Corriere Vicentino Febbraio 2014

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Sei di... se...

Intervista a De Sica Simone Padoin dal Vicenza alla Juve Dietro le sbarre

“Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza� - 0,42 E

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editoriale di Stefano Cotrozzi

sommario Inchiesta Sei di... se...

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L’INTERVISTA Christian De Sica

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focus Dietro le sbarre

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Piazza virtuale, piazza reale

“S

ei di... se...” è stato un fiume in piena che ci ha travolto tutti. Ricordi senza un ordine preciso che mescolano sapientemente fotografie, modi di dire e personaggi. Per una volta facebook è diventato un grande libro di storia comune dove tutti sono diventati protagonisti nel raccontare un pezzo del loro vissuto. La piazza virtuale è diventata una piazza reale dove vecchi amici si sono incontrati questa volta veramente e tanti hanno scoperto o riscoperto momenti che la memoria aveva già nascosto. Un grande senso di comunità condito da centinaia di avvisi che riempivano il computer e che la sera ci hanno fatto abbandonare la televisione per questo libro visivo che cresceva giorno dopo giorno con nuovi aneddoti. Unire settantenni con diciottenni non è impresa da poco: chi lo avrebbe mai detto che sarebbe successo proprio sul tanto vituperato facebook? Giovanni Schiavo Leggendo qua e là ho capito che ognuno di noi ha la sua storia, la sua memoria ed i suoi ricordi da portare nel cuore, siamo tutti protagonisti del nostro essere e questa è stata un’occasione per portarla alla luce, e come disse De Gregori...... “La storia siamo noi!” Paolo De Marzi Prima volta da molti anni a questa parte che si è sentito una forte appartenenza ad un paese. Fieri e orgogliosi di essere di questa città. Questo è il sano campanilismo che ci vuole per essere una comunità compatta ed unita, comunità che ci renderebbe molto più forti. La nostra città è fatta di queste persone, di gente sana e laboriosa che deve solo imparare bene cosa significa la parola COMUNITÀ. Siamo forti e sono fiero di essere nato e vissuto in questo meraviglioso paese. E adesso cosa succederà? Tutto questo movimento ha creato qualcosa che resterà nel tempo, un ritrovato senso di comunità o lentamente scemerà nell’oblio?

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arzignano Elezioni: arrivano i primi sfidanti

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arzignano Terza età all’ex Vergolani

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arzignano Il Sudan di don Mark

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Chiampo Il Tonin pensiero altavalle Progetto Nogarole

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Montecchio Giovani a tutta birra

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Montorso Ghostbusters in villa

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brendola A quota 5000

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lonigo L’alfabeto del 2014 45

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Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-012000 - Berica Editrice s.r.l.

Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Vicedirettore Nicoletta Mai. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Redazione: Guido Gasparin, Giuseppe Signorin, Francesco Meneghini, Lisa Masiero, Mario Piotto. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico, Luisa Nicoli. Art director Alessandra Peretti. Grafico Amos Montagna. Stampa:

Centro Stampa Editoriale - Grisignano di Zocco (VI) Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Alex Bertacche 349 5183614 Federico Hanard 335 5293582

SPECIALE Sposi: le tendenze

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gianfrancorner

Sport e dintorni

Gianfranco Sinico

Stefano Canola

Il bello, il brutto e il cattivo

Giù la maschera

F

ra le trappole terribili del telefonino, quelle che arrivano ad incenerire il malcapitato, c’è il destinatario sbagliato del messaggino. “Colombina, amore mio, Da troppi giorni mi manchi. Sono in negozio già da un’ora e ti penso nel tuo letto caldo, dove mi hai reso felice e dove vorrei essere ora. Il tuo Pantalone.“ Questo messaggio di un mio conoscente mi ha svegliato lunedì mattina, lasciandomi per un attimo convinto di essere ancora nel mondo dei sogni. Invece l’allegro bottegaio aveva per errore dirottato sul mio numero la sua profferta amorosa, evidentemente redatta per ben altro obiettivo, che sicuramente non è la consorte legittima, sempre dietro al banco con lui. Pantalone! Sapevo del suo interesse per il teatro, sì da spiegare questi appellativi pescati dalla Commedia dell’Arte, ma non sapevo che potesse avventurarsi in peripezie amorose extraconiugali. Pantalone! Una bella maschera per celare la propria identità, che a questo punto mi vien da riesaminare: chi è il nostro, quello vero? È l’impeccabile negoziante nonché riconosciuto basa-banchi o è invece il licenzioso Pantalone, devastatore di talami foresti? Qual è la maschera? Così mi vien da pensare che alcune dosi di intemperanza e di trasgressione, velate dalle occasioni offerte dall’allegro Carnevale, siano in realtà la nostra vera natura, costretta a mascherarsi per il resto dell’anno quando dobbiamo travestirci da manichini in cravatta, inflessibili salutisti, cerimoniosi intrattenitori, inappuntabili contribuenti e disciplinati padri di famiglia. Pantalone! A questo punto credo di aver scoperto non un lato nuovo dell’amico, bensì la sua autentica anima, ignota a tutti, fino a lunedì scorso. Per quanto mi riguarda, resterà segreta per sempre e mi auguro che non si accorga di aver sbagliato indirizzo: sarebbe un imbarazzo per lui e per me (e per lei!). Comunque da quella mattina mi ha destato curiosità (e un po’ invidia) “…quel letto caldo, dove mi hai reso felice…”. Colombina! Chi diavolo può essere? Chissà se fra le sue coltri c’è posto anche per un vecchio Balanzone…

N

on è uno spaghetti western ma il Pallone d’Oro 2013, in fin dei conti non tanto diverso. Il Bello è Cristiano Ronaldo, figlio di un dio dell’Olimpo e di una ninfa portoghese: sguardo fiero, mascella volitiva e fisico da far sospirare le femmine dai 14 ai 99 anni. Ha vinto per la seconda volta, con un poker d’assi all’ultima mano contro l’armata Brancaleone svedese sbaragliata sulla strada dei Mondiali, peccato che il tempo fosse abbondantemente scaduto. Frank Ribery è il Brutto, gli manca solo la benda sull’occhio per sembrare un pirata. Col suo Bayern Monaco ha fatto tripletta (scudetto, coppa nazionale e Champions League) imperversando sulle fasce contro qualsiasi avversario, e qualcosa avrà fatto anche per portare la Francia verso Brazil 2014. Aveva già l’Oscar della pedata in tasca, meritato, prima dello scherzetto di Portogallo – Svezia. Il Cattivo si è divertito da matti: Joseph Blatter ne ha combinata un’altra delle sue, dimostrando che i regolamenti valgono solo per chi non li può cambiare, anche in corsa. Fifa o Uefa, pallone d’oro d’argento o de banda, l’è sempre lu che comanda.

Forza Gallo Un altro legamento rotto, un’altra operazione al ginocchio: Danilo Gallinari deve ricominciare da capo e nel basket Usa non è una passeggiata. Abbiamo bisogno di gente come te, bandiera del made in Italy nell’Nba ed esempio di classe e tenacia: non mollare Gallo!

IN VIAGGIO CON DENIS Denis L.

Amico passeggero qui a fianco, sì proprio tu, pazienza per facebook, sappi che mi dà fastidio che tu legga la mia posta elettronica. Vedo con la coda dell’occhio che stai leggendo anche questo status, ti chiedo gentilmente guardare altrove. Grazie.

Corriere Vicentino |

4 | Opinioni


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Piccolo Skerno

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Eh? Cosa?

Lino Zonin

L’ho comprata anni fa sfruttando una delle periodiche svendite, un prezzaccio, ad essere onesti... Vincendo la naturale ritrosia verso un marchio onusto di gloria, ma attualmente accompagnato da scarsa considerazione e altrettanto scarso appeal, ronzavo verso casa e mi beavo di considerazioni patriottiche sul mio acquisto Made in Italy, inventandomi un incerto orgoglio straccione che mi permettesse di costruire un rapporto affettivo che potesse durare nel tempo. Una cosa mi piacque subito, al centro del muso il marchio riprodotto con stile primi ‘900, sapore antico, tradizione, stile, grafica ricercata per quel nome secco ma non aspro, breve e familiare. Insomma una modesta e onesta Fiat Punto che si è rivelata con il tempo affidabile e sobria, basta non pretendere troppo e rispettarne i limiti apparsi subito chiarissimi: non azzardare sorpassi se non hai pista libera per almeno cinque kilometri. Questa mattina, mentre l’interno 8 assumeva piano piano il consueto aspetto accogliente e protettivo, leggo con l’unico occhio aperto fra i chiaroscuri del mio iPad questa notzia: “Si chiamerà Fiat Chrysler Automobiles (FCA) il nuovo gruppo nato dall’unione della casa torinese e di quella di Detroit.” Eh? Cosa? Marchionne si è bevuto il cervello? John Elkann che poi sarebbe Agnelli, si è fumato qualche piantina trovata nei giardini di Vinovo? Cento quindici anni di storia per arrivare a chiamarsi FCA??

Al Capone aveva ragione Il kamasutra per i single

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San Valentino. Aforismi da libri rosa di second’ordine pullulano sulle bacheche di Facebook tra il Romeo e la Giulietta del caso, vezzeggiativi al limite di danni all’autostima risuonano sui mezzi pubblici mentre l’amato comunica con la sua passerotta. Intanto, i ristoranti preparano ostriche, le estetiste quintali di cera per l’inguine e le farmacie bancali di viagra. E i single? Si ubriacano, ballano fino alla cardiopatia, e

ribadiscono con il passante di turno che San Valentino è una festa rischiosa. Eh si. Il pesce causa la salmonella. Il sesso porta malattie. E poi dove lo mettiamo Al Capone e la strage del ‘29? Poi il venditore di rose si avvicina. “Diamine! Non vedi che non ho nessuno?!” Silenzio. “Ti compro una rosa, se mangi con me un’ostrica”. Silenzio. “ Una trota?! Ti prego! La pago io!”

di Roberta Costantini

Corriere Vicentino |

6 | Opinioni

Da Serena a Zoro

Vi ricordate la Serena Dandini, quella caciarona de Roma nostra che gridava come un’ossessa dagli studi di “Parla con me”? Un benemerito tribunale catodico l’ha mandata a casa, liberandoci dalle risate e dai salamelecchi con cui l’ortolana di Campo de’ Fiori accoglieva i suoi ospiti, tutti trendy, chic e radical, tutti giusti e “de sinistra”, un po’ schifati di essere in tv ma che ce voi fa’, per te, Serena, che sei tanto caruccia, famo ‘sto sforzo. Siccome però non si può mai stare un po’ tranquilli, i cervelloni di Raitre sono riusciti a sostituire la Dandini con un programma che – lo so che sembra impossibile – è ancora peggio di “Parla con me”. Si tratta di “Gazebo”, stupidario mediatico condotto da Diego Bianchi, in arte Zoro, che va in onda a metà settimana in seconda serata. Zoro era carino quando girava pe’ Rrroma con la sua telecamerina e dava corpo e voce alle perplessità dell’elettore medio progressista, basito di fronte alle schifezze del Palazzo. Adesso che è fermo in studio e deve per forza far ridere chi lo ascolta ha perso tutto l’abbrivo che aveva e galleggia stranito aggrappato a un salvagente di banalità. Lo affianca Marco Damilano, giornalista de L’Espresso che interpreta un grillo parlante saputello e insopportabile (e se no, che grillo parlante sarebbe?). Si respira un’aria di famiglia, a Gazebo, sembra di essere a casa di amici che si conoscono da sempre e che non hanno bisogno di tante parole per capirsi. Se tu però, in questa combriccola de paraculi, ci sei appena arrivato, nun te diverti pe’ gnente.


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sex in vicenza info@corrierevicentino.it Cari Elena e Paolo, ma davvero è normale avere l’amante?! Sento in questi giorni i commenti sul caso Hollande, pare che la storia tra il Presidente e l’attrice vada avanti da un paio d’anni e che in Francia nessuno si scandalizzi perché… è normale. D’altra parte la stessa Valerie prima di essere vittima è stata essa stessa amante! Dicono i giornali che in Francia funziona così. E in Italia? Forse sono bigotta, ma mi auguro che noi italiani abbiamo ancora il buon gusto di scandalizzarci davanti a un tradimento. O abbiamo legittimato anche quello? Anna di Arzignano Elen

Feisbuc girl Nome Cristel Conte Età 25 anni Vive a Creazzo Lavoro studio Giurisprudenza Situazione sentimentale Fidanzata (con un bravissimo ragazzo)

Aspirazioni diventare una giornalista in ambito politico e sposarmi Film preferito “Braveheart” e “Save the last dance” Cibo preferito Le lasagne al forno Di cosa non puoi fare a meno... del mio iPod

a

Cara Anna, certo che noi italiani ci scandalizziamo davanti a un tradimento! Anzi, direi che siamo davvero bravi a farlo, con espressioni di stupore degne della migliore commedia napoletana e tanto di spettegolamenti che seguono per mesi. Questo però non vuol dire che non siamo altrettanto bravi a tradire. Anche in questo caso temo che siamo tra i migliori al mondo, ma abbiamo il buon senso (come dici tu) di tenere la pratica segreta e guai che si sappia perchè la famiglia è sempre la famiglia. Anche in questo, cari francesi, abbiamo tanto da insegnarvi. Un abbraccio, Elena

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L’ Oroscopo

di Mago Merlino

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I caselli di Montecchio e Vicenza bloccati dai forconi Il 9 dicembre è iniziata la protesta “L’Italia si ferma”. Il casello autostradale di Montecchio è bloccato, come quello di Vicenza Ovest e di molScor te altre zone pion d’Italia. e

Antonio Di Pie Dove se tro 2/10/1950 i stato fi nora? Leo n Qu ard and o D o u iCa no prio Su è b 11 rav /11 sa o, è /19 nn Va a bra 74 T vo do am ve ar ti o 1 po 2 rta /12 il /19 cu 5 or 7 e

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P a ol o Cara Anna, qui nessuno legittima niente, ma dire che dovremmo avere il buon gusto di scandalizzarci per un tradimento mi sembra fuori luogo. Di esagerato invece, a mio giudizio, c’è la reazione isterica e risibile della compagna, la Premiere Dame. Fai tanto casino proprio tu, che quando eri l’amicona giornalista dell’allora moglie, le hai soffiato il goffo Presidente, mandando a ramengo la famiglia. Quanto sei patetica. Sempre la solita storia: fanno le zoccoline fino al raggiungimento dello scopo, ma poi si scandalizzano quando vengono trattate allo stesso modo. Cara ex Premiere Dame, se vieni sostituita da una più bella e giovane non ti devi arrabbiare: c’est la vie ! Un saluto. Paolo


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Assalto agli sportelli

Scontro con l’Ftv Dieci feriti: nove studenti più l’autista. Ecco il bilancio dell’incidente che il 17 gennaio si è verificato all’incrocio tra le zone industriali di Fara e Breganze, quando un autobus delle FTV diretto a Thiene e un camion frigo si sono scontrati. Pare che il camion non abbia rispettato una precedenza. Fortunatamente l’autista della corriera è riuscito a sterzare verso destra, evitando uno scontro fatale. I ragazzi sono stati poi accompagnati all’ospedale di Santorso per accertamenti. Nessun ferito grave e l’autista eroe, come lo hanno definito i ragazzi, se l’è cavata con una vertebra incrinata.

