fiera che si stava affievolendo. È stato un salto di qualità, perché non è stata più la fiera dei cavalli da lavoro, ma una mostra internazionale di cavalli da trotto, di razza, con spazi adatti per ospitarli: una fiera del cavallo di altro stile e non più del cavallo da tiro. Ora

la strada ferrata Lombardo Veneta (la Ferdinandea) e si inaugura il tratto Vicenza – Verona


1867 da

quest’anno in poi sarà presente la Commissione militare del Regio Esercito per la scelta cavalli

1868 inaugu- 25.000 razione dell’Ippodromo, il Circo per le corse dei cavalli dove furono trasferite le gare

sono stati i cavalli trasportati nel 1884 alla Fiera e registrati nei soli prospetti ferroviari

1892 inaugu- 1895 prima razione del Teatro Comunale con l’opera lirica “Un ballo in maschera” di Giuseppe Verdi

cartolina della Fiera Cavalli pubblicata con lo stemma della città di Lonigo

purtroppo si sta ridimensionando anche questo mondo, la crisi ha colpito anche le corse e lo stesso Concorso Ippico Nazionale che tenevamo ogni anno qui a Lonigo non si fa più”. Lonigo però rimane “Città amica dei cavalli”. “Sì - conclude il sindaco - è un riconoscimento che nel 2000 ci è stato dato proprio alla Fiera dei Cavalli di Verona dalla Federazione Nazionale sport Equestre in nome della nostra tradizione. A Lonigo veniva lo stesso Regio Esercito a scegliere i cavalli migliori! È in ricordo di questa nostra storia che apriamo ogni edizione con cavalli, carrozze e figuranti in abiti storici”. Notizie raccolte da Quirino Ferron “I quaderni dell’officina”

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sarego

Il dramma degli ENTI LOCALI di giovanni salviati

“Q

uesta è una crisi analoga per gravità a quella del 1929, e per i Comuni non c’è più spazio amministrativo, finché dura l’assurda legge del patto di stabilità per gli enti locali”. Lascia con parole durissime, il sindaco uscente di Sarego Vittorino Martelletto, la cui giunta decadrà a maggio con le nuove elezioni amministrative. In primavera per lei saranno dieci anni da sindaco in due mandati, più quattro da assessore in precedenza. Che seguito avrà questa lunga esperienza amministrativa? Nessuno. Farò come Cincinnato. Mi ritirerò e mi darò alle arti bucoliche. Con la politica ho chiuso. Le normative in vigore non permettono agli enti locali di governare né in autonomia né in economia.

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“Lista di centro per Sarego”, la civica che l’ha sostenuta, si presenterà con un nuovo candidato? Per sentito dire sì, ma credo non abbiano ancora scelto il candidato. E io non voglio interferire in questa scelta. La appoggerà in campagna elettorale? Sì, se vedrò una continuità con la nostra linea amministrativa. Come giudica i suoi anni da sindaco? Un’esperienza positiva di servizio alla comunità, malgrado la carenza di risorse umane ed economiche. Non sono riuscito ad accontentare tutti, ma in coscienza posso dire di essermi dedicato col massimo impegno. Le realizzazioni più

importanti? Alcuni interventi riguardanti viabilità, scuole e asilo nido, servizi sociali, toponomastica, cimiteri, impianti sportivi, illuminazione pubblica e piste ciclopedonali.


E veniamo alle note dolenti. Cominciando da quello che non avete potuto fare... La nuova scuola d’infanzia a Meledo. La sua sede attuale è di privati e dovrà essere lasciata libera entro l’anno prossimo. E poi la copertura dei campi da tennis, il completamento dei lavori cimiteriali e quelli di asfaltatura di alcune strade. Senza contare il fabbricato comunale in piazza, che doveva essere raccordato al municipio storico e ospitare la biblioteca. Del resto, col blocco delle assunzioni non potremmo neanche avere un bibliotecario. L’assurdo è che si tratta in diversi casi di opere già approvate e finanziate. Il comune ha in cassa 5 milioni di Euro, e non può spenderli... Già, il patto di stabilità... È una legge profondamente iniqua. Poteva essere valida per i comuni che fanno tanti debiti, ma assurda per quelli virtuosi come il nostro. Sbloccare queste opere, inoltre, creerebbe lavoro per tante aziende, molte delle quali in-

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vece sono costrette a chiudere, magari col suicidio del titolare, come è successo più volte anche da queste parti. Bè, almeno adesso i comuni hanno l’Imu... È l’imposta più iniqua che poteva inventare un governo. È molto più ingarbugliata dell’Ici, e intasa gli uffici comunali, già sotto organico, per ricalcolare le aliquote (quella minima ora è del 7,6%, più alta della nostra) e i valori catastali imponibili, aumentati del 60%. Ma pochi sanno che, in realtà, di questa tassa solo la metà resta ai comuni, l’altro 50% va allo Stato. In realtà, fra poco non riusciremo nemmeno più a coprire le spese correnti. Il solo aumento dell’1% dell’Iva grava sulle casse del comune, che non può scaricarla, per 70 mila euro. E nei mesi prossimi è annunciato un aumento di altri 2 o 3 punti. A questo si aggiungono minori trasferimenti dallo stato per 325 mila euro. Per pareggiare il bilancio bisognerà tagliare tutte le spese non dilazionabili.

Il biliardo “sboccia” a Sarego

l nuovo circolo di biliardo aperto a Sarego è stato tenuto a battesimo da Alfio Faggian, presidente nazionale di questo sport. Assieme a lui, nella foto, posa Angelo Cacciavillani, presidente del bocciodromo comunale, struttura dentro la quale ha trovato ospitalità il nuovo club. La dotazione del circolo comprende ben quattro biliardi internazionali, da poco rimessi a nuovo e sistemati in un luogo appartato, lontano dalle piste di bocce. Del direttivo, fa parte Bruno Casarotto, pluricampione italiano di biliardo sportivo. l.z.

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n o v e n ta

Cosa c’è nel futuro dell’ospedale? di silvia maculan

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el 2011 la chiusura temporanea del Punto nascita dell’ospedale di Noventa Vicentina ha procurato sconcerto e sorpresa in tutta l’area berica. Agli inizi del 2012 è scoppiato il caso Pronto Soccorso, mentre contemporaneamente si è aperto uno scenario positivo per la Microchirurgia. Ma cosa riserva il futuro alla struttura noventana? Il direttore sanitario Tiziana Sagazio risponde. Cominciamo dal punto nascite. Permangono ancora le difficoltà nell’acquisire il personale necessario e quindi ci si avvale anche della mobilità, peraltro imposta, dall’ospedale di Vicenza verso Noventa. La Regione non ha ancora disattivato formalmente il Punto nascita, non essendo a tutt’oggi operativo il nuovo Piano sanitario regionale che prevede solo Punti nascita con un numero di nati pari o superiore a 1000 l’anno, fatta eccezione per le zone montane. Considerati i numeri dei nati ed una organizzazione che a Noventa Vicentina non c’è e non ci potrà essere, soprattutto in riferimento a una logica riorganizzativa e redistributiva, si può ritenere che non ci sarà la riapertura del Punto nascita. Recentemente è scoppiato il caso Pronto Soccorso: mancanza di privacy per i pazienti, di una vera sala di attesa e di servizi igienici per i disabili... Prima di tutto è necessario precisare

che non è scoppiato “il caso Pronto Soccorso”. Una corretta valutazione deve prendere in considerazione che si tratta di un Pronto Soccorso efficiente ed efficace a “tutto tondo”,

Dal o Punt alla ta nasci pedia Orto rgica chiru dotato di pari professionalità e attrezzature rispetto a quello di Vicenza, collegato a quest’ultimo in telemedicina e quindi in grado di rispondere in modo appropriato alle richieste degli utenti. Alcuni lavori di minima sono stati fatti e si è ora in attesa delle autorizzazioni necessarie per i lavori rimanenti, che dovrebbero essere comunque di imminente arrivo. Il piano della Regione prevede per l’ospedale di Noventa la specializzazione nella riabilitazione. Che scenario si apre?

