Copia omaggio / anno XV / maggio 2014 Stampato su carta ecologica
Riaprire le case chiuse? L’intervista Simone Cristicchi Renzo Ulivieri il mio Vicenza Speciale Elezioni
L’agricoltura
che non ti aspetti
TRASfoRMIAMo lA GlobAlIzzAzIonE In oPPoRTunITà Dal 2008 l’Italia sta affrontando una difficile situazione economico-finanziaria che, nonostante in quasi tutta Europa e nel mondo stia allentando la sua morsa, nel nostro “bel paese” continua imperterrita; purtroppo, non tutte le aziende Italiane sono state in grado di far fronte al conseguente cambiamento del mercato e alla minor disponibilità di credito. In questo scenario si colloca Globus International, società Italiana che vi offre una consulenza strategica per la futura crescita della vostra Azienda. Consapevole delle difficoltà delle PMI italiane e sicura delle mosse da fare nella grande scacchiera dei mercati esteri, Globus International lavora per voi e con voi. Un team di Consulenti Senior, con consolidata esperienza in progetti internazionali, sarà al fianco della vostra Azienda per cogliere il valore aggiunto della vostra Impresa e dei vostri prodotti. Parallelamente, un network di Partners Internazionali, presenti nei Paesi più importanti (Brasile, India, Filippine, Dubai ed Emirati, Polonia, ecc..) consentirà di trasformare le vostre necessità in nuove opportunità di business. Ognuno dei Partner di Globus è in grado, con la propria struttura locale, di dare il completo supporto ai progetti che consentono alla vostra Impresa di avere successo. Il coordinamento di tutti i vostri progetti viene garantito dalla struttura Italiana di Globus nella quale operano i nostri consulenti specializzati e certificati multilingua. Progetti di internazionalizzazione commerciale e industriale • Missioni di business:siamo in grado di organizzare incontri con i più importanti referenti dei diversi paesi nei quali volete espandere il vostro business; • Apertura nuovi mercati: ricerca e selezione di agenti, distributori, reti di vendita e referenti commerciali; • Delocalizzazione commerciale e/o industriale: apertura di una vostra filiale in nuovi mercati che diano nuovo o maggiore slancio alla vostra impresa; • Progetti di trading: comprare e vendere materie prime e/o prodotti finiti dall’Italia verso l’estero, dall’estero verso l’Italia o estero su estero. Supporto all’organizzazione aziendale • Export management: per dare nuovo vigore alle vostre vendite all’estero; • Vendite internazionali: come vendere all’estero e in quali mercati; • Acquisti internazionali: migliorare il proprio ‘marketing di acquisto’ per aumentare le marginalità e ridurre i costi; • Gestione dell’estero: supporto all’operatività aziendale, dagli acquisti all’order processing, attraverso servizi di backoffice ad-hoc per la vostra Azienda. • Revisione e ri-organizzazione aziendale nelle principali aree di possibile criticità: controllo di gestione, produzione, acquisti, vendite internazionali, logistica internazionale, ecc… Africa sub-sahariana: la nuova frontiera emergente! La posizione dell’Africa subsahariana nelle relazioni internazionali si è notevolmente trasformata. I paesi dell’Africa subsahariana attraversano una fase di straordinaria espansione economica con un tasso di crescita (4,2%) superiore persino a quello medio dei BRIC (3,8%). L’Italia vanta competenze in settori come l’energia rinnovabile e la costruzione eco-compatibile che sono temi fondamentali per l’Africa, la quale, comunque, vedrà gran parte della sua crescita anche nel settore dei beni di consumo con più di 26 milioni di consumatori e un Pil superiore ai 10 miliardi di dollari. Infrastrutture, agribusiness e ‘made in Italy’ sono una reale opportunità in questo momento.
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editoriale di Stefano Canola
“C
Stasera niente festa
ome mai la curva viola è un fiorire di bandiere mentre il settore del Napoli sembra un Mercoledì delle Ceneri?”. Stadio Olimpico di Roma, 3 maggio ore 20.30. Sono arrivato da poco in tribuna stampa e per qualche lunghissimo secondo l’estasi dell’evento annunciato, con 60 mila invitati in un ambiente fantasmagorico, mi annebbia le idee. Mi riportano a terra le notizie sui portatili: gli scontri, i feriti, i dubbi sullo svolgimento della gara. Comunque vada niente festa, stasera. La macchina fotografica torna rabbiosamente nello zaino mentre valuto l’assurdità della situazione: noi ad aspettare la partita mentre un ragazzo di trent’anni, a cui hanno sparato poco prima lì vicino, sta giocando a pallone con la Nera Signora. Di nuovo il cronista del Corriere Vicentino perde lucidità: cosa sto a fare qui, vorrei essere a casa mia con Irene ad ascoltare i Queen. Intanto sotto la curva Nord si snodano le “trattative”: non conosco il personaggio che troneggia sopra le reti divisorie e che di lì a poco assurgerà a fama planetaria come “Genny ‘a carogna”, ma il capitano azzurro Hamsik che va avanti e indietro ha tutta l’aria dell’ambasciatore. Il giovanotto slovacco con la cresta parla con i capi ultrà, quindi arriva la notizia che tutti attendono, compresi i giornalisti napoletani al mio fianco: si gioca. Mi metto nei panni del questore e del prefetto, di chi ha dovuto decidere in mondovisione (e con informazioni frammentarie, racconterà il presidente partenopeo De Laurentiis in sala stampa), salvaguardando l’incolumità dei presenti che il pugno di ferro avrebbe forse messo a repentaglio. Io, seduto al centro della polveriera Olimpico, non mi sento di tirargli contro. La partita è vera e stempera gli animi, merito dei giocatori e dell’arbitro vicentino Orsato che dirige con piglio ed equilibrio. Alla fine i tifosi della Fiorentina applaudono la loro squadra, pur sconfitta, arrotolano i vessilli in buon ordine e lasciano lo stadio all’euforia napoletana, che invade il campo prima di riempire l’aria con le tradizionali canzoni del Golfo. Il capitano ambasciatore alza la Coppa Italia, Ciro sta ancora giocando la sua partita.
2000 - Bericaeditrice s.r.l. 15.000 copie certificate
Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-
Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Vicedirettore Nicoletta Mai. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Redazione: Guido Gasparin, Giuseppe Signorin, Francesco Meneghini, Lisa Masiero, Mario Piotto, Francesco Baù. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico, Luisa Nicoli. Art director Alessandra Peretti. Grafico Amos Montagna.
sommario Inchiesta L’agricoltura che non ti aspetti
18
L’INTERVISTA Simone Cristicchi
22
focus Case... schiuse
24
SPORT Renzo Ulivieri
25
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arzignano Ho donato il midollo osseo
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arzignano L’anno dei Griffons
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arzignano Dafne regina araba
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Stampa: Cora Print Srl - Trissino (VI) Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Alex Bertacche 349 5183614 Federico Hanard 335 5293582
MONTECCHIO 15.000 km e una Panda... CHIAMPO Finalmente don
Nogarole Riunione di famiglia gambellara MONTORSO Spazio al vino
42
LONIGO La città e il turismo 47
sarego Sarego sostenibile 49
SPECIALE elezioni
© 2014 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale e l’uso pubblicitario in altra sede. L’editore è a disposizione dei proprietari dei diritti su eventuali immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione.
gli uomini e le donne (non) sono uguali Giuseppe Signorin
Una donna con la gonna L’altro giorno ho ascoltato il capolavoro di Roberto Vecchioni, “Voglio una donna”. Canzone profetica, geniale, tanto che l’autore stesso non l’ha capita e l’ha rinnegata in una recente intervista. Che s’innamori di te quella che fa carriera, quella col pisello e la bandiera nera, la cantatrice calva e la barricadiera, che non c’e mai la sera. Sono solo alcuni dei versi sublimi con cui Vecchioni si scaglia contro la donna uomo, la peggio specie, la donna che invece di realizzare pienamente la sua femminilità, scimmiotta i maschi. Voglio una donna con la gonna, cantava Vecchioni, quando il fuoco della poesia scaldava ancora i suoi versi. Una donna con la gonna anche quando lavora, anche quando ha ruoli decisionali. Secondo alcuni studi, infatti, le aziende rendono di più se hanno delle donne nei ruoli decisionali, e ancora di più se quelle donne sono trattate da donne. Per esempio lavorando meno ore se hanno dei figli a casa. Questo risulterebbe il modo per farle rendere al meglio e aumentare il fatturato dell’azienda. Voglio una donna con la gonna - non importa se moglie, mamma, single o suora, basta che sia una donna donna. (Idem per gli uomini).
Mondo #startup Diamo i numeri
di Alberto Faedo
Con il termine #startup si identifica l’operazione e il periodo durante il quale si avvia un’impresa. (fonte Wikipedia) Circa 47.900.000 risultati su Google (in 0,33 secondi). 1978 #startup in Italia ad aprile 2014. Prima regione Lombardia 401 #startup • seconda Emilia-Romagna 224 #startup terza Lazio 203 #startup • quarta Veneto 162 #startup 909 #startup nel nord Italia • 712 #startup nel centro • 357 #startup al sud. 12 #startup nella provincia di Vicenza. 1 provvedimento del governo che parla di #startup, il Dl 179/2012 detto Decreto Legge Crescita 2.0, convertito nella legge n. 221/2012 entrata in vigore il 19 dicembre 2012. 2008 5 #startup • 2009 91 #startup • 2010 147 #startup • 2011 239 #startup 2012 365 #startup • 2013 630 #startup • 2014 1978 #startup
Corriere Vicentino |
8 | Opinioni
vipera con garbo
Elisabetta Badiello
Quando il Galateo odora di muffa
Che i “buoni costumi” siano utili alla società lo scriveva Giovanni della Casa sul “Galateo” pubblicato nel 1550. Ma anche oggi, lontano dai salotti e dalle corti dove si ambientava la vita sociale in quegli anni, vale la stessa regola: sapersi comportare nelle relazioni con il prossimo garantisce un ottimo lasciapassare anche ai giorni nostri. Galateo, etichetta o bon ton sono sinonimi di buone maniere, un insieme di norme e convenzioni dettate dal rispetto del prossimo e dell’altrui sensibilità. Molte le evoluzioni dal testo originario. Da “Il saper vivere di Donna Letizia”, pseudonimo di Colette Rosselli, illustratrice e scrittrice, moglie di Indro Montanelli, al “Bon Ton” di Lina Sotis, giornalista e ironica opinionista di costume per il Corriere della Sera, tutti con un unico denominatore: suggerire alcune regole di buona educazione per vivere meglio! Regole che con il tempo sono state smussate, cambiate e, in certi casi, addolcite. Leggere il testo originario suscita ai giorni nostri qualche sorrisetto e, a voler approfondire, si rischia pure di farsi qualche sana risata. Ma si tratta comunque di orientamenti, talvolta fondamentali per vivere con gli altri. Se proprio non sapete come comportarvi in una certa situazione, pensate che cosa vi darebbe fastidio se fatto a voi ed evitatelo. Inoltre, nel rispetto delle “buone maniere”, affrontare la vita con maggiore disponibilità d’animo e con il sorriso sulle labbra, sarà un ottimo contributo al vivere sociale. Un pizzico d’ironia non potrà poi che garantirvi il successo, galateo a parte.
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Social media marketing per il business. Mito o realtĂ per la piccola e media azienda? : Miramarmi Via del Motto 10 a San Pietro Mussolino
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Rose bianche per te
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ono un vecchio fortunato. Mi aveva detto: “Perché non passi a trovarmi?”. Avevo registrato quella domanda come una sorta di resa, dopo un interminabile ma molto leggero corteggiamento, fatto di complimenti nelle cene fra amici, di qualche cartolina ricordo dalla montagna, di teneri messaggini al compleanno e all’onomastico, risicando senza oltrepassarli i limiti di guardia. Aveva nel tempo fatto piangere troppi uomini. Mi ero presentato con un mazzo di sette rose bianche. “Ma non dovevi… Che gentile!” e tutto il resto. Non mi ero mai fatto eccessive illusioni, ma più volte mi ero soffermato a sostenere il suo sguardo attraente, di femmina cosciente del proprio fascino assassino. Malgrado la mia obiezione volle stappare una bottiglia di spumante per un brindisi. “Era ora che ti facessi vivo!”. Sembrava che fossi io ad avere in mano la situazione, e stavo un po’ gigioneggiando. Ma non era come pensavo. “Non ci crederai, ma mi sono presentata per le prossime elezioni europee”. Sì, era a caccia di voti e “…in nome della nostra lunga amicizia…” mi stava chiedendo di votare e far votare la sua lista. “Ovviamente non sono capolista, ma devo fare la mia parte”. Mentre si dilungava sul programma, paragonabile per originalità all’intervista ad un allenatore di calcio nel dopopartita, avevo attivato nel mio
cervello il pilota automatico e, abbozzando intermittenti cenni di assenso, lasciavo che lo sguardo si posasse sulle ciotole ricolme di rose rosse sparse per il salotto oppure scivolasse con noncuranza dalla scollatura alle cosce accavallate della mia candidata. Se avesse usato quella mise per la foto ufficiale, avrebbe certamente ottenuto il voto anche del mio amico Gigi. Ho promesso tiepidamente qualcosa. Mi ha lasciato una traccia di rossetto sulle guance salutandomi. “Grazie per quello che potrai fare. E grazie delle rose bianche. Sono simbolo di fratellanza, sai? I tuoi amici mi hanno coperto di rose rosse… Chissà cosa si aspettavano da me. Tu invece sei speciale: non ti saresti mai reso ridicolo presentandoti con delle rose rosse. Bacio. Ciao!”. Eh, sì! Sono un vecchio fortunato. Meglio non sappia che avevo preso rose bianche perché quelle rosse erano terminate.
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Ingiustizie Gentile signor Genny detto “‘a Carogna”, le scrivo in merito alle gravi e ingiuste conseguenze da Lei patite in seguito ai noti fatti accaduti nello stadio Olimpico di Roma pochi giorni fa. Lei e Lei solo si è fatto carico di risolvere una situazione a dir poco intricata nella quale autorità di ogni ordine e grado annaspavano come naufraghi di un Titanic di sughero. E quando, con un gesto imperioso, ha dato il via libera all’incontro, i responsabili dell’ordine pubblico hanno potuto tirare un sospiro di sollievo e i massimi dirigenti del calcio italiano sono potuti uscire dalle fioriere e da sotto le poltrone dove si erano provvisoriamente eclissati. E che cosa ti combina il ministro degli interni Alfano? Le commina insensati e spropositati cinque anni di DASPO, ovvero divieto di frequentare gli stadi, con la scusa di una maglietta imbecille da lei imprudentemente indossata. Irriconoscente, probabilmente invidioso della ribalta da Lei giustamente conquistata, ha voluto comunque far vedere che lo Stato c’è, anche se nell’occorrenza era probabilmente al bar. E inventandosi un “reato” surreale, cioè vestizione di maglietta imbecille, ha voluto vendicarsi di Lei. Ma non tema signor Genny ‘a Carogna: d’accordo con il nostro Magnifico Direttore, che detto per inciso porta con onore il suo stesso soprannome, abbiamo deciso di mettere a sua disposizione il nostro formidabile collegio di avvocati. Ci venga a trovare in redazione, nell’attesa La saluto cordialmente.
Il principe azzurro? Ce lo dà il Pap Test Il kamasutra per i single
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“O specchio, specchio delle mie brame, chi è il principe del mio reame?”. Ogni donna ha il suo curriculum vitae in fatto di storie andate a male, ma soprattutto, in fatto di scuse per metterci la parola “fine”. Quelli che diventano omosessuali, quelli che fingono un ricovero in ospedale o si nascondono dietro la scusa della moglie nevrotica e asessuata, fino ad arrivare alla categoria più pittoresca, i filosofi alla ricerca di se stessi. Sguardo alienato e fisso all’orizzonte, denunciano il loro
mal di vivere alla Goethe e poi, con la bibliografia di Buddha e seguaci, ti mollano per il loro sé. Passa una settimana e li vedi con un’altra. Che abbiano trovato se stessi nell’”oscurità fertile” della nuova compagna? Dimentichiamo bar e discoteche e corriamo a fissare l’appuntamento per il Pap Test. “O ginecologa, ginecologa delle mie ovaie, di chi è l’essenza del mio pelvico reame?”.
di Roberta Costantini
Piccolo Skerno Lino Zonin
Storie mondiali
Fra un po’ sarà di nuovo tempo di mondiali di calcio. La Rai, come accade sempre più spesso, arriva all’appuntamento in braghe di tela, con pochi soldi in tasca, poche partite in programma (25 in tutto, sperando che ce ne siano tante con l’Italia in campo) e un mucchio di scrocconi al seguito. Per seguire come si deve l’evento occorre essere abbonati a una pay tv, in particolare a Sky, che trasmetterà tutte le 64 partite del torneo. La rete satellitare si sta avvicinando all’appuntamento con una bella trasmissione di Federico Buffa (“Storie mondiali”) che ripercorre con eleganza e competenza le epiche imprese calcistiche del passato. Lo spunto è dato da una frase di José Mourinho: “Chi sa solo di calcio non sa niente di calcio”, un invito ad andare al di là del semplice evento agonistico per scoprire il giacimento di avvenimenti, personaggi, aneddoti e insegnamenti che si nasconde sotto ogni rimbalzo del pallone. Federico Buffa è un avvocato milanese esperto di basket che sa anche di calcio. Le sue telecronache delle partite Nba, di solito condotte assieme a Flavio Tranquillo, sono un’overdose di entusiasmo e di informazioni. Con il suo ultimo programma si occupa di una palla un po’ più piccola e prende spunto dai Mondiali per tracciare un affresco storico-antropologico sugli ultimi ottant’anni di vita del mondo, dal 1930 in Uruguay a dopodomani in Brasile. Buffa la sa lunga e sa come raccontarla, con un fare epico e guascone che ti ammalia e ti appassiona. Certo, per vederlo, bisogna essere abbonati. Alla Rai, uno così se lo sognano.