Incinta per finta

Chiampo, Montebello, Arzignano e Rossano Veneto: per gli sportelli bancomat non c’è tregua. Il primo in ordine di tempo è Chiampo, a dicembre: i malviventi agiscono verso le 3.30 alla filiale della Cassa rurale e artigiana di Brendola. Fanno esplodere la cassa e arraffano un bottino da 30mila euro. A gennaio tocca a Montebello: a saltare in aria è sempre uno sportello della Cassa rurale, per un bottino da oltre

40mila euro. In pochi giorni arriva il turno di Arzignano, con un altro bottino da 45mila euro, e la tecnica utilizzata è sempre quella della miscela esplosiva. Neanche dieci giorni dopo tocca a Rossano Veneto, ma stavolta le dosi di sostanza eplosiva vengono calcolate male: il bancoposta salta in aria lasciando un grosso foro nel muro. Il denaro contenuto, circa 40 mila euro in contanti, finisce in cenere.

I ladri dai Forconi Quasi come rubare le caramelle ad un bambino: i ladri si sono intrufolati nel gazebo che il Comitato 9 dicembre ha allestito da circa un mese di fronte al Carrefour, nella zona sud della città, senza trovare alcuna serratura o lucchetto. Hanno rubato un coltello e altri attrezzi che i manifestanti ave-

vano lasciato lì, più quattro chili di pasta e dieci chili di caffè macinato donato da chi sostiene la protesta dei cosidetti “forconi”. “Un disperato che ruba ai disperati” hanno commentato i manifestanti.

un mese di notizie in Breve

a cura di Lisa Masiero

Minaccia di buttarsi dal Comune Lei ha diciasette anni, lui ne ha venti. Lei abita nell’Est Vicentino, al confine con il Padovano, mentre lui è di Cornedo. Quando la passione ha iniziato a spegnersi e la relazione stava per arrivare al capolinea, lei ha avuto l’idea geniale: fingersi incinta per non farsi mollare. Lui le ha creduto e ha mollato l’università, ha trovato lavoro e ha iniziato a cercare un appartamento dove andare a vivere insieme. Ma la ragazza esitava nel raccontare di essere incinta al padre e non faceva mai visite o ecografie. Quando alla fine la verità è emersa, lui l’ha lasciata e denunciata per truffa.

foto di Federico Gobetti

Il 30 gennaio un artigiano di Montebello si è arrampicato su un balcone del municipio e ha minacciato di buttarsi. Alla fine i Carabinieri e il suo socio sono riusciti a farlo scendere. “L’uomo - ha commentato il sin-

Corriere Vicentino |

10 | Notizie in breve

daco Cisco - si è lamentato della lentezza dell’amministrazione, che gli avrebbe causato danni economici. Ma sono i tempi della burocrazia”. Il figlio dell’artigiano ha replicato: “Era esasperato: più di 10 anni fa abbiamo comprato un terreno che, dopo anni, è diventato edificabile. Dopo vari problemi è tornato agricolo, quindi abbiamo chiesto che tornasse edificabile. In Comune ci hanno risposto di ricompilare le carte, e quindi aspettare altri 5 anni, cosa che non possiamo permetterci.”


c o s e d e l l’ a lt r o m o n d o

Porno a scuola

Furto dopo il parto

La maestra inserisce una chiavetta Usb nella lavagna multimediale per far ascoltare canzoni ai bambini. E, invece della musica, parte un film porno. È successo in una 5ª elementare della paritaria «Farina», gestita da suore in centro a Vicenza. Ai genitori imbestialiti l’insegnante ha risposto di aver ricevuto la chiavetta dalla mamma di uno studente di un’altra classe.

Dopo aver partorito il terzo figlio all’ospedale San Bassiano sono tornati a casa con cinquanta euro in meno. È quanto ha dichiarato una coppia bassanese. Il marito sostiene che, dopo il parto, nella loro stanza sono entrate due donne con addosso una divisa che lo hanno fatto uscire dalla stanza per aiutare la moglie a cambiarsi, cosa mai successa in occasione della nascita dei primi due figli. La moglie ha poi spiegato che mentre una delle due donne l’aiutava in bagno l’altra era rimasta nella stanza da sola. Solo quando hanno controllato il portafoglio si sono accorti del furto.

Capriolo e cane

Camilla è un cucciolo di capriolo denutrito e finito in mezzo alla strada. Sila è il pastore tedesco che, assieme a Mario, nonno settantaduenne di Ponte di Barbarano, l’ha accudita e cresciuta per sette mesi. Ma poi è arrivato il momento di restituire l’animale al suo ambiente naturale: la Polizia Provinciale l’ha portata nell’oasi protetta di Novoledo.

Roberta Costantini e lo scandalo a Badia Calvene “Il Kamasutra per i single” è l’ironico titolo del libro della nostra opinionista Roberta Costantini. Lo presenta in diverse città con l’aiuto di Giulia Magnabosco, attrice che mette in scena un divertente “Monologo orgasmatico”. Ma a Badia Calvene, paesino del veronese, la lo-

candina che pubblicizzava l’evento in biblioteca ha fatto scandalo, tanto che alcuni fedeli hanno organizzato dei gruppi di preghiera in segno di protesta Alla fine la serata è stata un successone, qualche Carabiniere ha monitorato la situazione e nessuno si è fatto male.

5a foto di Angelica Lazzaro

...solo

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sei di... se...

Facebook, fenomeno globalizzante per eccellenza, diventa l’altoparlante del localismo più sfrenato. Da Arzignano a Montecchio, fino a Tezze e ad Alte, è un brulicare di gruppi “Sei di... se”. Migliaia di post con pensieri, ricordi e immagini, per riscoprire il senso della comunità che sembrava perduto. di Guido Gasparin, Lisa Masiero, Giuseppe Signorin

P

Possiamo chiamarlo il paradosso del web 2.0. Il social più globalizzante che ci sia, ossia l’onnipresente e onnisciente Facebook, è diventato il veicolo del localismo più sfrenato. Relativamente al fenomeno che stiamo per raccontare, potremmo definire Facebook il campione del glocalismo, vale a dire di quella visione del mondo, tracciata in particolare dal sociologo Zygmunt Bauman, che studia gli effetti della globalizzazione sulle realtà locali. Il fenomeno di cui stiamo parlando è quello, ormai dilagante, dei gruppi Facebook intitolati “Sei di Arzignano se…”, “Sei di Montecchio se…”, “Sei di Chiampo se…” e via dicendo. E non ci si ferma qua, perché la corsa al localismo attraverso il mezzo di comunicazione più universale si spinge fino alle frazioni. Ecco quindi i gruppi di Tezze, Alte Ceccato e Sorio… e più piccola è la comunità più cresce la percentuale degli abitanti che

fanno invece parte della “community”. Il mondo, ormai, va così. La rete si è definitivamente sostituita alla piazza. Le chiacchiere al bar sono state soppiantate dai post. Ma i nostalgici dei tempi che furono non possono negare il fatto che Facebook permette una condivisione ben più ampia di esperienze e ricordi. Dagli schermi dei computer emergono vecchie foto di vita paesana che altrimenti sarebbero rimaste ad impolverarsi in un cassetto e c’è chi riscopre vecchi amici o avventure che sembravano ormai dimenticate. Dalle pagine Facebook possono inoltre nascere anche incontri “in carne ed ossa”, come dimostra il meeting organizzato dai membri di “Sei di Arzignano se…”. Nei gruppi più datati, però, la fantasia sembra in fase di esaurimento. Il fenomeno quanto durerà? Ai post(eri) l’ardua sentenza…

nogarole

Enrico Corato: ...se ti ricordi che la SAGRA DEL CASTELARO una volta si faceva qua.

chiampo

Zoso France sco: se alman co na volta te visto la Pia (s ghe o nonna de m eloti) che col la partiva dal ci ao fornaro quas i in rua alta... !!

12 saggi, sopranMaurizio Chiarello: se sei uno dei nominati i V.I.P. (veci in pension)

celibato te ghi n’è Matteo Langaro: se al tuo addio al ben 2 volte prima ciapa’ tante che te ghe penseressi e!!! de rimaridarde n’altra da Nogarol

Corriere Vicentino |

temaldo: che bei Tiziano Tib lone giocare a pal pi sempre a ... lo al Bruno G con il mitico

Simone Bosetto: se te te ricordi ch e quaranta ani fà el torente ciampo l’era un giorno ro sa n’altro giorno verde, n’altra volta blu e ghe sèra na spussa...

12 | Inchiesta


I numeri del

aOlson Cristiana: sei di... carega, cuci pacom ro, la monega, el consiero, el nadego, na catana, el caldiero par la polenta, chi pi ghi nà pi ghin meta

Comune o frazione

Arzignano

Marco Signorin: se ti ricorderai per sempre il momento in cui è tornato Carlo Celadon

Ornella Bragg ion: se ti rico rdi della Linda che lava va i “radici” nella fontanella davant i al cinema so ciale, con i cagnolini into rno

a vole: se almeno un Alegna Grabsar dere il Calvarina a pren ta sei andato in sole alla quercia

MEMBRI totale % DEL degli degli GRUPPO abitanti iscritti

3.427

25.957

13%

318

1.600

20%

Chiampo

1.431

13.015

11%

Montecchio

1.689

23.690

7%

Alte

1.217

6.890

18%

Lonigo

2.038

16.199

13%

Crespadoro

142

1.417

10%

Montorso

340

3.200

11%

Nogarole

241

1.165

21%

Montebello

556

6.557

8%

Zermeghedo

126

1.400

9%

Sarego

497

6.761

7%

Gambellara

355

3.395

10%

Tezze Sabrina Benetti: se ti ricordi della fornitissima cartoleria da Pippo...

enomeno

Dati aggiornati al 5 febbraio 2014

Arzignano Simone de Marzi: se anche tu sei andato a mangiare da Furio

Pierpaolo Gattazz o: se almeno una volta i te ga fatto no tare che “se sente che te si da Arsegnan ” par la cantilena nella cadenza de og ni parola dita.

Pierang elo Gen tilin: ...s almeno e hai ca una volt ntato a Signor Bepi De e delle c Marzi ime, di

Ilaria Marchez : ... se ti ricord i di quando al posto del ristorante Mattarello c’era il bar AC LI.

Alessio Tonin: se ti ricordi il distributore in pi azza al posto del gelataro.

eDiego Vignaga: se il tuo rifugio pref rito è il Bertagnoli... na alAntonio Fracasso: se ... te ghe mag paculi” manco una volta “papole” e “ stro

Kyrios Arzignano : se ti ricordi il Macaco nel cent ro della piazza quando le strade erano a doppio senso


Cornett: se sai Giovanna Disconzi si aggira tra chi è il Conte Fiocchi che Arzignano. Chiampo e il cimitero di

Giorgio Dal Mol in: se ti ricordi i cantieri in piazza! (di moda i Ray-Ban sto rti)

Luca N ico: se te navi in Castagn pista da a e dop o da fer la vespa nando c scavexá o

anlo: se ti ricordi qu Aida Zarantonel zali ettevano nei piaz do le giostre le m a tra Via Fiume e Vi vicino all’ospedale Trento

Franco Cavedon: se sei circondato da Santi... S. Rocco, S. Matteo, S. Bastiano, S. Bortolo, S. Zeno... bar Santo...

Arzignano

Se te ellato: f f u Z a na la Baffa Marioli la e m r a C tonavi da iolo e te c c ia h g va re il é la sta compra re parch a cà tt e ta p s a ett cava lla cucin e n o d n cusina del bar. al banco

Fabiana Bevilacq ua: sei “dale teze ” se la tua famiglia ha alm eno un sopranno me... Nella mia ci sono i “Momi”, i “Tanda rin”, i “Marcante”... E un texano doc co nosce i soprannomi di tu tti...

tezze

Carlotta Dal Grande: se il freschin l’é un odore!!

te te Valter Cavaliere: se se te e ni To x& vestivi da Ma ar le gn ma a navi al Canton tartine da Bruno

Michele Cisco: se ti ricordi l’ape che passava e vendeva gelati in giro per Arzignano

etti: se Stefania Per .. sta cartolina.

to a cerse sei sta i: z n o c is ain... Paola D va del M a c a ll a i il care foss date i vi ricor e s i: in co Bett Frances ini... i Rossett d n fe p kra

tuoi Stefano Baldo: se almeno uno dei parenti ha lavorato alla Pellizzari! Corriere Vicentino |

te anca ti casa

gavevi

Dario Crisci: se te finivi la festa dei coscritti a scrivere pa r strada a le 8 de m atina

14 | Inchiesta


Giada Ri all’angu ccobene: se riara in andavi viale E estate... uropa in

nio: ...l’unico, l’i Giuliano Facc i on , il mitico “T dimenticabile n ricordate? no Janon” ...ve lo mi questa occa potevo perder ran vestito da “g sione con il a vo ci us ri se non festa”, anche vo ta at sc i chè gl farlo tacere fin

Marta Veronese: se ricordi i 3 riflettori del Boom che si vedevano a chilometri di distanza.

Stefano Das Gespenst Gat to: se... te ghe mai ordina’ un bici ereto de Latte de suocera da M arisa in piassa carli ...zio Ken!!!

la foto

Ulysses Bertozzo: Se conosci il mitico Mosè Cabalist i (mio nonno) storico fotograf o!

