Corriere vicentino maggio 2015

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corri

che ti passa

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Sommario

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editoriale

Corriere vicentino | opinioni

sommario Inchiesta Corri che ti passa! - pag. 14

stefano cotrozzi

sulla strada della vergogna

C

i si abitua fin da piccoli a quel paesaggio quando comincia a fare buio. Signorine di colore che lasciano spazio a signorine bionde con le gonne corte corte, e poi signorine che sembrano signori ma che hanno i tacchi. I papà o le mamme alla guida devono frenare di colpo prima di tamponare qualche altro papà che, gentile, decide di fermarsi con le signorine. Cresciamo con queste immagini di squallore come se fossero la normalità, tanto che per molti il passaggio generazionale diventa il “putan tour”, quella specie di rito che vede i ragazzi più giovani, spesso il venerdì sera quando le morose danno la serata libera, percorrere la strada che va da Montecchio a Vicenza in cerca di emozioni accompagnati dagli amici. Da anni è dimostrato che la legge Merlin è stato un fallimento. Adesso un gruppo trasversale di 70 parlamentari, da sinistra a destra, ha creato una sorta di manifesto in cui si dice chiaramente che l’abolizione delle case chiuse non ha abolito la prostituzione. Si parla di “zoning”, ossia la creazione di aree specifiche decise dai Comuni dove concentrare l’esercizio della prostituzione, dell’obbligo per le sex workers di iscriversi alla camera di commercio e di pagare le tasse e del dovere per i clienti di usare sempre il preservativo. Oltre a debellare il dilagare delle malattie sessuali, si bloccherebbe un mercato del valore di 4 miliardi di euro che ora finiscono direttamente nelle mani del racket, che poi li riutilizza per altri business come ad esempio l’acquisto di stupefacenti. L’obiettivo è quello di rendere trasparente il mestiere più antico del mondo con una serie di regole che contrasterebbero un dato di fondo: il 90% delle lucciole sono oggi nelle mani di trafficanti di esseri umani. Così si toglierebbe al racket gran parte dei loro guadagni e sarebbe più facile isolare e combattere la parte criminale che resiste. Nel frattempo, dovremo continuare a percorrere questa strada della vergogna, sperando che i più piccoli si siano addormentati per non dover spiegare loro per quale motivo quelle signorine stanno lì al freddo.

Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-2000 Bericaeditrice s.r.l. Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Vicedirettore Nicoletta Mai. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Redazione: Guido Gasparin, Giuseppe Signorin, Francesco Meneghini, Mario Piotto. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico, Luisa Nicoli. Art director Alessandra Peretti. Grafico Amos Montagna. Copertina foto di Mauro Marzotto, Fabrizio La Valle e Armando Pizzolato

L’INTERVISTA Con Liga tra palco e realtà - pag. 18

Focus Giro d’Italia, istruzioni per l’uso - pag. 20

Sport Corrado Ferretto - pag. 21

arzignano Piscine, è rischio ritardi? - pag. 22

arzignano Caos viabilità - pag. 23

Arzignano Mestieri come una volta - pag. 28

Montecchio maggiore Nuovi appartamenti per 51 famiglie - pag. 33

brendola Una Rocca con vista panoramica - pag. 35

Chiampo Nuova vita per la Regina Pacis - pag. 36

Nogarole Il balsamico che piace oltreoceano - pag. 37

Montorso/montebello I sindaci un anno dopo - pag. 38

Lonigo Chi sarà il nuovo sindaco? - pag. 40

Speciale casa Primavera... tempo di rinnovamento! - pag. 45

Stampa: Cora Print Srl - Trissino (VI) Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Alex Bertacche 345 2718927 Federico Hanard 335 5293582

© 2015 Le immagini ed i testi sono di proprietà riservata della rivista. Ne è vietata a tutti la riproduzione totale o parziale e l’uso pubblicitario in altra sede. L’editore è a disposizione dei proprietari dei diritti su eventuali immagini riprodotte, nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere debita autorizzazione.



opinioni

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o Bon T n 3.0

nfrancorner gia

elisabetta badiello

La “civiltà” non corre su rotaie

Gianfranco Sinico

Sorrida, prego!

“M

i scusi, lei è dei Gemelli?” Mi affido a questa insinuazione quando incontro la commessa (ma anche il commesso) triste, scostante, con il broncio stabile. Non capisco un accidente di astrologia, ma fingo di sapere che i Gemelli non siano avvezzi all’euforia. Così, anche solo per un momento, rubo un sorriso che spesso è contagioso e che a volte rischia di sollevare il morale. Abituate a un rapporto formale e asettico, quasi sempre mi guardano con stupore, quasi che vivere un approccio con un sorriso sia una sorpresa. Lo so, l’attualità non ci fornisce certo occasione di entusiasmo: è un periodo in cui nessuno canta più in strada, pochi salutano e pochissimi sorridono. E pensare che sorridere è un esercizio facile, prontamente riconoscibile (anche per telefono), non costa sforzi particolari, crea delle rughette che fanno sempre tenerezza e si presenta come un ponte spontaneo fra le persone: un piccolo sentiero praticabile fra due soggetti o addirittura un’autostrada a quattro corsie per condividere un’emozione con tanta gente. Ovviamente non facciamo riferimento al sorriso di stucco e impersonale, bensì a quello consapevole che cerca di vivere una suggestione positiva andando oltre le contrarietà del quotidiano. Chiedere un caffè, servire una birra, ringraziare con un sorriso… Diciamolo, sorridere ci fa sentire migliori e forse lo diventiamo per davvero. Qualche volta incontro quella che se ne frega e continua imperterrita e nuvolosa il suo servizio bofonchiando un vaffanzum (che sia veramente dei Gemelli?). Molte capiscono l’antifona e assecondano l’invito: chissà, forse rovesciano la loro giornata. Un paio (quelle che hanno capito tutto) mi hanno anche dato il numero. di cellulare.

V

iaggio spesso in treno sulle lunghe tratte, assaporo l’accoglienza delle stazioni, il delizioso connubio caffè-brioche nell’attesa di affrontare il binario e godere di quella promiscuità che il viaggio ferroviario garantisce a chiunque varchi il predellino! L’impatto con quello che definirei un generale “imbarbarimento” ha inizio fin dal momento in cui varco l’ingresso della stazione: una fauna numerosa e per nulla rassicurante

costituita da persone che osservano ciò che accade aspettando, con l’inseparabile cellulare in mano. Comperarmi un viaggio da sola, utilizzando le apparecchiature che sostituiscono il confortante bigliettaio, è un’impresa. Assediata da improvvisati assistenti che mi suggeriscono dove infilare il denaro, cosa digitare e cosa pagare, alimenta il timore di ritrovarmi “alleggerita”. Ma l’espressione più avvilente dell’umanità arriva salendo in seconda classe - regionale o freccia ormai non fa differenza - dove è sempre più frequente trovare un vicino che si toglie le scarpe, si sbottona i pantaloni che “tirano” per stare più comodo, estrae un panino saturo di salse che ammorba l’aria per almeno mezzo scompartimento. Un concerto di suonerie si alterna a conversazioni con toni da urlatore circense. A questo punto mi chiedo: perché non ho preso l’auto?

sa-media Mas

è tornato l’mcs

È

tornato l’MCS. Cos’è l’MCS? Ma dove vivete? È il Maurizio Costanzo Show, il padre di tutti i programmi chiacchieroni, nato nel 1976, quando i televisori andavano a legna (e allora si chiamava “Bontà loro”) e poi proseguito ininterrottamente fino al 2009. Quest’anno è tornato a grande richiesta su Rete 4 e, vista la miseria dell’attuale offerta televisiva, ci tocca dire “meno male!”. A tirare le fila è sempre lui, Maurizione nostro, un po’ imbolsito dagli anni e dalla ciccia, che si muove con la velocità di un bradipo e si mangia due parole su tre, ma che è sempre forte, preciso, caustico, con un senso della rappresentazione teatrale

Lino Zonin

che i suoi colleghi presentatori di seconda generazione si sognano. E poi ci sono gli ospiti, vera linfa vitale del programma, un lazzaretto di svippati che solo grazie alla generosità del Baffo trovano un po’ di spazio in tv. Il primo a farsi notare è stato Vittorio Sgarbi (Dagospia lo chiama Vecchio Sgarbone) che ha riempito di contumelie il figlio naturale, povera creatura, che ha lasciato la mamma per andare in tv a prendersi un quintale di vaffa dal paparino. E poi Belen con il marito bambolotto, Loredana Bertè gonfia più che mai, Mengacci (Mengacci!) anche lui con il pargolo (di 46 anni). Insomma, una meraviglia!



opinioni

gli uo mi n

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guali ou on

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Giuseppe Signorin

punti di vista

D

a giorni mia moglie mi assilla con questa storia degli abbinamenti cromatici di un telo che le serve per lavoro. Magari io me ne sto lì tranquillo davanti alla tv ad ammirare l’Inter, e lei continua con questa storia. Ma a chi vuoi che interessino quegli abbinamenti cromatici? Guarda piuttosto le azioni incredibili dei nerazzurri! Quelli sono colori che stanno bene insieme.

rt e dintorn i Spo

Poi però mi capita di leggere un articolo secondo cui per le donne è più semplice distinguere tra tonalità e sfumature di colore che gli uomini neanche noterebbero, mentre viceversa gli uomini sono in grado di cogliere meglio i dettagli in movimento. Motivo? Non culturale, bensì biologico: la più elevata concentrazione di recettori per gli ormoni sessuali maschili nella corteccia cerebrale comporta una diversa distribuzione delle capacità tra gli occhi dell’uomo e della donna. Quindi volete dirmi che non è colpa di mia moglie ma del fatto che è una donna se è ossessionata da queste cose? Che la sua sensibilità visiva la porta a tanta apprensione per un telo? E con chi me la prendo, io, ora? Però nemmeno il mio amore per l’Inter allora è colpa mia... ma del fatto che in quanto uomo so cogliere meglio i dettagli in movimento... Come potrebbe capire lei gli inserimenti di Icardi e i dribbling di Shaqiri?

esperti de che?

Stefano Canola

A

rrivo troppo stremato alla fine della stagione per tediarvi con assalti ai pullman e bombe carta. Il virus della violenza è ben innestato nella nostra serie A, che non sembra avere ‘sta grande intenzione di liberarsene. Parliamo allora degli “esperti” che hanno “brillato” per lungimiranza di giudizio. Tanti juventini non volevano mister Allegri: magari lo scudetto con la formidabile armata bianconera lo vinceva anche Lino Banfi (si fa per dire), ma accarezzare il triplete a maggio… Complimenti agli

estimatori estivi del Milan di Inzaghi e ai lodatori sperticati del mercato invernale dell’Inter (sembrava avessero preso Messi e Ronaldo). Musi lunghi a Firenze dopo la vendita di Cuadrado al Chelsea per 30 milioni più Salah, che adesso non restituirebbero neanche alla pari. Gran parte dei biancorossi ha criticato l’esonero di Lopez, prima di venerare… san Marino. Fenomeno anche chi ha dato per finito Luca Toni, prossimo ai venti gol a 38 anni. Peccato che giochi con i “cugini”.

interno 8

Alberto Fabris

Primo maggio

P

rimo maggio pigro e uggioso, l’assenza del sole e la temperatura tardo autunnale mi autorizzano a rinunciare a gite scriteriate e prematuri pranzi nell’agriturismo di turno, tra caprette maialini asinelli e cavalli che fanno da comparse per la messa in scena di una Allegra Fattoria con i fondali di cartone. Bene, senza sensi di colpa vai con la TV! … toh, ci sarebbe il letale concertone del Primo Maggio: oddio, c’è Goran Bregovic, no no no no, non se ne parla, piuttosto oggi inaugurano l’EXPO di Milano e, dopo la pacchiana vigilia con prezzemolo Bocelli, oggi il via a vagonate di servizi sulle varie reti. Sopravvivo (a stento) al discorso tardo kennedyano con spruzzate berlusconiane del bellimbusto provvisoriamente titolare della presidenza del Consiglio, poi ascolto il messaggio registrato di Papa Francesco e, tra uno sbadiglio e l’altro, mi chiedo: chissà se il Vaticano ha uno stand di panini e santini come a dire “ci siamo anche noi”. Ci sono anche loro. Eccome se ci sono. La telecamera si avvicina a un padiglione, a dire il vero un catafalco bianco sporco, con sovrainciso “Non Di Solo Pane”. Spiritosi, penso, ma quant’è grande questo coso? ah, 360 metri quadri, la metà dell’attico con terrazza in cui si riposa dalle fatiche di una vita il Cardinale Bertone, beh, ma quanto sarà costato questo padiglione di uno stato-città che non so che cosa potrebbe mai esporre? eh?? cosa?? Tre-Milioni-Di- Euro?? eh? Pronto? sì vorrei parlare con Sua Santità… Sì aspetto in linea… sì è urgente e lo so che è indaffarato, ma vorrei solo fare una domanda… mi richiama Lui? davvero? allora metto giù…


sutra per i sin ma g ka

9

le

Il

opinioni

Roberta Costantini

L’amore imbottito

“U

n uomo per farmi innamorare, deve farmi ridere!”. Ammettiamolo, chi non l’ha mai sentito dire almeno una volta da una donna? Convinta che tale meccanismo d’infatuazione potesse valere anche per un uomo verso una donna, ho iniziato a investire nella mia indole da commediante per sopperire alla mia mancata quarta di reggiseno. Così, come una Nadal in gonnella, ho servito battute da conquista alla cavia maschile di turno finché, in preda agli spasmi e alla disperazione, il malcapitato ha pomiciato pesantemente con una donna, muta, seduta nell’angolo. Penso che se avessi investito in un reggiseno imbottito, sarebbe stato molto meglio

IN

Nome Martina Meneghini Età 24 Vive a Vicenza Lavoro Modella e studentessa universitaria Situazione sentimentale Innamorata Aspirazioni Make-up artist e consulente d’immagine Cibo preferito Sushi

O CON DENI GGI S VIA

f DENIS l. non piova più...”. Bambino: “Speriamo che piove più! Ma cosa vi Nonna: “Speriamo che non ”. insegnano a squola? ecc

Chi ha scoperto l’america?

la bufala

francesco meneghini

T

ra le cose che quasi sicuramente sono rimaste scolpite indelebilmente nella vostra memoria durante gli anni della scuola, come i sette re di Roma e le poesie di Leopardi, c’è la data della scoperta dell’America: il 1492. Ebbene, a costo di demolire questa solida certezza, è ormai sicuro che i primi Europei a mettere piede sul Nuovo Mondo ci arrivarono circa 500 anni prima del genovese Colombo. Il vichingo Laif Erikson, figlio di quell’Erik il Rosso che per primo colonizzò la Groenlandia, approdò sulle coste dell’attuale Canada attorno all’anno Mille, come attestato dagli scavi dei resti di un antico insediamento e da testimonianze scritte dell’epoca. La terra scoperta fu descritta da Leif come verde e ricca, tanto da essere battezzata Vinland, terra del vino e delle praterie. Sfortunatamente gli insediamenti vichinghi non divennero mai permanenti, a causa della rinomata ferocia nordica che non andò mai giù ai nativi.

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f eisbuc girl


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a domanda rispondo

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i l s a c e r d ot e

lo psicologo

l’ a v v o c a t o

marco pagliai

ennio rancan

Don andrea bruttomesso

SI PUÒ VINCERE IL MAL D’AMORE?

condomino deceduto, come recuperare le spese?

perché bisogna pregare?

Conoscere il perché di un problema d’amore non corrisponde alla soluzione; meglio concentrarsi sul come interrompere dinamiche errate. Sarà capitato a tutti una volta nella vita, di trovarsi accanto la persona sbagliata. Per salvare l’amore, che spinge proprio verso chi razionalmente non è quello che vorremmo, i tentativi andranno in due direzioni fallimentari: cambiare l’altro oppure cambiare sè stessi.

Ci si dovrà rivolgere al giudice per fare nominare un curatore dell’eredità giacente. Quindi, il Tribunale nominerà un perito che dovrà liquidare il patrimonio del defunto. Questi, quindi, dopo avere quantificato il patrimonio del defunto provvederà a venderlo. Potrà rivolgersi ad un’agenzia immobiliare oppure offrirlo direttamente agli altri condomini. Per il prezzo di vendita verrà redatta una perizia di stima per dare un valore all’immobile. Nel caso in cui dopo alcuni mesi non fossero giunte delle offerte, se il giudice lo autorizzerà, potrà essere abbassato tale prezzo fino a che si troverà un acquirente. Se il tentativo di vendita diretta non andasse a buon fine, si procederà alla vendita all’asta per mezzo del tribunale. Quando tutti i beni del debitore saranno stati venduti, pagato il Curatore, con il residuo si pagheranno i debiti del defunto, tra i quali le spese condominiali.