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sex in vicenza info@corrierevicentino.it Cari Elena e Paolo, chiamatemi Roberto Bolle! Il balletto classico per me non ha più segreti: negli ultimi tre mesi ho girato tutti i teatri d’Italia alla ricerca dei più prestigiosi artisti sulle punte. Vi prego, salvatemi!!! Non ce la faccio più. La causa è buona: accompagno ai balletti la ragazza più bella che io abbia mai conosciuto. E che in seconda serata sa come risvegliarmi dal torpore... Ma vi assicuro che due ore a vedere persone che zampettano col tutù non durano semplicemente due ore, sono un’infinità. Non so quanto ancora posso resistere... dite che prima di morire di noia sia giusto che le dica la verità? Andrea di Brendola
Foto di Andrea Centofante
Elen
Feisbuc girl Nome Greta Tadiello Età 18 anni Vive a Montebello Vic. Lavoro modella e studentessa Situazione sentimentale fidanzata
Aspirazioni realizzarmi professionalmente come modella e fotomodella Film preferito Fast and Furious Cibo preferito frutta Di cosa non puoi fare a meno... della musica
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P a ol o
Caro Andrea, lasciatelo dire: sei un eroe. Tre mesi di spettacoli di danza classica sono una prova d’amore che sfiora il sadismo. E tu l’hai sopportata in silenzio, senza cedimento alcuno, con il pensiero sempre rivolto al “dopo”. Bravo Andrea. Ma sappi che il prossimo passo è l’abbonamento alle rassegne di danza: prima che lei arrivi con il pacco-regalo è meglio che le chiedi di diversificare le uscite. Salvati prima che sia troppo tardi! Un abbraccio, Elena
Caro Andrea, se la signorina ti ricambia come dici, io ci andrei piano a dirle la verità. Meglio una rottura di scatole con una bella donna che una partita di calcio con una Littizzetto, no? Ti posso comunque capire. Se non sei un appassionato, guardare il balletto classico è uno strazio. Come una partita di calcio femminile, un museo di arte moderna, i Coldplay… Siete ancora nel primo trimestre, anche lei è nella fase “Dio-che-bello-mi-piacetutto-di-lui”: direi di aspettare un altro mesetto, poi sparare un “tesoro, adesso basta classico, sono un tipo da DC10”. Vedrai, ci capirà poco e quindi le piacerai di più. Paolo
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Scuolabus in fiamme
Si getta dal Fogazzaro
Accoltella la ex
Tanta paura ma nessun ferito. Mercoledì 23 aprile, a Costo di Arzignano, un pulmino di una scuola di Montecchio Maggiore ha preso fuoco. Erano circa le 16.30 quando il mezzo, condotto da una donna di Arzignano, ha iniziato a fare fumo. Sul pulmino si trovavano quattro bambini delle medie che stavano ritornando a casa al termine delle lezioni. La conducente, visto il fumo e sentito l´odore di bruciato, ha avuto la prontezza di fermarsi, accostare e far scendere i bambini. I Vigili del Fuoco hanno poi domato le fiamme.
Martedì 22 aprile, durante la ricreazione, all’istituto magistrale Fogazzaro di Vicenza un ragazzo di 15 anni si è buttato dalla finestra della sua classe, al secondo piano dell’edificio. Il ragazzo è sopravvissuto miracolosamente al volo di dieci metri. È stato soccorso prima da studenti e insegnanti, poi dagli operatori del Suem 118. Pare che il gesto del quindicenne fosse premeditato, ma non se ne conoscono le ragioni.
Un commercialista veronese, Enrico Sganzerla, 42 anni, di Cerea in provincia di Verona, è stato arrestato per tentato omicidio dopo aver colpito con un coltello da cucina la sua fidanzata, Laura Roveri, di 26 anni. Il fatto è avvenuto in una discoteca di Vicenza, il Victory, dove lei era andata senza il fidanzato e con un gruppo di amici. La donna è stata poi portata in ospedale con varie ferite alla testa, a un braccio e alla gola.
Assalto da 50 mila euro
Vivere in una grotta Una cava in zona Bastiana adibita ad alloggio, con una tenda da campeggio come camera, un fornelletto da campo come cucina e candele come lampadari. Niente elettricità e niente acqua, per scaldarsi solo un focolare. È così che da qualche tempo vive Gianluca Minardi, 42 anni, ex orafo ora impegnato in sal-
tuari lavori di verniciatura, residente a Sovizzo ma originario di Creazzo, che da quando ha perso il lavoro di manutenzione di lucernari ha perso anche la casa. Gli sono state offerte le docce del Polisportivo dal comune e pacchi alimentari dalle associazioni di volontariato, ma ciò che davvero gli serve è un lavoro e una casa.
un mese di notizie in Breve
a cura di Lisa Masiero
Muore Antonio Nani Domenica 4 maggio alcuni ladri hanno preso di mira la cassa continua del negozio di calzature Pittarello di Alte Ceccato. I malfattori hanno imbottito di esplosivo l’armadio blindato del punto vendita per poi farlo saltare. Sono fuggiti con un bottino che secondo le prime stime ammonterebbe a 50 mila euro circa. I ladri sono arrivati a piedi, dai vicini campi e binari, e si sono creati un varco nella siepe. Hanno inoltre trovato il modo di disturbare i ponti radio della vigilanza privata, per agire indisturbati. Un colpo studiato nei minimi dettagli, da veri professionisti.
È morto Antonio Nani, presidente del Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta. La tragedia è avvenuta mercoledì 9 aprile nella proprietà di Nani a Nanto, in via Crearo. Intorno alle 13 e 50 Nani stava conducendo il trattore per raccogliere le frasche di ulivo che erano state potate di recente. Il terreno in quel punto presenta un notevole pendio ed è piuttosto scivoloso. Il trattore si è ribaltato, imprigionandolo sotto il proprio peso. L’agricoltore è praticamente deceduto sul colpo. I tecnici dello Spisal hanno in se-
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16 | Notizie in breve
guito accertato che il sistema di protezione in caso di ribaltamento era regolare, ma purtroppo era stato abbassato. Al funerale, celebrato a Nanto mercoledì 16 aprile, ha partecipato una grande folla di persone.
co s e d e l l’ a lt r o m on d o
Cavalli dispersi Sette cavalli a zonzo per la città. È successo a Gambugliano quando, per un paio d´ore, cinque cavalli e due pony sono scappati da un maneggio di Monte San Lorenzo. L´allarme è scattato quando dei cittadini hanno chiamato l´ufficio tecnico del Comune per segnalare alcuni equini che pascolavano tranquillamente nei campi.
Furto senza bottino
Bomba in ospedale
Tanta fatica per nulla: i ladri che hanno rubato la cassaforte al “Brico Io” di Montecchio Maggiore sono rimasti senza bottino. Armati di piccone, hanno scardinato dal muro la cassaforte e sono scappati a Tezze per aprirla indisturbati. Ma la cassaforte era quasi vuota: i responsabili del negozio avevano infatti prelevato la maggior parte dei contanti la sera stessa.
Una ragazza di 17 anni al settimo mese di gravidanza, dopo una caduta accidentale, è stata portata dal suo compagno, un romeno di 23 anni, in ospedale a Vicenza. Qui, dopo averla visitata, le hanno chiesto di attendere. A quel punto il suo compagno si è messo a urlare e strepitare, minacciando di mettere una bomba nell’edificio se la sua compagna non fosse stata immediatamente visitata. Ci sono voluti due medici, una ostetrica e una infermiera per calmarlo. Infine è stato preso in consegna dalla polizia, portato in questura e denunciato per interruzione di pubblico servizio.
Cuoco vicentino a Hell’s Kitchen Matteo Grandi, giovane talentuoso chef di 23 anni, nato a Vicenza, residente a Soave e titolare del ristorante De Gusto ad Arcole, nel veronese, partecipa alla versione italiana del programma Hell’s Kitchen. L’edizione americana è condotta dal celebre e temutissimo chef Gordon Ramsay,
mentre quella italiana ha come conduttore Carlo Cracco da Creazzo, cuoco di fama internazionale, autore di libri di cucina di successo, famoso in tutt’Italia dal 2011 per il programma MasterChef Italia che conduce con i colleghi Bruno Barbieri e Joe Bastianich.
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L’Agricoltura che non ti aspetti
di Giovanni Salviati, Guido Gasparin, Mario Piotto, Nicoletta Mai “In tutto il mondo sempre più persone, residenti o semplicemente a spasso lungo campi e vigneti, sono stanchi di pesticidi e avvertono l’esigenza di una svolta epocale in agricoltura, la cui necessità è nelle cose.” L’osservazione è di Angiolino Maule, pioniere dell’agricoltura naturale, tuttora all’avanguardia nella ricerca e nella pratica. Il quale poi fa una previsione bomba, almeno per i profani: “Entro 5 anni la maggior parte dei viticoltori in Italia convertiranno tutta la loro produzione al metodo biologico. È un’esigenza molto forte, avvertita sempre più anche dai produttori, per lo meno in viticoltura, settore trainante delle novità in agricoltura”. Alla base di questa trasformazione, però, si ha la sensazione che ci sia molto più dell’esigenza di evitare le intossicazioni sempre più frequenti e potenti, dovute a tutti e tre i settori dell’economia (non certo solo al primario). Le potenzialità dell’agricoltura oggi
vanno di pari passo con la capacità di guardare in modo nuovo alla persona e al suo rapporto con il mondo. Ciò che mangiamo può non solo essere privo di veleni, ma diventare ricco di elementi curativi (antiossidanti, enzimi, sali minerali, vitamine ecc.), che tengono in salute evitando le malattie degenerative, comprese quelle della vecchiaia, ai nostri giorni dilaganti. Tutto parte da una riflessione generale che oggi è possibile dopo il dominio incontrastato della chimica e della meccanizzazione negli ultimi 60 anni. Basta imparare per esempio dai boschi dei nostri colli: rigenerano e mantengono da soli il loro equilibrio, e hanno molta più vitalità e salute delle nostre coltivazioni.
Agricoltura bioelettronica
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ome agronomo ha girato l’Europa per decenni per tenere consulenze sul campo, corsi e conferenze. Fino a un anno fa, quando ha trovato casa sui colli di Lonigo. Sul monte Colombara, dove ora vive, ha avviato un’azienda agricola a dir poco innovativa grazie a una sua “allieva”, Luciana Giacon Vezzaro, e alla sua famiglia. Lui è Michel Barbaud, bretone, figlio d’arte (il padre è stato il primo presidente degli agricoltori biologici francesi). La particolarità della sua agricoltura, che va oltre il bio, è l’attenzione accordata alla carica elettrica del suolo coltivato, che si trasmette agli alimenti. “Si chiama bioelettronica questa disciplina, avviata oltre 60 anni fa da Louis Claude Vincent. Per la salute umana e per quella del suolo agricolo non bisogna considerare solo l’aspetto chimico e l’equilibrio microbiologico del terreno, ma anche altri parametri: il Ph, ovvero l’alcalinità/acidità del suolo, l’Rh2, ovvero il potenziale elettrico, che si misura in microvolt, e la resistività alla corrente elettrica. Quando questi tre fattori non sono entro un giusto intervallo, si crea
un ambiente favorevole alle malattie, sia delle piante, sia delle persone che se ne nutrono. Queste scoperte – tiene a precisare – sono frutto di migliaia di analisi scientifiche che ho condotto per decenni. Io respingo ogni implicazione esoterica o new age nel mio lavoro, che a volte qualcuno mi ha attribuito”. Dei 40 ettari coltivati sui Berici, ben 22 sono di bosco, la cui legna, trattata poi con tisane a base di altri vegetali, per ottenere la giusta macerazione, è essenziale per produrre il fertilizzante usato nel suo metodo “Organic Forest”, che punta a mantenere nei prodotti tutti i parametri descritti. Oltre a serre e aiuole “a cucchiaio”, in azienda campeggia un grande prato recintato per galline “felici”, con al centro un pollaio ottagonale. “È essenziale – osserva Barbaud – che le galline mangino molta erba fresca ogni giorno. Con uova così prodotte ho curato anche casi di artrite grave. Ho scoperto che nelle uova industriali il potenziale elettrico è addirittura invertito rispetto a queste, che hanno il tuorlo con carica positiva e l’albume negativo”.
Microbiologia, semplicità e rispetto del suolo
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avanti alla sua cantina su uno splendido colle di Gambellara riposano due lunghi mucchi di fertilizzante scuro. Sono composti per due terzi di legna di bosco macinata e per un terzo di letame bovino e bucce d’uva pigiate. Vanno arieggiati periodicamente per un anno, e poi sparsi sulle vigne a rotazione ogni due o tre anni. Sono uno dei motori e un po’ un simbolo del modo di lavorare dell’azienda di Angiolino Maule e dei suoi figli, che produce vino naturale dalla spiccatissima personalità autoctona, esportato al 70% nei mercati più esigenti e consapevoli, Giappone in testa, seguito da Francia e Stati Uniti. Pochissimo rame e zolfo in vigna (“ma stiamo lavorando con le Università di Firenze e Verona per togliere anche quelli”), e poca o niente anidride solforosa in cantina. Sono le rigide regole dell’associazione “Vinnatur”, da lui fondata e presieduta, che raccoglie circa 140 viticoltori d’Europa. “Con l’Università di Udine – spiega Maule – studiamo invece quali microrganismi producono antiossidanti salutari e quali invece ossidanti. Hanno un ruolo centrale eppure ancora trascurato. La viticoltura convenzionale ha due figure tecniche tipiche: l’agronomo sul campo e l’enologo in cantina. Oggi per noi altrettanto importante è il microbiologo, che ricerchi la fertilità biologica e combatta per quella via anche le malattie della vite, quasi tutte dovute a una cattiva gestione del suolo, e che ormai non si riesce più a vincere con la chimica”.
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lla scuola di Maule appartiene Davide Spillare di Gambellara, che 7 anni fa, appena diciannovenne, ha aperto un’azienda vitivinicola. Sui suoi vigneti, niente fertilizzanti e diserbanti chimici. Usa il sovescio, antica tecni-
ca scoperta nel Medioevo per arricchire il suolo e tenere lontane le malerbe, seminando fra i filari una miscela di senape, rafano, veccia e pisello proteico. “Poi bisogna aspettare due anni perché il terreno così trattato raggiunga il suo equilibrio e lo trasmetta alla vite. Certo, è più laborioso dei sistemi chimici per fertilizzare e diserbare, ma sono stato educato a restituire intatto, e magari migliorato, quello che ricevo in prestito. Così dobbiamo fare con la terra, non soltanto sfruttarla impoverendola”. Questa storia è la stessa raccontata dal vino che produce, a partire dalla vendemmia raccolta a mano in cassettine che non rovinano il grappolo.
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nche Sauro Maule è cresciuto alla scuola di Angiolino Maule, senza esserne parente. 29 anni, di Montebello, porta avanti da solo la sua azienda con criteri chiari e lungimiranti. “Per me – spiega – usare la mascherina per trattare i campi è insopportabile. Io con abbondanti potature mantengo le viti con poche foglie e grappoli, così sono più resistenti alle malattie. Cerco di tenere in equilibrio la pianta chiedendole quello che può dare, non di più. In alcune zone sto sperimentando prodotti naturali a base di alghe come anticriptogamici. Durante gli impianti, alle radici delle barbatelle ho aggiunto delle micorizze, notando una maggiore vigoria in crescita nei primi due anni”. Vinifica in modo molto semplice. “Faccio partire la fermentazione con piccole quantità di mosto (una per ogni varietà) prima della vendemmia. Aggiungo pochi solfiti alla pigiatura, ma solo quando l’uva non è perfetta. Non uso legno, tengo il vino in acciaio fino a maggio, poi imbottiglio senza filtrare e chiarificare, se non per decantazione”.
Scienza e tradizione Tipicità, tradizione e legame con il territorio. Quando ricerca scientifica e agricoltura vanno a braccetto senza mettere in primo piano necessariamente le logiche utilitaristiche, il molteplice risultato può essere anche questo. È il caso del progetto avviato dal comitato Sapore di Vin Santo lo scorso novembre, a partire dalle scoperte arrivate dopo una sperimentazione lunga quasi dieci anni ad opera del dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona. Una ricerca avviata per dare un perché alle criticità incontrate nel loro lavoro dai produttori vinicoli delle nostre terre, spesso alle prese con processi di fermentazione che non si innescano
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come dovrebbero, o con reazioni interrotte oppure discontinue. “Abbiamo lavorato molto – racconta Nicola Menti, produttore di Selva di Montebello, studioso, e soprattutto anima del comitato – e abbiamo già raccolto la copertura per proseguire la ricerca almeno per tutto il 2014. Siamo in grado di dare prova concreta della veridicità dei dati raccolti, attraverso cui si era pure individuato il lievito autoctono di Gambellara: tra poco, attraverso campionatura e isolamento, potremmo addirittura fare avere ai produttori direttamente il sacchettino con il lievito giusto da aggiungere al mosto”.
19 | Inchiesta
Sementi d’altri tempi
Sperimentazione e solidarietà
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li agricoltori della A.ve.pro.bi, associazione che promuove e diffonde il metodo dell’agricoltura biologica nel Veneto, da tre anni hanno avviato il progetto della filiera corta dei cereali antichi: in collaborazione con l’Istituto Strampelli di Lonigo lavorano per distribuire nei loro campi sementi... d’altri tempi. “Sono grani del periodo precedente alla seconda guerra mondiale – spiega Michela Cariolaro, imprenditrice agricola biologica – prima cioè di un’epoca moderna in cui hanno smesso di essere prodotti puri e davvero naturali”. “Oggi poche multinazionali hanno il 95% del mercato, impongono i loro ibridi perchè vorrebbero che tutti comprassero quelli, ma il patrimonio sementizio è degli agricoltori - continua Cariolaro. Oggi se uno si tiene i semi di un pomodoro del supermercato per piantarli, ottiene una pianta che non dà bacca, perchè questo hanno deciso i monopolisti. E poi mangiare biodiverso, vuol dire davvero mangiare di tutto: se invece aggiungo il farro alla mia dieta, ma è sempre lo stesso tipo di farro industriale, è davvero una dieta più larga?”.