Alessio Guzzo: se almanco na volta te ghe individuà (o tentà de individuare) casa tua vardando zò dal Castello de Giulietta

Montecchio

Giancarlo Farina: se sei convinto che dalla casa de lla dottrina vedevi questo

Monica Mur aro: se sei di Alte prima di anda re a scuola (Z an ella) entravi da Bogoni a com prarti il quaderno. I nostri figli inve ce andavano da suo figlio Nat ale!

alte

ntecchio : sei di Mo Anna Urban fatto la na volta hai se almeno u mitica... castellana... si riDaniela Marchesini: ki sa pricorda di questa? La pe ma della rotatoria...

Alessandra Buzzetti: se a 17 anni non vedevi l ora d prender il bus che aveva destinazione BOOM

Corriere Vicentino |

15 | Inchiesta

Erika Vivian: se sei di Alte andavi la domenica a mangiare la coppa gelato nafta in gelateria Svizzera tito alvete sen a e s : te a Lia Vinan la magic re a Michela c re p viale volte im ri lungo a it meno 10 n u m o li extrac contro g stazione.


Alessan dro Dan ieli: se E ha prep milio ti arato il p ranzo d direttam i nozze ente a ca sa...!! (all facevan ’epoca o così!)

Stefano Valente: se hai festeggiato con loro.

si da MonTiziano Marcolongo: te r le sarese va cia a tebello se te si andà tacà al cimitero

ilo con le suore Elena Bettega: se all’as sei salito sul DRAGO!!!

Marinelda Signor ini: ...hai partecipato o assistito ai giochi alla Festa del vin a Selva

Montebello

Gianfra nco Sala rolo: e c corda d hi si riel distrib u tore di b sul ponte enzina dell’aqu ila che fa da roton ceva da?

uando si Tibaldo: q Alessandra amente eggiare liber poteva pass castello...... a vedere il sul Monte


Mauro Borr elli: se ti rico rdi di un sarto piccolo piccolo che ti veniva a casa per p renderti le m isure per farti il vestito ...

Emanuela Zanetti: prendevi le schede telefoniche ricaricabili nella cabina del circolo per la tua collezione!!!

Maria Cristina De Toni: sei di Lonigo se ti ricordi di Nini Fusa e del suo tavolo di ping pong al mulino e prima ancora di Cimbri e del cavallo che trasportava la farina ...

Franco Saccanel l: Ernesto, quando con 5 lir e ti dava un dolcetto dai grandi vasi...

niei di Lo ondo: s i a r o u p a o en n aC Giorgi iato alm e alla g n a m h ai le ortic go se h tto con o is r il volta e... da Tals trattoria

Luigi Adami: se da bocia tè ghè bevÚ la spuma dal cencion

Lonigo


Christian

De Sica

di lino zonin

C

hristian De Sica riparte da Cinecittà. Si chiama così, come la sede dei mitici stabilimenti cinematografici del Tuscolano, l’ultimo spettacolo che l’attore romano ha presentato in prima nazionale al Gran Teatro Geox di Padova e con il quale sta girando tutta l’Italia in una lunga tournee. Lo incontriamo poco prima del debutto padovano, comprensibilmente emozionato in vista dell’importante appuntamento ma ben disposto a fare due chiacchiere con la stampa. «Questo “Cinecittà” - spiega De Sica - è uno spettacolo molto ricco, una specie di kolossal teatrale che richiede da parte di tutti noi un grande impegno. In attesa della prima recita abbiamo tutti una terribile strizza, mista alla voglia di cominciare e vedere finalmente come va, dopo aver tanto provato». La parola kolossal evoca subito gli anni

d’oro di Cinecittà, quelli della “Hollywood sul Tevere”. Ci sono entrato per la prima volta nel 1959, quando mio padre stava girando “Il Generale Della Rovere”. Avevo otto anni e tutto, là dentro, mi sembrava meraviglioso: il set, le luci i costumi, gli attori, i tecnici, le comparse. Un mondo fantastico che mi ha affascinato fin dal primo momento. In seguito ci è tornato da protagonista. Le prime volte di nascosto, a fare la comparsa nei filmoni degli antichi romani. Mi divertivo un mondo a vestirmi da gladiatore, a sbirciare dietro le quinte, a vedere Liz Taylor che litigava con Richard Burton. Gli americani venivano a girare da noi perché la lira era debole rispetto al dollaro ma anche perché avevano capito che i nostri tecnici non avevano niente da invidiare a quelli di Los Angeles. Chissà quanti episodi curiosi... Gliene racconto solo uno. Per girare una scena in esterno, mio padre aveva convocato davanti a San Pietro una cinquantina

Corriere Vicentino |

18 | Intervista


di comparse vestite da cardinali. Prima del ciak, dal fondo di via della Conciliazione è arrivato un corteo di operai in sciopero e la ripresa ha dovuto essere rimandata. I figuranti sono saliti in pullman per tornare a Cinecittà e i manifestanti, vedendo un simile assembramento di porporati passare accanto al corteo, hanno cominciato a fischiare e a sfottere. I finti cardinali si sono affacciati ai finestrini e hanno risposto per le rime: “Li mortacci vostri, ve possin’ammazza, annate a lavorà, fiji de mignotte!” Si figuri lo sbigottimento di chi ha assistito alla scena. Bei tempi. Poi a Cinecittà hanno cominciato a girare gli spot pubblicitari. E i cinepanettoni. E per lei, protagonisti degli uni e degli altri, sono cominciati i dolori. Solo perché in Italia basta che una cosa funzioni perché si tenti subito di demolirla. Se incassi tanti soldi, non te fanno passare liscia e ci vanno giù pesante con le critiche. I miei

film con Massimo Boldi, e quelli che sono venuti dopo, non saranno opere d’arte ma rispecchiano la realtà italiana meglio di tante pellicole d’autore. E poi non bisogna dimenticare che parte dei soldi che quei film incassano servono a finanziare le opere prime di tanti giovani registi. Ogni tanto, però, staccare con il cinema e tornare al teatro fa bene. Per un attore l’incontro diretto con il pubblico è un’esigenza. Ed è anche una sfida con te stesso, per vedere quanto sei bravo e se ce la puoi ancora fare. Certo, ci vuole un fisico bestiale. E l’età non è più verde. Ma il gioco vale la candela. Ballare e cantare mi è sempre piaciuto e con questo spettacolo ho l’occasione di farlo alla grande, con una big band di 20 orchestrali e un corpo di ballo al completo. È una faticaccia, si suda e ogni tanto si tira il fiatone ma ne vale la pena. Se non lo faccio adesso, che, come dice lei, ho un fisico bestiale, non lo faccio più.

Corriere Vicentino |

19 | Intervista


focus

Dietro le sbarre Un giorno all’interno del carcere Due Palazzi di Padova, tra storie di dolore e di riscatto. Le testimonianze dei detenuti e il faticoso cammino verso il reinserimento nella società. E si impone una riflessione: il carcere punta proprio a questo o prevale il carattere punitivo della pena? di Guido Gasparin

E

Entro nel carcere Due Palazzi di Padova e la prima sensazione che provo è di freddo e silenzio. Lunghi e ampi corridoi, da un lato e dall’altro grandi portoni fatti di inferriate che dividono le zone comuni da quelle a cui il visitatore non può accedere. Là si trovano le celle, là si consumano le vite misteriose dei reclusi. Sono qui in veste professionale, per un aggiornamento obbligatorio, in compagnia di altri 120 giornalisti da tutto il Veneto. Per la prima volta ho la possibilità di stabilire un contatto con gli “invisibili” e, soprattutto, con le loro storie. Sono racconti di gravi errori fatti in passato e di un faticoso viaggio intrapreso verso il reinserimento nella società. A questo, secondo la Costituzione, dovrebbe tendere il percorso carcerario, ma troppo spesso non è così. Nel carcere di Padova, fortunatamente, è un obiettivo concreto, tramite il progetto che fa di alcuni carcerati i redattori della rivista “Ristretti Orizzonti”. Grazie a questa esperienza hanno la possibilità di confrontarsi con i ragazzi delle scuole. In questo modo si mettono in discussione e prendono coscienza della loro condizione umana, passata, presente e futura. C’è chi, come Jamil (i nomi sono di fantasia), teme di non ottenere la pena alternativa o un permesso premio per via della campagna mediatica contro “i permessi facili” scatenatasi dopo la fuga da Genova del serial killer Bartolomeo Gagliano. Michele teme invece di tornare in libertà, perché non sa se riuscirà a ricucire lo strappo con la sua famiglia. Giovanni, una lunga serie di rapine alle spalle, dopo la carcerazione non provava alcun rimorso perché era convinto di non aver fatto del male alle persone. Poi, grazie al racconto dello

shock patito da una studentessa coinvolta in una rapina, ha capito che la violenza può causare danni anche in modo indiretto. Omar, condannato per un omicidio nel corso di una rissa, in carcere si era incattivito a causa della mancanza di un progetto incentrato sulla sua persona, tanto da pensare che la vittima, in tutta quella brutta storia, fosse soltanto lui. Ora, grazie a “Ristretti Orizzonti”, vede una speranza. Lorenzo, che uccise la moglie e ferì il figlio “dopo una vita – spiega – segnata dalla più assoluta normalità”, ha imparato a fare i conti con se stesso dopo aver idealmente collocato suo figlio tra gli studenti che incontra. “In questo modo – racconta – posso parlargli e scusarmi per quello che ho fatto”. Andrea, ergastolano che in carcere si è laureato in giurisprudenza, definisce l’ergastolo “una pena di morte viva o una condanna a morte a rallentatore, assolutamente priva di spirito rieducativo”. Storie dai mille volti: dividono chi vorrebbe pene ancora più severe da chi, invece, vorrebbe vedere realizzato concretamente lo spirito della Costituzione. Dopo aver ascoltato, mi sento pervaso da una profonda sensazione di umanità. Ho capito che i “mostri”, in fin dei conti, sono come noi. Loro sono in questo posto soltanto perché hanno sbagliato più di noi, perché hanno oltrepassato il limite tra la società civile e l’anarchia degli affetti. Ma qui tentano anche di migliorare se stessi, per ritrovare la pace col mondo. Uscendo dal carcere, i corridoi e le pareti mi sembrano meno freddi e silenziosi. Appena fuori, però, respiro a pieni polmoni l’aria della libertà…

Corriere Vicentino |

20 | Focus


A

desso veste la maglia bianconera della squadra che comanda il campionato in serie A, quella della Juventus. Ma dopo le giovanili con l’Atalanta, è stato proprio a Vicenza che ha mosso i primi passi nel calcio professionistico, quattro anni in biancorosso, dal 2003 al 2007, collezionando 126 presenze e segnando 6 gol. Per Simone Padoin quindi, 30 anni a marzo, friulano di Gemona, il legame con il Vicenza Calcio è ancora forte. Nonostante da allora la sua carriera sia andata sempre più in alto. Ma il risultato del Vicenza la domenica ancora lo controlla e ogni tanto qualche notizia gli arriva direttamente dall’amico Simone Tiribocchi, attaccante della squadra di Lopez, con cui ha giocato a Bergamo. “I quattro anni a Vicenza li ricordo con grande piacere – racconta Simone Padoin – sono stati i primi da professionista. E lì nel 2003, dopo la Primavera all’Atalanta, ho avuto la possibilità di misurarmi con un campionato difficile come la serie B, in via eccezionale allora a 24 squadre. Lunghissimo quindi e con formazioni forti come Genoa, Messina, Fiorentina, Cagliari, Atalanta, Palermo. È stata un’esperienza bellissima conclusa con un’ottima salvezza. E devo ringraziare tutti gli allenatori avuti, da Iachini, a Viscidi, Camolese e Gregucci. L’ultimo anno con Gregucci tra l’altro è stato il più importante, perché ho avuto la possibilità di far parte dell’under 21 e di avere molta visibilità. Tanto da fare poi il salto in serie A. Adesso mi spiace vedere il Vicenza in Lega Pro, anche per i punti di penalizzazione, altrimenti sarebbe in zone migliori di classifica. Speriamo che possa far bene e risalire in serie B. Vicenza è una piazza importante e i tifosi meritano di più”. Da Vicenza quindi la carriera di Padoin prende il volo e la prima tappa importante è di nuovo a Bergamo. “In effetti è stato un percorso un po’ strano. Ero dell’Atalanta, poi in comproprietà col Vicenza e tre anni dopo riacquistato dall’Atalanta. Tornare a Bergamo però è stato ancora più bello, è la mia seconda casa. Lì avevo

Simone

Padoin

trascorso 4 anni nel settore giovanile e avevo conosciuto Valentina, che è diventata mia moglie. E poi la serie A, i primi gol, la doppietta con l’Empoli. Si è completato il mio processo di crescita”. Ed è arrivata la Juventus. “Nel 2010 ho partecipato ad una tournée negli Stati Uniti, la società aveva chiesto la disponibilità di giocatori a diverse squadre perché era priva dei nazionali. Ma non mi aspettavo di arrivarci davvero. La chiamata a gennaio 2012, in occasione di un turno infrasettimanale di campionato. Sono rimasto sorpreso, non me l’aspettavo. A 27 anni avevo rinnovato da poco il contratto con l’Atalanta per altri cinque anni e quindi mi aspettavo di chiudere lì la carriera. Tra l’altro avevamo appena affrontato la Juve e mi aveva lasciato una grandissima impressione. Sapevo che sarebbe diventata la più forte d’Italia e ho deciso subito di accettare. Ormai sono da due anni a Torino, con un contratto fino al 2016”. “Essere alla Juventus significa avere tante responsabilità, è una squadra che o si ama o si odia – continua Padoin - ma dove l’unica cosa che conta è vincere. E quindi non è mai facile, soprattutto a livello mentale, perché gli avversari ti affrontano con il coltello tra i denti. La soddisfazione più grande è allenarmi e giocare con compagni incredibili. Facile dire Del Piero, Buffon e Pirlo. Ma nella Juve di oggi dico Arturo Vidal, che interpreta lo spirito di questa squadra, grande qualità e grande combattente, e poi Pogba, diventerà un campione. Per me certo non è facile partire dalla panchina, gli spazi sono limitati. Ma quando vieni chiamato devi fare il meglio possibile. E comunque lo scorso anno ho collezionato 27 presenze e Corriere Vicentino |

21 | Sport

non sono poche, a dimostrazione che chi lavora con serietà viene ripagato. Conte? È un allenatore tosto, che non molla mai e ha sempre voglia di migliorarsi. Ci arrivano complimenti da tutte le parti ma lui non è mai soddisfatto. E ogni volta che rivediamo il video della partita ci mostra cosa non è andato. È il migliore di tutti, un vero martelllo”.