Corriere Vicentino |

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L’Ospedale di Noventa verrà ampiamente compensato dalla “perdita del Punto nascita” con l’attivazione di un Punto ortopedico a valenza chiurgica mininvasiva, già condiviso con il neo Direttore dell’Ortopedia di Vicenza, e che riguarderà prioritariamente il ginocchio e la spalla. Parimenti si prevede di attivare 15 posti letto di Riabilitazione così da dotare, anche l’area del Sud est, di una struttura post degenza ospedaliera. Inoltre saranno attivate una serie di prestazioni sanitarie che andranno a sviluppare l’area delle degenze di ricovero ordinario, diurno e quelle a valenza ambulatoriale. L’invecchiamento della popolazione porta ad un aumento di casi di bisogno e assistenza. Verranno creati nuovi posti letto? L’invecchiamento della popolazione non deve essere letto “tout court” come un bisogno di aumento di posti letto ospedalieri. Il nuovo Piano sanitario del Veneto restituisce al territorio tutta una serie di competenze, riorganizzando nell’ottica delle variazioni dei bisogni espressi dalla popolazione, che sono mutati negli anni. L’Ospedale di Noventa vicentina, invece, svolgerà un ruolo importante nella rete provinciale a supporto e in sinergia con quello di Vicenza nell’ambito di acuzie e post acuzie.


n o v e n ta

Palazzetti a costo zero

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oventa Vicentina capoluogo berico dello sport. Sarà così? Con la costruzione dei due nuovi palazzetti sportivi, in via Frassenara e in località Saline, il Comune ci prova. “Nel maggio 2010 - spiega l’assessore Carmine Coppola - l’Amministrazione ha stilato un progetto preliminare per rispondere alle associazioni sportive e alle scuole, le quali necessitavano di strutture polivalenti. Le due opere sono state realizzate in questo anno e mezzo. Manca solo il collaudo finale e a marzo ci sarà l’inaugurazione. I palazzetti saranno a disposizione sia delle scuole (quello di Saline servirà la scuola primaria che conta oltre 100 bambin) sia delle associazioni sportive”. I costi? L’architetto Silvia Burato,

dell’ufficio tecnico del comune ci illumina: “Sono stati spesi 1.337.000 euro di importo lavori a base d’asta per il palazzetto in via Frassenara, mentre per quello in località Saline la spesa è di 1.387.000 euro”.

L’inaugurazione è prevista per il mese di marzo

La parte più interessante: come sono state finanziate le due opere? “Da subito l’idea è stata quella di costruirle con un impianto fotovoltaico di copertura - risponde Coppola -.Verificando i numeri, si era visto che la resa economica dell’impianto copriva la spesa dell’opera. Da questo è nata l’idea di partecipare alla gara pubblica Leasing in Costruendo, che prevedeva

di SILVIA MACULAN

la presenza nel gruppo esecutore dei lavori di una banca che anticipava la somma dovuta. In questo modo il Comune potrà restituire con rate annuali il dovuto, pari all’incasso che avrà con la resa del fotovoltaico. Siamo l’unico comune in Italia che è riuscito a sfruttare l’energia rinnovabile per realizzare opere a costo zero”.


n o v e n ta

Il Gal non si ferma di SILVIA MACULAN

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el biennio 2010-11 il Gal Terra Berica ha concesso oltre due milioni di euro di contributi dell’Unione Europea attraverso il Piano di Sviluppo Rurale. Chiariamoci le idee: come funziona il piano? Tramite l’intervento della Regione Veneto vengono presentati dei bandi, in base ai quali vengono assegnati ai vincitori i contributi europei. Quindi vale l’equivalenza: a ogni azione corrisponde un bando, e questo fino al 2013. Da dove nasce l’idea del Piano? Dalla necessità di strategie di sviluppo territoriale. Giovedì 2 febbraio è stato presentato, a Villa Barbarigo di Noventa Vicentina, il lavoro svolto ed i progetti per il nuovo anno. Questi hanno coinvolto diversi settori: le aziende agricole, le microimprese di artigianato e vendi-

ta dei prodotti del territorio, gli enti di formazione e gli enti locali, le fattorie sociali. Il cammino del Gal Terra Berica non si ferma e molti sono gli obiettivi per il nuovo anno. Oltre alla creazione e al consolidamento delle fattorie polifunzionali, dell’ospitalità turistica (agriturismi e b&b) e lo sviluppo delle microimprese, verranno messe a disposizione nuove risorse finanziarie per incentivare le attività turistiche. In particolare si punterà alla tutela e alla riqualificazione del patrimonio rurale tramite l’impulso alla ristrutturazione attraverso interventi di tipo a rc h i t e t t o n i c o culturale. Una novità è la

possibilità di cooperare con altri partner (GAL nazionali e Stati Europei) per la promozione del territorio attraverso la produzione di eventi, convegni, e percorsi (forse verrà finalmente tracciato il percorso del Palladio).

Forse sarà tracciato il percorso del Palladio

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sossano

Così sfidiamo facebook

di LAURA ZARANTONELLO

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uante volte vorremmo ripercorre un giorno trascorso, provando le stesse, originali, emozioni di allora? E chi non ha mai avuto il desiderio di sondare nel passato gli eventi più importanti della propria vita? Immaginate un diario che annoti autonomamente, senza il nostro contributo, ogni istante vissuto, ed ecco “Evertale”. Non è famoso quanto Facebook, ma le premesse per diventare uno degli aggregatori sociali più “cool” ci sono tutte. Compresa quella che vede coinvolta nell’iniziativa l’azienda di investimenti Mangrove, il colosso belga che a suo tempo finanziò Skype. Un traguardo significativo per Mat-

teo Danieli. Laureato in ingegneria delle telecomunicazioni, dopo varie esperienze lavorative, accademiche e aziendali, oggi, assieme ai suoi due partner guida l’azienda Evertale nella capitale danese. Una decina di dipendenti lavora allo sviluppo e alla definizione di questo prodotto che si basa sulla geolocalizzazione: tutte le azioni dell’utente (ad esempio messaggiare, chattare, scattare foto ma anche fare la spesa e andare al lavoro) vengono registrate e riportate in una mappa che colloca geograficamente ogni singolo istante, evidenziando gli eventi salienti come un viaggio o una ricorrenza particolare. “La scintilla è scoccata durante un viaggio in Indonesia con i miei coin-

Cosa c’è in agenda?

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ettimane intense quelle che ci aspettano al Cinema Teatro Aurora: il 23 febbraio tocca alla proiezione di “Tomboy”, il primo marzo a “This Must be the Place”, l’8 a “Io sono lì”, mentre il 16 andrà in scena la commedia “El senatore volpon” e il 23 “Arlecchin Tartufo”; la visione di “Carnage” giovedì 29 chiude il ciclo. Le proiezioni inizieranno alle 20.30, le commedie alle 21. Ogni spettacolo è gratuito. f.t.

Corriere Vicentino |

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quilini e grandissimi amici Francesco e Luca – spiega Matteo -. Dopo un lungo tragitto, pensai a quanto sarebbe stato emozionante rivivere su una mappa il percorso e la diversità degli ambienti che in poche ore avevamo attraversato”, spiega il 27enne sossanese. “Dopo aver elaborato meglio questa prima riflessione, abbiamo deciso di intraprendere l’avventura imprenditoriale, elaborando ilbusiness plan e il prototipo da illustrare alle varie aziende investitrici”. E dopo molti sacrifici i risultati sono arrivati: il sì di Mangrove, le prime assunzioni, i primi utenti e via via un’applicazione sempre più definita e funzionale, che a breve verrà definitivamente lanciata nel mercato e farà sicuramente parlare di sé. Certo, essere in Danimarca è tutto molto diverso: a determinare il successo di una persona, indipendentemente dalla sua posizione sociale, è il genio. Ma chi conosce Matteo sa bene che il suo spirito imprenditoriale sarebbe emerso comunque.

Servizio trasporto

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Amministrazione comunale e l’associazione “In cammino” ricordano che è disponibile un servizio di trasporto presso le strutture ospedaliere, che costerà agli interessati soltanto il rimborso del carburante utilizzato per gli spostamenti; il servizio include, ovviamente, i disabili, per i quali è a disposizione un mezzo attrezzato. Per ogni informazione, contattare l’ufficio Cultura del Comune. f.t.


orgiano

Al lavoro per la natura di silvia maculan

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e anche Bruxelles se n’è accorta, è il caso che anche noi apriamo gli occhi! LIFE Colli Berici, un progetto ampio che sta investendo moltissimo sui nostri territori, specie nel comune di Orgiano continua con i “lavori in corso”. Tra un paio d’anni sarà possibile passeggiare lungo sentieri ben battuti, tra i profumi ed i colori che solo queste zone sanno regalare, visitare una piccola area destinata alla riproduzione di specie animali, imparare a conoscere e amare queste terre. All’interno del comune di Orgiano due sono le zone coinvolte. La prima si trova in via Fornetto, verso Monte Molinetto, nell’area collinare, dove sono previsti interventi di manutenzione straordinaria su 9 km di sentieri, di ripristino del materiale e messa in sicurezza dei sentieri già esistenti. I lavori sono per lo più di

sistemazione forestale: si stanno decespugliando alcune aree, togliendo erbacce e piante fastidiose per la flora locale. Un’altra area coinvolta è il Palù, sulla strada verso San Germano. Gli interventi consistono nella risagomatura scolo dei canali Liona e quelli minori attigui, e nel ripristino di habitat naturali. Si consentirà ad alcune specie vegetali e alla bifauna di riprodursi (la specie rana latastei ed altri anfibi). Questo porterà alla creazione di un habitat favorevole anche ad altri insetti ed uccelli. L’area è stata scelta per la vicinanza ad un pioppeto, 4 ettari già utilizzati dal Comune per scopi energetici, che aiuta la creazione di un’area umida, ideale per un nuovo ecosistema. Il Comune ha messo “solo” 12.000 euro, il resto sarà finanziato, per 70.000 euro dal Progetto LIFE, mentre i lavori di progettazione ed i costi in aggiunta arriveranno dal Consorzio di

bonifica Alta Pianura Veneta. “È una grandissima opportunità, da soli non avremmo mai potuto farlo - spiegano il sindaco Marco Zecchinato e l’assessore Daniela Rapetta - . Si tratta di un miglioramento sia per una funziona naturalistica sia per la fruizione per i turisti e i residenti. Con LIFE andiamo a definire una cosa che è già di pregio. Pensiamo ad esempio all’unico intervento in Val Liona: in una zona agricola i contadini potranno continuare ad irrigare i loro campi nel pieno rispetto dell’ambiente. In questo caso i canali di irrigazione diventano il top dell’integrazione tra le attività dell’uomo e la natura”.

