Corriere Vicentino luglio 2014

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Mensile - Copia omaggio - Anno XV / Luglio 2014

vicentino Stampato su carta ecologica

Cento anni dalla Grande Guerra / Intervista a Enzo Iacchetti / Dirsi addio, anche no... / Gato Magnao? / Michele Marcolini / Arzignano, Quartiere abbandonato / Montecchio, Volti nuovi in Giunta / Lonigo, Le estati al Circolo.


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corr ier e vicentino

Mensile Copia omaggio - anno XV / giugno 2014

Stampato su carta ecologica

Cento Anni dalla Grande guerra / Itatur? Sam, conseria quidese caborrovitem harit que volore, nemolorerio con nati ipsam eiciendit la con con escia duci nos rem qui dem ut aturita conseque volupti berum volorem quo et quos repudi blanda sequia diciet labor aut et eum fuga. Ita nosam, quis quiduci dolum et ut aute modiatu ribus, omnihicid qui cori


TRASfoRMIAMo lA GlobAlIzzAzIonE In oPPoRTunITà Dal 2008 l’Italia sta affrontando una difficile situazione economico-finanziaria che, nonostante in quasi tutta Europa e nel mondo stia allentando la sua morsa, nel nostro “bel paese” continua imperterrita; purtroppo, non tutte le aziende Italiane sono state in grado di far fronte al conseguente cambiamento del mercato e alla minor disponibilità di credito. In questo scenario si colloca Globus International, società Italiana che vi offre una consulenza strategica per la futura crescita della vostra Azienda. Consapevole delle difficoltà delle PMI italiane e sicura delle mosse da fare nella grande scacchiera dei mercati esteri, Globus International lavora per voi e con voi. Un team di Consulenti Senior, con consolidata esperienza in progetti internazionali, sarà al fianco della vostra Azienda per cogliere il valore aggiunto della vostra Impresa e dei vostri prodotti. Parallelamente, un network di Partners Internazionali, presenti nei Paesi più importanti (Brasile, India, Filippine, Dubai ed Emirati, Polonia, ecc..) consentirà di trasformare le vostre necessità in nuove opportunità di business. Ognuno dei Partner di Globus è in grado, con la propria struttura locale, di dare il completo supporto ai progetti che consentono alla vostra Impresa di avere successo. Il coordinamento di tutti i vostri progetti viene garantito dalla struttura Italiana di Globus nella quale operano i nostri consulenti specializzati e certificati multilingua. Progetti di internazionalizzazione commerciale e industriale • Missioni di business:siamo in grado di organizzare incontri con i più importanti referenti dei diversi paesi nei quali volete espandere il vostro business; • Apertura nuovi mercati: ricerca e selezione di agenti, distributori, reti di vendita e referenti commerciali; • Delocalizzazione commerciale e/o industriale: apertura di una vostra filiale in nuovi mercati che diano nuovo o maggiore slancio alla vostra impresa; • Progetti di trading: comprare e vendere materie prime e/o prodotti finiti dall’Italia verso l’estero, dall’estero verso l’Italia o estero su estero. Supporto all’organizzazione aziendale • Export management: per dare nuovo vigore alle vostre vendite all’estero; • Vendite internazionali: come vendere all’estero e in quali mercati; • Acquisti internazionali: migliorare il proprio ‘marketing di acquisto’ per aumentare le marginalità e ridurre i costi; • Gestione dell’estero: supporto all’operatività aziendale, dagli acquisti all’order processing, attraverso servizi di backoffice ad-hoc per la vostra Azienda. • Revisione e ri-organizzazione aziendale nelle principali aree di possibile criticità: controllo di gestione, produzione, acquisti, vendite internazionali, logistica internazionale, ecc… Vietnam: il futuro del Sud-Est asiatico! Il Governo intende raggiungere il target di paese industrializzato entro il 2020 ed eliminare il gap con le economie avanzate entro il 2050. Gli obiettivi sono ambiziosi, ma le cifre parlano chiaro: nel 2010 l’agricoltura ha contribuito per il 20,6% al PIL, l’industria ha toccato il 41,1% ed i servizi il 38,3%. Nel 2013 il PIL reale del Vietnam è cresciuto del 5%, raggiungendo 149 miliardi di dollari. Dopo la conclusione di un PCA (Partnership and Cooperation Agreement), la Commissione dell’UE ha avviato nel 2012 i negoziati per un accordo di libero scambio con il Vietnam che potrebbero concludersi entro il 2014. Tra il 2009 e il 2020 il Vietnam rientrerà nei primi dieci paesi con la più alta crescita del mercato delle costruzioni nel mondo. Globus International è in grado, attraverso il suo partner diretto in Vietnam, di dare tutto il supporto per poter efficacemente avviare una missione di business che porti Blend Plants a una partnership positiva e duratura con un partner locale in un paese cosi interessante.

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editoriale di Lino Zonin

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Mio nonno

immortalità terrena si ottiene solo attraverso il ricordo: quando si nomina una persona che non c’è più, lei torna al nostro fianco e, per quell’attimo, rivive. È una resurrezione virtuale che spetta a tutti, agli eroi del passato – che per la loro popolarità godono di bonus particolari e di “resurrezioni” più frequenti – e a chi sopravvie solo nella memoria dei propri cari. Mio nonno Bortolo, morto sul Grappa all’inizio del 1917, rivive in me ogni volta che mi chiamano con il nome anagrafico. Quando a scuola, a militare, sul lavoro qualcuno gridava “Zonin Bortolino!” sentivo - e sento ancora - un brivido lungo la schiena. Per tanti anni ho pensato che fosse solo il fastidio provocato da un nome che non mi è mai piaciuto, quel diminutivo forzato e un po’ ridicolo. Da qualche tempo sento in quel leggero malessere qualcosa di più profondo. Se ho questo nome - mi dico- è perché mio nonno Bortolo è morto quando aveva meno della metà degli anni che ho io adesso e, chi chiama me, chiama un po’ anche lui, quell’ardito falciato come tanti altri dalla mitraglia mentre usciva gridando “Savoia!” dalla trincea. Dubito però che Zonin Bortolo fosse tra quelli che manifestavano un forte impeto patriottico. Mio padre, nato nell’agosto del 1917 quando il suo, di padre, era già nella fossa comune, aveva sentito raccontare mille volte da sua madre dell’ultima licenza dell’ardito. Si considerava un sopravvissuto e sapeva che se tornava lassù, in quell’inferno di bombe e cognac, sarebbe stata l’ultima volta. Fece finta di niente e ritardò di qualche giorno il rientro finchè non vennero i Carabinieri a prenderlo. Poteva scegliere tra gli Austriaci e il plotone di esecuzione; la prima opzione offriva sulla carta qualche speranza in più e allora tornò al fronte, per farsi tagliare in due da una granata qualche giorno dopo. Normale che il figlio di quell’orfano di guerra volesse dare al suo primogenito il nome di un padre che non aveva mai visto. Io per un po’ mi sono lamentato di questo fardello non voluto. Adesso la penso diversamente e sono orgoglioso di essere testimone, un secolo dopo, del sacrificio di mio nonno. Anche adesso mentre scrivo queste parole, mi torna quello strano brivido e sento il vecchio Bortolo al mio fianco, felice che qualcuno lo tenga vivo portando il suo nome e parlando di lui.

2000 - Bericaeditrice s.r.l.

sommario

Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-

Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Vicedirettore Nicoletta Mai. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Redazione: Guido Gasparin, Giuseppe Signorin, Francesco Meneghini, Lisa Masiero, Mario Piotto. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico, Luisa Nicoli. Art director Alessandra Peretti. Grafico Amos Montagna.

Inchiesta E guerra fu!

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intervista Enzo Iacchetti

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Focus Dirsi addio, anche no...

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SPORT Michele Marcolini

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arzignano La nuova squadra

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arzignano Quartiere abbandonato

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MONTECCHIO Volti nuovi in Giunta

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brendola Scuole, grandi manovre chiampo Il marmo nel mondo altavalle Scuola per cani

Montebello La più votata 41

Stampa: Cora Print Srl - Trissino (VI) Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Alex Bertacche 349 5183614 Federico Hanard 335 5293582

montorso Una nuova strada in zona industriale 42

lonigo Le estati al Circolo

© 2014 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale e l’uso pubblicitario in altra sede. L’editore è a disposizione dei proprietari dei diritti su eventuali immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione.

Illustrazione di copertina di Achille Beltrame, tratta dalla prima pagina della Domenica del Corriere del 14-21 maggio 1916.


gli uomini e le donne (non) sono uguali Giuseppe Signorin

La soluzione migliore Quando Lei, la mia Lei, inizia a raccontarmi i suoi problemi, io inizio subito a pensare a una soluzione. Ma non appena io inizio a pensare a una soluzione, Lei, la mia Lei, lo percepisce, e inizia a dirmi che non devo pensare a una soluzione. E allora io, disperato, mi domando perché lei mi racconti i suoi problemi, se non le serve una soluzione. Perché? Perché Lei, la mia Lei, è il culmine della creazione, e io non posso capirla. Io posso capire che i problemi hanno bisogno di soluzioni, non posso capire che i problemi hanno bisogno di altro, per esempio anche solo di essere ascoltati. Questo è troppo, non ci arrivo. Però posso capire che la soluzione migliore, oltre ad ascoltare, è fare complimenti. Di qualsiasi tipo, in qualsiasi istante. Anche adesso. Sei meravigliosa, amore mio. Questa è la soluzione.

Mondo #ecommerce Diamo i numeri

di Alberto Faedo

L’espressione commercio elettronico, in inglese #ecommerce, indica l’insieme delle transazioni per la commercializzazione di beni e servizi, realizzate tramite Internet. Il 44,6% degli acquisti #ecommerce è di beni digitali, il 55,4% di prodotti fisici. La tipologia di acquisti #ecommerce, nel 2014 in Italia è: 41% turismo, 14% abbigliamento, 12% informatica ed elettronica, 8% assicurazione, 3% editoria, 1% grocery, 21% altro. Nel mondo l’#ecommerce, frutta: USA 319 miliardi di € - Regno Unito 74 miliardi di € Germania 43 miliardi di € - Francia 29 miliardi di €. Il metodo di pagamento più diffuso per #ecommerce, è Paypal con il 39,2% . Il Nord-Ovest italiano è dove si acquista di più in #ecommerce, con il 28,5% . Nel 2009 5.772 milioni di €. Nel 2007 5.032 milioni di €. Nel 2013 11.307 milioni di €. Nel 2011 8.081 milioni di € .

Corriere Vicentino |

6 | Opinioni

vipera con garbo

Elisabetta Badiello

Vita da spiaggia anche in città

Immersi nell’atmosfera estiva, perdono il guscio come i granchi nel momento della muta. Non si tratta di strani animali ma di persone che offrono agli occhi dei più un’immagine fatta di una nudità ostentata, sudore che imperla i corpi, pelle appiccicaticcia e odorosa. Tutto questo non favorisce certamente i rapporti sociali. Anzi, spesso infastidisce. Soprattutto quando si devono condividere spazi angusti, luoghi dove per necessità si sta a stretto contatto e non si può far a meno di posare le narici sugli effluvi altrui. L’abbigliamento che un tempo era prerogativa della “vita da spiaggia”, circoscritto allo spazio che andava dagli ombrelloni al limite del chiosco gelati, oggi è diventato uno “way of life” trasversale che coinvolge persone di età e cultura assai diversa. Sempre più frequente, anche in città, vedere persone in canotta, slip e infradito, oppure in minimali copricostume che conferiscono un aspetto sciatto e trasandato. Certo, dal rigore degli anni ’50, epoca in cui prese avvio la moda balneare, ne sono cambiate di cose! E il ’68 ha lasciato il segno. Nessuno pretende camicia, pantaloni in fresco di lana e lucide scarpe in cuoio. Basterebbe una maglietta a coprire l’ascella, un pantalone che arrivi alla caviglia e magari una scarpa estiva, un abito che abbia la prerogativa di vestire e con cui ci si possa presentare al ristorante senza doversi sentir dire “così vestita non può entrare”. Comodità e confort non sono sinonimo di sciatteria e magari un po’ di stile, anche nella calura estiva, potrebbe comunque garantire un certo grado di benessere e non renderci molesti agli altri.


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Ripartire dai vivai

La vita? Un velo di neve

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on ci vedevamo da un mucchio di anni. Ci eravamo lasciati studenti alle prese con Virgilio e ci siamo ritrovati da pensionati, ad un incontro tra vecchi compagni di scuola che ci ha raccolto davanti ad un indulgente prosecco e ad alcuni decenni trascorsi sotto cieli diversi: mezzo secolo, una vita e rotti, che temerariamente abbiamo tentato di raccontarci nelle poche ore che l’occasione ci ha regalato, con qualche escursione impietosa sulle debolezze del passato. Alla stazione ci siamo abbracciati, con la promessa che non sarebbero trascorsi altri cinquant’anni. “È stato bello, grazie!”. “Ci sono tante cose che non ti ho detto!”. A tarda sera mi è arrivato un messaggio al cellulare: “Sono a casa. Tutto bene. Scomodo Virginia Wolf per queste righe: non conosciamo le nostre anime, tantomeno l’anima degli altri. Gli esseri umani non fanno tutta la loro strada mano nella mano, insieme agli altri. In ognuno di noi c’è una foresta vergine, una distesa di neve che non è stata ancora segnata nemmeno dall’impronta di un passero. Lì viaggiamo da soli e non vogliamo compagnia. Ciao”. Che, tradotto, voleva dire “Grazie di tutto, abbiamo già detto abbastanza”. La metafora ha condotto il mio pensiero agli inverni della mia infanzia, quando mi muovevo ai margini del cortile inondato di neve, evitando accuratamente di contaminare quella vastità bianca immacolata: un istintivo pudore, un tentativo di mantenere quella magia per un “dopo”, da assaporare chissà quando. Solo che quel “dopo” veniva di continuo procrastinato, ignorando volutamente che la neve si assottigliava sempre più e che il biancore si riduceva man mano che passavano i giorni. Sì, forse la vita è proprio questo: un manto di neve che manteniamo intatto per poterlo assaporare con qualcuno, in una condivisione che dia un senso ai nostri passi, senza accorgerci che nel protrarsi dell’attesa o della ricerca di questo “qualcuno”, va a finire che il candore si spegne piano piano, le stagioni cambiano e ignari impostori camminano impudentemente sulla neve dei nostri sogni.

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opo lo sconcertante Mondiale della nostra Nazionale, i soloni dell’italica pedata hanno scoperto l’acqua calda: bisogna ripartire dai vivai, che le grandi società trascurano, per usare un eufemismo. Il mio amico Paolo Nicolato c’era arrivato molto tempo prima. Classe (di ferro) 1966, veronese della città ma con forti radici a Lonigo da dove provengono i genitori, ha cominciato in sordina ad allenare i ragazzini, lasciando che la cosa crescesse senza enfasi fino a diventare un triangolo tricolore, da cucire sulle maglie dei suoi 18enni: Paolo è il tecnico dello scudetto juniores 2013-14. Battendo Juve, Fiorentina e Torino nelle fasi finali della scalata col suo Chievo dei panettoni, ormai ben più di un miracolo. Non lo vedo da anni, Paolo, però di tanto non sarà cambiato: sguardo dritto e penetrante dall’alto del metro e novanta, poche e ponderate parole, idee granitiche dietro l’aria timida. Spero non cambi adesso, sotto le luci dei riflettori. Finché c’è gente come lui, per il nostro calcio c’è speranza.