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na doppia sfida da vincere: introdurre un nuovo ortaggio in un ambiente montano e dare nuove opportunità lavorative a giovani e persone svantaggiate. Si muove su un doppio binario il progetto “Carciofo di montagna”, che vede in prima linea Agrimea, Cooperativa agricola e sociale nata a Crespadoro e impegnata nell’allevamento di maiali di razza mora romagnola e nella coltivazione di piante officinali con l’aiuto dei ragazzi ospiti della comunità Villa Santa Rita di Marana e di alcune persone con problemi di dipendenza segnalate dall’Ulss 5. “Alle nostre produzioni tradizionali – spiega il presidente di Agrimea Giancarlo Sanavio – abbiamo ora deciso di affiancare il carciofo di montagna, una qualità particolare che viene coltivata soprattutto in Alto Adige. Abbiamo individuato tre appezzamenti, due a Marana vicino alla comunità e quindi affidati agli utenti e uno sulle colline di Valdagno, affidato a un giovane con famiglia desideroso di intraprendere un’attività agricola”. A Marana è già stata eseguita la pacciamatura dei terreni e a metà maggio saranno consegnate circa 1600 piantine, capaci di generare quasi 20 mila carciofi, che saranno raccolti tra metà agosto e metà settembre e venduti direttamente o attraverso i Gruppi di Acquisto Solidale.
L’eccellenza è una questione di dettagli
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na decina d’anni fa Lucia Repele e il marito Giuseppe, entrambi insegnanti in pensione, hanno piantato i primi ulivi sulle colline di Nogarole, a un’altitudine di 450 m. Poteva sembrare una scommessa azzardata, ma oggi l’azienda conta 1.500 piante e produce un olivaggio (miscela di olive, ndr) davvero speciale. Un’eccellenza del territorio che proprio nella guida Slow Food 2014 ha ricevuto il
riconoscimento di “Olio Slow”: unici nel Veneto, solo 28 in tutta Italia. Ma cosa vuol dire fare olio biologico? “Significa utilizzare solo determinati tipi di prodotti evitando quelli chimici – spiega Lucia Repele –, mantenere l’equilibrio e la fertilità del terreno, tutelare la biodiversità e favorire la lotta integrata. Particolari tipi di siepe attorno agli ulivi, ad esempio, favoriscono la presenza di certe specie di insetti che vanno a combattere i parassiti in modo naturale”. “Se si lascia l’erba fino a maturazione gli insetti trovano lì il loro habitat e non vanno sulla pianta – aggiunge Giuseppe Rancan – inoltre lasciarla lì fino al seme mantiene la varietà di elementi nel territorio. Il decespugliatore distrugge i fiori e la ricchezza vegetativa, va usato solo nelle bordure”. “Quest’anno avevamo sin dall’inizio il sentore che sarebbe stato un prodotto ottimo – continua Giuseppe – in particolare è stata importantissima l’irrigazione durante il periodo secco ma soprattutto la raccolta, effettuata quasi tutta a mano con il rastrellino, ramo per ramo, senza ammaccare le olive. Sembrano dettagli, ma i risultati poi si vedono”.
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20 | Inchiesta
Proteggere la biodiversità
OGM sì, OGM no di Mauro Pasquali, Presidente Slow Food Veneto
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osa significa sperimentare in agricoltura oggi? “La sperimentazione nel settore agricolo si è modificata notevolmente negli ultimi anni anche in virtù della velocità con cui la ricerca si muove attualmente – spiega il dott. Silvio Pino dell’Istituto di Genetica e Sperimentazione Agraria Strampelli, che ha sede a Lonigo. Oggi le attività non abbracciano più solamente temi agronomici legati in particolare all’aumento delle produzioni, ma ambiti più vasti come la salubrità delle produzioni e la loro influenza sulla salute umana, la sostenibilità ambientale... La ricerca oggi in agricoltura è sicuramente multidisciplinare”. L’Istituto si occupa fin dalla sua fondazione di cereali e in particolare delle tematiche legate al frumento tenero e mais. Negli ultimi anni, oltre alla verifica “in campo” delle nuove varietà proposte nel mercato, al fine di migliorare la produttività e la salubrità delle colture, ha assunto sempre maggiore importanza la conservazione della biodiversità. In Istituto viene effettuato il mantenimento di una banca del germoplasma tra le più importanti in Italia. I suoi tecnici ricercatori mantengono in essere circa 570 varietà di frumento tenero, e 70 di mais, la grande maggioranza delle quali non vengono più coltivate dagli agricoltori, ma si trovano solo qui. Varietà antiche e desuete sul mercato agricolo, dunque, ma che potrebbero tornare utilissime in caso per esempio di cambiamenti climatici o dell’ecosistema in genere. “Le varietà su cui abbiamo lavorato in passato – continua Pino sono molteplici, come ad esempio il mais Marano e Biancoperla, il Farro monococco, i frumenti teneri Piave e Canove utilizzabili per prodotti tipici locali con peculiari caratteristiche organolettiche. Ora nel settore orticolo stiamo valutando il contenuto di particolari sostanze antiossidanti con proprietà antitumorali nel Broccolo fiolaro e nel broccolo di Bassano. Nel caso delle orticole c’è molto da fare, perché esiste il rischio di perdere definitivamente talune varietà locali”.
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OGM, Organismo geneticamente modificato. Ovvero un seme, una pianta, un essere vivente che ha subito una manipolazione genetica da parte dell’uomo. Intendiamoci: qualsiasi essere vivente ha subito, nel corso dei secoli, modificazioni per adattamento all’ambiente che lo circonda, stimolato dall’istinto di conservazione della specie che è nel DNA di ogni organismo. Noi stessi siamo profondamente diversi da come eravamo mille o diecimila anni fa. Oggi, tuttavia, queste modifiche sono indotte anche in laboratorio per aggiungere, eliminare o modificare elementi genici. La scienza non ha saputo ancora pronunciarsi sull’innocuità o sulla pericolosità di queste manipolazioni genetiche. Occorreranno decenni per stabilire se un OGM è realmente dannoso per la salute o meno. Quello che è certo è che qualsiasi OGM si presta a essere causa di due danni pressoché irreparabili nei confronti della natura. Il primo danno è la contaminazione che un OGM provoca rispetto all’ambiente che lo circonda e quindi nei confronti di altre popolazioni vegetali, minando quella biodiversità che è il fondamento di qualunque ecosistema sano. Seminare OGM comporta la contaminazione delle colture adiacenti, in percentuali sempre maggiori anno dopo anno. Le rilevazioni del Corpo Forestale dello Stato indicano che i campi di mais prossimi all’area coltivata a OGM da un agricoltore friulano (nei confronti del quale il TAR del Lazio ha recentemente emesso una sentenza che ribadisce il divieto in Italia di coltivare specie OGM) sono contaminati fino al 10%. Questo in soli due anni. Il secondo danno è conseguenza del primo ed è la progressiva e sempre maggiore dipendenza dal monopolio delle sementi. Oggi circa l’80% delle sementi coltivate nel mondo sono di proprietà di poche multinazionali. Ciò comporta che chiunque voglia coltivare una specie è costretto, di fatto, ad acquistare le sementi da queste multinazionali. Che, fatalità, sono anche i maggiori produttori mondiali di concimi chimici, di fitofarmaci, di diserbanti e di qualsiasi prodotto di sintesi necessario alla cosiddetta “agroindustria”. Il cerchio è chiuso: il seme modificato geneticamente è brevettato e venduto dalla stessa multinazionale che fornisce i prodotti chimici specifici per la sua coltivazione. Inoltre quel seme è spesso anche un ibrido e quindi non può essere riprodotto dall’agricoltore che dovrà, l’anno successivo, comprarlo nuovamente. E nel frattempo la biodiversità sparisce: si stima che nei prossimi cinquant’anni scomparirà circa il 20% delle specie viventi. Certo non solo per causa degli OGM, ma perché contribuire ad accelerare artificialmente un processo naturale che ha avuto un’impennata considerevole proprio negli ultimi 100 anni?
21 | Inchiesta
Foibe, esodi e
storie da non dimenticare
Simone Cristicchi di giuseppe signorin
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rosegue l’avventura teatrale di Simone Cristicchi, cantautore e artista poliedrico che ha fatto tappa a Montecchio Maggiore con il suo Magazzino 18, spettacolo teatrale motivo di diverse polemiche prodotto dal Teatro Stabile del Friuli e Venezia Giulia e da Promo Music. Cristicchi tiene la scena da solo, facendo ridere e insieme commuovere, grazie all’ottima regia di Antonio Calenda e alla collaborazione in fase di scrittura del giornalista Jan Bernas. Di cosa parla lo spettacolo? Dell’esodo giuliano dalmata, una storia ancora troppo poco conosciuta che nell’immediato dopoguerra ha visto 350 mila italiani abbandonare le loro città, diventate jugoslave, per tornare in Italia. Cos’è il Magazzino 18? Un hangar nel Porto Vecchio di Trieste che contiene le masserizie lasciate dagli esuli e mai reclamate. Il pretesto da cui partono le storie dei tanti personaggi protagonisti della vicenda. Nel testo si fa riferimento a un undicesimo comandamento:
non dimenticare. È il senso di questo lavoro: fare in modo che non si dimentichi una storia importante, per troppo tempo tenuta ai margini. Perché ricordarla oggi? Perché aiuta a rapportarsi agli altri e al nostro passato con un’apertura mentale maggiore, con la consapevolezza che dietro a ogni persona c’è un universo. E poi si vivono ancora situazioni del genere, purtroppo. Pensiamo ai grandi esodi contemporanei, ai barconi che arrivano a Lampedusa. Questa storia fa riflettere sul dolore e sulla cancellazione dell’identità che ogni esodo comporta. Perché tante polemiche per questo spettacolo? Sono arrivate accuse di mistificazione della realtà soprattutto da estrema sinistra. Dopo più di sessant’anni credo che bisognerebbe iniziare a guardare la storia con più distacco e accettare il fatto che ci siano stati momenti bui da entrambi i lati politici. Pazzi, storie dimenticate: dare voce agli ultimi sembra diventata la tua missione. Fa parte dei compiti di un artista. Sto cercando di mettere a
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22 | Intervista
disposizione quello che so fare a favore di storie e di persone dimenticate. Riesci però a strappare anche più di un sorriso. Anche questo fa parte dei compiti di un artista. Un artista deve far riflettere ma anche intrattenere. C’è un personaggio comico, in Magazzino 18, l’archivista romano Persichetti, che bilancia il tono della narrazione.
Simone Cristicchi nasce a Roma nel 1977 nei pressi di Cinecittà. Matura parallelamente la passione per il disegno e il fumetto (è stato allievo del grande Jacovitti) e un amore per la canzone d’autore. Nel 2005 esce il singolo “Vorrei cantare come Biagio”, che arriva rapidamente nelle zone alte della classifica radiofonica e di vendita dei singoli. Nel 2007 vince il Festival di Sanremo con la canzone “Ti regalerò una rosa” e pubblica il libro “Centro di igiene mentale - Un cantastorie tra i matti”, entrambi ispirati alla sua esperienza di volontario nel centro di igiene mentale di Roma.
Che cos’è diventato per te questo spettacolo? Un successo inaspettato, esploso grazie al passaparola. Questa è la cinquantesima replica, abbiamo avuto in totale più di trentamila spettatori. Per il prossimo anno abbiamo già cento repliche in programma.
A livello personale? A livello personale è diventato un modo per mostrare al pubblico le mie potenzialità di cantante e di attore. Con questo genere di spettacolo riesco a coniugare queste due mie passioni: teatro e musica. Parli di Musical Civile. Corriere Vicentino |
È una definizione che mi pare azzeccata, perché è in atto una contaminazione del teatro civile – alla Marco Paolini, per intenderci – con gli ingredienti del musical. Una forma artistica attraverso la quale riesco a esprimermi al 100%. I tuoi modelli artistici? Senz’altro Gigi Proietti e il suo “One man show”. Anche Marco Paolini, che ho approfondito poco tempo fa.
Anche la tua produzione musicale sembra cambiata: dall’elettronica ad “Album di Famiglia”, dov’è contenuto il singolo “Magazzino 18”. Un album che ho registrato completamente a casa mia. Si tratta di un lavoro molto intimo, per il quale mi sono servito di strumenti acustici. Ogni canzone è come una fotografia. Anche la copertina parla della mia famiglia, l’ha disegnata mio figlio. La canzone “Magazzino 18” è stata anche candidata al Premio Amnesty Italia di quest’anno. Sì, e con lo stesso nome della canzone e dello spettacolo teatrale è da poco uscito anche un libro, “Magazzino 18. Storie di Italiani esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia”, edito da Mondadori.
23 | Intervista
Case... Schiuse di Mario Piotto
B
Battaglia per un’etica più d’avanguardia, o operazione dal mero interesse finanziario, crociata elettorale piuttosto che scelta controcorrente . Di motivi per spingere verso la riapertura delle case chiuse i promotori del referendum che sta facendo discutere l’Italia ne hanno un elenco lungo così. Tanto che perfino i centri storicamente più conservatori e filocattolici - Vicenza in primis - sembrano vacillare. E così la raccolta firme va avanti: la Regione Lombardia dà il via libera, e ora si attende il sì di altre quattro assemblee regionali per aprire le urne. Una affermazione di civiltà verso l’eliminazione di una legge ipocrita, dicono i favorevoli; macchè, tuonano i contrari: soltanto il via libera alla deregolamentazione e alla depenalizzazione anche degli attuali reati previsti. Insomma, il verso sarà all’opposto ma è più o meno lo stesso clima che la senatrice Lina Merlin si trovò davanti quando avanzò la proposta dell’omonima legge, approvata il 20 febbraio del 1958, con cui chiuse le case di tolleranza. Cinquantasei anni dopo è un’Italia alle prese con problemi di fiscalità sottotraccia, e un endemico mal di pancia per queste forme di schiavitù da terzo millennio, cui si aggiungono le esigenze di una società stanca
di nascondere la testa sotto la sabbia, tanto più che appena oltre confine è un vero e proprio business dei sensi.
CASE CHIUSE IN EUROPA
terali di sfruttamento sono illegali in Portogallo, Francia, Spagna, Italia, Regno Unito, Belgio, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Bulgaria, Armenia, Estonia e Finlandia. La prostituzione è illegale in tutti i paesi dell’ex Jugoslavia, in Russia e nei paesi dell’ex Unione Sovietica. In Norvegia, Svezia e Islanda è legale vendere sesso ma non acquistarlo: nel mirino quindi i clienti, idea al centro di un disegno di legge in discussione nel Regno Unito.
La prostituzione e le case chiuse sono legali in Svizzera, Austria, Germania, Olanda, Grecia e Turchia. Le case chiuse sono illegali, ma la prostituzione è legale e regolamentata in Ungheria e in Lettonia. La prostituzione è legale ma non regolamentata, e le attività colla-
“Sono stato all’erotic club di Villach un paio di settimane fa – ci racconta Christian (nome di fantasia), 30enne commesso vicentino – per un addio al celibato... originale – Villach, nel cuore della Carinzia, (Austria meridionale) è a 15 minuti dal confine italiano. - È incredibile. Tutto pulito, molto controllato e di classe. Paghi 85 euro d’entrata, e poi contratti la prestazione. Si gira in accappatoio, e si sceglie la ragazza, ma il rapporto si consuma nel privato delle stanze interne. Non si vedono scene spinte nella parte pubblica, sembra una vera e propria spa. Le ragazze sono bellissime e molto discrete ed educate. Ce n’è davvero per tutti i gusti. Il preservativo ovviamente è d’obbligo. A chi la giudica una cosa immorale, per un paese, costruire business legale su questo tipo di attività, rispondo di guardare all’Italia e ai vari centri massaggi cinesi. Oltretutto era pieno di auto con targa italiana. Se ci tornerei? Non credo, è stata una goliardata di una sera. E ovviamente non dirò mai se il futuro sposo ha ceduto o no!”.