LIFE+ Colli Berici Natura 2000 è uno strumento finanziario dell’Unione Europea. Copre il 50% delle spese e sono gli altri Enti territoriali e locali proponenti a cofinanziare le opere previste.

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Nuovo looK... di silvia maculan

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La scuola dell’Infanzia dopo la prima tranche di lavori. Gli altri interventi in programma riprenderanno con la bella stagione.

i bambini e mettere i locali a norma di sicurezza. È stato costruito un ascensore panoramico esterno, sostituiti i serramenti e messi a norma, si è proceduto a stendere il termointonaco isolante per 5 cm, ottenendo una situazione di maggiore comfort. Il tetto è stato risistemato sull’intera struttura e, cosa ancora più

in modo che anche il pullmino che porta a scuola i bambini possa girarsi con estrema sicurezza senza fare manovre azzardate. Posizioneremo il pavimento sulla gradinata e sistemeremo un po’ il verde. Vorremmo montare un gazebo nel giardino dove poter svolgere attività anche nei mesi più caldi”.

Sorsi d’autore: vino dei Berici e libri

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rosegue la rassegna culturale organizzata da Biblioteca, assessorato alla cultura in collaboraione con l’associazione Terre Narranti e la compagnia teatrale “La valigia” Il 17 marzo sarà presentato il libro”Sgrisole d’autore” e il 30 marzo “Il buon soldato Luigi Turatto”. Il tutto accompagnato da delustazione del vino dei Berici... Appuntamento alle 20.45 in Municipio.

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a prima tranche di lavori è terminata. Il progetto che sta seguendo il Comune è di riqualificazione dell’edificio della scuola dell’infanzia Maria Immacolata, con lo scopo di raggiungere una migliore qualità per

importante, sostituito il pavimento interno con quello antishock, con gomma e pvc, in grado anche di evitare la dispersione del calore. “Il cantiere riprenderà con la bella stagione - spiega il sindaco Marco Zecchinato - Faremo interamente i servizi igienici, gli accessi pedonali e carrai,


pojana

Occhi Puntati di luca trissino

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Pojana sono già state posizionate tre delle undici telecamere anti criminalità: in un lampione della rotatoria che collega il centro del paese a Noventa, in via Caldumare davanti a un’attività commerciale, e nell’incrocio tra via della Pace e via Giovanni XXIII. L’installazione delle telecamere di videosorveglianza proseguirà nei comuni dell’Unione ed entro la fine di marzo saranno messe in funzione e collegate in rete 3 telecamere a Cagnano, 9 ad Orgiano, 4 ad Alonte e 3 ad Asigliano. Tutte le immagini verranno inviate al Comando di Cagnano. “L’obiettivo è principalmente uno: la sicurezza. Le telecamere non servono

a dare multe come molti credono – spiega il sindaco di Pojana Maggiore Gabriele Cavion – Hanno la funzione di individuare i rapinatori, in particolar modo le targhe delle loro macchine nelle entrate al paese, di dissuadere i male intenzionati, di rilevare i furti. Per questo sono state collocate nei punti critici, in particolare nelle strade che permettono di entrare nel paese, davanti alla chiesa, e nelle imme-

villaga

Torna la marcia di manuel mantoan

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iamo al giro di boa di questo inverno rigido e, ai primi assaggi primaverili, torna la voglia di sport e di socialità. Con la fine di febbraio si apre, anche nell’Area Berica, la stagione delle marce non competitive e tra i primi appuntamenti in programma si segnala il ritorno della Marcia dei Bujeli, che trae il suo nome dall’e-

spressione con cui vengono definiti i “brusamarzo” (falò di marzo), una pratica che appartiene alla nostra tradizione locale. Complice forse anche il simpatico disegno realizzato da Mauro Modenese e riportato nel logo della marcia, nelle due precedenti edizioni il format podistico ha registrato un notevole successo di partecipanti, come testimonia l’ideatore Francesco Dal Maso: “Abbiamo avuto un incremento di presenze passando da 1200 a 1900 iscritti e questo ci ha dato ancora più motivazione per preparare la terza edizione”. Le novità non mancheranno nemmeno quest’anno, a partire dai percorsi. “Abbiamo accolto le richieste dei podisti – meno asfalto e più sentieri collinari – e questo ci permette di sfruttare i versanti più esposti al sole, ricchi di punti panoramici Corriere Vicentino |

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diate vicinanze di negozi e attività commerciali”. La piccola criminalità è un’emergenza nel territorio? “La delinquenza è ciclica, non concentrata nel comune e nemmeno costante. Ultimamente si registra una lieve diminuzione dei furti, anche se negli ultimi anni un bar del centro è stato visitato dai ladri ben 13 volte. Inoltre la mancanza di posti di lavoro può creare situazioni di disagio sociale e quindi favorire la diffusione della criminalità, perciò è meglio prevenire”. I cittadini hanno richiesto una maggiore sicurezza? “Tutti la richiedono e la Regione ha fornito all’Unione dei Comuni 200 mila euro sui 260 mila necessari per le telecamere. L’intervento in questo modo pesa poco sulle casse comunali, ma assicura al paese un alto tasso di sicurezza”.

mozzafiato”. Oltre ai consueti percorsi di 7, 12 e 20 km, è confermato anche in questa edizione quello di 30 km che oltre a Villaga e Barbarano toccherà anche Mossano. L’appuntamento è per il 4 marzo, con partenza dalla chiesa di Villaga dalle ore 7.30 alle 9.30. Servizio navetta dalla zona industriale, lotteria con premi messi in offerta dagli esercenti locali e ricchi punti di ristoro. Garantita anche la presenza della Protezione Civile, dei volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri e della SOGIT per rendere sicuro questo evento.


va l l i o n a

Indietro nel tempo caduti nelle due guerre e dell’immigrazione del dopoguerra, ma anche na costante ricerca delle tedella scuola e molto altro. Il probabistimionianze storiche sulle le titolo sarà: “Per non dimenticare... tracce del passato, e la vomai”. lontà di raccontare e tramandare la Sarà stato un gran lavoro raccogliere conoscenza del proprio territorio. tutte queste informazioni. È questa la grande passione che ha Non è stato facile, soprattutto per la spinto Rizzerio Franchetto e Carmeraccolta di testimonianze dirette che la Bressan, coppia di ex insegnanti per noi sono molto importanti, perchè permettono di vedere la storia attraverso una prospettiva più umana. Abbiamo anche consultato vari documenti antichi, studiato le vecchie cartine e i toponimi locali e fatto ricerche archeologiche sui siti più importanti della vallata. Ovviamente molte informazioni sono affiorate ricordando la Nella foto il sottotentente Giovanni Brunello, nostra infanzia. originario della Val Liona, caduto al primo attacco sul Carso Perchè è importante non dimenticare mai? elementari, a dedicarsi alla storia Ricordare la storia vuol dire sapere locale di Villa del Ferro e della Val chi siamo e da dove veniamo. I gioLiona. vani di oggi non sanno apprezzare Partiamo dalla vostra prima fatica. fino in fondo molte cose perchè non Nel 2001 abbiamo pubblicato “Villa sanno quanto i nostri avi hanno lavodel Ferro: dentro la Val Liona”, un rato e patito per ottenerle. Non bisovolume che raccoglie secoli di storia gna dimenticare per non commettere della vallata dai primi insediamenti gli stessi errori di chi è venuto prima al medioevo, passando per l’età dei di noi, ma anche per ricominciare ad Comuni fino alle guerre mondiali. amare il proprio territorio. Per queState lavorando a un nuovo libro? sto la conclusione del nostro primo Siamo in dirittura d’arrivo con una libro contiene un invito ai lettori a ricerca che tratta principalmente dei continuare la nostra ricerca. di francesco meneghini

U

E

Rassegna cinematografica

cco il programma del Cineforum organizzato dall’Assesorato alla Cultura e dalla Biblioteca di San Germano dei Berici. Si inizia lunedì 27 febbraio con “Habemus papam”. Seguiranno, i lunedì successivi, “Le donne del 6° piano”, “L’ospite inatteso”, “Nella valle di Elah”, “La donna che canta”. La rassegna gratuita si terrà nella Sala della comunità con inizio alle 20.30.