Paesi di stefano Cotrozzi

Arzignano

Arrivano i primi Sfidanti

S

ono iniziati i giochi per le elezioni amministrative di fine maggio. Già tre nomi per la candidatura a primo cittadino, ma nel prossimo mese probabilmente arriveremo a sette, un numero inedito per Arzignano. Nella passata giunta ha ricoperto il ruolo di Vicesindaco prima di dimettersi: “In questi 5 anni – ci racconta Massimo Signorin - non è stato fatto quello che avevamo promesso in campagna elettorale. Avevo un’idea diversa di amministrare Arzignano e mi ripropongo per cambiare. Mi sento del centrodestra, slegato dai partiti e preferisco così perché sono alternativo all’attuale sindaco”. Le idee: “Sono a favore della realizzazione dell’impianto di trattamento dei fanghi perché si sono persi troppi anni, bisogna dare delle risposte! Voglio incentivare il lavoro autoctono: favorire l’assunzione di giovani figli di arzignanesi. In questo modo i soldi rimangono qui invece di andare nei paesi extracomnunitari. Avevamo promesso no grandi opere ma tante manutenzioni. Ho deciso di riprendere questa strada anche se con la nuova piscina si sono mangiati il gruzzolo che il Comune poteva avere per i prossimi trent’anni”. Le false fatture: “I 500 mila euro erano tutta una bufala, mi sarebbe piaciuto arrivare al processo con i documenti alla mano per dimostrare la verità ma il procedimento si è chiuso prima!” La seconda a scendere in campo, anzi in piazza, dove ha presentato la sua lista, è stata Lorella Peretti, assessore al sociale nella giunta dell’ex sindaco Stefano Fracasso ed attualmente tra i banchi dell’opposizione: “Ho deciso

Massimo Signorin

Lorella Peretti

di raccogliere l’appello che mi hanno rivolto tanti cittadini della mia città. L’ho fatto dopo essermi confrontata con oltre un centinaio di miei concittadini, per capire se il mio impegno poteva essere utile alla comunità. La mia è una proposta civica, realmente trasversale, che va oltre le etichette di partito”. Le idee: “Mi rivolgo a tutti quelli che credono, come me, che la città di Arzignano non sia stata ben gestita in questi anni e che per il futuro desiderano cambiare le cose. Mi candido per essere il tipo di Sindaco che in questi anni Arzignano non ha avuto: capace di ascolto e dialogo. Il futuro dell’ospedale di Arzignano, che non può diventare solo una sede di uffici. La soluzione al tema dello smaltimento dei rifiuti, su cui l’Amministrazione ha perso cinque anni e che invece è decisiva per il futuro della nostra comunità. Il rapporto tra Comune e frazioni, troppo trascurate in questi anni dall’Amministrazione Gentilin”. Titta (Giovanni) Fazio torna alla politica attiva dopo una lunga assenza: “Rappresento una lista che non si inserisce in nessuna corrente politiCorriere Vicentino |

22 | Paesi

Titta Fazio

ca, non condividiamo nulla di quello fatto dai partiti politici fino ad ora. Ci chiameremo “Lavoro e Salute per Arzignano” ed abbiamo già la lista pronta. Le idee: “Ci opponiamo al fatto che l’ospedale venga trasferito a Montecchio, è solo una grossa speculazione edilizia, come è già avvenuto per altri ospedali del Veneto. Il nostro secondo obiettivo è contrastare la realizzazione di un inceneritore anche perché esiste una moratoria regionale che ne impedisce la costruzione. La soluzione per quanto riguarda i rifiuti conciari va vista in un’ottica di rilancio della tecnologia avanzata in senso ecocompatibile. E poi una forte attenzione su una tragedia annunciata, quella delle nuove discariche costruite sulla ricarica di falda che si possono rompere da un momento all’altro mettendo in pericolo la vita di milioni di persone. E gli altri? Il sindaco Gentilin non si è ancora pronunciato. Il movimento 5 stelle scenderà in campo ufficialmente a marzo, mentre la lista che fa riferimento a Renzi sta valutando se fare un percorso autonomo e su chi puntare.


Terza età all’ex vergolani di marta soldÀ

U

n progetto a carico di privati che si proietta nel futuro per l’area ex Vergolani: 130 mini appartamenti indipendenti per persone della terza età autosufficienti. Il terreno in questione, che si trova nell’intersezione tra via Cazzavillan e via Mazzini, è stato per molto tempo in primo piano a causa del suo stato

un locale di refezione, ambulatori e una piscina riabilitativa, il tutto accompagnato da personale medico e paramedico. Il sindaco Giorgio Gentilin afferma: “Sono molto favorevole alla realizzazione di questo progetto, tant’è vero che ho spinto la società a propormi un modellino in scala del nuovo

ne è una situazione ormai evidente e questo è un servizio che la comunità andrà a richiedere a breve”. Il problema riscontrato dai proprietari è la crisi economica che non lascia respiro e un costo, per il progetto, non indifferente: tra i 12 e i 15 milioni di euro. Come affermato sia dal sindaco

stabile che s’inserirebbe perfettamente, anche dal punto di vista architettonico, nella zona». Un primo progetto, presentato nel 2009, prevedeva condomini residenziali, ma in seguito Giancarlo Artoni legale rappresentante della Miravalle s.r.l., società proprietaria - ha preferito indirizzarsi verso un uso del terreno diverso. Il figlio Nicola Artoni spiega: “L’invecchiamento della popolazio-

Gentilin sia da Artoni, l’area ex Vergolani è in diretta comunicazione con il centro di Arzignano e le persone potrebbero usufruire in modo più veloce e comodo dei servizi che la città avrebbe e fornirebbe loro, senza grandi spostamenti. Il residence avrebbe una vita propria e sarebbe gestito da privati; la società sta solo aspettando partner intenzionati ad avviare un’iniziativa volta a soddisfare le esigenze di una società in continua evoluzione.

L’area ex Vergolani com’è oggi

L’area nel 2006

di degrado, tanto da guadagnarsi il nome di casba. L’Amministrazione comunale si dice favorevole alla costruzione di un residence casa-albergo, simile a una casa di riposo ma con piccoli accorgimenti che farebbero la differenza. L’edificio, per anziani autosufficienti, sarebbe dotato di tutti i servizi necessari a persone con qualche problema motorio:

la storia dell’area vergolani L’area prende il nome dalla conceria Vergolani, in attività dal 1948 al 1962. Tra gli anni Sessanta e Ottanta l’attività procedette unicamente con la lavorazione pelli; solo in seguito alla sua chiusura, gli edifici annessi subirono un progressivo e rapido degrado, diventando un noto rifugio per la malavita. L’apice avvenne nel 1994 quando il padre di un ragazzo tossicodipendente uccise, al suo interno, un tunisino che gli forniva la droga. Intorno al 2000 la Miravalle s.r.l. divenne interamente proprietaria della zona e si poté così procedere, nel luglio 2010, alla completa rimozione della casba che si era venuta a creare nel centro della città del Grifo.

Corriere Vicentino |

23 | Paesi


Arzignano Attualità

Il caso marò parte da Arzignano

I

l Sindaco Giorgio Gentilin ha rifiutato l’invito al ricevimento per la 65ª giornata Nazionale della Repubblica dell’India, preferendo partecipare alla fiaccolata cittadina per chiedere la liberazione dei due marò italiani accusati di omicidio. “Non ho motivo per banchettare e omaggiare le istituzioni indiane in questo momento”, ha dichiarato. Il fatto ha dato il la alla protesta che

si è estesa in seguito a diversi rappresentanti politici nazionali. Di diverso avviso il neo candidato Sindaco Lorella Peretti, che ha chiesto e ottenuto un appuntamento con il console indiano e si è recata da lui, perché a suo parere è proprio tenendo aperto il dialogo che si può perseguire l’obiettivo comune di difendere la causa dei due fucilieri della Marina Italiana, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

Web

Cambia la pagina di Wikipedia

A

guardare la pagina di Wikipedia dedicata ad Arzignano, pare che la città del Grifo sia il paese dei capitelli, fotografati e descritti nei minimi dettagli. Ma per quanto importanti, i capitelli sono solo uno degli elementi che caratterizzano Arzignano. L’Amministrazione comunale si è così messa al lavoro per modificare la

pagina e dare un’immagine più completa del paese. L’assessore Pieropan e la commissione cultura presieduta dal dott. Lora sono al lavoro per inserire materiale integrativo e dare un quadro più reale di Arzignano, attraverso uno strumento, Wikipedia, che ormai è diventato una fonte imprescindibile di informazioni sul web.

Sociale

In 500 chiedono aiuti per le bollette

Q

uasi 500 persone si sono rivolte al Comune per poter accedere ai contributi regionali, ma solo un 20 per cento di queste verrà accontentato. Le richieste riguardano aiuti per il pagamento di spese mediche, bollette

di acqua, luce e gas e spese condominiali. Si tratta di un campanello di allarme serio, anche perché non riguarda soltanto cittadini stranieri: metà delle richieste provengono infatti da arzignanesi. Corriere Vicentino |

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Cronaca

Gli comprano una Porsche a sua insaputa

L’

incubo inizia nel febbraio scorso, quando Marco Sudiro, operaio conciario di 37 anni, riceve una multa per essere stato trovato senza biglietto su un treno che percorre la tratta Roma-Napoli. A giugno è la volta di un centro commerciale di Roma che gli chiede conferma su alcuni acquisti. Quindi un’altra multa, sempre da Roma, dai vigili urbani. Fino a novembre, quando gli arriva la prima rata per l’acquisto di una Porsche Cayenne. Sudiro ovviamente non ne sa nulla e scopre di essere vittima di un furto d’identità. Un certo Massimo Spina, suo coetaneo residente nella Capitale e volto noto alle cronache, ha usato una carta d’identità falsa e fotocopie di altri documenti per agire alle sue spalle. Ora è indagato dalla Procura.


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Il Sudan del don di giuseppe signorin

U

n articolo di don Mark Opere Omol, diacono e presbitero nella parrocchia di Ognissanti dal 2011, è stato ripreso di recente da diversi organi di stampa internazionali. Il motivo? La terribile situazione nel suo paese di origine, il Sud Sudan. Cosa sta succedendo nel suo paese? Il 15 dicembre sono iniziati i primi scontri a fuoco nella caserma delle ‘guardie presidenziali’, che si sono diffusi poi nelle zone circostanti. Ormai si tratta di una guerra vera e propria fra le forze leali al Presidente Salva Kiir, di etnia Dinka, e le forze leali al suo ex vice Riek Machar, di etnia Nuer. Si parla di pulizia etnica.

Il conflitto è partito come lotta politica, ma si sta trasformando in una tensione etnica. Si crede che le forze del Presidente abbiano preso di mira i membri della tribù dell’ex vice, ritenuto un ribelle. I suoi famigliari? I miei genitori sono rifugiati al Cairo da diversi anni, ma molti miei parenti vivono in Sud Sudan. Non ho avuto notizia di casi gravi fra di loro, anche se c’è sempre ansia, perché la situazione è oggettivamente pericolosa. Che cosa si può fare per questa situazione? Intanto è importante che si conosca e si diffonda la verità. Per questo motivo sono contento che il mio articolo abbia avuto diffusione. È molto triste che si ignorino vicende tanto gravi per carenza di copertura mediati-

ca. In Sud Sudan c’è un’emergenza umanitaria catastrofica, la gente ha bisogno dei beni primari. Chi volesse dare una mano può rivolgersi alla Parrocchia. Nel suo articolo elenca alcuni testimoni cristiani che si sono distinti durante questa guerra. Si può essere testimoni anche qui da noi? Innanzitutto bisogna essere credibili. Quello che un cristiano legge e che riceve nei sacramenti deve diventare vita ed esprimersi nel tessuto sociale in cui si trova. Bisogna tornare ai valori di Gesù, che vanno al di là di ogni cultura e che sono decisivi sia qui sulla terra che per le sorti dell’uomo.

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s. angela

D

opo due anni di lavori e una spesa di 1.200.000 euro grazie ai tanti contributi, Casa Sant’Angela è stata finalmente ristrutturata e ora è pronta per essere operativa. L’ultimo tassello è stato messo lunedì 27 gennaio, giorno dell’inaugurazione dell’infermeria, attività gestita gratuitamente dal dott. Antonio Lora, che ha raccolto accanto a sé una quindicina di infermieri volontari. “Riprendiamo un servizio storico che ad Arzignano hanno svolto per anni le suore Orsoline – ci racconta Susanna Magnabosco, Presidente della Fondazione Casa Sant’Angela - anche se da subito non siamo preparati a fornire quell’assistenza a domicilio

che le caratterizzava. L’ambulatorio serve per interventi di piccola infermeria. Facciamo quello che la legge ci consente, in accordo con farmacisti, medici di base e Ulss 5”. Nella struttura ci sono sette appartamenti destinati ad accogliere temporaneamente persone in difficoltà, come può essere un anziano dimesso dall’ospedale che può trovare un ambiente protetto, oppure una coppia separata con uno dei due coniugi che dorme in macchina, o un giovane post affido. Poi alcuni spazi destinati alla Caritas e ad altri gruppi di volontariato, una cucina e alcune sale per le attività parrocchiali. “Casa Sant’Angela – prosegue Susanna Magnabosco – è un inno alla ge-

nerosità, una dimostrazione di cosa si può fare grazie alla solidarietà. Svolgiamo diverse attività, gestite principalmente dalla Caritas e dal Gruppo dell’Amicizia”. “Ci tengo – spiega don Mariano Lovato, arciprete del duomo di Ognissanti – che Casa Sant’Angela continui a essere quel centro di carità che storicamente è stato grazie alle Orsoline. Tutti ad Arzignano ricordano con affetto e gratitudine quelle donne che andavano di casa in casa con le loro biciclette. Quando sono arrivato nel 2010, il progetto non prevedeva la ristrutturazione della Chiesetta di S. Giuseppe, interna alla struttura. Speriamo che grazie alle offerte sia possibile ristrutturare anche questa”.

Vent’anni di MOBY DICK L

a balena bianca continua a navigare. Dopo aver festeggiato i vent’anni, la Cooperativa Moby Dick porta avanti la sua missione attraverso iniziative stimolanti come la recente mostra di pittura “Il mio Cielo la mia Terra” (che a febbraio sbarca a Chiampo) e la mostra fotografica “…Senza Parole…”, che si è tenuta in biblioteca a gennaio. “Nel 1993, quando ci siamo divisi dalla Cooperativa L.P.V., non eravamo neanche una decina – ci racconta il Presidente Anna Maria Steccanella -. Oggi siamo in 48, tra soci e dipendenti, con quasi 250 persone da gestire”. Come mai questo nome?

