Corriere vicentino marzo aprile 2015

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Copia omaggio / anno XVI / marzo-aprile 2015 Stampato su carta ecologica

notizie dal

L’intervista

Alessandro Preziosi lavorare alle Fiji

Vicentini nello spazio

“Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Vicenza” - 0,42 E

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Silenzio, Si alza il Sipario

ed entra in Scena la feSta. Sarà un momento esclusivo, un’espressione armonica di colori e profumi per un risultato speciale. “Sarà la festa dei sogni. Il nostro impegno spiega Genny Bozzolo organizzatrice di eventi e titolare dell’agenzia Il Veliero di Arzignano - è dare espressione ai desideri di chi ci chiede di occuparci del suo evento. Qualunque esso sia, un convegno, una festa aziendale, una serata a tema, un compleanno, una ricorrenza o un matrimonio”. L’agenzia Il Veliero fa navigare i desideri nelle acque sicure di un’esperienza ventennale nella ristorazione e di una rete consolidata di contatti. Il capitano, Genny Bozzolo, qualificato maitre italiano, assicura fantasia e suggerimenti insoliti grazie ad una continua formazione e ad una particolare agilità nel cogliere le novità. Una festa è sempre possibile, con qualsiasi budget e partendo da una consulenza gratuita: “In questo momento iniziale noi capiamo la sensibilità e le esigenze di chi ci chiama, il cliente può cogliere la nostra professionalità”. Il Veliero, con uno staff di oltre 100 collaboratori, ha un’anima in movimento. “Ora - continua Genny - ci stiamo attivando per offrire soluzioni anche on line, un modo veloce e immediato per capire che la festa si può fare e può essere indimenticabile. E poi la novità di un libro dove raccoglieremo le tante esperienze parte del nostro bagaglio e lo sterminato mondo che ruota intorno all’organizzazione di un evento: sarà il racconto di un dietro le quinte intricato quanto basta per entrare in scena in modo incantevole”.

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nfrancorner gia

elisabetta badiello

REGOLE D’UFFICIO

Gianfranco Sinico

Gelato al pistacchio

G

li anni e gli amici che se ne vanno mi invitano a meditare sulla vecchiaia, verso la quale sto correndo a piccole allegre falcate. Mi guardo rare volte allo specchio, che mi rassicura sul fatto che nessuna donna farebbe follie per portarmi sotto le sue coltri. Però non cambierei minimamente il mio tempo, i miei sogni, la mia famiglia per un cespuglio di capelli in più o per venti chili di ciccia in meno. Invecchiando, sono diventato più tollerante e meno critico con me stesso: sono diventato mio amico. E andiamo d’amore e d’accordo. Perché riporre in freezer questa squisita crema al pistacchio? Fammela finire. La accompagnerò con un prosecco. Quale dottore? Oggi mi va così. Perché non mi rifaccio il letto? Potrei rispondere perché non ci viene nessuno(a). In realtà è che mi va così. Sono disordinato? Può darsi, ma ho visto troppi cari amici lasciare anzitempo questa valle di lacrime senza aver raggiunto la grande libertà che nasce dalla vecchiaia. Chi può sgridarmi se sto a leggere o a strimpellare al computer sino alle quattro del mattino? Chi osa processarmi se mi alzo giusto per l’aperitivo? Sono distratto? A dire il vero mi dimentico tante cose, anche importanti. Ma nella vita ci sono delle cose che devono essere dimenticate. Le risate delle signore scivolano fra i miei pochi capelli, s’incuneano nelle mie rughe e vanno a perdersi nell’incolta boscaglia della mia barba bianca. Non scalfiscono minimamente i baci ancora depositati sulle mia labbra e sulla mia pelle da chi ho amato e da chi amo. E poi alla naturale canizie si aggiunge il tacito diritto di dire e fare qualche vaccata. Ed ora lasciatemi mangiare in pace il mio gelato al pistacchio. Grazie.

S

i vive al lavoro gran parte della giornata ed è proprio il lavoro a scandire ritmi e scelte della nostra vita. A meno che non svolgiate un’attività in completo isolamento, lontano da tutto e da tutti, la vita lavorativa presuppone uno stretto contatto di gomito con colleghi e colleghe, capi e subalterni con i quali, vostro malgrado, siete costretti a convivere.

Ecco che diventa fondamentale il rispetto delle elementari regole di “vicinanza” per non rendere oltre modo un incubo dovere respirare la stessa aria per parecchie ore al giorno. Dall’uso morigerato di profumo all’occupazione abusiva delle superfici altrui, dal tono di voce nelle comunicazioni via cavo o via etere al consumo di cibo, tutto richiede una civile reciprocità e soprattutto rispetto. Se proprio non sopportate quel penetrante Paco Rabanne con cui il vostro vicino si inonda la mattina, fatelo presente, con i dovuti modi. Non alimentate la rabbia nutrendovi giorno dopo giorno di sopportazione. Così come se la vostra collega è regolare nel farvi la telecronaca attimo per attimo della serata appena trascorsa, sarà il caso di ricorrere a tutto il vostro savoir-faire per farle sapere che... non s’ha da fare!

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quinta colonna Ma Paolo Del Debbio, voi, lo guardate? Io sì, sempre, non riesco a farne a meno. Vedermelo lì, strizzato in un completino scuro di tre taglie in meno con il pancione che esplode nella camicia bianca, stravaccato sul tavolino che gli serve da canapè mentre con l’accento imparato dai fruttivendoli di Lucca dà e toglie la parola neanche fosse Santoro, mi dà delle vibrazioni indescrivibili, mi concilia con la tv. La sua “Quinta colonna” è il riassunto perfetto di come deve essere una trasmissione di successo: populista, faziosa, bugiarda, superficiale, incline a stimolare i peggiori istinti della bassa plebe, istigatrice di baruf-

Lino Zonin

fe a suon di insulti, diseducativa, pericolosa: insomma, tutto quello che ci vuole per fare spettacolo di questi tempi. Poteva il benzinaio con la doppietta Graziano Stacchio sfuggire al nostro attento conduttore? Certo che no, come testimoniano le decine di puntate tramesse in diretta da Nanto (da Nanto!) con la Danielona Santanchè ad augurare la morte a tutti i giostrai della Riviera del Brenta e loro a replicare con un’intervista nel quale i “porchi” erano più frequenti delle parole e il biiip acustico non riusciva a nasconderli. Questa è la televisione che ci piace!



opinioni

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Giuseppe Signorin

U

educare alle differenze

un paese che educa alle differenze non è un paese che legifera contro le differenze, affermando così che le due relazioni sono uguali, quando uguali non sono, con la conseguenza di aprire a scenari ingegneristici in cui le vite umane si producono in laboratorio, come oggetti. E su questo, per quanto io mi vesta piuttosto da sfigato, la penso come Dolce & Gabbana.

È

Lacrime sul ghiaccio

Stefano Canola

I

big dello sport, come tutti i big, non hanno bisogno d’avvocati d’ufficio quando hanno qualche problema in tribunale. Mi permetto comunque di spezzare una lancia a favore di Carolina Kostner, una delle atlete copertina dell’Italia. La pattinatrice altoatesina s’è beccata 16 mesi di squalifica dal Coni in primo grado con l’accusa d’aver “coperto” il suo ex fidanzato, Alex Schwazer, positivo al doping. Lei sostiene di non aver mai sospettato quello che stava succedendo, anche se non ha reagito mollando

Alberto Fabris

pensione fantasma

n paese che non educa alle differenze è un paese malato. Quali differenze? Per esempio quelle che ci sono fra una relazione omosessuale e una eterosessuale. Dire che sono la stessa cosa è un chiaro sintomo di differenzofobia. Basta considerare l’atto sessuale: nel primo caso, anche senza “protezione”, non si rischierà mai il gonfiarsi di un pancione; nel secondo, invece, sì, incredibilmente può accadere che in seguito all’atto si gonfi un pancione - quello della donna. Potrà sembrare assurdo, ma in sostanza una vita umana viene fuori così. E una vita umana, in teoria, non è un dettaglio. Quindi

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interno 8

subito il marciatore azzurro, ha aspettato del tempo. Era innamorata cotta di lui e questo le ha tolto un po’ di lucidità: ma la pena è sproporzionata, quasi fosse stata colta lei in fallo (Schwazer ha preso 3 anni e mezzo). Nel Paese dove un tempo i delitti passionali erano praticamente derubricati, dove si può far credere di possedere un appartamento al Colosseo o a Montecarlo a propria insaputa, lapidare Carolina mi sembra fuori luogo. Ma lasciamo che la giustizia faccia il suo corso, come dicono i politici.

una luminosa giornata di primavera, dai finestroni del capannone rassicuranti raggi di sole scaldano e inteneriscono i cuori degli assonnati operai. Cammino leggero con le mani in tasca, fischiettando Take Me To Church e riflettendo sui grandi temi dell’esistenza in attesa dell’inizio dell’attività. D’altronde l’agognato traguardo della pensione occhieggia da distanze non più siderali, ancorché lontane. È una luce tenue ma percepibile e nonostante il passare degli anni e dei governi sposti sempre più in là il traguardo, m’illudo di avvicinarmi passo dopo passo anche se la prospettiva è invecchiare tra queste mura fino a un’età un tempo impensabile. Improvvisamente mi incupisco pensando che quand’ero giovane le persone della mia attuale età si accomodavano sulle panchine del parco di fronte alle Poste in attesa di ritirare la meritata pensione. Eh già. Adesso mi pare come di sentirle sghignazzare alle mie spalle, forse mi indicano con il dito e dicono “guardalo, poverino”. Devo assolutamente scacciare questi cupi pensieri e trovare motivi di conforto in quella che mi appare improvvisamente una situazione intollerabile, ed eccolo lì: giovanissimo, appena sfornato dalle scuole professionali, vestito da giovanissimo, pettinato da giovanissimo, sorride da giovanissimo con quel giusto grado di incoscienza di chi, essendo giovanissimo, non sa a cosa sta andando incontro. Mi avvicino calcolando a spanne che lui andrà in pensione tra circa 50, 55 anni, gli passo accanto guardandolo con un sorriso enigmatico e gli faccio pat pat su una spalla. Lui mi guarda e non capisce.


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Il

sutra per i sin ma g ka

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f eisbuc girl Roberta Costantini

La fregatura del mestolo

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ecolari movimenti hanno tentato di scardinare la donna dal ruolo di massaia tra le quattro mura, ma poi il mestolo e l’intera bibliografia di Benedetta Parodi nel lasso di tempo del suo cotto e mangiato, quindi poco, hanno mandato a farsi bened(ett)ire tutto il sudore e i peli non depilati per protesta. Se le femministe sognavano scambi di porno tra le donne, oggi i traffici illeciti sono per l’ultima ricetta con il radicchio, mentre i dubbi esistenziali che affliggono le menti “parodiane” sono del tipo: quant’è un pugno di riso e, soprattutto, di chi è il pugno? Un giorno sforneranno il brasato perfetto e lo serviranno al marito: “Oh, grazie mille mamma!”. “Ma io sono tua moglie!”. Con gli scambi di porno tutto questo non sarebbe mai successo.

la bufala

IN

Nome Maria Giulia Marchiori Età 23 anni Vive a Camisano Vicentino Lavoro Modella, organizzatrice d’eventi Situazione sentimentale Fidanzata Aspirazioni Fondare un’agenzia di moda Cibo preferito Tartare di tonno

O CON DENI GGI S VIA

f DENIS l. to voglio scipparti, vorrei tan No vecchia signora, non . più fiato di me sorpassarti, ma hai molto

francesco meneghini

Bye bye Luna

L’

ultima, eclatante sparata è di alcuni mesi fa, quando un deputato (!) della Repubblica ha affermato che lo sbarco sulla Luna altro non fu che “una farsa”. Si potrebbe liquidare il tutto come un colpo di sole, ma indagando si scopre che i sostenitori di questa balzana teoria sono un bel drappello, nonostante i quasi 46 anni passati e il numero schiacciante di prove disponibili. Davvero c’è chi crede che gli Stati Uniti abbiano creato una messinscena (anzi 6 come gli allunaggi) coinvolgendo centinaia di migliaia di persone tra lavoratori e progettisti, per di più sotto il naso dei servizi sovietici? Non basta? Le immagini raccolte da diverse sonde (non statunitensi) confermano le aree di tutti gli allunaggi. Inoltre durante le missioni Apollo gli astronauti hanno posato sulla superficie lunare particolari specchi che ancora oggi ci permettono di misurarne con precisione la distanza, risultato? La cara Luna si allontana da noi di 38 millimetri all’anno…


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a domanda rispondo

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ROSELLA MANFRÈ

Dr. claudio Trainotti

TERAPIA DI COPPIA: ANCHE DA SOLI?

agevolazioni fiscali per la prima casa?

come ritornare in forma?

La risposta è sì. Una larga parte dei problemi di coppia possono essere affrontati lavorando con uno solo dei due partner o alternativamente con l’uno e con l’altro. Anche uno solo dei due membri della coppia potrà quindi rivolgersi a uno specialista senza necessariamente dover coinvolgere il partner nella decisione. Se è vero che le terapie di coppia prevedono la presenza in seduta di entrambe i partner, è altresì vero che la terapia “per” la coppia può prevedere momenti nei quali sia possibile o addirittura preferibile realizzare degli incontri separatamente. Chi vive una situazione problematica o sperimenta una difficoltà, potrà quindi chiedere aiuto allo specialista senza l’accordo del partner o addirittura senza coinvolgerlo. Sarà poi il professionista, esaminando a fondo il tipo di problema e la situazione presentata, a valutare se sarà possibile condurre la relazione di aiuto con uno solo dei due membri, o se sarà invece necessario coinvolgere il partner in qualche modo e almeno in qualche fase del percorso.

Si può usufruire delle agevolazioni prima casa anche quando si è titolari di altre case, purché si posseggano i requisiti richiesti. In primo luogo, è necessario essere residenti nel Comune in cui l’abitazione è ubicata oppure ottenere la residenza nel Comune dove l’immobile è ubicato entro diciotto mesi dall’acquisto. Inoltre non si devono avere altri immobili nel medesimo Comune in cui si intende acquistare. Bisogna, poi, non essere titolari di altri diritti su altra casa di abitazione acquistata con le agevolazioni in oggetto. La casa di abitazione oggetto di acquisto deve essere stata accatastata in una categoria diversa dalla villa e/o castello. Importantissimo, poi, è stare attenti a non perdere le agevolazioni fiscali accordate; per evitare che queste vadano in fumo e si paghino le relative sanzioni, non si devono vendere gli immobili acquistati con l’agevolazione per cinque anni dall’acquisto, a meno che, effettuata la vendita del detto bene nei cinque anni dall’acquisto, non si proceda al riacquisto di un’altra prima casa entro un anno.

Estate tempo di sole, vacanze e... diete. Come ogni anno è iniziata la consueta rincorsa primaverile alla forma smarrita! L’educazione alimentare ritorna come buon proposito con le sue indicazioni per piacere e piacersi in buona salute. Spesso chi chiede una dieta è convinto di conoscere cosa fare per star bene, ma purtroppo non è così e gli errori sono sempre gli stessi: - colazione frettolosa e senza carboidrati; - pranzo veloce (magari solo pasta) senza proteine; - cena spesso troppo abbondante. Credo sia evidente che dedicare del tempo alla tavola è salute, è socializzazione, è curare il nostro corpo. Oggi i ritmi di vita sono pressanti, ma sta a noi dare delle priorità, quindi iniziamo rinunciando magari a dieci minuti di sonno per concederci una bella colazione seduti con chi ci ama. È solo un inizio, ma se ce lo imponiamo, diventerà forse il più bel momento della giornata.

Mensile d’informazione Registrazione del Tribunale di Vicenza n° 965 del 12-01-2000 Bericaeditrice s.r.l. Direttore Responsabile Stefano Cotrozzi. Vicedirettore Nicoletta Mai. Caporedattore sportivo Stefano Canola. Redazione: Guido Gasparin, Giuseppe Signorin, Francesco Meneghini, Mario Piotto. Editorialisti Lino Zonin, Alberto Fabris, Elisabetta Badiello, Gianfranco Sinico, Luisa Nicoli. Art director Alessandra Peretti. Grafico Amos Montagna. Copertina foto di Ivo Peretto

Stampa: Cora Print Srl - Trissino (VI) Redazione e Sede legale Piazza Campo Marzio, 12 - 36071 Arzignano (VI) tel. 0444 450693 fax 0444 478247 e-mail: info@corrierevicentino.it Per la pubblicità: Alberto Faccin 335 5319350 Alex Bertacche 349 5183614 Federico Hanard 335 5293582

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amarcord

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“Non ammainiamo la penna!” Scetticismo nell’ambiente degli alpini per la riforma della leva che rischia di farli scomparire. Ma il gruppo è compatto... di Matteo Molon e Silvia Castegnaro La sezione A.N.A. di Vicenza conta più di 130 gruppi e oltre 20 mila iscritti e, con queste cifre, risulta una delle più rappresentative d’Italia. Il presidente provinciale degli alpini dal 1998 è Ruggero Rossato. Al primo sguardo lo si potrebbe facilmente immaginare nei panni del corazziere: il portamento, la stretta di mano sicura, la parlata schietta e senza incertezze rivelano un carattere aperto, vivace e infatti, non appena la discussione tocca il tema dell’abolizione della leva, Rossato si appassiona. La riforma della legge sul reclutamento è già stata votata e approvata con larghissima maggioranza da entrambe le Camere e nel giro di sette anni dovrebbe entrare effettivamente in vigore. Il futuro sembra perciò segnato. Rossato ci spiega che “l’A.N.A. è stata l’unica associazione d’Arma a schierarsi apertamente e fin da subito contro questa legge, perché riteniamo che sia un aggiramento di un dovere costituzionale”. “Gli Alpini rischiano di scomparire - continua - e così la nostra fonte di ricambio si esaurirà. Noi pensiamo che gli alpini siano una forza interna che debba essere preservata: abbiamo una versatilità d’impiego che difficilmente si riscontra in altri corpi. Una nostra diretta emanazione, la Protezione civile, è un chiaro esempio dello spirito alpino, che si crea prestando servizio e che vuol dire collaborazione, solidarietà, impegno: valori che si concretizzano anche in questi giorni negli interventi d’emergenza

in Val d’Aosta, Piemonte e Liguria. Ci aspetta un esercito di soli volontari professionisti e retribuiti. [...] Ma ritiene che l’esercito sia ancora necessario? Per capirlo bisogna fare una premessa e porsi una domanda: riusciremo a vedere la pace planetaria tra breve? A malincuore devo dire di no! Se ci fosse la pace, sarei il primo a dire che un esercito sarebbe inutile, anche perché si parla sempre di un esercito di difesa. L’internazionalizzazione dei conflitti ha portato a far sì che anche le guerre che hanno per teatro paesi geograficamente lontani da noi, in realtà ci tocchino da vicino e rendano necessario un nostro intervento, attraverso i contingenti delle forze di pace dell’Onu. I punti di crisi sono molti e polli come Milosevic, sfortunatamente, ne nasceranno sempre.

Falsi scoop sulla nostra pelle Guido Maran, un anno dopo. Una riflessione sulla difficoltà di conciliare obiettività e diritto di cronaca. di Gianmaria Pitton Vi ricordate di Guido Maran? Un ragazzo normale, normalissimo. Un ragazzo con molte fortune nella vita: nato in un contesto economico e sociale ricco; vissuto in una famiglia unita, che gli voleva bene; inserito in un luogo di lavoro sano, dove era stimato ed apprezzato; amici sinceri con cui trascorrere il tempo libero, con cui confidarsi. Un ragazzo come tanti. Guido è morto un anno fa, per cause del tutto natu-

rali (come gli esami successivi hanno accertato in via definitiva), in una discoteca. Un referto medico stilato forse con superficialità ha acceso il sospetto che dietro la morte del ragazzo ci fosse la droga, oppure l’alcol, o entrambi insieme. E’ bastato questo perché la notizia del decesso di Guido Maran rimbalzasse sulle cronache locali e nazionali, diventando un tipico esempio del binomio “droga & discoteca”, quando l’argomento imperava su tutti i giornali e le televisioni. Perché notizie di questo genere sono davvero succulente per una redazione: un ragazzo morto in discoteca, “forse” (che poi diventa “quasi”, anzi “certamente”) per overdose. Che c’è di meglio per imbastire pagine e pagine di giornale, ore e ore di riprese televisive, passando al setaccio la vita del ragazzo, della sua famiglia, del circondario? Da una parte i giornalisti ad assediare la casa e l’esistenza della famiglia Maran, brandendo taccuini e telecamere come altrettante armi puntate nel nome del diritto di cronaca; dall’altra i politici e i tuttologi di professione a sdottorare sulla necessità di “fare qualcosa”, di “prendere provvedimenti” contro la “piaga della droga”. E in mezzo, i parenti e gli amici di Guido, a gridare inutilmente la sua innocenza; loro, gli unici a conoscerlo davvero, gli unici a non essere ascoltati. Poi la notizia che fa fare marcia indietro a tutti: le analisi di laboratorio confermano la versione della famiglia, Guido non aveva preso nulla, la sua morte poteva accadere ovunque, in ogni momento. La notizia viene data, ma “ovviamente” con molto meno risalto, e non è certo sufficiente per rimediare alla sistematica demolizione della vita del giovane operata fino a quel momento. Si spengono le telecamere, i taccuini vengono chiusi, e la famiglia rimane con una “collezione” enorme di pagine, articoli, ritagli, registrazioni, cassette che fanno a pezzetti la vita di un normale ragazzo qualunque, in nome del “diritto di cronaca”. Ad un anno di distanza il clamore della vicenda (non il dolore di familiari ed amici) si è sopito, ma quello di Guido Maran non è un caso isolato. [...]

corriere vicentino | editoriale

A partire da questo numero, come annunciato lo scorso mese, pubblichiamo una pagina dedicata alle notizie del passato, iniziando dal primissimo anno. Era dicembre del 2000...


corriere vicentino | notizie in breve

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voyeur, ma non troppo

“State attenti ladri, che vi guardo”. Questa la scritta che una pensionata vicentina di 67 anni ha affisso davanti casa indicando la telecamera - in realtà finta - che aveva installato sul muro per spaventare possibili malintenzionati. Giusto per capire il personaggio. Il problema però è che il dispositivo sembrava puntare a raggio un po’ troppo ampio, e alla vicina, ignara che si trattasse di un giocattolo, mica andava tanto giù l’idea di finire nel personale grande fratello dell’altra, con cui non corre buon sangue, per usare un eufemismo. È scattata la denuncia per violazione della privacy, caduta una volta svelato l’arcano dell’inutile gingillo. Finita qui? Macchè. La pensionata ha avanzato denuncia a sua volta... per calunnia. Così, tanto per dare un po’ di lavoro al tribunale.

stachanov vs lupin Il migliore degli antifurti? Il lavoro. Lo ha testato in prima persona un notaio vicentino, alla sua scrivania tra carte e fascicoli mentre dal terrazzino un gruppetto di ladri si stava dando da fare per entrare nello studio. Piccolo particolare: erano le 5 del mattino. Stachanov 1 - Lupin 0, e chissà quanto ci sono rimasti male! Ma il colpo di genio arriva adesso: uno di loro, ferito nell’operazione, è andato poi al pronto soccorso per farsi curare. “Mi sono fatto male facendo un furto” ha dichiarato candido. È partita la denuncia.