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Gioiello ritrovato

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opo un attento e meticoloso restauro durato mesi è stata ricollocata nella sua sede originale, sopra l’altare maggiore della chiesa parrocchiale di San Germano dei Berici, la magnifica pala opera del pittore veneziano Giambattista Pittoni. Il dipinto, risalente al 1723 e vero e proprio gioiello artistico, ha subito interventi di pulitura, riadattamento del telaio e operazioni di fine restauro che hanno restituito l’antico splendore dei vivaci colori. Splendido esempio del rococò europeo, il quadro raffigura la Madonna con bambino e i Santi Giuseppe, Pietro e Paolo, più la figura del patrono S.Germano. L’inaugurazione si è tenuta la sera di domenica 12 febbraio all’interno della chiesa, e ha visto la partecipazione del direttore del Museo diocesano mons. Francesco Gasparini, che dopo aver celebrato la messa ha descritto con entusiasmo le caratteristiche dell’opera. È intervenuta anche la dottoressa Alessandra Sella, che ha curato il restauro e ha descritto tutti i lavori tecnici svolti sul quadro. A rendere il clima dell’inaugurazione ancora più intenso, gli intermezzi musicali del violino solista suonato dal maestro Stefano Antonello. f.m.


barbarano

Non abbiamo paura dello straniero di silvia maculan

Dicono che quando il cambiamento arriva dal basso è il vero sintomo di una società che si modifica e trasforma. È proprio quello che sta succedendo in un piccolo comune come Barbarano Vicentino, circa 4.600 residenti dei quali oltre 650 sono stranieri. Le molte richieste di integrazione che arrivano dal tessuto sociale, sia da parte degli autoctoni sia dei nuovi arrivati, ci fanno intendere che il tempo va interpretato, molto più dei grandi gesti che ci arrivano dai mass media o dai governi.

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a situazione non è sempre semplice, la crisi economica ha investito anche molte famiglie straniere residenti, che spesso a causa della perdita del lavoro del capofamiglia si sono ritrovate ad affrontare gravi difficoltà. Nelle scorse settimane una famiglia marocchina, con due minori, si è ritrovata sfrattata e l’Amministrazione comunale l’ha ospitata per una notte all’interno della palestra. Attualmente vivono in un appartamento provvisorio di un privato che si è proposto, a carico del Comune. “Non vogliamo che questo episodio sia considerato un esempio, ma era una situazione difficile. Molto spesso in questi casi le famiglie rifiutano il rimpatrio e ovviamente vogliono rimanere unite. Allo stesso tempo noi non possiamo permetterci di mantenerli. Molti stranieri vengono a chiedere mensilmente dei contributi ma cerchiamo sempre lo scambio, magari di impiegarli nei lavori socialmente utili o in altri progetti per la provincia” spiega il Sindaco Roberto Boaria.

una rete di sostegno Anche alla Caritas parrocchiale si rivolgono molti immigrati, ma “possiamo dire che molti sono gruppi ben organizzati. Se una famiglia si trova in difficoltà si aiutano tra di loro, vengono ospitati, ecc. Troviamo

positivo che si rivolgano a noi per un sostegno, anche se prettamente economico. Spesso sono di religione musulmana e notiamo che da entrambe le parti si cerca di abbattere i preconcetti” aggiunge Francesca Fanin, una rappresentante del gruppo. “Abbiamo girato alcuni paesi della provincia, da Arzignano a Chiampo a Noventa Vicentina. Ci siamo fermati a Barbarano perché ci troviamo davvero bene, è un quieto vivere” si racconta il papà di una famiglia senegalese.

I gruppi più numerosi di stranieri presenti nel barbaraneterritorio se provengono dall’ex Repubblica Jugoslava, dall’Albania alla Romania, dal Senegal ai paesi del Maghreb, alla Cina. L’aumento negli ultimi sei anni è stato consistente, oltre il 4%.

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il paese si apre a tutti

A scuola di cinese

Un comune di matrice leghista, ma a quanto pare attento alla realtà e ai bisogni dei cittadini, nella ricerca dell’integrazione e del coinvolgimento. Nel 2011 Fabio Dal Maso, presidente Pro Loco Ponte è stato contattato, tra le altre associazioni, dal Sindaco che richiedeva di far entrare gli immigrati nei gruppi che lavorano sul territorio. Il tutto è rimasto a livello teorico fino a due settimane fa. Perché non utilizzare una festa come il Carnevale, senza partiti né religioni per proporre alle famiglie straniere di fare qualcosa di concreto per il paese? Per questo motivo durante la festa di domenica è stato distribuito un invito a conoscere le associazioni Pro Loco, Sogit, Associazione Fidas, Protezione Civile ed Alpini, a tutte le scuole e famiglie tradotto nelle lingue serba, francese, araba e rumena. “Credo si possa fare di più - spiega Dal Maso -.Tutte le associazioni hanno risposto con uno slancio positivo, abbiamo avuto la necessità di fare un salto di qualità. Se gli immigrati non si presenteranno? Sarà comunque un risultato buono. Molti ci hanno ringraziato, anche solo per aver comunicato in un’altra lingua. Il paese si apre agli altri e a tutti. Questo è già un successo”.

Un caso eccezionale ed unico nel panorama dell’area berica: l’Istituto Comprensivo organizzerà, nella prossima primavera, un corso di lingua e cultura cinese, aperto a tutti, dai 14 anni in su. Ancora in fase progettuale, sono già stati definiti sede (Scuola Primaria di Ponte di Barbarano), giorni ed orari. Al momento sono arrivate una quarantina di richieste. Possiamo considerarlo un contributo alla promozione dell’apprendimento permanente lungo tutto l’arco della vita, di cui si parla molto a livello europeo, ed ecco il motivo per cui una scuola si è decisa ad ampliare l’offerta e ad aprirla alla popolazione. Carlo Vignato, insegnante ma anche incaricato all’inserimento degli alunni stranieri, nonché ideatore, con la me-

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diatrice culturale e docente del corso Zhang Yuhong, ci spiega che “tra le ragioni dell’iniziativa l’integrazione cultural è prioritaria. Si cercherà di suscitare nei giovani la curiosità nei confronti di una realtà in forte crescita dal punto di vista economico e potrebbe rappresentare un’opportunità per il loro futuro lavorativo. Vorrei aggiungere una mia personale curiosità: vorrei capire com’è organizzata la scuola in Cina e come viene insegnata la ma-

tematica. Gli studenti cinesi, nelle diverse indagini internazionali, risultano essere i migliori nella disciplina... Perchè non carpire ed utilizzare qualche loro metodo?”

Il Galà della Magia

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Redi HT: decisione definitiva

na situazione drammatica: un’altra azienda che chiude. Si tratta di Redi HT, una multinazionale belga sita nella zona industriale di Ponte di Barbarano che produce tubi e scarichi civili. Dal 2 febbraio, giorno di presa di decisione, sono avvenute tre interrogazioni: a livello regionale, nazionale ed europeo. L’azienda è all’attivo e gode di una buona situazione, per questo motivo non è nemmeno prevista la cassa integrazione per i dipendenti licenziati. Verrà infatti delocalizzata in Polonia, mentre gli uffici verranno spostati nella sede di Piombino. 43 nuovi disoccupati “il Comune farà la sua parte per evitare che il territorio venga colpito” esprime Boaria, “abbiamo anche incontrato i datori di lavoro ma la decisione è definitiva”. Si rimane con la speranza che questi dipendenti che arrivano dallo stesso comune di Barbarano e quelli limitrofi dell’area berica, vengano davvero riassorbiti da altre aziende vicentine o, per i disponibili, ricollocati nell’azienda toscana, come promette la società. s.m.

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arzo si apre con un grande evento, il Primo Galà della Magia. Sabato 3 marzo, alle ore 20.45 sul palco della Sala Maggiore di Ponte di Barbarano si esibiranno per la prima volta nel paese d’origine del mago Gigi, il gruppo de I.Ma.Gi.A. di cui fa parte, vincitori di premi internazionali, con uno spettacolo che è stato in tournée in tutta Europa e in Cina, Andrea Veronese, Mirco Menegatti e Daniel e Pippa. Maghi, prestigiatori, illusionisti, una sabato sera all’insegna del sogno, per grandi e piccini. Il tutto sarà presentato da un’ex Miss Mamma Italia 2003, Cinzia Sguotti. L’ingresso è gratuito e lo spettacolo sarà di un paio d’ore. s.m.


barbarano

Ho scelto due volte

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ra un giorno come tanti altri, e quel giorno mi chiamò”. Samuele Stocco, studioso e sorridente, amante della storia, dello sport e della bicicletta, eccezionale nelle imitazioni (volete rivedere qualche Papa? Rivolgetevi a lui e vi piegherete dalle risate!), un ragazzo come tanti. Ma ha scelto un’altra vita. Fin dall’età di dieci anni, dopo aver cominciato il servizio da chierichetto ha sempre avuto la consapevolezza di essere amato da Dio e per questo motivo ha scelto di dedicarGli la vita. Entrato in Seminario in prima media, a maggio diventerà Diacono. Mai avuto qualche ripensamento? Nel 2009 mi sono preso quasi due anni sabbatici. In realtà ho continuato a studiare teologia la sera. Ho voluto

fare un’altra esperienza di lavoro per meditare e vedere un’altra realtà e la vita con occhi diversi. Non mi sono mai allontanato dalla mia scelta. Ho semplicemente riscelto. Com’è organizzata la tua giornata? Da settembre 2011 vivo qui nella ca-