Ricordo ancora un mattino di due anni fa quando un’amica laureata, parlando di fede, mi disse: “Pregare? Roba da piccoli!”. La sua battuta fulminea mi lasciò meravigliato, quasi che la preghiera fosse un ricordo lontano dei tempi di catechismo o una favola per i più piccoli. Allora presi la parola e incalzai con l’esatto contrario: “Pregare... è roba da grandi!”. Così abbiamo riflettuto su chi è veramente “grande”, percependo che... È grande non chi cammina da solo, ma chi sa gustare il sapore della condivisione. È grande non chi fa carriera, ma chi sa ascoltare anche chi non è eccellenza e valorizzare chi non ha talenti. È grande non chi raggiunge i suoi sogni, ma chi sa vedere le necessità di chi non sogna più. È grande non chi non deve chiedere mai, ma chi sa ha bisogno dei volti di amici fidati e, perché no, ha bisogno del volto di Dio, e lo cerca con il silenzio del cuore. È grande non chi conosce tutte le risposte, ma chi sa che il più delle volte le parole non contano, specialmente dinanzi alle ferite della vita. In questi momenti conta di più farsi vicini, magari con un colpo sulla spalla, un abbraccio, una lacrima, un po’ di ascolto senza fretta... tutti noi abbiamo bisogno di queste preghiere! Preghiere? Si, perché tutto questo è preghiera, è parola di Dio che si fa vita!

Nel primo caso la persona recriminerà, si lamenterà, rimprovererà l’altro ad ogni occasione con il risultato di produrre una rottura definitiva o un conflitto continuo. Nel secondo caso, il risultato sarà altrettanto disastroso, per la relazione, ma soprattutto per chi, continuamente in lotta tra sé e sé, vivrà nell’illusione di diventare più amabile, con l’unico risvolto di rendersi noioso. Riuscire a guardare all’amore senza le lenti deformanti del “vissero felici e contenti” mettendo in conto delusioni, limiti e difetti aiuta a proteggersi dall’esito patologico del mal d’amore. Ricordiamo che l’amore non è che il più sublime degli autoinganni: non c’è amore senza illusione, ma nemmeno senza un minimo di delusione, poichè ogni partner è quello che è, e non quello che vorremmo che fosse.


amarcord

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Continua la nostra pagina dedicata alle notizie del passato...

Viabilità mutante Su e giù per l’ospedale di Paola Frighetto Da qualche mese è stata modificata la viabilità di via Ospedale Nuovo, una delle due strade che conduce all’ospedale della città di Arzignano. In sostanza è stato messo uno stop su via Riotorto, dando il diritto di precedenza a via Ospedale Nuovo percorribile solo nel senso di marcia dall’ospedale in giù, mentre per chi deve recarsi al nosocomio, deve percorrere via del Parco (anche questa per l’appunto a senso unico, in salita). Forse è presto per tracciare un bilancio sull’esperimento, di certo attualmente ci sono solo le lamentele di alcuni residenti all’inizio di via Ospedale Nuovo, costretti anche per pochi metri a fare tutto il giro per via del Parco per recarsi nella propria abitazione. Ed in più c’è il disagio di chi deve uscire dalla propria abitazione stando molto attento a quelli che scendono da via Ospedale Nuovo. Il sindaco Gianfranco Signorin ha spiegato che si tratta di una sperimentazione, i cui risultati saranno vagliati col nuovo comandante dei Vigili urbani Massimo Parolin. Nel corso dell’ultimo consiglio comunale, il consigliere di Forza Italia Andrea Pellizzari ha presentato un’interrogazione all’assessore Paolo Cassan per sapere che risultati ha dato questo esperimento. L’assessore ai lavori pubblici, riservandosi la risposta all’interrogazione per il prossimo consiglio comunale,ci ha dichiarato: La nuova viabilità di via Ospedale Nuovo fa parte di tutta una serie di esperimenti per rendere più fruibile ed accessibile l’ospedale, ovvero per far sì che l’accesso diventi più agile. Io ho appoggiato il progetto, ma sono ancora in attesa di una relazione da parte del Corpo di Polizia municipale per verificare i benefici o correggere le eventuali anomalie. Tutto ciò fin tanto che non verrà deciso un intervento generale. So che quando si modifica un senso di marcia, sorgono inevitabilmente delle reazioni, anche perché viene a cambiare un’abitudine, ma in generale i commenti sono stati favorevoli. Ad ogni

modo sarò più preciso quando verrò in possesso della relazione tecnica con i dati delle rilevazioni. Colgo l’occasione per informare che per quanto riguarda via Trento stiamo mettendo a punto uno studio generale dell’arteria che riguarda la disciplina di sosta, l’arredo urbano ecc. per ridurre la velocità, ricordando bene che non è possibile installare i dossi artificiali in quanto già posti sulla parallela via Fiume: lo vieta proprio il codice della strada. Tornando alla viabilità intorno all’ospedale, in attesa della dettagliata relazione, Antonio Berto della Polizia municipale di Arzignano ci ha anticipato che l’intervento è stato inevitabile viste le esigenze sorte dopo il trasferimento di molti reparti da Montecchio Maggiore alla nostra città. Sono state infatti innumerevoli le chiamate da parte dei reparti portineria ed ambulanze, con le quali veniva chiesto l’intervento della polizia municipale a causa dei veicoli in sosta che ostruivano il passaggio. Ai vigili dispiaceva dover intervenire e dover emettere delle contravvenzioni, l’ospedale si sa è un luogo dove la gente si reca per necessità, ma d’altro canto non c’era alternativa: mancava proprio lo spazio fisico. Ora, dopo il cambiamento del senso di marcia, di posti sosta per le auto se ne sono recuperati una cinquantina, sufficienti per diminuire gli ingorghi ed il caos iniziale.

Finestre chiuse a Chiampo di Gian Marco Mancassola Sorta di leit motiv per convegni, polemiche, lettere e campagne elettorali, la puzza della concia non è una novità degli ultimi anni per la valle del Chiampo, eppure l’estate del 2000 rimarrà nei ricordi di molti chiampesi che abitano le palazzine lungo via Pieve, per le ondate maleodoranti rilasciate dalle concerie che ancora lavorano la pelle nel centro abitato. Certo, la forma ad imbuto della valle acuisce le esalazioni delle concerie, che ristagnano più a lungo e si corroborano con le emissioni dei ventimila automezzi che percorrono ogni giorno la

provinciale. In aggiunta si consideri che le normali correnti d’aria che spazzano da un capo all’altro la valle portano flussi e riflussi di odori che non è possibile stabilire se provengano da Montebello o San Pietro Mussolino. Tuttavia, anche scremando dal mucchio questo tipo di cause, resta un dato dominante: l’aria è particolarmente irrespirabile in alcune zone e in precisi momenti della giornata, in coincidenza con gli scarichi nei collettori del consorzio di bonifica. A questo si aggiungano le segnalazioni che di tanto in tanto informano i tecnici del Comune che qualcuno sta tinteggiando abusivamente le rogge che alimentano il torrente. Restano dubbi sulle cause della particolare acredine di queste esalazioni: in mancanza di dati, si parla di obsolescenza dei macchinari, cattivi dosaggi di altrettanto cattivi solventi, incuria nella riparazione di avarie degli abbattitori dell’idrogeno solforato. Gli impianti del centro, infatti, sono anche i più vecchi, con strutture costruite oltre quarant’anni fa, quando gli effetti della concia sull’ambiente e sulla salute non erano nemmeno immaginabili, quando i piani regolatori ancora non esistevano, quando le concerie diventavano la via d’uscita dalla povertà del dopoguerra e a poco a poco si profilava il filone d’oro che avrebbe condotto al benessere di questi anni. Dal 1984 esiste un piano regolatore che ha etichettato aree residenziali la zona della Pieve, della Pace e via Don Paolo Mistrorigo, ovvero le zone in cui tutt’oggi si concentra un buon numero di concerie. L’amministrazione comunale sta apprestando una nuova zona industriale, che sorgerà non prima del 2003 fra la Pieve bassa e i confini con Arzignano, alle spalle della Sicit. Nel frattempo gli amministratori comunali d’intesa con la Provincia di Vicenza, l’Arpav (Azienda Regionale per la Prevenzione e protezione Ambientale nel Veneto) e l’Ulss stanno cercando strategie a breve termine per ridurre i cattivi odori emanati dal ciclo di lavorazione della pelle. Coordinare le forze, spiega il sindaco Giuliana Fontanella, significa ntensificare il monitoraggio esterno dell’aria che viene respirata quotidianamente, ma anche avviare i controlli dei processi produttivi all’interno delle fabbriche, per verificare puntualmente che macchine e prodotti impiegati siano a norma.

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Lire 2.500 - euro 1,29 mensile - ottobre 2000


corriere vicentino | notizie in breve

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CIOCCOLATA D’ALTRI TEMPI

Quando ha acquistato quella cioccolata solubile, Berlino era ancora divisa da un muro, il Napoli di Maradona dominava la scena del calcio italiano e il Governo si preparava all’Andreotti VII. La confezione è finita nella credenza, dove è rimasta intatta per un quarto di secolo, nonostante la data di scadenza recitasse insindacabilmente: 1990. 25 anni dopo le notti magiche di Schillaci e compagnia, questa vicentina, diventata nel frattempo nonna, ha pensato bene di regalare ai nipotini e agli amichetti una... serata altrettanto elettrizzante, aprendo il “reperto” per preparare una prelibatezza d’altri tempi. Risultato? Bambini intossicati e per lei una denuncia per lesioni colpose. “In effetti - ha ammesso candida - la savea un po’ da vecio”. Ça va sans dire.

RELIGIOSO SILENZIO Le vie del Signore sono infinite e se avete intenzione di farvele a piedi, ricordate di indossare scarpe basse. Lo ha ribadito alle sue pecorelle il parroco di San Felice e Fortunato a Vicenza, in una personale crociata contro i rumori molesti durante la funzione. All’indice quindi i tacchi, ma anche starnuti, colpi di tosse e cerniere zip. I fedeli non l’hanno presa bene, ritenendo eccessive le pretese. Lui allora ha corretto il tiro, promettendo a mali estremi di chiudere un... orecchio. Nel dubbio, vai di ballerine, bottoni e antistaminici.

MALORE FATALE PER UN GIOVANE CHEF Una vita davanti e un lavoro che amava. È il ritratto di Stefano Leonardi, giovane chef di Mossano, che ha perso la vita a 27 anni a causa di un malore mentre cucinava nel tendone della Festa dell’Olio a Barbarano. Si è accasciato a terra di fronte agli altri volontari, che hanno chiamato subito il 118. Il personale di soccorso ha tentato di rianimarlo per un’ora, ma non è bastato.

ictus a 18 anni, studente perde la vita Si stava godendo il Gran Premio alla tv, quando ha iniziato ad avvertire dolori alla testa e vertigini. Il 18enne Francesco Turra di Vicenza era in preda ai sintomi di un aneurisma cerebrale. Il giovane, studente del Rossi con la passione per la Ferrari, è stato portato d’urgenza all’ospedale San Bortolo. Dopo una notte in coma, si è spento durante gli ultimi disperati tentativi di salvarlo.

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-di mario piotto-

TREMA IL NEPAL, SALVI I VICENTINI 7,8 gradi di magnitudo e oltre 7000 vittime accertate. È l’alba del 25 aprile, quando il Nepal è svegliato da una delle più terribili scosse sismiche della sua storia recente. Trema il tetto del mondo ed è un evento che semina distruzione e morte lungo tutto l’asse dell’Himalaya, con riverberi avvertiti anche in India, Cina, Bangladesh e Pakistan. Il mondo intero si stringe attorno alla popolazione nepalese: grande è infatti la presenza di turisti e appassionati di alpinismo, qui da ogni parte per sfidare la montagna,

quella vera. Quattro gli italiani deceduti sotto le macerie, mentre si scava di continuo per cercare i tre che ancora risultano irreperibili, anche se ogni minuto che passa riduce le speranze. Stanno tutti bene invece i vicentini che si trovavano in escursione sull’Everest al momento del sisma: “Abbiamo visto la morte in faccia” ha dichiarato l’alpinista Mario Vielmo. Adesso è corsa agli aiuti, con tanto da fare per ricostruire case e città, e restituire il sorriso al popolo più alto del mondo, così vicino al cielo e oggi tradito dalla terra


cose dell’altro mondo

Per loro, Expo 2015 si dimostrerà presto “una vera sciagura per il territorio, i beni comuni, le casse pubbliche”. Peccato che la profezia contenuta nel manifesto dei NoExpo (guardare il loro sito ufficiale per credere) per il momento si avveri solo in virtù dei disordini in seno alla protesta promossa tra le vie di Milano. Mettiamola così: praticamente i black bloc erano talmente sicuri di avere ragione, che intanto si sono presi avanti...

TUTTO IN 18 SECONDI 18 secondi per riscrivere il finale di una partita di calcio. Tanto è durato il remake di Inghilterra-Norvegia, europei femminili. Il precedente match si era chiuso con un errore tecnico dell’arbitro, che già oltre il 90esimo aveva annullato un gol norvegese su rigore, anzichè farlo ribattere. Da lì la decisione Uefa: gara da ripetere, ma dal penalty in poi. Così, tutti di nuovo in campo, per rivedere le scandinave dal dischetto. Il finale? Gol e passaggio di turno, giusto per ribadire che le partite non finiscono mai, anche se sembrano già finite.

TRIANGOLO FAMILIARE

Il triangolo no, non l’aveva considerato, soprattutto perchè mai avrebbe immaginato che ad insidiare sua moglie sarebbe stato il nipote. Intrighi familiari degni di Beautiful, per un operaio di Vicenza che aveva aperto le porte di casa sua al ventenne arrivato dalla Sicilia in cerca di lavoro. Peccato che la 42enne moglie si sia rivelata presto una zia anche troppo affettuosa. Una volta scoperti, dopo mesi di relazione clandestina, i due hanno dovuto fare i conti con la rabbia e le minacce del tradito. Finale in questura.

corriere vicentino | notizie in breve

profezie da black bloc

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corri che ti passa!