Corriere Vicentino |
24 | Focus
Vicenza BiancoRossa
RenzoUlivieri D
i città che ha nel cuore ce ne sono almeno quattro. In una lunghissima carriera da allenatore iniziata oltre 40 anni fa. E Vicenza fa parte di queste. Del resto anche per i colori biancorossi Renzo Ulivieri, toscanaccio doc di S. Miniato, 73 anni, presidente dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio, è di quelli che hanno lasciato il segno. Non tanto la prima volta che si è seduto sulla panchina vicentina, serie B anno 1979/80, comunque con un ottimo quinto posto conquistato nella serie cadetta, ma soprattutto per il triennio 1991/1994, quando ha plasmato quel gruppo di giocatori “e prima di uomini” ci tiene a precisare, che dalla C1 sono partiti per volare nel calcio che conta, proseguendo il cammino con Guidolin: la serie A, la Coppa Italia, la semifinale di Coppa delle Coppe. Tutto però è iniziato lì. Con il toscanaccio di Ulivieri. Cappotto e sciarpa anche con 30° in campo (della serie scaramanzia nel calcio), parlata aperta e franca, personalità e carisma. E un gruppo di ragazzi, Lopez, Di Carlo, Viviani, tanto per fare qualche nome, che poi ha ritrovato anche dirigendo la scuola allenatori. Così il suo affetto per la città, a cui lo legano anche questioni personali, una compagna vicentina Manuela e una figlia 15enne, Valentina vicentina per metà, è diventato oggi ancora più forte. Soprattutto da quando sulla panchina biancorossa siedono Gianni Lopez e Antonino Praticò “la mia coppia di centrali” ricorda. “Consigli a Lopez? Non ne ha bisogno. Anzi, come allenatore credo abbia una grande carriera davanti. I giocatori hanno bisogno di tecnici così, ha un’autorevolezza innata, che gli viene non solo dal suo passato da capitano a Vicenza. Già si intuiva. E per Vicenza è stata la persona adatta, per riportare i tifosi allo stadio, per far appassionare la città, per far risentire il Vicenza dei vicentini”. Del resto il pubblico biancorosso Renzo Ulivieri lo conosce bene. “La prima volta arrivavo da Terni, era la mia seconda
esperienza in serie B. La seconda invece, tre anni, fu un percorso molto bello. Con la promozione in B e la salvezza successiva. Non senza difficoltà, è vero, ma non siamo mai stati soli. Con noi c’erano i tifosi, c’era la città. Merito soprattutto dei ragazzi. Dopo Trieste in C1 sembrava tutto perduto per la promozione. Ma ricordo che andai dal presidente Pieraldo Dalle Carbonare e gli dissi: prepari i premi, perché noi si va di sopra. Gli stipendi non pagati? Sapevamo che facendo risultati sarebbero arrivati dopo. Ma noi avevamo bisogno di affetto. E quello non ci è mai mancato. A Vicenza sono molto legato. Non mi riesce di fare una classifica tra le città che sono state importanti e cioè Bologna, Genova, Modena e Vicenza. Ma certo quello in biancorosso è stato un passaggio importante di esperienza e di vita. In un mondo come il nostro ci vuole una città così, che ti consenta di vivere dolcemente. E Vicenza ha dimostrato questa sensibilità ai tempi”. E per chi l’ha portata in alto, vederla nuovamente in Lega Pro è difficile. “Fa male in effetti. E si sarebbe potuto evitare. Vicenza deve navigare in serie B e magari trovare l’annata giusta per la A per qualche anno. Difficile restarci, perché ormai il divario tra le grandi e le piccole è troppo grande e non c’è da fare sogni. Il Real Vicenza di allora o lo scudetto di Verona e Sampdoria… oggi tristemente non potrebbe più essere così. Prevale l’aspetto economico. Fa male come per il Vicenza cadere giù. Però si cade e ci si rialza. Io la squadra la seguo comunque sempre. Allo stadio Menti manco da un po’, perché dirigendo la scuola allenatori ho la necessità di vedere tante partite. Qualche settimana fa sono andato a fare il tifo a Bologna, un’altra delle mie città in difficoltà. Spero di poter tornare presto anche a Vicenza. I tifosi? Li saluto con grande affetto. Con la città io ho avuto un rapporto particolare. E queste cose ti rimangono sempre dentro. Anche se ho girato molto, ricordo la dolcezza della città e il vivere bene. Il farti sentire a casa. E questa, per chi fa il nostro mestiere, è una cosa importante”.
Corriere Vicentino |
25 | Sport
Paesi
Arzignano
Ho donato il midollo osseo
di lisa masiero
MARCO ANTONIAZZI, presidente ADMO Valchiampo: “È una cosa positiva che sempre più giovani dimostrino sensibilità verso chi è meno fortunato, iscrivendosi all’ADMO con un semplice prelievo del sangue. Spero che molti altri seguiranno l’esempio di Luca: donare il proprio midollo è una cosa straordinaria, l’unico modo per guarire alcune malattie del sangue. Un piccolo gesto, un piccolo sacrificio, ma per chi lo riceve è un dono di nuova speranza”.
U
miltà e generosità. Luca Raniero, a soli 19 anni, conosce bene il significato di queste due parole, perché ha scelto di donare il midollo osseo a chi ne aveva bisogno. Luca vive ad Arzignano e studia al Trentin di Lonigo. Fino a tre anni fa giocava a basket, sport che ha dovuto abbandonare a causa di due operazioni al ginocchio. Ora si dedica con passione alla lotta Sanda, un’arte marziale. Luca, raccontaci com’è andata. Tutto è iniziato con la mia iscrizione all’ADMO a settembre 2013. Ho pensato: e se un giorno dovessi essere io ad avere bisogno di una donazione? Dopo l’iscrizione cos’è successo? Ho fatto un piccolo prelievo per essere tipizzato. Ad ottobre mi hanno chiamato per dirmi che ero parzialmente compatibile con un possibile ricenvente. Ti sei preoccupato? Io no, mia mamma si è preoccupata tantissimo, ma penso che qualsiasi madre reagirebbe così. Dopo la chiamata? Ho fatto le analisi per capire se ero compatibile. Si chiamano analisi di IV livello. A quel punto ti avvisano: se risulti compatibile al 100% ti chiamano entro tre mesi. Poi ti hanno richiamato… Sì, per dirmi che ero compatibile al 100%. È successo a gennaio. A quel punto è iniziato il percorso pre-donazione: ho fatto esami di ogni tipo: raggi, ecografie, analisi, elettrocardiogramma, … Sono risultato sanissimo, per fortuna. Ci tengo a precisare una cosa: ad ogni test i medici ti chiedono se sei sicuro di voler andare avanti con la donazione. E tu cosa rispondevi? Io ero tranquillo, deciso e, soprattutto, ben informato. Per questo devo ringra-
ziare i dottori e Annalisa Marchesini dell’associazione ArziVip. Erano gli altri a mettermi un po’ d’ansia. Quindi è arrivato il grande giorno. La donazione è avvenuta il 9 aprile 2014 all’ospedale Borgo Roma di Verona. Cinque giorni prima ho fatto una terapia con delle punture e altre analisi. La donazione è durata quattro ore. Erano tutti agitati ed emozionati, io mi sentivo solo stanco, come se avessi avuto l’influenza. Sai chi è il ricevente? No, per questioni di anonimato. So solo che è un italiano maschio nato nel 1966 che ne aveva davvero bisogno. Posso anche scegliere di sapere se sta meglio o oppure no. Io voglio saperlo. Ti senti cambiato? Sì. Ho capito che ho fatto una bella cosa. Io sto bene, ma c’è chi ha bisogno
Corriere Vicentino |
26 | Paesi
di aiuto. Lo rifaresti? Anche subito, ma per un anno non posso donare il sangue e posso donare il midollo solo al ricevente o ai miei parenti. Sei diventato famoso? Molte persone mi contattano, ad esempio su facebook, per ringraziarmi. Una mamma ha ringraziato me perché non può conoscere il nome del suo donatore. Questi episodi mi lasciano spiazzato, ma mi fanno anche stare bene. E adesso? Finirò la scuola e probabilmente mi iscriverò alla facoltà di Ingegneria delle energie a Padova. Poi si vedrà. Luca quest’anno è in quinta superiore: a giugno dovrà sostenere gli esami di maturità. Per noi si merita 100 e lode.
Arzignano
Le suore del s. giuseppe di GIUSEPPE SIGNORIN
A
lle 6 e 30 le suore sono già pronte ad accogliere i primi bambini; alle 19.00 qualcuno deve ancora tornare a casa. Le suore li accompagnano a scuola tutti i giorni e alcuni pomeriggi a catechismo. “I bambini le adorano – ci racconta Francesca Gonzato, rappresentante dei genitori – appena le vedono le abbracciano”. Le Suore Maestre di Santa Dorotea, che dal 1967 gestiscono l’istituto ora chiamato Centro Socio-Educativo San Giuseppe, rispondono alla loro vocazione con ogni energia. Chiamate a gestire la struttura (in origine era un orfanotrofio femminile) dalle Suore Orsoline, a partire dal 1974 hanno iniziato ad andare incontro alle esigenze delle famiglie che chiedevano di tenere i figli dopo la scuola, fino ad offrire il prezioso supporto di oggi. “Siamo aperte a tutti i ceti sociali e a tutte le religioni – ci spiega la madre superiora, Suor Ines. Quando arriva un bambino di un’altra cultura, mettiamo in chiaro che non rinunciamo alla nostra tradizione cattolica. Noi li rispettiamo, ma loro devono accettare la nostra tradizione. Finora non ci sono mai stati problemi”.
Difficoltà di oggi? Tante famiglie fanno fatica a pagare la retta, anche se facciamo di tutto per tenerla bassa. Ma abbiamo del personale da pagare - insegnanti e collaboratori per il quale vanno tre quarti del totale. A noi dispiace dire di no e cerchiamo di fare il possibile. L’8 giugno ci sarà la festa che fate ogni anno. Per la prima volta rischiavamo di non farla, ma i genitori si sono dati tanto da fare e siamo riusciti a organizzarla. Si sono battuti perché è un momento importante per tutti, aperto al pubblico, e permette alle persone di entrare qui da noi e conoscere la nostra realtà. I bambini risentono di questa situazione di crisi? I bambini soffrono molto a causa dei
“La gioia del Vangelo” con Umberto Tozzi 2000 persone si sono trovate giovedì 1 maggior per il IV Convegno della Comunità Abramo, “La gioia del Vangelo”, che si è svolto al Palatezze di Arzignano. Obiettivo della giornata, approfondire e diffondere l’appello di Papa Francesco sulla missione evangelizzatrice del Popolo di Dio. Fra i tanti ospiti presenti, Mons. Angelo Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, Mons. Delgado Ga-
problemi che ci sono in casa: divorzi, crisi economica, comportamenti sbagliati, ecc. I bambini hanno bisogno di un ambiente sereno e non sempre nelle famiglie c’è questo clima. Capita che qualche bambino arrivi triste la mattina, e ci dica che quando è qui da noi si sente felice. Questo ci ripaga di tutto. Riuscite ad avere un sostegno dal Comune? Negli ultimi anni, grazie a una convenzione, entra una quota annuale per ogni bambino. Per noi è una manna dal cielo. Ma servirebbe ancora di più… I genitori? Sul piano educativo stiamo attente al fatto che i genitori non ci deleghino tutta la responsabilità dei figli. Noi facciamo il nostro compito, ma esigiamo che la famiglia sia presente e faccia il suo. I rapporti fra voi suore come sono? Tra di noi c’è tanta sintonia, ci parliamo, siamo convinte di quello che stiamo facendo.
lindo, Sotto Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici e il cantautore Umberto Tozzi, che ha animato con le sue canzoni parte della festa organizzata per il pomeriggio.
Arzignano Sanità
Cultura
L’Ulss 5 vende le sue proprietà
P
er finanziare la riconversione del Cazzavillan, che diventerà una cittadella sanitaria a conclusione del nuovo ospedale di Montecchio, l’Ulss 5 vende le sue proprietà immobiliari. Servirà almeno 1 milione di euro per trasformare l’o-
Festival Biblico
spedale. Il primo passo per recuperare le risorse è già stato effettuato con la messa in vendita di tre unità immobiliari in via Trento, spazi inutilizzati dal valore stimato di 220 mila euro. Altri 400 mila euro dovrebbero arrivare da risparmi sulle spese di locazione. Il resto dalle dismissioni del distretto di via Kennedy e della stessa sede dell’Ulss 5 in via Trento, che verranno entrambe cedute.
Cultura
Numeri da record per la biblioteca
G
li utenti giornalieri della biblioteca civica “Giulio Bedeschi” s o n o saliti del 54%, i tesserati del 27%. La dotazione dei libri ha raggiunto quota 57 mila volumi. L’attività della biblioteca negli ultimi cinque anni ha
Animes
ottenuto numeri davvero importanti, tanto da aver indotto la Regione Veneto a indicarla come modello di gestione dei servizi e a farla diventare teatro di un corso di formazione per addetti ai lavori.
Sport
L’ArziChiampo va in Serie D
L’
ArzignanoChiampo ha battuto 2-1 il Catania San Pio X nello spareggio di Coppa Italia Dilettanti, conquistando così la promozione in Serie D. Sul campo Buozzi di Firenze, i gialloazzurri hanno festeggiato grazie alle reti nel primo tempo di Trinchieri e Simonato. Gli avversari hanno accorciato inutilmente le distanze nella ripresa con Arena. Una soluzione, il confronto tra siciliani e veneti, resasi necessaria in virtù
D
ue gli eventi principali del Festival Biblico ad Arzignano, giunto quest’anno alla decima edizione. Venerdì 23 maggio alle 20:45, a Casa sant’Angela, ci sarà “A un tiro d’arco dal pozzo, oltre i confini”, meditazione guidata da Gigliola Tuggia, suora della Divina Volontà. Martedì 27 maggio alle 20:45, nella Rocca di Castello, sarà la volta di “Albero di gesti, frutti del Vangelo”, in cui il monaco benedettino MichaelDavide Semeraro presenterà il libro “Papa Francesco: la rivoluzione dei gesti”. Introduce e modera Arianna Prevedello, esperta di comunicazione.
dell’accesso in Serie D già guadagnato da Campobasso e Ponsacco, che hanno vinto i rispettivi campionati di Eccellenza. Nonostante sia capitato diverse volte che la squadra vincitrice della Coppa Italia avesse già conquistato l’accesso in Serie D, non si ricordano altri precedenti simili a quello che ha messo di fronte Catania San Pio X e ArzignanoChiampo, formazioni che hanno concluso i propri campionati regionali rispettivamente al quarto e al secondo posto in classifica. Corriere Vicentino |
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al 1 maggio al 1 giugno torna Animes. Un mese dedicato all’arte, alla musica, al teatro, a workshop e performance, dove i protagonisti assoluti sono i giovani e le espressioni del contemporaneo. Un grande contenitore di creatività e confronto per dare ampio spazio a tutte le realtà emergenti. Concept di questa edizione: “ARIA, quando l’Arte incontra la Natura”.
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L’anno dei griffons di GIUSEPPE SIGNORIN
P
rima squadra in semifinale contro i cugini bassanesi nel campionato DNG; fase regionale del Join The Game nel tre contro tre; e infine i grandi successi degli Under 15 e degli Under 14 nei rispettivi campionati. Queste le cifre di una grande annata per la Garcia Moreno 1947. “Tre stagioni fa – ci racconta Giovanni Dal Dosso, direttore sportivo – è partito un progetto giovanile insieme alla realtà del Valdagno Basket, che ha coinciso con il ritorno del nostro allenatore storico, Marco Venezia, con cui avevamo vinto tutto in categoria. Queste sono le chiavi per leggere i risultati ottenuti”. Il ruolo di Venezia?
Allena la prima squadra ed è responsabile del settore giovanile. Quest’anno ha seguito in particolare i ragazzi dell’Under 15, che domenica 13 aprile hanno vinto il Campionato Provinciale a Vicenza, in finale contro il Concordia Basket Schio. Abbiamo perso solo una partita. La collaborazione col Valdagno? Importantissima. Da noi sta succedendo un fatto particolare: ci sono tantissimi ragazzini stranieri e nelle scuole si stanno integrando. Però ce ne sono pochissimi che giocano a basket. Quindi abbiamo bisogno di collaborare fra realtà vicine per man-
tenere un certo livello. Livello che si sta dimostrando alto soprattutto fra i giovanissimi. Domenica 27 aprile, a Lonigo, abbiamo vinto anche il Campionato Under 14, battendo per un punto il Leobasket 98 in casa loro, dopo i tempi supplementari. Il Leobasket non aveva mai perso quest’anno. Buona parte del merito va all’allenatore, Andrea Vencato. Infine la prima squadra. Abbiamo conquistato i playoff all’ultima giornata, a coronamento di una grande stagione, dopo quella difficile dello scorso anno. Ora vediamo...
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Atleti del clima di giuseppe signorin
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iovedì 24 aprile Arzignano ha ospitato le prime Olimpiadi del Clima. Presso la sede di Acque del Chiampo, si sono tenute infatti le premiazioni dell’iniziativa promossa dal Consorzio Arica, che ha coinvolto gli Istituti Comprensivi della Valle del Chiampo e di Cologna Veneta. Da cosa nascono? L’idea di fondo – ci spiega Daniele Pernigotti, di Aequilibria, società che ha curato la progettazione e lo svolgimento del progetto per Arica – era presente in un libro che ho scritto nel 2011 per Giunti, intitolato “Il clima”, in cui i ragazzi erano stimolati a creare una competizione in classe per vedere chi era responsabile di una minore quantità di emissioni di CO2, sulla
base dei propri comportamenti. In cosa sono consistite le Olimpiadi? In tre cose: formazione in aula, per spiegare il cambiamento climatico, da cosa è causato e cosa fare per contrastarlo; distribuzione di materiale didattico ai docenti; le olimpiadi vere e proprie in cui in sostanza vinceva chi impattava meno… Perché sono importanti per i ragazzi? Perché capiscano che il tema del cambiamento climatico è centrale per il loro futuro. E poi spesso i ragazzi sono
I tre premi, di 1.500 euro ciascuno, sono stati consegnati agli istituti che hanno avuto la maggior partecipazione: l’Istituto Ungaretti di Molino di Altissimo, l’Istituto di Arzignano 1 e l’Istituto di Cologna Veneta. Altri due premi speciali (due i-pod) sono stati consegnati a Giada Monchelato dell’Istituto di Molino di Altissimo, che ha ottenuto il miglior punteggio secondo i criteri spiegati durante l’incontro, e ad Alessandro Carmelo, un ragazzo che si è prestato a spiegare alcune slide sul progetto ai suoi coetanei.
un ottimo veicolo per fare arrivare certi concetti ai genitori, che a volte scelgono di ignorare un problema così importante per il futuro dei propri figli. I risultati ottenuti? Fantastici! Grande attenzione e partecipazione durante le lezioni a scuola, con domande spesso molto lucide e profonde.
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Mister europa di giuseppe signorin
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ettembre 2012. Andrea Chiarello ha 22 anni e si trova a Strasburgo per l’Erasmus, quando tenta la fortuna e manda un’e-mail all’on. Amalia Sartori, Presidente della Commissione Industria, Ricerca ed Energia (ITRE). “L’assistente ha provato a richiamarmi al cellulare – ci racconta Andrea – ma non mi ha trovato. Allora ha telefonato a casa, in Italia. A mia mamma è quasi venuto un infarto quando ha sentito rispondere: Parlamento Europeo”. Com’è lavorare per un onorevole? Molto stimolante: appuntamenti con lobbisti (ENI, Telecom, Confindustria, Federchimica ecc.), ambasciatori (es. Corea del Sud), Commissari Europei… Che compiti avevi?