Uno dei soci fondatori, Stefano Fracasso, all’epoca stava leggendo il romanzo di Melville e ha colto una similitudine fra la balena bianca, così diversa, misteriosa e affascinante, e le realtà con cui siamo in contatto. Che tipi di servizi fornite? Tre sono le aree di cui ci occupiamo: infanzia (gestione dell’asilo nido e del micronido del Comune); minori (doposcuola di S. Bortolo, Nogarole e Zermeghedo e ludoteca “GiocoUnMondo”) e disabilità (centro

Corriere Vicentino |

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diurno “Anime libere”, centro diurno “Psr”, servizio di accoglienza pomeridiana “Piuma” e soggiorno marino per le vacanze estive). Cosa si impara a contatto con persone in apparenza meno fortunate? Aiuta a crescere, perché bisogna sempre mettersi in discussione. I disabili sono più veri, più puri e più sensibili della media. Da come reagiscono ai miei comportamenti, capisco come sto io quel giorno. Di cosa avete più bisogno? Volontari e risorse economiche. Una trentina di volontari ci è di supporto in particolare per l’accompagnamento e i trasporti, ma il periodo è difficile, anche per quel che riguarda i fondi. Abbiamo bisogno di aiuto su tutti i fronti.


Arte del RICICLO di giuseppe signorin

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on si butta via niente. Potrebbe essere questo il motto di Gabriele Vignaga, artista poliedrico, capace di trasformare ogni cosa che vede in opera d’arte o di arredo della sua casa/museo. Un pezzo di legno, una pietra, una vecchia sedia. Qualsiasi cosa ha un passato, una storia alle spalle e nasconde di più di ciò che si vede. In un periodo in cui va molto di moda – e a

ragione – il materiale di riciclo, c’è chi ne ha fatto una filosofia di vita. “Questo pezzo di legno mi è stato regalato da amici – ci racconta -. Chiunque lo avrebbe buttato via, io l’ho appeso come un quadro in taverna. Guarda che bello, che striature”. Vignaga ci mostra la sua casa antica, il suo giardino che pare un museo naturalistico, la sua taverna “cubista”, i suoi quadri, le sue incisioni, addirittura le sue balestre (una passione recente, ma sono già sette gli esemplari costruiti da lui stesso). Da un lato la natura e le sue forme, dall’altro l’attività creativa dell’artista, che si esprime in maniera privilegiata attraverso le incisioni, per realizzare le quali Vignaga utilizza delle tecniche particolari. “Mi sono specializzato nella cera molle e in una tecnica particolare inventata da Armando Martini. Un’altra mia caratteristica è che qualche volta mi piace acquerellare le incisioni dando loro colore…”. Gli

oggetti preferiti sono gli stessi che ricicla per la sua casa: alberi, fossili, sassi. L’ambiente naturale domina su tutto. Tante le mostre a cui ha partecipato Vignaga, e diversi i premi ottenuti, fra cui il concorso nazionale di pittura a Rosà e il concorso nazionale d’arte a Boario Terme (Brescia). Ma la sua inventiva pare non avere tregua. Probabilmente ritaglierà anche questo articolo e ne farà qualcos’altro. Siamo curiosi di scoprire cosa.

Poesie bislacche di antonio lora

È

questo il titolo dell’ultimo libro di Vincenzo Giardini, pseudonimo di Enzo Capitanio, funambolico ‘poeta’ di Arzignano di cui abbiamo parlato già nel 2004 per la raccolta “Una zebra a stelle e strisce”. Abbiamo messo il termine poeta tra virgolette per sottolineare che siamo di fronte a una tipologia di scrittura in rime molto particolare, che non fa riferimento a immagini o stati d’animo, bensì a suo-

ni e ritmi che suscitano nel lettore curiosità e sorriso. Ma anche divertimento, perché se si prova a leggere le varie composizioni in tutta fretta esse diventano delle filastrocche e degli scioglilingua pieni di brio e di gaiezza. In totale il libro si compone di 112 pagine in parte occupate da disegni illustrativi al tratto e a tutta pagina eseguiti da Denise Bolcato e Sabrina Filopanti. C’è una sintetica prefazione esplicativa dell’opera di Corriere Vicentino |

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Enza Conti, mentre l’edizione è curata dall’Accademia Internazionale ‘Il Convivio’. Come abbiamo già scritto in passato, questo singolare genere letterario ha un effetto molto suggestivo e stimolante perché suscita momenti imitativi che si ricollegano non solo a espressioni tipiche del mondo infantile, ma anche a veri comici di professione. Basti, per esempio, pensare a quando Crozza imita Matteo Renzi, con quel suo modo di ragionare apparentemente senza senso, mentre al contrario realizza una modalità di comicità semplice e un po’ ingenua, ma certamente di sano divertimento.


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Spettacolo

StrArzignano per tutti

L’

Sofi a Sanremo

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orchestra giovanile dell’Istituto Comprensivo 2 e gli studenti dell’indirizzo musicale, sia delle scuole Motterle che delle Zanella, avranno a disposizione un nuovo pianoforte verticale, acquistato grazie al contributo di 2.100 euro fornito dal Comune. Sede del nuovo strumento, la Scuola Secondaria di primo grado Ettore Motterle.

S

ono iniziati lunedì 10 febbraio gli allenamenti gratuiti per prepararsi alla prima StrArzignano, prevista per domenica 6 aprile. La preparazione è possibile grazie alla disponibilità di Atletica Arzignano e del Personal Trainer Mirco Zanellato e prevede due programmi con l’obiettivo di portare tutti, anche chi non ha mai corso, a partecipare a questo imperdibile evento sportivo arzignanese.

a giovane cantante Sofia Bouchaala, in arte Sofi, riceverà il premio AFI (Associazione Fonografici Italiani), destinato ai giovani cantanti di talento, durante il prossimo Festival di Sanremo. Sofi, arzignanese di padre tunisino e madre napoletana, sta preparando una tournée negli Stati Uniti e in Giappone. Nel frattempo lavora al suo primo Ep di otto pezzi pop dance, dopo l’uscita del suo singolo “This is my life”.

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Il Paco australiano di stefano canola

H

a ottenuto il diploma di maturità la scorsa estate, come esigeva papà Armando. Ora Paco Castagna prova a fare davvero il pilota di speedway, senza distrazioni ma anche senza alibi. Questo sarà un anno importante, forse decisivo per la sua carriera, e il ventenne centauro di Arzignano, numero tre del ranking italiano 2013 e tricolore a coppie insieme con Guglielmo Franchetti, l’ha cominciato facendo gavetta sotto il sole dell’Australia. “Sono qui da fine novembre e ci rimarrò fino al 17 febbraio – racconta il figlio d’arte -. Vivo a Perth, a casa di Steve Johnston (ex pilota professionista molto noto nel Vicentino per aver

gareggiato col MC Lonigo ndr) che mi sta aiutando in tutti gli aspetti di questo sport, dall’officina alla pista. Sono molto carico e motivato, sto lavorando sodo: frequento sei volte la settimana la palestra locale Peak Body Health and Fitness, che mi appoggia come sponsor. È dura, molto tempo lo passo da solo e devo arrangiarmi:

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prepararmi da mangiare, guidare per andare in pista e farmi da meccanico. Penso che serva principalmente per crescere mentalmente. Tornerò a casa con tanta fame di vittorie e con una mentalità diversa!”. Tre gare finora disputate, con dieci punti in ciascuna delle prime due e percorso netto (5 batterie, 5 successi) nella terza, il 18 gennaio, a corollario del campionato australiano 125 cc. “Nel mirino il campionato italiano Open e l’Under 21, quest’anno più impegnativi perché le corse sono ben nove. Spero poi di qualificarmi per le fasi finali dell’Europeo e del Mondiale U21 e di aiutare la Nazionale nell’appuntamento iridato di Terenzano. Gli obiettivi sono molti, ma sto lavorando duramente per realizzarli”.

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Sogni azzurri di giuseppe signorin

D

ai primi passi nella Garcia Moreno all’esordio in Nazionale. È successo all’inizio di questa stagione, dopo la partita contro il Bassano. Mister Bertotto, allenatore della Nazionale Under 20 di Lega Pro, ha chiamato il Real Vicenza per convocare Mattia Sandrini, centrocampista offensivo classe ‘93 in comproprietà fra Parma e Vicenza, girato in prestito quest’anno al Real per farsi le ossa, dopo un anno in C1 al Viareggio. La prima cosa che hai fatto quando ti hanno comunicato la convocazione? Ho chiamato la mia famiglia e ho festeggiato con la mia ragazza. Il giorno dopo sono partito per uno stage

di tre giorni a Coverciano, in preparazione del 5° International Challenge Trophy. Il debutto? A novembre, nello stadio di Ferrara contro la Norvegia. Negli spogliatoi, vedere la maglia azzurra numero otto con scritto “Sandrini”, è stata un’emozione devastante. Lo stadio era pieno, si sentiva il boato del pubblico dopo ogni tiro. Come sta andando l’avventura col Real Vicenza? All’inizio ho trovato poco spazio perché sono arrivato l’ultimo giorno di mercato e ci ho messo un po’ a entrare in forma. Ora gioco con continuità. Siamo una squadra esperta in cui trovano spazio alcuni elementi giovani come me. I compagni più adulti, che magari hanno già avuto esperienze

Mattia Sandrini indossa la maglia numero 8

in categorie maggiori, mi stanno aiutando molto a formare il carattere. Dove trovi sostegno per dare sempre il massimo? Sono un ragazzo atipico. Mia mamma mi ha portato qualche anno fa a Medjugorie, dove ho iniziato il mio percorso di fede, che anche nel calcio mi dà una marcia in più. E poi la famiglia: i miei genitori, i miei nonni e la mia ragazza, che mi seguono e mi supportano sempre.

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Il Tonin pensiero di mario piotto

“L

a frammentazione ci è costata la vittoria. Io e Boschetto, sommando i voti, abbiamo infatti raccolto oltre il 60% di preferenze. Ma tant’è”. L’analisi di Alessandro Tonin dei primi 250 giorni da sindaco del rivale alle urne Matteo Macilotti parte ancora prima dell’inizio. Tonin, 35 anni, ora sta all’opposizione, un’opposizione che però immaginava... diversa. “Speravo in una maggiore apertura da parte della maggioranza a una partecipazione condivisa, pur da fronti opposti. Invece si

sono limitati alle dichiarazioni”. Ma la vera questione che a Tonin non va giù è quella rimborsi, dei due assessori che li hanno riportati ai massimi di legge, da 627 euro a oltre il doppio. “Negli ultimi 20 anni si è rinunciato all’indennità piena. In tempi come questi in cui la politica deve dare segnali concreti, non solo da Roma, cosa possono pensare i cittadini?” Infine uno sguardo al futuro. “Mi preoccupa che abbiano tolto dal piano interventi opere importanti, come la strada di collegamento con Arzignano. Ok, oggi sono fuori portata, ma eliminarle vuol dire proprio non crederci”.

Karate GIRL Ora mi alleno per il terzo dan. Da due anni faccio parte della nazionale italiana, e a Chiampo sono la maestra sei anni è tornata a casa da di un gruppo di ragazzi di prima suscuola con due volantini in periore. mano e ha detto a sua madre Come concili tutti i tuoi impegni? “Voglio iscrivermi ad aikiServe organizzazione e disciplido e a pianoforte”. na: la scuola viene prima di tutto Oggi Hilenia Lovato ha diciaset(frequenta il liceo linguistico Oxte anni, è campionessa nazionale ford a Vicendi karate e suona il pianoforte za, ndr), poi per hobby. c’è il karate, il Hilenia, raccontaci della pianoforte e infitua carriera sportiva. ne il tempo libero. Ho cominciato quando Mi piace andare a avevo sei anni con aikiballare e uscire con gli amido e, dopo qualche mese, ci, ma prima di una gara ho iniziato karate. A quatnon posso fare tardi, tordici anni ero cintura altrimenti perdo la nera, e a sedici ho concentrazione. preso il secondo dan Come si divena Cantù, dov’ero la Foto di Fotogì ta campiopiù piccola di tutti. di lisa masiero

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“Foreverland”

ta girando nei festival americani ed europei ed ora è arrivato anche in una ventina di città italiane, tra cui Chiampo. Il film “Foreverland” è la storia di un malato di fibrosi cistica ed è stato realizzato da un regista canadese che di fibrosi cistica è affetto, Maxwell McGuire. Sabato 22 febbraio, con inizio alle ore 20,30, sarà proiettato all’Auditorium comunale di Chiampo. Dopo una breve introduzione alla serata, ci sarà la visione del film e a seguire l’intervento del direttore scientifico della Fondazione Fibrosi Cistica - Onlus , prof. Gianni Mastella. I fondi raccolti durante la serata andranno a finanziare il progetto dedicato alla ricerca di correttori per la mutazione ∆F508-CFTR , la più diffusa tra i malati di fibrosi cistica.

nessa? Non è facile. C’è stato un momento in cui volevo mollare, perché non vincevo gli incontri. Ma il mio maestro, Antonio Mastrotto, e mia mamma, mi hanno spronata a continuare. Ho pochissimo tempo per uscire, le gare si tengono anche molto distante da casa, e il lunedì mi alleno a Calalzo di Cadore, vicino Cortina. Ma il karate è la mia passione. Ad aprile compirai 18 anni e a settembre inizierai l’ultimo anno di scuola. E poi? Vorrei entrare nelle Fiamme Gialle (i gruppi sportivi della Guardia di Finanza), per fare del karate il mio lavoro. “Me l’aveva detto - ci racconta la mamma Barbara Tadiello - quand’era ancora una bambina: io indosserò la divisa”. In bocca al lupo Hilenia!



a lta va l l e

Progetto Nogarole di lisa masiero

L

a storia di Nogarole diventa libro, e non solo. Il progetto, a cui l’associazione culturale “Nogarole piccolo paese”, in collaborazione con l’Amministrazione comunale e la Parrocchia, sta lavorando ormai da tre anni, è stato presentato lo scorso 2 dicembre presso il salone parrocchiale Don Bosco, alla presenza delle numerose realtà economiche e imprenditoriali di Nogarole o che da Nogarole hanno avuto origine. “L’intero progetto prende il nome dalla nostra associazione, “Nogarole piccolo paese”, e prevede la realizzazione di un libro sulla storia del paese, un blog e una mostra fotografica in occasione della presentazione del libro” spiega Enrico Corato, ideatore e coordinatore dell’iniziativa. L’idea prevede un libro in due volumi: uno che racconti la storia e l’arte attraverso accurate ricerche d’archivio, l’altro che permetta di rivivere il Novecento attraverso vecchie foto in bianco e nero, aneddoti e racconti dei più an-

ziani, filastrocche che si raccontavano la sera a filò, strumenti da lavoro e utensili della vita contadina di una volta… il tutto raccolto tra la gente del paese. “L’obiettivo è ripercorrere la storia di Nogarole dalle origini fino ai giorni nostri – continua Corato – arrivando

Campanari in azione, anni Cinquanta

a realizzare un nuovo libro su Nogarole scritto dalla gente del paese. E con la stessa filosofia, per rendere possibile il progetto anche dal punto di vista economico abbiamo pensato di chiedere un contributo ai numerosi imprenditori legati alla nostra comunità”. Oltre 100 gli inviti consegnati (un bel numero, su una popolazione di 1150 abitanti, ndr), e la risposta dei presenti è stata molto positiva. “Abbiamo già iniziato a ricevere le prime donazioni, ma si tratta di un progetto ambizioso e speriamo che possa essere realizzato per intero. Per quest’anno abbiamo in programma la pubblicazione del primo volume sul nostro Novecento, che presenteremo a settembre in occasione del 50° di sacerdozio del parroco don Eugenio Xompero”. Chi avesse foto, mappe o aneddoti da raccontare, oppure desiderasse informazioni può contattare l’associazione al numero 338 9915157 o all’indirizzo mail nogarolepiccolopaese@libero.it.

c r e s pa d o ro Sentiero dei Cimbri: “Non ci arrendiamo!”