AMORE CON INGANNO I genitori morti, il lavoro precario, una grave malattia... tutte fandonie con cui “Gloria” - così gli aveva detto di chiamarsi - ha fatto leva sul buon cuore di un 54 enne vicentino cliente del night dove faceva la ballerina. Il nostro le ha così staccato un assegno dopo l’altro per mesi, finendo per bruciare 50mila euro. Quando ha scoperto che in sua assenza lei andava vandandosi del colpo messo a segno, ha intuito che qualcosa non tornava e si è rivolto alla Polizia.

SUOR OLGA, IPOTESI DI COMPLOTTO Spunta l’ipotesi di un complotto dietro alla strage costata la vita a suor Olga Raschietti, missionaria di Montecchio Maggiore uccisa in Burundi assieme a due consorelle lo scorso settembre. Lo rivelerebbe l’inchiesta di un giornalista finito in carcere e da poco rilasciato, proprio a seguito delle sue indagini. Le religiose volevano denunciare il traffico di medicinali e preziosi coperto da polizia, regime e servizi segreti. Sul caso insomma le ombre si infittiscono.

untizmie einsBeredvie no

-di mario piotto-

quote latte, È caos Questo è l’anno del passaggio del settore al mercato libero, ma nel frattempo gli ultimi colpi delle temute quote latte seminano il panico tra gli allevatori vicentini. Un imprenditore di Grisignano di Zocco si è tolto la vita dopo aver ricevuto la notifica di una multa da 4 milioni di euro accumulati in 15 anni e la bufera a livello provinciale è tutt’altro che passata. La stangata sulla nostra regione è stata quantificata in 180 milioni di euro, con 401 aziende sanzionate per eccesso di produzione rispetto ai limiti assegna-

ti, su 3662 produttori. Di queste, sono 153 al momento le vicentine multate, per un totale di 71 milioni di euro. Ora la questione è finita sul tavolo della Corte Europea dei diritti dell’uomo, mentre spunta una sentenza che parla di “errore contabile” sui numeri di produzione. Al momento infatti non si spiega la discordanza riscontrata nelle stime degli ultimi anni, che indicherebbero una sovrapproduzione anche a dispetto del 43% di latte importato dall’estero per rispondere al fabbisogno del nostro Paese.


cose dell’altro mondo

Occhio all’autovelox “precisino” di Piove di Sacco. Ne ha fatto le spese un automobilista vicentino, pizzicato a correre a 75 “virgola uno” chilometri orari, con un massimo tollerato di 75. “Ho sbagliato e pagherò - ha detto - anche se ci vorrebbe un po’ di buon senso nell’applicare la legge”. Becco e bastonà, con la multa che ammonta a 46 euro... virgola uno. Ma allora ce l’hanno con lui.

il risparmio venuto dal freddo In tempi di vacche magre tutto fa brodo in tema di risparmio e il Comune di Vicenza ha scoperto... l’acqua calda. Togliendola. Boiler spenti in tutti i palazzi istituzionali, con buona pace degli eterni freddolosi, lì per interminabili minuti in inutile attesa con le mani sotto al rubinetto aperto a chiedersi cos’è che non funziona. Apriti cielo - o forse meglio, “gelo” - tra i dipendenti comunali, che hanno subito allertato i sindacati. Ma si consolino: l’estate è prossima e con i condizionatori adesso nel mirino dei prossimi tagli, una doccia fredda così finiranno per augurarsela, in senso letterale.

nonna d’assalto

Nessuno le ha dato risposte convincenti e così ha deciso di occupare il Municipio. Mirella Gobbo, 89 anni, ha tenuto sotto scacco i dipendenti del Comune di Arcugnano per 9 ore, pretendendo risposte chiare in merito a una presunta “invasione” di un progetto approvato dall’amministrazione in un’area di sua proprietà. “Voglio andare fino in fondo” ha ripetuto come un mantra ai basiti funzionari, costretti a sera inoltrata a chiamare i carabinieri, che l’hanno riaccompagnata a casa. Il resto alla prossima puntata...

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eccesso... con virgola

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Foto di Ivo Peretto

vicentini

nello spazio Dagli studenti universitari che collaborano con l’ESA alla ricercatrice in Finlandia. Storie di vicentini che puntano lo sguardo in alto e pensano in grande. Il polo d’eccellenza di Marana e i misteriosi avvistamenti nel cielo. di Mario Piotto e Guido Gasparin

universitari in orbita D

efinirlo una specie di “condizionatore satellitare” in effetti può suonare quasi blasfemo ma rende l’idea di quello che hanno inventato. E ci perdoneranno se noi siamo un po’... terra terra, ma alla fine quelli dello spazio sono loro, gli otto giovanissimi studenti universitari vicentini che hanno dato vita al progetto Polaris, per il controllo termico attivo dei veicoli spaziali. Abbiate fede, tra poco spieghiamo meglio di cosa si tratta. Intanto va detto che a credere in loro è stata l’Agenzia Spaziale Europea (la ESA) che ha selezionato l’idea tra oltre cento altre proposte arrivate da università di tutto il contintente. “In effetti è stata una bella soddisfazione - conferma Matteo Zorzan, 23enne di Brendola e tra i “papà” di Polaris - anche perché abbiamo lavorato davvero come parte dell’agenzia per tutta la durata della sperimentazione, a stretto contatto con i loro esperti”. Un’idea partita da una prima semplice consi-

derazione: oggi la temperatura all’interno dei satelliti viene fissata come parametro a priori, “cosa che - chiarisce Matteo - funziona fino a che il dispositivo non incontra variabili non prevedibili all’esterno, come le condizioni atmosferiche di un pianeta, che dipendono da migliaia di fattori. Po-

laris è un radiatore che invece può tenere la temperatura costante, ‘dialogando’ elettronicamente sulla base di questi cambiamenti e senza dispendio energetico”. Mesi di lavoro prima di presentare il prototipo, lanciato con un pallone stratosferico a 30 km di altezza a partire dalla base svedese a

Kiruna, a fine 2014. “Abbiamo raccolto le indicazioni che ci servivano, in una condizione simile a quella che si può registrare in spazio aperto. È andato tutto secondo le previsioni e quindi siamo molto felici e fiduciosi. Il ciclo dei test è finito e adesso la speranza è che il sistema venga presto sperimentato su una missione più grossa”. Un futuro che dunque promette speranze stellari per Polaris, anche se Matteo resta con i piedi per terra, in senso letterale. “Fin da piccolo ero un appassionato di astronomia, mentre oggi in qualche modo lavoro per gli astronomi. Lo spazio ha aperto mondi del tutto nuovi, ma non così lontani a noi sulla terra. Pensiamo all’importanza dei satelliti nelle telecomunicazioni, nelle previsioni meteo, nei gps... Mi piace l’idea di poter dare degli strumenti. La cosa che spesso poi la gente dimentica è che per ogni Cristoforetti lanciata nello spazio un’intera squadra è al lavoro su progetti magari lunghi anche 20 anni”.


cui si muoverà un piccolo rover – riproduzione di quello utilizzato sulla Luna – comandato a distanza. Insomma, un vero e proprio gioiello incastonato tra i monti di Marana che punta a diventare un tempio per chi vorrà scoprire i segreti dello spazio e la grande avventura della sua conquista da parte dell’uomo. A progetto ultimato, l’attuale cupola di osservazione sarà dedicata unicamente all’attività di ricerca degli astrofili di Cieli Perduti, che in questi anni è stata un po’ sacrificata appunto per dare spazio alla divulgazione, agli eventi scientifico-culturali e alle visite del pubblico. La cupola sarà dotata di un nuovissimo telescopio con un diametro di 50 centimetri (contro gli attuali 36), che consentirà un notevole balzo in avanti nella qualità e nell’accuratezza delle osservazioni della volta celeste. Anche il museo, attualmente allestito in una piccola sala, sarà ampliato con nuovi pezzi e modellini, che si aggiungeranno a piccoli tesori già presenti, come il frammento di pellicola che era presente nella fotocamera di Neil Armstrong quando sbarcò sulla Luna

(solo 30 pezzi al mondo) o il pezzetto di scudo termico dell’Apollo 11 (ce ne sono soltanto altri 49 al mondo). Se oggi l’osservatorio di Marana registra 3.000 ingressi all’anno, si può facilmente immaginare il boom di afflusso previsto fra un paio d’anni, quando saranno ultimati i lavori di ampliamento. Ad alimentare questo importante progetto, che potrà avere importanti ricadute turistiche ed economiche sull’intera Valle del Chiampo, è la grande passione che anima gli astrofili di Cieli Perduti. Un’avventura, la loro, iniziata nel 2005 con il gruppo di ricerca sulle stelle variabili, poi confluito nell’Unione Astrofili Italiani, e passata per vari altri progetti, tra cui, da ultimo, il progetto Digital Sky Gallery, una galleria fotografica dei più bei oggetti del cielo, immortalati con macchine digitali reflex di livello medio-elevato e successivamente elaborati con software dedicati. L’osservatorio di Marana si appresta dunque a diventare un polo di eccellenza per tutto ciò che fa conoscenza e divulgazione dei segreti dello spazio. È proprio il caso di dirlo: gli astrofili puntano lo sguardo verso l’alto e alte sono anche le loro ambizioni.

Foto di Ivo Peretto

osservatorio di Marana di Crespadoro diventerà il più importante centro divulgativo in campo astronomico dell’intero Nord Italia? È molto probabile, se non certo. Sta infatti per partire un ambizioso progetto di ampliamento del punto di osservazione situato a 802 metri sul livello del mare creato nel 2008 grazie alla sinergia tra Comune, Regione e l’associazione Cieli Perduti, che da allora si occupa della gestione della struttura. L’osservatorio si chiamerà MASEC (Marana Space Explorer Center) e occuperà una superficie quadrupla rispetto all’attuale, come spiegano il direttore Ivo Peretto e il segretario di Cieli Perduti Carlo Negri. Una spesa complessiva di 1 milione e 250 mila euro - finanziata grazie ai fondi ODI per i Comuni confinanti con il Trentino - per realizzare una nuova cupola per l’osservazione destinata al pubblico, un planetario attorno al quale verrà creato il museo dell’astronautica “Rocco Petrone” (dedicato al direttore del Programma Apollo della NASA), una nuova sala conferenze e addirittura una sala in cui sarà riprodotto il suolo lunare su

corriere vicentino | inchiesta

L’

sempre più in alto

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E

figlia delle stelle

ra il 2004 quando Laura Portinari, dopo la laurea e il dottorato in astronomia all’Università di Padova e un incarico di post-dottorato a Copenaghen, decise di trasferirsi in Finlandia e precisamente a Turku, antica capitale dello stato nordeuropeo. Una scelta di vita dettata sia dal cuore – a Copenaghen conobbe il marito finlandese – sia dalla grande passione per i misteri dello spazio. Originaria di Arzignano, Laura Portinari è stata ricercatrice all’Università di Turku e ha lavorato all’Osservatorio di Tuorla, a 12 chilometri dalla sede universitaria. Si è occupata di evoluzione chimica delle galassie e di sistemi stellari. Ora sta vivendo un anno sabbatico, ma in attesa di un nuovo incarico vive ancora in Finlandia. L’abbiamo raggiunta al telefono. Cosa si intende per evoluzione chimica

delle galassie? Le galassie sono grandi insiemi di stelle, le quali evolvono singolarmente in luminosità, colore e modificando la composizione chimica dell’ambien-

te circostante. I miei studi sono stati dunque orientati all’interpretazione dell’evoluzione delle galassie viste come sistemi stellari. Ho quindi studiato le proprietà delle stelle vicine, per poi applicarle alla comprensione delle ga-

lassie più lontane da noi. I suoi studi possono avere applicazioni pratiche? In realtà io mi sono sempre occupata di teoria, per l’amore dello studio e della scoperta. Per la ricerca osservativa vengono usati telescopi ad altissima tecnologia e, visti gli altissimi costi, questo è possibile soltanto tramite i grandi consorzi internazionali. I dati sono poi a disposizione dell’intera comunità scientifica, per affinare i modelli interpretativi e raggiungere nuovi risultati scientifici. Come si trova in Finlandia? La Finlandia è un paese molto organizzato, con uno stile di vita tranquillo e regolare, anche troppo perfino per la mia indole. Dopo il dottorato cercavo un luogo in Europa in cui proseguire i miei studi e la Finlandia dava ampie prospettive. Ora spero di ottenere un nuovo incarico per proseguire le mie ricerche.

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il grande mistero 8 luglio 2002

Fra Montecchio e Altavilla Vicentina un testimone osserva per due minuti con un binocolo un oggetto volante: ha due grossi fari frontali con cui illumina verso il basso e sei file di luci multicolori. La pianta è quadrata. Lateralmente nella parte caudale, due cerchi di luci multicolori girano sul bordo esterno. L’oggetto è grande come un campo da calcio e ha una velocità stimata dal testimone di 900 Km/h tra i 5/600 metri di quota. Rumore nessuno.

11 febbraio 2006

Nella zona di Montecchio Maggiore, un elettricista vicentino nel tardo pomeriggio osserva in auto una serie di barrette luminose, 5 o forse di più, che volano in fila indiana al di sopra delle montagne circostanti. Le luci in breve tempo e dopo una sosta di 10 minuti cambiano le loro direzioni in modo irregolare come se stessero perlustrando il luogo. Si dispongono in tutte le direzioni e vanno su e giù, a destra e a sinistra in continuazione, in alcuni momenti sembrano anche scontrarsi. Alcune sorvolano da vicino le case, altre volano un po’ più alte. La velocità di manovra è molto lenta, nell’ordine dei 20-30 km/h e non producono alcun rumore.

26 ottobre 2012

A Montecchio Maggiore un passeggero di un pullman assiste sbigottito al sorvolo a bassa quota di una sfera bianca luminosa e velocissima che si perde dietro le colline. Il suo moto è regolare e rettilineo in orizzontale.

Queste sono solo alcune delle decine di segnalazioni raccolte nel sito della sezione vicentina del Centro Ufologico Nazionale. Anche l’Ovest Vicentino è stato dunque interessato negli anni da diversi avvistamenti di oggetti volanti non identificati. Oggetti dalle forme e dai colori più diversi, alcuni velocissimi e altri molto lenti, come fossero in fase di perlustrazione, osservati nelle situazioni più disparate. “Bisogna subito specificare – spiega Mirko Pellegrin, coordinatore interregionale per il Triveneto del CUN – che soltanto dal 3 al 5 per cento del materiale fotografico o video che ci viene inviato ha attinenza in ambito ufologico. Spesso si tratta infatti di fenomeni naturali, di aeromobili particolari o delle sempre più utilizzate lanterne cinesi, ma anche i droni negli ultimi tempi stanno facendo la loro parte. Noi, che non siamo ufomani e che ci avvaliamo anche di studi esterni, siamo i primi a dirlo quando si tratta di fenomeni terrestri. In merito a certi avvistamenti, però, non possiamo che dichiarare che si tratta di oggetti a noi sconosciuti”. Cosa ci dice dell’Ovest Vicentino? È particolarmente frequentato da questi oggetti? Da aprile 2013 a gennaio 2014 abbiamo

registrato una decina di avvistamenti di oggetti provenienti dal veronese e poi spintisi fino all’Ovest Vicentino. Se consideriamo episodi ancora più recenti, sono del settembre 2014 due filmati dello stesso oggetto ripreso a Colognola ai Colli, sempre nel veronese, e poi visto allontanarsi proprio verso l’Ovest Vicentino. La segnalazione proviene da due operai impegnati in un cantiere: l’oggetto non aveva ali o eliche, non emetteva rumori e aveva movimenti e cambi di direzione velocissimi. Come sono le statistiche degli ultimi anni? Ogni anno fa statistica a sé, perché cambiano le concentrazioni locali. Tra il 2011 e il 2012 le maggiori concentrazioni sono state registrate nell’Alto Vicentino, tra il 2012 e il 2014 nel Veronese, con code nell’Ovest Vicentino. In generale, però, possiamo dire che in Veneto gli avvistamenti di anno in anno sono pressoché costanti. Cosa si può concludere? Sarebbe interessante capire come mai gli avvistamenti si concentrano di anno in anno in zone diverse della nostra regione. È un fenomeno che ancora non sappiamo spiegarci. Ma è in generale il mistero degli Ufo a lasciare aperti ancora moltissimi punti interrogativi.


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don giovanni Alessandro Preziosi Di Giuseppe signorin Spesso dipinto nei media come il Don Giovanni che sta portando nei teatri italiani, Alessandro Preziosi è in realtà un attore di spessore che ha smesso da tempo i panni del seduttore sciupafemmine. Laureato in Giurisprudenza con 110 e lode e diplomato all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, Alessandro Preziosi ha iniziato la sua carriera teatrale nel 1994 in Trappola per topi di Agatha Christie. In ambito televisivo lo ricordiamo in Vivere, Una donna per amico 2 e soprattutto Elisa di Rivombrosa, che gli ha dato grande notorietà. Ha lavorato nel cinema in Vaniglia e cioccolato di Ciro Ippolito, ne I Vicerè di R. Faenza e ne La masseria delle allodole di Paolo e Vittorio Taviani.

Dopo l’Amleto e Cyrano è il momento del Don Giovanni.

In che modo il Don Giovanni è attuale?

Il Don Giovanni di Molière conclude una trilogia iniziata con l’Amleto nel 2008 e proseguita con Cyrano. Questi classici del ‘600 sono un ventaglio interessante per presentare alcuni elementi della modernità. Con il Don Giovanni affronto soprattutto il tema della seduzione e della persuasione attraverso il linguaggio.

È un’icona dell’individualismo e della seduzione usata per raggiungere degli scopi. Non serve che dica niente, i riferimenti alla politica vengono da soli… Molière è interessato a scardinare l’ipocrisia, le persone che per seguire i propri interessi si comportano in maniera ambigua e cinica. Il mondo dei media e dell’intrattenimento è pieno di questi fenomeni.


Con grande partecipazione e sconcertante immedesimazione. Nelle ultime battute rimane sempre estremamente colpito dall’attualità della conclusione. Che ovviamente non vi svelo.

Attore protagonista e anche regista. Difficoltà? Soprattutto nell’impostazione del lavoro e nei rapporti umani. Bisogna avere una visione d’insieme, riuscire a stare contemporaneamente dentro e fuori lo spettacolo, avere tatto con le persone, combinare il tutto… Ma è anche molto stimolante.

don giovanni È un’icona dell’individualismo e della seduzione usata per raggiungere degli scopi. Non serve che dica niente, i riferimenti alla politica vengono da soli… Lo spettacolo presenta una scenografia “tecnologica”. Abbiamo optato per una scenografia innovativa, soprattutto per il contesto teatrale italiano, che crea un contrasto con l’ambientazione dell’opera. Le immagini sono create da un designer e vengono proiettate sul palco. Una scelta stilistica che sta funzionando.

Cinema, teatro o tv? Il teatro è l’ambito in cui mi muovo con più competenza. Ma si tratta di momenti diversi, direi complementari. Fanno parte tutti del mestiere che faccio.

Com’è nata la passione per il teatro? Mi sono diplomato in accademia, ero portato… Il teatro è il luogo dove mi esprimo meglio. È nato tutto in maniera molto naturale.

Avvocato e attore: c’è qualche relazione fra questi due mestieri? Richiedono entrambi un grande coraggio, la capacità di mettersi in gioco, di stare sempre sul pezzo, studiare, aggiornarsi… Riuscire a risolvere cavilli con una certa strategia… Diciamo che essere avvocato mi ha preparato a essere attore.

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Come risponde il pubblico di oggi a un classico?