La parrocchia non è del prete ma della gente nonica di Ponte di Mossano. La mattina è dedicata allo studio, mentre il pomeriggio ho il tirocinio pastorale, preparo i chierichetti e aiuto i due parroci dell’Unità Pastorale. Le tue aspettative per il futuro? La Chiesa è in continua evoluzione. Dal canto mio, come scrisse Paolo VI, vorrei dedicarmi alla testimonianza nella semplicità. Per me il prete è l’uomo delle relazioni, con un ruolo di accompagnamento. Un altro aspet-

di silvia maculan

to del servizio: essere a disposizione della gente ed operare a seconda delle necessità. Cosa pensi del calo delle vocazioni? Non tutto il male viene per nuocere. La Parrocchia non è del Prete, ma della gente. In questo momento vedo che le comunità cooperano, mettono insieme le risorse, si arricchiscono. Con l’Unità Pastorale ad esempio non si parla di fusione ma unione. Ogni Parrocchia mantiene la propria identità ma con un ampliamento degli orizzonti. Ho molta speranza nella solidarietà e nel lavoro dei laici.



nanto / c astegnero

Il NO di MEDICI E PRO LOCO rivante dal possibile insediamento di Despar, al fine di tutelare la salute nostra e delle future generazioni. Si tratta di sei medici: le dottoresse Francesca Vittorelli, Daniela Zattini e Patrizia Veronese, e i dottori Roberto Fabris, Sante Menegollo e Paolo Bovo. Nella missiva, i medici sostengono che se si continuerà a ragionare in questa logica di mercato, “oltre ad un aumento inevitabile del flusso veicolare, ne verrà inevitabilmente a soffrire l’equilibrio psico-fisico di ognuno di noi, derivato dal vissuto di spazi verdi, poco industrializzati e vicini alla realtà in cui si abita. Se la comunità finirà con il prendere coscienza che la salute non deve necessariamente sottostare ai soli interessi economici, ma trarre forza e giovamento dalla salvaguardia del territorio, daremo ai nostri figli l’esempio e la speranza per un futuro migliore”.

di Manuel mantoan

È

un’epopea senza fine quella che vede al centro delle contestazioni il possibile insediamento del colosso Despar in località Casoni di Longare. Dopo le lettere del Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza e dell’Associazione Strada dei Vini dei Colli Berici, inviate nella scorsa estate al quadrumvirato composto dai sindaci di Longare, Castegnero, Nanto e Montegaldella, è il turno dei medici di medicina generale e del Consorzio Pro Loco Colli Berici, che entrano a pieno titolo nel coro di soprani tenuto in vita dal Comitato Cittadino di Casoni. I MEDICI DI BASE “La salute non deve sottostare agli interessi economici”. Sono pochi, ma forse proprio per questo da elogiare, i medici di famiglia firmatari di una lettera in cui si esortano i quattro sindaci a valutare attentamente l’impatto ambientale e l’inquinamento atmosferico de-

IL CONSORZIO PRO LOCO COLLI BERICI “Chiediamo di difendere il territorio

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e di allontanare questo pericolo” La stoccata più forte arriva dal sempreverde Presidente del Consorzio Pro Loco Colli Berici Lucio Penzo, che senza tanti giri di parole affronta di petto la questione Despar: “Nonostante le vecchie promesse dell’ex Presidente della Provincia (nonché dell’autostrada) Manuela Dal Lago, constatiamo con nostro grande rammarico che ancor prima dell’apertura del tratto autostradale dobbiamo già difendere il territorio da nuovi insediamenti”. A rischio, secondo il rappresentante delle 24 Pro Loco, è la vocazione turistica ed enogastronomica dell’Area Berica, nonché il lungo lavoro svolto dalle associazioni di volontariato per valorizzare i prodotti tipici, per promuovere nuovi itinerari turistici e dare linfa a una economia ecocompatibile che crei veri posti di lavoro. “Sacrificare 120 campi per cosa? Non certamente per l’ambiente e la qualità della vita. Si dice per nuovi posti di lavoro, tutti da dimostrare e comunque di possibile compensazione con quanti se ne perderebbero nel settore turistico, nei prodotti, nella valorizzazione del territorio. Per le casse comunali? Se da un lato ci saranno entrate dall’altro ci saranno più uscite per altre emergenze, per altre problematiche. Per qualche favore? Per qualche immobiliare? Domande che non possono avere risposte plausibili”. E conclude con un appello: “A tutti e quattro i sindaci chiediamo di difendere il territorio, di promuovere la qualità della vita e di allontanare questo pericolo”.


nanto / c astegnero

Taglio del nastro di manuel mantoan

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ono trascorsi più di tre anni dall’approvazione del progetto esecutivo all’ultimazione della ciclo-pedonale che da Noventa porta a Longare (circa 24 chilometri asfaltati) e si congiunge poi con la pista che porta a Vicenza, ma è giusto ricordare che in questo arco di tempo ci sono stati vari eventi che hanno portato all’interruzione dei lavori:

bici, su pattini in linea o skateboard. C’è anche chi vi pratica sport come il nordic-walking, il fit-walking per arrivare fino allo skiroll (sci su rotelle). Altro aspetto da non sottovalutare è che molte persone hanno già iniziato a lasciare la macchina in garage e ad andare a lavorare in bici, con il duplice vantaggio di non inquinare e di fare attività fisica. In questi mesi sono circolate voci su una probabile inaugurazione dell’o-

ciclisti sarà da Vicenza intorno alle 9.30 del mattino. L’inaugurazione ufficiale con taglio del nastro avverrà a Longare o a Castegnero e poi ad ogni comune si aggregheranno nuove persone e autorità. L’arrivo è previsto intorno alle 12.30 a Noventa Vicentina, dove ci sarà un pranzo comunitario organizzato dalla Pro Loco. Nel frattempo, la nuova pista ciclopedonale è già transitata sul web, con la nascita di un blog interamente dedicato a questa nuova infrastruttura: si chiama “Ciclabile Riviera Berica” ed è visitabile all’indirizzo www.rivieraberica.net.

Gelo siberiano

Tratto asflatato e archetti con segnaletica alla nuova rotatoria di Castegnero

la risoluzione, da parte del Comune di Castegnero, del contratto con la prima ditta vincitrice dell’appalto, due inverni (periodi in cui normalmente non vengono effettuati lavori di asfaltatura) e non ultime le piogge torrenziali culminate con l’alluvione del novembre 2010. Ciononostante, la pista ciclo-pedonale Noventa-Vicenza o, come pare si voglia chiamare, “Ciclabile RivieraBerica”, dalla fine dell’estate 2011 è utilizzabile e vi si praticano già le più svariate attività, partendo dalla classica passeggiata alla corsa, a piedi, in

Val Liona

pera in occasione della 5ª Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, che si celebra domenica 4 marzo. “In realtà – spiega il Presidente del GAL e Vicesindaco di Noventa Carlo Alberto Formaggio – nonostante la volontà fosse di far coincidere i due eventi ci siamo resi conto che l’organizzazione richiede tempi più lunghi, pertanto in accordo con gli altri sindaci abbiamo deciso di inaugurare la nuova ciclabile domenica 20 maggio”. Stando al programma in corso di definizione, la partenza di podisti e

Sossano

Agugliaro

foto di Silvia Maculan

Cartoline dall’Area Berica


Economia

economia

Italiani

evasori di Elisabetta Badiello, Marco Ferrari, Marco Piazza

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a nostra provincia è salita alla ribalta delle cronache nazionali proprio grazie alle operazioni messe a segno dalla Finanza. “Provincia di evasori” è stata definita. In Italia sembra che l’atteggiamento nei confronti delle tasse sia soprattutto una questione antropologica. Il governo precedente è arrivato addirittura a legittimare l’evasione. Berlusconi infatti passerà alla storia, tra le altre, per aver in più occasioni giustificato l’evasione come legittima difesa del cittadino contro lo Stato vorace. Qualcosa però sta cambiando. Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate cominciano a

Corriere Vicentino |

84 | Economia

dialogare con le altre amministrazioni. Mettere a sistema le informazioni di cui dispongono enti e istituzioni e incrociarle tra loro, rende possibile evidenziare le incongruenze tra reddito e tenore di vita. Le operazioni delle Fiamme Gialle sul territorio nazionale, seppur tacciate di spettacolarizzazione, hanno fatto percepire che chi cerca…trova! Le stesse campagne d’informazione televisive assimilano l’individuo evasore a una serie di altre sgradevoli creature definendolo “parassita della società”. Forse qualcosa sta proprio cambiando. Cosa accade all’estero?


stati uniti d’america Cina

Il Daily Mail, celebre tabloid britannico, poco più di un anno fa, titolava: “China, where you can be shot for tax evasion” che, più o meno, suona “Cina, dove puoi esser fucilato per evasione fiscale”. Il titolo è certamente d’effetto, ma ancor più lo sono le foto di un prigioniero inginocchiato davanti al boia armato di fucile. Drammatica è la sequenza fotografica dell’esecuzione. Seppur sia evidente come questo modello legislativo e giudiziario non sia da prendere ad esempio, è fin troppo chiaro quanto il governo cinese consideri grave il reato di evasione fiscale. Per dovere di cronaca le condanne a morte per evasione fiscale sono rare e legate a frodi di dimensioni considerevoli.