Briefing tematici, resoconti di riunioni, ricerche, bozze per gli interventi in Aula o le dichiarazioni, traduzione di documenti. Soddisfatto dell’esperienza? Molto. La considero un primo passo per infilare la testa nel mondo delle istituzioni europee e viverle dall´interno. Il mondo della politica è come te lo immaginavi? La mia impressione è che in Europa ci siano più dinamismo, freschezza e futuro… Che cosa ti ha sorpreso di più? Ho visto tanti giovani (tra i non deputati: quindi assistenti e funzionari) pieni di talento: gente che parla 4-5 lingue, che ha viaggiato, con molte ambizioni e molto competitiva. E tanti di loro credono davvero (come me del resto) nel progetto europeo e sentono questa grande responsabilità nel
loro lavoro. La cosa più curiosa che ti è successa? Un giorno l´on. Sartori mi ha presentato la sua collega e amica Iva Zanicchi, che mi ha fatto i complimenti dicendomi che sono “proprio un bel ragazzo”... Che soddisfazione professionale! Adesso? Anche grazie a questo “punto in piú” nel mio CV, sono stato selezionato per un tirocinio retribuito presso il Consiglio dell´UE a Bruxelles (5 mesi), dove mi trovo tuttora.
Arzignano
Viva la biodiversitÀ! di giuseppe signorin
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a venerdì 16 maggio Arzignano ha il suo “Parco della biodiversità”. Grazie a un’importante opera di riqualificazione, infatti, il Parco dell’Ospedale, l’area verde di maggiori dimensioni della città con i suoi 30.000 mq, è stato trasformato in un luogo in cui sarà possibile giocare, imparare, incontrarsi, conservare la natura e addirittura assistere a vere e proprie “lotte biologiche”. “Quanto più varie e numerose sono le specie vegetali e animali in un parco – ci spiega Davide Zorzanello dell’Ufficio Ambiente – tanto più rimane in equilibrio. Per questo è importante la biodiversità”.
Che interventi sono stati effettuati? Tanti. Fra i più importanti: un prato fiorito con specie autoctone di fiori, che creerà l’ambiente adatto per alcuni
insetti antagonisti di altri parassiti vegetali presenti; cartellinatura di alberi e arbusti (ce ne sono un centinaio di
tipi diversi); un’aula didattica all’aperto realizzata coi tronchi degli alberi tagliati nel parco stesso; una fontana di marmo grezzo; una “casa per le lucertole”; una passeggiata fra 18 specie diverse di piante aromatiche; un parco giochi attrezzato per i bambini; gli “alberi della vita”, uno per ogni bambino nato; infine il “biolago delle libellule”. Un lago vero e proprio? Un lago palustre di 120 mq che ospita pesci, anfibi e libellule, predatori naturali delle zanzare. Le libellule in particolare amano spostarsi, aiutando quindi anche il quartiere circostante. Obiettivi? Che il parco si riempia di gente e diventi un luogo interessante per tutti.
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Dafne regina araba di giuseppe signorin
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embra una favola, come quelle che illustra, e invece è realtà: il 15 aprile Francesca Dafne Vignaga si è trovata nella città di Sharjah, capitale di uno dei sette Emirati Arabi Uniti, per ricevere il terzo premio della Sharjah Exhibition for Children’s Book Illustrations dal Sultano His Highness Sheikh Dr Sultan bin Mohammed Al-Qasimi. “Ogni anno mi arrivava l’invito per partecipare – ci racconta l’autrice – ma per un motivo o per l’altro non sono mai riuscita a mandare il materiale. Quest’anno avevo alcune immagini che mi convincevano e ci ho provato. I primi di marzo mi è arrivata l’e-mail in cui mi comunicavano di essere fra i vincitori…” Terza su 96 artisti selezionati e più di 1.000 illustrazioni visionate. Infatti non ci credevo. Il primo arrivato è un egiziano, la seconda una messicana. Mi hanno fatto notare che ero la
prima europea… Poi la sorpresa del catalogo. Già, per la copertina hanno usato una mia immagine. È stata una grandissima soddisfazione. Venivo da un periodo un po’ duro. Il nostro settore vive la crisi come gli altri. Questa esperienza mi ha ricaricato. Che disegni hai mandato? Una serie che avevo nominato “l’albero delle falene”, il mio primo espe-
rimento con la tecnica del collage. Com’è stato il viaggio? Avevo un po’ paura e invece hanno pensato a tutto gli organizzatori. Ci tengono molto ad avere ospiti e li trattano davvero bene. Siamo andati a Dubai un pomeriggio, con l’autista privato… Pensavo di trovare persone, in particolare donne, frustrate e sofferenti, invece erano tutti molto sereni, belli, curati, profumati. L’incontro con il Sultano? Quando mi ha consegnato il premio mi è venuto da ridere, perché mi ha detto di stare attenta, che pesava un sacco. E poi ci saranno stati 40 fotografi a immortalare la scena, tutti con gli abiti bianchi lunghi…
In treno con Elisa di marta soldÀ
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assione e dedizione hanno portato Elisa Biasolo, venticinquenne di Arzignano, a vedere il suo racconto, “Incontri”, pubblicato insieme ad altri 19 in un libro intitolato “Scrittori in Carrozza!”, edito da Ponte alle Grazie. Tutto è iniziato a un corso di scrittura all’Università Cattolica di Milano, lo scorso anno, con la proposta di partecipare a un concorso che avrebbe premiato i primi dieci racconti più belli. Argomento: viaggi in treno. Com’è nata la tua passione? Mi piace scrivere fin da piccola. Ho
iniziato con le poesie, poi tra i 16 e 17 anni sono passata ai racconti: erano un modo per liberare la mente dai pensieri e mi rilassavano molto. Perché hai deciso di partecipare? Per passione e perché grazie alle lezioni ho potuto approfondire la mia conoscenza del mondo dell’editoria. C’era la possibilità di incontrare giornalisti e scrittori – come Massimo Gramellini – che ci hanno spiegato come funziona questo settore realmente.
È stato difficile scrivere il racconto? L’ho preso come un gioco. Quando mi sono resa conto che poteva essere pubblicato e letto da più persone, mi sono un po’ spaventata. Di cosa parla? Di una ragazza che durante un viaggio in treno incontra uno sconosciuto che l’affascina e le fa rivivere una storia d’amore avuta nel passato. Si snoda su due livelli temporali diversi. Per il futuro? Sogno ovviamente di pubblicare un libro con il mio nome in copertina!
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15.000 km e una panda... di francesco baÙ
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eeing is believing, dicono in Inghilterra. Vedere è credere. Adattato ai giorni nostri, a desideri, paure e possibilità del tutto moderni, il motto potrebbe suonare un po’ diverso: viaggiare è credere. La pensano così Claudio Bernardi e Roberto Crestani, i due giovani che il 25 aprile, a Montecchio, hanno presentato e pubblicizzato la loro imminente impresa: porteranno la bandiera di “Energia e Sorrisi”, una Onlus di Montecchio Maggiore fondata da alcuni appassionati di rally, fino in Mongolia. Partenza il 19 luglio, arrivo previsto due mesi dopo. 15.000 chilometri da percorrere, 3 deserti, 15 stati. Se gli chiedete perché, facile che vi dicano quello che hanno detto a me: “Se hai delle domande, viaggiare a est può darti le risposte”. “L’est confonde le prospettive, astrae” racconta Claudio Bernardi. “La civiltà, la cultura si può dire siano nate in Oriente - l’uomo ha imparato ad addestrare i cavalli in Mongolia. Passeremo per città antichissime, come Samarcanda”. Raccontateci della gara. “Il Mongol Rally è una competizione non professionistica, animata da spirito goliardico e da centinaia di utilitarie come la nostra vecchia Panda”. Chi finanzia l’iniziativa? “Cinque sponsor industriali copriranno metà dei costi. L’altra metà la copriamo io e Roberto”. Con voi porterete… “Acqua e cibo per sopravvivere tre
Sport e solidarietà È andata in onda in queste settimane su Sky la serie televisiva “Cavalieri del Deserto”: girata nel corso dell’ultimo Tuareg Rally, racconta del viaggio di Energia e Sorrisi, Onlus vicentina che coniuga la grande passione per le 2 e 4 ruote con lo spirito umanitario. Il team ha consegnato in questa spedizione 150 quintali di aiuti umanitari, cui si aggiungono le tonnellate di alimenti raccolte negli anni per i montecchiani in difficoltà. Che si tratti di allestire un team agguerrito o di raccogliere pane per le famiglie, l’obiettivo è sempre quello: unire lo sport alla solidarietà diretta, autofinanziata e libera. giorni. Carburante per 600 chilometri. Cartina e bussola, perché il satellitare è vietato nel Mongol Rally. E sigarette, come scambio commerciale alle frontiere. Il diario di bordo finirà sul blog Viaggiatoreonirico.blogspot.it”. Quanti i partecipanti? “Circa 360 team. Siamo gli unici italiani, assieme a un team di Aosta”. Sono previsti premi all’arrivo? “Una birra ghiacciata…” risponde
Roberto. “Gli ultimi 4.000 chilometri sono sterrati. Ci sfileranno a fianco yak, cavalli selvaggi e laghi salati. Ci saranno piste e travi al posto di strade e ponti. E sabbia, sete, vecchi monasteri, pastori nomadi”. Auguri a Roberto e a Claudio. Abbiate cura di voi, e del vostro andare per il mondo. Barnaul
Semey
Praga
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montecchio Storia
Economia
Il nuovo museo
Nuova sede di Confartigianato Vicenza
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È
mparare dalla storia per non commettere più gli errori del passato. Questa la missione del nuovo Museo delle Forze Armate 1914-1945, inaugurato sabato 10 maggio in via del Lavoro 66. La struttura, unica nel suo genere perché raccoglie le testimonianze di entrambe le guerre mondiali, è stata realizzata a proprie spese e con l’aiuto di alcuni sponsor dall’Associazione Cultori della Storia delle Forze Armate su un’area data in concessione dall’Amministrazione comunale. L’esterno balza all’occhio per originalità: addossata al capannone è stata infatti riprodotta la facciata del Forte Casa Ratti, che durante la Prima Guerra Mondiale è stato l’ultimo baluardo italiano a difesa della pianura veneta.
stata inaugurata la nuova sede di Confartigianato Vicenza in via dei Carpani 23. Per l’occasione il sindaco Milena Cecchetto ha premiato gli Imprenditori Artigiani Benemeriti del territorio. Negli uffici della nuova sede è stata inoltre allestita una galleria d’arte con le opere di quattro famosi artisti: Domenico Scolaro, Vico Calabrò, Giorgio Celiberti e Maurizio De Lotto. Le opere degli stessi saranno ospitate anche presso alcune vetrine
delle attività artigiane del territorio di Montecchio Maggiore e saranno visibili dal 10 maggio al 16 ottobre. L’intera rassegna prende il nome di “@RT CITY – Le vetrine artigiane ospitano l’arte”.
Cultura
Più ore in biblioteca
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al 10 maggio al 31 dicembre la biblioteca civica resterà aperta anche il lunedì e il venerdì sera, oltre al sabato pomeriggio, per un totale di 9 ore in più rispetto all’orario finora in vigore. Si passa quindi da 38 a 47 ore settimanali di apertura. L’ampliamento dell’orario sarà possibile grazie all’apporto della Coopera-
tiva sociale “Con Te” di Quinto Vicentino, che fornirà personale già formato in grado di garantire la piena operatività del servizio di circolazione dei libri e di consultazione. Al termine del periodo sperimentale, alla fine del 2014, sarà fatta una valutazione e a quel punto sarà deciso se proseguire o meno con l’ampliamento di orario.
Ambiente Cronaca
Litiga sul bus e poi aggredisce i Carabinieri
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l Kebir Ech Charqaquy, marocchino di 24 anni residente a Monteforte d’Alpone, è stato arrestato dai carabinieri alla fermata Ftv del Duomo. Salito sul pullman ubriaco, ha minacciato l’autista e preso a pugni la macchina obliteratrice. Per finire, ha strattonato i carabinieri intervenuti per calmarlo, finendo arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e interruzione di pubblico servizio. L’episodio è avvenuto in via dei Trozi.
Orti Castellani
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ono stati inaugurati e consegnati alle prime 35 persone che hanno aderito all’apposito bando gli Orti Castellani, realizzati dall’Amministrazione comunale per diffondere tra i cittadini, nell’Anno Internazionale dell’Agricoltura Familiare sancito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la cultura del verde e dell’agricoltura. L’area utilizzata per la realizzazione degli orti Corriere Vicentino |
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si trova in via Sella (zona industriale) e ha una superficie di circa 6.300 metri quadrati. Il progetto si basa sulla consapevolezza che la cittadinanza pone sempre maggiore attenzione verso una corretta alimentazione attraverso il consumo di cibo genuino. Gli orti rappresentano inoltre un punto di incontro per tutta la comunità, oltre a permettere un risparmio che in questo periodo di crisi non è certo secondario.
Brendola
Chi rompe paga di valerio luison
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on sempre gli errori si correggono dietro la lavagna, anzi. A Brendola la scuola ha voluto diventare vera maestra di vita lontano dai banchi. Correva l’estate del 2013, quando sei giovanissimi brendolani – tutti tra i 15 e i 16 anni - entrarono nel magazzino comunale a fianco dell’istituto “Galilei” di Piazza del Donatore attraverso l’effrazione di una finestra, e scaricarono 17 estintori nel piazzale, rubando due vecchi motorini che poi avevano smontato e forse rivenduto. Una serata diversa, finita loro malgrado davanti al giudice una volta che sono stati beccati. Al di là della proverbiale lavata di capo, il tribunale ha però pensato a qualcosa di più per insegnare loro la costruttiva appartenenza civica alla società attraverso il dono più grande mai riconosciuto al genere umano: il sentirsi utili. Ne è nata una task force, con gli stessi genitori in prima linea, per ricordare che chi sbaglia paga, primo comandamento della vita da adulti. Oltre alla rifusione dei danni vivi, circa 1.200 euro tra finestra e ricariche degli estintori, sono andati incontro a 80 ore di servizio equamente spartite tra lavoro alla casa di riposo Santa Bertilla o sostegno al personale in servizio con
i disabili della Casa Famiglia. “All’inizio avevano un approccio timoroso e un po’ titubante – racconta suor Gabriella, direttrice della Casa – ma poi sono cambiati. Un’esperienza positiva per tutti, anche grazie all’impegno dei genitori. I ragazzi hanno collaborato nel fare compagnia ai nostri ospiti, affiancando il personale in laboratori creativi e assistenza”. Dulcis in fundo, armati di occhiali, spatoletta e spazzo-
Boscardin, via al piano sicurezza
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n’estate all’insegna della sicurezza, quella cui sta per andare incontro la primaria “Boscardin”. Via libera a un imponente progetto di riqualificazione verso l’adeguamento sismico secondo i più moderni parametri normativi, e per l’ottenimento del cosiddetto Cip, il certificato prevenzione incendi. Pronti oltre 500 mila euro per rinforzare le pareti e nuovi controsoffitti, infissi e vetri, e per provvedere al rifacimento di due scale di sicurezza. Circa la metà della somma sarà coperta dal Comune, mentre il resto arriva da Fondazione Cariverona, e fondo protezione civile.
la di ferro – sotto la supervisione di un genitore a turno – hanno lavorato alla scrostatura dei graffiti di cui erano imbrattate la biblioteca e la palestra delle elementari, un lavoro costante, al di fuori dell’orario scolastico e nei giorni di festa. Come a dire, a sbagliare sono buoni tutti, ma poi bisogna essere abbastanza grandi da cogliere la seconda occasione.
Lavoro, nasce il “team dei formatori”
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nsieme per fare squadra contro la disoccupazione. Brendola lancia il “team dei formatori”, cioè esperti operatori di differenti settori (dall’informatica, all’ambito sanitario, alle lingue straniere...) che opereranno all’interno dei 16 Comuni aderenti al Pattto sociale per promuovere workshop e corsi di formazione rivolti a disoccupati e inoccupati, che avranno quindi un’occasione in più per aumentare competenze e professionalità. Un’idea partita proprio dall’amministrazione, che sarà coordinatrice di un progetto pilota che punta ad allargarsi, coinvolgendo altri enti territoriali e altri “formatori”. Chi è interessato in tal senso, può rivolgersi al Comune di Brendola.
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Chiampo
Finalmente Don di francesco baÙ
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ischiava di diventare un’attesa davvero lunga, per Chiampo: da trent’anni non veniva ordinato sacerdote un ragazzo del posto. Un segno dei tempi? Forse. Certo è che l’attesa è destinata a terminare sabato 7 giugno alle 16, in Cattedrale a Vicenza, quando sarà ordinato prete Andrea Bruttomesso, classe ’83. In una bella stanza del seminario vescovile di Vicenza, dove lo incontro, parte dalla famiglia, da sempre vicina alla comunità cristiana, per parlarmi di lui. “Quello che dai è quello che ricevi. Nel ’96 è mancato mio papà. Molte persone si sono prese cura di me, e io ho capito quanto è importante avere qualcuno che ti accompagni e ti sostenga. Ero diventato l’uomo di casa: un motivo in più per non abbattersi. Al terzo anno di università è giunta la vocazione da parte di Dio. Più che una vocazione è stata una provocazione, nata dalle responsabilità che cercavo
di vivere in parrocchia. Un amico prete ha colto qualcosa di particolare in me, e mi ha spinto a proseguire. Dopo la laurea in ingegneria dell’automazione, nel 2007, ho iniziato un cammino di ricerca vocazionale con il gruppo Sichem, che ti aiuta a capire, e sono entrato nella comunità Il Mandorlo, e da cosa è nata cosa”. Contento per il traguardo? Non vedo l’ora di vivere la vita del prete, a pieno regime. Dopo sette anni di cammino in seminario, è bello sentire che ti ha aiutato umanamente e spiritualmente. Dov’è Dio, secondo lei? Molti sono i segni di Dio: pensa agli incroci delle nostre vite, a chi ha una parola per noi, a chi capisce come stiamo. La realtà a volte è ferita, ma l’amore è più grande e ci accompagna. Come avvicinare i giovani alla religione? La chiave di volta penso sia “uscire”: camminare verso le periferie, verso le soglie dell’esistenza: l’adolescenza, la
malattia, la solitudine. I giovani hanno grande sete di spiritualità. Più che maestri, cercano testimoni. Cos’è importante nella vita di un sacerdote? Conoscere il silenzio. Sapersi aprire al mondo, agli altri. E puntare all’essenziale. Ogni scalino va verso il basso, non verso l’alto.
