addio
nasce la
Nobile Provinciale
blady e roversi
Turisti per caso
Truffati su
internet
“Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza� - 0,42 E
Copia omaggio / anno XIII n.5 / maggio 2012
Morosini
Gruppo Fimauto-Autogemelli
Qualità serietà servizio
Siamo presenti nelle province di Vicenza e Verona con un team di professionisti in grado di far fronte a qualsiasi esigenza, perché il nostro obiettivo principale è la soddisfazione del Cliente. Perché Gruppo Fimauto-Autogemelli? Perché è concessionaria esclusiva BMW e MINI per le Province di Verona e Vicenza. È vendita di vetture nuove e usate, con particolare attenzione alle Aziende. È vicino al Cliente per tutta la vita della vettura. “Le aspettative oggi sono molto alte – spiega il dott. Franz Kuen, AD del Gruppo Fimauto Autogemelli - il Cliente è informato sui prodotti, sulle offerte, sui modi di intervento, sui prezzi e noi dobbiamo essere pronti a corteggiarlo, a fargli toccare con mano la preparazione e professionalità del nostro lavoro. Soprattutto quando si parla di manutenzione o di sostituzioni, sappiamo bene quanto può essere sensibile il nostro Cliente e su questo siamo preparati disponendo di strutture dove sono presenti sevizi a 360 gradi”.
Servizio Assistenza Auto: nel rispetto dei tempi stabiliti da Bmw Italia e a prezzi vantaggiosi. Servizio Assistenza Motorrad: personale appositamente formato per un servizio di eccellenza. Servizio Pneumatici e Cerchi: pneumatici contraddistinti dalla stella che certifica l’eccellente qualità BMW e coperti da una garanzia di 24 mesi anche contro danni provocati da oggetti acuminati, urti
Sede di Vicenza
contro il marciapiede, atti di vandalismo o furto. Pacchetti manutenzione programmata informazione pubblicitaria
Servizio distribuzione ricambi originali e Servizio Accessori: per avere a disposizione qualsiasi ricambio o accessorio nel minor tempo possibile. Servizio Fast Lane: per interventi rapidi eseguiti entro due ore e Small Repair per ritocchi di verniciatura, riparazione e sostituzione cristalli Servizio di Carrozzeria: con utilizzo di vernici ecologiche, sistemi di essicazione delle vernici a raggi
Sede di Bassano
infrarossi, utilizzo di ricambi originali, gestione dei sinistri e cessione del credito con l’Assicurazione. Servizio Revisioni: linee di revisione di nostra proprietà autorizzate dalla Motorizzazione Civile. Servizio vetture di cortesia: con 45 vetture BMW o Mini a disposizione a prezzi vantaggiosi con copertura assicurativa.
Sede di Zanè Qual è il punto di forza del Gruppo Fimauto-Autogemelli? L’organizzazione e l’esperienza uniche degli oltre cento tecnici specializzati e formati direttamente dalla Casa madre di Monaco di Baviera. “Perché la soddisfazione del Cliente deve essere globale – continua il dott. Franz Kuen - e con appositi programmi di formazione e aggiornamento continuo dei collaboratori a tutti i livelli, dall’accettazione, alla gestione dei servizi, ai tecnici, abbiamo creato strutture adeguate con attrezzature specifiche per i prodotti Bmw e Mini. E pure le offerte sono mirate e personalizzate sulle esigenze di ogni singolo Cliente, con la possibilità di avere anche finanziamenti sulle riparazioni”. Pacchetti di manutenzione a prezzi veramente unici. Per Bmw garantiamo: per la Serie 1 immatricolata dal primo gennaio 2011, la manutenzione ordinaria per 5 anni/100.000 Km a 425 euro Iva compresa. Per la Serie 3 il costo è di 430 euro Iva compresa e per la Serie 5 è di 690 euro Iva compresa. E sono solo tre esempi... Per Mini: 5 anni/50.000 Km a 250 euro ivati! E le condizioni Bmw tutto compreso? Con uno sconto eccezionale di 250 euro è possibile sostituire il parabrezza anteriore di alcuni modelli di Serie 1, Serie 3, X3, Serie 5. Tutto garantendo la professionalità e la qualità del personale e dei prodotti originali Bmw e Mini.
Bussolengo
Via del Lavoro, 19 tel. 045 6767787
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Via Torricelli, 44 tel. 045 8622044
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Viale Vicenza, 71 Via Prà Bordoni, 62 tel. 0424 50525050 tel. 0445 3152822
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News dal mondo dell’Automobile e dintorni: il Futuro è cambiamento?
U
n giornalista del Corriere Vicentino si è recato in via anticipata presso la Becast Automobili per preparare un articolo sul Centro Polifunzionale, una nuova realtà di servizi che sarà inaugurata il 20/05/2012. Arrivati alla Becast Automobili siamo rimasti colpititi una gigantografia sulla parete che pubblicizza la mission e la filosofia di riferimento di
questa realtà interprovinciale, quindi abbiamo convinto l’amministratore a pubblicare il messaggio. In aggiunta a quanto leggerete l’amministratore ha voluto aggiungere che Becast Automobili nasce dall’idea e dell’ispirazione di numerosi automobilisti e clienti che nel tempo hanno espresso la necessità di poter risolvere in un unico luo-
La storia - La mission Il 30 maggio 1976 nasce Becast Automobili. Inizialment su una struttura di 300 mq, si dedicava all’assistenza ed alla riparazione di autivetture multimarche. Oggi la Becast Automobili è una delle realtà più articolate nel mondo dell’Automotive, opera su 2 strutture per circa 20 mila mq. Dal 1992 è concessionaria ufficiale dei marchi Chrysler, Jeep e Dodge; dal 1994 è concessionaria ufficiale del marchio Nissan Automobili, Nissan Veicoli Industriali e Nissan LCV; dal 1998 è concessionaria ufficiale del marchio SsangYong Motor Company; dal 2011 è concessionaria ufficiale del marchio Kia della multinazionale Hyunday-Kia e da gennaio 2012 dei brand BMW e Mini come concessionaria ufficiale assistenza e ricambi. Nella grande assistenza (officina e services, carrozzaria, centro gomme) vengono curate e preparate le automobili dei clienti e quelle ritirate o permutate per poi essere rimesse in vendita in un salone di 2500 mq dal marchio commerciale Grandecentrousato. Nella nuova struttura o centro polifunzionale situato lungo l’autostrada A4 MilanoVenezia uscita casello Montecchio Maggiore (Vi) la governance ha voluto imprimere l’accellerazione futuristica superando di fatto gli odierni e vecchi schemi di concessionaria auto come solo luogo di riparazione od acquisto. La nuova struttura di fatto è un centro eterogeneo composto da 7 saloni di esposizione automobili, 1 self-service con bar denominato Becast Caffè Cucina, 1 ufficio dell’assicurazione Fondiaria/Sai, gli uffici della delegazione ACI di zona, 1 show room outlet della Valentino Fashion Group, il centro revisione periodica autorizzato dalla Motorizzazione Civile, il reparto gomme completo, il reparto carrozzeria dotati di 2 forni di verniciatura all’acqua ad emissioni 0 e baso consumo, i banchi riscontro, 1 zona lavaggio/asciugatura autoveicoli dotata di depuratore biologico, 3 officine dotate di 30 ponti, il magazzino ricambi originali, la zona bambini o babyland e tanti altri spazi.Tutta la struttura è costruita con le più avanzate tecnologie ed è dotata delle più sofisticate apparecchiature di diagnosi al servizio della clientela, dei marchi rappresentati e non. Dotata di impianto solare fotovoltaico e di produzione energia elettrica, è autonoma energeticamente per il rispetto della qualità della vita di tutti noi. Ci vantiamo di aver ideato un nuovo modello di “concessionaria” dove il cliente trova tante risposte alle proprie necessità ed incombenze di automobilista e non solo; ciò nonostante non pensiamo di aver dato tutte le risposte alle esigenze dei nostri clienti ma siamo certi di lavorare nel mondo di oggi anche per creare risposte che valgano per il mondi di domani. Quel domani di cui tutti dovremmo preoccuparci perchè è là che dobbiamo passare il resto della nostra vita (da C.F. Kettering)
Facciamo che i bambini sorri
go tante incombenze obbligatorie. Il nuovo centro polifunzionale di Becast Automobili trae ispirazione da queste necessità e nasce per risolvere i problemi degli automobilisti facendoli risparmiare tempo. Gli show room Becast facilitano la possibilità di scelta e di informazione, 7 concessionarie più gli uffici dell’Aci, le compagnie assicurative, un centro di revisioni periodiche, l’assistenza uf-
ficiali di BMW, MINI, NISSAN, SSANGYONG, KIA; CHRISLER, JEEP e DODGE, la Baby Land, il Becast Caffè Cucina, e l’outlet Valentino Fashion Group, sono queste realtà che ci aiuteranno nella frenetica vita quotidiana regalandoci l’immenso valore del risparmio del tempo. La Becast Automobili quindi vi aspetta il 20 maggio 2012 per l’inaugurazione con tanti omaggi ai presenti. I.P.
LA FILOSOFIA DI RIFERIMENTO Da Gesù il Cristo: Non cercare la pagliuzza nell’occhio del fratello per non vedere la trave che ti sovrasta. Non fare agli altri ciò che non vorresti venisse fatto a te. Ama il prossimo tuo come te stesso. Da Giovanni Paolo II: Non abbiate paura, Dio opera nelle vicende concrete e personali di ciascuno di noi. Non permettete che il tempo che il Signore vi dona trascorra come se tutto fosse per caso. Da Martin Luther King: Il mio sogno è che i miei bambini possano vivere un giorno in un mondo dove saranno giudicati solo dal contenuto dei loro pensieri e successivamente dalle loro opere. Abbiamo conquistato i cieli come gli uccelli, abbiamo conquistato il mare come i pesci, ma non abbiamo imparato a comunicare come fratelli. Da Carlo Marx: Se una libera società non può aiutare i molti che sono poveri, non può e non dovrebbe farlo con i pochi che sono ricchi. Da John Fitzgerald Kennedy: Gli uomini vincenti trovano sempre una strada, gli uomini perdenti sempre una scusa. Dobbiamo usare il tempo come uno strumento non come una poltrona e non chiederti che cosa il tuo paese, la tua azienda, la tua famiglia può fare per te, pensa invece a cosa tu puoi fare per loro. Da Alcide de Gasperi: Un politico guarda e agisce per le prossime elezioni, un grande statista guarda solamente alle prossime generazioni. Dai campi di concentramento di Dachau e Auschwitz: Gli uomini che dimenticano sono condannati a rivivere. Da Uno di noi: C’è giustizia in un Paese dove vengono colpevolizzati cittadini come causa unica dell’indebitamento sociale e non vengono colpevolizzati amministratori incapaci eletti anche per legiferare un futuro migliore? C’é giustizia in un Paese in cui i cittadini in età avanzata non vengono garantiti nella dignità mentre altri che hanno svolto nella vita che ha già regalato fortuna, arricchiscono a spese della collettività? Da un anonimo: La libera società funziona se sarà applicato il: -Fascismo fino a 25 anni: decisa formazione personale, sociale, culturale ed umana. -Capitalismo fino a 65 anni: la decisa formazione per creare benessere e primeggiare nel lavoro e nella vita. -Comunismo dai 65 anni: il tempo in cui lo stato dovrebbe garantire a tutti i cittadini in eugual misura la dignità. Da Mahatma Ghandi: Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.
dano, anche domani
Da Albert Einstein: Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi.
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editoriale di Stefano Cotrozzi
sommario
E il lupo cambiò vita Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-2000 - Editrice Millennium s.r.l. 40.000 copie certificate Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Caporedattori Nicoletta Mai, Marta Massignan. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Caporedattore economia Elisabetta Badiello. Redazione: Federico Gobetti, Roberta Costantini, Alessandra Groppo, Silvia Maculan. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico. Art director Alessandra Peretti. Stampa: Centro Stampa Editoriale - Grisignano di Zocco (VI) Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Aristide Crema 320 0522400 Federico Hanard 335 5293582 Monica Dall’Omo 340 6717242 Nicola Rassu 345 4990596 © 2011 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale e l’uso pubblicitario in altra sede. L’editore è a disposizione dei proprietari dei diritti su eventuali immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione. Questo giornale è stampato su carta certificata FSC. Il marchio FSC identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.
...E il lupo entrò nella casa della nonnina e se la mangiò in un boccone, poi si mise dentro il letto e, dopo aver risposto alle domande di Cappuccetto Rosso sulle sue orecchie e sulla sua enorme bocca, si pappò anche la bambina. Dopo qualche minuto un cacciatore abbattè la porta con un calcio ed entrò in casa con il fucile spianato. Il lupaccio alzò le zampe in aria e gridò: “Mi arrendo!” ma il cacciatore non ebbe pietà, prese la mira e gli sparò. Allora arrivarono le forze dell’ordine e arrestarono il cacciatore per aver sparato e cercato di uccidere il lupo che alla fine salvò la pellaccia. Il cacciatore finì in prigione in una cella sovraffollata in attesa del processo che iniziò dopo 10 anni. VIVA LA FAMIGLIA Il lupo, dopo essere guarito dalle ferite, passò solo tre giorni in prigione sfuttando un indulto, la buona condotta e il fatto di essere specie in via d’estinzione. In quei tre giorni capì, però, di aver sbagliato tutto nella vita, che con la violenza non sarebbe arrivato lontano, che era il momento di crescere e di crearsi una famiglia. In carcere conobbe un truffatore, un uomo che emetteva fatture false con cui fece amicizia e, appena uscito dalla cella, mise in piedi una “cartiera”: una fabbrica di fatture false. Con i soldi truffati allo Stato e depositati in un conto all’estero si costruì una casetta in cima alla collina con piscina e campo da tennis, comprò una Porsche Cayenne e in discoteca, dove offriva champagne a tutti, conobbe una bella lupetta di buona famiglia. E VISSERO... Passò qualche anno e, per una questione di decorrenza dei termini, il lupo non fu mai condannato per la cartiera. Ora vive con la moglie e i suoi tre lupetti in un meraviglioso attico del centro città godendosi i frutti del suo cambio di vita. A proposito… e vissero tutti felici e contenti, tranne il cacciatore che venne ucciso durante una rivolta in carcere e nessuno mai venne a sapere perché.
Inchiesta Truffati su internet
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L’INTERVISTA Patrizio Roversi e Syusy Blady
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focus Fiori d’arancio in smoking
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arzignano Quale futuro per la piscina?
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chiampo Riapre il mulino Vanzo
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Montecchio Quel panino in mensa
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brendola Facebook insidia don Gianluca MONTEBELLO L’enigma del Sator
LONIGO Il Pat svela la città futura
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area berica
noventa Un sentiero che aiuta a stare bene sossano Alla casa di riposo si cambia Pojana Il municipio non si posta, priorità alle strade
Barbarano Magnacurta: ecco gli uomini da battere economia 72 Emergenza lavoro Basket serie c2 75 Arzignano “vede” la promozione football americano 76 Non solo a stelle e strisce
Made in vicenza
vipera con garbo
Giovanni Fracasso*
Elisabetta Badiello
A tavola in famiglia
Buon senso anche sul web * Ceo Bang Studio
Arz ignano
Una signora che mi ha chiesto un bicchiere d’acqua... santa!
Una cliente che si è lamentata del troppo latte nel caffè, ma che poi ha chiesto il bis
Una signora che mi ha chiesto un capuccino morbido...
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Oggi ciò che manca sono abitudine e piacere di ritrovarsi tutti attorno alla tavola. Nell’eventualità in cui gli orari dei membri della famiglia coincidano e sia ipotizzabile consumare un pasto comunitario, circostanza sempre più rara, si finisce col restare muti o magari con il cellulare in mano. Spesso poi si ricorre a un pasto veloce. È il segno dei tempi. E se a mezzogiorno ormai sempre più raramente si mangia a casa, anche per il pasto serale sono comunque tante le occasioni che ci tengono lontani dalla tavola familiare. Impegni di lavoro, attività sportive o culturali, una volta tornati a casa si apre il frigorifero e si finisce per consumare quel junk food che ora vorrebbero tassare. Magari sarà proprio una manovra di governo a riconciliarci con il pranzo in famiglia?
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ell’epoca in cui tutto corre veloce e ogni cosa si consuma nello spazio di un attimo, anche il rituale del riunirsi a tavola in famiglia ha subito una radicale trasformazione. Abitudini che vanno, pietanze che cambiano, stili che s’impongono. A venir meno è soprattutto il piacere di sedersi, gustare un piatto preparato con sentimento e intrattenersi nella conversazione. E non mi riferisco a un rimpianto nostalgico della tavola apparecchiata con cura, delle mani pulite e i capelli in ordine, di radio e televisore rigorosamente spenti, retaggio dei tempi andati quando le buone maniere erano di casa e i genitori usavano strumenti piuttosto convincenti per farsi obbedire.
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el momento in cui si decide di comperare online non ci vuole molto per rendersi conto se ci si trova di fronte ad una truffa. Bisogna usare un po’ di buon senso e fare le cose senza farsi prendere dall’apprensione. Valgono le buone vecchie regole che vigono anche nel commercio al dettaglio fisico, solo che i segnali d’allarme si presentano sotto forma digitale. Voglio dire: comprereste un telefonino di ultima generazione da un ambulante che ve lo offre a 200 fuori da un autogrill? Se la risposta è sì, lasciate perdere. Lasciate perdere proprio gli acquisti online, perché per voi non c’è speranza, nel senso che rischiereste di incappare in truffe colossali. Sgomberiamo il campo da un mito: su web non costa meno. È solo più facile trovare le offerte. Ma le stesse offerte, su nuovo e sull’usato, si possono benissimo trovare anche in giro a negozi nelle nostre città o sugli annunci cartacei di paese. Internet permette solo di raggruppare le offerte con delle ricerche all’interno di siti di annunci o su un motore di ricerca. Qualche consiglio prendendo un esempio tipo. Volete acquistare un telefonino di ultima generazione, uscito da un mese. Prezzo nuovo in negozio 600 €. Se lo trovate a 200 € in qualche sito web, nuovo e imballato fatevi delle domande. Potrebbe essere rubato, potrebbe non arrivare mai, potrebbe essere usato e rotto, potrebbe essere l’occasione della vostra vita. Nel dubbio io non lo comprerei. Ma se proprio dovessi comprarlo spinto da uno slancio d’immotivata fiducia verso il resto del mondo, chiederei di pagare tramite Paypal. Paypal è un servizio d’intermediazione che prende i vostri soldi e li dà a qualcun altro. In abbinata con Ebay (il sito di aste online che ha comprato Paypal) è una sicurezza per i rimborsi nel caso di frode. Basta attivarsi e aprire una contestazione. Sono stato contestante e contestato e devo dire che funziona bene.
Un tizio che ha bestemmiato solo perchè non servo la Radler...
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sport e dintorni
Gianfranco Sinico
Stefano Canola
Assolutamente a tua insaputa
Se in campo va la Nera Signora
S
C
peravo che, con le stagioni, passasse anche la moda della parola “assolutamente”. Invece, come le stagioni, anche le parole non sono più quelle di una volta e cani, porci ed avannotti continuano imperterriti a rispondere “Assolutamente sì!”, come se non bastasse il semplice sì. Cosa cambia?
ome Piermario Morosini, pochi giorni prima. Un pallavolista di 38 anni, con due decenni in serie A alle spalle e una bacheca piena di trofei, si è accasciato a terra durante un match di B2. Un crossista amatoriale di 41 anni, un passato importante nella mountain bike downhill, ha avuto appena il tempo di parcheggiare la moto a bordo pista. Una morte improvvisa e apparentemente assurda ha unito i destini del romagnolo Vigor Bovolenta e del seraticense Tonino Maestrello, due sportivi che avevano già altri punti in comune: una moglie, diversi figli, la forza nel nome (il vigore latino per il gigante del volley, Roccia il soprannome dell’atleta berico). E la passione per i salti, sopra le reti di tutto il mondo per schiacciare le veloci e murare gli avversari o per scavalcare le montagnole e volare in cielo aggrappati al manubrio, con l’acceleratore o senza. Vi sia leggera la terra, amici.
Come per il mio cugino cicloamatore che domenica è arrivato “primissimo”: forse con i recenti aumenti è possibile arrivare prima del primo? Poi ci sono delle forme verbali talmente sprecate da stravolgerne addirittura il significato. Vi ricordate il governo “coeso” di qualche mese fa? Visto il suo destino, adesso questa parola viene recepita almeno con sospetto. E poi non perdiamo il vizio, forse per mimetizzarci con i maestri di pensiero, di riempire i nostri discorsi con accattivanti espressioni che svolazzano da labbra televisive in telegiornali, salotti e dibattiti, nei quali “lei m’insegna” in maniera alquanto “esaustiva” che il problema è “bipartisan”, per certi versi “epocale”, frutto evidente della “globalizzazione” e, soprattutto, è sempre “a monte”. Ora è stato sdoganato (Oh! Ci sono cascato anch’io…) il termine “sobrietà”,
Erba finta
che hai visto al bar?
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Una signora arrabbiata perchè il La gente che non caffè ristretto costa vuole bere per paura come quello normale dell’alcol test
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Dopo le polemiche blaugrana nell’andata di Champions contro il Milan (visto il secondo rigore del Barcellona nel ritorno, meglio il silenzio), con Messi e compagni a paragonare il terreno di gioco a un campo di patate, il destino del prato di San Siro sembra segnato: diventerà sintetico. Basta zolle che si staccano e infortuni a catena: giardinieri in pensione, viva la plastica. Vecchioni o Celentano potrebbero farci una canzone.
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ispirato allo stile del nostro premier, succeduto al “coeso”. Effettivamente il suo contegno è lontano anni luce dal luccichio pirotecnico del predecessore, ma… vuoi mettere una sana sodomizzazione fiscale all’insegna della “sobrietà”? Fatevene una ragione e siate “solari”! Fate come qualcuno che si è visto sfuggire da sotto il sedere milioni di euro “a sua insaputa”. Questa formula sta furoreggiando: c’è chi “a sua insaputa” si vede pagato il mutuo, chi si trova il figlio laureato, chi diventa proprietario di appartamenti… Una volta, “a tua insaputa”, al massimo qualcuno faceva il filo alla tua donna. Adesso… che tempi!
Arz ignano
Lonigo
Le persone che dicono “domani ti pago il caffè” e poi spariscono
La faccia di Toni Bottegal tutte le mattine
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piccolo skerno
Alberto Fabris
Che fine ha fatto Me piase il Titanic? e non mi garba Lino Zonin
“Near, far, wherever you aaaare....” la voce di Celine Dion che canta il tema di “Titanic” mi accoglie alle prime luci del mattino che filtrano timide dalla tapparella. Già, perché sono passati cent’anni dal naufragio più cool della storia, e non riesco a non avvertire un sinistro presagio. Mentre arranco verso la moka Bialetti con l’omino con i baffi sempre più evanescente, consunto dal tempo e dall’uso, tento di dare un senso compiuto ai borbottii che provengono dal mio sfavillante televisore. Dunque, mentre sorveglio il rumoroso gorgogliare della moka, apprendo che l’ex tesoriere della Lega ha restituito i lingotti d’oro e i diamanti acquistati con i soldi del finanziamento pubblico, mentre verso il prezioso e bollente caffè nella tazzina rifletto sullo spread che risale, sull’euro che traballa, sulle borse che precipitano, sulla benzina che sale, sull’IMU che arriva. Quando riesco ad aprire tutti e due gli occhi vedo una ragazza che mi spiegano essere una delle giovani partecipanti ai famigerati Bunga Bunga del mai dimenticato Silvio, e la sento raccontare : “Berlusconi guardava suore danzanti e uno spogliarello di Ronaldinho, ovvero di una ballerina vestita con la maschera del calciatore brasiliano e una maglia del Milan”. Improvvisamente mi ricordo del Titanic, ma non mi ricordo che fine ha fatto...