Regno unito

Il diritto tributario inglese nasce ogni anno con la legge di Bilancio, in quanto non esiste una disciplina generale che regola i rapporti tra i cittadini e il fisco. Da dieci anni esiste il reato di frode fiscale, che prevede una pena fino a sette anni di reclusione. Inoltre, la Gran Bretagna ha rinforzato i controlli anche sui piccoli evasori, dopo anni di contrasto ai grandi evasori. Per cambiare la mentalità della gente, il governo ha creato un numero verde che i cittadini possono chiamare per segnalare frodi o tentativi di frode. Inoltre, il Governo ha cominciato a pagare degli informatori per ottenere notizie su cittadini inglesi sospettati di evasione fiscale in altri paesi (ad esempio in Liechtenstein).

Non è notizia nuova che anche oltreoceano gli Stati Uniti abbiano dichiarato guerra a chi cerca di distrarre somme al fisco. A sottolineare l’attenzione verso i reati fiscali basti ricordare che il mafioso Al Capone fu incastrato e assicurato alla giustizia per non aver pagato quanto dovuto al fisco. Con la globalizzazione, la lotta all’evasione, per essere efficace, deve poter superare i confini nazionali. In questo senso i governi di Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito hanno sottoscritto il “Foreign Account Tax Compliance Act” (Fatca). In sostanza l’accordo prevede che le banche dei paesi aderenti debbano controllare i loro clienti contribuenti americani e segnalare attività finanziarie superiori a 50.000 dollari. L’accordo però, al momento, non è reciproco, quindi l’Italia non potrà pretendere lo stesso comportamento dagli altri Paesi aderenti. Chi dovesse cercare di sottrarsi al fisco statunitense dovrà far i conti con un dato poco invitate: la reclusione media per reati fiscali negli USA è di 39 mesi.

Francia

La legislazione francese è una di quelle più propense a concedere deduzioni e detrazioni, una volta calcolate le tasse. Le famiglie in Francia beneficiano del quoziente familiare, secondo il quale l’imposta sul reddito colpisce gli introiti familiari totali: marito e moglie presentano un’unica dichiarazione applicando le deduzioni previste per i componenti della famiglia. Nell’ultimo anno gli evasori fiscali sono finiti nel mirino del Governo che ha previsto un inasprimento delle sanzioni. Sono state rinnovate una serie di leggi, con l’intenzione di stringere le maglie dello Stato contro le grandi frodi e i paradisi fiscali, colpendo in modo particolare i recidivi. In alcuni casi la lotta all’evasione viene fatta attraverso delle inchieste sullo stile di vita, condotte dall’Agenzia delle entrate francese, che può chiedere qualsiasi informazione alle banche.

Corriere Vicentino |

85 | Economia

germania

Il sistema di tassazione tedesco è articolato sui tre livelli statali: il governo federale, i governi regionali e i governi dei comuni. Negli ultimi anni la Germania ha approvato una nuova normativa per combattere l’evasione fiscale che consente un più specifico controllo, in particolare attraverso l’impiego di unità specializzate nell’attività ispettiva, con un inasprimento delle sanzioni. In particolare, dal 2008 la Germania acquisisce anche da enti privati una serie di informazioni (famoso fu il caso degli evasori che avevano aperto conti in Svizzera): dopo questo intervento sono aumentate in maniera esponenziale le autodenunce degli evasori tedeschi (in Germania l’autodenuncia non comporta condanna penale).


DI GI GI TS

di marco ferrari

10 domande a:

ivan cocco

60,7

milioni di abitanti della Repubblica Italiana.

1987

.it

l’anno in cui il Centro Nazionale delle Ricerche registre il primo dominio internet italiano.

6% -89,2 crescita stimata nel 2012 del PIL in Africa.

La classe media crescerà fino a 60 milioni di persone che potranno spendere fino a 3000 dollari pro-capite, molto se si considera che gran parte dell’Africa vive ancora con poco più di 2 dollari al giorno.

gradi centigradi

è la temperatura più bassa mai registrata sulla terra. Era il 21 luglio del 1983, a Vostock, in Antartide. In Italia la temperatura minima registrata è stata di -47 gradi, a Busa di Manna, sulle Pale di San Martino, in provincia di Trento.

250.000 è la media di nuove registrazioni giornaliere su Facebook.

75-100 miliardi di USD è il

valore stimato di Facebook che sbarcherà in borsa nel mese di maggio.

6

le canzoni cantate da Celentano alla prima serata del Festival.

di elisabetta badiello

Ivan Cocco, 38 anni, dal 1989 lavora nell’azienda di famiglia, la Idee Cocco Italia. Una realtà, tra le poche aziende in Italia, che produce guanti e indumenti anticalore impiegati per le attività di saldatura e fonderia e utilizzati anche dai Vigili del fuoco e dalla Protezione Civile. Ivan si occupa della progettazione e segue anche il settore commerciale del gruppo Idee Cocco. Arrivata a festeggiare i quarant’anni, forte della leadership sul mercato italiano, l’azienda comincia a guardare all’estero con precisi progetti di espansione. Sposato, ha due figli. Le sue passioni sono il calcio e lo sci che pratica per staccare dalla routine quotidiana.

Imprenditore fa rima con... camaleonte: deve essere in grado di rinnovarsi e cambiare molto velocemente. Personaggio economico del momento? Mario Monti Un’azienda non può trascurare... le esigenze di mercato. Non ci si può considerare mai “arrivati”. Da uno a dieci come sarà il 2012? 6, con speranza. Il mio motto: con pazienza e con fatica… Diesel, Benzina o auto Elettrica? Elettrica Contanti o Bancomat? Tutti e due Ha l’account in Facebook? Sì, ma lo uso poco Immobili, obbligazioni, fondi comuni. Dove investirebbe il suo denaro? Nella mia azienda, primo perché ci credo e secondo perché in questo modo non posso dare colpe a nessuno per gli investimenti sbagliati. A chi entra nel mondo del lavoro oggi direbbe… di essere flessibili e disposti a fare qualsiasi lavoro, perché al giorno d’oggi bisogna tornare a fare anche i lavori più umili pur di lavorare e portare a casa lo stipendio.

Corriere Vicentino |

86 | Economia


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Calcio serie a

sport

A

Vicenza ha lasciato decisamente il segno. In quattro anni di panchina ha scritto la storia: 1995 promozione in serie A, novembre 1996 primo posto in classifica davanti alle grandi, 1997 vittoria in Coppa Italia e 1998 Coppa delle Coppe semifinale col Chelsea. Francesco Guidolin, trevigiano di Castelfranco, classe 1955, appassionato di ciclismo, per Vicenza è stato l’allenatore dei miracoli. Ora si sta ripetendo a Udine, dove era approdato dopo i quattro anni biancorossi e dopo aver guidato Bologna, Palermo (richiamato per 4 volte da Zamparini), Genoa, Monaco e Parma. A Vicenza è arrivato nel 1994 dopo l’esonero di Bergamo. Qui ha vissuto la prima serie A e la prima avventura in Europa. E un po’ di biancorosso gli è rimasto nel cuore. Al Menti non torna da un po’. Ma sa già quando lo farà. “Da pensionato verrò a godermi qualche partita – spiega Francesco Guidolin – a fare il tifo e a ricevere l’omaggio della gente che mi ha sempre voluto bene. Abbiamo costruito qualcosa di speciale e lo sarà sempre di più. Come entrare nel mito, nella leggenda”. Una storia davvero eccezionale. Ricordo lo scetticismo iniziale, quando non riuscivamo tanto a ingranare. Poi sono arrivati i gol e la cavalcata verso la promozione, fino alla partita contro il Cesena e alla festa per la serie A: il Menti tutto biancorosso, i ragazzi con i capelli dipinti… In tanti momenti lo stadio si è trasformato in un teatro pieno di entusiasmo, di voglia di esultare, di esserci. Ricordo la prima partita a San Siro contro l’Inter, la serie A, il primo posto. E poi la Coppa Italia, la Coppa delle Coppe. I viaggi