13ª festa dei giovani le forze in favore della cultura e dell’arte e che si concluderà con un concerto dove suoneranno ragazzi provenienti dall’Unione Europea e un artista famoso di
cui scopriremo a breve il nome. Inoltre, quest’anno le squadre iscritte al torneo di calcetto saranno ben 72, quasi una deabato 5 luglio, a Chiampo, ci sarà cina in più rispetto all’anno scorso. la 13ª Festa dei giovani. Segnatevi Come ogni anno ci saranno diverquesta data nel calensi tornei, aperti a tutti e gratuiti. dario, perché quest’anno l’eVenerdì 4 luglio faremo le estravento sarà ancora più ricco zioni. Ci saranno tornei di pallavodegli anni precedenti, come lo, di calcio e di basket; una gara di ci ha spiegato Marco Nardi, skate e esibizioni di boxe, atletica consigliere comunale che si e arti marziali. Inoltre la squadra occupa di politiche giovanili. “più cool” vincerà un viaggio. Quali sono le novità? Chi organizza la festa? L’edizione 2014 della FeL’associazione Chiampo giovani, sta dei giovani ospiterà l’econ il patrocinio del comune di vento finale del progetto Chiampo. Ci tengo a ringraziare i C.H.A.R.M., che vede le amGli Old Mustache, vincitori del premio “squadra più volontari per il loro impegno. ministrazioni comunali di cool” della 12ª edizione della Festa dei Giovani Arzignano e Chiampo unire di lisa masiero
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NO g a r o l e
Riunione di famiglia di marco Alessandri
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l 6 aprile scorso è stato un giorno speciale per i Dulmieri, detti “i Feri”, una delle famiglie storiche di Nogarole, che proprio nel paese natio hanno tenuto la loro prima riunione. Una splendida giornata, in cui si sono ritrovati in ben 113. “Il nostro cognome è nato il 26 agosto 1859, quando un bambino fu abbandonato alla porta dell’orfanotrofio di Verona - ci spiega Manuel Dulmieri, organizzatore dell’iniziativa - . Come era consuetudine, al trovatello fu dato un nome e cognome di fantasia: Giuseppe Dulmieri”. Giuseppe ebbe 9 figli e 3 figlie, che si sparsero tra Nogarole, Arzignano, San Pietro Mussolino, Almisano e anche Carpi e Mirandola. Ma come è nato il soprannome “i Feri”?
Nella foto a lato i primi Dulmieri della storia
In realtà inizialmente nonno Giuseppe si era stabilito in una contrada di Chiampo, i Ferri appunto. Poi nel 1913 si trasferì nella disabitata contrà Gastaldo di Nogarole e prese in affitto da don Urbano Urbani, parroco di San Zeno di Arzignano, una bella pro-
prietà che nel 1921 riuscì a comprare, grazie agli sforzi dell’intera famiglia e ai soldi che arrivavano dal figlio Giovan Battista in America. Nel nuovo paese, la gente cominciò a identificare il nonno come “Bepi Fero” e i suoi figli divennero i “Feri”. Gli anziani del paese si ricordano bene questi robusti ragazzotti che, armati di falce o di zappa, coltivavano i loro campi ed alle volte andavano a tagliare il fieno nei campi di chi richiedeva la loro manodopera.
Buona la prima! Foto di Giuseppe Bruttomesso
Ottima partenza per la 1ª edizione della “Festa del Formaggio e dei Prodotti De.Co.” di Nogarole, nata dalla collaborazione tra un gran numero di gruppi e associazioni del paese con i Caseifici sociali di Nogarole, Altissimo, Castelgomberto e Trissino. Grande la partecipazione alla “Caminada dei 7 capitei” e l’interesse per lo storico Concorso “Migliori Formaggi Agno-Chiampo”, patrocinato dalla Regione. I dettagli sul sito www.festadelformaggio.it.” m.a.
Ga m b e l l a r a
montorso
Spazio al vino Sensi in villa di stefano canola
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e Barchesse del Vino sono una realtà. Un restauro impegnativo e costoso (oltre 1 milione e 200 mila euro, finanziato anche da Comune e Regione) ha restituito a Gambellara un sito stupendo, dietro a Palazzo Cera, Foto di Irene Maule
che è stato inaugurato lo scorso 12 aprile. La struttura dispone di 550 metri quadrati complessivi, sviluppati su due piani, e offre spazi confortevoli e intonati con l’ambiente circostante, con pavimenti in legno e possenti travi a vista. Incastonata tra le Barchesse e Palazzo Cera, una deliziosa piazzetta pavimentata in pietra completa l’insieme. Ma la sfida è tutt’altro che conclusa e sta nello stesso nome assegnato alla location: “Centro Servizi per la promozione vitivinicola e turistica di
Gambellara e della Valle del Chiampo”. Protagonisti il Consorzio Vini Doc e la Strada del Recioto locali, che hanno stabilito qui la loro sede e lanciato il progetto denominato appunto “Le Barchesse del Vino”. “La nuova sede nasce con l’obiettivo di creare un polo di attrazione enoturistica e culturale legato al concetto di cultura classica e vivace attraverso un programma di iniziative che legheranno enogastronomia, storia, natura e cultura e che partiranno prima dell’estate. A maggio è prevista la pubblicazione di un bando per l’affidamento della gestione organizzativa, culturale e turistica, con l’intento di coinvolgere i giovani e sviluppare progetti originali – affermano i promotori.” “Intanto ci sta un’Enoteca, perché il vino e le altre bontà di questo territorio bisogna pur venderle” ha suggerito Alfredo Pelle, guru della guida dell’Espresso (che con un gruppo di giornalisti specializzati ha trascorso l’11 aprile una giornata full immersion tra cantine e vigneti). C’è già chi vende il Recioto e il Vin Santo ai giapponesi o ai coreani. Ora che anche russi e cinesi hanno scoperto che non si vive di sola vodka e tè…
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n labirinto multisensoriale in Villa Da Porto per scoprire l’ambiente con un approccio diverso. È l’originale progetto realizzato da Scatola Cultura e subito sposato dall’Istituto Regionale Ville Venete. Partendo dall’analisi storica della villa e da una mappa del 1704, si è ripensato in modo innovativo l’antico giardino, con un percorso tra siepi e aree di sosta: ogni stazione si focalizzerà su vista, udito, tatto, olfatto e gusto, con spunti e indicazioni ideate per ogni tipo di utenza. Il percorso sarà infatti accessibile anche ai diversamente abili, grazie al linguaggio braille, alla multimedialità e alla traduzione LIS dei contenuti. Il progetto propone anche un kindergarten, un info point, laboratori didattici e uno sportello per il coordinamento di tutte le attività e la vendita di eccellenze del territorio e di materiale della villa. Un concreto progetto di rilancio della villa? L’auspicio è proprio questo. f.m.
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lonigo
La città e il turismo A che punto siamo?
di lino zonin
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l turismo a Lonigo. Se ne parla da tanto ma i risultati tardano ad arrivare. Eppure i presupposti per fare della città un punto di interesse per i visitatori che vengono da fuori ci sono tutti: vicinanza con le principali città d’arte venete (Verona e Vicenza sono ad un passo, Venezia a meno di un’ora di treno); ambiente collinare panoramico e ben conservato, perfetto per escursioni a piedi e in bici; ricchezza di monumenti di grande interesse storico e artistico (due esempi per tutti: la villa PisaniBonetti di Palladio e la Rocca Pisani di Scamozzi); enogastronomia di ottima qualità con vini pregiati e cibi che fondono perfettamente gusto e tradizione. Tutti ingredienti che però restano
separati l’uno dall’altro senza che si sia finora fatto avanti un cuoco capace di combinarli assieme per creare un piatto gustoso e in grado di soddisfare i palati più esigenti.
Servono risorse
“Non voglio recitare la solita litania della mancanza di risorse - afferma l’assessore al turismo e vice sindaco Roberto Nisticò ma occorre guardare in faccia la realtà. Per lanciare alla grande il turismo in città servono investimenti di mezzi e persone che attualmente non sono alla nostra portata. Lavoriamo di concerto con la Pro Corriere Vicentino |
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Loco, la quale organizza una buona quantità di eventi che vengono seguiti principalmente dai residenti in città e nei comuni limitrofi. Sempre la Pro Lonigo gestisce per nostro conto l’ufficio di promozione turistica Iat che però risente della penuria strutturale e più di tanto non può fare. Un buon richiamo lo sta esercitando la Casa della Cultura di palazzo Pisani organizzando una serie di mostre d’arte di buona qualità che attirano visitatori da più lontano. Da parte nostra cerchiamo di farci conoscere pubblicando delle guide alla storia e ai monumenti leoniceni e degli opuscoli che promuovono i prodotti gastronomici a denominazione comunale. Assieme al Gal stiamo per pubblicare un libro fotografico dedicato alla presenza di Palladio a Lonigo che diventerà uno strumento in più per
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Lavorare in rete
“Facciamo quello che possiamo, con i mezzi a nostra disposizione - aggiunge il presidente della Pro Lonigo Pierluigi Marcolin – È difficile superare la barriera del localismo ma per lo meno cerchiamo di valorizzare al massimo le potenzialità del territorio. Le visite guidate alla Rocca e a villa Pisani portano ogni anno in città centinaia di persone e lo stesso effetto produce l’apertura del Torrione scaligero. Anche le mostre con degustazione dei prodotti tipici attirano tante persone ma fare il salto di qualità e metterci in pari con altre città più conosciute è in questo momento impensabile. Qualcosa di più si potrebbe ottenere rinforzando la rete con le Pro Loco dei comuni vicini e creare dei pacchetti turistici condivisi mettendo insieme le varie attrattive”.
La strada del vino
Tra le eccellenze della zona figura anche il vino. Le numerose
cantine che si trovano tra i colli e la pianura rappresentano un patrimonio di tradizione e di gusto che merita di essere conosciuto meglio. “È quello che cerchiamo di fare con le nostre iniziative, usando le risorse messe a disposizione dal Piano di sviluppo rurale che ha ci recentemente inserito in un piano di finanziamento - conferma Rino Polacco, presidente della Strada del Vino dei Colli Berici - Partiremo dalla Basilica palladiana di Vicenza da dove prenderà avvio la prossima edizione di “Gustus”, rivolta in particolare ai giovani con una serie di iniziative in rete. Seguirà la quarta edizione della 90 Miglia dei Berici, una sfilata di auto d’epoca che farà tappa nei luoghi più caratteristici della zona collinare. La strada da fare è lunga ma siamo convinti di poter ottenere dei buoni risultati, mettendo assieme le varie forze che puntano al medesimo obiettivo e concentrando l’attività sugli eventi di maggiore rilevanza e di più ampia presa sul grande pubblico”.
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lonigo Cantieri
Finalmente addio alla gru!
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li abitanti del quartiere di via Milano tirano un sospiro di sollievo: la gigantesca gru di un cantiere abbandonato che da anni pendeva sulle loro teste è stata finalmente smantellata. La ditta incaricata del lavoro ha impiegato due giorni per demolire il castello di ferro alto oltre 40 metri, installato per la costruzione di un grande complesso immobiliare e rimasto inutilizzato dopo il fallimento della ditta appaltatrice.
Sport
Pesca sul Guà
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a gara di pesca che l’Amo Club Lonigo organizza ogni anno sul Guà è un appuntamento imperdibile per tutte le lenze del territorio. Anche stavolta una cinquantina di pescatori ha incrociate le canne sul bordo del fiume a caccia (pardon, a pesca) di trote. Primo classificato il campione locale Maurizio Venturella. l.z.
Scongiurato il pericolo maggiore, resta per i residenti il disagio causato dalla vicinanza di un cantiere abbandonato nel quale prolifica la vegetazione spontanea e dove trovano rifugio insetti e roditori. l.z.
Cultura
Un principe per “Il 1400 leoniceno”
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n ospite d’onore ha partecipato alla presentazione ufficiale del Comitato Storico Culturale “Il 1400 leoniceno” tenutasi nella sala delle Colombe di Villa San Fermo. Parliamo di Carlo Giovanelli, discendente della nobile famiglia che per molti anni ha dimorato a San Fermo e che ha segnato con la sua presenza lo sviluppo della città negli anni a cavallo tra Ottocento e Novecento. Nel chiostro di entrata della villa
gli ospiti sono stati accolti da alcuni figuranti dell’Antico Ordine. D’obbligo la foto di rito assieme al presidente di 1400 Luca Bolla. l.z.
Teatro
Va in scena il Vajont
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ell’aula magna della scuola Media Ridolfi è stata presentata una messa in scena del testo che lo scrittore Luigi Dal Cin ha ideato ispirandosi ai racconti sulla tragedia del Vajont elaborati dai bambini di Longarone. La rappresentazione, svoltaCorriere Vicentino |
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si in due repliche dedicate alle classi quinte delle elementari e prime delle medie, è stata a cura della compagnia teatrale leonicena “La Beffa” con adattamento e regia di Stefania Dal Lago. Alla prima recita ha assistito l’autore. l.z.
Foto di Emanuele Massari
Marcia record di Stefano canola
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opo l’esordio positivo, il difficile è confermarsi. C’è riuscita la Strapalladio, che dopo la bella partenza nel 2013 ha saputo crescere nei numeri e nella convinzione quest’anno. Domenica 13 aprile non era una giornata estiva, ma il tempo non ha tradito e ha lasciato via libera ai partecipanti alla marcia non competitiva. Come sempre in queste occasioni, c’era di tutto un po’: il podista abituale e la famiglia in gita fuori porta, ragazzi e veterani come il maratoneta Toni Purelli, classe 1931, che ha smesso di lavorare con le scarpe da ginnastica ma di appenderle al chiodo non ci pensa
proprio. Quanti al via? Quasi 5000 secondo gli organizzatori, oltre 3000 per le stime più prudenti. La sensazione “da dentro” confermava un’affluenza più numerosa dello scorso anno, quindi attorno ai 4000 dovremmo essere vicini al vero. Molti i leoniceni, e con loro quelli di Sarego e Alonte, Comuni attraversati dai tracciati (4, 6, 12 e 21 km) e sostenitori dell’iniziativa. E non sono mancati i gruppi organizzati, arrivati da fuori.
Il resto l’hanno fatto i percorsi sui colli incantevoli di questa parte dei Berici, all’ombra della Rocca Pisana. E i molti che si sono dati da fare, sulla strada e al parco Ippodromo fettucciando i tracciati o preparando panini. Giustificata la soddisfazione di Benito Franchetti, presidente del comitato organizzatore che ha dichiarato: “Siamo già motivati per il 2015, in preparazione una prova di ecotrail agonistico sui 30 km”.
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Quelli del Pavoni ci sono di STEFANO CANOLA
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ettembre 1969: il liceo “Ludovico Pavoni” apre i battenti a Lonigo. Mercoledì 7 maggio 2014: si costituisce ufficialmente l’Associazione ex Allievi. 40 anni di ritardo e tanti progetti che erano alla portata, negli anni delle “vacche grasse”, e ora rischiano di restare belle intenzioni. Non la pensa così Pier Luigi Giacomello, ex allievo della prima ora e padre di altri due ex. “Sono fiducioso che si possa fare molto, ponendo alla base i valori dell’amicizia e della lealtà che
abbiamo imparato nella nostra scuola – afferma il neoeletto presidente dell’Associazione, che avrà come vice Cristina Bertolaso. Due sono gli obiettivi che ci siamo posti: mantenere vivi i rapporti tra gli ex allievi e la scuola da un lato e attivare iniziative per aiutare il Pavoni a svilupparsi dall’altro. Pensiamo ad esempio all’istituzione di borse di studio per ragazzi meritevoli ma in difficoltà economiche.
I primi ex allievi del Liceo Pavoni
Intanto sarà importante portare a bordo, insieme ai soci fondatori, il maggior numero di ex allievi, per organizzare incontri ed altri eventi in grado di soddisfare le esigenze di chi ha sessant’anni e di chi ne ha venti”. “La validità del Pavoni non è solamente nella didattica, ma anche nei fondamenti morali, ancor prima che religiosi, che trasmette ai suoi studenti – ribadisce Giacomello. Qui abbiamo imparato a credere nelle nostre idee e a portarle avanti con forza. Vogliamo battere un colpo prima dell’estate e accogliere con noi anche insegnanti, ex insegnanti, amici, simpatizzanti…”.