La corsa è un fenomeno sportivo in continua espansione e che raccoglie sempre più adepti. I numeri di una passione che non ha limiti di età e di distanze percorse. E accanto alle competizioni, si infoltisce il numero di chi è appassionato di marce e nordic walking. di Guido Gasparin, Stefano Cotrozzi, Mario Piotto e Giuseppe Signorin

C’

erano una volta Gelindo Bordin, Orlando Pizzolato e Gabriella Dorio, icone vicentine della corsa, capaci di portare all’ombra di Monte Berico trionfi olimpici e internazionali. Erano altri tempi, in cui la corsa era praticata quasi esclusivamente a livello agonistico ed erano pochi coloro i quali si cimentavano nel running per diletto, sfida personale o mantenimento della forma. Oggi è tutta un’altra storia, la corsa sta vivendo un vero e proprio boom. Basta guardarsi intorno: non appena le fabbriche e gli uffici chiudono, le strade, i parchi e le ciclopedonali si popolano di runners di ogni specie ed età. Vanno di corsa gli aitanti giovani e le avvenenti signorine, vanni di corsa i cinquantenni in carriera e i signori attempati, tutti con i loro completini all’ultimo grido, preferibilmente fluo, e con ai piedi scarpe superperformanti. Ci sono gli atleti della domenica e quelli che non saltano un giorno di allenamento, quelli che preferiscono i circuiti cittadini e quelli che amano la campagna. Ma non è più soltanto una questione di

sfida con se stessi. Si moltiplicano infatti i partecipanti alle corse agonistiche, da quelle di media difficoltà alle maratone, per non parlare degli atleti più temerari, ossia di quelli che affrontano le ultrmaratone o i massacranti trail in montagna. Non sono soltanto le competizioni ad assistere ad un’impennata delle iscrizioni, grazie anche al pullulare di team e squadre a cui si iscrivono gli appassionati. Anche le marce non competitive della domenica registrano numeri da record, sia con il bello che con il cattivo tempo. Il popolo della corsa è dunque in continua evoluzione. Il condirettore della rivista di settore “Correre” Daniele Menarini nel corso di un meeting a Pisa ha snocciolato alcuni numeri che la dicono lunga: almeno 2,2 milioni di italiani (dunque circa un italiano su 30) praticano la corsa, circa 1,7 milioni di loro partecipano ad eventi e la fascia di età più rappresentata è quella dai 25 ai 40 anni. L’Italia è dunque un paese che va di corsa, ma, ahinoi, purtroppo solo letteralmente parlando…

Vip di corsa

Giovanni Storti, Linus, Gianni Morandi


A

lle sei di sera le aziende si svuotano e le strade si riempiono di persone che corrono. Ognuno con il suo stile, chi annaspa e chi a testa alta supera tutti, ma certamente il numero è aumentato a vista d’occhio. Christian Zovico, presidente dell’Atletica Vicentina, gente che corre ne ha vista tanta, ma quando è stato il boom del movimento? Diciamo che tra la fine degli anni Novanta e l’inizio degli anni Duemila c’era già un bel movimento di persone, avevamo già la maratona di Venezia e il numero cominciava ad aumentare. Il vero boom lo ha portato la vittoria di Stefano Baldini con la sua medaglia d’oro alle olimpiadi di Atene. Da allora il movimento è cresciuto, ma sono cresciuti anche i gruppi che si sono dedicati solo alla corsa, non più legati alle società di atletica tradizionali come la nostra. Quanti siete? Noi dell’Atletica Vicentina abbiamo appe-

na festeggiato i 500 tesserati per il running, ma alle prime edizioni della Stravicenza fino al 2007 non riuscivamo a superare i 400 agonisti: oggi solo con i nostri facciamo di più. Dove sta andando il movimento? È un mondo che cambia, la maratona è in controtendenza e stanno prendendo spazio distanze più brevi come la mezza maratona, più abbordabile anche nella preparazione e nel post gara, o ultradistanze come i

trail dove l’aspetto naturalistico attira tanti corridori. In un anno esatto, da quando siamo nati - ci racconta Michele Mimmo della Running School dell’Atletica di Arzignano - abbiamo già superato i 100 iscritti. Come funziona la scuola? Siamo divisi in quattro livelli in base alle capacità di chi si iscrive. In un anno abbiamo portato delle persone dal divano direttamente a correre la mezza maratona. Altri stanno già ottenendo dei buoni risultati a livello agonistico. L’età di chi si iscrive? È un fenomeno in espansione, non esiste un’età precisa. In media andiamo dai 25 ai 55 anni, ma alcuni atleti si sono iscritti anche a 60 anni. Maratona, mezza maratona, 12 chilometri... Non c’è una scelta precisa. Di sicuro la maratona prova molto il fisico, mentre la mezza maratona ti permette di competere più spesso e per questo sta prendendo sempre più piede.

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sulle orme di forrest gump


tutti pazzi per le marce

PRO E CONTRO DELLA CORSA

Giacomo Rossettini - fisioterapista Correre è un’arma a doppio taglio: se si corre in maniera corretta ci sono notevoli vantaggi, altrimenti si corrono diversi rischi...

Pro:

S

e siete tra quelli che considerano il fine settimana un sacrosanto momento da dedicare a Morfeo, be’ allora forse non immaginate di essere… sempre meno. C’è infatti un esercito di vicentini - in costante aumento - per i quali la sveglia suona presto anche nei giorni di festa: sono i marciatori della domenica, e non ce ne vogliano se li chiamiamo così, anche se in realtà il boom delle manifestazioni podistiche ormai non sembra fare più distinzioni feriali o festive. Basta dare un’occhiata ai numeri per credere. Nel 2012 il calendario Podismo Veneto (lo spazio che raccoglie l’intera lista di tutte le marce e le camminate organizzate a livello regionale) contava 105 eventi nel vicentino, divenuti 119 un anno dopo e ben 197 nel 2014, attesta-

tisi a 169 quest’anno. Moltiplicate per un numero medio di iscritti tra i 3 e i 4 mila a botta (c’è sempre l’incognita maltempo) e ottenete una piccola città… in movimento. Qualcuno dice sia merito della crisi, perché le marce sono uno sport low-cost: 2,50 euro il costo medio del ticket, che dà diritto a ristori, assicurazione e pure a un panino al traguardo, con la possibilità di fare due chiacchiere lungo la strada godendosi panorami spesso vicini a casa, ma che la frenesia di tutti i giorni non ci consente di apprezzare del tutto. Coppie giovani, anziani, mamme con passeggini e cani al seguito, professionisti alla caccia del record o atleti improvvisati che tirano il fiato girato l’angolo… ogni marcia ne ha davvero per tutti i gusti, e sembra proprio una passione destinata a fare ancora strada. Decidete voi quanta: 4, 12 o 21 chilometri?

1. Lavoro cardiovascolare: correre fa lavorare il cuore, muovere il sangue, sgonfiare le gambe.

2. Stimolazione del metabolismo: si consuma di più e se si è in sovrappeso si dimagrisce. 3. Correndo in maniera corretta si mantiene in salute la struttura scheletrica e tutto il corpo in generale.

Contro:

1. Senza allenamento graduale e rispetto dei tempi di recupero si rischia di eccedere e andare in sovraccarico, andando incontro a rischi di lesioni. 2. Ci sono alcuni punti critici, se non si corre con attenzione: il piede, il tendine d’Achille, il ginocchio, l’anca e la schiena.

il passo che viene dal nord

R

iccardo Cecchinato, istruttore dell’Asd Nordic Walking Passi nel Suono.

Cos’è il nordic walking? Il Nordic Walking è uno sport che si è affermato in Italia da qualche anno, ma nonostante sia conosciuto, giova ricordare e precisare bene come si svolge e in cosa consiste, in quanto spesso viene confuso e associato al trekking o al più elementare “camminare con i bastoni”, cioè con un attrezzo in mano da portare, anche senza sapere come utilizzarlo al meglio. In buona sostanza fare nordic walking significa utilizzare due bastoncini a cui è agganciato un guantino, tramite il quale il bastone viene ancorato al polso e al braccio dell’utilizzatore, durante una camminata. I bastoncini però non ven-

gono portati, ma utilizzati. La differenza è sostanziale, in quanto è proprio il movimento attivo delle braccia e del tronco ad esso collegato (quindi schiena, spalle, addome, diaframma, glutei) che fanno una differenza notevole nel cammino. C’è molta diffusione nel nostro territorio? Nel Vicentino è molto diffuso, basta guardare nell’albo istruttori Nordic Walking della Scuola Italiana e si scopre che ce ne sono ormai un centinaio. Solo ad Arzignano ci sono tre associazioni, a Valdagno due, a Montecchio tre… I gruppi possono essere dai cinque camminatori fino ai 50 e in qualche occasione si arriva alle 100 persone. Com’è la risposta della gente che prova? C’è molta curiosità ma anche scetticismo. Circa il 60% restano fidelizzati, in quanto

provano personalmente i benefici di questo meraviglioso sport. Io sono cinque anni che lo pratico e rispetto alle prime uscite, dove capitava di camminare anche da solo, ora ho sempre minimo gruppi di dieci persone in orari diurni - quindi turnisti, casalinghe e pensionati. Alla sera ci sono normalmente 30 o 40 persone.



corriere vicentino | intervista

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con liga tra palco e realtÀ DAVIDE PEZZIN Di Paolo Fongaro Musicista a tutto tondo, dall’inizio del 2014 è il bassista ufficiale di Luciano Ligabue. Originario di Povolaro di Dueville, classe 1972, sposato con Anna e papà di Gaia e Filippo, cresce a pane e Frank Zappa finché a dodici anni rimane folgorato dallo “slap” di un quattro corde. Suo fratello Giovanni “Joe” gli regala il primo basso, e così inizia il suo personale viaggio... tra palco e realtà.

Quando racconta di questi ultimi mesi in giro per l’Italia e il mondo, Davide Pezzin sorride prima con gli occhi che con la bocca. Ripensa al suo passato, agli inizi da autodidatta culminati poi con il diploma in contrabbasso. I “Mistonocivo”, il suo primo gruppo importante, vengono scoperti e lanciati niente meno che da Corrado Rustici. Poi seguono decine di importanti collaborazioni tra cui quelle con Elisa, Piero Pelù, Marco Paolini e Cristiano De Andrè. Orgogliosamente vicentino, oltre ai mitici Fender usa i bassi artigianali Manne fatti a Schio. Suona spesso nel trio “DVD” con Davide Repele e Valerio

Galla, oltre ad accompagnare al basso Arianna Antinori, tra le migliori interpreti mondiali di Janis Joplin.

Come sei riuscito ad entrare nella band di Ligabue? Luciano Luisi - il suo tastierista e direttore artistico – in passato ha suonato con me nei tour di Cristiano De Andrè. Mi ha subito contattato proponendomi un provino visto che Ligabue stava cercando un nuovo bassista. Eravamo una decina, con un volume e un’emozione pazzeschi. Siamo rimasti in due candidati e Ligabue ha vo-


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Foto di Jarno Iotti

luto risentirmi suonare: davanti a un vassoio di dolci – di cui lui è ghiottissimo – ci siamo parlati e, nonostante gli abbia rubato l’ultimo cioccolatino rimasto, è scattata la molla che lo ha portato poi a scegliere me.

con grande passione e attenzione per ogni dettaglio. Riesce a mediare e tenere unito il gruppo, sempre con il massimo rispetto – nei gesti e nelle parole – per le persone e soprattutto per i suoi fans che lui adora… ricambiato!

Lo seguivi in passato? Eri un suo fan?

Quasi un anno e mezzo in giro per l’Italia e il mondo con Ligabue: cosa ti resta nel cuore?

Mi vien da ridere pensando che Ligabue non mi diceva un granchè. Anzi non capivo come mai avesse tanto seguito: le risposte sono venute lavorandoci assieme e conoscendo l’uomo oltre che l’artista.

Che persona è Luciano Ligabue, soprattutto dopo esser sceso dal palco? Quando mi ha scelto ha voluto parlarmi a quattr’occhi per un’ora. È un uomo di una granitica integrità morale, uno straordinario manager di se stesso, ma con la tenacia e la caparbietà del contadino. All’inizio mi sembrava quasi troppo “a posto”, perfetto, ma Luciano è davvero una persona stupenda. Ammiro tanto di lui il fatto che si renda conto che tutto questo potrebbe finire: lavora sempre ad altissimi livelli, cura tutto

Un’esperienza straordinaria di musica e vita che mi rimarrà per sempre nell’anima, un turbinio di emozioni, immagini e ricordi da far decantare nel tempo. Il gruppo che via via è diventato una grande famiglia. L’amore travolgente dei fan in Italia, ma anche all’estero: è stato incredibile vedere a Tokio tanti giapponesi che cantavano “Celte Notti” in italiano!

Ora che il tour è finito che programmi hai per il futuro? Continuerai a suonare con Ligabue? Certamente e spero che questa collaborazione continui il più a lungo possibile. Ci sono diverse idee – non solo con Luciano - che stanno bollendo in pentola, ma per ora (sorride) non posso anticipare nulla…


corriere vicentino | focus

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Giro d’Italia, istruzioni per l’uso Di mario piotto

U

na città in rosa, che attende con trepidazione l’appuntamento con la storia. Montecchio Maggiore il 22 maggio sarà la sede di partenza della tredicesima tappa del Giro d’Italia 2015. Le televisioni di tutto il mondo saranno puntate sulla città castellana e la RAI coprirà la tappa, che arriverà a Jesolo, fin dal primo minuto, garantendo anche una trasmissione in tarda mattinata e in diretta dal villaggio di partenza sulle eccellenze turistiche ed enogastronomiche del territorio. Un’occasione più unica che rara per promuovere Montecchio Maggiore: lo sa bene l’Amministrazione comunale, che sta lavorando a stretto contatto con il Comitato di Tappa presieduto da Matteo Marzotto e che sta mettendo a punto gli ultimi dettagli perché al pubblico e alla carovana rosa sia garantita una cornice degna dell’evento. Ma cosa occorre sapere per vivere al meglio questo incredibile appuntamento sportivo? Ve lo spieghiamo noi.

Il villaggio di partenza Sarà allestito in Piazza Marconi e nelle aree limitrofe e sarà aperto alle 11, tre ore prima che la tappa prenda il via. Sarà un susseguirsi di intrattenimenti, che culmineranno con il passaggio dei corridori sul podio firma, la sfilata delle miss e la premiazione delle varie classifiche.

LA STORIA DEL PEDALE Foto di Attila Pasi

Il percorso di gara Poco prima delle 14 i corridori si incolonneranno, per poi percorrere le vie Roma, 4 Novembre, Passau, De Gasperi e Tecchio. In Viale Trieste è posto il km zero, dove avverrà il via ufficiale alla tappa. Piazza Marconi, aree limitrofe (dove sarà situato il villaggio di partenza) e Largo Boschetti saranno chiusi al transito dei veicoli alle 16,30 di giovedì 21 maggio e lo rimarranno fino allo smantellamento delle strutture. Venerdì 22 maggio alle 5 saranno chiusi al traffico il primo chilometro transennato e Via degli Alberi fino al Polisportivo, dove sosteranno i mezzi dei team in corsa e dell’organizzazione. Le altre strade interessate dal percorso saranno chiuse alle 11.

Parcheggi e bus navetta Sono stati individuati diversi parcheggi per fare in modo che il centro non venga intasato dai veicoli degli appassionati: a nord in zona Ghisa, San Clemente, Marelli Motori e Interspar, a ovest in zona industriale, a est in zona Cordellina, San Pietro e Piazza Carli e a sud, cioè alle Alte, in Piazzale Collodi e Piazzale Don Milani e in zona piscine, Sorelle Ramonda, Folco ed ex Faeda. I parcheggi saranno aperti dalle 9 alle 16, ad eccezioni di quelli in zona Folco ed ex Faeda che saranno accessibili dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 16. I parcheggi saranno collegati al centro da cinque linee di bus navetta. Nella Nuova Galleria Civica di Montecchio Maggiore è aperta la mostra “La storia del pedale”, che raccoglie pezzi unici della storia della bicicletta. È aperta fino al 24 maggio il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.