Prandelli 1 e 2 “Cesare, come mai al Galatasaray?” “Mi è venuto naturale, al Mondiale abbiamo fatto cose turche”. Momentaccio per l’ex allenatore azzurro. L’altra sera la sua compagna gli ha sussurrato: “Non funziona più con le solite posizioni, Cesare, cambiamo schema”.

IN VIAGGIO CON DENIS Denis L.

Si sta come d’estate nei supermercati (reparto ortofrutta) i vecchi.

Corriere Vicentino |

8 | Opinioni


interno 8 Alberto Fabris

Assessora... no! Cara Presidentessa della camera dei Deputati, sono d’accordo, la sua battaglia per la parità di genere grammaticale è giusta e sacrosanta; giusto e sacrosanto che si declinino al femminile tutti i mestieri e le professioni finora descritti da un nome esclusivamente maschile. Va benissimo, lo trovo giusto e trovo che, come lei fa notare, l’uso del linguaggio sia una scelta “politica” che nasconde una visione vecchia e maschilista della società e delle professioni che la caratterizzano. Va benissimo, è giusto, quindi vai con la giudice, la sindaca, la ministra, l’ingegnera, la chirurga, l’architetta e persino la prefetta. Non si curi della mia ministra del cuore Elena Boschi che preferisce essere chiamata ministro, e dunque ben venga l’imprescindibile volume della professoressa Robustelli, “Donne, grammatica e media” che puntualizza ribadisce spiega e dimostra, che sottolinea e certifica la assoluta necessità di adeguare il linguaggio, sopratutto mediatico, restituendo finalmente una corrispondenza di genere tra chi pratica un mestiere e la declinazione del nome che la definisce. Ma c’è un ma. Gentile Presidentessa della camera dei Deputati, io credo che oltre al rispetto per la parità di genere esista anche il rispetto per il buon gusto e la bellezza, che sono sicuro anche lei considererà patrimonio di questo Paese. Pertanto la prego, la scongiuro, la supplico: assessora no, assessora noooooooo!!!!

Il mare è (un pelo) superfluo Il kamasutra per i single

Seguitemi su Facebook https://www.facebook.com/IlKamasutraperisingle

Estate è settimana al mare. Sette giorni che diventano l’investimento pecuniario e fisico di un anno di vita. Le temperature si alzano, una piccola pezza di sudore si forma sotto l’ascella e le chiamate partono: al trainer fisico-sessuale, per rassodare e tonificare e all’estetista, per ricostruire le unghie, disboscare con carotaggio il pelo (le ciglia andranno invece allungate), e per fare lampade senza un domani al pallido muso da PC. Col costume scontato,

si scruta la spiaggia con la stessa sicurezza del Re Leone nella savana. Poi, l’uomo bionico lancia un invito per una partita a canasta ma lo sguardo cade su un pelo scampato alla cera. Di colpo, le sicurezze crollano. Mentre si declina l’invito e l’uomo bionico invita la vicina, una lacrima scende dietro gli occhiali da sole comprati col mutuo. Beh, gli occhiali, almeno, la loro porca figura l’han fatta.

di Roberta Costantini

Corriere Vicentino |

9 | Opinioni

Piccolo Skerno Lino Zonin

La Tv fa storia

Sempre dura, l’estate per il teleutente. Quest’anno si sperava qualcosa dal Mondiale di calcio ma sappiamo tutti come è andata a finire, tra figuracce, morsicate sul collo, partite con otto gol mal distribuiti e altre con ottanta passaggi all’indietro prima di un tiro calciato da lontano e finito lontano. D’estate non c’è niente, ma proprio niente da vedere in tv: quasi quasi converrebbe allenarsi a non guardarla più, l’orrida scatola luminosa, e lasciarla spenta anche quando le brume d’autunno la renderanno più domestica. Tra il poco che si salva c’è Rai Storia, spezzoni d’epoca in bianco e nero che hanno il fascino delle cose d’antan, lontane e sganciate dalla meschina routine che ci schianta ogni giorno nel corpo e nell’anima. C’è una trasmissione, “Il tempo e la storia”, che si lascia vedere più di altre per il garbo del conduttore (Massimo Bernardini) e per la competenza dimostrata dallo stuolo di storici (in tutto sono 13) che commentano ogni giorno un evento, un’impresa, un personaggio diversi. Sono in tutto 160 le puntate che stanno andando in onda dal lunedì al venerdì alle 13,10 e alle 20,30. Certe vicende, come quelle legate alle due guerre mondiali, al Fascismo, alla Resistenza sono viste e straviste; altre suscitano maggior interesse come l’affare Dreyfuss, il mito dell’Orient Express, la storia di Babbo Natale, i campioni del Tour de France, il misterioso volo su Roma di Lauro De Bosis, le imprese di Gengis Khan, il flagello della peste nera, la rivolta di Spartaco, i casini di Cleopatra con Cesare, Antonio e l’aspide fatale. C’è anche una puntata sulla nascita della tv, ma quella ve la sconsiglio.


Foto di Andrea Grigoletto

sex in vicenza info@corrierevicentino.it Cari Elena e Paolo, ho 20 anni e sono pronta a sposarmi. Lavoro da quando ho 16 anni e così anche il mio fidanzato (che ha 24 anni). Le serate fuori con gli amici, le cene, gli spritz e la discoteca ci hanno già stancati. Siamo economicamente indipendenti già da qualche anno e siamo pronti per una vita insieme. Questo non vuol dire che rinunceremo alle nostre serate, alle uscite con gli amici, a praticare hobby e sport. Ma lo vogliamo fare sentendoci famiglia, io e lui, condividendo l’intimità di una casa nostra. Che ne dite? Pensate anche voi, come i nostri amici e i nostri genitori, che sia troppo presto? Anna di Brendola Elen

Feisbuc girl Nome Serena Pamato Età 20 anni Vive a Villaverla Lavoro studentessa universitaria assistente sociale Situazione sentimentale fidanzata

Aspirazioni viaggiare e realizzarmi professionalmente Film preferito Ghost Cibo preferito le tagliatelle della mia nonna Di cosa non puoi fare a meno... dei selfie e di andare in palestra

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Anna mi hai fatto venire la pelle d’oca! Dimmi che esisti davvero e non è solo un colpo di caldo ad avermi fatto leggere parole come “famiglia”, “matrimonio”, “condivisione”. Quanto avresti da insegnare a tanti trentenni (e anche quarantenni a dire il vero) a cui il solo pensiero del taglio del cordone ombelicale crea ancora scompensi cardiaci. Certo anche sposarsi a vent’anni… significa che, se tutto va bene, puoi festeggiare le nozze d’oro, di diamante e perfino di platino. Caspita neppure i nostri nonni sono arrivati a tanto! Magari… ecco… aspetta un paio d’anni, fai precedere al matrimonio un po’ di convivenza e… continua a crederci: viva le nozze di platino! Elena

P a ol o Cara Anna, secondo me voi siete pronti. Tu almeno lo sembri proprio. Nelle tue righe si legge una sincera analisi della vostra relazione ed anche una genuina aspirazione ad iniziare una vita assieme. Trovo estrema positività in quello che dici e ciò è l’unica cosa che conta quando si decide di fare un passo così importante. Siete certamente molto giovani, probabilmente lo siete forse troppo, ma visto che per la riuscita del matrimonio l’anagrafe conta meno di zero, io non solo non mi sento di non approvare ma vi auguro invece di tutto cuore di realizzare positivamente questo vostro progetto. Un caro saluto. Paolo

il post più letto del mese

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L’ Oroscopo

di Mago Merlino

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Morti tra le montagne

Domenica di sangue sulle montagne vicentine. Il 6 luglio si sono verificati due tragici episodi nell´arco di poche ore, scoperti soltanto in serata, quando parenti e amici, allarmati dall´assenza dei loro cari, hanno fatto scattare le ricerche. Pio Lonardi, ad Arzignano noto come Pio “barbiere”, appassionato di montagna, è stato trovato senza vita poco prima di mezzanotte in fondo a un vajo, a poca distanza dalla chiesetta vicina al rifugio Bertagnoli. Anche il corpo senza vita di Vittorio Corà, architetto di Asiago, è stato recuperato dagli uomini del Soccorso Alpino in zona Castelletto di Rotzo, in fondo a un burrone.

Nuovi italiani

La banda delle slot machine Potrebbe esserci una banda in azione nell´Ovest Vicentino specializzata in furti con spaccata per rubare slot machine e cambia monete. I carabinieri di Valdagno stanno indagando sugli ultimi episodi che si sono verificati ad Arzignano e a Brendola, e prima ancora a Mon-

torso, ad Altavilla, a Gambellara e a Montecchio Maggiore. Ad Arzignano, la notte di domenica 15 giugno, i ladri hanno sfondato una vetrina del bar “Arcobaleno” in galleria Pasubio con un camion per rubare cinque macchinette video poker e un cambia monete, ritrovati poi svuotati a Tezze.

Falso allarme È successo in via Berti a Montecchio. Una ragazzina di circa 13 anni, presentandosi come incaricata comunale, ha chiesto un contributo di 45 euro a un anziano per evitare che il Comune interrompesse l’illuminazione pubblica. Il residente ha pagato, ma in serata, spinto da una vicina di casa, ha deciso di segnalare il tutto alla Polizia

Locale dei Castelli. Il prosieguo delle indagini, attraverso la testimonianza di alcuni parenti della presunta vittima, ha permesso alla Polizia Locale dei Castelli di appurare che l’uomo aveva equivocato la richiesta di una giovane vicina di casa che in realtà era riferita a spese condominiali. In ogni caso continuano i controlli e le indagini nella zona di Alte.

un mese di notizie in Breve

a cura di Lisa Masiero

L´Ovest Vicentino registra un boom di cittadinanze: nel 2013 i comuni di Montecchio e Arzignano hanno effettuato 517 giuramenti di nuovi cittadini italiani. E sono già 401 nel primo semestre del 2014. A Montecchio le concessioni della cittadinanza italiana sono più che raddoppiate nel giro di un anno. Ad Arzignano, invece, le concessioni sono state 107 nel 2012 e 246 nel 2013: anche in questo caso i giuramenti sono più che raddoppiati. Arzignano continua a mantenere il primato di città con il più alto numero di cittadini stranieri, non solo nel Vicentino, ma anche nel Veneto, con il 20,4% di immigrati, ossia 5.167 unità, rispetto a una popolazione di 25.949 abitanti. In pratica nella città un cittadino su 5 è straniero. w

Caccia all’orso Lo chiamano Genè. L’orso M4 è stato identificato dal Servizio foreste e fauna di Trento: è nato nel 2008 dalla femmina Kj2 assieme a un altro maschio (M3), e già nel 2010 veniva segnalato sul versante veneto del Monte Baldo. Vi ha fatto ritorno nel 2012 svernandoci fino al 2013. Dalle due alle quattro squadre vengono impiegate ogni notte per catturarlo, così da potergli mettere il radiocollare, ma

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12 | Notizie in breve

l’orso M4 continua a sfuggire alle trappole. E a uccidere bestiame. La sua natura è diversa da quella del famoso Dino, l’M5 del 2010. Ha una propensione predatoria più spiccata, in un paio d’anni ha ucciso almeno 15 bovini tra il Monte Baldo e l’Altopiano. Chiunque rinvenisse tracce o altri animali uccisi dall´orso deve chiamare subito il numero d´emergenza: il 1515.


Furto di prosciutti

Centomila euro: ecco a quanto ammonta il furto di 2.000 prosciutti ai danni del prosciuttificio Nuova Riviera Market di Barbarano. I ladri sono riusciti a prelevare la refurtiva di notte facendola passare per un condotto di aerazione. Il danno è coperto da assicurazione. Il titolare, la mattina seguente, ha aperto l’azienda e ha trovato i magazzini svuotati.

co s e d e l l’ a lt r o m on d o

Vinto mezzo milione

Con due euro si è portato a casa 500mila euro, grazie all´estrazione del super premio che in tutta Italia tre volte a settimana, martedì, giovedì e sabato, assegna a una sola schedina l´eccezionale importo. È successo nella tabaccheria di Loretta Baldinazzo, in via Roma 18, ad Altavilla. Chi sia il fortunato vincitore del super premio resta un mistero.

Doppia maturità Andrea Neri è iscritto all’università di Padova, sede di Vicenza, e studia tecniche di laboratorio biomedico. Ha 19 anni, vive a Cornedo e si è diplomato al liceo biologico nel 2013 con 100 e lode. Quest´anno si è ripresentato da privatista alla maturità al Galilei, per ottenere anche il diploma

di perito conciario. Voto: 100. Lo ha fatto perché, per insegnare nei laboratori delle scuole, il diploma del liceo biologico non basta, quindi ha deciso di ottenere anche quello che abilita all´insegnamento. Ora, con la qualifica di perito per la chimica conciaria, potrà farlo.

Scrittrice a 9 anni

In 3 mesi e mezzo, a soli 9 anni, quando era in quarta elementare, Marianna Vidale di Pianezze ha scritto il suo primo libro, “In viaggio.it”, di quasi 50 pagine. Il libro è stato pubblicato dalla direzione scolastica dell´Istituto comprensivo di Marostica. La bambina da grande vorrebbe fare la scrittirce, la cantante e la pianista. Auguri!


E Guerra fu!

d i g u i d o g a s pa r i n , g i u s e p p e s i g n o r i n e l i s a m a s i e r o Cento anni fa l’inizio della Prima Guerra Mondiale, che insanguinò anche il Vicentino. Appunti di storia locale e curiosità, per ricordare una delle pagine più drammatiche dell’umanità. E già sono pronti i programmi delle celebrazioni da qui al 1918.

E

ra il 28 luglio 1914. Giusto cent’anni fa l’Impero austroungarico dichiarava guerra al Regno di Serbia, scatenando quello che sarebbe stato il conflitto più devastante mai conosciuto fino ad allora dall’umanità, la Prima Guerra Mondiale. Oltre 9 milioni di morti sui campi di battaglia, cui sono da aggiungere 7 milioni di vittime civili, e 70 milioni di uomini mobilitati in tutto il mondo. L’Europa ne uscì distrutta e lacerata e da lì a poco più di 20 anni sarebbe ripiombata in un incubo ancora più atroce, il secondo conflitto mondiale. Migliaia di libri parlano della Prima Guerra Mondiale, ne sviscerano i lati più oscuri, analizzano e cercano spiegazioni. Centinaia ne sono stati scritti sulle carneficine avvenute sui monti vicentini, diventati la sanguinosa linea si separazione tra il Regno d’Italia e l’Impero austro-ungarico. Questo numero del Corriere Vicentino non pretende quindi di sostituirsi ai manuali di storia (non avremmo né lo spazio né le competenze per farlo), ma vuole comunque celebrare il centenario della Grande Guerra attraverso contributi locali, che intendono svelare lati magari non molto conosciuti del conflitto nelle nostre terre, per fornire ai lettori nuove chiavi di lettura, nuove testimonianze e nuovi documenti. La Grande Guerra è un libro che è destinato a rimanere aperto, per raccogliere ancora chissà quanti contributi; una storia che accompagnerà l’uomo forse per sempre.

le cartoline di achille beltrame

Durante tutta la durata del conflitto i disegni di Achille Beltrame accompagnarono gli italiani all’interno della Grande Guerra. Queste sono alcune cartoline messe gentilmente a disposizione dal collezionista vicentino Antonio Rossato.