Vinicio Trend
Sit or not sit? Sedersi o non sedersi? Questo è il dilemma! Insomma, il problema “seduti o in piedi” è sempre molto sentito, perchè c’è chi vuole ballare tutta la notte, ma c’è anche chi adora oziare seduto. Penso che la sedia debba comunque esserci: vernissage, brunch, light lunch, soft dinner, buffet rinforzati…in tutti questi eventi, ideati a volte anche in piccoli spazi, una seduta va sempre messa, fosse anche solo anche una cassetta
di legno riverniciata, che fa molto urban city. Magari una sedia non troppo invasiva, semplice ma moderna, con un design accattivante: oggi il trend è presentare sedie in policarbonato trasparente, che grazie al design si adattano bene ad ogni stile: Chiavari docet. Un altro must della bella stagione che sta per arrivare è il party a bordo piscina: anche in questo caso, bisogna offrire agli ospiti la possibilità di potersi sedere, o perché no, stendere, su delle “isole di relax” con tappeti e megacuscini e magari delle sirene a bordo vasca (allestimento animato)... con al centro, perché no, dei rocchetti di legno, che fanno tanto Formentera style. Insomma, in un modo o nell’altro, con eleganza o semplicità, facciamoli stare comodi i nostri ospiti, andranno a casa rilassati! Corriere Vicentino |
14 | Opinioni
Ma Carlo Conti, no xelo gnacora stufo? Xe sinque ani che ogni sera el ne desfa i bagigi con la so’ “Eredità”, in onda ogni giorno, domenega compresa, tuti i mesi dell’anno. El fa festa do setimane in agosto, tanto par lassarne andare al mare, e dopo el torna, abronzà come prima. Sì parché, no se sa come, Carleto el ga sempre ‘na facia che la pare de corame, tanto la xe scura. Anca in febraro, quando noialtri semo sbasii come i limoni, lu l’è lì in television che el ride, moro come on scarbonasso, a dire le so’ semade con quela parlata fiorentina del piffero. Chissà parché quando ne toca a noialtri veneti parlare in italian femo sempre la figura dei bauchi e invesse i toscani i pol far quelo che i vole, aspirare la acca, fis-ciare con le esse e dire “mi garba” e “gli è ganzo” senza che nessun li manda in mona. Vegnendo all’Eredità, se cavemo la parte finale, quando bisogna trovare la parola che tien insieme le altre sinque, pare che el programa el sia girà in un centro de recupero par insemenii. Serte domande le xe talmente seme che le me fa vegnere in mente el me amico Tale che, furbo come ‘na volpe, quando gerimo boce el me domandava: “Se te indovini cossa che gò qua dedrio, t’in dò un graspo”. Conti l’è come el Tale, solo on po’ più scuro de pele e con più schei in banca. Par forsa che el ride sempre: faressimo così anca noialtri se i ne pagasse par dire “Me piase” e “Belo, ciò!”.
L’ eREDITÀ IN NUMERI....
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le puntate di Conti al 19/11/2010 le edizioni le edizioni con Carlo Conti
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sex in vicenza info@corrierevicentino.it Cari Elena e Paolo, frequento un ragazzo con cui c’è grande feeling. Passiamo ore a chiacchierare, ci divertiamo e ci vediamo sempre. Insomma, un’intesa a tutto tondo. Con un unico neo: la sua ex fidanzata. Ex nel senso che lei l’ha lasciato, con grande sofferenza di lui. Finchè due giorni fa la chiamata di lei: vuole vederlo per chiarire alcune cose. Lui mi chiede cosa ne penso ed io ho paura che i sospesi non gli permettano di superare la perdita, ma non voglio rischiare di spingerlo fra le sue braccia. Voi cosa ne pensate? Sabrina di Montecchio Elen
Feisbuc girl Nome Martina Paccanaro Età 19 anni Vive a Montebello Vi Situazione sentimentale Fidanzatissima Lavoro Studentessa
Sogno nel cassetto Partecipare a Donnavventura Piatto preferito Bigoli alla carbonara Citazione preferita La vendetta è un piatto che va servito freddo Film preferito Bastardi senza gloria
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Cara Sabrina, tieniti il più lontana possibile da questa scelta. Che decida lui se ha voglia di vederla o no. Qualsiasi tua intromissione sarebbe sbagliata e te ne potresti pentire amaramente. Io piuttosto un consiglio lo vorrei dare al tuo lui: tieniti stretto Sabrina e goditi l’intesa che avete, è talmente difficile trovare una persona con cui si sta bene (in tutti i sensi) che è meglio non rischiare di perderla. Slaccia il filo che ti tiene legato al passato e lascia che la tua ex si penta di quello che ha fatto. Nel frattempo tu vai avanti, hai un nuovo rapporto da costruire e una vita da vivere. Un abbraccio, Elena
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Cara Sabrina, direi che il solo fatto che lui abbia chiesto la tua opinione dovrebbe farti piacere. Noi ometti cerchiamo sempre il male minore, quando si tratta di donne, e quindi il tuo principe azzurro avrebbe potuto andare all’incontro e non dirti nulla. Penso che rivedere e parlare con l’ex possa essere un’ottima “scorciatoia” per lui per verificare se e quanto ha seppellito la sua storia vecchia. Cosa puoi fare tu? Niente. Devi solo vedere che piega prenderà la cosa, sapendo che non hai nessuna possibilità di modificare quello che sarò il corso delle cose. Un abbraccio, Paolo
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Abbandona rifiuti. Beccato
11/04 – Un ragazzo di 22 anni, residente a Creazzo è stato multato con 500 euro per abbandono di rifiuti. L’uomo si è “fregato” da solo: tra le immondizie infatti i vigili hanno trovato alcune foto di famiglia e il libretto della sua vecchia auto. È stato quindi semplicissimo tradurre le scritte in cirillico del libretto (l’uomo è di origine Jugoslava) con Google e identificare “il monnezza”.
A caccia del cacciatore (di gatti)
giochi pericolosi
29/03 – Rosà - Un quindicenne ruba la benzina dal serbatoio del suv del padre per fare il pieno al motorino. Per vederci meglio il ragazzo usa una lampada ad incandescenza. I vapori della benzina innescano un incendio che distrugge il fuoristrada e rischia di mandare a fuoco anche la casa.
Arzignano
Andrea Ghiotto
Tornando a casa da una discoteca l’arzignanese è stato fermato dai Carabinieri. Apparso assai gioviale, durate il controllo dei documenti ha ricevuto una telefonata e ha cominciato a passeggiare con nochalance, finché è scomparso alla vista degli agenti. I militari dopo una breve ricerca l’hanno trovato accovacciato e nascosto nel sottoscala del parcheggio interrato di un locale lì vicino. Ghiotto aveva un tasso alcolico di 1,32 g/l. Gli è stata ritirata la patente, ma non la macchina: non era sua.
23/03 – A Montebello qualcuno gioca un po’ troppo col fucile. In paese infatti continuano gli atti di barbarie verso gli animali. Andrea Zanoni, eurodeputato IdV e presidente della Lega Abolizione Caccia del Veneto, promette 1.000 euro a chiunque darà informazioni per riuscire ad identificare chi ha sparto ad Oliver, un gatto adulto trovato lo scorso 2 febbraio con il muso e il corpo ricoperto di sangue. Oliver è stato impallinato con un fucile da caccia che lo ha accecato. Le lastre (foto) inoltre hanno evidenziato che sulla bocca sono stati conficcati ben sette pallini di carabina da 4,5 millimetri, sparati da un secondo fucile questa volta ad aria compressa.
un mese di notizie in Breve
a cura di Federico Gobetti
l av o r o
23/04 - Alla faccia della crisi. Un’azienda di Altavilla offre una lavoro per pigri. 2200 euro al mese per starsene seduto su un prato a descrivere le evoluzioni di un tosaerba automatico, (sì, sul serio). La ditta che ha lanciato questo insolito impiego è la Fercad Spa, azienda che si occupa di attrezzature da
c r e s pa d o r o
Pioggia ti prego
03/04 – Non è una danza della pioggia ma l’obiettivo è lo stesso. Un gruppo di fedeli del paese si è riunito per diverse sere presso il capitello dei sette Martiri e dopo il tradizionale rosario ha rivolto una preghiera al cielo invocando la fine della siccità. Un rito comune per i fedeli, che si rivolgono a Dio in caso di bisogno.
Corriere Vicentino |
18 | Notizie in breve
giardinaggio. Il motto della campagna è “pigri si diventa”. Infatti per starsene seduti su un prato dalla mattina alla sera a guardare le evoluzioni di un tosaerba non bisogna di certo essere atleti. E non servono nemmeno competenze specifiche. Solo una buona conoscenza dell’uso dei social network, per trovare ogni giorno modi nuovi e divertenti di comunicare a tutta Italia l’attività della macchina. Chi si sente abbastanza “social-pigro” può compilare il curriculum sul sito dell’azienda.
Attenzione alle donne 16/03 – Nel negozio entra una donna mora, alta e molto bella. Osserva con fare ammiccante il commerciante e gli dice di volergli parlare. Aspetta che tutti i clienti escano e poi d’improvviso si spoglia, si fa toccare e chiede proprio “quello”. Se il commerciante ci casca (e non è così difficile), scatta la fase due: un complice della donna entra e scatta una foto. Poi il ricatto: “fuori i soldi o le foto arrivano a tua moglie”. Commercianti attenti!
Sexy stage 29/03 – Est vicentino. Una studentessa liceale svolge uno stage in un asilo. Coi bambini è brava e ci sa fare. L’unico problema, secondo le mamme dei pargoli, è il suo look.Vestitini, scollature e curve in mostra che avrebbero fatto perdere la testa ai papà dei bambini. Così alcune mamme protestano pesantemente. L’unico commento della ragazza: “Non ho fatto nulla di male. E qui all’asilo fa semper caldo”.
Vicenza hot
Calciatori e ballerine 10/03 – L’attaccante del Vicenza Alain Pierre Baclet si trova in una discoteca di Treviso e incontra Fatima, ballerina senegalese di Brescia che lavora spesso a Vicenza. I due si conoscono e un anno fa hanno avuto anche un flirt. Una storia forse chiusa male, dato che Baclet e la ragazza inziano a litigare. Il calciatore l’avrebbe coperta di insulti e anche colpita con una manata, lei invece gli tira addosso un bicchiere, colpendolo alla fronte e regalandogli una bella cicatrice. Dopo una zuffa la coppia finisce al pronto soccorso. Fatima denuncia Baclet ma poi si accontenta delle scuse. E i tifosi del Lane aspettano i gol...
Vicenza trans friendly 27/03 – Vicenza meta prediletta dai trans. Secondo l’associazione Mimosa, che studia il fenomeno della prostituzione, in provincia i transessuali sarebbero almeno 44. La maggior parte arriva dall’America Latina ma tra loro ci sono anche alcuni italiani. Molti transessuali scelgono di venire a lavorare a Vicenza perché una buona fetta dei loro clienti provengono dalla base americana. Le prostitute contate invece sono 286, di cui l’8% sarebbero minorenni, la maggior parte provenienti dall’Est Europa.
i n c h i e s ta
Truffati su internet! L’avvento del web negli ultimi anni ha sconvolto la nostra vita di tutti i giorni, cambiando il modo in cui comunichiamo, ci informiamo, compriamo e vendiamo. Internet, che conta un bacino di utenti ogni giorno più grande, è diventato però terreno fertile per ogni sorta di raggiro, permettendo ai truffatori di agire nei modi più subdoli, coperti dall’anonimato o da una falsa identità, e sfruttando migliaia di persone ancora inconsapevoli dei pericoli che nasconde la rete. di Stefano Cotrozzi, Francesco Meneghini e Federico Gobetti
Dalla Russia con amore
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“Tutto è iniziato quando mi sono iscritto ad un sito russo dedicato alle nuove tecnologie. Dopo qualche giorno mi è arrivata la prima mail: ciao sono Tamara e vorrei tanto conoscerti e dopo Tamara Ivana e poi ancora un’altra. All’improvviso ero diventato il punto di attrazione per decine di ragazze bellissime che dalla Russia mi cercavano insistentemente via mail. Evidentemente il sito russo si era venduto il mio indirizzo mail ed ero finito in un harem virtuale meraviglioso”. Qui entriamo in gioco noi del Corriere Vicentino, chiediamo a Toni, il protagonista di questa storia simile a migliaia su internet, di rimanere in contatto con una di queste meravigliose ragazze per vedere come va a finire la loro “storia d’amore”. Nel frattempo seguiamo l’evoluzione di altri casi analoghi per capire come funziona il meccanismo. La bella russa. La prescelta è Anstasja, una bellissima mora che si presenta vestita in maniera decisamente seria e che ci scrive lettere appassionate in un inglese perfetto da un paesino disperso della campagna russa. Nella prima foto che ci spedisce, a farle da contorno un arredamento sontuoso che non fa pensare ad una povera ragazza dispersa in una isba isolata ma a una rampolla di buona famiglia. Leggendo le lettere scopriamo, con profonda tristezza, che i ragazzi russi del suo paese non pensano al matrimonio ma solo alla vodka e a fugaci storie di sesso e che lei, poverina, vorrebbe tanto farsi una famiglia, avere dei figli e vivere per il marito. Tiger Tony Dopo qualche veloce scambio epistolare su cui aleggia il dubbio che le lettere siano riciclate e che venga cambiato solo il nome del destinatario… le missive dalla Russia diventano particolarmente lunghe, il buon Toni diventa Tiger Tony e la bella Anastasja si firma in calce “your passionate kitten”, la tua gattina appassionata. Scopriamo, lettera dopo lettera, che dentro la bella russa batte un cuore decisamente caliente, che vorrebbe esprimere tutta la sua ars amandi (che deve essere notevole a leggere i particolari piccanti) solo con Corriere Vicentino |
il buon Tiger Tony. Le foto diventano più esplicite: i centimetri dei vestiti diventano sempre meno e le grazie della giovane russa sempre più evidenti. Angelo mio Ed ecco la svolta: viste le difficoltà nello scriverci, Anastasja decide di emigrare a Mosca e di cambiare vita, lasciare l’odiato paesino per trasferirsi nella capitale. Nasce un triste dilemma per la nostra piccola fiammiferaia… che oramai vive solo per le lettere del nostro Toni… scrivere con lui dagli internet cafè è molto costoso, lei non vuole chiedere dei soldi al nostro povero tigrotto, deve farcela da sola ma purtroppo le loro conversazioni finiscono qui. Un’ultima foto completamente nuda per congedarsi dal suo amato. Certo che se Toni volesse vederla in Italia, per conoscersi forse è arrivato il momento giusto. Una piccola somma di denaro, solo per il biglietto e la speranza di un amore eterno “Toni, angelo mio… coroniamo il nostro sogno assieme oppure finiamo qui, non voglio soffrire troppo per te aspettando giorno dopo giorno le tue lettere…”
20 | Inchiesta
Nel 2011 in Italia il volume di commercio online è aumentato del 20% I compratori online sono arrivati a 9 milioni (+9%) Ogni anno le truffe telematiche fruttano 1 miliardo di euro, circa 2 milioni al giorno
Il biglietto aereo
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Giovanni (nome di fantasia) di Montebello si era iscritto a un sito di incontri online. Il risultato finale però non è stato molto “produttivo”: “Mi sono iscritto a questo sito di incontri e chat. Un portale gratuito, come ce ne sono tanti in rete, in cui si possono conoscere nuove persone”. Come funziona? Uno si iscrive, crea il proprio profilo, tipo facebook, e inserisce i contatti personali (io per restare più anonimo ho inserito solo l’email) e poi si scrivono le preferenze fisiche della persona che si va cercando. Cioè? A me piacciono le more e ho messo questa caratteristica come referenza. E poi? E poi mi ha scritto questa ragazza russa. Bella donna. Simpatica. Abbiamo cominciato a chattare e la cosa è andata avanti per circa quattro mesi.
No. Le ho mandato i soldi e non si è più fatta viva. Allora ho mangiato la foglia e l’ho mandata a quel paese. Mi ha scritto di nuovo chiedendomi altri soldi, ma l’unica cosa che le sono arrivate sono state parolacce. Ma non ti è mai venuto il sospetto che volesse fregarti? Sì, a dire il vero. Però ho voluto provare a fidarmi. Ora frequenti ancora quel sito? No. Ogni tanto gli do un’occhiata e vedo che mi contattano altre russe per conoscermi. Non ci penso neanche a rispondere.
Mistero napoletano
C
Hai ricevuto foto osé o proposte esplicite? No. La nostra era solo una chat di conoscenza. Lei poi mi inviava delle sue foto ogni tanto, ma niente di pornografico. Poi? A un certo punto ha cominciato a dirmi che voleva venire a trovarmi in Italia. Che le avrebbe tanto fatto piacere conoscermi di persona e visitare il nostro paese. Però non aveva i soldi per l’aereo e quindi mi ha chiesto di prestarglieli. E tu glieli hai dati... Sì. Le ho spedito 400 euro attraverso uno dei tanti “money transfer”, gli uffici che di solito gli immigrati usano per inviare soldi all’estero alle famiglie. Però non le ho spedito i soldi a vuoto. Prima mi sono fatto inviare una foto del suo passaporto per essere sicuro che non mi prendesse in giro. Ma poi è venuta a trovarti? Corriere Vicentino |
Cerchi una donna nuda in internet e invece ti ritrovi nudo davanti a un napoletano. Ad A.P., 35 anni di Camisano, è successo proprio questo. Vediamo i fatti in ordine. Il vicentino si presenta in caserma dei Carabinieri perché si è accorto di alcuni prelievi fatti sul suo conto corrente tramite la carta di credito. “Mi hanno clonato la carta” è stato il suo primo pensiero. I CC allora avviano le indagini e scoprono che gli ammanchi di denaro sono stati usati per effettuare tre ricariche telefoniche, per un totale di 210 euro, su un numero intestato a una donna di Napoli. Interrogata dai militari, questa ha spiegato che il numero non lo usava lei ma il suo amico, Salvatore Buonincontro. Quest’ultimo ha invece dichiarato che le ricariche le aveva fatte il suo amico, sempre napoletano, Vincenzo Raiola. Trovato il colpevole? Quasi. Interrogato Raiola ha subito ammesso “Certo che le ricariche le ho fatte io, ma non ho mica truffato nessuno: il numero di carta di credito me l’ha dato il vicentino di sua volontà”. E perché A.P. avrebbe dato il suo numero di carta di credito a uno sconosciuto? “In chat avevo conosciuto una certa Alessia. Dalle foto era bellissima e diceva di essere una modella. Io le ho chiesto di spogliarsi per me in webcam e lei in cambio ha voluto il numero della mia carta di credito. Dopo averglielo dato lei ha detto che si vergognava a mostrarsi nuda davanti a uno sconosciuto e non se n’è fatto più niente. Io però mi sono spogliato davanti a lei. Non sapevo che dall’altra parte dello schermo c’era un uomo.”
21 | Inchiesta
Un fenomeno in espansione
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Molte truffe online si realizzano grazie alla scarsa conoscenza degli utenti internet di strumenti efficaci per difendersi, e le vittime spesso riconoscono di essere state raggirate solo in un secondo momento, dando il tempo ai truffatori di sparire nei meandri del web. Ce ne parla la dottoressa Michela Sambuchi, commissario capo del compartimento veneto della Polizia Postale. Dottoressa, che dimensioni ha assunto il fenomeno delle truffe online? I casi in Italia e in Veneto sono ancora pochi rispetto ad altri paesi europei, ma è un fenomeno in espansione e per questo richiede grande attenzione da parte delle autorità. Basti pensare che dall’inizio di quest’anno solo in Veneto abbiamo raccolto circa 400 denunce in questo ambito. Quali sono le modalità di truffa più frequenti? Sicuramente il commercio online è il settore più delicato. I metodi di truffa sono sempre più sofisticati, e rendono difficile risalire ai responsabili. Quindi spesso i truffatori riescono a farla franca? In Italia fortunatamente nella maggior parte dei casi si riescono ad identificare i responsabili, mentre le possibilità diminuiscono molto se la truffa arriva dall’estero perchè la normativa in materia varia molto da un paese all’altro. Qual è la tipologia di vittima più spesso colpita? Posso dire che si tratta di un fenomeno assolutamente trasversale che coinvolge più o meno tutte le fasce di età. Spesso non sono solo i meno esperti ad essere colpiti, ma anche gli utenti abituali, anche giovani, che utilizzano internet con più leggerezza. Esistono metodi efficaci per difendersi? Bisogna informarsi bene prima di effettuare ogni tipo di transazione, utilizzando metodi di pagamento sicuri e tracciabili. Attenzione anche a fornire dati personali o numeri di carte di credito, e ricordarsi sempre che anche su internet valgono le leggi del mercato, quindi mai fidarsi di prezzi stracciati e offerte straordinarie. In poche parole c’è bisogno di una sana diffidenza…
Le truffe più diffuse
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Corriere Vicentino |
Il numero di truffe e truffatori nella rete è enorme. Quasi impossibile da quantificare. Qui di seguito sintetizziamo i tipi di imbrogli più diffusi nel web, per darvi un’idea delle trappole in cui si può finire, aggiungendo qualche consiglio su come fare per non “abboccare”. Ricordate: in internet niente è sicuro al 100%!
Phishing: tentativo di furto dei dati personali (nome, password, numero di carte di credito, ecc). Avviene tramite email “esca” spedite da falsi indirizzi noti (es. poste, istituti bancari). Sono scritte in un italiano stentato e comunicano vincite di premi, prestiti, offerte di lavoro e “amicizie”. Mai rispondere a queste mail, mai cliccare i link al loro interno (ricettacolo di virus), mai inviare i propri dati personali.
Intermediazioni immobiliari: “Hai bisogno di vendere in fretta la tua casa e non sai come fare? Rivolgiti a noi e, in cambio di piccole commissioni, porterai a termine la vendita con successo!”. Avete già capito qual è la solfa no?
22 | Inchiesta
Offerte di prova gratuite: email che invitano a provare gratuitamente dei prodotti/servizi, il pagamento degli stessi avviene solo se si accetta di continuare a usufruire di quanto proposto. Il problema è che anche quando non si vuole più usufruire delle merci diventa impossibile cancellarsi dal servizio.
Lavoro da casa: il raggiro punta a insegnare ai clienti, sotto pagamento, i segreti per fare soldi online, acquistando prodotti da rivendere a prezzi maggiorati. I bersagli più comuni sono impiegati stanchi del lavoro d’ufficio che, in molti casi, diventano inconsapevolmente mediatori per la rivendita di beni rubati.