IO CHE lavoro nell’altro mondo

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Di mario piotto

po caldo! Mediamente ci sono 35°, col 98% di umidità. Ma questa è la stagione delle piogge, ono Giulia Giacomuzzo e vi parche cadono regolari almeno mezzora al giorno, lo dal futuro. Si presenta così quee con il ciclone Pam sfilato poco lontano dalla sta 26enne tutto pepe originaria di nostra isola”. Com’è invece il clima tra la gente? Montecchio Maggiore e che oggi vive “Molto caloroso. Qui sono tutti sempre allegri, nella terra dove è già quasi domani. Dagli inizi sorridenti e disponibili ad aiutare chi non è del podi febbraio fa l’assistente veterinario in una clinica sto. La giornata dei fijani è pacifica e tutt’altro a Nadi, terza città per dimensioni dell’arcipelago che frenetica, scandita con una calma che loro delle Fiji, a 11 ore di fuso orario da qui, e “sfioraLA STORIA DI GIULIA, stessi chiamano ‘fiji time’. Da notare che comunta” appena dalla linea internazionale del cambio di 26ENNE CASTELLANA que la popolazione qui è molto cosmopolita, con data: quando al di qua è ancora piena domenica, CHE HA CAMBIATO LA una incredibile quantità di turisti. Che sono un di là sono già alle prese con il rientro lavorativo SUA VITA IN 4 GIORNI. pregio e un difetto: molte delle persone che conopost-weekend, giusto per capirci. Solo uno dei tansci, sai che prima o poi dovrai salutarle”. Quanto ti ti aspetti affascinanti che porta con sè l’avventura fermerai invece tu? “Il mio contratto scade a luglio transoceanica di una giovane castellana senza pauHA MOLLATO TUTTO E ma spero di prorogarlo, per continuare a fare il lara e dalla valigia facile. “Amo viaggiare e conoscere ORA VIVE E LAVORA NEL voro che amo in un posto che mi sta dando tutto. sempre posti nuovi - ci spiega - quando ho trovato PARADISO DELLE ISOLE La natura, le foreste, i paesaggi, le acque cristalline: questa opportunità, al mio fatidico ‘devo dirvi una FIJI, terra dove È GIÀ incredibile pensare a tutte queste cose assieme in cosa’ i miei hanno risposto subito ‘dove vai stavolQUASI DOMANI. un’unica isola. Però non penso di mettere radici,mi ta?’”. Una laurea in Scienze della Natura e un amopiacerebbe vedere anche l’Australia e la Nuova Zere per gli animali diventato adesso anche qualcosa landa”. Nostalgia per l’Italia, da così lontano? “Be’ di più. Come hai trovato questo lavoro... dell’altro i miei familiari posso sentirli spesso grazie a skype mondo? “Ho sempre sognato di vivere in un paese e whatsapp, quindi la grande distanza un po’ pesa tropicale e cercando lavoro come aiuto veterinario meno. Dell’Italia mi manca soprattutto la cucina, anche per la ho trovato la Animal Fiji: inviato il curriculum, dopo quattro giorni pochissima scelta di prodotti di qualità che si possono trovare nei ho avuto un contratto da assistente e supervisore dello staff ”. Pesupermercati. Per fortuna sono molti i negozi di italiani, dove mi ricolosi animali esotici da accudire? “Non prorprio! Qui un grave rifugio a volte per fare due chiacchiere e sentirmi ‘a casa’. Un saluto problema sociale è il randagismo degli animali domestici e con per i lettori del Corriere Vicentino? “Posso dire che a volte può solo sette veterinari in tutta l’isola c’è tanto da fare. Al momento sembrare difficile lasciare tutto e tutti e partire da soli per l’ignoto, abbiamo 75 tra cani e gatti e il nostro compito è accoglierli, curarli e ma in realtà non c’è niente di più soddisfacente. La vita non è fatta trovare loro una famiglia”. A che ora comincia la tua giornata? “Mi per essere vissuta in un posto solo!” alzo alle sette del mattino quando il sole è già alto ed è già fin trop-

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A Vicenza è diventato il “principe” e lo Zidane della B. E da allora i colori biancorossi gli sono rimasti nel cuore. Del resto è entrato nella storia calcistica cittadina. Con quel gol realizzato al Menti nella semifinale di Coppa delle Coppe contro il Chelsea che ha consentito alla “Nobile Provinciale” di battere nella gara di andata un pezzo di storia del calcio inglese: i blues di Vialli, Zola e Di Matteo. Era il 2 aprile del 1998. Lamberto Zauli, romano, classe 1971, con quel numero 10 sulla maglia, ha vissuto 4 anni importanti a Vicenza. Dal 1997 al 2001. Arrivato in biancorosso dal Ravenna, dopo aver conquistato la B, per misurarsi con la serie A. “Sono stati 4 anni meravigliosi – ricorda Lamberto Zauli – il Vicenza di Dalle Carbonare, Gasparin e Guidolin mi ha dato la possibilità di affacciarmi alla serie A, di farne parte. Un sogno. Per questo sono legato alla città e alla società. Che ringrazierò sempre perché mi ha dato la possibilità di diventare un giocatore. Quando sono tornato a Vicenza lo scorso anno per allenare il Real, tutti mi ricordavano la partita col Chelsea. Mi sono reso conto che per giovani o meno giovani quella doppia semifinale di Coppa delle Coppe a livello calcistico ha rappresentato un momento molto importante. Una città intera ha aspettato quella

LAMBERTO ZAULI partita. E io ho avuto la fortuna di viverla da protagonista. Rimane un momento indelebile. Il gol? Non l’ho rivisto moltissimo. Quando giochi sei concentrato sulla gara. E poi, oltre alla coppa, in quel momento dovevamo affrontare una partita decisiva per restare in A contro la Lazio. E quindi devi dimenticare gioie e amarezza e proiettarti sull’impegno successivo, in cui tra l’altro feci pure gol. Oggi però parlano ancora tutti di quella gara col Chelsea. Pur con il mio metro e novanta ho trovato la coordinazione per segnare. Ed è esploso lo stadio, che era davvero gonfio di gente. Quando lo rivedo è sempre bello”. A Vicenza per Lamberto Zauli, oltre all’anno con Guidolin e la promozione con Reja, anche qualche momento

Oggi parlano ancora tutti di quella gara col chelsea difficile, in particolare nella retrocessione del 2001. “Quando smetti però ti rendi conto che sono tutte emozioni da ricordare. Perché vincere è bello ma nello sport anche le sconfitte ti insegnano molto. E hanno comunque fatto parte di me. Del resto quella seria A era competitiva, selettiva. C’erano quattro retrocessioni. L’esperienza più negativa che ricordo è stata l’espulsione a Brescia, in cui ho sfogato le tensioni di quel periodo nella maniera più sbagliata. Ma ci sono state tante situazioni a rendere tutto anomalo e difficile. Anche l’intervista di Rinaldo Sagramola,

che sull’ipotesi di un arrivo di Baggio a Vicenza disse che non interessava: noi abbiamo Zauli. Mai avrei potuto avere la presunzione anche solo di avvicinarmi ad un giocatore così. Però le pressioni sono aumentate, dovevo giocare con quel numero 10 ogni volta dimostrando tanto. E non sono riuscito ad avere continuità. Ma tutto mi ha fatto crescere sotto il profilo della personalità. Poi nel 2001 ho lasciato Vicenza. Era arrivato il momento di cambiare. Ma il legame rimane. Ho seguito Vicenza-Perugia qualche settimana fa”. Dopo Vicenza per Lamberto Zauli le soddisfazioni sono continuate con Bologna e Palermo. Poi ha vestito la maglia della Sampdoria, per chiudere la carriera con Cremonese e Bellaria. “A Ravenna ero ancora un bambino. Vicenza, Palermo e Bologna sono le tappe significative. A Bologna abbiamo sfiorato la qualificazione in Champions League, a Palermo siamo arrivati in Uefa. Ricordo quando Zamparini mi portò a Palermo e disse: ho comperato lo Zidane della B. A Vicenza poi non sei in una provinciale, considerato i talenti che ci sono passati e la sua storia. Guidolin? Per me è stato tutto. Non soltanto da calciatore ma anche per la professionalità, il modo di essere. A Bologna mi ha voluto lui. A Palermo invece mi hanno portato Foschi e Zamparini e poi è arrivato Guidolin. Mi ha insegnato tutto”. Chiusa la parentesi con il Real Vicenza, quest’anno ha vissuto da allenatore la sfortunata esperienza di Pordenone, esonerato dopo cinque partite. Per la prossima stagione attende un’altra possibilità. “Io ci metto passione e serietà, speriamo”. E intanto progetta una visita in terra vicentina.

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Arzignano

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La leva di nuoto del ‘72 in attesa che le vecchie piscine siano completamente demolite, tuffiamoci nel passato e torniamo al giorno della loro inaugurazione Di Giuseppe signorin

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ino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore”, cantava De Gregori nella sua “Leva calcistica del ‘68”. Quello che invece dissero i dirigenti della Garcia Moreno agli Arzignanesi che volevano avventurarsi nel nuoto, nel lontano ’72, fu di non aver paura di volare dai blocchi di partenza e raggiungere il bordo opposto della nuova piscina costruita dall’Amministrazione Giacometti, inaugurata nel novembre del ’71 con le esibizioni della campionessa Novella Calligaris e di Glauco Fontanive. La vecchia piscina che ha lasciato il posto alla nuova e che fra non molto sarà completamente demolita, ha una storia importante alle spalle. “All’epoca era difficile che ci fosse una società sportiva dedita al nuoto – ci raccontano Giulio Stocchetti ed Egidio Motterle, ex dirigenti della Garcia Moreno -. La nostra era una società polisportiva che si occupava di calcio, basket, atletica, e con co-

“Ad Arzingnano c’era la piscina, ma mancavano i nuotatori. Bisognava partire da zero” raggio abbiamo affrontato la nuova sfida. Abbiamo contattato le associazioni di nuoto del Veneto per avere consigli e abbiamo trovato istruttori, bagnini e l’attrezzatura giusta per poter aprire i corsi in piscina e per costruire una squadra”. Per più di una decina di anni è stata soprattutto la Garcia Moreno a prendere in mano la gestione delle attività natatorie di Arzignano, almeno fino a quando nell’84 è nata l’Associazione Nuoto. “All’inizio degli anni 70 pochissimi sapevano nuotare. Gli unici avevano imparato a Valdagno, dove l’acqua era gelida come

Sopra, da sinistra a destra: Paolo Savegnago, Glauco Fontanive, Egidio Motterle, Giulio Stocchetti. Giuseppe Peruzzi e Dario Sartori. Davanti, in mezzo, Novella Calligaris. Sotto: premiazione della Coppa Primavera di nuoto del CSI vinta dalla Garcia Moreno.


Arzignano Le vecchie piscine erano nate per offrire un’alternativa al calcio e perché la cura del fisico iniziava a diventare un’esigenza. “Siamo stati in grado di coinvolgere il nuoto ufficiale del Veneto, in quegli anni rappresentato dal CONI - spiegano Stocchetti e Motterle -. La nostra era una piscina piuttosto lenta perché lo scolmatore per fare uscire l’acqua era posizionato sotto il bordo, così l’onda provocata dagli atle-

ti nuotando sbatteva e tornava indietro, quando di solito gli scolmatori sono a raso proprio per annullare le onde. Diverse gare ufficiali, comunque, e anche alcuni tornei si sono svolti da noi. La gente veniva volentieri da fuori perché c’erano grossi premi in palio, grazie a sponsorizzazioni di un certo livello”. Ma erano altri tempi…

Sopra: i lavori per abbattere le vecchie piscine. Sotto: come sarà il nuovo parcheggio.

Ma c’è chi non vorrebbe che la vecchia piscina venisse demolita. “Anche a noi sarebbe piaciuto conservare la struttura – ci spiega l’assessore Angelo Frigo – ma i tecnici ci hanno detto che non è possibile. Abbiamo incontrato i cittadini qualche tempo fa, ma l’adeguamento sul piano sismico ed energetico avrebbe richiesto un investimento di almeno 1.400.000 euro per avere comunque poco più che una palestra”. Come mai tanti soldi? La struttura per 40 anni è stata aggredita dal cloro, avrebbe bisogno di interventi pesanti. Se pensiamo poi al caso di Vicenza, al Palazzetto dello sport accanto alla piscina… Alla fine hanno dovuto rifinanziare l’intervento tre volte. Altre problematiche? Sarebbe necessario trovare spazio altrove per i parcheggi, consumando le vicine aree verdi sulle quali, invece, abbiamo in programma la realizzazione di nuovi impianti.

I lavori di abbattimento

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erminate le nuove piscine coperte, si è passati ora alla fase successiva, la realizzazione del parco esterno di 21.500 mq con una laguna scoperta di 300 mq per il relax, il divertimento, gli spazi per i bambini e il solarium. Oltre a questo, la nuova area parcheggi davanti all’attuale ingresso principale. A partire dal 2 marzo, il parcheggio è stato chiuso per favorire i lavori, che prevedono anche l’abbattimento dello stabile che ospitava la vecchia piscina. Per l’estate questa fase dovrebbe essere completata.

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quella del rubinetto. Ad Arzignano c’era la piscina, ma mancavano i nuotatori. Bisognava partire da zero. Abbiamo organizzato corsi per adulti la sera e corsi di avviamento al nuoto il pomeriggio. Sono venute tantissime persone, gli adulti in particolare sembrava non aspettassero altro. Non appena ci siamo accorti che era emerso qualche atleta di discreto livello, è nata la squadra”.


Arzignano

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cRONACA

rinviato a giudizio l’amico di oriella cazzanello

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hiuse le indagini sulla “dolce morte” in Svizzera di Oriella Cazzanello, che il 30 gennaio dello scorso anno è deceduta nella clinica “Life Circle”. L’uomo che l’aveva accompagnata, Angelo Tedde, è stato contestualmente rinviato a giudizio per “aiuto al suicidio”. Obiettivo? Capire se la scelta sia avvenuta in autonomia o se Tedde abbia inciso nella decisione, dal momento che ha beneficiato poi di due polizze vita del valore di 800 mila euro sottoscritte dalla donna prima di scegliere l’eutanasia.

N

el pomeriggio del 24 marzo alcuni calcinacci si sono staccati dalla facciata di un palazzo in corso Mazzini, cadendo a terra. Il tutto subito dopo il transito di un passante, rimasto fortunatamente incolume. È così partita la chiamata al 115 e sono arrivati i vigili del fuoco, che, dopo aver valutato la situazione, hanno richiesto l’intervento dell’autogru. Tanta la curiosità ma anche la preoccupazione dei passanti. Ora la speranza è che si corra presto ai ripari e fatti simili non accadano di nuovo. I danni potrebbero essere ben altri.

salute

Defibrillatori

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conclusione del Progetto Defibrillatori, rivolto principalmente alle scuole della nostra zona, il 10 marzo l’Associazione Amici del Cuore Ovest Vicentino ha consegnato 11 defibrillatori agli Istituti Scolastici del comprensorio della Valle del Chiampo presso il Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci. Oltre ai defibrillatori sono stati effettuati in precedenza vari corsi di formazione con personale esperto

sociale

Case popolari a Tezze

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lmeno dodici nuovi alloggi di edilizia popolare. L’Amministrazione comunale ha ceduto gratuitamente all’Ater Vicenza tre lotti nella frazione di Tezze, dove andranno a sorgere i nuovi appartamenti. Un volume previsto per le nuove abitazioni di 5.300 metri cubi. In tutto sono 118 gli alloggi dell’Ater. Al momento sono 93 le domande per case di edilizia popolare in graduatoria, 50 di cittadini arzignanesi, 43 di stranieri.

Paura in corso Mazzini

della Croce Rossa Italiana e contemporaneamente sono già stati posizionati altri 20 defibrillatori nelle aziende.


Arzignano

Di Giuseppe signorin

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ella mattina del 10 febbraio l’Istituto Comprensivo 2 ha inaugurato il proprio percorso di approfondimento storico sul Centenario della Prima Guerra Mondiale, “Riscriviamo la storia… con le Penne Nere”. Gli alunni delle classi V di Villaggio Giardino, Tezze e Castello e delle classi III della scuola secondaria di primo grado saranno impegnati in numerose attività fino alla serata di chiusura il 30 aprile al Teatro Mattarello. L’IC2 intende partecipare alle celebrazioni previste tramite un percorso di ricerca-azione storica con l’intervento dell’associazione A.N.A., sede di Arzignano, nell’ambito del progetto

della Regione Veneto “RICORDAMI Sulle tracce degli alpini”. “Il progetto si è aperto martedì 10 febbraio con la presentazione da parte di Silvano Giacomazzi di reperti recuperati in trent’anni di ricerche e passeggiate sui nostri monti - ci ha spiegato la prof.ssa Angela del Rosso, responsabile del progetto scolastico -. Lo

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Riscriviamo la storia

storico appassionato di Prima Guerra Mondiale ha presentato ai ragazzi una moltitudine di oggetti ed effetti della vita del soldato, riportando indietro nel tempo i ragazzi a toccare con mano come poteva essere la vita di trincea”. La reazione dei ragazzi? Gli allievi, incuriositi e ammutoliti, hanno ascoltato lo splendido oratore che con cura e dovizia di particolari ha ridato vita ad ogni singolo oggetto, raccontando come e dove sia stato ritrovato. Alla fine della lezione è stata data l’opportunità di avvicinare questa immensa collezione, sfiorare questi reperti, annusare ancora l’odore del cioccolato racchiuso in una scatoletta, leggere i proclami di guerra, porre delle domande a Silvano. Quale oggetto li ha colpiti di più? La bomba incastonata nel tronco di un albero, che, dice Silvano, “mostra come la natura si sia ripresa il suo territorio, nascondendo le vergogne in mezzo a un tronco, seppellendo con cura quanto è rimasto in essa! Quasi a voler dimenticare quello che è successo!”

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Un ricordo senza nome Il sogno di intitolare il campo della Kennedy a Fernando Anzolin prigioniero della burocrazia Di mario piotto

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l vociare rumoroso attorno a una tavola troppo stretta per starci tutti; le prese in giro, ripensando a quel gol sbagliato, con il pallone finito chissà dove, e la “moviola” fatta magari con sale, pepe e un pezzo di pane; qualche discorso da adulti, ma a bassa voce, e le risate e i saluti fraterni sull’uscio, di uomini stanchi ed ebbri della voglia di ritrovarsi ancora assieme grazie al pallone. Il primo ricordo di bambino che Stefano Anzolin associa al grande amore di suo padre per il calcio è un ricordo di festa e condivisione, senza distinzioni di colori. Dopo la partita della sua Kennedy, Fernando Anzolin, fondatore e primo tifoso, amava infatti aprire le porte di casa ai suoi ragazzi e... via, pure agli avversari, rivali sul campo e amici nella vita, come una sorta di antesignano terzo tempo per ricordare a tutti i veri valori dell’essere sportivi. Per questo ad Arzignano se scrivi Kennedy leggi Anzolin, tanto che l’attuale società avrebbe voluto ricambiarne il grande affetto intitolando a lui, scomparso nel 2014, lo storico campo sportivo ancora oggi affollato da tanti piccoli appassionati. “La proposta mi ha fatto immensamente piacere - ci racconta il figlio Stefano - anche perchè mio padre e la Kennedy sono due simboli del calcio arzignanese che vanno necessariamente assieme”. I dirigenti dell’attuale società si sono mossi per portare avanti la proposta, ma purtroppo il sogno si è dovu-

to scontrare con la burocrazia. “L’impianto è comunale - spiega Stefano - e da quello che so esistono precise regole sui tempi da rispettare che vanno oltre le comuni volontà”. “Purtroppo è vero - conferma Michele Bruttomesso, consigliere comunale con delega allo sport -: è necessario siano passati 10 anni dalla scomparsa, prima di poter intitolare strutture pubbliche a qualcuno”. Nessuna apertura all’orizzonte, quindi, e niente raccolta firme che tenga. “Per noi sarebbe davvero il minimo - aggiunge Bruttomesso - procedere con questo riconoscimento, ma non è proprio possibile per un ente locale aggirare la disposizione. Le prefetture sono restie a concedere deroghe e l’unica di cui siamo a conoscenza riguarda Simoncelli, dove è evidente il peso

mediatico”. E allora nell’attesa che il tempo faccia il galantuomo, la parola tocca al campo. “Ci farebbe davvero piacere - conclude il consigliere - promuovere assieme alla società un torneo di calcio giovanile attraverso cui portare avanti la memoria di Fernando Anzolin”.

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Passeggiata tra i borghi di Grancona con visita al museo della civiltà contadina e pranzo (su prenotazione) Inizio ore 8:30 | Per info Pro Val Liona 3403915756 TUTTI GLI EVENTI DELLA MANIFESTAZIONE SU Comune di Grancona

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Dal 9 al 24 Maggio


Arzignano

Un pezzo dei Deep Purple

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corso degli anni. Cerco di mantenere intatte le tradizioni legate allo stile musicale dei Deep Purple.

Ha iniziato a suonare in crociera, come ha fatto a passare al rock? Una volta guadagnati soldi a sufficienza per comprare un posto dove vivere, mi sono trasferito a Londra nella speranza di trovare una rock band. Ho suonato in giro per la città per circa sei mesi e alla fine ho avuto la fortuna di incontrare Cozy Powell. Tutto è partito da lì.

Non dev’essere facile indossare i panni di Jon Lord. È stato paradossal- mente più facile all’inizio. Con gli anni per qualche motivo è diventato più difficile. Jon era un musicista e una persona veramente sorprendente, musicalmente molto articolato, pieno di umorismo, oltre a essere un leader naturale. Assumere tutti questi ruoli è stata una dura prova, ma anche molto piacevole e stimolante.

i è esibito venerdì 27 marzo al concerto organizztato dallo Shoegaze Studio al Teatro Mattarello. Parliamo di Don Airey, tastierista dei leggendari Deep Purple.

Ora suona in una band che ha fatto la storia. Cosa significa per lei? È come giocare per l’Inghilterra. Ti senti addosso una grande responsabilità per la storia della band e ciò che ha realizzato nel

Lei ha fatto anche un’importante carriera come solista, proponendo musica di

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Di Giuseppe signorin

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alta qualità. Che genere di canzoni ha suonato ad Arzignano? Un paio di pezzi dall’album che ho registrato come solista, Keyed Up and All Out, più alcune vecchie spolverate da Rainbow, Whitesnake, Gary Moore, e un pizzico di cose fatte con Ozzy Osbourne... Sembra che lei ami molto l’Italia… Viene spesso… Un bel po’! Fantastici fan, ottimo cibo, un sacco di divertimento e alcuni musicisti veramente fini con cui lavorare.