C

ercare in ogni modo di promuovere e valorizzare il proprio territorio è una sfida che molti comuni hanno raccolto negli ultimi anni. E in questi tempi non facili molte amministrazioni meriterebbero una medaglia, ma la strada è tutta in salita. “È uno Stato pazzo, invoglia alla follia”. Commenta così Giampietro Dalla Costa, primo cittadino di Crespadoro, con riguardo alla vicenda del Sentiero dei Cimbri che si protrae ormai da qualche mese. “Il progetto prevede la realizzazione di un sentiero circolare con delle installazioni artistiche lungo il percorso, riguardanti la cultura e le tradizioni del locale popolo cimbro”. Dunque un percorso culturale a vocazione turistica che collegherebbe la zona bassa di Durlo alla cima della purga, finanziato con il “Fondo Letta” per le aree svantaggiate situate a confine con Regioni a Statuto speciale. “Potevamo ottenere fino a 350 mila euro – continua il sindaco – ma chi ha valutato il nostro progetto ha ritenuto che le “installazioni artistiche” non sono infrastrutture e quindi ci ha assegnato solo 50 mila euro”. Dovendo intervenire per mettere in sicurezza un sentiero in un bosco questi soldi non bastano, e comunque secondo l’amministrazione di Crespadoro senza le opere d’arte il progetto perde il suo significato. “Abbiamo perso il ricorso al TAR, e ora attendiamo che si esprima il Consiglio di Stato. Il collegamento territoriale Comuni-Regioni-Stato è saltato afferma ancora Dalla Costa – . Questa è una sfida che stiamo portando avanti da soli, vedremo dove andremo a finire. Ma noi non ci arrendiamo”. e.c.

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montecchio

Giovani a Tutta birra di guido gasparin

T

rent’anni e tanta voglia di mettere in piedi un’originale attività in proprio. E allora via a tutta birra, perché proprio di questo stiamo parlando: di un microbirrificio nato a Montecchio Maggiore quasi per hobby ed ora diventato un’impresa vera e propria. “Precisamente Lucky Brews è una ‘beer firm’, perché noi per questione di costi non ci occupiamo di produzione”, spiega Samuele Gallico, proprietario e fondatore dell’etichetta assieme ai suoi collaboratori Luca Dal Lago, Enrico Bari, Mattia Marchetto, Davide Crudo, Marco Fiscato e Samuele Mecenero, un affiatato gruppo di Montecchiani under 30 che si sono messi in testa di creare e vendere birra artigianale. Può essere definita un’avventura scaccia-crisi perché, quando il lavoro scarseggia o non dà soddisfazioni, si deve avere il coraggio di crearselo, possibilmente sfruttando una passione. “La start up risale al settembre 2012

– racconta Gallico – e da allora ci siamo messi a sviluppare ricette di nuove birre, che poi facciamo produrre ad un birrificio di Isola Vicentina. L’azienda si chiama ‘Lucky Brews’ perché inseriamo un quadrifoglio in ogni 10 ettolitri di birra. Siamo partiti da poche bottiglie ed ora siamo arrivati a produrre 120 ettolitri l’anno”. Tre finora le qualità messe sul mercato, grazie soprattutto al tam tam e alla partecipazione a fiere e a mercati in giro per tutta Italia. D’altronde quello dei birrifici artigianali è un mercato in forte espansione. Come spiega una recente ricerca dell’Università degli Studi di Macerata, queste entità produttrici si stanno sviluppando a macchia d’olio in tutte le regioni d’Italia, fino a superare oggigiorno le 445 unità produttive. Si tratta di piccole imprese artigiane che si differenziano dai “giganti” soddisfacendo una domanda (in crescita) più attenta alla qualità e genuinità e aventi un immagine “pulita e pura”. Nel 2011, però, riuscivano a ritagliarsi soltanto il 2% del mercato, segno che le possiCorriere Vicentino |

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bilità di sviluppo sono ancora molto ampie. Per giovani imprenditori che hanno voglia di investire in questo settore c’è insomma molto spazio a disposizione e l’esperienza di Gallico e soci lo dimostra. “I consumatori sono sempre più attenti alla ricerca della qualità – commenta -, una tendenza che fino a pochi anni fa in Italia non esisteva, perché in tema di birra il nostro Paese, quasi totalmente votato al vino, non ha mai avuto una grande tradizione come l’hanno invece ad esempio avuta Germania, Belgio o Regno Unito. La carta vincente è quindi rappresentata dalla produzione biologica attraverso l’agricoltura integrata, che noi già pratichiamo. A fine 2015 puntiamo però a produrre birra completamente a chilometro zero, attraverso la coltivazione del luppolo nelle nostre zone”. Un’altra carta vincente è poi l’inventiva e ai ragazzi di Montecchio certamente non manca: stanno già ideando il vermouth e la riduzione a base di birra…


montecchio

Da grande farò il politico di lisa masiero

L’

Italia è un paese di politici senza passione e di giovani bamboccioni. Luoghi comuni che Roberto Pellizzaro, con i suoi 25 anni e la sua recente esperienza al Parlamento europeo, smentisce. Da quanto tempo hai questa passione? Sono attivo in politica da quando ho 18 anni, mi sono laureato in politica internazionale a Padova e cinque anni fa sono stato eletto consigliere comunale nel mio paese. Come sei arrivato al Parlamento europeo? Ho inviato a un deputato europeo la candidatura e, grazie alla mia esperienza in politica e alla conoscenza delle lingue inglese e francese, sono

stato selezionato. Raccontaci dello stage. È durato 5 mesi, sono partito ad agosto e tornato a fine gennaio. Lavoravo full time, otto ore al giorno per cinque giorni a settimana, per il presidente di una commissione parlamentare assieme ad altri due stagisti e a due assistenti. Svolgevo principalmente

lavori di segreteria e traduzione. Penso che per chi voglia intraprendere la strada della politica internazionale uno stage come questo sia una tappa fondamentale. Com’era la tua vita a Bruxelles? È stata la mia prima esperienza all’estero. Vivevo a quindici minuti a piedi dal parlamento, in un appartamento che condividevo con studenti e stagisti: una tedesca e tre francesi. La città è piena di italiani e la vita lì è sicuramente più cara. A dicembre è diventata meravigliosa: c’erano musica, giochi di luci sui palazzi e mercatini di natale. Tornerei a vivere là, ma non so se per sempre: mi mancherebbero il sole e il cibo italiano. Lo stage è finito. E adesso? Cercherò lavoro qui e mi dedicherò alla politica locale.

Rispettare gli animali

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n libro con prefazione firmata dal professore Umberto Veronesi. Niente male come esordio per la professoressa Adriana Carlotto, autrice de “Il diritto degli animali”. Nata in Piemonte da genitori di Tezze di Arzignano,

vive a Montecchio e insegna da trentasei anni. Da venticinque è docente di diritto all’istituto Ceccato, ed è proprio lì che ha avuto l’idea del libro. Perché l’ha scritto? Parlando con i miei studenti ho avvertito l’esigenza di trattare questo tema di cui si discute ancora troppo poco. Il mio intento è educare le nuove generazioni. Di cosa parla il libro? Nel libro si parla di diritti degli animali dal punto di vista della filosofia, della religione e della legge. È soddisfatta del risultato? La prefazione del professor Veronesi è per me un grandissimo onore. Inoltre il parlamentare europeo Andrea Corriere Vicentino |

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Zanoni era presente alla presentazione del libro e il cerimoniale del Ministero dell’Istruzione mi ha telefonato per complimentarsi e mi ha suggerito di diffonderlo presso le scuole superiori. Molte scuole lo stanno adottando come testo consigliato, e questo mi fa molto piacere, significa che è un tema importante. I ragazzi come reagiscono? All’inizio fanno battute del tipo “allora non dovremmo nemmeno uccidere le mosche”, ma poi non vedono l’ora che arrivi il momento della lezione. Io sono vegetariana e contraria alla sperimentazione sugli animali, ma non obbligo nessuno a seguire le mie scelte. Mi limito solo a educare al rispetto verso la vita, in qualsiasi forma essa si manifesti.


montecchio

Sportello anticrisi

C

ombattere la crisi occupazionale che attanaglia anche l’Ovest Vicentino attraverso uno sportello dedicato. È il progetto che il Comune, in collaborazione con l’Ulss 5 e la Consulta comunale delle associazioni economiche di categoria e organizzazioni sindacali, ha lanciato nel corso di un’affollata assemblea pubblica. Sostenere chi è alla ricerca di occupazione, avviare progetti formativi di reinserimento lavorativo, favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e dare consulenza legale e fiscale alle aziende in crisi e supporto psico-

logico ai lavoratori e agli imprenditori coinvolti dalla crisi: questi gli obiettivi dello sportello, che presto entrerà nella fase operativa, grazie anche al supporto degli esperti del progetto

regionale “inOltre”, nato per dare aiuto a imprenditori e lavoratori in difficoltà. “È un progetto – spiega il sindaco Milena Cecchetto – che riguarda tutti i Comuni dell’Ulss, perché la crisi ci ha insegnato a fare rete. La Consulta è stata caratterizzata da un confronto molto sincero e aperto, che ci ha permesso di raggiungere questo importantissimo risultato”. Secondo i sondaggi sviluppati da Local Area Network, partner del progetto, il tema del lavoro è al primo posto tra le preoccupazioni degli italiani. Lo sportello di Montecchio è una prima, importante risposta. m.p

Orti castellani

A

Montecchio Maggiore nascono gli Orti Castellani. Dopo l’emanazione dell’avviso esplorativo, che ha visto la manifestazione d’interesse da parte di 41 cittadini, la Giunta ha approvato il progetto di realizzazione degli orti, da destinare alle famiglie che saranno individuate e confermate con un successivo bando. L’iniziativa

punta a favorire la socializzazione, il consumo di prodotti a km zero e la salvaguardia del territorio. L’area individuata si trova in via dell’Artigianato e ha una superficie di circa 6.300 mq. Il progetto prevede la creazione di 65 parcelle con una superficie media di 48 mq; è inoltre previsto uno spazio centrale con una struttura in legno con tavoli e panchine. m.p.

Più sicurezza alla d. milani

I

l Comune ha concluso i lavori di sistemazione dell’area di accesso alla scuola primaria Don Milani. Si tratta di interventi che mettono ordine a una situazione che era spesso caotica e rischiava di creare problemi di sicurezza per i pedoni. Ora i percorsi viabili, pedonali, le zone a verde e le zone per la sosta dei veicoli sono

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stati resi indipendenti. È stato creato un percorso a senso unico e a ferro di cavallo che permetterà di fluidificare il traffico. I percorsi pedonali sono due, uno sul lato destro e uno sul lato sinistro, entrambi esterni alla viabilità. È stato inoltre raddoppiato il numero dei parcheggi ed è stata creata un’area protetta per gli studenti di 120 mq. m.p


M o n to r s o

Un nobile fantasma di francesco meneghini

U

di spettro nel campo visibile, misurazioni del campo acustico ed elettromagnetico e termico, anomalie ottiche ed altro

n mistero aleggia, da sempre, su Villa Da Porto a Montorso. Si narra che tra i saloni e le stanze sotterranee si aggiri il fantasma di Luigi Da Porto, primo novelliere se della travagliata storia nebulo forme Strane te all’interno d’amore tra Giulietta e fa fotogra Mirella illa da Romeo. della v . n ? a Pierop del fantasma L’associazione Orizzonti a tt a tr i S Paranormali di Monticello Conte Otto ha preso molto sul serio la questione e, munita ancora. Questi gli oggetti di studi attrezzature speciali, ha eseguito, dio del team di esperti, che dichiara: di notte, un monitoraggio completo “non sono mancate le interazioni degli ambienti della villa. Frequenza

montebello

Il bello dello sport di lisa masiero

L

o sport non è solo competizione, è anche altruismo e lealtà. Parole che descrivono bene cos’è successo il 3 novembre al Palazzetto dello sport. “Abbiamo organizzato per il secondo anno consecutivo il Trofeo Città della Speranza - ci racconta Elena Munaretto, allenatrice della squadra di pattinaggio artistico a rotelle New Angels - che quest’anno ho voluto dedicare a Diego Framarin, mio zio, mancato un anno fa. La mia squadra è arrivata seconda, a distanza di un punto dalla prima, la società Chiarano di Treviso, che al momento delle premiazioni, però, si è ritirata, lasciando a noi l’onore di vincere. È sta-

to un gesto umano e sportivo senza paragoni, una lezione di vita per tutti gli atleti, le società e gli allenatori presenti”. E i presenti erano davvero tanti: al Trofeo hanno partecipato infatti quindici società sportive, per un totale di quasi duecento allievi. “Mio zio Diego - ci spiega Elena - mi ha aiutato moltissimo a realizzare il mio sogno di creare una società sportiva che sia anche una scuola, dove i valori fondamentali sono sport, solidarietà e aggregazione. Ecco perché l’aver vinto il Memorial a lui dedicato, grazie al bellissimo gesto dei ragazzi di Treviso, è stato così importante”.