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14 | Inchiesta


vicentino, terra di celebrazioni Il 24 maggio 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria-Ungheria ed entra nel conflitto, andando incontro ad uno dei periodi più bui della sua storia. Le Prealpi vicentine, dal Pasubio fino al Monte Grappa, passando per l’Altopiano dei Sette Comuni, diventano il fronte su cui si contrappongono gli eserciti. Fino al 2018 questi luoghi saranno il teatro delle celebrazioni per il centenario del pirmo conflitto mondiale, grazie ad alcuni progetti culturali, rievocativi e turistici. Spicca l’ecomuseo della Grande Guerra, che ha prodotto il recupero dei manufatti bellici sulle Prealpi vicentine e l’installazione di una specifica cartellonistica, ma sono attive anche numerose associazioni. Ne riportiamo due esempi, con le relative principali iniziative in programma:

Comitato celebrazioni storiche nel nome del Grappa 1918-2018, presieduto da Nino Balestra e costituito nel 2007 a Bassano del Grappa. • Estati 2014-2018: concerti sul Grappa, che culmineranno nel 2018 con un’orchestra di cento elementi. • Settembre 2014: scatta il piano quinquennale di iniziative dedicate alle scuole del bassanese. • Maggio 2015: convegno di studio “Processo alla Grande Guerra”. • Ottobre 2017: celebrazioni storico-militari sulla battaglia d’arresto del Grappa. • Giugno 2018: celebrazioni storico-militari sulla “Battaglia del solstizio”. • 5 agosto 2018: all’ombra del Grappa si riuniranno i rappresentanti delle 22 nazioni coinvolte nel conflitto. • 24 agosto 2018: a Villa Dolfin a Rosà sarà riproposta la “Canzone del Grappa”, cantata per la prima volta nel 1918 proprio a Villa Dolfin. • Fine ottobre 2018: grandi celebrazioni finali a Vittorio Veneto.

Associazione ricercatori storici “IV Novembre”, presieduta da Giorgio Dall’Igna con sede a Schio: • Estate 2014: a Campogrosso manifestazione storica “Venti di guerra” e sul Novegno “Luna in Novegno – Notte in trincea”, con cena in caverna in compagnia dei rievocatori in divisa d’epoca. • 2015: rievocazione storica sul monte Priaforà. • 2016: per i 100 anni della Strafexpedition rievocazione storica di due giorni sul Novegno. • Visite guidate con accompagnatori sui luoghi delle battaglie. • Attività didattiche e uscite sul territorio con le scuole. • Produzione di libri con gli itinerari escursionistici sui luoghi della Grande Guerra.

Cartine fornite da Fernando Casanova e tratte da Lucio Fabi, “Uomini, armi e campi di battaglia della Grande Guerra, Fronte italiano 1915/1918”, Mursia, 1995.


quando la guerra era in casa Per parlare di Prima Guerra Mondiale non potevamo non contattare la professoressa Dina Tamiozzo di Valle, frazione di Castelgomberto, insegnante di religione alla scuola media e ricercatrice storica, autrice di numerosi libri (“La prima guerra mondiale a Castelgomberto e Sovizzo”, per citarne uno) e articoli di storia locale. In oltre venticinque anni di studi ha raccolto centinaia e centinaia di fotografie e cartoline tutte originali risalenti alla Grande Guerra, dando vita ad un archivio personale di grande fascino.

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Professoressa, perché si studia la storia locale? La storia locale tenta di rispondere alla domanda: cosa succedeva nel mio paese finché nel resto del mondo si verificavano determinati eventi? Per rispondere bisogna capire perché un evento si verificava proprio in quel periodo, perché accadeva proprio quella cosa e perché proprio in quel paese.

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A Sovizzo c’era un campo d’aviazione. Tutta la provincia fu “retrovia” del fronte”: nei nostri paesi passarono e alloggiarono soldati di ogni specialità, truppe alleate comprese (scozzesi, inglesi e francesi). Nell’ovest vicentino, Castelgomberto, Sovizzo e Trissino ebbero la singolare avventura di ospitare campi d’aviazione. Vi erano stanziate squadriglie di aeroplani e biplani (caccia e ricognitori) destinati al presidio del fronte vicentino. L’arma aeronautica, allora, non era stata ancora costituita. Gli aviatori erano volontari provenienti da altre specialità: bersaglieri, alpini, carabinieri, etc. L’asso dell’aviazione tricolore Francesco Baracca, per esempio, era ufficiale di cavalleria. Il campo d’aviazione di Sovizzo era detto della “contra’ de la vecia” o della “val de la vecia”. Nell’inverno 1917 fu allagato dal rio Onte che straripò nei campi circostanti a causa delle abbondanti piogge, come testimoniano numerose fotografie che ho raccolto negli anni.

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Come si trova il materiale per studiare la Prima Guerra Mondiale? È un lavoro che richiede mesi e anni. Bisogna fare ricerche in diversi luoghi: archivi comunali e parrocchiali, il museo di Rovereto e il museo del Risorgimento di Roma. I diari dei soldati si trovano nell’archivio dell’Aeronautica Militare di Roma, mentre per le fotografie occorre setacciare musei e archivi privati: spesso le persone in casa conservano ricordi di grande valore, altre volte li buttano via considerandoli inutili. Le cartoline si trovano ai mercatini dell’antiquariato e possono essere di due tipi: cartoline dai paesi e militaria, ossia cartoline prestampate che lo Stato dava ai soldati perché le spedissero a casa. Ci sono anche collezionisti che raccolgono questo materiale per passione.

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La censura quando interveniva? Le cartoline erano spedite in busta chiusa ma venivano tutte controllate. Quelle dove i soldati affermavano di stare male e di voler tornare a casa non arrivavano mai a destinazione. Anche quelle che contenevano informazioni militari venivano censurate.

1-2: Cartoline spedite da soldati inglesi e francesi da Montecchio Maggiore alle famiglie. 3-4: Cartoline spedite da soldati inglesi e francesi da Arzignano alle famiglie. 5: Il campo d’aviazione di Sovizzo allagato. Cartoline e fotografia di proprietà di Dina Tamiozzo. Tutti i diritti riservati.

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il conflitto raccontato su facebook Anche la storia, oggi, passa su Facebook. È il caso per esempio delle pillole di storia locale a firma di Sabrina Kunzer che da qualche tempo vengono pubblicate nelle pagine di “Sei di Arzignano se…”, ottenendo un notevole riscontro. La Kunzer, appassionata da sempre di tutto quello che riguarda il nostro passato, fra le tante informazioni ne ha postate anche alcune di particolare interesse riguardanti la Prima Guerra Mondiale. “Arzignano è situata in una posizione interessante per molte realtà circostanti – ci spiega -. Nello specifico della Prima Guerra Mondiale, la nostra vicinanza all’Altopiano di Asiago ha fatto sì che nel nostro paese molte case private ed edifici pubblici venissero trasformati in ospedali per accogliere e curare i feriti civili e militari. Mia madre mi ha raccontato che quando era piccola si parlava di un lazzaretto nella zona di Villaggio Giardino, anche se non ci sono notizie ufficiali”. Fra le sue pillole si allude anche alla presenza degli inglesi e del principe Edoardo VIII, futuro re. Nel novembre 1917 arrivò in Italia il corpo di spedizione britannico B.E.F. (British Expeditionary Force Italy). Tra gli ufficiali era presente anche Edoardo VIII, il principe del Galles, che soggiornò in Casa Rossettini. I soldati inglesi furono invece nostri ospiti nella Rocca di

Castello ed eseguirono esercitazioni equestri nella grande prateria dei Vignati. Edoardo VIII soggiornò anche a Vicenza, precisamente a Villa Zileri al Biron. Importante fu anche il ruolo del sindaco di Arzignano, l’avvocato Antonio Salviati. Fu sindaco dal 1912 al 1920. In guerra perse il figlio primogenito. La costruzione del monumento ai nostri caduti al Mattarello, opera dello scultore Egidio Caldana, venne decisa con delibera consigliare il 26 febbraio del 1919, durante il suo mandato. C’è qualcosa che secondo lei non viene ricordata del nostro paese, in relazione alla Prima Guerra Mondiale? Sicuramente il fatto che il 25 ottobre del 1925 Carlo Delacroix ottenne la cittadinanza onoraria di Arzignano. Delacroix è stato un grandissimo personaggio: aveva sia la cittadinanza italiana che quella belga, ma dopo l’entrata in guerra dell’Italia nel 1915 optò per quella italiana. Rimase invalido durante una sventurata esercitazione, per salvare la vita di alcuni soldati. Perse la vista e fu ferito gravemente alle mani. Fu tra i fondatori dell’ANMIG, l’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra. È stato un oratore e un poeta di grande talento. È un nostro cittadino onorario, ma quasi nessuno lo sa.

IL MUSEO DELLE FORZE ARMATE 1914-1945 Il “Museo delle Forze Armate 1914-1945” verrà aperto al pubblico in settembre con l’obiettivo ambizioso di diventare un riferimento per lo studio, la divulgazione e la conoscenza della nostra storia nel periodo che viene definito il cuore nero del Novecento. La nuova sede in via del Lavoro 66 a Montecchio Maggiore offre la possibilità di vedere pezzi molto rari, fra cui numerosi veicoli funzionanti di entrambe le guerre. Il museo, che nella facciata esterna ricostruisce il frontone di forte Casa Ratti (fortezza italiana al confine tra Vicentino e Trentino, simbolicamente l’ultimo baluardo prima della pianura), è strutturato su due piani: il superiore dedicato alla mostra statica, il pianterreno dedicato a mostre temporanee. Per quel che riguarda la Grande Guerra, è presente una notevole esposizione di uniformi e materiali vari - suppellettili, attrezzi da trincea, mazze ferrate, pinze, fucili, mitragliatrici, proiettili. Molto interessante un veicolo Fiat BL 18 (nella foto), il tipico camion italiano che si vede anche in tanti film.

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Chiedo scusa

al Signor Gaber

Enzo Iacchetti di giuseppe signorin

R

iesco a farmi dare il numero del manager del Signor Enzino. Mi dicono di chiamarlo tal giorno a tal ora, per metterci d’accordo sull’intervista. Il manager ha lo stesso cognome del Signor Enzino. Sarà suo fratello. Chiamo all’ora e al giorno stabilito e il manager mi mette in vivavoce. Lui e il Signor Enzino sono in autostrada, direzione Arzignano, per lo spettacolo “Chiedo scusa al Signor Gaber”, omaggio musicale al Gaber anni 60 che Iacchetti sta portando in giro per l’Italia. Parlo direttamente con Enzino. Mi sembra di essere in onda su Striscia la Notizia. Gli chiedo, impacciato, se la facciamo subito, l’intervista. Mi dice ironico che se voglio parliamo prima un po’ di calcio, ma che lui è pronto a rispondere alle mie domande. E allora cominciamo.

del repertorio di Gaber prima maniera. Ora siamo all’ottantaquattresima replica. Quando uno spettacolo funziona, viene richiesto. Vuol dire che Gaber ha ancora molto da dire. Porta in scena un Gaber tutto suo. Per questo gli chiedo scusa. Però è l’unico modo. Gaber è inimitabile. Guai imitarlo. Non avrebbe funzionato. Invece io ho sconvolto le sue canzoni alla mia maniera e il pubblico sta apprezzando. Quando l’ha conosciuto? Nel ’94. Andavamo a cena insieme dopo i suoi spettacoli. Mi chiedeva sempre un parere su quello che avevo visto. Per me era un grande orgoglio parlare con uno che fino a poco tempo prima andavo a vedere rubando i soldi a mia mamma per pagare il biglietto.

Perché uno spettacolo su Gaber, oggi? Per rendere omaggio al più grande cantautore del 900. Gaber è ancora avanti rispetto ai nostri tempi, dobbiamo ancora capirne la portata.

Com’era? Di una dolcezza infinita nel privato. Sul palco invece s’incazzava più di Grillo. E veniva contestato.

Com’è nato lo spettacolo? Da un disco uscito nel 2010, in cui rivisitavo a modo mio parte

Lei riesce a far ridere senza essere volgare. Sono arrivato al successo a 39 anni. Non volevo diventare un

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personaggio attraverso le volgarità. Mi è sempre piaciuto l’umorismo inglese. E poi io non mi sento un comico, quanto piuttosto un attore brillante, uno che fa molte cose diverse. Tv, cinema, teatro, musica, libri – dove si sente più a suo agio? Mi sento trasversale. Non mi piace sedermi, continuo a studiare e cambiare. Tre mesi di Striscia all’anno e poi mi dedico ad altro. La Mondadori, per esempio, mi chiede di scrivere un libro da anni, ma fino a quando non avrò l’idea giusta non lo farò. Un giorno però scriverò un libro su tutte le porcate che stanno dietro al mondo della tv.

to il giorno. Striscia? Per me è un’isola intatta. Faccio tv solo perché c’è Striscia, oltre a qualche comparsata dall’amica De Filippi, in cui mi diverto a vestirmi da donna. La tv per me è Striscia, ho sempre rifiutato di fare altre cose. Progetti per il futuro? Lavoro da cinque anni alla trasposizione cinematografica di un libro di Gian Antonio Stella, “La bambina, il pugile, il canguro”. Stella è il più grande editorialista italiano, mi ha dato i diritti del suo libro praticamente gratis. Ho fatto scrivere la sceneggiatura dallo sceneggiatore di Gomorra. Io mi occuperò della regia.

Gaber è ancora avanti rispetto ai nostri tempi. È inimitabile.

È stato 20 anni a fianco di Ezio Greggio. È vero che non avete mai litigato? Vero. Solo su Inter e Juve, ma in realtà sono piccoli sfottò. Quando vince l’Inter poi non siamo mai in onda, quando vince la Juve invece sì, e allora lui fa i suoi sketch. Poi, al di là dei tre mesi di Striscia, facciamo cose molte diverse. Ci messaggiamo solo per farci gli auguri di compleanno, sbagliando di proposiCorriere Vicentino |

Quando riuscirà a realizzarlo? Prima devo trovare i fondi. Non riesco a chiedere favori. Chiedo soldi alle banche ma finora mi hanno risposto di no. Sto provando pure con il Vaticano. Non è un film da botteghino. Il nostro cinema purtroppo è rimasto alle commedie pre-natalizie, natalizie e post-natalizie.

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C

Dirsi addio? Anche no... di Mario Piotto e Guido Gasparin

Crisi economica batte crisi dei matrimoni 1-0, e palla al centro. I numeri lo dicono da mo’, ma nella pragmatica terra vicentina la profezia l’aveva già lanciata il buon senso della coperta corta. La vita di coppia conviene (anche) perchè costa meno, visto che, parafrasando il compianto Mike, chi si lascia raddoppia. Due affitti - laddove non due mutui -, due lavatrici, due avvocati, due terapeuti di coppia, due gatti con cui vincere la solitudine, e vai di doppi regali ai figli da Natale al compleanno per comprarsi il loro amore. Così non si fa mica tanta strada, considerato pure quanto costa oggi la benzina.