Costruire in legno La quota di mercato delle costruzioni in legno sta CRESCENDO notevolmente, nonostante alcuni PREGIUDIZI: non sono solide, bruciano facilmente, durano poco, non resistono all’umidità. Niente di più falso. Fra i tanti servizi che offriamo, seguiamo i progetti architettonici delle costruzioni in legno e ci sono molte RAGIONI per cui sono estremamente CONVENIENTI: • Lo stile estetico è PERSONALIZZABILE, sia per quel che riguarda la progettazione che i materiali, e spazia dal rustico al moderno. • Si tratta di case con una struttura altamente ANTISISMICA. • I PREZZI sono prestabiliti e NON SUBISCONO VARIAZIONI, sia per le case fornite “al grezzo” che per quelle “chiavi in mano”. • I TEMPI di realizzazione sono RIDOTTI: la fornitura viene realizzata in poche settimane, quindi i costi connessi si riducono notevolmente. • EFFICIENZA ENERGETICA: possono consumare fino al 90% in meno garantendo un prodotto finale ecocompatibile.

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Arzignano

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Premio speciale per la robotica Di giuseppe signorin

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ragazzi di seconda media dell’Istituto Comprensivo 2 hanno vinto il premio per il “Miglior progetto scientifico” alle finali nazionali della First Lego League 2015 il 6 e 7 marzo presso l’EXPO di Milano. Ne ha parlato anche il Corriere della Sera. Tutto è iniziato lo scorso anno scolastico con un nuovo progetto di robotica educativa. “La robotica nella scuola è, attualmente, una scienza emergente - ci ha spiegato il dirigente scolastico Pier Paolo Frigotto - che sta nascendo dalla fusione di molte discipline tradizionali, appartenenti sia al campo delle scienze naturali che umane”. “Abbiamo cominciato a costruire e a imparare a programmare (utilizzando solo i mo-

tori) dei robot - hanno detto i ragazzi stessi. Siamo stati subito entusiasti e motivati, anche perché ci hanno fatto utilizzare i pezzi della Lego con cui giocavamo anche da pic-

coli”. E così a novembre 2014 - sotto la guida di Bruno Bruna, docente appassionato di

informatica e robotica, e della vicepreside Lucia Grieco – è stata presa la decisione di partecipare alla First Lego League, una competizione promossa anche dal Ministero della Pubblica Istruzione che mette a confronto team di giovani di età compresa tra i 9 e i 16 anni. Quest’anno si chiedeva alle squadre di trovare soluzioni per innovare e migliorare il sistema scolastico ed educativo. I 16 ragazzi hanno partecipato con il progetto “Il differenziatore intelligente”, un dispositivo con sensori che rilevano alluminio, plastica, umido e carta. Risultato alla First Lego League? Sorprendente. “A Milano ci siamo confrontati con le altre 28 squadre selezionate nelle competizioni del Nord Ovest, del Centro Italia e del Sud Italia. Eravamo felici di rappresentare Arzignano e l’Istituto Comprensivo 2 in una competizione nazionale. Davanti ai giudici abbiamo presentato il nostro progetto e le sue possibili applicazioni nei luoghi pubblici, scuole, ospedali, parchi cittadini. La nostra invenzione è piaciuta alla giuria tanto che ha voluto premiarci per il ‘Miglior progetto scientifico!’”.

Il disegnatore riservato

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ato nel 1939, fin da bambino Silvano Stocchetti ha avuto la passione per il disegno. Ma sono dovuti passare 75 anni prima che si decidesse ad esporre i suoi lavori, in buona parte incisioni, grazie soprattutto all’impegno del dott. Lora e della prof.ssa Nicolin Tonelato che hanno curato le mostre di Arzignano e Lonigo nel 2014. Come mai non ha mai esposto prima? Per me si tratta di un hobby, una cosa meravigliosa senza velleità commerciali o di farmi conoscere. Non basta un bel tratto per definirsi artisti, ci vogliono cultura e tante altre qualità… Una passione per le incisioni. L’incisione è una tecnica bellissima, ma

completamente dimenticata. Ho iniziato negli anni Ottanta con Vico Calabrò. Ora i problemi cardiaci non mi permettono di stare a contatto con l’acido nitrico, quindi mi occupo principalmente di disegno. I soggetti preferiti? Di tutto. Molta natura: boschi, laghi, fiumi, funghi. Ma più dei soggetti mi sta a cuore che il disegno sia fatto bene. Ha seguito però un’altra strada nella sua vita lavorativa. L’insegnante di disegno insisteva con mio padre perché intraprendessi la carriera

grafica, ma all’epoca le priorità erano altre. Sono stato per anni negoziante e poi direttore commerciale di Expert. Dove si possono trovare i suoi lavori? Ne ho centinaia a casa e poi molti sono sparsi per il mondo, tutti regali che ho fatto ad amici. g.s.


Arzignano

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anti gli italiani che cercano e trovano fortuna all’estero. Fra questi Luca Preto, arzignanese classe ’82 che ormai da qualche anno si è trasferito e ha messo su famiglia in Svizzera, a Bellinzona. “Mi sono trasferito nel 2006 per un master in Tecnologie per la comunicazione ci racconta -. Dopo un semestre di studio alla Copenhagen Business School e una collaborazione con un laboratorio didattico dell’USI, sono entrato nel mondo del lavoro”. Di cosa ti occupi? Lavoro da circa due anni per Ticino Turismo, l’ente cantonale per la promozione turistica. Sono responsabile del settore web. Pro e contro della Svizzera? La Svizzera mi ha dato tantissime opportunità, tra cui quella di poter pianificare a lungo termine, costruirmi una famiglia

ed essere in breve tempo indipendente per potermi fissare degli obiettivi. Qui ci siamo sposati e qui è nato nostro figlio. Inoltre mi ha consentito di lavorare in un ambito che mi appassiona e che difficilmente riuscirei a svolgere in Italia alle stesse condizioni. Il contro è che da italiano è stata un po’ dura

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Lavorare in Svizzera

inserirsi all’inizio, soprattutto considerando i rapporti a volte tesi con la Lombardia per la questione del frontalierato. Sono pur sempre arrivato qui solo e da “straniero”… Pro e contro dell’Italia? In Italia lascio tanti affetti, ricordi e uno stile di vita che è ancora invidiabile, nonostante tutti i problemi riconosciuti. In generale, per i giovani credo in Italia manchino basi solide su cui costruire il proprio futuro. Pesando a tutti gli elementi in gioco, comunque, la Svizzera ne esce nettamente favorita. Progetti per il futuro? Vorrei proseguire la specializzazione in questo settore, magari avviando un’attività in proprio. Un giorno mi piacerebbe poter promuovere la mia Regione, prima in Italia per numero di turisti, ma chissà... g.s.


Arzignano

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Un sogno chiamato Nazionale Di mario piotto

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i tinge d’azzurro la passione di tre giovani dell’Arzignano Calcio a 5, che possono sognare in grande, anche se i piedi restano rigorosamente per terra. Alberto Tumiatti, Carlo Houenou e Marco Marzotto erano stati convocati dal ct della Nazionale under 21 Raoul Albani per uno stage a Terni lo scorso febbraio, e vista come è andata adesso sperano che il telefono squilli un’altra volta. “È andata bene - conferma il portiere Marco Marzotto, 19 anni, al nono anno in biancorosso - e la soddisfazione è grande anche perché dal punto di vista personale, pur sapendo che stavo facendo bene, non me lo aspettavo di essere chiamato”. Una sorpresa anche per il

pivot Alberto Tumiatti, 20 anni, da due in forza all’Arzignano... anzi quasi un trauma. “Ero a Padova per l’università - racconta tutto agitato perché aspettavo la telefonata di conferma di un esame. A un tratto il telefono suona,

ma è il presidente Rossetti, che mi dice che mi vogliono in Nazionale. Ci ho messo un po’ a rendermi conto di quello che stava

succedendo”. Per il laterale Carlo Houenou si è trattato invece di una riconferma, ma non per questo accolta con meno soddisfazione dal 18enne nato in Italia ma con genitori originari del Benin: “Sono davvero tanto contento di quello che sto facendo. Ho iniziato a giocare nel 2008 spinto dai molti amici già nell’orbita dell’Arzignano, e all’inizio non è stato facile. Piano piano però sono cresciuto, in un gruppo davvero fantastico”. Ottime le sensazioni rimaste ai tre al termine dell’esperienza umbra, “anche se alla fine non ti dicono nulla”, spiega Marco. “Per sapere se abbiamo superato la prima selezione dovremo aspettare il prossimo stage e vedere se ci chiamano”. “Per me comunque prima di tutto resta un divertimento precisa Alberto - una cosa che se darà altri frutti ben venga, anche se resto con i piedi per terra”. A Carlo invece non dispiace pensare anche un po’ più in là. “Mi piacerebbe davvero fare qualcosa di importante, crescere con questa squadra e portarla a grandi traguardi sarebbe il massimo”.

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Brendola


StrArzignano atto secondo

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l 19 aprile ritorna la StrArzignano - Trofeo Autovega. Dopo il clamoroso successo dello scorso anno si replica. Percorso di 12 km competitivo e di 3, 6 e 12 km a passo libero. La regia dell’evento è dell’Atletica Arzignano, capitanata dal presidente Christian Belloni e da Michele Mimmo. La gara competitiva si svolgerà in collaborazione con la UISP di Vicenza. Il comune di Arzignano e il Comando dei Vigili anche quest’anno stanno facendo il massimo per garantire il buon esito della manifestazione, assieme a 200 volontari. “Come percorso cambia poco - ci spiega Christian Belloni -. Quest’anno avremo un ristoro in più ma soprattutto un anno di esperienza alle spalle. Prevediamo quasi il doppio di agonisti e le premesse, già dai primi dati delle scuole che ci arrivano sottobanco, sono ultra positive... Come nella

prima edizione, poi, daremo un contributo a chi ne ha più bisogno: quest’anno è il turno di Moby Dick cooperativa sociale”. Ma non c’è solo la StrArzignano: una grande novità è prevista infatti per i più piccoli, la StraKids Banco Popolare di Verona, prevista per il pomeriggio di sabato 18 aprile sempre in piazza ad Arzignano. La StraKids è una corsa non competitiva

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riservata ai bambini dai 3 ai 14 anni, con percorsi che variano da 150 mt fino a 1 km a seconda dell’età, da correre da soli o accompagnati dai genitori. Per tutti i bambini all’arrivo ci saranno la medaglia e l’animazione di Menny (mascotte StrArzignano) e Bruky (mascotte Banco Popolare di VR).

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Di giuseppe signorin

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montecchio

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Romeo ha l’X-Factor montecchio ha scelto il volto per la statua di romeo al castello di giulietta: È davide merlini, stella del talent e ora cantante di musical Di giuseppe signorin

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avide Merlini, il cantante bassanese protagonista del musical “Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo” e terzo classificato a X-Factor 6, ha vinto il concorso indetto dal gruppo Facebook “Le amiche di Romeo” per scegliere il modello che darà il volto alla statua di Romeo prossimamente collocata al Castello di Giulietta. Merlini, premiato sabato 7 marzo in Sala Civica Corte delle Filande, ha avuto la meglio sul comasco Alfonso Praticò ma anche su nomi “eccellenti”, come gli attori Leonardo Di Caprio, Keanu Reeves e Reynaldo Gianecchini,

gli sportivi Roberto Baggio e Mirco Bergamasco o politici come l’assessore regionale Marino Finozzi. Tra il pubblico anche due giovani fan giunte addirittura da Napoli per incontrare il loro beniamino. Ti aspettavi che un giorno saresti diventato il volto di una statua? Assolutamente no… È stata davvero una sorpresa. Emozioni? Soprattutto soddisfazione. Non capita tutti i giorni una cosa simile. Poi, considerati gli altri candidati, vincere questo concorso è per me un motivo di grande orgoglio.

Quasi ogni sera salgo sul palco incarnando questo personaggio e cercando di dare emozioni alle persone Ormai vesti i panni di Romeo da parecchio tempo… Come ti trovi? Ormai ci sto comodo, abbiamo già superato le 230 repliche… Ora siamo a Milano e gireremo l’Italia fino a quest’estate. Sono abituato, quasi ogni sera salgo sul palco incarnando questo personaggio e cercando di dare emozioni alle persone. In fondo questo è il compito di noi artisti. Cosa ti porti dietro di X-Factor? Solo cose positive. Sono stato molto fortunato. È stata la mia prima esperienza importante, a contatto con grandi artisti. La tv porta notorietà, inutile nascondersi,

ora la gente mi riconosce come Davide di X-Factor. Nostalgia dei vecchi tempi, quando lavoravi come tecnico delle caldaie? Nostalgia per quel lavoro no… Però quando sono in giro per cantare ho sempre nostalgia di casa, degli ambienti dove sono cresciuto. Mi riportano alla realtà, mi rimettono con i piedi per terra. Il mondo dello spettacolo si chiama così proprio perché è distante dalla realtà… Consigli a chi volesse seguire le tue orme? Crederci, perché il giorno e l’ora non si sa mai quando arrivano. Io non avevo idea di come si facesse, eppure ho imparato. Non bisogna avere paura. Un saluto alla “amiche di Romeo” che hanno indetto il concorso? Grazie di cuore, sono onorato che abbiano scelto me.


montecchio

Figli della Provvidenza

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Di Paolo Fongaro

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aola ed Eugenio Marrone hanno sei figli: don Francesco (sacerdote in Canada), Romina, Sara, Samuele, Miriam e Teresa. Hanno anche sofferto la perdita di altri sette bambini, in altrettante gravidanze concluse prima del termine senza motivo apparente. Devotissimi a Santa Teresa di Lisieux (ai cui genitori - i beati Martin - han dedicato la loro casa), alla fine del 2000 sentono una vera e propria chiamata: adottare altri bambini, anche quelli che nessuno vuole. “All’inizio ci prendevano per matti. Poi abbiamo dato la nostra disponibilità ad accogliere bimbi disabili e ora sono i tribunali a contattarci”. Sono quindi arrivati Camilla, i gemellini Claudio ed Elisabetta, infine Michele. Poi hanno avuto in affido Amal, Giulia, Mohamed e Valentina. Tutti soffrono di disabilità di vario tipo. Sono originari di Verona. “La Provvidenza ci ha donato la possibilità di trasferirci a Montecchio Maggiore in questo ex convento di suore di clausura, ideale con i suoi ampi spazi”. Non sono una casa-famiglia e gestiscono un progetto coraggioso: “Dal bozzolo alla farfalla”, pensato anche per aiutare i bambini disabili a crescere amati e “spiccare il volo”. A breve nascerà una Onlus. Eroi, matti o incoscienti? “Eroi no”, sorridono alla provocazione. “Forse incoscienti, razionalmente parlando, perché stiamo facendo qualcosa che va contro ogni regola umana. Matti… sì: ci piace dire che siamo matti di Dio, perché ci siamo innamorati di Lui che ci ha letteralmente salvato la vita. Papa Francesco ha parlato di paternità responsabile: non conta tanto il numero dei figli, ma se ti fidi davvero di Dio. Noi gli abbiamo detto il nostro “sì” e lasciamo fare a Lui”. La storia della loro vita è come un roman-

zo, con pagine tremende. “Può capitare, come a noi, di toccare il fondo. E poi accade il miracolo: capisci che in qualunque situazione tu ti trovi Dio ti ama. Non perché tu sia o meno bravo: semplicemente perché sei tu”. “Casa Martin” è ben organizzata, negli spazi e nei tempi. Sveglia all’alba: la preghiera, i figli da mandare a scuola, le mille incombenze, le terapie per i ragazzi. Poi www. buongiornonelsignore.it, il sito dove Eugenio racconta esperienze e progetti della sua famiglia. “Non per fare catechismo o dire cosa facciamo noi, ma cosa fa Dio attraverso di noi. E che quindi può fare attraverso ciascuno, nessuno escluso. Non siamo matti né presuntuosi: non diciamo certo che ogni coppia dovrebbe avere sei figli ed adottare dei bambini disabili!”. A casa Martin c’è posto per tutti. Per chi si trova in difficoltà, ma soprattutto per chi è disposto a dare una mano. “Abbiamo bisogno di persone che vengano a darci una mano. I bambini necessitano di fisioterapia, logopedia, psicomotricità ed altre attività, di qualcuno che li segua nei compiti. E tutto questo con la continuità di cui hanno bisogno i ragazzi, soprattutto quelli con disabilità. Se non arrivano volontari, queste figure dobbiamo pagarle e non è mai semplice far quadrare i conti.

Ci fidiamo comunque della Provvidenza”. Cos’è la Provvidenza? “Madre Teresa diceva che la Provvidenza sei tu che mi ascolti, che mi leggi. Ci vuole fede e preghiera: se gli affidi davvero la tua vita, Dio risponde sempre e lo fa anche concretamente”. Le difficoltà più grosse che incontrate? “Senza dubbio la burocrazia. E poi i bambini disabili, per alcune istituzioni, non sono nessuno. Non siamo ancora una Onlus e non riceviamo nessun aiuto, se non quello di volontari e benefattori. Siamo qui a Montecchio da poco e vorremmo far passare il messaggio che il nostro progetto non è fine a se stesso, ma è utile anche alle famiglie e alla realtà che ci circonda.

Se gli affidi davvero la tua vita, Dio risponde sempre

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“il nostro sÌ a dio”. La straordinaria storia della famiglia marrone, che ha aperto le porte di casa all’accoglienza di bambini disabili


montecchio

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Sul set della raccolta differenziata Di mario piotto

ed è stata la cosa più difficile, più del ricordarsi cosa dire”. Il video, realizzato da Hassel Comunicazione, sarà utilizzato nell’ambito del progetto di sensbilizzazione alla corretta raccolta differenziata da presentare alle scuole. “È davvero un video interessante, e speriamo che chi lo vede ne faccia tesoro”, dicono in coro. “Ormai siamo allenati - conclude Mauro - quindi potremmo anche rifarlo”.

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ossi no, non lo sono diventati neanche davanti alla telecamera. Stefano, Mauro e Andrea, operatori di Agno Chiampo Ambiente e attori per un giorno nel docu-video dell’azienda, che racconta l’universo dietro la raccolta differenziata porta a porta, all’inizio ci hanno scherzato su per un’attimo, certo intimiditi da quelle apparecchiature per le riprese, ma poi via come missili, a raccontare con innata semplicità la loro giornata tipo. “È andata bene - racconta col sorriso Stefano Crestani, 47 anni di Montecchio Maggiore - ed è stato anche divertente. Mai avrei pensato di essere intervistato”. “Un’esperienza positiva - conferma Mauro Tibaldo, 41 anni e castellano pure lui - tranne che per gli orari: lavorare, e in parallelo assecondare

la troupe mi ha scombinato la mattinata! (ride, ndr)”. “Riguardarsi fa un certo effetto - ammette Andrea Caldonazzo, 42 anni di Brendola - ma alla fine sono soddisfatto, anche se mio figlio, che ha la passione del teatro, mi sa che mi batte. La prima cosa che ho pensato? Che devo imparare... a parlare meglio!”. “Si, quando sei davanti alla telecamera ti devi concentrare per parlare l’italiano corretto - ammette Stefano -

Scuole montecchiane sugli scudi

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tradizionali intitolata “In cusina tra i fornei co l’aiuto dei putei”. Le terze, le quarte e le quinte della “Manzoni” e della “San Francesco” si sono invece classificate terze nella gara nazionale di Matematica “I giochi di Achille e la tartaruga”, patrocinati dal Comune di Chieti. Complimenti a tutti!

scuola

borse di studio per il diritto all’istruzione

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n sostegno concreto al diritto allo studio, rivolto in particolare alle famiglie a basso reddito. È questo l’obiettivo del bando per l’assegnazione di borse di studio comunali per l’anno scolastico 2014/2015, che è già aperto e si chiuderà il 15 maggio 2015. Le borse di studio sono a favore degli stu-

Guarda il video sul sito: www.agnochiampoambiente.it

lavoro

scuola

ttime prestazioni delle scuole primarie montecchiane in concorsi nazionali e regionali. Tre classi quarte della “Manzoni” hanno vinto il concorso regionale “Tutela, Valorizzazione e Promozione del Patrimonio Linguistico e culturale Veneto” con una raccolta di ricette

Alberto Carletti - Presidente ACA Il video ha riscosso la nostra massima soddisfazione, perchè mostra come lavoriamo e l’importanza della differenziazione. Bravi gli attori, per il giusto approccio a un’avventura nuova, e bravi tutti i colleghi presenti

denti con buon profitto e che vivono in famiglie residenti a Montecchio Maggiore con un I.S.E.E. non superiore a 9.000 euro. Le domande vanno presentate all’ufficio protocollo del Comune, utilizzando gli appositi moduli di domanda disponibili in Municipio o scaricabili dal sito internet istituzionale del Comune.

oh my job!