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Sarego sostenibile di lisa masiero
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arego è un paese che pensa all’ambiente e se ne prende cura davvero. Anche quest’anno, infatti, si svolgerà a Meledo di Sarego la manifestazione Sarego Sostenibile, dal 23 al 30 maggio. L’iniziativa prevede un’esposizione con prodotti di aziende del territorio inerenti il risparmio energetico, prodotti biologici, convegni e laboratori per i ragazzi. Ci sarà anche spazio per l’intrattenimento: uno spettacolo teatrale sabato 24 maggio e musica dal vivo domenica 30. Non mancheranno inoltre un’esposizione di biciclette vintage e lo stand gastronomico. “Sarego Sostenibile - come ci spiega l’assessore all’ambiente Flavio Zambon mira a sensibilizzare i cittadini sui temi della sostenibilità e del risparmio energetico. L’evento fa parte delle iniziative legate al ‘Patto dei Sindaci’, il movimento europeo che vede coinvolte le autorità locali e regionali che si impegnano volontariamente ad aumentare l’efficienza
energetica e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili nei loro territori al fine di raggiungere e superare l’obiettivo europeo di riduzione del 20% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2020, come previsto dal ‘Protocollo di Kyoto’. L’accordo prevede l’adozione di un Piano di Azione per l’Energia Sostenibile entro un anno dall’adesione da parte dei comuni aderenti. Il Comune di Sarego ha aderito al patto dei sindaci dal 2009 e si sta impegnando per riuscire a redigere il P.A.E.S. con il minor costo per i cittadini. A Sarego - continua l’assessore - sono state comunque compiute importanti azioni per ridurre la produzione di CO2, come
Centri estivi al Rifugio dei colori
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nche quest’anno il Comune di Sarego ha organizzato i centri estivi al Rifugio dei colori, azienda agrituristica del paese. Il progetto si intitola “Il Richiamo del Bosco” e si propone - come ci spiega il vicesindaco Manuela Luzi - di far vivere ai bambini un’esperienza estiva nel bosco, a contatto con la natura. Sono previsti anche percorsi specifici per bambini disabili. Per tutti i residenti è previsto il trasporto gratuito. Per ulteriori informazioni sull’iniziativa rivolgersi all’ufficio servizi scolastici del Comune: 0444 830744. l. m.
il nuovo contratto per la gestione calore negli edifici comunali che prevede la sostituzione di 4 caldaie a gasolio con caldaie a metano più efficienti e meno inquinanti, l’installazione di pannelli solari sulle scuole e la piantumazione di alberi nel territorio comunale. Inoltre, per quanto riguarda l’inquinamento luminoso, l’Amministrazione comunale sta avviando la procedura per redigere il P.I.C.I.L. (Piano dell’Illuminazione per il Contenimento dell’Inquinamento Luminoso) che avrà come risultato anche una maggiore efficienza del sistema di illuminazione pubblica nell’ottica del risparmio energetico”.
Assistenza domiciliare per gli anziani
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l 23 maggio alle 17:30 presso l’IPAB Bisognin ci sarà un incontro con la cittadinanza dove saranno illustrate tutte le opportunità offerte dalla convenzione firmata tra il Comune di Sarego e l’ente per l’affidamento del servizio di assistenza domiciliare. Il fine è assicurare l’autonomia dei cittadini nella loro casa, anche rafforzando la rete territoriale. L’IPAB Bisognin si propone inoltre di impiegare i residenti di Sarego in difficoltà lavorativa. Per ulteriori informazioni: ufficio servizi sociali del Comune di Sarego, tel. 0444 830744. l. m.
Non puoi rinunciare a tanto divertimento! finalmente una festa coi fiocchi alla portata di tutti! peppa pig e altre mascotte, trucca bimbi e gonfiabili per feste private, compleanni, party, matrimoni, locali ristoranti, feste comunali o pro loco
Per info: Alessia 340 5182026 chicevents.wp@virgilio.it
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48 | Speciale Amministrative 2014
Elezioni 2014 istruzioni per l’uso deve appartenere alla lista che appoggia il candidato sindaco. Nei Comuni con più di 15.000 abitanti, dove il candidato sindaco può essere sostenuto da più di una lista, il cittadino può esprimere il proprio voto in tre modi diversi: 1. tracciando un segno solo sul simbolo di una lista, assegnando in tal modo la propria preferenza alla lista e al candidato Sindaco che essa appoggia;
La prima novità è che la tornata elettorale del 2014 avviene in un’unica giornata e non in due (solitamente domenica e lunedì) come avvenuto in Italia negli ultimi anni. Appuntamento alle urne, quindi, soltanto domenica 25 aprile, dalle 7 alle 23. Si voterà per le elezioni europee e, in quei Comuni chiamati a rinnovare sindaco e consiglio comunale, anche per le elezioni amministrative. Elezioni europee Il Vicentino è inserito nella circoscrizione Nord-Est, che esprimerà la composizione di 14 dei 73 seggi al Parlamento europeo spettanti all’Italia. L’elettore potrà indicare la lista prescelta tracciando un segno sul relativo simbolo. Potranno essere inoltre indicate fino a tre preferenze, scrivendo il nome dei candidati negli appositi spazi accanto al simbolo. In base alle nuove norme legate alle cosiddette “quote rosa”, almeno una delle tre preferenze dovrà essere per un candidato di sesso diverso dagli altri due. Nel caso in cui venissero indicate tre persone dello stesso sesso, la terza preferenza sarà annullata.
Non entreranno nel Parlamento europeo quelle liste che non avranno superato la soglia di sbarramento del 4%. I seggi saranno ripartiti secondo il sistema proporzionale. Elezioni amministrative A seguito della legge Delrio, nei Comuni fino a 3.000 abitanti il numero di consiglieri comunali salirà a 10, mentre salirà a 12 nei Comuni da 3.000 e 10.000 abitanti. Previsti 2 assessori nei Comuni fino a 3000 abitanti e 4 assessori nei Comuni da 3.000 a 10.000 abitanti. A fronte però dell’incremento degli eletti e delle cariche, i Comuni non dovranno superare gli attuali tetti di spesa. La legge introduce inoltre la possibilità di un terzo mandato per i sindaci dei Comuni sotto i 3.000 abitanti. Nei Comuni fino a 15.000 abitanti si vota con una sola scheda per eleggere sia il Sindaco che i Consiglieri Comunali. Votando per un candidato Sindaco si dà una preferenza anche alla lista che lo appoggia. È possibile esprimere un solo voto di preferenza per un candidato a consigliere comunale, che
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2. tracciando un segno sul simbolo di una lista, eventualmente indicando anche la preferenza per massimo due candidati consiglieri della stessa lista, e tracciando contestualmente un segno sul nome di un candidato Sindaco non collegato alla lista votata: si tratta del cosiddetto “voto disgiunto”; se si esprimono due preferenze per i consiglieri, devono essere riferite ad un maschio e ad una femmina: in caso contrario la seconda preferenza verrà annullata. 3. tracciando un segno solo sul nome del Sindaco, votando così solo per il candidato Sindaco e non per la lista o le liste a quest’ultimo collegate. Nei Comuni con più di 15.000 abitanti è eletto Sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi (almeno il 50% più uno). Qualora nessun candidato raggiunga tale soglia si tornerà a votare la seconda domenica successiva per scegliere tra i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti. Comunitari e nuovi italiani nell’Ovest Vicentino: quanto pesa il loro voto? Europee Possono votare i cittadini comunitari: sono quasi 800. Amministrative Nuovi italiani al voto (stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza): sono circa 1200.
49 | Speciale Amministrative 2014
Arzignano giovanni fazio
giorgio gentilin
Pietro magnabosco
1 E’ stata una scelta dura e a lungo meditata. Era necessario che qualcuno si opponesse alla chiusura di un ospedale efficiente e si impegnasse sul problema dei rifiuti per difendere il lavoro e impedire l’avvelenamento dell’aria.
1 Perché negli ultimi 5 anni abbiamo iniziato un processo di cambiamento che deve continuare. Molte cose sono state fatte ma molte altre sono ancora da fare. E poi perché amo Arzignano.
1 Penso che possa essere un’occasione per cambiare quelle cose dell’amministrazione pubblica con le quali mi sono scontrato in anni di attività imprenditoriale e sociale.
2 Cercherò in tutti i modi di impedire la chiusura del nostro ospedale.
2 Consegnare ai cittadini le tre nuovissime Pisicine; concludere i lavori delle Rotatorie di Costo e in agosto realizzare la rotatoria Kennedy al “Piccolo Hotel”.
2 Affrontare i problemi ambientali che stanno mettendo a rischio salute, economia, lavoro. Coinvolgere nell’amministrazione tutti i cittadini.
3 Mi piace la laboriosità, l’onestà e la simpatia della maggioranza dei miei concittadini. Considero una ferita aperta la trascuratezza e il degrado urbano in cui è stato abbandonato il Villaggio Giardino in cui vivo.
3 Mi piace il coraggio, la determinazione, la voglia di lavorare. Quello che non mi piace, invece, lo stiamo sistemando giorno dopo giorno.
4 Sono l’unico candidato sindaco che difende il nostro ospedale e che si spende affinché le scelte per lo smaltimento dei rifiuti (leggi inceneritore) non compromettano la salute dei cittadini e soprattutto dei bambini.
4 Con Gentilin Vince Arzignano. Vincono le famiglie perchè abbiamo abolito IMU e TASI. Vincono i giovani perchè offriremo nuove opportunità. Vincono gli anziani perchè costruiremo il più bel centro ricreativo del Veneto.
4 Io e il mio gruppo possiamo costruire una città inclusiva, aperta, moderna, capace di essere protagonista.
5 Solidarietà.
5 Medico.
6 Giuseppe Garibaldi.
6 Francesco d’Assisi.
6 Il presidente Kennedy.
7 “La Trilogia di Valis” di Philip Dick.
7 “Controriforme” di Ugo Mattei.
7 ll nuovo bilancio 2014 del Comune.
8 Michelle Obama e Papa Francesco.
8 Don Ciotti.
8 Don Bosco.
9 Una grande nave bianca ormeggiata sulle rive di Trieste e il sacrario di Redipuglia.
9 La mia città distrutta dalle bombe.
9 La mamma.
10 Una barca per fuggire.
10 Ne basta una… la Teresa, mia moglie. Corriere Vicentino |
3 Mi piacciono l’energia, le capacità, l’entusiasmo e la generosità delle persone. Non mi piace l’attuale amministrazione, chiusa in se stessa, incapace di pensare al futuro e di aprirsi agli altri.
5 Pragmatico.
10 Musica, e.book e un caricabatterie solare. Qualche attrezzo per coltivare la terra.
50 | Speciale Amministrative 2014
Domande
5 Una parola/aggettivo che la descrive, o in cui si riconosce 6 Un personaggio storico d’ispirazione, o che le piacerebbe essere 7 L’ultimo libro letto 8 Una persona o un personaggio famoso con cui andrebbe volentieri a cena 9 Il primo ricordo di bambino 10 Tre cose da portare su un’isola deserta
1 Perché ha scelto di candidarsi? 2 La prima cosa da fare una volta eletto? 3 Che cosa le piace e che cosa non le piace del suo paese oggi? 4 Votatemi perché...?
Massimo Signorin
N
FLAVIO ZORDAN
ZIGNANO AR P
ER
CO
Lorella Peretti
L’INDIPENDENZA
VENETO DEL
1 Perché Arzignano si è isolata e impoverita nei servizi. Sono mancate le idee e le scelte su temi importanti, dal lavoro alle frazioni. 2 Meno burocrazia, zero tasse comunali su 1^ casa e piccoli negozi. Abolire la tariffa rifiuti ad anziani e famiglie in difficoltà, ridurla ai negozi. 3 Mi piace l’entusiasmo, la voglia di fare dei cittadini. Non mi piace la politica che privilegia amicizie e interessi e non i talenti. 4 Perché mi guida la passione civile e non ho mai vissuto di politica. Sarò un sindaco a tempo pieno, capace di ascoltare e decidere. 5 Dinamica. 6 Nelson Mandela. 7 “Solo l’amore resta” di Chiara Almirante. 8 Alex Zanardi. 9 Una piccola bici rossa e le corse per le vie con mio padre. 10 Dei semi, dell’acqua e un libro.
1 Ho scelto di candidarmi perché non condivido il modo in cui è stata amministrata Arzignano in questi ultimi anni. Voglio dimostrare che si può fare meglio.
1 Stanco della vecchia politica, di divisioni e falsità, mi propongo per portare una nuova mentalità, onestà, libertà, trasparenza e coerenza.
2 Ci sono tante cose da fare, finora abbiamo visto innumerevoli comunicati stampa della serie “faremo”, voglio iniziare a far vedere che si fanno le cose.
2 Approvazione bilancio, definizione soluzione inceneritore, informare su piscine, ospedale, Tosano e a seguire resto del programma.
3 Non mi piace lo stato in cui sono lasciate le strade, i marciapiedi e i parco giochi che spesso hanno dei giochi che sono pericolosi per i più piccoli.
3 Mi piacciono i miei concittadini, sempre pronti a rimettersi in gioco. Non mi piace la falsa trasparenza e il modo di fare dell’amministrazione.
4 Mi piace fare le cose, odio perdere tempo in discussioni inutili, mantengo quello che prometto. Per me la politica è una passione, non una fonte di reddito.
4 Sono il canditato più giovane, una persona come voi, voglio realizzare le idee dei cittadini e migliorare la nostra comunità. 5 Coerente.
5 Troppo buono (lo dicono gli altri). 6 Mahatma Gandhi per la lotta non-violenta. 6 Conte Vlad Tepes. 7 “Dai colore alla tua vita” di Livio Sgarbi 7 “La danza dei draghi”. 8 Steve Jobs. 8 Marco Simoncelli. 9 Mi piaceva cantare. 10 La mia famiglia (moglie e 2 bambini), moto da cross e coca cola.
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9 Passeggiando con mia madre mentre mi accompagna all’asilo. 10 Coltellino multiuso, libro su come sopravvivere su un’isola deserta e kit primo soccorso.
51 | Speciale Amministrative 2014
DIRE IL VERO, FARE SUL SERIO. IL 25 MAGGIO VOTA
Lorella Peretti
Sindaco per Arzignano
LAVORO: meno burocrazia per le imprese, più risorse per i giovani.
FRAZIONI: più cura per i nostri centri e incontri regolari con la giunta. FISCO: zero tasse comunali sulla prima casa e sui piccoli esercizi commerciali. Abolire la tariffa rifiuti ad anziani e famiglie in difficoltà e ridurla ai negozi.
Partito Democratico
Arzignano
Committente responsabile: Marzia Verlato
SICUREZZA: più controllo del territorio, meno propaganda.
Committente Responsabile: Giorgio Gentilin
CO
committente responsabile: Romano Signorin
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ZIGNANO R A P
L’INDIPENDENZA
VENETO DEL
se sei stanco di promesse mai mantenute e vuoi vedere le cose fatte,
vota
massimo signorin
s. pietro mussolino Domande
1 Perché ha scelto di candidarsi? 2 La prima cosa da fare una volta eletto?
3 Che cosa le piace e che cosa non le piace del suo paese oggi? 4 Votatemi perché... ? 5 Una parola/aggettivo che la descrive, o in cui si riconosce 6 Un personaggio storico d’ispirazione, o che le piacerebbe essere 7 L’ultimo libro letto 8 Una persona o un personaggio famoso con cui andrebbe volentieri a cena 9 Il primo ricordo di bambino 10 Tre cose da portare su un’isola deserta
giuseppe antoniazzi
alessia castagna
Gabriele Tasso
1 Per impegnarmi a migliorare il paese con l’aiuto di un gruppo di giovani competenti, esperti e con tanta voglia di fare.
1 Per continuare l’impegno preso 5 anni fa verso i miei concittadini con l’attuale squadra amministrativa, prima come consigliere e poi assessore all’istruzione, cultura e sociale.
1 Perché credo che San Pietro un giorno possa essere un paese moderno, in cui i miei figli si sentiranno orgogliosi di abitare senza essere costretti ad andarsene in cerca di opportunità.
2 Riorganizzare gli uffici comunali, per dare risposte concrete e tempestive ai cittadini. 3 Mi piace la voglia di partecipazione della gente. Non mi piace l’abbandono dei centri storici. 4 Vogliamo instaurare un dialogo diretto con i cittadini portando idee ed energie nuove, per migliorare la qualita’ della vita di tutti. 5 Tenace.
2 Lavorare sulla sicurezza della viabilità in zona scuole. 3 Mi piace l’operosità dei miei concittadini con tutte le associazioni e il volontariato. Non c’è nulla che non mi piace in particolare: vorrei vedere tutte le vie principali con i marciapiedi, molto abbiamo fatto ma c’è ancora da andare avanti. 4 Sono una persona di buona volontà: con la squadra e il programma che ho stabilito cercherò di portare alla comunità tutti i benefici possibili.
6 Alcide de Gasperi.
2 Mettere finalmente ordine negli uffici comunali per garantire ai cittadini i servizi essenziali di ufficio tecnico, anagrafe e segreterie ad oggi disorganizzati e purtroppo inefficienti. 3 Mi piace il grande spirito di intraprendenza dei cittadini, sintomo di un paese votato al lavoro e all’impegno sociale. Non mi piace la scarsità di servizi commerciali e residenziali. 4 Perché San Pietro sarà un paese all’avanguardia e con forte spirito di innovazione.
7 “La valle dell’orco” di Umberto Matino. 5 Decisa.
5 Determinato.
6 Ipazia di Alessandria.
6 Marco Polo.
7 “I no che aiutano a crescere” di A. Phillips.
7 “Centomila gavette di ghiaccio” di Giulio Bedeschi.
8 Papa Francesco. 9 Il profumo del fieno. 10 La moglie, una bottiglia di buon durello, e un libro.
8 Papa Francesco. 8 Flavio Briatore. 9 I primi giochi con mio fratello maggiore. 10 Voglio il meglio per il paese e i miei concittadini.
9 la mamma infermiera che torna a casa la mattina presto dopo il turno di notte. 10 Carta, penna, orologio
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55 | Speciale Amministrative 2014
Montecchio maggiore pierangelo carretta
MIlena cecchetto
pietro gervasio
1 Risolverò problemi che a Montecchio non sono mai stati risolti, con uno stile nuovo, facendo rete con le persone e i paesi vicini.
1 Per portare a compimento un percorso virtuoso che in questi 5 anni ci ha permesso di iniziare grandi opere (bretella, ospedale, tenenza) che cambieranno il volto della Montecchio del futuro.
1 Perché come cittadino ho subìto le varie amministrazioni, invece come sindaco voglio far partecipare i cittadini alle scelte.