Guidolin, il pro provincia con Caltran e Galli, i miei amici e collaboratori più fidati, e il dottor Fanton e i ragazzi, tutti quanti. E poi il ricordo più bello: il mio ultimo giorno. Gli applausi, il giro di campo, tutto quell’attaccamento della gente. Un momento fantastico. Qual era il segreto di quel Vicenza? La voglia di arrivare di tutti, di stupire, di fare cose straordinarie. Non ci accontentavamo mai. Siamo stati protagonisti. Abbiamo alzato al cielo un trofeo nazionale, cosa che nessuna “piccola” ha più fatto. Sono stati anni meravigliosi e ne sono molto orgoglioso. Ero alla guida di una squadra che ha stupito l’Italia e l’Europa. Una piccola realtà arrivata alle soglie del paradiso. Ricordo con affetto tutti i giocatori. Avevo dei ragazzi con i quali era facile lavorare e 4-5 esperti che percepivano il messaggio che partiva da me e lo trasferivano nello spogliatoio. Questo ha reso più semplice il mio lavoro. E’ una fortuna per un allenatore avere un giocatore così e io ne ho trovato più di uno. Ma quella semifinale di Coppa delle Coppe col Chelsea... Nessun rammarico. Fui criticato per la formazione troppo offensiva di Londra, ma eravamo andati in vantaggio e se l’arbitro non ci annulla il 2 a 0 di Luiso per loro sarebbe stata dura. Siamo andati ad un passo da una finale europea e potevamo giocarcela. Questo sì mi dispiace, non per la squadra che ho schierato. Si vede che era scritto così. Il rapporto con città e tifoseria? Bellissimo. All’inizio c’era un po’ di scetticismo nei miei confronti, giustamente. Venivo

Corriere Vicentino |

88 | Sport


Calcio serie a

ofeta della di luisa nicoli

da un esonero e non avevo grandi esperienze. Poi è stato un conquistarsi l’un l’altro. Ricordo la città, le mie passeggiate, i cori. Io a Vicenza mi sono sempre sentito un re, la tifoseria mi ha fatto passare momenti eccezionali. Quattro anni irripetibili? No, se si coniuga tutto nello stesso momento. La squadra con certi valori, il tecnico, la società che ti spinge ad ottenere il risultato. E’ difficile trovare quella coesione con l’ambiente, con l’allenatore giusto. Ci vogliono diverse componenti che funzionino, così si crea uno stato di grazia che rende possibile arrivare a qualcosa di straordinariamente importante. La scelta di lasciare Vicenza? Ho capito che erano anni irripetibili. Nel 1998, in serie A, siamo andati avanti in Coppa delle Coppe e in campionato non abbiamo sofferto, però non potevamo tenere le due competizioni. Capivo che un altro campionato avrebbe rischiato di far sfiorire tutto e così ho preferito andarmene. Scelta difficile? Sì, è stato molto complicato decidere di andare via. Capivo che lasciavo un ambiente che mi adorava.

Squadre allenate: 1988 - 1989 1989 - 1990 1990 - 1991 1991 - 1992 1992 - 1993 1993 1994 - 1998 1998 - 1999 1999 - 2003 2004 - 2005 2005 2005 - 2006 2006 - 2008 2008 - 2010 2010

Giorgione Treviso Fano Empoli Ravenna Atalanta Vicenza Udinese Bologna Palermo Genoa Monaco Palermo Parma Udinese

Prima pagina della Gazzetta: Guidolin e Gasparin che suonano il violino all’Olimpico, per celebrare il primo posto in A. E l’anno dopo lei con i capelli tinti e l’orecchino blu per scommessa.. L’avevo promesso. Come il balletto l’anno scorso per la Champions League in mezzo al campo a Udine. Ogni tanto mi lascio andare. E’ vero, sono abbastanza lontano da quel clichè. Ma ogni tanto so essere anche sorprendente. Ha ancora un sogno nel cassetto? Certo, se si smette di sognare è finita. Sogno di far bene a Udine, questa è la dimensione più adatta a me. Ho il contratto fino al 2015. Vorrei mantenere questo feeling speciale con la città, con la dirigenza, con i tifosi. Se invece le cose dovessero cambiare, mi piacerebbe allenare in Inghilterra o in Germania. Ho già allenato il Monaco in Francia e si sta bene all’estero a fare il nostro mestiere. Non ci sono le volgarità, le tensioni, le pressioni che ci sono qui. Non credo che allenerò oltre il 2015. Certo nella vita non si sa mai, ma l’obiettivo è cambiare lavoro poco prima dei 60 anni. Nessun rammarico per non essere mai approdato a una grande? No. Quando alla fine del ciclo di Vicenza e pochi anni dopo, passato per Udine e Bologna, vedevo che facevo risultati ho ricevuto alcune chiamate e fatto colloqui con Inter e Lazio, insomma non sono stato dimenticato. Hanno scelto altri allenatori. Non era scattata la scintilla. Tutto qua. Ora la vivo serenamente. Certo, una dozzina d’anni fa mi faceva imbestialire…


calcio -calcio a 5

Sossano e San Pietro in volata verso la prima di mario piotto

I

l titolo del girone D di seconda categoria? Un… affare a tre. Lo rivelano i numeri, con Fimarc, Sossano e Montecchio San Pietro che hanno preso il volo rispetto alla concorrenza. Lo pensano – ma lo dicono con tatto - gli stessi protagonisti, che se all’inizio il triangolo no, non l’avevano considerato, a 11 gare dal traguardo hanno capito che ogni gara con il resto del gruppo fa più sfida a distanza che test a sé. “Penso che, come sempre, la classifica sia sincera – racconta Mauro Meggiolaro, mister del San Pietro. – Noi stiamo inseguendo, ma era nei pronostici

che le due là davanti fossero le favorite, e comunque siamo in corsa. Cosa ci è mancato per essere al loro livello? Un po’ di esperienza, che abbiamo pagato con qualche gol subìto di troppo, a fronte dei tanti fatti. Ma d’altra parte è lo spirito offensivo del mio gioco.” “Vedendo anche gli altri gironi – fa eco Michele Badin, allenatore del Sossano – mi riempie d’orgoglio notare che siamo tra i pochi ad aver messo assieme così tanti punti. E l’appetito

vien mangiando. Abbiamo costruito una squadra d’esperienza, ma tanto motivata che anche i più vecchi corrono come ragazzini.” Concordi i due mister sulla… democraticità della neve, che ha mandato in bianco tutti stoppando il torneo 15 giorni. Meggiolaro: “Ora avrà la meglio chi si è allenato nel modo più adatto, anche questo fa parte del gioco”. Badin: “Un po’ di attesa in più per lo scontro diretto con la capolista Fimarc: gara bandita al segno X, che può dire qualcosa in più sul controllo del primato”. Il mister sossanese, purtroppo per lui, ha avuto ragione: il 19 febbraio è arrivato un secco 4-0 per i rivali.

Marcio, di padre in figlio di Stefano testoni

i

l prossimo 21 maggio spegnerà 45 candeline, un bel traguardo che festeggerà con la fascetta di capitano al braccio e il numero 5, il suo numero 5 sulle spalle. Una vita nel pallone per Marcio Roberto Brancher, indimenticato campione dei successi in serie A1 del Grifo e da settembre di nuovo nella sua seconda casa, per cercare di riportare il nuovo Arzignano nei tornei nazionali. Una vita nel pallone e da qualche mese con al fianco il figlio ventenne Joao Victor. “Avere un figlio nella stessa squadra non cambia nulla, se non il fatto che con lui sono più duro rispetto agli altri. In campo sono un giocatore ma allo stesso tempo, quando ci alleniamo, anche un papà che fa di tutto perché

Joao possa migliorare. Ha doti fisiche e tecniche che potranno dargli soddisfazioni in futuro, sono felice che abbia scelto anche lui questo sport”. Marcio aveva lasciato due volte Arzignano, forse i momenti più bui da quando è approdato nel 2003 in Italia. La prima volta in corso d’opera per andare a vincere uno scudetto a San Martino di Lupari e poi qualche anno dopo con la fine del glorioso Grifo. Però a settembre è tornato, sportivamente parlando, perché la sua vita è sempre rimasta qui. “Lo dico e lo dirò sempre - continua - qui è una seconda casa per me. Tante cose mi hanno riportato; oltre a giocare, alleno gli Allievi e collaboro con l’Arzignano calcio. Qui sto bene e mi diverto”. Solita domanda: quando smetti? Finché sto bene perché smettere? A Corriere Vicentino |

90 |Sport

Marcio ai tempi della serie A 45 anni gioco per divertirmi, il fisico regge e poi lo faccio per una maglia importante. Tornando ai ricordi, quali emozioni porterai con te dello storico Grifo? I giorni delle grandi vittorie, i due scudetti, la Coppa Italia, le supercoppe. E chissà che un giorno Arzignano non possa tornare a splendere come un tempo: noi intanto cerchiamo di riportarla in B.


motociclismo

MC Chimax lonigo di stefano canola

A

gonisti e amatori, speedway e cross sotto lo stesso tetto: è questa la doppia scommessa del MC Chimax Lonigo, seconda associazione motociclistica cittadina nata all’inizio del 2012 dalle ceneri del Team Chimax. “Una scelta quasi obbligata, per poter gestire autonomamente le licenze e aggregare anche appassionati e simpatizzanti – spiega Massimo Zambon, già pilota di valore europeo nel cross e fino alla scorsa stagione nella derapata, dove è stato tricolore 2010 con l’Hellas Verona. - Abbiamo trovato terreno fertile oltre ogni aspettativa: più di 70 tessere già staccate prima di iniziare

la stagione!” Il sodalizio presieduto dal 38enne leoniceno (al suo fianco la moglie Chiara Milan nel ruolo di vice) sarà al via delle competizioni di speedway con Jonatha Seren e il giovane di Meledo Davide Vinante. Nel cross l’obiettivo è lanciare nel campionato triveneto due giovanissimi di Lonigo, Simone