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InformaGiovani organizza la rassegna “OH MY JOB!”: incontri e workshop dedicati al tema del lavoro e dell’orientamento professionale. La rassegna coinvolgerà molte realtà del territorio che svolgono un ruolo attivo nell’ambito del lavoro, dalla formazione alla selezione e ricollocamento, dall’orientamento professionale, al supporto all’imprenditoria fino alle nuove forme contrattuali post riforma. Tutti gli incontri, a ingresso libero, si svolgeranno i martedì sera fino al 5 maggio 2015 alle ore 18.15 all’InformaGiovani. Farà da coda alla rassegna il Workshop “Trova il tuo lavoro: tecniche e metodologie per la ricerca attiva di impiego”, che si terrà le mattine del 7 e 8 maggio 2015 dalle 9 alle 13.


brendola

Il comune approva il nuovo piano interventi che rivoluziona l’urbanistica del territorio Foto Daniel Maran

Di VALERIO LUISON

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Brendola è guerra alle “brutture” architettoniche. Lo ha stabilito il Comune, approvando con parere unanime del consiglio il nuovo Piano Interventi, redatto dall’Amministrazione per uno sviluppo futuro del paese al passo con i tempi, ma al contempo in piena sinergia con la tutela paesaggistica e le radici agricole del territorio. Dito puntato contro l’urbanizzazione selvaggia del paese portata avanti dagli anni ‘70 fino agli anni ‘90, “anche se sappiamo - spiega il sindaco Renato Ceron - che gli errori del

I numeri del piano

60 - domande approvate su 80 pervenute 6m - Altezza massima consentita edifici

(aree extraurbane e collinari)

800 mc - Occupazione massima consentita al singolo edificio

20 mila mc - volumi approvati 15 mila mq - superficie agricola

utilizzata

20% - sconto su oneri di urbanizzazione per opere di riqualificazione

passato non si cancellano in un giorno. La cosa importante però è che ci siamo dotati di uno strumento efficace e per lavorare nella direzione giusta”. Basta giganti di cemento e divieto di edificazione a nastro, oltre a riconoscere agevolazioni per chi riqualificherà edifici considerati non in armonia con il contesto: queste le linee guida del piano, cui si aggiunge il progetto di edilizia agevolata e riordino dell’area del “Molinetto”. Un documento da 1 milione di euro complessivi d’impegno, che risponde a 60 domande accolte tra le 80 presentate dai cittadini. Di queste, 50 riguardano volumetria residenziale, (con 44 richieste per prima casa), le quali daranno possibilità a molti cittadini di costruire vicino all’abitazione dei genitori. “E questo era un punto chiave che avevamo fissato nel mandato elettorale - continua Ceron - sapendo che al contempo così andremo a risistemare aree sparse e degradate”. Massimo rispetto, poi, della superficie territoriale: i volumi approvati occuperanno circa 20 mila mc, circa la metà di una lottizzazione delle stesse dimensioni, e il consumo di superficie agricola è stato abbattuto a 15 mila mq, superficie che peraltro resterà per la quasi totalità destinata a verde privato o pubblico.

Calcio? Roba (anche) da femmine La Scuola Calcio Brendola apre le porte alle pulcine. Tutto è nato dal grande successo del progetto del calcio a scuola, promosso dal giovane mister Stefano Zaccaria tra le classi terze, quarte e quinte in collaborazione con il comprensivo “Galilei”: tanto è stato l’entusiasmo dimostrato, e non solo dai maschietti, che la dirigenza brendolana ha pensato di provare ad avviare una sperimentazione tutta in rosa. “Avvieremo una serie di allenamenti gratuiti per un paio di mesi - spiega Matteo Lago, della Scuola Calcio Brendola - per portare avanti il percorso avviato a scuola, ma in una squadra di sole bambine. Se i numeri che andremo a raccogliere rispetteranno le aspettative che il grande interesse ha suscitato a scuola, allora potremo gettare le basi per un progetto davvero unico da queste parti: creare una squadra interamente composta da pulcine. Il calcio è uno sport bellissimo, e non è vero che è solo “da uomini”, o che rovina l’armonia del fisico: vogliamo sfatare questo falso mito, aprendo davvero a tutti la possibilità di divertirsi dietro a un pallone”. Si comincia martedì 7 aprile, con lezioni una volta alla settimana, il martedì dalle 14.45 alle 16. Obbiettivo, raccogliere almeno una decina di adesioni: “in quel caso - continua Lago - potremo pensare a una squadra iscritta ad un campionato a tutti gli effetti, progetto unico da queste parti”. Per info: pagina facebook Brendola Scuola Calcio; oppure 346 210 4288 (Matteo).

Blog, numeri da record

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Guerra alle “brutture”

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La musa del beato Claudio

Di giuseppe signorin

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ella Grotta di Lourdes riprodotta in maniera fedele all’originale dei Pirenei dal beato Claudio, estasiata in preghiera di fronte all’altare e alla Madonna, c’è la statua di santa Bernadette Soubirous. Quasi nessuno ha mai saputo, però, a chi si è ispirato il beato Claudio per realizzare il volto della santa, fino a quando, qualche tempo fa, la signora Rina Marchesini, vedova Portinari, classe 1924, ha raccontato al nipote Giovanni Portinari la sua storia. Ancora lucida e vivace, la signora Rina ha ricordato insieme a noi quello che è successo nell’estate del ’43, quando ancora aveva 18 anni. Andava a Messa alla Pieve ogni domenica alle 8.30. Durante la settimana lavorava ad Arzignano, alla Filanda Bonazzi. Una domenica era seduta con alcune amiche in una panchina di fronte alla Grotta, quando si è sentita battere su una spalla. Si è girata e ha visto fra Claudio. Subito si è spaventata, ha pensato che magari era vestita in maniera sconveniente… In-

vece gli ha detto semplicemente di seguirlo. Fra Claudio indossava il grembiule che usava per lavorare, per scolpire. Poco distante le ha spiegato che la osservava da qualche settimana. Doveva terminare la statua di santa Bernadette ma non riusciva a trovare qualcuna con le misure giuste. O meglio, una ragazza c’era, ma non l’aveva contattata perché aveva sempre il “becco” rosso (un rossetto molto vistoso, ma erano altri tempi...). Fra Claudio ha raccontato alla Rina che aveva un brutto raffreddore e non riusciva a guarire. Era molto magro. La vedeva agitata e allora ha chiacchierato un po’ con lei, prima di prendere un metro da sarta e misurarle il viso. Alla fine l’ha ringraziata e le ha detto di tornare anche la domenica successiva. La Rina l’ha preso in parola e la settimana successiva ha incontrato di nuovo fra Claudio, che aveva già realizzato lo stampo.

Però non era venuto perfettamente. Voleva regalarglielo, le ha detto che c’era lei, in quello stampo, però lì per lì la Rina non ha saputo cosa rispondere… (lo stampo oggi è ancora custodito nella gipsoteca del Convento). Fra Claudio le ha ripreso le misure, le ha detto che sperava che quella fosse la volta giusta e poi l’ha consigliata di mettersi sempre vicino alla statua di santa Bernadette, quando andava a Messa, perché avevano la stessa testa e allora la santa l’avrebbe di certo aiutata. La Rina però si è sempre vergognata e non ha mai ascoltato il consiglio del beato Claudio. Anzi, ha sempre tenuto questa storia nascosta. L’aveva raccontata a padre Redento che la voleva inserire nel bollettino del Santuario, ma poi non se l’è sentita. Per fortuna alla fine si è decisa e oggi possiamo finalmente sapere chi è stata la musa del beato Claudio per realizzare la bellissima statua.


San pietro mussolino - CRESPADORO

Di mario piotto

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n giro di vite alla criminalità, per dare risposte concrete a tutta la vallata. È quello che il sindaco di San Pietro Mussolino Gabriele Tasso ha voluto chiedere direttamente alla Regione Veneto, scendendo in campo con i sindacati della Polizia Locale per chiedere maggiore autonomia normativa per l’organo di sicurezza più diffuso nel territorio. “Carabinieri e Polizia di Stato non bastano - spiega il primo cittadino al tavolo di presentazione dell’istanza - e mai come adesso i cittadini hanno bisogno di risposte, come ha dimostrato il caso-Stacchio. Nessuno qui vuole vedere il far west”. Sono i numeri a invitare alla riflessione, come per esempio la ventina di reati predatori registrati in alta valle solo tra febbraio e marzo. “Numeri incredibili, se confrontati con il passato

non troppo lontano di queste zone - continuna Tasso - e che danno l’idea di quanto in proporzione il fenomeno sia cresciuto dappertutto. Le cause? L’immigrazione in-

controllata, prima di tutto”. Una valle che annuncia di volersi muovere a fronte compatto, chiedendo quindi in particolare di dare agli agenti di Polizia Locale gli stessi

strumenti riconosciuti al resto del comparto sicurezza nazionale. “Oggi sottostiamo a una norma obsoleta - spiega Domenico Natangelo, agente della Polizia Locale Ovest Vicentino e rappresentante sindacale – che ci equipara a un qualsiasi impiegato pubblico, al di là dei rischi che corriamo e nonostante per conoscenza del territorio potremmo essere davvero l’avanscoperta della tutela dell’ordine”. “Procedo in sintonia con i collgehi del territorio - chiude il sindaco Tasso - e busso in Regione sapendo che in tempi pre-elettorali non potranno ignorare il tema sicurezza. L’idea che porteremo avanti in questa direzione è quella di riaprire la Scuola Regionale Veneta per la Sicurezza e la Polizia Locale, chiusa poco tempo fa, organo necessario a garanzia della corretta formazione del personale operativo a stretto contatto con la cittadinanza”.

Carciofi di Marana in Serie A Di MARIO PIOTTO

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hi lo avrebbe mai detto solo un anno fa, quando il progetto dei carciofi di Marana era ancora un’idea, che in pochi mesi il nome della frazione di Crespadoro avrebbe girato tutta l’Italia sulle magliette di una squadra di serie A… Eppure i carciofi - e poi le rose - di Marana di strada ne hanno fatta molta. Da un’idea, quella di essere tra i primi a coltivare i carciofi nel Veneto (ci sono solo quelli di Sant’Erasmo a Venezia) è nato un progetto che si sta ingrandendo sempre di più nella sua importanza: quella di dimostrare che in alta valle l’agricoltura non è morta e che per di più può avere un valore sociale altissimo. Un assist che i campioni dell’Arzignano Calcio a 5 hanno subito raccolto, trasformandolo in un gol in favore del territorio e della solidarietà. L’aspetto più gratificante dell’espe-

rienza realizzata in collaborazione con la Cooperativa AgriMea, è infatti legato alla coltivazione affidata ai ragazzi assistiti da Villa Santa Rita, struttura per persone affette da disturbi del comportamento. Per tre di loro, Cristopher, Joshua e Takieddin, il derby con il Came Dosson è stata l’occasione di coronare un sogno: nell’ambito dell’iniziativa “Un cuore, una maglia” per presentare le nuove divise dell’Arzignano

con il logo dei carciofi, hanno ricevuto l’abbraccio del PalaTezze. “Credere nel territorio - spiega Mirco Rossetti, presidente dell’Arzignano - è un aspetto che fa parte anche della nostra filosofia calcistica, così come fare del bene nel sociale”. La squadra ha ricambiato la visita qualche giorno dopo, recandosi a Marana, e regalando magliette, tute e palloni a dei nuovi tifosi davvero con un grande cuore... di carciofo.

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“Più potere alla Polizia Locale”

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nogarole

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Torna la Festa del Formaggio Di marco alessandri

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opo l’incredibile successo della prima edizione, nel weekend tra l’8 e il 10 maggio a Nogarole tornerà l’appuntamento con la buona cucina e i prodotti del territorio. Le associazioni e i comitati di volontariato di tutto il paese, affiancati dall’Amministrazione comunale e oggi anche dalla neonata Pro Loco, hanno già iniziato a lavorare per organizzare una manifestazione unica ed eccezionale: la “Festa del Formaggio e dei Prodotti De.Co.”. “Questo evento l’anno scorso ha portato migliaia di persone a conoscere Nogarole, le meraviglie del nostro territorio e le nostre eccellenze gastronomiche – commenta il primo cittadino Romina Bauce – e proprio per questo abbiamo voluto fortemente riproporla. Il formaggio è un prodotto con cui la gente ormai identifica il nostro paesino che, pur trovandosi a pochi minuti dal fondovalle, permette di immergersi nel verde e nelle bellezze naturalistiche dei

TUTTI PAZZI PER “IL CERVELLONE”

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n gioco vietato ai deboli… di testa! A Nogarole sbarca “Il cervellone”, il social quiz multimediale che impazza tra i tavoli dei locali di tutto il mondo, lanciando uno scontro tra i clienti davvero… all’ultima risposta. Una novità in arrivo al ristorante pizzeria Chalet Clara di Via degli Alpini, per una sfida davvero alla “only the brave”, che dà anche la possibilità di gareggiare in live match con i tavoli di altri locali. Appuntamento venerdì 17 aprile con inizio del gioco alle 21.30.

nostri monti, ultime propaggini dei Lessini in terra vicentina. L’obiettivo è far sì che la festa non duri un giorno solo, ma che possa portare la gente a Nogarole per tutto l’anno, alla ricerca dei nostri prodotti”. Cosa avete in mente per la seconda edizione? Il programma è veramente ricco di eventi. Partiremo con una cena di degustazione il venerdì sera – prosegue il sindaco – e poi sabato e domenica il menù prevederà assaggi di formaggi, miele, salumi e, in primis, i gnochi co’ la fioreta. Ma abbiamo anche la camminata dei capitelli in tre percorsi diversi a seconda della preparazione fisica di ciascuno, il concorso che vedrà sfidarsi i quattro caseifici delle valli AgnoChiampo (Altissimo, Nogarole, Castelgomberto e Trissino) per aggiudicarsi il premio del miglior formaggio, con possibilità per la gente di partecipare alla degustazione e alla votazione. In più, per la prima volta organizzeremo una rassegna dei formaggi De.Co. della provincia di Vicenza, con possibilità di conoscerli e scegliere il migliore che poi verrà premiato. Insomma un bel programma! Per tutti i dettagli si può consultare il sito www.festadelformaggio.it.

Sotto: immagini della prima edizione della Festa del Formaggio


montebello

Viaggio verso La Solenne 2015

Di lisa dugatto

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he qualcosa stia bollendo in pentola lo capirebbe anche un ignaro forestiero di passaggio. Non occorre nemmeno aguzzare troppo la vista, dato che i festoni biancoazzurri spuntano un po’ ovunque: sotto i porticati in attesa di primavera, nei garages lasciati aperti, dai bagagliai delle macchine. “Ma è solo la punta dell’iceberg, non c’è dubbio!”. Parola di Raffaele Casaro, uno degli organizzatori della XXVI° edizione della “Festa quinquennale della Madonna di Montebello”, meglio conosciuta come “La Solenne”. Un appuntamento arrivato all’importante traguardo dei 130 anni di età, ma che tutta Montebello non smette di amare.

“Sì - racconta Casaro - il paese tutto si sta preparando per celebrare questa festa molto sentita e molto antica. I primi appuntamenti del programma liturgico, formativo e culturale sono già iniziati a marzo e proseguiranno fino alla fine di maggio. Sono previsti incontri, concerti, approfondimenti. Nei primi quattro giorni di maggio si affiancherà anche il programma folcloristico, ricco di eventi musicali, sportivi e cabaret. L’apice della festa è previsto per domenica 3 maggio, quando ci sarà la solenne processione con la statua della Madonna, presieduta dal Vescovo di Vicenza Monsignor Pizziol”. Da dove nasce tutto questo fermento? Innanzitutto dalle origini antiche di questa festa: la primissima processione risale al

Concordataria assicurazioni Auto sostitutive • Riparazione cristalli Servizio carro attrezzi Igienizzazione degli interni all’ozono

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1793, quando i Montebellani si affidarono alla Madonna per invocare la fine di una grande siccità. Furono esauditi e a partire dal 1885 venne deciso di rinnovare la solenne processione ogni cinque anni. Quindi motivazioni prettamente religiose? Non solo. Nasce sicuramente per motivazioni religiose, ma è sentita anche da chi fervido credente non è. Il paese riscopre il gusto di fare le cose insieme, riconosce le proprie radici e le celebra con orgoglio. Novità di questa XXVI edizione? Quest’anno verrà montata per la prima volta una tensostruttura in piazzale Cenzi, per ospitare alcuni degli appuntamenti previsti. Lo scopo è di centralizzare di più la festa, di creare un nucleo forte al centro del paese.

le facciamo di tutti i colori

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Montebello e altre visioni

Di lisa dugatto

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assione. È forse la parola che meglio rappresenta il fotografo emergente, Nenad Blagojevic. Classe 1980, Nenad di professione fa l’operaio ma è nella fotografia che mette l’anima e tutto il suo tempo libero. E i frutti stanno arrivando: è di fine dicembre 2014 la sua prima mostra personale

“Montebello e altre visioni”, all’interno della chiesetta di San Giovanni in Piazza Italia. Come è nata la tua passione per la fotografia? Ho scoperto recentemente che già da bimbo giravo per casa scattando foto con la vecchia “Kiev” del papà e non la mollavo mai, quindi credo proprio sia nel mio dna.

Nel 2007 mi sono iscritto al Fotoclub di Montecchio Maggiore e a quello di Lonigo, iniziando quindi a confrontarmi e a imparare da altri fotografi. Da lì ho cominciato con le prime mostre collettive, ho letto vari libri, cercato informazioni su internet… il tutto sempre da autodidatta. C’è stato un momento particolarmente significativo nel tuo percorso? Sicuramente nel 2011, quando mi sono aggiudicato il primo posto nel concorso fotografico organizzato dal Fotoclub “Il Campanile” di Noventa Vicentina. Non me lo aspettavo assolutamente, le foto in gara erano circa 700. Progetti per il futuro? Cercare di crescere costantemente, di superare i miei limiti, per avvicinarmi ogni volta di più al vero obiettivo di ogni mia foto: emozionare.

Un cuore grande così

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a una drammatica esperienza personale ad un gesto di grande generosità. Giovanni Bastianello, ottantenne imprenditore in pensione, fondatore nel 1963 della BM Officine, un anno fa ha rischiato la vita. Durante un’operazione per un’angioplastica all’ospedale di Bassano è caduto in coma ed è stato salvato dai medici grazie all’uso immediato del defibrillatore. “Dopo due ore e mezza mi sono risvegliato – spiega – e subito ho pensato che come aveva salvato me, il defibrillatore può salvare qualcun altro. Ho capito che dovevo fare qualcosa e ho deciso di donarne uno alla squadra di calcio de La Contea, la quale però ne era già provvista. Allora ho deciso di donare un defibrillatore alla palestra di via 4 Novembre, dove si allenano e giocano la pallavolo e la pallacanestro de La Contea e la mia proposta è stata accolta positivamente”.

Il ringraziamento della società sportiva e del Comune a Bastianello è avvenuto durante una cerimonia alla quale erano presenti anche il sindaco Antonio Tonello, il consigliere comunale delegato allo sport Valerio Nori e alcuni allenatori. “A Bastianello va un grande ringraziamento – commenta il sindaco – perché ha saputo trasformare una grande paura personale in

un’azione orientata al bene e a favore del prossimo”. Partite ed allenamenti si svolgeranno ora in un ambiente più sicuro, perché il defibrillatore, se usato immediatamente e in modo corretto, è in grado di salvare chi è colto da un arresto cardiaco. Un grande gesto di solidarietà, a beneficio soprattutto dei giovani atleti. f.c.


Lonigo

Chiara Gianesin

Di Lino ZONIN

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i sicuro, per ora, c’è che a Lonigo si voterà per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale. La data delle elezioni è stata fissata per il 31 maggio, sfidando il ponte del 2 giugno e la tentazione per gli elettori, già poco propensi a rispondere all’appello, di passare il fine settimana al mare. Il tempo che manca alla scadenza è ancora parecchio e concede alle formazioni politiche che parteciperanno alla corsa elettorale la possibilità di valutare con calma strategie e alleanze. Tutto già deciso, invece, per quanto riguarda Luca Lazzari, consigliere di minoranza uscente che ha bruciato le tappe presentando prima di tutti la sua lista di candidati in Comune, dove chi vuole può recarsi fin d’ora per apporre la firma a sostegno della candidatura. Sotto il logo “Movimento dalla parte del cittadino” si presenteranno: Loretta Bastianello, Sonia Bernardi, Anna Busato, Barbara Cera, Margherita Crogliano, Monica Donadi, Ivana Gelain, Patrizia Isolati, Luca Battocchio, Siro Cestaro, Mirco Galliazzo, Alessandro Lazzari, Marcello Pegoraro, Daniele Rio, Bruno Rossetto, Giampietro Soldà. Delegato di lista è Luciano Tomba, fiduciaria Andreea Enea. E gli altri? Per adesso la pretattica la fa da padrona. Spulciando tra le indiscrezioni,

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Luca Lazzari

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Luca Restello

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si può anticipare che probabilmente sarà Chiara Gianesin, attuale assessore alla Scuola e al Teatro, la capolista della formazione di centro sinistra guidata nell’ultima legislatura da Giuseppe Boschetto, il quale sembra deciso a non ricandidarsi (anche se potrebbe farlo e a questo proposito c’è qualcuno che non esclude del tutto un colpo di scena finale). In appoggio a Gianesin dovrebbe esserci una lista del Pd più un paio di civiche capitanate da esponenti di spicco che fanno riferimento al centro sinistra. Sull’altro fronte, la Lega Nord non ha ancora sciolto la riserva sorta dal dualismo tra

due candidati eccellenti alla carica di sindaco: Luigi Tassoni, per moltissimi anni a capo dell’Amministrazione comunale nella vicina Alonte, e Luca Restello, consigliere uscente di minoranza. Le ultime notizie danno quest’ultimo come favorito. Anche Forza Italia deve ancora comunicare a chi affidare lo stendardo del capolista. Sembra che il candidato prescelto possa essere Angelo De Pieri, attivo nel mondo sindacale e associativo legato all’agricoltura, ma anche qui non c’è niente di sicuro. Tra i nuovi entrati si attendono notizie dal Movimento 5 Stelle, presente in città con alcune iniziative ma ancora indeciso sulla composizione di una squadra che potrebbe partecipare alla tornata elettorale. Si sta guardando attorno anche il neo costituito movimento “Per una nuova Lonigo”, un gruppo che fa capo a Diego Masetto e Andrea Dal Maso e che sta valutando se sia il caso di scendere in campo. Anche “Prima il Veneto”, gruppo da poco costituito a Lonigo con l’uscita dalla Lega Nord di Antonio Tessari, deve decidere cosa fare. Insomma, domina l’incertezza, aumentata dalla novità principale delle prossime elezioni leonicene, quando per la prima volta si voterà con il doppio turno e il gioco delle alleanze e degli apparentamenti sarà più complicato di quanto non sia stato in passato.