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CORRADO FERRETTO La prima radiocronaca è dell’agosto 1990, Coppa Italia di serie C, Vicenza-Pievigina 3-0. “Non voleva farla nessuno, io aspettavo una chance per inserirmi nel gruppo di appassionati che commentava le partite. È iniziata così”. Da allora Corrado Ferretto, 51enne di Piovene, dirigente di un’azienda di abbigliamento, ne ha fatta di strada. Nel vero senso della parola. Circa 250mila chilometri, e 240 voli, su e giù per l’Italia per raccontare le partite del Vicenza. Dal 1990 ad oggi ha commentato promozioni e retrocessioni, i trionfi di Coppa Italia e il sogno europeo di Coppa delle Coppe. Indimenticabile quel “goooooool” urlato al microfono alla rete di Zauli contro il Chelsea al Menti che diede la vittoria al Vicenza in semifinale nella gara d’andata. A maggio 2014, Lega Pro, con Cremonese-Vicenza ha tagliato il traguardo delle 1000 radiocronache. Un record. Che pochissimi altri in Italia possono vantare. E quest’anno ha festeggiato i 25 anni a seguito della squadra biancorossa. “Quante volte sono tornato domenica notte e il lunedì mattina ero regolarmente in ufficio” racconta. Nemmeno quando si è sposato con Betty, a luglio del 2007, è mancato agli appuntamenti di coppa e campionato. “Era un giovedì. Fuori da qualsiasi impegno calcistico – dice con un sorriso Corrado –

del resto mia moglie mi ha conosciuto già così”. Intanto, superata quota 1000, si continua. Sostenuto anche dalle piccole Stella e Gaia. Del resto è una passione quella che ha portato Corrado a raccontare la storia del Vicenza. Perché in 25 anni è successo davvero di tutto. E i primi non sono stati facili. “Viaggiavo con la mia macchina, la radiocronaca si faceva col cellullare”. Soltanto nel 2000 infatti la Lega Calcio decise di regolamentare la situazione e di affidare ad una sola radio ufficiale i diritti: prima era quasi un’avventura. “Ricordo che la Roma aveva 12-13 radio al seguito. Il caso più clamoroso”. “Ad un certo punto mi sono comperato l’apparecchiatura – continua Corrado - la società non voleva lascia-

indimenticabile quel “GOOOOoL” alla rete di zauli re Vicenza senza radiocronaca, Sagramola è intervenuto e mi ha dato una mano, e così mi sono arrangiato. La squadra di Ulivieri e di Guidolin è quella a cui sono più affezionato. Momenti speciali? Il gol di D’Ignazio contro l’Empoli, che ha rappresentato il ritorno nel calcio, in serie B. E poi il derby a Venezia, 1994/1995, e la rete di Praticò. E ovviamente i gol di Murgita. Questi ultimi anni invece sono stati i più brutti, perché oltre alle sconfitte in campo non si vedeva un futuro e chi potesse far uscire la squadra da un tunnel buio senza fine. Ho racconta-

to tre retrocessioni in Lega Pro. E altrettanti ripescaggi. Per chi l’ha vissuta tutti i giorni, non solo alle partite, ma anche agli allenamenti a Isola Vicentina è stato difficile”. Di disavventure in 25 anni Corrado Ferretto ne avrebbe da raccontare. Una per tutte. E’ il 2001: il Vicenza gioca a Napoli, ma lo stadio S. Paolo è inagibile per un nubifragio. “La gara quindi si sposta a Benevento. Ci organizziamo. Avevamo l’aereo su Napoli già prenotato. Poi con l’auto saremmo arrivati a Benevento. A metà del volo ci dicono che c’è un problema tecnico e ci fanno scendere a Olbia. Cambio di areo in stile Fantozzi in mezzo alla pista. Arriviamo a Napoli alle 15. Fortuna che il presidente Miola aveva un’auto che lo aspettava per Benevento: siamo arrivati allo stadio grazie a lui. Ma alla fine del primo tempo”. Ce ne sarebbero tantissime altre. Come il ritorno da Cesena in autostrada a fari spenti nella notte, come cantava Battisti. “Un problema alla macchina. Che rischio”. O la trasferta ad Andria 1993/1994 e i sassi dalle finestre. Chiedere comunque a Patrizio Guerra e Sandro Minchio, i compagni di avventura più frequenti. “Volevo raggiungere le 1000 radiocronache per festeggiare con papà Fernando, per tutti Piero, tifosissimo. È mancato prima che ci potessi riuscire. Per questo ci tenevo particolarmente”. Di tutte le 1000 partite raccontate, Corrado ricorda ogni dettaglio. Sono incise nella memoria. Tranne una. “Il giorno della morte di Piermario Morosini commentavo Gubbio-Vicenza. Ricordo il pari di Mustacchio. Poco altro. La mente era altrove. È stata la pagina più brutta di tutti questi anni”.

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vicenza biancorossa


Arzignano

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Piscine, è rischio ritardi? LE DIFFICOLTÀ ECONOMICHE DELL’IMPRESA EDILE INCARICATA DI PARTE DEI LAVORI DESTANO PREOCCUPAZIONE, A POCHE SETTIMANE DALL’ANNUNCIATA APERTURA Di MARIO PIOTTO

P

iscine a rischio ritardi nella conclusione dei lavori? Un sospetto, anzi per molti una certezza alla notizia delle difficoltà economiche della Facchin, storica azienda edile di Arzignano incaricata dell’esecuzione di una parte dell’opera, ma in liquidazione proprio in queste ore. In molti hanno fatto due più due: la Facchin non ce la fa più, ergo tira brutta aria attorno al progetto, con qualcosa che fa (o farà presto) acqua in termini economici o quantomeno di tempi di consegna. I diretti interessati non rilasciano dichiarazioni, anche se le poche parole scambiate lasciano trapelare la comprensibile frustrazione di un momento non certo facile. A fare luce sulla questione tocca allora a Raffaele Fedon, consulente della SPVUL5, società titolare della concessione comunale per la progettazione, la costruzione e la gestione delle piscine con mandato trentennale. “Ma quali rischi ritardi - precisa subito -: le piscine apriranno per l’estate, come da copione. E questo, naturalmente, nel massimo rispetto di ogni impegno contrattuale da parte nostra, ci mancherebbe. Chi mette in giro voci false, lo invito a contattarmi: ho tutta la documentazione per dimostrare quello che dico”. Facchin e SPVUL5 sono legate dall’ATI, l’Associazione Temporanea d’Impresa venutasi a costituire, assieme alla direzione dei lavori, per portare avanti il progetto. “Il contratto stipulato parla chiaro - continua Fedon - e posso assicurare che i problemi economici della Facchin non hanno nien-

te a che vedere con inadempienze da parte nostra. Nella catena di appalti e subappalti attraverso cui generalmente viene realizzata un’opera, chi entra deve avere una certa capacità di coprire gli investimenti cui andrà incontro, conoscendo i tempi contrattualizzati per i pagamenti. Mi dispiace molto perché conosco la famiglia Facchin, è un’azienda seria che lavora bene e con grande professionalità. Probabilmente qui la responsabilità è da attribuire al momento non facile del settore”. Fedon, professionista di lunga data nel settore della gestione e nella progettazione di impianti sportivi natatori, non ci sta insomma a passare per il “cattivo”: “Questa è un’opera pubblica funzionale e fatta come si deve - aggiunge -, e posso assicurare alla comunità che non ci sono “banditi” nascosti dietro al progetto”. Un ultimo strale Fedon lo lancia, pur

“Non abbiamo rapporti diretti con gli esecutori dei lavori - spiega l’Assessore ai Lavori Pubblici Angelo Frigo -: una volta riconosciuta la concessione ogni incarico nello sviluppo dell’opera è passato in mano alla SPVUL5. Certamente continuiamo a monitorare i passaggi del progetto, e quindi non sono una novità per noi le notizie delle difficoltà della Facchin. Una volta avuta però la garanzia che fosse tutto in regola, senza ripercussioni di natura tecnica o ritardi, come Comune possiamo chiedere poco altro. Naturalmente siamo vicini alla Facchin, che ha dato tanto al nostro territorio, con grande passione per il lavoro”.

con il sorriso, a chi a suo dire sta cercando di innescare la polemica: “Quando lavori con il pubblico devi mettere in conto di confrontarti con lingue biforcute: che vengano a trovarmi, non ho nulla da nascondere. Stiamo realizzando la prima piscina in classe A+ di tutta Italia, in molti spesso non se lo ricordano, e abbiamo tutta l’intenzione di fare le cose per bene”.


Arzignano

Caos viabilità

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Di Giuseppe signorin

ficio e dalla Polizia Locale. Lo abbiamo fatto per dare maggiore scorrevolezza ai veicoli che si muovono lungo la direttrice principale, cioè la statale, riducendo gli accodamenti soprattutto nelle ore di punta. Sono state valutate anche altre soluzioni, ma nessuna dava garanzia di

C

ome mai si è venuta a creare questa situazione? “I cantieri di via Fiume, via Chiampo e Piazzale della Libertà - ci spiega l’assessore alla Viabilità Angelo Frigo - sono stati avviati contemporaneamente perché sono tutti cofinanziati da un contributo della Regione Veneto che scadeva ad agosto di quest’anno.

Piazzale della Vittoria: importo complessivo 260.000 euro; fine lavori prima metà di giungo.

disposizione. Non era possibile sfasare le tempistiche senza rischiare di non rispettare la fine lavori prevista dal finanziamento regionale”.

Via Fiume: importo complessivo 260.000 euro; fine lavori entro fine giugno. L’autorizzazione alla spesa da parte della Regione ci è stata data solo il 10 novembre scorso. Abbiamo completato la progettazione, indetto le tre gare per individuare le imprese e avviato i cantieri avendo sempre presente l’orizzonte temporale massimo a

Via Chiampo: importo complessivo 500.000 euro; fine lavori entro fine luglio.

La rotatoria di via Kennedy? I lavori erano già programmati con questa scadenza dallo scorso anno. Il cantiere provoca disagi importanti, prima di tutto per la particolare conformazione fisica della zona, fortemente urbanizzata: non c’è molto spazio per operare e deviare il traffico a differenza, ad esempio, del cantiere della Madonnetta. Poi per la mancanza di strade alternative - continua Frigo - e non per ultimo l’elevato carico di traffico che interessa l’intersezione: ben 43.700 veicoli al giorno. La scelta di chiudere l’uscita sulla statale per chi proviene da San Bortolo si inserisce nel contesto dell’organizzazione del cantiere e si è resa necessaria, dopo un’attenta valutazione fatta dall’Uf-

buon esito. Anche al Mantovano siamo ancora in una fase di prova. Per quanto riguarda il Mantovano, siamo in linea con il programma dei lavori. Essendo una modifica importante, ci siamo dati un tempo medio lungo per lo studio degli impatti. A breve apporteremo qual-

Rotatoria in via Kennedy: importo complessivo 500.000 euro; fine lavori entro il 26 agosto. che correttivo e poi avvieremo un ulteriore periodo di osservazione, al termine del quale daremo avvio alla progettazione delle opere da implementare, indicativamente, il prossimo anno. Come mai non avete pensato a lavori durante la notte? Questo è un mito da sfatare: se avessimo programmato i lavori in notturna avremmo dovuto spendere circa il 40% in più. Ciò non era compatibile con le nostre disponibilità finanziarie.

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via kennedy, via fiume, via chiampo, piazzale della vittoria. tanti i lavori che stanno creando disagi ai cittadini. la parola all’assessore frigo


Arzignano

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cRONACA

scuola

rubano mentre la famiglia dorme

F

ra le 2 e le 4 di mercoledì 29 aprile, al civico 44 di via Rossini (quartiere Mantovano), dei ladri sono entrati in casa mentre la famiglia al completo - moglie, marito e due figli - stava dormendo. A scoprirlo è stata la signora Teresa Signorato, che si è svegliata a causa di un senso di irrequietezza verso le 4.30, e ha trovato una finestra aperta al piano terra.

I ladri hanno portato via un pc portatile, una borsa, alcuni portafogli. Non un gran bottino, ma l’esperienza ha lasciato di certo una certa dose di paura.

solidarietÀ

“Quando la volontà vince ogni ostacolo”

L

uca Casagrande è uno studente di 15 anni del liceo “Da Vinci” di Arzignano e giocatore di basket de “I Delfini”. È stato segnalato dal Rotary Club di Arzignano per il premio “Quando la volontà vince ogni ostacolo” come esempio di coraggio e forza di volontà. Durante la cerimonia di premiazione a Bardolino ha ricevuto la targa arrivata inaspettatamente dal Rotary Club Distretto 2060, di cui fa parte

SPORT

campioni di scacchi

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al 29 aprile al 3 maggio l’Associazione Dilettantistica Scacchi Il Grifone ha tenuto alto il nome di Arzignano contro avversari sulla carta nettamente superiori. Qualificatasi l’anno scorso come una delle migliori 18 squadre d’Italia, ha partecipato al 47esimo Campionato nazionale di scacchi a squadre 2015 Master che si è tenuto nella Sala Congressi dell’Hotel Cosmopolitan a Civitanova Marche, arrivando 13esima e quindi salvandosi per il prossimo anno.

il Triveneto. Colpito da paralisi cerebrale spastica displegica con correlato disturbo evolutivo specifico della funzione motoria, attualmente Luca è in carrozzina, ma nonostante questa situazione è una risorsa preziosa per la sua classe e per l’intera scuola. “Tutte le persone possono ottenere risultati importanti quando si punta sulla volontà” – il commento del coordinatore dei progetti Rotary Silvano Ceresato.

14 bambini italiani a villaggio giardino

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ornano i bambini italiani a Villaggio Giardino. Su 32 alunni pre-iscritti alle due prime del prossimo anno scolastico, 18 sono gli stranieri e 14 gli italiani. Dal 100% di quest’anno la percentuale passa al 56,25%. Nonostante gli iscritti attualmente siano tutti stranieri, la scuola, a detta di docenti e genitori, non è mai stata considerata un ghetto, tanto che l’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan lo scorso ottobre ha parlato di progetto di integrazione scolastica e culturale, anche se tante sono state le critiche ricevute dalle forze consiliari di minoranza della città.

religione

V CONVEGNO INTERNAZIONALE COMUNITÀ ABRAMO

S

i è svolto al Palatezze di Arzignano venerdì 1° maggio il V convegno della Comunità Abramo dal titolo “Testimoni della gioia, costruiamo insieme l’Europa”. All’evento, seguito da 2000 persone, sono intervenuti ospiti internazionali del calibro del Cardinale Stanislaw Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i laici.


ri a t n e m i l l Liona 16 Mostr a o r g A a dei Prodotti Va n Artigia i e ne n a

ali e del a le Erbe spont presso l’Antico Borgo di Campolongo a San Germano dei Berici

DAL 9 AL 24 MAGGIO 2015

DOMENICA 24 MAGGIO MOSTRA

SABATO 9 MAGGIO

ALLA SCOPERTA DELLE ERBE SPONTANEE Partenza ore 15.30 dalla cooperativa Le Valli, via Valli 2 San Germano dei Berici Escursione guidata da Mariano Braggion ESPERIENZE IN CUCINA Ore 18.00 degustazioni preparate con le erbe raccolte Info e prenotazioni 0444868432 entro il 2 maggio

DOMENICA 10 MAGGIO

PASSEGGIATA TRA I BORGHI DI GRANCONA Partenza ore 8.30 P.zza Roma, Grancona e visita al MUSEO DELLA CIVILTÀ CONTADINA

UN MATTINO AL MUSEO Ore 11.00 Viaggio di fantasia e lettura tra i “racconti di ‘sti ani”

PRANZO AL MUSEO Ore 12.00 su prenotazione a Pro Val Liona 3403915756 info@provalliona.it In caso di maltempo saranno garantite le attività al Museo

MARTEDì 12 MAGGIO

AMA, NUTRI E CRESCI

Ore 20.30 presso Aula Magna Scuole Medie Grancona Consigli importanti per il benessere dei nostri figli Relatrici: Dott.ssa Psicologa Marisa Boaretti e Dott.ssa Pediatra Elisa Groppa

GIOVEDì 14 MAGGIO

LE ERBE SPONTANEE NELLA TRADIZIONE POPOLARE VICENTINA Ore 20.30 presso Biblioteca Civica di San Germano dei Berici A cura di Antonio Cantele, erborista organizzato dal Comitato Biblioteca San Germano

SABATO 16 MAGGIO

ESCURSIONE SUL MONTE DEGLI SPIADI DI ZOVENCEDO Partenza ore 9.00 da Calto di Zovencedo Escursione guidata dalla Pro Loco Alti Berici, con visita allo scavo archeologico in attività (Uomo di Neanderthal) condotto dall’Università di Ferrara

DOMENICA 17 MAGGIO

PIZZA IN CANTINA

Presso Az. Agricola Miolato Rudy Pizza con impasti speciali, erbette e prosecco di San Germano Info e prenotazioni 3483629318

MERCOLEDì 20 MAGGIO

I COLLI BERICI

Ore 20.30 presso Biblioteca Civica di San Germano dei Berici Documenti storici e immagini tratte dal libro di prossima uscita presentato dagli autori Reginaldo Dal Lago e Alberto Girardi Organizzato dal Comitato Biblioteca San Germano

GIOVEDì 21 MAGGIO

ERBORISTA & APICOLTORE Ore 20.30 presso la Sala della Comunità di San Germano dei Berici Mestieri antichi con nuovi saperi per la tutela del paesaggio e di chi lo vive Relatore Dott. Massimiliano Gnesotto A cura dell’Ass. Coldiretti

SABATO 23 MAGGIO

PASSEGGIATA A SEI ZAMPE LUNGO L’ARGINE DELLA LIONA Partenza ore 15.00 P.zza del Donatore a Spiazzo, durata 3 ore circa Gli educatori cinofili dell’Ass. Labdogo affronteranno i concetti base per un corretto approccio con il proprio cane RICORDA: guinzaglio, acqua, bocconcini premio Info: labdogo@gmail.com

TRA I PROFUMI DI PRIMAVERA E I CHIARORI DELLA LUNA Ore 20.30 presso il Borgo di Campolongo Concerto gratuito a cura del Coro Val Liona e del Coro Amici della Musica di Barbarano V.