2 Difesa delle aziende, dei posti di lavoro, creazione di nuovi posti - tutti argomenti fondamentali che dobbiamo affrontare fin da subito.
2 Partire con il piano degli interventi per dare un’ulteriore impulso all’economia della città.
3 Non mi piace: per cinque anni è stato comandato e non governato, il paese è diviso in due (favorevoli o contrari all’amministrazione uscente). Mi piace: l’intraprendenza delle numerose associazioni presenti nel territorio.
3 Mi piace la vitalità e la grinta dei miei concittadini nell’affrontare i problemi quotidiani e in questo mi identifico. Non mi piacciono le incompiute che degradano la città, frutto degli anni passati del boom edilizio.
4 Sono un perseverante, ho la testa dura e vado fino in fondo alle cose in cui credo. Ho un bel sogno da realizzare, grande e importante e voglio concretizzarlo.
4 Perché considero il mio impegno civico uno strumento per migliorare la vita delle persone e in questi 5 anni credo di averlo dimostrato.
2 Capire quanti cittadini e famiglie sono in difficoltà per via della crisi e dare una mano. 3 Mi piace che è ricca di gente di ogni parte del mondo, generosa e operosa. Non mi piace che non ci siamo accorti che tutto ciò è una ricchezza. Riscopriamoci COMUNITÀ. 4 Perché io e la mia lista vogliamo che la solidarietà torni ad essere il perno della nostra città. Perché in consiglio comunale farò delle scelte per il bene comune ascoltando la gente. 5 Testardo.
5 Caparbia. 6 Peppino Impastato.
5 Grintoso. 6 Margaret Thatcher “The Iron Lady” 6 Gigi Riva.
7 “La mia scuola a impatto zero” di Marco Boschini.
7 “Cipolle e Libertà” di Ottaviano Gelmini.
7 “Tutto quello che gli uomini sanno sulle donne”
8 Milena Gabanelli.
8 Barack Obama.
9 Le partite a calcio per strada.
9 Quando il mio cane mangiò il mio ciuccio!
9 I giochi per strada e le ginocchia sempre sbucciate.
10 Coltellino svizzero, lente d’ingrandimento e la foto dei miei figli.
10 Una bustina di sementi di insalata, la canna da pesca, una grande scatola di fiammiferi.
10 La mia famiglia, una macchina fotografica e dei semi di frutta e verdura per poterli piantare.
8 Gino Strada.
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56 | Speciale Amministrative 2014
Domande 1 Perchè ha scelto di candidarsi? 2 La prima cosa da fare una volta eletto? 3 Che cosa le piace e che cosa non le piace del suo paese oggi? 4 Votatemi perché... ?
5 Una parola/aggettivo che la descrive, o in cui si riconosce 6 Un personaggio storico d’ispirazione, o che le piacerebbe essere 7 L’ultimo libro letto 8 Una persona o un personaggio famoso con cui andrebbe volentieri a cena 9 Il primo ricordo di bambino 10 Tre cose da portare su un’isola deserta
mauro palma
sonia perenzoni
maurizio scalabrin
1 Perché mi sento in grado di guidare il comune e lo considero un onore per me ed un servizio alla collettività.
1 Sono determinata e credo nel cambiamento. Voglio fermare il processo di cementificazione e degrado. Saranno i cittadini a decidere come spendere i soldi pubblici.
1 Questa Giunta ha promesso tanto e concluso niente. Montecchio ha bisogno di rilanciarsi con progetto forti, nuovi, equilibrati, sani, non ideologici, concreti.
2 Controllare la situazione economica e finanziaria del Comune e vedere come vengono spesi i nostri soldi nel dettaglio.
2 Trasparenza e rivoluzione contro la burocrazia. Anche Montecchio ha bisogno di semplificare in modo radicale la burocrazia e di garantire totale trasparenza.
2 Incontrare le categorie del lavoro e i rappresentanti delle scuole; si parte da lì per la ripresa. 3 Mi piace: la gente, la grande potenzialita’ che il paese puo’ esprimere; non mi piace l’attuale gestione del comune. 4 È arrivato il momento di cambiare, fuori dalle logiche dei partiti.
3 Mi piacciono iniziative come gli orti comunali, il mercato ortofrutticolo e i lampioni a led in piazza Carli. Non mi piacciono il degrado di alcune zone (palazzi abbandonati, piazze vuote) e lo stato di cementificazione che ci toglie spazio verde di cui abbiamo bisogno.
5 Comunicativo. 6 Pietro Ceccato. 7 “Italiani di domani – 8 porte sul futuro”, di Beppe Severgnini.
4 Siamo una squadra di cittadini che porterà un forte cambiamento. Ambiente, risparmio energetico, turismo e famiglia sono le nostre priorità.
3 Mi piacciono le zone collinari, i vicoli ristrutturati, i parchi. Non mi piace l’incuria, il degrado, lo sporco. Non mi piace vedere famiglie in difficoltà. 4 Ho esperienza e sono molto motivato, una squadra completamente nuova e molti giovani; tanti progetti concreti, utili e realizzabili per sostenere famiglie e lavoro. 5 Disponibile e caparbio.
5 Pragmatica. 8 Papa Francesco.
6 Giuseppe Mazzini. 6 Il Presidente della Repubblica Pertini.
9 Il sorriso di mia madre. 10 I 4 codici, una scatola di fiammiferi e una canna da pesca.
7 “La parabola del consumismo” di M. Rossi.
7 “Il Comandante Di Auschwitz” di Thomas Harding.
8 Maurizio Crozza.
8 Papa Francesco.
9 Giochi con i miei fratelli sulla neve
9 Un giro in bici (piccola con ruotine) assieme a papà sulle strade ancora sterrate.
10 Coltello svizzero, telefono satellitare, accendino. Corriere Vicentino |
10 Bibbia, coltello affilato, accendino.
57 | Speciale Amministrative 2014
COMMITTENTE RESPONSABILE ROBERTO GRANDE
VOTA
MILENA CECCHETTO
25 maggio 2014
Montecchio Maggiore
Elezioni Amministrative Comune di
nogarole
3 Che cosa le piace e che cosa non le piace del suo paese oggi? 4 Votatemi perché... ? 5 Una parola/aggettivo che la descrive, o in cui si riconosce 6 Un personaggio storico d’ispirazione, o che le piacerebbe essere 7 L’ultimo libro letto 8 Una persona o un personaggio famoso con cui andrebbe volentieri a cena 9 Il primo ricordo di bambino 10 Tre cose da portare su un’isola deserta
Domande
1 Perché ha scelto di candidarsi? 2 La prima cosa da fare una volta eletto?
alonte massimo dalla benetta
romina bauce
Leonardo Adami
1 Mi ero candidato 5 anni fa per offrire il cambiamento al paese, rinnovo la disponibilità, un impegno gravoso ma alla nostra altezza.
1 Per continuare un cammino iniziato con l’attuale amministrazione, progetti e iniziative positive cui ho contribuito in prima persona e che non era giusto abbandonare.
1 Perché ad Alonte c’è bisogno di stimoli nuovi e proprio perché amo il paese credo di poter dare molto.
2 Dura dare delle priorità. Ascoltare la gente e ricercare finanziamenti per nuovi progetti culturali e opere pubbliche sono le basi.
2 Dialogare con le amministrazioni vicine per l’obbligo imminente di Unione dei Servizi e integrazione delle funzioni tra comuni, portando benefici reali al paese.
2 Ringraziare chi ci ha dato fiducia e chi ci ha aiutato in questi mesi. Come primo obiettivo concreto del programma vogliamo rispristinare il servizio di video-sorveglianza e polizia locale.
3 Non c’è niente che non mi piace, ma si può sempre migliorare. Amo in particolare il grande spirito di volontariato e collaborazione che caratterizza i miei concittadini.
3 Con la mia squadra abbiamo condiviso un pensiero: “Alonte bella fuori, adesso rendiamola bella dentro”. Abbiamo un paese bellissimo ora è il momento di dargli vita. 4 Non votatemi, votateCI. Il nostro è un programma serio e basato sulle necessità delle persone.
5 Ingegnere.
4 Perché metto a disposizione il mio impegno per il paese, insieme a un gruppo di persone valide e determinate a fare cose concrete, per dare un futuro a Nogarole.
6 Enrico Mattei.
5 Intraprendente, solare, motivata.
7 “Le confessioni di un italiano” di Ippolito Nievo.
6 Lady Diana.
3 Mi piace la disponibilità della gente a portare avanti nuove idee, non mi piace che qualcuno si senta cittadino di serie B. 4 Ci vedevano inesperti, abbiamo dimostrato che qualcosa sappiamo fare anche stando all’opposizione. Cambiare aria ogni tanto fa bene!
5 Volenteroso. 6 Franklin Roosevelt. 7 “Vita e longevità d’impresa”. 7 “L’ Alchimista” di Paulo Coelho. 8 Papa Francesco (non per il cibo ovviamente). 9 “Lavorare” nei campi.
8 Papa Francesco. 8 Roberto Benigni. 9 La prima gita scolastica delle elementari con i miei compagni allo Zoo.
10 Rinuncio ad ogni cosa pur di stare con mia moglie.
10 Occhiali da sole, un coltello/fiocina e qualcuno che mi faccia compagnia.
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9 Gli scarponi gialli e rossi che usavo per andare in montagna con il CAI. 10 Un’accetta, un libro di sopravvivenza e un depuratore per l’acqua.
59 | Speciale Amministrative 2014
montebello zermeghedo franco cumerlato
maria grazia maggio
dino magnabosco
1 Perché desidero impegnarmi per il bene di Montebello.
1 Voglio mettere a disposizione del mio paese l’esperienza maturata come consigliere comunale portando la sensibilità e la concretezza femminili. 2 Vagliare con attenzione insieme ai miei collaboratori il bilancio comunale per trovare risorse per bambini, giovani, anziani e rilanciare la bellezza del nostro paese.
1 Per ridurre la distanza tra comune e cittadini.
2 Guardarmi intorno per vedere quali sono gli impegni immediati da affrontare. 3 Mi piacciono la storia e le tradizioni di Montebello; non mi piace la situazione di ristagno socio-economico provocata dalla crisi globale. 4 Sono una persona che si impegna sempre a fondo.
3 Amo il mio paese per la sua storia, per la bellezza del suo paesaggio, non mi piace l’arretratezza culturale in cui è stato confinato.
2 Analizzare la situazione finanziaria del comune. 3 Mi piace tutto, perché è il paese dove sono nato. 4 Per scrivere un nuovo capitolo di Montebello. 5 Cordiale e alla mano. 6 Robert Schuman.
5 Disponibile.
7 “La ragazza con l’orecchino di perla”.
4 Perché sono una inguaribile ottimista, sono tenace, affidabile, sono donna con molte idee nuove per dare a Montebello un futuro migliore del suo presente.
8 Ludwig Van Beethoven.
5 Tenacia
9 I panini caldi appena sfornati da mio padre.
9 Un pallone da calcio bucato.
6 Rita Levi Montalcini
10 Fiammiferi, coltello e una bussola.
10 La famiglia, gli scarponi da montagna e la bicicletta.
7 “Gli sdraiati” di Michele Serra 8 Il Presidente Napolitano 9 Il primo giorno di scuola elementare
6 Camillo Benso Conte di Cavour.
7 “Steve Jobs” di Walter Isaacson. 8 Renzo Piano.
10 Alimenti (acqua compresa), foto della mia famiglia, bussola.
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60 | Speciale Amministrative 2014
Domande 1 Perchè ha scelto di candidarsi? 2 La prima cosa da fare una volta eletto? 3 Che cosa le piace e che cosa non le piace del suo paese oggi? 4 Votatemi perché... ?
5 Una parola/aggettivo che la descrive, o in cui si riconosce 6 Un personaggio storico d’ispirazione, o che le piacerebbe essere 7 L’ultimo libro letto 8 Una persona o un personaggio famoso con cui andrebbe volentieri a cena 9 Il primo ricordo di bambino 10 Tre cose da portare su un’isola deserta
alberto zanuso
gianluigi cavaliere
Rino Orlandi
1 Ho scelto di candidarmi per l’affetto che nutro per il paese in cui sono nato e cresciuto, per l’invito ricevuto dai cittadini e la fiducia nelle persone che fanno parte della lista.
1 Per dare continuità a un progetto nato nel 2009 con l’obbiettivo di creare un clima politico propositivo.
Abbiamo contattato il candidato Rino Orlandi, che resosi inizialmente disponibile a partecipare all’intervista, non ha poi fornito riscontro nonostante ripetuti inviti. La redazione si rammarica per l’inconveniente.
2 Il riordino, la sistemazione di edifici scolastici, strade, aree verdi, parchi, piazzali, cimitero del capoluogo e frazioni. 3 Mi piace il mio paese, perché ha una dimensione a misura d’uomo, dove ci si conosce quasi tutti e per la buona qualità di vita che ancora ci offre. Non mi piace per lo stato in cui versa, dovuto all’insufficiente manutenzione delle strutture di pubblico interesse, degli ultimi anni.
2 Nulla di particolare, solo continuità all’ottimo lavoro svolto. 3 Mi piace l’ordine, la pulizia, il grande senso di appartenenza al territorio dei miei concittadini. Non mi piace di tanto in tanto annusare nell’aria odori maleodoranti derivanti da attività produttive. Questo sarà uno dei primi problemi da risolvere.
4 Per dare ai cittadini tutto quello che si meritano.
4 Abbiamo svolto un buon lavoro nel precedente mandato con il Sindaco Castaman, ritengo di potere dare continuità a quel progetto che ha migliorato nei servizi, nella viabilità, nella manutenzione tutto il territorio comunale.
5 Disponibilità.
5 Coerenza
6 Indro Montanelli.
6 Cavour
7 “Niente e così sia”, di Oriana Fallacci.
7 “Il Codice da Vinci”
8 Renzo Rosso.
8 Sharon Stone.
9 Il primo giorno di scuola.
9 La casa di mia nonna.
10 La famiglia, i viveri, la tenda.
10 Fiammiferi, coltello, canna da pesca.
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61 | Speciale Amministrative 2014
montorso
3 Che cosa le piace e che cosa non le piace del suo paese oggi? 4 Votatemi perché... ? 5 Una parola/aggettivo che la descrive, o in cui si riconosce 6 Un personaggio storico d’ispirazione, o che le piacerebbe essere 7 L’ultimo libro letto 8 Una persona o un personaggio famoso con cui andrebbe volentieri a cena 9 Il primo ricordo di bambino 10 Tre cose da portare su un’isola deserta
Domande
1 Perché ha scelto di candidarsi? 2 La prima cosa da fare una volta eletto?
claudio calderato
antonio tonello
1 Per avvicinare il comune ai cittadini.
1 Per continuare il lavoro intrapreso.
2 Predisporre il bilancio di previsione al fine di garantire tutti i servizi.
2 Sistemare le frane di via San Nicolo e procedere velocemente con l’allargamento della curva di via Motti per la quale vi e’ gia’ un accordo con i proprietari, prosegure nella realizzazione delle piste ciclabili.
3 Mi piace tutto a cominciare dalle persone che lo vivono. 4 Montorso con i suoi cittadini può fare la differenza nei prossimi anni. 5 Sensibile, tenace.
3 Mi piace il suo splendido territorio in cui e’ inserita anche la nostra meravigliosa Villa da Porto. Il vedere ancora nei terreni e lungo le strade bottiglie ed altri rifiuti, che per fortuna molti agricoltori e cittadini raccolgono.
6 Enrico Mattei, presidente ENI. 7 “Nella testa di Steve Jobs”, prestatomi da un amico.
4 Con responsabilità e serietà possa continuare a lavorare per il mio paese in collaborazione con i cittadini.
8 John Fitzgerald Kennedy.
5 Equilibrato.
9 Mio fratello Renzo, che oggi non c’è più.
6 Giorgio La Pira
10 Una canna da pesca, un accendino, il manuale delle giovani marmotte.
7 “Storie di coraggio” di Oscar Farinetti. 8 Papa Francesco. 9 Mia madre. 10 Una canna da pesca, un grande cappello di paglia, mia moglie.
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62 | Speciale Amministrative 2014
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
SPECIALE UDITO E BENESSERE
Questo è il campanello d'allarme di chi non sente bene
«Sento, ma non capisco le parole» Chi ha problemi di udito spesso sente, ma non distingue le parole, che gli arrivano poco chiare, come fossero sfocate La riduzione di udito si avverte quando si arriva a sentire che la voce va e viene, una sensazione fastidiosa, una sorta di intermittenza, come se le parole fossero 'sfocate'. La conseguente difficoltà a seguire il filo del discorso crea un disagio che arriva a provocare isolamento, irritazione e, talvolta, imbarazzo. Oggi questo può essere affrontato meglio con la nuova tecnologia Speech Guard, un
sofisticato sistema brevettato dalla Oticon che, progettato per rimettere elettronicamente a fuoco la voce, è particolarmente utile nel far capire meglio le parole, rompendo così l'isolamento tipico di chi ha una difficoltà di udito. Grazie alle piccolissime dimensioni del chip Speech Guard, montato negli apparecchi acustici Oticon, questi risultano così piccoli che scompaiono quando indossati.
Protesi acustica OSTEOINTEGRATA Novità per l’udito L’alternativa agli apparecchi acustici È stata finalmente messa a punto una nuova tecnologia particolarmente adatta per tutti quei pazienti che non hanno ottenuto buoni risultati con gli apparecchi acustici tradizionali. Le nuove protesi acustiche impiantabili ancorate all'osso sono diventate risolutive per quelle persone affette da ipoacusie trasmissive o miste, malformazioni congenite, sordità improvvise, neurinoma del
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gratuito dell’udito
nervo acustico. La nuova tecnologia è progettata per offrire una migliore intelligibilità della parola con la totale eliminazione di disturbi e con una fedeltà di suono in tutte le situazioni. Già 100.000 persone nel mondo hanno fatto ricorso a questa tipologia di soluzione.
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