Prestiti e servizi per ridurre i debiti: i truffatori si propongono come persone in grado di aiutare a ridurre i propri debiti in cambio di una percentuale degli obblighi finanziari dovuti alle banche. I consumatori gabbati si troveranno con l’unico risultato di avere più debiti di prima.
Riparazioni domestiche: donne è arrivato l’arrotino online. Sedicenti aziende di riparazioni domestiche propongono di fare lavori di tutti i tipi (dal lavandino che perde alla potatura degli alberi) per tariffe dimezzate rispetto a quelle di mercato. L’obbiettivo è ottenere gli anticipi di denaro prima di iniziare i lavori.
Poker online e sale da gioco online: le uniche sale da gioco online sicure e consentite dalla legge sono quelle a cui si accede attraverso il portale dei Monopoli di Stato. Il sito dev’essere gestito da un’azienda situata nell’UE con una società di capitali di fatturato biennale non inferiore a 1,5 milioni di euro. Per giocare nel sito gli utenti devono sottoscrivere un contratto per l’apertura di un conto di gioco sulla base di un modello predisposto dai Monopoli di Stato. I siti che non hanno questi requisiti nascondono truffe o bische illegali.
Patrizio
Roversi Nella realtà sono come nella finzione, non cambia-
no di una virgola. Un’in-
Syusy
Blady
di stefano cotrozzi
C
tervista con loro è come essere catapultati direttamente in una loro trasmissione, in un loro viaggio.
osa volevate fare da grandi? Patrizio: All’asilo l’imbianchino! Mi piaceva tanto, ne avevo visto uno che dipingeva le pareti di casa, il massimo della realizzazione. Poi il medico e l’architetto, visto che il mio babbo era geometra. Alle medie un mio professore, Giuliano Parenti, uno dei padri della pedagogia, era drammaturgo e con lui ho trovato la mia strada. Syusy: Un po’ di tutto, volevo essere contemporaneamente madre di sei figli, viaggiatrice, pittrice, artista, scienziata, fisica , tutto quello che mi interessava anche navigatrice…. Vi piaceva viaggiare? P. No, il mio mondo stava in una poltrona, quella di casa mia.
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24 | Intervista
Sono sempre stato pigro e molto fermo… il discorso del viaggio è scoppiato per colpa di Syusy. S. Sì e volevo fate anche delle scoperte scientifiche e poi l’archeologa e l’esploratrice... Il primo viaggio che ricordate? P. In treno siamo andati con i miei genitori a Roma, guarda caso siamo passati da Bologna, io sono di Mantova. Ricordo questo momento traumatico: mi scappava la pipì… e al gabinetto ho fatto un casino, ho perso le bretelle, è successo di tutto e mio papà si è infuriato. Mi è rimasta questa immagine: Bologna grande metropoli con tanti guai. Poi ci sono tornato a 18 anni ed è diventata la mia patria. S. Il primo da sola con una mia amica che era su una carrozzina; ancora più avventuroso. Bellissimo! Dava un sacco di stimoli alla gente che ci aiutava; meta Parigi appuntamento con un’amica sotto l’arco di trionfo, sapevamo che c’era… Lì ci siamo accorte che ci volevano i franchi, che l’arco di trionfo era enorme e con un sacco di angoli. Un mese pazzo, un viaggio meraviglioso. Com’è nata l’idea di turisti per caso? P. Syusy voleva fare un viaggio importante in India, io ero terrorizzato: malaria, merda e miseria; le tre grandi emme. Lavoravamo per Mixer, ci siamo detti con una telecamerina esce un servizio per Minoli e allora se è per lavoro mi sacrifico… S. Nooooo non è così; aggiungi che io all’ultimo momento ho comprato una tele camerina, gliela ho data in mano “Vieni e riprendi, così ti sembra di stare in televisione e non pensi di essere in viaggio...”. Abbiamo portato il filmato con i nostri commenti a Minoli che ha detto: Boh! E poi… ne avete degli altri? E noi… certo! E quindi siamo ripartiti. Sapevate andare a vela prima di Velisti per caso? P. Ho sempre sofferto il mal di mare, è una passione di Syusy . L’idea di Velisti per caso vuole essere la dimostrazione pratica che se lo facciamo noi ce la fanno tutti! Non ci siamo mai spacciati per velisti bravi come Soldini e senza soldoni. S. Io sono appassionata di vela. Ho la fortuna di non soffrire il mal di mare così mentre tutti vomitavano lo skipper aveva solo me a disposizione per le manovre. Ho anche partecipato a delle regate e sono riuscita sempre ad arrivare ultima. E la patente? S. Ho tentato di prenderla ma poi non sono andata all’esame. Preferisco farmi portare ma capisco cosa succede a bordo. Una volta io e Patrizio siamo usciti con una deriva… eravamo un pericolo pubblico cercando di scansare le teste dei bagnanti. Cosa non avete ancora visitato? P. L’elenco è infinito, il mondo è piccolissimo, attraversi l’oceano Atlantico in 18 giorni e il Pacifico in 15 ma poi scopri che ci sono tantissimi posti. Una cosa scandalosa è che non abbiamo mai visto il Canada, una delle mete più popolari e semplici. S. Vorremmo fare il giro del mondo sulle rotte del vostro conterraneo, il Pigafetta, un tragitto che si fa a livello dell’equatore in Atlantico, passando lo stretto di Magellando, l’isola di Pasqua, le Filippine.
La cosa più strana che vi è capitata in viaggio? P. Alle Svalbard vicino al Polo Nord dove è morto Amudsen. Le ho visitate in un momento meraviglioso con luce 22 ore su 24. Ho esplorato le caverne di ghiaccio sotterranee. Per risalire dovevamo passare attraverso una sorta di pozzo io non ci passavo ero talmente imbacuccato e stanco che avevo paura di non rivedere più il sole. Prima ci abbiamo riso, poi è subentrata la paura poi la forza della disperazione mi ha trasformato in Tarzan, nello sforzo mi sono “strappato” le braccia… ce l’ho fatta. Come vi siete conosciuti? P. Lavorando entrambi nelle colonie estive della provincia di Bologna io per la parte teatrale e Syusy per quella cinematografica: doveva portare un videoregistratore pesantissimo e io aiutavo a trasportarlo Dove siete stati in viaggio di nozze? P. Nozze molto particolari. Ci siamo messi assieme da adolescenti nel 74, ci siamo sposati nell’81 non abbiamo mai fatto in viaggio di nozze. Il primo, quello famoso in India, prima non ero mai stato su un aereo, mio cugino ci accompagnò a Milano spiegandoci cos’era un check in. Nel tempo libero state a casa? P. Il nostro mestiere è particolare, Giovanni Minoli ridendo ci disse: “Avete l’opportunità di trasformare una passione in un lavoro, ma è anche vero che la passione smette di essere una passione quando acquisisce il significato di lavoro… non esiste il concetto di tempo libero: la nostra giornata lavorativa inizia quando apriamo gli occhi e addormentati non stacchiamo. Sono rarissimi i viaggetti senza una telecamera; alle terme non avevamo la telecamera… S. Io coltivo l’orto! Sono legata alla terra. Dice un antico saggio zen: “Ho girato, ho girato tutto il mondo e alla fine mi sono trovata nel mio orto!” Questa sono due cose molto importanti, il legame alla terra e il viaggio, due cose fondamentali. Se uno pensa che noi giriamo sempre si sbaglia, anzi molto spesso siamo fermi e facciamo una vita per quanto mi riguarda legata alla terra. Viaggiare è anche mangiare: il cibo peggiore e quello migliore? P. Il peggiore la birra artigianale sudafricana! Una brodaglia di 3 gradi servita temperatura ambiente a 20 gradi, nel contesto delle birrerie clandestine dei neri dove organizzavano la loro resistenza nel periodo prima della liberazione di Mandela. Delle persone stupende, ma la birra artigianale per favore no. I migliori sono i sapori mediterranei che anche consumati direttamente sono inarrivabili. E poi i sapori della mia cucina natale, quella mantovana, dai tortelli di zucca al risotto alla mantovano alla salamella. S. Sono tradizionalistala: la cucina della mia mamma; quella bolognese è la cucina migliore per eccellenza, il sapore più buono un rhum che ho assaggiato ai Caraibi, alle Grenadine. La cosa più schifosa: le cavallette caramellate in Thalilandia.
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25 | Intervista
Torna nel vicentino la gara più bella del mondo
Dopo 23 anni, grazie alla Scuderia Palladio, la mitica Mille Miglia, che lo stesso Enzo Ferrari aveva definito “la gara più bella del mondo”, torna a Vicenza. La tappa berica è attesa per il 17 maggio e coinvolgerà 375 concorrenti. Le vetture, partite da Brescia, arriveranno a Montebello alle 19.45, per dirigersi a Montecchio Maggiore (ore 19.55) e a Vicenza (ore 20.15). In Piazza dei Signori saranno presentati gli equipaggi e a seguire la prova a cronometro da Piazzale della Vittoria a Monte Berico fino a Strada della Commenda.
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Fiori d’arancio in smoking A loro si sono interessati Chi, Le Iene, Rai Educational e Fiorello, che si è congratulato con loro via etere.
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Stiamo parlando di Rosario e Fabrizio, la prima coppia gay a sposarsi in Italia. di Roberta Costantini
Dopo cinque mesi dal gran giorno, abbiamo incontrato Rosario, siciliano ma a Montecchio da vent’anni, in un piccolo bar del centro. Davanti a un caffè e a uno spritz, abbiamo portato l’attenzione dietro ai fiori d’arancio, scoprendo il rifiuto di una madre, una camera d’ospedale e una confessione fatta su un camion. Chi ha fatto la proposta? Fabrizio mi aveva chiesto già una volta di sposarlo. Ovviamente avremmo dovuto andare in Spagna dove è possibile farlo ma non mi andava l’idea. Finché non ci fu l’incidente. Incidente? Sì, Fabrizio è stato coinvolto in un incidente e ricoverato. Quando arrivai all’ospedale, sua madre mi bloccò il passaggio. Non voleva che entrassi in camera. Perché? Non ha mai accettato l’omosessualità del figlio. Fortunatamente poi il padre di Fabrizio mi ha fatto entrare, ma le assicuro che mi sono sentito impotente. In fin dei conti secondo la legge io ero nessuno per Fabrizio. Fino al novembre scorso. Già. La prima cosa che ho fatto
una volta entrato in quella camera, è stato chiedergli di sposarmi. Ora sono io che decido chi può entrare o meno. Ma come avete fatto con la legge? Alessandro Zan, assessore alle pratiche civili di Padova, è un nostro amico e ci ha informato della possibilità di essere riconosciuti come compagni e tutelati dalla legge modificando lo stato di famiglia. Ovvero? Io ho spostato la mia residenza da Montecchio Maggiore a Montagnana dove vive Fabrizio. In questo modo sono entrato a fare parte della sua famiglia anagrafica con titolo affettivo. Un bel traguardo, non c’è che dire. Siamo stati i primi in Italia e i media si sono mossi subito. Ho rifiutato un’intervista per Chi mentre Le Iene sono venute il giorno del matrimonio per un servizio. Perché non avete accettato? Volevamo viverlo con discrezione; ma la mia più grande soddisfazione sa qual è stata? Quale? Ricevere i complimenti da Fiorello. Avevo fatto un’intervista
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Montecchio Maggiore
Gambellara
via Milano (SR11), via Europa SP246, via dei Trozi, piazza Guglielmo Marco / Duomo (Controllo Timbro), via Alcide De Gasperi, via Giacomo Matteotti, via Vittorio Lombardi (SP120)
via Torri di Confine, via Ca’ Bandia (SR11)
Montebello
località Dovaro (SR11), strada statale Fracanza (SR11), via Verona, via Generale Vaccari, piazza Italia, via 24 Maggio, località Borgo (SR11), contrada Ca’ Sordis (SR11), località Signolo (SR11)
telefonica per Rai Educational, trasmessa poi in differita dopo la sua trasmissione. Prima di passare la linea, ha detto: “Voglio congratularmi con un mio conterraneo, che si chiama come me. Vai Rosario, sono felice per voi!”. A proposito di Sicilia, come ha vissuto la sua omosessualità in una terra così tradizionalista? Normalmente, bastava essere discreti; sono stato poi fortunato ad avere sempre l’appoggio di mia madre. È stata lei ad accompagnarmi all’altare. Suo padre, invece? Con lui è stato difficile trovare il momento giusto per dirglielo. Ma alla fine l’ho confessato sul camion. Prego? Sì, prima di iniziare ad insegnare, ero un camionista e lo stesso mio padre. Un giorno, mentre guidavo con lui al mio fianco, presi il coraggio per dirglielo. Lui mi zittì. Sapeva già tutto. Mi ha chiesto solo tempo per abituarsi.
Avete ricevuto delle critiche in seguito al matrimonio? Mai. Penso che la gente abbia apprezzato la nostra discrezione. Ha mai avuto problemi sul lavoro ? Mai. Finora ho sempre trovato datori di lavoro ai quali non importava con chi dormissi la sera. In classe, poi, è capitato che alcuni miei alunni mi chiedessero “Ma lei proff, è culattone?”. Sentivano questa parola dai genitori e la ripetevano. Non si rendevano conto che era dispregiativa. Com’è cambiata la vostra vita? Per ora non molto. Lavorando ancora qui a Montecchio, raggiungo Fabrizio a Montagnana nei weekend. Ma abbiamo iniziato a ristrutturare la nostra nuova casa. E ad un figlio, ci avete mai pensato? Sono convinto che un bambino abbia bisogno di una figura materna e paterna per crescere al meglio. Quindi, non sono favorevole; se avesse dieci, dodici anni invece, beh, lì, un pensierino per l’adozione lo farei!
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Ho disegnato una scarpa da campione Mammoni, bamboccioni, sfigati, maniaci del posto fisso, precari a vita… e chi più ne ha più ne metta! Nell’immaginario collettivo questi sono i giovani italiani, o forse questo si vuol far credere per sottacere la mancanza di efficaci politiche a favore delle nuove generazioni, a partire proprio dal lavoro.
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di Manuel Mantoan
I dati d’altronde parlano chiaro: mentre in Italia la disoccupazione giovanile sale al 31,9% (fonte: Istat), circa 2 milioni di giovani sotto i 40 anni emigrano all’estero per cercare miglior fortuna (fonte: ITalents). In questo quadro desolante esistono però anche delle eccezioni. Chiamateli come volete: geni, outsider, mosche bianche, ma di fatto sono solo giovani che con audacia e spirito di sacrificio riescono a realizzare il sogno covato sui banchi di scuola. Uno di questi “self made man” si chiama Vanni Scapin, un 29enne di Villaganzerla che due anni fa ha lasciato il suo impiego come geometra per diventare designer. “Dopo il diploma sognavo di studiare design industriale, ma per non gravare economicamente sulla mia famiglia abbandonai l’idea e iniziai a lavorare. Durante gli anni il pensiero rimase fisso e alla fine mi convinsi che non avrei vissuto di rimpianti: abbandonai tutto quello che avevo costruito in anni di sacrifici e investii i miei risparmi per frequentare la Scuola Italiana Design di Padova”. Iniziava la crisi economica mondiale, ma Vanni era deciso a non tornare sui suoi passi. “Ho capito che era necessario investire il tempo nel modo più proficuo: ho iniziato a cercare concorsi sul web, fino a quando mi sono imbattuto nel “Design a Westgate Competition” per il marchio Emerica, che chiedeva di ideare un nuovo modello di calzatura per la giovane promessa dello skateboard mondiale Brandon Westgate”. In due giorni di frenetico lavoro Vanni riuscì a realizzare cinque modelli, il limite massimo consentito a ciascun concorrente. Passarono diversi mesi fino a quando, un pomeriggio dello scorso settembre, Vanni ricevette
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una telefonata dalla sua ragazza che gli annunciava il “lieto evento”: sulla pagina Facebook di Emerica era stato caricato un video in cui lo skater Westgate in persona annunciava il modello di scarpa scelto e ne ringraziava pubblicamente l’ideatore. “Continuavano ad arrivarmi telefonate ed e-mail, ma per qualche giorno non riuscii bene a capire cosa stava succedendo”. Tornato con i piedi per terra, questa volta calzando la scarpa da lui stesso ideata (nel frattempo realizzata e fattagli recapitare dalla Emerica), il giovane designer di Villaganzerla è pronto ad affrontare con maggiori stimoli un futuro che adesso sembra meno incerto. “Vincere un concorso internazionale significa prima di tutto visibilità; fra l’altro ho saputo che il modello da me realizzato entrerà in commercio il prossimo settembre. Ho ricevuto nuove proposte lavorative, ma per il momento la priorità è frequentare il master presso la Scuola Italiana Design. La vita va vissuta un po’ per volta”.
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La Nobile Provinciale “Dalla curva le cose le vedi in modo diverso”. Non ha dubbi, Demis Rebesan, unico rappresentante dei tifosi più accaniti del Vicenza Calcio all’interno del consiglio direttivo de “La Nobile Provinciale”, un’associazione nata da poco che sta
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tentando di dare una svolta all’assetto societario della squadra. di Lino Zonin
IL SUPER TIFOSO “Siamo stanchi di proprietà distratte e poco appassionate, che pensano solo ai loro interessi e che della squadra, e delle migliaia di tifosi che la seguono, importa poco o niente - precisa Demis Rebesan, leoniceno, ultrà del Vicenza da quand’era praticamente in fasce, animatore della curva e convinto avversario dell’attuale dirigenza della squadra -. Quello che pensiamo di Cassingena e soci lo abbiamo urlato dagli spalti durante le partite e non voglio tornarci sopra. Adesso ci interessa voltare pagina e portare un rappresentante della tifoseria all’interno del consiglio di amministrazione della società per far sentire anche la voce degli appassionati veri che la partita la vedono dalla curva e non dalla tribuna vip o magari solo in televisione”. “La Nobile Provinciale” è una società cooperativa con sede a Vicenza che si è posta l’obiettivo di dare un sostegno concreto al Vicenza Calcio ricorrendo all’azionariato popolare. Il presidente è l’ex giocatore Beppe Lelj, vicepresidenti Francesco Maria Poncato e Massimo Ventura, consiglieri, oltre a Demis Rebesan, Giorgio Carrera (anch’egli valoroso ex calciatore biancorosso), Alessandro Gatto e Francesco Ruocco. UNA TESTA UN VOTO “La nostra proposta – spiega Demis - è semplice. Chi vuole essere dei nostri versa all’atto dell’iscrizione una quota minima di 100 euro. Naturalmente la cifra può essere anche più alta ma il peso del voto all’interno del nostro direttivo non cambia e ogni testa vale per uno, indipendentemente dai soldi portati in dote. Il capitale che riusciremo a mettere insieme lo offriremo in cambio di un posto nel consiglio di amministrazione della squadra. Così uno di noi entrerà finalmente nella stanza dei bottoni e potrà dire la sua in merito alle strategie societarie e sportive”. La stagione agonistica non sta andando molto bene e la squa-
dra rischia seriamente di retrocedere in serie C. Ma questo non sembra spaventare i promotori dell’iniziativa. ”Naturalmente speriamo di salvarci - commenta Demis Rebesan – ma anche se le cose dovessero andare per il peggio non ci fermeremo. Quello lanciato dalla Nobile Provinciale è un progetto di grande respiro che guarda oltre il momento contingente e punta a far rinascere una passione vera e duratura per la nostra squadra del cuore”. LA BENEDIZIONE DI PLATINI Esempi di azionariato popolare sono diffusi da tempo nel panorama del calcio europeo. Ne fanno ricorso due squadre gloriose come il Barcellona e il Real Madrid ma la pratica è consolidata da tempo in Inghilterra e in Germania. Da noi l’esempio più calzante è quello del Modena, già avviato da tempo su questa strada. Michael Platini, da presidente dell’Uefa, ha già dato la sua benedizione affermando: “Mi piace l’idea che i tifosi investano nel proprio club. Loro sono la linfa vitale del calcio professionistico, sono l’identità dei club: proprietari, allenatori e giocatori cambiano, ma i tifosi restano sempre”. E da queste parole nasce l’invito che i promotori dell’iniziativa lanciano dal loro sito internet: “La Nobile Provinciale si rivolge a tutti i vicentini, siano essi tifosi o meno, perché noi tutti intimamente sappiamo che insieme potremo cambiare il modo di pensare e di gestire questo calcio, perché noi tutti vorremmo che la nostra squadra tornasse ad essere la rappresentazione della vicentinità, dell’orgoglio di essere nobilmente provinciali”.
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arzignano Ottima musica in città Chiampo Riapre il mulino Vanzo Montecchio Quel panino in mensa Montecchio Monaldo lo giullare
Una domenica di paura
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n autoparlante, che invitava la popolazione a non uscire di casa per preucazione, ha rovinato la domenica a molti arzignanesi. L’allarme, poi, è rientrato ma la conceria Cadore, in zona industriale, ha continuato a bruciare per parecchi giorni. Nel nostro servizio possiamo rivivere i momenti salienti. Nella prima foto aerea l’incendio è nel pieno, nella seconda i pompieri sono appena arrivati e stanno valutando la situazione; la nuvola di fumo vista da Nogarole, e infine i Vigili del Fuoco spengono gli ultimi focolai.
Brendola Facebook insidia don Gianluca
foto Montagna
foto Mascarello
Montebello L’enigma del Sator
gambellara Perfettissimi capretti foto Pascali foto Meneghini
Quale futuro per la piscina? di alessandra groppo
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rogetto nuova piscina di Arzignano: a che punto siamo? L’assessore ai lavori pubblici Angelo Frigo ci illustra cosa verrà realizzato e quali sono le tempistiche del progetto di riqualificazione dell’area della vecchia piscina. A che punto è il progetto della nuova piscina? Il progetto è in fase di valutazione. Il 4 aprile la commissione di gara ha individuato il soggetto promotore nell’associazione temporanea d’impresa formata da due aziende della nostra zona: il GIS Gestione Impianti Sportivi di Castelfranco Veneto e l’Impresa edile Facchin Srl di Chiampo. Ora l’ufficio tecnico sta valutando la proposta al fine di perfezionare tutti gli aspetti che interessano alla
città. Come sarà la nuova piscina di Arzignano? Non sarà più solo una piscina ma una vera e propria cittadella dello sport. Verranno costruite tre nuove piscine coperte: una omologata dalla Federazione Italiana Nuoto e due più piccole. Verrà poi costruita una piscina all’aperto con giochi d’acqua e idromassaggio. Infine saranno riqualificate e integrate anche le strutture sportive: ci saranno campi da tennis, da calcetto e da beach volley. Quando sarà realizzata? Il progetto sarà presentato a giugno e l’avvio dei lavori di è previsto per l’inizio di settembre.
La vecchia piscina, però, verrà demolita solo quando sarà terminata la costruzione dei nuovi impianti. Il passaggio di gestione lascerà Arzignano senza piscina nel mese di agosto? Come ogni anno la piscina rimarrà chiusa nel mese di agosto per permettere gli ordinari lavori di manutenzione: contiamo di gestire il passaggio di gestione durante questo periodo così da garantire a normale ripresa delle attività a settembre.