Golin e Matteo Slaviero. “Non meno importante è l’attività amatoriale, per chi vuol fare quattro giri di pista senza pressioni – continua Zambon. – Saremo agli allenamenti di speedway in ogni occasione possibile e organizzeremo molte giornate sulle piste da cross. Non mancheranno trasferte alle prove internazionali del motociclismo”. Col MC Chimax c’è pure l’ex tricolore junior Mattia Tadiello: il talento berico rientra da amatore, per ora…


rugby

Lonigo, una meta per due

di giacomo foscarin

Marco Zonato è allenatore della Melotto Rugby, compagine dell’omonima scuola media Come s’è formata la Melotto Rugby? È nata nella scuola media Angelico Melotto l’anno scorso, sulla scia di un progetto sportivodidattico ideato con Alessandro Rodighiero. È un’associazione fondata sulla passione, aperta a bambini e ragazzi della scuola e non, che vogliano buttarsi nel fantastico e leale mondo del rugby. Il rugby per i più giovani: oltre che uno sport, un “modus educandi”? Quasi lapalissiano! L’obiettivo è far conoscere ai più giovani il rugby come sport e i valori che lo caratterizzano. Vogliamo che i ragazzi si divertano senza emarginare nessuno e che finita la partita si stringano la mano e vadano a giocare di nuovo insieme. In campo come nella vita.

Quali sono gli aspetti positivi e i problemi di questo progetto sportivo? La cosa che ci rende più orgogliosi è la grande e crescente partecipazione dei ragazzi, oggi più di 50. Notiamo inoltre che stiamo espandendo il nostro raggio d’azione, con tesserati da Zermeghedo, Montecchio e altri comuni fuori dai nostri bacini maggiori, Lonigo e San Bonifacio. Un problema è la mancanza di uno spazio certo, fisso e abbastanza grande, dove svolgere tranquillamente l’attività sportiva.

Attualmente stiamo utilizzando una piccola parte di un campo da calcio a San Bonifacio, ma c’è la voglia, assieme alla Leonicena, di costituire un vero e proprio campo da rugby. Progetti futuri? Sono attive due squadre maschili, under 14 e under 16, mentre è in fase di ricostruzione quella femminile. In calendario ci sono le stesse competizioni affrontate l’anno scorso, come i campionati studenteschi provinciali, regionali e nazionali, nei quali i ragazzi hanno già conseguito ottimi risultati, più un primo “Trofeo Melotto”. Infine, c’è l’idea di unire Melotto e Leonicena, per creare un forte gruppo di rugbisti e dare vita a un percorso sportivo determinato e unitario, dalla giovinezza all’età matura.

Marco Pace, 22 anni, giocatore e fondatore della neonata Leonicena Quando è nata la Leonicena Rugby? Nello scorso novembre, da un mio progetto con Andrea Nicolin, per pura passione. Dopo aver giocato per due anni nella Valchiampo abbiamo deciso di portare il rugby senior a Lonigo e dintorni, grazie anche all’aiuto dei dirigenti della Melotto rugby. Alessandro Rodighiero ci sta aiutando nella formazione della nostra squadra seniores, in vista della stagione sportiva 2012-13. Marco, perchè proprio il rugby? Perché oltre all’impressionante carica che trasmette, il rugby è sport foriero di importanti valori quali disciplina, rispetto, lealtà, e unione. E poi è uno sport divertentissimo!

Quali gli aspetti positivi e negativi? Sicuramente il principale aspetto positivo è il grande interesse dimostrato dagli atleti: in pochi mesi di attività abbiamo già oltre 40 tesserati, la maggior parte dei quali tra i diciassette e i vent’anni. Aspetti negativi? Ci vorrebbe un po’ più di aiuto da parte delle istituzioni cittadine e uno spazio certo. Temporaneamente ci alleniamo in un campo da calcio ad Almisano, ma c’è il progetto di creare o di riammodernare un già esistente campo, realizzando un effettivo e regolamentare terreno da rugby. Gli sponsor poi sono ancora pochi. Corriere Vicentino |

92 | Sport

Obiettivi a breve? In primo piano l’unione con la Melotto, così da creare subito un grande gruppo, dai più piccoli ai più grandi. La selezione seniores, ossia la prima squadra, parteciperà ai campionati ufficiali di categoria, come del resto anche le giovanili. Vogliamo creare pure una compagine femminile.


s p e e d way

Jocker e Nicolas 2012 a tutta! Foto Gianni Tomba

L

a nuova stagione dello speedway è alle porte e il Jocker Team ci arriva carico di entusiasmo, sull’onda dell’eccellente 2011. “L’anno passato è andato davvero bene, soprattutto nel finale quando il nostro pilota di punta Nicolas Vicentin è salito due volte sul podio tricolore individuale – ricorda il presidente Agostino Zattera. – Il ragazzo di Noventa ha messo a segno una grande crescita mese dopo mese, meritando il calore e il sostegno dei suoi tifosi che sta diventando sempre più evidente. Anche gli sponsor si sono accorti di lui e hanno avanzato proposte importanti, a maggior ragione in questo periodo di difficoltà economiche generalizzate.” L’inverno ormai quasi alle spalle è trascorso tra la routine e i sogni. La revisione e il controllo dei motori sono fondamentali per il buon esito delle gare a venire. Noi stiamo preparando un propulsore molto interessante, su cui riponiamo grande fiducia. Stesso discorso per la preparazione fisica, che Nico sta svolgendo con scrupolo in

palestra. Riguardo al futuro, c’è stato qualche contatto con squadre polacche per un suo eventuale impegno in quel campionato. Abbiamo deciso di spostare in avanti questo progetto: il 2012 servirà ad accumulare ulteriore esperienza in Italia, poi si vedrà. Ancora al MC Lonigo? Certamente. Vicentin correrà al fianco del campione italiano individuale Mattia Carpanese: la loro formazione è tra le più accreditate per il successo nel Tricolore a coppie. L’altro grande obiettivo è il Mondiale Junior, il cui primo GP stagionale andrà in scena sulla pista S. Marina. Partecipare all’intera manifestazione sarebbe un colpaccio. Intanto è quasi tempo di lasciare spazio ai motori: le prime prove libere a Lonigo sono fissate per il 15, 22 e 24 marzo. Otto giorni dopo, il 1° aprile, il via all’Individuale open.


p e s c a s p o rt i va

Molon e Balzarin in serie B valchiampo a pesca di Stefano testoni

A

mi, lenze e tante trote, per la passione dei pescatori del Team Alto Agno che nel 2011 hanno fatto incetta di successi nel territorio provinciale grazie anche ai Sampei della vallata del Chiampo. Un poker di agonisti che ha vinto sbaragliando la concorrenza sia il titolo provinciale torrente che quello per la pesca su lago, lasciando agli avversari soltanto il gusto della partecipazione. Tra i quattro moschettieri ci sono anche l’arzignanese Christian Molon e il chiampese Manuel Balzarin, artefici di questi successi al

La stagione è ormai alle porte, come vi siete preparati in inverno? La prima gara a squadre sarà l’11 marzo sul laghetto di Ormelle, in provincia di Treviso. Subito un test impegnativo per mettere alla prova la nostra forma. Nei mesi freddi ci siamo allenati puntando più sulla parte fisica che servirà poi nelle competizioni su torrente. Quando si gareggia nei laghi si prova qualche giorno prima per fare il punto sulla profondità, su come si

e fisico lavorano in sinergia. Alla fine chi vince? Chi ha pescato il maggior numero di trote nel tempo previsto, cosa che ci è riuscita molto bene l’anno scorso. Per noi è uno sport che diventa un piacere per quegli enti a cui vengono devolute le trote pescate: il pescato di ogni gara finisce poi in beneficenza.

Ci vuole fisico per tenere una canna di 13 metri per tre ore fianco della coppia recoarese formata da Denis Benetti e Mauro Parlato, pescatore e presidente della squadra. “Un anno perfetto – spiega Molon – nel quale abbiamo vinto tutto quello che c’era da vincere. Il 2012 sarà più impegnativo ma noi non ci nascondiamo e puntiamo a vincere anche la serie B a livello regionale per strappare la promozione nella categoria elite, dove si gareggia in ambito nazionale. Siamo un gruppo molto affiatato che dopo qualche anno di lontananza l’uno dall’altro si è ritrovato e riunito per scommessa, andando subito a vincere. Non male come esordio per la neonata squadra”.

lto Agno. e del team A La formazion o da sinistra n è il second lo o M n ia st ri Ch comportano le trote. Quali sono i fattori che incidono sulla pesca sportiva? Sono tanti. Se parliamo di lago la profondità va tenuta sotto controllo e poi da non sottovalutare sono le stagioni. Passando al torrente invece ci vuole anche fisico, non è semplice tenere una canna di 13 metri per tre ore continuando a spostarsi lungo il costone dei torrenti tra un sasso e l’altro. È uno sport, questo, dove si unisce la perfezione alla forza, testa Corriere Vicentino |

94 | Sport



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