DOMENICA 24 MAGGIO BORGO DI CAMPOLONGO ESCURSIONE GUIDATA “ANDAR PER ERBE” Partenza ore 9.00 dal sagrato della Chiesa di Campolongo con la Guida Naturalistica Jacopo Longo

INAUGURAZIONE ED APERTURA MOSTRA DEI PRODOTTI AGROALIMENTARI, ARTIGIANALI E DELLE ERBE SPONTANEE DELLA VAL LIONA ore 11.00 PRANZO DEL BORGO ore 12.00 TECNICHE DI UNA BOTTEGA ARTIGIANALE DEL ‘300 A cura della Compagnia del Gardello di Verona

CONFERENZE dalle ore 16.30 • COME MIGLIORARE LO STILE DI VITA SUL LAVORO • COME EDUCARE I FIGLI DA 0 A 15 ANNI PER UNO STILE DI VITA MIGLIORE Relatori: Dott. Giorgio Petrelli, chinesiologo e Dott. Sandro Butelli, Dir. del reparto igiene dell’ASL di Sondrio

CENA DEL BORGO ore 19.00

SERATE GASTRONOMICHE Per tutto il mese di maggio prodotti tipici della Valle e con le erbette spontanee presso i ristoranti aderenti RISTORANTINO AG. DA VALENTINO Via Casona 10, San Germano dei Berici - 0444 868002 PIZZERIA CA’ MARTINA Via Croce, Zovencedo - 0444 893177 TRATTORIA DA VIGHETO Via Fontanelle 16, Grancona - 0444 889539 TRATTORIA ISETTA Contrada Pederiva 96, Grancona - 0444 889521

Patrocinio Regione del Veneto

Provincia di Vicenza

Comune di Zovencedo

Coldiretti Vicenza

INFORMAZIONI Unione Colli Berci Val Liona: Tel. 0444 868037 dalle 9.00 alle 13.00 mostravalliona@gmail.com - Pro Val Liona: Tel. 0444 889215 - info@provalliona.it


Arzignano

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Una storia da non dimenticare Amleto e Igino Caneva, due ragazzi morti nel campo di concentramento di Lukenwalde ai tempi della Seconda Guerra Mondiale Di Giuseppe signorin

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iamo nel 1940, Amleto, diacono nella Congregazione dei Giuseppini con la ferma intenzione di diventare sacerdote, chiede la dispensa temporanea ai suoi superiori e si presenta al Distretto Militare per arruolarsi volontario nella Fanteria. Viene mandato prima a Mantova e poi a Milano. Dopo la caduta di Mussolini del 25 luglio 1943, in tantissimi pensano di prendere il treno per tornare a casa. Fra questi Amleto. Alla Stazione di Milano Centrale, però, l’8 settembre, viene fatto prigioniero dai tedeschi e spedito in Germania assieme a molte altre migliaia di nostri soldati. I genitori ricevono appena una lettera al mese e per di più sicuramente censurata. Papà Mario gli può inviare ogni tanto, grazie alla Croce Rossa Internazionale, un pacco pieno di vivere di prima necessità e di vestiario pesante. Ma di queste cose ben poche ne vede Amleto e quelle che vede le distribuisce ai suoi compagni. Per tutti

“Prima di morire gli viene riferito che nel piccolo cimitero del lager c’è la tomba di un certo Caneva” Amleto è un santo. Dopo 9 mesi di sofferenza se ne va in cielo, a causa della fame, del freddo e della tubercolosi. È il 21 giugno 1944. Igino, di quattro anni più giovane, è nato nel primo trimestre del 1926, l’ultimo scaglione ad essere chiamato alle armi dal Governo della Repubblica di Salò. Papà Mario lo fa assumere in qualità di meccanico nella locale concessionaria FIAT sperando in un

La storia vera e straziante di Amleto e Igino Caneva è stata raccontata ai genitori, con le lacrime agli occhi, da don Vittorio Poloni, un sacerdote trevigiano a cui capitò di assistere e porgere l’estrema benedizione a entrambi i fratelli, essendo anche lui deportato nello stesso lager.

esonero. Ma nemmeno lì pensa che il figlio sia al sicuro e allora lo porta a Peschiera del Garda, dove c’è una grande officina tedesca di riparazione di veicoli militari, la TODT. Purtroppo, però, dopo dieci giorni di permanenza il Comando tedesco raduna nel cortile dell’officina tutti gli operai italiani riferendo che una fabbrica in Germania ha bisogno di 15 operai meccanici. Vengono estratti i nomi a sorte ed esce Igino. Dalla Germania Igino scrive di essere discretamente contento per il trattamento riservatogli e nei giorni festivi cerca il fratello, ignorando quello che è successo ad Amleto. Dopo poche settimane però la sua fabbrica viene rasa al suolo e Igino viene internato in un lager. Nel frattempo l’esercito russo sfonda le linee tedesche. Gli aguzzini del campo dov’è

internato Igino se ne vanno liberandosi delle divise naziste e prendendo i vestiti dei loro prigionieri. Il freddo costringe Igino e compagni a indossare le divise naziste, motivo per cui i russi li incatenano e li portano a piedi verso l’Unione Sovietica. Igino, dopo due giorni di cammino, riesce a convincere un capitano russo che lui è un prigioniero italiano e viene lasciato nel lager di Lukenwalde, dove c’è un piccolo ospedale. Ma c’è poco da fare. Prima di morire gli viene riferito che nel piccolo cimitero del lager c’è la tomba di un certo Caneva. Igino si fa portare in barella e scopre che si tratta del fratello. Dopo due giorni arriva anche per lui sorella morte. È il 20 luglio 1945. La guerra è già finita da 3 mesi.


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Mestieri come una volta tempi difficili per il lavoro, ma c’è chi trova il modo di fare qualche pasDi Giuseppe signorin so avanti tornando indietro...

BARBER SHOP

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loriano Baldo, classe 1990, i primi capelli li ha tagliati giovanissimo. A 13 anni era già aiuto barbiere in un salone di Chiampo, suo paese natale. Uno sgabellino sotto il lavatesta per arrivarci e via con la lunga gavetta che l’ha portato il primo aprile di quest’anno ad aprire il suo Barber Shop solo al maschile ad Arzignano. E non è uno scherzo. “Ho sempre avuto il desiderio di far rivivere la vecchia figura del barbiere, come una volta. Il rito di farsi la barba, i capelli, chiacchierare fra maschi, tutto come accadeva un tempo.” Anche l’estetica del salone è molto significativa.

Volevo uno stile che facesse subito capire i miei obiettivi. Ci sono anche riferimenti all’ambiente inglese e poi tutto è comunque rivisitato in chiave moderna, per stare al passo coi tempi, così vecchio e nuovo convivono.

biate… Non capiscono questa idea, di un salone solo al maschile. Ma il mio obiettivo è molto semplice: voglio solo recuperare una certa ritualità di un tempo e specializzarmi nei tagli tipici da maschio. Foto Angelica Lazzaro

Che differenza c’è fra i tagli maschili e femminili? I tagli maschili sono molto più difficili, anche se di solito si pensa il contrario. Se sbagli di un millimetro in un uomo si vede subito. E le donne? Come hanno reagito? Le donne sono arrab-

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Arzignano suono - ci spiega Andrea Nardi. C’è una tendenza alla standardizzazione. Noi lavoriamo invece in maniera artigianale con un obiettivo opposto: tirare fuori la ‘vera musica’ di un pianoforte.” La musica è un affare di famiglia fin dai tempi del nonno Giovanni, suonatore e insegnante di violino. “A quei tempi, per andare a scuola di violino il nonno partiva in bici fino a Vicenza, si cambiava prima di entrare in classe perché era tutto sudato e poi ritornava indietro dopo la lezione.”

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L’ANIMA DEI PIANOFORTI

Terza generazione di musicisti. Noi siamo la terza generazione ma vogliamo portare avanti un’idea di artigianato musicale legata alla tradizione, partendo da una profonda conoscenza degli strumenti. Ogni pianoforte ha la sua personalità.

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ochi sanno che in via Trento, a qualche decina di metri dal negozio di strumenti musicali della famiglia Nardi, c’è un deposito di pianoforti vecchi anche due secoli che papà Bruno ha procacciato in giro per l’Europa

nel corso degli anni. Grazie a un lavoro di fino i figli Andrea (classe ’73) e Fabio (classe ’69) riescono a restaurare questi pezzi antichi e unici ridando loro il suono che li contraddistingue. “Oggi gli strumenti hanno tutti lo stesso

Il piano più vecchio che avete restaurato? Uno Schauz del 1750 su cui abbiamo lavorato per tre/quattro anni, che ora è qua in zona. Ma non possiamo dire altro perché è un’informazione top secret…

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uoi un bagno serio o spiritoso? Sensuale o monacale ? Colto e pieno di libri, oppure romantico, con candele dovunque? Lo vuoi elegante o eccessivo? Seriale o personale? Vuoi che sia un nido d’amore o un posto dove stare da soli? Lo vuoi ricco o semplice? Coloratissimo e antidepressivo o bianchissimo? Classico o shabby chic? Lo vuoi poetico o lo preferisci perfetto? Estetico o terapeutico ? Protettivo o estroverso? Minimalista o massimalista ? Ordinato o anarchico? Per un bambino o per un bambinone? Resinato o ecologico? Caldo o Freddo? Disegnato da Designer famosi o disegnato da Te ? Ti aspettiamo a Gambellara, nel nostro negozio, con il caffè già pronto per Te. E 2000 mq. di idee per il Tuo bagno.

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Voglia di RAP

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ualche anno passato nel marketing e nel mondo dell’Entertainment prima di iniziare una nuova avventura come General Manager di Fame Music, un paio d’anni fa, quando viveva a Dubai. Elisabetta Faggiana, classe ’82, ha girato il mondo e ancora continua a girarlo, mentre è alle prese con un nuovo concorso, il Global Rap Superstar Italy. “È un contest online per trovare rapper emergenti di qualità in tutta Italia – ci spiega. Dopo il successo ottenuto negli Stati Uniti abbiamo deciso di portarlo anche in Italia”. Può partecipare chiunque? Tutti i rapper d’Italia, arzignanesi compresi. Chi deciderà?

Inizialmente il pubblico attraverso delle votazioni (che sono già iniziate). Poi la giuria di qualità composta da nomi chiave della scena rap italiana: Paola Zukar (Manager di Fabri Fibra, Marracash, Clementino), Jacopo Pesce (A&R di Universal Music), 2nd Roof (producer di fama internazionale che lavorano con Emis Killa, Club Dogo, Fedez, per citarne alcuni) e Guè Pequeno, che non credo abbia bisogno di presentazioni! Di cosa ti occupi in Fame Music? Ho seguito il progetto fin dall’inizio e nel giro di qualche anno il team si è ampliato. Abbiamo la sede centrale a Londra e io gestisco tutta la parte operativa della società (composta ora da una quindicina di persone). Il mio lavoro spazia dal creare nuove opportunità, nuove competizioni, a selezionare i partner e la giuria a poi coor-

Un mese di Animes

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er tutto il mese di maggio Arzignano sarà invasa da eventi artistici di varia natura, grazie ad Animes, festival che per il terzo anno si prende la scena cittadina forte dei 5000 visitatori della scorsa edizione dedicata al tema dell’aria. “È stata la volontà e il supporto dell’assessore alla Cultura e Politiche giovanili Mattia Pieropan a spingerci oltre la prima edizione, ‘Ardens’, del 2013 - ci racconta l’organizzatore, Matteo Vanzan. Nel tempo siamo riusciti a creare un programma annuale fatto non solo del festival, ma anche di mostre personali e incontri che si svolgono durante l’anno in biblioteca. “Still water: l’arte incontra la natura”, il tema di quest’anno. Uno sguardo rivolto al mondo e

alla natura, alla ricerca di quel Paradiso terrestre che stiamo perdendo per sempre. Ci saranno performance di piazza come quella di B/Sheridan che coinvolgerà lo spettatore in una vera e propria indagine per capire il nostro sentire personale sulle tematiche legate alla salute e all’ambiente. Anche la rassegna musicale è molto più articolata

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Di giuseppe signorin

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dinare le campagne marketing con il team di Londra. Che tipo di musica, solo rap o altro? Tutti i generi. Fame ha l’obiettivo di diventare il sito di riferimento per tutti gli artisti emergenti. L’obiettivo è quello comunque di creare effettive opportunità di carriera a livello nazionale e internazionale.

rispetto alle scorse edizioni, grazie alla presenza di artisti quali Olly Riva (cantante di Shandon e The Fire), il Magnetofono, il Minimal Kletzmer Trio. Perché un festival culturale? In Italia esistono enormi potenzialità e talenti. Generazioni che hanno una oggettiva difficoltà ad esprimersi e a trovare la giusta strada per vivere nel mondo della cultura. Io stesso, da musicista, ho vissuto questa amara realtà e ora, con l’Amministrazione di Arzignano e la MV Eventi, vogliamo poter dire di aver creato un’isola felice. I luoghi del festival? La Biblioteca civica, location poliedrica per proiezioni e performance; poi piazza Marconi per le performance di ballo, di arte relazionale e di street art; e i due locali main partner di Animes, A’dam Cafè e l’Enoteca Palladio che presenteranno una serie di concerti e spettacoli acustici e di musica d’autore.


Arzignano

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A-Team donne “C”... siamo! Di MARIO PIOTTO

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anno brindato alla promozione in serie C con sei giornate d’anticipo, continuando comunque a combattere fino alla fine per coronare il secondo obbiettivo stagionale: quello di un campionato senza macchia, sfuggito solo all’ultima giornata. Un’annata comunque da incorniciare per le ragazze dell’A-Team Futsal femminile, squadra arzignanese nata quest’anno mettendo assieme la passione e la voglia di mettersi in gioco di un gruppo rivelatosi unico. E invincibile... o quasi: 18 vittorie, un pareggio e quella sola sconfitta nel cammino delle azzurre, brave a sorprendere per prime… loro stesse. “Abbiamo iniziato senza pretese - ammette mister Roberto Tregnago -: io ho puntato prima di tutto ad

amalgamare il gruppo, con tante ragazze di età e trascorsi calcistici diversi. Da lì via via il progetto ha preso forma”. “Ed è proprio il gruppo il segreto del nostro successo - fa eco la capitana Grazia Pegoraro -, attraverso un percorso che ci ha unito risultato dopo risultato. Ognuna ha dato il massimo lavorando per le altre, e un gran-

de merito va dato al mister, che ha sempre dato a tutte il giusto spazio”. Tregnago, alla prima vera esperienza in una panchina femminile, dopo tanto maschile, spiega poi che “il pregio delle ragazze è che imparano meglio. Oggi impostando un lavoro tattico come con il maschile si ottengono grandi risultati, e scopri che la differenza, come in tutte le altre discipline la fa solo il fisico. I risultati sono arrivati con il gioco, e di questo sono soddisfatto, con migliore attacco e miglior difesa dalla nostra”. “Sono orgogliosa di aver fatto parte di questo gruppo - chiude Pegoraro - unito dentro e fuori dal campo. Dico grazie alle mie compagne, e al presidente Daniele Pistorio”. E il prossimo anno? “Adesso è presto per parlarne - aggiunge Tregnago -. Di certo spero in un progetto ambizioso. Sarà difficile ripetere un’annata così, ma se daremo a questo gruppo la possibilità di misurarsi ancora assieme con la nuova categoria, sono certo che potremo fare bene”. Tra le idee in cantiere anche quella di tornare a tutti gli effetti ad Arzignano, dopo una stagione passata “in trasferta” a Montebello: la nuova categoria potrebbe aprire le porte del PalaTezze.

Pallone in buca

I

l calcio è lo sport nazionale ma quasi nessuno sa che si può praticare anche in un campo da golf. Al Golf Club Ca’ Daffan da qualche tempo c’è proprio questa possibilità: fare buca con un pallone. Come si gioca a Footgolf? “È semplicissimo - ci spiega Anna Diletta Daffan. Basta un pallone da calcio numero 5 e un paio di scarpe da ginnastica o da calcetto. Si gioca nello stesso campo in cui si gioca a golf. Lo scopo è far entrare il pallone all’interno della buca con il minor numero di colpi possibili!” Come vi è venuta l’idea? I ragazzi del Footgolf Vicenza, capitanati da Davide Moretti, cercavano un campo in

cui allenarsi e noi abbiamo colto l’opportunità. È un ulteriore modo per far conoscere il mondo del golf. La nostra realtà si scosta molto dall’immagine snob che in molti hanno. Da quanto c’è al Golf Club Ca’ Daffan? La prima prova è stata fatta l’11 aprile 2015 e 50 persone hanno sperimentato per la prima volta gratuitamente. Un successo che ripeteremo. Com’è la risposta della gente? Siamo ancora agli inizi ma direi ottima. Anche i nostri associati golfisti hanno provato volentieri.