Il mistero di via Fanti
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rzignano, via Fanti: una strada perfettamente asfaltata e illuminata che, però, non può essere percorsa perché una rete arancione ne blocca uno degli ingressi. L’arteria si trova in zona residenziale e dovrebbe collegare Via Diaz con via Cadorna. Con l’auto, però, non si passa. E anche Google Steet View si è dovuto fermare a metà della via. Perché via Fanti è chiusa? Perché gli uffici comunali non hanno ancora ricevuto la relazione di fine lavori redatta da un tecnico collaudatore – ci spiega l’assessore all’urbanistica Umberto Zanella -. Quando l’Amministrazione comunale affida a una ditta appaltatrice un piano di lottizzazione l’azienda si prende carico del lavoro di completamento di tutte
le opere necessarie all’area. Una volta completata l’opera un tecnico collaudatore ha il compito di verificare la rispondenza tra il progetto iniziale e i lavori effettivamente compiuti. Con il via libera del tecnico, infine, la zona viene acquisita dal comune aperta al pubblico. Come mai non è ancora arrivata la relazione di fine lavori? So che l’azienda appaltatrice non ha ancora terminato alcuni interventi, per cui non è ancora stato chiamato il tecnico per verificare il progetto. L’amministrazione comunale non può fare nulla? Finché non arriva la relazione del tecnico la zona resta proprietà privata dell’azienda apCorriere Vicentino |
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paltatrice e non possiamo fare nulla per velocizzare i tempi. Quindi non ci resta che aspettare? Esatto. Purtroppo la rete arancione rimarrà all’imbocco di via Fanti finché l’azienda appaltatrice non avrà completato tutte le opere necessarie per la messa in sicurezza e il completamento della via. a.g.
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Musicista senza Frontiere di francesco meneghini
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l giorno d’oggi, cambiando i canali alla radio o alla tv, raramente capita di poter ascoltare della musica classica, ormai considerata troppo noiosa o sofisticata per le nostre orecchie abituate fin dall’infanzia a tormentoni pop estivi e jingle pubblicitari. Eppure sono ancora in molti ad innamorarsi di questa arte e a portare avanti il testimone della tradizione musicale italiana apprezzata in tutto il mondo. Un esempio su tutti è Pier Damiano Peretti, nato a Tezze d’Arzignano nel 1974, che nella sua intensa carriera di organista e compositore si è esibito tutto il mondo arrivando a diventare professore presso la prestigiosa Università di Musica e Arti Drammatiche di Vienna. Come è nata la passione per la musica? I buoni esempi. Sono ricordi, ovviamente, legati all’infanzia e alla mia terra: l’organista del paese, la coralità, anche in famiglia, il carisma di Bepi De Marzi, lo zio prete-organista… Quindi ha scelto di suonare proprio l’organo… Quando si nasce in un paese di duemila anime, dove tutto o quasi ruota intorno alla parrocchia, l’organo è il
primo strumento musicale con il quale si viene a contatto. Da bambino ero affascinato dal ruolo “drammaturgico” ricoperto dall’organo nella liturgia cattolica. Fui quindi attratto dallo strumento dalle sue qualità evocative, diciamo pure “mistiche”. Quando ha deciso di spostarsi all’estero? Molto presto mi resi conto che per un musicista le frontiere – geografiche, culturali o linguistiche - non possono esistere. Dopo i primi corsi di perfezionamento ed il diploma di Conservatorio, nel 1995 decisi di proseguire gli studi frequentando l’Università per la Musica di Vienna, dove nel 2009
sono succeduto al mio maestro, il grande Michael Radulescu; oggi i miei allievi vengono un po’ da tutt’Europa oltre che dall’estremo Oriente. Pensa che in Italia, terra di grandi compositori, la musica classica sia sufficientemente stimolata? Oggi meno che mai. La scuola, i media e le istituzioni ancora negano a intere fasce di popolazione un approccio quotidiano alla cosiddetta musica “classica” (non parliamo di quella contemporanea!), istigando la falsa percezione che si tratti di discipline elitarie. Inoltre, in Italia da decenni si è innescato un meccanismo secondo il quale la musica deve ridursi a mero intrattenimento pseudotelevisivo, in cui ciò che conta è “l’indice di gradimento”. Ma non mancano i giovani musicisti pronti a nuotare controcorrente. Pensa che la sua italianità abbia influito nella sua carriera musicale? La creatività italiana è un marchio apprezzato all’estero, e in un mestiere come il mio il retroterra culturale riveste un ruolo essenziale. Ma soprattutto in Germania del Nord, dove dal 2002 al 2009 ho insegnato e vissuto, mi sono scontrato con il cliché dell’italiano “fannullone” o, peggio, “potenziale mafioso”, dovendo quindi dimostrare di non esserlo. Alla luce di tali esperienze il tema dell’immigrazione è per me, che lo vivo dall’altra parte, un nervo scoperto: mai prestare il fianco ai pregiudizi sullo straniero!
Arzignano spegne le luci
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l Comune di Arzignano ha pianificato una serie di interventi funzionali a combattere il fenomeno dell’inquinamento luminoso. La giunta comunale ha disciplinato la limitazione del periodo di accensione di alcuni impianti pubblici. A partire dal primo maggio, infatti, nelle facciate delle chiese delle frazioni, nei parchi gioco e nei parchi al di fuori Corriere Vicentino |
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dal centro storico l’orario di illuminazione verrà ridotto: durante il periodo invernale le luci rimarranno accese dal tramonto alle ore 23.00 mentre, durante il periodo estivo, l’illuminazione funzionerà fino all’una. “Il provvedimento è sperimentale spiega il sindaco Giorgio Gentilin - e, trascorsi sei mesi di prova, faremo eventuali aggiustamenti”.
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Guerrilla gardening di Stefano Scotti
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ato in America negli anni 70, il Guerrilla Gardening è sbarcato anche ad Arzignano con una prima azione il 31 marzo. Lo scopo è quello di rimodellare e abbellire con piante e fiori le zone dimesse della città. Si individua un pezzo di terra abbandonato, magari in un’area cittadina che avrebbe bisogno di un po’ di verde. Ci si arma di pale e badili e si parte con l’azione. Ad Arzignano una trentina di cittadini, organizzatisi tramite Facebook e armati di zappe e di fiori, hanno ripulito e reso più belle le aiuole di piazza Campo Marzio. Incontriamo i guerriglieri, rigorosamente anonimi, con le mani ancora sporche di terra e la soddisfazione per avere piantato un centinaio di
piantine in ben dieci aiuole cittadine. Perché lo fate? La nostra guerrilla gardening si oppone attivamente al degrado urbano, agendo contro l’incuria verso le aree verdi. Alla base di ogni guerrilla c’è la volontà di ognuno di sporcarsi le mani e trasformare un angolo di degrado in uno spazio colorato e pieno di vita. L’aiuola che nasce non appartiene ai “guerriglieri” ma alla città
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intera. Che rezione hanno avuto i passanti? I cittadini vi hanno supportato, aiutato, guardato con sospetto? Molti dei cittadini che passavano credevano che fossimo lavoratori inviati dal Comune… quando abbiamo spiegato che eravamo semplici cittadini come loro si sono sorpresi e hanno elogiato l’iniziativa. Qualcuno ha detto che i guerriglieri del verde fanno di notte quello che le amministrazioni comunali dovrebbero fare di giorno…ed è verissimo.
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Lo spirito della MONTAGNA di enrico corato
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mare la montagna significa viverla, esplorarla, respirare a pieni polmoni i valori che ci sa insegnare ed imparare a preservarla. Ed è proprio questo lo spirito che anima le numerose sezioni del Club Alpino Italiano sparse in tutta Italia, nate per condividere e trasmettere questa passione. A pochi passi dal traguardo
dei 75 anni dalla fondazione (nel 2015, ndr), il CAI di Arzignano ha da poco rinnovato il consiglio direttivo della sezione, vedendo confermato Celeste Groppo come presidente per il secondo mandato. Presidente, da quanto tempo è nel CAI? Sono tesserato dal 1979. Da allora l’impegno è cresciuto, all’epoca tra famiglia e lavoro avevo meno tempo. Adesso che ho la fortuna di essere in pensione posso dedicare più tempo alla montagna.
Cosa significa essere presidente di una sezione CAI come quella di Arzignano? I nostri iscritti del 2011 sono 719, una sezione medio-piccola che però ha ricevuto più consensi in tutto il Veneto e Friuli Venezia-Giulia con ben 152 nuove tessere. Essere presidente richiede tanto tempo e responsabilità, ma se alle spalle ci sono validi collaboratori, diventa certamente meno oneroso. Oltre agli impegni da presidente ho anche le attività da accompagnatore che mi danno molte soddisfazioni. Che compiti ha un accompagnatore? L’accompagnatore di escursionismo deve portare la gente in percorsi sicuri, senza correre rischi inutili. Nella nostra sezione siamo 5 accompagnatori titolati, che cioè hanno ottenuto un titolo nel CAI dopo una preparazione lunga e difficile. “Anche quest’anno abbiamo una vasta programmazione escursionistica e alpinistica estiva” – spiega Enrico Pegoraro, nuovo e giovane vicepresidente della sezione – “da uscite semplici a gite di un paio di giorni, più impegnative dal punto di vista fisico e tecnico”. “In particolare da quest’anno cerchiamo di dare vigore all’alpinismo giovanile, che coinvolge i ragazzi da 8 a 16 anni. Grazie alla vivacità delle nuove leve abbiamo messo in piedi un bel programma, nella speranza di coinvolgere più ragazzi possibile in attività sane e all’aria aperta”.
In viaggio con A rianna L’oldwest in un sorsoalsaloon Probabilmente Dodge City resta ancora un posto lontano, raggiunta da pochi curiosi stranieri è persa in un territorio sconfinato. Giù dalle Rockies il Kansas è piatto e senza fine, posto giusto per le mitiche mandrie di “longhorn”. Ai tempi d’oro c’erano 60 milioni di capi a perdita d’occhio, e se adesso che sono forse 2 o 3 milioni si vedono dappertutto, si può solo tentare di immaginare lo scenario. Tra pistoleri e saloon E la fantasia corre ai pistoleri famosi, e ai saloon… caricavano mandrie sul treno e poi via a festeggiare! Sbornie da film e scorrazzate sul confine di un mondo mitico che alla fine, se lo trovi, sta proprio nei saloon superstiti. A Deadwood, sulle orme di Calamity Jane e di Wild Bill Hickok, al saloon dove Bill fu freddato, il famoso N 10, un Dakota ben lontano dalle montagne rosse della Monument Valley o di Bryce Canyon. Lì saloon storici non ce ne sono e le formazioni rocciose fanno da protagoniste, eppure sembra che il filo storico abbia portato i personaggi celebri a conoscersi e a frequentare le stesse città di un West che è dappertutto, non solo in Arizona. E mi viene in mente un altro saloon incredibile, un balzo nel tempo, in Montana, quel “Jersey Lilly” saloon con la sagoma grande di John Wayne che qualche volta pare si animi ancora, come ai vecchi tempi, quando anche qui, caricato il bestiame e incassata la paga, tutti facevano festa! In viaggio sull’interstate Quest’America fatta di grandi spazi, di villaggi sperduti, di “interstate” infinite e quattro chiacchiere con personaggi di un’altra realtà è accessibile più di quanto si possa pensare, basta prendere un’auto a noleggio e scorrere miglia e miglia di paesaggi dai colori indimenticabili, nuovi incontri, gente impensabile per portare a casa ricordi, esperienze di cui parlare sempre con gli amici di avventura. Partiamo? Riparliamone…
Arianna Carradore- Consulente di viaggio via Rizzetti, n.2 Arzignano - tel. 349 6355528 arianna.carradore@gmail.com
A r z i g nan o
Ottima musica in città
Tre racconti di buona musica arzignanese
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F
are musica vuol dire anche fare del bene. Questo gruppo però ha qualcosa in più, perché oltre a fare del bene alle orecchie di chi li ascolta aiuta anche chi davvero ha bisogno. I “Direzione X” hanno scelto di donare una parte del ricavato dalla vendita del proprio EP (album, ndr), alla Fondazione per la Ricerca sula fibrosi Cistica. Chiediamo ad Alessandro Peretto, voce e chitarra, il perché di questa scelta sociale. “De André diceva “I problemi degli altri sono problemi a metà”. Non conoscevamo l’entità della fibrosi cistica finché non abbiamo incontrato delle persone affette da questa devastante malattia. Così, nel nostro piccolo, abbiamo scelto di essere parte attiva nell’aiuto alla ricerca medica”. Cosa significa Direzione X? Il nome riflette la nostra vita. Noi siamo un gruppo musicale e la nostra direzione è la musica, ma nella vita di ognuno è impossibile definire una direzione certa, un punto di arrivo sicuro. Dove si può ascoltarvi? Il prossimo concerto sarà il nove maggio al Rigallo Café di Castelgomberto. Per restare aggiornati sui nostri live basta visitare il nostro sito direzionex.it e il nostro profilo Facebook.
foto di Alberto Saltini
e chiudete gli occhi ascoltando un brano musicale non potrete fare a meno di visualizzare nella mente le immagini, i colori e i ricordi che la musica è capace di infondere. È proprio questo concetto di musica che ha permesso al chitarrista arzignanese Maurizio Mecenero di comporre Upward, il suo primo lavoro assieme alla formazione Mecequartet. Assieme al cd, composto da 8 freschissime tracce di fusion melodica si trova un booklet contenente quadri dell’artista Debora Bevilacqua e brevi versi dedicati ad ogni canzone. Perché unire arte visiva e musica? Componendo mi sono reso conto che ogni pezzo rappresentava per me un ricordo o un sentimento particolare, quindi ho deciso di condividere queste emozioni con chiunque voglia ascoltare il disco. Quindi pittura e poesia sono parte integrante di ogni pezzo? Assolutamente. Probabilmente ho impiegato più tempo per decidere i titoli che per arrangiare i pezzi. Poi c’è stata subito una sinergia con Debora: è riuscita a interpretare perfettamente il senso delle canzoni. Ci sono già altri lavori in cantiere? Sono un compositore compulsivo, quindi avrei materiale per almeno altri tre dischi! Ho già qualche idea per la mente ma per ora mi fermo e aspetto l’ispirazione!
Corriere Vicentino |
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di francesco meneghini e federico gobetti
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edere il proprio video su Rock TV è un sogno per tanti gruppi della piccola provincia vicentina. Qualcuno, dopo tante fatiche, l’ha realizzato. I SilenTide, (Michele Odelli, Severo Cardone, Paolo Campi, Andrea Gallo) band rock di Arzignano, a un anno di distanza dall’uscita del loro primo album “Unsound” cominciano a farsi conoscere sul piccolo schermo. Cosa si prova a vedersi in televisione? Siamo artisti, e come tutti gli artisti siamo egocentrici e vanitosi... (ridono,ndr). Scherzi a parte, siamo molto orgogliosi di questo risultato. Stare in tv è come essere sul palco: hai gli occhi puntati addosso e sei al centro dell’attenzione. È fantastico. È stata dura arrivare fin qui? La salita è appena cominciata! SilenTide, nome enigmatico... Significa marea silenziosa. Questo nome per noi rappresenta una metafora della musica, che come la marea arriva sempre puntuale silenziosa e inarrestabile nelle nostre vite. Dove si trova la vostra musica? Il nostro disco è su tutti i principalinegozi online (iTunes, Amazon, ecc.) e su ordinazione in tutti i negozi di dischi. Ci trovate su Facebook (SilenTide Official), Twitter, YouTube (SilenTide TV) e Myspace.
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L’arzignanese in nazionale di alessandra groppo
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a iniziato a giocare con la palla ovale 4 anni fa e da allora non si è più fermato. Andrea Biasolo è un quindicenne arzignanese come tanti altri che trascorre le sue giornate tra sport, scuola e amici. A differenza di tanti suoi coetanei, però, Andrea non ama il calcio ma il rugby e gioca nella squadra nazionale under 16. Come è nata la passione per il rugby? Ho iniziato a giocare qui ad Arzignano quattro anni fa: avevo undici anni e ho provato ad allenarmi con gli adulti.
Mi sono fatto subito notare e, nel giro di un mese, ho iniziato nel Vicenza. Una carriera fulminea. Diciamo che ho sempre sfruttato bene le mie possibilità… Nella prima partita, ad esempio, la mia squadra ha perso, ma le mete le ho segnate tutte io. Quando sono arrivate le convocazioni per la Nazionale? Durante le partite sono stato notato da Arturo Bergamasco, volto storico del rugby italiano, ed ho iniziato le selezioni per la sezione del Triveneto della squadra azzurra. Da due anni gioco nella nazionale under 16.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Il mio sogno è entrare all’accademia del rugby di Mogliano. L’accademia è una full immersion quotidiana nello sport: la mattina si studia e i pomeriggi sono dedicati agli allenamenti. Ora, invece, quanto ti alleni? Molto! Faccio quattro allenamenti a settimana più la partita. Hai fatto qualche rinuncia per la tua vita in campo? Certo: le mie uscite del sabato sera sono molto limitate e trascorro le vacanze in ritiro con la squadra. Ti resta poco tempo per la vita fuori dallo stadio… È vero, ma mi alleno con gioia e con passione. E continuo a sognare la maglia della prima squadra nazionale.
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s an p i e t r o m u s s o l i n o
Psicologa ad amburgo di davide dalla barba
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rimo caso di fuga di cervelli a San Pietro Mussolino. Si tratta di Francesca Xompero, 25 anni e una laurea in psicologia conseguita all’Università di Padova con voto di 110 e lode. Francesca, come tanti suoi coetanei, ha preferito trasferirsi all’estero anziché cercare lavoro in Italia. Sta facendo uno stage nel gruppo Experimentelle Neuropediatrics del Centro di neurobiologia molecolare di Amburgo, in Germania. 18 anni spesi tra i banchi di scuole e università italiane e poi la Germania. Cosa ti ha spinto a farlo? Una mia amica tedesca mi ha segnalato la possibilità di fare un tirocinio presso il gruppo di ricerca all’ospedale di Amburgo. Lavorare all’estero è
un’esperienza che ho sempre sognato di fare. Poi con tutte le difficoltà che abbiamo noi psicologi neolaureati in Italia… è stato facile trovare la motivazione per andare. Di cosa ti occupi al centro di ricerca? Facciamo esperimenti sui topi per trovare un modo di prevenire e curare le forme di epilessia che colpiscono i neonati, attraverso la comprensione della genesi dei meccanismi epilettogenici. Ti trovi bene in Germania? Non ti manca San Pietro? Per ora mi piace la vita lì, le persone sono gentili, rispettose, mi aiutano. Certo mi mancano i miei amici di casa, la famiglia, la vita universitaria. Amburgo è una città, perciò una realtà completamente diversa da San Pietro Mussolino: è grande, verde, attiva culturalmente, ha un sacco di
quartieri e divertimenti. Tornerai a casa? Per il momento sono felicissima di quello che sto facendo qui. Non so dove mi porterà il futuro, quindi questa risposta la salto a piè pari.
a lt i s s i m o
Giochiamo con la lana di alessandra groppo
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arà una giornata dedicata ai bambini, alle famiglie e… alle pecore! Domenica 27 maggio l’agriturismo Ai Pini di Altissimo ospiterà “Filiamoci”, una giornata dedicata alla scoperta del ciclo della lana. “Un filo di lana accompagnerà i bambini alla conoscenza delle antiche tradizioni legate alla pecora” spiega Vanessa Dalla Valle, addestratrice di cani da pastore tra le organizzatrici della giornata. Come si svolgerà il programma? I bambini saranno coinvolti in numerose attività e impareranno il lavoro con le pecore. I piccoli avranno l’occasione di osservare le pecore al pascolo con i cani da pastore, di
foto di Matteo Castagna
ammirare il lavoro della tosatura e di stupirsi osservando la lavorazione della lana. Si divertiranno molto! Giocheranno con la lana e una psicologa, attraverso giochi di gruppo e di ruolo, li aiuterà a comprendere la figura della pecora e l’importanza del gruppo. Corriere Vicentino |
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Come è nata l’idea di questa giornata? Questo è il primo di una serie di appuntamenti che vorremmo realizzare per riscoprire i mestieri di una volta. La nostra idea è far conoscere anche ai bambini alcune arti antiche che oggi sembrano sparite, quali la lavorazione della lana, la raccolta e la conservazione delle erbe dei nostri boschi e l’intreccio dei cestini.
Chiampo
L’assistenza arriva a casa di ALESSANDRA GROPPO
C
oordinare le risorse presenti nel territorio per aiutare il territorio stesso: grazie al contributo dell’Inps il Centro Servizi Assistenziali Sant’Antonio di Chiampo è il primo centro servizi della provincia a offrire assistenza, aiuto e conforto agli anziani che rimangono nelle proprie abitazioni. Come è nato il progetto dell’assistenza domiciliare? L’esperienza dei servizi domiciliari è iniziata nel 2001 - ci spiega il direttore Michele Testa - ma oggi, grazie al bando di concorso dell’Inps “Home Care Premium 2011” destinato a finanziare progetti innovativi di assistenza domiciliare a favore di alcune categorie dipensionati e dei loro familiari di primo grado, abbiamo allargato l’offerta dei servizi. Nello specifico di cosa stiamo par-
lando? Offriamo assistenza domiciliare e sanitaria, attività di riabilitazione (con logopedisti, fisioterapisti e psicologi), attività di tipo infermieristico, taxi sanitario, pasti a domicilio, assistenza sociale, coordinamento del badantato e gestione della prossimità e del vicinato. Quali sono le novità? Il badantato e la gestione del vicinato: offriamo agli anziani una rete di risorse comprendenti badanti oppure vicini di casa in grado di supportare, aiutare e assistere la persona. E per creare queste figure professionali è appena partito il primo corso per la formazione di assistenti familiari. Sono 18 ore di lezioni teoriche e 12 di lezioni pratiche, alla fine delle quali i partecipanti avranno un attestato che permette l’inserimento nell’Albo Assistenti Familiari.
C’era bisogno di questi nuovi servizi? Certo! Sempre più anziani hanno bisogno di assistenza e il soggiorno in struttura è costoso e impegnativo. Offrire figure professionali sul territorio significa contenere i costi e, dato il momento delicato che stiamo vivendo, creare nuovi posti di lavoro. Per questo primo corso abbiamo avuto un boom di iscrizioni già nella prima settimana.
It’s time to english! H i guys! Even if you are interested in improving your english come to the “English Hour”! Nato su Facebook dall’idea di due amiche, Chiara Xompero ed Elisa Fracca, il gruppo English Hour è l’occasione giusta per esercitarsi con l’inglese tra una chiacchiera con gli amici ed un sorso di tè. “Questo gruppo è nato per migliorare il nostro inglese – ci spiega Chiara –. Dopo aver contattato alcune amiche madrelingua inglese abbiamo creato una pagina Facebook che, al momento,
conta circa 50 iscritti. Sono una decina gli amici costantemente presenti negli incontri del giovedì sera”. Come si svolgono gli incontri? È una semplice chiacchierata tra amici in cui vige una sola
regola: si parla solo ed esclusivamente in inglese! A chi è rivolto l’English Hour? Penso che il gruppo sia utile a tutte le persone che vogliono imparare l’inglese o a tutti quelli che hanno bisogno di un ripasso per la scuola o per il lavoro. Come ci si iscrive al gruppo? Semplicemente invito tutti gli interessati a visitare la nostra pagina Facebook e a prendere visione dei prossimi appuntamenti. We are waiting for you, guys! a.g.