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anomale e i sotterranei hanno riservato molte sorprese”. A questo punto la curiosità cresce esponenzialmente. Cosa c’è dietro questa storia? Possibili spiegazioni e risposte saranno illustrate nel corso di un incontro pubblico, che verrà presto convocato in villa. “Valutiamo questa iniziativa – commenta il sindaco Diego Zaffari – come un ulteriore tassello del percorso di valorizzazione della villa che come Amministrazione comunale abbiamo da tempo intrapreso. Ben venga, quindi, anche l’aspetto più misterioso di questo luogo”.


gambellara

Lunga vita all’oratorio di stefano canola

N

e ha fatta di strada l’Oratorio “Don Bosco” di Gambellara - Sorio da quando nel 2004 una felice intuizione del parroco di allora, mons. Mario Erle, diede l’impulso iniziale. “Dieci anni fa gli iscritti erano 130, adesso 312 – sintetizza il responsabile Giorgio Fortuna. Siamo ‘il posto della domenica pomeriggio’, per dare ai ragazzi un’alternativa al bar e l’impegno di tanti volontari permette di stilare un calendario di iniziative molto ricco. Lo spirito dell’Oratorio NOI è da sempre lo stesso: offrire stimoli e proposte ai giovani e alle famiglie superando steccati e campanilismi, senza sovrapporci ad altri eventi organizzati nel nostro Comune, ma anzi sfruttando le occasioni di collaborazione con la Pro Loco, i Donatori di sangue e naturalmente gli altri gruppi parrocchiali”. Il programma 2014 è forte di una trentina di attività, dalla camminata sulla neve al concorso canoro in prima visione assoluta “La Tonsilla d’oro”, passando per campi scuola estivi e rafting sul Brenta, gita a Berlino, Via Crucis e visita coi ragazzi al Pensionato. “Costante l’impegno della domenica in Oratorio, che è diviso in due parti: i grandi (delle scuole medie e superiori) presso l’ex teatro e i piccoli (dell’infanzia e della primaria) nell’ex canonica, all’ombra della

chiesa di San Pietro e Paolo – continua Fortuna. Quattro volontari e una sessantina di giovani protagonisti tra calcetto, ping-pong, altri giochi di compagnia e attività manuali come ricamo, uncinetto e lavoretti vari. Fondamentali anche gli incontri del gruppo per sposi e famiglie, frequen-

tati da un sempre maggior numero di persone”. E poi le feste: chi l’ha detto che in parrocchia non ci si diverte? Festa della famiglia, d’autunno, e di S. Giovanni Bosco, appena andata in scena: 120 persone a cena, pagando una quota di 5 euro. Difficile fare meglio…

montorso

Il blog veleggia verso le 5000 visualizzazioni

H

a pochi mesi di vita ma può già contare su un gran numero di fedelissimi. Stiamo parlando del blog di Montorso Vicentino, nato per volontà dell’Amministrazione comunale con il supporto di alcune eccellenze imprenditoriali del territorio. Le visualizzazioni sono già quasi 5000, a testimonianza del fatto che il blog sta diventando una vetrina per l’intera comunità di Montorso. Notizie amministrative, lavori, cultura, sport e curiosità: questo ed altro all’indirizzo montorsoblog.com. E per proporre contenuti basta scrivere a montorsoblog@gmail.com.

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brendola

Brendola a quota 5000 di Francesco meneghini

C

hissà che bassi devono apparire i dolci rilievi dei Colli Berici dopo un mese passato tra vette di 5.000 metri e più. È quello che avranno pensato i cinque alpinisti brendolani al rientro dalla spedizione in Nepal, nel cosiddetto “Trekking dei 3 passi”, accompagnati da una nutrita rappresentanza montecchiana, ma anche vicentina, valdagnese e chiampese: in tutto 14 alpinisti nostrani, impegnati dal 9 ottobre all’8 novembre scorso, ad attraversare passi himalayani, come ci ha raccontato Giovanni Beato, uno dei membri della spedizione. “Prima di partire, visti i numerosi membri del gruppo brendolani e montecchiani, abbiamo ottenuto per la spedizione il patrocinio del Comune di Brendola e della sezione di Montecchi Maggiore del C.A.I. con i rispettivi gagliardetti da portare durante il viaggio. Inoltre il sindaco Ceron ci ha consigliato di portare una co-

pia del libro fotografico di Brendola, che abbiamo consegnato presso la Piramide del CNR, il laboratorio di ricerca italo-nepalese a 5.100 metri di quota”. Inconvenienti durante il viaggio? Nessuno ha avuto problemi con le alte quote, in quanto abbiamo trascorso un periodo di accli-

La casa dell’acqua fa il bis

L

a casa dell’acqua raddoppia in terra di Brendola. Dopo il successo ottenuto dall’installazione del distributore di acqua potabile in via Vivaldi (in media più di 600 litri di acqua erogati al giorno), una seconda struttura identica è stata posizionata in piazza Beltrame nella frazione di Vò. Inaugurata lo scorso 24 gennaio alla presenza del sindaco Renato Ceron e il direttore generale di Acque del Chiampo Alessandro Rebellato, la nuova casa dell’acqua fornirà acqua filtrata e controllata, sia naturale che frizzante, al prezzo di 0,05 euro al litro. L’erogazione dell’acqua avviene tramite una chiavetta prepagata, che si può richiedere alla Polisporitiva di Brendola o al fornitore del servizio, la società Acque del Chiampo. f.m.

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matamento una volta giunti a Katmandu. Il problema è stato il clima: il periodo dei monsoni ha tardato a finire, quindi per qualche giorno abbiamo avuto pioggia battente, che ha scatenato le sanguisughe! Alla sera eravamo costretti a fare l’”ispezione sanguisughe” per controllare di non averne addosso… La quota più alta che avete raggiunto? 5.550 metri, sul Kala Pattahr. Avete già una nuova spedizione in programma? Certo: il prossimo agosto un gruppo andrà in Pakistan, al campo base del K2, per celebrare i 60 anni dalla prima ascesa ad opera di italiani. In quell’occasione verrà ricordata la figura di Vittorio Lombardi, grande mecenate che contribuì ad organizzare quella leggendaria spedizione, e legato a Montecchio (dove è sepolto) per il restauro di Villa Cordellina. Inoltre qualcuno sta già pensando ad organizzare la spedizione del 2015… per un alpinista l’importante è non fermarsi!


lonigo

L’alfabeto del 2014

di lino zonin

Anno nuovo, vita nuova. Ma sarà vero? Intanto, facciamo una lista di quello che il 2013 ha lasciato in eredità per i prossimi 12 mesi.

A

cqua

Sembra che, dentro quella dell’acquedotto, ci siano sostanze nocive. Le autorità minimizzano ma su queste cose c’è poco da scherzare. Chiarezza, per favore!

B

iblioteca

Sempre più ragazzi la scelgono come luogo ideale per lo studio. E con il rinnovo del comitato riprenderanno le attività culturali.

C

it tadella

(degli Studi). Siamo oltre la metà dell’opera. Tocca alla Provincia finirla, anche con i fondi caduti dal cielo.

D

issuasori

È l’unico modo per far rallentare le auto. Già fatto quello di Spessa. Altri ne spunteranno a Madonna.

E

lez ioni

Un anno alle comunali. Fra poco inizieranno le grandi manovre.

F

iera

Da oltre mezzo secolo la kermesse più importante di tutte. Un motivo ci sarà.

G

iovani

Sono la speranza per il futuro. Li aspettiamo, fra un anno si vota.

H

ospital

(DAY). Si taglia, si risparmia e si aspetta il nuovo ospedale. Ma a Lonigo si “taglia” sempre meno.

I

mmigrat i

Sono in tanti, tutti per conto loro, la maggioranza bravi e qualche cretino, come dappertutto. Di integrazione, non se ne parla neanche.

L

ibri

Continuano a uscire, nonostante tutto. E gli scrittori leoniceni sono sempre prolifici.

M

usica

(Amici della). Meritoria associazione che senza clamori allieta da molti anni lo spirito dei leoniceni.

O

t t imismo

Ce ne vorrebbe di più, anche in questo elenco.

P

ro loco

Finite (sembra) le discordie, adesso è ora di mettersi al lavoro.

Q

uadri

Il Palazzo della Cultura continua a mostrarne tanti. Avanti così.

R

otatoria

Quella di via Zara, arrivata con il Giro d’Italia, è ottima. Quella di via Turati la aspettiamo, prima che qualcuno ci lasci le penne.

S

taz ione

Benvenuti a Tucson, altro che a Locara. Mancano solo i pistoleros che attendono l’amico killer appena uscito dalla prigione di Yuma.

T

erraz z a

(del palazzo del Popolo). Bella l’idea di riaprirla per una festa d’estate. Chissà che qualcuno non ci riprovi.

U

t ily a

Critiche e defezioni da parte di altri comuni. Ma i risultati della raccolta differenziata sembrano buoni.

V

olontariato

Tante persone si danno da fare, ma un altro come Armando Malugani sarà difficile trovarlo.

Z

ona pedonale

Lo dice il termine stesso: riservata ai pedoni. E allora, che fanno tutte quelle macchine in via Garibaldi?


lonigo

Verso una svolta? di giovanni salviati

“I

cannoli e le cassate nelle pasticcerie di Caltanissetta vengono ora prodotti con ricotta neozelandese già zuccherata, concorrenziale rispetto a quella fornita fino a ieri dal mio amico allevatore della zona, malgrado il vantaggio della vicinanza”. L’esempio, denunciato come l’ennesima battaglia persa dall’agricoltura italiana, è di Eugenio Rigodanzo, allevatore leoniceno da anni in lotta contro il sistema di gestione delle quote latte e dell’intero settore lattierocaseario in Italia. “Se persino con i prodotti freschi – incalza – non siamo concorrenziali con l’estero, nemmeno con l’Oceania, significa che l’agricoltura italiana è in una crisi gravissima, per nulla percepita dalla politica”. Ma ora sul fronte delle quote, dopo anni di battaglie, ci sono novità potenzialmente di grande rilievo giudiziario. Con un gruppo ristretto di allevatori dei Cospa, Rigodanzo ha denunciato per truffa alcuni funzionari di Agea (l’ente pubblico che gestisce fra l’altro il sistema delle quote) e l’Isituto zoo-profilattico di Teramo, incaricato ufficiale di gestire l’anagrafe bovina in Italia. “Il g.i.p. di Roma Giulia Proto – fa sapere l’allevatore leoniceno – dopo una prima richiesta di archiviazione per truffa (ma non per falso ideologico e falso in atto pubblico), ora ha riconosciuto come errore l’archiviazione anche per truffa. In sostanza i dati sulla produzione di latte in Italia sono stati falsati per eccesso deliberatamente da alcuni funzionari dei due enti, come suggeriscono fra l’altro alcuni messaggi di posta elettronica

intercettati”. L’indicazione del gip alla Procura, a questo punto, è di riaprire le indagini ed emettere gli avvisi di garanzia agli interessati per i tre reati indicati. “I dati gonfiati – commenta Rigodanzo – servivano fra l’altro per importare latte dall’estero a bassissimo prezzo e senza alcun controllo sanitario, e commerciarlo come italiano. Se non è truffa questa...”. La questione giudiziaria ha un’ovvia

che ci sconcerta è l’assurdità di queste falsificazioni, volute da Agea e anagrafe bovina: per alzare le stime sulla produzione, sono state considerate produttrici le vacche fino a 999 mesi di età, contro i 120 mesi reali. E pensare – ricorda – che questa pista giudiziaria era cominciata negli anni scorsi con la relazione del 2010 dei Carabinieri del nucleo antifrode del ministero per le politiche agricole, incaricati dall’allora ministro Zaia.

immediata implicazione. A sottolinearlo è anche Mauro Giaretta, leader storico dei Cospa vicentini: “Se sono falsi i dati sulla produzione di latte – osserva – sono sbagliate anche le multe, che in questi anni hanno martoriato tanti allevatori, che avrebbero avuto diritto alla compensazione su base nazionale. La logica è stringente, e ora attendiamo solo che venga riconosciuta sul piano amministrativo. Sarebbe una battaglia vinta definitivamente. Quello

Quell’indagine aveva già accertato che la reale produzione di latte italiana non aveva mai sforato il tetto imposto dall’Europa. 32 procure, con Roma capofila, hanno avviato un’indagine ma malgrado la chiarezza della questione, il Pubblico Ministero ha chiesto l’archiviazione. Noi Cospa, con 14 associazioni di allevatori di tutta Italia, ci siamo opposti alla richiesta, venendo finalmente ascoltati appunto dalla gip Proto”.

10 anni dalla Circonvallazione

D

ieci anni fa, il 12 gennaio del 2004, veniva inaugurata la tangenziale sud di Lonigo. Oggi, se un camion che sbaglia strada passa davanti al duomo, ci si ferma a guardarlo con stupore. Fino a dieci anni fa, una processione continua di automezzi di ogni tipo intasava le strade della città a tutte le ore del giorno. Le insistenze dei pubblici amministratori leoniceni, portate faticosamente avanti per decenni, hanno trovato ascolto solo all’inizio del nuovo millennio e il sogno è finalmente diventato realtà. l.z.