Avete una squadra? Per il momento no, ma ci saranno novità al riguardo. Saranno organizzate alcune gare dove anche i principianti potranno partecipare. Se squadre di calcio o calcetto, singoli o amici, desiderassero provare, possono mandare un messaggio a segreteria@ golfclubcadaffan.it o semplicemente sulla nostra pagina Facebook.


montecchio

Consegnati gli alloggi sociali realizzati dall’ater in viale europa grazie alla ristrutturazione e al recupero di un palazzo esistente Di giuseppe signorin

C

inquantuno appartamenti sociali per altrettante famiglie. Un valido progetto, diventato realtà, contro l’emergenza abitativa: lo ha firmato l’Ater di Vicenza in collaborazione con l’Amministrazione comunale, per dare una risposta alla richiesta di soluzioni nell’ambito dell’edilizia residenziale pubblica. E in questo caso non si parla di nuove costruzioni, ma di un efficace intervento di recupero dell’esistente. L’Ater, grazie

ad un finanziamento di 2 milioni e 650 mila euro assegnato dalla Regione Veneto a seguito dell’approvazione del Piano Strategico delle Politiche della Casa nel Veneto, ha infatti acquistato e ristrutturato un grande palazzo situato in viale Europa. Gli appartamenti, rimessi a nuovo, sono stati consegnati nel corso di una cerimonia che ha visto la partecipazione del presidente

dell’Ater Valentino Scomazzon, del sindaco Milena Cecchetto con gli assessori Carlo Colalto e Maria Paola Stocchero, dell’assessore regionale Elena Donazzan e del consigliere regionale Nicola Finco, i quali hanno consegnato le chiavi alle numerose famiglie assegnatarie presenti. «Sono giornate come questa – ha detto il presidente Scomazzon - che danno senso al lavoro dell’Ater e ci motivano a compiere ogni sforzo possibile per nuovi traguardi. Un grazie alla Regione che, come sempre, ci ha sostenuto economicamente per permetterci di dare risposte concrete alla crescente domanda di case sociali». «Ringraziamo l’Ater e la Regione – ha affermato il sindaco Milena Cecchetto – perché grazie alla sinergia che vede coinvolto anche il Comune riusciamo a dare una soluzione abitativa a un gran numero di fa-

miglie montecchiane. Per loro questa è una giornata veramente speciale». L’Assessore Donazzan ha evidenziato l’ulteriore dimostrazione di quanto l’Ater di Vicenza sia all’avanguardia nelle politiche dell’edilizia residenziale pubblica, mentre il consigliere regionale Finco ha espresso apprezzamento per la qualità del lavoro svolto e per la sinergia tra Regione, Ater e Amministrazione. Il complesso è costituito su sei livelli, dal piano interrato al quinto, suddiviso in due vani scale con ascensore e circondato da giardini e spazi a verde. Il piano interrato è composto da 40 posti auto, 4 magazzini e depositi oltre ad 11 autorimesse. L’immobile è composto di 13 monolocali, 34 mini e 4 bicamere, e quasi tutti gli appartamenti sono dotati di terrazze, mentre quelli al piano terra hanno portici e giardini esclusivi. Tutte le unità hanno portoncini blindati, serramenti pvc, pavimenti in ceramica nella zona giorno e listoncini in legno nella zona notte.

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Nuovi appartamenti per 51 famiglie

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montecchio

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cRONACA

lavori

vandali al parco di piazza carli

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na serie di atti vandalici compiuti nel parco di Piazza Carli hanno causato danni per circa 3.000 euro. Ignoti hanno abbattuto in più punti la staccionata, lanciando pezzi di legno tra i cespugli, hanno divelto alcune tavole di una giostra, danneggiando anche i gradini e allentando i cavi di acciaio che la sostengono, hanno spezzato a calci il rubinetto di una fontanella e hanno provato a forzare, danneggiandolo, un pozzetto di irrigazione. I tecnici comunali hanno già eseguito un sopralluogo, per conteggiare i danni e sta-

bilire come procedere per la riparazione degli elementi distrutti dai vandali. Saranno visionate le immagini del sistema di videosorveglianza della zona per risalire ai responsabili.

cultura

accordo per il teatro s. antonio

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l Comune e l’Associazione Culturale Theama Teatro hanno siglato un accordo che affida a quest’ultima la gestione dei servizi necessari al funzionamento del Teatro

Sant’Antonio di via Pieve a e la promozione dell’attività teatrale e culturale presso il teatro stesso. Theama si occuperà dell’apertura e della chiusura del teatro, dell’accoglienza del pubblico e dei servizi di biglietteria e potrà utilizzare gratuitamente il teatro per lo svolgimento di spettacoli, attività laboratoriali e di formazione. “Grazie a questo accordo - afferma il sindaco Milena Cecchetto - la nostra città potrà avvalersi di un contributo culturale di altissima qualità e la proposta teatrale ne trarrà sicuramente dei grandi benefici”.

la rotatoria del cavallo si fa bella

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a Pro Loco di Alte Montecchio ha “adottato” la cosiddetta rotatoria “del cavallo” lungo la SR11. L’associazione ha infatti elaborato un progetto di riqualificazione del rondò in cui svetta il grande cavallo di ferro realizzato da Pietro Cantù per celebrare il sacrificio di chi ha contribuito al progresso civile, sociale ed economico di Alte. La Pro Loco si occuperà della rotatoria per i prossimi due anni, grazie anche all’aiuto di aziende montecchiane sponsor dell’iniziativa (Fis s.p.a., Cassa Rurale e Artigiana di Brendola, Zorzetto Acciai Speciali, Svecom s.p.a.) e in collaborazione con il Comune. L’intervento prevede la pulizia del monumento del cavallo e la riqualificazione dell’aiuola con essenze sempreverdi e fiori.

lavori

al via le asfaltature

È

iniziato il nuovo piano delle asfaltature e sistemazioni stradali programmato dal Comune. È infatti partita la prima fase degli interventi, che interessa le vie Trieste, Tecchio, Lorenzoni, Passau, IV Novembre e Roma. Il programma nei prossimi mesi prevede la sistemazione dei marciapiedi di viale Vittoria, via Murialdo e via Piazza Vecchia e del

tappeto di usura di via Gualda. Successivamente toccherà alle vie Nievo, Svevo, Ponte Guà, Monti, Tecchio, De Amicis, Parise, Archimede e Strada Romana. In programma, sempre nei prossimi mesi, anche gli interventi nelle vie Europa, Bruschi, Borgo e Cordellina, dalla rotatoria di via Pizzocaro fino al confine con Sovizzo. Del piano degli interventi fa parte anche il consolidamento strutturale della frana di Via Bernuffi.


brendola

Di valerio luison

ritorno in termini di promozione cultua Rocca dei Vescovi si prepara rale e turistica che può rappresentare per a lanciare il guanto di sfida ai Brendola”. Costo dell’operazione, 270mila Castelli di Giulietta e Romeo, euro, cioè più o meno la metà dell’ultimo nell’elenco dei più bei siti storistralcio, quantificato in circa 500mila euro, ci “con vista” del nostro territoe che servirà come detto per scavare - anche rio. Presto infatti il gioiello brendolano - le letteralmente - nel passato di questa gloriocui prime testimonianze sono documensa e millenaria sentinella del tempo. Antico tate attorno all’anno 1000 - riaprirà i batriparo vescovile, da cui il nome, nel XIII tenti al pubblico, secondo un progetto di secolo è ceduta da Bartolomeo da Breganze restauro che prevede l’installazione di una alla comunità brendolana, con la promesscala per raggiungere una sa di garantire in cambio terrazza panoramica sulla Il Comune punta protezione e ospitalità ai sommità. Un progetto svivescovi di lì a venire in caso a concludere luppato in tre stralci: ultidi necessità. Cela storie di l’opera entro mato il consolidamento (inassedi e incendi, passaggi di il mandato tervento da 180mila euro), mano attraverso i Carrara, si passa alla posa della scala gli Scaligeri, e poi la Sereinterna in vetro e acciaio per il raggiunginissima, fino allo stato di abbandono dei mento del tetto, e quindi alla prosecuzione giorni nostri. Adesso la storia promette dello studio archeologico di cui la struttura di riservarle un nuovo capitolo. L’unico è stata oggetto negli ultimi mesi. Alla base interrogativo? Manco a dirlo… il tempo. della Rocca, le analisi hanno infatti rivelato “L’idea sarebbe stata di procedere già enla presenza di tracce, sepolte dal tempo, di tro i prossimi mesi - aggiunge Vignaga, pozzi ed elementi strutturali che adesso si ma l’emergenza delle scuole, con il compunta a riportare alla luce. “Ma questa sarà plesso piano di riorganizzazione in atto, la fase conclusiva - spiega l’assessore ai Laci ha costretto a spostare le scadenze. Ciò vori Pubblici Silvano Vignaga -: abbiamo non toglie che resta una priorità: superate infatti deciso di dare priorità all’operazione le urgenze si parte e, salvo imprevisti, sarà per la riapertura e alla scala, pensando al un’opera inserita entro il nostro mandato”.

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10 anni di s.o.g.it

L’associazione di sostegno S.O.G.IT Brendola in corteo per festeggiare i 10 anni di attività.

Il prefetto in COMUNe

Il Prefetto di Vicenza Eugenio Soldà ha incontrato il Sindaco Ceron. Sul tavolo dell’incontro politica, immigrazione e legalità.

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Una Rocca con vista panoramica

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Nuova vita per la Regina Pacis Di mario piotto

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l capitello della Regina Pacis di Chiampo, Michela Pieropan lo conosce bene. Lo sguardo di quella dolce signora con il bambino in braccio l’ha vista crescere, giusto di fronte alla casa della sua infanzia, dove ancora oggi vive la mamma. Ricorda perfettamente l’affetto che ha sempre legato la sua famiglia a quelle due creature, che pur nel silenzio della pietra sapevano parlare al cuore. Il padre si occupava di controllare che la candela fosse sempre accesa, la madre di non far mai mancare un fiore fresco. E la dolce signora era sempre lì, ad ascoltare preghiere, a confortare lacrime, a condividere gioie e dolori dei tanti che si fermavano al suo cospetto. “Sento come se il compito della nostra famiglia spiega Michela, oggi mamma 43enne - sia sempre stato quello di accudirla. Ecco perchè ho deciso di attivarmi per restituire il

capitello all’antico splendore del passato”. Il piccolo tempietto, eretto attorno agli anni ’20 come voto di un milite scampato alla Grande Guerra, un tempo era meta d’obbligo per ogni buon fedele di

Chiampo e dei dintorni: l’appuntamento da non perdere poi era in occasione della sagra della Madonna della Pace. “Gli anni però sono passati, oggi la sagra non c’è più, e nonostante ancora si celebri la messa in ricordo di questa ricorrenza, il capitello mostrava tutti i segni del tempo. Allora ho deciso di attivarmi per rimetterlo a nuovo”. Un voto, che Michela fa in nome della sua bambina, affinchè la dolce signora continui attraverso le generazioni a ricambiare il grande amore della famiglia Pieropan. “Mi hanno dato una mano un po’ tutti, in primis l’amica Mari e l’Associazione Fanti, oltre a Angelino Tibaldo, fondamentale per il restauro”. In breve il tempietto è stato ripulito e rimesso a nuovo, e salutato con cerimonia ufficiale dalla comunità di nuovo in festa. La Regina è tornata al suo posto, di sentinella silenziosa, capace di ascoltare, di dare conforto, e di strappare anche solo uno sguardo al passante più frettoloso.

Restituiamo il sorriso al Nepal Di MARIO PIOTTO

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a situazione resta drammatica, e a complicare le cose ci si mette la burocrazia”. Giordana Astegno però non molla, anzi, la sua battaglia per dare una mano alla popolazione nepalese piegata dal sisma è solo all’inizio. La chiampese, 42 anni, conosce bene il tetto del mondo, perché proprio in quelle zone opera da anni con la sua agenzia “Shambhoo Travel”, specializzata in viaggi in India e Nepal. Di fronte al disastro non è riuscita a stare con le mani in mano, e assieme all’amica Susanna Di Cosimo, travelblogger del blog SusIndia, ha lanciato un ponte di solidarietà. La burocrazia, dicevamo: “Sembra incredibile - spiega - ma al momento c’è una montagna di aiuti fermi in aeroporto a Katmandu, perché è difficilissimo avere

l’ok per importare in Nepal beni di prima necessità”. L’iniziativa di sostegno si appoggia al nepalese Karnabi Balani, amico e collega che si sta adoperando in prima persona per dirottare ogni forma di aiuto alle reali necessità. “È una persona speciale, che lavora tra la gente e ne conosce le esigenze, così da non sprecare nessun aiuto. La cosa bella è che grazie agli amici delle associazioni Rotellando e Liberamente abbiamo de-

stinato una parte degli aiuti ai disabili che vivono in loco”. Per dare una mano non ci sono limiti: “Chiunque voglia aiutarci è il benvenuto, con la certezza che davvero sarà un sostegno speso nel modo migliore. I nepalesi sono un popolo poverissimo, ma di grande cuore, e basta poco per restituire a questa gente il loro meraviglioso sorriso”. Per contribuire basta un clic su www.gofundme.com/t34u2j8r.


nogarole - san pietro mussolino

Di marco alessandri

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prodotti della tradizione locale sono una ricchezza inestimabile. Le nostre colline e la nostra produzione agricola hanno potenzialità di espressione straordinarie, tra sapori antichi da riscoprire e interessanti novità da proporre sulla tavola. Di questa certezza la famiglia Lovato ne ha fatto la propria bandiera, tant’è che ai Lovati a Nogarole ha voluto dar vita a una nuova realtà e a un nuovo prodotto: il “Balsamico di Casa Lovato”. “Ho sempre sognato di poter dare una nuova vita alla casa dove sono nato, valorizzando i prodotti della nostra terra e salvaguardando il territorio – spiega Pietro Lovato, imprenditore che esporta il design italiano e il Made in Italy nel mondo con le sue poltrone per ufficio – e dopo anni di ricerche e studi abbiamo trovato il verso giusto. Il nostro balsamico è un prodotto totalmente nuovo per la zona, anzi siamo una realtà unica in Veneto, ma il

segreto è il sapiente uso delle straordinarie materie prime autoctone, tra cui l’uva Durella e la ciliegia Durona. L’invecchiamento e la maturazione avvengono attraverso una serie di botti di diverse dimensioni, tutte realizzate con le-

gnami pregiati. Affinché i batteri possano lavorare continuamente, la temperatura viene mantenuta costante e, piccola curiosità, per stimolarli facciamo ascoltare loro le soavi note di un’arpa. Attualmente è un prodotto giovane, 5 anni, un equilibrio tra aromi aciduli e dolci che la gente apprez-

A scuola di veneto

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scuola ci hanno sempre detto: non parlare in dialetto, parla in italiano! Certo parlare bene l’italiano è importante – commenta il consigliere comunale Susy Bocchese – ma non per questo dobbiamo abbandonare la lingua veneta, che non è un dialetto ma la nostra lingua madre. Quando l’“Academia de la Bona Creansa” ci ha proposto di fare un corso di lingua veneta a San Pietro abbiamo accettato subito mettendo a disposizione gli spazi, e devo dire che sta avendo un successo incredibile. Con i confronti tra veneto, latino, tedesco, spagnolo e anche

il cimbro, si vede davvero che il veneto ha le sue regole, una sua grammatica”. Intanto alcuni cittadini si sono riuniti in comitato e si sono attivati spontaneamente per far sì che il popolo veneto sia riconosciuto a livello internazionale. Sindaco, che cos’è il censimento del popolo veneto?

za già moltissimo. Ma lasciamo tempo al tempo, e vedrete!” Questo prodotto ha già intercettato l’interesse di alcuni importatori canadesi che hanno visitato circa 30 aziende venete, tra cui la Balsameria, negli ultimi giorni di aprile. “È stata una iniziativa di Veneto Promozione – continua Lovato – su incarico della Regione del Veneto e in collaborazione con la Camera di Commercio Italiana a Montreal, con l’obiettivo di avviare rapporti commerciali di esportazione delle produzioni venete oltreoceano. L’esito è stato positivo, hanno apprezzato il gusto e la genuinità del nostro prodotto e speriamo che si converta in futuro in una importante collaborazione internazionale”. La famiglia Lovato ha già pronti altri assi nella manica, sempre per valorizzare al meglio le eccellenze locali, ma per ora non si vogliono sbilanciare e mantengono il massimo segreto. Non ci resta che rimanere in attesa.