Allora stupisce fine a un certo punto la statistica divulgata negli scorsi giorni dall’Istat e relativa al 2012, secondo cui a partire da quell’anno si è iniziato a registrare un calo dello 0,6% delle separazioni, un dato che si aggiunge alla riduzione del 5,8% dei divorzi negli ultimi tre anni. Riscoperta del valore del vincolo d’amore, dell’indissolubilità dell’unione, dell’importanza della famiglia, e bla bla bla? Macchè, tutta colpa del vil denaro, un dio che crea mostri tanto quanto ha il potere di distruggerli. E così, finita l’era delle spese folli dietro ai “sì” a tempo determinato, fatto il primo errore meglio pensarci due volte prima di disfarsi della fede, perchè è una rescissione contrattuale che presenta il conto. Ecco che allora la crisi, quella economica, quella dei suicidi, delle fughe di cervelli, delle lotte di classe e degli scioperi, assume in questo caso inimmaginabili valenze sociali, tali da suggerire a qualcuno che sì, perfino la medaglia più rovescia di tutte, cerca cerca, nasconde un mezzo dritto. Sia chiaro: se quel matrimonio non s’aveva da fare, ben venga se c’è la possibilità di disfarlo nel modo più adulto possibile, soprattutto quando nel vortice rientra chi adulto ancora non è. L’inversione di tendenza più interessante riguarda invece l’approccio alla pratica matrimonio, che sta facendo da contraltare al calo di divorzi e separazioni. Semplicemente ci si sposa (un pochino) di più e ci si sposa meglio. Basta guardare gli ultimi dati di Vicenza città, per credere. Nel 2008 furono 244 le coppie a dirsi addio, numero passato ai 148 del 2009 e ai 155 del 2010, con un picco di 200 nel 2011 crollato inesorabilmente ai 116 del 2012 e quindi ai 92 dello scorso anno. Andando più indietro nel tempo si scopre poi che nel 1998 i matrimoni furono 632 mentre un anno fa solo 321, ma è pur vero che dal 2010 è un dato in crescita costante dopo la magra del primo decennio del nuovo secolo. Presto per dare un giudizio sull’efficacia di queste unioni, tradotta in termini di durata, con gli esperti che indicano nei 7 anni la soglia della verità. Però se si dà un’occhiata all’età media degli sposi, ne viene fuori un altro aspetto interessante: nel 1998 lei aveva poco meno di 29 anni, e il

suo principe azzurro neanche 32; 16 anni dopo a dirsi sì – sempre mediamente, sia chiaro – sono una rampante 35enne, e un lui prossimo ai 39. Insomma, anche l’altare conferma la vera tendenza della nazione, a traslare in avanti rispetto a una volta le tappe della vita. Moriamo più tardi, ma andiamo in pensione più tardi, e troviamo lavoro più tardi, quindi cosa c’è da stupirsi se ci sposiamo più tardi? Vero, a farla da padroni anche lì sono i schei, perchè la generazione degli eterni precari mica può mettere su casa così. Però, vuoi vede-

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re che quel tempo in più assieme non può essere utile anche per capire se davvero quella potrà essere la nostra metà della mela? Delle due, entrambe: un po’ convivenza forzata per sconvenienza del contrario, un po’ qualche grado di maturità in più nel fare la scelta che cambia la vita. Magari sarà poca roba, di fronte alle contingenze che hanno condotto a questa situazione, ma tant’è. Un ultimo aspetto da rilevare, che emerge sempre dal rapporto Istat: la migliore tenuta delle unioni religiose rispetto a quelle civili. Se la chiesa sembra un pochino meno di tendenza – nel 1998 l’altare era scelto da due coppie su tre, mentre oggi il rapporto è prossimo all’1:1 – resta il fatto

IL GIUDICE? MEGLIO EVITARLO. Se l’Istat dice che il numero dei divorzi è in calo, c’è un altro dato che testimonia che il vento, in tema di matrimoni, è cambiato. Si tratta dell’aumento delle consesualizzazioni, ossia delle separazioni consensuali, come spiega l’avvocato Laura Maistrello, che si occupa prevalentemente di diritto di famiglia. “Un numero sempre maggiore di coppie preferisce ricorrere alla separazione consensuale, che è la strada alternativa rispetto a quella giudiziale. In pratica marito e moglie presentano un ricorso congiunto e propongono al giudice le condizioni concordate. Si risparmia tempo - a Vicenza le cause per i divorzi possono durare parecchi anni, in quanto prevedono tutte le fasi del processo civile - e si risparmia anche denaro”. Quindi le coppie oggi come si comportano prevalentemente? Si assiste ad un numero sempre maggiore di coppie che evitano il divorzio per rimanere separati per molti anni o magari per sempre. È vero che con il divorzio il vincolo matrimoniale viene meno, ma molte persone non lo considerano se non hanno intenzione di sposarsi nuovamente. Durante la separazione i coniugi restano formalmente sposati, ma vengono comunque regolati tutti gli aspetti economici e di tutela di eventuali figli. E poi c’è l’aspetto legato alle spese... Certamente, perchè se si vuole il divorzio bisogna dare il via ad un nuovo procedimento avanti il Tribunale, che comporta quindi l’esborso di ulteriori spese legali. Ecco perchè molti “si accontentano” della separazione.

che l’uomo fa tuttora più fatica a separare ciò che Dio ha unito. Fragilità, il tuo nome è matrimonio, scriveva Joyce facendo il verso a Shakespeare, e dandoci inconsapevole conferma che la formula della felicità di coppia ieri e oggi resta un mistero. Ok, sono quelle cose che si sanno ma non si dicono, nemmeno a se stessi all’inizio del viaggio in due. Scrollatosi di dosso il riso, meglio riempirsi del fascino della partenza, senza farsi troppe domande sulla meta. E nemmeno su quanto distante è la prossima fermata.

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gato magnao? Cuochi ai tempi di Facebook, in salsa local. Quelli di “Gato Magnao?”, gioco di parole tutto vicentino che ben dà l’idea dello spirito del gruppo, non hanno nulla a che fare con i talent alla Masterchef, né con l’assalto a una professione, il cuoco, fra le più gettonate negli ultimi anni. A loro interessa solo condividere il piacere della tavola di tutti i giorni. di Giuseppe Signorin

“P

“Pensavo di essere bravo a fare da mangiare, ma ho trovato veramente gente che mi dà del filo da torcere”. Inizia con queste parole il racconto di Paolo De Marzi, arzignanese fondatore del gruppo Facebook “Gato Magnao?”, nato nel febbraio dello scorso anno e già arrivato a più di 2000 iscritti, provenienti da tutta Italia e anche dall’estero: Stati Uniti, Sud America, Asia. Ce n’è per tutti i gusti. Sabato 19 luglio si è tenuta la seconda edizione della Festa Gato Magnao nelle colline di Agugliano, fra giochi, musica, sfide e ovviamente ottimo cibo: paella, pasta fredda, pizza e tantissime torte. Un buon momento per fare un primo bilancio. Com’è nato “Gato Magnao?”? In maniera davvero spontanea. Ero a cena con l’amico pasticcere Carlo Pozza e si parlava della nostre comuni passioni culinarie. Fra le tante disgrazie che ogni istante escono dai media, abbiamo pensato che l’unica cosa veramente sana che ci rimaneva era la passione per la buona cucina. E in un attimo abbiamo aperto “Gato Magnao?” su Facebook. Qual è lo spirito del gruppo? Parlare di quello che si mangia ogni giorno. Condividere il pia-

cere della tavola. Niente di più e niente di meno. Non si parla di ristoranti o chef particolari, solo cose fatte in casa. Come amministratore controllo anche che non si inneschino discussioni legate ad altri temi, come la politica. Il gruppo ha una sua identità e deve rimanere tale. Sono nate nuove amicizie? Moltissime. È il risultato più importante e sorprendente di questa esperienza. Ci troviamo ogni due mesi per cene a tema e poi una volta l’anno la grande festa. Quest’anno c’erano più di 200 persone ad Agugliano. Il gruppo Facebook è solo uno strumento per incontrarci e condividere le nostre passioni. Ormai è come se fossimo una grande famiglia. Il livello qualitativo dei piatti che condividete? Alto. Le stesse persone sono maturate nel giro di poco tempo, ora preparano piatti molto più sofisticati. È una sfida quotidiana che stimola la fantasia di tutti, anche da un punto di vista visivo. Il suo cavallo di battaglia? Gli spiedi. Però i segreti non si raccontano, semmai si condividono insieme a tavola…

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22 | Focus


Vicenza

BiancoRossa

Michele Marcolini P

er due anni ha vestito la maglia biancorossa. E adesso è il nuovo allenatore del Real Vicenza. Del resto il Veneto l’ha praticamente adottato. Visto che ha giocato anche cinque anni al Chievo Verona e uno al Padova. Michele Marcolini, classe 1975 originario di Savona ma da anni ormai residente nella città scaligera, centrocampista doc, dopo l’esperienza in Lega Pro sulla panchina del Lumezzane, riparte di nuovo da Vicenza, da tecnico del Real. E si prepara ad affrontare un derby assolutamente inedito, contro quella squadra biancorossa che l’ha fortemente voluto nel 2001, quando vestiva maglia del Bari, per provare la scalata verso la serie A, poi sfiorata l’anno successivo con Mandorlini. “Sono di nuovo a Vicenza – dice Marcolini – e ne sono contento. Il Real mi ha dato l’opportunità di allenare in prima divisione. A Vicenza da giocatore sono stato benissimo, non siamo riusciti a conquistare quello che ci eravamo prefissati ma sono stati due anni importanti, in cui sono riuscito a mettermi in mostra e passare poi all’Atalanta. I ricordi sono tutti assolutamente positivi. Arrivavo dal Bari con mister Fascetti. E da persona molto competitiva, a cui piace vincere, a Vicenza mi è mancato il successo. Con Mandorlini ci siamo andati vicini. Peccato. Ma resta il record di sette vittorie consecutive e la scalata dall’ultimo posto della classifica alla vetta, un periodo fantastico e un anno che ha dato belle soddisfazioni. Con il pubblico il rapporto era ottimo. Ero un giocatore di quelli che in campo danno sempre il massimo e questo è stato molto apprezzato dai tifosi”. Sul derby assolutamente inedito che si giocherà tra Real e Vicenza Calcio però non si sbilancia. “Il Real Vicenza è una società che ha voglia di fare le cose per bene, che negli ultimi anni è riuscita a scalare tante categorie in poco tempo, e quindi credo che sia comunque una bella soddisfazione poter giocare contro il Vicenza, che è considerata la squadra della città, quella storica. Ma questo è normale. Io mi sento nel Real Vicenza ora. Una società orga-

nizzata e con grande entusiasmo. Ho visto persone che hanno voglia di far bene. E questo è quello che conta. Si giocherà al Menti e per me sarà come tornare indietro di qualche anno. In uno stadio dove ho vissuto bei momenti e che mi ha lasciato qualche delusione ma tanti ricordi belli”. In una carriera che ha vissuto tappe importanti a Bergamo, maglia Atalanta per tre anni, e a Verona, sponda Chievo per cinque. “A Bergamo ho vissuto due promozioni e una retrocessione – ricorda – lì la gente mi ha fatto sentire un giocatore davvero importante e un po’ ci ho lasciato il cuore. A Verona mi sono trovato alla grande, tanto che ho deciso di viverci. Ho incontrato persone preparate, che hanno fatto diventare una realtà piccolissima una protagonista a livello nazionale e direi mondiale. Perché il Chievo è da tantissimi anni che è in A e riesce ad affermarsi”. La passione per il calcio in casa Marcolini è un’eredità di famiglia. Il nonno era Roberto Longoni, ex centrocampista e bandiera del Savona. Suo padre Antonio Marcolini è stato un calciatore del Savona alla fine degli anni Settanta. E anche lo zio Paolo Longoni è stato calciatore. “Io ho fatto il percorso contrario rispetto a papà – continua – lui è di Verona e ha giocato nel Savona, io invece sono partito da lì per arrivare a Verona. E adesso nel Chievo gioca mio figlio Diego, di 9 anni e mezzo. Centrocampista ovviamente come papà. Da calciatore ho avuto una bella carriera, sono soddisfatto perché il calcio mi ha dato tante soddisfazioni. Adesso spero di averne altrettante da allenatore. La voglia e la professionalità sono le stesse. Il calcio è il mio mondo, dove sono cresciuto e col pallone mi sento a casa. Ho capito che quella dell’allenatore sarebbe stata la mia strada piano piano, quando iniziavo negli anni a vedere le cose sotto un altro punto di vista e ad apprezzare il lavoro del tecnico. Lo scorso anno ho iniziato, mi piace lavorare con i ragazzi, stare sul campo per far migliorare la squadra”.

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Paesi

Arzignano

La nuova squadra

di stefano cotrozzi

D

opo le elezioni del 25 maggio e il ballottaggio dell’8 giugno la città di Arzignano ha deciso di rieleggere il sindaco Giorgio Gentilin e la sua squadra. I volti nuovi sono Laura Ziggiotto e Alessio Tonin. Ve li presentiamo.

Laura Ziggiotto

Ha 52 anni e da 25 abita ad Arzignano. Ha lavorato presso l’azienda di suo padre per vent’anni. Nel 2011 è stata nominata presidente del canile. È stata maestra volontaria al doposcuola Karibuni e scrive e pubblica libri di filastrocche per bambini. Perché è entrata in politica? Sono stata coinvolta dall’energia del sindaco Gentilin, e ho aderito volentieri perché ho sempre sostenuto che l’amministrazione aveva lavorato bene. Progetti per la città? In queste settimane con la squadra stiamo studiando il piano degli obiettivi per i prossimi cinque anni. Ho intenzione di dare agli studenti tutti gli strumenti necessari per stare sempre al passo con i tempi e nello stesso tempo dare una forte impronta civica, ecologica e territoriale con programmi formativi che saranno adattati anno per anno a seconda di come si evolverà la nostra città. E se avesse una bacchetta magica? Se avessi la bacchetta magica forse sarei dentro a una delle mie filastrocche!

Giorgio Gentilin: sindaco Alessia Bevilacqua: vicesindaco e assessore alla famiglia - servizi sociali - pari opportunità - immigrazione - volontariato. Angelo Frigo: assessore al bilancio - lavori pubblici - viabilità - protezione civile. Mattia Pieropan: assessore alla cultura - politiche per giovani - biblioteca eventi - innovazione - agenda digitale - trasparenza. Alessio Tonin: assessore alla riqualificazione e manutenzione urbana gestione del patrimonio comunale e logistica - anagrafe e stato civile - identità veneta. Laura Ziggiotto: assessore all’istruzione - infanzia - educazione civica ed educazione all’ecologia. Enrico Marcigaglia: consigliere comunale delegato.