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lonigo

In arte Ridolfi di lino zonin

C

arlo Ridolfi: chi era costui? L’interrogativo di stampo manzoniano non vale per gli studiosi di storia dell’arte, i quali sanno benissimo che Carlo Ridolfi (nato a Lonigo nel 1594, morto a Venezia nel 1658) fu pittore e letterato di prima grandezza. La sua opera principale, “Le meraviglie dell’arte”, è tutt’ora un testo fondamentale per chi voglia approfondire la conoscenza sulla pittura veneta dal Medioevo al Seicento. A Lonigo sono intitolati a Carlo Ridolfi la via che porta verso villa San Fermo e le scuole medie di piazza della Repubblica. Tra gli estimatori dell’illustre biografo figura anche Guerrino Lovato, affermato scultore, nativo di Brendola ma attivo per molti anni a Venezia, che intende ri-

petere a Lonigo l’esperienza realizzata qualche mese fa a Malo, quando donò alla città un busto di Luigi Meneghello. Un gruppo di leoniceni si è appassionato all’idea e ha intrapreso le azioni necessarie per ottenere dalla pubblica amministrazione il benestare per l’iniziativa e per individuare insieme il luogo in cui collocare la scultura. Dopo una serie di incontri con i promotori e con l’artista, la giunta comunale ha deliberato di accogliere la richiesta individuando il luogo di installazione nella loggia di palazzo del Popolo, sulla parte alta del muro dove si trovano le bacheche dei partiti politici. La Soprintendenza ha disposto che la parete in questione venisse analizzata per escludere la presenza, sotto l’intonaco, di reperti di rilevanza storica o artistica. L’esame si è svolto nei giorni scorsi e ha dato esito negativo. Nel frattempo lo

scultore ha portato avanti il suo lavoro, consistente nella creazione di in un rilievo di terracotta delle dimensioni di 115 per 110 centimetri, decorato con inserti di maiolica colorati. L’effigie di Ridolfi, tratta da un famoso ritratto conservato all’accademia Carrara di Bergamo, è contenuta all’interno di un cartiglio di stile barocco nel quale sarà riportato un motto evocativo del personaggio effigiato. Si conta di inserire la cerimonia di inaugurazione della statua all’interno delle manifestazioni per la prossima fiera di marzo. Sarà il modo migliore per ricordare il 420° anniversario dalla nascita dell’illustre personaggio.

alonte

La scuola fa discutere di MARIO PIOTTO

A

lonte si prepara alla rivoluzione tra i banchi, e i genitori ora sono nel caos. “Caos immotivato” dicono dal Comune, che getta sul nascere acqua sul fuoco delle possibili polemiche. A fare discutere attorno alla materna parrocchiale “Giovanni XXIII” è il fatto che presto parrocchiale non sarà più: il passaggio alla gestione statale, iniziato lo scorso anno, sarà completato con la conversione anche della seconda delle due classi dopo l’estate. “Qualità e caratteristiche del servizio erogato non sono in discussione - chiarisce il sindaco Luigi Tassoni - La parrocchia ha manifestato l’intenzione di passare la mano, non potendo più sostenerne l’onere. E così subentra la gestione statale anche per la

seconda classe. Tutto è già concordato”. Ma cambierà qualcosa dal punto di vista dei costi sulle tasche dei genitori? “Sì, però al ribasso. Se prima pagavano retta e servizio mensa, ora le insegnanti saranno stipendiate dallo Stato. Le famiglie dovranno accollarsi solo i costi dei pasti”. La mensa però era affidata alla gestione della parrocchia: e ora? “Il servizio adesso sarà dato a una ditta di ristorazione esterna, che dovrà servire la materna, certo, ma anche le elementari, che prima si appoggiavano alla mensa parrocchiale”. Tutto liscio? Forse, anche se perman-

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gono incertezze sul futuro lavorativo delle insegnanti “parrocchiali”, attorno al quale la scuola non si è pronunciata. Quanto agli studenti delle medie (iscritti alla “Piovene” di Orgiano, ndr) la questione in sospeso è relativa ai trasporti, da quando Alonte ha deciso di uscire dall’Unione dei Comuni del Basso Vicentino. L’accordo per il trasporto scade il prossimo 30 giugno, ma anche in questo caso il Sindaco rassicura. “Ho scritto una lettera ai Sindaci dell’Unione e al dirigente scolastico, affinchè si studi una formula che mantenga il servizio. Io sono a fine mandato, e non intendo ricandidarmi, quindi se ne riparlerà una volta che sarà eletto il mio successore. Ad ogni modo, Alonte e Orgiano sono da trent’anni legate dalle medie: a noi serve la scuola, a loro i nostri ragazzi, ora mediamente 70-80. Sono sicuro che a la soluzione si troverà”.


LONIGO

Le mamme del Basket Lonigo la pallacanestro può contare su tante squadre, perché dalla prima infanzia alla formazione maggiore sono 150 i tesserati schierati dalla Leobasket ‘98. Da questo campionato c’è anche un quintetto di mamme che è sceso in campo, con l’obiettivo di dare una mano nel nuovo direttivo del presidente Valerio De Toni (un passato da

Leobasket chiudeva sarebbe stata una sconfitta per tutti e noi avremmo dovuto cercare altri posti dove far giocare i nostri figli”. I mariti come l’hanno presa? “Lavoriamo tutte fuori casa e abbiamo complessivamente 11 figli: incastrare quest’impegno tra gli altri non è stato semplice, comprensibile qualche titubanza in famiglia. Complessivamente però il via libera è arrivato, anche perché un paio ai loro tempi hanno giocato

questo campionato, che stiamo affrontando con le forze a disposizione: se non basteranno, pazienza. Alle spalle della prima squadra c’è l’Under 19 che promette bene”. Progetti? “A breve proporremo in maniera rinnovata la nostra presenza su internet. Per la bella stagione puntiamo a qualche torneo all’aperto, all’Ippodromo o in Piazza Garibaldi, così da coinvolgere la città oltre ai giocatori, e poi organizzare

arbitro sotto i canestri della serie A) e del vice Bruno Rossetto (filo conduttore del basket leoniceno da oltre 30 anni). “Ciascuna si è ritagliata un compito a lei congeniale, così da affrontarlo in maniera più semplice – spiegano Lucia Zanoni, Chiara Panarotto, Silvia Fipaldini, Mirella De Gaetani e Roberta Schioppetto: nome di battaglia Quote Rosa. – C’è chi lavora nel settore e si occupa della contabilità, chi è insegnante ed è abituata al dialogo a volte turbolento con i genitori, chi ha contatti col Comune, la Parrocchia o le attività produttive”. Voglia di protagonismo? “No, quasi una scelta obbligata. La scorsa estate il futuro della società sembrava segnato, con le dimissioni dei vecchi vertici e i notevoli problemi economici. Per questo un gruppo di genitori si è fatto avanti, anticipando le quote d’iscrizione per l’annata 2013-14. Noi ci siamo guardate in faccia: se la

a pallacanestro con questi colori e tutti amano lo sport”. Avete trovato anche la ricetta per ripianare i conti in rosso? “Abbiamo optato, d’accordo con gli altri, per una sorta di azionariato popolare, accettando dagli sponsor anche sostegni da 50 o 100 euro e promuovendo iniziative come i calendari da tavolo con le foto delle squadre o la serata materassi. Non entrano cifre clamorose ma quanto basta per tirare avanti: ricordiamo che tutte le formazioni, compresa quella che gioca nel campionato di Promozione, pagano le quote d’iscrizione. Le spese sono ridotte all’osso, riunioni del direttivo comprese che adesso vanno in scena a casa di qualcuno, a turno, davanti a torta e caffè”. La classifica della Promozione vi vede ultimi al giro di boa… “Ma c’è appunto il ritorno e siamo fiduciose nella riscossa. Ci è stata data in estate la possibilità di partecipare a

i centri estivi”. I progetti a lunga gittata (per il 2020 e oltre) li azzardiamo noi: la “compagine dei figli” (l’attuale Under 14) a rinverdire le glorie del passato prossimo della Leobasket, e il ritorno di una formazione femminile, dove un paio di Quote Rosa militarono in gioventù.

di stefano canola

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Lavagne al Rosselli

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ddio tavole di ardesia, gessetti e cancellini. In tutte le aule e i laboratori della sezione tecnico economica dell’istituto Rosselli è presente una “Lim”, Lavagna interattiva multimediale. Consente la navigazione su internet, la proiezione di foto e filmati, la consultazione del registro di classe, la trasmissione sul computer di casa dei grafici e delle nozioni che il professore ha scritto sulla lavagna elettronica. l.z.


Speciale

Sposi

Le ispirazioni più evocative arrivano da Inghilterra e da Stati Uniti. Film come il Grande Gatsby sono fonte di idee per matrimoni a tema retrò, anni Venti. Allestimenti floreali che privilegiano ortensie e peone delicate, mixate a pizzi, piume e stoffe vintage saranno in gran voga per il 2014. Altra tendenza è lasciarsi trasportare dall’atmosfera e dalla magia dei mesi invernali: luci natalizie, bacche, candele e trasparenze.

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Il“Radiant Orchid” è una incantevole armonia di fucsia, sfumature viola e rosa. sarà il colore che regnerà nei matrimoni del

2014. ispira fiducia, gioia, amore e salute. Sicuramente un’ispirazione per gli organizzatori di matrimoni, che avranno la libertà di spaziare a tutto campo, per disegnare dei progetti di nozze intorno a questo affascinante colore. La bomboniera, nata come preziosa scatoletta di bonbon, ha attraversato secoli per arrivare indenne fino ai giorni nostri, conservando l’importanza di donare un presente beneaugurante. Le tendenze 2014 per le bomboniere di matrimonio sono sostenibilità, utilità e originalità. Anche la “confettata” è diventata oggi una vera e propria tendenza: all’interno di alzate in vetro di diverse dimensioni spiccano confetti dai gusti più disparati. Per i golosi è il momento più atteso e per gli esteti è un paradiso di colori e armonie.


La luna di miele rappresenta un’esperienza imprescindibile per gli sposi: l’85% confessa di non poterci rinunciare. I viaggi di nozze devono coniugare una parte di relax a una parte di “scoperta” e devono essere personalizzati. Aboliti quindi i pacchetti preconfezionati e sì alle soluzioni su misura. Tra le destinazioni più gettonate: gli Stati Uniti, la Polinesia Francese, mentre nel continente africano i nuovi trend sono il Botswana o la Namibia e gli arcipelaghi del Mozambico. Tra le altre proposte da non dimenticare Tokyo e

le immancabili crociere soprattutto nel Mediterraneo o tra i Fiordi. Infine, sta prendendo sempre più piede l’abitudine di chiedere agli invitati al matrimonio un contributo per coronare il sogno di una vita: un viaggio di nozze indimenticabile.

Si sa che quando si parla di superstizione, nessuno dice di crederci, ma quanti si tirano indietro se si tratta di adottare una precauzione portafortuna? Se indosserete dei guanti il giorno del matrimonio avrete la grande opportunità di adottare una tradizione matrimoniale greca. Mentre vi starete godendo la vostra tazza di caffè mattutina, il giorno del vostro matrimonio, infilate una zolletta di zucchero dentro un guanto. Questo rito è pensato per addolcire la vostra unione! I ferri di cavallo sono associati con i matrimoni in molti luoghi del mondo. Alcune spose indossano un piccolo ferro di cavallo attaccato al nastro da polso, oppure lo attaccano alla parte posteriore delle sedie durante il pranzo di nozze. Se invece qualcuno dovesse regalarvi un ferro di cavallo il giorno del matrimonio, è consuetudine appenderlo sopra la porta d’ingresso. “Né di Venere né di Marte”: tutti conoscono questo vecchio detto, e puntualmente la maggior parte degli sposi sceglie il sabato. Ma per gli inglesi il giorno più bello di tutti è il mercoledì.

Ed ora, per un viaggio da sogno, ci pensiamo noi Travelpoint International S.r.l. S.r.l. Travelpoint International Via dell’Industria 13/A 36071 (VI) Via dell’Industria 13/AArzignano 36071 Arzignano (VI) Tel 0444/453169 Fax 0444/1750050 Tel 0444/453169 Fax 0444/1750050 email: info@travelpointnet.com email: info@travelpointnet.com P.Iva e Codice fiscale 02672550247 P.Iva e Codice fiscale 02672550247


Il noto settimanale (che era stato querelato per diffamazione) ha risarcito con 8 mila euro Marcigaglia

Il Gruppo L'Espresso ha accettato di pagare 8.000 euro a titolo di risarcimento per il danno arrecato a Renzo Marcigaglia, per un articolo che conteneva informazioni errate e non verificate e che avevano contenuto e linguaggio diffamatori-lesivi della reputazione e dell'onore dell'imprenditore.

Nella foto sopra: Il geom. Renzo Marcigaglia, Presidente della Marcigaglia Constructions Spa nota società di costruzioni generali di Arzignano

Nell'articolo aveva definito Renzo Marcigaglia, "presidente del Consiglio Comunale di Arzignano" e aveva fatto intendere che l'imprenditore fosse persona "indagata, al centro di un sistema di Il Tribunale di Roma a tre anni di distanza evasione di centinaia di milioni che ha ha rinviato a giudizio Giorgio Sbrissa, portato in carcere imprenditori e giornalista del settimanale l'Espresso, e faccendieri del settore della concia». Per il Bruno Manfellotto direttore responsabile contenuto non verificato e "oggettivamente del periodico, con l'accusa di diffamazione diffamatorio" del servizio giornalistico, per "l'attribuzione di fatti determinati non considerato inoltre che Renzo Marcigaglia rispondenti al vero" ai danni di Renzo è un costruttore del tutto estraneo al Marcigaglia, imprenditore edile e socio mondo della concia - l'imprenditore di titolare della società di costruzioni di Arzignano, assistito dall'avvocato Cesare Arzignano Marcigaglia Constructions Spa. Dal Maso aveva sporto querela nei I fatti risalgono all'autunno del 2010. confronti del giornalista firmatario Sull'Espresso, in data 14 ottobre, Giorgio dell'articolo, del direttore del periodico, per il reato di omesso controllo e del gruppo Sbrissa aveva, infatti, firmato un articolo editoriale L'Espresso. Visti gli atti del dal titolo "Mazzette a NordEst" . Nel suo procedimento il sostituto procuratore servizio il giornalista parlava di indagini presso il Tribunale di Roma Paolo Ielo giudiziarie a carico di amministratori aveva ritenuto di chiedere il rinvio a leghisti e ricostruiva nello specifico le complesse vicende giudiziarie che hanno giudizio dei querelati. Atteso invece l'avvenuto risarcimento del danno la coinvolto molti imprenditori del settore querela è stata ritirata. concia della valle del Chiampo. IL FATTO L'imprenditore di Arzignano aveva querelato L'Espresso per un articolo pubblicato nell'autunno 2010.

Renzo Marcigaglia, commenta soddisfatto: «Il Tempo è galantuomo. Finalmente è fatta giustizia dopo anni di falsità e calunnie. Come ha appurato anche il Tribunale di Roma, io e la società di Costruzioni che rappresento non siamo mai stati coinvolti nelle vicende di evasione fiscale di centinaia di milioni relative al settore della concia (Dirty Leather). Ringrazio tutte le persone che mi hanno sempre dimostrato fiducia e stima. Infine mi voglio complimentare con l'avvocato Cesare Dal Maso per la professionalità e competenza dimostrate in questa complessa vicenda»

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