“È un censimento di appartenenza – spiega il primo cittadino Gabriele Tasso – in cui chi si sente veneto ha la libertà di dichiararlo. L’amministrazione dà solo sostegno e risonanza, ma si tratta di un atto spontaneo: un cittadino compila un semplice modulo in cui dichiara di appartenere al popolo veneto e autorizza il comitato a portare i documenti alla sede ONU di Ginevra, poi si reca presso il proprio comune, lo fa protocollare e infine lo invia al comitato. Essendo un diritto riconosciuto sia dalla legge italiana che dal diritto internazionale, questa possibilità non può essere negata. L’hanno fatto molti popoli, tra cui i ladini che sono qualche migliaio. Vuole che noi in Veneto, che siamo milioni, non riusciremo in questa impresa? Presto nascerà il comitato della valle, per cui sarà ancora più facile diffondere l’iniziativa”. m.a.

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Il balsamico che piace oltreoceano

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montorso - montebello

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Uno sguardo al futuro Di mario piotto

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are il sindaco è un’esperienza che ti fa vedere le persone e il tuo paese in un’ottica nuova e che cambia la tua vita in un modo molto coinvolgente”. A un anno dall’elezione a primo cittadino di Montorso, Antonio Tonello traccia un bilancio molto positivo del cammino, soprattutto umano, che ha fin qui percorso. “Come sindaco diventi una persona pubblica, che deve per forza rinunciare a una parte della sua vita privata. Ogni azione e ogni parola assumono un’importanza particolare, perché

il sindaco rappresenta l’intera comunità del suo paese”. Insomma, una bella responsabilità e un ruolo che negli ultimi anni, a suon di tagli dello Stato, è diventato sempre più impegnativo. In questo primo anno di amministrazione, cosa avrebbe voluto fare in più? Sicuramente più opere pubbliche per il paese, per esempio proseguendo il restauro di Villa Da Porto, ma i continui tagli mettono in difficoltà i Comuni. Solo nell’ultimo anno Montorso ha subito un taglio di ulteriori circa 120 mila euro.

Quali sono i principali obiettivi da qui alla fine del mandato? Sono obiettivi che abbiamo indicato nel programma elettorale. Penso ai collegamenti ciclopedonali tra la zona Rogge e il centro e tra via 4 Novembre e la zona artigianale, al miglioramento degli edifici delle scuole medie ed elementari, alla tutela dell’ambiente contro l’inquinamento dell’acqua e dell’aria, agli interventi per la sicurezza idrogeologica e all’ulteriore valorizzazione di Villa Da Porto come polo culturale del paese. E nell’ambito del sociale? Penso soprattutto ai giovani. Come Amministrazione ci impegneremo per farli vivere in un contesto sociale sano e stimolante, in modo che possano esprimere appieno le loro grandi risorse, anche a servizio della collettività.

Magnabosco, anno uno Di lisa dugatto

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empo di parziali bilanci per la nuova Amministrazione comunale di Montebello, prossima a spegnere la prima candelina. “Scusi il ritardo, faccio una telefonata ed arrivo”: il sindaco Dino Magnabosco ci accoglie così, trafelato tra un incontro e una chiamata di cittadini che lo reclamano. “Il rapporto diretto con la popolazione è stato uno dei nostri primi obiettivi – racconta – quindi va bene così. Se capita, che mi fermino pure per strada! Da subito abbiamo cercato di creare un clima di fiducia e di apertura, lavorando con trasparenza e concretezza. Il paese ha recepito bene il nostro atteggiamento e pian piano si è generato un circolo virtuoso di collaborazione, grazie al quale stiamo tra l’altro riuscendo a potenziare i servizi abbassando i costi. Un esempio? Il trasporto nelle frazioni, che grazie

alla collaborazione con il Circolo Auser ora pesa sul bilancio meno di un terzo rispetto a prima. Quali sono gli altri principali obiettivi raggiunti? La valorizzazione del castello tramite un evento che contiamo di ripetere, la conclusione dell’iter amministrativo per la realizzazione della rotatoria sulla SR11 in Località Padana, l’assegnazione degli orti urbani, la riqualificazione delle aree verdi e la prossima riapertura dei campetti di via Fogazzaro. Che difficoltà avete incontrato? La burocrazia statale in generale e, soprattutto, il Patto di Stabilità, che ci lega letteralmente le mani. Come definisce il rapporto con le opposizioni? Collaborativo. Si pongono in maniera costruttiva, non criticando sterilmente, ma

apportando il loro contributo con idee, suggerimenti, consigli. Il prossimo obiettivo? Migliorare la qualità della vita, in termini di aria che respiriamo, sicurezza stradale, inquinamento acustico: con Montorso e Zermeghedo stiamo lavorando a un “Piano di moderazione traffico veicolare”, in fase di studio dopo il protocollo d’intesa.


montorso - zermeghedo

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uecento alunni della scuola primaria “Da Porto” di Montorso si sono ritrovati in piazza Malenza per leggere a voce alta i loro libri preferiti e dire a tutti che la lettura è importante. L’occasione, la Giornata Mondiale del Libro. Alla presenza del sindaco Antonio Tonello, dell’assessore all’istruzione Daniela Brunello e dell’assessore alla cultura Diego Zaffari, degli insegnanti e di molti genitori, gli studenti si sono riuniti all’insegna dello slogan “I libri sono come la mente: funzionano solo se li apri”.

I bambini hanno alternato letture di gruppo a letture personali, in un clima di festa e in una piazza colorata anche da molti cartelloni che riportavano alcune delle frasi più significative scelte dai libri. “Attraverso i libri – sottolinea l’assessore all’istruzione Daniela Brunello – gli alunni scoprono il mondo che li circonda e imparano a distinguere le fiabe dalla realtà. Un plauso va alle insegnanti che hanno organizzato questo bellissimo flash mob”.

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l Cafè Trussardi di Milano, tra le meraviglie del progetto Terra Berica presentate da Vicenza è, c’era anche lui, il gobeto di Zermeghedo. Nato nel 2010, su iniziativa della Pro Loco di Zermeghedo per recuperare vecchie ricette per la preparazione di biscotti e valorizzare il vino “Recioto” prodotto dalle aziende agricole locali, il gobeto da allora di strada ne ha fatta molta, diventando sempre più famoso anche fuori dal territorio comunale. Il 5, 6 e 7 giugno, però, sarà proprio il suo paese natale a tributargli gli onori con la festa a lui dedicata, giunta quest’anno alla terza edizione. Il programma prevede un ricco stand gastronomico, musica, giochi, passeggiate con i pony e balli, il tutto in un’atmosfera country tipica di un villaggio western. Momento clou il pranzo su prenotazione della domenica, gestito dal ristorante La Marescialla. Il menù sarà interamente dedicato al gobeto e ai suoi ingredienti, il tutto con l’accompagnamento dei vini della strada del Recioto.

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opo Chiampo e Arzignano, quest’anno è stata la volta di Zermeghedo. Festeggiamenti unificati per la Valle del Chiampo in occasione della festa del 25 aprile. Grande partecipazione da parte dei sindaci e amministratori di tutti i Comuni, di rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni, ma anche di semplici cittadini che insieme hanno celebrato il 70° anniversario della Festa della Liberazione. È toccato al sindaco di Zermeghedo Gianluigi Cavaliere tenere il discorso ufficiale: “Ritrovarsi ogni anno in occasione del 25 aprile - ha sottolineato il Sindaco - non è un esercizio di pura testimonianza, ma è soprattutto uno dei modi per rinnovare, anno dopo anno, l’adesione della nostra comunità ai valori della democrazia, della libertà, della giustizia, della pace”.

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Flash mob Il gobeto va La libertà pro lettura alla grande va difesa

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le facciamo di tutti i colori

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Lonigo

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Chi sarà il nuovo sindaco Di Lino ZONIN

La griglia di partenza per le elezioni comunali leonicene del 31 maggio è pronta. Sei sono i candidati alla poltrona di sindaco, e ben 182, divisi in 13 liste diverse, quelli alla carica di consigliere comunale. Dei primi ne resterà solo uno, degli altri, 16, con una scrematura superiore al 90 per cento. La Lega Nord e Forza Italia, i due principali partiti del centro destra, non sono riusciti a trovare un candidato condiviso e si presentano alla gara elettorale in forma separata Al momento, tutti sono più o meno convinti di farcela, come è giusto che sia quando si affronta una sfida così impegnativa.

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Chiara Gianesini

Luca Restello

Luigi Tassoni

a giunta uscente guidata da Giuseppe Boschetto indica nel segno della continuità la candidatura di Chiara Gianesin, 40 anni, sposata, una figlia, insegnante e assessore all’istruzione e al teatro. È sostenuta da tre liste “Una proposta Chiara”, “Lonigo oggi e domani” e “Democratici per Lonigo”, espressioni, con sfumatura diverse, del centro sinistra cittadino.

a Lega Nord propone Luca Restello, 49 anni, sposato, tre figlie, avvocato e insegnante, già assessore alla Protezione Civile in una passata amministrazione. È sostenuto da due liste gemellate, “Cambiamo Lonigo”, coagulata attorno a Luca Bolla, e la lista civica “Silvio Bragolusi”.

l nome che la Lega ha scartato, quello di Luigi Tassoni, è il capolista dell’altra formazione di centro destra, composta anch’essa da tre liste: “Tassoni per Lonigo”, “Forza Italia” e “Lista Civica per Lonigo”. Tassoni, 54 anni, sposato, due figli, funzionario dell’Ulss n. 5, è stato per quasi trent’anni sindaco di Alonte e si propone per salire su un’automobile di cilindrata superiore.

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LONIGO

IL 31 MAGGIO ALLE AMMINISTRATIVE VOTA

ChIARA GIANESIN SINDACO DI LONIGO

“MI METTO IN GIOCO, PER LA NOSTRA CITTÀ” LEGALITÀ E TRASPARENZA: adesione alla “Carta: Codice Etico per la buona politica” per promuovere la cultura della legalità e della trasparenza nella Pubblica Amministrazione SICUREZZA: Tenenza dei Carabinieri; Vigile di quartiere; più telecamere nei punti critici LAVORI PUBBLICI: miglioramento dell’arredo urbano; miglior utilizzo dei parcheggi; manutenzione degli impianti sportivi e degli immobili comunali; sistemazione del parco giochi dell’Ippodromo; ristrutturazione e messa in funzione dei bagni pubblici esistenti SOCIALE: affidamento di alcuni servizi comunali ad una Cooperativa Sociale; ricognizione delle barriere architettoniche; realizzazione di “Residenze Assistite” SCUOLE: attivazione del car pooling per il trasporto scolastico; valorizzazione degli indirizzi delle Superiori; sostegno al collegamento tra il mondo del lavoro e la scuola; completamento della Cittadella degli Studi; sostegno alle scuole materne parrocchiali e ai progetti qualificanti l’autonomia scolastica; adeguamento alle norme di sicurezza di tutti gli edifici scolastici

Committente responsabile: Franco Rebesan I.P.

OGGI e DOMANI

AGRICOLTURA: sostegno all’attività di ricerca dell’Istituto Strampelli; difesa e valorizzazione delle aziende agricole e dei prodotti tipici locali; istituzione del mercato contadino; tutela del paesaggio rurale e collinare TURISMO E PROMOZIONE DEL TERRITORIO: realizzazione di una pista ciclabile fino a Bagnolo; creazione di un Ufficio Turistico con personale competente multilingue; realizzazione di un progetto di turismo enogastronomico coinvolgendo le realtà locali e dell’area URBANISTICA: attivazione del “Piano degli Interventi” per uno sviluppo sostenibile, riducendo al minimo il consumo di territorio DONNE: sostegno ai bandi e alle iniziative che promuovono le pari opportunità; attivazione dello “Sportello Donna” GIOVANI E CULTURA: sostegno alla Consulta dei Giovani anche tramite la riorganizzazione dell’Ufficio Informagiovani; sostegno e valorizzazione della biblioteca, del Teatro Comunale e delle associazioni per far sì che Lonigo diventi il centro culturale dell’area; coinvolgimento dei giovani nelle iniziative sociali, culturali e di promozione del territorio


Lonigo

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Andrea Dal Maso

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ue sono le liste che sostengono Andrea Dal Maso, 31enne ingegnere di Almisano, sposato e padre di due figli: “Per una nuova civica”, che si ispira al movimento “Rete Nuova”; e “Civitas Leonicena”, che fa capo all’ex consigliere comunale di minoranza Paolo Rosin.

Cristian Lovato

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capo della lista del “Movimento 5 Stelle” c’è Cristian Lovato, tecnico informatico di 38 anni, sposato, tre figli, titolare con la moglie di un negozio nel centro

di Lonigo.

alle elezioni comunali

vota

dalla parte del cittadino Committente resp. Andreea Enea

Luca Lazzari

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ista unica anche per Luca Lazzari, 53 anni, impiegato bancario e corrispondente della stampa locale, consigliere comunale ininterrottamente dal 1997, portacolori del “Movimento dalla parte del cittadino”.


Lonigo

Di STEfano canola

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esta grande in città domenica 10 maggio per i 50 anni dell’Associazione donatori di sangue. Oltre al mezzo secolo, altri numeri sono di tutto rispetto e danno motivo d’orgoglio al presidente Giuliano Brun e al suo staff. Il Gruppo di Lonigo (nato autonomo e dal 1983 sotto le bandiere Fidas) è il secondo per consistenza nella provincia (più di 800 i donatori attivi, oltre 1000 le sacche annue prelevate) e il primo per nuovi iscritti (un centinaio in ciascuno degli ultimi quattro anni!). “Siamo stati chiamati a spiegare ai gruppi berici come funziona il nostro sistema di proselitismo – raccontano Lino Marchetto e Dario Palladin, due ex presidenti (Angelo Moro fu il primo, come Fidas si sono succeduti anche Giorgio Nicolin e Bruno Lussardi). Il biglietto d’auguri al compleanno con l’invito di portare un amico a donare, i calendari da muro, la cassetta

presso l’Ospedale dove riporre il modulo d’iscrizione, i messaggi sui nuovi mezzi di comunicazione sono alcune delle strade

battute. E poi il lavoro con le scuole: dalla primaria in su seminiamo per il futuro e per invogliare i genitori, mentre le quinte superiori rispondono in prima persona con entusiasmo. Sfornare gadget non basta, ci vuole alla base un programma preciso”. Ne è passato di sangue nelle vene di chi soffre dai tempi delle trasfusioni “da braccio a braccio”, con le chiamate d’urgenza dell’Ospedale a qualsiasi ora del giorno e della Sfilata 4° festa provinciale notte. Ora si sceglie online la data Fidas 7-6-1987. pio Tem 6 prescelta e al tradizionale venerdì di Sotto: 2 giugno 199 del Donatore Valdobbiadine ogni settimana si sono aggiunti un sabato al mese e dal 2015 anche un mercoledì mensile. La forza d’urto dei numeri può aprire qualche porta. C’è una nuvola all’orizzonte: la possibile intenzione dell’Ulss 5 di chiudere il laboratorio analisi ed “esternalizzare” il servizio di prelievo del sangue, appaltandolo a qualche cooperativa. Speriamo che i prossimi mesi non la facciano diventare un temporale.