Chiampo
Riapre il mulino vanzo I bambini ne rimarranno stupiti, mentre i ricordi degli adulti torneranno a quegli anni in cui Giuseppe Vanzo macinava il grano in via Giuseppe Pino. Oggi lo storico mulino dell’800 torna a risplendere grazie alla volontà del figlio di Giuseppe, Alessandro Vanzo. Pochi, in realtà, conoscono il mulino Vanzo… È vero ed è un peccato. Circa vent’anni fa il mulino ha smesso di funzionare e la zona, anche se adiacente a piazza Zanella, è stata dimenticata. Grazie all’interessamento dell’amministrazione
comunale, però, questo borgo ora sarà ripristinato e nel mulino si riprenderà la macinazione del grano. Quali sono i progetti? Innanzitutto la pulizia della roggia da parte di Acque del Chiampo. Il passo successivo, poi, sarà quello di ripristinare una ruota di 3,80 metri di diametro, così il mulino riprenderà a funzionare: inizierò con la macinatura del grano e aprirò anche un caffè. Il comune di Chiampo, infine, ha previsto la
pavimentazione in ciottolato di tutta l’area. Sono molte le cose da fare! Questa zona tornerà a essere quel borghetto che molti adulti ricordano. Grazie alla collaborazione con i ragazzi del CFP Fontana, che oggi stanno sistemando la vecchia turbina, vorrei anche costruire un percorso culturale che mostri ai bambini il funzionamento della ruota e il lavoro di macinazione. Quando potremmo vedere il progetto finito? Probabilmente bar e mulino saranno funzionanti a partire da agosto. Un tuffo nella Chiampo degli anni ’50, insomma. Certo! Personalmente non vedo l’ora di tornare bambino, di sentire il rumore dell’acqua, di vedere la ruota che gira e di sentire il profumo della farina.... a.g.
montecchio
Quel panino in mensa di roberta costantini
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el 2010 il Comune di Montecchio Maggiore è balzato alle cronache per lo scandalo dei nove bambini lasciati a pane e acqua. Una decisione presa per combattere contro le famiglie morose e un buco finanziario che nel 2010 era di 150 mila euro. A distanza di due anni, siamo tornati sul luogo dei fatti cercando di scoprire se il pugno di ferro, al di là delle critiche, è servito poi a qualcosa. “Sono felice di queste domande – risponde l’assessore al bilancio, Loris Crocco -, perché si potrà fare una volta per tutte luce sulla vicenda”. In che senso? “Al tempo sono stati riportati male i fatti. Innanzitutto ai bambini abbiamo dato un panino e non pane e acqua. E poi la nostra non è stata
un’azione contro il mancato pagamento ma contro la mancata iscrizione dei bambini al servizio. Qual è la differenza? L’iscrizione è gratuita e serve per coordinare al meglio il servizio mensa, segnalando, per esempio, eventuali intolleranze alimentari o altre esigenze. Il nostro intento era quello di responsabilizzare i genitori ad occuparsi di un servizio per il loro figli. E ci siete riusciti? Sì, abbiamo trovato una soluzione grazie anche
al nuovo sistema mensa. Cioè? È un sistema prepagato in cui i genitori devono versare in anticipo una quota dalla quale poi saranno scalati i pasti effettivamente consumati dai figli. E il buco da 150 mila euro? Il buco era di 188 mila euro e finora abbiamo recuperato 108 mila euro. Per la parte mancante, passeremo presto la faccenda a Equitalia e qui i tempi non sono sicuri, prima di avere i soldi possono passare anche cinque anni. Cos’è successo: Giugno 2009: l’Amministrazione scopre un ammanco di 150 mila euro nella gestione mensa scolastica; 10 marzo 2010: le famiglie morose sono 52 e vengono avvisate di provvedere a regolarizzarsi. 22 marzo 2010: mancano ancora 9 bambini e aloro viene servito il panino. Si scatena la bagarre.
Vi racconto sant’urbano di alessandra groppo
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tudente, ma anche un po’ scrittore: così si descrive Michele Santuliana, ventiquattrenne di Montecchio Maggiore che ha trasformato in un libro, “Il paese silenzioso”, racconti e personaggi di Sant’Urbano. “Il libro nasce dalla mia sfrenata curiosità e dalla passione per e storie che mi hanno sempre raccontato gli anziani. È un romanzo corale in cui il narratore racconta Sant’Urbano dalla fine ‘800 agli inizi degli anni sessanta. Come è nato il libro? È nato per caso, mettendo insieme i racconti che popolano i miei ricordi.
Com’è la Sant’Urbano raccontata? È una frazione silenziosa e contadina, ricca di gente genuina e di bizzarri racconti. È la Sant’Urbano dei racconti da bar, ma anche dei documenti ufficiali di comune, biblioteca e parrocchia. Ci sveli un episodio divertente? Si racconta che quando venne costruito il nuovo cimitero nessuno moriva in paese per cui il parroco fu co-
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stretto a prendere il morto di un’altra parrocchia per avere la prima tomba… Come è nata la tua passione per la scrittura? Studio lettere antiche e adoro moltissimo leggere. Amo soprattutto gli autori veneti Luigi Meneghello e Mario Rigoni Stern: da loro ho imparato la struttura e la lingua dialettale per il mio romanzo. Cosa vuoi fare da grande? L’insegnante! E lo scrittore: di storie da raccontare ne ho tante!
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Monaldo lo giullare di silvia maculan
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el libro “I giullari in Francia nel Medio Evo”si legge una definizione di questa figura come di “...un essere multiplo: è un musico, un poeta, un attore, un saltimbanco…”. Esistenti dai tempi degli egizi, poi si sono via via allontanati dalle cronache e dai racconti e oggi, nella nostra modernità, esistono ancora? Forse sì, alcuni si limitano ad essere comici satirici, altri sono semplici attori… qualcuno poi cerca proprio di farli rivivere. Come Marco Repele, classe 1976, oggi disegnatore progettista, ma che fino a qualche tempo fa era un giullare a tutti gli effetti. La sua passione è nata nel 2000, dopo essere entrato a far parte del gruppo storico culturale Giulietta e Romeo di Montecchio, e la sua curiosità l’ha poi spinto a fare ricerche sul personaggio del 1480 così da perfezionarlo e riviverlo. “Ho fatto il giullare - ci racconta - per molto tempo e ho ripreso il lavoro di recente. Lavoravo per manifestazioni in tutta Italia, venivo chiamato da gruppi di rievocazione, pro loco, associazioni, sagre, feste medioevali... Forse un giorno tornerò a fare il giul-
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lare ancora...”. Come mai hai deciso di mollare tutto e dedicarti completamente a questo? Non ho scelto io, ma la vita. Portavo avanti questa passione parallelamente al lavoro di ufficio, che però mi dava pochi stimoli e risultati. Allora mi sono detto: non voglio spendere il tempo dietro una scrivania, ma provare ad essere imprenditore di me stesso. Hai dovuto imparare molte cose? Sì, molte forme di spettacolo: dalla giocoleria, alla magia, all’escapologia, al fachirismo, all’illusionismo. Tu ti chiami Monaldo Istrio Lo giullaro, cosa significa il tuo nome? Monaldo, soprannominato Atanasio, era un giullare vissuto nel 1550 a Urbino e aveva scritto sette diari dove annotava la sua vita: dai conti economici ai fatti avvenuti nelle corti. Istrio da istrione, colui che nel passato era
Gettiamoli nella plastica!
al 1 maggio 2012 piatti e bicchieri in plastica “usa e getta’’ andranno nella plastica e non più nel “secco indifferenziato”, dove invece continueranno ad essere buttate posate e cucchiaini-bastoncini del caffè. Agno Chiampo Ambiente ha infatti ricevuto il via libera dal Consorzio nazionale Corepla per cambiare sistema di raccolta perché ora, dalla plastica, si è in grado di selezionare e recuperare anche tale materiale. Piatti e bicchieri si possono inoltre buttare sporchi o unti, purché non ci siano scarti di cibo nella sezione “plastica”.
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l’attore. Lo giullaro deriva da una cantilena e sta per “atteggiamento del giullare”. Quali altre passioni hai nella vita? La montaga, trekking, ferrate, ciaspolate, sci d’alpinismo... La montagna è per me uno stile di vita. Fatica, ma anche raggiungimento della vetta e degli obiettivi, nuove amicizie nel viaggio e conforto. Come in ogni spettacolo. Cosa fai nel tempo libero? Lo dedico in gran parte alle prove degli spettacoli, alla scrittura di nuovi testi, alla manutenzione e creazione di accessori. C’è sempre da imparare. Ora con l’aiuto delle sarte Mirella Ghiotto e Barbara Sgolmin che curano e creano i miei vestiti, sto ricamando un vessillo con il mio stemma”. Il ricordo più bello come giullare? I sorrisi sinceri e i fragorosi applausi, mentre cerco di donare un momento di spensieratezza ed allegria.
Campo da calcio Sant’Antonio
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razie ad una convenzione sarà l’Associazione Calcistica San Vitale 1995 ad occuparsi della gestione del campo da calcio Sant’Antonio di via Pieve e dei lavori di ampliamento degli spogliatoi per ricavarne la sede mancante ormai da tre anni. Il progetto prevede al piano terra nuovi servizi per il pubblico, un locale spogliatoio e docce per gli atleti e al primo piano una sala riunioni, un magazzino con altri servizi e un ripostiglio. I servizi al pubblico del piano terra renderanno il campo omologato ad ospitare partite ufficiali.
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brendola
Facebook insidia don Gianluca di simone bedin
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hi mi insulta in bacheca è un maiale ateo e andrà all’inferno; Dio non perdona la feccia atea”. È una delle frasi meno pesanti tra quelle che compaiono in un gruppo di Facebook. Parole ingiuriose che purtroppo hanno coinvolto don Gianluca Padoan, 29 anni, ex diacono della parrocchia di Brendola, ora parroco di Valdagno. Don Gianluca, a inizio marzo, subito dopo la morte del giornalista Germano Mosconi, ha visto delle immagini che lo ritraevano nel gruppo “Dio continua così, prima Mosconi poi tutti gli infedeli”. Un gruppo di cui non conosceva l’esistenza e si è accorto che chi ha creato la pagina ha utilizza proprio la sua identità scrivendo: “Mi chiamo Marco e sono un prete, Dio è tutto per me, dopo la morte di mia sorella Lucia ho sofferto molto trovando la forza in Gesù, ora io invoco la sua forza per eliminare voi infedeli...”. Tutte bugie: non solo la pagina non è di don Gianluca, ma lui non ha nemmeno mai avuto una sorella di nome Lucia. A scoprire la triste faccenda è stato un animatore della parrocchia. “La prima reazione è stata di sorpre-
Protezione 20 anni
sa – spiega don Gianluca -; ho cercato di capire come mai sia stata usata proprio una mia foto e se per caso ci conoscessimo. Poi, leggendo i vari messaggi, non ho potuto non soffrirne: anche se non c’entro niente e se questa persona si presenta con una storia che non è la mia, vedere i vari insulti verso di me non mi hanno lasciato indifferente”. Dopo aver condiviso il triste episodio con altri preti, ha informato il Vicario Generale che non ha ritenuto il fatto rilevante. Chi conosce il parroco sa bene non può esser stato lui, perciò nessun sospetto. “Per la mia esperienza di accompagnatore di persone in difficoltà - continua il parroco - credo che questa persona sia molto sofferente e a disagio. Ho provato compassione e spero riesca a sfogarsi e a parlare con qualcuno che lo aiuti piuttosto che pubblicare i suoi pensieri in questo modo”. La pagina non è ancora stata rimossa nonostante le numerose segnalazioni, ma don Gianluca si augura che questa sua testimonianza serva a rendere le persone più attente e responsabili nell’uso dei mezzi informatici e nel condividere informazioni e fotografie personali.
Anch e se no c’entr n o, mi ha fa tto soffri re qu è acca anto duto
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ivisa gialla fluorescente, berretto con stemma triangolare e tricolore, scarponi, fischietto, paletta e l’immancabile walkie-talkie. Questa è la Protezione civile di Brendola che il 27 maggio festeggerà i 20 anni di attività. Dall’alluvione in Piemonte, al terremoto in Abruzzo, all’alluvione di Vicenza sono solo gli interventi più impegnativi. E poi, la sistemazione della chiesetta di via Revese, i lavori di spala neve, il supporto nelle camminate notturne e nelle manifestazioni.
ature
i e le loro attrezz
Alcuni volontar
“Siamo nati – ci spiega il vice presidente Roberto Beltrame - sotto l’egida dell’ANA nel ‘92 da Italo Binato e un gruppo di volontari. Nel ‘96 siamo diventati autonomi con il nome di “Orsa Maggiore”: una famiglia di circa 20 volontari”. Qual è il vostro scopo? La salvaguardia del territorio attraverso il monitoraggio. Ad esempio dobbiamo accertarci che i sentieri del paese siano puliti da rifiuti o rami, controllare fiumi, laghetti, strade.... Il vostro orgoglio più grande? L’averci acquistato i mezzi e le attrezzature senza chiedere soldi ad altri. Tutto con le nostre forze e il 27 maggio siamo pronti ad accogliere nuovi volontari.
montebello
L’enigma del Sator di federico gobetti
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ontebello è un paese piccolo, ma ricco di storia e di misteri. Passeggiando per le vie e le corti, è possibile scoprire che una semplice pietra può celare una grande storia dietro di sé. Come il “quadrato del Sator”, custodito da Tino Crosara. Quadrato del Sator. Un nome strano. Di cosa si tratta? Questa è una delle tante pietre con rilevanza storica che ho recuperato negli anni. L’ho trovata in via Trento, tra le macerie di una casa in demolizione. È un piccolo masso di marmo in cui sono incise in basso rilievo le parole latine “Rotas, Opera, Tenet, Arepo, Sator”. Cinque lemmi che disposte su una matrice quadrata (foto) sono palindrome, ovvero possono essere lette in tutte le direzioni. Inoltre
al centro del quadrato la parola “Tenet” forma una croce. Una specie di gioco enigmistico. Qual è il significato? È difficile da stabilire con certezza. La traduzione letterale è “Il seminatore, col suo carro, tiene con cura le ruote”, dove il “seminatore” si pensa possa essere un riferimento al Vangelo. Una teoria è che questa frase fosse una sorta di parola d’ordine dei primi cristiani che si incontravano nelle catacombe. Ma il mistero è più fitto. Perché? Anagrammando le 25 lettere, e tenendo come centro di una frase incrociata la lettera “N”, compare la parola “paternoster” disposta a croce. Avanzano due “A” e due “O” che, messe agli estremi di questa croce, possono rappresentare l’alfa e l’omega, il principio e la fine. A quando risale questa pietra?
Al Medioevo. P ro b a b i l m e n t e era inserita nella chiesa medievale di San Francesco, a Montebello, andata demolita anni orsono. Di “quadrati del Sator” però ne sono stai ritrovati molti in tutta Europa. Il più antico è stato rinvenuto a Pompei e risale al 79 d.C. Questa pietra sembra rappresentare un importante enigma storico... Studiosi di tutto il mondo vi si arrovellano. Queste 25 lettere permettono un grande numero di anagrammi e pensare che questa “opera enigmistica” sia stata concepita pochi anni dopo Cristo fa credere che l’ideatore dovesse essere un vero genio.
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La sala si RINNOVA di roberta costantini
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uogo d’incontro, attività, feste e teatro, la sala polifunzionale di Montorso è da sempre, dopo la chiesa, il luogo più importante per la comunità. Ecco perché don Lino ha voluto iniziare un lungo lavoro di ristruttura-
zione che si concluderà a settembre, quando la sala sarà inaugurata. Perché avete deciso di ristrutturare la sala? Perché è un luogo importante per la comunità, dove ci riuniamo periodicamente e quindi era necessario renderlo sicuro per le persone che lo frequentano e regolarizzarlo in virtù delle normative vigenti. Cosa avete modificato? Per quanto riguarda la sala interna, è stato ampliato il palco, sono stati fatti i servizi, l’ingresso, tutti gli accorgimenti per la messa a norma per i vigili del fuoco, gli impianti fognari e l’impianto elettrico. Per l’esterno, invece? Corriere Vicentino |
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Abbiamo rifatto il tetto, con l’impianto fotovoltaico, e la coloritura esterna. Poi, abbiamo sistemato l’area antistante, realizzando un muro esterno a sostegno della piazzetta e ripristinato la viabilità. Infine, sono state installate delle ringhiere di protezione e piante e fiori per decorare al meglio l’esterno. Quando sono iniziati i lavori? Circa un anno e mezzo fa. Ora si stanno facendo gli ultimi ritocchi e rifiniture ma per l’inaugurazione aspetteremo settembre con l’inizio del nuovo anno pastorale. Il lavoro quant’è costato? La somma sarà chiara al termine definitivo dei lavori. Comunque restiamo sempre dentro i preventivi fatti.
gambellara
Perfettissimi CAPRETTi di francesco meneghini
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n Vicenza mangerai perfettissimi capretti”. Così si esprimeva il commentatore Ortensio Lando nel 1553 a proposito di una delle più prelibate specialità vicentine al tempo dei dogi: il capretto bianco di Gambellara. Oggi, grazie ad un progetto della Provincia questi capretti stanno ritrovando posto all’interno di fattorie e pascoli, ma anche sulle nostre tavole, con il tanto decantato “capretto alla vicentina”, piatto che ha fatto vincere per la quinta volta consecutiva lo chef vicentino Antonio Chemello alla trasmissione “La prova del cuoco”. Fonti storiche attestano come fin dai tempi antichi ogni famiglia gambellarese possedes-
se almeno una capra, che proteggendo dall’invadenza dei rovi garantiva la pulizia delle preziose vigne. Grazie alla bontà della carne si narra poi che in tempo pasquale arrivassero prenotazioni persino da Venezia. “Il recupero del capretto bianco si inserisce nel progetto di reintroduzione delle specie ovi-caprine autoctone nel territorio vicentino, come la pecora “Foza” e la “Brogna” - spiega Maurizio Bressan, dirigente del settore Agricoltura della Provincia di Vicenza. I capi da allevamento vengono ceduti in comodato d’uso gratuito e la riproduzione viene attentamente controllata per tutelare la qualità della razza”. Un tuffo indietro nel tempo per riscoprire le eccellenze che i nobili veneziani ci invidiavano.
Impariamo COLORANDO G essetti colorati, pennelli e il desiderio di rendere la scuola un ambiente dove si può imparare giocando. Questa la “Cassetta degli attrezzi” del comitato genitori degli alunni della scuola primaria di Gambellara, che ha deciso di rimboccarsi le maniche per trasformare l’anonimo grigiore del cortile scolastico in un mix colorato di disegni fatti a terra con il gessetto. Un planisfe-
ro per conoscere i continenti, l’Italia per scoprire le meraviglie dello stivale, una scacchiera e un giro dell’oca
tutto speciale, con caselle a punto di domanda dove i giocatori sono interrogati sugli argomenti svolti in classe. “Questa iniziativa - dice Andrea Savio, genitore e responsabile del progetto –, dimostra che con pochi soldi si può fare molto per i nostri bambini. Speriamo ora che questo progetto sia solo un inizio per la nostra comunità”. r.c.
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Il Pat svela la CITtà futura di lino zonin
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SArEGO Così lo sport “fa volare” mio figlio
NOVENTA Una banda innamorata della musica
sossano Alla casa di riposo si cambia orgiano Il sommelier campione del Triveneto Val liona Vi racconto la vita in fabbrica Barbarano Magnacurta: ecco gli uomini da battere
nanto Tutte le novità Sprizzz... ando 2012
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a crisi infuria, i soldi sono pochi e la voglia di fare qualcosa ancora meno. Ciò nonostante bisogna essere ottimisti e guadare avanti, pensando a quando questo brutto periodo finirà e il volano dell’economia potrà rimettersi finalmente in moto. A questo scopo, uno strumento indispensabile è il Pat, il Patto di assetto territoriale che fissa i criteri di espansione urbanistica sui quali orientare lo sviluppo della città per i prossimi 15/20 anni. I lavori di preparazione del Pat sono iniziati nel 2005. Da allora a Lonigo abbiamo avuto due elezioni amministrative, una crisi di governo e quasi un anno di commissariamento. Adesso la prima bozza del Piano è pronta e i responsabili del Comune hanno deciso di condividere le scelte con i cittadini mostrando il risultato del lavoro compiuto con una serie di incontri pubblici che hanno toccato i vari punti della città, dal centro storico alle frazioni. Ecco per sommi capi le novità principali. IL CENTRO Il progetto di maggior respiro riguarda la costruzione di un polo fieristico lungo la sponda destra del Guà nei pressi di Contrà alla Fiera. L’intenzione è di togliere i capannoni dal parco Ippodromo e creare un nuovo spazio nel quale ospitare non solo la Campionaria di marzo ma anche altri
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eventi fieristici. Il progetto si completa con la costruzione di un parcheggio e di una zona commerciale, con l’ampliamento dell’albergo già esistente e con la realizzazione di una passerella pedonale sul fiume per consentire il collegamento con il centro storico. Di notevole impegno è anche l’idea di
creare un nuovo polo scolastico nella zona di Santa Marina prospiciente i campi da tennis. Qui si dovrebbero concentrare le scuole di grado inferiore, togliendo dal centro storico le elementari di viale della Vittoria.
ALMISANO Il centro della frazione è interessato da tempo da un piano di intervento già approvato che prevede
un’espansione sul retro della chiesa per formare una zona residenziale dotata di ampi servizi. Per il futuro, lo sviluppo abitativo della frazione è previsto nella parte di nord est con eventuale spostamento in quella zona del campo da calcio, ora situato in una posizione più centrale, appetibile per altri tipi di servizio pubblico. Due le modifiche viarie indicate nel piano: la prima consiste nella creazione di una rotatoria per favorire l’accesso dalla strada almisanese al centro della frazione, passando per il ponte Pompei. Un’altra prevede la realizzazione di una bretella di collegamento tra la località Due Ponti e la rotatoria che si trova a San Vettore nei pressi di via Martiri delle Foibe. MADONNA Il Pat prevede di bloccare l’espansione edilizia lungo via Madonna e di creare un nuovo polo abitativo che sposti il centro della frazione lontano dalla strada. La zona individuata a questo fine si trova a nord, dietro il Santuario, di fianco al corso del torrente Togna, dove si prevede un’area abitativa dotata di una piazza e di ampi spazi verdi. L’espansione di edilizia residenziale prevista per Madonna si limita a quest’area, con la possibilità di saturare alcune situazioni abitative già esistenti e di costruire qualche nuova casa in località Lobbia. Nessun ampliamento invece per la zona artigianale.