Alessio Tonin

Ha 53 anni, è sposato con un figlio ed è un operaio specializzato. Perché è entrato in politica? Avevo già svolto un mandato di Consigliere Comunale di opposizione durante il periodo 1999-2004. Lo stesso motivo che mi aveva spinto a quel tempo mi ha spinto anche ora. Sono sceso nuovamente in politica per passione e per dare ai miei concittadini, tramite questa Amministrazione, le risposte che si attendono. Progetti a breve termine per la città? Innanzitutto dare continuità all’ottimo lavoro precedentemente svolto. In particolare vorrei trovare il modo di dare soluzione a ogni problematica nel più breve tempo possibile (mi riferisco soprattutto al referato degli interventi). Progetti a lungo termine? Corriere Vicentino |

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La conservazione e la tutela del patrimonio comunale anche per le prossime generazioni. Un altro progetto di carattere strettamente politico riguarda in particolare l’Identità Veneta: sarà mio obiettivo trovare una condivisione di idee, non solo come maggioranza, ma anche fuori della stessa Arzignano, attraverso la costituzione di una Commissione speciale che possa parlare dell’argomento, con la presenza di figure storiche e competenti. L’obiettivo è di riuscire a confrontarsi su ogni tematica: dalla cultura alle tradizioni, da possibili gemellaggi con città venete storiche fino a una discussione senza preclusioni sul tema dell’Indipendentismo e del referendum per l’indipendenza del Veneto. E se avesse una bacchetta magica? Vorrei svegliarmi domattina e recarmi alle urne a votare per l’indipendenza del Veneto, perché vorrebbe dire che, anche io come assessore, sarei riuscito a contribuire a dare questa opportunità ad ogni Veneto.


Arzignano Cronaca

Nuove tecnologie

Auto pirata trovata grazie a Facebook

Salvato dal defibrillatore

U

U

n operaio extracomunitario di 39 anni è stato salvato da due colleghi grazie all’uso del defibrillatore. È successo nello stabilimento del Gruppo Mastrotto di via Quarta Strada. Il lavoratore ha avuto un malore ed è entrato in arresto cardiaco, ma due colleghi sono intervenuti prontamente salvandolo attraverso il massaggio cardiaco e con l’utilizzo del defibrillatore automatico, prima che arrivasse l’ambulanza del 118. I sanitari hanno poi stabilizzato la situazione e hanno trasportato l’uomo all’ospedale Cazzavillan. I corsi di formazione che dal 2005 vengono fatti in azienda hanno dato i loro frutti.

n avviso pubblicato su Facebook. Questo lo strumento utilizzato dalla Polizia Locale che ha permesso di identificare l’auto pirata fuggita dopo aver causato un grave incidente in via Chiampo. Un cittadino ha infatti contattato la Polizia, in seguito all’annuncio visto su Facebook, per segnalare l’auto sospetta, un’Audi A8 di colore grigio chiaro, a Chiampo, in via Manzoni. E Facebook è anche il luogo in cui un famigliare della donna che ha subito l’incidente ha ringraziato pubblicamente la Polizia Locale.

Cultura

Cittadella della cultura al Mattarello

l’

amministrazione comunale punta alla creazione di un polo culturale che sfrutti i tanti locali a disposizione al Mattarello, fra cui il teatro e il bar, in attesa di un cambio di gestione. Don Mariano Lovato, il sindaco Giorgio Gentilin e l’assessore Mattia Pieropan si stanno incontrando per arrivare a sottoscrivere una convenzione per la riqualificazione della zona. Obiettivo comune: valorizzare il Mattarello e portare una

Falsi tecnici derubano un’anziana

Q ricca serie di attività per la formazione, lo studio, la musica e la cultura in generale.

Società

Fabio Anversa nuovo presidente del Rotary Club

I

l Rotary Club di Arzignano cambia presidente: dopo Alberto Savegnago è la volta di Fabio Anversa. La cerimonia si è svolta alla Tenuta Dalle Ore di Trissino. Il presidente uscente Savegnago ha salutato i soci e ringraziato tutti per la collaborazione, in particolare per il

concerto dello Junges Musikpodium al teatro Olimpico e per le celebrazioni del quarantennale che il club ha festeggiato lo scorso ottobre. Il nuovo presidente Fabio Anversa si è quindi presentato ai soci, ricordando cosa significhi essere rotariani, e cioè l’impegno nel servire la comunità al di sopra di ogni interesse personale. Corriere Vicentino |

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uartiere Mantovano. Due malviventi entrano a casa di una signora di 84 anni spacciandosi per dipendenti comunali addetti al gas. Dicono di dover controllare la caldaia e sfiatare i termosifoni. Risultato? I due, con un raggiro, si portano via un orologio d’oro e una scatola piena di documenti per un ammontare di circa 2 mila euro.


Arzignano

Quartiere abbandonato di GIUSEPPE SIGNORIN

I cittadini Paolo Rossettini a 20 anni ha una gastronomia a Villaggio Giardino, in via IV Martiri. È lui a parlarci, a nome di molti, di un quartiere che si è trasformato. “Quando ho aperto la gastronomia la zona era completamente diversa, di un altro livello. Ora, nonostante le tante attività presenti, il quartiere è stato abbandonato. E negli ultimi anni la situazione è andata peggiorando”. I problemi principali? Di vario genere. Partirei dalle immondizie. Nel piazzale della ex Pellizzari c’è stata una discarica a cielo aperto

D

Il Comune L’assessore Angelo Frigo a situazione di degrado della cosiddetta area Pellizzari a Villaggio Giardino è legata alla difficoltà di collaudare parte delle opere di urbanizzazione che sono state realizzate: con tutta la buona volontà, se i privati non sistemano alcune situazioni vecchie di anni, non sarà facile trovare una soluzione e, quindi, permettere all’Amministrazione di entrare in possesso delle aree per gestirle. L’Ufficio Urbanistica è in costante contatto con la società che ha urbanizzato l’area sollecitando una svolta risolutiva per la completa definizione delle urbanizzazioni”.

“L

per un mese. Un degrado assoluto. Dopo ripetute sollecitazioni e le foto pubblicate sul gruppo Facebook “Sei di Arzignano se…”, sono finalmente passati a pulire. Ma è solo una piccola toppa per coprire un grosso buco. Cosa bisognerebbe fare? Spostare il punto di raccolta ed effettuare più controlli nella zona. Oltre a organizzare incontri per educare tutti su questi temi. Abbiamo chiesto anche di installare delle telecamere per monitorare la situazione, ma la risposta è stata negativa, come su altri fronti. Quali? Quello delle iniziative, per esempio. Qui da noi sono nate e si tenevano la Marcia del Villaggio e la Fiera degli Uccelli, che attiravano tantissime

persone. Poi sono state spostate a San Zeno e al Parco dello Sport. Per non parlare della scarsissima considerazione del Palio dei Fiori. In che modo vi state muovendo? L’anno scorso ho scritto una lettera all’Amministrazione perché nel nostro quartiere, nonostante sia grande e ricco di attività, vengono organizzate pochissime iniziative. Basta guardare il libretto con gli eventi della stagione: Villaggio Giardino è quasi assente. Speranze? Poche. Si era parlato di un mercatino rionale e invece non si è più fatto vivo nessuno. Anche la poca illuminazione è un problema. Per non parlare del parcheggio in via Pellizzari, chiuso da tre anni.

I rifiuti? L’assessore Tonin si è fatto carico direttamente della situazione e sta cercando di trovare una soluzione. Stiamo già facendo dei controlli con agenti di polizia in borghese, mentre è più difficile ipotizzare l’installazione di telecamere, proprio perché le aree non sono di proprietà dell’Amministrazione e quindi sarebbe necessario acquisire il consenso di tutti i privati coinvolti. Possibili soluzioni? Intanto nei mesi scorsi abbiamo sistemato il parcheggio pubblico in piazza Pellizzari con il rifacimento della pavimentazione e dell’illuminazione e abbiamo riasfaltato viale Vicenza. l’Ufficio Lavori Pubblici sta studiando una riorganizzazione della viabilità della zona proprio per andare incon-

tro ad alcune esigenze manifestate dai residenti. Contiamo di condividere la soluzione con i cittadini a settembre, in modo da raccogliere i loro suggerimenti e poi passare alla fase di implementazione”.

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L’assessore Mattia Pieropan “Capisco il disagio di chi vive nel quartiere. È giusto che ci tengano a tenerlo vivo e stiamo lavorando per migliorare la situazione e trovare delle soluzioni. Abbiamo pensato a diverse ipotesi in passato, ma nessuna è risultata fattibile. Essendo un quartiere periferico l’organizzazione di eventi è più complicata, ma saremo ben lieti di accogliere idee o proposte da parte dei cittadini/commercianti, per darci poi da fare insieme a realizzarle”.


Arzignano

20 anni di grifo 1994

-2014. 20 anni a rincorrere un pallone a rimbalzo controllato, 20 anni di emozioni, dolori, sconfitte e grandi successi. Roberto Ghiotto, una carriera in tinte bianco e rosse, i colori della sua seconda pelle calcistica, quelli del Grifo che lo hanno lanciato sul palcoscenico nazionale fino ad alzare lo storico primo scudetto nella notte del 27 maggio 2004. Tante emozioni per un addio che combacia coi 10 anni dal primo tricolore, il tutto pensando a Michele Trolese che ci ha lasciato un anno fa, più di un semplice giornalista, più di un semplice tifoso e appassionato della disciplina. Trutru era un amico, l’amico di tante sfide, di tanti articoli e di tante

cronache, un amico con cui Roberto ha condiviso i grandi successi arzignanesi prima e quelli in giro per la provincia poi. Il 14 settembre sarà una domenica intensa, da pelle d’oca dove sul parquet del PalaTezze scenderanno quelli che hanno fatto la storia del calcio a 5 arzignanese, dai primi campioni dell’allora calcetto agli albori del PalaSanBortolo, a quelli della scalata trionfala dalla serie C1 alla serie B con tanto di Coppa Italia cadetta senza mai perdere. Arrivando ai primi grandi colpi della serie A2 fino ai successi nel massimo torneo. Una giornata dedicata a Michele, uomo di passione viscerale per uno sport che ha raccontato prima con la penna e poi col microfono, una pas-

sione da tifoso quasi da ultras quando Pinilla o Foglia gonfiavano la rete. Una passione che ha saputo trasmettere a quei dirigenti che qualche anno fa stavano per appendere le magliette nei quadri ricordo, passione che tutt’oggi continua con un Arzignano appena tornato in serie A2, quella serie A per lui un sogno. Il 14 settembre tutti assieme di nuovo al PalaTezze, tante generazioni di fenomeni a rincorrere un pallone a rimbalzo controllato, sugli spalti tanti amici, tifosi e anche, perché no, nemici, calcisticamente parlando, perché Roberto e Michele anche tra gli avversari hanno sempre avuto rispetto e stima reciproca, perché alla fine dopo una partita una pizza con un chinotto non lo si risparmia a nessuno. st

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Letture per l’estate nitori non erano quelli naturali ed è scappato di casa. Da allora ha sempre avuto la volontà di scoprire la verità, fino a trovarla. Un’identità anche ritrovata. Sì. Giacomino, infatti, da Valli del Pasubio è tornato a vivere ad Arzignano, il suo paese di nascita, dove ha costruito una famiglia, sposando una cameriera della vecchia trattoria Zini in Piazza Beltrame. Cosa ha imparato da questa storia? Che la famiglia tradizionale è qualcosa di imprescindibile. Giacomino, pur sapendo a quali guai sarebbe andato incontro ricercando le sue vere radici, non è riuscito a frenare l’istinto di cercare la donna che l’aveva partorito. Questo mi fa pensare anche ai tanti “nuovi orfani”, i tanti ragazzini di oggi che magari nascono in una famiglia e poi vengono portati a un certo punto in un’altra.

Di quale delle tue opere sei più orgogliosa? Delle poesie che hanno ricevuto più apprezzamenti dal pubblico, come “Autunno” e “Ti amo”. Cosa ti piace fare? Scrivere, non solo poesie, ma anche saggi e racconti brevi. Eppure le poesie restano il mio modo preferito di esprimermi: mi vengono così, senza sforzo. Amo dire che non l’ho scelto io, è la poesia che mi ha scelto. Hai mai pensato di non farcela? Per un periodo, dal 2007 al 2011, ho smesso di studiare per lavorare e ho perso l’ispirazione per scrivere. Poi, quando ho ripreso gli studi, è tornata anche la voglia e la

passione di scrivere. Progetti per il futuro? Sto per laurearmi, poi diventerò insegnante di lettere alle scuole medie e superiori. Insegnare è un’altra delle cose che amo. Per quanto riguarda lo scrivere, invece, ho un contratto di cinque anni con la mia casa editrice. Ho ancora molto materiale inedito da pubblicare. Cosa consigli a chi vuole diventare poeta? Mi è già capitato che dei ragazzi mi chiedessero come seguire questa strada. Il mio consiglio è di partecipare ai concorsi gratuiti perché spesso in palio c’è la pubblicazione degli scritti. Comunque la poesia è un hobby: per vivere bisogna avere un altro lavoro.

“L’identità smarrita

di lisa masiero

M

arina Lovato è nata ad Arzignano ventotto anni fa e sta per conseguire la Magistrale di Linguistica all’Università di Padova. Ama il cinema, la musica e i film horror, ma la sua passione principale è la poesia: scrive da quando era giovanissima e a giugno dell’anno scorso ha pubblicato “Al di là dell’infinito”, già arrivato alla seconda edizione. Marina, parlaci del tuo libro. “Al di là dell’infinito” è una raccolta di mie poesie. È un viaggio interiore alla scoperta di me stessa e di modi di scrivere particolari. Ho ricevuto diverse recensioni positive e siamo già alla seconda edizione del libro. Hai scritto anche un saggio. Sì, “Gli scritti giovanili di Antonio Barolini”, poeta vicentino nato nel 1910. È la mia tesi di laurea triennale trasformata in un saggio.