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Aspettando le elezioni comunali

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Lonigo

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Nel 1700 con le mappe delle decime

La pianta del Castello completa e il dettaglio della bussola.

Di STEfano canola

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a Google Maps alle mappe delle decime della Parrocchia leonicena il passo non è breve: quasi 300 anni, visto che i cinque carteggi riportati di recente all’attenzione sono stati eseguiti tra il 1736 e il 1738. Notevole il loro valore storico: tante le scoperte che gli studiosi potranno fare quando i danni causati dal tempo e dall’incuria saranno stati riparati. Di nuovo il passo non è breve perché il restauro di ciascuna mappa costa quasi 5.400 euro. L’appello è lanciato e… “Qualche risposta è già arrivata – confida Mario Cera, che cura l’archivio parrocchiale e segue molto da vicino la vicenda – però è presto per esultare”. Di che cosa si tratta esattamente? Secondo le iscrizioni che s’intravedono sono opera di Carlo Crestani pubblico perito per conto della Venerabile Pieve di Lonigo. Stabilivano quali possidenti di case o terreni dovevano versare gli oboli alla

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Chiesa e chi invece ne era esentato. Riproducono il territorio della Parrocchia in quel tempo: la pianta del Castello di Lonigo, i beni della Contrà del Misan (Almisano), il Pavaran (Madonna), Vo e Basegnan (terre tra Almisano e Madonna) e i beni del Monte (zona collinare). Quattro piantine misurano cm 142 per 196, la quinta cm 115 per 233. Ne manca all’appello una, quella della Contrà di Braggio (da Via Battisti verso Sud ndr). Perché sono importanti? Perché sono andate in gran parte perdute, come hanno confermato i responsabili dei musei e degli archivi diocesani: nel Vicentino solo tre o quattro parrocchie le hanno conservate. Il confronto con quelle esposte in Municipio e realizzate nel 1778 da Carlo Colombari per scopi catastali e con gli studi degli storici locali permetterà di verificare molti

E come in un thriller storico religioso, non mancano i colpi di scena. Per esempio la collocazione di un certo convento che ha messo in disaccordo Pomello, Vitaliani e Mazzadi. Non resta che aspettare il restauro, una mappa alla volta, e “sparare” al massimo lo zoom. Ah già, qui non si può…

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otizie in diretta tutte ledi n Vicenza dalla provincia

cambiamenti avvenuti in quegli anni. Anche la valenza artistica e la cura dei dettagli sono notevoli. In che condizioni sono le cartine? Lo stato di conservazione non è uniforme. I disegni sono stati incollati con colla animale alla tela, montata su tavole in legno. La carta s’è scurita per l’assorbimento del tannino del legno ed è stata danneggiata da un parassita della cellulosa. La mappa dell’area cittadina, il Castello, è in condizioni migliori delle altre e consente di decifrare nomi e date, ma in qualche caso il marrone scuro copre tutto. Gli esperti dell’abbazia benedettina di Praglia, dopo un accurato sopralluogo, hanno confermato la possibilità di intervenire con successo.

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LO SPEEDWAY MONDIALE A LONIGO

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l primo appuntamento mondiale della stagione 2015 sulla pista Santa Marina di Lonigo è alle porte. La macchina organizzativa del Moto Club Lonigo è già al lavoro da diverso tempo, per non lasciare nulla al caso e per presentarsi in grande spolvero visto l’importante manifestazione che li attende. Dopo qualche stagione di assenza rivedremo in terra Leonicena il 3 Maggio un Round di Qualificazione Individuale che darà alla fine l’accesso ai Grand Prix 2016. I nomi dei piloti che saranno protagonisti nella pista iridata Santa Marina saranno resi noti dalla FIM, Federazione Motociclistica Internazionale, solamente pochi giorni prima della manifestazione. Questo non significa però che i presenti saranno piloti di secondo livello, in quanto tutti coloro che aspirano alla massima serie dei Grand Prix dovranno darsi battaglia sin dall’inizio. Molte saranno le nazioni rappresentate, ad iniziare dai “vicini” di casa di Slovenia, Francia e Repubblica Ceca, per passare poi a paesi scandinavi come Danimarca, Svezia e Finlandia. Non mancheranno

Motoclub Lonigo

di certo nel line-up i piloti Inglesi e gli onnipresenti Polacchi, oramai al vertice della specialità da diversi anni, mentre le nazioni oltreoceano saranno rappresentate da Stati Uniti, Australia e, dopo parecchi anni di assenza, anche dalla Nuova Zelanda. Vi aspettiamo quindi numerosi per vivere un pomeriggio che sarà sicuramente ricco di suspence, brividi ed emozioni, solo come lo speedway sa dare. L’inizio della gara è fissato alle ore 16.00 di domenica 3 maggio. Le prove ufficiali sono previste lo stesso giorno, con inizio alle ore 11.00.

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Lonigo

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Al via il restauro Di STEFANO CANOLA

È

ormai terminato il tempo della sofferenza per il Santuario di Madonna dei Miracoli e in particolare per la sua splendida facciata con le sculture in pietra, messa a dura prova dagli anni e dalle intemperie. I lavori di restauro partiranno a breve, sembra più questione di settimane che di mesi. Agli sforzi del Comitato per i restauri della Parrocchia leonicena si possono aggiungere ora le donazioni dei singoli cittadini, anche attraverso la formula del cartellone puzzle (che sta riscuotendo buon successo nel capoluogo per la facciata del Duomo). La parte centrale del pannello posto nella chiesa della frazione è suddivisa in 1000 tasselli: con 25 euro è possibile togliere un tassello dalla facciata ingrigita e donarle simbolicamente luce e splendore. A dare slancio ai molti che si prodigano

per il Santuario (gioiello del Rinascimento vicentino che dopo l’evento miracoloso del 1486 ha attirato per secoli pellegrini da larga parte della Pianura Padana) sono arrivati a febbraio i risultati del censimento 2014 “I Luoghi del Cuore”, che il FAI (Fondo Ambiente Italiano) propone per individuare i siti artistici e ambientali più amati nel nostro Paese. Complessivamente oltre un milione e mezzo le segnalazioni, 6616 delle quali hanno riguardato la chiesa di

Madonna, al 52° posto nazionale, settimo nel Veneto e primo nella nostra provincia. “Il successo si deve all’attività capillare di divulgazione e informazione svolta dalle associazioni culturali, dalle scuole e da tante persone – ha spiegato il coordinatore della raccolta firme Michele Sedda -. Questo risultato rappresenta un segnale forte dal territorio per salvare i nostri luoghi del cuore dai pericoli e dall’indifferenza”. info@madonnadeimiracoli.org

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La musica dei ProjectK Band di notevole visibilità. Kavour è un interprete eccellente: ha vinto giovanissimo il Karaoke di Fiorello, ha fatto coppia con Fausto Leali nella Canzone del Secolo, ha partecipato a The Voice of Italy. ProjectK Band è formata da fior di musicisti vicentini: un pop raffinato, dal sapore internazionale ma con i testi italiani, senza rinunciare alle sperimentazioni”. Dubbi? Cercate “Dopo il temporale” su internet e alzate al massimo il volume: arriverà la voce incredibile di Kavour, rara per potenza ed estensione. Nei passaggi successivi si assaporano i testi di Luigi, che raccontano le debolezze dell’uomo senza lasciare campo libero alla resa. “Siamo soddisfatti di

Inquinare costa Di giovanni salviati

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ltre ai danni alla salute, quanto costa l’inquinamento delle falde acquifere a Sarego? È presto detto con un esempio. Attualmente il gestore e proprietario dell’acquedotto, il Centro Veneto Servizi, spende circa 10 mila euro ogni mese per sostituire i filtri in uscita del pozzo di Monticello di Fara, che serve le case della medesima frazione. Fra quelli del territorio comunale, è quello più zeppo di perfluoruri alchilici, la famiglia di sostanze tossiche che da anni vengono inviate qui da alcune industrie soprattutto della zona di Trissino. È per questo che il CVS ha preso una decisione drastica: dismettere quel pozzo e collegare Monticello al pozzo che già serve Meledo, e che si trova in zona S. Antonio. Costo dell’operazione: 600 mila euro. Il progetto è già in fase di elaborazione nell’ufficio tecnico dell’azienda, la quale poi chiederà il finanziamento relativo all’A.T.O.

Bacchiglione, di cui il vicentino fa parte. “Si prevede che i lavori possano partire in maggio – stima il sindaco Roberto Castiglion – per poi durare un altro paio di mesi, dato che bisognerà rompere delle strade ed eseguire scavi che comporteranno del tempo”. Quanto alle famiglie (ma ci sono anche imprese) attualmente servite da pozzi privati autorizzati, verranno allacciate anch’esse all’acquedotto. Dunque, disagi e costi, che prima o poi non potranno non farsi sentire su tariffe già relativamente elevate, anche se l’impatto di queste spese straordinarie sarà ripartito sui 59 comuni con 240 mila abitanti gestiti dalla società. Di qui la seconda fase di questa vicenda: la richiesta di risarcimenti. Da tempo Comune e CVS avevano interessato l’Avvocatura della Regione Veneto per adire le vie legali in merito. “Siccome però – fa sapere Castiglion – non abbiamo ricevuto riscontri dall’Avvocatura regionale, noi e il CVS abbiamo deciso di incaricare uno studio legale privato di procedere autonomamente

La ProjectK Band con Luigi Gravino e il cantante Kavour (Foto di Giuliana Milos) vendite e download – afferma Gravino -. La web radio romana Twitmix.it ci ha dato molto risalto dopo che per settimane siamo rimasti nella sua top ten, a fianco di Jovanotti e Mengoni. Non c’è verso invece di far ascoltare un minuto della nostra musica a qualche etichetta, major o indipendente che sia: noi andiamo avanti comunque”. per chiedere i danni relativi ai responsabili dell’inquinamento. Per ora siamo solo noi, ma l’iniziativa è aperta agli altri enti pubblici vittime di questo fenomeno di inquinamento, a cominciare dai comuni vicini a Sarego e ai loro enti gestori. La scelta cadrà probabilmente sull’avvocato Matteo Ceruti di Rovigo, noto per aver già vinto l’anno scorso una causa analoga contro la centrale Enel di Porto Tolle.

Rifiuti: Da luglio si cambia

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tylia addio. Da luglio la società di smaltimento dei rifiuti non servirà più il Comune di Sarego. Lo ha deciso la Giunta dopo la scelta dell’azienda di cambiare assetto trasformandosi in società mista pubblico-privato. Scelta non condivisa dall’Amministrazione comunale, assieme ad Orgiano, Campiglia, Sossano, Pojana e Asigliano. “Abbiamo indetto una gara – ricorda il sindaco – nella quale ha vinto un’associazione di tre imprese: Padova 3, Sesa e Ideal Service. Prima di affidare l’incarico dobbiamo attendere i 30 giorni di legge per eventuali ricorsi e osservazioni da parte degli altri concorrenti”. g.s.

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a tanti anni canta, suona la chitarra e compone musiche e testi, seguendo l’ispirazione e pescando nel retroterra di studi filosofici. Ha appena passato i 50 Luigi Gravino, product manager in un’azienda elettromeccanica e una passione grande e disincantata per la musica. Dopo quattro cd da cantautore (anche con don Matteo Zorzanello, al tempo della sua presenza all’ombra del Duomo), nell’ultimo “Il coraggio di esistere” lascia il microfono, ma non è un passo indietro. “L’incontro con Carmine Cirillo in arte Kavour è stato provvidenziale per entrambi – spiega Luigi -. Per lui la prima occasione di eseguire un intero disco di inediti, per me una chance

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Dopo Lineapelle: bilancio positivo Il bilancio dopo la fiera Lineapelle, che si è tenuta a Milano dal 25 al 27 febbraio, è più che positivo. Cominciamo dai numeri. I visitatori sono stati 20.031. Un bel +10% sull’edizione del marzo 2014 e addirittura il +3% sul settembre 14. Ciò accade raramente, perché il campionario primaverile richiama solitamente di meno, pertanto il dato è segnale importante di come Lineapelle stia diventando sempre più primo riferimento mondiale di tutte le fasce qualitative della domanda e dell’offerta. Sono arrivati a Milano da 107 nazioni 8.563 operatori e dall’Italia 11.468. I 1.086 espositori hanno confermato le dimensioni planetarie di Lineapelle, con la presenza di 41 Paesi e un valore complessivo di fatturato pari a 15 miliardi di dollari, di cui il 67% realizzato dalle 724 società italiane. A testimoniare la vitalità della rassegna è anche la quota di imprese nuove e il grande l’investimento sui giovani. Nel quadro delle sfilate milanesi s è puntato sulla Next Generation

under 30, con pellami pregiati forniti ai vincitori (Claudio Cutugno, Luca Lin, Alessandro Canti e Gianluca Viscomi). La collaborazione con la Fashion Week milanese si è arricchita di una mostra a Palazzo dei Giureconsulti. Infine, Lineapelle ha radunato 600 ragazzi dai 10 ai 13 anni, provenienti dalle famiglie e dalle scuole dei distretti conciari campano, toscano, veneto e lombardo, per premiare le più originali interpretazioni in pelle della Pop Art nel concorso Amici per la Pelle.

“In genere il nostro campionario primavera-estate ha meno successo di quello invernale – dichiara il presidente di Unic Rino Mastrotto – perciò tutti siamo andati all’ultima Lineapelle con preoccupazione, perché, oltre

a questo fattore, ci aspettavamo un interesse minore del lusso, assenze dall’oriente e fiacchezza diffusa. Le aziende visitatrici, che sono un dato più significativo dei visitatori intesi come singole persone, sono invece aumentate e di tanto: 14% sul marzo dell’anno scorso. Un altro dato molto interessante è che le aziende “nuove” visitatrici sono aumentate del 33% rispetto a marzo 2014”. Le ragioni di questo successo? “Lineapelle, con la sede milanese e il calendario anticipato, ha acquistato una vivacità e una dinamicità eccezionali, una centralità mondiale assoluta. Anche la presenza francese è stata molto forte, con un +19% rispetto allo scorso anno. Adesso la parola passa al mercato, che è una cosa diversa; però a Lineapelle abbiamo capito che stanno aumentando i nuovi compratori e noi dovremo essere bravi a intercettarli e servirli”. Il prossimo appuntamento con Lineapelle è a Milano il 9-10-11 settembre.



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Material Manufacturing & Tecnology Si è svolta a Hong Kong dal 30 marzo al 1 aprile la fiera MM&T (Material Manufacturing & Tecnology. In attesa dei dati ufficiali, l’esposizione si conferma un appuntamento importante dal momento che il mercato cinese, nonostante il momento di flessione, rimane la prima area di esportazione per le concerie italiane. Nel 2013 le concerie italiane hanno esportato nell’area cinese circa 160 mila tonnellate di pelli conciate, per un valore corrispondente di 793 milioni di euro. Lineapelle Moda È in fase di definizione il calendario di Trend Selection by Lineapelle. Queste presentazioni stilistiche nelle principali città estere prevedono una formula di una sola giornata con conferenza stilistica ed esposizione dei materiali di tendenza, di cui vengono illustrate le caratteristiche e le possibilità di utilizzo. Gli appuntamenti finora realizzati – in Messico, Spagna, Colombia, Brasile, Polonia, Russia, Vietnam e Korea – hanno registrato grande successo e partecipazione; sicuramente si tratta di uno strumento importante che permette di portare e raccontare in giro per il mondo le tendenze della moda attraverso la pelle italiana.

Nella classifica delle top imprese del Vicentino, tra le prime 50 ci sono 7 aziende del settore conciario 18° GRUPPO MASTROTTO S.P.A. 22° RINO MASTROTTO GROUP S.P.A. 26° DANI S.P.A. 29° CONCERIA PASUBIO S.P.A. 44° FAEDA SPA 45° CONCERIA CRISTINA SPA 48° CONCERIA CADORE S.R.L.

Fatturato 2013

% Var. Fatt. 2013

265.414.624 243.441.264 208.157.536 196.087.040 128.030.800 127.062.856 125.344.016

8,87 7,60 190,39 17,99 15,76 31,07 23,85

Altro dato interessante: l’Ebitda, indice che misura il cash flow generato dall’attività tipica dell’azienda, è in crescita per il settore della concia e del commercio all’ingrosso di pelli e cuoio che hanno registrato rispettivamente un +130% e +102% sul 2008.


Conceria Beschin s.r.l. Via Arzignano 124/A, 36072 Chiampo (VI) - IT Tel +39 0444 624708 | Fax +39 0444 0444 420112 info@beschinconceriaspa.com www.beschinconceriaspa.com I.P.

P

assione, cura del dettaglio, e occhio d’artigiano. A Graziano Beschin non serviva altro per aprire la conceria che ancora oggi porta il suo nome, avviata credendo fermamente nella lunga vita del fashion della pelle, pur sapendo guardare dritto negli occhi i cambiamenti imposti dai tempi e dalle mode. Da allora sono trascorsi quasi 40 anni, fatti di innovazione nelle tecnologie di lavorazione, di studio costante nella scelta dei materiali, di certificazioni dei prodotti lungo tutta la filiera. Ma lo spirito del lavoro artigianale, in risposta a un mercato sempre più alla ricerca di a prodotti con personalità, resta lo stesso di quell’avventura iniziata nel 1978, lo stesso che Graziano ha saputo trasmettere ai tre figli che ora lo affiancano. La Conceria Beschin di Chiampo oggi è realtà nota anche ben al di fuori del polo

produttivo dell’ovest vicentino. Un marchio fin dagli inizi orientato al servizio della più ampia varietà di prodotti per l’abbigliamento, e che via via ha saputo affinarsi fino a specializzarsi nella lavorazione di pelle per la produzione di calzature d’alta qualità: Beschin oggi è nome noto tra le aziende di settore, con clienti tra le più

affermate case di moda d’Italia e d’Europa. A fare la differenza è proprio quell’attenzione al particolare che contraddistingue i prodotti Beschin, segno di un amore profondo per la pelle e per il proprio lavoro, di quelli che davvero non passano di moda.


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Congiuntura del settore concia Dati UNIC inviati nel mese di febbraio alle aziende associate.

Produzione 2014

I dati di preconsuntivo, relativi ai primi 11 mesi, segnano un aumento del valore di produzione (+1% sul corrispettivo 2013), a fronte di un ribasso dei volumi complessivi (-3%). Il segmento bovino, inclusi i vitelli, ha mostrato risultati più soddisfacenti dell’ovicaprino e del cuoio suola (entrambi in calo sia in valore che in volume).

Export 2014

Il valore delle esportazioni nazionali di conciato verso 119 Paesi tra gennaio e novembre è cresciuto del 2%. Tra le principali destinazioni, perdita dell’11% sulla Cina, crescita in Germania (+15%) e Polonia (+17%), rialzi con iberici (Spagna +8%, Portogallo +4%), USA (+4%), Regno Unito (+7%), Corea (+4%), Austria (+4%) e aree di delocalizzazione calzaturiera (Romania +6%, Tunisia +4%, Vietnam +37%, Albania +25%, Bulgaria +21%). Scendono Francia (-8%) e Turchia (-19%).

Tendenze 2015

I prezzi della materia prima registrano tuttora andamenti molto differenziati in un trend complessivo invariato con eccezioni al rialzo (es. vacche). Nella concia, sostanziale stabilità dei flussi di export a dicembre e gennaio. Il distretto veneto registra un rallentamento delle spedizioni verso la Cina, compensato dal maggiore protagonismo di Vietnam, Cambogia e Filippine. In Toscana aumento consistente dell’invio di campioni di calzature e borse realizzate con pelli locali verso gli USA. Campania ancora rallentata, possibile un’inversione grazie ai ribassi degli agnelli.


Si è tenuto a Hong Kong lo scorso 29 marzo il congresso mondiale dell’International Council of Tanners che raccoglie 38 associazioni conciarie nazionali di categoria. Tra le linee d’azione introdotte dall’ITC, sotto l’attuale presidenza di Rino Mastrotto, segnaliamo: • Contratto internazionale d’acquisto n.6. Il modello risale al 1999 e risulta lo strumento più diffuso. Essendo i maggiori compratori al mondo, UNIC con le associazioni

conciarie cinesi e taiwanesi ha definito e proposto le modifiche contrattuali a ICHSLTA, ispirate dalle “Linee guida UNIC per l’acquisto di materie prime”. Vi si prevede, per esempio, l’indicazione specifica di origine e caratteristiche fisiche della pelle, l’abbassamento delle tolleranze, la conformità chimica e ambientale. Le prime risposte sono state sostanzialmente negative: se ciò continuasse, in accordo con i cinesi si procederà autonomamente a un nuovo contratto di parte acquirente.

• Contratto internazionale di vendita n.7. Esiste dal 1999, è poco utilizzato, potrebbe essere rinnovato in alcune clausole su reclami e tolleranze. • Protezionismo. A fronte di oltre metà del grezzo mondiale sottratto al libero export, è stato rivolto a tutti un invito a sottolineare il rischio di guerre commerciali presso i propri Governi. Reattività bassa o negativa da parte dei protezionisti brasiliani.

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Notizie dall’International Council

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lA rIvOlUzIONe dell’INchIOStrO

Dai laboratori Syn-Bios un sistema di tintura che sostituisce in maniera definitiva i tradizionali coloranti da botte.