BAGNOLO L’idea è di ridurre l’affollamento sulla provinciale 500 disegnando una nuova arteria che, staccandosi poco dopo il borgo di San Tomà, si dirige verso est fino ai capannoni dell’Agribagnolo per poi svoltare a sud, aggirare il centro della frazione, intersecare strada Spessa e tornare sulla provinciale nei pressi del confine con Zimella. Nuove case potranno essere costruite a completamento e saturazione dei quartieri già esistenti, per soddisfare le domande già presentate e giacenti in Comune da tempo. L’unica lottizzazione di tipo abitativo è prevista a sud della nuova strada, verso la zona residenziale di via Belvedere. MONTICELLO Una serie di vincoli di natura regionale, statale ed europea tutelano il paesaggio collinare, per cui diventa quasi impossibile costruire nuovi edifici nel territorio che circonda la frazione di Monticello. Il Pat prevede per quest’area solo dei minimi permessi edilizi nei dintorni del borgo più abitato che si estende lungo la strada che dal Passeggio sale fino alla Val Pizzarda, passando per la chiesa. Qui si potrà edificare solo per unire le abitazioni già esistenti, così da concentrare la popolazione in un unico punto e dare per quanto possibile un’identità più marcata alla frazione. Altre tre piccole aree di espansione, in grado di accogliere al massimo una decina di case, sono previste ai confini delle zone abitate e hanno lo scopo principale di ottenere dei parcheggi come standard per i benefici di urbanizzazione.
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Giudice di pace a rischio? di lino zonin
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on ogni probabilità l’ufficio del Giudice di pace di Lonigo verrà chiuso. I sindaci del distretto sud della provincia non sono d’accordo ma il piano di ristrutturazione predisposto dal Ministero di Grazia e Giustizia lascia poco spazio alle speranze. Una volta ultimata la “riorganizzazione” resteranno attivi solo gli uffici di Vicenza e di Bassano. I SINDACI NON CI STANNO Durante un incontro tenutosi a Lonigo i rappresentanti dei comuni dell’Area Berica hanno manifestato il loro disappunto per questa nuova penalizzazione. “Qui non si tratta di difendere il campanile – ha affermato in quell’occasione il sindaco di Lonigo Giuseppe Boschetto – ma di garantire il funzionamento di un servizio fondamentale come l’amministrazione della giustizia. Ci si lamenta tanto dei ritardi con cui i tribunali ordinari arrivano a emettere una sentenza: pensiamo a cosa succederà quando anche le piccole controversie verranno dirottate a Vicenza”. Durante l’ultimo consiglio comunale il consigliere di minoranza Luca Lazzari ha proposto ai colleghi di approvare un documento per contrastare “un provvedimento assurdo che va a colpire ancora una volta la nostra città e la sua zona vicina, già più volte penalizzata, umiliata e privata di servizi fondamentali”. Il consiglio comunale ha votato contro la richiesta di Lazzari. “Avevamo già emesso un ordine del giorno simile nella conferenza dei capigruppo – commenta il sindaco Giuseppe Boschetto – L’iniziativa di Lazzari, sep-
pur condivisibile, rischiava di essere giudice – Anche oggi sono numerosi un doppione”. i cittadini che si rivolgono a noi per i PARLA IL GIUDICE DI PACE loro problemi legali”. Da 12 anni il coordinatore dell’uffi- Quali sono i casi che vengono più cio del giudice di frequentemente pace di Lonigo è trattati? I numeri del 2011 Renato SperanL’utenza va divizoni. sa tra i cittadini Cause Ordinarie “In questa città che vengono per esiste una lunga chiedere un conCause Penali tradizione giudisiglio e quelli che ziaria e la Pretura devono affrontaOpposizioni alle sanzioni di Lonigo è stata re una causa. Le amministrative per anni un caquestioni principosaldo nel terripali riguardano le Tentativi di conciliazione torio – afferma il opposizioni alle sanzioni amminiDecreti ingiuntivi emessi strative, le controversie per i sinistri Sentenze emesse stradali, le questioni contrattuali Udienze tenute e i decreti ingiuntivi per mancato Cause trattate pagamento. E i tempi di attesa per avere una sentenza? Da noi sono molto brevi: nel giro di pochi mesi le cause vengono risolte. L’ufficio periferico è utile soprattutto per i piccoli contenziosi. Pensiamo a una persona con reddito basso che debba ottenere un risarcimento di poche centinaia di euro. Solo andando avanti e indietro da Vicenza, rischia di perdere ogni convenienza nel proseguire la causa.
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La musica vive al Parco Ippodromo
l 19 maggio al Parco Ippodromo si terrà “The Bitter End”, un contest musicale rivolto a gruppi emergenti della zona. Sul palco si sfideranno dieci gruppi musicali e saranno giudicati da una giuria di esperti. I quattro vincitori si aggiudicheranno la partecipazione ad un altro contest musicale leoniceno, il più conosciuto Rio Camparock, che si terrà quest’estate. Al termine del contest la serata continuerà con dj e musica da ballare. Le iscrizioni a “The Bitter End” sono aperte. f.g.
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GiMas va di corsa di lino zonin
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rrigo Sacchi, a chi gli rimproverava di fare l’allenatore senza aver mai giocato a calcio da professionista, rispondeva che non occorre essere un cavallo per intendersi di ippica. Aforismi sacchiani a parte, aver maturato un’esperienza di base spesso si rivela utile per vestire i panni del dirigente. Ne sa qualcosa Gianni Masetto, da oltre un decennio alla guida del Gruppo
Sportivo Leonicena, dopo aver trascorso una vita da atleta. “Intanto mi piace precisare che non ho mia giocato a calcio - inizia Gianni Masetto, GiMas, per gli amici -. Ho cominciato giovanissimo con il ciclismo e poi ho praticato lo sci e il tennis prima di approdare alla corsa, consigliato dal mio compagno di maratone Gigi Pozzer. Ne ho tratto subito un evidente benessere fisico e praticamente non mi sono più fermato. Ho corso 15 maratone di Venezia, due a New York e poi a Boston, Parigi, Londra, Atene, oltre a un’infinità di gare podistiche competitive che si sono svolte nei dintorni. Sono un fondista nato e mi adatto alle varie di-
stanze. Tre anni fa, alla mia bella età (sono del 1944) ho sfiorato il podio del 5 mila metri ai campionati italiani Csi svoltisi a Castelnuovo nei Monti, in provincia di Reggio Emilia”. Dai pantaloncini corti del podista al doppio petto del presidente, il passaggio è stato quasi automatico. “Sono orgoglioso di rappresentare al massimo livello un’associazione gloriosa come il GS Leonicena - conferma GiMas –. La nostra è una delle società di atletica leggera più antiche della provincia e gode della stima degli addetti ai lavori di ogni parte d’Italia. Il merito è anche delle due gare che organizziamo ogni anno a Lonigo: una campestre
che si corre nel parco dei Pavoniani e una podistica su tracciato cittadino che sono diventate delle classiche del podismo berico. Anche dal punto di vista agonistico ci togliamo le nostre belle soddisfazioni. Abbiamo quasi cento tesserati nelle varie discipline e partecipiamo a tutti i campionati dei dintorni, spesso con buoni piazzamenti. C’è un ragazzino del salto in alto che continua a vincere tutte le gare a cui partecipa e che potrebbe davvero diventare un campione”. Anche il Gs Leonicena, come tutti, sente la crisi. “Uno dei miei compiti è proprio quello di trovare qualcuno che ci aiuti a coprire i costi conferma il presidente –. Le spese per allenare e portare in giro i nostri ragazzi sono alte e i soldi sono sempre pochi. Ci aiutiamo con l’autofinanziamento dei genitori ma ci piacerebbe poter “affittare” le nostre magliette di gara – che girano per tutto il nord Italia – a qualche ditta desiderosa di darci una mano, facendosi pubblicità”.
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Rampa Ciclabile di Stefano canola
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na pista ciclabile interrotta da una corriera parcheggiata? A Lonigo succede: in Via Pontedera, davanti al bar Stazione e proprio sotto Villa Mugna, sede degli uffici comunali. Due le alternative per chi va su ruote a spinta umana (ciclisti, mamme con passeggino, persone in sedia a rotelle…). Affrontare il percorso pedonale e superare i cinque scalini stringendo i denti, oppure scegliere la circumnavigazione del bus che fa la spola per Locara (in sosta regolare) e delle auto spesso presenti (in sosta vietata), finendo in mezzo alla carreggiata. “Un anno e mezzo fa ho fatto un sopralluogo con il tecnico comunale, a cui ho chiesto un progetto per risolvere la questione – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Franco Rebesan. – Servirebbe
una rampa da posizionare accanto alla mura esistente, ad occupare in larghezza metà del camminamento. Bisognerà poi risistemare il marciapiede e usare materiali compatibili con l’area, per una spesa inferiore ai 10 mila euro”. Però… “C’è un programma pluriennale per l’abbattimento delle barriere architettoniche, con 100mila euro stanziati. Deve essere agganciato al bilancio 2012, in discussione, sperando che il patto di stabilità ci permetta di spendere la somma preventivata”. Quindi se ne riparlerà tra qualche mese, forse. Un’altra soluzione, magari parziale, potrebbe essere lo spostamento del parcheggio della corriera di 30 metri verso il Ponte San Giovanni. A costo zero, porterebbe qualche disagio ai viaggiatori ferroviari nei giorni di pioggia e sacrificherebbe quattro posti auto.
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Vino tra natura e ricerca di giovanni salviati
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ltre il biologico. Alza l’asticella dei suoi obiettivi l’associazione Vinnatur, che ha chiuso con successo a marzo la nona edizione della fiera del vino naturale nella sede ormai congeniale di villa Favorita a Monticello di Fara. Oltre 140 espositori da nove paesi europei e un gran numero di visitatori, persino dal Giappone ha confermato l’evento come il più importante in Europa del settore. “Se il recente regolamento europeo sul vino biologico è vergognoso – spiega senza mezze parole il presidente e fondatore dell’associazione Angiolino Maule – perché concede troppi compromessi e scappatoie chimiche per i furbi, noi inten-
diamo scavalcarlo, e consegnare il nostro lavoro di vignaioli a un’esperienza di produzione che garantisca qualità, salute, tutela del territorio e delle sue specificità naturali.” L’operazione è già in atto, con la collaborazione di due università, Verona e Firenze, attivate da “Vinnatur” nella ricerca sui due momenti nevralgici della produzione vinicola: il campo e la cantina. Oggi in vigneto l’associazione (che ha criteri molto severi nell’ammissione dei soci, fatti anche di frequenti analisi periodiche dei vini associati) concede l’uso soltanto di rame e zolfo. “Con l’aiuto della stazione speriCorriere Vicentino |
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mentale per la viticoltura di Panzano in Chianti – chiarisce Maule - stiamo lavorando per togliere anche quelli, sperimentando alternative naturali per combattere le malattie della vite. Mentre il centro sperimentale per la viticoltura di Verona sta isolando i lieviti indigeni che intervengono nelle fermentazioni spontanee”. Uno degli obiettivi è trovare l’espressione tipica di ogni vino, quella prodotta dal terreno specifico. Un ideale che sta riunendo molti giovani viticoltori. Un altro è togliere del tutto dalla bottiglia i solfiti aggiunti, oggi concessi ai soci solo in quantità assai limitata (ma molti non ne usano affatto).
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Lo sport fa volare di giovanni salviati
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ome nascono le novità più belle e utili a tutti? Molte volte, basta un po’ di apertura alla realtà, capacità di osservazione, assenza di pregiudizi e buon senso. Sono doti che spesso accompagnano gli insegnanti di sostegno. Così, quella di Francesco, un undicenne autistico di Meledo, ha proposto alla mamma di inserirlo nella squadra di pallacanestro della frazione, assieme a un gruppo di suoi coetanei. L’insegnante aveva notato a scuola una grande passione del bambino per questo sport, e anche una certa abilità nell’infilare il pallone nel cesto, tanto che i suoi compagni di classe lo facevano volentieri giocare con loro durante le ore di educazione fisica. Detto fatto. L’allenatore ha accettato Francesco, i piccoli atleti pure, ed è cominciata questa avventura che per ora ha pochi eguali nel Vicentino. All’inizio una volta la settimana, poi, visto il successo e la riuscita integrazione, due. Durante gli allenamenti viene proposto un lavoro di gruppo, come le gare di tiro, ma anche individuale:
palleggiare con la mano destra, la sinistra, da seduti, da stesi, lanciare il pallone sopra la testa e battere le mani per poi riprenderlo, passare la palla intorno al corpo etc. Un’importante attività psicomotoria, compiuta individualmente ma assieme a tutto il gruppo, con lo stimolo quindi anche all’imitazione degli altri. “Questi due giorni alla settimana – fa sapere la madre – sono i più attesi da Francesco. Quando esce di casa per andare in palestra vola, dimostra un entusiasmo unico nei confronti di questo sport. Magari in futuro riuscirà a giocare qualche partita, per il momento bastano gli allenamenti, le partite le segue dalle gradinate. E andiamo perfino a Treviso a guardare il campionato di serie A”. Quello che da queste parti è ancora in una fase aurorale e isolata, altrove è già esperienza in atto e in sviluppo, proprio grazie a un allenatore di serie A, Marco Calamai, che ha lasciato
gli atleti professionisti per dedicarsi ai ragazzi autistici (ma anche down e spastici), con i quali forma squadre di tre disabili e due normodotati. Ha anche messo a punto un metodo, ribattezzato proprio metodo Calamai. L’ha messo nero su bianco su un libro. Alla base di tutto c’è una semplice scoperta, come scrive: “Cosa serve per allenare i ragazzi speciali? La curiosità. È l’unico strumento per non fermarsi di fronte alla paura, la tua e la loro. O al rifiuto. La curiosità ti fa insistere, andare avanti. Cambiare le cose. Provarci, almeno”.
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Educazione: il lavoro continua di silvia maculan
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ostituito lo scorso gennaio, il tavolo per consulta nuove generazioni e famiglie è stato un’iniziativa dell’assessorato di Mattia Veronese e ha visto la sintonia di tutti i partiti e la collaborazione di tutte le forze politiche. Nato da un incontro sui minori e la legalità, ha visto la collaborazione e la parteci-
pazione di tutte le scuole noventane, dalle primarie alle superiori. Sono stati coinvolti i presidi, alcuni professori esterni, i rappresentanti dei genitori, il distretto socio-sanitario, l’ufficio tutela dei minori del territorio e quello zonale, uno psicologo, la Parrocchia, il maresciallo dei carabinieri, il direttore del centro minori Iride di Legnago e l’onorevole Sbrollini, della commissione infanzia e adolescenza. Corriere Vicentino |
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Per volontà di Veronese, da questo meeting si è sentita l’esigenza di una progettualità e, quindi, di ulteriori incontri. Per questo motivo è nato un vero e proprio tavolo permanente con cui compiere azioni nel territorio. Dalla scuola e dalle associazioni è partita l’iniziativa di definire il ruolo dell’educazione ai minori, cercando di responsabilizzare i maggiorenni. Questa serie di incontri si svolgeran-
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Un sentiero che aiuta a e Stare Bene di silvia maculan
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egli anni molte persone si sono rivolte alla Cooperativa Sociale Casa Bianca di Noventa, che gestisce servizi socio-sanitari ed educativi, per avere un consiglio su come affrontare difficoltà in famiglia, nella vita di coppia o con i figli, nel lavoro, o semplicemente per sentirsi meglio con se stessi. Da qui, dopo un anno e mezzo di studi e confronto con psicologi ed altre associazioni è nato, ad opera della psicologa Antonella Vezzù e dell’educatrice professionale Alessia Sperandio, “Il sentiero”. Questo progetto risponde a diverse dimensioni: la prevenzione, estendendo la cultura del benessere psicologico e cercando di dare un piccolo aiuto alla popolazione, l’informazione con un numero fisso a cui ci si può rivolgere, la formazione allo star meglio, con una serie di incontri e serate, ed infine il sostegno, tramite l’ascolto attivo e l’aiuto al cambiamento, promuovendo la riorganizzazione positiva della propria vita.
no nella seconda parte del 2012 e tratteranno l’educazione dei minori nelle realtà ludico-sportive del territorio. Verranno contattati anche allenatori sportivi, animatori e altre figure.
Ci sono un numero fisso (tel: 0444/760998) e una e-mail (ilsentiero@casabiancasociale.it) a cui chiedere consiglio o aiuto. In seguito si crea anche la possibilità di incontri rivolti all’ascolto di cui il primo è gratuito. Viene offerto anche un percorso di segretariato sociale, rivolto a tutti coloro che necessitano di essere accompagnati nell’iter burocratico. “Chi ha necessità di parlare, magari solo per raccontare un momento di
confusione, difficoltà, lieve depressione, può scriverci o telefonarci, anche più volte ed in forma anonima” spiega Sperandio. “Questo progetto ha un’altissima valenza sociale” - commenta l’assessore Mattia Veronese, e “Il sentiero” è sicuramente una realtà che va ad incrementare un servizio alla collettività. Per questo abbiamo messo a disposizione le nostre sale e collaboriamo con il team”.
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“Il Comune per la prima volta fa da promotore verso questa realtà - spiega l’assessore -. Ognuno dei coinvolti ha un ruolo molto importante nell’educazione e si cercherà di creare una rete di confronto e scambio di informazioni in modo da migliorare gli strumenti già esistenti e le relazioni con le famiglie. In secondo luogo, in sede del comitato dei sindaci si cercherà di estendere questo scambio anche agli amministratori e alle altre scuole, cercando di costruire una rete importante anche al di fuori dei confini comunali”.
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“Il sentiero” organizza una serie di incontri su quattro diverse tematiche, due giovedì sera al mese, patrocinati dal Comune, nella saletta riunione adiacente al Teatro Modernissimo di Noventa. Si tratta di serate, gratuite e aperte a tutti, per sensibilizzare sul benessere psicologico. Gli argomenti trattati sono: 19 e 26 aprile: “Benessere psicologico: cos’è e come si raggiunge” 17 e 24 maggio: “Il linguaggio emotivo: emozioni e crescita” 20 e 27 settembre: “Le tre A del benessere: autostima, assertività e autoefficacia” 18 e 25 ottobre: “Relazioni in armonia: come capire meglio se stessi e gli altri”
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Innamorati della Musica di SILVIA MACULAN
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al flauto traverso al clarinetto, dalla tromba al sax, dalla grancassa ai piatti, la musica risuona il venerdì sera nell’aula prove dell’ex scuola elementare di Pojana. Quindici anni fa a Noventa è nato il complesso bandistico, ora “Philharmonic Fantasy Band”, formato da un gruppo eterogeneo di appassionati, tra i 10 e i 70 anni, che hanno voluto iniziare un percorso di crescita e di promozione della cultura musicale. Il 26 maggio, in Villa Barbarigo a Noventa, ci sarà un concerto con la proiezione di foto per ricordare questo primo traguardo. Diego Doli, il presidente, ci racconta. “Il nostro repertorio si compone prevalentemente di brani che rispecchiano l’identità di una banda giovane e moderna, dal tradizionale bandistico
(musica popolare) alla musica jazz, blues, pop, arrangiamendi di colonne sonore, senza disdegnare la musica classica. Collaborate con altri gruppi? Stiamo lavorando con gli istituti scolastici del compren-
sorio Palladio di Pojana per la diffusione della cultura musicale bandistica. Allo stesso tempo l’associazione è attiva con una scuola di musica aperta a tutti. I ricordi più belli di questi 15 anni di attività? I più belli sono legati ai matrimoni
di un paio dei nostri musicisti a cui abbiamo fatto la sorpresa di suonare. E quelli meno belli? I momenti di difficoltà nel reperire i fondi e le collaborazioni per delle esibizioni o per il sostentamento del gruppo. Cosa significa far parte di una banda? Condividere lo stesso interesse musicale, conoscere una cultura che sta scomparendo, sopraffatta da tanta tecnologia. È un’esperienza diretta alle difficoltà e all’impegno nel suonare uno strumento. Saper suonare bene implica una formazione musicale approfondita ed essere in grado di sincronizzarsi con gli altri musicisti. Possiamo suonare molti generi e in diverse situazioni:all’aperto, al chiuso, ai concerti. Ci basta solo il nostro strumento e la nostra passione.
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Aspettando i Nomadi di federico tosato
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il 1994: 13 appassionati fondano il fans club Basso Vicentino. A inaugurarlo sono Beppe Carletti, uno degli storici fondatori della band e Daniele Campani, altro pilastro del gruppo. Da allora non si è più fermato: incontri, appuntamenti, manifestazioni in favore di chi è meno fortunato, il fans club ha sempre sostenuto associazioni e organizzazioni locali e
internazionali impegnate nel sociale. L’evento di punta per il 2012 sarà il concerto dei Nomadi sabato 9 giugno a Colloredo, vicino alle piscine, organizzato dalla Cooperativa sociale L’Alba. I moltissimi appassionati veneti del gruppo, potranno rivolgersi per la prevendita
dei biglietti all’Exagon Records di Lonigo, al bar distributore Pit Stop di Colloredo e ovviamente al Nomadi fans club Basso Vicentino.
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Un centro di riciclo da 300 tonnellate al giorno
l progetto dell’ampliamento del centro di riciclaggio è andato in porto. Il nuovo centro di raccolta di via dell’Industria verrà spostato verso est dalla ditta Pulvini Lorenzo eredi s.n.c. Si tratta di un frantoio capace di riciclare circa 300 tonnellate al giorno (attualmente viene accolta solo un terzo di questa quantità) di quattro diverse tipologie di rifiuti inerti e non pericolosi. Sono materiali di recupero provenienti da costruzioni e demolizioni di fabbricati (mattoni, materiale fresato stradale, terra, rocce da scavo e rocce di cave) che verranno sottoposti prima ad analisi secondo gli adempimenti di legge, e poi selezionati per grandezza dei materiali, frantumati per avere diverse dimensioni. Prelevato da siti, analizzato dai punti di vista chimico e fisico-geotecnico e registrato, il materiale verrà infine accolto in questo frantoio in modo che possa avvenire il riciclo di ogni singola parte non inquinante. “I Pulvini stanno cercando di portare avanti l’attività e noi, come Comune, siamo lieti di dar loro una mano. Spiega l’assessore Carmine Pasquale Coppola: “Il centro verrà ingrandito per renderlo ottimale e i lavori inizieranno a fine estate, dopo aver concluso l’iter burocratico di cui necessita il progetto”. s.m.
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Finalmente la ciclabile!
n sospiro di sollievo per i residenti. Finalmente la strada è più sicura. Stiamo parlando di via Migliadizzi che si trova lungo la strada provinciale Riviera Berica (SP 247), che congiunge Vicenza a Este. Il tratto di 500-600 metri, dal semaforo in direzione di Este, è stato finalmente messo in sicurezza, sia per i pedoni sia per le biciclette. “I lavori sono già iniziati e saranno conclusi prima del periodo estivo - spiega l’assessore Carmine Pasquale Coppola -. Si tratta di uno dei punti più pericolosi e, fino ad ora, impercorribili in bici o, ancor peggio, a piedi. In questo modo sarà più semplice muoversi, soprattutto per i bambini e gli anziani”. s.m.