Al di là “dell’infinito

Corriere Vicentino |

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S

critto assieme a Serenella Ciccherello, figlia del protagonista, “L’identità smarrita” è un racconto attraverso cui Giuseppe Corato prosegue la sua passione di narratore di storie locali. Il libro, uscito nel mese di luglio, descrive la storia di Giacomino dei Penzi, al secolo Giacomo Ciccherello. Com’è nata l’idea? Era il 2010. Una sera sono andato a cena con alcuni amici, al ristorante Al Torcio di Chiampo, dove la proprietaria, Serenella

Ciccherello, mi ha raccontato la vita di suo padre. Che cosa l’ha colpita? Una vita difficile fin dalla nascita, quando la madre biologica, una ragazza di Arzignano, non accettò di abortire ma diede comunque il bambino in adozione a un istituto, poco dopo aver partorito. La vita di Giacomino mi ha fatto capire quanto è importante il ruolo della famiglia. Dopo essere stato adottato e aver vissuto i primi anni nella contrada dei Penzi, a Sant’Antonio di Valli del Pasubio, a otto anni Giacomino è venuto a sapere da un’amica che i suoi ge-

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Ciao don! di giuseppe signorin

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alli, cori, tamburi, tastiere, trombe. La Messa è uguale in tutto il mondo, ma i canti cambiano, e non occorre andare in Africa per scoprirlo. Basta recarsi ogni domenica, alle 16, nella Parrocchia di Costo, dove si ritrovano insieme le 120 persone della comunità cattolica ghanese. E fino al 27 giugno di quest’anno con loro c’era anche don Emmanuel Effah, tornato al suo paese dopo quasi tre anni passati in Italia. “Lo ringraziamo per tutto quello che ha fatto, perché ha sostenuto la nostra fede con i suo consigli e le sue catechesi”, ha

tenuto a dirci Joseph Amon Akoun, responsabile della comunità. “Speriamo che il vescovo chieda di far venire un altro sacerdote ghanese a sostituirlo, serve qualcuno che parli la nostra lingua, soprattutto per le confessioni”. Arrivato a Bassano del Grappa per seguire le cinque comunità cattoliche ghanesi della nostra provincia (600 persone in tutto fra Vicenza, Schio, Bassano del Grappa, Costo, Valdagno), dopo non molto don Emmanuel si è trasferito in pianta stabile ad Arzignano. “Sono arrivato qui per sostituire don Micheal – ci ha raccontato poco

prima di partire – di cui molti ancora si ricordano, perché è rimasto a Castello sette anni. Fra i ghanesi non tutti conoscono bene l’italiano, il mio compito è stato soprattutto di celebrare la Messa in inglese e nel dialetto ghanese, perché tutti capissero”. Che differenze ha trovato rispetto al suo paese? La lingua è il primo ostacolo. E poi è completamente un’altra cultura, ma la fraternità che ho trovato mi ha fatto sentire a mio agio. Per quel che riguarda i riti, cambiano solo i canti: i nostri hanno più ritmo, sono mediamente più gioiosi. E poi in chiesa si balla quando si loda… Che cosa si porta dietro dell’Italia? Le persone che ho incontrato, fra cui Gianluigina Chiarello, la mia maestra di italiano. Ringrazio lei e tutta la sua famiglia, con cui sono diventato amico. Da noi si dice “family friend”, amico di famiglia. E poi ovviamente il cibo, buonissimo. In particolare le verdure, di cui sono ghiotto.

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Che inglese! di giuseppe signorin

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rrivare quarti a Kangourou, gara educativa e culturale nata in Australia nel 1981 e introdotta in Europa nel 1991, non è soltanto un motivo di orgoglio personale, ma un’opportunità che può aprire molte strade per un ragazzo come Marco Zanoni, che ha appena terminato la quinta elementare alla Scuola Primaria di San Bortolo. “È stata la mia insegnante, Serenella Valente, a scegliermi – ci racconta Marco. Serviva uno studente per classe. Ho accolto la sfida e ho iniziato a prepararmi con entusiasmo, aiutato da mia madre, che mi ha sempre spinto a puntare più sulla qualità che sulla quantità di ore impiegate, senza rinunciare alle attività di svago e senza trascurare le altre materie.”.

Più di 14 mila ragazzi selezionati tra le eccellenze di ogni scuola si sono ritrovati fra febbraio e maggio a gareggiare per una competizione che gode della prestigiosa collaborazione del Cambridge English Language Assessment. Quattro le categorie, dalla scuola primaria al triennio della scuola secondaria di secondo grado. Le difficoltà maggiori? Passare dal programma scolastico alle competenze richieste da Kangourou, soprattutto per la prima selezione. Tutto era nuovo e la quantità di argomenti da trattare era notevole. Più difficile la prima selezione? Sì, poi l’entusiasmo per le nuove conoscenze e il metodo di studio oramai compreso mi hanno portato ad imparare sempre più velocemente. In quanti siete passati in semifinale?

In 2600. E in 100 alla finale che si è tenuta a Mirabilandia (Ravenna) dal 22 al 25 maggio. Che cosa ti porti dietro di questa esperienza? L’insegnamento che con costanza e impegno si può raggiungere qualsiasi risultato! E poi ci siamo divertiti davvero tanto a Mirabilandia, fra sole, spiaggia, mare, beach volley… Oltre alla competizione, ovviamente. La prima cosa che ti viene in mente in inglese pensando a Kangourou? I had a lot of fun!


Matta calcio È

tornato il Mattacalcio. Dal 9 giugno al 4 luglio si è tenuta la prima edizione del nuovo Mattacalcio, torneo di calcio a nove che si è giocato nello storico campetto del Mattarello, grazie all’iniziativa del Gruppo Animatori in collaborazione con la Parrocchia Ognissanti e l’Associazione NOI. Finale combattuta, con i “Burberi” che hanno alzato la coppa dopo aver battuto 3 a 2 i “Venti 10”. Ma partiamo dall’inizio. “Una sera di febbraio, uscendo dalla sala animatori – ci racconta Enrico Zampiva, uno degli organizzatori –, uno di noi, Andrea Frighetto, ha guardato verso il campo da calcio e ha detto: ‘Perché non rifare il Mattacalcio?’. Erano anni che nessuno organizzava

niente. Abbiamo deciso di provarci”. Difficoltà? Il campo era fermo da tanto. Il primo di aprile abbiamo iniziato a lavorarci per renderlo agibile e alla fine, fra terreno, porte, reti, spogliatoio, ecc., ci siamo andati quasi ogni giorno fino all’inizio delle partite… Com’era organizzato il torneo? Otto squadre con un massimo di 16 giocatori (nove in campo) dai 18 anni in su, senza vincoli di tesseramento. Due gironi all’italiana, poi semifinali e finali. Due partite a sera ogni lunedì e mercoledì. Soddisfatti? Molto. Il nostro obiettivo era di ripor-

tare un po’ di movimento al Mattarello e ci siamo riusciti. Poi non ci sono stati problemi comportamentali. È filato tutto liscio, con un’ottima affluenza di pubblico e giocatori provenienti da Arzignano e dai paesi vicini. Particolarità di questa prima edizione? Tanti rigori sbagliati… Due in particolare, calciati letteralmente alle stelle, che hanno determinato due sconfitte… Ci sarà una seconda edizione? Senz’altro. Quest’anno ci siamo concentrati sulla qualità del torneo. Per l’anno prossimo pensiamo di proporre qualcosa di più a livello di intrattenimento, magari con musica dal vivo.

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Volti nuovi in giunta

di francesco meneghini

Maria Paola Stocchero e Carlo Colalto sono le new entry dell’Amministrazione comunale castellana. Sono alla prima esperienza come assessori, ma hanno già ben chiara la rotta da seguire. Li abbiamo intervistati per conoscerli meglio. maria paola stocchero, classe

1959.

assessore politiche giovanili, scuola, volontariato, gemellaggi, pari oppor-

di amministratore mi impegnerà a 360 gradi. Un ritocchino alle vecchie abitudini... ci sarà.

tunità.

1. Naturalmente una grande soddisfazione, anche se questo incarico comporta impegno e grande responsabilità, perchè un assessore si deve misurare con i problemi quotidiani delle persone: lavorerò con l’obiettivo di dare risposte a questi problemi. Colgo l’occasione per ringraziare il sindaco Milena Cecchetto che mi ha dato questa opportunità e con cui avrò il piacere di collaborare, visto che alcune deleghe erano sue nella precedente Amministrazione. 2. Sicuramente, visto che il ruolo

3. Gli assessorati che mi sono stati assegnati sono importanti: il mio compito sarà quello di sviluppare idee e nuovi progetti in linea con i tempi. La scuola ricoprirà un ruolo prioritario, perchè il suo compito non è solo quello di istruire, ma anche di formare ed educare. Essa rappresenta il futuro dei nostri figli. Il volontariato è poi una risorsa importante per una comunità e ha sempre fatto parte della mia vita. Tanto più numerosi sono i volontari, tanto più avremo una società solidale. 4. Spero di trovare soluzioni ai problemi che si presenteranno e non sarà semplice. Mi sto rendendo conto che,

quando si amministra, la realtà ti si presenta davanti in forme diverse da come l’avevi immaginata e ti viene richiesto un impegno straordinario per superare gli ostacoli imprevisti. Conto di fare buona amministrazione, collaborare con la cittadinanza e dare una prova tangibile del mio operato. 5. Mi piace molto camminare e andare in bicicletta. Adoro gli animali, in modo particolare i gatti, e soprattutto amo stare con la mia famiglia e frequentare gli amici. 6. Ai Montecchiani chiedo collaborazione per poter fare crescere la nostra bellissima città. Come dice il nostro sindaco: Roma è grande, ma Montecchio è... Maggiore!

Le domande 1- Cosa si prova ad avere un ruolo amministrativo di primo piano? 2- Cambierà qualcosa nella sua vita? 3- Quali sono i temi cittadini che ha più a cuore e come intnde affrontarli? 4- Cosa si aspetta dai prossimi cinque anni di amministrazione? 5- Quali sono i suoi interessi al di fuori della vita politico-amministrativa? 6- Un messaggio ai Montecchiani... carlo colalto, classe

1951.

assessore sociale, manutenzione patrimonio, manutenzione strade, viabilità.

1. Come si dice in questi casi, si hanno sia onori che oneri. Nutro una grande soddisfazione personale, perchè mai si penserebbe di avere un ruolo così importante e a servizio dei cittadini allo scopo di andare incontro alle loro esigenze. 2. Cambierà molto, perchè sarò meno presente a casa e molto più presente negli uffici dell’amministrazione comunale.

3. Ovviamente avrò più a cuore i temi che fanno parte dei referati che mi sono stati assegnati. Avendo vissuto 40 anni da operaio, so quali sono i problemi principali della maggior parte delle famiglie. Cercherò dunque di impegnarmi a fondo per dare una mano a risolverli e per trovare soluzioni utili ad affrontare le piccole e grandi difficoltà quotidiane. 4. Mi aspetto di correre, correre e ancora correre, perchè sono molte e importanti le questioni da affrontare. Cercherò di essere il più possibile presente sul territorio. Al termine di queCorriere Vicentino |

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sti cinque anni saranno i cittadini a giudicare il mio operato. 5. Sono un grandissimo appassionato di caccia e sono presidente dell’ambito sud provinciale oltre che membro del direttivo provinciale dell’associazione di cacciatori di cui faccio parte. Amo inoltre gli sport in generale, perchè sono una persona molto attiva e per nulla sedentaria. 6. Ai Montecchiani chiedo di darmi fiducia, perchè cercherò in tutti i modi di ripagarla.


montecchio Cultura

Commercio

Al cinema in agosto? Sì, al castello di Romeo

Bando europeo per il castello di Giulietta

G

li appassionati del grande cinema possono stare sereni. I film in estate non vanno in vacanza, trovano anzi una suggestiva cornice sotto le stelle: il castello di Romeo. Dopo le proiezioni di luglio, la rassegna OperaEstate Cinema prosegue anche in agosto con titoli di spicco. Ecco il calendario, data per data: 3 - Rio 2 Missione Amazzonia 7 - Saving Mr. Banks 9 - 12 anni schiavo 10 - Grand Budapest Hotel 12 - Monuments Men 16 - American Hustle 17 - Gigolò per caso

A 20 - Storia di una ladra di libri 23 - Zoran, il mio nipote scemo 24 - Dallas Buyers Club 27 - Noah Inizio proiezioni alle 21,15. Biglietti Interi euro 5,00 - Ridotti euro 4,00 (fino ai 30 anni e oltre i 65 anni).

Scuola

L’InformaGiovani non va in vacanza

L’

attività dell’InformaGiovani non si ferma neance in estate. È ad esempio attivo il mercatino online del libro usato che, attraverso la compilazione di un modulo presente sul sito www.infogiomm.it, permette di inserire i propri annunci di vendita e di venire quindi contattati nel caso in cui qualcuno fosse interessato all’acquisto. Anche l’attività di ORI.G.aMi non va in vacanza. Lo sportello per consulenza di

orientamento scolastico e lavorativo, curato dalla dott.ssa Lorena Peotta, sarà infatti aperto anche nei pomeriggi del 5 e del 26 agosto. Le consulenze sono rivolte a ragazzi della scuola media inferiore, media superiore, giovani universitari-neolaureati, lavoratori, disoccupati, genitori e insegnanti. Gli incontri sono individuali, della durata di un’ora e sono su appuntamento. Prenotazioni all’InformaGiovani.

Sport

Appassionati di MTB, tocca a voi!

M

ontecchio Maggiore sarà per due giorni la capitale provinciale della mountain bike. Il 2 e 3 agosto i migliori bikers si sfideranno infatti in due entusiasmanti competizioni. Il sabato adrenalina pura, con lo urban downhill: partenze individuali dalla terrazza del castello di Giulietta e poi

via, lungo il percorso cronometrato in discesa sui sentieri del colle, fino all’arrivo posto davanti al Municipio. Il giorno dopo toccherà ai più resistenti, che si cimenteranno nella Medio Fondo dei Castelli. Un’occasione irrinunciabile per gli appassionati di mountain bike e dello sport in generale. Corriere Vicentino |

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nche la seconda gara per l’individuazione del concessionario per la gestione del Castello di Giulietta è andata deserta, ma l’Amministrazione comunale non intende rinunciare al progetto di rilancio e di valorizzazione turistico-commerciale dell’edificio medievale. “Siamo determinati a rispettare il nostro impegno – commenta il sindaco Milena Cecchetto – perchè siamo convinti delle enormi potenzialità del castello. Ritengo che a non invogliare gli imprenditori non siano gli oneri economici, ma sia piuttosto la durata della concessione di 10 anni, che probabilmente non stimola investimenti a lungo termine. Siamo quindi intenzionati a rivedere il bando e ad allargarlo all’Europa, per avere una maggiore visibilità”. L’Amministrazione provvederà dunque a formulare e a pubblicare un nuovo bando per la gestione del ristorante al Castello di Giulietta.


montecchio

Duemenband di giuseppe signorin

F

ilippo Rigo, 24 anni, di Montecchio Maggiore alla voce, alla chitarra e al piano. Federico Gobetti, 25 anni, di Montebello Vicentino al contrabbasso. Filippo scrive i testi, Federico cura gli arrangiamenti. Insieme scrivono la musica della Filippo Rigo Duemenband, in uscita a settembre su tutti i canali di distribuzione online con il primo EP. Sono in due ma suonano come una band: durante i loro concerti le sorprese non mancano e accanto agli strumenti più tradizionali si possono sentire ukulele, kazoo e scacciapensieri. Ma il loro orgoglio è di fare “Musica italiana”. In italiano. “La nostra fonte di ispirazione sono i grandi cantautori, da De Andrè a Battiato, passando per Gaber e De Grego-

ri. Non che non ci interessi la musica straniera, ma vogliamo che la nostra musica rispecchi la nostra cultura”. Filippo aveva pubblicato un disco nel 2012, “Frammenti”. Federico era subentrato nel progetto subito dopo e insieme hanno portato in giro la loro musica. A giugno hanno partecipato al Vicenz@NetMusic. “Abbiamo avuto un ottimo riscontro, soprattutto nel web: la canzone con cui abbiamo partecipato al concorso, ‘Mondo Inverso’, conta più di 6000 visualizzazioni”. La canzone fa parte del primo EP, in uscito a settembre, dopo che la Tomobiki, etichetta discografica milanese, li ha ascoltati e scelti. “Abbiamo mandato i nostri pezzi a diverse etichette, fino a quando quelli della Tomobiki hanno deciso di produrre il nostro disco, che abbiamo registrato a Milano nello studio Effetto Note, dove di recente