Strapalladio successo confermato

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erza edizione della Strapalladio e successo confermato per la marcia non competitiva leonicena. La mattina del 19 aprile erano in tanti sui percorsi tracciati da Ivan Borin e dal suo staff (in linea con le edizioni precedenti, forse quattromila o giù di lì):

6, 12 e 21 km a seconda delle capacità e della tempra, ma sempre all’insegna della voglia di esserci. Pure il tempo ha dato una mano: il temporale della sera prima non ha rovinato l’effetto e sui sentieri panoramici dei colli e sulle cavezagne a margine dei vigneti si camminava spediti. L’agonismo

no, quello lasciamolo ad altri eventi: alla Strapalladio vincono tutti, l’importante (davvero!) è partecipare e vedersi nella foto con la famiglia, gli amici, il cane o il completino nuovo da jogging. I problemi ora sono “di crescita”: la manifestazione muove numeri notevoli e le responsabilità sono proporzionali. Benito Franchetti, per esempio, ha deciso di lasciare la cabina di regia, lamentando l’assenza della polizia locale a regolamentare il traffico, con il peso della sicurezza stradale di fatto sulle spalle degli organizzatori. Da qui all’aprile 2016 c’è tutto il tempo per mettere a fuoco la questione e risolverla. s.c. foto Circolo fotografico leoniceno

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50 anni e grandi numeri per la Fidas

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sarego

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I gioielli di Sarego Di Giovanni Salviati

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nche sui Colli Berici un distretto di economia solidale e responsabile, che li connetta ai numerosi distretti già esistenti in Italia e in Europa. E Sarego come tappa in questo traguardo. È il sogno di Equistiamo, cooperativa mista che, dopo 8 anni come organizzatrice della manifestazione “Gusti Berici”, è passata a questo obiettivo più ambizioso e strutturato. “A Sarego – spiega il presidente di Equistiamo Aldo Prestipino – siamo in contatto, in pieno accordo col Comune, con una serie di associazioni e imprese locali legate a socialità, agricoltura e turismo vissuti in modo responsabile, per realizzare assieme un progetto di valorizzazione delle eccellenze locali in questo senso. Fino ad ora abbiamo coinvolto realtà come il gruppo di acquisto solidale, la biblioteca, la Coldiretti, alcuni agriturismi, i

‘Combattenti e reduci’ e altre ancora. Intanto, sul sito Facebook del Comune, proponiamo a tutti i seraticensi un questionario che ci informi con precisione sul grado di conoscenza di queste realtà in zona. Ci siamo accorti che Sarego è un territorio sottostimato da questo punto di vista”. Intanto si parte il 21 giugno, con un evento probabilmente itinerante che faccia incontrare alla gente queste bellezze naturali e frutto della storia del luogo e si sta già pensando a un evento di fine estate. Entrare, come traguardo finale, nel novero dei Distretti di eco-

nomia solidale (nell’ambito dei quali è nata per esempio una legge che riconosce le fattorie sociali, per il recupero e l’aiuto a persone svantaggiate) negli intenti degli organizzatori significa partecipare a una rete che può contribuire a uno sviluppo in questa direzione dei Berici e di Sarego in particolare, e a una difesa delle ricchezze specifiche e tradizionali di questa zona. Lo stimolo iniziale è dato. I mesi prossimi testimonieranno quante persone saranno pronte a cogliere l’occasione per arricchirla e personalizzarla col proprio apporto in vista di un bene comune.

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casa

Primavera... voglia di cambiamento. Dopo la grigia stagione invernale, anche per la casa è tempo di rinnovamento: ridipingere le pareti, rinnovare i tessuti, prendersi cura del giardino e del terrazzo, cambiare la disposizione dei mobili... ma anche programmare lavori di ristrutturazione più impegnativi. In questo caso, anche per quest’anno, ci sono buone notizie e numerose opportunità per chi vuole sistemare casa. Cosa dice, infatti, la legge di sta-

bilità 2015 a proposito della ristrutturazione casa e del bonus mobili, e cosa cambia invece a partire dal 2016? La Legge di stabilità ha prorogato per il 2015 le detrazioni fiscali del 50% per il recupero edilizio delle case e del 65% per quanto riguarda il risparmio energetico degli edifici. Dal 2016, però, tutto cambierà nuovamente e si ritornerà all’aliquota minima. Infatti, sia per gli interventi di ristrutturazione sia per il cosiddetto “ecobonus” le

detrazioni fiscali saranno fissate al 36%. Intanto, però, è stato confermato anche il bonus mobili che invece sarebbe dovuto scadere con la fine del 2014. Le detrazioni fiscali restano inalterate per tutto il 2015 e cioè al 50%. Ricordiamo che per poter accedere a questa agevolazione, la spesa non deve superare i 10mila euro e deve essere contestuale a interventi di ristrutturazione edilizia dell’abitazione.


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Villa Rosa, con incentivo per ristrutturazione

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fficienza, comodità, tecnologia su misura. Sono queste le solide basi di una casa a marchio negro vittorio costruzioni, azienda di Chiampo dalla consolidata esperienza nel ramo edile, ma soprattutto realtà dove il futuro… è oggi. innovazione e sperimentazione sono infatti le linee guida di ogni progetto Negro Costruzioni, una scommessa vinta anche in tempi in cui il settore più spesso ha privilegiato scelte a basso costo nell’immediato, ma senza garanzie dal punto di vista del risparmio e della riduzione dei consumi a lungo termine. Proprio in questo la Negro Group ha voluto distinguersi, aggiungendo alla grande professionalità acquisita in 50 anni di attività, un aggiornamento costante secondo le più moderne tecnologie di progettazione, e un lavoro in sinergia con progettisti e impiantisti, per realizzare case al massimo dell’efficienza. Tecnologia del risparmio, consapevolezza energetica, confort, tutela dell’ambiente: questo vuol dire saper credere nel potenziale delle fonti rinnovabili, e già oggi l’azienda è in grado di costruire case che, con impian-

ti solari termici, fotovoltaici, pompe di calore o impianti a biomassa e geotermici, producono autonomamente acqua calda, con involucri edilizi che non disperdono calore. Porta la firma della Negro Costruzioni il primo edificio casaclima classe a dell’intera vallata, a San Rocco di Arzignano, ed è in fase di conclusione e pronto per la consegna un altro fabbricato CasaClima classe A a San Bortolo, con consumo annuo previsto di 19 kw per m². Tutto questo con piena garanzia di comfort a ridotto impatto ambientale, abbattimento dei costi e rivalutazione dell’immobile nel tempo. Negli ultimi mesi l’azienda ha inoltre ultimato due case totalmente prive di allacciamento all’impianto a gas, e una “casamodello”, che diventerà una vera e propria vetrina da presentare a clienti e scolaresche, per diffondere la conoscenza di tutte le più avanzate applicazioni domotiche ed energetiche di settore. E i costi di tanta modernità sono ampiamente a portata: una Casa Clima in classe A costa solo fino al 10% in più rispetto ai prezzi di un immobile equivalente, anche stando ai livelli del boom edilizio di pochi anni fa. E con gli incentivi per le ristrutturazioni è possibile ancora usufruire del rimborso massimo di 48mila euro, anche per l’acquisto di abitazioni totalmente ristrutturate. Ecco perchè l’efficienza oggi conviene di più.

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l benessere in casa, a ridotti consumi e su misura per qualsiasi esigenza, è un concetto che da oggi si può riassumere in una sola parola: Fluicom. L’azienda termoidraulica di Chiampo, da quasi 22 anni sul mercato dell’impiantistica e automazione industriale, ha saputo declinare l’eccellenza professionale raggiunta con le imprese, alle necessità più particolari di uso domestico, diventando partner scelto della Negro costruzioni per l’installazione di impianti ad alta efficienza in case con il massimo degli standard di abbattimento dei consumi. Fluicom, come detto, nasce con una connotazione prima di tutto industriale: oggi l’azienda opera nel settore energia, realizzando sistemi di cogereazione e trigenerazione per il settore industriale. Il customer service lavora progettando impianti ritagliati su ogni richiesta particolare, in ambiti dove molto spesso mancano protocolli operativi standard. È in grado, infine, di seguire processi di automazione industriale, sia nell’implementazione software, sia nella produzione di componentistica e sistemi di controllo. Ma è nel settore casa che ora

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I.P. Fluicom punta ad allargare sempre di più le sue potenzialità. In completa sinergia con la filosofia Negro Costruzioni, Fluicom crede in uno sviluppo tecnologico al passo con i tempi, e improntato al massimo grado di efficenza energetica e abbattimento dei consumi. Tutto questo, a uso domestico, si traduce nella possibilità di installare sistemi di ventilazione meccanica controllata, per il ricambio d’aria senza dispersione termica, ma anche pompe di calore ad alta resa, e dispositivi per ottenere acqua calda attraverso fonti rinnovabili, senza la necessità di allacciamento all’impianto a gas. E non solo. Fluicom infatti crede che una casa da vivere bene sia in grado di coniugare funzionalità, risparmio ma anche armonia delle forme: ecco perchè è anche rivenditore autorizzato di arredo bagno dei migliori marchi. Per conoscere da vicino il mondo Fluicom basta fare un salto alla casa modello realizzata in collaborazione con la Negro Costruzioni, e farsi illustrare tutte le possibilità di un ambiente abitativo davvero moderno, efficiente e a misura d’investimento.

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Tendenze 2015: voglia di colore

Quali sono le tendenze e le anticipazioni che arrivano dalle principali fiere del settore? I segnali lanciati dall’Homi, la fiera dedicata al lifestyle che si è tenuta a Milano a gennaio, parlavano chiaro: fiducia nel futuro e tanto colore. Archiviate le tinte neutre, largo a una tavolazza composita per una ventata di aria fresca che ha contagiato tutti i settori, dal tessile al complemento d’arredo passando per la tavola e la cucina. Indicazioni confermate anche dal Salone del Mobile 2015 che ha chiuso i battenti ad aprile. La traccia principale è stata quella dell’ecosostenibilità, un’attenzione al green in cui l’artigianato incontra l’innovazione e scopre nuove soluzioni: il legno che si unisce al titanio, il vetro all’alluminio per un design modulare e ironico. Grande protagonista la terra con

materiali naturali come il marmo di Carrara, legno, lino, cotone. Ma rimanda ai toni della terra anche il colore dell’anno, il marsala: caldo e intenso, rosso e marrone, in grado di comunicare un forte senso di sicurezza e dalle proprietà rilassanti. Altro elemento centrale la luce, a cui l’ONU dedica il 2015. È una presenza in grado di dare

forma a tutti gli ambienti della casa, con soluzioni particolari e dall’effetto scenografico. Protagonisti i lampadari a sospensione, grandi, suggestivi e originali: vetri di murano che incontrano la tecnologia led, ma anche materie plastiche, leggere e resistenti. Tanti i modelli, dai fastosi decori barocchi alle linee essenziali e stilizzate. Linee essenziali anche per il mobilio, con soluzioni salvaspazio che aiutano l’organizzazione familiare con un pizzico di humor. Un dettaglio che si ritrova immancabilmente in ogni salotto è la libreria, non solo per chi ama i libri ma anche come oggetto d’arredamento e come raccoglitore delle memorie di famiglia. Infine, una curiosità: l’amaca in salotto, per stuzzicare lo spirito di viaggio anche fra le pareti di casa.


I.P.

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bitare adesso è più facile, grazie a Centomo Casa. L’esperienza nel settore dell’arredamento della storica azienda di Chiampo fa spazio da oggi a nuovi importanti servizi professionali a disposizione del cliente, diventando supporto specializzato nella filiera di finitura o ristrutturazione immobiliare. Centomo Casa è il nuovo marchio del gruppo, per una casa firmata Centomo non solo nel mobile di qualità, ma anche nella scelta di pavimenti, serramenti e porte, tendaggi e complementi d’arredo. E non è finita qui: Centomo Casa è in grado di muoversi in autonomia anche nella progettazione e nella realizzazione di scale da interno o esterno, e nella completa finitura di bagni, con posa di impiantistica, sanitari, vasche o docce. Il servizio di consulenza si avvale della professionalità di una rete di esperti posatori, gessisti, idraulici, elettricisti e carpentieri, in grado di rispettare qualsiasi esigenza e garantendo la massima armonia tra i singoli interventi. Centomo Casa, un unico interlocutore lungo tutto il percorso per completare casa in modo semplice e veloce, o per ristrutturazioni nel massimo della tecnologia e della personalizzazione. In una sola scelta, la possibilità di abbattere i consumi energetici secondo le più moderne applicazioni tecnologiche, e approfittare dei vantaggi fiscali che consentono detrazioni fino al 65% della spesa sostenuta, nella piena certezza di affidarsi a veri professionisti dell’abitare. Centomo Casa: semplicemente casa tua.

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Sua maestà il legno È sinonimo di casa calda questo materiale dalle doti eccezionali e da sempre utilizzato per rendere confortevoli gli ambienti grazie alle sue caratteristiche di isolante termico e acustico, alla grande elasticità e resistenza. Il parquet è sempre più protagonista delle nuove tendenze dell’abitare, ma si assiste anche al ritorno della boiserie come elemento per rendere più accogliente la casa, realizzata in modo da esaltare il legno e le sue venature. Particolari sono le boiserie che hanno una parte funzionale e diventano per alcune porzioni libreria o vetrina.

Anche quando si parla di infissi, il legno rappresenta una scelta intramontabile. Tante in questo caso sono le varietà di legno tra cui scegliere ed è possibile anche optare per infissi misti, in alluminio verso l’esterno e in legno sul lato interno della casa. Oggi, per garantire un elevato

isolamento termico, si utilizzano vetri basso emissivi e selettivi: i primi in grado di limitare le dispersioni, i secondi di controllare la trasmissione del calore all’interno dell’edificio. Ricordiamo che per tutto il 2015 chi sostituisce le vecchie finestre può beneficiare dell’ecobonus.

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La casa del futuro

Al CES, la fiera internazionale tenutasi a Las Vegas nel gennaio scorso e dedicata a tutte le novità dell’elettronica di consumo, è andata in scena la casa del futuro. Ma sono già molte le applicazioni attive che consentono di gestire e monitorare da remoto, da smartphone o tablet, il funzionamento degli elettrodomestici di casa. Questo avviene scaricando app dedicate che in alcuni casi offrono anche spiegazioni sulla tecnologia degli elettrodomestici, permettendo così di sfruttarne al meglio le potenzialità: per esempio fornendo indicazioni preziose per caricare correttamente la lavatrice o la lavastoviglie oppure preparare ricette come i grandi chef. Nel caso, per esempio, di

un forno, si può accedere a un ricettario infinito, creare il menu desiderato e inviare all’apparecchio la segnalazione di programmare in automatico la cottura delle pietanze desiderate, in base ai parametri impostati. Vi sono modelli che si collegano in tempo reale anche con i social come Facebook, per condividere per esempio il risultato di una preparazione al forno. A volte è persino possibile il dialogo tra gli stessi elettrodomestici: la lavatrice può dare informazioni sul carico del bucato all’asciugatrice oppure frigorifero e lavastoviglie sono connessi tra loro (per esempio usando il calore generato dal frigorifero per riscaldare l’acqua utilizzata per il lavaggio in lavastoviglie).

Calendario dei lavori La casa va controllata con una certa costanza perché solo così è possibile mentenere l’edificio in efficienza e intervenire tempestivamente non appena si riscontra qualche danno, con conseguente risparmio. Il tetto è un elemento fondamentale ai fini della durata di tutto l’edificio. Qualsiasi sia la tipologia di copertura, devono essere eseguiti controlli visivi periodici, con cadenza non superiore a un anno in modo da evitare l’insorgere di fenomeni di infiltrazione. Ogni cinque anni, invece, potrebbe essere utile la consulenza di un tecnico per un’analisi più approfondita. Anche per gli infissi è buona norma fare un controllo due volte l’anno, prima dell’estate e dell’inverno. In questo modo si previene il degrado e si può intervenire per tempo sul film di vernice che protegge il materiale.



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Il boom del “fai da te” Sarà l’istinto a risparmiare che ha incontrato la passione per rinnovare gli ambienti, ma la spinta al “fai da te” è sempre più forte. Secondo recenti sondaggi, il 51% degli italiani si arrangia per le piccole riparazioni e alcuni lavoretti domestici. Oggi, quando si parla di hobby, se il passatempo culinario è sempre in testa (25,4%), il “fai da te” segue ormai a breve distanza (22,2%). I lavori fatti da sè più diffusi riguardano la sistemazione di elettrodomestici, la creazione di oggetti di arredamento, lavoretti di idraulica o elettrici, imbiancare i locali ma anche sostituire pia-

strelle o posare il parquet. Se è vero che il “fare” si impara soprattutto con l’esperienza, un po’ di studio non guasta e ciò spiega il proliferare di corsi specializzati, anche online, con guide e tutorial. Se poi, navigando in questi siti, magari cercando le istruzioni per la saldatura, vedrete o leggerete di tante donne all’azione, non stupitevi. Secondo un sondaggio di Casa. it, il 29,3% delle donne dichiara di riuscire a fare

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