• Ristorante - Pizzeria • Pesca sportiva • Nuovo giardino estivo • Specialità carne alla brace • Paella di mare • Ottime pizze • Coppe gelato Tutti i giovedì e venerdì discoliscio, cumbie, moderati, bachate, animazione con balli di gruppo Ingresso libero Ampio parcheggio Parco giochi
Disco Liscio Sotto le Stelle tutti i giovedì e venerdì sera Inaugurazione ballo 31 maggio e 1 giugno
Chiuso tutto martedì e sabato a pranzo
Via Dossi, 13 - Loc. Cicogna Roveredo di Guà (VR) Tel. 0442 460122 a 4 km da Montagnana S.P. Montagnana-Pojana Maggiore
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Alla Michelazzo si cambia tempo di cambiamenti alla Casa di riposo Michelazzo di Sossano. Cambiano i vertici, si amplia la struttura e prendono avvio servizi inediti. Attualmente il consiglio di amministrazione è composto da Antonio Faedo, presidente, Domenico Ferla, Franca Montorio, Piercesare Cogo e Maria-
menti? Principalmente nella costruzione di due nuovi fabbricati, il piano rialzato dei quali sarà destinato al nucleo Alzheimer, poiché la Conferenza dei sindaci ha individuato appunto qui la possibilità della sua realizzazione; nell’altro troveranno posto gli ospiti non autosufficienti. Entro fine settembre la prima nuova ala sarà occupata ed entro la fine del 2013 la
no Negro; Alessandro Poli è invece il nuovo direttore. Per capirne qualcosa di più, abbiamo chiacchierato con loro. Dal vostro primo bilancio di previsione, che cosa è emerso? La struttura deve rientrare per 200.000 euro, denaro impegnato in parte per la gestione ordinaria e in parte per gli investimenti in atto, necessari per essere a norma con gli attuali standard imposti dalla Regione. In che cosa consistono gli investi-
struttura sarà completa, con 50 posti letto per non autosufficienti, 49 per autosufficienti e 16 per ospiti affetti da morbo di Alzheimer. I lavori come sono finanziati? In parte grazie a dei contributi regionali e della Fondazione Cariverona, poi per mezzo dell’alienazione delle proprietà della Casa di riposo e infine con l’accensione di un mutuo. Avete considerato delle misure contenitive della spesa? Le abbiamo valutate con l’ottica di
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migliorare i servizi e mantenere comunque i posti di lavoro del personale; sono state individuate e già messe in atto misure contenitive: innanzitutto il Consiglio di amministrazione si è tagliato del 50% il compenso previsto dallo Statuto e il direttore e il coordinatore sono stati reperiti tra l’organico interno della struttura. Già questo permette un risparmio di 70.000 euro. Per rientrare entro la fine del 2012 di quei 200.000 euro e cominciare a produrre avanzo di amministrazione sono state individuate altre misure: comparazione dei costi dei prodotti nelle procedure di fornitura, revisione dei piani di lavoro del personale socio-sanitario e dei servizi cucina, lavanderia e pulizie. La crisi economica ha toccato realtà come questa? Più di qualcuno oggi accudisce personalmente i propri famigliari. Ora è maggiore rispetto a tempo fa il periodo nel quale un posto letto rimane libero. Per venire incontro alle famiglie è nato ad esempio il Progetto STOP – Servizio infermieristico, Trattamento fisioterapico, Ospitalità diurna, Pasti caldi a domicilio. Abbiamo già riscontrato parecchio interesse, poiché soddisfa le nuove esigenze di flessibilità di ognuno.
Ad Orgiano si distribuisce legna!
Amministrazione comunale ha deciso di dirottare la legna dalle discariche alle case dei cittadini. In questi mesi tra la pulizia forestale che si sta attuando per il progetto Life Colli Berici, in collaborazione con la Provincia, la manutenzione del verde e la potatura straordinaria di molte piante, il Comune si trova ad avere un deposito notevole di legna da ardere. Questa viene in parte autoconsumata, in parte consegnata alle diverse associazioni che la utilizzeranno, ad esempio, nelle cucine della sagra, mentre un’altra parte viene consegnata ai casi sociali possessori di stufe per scaldarsi. Il rimanente, dato il brutto momento di difficoltà economica, verrà donato ai cittadini. Questi ultimi potranno ricevere fino a 30 quintali a testa. “L’iniziativa sta avendo un enorme successo - racconta il sindaco Marco Zecchinato - abbiamo già avuto moltissime richieste. Il deposito si trova in via Palù. Gli unici compromessi che chiediamo è che la legna da ardere venga utilizzata esclusivamente per l’autoconsumo famigliare. Ai cittadini chiediamo inoltre di tagliare e sminuzzare i tronchi e i rami, indossando idonee protezioni per la loro sicurezza. Infine un terzo della quantità tagliata rimarrà al Comune che la distribuirà in un secondo momento ai casi sociali”. s.m.
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Il super sommelier Di ALEssandra Groppo
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irigente d’azienda per lavoro, sommelier per passione: così si descrive Nicola Pillon, l’orgianese che lo scorso settembre si è guadagnato il titolo di miglior sommelier FISAR (Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratiori) del Triveneto. Come è nata la passione per il vino? Sono sommelier dal 2010, ma la passione per il vino l’ho sempre avuta. Più che di vino, però, sono appassionato degli abbinamenti vino/piatto: guida Michelin alla mano ho passato tutte le mie vacanze in Italia e in
Francia cercando il prodotto tipico da abbinare al vino giusto. Dopo il diploma da sommelier ho frequentato anche il corso per diventare organizzatore di corsi e il mio sogno è quello di organizzare un corso di degustazione. Che effetto le fa essere il miglior sommelier del Triveneto? Una vittoria emozionante e inaspettata. Come si è svolta la gara? Siamo stati giudicati sulla base di tre prove. Abbiamo iniziato con un test di trenta domande teoriche e poi abbiamo svolto due prove pratiche: la prima consisteva nel svolgere un servizio
come sommelier e la seconda ci chiedeva la dimostrazione di una degustazione a sorpresa. Degustazione a sorpresa? Sì, mi hanno dato un bicchiere di vino in incognita che ho dovuto assaggiare e raccontare al pubblico. Oltre al titolo cos’altro ha vinto? Un viaggio-studio legato alla produzione del sughero in Portogallo e la possibilità di partecipare alla gara nazionale, appuntamento che ho declinato per impegni lavorativi. A giugno dovrà cedere la fascia… Cedo volentieri il titolo a qualche giovane e appassionato collega, meglio se tesserato con la FISAR di Vicenza! Il suo vino preferito? Non ho un vino preferito. Amo molto il durello abbinato al pesce, una prelibatezza del nostro territorio!
Operazione Pulizia di SILVIA MACULAN
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ottigliette di birra, sigarette e altri rifiuti gettati indecorosamente per le strade del paese. Ma anche pneumatici delle auto, materiale edile e, ancor più grave, eternit sul sedime della vecchia ferrovia Ostiglia-Treviso. Questa è la sentenza emessa dai volontari dopo la seconda giornata ecologica, in cui si sono adoperati nella pulizia dell’ambiente dal materiale abbandonato.
Molti di questi rifiuti sono recuperabili, come il vetro: “Si tratta di casi di malcostume ed ignoranza - afferma il sindaco Marco Zecchinato -. Per quanto riguarda il materiale pericoloso, poi, la competenza è del proprietario del tratto in cui è stato trovato il mateilae pericoloso. Abbiamo già contattato una ditta specializzata per la rimozione e lo smaltimento”. La giornata ha avuto successo, sono state coinvolte foto Giovanni Scavazza le scuole, tra cui l’Istituto Comprensivo e l’associazione ferroviaria di Cologna VeCorriere Vicentino |
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foto Giovanni Scavazza
neta con il presidente Alberto Busella per la pulizia del sedime. “La nostra associazione è stata fondata nel 2009 allo scopo di sensibilizzare al ripristino ferroviario di merci e persone nel tratto Grisignano-Lonigo, isolato dai mezzi pubblici. Vorremmo far rinascere la vecchia ferrovia Ostiglia-Treviso, progettata con doppio binario, e affiancarle una pista ciclabile, offrendo ai turisti il cicloturismo co l’alternanza di bici e treno”.
informazione pubblicitaria
Anno Cooperative
Al fine di celebrare l’Anno Internazionale delle Cooperative che ricorre quest’anno, la BCC Vicentino ha ideato un logo celebrativo dell’importante evento.
I colori sono quelli propri del credito cooperativo: verde e blu.
di Arianna Lorenzetto Come si può notare, la sagoma appena accennata della melagrana, simbolo del Credito Cooperativo Nazionale, racchiude il planisfero di colore blu. Nella parte superiore subito sotto la corona della melagrana, troviamo l’indicazione dell’anno e la relativa dicitura celebrativa, curvata nelle linee di base per richiamare le curve della sagoma della melagrana. Sotto al planisfero troviamo in colore verde la dicitura COOPERATIVE che spicca per semplicità grafica, al fine di simboleggiare la natura solidaristica delle cooperative: pochi elementi che rendono immediatamente percepibile il messaggio.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite incoraggia tutti gli stati membri, le Nazioni Unite e tutte le parti interessate ad approfittare dell’Anno Internazionale delle Cooperative per promuovere le cooperative, sensibilizzando l’opinione pubblica sul loro contributo allo sviluppo economico e sociale e promuovendo la formazione e la crescita delle cooperative. Gli obiettivi dell’Anno Internazionale delle Cooperative sono: • sensibilizzare l’opinione pubblica in merito al ruolo delle cooperative e al loro contributo allo sviluppo socio-economico e al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio;
• promuovere la formazione e l’espansione delle cooperative; • incoraggiare i governi ad adottare politiche, provvedimenti normativi e regolamenti che favoriscano la formazione, la crescita e la stabilità delle cooperative. In quest’ottica la BCC Vicentino ha voluto studiare questo logo al fine di utilizzarlo per tutto il 2012 nei propri materiali di comunicazione sia cartacei (carta intestata, ecc.) che multimediali (web, totem, ecc.). Le cooperative ricordano alla comunità internazionale che è possibile conciliare la produttività economica con la responsabilità sociale”. Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite
p o j ana
Priorità alle Strade di francesco meneghini
L’
Amministrazione ci ripensa e, per ora, la sede municipale resta dov’è. È questa la decisione presa dalla giunta presieduta da Gabriele Cavion nell’ambito del piano delle alienazioni approvato dal Consiglio comunale. Il piano originario prevedeva lo spostamento del municipio nelle ex scuole elementari e lavori di riqualificazione di piazza IV Novembre. “Vista la situazione precaria del mercato immobiliare - spiega il sindaco Cavion – abbiamo preferito utilizzare le risorse a disposizione per interventi infrastrutturali”. Il piano attuale cosa prevede? Metteremo in vendita un altro edificio di proprietà comunale, l’ex casa Zanchetta, che necessita di grandi interventi di ristrutturazione che non possiamo sostenere. Che interventi sono previsti?
I proventi della vendita, uniti a un discreto avanzo di amministrazione di circa 390 mila euro, ci permetteranno di effettuare una manutenzione straordinaria dell’attuale sede municipale. Inoltre sistemeremo la strada e il marciapiede in via Palladio che versano in cattive condizioni, più altre strade a seconda dei fondi Imu di settembre. Lo spostamento del municipio è solo rinviato?
E
Vedremo. Per ora abbiamo deciso di dare la precedenza agli interventi strettamente necessari senza indebitarci. Stiamo cercando di risparmiare anche in vista delle norme del Patto di Stabilità, che per i comuni con meno di 5.000 abitanti come il nostro entreranno in vigore dal 2013.
Sotto gli occhi delle videocamere...
ntra in funzione il maxi impianto di videosorveglianza che vede coinvolti i comuni dell’Unione. L’inaugurazione ufficiale si è tenuta sabato 14 aprile presso il comando di Cagnano, da dove verranno controllate le telecamere che, si spera, metteranno un freno ai recenti furti in garage ed esercizi pubblici, anche in pieno centro. “I ladri ormai hanno una destrezza incredibile – afferma il sindaco Cavion – . Auspichiamo che le telecamere installate in punti strategici offrano un deterrente contro la criminalità e aiutino ad identificare i responsabili”. f.m.
Va l l i o na
Vita in Fabbrica di francesco meneghini
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hi non ha mai messo piede in una fabbrica spesso ha una visione distorta e poco lusinghiera dell’operaio: un tipo burbero, le grosse mani sporche e il carattere indurito dalle ore passate a fare lavori pesanti, monotoni e ripetitivi. A fare giustizia ci ha pensato Stefano Mainente, 28enne di Villa del Ferro, che ha trasformato la sua esperienza in fabbrica in una guida comica e irriverente. Vadaviaelmecum dell’operaio – Ovvero manuale per sopravvivere tra gli animali da riproduzione, edito
da Albatros, affronta un intero anno di lavoro all’interno della fabbrica nei panni dell’apprendista, svelando un ambiente vivace e imprevedibile, insomma tutt’altro che monotono. Un anno scandito da turni di lavoro, feste comandate e chiacchiere a fine turno. Perché un libro proprio sulla fabbrica? Parlando con amici e parenti operai ho notato che molte delle esperienze e degli aneddoti che mi raccontavano li ho vissuti anche io in prima persona, e così ho capito che certi ruoli e dinamiche di gruppo sono comuni in tutte le Corriere Vicentino |
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fabbriche. Inoltre ho lavorato in varie aziende quindi ho maturato anche io un po’ di esperienza nel settore. Ti senti più uno scrittore che lavora in fabbrica o un operaio che scrive? Direi un operaio che scrive: per me la scrittura è solo un hobby, questo è il mio primo libro in assoluto e non so se in futuro ce ne saranno altri. Se dovessi riassumere il tuo libro, qual è la regola d’oro per “sopravvivere” in fabbrica? L’esperienza mi ha insegnato a prendere tutto con filosofia. Con la calma e la pazienza i problemi si risolvono, e chiaramente il lavoro va vissuto sempre con ironia.
villaga
È l’ora dei bisi di Luca trissino
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Pozzolo di Villaga sono proprio i “bisi” a scandire l’inizio della primavera. Per rendere onore a questo prodotto tipico, che affonda le radici nella storia del paese, l’Amministrazione comunale ha promosso la seconda edizione di “A tavola con i Bisi di Pozzolo”, una rassegna enogastronomica che coinvolgerà i produttori e i ristoranti comunali dal 4 maggio al 10 giugno. “Testimonianze storiche precisa l’assessore al Turismo e allo Sviluppo agricolo Giovanni Frison - confermano l’esistenza di veri e propri mercati nel mese di maggio, durante i quali acquirenti forestieri acquistavano i nostri “bisi” per poi rivenderli nelle città vicine, data la loro qualità e il loro gusto particolare. Era dunque necessario riprendere questa realtà e consolidarla nel tempo.” Le peculiarità dei “bisi” di Pozzolo? “Pozzolo è il territorio berico che pro-
Il 25 aprile, festa di San Marco, i Dogi di Venezia richiedevano per i loro banchetti i prelibati piselli dei colli vicentini. Una rivista americana pubblicò nel 1945 un articolo che mostrava i risultati di un’indagine: i piselli dei Berici erano considerati i migliori del mondo.
duce la maggior quantità di piselli, grazie alla composizione del suolo e al clima ideale. L’esposizione al sole e le coltivazioni su rive o terrazzi in “costiera” permettono una produzione precoce e conferiscono ai piselli un sapore unico e particolare.” L’associazione di promozione sociale “L’Oliveto”, formata da una cinquantina di persone, promuove dal 2010 la Festa dei Bisi, che quest’anno
si svolgerà sabato 19 e domenica 20 maggio. “Ci saranno altri prodotti locali ma i veri protagonisti saranno i “bisi”, – spiega il presidente dell’associazione Massimo Guarato – che si stanno diffondendo nuovamente nelle colline di Pozzolo e in moltissimi orti familiari. Ci ritroveremo il giorno precedente per “scaolare” (sgusciare ndr) i piselli. L’anno scorso ne sono stati consumati ben 5 quintali! La domenica ci saranno la premiazione del concorso dei “bisi” migliori, il pranzo e una novutà: una simpatica gara di “scaolatura” dei piselli, ovviamente aperta a tutti”.
albettone
Obiettivo pista di Luca Trissino
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ar diventare il crossodromo il centro nazionale, e poi internazionale, per gli amanti del motocross è il sogno del sindaco Joe Formaggio. “La scommessa si è rivelata vincente domenica 18 marzo, quando nel nostro crossodromo si sono riunite circa tremila persone per il Campionato Triveneto - afferma il Sindaco -.L’attività del motocross di Albettone e della sua storia è quindi tutt’altro che morta, anche se da vent’anni a questa parte le amministrazioni non hanno fatto nulla di concreto per valorizzarla”. La
minaccia di una cava sul monte del crossodromo aveva portato il sindaco a formulare l’ipotesi di esproprio del terreno, causando la chiusura della pista da parte dei titolari. L’eclatante protesta del sindaco arrivò in fretta nel luglio 2010, quando si incatenò al cancello di accesso alla pista. “La soluzione migliore sarebbe acquistarlo e renderlo finalmente comunale - continua -. E poi attuare un’opera mirata alla rivitalizzazione e al rilancio delle attività di motocross, prima di tutto dotando la pista di infrastrutture adeguate ad ospitare manifestazioni a carattere internazionale”.
Con quali mezzi? “Nei corridoi provinciali e regionali si conosce bene il mio progetto, si tratta soltanto di definire le tempistiche. Si sta già parlando di una richiesta di contributi regionali per la realizzazione di impianti sportivi adeguati per 15 mila spettatori”. Che cosa apporterà al paese? “Con l’inaugurazione del poligono di tiro, la valorizzazione del crossodromo, e l’apertura del casello autostradale l’Amministrazione sta pensando a quali altri sport attrarre nel comune, in modo da far diventare Albettone il magnifico Gardaland degli adulti e realizzare un grande sogno”.
b a r b a r an o
Rifiuti selvaggi di silvia maculan
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elle zone periferiche del paese, lungo le strade di campagna o vicino ai fossati, alcune mattine ci si sveglia tra rifiuti selvaggi. Le zone maggiormente interessate sono via Pila, via Fornace e via Monticello (località Monticello verso Ponte di Mossano). Quasi ogni settimana il Comune o la Polizia locale ricevono chiamate da cittadini che denunciano il fatto. E spesso questi le rimuovono personalmente. Come evitare che queste strade non custodite diventino discariche a cielo aperto? “Probabilmente si tratta di gente fuori paese che percorre queste vie per andare al lavoro - afferma il sindaco Roberto Boaria -. Stiamo pensando di monitorare la situazione con la videosorveglianza: abbiamo pro-
grammato l’installazione di una decina di telecamere tra il capoluogo e Ponte, in maniera intervallata e periodica: nei punti scuole-piazzaposte per gli atti vandalici e i furti, e nei punti periferici per il problema abbandono dei rifiuti”. Il comandante della Polizia locale Paolo Sartori conferma: “Spesso si tratta di rifiuti assimilabili agli urbani, ma abbiamo ritrovato anche materassi, olio usato di veicoli o di cucina, rifiuti elettronici, legname e ancor peggio eternit. In quest’ultimo caso la problematica
è grave dato che i costi per lo smaltimento sono molto alti. Spesso l’abbandono avviene in orari notturni e un piantonamento è impensabile, il territorio è grande e le pattuglie seguono altre priorità”. Con un ecocentro organizzato come può avvenire tutto ciò? Sartori conclude: “Si tratta di ignoranza. Quasi tutti i comuni hanno ottime strutture e aree ecologiche. A mancare sono la buona volontà e un po’ di coscienza civica da parte dei cittadini”.
Giovanissimi in tournÉe di silvia maculan
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i essa leggiamo: è un’opera che libera il cuore celebrando la vita, rievocando attraverso la musica e il teatro uno stupore eternamente nuovo, la magnificenza de Il Risorto che porta con sé, in un momento di crisi dei valori e riferimenti, un’onda di rinascita e rinnovamento non indifferente. Innovativo e sorprendente, grazie alle musiche moderne di Daniele Ricci, il musical è stato ripreso dai giovanissimi dell’Unità Pastorale, ed ha avuto un enorme successo, tanto
che si sono ritrovati a metterlo in scena in una vera e propria tournée, con moltissime date, nei paesi limitrofi, a Vicenza, nel padovano fino a Perugia e nel Trentino. Michela Nardon, responsabile del coro si racconta: “Circa un anno fa mi sono imbattuta in quest’opera, che mi aveva colpito. Parlandone con don Pietro abbiamo
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deciso di proporla ai giovanissimi. L’idea è piaciuta a molti, soprattutto perché ognuno poteva partecipare mettendosi in gioco, secondo le proprie capacità e dare il proprio contributo: dal canto al ballo, dalla musica agli aspetti tecnici. Hanno risposto all’appello più di 50 ragazzi, tra i 14 e i 20 anni”. Com’è iniziata l’avventura? Nel giro di 4 mesi abbiamo messo in piedi lo spettacolo e siamo andati in scena con la prima il 25 settembre: un successo inatteso. La gente ne è rimasta colpita e soprattutto emozionata. Il tour, poi, è stato per noi una bellissima esperienza di crescita e di unione.
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Gli uomini da battere! RICCARDO BORGATO 39 anni, di Orgiano Palmarès: 3 vittorie, 2 secondi posti. Record personale: +6kg. 1- Sì, ma sarà l’ultimo anno da concorrente. 2- A tutte e sette le edizioni. 3- Certo, tre giorni prima dell’evento solitamente inizio una dieta particolare, faccio molta attività fisica e inoltre mi concedo una lunga sauna per espellere la maggiore quantità possibile di liquidi dal corpo. 4- Sì, voglio coronare l’ultima gara con una vittoria. 5- Varierò solo un 10% rispetto alla preparazione tradizionale. 6- Voglio raggiungere il mio limite. L’obiettivo è arrivare a 8kg. 7- Nessuna difficoltà poiché l’80% del peso è costituito da liquidi che si espellono nel giro di 4-5 ore. La difficoltà sta nel sopportare il dolore: bisogna essere continenti, mangiare, bere e nonostante tutto continuare a camminare. 8- Nel mio caso i chili vengono smaltiti interamente nell’arco di 24 ore. 9- L’aver trattenuto molti liquidi nella vescica mi ha causato dolori inguinali. 10- Quest’anno ti devi impegnare per battermi. I 7 kg dello scorso anno non ti basteranno per vincere!
Dieci domande ai super favoriti dell’evento che si svolgerà a Ponte di Barbarano domenica 27 maggio. 1- Parteciperai quest’anno alla Magnacurta? 2- A quante edizioni hai partecipato? 3- Quando hai vinto, hai seguito una preparazione particolare? 4- Sei intenzionato a vincere? 5- Come ti preparerai per questa edizione? 6- Qual è il tuo obiettivo in chili? 7- È difficile ingrassare così tanto in così poco tempo? 8- In quanto tempo smaltisci i chili in eccesso? 9- Nessun disturbo o effetto collaterale dopo l’evento? 10- Lancia un messaggio al tuo diretto rivale.