U

n esperimento semplice ma estremamente efficace: alcune pelli tinte immerse in bocce riempite d’acqua che, giorno dopo giorno, non cambia colore ma rimane perfettamente trasparente. Allo stand di Syn–Bios, durante l’ultima edizione di Lineapelle, la dimostrazione ha suscitato grande interesse e riscosso un forte successo in quanto testimonianza lampante di un’autentica svolta in tema di colorazione della pelle. “L’innovazione e la ricerca ecologica fanno da sempre parte del dna della nostra azienda – spiega Massimo Remeggio, Responsabile Commerciale Italia -. Questa attitudine, che coniuga l’attenzione per l’aspetto ambientale e della sostenibilità con quello delle pre-

stazioni, ci ha permesso in molti casi di anticipare le richieste sia del mercato sia delle normative. L’ultima novità uscita dai nostri laboratori è il risultato di ricerche e test durati ben cinque anni. Stimolati da una concia sempre più tendente al green e dagli input dei nostri clienti, con i quali abbiamo testato l’efficacia dei risultati di laboratorio nella produzione vera e propria, siamo riusciti a mettere a punto non un semplice nuovo prodotto ma un innovativo sistema per la tintura del cuoio in botte”. La rivoluzione consiste nella sostituzione totale, sia in passante che in rimonta, dei coloranti classici (aniline) con la novità degli inchiostri per botte. La gamma INk fOr leAther® consente di ottenere risultati eccezionali in termini di brillantezza dei toni e morbi-


dezza della pelle. Gli inchiostri per botte vantano tenute chimico fisiche ottimali, che si manifestano con massima resistenza alla luce e all’acqua, e un ridottissimo impatto ambientale, differenziandosi quindi nettamente dai coloranti tradizionali che comportano il rilascio di sali da taglio, cloruri e solfati nelle acque reflue, oltre allo sviluppo durante la lavorazione di ammine aromatiche per le quali ci sono indicazioni sempre più restrittive. “Gli inchiostri per botte – continua Remeggio – ci permettono quindi di mantenere gli aspetti più positivi dei coloranti eliminando però quelli negativi. La base di partenza degli inchiostri è completamente diversa: si tratta di pigmenti che, grazie ad una microdispersione esasperata, riescono ad essere lavorati e gestiti come coloranti. In questo modo riusciamo a coniugare brillantezza e morbidezza dell’articolo con altissime prestazioni e una maggiore ecologicità. L’articolo in cuoio tinto con i colori INK FOR LEATHER® permette quindi all’utilizzatore finale di entrare in contatto con un prodotto totalmente sicuro. Dal punto di vista applicativo, presentandosi sotto forma liquida, essi garantiscono inoltre una manipolazione più sicura da parte degli operatori, che evitano in questo modo di maneggiare e inalare prodotti in polvere. Per loro stessa natura chimica, in fase di fissazione si assorbono sul cuoio permettendo di ottenere un bagno totalmente esaurito, evitando quindi contaminazioni di colore delle acque reflue. Tutte le tonalità inserite in catalogo hanno superato alla perfezione i test più rigorosi”.

INk fOr leAther

®

I pUNtI dI fOrzA

la formulazione prevede una micro macinazione delle polveri talmente spinta da ottenere le prestazioni di una soluzione colorante.

LEATHER

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la tintura delle pelli avviene in bottale secondo il procedimento tradizionale. l’eccellente grado di penetrazione garantisce una colorazione omogenea sia in sezione che in superficie con toni intensi e brillanti. la superificie naturale della pelle resta inalterata. la resistenza alla luce, allo stingimento e alla migrazione su pcv è massima, così come quella al lavaggio. la gamma INk fOr leAther® è completamente salt free, per questo non contribuisce al carico inquinante dei reflui conciari con sali da taglio, cloruri e solfati, come avviene invece per i coloranti. la particolare attenzione nella scelta delle materie prime garantisce all’intera linea una classificazione priva di pericoli per la salute umana e l’ambiente.

SYN-BIOS S.p.A Unipersonale via Vigazzolo 90/B 36054 Montebello Vic.no (VI) Italia Tel. 0444 441144 - synbios@synbios.it | www.synbios.it

I.P.


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Occupazione: valore in crescita Concia e occupazione: secondo i dati del 2013 l’industria cociaria, storicamente formata da piccole e medie imprese, conta 1269 unità, in leggero calo rispetto al 2012 (-0,8%) ma impiega 17.958 addetti, vale a dire l’1,6% in più rispetto all’anno precedente. Un settore in controtendenza, dunque, che ha manifestato continuità e buona tenuta anche in tempi di crisi. Anna De Gregori, responsabile d’area dell’agenzia per il lavoro Staff, specializzata nel settore concia: “ Le richieste che arrivano dalle aziende riguardano sia

figure da impiegare in produzione sia figure specializzate, come periti chimici e conciari, per mansioni specifiche o di controllo di processi. L’esperienza riveste un’importanza fondamentale, unitamente alla formazione. Ciò si riflette nella difficoltà che a volte si ha nel reperire figure particolari, come quella dello spaccatore o del rasatore che necessitano di grande professionalità;

a noi in questi casi è capitato di dover attingere fuori regione, in Toscana o in Lombardia, per trovare qualcuno di disponibile. A livello impiegatizio, invece, un valore aggiunto è rappresentato dalle lingue straniere: se l’inglese è ormai scontato, aggiungere nel proprio curriculum la conoscenza del russo o del cinese è sicuramente un vantaggio”.

Veneto anno 2013 Addetti

8.272

(Var. 12/13: +0,6%)

Imprese

468

(Var. 12/13: -0,8%)

Produzione

2.732 mln e (Var. 12/13: +9,9%)

Fonte: Unic, Istat, Unioncamere, Movimprese

Staff spa agenzia per il lavoro nasce dall’iniziativa imprenditoriale di professionisti con esperienza decennale nella somministrazione di lavoro del H.R. Management. Il nostro ufficio a Montebello Vicentino vanta una competenza specifica nella selezione e nella formazione del personale per il settore conciario.

n.1 SMERIGLIATORE PELLI si ricerca un operaio con esperienza nella gestione autonoma della smerigliatrice , cambio carta e disponibilità a lavorare su tre turni

n.2 STUCCATORI PELLI si ricercano 2 operai addetti alla stuccatura delle pelli ,buon utilizzo della spatola piccola e grande

n.2 SPACCATORI PELLI wet blue Si ricerca un CAPO macchina ed un aiuto, con comprovata esperienza

n. 1 BOTTALISTA per reparto tintura e 2 OPERAI addetti al reparto rifinizione

n. 1 RASATORE PELLI wet blue si richiede esperienza

n. 1 TECnICO COLORISTA per campionatura pelli

STAFF S.p.A. Via Venezia,4 - 36054 Montebello Vicentino (VI) tel 0444 1788077 - fax 0444 1788078 - montebello@staff.it - www.staff.it

tutte le nostre offerte sono da ritenersi riferite ad entrambi i sessi (Legge 125/91 art.4) Aut. Min. Prot. N. 18223 del 20/12/2012


I.P.

Progetto GREENLIFE: Green Leather Industry For Environment A seguito di un’iniziativa UTIAC S.p.A. (Società di gestione delle acque reflue di Arzignano) si è costituito con un accordo triennale un tavolo di lavoro finalizzato a modificare la struttura del processo di produzione e le regole di funzionamento dei rapporti tra imprese del polo conciario di Arzignano. L’obiettivo è quello di trasformare il distretto in un modello da seguire dal punto di vista dell’impatto ambientale e della diminuzione degli scarti dalle attività in esso presenti. Dopo essere passato al vaglio dei commissari dell’Unione Europea e ritenuto meritevole, il progetto, è stato finanziato dalla stessa per circa il 50% per un importo complessivo di € 2.300.000. Nell’ambito di questa iniziativa ci è stata richiesta, come Acque del Chiampo S.p.A., la partecipazione al denominato “Progetto GreenLIFE+13”. Il ruolo di Acque del Chiampo in questo progetto è subito parso chiaro: la consulenza tecnico-analitica e l’elaborazione di dati raccolti nelle fasi di analisi dei reflui e dei sottoprodotti che il polo conciario produce. Lo scopo è quello di valutare quale può essere il potenziale impatto sulla funzionalità dell’impianto di depurazione nel caso in cui i nuovi processi in fasi di sperimentazione venissero adottati nelle concerie allacciate al depuratore. Il modus operandi adottato dall’azienda è un susseguirsi di tre fasi: una prima raccolta ragionata dei dati storici, la raccolta di dati sugli attuali cicli di produzione nelle concerie che effettuano le sperimentazioni e fare infine una proiezione teorica eseguendo calcoli ed estrapolazioni ragionate. Dall’avvio del progetto Acque del Chiampo ha individuato circa 20 aziende aderenti e ha fissato i parametri chimici per caratterizzare i reflui prodotti e classificarli nella fase di monitoraggio di tali concerie. Il 27 giugno 2014, in particolare, è iniziato il monitoraggio di queste per un totale ad oggi di 750 campionamenti e analisi specifici. Oltre ai monitoraggi si sono svolte delle visite presso le aziende partners, al fine di comprendere al meglio il processo in fase di sperimentazione, in modo da effettuare i corretti campionamenti

nelle diverse fasi e per ricercare nei singoli campioni i diversi composti chimici d’interesse. Infatti per due delle aziende prese in considerazione è iniziata anche la fase successiva e cioè il campionamento ed analisi di queste singole fasi di lavorazione per valutarne il diverso impatto ambientale. Parallelamente ai monitoraggi, Acque del Chiampo ha redatto un importante censimento conoscitivo sulle lavorazioni di calcinaio e concia e distribuito alle aziende partners che permetterà di ottenere le corrette informazioni per estrapolare i dati raccolti e successivamente stimare un possibile impatto ambientale. Documento molto importante perché permette di individuare eventuali fattori di rischio prima dell’adozione su larga scala di queste nuove tecnologie. L’Amministratore Unico Alberto Serafin sottolinea come sia fondamentale questa sinergia tra il polo industriale conciario e l’ente gestore del servizio idrico integrato: “quando ci è stata chiesta la collaborazione abbiamo subito aderito riconoscendone l’importanza. In una visione di sistema questo progetto rispecchia a pieno la volontà di tutti di perseguire un unico scopo: la sostenibilità e la salvaguardia di tutta la valle”.


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Quando lo sviluppo è sostenibile Sostenibilità: un concetto complesso e articolato che per un’azienda significa fondare le proprie azioni imprenditoriali sul riconoscimento della responsabilità socio ambientale e sulla convinzione che il proprio sviluppo non possa prescindere da quello delle persone che lavorano al suo interno e delle generazioni future. Un approccio che, anche per il settore conciario, sta diventanto sempre più importante. Il 27 marzo l’Itis Galilei ha ospitato un seminario dedicato alla sostenibilità dell’industria conciaria, traguardo in-

termedio nella collaborazione tra scuola e impresa destinato a proseguire con lo sviluppo da parte dei ragazzi dell’ultimo anno di alcune ricerche su questo tema. Accanto alla presentazione del rapporto di

sostenibilità del settore da parte dell’UNIC, l’azienda Dani ha spiegato il proprio bilancio di sostenibilità aziendale coinvolgendo la scuola nella fase finale di diffusione di questo progetto finanziato dalla Regione.

ILSA RInnoVA IL mARchIo e cReSce neLLe TecnoLogIe gReen Da gennaio 2015, Ilsa si presenta con un nuovo marchio a testimoniare la sua evoluzione verso biotecnologie ancora più evolute. Dall’estrazione di molecole vegetali purissime, utilizzando tecnologie mutuate dal settore farmaceutico e alimentare, fino all’imminente raddoppio dei nuovi impianti di produzione di liquidi, ecco le ultime tappe di un percorso che ha spinto l’azienda a darsi una nuova veste e a dismettere lo slogan “Agrotecnologie”, dopo due decenni di utilizzo. Il vecchio pay-off viene sostituito dal nuovo “The green evolution” perché i nuovi prodotti vegetali, estratti con metodi unici al mondo, permettono oggi all’azienda di estendere il business ai settori della nutraceutica e della cosmesi. Era necessario quindi esprimere la nuova filosofia aziendale con un pay-off che non si limitasse ad evocare il solo settore agricolo. Ilsa, fin dal 1956, inizia valorizzando fonti rinnovabili spesso provenienti da altre filiere produttive, per elaborare prodotti di nutrizione per le colture ad alta sostenibilità ed efficacia. Produce e vende concimi organici e organo minerali, solidi e liquidi, biostimolanti e prodotti ad azione specifica. Dispone di una gamma completa di prodotti sia per l’agricoltura convenzionale che biologica. L’azienda è dotata di tre impianti produttivi, due in Italia (Arzignano-VI, Molfetta-BA) e uno in Brasile (Porto Alegre). Dal 1994 Ilsa aderisce a Responsible Care, il programma

volontario dell’industria chimica mondiale basato sull’attuazione di principi e comportamenti riguardanti la sicurezza e salute dei dipendenti e la protezione ambientale. Nell’ultimo rapporto, il ventesimo, presentato alla Camera dei deputati a Roma, Ilsa era citata come buona prassi aziendale grazie ad una estesa analisi di impronta ambientale che ha riguardato sia i suoi processi produttivi che i suoi prodotti. La stessa analisi le ha valso, lo scorso dicembre, anche il premio Product Stewardship 2014 di Federchimica.

Da sx, Franco Campanaro, Paola e Barbara Piona di Ilsa ricevono il premio “Product Stewardship 2014” da Claudio Benedetti e Cesare Puccioni di Federchimica. I.P.

ILSA S.p.A. | Via Quinta Strada, 28 36071 - Arzignano (VI) Italia Sede legale: Via Roveggia, 31 - 37136 Verona Tel. 0444 452020 - www.ilsagroup.com


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Adler esporta i suoi prodotti dall’America all’Europa dell’Est fino in Asia. La nostra eccellenza è apprezzata in tutto il mondo.

Adler ha ottenuto nel 1998 la certificazione UNI EN ISO dall’istituto Certiquality, aderendo agli standard internazionali. Perchè la qualità è il nostro principale obiettivo.

Adler crea prodotti personalizzati per i propri clienti, effettuando studi accurati sugli impianti e le caratteristiche delle concerie. La soddisfazione del cliente è la nostra soddisfazione.

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“Un bilancio di sostenibilità aziendale – spiega Guido Zilli, responsabile innovazione e sostenibilità della Dani spa - è uno strumento estremamente interessante perché consente di considerare un’azienda da tre prospettive: quella economica, quella sociale e quella ambientale. È sicuramente espressione di responsabilità sociale perché tiene conto di tutti i diversi stakeholders dell’azienda, ma diventa al tempo stesso pratica di buona gestione, in grado di influire sull’aspetto economico, perché introduce una nuova visione, più completa e strutturata, anche per quanto riguarda gli aspetti produttivi. Ed è sicuramente un mezzo di comunicazione dei risultati e del dna dell’azienda, guardato sempre con grande interesse dagli investitori perché in grado di far emergere il futuro e le potenzialità di un’impresa, a differenza dei bilanci civilistici che riflettono scelte organizzative già realizzate e quindi legate al passato dell’azienda”.

Nel concetto più ampio di sostenibilità, la tutela dell’ambiente è per il settore conciario una priorià e ormai una parte integrante del suo sviluppo. “Certamente. Dani, ad esempio, è coordinatore del progetto greenLIFE, nato nel 2014 e finanziato dall’Unione Europea, che coinvolge oltre a noi altre quattro aziende appartenenti alla filiera vicentina della concia: la conceria Gruppo Mastrotto, Ikem, industria del settore chimico, Ilsa del settore delle biotecnologie e mezzi tecnici per l’agricoltura e Acque del Chiampo, gestore di servizi di depurazione. Gli obiettivi riguardano la riduzione in vari aspetti dell’impatto ambientale della filiera conciaria. In particolare si mira a ridurre del 20% i rifiuti solidi, il consumo di acqua e di prodotti chimici nelle fasi di riviera; a diminuire sostanzialmente il solfuro nella fase di depilazione delle pelli e a recuperare e valorizzare il 15% dei sottoprodotti del ciclo conciario.

Ciò che rende greenLIFE particolarmente interessante è il fatto di rappresentare una collaborazione di filiera e un progetto di ricerca condiviso che riunisce competitor, controllori e controllati. Inoltre, la grande importanza data all’aspetto della comunicazione e del coinvolgimento, anche degli enti locali, rende il progetto un luogo di convergenza di spunti e proposte, un “hub tecnologico” per condividere idee e innovazioni”. Anche la riduzione del consumo energetico è un aspetto su cui si sta investendo molto. “A questo proposito è stato avviato un progetto europeo, IND-ECO, coordinato da Unic e di cui siamo partner, che prevede un’analisi dei consumi dell’azienda per poi mettere in atto interventi mirati di efficienza energetica. Nel nostro caso abbiamo già realizzato alcune azioni con ottimi risultati. Per esempio abbiamo installato degli inverter in bottali e compressori, risparmiando il 15% di energia elettrica, e sostituito le lampade tradizionali con quelle a basso consumo per un risparmio del 50%”.


Macchine ed attrezzature per l’industria conciaria

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greenLIFE: le linee di ricerca Lo sviluppo delle attività di greenLIFE si completerà nell’arco di tre anni a partire dal giugno 2014, impegnando un investimento di 2,3 milioni di euro, finanziati dalla Commissione Europea per circa il 50%. Queste le principali linee di ricerca: • sperimentazione fino alla scala industriale del calcinaio ossidativo e con recupero dei bagni; • sperimentazione fino alla scala semi-industriale del calcinaio enzimatico e di conce

IND-ECO

esenti da metalli; • recupero, trattamento e valorizzazione dei sottoprodotti del processo conciario in ambito industriale, agro-industriale ed energetico; • valutazione dell’effetto delle nuove tecnologie sul complessivo sistema della depurazione delle acque; • analisi degli impatti ambientali e socio-economici delle nuove tecnologie, con simulazione su scala distrettuale.

Il progetto IND-ECO, nell’ambito del programma “Intelligence ENergy Europe e con il supporto dell’Agenzia EACI della Commissione Europea, ha una durata di tre anni e si propone quattro obiettivi principali: • individuare, tramite audit energetici, i principali ambiti di miglioramento dell’efficienza energetica in conceria e nella filiera; • identificare le soluzioni tecniche migliori; • sviluppare accordi con operatori economici e finanziari; • accompagnare le aziende verso lo sviluppo dei piani d’investimento.

Rapporto di sostenibilità UNIC- Principali trend 2002/2013

Consumo idrico per unità di prodotto

Consumo di solventi (dal 2004)

-21%

-40% +112,6%

Consumo energetico (dal 2003)

-23,8%

Incidenza costi ambientali


Dal 1951 FER-CON è punto di riferimento per la fornitura di utensili, ferramenta, attrezzature da lavoro e manutenzione per privati e professionisti. L’azienda è inoltre specializzata nella commercializzazione dei metalli, distribuzione di gas tecnici e impianti di irrigazione.

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Concia e ricerca: legame stretto Oggi non si lavora con un solo obiettivo ma con la consapevolezza che ogni novità deve essere inquadrata nel processo, considerandone tutti gli aspetti.

Che quadro si delinea se consideriamo il legame tra concia e ricerca scientifica, tra capacità di produrre e quella di innovare? “Direi un quadro positivo con una visibilità decisamente inferiore rispetto alle reale situazione – afferma il segretario nazionale dell’AICC Adriano Peruzzi-. La filiera conciaria è costituita da aziende di piccole e medie dimensioni che portano avanti e realizzano decine e decine di lavori sulla spinta di idee riprese direttamente dalla produzione e che portano a dei risultati importanti, spesso non pubblicizzati. Ecco perché l’Italia, benché sia riconosciuta a livello internazionale come un Paese tecnologicamente avanzato nel settore e molto attivo nel campo dell’innovazione, non ha in questo momento una grande visibilità nelle pubblicazioni di settore e nei convegni internazionali. In termini di numero di pubblicazioni il nostro Paese non ha un riconoscimento adeguato al suo saper fare”. L’AICC, raggruppando figure

Consegna delle borse di studio AICC agli studenti dell’Itis Galilei: Adriano Peruzzi (al centro), Carla Vertuani, Giancarlo Dani

diverse che operano in attività riguardanti l´area pelle, si pone proprio come obiettivo principale quello di promuovere e divulgare la ricerca scientifica portando alla luce lavori, invenzioni, scoperte, esperienze fatte sia in Italia sia all´estero. A livello internazionale l’AICC partecipa alle attività della I.U.L.T.C.S. (Intenational Union of Leather Technologists and Chemists Societies) che con apposite commissioni si occupa di formazione, ricerca, comunicazione. La stessa organizzazione è anche il riferimento mondiale per i metodi analitici del settore conciario grazie ad un accordo di mututo riconoscimento con la ISO. Nel no-

vembre di quest’anno è in programma il convegno mondiale, organizzato in Brasile, che sarà sicuramente un’importante occasione di confronto e scambio culturale tra chimici e tecnici del cuoio. Quali sono le linee guida e le tendenze in fatto di ricerca? “Oggi – continua Peruzzi - si parla di concetti che coinvolgono tutto il ciclo di produzione come la sostenibilità o la carbon footprint, non ci si limita ad una fase ma si cerca di vedere l’insieme del processo. Ogni nuova proposta viene più attentamente valutata, non si lavora con un solo obiettivo ma con la consapevolezza che ogni novi-


I.P.