Corriere Vicentino |

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hanno registrato Cristiano De Andrè e Belen… Dobbiamo ringraziare per il suo lavoro anche Davide Simonetta dei Caponord, che ci ha fatto da produttore artistico”. Le loro canzoni parlano di amore, ma anche di problemi sociali. Come sogno nel cassetto, invece di diventare ricchi e famosi, hanno il desiderio di diventare musicisti professionisti e fare appassionare le persone alla loro musica, così come ne sono appassionati loro.


brendola

Scuole, grandi manovre di VALERIO LUISON

S

arà un’estate di grandi manovre in quel di Brendola quanto alla gestione dei plessi scolastici, a cominciare dalla necessità di trovare una sede alla scuola d’infanzia SS. Angeli. Tutto era incominciato con una lettera inviata a fine 2013 al Comune dalla parrocchia di San Michele, attuale proprietaria ed ente gestore dell’istituto: una vera e propria richiesta d’aiuto, non potendo più far fronte agli oneri di gestione degli stabili. L’asilo va salvato, aveva pensato fin da allora la giunta Ceron, impegnandosi a subentrare alla parrocchia nella gestione degli spazi, per portare avanti quella che resta una necessità per molte famiglie, di Brendola ma non solo. Il vero ostacolo incontrato sulla strada è però...la storia. Quella di Villa Piovene, residenza settecentesca adattata a scuola dal 1846, e sede dell’asilo dal 1964, la cui manutenzione e salvaguardia ha sempre trovato sostegno dal volontariato e dalla fatica delle associazioni. Lo stato

di inadeguatezza rispetto alle attuali normative in termini di sicurezza ha messo quindil’amministrazione sul chi va là. E così un gruppo composto da incaricati dalla scuola, dalla parrocchia e dall’amministrazione comunale ha portato avanti una serie di verifiche e indagini per misurare il polso della situazione, e che hanno sancito un ver-

detto non proprio a sorpresa: la scuola non rispetta gli standard parametrati dalle ultime leggi in materia, e quindi meglio trovare una nuova destinazione. Tanto più che per eventuali lavori di messa in sicurezza - peraltro su un edificio di proprietà privata - si

Incendi, volontari col patentino

I

ncontri pubblici e manifestazioni più sicure dagli incendi ad alto rischio. Amministrazione Comunale e Pro Loco Brendola hanno promosso un corso di formazione, in collaborazione con i Vigili del Fuoco di Vicenza, per preparare i volontari delle associazioni e comitati sagre ad affrontare rischi di questo tipo. In momenti in cui anche pochi istanti possono essere fondamentali, ecco che allora è bene saper fare subito la mossa giusta. Una ventina i partecipanti all’iniziativa, tra cui il sindaco Renato Ceron e l’assessore alla Protezione Civile Barbara Tamiozzo. Al termine del percorso, con 16 ore di lezione frontale, i Vigili del Fuoco hanno anche rilasciato un attestato di partecipazione. v.l.

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profilerebbe un costo di un milione di euro, al momento non sostenibile da nessuno degli enti in ballo. E così la soluzione provvisoria individuata è un gioco all’incastro: i bimbi della SS Angeli andranno alla scuola elementare di Vo’, con gli alunni di quest’ultima dirottati a Brendola. “Sappiamo bene che la situazione provocherà qualche disagio - spiega l’assessore all’Istruzione Barbara Tamiozzo – ma è inevitabile, per far fronte alle impreviste difficoltà che sono sorte, garantendo sia il servizio che i margini di qualità e sicurezza che richiede. In questi giorni scuole dell’infanzia e amministrazione stanno lavorando assieme per trovare le giuste soluzioni e quando avremmo il quadro completo illustreremo tutti i dettagli alle famiglie. Con la promessa, certo, che faremo tutto il possibile per rendere la situazione meno traumatica. Assicuriamo che sono state valutate tutte le varie ipotesi e questa era la migliore sia dal punto di vista del rispetto dei requisiti di sicurezza delle scuole sia per la qualità del servizio”.

Stagisti al lavoro in comune

S

arà un’estate... al lavoro. Il Comune di Brendola ha assoldato sei stagisti nell’ambito di un progetto di alternanza scuola-lavoro con gli istituti superiori vicentini. I ragazzi, tutti di quarta superiore, si avvicenderanno fino a settembre nel dare una mano agli incaricati dei vari uffici comunali, e in cambio avranno la possibilità di conoscere il “dietro le quinte” della vita amministrativa. I sei giovanissimi sono residenti a Brendola, e hanno quindi l’opportunità di intraprendere il percorso vicino casa. Per 3 di loro l’impiego previsto è in biblioteca, mentre gli altri 3 saranno spartiti tra ragioneria, ufficio tecnico e segreteria. v.l.

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c h i a m p o - a ltava l l e

Il marmo nel mondo di francesco baù

M

argraf - in origine Industria Marmi Vicentini – è una delle eccellenze del Made in Italy. Un’azienda leader nel settore dei prodotti per l’edilizia e l’architettura, che collabora con architetti di fama internazionale e investe in interventi di riduzione dei danni ambientali. Dai primi grattacieli americani al nuovo World Financial Center di New York, passando per il Grand Hotel di Stoccolma e l’Afghanistan, la storia di Margraf può essere riassunta solamente dalla viva voce del suo vulcanico presidente, Silvio Xompero. “Un semplice operaio che ha avuto fortuna - si definisce lui - e ha visto il mondo. Ora stiamo lavorando alla villa del presidente kazako. Poco tempo fa sono stato a Herat, in Afghanistan. Ci siamo presentati in assetto da guerra, con equipaggiamento e mimetica. L’elicottero che ci portava alle cave

ha avuto problemi e ho passato il pomeriggio a sistemare il mezzo perso nel deserto afghano. Ma una volta che sei lì, scopri di non avere paura. Io ho girato da solo, ho fatto la spesa nei mercatini”. Un paese del mondo su cui investire? L’Africa, paese pieno di risorse e che sta investendo in qualità. Cosa serve per inserirsi nei mercati

esteri? La qualità, il servizio, l’elasticità nelle consegne, e i prezzi. Cosa rimane dell’Italia dei “capitani d’industria”? Ormai sta rimanendo solo il ricordo. Se non ci rimbocchiamo le maniche perdiamo tutto. E del Made in Italy nel mondo? È un pregio. Ti faccio un esempio: su ogni marmetta da 1 cm scriviamo Made in Italy, e solo questo ci fa incrementare le vendite del 30 per cento. Come finiture siamo a un livello più alto rispetto agli altri, è l’unica cosa che ci salva. Un prodotto su cui puntate? Un nostro vanto è il Fior di Pesco Carnico, che è un’esclusiva Margraf. Ci stiamo costruendo la sede della Capitol Group in Russia, la più grande ditta costruttrice del mondo.

Il paese dei murales di Marco alessandri

N

onostante il tempo inclemente, il 13 luglio il “Palio del Boscaiolo” di Alvese è giunto alla terza edizione: otto le squadre a contendersi l’ambito trofeo, sfidandosi in gare di abilità e tecnica nell’arte del boscaiolo, dall’abbattimento alla spaccatura.

In concomitanza, sempre ad Alvese si è svolta la prima “CamminArte”, camminata alla scoperta dei murales realizzati nelle antiche contrade del paese. “Tutto è nato cinque anni fa da una semplice domanda, a cena tra amici: perché venire ad Alvese? – ci racconta Luciana Faedo, responsabile del progetto –. Così si è pensato di realizzare un dipinto sui lavori di un tempo in ognuna delle nostre nove contrade. Abbiamo raggiunto il traguardo, ma in realtà i murales realizzati Corriere Vicentino |

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sono molti di più perché anche i privati ne hanno capito il valore”. “Mi auguro che questo progetto possa proseguire e allargarsi – prosegue il sindaco Romina Bauce – perché arricchire il nostro territorio va proprio nella direzione che intendiamo intraprendere nel segno della promozione delle nostre bellezze naturali e delle nostre tipicità gastronomiche”.


c h i a m p o - a ltava l l e

Scuola per cani di Davide dalla barba

O

peraio in conceria, responsabile magazziniere, bassista, insegnante di musica, contadino. Sono state queste le occupazioni di Andrea Mettifogo, 28 anni, prima di trasformare il suo sogno in realtà e diventare educatore cinofilo comportamentista. Andrea voleva che il suo lavoro fosse all’aria aperta a contatto con gli animali e nel 2012 assieme a Filippo Zanconato fonda il centro cinofilo San Francesco ad Altissimo. “Il mio lavoro - spiega Mettifogo consiste nell’insegnare alle persone come comunicare con il proprio cane, in modo che possano passare una vita piena di gioia e soddisfazioni con il loro compagno a quattro zampe”. Quali attività proponete al centro?

Corsi di obbedienza, corsi per cuccioli, consulenze preacquisto o preaffido, per aiutare le persone a scegliere il cane giusto per il loro stile di vita e il loro carattere. Ci occupiamo di recupero e modifica comportamentale per quei cani e padroni con rapporti più difficili. Organizziamo serate teoriche per diffondere quello che c’è da sapere sul cane e sui suoi bisogni. Inoltre stiamo iniziando a proporre delle attività di pet-therapy. Nel cassetto ci sono ancora molti progetti come la realizzazione della piscina per cani. L’acqua è un elemento eccezionale sia per il recupero comportamentale del cane, sia per fortificare il rapporto cane-proprietario.

Un consiglio per chi ha un cane? Ricordarsi che un cane stanco è un cane felice. La maggior parte dei problemi comportamentali nascono dalla mancanza di stimoli e attività. Un mio maestro una volta mi disse: “avere rispetto del cane significa avere rispetto di tutte le abilità di cui la natura lo ha dotato, abilità olfattive, intellettive, sociali, comunicative, di predazione”.

Non solo muscoli di Enrico corato

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a semplice appassionato che, come molti giovani, si allena nella palestra vicino a casa, in pochi mesi è salito sul tetto del mondo: è la storia di Luca Nardi, 24 anni, il chiampese campione mondiale di body building nella categoria “Men Model”. Cosa significa “Men Model”? Bella presenza, portamento, capacità di sfilare. Gli atleti sono meno “voluminosi” e non ci sono le classiche pose da body builder, dove si tirano i muscoli fino a scoppiare (ride). Com’è iniziato tutto? Nel 2008 volevo arruolarmi nell’esercito ma ero troppo magro, quindi ho cominciato a far palestra. Dopo qualche tira e molla l’anno scorso ho ripreso ad allenarmi, e si pensava che per il 2015 sarei

stato pronto per qualche gara. Tre mesi fa, fuori da un locale, un tipo mi chiede una sigaretta. Chiacchierando del più e del meno mi propone di tentare per il titolo del Triveneto a Vicenza: in tre settimane mi sono preparato e sono arrivato quinto nella categoria “Fitness”. E inizia l’avventura… Dopo dieci giorni mi contatta un’altra federazione, secondo loro sono stato penalizzato e mi invitano a tentare il campionato italiano a Padova, stavolta nella categoria “Model”.

Sono arrivato primo qualificandomi per i mondiali ad Atene la settimana dopo. Cosa hai provato quando hai vinto il titolo dii campione del mondo? Una soddisfazione immensa, anche perché gli altri concorrenti erano indossatori. Un giornalista inglese ci è rimasto male, quando gli ho detto che nella vita faccio il magazziniere (ride). Il futuro? Ho già iniziato la preparazione per il titolo Universo in Finlandia, a novembre. Incrociamo le dita!


montebello

La più votata di Corrado vignato

1

165 voti. Il candidato di Montebello con il più alto numero di preferenze. Vicesindaco. Assessore a bilancio, commercio, cultura e risorse umane. E, cosa più importante di tutte, donna. Chi è Anna Cracco? Tre aggettivi che la rappresentano... Una persona affidabile, trasparente e onesta. Quale pensa sia il motivo di così tanti voti? Perché sono come parlo. Semplice e diretta. Metto le cose in chiaro e mi impegno nel mio lavoro. Probabilmente ha influito anche la mia storia professionale: prima donna in Veneto direttore di filiale di banca, capo area bancario di Verona Est, poi Alto vicentino, poi Bassano, poi Vicenza e pro-

vincia. E inoltre sono stata condirettore regionale del Veneto centrale con responsabilità su 1750 persone in 250 filiali. Metto la mia esperienza a servizio del Comune. Quali sono i tuoi obiettivi da vicesindaco? Nel campo bilancio punto all’ottimizzazione e razionalizzazione dei costi – benefici. Ossia lavorare tanto e bene, spendendo poco. In campo culturale intendo promuovere eventi che creino il senso di comunità e di appartenenza al paese. Cosa che ora manca a Montebello. Sul fronte risorse umane? Portare lo spirito di servizio nelle persone. Far sentire i dipendenti comu-

Che Musica! di corrado vignato

I

l castello riprende vita. Dopo un periodo di chiusura di più di vent’anni riapre alla cittadinanza e lo fa per un’occasione speciale. L’assessore alla cultura Anna Cracco: “Quest’anno si celebrano i 50 anni della morte di Arrigo Pedrollo, compositore e musicista natio di Montebello. Per onorare il maestro, il cui genio musicale è conosciuto al livello internazionale, si terrà un concerto sinfonico tra le mura del castello”. Quando si terrà il concerto? E chi renderà omaggio al maestro? La macchina organizzativa è avviata, ma ancora non possiamo dare informazioni dettagliate. Possiamo anticipare che il concerto si terrà i primi giorni di settembre e che a suonare

sarà un’orchestra vicentina. Ma chi era Arrigo Pedrollo? Pochi ne conoscono la storia. Oggi lo si definirebbe un “artista tormentato”. Il suo talento musicale era tanto grande da essere amato anche da maestri come Toscanini. A cinque anni il piccolo Arrigo tenne il suo primo concerto in pubblico eseguendo Bach e Chopin e a tredici entrò al conservatorio di Milano. La sua carriera non fu però facile, dato che visse gran parte della vita in povertà e per vivere dovette anche fare il pianista negli hotel svizzeri. Ebbe molti alti e bassi finché non vinse un

nali coinvolti nel servizio al cittadino. E dall’altro lato far sì che i cittadini all’interno degli uffici comunali si sentano a casa. Lasciando da parte la questione delle quote rosa, cosa pensa del ruolo femminile all’interno dei posti di lavoro e nei Comuni? Le organizzazioni miste sono le migliori. Funzionano bene perché c’è equilibrio. Si crea un clima paritetico e si rompe il maschilismo che ha dominato per troppo tempo. Una donna che lavora e che ha una famiglia ha capacità di organizzazione di tempo e impegni molto superiore ad un uomo. Le donne sono una grande forza.

concorso con il famoso editore Sonzogno, che lo lanciò nel mondo della musica. Poi Pedrollo divenne direttore dell’Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (oggi RAI) e ricoprì cattedre importanti nei conservatori di Milano, Padova e Vicenza. Si diceva di lui che fosse un poeta della musica per la sua arte nel ricamare sinfonie di grande respiro, eclettiche e di grande impatto. Ma soprattutto del Maestro si ricorda l’aspetto umano: prima delle prove con l’orchestra si informava se tutti i musicisti stessero bene e quando tutto era finito andava a stringere la mano ad ognuno. Tutti a Vicenza quando passava Pedrollo si toglievano il cappello in segno di saluto e rispetto.


montorso

Una strada nuova di francesco meneghini

U

n collegamento diretto tra via Roggia di Sopra e la zona industriale “Rogge”: è questa la funzione della nuova strada in fase di costruzione, una lingua di asfalto di 340 metri che in questo primo stralcio si arresterà davanti alla conceria Laba, ma che un domani potrebbe svilupparsi ulteriormente. Il cantiere è aperto da alcuni giorni e i

lavori procedono spediti. La strada è il frutto di un accordo di perequazione siglato tra il Comune, che ha acquistato i terreni su cui si snoderà l’arteria, e l’azienda conciaria, che si è accollata i costi di realizzazione. La Laba ha infatti l’intenzione di spostare nel sito principale di via Roggia di Mezzo anche l’unità produttiva che attualmente si trova all’inizio di via Roggia di Sopra e la strada è un tas-

sello fondamentale di questo progetto. La nuova bretella permetterà ai dipendenti provenienti da Arzignano di evitare un lungo giro per arrivare in azienda, ma una volta completata sarà anche uno sbocco per le altre aziende della zona. Il progetto complessivo prevede inoltre la realizzazione, lungo la strada, di una pista ciclopedonale. “È una grande opportunità non solo per la mia azienda - commenta il titolare della Laba Gabriele Boschetti -, ma anche per l’intera zona produttiva. Al momento l’opera è programmata fino a metà e spero che venga al più presto completata anche nella parte sud che va oltre la mia azienda, per risolvere in via definitiva i problemi di viabilità di questa area industriale”.

zermeghedo

S

Confermato il servizio doposcuola

arà riproposto anche per il prossimo anno scolastico il servizio di doposcuola per gli alunni della scuola primaria. L’Amministrazione è intenzionata a garantire questa opportunità per le famiglie con le modalità finora applicate e ormai consolidate. Si tratta di tre pomeriggi alla settimana con la possibilità di usufruire della mensa. Per informazioni rivolgersi all’Ufficio Servizi Scolastici del Comune. f.m.