La Magnacurta 8 tappe enogastronomiche in 8 km. Il corridore viene pesato prima e dopo la marcia; chi avrà mangiato e bevuto di più, e quindi avrà messo su più chili, vincerà il premio. Corriere Vicentino |
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di manuel mantoan
LUCA PIROCCA 26 anni, di Barbarano Palmarès: 1 vittoria, 1 secondo posto. Detentore del record assoluto: +7kg. 1- Sì, parteciperò anche quest’anno. 2- Finora ho partecipato a due edizioni. La prima volta sono arrivato terzo con +3kg. 3- No, ho solo sfruttato al meglio il mio fisico e la voglia di mettermi in gioco. Un grande contributo è stato il sostegno dei miei amici. 4- Sì, ho intenzione di bissare il successo dello scorso anno. 5- Nessun regime dietetico particolare, ma qualche giorno prima inizio a bere acqua e bibite gassate, per preparare lo stomaco alla dilatazione. 6- Superare il peso raggiunto nella scorsa edizione. 7- È uno sforzo consistente per il fisico, ma con la volontà e il giusto sostegno si riescono a fare molte cose. Il modello è mio fratello Moreno, che purtroppo non c’è più ma al quale ho dedicato la vittoria, perché ha combattuto con la sua malattia fino alla fine, senza arrendersi mai. 8- Tutto il peso che accumulo riesco a smaltirlo senza problemi nell’arco di una settimana. 9- Nessun disturbo. 10- I tuoi record precedenti mi hanno dato lo stimolo giusto per gareggiare. Perciò ti mando un “in bocca al lupo” e… che vinca il migliore!
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Orari martedi e mercoledì 8.30-12 e 14.30-19 giovedi 14-20 venerdì e sabato 8-17 Contatti 349 2634869 - Via 4 Novembre Barbarano Vicentino
nan t o
Non solo SPRIZZZ... di manuel mantoan
È
l’evento giovanile più atteso e seguito nell’Area Berica, uno spazio esclusivo che gli organizzatori (un team formato da una trentina di giovani di Nanto e dintorni) definiscono “democratico e meritocratico, dove ognuno è libero di esprimere le proprie idee per creare intrattenimento e aggregazione”. Da questa fucina di creatività è nato un format vincente giunto quest’anno alla sesta edizione, nella quale non mancheranno come di consueto le novità. La prima è rappresentata dal richiamo pubblicitario: “Sprizzz… ando Lab: l’Errore”, un titolo enigmatico la cui chiave di lettura potrebbe trovarsi in un ipotetico spot televisivo. Immaginate Sprizzz…ando come un laboratorio dove una scimmia sta cercando una ricetta originale per un nuovo aperitivo, ma alla fine della sua impresa subisce una metamorfosi e diventa un essere umano. Lo spot si chiude con l’immagine della bottiglia: “Misss…take”, (dall’inglese mistake, errore) la nuova correzione per aperitivo firmata Sprizz…ando.
“È una novità assoluta – spiegano i giovani ideatori del marchio – per rendere ancora più originale il nostro evento. Noi abbiamo realizzato l’etichetta mentre per la bevanda ci siamo rivolti ad una azienda affermata nel settore. Tutto a norma di legge quindi, e ci auguriamo che il pubblico possa apprezzarla”. TORNA LA GARA DEI CARRELLI “Sprizzz…ando non è principalmente un evento alcolico” - tiene a precisare il team promotore – “ci sarà spazio per tante altre attività ludiche come lo sport, l’arte, il cabaret, la musica e la danza”. Domenica 6 maggio, in occasione di “Aspettando Sprizzz…ando”, avrà luogo nella palestra comunale la “Champions League” nostrana, in cui si scontreranno sei squadre vincitrici di tornei calcistici della zona con i finalisti di Sprizzz…ando 2011. Nella stessa giornata spazio anche alla street art dei migliori writers di Vicenza, mentre la “Partenza con Sorriso” è riservata alla serata di giovedì 10 maggio, in cui Leonardo Manera, noto attore e comico televisivo, si esibirà in uno
spettacolo cabarettistico. Venerdì 11 spazio alla serata dance “Tosi de campagna contro ragazzi di città”: in consolle si sfideranno il dj di Radio 105 Pippo Palmieri e Gosso, voce e basso del folkloristico gruppo veneto Rumatera. L’evento clou, la tradizionale “gara dei carrelli”, avrà luogo nel pomeriggio di domenica 13 maggio, in concomitanza con il raduno del Vespa Club Vicenza Sud. A seguire Sir Oliver Skardy dei Pitura Freska si esibirà con musica dal vivo. Lunedì 14 maggio, Sprizzz…ando si chiuderà con la serata danzante offerta dalla scuola “Oltre la Danza” di Noventa Vicentina e con uno spettacolo pirotecnico.
Economia
Emergenza
lavoro
di marco ferrari
M
ai così male in Veneto. L’Istat, presentando i dati sulla disoccupazione, disegna un quadro che ha i toni funesti del grigio. Il glorioso tessuto economico del nord-est accusa i tre anni di crisi, rallenta, zoppica e fa segnare in Veneto un tasso di disoccupazione superiore al 7%, quattro punti percentuali in più rispetto al 2007, ultimo anno prima che Lehman Brothers fallisse trascinando mezzo mondo sull’orlo della recessione. Questo è il primo dato, per molti scontato. Il secondo dato invece è sorprendente ed è quello presentato da Unioncamere-Sistema Excelsior secondo cui in Veneto ci sarebbero oltre 200.000 posti di lavoro non coperti e disponibili. Il cortocircuito socio-economico è evidente. Da un lato la disoccupazione sale, dall’altro ci sono imprese pronte ad assumere che però non trovano personale. Un paradosso? Forse no. A ben vedere i posti vacanti sono per oltre il 70% nel settore tecnicoproduttivo con una richiesta di personale specializzato, programmatori e manutentori. La massa dei disoccupati è invece in larga parte composta da giovani che, molte volte, sono laureati e non ambiscono ad un lavoro in fabbrica e spesso non hanno la specializzazione necessaria. Il restante 30% dei 200.000 posti vacanti è concentrato nel settore commerciale–amministrativo dove risultano preferite le risorse in grado di parlare fluentemente una o più lingue straniere. Per quanto riguarda le lauree, quelle in economia e ingegneria fanno
dormire sonni tranquilli dando relativa serenità di collocamento. Situazione purtroppo opposta rispetto a chi si trova in tasca una laurea umanistica. Su tutti un dato: è in calo dell’11,7% la possibilità di trovare occupazione come insegnanti. Abbiamo interpellato alcuni giovani per sentire dalla loro viva voce cosa significhi entrare nel mondo del lavoro oggi.
Corriere Vicentino |
72 | Economia
Di Silvia Maculan di Francesco Meneghini
Emanuela Martines 22 anni, laureata in Scienze della Comunicazione. “Dopo la laurea ho fatto vari colloqui in aziende, sempre nell’ambito della comunicazione. Perlopiù i contratti proposti prevedevano l’apprendistato o si trattava di stage senza rimborsi spese. Grazie a un percorso formativo all’università ho fatto un’esperienza di lavoro in un’azienda di pubblicità e comunicazione. Finito lo stage mi è stato proposto di continuare a lavorare nella stessa azienda con contratto di sei mesi a progetto, in vista di un’assunzione a tempo indeterminato”.
Giulia Maccà 23 anni, diplomata Perito Commerciale. “Dopo la maturità mi sono rivolta ad agenzie di lavoro per trovare un impiego, purtroppo senza alcun risultato. L’opportunità è arrivata con l’apertura di un punto vendita di una grande catena di bricolage e edilizia, dove lavoro tuttora. Con un contratto di trenta ore settimanali mi ritengo fortunata perché sono una delle poche assunta a tempo indeterminato e di questi tempi è una gran cosa!”.
Glauco Bernardotto 29 anni, diplomato Perito Industriale. “Qualche breve esperienza con contratti a progetto (co.co.co) e nel 2005 ho deciso di avviare un’attività di informatica e domotica. Il problema maggiore per un giovane imprenditore è ottenere l’accesso al credito: gli istituti pretendono garanzie enormi senza valutare i progetti proposti. Inoltre avrei bisogno di assumere del personale, ma anche qui i costi sono altissimi e le agevolazioni mancano, considerando che per formare un dipendente mi servirebbero come minimo due anni. C’è anche da dire che molti giovanissimi si affacciano sul mondo del lavoro con mentalità sbagliata: poca voglia di imparare e nessuna intenzione di assumersi delle responsabilità”.
Elisabetta Amodio 28 anni, diplomata in Commercio Estero. “Ho trovato lavoro dopo l’estate della maturità, nel lontano 2002. Un contratto di collaborazione come impiegata in una concessionaria. Poi ho lavorato da un notaio all’ufficio mutui, con contratti prima di apprendistato e in seguito a tempo indeterminato. Un’esperienza negativa che mi ha indotto a lasciare il lavoro da un giorno all’altro, senza avere un’alternativa. Era il 2005 e dopo appena due settimane ho trovato il lavoro attuale in una grossa azienda nell’ufficio risorse umane, con contratto a tempo indeterminato”. E continua: “Il lavoro mi piace ma la paga è bassa e dopo dieci anni sono ancora costretta a integrare con due serate a settimana come barista. Vivo ancora con mia madre perché non posso permettermi di acquistare una casa. È assurdo, chissà quanto tempo dovrò aspettare per formarmi una vita da adulta e una famiglia…”.
Eva Beghin 27 anni, laureata in Comunicazione della cultura e delle arti. “Ho sempre lavorato, prima, dopo e durante la laurea, come cameriera in bar e ristoranti. Ottenuta la laurea ho trovato solo dei bellissimi tirocini non pagati, in agenzie di comunicazione ed enti culturali. Una delle più belle esperienze? Alla biennale di Venezia, ufficio accrediti stampa. Mi piaceva, ma per la durata degli eventi, i contratti erano rari e cortissimi. In seguito a diversi progetti internazionali cui ho partecipato (erasmus, leonardo, sve) mi sono ritrovata a vivere tra Madrid, Salamanca e Malaga, in Spagna. Ora vivo a Barcellona e lavoro in una galleria d’arte ma vorrei cambiare: le paghe sono basse e devo sempre integrare con altri introiti. Cerco un lavoro che mi piaccia, di tipo manageriale nel settore culturale, come esperienze affini che ho già fatto. Sono decisamente positiva e confido nel futuro! Non so se voglio un lavoro fisso, mi sono abituata a cambiare, migliorare e rinnovarmi e devo dire che mi piace”.
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B A S K ET
sport
Bellato e Arzignano c1 in vista
di Stefano testoni
N
ascere, crescere e vincere. Tre parole che Francesco Bellato, per tutti Cesco, ha saputo far convivere con la maglia della Garcia Moreno Basket. All’età di otto anni i primi passi sui parquet arzignanesi, ora va per i 34 e di strada ne ha fatta tanta con la canotta giallo blu, colori che sono per lui come una seconda pelle. Gioie, delusioni, vittorie e sconfitte, nella sua carriera ha vissuto tanti momenti così. Molte le giornate felici, come quelle che sta vivendo ora, protagonista dell’ottima stagione che vede il team allenato da coach Venezia primo in classifica. Due i punti di vantaggio sull’Ormelle, battuto in entrambi gli scontri diretti, a tre giornate dalla fine. Dopo il match con l’Istrana del 29 aprile, ecco l’ultima
trasferta a Padova e la chiusura col Dueville davanti al pubblico amico. Una sfida incrociata nel campionato di C2 che mette in palio la promozione diretta verso la C1, la prima categoria nazionale, coi Griffons che se finissero a pari punti degli avversari brinderebbero comunque alla promozione. “Sono molto contento di come stanno andando le cose – spiega il capitano del Garcia Moreno. – La squadra sta facendo un grande lavoro e in campo si vedono i risultati. Noi proveremo fino all’ultimo a mantenere il primo posto”. Aspettative importanti, anche se ad inizio anno gli obiettivi erano ben inferiori alla classifica odierna... Dobbiamo vivere il presente e cercare di chiudere il campionato il 13 maggio senza passare per i play off. Questo è quello che ci chiede il coach e quello che vuole la squadra.
Corriere Vicentino |
75 | Sport
Se poi tu giochi come contro il Summano, allora tutto è più facile. Allora ho fatto un’ottima prestazione, 27 punti fatti grazie a 8 triple. Alla fine comunque conta vincere e basta, tutti mettono del loro in campo, chi segnando punti, chi rubando palle. Sarebbe importante, dopo il rientro di Puliero, recuperare anche Tourè: sono giocatori fondamentali nella corsa alla promozione. Comunque vada, tu resterai sempre una bandiera. Io penso a giocare e a divertirmi finché il fisico regge, rispetto a qualche anno faccio meno schiacciate e distribuisco meglio le mie energie. Sono nato e cresciuto con questa squadra, con orgoglio posso dire di essere l’unico ad aver scalato classifiche e campionati partendo dalla prima divisione e passando per la serie D, la C2 e la promozione in C di qualche anno fa. Cose che rimarranno per sempre dentro di me. Per te arzignanese doc, sicuramente gli stimoli saranno maggiori quando scendi in campo... In campo vado sempre per vincere. Io cerco di essere, più che un punto di riferimento, un leader di un gruppo composto da grandi giocatori e da giovani che sapranno far parlare di sè. Gli stimoli si trovano sempre, certo giocare davanti a tanti amici e a un pubblico caloroso come quello del PalaTezze è un qualcosa in più, da non sottovalutare.
footb all americ ano
Nel Veneto piace a tutti di mario piotto
I
l rugby? Tutt’altra parrocchia. E c’è da crederci anche senza il bisogno di farsi convincere dall’aspetto ruvido di questi omaccioni, con lo stesso fisico dei colleghi “british” e la stessa voglia di far fare numeri a quella palla ovale. Perché il football americano, realtà emergente in Veneto con le 2 squadre del 2004 passate in pochi anni a 9, condivide con il “cugino” la forma del campo e del pallone, ma poco altro. “Potremmo dire – racconta Vicenzo Carbone, 26enne quarterback degli Hurricanes Vicenza – che il rugby è un po’ simile al calcio, mentre il football… agli scacchi. Un gioco fatto di strategia, schemi, preparazione.
Il rugby è fantasia, il football cervello”. Tanto che non è scontato, come si può pensare in prima battuta, che i footballers siano ex rugbysti. “Per tutti noi (il roster degli Uragani è composto da quasi 50 elementi ndr) è una passione nata e cresciuta con la televisione, con il Superbowl e i film ambientati attorno al
campo. Chi si è avvicinato in un modo, chi nell’altro, senza sapere niente di football, ma alla fine ha vinto il tam tam e la voglia di fare squadra.” Concorda il coetaneo Paolo Nardon di Montecchio Maggiore, topscorer con tre mete realizzate nelle quattro partite fin qui disputate dal team, iscritto al campionato CIF9 Fidaf. “Football vuol dire spirito di gruppo, appartenenza alla squadra, aggregazione – racconta il ricevitore castellano – e il bello è che ogni azione può essere quella decisiva. Io ho praticato diversi sport, dal nuoto al basket, ma solo con la palla ovale ho trovato qualcosa di completo.” Il football un parallelo col rugby ce l’ha anche in coda: il finale a cavarsi via il fango e soprattutto a far festa col terzo tempo.
ciclismo
Valchiampo che amatori! di stefano testoni
“C
iclismo che passione”, lo slogan degli atleti della Ciclismo Valchiampo, gruppo di amatori nato nel 1996. Un’associazione che oggi conta 58 tesserati, con Stefano Sinigaglia presidente dal 2002 e succeduto a Marco Zonato. Si pratica sia ciclismo su strada sia mountain bike. Tra i fondatori anche Stefano Cobbe, oggi vice presidente. “Di strada ne abbiamo percorsa tanta – ci spiegano i dirigenti – ma davanti a noi abbiamo ancora tanto da fare. Adesso siamo entrati nella stagione agonistica, i ragazzi della MTB hanno già gareggiato nelle granfondo Tre Valli di Tregnago e Paola Pezzo sul Garda, che fanno parte del circuito re-
gionale La Serenissima. Gli stradisti invece hanno inaugurato il challenge Giordana, il 15 aprile alla granfondo Liotto di Valdagno sotto il diluvio”. La preparazione a queste manifestazioni è fatta con il giusto spirito, con un occhio al cronometro e l’altro al pasta party di fine corsa. Parole d’ordine di una squadra che a luglio organizzerà il concentramento Udace a Chiampo presso la propria sede, l’Hotel La Pieve. “Negli ultimi anni grandi risultati sono arrivati da Antonio Rancan, campione italiano cadetti granfondo
nel 2010 e vice campione italiano assoluto, e da Andrea Parise, campione provinciale cadetti e vice campione italiano mediofondo”. In Vallata manca una squadra per giovani atleti... “E’ nostro obbiettivo consolidare un team di giovanissimi e giovani da avviare all’agonismo nelle varie categorie federali. Speriamo a breve di riuscirci, con l’aiuto di tanti”. Ci sono poi i cosiddetti estremisti: Giannino Beschin che ha portato a termine la Parigi-Brest-Parigi randonneé di 1200 km e Antonio Tadiello che ha concluso la 1001 miglia da Milano al Lago di Bolsena e ritorno, randonneé massacrante per altimetria e chilometraggio giornaliero.
s p e e d way
Aria Mondiale
T
settimane “da professionista” per Vicentin, che deve abituarsi a impegni ravvicinati e accumulare in questo 2012 il massimo dell’esperienza in piste e competizioni diverse. SFORTUNA TRICOLORE – “Il Tricolore individuale non è iniziato secondo i migliori auspici per il nostro pupillo – dicono al Team Jocker. – A
foto di Mirco Milan
utti pronti nell’Area Berica per l’esordio di Nicolas Vicentin in maglia azzurra. Sarà nel pomeriggio di sabato 5 maggio a Lubiana, dove l’Italia affronterà i padroni di casa della Slovenia, l’Ucraina e gli Stati Uniti: in palio un pass per la Speedway World Cup. Mission impossible per il pilota di Noventa e i suoi compagni Paco Castagna, Nicolas Covatti e Mattia Carpanese: l’obiettivo è fare
Lonigo 25/04/12 Vicentin (a sinistra) in lotta con Franchetti
almeno bella figura e provare a evitare l’ultima piazza. Per Nico anche l’emozione da superare, perché non è lo stesso gareggiare per sé e difendere la maglia (e l’onore sportivo) del proprio Paese, su un tracciato per lui sconosciuto. TOUR DE FORCE – Raduno federale il 21-22 aprile, prova tricolore a coppie il 25, importantissimo round di qualificazione del Mondiale individuale Junior a Neustadt Donau (Germania) il 28, gara in Austria a squadre il 29 e individuale a invito il 30, prima di arrivare all’appuntamento iridato con la maglia azzurra e alla seconda tappa del campionato italiano a coppie il giorno dopo, il 6 maggio. Due
Lonigo, nella manche decisiva per l’accesso alla Finale, un copertone ballerino e la scarpetta di ferro sganciata l’hanno disturbato non poco. A Terenzano, su un tracciato scivoloso per la pioggia, Nico ha dovuto adattare in corsa l’assetto del mezzo meccanico. Ora deve tornare a lasciar correre la moto, a guidare con entusiasmo e divertimento, senza troppi calcoli o prudenza eccessiva”. ESORDIO A COPPIE – Nella prima tappa del torneo a coppie, il 25 aprile a “S. Marina”, il MC Lonigo ha raggiunto il secondo posto alle spalle di Sarego. 18 i punti raggranellati da Carpanese, 6 quelli di Vicentin, brillante solo a sprazzi.
Corriere Vicentino |
77 | Sport
Che tristezza quelle immagini di Pescara-Livorno. Con il Moro che si accascia sul campo e non si rialza più. Noi lo vogliamo ricordare in maglia biancorossa, numero 25, con il dito rivolto al cielo dopo il gol di Modena nel 2008. Con il pensiero ai suoi cari che
non c’erano più. E a guidare il centrocampo del Vicenza con quel piglio da giocatore esperto nonostante la giovane età. Bergamasco doc, in maglia berica è arrivato dopo le giovanili all’Atalanta, la sua prima stagione da professionista a Udine, esordio in serie A il 23 ottobre in Udinese-Inter, e dopo l’esperienza a Bologna nel 2006/2007 in serie B con un altro ex, Renzo Ulivieri. A Vicenza conquista la salvezza in B nel campionato 2007/2008, 34 presenze e un gol, in panchina c’è Angelo Gregucci. A fine stagione la società riscatta la metà del cartellino e il Moro resta qui anche nel 2008/2009, 32 partite e nessun gol. Rientra a Udine nel 2009 e il cartellino ritorna ad essere tutto della società friulana, poi passa alla Reggina e quindi al Padova, per approdare per la seconda volta a Vicenza in prestito nel gennaio del 2011 con il tecnico Maran. Qui sarebbe tornato volen-
tieri anche quest’anno. A Udine non giocava e la possibilità c’è stata, davvero, a gennaio. Se nel
calcio mercato di qualche mese fa Ni-
Morosini
vicenza
Piermario cola Rigoni fosse andato all’Atalanta, proprio nella Bergamo del Moro, Piermario sarebbe arrivato a Vicenza per la terza volta. Era legato ai colori biancorossi. Era uno di quei giocatori per cui la maglia che indossi significa ancora qualcosa di importante. “Torne-
rei a piedi a Vicenza, spero proprio che si riesca a fare” diceva qualche mese fa. Non è successo.
E ci resta il grande rammarico di non poterlo più rivedere con quella maglia del Vicenza a cui si era tanto affezionato. Impossibile non voler bene
al Moro. Centrocampista dai piedi buoni, di carattere e personalità. Ragazzo davvero speciale, educato, sempre disponibile,
con il sorriso sulle labbra nonostante una vita familiare sfortunata, di lutti e tanta tristezza. Ma non ne parlava quasi mai. Anzi.
Doveva realizzare il suo sogno di calciatore, per lui, ma anche per mamma e papà. E per i suoi fratelli. Aveva indossato anche la
maglia azzurra, dalle giovanili fino all’Under 21, con cui ha partecipato all’Europeo in Svezia nel 2009. Il Moro era di quelli che rispondono sempre alle domande dei giornalisti.
Non si tirava mai indietro, anche quando il Vicenza era in difficoltà, dopo le sconfitte, quando la salvezza diventava a rischio. Sembrava più vecchio della sua età. Forse per i dolori e le difficoltà
che aveva dovuto superare nella vita. Forse per quei suoi modi gentili in un mondo a volte sopra le righe come quello del calcio. Era di quelli che quando sono infortunati, spingono per rientrare in campo prima possibile a dare il proprio contributo. Non mollava mai. Ma sapeva anche sorridere e divertirsi, come tutti i ventenni. Corriere Vicentino |
78 | Sport
biancorossa
S
arebbe dovuto tornare a Vicenza a gennaio. Invece il destino lo ha portato a Livorno. E sul campo del Pescara il 14 aprile la sua vita si è spenta per sempre. Piermario Morosini avrebbe compiuto 26 anni il 5 luglio. E in maglia biancorossa ha vissuto un periodo lungo e importante della sua breve carriera calcistica. Due stagioni, dal 2007 al 2009, e poi ancora da gennaio dello scorso anno fino a fine campionato. Questa pagina doveva essere dedicata a Stefan Schwoch, direttore sportivo della squadra biancorossa e bomber doc della storia recente vicentina, ma non potevamo non salutare il Moro che se n’è andato in maniera così tragica e improvvisa in un sabato qualunque di aprile.
Ciao Moro. Ci restano quei tuoi grandi occhi scuri, dolci e velatamente tristi. Il tuo sorriso. E la voglia di andare sempre avanti. Di superare gli ostacoli. Un esempio per tutti, nella vita difficile di oggi. Nel cuore però abbiamo una domanda a cui non riusciremo mai a dare risposta: si può morire così a 25 anni?