Un’azienda dove sentirsi a casa. Quello della Pieropan&Bauce è un impegno trasformato in realtà, e costruito fin dagli inizi attorno a una precisa certezza: per diventare davvero grandi bisogna saper prima di tutto essere piccoli. Bruna Bauce e il marito Giancarlo Pieropan avviarono nel 1976 quella che allora era poco più di una scommessa, e oggi è una delle più ricercate aziende di rifinizione pelli del polo produttivo dell’ovest vicentino, specializzata nella finitura con disegni a rullo con oltre 40 cilindri incisi da 3500 mm e 6 macchine per trattare pelli intere. Da allora ne è stata fatta quindi di strada, e al passo con la continua evoluzione del fashion della pelle, sono cambiate anche le tecnologie e le modalità di lavorazione, ma non l’approccio a un prodotto che resta prima di tutto artigianale, pur riuscendo a far fronte ad ogni esigenza di numeri e tempistica da parte del cliente. L’installazione del fotovoltaico, il passaggio ad auto elettriche e l’automazione di parte dei processi produttivi hanno consentito all’azienda di raggiungere in modo ecologico il proprio fabbisogno energeticio, ma il cuore della Pieropan&Bauce, anche grazie all’ingresso in azienda dei figli Davide e Silvia, ha saputo mantenere lo spirito delle origini, con la massima cura ai dettagli del singolo pezzo, un dialogo costante con il cliente, e un’attenzione ad ambienti stimolanti e davvero a misura di lavoratore, in particolare gli ambiti produttivi dove le tecniche sono state mantenute manuali. Anche

perché questa è la rotta che richiede un mercato costruito sempre meno sulla produzione di massa, e interessato al contrario a pochi pezzi ma fatti con fantasia, personalità e grande qualità. A fare la differenza diventa allora il particolare, e in questo la Pieropan&Bauce è davvero garanzia di successo: maestri nelle lavorazioni manuali, i suoi artigiani sanno trattare le pelli con occhio attento e mano sapiente, come nelle lavorazioni di una volta, per una personalizzazione costruita su creatività e qualità, e davvero senza confini. Tra le rifinizioni più apprezzate di una moda che punta molto su richiami vintage, lo stile invecchiato, che attraverso l’applicazione puntuale del colore, è studiato per effetti che ne esaltano l’estetica, mantenendone resistenza e integrità. Pieropan&Bauce è calzatura, pelletteria, arredamento e carrozzeria.

Via Prima Strada, 27 - 36071 Arzignano (VI) 0444 672105 info@pieropan-bauce.it www. pieropan-bauce.it


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Il Convegno AICC dello scorso novembre a Chiampo

tà deve essere inquadrata nel processo considerandone tutti gli aspetti. Tra questi posso citare qualità del prodotto finito, sicurezza chimica per i consumatori finali e per gli operatori, consumi di risorse, impatto sui residui. Questo è un approccio più consapevole, che non appartiene solo al settore conciario ma a tutti i campi. Su cosa ci si concentrerà, a suo avviso, nei prossimi anni? “Gli argomenti di interesse sono molteplici per un processo che coinvolge molte fasi. Certamente si continuerà a lavorare nel campo delle conce per migliorare la concia al cromo e per proporre nuove alternative esenti da metalli. Anche nel campo della depilazione ci sono diverse proposte in fase di sperimentazione, come anche per gli enzimi. Sono grandi temi che generano a loro volta un gran numero di lavori in quanto rivoluzionano il processo tradizionale e la reattività del materiale con ricadute importanti su tutte le altre fasi

della lavorazione. La razionalizzazione delle risorse è certamente un altro forte stimolo, si è lavorato molto in tal senso ma c’è una continua ricerca sia per il risparmio sia per la depurazione. Personalmente mi aspetto anche nuovi stimoli dalle ricerche in corso da parte di Università e Istituti di ricerca sul collagene e le sue trasformazioni durante il processo. Si tratta di un ambito di ricerca pura che potrebbe avere nel lungo periodo ricadute importanti anche a livello produttivo. Conosciamo ancora parzialmente i meccanismi di reazione che guidano il processo e questo potrebbe aprire le porte a nuove soluzioni alternative oggi inesplorate.”. Qual è l’atteggiamento vincente perché il legame tra concia e ricerca sia sempre più forte ed efficace? “Ragionare in ottica di filiera, coinvolgendo le figure e le realtà che a livello diverso possono portare il proprio contributo. L’AICC ci ha provato anche con l’ultimo convegno organizzato a Chiampo lo scorso novem-

bre con interventi che volevano andare proprio in questa direzione. Tra i soci abbiamo da sempre i tecnici impiegati in conceria, industrie di prodotti chimici, costruttori di macchine ma registriamo un crescente interesse alle nostre attività anche da parte degli utilizzatori di pelle come le firme della moda italiana, calzaturifici e pelletterie che vogliono conoscere e capire meglio il prodotto pelle. Questo ci stimola a fare di più e a ragionare ancora maggiormente come una filiera. Il nuovo assetto della Stazione Sperimentale di Napoli potrebbe essere un ulteriore incentivo alla ricerca del settore, è una struttura di riferimento per l’Italia e penso possa giocare un ruolo importante nei prossimi anni. Un ulteriore aspetto che vede coinvolta l’AICC e che ha un legame molto stretto con la ricerca è la formazione. Attrarre giovani tecnici e mantenere vive e aggiornate le scuole di formazione come il Galilei sono delle priorità se si vuole progettare un futuro di alto livello per il settore”.


Photo: G. Maitan

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Nasce il Distretto Conciario Vicentino Una voce unica della filiera per guardare al futuro con la consapevolezza della propria unicità. Un tavolo che ha chiamato a raccolta le aziende e le associazioni tecniche e di categoria per dare vita a un grande riferimento di tutta la filiera conciaria, che vuole parlare al mondo con una voce unica e costruire un futuro sostenibile per la pelle. Non un semplice consorzio, ma qualcosa in più: una vera e propria unione di intenti tra tutte le aziende della filiera pelle e le associazioni di categoria. Questo è l’aspetto peculiare e innovativo del neonato Distretto.

Venerdì 20 febbraio, nella sede di Acque del Chiampo, ha avuto luogo la prima assemblea durante la quale c’è stato l’insediamento del Consiglio direttivo e una prima discussione sugli elementi fondativi e i programmi per il futuro. Il 16 marzo il Consiglio si è nuovamente riunito per pianificare l’attività del 2015 e procedere all’elezione dei vicepresidenti. A fianco del presidente Paolo Gurisatti sono stati così eletti in qualità di vicepresidenti

Gabriele Boschetti e Guerrino Mazzocco; il direttivo ha inoltre accolto l’adesione di 15 nuovi soci che attualmente hanno raggiunto quota 52, ma il numero è in evoluzione e già altri 40 hanno segnalato il proprio l’interesse a far parte del distretto. Soci che sono distribuiti in tutta la filiera della concia: associazioni di categoria, aziende conciarie, intermediari commerciali, aziende di prodotti chimici, produttori di macchine per conceria.

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Gabriele Boschetti

Guerrino Mazzocco

Il Consiglio Direttivo Presidente Paolo Gurisatti Vicepresidenti Gabriele Boschetti Guerrino Mazzocco Per le imprese Mirko Balsemin (tintura e rifinizione) Adriano Boller (tintura e rifinizione) Gabriele Boschetti (conceria a ciclo completo) Francesco Corradi (tintura e rifinizione) Gianfranco Dalle Mese

(conceria a ciclo completo) Giancarlo Dani (conceria a ciclo completo) Gianni Faedo (tintura e rifinizione) Paolo Gurisatti (servizi di ricerca e innovazione) Gianni Maitan (produzione di macchine) Graziano Marana (tintura e rifinizione) Santo Mastrotto (conceria a ciclo completo) Sergio Organo

(stampatura pelli) Giuseppe Olivieri (conceria ciclo competo) Bruno Simonetto (raccolta pelli) Piero Rilievo (commercio pellami)

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Paolo Gurisatti

Per le associazioni Bernardo Finco (Confindustria) Guerrino Mazzocco (Confartigianato) Paolo De Marzi (Apindustria) Edgardo Stefani (Unpac) Antonio Galiotto (Assomac)

Gli obiettivi del Distretto

cessi conciari sostenibili.

Ambiente e innovazione – Nuovi investimenti in ricerca, che riducano l’impatto ambientale della lavorazione della pelle, in tutte le fasi. Nuove regole per la gestione dell’acqua e dei processi di depurazione. Codice etico.

Regolamenti tecnici e normative – Collegare tutti i soggetti della filiera, per avere più peso nei rapporti con le istituzioni nazionali e internazionali che decidono certificazioni e sistemi di qualità dei prodotti.

Formazione scolastica – Trasformare l’Istituto “Galilei” in “politecnico della pelle”, attraverso l’investimento sui laboratori e la creazione di nuovi corsi superiori per esperti nella gestione di pro-

Comunicazione – Far conoscere i traguardi raggiunti dal distretto a favore del territorio e di chi lo vive. Promuovere una nuova immagine dei prodotti in pelle.

Ambiente - QuAlità - SicurezzA


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SSIP: ora un nuovo programma Paolo Gurisatti, presidente del Distretto Conciario Vicentino, è stato nominato presidente della Stazione Sperimentale di Napoli. L’unità di intenti di UNIC e soci del Distretto ha permesso di trovare l’accordo sul nome del presidente e la candidatura di Gurisatti non ha incontrato ostacoli da parte delle tre camere di Commercio di Pisa, Napoli e Vicenza. Un risultato importante, che si unisce alla soddisfazione per questi primi mesi di attività del Distretto Conciario Vicentino. “Dall’inizio di quest’anno – afferma Paolo Gurisatti - il processo di aggregazione della filiera ha subito una evidente accelerazione. Sono molto contento, perché c’è ottimismo tra gli imprenditori e voglia di fare. All’interno del Distretto sono già stati costituiti gruppi di lavoro per portare avanti gli obiettivi del programma. Quali opportunità vede nel futuro della concia? “Dobbiamo ripensare i processi produttivi: da industria inquinante possiamo diventare una componente sostenibile e tecnologica del sistema pelle. Dobbiamo però investire in ricerca, in formazione, nelle tecnologie di gestione degli scarti. Possiamo cambiare l’immagine del settore e contribuire a rigenerare l’identità della Valle.”

Cosa le fa pensare che sia la volta buona? “Ci sono condizioni di contesto più favorevoli, quest’anno. In primo luogo c’è più domanda. Il 2014 si è chiuso con un fatturato superiore a 2,8 miliardi di euro. E la svalutazione dell’euro favorisce le esportazioni anche nel 2015. In secondo luogo c’è la disponibilità della Regione Veneto a sottoscrivere un accordo di programma con il distretto, per accedere ai fondi europei. In terzo luogo c’è una situazione nuova nella Stazione Sperimentale dell’Industria della Pelle, con risorse a disposizione per formazione e ricerca.” La Stazione sperimentale parla con accento vicentino: un successo ottenuto grazie al lavoro di squadra? “Grazie alla forza raggiunta dall’organismo di distretto, non solo è stata accettata la mia nomina all’interno del Consiglio della Stazione Sperimentale, ma il Consiglio stesso mi ha chiesto di assumere l’incarico di presidente, in rappresentanza della pelle veneta e della leadership che il nostro distretto detiene. Questo ci mette nelle giuste condizioni per ragionare sulle sfide del mondo della

concia. Ci sono molte idee da proporre e da condividere con gli altri distretti”. Che impressione si è fatto della Stazione Sperimentale? “Alla Stazione lavorano una quindicina di ricercatori, per molto tempo sono rimasti senza guida ma anche loro hanno voglia di fare. La nuova azienda ha un capitale di 9 milioni di Euro, diviso in parti uguali nelle Camere di Commercio di Vicenza, Pisa e Napoli, e ogni anni può contare su un budget di circa 2 milioni. Fino ad ora la struttura ha lavorato sulle prove di laboratorio e su alcuni progetti di ricerca. Ma può, deve, fare molto di più, in collaborazione con i tre distretti: Valle del Chiampo, Santa Croce sull’Arno e Solofra. Entro aprile metteremo a punto un nuovo programma.” Prossime tappe? “Dobbiamo assolutamente rilanciare gli investimenti sulla scuola. Il Galilei deve tornare a essere il punto d’incontro tra tecnici dell’industria, docenti e ricercatori. E poi dobbiamo riprendere la questione dei fanghi, che rappresenta un grande problema irrisolto. Non possiamo far finta che non esista.”


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alla scrupolosa scelta delle materie prime, fino all’ultima sartoriale rifinitura: un prodotto Faeda si riconosce in ogni momento della sua storia. Il fashion della pelle davvero non ha segreti per la storica azienda avviata nel ‘56 e divenuta oggi riferimento per le più prestigiose firme internazionali del lusso e dell’alta moda di settore. Faeda vuol dire controllo costante della qualità, attraverso severi test lungo tutta la filiera, a garanzia di precisi parametri d’integrità e resistenza del materiale nel tempo; vuol dire competenza tecnica, con personale specializzato impiegato ogni giorno nella ricerca e nell’analisi dei materiali per offrire al cliente il migliore prodotto; vuol dire specializzazione, con i diversi processi produttivi dei singoli articoli affidati a specifici rami aziendali. Ma il vero punto di forza

che distingue il marchio Faeda è la capacità di ritagliare passo passo ogni progetto sulle più particolari esigenze del cliente, arrivando davvero a creare qualcosa di unico, assieme. Il tutto, naturalmente, con una grande attenzione alle ultime tendenze della moda, e soprattutto con il massimo rispetto della sicurezza e dell’ambiente. Proprio in questa direzione infatti Faeda ha fatto sua una vera e propria “filosofia - green” estesa a ogni comparto del gruppo, con i laboratori di ricerca impegnati ogni giorno nell’individuare le migliori tecnologie per realizzare pelle sempre più ecologica e sicura, e controllata lungo tutti i processi di lavorazione. Rispetto per l’ambiente e la qualità, dunque, ma senza scordare l’estetica, biglietto da visita dell’eccellenza. Per questo la pelle Faeda si sente e, soprattutto, si riconosce a prima vista.

Faeda S.P.a. Divisione Arredamento e Auto Via Roggia di Mezzo, 53 -36050 Montorso Vicentino (VI) tel +39 0444 422000 Divisione Calzature e Pelletteria Via Valchiampo, 2 36050 Montorso Vicentino (VI) tel +39 0444 485111 Divisione Wet Blue Via della Concia, 9 36071 Arzignano (VI) tel +39 0444 422071 www.faeda.com I.P.


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Come eravamo Il Grifo e il Leone è un’associazione di Arzignano che oltre a promuovere attività culturali tra i più giovani è riuscita ad acquistare l’archivio storico del fotografo Cerretti di Arzignano. Oltre 12 mila fotografie tra le più svariate, dalle immagini delle famiglie storiche alle foto tessere ai panorami della Valle del Chiampo. Quasi cent’anni di storia tra cui spiccano le immagini del comparto più importante per l’economia del nostro territorio: quello conciario. Abbiamo estrapolato alcune fotografie che lo raccontano...


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sede legale c.so matteotti, 74/76 36071 arzignano (Vi) italy t. +39 0444 670091 - 0444 670977 t.f. +39 0444 675368

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La collaborazione all’interno della filiera tra concerie e fornitori e un’attività di ricerca molto intensa, stanno indirizzando le aziende di prodotti chimici verso soluzioni sempre più efficaci in termini di prestazioni dei materiali, di sostenibilità e di riduzione dell’impatto ambientale. “La nostra missione – spiega Giulia Fontana, direttore tecnico Syn-Bios SpA - consiste da sempre nell’ideare e nel mettere in pratica soluzioni innovative che anticipino le esigenze del cliente, nell’ottica precisa del rispetto di regolamenti nazionali ed internazionali sempre più restrittivi. Così come in passato credemmo per primi nell’utilizzo di formulazioni all’acqua, proponendo un’alternativa più che valida ai prodotti in solvente, al tempo universalmente impiegati nell’industria conciaria, così ora presentiamo una tintura in botte che prevede la sostituzione totale dei coloranti tradizionali, recentemente sempre più sotto accusa in quanto contenenti sali da taglio – che possono influire sul carico inquinante dei reflui conciari per quanto riguarda solfati e cloruri – e perché per degradazione riduttiva essi possono rilasciare ammine aromatiche vietate in quanto cancerogene”. “Nel settore si sta evidente-

mente diffondendo una rinnovata sensibilità ecologica che sta cambiando a poco a poco il modo di lavorare la pelle – spiegano dall’Ufficio Tecnico di Osmo -. Interventi mirati al miglioramento delle tecnologie di processo o al trattamento degli effluenti inquinanti hanno portato nell’ultimo decennio ad una riduzione dei piu vistosi effetti negativi sull’ambiente, ma il cammino che resta da percorrere è ancora lungo. Oggi sono soprattutto i grossi produttori di articoli in pelle a volere manufatti anallergici, senza metalli ma che mantengano le performance che solo la pelle al cromo ha saputo conferire in decenni di storia della lavorazione del cuoio”. “L’orizzonte ecologico della concia - spiega Lino Marana, titolare di Adler - è una lavorazione totalmente “metal free”, obbiettivo ormai prossimo. Già oggi siamo in grado di garantire un abbattimento di metalli pesanti fino al 99%, o di portare avanti trattamenti senza l’utilizzo di sali. A spingere in questa direzione, certo, sono state anche le richieste da parte dell’Unione Europea al settore, ma c’è da dire che noi addetti ai lavori

abbiamo fatto la nostra parte, puntando a ottenere parametri ben al di sotto dei valori di performance consentiti”. “Per essere ecologica - spiega Raoul Sartori, direttore ricerca e sviluppo di Samia - un’azienda deve lavorare prima di tutto in modo sostenibile. La direzione da seguire richiede quindi un duplice sforzo: da un lato utilizzare prodotti di qualità certificata; dall’altro, ridurre sprechi e scarti. Prendiamo, ad esempio, la gestione del colore, principale motivo di contestazioni e rilavorazioni quando il risultato finale non è quello sperato. In realtà esistono sistemi all’avanguardia - di cui abbiamo deciso di dotarci - che permettono di procedere a una campionatura più mirata. Meno errori vuol dire sia meno pelli non conformi, ma anche meno miscele impiegate. E questo è solo uno dei nuovi metodi di lavorazione che, unendo tecnologia a efficienza economica, può dirsi anche ecologico oltre che sostenibile”.

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Aziende chimiche sempre più green

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Samia rende compatibili le esigenze dell’economia con le ragioni dell’ambiente La produzione di SAMIA è un cuore che pulsa per assicurare ordini evasi nel giro di poche ore grazie a un sistema di gestione integrato che valorizza la qualità del prodotto, la sicurezza delle risorse umane e il rispetto dell’ambiente. La capacità produttiva è stata notevolmente aumentata progettando impianti automatizzati che possono produrre 24 ore su 24 per soddisfare le richieste sia in ambito nazionale che internazionale. La produzione si è costantemente evoluta con tecnologie che garantiscono il rispetto delle specifiche di prodotto e il recupero totale dei sottoprodotti dei cicli lavorativi. SAMIA, già leader nel settore delle paste pigmento per la rifinizione del cuoio, arricchisce ora la sua offerta con due nuove serie di paste pigmento.

STARTEX è una serie composta da 12 colori unitari a base di pigmenti idrodispersi. La formulazione che dona a questi prodotti carattere anfotero, ne permette l’utilizzo sia in miscele cationiche che anioniche, rendendoli ideali per colorare miscele utilizzabili come prefondo, e per nobilitare i pellami già dalla prima rifinizione, dando la possibilità di ridurne la quantità per ottenere pellami nobilitati dall’aspetto più naturale. DRUMTEX® rappresenta il contributo della grande esperienza SAMIA nei pigmenti al processo di “tintura in bottale”. Le paste idrodisperse di questa serie sono formulate per essere utilizzate in “bottale”,

sostituendo in buona parte i coloranti solubili tradizionali. Con piccoli accorgimenti e una corretta messa a punto del colore, in cui sarà costante il supporto dei tecnici SAMIA, si otterranno pelli con toni più vivaci e uniformi, con maggiore solidità alla luce e resistenza al PVC, e la possibilità di soddisfare i requisiti della pelle Metal-Free (a norma EN 15987). Le serie si collocano nell’ottica di produrre pelli maggiormente utilizzabili, ma nel contempo dall’aspetto più naturale e più valorizzante, in modo che gli articoli possano distinguersi per il pregio e riportino la pelle ad essere considerata come materiale ideale per beni di lusso.


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Luigi Ciarlo, Amministratore Delegato Samia S.p.A.

SAMIA Leather Color System® è un sofisticato sistema di dosaggio computerizzato che permette la realizzazione precisa di una vastissima gamma di tinte. Il metodo utilizzato in passato è stato totalmente rinnovato con il risultato di riuscire a riprodurre fedelmente i colori richiesti dal cliente, ottimizzando i tempi di produzione, recuperando totalmente i sottoprodotti dei cicli lavorativi e superando il vincolo quantitativo. Interfacciando uno spettrofotometro e sofisticati sistemi di dosaggio automatici è infatti oggi possibile definire rapidamente la formula per la riproduzione della tonalità e, da un primo campione, prodotto inpiccola quantità, si passa all’industria-

Ridurre l’impatto ambientale ed eliminare gli sprechi di risorse sono due obiettivi strategici di SAMIA, impresa leader nella produzione di prodotti chimici per l’industria conciaria. Fondata ad Arzignano nel 1976, l’azienda fornisce alle concerie una gamma completa di prodotti per la rifinizione con lo scopo di anticipare le tendenze e le richieste del mercato. Il capillare, rapido e qualificato Servizio Clienti è inoltre un grande punto di forza dell’azienda, che permette di rispondere alle esigenze in modo efficace ed efficiente. SAMIA negli anni ha aumentato la capacità pro-

I.P. Raoul Sartori, Direttore R&D Samia S.p.A.

duttiva ed il tasso di innovazione con impianti totalmente automatizzati, ed è in prima linea nello sviluppo tecnico di nuovi prodotti che uniscano lo sviluppo tecnologico alla sicurezza e, soprattutto, alla tutela ambientale.

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