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lonigo

Le estaticolo al cir di lino zonin

“S

ei di Lonigo se…” passi l’estate al bar del Circolo. Lo sei ancora di più se hai cominciato cinquant’anni fa e ancora sei lì a vedere chi c’è, a stupirti delle mode che cambiano, a divertirti delle

mille cose che capitano. Roberto Cestaro è al Garden Bar dal 1966, quando era ancora un ragazzino e con i soldi di papà Leonida fece costruire il primo gabbiotto sotto gli ippocastani. “Anni fantastici – commenta Roberto, che nel frattempo è diventato un in-

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dustriale (produce e vende il famoso “Mandorlato Cestaro”) ma d’estate è ancora al Circolo per controllare che tutto vada come si deve –. Fu subito un successo, anche se allora non si vedevano alcolici, a parte qualche bottiglietta mignon di Stravecchio. La gente beveva acqua con la menta, mangiava gelati, rosicchiava granite. I più evoluti - pochi - ordinavano una birretta in bottiglia, altro che i fiumi alla spina che vanno via adesso”. E la musica era quella discreta del jukebox, altro che il tun-tun ossessivo di oggi. Figurati che i Beatles stavano ancora insieme e una delle prime canzoni dell’estate al Circolo fu “Michelle”. Poi, ogni anno un tormentone: “Fiori rosa fiori di pesco” di Battisti, “Popcorn” con il primo sintetizzatore, “Sympathy” dei Rare Bird , “Money” dei Pink Floyd (che un cliente aveva tradotto in “luame!”) e, più avanti, “Bandiera bianca” di Battiato, “L’estate sta finendo” dei Righeira. E tutte dalla mattina alla sera, da aprile a ottobre. Com’era il Circolo a quei tempi? All’inizio un posto tranquillo, pieno di famigliole a passeggio con i bambini piccoli e di ragazzi che giocavano a calcio. C’era chi girava ore e ore in bicicletta attorno alla pista di ghiaia per incrociare le ragazze che venivano nel senso opposto. Quando la cosa funzionava, finivano sulle sedie del bar per ascoltare un disco e succhiare un ghiacciolo. I famosi “ghiaccioli da lancio” di Cestaro. Non avevo tempo per dare retta a tutti e spesso la consumazione arrivava per via aerea, specie i primi Calippi che erano perfetti per il lancio. Il Circolo


lonigo andava su di giri in luglio, quando arrivavano i “tedeschi” per le corse delle moto, subito imitati dalle bande nostrane che organizzarono epici tornei di ciclo speedway: derapate e sorpassi nella ghiaia con la vecchia bicicletta della mamma. E poi le gare di trotto, i concerti all’aperto, era una festa continua. Che a un certo punto è finita. Le cose sono peggiorate alle fine dei Settanta con l’arrivo della droga. Allora dietro gli alberi hanno cominciato a svolgersi movimenti strani e poco puliti. Poi è passata anche questa, lasciandosi purtroppo dietro una scia di morti.

All’inizio del 1990 ho abbandonato il bar dopo una disputa con il Comune per la licenza e sono stato “fuori” una decina di anni. Nel 2004 sono tornato. Nel frattempo i miei figli sono diventati grandi e adesso del bar se ne occupano loro. Ma il patriarca è rimasto. C’è sempre bisogno di un occhio attento ed esperto. I ragazzi di oggi sono bravi, istruiti e pieni di idee, ma hanno poco senso pratico. Se si rompe un tubo del lavandino vanno nel panico. Ci vuole uno che dica “calma, ci penso io”. È vero che non si divertono più come i loro coetanei di una volta?

Ma no, questo è un discorso da vecchi. I ragazzi di oggi se la spassano, eccome! Hanno più soldi in tasca e meno inibizioni. C’è sempre quello che sballa e fa lo scemo, ma in genere stanno attenti a non farsi del male. E l’eterna lotta tra i sessi? È cambiato tutto e tutto è come prima. Rispetto ai nostri tempi c’è più disinvoltura nei rapporti e una cultura più diffusa, ma in fondo il gioco è sempre lo stesso. Ragazzi e ragazze si cercano, fanno di tutto per piacersi, si mettono insieme, litigano, ci riprovano. Qualche giro losco magari ci sarà, ma certo è meno visibile di una volta e io sto attento che non si avvicini troppo al bar. Chi è che sceglie le cameriere? Sembrano delle star di Hollywood. Avendo tre figli maschi, non ci sono problemi. Uno, più timido, le segnala e gli altri, più spavaldi, le contattano. Oltre che belle, sono brave, sorridenti e intelligenti. Qualcuna è quasi laureata. Ecco, ai tempi nostri le quasi laureate non portavano da bere al bar.

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Verso la 6 ore del principe due ori olimpici e ancora tanta voglia di pedalare, oltre che tanta disponibilità con gli ammiratori. Si piazzò al secondo posto con la squadra “Barbieri Women”, mentre ebbe minor fortuna suo marito Paolo Rosola, grande sprinter del ciclismo su strada degli anni Ottanta. Tra i team maschili favorita d’obbligo, se verrà a difendere il titolo 2013, la padovana “Adventure&Bike Corratec”. Padovano fu pure il vincitore nel singolo, Tiziano Carraro, mentre tra le donne l’alloro andò alla veronese Maria Grazia Mattinzioli, compagna di squadra della Pezzo. Si attendono segnali importanti dai biker vicentini e magari proprio dai beniamini di casa, che hanno appreso i segreti della specialità durante le molte uscite organizzate dalla Palladio Itinerante – Liona Bike Team.

di stefano canola

S

ta già lavorando a tutta forza la macchina organizzatrice della Palladio Itinerante, l’associazione sportiva che insieme con l’Amministrazione Comunale cura l’allestimento della gara di mountain bike endurance “6 Ore del Principe”. “L’appuntamento con la terza edizione è per sabato 30 agosto – conferma lo staff agli ordini del presidente Damiano Cera – confidando di mantenere e se possibile aumentare il numero dei partecipanti che nel 2013 si aggirava sulle 150 unità, provenienti da tutto il Nord Italia. Anche quest’anno il tracciato si svilupperà su un anello di 5 km, quasi completamente sterrato all’interno dello splendido parco di Villa Giovanelli, messo gentilmente a disposizione dai Pavoniani. La parte rimanente sarà nel centro storico leoniceno, con partenza, cambi e arrivo in Piazza Garibaldi. Confermate pure le categorie: solitari, coppie e squadre, maschili e femminili”. È ancora presto invece per conoscere i nomi dei pretendenti al successo. Lo scorso anno a calamitare l’attenzione di tutti fu la parrucca fucsia della campionessa veronese Paola Pezzo,

Alcune immagini dell’edizione 2013. Dall’alto: Il leoniceno Lodomes Fusato in gara; la squadra femminile vincente - Io corro per Emma; Paola Pezzo in gara; la squadra maschile vincente Adventure&Bike Corratec.

Prefetto in visita

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l nuovo prefetto di Vicenza Eugenio Soldà è stato accolto nell’aula magna di palazzo Pisani dal sindaco Giuseppe Boschetto, da alcuni consiglieri comunali e da numerosi rappresentanti delle associazioni e delle categorie economiche leonicene. La visita rientra nel giro di presentazione e conoscenza che il funzionario statale di fresca nomina sta compiendo in provincia. I presenti si sono fatti portavoce del disagio causato dai sempre più frequenti casi di microcriminalità che si registrano in città, ma Soldà ha spiegato che, almeno per il momento, non sarà possibile aumentare la dotazione di addetti al controllo dell’ordine pubblico. l.z.

Corriere Vicentino |

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Piccoli Miracoli di Stefano canola

È

un libretto, anzi un quadernello, come lo chiama l’autrice Nicoletta Nicolin, insegnante al Liceo Pavoni e da sempre vicina al Santuario di Madonna. “Piccole storie di miracoli” racconta in maniera accessibile a tutti quel tesoro di fede, arte e storia che è racchiuso nel Museo degli ex voto. Professoressa, perché questo

degli ex voto, quasi dieci anni fa, che li analizza in maniera scientifica e con dovizia di particolari. Per mole e profondità quello è dedicato a studiosi e appassionati, ma pensavo appunto a un supporto “leggero” per tutti gli altri, in primis le scolaresche e i loro insegnanti. Quaranta riproduzioni e altrettanti brevi racconti… Abbiamo selezionato i più belli e significativi e in grado di coprire la casistica delle vicende rappresentate. A fianco di ciascuno ho proposto una

Il libro racconta un tesoro di fede, arte e storia

libro? Per offrire qualcosa di tangibile e al tempo stesso di facile utilizzo ai molti visitatori, stupefatti al sentire le vibrazioni di un luogo dove secoli di esperienze forti hanno quasi impregnato gli ambienti. Le tavolette esposte sono all’incirca duecento, le spiegazioni dal vivo corrono via veloci e gli sguardi non possono cogliere i particolari, per le modeste dimensioni delle opere. Questa raccolta aiuta anche in questo senso. Da dove nasce l’idea? Dai tempi del corposo lavoro per la realizzazione del Catalogo

storia che, raccogliendo nomi, date e spiegazioni quando c’erano, narrasse com’era andata. Quando invece c’è solo l’ex voto che parla ho dato sfogo alla fantasia, sempre negli argini del verosimile. Sono storie per ragazzi e anime semplici, niente trame gotiche o complicazioni. Mi auguro che soprattutto i più giovani si appassionino a queste straordinarie testimonianze del passato e imparino ad amarle e ad averne cura. Il ricavato di questa iniziativa andrà nel fondo per il restauro del Santuario della Madonna dei Miracoli, con la speranza che l’urgente sistemazione della splendida facciata veda presto l’inizio dei lavori.

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Lonigo

Ad alta quota

V

olare in alto, viaggiare ad alta quota, spiccare il volo… sono tutti modi di dire che si usano quando si vuole indicare un successo, il raggiungimento di un traguardo o una situazione di eccellenza. Ecco, in questo caso l’espressione è appropriata anche nel suo significato letterale oltre che in quello metaforico. Il vino “Vulcaia Fumè” dell’azienda Inama, un 100% Sauvignon Blanc prodotto dai vigneti della zona collinare del Soave Classico, è stato scelto dalla linea aerea Emirates per essere servito ai passeggeri che volano in categoria First Class. “È l’unico bianco italiano a essere presente nella selezione - racconta Stefano Inama, che dalla fine degli anni 80 dirige l’azienda fondata dal padre Giuseppe, oggi in collaborazione con il figlio Matteo –. È una grande soddisfazione per noi, perché è un riconoscimento del nostro lavoro ma anche di un territorio che dall’epoca romana è uno dei più vocati per la coltivazione vinicola e non ha nulla da invidiare alle più

blasonate zone di produzione di vini italiane”. Se l’essere scelti da quella che nel 2013 è stata giudicata migliore compagnia Lorenzo torio di San aerea al mondo è senza e presso l’Ora er torana) ar en M rm io Ca G Vigneto di dubbio un grande risultadel Ferro (foto lla Vi à lit ca in lo to, non mancano i successi anche per i vigneti dei Colli Berici, in località Lonigo e al di fuori delle mode. Ciò spiega la nostra San Germano, dove l‘azien- da Inama volontà di puntare su queste zone”. si dedica alla produzione dei vini rossi. Proprio a Lonigo, sulla strada verso AlonIl Carmenere “Oratorio di San Lorenzo” te, la famiglia Inama ha in corso il progetto è l’unico tra i vini vicentini ad avere ottedi recupero storico di una villa che nel 700 nuto i tre bicchieri nell’ultima guida del apparteneva ai Venier. Gambero Rosso. “La storia del Carmenere è affascinan- “Un’opera di valorizzazione che già abbiamo intrapreso tempo fa con la realizzate – spiega Stefano Inama -. Inizialmenzione di mappe dei nostri vigneti. Ne abte confuso con il Cabernet Franc, solo in biamo distribuito 30.000 copie in giro per tempi recenti, anche grazie al lavoro del consorzio Colli Berici, è stata istituita la il mondo, un’ottima pubblicità per questi colli meravigliosi che, non a caso, hanno prima DOC Colli Berici Carmenere Risersuscitato l’interesse di fotografi del calibro va. Per noi è importante produrre vini che abbiano come unico fine quello di corri- di Greg Gorman e Gio Martorana”. n.m. spondere alla nostra visione del territorio,

LAVORI ALL’ANFFAS

PARCO GIOCHI

S

i sono conclusi da poco i lavori di sistemazione alla sede Anffas di via Fiume, a Lonigo. L’opera è iniziata l’anno scorso ed è stata portata rapidamente a compimento grazie al generoso lascito della famiglia Brendolan. I lavori hanno interessato l’intera la struttura, dall’ingresso, alla mensa, ai laboratori. Il tutto per aumentare il comfort degli utenti, agevolare il lavoro del personale e rendere più accogliente la nostra sede per i visitatori. l.z.

L

uci e ombre sul parco giochi del parco Ippodromo recentemente rimesso a nuovo dall’amministrazione comunale. Tutti d’accordo che lo spazio avesse urgente bisogno di una sistemata. Quasi tutti concordi anche nell’affermare che il fondo sabbioso creato attorno alle giostrine è quanto di meno indicato per l’igiene dei piccoli utenti. In Comune precisano che si tratta di un primo stralcio e che prossimamente si provvederà a rimediare. l.z.

Corriere Vicentino |

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